Sliding Doors- cosa sarebbe successo se..?

di rees
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Roundrobin ***
Capitolo 2: *** Appesa ad un filo ***
Capitolo 3: *** Aria ***
Capitolo 4: *** Il sapore del tuo bacio ***
Capitolo 5: *** Balla con me ***
Capitolo 6: *** Gli occhi non fingono, di qualunque colore essi siano ***
Capitolo 7: *** per ogni cosa che vale ***
Capitolo 8: *** Mi ha baciato ***
Capitolo 9: *** Ipnosi ***
Capitolo 10: *** Gelosia ***
Capitolo 11: *** Smeraldi ***
Capitolo 12: *** LA PROMESSA DI UN FUTURO ***
Capitolo 13: *** In realtà lei mi ama ***
Capitolo 14: *** La multa non la pago ***
Capitolo 15: *** Io non ti abbandonerò mai ***
Capitolo 16: *** Cambio di routine ***
Capitolo 17: *** Il nome sbagliato al momento sbagliato ***
Capitolo 18: *** Cattiva Ragazza ***
Capitolo 19: *** Mantra ***
Capitolo 20: *** Dinamitica ***
Capitolo 21: *** Cinque a quattro ***
Capitolo 22: *** Intrigante ***
Capitolo 23: *** Regole, regolamenti interni e lati positivi ***
Capitolo 24: *** I do everything he tells me to do ***



Capitolo 1
*** Roundrobin ***


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Capitolo 2
*** Appesa ad un filo ***


Titolo: Appesa ad un filo
Pairing: Jisbon
Rating: Verde
Episodio: 2x17


-Lisbon, sei appesa ad un filo.
Diavolo, Jane. Perché devi farmi questo? Perché devi sempre pensare a te stesso? Lo so che se mi cacciano non ti importa, lo so che il tuo unico fine è seguire la tua vendetta, sempre e comunque. Ma sei un essere umano, dovresti provare sentimenti anche per le persone che sono ancora vive, o no? E non parlo dell'amore, no. Parlo della capacità di non comportarti da bambino di cinque anni ogni volta che ne hai l'occasione.
Spero per me che questa tua idea per catturare il colpevole si dimostri valida.
[…]
Te lo concedo, si è dimostrata più che valida. Nel giro di mezz'ora abbiamo fatto confessare l'amico di Rigsby, il signor “sono un fotografo, ho molti soldi e il giudice non vi darà i mandati” può dormire sonni tranquilli con la sua moglie traditrice e io posso rimanere qui a compilare i rapporti sulla chiusura del caso, mentre tu fissi il soffitto, sdraiato sul mio divano rosso.
Il rumore di tacchi nel mio ufficio mi fa alzare lo sguardo dalle carte.
-Jane, apprezzo molto l'aiuto che hai dato al team nel risolvere il caso, ma ti avevo avvertito. - Rivolge il suo sguardo verso di me – Davvero, speravo di non dover arrivare a tanto, Lisbon, ma far picchiare l'omicida da un sospettato? Non potevate intervenire prima?
Sfodero tutta la diplomazia che ho accumulato nel corso dei miei anni da capo team al CBI.
-Signora, Jane ci ha solo consigliato di...
-Jane. Vedi, Lisbon, il capo sei tu, non lui. Ma, come purtroppo ritenevo, non sei in grado di tenerlo al guinzaglio. Mi dispiace ma il team avrà presto un nuovo capo. Nel frattempo in questo ufficio si trasferirà Cho, che sembra essere più adatto di lei per il ruolo.
La donna esce senza salutare o darmi il tempo di ribattere. Sono rimasta gelata da quelle parole. Io non ho più il mio lavoro al CBI per colpa tua. Sapevo che saresti stato un disastro, ma avevamo bisogno di te. E con Minelli era tutto molto più semplice.
-Lisbon mi...
-Vattene. Esci da questo ufficio immediatamente.
Tutto quello che mi sono costruita in questi anni, tutto, è andato perduto. Perché non riesco a dirti di no, perché riesci ad incantarmi con quel tuo sguardo da ammaliatore innocente. Ci casco sempre, eppure questa volta mi è costato troppo.
Maledizione, Tess, datti una calmata. Non respiro più, mentre le lacrime mi rigano il volto. In questo momento vorrei spararti. Un colpo al petto e finirla.
La tua chioma bionda rientra nell'ufficio, con un sorriso sornione. Hai ancora il coraggio di farti vedere? Sei davvero incorreggibile.
-Ho parlato con Hightower. Le ho detto che me ne vado anche io, dato che ti ha licenziata. Lo sappiamo entrambi che sei l'unica che può tenermi sotto controllo. Così hai di nuovo il tuo posto. Lei non vuole perdermi, io non voglio perderti. Sei fuori tu, lo sono anche io. Così le ho detto.
Sei davanti la mia scrivania, in piedi, le mani nelle tasche del gilet. Non posso credere tu lo abbia fatto sul serio. Le lacrime diventano di gioia, la rabbia sta lentamente scemando. Ecco perché ti amo. Lo so, l'ho pensato sul serio, ma è la verità, inutile negarlo. Ti amo davvero tanto. Ed è a questo che penso mentre giro intorno alla scrivania per abbracciarti. Ultimamente abbiamo un po' troppi momenti di intimità.
-Come se ti dispiacesse.
La tua voce è maliziosa, mentre ti guardo negli occhi. Non posso credere a quello che sto per fare. Poggio le mie labbra sulle tue, sfiorandole. Non voglio altro, non ancora. Mi basta averti qui vicino, sentirmi stretta tra le tue braccia e non sentirmi rifiutata.
Ah, certo, anche riaver avuto il mio lavoro ha una certa importanza.


Spazietto autrice
è un po' una schifezza ma l'ho scritta di corsa e con il cervello spento... dopo aver rivisto la Hightower il mio odio per lei è tornato .-.
spero vi sia piaciuta, Giulia.

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Capitolo 3
*** Aria ***


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Capitolo 4
*** Il sapore del tuo bacio ***


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Capitolo 5
*** Balla con me ***


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Capitolo 6
*** Gli occhi non fingono, di qualunque colore essi siano ***


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Capitolo 7
*** per ogni cosa che vale ***


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Capitolo 8
*** Mi ha baciato ***


Titolo: Mi ha baciato
Pairing: Jisbon
Rating: Verde
Episodio: 3x12

-Mi ha baciato.
-Come, scusa?
Sollevo lo sguardo dalle scartoffie che sto compilando sul cavernicolo.
L'argomento mi interessa, non posso negarlo.
-La signorina dottoressa. Mi ha dato un bacio su una guancia.
Sbuffo leggermente divertita. E rilassata. Davvero si sta preoccupando per questo? Dio, mi fa una tenerezza!
-Sai, Jane – tento di spiegargli, alzandomi dalla scrivania per aggirarla e poggiarmi a braccia incrociare come fa di solito Hightower, mentre lui si accomoda sul divano – solitamente è così che funziona, tra persone normali. Per salutarsi si danno un bacio su una guancia.
-Tu non mi dai baci sulla guancia.
Rimango leggermente spiazzata da quell'affermazione. So che le frasi di Patrick Jane hanno sempre un senso, da qualche parte andrà a parare. Ma intanto come me la cavo?
-Noi non siamo proprio definibili “normali”, non trovi?
-Io sono normalissimo. Sei tu che ti comporti come una trentasettenne single.
Sorrido anche se leggermente contrariata. Fino a prova contraria ho più vita sociale di lui. Credo. Conta più Walter Mashburn o Kristina Frye? Perché almeno la “storia” con Walter ha avuto un inizio, uno svolgimento ed una fine. La sua non aveva fatto in tempo ad iniziare che la donna era sparita.
Mi squadra leggermente per poi sorridere ed alzarsi. Perché si avvicina così tanto?
Teresa, respira.
Resto con gli occhi sbarrati mentre poggia le sue labbra sulle mie. Non posso credere stia accadendo davvero.
-Hai ragione, però. Io e te non siamo normali.

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Capitolo 9
*** Ipnosi ***


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Capitolo 10
*** Gelosia ***


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Capitolo 11
*** Smeraldi ***


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Capitolo 12
*** LA PROMESSA DI UN FUTURO ***


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Capitolo 13
*** In realtà lei mi ama ***


Titolo: In realtà lei mi ama
Autore: Aoko Nakamori
Pairing: Jisbon
Raiting: Verde
Episodio: 2x08


-In realtà lei mi ama.
Rebecca sorride, mentre porta il caffè nell'ufficio del suo capo. Finge di essere divertita. Sa quello che tutti insieme stanno per vedere.
Lisbon arrossisce, mentre cammina al fianco della segretaria di Sam. Deve andare a parlare con lui per degli aggiornamenti su John il Rosso.
Jane scherza, mentre freme dalla voglia di andare più veloce. John il Rosso gli sembra improvvisamente più vicino.
Cho arriva e li ferma tutti quanti, proprio mentre Rebecca sta per entrare nell'ufficio. È arrivata una telefonata dal procuratore che richiede proprio loro per un caso. Devono arrivare in fretta e la presenza di Jane è quella su cui contano di più. Nessuno di loro parlerà con Samuel, oggi.
Lisbon e Jane restano interdetti. Devono parlare con Bosco, John è più importante. Ma il procuratore potrebbe lamentarsi con Minelli e togliere loro il lavoro e a quel punto di John non sentirebbero neanche più parlare.
-Lisbon... Teresa, andiamo subito dopo. Per favore.
-Jane, non possiamo. Se manchiamo la chiamata ci troviamo per strada e a John non potresti più avvicinarti.
Abbassa lo sguardo, sa che ha ragione ma vuole avere l'assassino della sua famiglia tra le sue mani il prima possibile. La guarda negli occhi prima di annuire e dirigersi verso il bullpen.
Sam Bosco, intanto, sta morendo.

Indagano come ossessi. Devono sbrigarsi, Samuel li aspetta ed entrambi sanno come è fatto. Potrebbe cambiare idea da un momento all'altro. Potrebbe dire loro che non li aggiornerà più, solo per fare dispetto a Jane. Certo, Teresa sa che le basterebbe chiederglielo per favore e lui accetterebbe. Lo hanno capito tutti, ormai, che Sam la ama. Ma non farà una cosa del genere per far ottenere a Jane la sua vendetta.
Tornano al distretto che è tutto un viavai di agenti, giubbotti antiproiettile, sicurezza. Come se lo sapesse sin da subito è Jane a fermare Lisbon. I pezzi sembrano essersi messi in ordine nella sua testa senza nemmeno doverci ragionare. Incrocia il suo sguardo preoccupato, ha capito che ha a che vedere con qualcuno che conosce bene e dato che il team era con lei non tarda a raggiungere la stessa conclusione del consulente: Sam.
-Fammi passare, Jane.
-Lisbon lui non può essere qui. L'hanno sicuramente portato in ospedale.
Annuisce poco convinta, non crede possa essere davvero in ospedale. Non spera ci sia stato il tempo di arrivarvi. Nemmeno il sorriso forzato di Jane riesce a tirarla su. Nemmeno un po'. È troppo preoccupata per il suo amico. Lascia scorrere il tempo mentre osserva Patrick chiedere agli agenti dove sia stato portato e se sa chi è stato. Lascia scorrere il tempo mentre Patrick guida la sua Citroen portandola in ospedale. Samuel Bosco è nel reparto di rianimazione, sotto morfina, steso sul lettino, apparentemente privo di vita.
-Credi ce la farà?
-No. Mi dispiace.
Come se le parole del consulente fossero state premonitrici l'uomo peggiora rapidamente, le infermiere li cacciano dalla stanza affannandosi intorno al corpo che sta perdendo rapidamente ogni briciolo di vita. Non ha fatto nemmeno in tempo a svegliarsi. Al CBI continuano ad indagare mentre loro due sono lì, in attesa. Una lunga e snervante attesa.
Un'infermiera li raggiunge dopo circa quindici minuti, iniziando a blaterare su quanto erano critiche le condizioni dell'agente già al suo arrivo, su quanto scarse erano state le possibilità di riuscita dell'intervento. Non appena se ne va Lisbon scoppia in lacrime.
-È stupido, lo so. Tu hai perso tante persone importanti. Sam era semplicemente un amico eppure sto così. Non dovrei.
Patrick prende il suo volto tra le mani, sprofondando con le sue pozze azzurre negli occhi verdi della donna, arrossati dal pianto. Le sorride, questa volta convinto.
-Non è affatto stupido. Sei la persona più dolce che io abbia mai conosciuto, ti preoccupi per tutto e per tutti, anche se non lo fai vedere. Sam era il tuo migliore amico.
Lisbon sospira leggermente, arrossendo in modo piuttosto evidente. Si sente in colpa: Sam è morto e lei non riesce a pensare ad altro che non sia il volto del consulente e il suo cuore che batte all'impazzata. E non si sente in colpa tanto per il fatto di essersene innamorata, quanto perché se ne rende conto ora che l'uomo che le ha fatto venire il dubbio è morto. Sì, Sam è sicuramente l'uomo che le ha fatto ammettere i suoi sentimenti verso Patrick Jane. Sentimenti che fino a quel momento aveva celato bene anche a se stessa.
-C'è una sorta di ironia, in questo, non trovi?
Patrick la guarda stralunato. Lisbon che riesce a trovare dell'ironia in una situazione del genere?
-In che senso?
-Noi poliziotti dovremmo prendere le persone che uccidono, rischiando di morire.
-Già.
Si trattiene dal dire che non c'è ironia in questo. Che poteva essere lei al posto di Sam, che probabilmente presto o tardi lo sarebbe stata a causa di John. Prima o poi Teresa Lisbon avrebbe rischiato la vita. Ma lui l'avrebbe salvata.
-La vita è così breve per noi. Non è la prima volta che vedo un collega ferito o ucciso. Ma ogni volta sembro dimenticarmene.
-La vita è breve per tutti. Se qualcuno fa un errore c'è sempre qualcuno che ne subisce le conseguenze. Io ne sono la prova vivente.
-Oh, Patrick.
Torna a piangere al pensiero delle persone che il suo biondo amico ha perso. Sua madre, sua moglie, sua figlia e chissà quante altre.
-Ormai non ci sono più, per quanto io possa dannarmi, loro non ci sono più. E tutto quello che posso fare, ora, è mostrare loro che non sto sprecando il dono che è stato loro tolto. Devo mostrare loro che so essere forte, non morirò lentamente come John vuole.
Senza sapere nemmeno lei cosa sta facendo stringe Jane in un abbraccio, senza avere alcuna intenzione di lasciarlo andare, almeno per un po'.
Le labbra di Patrick cercano quelle di Teresa, dubbiose. Specialmente quando si accorge che lei non sembrava avere intenzione di rispondere e lasciarsi coinvolgere. Rimane pietrificato da quella reazione, l'unica che non si aspettava. Si allontana in fretta mentre lei lo blocca. Ma non con il desiderio di baciarlo di nuovo.
-Non fraintendere, Patrick, ma oggi non è la giornata più adatta.
Jane si rilassa un poco facendo tornare sul suo volto quel ghigno giocoso che porta sempre.
-L'avevo detto che in realtà mi ami.

Spazio autrice: Lo so, non ha un senso. Però mi sono chiesta: se non avessero trovato Sam? Ecco che ne è uscito. Mi scuso per eventuali errori... scrivere al presente mi imbroglia :D

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Capitolo 14
*** La multa non la pago ***


Titolo: La multa non la pago
Autore: Aoko Nakamori
Pairing: Jisbon
Raiting: Verde
Episodio: 3x13


-Ma la multa non la pago.
-Non la pagherò io al tuo posto.
Resto allibita nel vedere Patrick mettersi in bocca quel foglio stropicciato con tutta l'apparente intenzione di ingoiarlo. Che faccio, glielo dico che, volendo, posso provare a farla pagare al direttore? No, meglio di no. Meglio vedere fino a che punto si spingerà il consulente.
È uno spasso con quella palletta gialla ad obbligarlo al silenzio. Eppure cerca davvero di mandarlo giù. Inizio a ridere convulsamente, saperlo liberato dal municipio, dove era stato preso come ostaggio, mi fa sentire molto meglio. Ora sono rilassata, anche se devo ammettere che non avevo poi così tanto timore, non tanto quanto quando era stato rapito, almeno.
-Lifbon, fmeffila fi rifere!
Le mie risate se possibile sono ancora più scatenate. Mi siedo sulla scrivania, tenendomi la pancia che inizia a far male dal troppo divertimento.
-Dai, Jane! Sappiamo entrambi che non lo ingoierai!
-Fommeffiamo?
Tutto tronfio fa segno di voler ingoiare la pallina di carta, diventando blu. Inizia a tossire mentre io ancora non posso smettere di ridere.
-Lifbon, fi prefo, aiufami! Sfo foffocanfo!
Mi rendo conto che effettivamente non riesce a respirare. Scendo dalla scrivania ed inizio a dargli pacche sulla schiena, ancora in preda alle risate, finché non sputa fuori il pezzo di carta. Lo prende in mano e lo butta nel secchio.
-Posso farla pagare dal direttore. Tirala fuori, rientrerà tra le spese del CBI.
Non ho il coraggio di prenderla tra le mani. È stupido. Mi fa più ribrezzo quella pallina piuttosto che un cadavere. O forse dipende dalla persona “proprietaria” di quel fogliaccio. Anche se forse in quel caso non sarebbe ribrezzo... uff... vallo a capire il mio cervello.
-Non potevi dirlo prima?
Patrick raccoglie il foglio dal cestino, per poi rialzarsi e guardarmi con aria curiosa. Chissà che espressione ho stampata in faccia.
-Non è che hai un po' d'acqua? La mia bocca sa di carta ed inchiostro.
Prendo la valigetta e lo accompagno nel cucinino. Lo osservo mentre beve due bicchieri d'acqua fresca con espressione schifata.
-Bleah. Il sapore non vuole andarsene.
-Prova con un caffè.
-Semmai un the caldo.
-No, il caffè è pronto. Il the devo aspettare che lo prepari.
-Guarda che non ti ho chiesto io di restare.
Faccio una linguaccia, divertita. Decisamente, questa sera rientra tra le migliori degli ultimi dieci anni. E pensare che molte delle mie serate diventano speciali grazie al mio biondo consulente.
-E pensare che volevo fare la persona carina e tenerti compagnia.
Sbuffo, mentre lui si avvicina dopo aver messo a bollire l'acqua. Si appoggia al mobiletto della cucina, trovandosi proprio di fronte a me.
-Andiamo, Lisbon, tu non sei mai solo carina.
Eh? Cosa? Come? Ho sentito bene? Ho sognato tutto? Ditemelo perché le mie gambe si sono sciolte. Non credo di essere in grado di rispondere, ora.
-Beh, grazie. Mi hanno... abituata a... ehm.... comportarmi... uh.... così.
Si è avvicinato tremendamente, facendomi balbettare come una ragazzina alla prima cotta. Sento il suo respiro sulle mie labbra socchiuse. Sa di miele. Con gli occhi chiusi le sfiora, leggero. Non ci mette molto ad approfondirlo.
Fiiiiiiiiiiiiiiiii.
Il bollitore ci riporta alla realtà. Il fischio è da spaccare i timpani. Patrick si allontana, stranamente imbarazzato. Versa il suo the nella tazza ed aspetta, come suo solito. Zucchero, latte, acqua bollente e solo alla fine la bustina dell'infuso. Ormai ho imparato anche io a prepararlo come piace a lui. Non mi guarda, non mi sfiora. Nulla. Decido di tornare in ufficio prima di scoppiare in lacrime ma mi ferma.
-Teresa, aspetta. Non ti sto rifiutando, non sto ritrattando quello che ho fatto. Ma non voglio e non posso perderti. Lo capisci? John potrebbe prenderti come ha fatto con la Frye ed è l'ultima cosa che voglio. Ti amo troppo per poter rischiare.
Esce dal cucinino mentre io rimango lì, imbambolata, la mano ancora sospesa nel prendere la valigetta da sopra il tavolo.
Mi ama? John? Chi è John?
Maledizione, sono Patrick Jane dipendente. E me ne sono resa conto troppo tardi.

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Capitolo 15
*** Io non ti abbandonerò mai ***


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Capitolo 16
*** Cambio di routine ***


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Capitolo 17
*** Il nome sbagliato al momento sbagliato ***


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Capitolo 18
*** Cattiva Ragazza ***


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Capitolo 19
*** Mantra ***


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Capitolo 20
*** Dinamitica ***



TITOLO: Dinamitica
EPISODIO DI RIFERIMENTO: 3x04
AUTORE: Aoko Nakamori

RATING: verde
PAIRING: Jisbon

-“Dinamitica”?

-Perché non ti piace?

Grace e Wayne mi guardarono curiosi. Dopo lo show mi ero posta un sacco di domande, tutte incentrate sulla mia presentazione alle telecamere. Però avevamo dovuto fare i conti con il vero assassino e la pizza del caso chiuso era stata rimandata alla sera, quando il bullpen era ormai vuoto e Kim e Grace si erano organizzati per il turno di notte. E ne avevo approfittato per tirare fuori la mia curiosità così, di punto in bianco.

-Beh, mi chiedo solo come ti sia venuto fuori.

-Andiamo, Lisbon, dopo tutti questi anni ancora non conosci la mia capacità di improvvisazione?

Sorrise furbo, facendomi l'occhiolino ed io arrossi a quel gesto.

-Perché a me no?

Patrick guardò Wayne per un quarto di secondo, per poi riportare lo sguardo su di me.

-Dovevo calcolare la tempistica.

Kim sorrise leggermente ed ebbi paura. Non del sorriso, qualche volta capitava, ma del motivo di quell'impercettibile movimento: stava per stuzzicare Patrick.

-Perché Lisbon e non lui? O metà e metà? Qualcuno che non ti conosce, qualche spettatore, potrebbe aver pensato che provi interesse per il capo.

Quasi mi strozzai con l'acqua che stavo bevendo, mentre Grace, rapida ed efficiente, iniziò a darmi pacche sulla schiena.

-Beh... ecco...

-Soprattutto dopo il “Bella come un fiore”.

Desiderai svenire, morire soffocata, essere risucchiata da uno squarcio spazio-temporale. Qualunque cosa pur di non essere lì.

-Beh... lei... lei è il capo. Dovevo pur darle risalto, no?

-Ma se ti ha fulminato con lo sguardo, mentre entrava in scena!

-E a proposito di sguardi... dovevi vedere il tuo mentre la presentavi.

Wayne si era unito al gioco di cattivo gusto di Kim. Coalizzati contro di me. Dal mio fidato secondo non me lo sarei mai aspettato.

Mi alzai di scatto dalla sedia, prendendo la giacca. Mi era passato l'appetito, ormai.

-Io devo tornare a casa. Ho... Devo andare. Ci vediamo domani. Cho, Van Pelt, per qualsiasi cosa chiamatemi.

Wayne si alzò a sua volta, lanciando un'occhiataccia a Patrick che non persi ma non riuscii a spiegare.

-Vado anche io.

-Se mi lasciate solo vado anche io. Cho e Van Pelt non sono di compagnia nel turno di notte.

In tre ci avviammo verso l'ascensore, scesi al piano terra ci dirigemmo ognuno verso la propria auto; Wayne da una parte, Patrick ed io dall'altra.

-Cosa devi fare a casa di tanto urgente? Dar da mangiare ai gatti?

Mi bloccai. Incazzata nera.

-Come, scusa?

Nel giro di tre secondi mi sentii meglio. Patrick aveva sorriso in quel modo che tanto odiavo, quel sorriso sarcastico e malizioso, nulla a che vedere con quello bellissimo che mi aveva rivolto prima e durante lo show, quello che arrivava fino a contagiare i suoi occhi azzurri. Avevo sentito il sangue salirmi al cervello. Rideva. L'idiota rideva. Prima di rendermene conto avevo sentito la mia mano imprimersi sul suo viso e lo stress scaricarsi. Picchiare Jane era catartico.

-Questo non avresti dovuto farlo.

Si stava massaggiando la guancia offesa scuotendo il capo, mentre si avvicinava sempre di più ed io arretravo fino a scontrarmi con la mia auto, finendoci sopra. Non ero una mentalista ma temevo di sapere che tipo di punizione mi attendeva, lo capivo dal suo sguardo malizioso e dolce, ma non potevo permettermi di rischiare la mettesse in atto o non sarei più potuta tornare indietro.

Arrivò quasi a sfiorare le mie labbra, per poi spostarsi ed avvicinarsi al lobo del mio orecchio, facendomi rabbrividire.

-Se non fosse per John saresti già mia. Ma ti amo troppo per rischiare di perderti.

Posò delicatamente un bacio sulla mia guancia, lasciandomi lì, con la pelle ancora incandescente sotto il suo tocco.


Lo so, non è niente di che, ma oggi, durante l'ora di Purgatorio non sapevo che fare e ho pensato all'episodio di ieri sera su Joi (3x05) su cui volevo scrivere una flash, ma invece che la battuta Rimball che avevo visto mi è venuta in mente "La dinamitica, il razzo tascabile, bella come un fiore" e non ho potuto evitare di scriverne :D

Aoko

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Capitolo 21
*** Cinque a quattro ***


TITOLO: Cinque a quattro
EPISODIO DI RIFERIMENTO: 3x07
AUTORE: Aoko Nakamori
RATING: verde
PAIRING: Jisbon
DISCLAIMER: Oltre al fatto che i personaggi non sono i miei, ci sono due frasi che ho preso da due ff di Soarez, che mi hanno ispirato la storia :D

Che ti succede, Teresa? Perché da quando lo hai visto di nuovo ti senti a disagio? E perché non riesci a guardare Patrick? Hai paura ti legga dentro come suo solito e scopra qualcosa che non devi ammettere?
Andiamo, non ricordava nemmeno il tuo nome! Non puoi seriamente pensare di voler qualcosa con lui.
Era un modo per attirare la mia attenzione.
Sembra esserci riuscito. Uno a zero per Walter Mashborne.
Lo ha fatto di proposito. È lui che ha chiesto di me e Patrick.
Altro punto per l'idea? Due a zero per Walter, allora. Patrick sembra perdere su tutta la linea, no?
Che c'entra Patrick, ora?
Ma come, credevo lo sapessi. O non hai ammesso nemmeno questo? Ti chiarisco la situazione. Walter ti trova affascinante, bella, sexy, carismatica, e tu stai seriamente pensando di cedere alle sue avance anche solo per una notte. Patrick è bello, sexy, simpatico, dolce, affascinante, bello, e tu lo ami. Non importa quanti uomini “vedrai” nel frattempo, perché Patrick non sarà tuo.
Quindi tre a zero per Walter e per la sua disponibilità?
Esatto. Vediamo chi vincerà, anche se ormai mi sembra ovvio.
Patrick mi fa sorridere.
Tre ad uno. Ma ricorda che quando vi hanno sparato mentre passeggiavate tutti e tre insieme non ha esitato a salvarsi dietro un cespuglio mentre tu pensavi a salvare la tua pelle e quella del multimiliardario dal dolcevita rosso.
Quattro ad uno. Per il dolcevita. Patrick non ha armi, non avrebbe potuto fare nulla.
Forse è il caso di far recuperare un po' il biondino, che ne dici, mia Tessie?
Patrick non ha mai fatto ricerche su di me come uno stalker. Ha ucciso un uomo per salvarmi la vita. Mi ha fatta ballare sulla mia canzone preferita.
D'accordo. Quattro a quattro, anche se trovo che il girare sul posto ad un ballo di ritrovo che non era nemmeno il vostro non sia poi così valido.
Ma ora? Come si concluderà la tua serata? Un pareggio significa che saranno i tuoi ormoni a scegliere o sarai tu? Nel primo caso ti basta alzare lo sguardo sul post-it attaccato al computer. Walter ti ha invitata nel suo albergo. Nel secondo caso devi solo continuare a ripeterti che non è professionale e che hai fato voto di “zitellaggio” e castità.
Questo non è vero!
Ah, davvero? Eppure mi sembra che siano tre anni che non hai un uomo, se non di più.
Ora zitta. Devo pensare.
Ma non puoi tacermi così. Sono la tua coscienza.

Ok, taccio.
*
Allora? Cosa hai imparato da questa nottata di fuoco?
Non è Patrick.
Cinque a quattro per il consulente, quindi. Ora puoi anche ammetterlo che tutto questo teatrino che hai messo su nella tua testa su punti e pareggi era solo un modo per convincerti che svagarti era la cosa giusta.
Dopotutto, una rana origami vince su tutta la linea.




Lo so, ogni tanto ritorno con queste... cose... mi ucciderei, dato che la mia fantasia non vuole collaborare.
Comunque, non so come mi sia uscita questa shot. Volevo scrivere una storia Lisbon/Masborne ma quando l'ho finita non avevo voglia di copiarla ed oggi, mentre la rileggevo, ho aggiunto il pezzetto da sotto l'asterisco in poi... sono pessima xD
Spero comunque vi piaccia, per me non è malaccio xD
Giulia

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Capitolo 22
*** Intrigante ***


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L'amministrazione provvedera' a fare il possibile per sistemare.
Grazie in anticipo per la preziosa collaborazione.

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Capitolo 23
*** Regole, regolamenti interni e lati positivi ***


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Capitolo 24
*** I do everything he tells me to do ***


Autrice: Aoko Nakamori
Episodio: 2x02
Titolo: "I do everything he tells me to do"


Dannazione, Minelli ha ragione. Ha ragione, come sempre quando si tratta di Jane. Ormai, ormai riesce a farmi fare quello che vuole. Dannazione! Non dovrebbe essere così. Sono in grado di controllarlo, non il contrario. Io controllo lui. In teoria. In pratica, in pratica è lui ad esercitare il comando. Però che potevo fare? Vederlo preso così, con un paio di forbici appuntite puntate alla giugulare, non potevo farla far franca alla senatrice Melinda. Non dopo avermi fatto passare momenti infernali. E Carmen dice che rischiare di essere uccisa e vedere un uomo morire a poca distanza siano le cose traumatiche. Io direi che vedere morto colui che tenta di ucciderti è più una soddisfazione. Un sospiro di sollievo.
-Minelli ha torto.
Alzo lo sguardo su Jane, che mi osserva dallo stipite della porta. Inclino la testa leggermente a sinistra con fare scettico.
-Come?
-Stavi pensando a quello che ha detto poco fa. Al fatto che io posso farti fare tutto quello che voglio. Ma ha torto.
-Ma davvero?
Capendo che non gli tirerò contro uno dei miei fermacarte, decide di poter entrare nel mio ufficio senza rischiare la pelle.
-Ci sono un paio di cose vorrei tu facessi e che non farai.
-Quali?
-Prima di tutte, togliere le forbici da sopra la scrivania.
Osservo l'arma poggiata sul legno lucido del pianale. Le uso troppo spesso per trovare comodo aprire e chiudere i cassetti in continuazione. Decisamente, questa è una delle cose che potrei fare per cinque minuti per poi dimenticarmene e tornare alle mie abitudini. Però per farlo contento posso anche fingere di fare quello che mi chiede. Apro il cassetto e lascio cadere le forbici all'interno.
-Fuori una. La seconda?
-Se te lo dicessi mi uccideresti.
Si sporge sulla scrivania per avvicinare il suo volto al mio. Sento il suo respiro sulla mia pelle, è dolce, sa di the alla menta. E cerco di contare mentalmente i centimetri che ci separano. Perché sotto i venti scatta il bacio, come diceva una commedia italiana vista tempo prima. E, se i miei conti non sono errati, in questo momento già è tanto se i centimetri sono cinque. Mi sporgo leggermente per poggiare le mie labbra sulle sue, che si schiudono per ricambiare il bacio che mi sono trovata (involontariamente!) a dare al mio biondo consulente.
-Sapevo che non avrei dovuto chiederlo. Così hai fatto tutto da sola ed io non ho rischiato la morte.
Poggia nuovamente le labbra sulle mie, questa volta in una carezza, ed esce dall'ufficio.
Osservo il cassetto. Forse è meglio che le forbici rimangano lì dentro. Non vorrei dover temere per la vita di Patrick ancora una volta come poche ore fa.
Fisso la porta con un sorriso ebete stampato in volto. Minelli aveva ragione, come temevo, Patrick può farmi fare quello che vuole.



Spazio Autrice:
Lo ammetto, ho scritto 'sta cosa solo per far rivivere la Round Robin che abbiamo sepolto nel dimenticatoio... povera Robin ç_ç (sono da ricovero, non lo ricordavate?) e anche perché sono sparita per un po' troppo tempo, per i miei gusti (: Conto di tornare per i primi di luglio (abbiate pazienza) con una delle long (devo vedere quale scrivo prima).
Un bacio grande ♥

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