Perchè proprio lui?

di myprettyoddromance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Rose Weasley & Co. ***
Capitolo 2: *** 2. Obbligo Verità Salvataggio ***
Capitolo 3: *** 3. Come far impazzire Albus in una sola mossa vincente ***
Capitolo 4: *** Serpe mancata (secondo Al) ***
Capitolo 5: *** 5. La partenza si avvicina ***
Capitolo 6: *** Scorpius Malfoy. ***
Capitolo 7: *** Inaspettate variazioni sul tema viaggio noioso ***
Capitolo 8: *** 8. Un piccolo problema biondo ***
Capitolo 9: *** 9. Embarassing. ***
Capitolo 11: *** 10. Scoperte più che spiacevoli ***



Capitolo 1
*** 1.Rose Weasley & Co. ***


Uffa” ho sbottato chiudendo il libro di botto e sollevando una nuvoletta di polvere. Mi rivolto sulla schiena e mi metto a osservare il soffitto color giallo paglierino scrostato, contando i piccoli ragnetti che vi zampettavano sopra.

La Tana è innaturalmente silenziosa (quando mai in genere la Tana è silenziosa?), si sentono solo le galline che chiocciano nell’aia dietro la casa. Uffa. Mi sono messa a sedere con la schiena contro il muro e la testa tra le ginocchia a guardare la copertina del libro che avevo appena chiuso di botto.

Che noia. Rosso bordò tendente al marrone, tenuto in buono stato, col dorso ancora integro (!). Una gran noia. Uffa uffa uffa uffa.

Il clan Potter-Weasley è andato in massa ad una partita di Quidditch, trascinato dal secolare tifo familiare per i Cannoni di Chudley. Prendetevela come vi pare, ma papà sostiene che sono l’unica Weasley (anzi, la prima e l’unica in tutta tutta tutta la famiglia) che non può soffrire il Quidditch. Figurarsi! Lui era Portiere, zio Harry un Cercatore e zia Ginny una Cacciatrice… Io non sopporto il Quidditch.

Purtroppo non vengo presa sul serio dalla mia adorabile famiglia e quando papà o zio Harry rientrano a casa sventolando i biglietti per una partita, le gentili pressioni della beniamina Rose non servono a niente. E così sono alla Tana con la sola compagnia di nonna Molly, di cui una cosa è certa: non morirai mai di fame.

Un richiamo dello stomaco mi fa ricordare di nonna Molly: scendo con un balzo dal vecchio letto di zia Ginny e corro giù fino in cucina dove nonna Molly passa le sue giornate a cucinare per i suoi amati nipotini (noi).

Rosie cara, per caso hai fame?” Le nonne pensano solo a quello. “Ehm, in realtà sì. Ma voglio solo una pesca, grazie.”

Nonna Molly mi guarda con il solito sguardo “ma guarda che così deperisci”. “Sì nonna, solo una pesca.” Borbottando qualcosa a proposito della denutrizione ne fa apparire una e me la dà. “Rosie cara, ma perché per una volta…” Ecco un’ altra fissa della nonna. Rosie cara, perché non ti piace il Quidditch? Una volta tanto potresti anche andare a vederla una partituccia, sono sicura che ti piacerà, “…in fondo piace a tutta la famiglia, perché non dovrebbe piacere anche a te?” Ormai lo so a memoria. L’unica cosa che ha a che fare con il Quidditch che possiedo è una preistorica maglietta dei Cannoni di Chudley (ancora incredibilmente arancione nonostante sia ultracentenaria) che metto quando giro per casa. “E Rosie cara, ma che stai facendo?” Uffa. “Sto leggendo un libro, nonna.” “Bene, Rosie.” Me la svigno di sopra e mi fiondo sul vecchio letto con la delicatezza di un elefante indiano. Addentando la pesca ho aperto il libro e ripreso la mia lettura: Trasfigurazione. Cosa posso fare se non iniziare a leggere i nuovi libri? I miei adorabili cugini mi considerano letteralmente pazza, anche se quando ci sono loro faccio a meno di leggere.

Figurarsi, loro e i libri hanno più familiarità che me e il Quidditch: dopo la quindicesima pagina mollano tutto per lo sport di cui sopra o per la Playstation.. Rosa dalla noia ho chiuso il libro e infilato un paio di Crocs malridotte. Quando sono sola a casa in genere mi metto a guardare la TV, ma alla Tana non ce n’è una, perchè nonostante le pressioni di nonno Arthur, nonna Molly si è opposta ferocemente. Magari se ne prendono una potrei andare in cambio a vedere una partita di Quidditch.

Non è giusto, l’arbitro non stava guardando, ovvio che il punto gliel’ hanno segnato uguale” dai borbottii bassi intuii che i Cannoni di Chudley avevano perso per la settima volta in quattro mesi (tengo il conto per una possibile arringa contro il Quidditch). Trotterello giù dalle scale sorridendo biecamente. Sfottili, Rose, sfottili fino alla nausea, i fan del Quidditch! “Allora, la partita?” chiedo sorridendo facendo la gnorri al clan Weasley-Potter evidentemente demoralizzato. L’intero clan mi risponde con uno sguardo bieco e io sogghigno senza farmi vedere. “Finalmente siete tornati!” Hugo grugnisce. “Il Cercatore è caduto dalla scopa per ben tre volte.” “Sport cretino.” Hugo mi guarda molto male e continua a salire le scale in silenzio. “E tu, topo di biblioteca?” Alzo gli occhi al cielo e non rispondo. “Rooooose” Feci la gnorri. “Rosie cara” dice Hugo scimmiottando nonna Molly. “Vai a farti friggere, Hugo” ho mormorato. “Certo Rosie, vado subito” dice Hugo con una voce eccessivamente mielosa. Oh, quanto lo odio quando fa così! “Ho dato da mangiare alle galline, fratellino.” Lui borbotta un “Come no” che ho distinto benissimo. Ho accelerato il passo per rinchiudermi in camera a chiave e buttarmi a pesce sul letto. Presi il cellulare dal comodino e me lo rigirai tra le mani senza scopo, poi lo ributtai sul comodino e mi alzai dal letto per aprire una delle mie valigie. Il mio punto debole: i dolci. Nella tasca interna di un trolley infatti avevo infilato all’ultimo minuto un barattolo maxi di nutella, per la felicità di Nonna Molly. Purtroppo loro non sapevano nemmeno bene cosa fosse la nutella, perciò ogni volta che andavo alla Tana me ne portavo un barattolo per il mio sostentamento. Un paio di volte avevo fatto il tentativo di chiedere a nonno Arthur se poteva andare al villaggio per comprarmene un po’ per quando venivo, ma tutte e due le volte che è andato è rimasto affascinato dal supermercato ed è tornato a casa con un pacco di fili elettrici, convertitori e interruttori. Nonna Molly ovviamente non l’ha presa bene, e ha deciso che nonno Arthur non andrà più al supermercato o posti del genere (potete immaginare cosa ha combinato ). Quindi, eravamo io e quel magnifico barattolone pieno, appena comprato, probabilmente la nutella si era un po’ sciolta… Mi stava venendo quel classico rivoletto di bava alla bocca, perciò decido che era tempo che io e il barattolo facessimo conoscenza. Lo svito piano piano, e poi prendo il cucchiaio. Stavo per fare conoscenza quando qualcuno rovina il momento magico. “Roooooooooooooooooose” “ci sei?” Albus. Lo maledico con vigore e grido di rimando “Si prega di richiamare più tardi, l’utente da lei desiderato è spento o non raggiungibile!” Smette di dare pugni sulla porta. “Va bene, noi volevamo andare ad Ottery St Catchpole per fare un giro. Non vorrai rimanere in casa tutto il giorno, no?” Ok. Il villaggio voleva dire Nutella nuova perciò ho rimandato la conoscenza del barattolo a dopo richiudendolo e buttandolo nella valigia. “Eccomi Al” grido. “Fammi vestire”. Infilo in fretta e furia un paio di jeans corti e la maglietta arancione dei Cannoni di Chudley. “Ops, è sporca di Nutella” ho pensato buttandola da qualche parte nella stanza. Ho preso una maglietta azzurra scollata e mi sono infilata le All Star senza neanche slacciarle. Mi fiondo a razzo per le scale e atterro nell’atrio, dove tutti i miei cugini sono radunati. Albus e James, mio fratello, Lily, Dominique e Louis. Albus ha la mia stessa età, ed è il ritratto dello zio Harry da giovane (cicatrice esclusa). I capelli sono in un disordine perenne e gli brillano gli occhi verdi da sotto gli occhiali quadrati. E’ abbastanza minuto ma carino, in pratica ci sono cresciuta insieme, come se fosse il mio secondo fratello. James invece è alto (il che aumentava la mia condizione di nano da giardino) e magro abbastanza. I capelli castani sono sempre disordinatamente studiati, e nei suoi sorrisi scopre la dentatura perfetta. Adoro i suoi vestiti trasandati (ho chissà quante magliette e felpe sue nell’armadio di casa) e la sua gentilezza, anche se lui cerca di fare lo sbruffone. A volte tende ad isolarsi, quando è triste, ed è una frana totale a consolare le persone. Ma in fondo gli voglio bene anche per questo. Mia cugina Lily ha i capelli rossi fiammanti e gli occhi azzurrissimi, va pazza per il Quidditch, per qualsiasi sport Babbano di competizione e per i ragazzi del settimo anno di Hogwarts. Non ci assomigliamo molto, ma andiamo molto d’accordo. Victoire, Dominique e Louis sono i figli di zio Bill e zia Fleur, Victoire però si è sposata da poco con Ted Lupin, il figlioccio di zio Harry, e ora sono in viaggio di nozze: Dominique ha la stessa età di James, e si nota alla prima occhiata che c’era qualcosa di Veela nella sua bellezza. Ha i capelli biondo grano, che al sole rilucono con mille riflessi e che lei lascia semplicemente sciolti sulle spalle, i boccoli che le ricadono dolcemente sulla schiena. Gli occhi scintillano azzurri nel viso come due grandi gemme, la bocca ha un che di angelico. Come costituzione fisica, è magra e bellissima, perfetta. Lei non ci bada molto e anzi, mi ritiene la più bella della famiglia (anche se io penso che siano lei e Lily, ovviamente). E’ spigliata ed estroversa, e fa immancabilmente colpo su gran parte del genere maschile che conosco. Louis assomiglia più a Bill, statura media, pelle perennemente abbronzata e capelli castani che gli ricadono sempre sugli occhi, che sono come quelli della sorella, azzurri e bellissimi. E’ muscoloso al punto giusto e gioca nella squadra di Quidditch di Corvonero per la felicità di molte Corvonero. E poi c’è mio fratello. Alto poco più di me, ha i capelli rossi e gli occhi azzurri, proprio come papà, ma assomiglia di più a mamma. Ha un che di dolce nel suo viso che affascina sempre qualche ragazza, e io (lo ammetto) ne sono abbastanza invidiosa. Dopo tutta questa carrellata di fighi che attraggono genere maschile & femminile ci sono io, Rosie cara. Sono alta come un nano da giardino, bianca come un cencio o un fantasma o una mozzarella, ho lunghi capelli rosso carota e crespi e occhi grandi e castani come quelli della mamma. Ho un sacco di lentiggini, competo solo con zio George per quante sono: insomma, sono una Weasley doc. E qui però casca l’asino: il temperamento non è esattamente quello classico Weasley. Quel cretino di Hugo dice che sono peggio di mamma, zio Percy e tutti i discorsi di buonsenso di questo mondo messi insieme. Sono silenziosa e studiosa, mi piace leggere, ascoltare la musica e mangiare la nutella mentre leggo, studio e ascolto la musica. Ho tutto il buonsenso che si sarebbe dovuto spartire tra Hugo, Lily e James (Albus è il più serio della masnada Potter-Weasley..), che sono quelle che si possono definire teste calde. Le mie pagelle sono identiche a quelle di mamma e zio Percy di tanti anni fa, cioè tutte abbastanza sfolgoranti, GUFO compresi. Passo con i miei adorabili cugini la maggior parte del tempo facendo cazzate a go-go per poi pentirmene e studiare un po’ con il mio migliore amico, il vasetto di nutella. Sono abbastanza magra, la cosa che più mi dà fastidio è che mi sono ritrovata con due tette da terza abbondante di reggiseno, due cose abnormi in una nanetta, con somma invidia di Lily. A me danno solo fastidio, così giro tutto il tempo con vecchie magliette di James, che coprono alla grande. “Ottery St Catchpole è giusto un po’ lontano, ma ho preparato una Passaporta l’ultima volta che sono venuta” disse Domi con la sua voce melodiosa. Trafficò un po’ con la sua borsetta ed estrasse un vecchio portacipria rosa. “ Fra un attimo dovrebbe essere pronta” disse. Infatti dopo poco il portacipria si illuminò di una luce azzurrina e poco a poco ci ritrovammo tutti in un vicolo del villaggio.
 


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note delle autrici: ebbene si, siamo due. Cercheremo di aggiornare ogni due-tre giorni ^^ 

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Capitolo 2
*** 2. Obbligo Verità Salvataggio ***


 Capitolo 2

 
“Che schifo” borbottò Hugo quando sentì una parvenza di squittio tra i bidoni del vicolo. La Passaporta che avevamo appena usato era un vecchio ombrello con un paio di stecche rotte. “Smetti di lamentarti, Hugo” disse Dominique, anche se si vedeva lontano un miglio che avrebbe voluta essere lontana mille miglia da lì. Infatti con una nota di ribrezzo nella voce disse: “Sbrighiamoci, che questo posto mi fa ribrezzo.” Uscimmo in fretta da quel vicolo e ci ritrovammo in una stretta stradina dove c’era un piccolo pub con dei vecchi Babbani seduti ad un tavolino a giocare a briscola. “Che mortorio” borbottò Dominique imboccando di fretta una traversa. Sbucammo sulla piazza principale del villaggio, dove c’erano vari negozietti e l’immancabile pub in cui si riuniva mezzo villaggio. “Bhe, allora che facciamo?” chiese Lily guardando prima Dominique, poi Albus e poi James. Louis sbuffò sonoramente. “Se ce ne stavamo a casa potevamo semplicemente giocare un po’a Quidditch” disse. Lily gli fece eco. “Ma se siamo venuti qui ci sarà un motivo, vero Dominique?” Lei, come una maestra, non fece una piega. Louis storse il labbro. “Se è venuta qui è perché vuole fare bird watching, no?” Lily ridacchiò. Dominique lo guardò con aria incredula e omicida allo stesso tempo. “Farò bird watching quanto mi pare, fratellino” disse piccata. “Se vuoi puoi anche tornartene a casa, ah già, la Passaporta l’ho predisposta solo fra due ore, quindi sai cosa? Arrangiati!” Louis grugnì una parolaccia. James si lanciò nella difficile impresa del paciere e disse: “ Dai, Dominique. Sono sicuro che a Louis fa piacere stare qui no?” e nel frattempo mollava un pestone a Louis. “Certo, sicuramente” borbottò Louis. Dominique guardò James con il suo sguardo “Non funziona, caro mio”, e lui comprese benissimo. Si fece da parte e lasciò i due fratelli a loro stessi. Nelle uscite con i miei cugini mi concedo un po’ di spensieratezza e di stupidità, ma non reggo così più di quattro ore. Dopo quattro ore di cazzate full-time, ho bisogno del mio vasetto di nutella e di un po’ di pace e tranquillità. Questo chiaro concetto però non viene compreso dagli altri sconsiderati membri della famiglia, che continuano a scatenarsi fino allo sfinimento. Dominique e Louis si lanciarono un ultima occhiataccia e con mio gran sollievo decisero di soprassedere. Dominique prese Lily per il braccio e annunciò teatralmente che andavano a fare bird watching insieme, e che potevo venire anche io, se mi andava. Decisi che sarei rimasta con la componente maschile e declinai gentilmente l’offerta, stare a sentire i gridolini eccitati di Dominique a ogni figo che passava (va bene, non che ce ne fossero molti a Ottery St Catchpole) e conseguenti osservazioni su muscoli vari, culo e…davanti. “Ok, Rosie” disse Dominique un po’ offesa. “Tienili pure a bada”. Sorrise e si trascinò Lily dietro in una traversa. “Cosa intendete fare?” chiesi ai miei cugini e fratello. Louis si stava sistemando i capelli, Albus idem, Hugo si guardava i lacci delle scarpe e James cercava in tutti i modi di grattarsi le palle senza farsi vedere. Fantastico. Dovevo proprio proporre? “Rose, proponi tu qualcosa” disse pigramente Albus. Ok, io andrei in una bella libreria, non è che mi faccia proprio schifo la letteratura Babbana, anzi, facciamo un gruppo di studio e iniziamo a fare un raffronto col Medioevo Babbano e quello magico.. Mi avrebbero linciato se glielo avessi proposto, perciò mi astenni. “Chiamiamo Dominique e decidiamo dove ritrovarci per la Passaporta” dissi costruttivamente. Il parentado annuì e io feci il numero di Dominique. “Rose?” mi rispose la sua voce chiaramente sovreccitata. “ Cosa c’è?” mi chiese. “Sai che ci sta un gruppo di figoni qui, a Ottery St Catchpole?” Sbuffai. “Va bene, ok, se li vedo ti dico. Volevo solo sapere..” “Sono proprio dei gran fighi, dovresti vedere che…” “Dominique!” sbraitai nel telefono. “Oh. Scusa. Dì pure.” “Dove ci incontriamo per la Passaporta?” “Stesso posto, però sarà un vecchio abat jour. Ci sentiamo.” Chiuse seccamente la chiamata, offesa dal fatto che non mi fossi filata neanche un po’ i suoi fighi. Finita l’occupazione di sentirmi al telefono, ai cugini venne l’horror vacui. “Che facciamo?” “Che facciamo?” Pensai furiosamente. Finalmente mi venne un’idea. “C’è un piccolo pub magico in una di queste traverse, vi va se ci facciamo un salto? Per favore James, non…” Ovviamente si erano già precipitati. E mentre gli correvo dietro, intravidi un gruppetto di ragazzi… i fighi di Dominique. Mi fermai un attimo, ormai ero davanti al pub, potevo anche fermarmi lì, i ragazzi sicuramente erano già entrati. Non erano solo ragazzi, c’erano anche delle ragazze (carine quindi secondo i parametri cugineschi troiette, Dominique non sopportava le altre ragazze carine, o perlomeno non quando si trattava di ragazzi). Di colpo i ragazzi puntarono verso il pub, e riconobbi un paio di facce: Caroline Spinnet e Natalie Robins…due delle mie compagne di dormitorio di Grifondoro. Allora quei due erano i fratelli di Caroline, due Corvonero amici di Louis! Possibile che Dominique non li avesse riconosciuti? Urgevano chiarimenti. Digitai in fretta il numero di Dominique, che fortunatamente mi rispose in un batter d’occhio. “Rosie cara!”Uffa. “Cosa mi vuoi dire, tesoro? Io qui dentro non ti sento, sono nel pub. Vieni anche tu.” Entrai in fretta nel pub. Non riuscivo a capire come mai ai miei cugini piacesse tanto quel posto: fumoso, abbastanza buio, sembrava una versione più popolata della Testa di Porco. C’era un fracasso assurdo, e faticai un po’ a trovare i miei parenti. “Rosie, dove ti eri cacciata?” sentii urlare Dominique. Arrancai fra sedie e tavolini e finalmente raggiunsi i miei cugini. “Ero fuori” liquidai la domanda così. Mi sedetti sulla panca addossata al muro: c’erano tutti, mio fratello, James, Albus, Lily, Dominique e Louis. I miei adorabili cugini. Il tavolino era invaso da circa cinque bottiglie che non riuscii a distinguere (speriamo sia stata Burrobirra…) e da un bicchierino da cocktail, sperando non l’avesse bevuto Hugo. “Dominique, lo sapevi che quei due fighi sono i fratelli di Caroline Spinnet?” urlai per sovrastare il chiasso. Dominique mi guardò incredula. “Davvero? Non li ho riconosciuti.” A quel punto Caroline e Natalie apparvero ridendo al nostro tavolo, seguite dai fratelli di Caroline. Devo ammettere che erano davvero fighi, vorrei vedere se Dominique non ne nota uno! Louis si alzò e salutò i due ragazzi, mentre Caroline e Natalie si sedettero vicino a me e a Dominique. “Domi, Rosie! Che piacere vedervi!” disse Caroline. “Come è che siete a Ottery St Catchpole?” chiese interessata Dominique, facendo intanto segno a un cameriere di portare via le bottiglie sul tavolo. Il giovanotto accorse e Dominique in breve occupò tutto il tavolino. “Guarda, eravamo a fare un giro a Diagon Alley e abbiamo pensato di fare un salto qui con la Metropolvere” disse sempre Caroline indicando il camino in fondo al locale. “Questo locale è fantastico, non trovate? Serve dei cocktail che sono la fine del mondo.” Detti un’occhiata al display del cellulare per controllare l’ora (e anche perché volevo uscire il più presto possibile dal locale).“Dominique, se vogliamo tornare a casa ci conviene sbrigarci, o tu e James dovrete fare la Materializzazione congiunta con noi.” Dominique annuì, salutò in fretta Caroline e Natalie e trascinò fuori dal pub il parentado maschile.


 
“Forza, voi!” Dominique, io e Lily trascinavamo via a forza i nostri adorabili cugini. Proprio quando arrivammo nel vicolo l’ombrello si accese della luce azzurrina e ci ritrovammo davanti alla Tana.
Domi raccolse il portacipria rosa e ci tolse un po’ di polvere. “Bravo” disse al portacipria. Louis la guardò strano, e io mi misi a ridacchiare come una cretina. Scalciai le All Star da qualche parte nell’atrio e salii le scale salutando in fretta mamma, papà, zio, zia, nonno, nonna, ecc. e mi fiondai in camera a cambiarmi. Buttai i pantaloni in un angolo e tolsi la maglietta per cercare in valigia una maglietta di James. Mi ricordai che c’era fuori quella dei Cannoni di Chudley fuori (macchiata di nutella!) e la indossai: mi stava come un vestito, ovviamente, mi arrivava poco sopra le ginocchia. Presi il barattolo di nutella e il cucchiaio dalla valigia (ricordandomi che mi ero appena dimenticata di comprare un’altra nutella, uffa) e andai nella ex stanza di papà dove ora dormivano Al e James e dove la parte giovane del clan Weasley Potter si riuniva. Salii la scaletta e mi sedetti a gambe incrociate sul letto di Al (non mi fidavo di James, nel suo letto potevano esserci cose che voi umani non potreste neanche immaginare…). Dopo poco entrarono nella stanza Al, James, Domi, Lily e Louis che si sistemarono quasi tutti per terra, tranne Al sul suo letto con me e James sul suo. Al adocchiò subito il barattolo maxi di nutella: “Ehi Rosie, non è che..” “No Al.” Albus mi guardò supplichevole. “Eddai, Rose!” “No!” Feci stringendo il barattolo al petto. “Te ne potevi portare uno da casa se ne avevi voglia.” “Ma le cose si condividono!” “Albus, capisci che morirei senza nutella? Andrei in crisi d’astinenza.” Seriamente! Albus non poteva essere così crudele da levarmi la nutella. “Certo che sei cattiva” borbottò. “Comunque nonna ha in serbo un mucchio di leccornie per voi, perciò dovete solo scendere in cucina e farvi dare qualcosa.” Albus sbuffò ma non disse niente. Svitai il coperchio bianco della nutella e ci affondai il cucchiaio. Albus mi guardò male. Mangiai la nutella leccando il cucchiaio sotto gli sguardi di tutti finché Albus non sbottò in un “Sei proprio sadica, Rose!” Per non urtare troppo l’animo di Albus chiusi il barattolo e me lo misi tra le gambe. “Adesso facciamo un giochino…” Oh no. Tanto non avrei giocato. “…a partecipazione obbligatoria.” Fanculo, James. Tanto io non gioco uguale. “E chi non gioca?” James mi guardò. “Spiega a nonno Arthur come funziona un aereo. Tu sai come funziona un aereo?” Cavolo, non lo sapevo. Mi devo informare. “Penso che giocherai, vero Rose?” Grugnii un “va bene”. “Non ho sentito bene..” Grugnii un po’ più forte. “Ok, ci siamo.” James si schiarì la gola. “Obbligo verità salvataggio”, inizia Al. “Dom, una domanda.” Albus si sistemò più comodamente sul letto stendendo le gambe. “Salvataggio”disse con aria di sfida. Domi si grattò il mento (graziosamente come al solito) e chiese: “James o Scorpius?” Albus fece finta di pensarci. “Scorpius.” James borbottò “Grazie fratellino, sei sempre gentile come al solito”, Lily rise e Dom sorrise. Scorpius Malfoy era il migliore amico di Albus dal primo anno. Papà mi ha sempre detto di non parlarci troppo, e sinceramente Scorpius Malfoy era alla fine della lista dei miei pensieri, anzi non c’era proprio. Me lo ricordo al primo anno, un biondino pallido e timido che solo la compagnia di Al riusciva a far aprire. Non abbiamo mai fatto amicizia, chissà perché. “Al, una domanda a Rosie.” Sbuffai gonfiando le guance. “Verità” dissi preparandomi al peggio. “Vero che Francis Corner ha un tuo reggiseno?” Spalancai gli occhi e arrossii fino alla punta delle orecchie come ogni Weasley che si rispetti. “No!” dissi incredula. “Certo che no.” Albus guardò James alzando le spalle. “Te l’avevo detto che era una balla, fratello.” Ok, cos’era questa storia del reggiseno? “James?” chiesi inquisitrice. James arrossì. “Oh bhe, raccontava che era riuscito a fregarne uno dalla tua valigia…” Istinti omicidi all’attacco. “Quando rivedo Francis Corner gli faccio la mia bella predica.” dissi minacciosa. Ero famosa per le mie prediche. “Rose, una domanda a Lily.” Uffa. “Obbligo.” Ci pensai su un attimo. “Sdraiati sul letto di James. James, levati.” Dominique sgranò gli occhi e mi guardò come per dire “sei così snaturata?” Sempre se conosce il termine snaturata. Lily guardò il letto come se fosse stato appestato (e in effetti…) poi si alzò da terra e ci si sdraiò sopra. “Cinque secondi.” Albus borbottò qualcosa di cui riuscii solo a captare le parole “perfida” “Grifondoro” e “Serpeverde”. Dopo cinque secondi Lily schizzò giù a razzo dal letto per rannicchiarsi contro il muro. “Cosa c’è di così traumatizzante?” chiese Louis. “Quando mi sono sdraiata ho sentito qualcosa di bagnato che si spiaccicava…Inoltre c’era una puzza che avrebbe steso un esercito: puzza di sudore, piedi, uova marce e merluzzo andato a male!” Quando Lily disse “uova marce” James sgranò gli occhi. “Forse..” Lily lo guardò un po’terrorizzata. “Forse cosa, James?” “Forse era quell’uovo sodo avanzato da martedì…” disse abbassando la voce verso le ultime parole. Lily spalancò gli occhi ancora di più. Sbottammo tutti in un “Che schifo!” indignato verso James. Si poteva essere così trasandati? Se non fosse stato per zia Ginny probabilmente avrebbe indossato sempre le stesse cose al profumo di sudore e non voglio sapere che altro… Mi stava venendo da vomitare al solo pensarci. Lily era corsa in camera (dormiva con Domi nella camera che è stata degli zii Fred e George) per cambiarsi la maglietta. La aspettammo e ricominciammo a giocare. “Lily, una domanda a James” ghignò Albus. “Salvataggio” disse James. Banalone. “Natalie Robins o Judy McDonald?” Domanda perfida. A Natalie e Judy piaceva James, e facevano di tutto per stare con lui o accattivarsi la sua simpatia. Purtroppo James (da figo ingrato che è) non se le filava, e da trasandato incompetente che è gli dà pure fastidio, la cosa. A lui piacciono solo le ragazze che si comportano come maschiacci, e quindi sia Natalie che Judy gli davano sui nervi. “Una più fastidiosa dell’altra”borbottava sempre dopo le avanches che gli facevano. “Natalie” disse con malagrazia James. Solo perché giocava a Quidditch, s’intende. “James, una domanda a Louis” Louis alzò lo sguardo dal preistorico fumetto di papà “Martin Higgs, il Babbano matto” che stava leggendo e volse la sua attenzione a James. “Verità” disse. “Devi dire cosa pensi DAVVERO di tua sorella” Uh oh. Domanda pericolosa. Dominique sembra tanto buona e cara, ma era di una permalosità estrema. Infatti lo fulminò con lo sguardo. “Penso che sia prima di tutto una ragazza molto carina, anche se è troppo fissata con i ragazzi e a volte si sopravvaluta un po’.” Dominique gli lanciò uno sguardo storto, James gli fece segno di continuare. “Ehm…E’ spigliata, estroversa, simpatica, e può essere di conforto nei tuoi momenti peggiori.” Vero. Mi aveva consolata invece di prendermi in giro quando avevo preso un Accettabile in Trasfigurazioni. Dominique gli sorrise e Louis tirò un sospiro di sollievo facendo ridere tutti, Domi compresa.

Note: Ho fatto un gran casino -.- però mi ha dato l'opportunità di riuscire a cambiare il font :DD (scusate, non sono molto pratica ancora) Se avete correzioni\critiche\altro, RECENSITE! Sono ben accette anche considerazioni su spazi e font...
Ells <3 con tanto tanto amore per chi legge o\e segue la storia :DD
 
     
 

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Capitolo 3
*** 3. Come far impazzire Albus in una sola mossa vincente ***


Passammo tutto il pomeriggio a giocare a Obbligo Verità e Salvataggio facendoci un mucchio di risate, soprattutto quando James ha dovuto infilarsi un reggiseno di Domi. Vedere un ragazzo alle prese con i gancetti è semplicemente fantastico, soprattutto se è imbranato come James! Impagabile. Verso le sette di sera mamma si è spinta nella nostra stanza per dirci che, se volevamo, era ora di cena, e che era ora di uscire dal covo. Ovviamente la cena non era totalmente pronta, e la tavola ancora tutta da apparecchiare. Con una forza lavoro di sette baldi giovani non si può non approfittarne, no? Ovviamente faceva tutto uno solo. Quella sera toccava ad Albus, che mentre sbatteva coltelli e forchette sulla tavola imprecava come uno scaricatore di porto: intanto James stava leggendo (incredibile ma vero) il fumetto di “Martin Higgs Il Babbano Matto” che stava leggendo prima Louis. Non so come facciano a divertirsi con quella roba, ma tant’è. Io leggevo un vecchio libro di Aritmanzia di mamma (possiede più libri della biblioteca di Hogwarts) mentre Domi si limava le unghie e Louis si godeva lo spettacolo in diretta “Albus Lo Scaricatore Di Porto”. Non mangiavo nutella solamente perché era quasi ora di cenare, e per colpa della mia coscienza, fedele alle direttive del Comando Principale (mamma Hermione), mi astenevo. Sbattendo con malagrazia l’ultimo bicchiere sulla tavola Albus annunciò a tutta la Tana che “finalmente aveva finito di apparecchiare, ma è proprio vero quello che diceva zia Muriel, i Weasley spuntano come funghi” (quando è incavolato Albus dice un mucchio di stupidaggini quasi per il divertimento delle nostre orecchie). Zia Ginny gli urlò di rimando che doveva andare a prendere i piatti e metterli in tavola. Sempre chiedendosi perché non poteva farlo lei, zia Hermione o nonna con la magia (col suo frasario da scaricatore di porto)tanto più semplice e tanto più comodo, si avviò dentro pestando i piedi. La verità è che i nostri genitori hanno sempre voluto darci un’ educazione che non fosse solo magica, ma anche Babbana. Bisognava imparare a faticare e bisognava innanzitutto sapere che non potevamo vivere di sola magia. Lo dice persino zio George, che da giovane era un casinista e ha un negozio di scherzi che girano dai tempi di quando papà aveva la nostra età: a quanto pare gli adulti si passano il testimone della serietà. Albus uscì dalla porta di casa con due piatti in mano: dalla sua faccia sembrava che stesse soffrendo le pene dell’inferno. “Che faccia che ha tuo fratello” dissi ridacchiando a Lily. “Fa sempre la stessa storia, Rose” disse. “Anche quando deve apparecchiare a casa nostra.” Alzai un sopracciglio. “Ma voi siete in cinque!” Lily sbuffò e guardò Albus che sistemava i piatti imprecando. “Cosa vuoi, Albus deve sempre fare il teatrale.” Già. Albus portò il trecentomilionesimo piatto in tavola (è impossibile tenere conto di quanti siano i Weasley) imprecando come sempre, e magicamente apparvero i Weasley e i Potter adulti che se ne stavano tutta la sera rinchiusi in salotto a leggere la Gazzetta del Profeta. Albus grugnì e si lasciò cadere pesantemente su una sedia. Mi andai a sedere davanti a lui in mezzo a Dominique e Lily. Mamma con un elegante svolazzo della bacchetta fece volare le zuppiere e i vassoi pieni fuori della stretta porta d’ingresso della Tana. Obbedienti quelli si andarono a posare sulla tavola e nonna Molly si alzò per distribuire il cibo personalmente. Ovviamente aveva fatto una cena che avrebbe potuto sfamare un esercito, ma con i nipoti che si ritrovava (specialmente Lily e Albus, magri come chiodi e capienti come un Mokessino) i vassoi tornavano in cucina puliti e lucidati. Come al solito c’era il roast beef, e poi due vassoi di patate al forno, di fagiolini al burro, pietanze di carne varie e un paio di dolci che nonna Molly aveva preparato personalmente.

Dopo cena ero piena come una botte. James stava ancora rosicchiando una fetta di crostata al rabarbaro (la terza) e Albus si era fregato il budino rimanente. Io avevo mangiato poco, ovviamente, perché su mi aspettava il mio unico amore, il barattolo della nutella formato gigante. Salii nella mia stanza e mi buttai sul letto ricordandomi che avevo lasciato il MIO barattolo nelle grinfie di Albus. Mi fiondai in camera di Albus alla velocità della luce e presi il barattolo che ancora stazionava sul letto. “Sì, piccolino, ti ho appena salvato dalle grinfie di Bibi cattivo, lo so che tu vuoi bene solo a me…”In quel momento apparve in cima alle scale Bibi cattivo, alias Albus Potter. Non dovevo sembrare molto sana di mente in quel momento: passeggiavo avanti e indietro nello stretto corridoio del secondo piano intralciando il passaggio a chiunque volesse passare con un barattolone gigante di nutella stretto al petto che chiamavo “piccolino” , indossando solo una maglietta dei Cannoni di Chudley che portava su di sé i segni di vari nutella party, e che avevo appena chiamato mio cugino Albus “Bibi cattivo”. Albus mi guardò come se fossi stata un’internata da manicomio senza camicia di forza. Continuai a parlare al mio barattolo di nutella per qualche secondo e poi mi fermai. “Ehm…Ciao Albus.” Albus mi guardò male. Non lo chiamavo Bibi cattivo da secoli, e lui ODIAVA quel soprannome. “Bibi cattivo vorrebbe lavarsi, Rosie” disse seccatissimo. Oh. Mi spostai a scatti all’indietro e corsi in camera mia. Mi sedetti a gambe incrociate sul letto. Svitai il coperchio. Preparai il cucchiaio e lo affondai nella nutella. Benedetta crema di nocciole, secondo ossigeno della mia vita! Sembro una drogata. Ne mangiai poca, mi doveva durare fino all’ uscita a Londra (alias tra due settimane) per andare a Diagon Alley. Ovviamente mi sarei rinchiusa al mitico Ghirigoro, e mi sarei comprata un libro supplementare per Storia della Magia, Aritmanzia e Antiche Rune. Scalciai le gambe sul letto e mi leccai le labbra che ancora sapevano di nutella. Poi uscii dalla stanza con la borsetta del bagno appresso e l’asciugamano. Ovviamente c’era un bagno solo, e noi dovevamo fare la fila. Provai a tirare giù la maniglia. “Occupato” sbraitò James. Ah, James. Tanto lui la doccia se la fa solo quando lo costringe zia Ginny, perciò non c’è pericolo. Dopo due minuti uscì dal bagno e io sgattaiolai dentro chiudendo a chiave. Bleah, che schifo, ma la tirava la corda una volta tanto? Tirai la corda schifata e abbassai la tavoletta (quando mai un ragazzo abbassa la tavoletta?) e poi iniziai a lavarmi i denti. Mi feci una doccia e mi avvolsi nell’ asciugamano, e quando uscii Bibi cattivo si beccò la porta in faccia, cosa che lo indispose ancor di più nei miei confronti. “Oddio, Albus!” gridai isterica. “Scusa…Scusami tanto, Al…Oddio mio…” Il mio cuginetto era steso a terra con la faccia tra le mani, rannicchiato. “Dio, Albus…Mamma mia, scusa…Albus…Oddio, sei morto?” Incredibile quanto divento stupida quando mi preoccupo. Quell’ingrato si mise a ridacchiare. “Albus!” protestai. Non mi piace quando la gente si prende gioco di me. “Vai al diavolo, Bibi” Lui continuò a ridere senza fare una piega. Andai fino in camera, mi spogliai e mi misi a dormire.

 

“Svegliatevi bambini, oggi si va a Diagon Alley” cinguettava per il corridoio nonna Molly. Erano già passate due settimane e oggi dovevo ASSOLUTAMENTE comprare la mia nutella. Mi stiracchiai e strisciai giù dal letto. Infilai la prima cosa che mi capitò a tiro (maglietta di James) e mi trascinai fino in cucina. “Buongiorno Rosie cara” cinguettò nonna Molly fresca come una rosa tornata in cucina dalla sveglia mattutina ai nipoti. Evidentemente era già sveglia da parecchio. La mattina io sembro uno zombie, con i capelli all’aria e le occhiaie lunghe un chilometro, e questo sprona la nonna a sovralimentarmi. Intanto la nonna aveva apparecchiato il tavolino in cucina per noi ragazzi (si vede che gli adulti avevano già mangiato), io sprofondai nella mia sedia con la faccia nella tazza aspettando che i miei poco mattinieri cugini si degnassero di scendere a fare colazione. Come ad averlo evocato, apparve James sulle scale con la mia stessa aria da zombie e mi si sedette accanto. “’Giorno nonna” gracchiò. “Rosie” gracchiò prendendo posto accanto a me. “Sembri un corvo svociato, sai Jamie?” Lui sorrise blandamente. “Grazie, Rosie” e si schiarì la gola. Arrivarono a ruota Albus, Lily, Hugo e Louis. “Tua sorella?” feci rivolta a Louis. “Sta venendo”. Dopo due minuti apparve Dominique, che anche appena alzata era bellissima come al solito: i capelli biondi e boccolosi le scendevano morbidi sulle spalle, e gli occhi azzurri splendevano sotto le palpebre semichiuse. “Ciao nonna” salutò, e si sedette accanto ad Albus. La nonna scodellò nei piatti tre fette di bacon ciascuno e un uovo, mentre con la magia posizionava la teiera e il bricco di latte sul tavolino. Dominique si alzò e aprì una borsa frigo appoggiata sull’unica sedia libera della stanza, da cui trasse uno yogurt. Ovviamente era a dieta. Io non mi facevo tutti questi problemi, perciò mi versai una dose abbondante di tè e iniziai a mangiare bacon e uova, che Albus aveva già spazzolato. “Al, sei una macchina da guerra” fece notare Dominique. “Dove la metti tutta quella roba? Sei un’acciughina”aggiunse. “Beato te, Albus” borbottammo io e Dominique in coro. Albus alzò le spalle e chiese alla nonna un’altra fetta di bacon. La nonna gliene diede due, povero bimbo denutrito, sei così magro… Mangiava più di me e James messi insieme, e dire che io mangio tanto! Finita la colazione ci andammo a lavare (prima tutte le femmine e poi tutti i maschi insieme per risparmiare tempo). “Ma quant’è figo Warren McLaggen” sospirò sognante Dominique mentre si truccava. “Già” le fece eco Lily. “Non so cosa ci troviate voi in Warren McLaggen” dissi alzando le spalle. “Tutto muscoli e niente cervello.” Lily e Domi sgranarono gli occhi. “Scherzi?Ma hai visto che razza di tartaruga ha? Che sedere che si è fatto giocando a Quid..” Feci un sonoro sbuffo con il naso. “Non mi parlate di quello sport.” Figurarsi, Lily era nel Grifondoro.. “Dovresti vederlo quando colpisce i Bolidi, Rose. Gli si solleva tutta la manica e gli si vedono tutti i bicipiti! Quando si china sulla scopa e gli si vede quel bel culo che pare scolpito nel marmo…” Domi mugolò. Potevano benissimo parlare di uno stupido giocatore di Quidditch quanto gli pareva, a me non me ne fregava il niente più assoluto, no? “Rosie, che gran culo che ha…” Mmmmmmmmh! Non che non mi piacessero i cosiddetti figoni, ma non avevano più cervello di uno stegosauro, e soprattutto erano troppo al di sopra delle mie scarsissime possibilità. “E’ simpatico e intelligente” asserì Domi. Feci una smorfia: “Intelligente? Ha preso una T al compito di Storia della Magia! E non era gran che difficile! Albus ha preso un O…” “Dettagli, Rosie, dettagli.” Continuai a mugugnare finché non ebbi finito di lavarmi. In camera mi levai la maglietta e aprii la valigia per scegliere qualcosa da mettere. Fosse stato per me, avrei sempre messo le magliette vecchie di James (in sostanza giravo sempre con quelle) ma mamma me lo aveva proibito. Diceva che vestivo troppo da maschiaccio e che qualche volta la gonna me la potevo pure mettere… Le rispondevo sempre che lo avrei fatto quando James avesse cominciato a lavarsi di sua spontanea volontà, perciò finora ero fuori pericolo. Tirai fuori una enorme maglietta bianca con un barattolo di nutella sopra, almeno mi sarei ricordata di comprarla! Insieme abbinai un paio di jeans al ginocchio scolorito e le mie All Star rosse (avevo milioni di paia di All Star, e in genere me ne portavo in giro una mezza dozzina minimo). Presi il mio zaino e cercai di domare la mia chioma con la spazzola. Lasciai perdere e scesi per le scale a rotta di collo atterrando nell’ atrio addosso allo zio Harry. “Zio!”dissi mentre lo abbracciavo. Lui ricambiò l’abbraccio e poi mi lasciò. “Andremo con la Metropolvere” annunciò mamma andando verso il salotto della Tana. Lì gettò una manciata di polvere tra le fiamme, che diventarono presto smeraldine, entrò nel camino e sparì. La cosa mi aveva sempre fatto una grande impressione fin da piccola, veder scomparire mamma tra le fiamme verdi mi impressionava e mi spaventava un pochino. Subito dopo andò papà, poi Hugo, zio Harry, zia Ginny, nonna Molly e nonno Arthur, zio Bill e zia Fleur. Poi James, Albus e Lily, io, Dominique e Louis. Alla fine ci ritrovammo tutti in Diagon Alley, la via principale che si stendeva davanti a noi in un frastuono di bancarelle e un’esplosione di colori vivaci. All’inizio ci dirigemmo in massa verso il negozio di Madama McClan per farci sistemare le divise. Louis dovette prendere una divisa nuova, così come Lily, Albus, Hugo e James.. Io ero l’unica che non cresceva, perciò avevo sempre la stessa divisa magari allungata di un paio di centimetri nel corso di sei anni. Uffa. E’ urtante avere intorno a sé tutta gente che ti supera in altezza, mi sento un bonsai nano (i bonsai sono già minuscoli, pensa i bonsai nani). Dopo la visita a Madama McClan il nostro gruppo si sciolse: gli adulti andavano alla Gringott per ritirare i soldi, noi potevamo girare liberamente per Diagon Alley. La prima tappa fu da Florian Fortebraccio per un gelato: i gelati di Florian sono i più buoni di tutta Londra, ve lo dice una che se ne intende! Con un gelato enorme in mano come dei bambini piccoli con lo zucchero filato ad una fiera, passeggiammo per le strade di Diagon Alley. Dominique guardava sofferente ogni singolo gelato, soprattutto quello di James, bacche selvatiche e biscotti al cioccolato. “Ma scusa, Dom” disse mentre leccava il gelato. “Sei già un grissino, un gelato non ti può fare male, no?” Ahia. Dominique attaccò una pippa a James sul fatto che lei era grassa e allora doveva assolutamente dimagrire, e che anche un solo gelato le poteva far riprendere tutto ciò che aveva perso in tre mesi, e che non doveva ASSOLUTAMENTE proporglielo perché tanto sarebbe stato no, NO, e NO, e poi ancora NO… Io ero rientrata da Florian e avevo pagato un altro gelato uguale a quello di James. “Dominique?” Lei si voltò e io le ficcai il gelato in mano. “Ma…” iniziò. “Niente ma!” dissi severa. “Ora quel gelato te lo mangi.” Senza opporre poi così tanta resistenza (mugolò soltanto) iniziò a mangiare il gelato. Credo che sia stato molto meglio così. Mentre finivamo i nostri gelati facemmo rotta ai Tiri Vispi Weasley, il negozio di zio George. “Ragazzi!” ci salutò con calore ed entrammo nel negozio, gremito di gente come al solito. C’erano i classici, cioè Caccabombe, fuochi d’artificio… E poi quelli di invenzione di zio Fred e zio George: Merendine Marinare, Pasticche Vomitose, Polvere Buio Pesto, Bacchette Finte e quant’altro. Io da piccola avevo anche avuto una Puffola Pigmea di nome Pinky, ma la mangiò il gatto di Albus. Mi ricordo che ci rimasi malissimo e che ce l’ebbi con Albus tutto l’anno. Domi già aveva adocchiato un filtro d’amore, mentre i miei cugini prendevano un sacchetto di Orecchie Oblunghe. Trascinai i miei cugini fuori dal negozio salutando lo zio George. “Ehi, Rosie!” disse Hugo. “Ci torneremo dopo” feci sbrigativa. Li trascinai, i recalcitranti, al Ghirigoro. Il Ghirigoro era ed è il mio negozio preferito di Diagon Alley: le sue librerie immense e piene di libri, l’odore di pagine stampate da poco o vecchie di secoli, le pergamene in un angolo del negozio. Adoravo quel posto. “Uffa, Rose, ma stavo comprando delle Pasticche Vomitose per..” zittii James e cacciai dentro a forza anche lui. Mentre mi aggiravo tra gli scaffali conversando con uno dei commessi, un simpatico giovanotto brufoloso che aveva l’età di James e il cervello che James probabilmente aveva lasciato a casa. “Sì, quest’anno avrei voluto prendere un libro in più su consiglio della prof di Aritmanzia..” stavo conversando col commesso quando vidi qualcuno che conoscevo. Un ragazzo dai capelli biondo pallido, alto e magro che stava sfogliando il libro che stavo cercando io. Scorpius Malfoy. Il migliore amico di mio cugino Albus. Oh, no. Non che avessi nulla contro di lui, ma faceva letteralmente perdere la testa ad Albus (il che è abbastanza ambiguo, Albus che passa all’altra sponda…Oddio, non ci voglio nemmeno pensare) e lo faceva straparlare per una settimana. Figurarsi ad Hogwarts, erano nella stessa Casa, Serpeverde, nello stesso dormitorio e se fosse stato per Albus…Lasciamo stare che è meglio. Insomma, vedevo il migliore amico di mio cugino nel luogo in cui era anche mio cugino, mi stavo seriamente preoccupando per la salute mentale di quest’ultimo perché devo sorbirmelo ogni santo giorno che il buon Dio manda in Terra, e anche perché è il mio cuginetto preferito. Malfoy aveva il viso pallido e delicato (più bianco di me, in quel momento sospettai che fosse un vampiro), i capelli biondissimi gli ricadevano sul viso. Sperai con tutto il cuore che Al restasse lì per vedere come potersi vendicare con stile, ma mentre stavo pregando il buon Dio (probabilmente era occupato) Albus si girò e disgraziatamente lo vide. “Scorp!”Gli si lanciò addosso. Era molto più basso di lui. “Come stai?” gli chiese allegrissimo. “Oh, tutto bene, grazie Al! Lo sai che…”Sembrava molto più allegro di un nanosecondo prima. Cosa gli faceva Albus non lo so. “Stavo vedendo le copie di Come vendicarsi con stile…” E la vecchia Rose veniva lasciata sola soletta…Domi e Lily mi si avvicinarono con il viso torvo. “Malfoy” disse Lily cupa. “Quello là”. “Fa impazzire Al” disse cupa Domi. “A volte mi chiedo se non stia passando davvero all’altra sponda, quello là.” Già. Lo pensavo anche io e glielo dissi. “Albus gay” ridacchiò Lily. “Ce lo vedo bene.” Ci mettemmo a ridacchiare tutte e tre e ci allontanammo dai due “Migliori Amici Per La Vita” di cui uno dei due era mio cugino. Con tre buste cariche di libri e parecchi galeoni in meno io, Lily e Dominique ci accasciammo sulle sedie dei tavolini di Florian. “E’ incredibile quanta roba dovremo studiare quest’anno” sbuffò Domi. Già, lei aveva i M.A.G.O. Come James! Si mise a osservare la gente che passava. A un certo punto sgranò gli occhi, si ravviò i capelli e corse fino a…Warren McLaggen? Eh già. Quella massa di muscoli che si trovava nella mia stessa casa a causa del suo “grande coraggio” (asseriva Domi) solo perché aveva un cervello così piccolo da non contenere più di un pensiero alla volta (“non ha spazio per la paura” Domi dixit. Bhe, aveva ragione.) Domi trascinò via anche noi e mi ritrovai davanti a “Sono Un Grande Battitore McLaggen”. Uaaaaaaaaao. Che bella prospettiva. “Domi!” la salutò grattandosi la nuca. “Warren!” disse mia cugina in un tono orrendamente smielato. Che schifo immenso. “Oh, ciao Lily.” Lily gli sorrise. “Ciao Warren” fece lei battendogli il cinque. Bleaaaaaaaah.

“Ehmm…Rose” disse arrossendo. Diciamo che aveva timore di me, perché dal basso del suo cervello di stegosauro gli sembravo un mostro d’intelligenza quando parlavo. Ogni volta che aveva cercato di fare conversazione con me gli avevo fatto fare delle gaffe una peggiore dell’altra: James si sbellica dalle risate ogni volta che gli ricordo una delle mie conversazioni con McLaggen, e posso anche dire che James ha molto, molto più cervello di McLaggen. “Ciao Warren, come va?” gli chiesi. In quel momento spuntarono alle spalle di Warren Louis e James, arcistufi di Albus e del suo Malfoiuccio. Ecco il McLaggen Great Show per il diletto di James! “Huu..Tutto bene, Rose, tu?”Sorrisi. “Benissimo Warren. Cosa hai fatto durante le vacanze?” Si grattò la nuca. “Bhe, ho giocato a Quidditch.” Alzai le sopracciglia. “Bhe, nient’altro?” chiesi.

“Hm.. no.”

“Sicuro Warren?”

Sgrana gli occhi preoccupato.

“No perché sicuramente avrai fatto qualcos’altro, no?”

Lui sgrana gli occhi.

“No, non ho fatto assolutamente niente, Rose, basta!”

Con gli occhi spiritati scappa via come un coniglietto. “Sarebbe dovuto andare a Bianconiglio, quello.” James e Louis si misero a sghignazzare. “Sei mitica, Rosie” disse James fra le risate. “Solo con te fa così!” borbottò Domi. “Non è così pauroso” disse Lily. “Saresti dovuta andare a Serpeverde con Al.” Ok, lo ammetto, a volte sono giusto un po’ perfidina ma i colori del Grifondoro sono i più belli di Hogwarts. 

NOTA ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE! A tutti quelli che hanno letto il terzo capitolo prima di oggi! Avevo spedito il capitolo a Carols e lei l'ha pubblicato così com'era, ma c'era una cosa che volevo cambiare e allora l'ha dovuto rimettere. Per favore, rileggete e scusatemi TT.TT Ells <3 con tanto amore per chi segue o legge la storia :3

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Capitolo 4
*** Serpe mancata (secondo Al) ***


Prima di leggere, quelle fastidiose cose che sono le NdA
Facciamo così: mettiamole prima le note, che è meglio. Allora: per i primi che hanno letto il terzo capitolo, rileggetelo! Come ho già detto, sono stata costretta a sostituirlo (Carols frettolosa l'aveva già pubblicato ma io volevo cambiare alcune cosine..) Speriamo che non abbia fatto troppi errori :S sono bene accette critiche RECENSIONI consigli sul font (che questa volta mi pare di aver sistemato abbastanza bene...ma non si sa mai)! Sicuramente mercoledì (martedì ho l'orale, faccio la terza media) posterò il quinto capitolo, Carols permettendo :DD Speriamo che il capitolo sia di vostro gradimento..Possibili pasticcetti permettendo xD
Ells <3 Con tanto amore per chi legge\segue e tanto tanto tanto amore per chi recensisce (per favore!! Opinioni sul mio primo lavoro :3 anche critiche, ovviamente!) Ora vi lascio al capitolo e smetto di rompere a tutti. Enjoy the reading!  

 
4. Serpe mancata (secondo Al)
 
Uscimmo da Diagon Alley carichi di roba. Grazie alla maglietta mi ricordai che dovevo comprare un nuovo vasetto della mia crema di nocciole, perciò chiesi a mamma se potevamo rimanere a Londra. “Ma certo” rispose. “Però” disse guardando Hugo “tuo fratello torna a casa perché ha da studiare Storia della Magia.” Hugo, che stava parlando con Louis, si interruppe per guardarla scandalizzato. “C-Cosa?” boccheggiò. “Ma mamma! Siamo a Londra! Perché non posso rimanere?” Mamma lo guardò intransigente. “Niente ma, Hugo. Tua sorella ha già finito tutti i compiti, e tu devi fare ancora il tema per Rüf.” (Sì, c’era ancora il Rüf che c’era quando andavano a scuola i nostri genitori.) “Mamma!” la
supplicò. “Lo faccio domani, te lo giuro.” “Domani siamo in viaggio per casa, Hugo.”
 
Hugo cercò un po’d’appoggio tra i cugini, ma nessuno gli fu d’aiuto. Alla fine Lily si fece avanti e disse: “Dai Hugo, torno a casa con te, anche io devo farlo ancora.” Hugo parve essere un po’ più rasserenato, e dopo le interminabili raccomandazioni di mamma, papà, zia Ginny, zio Harry, zia Fleur, zio Bill, nonna Molly e nonno Arthur (che durarono circa mezz’ora, avere tanti parenti è la sfortuna di ogni Weasley), finalmente potemmo rimanere a Londra. Avevo dei soldi Babbani per fortuna, così… “James, Domi, Louis,Albus, avete dei soldi Babbani?” Per fortuna sì, e uscimmo da Diagon Alley per sbucare al Paiolo Magico e poi in Charing Cross Road, piena di gente che attraversava e non vedeva il locale da cui eravamo appena usciti. “Prima il dovere. Devo comprare un vasetto di nutella.” dissi correndo nel supermercato davanti. Ne presi tre.
 
“Ecco qua!” tornai trionfante. “Albus, ne ho preso uno anche per te.” Lui sorrise. “Grazie, Rosie.” Sguardo bieco. “ROSE. Non Ros-i-e.” “Pignola.” Gli feci una linguaccia e ci avviammo verso la metropolitana perché Domi voleva andare assolutamente da Harrods,
o più generalmente a fare spese per Londra.
 
Dopo tre sfiancanti ore uscimmo da Harrods (giuro che non ci accompagnerò mai più Dominique!) con un mucchio di buste. Nel nostro giro per shopping Domi si era comprata: un completino intimo di pizzo che aveva scelto insieme con me, un mascara nuovo e uno smalto viola che le erano finiti, una minigonna, un paio di leggings verde acido e giallo evidenziatore(???), un top in cui le mie tette non sarebbero neanche entrate e la classica borsetta di Harrods in plastica che –stranamente- non aveva. Io invece oltre la nutella avevo comprato una nuova edizione del Macbeth di Shakespeare (ok, l’avevo letto in biblioteca e mi era piaciuto così tanto che me lo volevo comprare) una maglietta nuova (con Spongebob!) taglia James, un gelato e un paio di leggings neri, tutta roba che
Dominique non ha assolutamente approvato, specialmente il Macbeth. “Non è che non sei carina, anzi, Rosie!” mi stava dicendo. Aveva attaccato la solita pippa sull’argomento. “Io penso che tu sia bellissima.” Bhe, grazie Dom. “E hai un potenziale di attrazione abbastanza alto…” Ok. Stava parlando delle mie tette, che depressione. “…ma non ti fai desiderare, Rose! Ai ragazzi non piacciono le ragazze che leggono troppo o che prendono troppo sul serio Storia della Magia.”  “Dom.” “Sai, dovresti essere meno seria, più spigliata, estroversa, simpatica! “Dom.” “E…Sì? Cosa?” Sospirai. “Non ho speranze.” Domi mi guardò compassionevole. “Ooooooh, vieni qui, depressa.” Mi abbracciò. In questi momenti sento che posso contare su di lei per qualsiasi cosa… Ricambiai l’abbraccio. “Cercherò di impegnarmi.” Sorrisi. “Brava, così si fa.” E con i cugini dietro ci avviammo verso la metropolitana.
 
“Si può sapere quanta roba ti sei comprata, sorellina?” Louis non riusciva a capire come mai avesse tanto bisogno di roba da vestire: certo, anche lui in fatto di vestiti non scherzava (si vestiva meglio di me… non che ci volesse molto) ma non era COSÌ ossessionato. “Colpa di mamma” dichiarò: zia Fleur sin da quando Dom era piccola la portava con sé a fare shopping o a trovare i signori Delacour in Francia con Victoire. “Quella che serviva…C’erano quei leggings che si abbinano PERFETTAMENTE a… tu sai cosa, vero Rose?” Oh. Certo che lo sapevo.
 
Il vestito più piccolo della storia Weasley l’aveva comprato Dominique, in pratica era un costume con la gonna (ok, io e la moda non ci intendiamo quindi…) verde acido con degli svolazzi gialli e pietre azzurre, in teoria doveva assomigliare a una coda di pavone… Era la cosa più kitsch che avessi mai visto, rabbrividivo al pensiero (brrr.). “Ok, Rose. Cosa?” Giravo la testa da una parte all’altra: Dominique, Louis, Dominique, Louis… “Oh. Una cosa.” Dominique smise di guardarmi. “Una specie di vestito” sussurrai in fretta all’orecchio di Louis. “Ah. Quell’orrenda cosa…” “Non è un’orrenda cosa!” sbottò Domi. “Ma Domi! E’ inguardabile! Va bene al massimo per Carnevale.” “Deficiente” lo canzonò Domi. “Tu non capisci.” Louis non replicò. “E…Cos’ altro hai preso?” chiese. “E a te che ti interessa?” “Uffa Domi, sono tuo fratello!” Domi lo guardò male. “E allora?” “Allora cosa? Domi, non ti puoi incazzare così per un vestito! Per di più orrendo!” Ok, non insultate Domi, e neanche i suoi vestiti. Stavano dando spettacolo di fronte a tutta la metropolitana (l’acutezza della voce di Domi stava sfiorando adesso i 90 decibel) e io volevo sprofondare sotto le rotaie per la vergogna (ero rossa come un peperone congestionato) quando l’altoparlante del treno annunciò la fermata di King’s Cross.

Meno male! Saremmo andati al binario 9 e 3\4, almeno lì c’erano dei camini per la Metropolvere, ed era più vicina della fermata a Charing Cross Road. “Scendiamo” dissi trascinando fuori Louis e Dominique che stavano per picchiarsi. “Oh, King’s Cross” disse Domi. Andammo ai binari dei treni regionali e nazionali di fronte al binario numero 9. Cercando di non dare troppo nell’occhio attraversammo il pilastro e ci ritrovammo sulla banchina per il binario 9 e 3\4. “Rosie, sai dove sono i camini per la Metropolvere?” chiese Albus per spezzare il silenzio che gravava pesante. “Certamente” dissi avviandomi verso una porta aperta sormontata da un cartello in viola. “Ecco perché la stazione è così piena” disse Albus. Molta gente che non sapeva Materializzarsi bene usava la Metropolvere per il lavoro, ovviamente. Trovammo un camino libero e dopo un attimo ci ritrovammo alla Tana.
 
Ovviamente tutti gli adulti erano nel salotto a leggere la Gazzetta del Profeta (nonna Molly esclusa, s’intende: ho già detto che vive in cucina). Mamma si degnò di alzare appena gli occhi dal giornale, che per inciso non era la Gazzetta del Profeta ma il Times (mamma leggeva un mucchio di giornali, Babbani e non: l’unico che si rifiutava categoricamente di leggere era Il Cavillo dei Lovegood). “Ciao Rose” mi salutò. “Ciao mamma, ciao a tutti.” Nonno Arthur stava armeggiando con il mio cellulare (l’avevo dimenticato a casa): aveva levato il coperchio e stava analizzando la batteria e la SIM. “Nonno!” il nonno alzò gli occhi dal cellulare. “Mi stai smontando il cellulare” feci notare. “Oh, scusa Rosie, il fatto è che volevo capire come funziona.” La cosa si prospettava lunga. Il nonno reinserì SIM e batteria. “Ehm…Nonno…Mi servirebbe un attimo…” Afferrai il cellulare e corsi di sopra, fondandomi in camera di Hugo.


“Ehi fratellino” lo salutai mentre entravo nella stanza. “Rose” si girò con tutta la sedia. C’era anche Lily. “Avete finito il tema di Storia della Magia?” Hugo mi guardò disperato. “No!” “E…Su che cos’era?” “Maghi e Rivoluzione Francese, un confronto tra storia magica e storia Babbana” rispose Lily, anche lei evidentemente in un mare di guai. “Vi serve una mano?” Hugo mi guardò come se avessi soppresso Rüf. “Davvero sorellina??” Sorrisi. “Certo. Aspetta un attimino che prendo un
paio di libri.”
 
Tornai in camera di Hugo e mi sedetti alla scrivania, tra Hugo e Lily. “Sorellina, ma…quanto vuoi farmi scrivere?” disse Hugo guardando la pila di libri che tenevo sulle gambe. “Oh, non tanto, non ti preoccupare. Conoscendo Rüf, il tema dovrebbe essere di 65 centimetri di pergamena, giusto?” Io avevo sempre fatto temi così, sempre da 65 centimetri. “Sì.” “Allora, io ho preso una Storia della Magia, un volume sulla Rivoluzione Francese, un volume di Storia della Magia su quel periodo e una Storia comparata.” Continuai a spiegare. “Io inizierei con la Storia comparata, che dà le prime informazioni sull’ evento, e poi inserire fatti ricercandoli nei libri specifici, no?” Hugo guardò scoraggiato lo spessore dei libri che tenevo sulle gambe. “Ma impiegherò almeno tre ore!” Voglia di lavorare saltami addosso, lavora tu che io non posso! “Allora è meglio che inizi subito, perché a sentire mamma lo vuole leggere prima di stasera.” Hugo crollò sulla scrivania. “Oh merda” disse. “Aiutami, Rosie” mi supplicò. Lily aveva già aperto un libro e stava leggendo. “Ma il tema è tuo. Il mio l’ho fatto ai primi di luglio, mentre voi andavate a vedere tutto quel Quidditch!” “Uffa, Rosie, ma per una volta…” Mi guardò con i suoi grandi e luminosi occhi castani. Non avevo mai resistito ai suoi occhi, mi erano sempre piaciuti molto… No. Uffa, Hugo. Come si fa a dirti di no? “Va bene” dissi di malavoglia. “Ma lo faccio solo e solamente per questa volta.” Mi risedetti. “Ti detto io cosa devi scrivere…”

“Hugo, aspetta un attimo!” Corsi in camera mia. “Vasetto mio vasettuccio bello” gongolai. Lo presi dal letto insieme al cucchiaio (l’avevo lasciato là la sera prima) e mi andai a risistemare in camera di Hugo. “Rosie” disse, ma a vuoto. Lo sa che io non do a NESSUNO la mia nutella. La aprii e cominciai a mangiare. Hugo si voltò e disse infastidito: “Cominciamo?” Finii di leccare il cucchiaio. “Msì” risposi aprendo il libro “Storia comparata: Maghi e Babbani, Tomo II: dalla Rivoluzione Francese ad oggi”. “Allora, dovrebbe essere il primo argomento.” Aprii e saltai l’introduzione di qualche eminente Storico della Magia e andai al primo capitolo, Rivoluzione francese. Il libro era diviso in tre colonne, data, storia magica e storia Babbana. “Che scrivo?” “Hugo, intanto scrivi un’ introduzione!” Sentii la penna grattare sulla pergamena: perfetto. Gettai un occhio su mio fratello: lui non stava scrivendo…era Lily. “Hugo!” Testone. “Ti avevo detto che intanto dovevi cominciare a scrivere…L’hai studiato l’argomento a scuola…Ti ricorderai qualcosa…O no?” Dallo sguardo con cui mi guardò si deduceva che no, non si ricordava qualcosa. “Solo tu studi Storia della Magia, Rose.” Grugnii.

“Sbrigatela da solo, allora. Ti dico solo che devi cominciare da prima del 1789, devi prima spiegare la situazione Babbana, sai, il re, la nobiltà, Versailles… I quaderni delle lamentele…” Ok. Non si ricordava niente. “Ah. Il re, sì, giusto.” Iniziò a scrivere poco convinto. “Resta qui, Rose.” “Farai qualcosa per me se ti aiuto e non me ne vado?” Hugo si girò. “Approfittona. Avevi detto che mi aiutavi!” Approfittona??? Ma che razza di termini si inventa Hugo? Sorvoliamo. “Allora? Sì o no?” Hugo grugnì. “Ok, ok, basta che mi dai una mano. Cosa vuoi che faccia?” Ci pensai un attimo. “Mi devi promettere che se ti chiedo qualcosa di importante in futuro lo farai.” Hugo alzò le spalle. “Va bene. Cominciamo?” Dopo cinque minuti apparve nonna Molly che faceva capolino dalla porta. “A pranzo, è già l’una e mezza!” Scendemmo in giardino, dove era apparecchiato. Come al solito il pranzo era di almeno sei portate, ma… dall’espressione di nonna Molly dedussi che aveva cucinato zia Fleur. E poi tutto quel burro a fiumi su tutte le pietanze!

Mi avvicinai a nonna Molly. “Ti ha lasciato almeno qualcosa da fare?” le sussurrai all’orecchio per non farmi sentire da zia Fleur che era lì vicino. “No!” mi sussurrò la nonna. “Tutta quella cucina francese…Tutto quel burro…Mi ha lasciato fare solo la crostata al rabarbaro per dolce.” “Com’è oggi ha cucinato lei?” la nonna mi guardò. “Bill” disse sospirando. Sul tavolo, in contrasto con tutte quelle pietanze da palato fino, troneggiava un vassoio con delle bistecche MOLTO al sangue. Zio Bill si faceva cucinare le bistecche solo da zia Fleur, e visto che quello era uno di quei giorni che papà definiva “da lupo” (la storia me l’hanno raccontata un migliaio di volte o giù di lì), zia gli aveva preparato le bistecche, e in uno slancio di amore verso il maritino (zia Ginny mi racconta sogghignando di tutte le smancerie che si facevano quando avevano circa l’età di Ted) aveva insistito per preparare tutto il pranzo.

Non è che io impazzisca per la cucina francese, sapete? A giudicare dalle facce dei miei cugini (Domi esclusa) la pensavano esattamente come me. Presi posto vicino ad Albus. “Ma voi dov’eravate finiti?” gli chiesi mentre zia Fleur mi metteva una fetta di quiche nel piatto. “Oh bè, eravamo a giocare a Quidditch. Tu? Sei salita su come se ti avessero appiccato il fuoco al culo.” Oh, che finezza. Sorvoliamo. “Sono andata ad aiutare tuo cugino a iniziare il tema di Storia della Magia.” Albus si grattò il mento con fare interrogativo. “Uh oh. Ora che ci penso toccherebbe farlo anche a me, a meno che non riesca ad evitare la lezione di Rüf con un paio di Merendine Marinare…” Lo fulminai con lo sguardo. A detta di papà, avevo ereditato il cervello e il buonsenso Granger (niente dai Weasley? La mia indomabile chioma era la prova che qualcosa dai Weasley l’avevo presa…). “Rosie, scommetto che piacerebbe anche a te!” Hem hem. “Non mi abbasserei mai a livelli di questo genere per evitare una lezione.” Albus mi guardò sorpreso. “Useresti qualcosa di meglio? Fuochi d’artificio ad acqua e via nel fumo?” “Io stavo dicendo che non salterei una lezione per nessun motivo, foss’anche Storia della Magia!” dissi altezzosa. “Gne gne gne, sono Rosie la secchiona, mi piace Storia della Magia, non ne salterei mai una lezione, è così DIVERTENTE!” disse Albus facendomi la parodia.

“Fanculo, Al. Non è vero che mi piace Storia della Magia, non con Rüf perlomeno.” Albus mi guardò con gli occhi sgranati fintamente sorpreso. “Rosie, non si dicono le parolacce!” Lo guardai male. Ok, dicevo un tantino di parolacce (soprattutto nella mia testa), e sì, il mio sport preferito era quello di mandare a fanculo la gente. “Albus Severus Potter, chi sei tu per farmi la predica?” “Sono tuo cugino, piccola Serpe mancata.” Mi incazzai giusto un pochino: Serpe??? Come poteva una WEASLEY finire a SERPEVERDE?? Glielo spiegai molto educatamente. “Serpe mancata?? I Weasley sono Grifondoro nel sangue.” Lui ridacchiò. “Per caso ti ha fatto come a papà il Cappello Parlante?” Gne. Lo sapeva meglio di me che me lo avevano appena poggiato sulla testa che aveva gridato a tutta la sala “GRIFONDORO!”Quindi, zitto Albus.

“Ragazzi, ma non avete mangiato..” disse zia Fleur guardando la fetta di quiche ancora integra nel mio piatto. “Oh zia, stavamo parlando.” disse Albus. E detto questo attaccò la quiche sotto gli occhi vigili di zia Fleur. Appena se ne andò riprendemmo la nostra discussione. “E’ solo che a volte sei perfida, Rose.” “Forse.” Ghignai. “Forse il Cappello ha perso qualche colpo.” Albus fece un ghigno da Serpe. “Probabile. Voglio dire, chi è che non perderebbe qualche colpo a starsene su una mensola della Presidenza a inventare una filastrocca tutto l’anno?” Immaginavo. “Già. A sorbirsi tutte le chiacchiere dei professori alla preside.” “Gazzetta del Profeta: intervista scandalo al Cappello Parlante di Hogwarts. La Preside non si fa la ceretta, Armando Dippet passa tutto il tempo a scaccolarsi e a Baston puzzano le ascelle.” Ghignammo all’idea. “Comunque a Baston le ascelle puzzano sul serio.” asserì Albus. “Quando alza il braccio per dare le punizioni si sente i giocatori cadono dalle scope persino a sei metri da terra.” “Che cretino che sei, Albus.”

Ci mettemmo a ridacchiare come due galline sotto l’effetto di qualche superalcolico. “Serpe mancata” Gli diedi un buffetto sulla guancia. Albus è il mio migliore amico da sempre, e l’avere un migliore amico che gli funge da droga non gli impedisce di continuare a fare il cretino con me. “Serpe approdata all’altra sponda” ghignai. Ovviamente ce ne dicevamo di tutti i colori, come sempre. Mi guardò scettico. “E si può sapere di chi mi sarei innamorato così fortemente?” Ovvio. “Del tuo piccolo Scorpius, no?” Ghignò. “Non lo sai che è l’amore della mia vita?” La prende sul ridere. “Infatti vai alla Stanza delle Necessità troppe volte negli ultimi tempi, sai?” “Zozzona. Poi dice a noialtri, ma poi lei non è poi così candida e innocente. Non è che sei invidiosa?” Mi sarei ricordata di quella frase. “Invidiosa io? Di te o di Malfoy?” “Di me, ovviamente.” Certo, come no. Io e Malfoy scambiavamo qualche parola ogni tanto, al massimo qualche frecciatina velenosa. Non lo tenevo in conto, e attualmente non mi piaceva nessuno. “Certo. Io e Malfoy abbiamo una relazione segreta dal primo anno a tua insaputa.” Albus tornò serio. Io invece continuai: “Ogni volta che ne abbiamo voglia andiamo alla Stanza delle Necessità e…” “LALALALALA” fa Albus tappandosi le orecchie. “Rose, smetti di essere esplicita.” Oh. “In genere lo dico io a voi.” Albus sorride. “La mia cuginetta” dice addentando il resto della quiche. “ A forza di stare con voi mi avete contaminata” dissi io sorridendo. Vidi i  vassoi e le zuppiere passare per la stretta porta di casa Weasley e poco dopo vidi QUATTRO vassoi di crostata al rabarbaro passare per la porta e posarsi sul tavolo. “Blessed English cooking” disse Albus addentandone una fetta. Zia Fleur aveva l’aria piuttosto offesa. Chissà perché.

MEMO: Commentate, le recensioni sono tanto tanto tanto tanto gradite :3
Ells <3

 

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Capitolo 5
*** 5. La partenza si avvicina ***




Seccature varie ;D
Buongiorno a tutti! Ho accumulato un ritardo epocale nel pubblicare questo capitolo... inoltre sono anche stata fuori cinque giorni e Carols era senza capitolo :D Durante questo viaggio (campo con la chiesa... non c'entra un emerito cavolo ma vabbè), ho anche scritto una serie di drabbles che forse pubblicherò su questo account... Devo ancora chiedere a Carols! Vi prometto che entro la fine della settimana pubblico il sesto capitolo... Mi sono fatta aspettare! Ancora non partono per Hogwarts... Vi tocca aspettare! Credo di aver trovato il mio font... se avete eventuali critiche su di questo (ah, quanti crucci 'sto font...) e sulla storia, è tutto bene accetto. Per favore :33 Recensite.. Una recensione piccina picciò mi va bene :33
Con tanto amore per chi legge (e venerazione per chi recensisce...)
Ells <3
Prometto che scriverà anche Carols. :D

 
Avevo mangiato perlomeno quattro fette di crostata al rabarbaro di nonna Molly, come i miei cugini, sotto lo sguardo offeso di zia Fleur. Mi dispiace per lei ma non reggo la cucina francese (o perlomeno quella che cucina zia Fleur, perché quando cucina Victoire mangio sempre tutto). Salii su a braccetto con Albus, sembravamo due ubriachi. “Te lo sei già finito il barattolo di nutella di oggi?” chiesi. “Quasi” disse noncurante. Quaaaaaaasi?? Io devo mangiarne poca per volta perché altrimenti la finisco in cinque minuti! Siamo andati a Londra, io gli ho comprato la nutella e lui quasi se la finisce?? Pazzo. Lo guardai visibilmente offesa. “Che c’è?” mi guardò con i suoi occhioni verdi. “Ah già” rise. “Drogata di nutella”lo guardai. “Chi arriva per ultimo è un salame” gridò a tradimento, e ci ritrovammo tutti a correre su per le scale.
 
Stavo dormendo. La luce filtrava fioca dai buchi nelle tapparelle, ed ero in quella fase del sonno in cui si dorme ma si è consapevoli dei rumori del  mondo circostante. Sentivo la gente che già armeggiava al piano di sotto, qualcuno (James?) che scalciava contro il muro, gli uccellini che cinguettavano come una radio accesa. Mi strinsi al cuscino. Qualcuno bussò alla mia porta. Mugolai qualcosa in risposta. “Rosie cara” Nonna Molly. Passava sempre lei a dare la sveglia. Mi rivoltai, e successe un casino. La notte io mi rivolto come una sardina viva in scatola, la coperta mi si avvoltola addosso come ad una mummia. Ora, siccome mi ero mossa decisamente verso il lato che non dà verso la porta, la coperta si è ulteriormente arrotolata attorno alla sottoscritta, che è diventata una mummia nel frattempo, e cade dal letto intrappolata dalle coperte. Mugolo una parolaccia indefinita.

“Nonna, aiuto” Nonna aprì la porta sghignazzando. “Nonna?” La voce si mise a sghignazzare più forte. “Ma che nonna, a scema” disse cadendomi accanto tra le risate “Sono Albus”. Oh. Aprii gli occhi e mi ritrovai la faccetta di Albus davanti. Gli occhioni verdi scintillavano nel buio, e distinguevo il suo sorriso luminoso. “Ok, aiutami uguale! Sono intrappolata!” “Ok, ok.” Cavallerescamente mi aiutò a districarmi dalle coperte e mi prese in braccio. “Quanto sei imbranata, Rose!” Mi sorrise. “Ti porto io giù.” Nonostante le mie proteste mi portò giù davvero ( anche se in fondo alle scale crollò come un sacco di patate). “Grazie, Al” dissi quando mi ritrovai sopra di lui in fondo alle scale. “Oh Rose” fece lui con aria romantica. “Però ora potresti spostare il tuo dolce peso da qualche altra parte?” Mi alzai. “Grazie Rosie”. Si alzò anche lui, cavolo quanto è alto, io sono una nana da giardino. “Oggi si torna a Godric’s Hollow” disse. Già, e questo voleva dire che fra cinque giorni si partiva per Hogwarts. “Sesto anno, aspettaci” mormorai. Al rise sottovoce. Entrammo in cucina per mangiare, e detti un’occhiata al salotto. “Ciao nonna” salutai. Ovviamente era già ai fornelli, anche se erano… Gettai un’occhiata all’orologio sulle pareti della cucina… Ah no, già, quello no. C’era il cellulare di Hugo appoggiato sul ripiano della cucina. “Speriamo sia acceso” pensai.

Ovvio che era acceso. Controllai l’ora. LE SEI MENO UN QUARTO???? Stramaledetto Albus, stramaledettissimo Albus! “Mi hai svegliato alle sei meno un quarto??” Calcai minacciosa sull’orario. “Non riuscivo a dormire.” Lo trascinai fin su in camera mia. “Ora stai qui fin che non si alzano tutti” e il che voleva dire verso le undici del mattino. Anche se quel giorno dovevamo partire, gli adulti se la prendevano comoda come al solito. Mi buttai a pesce sul letto. Albus si sedette in pizzo in un angolo. “Bhe, che facciamo?” chiese il maledettissimo insonne che mi aveva svegliato. “Io dormo” dissi premendomi il cuscino sopra la testa. Albus si stese accanto a me e mi diede un pizzicotto sul braccio. “Albuuuus. Stai fermo” mormorai mentre già mi stavo addormentando. Sono veloce ad addormentarmi. Albus iniziò ad accarezzarmi la schiena. “Albuuuus…” sussurrai ancora più piano. La sua mano scendeva sempre più in giù, Albus fermo, cazzo, il mio culo è off limits, Albus, o ti fermi adesso oppure te la vedrai con me, brutto cretino, “NON CI PROVARE NEMMENO!” sbottai sedendomi sul letto.

Albus ghignò come una vera Serpe. “Imbecille” mugugnai. Ghignò ancora. Era seduto in un angolo del letto, quegli occhi da gatto che scintillavano verdissimi al buio e quel sorriso che non si vedeva, anzi quel ghigno che non si vedeva ma sapevo benissimo che c’era. “Ce l’hai la ragazza Albus?” iniziai arrabbiata. “Ah già” ghignai. “Malfoy , l’amore della tua vita”. Albus ridacchiò. “Sono etero, cugina. Non penso di essere così sessualmente ambiguo.” “Invece lo sei.” “Ah sì?” disse, e mi saltò addosso a tradimento abbracciandomi. “Albus, mollami!” dissi isterica ridacchiando. “No” disse affondando la testa nei miei cosiddetti capelli. “Non sono per l’incesto, Al” gli sussurrai all’orecchio mentre glielo mordevo. “Neanche io. Sto giocando con mia cugina” disse malizioso. Cretino. Sentivo il suo petto che premeva contro il mio, le sue gambe che si muovevano (le mie anche si muovevano, ma cercavano solo di fargli male). “Albus! Levati dal cazzo!” urlai sussurrando. “E non toccare niente!” Albus si sdraiò accanto a me. “E ti pare? Sei mia cugina. Però un ragazzo ti servirebbe. Magari McLaggen.” A me? Un ragazzo? Ero stata senza sedici anni, ed ero ancora sana mentalmente, perciò NO. “Proprio McLaggen?” chiesi. “Sì, piace a tutte le ragazze, è coraggioso, senza paura ed è bravo a Quidditch.” Calcò la voce maliziosa sulle parole “coraggioso” e “senza paura”. Albus mi teneva in grande stima proprio perché io, Rosie secchiona, lo distruggevo in cinque secondi. “Certo. Un eroe, come dice Dom”. Ok, non è ancora arrivata a tanto, ma vediamo… Scoppiamo a ridere silenziosamente. Si sentiva ancora James che scalciava contro il muro. “Bhe, visto che ora saranno le sei io mi rimetterei a dormire.” “Concordo” disse sbadigliando. Ci addormentammo insieme e ci svegliammo alle undici e mezza.
 
Sentii la serranda che veniva tirata su bruscamente. La luce del sole entrò violentemente e mi premetti il cuscino sulla testa. “Mmmmh” mugolai. “Sveglia!” Mamma Hermione. Aprii un occhio e vidi il viso di Albus. Spostai la visuale su mamma: vestaglia trasparente. Oh. Forse non era James che scalciava stamattina. “Albus?” gracchiai stanca. “Rosie” gracchiò lui aprendo gli occhi verde smeraldo. “Cosa ci fai qui?” chiese mamma ad Albus con una voce a metà tra il curioso e il divertito. Mi schiarii la gola. “Vedi mamma, Albus ha avuto un incubo ed è venuto da me.” Albus mugolò. “Tremava di paura” dissi trattenendo le risate a stento. “Va bene” disse mamma ridacchiando mentre usciva dalla stanza. Albus mi diede un pugnetto su una coscia mentre mi guardava. “E poi dici che non sei una Serpeverde mancata.” Sogghignai. “No. Non lo sono.” Ci mettemmo a ridere come due cretini: finisce sempre con le risate, con Albus.

Drappeggiai la coperta a mò di vestito e mi diressi verso la valigia. Presi una maglietta a caso e me la infilai. Fucsia? Scollata? Me la tolsi e la ripiegai accuratamente mentre cercavo disperatamente di non far cadere la coperta. Mi diressi verso un mucchio informe di magliette buttate in un angolo della stanza e ne presi una a caso. “Albus” lo ammonii, e me la infilai. Mi arrivava appena sopra le ginocchia. “Di grazia, ti vorresti alzare?” Ridacchiò. Si levò la coperta di dosso. Oh cavolino. Indossava solo un paio di boxer neri, e evidentemente si era appena… “Non sul mio letto, Albus!” urlai isterica. Albus mi guardò con gli occhi sgranati. “Che c’è!” disse davanti alla mia faccia palesemente schifata. “Potresti andare da un’altra parte a…?” Albus si sedette sul bordo del letto. “Cazzo, Rose, tutti i ragazzi…” “Questo non giustifica che tu te le debba fare sul mio letto, cazzo!” La mia voce aveva raggiunto quasi gli ultrasuoni. Sarei andata a far compagnia ai pipistrelli. “Magari ci hai anche…” Non ci volevo neanche pensare! Che schifo! Ero profondamente indignata dalla cosa. “James se le fa durante Trasfigurazione!” disse Albus a mo’ di giustificazione. “Tu non sei James!” Stavo sfociando nel buonsenso grangeriano adulto. “E vabbè!” disse scendendo dal letto e passandomi davanti. Lo seguii. “Al, sei in boxer” gli feci notare. “E che ci sto male?” fece malizioso come al solito.

Figurati. Non replicai e ridacchiando scendemmo in cucina. “Ribuongiorno, nonna, cosa c’è a colazione?” La nonna ci salutò e noi ci sedemmo. A quanto pare mancavamo solo noi due a colazione: persino Domi era seduta a tavola e si limava le unghie con fare noncurante. “Giorno, sorellina, ciao Al” salutò Hugo, che stava rileggendo il tema che aveva fatto insieme a me il pomeriggio scorso. Ci sedemmo nei due ultimi posti rimasti. Sulla tavola c’era un bricco di succo di zucca, un bricco di cioccolata calda, la teiera col tè, una scodella di biscotti fatti in casa – santa nonna! – e un piatto che forse conteneva una dozzina di panini alla marmellata, che al momento ne conteneva quattro. Presi una manciata di biscotti (cioccolato!) e iniziai a mangiare insieme ad Albus. “Ben arrivati” fece Domi stanca. “Perché, voi a che ora vi siete alzati?” Louis mi guardò con i suoi occhi azzurrissimi: aveva due occhiaie lunghe un chilometro. “Noi siamo in piedi dalle otto e mezzo. Con tutto il fracasso che c’era ci siamo alzati.” Oh. La nonna spense i fornelli e andò in salotto. Mi alzai e chiusi la porta. “Fracasso?” chiesi titubante. “Gridolini vari e calci contro il muro. Tu e Albus fate un mucchio di casino” disse Hugo. Io e Albus iniziammo a ghignare serpentescamente: mamma in vestaglia trasparente non si vede mica tutti i giorni. Mi schiarii la gola. “Forse non eravamo noi” esordii. Albus continuò: “Ok, va bene che ho svegliato Rose, ma poi ci siamo riaddormentati.” I nostri cugini continuavano a non capire. “Mamma era in vestaglia trasparente stamattina” dissi sperando di essere abbastanza eloquente. Hugo mi guardò. “Oh.” Gli sguardi di tutti erano sorpresi. “Ecco cos’era quel ‘basta basta’ stamattina” disse Lily con un mezzo sorriso. Stavamo ghignando come un raduno di Serpi. A quel punto la porta si aprì e spuntò la testa di mamma. “Cosa sono tutte queste risate?” chiese. Ce la svignammo tutti di sopra.

Hugo ridacchiava come una radio accesa e Albus ghignava nel suo solito modo da Serpe. Io ghignavo peggio di Albus e Lily e Dominique ridevano come due galline. “Preparatevi le valigie, si torna a casa” gridò mamma da sotto. Altro accesso di risatine da parte nostra. Sfrecciammo su nelle nostre stanze, io andai con Lily e Domi. “Ve la immaginate zia Hermione?” disse Lily stravaccandosi sul MIO letto, abbracciando il MIO cuscino e provando a prendere il MIO vasetto di nutella. “Sinceramente no” rispose Domi sedendosi sul mio letto con le gambe accavallate. “Non mi immagino neanche zio Ron” aggiunse. D’improvviso ebbi un flash: Godric’s Hollow, io che dormivo nel mio letto e sentivo dei colpi sul muro. Oddio mio. Cercai di spostare il discorso su un altro argomento: “Speriamo di occupare lo scompartimento dell’anno scorso, dovrebbero esserci delle Gelatine Tuttigusti+1 sotto uno di quei sedili…” dissi. “Oddio no, che schifo. Speriamo di andare nello scompartimento con Warry…”

Strabuzzai gli occhi. “Adesso McLaggen è diventato WARRY?!” Domi sfarfallò le sue lunghe ciglia nerissime. “Quant’è figo, Rose” disse Domi sognante. Lily sospirò. “Certo, lui, i suoi pettorali…” dissi io. Lily e Domi mi guardarono sorprese . “…i suoi bicipiti…” Domi sorrise. “…il suo lato B…” Lily e Domi sorrisero. “E quel cervello da stegosauro scemo che si ritrova.” Iniziai a sghignazzare. “Come fa a piacervi uno così??” chiesi. “E’ figo” fu l’unica giustificazione che riuscirono a trovare. Iniziai a sistemarmi la valigia piegando le magliette buttate nell’ angolo più recondito della stanza. “Va bene, non esiste solo McLaggen” ammise Domi. “C’è anche il Portiere di Grifondoro, e l’altro Battitore, e uno dei Cacciatori che sono carucci” disse Lily. Quidditch! Se iniziavo a piantare grane contro il Quidditch, mi facevano un’ arringa in sua difesa peggio di un avvocato Babbano. “Aspetta, il Portiere è Thomas, e gli altri due… Finnigan e Corner? Quel cretino che diceva di aver preso un mio reggiseno?” chiesi mentre chiudevo il trolley sedendomici sopra e saltandoci. “Ahà” rispose Domi con quel tono sognante che non mi piaceva nemmeno un po’. Mi affrettai a cambiare discorso. “E…Le vostre valigie?” chiesi.

“Le abbiamo preparate ieri” risposero le mie cugine in coro. “Mentre tu giocavi a nascondino con i ragazzi” soggiunse Domi. Oh, già, è vero: dopo aver finito i compiti insieme ad Hugo avevo giocato a nascondino nel giardino della Tana per tutto il pomeriggio come una bambina. “Io l’ho preparata ieri sera mentre Domi si smaltava le unghie” disse Lily. Ad un tratto sentimmo bussare alla porta: aprirono e vidi la testa di mamma spuntare da fuori. “Ragazze, siete pronte? Adesso mangiamo velocemente e poi ce ne andiamo.” Vediamo un po’ come si riesce a mangiare velocemente… Ad un colpo di bacchetta di mamma, le mie valigie si alzarono in aria e iniziarono come a galleggiare, in attesa di istruzioni. Uscimmo fuori dalla stanza con le mie valigie che ci seguivano lentamente. In fondo alle scale si posarono gentilmente a terra senza alcun suono, sollevando solo una nuvoletta di polvere dalla moquette dell’atrio. Ovviamente il pranzo era tutt’altro che frugale, secondo lo stile di nonna, e soltanto verso le due potemmo tornare a casa con la Metropolvere, non senza un bacio dei nonni stampato sulle guance.
Solo cinque giorni e saremmo tornati ad Hogwarts….
E Hugo doveva ancora finire il tema di Pozioni.
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Scorpius Malfoy. ***


 

Un lieve bussare alla porta, poi udìì la vocina.
- Signorino Scorpius, la cena è in tavola. Suo padre la prega di scendere.-
Sbuffai. - Popsy, dì a mio padre che sto arrivando-
- Sì padrone.-
Sbuffai di nuovo. Non mi piacevano gli elfi domestici. Non è che non mi piacessero loro, ma non accettavo il modo in cui si sentivano obbligati ad obbedire ai “padroni”.
Quando abitavamo con mamma non avevamo elfi domestici.
Non mi piace Villa Malfoy. È così.. Fredda. Niente a che vedere con la villetta che avevamo prima: luminosa, allegra, colorata. Certo, papà si è dato da fare per ravvivare un po' l'atmosfera, ma già la presenza dei sotterranei non aiuta molto.
Emettendo un altro sonoro sbuffo scesi a cena.
-Ciao papà.-
-Ciao Scorp. Mangia, ti prego.-
Mamma se n'era andata da poco, col suo amante. Eravamo tornati a Villa Malfoy da soli, io e mio padre.
E da allora mi rifiutavo di mangiare. Non per qualcosa contro mio padre, poverino, lui non aveva fatto niente. Ma non mi piaceva la vita che facevamo adesso. Soffrivo dentro, mi sentivo malinconico e triste. Ogni tanto tiravo fuori le foto di quando ero piccolo, di quando andavamo a fare lunghi viaggi con mamma e papà. La foto davanti alla ruota panoramica di Vienna la tengo sul comodino. È la mia preferita in assoluto. Rappresentava mia madre abbracciata a mio padre, che teneva me in braccio.
Ma poi mamma aveva deciso di andarsene.
-Se lo desideri, mangerò qualcosa.-
La tavola in mogano, ricoperta da una tovaglia di lino bianco ricamato con il blasone della mia famiglia era, come al solito, imbandita. Come se i commensali fossero dieci, invece di due.
Mi sedetti di fronte a mio padre, servendomi di un po' di risotto. Dopo qualche minuto, avendo finito la mia porzione mangiata a fatica, mi alzai, sentendomi osservato da mio padre.
Giunto alle scale, mio padre parlò.
- Scorpius, di questo passo finirai per ammalarti. Mangia qualcos'altro, per favore.-
-No papà, sono sazio. Salgo di sopra, buonanotte.-
Mentre iniziavo a salire le scale, udii un sospiro da parte di mio padre.
Era cambiato. Non era più il ragazzino borioso e altezzoso. Da quando aveva conosciuto mia madre era cambiato profondamente, per lei. Ma a quanto pare lei non aveva saputo apprezzare lo sforzo. Si vedeva lontano un miglio che era cambiato. Faceva l'Auror, proprio come i suoi nemici di sempre, Harry Potter e Ron Weasley.. e per ironia della sorte, io, Scorpius Hyperion Malfoy, figlio di Draco Malfoy, ero il migliore amico del figlio di Harry Potter, Albus Severus Potter.
Mi sistemai sotto le coperte e le lenzuola di seta, rimuginando sui miei pensieri. Odiavo quella maschera di sfarzosità, di appariscente ricchezza, quando colui che c'era dietro era devastato dal dolore per l'abbandono da parte della moglie e dei problemi del figlio. Mia madre aveva deciso di andarsene proprio il giorno del compleanno di mio padre. Non era mai stata una genitrice particolarmente attenta e affettuosa, ma era pur sempre mia madre ed io le volevo bene. Astoria Greengrass era del tutto diversa da sua sorella, mia zia Daphne. La andavo a trovare spesso, o lei veniva a casa nostra.
Deviai il corso dei pensieri, ritrovandomi a pensare alla famiglia allargata dei Potter-Weasley, e ad Al.
Albus è stato il mio migliore amico più o meno da sempre, se con sempre si intende dal primo anno di Hogwarts. Era stato il primo a legare con me, che allora ero un ragazzino silenzioso e timido.
Era simpatico, spigliato ed estroverso, il contrario di me. Era stato molto d'aiuto alla formazione del mio carattere, rendendomi meno sfuggevole e silenzioso. Aveva una famiglia enorme, una moltitudine di cugini, tantissimi zii. Ero stato due volte a casa dei suoi nonni, La Tana (che adoravo), ma non ero riuscito a stabilire con precisione quanti cugini avesse. Mio padre, al mio secondo anno, mi aveva detto che eravamo parenti alla lontana, perchè la famiglia dei Malfoy è imparentata con quella dei Weasley.
I pensieri divennero sempre meno definiti, confusi, appannati, fino a quando, alla fine, mi addormentai.


-Signorino Malfoy-
Grugnii nel sonno.
- Padrone, si svegli. Signorino Scorpius?-
Aprii lentamente gli occhi, trovandomene davanti un altro paio grandi come tazzine da tè.
-Buongiorno padron Scorpius!- urlò felice. Si sollevo e fece il giro della stanza, aprendo le tende di lino, bianche. Le tende in camera mia erano diverse da quelle di tutta la casa. Erano leggere e chiare, il contrario di quelle di velluto verde scuro.
Entrai in bagno e mi infilai sotto la doccia, concedendomi una sveglia più soft di quella dell'elfa domestica.
Uscii dall'antro confortevole della doccia e mi infilai una polo bianca su un paio di jeans scuri.
Passandomi una mano tra i capelli, scesi a fare colazione. Mio padre era al lavoro, come sempre.
Lasciai un biglietto per mio padre sul tavolo, dicendogli che andavo a Diagon Alley.
Presi il sacchetto della polvere volante, ne gettai una manciata tra le fiamme e vi entrai. Tenendo ben strette le braccia al corpo, dissi a gran voce la mia destinazione, e in pochi secondi mi trovai lì.
Prima di tutto, mi diressi alla Gringott, per prelevare dei galeoni per le spese dalla camera blindata dei Malfoy, la 638. Appena finito, andai da Fortebraccio e ordinai un gelato al bergamotto e caramello. Lo gustai mentre mi aggiravo tra le vetrine. Mi fermai all'Emporio del Gufo per prendere il mangime della mia civetta, e ai Tiri Vispi Weasley. Mentre uscivo soddisfatto dell'acquisto, con un pacchetto di pasticcetti svenevoli in una mano, vidi in fondo alla via un gruppo di ragazzi dai capelli rossi, ad eccezione di qualcuno. Dato che non vedevo Albus, mi rifugiai di corsa al Ghirigoro.
Il professor Delaney, di Artimanzia, aveva consigliato di prendere un libro extra per la sua materia, se si volevano approfondire gli studi. Ed io, da bravo alunno, lo stavo sfogliando per vedere cosa trattava.

Continuai a sfogliare tranquillamente fin quando un ragazzino con una zazzera di capelli neri urlò “Scoorp!” e mi si gettò addosso.
Passato l'attimo di shock iniziale, mi accorsi di avere a che fare con Albus – sempre il solito, Albus – e lo abbracciai forte.
“Come stai?”
“Oh, tutto bene, grazie Al. Lo sai che ieri sera pensavo proprio a te?”
“Wow, davvero? E cosa pensavi?”
“Che hai una miriade di cugini e non sono mai riuscito a capire quanti ne hai in tutto” mi lamentai.
Guardando oltre Albus, mentre lui metteva in mostra uno dei suoi migliori ghigni made in Serpeverde, vidi sua cugina, Rose, che ci guardava con un sorriso ironico.
“Al, che vuole tua cugina?” Lei intanto si era messa a ridacchiare con Lily, la sorella di Albus, e un'altra cugina, la biondissima e bellissima Dominique.
“Quale delle tante?” altro ghigno.
Sbuffai. “Rose”
“Non lo so, ma lasciala stare, è acida e non mi vuole mai prestare la nutella”
Stavolta ghignai io e, per tutta risposta, ricevetti un pugno da Albus.
“cretino”,borbottai. Lui, da vera serpe, sorrise angelico.



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Capitolo 7
*** Inaspettate variazioni sul tema viaggio noioso ***


 

Note dell' autrice alias seccatura prelettura:
Bonjour a tutti! Eccomi qua con il capitolo 7... Mi spiace di avervi fatto aspettare! Enjoy ^^
Love, Ells


 Quei cinque giorni d’attesa volarono proprio via, e Hugo riuscì miracolosamente a finire il tema di Pozioni ed Erbologia. Mamma passava ogni singolo giorno a controllare se avessimo fatto i compiti, come avevamo preparato il baule, se avessimo per sbaglio dimenticato qualcosa, con papà che sbuffava, borbottava e rideva per questo ansioso comportamento tipico di mamma, che non stava ferma un attimo e girava per le stanze di casa come un’anima in pena o una trottola impazzita, e faceva la spola fra casa nostra e casa Potter, dove non regnava questo clima di ansia generale che vigeva da noi. Infatti io, preparato il baule, me la svignavo a casa Potter dove stavo in pace e dov’ero sempre la benvenuta.
 
Dormivo con la testa tappata sotto il cuscino fin quando quella maledetta sveglia magica non lanciò il suo urlo belluino. Come al solito saltai giù dal letto per spegnerla, ma evidentemente si era inceppata, e continuava a urlare. Uno zombie con i capelli rossi entrò in camera mia, mi strappò la sveglia dalle mani e la gettò a terra fracassandola. Dopodichè mi guardò con sguardo assassino e fece per tornarsene a letto. “Hugo! Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte!” dissi iniziando a saltellare. Non fece una piega. Lo tirai per un lembo della maglietta. “Ehi! Hugo!” Oh cavoletto. Aveva certe occhiaie viola lunghe un chilometro. “Hugie…” dissi abbassando la voce. “Cosa…Ti è successo?” Grugnì. “Ho passato la notte a finire il tema…di Erbologia…” disse caracollando verso il mio letto e buttandocisi. “Ma non l’avevi finito?” chiesi. “Sì, ma ho dovuto riscriverlo, mancava… una parte” disse sbadigliando e rannicchiandosi.

“Dai, che dobbiamo prepararci. Lo sai com’è mamma la mattina del Giorno Fatale”. Io e Hugo avevamo iniziato a chiamare così il giorno della partenza per lo stato iniziale di agitazione parossistica di nostra madre, e l’ansia di papà perché mamma era ansiosa, perché se mamma è ansiosa si ansieggia anche papà nel tentativo di farle sparire l’ansia, con il risultato di raggiungere livelli di ansia stratosferici. Come ad averla evocata, mamma aprì di scatto la porta della mia stanza facendo alzare in volo il mio baule per portarlo giù. “Ragazzi, vestitevi, ah, e la colazione è pronta, anche se è un po’ fredda, vabbè, se volete la scaldate, sbrigatevi che poi andiamo dai Potter, andiamo in macchina con loro…”

La testa crespa di mamma sparì per il corridoio chiudendo la porta. Io e Hugo ci avviammo lentamente verso le scale e caracollammo verso la cucina. Sul tavolo c’erano un paio di toast alla nutella (oh mamma!), che io divorai. In mezz’ora ero pronta ad uscire da casa. “Rosie, sei pronta?” gridava papà dal giardino. “Sì, papà, è Hugo che ancora si sta vestendo” gridai di rimando. “Digli di sbrigarsi, mamma si sta agitando” Corsi in camera di Hugo, con il risultato di incontrarlo mentre stava uscendo, perciò sbattemmo l’uno contro l’altra cadendo a terra. Per fortuna mio fratello è comprensivo, o forse era solo troppo stanco per litigare, perciò si limitò a rialzarsi e dire: “Mamma sta diventando ansiosa?” “Lo è già, se è per questo. Sta diventando ansiosa come quando le arrivarono i G.U.F.O.” Papà ci raccontava sempre quella storia, di come mamma era preoccupata ed eccetera eccetera.

Scendemmo giù in giardino e scavalcammo la piccola palizzata come facevamo sempre, e ci ritrovammo nel giardinetto dei Potter, dove zio Harry e zia Ginny stavano caricando in macchina i nostri bauli. “Ehi!” Un lampo con i capelli rossi mi corse incontro per abbracciarmi con foga. “Lils!” “Rosie!” mi gridò nell’orecchio rompendomi un timpano. “Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte!” gridò interrompendo l’abbraccio e cominciando a saltellare sul posto. Cominciai a saltellare anche io e a dire “Oggi si parte, oggi si parte, oggi si parte…” con Lily, sotto gli occhi del mio sarcastico fratellino. “Lily, calma!” disse una voce. Smisi di saltare e mi girai: Albus. Portava il suo manico di scopa girandolo tra le dita. “Ciao Al” salutai. “Rosie…” disse. “Zia Herm preoccupata come sempre?” disse ridacchiando e spostando lo sguardo su mamma. “Sì, non puoi capire cosa sono stati questi giorni, tra lei che girava come un’anima in pena per casa, papà che le stava dietro cercando di calmarla e Hugo che si rinchiudeva in camera sua per fare i compiti con la musica a palla…” Sospirai. “Meno male che ci sono i Potter.” “Eh già, meno male che ci siamo.” “Zia Ginny è sempre così calma, come zio Harry!” “Scaricano le loro tensioni durante la notte” ridacchiò. Scossi la testa.

“Ehi, Rose!” Ecco James. Indossava una delle sue mitiche magliette dei Cannoni di Chudley con dei vecchi jeans scoloriti, strappati e sformati (no, non li ha comprati così, ve lo assicuro) e un paio di All Star mezze distrutte dal colore indefinito. “James!” lo salutai abbracciandolo. “Ehm…James…” chiesi. “Ma ti lavi qualche volta ogni tanto?” Non mi rispose. “No, non si lava mai” soggiunse Lily. “Solo quando mamma lo caccia a forza sotto la doccia o impone ad Albus di cacciarcelo al posto suo.." Oh, questa mi era nuova! Guardai Albus con un’espressione tra il divertito e l’esterrefatto. “Ehm…Quando sono in punizione” disse lui tutto d’un fiato mostrando improvviso interesse per i lacci delle sue scarpe. “Ragazzi, in macchina, dai che altrimenti arriviamo in ritardo” gridò zia Ginny. Ci infilammo in macchina e partimmo per Londra.
 
“Eccoci” disse zio Harry fermandosi di fronte alla stazione di King’s Cross. Con bauli al seguito (ovviamente muniti di carrellini) ci dirigemmo verso i binari. Tre, quattro, cinque, sei, sette, otto… nove. Ci fermammo davanti al pilastro con il cartello in plastica che indicava il numero nove. Zio Harry andò per primo, seguito da Albus, James, Lily e zia Ginny. Poi attraversammo noi, io, Hugo, papà e mamma.


Un mare di gente brulicava sulla banchina, davanti allo sferragliante treno rosso che portava i ragazzi ad Hogwarts. Zio Harry controllò l’orologio appartenuto a Fabian Prewett, fratello di nonna Molly. “Manca un quarto d’ora, ragazzi” disse. “Adesso dovremmo incontrarci con…” “Harrì!” Una voce familiare spiccò nel chiasso della banchina. Una donna bionda stava camminando in direzione di zio Harry, ancheggiando e sorridendo di un sorriso che le scopriva i denti perfetti. I suoi lunghissimi capelli biondi ondeggiavano appena scintillando. Zia Fleur, ovviamente! Apparvero dietro di lei zio Bill e i miei adorabili cugini Weasley-Delacour, Louis e Domi.

“Rosie!Lily!” Domi si precipitò ad abbracciarci. “Da quanto tempo” ghignò Albus. Domi non ci badò. “Allora!” disse sciogliendo l’abbraccio e sorridendo. Si avvicinò di più a noi e abbassò il tono della voce. “Avete già visto Warry, per caso?” Lily scosse la testa e io sbuffai alzando gli occhi al cielo. Mi misi a guardare la gente che stazionava sulla banchina. Intravidi Caroline, Natalie, Doug Thomas e Patricia Finnigan intenti a pomiciare, Corner, Warren Cervello-di-gallina McLaggen, qualche piccoletto del secondo anno (ero un Prefetto, li conoscevo…di vista), Smith, Finch-Fletchey, Malfoy… Malfoy!?

Sì, proprio lui. Pelle diafana, capelli biondissimi (e lisci come quelli della pubblicità della Pantene, grr) che gli ricadono sugli occhi, migliore amico di mio cugino, alto, Serpeverde, antipatico. Pregai il Signore perché Al non se ne accorgesse in nessun modo… e perché Lily e Domi non si accorgessero di McLaggen. Purtroppo Albus per quanto riguarda Scorpius ha un sesto senso, perché si voltò esattamente quando ci passarono vicino. “Scorp!” Lo abbracciò con foga. I ragazzi attorno si misero tutti a ridacchiare, e Malfoy si colorì repentinamente. “Albus!” sussurrò come a rimproverarlo. Al sciolse l’abbraccio. I ragazzi attorno continuarono a ridacchiare, e Al e il suo migliore amico sparirono nella folla.

“Sono le undici meno cinque” annunciò mamma. “Cominciano a salire sul treno.” Ci diedero dei baci veloci in quanto noi siamo tanti, salutandoci e facendoci la solita vagonata di raccomandazioni. Albus però era come scomparso… Mi voltai per dirlo a zio Harry ma gli adulti erano già scomparsi, tornati nella stazione Babbana. “Albus non si trova” annunciai al parentado. Tutti mi guardarono. “Ma… il treno sta per partire” disse Domi. La banchina si stava già svuotando, e corremmo a cercarlo. “Sicuramente starà con il suo amichetto Malfoy” disse James storcendo la bocca. “Sicuro” confermai. “Albus!” chiamò Lily. Lo trovammo dietro un pilastro con le labbra rosse. “Al?” chiesi vedendo le sue labbra così innaturalmente e sentendo nell’aria uno stomachevole profumo Babbano e l’odore di un lucidalabbra alla fragola. Uh oh. Sospetti di natura abbastanza ambigua riguardo Al e il suo amichetto. Urgevano chiarimenti. “Al?” “Saliamo sul treno” disse lui sbrigativo. Salimmo sul treno appena in tempo. “Dobbiamo trovare uno scompartimento libero..” disse lui camminando nello stretto corridoio del treno.

Lo trascinammo nel primo che trovammo e lo facemmo sedere a forza. “Malfoy usa il profumo Babbano o cosa?” domandai inquisitoria. Albus mi guardò storto. “Il suo nome è Scorpius, non Malfoy, e comunque no!” disse. La bocca di James si distese in un ghigno. “Per caso…Dico, per caso… Hai visto una certa Della Smith?” Albus si prese la testa tra le mani. Della Smith, Serpeverde, lo assillava dal terzo anno. Era una delle ragazze più carine di Serpeverde, ma era la persona più appiccicosa del mondo, oltre che la più pettegola. Ovvio che ad Albus non piacesse. “No, per fortuna non era Della” disse in un sospiro Al. “Kristie Goldstein” disse Domi rompendo il silenzio. Albus arrossì di colpo. “Bingo” disse James. Nello scompartimento calò un silenzio di tomba.

“Scusa, Al, ma ho fatto ritardo e…” Un trafelato e scompigliato Malfoy aveva appena aperto la porta del nostro scompartimento con irruenza, rompendo l’imbarazzante silenzio che si era creato: forse anche Malfoy serve a qualcosa… Poi cadde di nuovo il silenzio. Malfoy arrossì e chiese timidamente: “Posso sedermi?” La faccia del mio adorabile cugino di nome Albus si illuminò, raggiante, e gli fece segno di sedersi vicino a lui, cioè nel posto (curiosamente) vuoto tra me e Albus. Il biondino chiuse la porta delicatamente e issò il baule sulla reticella, per poi sedersi accanto ad Al. Silenzio. “Bhe… Allora, Al, come va?” chiese Malfoy timido. “Tutto bene, Scorp.” Silenzio. Uh oh. Tutto ciò era molto preoccupante. “Ciao, Malfoy” salutò Lily. “Ciao” disse pigra Dominique tirando fuori una lima e iniziando a limarsi le unghie già perfette. James stava mangiando un panino, e Louis stava leggendo l’ennesimo, preistorico fumetto di “Martin Miggs, il Babbano matto”. Che atmosfera.

“Weasley” disse ad un certo punto Malfoy girandosi verso di me. “Sì?” “Bhe, ciao.” Ecco, vedete, questo era il genere di conversazioni (poche, tra l’altro) che si tenevano tra me e quell’ individuo così maledettamente alto e così maledettamente biondo... Pensandoci grugnii e mi arrampicai sulla sedia per prendere il mio baule dalla reticella. “Vuoi una mano, Weasley?” ridacchiò Malfoy dalla sua sedia, probabilmente convinto della mia –vera- imbranataggine. Stupido. “No, ce la faccio da sola” risposi. Per un pelo il baule non mi cadeva addosso! Finalmente riuscii a tirarlo giù e tirai fuori la mia nutella e un paio di consunti libri Babbani. “Te lo rimetto su io, Rose” si offrì James smettendo di mangiare il panino.

“Grazie James” e nel dirlo guardai Malfoy, che aveva preso in mano uno dei miei libri e lo stava osservando. James non  poteva soffrire Malfoy, e gli lanciò un’occhiataccia . Tornai a sedermi al mio posto, accanto a Malfoy. Aprii il coperchio della nutella. Lo richiusi perché, Biondino Platinato compreso, mi stavano guardando tutti abbastanza biecamente. Sbuffai e aprii uno dei miei libri Babbani. Stranamente non avevo la minima voglia di leggere… Così lo tenni aperto e mi misi ad osservare il profilo di Malfoy. Viso sottile, capelli biondi che gli ricadono sugli occhi, maledettamente alto (arriva senza sforzo al metro e ottanta) e pelle diafana come la mia. Solo che il suo viso non è costellato di lentiggini. Malfoy si voltò verso di me per una frazione di secondo, poi arrossì. Arrossii anche io (fino alla punta delle orecchie) e sprofondai la faccia nel libro.

La porta del nostro scompartimento si aprì: era la vivandiera che passava col carrello. Albus la fermò immediatamente e comprò cibo per un reggimento, anzi, per un esercito intero. “Oh oh, fratellino, me le daresti un paio di Cioccorane?” chiese James saltando su una sedia. “Tieni” disse Albus passandogliene un paio. James faceva la raccolta ogni anno… Come si dice? Grande, grosso e giuggiolone. E’ per questo che mi sta tanto simpatico, forse. Albus mi porse una decina di Gelatine Tuttigusti+1. “Rose..” disse mentre sorrideva. Anche tutti gli altri iniziarono a sorridere, tranne Malfoy che probabilmente non ci stava capendo nulla. Albus scartò una gelatina. “Curry” disse. Domi ne scartò un’altra: “Cioccolato”. Ma non le capitavano mai le gelatine dai gusti impossibili?? “Fragola” disse Louis. “Erba!” disse Lily divertita. “Sale” disse James. “Uova” dissi io schifata. “Sardine” disse Malfoy ridacchiando. “Gli hai raccontato del gioco, Al?” feci io. Era tradizione fare questo gioco in treno, sin dal mio primo anno, l’aveva inventato James. Perché l’aveva detto anche a LUI? In un certo senso ero gelosa… Gelosa del migliore amico di mio cugino?? Grugnii. “ Arrosto di patate” disse Albus ricominciando il giro.
 
Erano già passate tre ore e questo viaggio era una noia mortale. Avevamo finito le gelatine, avevano parlato del più e del meno, avevano fatto a gara a chi vedeva più cose dal finestrino, ed eccetera eccetera. James sonnecchiava rannicchiato sul sedile, Malfoy lo guardava con evidente curiosità, Louis leggeva il solito fumetto, Domi e Lily parlottavano e io facevo finta di leggere uno dei due libri Babbani. Che divertimento.

La noia stava rasentando il livello di tetraggine più assoluta quando qualcuno aprì la porta dello scompartimento. Si sentirono delle risatine femminili da fuori e delle voci concitate ed eccitate. “Dai, lo chiamo io” tra le voci ne spiccò una. Si affacciò alla porta Kristie Goldstein, capelli lisci e castani, occhi azzurri, che piaceva ad Albus da un’infinità di tempo. James aprì gli occhi e saltò sul sedile: quando si trattava di fare il cretino con le ragazze era sempre pronto. Anche Domi si alzò e si mise a salutare tutte le ragazze fuori della porta, tra cui intravidi Della Smith. Lily salutò un’ amica e tutti uscirono fuori dallo scompartimento seguendo il gruppo di ragazze.

Eravamo rimasti nello scompartimento solo io e Malfoy. “Tu non vai, Weasley?” mi chiese dopo qualche secondo di silenzio. Alzai gli occhi dal libro e lo guardai. “No” risposi secca. Non avevo troppe amiche, specialmente nella casa di Al. “E tu?” gli domandai. “Neanche” mi rispose guardando fuori dal finestrino. Mi alzai dal sedile e mi sedetti al posto di James (vicino al finestrino), all’opposto di Malfoy. “Mi presteresti un libro, Weasley?” Rialzai gli occhi dal libro che stavo leggendo, sorpresa. “Che libri sono?” chiese. “Letteratura Babbana” risposi secca riabbassando gli occhi sul libro. “E’ molto interessante, mi piace” disse lui.

Sgranai leggermente gli occhi. “Anche a te piace?” chiesi. Non era facile trovare qualcuno a cui piacesse leggere in primis, figuriamoci poi la Letteratura Babbana. “Sì, abbastanza” disse. “E’ interessante” aggiunse. “Oh, tieni” dissi porgendogli uno dei due libri (il Macbeth che avevo comprato quel giorno a Londra). “Shakespeare” disse dopo aver osservato a lungo la copertina. “E’ facile leggere l’autore sulla copertina, Malfoy” dissi sospirando. “Non sono mica stupido” disse lui. “Davvero?” dissi alzando gli occhi e guardandolo in faccia con un’espressione sarcastica. “Sì, davvero, Weasley. Non sei divertente.” disse acido seppellendo la faccia nel libro. 
 
“Siamo quasi arrivati” dissi. “Dovremo cambiarci” dissi arrossendo un pochino. Oh. A questo punto il fantasma di Al nella mia testa iniziò a immaginare una serie di situazioni abbastanza spiacevoli. “Hem hem” Malfoy continuò a leggere. “Potresti, di grazia, uscire?” Malfoy arrossì, gli si colorirono le guance pallide. “Oh. Sì, certamente…” posò il libro sul sedile e si avviò ad aprire la porta. La maniglia andava giù ma la porta non si apriva. Clac clac clac. Ebbi un flash in cui Al si chiudeva dietro la porta e scattava la serratura… “Siamo chiusi dentro” annunciò Malfoy dando voce ai miei pensieri.

“L’avevo notato” risposi laconica. Oh miseriaccia, come dice papà, e adesso? Inspirai e chiusi gli occhi. “Ti puoi anche cambiare, Malfoy, io non guardo” rannicchiandomi su un sedile. Uno stupido, stupidissimo sorrisino gli si dipinse in faccia. Arrossii violentemente. “E cambiati!” sbottai imbarazzata. “Che ci sarà mai da vedere, no?” continuai sempre più rossa. Lui, zitto, prese l’uniforme dal baule che aveva tirato giù. “Quant’è tonto l’amichetto tuo” mugugnai. Sentii un fruscio leggero, probabilmente si era tolto la camicia. “Lo so” fece laconico. “Fa una stupidaggine dietro l’altra, e io lo ascolto” disse, e sentii che sorrideva. “Ho finito di cambiarmi” disse secco. Alzai la testa.

“Bene, Malfoy, ora tappa i tuoi occhietti da Serpe che devo vestirmi” lo canzonai. Tirai giù il baule rischiando di farmelo finire addosso, presi l’uniforme e controllai che Malfoy fosse girato. “E girati!” gli dissi seccata. Mi sfilai i jeans e infilai la gonna tempestivamente, poi piegai i jeans, e dovetti fare tutto ciò che concerneva scarpe e calzini. “Cazzo Malfoy!” urlai isterica stringendo la camicia della divisa addosso. Il biondino arrossì peggio di prima. “E io che ne sapevo che…” urlò senza finire la frase. Mi ero appena tolta la maglietta e lui, credendo che avessi finito, aveva alzato la testa dimostrando che le sue convinzioni erano errate. “Porca miseria, ci hai messo trent’ anni, credevo che avessi finito!” sbottò ancora rosso in faccia. Mi infilai la camicia ancora scandalizzata e fumante. In quel preciso momento la porta si aprì ed entrarono i miei adorabili cugini, tra cui il degenere Potter che mi aveva chiuso dentro col suo stupido BFF.  
Allora, seccature post lettura: Scusate per il ritardo nel pubblicare... Vorrei ringraziare tutte quelle che hanno messo nelle seguite, ricordate, preferite... Grazie grazie mille! Un grazie soprattutto a Allis Weasley, della quale mi sono autopromossa beta e mi sto cuccando i capitoli della sua storia in anticipo XD Carols è in vacanza... Ma quando tornerà pubblicheremo un altro capitolo col POV di Scorpius. Grazie a tutte quelle che recensiscono (cosa farei senza di voi?) e ... *manina che si alza dai recessi della stanza* me la fate sapere la vostra opinione? Ripongo le mie speranze in voi (ecco che fa la tragica... :/) e buonanotte a tutte voi <3 Baciiiiii < br/> Ells <3 P.S. Io e il codice HTML stiamo combattendo ancora una feroce battaglia. Perlomeno ho imparato come si va a capo.

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Capitolo 8
*** 8. Un piccolo problema biondo ***


Seccature prelettura:
Buongiorno a tutti! Ecco il nuovo chap, tutto per voi... Anche se non è un POV di Scorpius come promesso... Carols è tornata -w- e deve assolutamente cominciare a lavorare al POV di cui sopra... Speriamo di riuscire a postare i prossimi due capitoli (il mio è quasi pronto) nei prossimi giorni (prossimi intesi come vicini...:D) Spero vi piaccia :33 Enjoy <3
 

“Rose, Scorpius, vi ho chiuso dentro!” constatò il degenere Potter che ha la sventura di avermi come cugina. “Meno male che te ne sei accorto” mugugnò Malfoy ancora rosso dall’ imbarazzo. Pregai che Al non lo notasse ma il colore delle guance di Malfoy non passò inosservato (Al è peggio di una mamma apprensiva): “Uhm, Scorp, com’è che hai le guance così… colorate?” Malfoy grugnì qualcosa di indistinto e io buttai lì: “Oh, ha mangiato una Gelatina al peperoncino, lui è allergico al peperoncino vero Malfoy?” feci dandogli una gomitata nelle costole. “Sì, Al, sono allergico” si affrettò a confermare Malfoy, che conservava ancora il suo rossore. Al assunse un’ espressione stupita e ammise che non lo sapeva – penso che il suo più grande obiettivo sia quello di conoscere TUTTO di Malfoy- ed era dispiaciuto per lui. Silenzio imbarazzante. “Ehm…Com’è andata Al?” chiese Malfoy cercando di sembrare gioviale fallendo miseramente agli occhi di tutti tranne che del suo BFF s’ intende. “Oh, tutto bene!” rispose Al sedendosi sorridente, “e a voi?” Misi su un cipiglio minaccioso, e Al smise di sorridere confuso. “Ehm… Rose… Sei arrabbiata perché ti ho chiuso dentro?” chiese timido guardandomi. Non risposi e continuai a fissarlo male di proposito (che Serpe, direbbe lui), al che me lo richiese. “No” risposi secca lasciando intendere tutto il contrario. “Avete le uniformi” constatò Al. Buonanotte, cuginetto!
 
Non era stata la migliore delle giornate quella, sinceramente, ed ero contenta che fosse finita. Dopo tutte le faccende da sbrigare avevo voglia di cacciarmi sotto le coperte sino alle dieci della mattina dopo… Avevo continuato per tutto il tempo a tenere il peggiore dei bronci ad Albus e ad evitarlo come la peste, lui e il suo amichetto, che per una frazione di secondo durante il banchetto si era girato e aveva incontrato il mio sguardo da troll a cui hanno fregato un cosciotto di bue. Comunque, era deciso, non volevo avere a che fare con Malfoy per i prossimi cinquant’ anni.

“Finalmente finito il banchetto” disse Dom stiracchiandosi felice. “Già” risposi io tirata cercando di non sembrarlo. Era stato una palla come al solito, il che aveva aggravato il mio pessimo umore. Avrei potuto Schiantare Al in quel momento in quel momento solo per capriccio, e tutti gli altri che avessero cercato di difenderlo per stizza. Decisi che forse (forse) sarebbe stato meglio calmarsi e iniziai a parlare con Dom. “Lily dov’è?” Domi guardò indietro nella folla che riempiva la scalinata principale, come se potesse distinguere Lily tra la folla.

“Oh, sarà con gli amici, non so” e in quel preciso momento ci raggiunse James, mia salvezza, perché davanti ai miei occhi si era profilato il contorno di McLaggen, altra persona che volevo evitare per il SUO bene ( avrei benissimo potuto Schiantare anche lui). “James! Allora, che… avete fatto con le Serpeverde?” chiesi noncurante del “che avete fatto” che poteva essere inteso in un altro senso (ehi, era James, non quel malizioso di Al). “Oh, abbiamo parlato… e… nulla” fece James grattandosi la nuca. “Nulla?” chiesi “Oh sì, Al le ha fatte ridere come galline, in pratica parlavano solo lui e Dom..” lanciò un’ occhiataccia in direzione di un gruppo verde argento. “Sono stupide” disse James con una scrollata di spalle. “Non come te, Rose” disse sorridendomi. L’unica cosa buona di quel giorno! James sarà sensibile come una pietra a volte, ma con me mai. Lo abbracciai (la mia testa gli arrivava poco sotto le spalle) e lui sorrise. “Espansiva, oggi” ridacchiò “Malfoy ti ha depresso?” Diciamo… “No, per niente!” dissi cercando di sembrare spigliata.

Se avessi detto a James di quella cosa, sarebbe corso a conciare per le feste Malfoy, Al non gli avrebbe più rivolto la parola, avrebbero levato un sacco di punti a Grifondoro, saremmo finiti sotto lo zero già dal primo giorno e avrebbero linciato James. Ok, questa visione può sembrare pessimistica ma essendo James una testa calda... Intanto Dom si era precipitata verso McLaggen ed era così intenta a flirtare con lui che io e James dovemmo allontanarci per non scoppiare a ridere davanti a lei. Appena fuori dalla sua portata scoppiammo a ridere come dei deficienti, con James che faceva l’imitazione di lei sistemandosi i capelli e sfarfallando le ciglia. “Oh Warry, sarei molto contenta se… se…” fece James imitando la voce di Dom, poi si interruppe e scoppiò a ridere insieme a me. “Mi… mi… limo le unghie, oddio! questa è… rotta!” fece James tra le risate. Intravidi Dom che si dirigeva nella nostra direzione, così io e James ci avviammo verso la Torre dei Grifondoro.

Davanti al ritratto della Signora Grassa mi accorsi che avrei dovuto andare a prendere l’orario per domani. Mi allontanai da James e andai nell’ ufficio di professore più vicino, quello del professor Paciock. Era forse un po’ strano pensarlo come “professor Paciock” quando sin da piccola ero abituata a chiamarlo Neville… Mi trovai davanti alla porta del suo ufficio, la targa d’ottone sulla porta. “Buongiorno professore io…” iniziai allegra, per poi quasi spegnermi “…volevo sapere se ha l’orario delle nostre lezioni.” Che ci faceva Malfoy nell’ ufficio del Direttore della mia Casa?! Lo guardai male come prima, lui si limitò a vedere chi fosse e a cercare di non trasalire, poi chiesi con tutto il contegno possibile a Neville: “Scusi professore, ma… perché Malfoy è qui?”

Neville sorrise e mi fece segno di accomodarmi nella seconda sedia libera davanti alla sua scrivania. “Rose, volevo giusto chiamarti, che coincidenza!” disse sorridendo caloroso a me e a Biondastro Malfoy. Sistemò un paio di carte fuori posto sul suo tavolo e iniziò a parlare: “Voi due avete avuto i G.U.F.O più alti in Erbologia di tutto il vostro corso, no?” Sì, certo, lo sapevo… “Volevo che mi aiutaste in un progetto che intendo fare quest’anno: ricreare alcuni ambienti naturali magici. Aiuterete gli altri ragazzi con le piante, lavorerete per ricreare l’ambiente… Sarà faticoso ma acquisterete dei crediti nella mia materia.” Ci guardò speranzoso. Oh cavolo, gli avrei anche risposto di no, ma non ci riuscii e mi uscì automatico un “Certo professore”. Malfoy mi guardò stupito. “E tu, Scorpius?” chiese Neville al biondino. “Certo, anche io parteciperò…” disse guardandomi. Ecco fatto! Non volevo più vedere Malfoy? Ecco che ci lavoro insieme tutto l’anno. Fantastico! “Ah, Rose!” fece Neville. “Tieni l’ orario… e buonanotte.” Buonanotte, professore!
 
Mi trascinai fuori dell’ ufficio insieme a Malfoy. Lo guardai in faccia, probabilmente era del mio stesso parere riguardo a quel lavoro. “Lo faccio per i crediti in Erbologia…” mi ripetevo mentalmente cercando di sorvolare quel piccolo problema biondo. Non avrei potuto desiderare di meglio! Lo distanziai in fretta ed entrai nel dormitorio di Grifondoro a grandi passi. “Ei, Rosie!” mi fermò James “Cosa c’è?” “Malfoy!” “Che ti ha fatto?” “Cosa mi ha fatto Neville!” dissi ancora. “Neville??” James sgranò gli occhi. Neville in genere sorvolava su James e i suoi ‘dispetti’, perché avrebbe dovuto fare qualcosa a me? “Mi fa lavorare con quello là” dissi scontrosa. James mi diede un paio di piccole pacche sulla schiena. “Ma dai, si tratta solo di quanto? Tre, quattro ore a settimana?” Mugugnai qualcosa. “Puoi ignorarlo quanto ti pare” fece James sorridendomi. “E se osa anche solo parlarti male gliene dico quattro io…” Declinai ridendo l’offerta, per la sua salute, quella di Al e la mia. “Ok, ok” disse. Mi sorrise e se ne andò su. Perché proprio lui doveva capitarmi?
 
“Sveglia!” Era la voce di Caroline, una delle mie compagne di dormitorio. “Mmmmmmmm” feci io spingendomi il cuscino sopra la testa. “Oggi scuola” fece andando in bagno. Mi trascinai fuori dal letto e mi vestii come in trance. “Ei Rose, sembri un fantasma” fece Natalie. Mi andai a guardare allo specchio: miseriaccia, avevo due occhiaie da far paura. “Hai due occhiaie che fanno paura” fece Natalie dando voce ai miei pensieri. “Già già, ho un aspetto orribile” biascicai intontita. “Tieni questo, magari può attenuarle” fece Patricia Finnigan porgendomi un correttore troppo scuro per la mia pelle (Patricia aveva sempre un’ abbronzatura perfetta). Sorrisi malamente dicendole che non avevano ancora creato un correttore per la pelle dei fantasmi e andai in bagno.

Non avevo dormito troppo bene, quella notte… Avevo sognato che tenevo in mano l’orario, e man mano tutte le ore si tramutavano in quelle di Erbologia, poi Malfoy usciva fuori dall’ orario con un barattolo di tintura bionda per tingere me, io mi rifiutavo e lui si trasformava in una Mandragola alta un metro e ottanta… Mi ero svegliata di soprassalto per poi riaddormentarmi e cadere in un altro incubo dove la Mandragola Malfoy mi portava ad un congresso di Mandragole dove loro dovevano decidere se mangiarmi o no, poi sono caduta in un baratro per scoprire che ero in groppa ad un Dorsorugoso di Norvegia che cercava di incenerirmi… Insomma, non proprio una notte all’ insegna dei ‘sogni d’oro’. E poi a sognare Malfoy-Mandragola, che per giunta aveva i capelli, o anche già sognare Malfoy era preoccupante. Scoppiai a ridere come una cretina davanti al mio malridotto riflesso nello specchio, mi lavai e uscii dalla stanza.

“Buongiorno Rose! Dormito bene?” Al si era seduto accanto a me al tavolo dei Grifondoro ignorando, una volta tanto, il suo Malfoiuccio per sua cugina Rosie (il bello di Al è che –tac!- funziona come un orologio). “No, Al” gracchiai versando del caffè nella mia tazza “ho sognato che il tuo migliore amico si tramutava in una Mandragola gigante che voleva mangiarmi.” Al scoppiò a ridere come un deficiente. “Davvero?” fece interessato. “Sì, ho dormito di un male…” dissi facendo per bere il caffè, quando un gufo mi si posò davanti. Era un gufo dal piumaggio castano screziato di bianco con gli occhi di ambra: il gufo di papà! Aprii la lettera che era attaccata alla sua zampina.
 
Cara Rose,
Come va? Spero che abbiate trovato Al in tempo – Aaah, ma allora se ne erano accorti! – e che il viaggio in treno non sia stato troppo tremendo. Come sta Neville? Salutalo da parte mia e di papà. Alleghiamo al gufo un regalino per te (lo abbiamo trovato solo ieri sera) per i tuoi ottimi G.U.F.O. Come sta Hugie? Ci ha detto esplicitamente che non voleva che gli scrivessimo il primo giorno. Spero che tu abbia dormito bene – eccone altri due… - e che il regalo ti piaccia. Ti vogliamo tanto bene,
mamma e papà
 
Mi accorsi che effettivamente il gufo sembrava stremato per via del pacco voluminoso che portava. “Cos’è quello?” fece Al curioso. “Regalo per i miei ottimi G.U.F.O” dissi calcando sulla parola ‘ottimi’. Lily si sporse un po’ per vederlo “Cosa sarà mai?” fece attirando l’attenzione di tutti i parenti Grifondoro (Al escluso perché è Serpe…). Uffa, ma la privacy? Scartai il regalo: era un libro di Erbologia sugli ambienti magici (non sapevo cosa pensarne), dei buoni per il totale di quindici galeoni per Mielandia (Wow, che bello!) e un libro Babbano che non avevo avuto tempo di comprarmi (per la cronaca, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen). Presi la penna dalla borsa e un foglio di pergamena. Il gufo aveva messo il becco nel mio caffè, ma decisi di soprassedere.
 
Cari mamma e papà,
Grazie mille dei regali, soprattutto per il libro di Erbologia! A proposito di Neville, quest’anno facciamo un progetto sugli ambienti magici. Che coincidenza, no? Eehehe, che coincidenza.
Grazie anche per il libro! Hugie sta bene, è più vivace del solito… Stanno tutti bene – stavo per scrivere me compresa ma decisi che non ne valeva la pena. Ho dormito bene – sognare Malfoy-Mandragola vuol dire dormire bene? - e dì a papà di stare tranquillo, che tanto con Malfoy non ci parlo (papà aveva questo chiodo fisso e io lo prendevo un po’ in giro anche condividevo) Vi voglio bene,
Rose
 
Non avevo voglia di farli preoccupare e di far incupire papà col fatto che avrei fatto un progetto di Erbologia con Malfoy. “Libri?Io mi sarei fatto regalare qualcosa per il Quidditch!” fece Al accanto a me storcendo il naso. “Sì, e non rompere con quel maledetto gioco su scope!” dissi senza aggiungere altro attaccando la lettera alla zampina del gufo, evidentemente sollevato dal fatto che non avrebbe dovuto portare pacchi pesanti. Avevo il presentimento che Erbologia non mi sarebbe piaciuta più così tanto.
 
 Autrice sadica con le seccature post-lettura:
Spero che questo capitoletto vi sia piaciuto! ^^ Curiosità: questo coso è pronto dagli inizi di agosto O.o Ehhhhhh già, con la mia DOLCE amica in vacanza non potevo pubblicare, uffi :33 Ora ricominceremo a pubblicare a intervalli (spero) regolari i capitoli di questa storia ^^ Tanto per fare un po' di spam, che non fa mai male, durante l'assenza della old dear Carols ho pubblicato delle one-shot :33 Se vi va di leggerle, io vi ho avvisato >w< E... spero che il font vada bene <3 Una cosetta... La lunghezza dei capitoli: troppo lunga o va bene?? Ditemi, per favore, così ci regoliamo è se è accorciamo o cosa... Ultima cosa, giuro: recensioni. Vedere il numero delle recensioni che sale da '0' a '1', anche solo questo, scalda il cuore e illumina la giornata... Le recensioni motivano gli autori a continuare la storia. Sia chiaro, io mi sto diventendo come una pazza a scrivere questa storiella ^^ ma qualche recensione non mi dispiacerebbe, anzi... :33 E poi la vostra opinione conta! Potete anche dire che faccio schifo, mi volete tirare i pomodori (merlino, non in scatola please), basta solo che mi diciate com'è questa storia ;D! 
*riprende fiato*
E dopo questo sclero sulle recensioni... se siete arrivati qui... RECENSITE O VI CRUCIO! (no, scherzo, non sono così violenta :33) Baaaaaaaaaaaaaaaaaaaacioni a tutte :DDDD
Ells e Carols (io sono Ells :D)
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** 9. Embarassing. ***


 

Note pre-lettura (o seccature, come piace chiamarle alla mia Ells :3):
Mi dispiaccio enormemente del ritardo colossale, scusate :3
(sono una ragazzaccia poco diligente)
Enjoy!


La mattina dopo l'arrivo a Hogwarts, mi alzai ancora mediamente arrabbiato con Albus.

Da quando lo conoscevo che combinava cazzate, ma questa volta mi aveva un po' scocciato, anche perchè dopo l'avvenimento era tornato nel nostro dormitorio con un'espressione indecifrabile, un misto tra un ghigno e il preoccupato.

Uscii dal dormitorio prima che lui si svegliasse e andai diretto alla Sala Grande.

Mi sedetti al tavolo della colazione, con l'espressione imbronciata che, quand'ero piccolo, faceva tanto ridere mio padre.

-Buongiorno, Scorp!- trillò Albus con la sua vocetta.

Per tutta risposta, mi limitai a lanciargli un'occhiata minacciosa. E lui scoppiò a ridere.

-Non sei bravo a fare la faccia da cattivo- sostenne: subito dopo si avvicinò a me e, sottovoce, mi chiese:

-Senti ma.. Ieri, quando.. hem- si schiarì la voce, imbarazzato – quando sono rientrato nello scompartimento del treno, tu e Rose indossavate le divise..- mi lanciò un occhiata obliqua.

Sbuffai sonoramente

-Però, che perspicacia.-

Mi guardò storto.

-Al, è colpa tua che ci hai chiusi dentro. Mica potevamo rimanere coi vestiti normali.-

-Ma.. non è che avete combinato qualcosa?-

Lo colpì alla nuca con la mano.

-Al, quanto sei stupido!- sibilai.- certo che..-

-che?-

-..tua cugina ha un davanzale..- diventai paonazzo.

Albus sbiancò.

-co-come fai a saperlo?-

-Per colpa tua che ci hai chiusi dentro- la mia voce tornò ad essere un sibilo -mentre si stava cambiando, credendo che aveva finito mi sono girato e.. ehm, le ho viste.-

Ghignò. - e pensa che io le vedo per tutte le vacanze. Posso perfino.. toccarle.- sorrise angelicamente.

-cosa?- sussurrai incredulo.

Ghignò di nuovo, ma non lo vidi. L'arrivo di due gufi aveva deviato il mio corso dei pensieri.
Uno era il gufo di mio padre, l'altro una piccola civetta dall'aria altezzosa.

Prima aprii la lettera di mio padre. Era molto corta, e diceva:


Ciao Scorp.
Mi manchi tanto. La casa è triste senza di te.

Come stai? Spero che l'arrivo sia andato per il meglio.

Ti prego, Scorpius, mangia un po' più che a casa, sono preoccupato.

Ti voglio bene.

Papà.

 

Trattenendo il fiato, presi un foglio di pergamena dalla mia borsa. Dalla sua lettera, riuscivo benissimo a capire che era distrutto. Lo ero anche io, adesso.

Presi la mia penna d'oca e, con mano tremante, scrissi a mia volta poche parole in risposta:

 

Ciao pa'
Qui le cose vanno benone, come al solito.
Non essere giù, ti voglio bene.

 

Dopodichè, guardai incuriosito la piccola civetta. Avvicinai cautamente la mano e lei porse una zampa, scrutandomi dall'alto in basso. Srotolai la pergamena e vi trovai solo 5 parole.

 

Buon anno scolastico.
Astoria Greengrass.

 

Una furia improvvisa si impadronì di me. Niente, non si era preoccupata di come stavo, non aveva chiesto niente riguardo la mia salute o il mio umore, come avrebbe fatto una madre qualsiasi. Solo quel misero “buon anno scolastico” e la sua firma. Non aveva neanche scritto “mamma” o “tua madre”. Niente. Strappai la lettera e mandai via la civetta con un gesto secco. Albus mi fisso preoccupato.
-Scorp, cos'è successo?-

-Niente, Albus. Lascia perdere.-
Guardai il professor Paciock, che stava passando per distribuire gli orari. Mi passò davanti, lasciando il foglietto davanti a me e sorridendo leggermente.

Un'ora di trasfigurazione con i corvonero e due di difesa contro le arti oscure. Nel pomeriggio una di pozioni con i grifondoro e due di erbologia sempre con i grifondoro.

Erbologia.
Erbologia.

Aiuto!

Ma perchè non ero andato dritto al mio dormitorio, la sera prima?
Perchè diavolo gli era saltato in mente di andare dal professor Paciock?
Ora, mi toccava fare lezioni extra con Rose Weasley. Rose Weasley, -che tra l'altro avevo visto in reggiseno solo poche ore prima- ricordai imbarazzato. Ma dovevano capitare tutte a me?

Con il sottofondo di Albus che -come ogni anno- borbottava con grande disappunto a proposito dell'orario, mi diressi verso l'aula di trasfigurazione. La mattinata passò veloce. Troppo veloce, per i miei gusti. Il professore di difesa aveva iniziato a parlarci delle Maledizioni Senza Perdono, e già avevamo 50 centimetri di tema su di queste.

Sospirando, mi avviai verso pozioni, nei sotterranei. Il professore di Pozioni, Horace Lumacorno, era lo stesso che aveva mio padre negli ultimi due anni. Lumacorno in sé, con la sua aria da tricheco comodo e baffuto, non mi piaceva molto, ma la materia abbastanza.

Il professore, come era solito fare ogni anno, mostro agli alunni del 6° anno alcune pozioni che dovrebbero essere stati in grado di preparare entro i M.A.G.O., e mise in palio, a chi sarebbe riuscito a fare il Distillato della Morte Vivente migliore, una boccetta di Felix Felicis, la fortuna liquida. Alla fine dell'ora la pozione migliore risultò essere – novità delle novità – quella di Rose Weasley. Uscii dall'aula insieme ad Albus, imbronciato. Rose Weasley si unì a noi, sorridendo euforica, e ci dirigemmo verso la serra numero 7 per la lezione.

Il professor Paciock ci accolse col suo solito sorriso confortante, anche se per me non era mai stato meno confortante di così.

Tenne un discorso su tutte le piante che avremmo studiato quell'anno, approfondendo ogni tanto qualche argomento. Alla fine della lezione, prese da parte me e Rose Weasley, dicendoci che la prima riunione per la nostra ricerca sarebbe stato il giovedì pomeriggio, alle 5, in una vecchia aula in disuso al quarto piano. Rose si girò verso di me, abbozzando un sorriso. Mi limitai a guardarla negli occhi, preoccupato.
Aspettai Albus e uscimmo dalla serra per dirigerci nella nostra sala comune.

A cena, mentre stavo ancora rimuginando su cos'avrei detto e fatto quel giovedì alle cinque, notai che Albus scrutava truce qualcuno al tavolo dei Grifondoro. Seguendo il suo sguardo, notai sua sorella Lily che – mettiamola così – si stava dando molto da fare con un ragazzo del nostro anno.
Con i borbottii irritati di Albus (“glie la faccio vedere io, a quel buzzurro di McLaggen.”) tornai ai miei pensieri.

 

-

 

Il tanto temuto giovedì era arrivato.
Stavo facendo i compiti di antiche rune, seduto ad un tavolinetto nella nostra sala comune, insieme ad Albus che scriveva il tema per trasfigurazione. Guardai l'orologio. Le cinque meno dieci.
Sospirando, mi congedai da Albus con un sorriso. Salìì in sala grande, per vedere se Rose Weasley si trovasse là. Non la vidi, ma in compenso trovai quell'appiccicosa di Heather Hudson, la serpeverde del quarto anno alla quale piacevo da due anni ormai.

Non avendo trovato la mia compagna di studi, proseguii fino al quarto piano.

Bussai alla porta della classe che il professor Paciock aveva scelto, e udii un lieve “avanti”estasiato come risposta. Perplesso, entrai nell'aula, e capii come mai Rose aveva quel tono ammirato. La classe era stata trasformata in una specie di giardino al chiuso, con ampi roseti colorati, piante strane dai boccioli che saltavano sul posto, rampicanti rigogliose e, infine, le nostre mandragole su un tavolo in fondo.
-Ciao-
-Ciao, Scorpius-
Le sorrisi lievemente. - Ci mettiamo al lavoro?-

-Si, ma io prendo i paraorecchie bianchi.-
Guardai vicino ai vasetti di mandragole, per vedere ciò che stava dicendo. C'era un paio di paraorecchie bianchi, molto semplici, ed un altro color fucsia con brillantini ovunque.
- Non ci pensare neanche! Quelli fucsia li prendi te!-
Rose fece un versetto ironico, e si posiziono i paraorecchie bianchi sulla testa.
Sconfitto, mi avvicinai al tavolo, guardandola truce.
I primi venti minuti lavorammo in silenzio, strappando le mandragole dal loro vaso e mettendole in un altro, aggiungendo terriccio, sporcandoci le mani e interrompendo il nostro silenzio solo per qualche “passami altro terriccio” o cose del genere. Entrambi avevamo già cominciato a prendere appunti.
-Emh.. Rose?-
-Dimmi- mi rispose pratica, travasando un'altra mandragola.
-Scusa per ieri-

-figurati-

-Però..-

-cosa?- si voltò a guardarmi

-.. Cavolo..- tentai di farle capire ciò che volevo dire alzando le sopracciglia e ammiccando due tre volte, ma con l'unico risultato di farmi entrare un po' di terra in un occhio.
- Cavolo cosa? Malfoy, parla, o ti ritrovi appeso per una caviglia a testa in giù.-

Strabuzzai gli occhi, e mi appuntai mentalmente di far notare ad Albus che sua cugina era un tantino troppo aggressiva.
-Beh, Weasley,- iniziai impacciato -devi sapere che il tuo “davanzale” - mimai le virgolette con le dita – è abbastanza celebre tra noi Serpeverde..- vidi che strabuzzava gli occhi- e non solo del nostro anno. Però pensavo fosse tutto merito di quei diavolo di reggiseni super-imbottiti che portate voi ragazze, dato una mia precedente.. esperienza- detto questo arrossii completamente.

In cambio ricevetti uno scappellotto sulla nuca.
-Scorpius Malfoy! E scommetto che adesso tu vai in giro tutto tronfio nella vostra sala comune a vantarti di aver visto il mio “davanzale”- Anche lei fece lo stesso gesto con le mani.
-No! Cioè, no!- iniziai a gesticolare. - Però tuo cugino pensa che tra noi.. emh.. sia successo qualcosa ieri sera.-

Continuò a travasare mandragole con una nuova ferocia. - Mio cugino è cretino, dovresti saperlo anche tu ormai-

-Lui dice che quando state a casa vostra in estate tu glie le lasci toccare-

occhei, il discorso aveva preso una piega piuttosto imbarazzante

Rose si girò allibita verso di me – Cosa dice mio cugino?-
-No, niente Rose, lascia perdere..-

sbuffò sonoramente. - Comunque, qual'è quest'esperienza di cui parlavi prima?-

-Emh- tossicchiai. - l'anno scorso, ero fidanzato con una ragazza del nostro anno, Charlotte, non so se sai chi..-
Annuì, spronandomi ad andare avanti.

-Beh..- nascosi il viso tra le mani – Lo scorso anno, un giorno, Charlotte si è rinchiusa nel nostro dormitorio, non facendo entrare nessuno al di fuori di me. Appena entrato, ha cominciato a togliersi la maglietta e dopo di quella anche il reggiseno.. - mi coprì ancora di più il viso, udendo un risolino da parte di Rose – e io rimasi un po' deluso perchè quando indossa la maglietta, Charlotte sembra avere un bel seno, una terza diciamo, invece dopo quell'episodio ho capito che era tutto merito del reggiseno super-imbottito, ed ho iniziato ad odiare quelle diavolerie.-
Mi voltai rapido dall'altra parte, per travasare le ultime mandragole.
Rose sorrise, ma non ci fu il tempo per altro, perchè il professor Paciock entrò nell'aula.

-Ottimo lavoro, ragazzi! Ricordatevi che dovete scrivere le vostre riflessioni e riorganizzare gli appunti. Il prossimo appuntamento è giovedì prossimo, sempre alla stessa ora. Potete andare. -
Sorrise cordiale e ci tenne la porta per farci passare.
Appena svoltato l'angolo, tirai un sospiro di sollievo. L'ora che temevo era finita, ma alla fine non era stata così tanto male.

 



Note post-lettura.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se vi ha fatto attendere molto.
Dal prossimo torneranno regolarmente, perchè Ells è diligente e taaanto brava :3
Carols♥

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Capitolo 11
*** 10. Scoperte più che spiacevoli ***


 

10. Scoperte più che spiacevoli.

 

Uscii dalla stanza confusa. Era stata una giornata decisamente stramba, non c’è che dire.

Prima di tutto, ero riuscita a passare un’ ora con Scorpius Malfoy senza farmi venire crisi isteriche, lo avevo visto con un paio di paraorecchi fucsia con le paillette, avevo scoperto che aveva avuto una brutta esperienza con davanzali e co., e qualcosa su Albus che non avevo ben capito ma che ero intenzionata a scoprire. Sorrisi, e iniziai a giocherellare con la catenella della mia Felix Felicis. Per cosa avrei potuto usarla? Insomma, avevo vinto la Pozione della Fortuna e non sapevo cosa diavolo farci! Iniziai a rigirarmela tra le dita e a canticchiare sottovoce l’inno di Hogwarts. Sentii qualcuno affiancarsi a me. “Ehi Malfoy, non pensare che per un’ora che abbiamo passato insieme tu ti senta in dovere di farmi compagnia!” Sentii un piccolo sbuffo e un ghignetto.

Oooook, avevo appena scambiato mio cugino Al per il suo appiccicoso amichetto.

Che fai, Scorp ti ha stordito con la sua abbagliante bellezza?” Fece un altro ghignetto e mi passò un braccio attorno alle spalle. “Oh, semmai ha stordito te, mio caro” risposi con nonchalance ghignando a mia volta. Al ridacchiò e mi guardò. “Bella roscia, allora racconta!” Mi girai e lo guardai perplessa. “Cosa dovrei raccontarti, a parte...” Oh. Maledetta serpaccia che non è altro. “Albus, non sei divertente.” Dissi stringendogli la mano. “Ah no?” ridacchiò lui, e con un movimento mi ritrovai in braccio ad Albus.

Dio, mi faceva sentire così tanto nana.

Mettimi giù, deficiente!” iniziai a ridere come a una cretina e a scalciare rischiando di colpire Al. Lui avanzava e io continuavo, come una deficiente, a scalciare a pieno ritmo.

Ora capisco…”una voce divertita e leggermente strascicata dal tono conosciuto parlò. Una voce familiare.

Malfoy.

Merda, era sempre capace di farmi venire il nervoso!

Capisci cosa, Malfoy?” gli chiesi cercando di dargli un calcio con le mie gambette. “Sarebbe un bel traguardo per il tuo cervellino” gli feci sorniona. Lui ridacchiò e poi iniziò a guardarmi insistentemente. “Cosa hai da guardare, Malfoy?” Lui fece spallucce. “Assolutamente nulla!” E in braccio ad Al, con Malfoy al nostro fianco, ci dirigemmo giù per le scale.

 

Dopo essersi fatto una rampa di scale con me (uguale sacco di patate) in spalla Al mi mollò e ripresi a camminare. Ovviamente lui non mi si cagava neanche di striscio, parlava col suo amichetto di qualcosa che non stavo a sentire, e pensavo al fatto che avrei potuto anticiparmi i compiti di Storia della Magia quando Al se ne esce con: “Ma se andassimo ad Hogsmeade?” Ovviamente io continuai a starmene sulle mie, e stavo per imboccare la strada per la Torre di Grifondoro quando Al mi gridò dietro: “Rose! Che fai, non vieni?” Ah, quindi l’invito era esteso anche a me? Non pensavo che in presenza dell’ amico Malfoy Al pensasse anche alla sua povera cugina. “Ma… ho da studiare, Al!” Per tutta risposta, Al mi corse incontro e tirandomi per un braccio mi trascinò via.

 

Allora una puntatina ai Tiri Vispi la facciamo, eh Rosie?”

Assolutamente no! Sono un prefetto! E’ mio compito…”

Bla, bla, bla!” fece Albus facendomi il verso e ghignando. “Sei una vera perfettina, sai?” Gli sorrisi e gli diedi una gomitata facendo ridere Malfoy, che si mise a parlare con Al sottovoce peggio di una chioccia. Bah, ok, Albus era in modalità “Ignoro mia cugina Rose per parlare con quel deficiente del mio amico”, perciò non c’era possibilità di parlargli. Uffa! Vidi di sfuggita una lunga chioma rossa attaccata a un corpicino magro e proporzionato, che a sua volta era appiccicato a un corpo muscoloso… Oh, ehi, aspetta un attimo. Quel rosso così era di puro marchio Weasley, e quella non poteva essere che… Lily? Con chi? Scossi Al, e dopo una decina di secondi buoni rispose: “Oh, Rosie! Cosa c’è?” Notando che quella che credevo fosse Lily si avviava in un’altra direzione, feci ad Albus con una scusa: “Ehm, Al, andiamo di là!” Malfoy replicò: “Ma di qua è…” Gli andai vicino e gli mollai un pestone, e lo trascinai dove volevo andare. Pff, non sarebbe stato certamente un Malfoy a fermarmi!

 

Il signor Scorpius Finezza Malfoy mi si parò accanto sibilando nel mio orecchio queste dolci parole: “Weasley, dove cazzo corri?” Mi fermai un attimo, e notai che era piuttosto scarmigliato. Che pappamolle. “Fatti i cazzi tuoi, mio caro Malfoy” canticchiai canzonandolo. Sbuffò e sibilò: “Guarda che lo sanno tutti che tua cugina se la fa con MacLaggen” poi mi guardò con aria di sfida. Penso che in quel momento la mia mascella sfiorasse il terreno dallo stupore. “Che cosa?” gridai praticamente sussurrando. Le parole che erano uscite dalla bocca di Malfoy mi avevano semplicemente sconvolta. “Tua. Cugina. Se. La. Fa. Con. Mc Laggen. Devo sillabare, Weasley?” “Ho capito, Malfoy” dissi senza riuscire a essere abbastanza sprezzante. Per le mutande di Merlino, tutte a me dovevano capitare? Una bella lavata di capo a Lily non glie la levava proprio nessuno. Inspirai profondamente. “Malfoy. Ora sono costretta a chiederti un favore” Malfoy alzò un sopracciglio e gli si dipinse un ghignetto sul viso. “Weasley si abbassa a chiedere i favori a Malfoy. Questa me la segno.” Mio malgrado ridacchiai, e lui disse: “E se non volessi farti questo favore?” Misi su lo sguardo più truce che riuscii a fare: “Ti infilo il cactus messicano con cui dobbiamo lavorare la prossima volta su per il tuo culetto pallido, capito?” Malfoy spalancò gli occhi leggermente inorridito. “Bene. Porta Al da qualche parte, ai Tiri Vispi, a Mielandia, a fanculo, dove ti pare, basta che me lo levi di torno. Digli che vado da Scrivenshaft a comprare una nuova penna, e imbambolalo come tuo solito.” Malfoy alzò un sopracciglio: “Imbambolo?” Sbuffai. “Sì, Malfoy. E’ come se riuscisse a sentirti a cento metri di distanza, ok?”

Non sapevo di fargli questo effetto…”

Oh, ma allora sei proprio cieco! Non risposi niente, mi limitai a dire: “Ora vado. Distrailo.” Detto questo, corsi dietro alla figura con i capelli rossi che stava per svoltare vicino alla Stamberga Strillante.

 

Da dietro l’albero a cui ero nascosta potevo sentire delle risatine piuttosto inquietanti.

A quanto pare si stavano pomiciando piuttosto violentemente, o perlomeno speravo che stessero pomiciando.

Sai com’è, in una famiglia come la mia in cui si ha quasi orrore dei contraccettivi.

Detti un piccolo sguardo: sì, stavano pomiciando. Dopo cinque minuti di centrifuga orale, vidi McLaggen andarsene.

Perfetto.

Uscii da dietro l’albero e mi andai a sedere vicino a Lily. “Lily” dissi. “Rose!” sorrise allegra abbracciandomi. “Che coincidenza! Per una volta ti diverti un po’ qua ad Hogsmead…” Rimasi impassibile. Dopo qualche attimo il sorriso scomparve dalla faccia di Lily, che mi chiese timida: “Rosie…?” Inspirai e mi limitai a dire “McLaggen” per vederla spalancare gli occhi. “Lo sai?”

Vi ho visti, Lily.” Dissi impassibile.

Chi te lo ha detto?” fece Lily spalancando gli occhi azzurri sempre di più.

Ok, Malfoy era un rompiscatole, ma era mio complice e io avevo un certo senso della lealtà.

Perché me lo dovrebbe aver detto qualcuno, Lils?” dissi diventando sempre più seria.

Ah, non lo so…” Lily si fermò un attimo. “Sei…arrabbiata con me?” disse timida.

Lily, che fai se lo vengono a sapere i tuoi fratelli? E Dominique?” dissi calcando il tono sul nome di Dom. Lei era una vera furia: quando puntava un ragazzo era capace di tutto. Al suo quarto anno aveva mandato una ragazza in infermeria con i denti lunghi fino a terra, e Madama Chips ci aveva messo una settimana a farglieli tornare normali.

Il parentado non era un motivo sufficiente per fermarla.

Ma Al e Jamie non lo verranno mai a sapere!” disse lei ridendo. “Ti pare?”

Comunque non dovevi. E poi McLaggen! Come ti salta in testa!”

E dai Rosie! Non essere troppo bacchettona!”

Sbuffai. “Non sono bacchettona, sei tu che sei imprudente! Ora tu torna al castello! E non farti trovare con McLaggen!”

La salutai e mi avviai di corsa verso i Tiri Vispi.

 

Ehi guarda qua! Un Frisbee Zannuto deluxe! Lo sai che gli si allungano i denti a comando?” Come al solito Al stava trafficando attorno agli scherzi proibiti nella scuola, e sospirando andai lì e glielo levai di mano. “Al, lo sai che è proibito” dissi pratica. “Al, lo sai che è proibito!” disse facendomi il verso “E dai, Rose. Cosa sarà in fondo? E’ solo un Frisbee…” Ghignai e lo rimisi a posto. “Malfoy?” chiesi guardandomi attorno. “Sta guardando quei libri là, perché?” Non gli risposi e mi fiondai da Malfoy. “Weasley!” disse lui chiudendo di botto un libro dalla copertina color viola. Si girò verso di me e mi venne incontro muovendo lentamente la testa a smuovere i suoi capelli color platino stile Sono-Figo-Come-Un-Modello. “Smetti di fare l’idiota, Malfoy.” Si fermò di botto davanti a me, e fui costretta ad alzare la testa per parlare con lui.

Odio le persone che mi fanno sentire così bassa.

Insomma che vuoi, Weasley?” mi chiese mentre dondolavo una gamba. “Avevi dannatamente ragione. Diamine, quello là le stava facendo una lavanda gastrica un altro po’!” dissi scandalizzata. Malfoy ridacchiò. “Per favore. Non lasciarti sfuggire nulla con Al, o lui la Crucia come minimo.” “E se non volessi?”

Cactus, Malfoy.”

 

Bhe, allora ci vediamo giovedì prossimo, ciao Malfoy…”

Ciao Weasley!”

Avevo fatto un pezzo di strada fino alla Sala Grande da sola con Malfoy senza scannarlo, anzi, non si era rivelato malaccio. Al, appena eravamo entrati dentro Hogwarts, era sgattaiolato via da qualche parte lasciandomi sola con Malfoy. Non avevo idea di quello che stesse rigirando nella testa di mio cugino, so solo che sembrava arrabbiato.

Liquidai quel gesto con un’ alzata di spalle e feci a Malfoy: “Vabbè, io vado in Sala Grande…” “Aspetta, vengo con te! Non sono appestato, Weasley.” Lo guardai dal basso del mio metro e sessanta e prendemmo la scalinata.

Tornando al discorso di prima, mi avviai in Sala Grande al tavolo di Grifondoro, dove stranamente riluceva una sola testolina rossa. “Ciao Hugie! Ma… gli altri?” dissi guardandomi intorno e indicando la panca mezza vuota. “Non lo so, ho visto Al che camminava come se gli avessero appiccato del fuoco al culo…” fece mio fratello con la bocca piena. Non ci badai, spesso James, Lily e Al saltavano la cena giocando a Quidditch… Ma Dominique? Nessuna chioma bionda risaltava nel tavolo dei Grifoni. Bah, pensai, magari è su a farsi una di quelle sue maschere facciali del cavolo, tanto poi verranno tutti, giusto?

 

Eravamo ormai al pudding alla zucca, e il parentado non dava mostra di sé. Mi voltai per vedere il tavolo di Serpeverde all’altro capo della sala, ma accanto alla testolina platinata di Malfoy non vedevo nessuna testolina nera. La parte ansio-grangeriana del mio carattere iniziò a farsi sentire: magari si erano rinchiusi da qualche parte, o si erano fatti beccare da Zabini... Non lo so, ero inquieta: “Hugo, saliamo?” Senza aspettare la sua risposta me lo portai dietro e andammo su.

Cioccolatini al rum” dissi sbrigativa alla Signora Grassa che stava per sentirsi male. “Calma, cosa è tutta questa fretta…” disse agonizzante. Lei e Viola, come al solito, avevano esagerato con le cibarie! Lentamente il quadro si spostò e io e Hugo entrammo in fretta nella Sala di Grifondoro. Attorno a una delle poltroncine c’era un capannello di teste rosse e more, e un brusio preoccupante. Mi avvicinai lentamente.

Seduta sulla poltroncina c’era una Lily in lacrime, contornata da un James nero come la pece, una Dominique alle prese con una crisi isterica e il trucco sciolto e un Albus dello stesso umore del fratello.

Uh oh.

Fortuna che dietro la poltroncina c’era un Louis piuttosto frastornato. “Cosa è successo?” gli bisbigliai all’ orecchio. “Guarda, Albus e James hanno lanciato una fattura a McLaggen perché l’hanno visto baciarsi con Lily, ora è in infermeria, e Dom è sull’orlo di una crisi di nervi!”

Non dirò te l’avevo detto, adesso…

 

 

Seccature post lettura :3

Buonasera, qui è Carolina che vi parla!
Il capitolo avrebbe dovuto postarlo Elena, ma morivo dalla voglia di metterlo, anche perchè è da più di un mese che non aggiornavo. Vi stupireste se vi dicessi che questo capitolo non l'ho scritto io (la scapestrata, che scrive lentamente) ma Elena, colei che SCRIVEVA due-tre capitoli a botta? Probabilmente no, ma è così. La nostra Elenuccia è diventata irresponsabile :3 (ti voglio bene ♥)
E.. che dire? Spero il capitolo vi sia piaciuto, ora abbiamo deciso di darci la scadenza di massimo due settimane di distanza tra un capitolo e l'altro.
Un bacio, e grazie a tutti quelli che ci leggono e recensiscono.
Carols.

Ps: non è un errore il fatto dei Tiri Vispi a Hogsmeade, Fred e George avevano sempre sognato di aprire una succursale lì (:

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