Diary of an Half-Blood Prince;

di opheliatanis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** O7.O4.1967 ***
Capitolo 2: *** 14.O7.1967 ***



Capitolo 1
*** O7.O4.1967 ***


DIARY OF AN HALF-BLOOD PRINCE;


 

O7.O4.1967

 
Litigano ancora, ed io sono stufo di ascoltare le loro sciocchezze: nemmeno i libri mi distraggono ormai, le parole scritte nero su bianco si confondono irrimediabilmente con quelle dure che aleggiano per la casa. Tutto quello che posso fare è uscire.
Casa mia dista ben poco dal parchetto, ma io non ho mai avuto il coraggio di andarvi: arriverebbe qualcuno, ne sono certo, qualcuno che si prenderebbe gioco di me come fanno tutti: ecco perché mi nascondo tra le siepi e guardo le famiglie felici, i figli che giocano ridendo e i genitori che gli fanno raccomandazioni sincere ma divertite.
Non avrò mai una famiglia del genere, non se mamma e papà non la smettono di litigare per ogni cosa. Non finchè papà non smetterà di disprezzare ciò che io e mamma siamo, a differenza di lui. O di esserne invidioso.
Ieri ho visto due ragazzine che non avevo mai notato, e ne sono rimasto colpito: le guardavo giocare in silenzio, incuriosito ed affascinato.
Quella che sembrava essere la più grande tra le due aveva un viso orgoglioso, quasi sprezzante, il collo innaturalmente lungo e un profilo stranamente cavallino: nel giocare impartiva ordini alla sorellina, che sembrava accettare divertita le intemperie della maggiore. Lei, a differenza di sua sorella, aveva un viso dolce ed equilibrato, così luminoso e puro.. La carnagione lattea era evidenziata ancor più dalla chioma rosso fuoco che le incorniciava il volto, e due smeraldi splendenti le accendevano ancor più il volto.
Rimasi a guardarle giocare per tutto il pomeriggio, finchè una donna dall’aria bonaria e che somigliava molto alla ragazzina dai capelli rossi si affacciò al parchetto e disse dolcemente:
«Tunia, Lily, rientrate! E’ ora di cena! »
La maggiore si affrettò dalla madre, mentre la ragazzina dai capelli rossi continuò indisturbata a raccogliere margherite e a formare coroncine con le quali so ornava poi i capelli.
«Lily forza! Non hai sentito mamma? Sbrigati! »
La ragazzina, Lily, sorrise e corse dalla sorella, portando un’altra coroncina di margherite che le porse dolcemente: Tunia l’accettò e se la mise tra i capelli, poi insieme si avviarono verso casa: non volevo farlo, sapevo che era sbagliato, ma non potei impedirmi di seguirle.
A distanza di sicurezza ovviamente, silenzioso come un gatto, camminai per poco più di due minuti e giunsi ad una bella villa che scoprii essere esattamente nella via dietro a casa mia: una volta entrate in casa le bambine mi avvicinai furtivo al campanello e lessi il cognome: Evans.
Corsi a casa, e ignorando le urla che persistevano mi chiusi in camera e presi il libro di Pozioni di mamma: mi misi a leggerlo, ma davanti a me non vedevo altro che grandi e puri occhi verdi, capelli di fuoco..
Davanti a me non vedevo altro che Lily Evans.
E’ di nuovo pomeriggio, è tempo di andare al parchetto.. Chissà se ci sarà.
Chissà se coglierà ancora margherite. Chissà se sorriderà ancora..
No, di quello ne sono certo.
Lily Evans mi sembra esattamente il tipo di bimba che sorride sempre.

S.P.

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Capitolo 2
*** 14.O7.1967 ***


DIARY OF AN HALF-BLOOD PRINCE;



14.O7.1967
 


Anche oggi sono di ritorno dal parchetto e, successivamente, da casa Evans.

Ho preso l'abitudine di guardarla sempre, e più la guardo, più la guarderei.

Se fino a qualche giorno fa mi accontentavo di sprazzi di vita all'interno di quel piccolo parco trasandato con la sorella, ormai non ne ho più abbastanza.

Desidero conoscerla veramente, a fondo, desidero che Lily Evans sia a conoscenza della mia esistenza e mi apprezzi, perchè sono sicuro che una bambina con un sorriso del genere non sia in grado di odiare e disprezzare, e anche se lo fosse sento che io e lei potremmo essere veramente amici, lo sento in ogni gesto che le rubo, in ogni sguardo che mi accaparro, in ogni risata nella quale mi crogiolo.. Lo sento e ciò mi basta.

Ho scoperto che il resto della sua famiglia non è affatto sgradevole come sua sorella, quell'imperiosa bambina che ho capito sin dal primo istante, quel genere di bambina che vuole tutto per sè, attenzione, affetto.. Il resto della famiglia non è così.

La madre sorride come Lily, ed ha un colore di capelli molto simile al suo: spesso mi soffermo a guardarle parlare, e i gesti teneri che si scambiano mi tengono sospeso tra sogno e realtà.

Il padre ha i suoi occhi, ma non sono esattamente come i suoi.

I suoi occhi sono unici, non credo che nessuno mai possa possederne un doppione esatto.

Seduti a tavola parlano amorevolmente della giornata, ci sono solo sorrisi e parole teneramente sussurrate, non urla e pianti, non dolore e disprezzo.

La loro famiglia è una vera famiglia, non come la mia, è una famiglia che, se la guardi, capisci da dove viene il sorriso di Lily Evans.

Stasera sono rimasto fino a tardi, mamma e papà sono così presi dai loro litigi che nemmeno si accorgono che esisto.. Sono rientrato tardi perchè sono rimasto nascosto dietro ad una siepe di peonie a guardare in alto, verso il cielo, su, nel posto occupato da Lily, tra le stelle.

Era sul terrazzo della sua camera con sua madre che le pettinava i lunghi capelli color del fuoco, e sorrideva, e guardava il cielo con quei grandi occhi sognanti, e sorrideva di nuovo..

Ho desiderato essere sua madre, per poter toccare con mano quei capelli, sentirne il profumo ed essere certo che Lily Evans non sia soltanto un sogno, o un essere accessibile solamente alle persone più degne.

Persone migliori di me.

S.P.

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