Teresa del Sorriso

di La X di Miria
(/viewuser.php?uid=75924)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Teresa del sorriso cap 1 ***
Capitolo 2: *** Teresa del Sorriso cap 2 ***
Capitolo 3: *** Teresa del Sorriso cap 3 ***
Capitolo 4: *** Teresa del Sorriso cap 4 ***
Capitolo 5: *** Teresa del Sorriso cap 5 ***
Capitolo 6: *** Teresa del Sorriso cap 6 ***
Capitolo 7: *** Teresa del Sorriso cap 7 ***



Capitolo 1
*** Teresa del sorriso cap 1 ***


Teresa del Sorriso 23/06/11

cap 1.

 

Sono qui. Le sento.

Claire dorme. Non voglio svegliarla: è giusto che si goda questi ultimi minuti di pace.

Mi siedo e calmo il mio spirito. Fisso il vuoto. Tutto è ovattato, sento solo il mio cuore... tum, tum... e anche dei passi.

Lancio una rapida occhiata a Claymore, ma lei è lì, più fedele e leale di un cane. Il filo della lama riluce, colpito dai raggi del pomeriggio e pare grondare di sangue.

La porta si apre. Il mio cuore si ferma. Irene.

«Ciao. Non ci vedevamo da un pezzo, Irene. Ti trovo bene.»

I suoi occhi gelidi mi fissano, scavano nel mio animo e trafiggono il mio cuore, sondano la mia espressione. Io la guardo impassibile, ma dentro di me infuria un uragano di emozioni.

«Sono venuta per la tua testa... Teresa.»

Io sorrido. Un sorriso nervoso. «Già, ma riuscirai... a prenderla?»

La numero due sguaina la spada, il sibilo metallico mi ferisce i timpani ed è così che si apre la danza: la danza del Sangue e dell'Acciaio.

La sua mano si muove rapida, la Spada Veloce sbriciola e sminuzza le pareti in un vortice di lame, il suo sguardo mi sfida, ma io la vedo, percepisco il suo yoki e... le nostre lame si incrociano, provocando un suono sordo, cupo come il richiamo di una campana. Paro i suoi affondi mortali e le sue rapide stoccate, i muscoli si tendono, l'istinto mi guida e l'acciaio canta, vibra, stride! Sorrido.

«Sei migliorata ma... ancora non basta!»

È questo che amo, è per questo che sono nata, per questa danza diabolica. L'essenza della mia vita comincia e finisce in tutto ciò.

Ma qualcosa spezza questa magia. Con la coda dell'occhio vedo Claire alzarsi. Mormora il mio nome.

«Sta' ferma! Resta dove sei!»

Un unica distrazione e per poco non perdo la testa: il pavimento si apre sotto i miei piedi, la spada di Sophia mi corre in contro come un unghiata di uno Yoma, ma mi scanso appena in tempo. Non riesco nemmeno a trarre un sospiro completo che già avverto Noel alle mie spalle, Irene che scatta in avanti. Decisa, scarto di lato e afferro Claire per la vita: il suo volto è talmente pallido che sembra morta! Stringo Claymore, corro verso la finestra e mi getto con tutta la forza che la disperazione può dare.

La finestra esplode sotto il fendete brutale di Noel, pezzi di vetro e schegge di legno schizzano da ogni parte e io proteggo Claire con il mio corpo. Ora è lei la mia ragione di vita, combattere è diventato solo un mezzo per difenderla: so di essere diversa dalle altre guerriere, so di non essere più una macchina assassina: io combatto per qualcuno che amo, non più per i miei padroni. Adesso sono felice ed è questo che l'Organizzazione vuole portarmi via: la Felicità, la mia Claire.

Atterro sulla strada, il mio corpo striscia contro il terreno. Per un attimo incrocio lo sguardo irato di Noel. Maledetta non avrai la mia testa!

La rabbia mi pervade, la mia attenzione è concentrata su di loro e forse è per questo che non mi accorgo subito del rumore dei passi alle mie spalle. No, non è possibile! Ce n'è un'altra! Eppure non avevo avvertito altre presenze!

Mi giro e le mie paure trovano conferma: una quarta guerriera!

Una ragazza minuta, dal viso angelico e con lo sguardo assente. «Mi chiamo Priscilla e sono appena diventata una cacciatrice.» Io la fisso incredula. Sta dicendo il vero? Com'è possibile che una principiante faccia già parte di una spedizione punitiva? Eppure avverto qualcosa di strano in lei, qualcosa che non ho mai colto prima d'ora in nessun'altra.

«Mi scusi l'intrusione... sono venuta a prendere la sua testa.»

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Teresa del Sorriso cap 2 ***


 

Teresa del Sorriso 27/06/11

 

cap 2.

 

«Santo cielo. Eravamo d'accordo. Doveva attaccarla alle spalle mentre Teresa cercava di fuggire. E invece guardala... le si è parata di fronte. Crede davvero... di riuscire a battere Teresa sfidandola in duello?»

Non so da dove venga questa sconosciuta, né che tecnica usi, né come abbia potuto partecipare a una spedizione. Ma ciò non mi importa. È solo un altro ostacolo. Un altro ostacolo alla mia..., anzi, nostra felicità.

Accarezzo la testa di Claire. «Sta' lontana Claire. Tranquilla me la caverò.» Se tu ci andassi di mezzo non me lo perdonerei mai.

«Eh... Ma...»

«Sta' a sentire, quando ti dico una cosa mi devi credere.»

Annuisce. La guardo allontanarsi. Non temere, andrà tutto bene.

Ora posso concentrarmi sulla mia avversaria.

Capisco il motivo della sua presenza: l'Organizzazione vuole cogliermi impreparata con una nuova arma. Be', c'è riuscita, non mi resta che testare la sua effettiva potenza. Ha detto di chiamarsi Priscilla... bene, vediamo di cosa è capace.

Scatta verso di me con una furia ed un ardire tali da lasciarmi sbalordita, le nostre lame si incontrano e sfregano, i miei polsi si flettono, la pressione tra le spade è quasi insostenibile.

«Accidenti!»

Cerco di colpirla, ma lei è già alle mie spalle. Paro senza difficoltà e tento un affondo: lei lo schiva con l'agilità di un'anguilla. La sua lama si muove rapida, tenta di mordermi ad ogni assalto!

Un colpo di taglio, lo paro e vibro tutta.

Non ho mai provato una sensazione del genere, la consapevolezza che questa ragazza mi stia tenendo testa, che possa lanciarsi contro di me con tanto ardire mi lacera, mi opprime il petto. Che sia in grado di... battermi? No! Non posso ancora morire!!

È sopra di me, carica un fendente con tutta la forza delle sue braccia, reggo l'impatto, ma la violenza dell'urto è talmente devastante che il terreno comincia a sbriciolarsi.

Cerco di allontanarla con qualche colpo, ma lei non indietreggia di un passo, continua ad assillarmi con i sui affondi micidiali. Le spade si baciano, si incontrano e si dividono, tutto in un interminabile mantra, scandito dal canto dell'acciaio.

Ad un tratto, il suo volto mi giunge così vicino che resto paralizzata dallo stupore. I suoi occhi mi fissano impassibili, il tempo si ferma.

«Teresa!»

È incredibile: riesce a trattenere il suo yoki con un'abilità impressionante! Quasi non lo percepisco! Allora è quest'abilità che rende così speciale questa bamboccia. Be', davvero un'ottima carta da giocare, ma se l'Organizzazione crede che ciò sia sufficiente per sconfiggermi si sbaglia di grosso!

Di nuovo, un rapido scambio di colpi, le lame sono così veloci che non si distinguono ad occhio nudo, si agitano come serpi, pare abbiano vita propria. Sprizzano scintille, sfregano, sibilano.

Mi concentro, vedo ugualmente la sua spada. Mi proteggo dalle sue stoccate senza difficoltà: ora sono io ad impegnarla. Percepire lo yoki non è poi così indispensabile: alla fine, quella con più esperienza sono io.

«Che razza di spettacolo! Lo spostamento d'aria e i rumori delle spade potrebbero persino rompere i vetri delle finestre!»

«Andiamo ad aiutarla! Altrimenti sarà Priscilla a perdere la sua testa!»

 

 

Come mai? Improvvisamente i miei movimenti... no... è lei... che si muove più svelta... .

 

Ma perché? Io ho sempre battuto gli Yoma.

 

Ho combattuto sempre per la gente.

 

È lei che ha ucciso degli uomini.

 

Perché non riesco a batterla?

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Teresa del Sorriso cap 3 ***


 

Teresa del sorriso 29/06/11

cap. 3

 

 

Le sue capacità segrete mi fanno paura... quella è davvero un mostro.

 

Diventerà sempre più potente e tenace.

 

Forse questa volta riuscirò a cavarmela... ma la prossima...

 

 

Dietro di me, Claire mi guarda: le mani incrociate, gli occhi fissi. È così piccola in mezzo a tutta quella gente. Non può, non deve restare sola!

La spada di Priscilla si incrocia con la mia per l'ennesima volta: «Mi dispiace... ma non posso ancora morire.»

Ruoto su me stessa e la bamboccia si sbilancia. Offre il suo collo al filo della mia spada.

Tranquilla. Quando te ne accorgerai non sarai più qui.

La lama cala inesorabile, con tutta la potenza del mio slancio e... produce un suono metallico. Accanto a Priscilla, apparsa dal nulla, Irene frappone la sua spada tra me e la vita che mi stavo per prendere.

Cerca di ferirmi con un colpo di taglio, riesco a schivarlo, ma percepisco Noel lanciarsi verso di me.

«Teresa!»

«Sei mia!!»

Carica un fendente diretto alla mia testa, non è un problema.

Sei così fastidiosa... L'allontano con un calcio all'addome e lei vola via come una mosca.

Sophia tenta di colpirmi, forse con poca convinzione. Salto sulla sua spada, nemmeno se ne accorge, tento un affondo diretto alla testa. Lei si scansa appena in tempo e le procuro solo un piccolo taglio. E sono ancora tutte qui. Le guardo una ad una, schierate attorno a me. Pian piano, liberano il loro yoki sempre di più.

Sembra che abbiano deciso di fare sul serio!

Priscilla mi guarda, mormora qualcosa, poi sprigiona la sua forza diabolica.

Le grida dei cittadini diventano sempre più alte, l'aria comincia a vibrare, il fiume si fa più agitato.

«Arrivo... »

Priscilla appare alle mie spalle, neutralizzo il suo colpo appena in tempo. Noel e Sophia scattano assieme. Si fanno più audaci adesso! Salto in aria, le loro spade graffiano il suolo. Noel è già su di me.

Dovrei tagliarti le gambe, così la smetti di saltellare da ogni parte.

Per fortuna, Sophia è meno rapida della sua compagna: sferra uno dei suoi soliti affondi micidiali, ma mi basta abbassare la testa e dirigere la lama alla sua gola per scansarla. Noel tenta di infilzarmi, io ruoto sopra di lei e le atterro alle spalle.

Dannazione! Così non la finiamo più.

Non ho tempo di pensare ad altro che Irene cala su di me come un falco in picchiata. Il suono che producono le nostre lame è simile al suo richiamo. Crepe cominciano a correre sul ponte, Irene fa pressione, quasi non riesco a contrastarla! Percepisco il gelido sibilo di una lama sul collo. Poi, un esplosione.

«TERESA!»

Atterro dietro a Priscilla che mi guarda sbalordita. Poverina, credeva di avercela fatta, ma è la mia lama ad essere macchiata di rosso.

Dalle spalle di Irene schizzano due getti di sangue.

«Irene!»

Non mi darà fastidio per un po'.

 

 

 

 

«Irene! Irene!»

Ma come ha fatto? Non l'ho nemmeno vista! Come ha fatto a sconfiggere Irene?

«Va'. Non preoccuparti per me. E ricorda... » Sputa del sangue, stringe i pugni. «Combatti fino al limite estremo delle forze. Quando le taglierai la testa, devi metterci tutta la tua energia.»

Non posso che ubbidire con il dolore nel petto. «Sì... lo farò!» Teresa pagherà anche per quest'affronto.

Carico l'anima del mio yoki, corro contro la traditrice. La mia mano freme, digrigno i denti come un cane. Voglio la sua testa! Non c'è alcuna clemenza per chi trasgredisce le regole.

 

 

 

Non ci posso credere. Avevamo Teresa in pugno e invece è riuscita a ridurmi così.

Cerco di afferrare la spada, l'odore del mio sangue mi nausea, sa di sconfitta. «Ac... accidenti!»

I miei capelli albini si tingono di rosso. «Non credevo che fosse così tenace. Credevo che unendo le nostre forze saremo almeno riuscite a ferirla.»

La rabbia monta dentro di me sempre più. Lacrime bollenti e salate mi rigano il volto, scavano tra la polvere e il sangue delle mie guance.

«Ho sbagliato... l'ho sottovalutata.»

Noel è piena di ferite sporca di sangue. Sophia si tiene il braccio, sudata e impolverata. Ora non ridono più. Hanno capito con chi hanno a che fare.

Priscilla giace a terra.

«E non ha neppure... liberato la sua forza diabolica.»

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Teresa del Sorriso cap 4 ***


 

Teresa del Sorriso 26/07/11

cap. 4

 

 

Pian, piano, i più coraggiosi si avvicinarono alle guerriere, cauti e timorosi come iene al cospetto di leoni. Ora che tutto era finito si guardavano attorno, increduli, si chiedevano cosa fosse successo. Quattro guerriere, quattro leonesse, giacevano a terra, provate e sanguinanti. Digrignavano i denti, ansimavano, ma non osavano alzare lo sguardo sulla loro avversaria, istigate da un timore reverenziale. Lo stesso che ispirava gli sparuti gruppetti di temerari che ardivano ad avvicinarsi. Non avevano ben compreso cosa fosse accaduto, perché delle guerriere avessero combattuto con tale foga tra di loro. Tutta la loro attenzione era focalizzata su di lei, su quella guerriera invincibile, la più fiera tra le leonesse. Il corpo ritto, la spada in pugno, lo sguardo calmo e serafico. Pareva un angelo ammantato di un'aura di infallibilità che spingeva all'umiltà anche l'essere più superbo.

«Accidenti... quella Claymore ce l'ha fatta da sola contro quelle quattro. È invincibile!»

 

«Claire.» La ragazzina alzò lo sguardo. «Torna alla locanda e fa' i bagagli, abbiamo creato fin troppi fastidi a questa gente. Ce ne andiamo.»

Lei la guardò stupefatta: in fondo erano appena arrivate. Bastò un'occhiata, l'incontro con quello sguardo gelido, a farla correre fin dentro l'albergo semidistrutto.

 

Ottimo, ora posso concentrarmi su di te, senza turbare Claire.

Decisa a farla finita una volta per tutte, Teresa si avvicinò a Priscilla come un macellaio si avvicina a un vitello. E l'angoscia si dipinse su tutti e quattro i volti delle sconfitte. Noel e Sophia fremevano, ma erano impotenti di fronte a tutto ciò. I muscoli indolenziti e le ferite le avevano bloccate. Irene era priva dell'uso delle braccia e contro Teresa avrebbe potuto ben poco. Nessuna di loro tre era in grado di fronteggiare la numero uno, solo Priscilla poteva sperare di eguagliarla, un giorno. Ma quel giorno non era oggi e Teresa non voleva correre rischi: agendo adesso, si sarebbe tolta una grossa preoccupazione per il futuro e questo Irene lo sapeva fin troppo bene. Dal canto suo, Priscilla rimaneva immobile, paralizzata dal terrore più cieco, quello della consapevolezza della morte. La percepiva, accanto a sé, e aveva capelli d'oro e occhi d'argento.

 

 

Paura... ho paura!

Il suo corpo era scosso da tremiti incontrollabili, la paura la inchiodava al suolo. Attorno a lei vi era il buio più totale, tutto era ovattato. Persino le lacrime si erano gelate sui suoi occhi.

Paura... ho paura.. aiuto... qualcuno mi aiuti!

Il cuore le martellava nel petto come uno stallone imbizzarrito, l'angoscia le attanagliava le viscere. Non voleva morire ora, non adesso, che era appena diventata guerriera. Non lì, in quel modo stupido. E non così, uccisa da una traditrice.

Non voglio morire, non voglio morire. Ti prego aiutami! Papà, papà ti prego salvami!

 

 

Teresa reggeva la Claymore sopra il collo niveo di quella ragazzina. Così piccola e allo stesso tempo così forte. Eppure ora non si muoveva. Della furia, della rabbia, dell'ardore che l'avevano animata fino a qualche istante fa, non era rimasto più nulla. Adesso era solo una bambina, piccola e indifesa. Ma un giorno sarebbe tornata a ruggire più forte di lei, e a quel punto l'avrebbe sopraffatta.

No, non posso permettermi di risparmiarti.

Ma nonostante ciò, le sue mani rimanevano immobili, incapaci di sferrare il colpo di grazia.

Poi accadde qualcosa. Qualcosa scaldò il suo cuore di pietà.

Sta piangendo...

E così vide l'immagine terrorizzata di Priscilla sottoporsi a quella minuta della sua Claire. I capelli divennero lunghi e ramati, il corpo gracile e macilento, un vestitino lacero al posto dell'armatura. Claire era ferma a gattoni, piangeva e non riusciva a muoversi, paralizzata dal terrore.

No, spostati Claire! Non è te che voglio uccidere, ma... questo mostro!

Ma più pensava Claire, più Priscilla assomigliava a lei.

Le sue mani si fecero insicure attorno all'elsa, la sua decisione si sciolse al calore di quella vista. La testa cominciò a girarle, si chiese se fosse giusto ucciderla, se fosse giusto spargere altro sangue per il proprio orgoglio ed egoismo.

Un giorno mi troverà e mi ucciderà.

Strinse decisa la spada, quando dentro di sé avvertì una voce gridare: Tu non uccideresti mai Claire!

Gli occhi le si fecero umidi e rivide tutti gli istanti passati assieme, le notti all'addiaccio, le lunghe camminate e quella notte nel bosco in cui lei, una bambina, le aveva insegnato che le lacrime potevano scendere anche dagli occhi d'argento... .

 

 

Forse fu quell'unico momento, o forse Teresa era cambiata sul serio, ma quel giorno la vita di Priscilla fu risparmiata.

Così Teresa firmò la sua condanna a morte, ma in quel momento non c'era spazio in lei per i timori futuri: ora c'era solo Claire e questo era tutto ciò che desiderava.

«Teresa!» La ragazzina le stava correndo in contro come se nulla fosse accaduto. «Eccomi... ho preso tutta la tua roba.»

«Ah vedo... era pesante.»

«No, per niente.»

Teresa la guardò. Grazie a lei, aveva imparato cosa fosse la pietà e per questo ora era diversa dalle altre guerriere. Claire aveva consolato il suo cuore solo, la sua anima mesta, il suo corpo stanco, e aveva fatto tornare il sorriso sulle sue labbra, colmandola di un amore infinito. Le aveva insegnato cosa fosse il perdono e in fondo a se stessa sapeva che non avrebbe mai potuto ripagarla di tutto quello che le aveva donato.

Le mise una mano sul capo. I suoi occhi d'argento si specchiarono in quelli castani di lei. Fu in quello sguardo che ritrovò la convinzione. E seppe di aver vinto.

«E va bene, riprovaci pure quando ti pare. Se lo farai... ti sconfiggerò di nuovo!»

Se ne andarono assieme, Teresa e Claire, la mano dell'una in quella dell'altra, più unite che mai.

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Teresa del Sorriso cap 5 ***


Teresa del Sorriso 29/07/11

cap. 5

 

 

Se n'erano già andate da tempo, quando Irene ebbe finito di curare le proprie ferite. A poco a poco, ogni singola fibra dei suoi muscoli si era rigenerata, sebbene avesse speso buona parte delle energie che le rimanevano.

«Questa è bella! Teresa che mostra pietà per qualcuno. La Teresa che mi ricordo io le avrebbe tagliato la testa senza pensarci due volte.» C'era una nota di pungente ironia nella sua voce, ma dentro si sentiva sollevata: a un passo dalla sconfitta, il destino aveva deciso diversamente.

«Be' a quanto pare... sembra che riusciremo a tornare alla carica.» mormorò fra sé.

 

 

Poco distante da lei, Priscilla continuava a piangere e ad uggiolare come un cucciolo, come se non si fosse resa conto di aver salva la vita. Era china su se stessa, lo sguardo annegato nel pianto, e tremava, tremava senza controllo. Non riusciva a togliersela dalla testa: quell'immagine, quell'ombra, quello spettro. Non sarebbe stata più la stessa. Aveva percepito la morte accanto a sé, gelida e spietata come il vento d'inverno, ed era precipitata nel vuoto della sua coscienza, nell'abisso della disperazione più profonda.

Dove sono finita? Non sento più... non sento più il calore del sole. Sto gelando e non vedo più nulla! Papà! Papà dove sei! Non voglio morire... io non... .

«Avanti, smetti di piangere! La battaglia non è ancora finita, anzi è appena cominciata.» Irene la scrutava severa, segnata dalla fatica.

Le emozioni si riversarono nel suo cuore come un torrente in piena. Di colpo riemerse da quel gorgo oscuro in cui era caduta e non sentì più freddo, il sole scaldava il suo viso e il buio era svanito.

Irene?! Ma... siamo ancora qui! Allora... allora sono viva! E che fine ha fatto la Traditrice?

Le sovvennero gli ultimi istanti prima dell'oscurità, Teresa che reggeva l'arma sopra di lei, e la paura della morte al suo fianco si trasformò nell'ira dell'umiliazione subita.

Stringeva i denti, non più per il terrore, ma per la rabbia. Il suo corpo era sconquassato da fremiti d'ira, non dai singhiozzi. Non uggiolava più come un cucciolo, ma ringhiava come un mastino.

Le sue dita artigliarono la terra, schegge di legno e pietra le si infissero sotto le unghie. Percepì lo yoki accrescere sempre più, fare pressione in ogni punto del suo corpo: sulle tempie, sulla gola, nell'addome, sotto le cosce. L'ira era grande e il suo cuore era nero d'odio. Si lasciò semplicemente pervadere e avvertì un calore diffondersi in ogni singola cellula del proprio essere. Il volto di quella traditrice le ricordò l'umiliazione, dall'umiliazione scaturì la rabbia, e l'odio accrebbe l'estasi in cui ora giaceva la sua coscienza.

«Imperdonabile.»

 

 

Irene continuava a fissarla interdetta. Prima singhiozzava come una mocciosa, e ora si era chiusa in un ostinato silenzio. Se ne stava lì, muta e sorda ad ogni stimolo, a covare chissà quali pensieri. Ad un tratto, la sua figura divenne ancora più curva, le dita scavarono il suolo e i suoi lamenti divennero ringhi minacciosi.

Ma cosa sta facendo? Teresa deve averla impressionata non poco se si è ridotta così...

Ora mormorava qualcosa, ma Irene stentava persino ad udirla.

«Io non... io non... la perdonerò... mai. Io non... imperdonabile, imperdonabile.»

«Alzati, Priscilla. Non è il momento di mettersi a fare la bamboccia.»

«Io non... la perdonerò... mai... mai, mai.»

Irene cominciò a spazientirsi: «Priscilla, alzati!»

«Ha ucciso mamma... ha ucciso papà... ha ucciso mio fratello... ha ucciso mia sorella.» Parlare le costava uno sforzo infinito e la sua voce mutava ad ogni parola: ora aveva una voce stridente, metallica... da mostro.

«Priscilla, basta!» Ma che cosa le prende? Perché fa così?!

«Non la perdonerò mai, non la perdonerò mai, mai, mai.»

Eh? Che stia mica cercando di... .

Un lampo percorse gli occhi d'Irene. E d'improvviso capì.

«Non la perdonerò, no, no, no, imperdonabile, imperdonabile. Ha ucciso mamma! ha ucciso papà!»

Una vampata di energia esplose tutta d'un colpo, il corpo di Priscilla cominciò a deformarsi, raffiche di vento si alzarono improvvise, turbini di polvere accecarono gli spettatori di quella scena formidabile.

«Adesso basta, Priscilla!! Non sei ancora in grado di batterla, calmati...»

Ma ormai Priscilla era sorda ad ogni cosa. C'era solo il suo odio, che le divorava l'anima.

«Ha ucciso mia sorella! ha ucciso mio fratello! Imperdonabile, imperdonabile, imperdonabile! È un'assassina, una criminale! Si è ribellata alle nostre regole e io gliela farò PAGARE!!»

«Priscilla!!»

Con uno scatto disumano Priscilla si levò in aria e si lanciò al folle inseguimento della sua nemica, inebriata dalla nuova forza che aveva trovato nel suo intimo, celata dalla parte più oscura di sé.

 

 

«Stupida ragazzina! Ha liberato il suoi yoki. Ormai è andata! Non riesce a pensare che a Teresa!» Anche Noel aveva assistito, impotente come tutti, a quello spettacolo e anche lei si rendeva conto della gravità della situazione.

Dannazione, ero deconcentrata... non ho percepito il suo stato d'animo. Irene sentì in bocca ancora una volta l'amaro della sconfitta. Eravamo abbagliate dalla sua abilità, non ci siamo rese conto che è ancora una bambina!

«Noel, Sophia, ce la fate a muovervi? Coraggio, seguiamola!»

Lei... non sa ancora fino a che punto può spingersi...

 

 

Ormai il sole sta scivolando ad occidente, dietro le montagne rocciose. Teresa mi stringe ancora la mano. Sembra non voglia dividersi da me. Che strano! Adesso la vedo cambiata: che sia successo qualcosa mentre ero nell'albergo?

Il suo sguardo è felice, guarda fisso davanti a sé. La sua mente è serena come il cielo all'orizzonte.

Ha detto che ci riposeremo nel prossimo villaggio, a tre miglia da qui, ma un dubbio mi assale: che sia questa la strada giusta? Questa valle pietrosa senza vita? Non è che ci siamo perse?

La prospettiva di vagare senza meta mi atterrisce, ho paura che nuovi mostri possano tenderci un agguato e stringo forte la mano di Teresa.

«Che cosa c'è, Claire?» I suoi occhi sono limpidi come due specchi d'acqua che riflettono la sua anima quieta. Basta quella visione, il sorriso sulle sue labbra, a scaldarmi, a farmi sentire di nuovo sicura e protetta. Teresa è invincibile, non perderà mai.

«No, nulla. Non ti preoccupare.»

Mi accarezza una guancia e mi scosta i capelli.

Già, Teresa non perderà mai... lo credevo sul serio, in quel momento.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Teresa del Sorriso cap 6 ***


Teresa del Sorriso 31/07/11

cap. 6

 

Sei ancora qui!

Teresa la squadrò con sufficienza. Forse avrei dovuto eliminarti.

Il volto della novellina era deformato dall'ira, i suoi occhi ferali riflettevano l'oggetto del suo odio, quella donna che le aveva portato via l'orgoglio di guerriera. Dalla sua bocca grondava bava biancastra. Se lo sarebbe ripreso, il suo orgoglio, nell'istante stesso in cui... le avrebbe sradicato le budella dal corpo.

«Guarda, è meglio che lasci perdere. In questo momento non ce la faresti a battermi.»

Priscilla continuava a mutare: le dolci fattezze della ragazza di un tempo si stavano sostituendo a quelle orrende e deformi del mostro che sarebbe diventato.

Ancora... ho bisogno di... più... energia... ancora, ancora... di più!

Il torace s'allargò, le spalle premettero sugli spallacci, i denti divennero aguzzi e nuova energia la inebriò di quell'estasi a cui tanto anelava. Il potere: era ciò che chiedeva con tutta se stessa. Il potere per fare giustizia.

Claire incrociò lo sguardo con quell'essere deforme e bavoso, né umano, né Yoma, né Claymore e percepì le proprie interiora in subbuglio. Un conato di vomito le salì alla gola, d'istinto si protesse la pancia con le mani. Immaginò gli artigli di quel mostro scavare nel suo ventre mentre era ancora viva, e la sua faccia ghignante che ci si infilava dentro, lorda del suo sangue. Tremante, si rannicchiò dietro le spalle di Teresa, sbirciando quella creatura formidabile nello spazio tra il braccio e il fianco della guerriera.

Dal canto suo, Teresa rimaneva ritta e impassibile come una statua di gelido marmo: «Smettila ti dico! Sei diventata una di noi da poco, se liberi troppo yoki non riuscirai a tornare in te.»

«Sta' zitta!!» Più che un grido, Priscilla ruggì.

Scattò verso Teresa, che ebbe solo il tempo di spingere Claire, prima di ricevere il colpo con il piatto della spada.

«Sei un'assassina! Hai ucciso degli umani! Hai violato la legge!» Le sue parole trasudavano odio, i muscoli continuavano ad irrobustirsi, facendo ancora più pressione sui polsi di Teresa, ma lei fissava quell'essere ibrido con distaccato contegno, perfettamente conscia della disparità tra loro. L'armatura di Priscilla cadde al suolo, incapace di contenere quel corpo gigantesco.

«Tutte noi dobbiamo essere coscienti del nostro limite per cercare di non superarlo quando liberiamo lo yoki in battaglia. Tu manchi totalmente di esperienza, ancora non ti conosci.»

«Taci, dannata!» Con una spinta poderosa, Priscilla scaraventò via la sua avversaria e in un attimo, ruotò sopra di lei.

Teresa annaspò: Maledizione!

La lama di Priscilla si conficcò a terra senza sfiorare il suo bersaglio.

Il suo corpo è pervaso dallo yoki, non riesco a prevedere i suoi movimenti.

Teresa schivò un affondo diretto alla sua testa, ma il braccio inumano di Priscilla si allungò e diresse il filo contro la sua nuca. Nemmeno questo colpo andò a segno, ma l'arto proseguì il suo corso sotto l'ascella del mostro, si avvolse dietro la schiena e tornò a minacciare Teresa.

Ma com'è possibile?

«Teresa!» Claire urlò allarmata.

La guerriera si vide arrivare l'arma diretta in volto, rapida come una serpe, ma ancora una volta il suo istinto la salvò e deviò il colpo con la propria Claymore. Un rivolo di sangue le scivolò sulla palpebra.

«Hai ucciso mio padre! M-me la pagherai, me la pagherai! Ti ammazzo, t-ti ammazzo!» Il cammino di Priscilla verso il risveglio era quasi ultimato.

Teresa rimase a fissarla e capì che l'enorme divario tra loro sarebbe stato presto colmato.

« È entrata in stato di confusione mentale. Credo di non aver più tanto tempo: forse è arrivato il momento di combattere sul serio.» Per la prima volta, dopo anni e anni di scontri, liberò lo Yoma sopito nel suo intimo.

 

«È incredibile, stanno facendo vibrare l'aria! Non ci posso credere.»

«Noi... non possiamo fare niente contro loro due.»

Più che sconvolta come Noel e Sophia, Irene era stretta dall'ansia. In entrambe c'è uno yoki potentissimo, ma in una delle due è molto superiore all'altra.. in quale? Sebbene se lo stesse chiedendo, dentro di sé conosceva già la risposta.

Le lame di entrambe si baciarono ancora una volta, lo stridore frantumò le rocce e la violenza dell'urto ne scaraventò lontano i frammenti.

Da dietro il suo nascondiglio, Claire si stringeva le orecchie e gridava senza nemmeno sentire la sua voce. L'urlo delle spade s'insinuava tra le sue dita, le penetrava le ossa e le assordava la mente.

Basta, basta, ti prego, Teresa. Smettetela!

«C-cosa? Quella è Priscilla?» Noel non credette ai suoi occhi. Tra la polvere distinse le fattezze abnormi della propria compagna. «Allora, Irene, che ne dici?»

«No. Non ha ancora oltrepassato il limite, se la fermiamo adesso la sua trasformazione sarà ancora reversibile.»

Ma... a questo punto... chi sarebbe in grado di fermare Priscilla?

Dalla spalla di Priscilla schizzò una fontana di sangue. La lama di Teresa l'aveva morsa, rapida ed efficace.

Ferita ancora una volta nell'orgoglio, Priscilla ruggì la sua rabbia e fece saettare il braccio, ma la risposta di Teresa giunse di nuovo con gelida disciplina e un'altra ferita le sgorgò dalla spalla destra.

Maledetta! Non è possibile! Non riesco a colpirla, nemmeno con tutta questa energia...

Priscilla menò stoccate e fendenti da ogni parte, ma i suoi movimenti erano lenti, quel corpo la ingombrava e l'ira le offuscava la mente. Per ogni tentativo che facesse, Teresa era sempre più avanti di lei.

Ma perché? Perché non riesco a ferirla? È lei che ha ucciso, è stata lei, lei, lei!!

Le lacrime cominciarono a scenderle copiose, le labbra sanguinavano. Strinse la spada e disperata caricò un ultimo colpo. Hai ucciso papà, hai ucciso mamma, hai...

Teresa la intercettò per l'ennesima volta e la scaraventò contro una roccia. Le ampie spalle di Priscilla la mandarono in frantumi come fosse stata di vetro.

Irene e le altre assistevano a bocca aperta e con gli occhi sgranati.

È riuscita a respingere Priscilla, liberando solo una piccola parte del suo yoki! Ha un assoluto controllo della sua forza. Solo ora Irene comprendeva il vero potenziale di quella donna e si diede della stupida per aver anche solo pensato di batterla. Era l'essere perfetto, la guerriera più forte che l'Organizzazione avesse mai creato. No, lei avrebbe potuto meno che nulla contro di lei.

Teresa si avvicinò alla sua avversaria ansante e ricoperta di ferite. Le puntò la spada dritta in volto.

«Credo che tu sia ancora in grado di comprendere la lingua umana. Riprendi il controllo di te stessa e torna com'eri. Penso che tu abbia capito.»

Priscilla alzò lo sguardo, esitante. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla punta della spada.

«Sei ancora in tempo... se non lo fai subito, sarà troppo tardi.»

Tutte osservavano la scena con il fiato sospeso, aspettavano la reazione di quel mostro.

«Ridammi... ridammi il mio papà.»

Teresa la scrutò interrogativa, gli occhi d'oro simili a quelli di quel mezzo-Yoma ma illuminati ancora dalla ragione.

«Lui... era buono con me, io gli volevo tanto bene! Ma poi lui.. lui lo fece sotto i miei occhi.» Per quanto fosse deforme, dalla voce di Priscilla trasparivano ancora la tristezza e il dolore di quei ricordi. «Lui... divorò le budella della mamma, di mio fratello e di mia sorella.»

Un attimo di disattenzione e Priscilla sfuggì al controllo di Teresa.

«No!»

Il grido di Irene giunse appena in tempo e la numero uno ruotò su sé stessa, intercettando Priscilla a mezz'aria.

«Allora lo uccisi! Stava divorando mia sorella... lo presi alle spalle... gli tagliai la testa!» la sua schiena si gonfiò e lacerò la divisa. La spada le scivolò di mano. Rimase lì, inerme e ansante, piegata dal peso delle sue spalle.

«Ormai ha oltrepassato il suo limite.» Le parole di Irene calarono come la scure del boia, a decretare la fine della neo- numero 2.

Priscilla si avvinghiò a quel corpo inumano, che non era il suo e che la spaventava. Sul suo volto si dipinse la sofferenza che stava patendo. Parve riuscire a dominare il mostro che voleva emergere in lei, poi cedette.

«No... non riesco a tornare.» Le lacrime tornarono a solcarle il volto sporco e mostruoso, muco le scendeva dal naso e andava ad unirsi con la bava agli angoli della bocca. Sotto quello sguardo, Teresa lesse la disperazione della sua parte umana.

Ci si rende conto sempre troppo tardi...

«Ti prego... aiutami... non voglio trasformarmi in Yoma.»

Claire si coprì la bocca con le mani, Irene non si perdeva un attimo di quegli istanti fatali e capì che Priscilla era stata un fallimento: già, Priscilla, proprio lei che era passata inosservata a Teresa, che riusciva a trattenere il proprio yoki fino all'ultimo, aveva oltrepassato la soglia del non ritorno prima di tutte loro.

Troppo tardi, ormai niente la può più fermare.

Gli occhi di Teresa tornarono a tingersi d'argento, in essi c'era solo compassione.

«Mi dispiace, non posso più aiutarti.» Dentro di sé percepiva solo commozione per quella povera ragazza: avrebbe potuto essere la più forte di tutte, e ora la fine l'attendeva, prima ancora di cominciare. E poi, le aveva ricordato Claire. Ma ora non si sarebbe tirata indietro, la sua lama sarebbe affondata nel suo collo fino in fondo.

«La sola cosa che posso fare è... tagliarti la testa prima che la trasformazione si compia.»

Dopo quella sentenza di morte, l'espressione sconvolta di Priscilla le trafisse il cuore. Ma il suo sguardo era gelido come sempre.

Il mostro pianse le sue ultime lacrime e chinò il capo: «Fallo, uccidimi... finché ho ancora un cuore umano.» Ma lei non aveva più nulla umano.

«D'accordo, non soffrirai»

Teresa alzò la spada, ma Priscilla fu più rapida.

Qualcosa rotolò a fianco di Claire: non ebbe nemmeno il tempo di gridare.

Teresa si guardò i polsi mutilati. Non riusciva a capire, tutto era successo in un battito di ciglia.

Quando se ne rese conto, la lama di Priscilla era già sulla sua gola.

I suoi occhi d'argento si fecero grandi per la paura ed un unico, fisso, angosciante pensiero le apparve nella mente.

Claire...

Era finita.

No... devo proteggere Claire...

Non percepì nemmeno la spada penetrarle la gola. Che le portò via la testa, la vita, e il suo dolce sorriso.

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Teresa del Sorriso cap 7 ***


Teresa del Sorriso 13/08/11

cap. 7

 

Quando la vidi, credetti di essere in un sogno. Quando me ne resi conto, credetti di essere in un incubo. Non era vero, non poteva essere vero, non doveva essere vero!

Irene era bloccata.

Noel tratteneva il respiro.

Sophia tremava.

E io... io non pensavo più a nulla... .

Quel corpo... nella polvere... il suo sorriso. No! Non era, non poteva, non doveva essere lei!!

E vidi quel mostro gridare e contorcersi, mutare mostruosamente, … ma l'unica cosa che in quel momento sapevo era che lei era morta.

Dalla schiena gli sbucarono ali insanguinate, zanne gli lacerarono la bocca, le sue grida di aiuto furono risucchiate da versi immondi, … ma l'unica cosa che in quel momento m'importava era che lei era morta.

Le gambe si fletterono, le braccia divennero spropositate, i suoi occhi piansero sangue, … ma l'unica cosa, che vedevo, che percepivo, l'unica cosa di cui io mi ero resa conto, era che lei..., lei!! era morta in una valle deserta, uccisa da un bestia, uccisa dall'odio, uccisa dall'invidia, dall'orgoglio, dal... terrore, che il suo sorriso non avrebbe più scaldato il mio cuore, che quella bestia, quel... demonio, me l'aveva portata via per sempre, per sempre, e che non avrei passato una sola notte senza ricordare quell'essere, senza ricordare il suo corpo senza testa, senza ricordare la paura e il terrore, le lacrime gelate negli occhi e i singhiozzi bloccati in gola, senza ricordare quel nome, Teresa e Claire, come due dee!! Senza ricordare... che quel giorno morii anch'io.

 

 

«Io... non avrei dovuto opporre resistenza... è così... piacevole, una specie di estasi suprema.»

Il mostro appare dalla nube di polvere e sangue, il corpo livido, il sorriso mellifluo, lo sguardo ferale. La mia mente s' imprime quelle fattezze diaboliche, le marchia a fuoco con l'odio e il dolore, con la rabbia della mia impotenza e con la disperazione di quella vista.

Sono concentrata sulla bestia, forse non mi rendo conto di cosa stia accadendo, forse è solo un brutto sogno, forse tra poco mi sveglierò, forse è lei il mostro e l'altra quella morta, forse non è mai successo niente, forse sono ancora a casa, dai miei genitori... lo Yoma, la donna che mi ha salvata, amata, protetta, i lunghi viaggi, quelle quattro guerriere, il ponte che si sbriciola, le spade che si baciano, la gente che grida, lei che trionfa, la leonessa tra le leonesse, il suo sguardo, le lacrime, il sangue, il terrore, la morte! Forse... forse non esiste, forse tutto questo non è mai esistito, forse io non esisto!

Le altre scattano verso quell'essere.

Non mi muovo quando la bestia uccide Noel e Sophia, nemmeno quando è il turno di Irene.

Ora viene verso di me. Ho paura.

Non mi muovo, non parlo, non guardo, non grido, non respiro, non penso, non... scappo. Non scappo, le mie gambe non mi obbediscono, e il mostro mi prenderà come ha fatto con lei. Lo so, lei non avrebbe voluto che finisse così, io non lo avrei voluto. Lei avrebbe voluto che mi salvassi, che onorassi il suo sacrificio, che vivessi... per lei. Ma io non ho la forza, non ho il coraggio di fuggire. Che patetica che sono. Perdonami, se puoi, Teresa.

I passi del mostro risuonano come rintocchi di un vecchio orologio, lenti e inesorabili, scandiscono i secondi, corrono verso l'ora della mia fine. Nel suo sguardo, quello di un demonio, leggo solo la promessa di una morte lunga e dolorosa.

Il mio piccolo cuore non ce la fa, non ce la fa a sostenere tutto ciò. Aiuto. Aiuto, papà, mamma, fratello, Noel, Sophia, Irene, Teresa! Vi prego, aiutatemi! Ma nessuno di loro può aiutarmi: non ho mai conosciuto i miei genitori, mio fratello era uno Yoma, Noel è stesa supina, Sophia è immobile, Irene è immersa in un lago di sangue e Teresa è...

«Morta... »

Sono di nuovo sola e quell'essere si avvicina sempre di più, un passo alla volta, uno, due, tre, sempre più vicino, diventa sempre più grande. Brandisce la spada. Sarà con quella che mi ucciderà? Con la stessa lama che ha preso la vita di Teresa? No, uno Yoma non uccide con una spada, ma con le unghie e con i denti.

Tremo. Non voglio morire, no, no, è troppo... troppo vicino... io... .

 

 

 

Non so cosa stesse pensando Priscilla in quel momento. Semplicemente mi passò accanto e spiccò il volo.

Probabilmente per lei ero solo un sassolino lungo la strada.

O forse non aveva neppure fatto caso alla mia presenza. Il mio corpo era troppo piccolo per soddisfare il suo appetito... .

Non la odiavo per aver ucciso Teresa.

Rimproveravo solo me stessa di essermi fatta dominare totalmente dalla paura.

 

Quando realizzai di essere rimasta sola in quel deserto, le mie mani artigliarono i capelli e gridai tutta la rabbia, la paura, la disperazione che mi stringevano il cuore.

Le lacrime sgorgarono come cascate, si fecero strada tra la polvere delle guance, il muco mi bloccava il respiro, i denti battevano impazziti, mi morsicai la lingua fino a sanguinare e gridavo, gridavo, gridavo!... Ma mi rispose solo la mia voce, rimbalzando tra le rocce di quella solitudine, eco della mia disperazione.

Come un verme, strisciai verso di lei, mi trascinai sul terreno, sui sassi e mi ferii i ginocchi, lacerai il vestito che mi aveva regalato. La testa mi girava, se per il sole o per la stanchezza non avrei saputo dirlo, i miei occhi offuscati dal pianto vedevano a malapena il suo corpo mutilato. Le gambe mi dolevano, il sangue colava, incrostava il terreno e i lembi del mio vestito, ma non sarei mai riuscita ad alzarmi. Sarei caduta e non mi sarei più mossa. L'idea di morire accanto a lei mi parve piacevole, ma non era quello che volevo, lei non lo voleva.

Allungai le mani verso la sua testa, la strinsi al petto, come per cercare ancora quel calore, il calore di quell'abbraccio rubato nel bosco, di notte, quando i suoi occhi d'argento avevano pianto. Ma la sua testa era fredda, come la morte.

Non era un problema, ora toccava a me a scaldarla e piangere per lei.

La strinsi ancora di più. Sarebbe rimasta sempre nel mio cuore.

«Te-re-sa.»

 

 

 

«G- guarda!»

«Ah! Che cos'ha in mano!?»

«Che cos'è successo?!»

Non ricordo come feci a sopravvivere. Cercavo l'uomo vestito di nero. Corsi di città in città, di strada in strada, finché non lo trovai.

«Metti nel mio corpo... la carne e il sangue di Teresa!!»

Lui sorrise.

Così, divenni la prima ragazza a bussare di sua spontanea volontà alla porta dell'Organizzazione.

 

 

 

 

 

 

Ecco! Come avrete ben intuito, questo è l'ultimo capitolo. Grazie per averli letti tutti fino a qui, spero che la fanfiction vi sia piaciuta. Ho cercato di seguire il più fedelmente possibile il corso effettivo degli eventi, interpretandoli e dando voce a tutti i pensieri e sensazioni che i personaggi hanno provato durante gli scontri e sopratutto nell'esecuzione capitale ( =____= ) della povera Teresa.

Come avrete di certo notato, ho variato molto i punti di vista, le persone e i tempi all'interno della narrazione: nei primi capitoli ho utilizzato il POV di Teresa con una prima persona al tempo presente per dare più immediatezza all'azione e ai pensieri, tipici di uno scontro. Specie nel cap. 3 ho dato spazio anche ad altri POV (Irene e Priscilla). In secondo luogo, nel cap. 4, ho optato per una terza persona al passato che è tipica della narrazione, proprio perché il combattimento era finito e mi permetteva di dare una visione più ampia della situazione, alternandolo tra il POV di Teresa, Priscilla e Irene per descriverne meglio gli stati d'animo. Proseguendo, ho continuato a tenere la terza persona e perciò nel cap. 6 non ho descritto l'ultimo combattimento tra Teresa e Priscilla con il POV di Teresa al presente. All'inizio credevo fosse meglio cambiare, poi però ho deciso di lasciare le cose così: mi piaceva il contrasto tra due combattimenti descritti in maniera diversa. L'ultimo capitolo invece l'ho dedicato completamente a Claire per ovvie ragioni (Irene a parte, era l'unica viva)

 

Detto ciò spero di avervi chiarito un po' le mie scelte stilistiche, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questi sette capitoli. Se decidete di farmi sapere la vostra, ve ne sarei davvero grata e fareste felice una povera ragazza che elemosina recensioni sul marciapiede. Vi basta poco, lo 0,00000000000001% del vostro tempo per scrivere qualcosa. Donate una recensione a chi ne ha bisogno! ^_____-. Per info, visitate il sito www.recensisciunabisognosa.com. O telefonate al numero 12345678910.

Grazie per l'attenzione e a presto con una nuova ff!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=744670