Still in love with you.

di chocolate eyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** bad day. ***
Capitolo 2: *** work in progess. ***
Capitolo 3: *** i loved you and you destroy me. ***
Capitolo 4: *** we all have vices ***
Capitolo 5: *** disaster date. ***
Capitolo 6: *** just for tonight. ***
Capitolo 7: *** use somebody. ***
Capitolo 8: *** you look like a bitch. ***
Capitolo 9: *** would you come with me? ***
Capitolo 10: *** sex, sun and love. (I) ***
Capitolo 11: *** sex, sun and love. (II) ***
Capitolo 12: *** i need to stay alone. ***
Capitolo 13: *** she cheated on you nick. ***
Capitolo 14: *** girls day out. ***
Capitolo 15: *** it's denise jonas birthday. (I) ***
Capitolo 16: *** it's denise jonas birthday. (II) ***
Capitolo 17: *** it's time to move on. ***
Capitolo 18: *** hello darling, nice to meet you. ***
Capitolo 19: *** what?we grew up togheter! ***
Capitolo 20: *** forever. ***
Capitolo 21: *** i'll do it only because of you. ***
Capitolo 22: *** are you his girlfriend? ***
Capitolo 23: *** life is a bitch ***
Capitolo 24: *** Paris? I love Paris. ***
Capitolo 25: *** would you marry me? ***
Capitolo 26: *** my wild heart is broken. ***
Capitolo 27: *** leave her alone. ***
Capitolo 28: *** i do. ***



Capitolo 1
*** bad day. ***


Still in love with you.





“Aria si è sentita male…è stata portata in ospedale”
Quella frase lo tormentava da qualche minuto, da quando il fratello di mezzo aveva bussato incessantemente alla porta di casa sua quel 10 giugno.
Stranamente pioveva quel giorno a Los Angeles, e da un caldo afoso si era arrivati ad una leggera brezza che pungeva dentro la pelle.
L’aveva fatto entrare in casa Nick, mentre con solo un paio di pantaloncini addosso, si dirigeva verso la cucina per preparare due tazze di caffè.
 
Nero, bollente e schifosamente amaro, come piaceva a lui.
 
-Ho disturbato?-, chiese Joseph con un ghigno notando l’abbigliamento del fratello.
-Delta sta riposando in camera…io ho fatto una doccia-, spiegò il padrone di casa avvicinandosi alla finestra.
 
Joseph era il suo migliore amico oltre che unico membro della famiglia ad aver accettato sempre tutte le sue scelte, giuste o sbagliate che fossero.
L’unico che aveva accettato sin da subito quella relazione con una donna esageratamente più grande, relazione che in un primo momento era stata scambiata per semplice amicizia nata in uno studio di registrazione.
 
L’aveva cambiato Delta.
L’aveva fatto crescere troppo in fretta forse. Aveva 21 anni Nicholas ma di certo non era come tutti i suoi coetanei. Di certo gli mancavano esperienze che gente della sua età aveva fatto da molto, troppo, tempo.
La sua famiglia l’aveva cresciuto e coccolato fin quando, soffocato dalle troppe attenzioni della madre, non era andato via di casa per respirare un po’ di sana libertà.
Era cresciuto con dei valori forti, che non avrebbe distrutto per niente al mondo.
Ma era arrivata quella ragazza, e con lei un vortice di sensazioni tutte nuove, tutte belle a primo impatto.
Alcune pericolose, che lo avevano portato a compiere decisioni affrettate forse.
 
I primi tempi che Nick Jonas frequentava Delta Goodrem, non riusciva a mettere piede dentro la casa dei genitori senza essere rimproverato dai familiari stessi.
La differenza d’età, le esperienze e le aspettative diverse, erano tutte cose che l’avevano spinto a continuare quella relazione, fin quando non aveva capito che lei si era affezionata a lui, a tal punto d’amarlo quasi.
Ma lui non era dello stesso parere, aveva amato solo due persone…beh una era troppo giovane per capirlo, quindi forse aveva amato solo una persona.
Erano stati insieme un anno, quando erano poco più che quindicenni, poi si erano lasciati, era un momento d’oro per lui…si erano rivisti due anni dopo, ma già lui iniziava a mostrare segni di un carattere diverso, di una persona diversa.
L’aveva trattata male spesso, e spesso lei si era abbassata al suo volere.
Talmente in basso che quando aveva rialzato la testa, aveva capito di non volerlo fare mai più.
 
Così avevano deciso di smetterla, di non vedersi più, di far finta che nulla fosse successo.
Adesso entrambi potevano dire liberamente di essersi amati, in gran segreto, ma si erano amati.
Aria e Nick si erano amati. Come due ragazzi certo, perché erano quello, ma si erano amati. Si erano fatti male, ma molto di più si erano voluti bene, e protetti, e sostenuti a vicenda.
 
Anche quando lui si è sentito male durante un concerto.
Non stavano insieme da un po’, eppure lei era corsa in ospedale ed aveva vegliato insieme a tutta la famiglia del ragazzo.
Aveva pianto forse, ma di certo non avrebbe mostrato a nessuno le sue lacrime.
 
Orgoglio.
 
Motivo in più per allontanarsi l’uno dall’altra.
Motivo in più per farsi sembrare ancora più simili. Ancora più completi.
 
-Nick?...-, il fratello lo riscosse dai suoi torbidi pensieri. Lo guardò come se non si fosse perso nulla del suo discorso, ma in realtà non aveva sentito una sola parola.
-Dicevo che torno in studio…so di essere piombato qui presto, ma volevo darti la notizia io personalmente piuttosto che i giornali…-, ancora quella notizia.
-Si…grazie per avermi avvertito. Le manderò dei fiori penso…le scriverò un messaggio non so…-, rispose conscio che non avrebbe fatto nulla di tutto ciò. Non adesso che lei era felicemente fidanzata. Non sarebbe ripiombato nella sua vita, non adesso che lei era felice.
-Mamma ci vuole tutti a pranzo domenica…anche Delta! Sai tornano Kevin e Danielle dal viaggio in India-
-Ci saremo…ehi ricordati di mandarmi il disco!-, gli disse allentando la tensione e facendolo scoppiare a ridere. 
-Ma se sei il mio capo!-, rispose l’altro dandogli un pugno sul braccio ed uscendo da quella casa assediato sai fotografi.
 
Salutò il fratello, facendo una smorfia a tutte quelle persone che non gli permettevano di vivere una vita tranquilla, e andò in cucina per posare la tazza.
Quello che vide fu uno spettacolo che gli mozzò il fiato.
La sua ragazza aveva una sua camicia indosso, leggermente aperta e saltellava da una parte all’altra della stanza intenta a preparare la colazione.
Appena lo vide gli saltò addosso, sorridendogli felice.
Aveva quasi 30 anni si, ma ne dimostrava molti di meno.
 
-Buongiorno amore…-, gli disse baciandolo dolcemente.
-Buongiorno…-, rispose lui posandola sul tavolo da cucina e accarezzandole i capelli.
 
Delta era bellissima. Alta, bionda, con un fisico perfetto.
Bellissima si, ma non stupenda quanto lei.
Stavano insieme da quasi due anni e ormai tutti erano a conoscenza della loro storia, uscivano tranquillamente davanti a fotografi e giornalisti. Ma nessuno si era mai permesso di fare una qualche domanda di troppo.
 
Si erano conosciuti ad un party, in Australia, terra natale della ragazza. Quattro chiacchiere, qualche drink di troppo, ed erano finiti a letto.
Si erano risentiti parecchi giorni dopo, quando lei per lavoro era arrivata dentro la sua casa discografica. Da quel momento si erano visti sempre più spesso ed era nata una storia d’amore.
 
-Domenica siamo invitati a pranzo da mia madre-, le aveva riferito lui qualche minuto dopo mentre si cambiava per andare a fare qualche intervista
-Sono contenta…mi preparerò al meglio!-, gli urlò lei dal bagno mentre si coccolava dentro l’immensa vasca d’acqua calda.
-Devo scappare…mi dispiace di non poterti accompagnare all’aeroporto-, continuò lui entrando ora nel bagno e abbassandosi all’altezza della compagna.
-Non importa…tornerò domenica mattina presto, in tempo per il pranzo promesso! Buona giornata amore-
-Divertiti dai tuoi!-
 
E con un semplice bacio, si erano separati per quella giornata.
Si erano separati per quella settimana, almeno fino a domenica.
 
Con uno strano senso di leggerezza e la sua solita borsa piena di documenti, Nick Jonas era uscito da casa sua, salendo in macchina con un bel sorriso.
Finto si, ma questo i paparazzi non l’avrebbero mai saputo.
 
Come ogni mattina si diresse al lavoro, nel suo BeatLab, lo studio di registrazione che gli fruttava una fortuna ogni giorno.
L’aveva creato solo con i proventi di una vita, e adesso era il migliore studio di registrazione e casa discografica che Hollywood avesse mai avuto.
 
Era fortunato Nick Jonas.
Si se lo ripeteva spesso. A 21 anni pochi avevano realizzato il grande sogno di una vita. A 21 anni pochi erano rispettati come lui. Molte persone amavano il suo lavoro, lo gratificavano da ogni parte del mondo. E lui le soddisfaceva, migliorandosi ogni giorno di più, non deludendo mai le aspettative di nessuno, men che meno le sue.
 
Entrò in quell’immenso edificio, salutando cordialmente tutti i suoi dipendenti.
 
-Buongiorno capo!-, gli disse sorridente Jessica, una ragazza di 22 anni che per lui faceva solo l’assistente.
 
Gli porse il suo caffè e la sua posta, prima di seguirlo nel suo ufficio.
 
-Jess…ho bisogno che tu mi faccia un favore…-, le disse chiudendosi la porta alle spalle e facendola accomodare in una sedia.
 
Jessica Stan era una delle poche persone di cui Nick si fidava. Era come la sorella che non aveva mai avuto. Aveva un rapporto splendido e speciale, e non solo perché era la ragazza di suo fratello, ma anche perché avevano passato così tante avventure insieme che ormai conoscevano tutto l’uno dell’altra.
 
-Dimmi tutto…eh no, non parlerò con tua madre per non farti venire a pranzo-
-Non intendevo questo…ma potrei farci un pensierino!-, le rispose mettendosi a ridere seguito dalla risata cristallina della ragazza, -vorrei che tu mi aiutassi a fare una cosa…per Aria-, continuò abbassando decisamente il capo verso alcuni fogli già sistemati sulla sua scrivania.
 
La ragazza lo guardò a bocca aperta, prima di annuire,  conscia che la nottata ad occhi aperti passata con il suo ragazzo a tormentarlo sui motivi per cui avrebbe dovuto convincere Nick a lasciare Delta, era servita a qualcosa.
 
-Certo…dimmi tutto!-
-No sai che ti dico? Lascia perdere…davvero fa finta che non ti abbia detto nulla!-, le disse sospirando e scuotendo vigorosamente la testa. Jessica scosse il capo a sua volta sbuffando, e promettendosi di essere più convincente con Joe la prossima volta, -oggi ho qualche appuntamento? Apparte quell’idiota di Joe?-, continuò come se niente fosse.
-Ha chiamato l’agente di Victoria Justice…verrà domani pomeriggio. Quindi no…dopo l’idiota del mio fidanzato, sei libero di fare ciò che vuoi della tua stupida e patetica vita da fidanzato modello!-, gli risponde fissandolo furiosa.
 
Jessica e tutta la famiglia Jonas erano forti sostenitori di Aria e della sua storia con Nick, soprattutto la ragazza di Joe non perdeva occasione per lanciare frecciate velenose alla nuova compagna del cognato e tessere le lodi della mora.
 
-Grazie eh sempre chiara! Puoi andare comunque… dì a Joe che arriverò al più presto-
 
La ragazza si chiuse la porta alle spalle maledicendolo in tutte le lingue del mondo, ed iniziando a fare quello per cui veniva pagati profumatamente ogni fine mese, la tutto fare di Nick Jonas. Lei ritirava i suoi abiti in tintoria, lei gli prendeva il giornale, lei andava alla posta a pagare le sue bollette, sempre lei gli organizzava viaggi di piacere e non.
Insomma con la scusa che era sempre assediato da paparazzi, lei faceva tutte le faccende pesanti e lui si limitava a girovagare per quel grattacielo al centro di Los Angeles.
 
Quel giorno Nick Jonas aveva un continuo sbalzo d’umore, e questo l’aveva capito sulla sua pelle un povero stagista che per caso l’aveva urtato mentre saliva in ascensore.
Dopo qualche minuto di sfuriata, rischiava di essere licenziato ancora prima di prendere lavoro.
 
Quando Joe vide suo fratello furente entrare in studio pensò che forse avrebbe dovuto annullare la sessione e magari portarlo a farsi un giro.
-Tutto bene?...voglio dire, stai bene?-, gli disse cercando di apparire il più tranquillo possibile.
-Ti sembra che qualcosa vada storto? Va tutto bene…tutto fottutissimamente bene…e ora sbrigati che non ho tempo da perdere-, gli urlò quasi prima di sedersi malamente su una sedia e iniziare ad ascoltare l’album.
 
Dopo la seconda canzone il suo umore era decisamente migliorato, tanto da farlo sorridere, nell’ultima canzone.
Joe e gli altri addetti tirarono un sospiro di sollievo mettendosi a ridere anch’essi spensierati.
 
Era fatta.
L’album su cui aveva lavorato per oltre un anno era completo.
Sarebbe stato un enorme successo, puntava tutto su suo fratello e sulle sue doti canore, oltre che sulla sua faccia sfacciata che faceva impazzire milioni di ragazzine di tutto il mondo.
Rideva al pensiero che anche lui si divertiva a provocarle proprio come faceva Joe. Solo che al contrario di Joe, lui non doveva rendere conto a nessuno.
 
-Se non vuoi divorare me con le tue dolci parole…ti giuro che ti offro il pranzo!-, gli disse Joe sedendosi accanto a lui.
-D’accordo…andiamo a pranzo! Complimenti a tutti ragazzi davvero!-, disse applaudendo e facendosi applaudire a sua volta.
 
Decisamente oggi non era una delle sue giornate migliori.
Tutto per quella strana sensazione che provava all’altezza dello stomaco e quel martellare frenetico del cuore.
Tutto per colpa sua.
 
Da quando il fratello gli aveva detto quella cosa non era riuscito a fare nulla di concreto, non era riuscito a respirare un momento tranquillamente.
 
Stava vivendo in apnea.
 
Salì nel suo ufficio, chiamando Jessica e invitandola a pranzo con lui ed il fratello.
Lei aveva fatto un po’ di storie per la montagna di lavoro da sbrigare ma alla fine aveva ceduto, a patto che la portassero a mangiare qualcosa di Italiano.
 
-Sarai un po’ viziata Jess?-, disse Nick salendo sul sedile posteriore del SUV nero del fratello. Si beccò una leggera botta in testa prima di farla scoppiare a ridere.
-Joe perché tuo fratello è una piattola?-
-Si comporta cosi solo con te amore…sarà che vi volete troppo bene!-, rispose Joe prendendole una mano e baciandogliela prima di svoltare lungo una delle vie principali della città, per andare nel loro ristorante preferito.
 
Il De Giovanni era una tipica trattoria Italiana. La proprietaria era la loro vecchia tata nel New Jersey e quando si era licenziata per aiutare la figlia, avevano scoperto che aveva raccolto i risparmi di una vita per aprire questo ristorante, che era diventato meta preferita di tutta la famiglia Jonas e amici.
 
Entrarono dalle cucine per evitare di farsi vedere da chiunque e, dopo aver salutato la donna e la figlia, si diressero al loro solito tavolo, riservato e sempre con un mazzolino di fiori al centro.
 
Joe ordinò per tutti e chiese anche una bottiglia di vino per brindare a quella comitiva.
 
-Dio…vi odio-, disse Jessica posando la forchetta e sospirando sazia.
-Hai mangiato anche dai nostri piatti te ne rendi conto? Joe poi in ufficio si lamenta perché non riesce a seguire una dieta-, rispose Nick scoppiando a ridere e facendo ridere anche Joe che guardava la faccia timida e adorabile della sua ragazza.
 
Il più piccolo tra i tre sorseggiò un altro po’ di vino mentre riaffioravano i ricordi più belli passati con questa ragazza.
A quei tempi erano ancora un gruppo, un anno prima del matrimonio di Kevin.
Erano a Parigi per una conferenza stampa prima di un concerto. 
Faceva l’organizzatrice d’eventi quando si erano conosciuti…correva come un fulmine mentre dava ordini a chiunque dentro quell’enorme tendone.
Ospiti dell’evento erano proprio i tre fratelli e lei aveva involontariamente gettato il caffè sulla camicia di Nick.
Dopo qualche “mi dispiace” ed un “non importa ho il cambio”, erano andati entrambi a svolgere il proprio lavoro.
La sera durante il party del dopo concerto lui le aveva chiesto il numero…ma l’attenzione della ragazza era tutta rivolta a Joe cosi loro erano diventati ottimi amici e Joe era diventato il suo ragazzo ufficiale.
 
-Terra chiama Nick…ehi grassone possibile che debba incantarti come un deficiente?-, disse Jessica sventolandogli una mano davanti agli occhi.
-Cercavo di non ascoltare le tue stronzate!-
-Ragazzi non cambiate mai! Inizio ad essere un po’ geloso…-, disse Joe passando un braccio attorno le spalle della fidanzata.
-Mio dio…ragazzi scusate devo scappare perché ho un impegno…-, disse Nick guardando il display del cellulare mentre la sua assistente lo guardavo stralunata non riuscendo a ricordare quale impegno potesse essere alle 2 del pomeriggio,-prendo un taxi e…grazie per il pranzo davvero!-, terminò prima di alzarsi ed uscire fuori chiamando un taxi.
 
In realtà non aveva nessun impegno ma doveva fare una cosa.
Una cosa a cui ci pensava da tutta una giornata.
 
-Al Providence Hill Hospital per favore-, disse Nick all’autista del taxi che annuì dallo specchietto prima di ingranare la marcia e portarlo a destinazione.
-20 dollari-, chiese voltandosi verso il giovane che gli porse subito i contanti prima di scendere e sospirare davanti quell’imponente struttura.
 
Il Providence Hill Hospital era una struttura privata che si trovava a Burbank, periferia di Los Angeles.
Li ci lavorava la madre di Jessica.
Li gli avevano diagnosticato il diabete, la malattia che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita.
Li andava a trovare i bambini nei reparti più tristi, quelli che sarebbero rimasti lì per un periodo indefinito e quelli che stavano affrontando la sua stessa malattia.
 
Sospirò un’altra volta prima di entrare.
 
-Signor Jonas buongiorno-, salutò la centralinista sorridendogli, -vuole che chiami la dottoressa Jensen per la sua consueta visita ai bambini?-
-No in realtà cercavo…Marie cercavo la stanza di Aria Gomez-, disse sussurrando il nome alla signora.
-Signor Jonas non è orario di visite…come faccio?-
-La prego…non devo entrare vorrei solo sapere la stanza!-
-Va bene…-,rispose ancora la donna, -stanza 512, ma forse la trovi ancora al pronto soccorso!-, concluse rassegnata.
 
Il ragazzo le sorrise e si diresse di corsa nella stanza stabilita, dove non trovò nessuno così scese al pronto soccorso, iniziando a guardare le stanze attraverso i vetri cercando qualcosa che potesse rimandare a lei.
 
-Nicholas…-
 
Il ragazzo si voltò ansante verso la voce e rimase a bocca aperta.
Sconvolto. Piacevolmente sconvolto.
Ed imbarazzato.
 
-Signora Gomez…salve…ehm…-, disse imbarazzato portandosi una mano dietro la testa.
-Oh avanti ci conosciamo da così tanto tempo e mi dai ancora del lei...ma che ci fai qui?-, gli rispose avvicinandosi e sorridendogli.
 
Mandy Gomez, o meglio, Mandy Van Shark, era la madre di Aria.
Alta, mora, era stupenda proprio come la figlia.
Anzi la figlia era stupenda proprio come lei.
Nonostante il rapporto tra i due, lei e la madre erano amiche da tanto tempo e non si sarebbero divise solo per il comportamento da bambini dei figli.
 
-Io…io…beh sono venuto a fare visita ai bambini del reparto di diabetologia…ho solo fatto il giro più lungo…si-, disse maledicendosi per quella bugia che faceva acqua da tutte le parti, -lei…tu invece?-
-Stanno facendo delle visite a Aria…perché non vieni a vederla?-,gli disse sorridendo adesso imbarazzata.
-Ti ringrazio…non è il caso davvero…è stato un piacere rivederti!-
 
Non fece neanche in tempo a muovere un passo che sentì la sua voce.
Aveva chiamato la madre con un sussurro, ma lui la sentì chiaramente.
Sentì quella voce soave, le sue orecchie si riempirono di quel suono.
 
Si fermò sul posto per ripartire subito, prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito sicuramente.
Qualcosa di insensato.
 
Decise comunque di fare un salto, da quelli che lui chiamava “i suoi bambini”.
Amava farli sorridere, era la sua gioia più grande.
Tornò a casa nel tardo pomeriggio, si gettò sul divano e non si mosse da lì per parecchio tempo.
 
Stava bene, l’aveva visto con i suoi occhi.
Non sapeva se esserne felice.
Insomma lui aveva la sua vita e lei anche. Lei era felice poi con quel tipo che lui aveva sempre odiato.
 
Justin Bolton, si chiamava.
Gli aveva fregato anche le iniziali, insomma…solo loro tre potevano chiamarsi JB.
Erano i JB.
 
Sbuffò inviando un messaggio alla sua ragazza.
Appena ricevette risposta, decise che per quella sera avrebbe evitato di cenare e sarebbe andato a letto stanco com’era.



***
 



Buongiorno a tutti (:
se avete letto fin qui già mi rendete la ragazza più felice al mondo (:
Allora premettendo che io non sono una scrittrice, ma solo una pazza fan adorante di quei tre tipini chiamati Jonas Brothers, eccomi con una storia che ha come protagonista Nick ed una ragazza di Nome Aria, la tipa che vedete a inizio capitolo si (:
Che dire questo è solo l'inizio, vi giuro che ci sto mettendo l'anima per realizzare questa storia, perciò spero vi piaccia, vi incuriosca non so, magari vi fa pure schifo xD, vi prego di recensire, giusto per farmi capire se posso continuare o mi ritiro in qualche convento xD
Grazie davvero grazie ad una grandissima <3 ve lo giuro lei e le sue storie sono meravigliose *-* Novalee
Ho già scritto fino al capitolo 3 quindi dipende tutto da voi (:
un bacione Vals

 

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Capitolo 2
*** work in progess. ***


Still in love with you.





Aria Gomez, era una ragazza piuttosto matura per la sua età.
Troppo matura.
Alla soglia dei 21 anni, si sentiva già una donna adulta.
 
Aveva un lavoro fantastico che le permetteva di viaggiare e di stare in mezzo alla gente.
Era una delle donne più belle del mondo, richiesta da giornali di moda, stilisti.
Tutti le facevano la corte.
Quello che le mancava però era quel senso di completezza che vedeva in tutte le sue amiche.
Insomma era fidanzata da tre anni con un ragazzo qualche mese più piccolo di lei, aveva una casa tutta sua, ed una macchina.
Ma, se i primi tempi pensava di essere la donna più felice al mondo, con il passare degli anni si sentiva sempre più insoddisfatta.
Insoddisfatta dalla sua vita sentimentale.
 
Quella mattina si svegliò di ottimo umore.
Los Angeles le sorrideva come ogni giorno, quando una volta alzata si affacciava dalla terrazza del suo attico in centro.
 
Si voltò leggermente quando sentì due braccia possenti prenderla per la vita.
 
Sorrise al suo fidanzato lasciandogli un dolce bacio sulle labbra.
 
-Buongiorno…-, gli disse guardandolo teneramente.
-Amore mio, dovresti stare a riposare-, le rispose lui stringendola nel suo abbraccio.
 
La ragazza gli fece un gesto con la mano, per farlo tacere e tornare a godersi il panorama che Los Angeles offriva.
 
Justin e Aria. Aria e Justin.
Erano una coppia consolidata de ben tre anni ormai. Lui era un cantante, una pop star internazionale…lei beh, lei la conoscevano tutti.
Attrice, modella, cantante e stilista.
Insomma una vera forza della natura.
Si erano conosciuti attraverso i loro manager, da una semplice amicizia era nato qualcosa di più una notte di mezza estate.
Avevano litigato dopo un anno, ma erano tornati insieme più forti di prima.
 
Adesso però lei aveva qualche dubbio.
 
Due giorni prima si era sentita male.
Un calo di pressione dovuto alla stanchezza, avevano detto i medici.
Dopo un notte passata a fare flebo, era uscita la mattina dopo e l’aveva visto.
 
Aveva rivisto il suo tormento.
Aveva rivisto il ragazzo che aveva occupato il suo cuore.
L’aveva amato, lo amava da sempre.
 
Quando quella mattina l’aveva visto chiacchierare con la madre, non credeva fosse possibile che il suo cuore battesse ancora a quella velocità.
Proprio come il primo giorno. Quando l’aveva incontrato in un parco.
E poi erano cresciuti insieme, una vita insieme.
 
Si era umiliata per lui, si era ribellata tante volte a sua madre per lui.
Però era in paradiso.
 
-Piccola…ehi piccola!-, Justin le sventolava una mano davanti agli occhi riscuotendola dai suoi torbidi pensieri.
 
Erano scesi in cucina ed il ragazzo le stava preparando una colazione che sarebbe bastata per almeno dieci, quindici persone.
 
-Devi rimetterti in sesto…-, le diceva mentre le metteva davanti un piatto pieno di frittelle e pancakes.
-Ti amo…-, gli rispose lei sorridendo e sorseggiando il suo caffè mentre lui addentava una frittella, -che impegni hai?-, continuò poi terminando il suo caffè.
-Ho un servizio fotografico…e poi parto per New York te l’avevo detto-, rispose lui e la ragazza annuì terminando la sua colazione e posando il suo piatto.
 
Passarono una mattinata a coccolarsi in piscina, e dopo un bagno rilassante si divisero per il resto della settimana.
Justin partì con la valigia in mano alla volta dello studio di Vogue e successivamente alla volta di New York, lei invece rimase gran parte della mattinata in giardino a prendere un po’ di sole sulla sdraio con le cuffiette dell’Ipod alle orecchie.
 
Era stato un regalo di Nick quel lettore rosa con incisa la frase “I’m your biggest fan!”
Sorrise al ricordo di quel giorno. Era il giorno del suo quindicesimo compleanno, lui le aveva organizzato una festa a sorpresa, erano ancora amici.
Così le consegnò un piccolo pacchettino rosa con dentro quell’affare e tutte le canzoni preferite da entrambi.
 
Qualche secondo dopo le squillò il telefono. Era la madre.
 
-Ehi..-, le disse sorridente e poi iniziò a sbuffare quando la donna iniziò a dirle di mangiare, di riposare, di prendere le medicine.
-Tesoro ho una nuova offerta di lavoro-, disse la donna d’un tratto e Aria balzò a sedere sulla sdraio.
-Dimmi tutto…-
-Il BeatLab vuole produrre il tuo nuovo disco-, la mora sbarrò gli occhi iniziando ad urlare al telefono e dicendo alla madre di accettare.
 
Avrebbe di nuovo passato del tempo con lui.
 
Disse alla madre che sarebbe andata sola al colloquio e chiuse la telefonata promettendole che sarebbe tornata a casa per raccontarle dell’incontro e decidere insieme.
Chiuse la conversazione ed iniziò a ballare per casa, finalmente sarebbe tornata alla ribalta.
Sarebbe salita su un palcoscenico davanti a migliaia di fans che non avrebbero smesso di applaudirla.
 
Accese la radio in salotto e salì in bagno a farsi una doccia veloce prima di prepararsi per l’incontro.
 
Tornò in camera sua in accappatoio, aprì l’armadio e canticchiando indossò un paio di shorts neri a vita alta ed un top beige da mettere dentro i pantaloni. Un po’ di profumo, un paio di scarpe dal tacco vertiginoso ed una borsa beige piena di documenti.
Stirò i capelli lasciandoli cadere liberi sulle spalle e salì in macchina per andare al BeatLab.
 
Guidava euforica Aria, mentre le strade di Los Angeles impazzivano all’ora di pranzo.
Arrivò assediata da paparazzi e lasciò che il portiere parcheggiasse la sua auto in garage.
 
Era nervosa mentre saliva al 10 piano dove c’era l’ufficio del suo ex ragazzo.
 
-Aria…piccola!-
 
La mora si voltò in tempo per allungare le braccia ed evitare di venire travolta da un tornado di nome Jessica.
Le due si abbracciarono urlando e ridendo come due bambine, mentre l’assistente di Nick commentava il suo look sempre impeccabile.
 
-Jess, tesoro! Non sai come sono contenta di vederti-
-Anche io…come stai? Scusa se non ho chiamato ma quel deficiente mi riempie di lavoro…sono stanchissima!-, le disse la rossa passandosi le mani ai capelli e facendo ridere la mora che adesso si era tolta gli occhiali da sole e si era seduta in sala d’attesa mentre Jessica correva a prenderle un caffè.
-Sto bene! E’ sempre il solito a quanto pare…gli dirò di smetterla di torturarti…a che ora dovrebbe tornare?-
-Oh giusto l’appuntamento!-, rispose l’assistente prendendo il suo Blackberry e controllando l’agenda, -mezz’ora e torna!-, concluse poi sedendosi accanto alla mora e iniziando a chiacchierare del più e del meno.
 
Era bello poter andare a riabbracciare una vecchia amica.
Jessica era sempre stata una delle sue più care confidenti. Nick gliel’aveva presentata ad un party a casa sua, si erano trovate immediatamente d’accordo.
Nonostante la storia travagliata con il più piccolo dei Jonas, Jessica si era sempre dimostrata una persona leale, soprattutto nei suoi confronti.
 
Alle 2 e 30 in punto dall’ascensore, più bello che mai, uscì Nick Jonas con riviste e caffè al seguito.
Sembrava un Dio in occhiali da sole.
 
Jessica si alzò dalla sua poltroncina correndogli incontro e indicando Aria che adesso si stava torturando le mani o controllava insistentemente il cellulare.
Inutile dire che gli mancò un battito alla vista della giovane.
 
-Fin quando non finisco con lei non fare entrare nessuno e non passarmi telefonate…se non dalla mia famiglia-, le disse mentre con un respiro profondo si avvicinava alla mora.
-Ehi…-, le disse mettendosi davanti alla ragazza che adesso si era alzata fronteggiandolo.
 
C’era imbarazzo tra i due , poi lei prese l’iniziativa abbracciandolo.
 
-Andiamo nel mio ufficio-, continuò poi il ragazzo facendole strada lungo il corridoio.
 
Entrarono nell’ufficio di Nick e Aria rimase a bocca aperta, non ricordando quanto fosse grande e ben arredato. Si accomodarono su due poltroncine, non troppo distanti l’una dall’altra.
 
-Come stai?-,le chiese lui tutto d’un tratto, dopo averla fissata per un tempo indefinito.
-Bene…ero solo un po’ stanca! Tu come stai?-
-Va tutto alla grande!-, rispose come se stesse parlando con una vecchia amica, come se tra di loro non fosse successo nulla.
 
Continuarono a parlare per un bel po’ del più e del meno, quando arrivarono all’argomento principale del loro incontro.
Il nuovo album.
 
-Pensavo ci fosse anche tua madre sinceramente…-
-Ha avuto un piccolo problema ma comunque ti chiamerà per definire i dettagli-
-Certo…allora se per te va bene, da domani possiamo iniziare a lavorarci!-, concluse il ragazzo sorridendole.
 
E lei si sentì morire.
Non sentiva quel suo sguardo su di sé da troppo tempo, ed era una sensazione bellissima poter rivederlo di nuovo.
Mentre stava per dire qualcosa però vennero interrotti da Jessica che entrò nella stanza come un fulmine con il cellulare del ragazzo in mano.
 
-E’…è…Delta! Hai lasciato il cellulare da me-, disse imbarazzata mentre tentava di non guardare Aria che ora si torturava le mani.
 
Nick sospirò prima di prendere il telefono ed allontanarsi verso la finestra. Chiuse la conversazione dopo poco e tornò a sedersi vicino la ragazza.
 
-Dicevamo?-, disse come se niente fosse.
-Per gli ultimi dettagli puoi chiamare mia madre…adesso devo andare-
-Oh si…certo…ci sentiamo allora-
 
Si salutarono con un gesto della mano e la ragazza corse via, salutando di sfuggita l’amica ed inventando l’ennesima scusa.
L’ennesima stupida scusa per quelle lacrime che volevano uscire prepotenti dai suoi occhi.



***



Buongiorno a tutti (:
Allora intanto premetto di tornare indietro xD perchè ho cambiato l'immagine sotto il titolo del primo capitolo mettendo il caro Jerry (:
Poi qui si delinea un pò il profilo di Aria e come avrete capito alla fine ci sarà un primo incontro tra i due...domandina, domandina come vi sembra la fidanzata di Joe? *-*
Ho visto che avete commentato in pochini, vabbè non importa...vi ringrazio comunque per le 200 letture e per i 6 preferiti *-*
Spero che in questo recensiate di più *-* voglio davvero sapere cosa ne pensate (:
un bacione Vals

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Capitolo 3
*** i loved you and you destroy me. ***


Still in love with you.





Il grande giorno era finalmente arrivato.
Avrebbe iniziato a comporre il suo quarto album. Avrebbe lavorato fianco a fianco con Nick per i prossimi mesi.
Quella mattina Aria si svegliò eccitata. Si stiracchiò in quell’enorme letto e lesse il buongiorno che il suo ragazzo si premurava di inviarle da New York, dove avrebbe passato il resto della settimana.
Si alzò canticchiando allegramente mentre si infilava velocemente sotto la doccia ed iniziava a prepararsi per il BeatLab.
Non sapeva se essere più felice o preoccupata da quello che avrebbe visto quella mattina.
Nick sarebbe stato il suo capo, e tutti sapevano quanto fosse puntiglioso e critico nel suo lavoro, e lei…beh lei non era al suo livello, musicalmente parlando.
Entrò in camera sua ed aprì l’armadio iniziando a lanciare tutto per aria mentre sceglieva qualcosa da indossare per il suo primo giorno di lavoro.
Non voleva prepararsi molto ma non voleva neanche presentarsi in tuta.
Alla fine optò per vestitino bianco, un paio di scarpe alte ed una giacca di pelle nera.
Mise la collana che le aveva regalato Nick, la sua collana preferita, ed un po’ di profumo.
Lasciò i capelli mossi al naturale, che le cadevano liberi sulle spalle e si truccò leggermente. Non voleva sembrare finta.
 
Prese una tazza di caffè ed uscì di casa, andando verso la sua auto quando un signore la fermò.
 
-Signorina Gomez? Mi manda il signor Jonas, l’accompagnerò io in ufficio-, disse l’uomo accompagnandola alla macchina
-Oh grazie!-, sorrise la ragazza salendo in auto e aspettando che l’autista partisse.
 
Una volta arrivati al BeatLab capì perché Nick aveva chiamato un auto, se fosse arrivata sola i paparazzi l’avrebbero assediata.
Scese in garage e chiamò un ascensore dopo aver ringraziato ancora l’autista.
In pochi minuti arrivò al quinto piano, dove c’era lo studio di registrazione che avrebbe utilizzato per l’album.
 
-Aria…-, appena scesa dall’ascensore la ragazza si voltò verso la voce e corse incontro alla madre.
-Che ci fai qui?-, chiese un po’ imbarazzata.
-Ti stavamo aspettando, Tina ha portato un testo e Nicholas ha modificato ora la base musicale…sai credo che abbia delle idee grandiose!-
-Tina ha già scritto il testo?-, chiese ancora Aria sconvolta
-Tesoro ti ricordi la canzone che avevi scritto tempo fa? Lei ha solo modificato qualche parola…a Nicholas e gli altri piace, dovresti vederli sono tutti contenti!-
 
Si avviarono dal gruppo che rideva e scriveva su alcuni fogli e solo allora la ragazza si ricordò della canzone.
L’aveva scritta in un momento di follia mentre seduta al piano componeva qualche nota, ripensando alla sua storia con Nick, al modo in cui si erano lasciati dopo tre anni.
Ricordava di non averla mai fatta leggere a nessuno e non capiva come Tina potesse averne una copia.
 
Entrò nella stanza salutando tutti, sorridendo timidamente a Nick che le presentava i ragazzi che l’avrebbero seguita durante tutta la realizzazione del cd.
 
-Allora tesoro senti qui…-, le disse Tina mettendo un cd e premendo Play. Partì una base pop, e la donna canticchiò qualche verso della sua canzone.
 
Aria rimase sorpresa nell’ascoltare come funzionasse perfettamente in quel modo piuttosto che al piano, e sorrise quando la base terminò.
 
-L’avevo scritta al piano…però mi piace…posso provarla?-, chiese mentre Nick continuava ad osservarla.
 
Tutti annuirono e finalmente Aria poté indossare di nuovo le sue adorate cuffie per registrare. Iniziò a cantare ignara di tutto quello che accadeva al di là del vetro scuro.
 
“I don’t want to wait for you
I don’t want to wake up thinking, hopin
You’ll it get right this time
‘Cause you know that you’re so cold
And I don’t wanna see no more!”
 
Nick si era seduto su un divanetto di pelle nera, accavallando le gambe e guardando la sua ex ragazza cantare e osservare un punto indefinito della stanza. Quella canzone era per lui, lo sapeva. L’aveva letto attentamente il testo prima di decidere se potesse andare bene o no, era decisamente dedicata a lui.
La guardava mentre gesticolava, mentre ci metteva se stessa nel cantare la fine della loro storia.
L’aveva trattata male, troppo male, ma lui era fatto così. Non riusciva ad amare. Quando vedeva che le cose iniziavano a farsi serie, mollava tutto e si faceva odiare.
E adesso lei non avrebbe aspettato più per lui, non gli avrebbe più creduto forse.
Si risvegliò dal suo torpore quando sentì una porta chiudersi un po’ troppo forte ed uno “scusate” imbarazzato da parte della ragazza, che fece scoppiare tutti a ridere.
 
Si presero tutti una pausa lasciando Aria sola insieme a quello che era appena diventato il suo capo.
 
-Allora come ti sembra?-, chiese lei di punto in bianco voltandosi verso di lui.
-Parla di noi vero Aria?-, rispose lui puntando i suoi occhi color cioccolato in quelli della ragazza che erano appena lucidi.
-Tu non capisci…-
-Cosa non capisco?-, le domandò alzandosi dal divano ed avvicinandosi a raccogliere le sue cose.
-Io ti amavo Nick, e tu mi hai distrutta-, sputò fuori lei con le lacrime agli occhi lasciandolo solo in quella stanza.
 
Correva a perdifiato con quei maledetti tacchi che per poco non la facevano cadere per terra. Salì sull’ascensore e solo dopo che le porte si chiusero tirò fuori un pesante sospiro. Si appoggiò alla parete premendo un numero a caso mentre non riusciva più a frenare qualche lacrima.
 
“Io ti amavo Nick, e tu mi hai distrutta”, ma come le era venuto in mente di aprirsi così? Con lui poi. Si accorse di essere arrivata all’entrata principale, solo quando vide Los Angeles ed il suo traffico, ma soprattutto i paparazzi che iniziavano a scattare foto all’impazzata. Merda! Pensò mentre prendeva i suoi occhiali ed usciva dal palazzo.
Iniziarono a riempirla di domande fin quando lei non scoppiò
 
-Non esiste solo Nick Jonas al mondo!-, urlò seccata prima di chiamare un taxi e partire verso una metà sconosciuta, lasciando tutti a bocca aperta.



***



Buongiorno a tutti (:
grazie, grazie per tutti i bellissimi commenti che mi lasciate e grazie a tutti voi lettori silenziosi (:
Questo è solo un capitolo noiosissimo di transizione, nel prossimo vi avviso ci sarà un bel flashback *-*
Questa volta però posterò il capitolo solo quando supereremo le 5 recensioni se possibile
Un grazie a Joseph per la sua stupenda SEE NO MORE che ho utilizzato in questo capitolo *-* io la amo e voi?
Grazie davvero grazie ad una grandissima <3 ve lo giuro lei e le sue storie sono meravigliose *-* Novalee
un bacione Vals

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Capitolo 4
*** we all have vices ***


Still in love with you.





-Mamma sei sicura che la macchina arriverà tra 5 minuti?-
-Si tesoro…è una cena privata non un party con red carpet…stai calma, io arriverò prima che posso!-, disse la donna sbuffando mentre dall’altro lato del telefono Aria era in  preda al panico mentre finiva di truccarsi.
 
Era passata una settimana dall’inizio della registrazione per il suo nuovo album, aveva già inciso una canzone, la canzone che aveva scritto per Nick ed era già in procinto di incidere la seconda.
Ogni mattina andava a lavoro con un sorriso enorme stampato in faccia, sorriso di circostanza certo, ma che faceva lavorare tutti in tranquillità.
Aveva ritrovato la sua migliore amica, Jessica, ed insieme ne combinavano di tutti i colori. Aveva ritrovato la piacevole compagnia di Joe che finalmente era sereno e soprattutto aveva messo la testa a posto.
Si riscosse dai suoi pensieri finendo di stirare i capelli e controllando il suo look sempre impeccabile. Aveva un abito corto che terminava a metà coscia, senza spalline e soprattutto molto stretto, con delle scarpe esageratamente alte nere e una borsa dello stesso colore.
Quella sera l’umore di Aria non era certo dei migliori, il suo ragazzo l’aveva appena lasciata dopo un furioso litigio, lei gli aveva sbattuto la porta in faccia e lui era volato a New York, decidendo di stabilirsi lì per non pensarla. Motivo della lite? La gelosia che aveva il ragazzo nei confronti di Nick era quello che andava a dire in giro, ma in realtà avevano litigato perché lui la tradiva con la sua ex ragazza.
La mora sospirò pesantemente prima di sorridere davanti allo specchio ed uscire di casa dove l’auto privata già l’aspettava.
 
-Buonasera-, disse gentile prima di salire e farsi accompagnare a casa di Denise e Kevin Jonas.
 
La famiglia Jonas ogni anno alla fine di giugno organizzava una cena di gala per l’inizio dell’estate. Erano invitate tutte le famiglie importanti di Los Angeles tra cui la famiglia Gomez che però non si presentava da quando i due ragazzi avevano rotto tre anni prima. Quest’anno sarebbero ritornati, cercando di far finta di niente, di far tornare tutto alla normalità.
La distanza da casa sua a casa dei genitori di Nick non le era mai sembrata tanto breve, qualche secondo prima era seduta in auto e adesso stava suonando al campanello di quell’enorme villa.
 
-Oh signorina Gomez che piacere rivederla…-, disse la voce squillante di Charlie, una delle cameriere di Casa Jonas.
-Buonasera Charlie...-, disse la ragazza imbarazzata. Alzò lo sguardo trovandosi a qualche centimetro di distanza la famiglia Jonas al completo o quasi e qualche invitato.
-Aria!-, le corse incontro Danielle la moglie del più grande dei fratelli. L’abbracciò forte e Aria notò quanto fosse rotonda la pancia della donna.
-Oh mio Dio Dani! Oh mamma come sono contenta per voi…-, disse felice con gli occhi leggermente lucidi abbracciandola ancora e lasciandosi abbracciare anche da Kevin che aveva uno sguardo dannatamente innamorato.
 
Fu poi il turno dei signori Jonas che l’accolsero calorosamente e di Frankie che non era poi così piccolo. Aveva ormai 15 anni, ed era bellissimo per la sua età. Capelli ricciolini come quelli di Nick, sorriso meraviglioso come quello di Kevin e fisico muscoloso come quello di Joe. Era un mix perfetto, e da quello che si diceva in giro aveva iniziato a fare strage di cuori.
 
-Mancava il tuo profumo in questa casa…-, disse Joe di punto in bianco, abbracciandola quando ormai si erano allontanati tutti, -mi è sempre piaciuto!-, continuò baciandole dolcemente la guancia.
-La prima volta l’ho ricevuto in regalo da te, quando sei tornato da un viaggio a Parigi…ricordi?-, disse la ragazza guardandosi un po’ in giro in cerca della sua amica Jessica che però non era ancora arrivata.
-Già e ricordo anche l’espressione che hai fatto tu! Piccola Gomez... mi sei mancata-
-Anche tu Danger…-, disse facendo scoppiare a ridere il ragazzo perché lei continuava a chiamarlo in quel modo anche se ormai non lo faceva più nessuno. Joe si sollevò un po’ la maglietta nera e mostrò la scritta DANGER sul suo fianco scolpito.
 
Aria lo guardava sorridente. Era sempre stato così tra loro due, avevano un rapporto speciale e spesso difficile da raccontare a chi lo vedeva da fuori, erano migliori amici, erano speciali. Non avevano segreti e questo spesso aveva portato Joe a litigare furiosamente con suo fratello, lui teneva più alla sua amicizia con Aria che al suo rapporto di sangue con il fratello.
Dopo qualche minuto arrivarono anche Jessica, splendida nel suo abito blu notte, e la madre di Aria con il suo compagno che adoravano praticamente tutti.
 
-Amore…-, Aria si voltò e sorrise abbracciando la sua migliore amica appena ritrovata.
-Jess…sei stupenda!-
-E tu sei da stupro!-, le disse la rossa scoppiando poi a ridere.
 
Ormai mancava solo Nick con fidanzata al seguito. Non si erano parlati dopo l’episodio della canzone, e cercavano di non rimanere soli nella stessa stanza.
Quando ormai lo stavano dando per disperso, si fece vedere mano per la mano con la sua ragazza.
A Aria scoppiò il cuore.
Era bellissimo con una camicia bianca leggermente aperta sul petto, un cardigan blu di sopra ed un paio di jeans stretti scuri. La ragazza si morse il labbro, cercando di non fissarlo troppo a lungo. Poi vide la sua ragazza, bellissima, una bionda da mozzare il fiato. Si notava la differenza d’età, ora che lui era così sportivo e lei così elegante nel suo abito bianco che metteva in risalto i suoi occhi chiari ed i suoi capelli lunghissimi.
Sembrava una dea, non poté che pensare la mora mentre stringeva la mano della sua migliore amica che mandava saette dagli occhi.
La bionda si avvicinò alle due, sorridendo alla ragazza di Joe e tendendo una mano verso la mora.
 
-Devi essere Aria…in questa casa parlano così tanto di te…io sono Delta la fidanzata di Nick-, disse sorridendole fintamente.
-Oh piacere di conoscerti…non posso dire lo stesso però, io non ho mai sentito dire una parola sul tuo conto-, rispose Aria allontanandosi e prendendo posto a tavola, il più distante possibile da Nick che adesso la guardava con un espressione non definita sul volto.
 
La cena iniziò e terminò nel migliore dei modi, tutti chiacchieravano in allegria e le risate di certo non mancavano. Aria e Nick ogni tanto si scambiavano qualche sguardo ma era sempre il ragazzo ad abbassare il capo per primo, accanto a lui però Delta la guardava stringendogli la mano in segno di vittoria. Era suo ormai.
Aria si ritrovava seduta tra Joe e Kevin e non poteva chiedere di meglio, perché da qualsiasi lato si appoggiasse trovava sempre un rifugio comodo.
Dopo cena andarono tutti fuori in giardino dove era stato allestito un gazebo con drink e candele profumate tutte intorno. Una leggera musica in sottofondo teneva compagnia alle chiacchiere degli adulti e le risate dei giovani.
Jessica, Aria e Danielle erano sedute su un divanetto con i loro drink in mano felici di essersi ritrovate.
 
-Scusate se non mi sono fatta più viva…non con voi almeno!-, disse Aria sorseggiando l’ennesimo bicchiere di qualcosa di fortemente alcolico.
-Scusaci anche tu allora…ma abbiamo sempre chiesto di te a Joe e Kevin, eravamo solo…volevamo lasciarti i tuoi spazi e tempi!-, disse Danielle accarezzandosi la sua pancia pronunciata.
-E’ maschio o femmina?-, chiese all’improvviso.
-Una bellissima femminuccia…una mini Jonas!-, rispose Danielle scoppiando a ridere.
-Una tosta come noi che li sopportiamo tutti i giorni insomma!-, continuò Jessica togliendo dalle mani dell’amica il bicchiere.
 
Kevin e Frankie si avvicinarono sedendosi ai lati del divanetto, quando partì una musica lenta che invitò tutti a ballare.
Il più grande dei figli prese la mano per mano portandola al centro del giardino e ballando dolcemente con lei.
 
-Sono bellissimi…-, constatò Aria ricordando ancora l’emozione che aveva provato il giorno del loro matrimonio.
-Frankie invitami a ballare! Non fare come tuo fratello che si nasconde appena sente questa musica…dimostrami che qualcosa di buono c’è in te almeno!-, disse sospirando Jessica e alzandosi con il ragazzo lasciarono sola Aria che adesso poteva riprendere a bere tranquillamente.
 
Guardava quei due sorridendo, nonostante la differenza d’età  erano alti uguali e non conoscendoli tutti li avrebbero scambiati per coetanei. Joe le si avvicinò sedendosi accanto e prendendole una mano. Lei lo guardò confusa.
 
-Dai balla con me, in ricordo dei vecchi tempi…nessuno vuole vederti qui da sola!-, le disse facendo l’occhiolino alla sua ragazza.
-Solo perché sei un ottimo ballerino!-, rispose Aria alzandosi e volteggiando sorridente.
-Sei bellissima stasera…-
-Non dire stronzate Joseph! Ringrazia che sono ubriaca…capisco la metà delle cose che mi dici-, gli rispose sorridendo e appoggiando il capo sulla sua spalla.
 
Finirono di ballare la canzone insieme, e poi lui andò dalla sua ragazza con le mani in tasca mentre lei si allontanava sul retro ad ammirare il mare. Vide una ragazza con una sigaretta in mano e le chiese se ne aveva una in più, dopo esserAriaa accesa si tolse le scarpe e scese le scale che portavano ad un pezzo di spiaggia completamente isolato da tutto e tutti.
Il suo posto preferito. Il posto in cui aveva fatto l’amore per la prima volta con Nick.
 
Era estate, erano sudatissimi e si rincorrevano sulla spiaggia. Erano soli in casa quel giorno e decisero di prendere il sole in spiaggia piuttosto che a casa in piscina. Ad un certo punto lui la prese per i fianchi facendola cadere sul telo e arrivandole addosso e facendole il solletico. Aria non la smetteva di ridere e lui si riempiva della sua risata cristallina.
-Smettila amore dai…-
-Eh no adesso paghi pegno-, le disse mordicchiandole l’orecchio e scendendo poi verso il suo collo.
Le mani del ragazzo si posizionarono sui suoi fianchi iniziando a fare su e giù arrivando sul seno e poi scendendo tranquillamente. Un po’ la baciava, un po’ le mordicchiava la pelle tesa del collo, un po’ le leccava l’orecchio. Aria stava impazzando. Bastò un movimento brusco ed i laccetti del reggiseno della ragazza si sciolsero lasciandola mezza nuda.
-Sei bellissima amore mio…-, le disse Nick prendendole un seno tra le mani ed iniziando a stuzzicarlo.
Le mani della ragazza scesero sulle sue spalle possenti e contratte per non gravarle con il suo peso. Arrivarono sul petto muscoloso e scesero delicatamente verso l’ombelico facendo sospirare il giovane, mentre giocavano ognuno con il costume dell’altro. Le mani di Nick abbassarono in un colpo solo le mutandine di Aria, adesso che quel bacio era diventato più passionale, dato quasi con rabbia. Il moro lasciò le labbra della fidanzata per scendere sui suoi seni, mentre le mani lei lo facevano sospirare di piacere da dentro il costume, che scivolò via facilmente.
Erano entrambi nudi.
-Dio…-, disse Aria dopo non riuscendo più a trattenersi.
-Si lo so…sono un Dio!-, rispose ridendo e sospirando pesantemente Nick che adesso stuzzicava lui l’interno coscia della ragazza.
E poi entrò in lei prepotentemente, preso dalla foga del momento, facendola gemere urlando quasi. Iniziò a spingere lentamente, mentre lei gli graffiava le spalle e si muoveva con lui. I loro corpi combaciavano perfettamente, erano perfetti l’uno per l’altra. Si muovevano ritmicamente, lottavano, danzavano. Poi le allargò di più le gambe ed iniziò a spingere con forza, sospirando dei graffi della ragazza e gemendo come un pazzo. Aria dal canto suo lo incitava senza inibizioni, alzando un po’ il capo per baciarlo sul collo.
Spinse con troppa forza forse, quando lei graffiò a fondo lasciandogli dei segni rossi che non sarebbero andati via. Bruciavano quei segni con il sudore, ma nonostante tutto erano felici e appagati. Si rilassò sul seno della ragazza, mentre lei sotto il sole gli accarezzava quei ricci, sudati.
-Ti amo…-, le disse lui sospirando.
-Ti amo…-, ripeté lei baciandogli la fronte.
 
-Che ci fai qui?-, la voce di Nick risultava ovattava, persa com’era tra i ricordi. Si asciugò una lacrima birichina e si voltò verso il ragazzo con le braccia conserte.
-Mi sentivo di troppo lì dentro-,rispose la ragazza aspirando la fine della sigaretta prima di gettarla via.
 
Nick si avvicinò mettendosi le mani in tasca. Aveva detto alla sua ragazza di dover fare una telefonata urgente, e si era diretto in spiaggia. L’aveva trovata intenta fissare il mare, scalza e con i capelli al vento.
 
-Hai ripreso a fumare?-, le disse guardando davanti a se come se fossero due perfetti sconosciuti.
-Non ho mai smesso Nicholas, ci sono certi vizi di cui non puoi fare a meno…lo sai meglio di me-, gli rispose voltandosi a guardarlo per un attimo.
 
Il ragazzo raccolse l’allusione in silenzio, continuando a guardare davanti a sé e ripensando al suo vizio. Se Aria non poteva evitare di fumare lui non poteva evitare di adorarla. Era così diversa da Delta, diversa in tutto. Lei era stato il suo primo amore, quello per cui  aveva fatto a pugni alla sua festa di compleanno rovinandogliela, quello delle corse sotto la pioggia. Quello segreto che voleva preservare a tutti i costi.



***



Buongiorno a tutti (:
OH MIO DIO, OH MIO DIO posso urlarlo? Cioè saltello da ieri OTTO RECENSIONI, otto recensioni non so se ci rendiamo conto? ahahahah grazie, grazie grazie <3 siete veramente fantastiche...cioè io boh vi adoro <33
Allora ho inserito la foto di Jessica così almeno sapete tutti chi è xD per Frankie lasciatemi stare il ragazzino crescerà più figo dei fratelli me lo sento ahahahah
Uhm piaciuto il flashback? Spero vivamente di si *w*
Questa volta vorrei ringraziare Elena e Francesca, le mie due lettrici stupende che mi seguono dall'inizio *w* e poi oltre alla meravigliosa Novalee, un ringraziamento speciale va a colei che mi fa ridere, piangere e morire con le sue storie Gabrielle *w* , loro due mi fanno da muse ispiratrici per la storia perciò GRAZIE <3
Grazie anche alle nuove lettrici e a tutti voi lettori silenziosi che avete messo la mia storia tra i preferiti ed i seguiti, siete cresciuti notevolmente *-*
Ah se vi piace Niley o volete semplicemente leggere qualcosa per vomitare xD leggete la mia OS before the storm.
LOGE YOU ALL
Vals

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Capitolo 5
*** disaster date. ***


Buongiorno a tutti (:
oggi il mio spazio lo metto in alto xD allora innanzitutto mi scuso per non aver postato in questi giorni ma l'ispirazione era pari a zero e credo che questo capitolo sia un pò una schifezza >.<
Poi questo capitolo sarà un pò così tranne per il finale...se non capite determinate cose chiedete, non preoccupatevi ci sarà un capitolo in cui spiegherò tutto comunque
Ho già scritto anche il prossimo per farmi perdonare perciò recensite, recensite, recensite!!!!
Ah dimenticavo...ho rivisto una mia fan fiction scritta l'anno scorso, che dite la pubblico o non la pubblico? xD
VI AMOOOO

Still in love with you.





-Pronto Terra chiama Aria! Cazzo…attenta!-, disse Jessica tirando la ragazza per un braccio ed evitando di farla scontrare con un palo della luce.
-Scusa…mi ero distratta…grazie!-, rispose la ragazza posando il telefono in tasca e sorridendo all’amica.
 
Erano entrambe assediate dai paparazzi mentre passeggiavano per le vie di una Los Angeles decisamente troppo estiva, intente a fare un po’ di shopping. Jessica aveva passato la notte a casa della sua migliore amica, un po’ sconvolta per come si era conclusa la festa a casa Jonas. Non aveva fatto altro che ascoltarla per tutto il tempo, ascoltare i suoi dubbi e se necessario criticarla. Le aveva espressamente raccomandato di non avvicinarsi ed in caso cacciarlo via in malo modo, ma Aria non l’aveva ascoltata minimamente, anzi si era persa tra i ricordi di quella storia travagliata.
 
-Entriamo?-, le disse Aria avvicinandosi alla vetrina di un noto negozio di intimo. Jessica la guardò maliziosamente correndo dentro per prima.
-Dio Jess vuoi uccidere Joe?-, disse la mora mentre strappava dalle mani un completino di pizzo nero.
-Lui uccide me…è una macchina del sesso!-, disse la rossa mentre scoppiava a ridere seguita dalla sua migliore amica.
 
Continuarono a girovagare tranquille dentro il negozio, provando qualcosa ogni tanto mentre scherzavano sulla fine che avrebbe fatto il capo, fin quando una voce dannatamente stridula le fece voltare.
 
-Ragazze…-, Delta si era appena avvicinata alle due con Big Rob al suo fianco. Aria corse ad abbracciarlo prima di sorridere fintamente alla bionda che metteva in bella mostra i suoi acquisti.
-Ehi Delta…che ci fai con Rob?-, disse Jessica mentre stringeva la mano della sua migliore amica.
-Nick ha voluto che uscissi con una guardia del corpo…e chi meglio di lui?-, spiegò come se fosse la cosa più naturale al mondo e Aria quasi non la prese a schiaffi. Scambiarono qualche altra parola di cortesia e si dileguarono il più in fretta possibile.
-Dio la odio…la odio te lo giuro!-, disse la mora appena uscirono dal negozio, sospirando pesantemente ed evitando accuratamente di fare nomi davanti ai fotografi.
 
Non sopportava quella ragazza, non la sopportava da tre anni ormai, da quando aveva visto la prima foto su un sito di gossip. Quando stavano insieme lui la nascondeva sempre, non uscivano quasi mai fuori a cena o in un cinema…diceva che i paparazzi li avrebbero perseguitati e adesso invece non passava un secondo senza che una loro foto uscisse su internet facendo impazzare tutto il web.
 
-Lasciala perdere…sappiamo tutti com’è fatta purtroppo! Senti piccola io devo correre a casa a cambiarmi e andare a lavoro…odio il mio capo! Ti chiamo più tardi-, continuò Jessica prima di abbracciare la sua migliore amica.
-Buon lavoro-, disse l’altra prima di lasciarla e dirigersi verso la sua auto diretta a casa. Finalmente.
 
***
 
Nick e Joe Jonas erano soliti passare i loro pomeriggi liberi, al campo di baseball di Los Angeles. Avevano creato una loro squadra, i Road Dogs, di cui andavano molto fieri nonostante erano rare le volte in cui vincevano una partita.
 
-Palla…Nick cazzo concentrati!-, urlava Joe mentre correva da una parte all’altra del campo.
-Scusa…basta facciamo una pausa!-, rispose Nick prima di lanciare la mazza a terra e spostarsi verso le panchine seguito dal fratello maggiore.
-Che ti prende oggi? Se non avevi voglia di venire potevi dirlo-
-Non ho nulla…sono stanco, forse è meglio se torno a casa-, aggiunse il ricciolino mentre iniziava a togliersi le protezioni da braccia e gambe.
 
Joe lo guardò esterrefatto, non si era mai tirato indietro prima d’ora. Comunque decise di seguirlo, avvisando gli altri ed iniziando a spogliarsi mentre si dirigeva nello spogliatoio maschile. La festa della sera prima era stata bella, insomma per quel che lo riguardava aveva rivisto il suo primo amore, amore mai rivelato per la differenza d’età tra i due che adesso quasi non si notava. Aveva 18 anni Joe quando incontrò per la prima volta Aria che di anni ne aveva 14. Gli aveva fatto la corte, l’aveva corteggiata come si corteggia una principessa, ma lei l’aveva rifiutato per Nick. C’erano stati screzi tra i due fratelli, ma alla fine si era risolto tutto perché si volevano bene più di quanto volessero ammettere.
Si cambiarono in silenzio e si diressero verso la macchina di Nick con i loro borsoni in spalla.
 
-Dove ti porto?-, disse Nick mentre metteva in moto
-A casa mia…tu che fai?-, rispose Joe mentre voltava lo sguardo verso il fratello, che aveva aumentato la velocità arrivando in un batter d’occhio a casa sua.
-Devo parlare con una persona…-
-Non fare cazzate con Aria Nick!-
-Così che possa venire a piangere ancora da te? E’ questo che stai aspettando no? Aspetti il momento in cui lei torni tra le tue braccia. Te l’ho strappata via eh Joe?!-, disse Nick fermando la macchina sul vialetto di casa del fratello continuando a guardare dritto davanti a se.
-Sei proprio un bastardo…un maledettissimo bastardo che si è fottuto il cervello. Vaffanculo Nick-, rispose Joe trattenendosi dal prenderlo a pugni dentro l’auto. Scese e sbatté lo sportello prima di dirigersi in casa con un diavolo per capello.
 
Nick batté un pugno contro il volante dell’auto prima di ripartire e dirigersi da lei. Perché infondo era colpa sua se aveva litigato di nuovo con suo fratello, il suo migliore amico. Era colpa sua se era nervoso dalla notte prima. Era sempre colpa sua.
Parcheggiò davanti il grande palazzo bianco e si fece aprire dal portiere. Chiedendogli gentilmente di non avvisare nessuno, prese l’ascensore e salì all’ultimo piano.
Suonò al campanello respirando profondamente per calmarsi ma, quando la ragazza aprì la porta in evidente stato di shock, tutto quello che riuscì a fare fu baciarla.
Entrò in casa senza che lei gli dicesse una parola, bastò uno sguardo per incendiargli persino l’anima. Si avvicinò e la baciò rudemente.
Non c’era dolcezza, forse neanche passione.
Le mise una mano sulla guancia mentre l’attirava a se con l’altra, continuando a divorarle quelle labbra senza che lei si opponesse. Lasciando che diventassero rosse e gonfie senza che lei potesse fare qualcosa.
Il portone di casa sbatté e nessuno dei due se ne accorse, presi com’erano a fare la guerra con quelle lingue, mentre a tentoni arrivavano su un divano qualsiasi.
 
-Ahi…-, disse la ragazza divincolandosi dall’abbraccio del ragazzo e mettendosi in ginocchio mentre con una mano si sfiorava il labbro inferiore.
-Scusa-, le disse continuando a tenere gli occhi socchiusi e tirandola contro di se.
-Calmati…-, gli disse lei mentre sentiva che il braccio del moro tremava quasi dalla rabbia, iniziò ad accarezzargli il volto con una mano soffermandosi ora sui suoi capelli, ora sugli occhi, rilassandolo e facendolo anche sorridere, -mi vuoi dire cos’è successo?-, continuò appoggiandosi al suo petto come se niente fosse. Lasciandosi accarezzare la schiena come se niente fosse. Stretti su quel divano come se niente fosse.
-No…-, rispose semplicemente Nick.
-Ok…beh per quanto hai intenzione di rimanere così?-, sospirò lei consapevole che il ragazzo non avrebbe parlato facilmente.
-Finché mi va di rimanere così! E adesso vuoi stare zitta e ferma per una buona volta?-, concluse Nick prima di spostarsi un po’ in modo da appoggiare la testa sul braccio del divano, trascinando con se anche la ragazza che sbuffava come un toro inferocito.
 
Rimasero in quel modo per quasi tutto il pomeriggio, in silenzio ad ascoltare solo i loro respiri ed attendere che un braccio smettere di tremare ed un cuore smettesse di scalpitare impazzito.
 

I’ve been here since the beginning & I’ll be here 'till the end

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Capitolo 6
*** just for tonight. ***


Buongiorno a tutti (:
Sette recensioni *-* ma quanto mi rendete felice? *______*
La storia ha preso una piega diversa, ci terrei a precisare che tra Joe e Aria non è mai successo nulla, perchè lei ha sempre preferito Nick vedendo Joe più come un fratello, un confidente...insomma il suo migliore amico (:
Ve lo spiego perchè molti di voi mi hanno scritto messaggi chiedendomi di Joe...
Bene adesso passiamo a questo capitolo xP spero vi piaccia e se i commenti saranno tanti quanto il capitolo precedente...forse vi regalerò un altro capitolo oggi xP chi lo sa!
VI AMOOOO



***



Still in love with you.





-Cazzo…-, disse Aria mettendosi una mano tra i capelli seduta al centro del letto. –Cazzo, cazzo, cazzo…-, ripeté una volta tastata la parte sinistra del letto e trovandola occupata da un corpo caldo e muscoloso.
 
Voltò il capo in direzione della mano e vide Nick dolcemente addormentato a pancia in giù, con un braccio sotto il cuscino e l’altro a penzoloni fuori dal letto. Aveva il volto rilassato ed un sorriso che lo faceva sembrare un bambino. Era coperto dal lenzuolo azzurro fino alla vita, lasciando le spalle muscolose libere ed illuminate dal timido riflesso della luna.
Si stropicciò gli occhi coprendosi di più con il lenzuolo. Guardò la sveglia erano appena le 3 del mattino, si appoggiò con la testa sul cuscino ed in un attimo le tornarono alla mente tutti i fatti accaduti la sera prima.
 
-Finché mi va di rimanere così! E adesso vuoi stare zitta e ferma per una buona volta?-, concluse Nick prima di spostarsi un po’ in modo da appoggiare la testa sul braccio del divano, trascinando con se anche la ragazza che sbuffava come un toro inferocito.
Rimasero in quel modo per quasi tutto il pomeriggio, in silenzio ad ascoltare solo i loro respiri ed attendere che un braccio smettere di tremare ed un cuore smettesse di scalpitare impazzito.
Aria stava impazzendo, dentro sentiva che stava per scoppiare. Non sopportava che Nick si comportasse in quel modo. Odiava vederlo piombare a casa sua e baciarla come se niente fosse, sfogando su di se tutti i suoi tormenti interiori. E odiava se stessa per acconsentire sempre a tutto ciò.
Da un lato però dovette ammettere che le piaceva stare abbracciata a Nick, le piaceva la sensazione che la mano del ragazzo le stava facendo provare in quel momento semplicemente andando avanti e indietro lentamente sulla sua schiena, come se fosse lei quella che doveva essere calmata. Appoggiò il suo orecchio sul petto del ragazzo per sentire il suo cuore battere in modo frenetico, istintivamente gli depositò un casto bacio attraverso la camicia, sfiorando poi la parte con un dito.
E fu disperazione. E fu passione.
In un attimo si ritrovò schiacciata sotto il corpo del ragazzo, che riprese a baciarla con foga. Aria gli passò le braccia intorno al collo attirandolo ancora di più contro di se, perché infondo lo voleva anche lei. Voleva fare, ancora una volta, l’amore con lui. Nick apprezzò il gesto e gli sorrise sulle labbra mentre ora le sue mani le spostavano i capelli dal viso, scendendo poi lungo il collo, le braccia, i fianchi e risalendo in quell’esasperata tortura, senza lasciarle mai le labbra. Schiuse poi gli occhi per perdersi nella visione della ragazza che lo guardava con occhi lucidi e le  gote rosse.
-So che non è il posto migliore ma ne ho bisogno...-, le disse ansante mentre si toglieva la maglietta e faceva lo stesso con quella della ragazza che al contrario suo non aveva nient’altro che un reggiseno e un paio di slip sotto.
Presa com’era dalla situazione non gli rispose limitandosi a guardarlo negli occhi con fare eloquente. Non avevano bisogno di ulteriori parole, ammissioni, se lui voleva sfogarsi per tutto poteva farlo con lei, se lei voleva sentirlo dentro di se ancora per una volta, poteva farlo.
Sorrise di rimando allo sguardo del ragazzo nel vederla con indosso solo un completino di pizzo nero.
Scese a baciarle la guancia, il collo, leccandolo, mordendolo mentre lei gli passava una mano tra i capelli tirando leggermente quando lui soffiava sulla parte appena leccata.
Aria decise di fare la sua parte spostando le sue mani dai capelli ricciolini del moro fino alle sue spalle, scendendo più giù delicatamente con le dita fino al petto, mentre lui faceva la stessa cosa spogliandola definitivamente del reggiseno ed iniziando a stuzzicare un seno facendola gemere sommessamente.
Nick scese con le labbra verso quello stesso seno che aveva tormentato poco prima con la mano, facendo sobbalzare la ragazza che imperterrita continuava la sua discesa con le mani arrivando al bottone dei jeans del ragazzo che aprì con un gesto secco.
-Ah…-, sospirò Nick quando la minuta mano della ragazza si era intrufolata all’interno dei suoi boxer, iniziando un movimento che ben presto l’avrebbe mandato all’inferno.
-Ferma…-, le disse al limite della sopportazione prendendole la mano e intrecciandola con la sua.
 Il ragazzo scese con le dita lungo i fianchi della giovane, togliendole con un gesto secco gli slip ed iniziando una lenta tortura con le mani che ben presto la fecero urlare, facendolo poi sorridere mentre appoggiava la fronte con la sua e le apriva leggermente le gambe.
-Nick…-, sussurrò la ragazza mentre il moro iniziava a muoversi velocemente dentro di lei mozzandole quasi il respiro.
Nonostante tutto si completavano perfettamente. Nonostante fosse solo passione quello che stava accadendo tra loro, foga, rabbia, frustrazione, Nick e Aria si completavano perfettamente. Si incastravano come due pezzi di un puzzle.
La ragazza ansimò pesantemente quando allacciò le gambe sui fianchi del ragazzo che adesso si muoveva più velocemente. Le unghie di Aria lasciavano profondi segni rossi sulle spalle del ragazzo che faceva forza sulle braccia per non pesarle troppo mentre continuava a spingere lasciandola senza fiato.
Diede un’ultima poderosa spinta prima di accasciarsi sfinito dietro la ragazza stringendola a sé, mentre lei incredula tratteneva una mano tra le sue.
-Io…-, tentò lei ma Nick la voltò guardandola negli occhi
-Per questa sera non pensiamo a nulla…-, le disse lasciandole un dolce bacio sulla fronte.
Aria si alzò prendendolo per mano incurante della sua nudità e portandolo nella sua stanza dove si amarono ancora, dove si strinsero per molto molto tempo.
 
Si alzò il più lentamente possibile sentiva un dolore tremendo in ogni parte del corpo. Voleva fuggire da lì, ma non perché si fosse pentita, no quello non sarebbe mai accaduto. Voleva fuggire semplicemente perché aveva paura. Paura di ricascarci, paura di fidarsi ancora e venire nuovamente spezzata.
 
-Ehi…dove vai?-, le chiese Nick con voce assonnata  voltandosi verso la porta.
-Credo che tu debba andare a casa…dalla tua ragazza!-, rispose Aria mentre si torturava le mani.
 
Nick si alzò incurante della sua nudità e si avvicinò alla ragazza prendendole le mani. Voleva solo non pensare. Per una volta voleva solamente godersi quello che gli veniva offerto senza pensare alle conseguenze, ai rischi che correva. Senza pensare a nulla se non a se stesso.
 
-Andiamo a dormire…solo per questa notte. Da domani scomparirò dalla tua vita, se tu non mi vorrai. Non sarò il tuo capo, non sarò tuo amico, non sarò niente di niente…ma da domani…ti prego-, le disse lasciandole piccoli baci lungo tutto il volto.
 
Le prese una mano e la riportò a letto, accarezzandole i fianchi mentre si stringeva alla ragazza e si faceva prendere una mano.
 
-Grazie…-, le disse e lei si voltò sospirandogli contro il petto, facendosi coprire dal lenzuolo nonostante facesse un caldo incredibile.
-Ti odio…per colpa tua non potrò muovermi per una settimana almeno!-, gli rispose facendolo scoppiare a ridere.
-Si penso di odiarti anche io infondo!-

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Capitolo 7
*** use somebody. ***


Buonasera miei tesori(:
Uhm forse non vi è piaciuto lo scorso capitolo e mi dispiace ): spero di farmi perdonare con questo (:
La canzone usata è Use Somebody, la cover fatta da Pixie Lott ascoltatela perchè è stupenda davvero *w*
Basta non ho nient'altro da dire se non godetevi il capitolo xD
love u all sweeties



***



Still in love with you.





“I've been roaming around
Always looking down at all I see
Painted faces fill the places I can't reach
You know that I could use somebody yeah”
 
-Non ci posso credere questa canzone è meravigliosa…-, le disse Jack mentre fermava la registrazione
-La smetti di interrompere J?-, rispose Aria scoppiando a ridere e diffondendo la sua risata in tutta la stanza, facendo un esclamazione poco simpatica quando le cuffiette emisero uno strano rumorino facendola balzare.
-Scusa A…ho premuto il pulsante sbagliato. Dai riprendiamo-, continuò il produttore mentre rideva e le faceva segno di riprendere.
 
Sospirò Aria, mentre annuiva e riprendeva a cantare quella canzone che parlava tanto di se e della sua situazione con Nick. Quella mattina si era svegliata sola in quel grande letto, il cuscino ancora profumava di muschio e tabacco, profumava di lui. Mugugnò accennando un debole sorriso mentre abbracciava quel cuscino e tentava di riprendere a sognare, magari a sognare della notte appena trascorsa. Si erano addormentati abbracciati, lui le lasciava baci sulla testa sussurrandole che doveva stare tranquilla, che quella notte era solo loro, ma in realtà era Nick stesso ad avere troppi pensieri in testa.
Era arrivata in studio puntuale come al solito, con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e la solita tazza di caffè in mano. Aveva messo la collana che le aveva regalato lui, quella con il suo nome inciso dietro una stella.
Jessica le aveva chiesto gentilmente di smetterla di sorridere come una deficiente, ma era stato più forte di lei.
Nonostante tutto stava bene quel giorno.
Ancora non l’aveva visto, ci era rimasta un po’ male perché aveva scelto accuratamente cosa indossare e come truccarsi, giusto per farsi notare un po’ di più.
E in quel preciso momento quei jeans stretti e quella maglia attillata le sembravano così scomodi, da non riuscire a muoversi quasi.
 
“You know that I could use somebody
Someone like you and all you know and how you speak
Countless lovers undercover of the street…”
 
Ma se questa canzone parlava veramente di loro, allora lui in quel momento la stava usando? O lei stava usando lui? Anche loro erano amanti che si incontravano nel buio di una strada mentre tutto intorno a loro dormiva?
Non sapeva cosa rispondere a quelle domande. Era confusa, fino a qualche ora prima di entrare in ufficio sentiva che la notte appena trascorsa era stata una notte senza pretese, di quelle che capitano quando sei ubriaco e vuoi fare pazzie senza pensare alle conseguenze. Poi si era svegliata e quelle conseguenze le erano piombate irrimediabilmente addosso.
Se lui gliel’avesse chiesto, lei di sicuro avrebbe acconsentito a diventare la sua amante, purché la stringesse come aveva fatto poche ore fa.
 
-Facciamo una pausa?-, le disse Jack mentre fermava la musica e successivamente apriva la porta rossa avvicinandosi alla mora. –Sto montando i pezzi, così che poi canti solo la parte finale…ho mandato tutto a Nick via email…se lo vedi parlagli-
-Ok, allora io salgo da Jess quando dobbiamo riprendere mi fai uno squillo…-, rispose Aria sorridendogli e catapultandosi fuori dalla stanza, per prendere l’ascensore ed arrivare dalla sua migliore amica.
 
Arrivata al 10 piano sospirò pesantemente sistemandosi i capelli e sfoggiando il suo sorriso migliore scese dall’ascensore per dirigersi dalla rossa, intenta a limarsi le unghie mentre leggeva un giornale di moda.
 
-Si lavora cosi eh? Brava, brava…poi la colpa è del tuo capo!-, le disse abbracciandola da dietro e baciandole la guancia.
-Senti oggi mi fai letteralmente schifo ok?-, rispose l’altra mettendosi a ridere.
-Perché?-, continuò Aria sedendosi su una poltroncina con un tenero broncio sul viso.
-Senti principessa sul pisello…-, iniziò Jessica scoppiando poi a ridere cogliendo l’allusione, -non attacca questa faccia con me! Ti odio quando sei schifosamente felice…ti odio di più quando mi racconti tutti i dettagli! Lasciami pensare che abbia una vita sessuale di una formica, ti prego!-, continuò facendo una faccia schifata.
-Dov’è?-
-Guarda quell’ascensore, tra due minuti si aprirà ed apparirà con il suo solito bicchiere di caffè, gli occhiali da sole, un profumo da gay e via dicendo…-, disse Jessica mentre l’amica la guardava a bocca aperta.
 
Dopo due minuti esatti le porte dorate dell’ascensore si aprirono rivelando tutto quello che la rossa aveva preannunciato. Aria non riusciva a trattenere le risate e si voltò verso la sua borsa per non farsi vedere, rossa in viso com’era.
Nick entrò in tutto il suo splendore con una camicia a righe che non gli si addiceva proprio per una giornata di inizio Luglio.
Salutò Jessica scambiandosi qualche epiteto sicuramente poco carino, ma per loro era come dire buongiorno. Poi si voltò verso la poltroncina, riconoscendo il suo odore ed al suo cuore mancò un battito.
La trovò semplicemente stupenda con quei capelli che scendevano lisci lungo le spalle, gli ritornò alla mente la nottata precedente quando quei capelli venivano torturati dalle sue mani e dalle sue labbra.
Le sorrise togliendosi gli occhiali scuri e mostrandole quegli occhi piccoli che amavano perdersi in lei.
 
-Jack ti ha mandato la canzone…ormai l’album è quasi finito-, gli disse alzando le spalle mentre sorrideva timidamente.
-Bene andiamo da me allora! Jess non mi passare nessuna telefonata…non ci sono per nessuno!-, le sottolineò in modo da farle capire che non voleva essere minimamente disturbato. Non con lei dentro la stanza.
 
La fece passare per prima e si chiuse la porta alle spalle sorridendole. Non c’era imbarazzo, questo era già un paso avanti nel loro rapporto. Si sedette davanti al computer e scaricò le email, tra cui la canzone di Aria.
L’ascoltò con attenzione scuotendo la testa ogni tanto, quando gli stessi pensieri della ragazza riaffioravano.
 
-Non è finita…tra poco devo tornare in studio-, si affrettò a dire la mora mentre giocherellava con una ciocca di capelli.
-E’ bella, mi piace…-, le rispose lui alzandosi dalla sua postazione e prendendole una mano per avvicinarla a lui.
 
Si ritrovarono abbracciati a fondere i loro respiri in uno solo.
 
-Che stai facendo?-, gli chiese lei passandogli le mani intorno al collo.
-Uhm ti ricordavo più perspicace…-, la prese in giro lui stringendola di più a sé.
-Chi ti da tutti questi permessi Jonas? Se non volessi baciarti?-, adesso scherzavano entrambi al centro di quella enorme stanza che si affacciava su quasi tutta Los Angeles.
 
Nick si allontanò fintamente offeso, avvicinandosi alla grande vetrata. Aria scosse la testa raggiungendolo e abbracciandolo da dietro, baciandogli una spalla attraverso la camicia e appoggiandoci poi il volto.
 
-Dormito bene?-, gli chiese lui voltandosi e imprigionandola tra il suo corpo e il vetro spesso.
-Il mio ospite si avvicinava e toccava troppo per i miei gusti…non ho chiuso occhio si può dire-
-Ma che gente porti a casa? Possibile che non ti sappia scegliere un ragazzo perbene?-, si misero a ridere e finalmente avvicinarono le loro labbra per darsi il buongiorno.
 
Aria ritornò con le sue braccia intorno al collo di Nick, lasciandosi prendere in braccio e farsi appoggiare sulla scrivania del moro che aveva le sue mani fisse sui fianchi della ragazza.
 
-Dovresti vedere la tua faccia in questo momento…-, le disse lui accarezzandole il viso con un sorriso a trentadue denti.
-Cos’ho?-, chiese ingenuamente Aria inarcando un sopracciglio e prendendo uno specchietto dalla sua borsa, -oh cazzo, sei un idiota…sei un idiota Nicholas Jerry Jonas. Adesso secondo te, posso andare in giro con due mongolfiere al posto delle labbra?-, gli disse tirandogli un pugno sul braccio mentre il ragazzo scoppiava a ridere tentando di riabbracciarla.
-Adoro le tue labbra, non posso farci nulla…-, le disse e fece per baciarla ancora quando il suo telefono iniziò a squillare,-scusa…-, la guardò prima di allontanarsi per rispondere al telefono.
 
Aria capì che si trattava di Delta e fu come se gli avessero tirato un pugno nello stomaco. Come se l’avessero risvegliata da un sogno, un bellissimo sogno.
Era così che si sentiva un’amante? Erano davvero queste le sensazioni che si provavano?
Gli scrisse un bigliettino incollandolo sopra lo schermo del computer e senza fare il minimo rumore uscì dalla stanza mentre lui la guardava amareggiato. Si sentiva una ladra. Ma non per questo avrebbe rinunciato a quel poco di felicità.

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Capitolo 8
*** you look like a bitch. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Grazie davvero per tutto l'affetto che mi state dimostrando *w* sono contenta che questi due sfigati vi piacciano <3
non vedo l'ora di arrivare al prossimo capitolo ù.ù non dico niente shhh
spero vi piaccia anche questo comunque xP
love u all sweeties



***



Still in love with you.





Mamma come sto?-, disse Aria facendo un giro su se stessa ridendo come una bambina.
-Sei sempre la migliore tesoro…-, rispose Mandy sistemandole un ciuffo ribelle e chiamando una macchina, mentre la ragazza finiva di truccarsi.
 
Era agitata quella sera. Era stata invitata alla Premiere di un film con quasi tutti i suoi attori preferiti, sapeva già di fare qualche brutta figura. Continuava a guardarsi davanti allo specchio ripetendosi che era bellissima e che sarebbe stata perfetta, di nuovo sul red carpet.
Aveva tirato fuori dall’armadio un vestito nero Chanel, un vintage che aveva utilizzato sua madre per la cena di fidanzamento con il suo nuovo compagno. Lo adorava e le stava una meraviglia. Aveva lasciato i capelli mossi al naturale, truccandosi leggermente ma accentuando la matita sugli occhi.
Era semplicemente stupenda.
La madre le urlò dal piano di sotto che l’auto era già arrivata, così si spruzzò un po’ di profumo e sorridendo salutò la donna per avviarsi al cinema.
Quel giorno non era andata a lavoro, aveva chiamato Jack e gli aveva detto che voleva passare un po’ di tempo con sua madre e quindi non sarebbe andata al BeatLab.
A metà mattinata mentre era in un centro di bellezza con la madre, arrivò un messaggio che fece sorridere la ragazza. Era il buongiorno di Nick.
Non si vedevano molto, per mantenere segreta la loro tresca, così quando non erano chiusi nello studio del ragazzo si scrivevano messaggi.
Istantaneamente prese il sui Iphone e gli scrisse un messaggio, che cancellò quasi subito per paura che fosse a cena con Delta o da qualche parte con lei e che finissero per litigare.
L’autista l’avvisò che erano arrivati, così Aria posò il cellulare dentro la borsa e si risistemò i capelli prima di scendere dall’auto ed essere assorbita dai flash.
Avanzò sicura verso il tappeto rosso, quando si sentì mettere un braccio attorno ai fianchi. Si voltò leggermente e sorrise.
 
-Grazie…-, gli disse lei e insieme si diressero verso i fotografi che stavano impazzendo.
-Sei bellissima stasera…-, le rispose lui mentre la guardava perso.
-Anche tu non sei niente male Joseph…-, gli sorrise e appoggiò una mano sulla sua spalla.
 
Finirono di farsi fotografare e si avviarono verso la sala dove avrebbero proiettato il film. Si sedettero vicini ed il mondo le crollò quando dalla porta rossa, entrarono abbracciati e sorridenti Nick e Delta che si sedettero a qualche poltroncina di distanza da loro. Joe intercettò lo sguardo del fratello e passò un braccio attorno alle spalle dell’amica.
 
-Ci sei ricascata eh?-, le chiese mentre le luci si spegnevano
-Preferirei non parlarne ora…-, rispose alzando poi lo sguardo verso Nick che invece guardava dritto davanti a se.
 
Il film fu uno dei più belli e romantici che avesse mai visto. Alla fine le scene qualche lacrima, e Joe sbuffò ridendo.
 
-Possibile che debba piangere per un bacio sotto la pioggia?-, le chiese ridendo mentre le porgeva un fazzoletto.
-Sta zitto…è così romantico!-, rispose lei mentre tutti si alzavano applaudendo agli attori
-Allora…mi accompagni anche al party?-, le propose porgendole il braccio. La ragazza sorrise e si appoggiò al suo braccio dirigendosi verso l’uscita.
-Oh mio Dio Aria!-, la mora si voltò verso l’unica voce squillante che poteva chiamarla. Tirò Joe per una manica e si fermarono davanti Nick e Delta.
-Ragazzi…-, disse Aria mentre sorrideva fintamente alla coppia.
 
Nick le sorrise mentre Delta l’abbracciava soffocandola quasi. Joe si limitò a guardare la scena schifato.
 
-Perché non ci dirigiamo tutti insieme alla festa?-, continuò la bionda e Aria fece per dire di no, quando Nick acconsentì prendendo la sua fidanzata per mano seguito dal fratello e della mora che imprecava come uno scaricatore di porto a bassa voce.
 
Salirono su una macchina e si diressero tutti insieme verso il TAO CLUB, un noto locale di Los Angeles. Durante il tragitto parlò solo Delta che commentava il look della giovane elogiandola.
 
-Quest’abito è magnifico davvero…-, le disse sorridendole fintamente.
 
Nick intanto la osservava. Era davvero bella quella sera. Notò la collana che le aveva regalato e sorrise. Poi incrociò lo sguardo del fratello e si trattenne dal prenderlo a pugni, la teneva stretta a se come se fosse una sua proprietà e lei poggiava la sua mano sulla gamba guardandolo contenta, come se niente fosse, come se non ci fosse lei sotto di lui fino a qualche ora fa.
Aveva bisogno di parlare con Joe, assolutamente.
Scesero dall’auto assediati dai paparazzi e mai come quella volta Aria fu grata ai suoi fan che la fermavano per foto e autografi. Sospirò e si prese tutto il tempo prima di entrare dentro il locale. Diede la giacca e la borsa ad una ragazza che le restituì una ricevuta e si avvicinò a Nick e Joe che si stavano abbracciando.
 
-Cos’è carenza d’affetto?-, chiese sarcasticamente
-No…qualche giorno fa abbiamo avuto un diverbio…-, iniziò Joe passandole un drink
 
Aria guardo Nick e capì tutto. La rabbia che aveva la notte in cui fecero l’amore, era dovuta al litigio avuto con il fratello.
 
-Mai più.-, disse puntando un dito contro il moro e facendolo andare da lui al fratello maggiore, -mai più che litighiate per me sono stata chiara?-, continuò con fare minaccioso ed i due abbassarono il capo colpevoli facendola sorridere. Ce li aveva in pugno.
In quel momento arrivò anche Delta che tirò per un braccio il suo ragazzo lasciando Joe e Aria soli.
-Non ti merita Aria…non merita nessuna delle tue lacrime e nessuno dei tuoi sorrisi-, le disse improvvisamente accarezzandole il viso.
-Questa volta sono preparata! Senza impegno Joe…è una cosa senza impegno-, gli lasciò un dolce bacio sulla guancia e lo portò a ballare.
 
Quella sera si stava divertendo come non mai. Joe era un pazzo, oltre che un ottimo accompagnatore, la portò da alcuni suoi amici che le presentarono almeno la metà del cast del film che era già entrato nella sua top10 dei film più belli che abbia mai visto.
 
-Oddio grazie Joe…grazie!-, gli disse abbracciandolo ancora
-Ti voglio bene piccola…-, le rispose facendole fare una giravolta.
 
Seduto su un divanetto accanto al bar, c’era Nick che li guardava attentamente mentre la sua ragazza era intenta a parlare con le sue amiche, criticando qualsiasi ragazza passasse sotto i suoi occhi.
Poco dopo Joe portò Aria al bar ridendo per prendere qualcosa da bere, quando sentirono qualche parola di troppo uscire dalla bocca di un’amica della ragazza di Nick.
 
-Lasciale perdere…-, le disse Joe carezzandole una gamba.
 
Ma lei non lo ascoltava, guardava Nick non fare nulla se non bere il suo drink. Era assente.
Andò su tutte le furie.
 
-Scusami…potresti ripetere quello che hai appena detto?-, si avvicinò nervosa con Joe dietro che pregava per la prima volta in vita sua. La ragazza in questione si alzò fronteggiandola mentre anche Nick ora si era avvicinato ai tre.
-Ho detto che Aria Gomez, cioè tu, è una puttana!-, disse la ragazza sorridendole spavaldamente mentre le amiche ridacchiavano.
 
Joe si mise una mano davanti agli occhi e Nick strinse i pugni. Entrambi temevano il peggio.
Aria alzò il calice e le versò il suo drink in faccia prima di parlare in modo velenoso.
 
-Si probabilmente hai ragione Priscilla, sono una puttana. Ma vedo che tu ne sai qualcosa, visto che tua madre si sta scopando tutta Los Angeles pur di permetterti uno solo di quegli orecchini che indossi-
 
Girò sui tacchi e corse via sola, chiamando un taxi e scoppiando a piangere mentre si dirigeva a casa. Odiava perder la pazienza, odiava farsi vedere in quel modo dagli altri. Aprì il portone di casa sbattendolo e togliendosi quei dannati tacchi che le dolevano in maniera incredibile.
Si spogliò velocemente e si infilò sotto la doccia per rilassarsi. Respirò profondamente, lasciando che il telefono squillasse ininterrottamente. Non avrebbe risposto a nessuno, voleva soltanto rimanere sola.
Si avvolse nell’accappatoio e si buttò sul letto senza vestirsi o asciugarsi i capelli. Voleva solo dormire e cancellare quella serata il più velocemente possibile.

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Capitolo 9
*** would you come with me? ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Grazie davvero per tutto l'affetto che mi state dimostrando *w* sono contenta che questi due sfigati vi piacciano <3
vi propongo una cosina xD riusciamo a superare le 5 recensioni? Se riusciamo vi posto un altro capitolo pomeriggio *w*
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love u all sweeties



***



Still in love with you.



-Oh mio Dio l’hai umiliata pubblicamente!-, disse Jessica ridendo davanti alla sua insalata in un bar del centro, durante la sua brevissima pausa pranzo.
-Sono orribile lo so…-
-Zitta, finalmente qualcuno l’ha messa a tacere-, continuò la rossa sorseggiando un po’ di the freddo, -hai sentito Nick stamattina?-
-No. Ha chiamato probabilmente per tutta la notte, non gli ho mai risposto…insomma lui era lì zitto, immobile…-, rispose Aria addentando una patatina e sorseggiando un po’ di coca cola.
-Era con Delta, che cosa ti aspettavi Aria?-
-Ma no che non mi aspettavo niente…-, rispose la mora girando una patatina nel ketchup e lasciandola lì per allontanare poi il piatto ancora pieno, -devi tornare al lavoro?-, chiese poi sorseggiando ancora la bevanda e controllando il suo cellulare.
-Si mi accompagni?-, Aria annuì e pagò il pranzo ad entrambe.
 
Si diressero verso il BeatLab assediate dai paparazzi, ma in quel momento non ci faceva caso più di tanto, si era svegliata male, aveva male alla testa ed i suoi capelli sembravano tanto la criniera di un leone inferocito. Jessica la sentiva sbuffare e rideva mentre a testa bassa premeva il campanello per farsi aprire le porte del palazzo.
Entrarono e salirono all’ultimo piano, dove trovarono Nick intento ad andare avanti e indietro per le varie stanze del piano con una matita dietro l’orecchio ed una maglietta grigia attillata.
Era la visione più bella che potesse capitargli.
 
-Ciao boss!-, disse allegra Jessica lasciando poi spazio a Aria che non accennò minimamente a salutarlo o fare altro.
-Ehi…-, disse lui avvicinandosi poi alla mora e sfiorandole una guancia, -vieni con me!-, continuò trascinandola verso il suo studio sconvolta e chiudendosi la porta alle spalle.
-Non mi guardare, sono orribile…e comunque sono arrabbiata con te lo sai?-, gli disse sedendosi sulla scrivania del ragazzo dondolando le gambe come una bambina. Nick si avvicinò mettendole le mani ai lati dei fianchi e sorridendole maliziosamente le baciò una guancia.
-Perché sei arrabbiata?-, le sussurrò all’orecchio facendola rabbrividire
-Perché ieri mi hanno dato della puttana e tu non hai mosso un dito…sapevo che da tutto questo non dovevo aspettarmi niente, ero preparata davvero…insomma una cosa senza pensieri…ma pensavo che avessi mosso un dito in ricordo dei vecchi tempi. Ti conosco da quando eri bambino si può dire Nick…solo questo-, gli disse abbassando il capo e appoggiando la fronte sulla sua spalla.
-L’ho fatto…ho anche litigato con Delta per te, ieri sera…-
 
Aria alzò il viso dalla sua spalla e lo guardò mortificata prima di mettersi le mani sul viso. Nick sorrise abbracciandola e baciandole la fronte.
 
-Avete fatto pace?-, chiese ingenuamente passandogli le braccia intorno al collo e rimanendo appoggiata alla sua spalla.
-Non è importante adesso…l’importante è che tu stia bene-, le sussurrò accarezzandole la schiena.
-Si sto bene…sai credo che starò ancora meglio quando andrò a fare le valigie per andare al mare-, gli rispose mettendosi a ridere della sua espressione sorpresa.
 
Aria era così un attimo era triste, l’attimo dopo era la ragazza più felice al mondo. E lui adorava questo suo essere così bambina, questo suo essere così ingenua, così bella e pura. Gli accarezzò il viso e gli lasciò un bacio a stampo.
 
-Dove andrai?-, le chiese carezzandole le gambe con fare sensuale.
-Alle Hawaii, ti chiederei di farmi compagnia ma dovresti inventare una buona scusa con la tua ragazza, il tuo lavoro, i tuoi amici…-, iniziò a fare un lungo elenco e si fermò solo quando il ragazzo la baciò sorridendole sulle labbra e intrecciando le loro mani.
 
Aria allargò un po’ le gambe per permettergli di avvicinarsi e gli mise una mano tra i capelli carezzandoli, mentre lui continuava a sorridere ora carezzandole il viso, ora la pancia.  Gli appoggiò la fronte nella sua, guardandolo negli occhi mentre teneramente si mordeva il labbro inferiore.
 
-Ti ho convinto Jonas?-, gli chiese vicinissima alle sue labbra.
-Tu vuoi che venga con te?-
-Tu vorresti venire in una bellissima casa sulla spiaggia, con tanto di barca e piscina, isolata dal mondo in un’isola magnifica…con me che sono una cuoca provetta?-
-Avrei proprio bisogno di rilassarmi due, tre giorni, guarda potrei avere un impegno di lavoro perché ho appena saputo che c’è un corso di formazione proprio a Maui e purtroppo mi hanno appena chiamato per tenere una lezione…mi dispiacerà lasciare Los Angeles-, le disse scoppiando a ridere.
-Sei un idiota…bastava solo dire si-, lo baciò ancora e scese dalla sua scrivania per dirigersi alla porta. Lo salutò con un sorriso e dopo aver salutato la sua migliore amica chiamò un taxi per tornare a casa.
 
Appena varcata la soglia, si lanciò sul divano iniziando a ridere e battere i piedi come una bambina. Si alzò prendendo il telefono e chiamando la madre per avvisarla dell’imminente partenza. Mandò poi un messaggio a Jessica, ringraziandola per l’idea e le chiavi di casa. Era stata proprio la rossa a proporle questo viaggio che poi lei aveva deciso di fare con il ragazzo. Non sapeva ancora come definirlo ma di sicuro non l’avrebbe mai chiamato amante, la faceva sentire vecchia. Loro due erano solo vecchi amici con qualcosa in più in comune.
Avrebbero preso due aerei diversi, per non destare sospetti agli occhi dei paparazzi ma soprattutto di Delta. Aria aveva lasciato detto che sarebbe partita per il Messico, nessuno avrebbe dovuto scoprirli.
Prese due valigie e iniziò a metterci dentro ogni tipo di abito, con Nick c’era da aspettarsi di tutto. Guardò infondo ad un cassetto dove teneva l’intimo e decise di mettere anche quei completini che aveva comprato ma non aveva mai indossato.
Prese anche il suo diario con tutte le ricette che aveva imparato durante tutti i suoi viaggi. Sorrise allegra mentre prendeva la sua macchina fotografica e pensava che tra meno di due giorni sarebbe partita per una settimana all’insegna del relax, senza fotografi, fidanzate, pretendenti, vipere di ogni genere.
 
***
 
Qualche ora più tardi e a qualche isolato di distanza da casa Gomez, Nick Jonas aveva appena parcheggiato il suo SUV nero davanti casa, notando che erano presenti sia Joe che Delta. Entrò sorridendo salutando i suoi coinquilini. Delta lo abbracciò lasciandogli un dolce bacio sulle labbra, mentre Joe usciva dalla cucina con un grembiule ed un mestolo in mano.
 
-Che cucini di buono?-, chiese Nick prendendo per mano la fidanzata e dirigendosi in cucina.
-Stavo aiutando Joe a fare la pizza- , gli rispose Delta mentre il fratello annuiva convinto.
 
Nick sorrise salendo in camera a cambiarsi. Si buttò sul letto con le mani dietro la testa e le gambe incrociate, solo due giorni e avrebbe passato una delle settimane più belle della sua vita. Con una ragazza splendida con la quale avrebbe dovuto chiarire un bel po’ di cose.
Delta bussò alla porta entrando e stendendosi sul letto con lui che la guardava sorridendo ed immaginandosi questa scena ma con un’altra ragazza.
 
-Amore che hai?-, gli chiese lei portandosi sopra di lui e accarezzandogli il petto.
-Uhm…amore devo darti una brutta notizia, tra due giorni devo partire per Maui…fanno un seminario e devo partire per tenere qualche lezione…-, le rispose accarezzandole il viso.
-Quanto devi stare via?-
-Una settimana…mi mancherai sai?-, le disse alzando un po’ il collo e facendo incontrare le proprie labbra con quelle della ragazza.
-Allora vediamo di goderci questi due giorni insieme…-
 
E la pizza di Joe la mangiarono in ritardo.

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Capitolo 10
*** sex, sun and love. (I) ***


Buonasera gioie della mia vita *w*
Grazie davvero per tutto l'affetto che mi state dimostrando *w* abbiamo superato le 5 recensioni ed io come promesso vi posto il capitolo <3 anche perchè domani mattina non ci sarò ç__ç
dedico questa prima parte e la seconda che posterò domani ad una ragazza veramente fenomenale...ele ti adoro *w*
per chi volesse rimetto il mio profilo twitter qui
love u all sweeties



***



Still in love with you.





Hawaii, Agosto 2011
Erano finalmente passati i due giorni più lunghi della vita di Aria. Dopo aver preparato le valigie, prenotato il volo, e dopo aver passato mezza giornata in un istituto di bellezza, si era dedicata completamente al suo lavoro registrando ancora un’altra canzone e prendendo appuntamento con il fotografo per le foto promozionali. Non aveva visto Nick che si era preso due giorni liberi, e non l’aveva neanche sentito perché sicuramente quei due giorni li stava passando in compagnia di Delta.
Si era svegliata molto presto la mattina del 2 Agosto e si era fatta una doccia veloce, perché già in tremendo ritardo per il check-in.
Chiamò l’agenzia per una macchina ed iniziò a vestirsi e chiudere le valigie. Legò i lunghi capelli in una treccia e dopo aver messo un po’ di profumo chiuse casa e si avviò in macchina.
Arrivò all’aeroporto scortata dalla sicurezza, e camminò a testa bassa fino al check-in dove si fece controllare i documenti in modo che potesse entrare nella sala vip e attendere l’arrivo dell’aereo.
A metà pomeriggio era atterrata al KAHULUI Airport di Maui. Prese le sue valigie e corse alla ricerca di un taxi che l’avrebbe portata a casa. Dopo essere rimasta ferma per una buona mezz’ora un ragazzo le si avvicinò aiutandola con i bagagli e facendola salire sulla macchina gialla.
 
-Sono diretta nella zona residenziale Princeton-, gli disse ed il ragazzo annuì sorridendo ed ingranando la marcia.
-Cinque minuti e arriviamo…di solito non c’è tutto questo traffico-, le spiegò guardandola attraverso lo specchietto retrovisore.
 
Aria si limitò ad annuire elettrizzata com’era avrebbe aspettato anche ore, ormai era arrivata in città ed era questo l’importante. Ormai era fuori da Los Angeles.
Un paio di minuti dopo l’autista si fermo davanti una villa stupenda, con un giardino enorme, e scese aprendo lo sportello a Aria che rimase letteralmente meravigliata dalla maestosità della casa. Ringraziò il ragazzo pagandolo per il viaggio e cercò le chiavi dentro la borsa per entrare e sistemare un po’ prima dell’arrivo di Nick.
Dopo aver aperto tutte le finestre del primo piano e tolto la polvere, fece lo stesso con il secondo piano fermandosi poi in quella che sarebbe diventata la loro camera da letto per quella settimana. Era bellissima arredata con mobili moderni, a Nick sarebbe piaciuta.
Si mise a disfare le sue valigie e prese un cambio prima di chiudersi in bagno per farsi una doccia. Sorrideva mentre si insaponava i capelli e successivamente il corpo, sorrideva al pensiero che per una settimana intera non avrebbe fatto altro che divertirsi come non le capitava da troppo tempo. Uscì dalla doccia e con un accappatoio si diresse in camera per cambiarsi. Scese a piedi nudi in cucina e prese un bicchiere di vino rosso per ingannare il tempo, poco dopo uscì fuori sul balcone per ammirare il sole tramontare per fare spazio da una luna lucente.
 
***
 
Nick era in ritardo.
Questo fu il primo pensiero di Aria un paio di ore dopo, quando ormai era arrivato il buio lungo la costa solitaria di Maui. Prese il cellulare in mano ed il tempo di comporre il suo numero che suonarono alla porta. La mora si mise a ridere mentre correva al piano di sotto, a piedi nudi, per aprire la porta.
 
-Eccoti!-, gli disse saltandogli letteralmente addosso ed iniziando a ridere come una bambina.
-Che accoglienza!-, rispose lui chiudendosi la porta alle spalle con una mano mentre con l’altra la teneva stretta contro di se.
-Hai fatto buon viaggio?-, gli disse mentre lo baciava lungo tutto il viso.
-Non vedevo l’ora di arrivare-, le confessò il giovane prima di farla scendere e togliersi la giacca, il cappello e gli occhiali da sole.
 
La ragazza gli mostrò la casa e lui la sentiva emozionata, felice e gli scoppiò il cuore. Saltellava da una parte all’altra della casa come se fosse tutto un gioco, un bellissimo gioco.
Entrarono nella stanza da letto e Aria allargò le braccia con fare soddisfatto mentre lui entrava sorridente e sistemava le sue valigie.
 
-Vieni qui…-, le disse sedendosi sul letto e tirandola contro di se.
-Non hai fame?-, gli chiese lei sistemandosi meglio sulle sue gambe e passandogli le braccia intorno al collo.
-Uhm…ho fame di te piccola…-, le sussurrò all’orecchio prima di iniziare a baciarla e spogliarsi a vicenda.
 
Finirono per fare l’amore su quel grande letto. Finirono per amarsi come due ragazzini. Finirono per amarsi con una lentezza ed una dolcezza mai visti, sussurrandosi parole che mai pensavano potessero uscire dalle loro bocche. Finirono per amarsi con il sorriso sulle labbra, ridendo mentre si accarezzava o lui le faceva il solletico. Non erano semplicemente due amanti che si incontravano in hotel angusti o in posti sconosciuti al mondo intero. Loro si incontravano nei sogni, il loro rapporto non era basato solo sul sesso. No, loro non facevano sesso. Lui le chiedeva sempre il permesso per fare l’amore con lei.
 
-Per un attimo ho pensato che non saresti mai arrivato-, gli confessò lei ansante accarezzandogli la fronte sudata e abbracciandolo mentre lui usciva dal suo corpo caldo e fremente.
-Perché hai pensato questo?-, le chiese lui facendosi forza con le braccia mentre lei gli sorrideva con gli occhi lucidi.
-Non lo so, magari Delta non voleva lasciarti partire o…-, ma non terminò mai la frase perché lui riprese a baciarla, le labbra, le guance, il naso, facendola ridere mentre scendeva e percorreva tutti i punti sensibili del suo collo.
Risalì fino al suo orecchio e le sussurrò, -l’aereo ha fatto ritardo, ed io stavo impazzendo.-
 
Aria lo baciò emozionata facendolo distendere accanto a se e appoggiandosi al suo petto e beandosi del suo cuore scalpitante.
Per quella sera non cenarono, riempirono i loro vuoti solo con i propri respiri e sussurri.
 
***
 
Il mattino dopo Aria si svegliò con il sorriso sulle labbra, si voltò leggermente e vide Nick dormire beatamente accanto a sé a pancia in giù. Accentuò il suo sorriso avvicinandosi al ragazzo e lasciandogli dolci baci sulla schiena, sulle spalle e sul viso, iniziando a stuzzicarlo.
 
-Uhm...buongiorno-, sussurrò Nick mentre alzava leggermente la testa con gli occhi ancora chiusi e si avvicinava al viso della ragazza che si scansò ridendo, -possibile che tu abbia sempre voglia di giocare?-, si mise a ridere anche lui aprendo definitivamente gli occhi e trattenendo il respiro per la bellezza della ragazza accanto a se.
 
Era coperta da un leggero lenzuolo bianco, dietro di sé il sole la illuminava come se fosse una stella. Gli occhi color del cioccolato brillavano di luce propria, e quel bianco creava delle ombre lungo tutto il suo corpo snello.
Nick allungò una mano accarezzandole il viso e scostandole i capelli sudati.
 
-Nick, guarda che bella giornata…-, gli disse lei raccogliendo le sue mutandine e infilandosele prima di sgattaiolare fuori dal letto e mettersi la maglia del ragazzo, -vieni dai…-, continuò aprendo la grande portafinestra e respirando a pieni polmoni l’aria di mare di quella piccola cittadina delle Hawaii.
Il ragazzo si alzò dal letto infilandosi i boxer e raggiungendo la mora a piedi nudi, abbracciandola da dietro. Le baciò una guancia guardando poi quel mare cristallino. Un’idea gli balenò in mente.
-Andiamo…voglio portarti al mare!-, le disse baciandole una mano mentre lei lo guardava sorpresa.
-E se qualcuno ci fotografasse?-
-Non lo faranno. Guarda…siamo in un posto bellissimo, non voglio che passiamo questi giorni chiusi in casa…-, insistette il ragazzo, ritornando di nuovo il ventunenne che non poteva essere a Los Angeles.
 
Aria annuì sorridendogli, e corse dentro casa per prendere il costume. Sarebbero usciti insieme, si sarebbero presi per mano senza che qualcuno li giudicasse o disturbasse la loro privacy.
Nick rientrò in stanza solo per prendere una sigaretta dalla giacca. Si sentiva così leggero ed in pace con se stesso che non era in grado di fare nulla in quel momento. Ripensava alla notte appena trascorsa, alla gioia che aveva provato quando Aria aveva aperto la porta di casa. Pensava a come sarebbe vivere con lei, tornare dal lavoro e trovarla intenta a preparare qualcosa o semplicemente a leggere. Si ritrovò ad immaginare un matrimonio con lei, dei figli con lei, e sorrise riflettendo sul fatto che non aveva mai avuto pensieri del genere con Delta.
Già Delta, colei che l’aveva aiutato quando stava male, quando si sentiva solo ed aveva bisogno di essere amato.
In quella settimana avrebbe dovuto prendere una decisione o sarebbe impazzito.
 
-A cosa pensi?-, il sussurro di Aria alle sue spalle gli arrivò come una ventata di aria fresca. Era bellissima nel suo bikini bianco e azzurro, mentre i capelli venivano scompigliati dal leggero venticello.
-Niente di importante…vado a cambiarmi-, le riferì sorridendole. E la lasciò sola a finire di prepararsi mentre lui si sfogava sotto una doccia d’acqua fredda.
 
Poco dopo Aria si ritrovò sorridente sulle spalle di Nick mentre la portava lungo la riva inebriandosi della sua risata cristallina.
 
-Mettimi giù…qui nessuno potrà vedere quanto sei muscoloso Jonas-, gli sussurrò all’orecchio.
-Vuoi che ti metta giù? Ok…-, le disse prima di aumentare il passo e spingersi verso l’acqua lasciandola cadere a fondoe correndo verso il bagnasciuga.
Aria risalì da sott’acqua iniziando a correre verso il ragazzo, ancora troppo asciutto per i suoi gusti. Gli saltò addosso, buttandolo sulla sabbia e iniziando a ridere come una bambina.
-Così impari…-, gli disse passandogli la sabbia sulla schiena, sentendolo ridere e sbuffare.
-Ah questa me la paghi signorina!-, le disse voltandola e prendendola in braccio tuffandosi insieme a lei che adesso si aggrappava al suo collo ridendo, mentre le onde si infrangevano contro quel corpo snello.
 
Nick le baciò quelle labbra salate, passandole una mano tra i capelli bagnati, mordendole ancora il collo, mentre lei gli passava le mani tra i capelli. Aria strinse le gambe attorno ai suoi fianchi portandosi un po’ sopra la usa testa e prendendola tra le mani mentre continuava a baciarlo sotto il sole. Fece poi per uscire dall’acqua ma lui la ritirò dentro facendola urlare e ridere.
Si divertivano così, a ritornare bambini, a rincorrersi lungo la spiaggia, a spruzzarsi con l’acqua e poi rilassarsi al sole.
 
-Mi fai stare bene…-, le sussurrò all’orecchio voltandosi un po’ sul suo telo e prendendole una mano.
-Anche tu...-, rispose lei voltando il capo ed incrociando il suo sguardo sorridente.
Fecero per baciarsi quando il cellulare di Nick prese a squillare insistentemente.
-Non rispondi?-, disse lei prendendogli il telefono di mano e cambiando espressione immediatamente, -è Delta!-, continuò scostandosi dal corpo del ragazzo e alzandosi per andare in acqua, giusto il tempo della telefonata. Voleva lasciargli un po’ di privacy.
 
Nick rispose cercando di apparire il più tranquillo possibile. Delta gli diceva che gli mancava e che non vedeva l’ora di riabbracciarlo, lui rispondeva o almeno cercava di farlo nel modo più normale possibile. Chiuse la telefonata con la scusa di un impegno urgente e spense il cellulare posandolo dentro la borsa della ragazza. Si passò un braccio sugli occhi mentre Aria tornava a sedersi accanto a lui.
 
-Come stai?-, gli chiese accarezzandogli il volto
-Non lo so…dovrei sentirmi un gran bastardo ma non ci riesco. Non ci riesco Aria, perché non la amo…non riesco a provare tutte quelle sensazioni che Joe prova con Jessica, o Kevin con Danielle…ma non capisco se perché non amo lei oppure perché non ho mai amato nessuno. Forse il problema sono io…non riesco ad amare-
 
Aria si limitò ad annuire appoggiandosi al petto di Nick che la strinse a se immediatamente. Voleva urlargli e urlare al mondo intero che lei lo amava forse più del primo giorno, che lei l’avrebbe aiutato a scoprire l’amore. Ma non le sembrò il caso e lasciò che il suo sguardo parlasse per lei.

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Capitolo 11
*** sex, sun and love. (II) ***


Buonasera gioie della mia vita *w*
Scusate se ieri non ho potuto postare ma sono stata via tutto il giorno ): se farete tanti, tanti bei commentini oggi ne posterò 2 ù.ù
ecco comunque la seconda parte della loro vacanzina alle Hawaii *w*
Grazie di cuore per le 7 recensioni ** siete fantastiche ed io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





Nick si stava facendo la barba e rideva scuotendo la testa mentre ascoltava Aria cantare vecchie canzoni dei Jonas Brothers. Gli aveva chiesto se gli dava fastidio che lei cantasse quelle canzoni e lui le aveva risposto di no perché tanto non sarebbe mai arrivata ai suoi livelli. La mora gli lanciò un cuscino e Nick scoppiò a ridere quando fece la faccia imbronciata.
Quella settimana di vacanza era quasi giunta al termine e nessuno dei due aveva più toccato la questione Delta. Ogni mattina Nick le portava la colazione in camera, svegliandola con un dolce bacio e l’odore di caffè. Andavano al mare o passeggiavano spensierati per la città. Si sentivano liberi finalmente.
Nick le insegnò a giocare a baseball, facendo facce buffissime quando la vedeva con il cappello e la tuta più grandi di lei e rischiando di prendersi la mazza in testa se rideva più di tanto. Più di una volta si rincorrevano come due stupidi e poi la ragazza lo buttava per terra saltandogli sulle spalle.
Aria lo costringeva ad entrare in ogni tipo di negozio e lui acconsentiva perché si divertiva a dirle che era orribile quando invece era sempre perfetta, e poi perché poteva nascondersi in camerino con lei con la scusa delle zip malfunzionanti.
La sera poi…beh la sera era tutto un altro discorso. La sera prima lui le aveva chiesto esplicitamente, almeno per quella notte, di insegnarle a fare qualcosa che lui non era in grado di fare, le aveva chiesto di insegnarle ad amare.
Fecero l’amore al chiaro di lui e fu più bello di tutte le altre volte. Lui aveva questa innata capacità di farla sentire speciale, di farla sentire la ragazza più bella del mondo e quella notte gliel’aveva detto guardandola mentre si contorceva in preda all’orgasmo. La visione più bella che potesse avere.
 
-Sei la cosa più bella che potesse capitarmi…-, le sussurrò all’orecchio mentre lei gli graffiava le spalle, lasciando dei segni che bruciavano a contatto con il sudore e che difficilmente sarebbero andati via.
E poi per la prima volta vennero insieme, sorridendo uno sulle labbra dell’altra, guardandosi con gli occhi lucidi. Per la prima volta capirono che da quel momento sarebbe cambiato tutto. Il ragazzo l’abbracciò stretta sorridendole sulla guancia, mentre lei intrecciava una mano con la sua tenendola sul suo ventre piatto.
-Jessica dice che siamo due pazzi…-, disse lei tutto d’un tratto.
-Perché?-
-In realtà era arrabbiata con me per questa storia…tutto questo fatto degli amanti, del nascondersi…poi ha capito invece…-
-Noi siamo sempre stati così…anche quando stavamo insieme…amiamo rincorrerci sempre-, le sussurrò e lei annuì solamente con gli occhi chiusi ed un sorriso enorme sulle labbra, prima di cadere in un sonno ristoratore.
 
-Ah cazzo!-, imprecò lasciando cadere il rasoio sul lavandino mentre si tamponava il taglio fatto sul mento. Si era distratto, e raramente Nick Jonas si distraeva. Aria entrò nel bagno preoccupata mettendosi a ridere davanti quella scena inusuale mentre spostava l’asciugamano per controllare il taglio.
-Nick non si vede neanche…Dio sei peggio di un bambino!-, disse lei lasciandogli un bacio tra le labbra e la guancia, -Piccolo Jerry adesso ti passa la bua!-, gli disse tirandogli un buffetto sulla guancia prima di andare via ridendo.
 
Nick sorrise finendo di radersi e infilandosi dentro la doccia per sciacquarsi e prepararsi a lasciare quel paradiso che li aveva ospitati per sette giorni, questa volta però sarebbe partita prima lei e lui avrebbe lasciato le Hawaii solo in serata. Si ricordò di quando le scese qualche lacrima una notte dopo aver fatto l’amore, e lui fece finta di nulla stringendola solamente e lasciandosi stringere. Avrebbe tanto voluto fermare il tempo, loro due in quella casa, in quella settimana che difficilmente avrebbero dimenticato, in quel letto testimone del loro amore risbocciato. Ma sapeva che non era possibile, che avevano delle responsabilità e che per forza di cose sarebbero dovuti ritornare alla vita di tutti i giorni.
Un leggero bussare alla porta lo riscosse dai suoi pensieri, chiuse l’acqua e si mise solo un asciugamano corto lungo la vita. Aprì la porta chiusa a chiave e trovò la mora a bocca aperta con ancora la mano alzata, Nick si mise a ridere mentre lei si dava mentalmente della cretina per avergli fatto notare quanto apprezzasse quella visione. Quanto ancora si imbarazzasse a vederlo nudo, nonostante tutto.
 
-Guarda che puoi anche chiudere quella boccuccia di rosa che ti ritrovi Aria!-, le disse continuando a ridere
-Idiota, deficiente…-, gli rispose lei tirandogli un pugno sul petto ed il ragazzo alzò le spalle come se non avesse bisogno di sentire quei complimenti, li conosceva già. Ormai era diventata un’abitudine per la ragazza ricoprirlo d’insulti e poi riempirlo di baci quando iniziava a fare l’offeso.
Era così tra loro.
-Volevi qualcosa zuccherino?-, le prese il mento tra le mani prendendola in giro.
-Ritardato che non sei altro ho bisogno del bagno…sai com’è devo prendere un aereo tra poco meno di 3 ore…-, il ragazzo smise di ridere facendola entrare in bagno. Era come se lei per tutta la settimana avesse tenuto il conto dei giorni che mancavano affinché tutto quello che stavano vivendo finisse.
 
Aria si chiuse la porta alle spalle appoggiandosi con il capo e sospirando pesantemente. Sapeva di aver toccato un tasto dolente, perché Nick non perdeva occasione per ricordarle quanto avrebbe voluto prolungare la vacanza e rimanere abbracciato a lei tutto il giorno. Inizialmente rideva pensando che la stesse prendendo in giro come al solito, poi un pomeriggio abbracciati sugli scogli ad ammirare il tramonto, lui le rifece la domanda e allora lei si rattristò scuotendo la testa. Non potevano rimanere in quel paradiso semplicemente perché dovevano risolvere tutto quello che avevano lasciato in sospeso a Los Angeles.
Nick avrebbe dovuto parlare con Delta, qualsiasi cosa avesse deciso su loro due. Lei doveva schiarirsi le idee e realizzare che quello non era più un sogno, bensì la realtà.
Ormai si appartenevano.
Si fece una doccia veloce, cercando di non pensare che tra meno di un paio di ore sarebbe tornata alla vita di tutti i giorni, piena d’impegni.
Questo significava che non si sarebbero visti spesso e quando l’avrebbero fatto non sapeva come si sarebbe dovuta comportare, semplicemente perché non sapeva chi si sarebbe trovata davanti.
Uscì dal bagno in intimo e avvolta da un accappatoio bianco, come se tutto d’un tratto si vergognasse di farsi vedere nuda dal ragazzo.
 
-Le porti tu le chiavi a Jess?-, gli chiese finendo di sistemarsi il top giallo che adesso le sembrava troppo stretto.
Nick le si avvicinò incrociando le mani  nel suo ventre e guardandola attraverso lo specchio.
-Piccola, stai tranquilla ok?...-, le disse baciandole la scapola e appoggiando il mento sulla sua spalla, -grazie per questa settimana fantastica…-, continuò mentre lei chiudeva gli occhi beandosi delle sue carezze.
-E’ stato bello sentirsi normali per un paio di giorni-, gli disse accarezzandogli il volto e sciogliendo l’abbraccio che li teneva legati.
-Ci sentiremo ancora così...-, le baciò le labbra e l’aiutò con la giacca prima di accompagnarla alla porta e lasciarla andare.
 
Aria si lasciò le Hawaii e la sua vacanza stupenda alle spalle, quando un’ora e mezza dopo salì su un volo di linea che la riportò a Los Angeles, a casa sua, dalla sua famiglia.
Fuori dal LAX l’avrebbe aspettava la sua migliore amica, armata di occhiali da sole scuri e cappellino da baseball.
Durante tutto il viaggio guardò fuori dal finestrino ammirando il sole che dal centro del cielo si spostava verso la costa, venendo oscurato completamente dalle montagne. Si faceva mille paranoie mentre dal suo Ipod uscivano fuori tutte le canzoni che aveva condiviso con il ragazzo durante quella settimana.
Arrivò a Los Angeles quando ormai era ora di cena, e stanchissima non degnò nessuno di uno sguardo, dispiacendosi solo di non aver firmato alcun autografo per i fan che si erano appostati fuori ad attenderla. Si diresse a passo spedito verso la macchina della sua amica e, dopo aver sistemato le valigie dentro il bagagliaio, si sedette sul lato passeggero e strinse forte la rossa.
 
-Sei abbronzatissima amore mio!-, le disse mettendo in moto ed accendendo la radio.
-Mi sono divertita da matti…devi vedere tutte le foto, sono bellissime! Non dimenticherò facilmente questa settimana…grazie per avermi dato le chiavi, ma soprattutto grazie per esserti fidata di me-, rispose la mora mettendosi poi a ridere mentre si dirigevano a casa sua.
 
Jessica la riempì di domande sui sette giorni appena trascorsi alle Hawaii con Nick e l’aggiornò con tutte le novità riguardanti Los Angeles, compresa la situazione sua e di Joe.
 
-Insomma mi assento per un attimo e ne succedono di tutti i colori…-, disse ridendo Aria,-comunque lunedì vengo a lavoro, devo fare le foto per l’album!-, l’avvisò prendendo le valigie dall’auto e dirigendosi verso casa insieme all’amica.
-Si, si non mi importa del tuo album…voglio sapere che ti ha detto Nick!-.
 
Presero l’ascensore e si diressero all’ultimo piano, entrando poi in casa Gomez e trovandola splendente con un bigliettino per Aria da parte della madre, dove le diceva che mentre lei era chissà dove a divertirsi la donna aveva rimesso a posto tutto l’attico rendendolo almeno presentabile. Le due ragazze alzarono le spalle ridendo e sedendosi sul divano.
 
-Parlerà con Delta, la vuole lasciare…Jess mi sono sentita davvero speciale e importante, voglio dire mi ha detto delle cose stupende. E sai benissimo che non l’aveva mai fatto-, iniziò Aria andando poi a prendere due bicchieri di the al limone.
-Tutto il contrario di Joe insomma…Nick ti ama, Aria…ti ama come la prima volta quando non ti diceva assolutamente nulla e poi nel cuore della notte ti mandava quei messaggi dolcissimi, ti ama per la prima volta…odio ammetterlo ma è così-
-Mi ha detto “insegnami ad amare Aria”…ed io sono scoppiata, ti giuro-
 
Jessica le saltò letteralmente addosso rischiando di rovesciare tutto il liquido del suo bicchiere sulla maglietta della sua migliore amica, ma in quel momento non le importava niente era davvero felice di come erano andate le cose tra Aria e Nick. Anche se non voleva cantare presto vittoria, per paura che lui la trattasse male ancora. Pensò che forse gli avrebbe fatto un bel discorsetto questa volta, o un corso accelerato di buone maniere.
Continuarono a chiacchierare per un po’, fin quando Joe non la chiamò per andare a prenderlo in modo che andassero insieme a prendere Nick in aeroporto mentre Delta li aspettava a casa.
 
-Domani andiamo a fare shopping?-, le disse Aria accompagnandola alla porta
-Certo…ricordati che sabato c’è la festa di compleanno di Denise! E ovviamente sei invitata-, l’abbracciò Jessica prima di lasciarla.
-Ci sarò…divertiti!-, disse Aria chiudendosi poi la porta di casa alle spalle.
Iniziava un nuovo capitolo della sua vita e non vedeva l’ora di sperimentarlo.

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Capitolo 12
*** i need to stay alone. ***


Buonasera gioie della mia vita *w*
Scusate se non mi sono fatta più viva, ma sono stata al mare per due giorni interi *w*
Ma lo scorso capitolo non vi è piaciuto? Beh mi dispiace ): e mi dispiace anche che questo forse non rientri nelle vostre aspettative, ma non preoccupatevi non tutto ciò che leggete è come sembra x)
Purtroppo questo capitolo è nuovo anche per la mia Lee, perciò farà sicuramente schifo ):
recensite e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





-Amore scendi sono giù…-
-Arrivo piccola.-, le disse Joe prima di chiudere la telefonata e correre verso la sua ragazza per andare a prendere il fratello, mentre a casa Delta preparava una cenetta per lei ed il suo fidanzato.
-Com’è tornata?-, le chiese Joe salendo in auto e lasciandole un dolce bacio prima che partisse verso l’aeroporto.
Jessica alzò le spalle scoppiando poi a ridere dalla felicità.
-E’ fottutamente innamorata di quel cretino di tuo fratello…-, gli disse picchiettando un po’ sul volante mentre il ragazzo esultava, o almeno ci provava.
-Finalmente l’ha ammesso…-, rispose Joe guardando dritto davanti a se, facendo fermare poi Jessica davanti l’entrata principale dell’aeroporto dove Nick li stava aspettando da un po’.
 
Joe scese velocemente ed aiutò il fratello con i bagagli prima di abbracciarlo come ai vecchi tempi e salire in macchina dalla ragazza che li guardava nauseata. Nonostante tutto amava Jessica e, anche se il primo amore non si scorda mai, avrebbe preferito di gran lunga mantenere un ottimo rapporto con il fratello piuttosto che ritrovarsi solo.
 
-Dio vi prego evitate queste effusioni in pubblico!-, disse la ragazza ridendo mentre suonava come una pazza per togliersi di torno i paparazzi.
-Calmati tesoro non vorrai mica ucciderli!-, le disse Joe ridendo.
-Oh si li ammazzerei uno dopo l’altro e sai perché? Per non vedere più la faccia da culo che ti ritrovi su ogni giornale-, rispose la ragazza ridendo e facendogli la linguaccia mentre Nick scoppiava a ridere.
 
Quando dopo qualche minuto riuscirono a liberarsi dalla miriade di fan e fotografi, Joe si permise di abbassare il finestrino e lo stesso fece Nick per assaporare l’aria di casa sua. L’aria frizzante di Los Angeles, completamente diversa da quella calda di Maui o forse era la compagnia che rendeva tutto diverso.
Jessica interruppe il filo dei suoi pensieri iniziando a tartassarlo di domande sulla vacanza appena trascorsa, e lui si mise a ridere intuendo che aveva fatto le stesse identiche domande già a Aria.
 
-Com’è andata?-, chiese Joe voltandosi leggermente a guardarlo, quando all’ennesimo richiamo della rossa lui si era limitato ad alzare le spalle.
-Bene…è andato tutto bene!-, rispose con un sorriso a 32 denti.
-Solo bene?-, chiese ancora Joe mentre la rossa sbuffava dirigendosi verso casa dei due ragazzi.
-Non vi dirò nulla…non ancora! Jess tanto lei ti avrà già raccontato tutto…-
-Piccolo Jonas ingrato sei felice come Taylor Swift quando vince un premio, io ti odio!-, disse Jessica mentre si fermava sul vialetto di casa di Nick, -e poi la sua versione è confusionaria, sai com’è era piena di aww e oh mio dio…io voglio la tua, almeno saprò che è quella reale!-, continuò togliendosi la cintura e voltandosi con fare minaccioso verso il più piccolo dei tre che alzò le mani fischiettando.
 
Si misero tutti a ridere tranne Nick che, alla vista di casa sua, ebbe come un dolore lancinante al petto. Scese dall’auto, ma quando capì che ne Joe ne Jessica l’avrebbero seguito, pensò che avrebbe fatto volentieri a meno di tutto questo e sarebbe risalito in macchina con i due ragazzi.
Adesso si sentiva un mostro oltre che un codardo. Si sentiva uno schifo, non solo perché doveva parlare con Delta, spiegarle che andare avanti avrebbe solo fatto del male ad entrambi, privandoli di un amore che non avevano mai provato prima, si sentiva uno schifo anche perché sembrava diverso, si sentiva diverso, nutriva dei sentimenti nuovi verso Aria che non riusciva a spiegarsi ne tanto meno quantificarli.
Ne sarebbe valsa la pensa davvero questa volta? Era davvero la volta buona? L’ultima chance per farle capire, che si forse in tutti quegli anni aveva sbagliato a starle lontano?
Avrebbe mandato tutto all’aria, sarebbero usciti come una vera coppia, al diavolo giornali, al diavolo paparazzi, sarebbe stato tutto diverso.
Avrebbero vissuto come due ventenni innamorati.
Sorrise, mentre sostava ancora fuori dalla porta.
Era questo il concetto di amore, di cui tanto parlavano tutti? Era stare come in apnea quando la tua innamorata non si faceva sentire? Avere uno strano luccichio negli occhi al solo sentirla nominare?
Si, si disse che probabilmente era quello l’amore di cui tutti parlavano.
Si promise di rimanere calmo quando infilava la chiave di casa nella serratura. Si promise di rimanere calmo quando entrando in casa la vide illuminata solo da candele. Si promise di rimanere calmo quando apparve Delta con un abito che lasciava ben poco all’immaginazione.
 
-Bentornato amore mio…-, gli disse passandogli sensualmente le braccia intorno al collo e baciandolo appassionatamente.
Nick si ripromise di stare calmo anche mentre lei gli toglieva la giacca iniziando a sbottonare la camicia a quadretti. La stessa che qualche giorno prima aveva sbottonato Aria mentre lui si divertiva a farla impazzire con le sue mani.
-Delta…-, tentò ma era come se la ragazza non lo stesse ascoltando e lui rischiava seriamente di impazzire. Tentò di chiamarla ancora, ma a mano a mano che lo faceva la sua voce risultava sempre meno coerente con i suoi pensieri.
-…la cena-, disse lui tentando di allontanarla.
-Dai Nick non fare lo stupido…-, gli disse lei ridendo con voce roca e sensuale e correndo verso la camera da letto.
 
Si chiusero la porta alle spalle e l’ultimo pensiero di Nick, prima di lasciarsi andare alle attenzioni della sua ragazza, fu Aria ed i suoi occhi color cioccolato ben diversi da quelli di Delta.
Tutto era ben diverso da Delta.
La situazione non lo soddisfaceva più come una volta, le sue mani minuti non era quelle paffute della ragazza che aveva sempre in testa.
 
-Ferma…-, le disse alzandolo il capo e alzandosi dal letto. La ragazza lo guardò confusa coprendosi come poteva
-Che succede? Che ti succede Nick?-
-Niente…non mi va. Sono stanco e poi dobbiamo parlare…-, le disse avvicinandosi alla finestra, mentre lei ora lo guardava seria.
 
Nick prese un respiro profondo prima di voltarsi ed iniziare uno dei discorsi più difficili della sua  vita. Aveva passato momenti splendidi con lei, momenti in cui si era sentito quasi a casa, si era sentito bene. Delta l’aveva aiutato quando si era ritrovato solo e distrutto, l’aveva seguito e appoggiato mettendosi contro la sua stessa famiglia, contro gli amici che l’avevano avvisata che quella relazione non avrebbe portato a nulla di buono.
Perché lui era Nick Jonas, lui aveva il cuore di ghiaccio.
Invece era riuscita a scioglierlo, e l’avrebbe ringraziata per l’eternità di questo.
 
-E’ difficile da dire…-, iniziò torturandosi le mani mentre già lei temeva il peggio, -tu sei stata una delle donne più importanti della mia vita, mi hai aiutato in diversi momenti bui e mi hai sempre sostenuto ed io non ti ringrazierò mai abbastanza per questo…ma non…non possiamo stare più insieme-, terminò guardandola negli occhi.
-C’è un’altra Nick?-, gli chiese di getto mentre iniziava a fare su e giù per la stanza.
-No…-, tentennò lui tentando di avvicinarsi ma beccandosi solo uno schiaffo che bruciava, -ho bisogno di stare solo, di sistemare un po’ la mia vita…ho bisogno di ritrovare quell’armonia che avevo con la mia famiglia…e so che non sono pronto ad amare, ad amarti come vorresti. Potrei amarti come amico, niente di più…non ci riesco-
 
Si beccò un altro schiaffo e poi svariati colpi alle braccia e al petto, mentre lei si disperava urlandogli che l’aveva presa solo in giro, che l’aveva usata in tutti quegli anni. Si sentiva tradita ed umiliata.
Delta scoppiò a piangere tra le sue braccia, pronunciando frasi sconnesse, dicendogli che non era pronta ad averlo come amico…non voleva averlo come amico, non voleva averlo come niente, perché adesso era troppo forte la delusione che le aveva fatto provare.
 
-Mi dispiace…-
-No, non è vero…apprezzo il fatto che non abbia detto che c’è un’altra di mezzo…non l’avrei sopportato. Domani verrò a prendere le mie cose…-, gli disse iniziando a vestirsi.
-Dove andrai?-, le chiese lui sapendo bene che non aveva molti amici a Los Angeles.
-In albergo.-, terminò lei infilandosi le scarpe e scappando da quella casa e da lui.
 
Nick lasciò la sua camicia aperta passandosi le mani sul viso, mentre gettava via tutto quello che trovava in salotto e in cucina. Non era rimasto più niente delle candele, ne tanto meno del cibo che sicuramente aveva lei preparato con amore e lui aveva appena distrutto.
Sapeva di aver fatto la scelta giusta. Sapeva che infondo sarebbe andata così. Era consapevole del fatto che avrebbe amato solo una persona e quella persona non era Delta.
Prese il telefono mentre alla radio, accesa Dio solo sa quando, passava la canzone cantata con la sua migliore amica “Before The Storm”. Ricordava le lacrime versate mentre componeva quella canzone solo per Aria, la stessa Aria che piangeva ogni volta che gli capitava di ascoltarla alla radio al BeatLab, incurante degli sguardi penetranti di Nick.
Guardò il display buttandosi a peso morto sul divano, come sfondo troneggiava una foto di lui che faceva un disegno sulla sabbia bagnata al tramonto. Era stata Aria a scattare quella foto e lui aveva sorriso, proprio come stava facendo in quel momento. Scosse la testa chiamando l’unica persona che l’avrebbe aiutato in quel momento.
 
-Ehi, mi dispiace disturbarti…ma potresti venire qui? Ho bisogno di te…-

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Capitolo 13
*** she cheated on you nick. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Questo è un capitolo dedicato più che altro al rapporto tra Joe e Nick (; così come il prossimo sarà tutto femminile...tutto o quasi xP
recensite e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





-Ehi mi dispiace disturbarti…ma potresti venire qui? Ho bisogno di te…-
Poche parole che mandarono all’aria tutta la sua serata. Si scusò con la sua ragazza e si fece riaccompagnare a casa.
Aprì la porta della loro villetta e si mise una mano sopra la testa quando vide tutto quel disordine.
 
-Nick?...-, azzardò allontanandosi dalla cucina
-Sono qui…-, rispose l’altro e Joe si avvicinò al salotto dove lo trovò disteso sul divano con un braccio sugli occhi ed il cellulare nell’altra mano.
-Come stai?-, chiese ancora il fratello sedendosi sul tappeto ai piedi di Nick, e portandosi le ginocchia al petto.
 
Il più piccolo si limitò a sospirare facendo cadere poi il telefono per terra. Joe non sapeva che suo fratello avrebbe detto tutto a Delta, in realtà non sapeva neanche che avesse preso una decisione del genere.
 
-Ehi…-, gli disse abbracciandolo poi. Proprio come quando erano bambini, Joe c’era sempre per Nick e Nick ci sarebbe stato sempre per Joe.
-Misento uno schifo J-, gli confessò stringendosi a lui.
 
Sembravano tornati indietro nel tempo, quando Nick combinava cazzate e Joe lo aiutava sempre ad uscirne pulito. Era stato come un secondo padre per lui, era suo migliore amico prima che fratello e compagno di pazzie. Con Kevin non era la stessa cosa, non che non l’adorasse, ma non provava quello che sentiva per Joe.
Con Joe c’era l’abbraccio pre-concerto, i pugni, la palestra, le belle ragazze e la bella vita. Con Joe c’era tutto quel divertimento che si ha con gli amici più cari, ma c’erano stati anche i litigi, quelli più brutti della sua vita forse, momenti che avrebbe volentieri eliminato dalla sua persona.
Joe c’era quando Nick aveva bellamente rovinato il compleanno di Aria, facendo a pugni con uno dei migliori amici della ragazza.
Joe c’era quando Nick si era ubriacato per la prima volta.
Joe c’era quando a sette anni Nick si era rotto la gamba ed aveva pianto per una settimana intera dal dolore, facendo piangere anche lui.
Così come Nick era sempre accanto a lui ogni qualvolta ne avesse bisogno.
 
Piano piano Nick iniziò a raccontargli tutto quello che era successo quella sera. Dal suo ritorno a Los Angeles a quando era arrivato lui e l’aveva trovato in quel momento. Gli aveva detto del discorso fatto a Delta e di come lei era scoppiata a piangere, urlandogli di averla presa in giro per tre anni. Gli raccontò del fatto che avesse omesso la questione Aria, semplicemente perché non voleva creare ulteriori danni.
 
-Insomma se volevi lasciarla perché stai così?-, gli chiese Joe non capendo questa sua reazione spropositata.
-Non lo so…sono stato troppo stronzo quando non ho ancora chiaro se è con Aria che voglio stare?-
-No fammi capire…tu passi una settimana con la ragazza più bella e brava che potesse capitarti, anzi con l’unica ragazza che ti ama veramente. Capisci che in qualche modo ricambi i suoi sentimenti e decidi di lasciare Delta…fatto tutto questo casino che fai? Ti rimangi tutto? Cazzo sei impazzito?-, gli urlò quasi allontanandosi dal fratello e passandosi le mani tra i capelli. Pensava seriamente fosse uscito pazzo per comportarsi in quel modo.
 
Nick dal canto suo capì di aver detto una marea di stronzate, ma in quel momento si sentiva così. Forse le voleva entrambe al suo fianco, forse non sapeva ancora con che ruoli ma le voleva.
 
-Che cosa mi consigli?-, chiese a Joe
-Un bravo psichiatra…-, iniziò quello scusandosi poi dopo aver capito che Nick non era in vena di scherzi, -chiudi gli occhi e non pensare a nulla, concentrati e dimmi che cosa vorresti in questo momento…senza pensarci la prima cosa che ti viene in mente qual è?-, terminò posandogli le mani sulle spalle.
-Aria-, sussurrò
 
Joe scrollò le spalle alzando le mani e sorridendogli. Nick gli sorrise, forse sorrise più a se stesso, capendo tutto il discorso e riascoltando nella sua mente tutte le sue parole.
 
-Come mai è andata via senza dire una parola?-
-Cosa avrebbe dovuto dire scusa? E’ ferita!-, gli ricordò Nick mentre adesso rimetteva tutto in ordine.
-Ma dai ferita di cosa? Tipo che non ti tradiva con chiunque Nick…lei cercava i tuoi soldi e la tua fama, ma eri e sei talmente cieco e sordo da non ascoltare neanche me-, Joe si sfogò mentre buttava nel cestino l’ennesimo bicchiere rotto.
-Che cosa stai dicendo Joe?-, Nick lo guardò furente ed il fratello scosse la testa.
-Niente, scusa sai che parlo a sproposito…vado a dormire, dovresti farlo anche tu…-, disse quasi in un sussurro prima di girare su se stesso e salire verso il piano di sopra.
 
Rimase fermo a fissare le scale per qualche minuto e poi si lasciò quella serata alle spalle coricandosi sul divano. Non avrebbe dormito in quella stanza.
 
***
 
Il mattino dopo il primo a svegliarsi fu Joe che sbuffò nel vedere suo fratello accovacciato sul divano. Andò in cucina aprendo tutte le finestre e preparando un caffè forte al fratello, prima di svegliarlo scuotendolo per le braccia.
 
-Cazzo Joe…-, sbuffò il piccolo Jonas passandosi una mano sulla faccia e alzandosi dolorante dal divano.
-Vai a farti una doccia, andiamo a correre…devi scaricarti avanti-, disse Joe, con un pantaloncino ed una canotta, portandogli una tazza di caffè.
 
Nick lo ringraziò mentalmente e corse in bagno a farsi una doccia veloce. Meno stava in quella casa e meglio sarebbe stato per la sua sanità mentale, già gravemente compromessa. Andò in quella che era la camera che condivideva con Delta, e si mise una tuta, mentre pensava che avrebbe cambiato tutto l’arredamento ora che lei era andata via.
Mezz’ora dopo si ritrovarono in un parco insieme al fedele Big Rob a correre come se dovessero fare una qualche competizione, e a farsi scherzi come due bambini.
 
-Guarda, guarda chi si vede!-, la voce squillante di Jessica fece voltare i due ragazzi permettendo alla loro guardia del corpo di respirare e riprendere fiato.
-Jess…-, disse Nick andando poi ad abbracciarla.
La rossa sorrise accarezzandogli i capelli e tornando a ricambiare il suo abbraccio.
-Vuoi correre con noi?-, chiese Joe lasciandole un dolce bacio sulla fronte.
Jessica scosse la testa indicando una ragazza poco lontano da dove erano fermi loro, che correva con le cuffiette alle orecchie ed il cellulare in mano guardando verso la loro direzione.
Aria correva a perdifiato, correva per scaricare la tensione. Si fermò di colpo guardando davanti a se. Joe sorrideva abbracciato a Jessica mentre Nick non mostrava alcuna emozione. Gli sorrise timidamente ma lui solo ad abbassare il capo prima di chiamare il fratello.
 
-Rob andiamo…Joe io continuo il giro…-, ed iniziò a correre proprio mentre lei li aveva quasi raggiunti.
-Nick…ehi ma che succede?-, chiese affannata Aria mentre si portava le mani alle ginocchia piegandosi leggermente per riprendere fiato.
-Non lo so…ma devo scappare-, rispose Joe baciando la sua ragazza e salutando l’amica per raggiungere il fratello. Quello stesso fratello che adesso credeva fosse veramente impazzito.

 
 

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Capitolo 14
*** girls day out. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Altro capitolo di mezzo prima del boom dei prossimi capitoli xD questa volta parlerà delle due ragazzacce xP
Intanto qui chi sarà l'ospite inatteso? xD
Bene che dire, oggi non andrò a vedere harry potter al cinema quindi vi beccherete due capitoli ù.ù
ma recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





-Che gli succede?-, chiese ancora Aria sedendosi su una panchina e sorseggiando un po’ d’acqua.
-Non lo so, era strano…pensa che mi ha abbracciata per la prima volta-, aggiunse l’amica allungando un po’ le braccia, -allora andiamo a fare un po’ di shopping per sabato sera?-, continuò come se niente fosse
-Si, ma prima andiamo a farci una doccia…-, rispose Aria alzandosi dalla panchina e aspettando la sua migliore amica per dirigersi ognuno a casa propria.
 
Salì sul suo SUV nero, e partì alla volta di un bar per prendere un caffè. Era tornata da appena un giorno e mezzo e già le sembrava che il mondo andasse al contrario. La sua migliore amica e Joe erano felici, Nick invece sembrava come impazzito. Non sapeva se aveva già parlato con Delta o aspettava qualche momento migliore, e sinceramente non voleva chiedergli nulla per non mettergli fretta.
Si fermò allo Starbucks vicino casa sua, e prese un frappuccino al caramello giusto perché aveva bisogno di zuccheri. Si mise a ridere mentre risaliva in macchina con il bicchiere in mano e ripartiva verso casa per una doccia rilassante.
Entrò in casa, poggiando il bicchiere vuoto sul tavolino all’entrata ed iniziando a spogliarsi dei vestiti sudati, per arrivare in bagno ed accendere l’acqua della doccia.
Sorrise mentre levava via il sudore, sorrise perché la sua migliore amica l’avrebbe strapazzata di shopping facendole dimenticare quello sguardo.
Si conoscevano da qualche anno ormai ed erano subito entrate in sintonia, perché erano le uniche insieme a Danielle, a tener testa a quei matti dei Jonas.
Uscì dalla doccia velocemente correndo in camera sua in tremendo ritardo, e iniziando a rovistare dentro la sua cabina armadio per cercare qualcosa da indossare per la giornata di shopping.
Dopo essersi vestita, la ragazza chiamò la sua migliore amica avvisandola che sarebbe andata lei stessa a prenderla in un paio di minuti.
 
-Mangiamo un boccone fuori?-, disse Aria pettinandosi i capelli.
-Ho appuntamento con Joe, ma si mangiamo tutti e tre insieme piccola!-, rispose la sua migliore amica chiudendo poi la telefonata per terminare di prepararsi.
 
Dieci minuti dopo Aria Gomez, sfrecciava per le vie di Los Angeles con i suoi occhiali scuri, diretta a casa di Jessica.
Poco dopo scese e la mora si congratulò con la rossa per l’abbigliamento.
 
-Grazie…insomma devo essere sempre perfetta ora che i paparazzi mi catalogano come fidanzata di Joe…-
 
Le due scoppiarono a ridere e si diressero verso la via dello shopping per eccellenza, Rodeo Drive. Si presero per mano e affrontarono i fotografi con un sorriso enorme sulle labbra mentre entravano ed uscivano piene di buste da ogni tipo di negozio. Acquistarono i regali per il compleanno di Denise, Aria le comprò un orologio con un cinturino doppio in pelle marrone da parte sua e della madre, ed un libro di ricette esotiche solo da parte sua. Ricordava il suo sorriso enorme di ritorno da un viaggio in India con Nick e Paul, in questo modo avrebbe avuto sempre qualcosa di quel posto meraviglioso. Jessica invece le regalò una borsa vintage Chanel, che aveva visto insieme alla festeggiata durante un’uscita con tutta la famiglia.
 
-Vanno bene secondo te?-, chiese la mora mentre entravano in un negozio di scarpe.
-Si, sarà felicissima…ma sarà ancora più felice quando ti vedrà alla sua festa!-, confermò la rossa provandosi un paio di stivaletti dal tacco chilometrico, che acquistò immediatamente consapevole che non le avrebbe mai messe se non voleva rischiare una figuraccia.
 
Alle 13 in punto, si fermarono da Lowe’s, un ristorante messicano che adoravano entrambe. Joe le aspettava seduto in un tavolino appartato e sorrise alzandosi in piedi nel vederle arrivare. Aria lo abbracciò felice stando attenta a non urtarlo con le buste, e si sedette difronte mentre Jessica gli lasciava un dolce bacio sedendosi accanto.
Iniziarono a prendere un drink mentre aspettavano di ordinare.
 
-Sei bellissima piccola Gomez!-, proferì Joe sorseggiando il suo drink con ghiaccio.
La mora arrossì mettendosi a ridere prima di rispondergli un semplice grazie.
-Tutto merito della vacanza!-, disse Jessica prendendole una mano.
-Non solo…è che adesso va tutto schifosamente bene!-
-Non sei contenta?-, chiese Joe guardandola con fare interrogativo.
-Si, si non fraintendermi…-, iniziò mordicchiando la cannuccia, -…sembra così strano!-, continuò guardando fuori dalla vetrata e notando come Los Angeles fosse dannatamente caotica
-Piuttosto che aveva oggi quel ritardato di tuo fratello?-, chiese Jessica spezzando quell’atmosfera tesa, ma non si rese conto che in quel preciso istante l’aveva rafforzata ancora di più.
-Niente…ha dormito poco questa notte, per via di Delta…cazzo!-, disse il ragazzo tappandosi la bocca. Aria e Jessica lo guardarono con occhi sbarrati, mentre un barlume di speranza si faceva spazio nella mente e nel cuore della mora.
-Che cosa ha combinato?-, continuò la rossa.
-Si sono lasciati…l’ha lasciata...vuole riprendere rapporti con mamma e papà, insomma finalmente ha deciso di tornare a vivere!-, confessò il moro guardando poi Aria che non riusciva a fare  o dire niente.
-Mangiamo?-, disse solamente prima di chiamare una cameriera.
 
Non sapeva se essere felice o meno. Felice perché alle Hawaii lui le aveva confessato che lo faceva vivere e stare bene, evidentemente non poteva essere così con Delta. Ma in generale non sapeva come comportarsi, perché se avrebbe voluto riallacciare rapporti con i genitori, cosa di cui lei era contentissima, non avrebbe potuto dedicarsi anche ai suoi problemi  o alle sue esigenze.
Insomma avrebbe dovuto lasciarlo perdere.
Quando arrivò la cameriera, le parlò senza neanche ascoltare veramente le sue domande, e non rendendosi neanche conto di cosa stesse ordinando.
Adesso capiva perché non l’aveva neanche salutata quando l’aveva incrociata quella mattina. Non aveva fatto nulla perché era confuso, e lei decise che gli avrebbe lasciato i suoi tempi e spazi.
Pranzarono ridendo e scherzando, come se quella conversazione non fosse mai avvenuta. Joe le disse che sarebbe andato a prenderla lui quel sabato sera per la festa di Denise, e lei gli rispose che sua madre sarebbe andata un po’ in ritardo perché doveva tornare da New York.
 
-Perfetto…ragazze vi lascio, devo tornare in studio...buona giornata!-, le lasciò sole a terminare il loro pranzo, avvicinandosi alla cassa e pagando per tutti.
 
Aria e Jessica lo ringraziarono tornando a mangiare chiacchierando spensieratamente. La mora le chiese qualcosa su Nick e Jessica le promise che si sarebbe informata, a patto che non avrebbe fatto nulla almeno fino al giorno del compleanno di Denise Jonas.
 
-D’accordo, d’accordo…starò buona a casa mia, a pensare a quanto accaduto. Farò la brava-
-Perfetto, perché non puoi fare altrimenti in questo momento-
 
Si misero a ridere mentre uscivano dal ristorante e continuavano il loro giro di shopping con un gelato in mano. La mora accompagnò la sua migliore amica a casa nel tardo pomeriggio,  e quando arrivò a casa sua trovò una macchina familiare ad aspettarla fuori.
Il cuore iniziò a batterle furiosamente nel petto. Sospirò sistemandosi i capelli prima di lasciare il SUV nel vialetto di casa e scendere dall’auto con tutti gli acquisti, facendo ridere il suo ospite.
 
-Ehi…-
-Ehi, vieni…-

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Capitolo 15
*** it's denise jonas birthday. (I) ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Rieccomi come promesso con il capitolo di oggi, che si dividerà in due parrti! (: mio dio 6 recensioni, grazie, grazie, grazie *-* siete così, così...bah vi adoro perchè mi fate emozionare sempre *w*
Anche questa volta vi lascio gli abiti di Aria e Jessica (: spero vi piacciano
Questo capitolo è dedicato a mamma jonas *-* ieri ha compiuto 45 anni *______________________* AUGURI MAMMA JONAS!
ma recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





Finalmente quel sabato tanto atteso da almeno tre famiglie di Los Angeles, era arrivato. Quella sera si sarebbe tenuta la festa di compleanno di Denise Jonas, in una spiaggia di Malibu. Paul, insieme ai tre figli, aveva deciso di affittare un pezzo di spiaggia racchiuso in una conca di scogli, e addobbarlo con tendoni, fiori e candele per il compleanno della donna, pilastro fondamentale della famiglia Jonas.
Aria si era tenuta impegnata tutta la settimana, solo per non pensare a come avrebbe dovuto comportarsi quella sera. Aveva scelto con cura gli abiti da indossare, aveva prenotato parrucchiere e salone di bellezza, aveva comprato un paio di scarpe nuove, ma soprattutto aveva tenuto il cervello spento, se non durante le ore di lavoro.
In quei giorni aveva terminato di incidere l’album e avrebbe fatto le foto promozionali solo due giorni dopo la festa, prima di organizzare insieme a sua madre e Nick tutti i suoi impegni per promuovere il nuovo lavoro.
Giusto la sera prima la madre aveva tenuto una piccola cena di fidanzamento, con gli amici più intimi e la figlia, per annunciare l’imminente matrimonio con il suo compagno di una vita e per Aria non poteva esserci notizia migliore. La donna aveva sacrificato tutto per lei, e adesso meritava di vivere la sua vita al meglio con accanto l’uomo che amava e che ricambiava in tutto e per tutto.
Jessica aveva condiviso con lei la gioia di quella notizia e si era commossa quando Mandy le aveva confessato che voleva anche lei come testimone di nozze, perché era come una seconda figlia ed era una gioia poterla avere sempre accanto, sempre a sostenere Aria.
Si riscosse dai suoi pensieri solo quando il parrucchiere la informò che aveva terminato il suo lavoro e lei si era voltata allo specchio stupefatta e semplicemente stupenda. Con i capelli più chiari e più corti.
Dopo aver mangiato un insalata in un ristorante, corse a farsi sistemare le unghie prima di tornare a casa come nuova.
Tutto andava per il meglio nella sua vita, nonostante qualche giorno prima avesse ricevuto una visita non del tutto inaspettata.
 
-Ehi…-
-Ehi, vieni…-, aveva detto la ragazza passando davanti al moro ed invitandolo ad entrare in casa.
Presero l’ascensore in assoluto silenzio ed arrivarono all’ultimo piano distanti. Aria si permise di respirare una volta chiusa la porta di casa, posò le buste all’entrata e si voltò verso il suo ospite con un sorriso a 32 denti.
Nick le sorrise avanzando verso il salotto mentre lei si dirigeva in cucina per prendere qualcosa da bere. Era imbarazzata, come se non lo vedesse da anni quando invece non lo vedeva solo da un giorno, anzi una notte.
-Che ci fai qui?-, gli chiese portandogli un bicchiere di thè e sedendosi di fronte a lui.
-Volevo scusarmi per questa mattina…stavo poco bene-, le rispose lui rigirandosi il bicchiere tra le mani.
Non si erano baciati, non si erano abbracciati, non avevano fatto nulla di nulla. Si guardavano soltanto, o almeno lo fecero fin quando il ragazzo non rivolse tutte le attenzioni a quel liquido ambrato dentro il bicchiere freddo.
-Non importa, anzi hai fatto bene…mi avresti distratta-, scherzò lei facendolo sorridere.
-Ho lasciato Delta…-, buttò giù lui posando il bicchiere ancora pieno su un tavolino e alzandosi per dirigersi verso il terrazzo di casa Gomez.
Aria non gli rispose limitandosi a seguirlo con lo sguardo, sperando che continuasse il suo discorso. Così fece infatti, voltandosi quel tanto che bastava per guardarla negli occhi. Quegli occhi in cui aveva confessato lui stesso di essersi perso più volte.
-L’ho lasciata senza dirle nulla di noi…le ho detto che volevo riallacciare i rapporti con i miei genitori il ché è vero…lei mi ha picchiato e urlato contro…ci sono rimasto uno schifo poi è arrivato Joe e mi ha detto concentrati e pensa a cosa vorresti in questo momento…ed io ho pensato a te, nella disperazione ho pensato a te, perché vorrei che mi stessi a fianco anche in momenti del genere…come…-, s’interruppe vedendola avvicinarsi con gli occhi lucidi.
-Come faceva lei? Nick…-, continuò Aria al posto suo accarezzandogli una guancia.
-Farai di meglio…io lo so!-, l’abbracciò e piansero entrambi.
Lei lo vide piangere per la prima volta e lui sorrise tra le lacrime, asciugando quelle della ragazza con delle carezze.
-Posso chiederti una cosa?-, le disse poi tornando del tutto padrone della situazione. Aria annuì asciugandosi le ultime lacrime.
-Mi aiuti ad arredare di nuovo quella casa?-, Aria lo guardò con occhi sbarrati scoppiando poi a ridere e annuendogli sulla sua spalla mentre lui l’abbracciava forte.
Sembrava un bambino piccolo bisognoso di cure e attenzioni. Risero alla domanda del moro, smorzando la tensione e rilassandosi l’uno tra le braccia dell’altra.
-Vuoi fermarti a cena?-, gli chiese lei sciogliendo l’abbraccio e trascinandolo ad ammirare il tramonto fuori sul terrazzo.
-Non posso…mi dispiace, cena in famiglia oggi!-, le rispose lui appoggiando i gomiti alla ringhiera e guardando il cielo
-Meglio così no?-
-Decisamente…e poi non sei un granché come cuoca, lasciatelo dire!-, continuò il ragazzo prendendosi un pizzicotto sul braccio da una Aria con il broncio.
Risero ancora prima di separarsi senza nessun bacio o abbraccio o qualsiasi altra cosa. Lei lo accompagnò alla porta e lui le sorrise semplicemente.
 
Il citofono di casa Gomez, suonava insistentemente, Aria si alzò dal divano guardando l’orologio e mettendosi ad urlare. Era rimasta incantata a guardare il frigorifero di casa sua dal salotto, per quasi tutto il pomeriggio. Corse ad aprire e disse a Joe di salire perché non era ancora pronta. Quando il ragazzo arrivò dentro casa scoppiò a ridere, trovandola con una paio di pantaloncini ed un top striminzito.
 
-E’ tardi, tardissimo! Scusa, scusa, scusa…-, disse lei urlando ed iniziando a girare per casa come una matta.
-Ti fermi?-, le rispose lui prendendola per un braccio con il sorriso sulle labbra, -la festa inizierà tra mezz’ora…hai tutto il tempo-, continuò alzando gli occhi sui suoi capelli facendo smorfie soddisfatte. Aria annuì correndo poi in camera sua e iniziando ad urlargli qualcosa per fare un po’ di conversazione.
-Jessica non viene con noi, deve prendere i suoi genitori-, urlò di rimando Joe seduto sul divano con i piedi sul tavolino a guardare un po’ di tv come se fosse a casa sua.
 
Venti minuti dopo Aria era vestita e truccata, pronta per andare alla festa. Con un colpo di tosse si era fatta sentire da Joe, che annoiato guardava un programma di cucina. Il ragazzo si alzò di scatto dal divano e si mise una mano dietro la testa imbarazzato. La mora pensò che era bellissimo nel suo completo grigio, e sorrise avvicinandosi per posargli una mano sul braccio.
 
-Sei bellissima, porca miseria!-, annuì convinto Joe guardandola da capo a piedi mentre uscivano dal palazzo per dirigersi verso l’auto. Le aprì lo sportello come un vero gentiluomo e si accomodò successivamente sul lato guida
-Grazie…tu sei sempre esagerato!-, gli disse lei guardandolo partire divertita, mentre accendeva la radio ed alzava il volume. Passava una delle sue canzoni preferite, così senza pensarci si mise a cantarla a squarciagola mentre il ragazzo accanto a sé teneva il tempo picchiettando sul volante.
-Ma sei stonatissima!-, la prese in giro lui cambiando stazione.
-Sarai bravo tu con tutti quei balletti non canti una parola!-, disse allora lei mettendo il broncio per poi mettersi a ridere.
 
Il rapporto che aveva con Joe era qualcosa che non avrebbe ceduto per niente al mondo. Con lui tirava fuori la vera Aria, nessuna regola, nessuna costrizione, faceva quello che le andava, quando le andava e senza pensare a niente. Era per questo che spesso venivano catalogati come coppia, quando andavano insieme al mare, o quando partecipavano ad eventi. Amavano giocare, amavano divertirsi senza pensare alla fama, ai paparazzi o le testate giornalistiche.
Fondamentalmente Aria era la versione femminile di Joseph, o Joseph era la versione maschile di Aria come amava dire lei a tutti quanti.
Esattamente alle 20 e 30 i due arrivarono sulla spiaggia di Malibu, dove ad attenderli c’erano quasi tutti gli invitati comprese Jessica con la famiglia e la madre della mora. Mancavano Paul, Frankie, e la festeggiata ovviamente.   
 
-Prego signorina…-, disse Joe sistemandosi la giacca ed aiutando Aria a scendere dall’auto.
-Grazie…-, gli sorrise lei prendendolo sotto braccio stando attenta a non cadere con quei tacchi altissimi.
 
Avanzarono allegri lungo la passerella ed il moro fece per lasciare la ragazza a sua madre mentre si avvicinava dalla sua fidanzata, non prima di averle dato un bacio sulla guancia.
 
-Tesoro sei bellissima!-, disse Josh dandole un bacio sulla fronte e facendola sorridere teneramente.
-Grazie, anche voi due siete splendidi!-, disse la ragazza abbracciando forte la madre, -Allora cosa le hai regalato tu oltre all’orologio fattole insieme?-, chiese poi consegnando un pacchetto alla madre.
-L’invito al mio matrimonio non basta?-, scherzò la donna prima di mostrarle una busta beige, -un week-end alle terme con me!-, disse poi battendo le mani soddisfatta.
 
Qualche minuto dopo arrivò, bella come non mai e già in lacrime di gioia, Denise Jonas insieme al marito ed al figlio minore. Tutti corsero ad abbracciarla, tranne Aria che aspettava il momento giusto e nel farlo si scontrò con Nick rischiando di rovesciargli addosso il drink.
 
-Oddio scusa…-, gli disse imbarazzata.
-Non è meglio se ti togli quelle cose dai piedi?-, rispose lui mettendosi a ridere mentre indicava le scarpe.
-Si…hai ragione!-, sorrise lasciandogli il suo drink e togliendosi le scarpe, poggiandole su una poltroncina accanto alla borsa. Lo ringraziò riprendendosi il bicchiere ed avanzando verso la signora Jonas per farle i suoi auguri.
-Tesoro grazie! E grazie per essere qui…non sai quanto sono felice ora che sei ritornata nella nostra famiglia!-, le disse la donna abbracciandola e lasciandole un bacio su entrambe le guance facendola arrossire, -oh Nick…siete dei pazzi!-, continuò alzando gli occhi dalla spalla della ragazza e guardando emozionata il figlio che le sorrideva. Aria si spostò lasciando spazio al ragazzo e guardando la scena con occhi lucidi. Denise abbracciava il figlio contenta non solo per il compleanno, ma per il rapporto che si era risaldato, sembrava tornato il vecchio Nick e lei era felice per loro.
 
La ragazza tornò, con l’ennesimo drink in mano, dalla madre e dalla sua migliore amica che parlavano allegramente insieme a Danielle ed il suo pancione.
 
-Oh eccoti!-, disse Jessica abbracciandola nel suo bellissimo vestito blu.
-Di che si parla?-, chiese la mora sedendosi accanto alle due donne.
-Di te ovviamente…-, rispose la moglie di Kevin lisciandosi l’abito noncurante dell’occhiataccia che le aveva riservato l’amica mentre la madre di quest’ultima ridacchiava.
 
Aria ascoltò esasperata la madre che le ripeteva sempre di mangiare, di dormire, di fare una vita sana possibilmente lontana da qualsiasi Jonas single nelle vicinanze. Jessica rideva come una pazza mentre annuiva convinta dicendo che erano quasi una rovina quei ragazzi.
Frankie arrivò in suo aiuto prendendola per mano e tirandola a ballare, sotto gli sguardi allucinati di tutti.
 
-Grazie…sei il mio salvatore!-, disse Aria abbassandosi quel po’ che bastava per lasciargli un bacio sulla guancia che lo fece arrossire.
 
Si allontanarono dopo un paio di balli e stremata la ragazza si avvicinò al bar per prendere un altro drink. Seduta qualche sedia dopo di lei, una bionda rideva come un’oca insieme alla sua amica. Fece finta di non ascoltare ma la voce di quella ragazza era troppo squillante, così per sbaglio sentì quello che non avrebbe mai voluto sentire.
 
-Così adesso che Nick è tornato single vuoi provarci tu eh Poppy?-
-Certo! Chi se lo farebbe scappare? Mi ha portata lui alla festa, io lo faccio divertire Anna…-
-Che cosa hai fatto?-
-Che cosa abbiamo fatto vorrai dire…-, disse la bionda ridendo e scuotendo i suoi lunghi capelli, -l’abbiamo fatto poco prima di arrivare, nella sua auto...-
 
Aria sbarrò gli occhi prima di allontanarsi velocemente da quel posto e cercare di scacciare quelle voci insistenti dentro la sua testa.
Sapeva di non doversi fidare di lui. Lo sapeva e ci era ricascata, questa volta avrebbe fatto troppo male.

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Capitolo 16
*** it's denise jonas birthday. (II) ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Ecco la seconda parte della festa di compleanno di Denise Jonas...sono uscite certe foto dalla festa vera che neanche commento guardate -.-"
Anywayyyy sono follemente innamorata di skyscraper *_________*, penso che Demi sia fonte d'ispirazione per tutti noi, ed è bellissimo quando un artista parla di se attraverso la musica...la amo c'è poco da dire o fare
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3

PS: se le recensioni saranno numerose, prometto di postare un altro capitolo (:



***



Still in love with you.





Camminava scalza lungo la riva. Camminava a testa bassa lontana dal rumore della musica, dalle risate della gente che festeggiava il compleanno di una donna, una grande donna. Camminava e non si rese conto di essere arrivata davanti ad una scogliera dove le onde si infrangevano birichine. Si sedette sulla sabbia, consapevole che avrebbe rovinato il vestito. Sorseggiava quel liquido alcolico, uno dei tanti della serata, mentre quella risata squallida e quella voce da oca, ancora le rimbombavano nella testa. Vani furono i tentativi di tapparsi le orecchie e cercare di non piangere per non rovinarsi il trucco perché, come le ripeteva spesso Jessica, lui non avrebbe mai meritato le sue lacrime. Anzi non avrebbe mai meritato nulla di lei. Un messaggio sul suo cellulare la informava che avrebbero tagliato la torta a breve, e sospirando si alzò in piedi per ritornare dalla sua madrina.
 
-Dove sei stata? Nick ti stava cercando…-, le sussurrò la rossa all’orecchio mentre tutti sorridevano e battevano le mani alla donna che aveva appena spento 50 candeline.
-E’ proprio uno stronzo Jess, lo odio…-, rispose l’altra abbracciandola continuando a sospirare forte per non piangere.
-Cos’è successo piccola?-
-Sai perché è così rilassato? Perché si è scopato una puttana poco prima di venire al compleanno della madre…-
-Che idiota…siediti vado a prendere della torta e un po’ di champagne-, concluse Jessica prima di lasciarla sola e tornare poco dopo con Joe e due fette di torta.
 
Per qualche minuto riuscì a scollegare di nuovo il cervello e gustarsi la torta al cioccolato insieme ai suoi due migliori amici. Joe l’abbracciava scherzando e imboccandola, sporcandole il viso. Lei rideva mentre imboccava anch’essa la sua migliore amica.
 
-Ehi smettetela di fare porcherie alla festa di mamma…-, disse Nick prendendo di peso Jessica e spostandola dalla ragazza per mettersi seduto al suo posto, accanto a Aria che si irrigidì avvicinandosi di più a Joe.
Jessica lo guardò in cagnesco sussurrando qualcosa all’orecchio del suo fidanzato e alzandosi dal divanetto e lasciando i due ragazzi soli.
-Ti stai divertendo?-, disse Nick passandole un braccio attorno alle spalle.
-Smettila…-, rispose lei seccata togliendogli bruscamente la mano e alzandosi dal suo posto per allontanarsi da lui. Riuscì ad allontanarsi dal trambusto ma venne immediatamente fermata per un braccio dal moro che la guardava stranito.
-Che ti prende?-, le disse tenendola stretta.
-Lasciami mi fai male…-, disse lei cercando di strattonarlo, ma riuscendo solo ad avvicinarsi ancora di più al ragazzo
-Che hai Aria?-
-Non ho nulla, lasciami in pace. Non voglio che mi tocchi, non voglio che ti avvicini, non dopo che ti sei scopato ogni essere vivente nel raggio di due chilometri, prima di venire al compleanno di tua madre. Nick tua madre, cristo!-, urlò esasperata la ragazza, lasciando libero sfogo alle sue lacrime che scendevano copiose sul suo viso.
-Chi te l’ha detto?-
-Oh la bionda non sa tenere la bocca chiusa, ma d’altronde le scegli tutte uguali e tutte stupide!-, continuò abbassando di un tono la voce e volgendo lo sguardo verso l’oceano.
-Si è vero l’ho fatto con lei e allora? Dov’è il problema?-, disse il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
-Oh Dio…dov’è il problema?-, gli domandò esasperata lei portandosi le mani alla testa.
 
Si allontanò ancora da lui. Lui che non capiva, lui che la stava facendo soffrire. Prima le prometteva delle cose, le faceva promettere delle cose e poi era il primo che non le rispettava. Era tornato come quando stavano insieme, libero di tradirla con chiunque gli capitasse senza rendersene conto e senza scusarsi minimamente.
Camminò piangendo fino a sedersi sugli stessi scogli che avevano sopportato il suo sfogo di qualche minuto prima.
Nick la seguì, mani in tasca, sguardo basso, si dichiarava non colpevole perché quella era la sua natura e non sarebbe riuscito a cambiarla.
 
-Ti ricordi cosa mi hai detto una settimana fa? Te lo ricordi si o no?-
-Certo che ricordo…ricordo perfettamente, perché sono cose che penso. Ma che c’entra?-, chiese lui sedendole accanto e coprendola con la sua giacca.
-Non lo so, prima dici che ti faccio stare bene, che mi vuoi…che hai bisogno di me…e poi? Poi vai e scopi con una puttana…ma certo mi sembra giusto!-, gli lanciò la giacca poco lontano smettendo di piangere e guardandolo arrabbiata, -per quel che mi riguarda potrei essere una puttana anche io…non cambia molto da amante a puttana non credi?-, continuò e vide Nick arrabbiato e deluso con lei per la prima volta in vita sua.
-Abbiamo finito!-, disse alzandosi e riprendendosi la giacca.
-Oh no che non abbiamo finito…-, rispose l’altra arrabbiata.
-Dio Aria si mi sono fatto quella, non mi ricordo neanche il nome più…mi andava, le andava e basta è successo. Al mio fianco non voglio né una bambina, né una mamma. Abbiamo finito Aria, abbiamo finito nel momento in cui ti sei definita una puttana-, le sputò contro lasciandola sola a piangere.
 
Avevano finito le ripeteva Nick, ma avevano finito cosa? Non erano fidanzati, si stavano frequentando, ma in realtà si frequentavano da quando avevano 14 anni. Si alzò velocemente ed iniziò a correre fino ad arrivare alla festa, dove prese borsa e scarpe e salutò la madre senza darle spiegazioni. Erano rimaste pochissime persone ormai, la famiglia Jonas, la famiglia di Aria e Jessica. Aria continuò la sua corsa senza guardare nessuno in viso e si diresse nella macchina di Nick, che trovò aperta fortunatamente. Sapeva che dimenticava sempre le chiavi in macchina, e sorrise mentre si allacciava la cintura e si sistemava un po’. Vide avanzare Nick con la bionda di prima, Poppy. La bionda aprì lo sportello e si mise le mani sui fianchi, sbuffando contro il giovane che adesso imprecava bellamente.
 
-Smamma-, disse Aria facendo per richiudere lo sportello, ma la bionda la bloccò.
-Smamma tu…Nick dille qualcosa…-
-L’hai sentita no? Vattene Poppy-, rispose Nick salendo in macchina e partendo a tutta velocità.
-Perdonami…-, le sentì dire e si fermò poco lontano, togliendosi la cintura e voltandosi verso di lei.
-Sei una stupida…ed io sono stanco…ti accompagno a casa, ti calmi e domani ne riparliamo-, le disse guardandola mentre si torturava le mani e si mordeva un labbro.
-Non ti disturbare, scendo e torno a piedi…-, Aria si tolse la cintura di sicurezza e scese dalla macchina sbattendo la portiera ed iniziando a camminare stringendosi nelle spalle. Nick fece qualche metro e poi si fermò ad aspettarla. Stavano facendo solo delle sceneggiate inutili.
-Sali-, le disse aprendole lo sportello.
 
Aria salì in auto e per tutto il tempo nessuno disse una parola. La ragazza guardava fuori dal finestrino, il ragazzo guidava immerso nei suoi pensieri. Arrivarono in poco tempo a casa della ragazza, ma se lei si rifiutava di scendere lui acconsentiva trattenendola in auto con se.
 
-Senti…-, disse in contemporanea i due pentendosi subito dopo di aver aperto bocca.
-Perdonami…mi sono comportata come una bambina…-, iniziò Aria prendendogli una mano tra le sue.
-Si infatti…ma forse la colpa è stata anche mia, non avrei dovuto dirti quelle cose…-
-Mi dispiace davvero…è solo che pensavo che anche se non stiamo insieme, insomma…pensavo…niente lascia stare davvero! Buonanotte Nick-, terminò la mora scendendo dall'auto e avvicinandosi al portone di casa.
-Aspetta!-, gli urlò il ragazzo scendendo dall’auto e correndole incontro spingendola oltre il portone e chiudendolo con il piede, -sarai l’unica…-, le baciò una guancia, -te lo prometto…-, continuò baciandole il naso.
-Mi perdoni? Non voglio essere la tua ragazza, non pretendo nulla…non…-, disse ingenuamente la mora.
 
Lui la baciò dolcemente, annuendo con il capo mentre lei gli passava le mani tra i capelli e si perdevano in quell’attimo in cui tutto era fantastico.

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Capitolo 17
*** it's time to move on. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Questo ed il prossimo capitolo sono due tra i capitoli più brutti che abbia mai scritto in vita mia...uff compatitemi vi prego il caldo mi da alla testa
Fortunatamente sono solo questi due, dopo si che si ragiona per benino *w*
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



-Eccomi…scusate per il ritardo-, disse Aria entrando di corsa nell’ufficio di Nick dove la madre la stava aspettando con il ragazzo.
-Era ora! Cosa hai fatto questa notte?-, chiese Mandy mentre sorseggiava il suo caffè.
 
La ragazza diventò immediatamente rossa e Nick si mise a ridere coprendosi il volto con un foglio. Era colpevole tanto quanto lei di quel suo ritardo quella mattina. Dalla sera del compleanno di Denise Jonas, non c’era notte  che i due non passassero insieme. Quasi sempre a casa della mora visto che Nick divideva l’appartamento con suo fratello Joe. Proprio la notte scorsa era rimasta sveglia fino all’alba, in balia delle carezze del ragazzo che non voleva saperne di lasciarla dormire, ben consapevole del fatto che avrebbe avuto un incontro importante il giorno dopo.
 
-Nulla mamma, adesso se vogliamo iniziare per piacere!-, disse ancora sedendosi sulla poltroncina e accavallando le gambe facendo impazzire il giovane.
-Si, allora se tu sei d’accordo…la settimana prossima potremo fare uscire l’album-, disse felice il ragazzo mostrando alla madre della giovane tutti gli ipotetici appuntamenti.
-Ma come non lo sai?-, disse la donna tutto d’un tratto guardando poi la figlia che adesso si torturava le mani.
-Cosa dovrei sapere?-, chiese serio Nick guardando anche lui Aria che decise di prendere la parola.
-Vedi ho intenzione di posticipare l’uscita del disco…-, disse tutto d’un fiato la mora alzando finalmente lo sguardo verso il giovane che la guardava a bocca aperta.
-Cosa? Come mai?-
-Beh vedi Nicholas, voglio solo il meglio per mia figlia. So che questo progetto musicale la porterà in alto, ma vorrei farle fare altre strade…-, iniziò Mandy con fare professionale, -…lei ha intenzione di frequentare un corso di moda qui a Los Angeles, e nel frattempo collaborerà con Teen Vogue…pensavo te ne avesse parlato, insomma, so che siete in buoni rapporti adesso!-, terminò la donna mentre il ragazzo davanti a lei rimaneva sconvolto.
-Non ce n’è stato tempo mamma…-, rispose mortificata la ragazza.
-Oh…beh io devo scappare Aria vado in redazione per le ultime cose, e poi si…si…vado a pagare l’iscrizione a scuola! Arrivederci Nicholas…-, disse Mandy prima di abbracciare la figlia e stringere cordialmente la mano del ragazzo.
 
Una volta rimasti da soli, calò un silenzio spettrale nella stanza occupata dai due giovani. L’unico rumore proveniva dal ticchettio insistente della biro di Nick sulla scrivania di legno. Poi il giovane prese la parola.
 
-Quando avevi intenzione di dirmelo?-
-L’avrei fatto Nick…non sapevo della collaborazione, l’ho saputo ieri…-, rispose lei guardandolo triste, -non è poi niente di così irreparabile no?-
-Ho perso quasi tre mesi di lavoro, ma no non è niente di irreparabile…non so magari la settimana prossima ti chiedono di partire per la Cina per imparare a cucinare il sushi e tu mollerai tutto…-, si alterò alzandosi dal suo posto e chiudendo la porta.
Aria lo guardò a bocca aperta, avrebbero litigato ne era sicura. Si alzò dalla poltroncina e si mise le mani sui fianchi.
-Scusa tanto se ho lavorato per te in questi mesi, scusa se sei stato tu a proporti-, gli disse puntandogli il dito contro.
-Non me ne frega un cazzo del disco capisci?-
-No non capisco perché stiamo urlando…non capisco perché sei tanto arrabbiato, cosa dovrei fare? Dovrei dirti di ogni mio minimo spostamento? Non stiamo insieme Nick, scopiamo e basta…non sono tenuta a dirti quello che faccio o non faccio…-, gli urlò contro sbattendo un piede a terra come una bambina.
 
Nick la guardò sconvolto da tanta rabbia, fece per replicare qualcosa di veramente cattivo, quando bussarono alla porta. Jessica era appena entrata per interrompere quel momento romantico tra i due. Li guardò con le mani sui fianchi e tirò uno schiaffo ad entrambi, posizionandosi al centro tra i due come se fosse una mamma pronta a fare la solita ramanzina ai due figli piccoli.
 
-Jessica se non hai niente di importante da dire puoi anche andare…-, le disse il ragazzo con fare scontroso.
-Bene vi si sente dal primo piano, volete smetterla? Nick lei non sta andando al Polo Nord, ma ad un isolato da qui…potresti sorridere ed essere felice per lei e per ciò che vuole realmente fare, potresti comunque muovere il culo in qualsiasi momento e andare a trovarla per sfogare le tue frustrazioni sessuali…-, iniziò con fare accusatorio, guardando prima uno e poi l’altra, -…e tu cara la mia piccola Coco Chanel, non essere così volgare non ti si addice per niente…voi, voi siete due idioti-, terminò sbuffando e alzando le mani in aria in segno di resa prima di lasciare la stanza come una furia.
 
Aria si mise una mano sulla fronte sedendosi di nuovo al suo posto, mentre Nick usciva fuori dal suo ufficio lasciando la ragazza sola. Era stanca, stanca di dover rendere conto delle sue decisioni a chiunque, stanca di dover sottostare sempre alle scelte degli altri senza mai fare qualcosa che le piacesse veramente. Era stanca di farsi fotografare ovunque, anche quando andava a fare benzina, era stanca di sentire insulti sul suo conto da fan impazzite di ogni ragazzo con cui usciva. Non avrebbe smesso di cantare, insomma il canto era la sua vita, ma voleva soltanto prendersi una pausa e fare tutto quello che facevano le ragazze della sua età. Voleva entrare in quell’istituto, voleva studiare, conoscere gente con le sue stesse passioni e ambizioni.
Nick sembrava non capire e questo le dava fastidio, pensava che questa volta avrebbe capito e accettato.
Il ragazzo in questione rientrò un paio di minuti dopo, trovandola nella stessa posizione di prima.
 
-Ti ricordi quando una settimana fa mi dicesti che volevi smettere? Volevi chiudere con me?-, gli disse alzandosi in piedi e guardandolo in faccia. Il ragazzo annuì confuso.
-Che c’entra adesso? Quel giorno non dicevo sul serio…e lo sai!-
-Adesso voglio smetterla io…basta Nick, basta vederci solo a casa mia, di nascosto. Sono stanca, stanca di tutta questa situazione, stanca del fatto che litighiamo per tutto tranne quando siamo a letto insieme…non voglio che vada così tra noi, non più. Ero la ragazza più felice al mondo quando quella notte sei venuto a casa mia dopo aver litigato con Joe, adesso mi sento sempre sotto pressione…sento che alla prima mossa sbagliata tu possa giudicarmi male e rifiutarmi. Non voglio…non voglio più…-, abbassò il capo tenendosi le mani.
 
Prese la sua borsa e indossò i suoi occhiali da sole prima di dirigersi verso la porta senza ricevere alcuna risposta. Mise la mano sulla maniglia temporeggiando, sperando che lui la fermasse, che le dicesse che no, non sarebbe più stato così per loro. Sperava le dicesse che sarebbe stato tutto più bello, più semplice.
Aprì la porta ed il cuore sembrò battere sempre più lentamente, fin quando non chiuse la porta con un tonfo secco proprio come quello del suo cuore che aveva smesso di battere.
 
-Dove vai?...-, le chiese Jessica vedendola quasi correre
-E’ finita Jess…questa volta è finita davvero-, le rispose prima di prendere l’ascensore ed uscire di corsa da quel palazzo, e dalla vita del moro. Moro che non si era alzato da quella sedia, rimanendo a fissare la porta bianca chiusa, prima di imprecare bellamente e mettersi le mani ai capelli.

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Capitolo 18
*** hello darling, nice to meet you. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Altro capitolo che odio profondamente -.-"
Tranquille ancora un altro e poi ritorno normale promesso xD oggi il sole splende, gli uccellini cinguettano allegramente ed io ho tutti i buoni propositi per postare due capitoli in un giorno xD
Per cui recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





Dieci giorni.
Erano passati già 10 giorni da quel brutto litigio avvenuto al BeatLab con Nick. Dieci giorni in cui aveva pianto, mangiava e dormiva poco, perché qualsiasi cosa facesse in quella casa le ricordava lui. Tutto le ricordava lui. Settembre era arrivato portando un leggero venticello ed un sole meno caldo a Los Angeles. Settembre era arrivato e con esso aveva portato l’inizio dell’istituto di moda per Aria, e della sua collaborazione con Teen Vogue. Settembre era arrivato ed aveva portato con sé la stagione degli eventi mondani.
Era rimasta comunque in contatto con la famiglia Jonas, evitando di incontrare o parlare di Nick. Nick che si faceva vedere sempre più spesso in giro e da un paio di giorni sempre con la solita ragazza, una biondina più piccola di lui, poteva avere 17 o 18 anni al massimo. Un’aspirante modella, sua vicina di casa.
Aria quella mattina si svegliò molto presto, aveva lezione fino all’ora di pranzo ed il pomeriggio sarebbe andata a fare un po’ di shopping per la bambina di Danielle e Kevin che sarebbe nata tra qualche mese. Ancora eventi in famiglia, ancora tempo da passare insieme a lui.
Era stata lei a voler chiudere, semplicemente perché lo amava talmente tanto da sentirsi male, lo amava e non ce la faceva più a tenersi tutto dentro.
Si alzò sbuffando e aprendo le finestre di casa sua, e fiondandosi in bagno per un bagno veloce prima delle lezioni. Si immerse nell’acqua tiepida passandosi la sua crema alla vaniglia, evitando accuratamente di bagnare i capelli perfettamente lisci.
Uscì poco dopo e si diresse in camera sua, entrando poi nella sua grandissima cabina armadio, una specie di seconda camera da letto, composta anche da uno specchio ed un divano enorme. Aveva imparato in quei giorni che la moda rispecchiava il suo essere, che non le importava più vestire con capi costosi se poi il suo umore era nero, aveva imparato ad adeguarsi alla giornata. Quel giorno voleva semplicemente sentirsi spensierata, come non le capitava da troppo tempo.
Si vestì con delle tonalità chiare prese la borsa ed uscì di casa, diretta a Calabasas un quartiere di Los Angeles dov’era situata la sua scuola.
Parcheggiò il suo SUV nero nel parcheggio riservato dell’istituto, ed entrò in quell’enorme palazzo di vetro.
 
-Ehi Aria…-, la mora si voltò verso la voce allegra correndole incontro sorridente.
-Julie!-, le corse incontro abbracciandola sorridente.
 
Julie Adamson era stata una delle poche ragazze che le si era avvicinata infischiandosene della sua popolarità e soprattutto delle sue storie travagliate. Erano entrate subito in sintonia, diventando grandi amiche. Le prime volte, uscendo insieme, capitava che i paparazzi tormentassero anche lei ma Julie riusciva a cavarsela egregiamente scansandoli e camminando sempre a testa alta.
 
-Come stai?-, le chiese la bionda prendendola a braccetto ed entrando in classe
-Oggi molto meglio…pomeriggio vado a fare shopping con Danielle per la bambina, non vedo l’ora!-, rispose contenta Aria sedendosi al suo posto salutando le altre compagne e tirando fuori il block-notes per prendere appunti.
 
Dopo quattro ore sedute ai propri posti, solo una per Julie che ha passato tutto il tempo a dormire, Aria e l’amica salirono sulla macchina della prima per andare a pranzo insieme. Ridendo parcheggiarono a Rodeo Drive, entrando poi in un ristorante italiano che Aria amava da matti. Le due ragazze chiesero un tavolo riservato, così il cameriere le accompagnò in una saletta vip.
 
-Oh questo è il bello di avere un’amica famosa…ci siamo solo noi, e qualche coppietta di ricconi perdenti!-, esclamò Julie sedendosi e accavallando le gambe prima di sorseggiare un po’ di the freddo.
-Ehi vorresti sfruttarmi solo per le salette vip?-, rispose l’altra ridendo.
 
Iniziarono a mangiare il primo, Aria stava gustando un piatto di pasta per la prima volta dopo giorni. Ridendo il cameriere, interessato alle due ragazze, portò anche il secondo quando la mora lasciò cadere con un tonfo secco la sua forchetta per terra. Nick era appena entrato con quella ragazza che frequentava da un po’ di giorni. Julie la richiamò cercando di farle distogliere lo sguardo, ma lei era come paralizzata. Lui alzò lo sguardo facendole un cenno prima di sedersi non molto lontano da loro.
 
-Cristo che idiota…Aria ehi, lascialo perdere…guardami, torna a mangiare e a sorridere come prima! Fallo per me…-, le disse l’amica facendole facce buffe e facendola sorridere un po’.
 
Nick ogni tanto le guardava scuotendo poi la testa ad ogni minima cosa che gli riferiva la ragazza. Aria dal canto suo aveva perso l’appetito. Non aveva toccato nient’altro, non riuscendo neanche a ridere delle battute del cameriere. Pagò il conto a metà con la sua amica e la salutò fuori dal locale, non voltando mai lo sguardo verso il tavolo del suo ex ragazzo. A testa bassa si incamminò verso il luogo stabilito con Danielle e la trovò già lì in compagnia di un ragazzo a lei sconosciuto.
La moglie di Kevin appena la vide le andò incontro con un sorriso enorme sul viso, mentre con una mano si teneva la pancia, ormai enorme.
 
-Ehi musino triste!-, le disse abbracciandola
-Ehi mammina adorabile…-, le rispose l’altra guardando poi il ragazzo che assomigliava in maniera impressionante all’amica.
-Aria, lui è Michael, mio fratello!-, il ragazzo le sorrise tendendole una mano con fare educato.
-Piacere di conoscerti Michael…-
-Chiamami Mikey, il piacere è tutto mio!-, la mora gli sorrise notando in quel momento quanto fosse carino e quanto fosse soddisfatta Danielle di quell’incontro.
 
Entrarono in un negozio per bambini, e Danielle iniziò a sbizzarrirsi con tutine e cose varie. Aria rideva con Mikey che la prendeva in giro dicendo che la bambina l’avrebbe fatta diventare peggio del suo cagnolino Riley che ha un collarino di diamanti.
La neo mamma dal canto suo non li ascoltava intenta a commentare e comprare vestiti di ogni tonalità di rosa e scarpine che la bambina avrebbe messo sicuramente dopo un anno.
Dopo una buona ora passata tra culle e carrozzine, i tre uscirono dal negozio carichi di buste e pacchi. Posarono tutto il materiale dentro la macchina del ragazzo e si fermarono in un bar per prendere un caffè e chiacchierare un po’.
Aria pensava che il ragazzo fosse l’esatta copia di Danielle e che Kevin era davvero fortunato ad averlo come cognato. Mikey invece pensava che quella fosse la ragazza più bella che avesse mai visto in vita sua. Avevano qualche anno di differenza, perché lui aveva la stessa età, ma avrebbe volentieri fatto di tutto per poterla conoscere meglio.
 
-Allora Aria…sei fidanzata?-, le chiese a bruciapelo facendola arrossire e facendo tossicchiare la sorella.
-Ehm no, single…-, rispose tornando a guardare la sua tazza di caffè.
-Oh quindi non dovrò fare a pugni con nessuno se volessi chiederti di uscire giusto?-
-Le stai chiedendo di uscire Mikey?-, si intromise Danielle guardando sorridente la mora che era imbarazzatissima.
-Potresti gentilmente farti i fatti tuoi sorellina?-, disse quello mentre adesso tutti ridevano.
Aria era tentata a rispondere di no, poi prepotentemente le apparvero davanti agli occhi le immagini di Nick e quella bionda e decise che gliel’avrebbe fatta pagare volentieri. Alzò lo sguardo verso il ragazzo e annuì.
-Mi farebbe piacere uscire con te Mikey…-
-Fantastico!-, esultò poi, imbarazzato, tornò serio, -no voglio dire bene…allora magari domani sera potremmo andare al cinema!-
-Si certo, perché no!-, gli sorrise lei prima di alzarsi prendendo la sua borsa e quella di Danielle, seguita dal ragazzo che teneva per mano la sorella.
-Dio mi sento una mongolfiera…Kevin, è tutta colpa sua!-, sbuffava mentre si avviavano scherzando verso la macchina del ragazzo.
 
Aria lo aiutò a sistemare Danielle ed i pacchi e poi salutò la ragazza con un abbraccio. Mikey si avvicinò alla ragazza abbracciandola amichevolmente prima di chiederle se voleva un passaggio fino alla macchina.
 
-No, ti ringrazio…faccio due passi a piedi…a domani allora!-
-Si a domani!-, le rispose lui prima di lasciarla andare.
 
La mora si incamminò alla macchina, finalmente con un sorriso in volto. Quel ragazzo le stava veramente simpatico, era carino e anche molto intelligente. Insomma era perfetto. La differenza d’età non era molto, infondo avendo la stessa età di Kevin, si passavano 6 anni circa. Salì in macchina e non si accorse che un ragazzo stava guardando la scena nervoso, ma anche se fosse stato il contrario lei non ci avrebbe dato peso non quando stava riuscendo ad andare avanti e voltare pagina.

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Capitolo 19
*** what?we grew up togheter! ***


Buonasera gioie della mia vita *w*
Eccomi con il secondo capitolo della giornata, scusate se corro ma vorrei che il 20 poi ve lo gustaste per bene (:
Sinceramente il 20 mi piace ahahah perciò domani mattina, se tutto va bene preparatevi per la bomba xD
Uhm che dite riuscirò ad arrivare alle 100 recensioni tra oggi e domani, quindi anche con il prossimo capitolo?
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





Sabato finalmente era arrivato. Aveva passato tutto il venerdì sera in compagnia di Julie e, per un po’, di Jessica, prima che venisse rapita come al solito dal suo ragazzo. Mikey l’aveva chiamata facendola ridere per una buona mezz’ora, spiegandole com’era riuscito ad avere il suo numero e di come Kevin l’aveva minacciato se solo lui l’avesse fatta soffrire. La ragazza pensò felicemente che non poteva capitare in una famiglia migliore. Tutti l’amavamo e la proteggevano come se fosse figlia e sorella loro. Aveva fatto dormire a casa sua Julie che si era innamorata della sua cabina armadio. Avevano giocato a fare le stiliste con tanto di sfilata e tutto questo solo per trovare il completo perfetto per la serata che l’aspettava.
Quella mattina si era svegliata con un tremendo mal di testa, dovuto all’alcool bevuto la sera prima in compagnia. Aveva pianto quella sera, aveva pianto per Nick ma fortunatamente aveva riso con la sua amica e con il ragazzo che la faceva divertire finalmente.
Era andata in cucina per prepararsi un caffè forte e prepararlo alla sua amica che dormiva bellamente per terra accanto al reparto scarpe.
Si mise a ridere scattandole una foto e poi svegliandola bruscamente con una cuscinata.
 
-Sei una troia!-, le disse la bionda alzandosi di scatto e tirandole una scarpa che Aria mancò per un soffio.
 
Iniziarono a rincorrersi per tutta la casa, cadendo poi sul tappeto del soggiorno, ridendo come due bambine. Non si era mai sentita così bene in tutta la sua vita, eccetto per quella famosa e mai dimenticata settimana alle Hawaii. Aveva fatto vedere ogni singola foto ed ogni singolo video di quella settimana, Julie le aveva commentate minuziosamente, arrivando alla conclusione che si stavano facendo del male a vicenda perché si amavano, ma che comunque lei sarebbe dovuta andare avanti per non soffrire più di quanto stava facendo in quel momento.
 
-E’ figo comunque questo Mikey…li scegli bene tutti tu…un po’ stronzi forse, ma comunque fantastici!-, disse ancora Julie mentre beveva il secondo caffè della mattina, seduta in costume a prendere un po’ di sole.
-Ehi, vuoi portarmelo via ancora prima di uscirci?-, le rispose Aria mettendosi a ridere.
-No dopo che te lo sei portata a letto…saprò a cosa andrò incontro almeno!-, continuarono a ridere guardando il cielo e sospirando spensierate.
 
Passarono quasi tutta la mattinata in terrazzo, pranzarono insieme con un’insalata, e andarono a fare un po’ di shopping per Aria e la sua serata.
La mora riaccompagnò a casa la sua amica nel tardo pomeriggio, rientrando poi nel suo appartamento per iniziare a prepararsi per l’uscita con Mikey.
Fece una doccia veloce, correndo in camera e indossando gli abiti appena comprati. Lasciò che i capelli si asciugassero senza aiuto del phon e li legò in una coda alta, prima di truccarsi leggermente ed indossare un paio di scarpe che l’avrebbero fatta sembrare alta quasi quanto il ragazzo.
Alle 10 in punto Mikey le fece uno squillo al cellulare, e Aria agitata scese immediatamente. Davanti casa trovò parcheggiata una BMW grigia che la fece rimanere a bocca aperta. Dal posto di guida scese il ragazzo, bellissimo nella sua maglietta bianca, nei suoi jeans scuri e nel suo giubbotto di pelle. Aria si avvicinò imbarazzata abbracciandolo amichevolmente e lasciandosi baciare una guancia.
 
-Ciao…-, gli disse avvicinandosi poi al lato passeggero.
-Ehi bellezza-, le sorrise lui facendola salire e correndo poi dal suo lato, prima di partire alla volta del multiplex.
 
Los Angeles di notte era uno spettacolo della natura, piena di luci e colori ma soprattutto piena di vita. Mikey prese la strada più lunga per arrivare a destinazione, beandosi della compagnia della ragazza e delle sue chiacchiere a volte insensate ma che lo facevano divertire.
Avevano parlato della scuola, del lavoro come direttore di banca del ragazzo, del fatto che lei stava studiando moda per cambiare aria e perché le piaceva poter creare e mixare con gli abiti. Parlarono delle loro storie, come se si conoscessero da una vita. Aria pensò che le piaceva proprio la sua compagnia, riusciva a sentirsi una ragazza normale e non una famosa star americana.
Arrivarono al Kodak Theatre e lasciarono l’auto al parcheggiatore, prima di correre verso la biglietteria, ridendo perché il film stava quasi per iniziare. Aria camminava all’indietro con i biglietti in mano, felice di aver accettato l’invito.
 
-Che c’è?...-, domandò al ragazzo che le faceva versi strani e rideva.
-Attenta…-, le disse.
 
Non fece in tempo a voltarsi che si trovò per terra, dopo essersi scontrata con un petto largo e muscoloso. Si rialzò aiutata da due mani possenti che ridevano e la prendevano in giro. Rimase imbarazzata a testa bassa mentre si avvicinava a Mikey che ormai non si tratteneva più.
 
-Sbadata come sempre eh piccola?-, fece un guizzo all’indietro nel sentire quella voce. Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti Joe e Jessica che ridevano mentre aspettavano Nick e la sua amica. Mikey abbracciò il ragazzo mentre lei rimase paralizzata e sconvolta. Non credeva possibile che la seguissero ovunque.
-E’ colpa tua…sei sempre in mezzo ai piedi!-, rispose a Joe sbuffando e facendogli la linguaccia, prima di sistemarsi un po’ e prendere il suo accompagnatore per un braccio, -andiamo? Il film inizierà tra poco…-, continuò evitando lo sguardo di Nick che stava arrivando.
 
Jessica le si parò di lato prendendole una mano, mentre Mikey si avvicinò al ragazzo salutandolo e conoscendo la sua accompagnatrice.
 
-Siamo tutti per lo stesso film?-, le sussurrò la sua migliore amica.
-Spero di no…non ce la farei!-, purtroppo però non aveva fatto i conti con i gusti dei due fratelli Jonas e involontariamente si ritrovarono tutti nella stessa sala.
 
Aria prese il ragazzo sottobraccio sussurrandogli di non voler stare con loro, così li salutarono con un cenno e avanzarono per primi. Era tesa, sentiva lo sguardo perforante di Nick dietro di se. Tutta quella felicità che aveva ad inizio serata era scomparsa, lasciando spazio solo ad inquietudine. Perché non la lasciavano in pace? Cosa voleva lui da lei? Era stata lei esasperata a dirgli di non vedersi più, solamente perché lui non capiva e invece se lo ritrovava ovunque e sempre con quella ragazza che non parlava mai, era sempre in imbarazzo ed in silenzio. La faceva vedere in giro come se fosse un giocattolo, un qualcosa di cui vantarsi ma si vedeva lontano un miglio che erano freddi e distaccati.
Entrarono in sala e si sedettero gli uni ad una fila di distanza dagli altri, perché era già tutto pieno. Mikey aveva preso i biglietti per un film horror, lei li odiava quei film. Li seguiva attentamente facendo finta di non aver paura, in realtà poi non dormiva per giorni interi. Questa volta sarebbe stato un film in 3D, ancora peggio.
Prese il suo cellulare quando ancora le luci erano accese e indossò i suoi occhialini, facendolo fare anche al ragazzo e scattando qualche foto divertita.
Il film iniziò con qualche minuto di ritardo, sentiva Joe sbuffare ogni qualvolta Jessica gli ripeteva che non avrebbe mai più accettato un invito al cinema con lui e suo fratello. Sorrise pensando che solo loro due erano in grado di sopportare film del genere, soprattutto in 3D. A metà film, poco prima della pausa Mikey le passò distrattamente un braccio intorno alle spalle e lei si appoggiò al suo petto sussultando quando le scene erano troppo cruente.
Avrebbe ripagato Nick con la sua stessa moneta, forse solo in quel modo avrebbe capito che cosa si provava realmente. Durante la pausa Jessica, con fare molto poco fine, le si sedette accanto aspettando che Mikey ed i ragazzi tornassero con i pop – corn.
 
-Come sta andando?-, chiese la rossa ammiccando al suo appuntamento.
-Spero non duri ancora per molto questo film…non ce la posso fare, sento il suo sguardo sempre fisso su di me-, sussurrò la mora per non farsi sentire dietro dalla bionda che adesso scriveva qualcosa al cellulare.
 
Aria decise che era ora di fare conoscenza, così con il sorriso più finto e di circostanza che potesse sfoderare, si voltò verso la ragazza di Nick tendendole la mano.
 
-Ciao piacere sono Aria…-, le disse e la bionda le sorrise realmente, un po’ imbarazzata ma comunque felice che qualcuno finalmente le rivolgesse la parola.
-Ciao sono Emily, Nick parla spesso di te…ed ha ragione sei proprio bellissima-
-Oh…ehm tu sei la sua ragazza?-
-Scherzi? Non accadrà mai una cosa del genere!-, iniziò la bionda scoppiando a ridere nel vedere le facce sconvolte delle due ragazze, -Io e Nick siamo cresciuti insieme, andavamo a scuola insieme, facevamo tutto insieme…mi sono trasferita da poco in città e lui mi sta aiutando un po’…-, spiegò poi con naturalezza.
 
Aria rimase spiazzata da quella rivelazione, fece per rispondergli ma arrivarono i ragazzi. Jessica tornò al suo posto, abbracciandosi a Joe mentre la mora prese la mano di Mikey, che stava appoggiata alle sue spalle. Non era poi così tanto convinta nello sbilanciarsi con il ragazzo, sapendo soprattutto che Nick non era impegnato con nessuna, che stava aspettando lei forse.
Il film terminò e si ritrovarono tutti all’entrata. Mikey le chiese cosa volesse fare e Joe si intromise invitandoli a bere qualcosa. Aria guardò prima Joe maledicendolo in tutte le lingue del mondo e pensando che forse non esistevano esseri più stupidi di lui, poi guardò Nick capace di uccidere solo con il sguardo il fratello di Danielle, allora optò per la risposta più sensata.
 
-Veramente io e Mikey volevamo stare un po’ per conto nostro…-, disse tutto d’un fiato notando poi le varie reazioni dei ragazzi. Nick sbiancò stringendo i pugni, Joe annuì debolmente, Emily quasi non se ne accorse di ciò che aveva appena detto Aria, mentre Jessica guardò prima Nick e poi la sua migliore amica facendole l’occhiolino.
Mikey alzò le spalle, salutando poi i ragazzi e dirigendosi verso l’auto.
-Che succede Aria?-, le chiese entrando in macchina e mettendo in moto.
-Niente…-, iniziò sospirando poi, -Nick era il mio ex ragazzo…è un po’ incasinata la nostra storia, voglio dire è sempre stata così. Mikey, tu mi piaci non scherzo…e non voglio neanche dirti bugie o illuderti, perché sei una persona speciale. Sono stata benissimo con te questa sera, sto benissimo quando sono al telefono con te, perché mi fai sentire bene, mi fai sentire normale…-
-Ma?...-, sussurrò il ragazzo svoltando verso casa della giovane.
-Io lo amo Mikey, lo amo troppo per poter stare con qualcun altro. E mi fa soffrire, da sempre praticamente, ma non posso perderlo…-
-Lo avevo notato…-, iniziò il moro fermandosi proprio davanti casa di Aria e guardandola negli occhi, -senti io sono stato da Dio stasera, so che ami lui o almeno adesso lo so, però vorrei vederti ancora…come amica magari, insomma ho bisogno di qualcuno che sopporti i miei scleri contro Danielle e Kevin!-, la buttò sul ridere e lei lo abbracciò di slancio annuendo e ridendo.
La guardò avviarsi a passo sicuro verso il portone prima di mettere in moto e sfrecciare verso le vie solitarie di Los Angeles. Aria sospirò come se un enorme masso si fosse sciolto all’altezza del petto, facendola tornare serena. Adesso sapeva cosa doveva fare, al diavolo tutto e tutti, lei lo voleva e sarebbe corsa a riprenderselo.

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Capitolo 20
*** forever. ***


Buongiorno gioie della mia vita e buona domenica *w*
Che dire questo capitolo si apre con una dedica speciale alla mia stupenda Elena (: e alla fantastica Francesca...e con un dedica a tutti voi che mi seguite, si anche voi lettori silenziosi ù.ù, con la speranza che questo capitolo vi piaccia e vi faccia emozionare.
Con il capitolo 20, questo, si apre la seconda parte della storia che terminerà tra una decina di capitoli forse, forse qualcosa in meno...ma se i commenti saranno positivi, forse farò anche un seguito...dipende da voi (:
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.





-Chi diavolo è alle 5 del mattino?-, sbadigliò pesantemente Joe con gli occhi ancora socchiusi, aprendo la porta della stanza del fratello pensando che fosse il portone di casa e invitando ad entrare il loro indesiderato ospite.
-Che cazzo fai cretino?-, gli disse Nick svegliatosi dal rumore provocato dal fratello.
-Suonano alla porta…-, disse prima di fare marcia indietro e tornare in camera a dormire.
-Eh ci devo andare io?-, disse Nick assonnato, beccandosi in tutta risposta il dito medio del fratello.
 
Pioveva quella mattina a Los Angeles, ed il cielo era scuro come se fosse notte fonda. Nick si mise una maglietta e scese ad aprire, dopo aver imprecato contro l’idiozia del fratello. Quando la porta si aprì, si ritrovò a smettere di respirare davanti la persona che aveva disturbato la loro quiete.
Aria tremava completamente bagnata con la mano ancora poggiata sul campanello e gli occhi fissi sul ragazzo.
Nick dal canto suo era rimasto immobile davanti la porta. Le sembrava disperata, non l’aveva mai vista in quello stato. La fece entrare immediatamente e lei si tuffò tra le sue braccia continuando a tremare e piangere.
 
-Calmati Aria, perché piangi?-, le disse accarezzandole i capelli completamente bagnati come se volesse calmarla lui. Aria sciolse leggermente il loro abbraccio pronunciando solo tre parole, tre parole che fecero fare le capriole al cuore del ragazzo.
-Io ti amo…-, gli sussurrò guardandolo finalmente negli occhi.
 
Nick aprì la bocca, come se volesse rispondere qualcosa, poi semplicemente la strinse forte a se, baciandole la fronte, la guancia. La prese in braccio e la portò in camera sua, la distese sul letto spogliandola completamente. Entrò nel suo bagno personale prendendo un asciugamano e guardandosi un attimo allo specchio. Era stanco dalle poche ore di sonno, era sconvolto dalla rivelazione della ragazza, che giaceva tremante sul suo letto. Era felice perché era tornata da lui, perché poteva avere la sua seconda possibilità e questa volta non avrebbe mai e poi mai fatto qualcosa che l’allontanasse da lui. Tornò in camera sua e l’aiutò ad asciugarsi corpo e capelli prima di passarle una sua maglietta ed un pantaloncino. Aria lo ringraziò mentalmente, distendendosi ancora sul letto e cercando la sua mano. Nick immediatamente si posizionò a fianco della ragazza, stringendola contro il suo petto e trattenendo una mano tra le sue.
Il temporale non voleva cessare in alcun modo, il ragazzo sapeva che era spaventata anche per questo, lei odiava i temporali. Prese un lenzuolo e coprì entrambi, cullandola e cercando di farla addormentare, ma lei lo guardava con occhi vispi come se stesse in apnea aspettando una sua risposta.
 
-Mi dispiace di essere piombata qui…scusami, ti ho svegliato…-, iniziò insicura. Nick non le diede il tempo di continuare perché con un colpo di reni fu sopra di lei, evitando di pesarle grazie alle sue braccia possenti. Le poggiò un dito sulle labbra in segno di silenzio.
-Fa l’amore con me…-, le sussurrò sulle labbra prima di spostare il dito lasciandolo scivolare lungo il collo della ragazza e unendo le loro labbra.
 
Il bacio fu dapprima a stampo, quasi come se avessero paura di perdersi se solo avessero osato di più. Poi lei posò le sue leggere braccia attorno al suo collo, aprendo leggermente le labbra ed avvicinandolo a se. Era un segno che si poteva osare senza farsi male. Nick le sorrise sulle labbra adesso con un peso in meno sul cuore. Lasciò che la lingua di lei si facesse spazio nella sua bocca, giocando con le labbra, con i denti, incontrando la lingua ed unendosi in una danza infinita. La privò della maglia, alzandosi leggermente per togliersi la sua. Aria lo guardava immobile, appena tentava di prendere l’iniziativa lui le bloccava le mani. Questa volta avrebbe anteposto il piacere della ragazza al suo. Si rituffò sulle sue labbra, lasciandole qualche minuto dopo gonfie e rosse, le accarezzò con un dito mentre le sue labbra si spostavano verso la guancia, verso l’orecchio dove succhiarono il lobo, verso il collo, dove lasciarono una scia umida che venne poi soffiata, facendo perdere la testa alla giovane. Mordicchiò, facendo arrossare una parte tra il collo e la clavicola.
 
-Ah…-, ansimò quando una mano del giovane scese verso uno dei suoi seni, iniziando a massaggiarlo attraverso la stoffa del reggiseno di pizzo nero.
-Lo adoro…ma non ci serve adesso…-, le sussurrò all’orecchio, mentre lei si inarcava quel tanto che bastava perché una sua mano si intrufolasse tra il materasso e la sua schiena, sganciando il reggiseno e togliendolo con una mossa secca.
 
Riprese il movimento che aveva iniziato poco prima, sfiorandole un seno con una mano e l’altro con le labbra. Aria sentiva di stare per scoppiare, stava impazzendo, adesso non pioveva più, sapeva di non poter urlare per non svegliare Joe. Si morse il labbro inferiore spingendo la testa contro il cuscino ed inarcandosi mentre i movimenti delle labbra del ragazzo si facevano sempre più veloci ed esperti.
Stanca di rimanere immobile passò le sue braccia lungo le sue spalle, sfiorando con le unghie il suo petto muscoloso e facendolo sussultare, quando ormai anche la sua bocca era scesa sul ventre della giovane. Le succhiò l’ombelico, scendendo sempre più giù, arrivando a toglierle i pantaloncini con una mano mentre con l’altra cercava di evitare alla mano della ragazza di sfiorare un punto proibito, un punto che l’avrebbe condotto all’inferno.
Ma fu impossibile e poco dopo entrambi si ritrovarono ad ansimare l’uno sulla bocca dell’altra, ad ansimare pesantemente uno sulla bocca dell’altra.
 
-Ferma…-, le sussurrò lui con voce spezzata, quando ormai era prossimo all’orgasmo. Continuò con lei, tappandole la bocca con la mano quando sentì che stava per venire.
 
Un esplosione di colori e suoni si era fatto largo sul suo basso ventre, facendole strabuzzare gli occhi ed inarcarsi maggiormente verso la mano del ragazzo. Le aveva tolto la mano dalla bocca, facendola respirare e si era fatto baciare mentre si posizionava meglio tra le gambe della giovane donna.
 
-Farò piano te lo prometto…-, le sussurrò ad occhi chiusi, fronte contro fronte, come se facesse l’amore con lei per la prima volta.
-Nick…-, gli rispose lei stringendosi nelle sue spalle e attirandolo ancora più vicino a lei.
 
Nel momento in cui lui entrò delicatamente dentro il suo corpo, Aria sospirò pesantemente sorridendo beata e lasciandosi baciare dal ragazzo altrettanto felice. Nick iniziò a muoversi lentamente, trovando quasi subito il giusto ritmo per portarli all’apice del piacere entrambi. Il bacino della ragazza gli andò incontro, coordinando i suoi movimenti e facendolo andare più veloce.
E poi Aria urlò veramente quando Nick con un’ultima poderosa spinta li fece venire entrambi. Rimase ansante dentro il suo corpo, sospirando contro il suo collo, mentre lei gli massaggiava la schiena lentamente riprendendo a tremare. Il moro alzò lo sguardo trovandola ancora una volta in lacrime. Scivolò fuori completamente dal suo corpo, stringendola tra le braccia e lasciandola sfogare, sussurrandole poi che andava tutto bene.
 
-Shh…amore mio non piangere…-, le disse e lei alzò lo sguardo a quelle parole.
-Cosa hai detto?-, gli chiese ingenuamente.
-Ho detto che non devi piangere amore mio…-, le sorrise baciandole dolcemente le labbra, -…non voglio che la mia ragazza sia triste-, le asciugò le lacrime con una mano prima di baciarle gli occhi dolcemente.
-La tua ragazza…-, continuò Aria sistemandosi meglio tra i cuscini e posandogli una mano sul petto dove il cuore di Nick batteva all’impazzata.
-Ti amo…-, le disse, -…ti amo…-, le ripeté guardandola negli occhi, -…ti amo…-.
 
La mora si sentì morire, sarebbe annegata nella profondità di quegli occhi color cioccolato, che adesso lucidi le sembravano ancora più belli. Poi sbadigliò come una bambina e Nick si mise a ridere.
 
-Dormi amore mio…-
-Solo se tu rimani con me…-, gli disse accoccolandosi contro il suo petto, stretta come se avesse paura di perderlo. Ancora.
-Rimarrò con te per sempre-

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Capitolo 21
*** i'll do it only because of you. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Oh mio Dio, OH MIO DIO!!!!! 9 RECENSIONI...novee vi rendete conto? No ma io sono la persona più felice al mondo vi giuro <333 (:
Non so come ringraziarvi davvero, e mi viene il magone al solo pensiero che questo capitolo è una schifezza ma mi andava di scrivere un pò di Joe di prima mattina ahahahah...pensavo di postare una nuova fan fiction qualcosa un pò strana, ma vorrei sapere se siete d'accordo o meno xD
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Nick Jonas si svegliò per primo quella mattina di metà settembre. Si svegliò rilassato, con un sorriso enorme sulle labbra. Voltò leggermente il capo e trovò la sua ragazza addormentata, con i capelli arruffati, le labbra gonfie ed uno sguardo angelico. La sua ragazza, che sensazione strana. Dopo tanto tempo aveva ripreso a chiamarla amore, ma forse nella sua testa non aveva mai smesso. Sorrise in direzione della giovane donna e, come se in quel momento avvertisse il suo sguardo, Aria aprì prima un occhio e poi l’altro ridendo nella sua direzione. Richiuse gli occhi iniziando ad accarezzargli il petto,    quando la porta si aprì facendola morire di vergogna.
 
-Cazzo…-, disse Joe rimanendo bloccato mentre Aria si nascondeva sotto le lenzuola.
-Joe cazzo te ne vuoi andare?-, gli urlò Nick lanciandogli un cuscino proprio mentre il più grande si chiudeva la porta alle spalle ridendo.
-Scusate…pensavo fossi solo!-, urlò da fuori Joe prima di scoppiare in una fragorosa risata e allontanarsi dalla stanza.
-Che vergogna…-, disse la ragazza rimanendo nascosta sotto le lenzuola mentre Nick le si posizionava di sopra ridendo e cercando di scoprirla, -No smettila…non iniziare…-, continuò quando il ragazzo la scoprì iniziando a farle il solletico, facendola ridere e contorcere come un piccolo serpentello.
 
La stanza si riempì del suono della sua risata cristallina, e dei suoi occhi chiusi mentre il ragazzo adesso la guardava con le mani ferme sui fianchi per impedirle di muoversi, per impedirle di scappare via.
 
-Sei bellissima…-, Aria aprì gli occhi e sorrise. Gli mostrò uno dei suoi sorrisi più belli.
-Se sto sognando non svegliarmi…-
-Ti amo…-, le disse baciandole dolcemente le labbra.
 
Si staccarono solo quando sentirono bussare di nuovo alla porta. Dopo che Nick gli disse di entrare, Joe entrò con una mano sugli occhi ed un sorriso sghembo sulle labbra.
 
-Puoi guardare idiota…-, gli disse Nick ridendo mentre abbracciava la sua fidanzata che era imbarazzata.
-E’ ora di pranzo, andiamo a mangiare tutti insieme?-, propose rimanendo sulla porta.
Aria fece per rispondergli di si ma il fidanzato la precedette scuotendo la testa, -No abbiamo da fare…-, gli disse alludendo al loro letto e alla posizione in cui si trovavano.
-Nick…-, urlò Aria tirandogli un pugno sul braccio e facendo scoppiare a ridere Joe, - Joe veniamo volentieri…il tempo di andare a casa a cambiarmi…magari vi raggiungiamo al locale…-
-Perfetto piccola, siamo al De Giovanni…a dopo…eh Nick…ricordi ancora come si usa il preservativo vero?-, scherzò ridendo Joe, rischiando di beccarsi una scarpa in testa da un Nick alquanto arrabbiato mentre Aria sbuffava mettendosi la testa sotto il cuscino.
-Lascialo perdere ok? Ti accompagno a casa…-, le disse accarezzandole il viso mentre lei annuiva ad occhi chiusi.
-Tra cinque minuti magari…-, iniziò lei baciandogli la guancia ed il naso.
-Anche dieci…-, concluse lui portandola sopra di se ridendo.
 
***
 
-Sei pronta?-, le urlò Nick fuori dalla porta.
-No!-, gli comunicò Aria sbuffando.
 
Nick tornò sbuffando sul divano, chiamando poi il fratello e avvisandolo del loro ritardo. Si avvicinò al caminetto, notando quante foto avesse la ragazza. Sorrise al pensiero di quanto lo avrebbe tormentato adesso, lei era una maniaca delle foto, diceva sempre che bisognava immortalare ogni singolo istante della loro vita, perché un giorno sarebbero stati racconti belli e brutti ma che avrebbero fatto parte sempre di loro e della loro persona.
Un paio di minuti dopo un rumore di tacchi, lo riscosse dai suoi pensieri facendolo voltare con un sorriso dolcissimo. Aria era bellissima con quel completo che metteva in risalto le sue forme.
 
-Possiamo andare…-, gli disse prendendolo per mano finalmente felice.
 
Il ragazzo annuì prima di accompagnarla fuori casa, verso il portone principale. Arrivati quasi all’uscita Nick si sorprese di non trovare alcun paparazzo, poi si ricordò che lavorando in un giornale e frequentando una scuola Aria non aveva più alcun obbligo verso il mondo dello spettacolo. Avvertiva un frizzante senso di libertà, forse lo stesso che cercava lei quando aveva deciso di mollare tutto per dedicarsi alla moda. Le lasciò un dolce bacio prima di farla salire in auto e correre verso il lato guida. Mise in moto indossando i suoi occhiali da sole e la ragazza accese immediatamente la radio iniziando a muovere la testa a ritmo con la canzone che mandavano in quel momento. Il moro scosse la testa mettendosi a ridere mentre lei gli faceva una linguaccia, cambiando stazione.
 
“Siete su radio KiisFM in compagnia della bellissima Delta Goodrem che ci ha appena confessato di aver rotto con Nick Jonas…”
 
Nick fece per cambiare ma Aria gli bloccò la mano intenzionata ad ascoltare quanto aveva da dire quella ragazza sul moro.
 
“Esattamente…”,iniziò la bionda sorridendo poi, “credo sia un bambino, ha paura delle relazioni serie e di prendersi le sue responsabilità…non credo troverà mai qualcuna da amare perché fondamentalmente la sua vita è fatta di divertimenti, non è facile stare con lui…direi che è quasi impossibile! Ho fatto bene a lasciarlo, avrei dovuto farlo prima forse…”, continuò e Aria scuoteva la testa incredula della marea di bugie che stava raccontando.
 
-Basta…-, fece Nick serio cambiando stazione. Istintivamente la ragazza gli mise una mano sulla coscia appoggiandosi al suo braccio e lasciandosi prendere una mano.
-Ehi ti amo!-, gli ricordò e lui sorrise semplicemente continuando a guidare tranquillo verso il locale.
 
In pochi attimi arrivarono al De Giovanni e Aria sorrise ricordando quanto tempo era passato dall’ultima volta che era entrata in quel posto così familiare ai Jonas. Elettrizzata all’idea di riabbracciare colei che aveva cresciuto così bene Nick, aspettò che il ragazzo parcheggiasse sul retro prima di scendere velocemente dall’auto e correre in direzione della proprietaria del locale senza neanche aspettare il fidanzato.
 
-Aria, tesoro…quanto tempo!-
-Annabelle, ciao! Come sono contenta di rivederti!-, l’abbracciò sorridente la mora mentre la donna la stringeva forte guardando con occhi sognanti il ragazzo che si avvicinava alle due con le mani in tasca ed un sorriso sul volto.
-Anche io, sono felice di rivederti, ma soprattutto di rivedervi entrambi! Ma entrate, Joe sta aspettando con impazienza-
-Sempre il solito…-, commentò Nick salutando la donna ed entrando nel locale.
 
Arrivarono al tavolo trovando Jessica e Joe al limite della sopportazione, ma se uno stava morendo di fame, l’altra non vedeva l’ora di farsi raccontare tutto dalla sua migliore amica. Aria si sedette accanto al suo fidanzato e difronte alla sua migliore amica, aspettando che Annabelle portasse loro i menù.
 
-Vi eravate persi per strada?-, chiese sarcasticamente Joe sgranocchiando un grissino.
-Non si sbrigava più…-, rispose quasi annoiato Nick mentre la sua ragazza gli pizzicava il braccio mettendo su un broncio a cui il moro non riuscì a resisterle, le prese il mento e le lasciò un veloce bacio sorridendo.
 
Jessica si mise a ridere ordinando poi quando arrivò Annabelle, Joe si limitò a guardare il fratello e seguire l’ordinazione della sua ragazza. Aria lo guardò di sottecchi cercando di scorgere qualche cambiamento nel suo umore, ma quando incrociarono i loro sguardi, lui le sorrise ma per lei fu come una coltellata al cuore. Nick invece non si era mai sentito così in pace con se stesso, aveva ripreso in mano la sua vita, ritrovando quella spensieratezza che aveva provato solo durante l’adolescenza. Guardò sognante la sua ragazza ridere e scherzare con gli amici, la guardò riservare facce assurde a suo fratello bellamente ricambiate, la guardò mentre alzava gli occhi al cielo sognante davanti ad un chiacchiericcio allegro di sua cognata. Iniziarono a pranzare in allegria, i ragazzi parlando di sport totalmente comprensibili alle due donne che invece commentavano gli ultimi articoli di Aria e i primi eventi di moda a cui era stata invitata.
 
-Dovremmo andare a fare un po’ di shopping…insomma, Julie mi ha fregato mezzo armadio-, disse la mora addentando un pezzo di carne.
-Quella ragazza è un diavolo…-, si voltò Jessica verso i due ragazzi, -…dovreste conoscerla-, continuò prima di riprendere a parlare di vestiti e scarpe.
-Se mi vedesse mi ammazzerebbe…-, rifletté Nick sorseggiando un po’ di vino.
-Chi non lo farebbe?-, commentò Joe mettendosi a ridere.
 
Terminarono il pranzo e i due ragazzi andarono a pagare, ottima scusa per lasciare sole le due amiche a chiacchierare.
 
-Joe mi ha detto che ti ha vista con Nick stamattina…-, iniziò Jessica sorseggiando un po’ di vino
-Già…questa volta come vedi è ufficiale!-, sospirò innamorata Aria abbassando lo sguardo mentre un sorrisino si faceva largo sul suo viso.
-Ha detto qualcosa?-
-Si…ha detto che mi ama! Vale più di mille dichiarazioni non credi?-, Jessica annuì contenta mentre si alzavano prendendosi per mano e avvicinandosi dai due per salutare la donna, prima di uscire dal retro evitando i paparazzi.
 
Aria salutò la migliore amica ed il fidanzato, prima di salire in macchina con Nick e sfrecciare lungo la costa per una passeggiata. La mora abbassò tutto il finestrino uscendo fuori il braccio e respirando a pieni polmoni l’aria di mare. Nick si fermò in un pezzo di spiaggia privata poco lontano da Malibu, scendendo e facendo scendere la fidanzata che l’abbracciò di slancio. Si tolse i tacchi lasciandoli in auto e iniziò a correre sulla sabbia fresca e sempre dorata. Il mare era leggermente mosso a causa del venticello che si era alzato e che le scompigliava i capelli. Nick si mise a ridere, raggiungendola e sistemandole delle ciocche birichine.
 
-Era strano Joe prima…-, disse lei prendendolo per mano e camminando a riva.
-No sarà stata una tua impressione…-, la rassicurò lui passandole un braccio attorno alle spalle.
-Sarà…-, iniziò lei piazzandosi davanti al giovane e passandogli le mani sui fianchi, - questa sera ci sarà una festa alla redazione di Vogue, mi chiedevo se mi volessi accompagnare-, terminò abbassando il capo visibilmente in tensione.
Nick le prese il viso tra le mani guardandola negli occhi, -Vorresti che ti accompagnassi come tuo fidanzato?-
-Si-, disse semplicemente Aria mordendosi il labbro inferiore.
-Farò questo sforzo…-,iniziò il ragazzo sorridendole e lasciandole un dolce bacio sul naso, -solo perché ti amo!-

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Capitolo 22
*** are you his girlfriend? ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Sono la persona più felice al mondo vi giuro <333 (: 7 recensioni, grazie di cuore <3
Prima di lasciarvi al capitolo vi vorrei invitare a leggere la mia nuova storia, schifezza assurda xD però vabbè troverete un Jerry ed un Joe in due vesti diverse *w*, si intitola HOT MESS ed è questa qui clicca
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



L’aveva riaccompagnata a casa nel primo pomeriggio, per un impegno al BeatLab. Lei era entrata in casa saltellando quasi, si era chiusa il portone alle spalle ed aveva fatto un bagno rilassante mentre era al telefono con una delle sue migliori amiche, Julie.
La bionda era contenta del risvolto tra Aria ed il fidanzato, e le aveva esplicitamente detto che non vedeva l’ora di fare la sua conoscenza tra qualche ora. Al solito poi prima di chiudere la conversazione si erano già fatte i loro abbinamenti, ridendo come due bambine si diedero poi un orario e punto di riferimento per la serata. La loro prima festa, nel loro nuovo mondo.
Aria chiuse il telefono poggiandolo a terra, prima di chiudere gli occhi e bearsi per un altro po’ dell’acqua ormai tiepida della sua vasca da bagno, riempita di sali profumati.
Decise di andare in camera sua solo verso sera, dopo essersi passata almeno una decina di creme ed essersi raccolta i capelli in un’acconciatura degna da red carpet.
Indossò il suo vestito, le sue scarpe dannatamente alte e si affacciò in terrazza aspettando il suo ragazzo. Era la sua prima apparizione in un campo del genere non voleva assolutamente fare una figuraccia.
Nick arrivò in perfetto orario, rimase dentro la limousine mentre lei scendeva velocemente verso l’ingresso. Ringraziò l’autista per averle aperto lo sportello e si sedette accanto al ragazzo che adesso la guardava a bocca aperta.
 
-Chiudi la bocca, sembri un deficiente!-, gli disse con fare superiore
-Oh buonasera amore, grazie per avermi detto che sono bellissimo…anche tu non sei niente male!-, le rispose facendola ridere mentre le passava un braccio attorno alle spalle.
-Mi rovini l’acconciatura!-, continuò prendendolo in giro.
-Vedrai stasera come sarà la tua acconciatura!-, le soffiò all’orecchio prima di mordicchiarle il lobo facendola rabbrividire.
 
Gli lasciò un casto bacio sulle labbra, prima di guardarsi un’altra volta allo specchio e sentire la macchina fermarsi. Nick le strinse una mano tra le sue, sussurrandole di calmarsi, che avrebbe fatto un’ottima figura. L’autista li avvisò che era pieno di paparazzi e se a Nick non importava più di tanto ora che l’aveva ritrovata, Aria non era dello stesso avviso. Così scese prima lei, correndo velocemente verso l’ingresso dell’hotel dove si sarebbe tenuta la festa, e aspettò qualche minuto prima che scendesse Nick tempestato da fotografi e ragazzine urlanti.
Aveva notato il suo sguardo serio, segno che non aveva apprezzato il fatto che fossero scesi separati, ma gli avrebbe spiegato tutto a tempo debito.
Lo vide arrivare scortato da due omoni, e istintivamente si avvicinò cercando la sua mano che lui non le negò. Aria sospirò sorridendo.
 
-Cerca di capire…-, gli disse mentre si avviavano verso la sala.
-Capisco…ma sappi che non voglio nasconderti più!-, la guardò prima di dare i loro nominativi ed entrare con un timbro trasparente.
 
Il salone delle feste dell’Hilton Hotel di Los Angeles era diventato centro della moda per quella notte. Modelle, fashion blogger, stilisti, star di ogni genere e ovviamente tutta la redazione di Vogue si erano radunati per festeggiare l’anniversario della rivista più famosa al mondo. Aria era felicemente emozionata, mentre con il suo bicchiere di champagne in mano presentava ai colleghi il suo fidanzato, riscuotendo un piacevole successo tra le sue coetanee. Nick si guardava intorno spaesato, non gli era mai capitato di partecipare ad eventi del genere, sentiva solo i racconti di suo fratello Joe ma poco gli importavano perché tanto lui si vestiva come capitava.
Versò metà serata la trascinò su un divanetto di pelle bianca appartato da tutto e tutti, vicino un ampia vetrata che dava sulla città.
 
-Mi piace questo tuo mondo…-, le disse giocando con una sua mano.
-Allora non sono poi così inconciliabili…-, gli rispose emozionata.
-Dovrei iniziare a vestirmi meglio adesso che esco con te…-
-Sei sempre perfetto! Certo magari potresti sempre migliorare…-, si misero a ridere interrotti solo da un tossicchiare insistente.
 
Aria alzò lo sguardo verso una bionda e scoppiò a ridere, trovandola a picchiettare con il piede mentre sbuffava con le mani sui fianchi. La mora si alzò ad abbracciarla scoppiando a ridere mentre si stringevano come se non si vedessero da anni, quando aveva chiacchierato solo qualche ora prima. Nick guardò meglio la ragazza che abbracciava felice Aria e si accorse di averla già incontrata da qualche parte, ma non ci fece caso più di tanto preso com’era nel vedere le due sorridere.
 
-Nick lei è…come dire, mia sorella?-, iniziò ridendo la mora, -Lei è Julie!-, la bionda tese allegramente la mano al ragazzo prima di guardarlo sconcertata.
-Ma tu sei…-, fece lui imbarazzato
-Tu sei quell’imbecille che mi stava investendo insieme all’altro imbecille seduto accanto-, disse la bionda tutto d’un fiato ritraendo subito la mano.
-Scusami è che proprio non ti avevo vista…-, Nick si passò una mano sulla nuca cercando di rimediare in qualche modo poi la sua ragazza prese la parola non riuscendo a trattenersi dalle risate.
-Julie vedo che hai conosciuto il mio ragazzo, un pilota professionista devo dire…scusalo ma quando guida con i suoi fratelli è più imbranato del solito…-
-Grazie amore!-, si risedette lui offeso e la bionda decise di perdonarlo porgendogli la mano e presentandosi come se niente fosse.
 
Chiacchierarono, bevendo infiniti bicchieri di champagne, raccontandosi tutto e niente. Nick era sempre più soddisfatto della piega che aveva preso la vita della sua ragazza e di come si incastrava perfettamente con la sua. Le piacevano le persone che frequentava, tutte quasi estranee al mondo sporco che frequentava lui. Aveva sbagliato a non appoggiarla subito, temeva di perderla, invece lei era rimasta sempre la solita Aria e con lei stava vivendo una storia normale che l’avrebbe fatto rimanere con i piedi per terra.
 
-Guarda chi si vede…-, una voce fece alzare lo sguardo ai tre ragazzi che guardano la donna con tre espressioni diverse in volto, questa sorrise malignamente prima di riprendere la parola, allora Nicholas chi delle due è la tua nuova puttana?
-Carina l’ospizio è da tutt’altra parte!-, le disse Julie prima di alzarsi e fronteggiarla.
 
Nick si alzò insieme a Aria che tirò l’amica per un braccio non volendo creare inutili discussioni. Delta continuava a sorridere mentre fissava solo il ragazzo che la guardava con rabbia. Istintivamente la mora strinse la mano del fidanzato, alzando il capo e facendole capire che lei era la sua ragazza, non la sua puttana.
 
-Sono io hai qualche problema?-
-Più di uno ragazzina…-
-Perfetto risolviamoli fuori o hai paura di romperti un’unghia? Forse sono le uniche cose vere che hai…-, la sbeffeggiò Aria.
-Tu come ti permetti…-, iniziò la donna fermata immediatamente da Nick che si era messo tra le due. Il ragazzo la prese per un braccio allontanandola mentre la musica sovrastava le loro voci.
-Hai detto una marea di stronzate sul mio conto e sono rimasto in silenzio facendo parlare gli altri per me…toccale anche solo un capello e sei morta Delta-, le sussurrò all’orecchio con rabbia, mentre continuava a stringerle il braccio con forza.
-Nick…lascia perdere…andiamo-, lo raggiunse Aria mentre Julie continuava a rimanere immobile con uno sguardo di fuoco.
 
Nick lasciò il braccio della donna, prima di allontanarsi con la sua ragazza e l’amica di lei verso il terrazzo.
 
-Mi dispiace…-, le sussurrò accendendosi una sigaretta presa dalla tasca. Fece segno alla sua ragazza che rifiutò e a Julie che invece accettò immediatamente.
-Ero pronta ad affrontarla Nick, non ho paura di lei…combatterò con le unghie e con i denti per te!-, gli confessò battendo il cinque con la sua migliore amica.
-Adesso va in palestra la tipa!-, scherzò Julie indicando Aria e facendo ridere entrambi.
 
Rimasero fuori con i loro drink per un po’ fin quando Aria non si addormentò quasi sulla spalla del ragazzo. Julie le disse che si sarebbero viste a scuola lunedì e si fece promettere a Nick di lasciarla riposare sola.
 
-Prometto di lasciarla sotto casa…-, le disse Nick scherzando mentre l’abbracciava salutandola
-No meglio se prendete due auto diverse è persuasiva la ragazza!-, scherzò la bionda abbracciando poi la migliore amica.
 
Si allontanarono insieme dall’hotel coperti da bodyguards ed ombrelli neri, stravolti com’erano sarebbero finiti su tutti i giornali. Fortunatamente nessuno riuscì a scattare foto, così correndo salirono in auto diretti a casa di lei.
 
-Julie è simpatica…-, le disse mentre lei si appoggiava al suo petto sorridendo e annuendo convinta. Arrivarono in poco tempo a casa della mora e scesero insieme diretti verso l’appartamento della donna.
-Non ho bisogno neanche di persuaderti vedi?-, gli sussurrò tirandolo per il colletto della camicia con fare sensuale.
-No decisamente.-, rispose lui chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 23
*** life is a bitch ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Sono appena le nove del mattino ma io questo capitolo l'ho scritto circa alle 3 di questa notte, dopo un brutto sogno...è uno dei capitoli più tremendi che abbia mai scritto, sia questo che il prossimo...non per la forma o altro, perchè sapete che ormai faccio schifo xD semplicemente perchè forse non sono riuscita a trasmettere il dolore che ho provato scrivendo, o forse ne ho trasmsso troppo
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
Anche se questo capitolo vi sembrerà buio sappiate che la luce tornerà molto presto, ho intenzione di finire la storia in 3 o 4 capitoli (: non so poi se fare il sequel o l'epilogo...cosa mi consigliate?
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Qualche mese dopo…
 
Aria amava il Natale più di ogni altra cosa al mondo. Amava le luci, i suoni, i colori che rivestivano la città degli angeli e che permettevano a tutti di sognare. Amava sognare sul Natale, pensare solo positivo e sperare in qualcosa di buono per l’anno che sarebbe arrivato. Quest’anno avrebbe ringraziato infinitamente il cielo per tutte le emozioni che le aveva regalato, il lavoro a tempo indeterminato per Vogue, i viaggi per le varie sfilate e nelle varie capitali della moda, la sua vita privata che andava meravigliosamente bene.
Si era svegliata di ottimo umore quella mattina, nella casa immersa da scatoloni per il trasferimento del suo fidanzato. Avevano deciso di convivere, non per bruciare le tappe, ma per avere più tempo per loro. Nick viaggiava spesso insieme ai suoi fratelli adesso che erano ritornati i Jonas Brothers, e lei lo aspettava a casa come una brava compagna. L’unico che la preoccupava era Joe, da un po’ di tempo la evitava, faceva di tutto per non parlarle ed era diventato scostante persino con la sua ragazza che non sapeva più come prenderlo.
 
-Buongiorno…-, sospirò all’orecchio del suo ragazzo facendolo mugugnare prima di vederlo nascondersi sotto le coperte con la testa sotto il cuscino, -ti ricordo che siamo a pranzo con i tuoi!-, continuò carezzandogli la schiena.
-Oddio ti prego possiamo chiamare e dire che sei malata?-, chiese Nick con voce roca mentre si alzava dal cuscino e le lasciava un bacio sul naso facendola sorridere.
-Non esiste…e poi dovresti tornare prima dalle tue nottati brave con tuo fratello Joe che tra l’altro mi evita come la peste…-, disse lei leggermente seccata
-E’ un periodo strano per Joe, lascia perdere…me lo dai un bacino adesso?-, le passò un braccio attorno alla vita attirandola a se e baciandola dolcemente.
 
Aria si alzò qualche minuto più tardi, indossando una felpa del ragazzo e camminando scalza per casa, districandosi tra scatoloni e chitarre. In quei momenti si sarebbe rimangiata volentieri la proposta fatta qualche settimana prima. Erano a cena, scherzavano su alcune coppie sedute in sala e improvvisamente lei gli chiese di trasferirsi nel suo appartamento per avere più privacy e più tempo per loro. Nick annuì immediatamente, ne avrebbe solo guadagnato visto che lei sapeva cucinare benissimo e lo viziava in ogni modo.
La mora sorrise sistemando gli ultimi pacchi e portando tutto in cantina, prima di rientrare in casa e preparare la colazione per il suo ragazzo. Ma lui la precedette, presentandosi in cucina in boxer e con due tazze di caffè in mano ed un tavolo pieno di leccornie di ogni genere.
 
-Uhm amore posso abituarmi a colazioni del genere?-, gli disse lei abbracciandolo da dietro e baciandogli il collo.
-Solo se tu mi coccoli…-, si rigirò tra le sue braccia prendendola per i fianchi e facendola sedere sul tavolo prima di baciarla lungo tutto il viso, ascoltando la sua risata come quella di una bambina.
-Ti amo…-, gli disse prendendo una fetta biscottata con la marmellata e iniziando a mangiare divertita.
 
Stavano sorseggiando il loro caffè come una coppia di fidanzati normali, quando il telefono di casa iniziò a squillare facendo sbuffare Nick mentre si alzava per andare a rispondere.
 
-Ehi fratello…come?...sta calmo, arriviamo…Kevin calmati arriviamo!-, disse tutto d’un fiato il moro facendo allarmare Aria che corse al telefono per sapere qualcosa in più. Nick chiuse il telefono passandosi una mano sul viso prima di abbracciare forte la sua ragazza che lo guardava preoccupata.
-Che succede Nick?-, gli chiese continuando a rimanere nel suo abbraccio.
-Danielle è in ospedale…la bambina sta per nascere-
-Cosa? Ma è ancora presto!-, continuò lei allarmata
-Ci sono delle complicanze per Danielle…dobbiamo correre!-, le disse prima di passarsi una mano tra i capelli chiamando suo fratello Joe e andando in camera sua a vestirsi velocemente.
 
Cinque minuti dopo Nick sfrecciava a tutta velocità per le strade di Los Angeles, insieme alla sua ragazza che lo pregava di calmarsi. Parcheggiarono nel primo posto libero al parcheggio e corsero dentro l’ospedale arrivando al piano giusto dove c’era tutta la famiglia Jonas raccolta.
 
-Come sta?-, chiese il ragazzo sedendosi accanto alla madre. Nel frattempo Aria si era avvicinata a Mikey che faceva come un pazzo avanti e indietro per tutto il corridoio.
-Non piange…la bambina non ha ancora pianto!-, disse il ragazzo stringendola in un abbraccio disperato.
 
Poi il medico uscì con la bambina in braccio che strillava come se le avessero fatto del male fisico. Denise si mise a piangere di gioia mentre Kevin stringeva a se quel fagottino rosa. Tutti tirarono un sospiro di sollievo aspettando solo l’arrivo della madre. Aria strinse la mano del suo fidanzato mentre ormai aspettavano da un’ora.
Aspettarono due ore e nessun medico ancora era uscito dalla sala operatoria.
Tre ore e l’ansia si era impadronita di tutta la famiglia.
Quattro ore dopo uscì il medico di Danielle con tutta la sua equipe. Uscirono a testa bassa, con le mani conserte e tutti pregarono che non pronunciasse quelle parole che avrebbero distrutto le loro famiglie per sempre.
 
-Mi dispiace…abbiamo fatto tutto il possibile…purtroppo la signora Jonas aveva il pancreas compromesso e la bambina spingendo l’aveva schiacciato ancora di più…-, iniziò il medico e un attimo dopo si sentì un tonfo sordo. Kevin aveva tirato un pugno contro il muro iniziando ad urlare come un pazzo.
 
Nessuno riuscì a metabolizzare le parole del dottore, erano tutti stretti attorno a quel giovane ragazzo che era diventato padre esaudendo il suo desiderio più grande, ma allo stesso tempo era caduto nel dolore più atroce, nel dolore più difficile da superare. Aveva visto la moglie morire sotto i propri occhi.
Aria abbracciò di slancio Mikey calmandolo, dicendogli che adesso avevano una bambina da accudire, che le dispiaceva, che ci sarebbe stata.
 
-La bambina dovrà rimanere in osservazione fin quando i suoi parametri vitali non saranno stabili…-, continuò il medico prima di rientrare in sala seguito dai suoi collaboratori.
-Voglio vedere mia moglie…-, iniziò Kevin disperato.
-Kev…-, lo fermò Joe trattenendolo per un braccio
-Lasciami stare…andate via tutti! Voglio vedere mia moglie…voglio vedere mia moglie…per l’ultima volta-, strattonò il fratello spingendolo via mentre seguiva il medico.
-Fanculo…fanculo, fanculo!-, urlò Joe prima di tirare un calcio alla sedia e correre verso l’uscita, seguito di Nick.
 
Era sempre così, uniti nel bene e nel male. Fratelli di sangue e non solo. Legati da qualcosa di indissolubile.
 
Era morta.
Danielle Deleasa Jonas era morta. All’età di 25 anni era morta per lasciare spazio ad una bellissima bambina, che avrebbe dato filo da torcere al mondo intero. Aveva detto al marito che qualsiasi cosa sarebbe successa lei lo amava, l’avrebbe sempre amato e protetto. E lui le aveva sempre risposto di non pensare a cose del genere, perché la sua vita non avrebbe avuto senso senza di lei. Insieme avevano passato i migliori anni della loro vita, insieme da qualche anno condividevano tutto, e avrebbero condiviso la gioia di un figlio.
Ma qualcosa era andato storto, perché la vita a volte è una puttana ti illude facendoti vedere tutto il meglio e poi ti pugnala alle spalle portandoti solo dolore e uccidendoti dentro.
Era così che si sentiva Kevin mentre stringeva la mano fredda dell’unica donna che aveva mai amato. Si sentiva morto dentro, era come se una parte di lui fosse volata via insieme a quella ragazza che gli aveva illuminato la vita.
Si sentiva spento, senza forze. Non ce l’avrebbe fatta. Non sarebbe riuscito a crescere una bambina, non se gli ricordava sua moglie.
 
-Scusate…-, disse Aria alzandosi di scatto e correndo verso l’uscita colpita da un forte senso di nausea.
 
Vomitò tenendosi la testa e appoggiandosi al muro lasciando scorrere finalmente libere tutte le lacrime che aveva trattenuto in sala d’attesa. Nick le andò incontro abbracciandola e soffocando i suoi singhiozzi disperati.
 
-Perché Nick? Perché è accaduto proprio a Kevin? Proprio a noi…-, gli disse battendogli dei pugni sul petto.
-La vita è una puttana amore mio…-, le sussurrò accarezzandole i capelli mentre anche lui lasciava libere le sue lacrime amare.
 
Aria quel giorno aveva imparato ad odiare il Natale, ad odiare tutti i canti, le luci, i suoni.
Quel giorno Aria aveva imparato che la vita era una puttana, che aveva portato via la felicità alla persona più buona sulla faccia della Terra.
Forse avrebbe portato via la felicità a tutti.

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Capitolo 24
*** Paris? I love Paris. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Vi comuico che ho finito di scriver questa bellissima storia, che quindi vi posso dire con sicurezza che mancheranno 3CAPITOLI alla fine e che sarete VOI a decidere se farmi scrivere un epilogo o un sequel!
Pregate per me che tra due ore ho un esame importantissimo all'università xD
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Avevano celebrato il funerale di Danielle proprio il giorno di Natale, il 25 Dicembre.
Avevano celebrato il funerale di Danielle in Texas, dove erano nato Kevin, dove viveva la famiglia di lei, dove avevano pensato di trasferirsi una volta che Ashley sarebbe nata.
Ashley Danielle Deleasa Jonas, era questo il lunghissimo nome che Kevin le aveva dato. Per ricordarsi sempre della moglie, per rivedere sempre in quel piccolo corpicino l’amore immenso della donna che l’aveva sposato.
Si erano ritrovati tutti a casa dei genitori di Danielle, dopo la cerimonia intima. In quei giorni avevano ricevuto messaggi e condoglianze da tutto il mondo, ma in quei giorni avevano anche annunciato che non ci sarebbero stati più Jonas Brothers, che non ci sarebbe stato più Kevin Jonas o Nick o Joe Jonas.
Non avrebbero cantato più, adesso avrebbero pensato solo alla loro vita privata.
Avrebbero pensato solo a ricostruire i cocci distrutti e andati persi.
 
-Joe…-, Aria fasciata in un lungo abito nero era uscita fuori con due bicchieri di vino. Si era avvicinata al cognato, al migliore amico di sempre.
-Vorrei rimanere solo…-, le disse voltandosi con gli occhi lucidi e guardandola triste.
-Ti prego parlami…-, continuò lei prendendogli una mano che venne immediatamente rifiutata.
-Non adesso…-, concluse lui cacciandola bruscamente e tornando in casa da tutta la sua famiglia.
 
Si era chiuso in se stesso Joseph Jonas. Aveva lasciato la sua fidanzata di sempre, aveva iniziato a bere e fumare, frequentando un locale diverso ogni notte. Erano cambiate tante cose in quei giorni, Joe si era perso, Kevin si era trasferito a casa di Aria perché non voleva vivere solo ne tantomeno tornare dalla madre, avrebbero dimesso la bambina con l’anno nuovo era in ottima forma ormai. Aria e Nick andavano ogni giorno, due volte al giorno, a trovarla in ospedale parlandole, facendole ascoltare le loro voci, aiutando Kevin quando doveva essere allattata. Inaspettatamente Julie si era avvicinata al ragazzo, passava ogni giorno a casa della sua migliore amica, erano entrati in sintonia. Lui riusciva a sfogarsi con la ragazza, si era aperto solo con lei.
 
-Ehi…-, la madre di Aria si era avvicinata alla ragazza stringendola forte a se.
-Mamma ho paura…-, iniziò singhiozzando, -se dovesse capitare a me non lo sopporterei. Non sopporterei di perdere Nick o te, o qualcuno di loro…non ce la farei, non sono forte come credono. Io non sono fatta per tutto questo, mi sento distrutta.-, si sfogò lasciando libere tutte le lacrime non trattenendo nulla, urlando quasi.
-Piccolina calmati. Non ti accadrà nulla, ci sarò sempre io a proteggerti. Ci saremo io e Nick. Sempre.-
-Lo so…ma se dovesse succedere qualcosa…-
-Non accadrà-, le accarezzò i capelli mentre Nick si era avvicinato cautamente.
 
La madre di Aria li lasciò soli, per la prima volta, da quel giorno in ospedale. Da quando era morta Danielle, non riuscivano a incontrarsi spesso, o almeno non riuscivano ad incontrarsi da soli spesso. Tutto quello che riuscirono a darsi fu un abbraccio ed un bacio sulla fronte. Nick la tenne stretta a se, cullandola come si culla una bambina. Quel giorno lei non stava salutando per l’ultima volta un membro della loro famiglia, ma due.
Aria quel giorno aveva definitivamente perso Joe.
Non aveva detto niente al suo ragazzo, non voleva turbarlo più di quanto lo era già. Avrebbe scoperto cosa li aveva allontanati da sola, avrebbe fatto le sue ricerche, girovagato ovunque pur di trovarlo e chiedergli spiegazioni.
Perché non voleva, non voleva rinunciare anche alla sua amicizia.
Non voleva rinunciare alla sua presenza fissa nella sua vita.
 
-Ti amo piccola…-, le sussurrò Nick all’orecchio.
-Promettimi che non ci accadrà mai nulla-
-Non posso farlo…non posso prometterti questo, ma posso prometterti che qualsiasi cosa accadrà l’affronteremo insieme-, le disse guardandola negli occhi prima di lasciarle un dolce bacio sulle labbra e stringerle una mano tra le sue.
 
Era molto cambiato Nick negli ultimi tempi. Era cresciuto, era maturato insieme al loro amore che sembrava essere indistruttibile.
Aria lo sapeva che adesso valeva la pena affrontare una catastrofe con l’uomo che ami accanto.
 
 
***
 
 
-Partiamo…-, disse Nick entrando in casa con due biglietti aerei, mentre veniva investivo da un dolce profumo di latte.
 
Schiacciò qualche sonaglino e sorrise nel vedere il fratello cullare la nipote con fare amorevole. Era passato quasi il primo mese dell’anno nuovo e niente era andato come aveva programmato Nick. Voleva portare Aria a Parigi per Capodanno, ma erano rimasti a Los Angeles con la famiglia. Kevin sembrava essersi ripreso, adesso stava sempre con la piccola Ashley, non la perdeva di vista un attimo. Joe invece era praticamente scomparso. Jessica aveva deciso di lasciare la città e accettare un posto di lavoro a New York, perché la paga era ottima diceva sempre, ma in realtà era per dimenticare Joe e tutta la sua famiglia che l’aveva accolta come una figlia.
Julie dava una mano con la piccola, aveva legato molto con i ragazzi. Aveva preso a cuore la situazione della bambina e di Kevin. A piccoli passi aveva instaurato un bel rapporto di fiducia con il ragazzo e sua figlia.
 
-Dove la porti fratello?-, bisbigliò Kevin portando sua figlia nella culla e sistemando un po’ i giocattoli sparsi in giro.
-Vorrei portarla a Parigi…due giorni, ne ha bisogno…sembra impazzita!-, gli confessò dandogli una pacca sulla spalla.
-Già…ne avete bisogno entrambi. Io non smetterò mai di ringraziarvi Nick davvero-
-Non devi ringraziarmi…tu e questa dolcezza siete i benvenuti. Senti hai visto Aria?-, gli chiese poi uscendo dalla camera da letto con Kevin che sorrideva per la prima volta forse dopo troppo dolore.
-E’ andata a comprare i pannolini per la bambina…tornerà a momenti-
 
Qualche minuto dopo una ragazza minuta, piena di buste, entrò tirando un calcio alla porta mentre i due uomini la guardavano sorridendo e con le mani sui fianchi. Aria sbuffò prima di lasciare gli acquisti all’entrata e guardarli furiosa.
 
-Che cosa fate li impalati? Non potevate darmi una mano?-, disse abbassando di un tono la voce quando si rese conto che la bambina dormiva beatamente.
-Che hai comprato?-, chiese Kevin sbirciando dentro le buste.
-I pannolini, e poi le ho regalato qualche tutina, e altre cose belline…i negozi per bambini sono qualcosa di magico!-, sospirò portando le buste al piano di sopra e sistemando gli acquisti nella camera di Kevin.
 
Nick la seguì facendo l’occhiolino al fratello. Le prese una mano cogliendola di sorpresa e la portò nella loro stanza chiudendosi la porta alle spalle. La prese per i passanti dei suoi jeans attirandola a se e baciandola con passione. Da quasi un mese non riuscivano ad avere un attimo di intimità per loro, si sentivano fuori luogo in quella bolla di compassione e dolore. La notte dormivano poco a causa della bambina che piangeva quasi ogni tre ore, ma non si erano mai lamentati, la famiglia per loro veniva prima di tutto anche di quell’amore che li aveva sovrastati cogliendoli impreparati.
Continuarono a baciarsi spostandosi sul letto, Nick iniziò a spogliarla ma, tolta la maglietta, la ragazza lo fermò.
 
-Che hai piccola?-, le chiese lui facendo forza sulle sue braccia muscolose.
-Non…non mi sembra il caso-, si scusò lei facendolo scivolare accanto a se.
-Partiamo amore…andiamo a Parigi due giorni, ho i biglietti…ho prenotato tutto. Dì solo di si ti prego-, la pregò baciandole un orecchio, salendo poi sulla fronte e scendendo sulla guancia, riempiendola di brividi e sospiri.
-E…Kevin?-, chiese lei incapace quasi di formulare frasi di senso compiuto.
-Per lui è ok…facciamo le valigie e partiamo, stacchiamo da tutto questo. Ne hai bisogno Aria, ne hai bisogno più di tutti-
-Parigi…io amo Parigi!-, sorrise Aria, guardandolo negli occhi prima di unire le loro labbra in un bacio carico di dolcezza e speranza.

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Capitolo 25
*** would you marry me? ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Non ho niente da aggiungere oggi se non godetevi il capitolo perchè è uno degli ultimi *__________*
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Parigi era per eccellenza la città degli innamorati. Atterrarono con un volo privato in un piccolo aeroporto della capitale, senza fotografi, senza giornalisti e senza drammi. Scesero prendendo le loro valigie e chiamarono un taxi, come delle persone normali, per arrivare in albergo.
Essendo il periodo più romantico dell’anno, San Valentino, Parigi era già popolata di turisti, con quel velo di neve che la rendeva ancora più magica di quanto non lo fosse già. La macchina li lasciò in un albergo in centro, proprio all’inizio degli Champs Elisee, la via dello shopping, del lusso e perché no anche del romanticismo. 
Aria era un misto di incredulità, gioia ed emozione. Nick era semplicemente affascinato dalla sua donna e dal suo essere così limpida. Prese i bagagli entrando in quell’albergo maestoso e chiedendo la chiave per la loro stanza.
La ragazza era rimasta a bocca aperta tutto il tempo. Era rimasta a bocca aperta nell’entrare e vedere tutto quell’oro nelle pareti. Era rimasta a bocca aperta quando era salita al loro piano, occupato solo da una stanza, la loro stanza. La suite imperiale dell’hotel, perché lui voleva farle vivere due giorni magici, perché lui voleva chiuderla in una campana di gioia e pensieri positivi.
 
-Oh mio Dio sei pazzo? Non è facile prenotare una stanza del genere…-, gli disse saltandogli letteralmente addosso.
-Ho i miei trucchi piccola-, le rispose baciandole un orecchio tenendola stretta a sé.
-Grazie, grazie perché rendi tutto così speciale-, lo guardò negli occhi, trovandoli lucidi tanto quanto i suoi.
-Ti amo…farei di tutto per te!-, la rassicurò.
 
Aria annuì portandolo poi nella camera da letto. Voleva fare l’amore con lui, voleva sentirlo suo, di nuovo dopo troppo tempo. Nick si lasciò trascinare divertito ed emozionato da tanta sicurezza. Aveva scelto Parigi per quel week-end romantico di San Valentino, perché lei amava quella città e l’aveva definita la città più romantica al mondo. Aveva scelto Parigi perché voleva essere il più lontano possibile dai drammi quando le avrebbe fatto la proposta che teneva dentro di sé per mesi e che non aveva mai fatto per paura di essere fuori luogo in quell’aria satura di dolore.
La baciò ancora facendola distendere sul letto, quel letto enorme e morbidissimo che tanto adorava lei. Le sorrise mentre lei gli mordeva il labbro inferiore iniziando a sbottonargli la camicia mentre lui posava le sue labbra sul collo di lei.
Con un difficile colpo di reni, Aria si portò sopra il suo ragazzo che si spinse fino alla testiera del letto dove appoggiò la schiena. Fece scontrare la sua eccitazione già prorompente contro l’interno coscia della ragazza che gemette sorridendogli sulle labbra.
Si spogliarono velocemente, presi dalla passione e dalla foga. Finalmente poteva toccarsi dopo mesi in astinenza. Le mani di Nick corsero al suo interno coscia, mentre le sue labbra arpionarono un seno facendola gemere senza pudore.
Con un movimento da vero contorsionista, riuscì a posizionarsi su di lei, proprio quando una timida mano della ragazza si abbassava sul suo basso ventre iniziando a procurargli piacere.
 
-Dio…-, gemettero insieme quasi prossimi all’orgasmo.
-Nick…-, gli sospirò sulle labbra graffiandogli le spalle, mentre le mani del ragazzo non smettevano di stuzzicarla.
-Dillo ancora…-, le disse baciandole il viso, le labbra.
-Nick…dio…Nick…-, continuò fin quando l’orgasmo arrivò prorompente facendole mordere una spalla per non urlare.
-Gattina…mi rimarrà il segno…-, le disse ridendo ansante posizionandosi meglio tra le sue gambe, iniziando a penetrarla lentamente.
 
Spinse piano, muovendo il bacino e guardandola negli occhi, trovando lo stesso desiderio che sicuramente troneggiava nel suo sguardo. La baciò con passione, lasciando scivolare la sua lingua dentro e fuori proprio come i loro corpi.
Aumentò un po’ il ritmo quando l’orgasmo si faceva sentire prorompente. Aria andò incontro con il suo bacino, coordinando i suoi movimenti, fin quando Nick non abbassò lo sguardo ansante sul suo collo riversando tutto il suo piacere dentro il corpo caldo e tremante della sua ragazza.
Si accasciò sul suo corpo lasciandosi accarezzare i capelli mentre depositava lievi baci sul seno della mora, ascoltando lo scalpitare furioso del suo cuore.
 
-Mi è mancato tutto questo…-, le disse alzando lo sguardo di poco e incontrando le sue labbra rosse e gonfie, schiuse pronte ad accoglierlo ancora.
-Nick…tu…-, iniziò lei non sapendo bene come affrontare questo discorso.
-Che hai amore?-, le chiese spostandosi dal suo corpo e coprendo entrambi con le morbide coperte.
-Non abbiamo preso alcuna precauzione…-, gli disse tutto d’un fiato, vergognandosi terribilmente e nascondendosi contro la sua spalla. Sentì Nick trattenere il fiato, prima di alzarle il viso con due dita e guardarla negli occhi.
-Tu…lo vorresti un figlio da me? Voglio dire adesso…se dovesse capitare adesso, lo terresti?-, le chiese stando bene attento a misurare le parole.
-Sarebbe frutto del nostro amore…siamo giovani, troppo giovani ma se dovesse capitare io…-, iniziò fermandosi appena sentì sulle sue labbra il dito del ragazzo che sorrideva amorevolmente.
-Shh…ti amo…-, la baciò cullandola tra le sue braccia e addormentandosi con il sorriso tra le labbra.
 
Aria si risvegliò quando ormai era sceso il tramonto a Parigi. Sentiva le membra intorpidite, si voltò verso il suo ragazzo sorridendo e scivolò via dal letto in silenzio, mettendosi la camicia del ragazzo e avanzando verso la finestra, a piedi scalzi. Dalla loro stanza si vedeva la Tour Eiffel, ed il contrasto con il sole che calava lentamente lasciando spazio alla notte, la fece sospirare.
Era innamorata, innamorata dell’uomo che dormiva beato accanto a se ogni notte, innamorata delle sue parole, dei suoi sguardi. Involontariamente si sfiorò il ventre, pensando a quello che si erano detti poche ore fa.
Ma lei lo voleva davvero un figlio? Era confusa in quel momento, avevano in casa Kevin e la piccola Ashley, annunciare a tutti di essere incinta non sarebbe stato il massimo. Però dentro di se sapeva di voler portare ad un altro livello la sua relazione con il moro.
Si, si disse che avrebbe voluto un figlio da Nick, magari non solo uno, anche due o tre. Erano entrambi amanti delle famiglie numerose.
A riscuoterla dai suoi pensieri ci pensarono due braccia possenti che la strinsero forte a se porgendole poi un bicchiere di vino.
 
-A che pensi?-, le sussurrò all’orecchio.
-Sono nella città più bella del mondo con te…ti amo!-, lo baciò con il sapore del vino in bocca.
 
Per quel giorno saltarono la cena, rimanendo dentro il letto per recuperare tutto il tempo perso. A mezzanotte del 14 febbraio, Nick svegliò dolcemente la sua ragazza, per portarla sul balcone della loro stanza ad ammirare i tradizionali fuochi dell’amore proprio dietro la Tour Eiffel.
Assonnata gli sorrise, stringendosi nella loro coperta e ammirando lo spettacolo qual era Parigi di notte.
Nick si allontanò un attimo entrando in camera e prendendo una scatolina dalla sua giacca. Tornò fuori dove lei lo guardava stranita ma felice.
Il ragazzo avanzò con un sorriso a 32 denti, mostrandole la scatolina e inginocchiandosi davanti a lei che adesso lo guardava emozionata.
 
-Nick…-, gli sussurrò tremante.
-Shh ti prego fammi parlare-, iniziò sorridendole rimanendo inginocchiato mentre i fuochi d’artificio facevano da sfondo a quella dichiarazione, -ci siamo conosciuti che eravamo veramente piccoli. Avevamo 14 anni ma qualcosa mi diceva che tu eri quella giusta. Stare con te era…non lo so, stare con te era la cosa più giusta e bella che potesse capitarmi in quegli anni, ho fatto una marea di cazzate, me ne rendo conto solo adesso. Hai sofferto come non mai, non meritavi niente di tutto quello che ti ho fatto. Ma ero piccolo, stupido e accecato dalla fama. Poi sei ripiombata nella mia vita come un fulmine a ciel sereno…ti sei impossessata del mio cuore, della mia anima…mi sento perso adesso senza di te. E non voglio più sentire freddo. Quindi…vorresti diventare la signora Jonas? Prima che signora Jonas vorresti diventare mia moglie? Mia per sempre…-, terminò tutto quel discorso e rimase a fissarla mentre apriva la scatolina di Tiffany e metteva in mostra l’anello di fidanzamento che tanto aveva sognato con le amiche.
 
Si prese tutto il tempo possibile mentre sentiva le lacrime di gioia rigarle il viso, quando ormai Nick aveva perso le speranze inaspettatamente sentì solo un sussurro, -Si…-.
Aria aveva acconsentito. Aria voleva sposarlo, voleva diventare sua per sempre, voleva diventare sua moglie.
 
-Davvero?-, chiese lui incredulo mentre le infilava l’anello e si rialzava lentamente.
-Si…si, voglio sposarti…oddio si!-, gli urlò abbracciandolo e piangendo di felicità.
 
Il sogno di una vita si stava coronando. Finalmente Nick e Aria si sarebbero sposati, sarebbero diventati una cosa sola per sempre.
Ma questa notizia era la quiete che veniva prima o dopo una pesante tempesta?

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Capitolo 26
*** my wild heart is broken. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Tributo alla Lovato e alla sua canzone fantameravigliosa *w* se piangete mentre lo leggete è colpa sua non mia e di quello che ho scritto ù.ù
Capitolo importantissimo a mio parere, per i prossimi e per la fine che ahimè arriverà tra 3 capitoli ç__ç o 2 dipende il prossimo xD
Non so che altro dire, godetevelo fino in fondo perchè sono cose che accadono e perchè faccio schifo nel trasmettere emozioni ù.ù
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Tornarono a casa un lunedì sera, accolti all’aeroporto di Los Angeles dal padre di Nick, che sorrise abbracciandoli entrambi appena li vide uscire con le valige in mano. Aria aveva nascosto l’anello in tasca decisa a farne parola con la famiglia a cena magari, riunendoli tutti, anche Joe se fosse stato a casa.
Nick era felice come una Pasqua e raramente lei riusciva a trattenersi dal ridere mentre guardava la sua espressione da ebete stampata sul volto.
 
-Ragazzi miei, spero vi siate divertiti…-, disse Paul dirigendosi verso casa di Aria.
-Da morire, Parigi mi rimarrà nel cuore…-, iniziò Aria guardando poi Nick seduto di lato al padre, -Paul domani sera verreste tutti a cena da noi…anche Joe-, continuò sussurrando il nome del suo migliore amico abbassando lo sguardo.
 
Il suo ragazzo se ne accorse subito, stringendo i pugni e promettendosi di uccidere il fratello non appena l’avesse visto. Il signor Jonas si limitò ad annuire prima di fermare la macchina davanti casa della ragazza, salutandoli poi calorosamente. Nick portò le valige in casa dove ad attenderli trovarono Kevin e la piccola Ashley sorridenti.
 
-Bentornati piccioncini!-, disse il più grande dei tre lasciando la figlia a sua cognata che iniziò a baciarla facendola ridere e ridendo a sua volta.
 
Nick amava quei momenti, la sua ragazza sembrava essere immersa in un mondo tutto suo. Amava vederla sorridere e giocare con quella bambina, immaginando di vederla alle prese con un figlio tutto loro. Un figlio che assomigliasse tutto a lei o che fosse esattamente la loro copia. Salì nella loro stanza da letto con il fratello al seguito e si buttò sul letto mentre Kevin gli mostrava un giornale.
 
-Cos’è?-, chiese Nick curioso.
-Sto cercando una casa tutta mia…non vi ringrazierò mai abbastanza, ma credo che tutti noi abbiamo bisogno dei nostri spazi…ne ho vista qualcuna verresti a fare un giro con me domani?-, domandò Kevin lanciandogli il giornale.
-Certo!-, rispose l’altro alzandosi di scatto e abbracciandolo, -hai sentito o visto Joe?-, chiese sciogliendo l’abbraccio
-E’ stato qui questa mattina…-
-Davvero?-, chiese timidamente Aria entrando con la bambina in braccio.
-Si, certo…comunque è pronta la cena se volete!-, rispose tranquillamente Kevin riprendendosi la figlia e mettendola nella sua culletta.
 
Aria chiuse la porta della loro stanza aprendo svogliatamente la valigia e sistemando i vestiti come se niente fosse. Nick l’abbracciò da dietro sospirandole sul collo e facendole posare sul letto una camicia appena presa. Non sopportava vederla triste per quell’idiota di suo fratello che aveva problemi mentali.
 
-Ti dispiace se esco? Ho bisogno di parlare con Julie…-, disse la ragazza girandosi tra le sue braccia.
-Vuoi che ti accompagni?-, chiese il ragazzo non credendo neanche per un attimo a quelle parole
-Non fa nulla…torno presto promesso!-, sgusciò dal suo abbraccio prendendo le chiavi della macchina e uscendo di casa salutando con un cenno Kevin che la guardava stranito.
 
Era inutile tentare di nascondere qualcosa a Nick, avrebbe scoperto tutto sicuramente, ma lei voleva fare quella cosa da sola. Andò nel vecchio appartamento del fidanzato trovando parcheggiata l’auto di Joe. Prese le chiavi e aprì il portone senza presentarsi. Lo trovò sul divano pieno con una sigaretta in mano e la terza bottiglia di liquore quasi vuota. Gli si piazzò davanti spegnendo la televisione e lasciandolo imprecare.
 
-Aria che ci fai qui?-, le disse con voce malferma.
-Mi eviti da quando è morta Danielle, perché ti sei ridotto così?-, gli chiese tentando di avvicinarsi.
-Sto male è un periodo così ok?-, le urlò facendola spaventare.
 
As the smoke clears
I awaken, and untangle you from me
Would it make you, feel better to watch me while I bleed?

 
Era ridotto uno straccio, fumava e non riusciva a tenersi in piedi. Improvvisamente l’abbracciò, stringendola possessivamente a se. Rischiava di farle male ma poco le importava in quel momento, gli strinse le mani sulla maglia sgualcita, sentendolo respirare pesantemente.
 
-Che cosa ti è successo?-, gli sussurrò continuando a rimanere stretta nel suo abbraccio.
-E’ colpa tua!-, le disse staccandosi da lei e avvicinandosi alla finestra lasciandola sbigottita.
-Che cosa?-, aveva alzato la voce avvicinandosi minacciosamente a lui con il dito puntatogli contro, -per quale motivo sarebbe colpa mia? Che cosa è colpa mia? Parlami Joe-, continuò strattonandolo per un braccio.
-Perché ci hai messi sempre contro! Non ti rendi conto che ti amiamo entrambi? Eh Aria, te ne rendi conto?-, le urlò contro guardandola abbassare lo sguardo e facendosi scappare una risata che di divertito aveva ben poco.
-Io…-,tentò la ragazza passandosi una mano sulla fronte.
-Non sai cosa dire? Non dire niente Aria. Torna a casa dal tuo ragazzo e lasciami stare…-
-Joe…-
-Volevi sapere cosa avessi? Bene adesso lo sai…sono andato con Nick a comprare l’anello pochi giorni prima che Danielle morisse…era così felice ed io mi sentivo uno schifo. Perché nessuno ha mai chiesto come stessi io? Ma che parlo a fare…io sono anni che dico di amarti, non mi hai mai ascoltato…ogni canzone parlava di te, ogni mio gesto parlava di te, fingevo di esserti amico solo per poterti avere accanto perché nonostante tutto per te sarà sempre Nick quello giusto. E allora mi faccio da parte, una volta per tutte…-
 
Le indicò la porta nel momento in cui vide scendere copiosamente lacrime dal viso della ragazza. Che non tratteneva più neanche un singhiozzo mentre si dirigeva a passo veloce verso la porta di casa. E pensare che avrebbe dovuto piangere lui, avrebbe dovuto versare lui tutte quelle lacrime amare. Ma una lacrima era uscita dai suoi occhi nel momento in cui aveva scaraventato per terra un bicchiere mentre lei si chiudeva la porta alle spalle. Ne uscì solo una, era tutto quello che poteva permettersi.
 
Skies are crying
I am watching
Catching teardrops in my hands

 
Los Angeles aveva iniziato a piangere con loro. Lentamente. Mentre erano uno di fronte all’altra separati solo da una spessa porta di legno.
Aria pensava di essere preparata ad una scenata del genere, invece non si è mai pronti a lasciare andare una parte di sé e della propria vita. Ricordava ancora tutti i litigi nascosti che avevano avuto Nick e Joe per lei, tutti i silenzi imbarazzanti, tutti gli sguardi furiosi e languidi allo stesso tempo.
E adesso era veramente arrivata la fine di tutto.
 

… Only silence as it’s ending, like we never had a chance

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Capitolo 27
*** leave her alone. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
Bene ci stava perfettamente questo scazzottamento tra fratelli ahahahah
Dato che ELENA ù.ù si proprio ELENA mi ha come dire indirizzata verso un pranzo di famiglia, allora ho messo anche il famoso pranzo insieme ai Jonas xD
spero vi piaccia
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos <3



***



Still in love with you.



Era tornata a casa in lacrime. In realtà non sapeva neanche come fosse riuscita a tornare a casa sana e salva. Le aveva aperto la porta Kevin abbracciandola mentre tremava e pronunciava frasi senza senso. Il ragazzo riuscì solo a dirle che Nick era sotto la doccia, prima di lasciarla sfogare accarezzandole i capelli e portandola in cucina per prepararle un the caldo.
Non si dissero una parola, Kevin non chiese e lei non parlò, anche se il ragazzo era ben consapevole di cosa fosse successo. Aveva chiesto esplicitamente a Joe di non farsi vedere quando la coppia sarebbe tornata dal loro week-end, l’aveva fatto perché non voleva distruggere ancora quei precari equilibri che si erano creati. Joseph aveva acconsentito, ma nessuno dei due aveva messo in conto la tenacia della ragazza, che a costo di farsi male, voleva vederlo a tutti i costi.
Quando Nick andò in cucina, vestito solo da un paio di pantaloncini ed una canotta, quasi non gli scoppiò il cuore quando vide la sua ragazza in quelle condizioni.
Entrò come una furia, sbattendo un pugno sul tavolo e guardando minacciosamente la sua ragazza.
 
-Che cos’è successo?-, chiese con gli occhi rossi dalla rabbia. Odiava essere preso in giro, odiava il fatto che fosse stato proprio suo fratello a prenderlo in giro per tutto questo tempo.
-Niente…-, rispose lei cercando di darsi un contegno.
-Oh Cristo Aria, smettila…smettila di prendermi per il culo-, le urlò prima di sparire dalla cucina per infilarsi un paio di scarpe. Aria lo seguì imperterrita, con le braccia tese lungo i fianchi ed i pugni stretti.
-E’ stata una discussione tra me e lui…non devi intrometterti!-, gli disse entrando nella loro stanza e chiudendosi dietro la porta
-Tu stai per diventare mia moglie, lui non ha nessun diritto Aria. Deve sparire dalle nostre vite…bisogna mettere le cose in chiaro una volta per tutte…a modo mio!-, la superò spostandola con un braccio mentre si sbatteva la porta alle spalle e senza neanche guardare il fratello maggiore, si dirigeva verso l’auto.
 
La resa dei conti era arrivata.
Guidava a folle velocità mentre la sua mente era una fabbrica di immagini e situazioni con Joe. I loro abbracci dopo concentro, i loro scherzi per scaricare la tensione, le loro uscite a quattro con fidanzate di cui sapevano a malapena il nome. E poi Joe in ospedale ogni volta che stava male, Joe a tirarlo fuori da situazioni scomode, Joe che si prendeva i rimproveri dei genitori solo per non metterlo in mezzo. Joe che passava per la pecora nera della famiglia, quando in realtà forse la pecora nera era proprio lui. Lui che aveva scoperto tutto. Aveva scoperto i sentimenti che provava per la sua ragazza una notta, vedendolo scrivere una canzone davanti una sua foto. Lui che era andato su tutte le furie proprio come in quel momento, e poi l’aveva perdonato perché Joe gli aveva chiaramente detto che si sarebbe fatto da parte.
Tutto sarebbe andato per il meglio, se non fosse per il fatto che neanche Nick stesso aveva messo in conto la tenacia e la sete di sapere della sua ragazza.
Scese dall’auto ed iniziò a suonare alla porta di quella che era stata la sua casa per anni.
 
-Sapevo saresti arrivato…-, disse Joe improvvisamente lucido mentre si spostava dalla porta per farlo passare.
 
Mossa sbagliata.
Mai aprire ad un nemico e mostrargli le spalle.
In un attimo Nick gli fu addosso, sferrandogli un pugno e facendogli sanguinare copiosamente il naso. Nonostante Joe fosse leggermente più basso del fratello, riuscì comunque a darsi da fare, iniziando una lotta che entrambi aspettavano da troppo tempo ormai.
Si picchiarono a sangue. Una lotta ad armi pari. Entrambi provavano la stessa rabbia nei confronti dell’altro.
Bastò un niente a far scatenare l’inferno.
Si riempirono di calci e pugni per minuti, forse ore, fin quando non si aprì di scatto una porta e quattro braccia li divisero.
Kevin allontanò Joe mentre Big Rob allontanò Nick che era quello più difficile da immobilizzare.
 
-Basta smettetela possibile che questa famiglia debba essere un disastro?-, urlò Kevin mettendosi al centro tra i due.
-Sta zitto Kevin. E’ un maledetto bastardo…sei un maledetto bastardo. Avevi promesso, avevi promesso che le saresti stato lontano.-, si dimenava Nick mentre Big Rob lo teneva fermo con solo un braccio.
-Dovresti tenerla a bada allora, visto che è corsa subito da me-, sputò fuori Joe mentre con una mano si sfiorava il labbro che bruciava e sanguinava.
-Sposerà me, mettitelo bene in testa brutto bastardo. Rimarrai solo, perché non sei in grado di farti una vita tutta tua-, fece Nick spostandosi finalmente dalla presa ferrea della sua guardia del corpo.
-Adesso basta.-, urlò Kevin lasciando tutti a bocca aperta, - Siamo fratelli. Siamo una famiglia cazzo. Ci siamo sempre stati gli uni per gli altri, una ragazza non può dividerci, non esiste. L’amore che tu Nick provi per Joe è al di sopra di tutto. Stessa cosa per te Joseph, o vi devo ricordare tutte le volte in cui vi siete parati il culo a vicenda, o le uscite o gli abbracci o le lacrime che avete condiviso? Eh…Cristo santo siete adulti, smettetela di comportarvi come due bambini. La vita è troppo breve…va vissuta, non sprecata così.-, terminò sperando di aver calmato le acque.
-Ti voglio fuori da casa mia Joseph Jonas, domani mattina voglio che vai via con tutte le tue cose. Non farti più vedere in giro, non farti più vedere nelle nostre vite…sparisci Joe-, gli disse con voce pacata Nick prima di voltarsi e sbattersi dietro la porta di casa.
 
Kevin si portò una mano sul viso, cercando di calmarsi mentre Joe si tamponava con un fazzoletto il sangue che gli scendeva dal naso.
Quelle ferite si sarebbero rimarginate, ma tutte le stilettate al cuore che avevano entrambi si sarebbero mai rimarginate?
Avrebbero sofferto per sempre?
Il loro cuore avrebbe pianto per sempre?
 
Pianse Nick. Pianse mentre rientrava nell’appartamento di Aria. Pianse fermo sotto il portone di casa, chiuso in macchina e con la testa poggiata sul volante. Pianse facendo bruciare ancora quelle ferite lievi, perché era sempre stato più forte di suo fratello. Sapeva che quello che aveva lui non era niente in confronto a quello che aveva Joe.
Suo fratello. Si poteva odiare una persona che portava dentro il suo stesso sangue? In quel momento provava una rabbia cieca ed un odio che mai, mai aveva provato per qualcuno. Comunque la colpa di tutto se la teneva lui, infondo lui l’aveva fatta soffrire per anni, permettendole di sfogarsi con suo fratello e permettendole di avvicinarsi ben conscio di ciò che provava Joseph.
Rientrò in casa, trovandola seduta sul divano a guardare un punto fisso di fronte a se. Volse leggermente lo sguardo quando lo vide aprire la porta, ansante e macchiato di sangue. Corse ad abbracciarlo, prima di prendergli del ghiaccio e farlo sedere in cucina.
Premurosamente gli levò via tutto il sangue che gli macchiava il viso, disinfettandogli le ferite superficiali perché nessuno sarebbe stato in grado di disinfettargli le ferite che aveva il suo cuore.
 
-Mi dispiace così tanto…-, gli sussurrò lei con voce strozzata.
-Non mi lasciare mai…-, le disse semplicemente lui, assente, guardandola negli occhi.
 
 
***
 
 
Passò semplicemente una settimana. Settimana in cui nessuno dei due era uscito da casa, se non per fare la spesa. Non avevano sentito nessuno, familiari, amici, nessuno sapeva cosa fosse successo. Joe era andato via un paio di ore dopo il grosso litigio con Nick. Kevin aveva lasciato casa di Aria, solo qualche giorno dopo. Aveva trovato un appartamento in centro, da arredare tutto per lui e sua figlia.
Quella mattina però erano tutti invitati a casa Gomez, compresa la famiglia di Nick. Marie, la madre di Aria, era seriamente preoccupata per la figlia. Aveva saputo tutto, così come l’avevano saputo anche Paul e Denise.
Aria decise che quel giorno sarebbe stato il giorno in cui gli avrebbe detto di voler sposare Nick. Non le importava quanti musi lunghi ci fossero. All’inizio era stata tentata dall’idea di non avere nessuno al suo matrimonio, poi riflettendoci pensò che fosse qualcosa di squallido e che quel giorno l’avrebbe ricordato per sempre.
Prese dal cassetto l’anello mettendolo al dito, dopo essersi vestiti velocemente e contro voglia.
Nick guardò Aria sorridendogli teso. Diverse volte le aveva chiesto quella mattina se volesse davvero parlargli della proposta di matrimonio, e lei gli aveva dato sempre la stessa risposta.
 
-Ti amo e voglio sposarti, voglio diventare la signora Jonas e voglio che accanto a noi ci siano le nostre famiglie!-
 
Così lui aveva annuito e le aveva aperto il portone di casa educatamente. Erano saliti in auto e rimasero in silenzio per tutto il tragitto. Lui aveva la mano poggiata sulla sua gamba e lei la stringeva forte tra le sue.
Arrivarono a casa Gomez in perfetto orario. Ad aprire fu proprio il compagno della madre che strinse forte a sé la ragazza prima di salutare cordialmente il moro.
Entrarono in quell’enorme casa e trovarono tutti lì ad attenderli, compreso Kevin, compresa Julie.
Aria si avvicinò subito all’amica che l’abbracciò forte, carezzandole la schiena. Anche lei sapeva, anche lei come tutti gli altri sarebbe rimasta in silenzio.
 
-Bene possiamo iniziare a mangiare?-, fece Paul smorzando la tensione e addentando una tartina sotto lo sguardo assassino della signora Gomez e di sua moglie che lo inseguiva con un cucchiaio di legno. Quella scene fece ridere tutti e si sedettero a tavola allegramente.
 
Dopo neanche la prima portata, Nick si alzò in piedi con un bicchiere di vino in mano e lì cadde di nuovo il silenzio. Tutti lo guardarono increduli, alcuni già sapevano cosa avesse voluto dire, altri immaginavano. Aria lo guardò imbarazzata prima di sorridere tranquillamente ai presenti.
 
-Io e Aria ci sposiamo…-, disse tutto d’un fiato prima di bere tutto il contenuto del suo bicchiere e sedersi per tornare a mangiare.
 
La mora gli tirò un pugno sulla gamba da sotto il tavolo, facendolo sobbalzare e alzare gli occhi verso tutti i presenti che avevano espressioni davvero uniche. Kevin mangiava tranquillamente come se Nick avesse detto qualcosa di inutile, probabilmente perché lui sapeva già, così come Julie che si versava del vino. Denise e Marie piangevano di gioia, programmando già i mesi antecedenti alla data che non avevano ancora scelto. Frankie tentava inutilmente di rianimare Paul che si stava strozzando con un pezzo di pane, rosso in viso e con gli occhi lucidi. L’unico che sembrava aver assimilato la cosa era stato il patrigno di Aria che si avvicinò a Nick facendogli le sue raccomandazioni.
 
-La prima lacrima che le vedo sul viso, ti ritroverai senza quell’essere che tieni in mezzo alle gambe!-, gli aveva detto molto finemente causando l’ilarità generale dei presenti ed una sudorazione improvvisa di Nick che stringeva la mano della sua compagna.
 
Quel giorno Aria aveva imparato che viveva con due famiglie di pazzi, che il suo futuro marito aveva la sensibilità di un elefante che camminava su un filo interdentale, e che si infondo avrebbe vissuto una vita serena e felice insieme alle persone che l’amavano.

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Capitolo 28
*** i do. ***


Buongiorno gioie della mia vita *w*
And I'M BAAAAACK!!!!! Non immaginerete neanche che settimana ho passato ç________ç ho un piede rotto e l'altro sembra una mongolfiera e tutto questo quando? Mentre ero nella mia stupendissima vacanza con il mio ragazzo a Sharm El Sheikh ç____ç cioè appena sono arrivata, mi sono dovuta chiudere in camera ç___ç
vabbèèèèè ù.ù questo è l'ultimo capitolo *sigh*, la mia prima storia completa, chi l'avrebbe mai detto...questo è uno dei capitoli più aww che abbia mai scritto in vita mia perciò trattatemelo per benino ù.ù
Come potrete notare ci sarà un SEGUITO, spero che l'idea vi alletti almeno un pò ù.ù io ho già i primi 3 capitoli pronti *w*
Che dire, sono in lacrime perchè mi avete seguito tutte dall'inizio alla fine, in particolare le mie bellissime Elena e Francesca che ho pensato da morire in questa settimana <3 e che adoro alla follia <3 <3 <3
Questo capitolo è per tutti voi, voi che recensite e mi fate sentire speciale, voi 200 preferiti che davvero siete splenditi, voi 130 seguiti *w*, voi anonimi che leggete e basta, voi che mi mandate messaggi privati dolcissimi...insomma GRAZIE, GRAZIE anche da parte di Aria, Nick e tutta l'allegra compagnia *w* GRAZIE perchè avete creduto in me...spero veramente di non avervi deluse/i...
recensite mi raccomando, e fatemi sapere cosa ne pensate *w*
io vi amo <3333
un besos e alla prossima <3
P.S.: la data del matrimonio, 26 maggio, è il giorno del mio compleanno xP
P.P.S.: nell'attesa del seguito di Still in love with you, vi invito tutti nella mia long sempre sui Jonas, hot mess.



***



Still in love with you.



Maggio 2012
 
Avevano deciso di sposarsi nel mese delle rose. Avevano deciso di sposarsi alla fine di Maggio, il 26 esattamente perché era un giorno importante per loro. Il giorno in cui si erano incontrati per la prima volta a 13 anni.
Erano passati mesi da quel brutto periodo nero, conseguente alla proposta di matrimonio. Erano passati mesi in cui tutto procedeva maledettamente bene, il lavoro le dava grandi soddisfazioni e la sua famiglia, anzi le sue famiglie si amavano e amavano lei.
Il suo ragazzo non aveva occhi che per lei, nonostante tutto era l’unica persona di cui non riusciva a fare a meno.
 
-Cavolo, cavolo, cavolo-, si mise ad urlare Aria con uno sconcertante mal di testa. Si alzò dal letto tenendosi poi dalla parete.
 
Maledetta Julie e la sua folle idea di farle un addio al nubilato. Maledetto Kevin e il suo sorriso terribilmente pacato nell’accettare l’organizzazione della festa per Nick.
Prese il telefono in mano componendo il numero del suo quasi marito, consapevole che anche lui stesse nella sua identica situazione.
 
-Non voglio ballerine brasiliane…arrivederci!-, fece il ragazzo con voce roca e assonnata. Aria guardò il telefono sconcertata e gli urlò prima che lui potesse chiudere la telefonata, -cazzo amore sei impazzita?-, continuò lui.
-Impazzita? Dobbiamo sposarci ti rendi conto?-, fece lei continuando a tenersi la testa tra le mani.
-Oddio oggi è già arrivato…-, disse Nick adesso sicuramente sveglio mentre rideva divertito.
-Già è arrivato il fatidico giorno mio caro!-, rispose Aria adesso più tranquilla. Bastava sentire la risata del suo ragazzo e tutto cambiava di prospettiva.
-Sei pronta?-, chiese serio lui.
-Si…tu?-, rispose timorosa lei
-Lo sono da sempre-, disse sicuro il ragazzo. La mora quasi non scoppiò a piangere mentre salutava il suo quasi marito con un tenero sorriso sul volto. Si anche lei era pronta da sempre.
 
Si alzò dal letto pronta a prepararsi per la giornata e si guardò allo specchio proprio davanti al letto, cacciando poi un urlo esasperato che fece correre davanti la sua porta, la madre, la suocera, le damigelle e ovviamente la sua migliore amica.
Denise Jonas guardò preoccupata Mandy Gomez, immolandosi poi per prima dentro la stanza della futura sposa. Bussò delicatamente e non sentendo alcuna risposta decise di entrare.
 
-Cara perché piangi?-, chiese con il suo tono sempre dolce e pacato. Aria la guardò disperata prima di correre ad abbracciarla mentre entrava nella stanza anche la madre.
-E’ tutto così strano…-, iniziò la mora sedendosi poi su una poltroncina e lasciando entrare la truccatrice e la parrucchiera.
-Cosa è strano?-, chiese Mandy sedendole accanto e tenendole una mano.
-Quello è l’abito di Danielle…-, fece la ragazza indicando un lungo e maestoso abito bianco, -vorrei ci fosse anche lei…vorrei fosse qui con la sua risata, con la sua saggezza…-, continuò poi lasciandosi sfuggire una lacrima.
 
Denise e Marie l’abbracciarono rassicurandola che lei sarebbe stata felicissima della decisione di utilizzare il suo abito, che quel giorno sarebbe stato indimenticabile. La madre le disse semplicemente di rilassarsi perché quel giorno era giusto, quel giorno avrebbe sposato la persona che amava e che l’amava con tutto se stesso. Le porse un bicchiere di champagne intimandole di bere mentre le ragazze del salone di bellezza terminavano il loro lavoro.
Circa mezz’ora dopo uscirono dalla stanza, lasciandola sola davanti allo specchio con indosso il suo abito da sposa. Tirò un sospiro Aria mentre si lisciava il corpetto decisamente troppo stretto, per lei che aveva preso qualche forma nell’ultimo periodo. Sorrise davanti allo specchio mentre si metteva la coroncina con il velo dietro. Bussarono alla porta e li invitò ad entrare mentre si dirigeva verso il tavolino con lo champagne per prenderne un altro bicchiere.
 
-Mamma mi sistemeresti il velo? E poi dov’è Josh tra poco arriverà l’auto!-, disse sbuffando mentre si voltava rimanendo a bocca aperta, lasciando quasi cadere il bicchiere e rischiando di macchiare l’abito.
-Ciao…-, le disse Joe mentre si avvicinava con un abito grigio ed una busta in mano.
 
Aria aprì la bocca tentando di dire qualcosa, ma non le uscì nessun suono così la richiuse avvicinandosi al ragazzo e tentando di frenare le lacrime che volevano uscire prepotentemente dai suoi occhi finemente truccati. Gli sfiorò una mano mentre lui l’accoglieva tra le sue braccia. La mora non riuscì a trattenere le lacrime e ringraziò mentalmente la truccatrice per averle messo del trucco resistente. Sciolsero l’abbraccio qualche minuto dopo, lui le diede un fazzolettino e lei si sistemò il trucco dandosi un po’ di contegno.
 
-Che ci fai qui?-, gli chiese ritornando davanti allo specchio mentre lui abbassava il capo.
-Sono venuto a farti le mie congratulazioni e a darti questa…-, le spiegò avvicinandosi senza mai guardarla negli occhi. Aria prese in mano la busta girandosela tra le mani, impaurita.
-Dove vivi adesso?-,gli disse con voce tremante.
-Sto viaggiando molto…senti devo andare adesso non vorrei rovinare questo giorno ne a te ne a mio fratello…-, rispose Joe avanzando verso la porta.
-E’ un addio Joe?-
-Credo sia un arrivederci…solo…prenditi cura di lui ti prego-, le confessò voltandosi un’ultima volta verso la sposa vedendola annuire con le lacrime agli occhi.
 
Joe si chiuse la porta alle spalle sospirando a lungo mentre si avviava poi verso l’uscita dell’hotel sotto gli sguardi tristi della sua famiglia. Aria dal canto suo si sedette stancamente sul letto continuando a rigirarsi tra le mani la busta bianca. Poteva sentire ancora il profumo del ragazzo che la portava, così diverso dal ragazzo che aveva deciso di sposare. Aveva sempre fatto questo confronto, anche quando da ragazzini si prendevano in giro tra loro. Quando a 14 anni aveva incontrato per la prima volta la famiglia Jonas, si era invaghita subito di Joe, il cattivo ragazzo. Lui che aveva 18 anni e faceva una notevole strage di cuori, lui che a 18 anni già vantava di esperienze che lei sognava. Muscoli, faccia pulita, ricco, insomma il ragazzo dei sogni proibiti di ogni giovane donna. Ma alla fine l’aveva rifiutato, l’aveva rifiutato per il principe azzurro. Alla fine all’amore bruciante di passione, aveva scelto l’amore romantico, l’amore vero.
Sospirò prima di aprire la busta e tirare fuori un foglio scritto completamente a mano. Tastò ogni singola lettera immaginando ogni singola espressione che il ragazzo aveva usato nel scriverla. Si asciugò una lacrima ed iniziò a leggerla.
 
“Non so cosa scrivere per iniziare questa lettera, semplicemente un Cara Aria mi sembra troppo banale. Ci crederesti? Io che scrivo testi di canzoni per i migliori artisti che mi blocco davanti l’inizio di una lettera. Scusami mi sto perdendo in chiacchiere inutili.
Ti scrivo perché avevo bisogno di sentirti vicina. Avevo bisogno di sentirti vicina per l’ultima volta.
Sto viaggiando molto da quella notte, dalla notte in cui abbiamo spezzato ogni tipo di legame. Anzi dalla notte in cui io ho spezzato ogni tipo di legame con te…e con mio fratello.
Ti ricordi quando ti portai a guardare le stelle? Avevi solo 16 anni ed eri innamorata persa di un tipo, un tipo italiano che ti ha spezzato il cuore. Mentre io…beh lo sai, io ero irrimediabilmente innamorato perso di te. Andammo sulle colline di Hollywood, proprio sotto la grande scritta, il tuo posto preferito…il nostro posto preferito. Tirasti fuori dalla borsa un orribile coperta rosa ed io mi misi a ridere perché era davvero brutta ma ti dissi comunque che era bellissima, solo per vederti sorridere. Quella notte ti cantai una canzone, tu pensasti fosse per Amelia, in realtà era per te. Non lo scopristi mai perché nessuno sapeva il vero destinatario di quella canzone…”
 
Aria sorrise al ricordo di quella notte, si erano distesi sopra quella coperta, in una notte d’estate a guardare le stelle cadenti. Lei piangeva per quel ragazzo di cui in quel momento non ricordava neanche il nome adesso e lui stava lì a consolarla. Videro una stella cadente ed in quel momento si guardarono negli occhi, capì che il loro rapporto non era poi così sano come voleva credere, c’era del fuoco nello sguardo languido di lui, e sicuramente se si fosse vista allo specchio avrebbe notato lo stesso sguardo bruciante. E poi improvvisamente lui si era alzato per prendere la sua chitarra ed intonare le note di una nuova canzone, una canzone dolcissima. Gli chiese con un po’ di timore per chi l’avesse scritta ma lui senza far trapelare alcuna emozione, le rispose che era per un amore perduto in quel periodo e lei annuì voltandosi poi verso il cielo.
Continuò a leggere lasciando che qualche lacrima bagnasse un po’ il foglio, non faceva affatto bene piangere prima della cerimonia.
 
“...scusa mi sono perso tra i ricordi è solo che in questo momento ho un vortice in testa, un vortice pieno di momenti passati insieme, momenti in cui tentavo inutilmente di farmi notare. Di farti capire che non potevamo semplicemente essere amici, non per me.
Ma il nostro momento non è mai arrivato, quel fiume di sensazioni che speravo straripasse dentro di me non è mai arrivato e solo adesso mi rendo conto che non arriverà mai. Avevo 18 anni quando ti incontrai per la prima volta e mi innamorai immediatamente. Non credevo all’amore a prima vista, ma tu hai cambiato tutto quanto. Tu, i tuoi sorrisi, le tue follie, hanno cambiato il mio modo di vedere le cose.
Poi è arrivato Nick, e per te c’è sempre stato lui, sempre e solo lui. Ci vedevamo sempre meno e la maggior parte delle volte ci vedevamo solo perché mio fratello aveva combinato qualche cazzata. All’inizio mi andava bene, benissimo perché avevo la possibilità di passare del tempo con te e magari farti capire che no, non è mai stato l’uomo giusto. Poi con il passare del tempo ho capito che è stata tutta una fatica inutile perché tu lo ami, lo ami come non hai mai fatto con nessuno. Forse lo ami allo stesso modo in cui io amo te e lui…forse ti ama anche lui.
Sei cresciuta, sei cambiata in tutti questi anni, sei diventata una donna bellissima ed io sono così fiero di te…e adesso ti sposi. Ho desiderato così tanto che scegliessi me, ho sognato così tante volte il giorno in cui ti avrei potuto dire ti amo, in cui ti avrei potuto fare la proposta di matrimonio…scegliendo una chiesetta in spiaggia proprio come piaceva a te, alle Hawaii magari e non al centro città, non con tanto sfarzo come invece farai nel tuo giorno.
In questo momento ti sto scrivendo dalla Louisiana, ricordi quando decidemmo di fare un viaggio insieme? Volevi girare tutti gli Stati Uniti, partire all’avventura. Tra un’ora mi metterò in viaggio per poterti vedere. Ti consegnerò questa e poi sparirò dalle vostre vite.
Scusami se ti ho fatta soffrire, scusami se ti ho causato solo dolore ultimamente, scusami se quella notte ti ho trattata male. Mio fratello ha ragione, non sono in grado di costruire qualcosa di completamente mio.
Comunque vadano le cose ti porterò nel cuore…sempre.
Sorridi e sii raggiante come sempre nel giorno più bello della tua vita. Sii felice e lo sarò anche io.
Ti amo Joe”
 
Sorrise in lacrime, posando poi la lettera dentro la sua borsa mentre si risistemava il trucco. Era stata davvero così cieca da non capire che l’amore che provava Joe per lei era così forte e non malsano come voleva credere? No, lei sapeva tutto quello che il ragazzo le aveva scritto nella lettera, semplicemente non ci voleva credere, voleva lasciar correre tutto. Lei aveva Nick, lei amava Nick. Era questo ciò che si ripeteva sempre.
Bussarono di nuovo alla porta e Aria preparando uno dei suoi sorrisi migliori aprì la porta trovandosi davanti sua madre già in lacrime con il suo patrigno che cercava di calmarla. 
 
-E’ arrivato il momento tesoro…-, disse l’uomo abbassandole il velo e sorridendole teneramente.
-Allora andiamo ho un marito che mi aspetta…-, rispose la ragazza tirando un sospiro e guardando eloquentemente la madre che adesso era diventata piuttosto seria.
 
 
 
***
 
 
 
26 Maggio 2012,
Basilica di Sant Andrew,
Los Angeles, California
 
 
La grande Chiesa di Sant Andrew, era completamente ricoperta di fiori bianchi, pronta ad attendere una nuova coppia. Pronta ad incoronare un nuovo amore.
Lungo la navata centrale un immenso tappeto rosso faceva da divisore a due file di banchi, contornate di fiori e fiocchi bianchi.
Sull’altare un bellissimo vaso di cristallo troneggiava accanto alle poltrone dove si sarebbero seduti i due ospiti.
Tutto era bianco quel giorno. Bianco come la purezza dell’amore di Nick e Aria, bianco come la genuinità dei due ragazzi. Bianco come le promesse che si erano scambiati e quelle che di lì a breve avrebbero coronato il loro amore.
Tutto era pronto. Tutto era pronto ad accogliere la famiglia Jonas, la nuova famiglia Jonas.
L’auto color panna di Aria era appena arrivata davanti la chiesa dove l’attendevano due bambine, cugine di Nick, con il cestino dei fiori e le sue damigelle tra cui Julie.
Era tutto perfetto, non si sarebbe tirata indietro, non avrebbe guardato indietro non adesso che il suo uomo l’aspettava all’altare.
Scese dall’auto aiutata dal patrigno e si diresse a passo lento verso l’entrata della Chiesa seguendo quelle bambine bionde che zampettavano allegramente spargendo petali di rose rosa ovunque. Come attirata da una calamita si voltò verso un angolo lontano alla Chiesa e lo vide, vide Joe che le sorrideva infilandosi poi gli occhiali da sole annuendo tristemente. Lei si fermò un attimo sorridendogli teneramente. Josh richiamò la sua attenzione e lei annuì non capendo bene la domanda prima di riprendere a camminare guardando dritta davanti a sé.
Entrò in Chiesa finalmente, rimanendo affascinata da quegli addobbi, rimanendo incantata da quel bianco che ricopriva quella basilica così antica, così grande. Sorrise divertita a Nick che si asciugava la fronte con un fazzolettino di seta bianca, visibilmente agitato. Sorrise teneramente a Kevin che invece aveva gli occhi lucidi nel vederla splendida con l’abito di sua moglie. Sorrise alla famiglia Jonas, a Denise che aveva visto Joe e aveva un peso nel cuore. Sorrise a sua madre che invece era emozionata. Arrivata davanti al padre di Nick, che avrebbe celebrato la messa per l’occasione, si voltò e sorrise al suo patrigno che si lasciò sfuggire una lacrima di commozione, fiero di far parte di una famiglia splendida. Fiero di aver acquisito una figlia come Aria.
Paul iniziò a celebrare la funzione emozionato, fermandosi ogni tanto per trattenere la commozione. Quello che vedeva negli occhi di suo figlio era qualcosa di unico. Quello che vedeva negli occhi della ragazza era qualcosa di raro. Entrambi avevano scoperto il vero amore, entrambi stavano celebrando la loro unione.
Arrivati al momento delle promesse Nick parlò con voce tremante tanto era emozionato. Si promisero devozione totale l’uno nei confronti dell’altra, si promisero amore eterno guardandosi negli occhi, si promisero sincerità sempre.
 
-Si Nick adesso puoi finalmente baciare la sposa…-, disse Paul facendo sorridere tutti quanti mentre Nick si metteva una mano dietro la nuca visibilmente imbarazzato. Si avvicinò a Aria, alzandole il velo e baciandola dolcemente. Le sorrise sulle labbra, ad occhi chiusi, mentre lei gli stringeva le mani.
-Diamo tutti il benvenuto alla famiglia Jonas, Nicholas e Aria Jonas-, terminò il signor Jonas congratulandosi poi con la coppia mentre tutti applaudivano felici.
-Ti amo signora Jonas…-, le disse Nick mentre si dirigevano verso la loro auto che li avrebbe portati al ricevimento.
-Ti amo signor Jonas…-, gli rispose lei sorridendo felice lasciandosi aiutare per salire in macchina mentre tutti li guardavano emozionati.
 
Si girò un’ultima volta verso il punto in cui poche ore prima aveva visto Joe e vi trovò solo una rosa rossa. Se n’era andato, come promesso era scomparso dalle loro vite. L’aveva fatto perché manteneva sempre le sue promesse, giuste o sbagliate che fossero. Si voltò verso suo marito che le stringeva una mano e gli sorrise prima di baciarlo dolcemente.
Si erano promessi sincerità e lei già gli nascondeva di Joe. Non poteva permetterlo. Avrebbe strappato quella lettera appena rientrata in albergo.
Era la signora Jonas adesso e come tale aveva delle responsabilità. Aveva raggiunto un altro traguardo della sua vita, forse il più bello. Si erano conosciuti, innamorati, persi e ritrovati.
Adesso sperava solamente di vivere la vita fiabesca e senza drammi che aveva sempre sognato. Anche se aveva imparato che nella vita non bisogna mai dire mai.

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