A ciascuno il suo

di Francibella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Severus Piton ***
Capitolo 2: *** Horace Lumacorno. ***
Capitolo 3: *** Minerva McGranitt ***
Capitolo 4: *** Pomona Sprite ***
Capitolo 5: *** Rubeus Hagrid. ***
Capitolo 6: *** Ruf ***
Capitolo 7: *** Vitious. ***
Capitolo 8: *** Aberforth Silente. ***
Capitolo 9: *** Albus Silente. ***



Capitolo 1
*** Severus Piton ***


Severus Piton

In linea di massima io odio gli studenti.
Odio i Grifondoro, così presuntuosi, certi che il loro coraggio li porterà a conquistare il mondo.
Odio i Serpeverde, così imbevuti delle loro teorie sul sangue puro, certi che essere figli di maghi da generazioni li porterà a conquistare il mondo.
Odio i Corvonero, così assorbiti dallo studio, certi che la loro intelligenza li porterà a conquistare il mondo.
Odio i Tassorosso, così inutili, certi che un qualcosa di indefinito, che loro comunque non possiedono, li porterà a conquistare il mondo.
Ho sempre avvantaggiato i Serpeverde per fini prettamente egoistici. Volevo solo strappare la vittoria a Minerva.
Ho avuto come studenti i tre del Trio Miracoli e non mi sono mai piaciuti. Pieni di difetti.
Ho avuto come studente Draco Malfoy, ma in fondo nemmeno lui mi è mai piaciuto.
Qualcuno mi ha detto che io sono insofferente verso il mondo, perché lo ritengo responsabile di avermi portato via l’unica cosa bella.
No, lei non centra. Lei non ha mai avuto niente a che fare con tutti noi. Tanto meno con lui. Lei era di un’altra dimensione, ne sono convinto. Lei era perfetta, eterea. Ma questa è un’altra storia.
Dicevo … Io odio gli studenti, ma una volta, una sola volta,  non ho provato ribrezzo per una di loro. All’inizio per me era come tutti gli altri. Indifferente. Il che è un bel risultato, voglio dire, indifferente non è odiosa. Ma poi ho fatto la fatica di osservarla un po’ di più. Per la prima volta ho guardato una studentessa. Non era bella, infatti nessuno dei ragazzi la notava. Sembrava non avere nulla di speciale e tutti la prendevano in giro. Questo mi ha fatto ricordare qualcuno che conoscevo, ma è stato tanti anni fa e lui era solo un moccioso.
La prima volta che ho capito che Luna Lovegood mi stava simpatica è stato quando, dopo aver passato un’ora in punizione – per qualcosa di cui era sicuramente stata incolpata ingiustamente – con me, mi ha ringraziato per aver speso del tempo con lei. L’ho guardata come se venisse da un altro pianeta. Era Corvonero, ma tutti sembravano chiedersi il perché. Pareva non brillare di ingegno. Quella sera capì che era solo una facciata, dentro Luna Lovegood c’era molto più di quello che tutti credevano di vedere. Odio ammetterlo, ma Potter se ne accorse prima di me. La incluse nel suo ES. Se non fossi Severus Piton, direi che grazie a questa esperienza lei sbocciò. La vidi farsi degli amici – sbagliati, ovviamente! Andiamo Neville Paciock? – ed essere più felice. Ma Luna Lovegood era sempre felice, sempre gentile, sebbene in molti la prendessero in giro. Perché lei? Non so. Non so se in lei rividi me stesso, sfigato ed emarginato, finalmente accettato nella cerchia di quelli che contano. O se rividi lei, schernita per il suo sangue, ma sempre buona con tutti, sempre amorevole.
Oggi io sono solo un’ombra in questo mondo. Non ci sono più. di me restano tanti ricordi e un quadro, ma ogni tanto la seguo lo stesso. Lei è sempre uguale. Ora non ha più quindici anni, ne ha trenta, è madre e moglie. Lui è strano come lei, anzi anche peggio. Ha due bambini, biondi come loro. Si vede con i Potter, con i Weasley e con i Paciock. Ha una vita normale, finalmente. Ma ogni tanto la vedo ancora cercare Gorgosprizzi in giro.
Luna Lovegood è il nome che darei se mi chiedessero chi sia stato in tanti anni il mio studente preferito. Non c’è un motivo speciale, forse perché quando sono stato preside e tutti mi odiavano, lei – contro ogni logica – continuava a sorridermi ogni tanto per i corridoi. 








Nda. Lo so che con questa storia sto per incorrere nel biasimo sociale. Lo so, lo so davvero. Anche perché la domanda è più che lecita ... Piton e Luna? Ma quando mai? Però boh ... volevo essere un po' originale... Va beh prima di ritirarmi ci tengo a fare una precisazione. Piton NON è innamorato di Luna, ovviamente, spero si capisca! Ultimissima cosa, quando Piton dice "lei" ... Beh non c'è nemmeno bisogno di dire di chi stia parlando, no? ;) Al prossimo capitolo ...

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Capitolo 2
*** Horace Lumacorno. ***


Horace Lumacorno

Se avessi avuto trent’anni in meno le avrei sicuramente fatto la corte. Bella, ah sì, decisamente bella. Ma non era solo quello. Intelligente, simpatica, spiritosa, diligente. Era tutto quello che un uomo potesse desiderare. Peccato che fosse anche una bambina. Per questo decisi che il mio ruolo nella sua vita sarebbe stato quello di mentore, di mecenate e di protettore. Lily Evans era la mia pupilla, la mia preferita e non temevo che si vedesse. Avevo altri studenti piuttosto brillanti, lo stesso Severus era un abile pozionista, ma lei era superiore. Non era studio, era talento. Era qualcosa che chiunque avrebbe pagato per avere. Ad occhi chiusi avrebbe fatto meglio di un qualsiasi … non so … Sirius Black ad occhi aperti con il libro davanti. Era dotata, diamine se era dotata. Era perfetta, davvero, non saprei trovarle un difetto. Fu un’ottima amica per Severus fino a quando lui … Beh si sa. Fu un ottima amica per Remus Lupin, lo sostenne sempre, senza mai permettersi di chiedergli di più di quel segreto inconfessabile. Fu un’ottima fidanzata e poi moglie per James Potter. Quanto fu felice lui quando lei finalmente accettò di uscire insieme a lui, se lo ricordano ancora i muri! Sarebbe stata un’ottima madre per Harry, senza alcun dubbio. Comunque il motivo per il quale lei è e sempre sarà la mia allieva preferita è che nonostante fosse brava, ma davvero brava – meglio di me di sicuro – non lo faceva mai pesare. La vidi aiutare Peter Minus una volta, cosa non da poco di sicuro, senza spazientirsi mai. Una ragazza fantastica. Ero convinto che non avrei mai trovato un’altra come lei. E in un certo senso è così. Anche se credo di averne trovato un altro. Un certo Albus Severus Potter, mai sentito? Della nonna non ha solo gli occhi, posso dirlo con certezza. E, ma questo è solo un parere, credo che lui potrebbe guadagnare quella fama di pozionista che a Lily fu preclusa. Lei che preferì sacrificarsi per la causa, piuttosto che votarsi ad una vita fatta di fialette, veleni, antidoti e soldi, oggi rivive in lui, non solo in quegli occhi gentili e verdissimi, ma anche nelle sapienti mani che si adoperano per creare qualcosa di straordinario. Un antidoto, un veleno, una qualsiasi pozione. Vivrà per sempre chi viene ricordato. Lily Evans per me non morirà mai.

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Capitolo 3
*** Minerva McGranitt ***


MINERVA MC GRANITT


Queste domande sono davvero inopportune. Non si chiede ad un bambino se preferisce la mamma o il papà. Non si chiede ad una suocera quale delle due nuore preferisca. E non si chiede ad un professore chi sia il suo alunno preferito. Non diciamo sciocchezze, è davvero sconveniente. Io poi non ho preferenze. Sono sempre stata una professoressa molto seria. Forse quando ci avvicinavamo alla finale di Quidditch, potrei aver alleggerito i ragazzi da alcuni compiti in più. Fu solo un caso, ci tengo a sottolinearlo. Perché io sono la serietà fatta a persona. Non faccio preferenze. Certo ci sono stati alunni che mi hanno disperare più di altri, ma in fondo tutti hanno un posto nel mio cuore. Quasi tutti. Anche i peggiori. Quindi non ho un alunno preferito.
 
 
 
 
 
 
Va bene, non ditemi che ci avete seriamente creduto? Certo che ho avuto alunni che mi sono piaciuti più di altri! Non c’è bisogno che faccia i nomi di questi ultimi. Preferisco parlare delle cose belle; sono stanca di quelle brutte. Ho avuto molti alunni che per me sono stati quasi dei figli, non avendone avuti di miei. Ma una in particolare mi rimarrà per sempre nel cuore. Non perché fosse brava – per carità lo era – non perché fosse gentile o coraggiosa. Solo perché in lei rivedevo me. La rivedevo fare i miei stessi errori e avrei voluto fermarla, avrei voluto dirle: “Smettila di pensare a studiare, goditi la tua adolescenza, fatti degli amici, esci con i ragazzi, non passare tutto il tempo in biblioteca!” Ma è chiaro che Hermione Granger non aveva bisogno del mio aiuto per essere salvata. C’erano i suoi due amici ad evitarle di diventare un mucchietto di polvere in un angolo della biblioteca. In Hermione ho sempre rivisto me, con i miei pregi e i miei difetti. Perfezionista, studiosa, diligente, noiosa, pedante, pignola. Alla fine ho capito che lei non è me. Non lo è mai stata e mai lo sarà, per fortuna. Lei è Hermione, è se stessa, è un’eroina. Ricorderò sempre quando – pochi giorni dopo la battaglia finale – venne da me. Era seduta fuori dal mio ufficio e non aveva bussato. Fui io ad uscire e a vederla lì. Avevo semplicemente intenzione di andare a sistemare qualcosa (in quel periodo c’era sempre qualcosa da sistemare). E lei era lì, seduta a gambe incrociate, pensierosa, con i capelli arruffati. La rividi ad undici anni, quando era solo una bambina. Ma poi si alzò, appena mi vide, e lì capì che di quella bambina era rimasto solo un vano ricordo. Era bella, ora. Davvero bella. Aveva un’espressione profonda, seria, ma bella. Un sorriso di tenerezza mi comparve sul volto, lei ricambiò poco convinta. Poi la domanda. La fatidica domanda. Probabilmente me la fece invogliata dal fatto che non fossimo nel mio ufficio, ero sempre un’insegnante, ma ci trovavamo in un campo neutrale. “Riuscirò ad andare avanti? Riuscirò a preoccuparmi solo per un compito di Difesa contro le Arti Oscure? Riuscirò a smettere di vivere nell’ansia? Riuscirò a non svegliarmi più la notte per vedere se Harry e Ron stanno bene? Riuscirò a pensare davvero al mio futuro? Riuscirò a sorridere di nuovo ? Riuscirò ad essere felice?” Si sentiva vuota. Per mesi la paura, l’ansia e il coraggio l’avevano riempita, erano stati il suo pane quotidiano. Ma ora? Aveva paura di non riuscire a vivere nella normalità. È un comportamento molto comune, anche tra i Babbani, tra l’altro. Molti di quelli che tornano dalla guerra faticano a riadattarsi alla vita normale. Un po’ l’orrore di quello che hanno visto, un po’ la sensazione di essere fuori posto. Sapevo che ce l’avrebbe fatta, perché è una ragazza forte. “Sebbene alcune invenzioni – gira tempo – ci facciano credere che si possa tornare indietro, in realtà non si può. La vita va in un solo senso, solo in avanti. Quindi si, Hermione, riuscirai ad andare avanti. L’ansia e la paura svaniranno presto. O meglio svaniranno quelle per Voldemort e per la guerra. Ma poi arriveranno quelle per i M.A.G.O. e per il lavoro. Sicuramente sorriderai, perché hai un bellissimo sorriso e due amici fantastici che ti hanno sempre rallegrata. Quello a cui non ho risposto è se riuscirai a smettere di alzarti nel cuore della notte per preoccuparti di Ron e Harry. No, non smetterai, perché quei due sono senza speranza, ti faranno stare sempre in ansia. Diventeranno ottimi Auror, di sicuro, però ti faranno sempre preoccupare. Tu sei il loro punto di riferimento. Lo sarai sempre. Lo sei stata prima e durante la guerra e lo sarai anche dopo. Quindi stai tranquilla, Hermione, ce la farai. Ce la faremo tutti.” Ecco perché Hermione Granger è la mia preferita e lo sarà sempre. Perché è forte, coraggiosa, intelligente e non ha paura di piangere, non ha paura di dimostrarsi fragile. Non ha paura di avere paura.







Nda. Terzo capitolo! La Mc Granitt e Hermione, un classico, no? Solo Piton era un po' un azzardo, gli altri sono abbastanza canon, no? Spero che Bellatriix sia contenta dato che se l'aspettava già al secondo capitolo!  Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito. Ovviamente risponderò presto! ;)

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Capitolo 4
*** Pomona Sprite ***


POMONA SPRITE

Erbologia non è mai stata una delle materie più popolari tra gli studenti di Hogwarts. Ricordo che anche quando io ero una studentessa, in molti la snobbavano. In inverno faceva freddo ed era una scocciatura uscire dal castello, d’estate nella serra faceva troppo caldo. Non è una materia difficile, assolutamente. È solo un po’ stancante e faticosa, ma come amo dire tutti quei famosi e abili Pozionisti come farebbe senza noi Erbologisti? Senza la nostra conoscenza che permette di raccogliere e distinguere tutti gli ingredienti per le loro complicate pozioni? Se sentite un po’ di astio forse avete ragione. Facevo schifo a scuola in Pozioni. In realtà facevo schifo in tutto tranne che in Erbologia. È stato fantastico quando ho trovato qualcuno come me. Anche se poi avrei scoperto che lui era tutto tranne che come me. Però per un po’ è stato bello. Neville Paciock era un inguaribile pasticcione, davvero. Sembrava non farne una giusta. Avevo deciso di prenderlo sotto la mia ala protettiva, sebbene potesse servire a poco. Certo, con il senno di poi, vedendolo combattere avrei capito che era stato inutile. Neville è un Grifondoro, è coraggioso, è valoroso. Non è cosa da tutti tirare fuori la spada di Godric Grifondoro dal Cappello Parlante. Lui è anche quello che perdeva sempre tutto, dimenticava ogni cosa e non era in grado di seguire una lezione di pozioni senza distruggere qualche cosa, ma è davvero importante? Alcuni di noi sono come le farfalle, ci mettono un po’ a sbocciare per davvero. Neville si è preso il suo tempo, ma ha fatto bene, adesso è finalmente quel ragazzo meraviglioso che in pochi riuscivano a vedere prima. Neville Paciock è il mio studente preferito, non perché lo trovi simile a me – anche perché non lo è – quanto piuttosto perché è un ragazzo coraggioso e anche se è un po’ imbranato si è battuto per quello in cui crede. Beh ovviamente il fatto che vada molto bene in Erbologia aiuta per essere il mio studente preferito …

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Capitolo 5
*** Rubeus Hagrid. ***


RUBEUS HAGRID

Dovrei dire che Harry è il mio alunno preferito. Però non è proprio così, perché Harry non era uno studente per me. Era un amico. Cioè lo è ancora, un amico. Non è mai stato un alunno come tutti gli altri. Me lo ricordo, ancora undicenne, con il suo visetto sormontato dagli occhialetti tondi. Ah, il mio Harry. Quindi no, non è Harry Potter il mio alunno preferito. So che potrei stupirvi, quando vi dirò il nome, ma … No, non è Draco Malfoy, ovviamente! Non sono mica stupido! In realtà io non la conoscevo tanto bene. Non aveva mai passato tantissimo tempo con me, però la vedevo. La vedevo spesso. Aveva tante amiche, una grande famiglia. Ma ogni tanto scorgevo un’espressione triste nei suoi occhi. Mi ero chiesto cosa fosse. Me lo chiedevo ogni volta che la incontrassi. Non appena capiva che cercavo di leggerle dentro, mi sorrideva con calore. Ma vedevo come le mancasse qualcosa, come avesse un peso sul cuore. Me lo confessò al suo terzo anno. Era l’anno del Torneo Tre Maghi e io ero un po’ in ansia perché Harry partecipava. Avevo visto gli altri, Krum era più del doppio di Harry! Quando sono un po’ preoccupato faccio quattro passi nella natura, mi aiuta stare all’aria aperta. Mi pare fosse il giorno della battaglia con i draghi. Comunque stavo camminando e la vidi seduta sotto un albero. I lunghi capelli rossi sciolti al vento e grossi lacrimoni le inondavano gli occhi. Quando mi sedetti accanto a lei non disse nulla e continuò nel suo silenzio per altri venti minuti buoni. Alla fine disse solo «Avrebbe potuto morire.» Non sarò un tipo molto intelligente, lo ammetto, ma riuscivo a vedere il ragazzo nei suoi occhi. Passai l’ora successiva ad ascoltare la piccola Ginny Weasley che mi parlava del suo amore non corrisposto per Harry Potter. Tentai di consolarla e le dissi di venire da me in qualsiasi momento. Il problema di Harry non era che non amasse Ginny, solo non ci pensava. Era troppo preso dal su inesorabile destino per vederla davvero. Inoltre riteneva che quella della ragazza fosse una stupida cotta adolescenziale. Ginny non mi parlò più del suo doloroso amore, ma quando veniva da me riuscivo facilmente a indovinare quale fosse il problema. Harry aveva invitato Cho. Harry aveva incontrato Voldemort. Harry aveva baciato Cho. Harry l’aveva beccata con Dean Thomas e non aveva detto nulla. Finalmente seppi che Harry l’aveva baciata e che ora stavano insieme. Ma fu solo un breve periodo. Lui la lasciò e io credetti che l’avrei rivista con la solita espressione avvilita. Ma nulla era più lontano dalla verità. Quando tornò ad Hogwarts era animata da una forza che non avevo mai visto prima in lei. Era quella forza che le madri tirano fuori quando devono salvare un figlio, aveva quella luce negli occhi che avevo visto tante volte negli occhi di Molly Weasley. Voleva combattere, voleva fare la sua parte, voleva cercare di alleggerire il peso che gravava sulle spalle del suo Harry. La vidi combattere per tutto l’anno, anche quando non venne più a scuola in fondo sapevo che stava combattendo. La vidi combattere durante la battaglia, la vidi piangere suo fratello e tutti gli altri. E poi – all’improvviso – la vidi di nuovo felice. La vidi accanto ad Harry, la vidi fidanzata, la vidi moglie e la vidi madre. Sempre accanto all’unico bambino, poi ragazzo e infine uomo che aveva mai amato. È Ginny Weasley la mia alunna preferita, perché sono dell’idea che spesso siano gli alunni a dover insegnare ai professori. Lei mi ha insegnato a non arrendersi, mai. Chi avrebbe potuto dire che quella ragazzina piena di lentiggini sarebbe diventata una bellissima donna e avrebbe sposato il bambino dagli occhi verdi? 

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Capitolo 6
*** Ruf ***


Cuthbert Rüf

Le persone credono che essere un fantasma sia facile, credono che in fondo sia essere come umani solo … più leggeri. Beh non è affatto così. Quando diventi un fantasma, alla lunga, dimentichi cosa significhi essere umano. Dimentichi i sentimenti e le emozioni, o forse vuoi dimenticarli perché sai che non li proverai mai più. Sai che finché il mondo starà su tu lo abiterai, ma non proverai mai dolore, mai felicità e mai morirai. Questo è un altro punto su cui la gente si sbaglia spesso. Crede che non morire sia bello, ma non lo è. Io non morirò mai. Domani potrei smettere di insegnare, è vero. E allora cosa farei? Potrei fare tutto o niente. Non importa cosa io faccia della mia esistenza, a nessuno interessa. Ci sono dei fantasmi che vivono nel passato e dei fantasmi che vivono nel presente. Chi vive nel passato, fondamentalmente conduce un’esistenza piena di rancore. Verso chi l’ha ucciso o cose di questo tipo, rovina il proprio tempo e quello altrui. Chi vive nel presente, invece, fa amicizia con i vivi, instaura con loro particolari legami, amicizia si permette di chiamarla, ma in fondo sa che tutti quelli che chiama amici prima o poi moriranno. È il nostro destino. Sopravvivere a tutto e tutti. Possiamo forse cullarci nella consolazione di non essere soli, ma in fondo, siamo profondamente soli. La nostra è una solitudine che ci entra dentro, piano piano, giorno dopo giorno, da quando abbandoniamo il nostro corpo. Per questo motivo e non per disinteresse pure io non ho mai interagito con alcuno studente. Non volevo affezionarmi, avevo sentito fin troppe Sir Nicholas lamentarsi del fatto che questo o quello studente si fosse diplomato. Per me erano solo temi da correggere, persone da esaminare. Nulla di più. E sapevo di essere quello io stesso per loro. Io ero la causa delle ore piccole la notte, di sbadigli durante il giorno e di ansia prima del test. Nulla di più. Era un buon rapporto, secondo me. Per questo mi odio ancora di più. Perché sapevo bene di questo tacito accordo e fui io a romperlo per primo. Cercai di convincermi che fosse colpa sua, ma lui era soltanto interessato. Sono stato io a guardarlo, io a notare quell’interesse, io a volerlo approfondire. Lui si chiamava Remus J. Lupin e ascoltava con attenzione ogni mia parola, con gli occhi pieni di desiderio di apprendere. Io ero sconvolto, tanto che ripetei la stessa frase due volte, quando me ne accorsi. Prendeva appunti e mi guardava sinceramente interessato. Ignorando quella specie di ratto di fianco a lui o i ragazzini casinisti dietro. Era semplicemente preso dalla lezione e io volevo sapere il perché. Avrei dovuto fermarmi, avrei dovuto capirlo e invece decisi di interessarmi a lui. Remus J. Lupin,  15 anni, Neo - Prefetto dei Grifondoro, comportamento irreprensibile, amicizie un po’ sbagliate. Sir Nicholas lo aveva descritto così, facendone un particolare elogio, ma non troppo esagerato, pareva più interessato ad un Potter qualcosa. Queste semplici parole usate per descrivere Lupin non dicevano nulla di lui e me ne accorgevo solo ora. Per anni quello sarebbe stato anche troppo, ora invece era poco, troppo poco, se volevo conoscere il ragazzo per davvero. Fu il professor Silente ad illuminarmi. Con un tono di voce calmo e pacato mi disse semplicemente la scottante verità: Remus Lupin era un lupo mannaro. Allora tutto mi fu chiaro. Ciò che il signor Lupin cercava era una risposta. Alla domanda perché io? Perché devo fare del male alle persone? Perché non posso essere come gli altri? Solo che io non avevo una risposta. Non ce l’avevo proprio. Avevo solo una cosa da potergli dire. Lo trovai una sera, seduto per le scale che guardava fuori dalla finestra.
«Remus Lupin, so che non mi hai fatto nessuna domanda e so che non ti aspetti nessuna risposta da me, ma io voglio ugualmente dirti una cosa. Quando si muore, tutti vanno dritti nell’altro mondo, dove sinceramente non so cosa accada, ma lì si viene giudicati per quello che si è fatto in vita. Dopo riceverai un trattamento corretto al tuo comportamento in vita. Tutti vanno là e affrontano il giudizio che spetta loro e poi vivono la vita eterna tanto agognata. Qualcuno però è più codardo degli altri, troppo legato a questa vita materiale per potersene andare. Io sono uno di questi, ho preferito rimanere qui, nel mondo conosciuto, a vivere una non – vita piuttosto che affrontare ciò che mi aspettava. Tu invece, Remus Lupin, sei qui, vivi la tua vita come qualsiasi altro ragazzino, ma non sei un ragazzino qualsiasi. Quanti di loro una volta al mese si trasformano in lupi mannari? Non sarebbe più semplice vivere come un lupo mannaro e basta? Senza cercare di essere normale? Sì, forse lo sarebbe, ma tu hai deciso di rimanere qui, di combattere per avere quella vita che credi di non meritare. Non so se ti interessi tutto ciò che ti ho detto, ma sappi che io ti stimo molto, perché stai facendo la cosa giusta anche se è quella più difficile. Non sei una persona cattiva, solo perché una volta al mese la tua parte animale prevale. Fidati.»
Non gli diedi modo di rispondere e fu meglio così. Due anni dopo si diplomò ottenendo ottimi voti. Molti anni dopo venne ad insegnare da noi, ora eravamo dalla stessa parte della barricata, ma non mi avvicinai a lui. Come non interagivo con gli studenti, non interagivo con i professori. Quattro anni dopo che se ne fu andato come professore, tornò, combatté e morì ad Hogwarts. Morì per tutto quello in cui credeva e per qualcosa d’altro che avrei scoperto solo dieci anni dopo. Quando Ted Lupin prese posto in classe – quello stesso posto che suo padre aveva occupato per sette anni -  il suo primo giorno di scuola, non ebbi problemi a riconoscerlo. Era suo figlio. Poco importavano i capelli blu o gli occhi di mille colori diversi. Mi concessi di guardarlo un attimo e poi cominciai la mia lezione. Non lo avvicinai mai, mi limitai a guardarlo di sfuggita ogni tanto. Solo un giorno, quando lo trovai addormentato su uno scalino a guardare la luna piena, mi avvicinai silenziosamente e mi limitai a sussurrare: «Tuo padre è stato il mio studente preferito.»













Nda. So di essere molto in ritardo, ma purtroppo il mio adorato pc ha deciso di non funzionare più. Quindi sono passata al fisso e ho riscritto tutta la storia. In origine era un po' tragicomica, ma la nuova versione è molto più seria, credo si noti. Ok, non so come sia effettivamente questa roba, io ho colto al volo un ottimo suggerimento di  _Eleutera_ ed eccomi qui! Spero vi sia piaciuto! Vi lascio e alla prossima, che sarà anche l'ultima, credo! ;)

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Capitolo 7
*** Vitious. ***


Professor Vitious



«Sono un mago, non un babbuino che brandisce un bastone.»
Ci tengo a precisarlo fin da subito, perché spesso la gente si confonde, mi vede lì, piccolino e crede che io sia meno importante di Pix! Eh no! Io sono un professore e si dà il caso che ci sia una gerarchia da rispettare in questa scuola. Mi ci sono voluti anni di intensi studi per giungere fino a qui e non permetto a nessuno studente di trattarmi come… come un babbuino! In ogni caso se dovessi dire chi è stato il mio studente preferito, ovviamente dovrei scegliere qualcuno che ha capito fin da subito questa cosa, che mi ha rispettato nonostante la mia altezza, che non mi ha mai ignorato o sottovalutato. Dovrei, ho detto. E a me il  condizionale non piace particolarmente. Sono sempre stato un mago pieno di timori e paure. Avevo le mie idee, ma non volevo mettere il bastone tra le ruote a nessuno, non volevo erigermi come pilastro dell’opposizione, diciamo così. Ero contento di questo mio modo di vivere. Poi ho cambiato idea. Forse non vi interessa, ma io voglio raccontarvelo. Era l’inizio di Maggio, ma non era un Maggio come tanti altri, dopotutto non era stato un anno come tanti. Eravamo in guerra e quel giorno, quel 2 di Maggio, si sarebbero decise le sorti dell’intero mondo, magico e non. Avrei combattuto, nonostante non fossi un fervente sostenitore dell’Ordine della Fenice. Non potevo nemmeno pensare alla vita che ci sarebbe toccato se Lord V-Vol… Voldemort (scusate è ancora difficile per me dirlo) avesse vinto. Mentre combattevo e un anatema mi sfiorò pensai che, forse, era meglio morire lì, sul campo di battaglia, piuttosto che vivere in un mondo dominato dalla paura, dal terrore e dalla cattiveria. Alla fine mi trovai vivo e vincitore. O meglio questa fu la sensazione che provai per un attimo, un solo attimo. Poi capii che forse ero fisicamente vivo, ma non ero certo un vincitore. Avevamo perso anche noi. E tutto mi fu chiaro quando vidi i ragazzi morti, in particolar modo quando ne vidi uno. Perché lui, e purtroppo me ne resi conto solo in quel momento, lui era il mio studente preferito. Fred Weasley non meritava di morire. Per infinite – ed evidenti – ragioni, ma soprattutto per una prettamente egoistica. Solo quando tutto era finito, avevo capito che tra tutti, avrei ricordato per sempre Fred e George Weasley. Perché sì, erano tremendi, erano vivaci, erano una fonte inesauribile di disturbo; ma erano dei bravi ragazzi, avevano dei giusti  ideali e un grande cuore. Mi avevano insegnato a opporsi a coloro che spadroneggiano, quando si erano opposti alla Umbridge. Avevano tanti amici, una bella famiglia e tutta la vita davanti. A me invece costa resta? Il rammarico di non aver capito prima che è inutile vivere preda delle proprie paure e che se vuoi qualcosa devi andare là fuori e combattere. Loro lo avevano fatto. Ed entrambi ne hanno pagato le conseguenze. George, per proteggere Harry, aveva perso un orecchio. E Fred per il futuro di tutti noi ha perso la vita. Certo, quando sei in guerra ti aspetti che qualcuno muoia. Sai che potrebbe capitare a te o ai tuoi cari, ma saperlo non ti prepara al dolore. Non ti preserva da quella lacerazione interiore, contro la quale nulla può. Non chiedetemi mai più se ho degli studenti preferiti, perché uno di loro è morto, prima che io potessi dirgli quanto fosse un ragazzo straordinario. L’altro è vivo, potrei recarmi da lui ogni volta che voglio a Diagon Alley o nella filiale Zonko ad Hogsmeade, ma in fondo non ce la faccio. Non riesco a sostenere il suo sorriso, perché lui, che ha meno della metà dei miei anni, è molto più coraggioso di me. Scelgo Fred e George perché nessuno dovrà mai dimenticare questi due, grandi, EROI.












Nda. Totalmente campata per aria. Vitious e i gemelli? Ma dove? Ma come? Ma quando? Lo so, non sono convinta nemmeno io, però... Se Piton ammirava Luna ... Va beh ok, lascio giudicare a voi. Ciao a tutti!

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Capitolo 8
*** Aberforth Silente. ***


Aberforth Silente



Fate silenzio e ascoltate bene. Perché Aberforth Silente non ripete niente. Sono diventato professore. Sì, ok, nessuno se lo aspettava. Siete tutti lì che vi domandate cosa sia successo a quella santa donna della Mc Granitt per nominarmi professore di Difesa Contro le Arti Oscure, ma io, sinceramente , non lo so. Ero lì, nel mio bel locale, quando la nuova Preside di Hogwarts entra, seguita da un nano petulante e da un tricheco con gli occhi languidi. Ovviamente ora li devo chiamare professor Vitious e professor Lumacorno, ma, per quanto mi riguarda, è la prima impressione quella che conta. Dopo un paio di convenevoli, la MC Granitt, diretta come solo lei sa essere, mi dice che vuole che io insegni nella sua scuola. Così di punto in bianco. Gli altri due chiaramente non lo sapevano. Il piccoletto è sbiancato e ha sputacchiato tutta la sua bevanda. L’altro ha iniziato a balbettare. Lei li ha ignorati, con una certa classe, devo ammetterlo, e ha detto che le avrebbe fatto molto piacere se io avessi accettato. Mi ha dato tre giorni per pensarci. Per settantuno ore e cinquantanove minuti sono stato deciso della mia decisione. Quando lei è entrata e mi ha guardato io ho detto solo sì, accetto. In un minuto, ho preso una delle decisioni più importanti della mia vita. Tutto questo lo dico, perché vorrei che fosse chiaro che sono un professore come un altro. Meno bravo di tanti, forse, ma mi impegno al massimo. So che non è questo che vorreste sapere, so che non sto rispondendo alla vostra domanda. Voi vorreste sapere di lei. Lei, la mia alunna preferita. Non so perché mi piaccia tanto. È brava, è intelligente, è permalosa, è saccente, è bella, è simpatica, è puntigliosa ed è piena di amici e … parenti! È una Weasley, l’avete capito. Ma per me, lo devo ammettere, è Rose. Ora ha quasi l’età che aveva sua madre quando la conobbi. Hermione era solo una ragazzina che combatteva una guerra troppo grande, ma non la conoscevo sul serio. Con Rose è tutta un’altra storia. Ogni tanto le do qualche lezione privata, le insegno cose che non fanno parte del programma e lei è sempre avida di sapere. Quando spiego sento i suoi occhi sempre addosso, vuole conoscere, capire e imparare. Mi fa ridere molto, Rose. Quando la vedo in giro a suo cugino, Albus Severus. All’inizio avevo dell’astio mal celato per quel ragazzino. Insomma, nonostante tutto, Harry aveva chiamato suo figlio Albus, ma poi ho imparato a conoscerlo. O meglio, Rose me l’ha fatto conoscere. Non ricorda affatto mio fratello, sembra pensare sempre prima agli altri e poi a se stesso. Sicuramente, pensa prima a Rose. E lei lo adora, siamo gli unici di cui si fida, senza essere sospettosa. Anche verso gli altri professori, nutre uno strano scetticismo, che la porta a domandarsi se il professor Lumacorno sia davvero un uomo e non una poltrona che respira. Rose sa che di me può fidarsi. Io non ho mai fatto il professore e non ho mai voluto farlo, però con alcuni alunni ho sviluppato un rapporto quasi di … amicizia. Sicuramente, c’è un grande rispetto. Mi piace, questa Rose Weasley! Questo non significa che io mi risparmi le critiche. La maggior parte delle volte le dico che è una gallina o un cappone o un’incompetente. Ma lei, in fondo, lo sa che è la mia preferita. Anche se questo non la autorizza a venire da me a chiedermi consigli amorosi o pseudotali! Ho forse la faccia di uno che dispensa frasi d’amore? No. Anche se, forse, qualcosa più di lei la so, non può certo venirmi a chiedere perché Scorpius Malfoy assume uno strano atteggiamento tutte le volte che lei entra in classe, perché, andiamo, è evidente a tutti! Forse è per questo suo vedere le cose più difficili, ma bloccarsi alle più evidenti che Rose Weasley è la mia alunna preferita.

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Capitolo 9
*** Albus Silente. ***


Albus Silente


Non avrei voluto rispondere. Sul serio, avrei preferito non parlare del mio studente preferito. Perché io ho avuto milioni di studenti. E lui non è mai stato un mio studente nel vero senso del termine. Non sono stato suo insegnate, sebbene lui mi chiamasse professore. Ma, arrivato a questo punto, vi dirò chi è. Prima però, voglio spiegarvi il perché. Quando sei una persona intelligente e con molta esperienza, credi di aver visto tutto. Lo credi sul serio. Invece ti capita davanti una persona, che, davvero, non riesci a comprendere. Credi di sapere cosa farà, ma poi ti sorprende, reagisce in maniera inaspettata.
Sai che non entrerà in quel bagno, per salvare una ragazzina che nemmeno gli sta simpatica.

Invece lo fa.

Sai che non oserà addentrarsi in una zona proibita, solo per impedire a qualcuno di appropriarsi di un potere troppo grande

Invece lo fa.

Sai che non oserà andare avanti nelle sue ricerche su quelle strane scritte di sangue, perché tutti lo ritengono colpevole.

Invece lo fa.

Sai che non si addentrerà in una caverna buia e umida, sotto un bagno, per combattere qualcosa che non conosce e salvare una ragazzina.

Invece lo fa.

Sai che non può opporsi a quei ricordi troppo dolorosi, che un essere immondo gli provoca.

Invece lo fa.

Sai che non potrà graziare chi ha condannato i suoi genitori.

Invece lo fa.

Sai che non può affrontare tutti quelli che lo accusano di aver infranto la regola, di aver messo il suo nome dove non doveva.

Invece lo fa.

Sai che non ha possibilità di uscire vivo da quel labirinto, tanto meno di vincere.

Invece lo fa.

Sai che non può andare avanti un anno, sapendo che tutti parlano di lui come un povero pazzo.

Invece lo fa.

Sai che non può opporsi al volere di quella megera.

Invece lo fa.

Sai che non riuscirà a superare la morte dell’unica persona che potesse associare alla parola famiglia e che gli sarà difficile aprirsi ancora, fidarsi ed amare ancora.

Invece lo fa.

Sai che non riuscirà a portarti fuori da quella caverna, perché tu sei debole.

Invece lo fa.

Sai che non può trovare quegli oggetti maledetti senza di te,

Invece lo fa.

Sai che non potrà vivere, perché è lui stesso parte di ciò che deve uccidere. Dovrebbe morire e resuscitare, è impossibile.

Invece lo fa.
E vince.

Quando ti dicono che fai dei favoritismi, come puoi negare? È vero, lo hai favorito, per quanto potessi. Avresti potuto fare diversamente? Diciassette anni e un numero di problemi che la maggior parte non affronta in una vita intera. Il motivo per il quale è il mio studente preferito, però, non è solo perché è stato coraggioso e ha sconfitto il Male. Ma è perché lo ha fatto insieme ai suoi amici, non ha perso la strada, non si è mai dimenticato chi fosse e da dove venisse. Quando era popolare o impopolare, era sempre la stessa persona. Ha cercato di dare una chance anche a chi sembrava meno degno, dimostrando una grande lungimiranza. Non voleva il potere, ma gli è stato dato. E lo ha usato bene. Ho combattuto la morte, solo perché lei si è data a lui.
Io sarò anche Albus Silente, ma Harry Potter è migliore di me infinite volte e per infiniti motivi.
Per questo lo ammiro, lo stimo e gli voglio bene.
Per questo è il mio studente preferito.


















Nda. Mi dispiace che questa raccolta sia terminata, perché mi è piaciuto molto scrivere tutti i capitoli. Alcuni in particolar modo. Lascio qui un paio di riflessioni. So che ci sono alcuni capitoli particolarmente canon, per esempio il Vecchio Luma e Lily, la McGranitt e Hermione o, ovviamente, Silente e Harry. Avrei anche potuto dire che lo studente preferito di Silente era Tiger, però non sarebbe stato credibile, a mio parere. Altri sono dei puri e semplici azzardi, ma, per quanto mi riguarda, questo è il bello della scrittura. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione, di inventare e romanzare, per questo sarei molto interessata alle vostre opinioni in merito. In ogni caso, voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, commentato o messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate; è stato molto importante per me. Avevo pensato di fare un'altra raccolta al contrario. Cioè gli studenti che parlano dei professori, ma ho paura di sembrare ripetitiva. Alla prossima!!!

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