Roulette ~

di manicrank
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** Speciale & Demenziale! ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


< ah > era stato il primo commento del ragazzo quando il suo capo, un uomo grassoccio sulla sessantina, gli aveva detto che quel pomeriggio avrebbe fatto gli straordinari. Lucy non può venire perché è malata, resterai tu. Dopotutto non aveva troppa scelta, il suo capo non era certo tipo che amasse ricevere NO come risposta. Il ragazzo aveva fatto spallucce e si era goduto la pausa pranzo, prendendo un tramezzino dalla sacca che si portava sempre dietro, con un teschio ed il simbolo della pace disegnati sopra. Si gustò quei cinque minuti che aveva prima che arrivasse il primo cliente del pomeriggio, una donna di ventidue anni che gli faceva palesemente il filo.
Parlando del diavolo, la porta si aprì con un trillo, e la suddetta ragazza fece capolino sulla porta, spiando all'interno del locale per poi chiedere con voce acuta: < sono arrivata in anticipo, disturbo?> ovviamente non si era accorta della presenza del ragazzo dietro al bancone, seduto.

< ovviamente non disturba, prego > aveva detto questi, non potendo risponderle in modo sgarbato. La ragazza era entrata con gli occhi lucidi, con quella che il ragazzo chiamava espressione da Fungirl. Con una risatina si era seduta davanti al lavandino candido, sorridendo e sbattendo le ciglia.

- perché tutte a me le ragazze arrapate? Bah -

poi il ragazzo si era avvicinato, dando l'ultimo morso al tramezzino e lasciandolo sul bancone, prima di dirigersi con un sospiro al lavandino, prendendo i capelli lunghi della ragazza in mano e iniziando a bagnarli delicatamente con l'acqua calda.

< te l'ho mai detto che come lavi tu i capelli non li lava nessuno?>

- ma come cazzo ci sono finito a fare il parrucchiere io? -

< no, non me l'hai mai detto... ma ne sono felice > poi aveva sorriso in modo tirato, prendendo lo shampoo e iniziando a strofinare la cute, massaggiandola e risciacquando.

< secondo te, che taglio dovrei fare? > la domanda della ragazza gli arrivò diretta e chiara, distogliendolo dai pensieri sui quali si era fissato.

< eh... taglio.. si, beh non lo so, quello che ti piace... abbiamo delle riviste...>

< no, voglio che sia scelto da te...>

< da me...?>

< si sciocchino...voglio un taglio firmato Mail... >

< allora invento? >

< certo!>

il ragazzo pensò che quella era davvero la sua giornata fortunata, adorava inventare nuovi tagli e tutti rimanevano sempre soddisfatti delle sue opere, così decise di dare una possibilità alla ragazza, almeno come amica. Dopo il lavaggio, il rosso la fece accomodare su una sedia più comoda davanti ad uno specchio, e prese un paio di forbici.

< io vado eh!>

< vai!> poi la ragazza si era messa a ridere.

Mail tagliò varie ciocche, lasciandone altre più lunghe, e altre le spalmò di colore, per dargli riflessi violetti. Quel taglio lo voleva fare da un po', ma non aveva mai avuto l'occasione di sperimentarlo, la sua idea era creare una specie di caschetto leggero e irregolare, con ciocche viola.

< Mail, senti, io ti conosco bene... però tu non sai nemmeno come mi chiamo! Quindi è arrivata per me l'ora di presentarmi, mi chiamo Thia, ma tutti mi chiamano Til! >

< oh, allora chiamami Matt!> aveva risposto il rosso, prendendo il phon e la piastra ed iniziando ad asciugarle i capelli, che adesso avevano un aspetto più simpatico. La donna alla fine si era alzata, soddisfatta, e aveva estratto il portafogli, pagando e lasciando anche una mancia abbondante.

< magari una di queste sere, dopo il lavoro, possiamo vederci, che ne dici Matt?> aveva detto speranzosa, ma ignara del fatto che non interessava minimamente al rosso.

< certo, certo, come vuoi tu > aveva detto questi, fissando la porta d'ingresso che si era spalancata.

Era entrato un ragazzo alto, di sicuro superava il metro e settanta, vestito in modo succinto ma non volgare, con pantaloni di pelle nera ed un maglione morbido abbinato, con un lungo rosario rosso appeso al collo. Ma quello che più colpì Mail, tanto da farlo rimanere imbambolato a fissarlo, furono i capelli lunghi oltre le spalle di un biondo grano magnifico, e gli occhi cerulei che subito si erano posati sul rosso che aveva distolto lo sguardo come una scolaretta alla sua prima cotta. 
Per recuperare un po' di dignità aveva scritto il suo numero di cellulare su un foglietto per poi passarlo a Thia che l'aveva infilato in tasca e se ne era andata con un gridolino.
Il cliente si era avvicinato al bancone, e lo stava osservando quasi in cagnesco.

< ha un appuntamento?> chiese il giovane, osservandolo nuovamente in volto e notando una cicatrice che gli deturpava metà viso, ma non lo imbruttiva affatto.

< sotto il nome Keehl. > aveva risposto il biondo, e Mail non poté non notare l'accento nordico.

< perfetto, iniziamo subito > poi il rosso l'aveva fatto accomodare ai lavandini, iniziando a sciacquargli i capelli, e sentendoli setosi sui polpastrelli. Avrebbe volentieri continuato all'infinito a sfiorarli, ma sapeva che la beatitudine che stava provando era circoscritta al massimo per un ora, se proprio ci metteva tanto. La speranza si riaccese quando un idea lo folgorò, doveva fare un ottimo lavoro ed un taglio che necessita di molte cure, così si sarebbe assicurato il cliente. Prese uno shampoo protettivo, per capelli chiari, e lo spalmò delicatamente lasciandolo riposare per qualche minuti senza però smettere di massaggiare, come non volesse separarsi da quei capelli morbidi. Poi aveva preso un balsamo per capelli lisci e lo aveva applicato sulle punte, per renderli ancora più lisci. Alla fine aveva risciacquato e aveva avvolto un asciugamano celeste sulla testa del giovane, per non far gocciolare i capelli nel tragitto fino alle sedie. Avvolse un telo per il taglio dei capelli attorno al collo del nordico, attento a non fargli male, e poi aveva sussurrato, accorgendosi del tono strano che aveva assunto la sua voce e correggendo subito schiarendosi la voce.

< che taglio vuole?>

< faccia lei, basta che siano lunghi...> Mail non chiedeva di meglio. Aveva preso le forbici dal cassetto e allungato un paio di riviste al nordico che le aveva prese con circospezione, poggiandole su un mobiletto distante.

< non legge? >

< solitamente i parrucchieri mi ammollano sempre riviste poco gradite >

< almeno ha visto di cosa trattavano?>

< no >

< allora legga pure, sono solo riviste di moto, non di certo porno!> il rosso voleva continuare quella conversazione il più a lungo possibile, ma evidentemente il nordico non era dello stesso avviso quindi lasciò stare. I capelli scivolavano sempre tra le sue dita, belli, brutti, secchi o crespi che fossero. Ma mai, e dico mai, nessun capello aveva catturato la sua attenzione come quelli del ragazzo che stava seduto di fronte a lui, e che tranquillo leggeva una rivista di moto. Non seppe perché, ma spiò nello specchio quel ragazzo a lungo. Prima di calmare il cuore e concentrarsi sul suo lavoro.

- che ti prende Matt? Di solito non ti fanno questo effetto i clienti!-

Si diceva a se stesso, ma doveva ammettere che quel tipo gli stava molto simpatico. Le forbici gli sfuggirono di mano, cadendo a terra e tagliandolo ad un dito, Mail si ritrasse e prontamente infilò la ferita sotto il getto d'acqua fresca, dandosi dello stupido più di una volta e cercando di rimanere calmo, poi aveva asciugato la ferita e messo un cerotto per evitare di sporcare i capelli di quel Keehl, che non si era minimamente voltato per vedere cosa fosse successo. Recuperando le forbici aveva continuato a sfoltire i capelli, fino a raggiungere un risultato ottimale, per poi asciugarli ed ammirare il caschetto biondo che girava la testa da vari lati per osservarsi bene.

< devo ammettere che i capelli li sai tagliare > aveva detto con quel tono glaciale e freddo, anche se il rosso riuscì a leggere anche una velata ammirazione.

< non sono parrucchiere per nulla..> poi aveva sorriso, accorgendosi che aveva completamente dimenticato che ore fossero, e correndo a rispondere al telefono che stava squillando. Senza perdere di vista il nuovo cliente Mail alzò la cornetta, reggendola tra la spalla e l'orecchio e dicendo un “pronto” abbastanza seccato.

< Mail vecchio stupido! Sono due ore che ti cerco sul cellulare, volevo dirti che non posso venire oggi a tagliarmi i capelli per via di un impegno, facciamo magari dopo le ferie?> la voce era della sua migliore amica e cliente abituale che avrebbe avuto il turno dopo quello di Keehl.

< ah, avevo messo il silenzioso al telefono! Scusa, comunque ci vediamo di sicuro dopo le ferie, ti prendo appuntamento per lunedì prossimo alle quattro va bene?>

dopo un assenso e vari saluti aveva riattaccato, poggiando la cornetta nera sulla base e controllando l'orologio appeso al muro, che segnava le 20.00. Come aveva fatto a ritardare tanto? Possibile che per quel taglio ci fossero volute tre ore piene? Almeno era riuscito a rimanere con il nordico il più a lungo possibile ed era fiero del lavoro appena svolto.

< quant'è? > aveva detto questi raggiungendo il bancone per pagare.

< venticinque... anzi, ti ho trattenuto per tre ore, venti euro > aveva detto Mail, non volendo far pagare troppo a Keehl, quasi lo ritenesse sbagliato.

< sicuro? Ce li ho i soldi > aveva risposto in tono pacato, prendendo venticinque euro dal portafogli nero che teneva in mano.

< no, ti ho trattenuto due ore in più rispetto alla norma, non posso farti pagare il prezzo pieno > poi aveva messo il venti euro nella cassa e aveva compilato una fattura. Mail aveva raggiunto l'appendi abiti all'angolo della camera e si era sfilato il camice-grembiule, appendendolo e prendendo un giacchetto beige senza maniche con del pelo chiaro che ne rifiniva le cuciture, e lo aveva infilato sopra la maglia a righe nere e bianche che portava abitualmente.

< piove > era stata la semplice costatazione del nordico appena aveva guardato fuori della porta, dove goccioloni freddi stavano toccando terra con un fragore quasi assordante. Mail si ricordò di non aver visto ombrelli, cappotti o chiavi in mano a Keehl quando era entrato, ed andando ad intuito aveva capito che si sarebbe bagnato tutto.

< se si bagna si rovinerà il taglio, anche io sto andando a casa ma ho la macchina qui fuori, se vuole l'accompagno. > ottima mossa mascherare il suo voler rimanere di più con il biondo dietro ad una maschera di interesse solo per il taglio appena svolto.

< non posso, le ruberei del tempo > Keehl non riuscì ad eliminare totalmente il tono speranzoso dalla voce, come se si vergognasse ad accettare senza aver lottato.

< tranquillo, e poi ci rimetterebbe dei soldi se si rovinasse tutto a causa della pioggia > Mail era stato abbastanza convincente perché l'altro fece un cenno di assenso con la testa e lo seguì per i vicoli stretti del paesino dove lavorava, dopo aver chiuso il salone Mail aveva aperto l'ombrello, coprendo anche il nordico che sentendo freddo non se lo era fatto ripetere due volte. Il suo orgoglio andava benissimo, ma prendere la pioggia solo per puntiglio non andava bene!Dopo due minuti scarsi di camminata raggiunsero un auto rossa parcheggiata, Mail aprì lo sportello al nordico, reggendogli l'ombrello fintantoché questi non si fu sistemato in macchina, per poi mettersi al posto di guida, calarsi i Googles arancioni sugli occhi e mettere le mani guantate sul volante, con la sigaretta spenta tra le labbra e gli anfibi ai piedi che veloci corsero all'acceleratore e al freno.

< dove abita signor? >

< Mihael, Mihael Keehl, ma chiamami Mello... e abito a Viterbo, via della Palazzina numero 2, sai dove sta?>

< si, sopra l'Underground, il negozio di musica... > poi Mail, individuata la strada nella sua mente fece un rapido giro del vicinato per raggiungere la strada principale e portare Mello a casa. Che nome curioso che aveva, Mello, gli piaceva però.

< ah, io sono Mail, Mail Jeevas, ma puoi chiamarmi Matt >

< scusa se te lo chiedo, non sono del posto, come si pronuncia il tuo nome?>

< come e-mail, solo che la A si sente un po' di più, tecnicamente come è scritto, cioè Mail, però non ne sono totalmente sicuro, ognuno lo pronuncia differente, per questo mi faccio chiamare Matt.>

< va bene, suppongo di doverla ringraziare >

nessuno aveva più parlato, il rosso dal canto suo era felice di aver scambiato quelle poche frasi con quel Mello, ed era già sicuro del fatto che sarebbero diventati amici. Mentre guidava sentì un forte rumore di freni, qualcuno aveva inchiodato, e a buona ragione, la fila di macchine era completamente ferma e non accennava miglioramenti. Un poliziotto con la cerata gli bussò sul finestrino, e Mail lo abbassò per sentire cosa aveva da dire, sperando solo che non ce l'avevano con lui.

< mi dispiace per l'ingorgo, c'è stato un incidente ed un camion ha bloccato la carreggiata, stiamo facendo il possibile per spostarlo ma con questa pioggia non credo che risolveremo qualcosa, se potete tornate indietro perché prima di domattina non si smuoverà nulla > poi se ne era andato a riferire il messaggio alle altre vetture ferme in coda come lui.

< hai sentito no? Aspettiamo domani mattina? > aveva detto il rosso voltandosi verso il nordico che aveva preso una barretta di cioccolata dalla tasca e l'aveva addentata nervosamente.

< io non ho dove andare fino a domani mattina... sono arrivato qui con il pulman e non conosco nessuno. > semplice osservazione, dritta al punto, senza mezzi termini,

< io abito a Vetralla, più o meno dove c'è il salone >

< allora vai a casa, io i rintanerò in qualche bar...>

< no ma tu vieni con me! Ho una casa grande e una camera per gli ospiti, sono io dopotutto che per quel taglio ti ho impedito di tornare a casa >

< credo di starmi appoggiando a te più del necessario, ma va bene, dal momento che dormire è l'aspettativa migliore per adesso >

se Mail avesse potuto avrebbe fatto i salti di gioia, chi mai avrebbe solo sperato nella piega che aveva preso quella serata?

-devo ricordarmi di perdere tempo più spesso con i clienti carini...- poi aveva sorriso e aveva girato la macchina, con un inversione a U, dirigendosi dritto a casa con il suo nuovo amico.

 

Angolino dell'idiozia:

Mello: ma brutta baka! Mi hai fatto diventare un fissato dei capelli!

Matt: e io che devo dire... parrucchiere! Sono un hacker io!

Autrice: beh, allora vi sta bene! Proverete a fare altre cose nella vita, e Matt, avrai il tuo momento di gloria... ma non adesso! Muahaha.

 

Per i lettori: grazie a chi legge questo sclero... e anche a chi non lo legge... e a chi recensisce... e a chi non lo fa. Dovrete sopportarmi ancora per un po', perché voglio deliziare il mondo con la mia fantasiaa!!

mondo: noo! Che ho fatto di male!

Autrice: ti mando a zappare su farmville! è.è

mondo: perdonoo!

Bene, spero che vi piaccia, so che potrebbe risultare OOC, ma ho cercato di rimanere quanto più fedele ai personaggi. Per Mello, ho supposto che essendo biondo, e con quel nome, fosse quantomeno svedese, ed essendo ambientata la FF in Italia, più precisamente a Viterbo perché ci vivo e la conosco come città, [ è a nord di Roma] e certe parole non le sa pronunciare, ciò non toglie il fatto che è un genio, però il nome Mail, essendo straniero, magari non lo sapeva pronunciare, e poi volevo mettere la somiglianza con E-Mail XDXD ho cercato comunque di dare a Mello un aspetto più umano, dopotutto non può comportarsi da bastardo anche con una persona appena conosciuta! ma tranquilli, il vero Mello salterà fuori in tutta la sua figaggine!!! XD

bene per il resto non so che dirvi, piano piano farò evolvere le cose per loro due, ricordiamo che ci sono le ferie, e Matt ha accettato l'invito della (bella?? O.o) Thia... però c'è anche Mello... eheheh ne vedremo delle belle... al prossimo capitolo, che cercherò di postare presto! Baci a tutti!!!!!!!

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Capitolo 2
*** 2 ***


 Il biondo si era guardato intorno con circospezione, osservando per bene il salottino con il divano e la tv al plasma, notando anche le numerose consolle attaccate all'LG nero e lucido.

Un piccolo tavolino tondo era vicino al terrazzo chiuso da una porta a vetri sulla quale la pioggia batteva incessantemente producendo un rumore sordo regolare.

Sulla stanza si affacciavano due porte, una era probabilmente la cucina e l'altra era a vetri e dava su un corridoietto che conduceva alle camere e al bagno.

< fa come se fossi a casa tua!> Mail aveva rotto il ghiaccio con una frase semplice e di circostanza ma Mello non se lo fece ripetere due volte, prima si era comportato in modo gentile certo, ma era contro la sua natura di gran bastardo rispondere sempre in modo calmo e senza ribattere alle cose che non gli andavano a genio.

Si era quindi seduto sul divano a gambe larghe, rilassandosi completamente e socchiudendo gli occhi. < la cena?> aveva sentenziato con voce dura, finalmente padrone della situazione.

< arriva!> Matt gli facilitava molto il compito con quella sua disponibilità, anche se era ovvio che al ragazzo non mancasse di certo il carattere. In attesa di mangiare, il biondo decise di esplorare un po' quella casa, alzandosi e avvicinandosi alla libreria addossata alla parete e scrutando i titoli dei libri, videogiochi, film e manga che la riempivano.

Notò il codice da vinci, anche in versione videogames, un corso accelerato di Giapponese, volumi di matematica, fisica e scienze e numerosi dizionari di varie lingue. C'era anche un libro di manualistica sulla costruzione delle armi e tante riviste che parlavano di computer e sistemi operativi.

< però, si dà da fare il peperone > storse la bocca, ripensando agli anni passati a scuola, a studiare per superare lui. Poi la rabbia montò del magro corpo del biondo, che sfogò dando una specie di pugno al legno del mobile, cercando di contenersi. Dopo la rabbia salì la tristezza, che lo costrinse a chinare il capo. < maledetto >.

scosse la testa, per eliminare i pensieri molesti che stavano mettendo alla prova il suo già scarso autocontrollo, poi si diresse in corridoio, scoprendo che le porte che intravedeva dal salotto erano davvero le camere ed il bagno.

Aprì la prima porta sulla sinistra, era una camera abbastanza grande, con un letto matrimoniale disfatto ed un mobile in un angolo con sopra Tv e PS3, oltre una montagna di custodie di videogames che giacevano inesorabilmente a terra.

Richiuse subito la porta, non interessato alla stanza del rosso, o meglio, interessato ma non voleva farsi sorprendere mentre curiosava.

Aprì l'altra porta sulla sinistra, scoprendo una stanza molto più piccola con un letto ed una scrivania, ovviamente avrebbe dormito li anche se una parte di lui gli diceva di cacciare via il padrone di casa per appropriasi del letto matrimoniale.

L'ultima porta, alla fine del corridoio, era il bagno, grande e con una bella vasca idromassaggio.

< domani un bagno non me lo toglie nessuno> poi con un sorriso beffardo era tornato in salone, accorgendosi che due piatti di pastasciutta erano adagiati sul tavolo e che il rosso era seduto tranquillo e lo fissava.

< che hai da guardare?> aveva detto con freddezza il biondo.

< stavo pensando che quel taglio che ho fatto è fantastico, vedi di non rovinarti i capelli o ti uccido> poi aveva iniziato a mangiare, invitando l'ospite a fare altrettanto e Mello aveva seguito subito il prezioso invito, affamato com'era non se lo faceva ripetere due volte.

Non capiva il rosso, si era comportato così con uno sconosciuto, lui non avrebbe mai osato tanto. Aiutare gli altri non era nel suo dna, tanto meno essere così disponibile.

< allora... raccontami qualcosa di te...> aveva detto Mail guardandolo e posando la forchetta nel piatto ormai vuoto.

< il giorno che saprai qualcosa su di me un insalata sarà presidente di Francia > poi aveva storto la bocca, compiacendosi per l'espressione delusa di Mail, che voleva impicciarsi nella vita del biondo.

Mello si era alzato, dirigendosi in cucina e aprendo il frigo, cercando qualcosa che però non c'era, nemmeno scrutando tra le insalate e i cibi pronti, con la testa completamente infilata nel freddo candido dell'elettrodomestico, Mello riuscì a trovarla.

< cerca qualcosa sua maestà?> Mail era scoppiato in una fragorosa risata. Al biondo seccava parecchio chiedere, ma fu costretto dal martellare ritmico di quel pensiero nella sua mente.

< cioccolata... ne hai?> poi aveva richiuso il frigo, guardando speranzoso il roscio.

< nossignore, nemmeno una briciola>

< sei la persona più inutile che conosco...> gli aveva vomitato contro tutto il suo disprezzo per la mancanza del nettare prelibato. Come poteva sopravvivere senza?

Il pensiero corse a quella mattina quando, uscito di casa, aveva deciso di non portarsi più di una barretta dietro, perché era sicuro che sarebbe tornato prima che essa fosse finita. Invece, la traditrice, appena l'aveva addentata, si era spezzata, cadendo inesorabilmente in una pozzanghera.

Aveva iniziato a sclerare mentalmente, invocando tutti gli Dei e i Buddha, e si era finito il restante cioccolato che gli era rimasto in mano, sfogando la sua frustrazione. E adesso invece era a bocca asciutta per via di quella gravissima mancanza.

Sospirando si risedette al tavolo, cercando di sedare il bisogno fisico di cacao, come una droga, ed appuntandosi mentalmente , di prendere due barrette se non di più la prossima volta che fosse uscito.

< beh, è tardi, io credo che mi sparerò un livello di Tomb Raider Legend... tu fai come vuoi, c'è la TV, i libri, le consolle... solo una cosa... se ti metti a giocare, fai attenzione! > poi il rosso aveva sparecchiato e si era chiuso in camera, infilando le cuffie per non disturbare l'ospite, evidentemente però, accendendo la consolle, si ricordò di una cosa fondamentale. Così aprì la porta e si affacciò nel salone, trovando Mello steso sul divano che guardava una foto con insistenza.

< la camera tua, è questa qui...> poi indicò la porta che il biondo aveva già identificato come la camera da letto degli ospiti. <... e quello è il bagno, se vuoi farti una doccia o altro non preoccuparti, gli asciugamani sono nel cassetto sotto al lavandino >

una testa bionda aveva fatto capolino dal divano in pelle nera, annuendo con poco interesse e tornando a concentrarsi sulla foto, quella maledettissima foto che odiava ed amava al contempo.

Mail aveva notato quanto il biondo fosse catturato nella visione di quella piccola opera, di cui ignorava il contenuto, e decidendo di scoprirlo il giorno seguente, si sedette sul letto e riprese il joystick in mano, ben attento a completare il livello per distogliere i pensieri dalla realtà.

 

*-*-*-*

la mattina seguente, il rosso si era alzato tutto indolenzito, accorgendosi di essersi addormentato ancora con il videogioco acceso e con il controller in mano.

< ah, devo stare più attento...> poi si era sfilato le cuffie e si era massaggiato la schiena, mormorando improperi per la sua sbadataggine.

Sentì un forte rumore di acqua, sulle prime si spaventò, poi ricordò il biondo che era momentaneamente a casa sua e sorrise, ripensando anche alla sua decisione di scoprire cosa riprendesse la foto.

Con un sonoro sbadiglio era uscito dalla camera, ancora vestito dal giorno prima, e si era diretto in cucina per prendere due tazze e fare colazione.

Con sua grande sorpresa, nel lavandino c'era già una tazzina bianca con resti di caffè.

< il mio ospite ha preso in parola il “fai come fossi a casa tua” > poi aveva aperto il frigo, prendendo i resti delle cotolette del pranzo del giorno precedente.

Si sedette svogliato al tavolo, mettendo sul piatto anche una quantità immane di ketchup (si scriverà così? O.o Nda) e iniziando a fare “colazione”.

Mentre portava il boccone alle labbra il biondo entrò in salone, con solo i pantaloni addosso e l'asciugamano abbandonato attorno al collo.

Mail istintivamente alzò lo sguardo, soffermandosi sul quel fisico atletico ma non muscoloso, sembrava gracile e sottile, ma quell'accenno di addominali diceva chiaramente “ faccio sport anche se non a livello agonistico e se ti do un cazzotto ti faccio male” la cicatrice invece, deturpava anche la spalla sinistra.

Goccioline trasparenti percorrevano quei muscoli, tracciandone il profilo, mentre i capelli erano bagnati e leggermente attaccati al volto.

< serve una mano coi capelli?> aveva detto Mail, rendendosi conto che fissare un ragazzo mezzo nudo non era il massimo.

< ah, si > detto con poco interesse da parte dell'altro, che si era infilato una mano in tasca, prendendo di nuovo la foto e dandogli un fugace sguardo.

< che foto è?> aveva chiesto allora Mail, curioso, sperando che glielo dicesse direttamente Mello e che non dovesse ficcare il naso negli affari dell'altro.

< nulla di interessante per te > aveva tagliato corto il biondo, cercando di riporla in tasca.

Ma il rosso era troppo curioso, tanto quel ragazzo se ne sarebbe andato quello stesso pomeriggio no? O lo scopriva adesso o gli sarebbe rimasta la curiosità a vita.

Con uno slancio, Mail si gettò contro il biondo, togliendogli dalle mani il foglietto di carta plastificata, cercando di scacciare Mello che di tutto rimando stava cercando di riprendere la foto, colpendo il rosso con pugni e qualche calcio, non sortendo effetti.

< è inutile che mi colpisci, sono cintura nera di Karate, non saranno di certo i tuoi pugni a farmi male no?> poi aveva alzato il braccio, essendo lui più alto del biondo riuscì a togliere la foto dal raggio d'azione di Mello.

< ridamela stronzo! Chi ti da il permesso di farti i cazzi miei ? Eh?> dopo l'approccio fisico era passato a quello verbale, tenendo però sempre il braccio dell'altro con la mano, per avere la situazione un minimo sotto controllo.

< dai cosa ti costa! È una foto no? > detto questo il rosso aveva finalmente alzato la testa, girando la foto per guardarla.

Il biondo aveva lasciato la presa, abbassando la testa ed allontanandosi con un'espressione neutra.

Intanto gli occhi verdi di Mail guizzavano sull'inchiostro colorato, mettendo a fuoco quell'immagine e pentendosi subito dopo di aver insistito tanto per svelare almeno quel segreto del biondo.

< mi dispiace...> disse poi restituendo l'oggetto alle mani pallide di Mello.

Era una foto che mostrava due ragazzi di circa diciassette anni, uno era basso, vestito con una camicia grande tre volte lui, e con pantaloni abbinati di un bianco latte, come i capelli mossi che gli coprivano il viso. Una mano era intrecciata ad una ciocca candida, evidentemente era albino, e gli occhi grigi ridevano con la bocca, mentre era quasi abbracciato al biondino accanto a lui, con i capelli a caschetto e nessuna cicatrice che lo deturpava.

Ma non fu quella scena tranquilla a mettere in soggezione Mail, bensì una scritta sulla parte bianca della polaroid.

Mi dispiace per tutto Mihael, devo lasciarti, a mai più. Se devi cercarmi fallo davanti alla mia tomba con una rosa bianca in mano, non piangermi e dimenticami.

 

 

 

Spazietto dell'autrice:

alloraa!!! ecco il secondo capitolo finalmente che è uscito dalla mia mente contorta.... non avevo proprio ispirazione per scrivere, e non avevo idea di come andare avanti. Però, eccolo! Finalmente si è scritto! XD sono stata cattiva ad interrompere così? Ormai avete capito chi è quello nella foto con Mello... spero di non essere stata sbrigativa... ho cercato di mantenere l'IC e di far capire le azioni in modo più chiaro... comunque se ci sono errori ditemi che correggo, ho anche sistemato il vecchio capitolo perché avevo sbagliato a scrivere Keehl, ed avevo scritto Kheel... >.> ho risolto grazie a L_Nael.... sono accettatissime le critiche! Scrivo per migliorarmi!

Bene... passiamo ai ringraziamenti.... anche se... *si gira e vede immagine di MelloMatt yaoi hard*

*sviene perdendo quantità considerevoli di sangue*

Mello: uhuhuh l'autrice è morta!

Mail: poverina! Però, non mi dispiace l'immagine... *sviene anche lui*

Mello: sono rimasto solo io! Mi dispiace che dobbiate assistere a scene come questa... sono circondato da incapaci...

Autrice e Mail rivengono: chi sarebbero gli incapaci??? O.o *vedono di nuovo l'immagine e muoiono*

Mello: ecco cosa intendevo... beh, ci penso io a ringraziarvi! Adesso datemi la cioccolata =_= questo capitolo mi hanno lasciato a bocca asciutta....

Autrice rinviene: Mello! Non sei capace a ringraziare! Ci penso io...

aaaalloraaaa, un bacione a chi ha letto, e anche a chi ha recensito!!!

grazie a: ire40 per averla inserita tra le ricordate *-*

grazie a: ElanorFantaGreen

L_Nael

nenezebubba

Nijinsky

Vale_Lapi per averle inserite tra le seguite *-*

 

L_Nael: grazie! Non potevo ambientarla in America perché dovranno comparire delle vie ben specifiche e io non le conosco... quindi per comodità l'ho ambientata in un posto che conosco... non mi andava di fare il solito Hacker e Detective dannato, quindi ho provato a fare qualcosa di diverso... l'idea mi è venuta da una fanart dove Matt sistemava i capelli a Mello... avevo come sottofondo Roulette, dei Sistem Of a Down e la storia è venuta da se... troverò di sicuro un motivo per giustificare il titolo, lo prometto v.v ancora grazie! Spero che il Chappy ti sia piaciuto!!! alla prossima! Bacii!!!

 

HeilyNeko: grazie... mi fa piacere di sapere che una storia che scrivo “attira molto” e spero che questo capitolo attiri come il precedente... da qui in avanti le cose si faranno più serie, quali saranno i segreti di Mello? Mistero... muahaha... continua a segurmi! Bacii!

 

Nijinksy: questa fic è forte? *-* gazzieeee!! io pensavo fosse una delle solite cagate che scrivo... T^T sono venuto OOC >.< lo sapevo! Solo che non riesco proprio a mantenere i pg IC, è più forte di me... spero comunque che andando avanti riesca a sistemarli un po'... hai qualche consiglio?? non so davvero come fare... T^T per i luoghi, ho cercato di non fare una lista della spesa ma descrivere in modo semplice ma accurato e sono felice di essere riuscita! Ancora grazie, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Al prossimo! Baci!

 

Vale Jeevas: grazie! Tranquilla, anche io molte Fic le leggo dopo mesi che sono tra le novità XD sono felice che ti abbia fatto sorridere, ho cercato di fare qualcosa di serio ma spensierato e quando ho riletto il capitolo anche io ridevo come un idiota... grazie sinceramente per la tua recensione, spero che anche questo capitolo sia venuto bene e spero ti faccia sorridere, così come dovrebbe farlo tutta la storia... *inchino a mò giapponese* al prossimo chap! Baci!

 

Spero di aggiornare presto e che voi continuiate a seguirmi, sono molto felice di questo, con affetto a tutti quelli che leggono, Beyondy.

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Capitolo 3
*** 3 ***


 Capitolo 3

 

il corpo del rosso si mosse automaticamente, porgendo la foto al biondo e scusandosi con gli occhi fissi sul pavimento. Era davvero dispiaciuto e non voleva ferire quel ragazzo, anche se conosciuto da poco. Gli era stranamente simpatico.

Di contro, Mello prese la foto e se la cacciò in tasca, mormorando:

< non fa nulla, dovrei liberarmi dei vecchi ricordi e non portarmeli dietro a vita >

poi con uno slancio si era diretto in camera, tornando poco dopo completamente vestito e pronto ad uscire.

< mi porti a casa?>

< certo >

inutile negare che Mail era deluso, perché sperava di poter stare di più con il biondo, e magari scoprire qualcosa sul suo passato, però non lo poteva rapire! O forse si?

Scosse la testa prima che strane idee potessero avere il sopravvento, cercando di convincersi che lui non era più quel tipo di persona, era cambiato da quel giorno.

Il rosso prese le chiavi della macchina e si infilò il cappotto beige, mettendo le mani in tasca e dirigendosi fuori della porta, seguito dal biondino.

< non chiudi?>

< la serratura è automatica, si chiude da sé >

con un tonfo, Mello richiuse la porta, seguendolo per le scale e finalmente uscendo all'aria aperta.

Prima di dirigersi alla macchina, senza farsi vedere da Mail, si girò, stampandosi bene in mente il numero civico e la via del ragazzo, tanto per precauzione.

Mail lo richiamò dall'interno della vettura parcheggiata lì a fianco, sollecitandolo ad entrare, ovviamente Mello storse la bocca ed entrò a malincuore sotto ordine del ragazzo seduto accanto a lui. Il rosso, con un movimento fluido, aveva preso le chiavi e le aveva infilate nel quadro elettrico, accendendo la vettura e pigiando sulla frizione per partire.

< lo sai, nessuno mi ha mai dato ordini >

< nemmeno io ti ho dato ordini >

< e come lo chiami? Invitare gentilmente qualcuno ad entrare in macchina urlandogli contro?>

con un ghigno Mail era partito, e Mello seppe con certezza che qualsiasi battaglia verbale contro di lui sarebbe stata fatica sprecata.

 

Senza intoppi “innecessari” (Office me la sottolinea O.o c'è un'errore?? Nda) arrivarono a destinazione in trenta minuti, Mello aveva fatto da tomtom al roscio, perché non sapeva minimamente come raggiungere via della palazzina.

< ma non ci venivi a comprare i cd di musica?> lo sfotté Mello.

< si ma facevo un altro giro a piedi >

< vedi quante cose impari?>

poi erano scesi dalla macchina parcheggiata e si erano salutati, Mail non seppe perché era triste, ma capì che se non faceva qualcosa avrebbe perso le tracce del ragazzo definitivamente.

< beh, allora...> però non aveva idea di cosa dire per avere la sua fiducia.

< prendi un caffé? È il minimo che posso fare dopo tutto quello che hai fatto per me> Mello aveva preso l'iniziativa, facendo trarre un respiro di sollievo all'altro, che non dovette scervellarsi su come chiedergli il numero di cellulare senza destare sospetti.

- almeno così ho più tempo per pensarci!- aveva pensato (Nda- scusate la ripetizione) Mail salendo le scale dell'appartamento, seguendo il biondo al primo piano e fermandosi con lui davanti ad una porta marrone. Mello inserì le chiavi nella serratura e fece scattare la porta, aprendola verso l'interno e facendo strada al rosso.

L'interno era spettacolare, il parquet bianco a terra illuminava l'ambiente dipinto di argento con rifiniture nere. Le tende erano di stoffa pesante, probabilmente broccato, di un nero profondo, e si intonavano al tavolino, al divano, e a tutti i mobili presenti nella casa, che erano inevitabilmente neri. Soprammobili di cristallo decoravano gli ambienti e nell'insieme quella casa era davvero raffinata, anche se forse, un po' troppo nera.

< fai come se fossi a casa tua > disse Mello ripetendo le parole che l'altro aveva usato con lui la sera prima. E Mail, lo prese in parola, esplorando la casa.

A differenza di casa sua, qui non c'erano librerie, ma solo quadri d'autore e cornici a cristalli liquidi che facevano scorrere le foto ogni tre secondi. Non erano però foto del biondo, ma solo panorami o immagini curiose.

Sedendosi su una sedia accanto al tavolino, Mail notò un libro di informatica poggiato in un angolo, con vari foglietti che spuntavano qua e là.

< studi informatica?> la domanda aleggiò per un po' nell'aria, prima che il biondo si degnasse di rispondere. < si, ci provo >

< non sei bravo? Mi sembravi uno che studiava molto>

< io studio molto, ma l'informatica non la capisco >

< vuoi ripetizioni?> ovviamente Mail non era serio, ma l'altro sembrò soppesare quell'offerta a lungo, prima di portargli una tazza di caffè accompagnata da pasticcini e biscotti.

< serviti pure... sei bravo con i PC?>

< hai davanti a te l'hacker più bravo del mondo >

< non montarti peperone! Però mi farebbe piacere, sai, la storia delle ripetizioni... almeno passo l'esame>

qualcosa dentro Mail si attivò, facendolo sghignazzare, mentre la scimmia che viveva nella sua mente prese a fare i salti di gioia.

< perfetto... ho una settimana di ferie... quindi ti posso aiutare adesso >

< durante le vacanze di pasqua? Allora devi venire tutti i giorni, sono davvero una frana >

< in che università vai?>

< ultimo anno di scienze e tecnologie informatiche***>

appresa quell'informazione Mail bevve il suo caffè, prese un pasticcino e si congedò in fretta, raggiungendo la porta.

< vengo domani alle dieci e mezza, fatti trovare pronto >

< per cosa?>

< prima di iniziare le ripetizioni devi capire l'informatica, e io conosco solo un modo >

senza aspettare repliche si girò e si diresse fuori dall'appartamento, chiudendosi la porta alle spalle e scendendo le scale.

- avrei una bella sorpresina domani... stanne certo Mihael Keehl-

 

 

spazietto dell'autrice:

ecco il terzo capitolo che finalmente dopo un lungo periodo di sterilità fantasiosa prende vita!

Cosa succederà al nostro Melluccio? Cosa avrà in mente il porf Mail? Lo scopriremo nella prossima puntata!!

ma perché sono buona vi lascio un pezzettino del quarto capitolo... muahahah!!!!!

 

- Mello osservò Mail da capo a piedi, lasciandosi sfuggire un: ma che cazz.... […] iniziò a succhiare, mentre le dita diventavano appiccicose e sporche di liquido bianco... […]

< sei un deficiente Mail Jeevas! >-

 

sono stata cattiva? Si molto v.v la vostra fantasia pervertita vi sta guidando verso i meandri oscuri della mia Fic? Chissà se le vostre supposizioni sono esatte.... ehhhhh.... e io intanto mi faccio quattro risate :D

comunque passiamo ai ringraziamenti:

L_Nael: la cioccolata nella pozzanghera ci stava! Grazie per le correzioni, i pezzi delle frasi sparivano per colpa del mio copia-incolla del capitolo, e ho corretto il verbo. Starò attenta anche alla punteggiatura v.v mi fa piacere che ti piaccia la storia, mi sento appagata... :D al prossimo chappy!

HeilyNeko: grazie per il complimento, mi fa molto piacere... e per Near, lo odio anche io, quindi di sicuro è morto perché ha fatto.... non te lo dico perché sono cattiva, però poi si scopriranno cose mooolto interessanti. Non essere triste per Mello, non se lo merita davvero! E non esserlo per Near, che non si merita manco di essere nominato... ti lascio con questi piccoli indizi... alla prossima :D

 

Vale Jeevas: sono mui mui felice! Però dovrai aspettare ancora per sapere di Near... prometto di postare più in fretta la prossima volta!!

 

HunterKeehl: 1- hai il nick molto originale *-* 2- tranquillissima, anche io le prime volte facevo dei pastrocchi assurdi con le recensioni! 3- le cotolette sono prese da esperienza personale, perché a volte le mangio anche io a colazione... tipo stamattina XD grazie per i complimenti e sono felice che ti sia piaciuta... e non so nemmeno io come abbia fatto Matt a non saltare addosso a Mello, anche quando entra in cucina con solo gli asciugamani!!! *nosebleed* vabbè tralasciamo >.> alla prossima!!! :D

 

Nijinsky: oddiooo!!! davvero sono IC???? *-* che cosa meravigliosaa *-* è la prima volta che riesco a mantenerli IC!!! sono felicissima :3

per i segreti di Melluccio dovrai attendere, perché si scopriranno molto più avanti... mi dispiace... però sono la chiave della Fic!! per l'accostamento: Matt non gli ha torto un capello/parrucchiere, adesso sto ridendo anche io come una scema... XDXD spero che anche questo capitolo sia venuto bene, anche se ogni volta che lo rileggo mi viene da pensare che metto troppi dialoghi... sono davvero troppi? Ne dovrei togliere qualcuno? Io tendo sempre a riempire le storie di tizi che parlano... >.> beh, alla prossima, cercherò di aggiornare presto così non ti faccio stare in ansia :D

 

grazie a tutti quelli che hanno letto, messo tra i preferiti, tra i seguiti o tra i ricordati, a chi ha recensito e anche a chi non l'ha fatto... mi fa piacere che la mia storia sia apprezzata...

se lasciate una recensione non mi offendo mica! Soprattutto se è una critica, perché devo migliorare! v.v al prossimo capitolo! Scusate il ritardo, cercherò di aggiornare il prima possibile... lo prometto solennemente!

Baci a tutti! Beyondy....

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Capitolo 4
*** 4 ***


capitolo 4

 

AVVISO: per la vostra gioia... ecco che aggiorno in anticipo!!! :D [ per questa elargizione devo diventare Santa.... v.v] ho sistemato i dialoghi... adesso si dovrebbe capire di più la storia!!!

 

la sveglia trillò poche note prima di essere violentemente sbattuta a terra, fracassandosi in mille pezzi. Una mano abbronzata raggiunse il comodino, tastando a vuoto, pur continuandosi a muovere meccanicamente lì dove un tempo giaceva la sua peggior nemica.

Appena il ragazzo aprì gli occhi si accorse che ormai l'oggetto metallico non era un problema, e rigirandosi su un fianco, cercò di riprendere sonno.

< tanto sono in vacanza.... > sbadigliò e chiuse gli occhi, mentre pensieri nefasti lo infastidivano.

Con svogliatezza raggiunse il cellulare, gettato accanto a lui sul cuscino, lo accese ed impiegò qualche secondo per capire i numeri che comparivano sul display.

< che sonno... tanto sono solo le dieci....le dieci? > con un balzo il ragazzo si tirò a sedere, catapultandosi fuori dal letto e stringendo un forte legame col pavimento, quando questi lo accolse comodamente dopo essere inciampato nel lenzuolo che durante la notte gli si era attorcigliato sulle caviglie.

Massaggiandosi la testa il ragazzo tornò in piedi, questa volta facendo più attenzione a dove metteva i piedi, dirigendosi a grandi passi in cucina.

Controllò l'orologio, erano le dieci e cinque, e lui odiava ritardare.

Facendo appello a tutte le sue capacità e alla sua velocità, riuscì a prepararsi il caffè, correre a prendere i vestiti mentre il fornello scaldava la bevanda amara, vestirsi, pettinarsi e recuperare le chiavi ed il cellulare.

Prendendo una tazza dal mobiletto si sistemò gli occhialoni arancioni in testa, poi versò il contenuto nero della caffettiera e lo gustò amaro, come piaceva a lui.

< bene... > con un sospiro prese le sigarette e corse in macchina.

Finalmente seduto sul sedile controllò l'orario, erano le dieci e dieci.

Mise in moto e pigiando il piede sull'acceleratore fu sotto casa di Mello in venti minuti.

Si rilassò sullo schienale morbido e sfilò con calma le chiavi dal cruscotto, la sigaretta ormai spenta giaceva fra le sue labbra ed ormai il sapore di lucky strike era svanito dalla sua bocca.

Scendendo dalla macchina si diresse al portone, avvicinandosi ai citofoni, rilesse la lista di nomi e cognomi per tre volte prima di pigiare sicuro un tastino nero.

< chi é? > una voce di donna gracchiò dall'altro capo del citofono, e Mail si accorse di aver sbagliato totalmente. < scusi ho sbagliato > rispose, controllando il nome che aveva letto e confuso per quello del biondo.

< Kejiel... come ho fatto a scambiarlo per Keehl? > in effetti in quel palazzo le persone straniere il cui cognome iniziava per K erano cinque, ma il problema era un altro. In ordine i nomi erano:

Valentin Hared.

Dunter Steel.

Roberta Kejiel.

M.K.

Giuliano Rossi.

Barbra Koigi.

Takahashi Kitsune.

K.M.

 

< che il palazzo è principalmente occupato da stranieri si era capito... ma quale M.K. Sarà? >

le dita di Mail tremarono davanti a quei nomi, mentre la vista si oscurò di colpo. Prima aveva sbagliato a citofonare per un semplice problema, e non era distrazione.

Accasciandosi contro il muro cercò di recuperare almeno le funzioni basilari del corpo, riprendendo a respirare di colpo e massaggiandosi le tempie. Le mani corsero alla tasca dei jeans, tirando fuori un contenitore cilindrico pieno di pillole bianche.

Lo aprì e si sparò in gola cinque antidolorifici, poi prese una bustina di zucchero e la ingurgitò insieme al resto, sentendosi subito meglio.

Si massaggiò la gamba e piano si riprese dal calo di pressione, trovandosi nuovamente a combattere contro i nomi sul citofono.

< M.K o K.M? > la scelta era ardua, così decise di andare un po' a cazzo, pigiando K.M e aspettandosi un'altra figuraccia con la persona sbagliata.

Appena il citofono diede segni di vita il rosso socchiuse gli occhi, aspettandosi di tutto, ma fortunatamente la voce che chiese “Chi è?” era la stessa di Mello.

< sei Mello? >

< si >

< sono Mail, apri >

senza ulteriori ritardi il portone si aprì, e Mail salì agilmente fino al secondo piano, trovandosi davanti alla porta di casa del ragazzo, bussando.

Appena la porta si aprì Mail si trovò davanti il biondo, ma non era semplicemente “Mello” quella era una visione celestiale. [espressione di Mail ---> *-* Nda]

il biondo era vestito di nero, dalla testa ai piedi. I capelli biondi erano piastrati e ricadevano sul viso in modo gentile, accarezzandogli le guance candide. Il busto era fasciato da un piccolo gilet nero lucido, con cuciture incrociate che sembravano di un divano trapuntato. I pantaloni erano di pelle nera, a vita moooolto bassa, ed infine indossava un paio di stivali neri da moto.

< buongiorno > disse il biondo incrociando le braccia, ricordando al rosso che fissare in modo assente le persone non era così educato. Ma nemmeno Mail si era risparmiato con i vestiti.

*** spazietto PDV Mello ***

 

il biondo aveva raggiunto la porta stizzito, dopotutto Mail era in ritardo di mezz'ora, e forse anche qualcosa in più, ed era deciso da fargli quanto meno notare la cosa. Lui odiava i ritardatari.

Appena aveva sentito bussare, le sue mani avevano spinto la maniglia, aprendo la porta con disattenzione, ma il suo sguardo era piombato sul corpo dell'altro quasi con voracità, non era una visione da tutti i giorni dopotutto, vedere il rosso in quel modo.

I capelli erano spettinati ma non davano aria di disordine, anzi, donavano parecchio al ragazzo.

Le labbra erano dolcemente curvate per trattenere il mozzicone di sigaretta e gli occhialoni arancioni che portava sugli occhi nascondevano parte del viso pallido.

Addosso aveva una semplice maglietta bianca senza maniche, sulla quale ricadevano ciondoli metallici che luccicavano. I jeans attillatissimi risaltavano le forme asciutte delle gambe di Mail, che si vedeva, erano gambe di chi ha fatto più che palestra. Ai piedi le converse nere finivano il quadretto. Non era quello che tutti definiscono “sexy” o “attizzante” perché era vestito normalmente, ma per Mello quella su una rivelazione. Abbassando lo sguardo cercò di tornare serio, non era da lui provarci in quel modo con un ragazzo, ne tantomeno farsi beccare mentre lo fissava in quel modo. L'ultima cosa che notò era un tatuaggio tribale che ornava il braccio destro.

 

*** fine PDV Mello***

 

Mail fu gentilmente invitato in casa, il biondo gli chiese se aveva fatto colazione e poi si sedette con lui sorseggiando un bicchiere di latte freddo e mordicchiando cioccolata.

< prima al citofono, mi hai chiesto se fossi Mello... chi ti aspettavi che fossi? Biancaneve? >

< beh, nel tuo palazzo c'è un sacco di gente con il nome simile, ed avevo già sbagliato persona... e dato che c'era anche un M.K sulla lista, ero indeciso >

< nh >

non si poteva negare che Mello fosse un conversatore appassionato, solo che non lo dava troppo a vedere, non con Mail e non per il momento, certo.

< allora andiamo? Scusa il ritardo ma ho distrutto la sveglia, sono inciampato, non trovavo i vestiti... un sacco di cose... >

< certo che parli un sacco >

non era una domanda, bensì un'osservazione seccata, che però fece sorridere il rosso mentre tornava in macchina e faceva accomodare Mello.

< dove andiamo? >

< te l'ho detto, prima di imparare a memoria le regole dell'informatica ti tocca capirla... e per fare questo devi riderci sopra >

< ridere? > Mello non era decisamente il tipo da farsi una risata tanto per, anzi, non rideva da tantissimo tempo ed era certo che nulla l'avrebbe fatto ricominciare.

< vedila come un gita di piacere > aveva sdrammatizzato Mail notando l'espressione truce dell'altro, che aveva assunto alla parola “ridere”.

 

*** due ore dopo passate in tutta noia in silenzio***

 

< eccoci qui > disse il rosso alzando lo sguardo, incrociando per un attimo quello di ghiaccio del biondo che lo guardava accigliato.

Mail si era infilato due orecchie rosa da coniglio, mentre mostrava un programma di studi di tutto riposo.

< io sono Eccì il coniglio rosa del Piccì (pronuncia spastica di PC, messa per una necessità di rime) con me tu studierai, in tutta fretta imparerai!! > e Mello era sempre più convinto di essere finito con un idiota di prima categoria.

Mello osservò Mail dalla testa ai piedi, lasciandosi sfuggire un: ma che cazz....

mentre lui giocava con le orecchie che si era messo, dicendo che lo rendevano fashon.

I due, o meglio, Mail raggiunse un tavolino di un bar che si affacciava sulla scogliera, sotto di loro il mare rumoreggiava allegro e l'odore di salsedine si appiccicava addosso ai vestiti.

Mello si limitò a seguirlo da lontano, cercando di non dare nell'occhio, lui amava essere al centro dell'attenzione ma solo quando si trattava di fatti positivi, e non perché andava in giro con un deficiente con le orecchie da coniglio che saltellava.

Raggiunto il tavolino cercò di convincere Mail a togliere le orecchie, con scarsi risultati.

< Mail, ti prego >

< nossignore, e chiamami Eccì >

< Eccì... togli le orecchie... >

< no >

< idiota >

< prego, signor idiota >

il biondo non resse altro, la sua pazienza era già abbastanza provata e con uno scatto felino si sporse sul tavolo, inginocchiandosi sulla sedia e piegandosi per raggiungere Mail, solo che non aveva calcolato bene le distanze, e dovette sporgersi di più. Ovviamente nel farlo cercò di essere quanto più sensuale possibile, tanto per divertirsi un po' con il suo Prof.

Si mise in ginocchio, tirandosi avanti con busto e mostrando al rosso il collo ed il petto scoperto del gilet scollato, i tendini tesi della testa che era sollevata per raggiungere le orecchie rosa. I capelli biondi solleticavano la fronte dell'altro, visibilmente arrossito e con pensieri poco casti.

Dopotutto Mello, per dirla con delicatezza, era messo a novanta sulla sedia, vestito di pelle aderente che lasciava pochissimo spazio all'immaginazione, con il collo scoperto e vulnerabile del ragazzo a pochi centimetri dalla sua bocca. Mail deglutì a vuoto e lasciò togliere quello scomodo cerchietto al biondo, che facendo finta di nulla, si risedette, posandolo sul tavolo.

< bene Proff... con che cominciamo? >

 

gli argomenti erano tanti, e davanti ad un piatto di pasta ordinato al ristorante i due si erano messi a studiare, Mail, Mello dovette ammetterlo, era un insegnante formidabile, che spiegava con chiarezza argomenti che fino a poco tempo prima gli erano sembrati impossibili.

Mello dal canto suo non faceva troppe domande e capiva tutto quello che gli veniva detto, sapendo poi applicarlo quando il rosso gli faceva qualche domanda. Questo facilitava oltremodo lo studio, che terminò alle cinque del pomeriggio per una breve merenda.

< entro giovedì, massimo venerdì mattina, avrai recuperato e forse ti sarai pure avvantaggiato con il programma... >

< spieghi meglio del Prof >

< solo perché io sono autodidatta e per capire le cose che ti sto spiegando ho dovuto faticare non poco, e te le sto dicendo nella maniera che anche io ho usato per capirle >

dopo quel brevissimo scambio di battute Mello aveva preso un gelato, chiedendolo al cameriere del Bar-Ristorante, e Mail aveva ordinato uno yogurt.

Appena l'inserviente tornò con il vassoio, Mallo prese fulmineo il gelato, un Magnum Bianco. La cioccolata non poteva mancare nei pasti del biondo, e Mail si gustò lo yogurt davanti ad un insolito teatrino. Mello, afferrato il legnetto sotto al gelato, iniziò a succhiare, mentre le dita diventavano appiccicose e sporche di liquido bianco che colava dal cioccolato.

Era uno spettacolo esilarante e molto eccitante allo stesso tempo, perché Mello era buffo e impacciato con il gelato, ma lo leccava e lo assaporava in maniera molto provocante.

Quando poi passò alle dita sporche, succhiandosele per ripulirle dal cioccolato colato, Mail dovette abbassare lo sguardo per non arrossire.

Finita la stressante merenda, i due tornarono alla macchina, decisi di tornare a casa a riposare.

Cinque minuti esatti dopo che erano partiti a Mail squillò il telefono, e Mello cercò di non ascoltare per non farsi gli affari dell'amico. Gli sembrava strano essersi affezionato in così poco tempo a quel ragazzo, e non ci avrebbe creduto nemmeno lui se non fosse stato per lo strano senso di vuoto che l'aveva assalito non appena Mail aveva detto “andiamo” e “casa” perché quello voleva dire separarsi, ed il biondo era rimasto sconcertato dalla sua stessa reazione.

Come poteva sentirsi triste? Perché aveva sperato fino all'ultimo che il rosso rimanesse con lui? Perché voleva dirgli di fermarsi a cena da lui? Non lo sapeva, non sapeva nulla di quelle strane sensazioni che mai credeva di provare, non dopo quello che era successo.

Appena l'argomento della conversazione al cellulare di Mail si fece interessante, le orecchie di Mello si rizzarono per capire meglio.

< certo Thia... scusa, Til... ok... stasera? Cinese? Ne conosco uno a Viterbo.... ah abiti li? Allora arrivo, ti passo a prendere a Porta Fiorentina*, si il tempo di arrivare.... ok... no, non c'è bisogno... cosa? Ma che... salire da te dopo cena? Ok, ci vediamo dopo >

poi riattaccò e tornò a guardare la strada, stizzito per qualcosa anche se non lo diede a vedere.

Invece Mello era stato folgorato, si ricordava della ragazza con i capelli strani che era uscita dal negozio di Mail proprio mentre lui entrava, e si ricordava che il rosso le aveva promesso una cena.

Però, sentire quelle frasi gli fece quasi male. E non era da lui essere geloso. Non di qualcuno conosciuto due giorni prima. E poi Mail sarebbe salito a casa di lei? Per fare cosa? Ovviamente non c'era bisogno di dirlo... Mello aveva capito che le attenzioni di Mail per lui erano solo quelle di un conoscente, forse amico, nulla di più. Mentre lui cosa stava facendo? Stava facendo il coglione, ecco cosa stava facendo. Ci stava provando con Mail, cercando di sedurlo facendo la puttana.

E lui aveva fatto tutto quello per sentirsi così? Perché si sentiva malissimo, forse si era abituato a non provare sentimenti, ma questi lo avevano travolto come una valanga non appena il suo sguardo si era posato sul rosso, aveva urlato di gioia quando Mail l'aveva invitato a dormire da lui, e aveva cercato di rimanere con lui chiedendogli ripetizioni di una materia che conosceva a menadito solo per avere una fottutissima scusa. Lui amava l'informatica, ed era anche bravissimo, ma era disposto a calpestare il suo orgoglio di secchione per chiedere ripetizioni di una materia in cui andava bene.

Tutto questo per rimanere di più con il rosso.

Esiste il colpo di fulmine? Mello, cinque giorni fa, avrebbe risposto: no.

Esiste il colpo di fulmine? Mello, in quel momento, avrebbe risposto: si.

Altrimenti non si spiegava, e si sentiva una merda per aver riposto la sua fiducia nei sentimenti, dopo che si era giurato di non ricaderci più. E invece era successo di nuovo, si era invaghito del ragazzo a prima vista, aveva tentato di rimanerci insieme più tempo possibile per sedurlo, per fargli capire che forse lui era disponibile, però il ragazzo era palesemente etero, altrimenti perché andare a cena con una ragazza e poi andare a casa sua? Non era ovvio?

Mello raggiunse quella conclusione dopo un ora di filmini mentali, ripromettendosi di rimanere con rosso giusto il tempo di finire le ripetizioni inutili, e poi sparire, così come era comparso nella sua vita era sparito, come uno schizzo di colore su una tela prima di essere cancellato da pennellate fresche, solo un piccolo episodio nella vita di Mail, solo un grande senso di rabbia e tristezza in Mello, che aveva voluto credere ancora ai sentimenti, dandogli una possibilità.

- Near... ci ho provato come vedi, a dimenticarti, forse ho gettato la spugna troppo presto, ma non posso farci nulla... non gli interesso... mi dispiace, ti ho deluso ancora...- Mello si ripeteva che andare avanti era il suo obiettivo, ma più camminava più guardava indietro, attaccato a quella foto, la foto dell'unica persona che non aveva tradito i suoi sentimenti, ma al contempo, l'unica che li aveva traditi.

Scosse la testa, per cacciare quelle strane sensazioni che lo stavano portando nel baratro della depressione, e desideroso di non caderci più, aveva posato lo sguardo fuori dal finestrino.

Mezz'ora dopo la macchina rossa di Mail era ferma sotto casa di Mello, e i due si dovettero salutare.

< torno domani, e cerco di essere un po' più puntuale... promesso... >

< bene, allora ci vediamo Mail... >

< che rottura, adesso devo pure andare a cena con Thia.... secondo te come mi devo comportare? Cioè... cosa dovrei dire? Dovrei fare colpo ma... > quelle frasi che erano uscite dalla sua bocca non erano state ragionate, erano solo frasi dette al vento, dette perché Mail desiderava stare più con Mello e non andare via subito, e gli sembrava l'unico argomento con cui iniziare... se gli avesse chiesto il numero di punto in bianco sarebbe risultato sospetto... se l'avesse invitato a cena e avesse dato buca alla ragazza sarebbe risultato sospetto... non poteva permettersi di insospettire Mello, non ancora per lo meno. Così perso nei suoi pensieri non si accorse dello sguardo perso del biondo, in netta contrapposizione con il tono rigido e glaciale che utilizzò nel congedare Matt.

< sei un deficiente Mail Jeevas >

 

spazietto dell'autrice:

oggi mi sentivo ispirata, ed ecco un nuovo capitolo tutto per voi. Svelto il mistero delle frasi impudiche e vi ho elargito una fullimmershon (O.o) nel carattere contorto di Mello, poverino, si fa millemila seghe mentali su Mail, però secondo me lui li ha i sentimenti, ma dopo una grande delusione è restio ad affidarcisi, ed appena prende coraggio e ci prova con Matt... BUUM... lui se ne va con quella tipa >.> certo che sono sadica e masochista... povero Mellino T^T

vi lascio due regalini...

1- anticipazioni!!!!!!---> -ovvio che aveva fatto cilecca, come era possibile che ci riuscisse in quel frangente? Era impossibile, ed il suo amichetto l'aveva capito meglio di lui […] gli occhi erano velati da calde lacrime che ben presto scivolarono sulle gote candide, non credeva potesse succedere ancora […] non c'entrava la sveglia questa volta, era solo lui, che non voleva vederlo.

< sono un deficiente, Mail Jeevas >-

 

2- il disegnuzzo di Mail, tutto fatto da me, della mia visione del ragazzo quando bussa a Mello... l'ho pubblicata sulla bacheca della mia pagina di Facebook perché se la mettevo sul profilo non potevate visualizzarla... godetevela!!!! ---> http://www.facebook.com/photo.php?fbid=204618696253694&set=a.127422313973333.20896.127308130651418&type=1&theater

 

** Porta Fiorentina è una località di Viterbo, ed è vicinissima a dove abita Mello.

 

ringraziamenti:

 

starhunter: sono felice che ti piaccia, e anche a me piace Mail in versione cattiva, ma tranquilla... quella versione c'è e ritornerà presto :D:D per i pezzi inverosimili.. beh... lo so. Però è una cosa uscita dalla mia mente contorta e quindi mi sono presa un bel po' di licenze... passiamoci sopra e facciamo finta che nella fantasia tutto è possibile ;D

 

HunterKeehl: ahahah, il nostro Matt versione sadomasochista ancora deve venire.... lo so che avevo messo quel doppiosenso proprio esplicito.... perché sono cattiva li faccio rimanere a secco ancora un po'. v.v davvero è dolce come storia? *-* mi rendi molto felice, perché credevo di scrivere una cagata come al solito... *-* ti ingrazio tantissimo... continua a seguirmi ^.^ spero ti sia piaciuto il chap che ho tentato di fare un po' più lungo.... :D alla prossima, baci!

 

L_Nael: grazie grazie grazie!!! non so cosa dire... *-* mi sento appagata e felice per le vostre recensioni.... sono felicissima che piaccia questa storia... è un bellissimo obbiettivo anche per me che voglio diventare scrittrice... *W* i teatrini alla Tamaki Suou mi mancavano O.O ti ruberò la battuta perché rende bene l'idea... posso metterla nella Fic? Ti dispiace? Ovviamente il passato di Mail è bello nascosto... per ora... XD spero ti sia piaciuto il chap, è anche venuto più lunghetto del mio solito.... alla prossima!! continua a seguirmi ^-^

 

HeilyNeko: ahahaha mi dispiace lasciarti con le seghe mentali, e ovviamente ancora non ho trovato risposta a quel: avrai una bella sorpresina domani Mihael Keehl... lo scoprirai nel prossimo capitolo... sono felice che la mente da pervertita ti faccia vedere quelle cose... perché prima intendevo far prendere alla storia quella piega lì, e solo dopo ho pensato di farvi rimanere ancora un po' sulle spine... perché sono cattiva v.v beh, alla prossima!!! non farti troppo filmini e mi dispiace di farti attendere.... aggiornerò presto, prometto v.v bacii!!

 

Nijinsky: oh oh oh (risata alla Tanaka-san) che bello... i dialoghi allora vanno bene... *sospiro di sollievo* e io che credevo di riempire le storie di dialoghi inutili... *W* in effetti Mello mi fa tenerezza, perché per mantenerlo OOC non deve essere smielato, però non è un blocco di ghiaccio! E sto cercando piano piano di svelare di più del suo carattere contorto... sono felice che la casa ti piaccia, io me la sono immaginata elegante e raffinata, perché anche se Mello non è un lord, di certo ha buon gusto e questo non vuol dire che debba trattarsi male... insomma, si può permettere un bellissimo appartamento e allora lo sistema con buon gusto.... meno male che non è apparso tamarro! Altrimenti avrei corretto subito...

per il doppiosenso, lo ammetto, sono cattiva, però volevo vedere un po' come reagivate :D all'inizio volevo proprio raggiungere quel pezzo, però era troppo affrettato, e quindi ho deciso di lasciarvi sulle spine :D non sei la sola a pensare sempre in modo pervertito... ci sono anche io a farti compagnia... vedo doppisensi ovunque!!

addirittura mi stimi? Wow... mi sento improvvisamente importante.... in quanto a prestissimo, sono stata abbastanza veloce? Cercherò di non ritardare con il prossimo capitolo, lo prometto, ma non minacciarmi T^T alla prossima ( che sarà prestissimo) baci!!!!

 

grazie ancora a tutti, il vostro sostegno e prezioso. Sono felice che vi piaccia.

Ringrazio chi mi ha aggiunto tra le seguite, i preferiti e le ricordate, a chi ha letto e a chi ha recensito, anche a chi ha letto e magari a spento perché faceva schifo... grazie :D

baci, la vostra Beyondy.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Capitolo 5

 

il rosso rimase imbambolato a fissare il portone per altri cinque minuti, prima di capire quello che era successo. Mello se ne era andato, lo aveva mollato li fuori ed era anche in ritardo per la cena con Til. Si scompigliò i capelli, cercando di riacquistare un po' di lucidità prima di fare dietrofront e salire in macchina.

I sensi erano inibiti da uno strano senso di vuoto, sbatteva le palpebre velocemente per dissolvere lo strato di lacrime che gli stava facendo perdere il controllo, perché doveva piangere per Mello? O meglio, che cosa stava succedendo al suo corpo?

Sentiva un forte calore all'altezza del petto, poi fitte gelide gli segavano in due il corpo, ed era del tutto incapace di formare un pensiero coerente con la realtà.

Scosse la testa più forte che poté, dandosi degli schiaffetti sulle guance e respirando in modo regolare, e solo dopo svariati minuti riuscì a mormorare un “vaffanculo” riferito più a se stesso che al biondo e mettendo in moto raggiunse il luogo dell'appuntamento, a venti metri da dove si trovava adesso.

Til era lì, in piedi, che fissava con sguardo perso il cielo diventato scuro. Indossava un elegante vestitino nero, con una gonna decisamente corta. Appena vide Mail parcheggiare e andarle in contro sembrò illuminarsi, e gli occhi si concentrarono subito sul rosso.

< Mail! >

< scusa il ritardo > disse lui trafelato, mentre le parole di Mello continuavano a rimbombargli in testa.

< non fa nulla, tranquillo... >

< ma aspetti da venti minuti! > cercava di distrarsi, magari litigando con la ragazza! Inconsciamente si era messo a sperare che lei lo trovasse un emerito coglione e lo lasciasse libero di tornarsene a casa, tanto per farsi le seghe mentali in pace davanti ad un videogioco.

< che vuoi che sia, ho preso un po' d'aria! Oggi come è andata a lavoro? >

È troppo accondiscendente! Ma perché cazzo è così cotta di me? Se magari si arrabbiasse, non chiedo tanto... solo una bella scazzata così me ne vado!

< sto in ferie... da l'altro ieri... > disse con poca convinzione.

< beh andiamo? > la ragazza pendeva dalle sue labbra, ma era chiaro che si era stufata di aspettare fuori dal ristorante. Mail la seguì all'interno de “ la Cina”, arredato con poco gusto e illuminato malissimo.

Il loro tavolo era sotto un acquario vicino alla porta d'ingresso, e Mail si perse ad osservare i pesci mentre la ragazza parlava a raffica... non seppe quantificare il tempo che passava, sapeva che aveva mangiato più o meno il primo ed il secondo piatto che gli avevano portato, ma a parte quello, sembrava davvero perso.

In effetti si sentiva parecchio male, i suoni gli arrivavano ovattati e si sentiva in una campana di vetro.

< Mail stai bene? Sei pallido... >

< eh... ah... cosa? > aveva spostato lo sguardo sulla ragazza, e si sentiva andare a fuoco.

< hai la febbre? Sei rosso... >

ma questa tizia la smette di parlare?

< no sto bene... > poi gli tornò in mente Mello, quella mattina, quando si era messo in quella posa ambigua per togliergli le orecchie dalla testa, ripensò al suo collo nudo a pochi centimetri dalla sua bocca, e desiderò con tutto se stesso rivivere quegli attimi solo per affondare i canini in quella pelle diafana, per avere Mello, in tutti i sensi.

< sicuro? >

< si >

< ma sei rosso... >

< si >

< ti gira la testa? >

< sto bene >

< hai male da qualche parte? >

< sto bene >

< prima ti ho visto, con quel biondino, è colpa sua se stai male? >

< sto bene >

< dovresti...> non ascoltò altro perché la porta alle sue spalle si era aperta, ed un ragazzo alto, vestito interamente con indumenti di pelle, era entrato, facendo sfoggio dei capelli biondi e di una cicatrice sulla guancia sinistra.

< dovresti lasciar perdere... smettere di frequentarlo... è lo stesso che quella sera è venuto a farsi tagliare i capelli? Mi è sembrato inaffidabile già dal primo momento... forse ha una cattiva influenza su di te... smetti di frequentarlo! > aveva continuato Til ignara dello sguardo di fuoco che gli stava lanciando Mello mentre prendeva dalle mani di una cameriera un busta, probabilmente una cena take away.

< e poi come si veste! Sembra una putt... >

Mail si era alzato di botto, dando un pugno al tavolo e facendo traballare i bicchieri pieni d'acqua.

< stai zitta, ficcati qualcosa in quella cazzo di fogna con cui parli a cazzo! > poi si era girato, uscendo dal locale sotto lo sguardo attento di tutti gli altri clienti.

Til lo aveva seguito subito dopo, lasciando sul tavolo una banconota da cinquanta.

Mello era rimasto in disparte, non facendosi notare dalla ragazza, sorridendo sotto i baffi.

< si, credo che mangerò bene stasera, grazie > poi aveva salutato la cameriera, pagandola ed uscendo.

 

< Mail! Scusaaaaaaaa! > aveva urlato la ragazza saltandogli addosso, mentre il rosso cercava di divincolarsi prima di pestarla di botte.

Non ho mai sentito il desiderio di ammazzare una donna!

Pensò prima di correggersi. Non ho mai sentito il desiderio di ammazzare una donna come invece mi viene spontaneo per Til!

La ragazza continuava a seguirlo nella notte, piangendo e dicendogli che era dispiaciuta.

Involontariamente, Mail si era diretto nel parco davanti casa di Mello, continuando a vagare sul viale illuminato dalla luna, sotto gli alberi dalle fronde nere.

Il lontananza, un ragazzo vestito di pelle seguiva la strana coppia con lo sguardo, mentre si confondeva facilmente tra le ombre, e sghignazzava.

< Til basta! > alla fine Mail aveva ceduto, si era girato per parlarle e aveva urtato qualcosa, o meglio, qualcuno.

Tornando alla realtà si accorse che un uomo sulla quarantina lo guardava storto, era più alto e massiccio di lui, e uno strano ghigno gli piegava il volto.

< cosa abbiamo qui? Ti diverti con la ragazza? >

< scusi... > aveva detto il rosso.

< non voglio le tue luride scuse... >

< … >

< voglio il tuo corpo... > il viso dell'uomo si avvicinò pericolosamente a Mail, che in una frazione di secondo capì che l'uomo era ubriaco fradicio e che la siringa che aveva in mano non era di certo per fare un vaccino.

< toglimi le mani di dosso! > aveva urlato Mail, mentre altri due uomini uscivano da un cespuglio e prendevano Til, che ormai urlava e piangeva.

< non ti hanno insegnato che ad andare per i parchi di notte si viene mangiati dal lupo cattivo? >

poi l'uomo serrò la presa sul braccio tatuato del rosso, mentre cercava di avvicinarsi ancora.

Preso alla sprovvista, il rosso mosse la mano sinistra, raggiungendo una determinata zona dei pantaloni e cercando di afferrare quello che lì non c'era, cioè il calcio della pistola che di solito gli urtava contro i jeans.

Cazzo, non sono più.... il pensiero fu interrotto da uno sparo, tutti erano ammutoliti, Mail si era girato benché l'uomo lo trattenesse e cercasse lo stesso di tirargli giù i pantaloni.

Mello era fermo davanti a loro, con una pistola in mano ed un distintivo nell'altra.

< andate via prima che vi arresti per stupro > aveva intimato agli uomini che con poche proteste se ne erano andati via, sparendo nella notte.

Il rosso era crollato a terra, non sapeva bene cosa gli avesse impedito di reagire con lucidità, aveva subito cercato la pistola, dimentico della sua cintura nera in karate.

Til, era inginocchiata e piangeva, anche se adesso le emozioni che le solcavano il volto erano più confuse. Mail era fermo, bloccato contro il selciato, mentre si riabbottonava i jeans e cercava di placare il dolore lancinante che provava in tutto il corpo. Sapeva bene a cosa era andato incontro quella notte, sapeva chiaramente che la vecchia ferita si stava facendo sentire, e sapeva, con meno chiarezza ma avendo pur sempre una vaga idea, di avere la febbre alta.

Forse era stato quel mix di dolori vari e la confusione che sentiva in testa ad impedirgli di ragionare, facendolo finire dritto nella trappola dei malviventi.

< Matt! > quello che doveva essere solo un nome urlato per ottenere l'attenzione da parte del biondo, arrivò a Mail come un urlo venato di paura. < Mello... > aveva sussurrato prima di svenire.

 

***PDV MELLO***

Mail stava correndo come un idiota, seguito ed intralciato dalla ragazza che prima aveva definito Mello come una puttana inaffidabile. E forse lo era davvero. Ma non faceva differenza.

I due erano andati contro ad un uomo, famoso nel giro per la sua passione per i ragazzi e di più per il sesso in generale. Come Mello sapeva questo, beh, era un piccolo dettaglio del suo passato.

L'uomo li aveva subito afferrati, e stava iniziando a molestare Mail, ovviamente sfiancato dalla febbre. Il biondo aveva subito notato il gesto di quest'ultimo, la mano che correva alla cintola per prendere la pistola che solitamente viene tenuta lì dagli agenti in borghese. Mail quindi era stato abbastanza in qualche forza armata per trovare quel gesto naturale.

Mello si era reso conto di quanto stava accadendo ed era uscito da dietro un albero sparando un colpo in aria. Quel quartiere era famoso per le bande di malviventi e per le abitazioni di extracomunitari mafiosi provenienti da vari paesi, quindi nessuno avrebbe fatto domande l'indomani sul colpo di pistola.

Appena Mello riuscì ad allontanare gli uomini, urlò quasi disperato il nome dell'amico, vergognandosi di quel gesto ma non pentendosi, perché se era vero che lui aveva smesso di amare, era anche vero che Mail lo aveva scosso dal profondo, incrinando quella sua barriera anti emozioni che si era creato.

Il ragazzo svenne, lasciando Mello interdetto mentre Til correva e cercava di rianimarlo.

***

 

 

si era sentito subito strano, forse era il calore che sentiva addosso, forse era il fresco che provava sulla fronte, o forse erano le labbra umide di qualcuno che effettivamente lo stava baciando.

Si crogiolò un secondo solo in quella sensazione, del tutto convinto che fosse un sogno e che quelle labbra appartenessero a quello che ormai era diventato l'oggetto dei suoi desideri, ovvero Mello. Ma appena arrivò alla consapevolezza di non desiderare Mello solo dal punto di vista fisico, si accorse che lui era sveglio e che effettivamente qualcuno lo stava baciando.

Aprì gli occhi, trovandosi faccia a faccia con Til.

< ben sveglio > aveva sussurrato la donna, staccandosi da lui e intrecciando le dita tra i capelli rossi.

Mail non riuscì a dire nulla, semplicemente spalancò gli occhi ed i ricordi gli invasero la mente come una doccia fredda.

 

Era svenuto, poi si era ritrovato nell'appartamento di Til ed appena quest'ultima si era accorta che lui era finalmente sveglio, aveva iniziato a scusarsi, piangendo.

Non sapeva nemmeno come aveva fatto a ritrovarsi sopra di lei, seminudo. Appena la donna aveva cercato di sfilargli anche i boxer, Mail si era accorto di un piccolo dettaglio.

Quella sotto di lui, era Til, era nuda, ed era ben chiaro cosa stessero per fare, ma Mail non intendeva collaborare.

Tuttavia, cercò di mantenersi distaccato, magari affogare la mente nel piacere carnale era il solo ed unico modo che aveva per scordarsi di Mello, che dopo averlo salvato, era svanito.

Appena cercò di avvicinare il bacino a quello della donna però si accorse che lui non era nemmeno lievemente invaghito di Til, non provava nulla, e di fatto, non era nemmeno eccitato. La donna sembrò accorgersi della reazione di Mail, perché provò ad avvicinare la mano per risvegliare i sensi dell'uomo che sembravano del tutto inesistenti. Come poteva Mail non essere nemmeno un po' eccitato da lei?

Il rosso provò comunque ad avere un rapporto, anche se, dopo neppure due secondi, si disse del coglione, allontanandosi e girandosi su un lato del letto, infilandosi sotto le coperte e assecondando il copro febbricitante che voleva dormire. Non era lucido nemmeno per accorgersi che stava dormendo nel letto della donna che si era quasi fatto, con pochi risultati...

ovvio che aveva fatto cilecca, come era possibile che ci riuscisse in quel frangente? Era impossibile, ed il suo amichetto l'aveva capito meglio di lui, perché non aveva avuto reazioni di alcun tipo davanti al corpo nudo della donna. In effetti, non aveva mai avuto reazioni particolari per il corpo di nessuno donna.

 

Til non sembrava turbata, ma Mail, appena capì di essere ancora nel letto della ragazza, si fiondò fuori dalle coperte e si rivestì in tutta fretta, benché le azioni risultassero notevolmente rallentate dalla febbre.

< Amore... > aveva detto la ragazza cercando di raggiungerlo.

< Amore a chi? > Mail era davvero sconcertato.

< a te! Ma come... siamo quasi andati a letto... hai dormito con me... non è amore? > Til aveva allungato una mano per ritirarlo sul materasso, ma il rosso si era scansato.

< non vedo come possa essere amore... non so nemmeno perché mi trovo qui! >

< ma, ma... insomma.. come puoi essere indifferente davanti ad una ragazza? >

< come posso farlo? Sono gay da quando avevo sei anni > poi Mail era uscito di corsa dall'appartamento, correndo alla macchina e prendendo sette antidolorifici uno di seguito all'altro, seguiti da una pillola di moment per il mal di testa ed una tachipirina in polvere che teneva nel cruscotto. Almeno a casa ci doveva arrivare!

 

***PDV MELLO***

il biondo era entrato a casa trafelato, dopo aver urlato il nome di Mail si era girato ed era tornato dritto all'appartamento, chiudendosi dentro e facendosi una bella cioccolata calda.

Aveva sentito subito dopo dei rumori fuori dalla porta, ed avvicinandosi allo spioncino, aveva notato Til salire rapida le scale, seguita da Mail che non si reggeva nemmeno in piedi e che non doveva nemmeno essere troppo cosciente.

Era chiarissimo il motivo per cui il rosso doveva andare a casa della donna, chi non ci sarebbe arrivato? Mello si coprì la bocca con la mano, sedendosi sul davanzale ampio e basso della finestra della sua camera da letto, mentre guardava la luna e già si immaginava la soddisfazione di Mail dopo essersi portato a letto quella bella ragazza, perché era bella davvero. Iniziò anche a ricordare quella mattina, quando si era trovato Mail davanti alla porta che sorrideva come un idiota, e poi quando si era messo quell'insulso vestito da coniglio solo per farlo ridere. Il rosso la sapeva lunga sul suo stato d'animo, l'aveva capito quando aveva visto la foto e si era scusato, mentre nei suoi occhi verdi si leggeva tristezza e comprensione. Di sicuro ne aveva passate tante, e forse una risata poteva davvero migliorare le cose, sempre che non fosse seguita da una scopata tra la persona che ami ed una sgualdrina qualunque.

Ami.

Mello aveva usato quel verbo per indicare Mail, l'aveva fatto inconsciamente, ma se la sua mente gli aveva suggerito Amore invece di Amicizia non c'era motivo per ignorare la realtà dei fatti.

L'amava? Forse si. Sicuramente si.

Adesso gli occhi erano velati da calde lacrime che ben presto scivolarono sulle gote candide, non credeva potesse succedere ancora... non credeva di amare di nuovo.

 

***PDV MATT***

 

la mattina dopo, Mail si era alzato dal letto con malavoglia, la febbre si era placata durante la notte a furia di medicine e la gamba dolente non gli dava nemmeno più fastidio.

Si osservò la coscia, martoriata dalla cicatrice di una pallottola, che anni prima gli aveva trapassato il bicipite. Era ancora lì, il piccolo cerchietto bianco lucido che ogni volta lo costringeva in ginocchio. Se solo fosse stato più attento.

Era in missione, una squadra speciale composta da vecchi amici che come lui avevano intrapreso la via guerriero, per dirla in modo poetico. Los Angeles, covo di un mafioso chiamato Rodd Los, stavano facendo un blitz per arrestare tutti gli spacciatori di droga e di armi più pericolosi, riuniti in quel sotterraneo.

Durante l'assalto un ragazzo con un casco, vestito di nero, gli aveva sparato sul ginocchio e sulla coscia. Mettendogli fuori uso il tendine del ginocchio al quale si era operato, e che ora non gli dava particolarmente fastidio, e la coscia, che invece ne aveva risentito parecchio.

Era scappato in Italia, trovando lavoro come parrucchiere, per raggiungere la pace tanto agognata, ma era sempre rimasto in contatto con l'FBI americano, che di tanto in tanto lo metteva in contatto con il suo vecchio mentore, L.

era un ragazzo come lui, con il quale era sempre andato d'accordo, che l'aveva adottato in un orfanotrofio insieme al suo maggiordomo Watari, e lo avevano allevato come un figlio, facendolo diventare un agente a tutti gli effetti.

Adesso aveva 25 anni, non voleva più vedere nessuno morire, non voleva più uccidere nessuno, voleva solo avvicinarsi ad un biondino che gli aveva letteralmente catturato il cuore, che nascondeva un passato oscuro quanto i suoi pantaloni di pelle, che stringeva una foto fatta con Near, un albino che Mail aveva visto spesso andare da L quando era piccolo. Non ne sapeva molto, ma era una specie di detective prodigio, ma forse Mello, ne sapeva di più.

La sveglia iniziò a trillare, distogliendo Mail dai pensieri e ricordandogli dell'appuntamento con il biondo per le ripetizioni. La spense, ed attese.

Erano ormai le undici, le persiane chiuse oscuravano la stanza, sentiva il corpo di piombo... e sebbene era in ritardo non si mosse. Non sapeva come comportarsi col biondo, aveva paura di ferirlo, di sentirsi un coglione un'altra volta, per questo non fece nulla. Il ritardo ormai era palese, ma non c'entrava la sveglia questa volta, era solo lui, che non voleva vederlo.

< sono un deficiente, Mail Jeevas >

 

 

 

 

 

 

spazietto dell'autrice:

Sumimasen. Vorrei scusarmi con tutti voi, per degli errori e delle mancanze da parte mia imperdonabili. Ve li elenco, e vi prometto che grazie ad Elizabeth_Smile che me li ha fatti gentilmente notare, cercherò di non commetterli più.

Prima di tutto, il rapporto tra titolo e storia, lo so che può sembrare senza significato “Roulette” ma vi prometto, che andando più avanti, magari intorno al capitolo 6-7 farò chiarezza, spiegando anche molte cose legate a questa canzone.

Mello, può risultare un po' distaccato, magari maleducato, ma quando Mail dice di trovarlo “simpatico” effettivamente lo è, perché secondo me, maleducazione non è sinonimo di antipatia.

Mail si comporta in modo servizievole perché semplicemente non può essere sgarbato con un ospite, oltretutto carino. Io non lo farei mai. Anzi, con i miei ospiti sono sempre molto disponibile, soprattutto se li ho appena conosciuti.

Il fatto di avergli fatto indossare delle orecchie da coniglio, era solo per inserire una scenetta comica, e mi scuso se questo è risultato OOC, anche se per me, Mail, essendo comunque giocherellone e magari a volta infantile, risulta essere del tutto IC, e poi come ho detto in questo capitolo, l'ha fatto perché conosce la tristezza di Mello e lo voleva far sorridere. Comunque non metterò l'avviso OOC solo per una scenetta in tutta la FanFiction.

I personaggi sono quasi tutti stranieri, ma come ho detto, è ambientata in Italia solo per la mia scarsa conoscenza dell'America, ed i nomi tendo sempre ad inglesizzarli.

Gli interventi tra parentesi, Nda, li inserivo per cercare un maggiore contatto con i fan, dato che a me, solitamente, fa piacere trovarli nelle storie che leggo. Se per voi è un disturbo non li inserirò, come ho fatto in questo capitolo.

Mail non ha mollato di punto in bianco il suo lavoro per stare dietro a Mello, e se avete pensato questo, non siete lettori attenti perché ho già detto che li era in ferie trovandosi sotto le vacanze di pasqua, ed il giorno in cui Mello era andato a farsi tagliare i capelli era l'ultimo prima della settimana di ferie.

Riguardo le incongruenze con il manga, Mello in questa storia è più piccolo di un anno di Mail, e quindi, è più basso. Mail ha i capelli rossi, e non castani come invece hanno disegnato nell'anime, e comunque, dato che il 99% delle immagini che si trovano su di lui lo fanno apparire come un “rosso fuoco simil peperone” e a me piacciono i capelli rossi, non ho voluto scrivere che li ha castani. Se non vi piace Mail con i capelli rossi, questa non è la vostra FF adatta.

Mi scuso ancora per il disturbo, ho corretto gli errori, e sto cercando di migliorare, spero di aver chiarito ulteriori dubbi.

Ringrazio tutti i miei lettori, e non posso ringraziarli uno per uno perché ho già scritto troppo, quindi manderò degli mp.

A tutti quelli che hanno recensito, letto o visionato velocemente, grazie.

(Kyomi e ChibyLilla... due nuove lettriciii *-* grazie anche a voi)

al prossimo capitolo, che spero di postare presto.

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Capitolo 6
*** 6 ***


 Capitolo 6.

 

il caffè nero fumava, vapori caldi che sapevano di amaro risvegliarono il rosso, che ormai, aveva rinunciato a capire.

La domanda che gli ronzava in testa da quella mattina era: cosa ho fatto?

E non trovava risposta.

Trangugiò la bevanda scura tutta d'un fiato, assaporandone il retrogusto amaro che lasciava in bocca, mentre con la mente era già steso sul letto a giocare ad Assassin's Creed Brotherhood. Per l'ennesima volta, ma era perfetto per sfogarsi.

Le mani corsero subito sul controller, esperte, raggiungendo i tasti a memoria.

Mentre la schermata d'inizio si avviava, Mail ripensò per l'ennesima volta al suo stato d'animo.

Mello mi odia, forse sono stato insensibile con lui? Perché mi ha detto che ero un deficiente? Cosa gli ho fatto?

Il primo nemico che incontrò sulla strada sterrata di Roma, nel 1500, fu la vittima.

Con un salto da cavallo e la lama celata inserita tra le armi, gli piombò addosso, uccidendolo e scatenando una violenta battaglia tra l'assassino Ezio ed un plotone di ricognizione che passava da quelle parti, con le alabarde.

Mi ha salvato, è un poliziotto? Eppure sta all'ultimo anno di università.

Rimontò a cavallo e galoppò verso l'acquedotto, tanto per cercare alcuni tesori che gli erano sfuggiti sulla mappa.

Perché penso a lui dalla mattina alla sera? Perché mi piace così tanto? Ma sopratutto, è amore?

Mail, che ricordasse, non aveva mai avuto storie serie.

Aveva scoperto di essere gay a sei anni, con un compagno di scuola. Andava in un istituto privato con altri ragazzi di buona famiglia, era in prima elementare, e tutti i suoi amichetti si erano fatti la fidanzatina, per gioco, per fare gli adulti. Lui aveva baciato il suo compagno di banco, dicendo che la normalità per lui era un altro uomo.

L fu avvisato dalla scuola, che non vide di buon occhio l'azione di Mail, ma il detective fu molto comprensivo e decise di affrontare il discorso con il rosso non appena fosse cresciuto.

Mantenne la parola, quando Mail piombò da lui in lacrime, dicendo che aveva litigato con il suo migliore amico. Aveva quindici anni ed il cuore infranto.

Forse era quella l'unica volta che aveva provato amore per qualcuno, un ragazzino basso con gli occhiali ed i capelli neri, si chiamava Derek. Però quando il rosso si era dichiarato, il ragazzo era scappato dicendo che non era normale, che era sbagliato. Ovviamente L lo aiutò parecchio, e dopo avergli parlato con chiarezza, era riuscito a fugare i dubbi di Mail, che aveva tacitamente confermato la sua versione dei fatti, era gay e si sapeva.

Tutte le storie avute in seguito, beh, erano state semplici sveltine con ragazzi conosciuti alle feste, o magari in discoteca.

Però Mello era riuscito a fare breccia nel cuore di Mail, facendogli provare di nuovo quella strana sensazione di stupida felicità, che ti riempie di allegria anche quando tutto è grigio, e non voleva farsi sfuggire il biondo solo per orgoglio, o magari per un semplicissimo malinteso.

Adesso aveva capito, doveva solo sfogare la frustrazione, e pensare lucidamente, e finalmente aprire gli occhi sulla realtà.

Era cotto e stracotto di Mihael Keehl.

Animato da quella nuova sensazione di felicità spense la playstation 3, promettendo che al suo ritorno si sarebbero divertiti, e vestendosi in tutta fretta, aveva preso le chiavi ed aveva controllato il cellulare.

Fortunatamente il numero in rubrica c'era ancora, e pigiando l'acceleratore, chiamò Sara Pastello, una giovane biondina che aveva conosciuto l'anno prima, in università.

Grazie ai permessi di L, a venti anni era entrato in università, e aveva finito l'anno prima, anche se era l'idolo di quasi tutti gli studenti degli anni precedenti.

Una voce all'altro capi del telefono gracchiò un felice : < Ciao! >

< Ehilà, Sara, come va? >

< Matt! Sei sparito... non ti facevi più sentire, comunque accorcia che sto in bagno all'università, ho appena finito l'esame! >

< mi servirebbe un informazione, l'anno scorso è entrato per caso a scuola un biondino, alto meno di me, con una cicatrice sulla guancia sinistra che veste sempre in pelle nera? >

< parli di Keehl? Frequenta il mio stesso corso di informatica, è il migliore della classe... ma a cosa ti serve? >

< segreto, sai dove lo posso trovare? >

< se vieni lo dovresti beccare, ha consegnato il compito d'esame poco prima di me ma il suo zaino è ancora sul banco >

< ci vediamo tra quindici minuti in cortile >

poi Mail aveva attaccato, con un sorriso idiota stampato in viso.

Appena Mello gli aveva detto di frequentare l'Università di Scienze e Tecnologie Informatiche a Mail si era accesa una lampadina, anche lui aveva fatto quella stessa scuola, e se non l'aveva visto nei corridoi voleva dire che si era appena trasferito, e lo stesso Mello aveva confermato quell'ipotesi dicendo che non era da molto che si trovava in Italia, tra una chiacchiera e l'altra.

Il biondino gli aveva chiesto ripetizioni per superare l'esame, e Sara gli aveva detto che l'esame c'era appena stato. Se lo voleva rivedere, era l'unico modo.

Dopotutto Mail era sparito per tutta la settimana, non era più andato a dare ripetizioni al biondo, per paura di azioni avventate o semplicemente per non sentirsi a disagio. Ci aveva pensato parecchio, e se non fosse stato ricambiato? Scosse la testa, dicendo tra se e se che ci avrebbe pensato a tempo debito, e accelerò nei pressi dell'università, parcheggiando e fiondandosi giù dalla vettura.

Ma se è il più bravo della classe perché mi ha chiesto ripetizioni?

La domanda lo fece pensare, ma non ci diede peso, salutando Sara che era accorsa al cancello bianco per fargli da guida.

In cortile molti ragazzi stavano chiacchierando tra loro, altri mangiavano o fumavano. Tra le teste sconosciute Mail ne riconobbe alcune, salutando vecchi amici o conoscenti.

Si levò un coro di : < Ehilà Mail! > o < Qual buon vento Lord Hacker? > oppure < Semaforo! Da quanto tempo! >

a Mail sembrò di tornare indietro nel tempo di un anno, ma la fretta gli impediva di crogiolarsi tra le chiacchiere dei vecchi conoscenti per correre da Mello.

< dove sta Mello? >

< chi? > chiese Sara.

< Mihael! Insomma Keehl! >

< e dillo prima testone! Seguimi! >

Sara aveva iniziato a zigzagare tra i corridoi, ogni tanto si fermava per pensare e poi riprendeva tranquilla la camminata, fino a finire in una vecchia aula.

Non era più usata, ed all'interno c'erano vecchie attrezzature dei laboratori, le finestre erano schermate da vecchi giornali attaccati con lo scotch trasparente e nella penombra si poteva distinguere un banco davanti ad una lavagna, sul quale era seduto il biondino.

Le mani erano puntellate sul bordo, le gambe tamburellavano nervose nell'aria e lo sguardo era perso tra la polvere.

Sara si girò, ed in silenzio sorrise a Mail prima di tornare in cortile. Il rosso rimase ad osservare quella figura snella dalla feritoia della porta.

< puoi entrare > aveva detto Mello, girandosi nella sua direzione, e Mail aveva notato delle profonde occhiaie contornargli gli occhi penetranti, ed inoltre, era più pallido e smunto.

< ah. >

non ci furono altri suoni. Mello si era girato nuovamente ad osservare il vuoto e Mail si era unito a lui, troppo imbarazzato. Alla fine si era fatto coraggio, dicendo la cosa più stupida che poteva dire in un momento simile.

< perché mi hai chiesto ripetizioni se eri già bravo? >

< non potevo? >

< mi hai sfruttato! >

il biondo era sceso dal banco, gli aveva tirato una banconota da cento euro legata con un elastico e si era allontanato.

< se è solo quello. >

Mail l'aveva trattenuto per il braccio, bloccandolo. Il biondo si era fermato ed aveva preso a tamburellare nervosamente con il piede a terra, incrociando le braccia.

< cos'altro vuoi? Della scuse? Un inchino? Più soldi? >

< no >

< allora cosa sei venuto a fare qui? >

l'atmosfera era pesante e tesa, ed entrambi erano spazientiti e desiderosi di risolvere in fretta, ma nessuno dei due sembrava voler parlare.

Alla fine Mello aveva detto un esasperato: < io vado, ho da fare > e Mail gli era letteralmente corso dietro per tutto l'istituto, finendo in cortile, e poi in parcheggio.

Gli altri studenti seguivano con lo sguardo la strana coppia, adesso ferma davanti alla moto nera di Keehl.

Il rosso aveva ripreso fiato, cercando di ordinare i pensieri.

< ho altro da dire, > aveva sospirato < fammi finire almeno. >

Mello aveva posato il casco, scocciato, e poi aveva iniziato ad aspettare in silenzio che l'altro parlasse.

< innanzi tutto, perché mi hai dato del deficiente? >
< perché mi avevi chiesto una cosa stupida. >

< cosa ci facevi nel ristorante con me e ...> deglutì. < Til ? >

< cenavo. >

< come hai fatto a salvarmi? >

< conosco la zona, ho una pistola, un distintivo falso. >

Mail non chiese altro, si limitò ad annuire e ad abbassare il capo, come fosse in attesa di qualcosa.

< e tu? Perché mi hai chiesto una cosa così stupida a proposito di quella tipa? >

< non sapevo da che parte iniziare una dannata conversazione! >

< perché nel ristorante sei sbottato in quel modo? Dopotutto stava prendendo per il culo me e non te... >

adesso l'interrogato stava interrogando, e Mail si sentiva come in quei film di spie in cui ti puntano una lampada in volto e ti chiedono tutto per filo e per segno. Ma non gli diede fastidio rispondere.

< mi ha dato fastidio che qualcuno sparlasse di un mio... amico. >

alla parola Amico, Mello era scattato sull'attenti, capendo che non poteva essere altro per il rosso, che lo considerava solo quello.

Si era girato, infilandosi il casco e salendo in moto.

< aspetta dannato Mello! Non ho finito! >

< ci si becca in giro Jeevas >

Mail era salito sulla moto con uno scatto fulmineo, avvinghiando il braccio intorno alla vita sottile di Mello e godendo di quel contatto.

< scendi! >

< non finché non ascolti tutta la storia stronzo! >

 

 

ecco come erano finiti a casa di Mello, che stava facendo un tè in attesa di una spiegazione da parte del rosso.

La casa era cambiata in modo assurdo. Mail era rimasto sconcertato, quando entrando, si era accorto che i mobili erano distrutti, fatti a pezzi, a brandelli, con vetri sparsi sul pavimento e uno sporco assoluto.

L'unica cosa rimasta sana erano le orecchie da coniglio di Mail, che il biondo si era portato dietro ed aveva lasciato sulla libreria a prendere polvere.

< cos'è successo qui? >

< nulla di che. >

< sembra sia passato Attila con tutti gli unni! >

< e di chi pensi sia la colpa dannazione?! >

Mello si era lasciato sfuggire la frase, e quando se ne era accorto aveva sperato che l'altro non avesse fatto caso alle sue parole.

< comunque finisci in fretta la storia. Ho da fare >

< si. io... è una cosa abbastanza stupida da dire... ma... >

< allora dilla. >

< non so da che parte iniziare..... però devo dirti una cosa prima. Near. Lo conosco anche io. >

il biondo aveva alzato la testa, sgranando gli occhi e guardando Mail sotto una luce differente. Per conoscere Near, o eri un criminale o eri un detective, ma il biondo non avrebbe saputo dire con certezza quale delle due opzioni riguardava Mail.

< io ero allievo di L, e di conseguenza incontravo Near di tanto in tanto. Non pensavo fosse morto. >

< effettivamente non so se è morto, finora non ho trovato alcuna tomba. > Mello non seppe perché si stava aprendo così tanto con Mail, dopotutto erano ancora solo conoscenti, e con lui era incazzato nero. Dopo aver litigato, quella fatidica sera, Mello aveva sfogato la rabbia sui suoi poveri mobili, credendo di essere scivolato ancora nell'oblio della depressione. Si rivedeva giovane, mentre faceva a pezzi tutto quello che gli capitava a tiro, mentre si tagliava con pezzi di vetro i polsi bianchi, cercando di affogare la tristezza nel dolore, e magari morire. Solo che era ancora vivo, e stava ancora soffrendo.

< ho fatto il detective per un po', ma un ragazzo mi ha sparato, e adesso non posso più fare grandi sforzi fisici. > Mail aveva lo sguardo perso nel vuoto mentre parlava.

< mi scuso, non dovevo sparire, ma dopo quella sera... Til abita qui sopra, esattamente sopra il tuo appartamento, ma non so come ci sono finito. Potresti dirmi cosa mi è successo? >

< sei corso via, credo avevi la febbre alta, e sei andato a sbattere contro un malvivente del posto, è uno stupratore. Sei fortunato che ci fossi io, altrimenti avresti fatto una brutta fine, perché dopo l'abuso uccide le sue vittime. Comunque quella tipa > e vomitò tutto il suo odio nel pronunciare la parola “tipa” < ti ha svegliato, eri svenuto, e ti ha trascinato nel suo appartamento, il resto credo che lo puoi immaginare. >

< ah... non è come pensi. Non ci ho fatto nulla... non... >

< non ? > quella frase diede un'ultima vana speranza a Mello, che sembrò perdere un battito del cuore, e sperò ancora di avere l'ultima possibilità.

< nulla... nulla... > e le speranze, seppur vane, di Mello, crollarono a terra facendo sanguinare il suo già provato cuore. Cercò di rimanere atono, quando disse:

< bene... è tutto qui... quello che avevi da dirmi? > ma la voce risultò flebile e lontana.

< scusa... penserai che sono un idiota vero? >

furono interrotti dal campanello della porta di Mello, che trillò, costringendo il biondo ad alzarsi per aprire la porta.

< buongiorno signor Kee- la ragazza alla porta rimase immobile, fissando Mail. -ehl.... > era Til.

< cosa c'è? > stranamente Mello era rimasto calmo, anzi, sorrideva, quasi si vantasse della presenza del rosso in casa propria.

< mi è caduta una molletta nel suo terrazzo, le dispiace se la vado a riprendere? >

con un cenno del padrone di casa la donna aveva raggiunto il terrazzo e come un fulmine era tornata nel suo appartamento.

< e così la tipa sta nel tuo stesso palazzo... >

< si, in questo quartiere la maggioranza di stranieri è molto alta, c'era un'ottima probabilità che io la conoscessi, o comunque ci vivessi a stretto contatto... >

< stretto contatto? Non è che sei geloso? >

< stronzo! Allora vedi che lo fai apposta vaffanculo! > Mello aveva tirato un libro a Mail, che se l'era preso diritto in faccia, incapace di dare una spiegazione alle azioni del biondo.

< ora vattene > e Mello era tornato serio, indicando la porta socchiusa.

< non ho finito... > poi il rosso si era avvicinato, poggiando le mani sulle spalle di Mello, spingendolo contro il muro. < devo fare un'ultima cosa... > poi si era chinato, animato dal classico “o la va o la spacca” posando le sue labbra su quelle immobili del biondo.

Mello aveva spalancato ancora di più gli occhi, cercando di allontanare il rosso, ma non risultando troppo convincente perché Mail continuò.

Dopo aver dato un breve bacio a stampo, si allontanò di sua volontà, cercando qualcosa negli occhi celesti di Mello, che però si limitarono ad abbassarsi. Mail diede un altro fugace bacio al biondo, prima di lasciare la camera e sedendosi sulle scale davanti alla porta di Mello.

< come ci torno a casa? La macchina è ancora... > i suoi pensieri ad alta voce erano stati fermati da una risposta inaspettata. < ti porto fino all'università. > poi Mello gli era passato davanti, costringendo il rosso a sbrigarsi per seguirlo.

Quello che i due non sapevano, e che gli stessi pensieri attraversarono le loro menti.

Forse ho davvero una possibilità con lui!

 

 

 

 

 

Angoletto dell'autrice: sono stata molto cattiva. Non ho nient'altro da dire.

Ho cercato finalmente di fargli fare qualcosa a sti due batonchi, e finalmente ce l'ho fatta!

 

Passiamo ai ringraziamenti....

Vale Jeevas : grazie, anche io odio molto Til... e finalmente i due sono passati ad un amore un po' meno platonico... ma sempre romantico e dolce... v.v spero ti sia piaciuto il capitolo... al prossimo aggiornamento, che *sigh* spero sia presto...

 

L_Nael: ma che belle recensioni!!! mi piacciono quando sono lunghe... *-* la scena allora l'ho resa bene! Anche io stavo morendo dalle risate mentre la scrivevo... mi immaginavo mentre qualcuno di antipatico mi torturava allo stesso modo, e ovviamente scleravoo! XD il riferimento a Death Note l'hai colto perfettamente... era quella puntata che mi ha fatto venire in mente la scena!

Ho ricevuto una recensione in cui criticavano il colore rosso dei capelli di Matt, dicendomi che lui era castano e che quindi era una sottospecie di OOC descriverlo rosso, ma io lo adoro da roscio quindi non ho potuto fare a meno di metterlo in quel modo... i capelli castani-verde mi sembrano solo una presa in giro dell'anime...

Til... mi sono ispirata un po' a Kyomi Takada nel descriverla... e la trovo molto antipatica, prometto che farà una bruttissima fine :D

gli errori di grammatica li devo ancora correggere... prima o poi lo farò... XD e si, abitano nello stesso condominio, ma c'è una spiegazione... ma è spoiler quindi la saprai a tempo debito... ehehe.

 

HunterKeehl: molte grazie, anche io per loro vedo una bella fine, anche se conoscendomi potrei farla diventare drammatica... e non voglio perché non sono masochista... comunque le cose si stanno evolvendo... speriamo sempre in bene :D

 

Kiyomi: grazie, sono sicura che i prossimi capitoli li troverai interessanti, perché finalmente chiarirò qualcosa dei loro passati...

 

Nijinsky: ho aggiornato per te... ho cercato anche di dare una tipo “fine” di modo che non ti rimane troppo la curiosità, quindi passa bene le vacanze perché aggiornerò solo fra un po' di tempo.

Il punto della situazione è esattamente quello, ma c'è una piccola cosettina che poi scoprirai... eheheh forse sono cattiva... ma solo forse >.> grazie ancora, passa delle buone vacanze!!!

 

starhunter: ecco il capitolo! Ho fatto presto! Allora, finalmente Matt ha agito! E sono pronti a sc... dichiararsi il loro reciproco amore... e non solo quello... ne vedremo delle belle!!!!

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Capitolo 7
*** 7 ***


7.7

 

La moto nera di Mello sfrecciò sulla strada prima di frenare bruscamente in prossimità del parcheggio davanti all'università. La macchina di Mail era ancora posteggiata vicino ad un albero secco ed il ragazzo, che ora si stringeva a lui per non perdere l'equilibrio, fece scattare l'antifurto appena il biondo si fermò davanti alla vettura.

Si sfilò il casco che Mello gli aveva dato e si salutarono. Il biondo non seppe perché in quel momento avvertì un profondo senso di solitudine e deglutì più volte prima di parlare, per evitare che si sentisse l'amarezza nelle sue parole.

< Mail, allora ci vediamo. > sussurrò a bassa voce, sperando di non essere udito dall'altro.

< Si... beh, allora... alla prossima... > i due rimasero fermi, uno davanti all'altro, senza nulla da dire. Mail giocherellava con il bordo dei jeans e Mello fissava i suoi piedi, improvvisamente interessanti. < Allora... > il rosso lasciò la frase in sospeso prima di alzare lo sguardo e piantarlo addosso a Mello. Continuava a non parlare. < Allora? > ripeté il biondo. < Allora... mi... mi daresti... il tuo numero di telefono? > chiese trovando quel coraggio che tanto gli era mancato in quegli ultimi giorni.

Mello esultò mentalmente, recitando a memoria le cifre che componevano il suo numero di cellulare. Il rosso gli fece uno squilletto, così da far avere il proprio numero anche al biondo e poi tornò il silenzio.

Forse nessuno dei due voleva realmente andarsene ed entrambi erano in attesa di qualcosa.

Mail si riscosse dai pensieri quando una goccia di pioggia gli arrivò sul naso, il sole era ormai all'orizzonte e nuvole plumbee presagivano un temporale imminente. Che stupido che era stato, Mello era anche in moto e lui era rimasto fermo troppo a lungo.

< Scusa, ti ho trattenuto più del necessario, ti prenderai la pioggia! > disse.

< Non fa nulla, vai a casa, io mi bagnerò. > poi sorrise, e quel piccolo gesto accese in Mail quella scintilla che da tempo era svanita, rivide in quel sorriso tutte le cose belle che aveva perso. Il volto del biondo si era illuminato, come risplendesse di luce propria. Era la prima volta che lo vedeva sorridere.

Cazzo!

Imprecò, desiderando con tutto se stesso far comparire ancora quel sorriso sul volto affilato di Mello, tornato alla sua espressione neutra.

Il suo corpo si mosse da solo, animato da una nuova forza di volontà, e abbracciò il biondo cercando di trasmettergli i sentimenti in subbuglio dentro di lui. Amore e gioia si alternavano con insicurezza e timore, molti pensieri gli affollavano la mente, paura di perderlo e felicità nello scoprire che era ancora lì, tra le sue braccia.

Sulle prime il giovane Keehl rimase di stucco, poi, acquistando sicurezza, ricambiò l'abbraccio.

I due rimasero così ancora un po', prima che il biondo decidesse che era ora di smetterla. Si allontanò abbastanza da vedere il viso di Mail, con le gote rosse, che rideva imbarazzato.

Una strana sensazione prese possesso di lui, desiderava allontanarsi, poi si rese conto che non poteva andarsene così, non poteva perché non avrebbe retto il colpo. Ormai era del tutto infatuato di Matt, senza dubbio era molto attratto da lui, forse era amore. Amore. Quella parola che aveva rinnegato era tornata a far luce sulla sua strada oscura.

Scacciò il pensiero di abbandonare quelle braccia sicure e si tuffò sulla spalla scoperta del rosso, assaporandone l'odore dolce ma mascolino, poi senza pensarci, baciò quella pelle candida, mordicchiando e leccando la ferita appena inferta. Il rosso tra le sue braccia sobbalzò, discostandosi, ed il biondo approfittò della distrazione per appropriarsi delle sue labbra morbide, baciandole lievemente, lasciando su di esse il sapore di cioccolata. Nuove gocce fredde raggiunsero i loro corpi avviluppati, uniti in un muto desiderio.

Mail ricambiò il bacio a sua volta, rivendicando quelle labbra come sue. Chissà quanti altri aveva baciato, donne e uomini... e se... scosse la testa per scacciare i pensieri e riprese a godersi il momento di pura beatitudine. Dio solo sapeva quante cose voleva fare a quel corpo magro, e lui che stava ancora dando un casto bacio!

Poggiò la fronte su quella di Mihael, fece sfiorare i due nasi dritti, poi tornò sulle labbra, sfiorandone il contorno con la punta della lingua, umettandosi le labbra prima di baciarlo di nuovo. Piano fece scivolare la sua lingua nella bocca dell'altro, che non protestò, bensì si unì al gioco perverso che ora le loro due lingue stavano intrattenendo, giocando, danzando al ritmo dell'eros.

Mail riversò la sua passione nel bacio, rendendolo dolce e non forzato, mentre assaporava il gusto di cioccolato che la pelle di Mello emanava, come facesse parte del suo DNA.

Il bacio durò a lungo, finché i due non si separarono per prendere aria, Mail lesse amore negli occhi limpidi dell'altro, e desiderò non lasciare più quelle braccia sicure.

< Non vai a casa? > chiese in un soffio Mihael.

< Vuoi così tanto che me ne vada? >

l'altro abbassò lo sguardo, non voleva per niente che Mail se ne andasse ma non voleva nemmeno trattenerlo oltre per un suo egoistico desiderio. Aveva già fatto morire lentamente Near per il suo egoismo, per oltre dieci anni non aveva pensato ad altro che a se stesso, condannando l'albino ad una lenta agonia, terminata con poche righe su una polaroid.

< No. > alla fine riuscì a dire.

< Allora rimaniamo un altro po' così, che ne dici? > e si concesse un sospiro liberatorio, abbandonando il suo corpo su quello del biondo che lo strinse più forte.

***

 

L'oscurità si fece più densa, la pioggia ancora ticchettava sui vetri delle finestre chiuse. Il tavolo al quale erano seduti i due ragazzi era illuminato dalla luce fioca di due candele, trovate per caso e per fortuna.

< Dannato Black-Out! > urlò Mail, aprendo il microonde e tirando fuori il piatto di minestra che stava scaldando. Mello rideva dall'altra stanza, sentendosi improvvisamente bene.

< Cosa ti ridi?! È grave ed io ho fame! >

< Scusa se non ho fatto la spesa! >

< Ci sono solo barrette di cioccolata in frigo! > il battibecco cessò quando il rosso si sedette di nuovo al tavolino, trovandosi davanti un piatto freddo. Almeno non sarebbe morto di fame.

Erano tornati a casa con la macchina del rosso, scoprendo che la corrente era andata via per il temporale che sembrava voler scuotere la città dalle fondamenta. Erano bagnati fradici e non potevano nemmeno asciugarsi, ottenendo l'unico risultato di un pavimento bagnato sul quale Mail era già scivolato per prendere gli asciugamani.

Mail avvicinò il cucchiaio alle labbra, ed istintivamente soffiò per freddarlo, Mello scoppiò in una fragorosa risata che lasciò l'altro di stucco ed irritato. < È già freddo! > e riprese a ridere.

Al rosso era passata la fame ormai.

Si tirò a sedere e spense le candele con una mossa della mano, facendo piombare la stanza in una piacevole oscurità. Mello si mosse perché i suoi passi riecheggiarono sul parquet bianco, unica cosa che poteva essere distinta in mezzo al nero dell'appartamento.

< Mail, dove... dove sei? > chiese, allungando una mano per non cadere.

Il rosso lo prese per i fianchi, facendolo cadere sul divano nero, salendo con il suo peso sul bacino magro del biondo. < Mail... ? > il rosso si piegò in avanti per far combaciare le loro labbra, iniziando a baciarlo con passione mentre la mani sfioravano il suo petto coperto a stento dal gilet nero. Aprì la zip, facendo scorrere i polpastrelli sulla pelle diafana e liscia, andando a stuzzicare un capezzolo con due dita, continuando a baciare Mello. Poi con la bocca scese sul collo, assaporandone il sapore dolce. Lasciò un segno rosso sulla giugulare e proseguì verso il basso, mordicchiando e lappando il petto stretto di Mihael. Avvicinò le labbra all'altro bottoncino rosa, stuzzicandolo con i denti e facendolo diventare turgido.

Poi proseguì la sua scia di baci fino all'ombelico prima di risalire e baciare ancora la bocca di Mello.

Si sistemò meglio sul biondo, per non pesargli, e con la mano libera sfiorò il cavallo dei pantaloni di pelle, improvvisamente troppo stretti per il biondo. Sorrise, non pensava che Mello potesse essere così sexy e così eccitato. Sfiorò nuovamente la stoffa lucida, questa volta indugiando un poco. La schiena del biondo si curvò, richiedendo maggior contatto.

Mail si sfilò la maglietta a righe che indossava, gettandola da qualche parte della stanza, poi tornò su quelle labbra che lo chiamavano.

Stava per sfilare i pantaloni quando le mani tremanti, forse dall'eccitazione o forse dalla paura, lo bloccarono. Poi il biondo si sfilò da sotto il corpo del rosso e lo fece alzare, trascinandolo per il corridoio fino ad una porta chiusa.

All'interno della stanza c'era un letto matrimoniale con lenzuola nere. Mail capì immediatamente di trovarsi in camera del biondo ed arrossì al pensiero di quello che stava per accadere su quel letto.

Gettò di nuovo il corpo sottile sotto di se e finalmente si sfilò i pantaloni che iniziavano a fargli male. La stoffa dei boxer era come una prigione ma non intendeva liberarsi, non ancora.

Il biondo si aprì la cintura dei pantaloni, permettendo al rosso di sfilarglieli e gettarli a terra.

Stranamente, tradendo le aspettative di Mail, il biondo portava dei boxer bianchi di Armani.

< Avrei detto neri. > osservò sogghignando.

< Mi piace stupire il prossimo. > rispose Mello, baciandolo.

Il rosario, così come il gilet, vennero sfilati ed entrambi ormai erano rimasti solo con la biancheria intima. I corpi accaldati ed eccitati che chiedevano di più.

Il biondo sfilò piano i boxer di Mail, stando attento a sfiorarlo più di una volta provocandogli brividi di piacere che dalla schiena si condensavano in un unico punto tra le sue gambe.

Il rosso riservò il medesimo trattamento a Mello, che gemette osceno al suo tocco, sorridendo ancora.

La mano di Mail raggiunse l'erezione svettante di Mello, prendendola nella mano ed iniziando a massaggiare velocemente, facendolo godere come un matto, mentre ansimava.

Il biondo dovette ammetterlo, quel rosso oltre che estremamente sexy, bravo con l'informatica e discreto giocatore di videogiochi era anche un ottimo amante.

Spinse il bacino, assecondando i movimenti della mano di Mail, poi dopo poco, immaginando scene poco caste, venne copiosamente schizzando il petto glabro del rosso. Da quanto non godeva in quel modo non lo sapeva nemmeno lui.

Le sue mani corsero a Matt, volendo ricambiarlo ma venne fermato da un dito sulle labbra, piano lo accolse nella bocca, succhiandolo e inumidendolo per prepararlo. Mail penso che se faceva quello solo con un dito era divino anche con altre cose, si trattenne dal pensarci per non venire come un idiota alla sua prima volta. Mise un altro dito nella bocca del biondo, accompagnato da un terzo, poi le fece scorrere sull'interno coscia di Mello, risalendo fino all'intimità, violando con l'indice l'orifizio contratto e facendolo scorrere al suo interno per simulare un rapporto e prepararlo al dopo.

< Aspetta... > disse Mail tra gli ansimi. < Cosa c'è? > rispose il biondo.

< Vuoi... vuoi farlo così? >

< Hai malattie? >

< No. >

< Bene. Il dolore si sopporta. >

< Ma... >

< Fallo... adesso! >

prima che il rosso potesse ribattere il biondo lo spinse di schiena sul letto, mettendosi sopra di lui e calando piano sulla sua erezione, penetrandosi piano e gemendo un po' dal dolore ed un po dalla libido che stava prendendo possesso del suo corpo.

I due rimasero un po' fermi, per abituarsi al dolore, poi Mello iniziò a muoversi dolcemente e Mail si rialzò, invertendo le posizioni e spingendo piano al suo interno.

Il dolore svanì dal corpo di Mello, sostituito da una sensazione piacevole.

Man mano che Mail aumentava il ritmo delle spinte il biondo gemeva, lasciandosi sfuggire versi poco equivocabili che eccitavano ancora di più il rosso.

< Ma... ah.. il... ti.. più... veloce... ah.. >

il rosso lo assecondò, andando più veloce. Con una mano andò a stuzzicare l'erezione di Mello, per farlo venire ancora.

Si baciarono con passione e raggiunsero l'apice quasi insieme, prima Mello, che venne abbondantemente nella mano di Mail che la ritrasse, succhiandosi le dita sporche e gustandone il sapore amaro. Poi venne anche Mail, all'interno di Mello. Il fluido gli colò sulle cosce aperte macchiando le lenzuola. Mescolato c'era anche qualche traccia di sangue ma il biondo non sembrò badarci. Piano il rosso uscì dal corpo di Mihael, accasciandosi sul medesimo e distendendosi con lui sul letto, troppo stanco anche per fare una doccia.

I due si abbandonarono al sonno in pochi minuti, stanchi ma felici.

Fuori la pioggia picchiettava ancora sui vetri, testimone della notte di passione.

Mail, prima di scivolare nell'oblio non poté fare a meno di pensare che la pioggia era parte fondamentale della sua vita. Aveva assistito ai suoi più grandi dispiaceri, ma gli aveva anche portato Mello la prima sera che si erano incontrati, permettendogli di portarlo a casa sua, e adesso la pioggia gli aveva concesso di amare quel biondino che giaceva tra le sue braccia. Era sicuro, lo amava. Ed era felice come un idiota.

 

 

 

 

Spazietto dell'autrice:

bene! E la lemon è andata! Non pensavo davvero di raggiungere questo capitolo, ahaha, ero imbarazzatissima mentre scrivevo, nemmeno io sapeva di poter raggiungere un tale livello di perversione XD sono felice che tutti voi state leggendo questa storia uscita dalla mia mente malata e mi sostenete! Ho cercato di aggiornare prima ma non avevo ispirazione... perdonate il ritardo! Il prossimo capitolo lo posterò presto, lo prometto!

Adesso i ringraziamenti!

 

L_Nael: grazie mille! Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo e che ti abbia tenuta col fiato sospeso! Anche io ero in ansia mentre lo scrivevo! E sono anche felice che Mello risulti IC... mi sono impegnata per non farlo diventare la solita “mello-isterica-sgualdrina-puttana” come trovo in molte FF. Mail sinceramente, ha un carattere diverso in ogni storia che leggo, dopotutto come si può stabilire il carattere se come dici tu, appare in tre vignette e in due sta zitto! XD ho postato in super ritardo, spero mi perdonerai! Grazie ancora... alla prossima bacii!!!!!!

 

Starhunter: ahahaha ma quanto adoro le tue recensioni??? volevi l'hard-yaoi? Ti accontento! Eccoci qui con un capitolo perverso.... finalmente si sono dati una mossa!!! Amen [cit.]

Til fara una brutta bruttissima fine! Muahahha!!! Alla prossima cara! Baci!

 

Kiyomi: ahaha anche io ho incognite riguardanti il loro passato ma presto si svelerà tutto! Dopo il bacio vien il divertimento... ed ecco che finalmente ce l'han fatta! Yatta! Alla prossima!!! baci!

 

HunterKeehl: dopo lo speedy-aggiornamento ecco un slow-aggiornamento! L'ispirazione era volata dalla finestra! XD ecco il seguito! Mello non è più depresso e Mail è un porco XDXDXD alla prossimaaaaa!!!!! baciii!!!!!!

 

Nijinsky: nessuno ha rovinato la situazione, anzi! Si è evoluta al meglio!!! sono felice che hai avvertito la tensione nei dialoghi, mi rendi davvero felice!!!!! ho aggiornato con molto ritardo purtroppo... spero ti piaccia anche questo di capitolo! È il primo che scrivo così... ehm... perverso XD alla prossima cara!

 

ChibyLilla : passata bene la vacanza? Tranne per il wi-fi ma quello è un problema comune con i cellulari! Sono felice di averti stupito! Il tizio, beh, farà una brutta fine insieme a Til! Ma non dico altro... sappi che in un futuro prossimo li rivedremo entrambi e desidererai ucciderli di nuovo XD

alla prossima cara!

 

Feylon : ne sono molto felice!!! che bello che ti piace!!! ho cercato di non fare tutto veloce perché tutte le vecchie FF che ho scritto erano tutte iper veloci e non si capiva nulla... comunque ho raggiunto il tanto atteso capitolo lemon XD spero continuerai a seguirmi! Alla prossima!

 

Hera95: mi dispiace che il capitolo 4 non ti sia piaciuto ma non entusiasma nemmeno me... beh, spero continuerai a seguirmi... alla prossima!!

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Capitolo 8
*** Speciale & Demenziale! ***


Special!!!!

 

Mello si era appena trasferito in Italia, era americano di origini nordiche ma quel paese immerso nel mare l'aveva sempre affascinato.

Lì iniziarono gli incubi.

Primo giorno: arrivo in aeroporto! L'aereo era in ritardo, aveva fame, aveva finito la cioccolata, un cane infangato gli era saltato addosso sporcandolo di fango, facevano storie per tutte le borchie metalliche ogni volta che passava i controlli, una vecchietta l'ha scambiato per una ragazza.

Secondo giorno: arrivo a casa! Aveva appena preso casa e come se non bastasse si era dimenticato la chiave nella valigia, non sarebbe stato un problema se la valigia fosse lì con lui. Ma così non era. Avevano perso il suo bagaglio. Il primo giorno prese una stanza in un bed e breakfast che non aveva ovviamente cioccolata in frigo.

Terzo giorno: casa “dolce” casa. Trovata la valigia e arrivato a casa scoprì che l'appartamento era rimasto chiuso per almeno sei mesi, odorava di muffa, doveva riverniciarlo da cima a fondo e non sarebbe bastato un mese per sistemarlo decentemente.

Quarto giorno: passeggiare? No grazie! chiamata una ditta che gli stava ristrutturando casa decise di farsi una passeggiata, la sua via era piena di negozi e si fece un giro, scoprendo a malincuore che non esistevano pasticcerie decenti nel raggio di due chilometri.

Quinto giorno: animali...! la sua vicina di casa aveva due canarini, tre gatti, un cane, due pappagalli e una lucertola... non chiuse occhio!

Sesto giorno: università! Sistemati gli impicci, fatta la spesa, presa la cioccolata, comprati i tappi per le orecchie, mandata via la puzza di vernice e comprate le pastarelle, finalmente si concesse un po' di riposo, scoprendo che il suo “capo” lo aveva iscritto all'università e che la sua prima lezione era il giorno dopo, cioè lunedì. Il sesto giorno lo occupò studiando tutto quello che poteva.

Settimo giorno: allegria portami via! Dopo una fullimmershon di studio e cose varie, passata la lezione a conoscere i nuovi compagni di corso allegri e amichevoli, si chiuse in una vecchia aula in disuso per mangiare la cioccolata... scoprendo poi che quell'aula era ritrovo di tutti gli studenti con risultato che dopo dieci minuti non era più solo. Quel giorno divenne nemico giurato di mezzo istituto.

 

Ecco cosa Mello aveva scritto nel suo diario che teneva lucchettato e zippato in una sottocartella nascosta e criptata nella memoria del computer. Divenne bravo in informatica solo per scoprire come nascondere quel file che scriveva quasi ogni giorno, vergognandosi come una ragazzina.

 

 

 

 

 

 

No ok ragazzi, non prendete questo capitolo seriamente, c'è solo una frase messa lì che può dare indicazioni sulla storia, ma il resto l'ho scritto perché mi annoiavo e perché volevo scrivere qualcosa di leggero. Il seguito vero e proprio lo posterò presto lo prometto!!!!

non so che altro dire, un grazie sempre a chi legge e a chi recensisce!! i ringraziamenti per bene li farò nel prossimo capitolo, per ora facciamoci quattro risate!!!

ultimamente sto lavorando ad un progetto interessante, se volete darci un occhiata questo è il link → http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=803617&i=1

 

Pace e Amore!

Beyondy.  

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Capitolo 9
*** 9 ***


 

 

Capitolo 9.

Libertà.

 

Liberi dalla vergogna...

Liberi dalla paura...

Liberi di vivere...

È un tuo diritto essere qui!

 

 

 

Mail si svegliò calmo. Niente poteva farlo diventare triste quella mattina. Assolutamente nulla.

“Mail! Cazzo il cellulare sta squillando da un'ora! Vuoi rispondere?!” urlò Mihael dall'altra stanza, tirandogli addosso il cellulare che continuava a mandare Vortex, dei the GazettE.

Il rosso non sapeva perché alla fine aveva messo una canzone giapponese come suoneria, ma sapeva che era perfetta. Il ritmo adatto al suo stato d'animo.

Con un sospiro si mise a sedere, prese il cellulare e premette il tastino verde, senza curarsi su chi fosse il suo scocciatore.

Mail Jeevas”

Si signore, chi parla?”

il tuo capo”

 

Oh Cazzo!

 

Oggi è lunedì, l'orario di lavoro del tuo turno è dalle 8.10 alle 18.30. Sono le 11.32. Come intendi giustificarti?”

Ehm...”

È la cinquantesima volta che arrivi tardi a lavoro e la quarantaduesima che non ti presenti proprio. Sei licenziato!”

Ma capo!”

Le ho contate Jeevas, e non intendo aiutarti questa volta.”

 

Detto quello il suo aguzzino chiuse la chiamata, e Mail rimase a fissare il vuoto con il telefono che non dava più segni di vita.

Ricadde a peso morto sul letto, le mani dietro la testa ed un pessimo umore. Quella mattina perfetta era stata rovinata miseramente da quell'essere ciccioso che era il suo capo. E non lo accettava.

Come un fiume in piena gli tornarono alla mente i ricordi della notte trascorsa, e divenne rosso quanto i suoi capelli se non di più. Dopotutto era la prima volta che provava emozioni così forti e non sapeva come comportarsi.

Chi era?” disse Mello, entrando in camera vestito e profumato, i capelli gocciolanti erano stati legati in una crocchia sulla nuca.

Il mio capo”

E cosa vuole?”

Mi ha licenziato”

Ah”

I due si fissarono a lungo, Mello sorrideva. Mail arrossiva. Mello rideva. Mail iniziava a guardarsi intorno spaesato. Mello ghignava. Mail non capiva più niente. Mello scoppiò e si resse al muro per non cadere mentre rideva, le spalle che ad ogni sussulto si alzavano e si abbassavano.

Che c'è?” disse spazientito il rosso, anche se felice per la spensieratezza che era tornata padrona di Mello.

Guardati!” disse questi indicandolo.

Mail si guardò, effettivamente era buffo.

Aveva i capelli scompigliati, lividi doloranti sulle spalle, il tendine della coscia incriccato ed era nudo attorcigliato al lenzuolo nero.

E con questo?”

Nulla, sei buffo”

poi il biondo sparì oltre la porta, per non saltare addosso a Mail in quel preciso istante.

 

 

E ora?”

Ora ci divertiamo!”

Disse sicuro il rosso, indicando a Mello il grande centro commerciale che quella mattina aveva aperto.

L'inaugurazione era stata seguita da alcuni amici di Mail, che adesso era sicuro che li dentro avrebbe trovato il paradiso.

È il mio paradiso! Anzi, il mio secondo paradiso, il primo è tra le gamb...braccia di Mello!

Pensò, entrando per primo all'interno dell'edificio imponente.

La prima cosa che li colpì fu la musica di sottofondo, da discoteca. Mail riconobbe Mr.Saxobeat. Una nuova traccia che era spopolata subito tra i giovani, anche se lui non apprezzava troppo quel genere doveva ammettere che se l'era ascoltata più di una volta.

“E ora?”

“Ti si è impallato il disco? Dici solo E ora? Ora lo vedrai!”

Poi prese il biondo per una mano, trascinandolo stranamente verso il Game Stop. Il suo negozio preferito.

Tra i giochi Mail era a suo agio, tanto che il biondo lo dovette tirare fuori a calci per non fargli sperperare lo stipendio.

Dopo andarono in libreria, Mello doveva controllare l'uscita di alcuni libri.

Passarono così tutto il pomeriggio, a cazzeggiare allegramente tra negozi vari. Poi al rosso venne la geniale idea: “Vediamo... ti va di scommettere?”

“Che cosa?”

“Se vinco io tu non mangi cioccolata per tre giorni, se vinci tu io non fumo per tre giorni... ci stai?”

“ok... ma... qual'è la scommessa?”

“Scommetto che io riesco a farmi dare il numero da più ragazze di te!”

Si guardarono in cagnesco, Mello leggermente stizzito dalla strana scommessa, anche se in fin dei conti non era male per dimostrare al rosso che anche se era gay era comunque in grado di rimorchiare.

Mail al contrario era felice di divertirsi in quel modo sciocco, passando del tempo libero in sua compagnia, senza pensare a nulla.

Entrarono in un negozio di abiti, e subito il rosso adocchiò la sua preda. Una ragazza sui diciassette anni che stava con due sue amiche.

Si avvicinò, mentre Mello dall'altra parte del negozio lo guardava, cercando di divorarlo con gli occhi. Un brivido gli percorse la spina dorsale, sotto quello sguardo di fuoco poteva sciogliersi da un momento all'altro, oppure saltargli addosso.

“Eihlà!”

la ragazza si girò, cercando di capire da dove provenisse la voce che la stava chiamando.

“Scusa, non credo ci conosciamo” disse, rivolta al rosso.

“Lo so... Solo che ho notato una cosa... sulla tua borsa hai scritto “Nulla è reale, tutto è lecito” quindi suppongo ti piaccia Assassin's Creed... Sai, io lo adoro... potremmo uscire magari, per parlare di quanto sia fenomenale Ezio?”

La ragazza arrossì, abbassando lo sguardo, una sua amica le diede una gomitata.

“Sarei... molto... felice... di parlare di Ezio” e sorrise.

“Allora ti chiamo io?”

“335 98 76 543” disse lei, scappando via, seguita dalle amiche.

 

1 a 0!

 

tornò soddisfatto dal biondino, mostrando il display del cellulare con il numero della ragazza, chissà , magari l'avrebbe anche chiamata un pomeriggio, tanto per fare qualcosa.

Mello sorrise amichevolmente, e Mail seppe che sotto quel sorriso si nascondeva una tigre famelica.

 

Arrivata la sera i due uscirono finalmente dal negozio, Mail si accese una sigaretta, che venne prontamente presa e spazzata da Mello.

“Perché?” chiese stupito dalla reazione dell'amico. Amico? Dovrei chiamarlo amico? Forse compagno... o amante...

“Perché mi risulta che tu abbia perso la scommessa, mister rimorchio”

“Ma ho venticinque numeri!”

“Trentaquattro”

“Comunque, ho un'ultima sorpresa e poi andiamo a casa... ok?”

Mello annuì, godendosi il fresco della sera.

Prese dal cappotto una barretta di cioccolata e la scartò lentamente, poi si godette quel sapore dolce che si scioglieva in bocca.

Il rosso iniziò a camminare, tornando alla macchina. Il biondo si sedette al posto del passeggero, curioso di sapere dove sarebbero andati a quell'ora tarda.

Il panorama sfrecciava velocemente oltre il finestrino chiuso, mentre le luci della città si accendevano ed il sole spariva piano oltre l'orizzonte scuro.

Mail parcheggiò davanti ad un negozio dall'insegna rossa che recitava “Tatuaggi”.

“Mello... non ti da fastidio il dolore vero?”

“Perché me lo chiedi?”

“Sorpresa!”

“Cosa intendi tatuarti questa volta?” disse pensando al braccio destro che aveva fatto con un tribale.

“Cosa intendo? Cosa intendiamo!”

il biondo impallidì. Non aveva mai fatto tatuaggi ed aveva paura che il rosso potesse aver esagerato un po' con l'inventiva. Anche se non era il classico ragazzo sdolcinato, eliminando così le opzioni:

1- Nome dell'altro.

2- Scritte tipo “insieme per sempre” o simili.

“E facciamo questa pazzia!” disse, scendendo dalla macchina e seguendo il ragazzo oltre la porta del negozio.

Un uomo li accolse a braccia aperte, era massiccio ma non grasso, con un filo di barba e due occhi neri e vispi. Mail iniziò a scherzarci allegramente, come due vecchi amici che si rincontrano dopo anni, e forse era davvero così. Ma Mello non poteva saperlo, in effetti, lui non sapeva nulla del rosso se non le poche cose che si erano detti o che aveva intuito.

Subito l'uomo prese due fogli e li porse al rosso, che si mise a disegnare qualcosa. Mello rimase in disparte, aspettando che Mail per buona educazione lo presentasse all'uomo, o almeno che lo rendesse partecipe della conversazione.

Difatti il rosso si avvicina, ma non per parlargli, bensì lo trascina sul lettino del tatuatore.

“Ma che... Mail!” urla Mello, tenuto fermo dal rosso.

“È una sorpresa... lo vedrai quando sarà finito!”

Con un sospiro il biondo si rilassò, ormai sapeva che non poteva combattere contro quella testa dura, e non fece altro che sperare con tutto se stesso che non avesse disegnato qualcosa di imbarazzante o sdolcinato.

Anche Mail si distese sul lettino davanti al suo, un altro uomo iniziò a sistemarlo per tatuarlo, così che i due potessero finire insieme il lavoro e tornare a casa.

Un pizzicore colse Mello al braccio, non era eccessivamente forte ma si sentiva l'ago tracciare sulla sua pelle un disegno indistinto.

La tortura non durò neppure troppo, un'ora e mezza più tardi i due uscirono soddisfatti dal negozio e si diressero a piedi verso un localino vicino, per bersi un drink.

Mail teneva Mello per mano, sentendo il calore del biondo propagarsi per il suo corpo, sentendo il suo battito del cuore accelerato.

Quel ragazzo gli aveva rapito il cuore, gli aveva fatto fare cose stupide, l'aveva fatto amare, aveva amato e si era sentito amato, e non voleva più smettere di provare quelle piacevoli emozioni.

Un calore che ti scalda il cuore. Il mondo a colori. Sogni tranquilli.

Ecco cosa Mail provava da qualche giorno a quella parte, finalmente si sentiva vivo.

Sorrise, stringendo la mano del compagno nella sua.

Anche Mello ricambiò la stretta ed insieme avanzarono verso il bar. All'interno non c'era quasi nessuno così i due poterono prendere da bere tranquillamente.

“E ora?”

“Ancora?”

“Non me lo vuoi dire!”

“Ora si va a casa! Sono stanco morto... voglio dormire!”

“Non credo dormirai...”

l'allusione di Mello fece sorridere il rosso, le cui gote si tinsero di porpora.

Poggiò il bicchiere, quasi con velocità, per andare subito a casa, per amare di nuovo.

Anche Mello si sbrigò, seguendo il rosso di nuovo per le strade quasi deserte di Viterbo.

I lampioni li illuminavano di arancio, le loro mani erano intrecciate, i loro cuori battevano sincronizzati, così come i loro respiri.

Una voce li interruppe, era qualcuno alle loro spalle.

“Eih... Froci di merda!” urlò, facendo scattare una molla all'interno di Mail, che pronto, voleva spaccargli il naso.

“Dico a voi! Biondino e Roscietto! Lo sapete brutti effeminati? Fate schifo!”

Mello socchiuse gli occhi, cercando di trattenersi, stringendo la mano di Mail convulsamente.

“Voi, perché non vi girate? Perché non mi mostrate la vostra faccia da succhia cazzi?! Eh? Puttane!

Brutto biondino di merda! Non ti giri perché hai la faccia da donna come i tuoi cazzo di capelli vero?”

una risata provenne dal ragazzo che li stava insultando, Mail contrasse i muscoli della mascella, poteva accettare tutto tranne un'offesa a Mello.

Si girò, lasciando la mano del compagno e fiondandosi contro il suo aggressore verbale. Gli fu sopra in un attimo, lo buttò a terra con tutto il suo peso, facendolo cadere di schiena.

Iniziò a menare pugni sul suo bel faccino, spaccandogli il labbro e facendogli venire parecchi lividi violacei sugli zigomi.

Improvvisamente si sentì tirare da due forti braccia che lo inchiodarono al suolo. Gli aggressori erano due!

Cazzo! Imprecò, cercando di divincolarsi.

La testa premuta sull'asfalto.

Gli occhi che cercavano Mello, sperando che non fosse finito tra le grinfie di qualche altro stronzo.

Il Biondo era fermo a pochi passi da lui, guardava gli aggressori con occhi di ghiaccio.

Il ragazzo si alzò da terra, cercando di colpirlo, ma il biondo schivò. Mail si tirò in piedi ed iniziò a colpire sistematicamente il suo aggressore con mosse di karate che andavano sempre a segno.

Tu!” urlò il ragazzo, colpendo in pieno viso il biondo distratto.

Mello si girò, dando una gomitata al ragazzo, prendendo dalla cinta dei pantaloni la sua fedele pistola che teneva sempre a portata di mano. Essendo un'arma della polizia, ed essendo lui registrato al momento come detective privato, non aveva problemi a portarsela dietro. Per un attimo ringraziò i controlli distratti che venivano sempre effettuati ai suoi documenti.

Se qualcuno avesse studiato con più cura quel semplice pezzo di carta si sarebbe accorto che lui non era davvero un detective, tanto meno si chiamava Martin Draghi.

Puntò l'arma alla fronte del ragazzo, poi l'abbassò e sparò con precisione al ginocchio ed alla coscia.

Successivamente colpì anche l'altro uomo, liberando anche Mail dalla presa sicura degli aggressori.

Che gente di merda che va in giro... non trovi?” aveva poi detto il rosso, leccandosi il labbro sporco di sangue, mentre si reggeva il ginocchio con la mano.

Ti fa male da qualche parte?” disse Mello, non ferito.

La gamba... mi hanno sparato anni fa e ora mi fa malissimo... chi mi ha sparato aveva una mira fantastica...”

Mello distolse lo sguardo, forse troppo imbarazzato, forse perché non voleva che l'altro leggesse nei suoi occhi tutto il suo senso di colpa.

Andiamo”

Disse lapidario, volendo tornare subito a casa.

I due si avviarono al parcheggio dove Mail aveva lasciato la sua macchina. Ovviamente non volevano noie ed avevano anche chiamato l'ambulanza, per quei due poveretti, ma non volevano nemmeno stare li ad attendere magari gli amici dei teppistelli.

Che giornata interessante!” disse Mello, alzando il braccio e togliendosi la benda che copriva il tatuaggio. In tutta sincerità, ancora non sapeva cosa Mail avesse fatto scrivere sul suo corpo, ed aveva un leggero timore.

Appena la candida fasciatura scivolò sul sedile al biondo mancò un battito, quella era davvero la cosa più romantica che avessero fatto per lui.

Sul suo braccio, così come su quello di Mail che adesso era in bella vista accanto al suo, c'era scritto in viola: Love is Love.

 

 

 

 

 

 

Spazietto dell'autrice: scusateee!! sono in ritardo! Solo che questo periodo ho avuto da fare, poi è iniziata la scuola e non ho più aggiornato... sappiate che questo capitolo mi è venuto oggi in classe mentre facevo un disegno di grafica il cui tema era la libertà. Io dovevo rappresentare la libertà seguendo la poesia che ho messo all'inizio.

Mi sono venuti in mente loro due, con il tatuaggio sul braccio, ed effettivamente li ho disegnati XD poi ho deciso di trasporli anche in capitolo XD ok, è un po' nonsense ed è troppo veloce come capitolo però al momento non credo di riuscire a scrivere meglio. Ho un grosso progetto in ballo che è tutto scritto in prima persona e non riesco adesso a riprendere il ritmo anche con la terza!

Va bene basta, passo ai ringraziamenti!!!

 

L_Nael: Grazie, la scena dolce mi è venuta naturale quasi essendo io mooolto sdolcinata XD la lemon invece ero imbarazzatissima mentre scrivevo e pensavo di aver fatto un pastrocchio... XD sono felice ti sia piaciuta, e spero ti abbia soddisfatto anche questo capitolo perché a me non piace proprio!! :) alla prossimaa!

 

HunterKeehl: OH OH OH! Sono felicissima che ti piaccia così tanto la mia Roulette!!! *W* Matt è davvero un gran porco XD e la scena è esattamente come l'ho immaginata anche io, quindi sono felice che sei riuscita a vederla così bene :) spero ti piaccia anche questo capitolo... anche se a me non soddisfa!!!! eh mi rifarò con i prossimi!!! baci! :)

 

Starhunter: alla fine ce l'ho fatta!!! il capitolo Lemon è uscito dalla mia mente contorta... :) per la fine di Til dovrai aspettare un po' ma arriverà anche quello... muahaha!!!

intanto spero che questo nuovo capitolo ti piaccia, anche se a me non piace... ma il prossimo sarà migliore, lo prometto! Baci!!

 

Kiyomi: Ne sono felice! Non volevo essere volgare, perché di fic. Volgari ce ne sono fin troppe!! beh, anche se questo non è esattamente “yaoi” spero ti sia piaciuto come capitolo... fammi sapere che ne pensi!!!! bacii!!! :)

 

Vale Jeevas: sei perdonata! Anche io ho postato con ritardissimoo >.< sono anche superfelice che ti piaccia anche la Lemon *-* Beh, allora... alla prossima!!! spero ti sia piaciuto il chapp!!!! Baciiii!!!

 

Nijinsky: non ho parole! La tua recensione è stupenda... sono rimasta tipo: :DDDDD e *-*

(tanto per rimanere in tema emoticon) perdona il mio super ritardo!!! questo capitolo non è esattamente il migliore... ma prometto che il prossimo verrà benissimo!!

alla prossima... baci tesoro! :))

 

per le recensioni al 8 :

HunterKeehl : che bello!! questo l'ho scritto tanto perché mi annoiavo XD

sono felice che ti abbia fatto sorridere!!

L_Nael: Hai colto benissimo il riferimento alla storia... chissà che è quel

capo” w le seghe mentali!!!

Felyon: sono felice che la mia storia ti piaccia, hai capito anche benissimo

come mi sono sentita nello scrivere la Lemon!! ahaha! Alla prossima!


Pace e amore!!
Beyondy. 

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Capitolo 10
*** 10 ***


 Capitolo 10.

 

Premessa: premetto che odio le premesse all'inizio del capitolo... dico solo che: ho cambiato PdV! Dato che in terza persona la narrazione risultava scialba adesso passo alla prima... ditemi se va meglio o se magari è peggio e provvederò con le correzioni... buona visione!

 

 

Sento un forte bruciore scendermi per la gola, l'alcool che sto ingerendo forse è davvero troppo per quello che il mio organismo di solito riesce a reggere.

Non ci penso, mi concentro solo sulle risate del rosso accanto a me. Lo vedo sporgersi sul tavolo e poi scivolare sulla sedia, cadere per terra e ridere ancora.

Dio quanto amo le sue risate.

Simone, un suo compagno d'università, si alza dalla sedia e lo raggiunge a terra, cercando di rimetterlo a sedere. Mail continua a ridere, anche se cade nuovamente, poi alla fine, con un enorme sforzo di volontà, riesce a mettersi composto.

I due ragazzi si guardano, c'è complicità nel loro sguardo, probabilmente i due si conoscono da anni mentre io... io lo conosco da una settimana...

Mi sento improvvisamente fuori posto, con estranei. Perché entrambi per me sono solo estranei, anche Mail lo conosco da troppo poco tempo. E questo mi fa sanguinare il cuore.

Bevo ancora, cercando di affogare il dispiacere nell'alcol, senza esito. I pensieri ancora mi fanno cadere nel baratro.

Meil ancora ride, scambia battute con Simone, ride con lui.

Per una volta vorrei essere io la causa di tanta ilarità, voglio essere io a stare così vicino al mio rosso, devo essere io quello che ora lo sta abbracciando, non quel cane moro che sta aspirando a pieni polmoni il suo profumo di tabacco.

Lo sta divorando con gli occhi, lo scruta nel profondo, lo divora con i sensi, e Mail non fa nulla per fermarlo.

“Eih, biondino” mi dice il moro.

“Cazzo vuoi?”

“Lo sapevi... io sono stato una della tante sveltine di Mail... ah! Dovresti vedere... è un fenomeno a letto!” mi dice con aria strafottente.

Il rosso lo guarda e ride.

“Dici solo cose non necessarie” rispondo, seccato.

“Davvero? Allora non ti dispiace se me lo porto a letto!” il suo alito fetido di vino mi raggiunge le narici, soffoco un conato, disgustato dalla visione del ragazzo.

È basso, sciupato, con gli occhiali, barba incolta e vacui occhi neri. Davvero non un tipo attizzante.

Invece il mio rosso, è ancora tra le sue braccia, ancora ride, ed è sempre più bello.

Si, è bello, non mi vergogno per quello che penso, ed io penso che lui sia fottutamente bello.

Simone si alza, prova a trascinare Mail per un braccio, lo porta fino ad una porta dietro la quale individuo un letto. Mi alzo di scatto, e questa volta anche il rosso prova a ribellarsi. Vedo che si divincola e cerca di recuperare un po' di lucidità. Ha bevuto troppo, quindi quello che sta facendo non è proprio sotto il suo controllo.

Lo afferro per una mano, cercando di tirarlo verso di me, per poter lasciare l'abitazione del ragazzo in fretta, questa storia non mi piace.

Già ve ne andate?” dice il moro, trattenendo Mail sempre più confuso.

Problemi?”

Molti”

Risolviteli”

Con piacere”

improvvisamente vedo il moro allungarsi verso di me, mi afferra e mi tira nella stanza, chiudendo la porta a chiave subito dopo. Le mie azioni sono rallentate, sento la testa farsi pesante, una fitta nebbia mi attanaglia i sensi. Anche per me forse i bicchieri di vodka sono stati troppi.

Vengo trascinato sul letto, ormai in balia completa di Simone. Non riesco a muovermi, le mia braccia sono di piombo, le mie gambe non mi rispondono. Vorrei alzarmi e scappare, tornare da Mail, ma non riesco a fare nemmeno un passo.

Allora biondina... ci divertiamo? Vedi... sei molto... come dire, arrapante... ecco” mi sussurra in modo osceno nell'orecchio, ed io volto la testa per non guardarlo.

Si arrabbia, mi prende il mento con una mano e mi fa girare a forza verso di lui, sento le sue labbra secche posarsi sulle mie, vorrei vomitare ma non ci riesco nemmeno. Mi bacia, con violenza, mentre io tento di divincolarmi dalla sua stretta, e provo ad allontanarmi.

Rotolo giù dal materasso, ma lui mi è ancora sopra, sento una sua mano farsi strada viscida sotto la mia maglia nera, forse troppo attillata.

A-Aiuto...” il mio urlo viene fermato dalla bocca vorace del moro, mentre con una mano mi tiene salde le braccia sulla testa, e con l'altra studia ogni centimetro di pelle ormai scoperta del bacino.

Fortunatamente sento ancora i pantaloni sulle gambe.

Riesco, con molta fatica, a liberare una mano e gli do uno schiaffo, leggero, a causa della confusione che sento intorno a me. Le pareti della stanza vorticano, tutto si fa sempre più nero.

Mail!” questa volta il grido arriva fino alla porta chiusa, dietro la quale, riesco a sentire dei movimenti impacciati. Qualcuno bussa con violenza sul legno nero. Simone lo ignora e sfiora con due dita la mia intimità. È scontento, perché non c'è alcuna reazione da parte del mio amichetto.

Mi schiaffeggia, forte, e sento le guance bruciare. Anche i pantaloni vengono strappati via, così come i boxer bianchi. Vorrei piangere, urlare, scappare, ma non ne ho la forza.

Urlo di dolore quando sento il sesso del moro farsi strada in me, un forte bruciore alla base della schiena e che sale fino al cervello, dolore puro si fa strada nel mio corpo. Insieme agli ansimi osceni del mio stupratore.

Non riesco a formulare pensieri coerenti, ma non per la passione, bensì per il disgusto e per l'alcol.

Poi sento del liquido caldo rigarmi le cosce, ma è troppo poco denso per essere sperma, e sono sicuro sia sangue. Il mio.

Mi piego in avanti, cercando di sfuggire all'inferno, ma con qualche dolorosa spinta, è l'inferno a venire in me.

Mail!” urlo, ancora, graffiandomi la gola, piangendo.

Un tonfo mi riporta alla realtà, vedo la porta spalancarsi, la serratura è spaccata in più punti ed una canna nera spunta da dietro lo stipite. Anche da sbronzo il rosso ha un'ottima mira.

Sorrido, felice di aver lasciato l'arma sul tavolino del salone.

Quel pomeriggio eravamo stati invitati a casa del ragazzo, per una cena tra amici, ed entrambi ignoravamo il pericolo che ci aspettava.

Con un calcio, l'anfibio di Mail vola dritto sullo zigomo del moro, che traballa e scivola di schiena. Io mi alzo, barcollante, mi reggo al letto mentre il rosso fulmina il suo amico.

A mai più rivederci” urla, trascinandomi fuori della casa. Infilandomi con forza il suo giaccone.

La maglietta, così come il resto dei miei abiti, sono ancora sul pavimento freddo della stanza da letto ed io non posso uscire nudo con quel freddo.

Lo ringrazio mentalmente, e con lui, salgo sulla macchina rossa parcheggiata.

Siamo usciti dall'inferno, anche se sento ancora nelle orecchie gli ansimi del moro. Forse la mia mente non lo sa che sto seduto comodamente accanto al mio rosso.

 

Puntini viola mi vorticano davanti agli occhi, sbatto le palpebre e vedo le mattonelle fredde del bagno, sono nere, sto in casa mia.

Cerco malamente di tirarmi su, mi aggrappo alla toilet, un capogiro mi costringe a bloccarmi in ginocchio e quando sento il mio stomaco contrarsi non posso fare a meno di vomitare.

Una mano fresca mi prende la fronte, un braccio mi cinge la vita, sottili fili di fiamma si mescolano con i miei color del grano, mentre l'alcol in circolo nel mio organismo viene buttato fuori.

Un po' più lucido vengo tirato in piedi, sento del fresco scivolarmi addosso e mi accorgo di stare sotto la doccia. Accanto a me il corpo asciutto di Mail, che ancora mi sostiene, mentre l'acqua porta via gli affanni.

Tutto ok?” mi sussurra il rosso, abbracciandomi, baciandomi il collo. Sento ancora le labbra sporche di Simone, ho paura che possano essere le sue che ancora mi lambiscono il corpo. Un gemito di paura mi esce dalla gola. Mail si scosta, forse ha intuito i miei timori.

Mi guarda con quei suoi bellissimi occhi verdi, del colore della speranza, e mi calmo. Vedo lui, con me, mentre corriamo in un prato del medesimo colore. E forse è proprio quella visione che mi riporta alla realtà.

Sono io che ora sto abbracciando il rosso, lo sto stringendo convulsamente tra le braccia. E lui anche, mi sta stringendo, rivendicandomi come suo.

Abbandono la mia testa sulla sua spalla, purtroppo, ricordo benissimo ogni singolo movimento del moro, e l'ultima cosa che voglio è baciare qualcuno, anche se quel qualcuno è Mail.

Eih... non mi far spaventare... stai bene?” chiede ancora.

Cerco la forza di rispondere, e alla fine, riesco a spicciare qualche parola.

Io... no... adesso... con te... si” il rosso si rilassa tra le mie braccia, anche lui getta il capo sulla mia spalla, mentre con una mano mi accarezza e con l'altra lava via i segni impudici che mi macchiano il corpo.

Sono felice che a farlo siano le sue di mani.

 

Apro gli occhi, chissà perché non mi sembra un'azione nuova, o meglio, mi sembra come se l'avessi già compiuta pochi minuti prima.

Mi alzo di scatto quando i ricordi mi invadono la mente, guardo le lenzuola nere, del mio letto, accanto a me non c'è nessuno.

I vestiti del rosso non sono in giro, così decido di alzarmi,per controllare.

Niente nemmeno in bagno, in sala ed in cucina.

Sento montare il panico, perché Mail non è in casa? Soprattutto dopo quello che mi è successo... dovrebbe essermi accanto proprio in questi momenti!

Mi siedo sul divano, cercando di comporre il suo numero sul cellulare.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli.

Attacco. Dove cazzo è finito?

La porta di casa si apre, Mail entra sicuro con due buste bianche in mano. Ha fatto la spesa. Sorrido.

Quanta premura...” sussurro avvicinandomi. Forse la sera prima ero stato sgarbato scacciandolo in quel modo, lui dopotutto voleva solo aiutarmi. Mi guarda e nei suoi occhi leggo solo tristezza.

Che è successo?” dico, sconvolto dalle forti emozioni che si leggono in quegli specchi verdi.

Lui non mi risponde e mi abbraccia, facendo scivolare a terra le due buste.

Le sue mani sono calde, sono grandi, sento amore e non violenza. Mi chiedo come mai ne ho avuto paura. Le sue mani non sono fatte per portare dolore.

Restiamo un po' così, alla fine mi stacco, prendo le buste ed inizio a riporre il contenuto sulle varie mensole. Ci impiego poco, e quando mi giro, Mail è ancora fermo dove l'ho lasciato, in mezzo alla stanza, con i pugni chiusi.

Mail? Questa volta sei tu che stai spaventando me!” dico, chiudendo la porta e cercando di scuoterlo. Mi fissa, ma almeno la tristezza è svanita.

Lo prendo per le spalle e lo stringo, poi, guardandolo negli occhi, avvicino il mio naso al suo facendo coincidere le punte per qualche secondo, alla fine poso le mie labbra sulle sue.

Sono calde, morbide, lisce, anche loro sono fatte per portare amore. Ieri sera mi hanno fatto venire i brividi di paura, quest'oggi mi fanno solo venire i brividi per la felicità.

Sono felice che sono le sue labbra quelle che sto baciando, che mi stanno ricambiando.

Iniziamo a baciarci con più passione, trasportati dal desiderio, mentre le nostre lingue giocano e danzano. Il sapore afrodisiaco della bocca di Matt al momento è l'unica cosa che cattura la mia totale attenzione. Quel misto di tabacco e zucchero, forse anche caffè, ma non è spiacevole. È il suo sapore, e non potrebbe essere più buono.

Mi spingo più a fondo, voglio possedere tutto di quel corpo, ogni singolo centimetro. Anche il rosso non è da meno, mi sfila la maglia larga del pigiama che sto indossando, tirandola da qualche parte della stanza non meglio definita. Mail mugola quando gli sfioro la gamba. Si stacca, e con un espressione dolorante si siede sul divano.

Mi voglio ammazzare se penso che quel dolore gliel'ho causato io, in tutti i sensi.

Scusa Mihael... È che mi hai beccato proprio una vecchia ferita...”

Lo so, scusami tu”

Lo sai?”

So che hai quella ferita e no... non me ne sono accorto... l'altra volta”

E allora come...”

Mi siedo accanto a lui, tenendogli la mano, forse è davvero arrivato il momento di spiegargli.

Non è facile per me... devi sapere... beh... quel giorno, il giorno del blitz al covo di Loos... quel tizio che ti ha sparato... ero io”

Vedo Mail sbiancare, mi stringe la mano convulsamente, mi fissa sbalordito.

Cosa?” la sua voce è timorosa.

Io... io lavoravo per Loos. Ero il suo braccio destro. Infiltrato per risolvere un caso con Near... mi ha spedito con il nemico così che io potessi fornirgli informazioni... in cambio... lui... lui...” mi scende una lacrima, la sento bruciare sulla mia guancia ma ormai è tardi per fermarsi e devo delle spiegazioni al rosso.

Lui mi avrebbe amato... sai, prima stavamo insieme, ma io ero troppo egoista e pensavo solo a me... ha iniziato ad odiarmi e appena è diventato detective mi ha preso a lavorare con lui... si è vendicato di tutto... usandomi... ed io... non potevo fare a meno di amarlo. Un giorno, sul letto, ho trovato la foto che anche tu hai visto...” faccio una pausa, non avevo mai detto quelle cose a nessuno, e forse sto mostrando una parte di me che pochi conoscono. Forse solo Near. O forse nemmeno lui.

Quando voi avete fatto irruzione, io ho sparato, per mettermi in salvo. Dopotutto avevo ancora parecchie cose da fare per risolvere il caso e se mi beccavate sarebbe andato tutto a puttane. Ovviamente non sapevo chi eri, per me potevi essere chiunque... e ti ho rimosso dai ricordi... poi l'altra sera ho visto quella cicatrice, ho visto come tu fissavi la gamba di quello stronzo che ci prendeva per il culo... ho riconosciuto quel poveretto a cui strappai un tendine...”

le emozioni mi stavano facendo parlare troppo, forse era un bene che ne parlassi con qualcuno, finalmente... mi sentivo vulnerabile.

Mail si stringe di più a me, cerca di consolarmi, mentre all'orecchio mi sussurra che non importava davvero. Era stato parte del nostro passato. Forse, siamo stati scelti dal destino.

Rimaniamo ancora un po' uniti, poi lui, con un sorriso malizioso inizia a sfiorarmi il petto. Rabbrividisco a quel contatto.

La punizione per avermi sparato...” dice, mentre mi bacia.

Mi toglie i pantaloni, questa volta non ho paura, perché so che lui non mi farebbe mai male, a prescindere dalle mia azioni, a prescindere dal mio passato.

Ed è così che passiamo l'intera mattina, ed anche il pomeriggio, e la notte.

Insieme, sporchi, sudati, abbracciati, su quel divano sporcato dalla passione più e più volte. Felici.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell'autrice: we... questo chap mi piace!! forse rendo meglio con la prima persona... e poi è stato bello descrivere dal punto di vista di Mellino... *W* non ho nulla in particolare da dire... solo che A-M-O questo capitolo XD scusate per lo stupro... ma dovevo scriverlo! Perché cavolo! Mello può essere anche mister ghiacciolo, ma dopo uno stupro riesce ad aprirsi anche e finalmente rivelare qualcosa di se. Non la vedo come una debolezza od un OOC.... solo come parte del suo carattere... sempre duro e tosto... ma anche vulnerabile... dopotutto è una persona (cartacea) ma in questa fic lui ha dei sentimenti e non voglio mandarli a puttane sono perché altrimenti non è il suo carattere da eterno iceberg. Con questo chiudo e ringrazio... :

 

ChibyLilla: grazie per i complimenti... ecco il seguito che tanto aspettavi... mi scuso per le incongruenze che potrebbero essere sorte con il cambio di PdV e quindi i pezzi che mi sono persa per strada, però spero ti piaccia... finalmente si scopre qualcosa sul nostro biondino!

 

Lord_Trancy: grazie! Sono davvero felice di essere migliorata nel tempo... è questo il mio obiettivo! Comunque spero che con questo capitolo sia riuscita a fugare diversi dubbi... alla prossima!! baci!

 

ValeJeevas: ahaha! La parte di Mail ovviamente è presa da una storia vera... tipo io che entro al game stop con i soldi in tasca!! ahaha! Mi sono divertita a scrivere i dialoghi offensivi... e poi mi sono divertita ancora di più a picchiare quegli stronzi! Dio quanto odio chi insulta così a cazzo! La frase mi è venuta a scuola... e anche io la penso come te!! alla prossima! Spero ti sia piaciuto anche questo chapp anche se ho cambiato stile... XD

 

Lady Snape: eccoci qui! Questo capitolo deve aver sistemato un po' di cose... tipo... il carattere del biondo! Sto cercando di dargli una tridimensionalità... anche se scazza parecchio.... ha i suoi motivi e andando avanti con la storia verranno a galla sempre di più.... qual'era la tua ipotesi? Alla fine hai fatto centro?

Beh spero ti piaccia il chap anche se ho cambiato stile rispetto ai precedenti! Secondo me è più bello così!! alla prossima! Baci!

 

 

L_Nael: già! Meglio un ritardo che un pastrocchio... XD comunque Mail presto tornerà al lavoro anche se forse non come parrucchiere... ho in mente una bella sorpresina!! la scommessa mi è venuta così... spontanea... dopotutto io ce li vedo i due a fare scommesse stupide XD alla prossima cara! Spero ti piaccia il capitolo!! dimmi che ne pensi... devo sapere tutto!!! XD

baci!

 

Esther98: bene cara... sono felicissima di avere te tra le recensioni! Sai già che ti adoro per le recensioni che lasci!! il capitolo ha cambiato stile rispetto ai primi e spero continuerai a seguire Roulette fino alla fine, anche se magari non è proprio come uno si aspetta... non sono poi tanto brava a scrivere con personaggi già esistenti!! calcola che ho sempre scritto cose originali... però vedo che sta prendendo forma piano piano...

Dimmi che ne pensi! Aspetto con ansia le tue recensioni!

Bacii!!

 

 

 

P.S. Si è visto che odio Near? Alla prossima! Grazie a tutti, a chi mi ha messo tra le seguite, chi tra le ricordate e chi tra le preferite... anche a chi ha inserito Beyondy come autore preferito... [ a parlare è direttamente Roulette... molto piacere v.v]

Pace e Amore.

Beyondy e Roulette XD 

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