Quello che siamo

di Cuore di Inchiostro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivederti ***
Capitolo 2: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 3: *** Immobile ***
Capitolo 4: *** NO! ***
Capitolo 5: *** Un tuffo nel passato per capire il presente ***



Capitolo 1
*** Rivederti ***


dasdas Rivederti

Il ticchettio del pendolo del Four Season era l'unico suono udibile nella stanza.  Gli diedi l'ennesimo sguardo veloce e ansioso. Erano le 00.05.
Fra 10 minuti sarebbe arrivata. Di solito era puntuale... più o meno.
Sorrisi del fatto che fossi così nervoso. Non era mica la prima volta che ci vedevamo.
Pero dopo gli 'Mtv Movie Awards' non c'era stata quasi nessuna occasione di vederci per cui avevamo organizzato quell'incontro clandestino-notturno.
Quella notte entrambi eravamo liberi dai rispettivi impegni lavorativi.
Lei aveva appena ultimato di girare 'On the road'; speravo che censurassero la scena in topless.
So che è poco professionale pensarla in questo modo ma nei suoi confronti spesso mi risulta difficile non essere protettivo e geloso allo stesso tempo.
Scacciai quei pensieri: era il nostro lavoro che ci imponeva determinate scelte.
Puntai lo sguardo verso la chitarra.
Si trovava avvolta nella custodia e mi domandai se fosse il caso di prenderla. Prima che potessi decidere mi ritrovai in piedi, intento ad armeggiare con le corde della mia compagna di vita.
Tornai a sedermi sul divano.
Mi grattai il mento, pensando a quale canzone scegliere.
Optai per I was broken.

I was lonely
I was tired
Now I'm bound
My head is off the ground.
For a long time, I was so weary
Tired of sound
I heard before
Knowing of the nights I'm out the door
Haunted by the things I did
Stuck between the burning light
And the dusty shade.

La musica è sempre stata una mia grandissima passione, la mia grandissima passione.
E scriverne i testi è una valvola di sfogo, mi aiuta a scaricare la tensione.
Quando suono "stacco" il cervello e penso solo alle note e alle parole che sto producendo.
E' qualcosa di magico.

A quel punto, però, posai la chitarra sul divano e guardai nuovamente il pendolo. Poi sfilai il cellulare dalla tasca, sorrisi guardando lo sfondo.
Era una foto che ritraeva la mia famiglia: papà, mamma, Victoria, Lizzy, io e Kristen il giorno di Natale.
 Eravamo tutti sorridenti.
E' stato davvero un bel periodo quello, a Londra, la mia città.
Mi passai la mano tra i capelli e mi chiesi se Kris stesse avendo qualche problema con i paparazzi durante il tragitto.
Speravo di no.
Ci eravamo accordati che quando fosse arrivata, mi avrebbe fatto uno squillo.
Proprio in quel momeno il cellulare vibrò per qualche secondo.
Kiki chiamata.
Kiki era il soprannome che le avevo affibbiato quando ci eravamo conosciuti sul set di Twilight.
Rimasi in piedi di fronte alla porta, aspettando che bussasse.
Toc, toc.
Aprii immediatamente e la sorpresa fu tale che entrambi rimanemmo immobilizzati per qualche secondo, guardandoci l'un l'altro.
Dopodichè la sollevai dal pavimento e lei mi abbracciò, allacciando le sue gambe ai miei fianchi.
Afferrai con una mano la valigia che portava con sè, trascinandola sul pavimento dell'appartamento, chiusi con un piede la porta e la strinsi a me.
Non c'era bisogno di parole, entrambi sapevamo quello che l'altro pensava.
La portai verso la camera da letto.
Avevo cosparso il letto e il pavimento di petali di rose rosse, le luci erano soffuse.
Iniziò a baciarmi il collo - quel gesto mi mandava in delirio - , mi sbottonò la camicia e io, prontamente, le sfilai la T-shirt di dosso.
Quello che avvenne dopo fu qualcosa di indescrivibile, meraviglioso.
La passiona, tra di noi, non accennava a diminuire.
Facemmo l'amore tre volte quella notte.
Dormimmo abbracciati.
La mattina successiva mi svegliai qualche minuto prima di lei, chiesi la colazione in camera, che prontamente arrivò.
Chiesi che fosse lasciata nel soggiorno, non volevo staccarmi nemmeno un'attimo da Kristen.
Aveva un'aria serena, più riposata.
Poggiai la mano sul capo e in quella posiziona la osservai, carezzandole dolcemente il viso e i capelli.
Poco dopo aprì gli occhi e mi sussurrò il buongiorno.
Mi baciò sulla guancia, mi abbracciò e si diresse verso il bagno.
Indossava un baby-doll che risvegliava il mio lato selvaggio.
La vasca idromassaggio era pronta.
Tutti e due avevamo bisogno di rinfrescarci un pò, insieme.
Io, praticamente, indossavo semplicemente i boxer.
Avevo sempre dormito così, anche d'inverno.
Portare il pigiama  mi dava fastidio.
Mi diressi verso il bagno, appoggiandomi allo stipite della porta.
Si pettinava i capelli, legandoseli in una coda di cavallo.
Era meravigliosa.
La baciai sul collo.
Lei si voltò guardandomi con uno sguardo molto intenso e nello stesso momento sussurrammo << ti amo >>.
Sorridemmo della nostra complicità.
Tornammo nel soggiorno dove ci attendeva la colazione.
<< Speriamo di non aver svegliato Bear. Dorme nella sua cuccia vero? >> Rivolse lo sguardo verso l'altra camera.
Era molto affezionata al cucciolo che avevamo adottato insieme, Bear, appunto.
<< Sì amore e comunque ha il sonno profondo come il padrone per cui non c'è rischio di averlo disturbato >>
Ridemmo tenendoci stretti l'un l'altro.
<< Stavi suonando? >> disse notando la chitarra sul divano.
<< Sì, era da un pò che non lo facevo. Sono alquanto arruginito, infatti >> conclusi la frase con un sorriso.
<< Ma va >> e mi diede un buffetto sul braccio << ogni volta che riprendi a suonare sembra come se non avessi mai smesso. Suona, piuttosto >>
Continuai a suonare I was broken.
Kristen mi guardava e cantava con me, accennando di poco le parole. La sua voce era quasi un sussurro. Sapevo che pensava di disturbarmi cantando, ma la sua voce era tutt'altro che un elemento di disturbo.
Quando finii ed ebbi posato la chitarra, mettendola a posto nella custodia, mi baciò.
<< Non vorrei che diventassimo troppo smielati >> disse, al che le risposi con una delle mie solite smorfie.
<< Qualche paparazzo ti è stato d'intralcio? >> chiesi.
<< Naah, il solito. Sai com'è >>
Eravamo sul divano. Era seduta sulle mie gambe, con le sue circondava i miei fianchi. I nostri volti erano l'uno di fronte all'altro. Mi stava accarezzando il viso e sorrideva. Non ne capii il motivo fino a che parlò.
<< Sai - riprese - mentre ero in macchina, col finestrino abbassato, ho incontrato una ragazza - credo potesse avere vent'anni - che mi ha detto "non mi strapazzare troppo Rob" o qualcosa del genere >>
Scoppiai in una risata molto fragorosa.
Lei era divertita ma cercava di guardarmi male.
<< Beh, è stata gentile la ragazza a preoccuparsi per me. E' un bene avere delle fan che tengono così tanto alla mia salute, non credi? >> A quel punto prese un cuscino e me lo sbattè in faccia più e più volte fino a farmi cedere, cadendo a terra.
Arrivò a qualche centimetro dal mio viso e sorrideva, sardonica.
<< Ti amo Kristen Jaymes Stewart >>.


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Capitolo 2
*** Un incontro inaspettato ***


un incontro speciale Un incontro inaspettato

<< Okay, okay basta, ti prego. Il solletico no! Non vale, sei  un grandissimo bastardo >> .
Rideva così forte che quasi non ero riuscito a capire quello che aveva detto.
<< Abbiamo più di vent'anni, credo che dovremmo smetterla di fare i cretini, in questo modo assurdo >>.
Kristen continuava a sorridere. Amavo ogni singolo centimetro del suo volto, lo conoscevo a memoria, dalla prima volta che l'ho conosciuta non sono mai riuscito a non guardarla in quel modo.
I miei amici mi prendevano in giro per questo. Dicevano che mi facevo sempre "sgamare" a guardarla con uno sguardo da pesce lesso.
<< Naaa non siamo cretini, siamo terribilmente simpatici. Soprattutto io >> esordii, passandomi la mano tra i capelli.
<< Sì? Dici sul serio? Fossi in te, non ne sarei così sicuro >> replicò, aggrottando la fronte con aria di superiorità.
<< Taci, deve ancora nascere qualcuno in grado di mettere in dubbio il mio estremo senso dell'umorismo >> continuavo a sorridere, sapendo che non se la sarebbe presa, il nostro rapporto è sempre stato fatto in questo modo.
Kristen spalancò gli occhi in modo teatrale, si alzò in piedi e mi coprì il volto con la sua mano, affondandola.
<<  Inizio ad avere paura dei tuoi istinti da serial killer, ti dovrebbero offrire una parte in cui ne interpreti uno >> Scherzi a parti, ero sicuro che Kristen avrebbe interpretato al massimo delle sue capacità qualsiasi ruolo, poi sarebbe stato interessante vederla all'opera nei panni di un'assassina. Sorrisi, immaginandomela in quei panni.
<< Saresti una criminale decisamente sexy >> continuai, mordendomi il labbro << credo che essere ucciso da te non mi dispiacerebbe un granchè >>.
<< Oh cielo, Rob! E comunque non pensare che io non ne sia capace! >> ammise, ridendo della sua affermazione.
<< Ad ogni modo sento il rumore dell'acqua scorrere, che cos'è? >> domandò perplessa.
<< Oh-mio-dio >> mi alzai di scatto, sbattendo il fianco alla sedia. Mi ricordai che non avevo interrotto il flusso d'acqua della vasca, << credo che il Four Season mi chiederà i danni >> esclamai, portandomi le mani in testa.
Kristen mi seguiva e quando arrivò in bagno e vide l'acqua che era colata sul pavimento battè le mani, scuotendo la testa <>
<< Infatti! >> esclamai. << Vuoi che ti ricordi, quando nel 2009 hai fatto cadere il "popcorn" agli Mtv Movie Awards. Non immagini quanto ho riso! >>
<< Posso immaginarlo, invece! >> aggiunse.
Dopodichè ci mettemmo ad asciugare il pavimento, ci spogliammo e ci immergemmo nella vasca. Era enorme.
Le cinsi la spalla con il braccio, baciandole la fronte.
Kristen si voltò e iniziò a baciarmi.
Dapprima era un bacio tenero, romantico; poi si trasformò in qualcosa di più passionale, frenetico.
Mi lasciai sfuggire un gemito di piacere e lei sorrise, sapevo che ne era soddisfatta!
Poco dopo gemette anche lei e a sorridere, questa volta, fui io.
Portò indietro la testa e chiuse gli occhi. Io le baciai il collo, poi l'incavo tra la spalla e il collo e infine le carezzai il seno.
I nostri respiri si fecero più affannosi.
Poi ci immergemmo totalmente, andando in apnea.
Restammo in acqua per circa un'ora.
Poi ci rivestimmo. Erano le 13:30.
<< Che ne dici se mangiamo qualcosa, Kiki? >>
<< Direi di sì, il mio stomaco inizia a brontolare >>
Si asciugò i capelli, io feci lo stesso e ci vestimmo.
Lei optò per un'abito rosso senza maniche, abbinato alle sue inseparabili converse. Mi faceva impazzire con quel look.
I capelli erano leggermente mossi.
Io scelsi una T-shirt aderente con una giacca di pelle e jeans.
<< Scendiamo giù, vero? >> domandò
<< Sì, se per te non è un problema. >>
<< Ovvio che non lo è >> disse sorridendomi.
<< Allora andiamo, amore >>
Il ristorante dell'albergo era tranquillo. C'erano un paio di famiglie e un gruppo di ragazze.
Ordinammo, io ovviamente il mio piatto forte: spaghetti con polpette - amavo la cucina italiana - e Kristen un piatto di insalata russa.
Una ragazza si avvicinò, le compagne le lanciavano sguardi maliziosi e si lasciavano sfuggire risatine e urla di incoraggiamento.
<< Scusate... non so nemm... aspetto questo mom.... bè le mie amiche sono un pò... >>
Le sorrisi, incoraggiandola a parlare ma questo non sembrò aiutarla granchè.
Prese un respiro profondo e disse << Volevo solo consegnarti questa lettera, non so nemmeno se la leggerai, hai a che fare con fan isteriche ogni giorno quindi probabilmente non darai importanza a questo insulso pezzo di carta, com'è normale che sia. Beh leggilo, leggetelo se ne avrete voglia. E' anche per te, Kristen. Ora mi sento stupida abbastanza da andarmene dopo questa figuraccia >> dopodichè sorrise.
<< Ma quale figuraccia! >> esclamai, prendendo la busta che evidentemente conteneva la lettera e anche qualcos'altro... Era abbastanza pesante per contenere solo un foglio.
<< Ti ringraziamo molto - aggiunse Kristen - sei davvero gentile e puoi scommetterci che la leggeremo! >> concluse sorridendole nel modo più bello che poteva fare.
La ragazza ringraziò e se ne andò barcollando al suo tavolo.
Mi chiesi se dovessi aiutarla però aveva già raggiunto i suoi amici.
Consumammo il nostro pasto e ci dirigemmo in camera, anche se sarebbe più esatto chiamarlo appartamento.
Ero curioso di leggerla, così io e Kris aprimmo la busta, sfilandone il foglio.

Caro Robert,
non sai da quanto tempo immagino di scriverti. Non vorrei che pensassi che io sia una ragazzina con gli ormoni in subbuglio anche se temo di rientrare nel gruppo di quelle che vedendoti a una premiere, passandoti la mano tra i capelli, lancerebbe un urlo o - più probabilmente - rimarrebbe in uno stato di shock o similari.
So che deve essere assurdo per una persona trovarsi di fronte a questa pazza situazione però oggi voglio parlarti di quello che tu significhi per me.
Perchè con i tuoi film, con le tue interviste, con la tua musica mi hai aiutato in un momento orribile della mia vita.
Ho 17 anni e due anni fa mi hanno diagnosticato un tumore ai polmoni. E' assurdo, quando me l'hanno detto, pensavo che non fosse la realtà e che prima o poi mi sarei risvegliata da quell'incubo.
Però, con mio sommo rammarico, quella era la realtà.
Ora, non voglio suscitare pena, ma solo ringraziarti per i sorrisi che mi hai donato. Quando dallo schermo del pc ti guardavo ridere lo facevo anche io.
Io ti stimo, ti supporto e, cavolo, penso che tu sia sexy in un modo pazzesco! Kris sei fortunata!
Devo dire grazie anche a te perchè penso che tu abbia fatto dei film eccezionali, sei un'attrice straordinaria.
E poi, ma non per ultima di importanza, devo dire che la tua musica Rob, mi fa sognare. Quando ascolto Let me sign, I was broken e tutte le altre non riesco a trattenere le lacrime. Mi sembra di percepire la tua anima.

Con amore, tanto tanto amore,
una tua, una vostra grandissima
supporter. Con il vostro amore
e la vostra simpatia mi fare so-
gnare.
                                                               Sofia.

Ero commosso dalle parole di Sofia e anche Kristen ne era emozionata.

Dopo guardammo le foto che aveva stampato per noi la ragazza, c'erano un sacco di dediche, frasi, poesie stupende, e nostre immagini divertenti e che ci ritraevano in atteggiamenti "fraintendibili".
Sorridemmo di quei momenti.
E strinsi a me la donna che amavo.

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Capitolo 3
*** Immobile ***


Immobile Immobile

La vita è provvista in maniera sufficiente di tutto, ma noi non ci saziamo mai; abbiamo sempre la sensazione che ci manchi qualcosa. Aver vissuto abbastanza non dipende dal numero degli anni o dei giorni, ma dal modo in cui il nostro animo ha vissuto quegli anni e quei giorni. Per ciò che mi riguarda ho vissuto quanto poteva bastarmi, Ora sono sazio e aspetto serenamente la fine.
Addio.

Rimasi estasiato dal libro che avevo appena finito di leggere.
Sentivo che mi riguardava.
Dopo le riprese solevo dedicarmi alla lettura, un'altra mia grande passione, e anche quel giorno mi ero comportata allo stesso modo. Mi alzai dalla sedia e mi diressi verso la finestra della roulotte in cui alloggiavo.
Mi trovavo sul set di Cosmopolis ed ero abbastanza soddisfatto di come avevamo lavorato quel giorno.
Dalla mia postazione riuscivo a vedere un gruppo compatto di ragazzi e ragazze - soprattutto quest'ultime - aggrappato alle transenne che si sbracciavano e - alla mia vista - lanciarono un urlo.
Sorrisi loro e accennai un saluto con la mano. Dopodichè abbassai lo sguardo in cerca di carta e penna, mie compagne inseparabili.
Scrissi abbastanza grande affinchè potessero leggere.
GRAZIE PER IL VOSTRO CONTINUO
E INCESSANTE SUPPORTO!
Sgranarono gli occhi e, su di giri, esibirono un cartellone su cui giganteggiava la scritta:
TU SIGNIFICHI IL MONDO PER NOI.
Mandai loro un bacio volante accompagnato da un grande sorriso.
Quando fossi uscito sarei andato a ringraziarle.
Ma, in quel momento, avevo bisogno di riposare e pensare un pò in tranquillità.
Kristen aveva raggiunto il set di Biancaneve e il Cacciatore.
Mi mancava. Molto.
Mi stesi sul divano ripensando ai due giorni stupendi appena trascorsi.
Inconsapevolmente mi addormentai; dopo mezz'ora, però, fui svegliato dal cellulate di Victoria, mia sorella.
Rob, che cavolo. Non ho più tue notizie da non so quanto. Siamo fratello e sorella o no? Piuttosto come stai? Siamo orgogliosi di te, sappilo.
Opzioni>rispondi.
Ehi, Vicky, scusa. Tra riprese e tutto il resto non ho avuto neanche il tempo per scriverti un dannato SMS. E' ovvio che siamo fratello e sorella, anzi sei la mia sorellona. Per il resto, beh, sono stanco ma è meglio così, suppongo. Significa che si lavora. Vi bacio tutti. Vi voglio bene.
Premetti invio e infilai il cellulare in tasca. Mi avviai verso l'uscita, raggiunsi le fans.
Feci una sosta di sei o sette minuti tra foto, autografi e regali e - dopo aver salutato il cast - abbandonai il set.
Munito di cappello e occhiali - faceva davvero caldo - entrai nella Volvo che mi aspettava sul retro. Chiusi la portiera e fui felice del fatto che ci fosse un pezzo di James Van Morrison in sottofondo, uno dei miei artisti preferiti in assoluto.
<< Ti porto al ristorante italiano dove avevamo prenotato? >> chiese Dean, l'autista.
<< Oh, sì, sì come no! L'avevo dimenticato! >>
L'auto partì silenziosa e io guardavo attraverso il finestrino.
Una ragazza si ripassava il gloss.
Un bambino, piangendo, tirava la manica della mamma e indicava una vetrina.
Un uomo d'affari, con una ventiquattr'ore in mano, parlava animatamente al telefono.
Un ragazzo entrava in una gioielleria.
Mi domandai come dovesse essere le loro vite... 
Cosa avrebbero fatto tornate a casa.
Me lo chiedevo anche da piccolo.
Ero affascinato dall'osservare i vari tipi di persone che componevano una folla.
Il mio sguardo fu attirato da una copertina di giornale esposta in vetrina.
Aggrottai le sopracciglia.
In particolare, la mia attenzione fu catturata da una maglietta che mi era familiare...
Ma sì, era la maglietta di Kristen che mi piaceva tanto e che trovavo buffa perchè dietro era stampata la frase Non guardarmi in quel modo.
La apprezzavo in modo particolare perchè mi ricordava i nostri giochi di sguardi.
Ad ogni modo, poichè eravamo bloccati nel traffico e l'auto era ferma, riuscii a leggere il titolo della copertina: KRISTEN STEWART E MICHAEL ANGARANO: RITORNO DI FIAMMA?
Sgranai gli occhi.
<< Scusa Dean, esco un'attimo. Tanto qui ne avremo per molto >>
L'uomo disse qualcosa che non riuscii a capire perchè ero già fuori dalla Volvo.
Dopo un'analisi più dettagliata della foto arrivai alla conclusione che la donna di spalle poteva essere benissimo Kristen e l'uomo di fronte - erano seduti a un tavolino all'aperto o almeno così sembrava - era Angarano. Lo riconoscevo.
Tornai in macchina alquanto stordito e sovrappensiero.
<< C'è qualche problema, Robert? >>
<< No, no. Mi era sembrato di scorgere un mio vecchio amico londinese ma evidentemente mi sbagliavo >> mentii tutto d'un fiato. Fui sorpreso dalle mie stesse parole perchè mi erano uscite di bocca senza pensarci.
<< Capisco >> biascicò con una voce non troppo convinta. Evidentemente doveva aver visto che non cercavo nessun uomo. Ma non mi importava granchè, avevo altro a cui pensare.
Mi tastai la gamba per verificare che il cellulare fosse dove ricordavo di averlo messo.
Una delle prime cose che il nostro mestiere ci insegna è non fidarci dei giornali scandalistico.
Ma questa storia di Angarano mi piacerebbe conoscerla.
Senza sapere perchè, pigiai la cornetta rossa per spegnere il telefono.
Sospirai.
Arrivato al ristorante, scesi dall'auto, ringraziai Dean e mi preparai ad entrare.
Un cameriere mi indicò il tavolo riservato a me.
Il posto non era affollato, meglio così.
Raggiunsi il tavolo e, con mia grande sorpresa, pochi posti più in là sedeva una componente del cast di Cosmopolis, Krista Lee.
La salutai.
<< Ehi non mi aspettavo di trovarti qui, che piacere >> esclamai.
<< Tutto mio - sorrise - da quanto tempo eh! >> si lasciò andare a una risata contagiosa, ci eravamo visti appena mezz'ora prima.
Annuii, divertito.
<< Anche tu mangi sola? >> affermai, guardandomi intorno.
<< Oh sì, se ti va possiamo cenare insieme >>
<< Certo >> commentai.
Mangiammo in silenzio.
Avvertivo il suo sguardo addosso così sollevai il viso dal piatto.
Ci guardammo per una frazione di secondo e poi agrottò le sopracciglia.
<< Sei strano. Cioè, hai l'aria di uno che ha diecimila pensieri per la testa. C'è qualcosa che non va? >> chiese con voce curiosa e un pò preoccupata.
<< Veramente...>> fu tutto quello che riuscii a dire.
Lei accennò un sorriso e intrecciò la sua mano alla mia.
Fui colto di sorpresa.
Un brivido mi percorse la schiena.
Puntai lo sguardo verso la sua mano.
Appena sollevai il viso, la vidi avvicinarsi inesorabile verso di me.
Istintivamente chiusi gli occhi e...

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Capitolo 4
*** NO! ***


Bella giornata NO

No.
No. Frapposi la mano tra i nostri visi.
<< Ho paura che tu mi abbia frainteso. Krista, io amo un'altra donna. >>
La mia collega torno a sedersi e guardò altrove.
<< Già, sì, sono stata stupida a pensare che... E' meglio che vada. Ciao Robert >> disse gelidamente.
Prese la sua borsa e lasciò immediatamente il Karl's&Marc's.
Presi la testa fra le mani.
Bravo.
Ottimo.
Perfetto.
Dopo un lungo e profondo respiro cercai di ricompormi mentalmente.
Mi ricordai di aver spento il cellulare. Lo riaccesi nel caso Kristen mi avesse risposto.
1 nuovo messaggio.
Kiki > Non arrabbiarti, tra 10 minuti stacco e ne parliamo, ok? Sono a mezz'ora dal Four Season. Abbiamo cambiato la location per girare. Devo parlarti anche di un'altra cosa. Ti trovo lì fra un'ora? Ti faccio uno squillo quando arrivo, come al solito.
Rispondi > Va bene. Sto venendo, aspettami nella hall dell'hotel.
Negherei se dicessi che in quel momento non ero preoccupato o ansioso.
Feci una piccola corsa fino all'uscita. Avevo fretta di parlare con lei, volevo vederla, capire cosa fosse successo, sapere quale fosse quell'altra cosa.
Ma l'uomo che doveva essere il proprietario del locale mi fermò.
Stavo per dirgli che non avevo tempo ma la sua espressione aveva un qualcosa che mi spinse ad ascoltarlo.
<< Signor Pattinson >> disse con voce dura.
<< Chiamami Robert >> gli suggerii.
<< Robert, ecco. So che lei e la signorina Stewart siete molto uniti. E io non so... >>
Il fatto che avesse nominato Kristen mi incuriosì.
<< Che c'è, cosa vuole dirmi? >> lo esortai a parlare un pò spazientito.
<< Beh, al notiziario hanno detto che... >>
Il mio cellulare squillò.
Jules chiamata.
Jules? Ma che diavolo stava succedendo? Jules-Mann Stewart era la madre di Kristen
<< Robert, Robert ma che stanno dicendo in televisione? Perchè non mi sono mai piaciuti gli scherzi di cattivo gusto. Ho ricevuto una dozzina di chiamate? Kristen è lì con te vero? >>
Iniziarono a tremarmi le gambe, le sentivo pesanti, troppo pesanti.
Sentii una fitta al petto e smisi di respirare.
<< Robert? Pronto? Ci sei? E' caduta la linea. Dannazione. Maledette linee telefoniche. Sono uno schifo assoluto. E che diamine. Robert sei ancora lì? >>
<< No. Kristen. Dovevamo incontrarci. Ha detto che mi avrebbe fatto sapere quando arrivava >>
<< E ti ha avvisato, non è vero? >>
<< Jules mi dici che diamine sta succedendo? >> urlai in preda alla furia davanti al proprietario del locale che mi guardava sconvolto, con una mano davanti alla bocca spalancata.
La sentii singhiozzare.
<< La mia bambina, la mia bambina. Al notiziario dicono che ha avuto un incidente >>
<< ... >>
Non è possibile.
Dovevo accertarmi che si sbagliavano, che era solo un rumor di cattivo, pessimo gusto.
In fondo una volta avevano annunciato persino che fossi morto.
Li avrei presi a calci quei paparazzi schifosi.
Feci un paio di chiamate.
Confermavano.
Non era possibile.
Mi avevano persino dato un indirizzo di ospedale.
Ma stiamo scherzando?
E' un sogno?
E' un incubo?
Chiamai Dean e mi diressi verso quell'ipotetico ospedale.
Arrivato - mi sembrava tutto così dannatamente irreale - domandai di Kristen, Kristen Stewart.
Loro mi chiesero chi fossi.
<< Sono il suo fidanzato >> risposi spazientito.
Mi fiondai nella stanza 24.
La vidi.
Un tuffo al cuore.
<< Amore, amore, amore >>
La abbracciai. Inspirai il profumo dei suoi capelli.
<< Non devi farmi mai più questi brutti scherzi. Che diamine è successo? Come stai? >> chiesi tutto d'un fiato.
<< Tranquillo amore, non è niente di grave. Hanno ingigantito la faccenda come al solito, lo sai. Sto bene se non fosse per le gambe doloranti e qualche ematoma sparso per il corpo. Ma loro vogliono fare qualche altro accertamento per esserne certo e... per quanto riguarda Michael tu non devi preocc... >>
<< Shhhhhhhhh. Non me ne importa nulla di quella scimm.. di Michael. Ora e sempre chi importa sei solo tu tu e tu. Nient'altro >> mi corressi
Sembrava stesse per piangere eppure quello che aveva detto non era niente di tanto grave no? Era tutto ok? Perchè stava così allora?
<< Ehi amore, senti molto dolore? Perchè sei così in pena? >>
<< E' per quella cosa che dovevo dirti. >>
<< Ti prego. Non dirmi niente di brutto. Ti prego. Oggi no. Ti prego. >>
Scoppiò in lacrime.
Le presi la testa e scacciai le lacrime che le rigavano il viso.
<< Tranquilla amore. Ho sbagliato a esprimermi. Qualunque cosa sia, la affronteremo insieme. Calmati. Ora chiamo l'infermiera e ti faccio portare un bicchiere d'acqua e magari qualcosa da mangiare poi quanto ti sarai tranquillizzata ne riparl... >>
<< No, ascoltami tu >> disse implorante. << Siediti qui >> disse indicando la sedia accanto al suo letto.
Mi misi a sedere.


<< Sono incinta. Ma non penso di tenere il bambino >>

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Capitolo 5
*** Un tuffo nel passato per capire il presente ***


uN TUFFO NEL
Costui cammina sicuro, non brancolando a tentoni: ha piena fiducia in se stesso e non esita ad andare incontro alla
sorte, ben determinato a non cederle mai il passo.
Seneca.
UN TUFFO NEL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE

<< Com'è andata, amico? >>
<< Benissimo! Credo che la parte sarà mia. La regista e la Stewart sembravano entusiaste. Persino la Meyer, figuriamoci! Si sono complimentati tutti. Però, dai, per scaramanzia non dico niente di più, eh >>.
Il ragazzo alto e biondo fece l'occhiolino all'amico. Quest'ultimo, per tutta risposta, gli diede una bonaria pacca sulla spalla.
Io me ne stavo per conto mio, a strimpellare la chitarra: quale metodo migliore per alleviare la tensione?
<< Pattinson Robert - urlò una voce maschile - è il tuo turno! >>
Mi alzai.
Poggiai la chitarra sul pavimento, mi sgranchii le spalle e feci il mio ingresso nell'enorme stanza.
Mi trovavo sul palcoscenico di un teatro vuoto, se si escludeva me e altre tre persone: Catherine Hardwick, Stephenie Meyer e Kristen Stewart (la quale era già stata scelta per interpretare il ruolo della protagonista).
Avevo visto alcuni dei suoi film e la trovavo decisamente talentuosa.
Non nego - e non me ne vergogno - che quando ho saputo che lei sarebbe stata Bella Swan e che stavano cercando il protagonista maschile sono stato interessato alla "cosa" in gran parte perchè c'era lei e mi sarebbe piaciuto affiancarla.
In fondo non ci trovavo niente di male in questo.
In passato avevo avuto recitato in altri film ma non ero quello che si definisce un divo di Hollywood o, peggio ancora, il cosiddetto sex symbol.
Ero semplicemente un ragazzo londinese - come tanti altri - che amava recitare.
Non mi ero mai "montato la testa" per il fatto che avessi recitato in Harry Potter o che avessi un esiguo numero di fan e non capivo quelli che se ne vantavano.
Avevo fatto anche le mie stronzate, non ero un santo, mai stato in vita mia!
Tipo quel periodo in cui io e un mio amico ci ubriacavamo ogni fottutissima sera.
<< Entra pure Robert >> esclamò la regista, invitandomi ad entrare.
Sorrisi e con lo sguardo cercai lei.
Ci guardammo e tutto il resto cessò di esistere.
Stephenie le bisbigliò qualcosa ma lei rimase immobile.
Solo dopo qualche secondo Kristen scosse la testa e si limitò ad annuire alla scrittrice che la guardava accigliata.
<< Bene Robert - con queste parole Catherine mi riportò, mio malgrado, alla "realtà" - ora proveremo la scena del bacia in camera di Bella. Quando volete. >>
Annui senza smettere di fissare Kristen che si alzava per raggiungermi sul palco.
Ci avvicinammo.
Le nostre teste piano piano si raggiunsero, le nostre labbra esitanti si preparavano a incontrarsi e quello, quello fu l'inizio di tutto, di ogni cosa.

<< Amore ti prego, di' qualcosa, mi stai spaventando. Ora chiamo l'infermiera! >>
Rinvenii.
Mi erano passati davanti i 25 anni della mia vita e, in particolare, gli anni più belli: quelli che avevo passato accanto alla mia compagna, alla donna che amavo.
<< Tu. Noi. Io e te. Nel 2007, quattro anni fa, quando ti vidi, capii tutto. Capii che la mia vita sarebbe cambiata e non mi riferisco al film, non potevo sapere che avrebbe riscosso tanto successo, nessuno poteva. Mi riferisco a te, a noi. Tu stavi con un altro. Ma quando stavi con me... quando stavi con me sentivo quello che provavi. Ricordo quando ti chiesi di sposarti e pochi secondi dopo scoppiammo a ridere entrambi.
Sembra assurdo, lo so, ma io sognavo che tu mi dicessi "Sì, Robert Thomas Pattinson, sposiamoci, voglio diventare tua moglie".
Insomma, chi sposerebbe qualcuno che conosce a malapena da un mese?
Ma tra noi era diverso. Si innescò la famosa "chimica" che ci lega indissolubilmente.
E poi arrivò finalmente il giorno in cui, dopo una corte serratissima da parte mia che durava da mesi, mi baciasti all'improvviso e io giuro che ero tipo "O mio Dio non so se il mio cuore ce la farà".
Tremavo tutto, il mio stomaco era contorto e... aspettavo quel momento da tutta una vita.
Mi girava la testa, il mondo girava e non era più la gravità a tenermi sulla terra, eri tu! Insomma è stato il nostro imprinting - risi e lei fece lo stesso nonostante le lacrime che le rigavano le guance.
Amore mio, so che nessuno aveva programmato questo.
Nel bel mezzo della nostra carriera arriva una gravidanza a sconvolgere le nostre vite, i nostri piani e tutto il resto.
E non mi importa di quello che penserà la gente o i media, i paparazzi e compagnia bella,
Non mi importa veramente, forse per la prima volta nella mia vita non mi importa del giudizio di nessuno.
Qui - dissi poggiando la mano sul suo ventre - sta sbocciando il frutto del nostro amore. Non buttiamolo via, diamogli una possibilità.
Ha bisogno di poter fiorire, di poter diventare un piccolo Pattinson, di commettere errori, di innamorarsi, di ubriacarsi per una settimana ed essere disoccupato... mmm no magari è meglio se evita le stronzate del padre. >>
Tornai serio.
<< Amore questo piccolino o piccolina è il nostro futuro. E se me lo permetti, vorrei chiederti un'ultima cosa: sposami Kristen Jaymes Stewart. Non perchè sta per nascere un bambino ma perchè io ti amo e voglio che tu mi sposi. Perchè ti amo, l'ho sempre fatto e sarà così per sempre >>
Kristen mi baciò.
Sentivo il sapore amaro delle sue lacrime.
Mi baciò con tenerezza e con passione.
<< Non sono mai stata una grande religiosa ma chinque ci sia lassù, lo ringrazio per aver permesso che accanto a me ci sia una persona come te, amore. Sarai un padre splendido e ti comporti come se già lo fossi. Non so se sarò alla tua altezza >>
<<  Spero tu stia scherzando, sarai una madre eccezionale. E... per quanto riguarda la proposta >>
<< Cavolo, è si! Voglio essere tua moglie, la signora Pattinson e sarai un papà molto sexy - ammiccò lei - il nascituro, il piccolino sarà perfetto come il papà. E scusami se prima sono stata egoista pensando solo a me, ai miei progetti e non al bamb..>>
<< Shh - la zittii - ora siamo solo noi tre, il resto non conta >> dissi, baciandole la fronte e accarezzando nostro figlio.

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