Moon’ s Mistery: Diviso fra due mondi

di Mary_Rose_Crosszeria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 3: *** Parte III ***
Capitolo 4: *** Parte IV ***
Capitolo 5: *** Parte V ***
Capitolo 6: *** Parte VI ***
Capitolo 7: *** Parte VII ***
Capitolo 8: *** Parte VIII ***
Capitolo 9: *** Parte IX ***
Capitolo 10: *** Parte X - Epilogo - “Shelby” ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Un ragazzo si svegliò di soprassalto guardandosi intorno smarrito, e subito cercò nell’oscurità l’interruttore della lampada posizionata sul suo comodino a pochi centimetri da lui. Provò inutilmente ad accenderla più volte ma senza successo; si alzò allora, sbuffando, cercando a tentoni l’interruttore generale, ma anche quello era fuori uso.
Strano.
Mentre si portava alla finestra, cercando un po’ di luce, inciampò più volte in vari cumuli di vestiti e oggetti buttati a casaccio sul pavimento. Non era un tipo particolarmente ordinato.
Arrivato alla finestra spalancò entrambe le ante lasciando entrare un leggero vento autunnale, definitivo segno che l’estate era ormai finita, e la luce della luna a rischiarare l’interno della stanza.
Chiuse gli occhi e inspirò pesantemente, massaggiandosi le tempie e sforzandosi di riportare alla memoria le immagini presenti nel sogno di poco fa, cercando di riordinare i pensieri che gli vorticavano nella testa.
Si trovava in un bosco strano, molto diverso dagl’altri,in cui regnava un innaturale silenzio e dove tirava lo stesso vento gelido di quella notte.
I ricordi cominciavano a sbiadire. Cercò di concentrasi di più inspirando nuovamente a pieni polmoni.
Mentre camminava tra gli alberi aveva scorto la luna e il suo bagliore che si era concentrato particolarmente in un punto preciso al di là della selva che lo attorniava. Seguendo quella luce si era ritrovato in una radura dove vi era una sorta di sorgente che convergeva in un micro lago dell’acqua limpida e trasparente.
 Ai piedi di una roccia violacea di notevoli dimensioni vi era appoggiata una bellissima ragazza dai lunghi capelli castani che fissava concentrata il riflesso della luna sulla superficie dell’acqua. Non appena sentì i passi del ragazzo alzò lo sguardo che subito incrociò quello di lui, che la guardava incuriosito e confuso.
Lei gli sorrise amichevole e allora il ragazzo sebbene un po’ esitante si presentò:
 -Ciao io…io mi chiamo  Shade. Tu…tu chi sei?- aveva chiesto avvicinandosi alla ragazza.
-Il mio nome dici? In questo momento non ha particolare importanza.
Sono qui per avvertirti che sei in grave pericolo, cioè che noi siamo in pericolo…un pericolo che da solo non puoi evitare, ma con lei forse si...-
-Noi? Noi chi? Perché noi? Tu chi sei? Qual è questo pericolo?Di chi stai parlando?- aveva chiesto tutto d’un fiato il ragazzo perplesso, allarmandosi un po’.
La ragazza aveva guardato silenziosa la luna, rendendosi ormai conto che non aveva più tempo: -Ora non c’è più tempo, devo andare.-
-Ehi, aspetta! Non puoi venire qui, anche se non so bene nemmeno dove sia qui, sganciare come se niente fosse una bomba del genere, aspettarti che io capisca, e poi sparire…Mi devi delle spiegazioni!- aveva sbiascicato lui spiazzato da quella risposta.
La ragazza aveva ridacchiato divertita: -Vuoi delle risposte?-
Lui aveva risposto deciso: -Si,certo.-
Lei lo aveva fissato indecisa per un secondo prima di rispondere enigmatica:
 -Allora…prova a trovarmi.-
Poi gli aveva sorriso ed era sparita nel nulla non appena la luce della luna le aveva sfiorato la pelle candida.
Il ragazzo allibito si era portato di corsa nel punto esatto in cui si trovava la misteriosa ragazza poco prima, al suo posto nell’erba vi era un ciondolo a forma di mezza luna.
Un brivido lo percosse e Shade tornò alla realtà. Richiuse la finestra e si avvolse in una coperta sospirando; “Che strano sogno” pensò, rievocando il volto della castana, ormai l’unica cosa rimasta lucida nella sua mente…
-Non so nemmeno il suo nome…- si disse accigliato
Si buttò sul letto coprendosi la testa con un cuscino. La sveglia segnava le due.
 
[Il mattino dopo. Domenica, ultimo giorno di vacanza prima dell’inizio dei corsi all’università.]
 
Anche se era domenica mattina ed era molto presto, casa Roth era vuota e silenziosa.
Assonnato Shade si diresse con passo lento e pesante verso la cucina in cerca di cibo, l’unica cosa che lo potesse svegliare dal suo status di zombie mattutino.
Sul frigo c’era un biglietto della madre: “Ciao tesoro, papà ed io siamo andati a pesca con gli Evans, so che detesti queste cose quindi non ti ho svegliato. Il pranzo è in frigo torneremo per cena. Baci Mamma”
“Mamma ti adoro” pensò il moro in quel momento. Tutta la mattina ad aspettare che i pesci abboccassero e a morire di noia, no..neanche per sogno. E poi proprio oggi non era dell’umore per stare in compagnia, in ogni caso avrebbe trovato il modo di rimanere a casa a rimuginare su quello strano sogno.
-È soltanto un sogno, ma allora perché mi sento così spossato? Uffa che seccatura..- disse scuotendo la massa scura e incolta di capelli.
Prese un pacco di biscotti e vi ci si tuffo letteralmente dentro annegando per un po’ nel dolce sapore del cioccolato; dopo un po’ si ritrovò a fissare un punto indistinto oltre il televisore. Scosse la testa deciso, che gli succedeva?
Era ora di darsi una svegliata e di reagire. Decise di prepararsi e di andare a fare due passi per provare a liberare la mente.
Erano le 10 e il sole scaldava un po’ quella giornata, troppo fredda per essere solo inizio autunno. Camminava tranquillo ma ogni qual volta incrociava qualcuno per strada aveva una dolorosa fitta alle tempie ed avvertiva una strana sensazione… come se, in qualche modo, lui riuscisse a  percepire le intenzioni, i pensieri o la vera natura di…di quell’uomo che a prima vista non poteva sembrare altro che un comune barbone, ma che in realtà era stato derubato dall’ex moglie e ridotto in miseria; di quella ragazza che aspettava impaziente il suo fidanzato per andare al parco giochi, e al ragazzo dietro l’angolo che aveva in mente un altro tipo di giochi… Persone normali, forse un po’ egoiste, ma non cattive sul serio. Tutti gli facevano più o meno lo stesso effetto, tranne quando il suo sguardo incrociò quello di un uomo avvolto in un lungo impermeabile grigio, e lì…lì gli vennero letteralmente i brividi. Il suo istinto gli diceva una sola cosa: malvagio.
Lo vide seguire qualcuno, forse una ragazza dai capelli castani, non aveva visto bene, ed entrare in un vicolo cieco. D’impulso lo seguì precipitandosi all’imbocco del vicoletto preoccupato per quel qualcuno che poteva finire sotto le grinfie di quel tizio così inquietante. Non fece in tempo a varcarne l’entrata che sentì vari colpi, un rumore sordo e poi più niente. Quando arrivò il vicolo era deserto, per terra stracciato e fatto a brandelli era abbandonato l’impermeabile dell’uomo di poco prima, della ragazza però nessuna traccia. Che se la fosse immaginata?
No, non era possibile..era sicuro di aver visto qualcun altro entrate in quella stradina. Confuso scosse il capo arrendendosi. “Troppo assurda come cosa, meglio lasciar perdere.” si disse uscendo dal vicolo e facendo dietro front verso casa, aveva già troppi interrogativi per la testa non ne aveva certo bisogno di altri.
Aveva proprio bisogno di una bella dormita per schiarirsi le idee. “Trovami, trovami, trovami…ha detto così quella ragazza. Ma dove? Come? E soprattutto cosa mi sta succedendo? Voglio delle risposte, maledizione!”
Si, era deciso, l’indomani dopo scuola avrebbe fatto qualche ricerca su questa fanciulla misteriosa. Non sapeva dove cercare, ne ha chi chiedere,  ma qualcosa doveva fare, ne andava della sua salute mentale e forse se quella ragazza aveva ragione prossimamente anche di quella fisica… Risposte, gli servivano delle risposte, e gli servivano adesso.
 
[La mattina dopo, corridoi affollati dell’ università]
 
-Ehi Shade!-
-Ciao amico.-
-Come sono andate le vacanze estive? Conosciuta qualcuna di interessante?-
Shade alzò gli occhi al cielo: -Pensi mai ad altro, Kevin?-
-No. Dai, ho saputo che quest’anno ci sono delle nuove ragazze niente male…-  disse Kevin dandogli una gomitata nel fianco che Shade schivò prontamente.
-Non mi interessano le ragazze, lo sai…-
-Si lo so. E per questo ti reputo un tipo strano. A tutti interessano le ragazze solo tu sembri l’unico che non sembra avere molto interesse per loro. Povero fanciullo, devi aver avuto un’ infanzia difficile…- disse Kevin incominciando uno dei suoi soliti film mentali.
Shade stava per obbiettare spazientito, quando l’amico lo interruppe gesticolando animatamente per attirare la sua attenzione.
-Oh oh oh! Guarda lei! Lei…è Yuki Knight!! È in classe con noi quest’anno! Si dice che sia una delle ragazze più carine della scuola e che anche quelli del quinto e quarto anno le vadano dietro. Che fortuna essere capitati nella sua stessa sezione! È uno schianto assoluto!-
Disse esaltato Kevin indicando una ragazza dai capelli castani alta e esile.
Shade ignorò le parole dell’amico, ma per riflesso lanciò comunque un’ occhiata scrutatrice alla ragazza, che il tipo al suo fianco stava insistentemente indicando, rimanendo impietrito e spalancando la bocca di scatto.
Era una ragazza dal fisico esile e smilzo ma atletico; aveva i capelli non molto lunghi ma di un intenso castano dorato e i lineamenti del volto pallido erano dolci e delicati. Infine i suoi occhi erano di un penetrante verde smeraldo.
Shade era rimasto senza parole… Era identica, identica alla ragazza del sogno!
No, non poteva essere…
Sbatté furioso le palpebre tentando di riprendersi dallo shock, ma niente…quando riportò i suoi occhi sulla sua nuova compagna sussultò nuovamente sconvolto.
Era lei non si era sbagliato, ne aveva avuto un’allucinazione per la mancanza di sonno arretrato, era LEI!
Bè a parte i vestiti e forse un po’ il taglio di capelli, ma per il resto non c’erano dubbi! Troppo turbato per parlare, il moro mollo lì l’amico seguendo come ipnotizzato il gruppetto della ragazza, che l’aveva appena sorpassato, dirigendosi verso l’aula dove era solito fare lezione, e prendendo posto ad un banco qualche fila indietro a quello della ragazza; da li poteva fissarla tranquillamente senza farsi scoprire ne da lei ne da altri.
Sentì molto poco delle parole del professore, perché nella sua mente cercava solo un modo per trovare una spiegazione razionale al fatto che stava fissando una creazione del suo subconscio; voleva provare inoltre ad avvicinarla, ma non gli venivano in mente molti espedienti…e tutti molto poco originali.
Alla fine delle lezioni si alzò deciso a parlarle, ma nel momento stesso in cui spostò lo sguardo da lei per prendere la giacca alle sue spalle, quando si voltò di nuovo nella sua direzione era già sparita nel nulla.
-Maledizione!- imprecò sotto voce, immergendosi nella calca di studenti che uscivano per  dirigersi verso una delle uscite dell’aula.
Se l’anno era cominciato bene come quella giornata, allora era meglio che cominciasse a preoccuparsi, perché lui l’aveva solo intuito, ma era ormai chiaro che quello era solo l’inizio di qualcosa…qualcosa di molto più complicato di quanto lui potesse anche solo immaginare.
 
Il giorno dopo era deciso a parlarle ma, da quando l’aveva localizzata, le sue amiche non l’avevano lasciata un attimo da sola, specie una certa biondina sua vicina di banco.
-Ma perché le ragazze si muovono sempre in branco?!- sbottò esasperato Shade ad un certo punto interrompendo un suo monologo interiore che andava avanti da ben dieci minuti.
-A chi ti riferisci?- gli chiese Kevin che l’aveva sorpreso alle spalle facendolo sobbalzare. Seguì con gli occhi lo sguardo dell’amico che si andava a fermare proprio sul gruppetto il cui fulcro era Yuki Knight. –Aaaah, ora capisco. Si, la nostra principessa è davvero inavvicinabile…- disse riflettendo ad alta voce
-C’ho provato, ma è impossibile…ha la scorta 24 ore su 24…-sbuffò atterrito il giovane
-Aspetta, aspetta solo un secondo bello mio!! Io, il mitico e insuperabile Kevin, io conosco un orario e un luogo in cui nessuno le gira in torno, mai!- si illuminò Kevin all’improvviso
Shade portò lo sguardo interessato sul ragazzo: ­-Parla!- gli intimò
-Alla fine delle lezioni lei non torna subito a casa, ma si trattiene nell’aula di musica per circa un oretta..- disse con fare da so tutto io
-E tu come fai a saperlo?- gli chiese curioso il moro con una punta di sospetto nella voce
-Non l’ho pedinata se è questo che stavi pensando.
Una volta dopo una partita di calcio mi sono attardato negli spogliatoi e quando sono uscito l’ho incrociata che chiudeva l’aula di musica del secondo piano.- spiegò altezzoso il ragazzo
- Kevin, tu sei un genio!- esultò Shade dandogli una pacca sulla spalla
-Lo so, non c’è bisogno che sia tu a dirmelo. Guarda ti do queste informazioni solo perché è la prima volta che ti vedo interessato a qualcuna. Ci sono certi che pagherebbero oro per conoscere gli spostamenti della Knight. È così sfuggente…-
-Già,  sfuggente è dire poco…- asserì Shade però che già stava pensando ad altro. Finalmente gli avrebbe potuto parlare e lei non gli sarebbe potuta sfuggire ancora. Un sorriso soddisfatto gli apparve sul viso e si voltò di nuovo verso la ragazza per poterla tornare ad osservare.
Successe qualcosa di strano. Quando riportò il suo sguardo su di lei, inaspettatamente i suoi occhi incrociarono per una frazione di secondo quelli della ragazza.
La castana prestò subito la sua attenzione altrove rispondendo ad una domanda che probabilmente gli era stata fatta. Lo fece così velocemente che quasi Shade dubito per un istante dei aver incrociato il suo sguardo. Scosse il capo vigoroso sicuro di quello che aveva visto.
“Mi stava guardando..” pensò lui stranito “Perché mi stava guardando?”
“E tu perché la stai guardando da più di tre giorni?” chiese una vocina nella sua testa.
Era la sua parte razionale, per quanto possa essere razionale uno che sente delle voci nella propria testa, che gli ricordava che non era buona creanza fissare così insistentemente una persona che non si conosceva.
Ricacciò quella vocina da dove era venuta ricominciando a rimuginare ancora e ancora. “Forse si è accorta che la stavo guardando…” cercò di spiegarsi lui. No, poco convincente come spiegazione, in quel momento stava parlando con Kevin non la stava guardando.
“Perché mi stavi guardando?” chiese mentalmente alla ragazza che rideva con le amiche a pochi metri da lui, ignara della sua crescente e malsana ossessione per lei.
Gli avrebbe chiesto anche questo oltre alla miriade di domande che aveva in mente; forse avrebbe dovuto farne una cernita, erano veramente troppe…e lui non voleva assalirla, non all’inizio al meno.
Forse non centrava niente con il suo sogno, forse era una comune ragazza che aveva incrociato distrattamente per i corridoi  la cui unica pecca era quella di essere particolarmente bella, e forse non aveva niente a che vedere con il pericolo che lo preoccupava.
Forse…o forse no.
 

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Ore 15.30 corridoio del secondo piano, direzione aula di musica, Shade camminava con passo deciso pensando al modo migliore di presentarsi a Yuki. Non aveva pensato ad altro per tutta la mattina; per un secondo si chiese come avrebbe fatto a superare gli esami di metà trimestre quest’anno visto che dall’inizio dei corsi non aveva sentito una sola parola di quelle pronunciate dal professore. Mah, in qualche modo se la sarebbe cavata, se la cavava sempre…
Non però appena imboccò il corridoio giusto subito però questi pensieri furono accantonati nel suo cervello per fare posto ad altri, secondo lui, più urgenti.
Prima non ci aveva fatto caso ma da quando era entrato nell’edificio, nell’aria si era diffusa una suadente melodia proveniente proprio dall’aula in cui presumibilmente si trovava la ragazza.
Aprì di poco la porta e sbirciò cauto nell’aula; la castana era seduta davanti all’enorme pianoforte a coda dandogli le spalle. Muoveva le dita veloci sui tasti laccati facendone uscire una bellissima ed armoniosa canzone. D’un tratto la musica cambiò facendosi più silenziosa fino a terminare tranquilla; ma la ragazza non si alzò muovendosi appena.
D’un tratto si raddrizzò sullo sgabello e parlò alla stanza vuota: -Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto?- chiese inclinando il capo all’indietro e incrociando gli occhi di Shade. Il moro, imbarazzato per la sua patetica entrata, entrò ad occhi bassi mentre la ragazza si girava sulla seggiola per poterlo guardare in volto:
-Scusa – disse lui alzando gli occhi- non volevo disturbarti, se sono io il motivo per cui hai smesso di suonare, ti prego non fare caso a me..continua.-
Lei gli sorrise gentile: -Oh no, non preoccuparti la canzone era finita.- lo rassicurò
- Bè  credo sia il caso che mi presenti allora..io sono Shade Roth, siamo in classe insieme.- cominciò lui cercando di essere disinvolto
- Piacere di conoscerti, io sono Yuki…Yuki Knight.- rispose lei gentile
-So chi sei..- si lasciò sfuggire con un mormorio lui, portandosi poi subito una mano davanti alle labbra imbarazzato per la gaffe appena commessa.
Lei ridacchiò divertita prima di dire: - Bè, a quanto mi hanno detto,  godo di una popolarità piuttosto diffusa fra i ragazzi, sicuramente ti avranno parlato di me…- gli ammiccò complice la ragazza
Grato per quelle parole ridacchiò anche lui: -Si, infatti..non fanno altro che parlare di te!- fece lui alzando gli occhi al cielo fingendosi esasperato.
Lei rise divertita: - Mi dispiace allora darti tante noie…-
Era simpatica, e molto; avvertiva una certa affinità con questa ragazza appena conosciuta.
-Non è colpa tua se sei così  carina.- fece lui scuotendo la testa e facendola sorridere ancora.
-Allora Yuki, Yuki…è un nome insolito, sembra quasi giapponese…- rifletté ad alta voce Shade tentando di trovare un qualche argomento per rompere il ghiaccio.
Una risata cristallina arrivò alle orecchie del moro lasciandolo di stucco.
-Si, non c’è dubbio il mio è un nome particolare.- ridacchiò la castana ripensando all’origine del suo nome –Vedi, mia madre sin da giovane è sempre stata…“fissata” con gli anime e i manga giapponesi, le piacevano da matti…- disse sospirando nostalgica
-Hai detto piacevano, quindi…- si interruppe subito Shade con aria mortificata
-Si, i miei genitori non ci sono più, ma da molto tempo ormai.- sussurrò lei sorridendo triste
-Mi dispiace.- mormorò Shade dispiaciuto.
-Oh non ti preoccupare, è successo tanto tempo fa .- cercò di rassicuralo lei
-Mi dispiace lo stesso, il vuoto che lascia la perdita di una persona cara è sempre difficile da colmare. Deve essere stata dura per te. – mormorò dolce lui
Shade si sentiva molto triste per quella ragazza, più di quanto fosse normalmente lecito per una disgrazia successa ad una persona appena conosciuta.
Lei scosse il capo sorridendo, segno che non era più il caso di continuare quella conversazione.
-Allora stavi…stavi dicendo che tua madre era un appassionata di manga e cose simili…- disse Shade riprendendo goffamente il discorso da dove l’avevano interrotto, incitandola a continuare.
-Si, ed è sempre stata molto presa anche dalla storie di vampiri e visto che ne amava particolarmente una mi chiamò come la sua protagonista femminile, cioè Yuki, che in giapponese significa neve. Mio padre non ci ha potuto fare niente ed eccomi qua: in tutto il mio splendore con il mio nome dalle strane origini semi-giapponesi. – disse concludendo il suo racconto con un sorrisetto, mentre una smorfia nostalgica le attraversò per un secondo il volto.
-È una bella storia.- si lasciò sfuggire Shade
“Diamine! Ma perché cavolo non riesco mai a pensare prima di parlare?! Cosa mi prede oggi?” pensò lui maledicendosi mentalmente.
Ma la ragazza sorrise dolce incantando il suo compagno di classe: -Si lo è .-
Affascinato da quel sorriso, Shade non potè fare a meno di rimanere per un attimo incantato come un ebete a fissarla socchiudere gli occhi e sorridere ancora.
Lui sorrise a sua volta incrociando infine il suo sguardo; poi la sua attenzione fu attirata dal viso al collo pallido e sottile della ragazza dove pendeva un ciondolo a forma di mezza luna.
-Dove hai perso questo ciondolo? Io ho già visto questo oggetto…- esclamò Shade, nuovamente senza pensarci, continuando a fissarlo sconvolto.
Era identico a quello del suo sogno..
Subito la ragazza di irrigidì alzandosi di scatto: -Non può essere, quest’ oggetto è unico.- disse lei diventando di colpo fredda.
No, era più che fredda; era come se in quella stanza fosse sceso di colpo il gelido inverno del polo.
-Sei sicura? Io l’ho visto addosso ad un'altra ragazza, che per giunta ti somiglia parecchio...-
Non riuscì a finire la farse che Yuki lo interruppe bruscamente:
-Sono sicura. Forse ti sarai sbagliato. Ti ringrazio per la premura ma sono certa che sia unico…ora se vuoi scusarmi ho molte cose da fare, devo andare.- disse raccogliendo velocemente le sue cose e dirigendosi verso la porta a passo spedito. Sulla soglia si fermò e si girò quel tanto che le permise si lanciare una lunga e penetrante occhiata ad un frastornato e confuso Shade, che la guardava senza parole. Subito tornò a fissare la porta e non si voltò quando pronunciò queste parole: -Ah, ti sarei grata se non mi avvicinassi più per favore. Grazie.- così dicendo si chiuse la porta alle spalle e se ne andò.
“Bella prova campione!”
Shade era rimasto pietrificato dalla reazione della sua compagna di classe e non aveva osato reagire, anche perché era accaduto tutto così in fretta che lui stesso stentava a focalizzare.
Nei giorni seguenti cercò più volte di parlarle ancora, ignorando la richiesta della castana, ma senza avere alcun successo. Dopo una settimana si era notevolmente demoralizzato…
-Uffa…- sospirò Shade uscendo dall’aula alla fine delle lezione del giovedì
-Che ti succede Shade? È da giorni che sei giù di morale, amico.- gli chiese curioso e preoccupato Kevin affiancandolo.
-Mi odia...- borbottò lui incrociando del braccia al petto
-Chi?-
- Yuki...lei mi odia.-
-No dai, non può odiati..- cercò di rassicurarlo lui
Proprio in quell’istante Yuki li sorpassò in corridoio trafiggendo Shade con uno sguardo di ghiaccio.
-Si, ti odia.- si corresse l’amico battendo una mano sulla spalla del moro.
-Che le hai fatto, l’hai pugnalata con una matita?-
Shade gli lanciò un’ occhiataccia, facendogli segno di tacere se non voleva morire prematuramente. Kevin alzò le spalle e cominciò a blaterare di altro mentre Shade si incappottava pronto per tonare a casa.
Salutò Kevin e uscì; a metà strada si accorse di aver scordato all’università il suo blocco di appunti e scocciato fece dietro front e tornò sui suoi passi; se sbagliava anche questo test era il caso avesse fatto bene a pensare q qualcos’altro in cui laurearsi.
Poco prima di raggiungere l’edificio universitario notò Yuki che si stava dirigendo a passo svelto verso una stradina isolata a limitare del parco che si trovava proprio dietro l’università.
Decise di seguirla, adesso basta: voleva sapere il motivo della sua reazione.
Per lui lei aveva un’aria così familiare, come il ricordo del sogno…e poi quel ciondolo, c’erano troppe cose in comune con lei e la ragazza del sogno.
Doveva assolutamente scoprire chi era in realtà Yuki Knight.
Poi…accadde tutto in fretta, troppo in fretta e il povero Shade era più confuso che mai.
La seguì da lontano a distanza di qualche metro; dopo pochi isolati si addentrò in un parco, a quell’ora stranamente deserto, si fermò e si levò cappotto e tracolla poggiandoli ad un albero vicino. Mentre faceva ciò la sua voce risuonò chiara nello spiazzo vuoto, Shade si nascose maggiormente credendo di essere stato scoperto.
Ma la ragazza non era voltata nella sua direzione: -So che sei qui Riley…esci fuori e facciamola finita!-
Ad occhi sgranati, Shade, vide apparire dal nulla a pochi metri dalla ragazza un tipo alto, biondo e muscoloso: - È da un po’ che non ci vediamo… Shelby ti manda i suoi saluti.- disse lui inchinandosi.
-Sai dove puoi ficcarteli i suoi saluti.- rispose sgarbata Yuki, sorridendo sprezzante e affilando lo sguardo.
-So perché sei qui, ma ti avverto rischi solo di farti male, non sei ancora abbastanza forte per riuscire a riportarmi a “casa”.- disse sputando come un insulto l’ultima parola.
-Vedremo.- disse lui e muovendosi letteralmente alla velocità della luce piombò su di lei.
Yuki schivò il colpo facendo una ruota all’indietro e rispose decisa all’attacco; si muovevano a velocità impressionante.
Ma non era questo che sconvolse Shade, ciò che lo sorprese più di tutto e che nonostante la loro altissima velocità, lui riusciva perfettamente a vedere il loro scontro. Con un gesto brusco il tipo di nome Riley afferrò un lembo della sciarpa indossata da Yuki, che svolazzava in aria dopo che lei aveva evitato l’ennesimo colpo, strattonandola e facendola annaspare…la stava strozzando.
- Yuki!!- urlò Shade, senza pensarci, uscendo allo scoperto dal suo nascondiglio.
L’assalitore alzò lo sguardo su di lui sorpreso distraendosi e permettendo a Yuki di sfuggire alla sua presa strangolatrice. Riley imprecò sottovoce voltandosi verso il ragazzo e guardandolo in modo del tutto poco amichevole.
Subito Yuki si parò davanti a lui pronta a fronteggiare di nuovo il biondo: -Cosa diavolo ci fai qui, Shade?- chiese col fiato corto la castana, prendendo ampi e profondi respiri tentando di regolarizzare nuovamente il suo.
-Non credo sia questo il momento giusto per parlarne..- le rispose lui notando l’avversario avvicinarsi.
Yuki annuì e con uno scatto felino colpì Riley con un potente calcio spedendolo a parecchi metri da loro, facendolo schiantare contro un muro.
Poi si voltò rivolgendosi con sguardo severo a Shade: -Sei un pazzo! La tua vita ti soddisfa così poco da voler contemplare il suicidio?-
Lui sorrise imbarazzato: -No, non è questo. Volevo soltanto scoprire perché c’è l’hai tanto con me..- si giustificò lui passandosi una mano nella folta chioma scura.
Yuki alzò gli occhi al cielo esasperata, poi un qualcosa che solo lei poteva avvertire la distrasse dalla sua ramanzina:
- Shade ascoltami ti prego, prendi le mie cose e va via…sta tornando e non mi sembra molto di buon umore.-
-Dove dovrei andare? E poi…tu che farai?- chiese il moro preoccupato guardando oltre le spalle di lei nella direzione in cui ormai entrambi avvertivano il pericolo avvicinarsi.
-Vai a casa mia, ti raggiungerò prima possibile. L’indirizzo è sull’agenda nella tracolla.- disse e con un soffio di vento sparì.
Shade rimase interdetto per qualche istante, poi decise che era inutile rimanere là, si avvicinò alla tracolla estraendone l’agendina di lei e dopo aver memorizzato l’indirizzo la rimise al suo posto, raccolse i restanti effetti personali di Yuki e si diresse pensieroso e inquieto verso l’abitazione della ragazza.
 
Seduto sugli scalini di una veranda, il moro aspettava impaziente l’arrivo della padrona di casa. Era già passata più di mezz’ora dall’ultima volta che aveva “avuto sue notizie” e stava cominciando ad agitarsi.
Poi un alito di vento gli schiaffeggiò il volto portando con se il suo profumo, facendolo sospirare di sollievo non appena si girò e vide la castana a pochi metri da lui fissarlo enigmatica.
-Finalmente!-  sbottò lui alzandosi di scatto dagli scalini e voltandosi totalmente verso di lei.
Yuki incrociò le braccia al petto: -Idiota, cosa ti è passato per la testa prima? Potevi morire sai?- disse la ragazza mantenendo le distanze.
-Anche tu potevi morire..- rispose lui tentando di avvicinarsi a lei
Yuki scosse la testa triste indietreggiando di qualche passo. Tentò ancora di avvicinarsi alla ragazza ma lei veloce prese le distanze da lui facendo qualche altro passo indietro.
Shade accortosi di ciò alzò un sopracciglio perplesso prima di sussurrare: -Perché ti allontani da me?-
-E tu perché ti avvicini?- tentò di sviare il discorso lei, ma senza successo.
Il moro allora le lanciò un’ occhiata eloquente.
-Non sei spaventato?- gli chiese quindi lei un po’ titubante.
-Da cosa?- rispose confuso lui
-Da me!- concluse diretta e un po’ esasperata lei.
-Dovrei?- si accigliò Shade
- Bè una persona normale sarebbe spaventata. Mi hai appena visto muovermi alla velocità del suono combattendo con un tizio altrettanto veloce, e ho sfondato un muro con un calcio.. Al tuo posto io sarei terrorizzata.- rise lei scuotendo il capo incredula della sua reazione. Mentre lei parlava Shade la osservava attento; notò subito dei segni sul collo della ragazza e si avvicinò repentinamente a lei per osservarli meglio, lasciandola di sasso.
-Ti sei ferita?- chiese piegandosi un po’ in avanti verso di lei e indicando quei graffi con lo sguardo.
-Non è niente.- disse lei portandosi subito una mano sul collo per coprirli e distogliendo lo sguardo a disagio; non era abituata a tutte quelle attenzioni, specialmente da un tipo che conosceva appena.
Shade si raddrizzò, prese la sua sciarpa dalla tasca e gliel’avvolse intorno al collo sorridendo angelico: -Non ho paura di te. –
Assurdo, ma era così.
- Bè dovresti.- disse lei guardandolo negli occhi.- Sai…che in questo momento sei vincolato alla segretezza? Non credo che lo dirai in giro anche perché penserebbero che hai preso una bella botta in testa, ma è un concetto che va ribadito. Manterrai il mio segreto, Shade?- chiese retoricamente Yuki con un sospiro.
Lui annuì pensieroso: -Tornerà ancora?-
-Probabile- sbuffò lei capendo subito a chi si riferiva
- Yuki, chi era quel tizio?- chiese Shade piantandole gli occhi addosso
-Nessuno di cui tu debba preoccuparti.- concluse risoluta lei sperando di chiudere lì il discorso.
Lui le lanciò un’ occhiata scettica non demordendo: -Mi sono molto spaventato..-
-Finalmente una reazione normale!- esclamò lei ghignando
-Non mi sono spaventato per me.. ma per te, sei solo una ragazza, molo pericolosa ma pur sempre una ragazza!- sbottò lui perdendo le staffe. Il limite tra coraggio e incoscienza era sottile e lei sembrava non rendersene conto.
-Perché ti preoccupi tanto per me?- chiese lei interrogativa non capendo il perché della sua reazione.
-Non lo so e non mi importa, ciò che conta e che non voglio che ti accada nulla di male.- disse lui incrociando le braccia al petto.
Interdetta Yuki non seppe cosa rispondere.
Si guardarono intensamente per qualche minuto senza che nessuno dei due proferisse parola. Poi Shade sbirciò l’ora e sgranò gli occhi:
 -Cavolo! È tardissimo, a casa si staranno chiedendo che fine ho fatto..- disse voltandosi a recuperare lo zaino appoggiato vicino alla porta finestra. –Ci vediamo domani a lezione, così mi racconterai un po’ di te e di tutta questa strana storia.-
Yuki scosse il capo arrendendosi: -Questo non è un gioco…tu non sei normale.- sussurrò lei, mentre lui scendeva gli scalini avviandosi per il vialetto.
-Non ho mai detto di esserlo.- si voltò lui sorridendole raggiante.
Lei ridacchiò sospirando: -D’accordo, mi sembra di aver capito che ho trovato un tipo testardo quasi quanto me. A domani allora.- lo salutò aprendo la porta finestra che dava sul salotto.
Contento di averla convinta Shade sorrise ancora più luminoso, facendo perdere qualche battito al suo cuore (non si poteva negare che pure lui era un bel ragazzo. Anche lui aveva parecchie ammiratrici fra le sue compagne di corso e anche quelle degli altri non lo disprezzavano affatto).
-Ciao. – la salutò
E sparì svoltando l’angolo, proprio mentre nel cielo spuntava la mezza luna colorata dal rosso del tramonto.
Yuki la fissò pensierosa attraverso il vetro della finestra corrugando la fronte:
-Per quanto ancora andrà avanti questa storia…Shelby?-
 

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Capitolo 3
*** Parte III ***


 
La mattina dopo Shade era così eccitato e ansioso di rivedere Yuki che uscì di casa quando il sole non era ancora alto. Tirava un bel vento e quando arrivò all’università non si sorprese di trovarla già affollata di studenti che si riparavano dal gelo.
Entrando nell’aula la notò subito, era avvolta in una larga sciarpa dalle svariate sfumature dell’indaco, appoggiata al vetro della finestra che fissava il vento scuotere imperioso i rami di un albero. Certo che era proprio carina, questo non si poteva non notare..forse adesso capiva come si sentiva metà della popolazione maschile dell’istituto quando qualcuno la incrociava per i corridoi: c’era da rimanerci secchi.
Shade fu strappato ai suoi pensieri quasi immediatamente…
-Ciao. - disse subito la ragazza voltandosi verso di lui –Dormito bene?-
-Si abbastanza grazie, tu?- chiese lui cortese e anche un po’ imbarazzato avvicinandosi
Ora che erano quasi amici non poteva permettersi di farsela piacere…no, non era proprio il caso.
-Un vero schifo, il vento mi ha tenuto sveglia tutta la notte.- sbuffò lei sorridendogli e avvicinandosi a lui. In effetti ora che la vedeva bene aveva occhiaie ben visibili e lo sguardo un po’ assonnato. Che fosse stato solo il vento il motivo per cui aveva passato la notte sveglia?
Notando il suo sguardo assorto, Yuki prese posto al suo banco ignorandolo per un po’, quasi sapesse il motivo del suo rimuginare silenzioso.
Dal canto suo Shade la fissava senza il minimo ritegno, curioso e affascinato sempre si più dalle mutevoli espressione della sua compagna.
-So che vuoi sapere qualcosa su di me…ma anche io ho qualche domanda da farti ovviamente.- disse lei infine sospirando e riprestandogli attenzione; se avesse aspettato lui avrebbero fatto notte.
-Spara.- disse Shade accomodandosi accanto a lei e stiracchiandosi sulla sedia.
-Come facevi a vedermi…ero troppo veloce per l’occhio umano, ero troppo veloce per qualsiasi occhio!- esclamò sporgendosi verso di lui sconcertata
Shade rispose pensieroso scuotendo il capo: -Credimi non lo so, è cominciato tutto quando ho fatto quel sogno, e da allora mi accadono cose strane…-
-Quale sogno?- chiese curiosa Yuki fissandolo interessata.
Con la coda nell’occhio notarono la folla sciamare in classe ed entrambi si irrigidirono.
Era un argomento troppo delicato da poter trattare li in mezzo alla gente comune, e per lo più impicciona.
-Non qui.- borbottò la castana a bassa voce. –Perché non vieni a studiare da me oggi pomeriggio, ti va?- chiese con un filo di rossore sulle guancie, distogliendo lo sguardo dai lui, guardando altrove.
Imbarazzato e sorpreso lui annuì troppo frettolosamente, lasciando così trapelare la sua impazienza nel voler restare solo con lei, e provocandole altro rossore sulle guance candide.
La fissò ancora una volta estasiato di come quel colore donava alla sua pelle, non aveva notato quanto fosse attraente prima perché troppo preso dalla foga di avvicinarla, ma ora che l’aveva sotto gli occhi era impossibile non notarla; odiava ammetterlo ma Kevin aveva ragione..
Non riuscì però ad aggiungere altro che il professore, entrato in aula, attirò subito la loro attenzione cercando di ristabilire il silenzio nell’aula per poter iniziare finalmente la lezione.
Durante tutta la mattina, Shade non prestò nuovamente la minima attenzione alle parole dell’insegnate, vagando nella sua testa e immaginandosi quello che lei gli avrebbe raccontato quel pomeriggio, e sbirciandola incuriosito di tanto in tanto.
Alle volte la guardava solo per assicurasi che fosse ancora lì, dopo tutto ormai la riteneva quasi una creatura leggendaria..chi poteva assicurargli che da un momento all’altro non fosse sparita in una nuvola di fumo.
In quel momento però sembrava un una ragazza assolutamente normale, forse troppo, ancora non riusciva a credere che sotto quell’apparenza ci fosse molto di più.
Poi, ancora una volta, la sua attenzione fu attirata dalla mezza luna che la castana portava sempre al collo.
Era così familiare, dove l’aveva presa?
Sarebbe stata la prima domanda che le avrebbe rivolto.
 
-Prego, fa come se fossi a casa tua.- disse Yuki entrando in casa e levandosi la giacca.
Si precipitò di corsa in cucina riempì un vassoio di biscotti e si diresse tranquilla verso il salotto. Shade era rimasto, emozionato e intimidito dalla grande casa (di cui aveva visto solo la veranda), impalato di fronte alla porta con la giacca ancora in mano. Guardandosi attorno curioso la raggiunse dopo pochi secondi.
-Bella casa. - disse Shade notando il camino appena acceso
-Grazie- rispose lei con un mezzo sorriso accomodandosi a gambe incrociate su di una poltroncina.
-Allora…- incominciò lui. –chi comincia io o tu ?- chiese portando i suoi occhi azzurri su di lei e sedendole di fronte su di un divanetto.
-Mmmh, io direi..tu. - disse Yuki fingendosi pensierosa, in realtà era più che scontato che avrebbe cominciato lui a vuotare il sacco. –Hai parlato di un sogno e di strani avvenimenti…- lo incitò
-Si, ma prima di cominciare vorrei che mi spiegassi dove hai preso quel ciondolo ti prego, ha un aria così familiare per me… e sto impazzendo nel tentativo di ricordare dove l’abbia potuto vedere prima di notarlo indosso a te. - chiese lui allungando una mano e sfiorandolo con la punta delle dita.
La castana si ritrasse imbarazzata: -Questo ciondolo è lo stemma reale del mio paese..- vedendo che Shade stava per ricominciare a fare domande e lo fermò alzando una mano. - risponderò a tutte le tue domande dopo che mi avrai parlato di questo sogno.- sentenziò lei decisa.
Lui sospirò e annuì.
-Si, quel sogno…- disse lui passandosi una mano sul volto e assumendo un espressione stanca -È stato qualche notte fa. Ho sognato una ragazza..identica a te, forse con i capelli più lunghi, aveva un ciondolo come il tuo; mi parlò di una minaccia, un pericolo che mi avrebbe minacciato. Era molto vaga, ma quando ho tentato di chiederle spiegazioni è sparita nel nulla sotto i raggi della luna. Dal quel giorno sono ossessionato da questa possibile minaccia, e non c’è notte che non passi inquieta.- confessò lui, terminando il racconto.
Quando finì di raccontare riportò i suoi occhi su Yuki, ansioso di riceve finalmente qualche chiarimento. Ma lei era paralizzata con lo sguardo sconvolto e aveva totalmente smesso di respirare; sembrava che le stesse per venire un infarto in piena regola.
- Yuki? -  la chiamò lui accigliato –Yuki!!- disse un po’ più forte lui strattonandola un po’ per farla riprendere.  Si stava preoccupando e non era molto bravo con le manovre di primo soccorso lui…
Lei lo guardò sconcertata: -Non è possibile! Non puoi, tu non puoi!- sbottò lei alzandosi con un solo veloce movimento e camminando nervosamente avanti e indietro di fronte al fuocherello scoppiettante.
-Cosa non posso?- chiese perplesso lui alzando un sopracciglio
Yuki si fiondò pericolosamente veloce su di lui, avvicinando il suo viso a quello del moro:
-Come hai fatto a vederla?- gli alitò lei sul volto.
Erano troppo vicini, ed entrambi ne erano consapevoli, ma nessuno dei due desisté nel distogliere per primo lo sguardo l’uno dall’altra.
-A chi ti riferisci?- sussurrò lui incatenando lo sguardo al suo
-A mia sorella…- disse lei, e la furia e l’incredulità che aveva negli occhi fu rigata da una vena di tristezza -..mia sorella gemella per la precisione.- disse cedendo per prima, distogliendo lo sguardo e allontanandosi da lui ad una distanza di sicurezza di circa un paio di metri.
Prese un lento respiro e poi parlò: -Io non sono nata qui sulla terra, ormai lo avrai capito, ma vengo da un altro mondo che coesiste col vostro, io non sono…umana.- esitò sull’ultima parola cercando di cogliere le reazioni di lui –Non completamente almeno.-
Lui la fissò tranquillo e fiducioso, aveva immaginato una cosa del genere dopo lo scorso pomeriggio, pensava che una volta che lei glielo avrebbe confermato avrebbe avuto paura, invece non era così..anzi era sempre più curioso e ansioso di conoscere qualcosa di più su quella misteriosa ragazza.
-Vai avanti.- disse sereno
Allibita da tanta calma non contestò e proseguì il suo racconto: -Sono nata e cresciuta su un mondo molto simile al tuo. Lì ognuno di noi a qualche tipo di potere, che a quanto sembra qui sono inesistenti… sono poteri a volte potenti e devastanti, poteri che in questo mondo ci rendono pericolosi. E lì in quel mondo io sono…una principessa. Questo che vedi è il simbolo della casata reale che hanno solo i legittimi eredi al trono.- confessò come se fosse una cosa di cui non andare per nulla fieri,e indicando il suo ciondolo. –Per questo dico che è impossibile che tu l’abbia visto altrove solo i reali e le principesse l’hanno con loro, sin dalla nascita.-
- Pensavo fosse il sogno, non tanto nascosto, di ogni ragazza…tu invece lo dici come se fosse una cosa brutta…essere una principessa intendo. - disse accigliato Shade
Lei lo guardò con furia: -Lo è, io non voglio quella vita! Ma Shelby, lei..lei non è d’accordo e vuole che torni. Mesi fa trovai un portale e scappai…scappai dal quella gabbia dorata che non mi permetteva di respirare, di sentirmi libera.. e non ho alcuna intenzione di tornarci. Lei deve capirlo!- sbottò incrociando le braccia al petto –La mia vita adesso è qui, non appartengo più a quel mondo.- sospirò fissando un punto lontano della stanza.
- Shelby è tua sorella?- chiese conferma Shade cercando di memorizzare tutte quelle nuove informazioni.
Lei annuì osservandolo: -Ancora non capisco come hai fatto a vederla, solo chi è come noi può comunicare in questo modo. Tu sei umano...quindi non può essere in alcun modo. – concluse risoluta scuotendo il capo.
La mente di Shade di fermò sulle parole su chi è come noi.
Lui era stato adottato, forse…rimase per un attimo interdetto pensando a quell’assurda eventualità, poi domandò: -Cosa intendi quando dici che siete pericolosi?-  disse ripensando alle parole di poco prima.
Yuki sorrise tristemente: -Ti sorprenderesti di quanti crimini e incidenti sono in realtà opera di quelli come me…Molti di noi vengono qui sapendo di essere intellettualmente o fisicamente superiori a voi cercando di conquistarsi un posto d’onore nella società, ma finiscono per farsi sopraffare dall’istinto e dalla sete di potere scatenando guerre e spargimenti di sangue..- lui la fissava scettico e interrogativo.
–Un esempio: le crociate, la caccia alle streghe, la guerra dei trent’anni, Britney Spears, e una miriade di altre cose…- continuò fissandolo costernata
-Non è colpa tua.- disse Shade sporgendosi verso di lei
-Ho sempre paura che prima o poi succederà anche a me, di impazzire e di non riuscire più a capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato…- sospirò prendendosi il capo fra le mani.
-Perché non vuoi continuare ad essere una principessa?- chiese lui tentando di distrarla in qualche modo
Lei alzò lo sguardo su di lui: -A parte una ragione di cui non sono ancora pronta a parlare…Il compito di noi regnanti è eliminare a sangue freddo chi ci espone nel vostro mondo, dato che comunque molti di noi vivono qui in modo pacifico, dobbiamo preservare la convivenza. E io non lo sopporto! Molte delle persone che perdono il senno non l’hanno deciso e io non c’è la faccio più a veder stroncate tante vite…Io non voglio essere un assassina.- disse lasciandosi scappare un singhiozzo.
-Tu non farai del male a nessuno!- disse convito allungando una mano per sfiorarle il viso con la punta delle dita cercando di confortarla.
Una smorfia scettica comparve sul viso della castana: -Come fai ad esserne così convinto? Se lo volessi potrei ucciderti anche adesso…senza alcuno sforzo.-
-Lo sento, sento che è così, e fin’ora il mio istinto non si è mai sbagliato. E poi, d’ora in poi, ci sarò io a impedirti di fare qualsiasi stupidaggine!- disse battendosi una mano sul petto.
Yuki non riuscì a trattenere un risolino divertito: -Sono un tipo molto difficile, chiedi alle mie amiche..- lo mise in guardia lei.
Lui rise rilassandosi: -Forza Yuki, un po’ di fiducia!- la pregò Shade
Lei sospirò scuotendo la testa: -Nemmeno per sogno, non ti metterei mai in pericolo in questo modo sconsiderato.-
-Va bene! Se la metti così…- sbottò lui alzandosi di scatto e facendola sobbalzare –Vorrà dire che lo farò comunque. Non mi arrendo così facilmente, sai?- disse alzando il mento imperioso.
Yuki portò il capo all’indietro scossa dalle risate provocate da tanta ostinazione:
-D’accordo, d’accordo; ma non mi prendo la responsabilità di niente. Non voglio essere la tua babysitter.-  lo punzecchiò lei sperando ancora che si tirasse indietro.
-Non te l’ho chiesto. Allora siamo d’accordo.- concluse Shade porgendogli la mano per suggellare il loro patto.
Lei la prese esitando solo per un secondo, poi gli sorrise dolce: -D’accordo, grande eroe. – lo prese in giro lei.
-Allora…che genere di cose sai fare? Sputi fiamme dal naso, puoi volare o creare tempeste, trasformi i cattivi in surgelati formato famiglia?- chiese con espressione interessata Shade riaccomodandosi sul divanetto.
Yuki scoppiò a ridere divertita, poi sussurrò tremante, ancora scossa dalle ristate: - Louie, credo proprio che questa sia la nascita di una bella amicizia.-
-Casa Blanca.- mormorò Shade riconoscendo subito la battuta del famoso film.
Lei annuì e sorrise allegra.
“Un’appassionata di film come me” pensò subito il moro.
Sarebbero andati molto d’accordo se solo lei avesse abbassato la guardia per più di mezzo secondo, la loro sarebbe stata veramente  una grande amicizia.
Amicizia…sarebbe bastato a spiegare quello che sentiva a volte Shade quando si sorprendeva a guardarla un po’ più del dovuto?
Neanche lui sapeva bene quali fossero i suoi reali sentimenti, ma ora come ora non gli importava: li avrebbe affrontati quando sarebbe stato il momento giusto, e di certo non era quello.
Tra loro c’era sintonia, come tra due vecchi amici che si rincontrano dopo tanto tempo; l’avvertiva..anche in quel momento. Ma c’era qualcosa che ancora la preoccupava, qualcosa di cui non era ancora pronta a parlare, qualcosa che, lui sapeva, avrebbe finalmente chiarito gli ultimi dubbi che lo assillavano.
Lui desiderava conoscere, ma non voleva farla soffrire; sapeva che chiederle di parlare adesso sarebbe stato un errore, perché avrebbe solo portato alla luce il suo dolore più grande.
 
[Il giorno dopo]
 
Erano appena finite le estenuanti ultime lezioni del venerdì e con passo svelto, Shade, si apprestava a raggiungere Yuki, che si era avviata fuori dall’aula con un’ amica.
Era a pochi passi da loro e per caso, il moro colse qualche parola della loro conversazione.
-Cosa fai oggi?- le chiese la bionda
-Niente di particolare, credo che resterò un po’ a casa a leggere. - le rispose Yuki uscendo dall’ edificio universitario.
- Yuki!! È venerdì sera, santa pace! Esci un po’!- alzò le mani al cielo, gesticolando, la biondina
- Kate non ricominciare, so benissimo perché tu vuoi che io esca. – la guardò di sottecchi lei –Vuoi che io mi trovi un ragazzo per uscire insieme con te e Jasper! -
-Io lo faccio per te, non voglio che resti da sola- le rispose angelica Kate
Yuki sbuffò scomposta borbottando qualcosa che somigliava tanto ad un “si certo, come no” molto sarcastico.
-Dai Yuki!!- la pregò ancora l’amica –Prima uscire non era mai stato un problema..cosa ti succede adesso, sei diventata un eunuco all’improvviso?- disse sospettosa l’amica
Yuki fece spallucce indifferente: -Un eunuco no, e solo che non mi va di uscire con nessuno in questo momento.-
La ragazza al suo fianco non sembrava per nulla convinta.
-Non è che per caso la tua riluttanza ad uscire e in connessione con un tipo alto, bello e bruno che ti gira in trono spesso in questo periodo?- insinuò lei con un occhiata eloquente.
“Stanno parlando di me..” realizzò Shade d’un tratto drizzando le orecchie interessato.
-Non lo so- confessò con un sospiro Yuki portandosi una mano tra i capelli
-Che cosa?- chiese curiosa Blondy
Yuki le lanciò un occhiata sadica: -Ti piacerebbe saperlo, eh?-
Kate annuì convinta, e se avesse avuto una coda, adesso straebbe scodinzolando a più non posso.
- Se-gre-to.- scandì con le labbra Yuki.
- Noooooooooo. Non farmi questo Yuki!! Sei perfida!- piagnucolò lei, pizzicandole un braccio.
-D’accordo ti dirò solo una cosa..- disse la castana ridacchiando benevola
Shade si avvicinò di qualche passo saturo di curiosità fino al midollo.
Ma erano davanti ad un passaggio a livello e lì treno, che passo con la puntualità di un orologio svizzero, coprì ogni suono proveniente dalle due ragazze.
“Nooooo, oddio perché proprio adesso! Ma che ti ho fatto di male, signore?!” urlò mentalmente Shade non riuscendo a carpire nessuna parola.
Quando però Yuki ebbe finito di parlare l’espressione sul viso della bionda era così esterrefatta da convincere Shade, che se mai avesse scoperto chi guidava quel treno, l’avrebbe sicuramente ucciso.
-Non l’avrei mai detto.- sentì poi dire a Kate non appena il treno passò
-Neanche io. – mormorò assorta la castana
-Quindi non c’è alcuna speranza che ti riesca a convincere ad uscire stasera, eh?- chiese già rassegnata Kate.
Yuki annuì con un sorriso.
-Gliene parlerai?- chiese ancora Kate curiosa
Yuki scosse il capo vigorosa.
-Perché no?! Yuki, non puoi sapere come andrà a finire se nemmeno ci provi!- sbottò lei
-La gente è più al sicuro se sta lontana da me. - mormorò Yuki a voce bassa.
Kate l’abbracciò stretta prima di imboccare un sentiero che portava ad una grande casa qualche metro più avanti: -Sono sicura che ti sbagli, e presto te ne accorgerai.-
Yuki salutò l’amica, e proseguì silenziosa e assorta nei suoi pensieri, seguita a distanza da Shade, che ancora si rodeva dalla curiosità. “Cosa mai si saranno dette da lasciare Kate, Kate Brown, senza parole!?”
Già, doveva essere una cosa gigantesca. Zittirla era un impresa molto simile all’apocalisse.
Mentre seguiva la castana, Shade si imbatte in un gruppo di giovanissimi che si rincorrevano per i vicoli.
Il moro li superò tranquillo prima di imboccare il vicolo seguente, poi il suo “potere” si attivò facendolo voltare di scatto inorridito.
Qualcosa di non umano era appena apparso in quel quartiere; e di una cosa era certo, era affamato…
Invertì la marcia in un secondo, avvertendo già da quella distanza il fetore demoniaco di quella cosa e la paura dei bambini incrociati poco prima, che cominciava a crescere.
Lì raggiunse appena in tempo.
Una mantella stracciata e consumata dal tempo fluttuava a pochi centimetri da terra era pericolosamente vicino al gruppo di ragazzi. La sua aura era nera come la pece, non ci voleva una laurea per capirlo.
 Era troppo vicino alla sue vittime, e Shade non sapeva come fare per fermarlo.
“Cavolo! Ci vorrebbe Yuki in questo momento!”
Afferrò un bidone dell’immondizia lì vicino e lo lanciò con sorprendente potenza e facilità contro il mostro. Ma questi lo trapassò senza arrecargli alcun danno.
Almeno però attirò la sua attenzione su di lui distogliendolo dalla sua caccia.
-Ehi amico, sono qui! Perchè non provi a prendermi ragazzone?- lo provocò Shade cercando di attirarlo verso di lui.
Il mostro non esitò ad inseguirlo lungo il vicolo da cui era appena venuto; la fuga non durò più di un paio di minuti, perché presto la strada terminò in una sorta di strano vortice di colori indistinti, come se un pittore avesse ruotato il pennello in un punto della tela in cui la pittura era ancora fresca e l’avesse dimenticato così facendolo asciugare.
Si voltò, in trappola a guardare la tunica svolazzante che gli bloccava l’unica via di fuga.
-D’accordo brutto coso, non so come uccidi.. ma ti prego fa presto.- disse chiudendo gli occhi rassegnato.
-Non ti facevo così arrendevole.- sentì urlare una voce all’improvviso.
Aprì gli occhi sbigottito, notando la castana in piedi sul muretto alla sua destra che guardava dura e combattiva il mostro che stava per mangiarselo per pranzo.
Saltò atletica atterrando in punta di piedi tra il mostro e il moro, guardando quest’ultimo con aria di sfida: -Possibile che non ti posso lasciare solo nemmeno un momento?!-
Non aspettò che il ragazzo ribattesse e si voltò a fronteggiare il suo nemico. Fece un passo in avanti minacciosa, e inaspettatamente contro ogni logica, il mostro indietreggiò come se fosse realmente spaventato da quell’essere dall’apparenza così fragile che gli si parava davanti.
Cercò di fuggire attraverso la chiazza ingarbugliata di colori alla mia sinistra, ma Yuki, veloce come solo lei poteva essere, gli sbarrò la strada.
-Perché te ne vuoi andare? Resta ancora un po’ a giocare con me. - disse con un’ innocenza velata di minaccia nella voce, riservandogli un’ espressione agghiacciante.
Il mostro capì che anche se avesse riprovato a fuggire ancora lei l’avrebbe ripreso, e quindi decise di combattere.
- Shade.- lo chiamò Yuki senza distogliere lo sguardo dall’avversario –Mettiti al riparo.- disse con un tono così fermo che Shade ebbe paura di replicare.
Fece come gli era stato detto, nascondendosi dietro un cassonetto qualche metro più indietro.
Il demone, perché solo di un demone si poteva trattare, attaccò per primo facendo oscurare il cielo e puntando un lembo della tunica prima in cielo poi verso la castana lanciando, letteralmente, fulmini contro di lei.
Spaventato Shade, la guardò schivare ogni singolo colpo con estrema facilità; ma come lui aveva imparato a sue spese, quello non era un mostro che si poteva combattere con la forza bruta. Come avrebbe fatto Yuki a vincere sta volta?
Correndogli intorno in modo circolare creò una sorta di girandola umana che lo confuse quel tanto che bastasse alla ragazza per afferrare qualcosa dalla sua borsa, abbandonata hai piedi del muretto.
Poi caricò il braccio e lanciò con sorprendente potenza qualcosa di piccolo e trasparente contro il demone. Quest’oggetto non lo trapassò come era successo poco prima con il bidone dell’immondizia lanciato da Shade, ma gli si andò a conficcare direttamente nel cranio. Yuki fece una mezza giravolta atterrando sempre aggraziata in punta di piedi, e mettendosi in una posizione che Shade non potè fare a meno di associare all’onda energetica di Goku in Dragon ball.
Chiuse gli occhi mormorando delle parole in inglese che in un altro contesto non avrebbero avuto alcun senso:
- From ancient time, this power came,
for all to have, but the evil can't use it  for to reign.
Take it now, show no mercy.
For this demon here can no longer be.-
Il cristallo, conficcato della testa del demone, a quelle parole si attivò con una scintilla e cominciò a risucchiare il mostro al suo interno. In pochi secondi il demone sparì e quello oggetto, che a prima vista sarebbe sembrato solo un orrendo pezzo di bigiotteria, invece di cadere per terra venne sparato diritto fra le mani di Yuki, che nel frattempo aveva aperto gli occhi e osservava la scena tranquilla e pensierosa.
Sospirò e si voltò con espressione indecifrabile nella direzione di Shade che uscì piano allo scoperto dal suo mal celato nascondiglio.
-Mi dispiace.- mormorò fondendo nuovamente il suo sguardo con quello di lei.
Rimasero così alcuni istanti, fino a quando il respiro di entrambi si fece di colpo più corto e irregolare. Di colpo Yuki distolse lo sguardo, andandosi a sedere per terra e poggiandosi con la schiena contro il muro del vicolo.
-Non farlo mai più.- gli intimò lei coprendosi con una mano il volto, chiudendo gli occhi e facendo respiri più profondi per cercare di regolarizzarne il ritmo.
Shade la raggiunse piegandosi sulle ginocchia per poter portare il viso all’altezza del suo.
-D’accordo. - asserì con voce sorprendentemente ferma.
Questo tono così sicuro le fece spalancare di scatto gli occhi, e trovò il viso di Shade sorprendentemente vicino, a pochi centimetri dal suo.
-Scusami.- mormorò ancora lui chiedendole perdono con lo sguardo
Lei gli lanciò un mezzo sorriso, segno che la tempesta era passata: -Sei uno che si scusa sempre eh?- chiese soffiando le parole sul volto di lui.
-Può darsi; questo…ti infastidisce?- chiese Shade alzandosi e porgendole una mano per aiutarla ad rialzarsi da terra.
Lei l’afferrò ridacchiando: -No, affatto.- disse incrociando nuovamente lo sguardo limpido di Shade.
“Non l’avevo mai vista sotto questa veste, cioè da cacciatrice e non da preda. Era una cosa che avrebbe dovuto terrorizzarmi a morte, so che dovrebbe essere così…
Ma allora perché quando sono accanto a lei l’unica cosa che riesco a sentire è
un’ irrazionale senso di sicurezza, oltre che un’ incontenibile felicità?”
Senza distogliere gli occhi da lui, Yuki lanciò con un movimento veloce il cristallo nella chiazza confusa di colori facendola così scomparire con un lampo di luce.
Gli lanciò un sorriso beffardo quando lui distolse lo sguardo per osservare il fondo, ora piatto e lineare del vicolo.
- Cos’era quello?- chiese subito curioso lui
-Un portale.- rispose soltanto lei afferrando la sua tracolla e dirigendosi verso l’uscita della stradina.
-E…?- continuò aspettandosi un seguito, rincorrendola.
-Tu assicurati solo di non finirci mai dentro.- ghignò la castana avvertendolo.
-Un giorno mi spiegherai mai tutto quello che risolvi con un sorriso?- le chiese esasperato Shade alzando gli occhi al cielo.
-Un giorno forse… Bene io adesso vado. Ci vediamo in giro. – disse lei
Poi all’improvviso si allungò su di lui scioccandogli un leggero bacio sulla guancia e sparendo nel nulla prima che Shade potesse fare alcun che.
Stranito, Shade di portò una mano dove qualche secondo prima si erano posate leggere le labbra di Yuki, non riuscendo a frenare un sorrisetto ebete che gli spuntò automaticamente in viso.
Felice e incredulo si diresse anche lui fuori dal vicolo, ansioso come sempre di rincontrarla ancora.

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Capitolo 4
*** Parte IV ***


-Perché sei così irrazionale?- sbottò Shade stufo
-Perché non voglio che tu muoia.- mormorò esasperata Yuki
-Dai!! Fammi venire con te! Ti prometto ch starò buono buono.- disse lui sorridendo in modo angelico.
Per un momento la sicurezza di Yuki vacillò di fronte a quell’espressione da cucciolo abbandonato: -No, e poi no. – sentenziò alla fine scuotendo il capo per riprendere lucidità.
-Yukiiiii! Ti prego, ti prego, ti pregooo!!- la pregò lui a mani giunte
-Te l’ho detto, non è sicuro che li ci sia un demone, voglio solo andare a controllare...per sicurezza.- disse lei tentando di fermare le suppliche dell’amico.
-Permettimi di accompagnarti! Per favoreeeeeee!- implorò ancora il moro
Yuki sospirò sconfitta: -Se però spunta fuori uno spirito o un demone, tu scappi via all’istante senza discutere.- ordinò lei perentoria
Shade annuì contento, senza però riflettere realmente sulle parole della ragazza.
Sapeva benissimo che non era nella sua indole scappare di fronte al pericolo e per di più lasciare da sola una ragazza; e ormai lo sapeva anche la castana.
Yuki, dal canto suo, si era presto pentita di aver rivelato al ragazzo della strana presenza che aveva avvertito nei paraggi della grande casa confinante con l’immenso giardino di Kate, e ora doveva fare i conti con la curiosità e l’efferatezza proprie di Shade.
-Quando ci andiamo?- chiese eccitato lui
-Frena l’entusiasmo marmocchio.- mormorò acida lei
Shade mise il broccio incrociando le braccia al petto.
Yuki alzò gli occhi al cielo prima di esclamare: -D’accordo scusa, sono stata maleducata. Ci andremo domani, se per te non ci sono problemi...-
-No, no. Sono libero.- disse lui ri-sfoderando la sua espressione contenta
La ragazza sospirò ancora un po’ divertita, un po’ seccata da quell’entusiasmo fuori posto. Ma che ci poteva fare? I maschi sono così stupidi che amano persino il pericolo.
Il giorno  dopo si incontrarono di fonte il cancello della grande villa abbandonata verso il tramonto.
- Perchè non siamo venuti sta mattina?- chiese dubbioso Shade mentre Yuki scavalcava agile il cancello, ormai sbarrato da tempo.
-Perché tecnicamente, mio caro e ingenuo Shade, questa è violazione di proprietà privata.- spiegò lei tranquilla atterrando leggera dall’altra parte della cancellata.
- Bé…certo che ha un aspetto abbastanza inquietante.- mormorò il moro portando i suoi occhi azzurrini alle spalle della castana e osservando la grande casa.
-Io direi spettrale.- puntualizzò Yuki volgendo lo sguardo sull’abitazione abbandonata
–Hai forse paura?- lo provocò lei inclinando il capo all’indietro per incrociare lo sguardo di lui.
Shade deglutì rumoroso: -No, no. Sono apposto.- e anche lui agilmente scavalcò la recinzione raggiungendo la ragazza che si era già avviata verso l’imponente entrata della villa.
La porta, che non era chiusa a chiave, si aprì con qualche leggero cigolio rivelando un’ entrata elegante, ma corrosa e rovinata dal tempo e dalla polvere.
-Mi ricorda Tudor Manor in quel film con Jodie Foster e Charles Cabol.- disse Shade esaminando le pareti e il soffitto.
-Ma che razza di film ti vedi?- mormorò canzonaria Yuki
-Scommetto che tu sei una fan della Twilight saga invece!- ribatté sicuro il ragazzo
-Ovvio! Con dei fighi come i maschi di casa Cullen e dei lupi del branco..non poteva essere altrimenti. Io inoltre adoro Edward! È così affascinate…- soffiò lei con devota adorazione negli occhi.
Shade si limitò a ghignare alle sue spalle senza rispondere, addentrandosi con la ragazza oltre la porta di quella casa. Presto, quando la luce del sole venne meno scomparendo oltre l’orizzonte, dovettero accendere le loro torce, che Yuki aveva avuto l’accortezza di portarsi dietro. L’unica cosa che Shade aveva avuto la premura di portarsi era il suo entusiasmo e il suo indomito sprezzo per il pericolo, che forse in quel caso avrebbe fatto bene a lasciare a casa.
Da quando avevano messo piede nella villa, una strana sensazione inquietava senza sosta Shade. Non sapeva spiegare cos’era…sembrava molto simile alla sensazione che aveva avvertito quando aveva scovato il demone da cui Yuki l’aveva salvato.
Ma era molto più confusa.
- Yuki..- la chiamò con un sussurro lui facendola voltare.
-Uhm?- mormorò lei fissandolo curiosa
-Credo che qui ci sia un demone, o più di uno.- disse lui guardandosi attorno guardingo.
-Come fai ad esserne così certo?- chiese lei senza alcuna traccia di ironia nella voce
-Io…io lo sento.- mormorò lui portando i suoi occhi su di lei
Non sapeva come spiegarglielo, credeva che l’avrebbe preso per matto e mandato al diavolo, se gli avesse raccontato di quelle costanti sensazioni che avvertiva; ma poi…perché avrebbe dovuto? Lei era messa peggio di lui in questo senso!
Cercò di spiegare brevemente alla ragazza cosa intendeva, mentre salivano al secondo piano, poi aspettò che la castana metabolizzasse le sue parole e dicesse qualcosa.
-Sei sicuro di essere umano?- chiese lei pensierosa
- Bé, a dire il vero…arrivati a questo punto non tanto. Io sono stato adottato. Non so assolutamente niente dei miei genitori biologici. I miei mi hanno trovato una sera davanti alla loro porta durante un violento temporale, so che può sembrare una scena tratta da un film, ma è così che è andata.
Un fulmine era caduto proprio nel loro giardino e quando mio padre uscì a controllare al posto dell’erba bruciacchiata trovò me avvolto in una copertina blu notte.- raccontò assorto Shade
-Allora è possibile che tu sia un mezzosangue.- annuì lei riflettendo
-Cosa?- sbottò Shade strappato violentemente ai suoi ricordi
-Ti ho già parlato di loro se non sbaglio. Molto spesso le donne della mia gente di innamorano di umani, ma non sempre quando essi ci scoprono dotati di poteri magici la prendono bene; il più delle volte fuggono, e la madre per concedere al figlio un po’ di felicità nella sua vita se ne priva abbandonandolo davanti a qualche casa umana. Forse è quello che è successo anche a te. – spiegò con molto tatto Yuki
-Perché? Il bambino non avrebbe potuto essere felice insieme alla madre?- chiese un po’ arrabbiato Shade.
-I bambini mezzosangue vengono discriminati dai vecchi superstiziosi della mia gente, e i bambini non esitano a prenderli in giro senza alcun riguardo. Sono bambini, ma l’offesa è comunque pungente e ferisce.- terminò lei a voce bassa
Shade realizzò come forse avrebbe potuto essere il suo passato e capì finalmente perché non aveva mai sentito di appartenere interamente a quel posto che chiamava casa… quella in realtà non era casa sua.
-Mi dispiace che tu non abbia conosciuto tua madre e tuo padre.- disse dispiaciuta e mortificata Yuki sfiorandogli il braccio con la punta delle dita. Si sentiva in colpa per quella sconvolgente rivelazione fatta li li nel mezzo di una caccia al demone; non era certo il momento giusto per affrontare un argomento così delicato, e lei se ne rendeva perfettamente conto.
Shade alzò lo sguardo incrociando quello di lei. Le sorrise, benché fosse molto scosso dalle sue ultime rivelazioni: -Un giorno mi poterai a visitare la mia vera casa?- le chiese con la voce ridotta ad un sussurro
Lei ricambiò il sorriso: -Un giorno.- fu la sua unica risposta.
“Bene, almeno non ha detto di no.” Pensò sollevato Shade.
In quel momento alzò lo sguardo da lei allertando i sensi. La presenza che sentiva nella casa si era fatta più vicina.
-Che c’è? Cos’hai sentito?- chiese a bassa voce Yuki, notando la sua improvvisa rigidità
-È vicino, molto vicino.- disse scrutando le pareti attento.
Degli insistenti cigolii e un potente tonfo sotto i loro piedi, li colsero di sorpresa.
Si era aperto un buco nel vecchio pavimento in legno, che famelico cercava di risucchiare via Yuki. Shade l’afferrò con forza per le braccia, trattenendola e tirandola verso di se.
- Shade! Scappa!- urlò la castana
-Neanche per sogno.- ribatté lui stringendo la presa su di lei
-L’hai promesso!- insisté lei
- Bé, ritiro la promessa. Non ti lascio qui da sola.- e con un ultimo potente strattone riuscì a liberarla dalla presa di quella cosa. Ma la tirò a se con troppa forza portando entrambi a ribaltarsi sulla schiena e facendo atterrare lei sopra il suo torace.
-Stai…bene…?- chiese Shade con il fiato corto per lo sforzo.
Per tutta risposta lei gli pizzicò il ventre alzando il capo e portandolo alla sua altezza.
Aveva lo sguardo furioso: -Perché sei sempre così dannatamente incosciente? Ti avevo detto di scappare!- disse lei rabbiosa
-Bel modo di rivolgersi a chi ti ha appena salvato la vita. – brontolò lui sostenendo il suo sguardo incollerito.
Rimasero a fissarsi così per parecchi minuti, nessuno dei due aveva intenzione di cedere… finchè entrambi non si resero conto di essere ancora per terra, stesi l’uno sull’altro.
Imbarazzata Yuki si tirò su di scatto prendendo una distanza massima di un paio di metri dal moro, che ci impiegò qualche secondo umano a rimettersi in piedi. Quando i suoi occhi incrociarono nuovamente quelli di lei, il suo sguardo era tornato freddo e impassibile, come era accaduto dopo il loro primo incontro.
Quello non era lo sguardo di Yuki, era lo sguardo di un’estranea.
Shade si portò deciso di fronte a lei, costringendola contro una parete del corridoio:
-Promettilo!- ordinò lui serio
-Che cosa?- chiese Yuki sorpresa e confusa dal suo tono
-Che non assumerai mai più quest’atteggiamento ermetico nei miei confronti. Voglio che tu ti fidi di me e che mi mostri sempre le tue emozioni; è normale essere imbarazzati, ma in fondo sei umana anche tu. L’hai detto tu stessa.- disse intrappolando i suoi occhi nei suoi.
Lei non riusciva a distogliere lo sguardo: -Perché?-
-Non lo so perché, ma tu vuoi farmi questo piacere? Ti prego.- la implorò lui con il volto a pochi centimetri dal suo
-Ci proverò. Ma non so quanto possa riuscirci, è ormai tanto tempo che sopprimo le mie emozioni con gli altri.- sussurrò lei a bassa voce
-È per la storia “dell’andare fuori di testa”, di cui ti preoccupi troppo?- chiese lui alzando gli occhi al cielo
Yuki annuì sconsolata: - È  una paura che purtroppo rimane.-
-Apriti con me, io posso aiutarti.- mormorò lui ormai poco lucido e troppo vicino alla sue labbra.
Lei annuì piano con il capo: -D’accordo, farò del mio meglio.-
Sorrise soddisfatto, e con un sospiro Shade si allontanò da lei con espressione stanca, come se il gesto gli fosse costato più fatica di quanto sembrasse.
“Perché mi sento così..?” si chiese Shade chiudendo gli occhi e potandosi una mano sulla fronte e sulle tempie che pulsavano prepotentemente.
- Shade.- lo chiamò Yuki avvicinandosi di nuovo a lui. –Sento arrivare qualcosa.- lo avvertì
Si, anche lui lo sentiva.
-Sta tornando alla carica. Hai idea di cosa sia?- chiese riaprendo gli occhi e fissando il buco nel pavimento davanti a loro.
-Tutto sta a suggerire che sia un Troslog, un mangiatore di anime di passaggio. Di solito si rifugiano  nella casa abbandonate perché pieni di spettri. Questo deve averne fatta una bella scorpacciata, per questo è così potente e non l’ho sentito arrivare prima.- disse lei chiudendo gli occhi e cercando di concentrarsi per sentirne la presenza.
-Come si distruggono i Troslog?-
-Non si distruggono, si sigillano. Anche loro sono fatti di puro spirito e non possono essere uccisi corporalmente. Questa volta non andrà bene un semplice cristallo contenitore.- mormorò  più a se stessa che all’amico, riaprendo gli occhi e infilando poi le mani nella sua inseparabile tracolla.
-Intendi uno di quei cosi che hai usato l’altra volta?- chiese Shade, ormai anche lui all’erta.
-Si- asserì la castana –Ma sta volta non basta, lo spirito è cresciuto troppo e il cristallo non è abbastanza potenziato per contenerlo tutto. Mi serve, mi serve un…-
-Un?- chiese impaziente il moro
-Una bacchetta di metallo.- concluse lei tirando fuori le mani dalla sua sacca delusa.
- A che ti serve una bacchetta di metallo?- chiese lui perplesso
-A catalizzare l’energia del cerchio magico.- rispose scendendo frettolosa al piano terra
-Quale cerchio magico?- chiese Shade ancora più confuso, seguendola
-Quello che traccerò per terra.- disse fermandosi al centro esatto del’ingresso
-Ok, basta così. Fai quello che devi fare, non voglio sapere più niente.- si arrese Shade
Yuki ridacchiò e staccò con leggera violenza una tenda, sfilandone il bastone metallico che la manteneva attaccata alla parete.
-Ti sembra una cosa che una ragazza femminile come dovresti essere, dovrebbe fare in pubblico?- la punzecchiò il moro
-Qui non vedo nessuno, e poi smettila di dire scemate, mi devo concentrare adesso.- disse guardandosi attorno pensierosa.
“Ah, io sarei nessuno eh?!” pensò Shade guardandola all’opera.
-Cosa cerchi?-
-Cinque oggetti…anzi sei.- gli rispose lei raccogliendo vari rimasugli di mobilia
Shade l’aiutò a sistemarli in cerchio formando la famosa stella a cinque punte; al centro, con un sesto oggetto, si sedette Yuki a gambe incrociate e con il bastone di ferro della tenda fra le mani.
Shade la guardò interrogativo e curioso: -Posso fare qualcosa io?-
-Si, non farti acchiappare dal mostro. Non ho tempo di salvarti oggi.- parlò la castana
ad occhi chiusi.
Shade grugnì scomposto facendo qualche passo indietro. Yuki cominciò a mormorare delle parole a voce molto bassa, tanto che persino il moro stentava a sentirle. I cinque oggetti attorno alla ragazza di illuminarono richiamando a se una sorta di denso fumo blu…
-Sono anime.- disse la ragazza precedendo la domanda di lui –Attireranno qui il Troslog così potrò sigillarlo nel suo piano astrale.- spiegò
Mentre parlava aveva applicato dei fogli di carta al bastone con antichi simboli, molti simili alle rune, scritti sopra. Come aveva detto attraverso il soffitto sbucò un enorme e gelatinoso mostro con una bocca larga nove metri per dieci, provocando un forte e gelido vento all’interno dell’abitazione. La ragazza alzò lo sguardo verso il suo nemico alzandosi in piedi per fronteggiarlo. Il Troslog, attirato dalle anime che formavano il cerchio, prestò poca attenzione alla sua avversaria.
-Demon-eating ghosts, demon of pain.
I banish you to the Astral Plane.- urlò  la ragazza con quanto più fiato aveva in corpo.
Ma il vento era troppo forte e le parole di lei si perdevano nell’aria, senza sortire alcun effetto sullo spettro.
Tentò ancora, ma il vento, che si faceva sempre più forte, le impediva di compiere “l’incantesimo”.
La ragazza era in palese difficoltà e a causa dell’enorme vortice provocato dal demone l’ossigeno le venne meno facendola inginocchiare debole e aggrappare con forza al bastone che a stento riusciva a tenere in mano.
A quel punto Shade si precipitò nel cerchio, posizionandosi alle spalle di Yuki e afferrando il bastone metallico dove lo reggeva lei per rafforzarne la presa, e sostenendola per aiutarla a rimettersi in piedi.
-Proviamo ancora!- urlò senza fiato.
Yuki annuì con il capo e insieme a Shade pronunciò nuovamente l’incantesimo che avrebbe imprigionato il demone:
-Demon-eating ghosts, demon of pain.
We banish you to the Astral Plane.- urlarono in coro i due ragazzi.
All’estremità del bastone, quella rivolta verso il demone, si aprì una piccola tromba d’aria di un grigio intenso che risucchiò il mostro, portandosi dietro anche la tempesta scatenata all’interno dell’antico salone, facendo tornare a posto tutta la mobilia smossa dal vento tempestoso del demone.
A quel punto Yuki crollò stremata fra le braccia di Shade lasciando cadere con un tonfo sordo l’asta di metallo hai loro piedi.
Il moro l’afferrò all’ultimo secondo colto di sorpreso.
-C-credo di aver usato… un po’ troppa energia sta volta..- mormorò sbadigliando e chiudendo le palpebre.
- Yuki? Yukiii? Yuki ti prego svegliati!!
Ma come cavolo fa ad addormentarsi così velocemente, e in qualsiasi posizione poi?!- sbuffò il ragazzo ammirato e sbalordito allo stesso tempo. –Vabbè, ti riporto a casa. – disse, non vedendo altra via d’uscita da quella situazione, prendendola in braccio esitante e uscendo dalla villa.
Era sera inoltrata.
Una volta fuori dal cancello passò scopertamente, senza pensarci, di fronte alla casa ancora illuminata di Kate. La ragazza, che era affacciata al balcone della sua camera, li notò subito.
Un’ espressione stupita le si dipinse sul volto, quando vedendo Yuki addormentata fra le sue braccia, fraintese la situazione.
Shade abbassò lo sguardo da lei imbarazzato e corse via veloce, lontano dallo sguardo sorpreso della biondina.
In un certo senso però era contento che avesse frainteso, lo avrebbe voluto anche lui. Ma purtroppo era perfettamente consapevole che tra di loro non sarebbe potuto accadere mai niente. Lui era un comune mezzo-sangue, mentre lei una regale principessa: come poteva funzionare?
Un momento…da quando aveva cominciato a pensare a Yuki in “quei termini” ?
Da quando?
Senza accorgersene Shade aveva del tutto ignorato il suo buon senso e la sua decisione iniziale di non farsela piacere, invaghendosi pian piano di lei.
Poi, la consapevolezza di non poter mai essere alla sua altezza si insinuò piano piano in lui, facendogli desiderare di non aver mai voluto essere in parte magico.
Ma in fondo questo poco importava, in ogni caso lei non sembrava in alcun modo attratta da lui come ragazzo…
“Io non le piaccio, se non come amico..” si sorprese a pensare con amarezza lui.
“Vorrei essere suo amico, suo confidente. Vorrei essere qualcosa di più… vorrei essere tutto per lei…riuscirò a essere veramente tutto per lei? A volte mi sembra così distante e…irraggiungibile.”
Una grande sfiducia invase l’animo del moro, mentre passeggiava tra le strade deserte della città.
Yuki parlò brevemente nel sonno, facendolo sobbalzare spaventato: -Smettila di farti tutti questi problemi-  mormorò nel sonno rispondendo ai suoi pensieri inespressi e aggrappandosi di più a lui –tu sei importante…per me. -
Shade sorrise felice: -Grazie.- gli sussurrò all’orecchio
-Di niente.- sorrise ancora lei.
Non c’era niente da fare, lui si era perdutamente innamorato.
E niente, a questo punto, avrebbe potuto cambiare le cose.
Un unico interrogativo resta da chiarire; Shade aveva capito di provare qualcosa per la sua nuova amica, la domanda è: lui sapeva bene cosa?
Fino a che punto sarebbero potuti crescere i suoi sentimenti prima che Yuki lo avesse scoperto e se ne fosse accorta? E se una volta venuta a conoscenza dei suoi reali sentimenti per lei, Yuki non avesse voluto più essere suo amico?
Scosse vigoroso il capo, sbilanciandosi e andandosi quasi e scontrare contro un lampione.
“Calma Shade! Calma! Andrà tutto bene… Presto queste domande avranno risposta.
O al meno lo spero…”

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Capitolo 5
*** Parte V ***


[Qualche mese dopo - In un punto imprecisato dell’autostrada, poco distante città]
 
- Shade!! Sta attento…alle tue spalle!- urlò Yuki correndo verso di lui, dopo essere stata scaraventata a parecchi metri di distanza dal nemico.
Il ragazzo si scansò appena in tempo prima di essere infilzato dall’ennesimo demone fuggito da uno dei portali che conducevano al mondo da cui proveniva Yuki. Questa era la loro missione adesso: sigillare, non uccidere o distruggere, solo sigillare i demoni o gli esseri magici privi di volontà che si introducevano sulla Terra con scopi che miravano a minare i rapporti pacifici tra i due mondi. Questa decisone, l’avevano presa dopo l’ennesima aggressione subita hai danni di una loro compagna di corso avvenuta sotto i suoi occhi e che Yuki era riuscita a sventare appena in tempo. Fortunatamente la ragazza non si ricordava gran che quindi il loro segreto era ancora al sicuro.
Questo però era un tipo tosto e il povero Shade -che qualche giorno dopo il primo attacco aveva scoperto di possedere anche lui dei poteri (super forza e capacità di avvertire l’aura degli esseri sia umani che magici) con un iniziale grande sgomento da parte di Yuki- aveva rischiato più volte di essere infilzato dalla katana del mostro.
- Yuki, come facciamo a sigillarlo? È troppo veloce, non riesco ad applicargli il sigillo..- chiese Shade evitando per l’ennesima volta la lama demoniaca.
Con un calcio all’altezza del ginocchio Yuki riuscì ad atterrare il demone permettendo a Shade di affiancarla.
-Sto pensando, sto pensando!- sbottò nervosa lei
Shade alzò gli occhi al cielo: -Pensa più in fretta allora, io non posso continuare a fronteggiarlo a mani nude, quindi devi farti venire un idea e alla svelta anche! Sempre se non vuoi vedermi ridotto a fettine..- disse lui sbattendo entrambe le mani sul cemento della strada e provocando un onda d’urto che atterrò nuovamente il demone, che nel frattempo si stava rialzando.
-Forse c’è l’ho…Ho un idea!- urlò lei all’improvviso illuminandosi –Tienilo impegnato.- disse sparendo nel nulla davanti ai suoi occhi alla velocità della luce.
-Eh?! Cosa?!- sbottò il moro guardandosi intorno in cerca di lei.
–Merda!- gracchiò lui bloccando la lama del demone con le mani appena prima che si abbattesse sulla sua nuca.
- Yuki!! Maledizione, dove diavolo sei finita?- urlò lui trattenendo la lama fra le mani.
- Resisti ancora un po’.- gli sussurrò Yuki all’orecchio muovendosi velocemente attorno a loro e segnando strane righe con del gesso per terra.
-Proviamo con un incantesimo di confinamento. Al mio segnale fai un salto all’indietro il più potente possibile! Non ho idea di come liberarti se resti intrappolato nel vortice di contenimento, quindi cerchiamo di evitarlo!- gli ordinò lei senza smettere di armeggiare con un cristallo contenitore vuoto.
Poi si posizionò in corrispondenza dei sue combattenti con gli occhi chiusi mormorando delle parole a bassa voce. Lo spettro accortosi di ciò cercò di divincolarsi dalla presa di Shade, che lo teneva bloccato nel centro esatto di un cerchio bianco disegnato sull’asfalto nero.
-Ora!!- gridò lei aprendo gli occhi e conficcando il cristallo che aveva in mano in un punto del bordo della circonferenza. Shade mollò la presa e fece leva con tutta la forza sovrumana che aveva sulle sue gambe spiccando un salto di quasi trenta metri e uscendo fuori dal cerchio. Una luce potente risucchiò il demone nel cristallo fra le mani di Yuki lasciando al suo posto solo l’asfalto fumante su cui era disegnato il cerchio alchemico con all’interno la solita stella a cinque punte. Shade non fece neanche in tempo a toccare il suolo che Yuki era già al suo fianco con un altro cristallo, stavolta nero, fra le mani.
-Tutto bene?- chiese la castana apprensiva esaminandolo in cerca di danni o ferite.
-Sto bene.- borbottò Shade un po’ infastidito dall’atteggiamento da una sorella maggiore dell’amica. –Piuttosto, il nostro amico era davvero un osso duro.- rifletté lui
Yuki fece spallucce: -Ho visto di peggio.-
Una smorfia preoccupata guizzò sul volto di Shade, non voleva che Yuki corresse simili rischi; più il tempo passava e più il senso di protezione che provava verso quella ragazza non accennava a diminuire:
-Devi stare più attenta.- la rimproverò lanciandogli un occhiataccia -hai rischiato di ferirti.-
-Anche tu hai rischiato di ferirti; è normale quando si combatte, Shade.- sentenziò con voce ferma la castana, chiudendo il discorso.
Shade stava per ribattere, ma qualcosa alla loro destra attirò la sua attenzione facendolo voltare di scatto; dal portale, da cui era uscito il demone, era apparso Riley il sicario di Shelby, colui che veniva a recuperare i demoni imprigionati per riportali nel regno.
-Fatto buona caccia?- chiese lui a Yuki ignorando Shade come succedeva tutte le volte che si incontravano, dal loro primo incontro. Lei gli rispose con uno sguardo freddo e tagliente lanciandogli il cristallo nero, che lui afferrò al volo.
-Ottimo lavoro. Shelby sarà contenta di sapere che stai bene.- disse il biondo osservando il cristallo.
Al nome della sorella lo sguardo di Yuki si fece più duro: -Vattene Riley.- gli ordinò con tono che non ammetteva repliche.
Lui sorrise beffardo, fece un breve inchino e sparì chiudendosi dietro il portale.
“Quanto vorrei poterlo uccidere.” pensò di getto Shade guardandolo sparire; poi portò il suo sguardo su Yuki che fissava vacua la strada.
-Torniamo a casa, sta per piovere. - sussurrò lei osservando il cielo cupo e carico di nuvole, passandogli accanto e dirigendosi verso la sua macchina, una Volvo C30 nera.
Le chiavi già nel quadro, lei al posto del passeggero.
Quando si parlava di sua sorella era sempre così: triste, vuota e arrabbiata. Le mancava, ma era ostinata e si era imposta non incontrarla mai più.
“È una lunga storia…” gli rispose lei una volta quando lui le aveva chiesto di raccontare il motivo di tanto risentimento per la sorella.
“Il tempo non ci manca.” L’aveva incoraggiata lui.
Il suo sguardo si era fatto vuoto e triste come ora e aveva sussurrato la ragione che più di tutte l’addolorava.
“Quando siamo nate è stato predetto che saremmo state le regine più potenti del Regno, se fossimo rimaste insieme. Ma è anche stato predetto che io, la minore, mi sarei innamorata e avrei rinunciato a tutto anche ai miei poteri e di conseguenza al trono, per stare con quella persona che mi avrebbe rubato il cuore. È questa la clausola che bisogna rispettare: se ti innamori di un umano diventi umano, ti innamori di un essere magico rimani magico. Lei e il Primo ministro mi hanno tenuto all’oscuro di tutto per preservare il potere della luce universale racchiusa nei nostri poteri congiunti e mi hanno addestrato a combattere per proteggere il mio regno. Forse tu non ricordi ma ti parlai dell’esistenza di esseri metà magici e metà umani; Shelby una notte ha avuto una visone e ha sognato l’evento che tutti loro temevano: io che rinunciavano ai poteri per stare con un mezzo-umano.
Spaventata, è corsa a dirlo al Primo ministro, che si prendeva cura di noi dalla morte dei nostri genitori, che subito ha preso provvedimenti e l’ha fatto nascondere qui sulla Terra, era solo un neonato ma era già un enorme minaccia…”
“Scusa, ma tu quanti anni avevi?” la interruppe stupito Shade.
Lei l’aveva guardato sorridendogli triste “Un paio di mesi sul mio mondo equivale a circa un anno sul tuo; avevo 17 anni ora ne ho 19 quindi…” fece qualche calcolo a mente “anche lui dovrebbe avere la mia età, mese più mese meno.”
Sospirò e tornò al suo racconto.
“Quando l’ho scoperto sono andata su tutte le furie: ho urlato, ho pianto, ho chiesto che mi fosse spiegato il motivo del loro gesto. Ma niente…Shelby tentò di scusarsi più volte con me, ma non ha mai fatto niente di veramente concreto per aiutami. Ero stanca di tutto e di tutti, e allora sono scappata. Che diritto avevano loro di precludermi l’amore?” aveva chiesto retoricamente prendendosi il capo tra le mani.
Shade l’aveva abbracciata e lei era scoppiata in lacrime nascondendo il viso nella sua maglietta: “Adesso non sei più sola.” Aveva cercato di rassicurala lui. Yuki aveva stretto l’abbraccio e lui le aveva lasciato inzuppare la sua maglietta, lasciandola sfogare accarezzandole la schiena dolcemente.
“Chissà da quanto tempo ti tenevi dentro tutto quel dolore…” si era chiesto incredulo in quel momento Shade.
Ora seduta a canto a lui, Yuki aveva la stessa espressione triste di quella volta. Shade era un po’ indeciso sul da farsi: voleva consolarla, ma allo stesso tempo doveva stare attento a non centrare qualche palo della luce.
Deglutì imbarazzato prima di porgerle la mano.
Lei l’afferrò portandosela in grembo: -Grazie.- sussurrò cercando di sorridergli, dimostrando di apprezzare il goffo gesto consolatore fatto dal ragazzo.
-Adesso non sei più sola.- ripeté dolce Shade stringendo la presa sulla sua mano.
-Lo so. – rispose lei grata scrutando i suoi occhi azzurri, prima di riportare il suo sguardo oltre il finestrino dell’auto e ricominciare a fissare lo scorrere della strada bagnata dalla pioggia.
 
[Qualche ora dopo a casa di Yuki]
 
-Hai mai pensato di andarlo a cercare?- chiese all’improvviso Shade sistemandosi davanti al caminetto.
Yuki lo fissò indecisa per un attimo poi gli voltò le spalle prima di parlare: -Per dirgli cosa? Salve, sei un essere per metà magico e siamo destinati a stare insieme?!- gli rispose sarcastica lei abbracciando un cuscino del divano.
Lui le lanciò un occhiata eloquente, dando le spalle al fuoco e girandosi per poterla guardare in volto: -Yukii…-
Lei lo interruppe posandogli un dito sulle labbra: -Si, ci ho pensato. E tante volte anche, ma non mi sembra corretto..ecco. L’hanno strappato al suo mondo, alla sua famiglia, agli amici che avrebbe potuto avere a causa mia, l’hanno costretto a vivere ignorando chi fosse in realtà, dovrebbe odiarmi non amarmi. E poi sicuramente adesso avrà una sua vita…- borbottò lei portandosi le ginocchia al petto.
-Per te la lascerebbe senza pensarci due volte.- disse il moro solenne.
Yuki gli tirò le orecchie ridacchiando del suo tono: -Che fai mi prendi in giro?!-
Lui ghignò afferrandole i polsi, portandoseli al petto e bloccandole così ogni movimento con una delle sue famose prese d’acciaio, sorridendo beffardo.
-Non vale Shade! Sei un imbroglione, abbiamo detto niente poteri a casa. - si lamentò lei ridendo sommessamente.
Lui le fece una linguaccia birichino: -Pignola, pignola, pignola..- la prese in giro lui avvicinando inconsapevolmente il suo volto a quello di lei.
Lei rise divertita socchiudendo gli occhi per un momento, quando lì riaprì il suo sguardo verde mare si incatenò a quello azzurro cielo di Shade, adesso fin troppo vicino.
Yuki arrossì lievemente imbarazzata, i loro nasi quasi si sfioravano..
Si fissarono intensamente per qualche minuto fondendo i loro respiri in uno solo.
Il suono del telefono li fece sobbalzare entrambi; Shade sospirò impercettibilmente e, senza allontanare lo sguardo da quello di lei, allentò la stretta sui suoi polsi.
Lei sparì veloce per mezzo secondo per poi riapparire subito al suo fianco con il telefono in mano:
-Pronto?- chiese cortese accostando il ricevitore all’orecchio, senza però riuscire a distogliere gli occhi da quelli di lui.
-Ah, ciao sei tu. No, non stavo facendo nulla- ripose arrossendo e distogliendo lo sguardo dal suo -Si, certo dimmi.- aspettò alcuni secondi ascoltando attentamente la persona dall’altro capo del telefono.
-Ma io che centro?- chiese perplessa lei.
Un brusio indistinto le fece sgranare di colpo gli occhi: -Cosa hai fatto?- sbottò alzandosi di scatto e gesticolando con l’unica mano libera e ascoltando infastidita la risposta.
–D’accordo. Mi sembra di non avere altra scelta.- disse interdetta e irritata –saprò come vendicarmi.- disse facendosi spuntare un ghigno malefico e chiudendo la chiama. –A domani. Ciao-
Lo sguardo incuriosito di Shade che la osservava la fece voltare verso di lui: -Che ha combinato Kate sta volta?- chiese curioso lui
Un lampo di irritazione le attraversò il volto quando sentì il nome dell’amica, prima di rivolgersi in tono sconsolato e supplichevole al moro: - Shade...Ti prego, ti prego, ti prego , ti pregooo..devi aiutarmi!- lo pregò a mani giunte.
Lui alzò un sopracciglio preoccupato, avrebbe fatto di tutto per lei, ma quando faceva così non poteva fare a meno di allarmarsi: -Cosa devo fare?- chiese cauto
Yuki sorrise vittoriosa, sapeva che quelle parole equivalevano ad un si: -Vedrai. Grazie, grazie, grazie!- esultò sollevata prima di dargli un bacetto sulla guancia in segno di ringraziamento, e saltellare via prima che lui potesse cambiare idea.
 
 

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Capitolo 6
*** Parte VI ***


-Non ti perdonerò mai per avermi coinvolto in questa storia.- sbuffò Yuki rivolta alla ragazza dai lunghi capelli biondi che le camminava di fianco.
-Si, lo farai- rispose serena l’amica
-Forse..- incrociò le braccia al petto lei -magari tra un milione di anni. Kate, ma cosa diavolo ti è saltato in testa quando hai messo in palio un appuntamento con la sottoscritta come premio dell’annuale caccia al tesoro della facoltà di crittologia?! Tu sei una pazza scatenata!- concluse arrabbiata la castana.
-Mica è colpa mia, è risultato da un sondaggio che tu sei la ragazza più carina della facoltà, o almeno la più apprezzata, e quindi non ho avuto scelta. Dai, sarà divertente!- cercò di convincerla Kate
-No, neanche un po’.- rispose gelida Yuki
-Di che ti preoccupi poi, hai detto che parteciperà anche Shade per te, lui è un tipo in gamba, ha buone probabilità di vincere…- fece Kate lanciandole un occhiata eloquente.
-Non è come pensi..- sussurrò lei imbarazzata –mi sta solo facendo un favore. Noi…noi siamo soltanto amici.-
-Non è come penso io, o non è come la pensa l’intera scuola? Dai Yuki quando ammetterai che non siete più solo semplici amici?- la punzecchiò la bionda
-Ma dai! Lui non pensa certo a me in quel modo…- si lasciò sfuggire Yuki abbassando subito lo sguardo a disagio.
-Io non ci giurerei. Ma te piace…vero?- insisté curiosa Kate
Yuki diventò improvvisamente porpora rifiutandosi di rispondere.
-Guarda come sei diventata rossa…si, ti piace, ti piace un sacco!- esclamò la biondina spalancando la bocca e additandola.
-N-no…non è vero.- balbettò Yuki paonazza
-Oh si che lo è, sei praticamente viola Yuki…su respira, respira.- la incoraggiò l’amica.
Yuki la fulminò con lo sguardo: -Basta, chiudiamo qui il discorso prima che mi venga un attacco di furia omicida e ti uccida.- sentenziò la castana infastidita.
Kate fece spallucce: -Come vuoi, ma ricordati che non potrai sopprimere ancora a lungo i tuoi sentimenti; la verità prima o poi verrà a galla.- disse Kate solenne.
Poi la salutò con un bacio sulla guancia e corse via, lasciando Yuki impalata in mezzo al corridoio che portava alla loro aula.
La castana, rimasta sola, non potè fare a meno di ripensare alle parola dell’amica.
“Io…e Shade…insieme?” scosse il capo vigorosamente per scacciare quei pensieri assurdi. Lei e Shade erano a amici, basta, nulla di più; in tutti questi mesi non aveva mostrato particolare interesse nei suoi confronti..o se l’aveva fatto lei non se ne era accorta.
Non voleva rinunciare a quell’amicizia tanto speciale, che aveva faticosamente costruito, se lui non provava per lei quello che lei provava per lui. Non avrebbe sopportato di rimanere sola di nuovo. Amici, gli sarebbe bastato essere amici…
Ma allora perché anche il quel momento provava l’irrefrenabile desiderio di correre da lui e farsi circondare dalle sue braccia enormi e calorose? Perché non riusciva a smettere di pensare alla possibilità che le parole di Kate potessero essere in parte vere?
Piano piano la speranza stava nascendo nel suo cuore, pur sapendo che non avrebbe potuto permetterselo.
Essere abbandonata e tradita di nuovo dalle persone che amava era la cosa che più la spaventava, ecco perché aveva deciso di non innamorarsi mai; ma con Shade…con lui tutto sembrava diverso.
Nel suo animo si alternavano una miriade di emozioni diverse, ma si costrinse ad entrare in aula apparentemente tranquilla; con lo sguardo cercò subito Shade e quando i suoi occhi si posarono sul banco dove era solita sedersi accanto a quello di lui, trovò al suo posto una ragazza dai folti capelli corvini che conversava in modo spudoratamente malizioso con Shade, cercando di catturare la sua attenzione in tutti i modi possibili.
Improvvisamente furiosa, si strinse i libri al petto e, apparentemente impassibile, li superò andandosi a sistemare in uno dei banchi più in fondo all’aula.
Quando Shade provò, durante l’arco delle varie lezioni, a chiamarla più volte lei lo ignorò senza degnarli di un solo sguardo. A fine giornata la situazione non migliorò.
-Perché mi stai evitando?- chiese Shade bloccandole il passaggio con un braccio mentre lei cercava di sgattaiolare fuori dall’aula.
“Forse è per quello che è successo ieri a casa sua?” si chiese in ansia Shade pensando che il suo comportamento aveva infastidito in qualche modo l’amica.
-Non ti sto evitando.- mormorò Yuki ad occhi bassi rifiutandosi si guardarlo negli’occhi.
Lui sbuffò scocciato, stava mentendo lo capiva benissimo: -Cristo, Yuki! Ma che diamine ti prende oggi? Sei strana…più strana del solito.- chiese Shade sapendo benissimo però che non avrebbe ricevuto alcuna risposta.
Yuki gli rispose porgendogli un’ altra domanda: -La competizione…è tra 20 minuti nell’auditorium, vuoi ancora partecipare?- chiese con voce flebile
Lui la fissò accigliato per un attimo: -Certo.-
-D’accordo- disse alzando finalmente lo sguardo e incontrando i suoi occhi –allora ci vediamo là. – concluse passandogli sotto il braccio e avviandosi verso l’auditorium.
Shade la osservò preoccupato allontanarsi finchè non sparì svoltando un angolo, poi scrollò deciso la testa:
-Ora basta pensieri contorti. Ho una gara da vincere!- si disse determinato
E si mise a correre deciso verso la sala dove avrebbero avuto inizio i giochi.
Durante tutta la gara Yuki osservò con finto disinteresse tutte le mosse di Shade, che però la ragazza dai capelli corvini non mollava nemmeno un attimo; e puntualmente tutte le volte che i loro sguardi si incrociavano un ghignò vittorioso le spuntava sul volto, avvinghiandosi ancora più stretta a lui. Un’ improvvisa ondata di rabbia assassina costrinse Yuki, se non voleva commettere un omicidio, ad andarsene infastidita: - Kate…io vado a farmi un giro, quando termina la gara chiamami al cellulare e torno.- disse afferrando la giacca e corredo via senza neanche aspettare una risposta dall’amica.
Si infilò il cappotto e uscì nel freddo vento di fine dicembre.
Mentre passeggiava nervosa scalciando le poche foglie secche che le si paravano davanti, che il vento non aveva ancora portato via, si accorse con la coda dell’occhio di essere seguita. Sapeva già chi era, aveva riconosciuto lo stile.
Si fermò appoggiandosi con la schiena ad un albero ormai quasi totalmente spoglio e parlò atona e stanca: -Cosa vuoi oggi da me, Riley?-
Il biondo le apparve accanto e in un secondo l’albero su cui un attimo prima era appoggiata Yuki finì sradicato su un fianco. Yuki si era scansato appena in tempo, ma era rimasta sorpresa per terra colpita dal contraccolpo. Evitò per un soffio l’attacco successivo rotolando su un fianco e rialzandosi si scatto. Riley non si fermò continuando a cercare di colpirla senza sosta, fortunatamente lei era più veloce di lui; ma quanto ancora avrebbe resistito prima di crollare a terra stremata?
 
[Nel frattempo Shade…]
Mancava un ultimo dannato indizio e finalmente avrebbe potuto fermare Yuki e costringerla a confessare cosa le passava per la testa. Era stata inspiegabilmente nervosa per tutta la mattina, e poi quel l’ultimo sguardo prima di andarsene, era troppo triste…e Shade provava, come sempre, l’incontrollabile voglia di mollare tutto e correre da lei per abbracciarla.
Odiava litigare con lei, era la sua migliore amica, la sua confidente, era la sua tutto…ormai.
Sospirò stufo quando per l’ennesima volta Olivia gli si avvinghiò al braccio con foga inappropriata.
Lui alzò gli occhi al cielo prima di esclamare: - Gesù Olivia! Ma non riesci a stare in piedi da sola?-
Lei strinse più forte la presa sul braccio di lui: -No, e questo ti obbliga a starmi sempre dietro.- disse maliziosa lei.
Shade la ignorò e sciolse con facilità la presa stritolatrice di Olivia riprendendo a interpretare il foglietto con l’ultimo indizio; c’era quasi…
All’improvviso la mora gli si parò davanti con i pugni poggiati sui fianchi bellicosa:
- Shade!! Cavolo lei non ti vuole! Potrebbe avere chiunque senza alcuno sforzo, perché pensi che si dovrebbe interessare in qualche modo a te?- esclamò
Queste parole furono sufficienti a farlo bloccare e a far rivolgere la sua attenzione alla ragazza davanti a lui.
-Non so a chi ti riferisci.- disse trafiggendola con lo sguardo
Lei lo sfidò apertamente: -Guarda in faccia alla realtà…Credi davvero di contare qualcosa per lei?!-
Lui la guardò con occhi brucianti: -Si-
Lei incrociò le braccia al petto: -Ti stai solo illudendo. Lei non è giusta per te…-
-E chi sarebbe giusta per me? Tu?- ribatté Shade con ironia pungente
-Sarei meglio di lei, molto molto meglio di lei, per te. - concluse decisa
Lui sospirò stanco, ma quando aprì bocca la sua voce era ferma e decisa: -Mi dispiace Olivia, per me c’è solo lei, c’è sempre stata soltanto lei.-
-Sei solo un idiota Shade!- urlò Olivia infuriata correndo via.
-Molto probabile.- mormorò al corridoio vuoto, voltandosi e riprendendo a camminare verso l’aula di musica. Era quello il luogo indicato sul foglio ne era sicuro; arrivato alla porta, entrò nello stesso istante di un altro ragazzo, che entrò dalla seconda porta che conduceva all’aula. Non appena misero piede nell’aula le luci si accesero e un applauso li accolse:
 -Congratulazioni ragazzo!- esclamò Kate andandoli in contro entusiasta, poi notò che erano in due -…ehm volevo dire ragazzi.-
Salutò con un cenno del capo Shade, per poi rivolgersi al secondo ragazzo dai corti capelli rossicci e gli occhiali: -Ti sei iscritto anche tu per vincere l’appuntamento con Yuki Knight?- chiese la bionda pur conoscendo già la risposta.
Il tipo annuì convinto ed emozionato all’idea di un appuntamento con una delle ragazze più carine dell’istituto.
Il forte impulso di voler spaccare la faccia a questo tizio attraversò come un brivido Shade, che strinse i pugni lungo i fianchi costringendosi a restare calmo.
Kate sospirò e prese in mano il cellulare: -D’accordo, chiamiamo la diretta interessata allora…vediamo lei cosa ne pensa.- disse componendo il numero e accostando il telefono all’orecchio.
Una ruga corrugo la fronte di Shade “Perché era uscita con questo tempo?”
Sbuffò, la solita incosciente.
-Niente, non risponde.- mormorò Kate chiudendo la chiamata.
Un lampo di preoccupazione attraverso il volto del moro: -Vado a cercarla.- esclamò subito lui.
-D’accord…- rispose Kate, ma non riuscì nemmeno a terminare la frase che il ragazzo era già corso via.
Uscì di corsa dalle porte a vetri dell’edificio e subito una folata di vento gelido lo colpì prepotente. Corse attraverso il viale alberato che qualche ora prima aveva percorso anche Yuki e non tardò ad incrociare i segni del suo combattimento.
Le tracce dello scontro erano ben visibili e facili da seguire, un errore non da Yuki..doveva essere successo qualcosa di grave; subito si mise a correre quanto più velocemente le sue gambe gli permettevano.
Si sentiva come in uno di quegli incubi tremendi in cui, per quanto corri e corri finchè i polmoni non ti scoppiano, non si è mai abbastanza veloci. Sperò che non le fosse accaduto nulla. “Se qualcuno avrà osato torcerle un solo capello, giuro che preferirà essere morto quando lo troverò!” pensò entrando in un cantiere deserto di un palazzo ancora in costruzione; le tracce finivano lì.
Si guardò intorno ansioso in cerca di altri indizi.
Poi dopo alcuni istanti, vari colpi sordi fecero tremare la struttura davanti a lui. Alzò lo sguardo e all’ultimo piano, in equilibrio sullo scheletro di ferro del palazzo, vide Yuki intenta a schivare l’ennesimo colpo del suo avversario, che lui subito riconobbe.
La furia di impossessò di lui “Riley!! Bastardo!”
- Yuki!!- urlò non riuscendo a trattenersi e facendola voltare verso di lui, mentre si avvicinava alla costruzione.
- Shade!- rispose a sua volta Yuki spaventata, chiedendo aiuto con lo sguardo.
Riley l’aveva messa in un angolo ad almeno 50-30 metri d’altezza, rischiava di cadere e di sfrittellarsi contro il suolo.
Riley colpì con un potente pugno la sbarra di ferro ai suoi piedi, su cui entrambi erano in equilibrio, facendo scuotere con un potente scossone tutto l’edificio incompleto. Yuki barcollò pericolosamente all’indietro ma all’ultimo secondo riuscì a ristabilire l’equilibrio; purtroppo in quei pochi secondi aveva perso di vista le mosse del suo avversario, che con un calcio in pieno stomaco la spinse giù con violenza facendola precipitare.
Anche se Shade avesse provato a prenderla al volo si sarebbero comunque fatti male entrambi a causa del violento contraccolpo. Lui non sapeva che fare…
Agì d’impulso, e forse fu un bene, prendendo ampi salti usando come trampolini le varie impalcature disseminate qua e là dagli operai. Riuscì così ad alzarsi di circa una ventina di metri e a prenderla al volo nel momento stesso in cui le precipitò vicino. Si era dimenticato di un piccolo, ma cruciale dettaglino…lui non aveva alcuna idea di come frenare la loro caduta!! Infatti ora stavano per schiantarsi entrambi.
Yuki si ancorò al collo di Shade nascondendo il viso nel suo petto: -Ti prego! Ti prego funziona al meno sta volta!- urlò lei disperata serrando gli occhi.
Lui non capì, ma una strana sensazione si impossessò di lui, come un formicolio che gli percorreva tutto il corpo; e mentre un secondo prima stavano per schiantarsi tranquillamente contro il suolo, un momento dopo si ritrovarono al sicuro per terra incolumi…si erano smaterializzati! (Yuki gli aveva accennato tempo fa a questo suo particolare potere, concludendo subito il discorso dicendo che sua sorella maggiore era molto più brava di lei a padroneggiarlo.)
Riley dall’alto del palazzo li guardò allibito, prima di sparire in uno sbuffo di fumo con sguardo contrariato.
Stranamente Shade era riuscito ad atterrare in piedi, ma non appena riportò i suo occhi su Yuki, le ginocchia gli cedettero e crollò per terra con la ragazza ancora in braccio, che aveva il volto ancora nascosto nella sua maglia.
Shade posò una guancia sulla testa di lei strofinandola contro la sua chioma castana, stringendola di più a lui. Sapendo che forse non avrebbe avuto più occasione di stringerla così, né approfittò quel poco che poteva.
-Ha funzionato.- sussurrò lui al suo orecchio
Lei sbirciò cauta oltre la spalla di Shade tirando un sospiro di sollievo, ma non allentando la presa sui vestiti di lui. Shade la guardò bene in faccia…era pallida come un lenzuolo, ciò nonostante due ciocche rosse le colorarono velocemente le guance.
Portò le labbra fredde sulla sua fronte e sussurrò apprensivo: -Stai bene?-
-No. – scoppiò in lacrime lei –Non sto bene.- disse stringendo spasmodicamente il suo maglione tanto da far diventare le sue nocche bianche.
- Bè hanno appena tentato di ucciderti, in effetti era una domanda stupida…- rifletté ad alta voce lui corrugando la fronte.
-Non è per quello, scemo. Malgrado sia un aspetto da non trascurare…- mormorò nascondendo nuovamente il suo viso nella maglietta di lui.
Lui sospirò cauto: -Cosa ti è preso oggi Yuu?- chiese con voce dolce lui, chiamandola con il suo nomignolo personale.
-Preferirei non parlarne.- disse Yuki strusciando il viso contro la maglia e scuotendo il capo debolmente.
-Io invece preferirei parlarne.- disse allontanandola, seppur di malavoglia, da lui quel poco che gli permettesse di fissarla negli occhi.
Ma il suo sguardo continua a sfuggirgli, era sulla difensiva..fin troppo sulla difensiva. Shade stava cominciando a preoccuparsi.
Senza dire una parola si rialzò da terra e la mise giù posandogli poi entrambe le mani sulle spalle per bloccare ogni suo possibile tentativo di fuga.
-Basta fuggire, ora dimmi cosa succede.- ordinò il moro con un tono che non ammetteva repliche.
Una folata di vento gelido li sorprese e Yuki fu scossa da un violento brivido. Si strinse nelle spalle infreddolita, guardandolo con aria implorante…
“Ti prego, non guardarmi così!” pensò Shade scosso da un improvviso moto di tenerezza, che face vacillare la sua determinazione.
-D’accordo.- sospirò lei arrendendosi un secondo prima di lui e tornando a fissare la strada sotto i loro piedi. – è vero oggi ero un po’ distante e…nervosa.- ammise ad occhi bassi torturandosi nervosa l’orlo della giacca con le mani.
-Potevi parlamene. Lo sai che a me puoi dire sempre tutto.- si accigliò lui
- Bé quando sono arrivata eri piuttosto occupato, non volevo disturbarti.- disse lei acida
–E poi non mi pare che tu abbia sentito particolarmente le mia mancanza oggi… non ci hai messo molto a sostituirmi.- disse stringendo i pugni lungo i fianchi. –Ma non preoccuparti per me va bene, però quando vuoi stare con Olivia avvertimi prima così vi lasciò un po’ di privacy…Anzi non disturbarti, prefissiamo direttamente dei giorni: per te va bene il giovedì?- disse cercando di suonare indifferente, continuando il suo monologo.
- Yuki..- disse non appena lei ebbe finito, portandole un dito sotto il mento per alzarle il viso e poterla finalmente guardare in volto.
-…Tu sei insostituibile per me. Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare ne di sostituirti, né adesso né mai! Io non ti cederò a nessuno.- disse con voce roca a causa delle emozioni che gli provocavano quelle parole, perfettamente consapevole del loro significato.
Finalmente i loro occhi si incrociarono, fondendosi nuovamente; cielo e mare…una cosa sola.
Lui non voleva perderla, ma arrivati a questo punto non ci riusciva più a nasconderle i suoi veri sentimenti, doveva dirglielo…o l’avrebbe persa comunque.
Shade lasciò cadere la sua maschera, e così ogni difesa, permettendole di vedere attraverso i suoi occhi tutto l’amore che lui aveva sempre inconsapevolmente provato per lei, sperando con tutto il cuore di non essere rifiutato.
Yuki aveva le lacrime agli occhi ma il suo sguardo era felice, oltre che tremendamente imbarazzato; anche lei lo amava, e sperava che anche lui come lei poco prima, potesse capirlo dal suo sguardo.
-È forse una dichiarazione d’amore Shade Roth?- disse lei, non riuscendo a trattenere qualche lacrima che andò a rigarle le guancie, ormai di un bel rosso pomodoro, chiedendogli conferma.
Lui fece scendere le sue mani dalle spalle fino alla vita, attirandola a se: -Si- le sussurrò all’orecchio facendola tremare di piacere. Lei lo abbracciò affondando il viso nell’incavo della sua spalla: -Sono un idiota, sto piangendo…- disse lei con voce soffocata
- Bè hai appena avuto uno shock stratosferico, è comprensibile che tu sia sconvolta.- asserì lui accarezzandole la chioma castana.
-Non è per quello, scemo…- disse lei soffocando un risolino, sapeva bene che diceva cosi solo per farla tranquillizzare.
Lui sorrise a sua volta; sapeva bene come si sentiva, perché era esattamente quello che provava lui in quel preciso momento.
Oltre alla gioia e all’amore anche l’incredulità, per ciò che era appena accaduto, sollievo e felicità mai provati in modo così intenso.
Il vento si accanì nuovamente contro di loro facendogli tremare entrambi l’uno contro l’altra; Shade si scostò da lei sciogliendo l’abbraccio e prendendola per mano:
-E ora di rientrare, Kate ci sta aspettando.- disse asciugandole una lacrima sul volto e sorridendole enigmatico.
-Che succede?- chiese Yuki alzando un sopracciglio
-Niente di cui tu debba preoccuparti. Lascia fare a me…- disse battendosi una mano sul petto orgoglioso. Ora che lei aveva scelto lui, nessuno li avrebbe più separati; figuriamoci poi se avesse permesso a qualcun’altro di uscire con lei...Pura follia!
-Sto messa bene allora.- disse lei sorridendogli birichina.
-Non poteva andarti meglio di così. - sentenziò lui fiero; ed entrambi scoppiarono a ridere contenti.
 
 

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Capitolo 7
*** Parte VII ***


[Il giorno dopo]
 
La mattina dopo Yuki si svegliò annebbiata sul divano accoccolata fra le braccia calde di Shade. Erano rimasti tutta la notte a parlare, senza riuscire a separarsi mai per più di qualche minuto.
Maledicendo le prima luci del mattino, Yuki rotolò su di un fianco dando le spalle alla finestra e affondando il viso nella camicia che copriva il ventre piatto del moro. Un sospiro caldo gli solleticò la pelle svegliandolo e automaticamente strinse la presa delle sua braccia avvicinando di più a lui la castana ancora molto assonnata.
- Yuki?- la chiamò lui dopo alcuni istanti avvicinando il viso al suo orecchio.
Lei per tutta risposta gli lanciò un grugnito che nel linguaggio del sonno doveva avere il significato di un “Lasciami in pace.”
- Yuki??- la chiamò di nuovo lui sta volta con voce più melliflua soffiandole le parole sul viso.
-Dammi un minuto per riprendermi…anzi due...- sospirò lei assonnata baciandogli la pancia -…Sono ancora in coma. - sbadigliò alzandosi cautamente e mettendosi seduta sul divano accanto al moro.
Stordita, lanciò un altro sbadiglio poi con passo mal fermo si alzò e si diresse verso la cucina seguita a ruota da Shade, che osservava ogni sua mossa, sicuro che da un momento all’altro sarebbe crollata per terra o si sarebbe scontrata contro qualcosa, visto che continuava a camminare ad occhi chiusi.
- Yuki apri gli occhi.- la rimproverò lui dolce
-No, sto facendo un bel sogno.- sorrise lei evitando per un pelo un tavolino.
-Mmh, e dimmi…ci sono anche io?- chiese lui girandola e indirizzandola verso la cucina.
-Ovvio.- ridacchiò maliziosa lei aprendo finalmente gli occhi.
Lui le sorrise calorosamente facendo perdere qualche battito al suo cuore, che poi tornò a tamburellare impazzito.
Lei gli lanciò uno sguardo adorante accarezzandogli una guancia, facendolo imbarazzare; non era ancora abituato al tocco di Yuki sulla sua pelle. Era piacevole, stupendamente piacevole, ma comunque ancora un po’ imbarazzante per entrambi.
Poi inaspettatamente Yuki sospirò triste facendo accigliare Shade: -Che succede Yuu?- le chiese vedendola preoccupata e assorta.
-L’altro giorno è successa una cosa di cui non ti ho parlato…non volevo rovinare l’atmosfera.- si giustificò lei appoggiandosi con la schiena al frigo.
Lui le accarezzò il profilo del viso con il dorso della mano partendo dalla tempia e scendendo fino al mento, indugiando per qualche secondo sulle labbra: -Sai che puoi parlami di tutto.- la rassicurò
-Non la voglio rovinare neanche adesso.- mormorò lei facendo un po’ di inutile resistenza
-A meno che non mi dici che hai un fidanzato segreto nell’altro mondo, o che siamo su candid camera..penso che ci siano pochissime cose che potrebbero rovinarmi la mattinata.- rispose lui con un mezzo sorriso, baciandole la fronte.
Lei annuì e parlò cominciando a preparare il caffè con gesti meccanici: -Ieri, quando Riley mi ha..attaccato, mi ha rivelato che…il Primo ministro ha attuato un colpo di stato, usurpando il trono e imprigionando mia sorella nelle segrete.
L’ha manipolata tutto…il tempo, per convincermi a tornare a casa e lì ucciderci entrambe, per poter regnare incontrastato. Ora sa che per salvarla tornerò e sicuramente tenterà di catturarmi per farmi fuori…- disse con rabbia e risentimento nella voce
–So che è una trappola, ma non posso lasciarla morire, dopo tutto è mia sorella…- concluse triste cercando conforto fra le braccia del suo amore.
Lui l’abbracciò stretta cullandola dolcemente al suo petto: -Qualunque cosa tu decida io sarò con te. -
Lei gli baciò il collo in segno di ringraziamento: -Vorrei che non fosse tutto così complicato…- disse sciogliendo l’abbraccio, sentendo il caffè uscire, e frugando nella credenza alle sue spalle in cerca di due tazze.
-Sarebbe poco divertente- ironizzò Shade ghignando
-Certo, certo.- lo assecondò Yuki lanciandogli un mezzo sorriso.
Rimasero qualche minuto in silenzio ascoltando lo sfrigolio del caffè che usciva dalla macchinetta.
Nel frattempo Shade fissava Yuki in maniera tutt’altro che casta percorrendo con lo sguardo il suo profilo, appoggiato al lavabo del piano cottura, soffermandosi spesso su quelle labbra rosso ciliegia. Distolse lo sguardo da lei appena in tempo prima che la castana riportasse i suoi occhi smeraldini su di lui.
-Che c’è?- chiese curiosa notandolo rigido e imbarazzato.
-Niente.- deglutì lui –Mi chiedevo solo quando abbiamo in programma di partire…- disse sottolineando il plurale e quindi il fatto che si scordasse l’idea di poter andare da sola.
Lei ci pensò su qualche istante: -Penso che venerdì sera andrà bene, così non perderemo giorni di lezione.-
-Mi sembra corretto.- sorrise lui apprezzando il senso del dovere di lei.
-Come farai con i tuoi?- lo sfidò lei –Starai via, forse qualche giorno, come lo spiegherai?-
Lui sorrise astuto: -Con i miei non ci saranno problemi, questo fine settimana sono da mia zia. L’unico dilemma sarà convincere la mia ragazza…- si portò una mano sotto al mento pensieroso.
Era strano riferirsi a lei come la “sua” ragazza, ancora non ci credeva realmente. Ma quando incrociò lo sguardo limpido e innamorato di Yuki si convinse all’istante, rabbrividendo di piacere.
Lei ridacchiò avvicinandosi al piano cottura per versarsi il caffè pronto: -Eggià, come farai…- si chiese fingendosi pensosa.
Lui si avvicinò a lei poggiando le mani sul bordo in legno del lavandino  e costringendola tra lui e il piano cottura, fissandola intensamente: - Bè…forse potrei provare a convincerla..- disse con voce seducente sfiorando accidentalmente le labbra con le sue. Quel contatto così casuale li fece distrarre entrambi facendogli perdere il filo del discorso.
-Cosa?- disse lei sbattendo le palpebre confusa inondando con il suo respiro il viso di lui, che si ritrasse si scatto.
Rise per mascherare il suo imbarazzo, ancora non sapeva controllare bene l’attrazione che provava per lei e se si fossero sfiorati ancora o peggio ancora baciati, probabilmente l’avrebbe stesa sul tavolo senza pensarci due volte.
Era estenuante ed imbarazzante, questa irrefrenabile voglia di lei; scosse il capo sorridendo e lasciando cadere la conversazione.
-Credo che sia ora di tornare a casa. - sospirò lui con dispiacere nella voce
–Ho bisogno di una doccia…- “Probabilmente fredda..” pensò lui facendo il gesto di odorarsi i vestiti.
Lei rise e poi lo guardò scusandosi per averlo trattenuto così a lungo, lui sorrise dandole un buffetto e sorridendole affettuoso: -Ci vediamo dopo.- disse lui accarezzandole una guancia e uscendo dalla porta frettoloso, prima che cambiasse idea.
“Non avrei voluto andare via –pensò Shade sulla strada verso casa sua- ma non c’è la facevo più. Probabilmente non sarò umano ma un uomo si! E Yuki è una tentazione, la mia tentazione…Qualcuno lassù deve volermi proprio male… -rimuginò lui ricordando la sera prima quando lei gli si era presentata in maglietta sbrindellata e culotte.- Basta! Doccia fredda!” si ordinò mentalmente scuotendo il capo vigoroso e affrettando il passo nella fredda mattinata invernale.
 
[Il venerdì seguente, giorno previsto per la partenza]
Era sera, e nel cielo brillava la mezza luna libera dal torchio delle nuvole che nei giorni precedenti avevano popolato il cielo.
Due ragazzi mano nella mano si dirigevano silenziosi verso il boschetto al limitare della periferia del quartiere.
-Perché siamo qui?- sussurrò a bassa voce Shade.
-È qui che si trova il portale da cui sono scappata, lo conosco solo io e…la mia migliore amica nell’altro mondo.- disse specificando che non si trattava di Kate
–Ci porterà direttamente dietro casa sua.- spiegò pratica prima di inoltrarsi nella scura vegetazione.
-Aaaaaah! Ma certo era così semplice..- fece lui scatenando in lei risolini sommessi.
Camminarono in silenzio, lasciando che guidasse Yuki, fino a quando un portale comparve dal nulla tra due alberi secolari.
-Sei sicuro?- gli chiese ancora una volta lei voltandosi verso si lui in modo da poterlo guardare negl’occhi; nel suo sguardo c’era solo preoccupazione.
Lui annuì muovendo qualche passo in avanti verso il portale.
Lei sospirò e insieme si addentrarono in quella spirale temporale. Dopo qualche  secondo si ritrovarono in un altro boschetto totalmente diverso dal precedente, ma che Shade riconobbe molto simile a quello presente nel sogno in cui Shelby lo aveva contatto, dalle cui fronde filtrava la lieve luce del sole.
-Ma fino a poco fa era notte, com’è possibile?- chiese Shade colpito sul volto da un raggio di luce.
-Qui la notte non cala mai, certo c’è il ricambio tra il sole e la luna, ma il buio non arriva mai..- spiegò Yuki stiracchiandosi.
-Questo non me l’avevi detto.- brontolò il moro
-Tu non me l’hai mai chiesto..- gli sorrise lei
Lui le baciò la fronte e ridendo lasciò cadere il discorso.
Li faceva molto più caldo, e imitando Yuki, Shade si tolse giacca e guanti rimanendo solo in maglietta e jeans. Silenziosa poi si diresse verso l’uscita del selva dove vi era una casetta in pietra con il tetto in legno, dal cui camino usciva una sottile spirale di fumo.
Qualcuno era in casa.
Yuki appiattendosi contro il muro della casa sbirciò dalla finestra cauta,  poi sorrise e corse alla porta saltellando.
Spalancò la porta con qualche cigolio poi esclamò tranquilla: -Ti sembra questo il modo di accogliere un amica in visita?-
Seguì un urlo e un tonfo sordo sul pavimento. Allarmato Shade si diresse di corsa verso la porta e sorrise alla scena che gli si presentava.
Yuki era stesa per terra con addosso una ragazza dai lunghi codini rossi che l’abbracciava singhiozzando.
Quando poi si accorse di Shade la ragazza si rialzò portandosi dietro Yuki e abbracciandola in modo possessivo: -Chi è lui?- disse affondando il viso nell’incavo dei suoi seni, e provocando un moto di irritazione in Shade.
-Lui è Shade, è il mio ragazzo.- le rispose lei accarezzandole la testa affettuosa.
-Lui?! Sei troppo bella sorellina, puoi trovare di meglio.- borbottò lei lanciandole un occhiata eloquente.
Yuki ridacchiò sciogliendo l’abbraccio e dirigendosi verso il suo ragazzo che era rimasto sulla porta a braccia incrociate.
- Shade, lei è Tori. Tori, lui è il mio Shade.- disse indicandoli l’un l’altro facendo le presentazioni.
-Piacere di conoscerti.- rispose gentile la rossa rivolgendo un sorriso di benvenuto a Shade.
-Anche per me. - disse lui portando un braccio intorno alla vita di Yuki e attirandola a se. Questo gesto stava a sottolineare: “Lei è mia.”
Yuki si voltò verso di lui per sorridergli, e in quel breve istante in cui lei distolse gli occhi dall’amica, questa guardò Shade e gli fece una linguaccia  in segno di sfida.
Shade sgranò gli occhi sorpreso ma lasciò perdere, prestando attenzione a Yuki che aveva cominciato a parlare, interrompendo così il loro duello di sguardi:
-Sai cosa sta succedendo in città, vero?- le chiese cupa
Lei annuì facendosi a sua volta tetra: -Tutti lo sanno, ma nessuno ha il coraggio di agire. Mettersi contro un essere potente come il Primo ministro non è cosa da poco… Yuki ascoltami ti prego, lo dico per te, sono molto contenta di vederti e di vedere che stai bene, ma  torna sulla Terra lì sei di certo più al sicuro che qui!- la implorò
-Non posso, devo salvare mia sorella e il mio Regno.-
-Senza Shelby non puoi fare molto e lei è nelle segrete del castello; l’unico modo per entrarci è farti catturare, ma è anche l’unico modo per condannarci tutti.- sentenziò l’amica
-Ho un piano, ma ho bisogno del vostro aiuto.- disse la castana spostando lo sguardo da Shade a Tori.
-Finalmente un po’ d’azione! È troppo tempo che non succede qualcosa da queste parti. C’è più vita in un cimitero che qui!- sbuffò scocciata la rossa.
Yuki rise portandole un braccio intorno al collo: -Grazie. E ora prepariamo una strategia, non sarà facile…ma sono certa che c’è la faremo.-
-Ovvio.- incrociò le braccia al petto altezzosa Tori e assumendo una posa vittoriosa, che lascio spazio solo ad altre risate serene; le ultime prima della battaglia.
 
[Diverse ore dopo]
 
Si erano cambiati e indossavano delle lunghe mantelle con il cappuccio per meglio celare le loro identità. Shade andava bene, perché nessuno l’aveva mia visto in giro, ma Yuki era la loro principessa, chiunque avrebbe potuto smascherarli se se ne fosse andata in giro per la città come se nulla fosse.
Mentre si dirigevano verso l’appartamento in città di Tori, la rossa li aggiornò su quello che era successo a palazzo; lei lavorava lì come cameriera nelle stanze di Shelby e quindi era molto ben informata sull’accaduto.
-Una notte mentre Shelby dormiva, il Primo ministro le ha risucchiato tutti i poteri in una sfera di cristallo bianco…sono molto rare e ci vogliono anni perché riescano a contenere un potere simile a quello che tu e tua sorella condividete. Deve aver preparato questo piano da anni…- rifletté Tori
-L’unico modo per mettere fuori combattimento Riley e distruggere il Primo ministro è avere il potere della Luce universale al completo, e io ne rappresento solo metà..- mormorò pensierosa e preoccupata Yuki.
-…Quindi l’unico modo per batterli è trovare la sfera e distruggerla così i poteri torneranno a Shelby…- continuò Shade, potandole un braccio intorno alla vita per confortarla
-…Recupereremo il potere della Luce universale e prenderemo il Primo ministro a calci in quel posto!!- concluse Tori battendo il cinque a Yuki.
-Ci travestiremo da camerieri e grazie a Tori entreremo nel palazzo; non sarà difficile confondersi tra i manovali del castello, il Ministro ha organizzato un grande banchetto stasera; ci sarà tutta la gente che conta.- spiegò Yuki –Poi troveremo la sfera, che sono più che certa si trovi nella sala del trono, l’ultimo posto in cui è stata vista, è la faremo in mille pezzettini!- sorrise la castana soddisfatta del suo piano.
 
Come previsto entrarono senza troppe complicazioni e si diressero tranquilli verso la sala del trono mascherati di tutto punto da camerieri.
Era pomeriggio e mancavano ancora parecchie ore all’inizio del banchetto quindi i corridoi non erano particolarmente affollati, ciò nonostante c’era comunque un frenetico via vai di servitori che correvano avanti e indietro per i lunghi corridoi.
L’unico intoppo insorse quando una guardia lì fermò per un controllo e quasi ci mancava che riconoscesse Yuki. Fortunatamente Tori era molto brava nel distrarre le persone flirtando, permettendogli di defilarsi senza troppe domande. Il soldato se ne andò sospettoso ma con un’alzata di spalle.
La sala del trono era riccamente decorata con enormi ritratti che raffigurano tutti i sovrani del regno. Yuki indugiò con lo sguardo su ognuno di loro, stringendosi una mano sul cuore quando i suoi occhi si soffermarono sul viso dei suoi genitori.
-Sei identica a tua madre.- le sussurrò Shade abbracciandola per la vita.
Lei sorrise lasciandosi scappare un singhiozzo e trascinando con lei Shade verso il fondo della sala dove era collocato il baldacchino sotto il quale erano collocati i troni.
Tra le due sedie regali vi era posizionato un piedistallo con un cuscino di velluto rosso sopra il quale vi era adagiata una sfera trasparente al cui interno brillava una luce fluttuante.
Yuki di avvicinò senza esitazione alla sfera e tentò di afferrarla più volte, ma le sue dita la attraversarono senza riuscire mai a toccarla.
Vari rumori e tintinnii di metallo misero in allarme i tre ragazzi che subito si precipitarono a bloccare tutte vie d’accesso alla stanza.
Dopo non più di un minuto tentarono di forzare l’ingresso principale; qualcuno di schiarì la gola e una voce burbera risuonò alta oltre la porta:
-Principessa Yuki, sappiamo che siete voi! Uscite senza opporre resistenza e non vi sarà fatto alcun male!- sentenziò il soldato -Vi concedo 10 minuti a partire da adesso, se non uscirete di vostra spontanea volontà entreremo con la forza.-concluse non ricevendo alcuna risposta dalla diretta interessata.
Il panico si impossessò di Yuki che subito portò il suo sguardo disperato prima su Shade e poi su Tori.
Il moro le si avvicinò e le posò le mani sulle spalle abbassando il capo per poterla guardare negli occhi: - Yuki resta calma, va tutto bene.-
-Non va tutto bene. Devo salvarvi!- sussurrò la ragazza con voce strozzata
-Tu vuoi dire salvarci…vero Yuki?- le domandò con ansia Tori.
Lei la fissò triste: -Sanno che sono qui e non si fermeranno finchè non mi avranno catturato; ma voi…voi potete salvarvi…- disse rifiutandosi di guardare negli occhi il suo ragazzo.
Shade la interruppe brusco: -Non ti lascerò, non pensare che ti lascerò, qui da sola in balia del tuo nemico.-
-Devi farlo. Sei l’unico che può ancora salvarci. Devi trovare la sfera e distruggerla. Ti aspetta un compito molto più difficile del mio.- gli disse lei accarezzandogli i lineamenti del viso contratti per il disappunto.
-Ma ti ucciderà…- mormorò affranto lui lasciando cadere la braccia lungo i fianchi.
-No, non lo farà; almeno non subito – si intromise Tori -È un tipo teatrale aspetterà fino a stasera, durante la festa, prima di fare qualsiasi cosa. – spiegò Tori con voce rotta.
Yuki si allontanò dai due ragazzi dirigendosi dietro al suo trono e aprendo un passaggio segreto nel muro: -Questo conduce alle mie stanze, lì sarete al sicuro. Ho fatto un incantesimo prima di andare via: niente può entrare ma tutto può uscire. Tori ti prego tienilo d’occhio.- le raccomando poi la castana
Tori annuì e le si buttò addosso abbracciandola: -Sta attenta amica mia, ti prego.- la supplicò con lo sguardo la rossa prima di entrare nel cunicolo e lasciare un momento di privacy ai due fidanzati.
Shade aveva gli occhi disperati e lo sguardo contrariato dalla scelta del suo amore.
Le si avvicinò lento, non voleva lasciarla andare, ma il tempo stringeva…
- Yuki…- cominciò lui, ma lei gli posò un dito leggero sulle labbra per interromperlo.
Lo guardò con dolcezza infinita negli occhi spostando la sua mano sulla sua guancia per accarezzarlo:
-Ti amo, anche quando saremo lontani non dimenticarlo mai.- gli sussurrò lei
Lui, non resistette più, la tirò a se prendendole il viso fra le mani poggiando le sue labbra contro le sue e dischiudendole permettendo alla sua lingua di entrare e di assaporare la sua, mordicchiandola e stuzzicandola approfondendo quel contattato.
Quando poi si scostò da lei quel tanto che gli permettesse di guardarla in volto, parlò con il fiato corto e la voce roca per l’emozione: -Ti amo anch’io, mio dolce angelo.- disse fermandole il respiro.
Poi la riportò fra le sue braccia stringendola forte a se. Dopo qualche secondo vari colpi di avvertimento li fecero sobbalzare.
Yuki trascinò Shade fino all’apertura nella parete e ve lo spinse dentro di peso:
-Devi andare, adesso!- gli ordinò lei quando la sua testa sbucò di nuovo dal varco.
Lui le rubò un leggero bacio dalle labbra prima si sussurrare triste: -Torna da me Yuki. - la implorò
-Presto, il più presto possibile.- gli rispose lei chiudendogli in faccia l’apertura del passaggio.
Prese un respiro profondo e si diresse al centro della sala mentre i colpi alla porta si facevano sempre più insistenti.
-Va tutto bene.- si disse prendendo un lungo respiro –Tutto andrà come deve andare.-
Un tonfo sordo e la porta crollò.
 
 

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Capitolo 8
*** Parte VIII ***


Mentre Yuki era scortata fuori dalla sala del trono da un drappello di soldati, Shade e Tori percorsero il buio cunicolo che portava alla stanze private di Yuki. Una volta usciti Shade fu subito colpito in pieno viso dalla luce proveniente da un ampia finestra, rimanendo immobile e abbagliato per alcuni secondi.
Quando poi i suoi occhi si riabituarono alla luce scrutò con interesse la stanza. Tutto era coperto da uno spesso strato di polvere: nessuno doveva più essere entrato in quella camera da parecchio tempo.
Appena recuperata la vista Tori corse frenetica alla porta assicurandosi che fosse chiusa a chiave, poi alla finestra notando Yuki e il suo drappello di accompagnatori attraversare l’atrio esterno del castello diretti alle segrete, si strinse una mano sul cuore; immaginava che l’avrebbero portata lì…
Un singhiozzo attirò la sua attenzione nella direzione di Shade, che era rimasto immobile con il capo chino. Si portò davanti al ragazzo e vide due lacrime che gli rigavano il volto. Lei borbottò qualcosa in tono scocciato e uno schiaffo colpì in pieno volto il moro costringendolo ad alzare lo sguardo sconvolto.
-Perché l’hai fatto?- chiese con un sussurrò a Tori
-Perché? E me lo chiedi anche?- rispose lei arrabbiata –Yuki ha detto che tu sei l’unico che può salvarla, e se non ci riuscirai…ti avverto che io non ti perdonerò.- disse incrociando le braccia al petto risoluta.
-Non so che fare. Senza di lei mi sento perso, senza di lei niente a più senso…- sussurrò Shade chinando di nuovo il capo.
-Oh Gesù! L’hanno catturata, mica è morta…forza datti da fare!- cercò di incoraggiarlo lei
Shade non rispose, scuotendo debolmente il capo: -Io non sono in grado…-
La mano di Tori sventolò di nuovo in aria e Shade si preparò a ricevere un’ altra sberla, ma stavolta gli si posò leggera sulla spalla.
Lui alzò lo sguardo sorpreso e incontrò quello comprensivo della rossa: -Certo che sei in grado. Lei ha fiducia in te… e anche io. – concluse.
Preso da questa nuova consapevolezza, nella sua mente si formò l’idea che forse ce la poteva fare, che forse sarebbe riuscito a salvarla.
Riprese coraggio e decisone, ma non aveva comunque un piano: -Hai qualche idea?- chiese allora, sperando in un miracolo, a Tori, che gli sorrise astuta.
-Qualcuna. Per cominciare se la sfera dei poteri non è più nella sala del trono il Ministro del cavolo deve averla sempre con se e quindi l’unico momento in cui ti ci puoi avvicinare e durante il banchetto, visto che ci sarà molta gente sarà distratto e potrai avvicinarti con facilità alla sferuccia e farla in tanti piccoli pezzettini.- sorrise la rossa con un ombra di cattiveria nello sguardo.
Lui asserì riflettendo: -Sono più che sicuro che nella sfera adesso ci saranno anche i poteri di Yuki, glieli avrà sottratti senza troppi convenevoli.- disse digrignando i denti.
Tori annuì pensierosa, poi si diresse verso una porta a doppie ante accanto al vaporoso letto a baldacchino.
-Dove porta questa porta?- chiese curioso Shade
Tori rise divertita: -Alla cabina armadio di Yuki, è più grande di tutta questa stanza.- lo avvertì lei
Quando infatti spalancò le ante una fila di vestiti coprì l’intera visuale della camera:
-È peggio di un labirinto lì dentro, se ti perdi accostati ad una parete e torna indietro o rimarrai qui in eterno.- sghignazzò la rossa addentrandosi per prima in quella giungla di abiti, c’è ne erano di tutti i tipi tra i più disparati.
Shade la seguì a ruota: - Scusa la domanda, ma perché stiamo frugando nell’armadio di Yuki?-
Tori gli ripose distratta precipitandosi su un enorme armadio a muro e cominciando a frugare nei cassetti: -Cerchiamo dei nuovi vestiti per te…- continuò subito prima che Shade potesse controbattere che una gonna forse non era l’indumento migliore per non farsi notare, specialmente indossata da un uomo.
- Yuki scappava spesso dal palazzo per sfuggire alla noia di corte e per venire a trovarmi; il più delle volte si travestiva da cameriere o da soldato. Noi cerchiamo la sua tenuta ufficiale da cameriere… Ah! Eccola!- disse porgendo dei vestiti appallottolati a Shade.
Lui li prese perplesso.
-Oh, non preoccuparti della taglia. Si modifica a seconda di chi indossa il capo. – lo rassicurò con un sorriso Tori
-Davvero è possibile una cosa del genere?- chiese guardando incuriosito la stoffa che aveva fra le mani.
Tori annuì spingendolo verso una sorta di camerino: -I reali hanno queste chicche e molto altro. Ora forza vai a cambiarti!-
-Perché mi devo vestire da cameriere?- urlò Shade mentre si cambiava.
-Uffa quante domande che fai!- si lamentò Tori sbuffando, e tamburellando con le dita su una cassettiera impaziente.
-Cosa?- chiese Shade sbucando con la testa fuori dalla cabina
-Niente. Dicevo che ci mescoleremo ai camerieri che serviranno stasera alla festa…così sarà più facile confondersi tra la folla.- spiegò lei paziente
–Ora andiamo nelle cucine, lì ho qualche amico che può dirci dove hanno portato Yuki…le cameriere sanno sempre tutto.- asserì Tori con un alzata di spalle dirigendosi verso l’uscita della cabina armadio, una volta che Shade fu pronto.
-Quanto è vero.- borbottò a bassa voce lui lanciando un’ occhiata di sottecchi a Yori.
-Eh? Hai detto qualcosa?- chiese Yori reclinando il capo per  potergli lanciare un occhiata sospettosa.
-No, no. - si affrettò a rispondere il moro –Niente-
Non voleva farla arrabbiare di nuovo, lo schiaffo di prima gli aveva sfondato una guancia. Meglio essere prudenti con lei, sempre.
 
[Qualche minuto dopo nelle cucine affollate…]
 
- Tori che ci fai qui, non ti avevano congedato? E il tuo amico chi è?- chiese una donna bassa e robusta non appena vide entrare i due ragazzi nelle sue cucine.
-Ciao Sam, mi hanno richiamato perché hanno bisogno di personale per stasera, e ho portato un aiuto. Lui è S..Simon.- disse indicando Shade alle sue spalle.
- Simon, lei è Samantha ed è la capo cameriera se mi perdi di vista o hai qualche dubbio rivolgiti a lei.- disse Tori concludendo le presentazioni.
Samantha tornò al suo lavoro seguita a ruota dai due ragazzi in attesa che gli venisse dato un compito da svolgere.
Tori voleva qualche informazione, ma Sam non stava ferma un attimo: - Sam, senti hai saputo che hanno preso la principessa Yuki?- chiese retoricamente.
Sapeva già che ne era a conoscenza, come tutto il palazzo del resto, se non addirittura l’intero Regno.
La donna sospirò e batté una mano in segno di conforto sulla spalla di Tori: -Si. So che eravate molto amiche, mi dispiace… quelle povere ragazze, sono ancora così giovani… il Primo Ministro ha intenzione di finirla stasera davanti al suo pubblico, che uomo crudele! Quanto vorrei potergli dare una bella lezione!- concluse Samantha sventolando un pungo in aria arrabbiata prima di tornare alle sue faccende.
Tori si voltò verso Shade che aveva un espressione indecifrabile: -Sta bene, riuscirai a salvarla, ma da qui in poi io non posso più aiutarti. Il mio compito è quello di drogare le bevande delle guardie…è il massimo che posso fare, non sono abbastanza forte per combattere…- disse mortificata Tori.
Lui tentò suo malgrado di sorridere provando a trasmetterle un po’ di conforto posandole una mano sulla spalla: -Hai fatto abbastanza…ora tocca a me!- concluse determinato.
Era il suo turno, avrebbe dimostrato a se stesso e agl’altri che era degno di lei (era difficile essere all’altezza di una principessa).
E poi…non avrebbe mai potuto sopportare di vivere in un mondo in cui lei non esisteva.
Era l’ora di combattere!
Tori entrò per prima nel grande terrazzo principale, addobbato a festa per l’occasione, con le bevande insieme alle altre ragazze. Lui sarebbe entrato con gli uomini con i piatti più pesanti carchi di cibo.
Non appena entrò e alzò lo sguardo davanti a se verso il fondo della sala, in cerca di qualche indizio che potesse suggerirgli dove tenevano Yuki, le vide… si bloccò, rimanendo sconvolto e impalato lì dov’era, costringendo tutti i camerieri dopo di lui ad cambiare strada per evitare che gli ci sbattessero contro.
Due ragazze quasi completamente identiche nell’aspetto, vestite in modo elegante, legate con delle funi di luce a delle croci invisibili sospese a mezz’aria, sotto lo sguardo attonito e timoroso degli invitati.
Una di loro era priva di conoscenza, mentre l’altra cercava di svegliarla chiamandola e dimenandosi senza però riuscire a liberarsi.
Sconvolto distolse lo sguardo e si mosse rigido e inquieto fra i tavoli, cercando di riprendere la concertazione e di individuare le sfera che avrebbe dovuto distruggere.
La trovò vicino ad un drappello di soldati, armati di tutto punto, che gli facevano da guardia, e vicino ad un uomo vestito con un’ampia tunica nera e bordeaux, che sorrideva soddisfatto fissando le due ragazze, lisciandosi la lunga barba grigia.
Il moro si avvicinò un po’ di più, abbandonando il piatto che aveva in mano in un angolo, e nascondendosi nell’ombra vicino alla sfera; da lì riuscì finalmente a distinguere i volti delle due fanciulle.
Un tuffo al cuore lo colse quando capì che la principessa svenuta era la sua Yuki.
Lui la fissava preoccupato, pregando che aprisse gli occhi: -Svegliati Yuki. Ti prego, apri gli occhi. Ti prego.- sussurrò a voce bassissima.
In quel momento, come se fosse riuscita a cogliere il sussurro di quelle parole, la castana sollevò lenta le palpebre incrociando subito gli occhi di Shade, che si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Da lui, il suo sguardo si spostò prima sulla sorella accanto a lei e poi sul Primo Ministro che continuava a lisciarsi la barba ghignando compiaciuto. D’un tratto l’uomo si alzò richiamando l’attenzione degli invitati:
-Grazie per esservi unite a noi questa sera: Shelby, principessa dell’armonia e Yuki, principessa gentile…- esordì l’uomo portandosi davanti alle due ragazze.
Uno sguardo freddo lo trapassò all’istante lasciandolo interdetto per qualche secondo; Shelby, che Shade aveva visto solo una volta in sogno, aveva uno sguardo di ghiaccio che metteva i brividi. Nel frattempo Yuki provò inutilmente a liberarsi.
-Come ci si sente ad essere vittima dei tuoi stessi poteri?- gli chiese beffardo l’uomo, spostando i suoi occhi su di lei.
-Chiedimelo dopo che mi sarò liberata e avrò scatenato su di te tutta la mia collera!- gli urlò dietro Yuki a pieni polmoni.
Shade accennò un sorriso, “Non ti smentisci mai, amore..”.
Nel frattempo notò che molte teste davanti a lui, nel punto in cui si trovava la sfera, stavano oscillando pericolosamente in avanti e indietro, e che molti soldati si appoggiavano alle colonne, che reggevano il balcone sovrastante, improvvisamente assonnati. Il sonnifero aveva fatto effetto, ma non si poteva ancora avvicinare o lo avrebbero scoperto subito, di certo prima che riuscisse a distruggere la sfera.
“Cosa posso fare?” si chiese disperato poggiando il capo contro la fredda pietra di una colonna. “Avrei dovuto preparare un piano B!” si rimproverò subito.
Ma poi…ebbe un’illuminazione: poteva provare a richiamare la sfera, come aveva fatto in passato con altri oggetti sulla Terra. Non era molto bravo e non sempre ci riusciva…ma che importava, doveva provarci! Non aveva più molto tempo!
“C’è magia in ogni cosa intorno a te, devi solo lasciare che essa scorra in te…poi ti risulterà tutto molto più facile. Devi solo restare calmo.” ricordò all’improvviso, riportando alla mente le parole di Yuki in un freddo giorno a casa sua quando lei gli stava insegnando a padroneggiare meglio i suoi poteri.
“C’è magia in ogni cosa. C’è magia in ogni cosa..” si ripeté mentalmente sedendosi a gambe incrociate sulle fredde e levigate pietre che ricoprivano il pavimento della terrazza.
Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi, richiamando mentalmente la sfera…
Irrimediabilmente però la voce di Yuki gli giunse alle orecchie.
-Non comprendo, e sinceramente non ne ho alcuna intenzione, il motivo per cui hai fatto tutto questo, ma sappi che non l’avrai vinta, i tipi come te non vincono mai!- concluse Yuki altezzosa.
- Il motivo dici? Be il potere mi sembra un motivo sufficiente, e grazie a voi ne ho acquistato uno molto prezioso, il più grande di tutti…- rispose il Ministro
-Sei solo un cane codardo!-  lo insultò lei furiosa
Anche Shelby parlò, senza però lasciar trapelare nulla dalla sua espressione di ghiaccio:
-Sei patetico. Così miserabile che sei arrivato a rubarmi i poteri nel sonno… Vile! Affrontaci ad armi pari; infondo quanto possono essere pericolose due ragazze…- lo sfidò lei con lo sguardo
-Mi credi così stupido da cadere nella tua provocazione, principessa?! Voi siete gli esseri magici più potenti sulla faccia di molti mondi…il vostro potere è troppo prezioso per andare sprecato in mano ad una principessa pacifista ed ad una a cui non interessa nemmeno regnare. Non siete degne di tanto potere, io vi sto solo togliendo ciò che non meritate.- disse con un ghigno malefico sul volto, dandogli poi le spalle.
-È ora di farla finita e di chiudere il sipario sul fantomatico regno delle principesse gemelle.- concluse dirigendosi verso il gruppetto di soldati alla sua destra, in modo molto, troppo, teatrale.
-Mi dispiace Yuki. Mi dispiace tantissimo…- tentò di scusarsi la sorella, ma Yuki scosse il capo sorridendo triste.
-So che non è stata colpa tua. Da quando mamma e papà sono morti ti sei sempre preoccupata troppo per me, hai solo cercato di proteggermi. Purtroppo sei stata influenzata, non ti ritengo responsabile di tutto questo…e poi se non fossi scappata non l’avrei mai incontrato.- disse rivolgendo lo sguardo alla sorella e lanciandole un mezzo sorriso.
-Di chi stai parlando?- chiese curiosa la sua gemella.
-Se ne usciremo da qui vive te lo presenterò…- rispose lei
-La vedo dura allora.- sospirò funerea Shelby, aggrottando la fronte.
-Oh, io non ne sarei tanto sicura…ho un piano.- mormorò a voce bassissima Yuki
Shelby la guardò preoccupata: -Tu e i tuoi piani…cosa hai combinato sta volta?- le chiese sospettosa lei assottigliando lo sguardo.
-Non preoccuparti, non preoccuparti. Vedrai…andrà tutto bene.- sorrise lei
-Quando ho già sentito questa frase…- borbottò Shelby alzando gli occhi al cielo ricordando qualche guaio causato dalla sorella in passato; ma la loro conversazione fu interrotta bruscamente da un urlo improvviso che le fece voltare entrambe nella direzione del Primo ministro, ora inginocchiato per terra, che si guardava intorno disperato.
- Dov’è? Dove l’avete messa?- si voltò urlando e puntando accusatore un dito contro le due ragazze bloccate a mezz’aria.
Shelby lo fissò accigliata: -Siamo legate, a mezz’aria e senza poteri, come pensa che avremmo potuto fare niente da qui?!- gli rispose con voce tagliente
Yuki gli sorrise malevola: -Per caso ha perso qualcosa?- gli chiese con finta innocenza
Il Primo ministro schiumava letteralmente di rabbia: - Riley!- urlò facendo apparire dal nulla il biondino.
- Signore.- si inchinò lui dando le spalle alle principesse.
-Ho un compito per te! Distruggi le due principesse e costringile a dirmi dove hanno nascosto la sfera!- gli ordinò con rabbia
-Come desidera.- mormorò lui senza voce
Lui si voltò verso le due castane muovendo qualche passo incerto in avanti; il suo volto era una maschera di indecisione. Lanciò un fugace sguardo di scuse a Shelby prima di distogliere lo sguardo avvilito.
-Anche lui era controllato, il Primo ministro ha usato un potente incantesimo per piegare la sua volontà…solo che in qualche modo deve essersi spezzato.- spiegò Shelby a Yuki che la guardava interrogativa.
Si scusò ancora con lo sguardo pronto a colpire, quando si bloccò con il pugno a mezz’aria fermato da un urlo: -Fermati!-
Si voltò sorpreso alla sua sinistra dove la folla si era aperta in due ed un ragazzo alto, moro e dalla pelle pallida, camminava verso di loro con una sfera di cristallo sotto braccio:
-È me che vuoi.  Perché allora vieni a prendermi?- gli disse calmo lui lanciandogli un sorriso di sfida.
- Shade!!- urlò Yuki attirando l’attenzione di tutti i presenti su di lei
Lo sguardo del Primo ministro si spostò ripetutamente da Yuki a Shade.
-Tu?! Com’è possibile? Io mi ero liberato di te…- boccheggiò senza fiato il Primo ministro fissandolo sconvolto avvicinarsi.
Per tutta risposta Shade prese la sfera a due mani pronto a scagliarla contro il suolo.
-Aspetta, non lo fare! Possiamo trovare un accordo. Ti darà tutto quello che vuoi... Soldi, potere, fama, quello che più desideri!- lo implorò l’uomo disperato.
-Mi dispiace, ma tutto ciò che voglio è lei. È tu stavi per portarmela via. E per questo io non ti perdonerò mai.- lo trafisse con lo guardo lui.
E con forza scagliò la sfera, che aveva fra le mani, sul pavimento infrangendola in molteplici schegge di cristallo.
Le luci fluttuanti al suo interno finalmente libere, galleggiarono a mezz’aria sino alle due principesse, entrandogli dentro attraversandogli il torace.
D’incanto le funi di luce, che le imprigionavano, scomparvero e le due ragazze furono finalmente libere.
Aggraziate atterrarono leggere sulle punte, senza spezzare i sottili tacchi delle loro vertiginose scarpe. Entrambe si voltarono verso il Primo ministro, che le guardava terrorizzato.
 Non erano arrabbiate, no…erano a dir poco furiose.
Yuki fece qualche passo in avanti verso di lui scrocchiandosi minacciosa le dita:
-E adesso ci divertiamo.- disse scambiandosi uno sguardo complice con la sorella.
Veloce Yuki gli sbarrò la strada quando tentò di fuggire via verso le cucine, mentre Shelby che si era magicamente sdoppiata gli ostacolava il passaggio attraverso la vetrata principale. Il combattimento non durò molto, Shelby si mantenne per lo più in disparte rimanendo a bordo campo, per così dire, lasciando che fosse Yuki a condurre lo scontro.
In fondo lei aveva tutto il diritto, dopo tutto quello che le aveva fatto passare, di prenderlo a calci nel sedere e non solo. Yuki si muoveva agile e veloce, ed ogni suo colpo era così potente che probabilmente il Primo ministro ci aveva rimesso due o tre costole già dopo la prima stangata da lei assestata.
Accasciato per terra con le mani premute contro lo stomaco dopo un calcio rovesciato preso in pieno petto, Yuki si fermò parandoglisi davanti, chiamando con lo sguardo la sorella che subito l’affiancò.
-Finiamolo.- dissero in coro fissandolo con occhi carchi di disprezzo.
Grazie al potere di levitazione di Shelby si sollevarono a qualche metro da terra; aprirono le braccia a lancetta di orologio potandole a segnare le otto, e accostando le braccia della linea dei minuti e unendo le mani a coppa. Nel giro di qualche secondo vi si formò una sfera dal bordo lucente, ma apparentemente vuota.
Nella mano, che stava a segnare l’ora, d’ognuna invece apparvero una alla volta, per due volte, delle sfere luminose di vari colori che entrambe portarono con un movimento circolare fino alla sfera centrale, che le assorbì una ad una.
Durante questo procedimento pronunciavano ad alternanza queste parole:
-Thepower of hope…- cominciòYuki
-The power of light…- continuòShelby
-Forever towards the future.-Urlarono in coro.
-Double aurora borealis light !!- conclusero scagliando con entrambe le mani la sfera, ora diventata stracolma di energia, che si abbatté veloce e senza esitazione sul nemico, che sconfitto non tentò nemmeno di schivarla.
Il contraccolpo e la violenta esplosione colpirono inesorabili il terrazzo, ormai rimasto vuoto. Shade fissava la scena da lontano ma fu colpito ugualmente, e con una tale potenza da essere scaraventato via.
Quando riprese l’equilibrio e riuscì di nuovo a rivolgere lo sguardo allo scontro notò un gigantesco cratere ai piedi delle due ragazze, che lo fissavano serie ma allo stesso tempo sollevate mentre ritornavano lentamente con i piedi per terra.
Solo in quel momento, quando il nemico era stato finalmente sconfitto e la sua amata era in salvo, Shade notò il modo in cui era vestita la sua Yuki, era… “Bellissima.”
Arrossì lievemente e tirò fuori dalla tasca il suo cellulare; non c’era campo ma funzionava perfettamente, e cominciò a scattare una foto dietro l’altra all’ignara Yuki.
La gemella di lei se ne accorse e la tirò per una manica attirandola verso di lei e sussurrandole all’orecchio:
-Ma fa sempre così?- gli chiese lanciando un occhiata alle sue spalle per indicare il ragazzo, e attirare quindi la sua attenzione su Shade.
Yuki portò gli occhi su di lui ansiosa e subito le vennero le lacrime agli occhi; gli corse in contro a velocità umana, probabilmente provata dal grande utilizzo dei suoi poteri, mentre lui l’aspettava a braccia spalancate.
Le braccia di Yuki si infransero contro il torace di Shade stringendolo spasmodicamente mentre lui la sollevava da terra per la vita per poterle portare il viso all’altezza del suo e poggiare la sua fronte contro quella di lei.
Questa volta fu lei a baciarlo, a poggiare le sue labbra rosso ciliegia su quelle di lui e a mordicchiarle finchè lui non le dischiuse con un sospiro inondando con il suo respiro la bocca semidischiusa di lei. Permettendo così alla sua lingua di insinuarsi fra le sue labbra, lasciando che lei seducesse gentile la sua bocca prima di ricambiare a sua volta il bacio in un modo che voleva esprimere tutto il suo prepotente desiderio di lei, mozzandole il respiro e accelerando il suo.
Leggeri colpetti di tosse gli fecero ricordare che purtroppo non erano soli e che forse, visto il modo poco casto in cui erano avvinghiati, non era il caso di concepire li davanti a tutti.
Imbarazzata Yuki si fece mettere giù da Shade, pur rimanendo abbracciata a lui e affondandogli il viso  nella maglietta.
-Che c’è? Sono solo felice di vederlo.- si giustificò con il fiato corto e sulla difensiva, sbirciando il volto della gemella oltre la maglia di lui.
Sua sorella la guardò affettuosa prima di cominciare a ridacchiare sommessamente:
- Bé tu devi essere Shade. Tecnicamente ci siamo già incontrati, ma sinceramente non ricordo molto bene…comunque sono molto felice di conoscerti. Grazie per tenere fuori dai guai la mia sorellina.- mormorò lei porgendogli una mano.
-Ci teniamo fuori dai guai a vicenda.- affermò Shade sorridendole caloroso e stringendole la mano tesa.
Un flash paralizzò Shelby attraversandola come un brivido.
La ragazza aprì di scatto la bocca sbattendo più volte le palpebre come per cercare di focalizzarsi su qualcosa di preciso, tentando di tornare velocemente alla realtà:
-Ora ho capito a cosa si riferiva…- sussurrò portandosi una mano sulla fronte sconvolta.
Yuki si allontanò da Shade per circondare la sorella con le braccia, che si appoggiò totalmente a lei.
- Cos’hai visto?- gli chiese Yuki riconoscendo i sintomi destabilizzanti provocati dalle visioni che aveva spesso aveva la sorella.
Lei sorrise docile: -Vi siete trovati, nonostante tutto vi siete ritrovati…-
Yuki capì subito a cosa si riferiva e si irrigidì di colpo; Shelby riprese l’equilibrio e si scostò da lei per potersi rivolgere a Shade che la fissava interrogativo.
-Non sono riuscita a rendermene conto prima perché i miei poteri li aveva il Primo ministro, ma adesso che ho riconosciuto la tua aura, mi è tutto più chiaro. Tu… tu sei quel bambino che era destinato a lei fin dal principio…voi siete anime gemelle.-
Shade comprese subito quelle parole e ne fu felice perché comprese che da sempre erano destinati l’uno all’altro; ma non capì il perchè dell’improvviso atteggiamento rigido di Yuki.
Poi si ricordò di quella volta in cui lui le aveva chiesto di raccontarle la sua storia e le sue parole: “…l’hanno costretto a vivere ignorando chi fosse in realtà, dovrebbe odiarmi non amarmi…”
Timorosa delle sue reazioni, Yuki non osava rivolgere lo sguardo verso Shade.
Lui le afferrò una mano che era rimasta pendula lungo un fianco e la stinse dolcemente costringendo gli occhi sorpresi di lei ad incorarsi con i suoi colmi d’amore.
-Ti amo e niente cambierà mai quello che provo per te, ricordalo sempre. – disse riportandola fra le sue braccia e affondando il viso nell’incavo della sua spalla. Lei ricambiò l’abbraccio sospirando felice e sollevata gli baciò il collo: -Grazie.-
Lui sollevò il viso per sorriderle, per poi tornare a poggiare la sua fronte contro quella di lei chiudendo gli occhi e respirando felice a pieni polmoni.
-Siete così carini!!- cinguettò Shelby con voce sognate.
Yuki le sorrise imbarazzata distogliendo lo sguardo dal volto di Shade, e notando solo allora il modo in cui era vestita: -Eh!?! Chi mi ha cambiato i vestiti?- chiese allarmata osservando i suoi vertiginosissimi tacchi a spillo.
La sorella in risposta ridacchiò divertita: -Io. Oppure preferivi che lo facesse Riley?-
-No, no. Era solo per sapere se queste scarpe erano un voluto attentato alla mia vita o una pura casualità. Adesso lo so, grazie.- gli rispose lei sorridendo sardonica.
-Sei bellissima…- mormorò il Shade guardandola sognante.
Lei gli rivolse un sorriso imbarazzato, poi il suo sguardo fu attirato oltre le spalle del suo amore, dal biondino che era rimasto in disparte fino ad allora; si avvicinò alla sorella, che la guardava confusa, e le parlò all’orecchio sottovoce.
Shelby sgranò gli occhi e l’incredulità apparve sul suo viso: -No, ti sbagli.- mormorò scuotendo il capo.
Yuki la guardò torva: -Dubiti ancora del mio spirito d’osservazione?! Chi è l’esperta fra noi due in queste cose?- gli chiese retorica lei
Lei sospiro arrendendosi: -Suppongo tu, ma…-
-Niente “ma”!- la bloccò lei –L’unico modo per esserne certi è andare da lui e parlarci. Quindi va da lui e parlaci.- disse Yuki voltando la sorella e spingendola nella direzione di Riley, che le guardava perplesso.
-Devo proprio?-
-Si devi. Vai tranquilla, noi ti aspettiamo qui.-
-Sei crudele.-
-Oh, un giorno mi ringrazierai…-
-Non nei prossimi mille anni!- borbottò seccata lei; prese lo strascico del suo abito e si diresse impettita verso il biondo.
Shade fissava la scena confuso e in silenzio spostando ripetutamente lo sguardo da Yuki alla coppia poco distante da loro.
La castana gli si avvicinò saltellando contenta: -Sta per nascere un nuovo amore!- disse felice battendo le mani.
Inciampò in una crepa nel pavimento facendo mezzo giro su se stessa e cadendo fra le braccia di Shade che si piegò leggermente sulle ginocchia per prenderla in braccio al volo.
-Pessima idea i tacchi.- mormorò portando le braccia intorno al collo del moro e baciandogli la clavicola.
Lui ridacchiò solleticato dal suo respiro contro la sua pelle: -A me non dispiacciono poi così tanto. E poi credo che anche il fatto che abbiate distrutto ogni cosa nel raggio di 100 metri faccia la sua parte…-
Solo allora Yuki lanciò un’occhiata oltre la sua spalla notando il disastro che avevano combinato.
-Ops.- sussurrò lei colpevole, chiudendo nuovamente gli occhi e strusciando il naso contro il collo di lui.
- Ops è troppo poco…- la rimproverò Shelby con le guancie porpora.
- Dov’è Riley?- chiese Yuki facendo segno a Shade di metterla giù, incrociando lo sguardo battagliero dell’altra castana.
-Prima risolviamo questo pasticcio, poi ne parliamo!- chiuse il discorso perentoria la sorella, arrossendo, se è possibile, ancora di più.
Yuki annuì sorridendo innocente portandosi di fianco alla sorella.
Si misero l’una di fronte all’altra prendendosi ambo le mani e chiudendo gli occhi; dopo qualche secondo un vento fresco e veloce attraversò tutta la terrazza ricostruendo magicamente tutto ciò che era stato distrutto, compreso il gigantesco cratere al centro della terrazza.
-Fico.- mormorò Shade guardandosi attorno meravigliato.
Poi entrambe le ragazze crollarono a terra sfinite per il grande dispendio di energia magica usata fino a quel momento.
Shade si precipitò verso di loro affiancando subito Yuki: - Yuki, stai bene?- gli chiese apprensivo aiutandola ad alzarsi.
-Non preoccuparti sto bene.- mentì lei, rimettendosi in piedi troppo in fretta e barcollando pericolosamente in avanti.
-Non dire sciocchezze Yuki, sei completamente stravolta. È troppo tempo che non usi i tuoi poteri così…fatti aiutare da Shade a raggiungere le tue stanze e riposati un po’.- le ordinò la sorella maggiore rimproverandola con lo sguardo, rimettendosi anche lei in piedi a fatica.
Lei per tutta risposta le fece una linguaccia, ma non protestò quando il moro le si avvicinò per prenderla in braccio.
Yuki strinse le braccia intorno al suo collo, abbracciandolo e chiudendo stanca le palpebre:
-D’accordo mi riposerò solo qualche secondo…o magari qualche minuto…-
Non passarono nemmeno due minuti che il respiro della castana si fece lento e pesante.
-Si è addormentata.- sussurrò Shade sfiorandole la fronte con le labbra.
- Per favore Shade portala nelle sue camere, sono sicura che sai benissimo dove si trovano.- gli disse Shelby sorridendo affettuosa  e dando un buffetto sulla testa della castana addormentata.
-E tu?- le chiese Shade incamminandosi verso le porte che conducevano all’interno.
-A lei ci penso io. - mormorò Riley sbucando dal nulla come suo solito e prendendo per mano la seconda principessa.
Come prima l’imbarazzo tornò a colorarle le guancie mentre il suo sguardo incrociava timido quello del biondo. Lei annuì e Shade sorrise come per congratularsi con loro, si voltò e portò via la sua bella addormentata.

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Capitolo 9
*** Parte IX ***


Assonnata Yuki rotolò su un fianco affondando il viso in un morbido cuscino e sospirando pesantemente.
Dopo qualche secondo si ridestò, sbattendo le palpebre confusa sorprendendosi si stare così comoda; l’ultima cosa che ricordava erano le braccia calde di Shade.
Si stiracchiò allungando le braccia e incontrando qualcosa che faceva contrappeso alla sua destra bloccando i movimenti della trapunta.
-Ben svegliata.- sussurrò Shade che la fissava adorante puntando un gomito sul copriletto dorato per poter alzare il viso e riuscire a guardarla meglio in volto.
-Ciao- gli sorrise annebbiata lei spingendosi fra le sue braccia e accoccolandosi contro il suo torace.
-Scusa, non volevo svegliarti.- mormorò lui baciandole i capelli
-Non mi hai svegliata..- rispose lei ad occhi chiusi sorridendo quando le sue labbra sfiorarono quelle di lui.
-Sai quanto hai dormito?- la canzonò lui mordicchiandole il lobo dell’orecchio destro.
Un brivido di piacere il attraversò entrambi, tanto che le ci volle un minuto buono prima di riuscire a riprendere un po’ di lucidità e rispondere: -Non saprei, mi sembra di aver dormito per un’ eternità…-
Lui ridacchiò: - Bè quasi; sono tre giorni che non apri quegli occhietti. Se Shelby non mi avesse spiegato che è una cosa normale per voi, mi sarebbe preso un infarto. Ho rischiato un attacco di panico tutto il tempo però.- disse scuotendo la testa con finto orrore.
- Bè rilassati, va tutto bene ora sono sveglia..più o meno.- biasciò lei ancora mezza addormentata.
-Quando sto con te non c’è niente che non vada bene.- disse portandole il capo sotto al mento.
Lei gli baciò la gola: -Comunque mi devo alzare, dobbiamo tornare a casa..-
-Non abbiamo nessuna fretta.- concluse lui alzandole il mento con un dito per poterle baciare la mascella.
Erano in un letto, erano soli; non era proprio il caso di baciarla sulle labbra in quel momento…o meglio questo era quello di cui stava cercando di convincersi Shade in quel momento.
“Ma se..no! Non pensare a quello…smettila subito di pensare a quello! Anzi smettila di pensare e basta!” si ordinò mentalmente il moro.
Nello stesso istante Yuki gli si avvinghiò più stretta a lui spostando il capo sul suo petto e portando il suo bacino ad aderire completamente con il suo.
Shade deglutì rumorosamente “Chi avrò ucciso nella mia vita passata per meritarmi tutto questo?!” si chiese alzando gli occhi al cielo esasperato dalle reazioni inesperte del suo corpo, che spesso gli ricordava quanto fosse odioso essere uomini.
Fortunatamente il respiro di Yuki si fece nuovamente più pesante e regolare, segno che si era riaddormentata, quindi lui potè, con molta calma per evitare di svegliarla, scostarsi un po’ da lei. Sarebbe stato saggio allontanarsi del tutto a andare di corsa a fare una bella doccia gelata per calmare così i suoi istinti, ma le braccia di Yuki strette al suo collo e la sua scarsa voglia di spostarsi glielo impedirono.
“Non mi sembra che ti dispiaccia molto però! Maniaco!” lo accusò mentalmente la parte più nobile e razionale di lui.
 In quel momento però c’era rimasto molto poco di razionale in lui.
Ignorò il suo buonsenso e riprese a stringere Yuki tra le braccia cullandola dolcemente contro il suo petto.
- Shade…- mormorò nel sonno lei chiamandolo.
Lui le portò subito gli occhi addosso incuriosito, pensando che si fosse risvegliata.
“Ha parlato nel sonno…” rifletté vedendola ancora immersa nel mondo dei sogni.
Le sue labbra vibrarono di nuovo facendo uscire altre “incoscienti” parole:
- G-Grazie di esistere.- disse sorridendo nel sonno.
Una gioia più grande di quando potesse aspettarsi si impossessò di lui, che innamorato e sconvolto dall’ondata di emozioni provocategli da quelle parole, posò le sue labbra leggere sulle sue rubandole un lungo e tenero bacio.
Era una gioia immensa quella che in quel momento lo possedeva, una gioia infinita, una gioia che sapeva non l’avrebbe abbandonato mai più.
 
Un raggio di luce colpì in viso il moro facendolo ridestare con uno sbadiglio. Si stiracchiò aspettando che le sua braccia incontrassero il copro raggomitolato della castana, ma nell’enorme letto c’era soltanto lui.
Si alzò intontito strofinandosi gli occhi e portandosi verso una porta adiacente al grande letto, il bagno, chiamandola a gran voce.
Nessuno però gli rispose.
Confuso si affacciò alla finestra, e dopo una breve occhiata lasciò di corsa la stanza della principessa diretto verso il terrazzo sottostante.
Lei era lì, seduta sul bordo della grossa ringhiera in pietra, che osservava con nostalgia il paesaggio lontano.
-Ti manca?- le chiese una volta vicino, accarezzandole una guancia con il dorso della mano.
La castana gli rispose senza distogliere lo sguardo dal panorama: -Un po’.-
Il ragazzo andò ad accomodarsi di fronte a lei chiamandola: - Yuki…- esitò facendola voltare verso di lui –Se tu vuoi restare…-cominciò lui con voce ridotta ad un sussurro.
Lei scosse subito il capo, interrompendolo posandogli un dito contro le labbra: -No, non posso…non voglio.- disse abbassando lo sguardo.
-Ma Yuki! Questa in fondo è casa tua!- esclamò Shade a voce un po’ più alta contro il suo dito.
Lei alzò lo sguardo riportando gli occhi nei suoi: -Si dice che…chiamiamo casa il luogo in cui possiamo vivere felici con le persone che amiamo.- mormorò sorridendogli dolce -Il mio posto è dove sei tu. -
Si alzò e andò a sistemarsi vicino a lui poggiando la schiena contro il suo torace e portandosi le sue mani intorno alla vita. Lui affondò il viso nei suoi capelli gonfiandoli ad uno ad uno con ogni suo respiro.
-Non sono alla tua altezza.- mormorò sconsolato poggiando il mento sulla sua spalla e la guancia contro la sua.
Lei rise sommessamente piegando il capo all’indietro: - Bè, in fondo sono pur sempre una principessa.- rispose intrecciando una mano con la sua.
-Verrai sempre trattata come tale.- disse Shade lasciandogli una scia di baci dal profilo del mento, proseguendo lungo il collo, fino alla scapola.
-A me non importa.- ridacchiò lei lasciandosi scappare un mugolio di piacere, prima di tornare a fissare il paesaggio con aria nostalgica.
Già non importava, l’importante era stare insieme, insieme per sempre.
 
[Qualche ora più tardi]
Dopo aver salutato Tori…
-Grazie per tutto quello che hai fatto.- disse Shelby abbracciando la sorellina.
-Piano..piano così mi soffochi.- tossì Yuki tentando di sdrammatizzare il momento dell’addio. –Ci rivedremo ancora…io verrò a trovarti, tu verrai a trovarmi…ci terremo in contatto.- cercò di consolarla lei con mezzo sorriso.
-Ok. – disse Shelby asciugandosi una lacrima –Ora passiamo a cosa serie però, devo rimandarvi a casa sani e salvi.-
-Non preoccuparti di questo, useremo il portale nel bosco.- disse frettolosa Yuki
Shelby scosse il capo divertita: -Naaa, userete quello nella serra del palazzo. È proprio qui vicino, perché scomodarsi per arrivare fino al bosco.-
Yuki sbuffò girando i tacchi e dirigendosi verso la serra di corte: -Lo fai solo per sfoggio di poteri o perché ti diverte vedermi in agonia?- chiese retorica Yuki prendendo per mano Shade.
La sua gemella le sorrise sardonica: -Entrambe.-
Un gemito lamentoso le uscì dalle labbra mentre si rifugiava fra le braccia del suo ragazzo, che l’accolse per nulla dispiaciuto.
-È così terribile?- le chiese leggermente perplesso; la sua ultima esperienza attraverso un portale non era stata per nulla dolorosa o spaventosa.
-No, è solo che lei non ama particolarmente precipitare nel vuoto. Tutto qui.- gli rispose sorridente l’altra castana.
Queste parole lo allarmarono un po’, ma rispose comunque in tono ironico: -Che fifona…chi non ama farsi un bel voletto di 500 metri una volta ogni tanto?!-
Yuki gli pizzicò il ventre piatto fulminandolo: -Vedremo quanto sei coraggioso adesso…-
Si erano portati di fronte ad un portale e imbronciata Yuki si separò da Shade per baciare la sorella sulla guancia e lanciarle un altro supplichevole sguardo.
Quest’ultima alzò gli occhi al cielo prima di esclamare: -Tranquilla…non vi farò schiantare, lo prometto.-
Yuki le lanciò un’altra occhiata scettica ma si fidò, prese Shade per mano e lo trascinò verso il portale: - Shade saluta.- mormorò nervosa, all’idea del salto che stava per compiere.
-Ci vediamo Shelby, grazie di tutto.- disse lui con gratitudine.
La ragazza tanto simile al suo amore gli sorrise dolce e con una piccola spinta gli fece oltrepassare il portale magico.
Dopo pochi secondi apparirono nel cielo scuro della città, coperto dal manto della notte, ad un’ altezza che si aggirava fra gli 800 e i 700 metri.
La caduta ebbe inizio, così come le urla di Yuki; Shade era troppo sconvolto per urlare.
Malgrado lo spavento tentò suo malgrado di calmarla: - Yuki, smettila di urlare! Fidati di tua sorella.-
-Il fatto che mi fidi di lei non implica che non debba essere spaventata.- si giustificò lei sbarrando gli occhi terrorizzata.
-Non sapevo soffrissi di vertigini.- disse lui cercando di distrarla
-Soffrire di vertigini e cadere nel vuoto sono due cose totalmente diverse.- si difese lei coprendosi gli occhi con la mano libera.
Allora, Shade la strattonò verso di lui vincendo l’attrito dell’aria e riuscendo così finalmente ad abbracciarla: - Yuki, aprì gli occhi. C’è una cosa che volevo dirti da un po’.– sussurrò lui dolce al suo orecchio.
Lei aprì gli occhi curiosa e alzò lo sguardo incontrando il suo.
-Grazie di esistere.- disse lui guardandola adorante.
- Oh Shade…Voglio stare con te per sempre.- sussurrò lei con voce tremante per l’emozione.
-Per sempre.- asserì lui stringendola ancora di più contro di lui e inclinando il capo verso il basso per poterla baciare dolcemente ma con passione.
Il cielo era libero dalle nuvole, e milioni di stelle ne puntellavano il mantello scuro attorniando la luna piena che brillava serena.
Se qualcuno in quel momento si fosse affacciato dalla finestra avrebbe anche potuto vederli, ora erano fin troppo vicini al suolo…ma non se ne preoccuparono.
I dolci raggi della luna li sfiorarono ancora facendoli sparire entrambi nel nulla, lasciando alle loro spalle solo la scia di una cometa, desiderosa di esaudire questo loro desidero.

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Capitolo 10
*** Parte X - Epilogo - “Shelby” ***


[Cinque anni dopo]
 
Era sera e tirava un bel venticello estivo pur essendo la fine di settembre; bussai cauta alla porta sapendo che non mi aspettavano.
Dopo pochi secondi un ragazzone alto e bruno mi aprì la porta trafelato: -Oh, sei tu! Non ti aspettavamo, come mai da queste parti?- chiese curioso Shade facendomi accomodare nell’ingresso e prendendomi il soprabito.
- Shade! Chi è??- urlò una voce dal salotto.
Lui mi fece segno di precederlo e rispose divertito: -Una principessa in borghese.-
Entrai in salotto e un urlo di gioia uscì dalle labbra di Yuki: -Sorella!- esclamò alzandosi di scatto dalla poltrona su cui era seduta, cercando di abbracciarmi.
-Cavolo Yuki, sei gigantesca!- esclamai sorridendo. –Sembri un pandoro in fase di lievitazione… Sicura che non siano due gemelli? - le chiesi con una punta di ironia nella voce, ma già sapendo benissimo la sua riposta.
-No- rispose stizzita accarezzandosi il pancione; Shade l’affiancò portandole un braccio intorno alle spalle e guardandola adorante.
-Sembra solo ieri che vi siete sposati…- dissi sospirando con aria commossa
Yuki mi fermò di colpo prima che mi lanciassi in una radiocronaca minuto per minuto delle sue nozze, avvenute il maggio dell’anno precedente, esclamando ad alta voce in modo da poter sovrastare la mia: -Vado a prenderti qualcosa da bere. Sarai assetata, qui fa molto caldo.- disse dirigendosi verso la cucina lenta e impacciata a causa del pancione.
Shade scosse il capo esasperato: -Non riesce a stare un attimo ferma, eppure lo sa che non dovrebbe fare sforzi nelle sue condizioni…- sussurrò sconsolato
La voce di Yuki arrivò dalla cucina: -Guarda che ti ho sentito. Sono incinta, mica in fin di vita!- lo rimproverò lei.
Shade alzò gli occhi al cielo mentre io non riuscì a trattenere un risolino sommesso.
Avere a che fare con mia sorella era già di per se un’ impresa, non voglio nemmeno pensare a che cosa ha dovuto sopportare questo povero ragazzo negli ultimi otto mesi, tre settimane, due giorni e quattordici ore, con ormoni, voglie, sbalzi d’umore e tutto il resto compreso nel pacchetto gravidanza…
Tornai a fissare Shade che nel frattempo mi stava guardando indeciso e un po’ combattuto. Sapevo già cosa voleva chiedermi.
-Non voglio sapere se sarà maschio o femmina, o se avrà o meno i poteri, voglio solo sapere se sarò sano…- mi chiese implicitamente lanciando un’ occhiata preoccupata alle mie spalle verso la cucina.
Io annuì sorridendo: -Si- “Sarà una splendida bambina.” Pensai felice.
Io l’avevo visto.
Poi mi lanciò uno sguardo accigliato: -Come mai sei venuta così all’improvviso?- chiese curioso, di solito lì avvertivo prima di presentarmi alla loro porta.
Io risposi con un alzata di spalle: -Non volevo perdermi la scena…- dissi enigmatica.
Non ebbe il tempo di farmi altre domande; la conversazione fu interrotta da un rumore sordo proveniente dalla stanza adiacente alla nostra. Subito ci precipitammo nella piccola cucina, trovando Yuki aggrappata al bordo del paino cottura e un bicchiere di vetro infranto sul pavimento.
-Va tutto bene, sto bene.- disse subito a Shade che le corse in contro apprensivo. –Credo solo che… mi si siano rotte le acque.- sorrise lei non riuscendo a trattenere una smorfia di dolore.
Gli occhi di Shade uscirono fuori dalle orbite sconvolto, e anche se con espressione stordita e agitata, riuscì a caricarci in macchina e a dirigersi verso l’ospedale in pochi minuti.
In macchina, seduta sul sedile posteriore, picchiettai con un dito sulla spalla di mia sorella:
 -Chiama Kate, non ti perdonerà mai se non lo fai.- l’avvertì
Mi ringraziò ed estrasse dalla tasca della giacca che teneva in grembo un piccolo cellulare argentato, chiamando l’amica come le avevo detto.
Arrivate all’ospedale ci precipitammo verso il bancone. Yuki fu portata a fare dei controlli mentre cercavano di contattare il suo medico.
Passarono parecchi minuti da quando Yuki era scomparsa oltre due enormi porte di plastica bianche, e ancora nessuno si era preso la briga di informarci delle condizioni di mia sorella. All’improvviso apparì nel corridoio Kate scuotendo la sua lunga chioma bionda.
Ci venne in contro sorridendo; era la figlia del primario dell’ospedale e lì aveva parecchi privilegi.
Si avvicinò a Shade e gli batté una mano sulla spalla: -Dilatazione 10 cm, contrazioni presenti, parolacce in arrivo. Tutto regolare.- tentò di rassicurarlo.
Poco dopo gli infermieri portarono Yuki su di una barella fuori dalla camera dirigendosi di gran carriera lungo l’infinito corridoio dell’ospedale.
Come nei film, rincorremmo il lettino mobile…
- Yuki tesoro, stai bene?- chiese apprensivo Shade.
-Sto partorendo Shade! Come diavolo potrei stare?! Magari…chiedimelo fra un paio d’ore. - sbraitò Yuki poco calma ansimando prima di sparire dietro un ennesima porta.
Arrivati lì un’ infermiera dall’aria molto sterile ci fermò austera: -Fermi. Da qui non potete più proseguire.- ci ammonì severa lei.
-Perché?- chiese preoccupato mio cognato –Sono suo marito!-
-Sono la figlia del primario!- esclamò Kate subito dopo Shade
-Perché da qui..- disse tracciando una linea immaginaria davanti ai suoi piedi -..siamo in sala parto, a meno che non siate sterilizzati dalla punta dei capelli a quella dei piedi, voi qui non potete entrare.- rispose lei votandoci le spalle e oltrepassando la porta oltre la quale si trovava anche Yuki, sbattendocela in faccia.
Non potevamo fare altro che aspettare, ma non ci sarebbe voluto molto.
Io sembravo l’unica calma in quel momento; bè, forse ero l’unica calma in quel momento.
Nervoso, Shade passeggiò avanti e indietro davanti a quella porta fino a creare un profondo solco immaginario sotto ai suoi piedi. Un urlo disumano ci fece sobbalzare tutti preoccupati, poi silenzio…un pianto di neonato si diffuse piano nell’aria.
Passò un altro interminabile minuto prima che la porta si spalancasse e ci permettessero si entrare; Shade subito di accostò alla moglie e al piccolo esserino rosa che stringeva fra le braccia.
-È una femmina.- esclamò esausta Yuki porgendogliela tremante.
Lui la prese con delicatezza fra le mani accostandosela al viso per poterla ammirare estasiato: -Sei bellissima, piccola Grace.- mormorò prima di baciare Yuki sulla fonte: -Sei stata grandiosa, amore.- le disse incantato.
Si lo era davvero, lo erano entrambe. Avevo fatto bene a venire, non mi sarei mai persa quel momento; anche perché dovevo anche annunciargli finalmente il mio fidanzamento.
Sorrisi mentalmente guardando quella nuova, splendida famiglia…
-Ora è tutto perfetto.- dissi troppo piano per essere udita dagli’altri, qualcosa però mi disse che Yuki mi aveva sentito perché si voltò verso di me per mezzo secondo con un enorme e luminoso sorriso dipinto sul volto.
Sorrisi anche io e mi unì a loro per ammirare Grace, la piccola principessa della Luna.
                                                                       
                                                                                 Fine.
 
                                                                                                       Di Mary Rose Cullen
 

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