Un ritorno inaspettato

di Silvia_sic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo ***
Capitolo 2: *** L'importanza di essere padre ***
Capitolo 3: *** Il ritorno ***
Capitolo 4: *** Meglio non giudicare ***
Capitolo 5: *** Le parole che non ti ho detto mai ***



Capitolo 1
*** L'incubo ***


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Un ritorno inaspettato

1° capitolo: L'incubo

È una notte buia, il cielo ricoperto di nubi che nascondono i raggi luminosi della luna.


Sono ancora uscito di nascosto dal college dove mi hanno spedito i miei... eppure a 20 anni credo di sapermela cavare da solo.


Passeggio tranquillo lungo il marciapiede, per la strada non passa nemmeno una macchina, piuttosto strano visto che si tratta di una statale...


Ci sono 2 persone in fondo alla via... un uomo e una donna.... sono illuminati dalla fioca luce del lampione che si accende e si spegne ripetutamente. Ma! Aspetta! Quelli sono i miei genitori! Che ci fanno lì? A quest'ora, poi!?


Forse sono venuti a cercarmi, è meglio se li raggiungo...


Tic...tac...


Cos'è stato?


Tic...tac...


Intorno a me si fa ancora più buio, l'unico punto di luce è sotto quello stupido lampione, che non resta acceso, dove si trovano i miei...


Muovo alcuni passi verso di loro, ma non riesco a raggiungerli!


Tic...tac...


Comincio a correre, ma la luce è sempre più lontana...


Mio padre si sporge sulla strada e alza un braccio per chiamare un taxi... perchè lo fa? Per strada non c'è nessuno!


Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...


Questo ticchettio si fa sempre più vicino, sta diventando insopportabile!

Sta arrivando l'auto, vedo le luci dei fanali...


Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...


No! Se ne stanno andando! Devo raggiungerli! Ma più corro e più mi sembrano lontani! Sento le gocce di sudore inumidirmi la fronte per poi scivolare lungo le mie guance...

Devo fermarli!


Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...


In quella macchina c'è una bomba! Non devono salire! No!


Provo a chiamarli, ma la mia voce non esce! No! Stanno salendo!

Devo salvarli! Dalle mie labbra non escono le parole che cerco di gridare!


L'auto si mette in moto, senza neanche accorgermene mi passa di fianco ad una velocità inaudita, riesco a vedere il viso dei miei, i loro sguardi sono rivolti verso di me... Non capiscono quello che dico!


Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...


Devono scendere!!!


Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...


Devo fermare quell'auto!!!


Bip... Bip... Bip...


BUM!!!


L'auto viene avvolta dalle fiamme, esplodendo...


NOOOOOOO!!!!


-NOOOOO!!!-


-Tony! Svegliati!!! Svegliati!!!-


Aprì gli occhi e scattò seduto, ansimava ed era tutto sudato.


-Va tutto bene?! Stavi urlando!- esclamò Pepper svegliata dalle urla improvvise di Tony.


Aveva il fiatone, il cuore che batteva all'impazzata e sgranava gli occhi non capendo cos'era successo e dov'era...


-Tony?- disse la compagna richiamandolo, per non aver ottenuto risposta. Gli passò una mano sulla guancia, girandogli il viso verso di lei per incontrare il suo sguardo smarrito.


Gli ci vollero un paio di secondi per farsi un quadro completo della situazione. Era stato solamente un incubo, cominciò a respirare più lentamente e i battiti si fecero più regolari.


-Un incubo...- enunciò appoggiandosi allo schienale del letto. -Scusa se ti ho svegliato...-


-Adesso stai bene? Ne vuoi parlare?- chiese lei apprensiva.


-Ho sognato l'incidente dove hanno perso la vita i miei genitori... cercavo di fermarli, ma non ci sono riuscito... non mi sentivano... e... la macchina è esplosa...- enunciò ancora confuso del perchè di quell'assurdo incubo, non gli era mai successo prima di sognare i suoi genitori.


-Ti è mai successo prima?- domandò Pepper preoccupata.


Lui negò col capo. -Stai tranquilla, ora sto bene...- disse sorridendole.


-Devi esserti preso un bello spavento, hai bagnato tutte le lenzuola con il sudore!- esclamò facendogli notare la leggera coperta completamente bagnata.


-Wow! È meglio se vado a farmi una doccia! Sono già le 8 e dovremo anche svegliare Anthony. Pensi tu a togliere questo sudiciume?- domandò Tony guardando l'ora.


-Non preoccuparti ci penso io! Va pure a farti una doccia rilassante!- esclamò cercando di rassicurarlo un po'.


Si mise seduto, appoggiando i piedi sul gelido pavimento, si passò le mani tra i capelli, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e rimanendo fermo in quella posizione a guardare un punto fisso.


Cosa voleva dirgli quel sogno? Cosa significava?

Queste domande gli tempestavano la testa e non riusciva a trovare delle risposte.


-Ehy! Non preoccuparti!- esclamò Pepper, riportandolo con i piedi per terra. Gli circondò le spalle da dietro, abbracciandolo.


Tony girò il capo verso di lei guardandola negli occhi, lei gli sorrise.


-Era solo un incubo!-esclamò tranquillamente, allora lui le sorrise, forse aveva ragione, e la baciò.


-Ora preparati che dobbiamo andare! Intanto che ti fai la doccia, io vado a svegliare Anthony.- disse Pepper alzandosi, ma venne subito bloccata.


-Aspetta un secondo! Anche tu dovresti farti una doccia, eri vicino a me e sono tutto sudaticcio!- disse guardandola con sguardo malizioso.


-Ma non mi hai toccato!- esclamò lei avendo già capito le sue intenzioni.


-Come no! E questi?- disse cominciandole a baciare il collo.


-Ti prego! Siamo già tardi!- esclamò ridendo alle avances di lui.


-Avanti, principessa, dovremo pur farci belli! E poi le persone importanti si fanno sempre aspettare!- esclamò prendendola tra le braccia e portandola verso il bagno della camera.


********************************************************************************


Dopo essersi finito di preparare, Tony raggiunse Pepper ed Anthony in cucina, dove il piccolo stava facendo colazione.


-Buongiorno, papà!- esclamò il bambino appena vide il padre varcare la soglia della stanza.


-Ehilà! Dormito bene?! Sei pronto per questa bella giornata?- domandò Tony accarezzandogli la testolina con i capelli tutti arruffati.


-Sono prontissimo! Mi fai fare un giretto sull'SR-71? Vero!?- chiese speranzoso il bimbo, mentre addentava una brioche.

Quella mattina andavano alla base Edward Air Force, dove Tony doveva discutere di alcune pratiche con l'esercito.


-Certo! Sfrecceremo per i cieli alla velocità della luce!- esclamò Tony, ma subito fu fulminato dallo sguardo della compagna, che non aveva la minima intenzione di mettere in pericolo la vita del suo adorato bambino.

Allora Tony si corresse immediatamente: -Dobbiamo prima chiedere al colonnello Rhodes, se possiamo usarlo...-


-Uff! Rhody di sicuro dirà di no! Vabbè... Però quando sarò più grande, oltre a fare il lavoro che fai tu, diventerò un pilota dell'esercito!!!- esclamò Anthony ormai già sicuro della sua scelta professionale.


Tony si sedette a tavola versandosi una calda e fumante tazza di caffè, rimase a contemplare il colore scuro della bevanda e il suo pensiero si spostò ancora sull'incubo fatto e quale significato poteva avere.


-Non ci pensare!- disse Pepper poggiandogli una mano sulla spalla e riportandolo con i piedi per terra.


Lui le sorrise cercando di mascherare i suoi pensieri e i tormenti riguardo quel sogno, poi cambiò subito discorso.


-Per quale motivo dobbiamo andare alla base Edward Air Force, se potevano venire loro alla Stark industries?-


-Perchè sei tu che devi chiudere il contratto e soprattutto sarebbe scortese far muovere l'esercito solo per un tuo capriccio! Poi almeno rivedi Rhody è da tanto tempo che non lo senti, potreste scambiarvi 2 parole...- rispose lei buttandola lì.


-Sì, è vero! È da tanto che non lo sento... mi sembra un'ottima idea!- esclamò non avendo pensato ai lati positivi della giornata.


-Allora andiamo a trovare anche Rhody?!?- domandò il bimbo entusiasta di rivedere l'amico del padre.


-Ovvio, se lavora lì, mi sembra più che giusto... Così ci farà sfrecciare per i cieli con l'SR-71!!!- esclamò Tony sollevando il figlio e facendo finta di farlo volare in aria.


-Siiiiiiiiiii!!!- esclamò Anthony divertito.

Continua...

Ciao! Eccomi tornata!

Spero che come inizio vi invogli a continuare a seguirmi... Che vorrà dire quel sogno? Mah!

Il sogno è il mio primo scritto in prima persona... è ed il primo stralcio scritto così, cmq ho preso la mano e ora riesco a cavarmela anche in quel campo!

Che altro dire? Bhè... se sono riuscita ad incuriosirvi seguite la mia storia! ; )

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Capitolo 2
*** L'importanza di essere padre ***


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2° capitolo: L'importanza di essere padre

-Dai, papà! Siamo tardi! Muoviti!- esclamò Anthony afferrando la mano del padre e tirandolo per lo spiazzo della base aerea.


-Sì, Sì, arrivo! E poi le persone importanti si fanno aspettare! Prendi tua madre che ci ha fatto aspettare 40min per prepararsi!-


-Ehy! Sono una donna e ho bisogno di tempo per prepararmi!- disse Pepper giustificandosi.


Entrarono tutti e tre nello stabilimento, dove li aspettavano alcuni soldati con il colonnello Rhodes.


-Ciao, Rhody!- salutò il piccolo Anthony.


-Guarda chi si vede! La famiglia Stark al completo!- esclamò il colonnello vedendoli. -Wow! Anthony, sei cresciuto molto dall'ultima volta che ti ho visto!- enunciò guardando il bambino che teneva la mano di Tony.


-Tu dici?! Io sono alto così già da parecchi anni!- rispose Tony con ironia.


Il bimbo rise divertito, aveva lo stesso nome del padre, che però veniva sempre chiamato con il diminutivo di “Tony” e a pensarci bene il bimbo non aveva mai sentito chiamare il padre con il suo vero nome.


-Di sicuro non parlavo con te!- esclamò il colonnello, poi guardò l'ora e disse: - le solite 2 ore di ritardo non mancano mai, eh?!-


-Siamo elegantemente in ritardo!- puntualizzò Tony.


-Questa volta è stata colpa mia, scusa!- enunciò Pepper.


-Tranquilli! Siamo qua tutto il giorno, potevate venire a qualunque ora desideravate!- esclamò Rhody.


-Ok! Possiamo cominciare! Anthony, stai con la mamma, intanto che io parlo con questi signori.- disse Tony al figlio che gli teneva la mano.


Anthony andò da Pepper e la portò a vedere i grandi aerei da guerra militari.


Tony intanto illustrò il progetto a cui l'esercito si era interessato, ormai non più materiale bellico, ma vari prototipi di motori a reazione per i freccia militari.

Ora la Stark industries si occupava di molte più cose rispetto ad anni prima. Per esempio forniva energia a tutto il mondo grazie al reattore ad arco.


Il contratto fu chiuso con successo e con grande soddisfazione da parte di tutti.

Rhody e Tony rimasero soli per scambiarsi 2 chiacchiere.


-Allora come te la passi?- chiese Tony all'amico.


-Molto bene, sto per salire di grado e diventare generale.- rispose Rhody soddisfatto.


-Wow! Complimenti! Poi, senti come suona bene: “Generale Rhodes”!!!-


-AhAh! Già hai ragione! E tu nelle vesti di padre come te la cavi?-


-Bhè... mi dà un bel da fare, è un bimbo sveglio e attivo! Credo che Anthony e Pepper siano la cosa più bella che ho!- disse guardando in lontananza il bimbo in braccio alla madre, impegnato a spiegarle tutte le parti dell'aereo.


-Sai Tony, fin da quando ti conosco non ti avevo mai visto così felice...- Rhody stava continuando a parlare, ma Tony non lo sentiva...


Davanti agli occhi gli si era presentata la stessa scena del sogno... il lampione, i suoi genitori, l'auto, il ticchettio ed infine l'esplosione.


-Ehy! Tony! Mi stai ascoltando!? Cos'hai?- chiese il colonnello notando lo sguardo perso dell'amico.


Era stato solo per un paio di secondi, ma nella sua testa era durato un eternità. Riprese coscienza su quello che stava succedendo. Si sentiva debole e a malapena le gambe lo tenevano in piedi.


-Ehy! Tutto bene?- gli domandò di nuovo Rhodes. Tony lo guardò per un secondo poi disse: -Devo sedermi...-


Rhody lo fece accomodare su una sedia non poco lontana.


-Vuoi un bicchiere d'acqua? Che succede? Ancora il palladio?- chiese ricordandosi dello spiacevole inconveniente di anni prima.


-No, no! Non uso più palladio, altrimenti sarei già morto! Quel sogno mi perseguita, vuole dirmi qualcosa!- esclamò Tony.


-Quale sogno?-


-Ho sognato l'incidente dove sono morti i miei genitori... e adesso l'ho rivisto...- spiegò Tony in poche parole senza entrare nei dettagli.


-Oggi quante volte ti è successo?- chiese Rhody, guardandolo un po' stranito.


-Solo ora da quando l'ho sognato... secondo me vuole dirmi qualcosa...- disse Tony.


-E cosa di preciso? È solo un sogno! Mica crederai in quelle baggianate!- esclamò il colonnello sempre più sorpreso.


-Figurarsi se ci credo! Ma questa volta è diverso... sembra tutto così reale!-


-Non sarà nulla! Forse è perchè ci pensi continuamente- propose Rhody, cercando una qualunque spiegazione possibile.


-Hai ragione! Devo smettere di pensarci! Sarà solo un po' di stress, mi passerà!- esclamò Tony auto-convincendosi. -Si è fatto tardi, è meglio che ti lasci lavorare, altrimenti non fai niente tutto il giorno!-


-Ridendo e scherzando sono già passate 2 ore! Hai proprio ragione, dovrei tornare in servizio altrimenti mi gioco il posto da generale!- esclamò Rhody, scherzando.


Proprio in quel momento il piccolo Anthony corse verso il padre.


-Allora facciamo il giro sul SR-71???- domandò il piccolo speranzoso.


-Questa volta passiamo, Rhody ha molto lavoro da fare e noi dobbiamo andare...- rispose Tony, pentito di aver messo in testa al figlio quell'idea.


-Ok...- disse il bimbo un po' dispiaciuto.


-Non essere triste! Questo pomeriggio prometto che ti porto al Luna Park! Che ne dici!?-disse prendendo in braccio il figlio e mettendolo su un fianco.


-Dici davvero?!- domandò Anthony con gli occhi colmi di felicità.


-Certo che sì, campione!-


-Che bello!!! Mamma, papà mi porta al Luna Park!- disse il piccolo alla madre anche se era lì e aveva sentito tutto.


Pepper gli sorrise dolcemente, poi guardò l'ora e disse:- Prima però dobbiamo fare molte cose, è meglio andare-


Tony passò il figlio dalle sue braccia a quelle di Pepper.


-Avviatevi, io vi raggiungo subito- enunciò Tony.


Pepper ed Anthony salutarono Rhody e andarono verso l'uscita.


-Allora ci si vede! Alla prossima, e grazie di tutto!- esclamò Rhody, salutando l'amico.


-Piuttosto io ringrazio te, mi ha fatto piacere rivederti! Spero di rivederti Generale! E mi aspetto l'invito per la cerimonia, ci conto!- esclamò Tony camminando all'indietro verso l'uscita.


-Sarà fatto! Ci vediamo!- disse Rhody, tornando al suo lavoro.


-Tony! Quasi dimenticavo... - Tony si girò verso la sua direzione -Sei un padre fantastico!- esclamò Rhody, Tony sorrise, alzò un braccio in segno di saluto e poi uscì dallo stabilimento.

Continua...

Ciao!!! Fine del secondo capitolo... 

Ringrazio mirianaval e lisa_res per aver recensito lo scorso capitolo, mi fa molto piacere che vi sia piaciuto!

Grazie anche a chi ha solo letto! Vi aspetto per il 3° capitolo! ciao!!!!

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Capitolo 3
*** Il ritorno ***


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Capitolo 3: Il ritorno


Passarono tutto il pomeriggio fuori casa, prima per le varie commissioni e poi al Luna Park come era stato promesso al bimbo, che si divertì tantissimo tra le varie giostre.


Arrivarono a casa al crepuscolo, quando il sole rosso fuoco risplendeva sul limpido e calmo mare dell'oceano Pacifico.


Giunsero davanti all'immensa casa con l'auto, dopo un lungo viaggio tormentato dal continuo vociare del piccolo Anthony, che era ancora tutto eccitato dalla splendida giornata.


-Fermo 2 secondi! Prendi una pausa!- disse Pepper al figlio che continuava a parlare per niente stanco.


-Ok! Però posso fare un'ultima domanda?- chiese Anthony, quando il padre spense il motore.


-Certo!- esclamò Tony, voltandosi verso il bimbo seduto dietro.


Anthony si alzò in piedi e si avvicinò ai sedili anteriori. -Chi sono quelle 2 persone?- domandò, indicando un uomo e una donna accanto alla ringhiera del piccolo belvedere davanti casa.


Pepper e Tony si girarono verso il punto indicato dal ditino del bimbo.


-Non saprei, forse cercano te, Tony. Prova ad andare a vedere- disse Pepper.


-Sì, vado subito. Intanto entrate in casa che vi raggiungo subito!- esclamò scendendo dalla macchina e avviandosi verso i 2 sconosciuti.


Anthony e Pepper non entrarono subito in casa, attendevano accanto all'auto tentando di scoprire l'identità dei 2 sconosciuti.


Erano di schiena e ammiravano il mare, non si erano girati sentendo l'auto.


-Scusate! Vi serve qualcosa?!- chiese cortesemente Tony, facendo sentire la sua presenza ad un paio di metri da loro.


I 2 si girarono, un uomo e una donna, un po' anziani e Tony li conosceva e loro conoscevano Tony, eccome se lo conoscevano!


Tony non riusciva a credere ai propri occhi, non riusciva a crederci, indietreggiò di un paio di passi, mantenendo lo sguardo verso di loro.


-...voi, ...cos..., dov...- Tony non riusciva a formulare le parole.


Si girò verso la moglie ed il figlio per assicurarsi che era tutto reale e che non era un'allucinazione.


-Oddio!- riuscì ad esclamare, passandosi una mano sul viso.


Lui: un uomo con corporatura magra e altezza media, capelli grigio topo, un po' stempiato, un paio di baffi, occhi scuri con lineamento severo.


Lei: una donna bassina un po' robusta, capelli biondi cotonati, grandi occhi color nocciola resi lucidi dalle lacrime e un sorriso dolce.


-Se è uno scherzo non è affatto divertente!- esclamò Tony, sorpreso di vedere quei 2.


-No, non è uno scherzo...- enunciò la voce profonda dell'uomo -... siamo tornati figliolo!-


Esatto i 2 individui che aspettavano l'arrivo di Tony, erano proprio Howard e Maria Stark. I suoi genitori.


La donna piangeva dalla contentezza di aver rivisto l'adorato figlio, mentre l'uomo era rimasto impassibile e fissava tranquillamente Tony negli occhi scuri come i suoi.


-Non può essere, i miei genitori sono morti circa 20 anni fa in un incidente stradale!- esclamò Tony incredulo.


-Era tutto falso, siamo dovuti scomparire dalla faccia della terra per vari problemi e abbiamo fatto credere di essere morti.- spiegò Howard con il suo immancabile sguardo calcolatore verso il figlio.


-Fatti abbracciare!!!- esclamò Maria Stark ancora commossa, avvicinandosi al figlio e abbracciandolo.


Intanto il piccolo Anthony e Pepper guardavano la scena da lontano.


-Perchè quella signora abbraccia papà?- domandò il bimbo alzando lo sguardo verso la madre, mentre lo teneva per mano.


-Forse sono dei suoi lontani parenti, ma da qui non riesco a vederli bene, non li riconosco- disse Pepper anche lei un po' incuriosita. Vedeva Tony conversare con quelle 2 persone e non capiva proprio chi fossero!


-Io vado a vedere chi sono!- esclamò il bimbo correndo verso il padre così velocemente che Pepper si accorse solo dopo che il figlio le aveva lasciato la mano.


-Anthony! Vieni subito qui!- esclamò Pepper non alzando troppo la voce e cercando di richiamare il bambino, ma non la sentì. Quindi si avviò anche lei verso il gruppetto.


Era successo tutto così in fretta, forse il sogno che aveva fatto voleva dirgli proprio quello!

Tony era leggermente irritato per il fatto che i suoi genitori si erano dati per morti e poi dopo circa 20 anni erano rispuntati fuori senza preavviso.


-Che ti succede, Tony? Qualcosa che non va?- chiese la madre notando che il figlio non aveva risposto all'abbraccio.


-Perchè? Perchè vi siete nascosti da me per così tanti anni!? Voi non vi rendete conto che per me è stato durissimo! E ora rispuntate così! Cosa pretendete???- domandò Tony un po' arrabbiato.


-Lo abbiamo fatto solo per il tuo bene. Mi volevano morto e per non metterti in pericolo...- disse Howard, bloccandosi e non finendo la frase.


Infatti Anthony si era avvicinato al padre, curioso di vedere chi fossero i 2 individui.

Il piccolo si aggrappò alla gamba del genitore e vi appoggiò la testolina, continuando a guardare quell'uomo dallo sguardo severo e la donna che sorrideva.


A quel tocco Tony si accorse della presenza del figlio e abbassò la testa per guardarlo.


Ci fu un momento di silenzio e tutti fissavano il bimbo, poi Anthony prese un po' di coraggio, fece un passo in avanti verso la coppia, tendendo la mano aspettando che gliela stringessero.


I 2 guardarono gli occhioni del piccolo, azzurri come quelli della madre, ma con la stessa forma del padre.


Howard gli strinse la mano e poi anche Maria, solo allora il bimbo parlò:


-Piacere! Io sono Anthony Stark Jr!- esclamò mostrando lo stesso carattere del padre.


Tony rise divertito, mentre Howard osservava il bimbo sgranando gli occhi e Maria scoppiò nuovamente a piangere per la commozione.


Anthony non capiva bene la situazione, si girò verso il padre che sorrideva e chiese innocentemente:- Ho detto qualcosa che non va?-


In quel momento arrivò anche Pepper che finalmente riconobbe i reali genitori di suo marito.


-Ed ecco qua l'altra luce della mia vita!- esclamò Tony circondandole un braccio sui fianchi e avvicinandola a se.


Howard e Maria erano veramente sbalorditi. In 2 modi diversi però: Maria singhiozzava per la felicità di suo figlio, mentre il marito sgranava gli occhi come incredulo di vedere il suo unico figlio con una famiglia.


-Lei è Pepper, mia moglie, e lui è Anthony, nostro figlio!- disse Tony cominciando le presentazioni.

-Loro, invece sono i miei genitori: Howard e Maria Stark!-


-Molto piacere!- disse Pepper, stringendo le mani ai suoceri.


Ora Tony aveva lasciato i genitori senza parole, proprio non se lo aspettavano.


-Dopo mi dovrai spiegare un paio di cosette, perchè credo di non aver capito bene...- disse Pepper sotto voce a Tony.


-Il bello è che non l'ho capito nemmeno io!- esclamò ridendo per l'assurda e inaspettata situazione.


-Ok... bhè... mi sembrerebbe più opportuno entrare in casa, così ci mettiamo comodi.- propose Pepper.


Si avviarono verso la casa. Anthony rimase sempre attaccato alle gambe della madre scrutando i suoi “nuovi” nonni. Era rimasto intimorito dallo sguardo dell'uomo, sembrava quasi non approvasse la sua esistenza.

Continua...

Salve a tutti! 

Il mistero si è finalmente svelato! Il ritorno riguardava proprio i genitori di Tony! Secondo voi il piccolo Anthony riuscirà a sorprendere i suoi "nuovi" nonni!? Per scoprirlo basta seguirmi! 

Ringrazio anche a mirianaval e lisa_res che hanno recensito lo scorso capitolo! Naturalmente grazie anche a chi solo legge! 

Un bacio by Sic!

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Capitolo 4
*** Meglio non giudicare ***


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Capitolo 4: Meglio non giudicare


Quando tutti si furono accomodati in salotto con un drink. Cominciarono a parlare del più e del meno.


Tony illustrava a grandi linee i progetti del suo lavoro al padre, che sembrava molto interessato.

Maria aveva cominciato a conoscere di più sua nuora e il nipote.


Pepper mostrava un album di fotografie di Anthony quando era più piccolo a Maria ed il bambino era seduto vicino alla madre, ma non interessato alle foto, piuttosto gli interessava il discorso che stavano facendo suo padre e suo nonno. Li guardava con sguardo curioso, ma non aveva il coraggio di avvicinarsi a loro, allora stava accanto alla sua mamma, continuando ad osservarli.


Tony notò che il figlio li stava fissando.


-Ehy! Piccolo vuoi venire qui con noi?- chiese al figlio, che a quella domanda si nascose ancora di più dietro la figura della madre, scuotendo la testa in segno di negazione.


Anthony non era mai stato un bimbo timido, ma lo sguardo di Howard lo intimoriva e anche se moriva dalla voglia di andare accanto al padre, rimase seduto dov'era.


Dopo il cortese invito di Pepper, Maria e Howard decisero di rimanere per la notte, anche perchè si era fatto abbastanza tardi.


Pepper aveva legato abbastanza con la suocera. Era una donna dolce e simpatica, che sapeva dare molti consigli utili e anche Anthony si era un po' sciolto, cominciando a mostrare il suo vero caratterino alla nonna.


Il piccolo aveva tirato fuori un po' dei suoi giocattoli, perchè non sapeva più cosa fare, e si mise a giocare con i numerosi modellini di aerei.


-Qual è il tuo preferito?- gli chiese Maria, per cominciare un po' a conoscere il nipote.


Anthony non esitò a rispondere, mostrandole subito il giocattolo favorito.


-Questo!- esclamò porgendole il peluche di Iron Man.


-E chi è questo?- domandò la donna, che non aveva mai visto un peluche di quel tipo.


-Lui è il mio papà!- rispose il bimbo sorridendole dolcemente.


Solo dopo, Anthony si accorse che tutti erano piombati in un inquietante silenzio e lo guardavano. Perfino il signore dallo sguardo strano lo stava guardando.


Maria aveva risposto al suo sorriso ridandogli il peluche. Da quella frase si capì perfettamente quanto Tony fosse importante per il piccolo. Lo ammirava veramente tanto. Aveva notato che Tony era maturato tanto, aveva sempre seguito la vita del figlio leggendo giornali, ma i mass media non avevano mai parlato della sua vita sentimentale, per questo quando aveva visto il bimbo, presentatasi come Anthony Stark Jr, era rimasta sbalordita.

Non aveva mai immaginato il figlio nelle vesti di padre e marito, ma ne era rimasta felice, vedendo la bella vita che viveva.


Anche Howard non si era immaginato il figlio in quella vesti, ma, al contrario della moglie, disapprovava. Pensava che sarebbe stato distratto dal suo lavoro, visto l'atteggiamento premuroso e gentile verso la moglie e il figlio.

Lui era sempre stato concentrato sul suo lavoro, senza mai farsi influenzare dalla famiglia. Non era mai stato bravo a esprimere sentimenti e allora non ci aveva mai provato, ritenendo quell'affetto incondizionato inutile.


Anthony continuò a giocare fino a quando, stanco per la giornata, si abbandonò tra le braccia di Morfeo.


Tony notò il figlio addormentato sul divano.


-Vado a mettere a dormire Anthony, poveretto era stanco morto- disse prendendolo in braccio, cercando di non svegliarlo.


-Tranquillo, faccio io resta pure qui!- enunciò Pepper sorridendogli.


Tony le passò il figlio tra le braccia, mentre dormiva tranquillo e pacifico.


-Ti accompagno, così lasciamo quei 2 un po' soli!- esclamò Maria, seguendo la nuora.


-Perfetto, così le mostro la camera dove dormirete-


Tony e Howard rimasero soli in salotto.


-Aspettavo di rimanere soli per parlarne... prima Anthony ci ha interrotto e non hai ancora risposto alla mia domanda: Perchè vi siete nascosti da me per così tanto tempo?- chiese Tony interrompendo il silenzio.


-Ho dovuto farlo, per proteggerti. Molte persone mi volevano morto allora ho dovuto fingere un incidente per scomparire e tua madre ha voluto seguirmi. Per lei è stato duro distaccarsi da te, ma come me pensava, che così non avresti vissuto nel pericolo. Lo S.H.I.E.L.D. ci ha aiutato in questi anni, ora viviamo in Italia sotto falsi nomi. Lo abbiamo fatto per proteggerti...- rispose l'uomo.


-E secondo te è giovato qualcosa?!?! Io non credo! Intanto mi hai lasciato con l'uomo che voleva la tua azienda, che ha cercato di uccidere anche me, facendomi rapire in Afghanistan. Queste cose non le puoi sapere perchè è stato fatto credere altro... ma Obadiah ha tentato di uccidermi 2 volte e la seconda è morto lui! Per non parlare di Vanko! Che è arrivato con voglia di vendetta proprio quando il palladio mi stava uccidendo!- esclamò Tony che non riusciva a credere che lo avevano abbandonato per proteggerlo e alla fine non era servito a niente.


-Palladio?!?! Stavi morendo per il palladio?!?!- domandò sconvolto per quella rivelazione.


-Vedo che non sai molte cose su di me, solo sull'azienda che porto avanti... Forse ti sarai tenuto informato con i mass media, che alla fine non dicono niente... Quando mi hanno tenuto prigioniero, sono stato colpito da una bomba e le schegge mi erano entrate nel petto puntando al cuore... Io vivo con un reattore ad arco nel petto... all'inizio usavo il palladio, ma sfortunatamente il congegno che mi stava tenendo in vita mi stava anche uccidendo. Dopo ho trovato dei vecchi documenti e ho riscoperto un nuovo elemento sostituibile al palladio. Adesso vivo con quello...- disse spiegando a grandi linee, quello che solo pochi sapevano.


-Ora capisco come funziona l'armatura Iron Man, davvero interessante... Potresti venderlo agli studi medici, ne faresti un bel guadagno...- disse Howard, mostrando sempre il suo interesse per l'azienda.


-Non sei cambiato proprio per niente, pensi sempre al lavoro...- enunciò Tony, ormai rassegnato.


-È quello che dovresti fare anche tu! Piuttosto di perder tempo con tuo figlio e tua moglie!- esclamò Howard, dicendo quello che realmente pensava. Tony non poteva credere alle sue orecchie, lo aveva lasciato freddo e calcolatore ed ora era sempre la stessa persona.


-Non ti devi azzardare a parlar male di Pepper ed Anthony! Non osare giudicarmi! Perchè io non sono come te! Io non ho intenzione di vedere mio figlio crescere senza me accanto! Nella mia vita, prima di tutto stanno mia moglie e mio figlio, poi il resto! Loro sono la cosa più importante in assoluto! E non intendo prenderti come esempio, perchè io ne ho sofferto!- esclamò alzando il tono della voce, alterandosi per la frase detta dal padre.


Howard non si aspettava una reazione del genere, aveva toccato un tasto dolente ed era meglio starne alla larga.


-Sono cambiato dal giorno che ho rischiato di perdere Pepper per sempre! E come sempre è stata colpa del solito fottuto nemico desideroso di vendetta per la famiglia Stark! Come puoi notare, la tua fuga mi ha creato più danni invece di giovarmi!- esclamò Tony furibondo.


Pepper e Maria erano subito scese a vedere cosa fosse successo, sentendo le grida di Tony.


-Tony?! Ma che succede?- chiese Pepper non capendo la scenata fatta dall'uomo.


I due si girarono in direzione delle donne. Tony pensò che era meglio chiuderla lì senza ulteriori spiegazioni.


-Niente... lasciamo perdere... Andiamo a dormire, i miei sanno dov'è la stanza...- disse avvicinandosi alla compagna, prendendola per mano e aspettando che dicesse qualcosa.


-Va bene...- rispose la ragazza. -Se avete qualche problema potete chiedere a Jarvis- disse poi ai suoceri. Tony aspettava dando sempre le spalle al padre e senza proferire parola.


-Tranquilla, non vi preoccupate. Andate pure a dormire, buonanotte!- rispose Maria sorridendole come sempre.


-Buonanotte!- esclamò Pepper, per poi seguire Tony.


Maria li guardava e disse tra se:-Come sono carini!- Dopo si girò verso Howard:- Che cosa gli hai detto?!?!- chiese con tono più duro e arrabbiato.


-Io non gli ho detto niente!- esclamò Howard, cercando di discolparsi.


-Non ci credo che non gli hai detto niente! Era arrabbiato! Qualunque cosa tu gli abbia detto, vedi di sistemarla! Vorrei essere presente per il resto della sua vita e lo hai visto quel bambino?!?! Quello è nostro nipote! E Tony ha anche trovato una brava ragazza! Quindi ti impedisco di farlo soffrire ancora!- esclamò arrabbiata, quasi con le lacrime agli occhi.


Howard si rese conto di aver sbagliato, non era nelle giuste posizioni per fare delle accuse, quando nella sua vita aveva sbagliato tutto.

Continua....

Ciao!!!

Questo è il penultimo capitolo di questa storia...

Che dire.... Howard ha reso le cose più complicate e Tony si è messo sulle difensive! Suo padre non era proprio nelle posizioni per giudicare la vita del figlio!

Grazie a mirianaval e lisa_res per aver recensito e ringrazio anche chi ha solo letto! 

Bye bye! By Sic!

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Capitolo 5
*** Le parole che non ti ho detto mai ***


uri 5

Capitolo 5: Le parole che non ti ho detto mai


Andarono a dormire, Howard non riusciva a prendere sonno, si rigirava continuamente nel letto, tormentato dalle parole dette dal figlio. Aveva cercato di proteggerlo andandosene dalla sua vita e invece aveva solo peggiorato le cose, mettendolo sul mirino di tutti.


Decise di andare a fare 4 passi in giro per la casa, perchè non riusciva a dormire.

Arrivò in salotto, le luci erano accese e notò la presenza di Anthony seduto sul divano. Non riuscì a credere ai propri occhi quando vide ciò che il bambino stava facendo: era seduto lì come se niente fosse e in mano teneva un aggeggio, che stava sistemando con la chiave inglese e altri attrezzi.


-Cosa stai facendo lì?- domandò Howard, facendo sobbalzare Anthony, che non si era accorto della sua presenza.


-Non riesco a dormire, allora sono venuto qui a fare qualcosa...- rispose il bimbo.


-Ma cosa stai facendo?- gli chiese l'uomo nuovamente, avvicinandosi a lui.


-Niente di che... sto solo sistemando un pezzo del mio robot... era un po' messo male- disse semplicemente il piccolo, mentre finiva di stringere viti.


-Ah! Quanti anni hai?- domandò cercando di attaccare discorso.


-Ho 3 anni...- rispose il bimbo senza aggiungere nient'altro, intimorito dallo sguardo dell'uomo.


-Solo 3 anni e riesci a sistemare un pezzo di robot da solo?!- chiese stupito dalla rivelazione.


-Sì, ma sono capace di fare molte altre cose! Papà me le ha insegnate quando ero ancora più piccolo, però io non capisco perchè tutte le persone che mi vedono fare queste cose, reagiscono nello stesso modo che hai appena fatto...- enunciò il bimbo, avendo notato che Howard era rimasto magnificamente sorpreso.


-Bhè... forse perchè i bambini della tua età si limitano a giocare con le automobiline o altre cose!- esclamò Howard.


Anthony stava cominciando a prendere più confidenza con l'uomo, allora cominciò a parlare un po' di più.


-Anche io gioco! Ho tanti giocattoli, ma a me piace fare quello che fa il mio papà! Molti dicono che ho preso la sua intelligenza e che gli somiglio molto! E ne sono felice perchè lui è il mio eroe!- esclamò Anthony sorridendogli.


Howard solo con quelle parole capì quanto Tony adorasse la sua famiglia. Non era stato un padre presente per Tony, che quando era bambino ne aveva sofferto e lui non aveva visto crescere suo figlio.


Anthony vide che l'uomo non parlava ed era assorto nei suoi pensieri. Concentrò la sua attenzione su di lui, lasciando da parte il pezzo di robot a cui stava lavorando, somigliava un po' a suo padre: i lineamenti del viso, il colore degli occhi... Sotto certi versi gli somigliava, ma non in tutti. Caratterialmente erano totalmente diversi!


-Quindi tu sei mio nonno?- domandò il bimbo, interrompendo i pensieri di Howard, che a quella domanda rispose con un cenno del capo.


Anthony continuò a fissarlo negli occhi, mentre Howard faceva lo stesso. Il bambino fremeva dalla voglia di chiedergli un'altra cosa... Dopo qualche secondo parlò.


-Posso chiamarti: nonno?- disse con un filo di voce, quanto bastava per farsi sentire.


Howard abbozzò un primo sorriso. Finalmente Anthony era riuscito a smuovere quell'uomo duro e impassibile.


-Certo!- gli rispose, poi.


-Anthony! Che ci fai alzato a quest'ora?- domandò Tony entrando nella stanza e vedendo il figlio sveglio a quell'orario assurdo.


-Non riuscivo a dormire, allora sono venuto qui e mi sono messo a sistemare un pezzo del mio robot!- esclamò mostrandogli il pezzo di metallo.


-Lo sai che non ti impedirei mai di fare il piccolo inventore, ma ad un'ora simile credo che tu debba dormire!-


-Vado subito! Prima riporto questo in laboratorio!- disse Anthony, mostrando il senso dell'ordine preso sicuramente dalla madre. Prese tutti gli oggetti e si diresse verso il laboratorio.


-Fermo lì! Dà qua, che faccio io! Tu fila a letto, perchè se la mamma ti vede alzato, dopo se la prende anche con me!- Tony si abbassò all'altezza del figlio: -Non vorrai mica che succeda?!- disse sorridendogli.


-No, no! Mamma non saprà niente, non farò rumore! Lo prometto!- esclamò il bimbo, per poi dare al padre tutti gli attrezzi che aveva usato.


-Bravo, mostriciattolo! E ora fila sotto le coperte! Ci vediamo domandi mattina!- disse Tony, scherzando e accarezzandogli la testolina.


-Buonanotte! E non sono un mostriciattolo!- esclamò Anthony, salutando il padre e il nonno.


Tony rimase qualche secondo a guardare il figlio che si allontanava, poi si tirò su in piedi, dirigendosi verso il laboratorio.


-Vorrei parlarti...- disse Howard al figlio.


-Seguimi, intanto ti ascolto- enunciò sempre voltandogli le spalle e camminando verso le scale del laboratorio.


Howard lo seguì. Giunti nel laboratorio, Tony accese le luci per vederci meglio e mise al loro posto i vari attrezzi.


-Davvero un bel posto...- disse Howard rompendo il silenzio.


-Già... Comunque cosa devi dirmi?- chiese voltandosi e finalmente guardandolo in faccia.


-Io ho sbagliato tutto nella mia vita. Non sono stato un buon padre, non passavo tanto tempo con te e non ti ho visto crescere... me ne sono pentito. Io non credevo che il mio distacco, ti avrebbe fatto soffrire... ti chiedo scusa- disse Howard non riuscendo a guardare negli occhi il figlio.


-Quella è acqua passata, ma non pensavo che avresti avuto il coraggio di lasciarmi solo a dirigere un'azienda a soli 20 anni...-


-Credevo di aver fatto la cosa giusta, togliendomi dalla circolazione... Ma da quello che mi hai detto, ho solo messo la tua vita in pericolo... e non ho potuto starti vicino...-


-Già... Ho avuto dei problemi in questi anni, avrei avuto bisogno di un consiglio o un parere, ma tu non c'eri...- disse Tony un po' dispiaciuto.


-Volevo chiederti scusa anche per quello che ho detto prima, hai ragione non devo giudicarti. Non avrei mai pensato che tu avessi messo su famiglia, tutti ti descrivono come uno indipendente. Invece sei l'opposto...- enunciò Howard.


-Mi fa piacere che tu l'abbia notato... Da quando sei scomparso sono sempre stato paragonato a te e credimi io non lo sopportavo perchè tutti conoscevano mio padre e invece io no!- esclamò Tony con tono dispiaciuto. -Mi sarebbe piaciuto conoscerti di più, per farmi un'idea sulla persona che eri e ho sempre vissuto con una tua immagine lontana e ignota...-


-Ti chiedo scusa per tutto quello che ti ho fatto passare e hai tutto il diritto di odiarmi!-


-Io non ti odio! Come puoi pensare una cosa simile! Anche se non sei stato sempre presente, hai tentato di farmi diventare qualcuno e per questo ti ringrazio! Di sicuro ti devo ringraziare per il video che mi hai lasciato, con quello mi hai salvato la vita, perchè sono riuscito a scoprire un nuovo elemento sostituibile al palladio!- esclamò Tony pieno di gratitudine.


-La chiave del futuro...- mormorò Howard ricordandosi del filmato.


-Esatto, proprio quello!- disse Tony sorridendogli.


Era piombato il silenzio, Howard non sapeva cosa dire, si sentiva un po' a disagio e si sentiva tremendamente in colpa per quello che aveva fatto passare al figlio.


-Prima... non volevo dire quelle cose... Io ho fatto soffrire te e tua madre per la mia mancanza... non ve lo meritavate e tu hai ragione a non prendermi come esempio. Tua moglie e tuo figlio meritano tutte le tue attenzioni...- disse Howard, facendo molta fatica a dire ciò che pensava.


-Qui c'è poco da dire, senza di loro non riuscirei a vivere! Lo hai visto anche tu quello che quel mostriciattolo e in grado di fare! Non potrei essere più felice di così!-


-Mi ha detto che glielo hai insegnato tu, quel bambino ti ammira tantissimo! Ed ha anche una buona capacità di persuasione... prima abbiamo parlato per pochi minuti e il mondo mi è sembrato migliore!- esclamò l'uomo, non capendo neanche lui come fosse successo.


-Uguale a sua madre!- esclamò Tony, non riuscendo a smettere di sorridere.


-Ero amico del padre di Pepper, mi è capitato più volte di vederla quando era ragazza e mi è sembrata una persona meravigliosa, era sempre gentile, rispettosa e ricordo che suo padre mi diceva che era una ragazza precisa! Da quanto ho visto prima è la persona adatta a te!-


-Lei è unica! E pensare che l'ho avuta come segretaria per tantissimi anni e mi sono accorto di cosa provavo appena 6 anni fa!-


-A volte quello che cerchiamo è proprio quello che già abbiamo!- disse Howard.


Tony non aveva mai parlato così a lungo con suo padre, non aveva alcun ricordo di un gesto affettuoso nei suoi confronti, né di una conversazione che non fosse stata sull'azienda.


-Lo so che è un po' tardi per farti da guida, anche perchè ho già visto che te la cavi perfettamente in qualsiasi caso, ma spero che un giorno riuscirai a perdonarmi... ed ad accettarmi nella tua vita, sempre se lo vorrai...- disse Howard, con le lacrime agli occhi.


Tony non si aspettava una reazione del genere da parte di suo padre: stava piangendo! Quell'uomo da sempre duro e severo, ora stava piangendo davanti ai suoi occhi, chiedendo perdono!


Tony si avvicinò al padre, che teneva lo sguardo basso per nascondere le lacrime, gli poggiò una mano sulla spalla e disse:- Io ti ho già perdonato da tempo e tu e mamma farete sempre parte della mia vita!-


Howard alzò lo sguardo per vedere gli occhi del figlio... erano felici e sinceri.


-Grazie, figliolo!- esclamò Howard, abbracciando Tony.


Tony, ricordando suo padre in momenti difficili, pensava ad una frase che lo aiutava a continuare e che gli svelava il bene che quell'uomo aveva fatto per lui: “Anche se non mi ha detto come vivere: ha semplicemente vissuto e ha lasciato che lo osservassi...” (*)

Adesso avrebbe conosciuto suo padre come tutti lo vedevano, un uomo che aveva cambiato il mondo!


FINE

(*) Questa frase è opera dello scrittore americano Clarence Budington Kelland

NdA: Questa parte è stata sicuramente la più difficile da scrivere! Nel momento in cui Tony e Howard parlavano, era una circostanza difficile dove padre e figlio dovevano chiarirsi. Il loro rapporto non è normale perchè Howard non è mai stato presente nella vita di Tony, dedicandosi solamente al lavoro... Ma fortunatamente il piccolo Anthony Jr gli fa aprire gli occhi, per vedere la vita da un'altra prospettiva.

Ora ringrazio di cuore lisa_res e mirianaval per aver recensito e anche tutti i lettori che hanno letto questa storia! Grazie!

Saluti by Sic!

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