Un ritorno inaspettato di Silvia_sic (/viewuser.php?uid=75909)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incubo ***
Capitolo 2: *** L'importanza di essere padre ***
Capitolo 3: *** Il ritorno ***
Capitolo 4: *** Meglio non giudicare ***
Capitolo 5: *** Le parole che non ti ho detto mai ***
Capitolo 1 *** L'incubo ***
uri 1
Un
ritorno inaspettato
1° capitolo: L'incubo
È
una notte buia, il cielo ricoperto di nubi che nascondono i raggi
luminosi della luna.
Sono
ancora uscito di nascosto dal college dove mi hanno spedito i miei...
eppure a 20 anni credo di sapermela cavare da solo.
Passeggio
tranquillo lungo il marciapiede, per la strada non passa nemmeno una
macchina, piuttosto strano visto che si tratta di una statale...
Ci
sono 2 persone in fondo alla via... un uomo e una donna.... sono
illuminati dalla fioca luce del lampione che si accende e si spegne
ripetutamente. Ma! Aspetta! Quelli sono i miei genitori! Che ci fanno
lì? A quest'ora, poi!?
Forse
sono venuti a cercarmi, è meglio se li raggiungo...
Tic...tac...
Cos'è
stato?
Tic...tac...
Intorno
a me si fa ancora più buio, l'unico punto di luce è sotto quello
stupido lampione, che non resta acceso, dove si trovano i miei...
Muovo
alcuni passi verso di loro, ma non riesco a raggiungerli!
Tic...tac...
Comincio
a correre, ma la luce è sempre più lontana...
Mio
padre si sporge sulla strada e alza un braccio per chiamare un
taxi... perchè lo fa? Per strada non c'è nessuno!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Questo
ticchettio si fa sempre più vicino, sta diventando insopportabile!
Sta
arrivando l'auto, vedo le luci dei fanali...
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
No!
Se ne stanno andando! Devo raggiungerli! Ma più corro e più mi
sembrano lontani! Sento le gocce di sudore inumidirmi la fronte per
poi scivolare lungo le mie guance...
Devo
fermarli!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
In
quella macchina c'è una bomba! Non devono salire! No!
Provo
a chiamarli, ma la mia voce non esce! No! Stanno salendo!
Devo
salvarli! Dalle mie labbra non escono le parole che cerco di gridare!
L'auto
si mette in moto, senza neanche accorgermene mi passa di fianco ad
una velocità inaudita, riesco a vedere il viso dei miei, i loro
sguardi sono rivolti verso di me... Non capiscono quello che dico!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Devono
scendere!!!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Devo
fermare quell'auto!!!
Bip...
Bip... Bip...
BUM!!!
L'auto
viene avvolta dalle fiamme, esplodendo...
NOOOOOOO!!!!
-NOOOOO!!!-
-Tony! Svegliati!!!
Svegliati!!!-
Aprì gli occhi e scattò
seduto, ansimava ed era tutto sudato.
-Va tutto bene?! Stavi
urlando!- esclamò Pepper svegliata dalle urla improvvise di Tony.
Aveva il fiatone, il cuore
che batteva all'impazzata e sgranava gli occhi non capendo cos'era
successo e dov'era...
-Tony?- disse la compagna
richiamandolo, per non aver ottenuto risposta. Gli passò una mano
sulla guancia, girandogli il viso verso di lei per incontrare il suo
sguardo smarrito.
Gli ci vollero un paio di
secondi per farsi un quadro completo della situazione. Era stato
solamente un incubo, cominciò a respirare più lentamente e i
battiti si fecero più regolari.
-Un incubo...- enunciò
appoggiandosi allo schienale del letto. -Scusa se ti ho svegliato...-
-Adesso stai bene? Ne vuoi
parlare?- chiese lei apprensiva.
-Ho sognato l'incidente
dove hanno perso la vita i miei genitori... cercavo di fermarli, ma
non ci sono riuscito... non mi sentivano... e... la macchina è
esplosa...- enunciò ancora confuso del perchè di quell'assurdo
incubo, non gli era mai successo prima di sognare i suoi genitori.
-Ti è mai successo
prima?- domandò Pepper preoccupata.
Lui negò col capo. -Stai
tranquilla, ora sto bene...- disse sorridendole.
-Devi esserti preso un
bello spavento, hai bagnato tutte le lenzuola con il sudore!- esclamò
facendogli notare la leggera coperta completamente bagnata.
-Wow! È meglio se vado a
farmi una doccia! Sono già le 8 e dovremo anche svegliare Anthony.
Pensi tu a togliere questo sudiciume?- domandò Tony guardando l'ora.
-Non preoccuparti ci penso
io! Va pure a farti una doccia rilassante!- esclamò cercando di
rassicurarlo un po'.
Si mise seduto,
appoggiando i piedi sul gelido pavimento, si passò le mani tra i
capelli, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e rimanendo fermo in
quella posizione a guardare un punto fisso.
Cosa voleva dirgli quel
sogno? Cosa significava?
Queste domande gli
tempestavano la testa e non riusciva a trovare delle risposte.
-Ehy! Non preoccuparti!-
esclamò Pepper, riportandolo con i piedi per terra. Gli circondò le
spalle da dietro, abbracciandolo.
Tony girò il capo verso
di lei guardandola negli occhi, lei gli sorrise.
-Era solo un
incubo!-esclamò tranquillamente, allora lui le sorrise, forse aveva
ragione, e la baciò.
-Ora preparati che
dobbiamo andare! Intanto che ti fai la doccia, io vado a svegliare
Anthony.- disse Pepper alzandosi, ma venne subito bloccata.
-Aspetta un secondo! Anche
tu dovresti farti una doccia, eri vicino a me e sono tutto
sudaticcio!- disse guardandola con sguardo malizioso.
-Ma non mi hai toccato!-
esclamò lei avendo già capito le sue intenzioni.
-Come no! E questi?- disse
cominciandole a baciare il collo.
-Ti prego! Siamo già
tardi!- esclamò ridendo alle avances di lui.
-Avanti, principessa,
dovremo pur farci belli! E poi le persone importanti si fanno sempre
aspettare!- esclamò prendendola tra le braccia e portandola verso il
bagno della camera.
********************************************************************************
Dopo essersi finito di
preparare, Tony raggiunse Pepper ed Anthony in cucina, dove il
piccolo stava facendo colazione.
-Buongiorno, papà!-
esclamò il bambino appena vide il padre varcare la soglia della
stanza.
-Ehilà! Dormito bene?!
Sei pronto per questa bella giornata?- domandò Tony accarezzandogli
la testolina con i capelli tutti arruffati.
-Sono prontissimo! Mi fai
fare un giretto sull'SR-71? Vero!?- chiese speranzoso il bimbo,
mentre addentava una brioche.
Quella mattina andavano
alla base Edward Air Force, dove Tony doveva discutere di alcune
pratiche con l'esercito.
-Certo! Sfrecceremo per i
cieli alla velocità della luce!- esclamò Tony, ma subito fu
fulminato dallo sguardo della compagna, che non aveva la minima
intenzione di mettere in pericolo la vita del suo adorato bambino.
Allora Tony si corresse
immediatamente: -Dobbiamo prima chiedere al colonnello Rhodes, se
possiamo usarlo...-
-Uff! Rhody di sicuro dirà
di no! Vabbè... Però quando sarò più grande, oltre a fare il
lavoro che fai tu, diventerò un pilota dell'esercito!!!- esclamò
Anthony ormai già sicuro della sua scelta professionale.
Tony si sedette a tavola
versandosi una calda e fumante tazza di caffè, rimase a contemplare
il colore scuro della bevanda e il suo pensiero si spostò ancora
sull'incubo fatto e quale significato poteva avere.
-Non ci pensare!- disse
Pepper poggiandogli una mano sulla spalla e riportandolo con i piedi
per terra.
Lui le sorrise cercando di
mascherare i suoi pensieri e i tormenti riguardo quel sogno, poi
cambiò subito discorso.
-Per quale motivo dobbiamo
andare alla base Edward Air Force, se potevano venire loro alla Stark
industries?-
-Perchè sei tu che devi
chiudere il contratto e soprattutto sarebbe scortese far muovere
l'esercito solo per un tuo capriccio! Poi almeno rivedi Rhody è da
tanto tempo che non lo senti, potreste scambiarvi 2 parole...-
rispose lei buttandola lì.
-Sì, è vero! È da tanto
che non lo sento... mi sembra un'ottima idea!- esclamò non avendo
pensato ai lati positivi della giornata.
-Allora andiamo a trovare
anche Rhody?!?- domandò il bimbo entusiasta di rivedere l'amico del
padre.
-Ovvio, se lavora lì, mi
sembra più che giusto... Così ci farà sfrecciare per i cieli con
l'SR-71!!!- esclamò Tony sollevando il figlio e facendo finta di
farlo volare in aria.
-Siiiiiiiiiii!!!- esclamò
Anthony divertito.
Continua...
Ciao! Eccomi tornata!
Spero che come inizio vi invogli a
continuare a seguirmi... Che vorrà dire quel sogno? Mah!
Il sogno è il mio primo scritto in
prima persona... è ed il primo stralcio scritto così, cmq ho preso
la mano e ora riesco a cavarmela anche in quel campo!
Che altro dire? Bhè... se sono
riuscita ad incuriosirvi seguite la mia storia! ; )
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Capitolo 2 *** L'importanza di essere padre ***
uri 2
2° capitolo: L'importanza di essere
padre
-Dai, papà! Siamo tardi! Muoviti!-
esclamò Anthony afferrando la mano del padre e tirandolo per lo spiazzo della
base aerea.
-Sì, Sì, arrivo! E poi le persone
importanti si fanno aspettare! Prendi tua madre che ci ha fatto aspettare 40min
per prepararsi!-
-Ehy! Sono una donna e ho bisogno di
tempo per prepararmi!- disse Pepper giustificandosi.
Entrarono tutti e tre nello
stabilimento, dove li aspettavano alcuni soldati con il colonnello
Rhodes.
-Ciao, Rhody!- salutò il piccolo
Anthony.
-Guarda chi si vede! La famiglia
Stark al completo!- esclamò il colonnello vedendoli. -Wow! Anthony, sei
cresciuto molto dall'ultima volta che ti ho visto!- enunciò guardando il bambino
che teneva la mano di Tony.
-Tu dici?! Io sono alto così già da
parecchi anni!- rispose Tony con ironia.
Il bimbo rise divertito, aveva lo
stesso nome del padre, che però veniva sempre chiamato con il diminutivo di
“Tony” e a pensarci bene il bimbo non aveva mai sentito chiamare il padre con il
suo vero nome.
-Di sicuro non parlavo con te!-
esclamò il colonnello, poi guardò l'ora e disse: - le solite 2 ore di ritardo
non mancano mai, eh?!-
-Siamo elegantemente in ritardo!-
puntualizzò Tony.
-Questa volta è stata colpa mia,
scusa!- enunciò Pepper.
-Tranquilli! Siamo qua tutto il
giorno, potevate venire a qualunque ora desideravate!- esclamò Rhody.
-Ok! Possiamo cominciare! Anthony,
stai con la mamma, intanto che io parlo con questi signori.- disse Tony al
figlio che gli teneva la mano.
Anthony andò da Pepper e la portò a
vedere i grandi aerei da guerra militari.
Tony intanto illustrò il progetto a
cui l'esercito si era interessato, ormai non più materiale bellico, ma vari
prototipi di motori a reazione per i freccia militari.
Ora la Stark industries si occupava
di molte più cose rispetto ad anni prima. Per esempio forniva energia a tutto il
mondo grazie al reattore ad arco.
Il contratto fu chiuso con successo e
con grande soddisfazione da parte di tutti.
Rhody e Tony rimasero soli per
scambiarsi 2 chiacchiere.
-Allora come te la passi?- chiese
Tony all'amico.
-Molto bene, sto per salire di grado
e diventare generale.- rispose Rhody soddisfatto.
-Wow! Complimenti! Poi, senti come
suona bene: “Generale Rhodes”!!!-
-AhAh! Già hai ragione! E tu nelle
vesti di padre come te la cavi?-
-Bhè... mi dà un bel da fare, è un
bimbo sveglio e attivo! Credo che Anthony e Pepper siano la cosa più bella che
ho!- disse guardando in lontananza il bimbo in braccio alla madre, impegnato a
spiegarle tutte le parti dell'aereo.
-Sai Tony, fin da quando ti conosco
non ti avevo mai visto così felice...- Rhody stava continuando a parlare, ma
Tony non lo sentiva...
Davanti agli occhi gli si era
presentata la stessa scena del sogno... il lampione, i suoi genitori, l'auto, il
ticchettio ed infine l'esplosione.
-Ehy! Tony! Mi stai ascoltando!?
Cos'hai?- chiese il colonnello notando lo sguardo perso dell'amico.
Era stato solo per un paio di
secondi, ma nella sua testa era durato un eternità. Riprese coscienza su quello
che stava succedendo. Si sentiva debole e a malapena le gambe lo tenevano in
piedi.
-Ehy! Tutto bene?- gli domandò di
nuovo Rhodes. Tony lo guardò per un secondo poi disse: -Devo
sedermi...-
Rhody lo fece accomodare su una sedia
non poco lontana.
-Vuoi un bicchiere d'acqua? Che
succede? Ancora il palladio?- chiese ricordandosi dello spiacevole inconveniente
di anni prima.
-No, no! Non uso più palladio,
altrimenti sarei già morto! Quel sogno mi perseguita, vuole dirmi qualcosa!-
esclamò Tony.
-Quale sogno?-
-Ho sognato l'incidente dove sono
morti i miei genitori... e adesso l'ho rivisto...- spiegò Tony in poche parole
senza entrare nei dettagli.
-Oggi quante volte ti è successo?-
chiese Rhody, guardandolo un po' stranito.
-Solo ora da quando l'ho sognato...
secondo me vuole dirmi qualcosa...- disse Tony.
-E cosa di preciso? È solo un sogno!
Mica crederai in quelle baggianate!- esclamò il colonnello sempre più
sorpreso.
-Figurarsi se ci credo! Ma questa
volta è diverso... sembra tutto così reale!-
-Non sarà nulla! Forse è perchè ci
pensi continuamente- propose Rhody, cercando una qualunque spiegazione
possibile.
-Hai ragione! Devo smettere di
pensarci! Sarà solo un po' di stress, mi passerà!- esclamò Tony
auto-convincendosi. -Si è fatto tardi, è meglio che ti lasci lavorare,
altrimenti non fai niente tutto il giorno!-
-Ridendo e scherzando sono già
passate 2 ore! Hai proprio ragione, dovrei tornare in servizio altrimenti mi
gioco il posto da generale!- esclamò Rhody, scherzando.
Proprio in quel momento il piccolo
Anthony corse verso il padre.
-Allora facciamo il giro sul
SR-71???- domandò il piccolo speranzoso.
-Questa volta passiamo, Rhody ha
molto lavoro da fare e noi dobbiamo andare...- rispose Tony, pentito di aver
messo in testa al figlio quell'idea.
-Ok...- disse il bimbo un po'
dispiaciuto.
-Non essere triste! Questo pomeriggio
prometto che ti porto al Luna Park! Che ne dici!?-disse prendendo in braccio il
figlio e mettendolo su un fianco.
-Dici davvero?!- domandò Anthony con
gli occhi colmi di felicità.
-Certo che sì, campione!-
-Che bello!!! Mamma, papà mi porta al
Luna Park!- disse il piccolo alla madre anche se era lì e aveva sentito
tutto.
Pepper gli sorrise dolcemente, poi
guardò l'ora e disse:- Prima però dobbiamo fare molte cose, è meglio
andare-
Tony passò il figlio dalle sue
braccia a quelle di Pepper.
-Avviatevi, io vi raggiungo subito-
enunciò Tony.
Pepper ed Anthony salutarono Rhody e
andarono verso l'uscita.
-Allora ci si vede! Alla prossima, e
grazie di tutto!- esclamò Rhody, salutando l'amico.
-Piuttosto io ringrazio te, mi ha
fatto piacere rivederti! Spero di rivederti Generale! E mi aspetto l'invito per
la cerimonia, ci conto!- esclamò Tony camminando all'indietro verso
l'uscita.
-Sarà fatto! Ci vediamo!- disse
Rhody, tornando al suo lavoro.
-Tony! Quasi dimenticavo... - Tony si
girò verso la sua direzione -Sei un padre fantastico!- esclamò Rhody, Tony
sorrise, alzò un braccio in segno di saluto e poi uscì dallo
stabilimento.
Continua...
Ciao!!! Fine del secondo capitolo...
Ringrazio mirianaval e lisa_res per aver recensito lo scorso capitolo, mi
fa molto piacere che vi sia piaciuto!
Grazie anche a chi ha solo
letto! Vi aspetto per il 3° capitolo! ciao!!!!
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Capitolo 3 *** Il ritorno ***
uri3
Capitolo 3: Il ritorno
Passarono tutto il
pomeriggio fuori casa, prima per le varie commissioni e poi al Luna
Park come era stato promesso al bimbo, che si divertì tantissimo tra
le varie giostre.
Arrivarono a casa al
crepuscolo, quando il sole rosso fuoco risplendeva sul limpido e
calmo mare dell'oceano Pacifico.
Giunsero davanti
all'immensa casa con l'auto, dopo un lungo viaggio tormentato dal
continuo vociare del piccolo Anthony, che era ancora tutto eccitato
dalla splendida giornata.
-Fermo 2 secondi! Prendi
una pausa!- disse Pepper al figlio che continuava a parlare per
niente stanco.
-Ok! Però posso fare
un'ultima domanda?- chiese Anthony, quando il padre spense il motore.
-Certo!- esclamò Tony,
voltandosi verso il bimbo seduto dietro.
Anthony si alzò in piedi
e si avvicinò ai sedili anteriori. -Chi sono quelle 2 persone?-
domandò, indicando un uomo e una donna accanto alla ringhiera del
piccolo belvedere davanti casa.
Pepper e Tony si girarono
verso il punto indicato dal ditino del bimbo.
-Non saprei, forse cercano
te, Tony. Prova ad andare a vedere- disse Pepper.
-Sì, vado subito. Intanto
entrate in casa che vi raggiungo subito!- esclamò scendendo dalla
macchina e avviandosi verso i 2 sconosciuti.
Anthony e Pepper non
entrarono subito in casa, attendevano accanto all'auto tentando di
scoprire l'identità dei 2 sconosciuti.
Erano di schiena e
ammiravano il mare, non si erano girati sentendo l'auto.
-Scusate! Vi serve
qualcosa?!- chiese cortesemente Tony, facendo sentire la sua presenza
ad un paio di metri da loro.
I 2 si girarono, un uomo e
una donna, un po' anziani e Tony li conosceva e loro conoscevano
Tony, eccome se lo conoscevano!
Tony non riusciva a
credere ai propri occhi, non riusciva a crederci, indietreggiò di un
paio di passi, mantenendo lo sguardo verso di loro.
-...voi, ...cos...,
dov...- Tony non riusciva a formulare le parole.
Si girò verso la moglie
ed il figlio per assicurarsi che era tutto reale e che non era
un'allucinazione.
-Oddio!- riuscì ad
esclamare, passandosi una mano sul viso.
Lui: un uomo con
corporatura magra e altezza media, capelli grigio topo, un po'
stempiato, un paio di baffi, occhi scuri con lineamento severo.
Lei: una donna bassina un
po' robusta, capelli biondi cotonati, grandi occhi color nocciola
resi lucidi dalle lacrime e un sorriso dolce.
-Se è uno scherzo non è
affatto divertente!- esclamò Tony, sorpreso di vedere quei 2.
-No, non è uno
scherzo...- enunciò la voce profonda dell'uomo -... siamo tornati
figliolo!-
Esatto i 2 individui che
aspettavano l'arrivo di Tony, erano proprio Howard e Maria Stark. I
suoi genitori.
La donna piangeva dalla
contentezza di aver rivisto l'adorato figlio, mentre l'uomo era
rimasto impassibile e fissava tranquillamente Tony negli occhi scuri
come i suoi.
-Non può essere, i miei
genitori sono morti circa 20 anni fa in un incidente stradale!-
esclamò Tony incredulo.
-Era tutto falso, siamo
dovuti scomparire dalla faccia della terra per vari problemi e
abbiamo fatto credere di essere morti.- spiegò Howard con il suo
immancabile sguardo calcolatore verso il figlio.
-Fatti abbracciare!!!-
esclamò Maria Stark ancora commossa, avvicinandosi al figlio e
abbracciandolo.
Intanto il piccolo Anthony
e Pepper guardavano la scena da lontano.
-Perchè quella signora
abbraccia papà?- domandò il bimbo alzando lo sguardo verso la
madre, mentre lo teneva per mano.
-Forse sono dei suoi
lontani parenti, ma da qui non riesco a vederli bene, non li
riconosco- disse Pepper anche lei un po' incuriosita. Vedeva Tony
conversare con quelle 2 persone e non capiva proprio chi fossero!
-Io vado a vedere chi
sono!- esclamò il bimbo correndo verso il padre così velocemente
che Pepper si accorse solo dopo che il figlio le aveva lasciato la
mano.
-Anthony! Vieni subito
qui!- esclamò Pepper non alzando troppo la voce e cercando di
richiamare il bambino, ma non la sentì. Quindi si avviò anche lei
verso il gruppetto.
Era successo tutto così
in fretta, forse il sogno che aveva fatto voleva dirgli proprio
quello!
Tony era leggermente
irritato per il fatto che i suoi genitori si erano dati per morti e
poi dopo circa 20 anni erano rispuntati fuori senza preavviso.
-Che ti succede, Tony?
Qualcosa che non va?- chiese la madre notando che il figlio non aveva
risposto all'abbraccio.
-Perchè? Perchè vi siete
nascosti da me per così tanti anni!? Voi non vi rendete conto che
per me è stato durissimo! E ora rispuntate così! Cosa
pretendete???- domandò Tony un po' arrabbiato.
-Lo abbiamo fatto solo per
il tuo bene. Mi volevano morto e per non metterti in pericolo...-
disse Howard, bloccandosi e non finendo la frase.
Infatti Anthony si era
avvicinato al padre, curioso di vedere chi fossero i 2 individui.
Il piccolo si aggrappò
alla gamba del genitore e vi appoggiò la testolina, continuando a
guardare quell'uomo dallo sguardo severo e la donna che sorrideva.
A quel tocco Tony si
accorse della presenza del figlio e abbassò la testa per guardarlo.
Ci fu un momento di
silenzio e tutti fissavano il bimbo, poi Anthony prese un po' di
coraggio, fece un passo in avanti verso la coppia, tendendo la mano
aspettando che gliela stringessero.
I 2 guardarono gli
occhioni del piccolo, azzurri come quelli della madre, ma con la
stessa forma del padre.
Howard gli strinse la mano
e poi anche Maria, solo allora il bimbo parlò:
-Piacere! Io sono Anthony
Stark Jr!- esclamò mostrando lo stesso carattere del padre.
Tony rise divertito,
mentre Howard osservava il bimbo sgranando gli occhi e Maria scoppiò
nuovamente a piangere per la commozione.
Anthony non capiva bene la
situazione, si girò verso il padre che sorrideva e chiese
innocentemente:- Ho detto qualcosa che non va?-
In quel momento arrivò
anche Pepper che finalmente riconobbe i reali genitori di suo marito.
-Ed ecco qua l'altra luce
della mia vita!- esclamò Tony circondandole un braccio sui fianchi e
avvicinandola a se.
Howard e Maria erano
veramente sbalorditi. In 2 modi diversi però: Maria singhiozzava per
la felicità di suo figlio, mentre il marito sgranava gli occhi come
incredulo di vedere il suo unico figlio con una famiglia.
-Lei è Pepper, mia moglie,
e lui è Anthony, nostro figlio!- disse Tony cominciando le
presentazioni.
-Loro, invece sono i miei
genitori: Howard e Maria Stark!-
-Molto piacere!- disse
Pepper, stringendo le mani ai suoceri.
Ora Tony aveva lasciato i
genitori senza parole, proprio non se lo aspettavano.
-Dopo mi dovrai spiegare
un paio di cosette, perchè credo di non aver capito bene...- disse
Pepper sotto voce a Tony.
-Il bello è che non l'ho
capito nemmeno io!- esclamò ridendo per l'assurda e inaspettata
situazione.
-Ok... bhè... mi
sembrerebbe più opportuno entrare in casa, così ci mettiamo
comodi.- propose Pepper.
Si avviarono verso la
casa. Anthony rimase sempre attaccato alle gambe della madre
scrutando i suoi “nuovi” nonni. Era rimasto intimorito dallo
sguardo dell'uomo, sembrava quasi non approvasse la sua esistenza.
Continua...
Salve a tutti!
Il
mistero si è finalmente svelato! Il ritorno riguardava proprio i
genitori di Tony! Secondo voi il piccolo Anthony riuscirà a
sorprendere i suoi "nuovi" nonni!? Per scoprirlo basta seguirmi!
Ringrazio
anche a mirianaval e lisa_res che hanno recensito lo scorso capitolo!
Naturalmente grazie anche a chi solo legge!
Un bacio by Sic!
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Capitolo 4 *** Meglio non giudicare ***
uri 4
Capitolo 4: Meglio non giudicare
Quando tutti si furono
accomodati in salotto con un drink. Cominciarono a parlare del più e
del meno.
Tony illustrava a grandi
linee i progetti del suo lavoro al padre, che sembrava molto
interessato.
Maria aveva cominciato a
conoscere di più sua nuora e il nipote.
Pepper mostrava un album
di fotografie di Anthony quando era più piccolo a Maria ed il
bambino era seduto vicino alla madre, ma non interessato alle foto,
piuttosto gli interessava il discorso che stavano facendo suo padre e
suo nonno. Li guardava con sguardo curioso, ma non aveva il coraggio
di avvicinarsi a loro, allora stava accanto alla sua mamma,
continuando ad osservarli.
Tony notò che il figlio
li stava fissando.
-Ehy! Piccolo vuoi venire
qui con noi?- chiese al figlio, che a quella domanda si nascose
ancora di più dietro la figura della madre, scuotendo la testa in
segno di negazione.
Anthony non era mai stato
un bimbo timido, ma lo sguardo di Howard lo intimoriva e anche se
moriva dalla voglia di andare accanto al padre, rimase seduto
dov'era.
Dopo il cortese invito di
Pepper, Maria e Howard decisero di rimanere per la notte, anche
perchè si era fatto abbastanza tardi.
Pepper aveva legato
abbastanza con la suocera. Era una donna dolce e simpatica, che
sapeva dare molti consigli utili e anche Anthony si era un po'
sciolto, cominciando a mostrare il suo vero caratterino alla nonna.
Il piccolo aveva tirato
fuori un po' dei suoi giocattoli, perchè non sapeva più cosa fare,
e si mise a giocare con i numerosi modellini di aerei.
-Qual è il tuo
preferito?- gli chiese Maria, per cominciare un po' a conoscere il
nipote.
Anthony non esitò a
rispondere, mostrandole subito il giocattolo favorito.
-Questo!- esclamò
porgendole il peluche di Iron Man.
-E chi è questo?- domandò
la donna, che non aveva mai visto un peluche di quel tipo.
-Lui è il mio papà!-
rispose il bimbo sorridendole dolcemente.
Solo dopo, Anthony si
accorse che tutti erano piombati in un inquietante silenzio e lo
guardavano. Perfino il signore dallo sguardo strano lo stava
guardando.
Maria aveva risposto al
suo sorriso ridandogli il peluche. Da quella frase si capì
perfettamente quanto Tony fosse importante per il piccolo. Lo
ammirava veramente tanto. Aveva notato che Tony era maturato tanto,
aveva sempre seguito la vita del figlio leggendo giornali, ma i mass
media non avevano mai parlato della sua vita sentimentale, per questo
quando aveva visto il bimbo, presentatasi come Anthony Stark Jr, era
rimasta sbalordita.
Non aveva mai immaginato
il figlio nelle vesti di padre e marito, ma ne era rimasta felice,
vedendo la bella vita che viveva.
Anche Howard non si era
immaginato il figlio in quella vesti, ma, al contrario della moglie,
disapprovava. Pensava che sarebbe stato distratto dal suo lavoro,
visto l'atteggiamento premuroso e gentile verso la moglie e il
figlio.
Lui era sempre stato
concentrato sul suo lavoro, senza mai farsi influenzare dalla
famiglia. Non era mai stato bravo a esprimere sentimenti e allora non
ci aveva mai provato, ritenendo quell'affetto incondizionato inutile.
Anthony continuò a
giocare fino a quando, stanco per la giornata, si abbandonò tra le
braccia di Morfeo.
Tony notò il figlio
addormentato sul divano.
-Vado a mettere a dormire
Anthony, poveretto era stanco morto- disse prendendolo in braccio,
cercando di non svegliarlo.
-Tranquillo, faccio io
resta pure qui!- enunciò Pepper sorridendogli.
Tony le passò il figlio
tra le braccia, mentre dormiva tranquillo e pacifico.
-Ti accompagno, così
lasciamo quei 2 un po' soli!- esclamò Maria, seguendo la nuora.
-Perfetto, così le mostro
la camera dove dormirete-
Tony e Howard rimasero
soli in salotto.
-Aspettavo di rimanere
soli per parlarne... prima Anthony ci ha interrotto e non hai ancora
risposto alla mia domanda: Perchè vi siete nascosti da me per così
tanto tempo?- chiese Tony interrompendo il silenzio.
-Ho dovuto farlo, per
proteggerti. Molte persone mi volevano morto allora ho dovuto fingere
un incidente per scomparire e tua madre ha voluto seguirmi. Per lei è
stato duro distaccarsi da te, ma come me pensava, che così non
avresti vissuto nel pericolo. Lo S.H.I.E.L.D. ci ha aiutato in questi
anni, ora viviamo in Italia sotto falsi nomi. Lo abbiamo fatto per
proteggerti...- rispose l'uomo.
-E secondo te è giovato
qualcosa?!?! Io non credo! Intanto mi hai lasciato con l'uomo che
voleva la tua azienda, che ha cercato di uccidere anche me, facendomi
rapire in Afghanistan. Queste cose non le puoi sapere perchè è
stato fatto credere altro... ma Obadiah ha tentato di uccidermi 2
volte e la seconda è morto lui! Per non parlare di Vanko! Che è
arrivato con voglia di vendetta proprio quando il palladio mi stava
uccidendo!- esclamò Tony che non riusciva a credere che lo avevano
abbandonato per proteggerlo e alla fine non era servito a niente.
-Palladio?!?! Stavi
morendo per il palladio?!?!- domandò sconvolto per quella
rivelazione.
-Vedo che non sai molte
cose su di me, solo sull'azienda che porto avanti... Forse ti sarai
tenuto informato con i mass media, che alla fine non dicono niente...
Quando mi hanno tenuto prigioniero, sono stato colpito da una bomba e
le schegge mi erano entrate nel petto puntando al cuore... Io vivo
con un reattore ad arco nel petto... all'inizio usavo il palladio, ma
sfortunatamente il congegno che mi stava tenendo in vita mi stava
anche uccidendo. Dopo ho trovato dei vecchi documenti e ho riscoperto
un nuovo elemento sostituibile al palladio. Adesso vivo con
quello...- disse spiegando a grandi linee, quello che solo pochi
sapevano.
-Ora capisco come funziona
l'armatura Iron Man, davvero interessante... Potresti venderlo agli
studi medici, ne faresti un bel guadagno...- disse Howard, mostrando
sempre il suo interesse per l'azienda.
-Non sei cambiato proprio
per niente, pensi sempre al lavoro...- enunciò Tony, ormai
rassegnato.
-È quello che dovresti
fare anche tu! Piuttosto di perder tempo con tuo figlio e tua
moglie!- esclamò Howard, dicendo quello che realmente pensava. Tony
non poteva credere alle sue orecchie, lo aveva lasciato freddo e
calcolatore ed ora era sempre la stessa persona.
-Non ti devi azzardare a
parlar male di Pepper ed Anthony! Non osare giudicarmi! Perchè io
non sono come te! Io non ho intenzione di vedere mio figlio crescere
senza me accanto! Nella mia vita, prima di tutto stanno mia moglie e
mio figlio, poi il resto! Loro sono la cosa più importante in
assoluto! E non intendo prenderti come esempio, perchè io ne ho
sofferto!- esclamò alzando il tono della voce, alterandosi per la
frase detta dal padre.
Howard non si aspettava
una reazione del genere, aveva toccato un tasto dolente ed era meglio
starne alla larga.
-Sono cambiato dal giorno
che ho rischiato di perdere Pepper per sempre! E come sempre è stata
colpa del solito fottuto nemico desideroso di vendetta per la
famiglia Stark! Come puoi notare, la tua fuga mi ha creato più danni
invece di giovarmi!- esclamò Tony furibondo.
Pepper e Maria erano
subito scese a vedere cosa fosse successo, sentendo le grida di Tony.
-Tony?! Ma che succede?-
chiese Pepper non capendo la scenata fatta dall'uomo.
I due si girarono in
direzione delle donne. Tony pensò che era meglio chiuderla lì senza
ulteriori spiegazioni.
-Niente... lasciamo
perdere... Andiamo a dormire, i miei sanno dov'è la stanza...- disse
avvicinandosi alla compagna, prendendola per mano e aspettando che
dicesse qualcosa.
-Va bene...- rispose la
ragazza. -Se avete qualche problema potete chiedere a Jarvis- disse
poi ai suoceri. Tony aspettava dando sempre le spalle al padre e
senza proferire parola.
-Tranquilla, non vi
preoccupate. Andate pure a dormire, buonanotte!- rispose Maria
sorridendole come sempre.
-Buonanotte!- esclamò
Pepper, per poi seguire Tony.
Maria li guardava e disse
tra se:-Come sono carini!- Dopo si girò verso Howard:- Che cosa gli
hai detto?!?!- chiese con tono più duro e arrabbiato.
-Io non gli ho detto
niente!- esclamò Howard, cercando di discolparsi.
-Non ci credo che non gli
hai detto niente! Era arrabbiato! Qualunque cosa tu gli abbia detto,
vedi di sistemarla! Vorrei essere presente per il resto della sua
vita e lo hai visto quel bambino?!?! Quello è nostro nipote! E Tony
ha anche trovato una brava ragazza! Quindi ti impedisco di farlo
soffrire ancora!- esclamò arrabbiata, quasi con le lacrime agli
occhi.
Howard si rese conto di
aver sbagliato, non era nelle giuste posizioni per fare delle accuse,
quando nella sua vita aveva sbagliato tutto.
Continua....
Ciao!!!
Questo è il penultimo capitolo di questa storia...
Che
dire.... Howard ha reso le cose più complicate e Tony si
è messo sulle difensive! Suo padre non era proprio nelle
posizioni per giudicare la vita del figlio!
Grazie a mirianaval e lisa_res per aver recensito e ringrazio anche chi ha solo letto!
Bye bye! By Sic!
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Capitolo 5 *** Le parole che non ti ho detto mai ***
uri 5
Capitolo 5: Le parole che non ti ho
detto mai
Andarono a dormire, Howard
non riusciva a prendere sonno, si rigirava continuamente nel letto,
tormentato dalle parole dette dal figlio. Aveva cercato di
proteggerlo andandosene dalla sua vita e invece aveva solo peggiorato
le cose, mettendolo sul mirino di tutti.
Decise di andare a fare 4
passi in giro per la casa, perchè non riusciva a dormire.
Arrivò in salotto, le
luci erano accese e notò la presenza di Anthony seduto sul divano.
Non riuscì a credere ai propri occhi quando vide ciò che il bambino
stava facendo: era seduto lì come se niente fosse e in mano teneva
un aggeggio, che stava sistemando con la chiave inglese e altri
attrezzi.
-Cosa stai facendo lì?-
domandò Howard, facendo sobbalzare Anthony, che non si era accorto
della sua presenza.
-Non riesco a dormire,
allora sono venuto qui a fare qualcosa...- rispose il bimbo.
-Ma cosa stai facendo?-
gli chiese l'uomo nuovamente, avvicinandosi a lui.
-Niente di che... sto solo
sistemando un pezzo del mio robot... era un po' messo male- disse
semplicemente il piccolo, mentre finiva di stringere viti.
-Ah! Quanti anni hai?-
domandò cercando di attaccare discorso.
-Ho 3 anni...- rispose il
bimbo senza aggiungere nient'altro, intimorito dallo sguardo
dell'uomo.
-Solo 3 anni e riesci a
sistemare un pezzo di robot da solo?!- chiese stupito dalla
rivelazione.
-Sì, ma sono capace di
fare molte altre cose! Papà me le ha insegnate quando ero ancora più
piccolo, però io non capisco perchè tutte le persone che mi vedono
fare queste cose, reagiscono nello stesso modo che hai appena
fatto...- enunciò il bimbo, avendo notato che Howard era rimasto
magnificamente sorpreso.
-Bhè... forse perchè i
bambini della tua età si limitano a giocare con le automobiline o
altre cose!- esclamò Howard.
Anthony stava cominciando
a prendere più confidenza con l'uomo, allora cominciò a parlare un
po' di più.
-Anche io gioco! Ho tanti
giocattoli, ma a me piace fare quello che fa il mio papà! Molti
dicono che ho preso la sua intelligenza e che gli somiglio molto! E
ne sono felice perchè lui è il mio eroe!- esclamò Anthony
sorridendogli.
Howard solo con quelle
parole capì quanto Tony adorasse la sua famiglia. Non era stato un
padre presente per Tony, che quando era bambino ne aveva sofferto e
lui non aveva visto crescere suo figlio.
Anthony vide che l'uomo
non parlava ed era assorto nei suoi pensieri. Concentrò la sua
attenzione su di lui, lasciando da parte il pezzo di robot a cui
stava lavorando, somigliava un po' a suo padre: i lineamenti del
viso, il colore degli occhi... Sotto certi versi gli somigliava, ma
non in tutti. Caratterialmente erano totalmente diversi!
-Quindi tu sei mio nonno?-
domandò il bimbo, interrompendo i pensieri di Howard, che a quella
domanda rispose con un cenno del capo.
Anthony continuò a
fissarlo negli occhi, mentre Howard faceva lo stesso. Il bambino
fremeva dalla voglia di chiedergli un'altra cosa... Dopo qualche
secondo parlò.
-Posso chiamarti: nonno?-
disse con un filo di voce, quanto bastava per farsi sentire.
Howard abbozzò un primo
sorriso. Finalmente Anthony era riuscito a smuovere quell'uomo duro e
impassibile.
-Certo!- gli rispose, poi.
-Anthony! Che ci fai
alzato a quest'ora?- domandò Tony entrando nella stanza e vedendo il
figlio sveglio a quell'orario assurdo.
-Non riuscivo a dormire,
allora sono venuto qui e mi sono messo a sistemare un pezzo del mio
robot!- esclamò mostrandogli il pezzo di metallo.
-Lo sai che non ti
impedirei mai di fare il piccolo inventore, ma ad un'ora simile credo
che tu debba dormire!-
-Vado subito! Prima
riporto questo in laboratorio!- disse Anthony, mostrando il senso
dell'ordine preso sicuramente dalla madre. Prese tutti gli oggetti e
si diresse verso il laboratorio.
-Fermo lì! Dà qua, che
faccio io! Tu fila a letto, perchè se la mamma ti vede alzato, dopo
se la prende anche con me!- Tony si abbassò all'altezza del figlio:
-Non vorrai mica che succeda?!- disse sorridendogli.
-No, no! Mamma non saprà
niente, non farò rumore! Lo prometto!- esclamò il bimbo, per poi
dare al padre tutti gli attrezzi che aveva usato.
-Bravo, mostriciattolo! E
ora fila sotto le coperte! Ci vediamo domandi mattina!- disse Tony,
scherzando e accarezzandogli la testolina.
-Buonanotte! E non sono un
mostriciattolo!- esclamò Anthony, salutando il padre e il nonno.
Tony rimase qualche
secondo a guardare il figlio che si allontanava, poi si tirò su in
piedi, dirigendosi verso il laboratorio.
-Vorrei parlarti...- disse
Howard al figlio.
-Seguimi, intanto ti
ascolto- enunciò sempre voltandogli le spalle e camminando verso le
scale del laboratorio.
Howard lo seguì. Giunti
nel laboratorio, Tony accese le luci per vederci meglio e mise al
loro posto i vari attrezzi.
-Davvero un bel posto...-
disse Howard rompendo il silenzio.
-Già... Comunque cosa
devi dirmi?- chiese voltandosi e finalmente guardandolo in faccia.
-Io ho sbagliato tutto
nella mia vita. Non sono stato un buon padre, non passavo tanto tempo
con te e non ti ho visto crescere... me ne sono pentito. Io non
credevo che il mio distacco, ti avrebbe fatto soffrire... ti chiedo
scusa- disse Howard non riuscendo a guardare negli occhi il figlio.
-Quella è acqua passata,
ma non pensavo che avresti avuto il coraggio di lasciarmi solo a
dirigere un'azienda a soli 20 anni...-
-Credevo di aver fatto la
cosa giusta, togliendomi dalla circolazione... Ma da quello che mi
hai detto, ho solo messo la tua vita in pericolo... e non ho potuto
starti vicino...-
-Già... Ho avuto dei
problemi in questi anni, avrei avuto bisogno di un consiglio o un
parere, ma tu non c'eri...- disse Tony un po' dispiaciuto.
-Volevo chiederti scusa
anche per quello che ho detto prima, hai ragione non devo giudicarti.
Non avrei mai pensato che tu avessi messo su famiglia, tutti ti
descrivono come uno indipendente. Invece sei l'opposto...- enunciò
Howard.
-Mi fa piacere che tu
l'abbia notato... Da quando sei scomparso sono sempre stato
paragonato a te e credimi io non lo sopportavo perchè tutti
conoscevano mio padre e invece io no!- esclamò Tony con tono
dispiaciuto. -Mi sarebbe piaciuto conoscerti di più, per farmi
un'idea sulla persona che eri e ho sempre vissuto con una tua
immagine lontana e ignota...-
-Ti chiedo scusa per tutto
quello che ti ho fatto passare e hai tutto il diritto di odiarmi!-
-Io non ti odio! Come puoi
pensare una cosa simile! Anche se non sei stato sempre presente, hai
tentato di farmi diventare qualcuno e per questo ti ringrazio! Di
sicuro ti devo ringraziare per il video che mi hai lasciato, con
quello mi hai salvato la vita, perchè sono riuscito a scoprire un
nuovo elemento sostituibile al palladio!- esclamò Tony pieno di
gratitudine.
-La chiave del futuro...-
mormorò Howard ricordandosi del filmato.
-Esatto, proprio quello!-
disse Tony sorridendogli.
Era piombato il silenzio,
Howard non sapeva cosa dire, si sentiva un po' a disagio e si sentiva
tremendamente in colpa per quello che aveva fatto passare al figlio.
-Prima... non volevo dire
quelle cose... Io ho fatto soffrire te e tua madre per la mia
mancanza... non ve lo meritavate e tu hai ragione a non prendermi
come esempio. Tua moglie e tuo figlio meritano tutte le tue
attenzioni...- disse Howard, facendo molta fatica a dire ciò che
pensava.
-Qui c'è poco da dire,
senza di loro non riuscirei a vivere! Lo hai visto anche tu quello
che quel mostriciattolo e in grado di fare! Non potrei essere più
felice di così!-
-Mi ha detto che glielo
hai insegnato tu, quel bambino ti ammira tantissimo! Ed ha anche una
buona capacità di persuasione... prima abbiamo parlato per pochi
minuti e il mondo mi è sembrato migliore!- esclamò l'uomo, non
capendo neanche lui come fosse successo.
-Uguale a sua madre!-
esclamò Tony, non riuscendo a smettere di sorridere.
-Ero amico del padre di
Pepper, mi è capitato più volte di vederla quando era ragazza e mi
è sembrata una persona meravigliosa, era sempre gentile, rispettosa
e ricordo che suo padre mi diceva che era una ragazza precisa! Da
quanto ho visto prima è la persona adatta a te!-
-Lei è unica! E pensare
che l'ho avuta come segretaria per tantissimi anni e mi sono accorto
di cosa provavo appena 6 anni fa!-
-A volte quello che
cerchiamo è proprio quello che già abbiamo!- disse Howard.
Tony non aveva mai parlato
così a lungo con suo padre, non aveva alcun ricordo di un gesto
affettuoso nei suoi confronti, né di una conversazione che non fosse
stata sull'azienda.
-Lo so che è un po' tardi
per farti da guida, anche perchè ho già visto che te la cavi
perfettamente in qualsiasi caso, ma spero che un giorno riuscirai a
perdonarmi... ed ad accettarmi nella tua vita, sempre se lo
vorrai...- disse Howard, con le lacrime agli occhi.
Tony non si aspettava una
reazione del genere da parte di suo padre: stava piangendo!
Quell'uomo da sempre duro e severo, ora stava piangendo davanti ai
suoi occhi, chiedendo perdono!
Tony si avvicinò al
padre, che teneva lo sguardo basso per nascondere le lacrime, gli
poggiò una mano sulla spalla e disse:- Io ti ho già perdonato da
tempo e tu e mamma farete sempre parte della mia vita!-
Howard alzò lo sguardo
per vedere gli occhi del figlio... erano felici e sinceri.
-Grazie, figliolo!-
esclamò Howard, abbracciando Tony.
Tony, ricordando suo padre
in momenti difficili, pensava ad una frase che lo aiutava a
continuare e che gli svelava il bene che quell'uomo aveva fatto per
lui: “Anche se non mi ha detto come vivere: ha semplicemente
vissuto e ha lasciato che lo osservassi...” (*)
Adesso avrebbe conosciuto
suo padre come tutti lo vedevano, un uomo che aveva cambiato il
mondo!
FINE
(*) Questa frase è opera dello scrittore americano Clarence Budington Kelland
NdA:
Questa parte è stata sicuramente la più difficile da
scrivere! Nel momento in cui Tony e Howard parlavano, era una
circostanza difficile dove padre e figlio dovevano chiarirsi. Il loro
rapporto non è normale perchè Howard non è mai
stato presente nella vita di Tony, dedicandosi solamente al lavoro...
Ma fortunatamente il piccolo Anthony Jr gli fa aprire gli occhi, per
vedere la vita da un'altra prospettiva.
Ora ringrazio di cuore lisa_res e mirianaval per aver recensito e anche tutti i lettori che hanno letto questa storia! Grazie!
Saluti by Sic!
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