Rain falls on us

di Cherry Uchiha Li
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'oscurità di quegli occhi. ***
Capitolo 2: *** L'incontro di noi due. ***
Capitolo 3: *** La tristezza di un ricordo. ***
Capitolo 4: *** Quei tuoi falsi sorrisi. ***
Capitolo 5: *** Lottare per TE. ***
Capitolo 6: *** Quei petali sul tuo viso. ***
Capitolo 7: *** Quel giorno. ***
Capitolo 8: *** Io, ci credevo. ***



Capitolo 1
*** L'oscurità di quegli occhi. ***


L'oscurità di quegli occhi.
Stava piovendo.
Non pioveva così da quel giorno, bruttissimo giorno che non andrà via facilmente dalla mia mente.
Io ero nel letto, non riuscendo a dormire mi alzai e mi avvicinai alla finestra aprendola per ascoltare meglio il rumore della pioggia che cadeva violenta sulla ringhiera del mio balcone.
Porsi così le mani fuori dalla finestra in modo da sentire sulla mia pelle la violenza della pioggia che colpiva la ringhiera e che ora mi colpiva allo stesso modo. Mi feci bagnare da quella pioggia, chiusi le mani e le riempii di acqua piovana.
Chiusi poi la finestra. Scesi al piano di sotto, mi infilai una tracolla sul cappotto che copriva il mio pigiama che era dello stesso colore di un petalo di ciliegio e dei miei capelli.
Uscii e mi incamminai così sotto l'ombrello senza una meta. Eravamo solo io e la mia Canon.
Camminavo, camminavo...finché non trovai un gazebo. Sembrava piuttosto vecchiotto. "Chissà da quanti anni è qui" - Pensai.
Chiusi l'ombrello e lo appoggiai al tavolino che si trovava al centro di quel gazebo e osservai le gocce che cadevano da esso che a sua volta andavano a finire sull’asfalto.
Iniziai a fotografare la pioggia.
"Sfocata, troppo lontana, devo comprare un nuovo obiettivo." - pensai.
Mi girai per prendere un altro obiettivo dalla borsa e mi accorsi di un ragazzo sdraiato sul tavolino del gazebo.
Non doveva essere lì da molto. Mi avvicinai e iniziai ad osservarlo.
Delle gocce percorrevano il suo viso perfetto, candido, che cadevano dai suoi capelli nero corvino e a sua volta scivolavano dolcemente sulle sue carnose labbra. Le osservai a lungo e non mi accorsi di essere osservata da due enormi buchi neri. Erano i suoi occhi, neri come la pece, scuri come l’oscurità dalla quale fui inghiottita.
Mi allontanai bruscamente liberandomi da quegli occhi ipnotici. Il ragazzo si alzò e fui colpita dalla sua maglietta bagnata dalla qualche potevo intravedere il suo corpo ben scolpito. Mi osservava.
Accidenti che imbarazzo. Cosa dovevo fare?
Mi girai ignorandolo e cercai invano la mia macchina fotografica.
"Dove diavolo è? L’avevo in mano fino a poco tempo fa!" - pensai.
Mi guardai in torno e notai che era in mano al moro. Mi ricordai così di averla appoggiata sul tavolino.
“Dammela” – gli ordinai. Lo vidi osservarla. La girava e la rigirava all’improvviso vidi una luce abbagliante. Aveva scattato una foto. Mi avvicinai a lui per paura che potesse romperla. Lui mi mise una mano in faccia e continuò a scattare foto.
“Accidenti! Me la dai o no?” – dissi cercando di liberarmi.
Per l’ennesima volta mi fissò – “Tieni” – disse lanciandomi la macchina fotografica.
“Accidenti sta attento! Costa parecchio!!” – gli urlai contro.
Il ragazzo rise. E poi si allontanò.
“Che ragazzo strano”
Infilai la fotocamera nella tracolla, presi l’ombrello, lo aprii e mi incamminai aimè verso casa. Non avevo voglia di sentire le grida isteriche di mia madre che mi incolpava di tutto. Non avevamo un bel rapporto. Prima era diverso ma da quel piccolo incidente la nostra famiglia cambiò.
Mentre camminavo mi accorsi che aveva smesso di piovere. Chiusi l’ombrello e continuai a camminare.
Arrivai a casa e mentre aprii la porta mi ritrovai mia madre all’uscio della porta. Sembrava arrabbiata.
“Dove sei stata tutta la notte?” – disse mia madre con le braccia conserte mentre mi guardava minacciosamente.
“Non sono stata fuori neanche un’ora! E poi io posso fare tutto quello che voglio!” – dissi e con passo veloce mi diressi verso le scale ed entrai in camera mia sbattendo bruscamente la porta.
Mi gettai sul letto e affondai la mia testa rosa sul cuscino, presi la macchina fotografica e iniziai a guardare le foto che aveva scattato il ragazzo di prima. Osservandole, un sorriso comparve sul mio viso.
In una c’ero io di spalle e in un’altra io con la mano del moro in faccia.
Posai la macchina fotografica appena sentii bussare alla porta, appena vidi quella piccola figura, sorrisi.
“Vieni Nia” – sorrisi nuovamente e lei si sdraio sul letto insieme a me.
-------------------------- Eh si sono fissata con la pioggia x°°D Se la ff piace metto il resto °v°

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Capitolo 2
*** L'incontro di noi due. ***


Mi svegliai quando ormai era quasi ora di pranzo.
Mia madre non mi aveva svegliata.
Mi alzai dal letto e guardai attorno. Nia non c’era. Mi girai ed era dietro di me, sul letto che dormiva ancora. Sorrisi e mi avvicinai al comodino. Presi il telefonino e vidi che c’erano cinque chiamate perse. Ino.
“Cosa voleva?” - mormorai tra me e me. Proprio in quel momento squillo il telefono, di nuovo lei.
“Pronto?” – risposi con uno sbadiglio.
“Non dirmi che stavi dormendo” - disse urlandomi nell’orecchio.
“Si invece. E vorrei riposare ancora.” – mi sdraiai nuovamente sul letto attenta a non svegliare Nia e sbadigliai di nuovo.
“Dai Sakura! Alzati da quel letto e esci con me ed Hinata!” “Non ne ho voglia.” – mi girai dall’altro lato ad osservare la piccola che dormiva tranquillamente accanto a me.
“Sakura... da quel giorno non sei più la stessa. Devi riprenderti. Devi uscire, divertirti.”
In effetti era da parecchio che non uscivo con loro e mi avrebbe fatto bene divertirmi un po’.
“Non posso rimanere un bocciolo di ciliegio per sempre. Questo fiore deve sbocciare. Devo riprendermi, dimenticare quel brutto giorno e andare avanti.” – mi ordinai.
“D’accordo.”
“Hahah! Bene!!” – rise Ino.
La sera arrivò presto ed io ero pronta. Non mi ero messa nulla di appariscente, solo un semplice jeans e una maglia.
Ino entrò in camera senza neanche bussare insieme ad Hinata.
“Che ci fate qui? Non eravamo d’accordo di veder-…” – venni interrotta da Ino.
“Senti cara, sapevamo che ti saresti vestita così. E’ per questo che siamo venute.”
Le guardai e all’improvviso si fiondarono su di me.
Nia, che si era svagliata da un po’, ci guardava divertita ed io ogni tanto le facevo una linguaccia alla qualche lei ricambiava con un sorriso che mostrava i suoi due piccoli dentini.
Ci misero mezz’ora per prepararmi.
“Accidenti a me che mi sono fatta convincere!” – urlai.
“Sei stupenda.” – disse sorridendomi Hinata girando lo specchio verso di me.
Avevo una maglia lunga bianca che faceva intravedere un po’ il pantaloncino nero e degli stivali del medesimo colore mentre i miei capelli erano raccolti in un nastro bianco.
Dopo aver salutato Nia con un grande bacio sulla guancia ci avviammo verso la porta. Urlai a mia madre che non doveva aspettarmi sveglia e che avrei fatto tardi e così uscimmo.
“Allora dove si va?” – chiesi alle due una volta fuori casa.
“Vedrai. Vedrai.” – le due risero ed io ero un po’ spaventata.
Eravamo ad una fontana che si trovava al centro del paesino in cui abitavamo. Sembrava che stessimo aspettando qualcuno.
Dopo un po’ Hinata si allontanò e ci indicò di seguirla.
“Eccoli sono loro.” – aprì la portiera di una auto e ci fece salire.
Sembrava piuttosto costosa. Era nera come gli occhi del ragazzo che avevo incontrato ieri notte.
“Perché mi viene in mente lui ora? Accidenti Sakura torna alla reatà” - pensai.
Mi girai intorno e vidi un ragazzo con capelli legati e castani accanto ad Hinata e un ragazzo biondo accanto al ragazzo che era al volante. Non riuscivo a vederlo a causa del buio e perchè io ero seduta sul sedile dietro a lui.
La macchina partì ed Hinata ed Ino iniziarono a parlare con i ragazzi, il biondo ed il castano. Io ero stranamente colpita da quel ragazzo che guidava. Era misterioso, se ne stava li, in silenzio ad ascoltare i vari discorsi degli amici senza intervenire.
La macchina si fermò di botta.
“Ehi Sasuke! Perché ti sei fermato di botta?” – domandò il biondo.
La portiera, dal lato dove ero seduta io, si aprì ed entrò una ragazza dai capelli color rosso sangue, e con due occhi rubino che fissavano i miei smeraldi. Prima di partire, dopo avermi osservata per un po’, si allungò verso il ragazzo misterioso che guidava e gli stampò un baciò.
“Forse sono fidanzati Sakura. E quindi sai che mi importa?” – discutevo tra me e me.
La serata direi iniziò male. Dopo che Sasuke, così mi pare aver sentito, parcheggiò, mi ritrovai ad una festa. Hinata ed Ino scomparvero all’improvviso come tutti gli altri, e non osai pensare quel Sasuke cosa stesse facendo.
Non capivo tanto bene di chi fosse la festa però capii che la gente pensava solo a rimorchiarti, a bere e a ballare. Non mi piaceva proprio quel luogo, così mi allontanai e uscii fuori in un grande giardino dove c’era una piscina.
Mi sedetti sul bordo e mi tolsi le scarpe mettendo i piedi nell’acqua gelida di quella piscina.
Iniziai a pensare a quel giorno. Quel stramaledettissimo giorno.
*Flash back
“Allora Sakura stasera ti porto in un luogo speciale.”
Lo fissai e poi sorrisi. – “Dove?”
“Lo vedrai.” – mi baciò sulle labbra e mi sorrise.
Non ho mai amato una persona quanto ho amato lui. Era solare, divertente, ostinato…ma adesso la vita senza di lui , che senso ha?
*Fine Flash back
“Ehi Sakura!” – disse una voce alle mie spalle, era Naruto – “E’ così che ti chiami vero?”
“Si.” – sorrisi nascondendo le lacrime che 5 secondi fa cadevano sul mio viso.
“E’ un bel nome. Petalo di ciliegio…” – rise – “ Mi è venuta fame.”
“Ma come? Pensare al mio nome ti fa venire fame?” – risi divertita.
Ridemmo divertiti entrambi e lui si mise accanto a me.
Iniziammo a parlare, del più e del meno, della scuola, di famiglia, di presente, passato e futuro. Però, non dissi nulla su Arashi.
--------------
Ed eccomi al secondo capitolo! Non pensarvo di arrivare fino al secondo °v°
L'ho scritto tutto stamttina dall'una fino alle due ò.ò non riuscivo a prendere sonno x°°D
Passo ai ringraziamenti *v*
Grazie mille sono felice che vi piaccia! E grazie anche perchè scrivete ciò che non va così mi aiutate a migliorare :3 E soptattutto a Manu che rilegge con attenzione ogni capitolo <3
Grazie mille alla prossima!

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Capitolo 3
*** La tristezza di un ricordo. ***


Quella stessa sera, io e Naruto ci allontanammo dagli altri.
“Si può sapere dove mi stai portando?” – chiesi a Naruto sorridendo e tenendomi a lui. Avevamo riso così tanto che non ce la facevo a reggermi in piedi.
Camminammo per un po’, seguivo il passo lento e deciso di Naruto accanto a me. Il mio cuore iniziò a battere forte, così forte che avevo paura che lui lo sentisse. Così mi staccai da lui spostandomi di qualche passo. Lui mi fissò sorpreso, così gli sorrisi.
Continuammo per la nostra strada finchè non arrivammo su una spiaggia. Quella spiaggia quella sera sembrava così bella. Dall’acqua del mare si poteva vedere il riflesso della luna che era alta nel cielo. Essa era luminosa e abbagliava il viso di Naruto che si era sdraiato sulla sabbia.
Mi iniziai a togliere gli stivali. Continuai a guardarlo intento ad osservare il cielo stellato e proprio in quell’istante lo sentii urlare.
“Una stella cometa! Guarda!” – mi disse indicandomi il cielo. Mi volsi di scatto ad osservare la cometa ormai era svanita e persi l’equilibrio e caddi.
“Ai! Accidenti che male” – dissi toccandomi la nuca. Alzai lo sguardo, incrociai gli occhi azzurri luminosi come il mare di quella sera di Naruto che mi fissava. Fissavano i miei decisi, senza voler smettere di guardali.
Ero imbarazzata. Cosa potevo fare?
Mi alzai ed anche lui insieme a me. Gli diedi un colpo sulla spalla ed inizia a ridere. – “Sono proprio un’imbranata!” – continuai a ridere.
Lui scoppiò in una risata rumorosa ma bella allo stesso tempo.
Non era un ragazzo come tanti era diverso. Divertente, simpatico, pieno di vita ma allo stesso tempo sciocco e stupido, ma questo era quello che mi piaceva di lui.
Restammo li per ore a scherzare.
“Quest’acqua è proprio bella” – dissi camminando non poco distante dal mare facendomi bagnare dalle onde che arrivavano ogni tanto.
Sentii una risata malefica in lontananza. “ No! Naruto no! Ti prego io-..” – non riuscii a finire la parola che già ero in acqua.
“Cosa posso fare ora? Accidenti a quello stupido.” – cercai di risalire a galla. Ma non ci riuscii e chiusi gli occhi rimasta senza aria.
Quando riaprii gli occhi mi sembrava di essere ancora sott’acqua.
"Dove sono?" - pensai.
C’era una figura scusa indistinta non molto lontana da me. Allungai la mia mano verso quella figura in cerca di un aiuto, però essa non fece nulla. Restò lì, immobile.
Un sorriso si celava su quel volto indefinito. Si divertiva a guardarmi.
"Sakura."
Sentii chiamarmi, però lui non aveva aperto bocca. Cercai di focalizzare meglio la figura. Essendo sott’acqua non riuscivo ad identificare chi fosse. Quella voce continuava a chiamarmi, era così dolce, profonda, così familiare…
No. Non poteva. Non poteva essere lui.
"Non può essere.."
Una mano si avvicinò al mio volto. Delle labbra si posarono sulle mie. Quelle labbra che mi mancavano così tanto, che desideravo riavere. Erano lì.
"Allora sono morta?"
Mi sorrise.
*Inizio Flashback
“Dai Sakura altrimenti farai tardi!” – urlava dal piano di sotto mia madre.
Scesi di corsa le scale inciampando. Caddi col sedere sul pavimento.
“ACCIDENTI!” – gridai dal dolore. Mi alzai, presi un toast al volo e corsi verso scuola.
Corsi così velocemente che non mi accorsi di aver perduto il ciondolo che portavo sempre al collo. Un anello con inciso il nome di Arashi. Era il mio fidanzato, stavamo insieme da circa due anni.
“E adesso?” - pensai. Mi voltai e vidi solo un moro dal bell’aspetto intento forse ad allacciarsi le scarpe.
Allora mi rassegnai. Era già tardi.

“Ehi Sakura ce l’hai fatta!” – disse Ino seduta nel suo banco dietro al mio.
“Non ho sentito la sveglia, di nuovo.”
Mi guardai attorno. Mancava lui.
“Se stai cercando Arashi. Oggi non l’ho visto.” – disse, le sorrisi e mi sedetti al mio posto.
Le ore passarono in fretta. Matematica, giapponese, laboratorio…di Arashi però, non c’era l’ombra. Non si era fatto sentire e non aveva risposto al cellulare. Finita la scuola corsi fuori.
“Sakura!” – mi urlò Hinata mentre la incrociai nel corridoio. Non le diedi retta e continuai a correre ma fui fermata.
“Ascoltami! E’ successo una cosa ad Arashi.” – mi disse Hinata. Non potevo crederci.

--------------
Salve! Rieccomi al terzo capitolo °v°
Su questo ho solo una cosa da dire:
BANALEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!
°v°

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Capitolo 4
*** Quei tuoi falsi sorrisi. ***


Ero in ospedale. Arashi era stato ricoverato d’urgenza, aveva sbattuto la testa violentemente a terra.
Non poteva ne essere caduto, ne inciampato, aveva ricominciato a partecipare alle risse.
Mi aveva promesso che non l’avrebbe più fatto. Me l’aveva promesso.
Una lacrima scese sul mio viso che venne asciugata da una mano, la madre di Arashi. Mi guardava con le lacrime agli occhi, pieni di dolore, di disperazione.
Passarono le ore, i giorni, le settimane..le condizioni di Arashi non erano migliorate.

Era lì su quel letto, sdraiato, con una benda che fasciava il capo. Vidi un’infermiera con delle bende in mano piene di sangue. I miei occhi divennero delle pozze d’acqua e a quella vista scappai via. Ero terrorizzata, avevo paura per lui, paura di perderlo.
Ogni giorno andavo a trovarlo, con la speranza di trovarlo sveglio e che con un sorriso si alzava da quel letto d’ospedale.

“Sakura tutto ok?” – mi chiese Hinata abbracciandomi. Eravamo a scuola.
Sorrisi e non dissi nulla. Arashi che mi è sempre stato accanto, in ogni situazione, mi ha sempre sostenuto, adesso non poteva più sorridermi.
*Fine Flashback

Quando riaprii gli occhi incontrai quelli azzurri mare di Naruto. Mi girai intorno. Ero in macchina.
Sentii Ino rimproverare Naruto. Così la chiamai.
“Sakura” – si girò e mentre io mi alzavo mi corse incontro e mi abbracciò. “Ho avuto paura…”

La mattina seguente andai a scuola.
“Sakura mi raccomando quando torni devi badare a Nia.” – urlò mia madre. Mai che parli normalmente. – “Devi prenderti le tue responsabilità.” – mi rimproverò.
Mi girai, sorrisi e dissi – “Lo so. Non sono scema.”
Camminai per la strada con passo lento. Avevo tantissime cose in testa, Naruto, Arashi, Nia…
“Hei ragazza del mare”
Mi girai – “Saresti?” – chiesi al moro di fronte a me. Quegli stessi occhi, gli stessi occhi che mi catturarono quella notte. – “Sei il ragazzo delle foto?”
-“Già. E sono anche amico di Naruto.” – mi disse. –“Mi sa che non ti ricordi di me. Sei cattiva .” – fece una piccola pausa –“Sakura.”
“Cosa?! C’eri anche tu?” – feci finta di non aver sentito il mio nome pronunciato che mi face salire un brivido lungo la schiena. Cercai di non fargli notare che ero arrossita e mi voltai dall’altra parte.
Scoppiò in una risata. Troppo tardi.
“Allora stai meglio?” – iniziò a camminare.
“Si.” – lo seguii.
“Sono felice che tu stia meglio” – mi fissò e mi sorrise.
Quei suoi occhi ipnotici mi rilassavano, mi facevano star bene, non so bene il motivo ma era così. Ero stranamente silenziosa. Di solito parlo sempre, senza mai fermarmi ma con lui, era diverso. Perché? Perché non riuscivo a parlargli?
Arrivammo a scuola. Per tutto il tragitto non dicemmo niente.
“Buon giorno Sakura!” – mi abbracciò Naruto –“Anche a te Sasuke”
“Tutto ok? Stai meglio?” – chiese Naruto voltandosi verso di me.
“Si, sto bene. Non vi dovete preoccupare. Me la so cavare io.” – risposi convinta con le braccia conserte. Tutti e due risero. Era bello stare con loro.
Restammo lì a parlare a lungo con Naruto, anche se Sasuke, come suo solito, non partecipava al discorso. All’improvviso mentre io e il mio amico continuavamo a parlare il moro sbuffò e se ne andò.
“Ma quanto sei antipatico a prima mattina Sasuke!” – gli urlò Naruto.
Non badai a ciò che diceva a Sasuke. Osservavo da lontano la figura. Camminava lentamente, sorrideva alle ragazze che lo salutavano. Un sorriso falso.
”Anche il sorriso di prima era F a l s o, Sasuke?”

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Ed ecco il quarto capitolo °^° Spero piaccia. Mi sto facendo sempre più deprimente uhaha x°°D Non vi preoccupate poi smetterà a breve.
Muahahahah u__ù

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Capitolo 5
*** Lottare per TE. ***


La luna era alta nel cielo. Il vento leggero, sfiorava dolcemente la mia pelle mentre mi sfioravo i capelli che si muovevano a tempo, come una ballerina che seguiva una musica.
Affacciata alla finestra, osservavo come la luna era alta nel cielo. Come potevo sapere che non sarebbe caduta da un momento all’altro?
Scossi la testa a destra e a sinistra – “Ma sei scema Sakura? Come ti vengono in mente certe cose?”
Presi la macchina fotografica e feci una foto alla luna.
“Sakura!” – sentii urlare da fuori. Mi scorsi dalla finestra e vidi Naruto.
“Che ci fai qui?”
“Sono tornato da Basket e così…eccomi qui!” – rise
Uscii dalla camera e scesi a salutarlo.
“Hei!” – sorrise. Aveva un sorriso semplice ma che mi riempiva il cuore. Batteva forte, così forte che avevo paura che mi scoppiasse.
Perché capitava tutto ciò con Naruto?
“Ma quanto sei carina!”
Arrossii. “Ma che st-…”
Mi girai verso la porta d’ingresso. C’era Nia che lo fissava con quei suoi occhini ghiaccio. Quegli occhi. Gli stessi di Arashi.
“Chi è questa bellissima bambina?” – mi domandò prendendola in braccio.
“Ecco. A proposito di questo devo parlarti.”



Erano ancora le 21.30
“Accidenti non so che fare.”
Sentii in lontananza la suoneria di un messaggio.
“Dove l’ho messo?” – frugai in ogni angolo della casa, della stanza.
Mi infilai sotto il letto. Eccolo li. Come era finito lì?
Apii il messaggio. Numero sconosciuto.
Tre anni sono passati.
Tre lunghissimi anni. Quei tuoi smeraldi non mi hanno mai fissato, mai con la stessa intensità con cui guardavi Arashi.
“Ti amo” gli dicevi sempre. Più lo sentivo pronunciare dalla tua bocca più volevo che quelle parole fossero desinate a me. Desideravo stare al tuo fianco, abbracciarti, baciarti.
Volevo vederti sorridere, vedere quanto eri goffa, vedere le tue buffe espressioni.
Non ho mai avuto il coraggio di dirtelo. Solo ora, dopo tre anni ti dirò che:
Ti Amo.
Cinque semplici lettere, due parole sciocche pronunciate da uno come me.




*Pensiero di Sasuke*
Ero steso sul letto. Sono stato proprio un stupido.
“Ma come mi è venuto in mente?” – dissi lanciando un cuscino contro la porta.
Due anni fa era tutto diverso. Io e Arashi eravamo molto amici, anche se litigavamo spesso. Partecipavamo alle risse e ci divertivamo con le ragazze. Da quando incontrò Sakura però, tutto cambiò.
Lei era una studentessa appena trasferita che era nella mia classe. Non mi calcolava mai. Ero sempre circondato da ragazze e lei avevo solo occhi per Arashi.
Chiusi gli occhi ed iniziai a ricordare, il giorno prima dell’incidente.
*Flashback
“Arashi..”
Mi sorrise sdraiandosi sull’erba fresca. –“Dimmi.”
“Io penso di provare qualcosa.”
Scattò in piedi – “Cosa? Non mi dirai che tu?”
“Eh? No! Fammi finire la frase!” – feci una pausa – “Provare qualcosa verso Sakura.”
Mi fissò. Non so cosa stesse provando in quel momento. Ma tutto quello che stava pensando era giusto. Ero innamorato della sua ragazza.
Mi sdraiai sul prato e non dissi nulla.
“Se provi qualcosa per lei, allora dimostraglielo. Se la vuoi prendila.” – si sdraiò anche lui – “Ma dovrai affrontare prima me.”
Ci mettemmo a ridere.
“D’accordo.” – dissi alla fine – “Me la prenderò.”
*Fine Flashback

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Ho cercato di non essere deprimente °v° spero si capisca qualcosa. E Quando parla Sasuke non sapevo come far spiegare quello che era successo D:

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Capitolo 6
*** Quei petali sul tuo viso. ***


La primavera si stava avvicinando. Dalla mia classe potevo osservare dei petali di ciliegio cadere dall’albero di fronte. Cadevano lentamente.
Percorrevo con gli occhi il percorso di un petalo che si era posato su un volto familiare. Mi sporsi di più dalla finestra per guardare e vidi che era Sasuke, il migliore amico del mio ragazzo.
Conosco Naruto da tre mesi ormai ed è bello stare con lui. Ci frequentavamo già da po’ e quella sera lui mi baciò. Quel bacio era così dolce.
Dimenticai tutto, Arashi, Nia, il messaggio. Già…quel messaggio. Chissà chi l’aveva mandato.
Volsi lo sguardo su Sasuke e iniziai a ridere nel vederlo soffiare ogni singolo petalo che si posava sul suo naso. Era divertente.
Mi allontanai dalla finestra e iniziai a camminare nel corridoio.
“Hei Sakura!” – mi sentii chiamare da dietro e mi voltai.
“Ino. Ciao.” “Allora? Pronta per stasera?” – mi chiese dandomi delle gomitate. Ino è sempre stata un’impicciona, sempre ad impicciarsi della mia vita, ma era sempre li a sostenermi.
Iniziammo a camminare “Ehm…si forse. Spero di vedere un bel film.”
Dovevo andare a vedere un film da Naruto e l’idea non mi piaceva affatto, non so perché. Ero nervosa.
Dopo aver abbandonato Ino mi avviai verso casa. Vidi degli alberi dai quali continuavano a cadere quei splendidi petali di cieliegio, così mi misi sotto uno di esso e li fotografai.
“Ci incontriamo di nuovo.”
“Ciao” – era Sasuke.
Si sedette accanto a me. Mi osservava mentre fotografavo il cielo azzurro, le nuvole, i petali…mi sentivo a disagio. Voltai lentamente il mio sguardo verso il suo. Arrossii appena vidi un sorrisetto sul suo viso, sembrava lo facesse apposta. Mi sfiorò poi la mano prendendomi la Canon. Rimasi impassibile a quel tocco, come ipnotizzata.
“Hei!” – Un flash mi riportò al presente. Cercai di riprendermela ma non ci riuscii. –“Ti piace giocare con la mia macchina fotografica eh?”
Gli feci vedere come funzionava lo zoom, come cambiare modalità e sembrava abbastanza curioso.
“Mettiti in posa”
Sorrisi e mi appoggiai al tronco dell’albero dietro di noi. Lo vidi alzarsi e scegliere l’inquadratura. “Alza la mano come se ti stessi riparando dal sole”
Iniziammo a parlare, ridere, scherzare e a fare foto buffe. Non conoscevo ancora questo lato di Sasuke, si mostrava a tutti orgoglioso, solitario, cupo. Ma questo suo lato, mi piaceva.
“Oddio questa è orrenda cancellala!”
“Ma non ci pensare proprio Sakura! E’ stupenda!” – iniziò a ridere. Nella foto c’eravamo noi due. Sasuke con una faccia schifata ed io che facevo una smorfia tirandomi le guance.
“Cancellala” – lo pregai. “Tanto è mia la macchina fotografica quindi la posso cancellarla!” – iniziai a ridere.
“Non ti permettere!” – iniziò a tirarmi le guance.
“Mi fai male!” – dissi in una lingua incomprensibile. Poi mi lasciò. “Antipatico!” – mi massaggiai le guance e all’improvviso, quando alzai lo sguardo, mi ritrovai il volto del moro poco distante da me. I suoi occhi profondi mi fissavano lasciandomi di sasso. Ci guardammo per molti minuti. Fissai i suoi occhi, le sue guance, la sua fronte…Notai un piccolo tatuaggio sul collo che lo rendeva ancora più affascinante. Abbassai di più lo sguardo e notai un ciondolo familiare. Il mio anello.
Il cuore improvvisamente iniziò a battere forte, fortissimo.
“Perché aveva il mio anello? Come faceva ad averlo?” – ripetei in continuazione nella mia mente.
Vidi il volto del moro avvicinarsi di più al mio. Col naso mi accarezzava le mie morbide guance e poi mi baciò. Un bacio improvviso, passionale ma allo stesso tempo strano. Le sue labbra non volevano lasciare le mie, mi cercavano e mi attiravano. Cosa stavo combinando? Perché stavo baciando qualcuno che non era Arashi, che non era NARUTO? Io non volevo eppure non riuscivo a staccarmi da lui. Com’era possibile? Spinsi con le mani sul suo petto cercando di distaccarmi da lui anche se a malincuore.
Vidi il suo sguardo freddo come il ghiaccio. Abbassai lo sguardo rabbrividendo “Devo andare.” – presi la fotocamera, la cartella e corsi verso casa di Naruto continuando a farmi sempre le stesse domande.
Bussai alla porta e vidi la sua figura alla porta che mi guardava stupita.
“Sei in anticipo. Come mai?” – disse facendomi entrare.
“Non vedevo l’ora di vederti.” – mentii.



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Tataaaaaataaaaaaaaataaa!!! *rullo di tamburi*
Eccomi qui. Finalmente ho scritto il sesto capitolo.
Mi scuso per il ritardo ma non avevo idee ò__ò PROPRIO NESSUNA! Mi sembrava tutto banale..anche tutt'ora D:
Spero che piaccia però ç_ç Grazie a chi segue <3
Yoko-chan kissù :3

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Capitolo 7
*** Quel giorno. ***


“Ti vanno dei popcorn?” – mi chiese Naruto col suo solito sorriso. Annuii e lui si alzò dal divano e si diresse verso la cucina. Mi girai e lo guardai intento a fare quei popcorn e a prendere una Coca Cola e dei bicchieri.
Suonò improvvisamente il telefono. Lo presi dalla borsa e aprii il messaggio. E’ lo stesso numero dell’altra volta. Chi poteva essere?
Aprii il messaggio.
“Attendere prego.” Usciva sulla schermata. Accidenti! Mai che una volta questo telefono andasse veloce. Lento come una lumaca. Gli diedi un colpetto e il messaggio si aprì.
“Devo vederti.” Cosa? Neanche lo conosco e vuole vedermi? No, mai e poi mai lo vedrò.
Schiacciai il tasto per scendere e lessi ora e luogo. Voleva vedermi ora.
Naruto ritornò e accese la tv inserendo il film nel lettore dvd. Si sedette accanto a me e mi diede un bacio sulle labbra. Semplice ma delicato.
Decisi di non pensare al messaggio di poco fa e rimasi con Naruto.
Il film iniziò e tutto passò così velocemente tra baci, carezze e popcorn. Ero felice di essere rimasta lì però, c’era una sensazione che mi faceva sentire a disagio. Volevo andare. Volevo andare da quella persona. Sapere chi era, cosa voleva da me.
Erano le 22.25. L’orario era passato da un’ora ormai. Mi volsi a guardare la finestra.
“Piove.”
“Eh già piove. Meglio se vai ora, prima che aumenti.” – ci alzammo insieme. Lo salutai e me ne andai sotto l’ombrello che Naruto mi aveva dato.
L’ombrello era trasparente e da esso potevo notare le goccioline scontrarsi contro di esso e scivolare lentamente cadendo. Le mie scarpe colpivano l’acqua che copriva l’asfalto e che a sua volta schizzava bagnandomi.
Camminai ancora per un po’ e arrivai nel luogo dell’incontro.
“Perché sono qui?” – pensai. I miei piedi istintivamente hanno percorso questa strada. Ormai l’orario dell’incontro era passato da un bel po’. Lui non poteva essere ancora lì.
Camminai nel parco a passo lento guardandomi intorno. Non c’era nessuno.
“Beh logico Sakura sono le 23.00 passate!”
Continuai a camminare guardandomi le scarpe, più bagnate di prima. Alzai lo sguardo.
“Non è possibile.”
Vidi una figura in piedi. Era bagnato. Possibile che era rimasto lì fino ad ora?
Mi avvicinai ancora cercando di guardarlo in faccia, ma era troppo buio per capire chi fosse.
“Hei…”
Una voce. Una voce così profonda mi fece gelare il sangue.
“Non può essere.”
“Invece si.”
Mi avvicinai e lo riparai dalla pioggia. I suoi occhi scuri mi intrappolarono, di nuovo, come ogni volta. Non poteva essere lui. No. Lui, mi ha sempre amata? E perché, perché…
“So cosa stai pensando.” – sorrise
“Perché…” – abbassai lo sguardo – “Perché solo ora? Dopo tutto questo tempo…” – Sasuke mi interruppe con un bacio sulle labbra. L’ombrello mi scivolo di mano e cadde a terra, sull’asfalto bagnato. Mi strinsi a lui cercando che quel momento non finisse mai.
La sua lingua cercava la mia. Io mi staccai e lui si arrabbiò. Mi fissò allungo con quell’espressione.
Abbassai lo sguardo e arrossii –“Io non so baciare..”
Lo sentii ridere allora alzai il volto di scatto e gli diedi un pugno sul petto.
La pioggia continuava a scendere forte, sempre più forte su di noi.
“Ci conviene ripararci sotto quel gazebo.”
Prese l’ombrello e strinse forte la mia mano. Quel gesto mi fece così felice.
Si sedette sul tavolino. Proprio come all’ora.
“Ti ricordi?” – gli chiesi. “E’ qui che ci siamo visti la prima volta.” – mi avvicinai e lui mi strinse forte a se.
“Come sei sdolcinata Sakura.” – disse. Io sbuffai infastidita, ma sapevo che lo faceva apposta. Questo era il suo modo di fare. Questo era Sasuke Uchiha.
Sorrisi.
Le sue labbra sfiorarono le mie. Si appoggiarono su di esse. Le leccava, le mordeva, le torturava e ad ogni suo gesto io rabbrividivo. Era così bello stare con lui. Avevo dimenticato tutto, la pioggia che c’era li fuori, Naruto…
Mi staccai all’improvviso. “Che ti prende adesso?”
“No. Non posso farlo. Mi dispiace.”
Corsi via. Corsi veloce cercando di allontanarmi da lui. Scivolai e caddi a terra.
“Sakura” – una voce affannosa sentii alle mie spalle. In lacrime mi girai.
Era lui. Perché mi aveva rincorsa? Non doveva andare a finire così. Doveva lasciarmi andare, invece è qui.
“Perché?” – una lacrima cadde sul mio ginocchio ferito. Sasuke mi prese in braccio e mi portò a casa sua.
Aprii la porta, salì le scale e mi appoggiò sul suo letto.
Eravamo bagnati. Delle gocce cadevano dai capelli dell’Uchiha bagnandomi. Dopo avermi appoggiata sul letto mi baciò il ginocchio, lo leccò, ed io, ero lì , piena di voglia.
Una voglia matta di lui.



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Ecco il settimo capitolo! E si sempre pioggia °^° Non ci posso fare niente ç__ç
Accidenti! Volevo fare una Sakura che non si faceva conquistare facilmente e non ce l'ho fatta O_O non so perch+
Che deficiente che sono D: *si dispera*

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Capitolo 8
*** Io, ci credevo. ***


Mi alzai dal letto lentamente. Il lenzuolo di velluto che mi copriva scivolò lentamente sulla mia candida pelle. Toccai i miei capelli arruffati, gonfi. Con una mano tirai su il lenzuolo coprendo la mia nudità. Esso strisciava sul pavimento gelido della mia camera seguendo i miei piedi scalzi che camminavano verso il bagno.
Fuori sembrava la pioggia non volesse smettere di cadere. Chissà perché ogni volta che Lui veniva, pioveva. Come tutte le volte se ne era andato lasciandomi da sola. Come tutte le sere, tutte le notti. Ero solo un giocattolo.
Non era giusto nei confronti di Naruto che mi amava così tanto. Lo tradivo e per di più col suo migliore amico. Non mi avrebbe perdonata. E poi Sasuke sembrava voler solo quello. Volevo smettere di essere il nulla per lui, volevo essere qualcuno. Volevo smettere di essere usata.


Mi immersi con la testa nella vasca. I capelli galleggiavano su quell’acqua piena di schiuma. Cacciai poi la testa fuori lasciando scivolare i capelli bagnati sul mio viso. Con le mani presi dell’acqua dalla vasca e l’osservai mentre scivolava dalle mie mani e cadeva nella vasca. Appoggia poi le mani sul viso coprendomi gli occhi.
“Stupido…”
Fuori continuava a piovere. Sentivo le gocce scontrarsi contro la finestra e scivolavano lentamente su di essa.
Sentii respirarmi sul collo e lentamente mi girai. C’era lui. In quel bagno. Qui, accanto a me.
“Cosa ci hai qui?” – gli domandai freddamente.
“Ma come il tuo amante non può venirti a trovare?” – sorrise. Quel sorriso lo stesso di ogni notte. Era venuto di nuovo ad usarmi.
Abbassai il capo. “Cos’è quel viso triste piccola?”
D’istinto gli diedi uno schiaffo. “Non chiamarmi piccola!” – presi il respiro –“Voglio che la smetti di usarmi e trattarmi come un giocattolo che usi ogni notte per divertirti!”
Lo vidi sgranare gli occhi. “Perché non è forse così?” – le lacrime iniziarono a scivolare sul volto. Non volevo, non volevo piangere ora e non davanti a lui.
Minuti di silenzio seguirono la mia domanda. Non rispondeva. Fissava solo il vuoto.
Solo dopo un po’ si degnò a rispondere –“Allora è questo che pensi?” – mi fisso. Quei suoi occhi non mi avevano mai guardata così. Erano diversi questa sera. Così cupi, così vuoti.
Abbassò lo sguardo e sorrise. Si alzò di scatto e si avviò verso la porta. Mi alzai allora anche io cercando di fermarlo. Non volevo che se ne andasse.
Uscii dalla vasca. Scivolai e caddi addosso a Sasuke. Mi fissava al basso. Quegli occhi erano cambiati, erano diversi. Erano come ogni notte. Ogni notte, ogni volta che mi vedeva i suoi occhi assumevano quell’espressione, la stessa di un bambino.
Allora non era come pensavo, non ero un giocattolo…
“Mi dispiace…” – dissi appoggiandomi al suo petto.
Silenzio. Ancora quel silenzio. Non volevo finisse così volevo capire se ciò che provava era reale che non fosse solo un gioco. “Ti prego parla…” – dissi tra un singhiozzo e l’altro.
Lui però tacque. Non parlò. Non disse nulla, si limitò a fissarmi, a sorridermi.
Mi baciò con passione. Insinuò la sua lingua nella mia bocca cercando la mia. Mi baciava con dolcezza come mai aveva fatto.
La mia lingua cercava la sua e lo stesso per lui. Mi girò mettendomi sotto di lui continuandomi a baciare. La sua bocca si posò sul mio collo succhiando la mia pelle, leccandola, mordendola. Scese lentamente leccandomi il petto. Mi mordicchiò il seno.
Mi toccava e ad ogni tuo tocco il mio corpo voleva di più. Voleva che continuasse, infatti lui non si fermò. Continuò leccandomi la pancia, linguine, passando poi alla mia femminilità.
I brividi lungo la schiena si fecero sentire. Chiusi gli occhi e tra un gemito e l’altro riuscivo solo a chiamare il nome di Sasuke. Lui mi tranquillizzava dicendomi che era li, ed io sorridevo. Ero felice.
Finalmente ero tornata ad essere felice. Sapevo però che dun tratto tutto sarebbe svanito. Volevo godermi quel momento. Essere di Sasuke.
Il moro continuò a leccarmi la femminilità e scendendo lentamente verso l’interno coscia facendo lo stesso.
Decise poi che era il momento di unirsi. Entrò così in me.
Lo stringevo forte tenendomi al suo collo. Gemevo silenziosamente ripetendo infinite volte il suo nome nel suo orecchio. Lui continuava a rassicurarmi e a dirmi che era li. Che non se ne sarebbe andato, qualsiasi cosa sarebbe successa.
..Io ci credevo.


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Ecco l'ottavo!! Wau! Già l'ottavo? °^°
*SCONVOLTA*
Beh questo capitolo inrealtà l'avevo scritto oggi per una one-shot ma Manu la mia amica rileggendola ha detto che era perfetta per l'ottavo capitolo e così....eccolo qui x°°D
Grazie ancora a tutti coloro che seguono la mia ff :3 Grazie *^*

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