Forever alone until I found you.

di Back To Vegas Skies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Is the east, and Juliet is the sun. ***
Capitolo 2: *** Tomorrow We'll Do It Again. ***
Capitolo 3: *** Just fall into place and you'll fall into me. ***



Capitolo 1
*** Is the east, and Juliet is the sun. ***


Non mi pagano, non li conosco e non so cosa fanno. (Y)
Questa storia è nata da uno dei miei frequenti cambi di personalità. Infatti, credendomi Pete Wentz ho cominciato ad accoppiare persone a random LOL
Vebbè, mi ritiro XD Buona Lettura :3

Capitolo 1
"IS THE EAST, AND JULIET IS THE SUN."
 
La biblioteca era semivuota e immersa in un silenzio quasi surreale, rotto di tanto in tanto solo dal fruscio delle pagine girate pigramente da qualche lettore.
Il ragazzo che sedeva dietro la grande scrivania di legno scuro teneva la testa poggiata su una mano, gli occhi bassi su un libro aperto davanti a sé, le dita sottili che a intervalli regolari scostavano i lunghi capelli castani che gli ricadevano sul volto. I suoi tratti erano delicati e sembrava molto giovane: doveva avere 20, forse 22 anni, o almeno così era sembrato a Mikey la prima volta che lo aveva visto, entrando nella polverosa piccola biblioteca del polveroso piccolo paese nel quale viveva.
Ricordava ancora il momento in cui ne aveva varcato la soglia, aspettandosi, ad attenderlo, la solita vecchia bisbetica, magari pure zitella, che lo rimproverava per qualche invisibile piega su uno dei suoi amati libri.
E invece aveva trovato dei grandi, bellissimi occhi castani e un sorriso incantevole, che lo avevano fatto diventare rosso e balbettare.  
Da quando aveva 15 anni stava aspettando con trepidazione il momento della laurea, il momento in cui avrebbe tolto le tende da quel paesino squallido per farsi strada nel "mondo vero", per uscire dall'anonimato e diventare "uno importante", ma ora che era ad un soffio dalla fine era arrivato qualcosa, o meglio qualcuno, a distrarlo dai suoi propositi e a fargli sentire meno pressante il desiderio di lasciare quel posto.
"Il ragazzo della biblioteca" era diventato il suo chiodo fisso.
Non lo conosceva per niente, eppure si sentiva incredibilmente attratto da lui: c'era qualcosa nelle sue movenze, nel suo sorriso così aperto e spontaneo, nel suo modo di essere sempre allegro e gentile, che lo avevano rapito sin dal primo istante in cui il suo sguardo timido aveva incrociato quello dei grandi occhi castani. Eppure non aveva mai avuto il coraggio di intraprendere un discorso con lui, ne’ di chiedergli semplicemente un “come va oggi?”, anche se il bel ragazzo sembrava molto disponibile a questo tipo di chiacchiere.
Era gentile con ogni persona, anche con quelle più rompiscatole che chiedevano qualche libro impossibile. Lui sorrideva e ascoltava ogni richiesta, salutava i frequentatori abituali della biblioteca come vecchi amici e sembrava, cosa molto strana data la noiosità assurda di quel posto, amare profondamente il suo lavoro e mettere dedizione e impegno in ogni aspetto di esso. Anche con Mikey era sempre allegro e gentile, ma lui si sentiva troppo intimidito da quella personalità per rispondere con frasi complete o almeno comprensibili. Ogni volta che il ragazzo lo salutava con un “Ciao, tutto bene?”, lui si limitava ad annuire o a borbottare qualcosa di indefinito, maledicendosi poi per tutto il resto del giorno perché cazzo, avrebbe potuto dirgli qualcosa di più intelligente e non fare come al solito la figura del fesso.
Quella volta però sarebbe stato diverso.
Aveva deciso che gli avrebbe parlato, gli avrebbe chiesto il nome e lo avrebbe invitato a prendere un caffé. Dopotutto erano due mesi che assediava la biblioteca solo per vederlo, due mesi che sedeva sempre allo stesso tavolo dal quale poteva guardarlo meglio, con la faccia seminascosta dietro un libro scelto a caso, sentendosi la maggior parte delle volte ridicolo e frustrato.
Sentiva il cuore martellargli nel petto mentre si avvicinava cauto alla grande scrivania, cercando di ricordare le parole che aveva ripetuto a se stesso quasi un miliardo di volte, che gli erano sembrate perfette, ma che ora gli suonavano stupide e banali.
Deglutì, stringendo tra le mani sudaticce i libri che aveva preso la settimana prima, che aveva scelto solo perchè li aveva visti tra le mani del bel bibliotecario che ne divorava almeno cinque o sei la settimana.  
- Ciao, come posso aiutarti? - disse poi il ragazzo sorridendo, socchiudendo il libro che stava leggendo.
- Io... Uhm, ho riportato... ho riportato questi... - rispose Mikey, e, sentendo scivolare via l'ultimo briciolo di sicurezza che gli era rimasto, gli porse i volumi, che l'altro prese senza smettere di sorridere e ricambiò il sorriso timidamente.
- Credevo di essere l'unico ragazzo a leggere storie d'amore - ridacchiò l'altro da dietro la scrivania. Mikey avvampò.
Certo, "Cime tempestose" e "Orgoglio e pregiudizio" non erano esattamente le letture più virili che avesse mai scelto, ma se piacevano al ragazzo della biblioteca allora andavano bene anche per lui.
- ...o li hai presi per la tua ragazza? - aggiunse poi, guardandolo.
- Oh, no no! - rispose, forse troppo tempestivamente - Erano per me... - continuò sottovoce, arrossendo ancora di più, ricevendo in risposta un sorriso che gli fece sentire le gambe di gelatina. Una vocina nella sua testa continuava a ripetergli "Chiediglielo, chiediglielo, chiediglielo", ma si sentiva troppo imbarazzato e fuori luogo per riuscire ad articolare una frase di senso compiuto. 
- Qui è tutto a posto, vuoi prendere qualcos altro? - chiese il ragazzo in tono cordiale, mettendo da parte i due libri che Mikey gli aveva appena consegnato.
- Io... Non saprei...
- Se vuoi ti consiglio qualcosa - lo interruppe il giovane allegramente.
- Grazie, sei veramente molto gentile - balbettò senza riuscire a sostenere il suo sguardo.
- Di nulla. È il mio lavoro... e poi ho notato che abbiamo gli stessi gusti in fatto di libri - rispose ammiccando il ragazzo, alzandosi.
Mikey sorrise, soddisfatto di se stesso, seguendo l'altro che gli stava facendo strada verso alcuni scaffali in fondo alla stanza. Non poté fare a meno di far cadere lo sguardo sul fisico del ragazzo che gli camminava davanti: era magro, aveva le gambe slanciate e dei fianchi che Mikey credeva di non aver mai visto su nessun altro essere umano e sui quali la sua fantasia già cominciava a elaborare immagini non troppo innocenti.
- Allora, vediamo... Potremmo provare con qualche classico - disse il ragazzo, indicando uno scaffale carico di volumi rilegati che sembravano molto vecchi.
Mikey annuì, senza aver afferrato una sola parola di quello che l'altro stava dicendo. Immaginava di slacciargli lentamente i bottoni della camicia, di baciarlo, di toccargli ogni singolo centimetro di pelle, di...
- Hey, mi stai ascoltando?
- Io... Oh, si si, scusa - bofonchiò, arrossendo violentemente.
- Ti senti bene?
- Si, sto...tutto okay - disse, maledicendosi mentalmente per la figuraccia epica che aveva appena fatto.
- Dicevo, sicuramente avrai letto qualcosa di Shakespeare, no? - riprese il ragazzo, girandosi pensieroso verso i libri.
- Ehm... veramente io...
- Non hai mai letto Shakespeare?!
Ennesimo passo falso, cazzo.
Il ragazzo prese da una mensola in alto un libricino rilegato in pelle rossa e glielo porse. Una scritta dorata incisa sulla copertina recitava "Romeo & Juliet".
- "Quale luce spunta lassù da quella finestra? È l'oriente, e Giulietta è il sole." - cominciò a recitare il ragazzo con dolcezza, guardando l'altro che era rimasto lì impalato senza riuscire a dire niente.
- "Sorgi, bell'astro, e spegni la luna invidiosa, che già langue pallida di dolore, perché tu, sua damigella, sei molto più bella di lei" - sorrise e Mikey si sentì arrossire di nuovo.
- Ti... ti piace tanto, vero? - chiese timido.
- È il mio preferito! - rispose, animandosi. Una ragazza seduta ad un tavolo poco distante sollevò la testa dal librone che aveva avanti e li guardò irritata.
- Forse stiamo disturbando qualcuno - disse sottovoce, in tono divertito.
- Se... se ti va appena hai...appena hai cinque minuti potremmo andare a prendere un caffè... insomma, potremmo parlare in pace senza disturbare nessuno...
Ecco qui, la frittata era fatta. Aveva sicuramente fatto la figura del cretino.
- Per me va bene! - rispose il ragazzo.
Mikey si illuminò.
- Lucy, io devo uscire un momento. È un problema? - chiese poi il ragazzo, rivolto a quella che doveva essere la sua aiutante o comunque qualcosa di simile.
La ragazza, che era impegnata a sistemare dei libri su uno scaffale, borbottò un "vai pure" senza nemmeno voltarsi.
 
- Avevo proprio bisogno di uscire un po' da lì dentro! - cominciò il ragazzo con la sua solita allegria.
- Credo sia piuttosto noioso - disse Mikey, che, lontano dai libri, cominciava a sentirsi  un po' più a suo agio.
Il ragazzo sospirò.
- Per me non lo è. Adoro essere circondato dai libri. Solo che... Alla lunga è stancante.
Mikey annuì e si ritrovò a pensare che alla luce del sole quel ragazzino sembrava ancora più bello.
- Ah, comunque io mi chiamo Mikey - disse dopo qualche secondo di silenzio, porgendo la mano all' altro.
- Io sono William... Come Shakespeare! - rispose il ragazzo sorridendo e stringendo la mano di Mikey nella sua.
 
 

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Capitolo 2
*** Tomorrow We'll Do It Again. ***


Capitolo 2:
"TOMORROW WE'LL DO IT AGAIN".
 
- Sei molto carino, sai?
Mikey sgranò gli occhi e, con la faccia che dal fuxia tendeva al rosso scarlatto, guardò il ragazzo che gli sedeva di fronte nel piccolo bar vicino al parco.
- Già. Soprattutto con quella faccia da pesce lesso che hai in questo momento - continuò Bill, ridacchiando.
Mikey arrossì ancora di più, abbassando lo sguardo sulla sua tazza di caffè.
- C'è qualcosa che non va? – chiese l’altro, sconcertato.
C'era tutto che non andava. Niente stava andando secondo i piani e Mikey odiava quando le cose non andavano come lui aveva prestabilito. Era abituato da sempre a programmare, a pianificare ogni minimo aspetto della sua vita e ora questo ragazzetto stava mandando tutto a monte, facendolo sentire in imbarazzo senza nulla da dire. Cos'è che era andato storto? Doveva semplicemente chiedergli di prendere un caffé insieme qualche volta, diventare amici e poi forse gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti. Quest'operazione sarebbe potuta durare settimane, addirittura mesi, e invece ora si ritrovava a dover combattere contro se stesso, perchè se lui gli aveva detto che lo trovava carino allora doveva avercela una minima possibilità, per la miseria.  
Ma non era pronto psicologicamente per chiedergli qualcosa, per invitarlo ad uscire, per...toccarlo o addirittura baciarlo.
Will gli sorrise e lo riportò alla realtà.
- Oh, io... sto bene. È solo che... insomma...
- Che io ti piaccio - concluse l'altro, continuando a sorridergli.
- Dai, non dirmi che credevi che io non l'avessi capito!
Mikey lo guardava, senza sapere cosa dire. Questo era davvero qualcosa che non aveva programmato.
Will rise.
- I-io...
- Prendi gli stessi libri che leggo io, quando parli con me balbetti e arrossisci, - cominciò, guardandolo negli occhi - sono sicuro che prima mi hai guardato il sedere, - rise di nuovo - mi hai portato a prendere un caffé e hai pagato tu e mi conosci da un'ora, più o meno...
Mikey non si era mai sentito più imbarazzato, Will invece sembrava divertito.
- E quando ti ho detto che sei carino, beh... sei diventato viola! E poi, - continuò - ora non avresti quella faccia se non fosse vero!  
Si interruppe, gli sfiorò la mano.
- Ma non preoccuparti... Non mi dispiace - gli sorrise dolcemente - Te l'ho detto che per me sei carino.
Mikey non poté fare a meno di sorridergli a sua volta, tranquillizzandosi un po'.
Doveva ammetterlo, anche se i suoi piani erano stati stravolti, non gli dispiaceva più di tanto.
- Andiamo a fare un giro? - disse dopo qualche secondo che gli era servito per riacquistare l'uso della parola.
 
* * *
 
Parlarono per molto tempo, seduti su una panchina del grande parco assolato. Parlarono delle loro famiglie, del lavoro, dell'università.
Will era un ragazzo semplice e solare, il cui carattere era molto diverso da quello ambizioso e estremamente razionale di Mikey. Dal canto suo, lui si sentiva contagiare da quell'allegria, se ne sentiva investito, e per un po' aveva addirittura lasciato da parte le sue solite "pianificazioni".
- Cavolo, sono già passate quasi due ore! - Will sembrava dispiaciuto - Devo proprio tornare!
- Ti accompagno - aveva detto Mikey prontamente, avviandosi con lui verso l'uscita.  
Arrivarono alla biblioteca in pochi minuti, con grande rammarico per entrambi.
- Beh, allora ciao - disse Mikey.
- Ciao - rispose l'altro.
Mikey si voltò per andarsene, ma Bill lo trattenne per un braccio.
Lo tirò verso di sé e lo baciò.
- Domani, al parco, a quest'ora. Ciao - gli sussurrò, scappando via e lasciandolo lì impalato, col cuore che gli batteva forte.
 






Note:
Capitolo breve, di passaggio tra la conoscenza superficiale e la conoscenza...ehm..approfondita LOL
okay, basta spoilerare il finale ò.ò
Grazie a chi ha letto e recensito, ai lov iu <3

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Capitolo 3
*** Just fall into place and you'll fall into me. ***


Capitolo 3:
"Just fall into place and you'll fall into me."
 
Mikey era un po' in anticipo e aspettava impaziente che Bill arrivasse seduto su una panchina. Si era vestito e poi cambiato come minimo 15 volte e ancora sentiva di avere qualcosa di sbagliato. Ma erano i vestiti o era lui ad esserlo?
Cominciò ad andare in ansia, come suo solito, e fu solo l'arrivo di Bill a distoglierlo da quei pensieri.
- Hey - lo salutò un po' imbarazzato, senza sapere bene come comportarsi.
L'altro gli fece un cenno con la mano mentre si avvicinava, sorridente come sempre.
Mikey si alzò e Bill gli diede un bacio veloce sulle labbra. Poi lo tirò dolcemente verso un albero poco distante.
Poggiò la schiena contro la corteccia ruvida, dalla parte dove non potevano essere visti dalle persone che passavano, e lo attirò a sé, tenendolo per la maglietta. Lo baciò con passione, attorcigliandogli con una mano i capelli, mentre con l'altra cercava le sue dita, che strinse saldamente alle proprie.
- Finalmente sono riuscito a darti un bacio decente - aveva detto poi, col fiatone e un largo sorriso stampato sulla faccia.  
- Sssh - sussurrò Mikey senza pensarci e lo baciò di nuovo, con più forza di prima, accarezzandogli il fianco con la mano libera.
Will gli succhiò il labbro, poi cominciò a baciargli il collo, con delicatezza, certo, ma era la delicatezza più sensuale che Mikey avesse mai visto.
- W-Will...Non qui - sussurrò, quando si accorse che i movimenti dell'altro si facevano sempre più decisi.
- Hai ragione. Vieni con me allora - rispose Bill dopo averlo baciato ancora una volta.
Si avventurarono dietro alcuni cespugli più alti e meno curati, in una parte del parco non molto frequentata. Will lo tirava tenendolo per mano, senza parlare e Mikey sentiva il cuore battergli forte, un po' per la velocità con cui il ragazzo lo conduceva, un po' perchè non sapeva bene cosa aspettarsi dal "dopo".
Arrivarono davanti ad alcuni alberi, molto vicini tra loro. Bill si introdusse con agilità nel piccolo spazio formato da due particolarmente grossi e Mikey lo imitò. Si trovò in un piccolo pezzo di prato incolto, circondato tutto intorno da grandi alberi, dove il sole filtrava attraverso le foglie, rendendo tutto ricoperto da una rilassante luce verde.
- Bello, eh? Ci vengo sempre a leggere - sorrise Bill, guardandosi intorno.
- Qui non ci può disturbare nessuno - sussurrò poi, avvicinandosi lentamente a Mikey, che era rimasto fermo a guardarsi intorno stupefatto. Si sedette sull'erba fresca e Mikey fece lo stesso. Poi Will si alzò sulle ginocchia, si mise davanti a lui, gli sfiorò il viso con dolcezza e posò delicatamente le labbra sulle sue. Gli diede due piccoli baci, sorridendo e lasciando che l'altro gli cingesse la vita con un braccio e si stringesse a lui. Gli poggiò la mano dietro la nuca e lo guardò neli occhi; a Mikey, quelle due grandi pozze castane, parvero indecifrabili: vi scorgeva a tratti dolcezza, a tratti uno strano lampo di desiderio che però sembrava quasi subito venire soffocato. Ma non ebbe tempo di pensarci: Bill lo tirò verso di se' e fece di nuovo collidere le loro labbra. Lasciò che la lingua dell'altro entrasse nella sua bocca, lasciò che accarezzasse con dolcezza la sua in un bacio interminabile che lasciò entrambi senza fiato. Mikey non riusciva a ricordare tutte le volte che aveva immaginato quel momento, ma nelle sue fantasie si trovavano sempre nascosti, magari tra gli scaffali polverosi della biblioteca, non di certo in un posto bello come quello. Lo baciò ancora, stringendolo di più.
Dopo qualche minuto, Will si fermò e gli sorrise, questa volta in modo diverso. Gli prese la mano e, sempre guardandolo con quello strano sorriso, la guidò sotto il tessuto sottile della sua maglietta. Mikey si sentì attorcigliare lo stomaco, ma adesso sapeva cosa fare, anche senza Will che gli guidava la mano.
Cominciò a carezzargli il ventre piatto, poi il petto, infine gli sfilò la t-shirt, che lasciò cadere sull'erba. Bill sembrò soddisfatto e lo aiutò a sfilarsi la sua. Si baciarono di nuovo, lasciando che la loro pelle bollente venisse a contatto e provocando parecchie accelerazioni cardiache. Will cominciò a baciargli il collo, prima con dolcezza, poi, accorgendosi che l'altro apprezzava, con sempre più passione, scendendo fino al petto e Mikey iniziava ad avere il fiatone e a non controllare più i versi che sembravano uscire automaticamente dalla sua gola. Bill lo fece stendere dolcemente, mettendosi sopra di lui. Prese a torturargli le labbra e a strofinarsi lascivamente su di lui, premendo il suo bacino contro quello dell'altro, che ormai non riusciva più a trattenere gli ansimi.
Lasciò scivolare una mano lungo il petto di Mikey, che sussurrava parole sconnesse e senza senso, succube dei suoi  movimenti.
Arrivò alla cintura e gliela slacciò con qualche difficoltà e Mikey sobbalzò quando infilò la mano nei suoi boxer, cominciando a muoverla con lo stesso ritmo con il quale gli strofinava la propria eccitazione sulla gamba.
La sua mente era così poco lucida che non seppe come le labbra di William avevano raggiunto e poi sostituito le sue mani, ritrovandosi boccheggiante, senza riuscire a fare altro che strappare fili d'erba o attorcigliare le dita tremanti tra i capelli sudaticci dell'altro, gemendo più forte ogni qualvolta il ritmo accelerava.
- B-Bill... Io s-sto per... - sussurrò, mordendosi il labbro.
Con una naturalezza incredibile, Will si sollevò e gli strisciò addosso, baciandolo ancora una volta sulla bocca e sul collo.
Era lui a condurre i giochi, questo era evidente. Ma non era forse questo che Mikey voleva? O lo avrebbe preferito più remissivo, meno audace?
Will si strinse di più a lui, come se avesse avvertito questa ondata di pensieri.
- Fammi quello che vuoi... -  gli bisbigliò in modo sensuale all'orecchio, dopo avergli morso il lobo delicatamente.
Mikey si girò e si mise sopra di lui, baciandolo sulle labbra, poi gli sbottonò i pantaloni e glieli tirò giù. Lasciò che le loro eccitazioni si toccassero, strofinò la sua contro quella di Will che ormai gemeva incontrollato, infine le strinse entrambe, muovendo la mano ritmicamente insieme a tutto il resto del suo corpo, fermandosi ansante poco dopo. Si mise in ginocchio, sfilando completamente i jeans a Bill, che lo lasciò fare senza dire nulla. Si sporse per baciarlo di nuovo, poi gli alzò le gambe con dolcezza e le poggiò sulle sue spalle.
Will mugolò in modo sommesso quando
Mikey infilò un dito dentro di lui, poi due ed infine tre.
- S-sbrigati - sussurrò poi, mentre l'altro muoveva veloce le dita - ti...ti voglio...
Mikey non se lo fece ripetere.
Cercò di fare il più delicatamente possibile, sperando di non fargli male. Bill arcuò la schiena e bisbigliò un piccolo "Ahi", con gli occhi che gli lacrimavano e le dita conficcate nel terreno, ma non emise altri lamenti, gli fece solo un cenno per fargli capire che non doveva smettere. Mikey cominciò a spingere piano, cercando di trattenere i suoi impulsi, mordendosi le labbra e affondando le unghie nella pelle morbida dell'altro. Ma Bill voleva di più. Prese a spingere il bacino contro quello di Mikey, che si decise a dare spinte sempre più forti, provocando una serie di gemiti incontrollati e grida strozzate da parte di entrambi. Il ritmo rallentò progressivamente, finchè Mikey non si accasciò accanto a lui, sfinito e sudato. Will si stese su un fianco e lo guardò negli occhi sorridendo e accarezzandogli la guancia con dolcezza, poi lo baciò di nuovo.
- Mi piaci - sussurrò.
- Me ne sono accorto - rispose Mikey sorridendo.
       

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