Two weeks notice - Due settimane per innamorarsi di Lils__L7 (/viewuser.php?uid=58953)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduction ***
Capitolo 2: *** First day ***
Capitolo 3: *** Second day ***
Capitolo 4: *** Third day ***
Capitolo 5: *** Fourth day ***
Capitolo 6: *** Fifth day ***
Capitolo 7: *** Sixth day ***
Capitolo 8: *** Seventh day ***
Capitolo 9: *** Eighth day ***
Capitolo 10: *** Ninth day ***
Capitolo 11: *** Tenth day ***
Capitolo 12: *** Eleventh day ***
Capitolo 13: *** Twelveth day ***
Capitolo 14: *** Thirteenth day ***
Capitolo 15: *** Fourteenth day ***
Capitolo 1 *** Introduction ***
Two
weeks notice
- Due
settimane per
innamorarsi –
«..Con
degli effetti particolari, straordinari direi, paragonabili a quelli
della nota
Felix Felicis!», stava
dicendo a gran
voce il professor Lumacorno, cercando di attirare
l’attenzione dei suoi
studenti; dopotutto, le lezioni di Pozioni erano già una
noia di per sé, ma
questa volta egli aveva da fare i conti con uno dei più
pericolosi deterrenti
delle ore scolastiche: il primo, tiepido sole primaverile, che filtrava
dalle
piccole finestre dei sotterranei.
Erano
infatti i primi di marzo, e per quanto potesse sembrare strano anche in
Inghilterra il tempo quell’anno si stava dimostrando
clemente: i primi fiori si
preparavano a sbocciare, con sommo piacere della professoressa Sprite,
le nuvole
si allontanavano verso l’Irlanda spazzate via dai venti da
sud e gli studenti,
come tutti gli anni, perdevano la loro già carente
attenzione.
C’era
anche da dire, però, che le ultime due ore del
venerdì erano pesanti, per una
materia come Pozioni. Ma che poteva farci? Fosse stato per lui, avrebbe
sicuramente apportato grandi modifiche agli orari. Per esempio,
cominciando a
dividere categoricamente i Serpeverde e i Grifondoro del settimo anno,
in modo
che non si incontrassero mai.
In
quel momento, infatti, risultava difficile persino a lui non ridere di
Severus
Piton, suo alunno brillante quanto schivo, bersagliato da numerosissime
palline
di carta viscida e appiccicosa che gli venivano lanciate da ogni
direzione,
anche se era più che ovvia la loro reale malandrinesca
provenienza.
«Signori,
per favore..» cercò di dire, per sedare il coro di
risatine che si stava
alzando dai banchi dei Grifondoro. «Lasciamo perdere il
signor Piton, sì, Severus,
sei pieno di schifose gelatine verdognole, e concentriamoci sulla
Pozione che
avete da preparare entro due settimane.»
La
piccola e agile mano di Lilian Evans, Caposcuola di Grifondoro
nonché tra le
migliori pozioniste che Hogwarts avesse mai avuto il piacere di
conoscere,
saettò in aria. «Ma professore,»
cominciò, titubante, «l’Odium
Liquidum è una pozione molto complicata. Avremmo
bisogno di
più tempo!».
«Mia
cara Lily», cominciò bonario Lumacorno, sorridendo
alla sua studentessa
preferita. «Sono certo che due settimane saranno
più che sufficienti per ottenere
un’ottima pozione dell’odio. Piuttosto.. non vorrei
incappare nelle sue ire, ma
temo proprio che il difficile non sarà preparare
materialmente la pozione, quanto
riuscire a collaborare col proprio compagno».
«Oh»,
rispose semplicemente lei, scostandosi una ciocca di capelli rossi dal
viso e
sorridendo alla sua compagna di banco, Alice Longbottom,
nonché migliore amica
e secolare compagna di lavori di coppia.
«Purtroppo
no, cara, per stavolta la signorina Longbottom non potrà
essere la sua
compagna.» disse il professore, guadagnandosi gli sguardi
carichi di risentimento
delle due e l’attenzione di tutti gli altri studenti: non
capitava mai che
Lumacorno decidesse le coppie di sua volontà.
Soddisfatto
di aver recuperato l’interesse dei suoi alunni,
proseguì: «La pozione dell’odio
è qualcosa di molto complicato, come ci ha giustamente detto
poco fa la cara
Lily.. e i suoi effetti dipendono molto da come essa viene affrontata.
Non so
se mi spiego?».
«In
effetti, no.» intervenne Sirius Black, che aveva smesso da
qualche secondo di
incantare palline di carta.
«Beh,
signor Black, è presto detto: per preparare una corretta Odium Liquidum c’è
bisogno che tra i due compagni non intercorra
buon sangue.» spiegò Lumacorno, generando sguardi
di puro disgusto tra i banchi
delle due casate, da sempre in contrasto tra loro. «Ora, so
che tutti voi avete
delle.. antipatie, ecco,
chiamiamole
così. Ad esempio, credo proprio che da lei e il signor Piton
verrà fuori una
gran bella pozione dell’odio!».
«CHE
COSA??!?» ruggirono entrambi gli interessati, scattando in
piedi sulle loro
sedie e rischiando di rovesciare i rispettivi banchi per la foga.
Lumacorno
ridacchiò, sadico. «Cosa non si fa per una E in
Pozioni!».
«Io
non la voglio una E in Pozioni!» si lamentò Sirius.
«L’avrà,
Black, se ha intenzione di passare gli esami alla fine
dell’anno.».
«Ha
intenzione di chiederci questa pozione agli esami?!»
esclamò Remus Lupin,
piuttosto sconcertato.
«Sì,
signor Lupin.» rispose il professore, gongolando.
«E penso di aver individuato
il miglior compagno per lei nel signor Mulciber. Che ne
dice?».
Nella
classe cominciarono a diffondersi bisbigli indignati di rabbiosa
rassegnazione;
che razza di idea era, farli lavorare con persone che odiavano? Stava
mettendo
in pericolo l’integrità fisica della scuola!
«Mi
scusi, professore,» intervenne di nuovo Lily Evans,
incrociando le dita di
entrambe le mani sotto il suo banco. «chi.. chi pensa
dovrebbe essere il mio
compagno?».
Horace
Lumacorno si mostrò in quel momento crudele come non mai
agli occhi degli studenti
del settimo anno. Non rispose, semplicemente rivolse il suo sguardo
verso l’ultimo
banco, dove Sirius Black continuava a lamentarsi e a inveire contro di
lui, tra
le risatine soffocate del suo migliore amico lì accanto.
«Professore..!»
sussurrò Lily, spalancando gli occhi terrorizzata.
«Non..».
«Esattamente,
cara. Lei e il signor Potter farete di certo grandi cose
insieme!».
Gli
studenti Grifondoro della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts si
domandarono tutto il giorno cosa fossero quei rumori provenienti dai
dormitori
degli studenti del settimo anno. Da entrambi, infatti, fuoriusciva un
continuo
brusio quasi isterico, e, a tratti, esplosioni di urla.
Che
tipo di urla?
Lily
Evans camminava a passo di marcia avanti e indietro nella sua stanza,
incenerendo con lo sguardo (e con la bacchetta; fortuna che non era
sola!) tutto
ciò che incontrava sul pavimento che calpestava, fossero
vestiti, libri o parti
del corpo delle sue compagne di stanza. Definirla furiosa
era poco, davvero poco; Lumacorno era decisamente
precipitato sul fondo della sua classifica personale di gradimento
degli esseri
umani che conosceva, davanti solo alla sua Casata prediletta di viscide
serpi,
a sua sorella Petunia e, ovviamente, a quello stupido pallone gonfiato
egocentrico vanesio imbecille di James Potter. Dannazione,
perché aveva dovuto
scegliere proprio quella pozione?!
Perché
aveva deciso di farla portare agli esami?!
E
soprattutto, perché aveva scelto James
Potter come suo compagno?!?
«Quel decerebrato
boccinofilo!».
«Lily,
calmati..».
«Quella prima
donna mancata! Con quegli
stupidi capelli spettinati!».
«Lils..».
«Quel cervello di
Kneazle!».
Tutti
ad Hogwarts sapevano che tra i due Capiscuola –
perché, ahinoi, anche lui lo
era, - non c’era un bel rapporto. Anzi, non c’era
proprio alcun rapporto escluso
quello di feroce odio, come Lily amava
specificare.
Dal
primo anno infatti professori, studenti, quadri e fantasmi avevano
dovuto fare
l’abitudine ai battibecchi che scoppiavano tra i due ad ogni
incontro, cosa
purtroppo abbastanza frequente dato che frequentavano lo stesso anno
nella
stessa Casa. Non che a loro dispiacesse così tanto, sia
chiaro: era sempre uno
spasso guardarli litigare fino ad alzare le bacchette o proprio le
mani.
Fino
alla fine del sesto anno, infatti, Hogwarts era stata teatro delle
peggiori
marachelle da parte di James e suoi compari, i cosiddetti Malandrini; e tutte le volte, nessuna
esclusa, la fiera Lily Evans
aveva scoperto e punito i loro tiri mancini, scontrandosi per questo
con loro. Il
fatto che lei fosse l’unica a non aver ceduto al fascino del
mitico James
Potter poi non aveva fatto altro che aumentare le sue estenuanti
proposte d’amore,
d’appuntamenti, perfino di matrimonio.
Inutile
dire che Lily piuttosto che sposare James Potter avrebbe preferito
vivere sul
fondo del Lago Nero con la Piovra Gigante, cosa che gli ricordava ogni
volta
prima di decretare per loro le più terribili punizioni.
Suo
malgrado, la Caposcuola doveva però riconoscere quanto il
suo acerrimo nemico
fosse cambiato durante quell’ultimo anno: niente
più appostamenti dietro le
colonne, niente più imbarazzanti inviti ad uscire di fronte
a tutta la Sala
Grande, neanche un biglietto a San Valentino o un casuale
incontro sotto il vischio in periodo natalizio; si poteva
dire che James Potter era maturato di botto, per un motivo, a suo
parere,
impossibile da scoprire.
Non
era così impossibile in effetti per i compagni di stanza di
James, i fidati
Malandrini e Frank Paciock, che in quel preciso momento stavano
cercando il
modo migliore per affatturarlo, stanchi delle sue grida di giubilo.
«La
Evans in coppia con meee!».
«Non
è stata una scelta sua, Ramoso..».
«Io
amo Horace Lumacornooo!».
«Te
lo faccio scrivere e ti ci ricatto, Jam, ora smettila..».
«Si
innamorerà di me in queste due settimane!».
«Come
no!».
«Che
ne dite del classico Pietrificus Totalus?!».
L’esaltata
figura possente di James Potter cadde rovinosamente per terra, tra gli
sguardi
soddisfatti dei suoi compagni di stanza; quando si parlava di Lily
Evans, James
era davvero impossibile da sopportare! Si perdeva nei suoi sogni di
gloria d’amore
eterno in cui lei cullava i loro sette figli maschi
(un’ottima squadra di
Quidditch dagli occhi verdi) giurandogli fedeltà fino alla
morte. Qualcosa di
disgustoso, insomma, soprattutto per il suo migliore amico Sirius
Black, per il
quale le donne non erano altro che passatempi da cambiare a intervalli
regolari
di una notte; eppure James non poteva farci niente: se ne era
innamorato - «Proprio come un
salame!» - alla fine
del quinto anno, ma il suo carattere da sbruffone strafottente non gli
aveva
fatto accumulare molta credibilità e affidabilità
ai suoi occhi.
Per
questo, secondo lui, quella della pozione era un’occasione
geniale per far
capire alla Evans quanto lui desiderasse davvero nient’altro
che lei.
Ci
sarebbe riuscito?
Un grazie in anticipo a
chi leggerà la storia.. e, se ci saranno (come spero
vivamente xD), alle anime pie che recensiranno!
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Capitolo 2 *** First day ***
First
day.
«Risulta
evidente quanto siam diversi,
quanto
son diversi i tempi del percorso,
ma
sono giorni in cui suona più vicina
tutta
quella tua incazzatura..»
[L.Ligabue - Caro il mio Francesco]
Il
soffitto della Sala Grande quel giorno era di un nero spaventoso, come
se il
peggiore degli incubi del mondo magico si fosse realizzato. E in un
certo senso
era proprio così.
Gli
studenti del settimo anno (ebbene sì: Lumacorno aveva
assegnato lo stesso
ingrato compito anche a Corvonero e Tassorosso) si erano presentati
quella
mattina a colazione come se fossero invece diretti al patibolo, e
squadravano
ringhiando tra i denti ora il professore di Pozioni ora
l’odiato compagno con
il quale avrebbero dovuto lavorare per ben quattordici giorni.
Silente,
quasi a farlo apposta, era stato talmente divertito da quella bislacca
idea di
Lumacorno da decidere di fondere gli stemmi delle quattro Case a coppie
proprio
come nel compito: e così, sui tavoli rossi e verdi
spiccavano grifoni dalla
lingua e le zampe serpentesche, e su quelli gialli e blu animaletti
rotondeggianti con orecchie da tasso e becco da corvo.
«Mooolto
simpatico!» sibilò Sirius Black digrignando i
denti, sedendosi al suo solito
posto sulla panca vicino a James. Il quale, dal canto suo, sembrava
davvero
essere l’unico studente del settimo anno di buon umore.
«Non
trovate sia una giornata fantastica?» esclamò
infatti rivolto ai suoi amici
mentre si serviva di succo di zucca. «Oggi dovremo metterci
d’accordo con il
nostro compagno per la pozione di Lumacorno!».
«Proprio
per questo è una giornata di m..»
sbraitò Sirius, ingozzandosi di bacon e
marmellata.
«James,
facci il favore di smetterla!» lo interruppe Remus,
stropicciandosi gli occhi
con le mani. «Ho la luna piena tra una settimana e Mulciber
da tenere alla
larga, non infierire!».
«Ooh,
come sei pesante, Lunastorta! Dovresti essere orgoglioso del tuo James
che
presto conquisterà la sua bella!».
«Non
vedo proprio chi dovresti conquistare, Potter.».
I
Malandrini si voltarono insieme verso la persona che doveva aver
parlato,
individuando con poca sorpresa la rossa Caposcuola, che batteva un
piede contro
il pavimento a braccia serrate.
«Ehi,
Evans!» esclamò James, passandosi una mano tra i
capelli corvini. «Sei qui per
il compito di Lumacorno?».
«Sicuramente
non per piacere, Potter. Allora, ci vediamo oggi pomeriggio alle tre
nell’ultima
aula dei sotterranei. Puntuale!» rispose lei, categorica.
«Va
bene,» annuì lui, «a dopo!».
La
bella rossa girò sui tacchi e a passo spedito
tornò a sedersi al tavolo, accanto
ad Alice.
«Ramoso,
smettila di fare quella faccia da ebete.».
«Oh
avanti Pete, non vedi com’è bella?!»
sospirò James, appoggiando il mento sul
tavolo con fare teatrale. «Non funzionerà mai,
vero?».
Remus,
il più comprensivo dei Malandrini, si intenerì a
guardarlo e assestò una
gomitata ben piazzata nelle costole di Sirius che stava per
rispondergli con un
violento “NO!”. «Se parti scoraggiato,
Jam, non raggiungerai mai il tuo scopo!».
Gli
occhi del moro si illuminarono di gioia. «Hai ragione Rem!
Sono o non sono il
magnifico James Potter?!».
Remus
dovette ammetterlo: a volte avrebbe davvero fatto meglio a starsene
zitto.
«Sei
qui, Evans?».
James
entrò nell’ultima aula del corridoio dei
sotterranei in cui agli studenti era
permesso riunirsi; effettivamente Lily non aveva specificato in quale
direzione
del corridoio dovesse cercarla, perciò lui le aveva provate
tutte.
«Sì,
Potter.».
Ed
era lì, infatti. James ebbe il terrore di essere rimasto per
due minuti buoni a
fissarla imbambolato come quella mattina a colazione, ma come avrebbe
potuto
evitarlo? La Caposcuola aveva raccolto i capelli rossi in una larga
treccia
laterale fermata da un laccetto dello stesso verde dei suoi bellissimi
occhi, e
arrotolato le maniche della camicia fino ai gomiti, in modo che non la
impicciassero. Il maglione della divisa giaceva abbandonato su un banco
in
fondo all’aula, con la cravatta; non ricordava di aver mai
visto Lily Evans
così poco perfetta.. e
così
dannatamente bella.
Era
stupenda mentre sistemava gli ingredienti per la pozione sul tavolo in
ordine
di come le sarebbero serviti, storcendo le labbra se qualcosa non era
esattamente dove avrebbe voluto che fosse.
Era
meravigliosa mentre si scostava con uno sbuffo scocciato alcune ciocche
di
capelli che le erano ricadute sugli occhi, mentre sfogliava il libro
alla
ricerca del procedimento da eseguire.
Era
fantastica anche con le sopracciglia aggrottate e le labbra serrate
così
strette da sembrare unite, in una smorfia di pieno disappunto.
..Disappunto?
«Potter,
ma sei diventato sordo, oltre che scemo?! Ti sto chiamando da tre
ore!».
«Merlino,
scusa Evans, scusa. Mi ero distratto.».
«Ho
notato! Sbrigati, vieni qua; mettiti a sbucciare queste radici e dopo
tagliuzzale in parti uguali.».
«Sì,
Lily.».
«Evans,
Potter. Sono Evans per te.».
«Hai
ragione Evans, scusa.».
Passarono
almeno dieci minuti in silenzio, mentre lui sbucciava quelle maledette
radici e
lei preparava nel calderone uno strano intruglio che avrebbero dovuto
aggiungere alla pozione in seguito.
«Perché
non posso chiamarti Lily?» chiese James
all’improvviso.
Lei
lo guardò come se avesse visto Ruf ballare un valzer con
Morgana in persona. «Perché
dovresti chiamarmi Lily, Potter?».
«Gli
amici si chiamano per nome.».
«Dici
bene, gli amici. Ti risulta che noi due siamo amici?».
«Beh
no, ma.. potremmo diventarlo. Che male ci sarebbe?».
«La
nostra pozione non varrebbe uno zellino in quel caso, Potter. Zitto e
sbuccia.».
James
rise. «Quando vuoi Evans, sei simpatica.».
«Oh,
che onore, Potter. Detto da te poi, che sei la simpatia fatta
persona!» disse
lei sbuffando, contorcendosi nelle smorfie più buffe per
convincere un ciuffo
di capelli a togliersi da davanti ad uno dei suoi occhi, avendo le mani
impegnate e non potendole assolutamente spostare dal mestolo.
«Aspetta,»
sussurrò James, «ti aiuto».
Non
aspettò una sua risposta (non sarebbe sicuramente stata
affermativa) e le si
avvicinò in due falcate, raggiungendola e afferrando la
ciocca di capelli che
era sfuggita al suo controllo; con un movimento lento, le mani tremanti
per la
vicinanza al suo viso, gliela portò dietro
l’orecchio sinistro, sfiorandole uno
zigomo col pollice in una sorta di carezza improvvisata.
Lei
scosse la testa, piano, per allontanare la sua mano. Era arrossita.
«Grazie.»,
disse, abbassando lo sguardo.
Passarono
altri dieci minuti senza dire una parola e senza guardarsi. James aveva
finito
ormai di tagliuzzare tutte le radici e aveva preso ad affettare uno
degli altri
ingredienti, triste per come stavano andando le cose tra loro due.
«Anche
tu quando vuoi non sei così male».
Era
sicuro di aver capito male. «Come, scusa?!».
«Hai
capito benissimo, Potter. Sei in silenzio da quindici minuti. Non sei
poi così male, quando ti
impegni.», disse
Lily, abbozzando un sorriso.
«Attenta
alla pozione, Evans.. se vuoi una E, non devi dirle certe
cose.» cercò di
sdrammatizzare lui.
Lei
ridacchiò. «Giusto. Beh, in questo caso, ti
odio.».
Lui
le sorrise, teso. Toccava a lui dire qualcosa, adesso. «Dai,
parlando
seriamente. Perché ce l’hai così tanto
con me?».
«E
me lo chiedi, Potter? Sei sempre il solito buffone!».
«No,
sono cambiato!» ribatté lui, spalancando le
braccia e urtando il contenitore
delle radici, che cadde.
«Accio
radici,» disse Lily, ricomponendo
l’ingrediente. «E’ vero, ma solo
esteriormente. Sono sicura che dentro sei
ancora il solito bambino.».
«Sono
cambiato, ti dico, ho fatto come volevi! Dammi una
possibilità, Lily, una sola.».
«Non
ci penso neanche, Potter! Merlino, finiamo questo lavoro in fretta
così posso continuare ad evitare di rivolgerti la
parola.».
«Oh,
avanti.. l'ultimo desiderio si nega solo ad Azkaban!» gemette
lui facendo gli occhioni dolci.
Lily alzò gli occhi al cielo, cercando di mantenere
un'espressione accigliata nonostante la faccia ridicola che James aveva
messo su. «Ho detto no, Potter. Qui
è molto peggio di Azkaban.».
«Tu sei molto peggio
di Azkaban!».
«Con
te sicuramente! Vuoi finire di affettare quella roba o no?!».
«No,
per la barba di Silente!» esclamò lui, esitando
poi un attimo nel timore che l'onnisciente e onnipresente Preside
l'avesse sentito. «Non fino a quando non mi
spiegherai perchè ce l'hai così tanto con
me!».
«Perchè
sei pedante,
Potter! Appena ti do un briciolo d'attenzione ritorni appiccicoso come
la colla!».
«La..
che?!» chiese lui, dimenticandosi per qualche secondo del
discorso che avevano intavolato. «Oh, insomma, come
sarebbe a dire 'pedante'?».
«Potter,
io e te siamo diversi; troppo diversi. Quando qualcuno dice "no, Lily",
io smetto di insistere, mentre tu non hai la minima idea di cosa questa
parola voglia dire.. perchè sei viziato, sbruffone e
prepotente!» urlò la rossa, diventando dello
stesso colore dei suoi capelli per la foga.
James parve rabbuiarsi. «Non ti sei neanche
accorta di quanto sono cambiato.», biascicò.
«Ti
sbagli Potter, me ne sono accorta. E' per questo che ho accettato di
venire qui; ci sono altre persone che non sopporto all'interno di
questa scuola, sai? Non sei l'unico!» ribatté
Lily, puntandogli un dito contro. «Ma mi stai dimostrando
ancora una volta che mi sbagliavo su di te!».
Detto questo, la Caposcuola radunò tutti gli ingredienti
usati e non con un incantesimo, e li fece sparire ordinatamente
all'interno di un armadio. Spense il calderone in assoluto silenzio,
ringraziando Morgana e gli altri maghi che la proteggevano dall'alto
che Potter stesse finalmente zitto, e con un incantesimo di Appello
richiamò a sé maglione e cravatta.
Si voltò verso di lui, corrucciata. «Domani alla stessa ora,
Potter.».
«Allora
ci rivediamo!» esclamò lui contento, riesplodendo
nel suo sorriso aperto. «Buon pomeriggio,
Evans!».
Lily girò sui tacchi e se ne andò a passo svelto,
non riuscendo a trattenere un mezzo sorrisetto; tenace, quel Potter! Ma
aveva trovato in lei pane per i suoi denti, quello era sicuro!
Capitolo 2 rivisto e
modificato, mi era uscita una Lily credo troppo OOC che mi ha
tormentato per tutte le vacanze di Pasqua! xD
Grazie mille a chi ha recensito, a chi ha aggiunto la storia tra le
preferite/seguite e anche a chi ha solo letto.. Al prossimo capitolo! :D
L7!
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Capitolo 3 *** Second day ***
Second
day.
«Ho
provato a non amarti, ma è impossibile per me.
Ci sei tu, e
io m'illumino, dirtelo non funziona più..
Se t'amo
forse perdo, se non ti amo però non vinco mai!»
[Nek
- Ci sei tu]
«Insomma, ti
rendi conto?! Ho passato un'ora del mio tempo a sbraitargli addosso,
dato che si comportava come sempre come uno stupido bambino viziato, e
neanche lavorava alla pozione, capisci?, prenderò un voto
orribile per
colpa sua e Lumacorno mi boccerà all'esame, senza contare
che mancano
altri tredici giorni prima che la pozione possa essere imbottigliata,
ma dannazione, proprio a me una cosa del genere?!».
«Lil, non ho
capito niente.».
Alice Longbottom
fissò con attenzione e un misto tra divertimento e
apprensione la sua migliore amica che delirava sdraiata sul suo letto,
la faccia immersa nel cuscino; capiva perfettamente come doveva
sentirsi Lily: dopotutto, lei aveva passato un'ora e mezza del suo
tempo con Christine Parkinson, una delle Serpeverde più
vanitose e insopportabili nella storia di Hogwarts. Davvero una pessima
idea, quel Lumacorno!
«E'
tardi, che ne dici di andare a letto?» chiese all'amica che
ancora mugugnava, per farla smettere. «Domani ci
aspettano due ore di Storia della Magia di prima mattina,
e..».
«E una con Potter di primo pomeriggio!» concluse
Lily interrompendola, con voce lamentosa.
«Ancora? Potter sta diventando la tua ossessione,
Lils!»
scherzò Alice.
«Ali,
fai ancora qualche battuta del genere e giuro che ti
sostituirò con la Parkinson!» minacciò
la rossa, alzando la testa dal cuscino.
«Fai pure!» la prese in giro Alice, e, tra una
risata e l'altra, si addormentò esausta.
«Potter.».
«Evans!».
Lily entrò nella solita aula in fondo al corridoio, sorpresa
di trovare James Potter lì ad aspettarla; se ne stava seduto
buono buono su un banco, con un bel - bel?! Che c'entrava
l'aggettivo "bello" con Potter?! Semmai, ebete - sorriso
stampato in faccia. La Caposcuola constatò con piacere che
aveva già sistemato gli ingredienti e il calderone sui
banchi.
«Com'è andata la giornata, Evans?».
«Lo sai benissimo, Potter, c'eri anche tu in aula con
me.».
«Direi, Evans. Siamo nella stessa Casa!».
«Con mio sommo dispiacere, Potter. Ora, potresti tacere e
cominciare a togliere le spine da quelle piante?».
Lily si godette quei brevi cinque minuti in cui non sentì
altro se non il rumore di coltelli che tagliuzzavano; ma, come aveva
previsto, quel silenzio paradisiaco non durò per molto.
«Sei ancora arrabbiata per ieri?».
«No, Potter. Ma..».
«Ottimo!» la interruppe lui, sorridendole.
«Quindi, se non sei arrabbiata, possiamo fare due
chiacchiere.».
«Credo che ricomincerò ad essere arrabbiata,
Potter. Da ora.».
«Dai, Lily! Raccontami qualcosa!».
«Non costringermi a zittirti con la magia.».
«Com'è andato il pomeriggio di Alice con la
Parkinson?».
«Ti vuoi.. oh, beh. Male, direi. Povera Alice.»
rispose lei, sorpresa da quella domanda. Si fermò un attimo
per arrotolare le maniche della camicia della divisa, scrutando James
con attenzione.
«Già, poverina.» annuì lui.
«Che oca, quella Parkinson. Te lo ricordi Malfoy, quel biondo
platinato che si è diplomato qualche anno fa? Beh, ci ha
provato con lui, e ha tentato anche di far lasciare lui e la Black, te
la ricordi la Black?, quella cugina di Sirius, bionda, carina, un po'
troppo altezzosa che..».
«Potter, sei peggio di una donna!» lo interruppe
Lily, lasciandosi sfuggire una mezza risata. «Come mai sai
così tante cose di gente che neanche conosci?».
«Peggio di una donna, io?!» rise James, facendole
una linguaccia. «Evans, io osservo.».
«Osservi, Potter?» ripeté la rossa,
facendogli una smorfia di rimando. «Inquietante.
Chissà quante cose sai di me, allora.».
«Neanche ti immagini quante, Lily.»
mormorò lui, con un sorriso appena accennato. Si
spettinò i capelli con una mano, come faceva sempre quando
era in imbarazzo, e vedendo che lei non accennava a proseguire il
discorso, riprese: «Comunque il più sfortunato
è stato Sirius. Lumacorno l'ha messo con Mocc.. con
Piton!».
Lily sorrise mestamente al ricordo della sua amicizia con Severus
Piton, terminata due anni prima. «Lo credo bene. Come
farà a sopportare quei capelli così
unti?».
James rise divertito. «Ti dico solo che ieri ha passato due
ore intere sotto la doccia!».
Anche Lily rise insieme a lui per un minuto buono. In fondo, doveva
ricredersi: non era poi così tremendo stare in coppia con
Potter quando ci si impegnava!
«E Remus con Mulciber?! Anche lui è capitato
proprio male!».
«Puoi dirlo forte! Ieri è tornato in dormitorio
arrabbiato come nelle notti di luna piena!» rispose James con
una risata, rischiando quasi di soffocare appena si rese conto di
quello che aveva combinato. Cominciò a tossire.
Lily si precipitò a battergli una mano sulla schiena,
continuando a ridere come se niente fosse. «E che c'entra la
luna piena, Potter? Non è mica un lupo mannaro!»
disse. Si fermò un attimo in silenzio, riflettendo su quello
che aveva appena detto sotto gli occhi di un James Potter
più che terrorizzato. Poi, inaspettatamente,
ricominciò a ridere. «Dai, te lo immagini Remus
lupo mannaro?! Mai sentita una cosa più assurda!».
James si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo; si
appoggiò al banco che aveva davanti per non barcollare e
abbozzò un sorriso divertito. «Assurda, proprio
assurda!».
Passarono almeno dieci minuti in silenzio, durante i quali James si
ripropose di punirsi come facevano gli elfi domestici; aveva appena
deciso che si sarebbe stirato un dito appena tornato in dormitorio,
quando si stupì di sentir Lily intavolare un discorso con
lui.
«Diventerai Auror dopo la scuola, vero?» gli chiese.
«Sicuramente!» rispose lui, tirando un sospiro di
sollievo. «Anche i miei genitori lo sono. Voglio aiutare
maghi e Babbani contro Voldemort. Tu che farai? Diventerai
pozionista?».
Lily sorrise. «Dopo questa pozione disastrosa, dubito che
Lumacorno approverebbe quella scelta!» rispose, facendolo
ridacchiare. «Credo che diventerò Auror anch'io.
Sai, i miei sono Babbani, quindi la mia famiglia sarà tra le
prime ad essere in pericolo.».
«Sono
sicuro che li proteggerai benissimo. Piuttosto, a quanto pare ci
troveremo a frequentare gli stessi corsi anche dopo
Hogwarts!».
«Già. Che peccato, e io che pensavo di sbarazzarmi
di te tra qualche mese!».
«Mi spiace per te, Evans!».
«A me più per te, Potter; ti umilierò
in ogni cosa che faremo. Pensa se dovessero mandarci a svolgere delle
missioni insieme, che disastro!».
«Almeno in quei casi, mi chiameresti per nome?».
Lily distolse l'attenzione dal calderone, rischiando quasi di bruciarsi
con gli schizzi che ne fuoriuscivano; sorrise, colpita dalla domanda
pronunciata quasi con ingenuità, priva di malizia o
sarcasmo: James era veramente curioso di sapere se prima o poi qualcosa
sarebbe potuto cambiare tra di loro, qualcosa di piccolo, anche. Come
un nome.
«Credo proprio di no, Potter.
Mai.» rispose.
Il ragazzo sorrise, stavolta col suo solito ghigno malandrino.
«Facciamo una scommessa, Evans?».
«Scommessa, Potter? Io e te? Non ci penso proprio, tu
imbroglieresti.».
«Giuro sui capelli unti di Piton che sarò
leale!» esclamò James, portandosi una mano sul
cuore con fare teatrale.
Lily ridacchiò, per l'ennesima volta nell'arco di un'ora che
volgeva ormai al termine.
Peccato,
pensò, stupendosi subito di quel pensiero.
«E che cosa vorresti scommettere?» chiese,
cominciando a raggruppare tutto il materiale che avevano utilizzato.
«Scommettiamo che mi chiamerai per nome entro queste due
settimane che dovremo passare insieme.» rispose lui con tono
solenne. «In effetti parti avvantaggiata, hai un giorno in
meno per perdere.».
«Potter, non ha senso!» ribatté Lily
aprendosi in un sorriso di scherno e incrociando le braccia al petto.
«Non ti ho mai chiamato per nome in quasi sette anni,
perchè dovrei farlo ora?!».
«Perchè ora che sai che devi starci attenta,
finirai sicuramente per tradirti!» disse il ragazzo moro con
un'altra linguaccia e un occhiolino.
Lily aggrottò la fronte, colta nell'orgoglio. «Mi
credi così sprovveduta, Potter?».
James sorrise, stavolta senza tracce malandrinesche nel volto.
«Affatto, Lily. Mi fido di me, diciamo.».
«Il solito egocentrico, Potter.».
«Come ti pare, Evans. Avanti, ci stai o no?».
«Ci sto!» rispose lei, stringendogli la mano e
fissandolo fiera. «Che ci scommettiamo?».
James era rimasto sorpreso da quel gesto; Lilian Evans che si
avvicinava a lui di sua spontanea volontà?!
Ringraziò mentalmente Merlino di essere riuscito a vivere
abbastanza per assistere coi propri occhi ad una scena del genere.
«Se vinco io, un'uscita ad Hogsmeade.» propose,
risultando abbastanza scontato agli occhi della rossa, che
sospirò divertita.
«Se invece vinco io, Potter, prometti che non me lo chiederai
mai più e mi lascerai vivere in pace questi ultimi mesi di
scuola!».
«Prometto, purtroppo.».
«Bene.».
«Bene.».
I due rimasero a fissarsi per qualche secondo, senza sapere realmente
cosa fare. Fu Lily a spezzare il silenzio.
«Ok, Potter.» disse, marcando il cognome e
fissandolo con aria di scherno. «Ci vediamo domani
qui.».
«Buona serata, Lily.» rispose lui, con un sorriso e
l'immancabile mano tra i capelli.
«Allora, Ramoso, racconta! Com'è andata oggi con
la Evans?».
I quattro Malandrini presero posto al loro tavolo in Sala Grande,
affamati; Sirius, Remus, Peter e un annoiato Frank Paciock in attesa di
Alice si voltarono verso James.
«Bene,» rispose solamente lui, «abbiamo
fatto una scommessa.».
«Hai scommesso qualcosa con la Evans? Ma sei scemo,
Jam?!» esclamò Sirius, tra gli sguardi perplessi
quanto divertiti degli altri.
«Ho scommesso che mi chiamerà per nome.»
disse lui.
«E.. Ramoso.. posso chiederti che senso ha?» gli
domandò Remus pacato.
«Se vinco esce con me!» rispose James entusiasta,
sorridendo a tutti quasi come se avesse appena detto che Piton era
stato rapito e lavato da un branco di centauri.
La sua affermazione fu però seguita da un silenzio alquanto
deprimente.
«E' ufficiale: non
ce l'ha, un senso.».
«Ramoso si è bevuto il cervello.».
«Sei sicuro di aver sbucciato radici e chiacchierato tutto il
pomeriggio?».
«Ooh, fatela finita!» esclamò James
cercando di fingersi serio e offeso. «Sono sicuro di poter
vincere! Begli amici che siete! ..E adesso mettiamoci a mangiare, che
ho una fame tremenda!».
I quattro risero con lui e si avventarono sulla cena, certi che
nell'arco delle seguenti due settimane ne avrebbero viste delle belle.
Buon pomeriggio a tutti!
Eccomi tornata con un nuovo capitolo dopo queste deludenti e piovose
vacanze di Pasqua..
Vi ricordo che il secondo capitolo, per chi non vi avesse fatto caso,
è stato modificato, e rinnovo i ringraziamenti a chi ha
letto, legge e leggerà! Baci!
L7!
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Capitolo 4 *** Third day ***
Third day
Third
day.
«T'ho
detto "Amore!" e tu m'hai messo in gabbia;
t'ho detto "Eccomi!" e volevi cambiarmi..
Mi hai lanciato una scarpa col tacco e poi abbiamo fatto pace,
ma tanto già lo sapevi che tornavo da te,
senza niente da dire, senza tante parole,
ma con in mano un raggio di sole per te, che sei lunatica.»
[Jovanotti
- Un raggio di sole]
La prima ora di
Trasfigurazione di lunedì mattina era una delle poche cose
che Lilian Evans avrebbe cambiato di Hogwarts; poteva affermare con
tranquillità di amare quel posto con tutta se stessa - le
aveva dato una casa e degli amici, sebbene a volte le facesse
rimpiangere le sue origini Babbane - , ma si era ripromessa
numerosissime volte di attuare una violenta riforma scolastica quando
sarebbe diventata l'indiscussa padrona del mondo. Prima cosa, via la
McGranitt alle otto di mattina: per carità, donna
meravigliosa, ma quando ci si metteva sapeva essere davvero noiosa e
snervante!
«Vi
eserciterete con questo esercizio per tutta quest'ora, non voglio
vedere feriti gravi, Black sarei molto contenta invece se lei fosse
costretto a passare il resto delle mie lezioni in infermeria, e
desidero riottenere l'aula in buone condizioni. Sono stata
chiara?» stava dicendo atona in quel momento.
La classe di Grifondoro e Tassorosso si perse in risolini alla battuta
della professoressa per una manciata di secondi, il tempo di essere
interamente fulminata da una sola sua occhiata assassina; Lily
sospirò annoiata sfogliando lentamente le pagine del libro,
cercando indicazioni per svolgere l'incantesimo. Accanto a lei,
l'immancabile Alice Longbottom finiva di mandare un lungo bacio al suo
ragazzo Frank Paciock, seduto due banchi più avanti.
«L'hai
trovato?» chiese poi rivolgendosi alla rossa.
«Eh?»
biascicò lei, la voce impastata dal sonno e gli occhi
semichiusi.
«Lil,
ma che razza di ora hai fatto ieri?!».
«Le
nove.» rispose Lily, facendo spallucce. «Stamattina mi sono
dovuta alzare prima, c'era una riunione con i Capiscuola.».
«Oh,
e cos'hanno detto?».
«Non
farmici pensare, Ali. Da stasera ricominciano le ronde
serali!» mugugnò.
«Ah,
è vero, le avevano sospese per colpa di quello stupido
incantesimo di Avery che aveva impiastricciato di fango tutta la
scuola, no?».
Lo stupido incantesimo
di Avery, in effetti, aveva davvero riempito quasi tutta
Hogwarts di fango magico: una roba viscida e puzzolente insensibile
agli incantesimi di pulizia di maghi ed elfi domestici, che aveva
costretto professori e alunni a spostarsi nei modi più
fantasiosi per raggiungere le loro mete; e per quanto si dichiarasse
innocente («L'ho fatto per sbaglio,
professoressa! Lo giuro! Volevo solo colpire un paio di Tassorosso alle
spalle!»), quella Caccabomba di Avery era ancora
in punizione dopo tre settimane, e probabilmente lo sarebbe stato fino
alla fine dei suoi giorni.
«Già.»
rispose Lily. «Quasi
quasi preferivo la Hogwarts fangosa.».
«Ma
che sei scema?!» esclamò Alice, procurandosi
un'occhiataccia dalla McGranitt seduta alla cattedra.
«Alice,
ti è sfuggito chi è l'altro Caposcuola di
Grifondoro?!» sibilò Lily, assottigliando gli
occhi al limite del possibile.
«Oh,»
fece Alice. «Potter.».
Esatto; proprio James Potter. Evidentemente quell'anno una congiunzione
astrale piuttosto rara da vedersi aveva scatenato numerosi avvenimenti
negativi per le nate ad aprile di nome "Lilian Evans"; purtroppo per
lei, era sempre stata negata in Divinazione, e non aveva saputo
prevederlo al terzo anno.. altrimenti, col cavolo che ci tornava, in
quella scuola di matti!
Purtroppo per lei, mentre prima costringeva Potter all'assoluto
silenzio a colpi di bacchetta e lo spediva a pattugliare l'ala della
scuola diametralmente opposta alla sua, adesso era più che
certa che quell'egocentrico boccinofilo avrebbe usato la scusa della
collaborazione in Pozioni per starle addosso. Ancora più di
quanto non facesse normalmente, insomma.
L'incantesimo si risolse con ben poca soddisfazione della McGranitt:
James, il solito genio in Trasfigurazione, si avvicinò
più di tutti alla corretta esecuzione, seguito da una Lily
più che decisa a superarlo e da un diligentissimo Remus;
fortunatamente, la campanella suonò salvandoli da una
probabile ramanzina.
«Signorina
Evans.» chiamò la voce della McGranitt,
avvicinandosi alla rossa nel momento in cui stava per varcare la porta
dell'aula.
«Sì,
professoressa?» rispose lei, preoccupandosi lievemente. Che
avrebbe mai potuto rimproverarle? L'esercizio non era riuscito quasi a
nessuno e..
«Volevo
esprimerle il mio più sentito supporto per quanto
è costretta a passare in questi giorni.» le disse.
Lily spalancò gli occhi, non capendo. «Mi scusi?».
«Sa,
a volte il professor Lumacorno ha delle idee un po' bislacche. Ma sono
certa che uscirà viva e fortificata da due settimane di
vicinanza obbligata con James Potter.».
«Oh!»
esclamò Lily, trattenendosi a stento dal ridere. La
McGranitt che le faceva le condoglianze per i suoi pomeriggi con
Potter! Sperò con tutto il cuore che Alice, appiattita
dietro la porta con Frank ad aspettarla, avesse sentito: non ci sarebbe
mai stato lo stesso gusto a raccontarlo! «Lo spero, professoressa.
Grazie mille.».
La rigida Minerva McGranitt assottigliò le labbra in quello
che doveva essere l'accenno di un sorriso e diede le spalle alla
Caposcuola, che poté finalmente uscire e sfogarsi con una
bella risata liberatoria.
«Potter,
la McGranitt mi ha fatto le condoglianze per la nostra vicinanza obbligata.».
«Davvero?!
Quella donna non finirà mai di stupirmi!» rispose
James chinandosi ad accendere il fuoco sotto il calderone, tra le
risate. «E'
tutta invidia, la sua!».
«Invidia?
E di cosa?».
«Beh,
di te Evans! Il cinquanta per cento della popolazione di Hogwarts
farebbe follie per essere al tuo posto, credimi.».
«Il
solito egocentrico sbruffone, Potter!» ribatté lei
con un sorrisetto ironico, calcando sul soprannome: il ricordo della
loro scommessa del giorno precedente l'aveva lasciata più
combattiva che mai.
Lily lanciò con violenza un mortaio al ragazzo, che lo
acciuffò al volo schivandosi un bernoccolo certo in piena
fronte.
«Schiaccia
quei semi, Potter!».
«Dai
Evans, lo sento che stai per ridere!».
«Solo
perchè sei un completo idiota!».
«Che
però ti fa ridere!».
«Per
la sua stupidità, Potter, e non ti fa onore!».
«Oh,
e che m'importa?! Sei così bella quando ridi!».
Nell'aula riecheggiò ancora per una manciata di secondi la
risata di James, seguita poi da uno dei soliti imbarazzanti silenzi che
si creavano tra loro due. Il ragazzo alzò la testa dai semi
che stava malamente spappolando per osservare la reazione di Lily: la
Caposcuola era arrossita, e per evitare di darlo a vedere aveva messo
su un tenerissimo broncio; James non poté fare a meno di
sorridere.
Lily se ne accorse, e interpretò male la cosa. «Bravo, prendimi pure in
giro. E dire che cominciavi a starmi simpatico!».
«Lily,
aspetta, non ti stavo affatto prendendo in giro!» si
affrettò a spiegare lui, urtando per la foga un paio di
barattoli di vetro che si infransero sul pavimento. Incassò
la testa nelle spalle per il colpo e il suono che ne
fuoriuscì. «Credo
davvero che tu sia bellissima, quando ridi. Anche quando non ridi, in
effetti. Anzi, direi che sei bellissima sempre.».
La rossa incrociò le braccia al petto e inarcò un
sopracciglio. «Bugiardo.»
disse. «E
imbranato! Reparo!».
I barattoli e i loro contenuti tornarono ai loro posti, con grande
sollievo di James che si aspettava già una bella lavata di
capo. Accennò un sorriso in direzione della ragazza e poi si
concentrò sui suoi semi, che avevano cominciato a
contorcersi e a germogliare velocemente: un altro ottimo motivo per
mantenere un po' di silenzio.
In realtà il suo tentativo di arginare la crescita di quei
semini risultò piuttosto vano: infatti, quelli cominciarono
a gemere allungandosi sempre di più, fino a raggiungere le
dimensioni di un dito indice umano e lo stesso impatto sonoro di un
allarme antincendio impazzito; James cominciò ad armeggiare
con la bacchetta tentando di risolvere la situazione senza che Lily se
ne accorgesse, arrivando a un breve passo dalle Maledizioni senza
Perdono e sudando copiosamente nel suo maglioncino grigio della divisa.
«Shh,
shh, zitti, in nome di Silente!» bisbigliò,
sperando che la rossa fosse troppo impegnata per sentirlo - o forse,
solo troppo sorda.
«Potter,»
sillabò invece lei, che lo stava fissando perplessa
già da qualche minuto. «Che accidenti stai
combinando?!».
«Io..
non.. ecco.. sistemo tutto, tranquilla!».
«Non
sono affatto tranquilla, Potter! Come diavolo hai fatto a far
imbizzarrire dei semi morti?!».
«Morti?!
Ma non sono affatto morti questi cosi!» urlò lui,
mentre si scrollava di dosso uno di quei semi che aveva
inaspettatamente cacciato fuori dei dentini niente male. «Mordono!».
«Potter,
razza di imbecille. Hai preso i semi sbagliati, certo che
mordono!».
«E
allora aiutami a togliermeli di dosso, no?!».
«Dai
Evans, toglimi quel broncio! La ronda è appena iniziata, non
puoi evitare di parlarmi per tutta la notte!».
Erano le nove e quaranta di quella stessa sera, e i due Grifondoro
stavano salendo al terzo piano per controllare che fosse tutto a posto;
sarebbe stata una ronda come tutte le altre, se solo i due si fossero
comportati da normali Capiscuola.
O meglio, se solo i due fossero stati dei normali due.
Lilian Evans camminava a passo di marcia per i corridoi, un cipiglio
che avrebbe fatto invidia ad un toro infuriato e due dita della mano
destra fasciate insieme in una benda bianca; James Potter la seguiva
quasi correndo per non essere seminato, zoppicando leggermente da un
piede e più spettinato del solito.
«Eeeevaaaans,
aspettami!».
«Potter,
cuciti la bocca di tua spontanea volontà o
provvederò ad ucciderti con le mie stesse mani!»
gli ringhiò.
«Avanti,
ti ho già detto che mi dispiace per la tua mano!».
«..».
«E
mi dispiace anche di averti quasi causato un infarto rischiando di
rovesciare un paio di boccette nel calderone..».
«..».
«E
di esserti caduto addosso quando quel coso mi ha
azzannato una gamba.».
«Sicuro
di non dimenticare altro, Potter?» sibilò Lily tra
i denti, stringendo il pugno sano e fronteggiandolo con sguardo omicida.
«E..
e.. e mi dispiace, ovviamente, anche di averti per sbaglio
bruciato un paio di ciocche di capelli nel tentativo di incenerire
quell'assassino!».
Lily riprese a camminare, passandosi una mano sugli occhi come per
dimenticare tutto ciò che aveva dovuto passare quel
pomeriggio per colpa di quell'idiota. E come se non bastasse, anche la
ronda insieme! Sperava solo che capisse quanto era stanca e rimanesse
in religioso silenzio per tutto il resto della ronda; non avrebbe
sopportato neanche uno solo dei suoi soliti..
«Evans?».
«Aaaargh!»
esclamò, alzando gli occhi al cielo. «Che altro vuoi,
Potter?!».
«..Ammettilo.»
disse lui con fare malandrino.
«Cosa,
Potter?».
«Avanti,
ammettilo.» ripeté James.
«Potter
non ho tempo per questi giochetti! Dimmi cosa vuoi che ammetta e poi
preparati, perchè se emetti anche solo un altro fiato giuro
che ti pietrifico e ti lascio qui alla mercè di
Gazza!» sbraitò lei, gli occhi quasi fuori dalle
orbite e ciuffi di capelli rossi che le schizzavano da ogni parte.
Bellissima come sempre,
pensò James.
Ma non lo disse; non era proprio il caso.
«Ammetti
che ti sei divertita.» disse solo.
Lily non credette alle sue orecchie e sbatté un paio di
volte i grandi occhi verdi. «Divertita?!».
«Da
matti, Evans!» confermò lui, sorridendole come un
bambino contento del suo giocattolo nuovo.
La rossa lo guardò come se fosse matto, aprendo e chiudendo
la bocca come se non le uscisse alcuna parola adatta da dire; poi
optò per una smorfia incomprensibile e vergognosamente
comica, e si passò una mano tra i capelli bruciacchiati.
James ridacchiò.
Lily assunse un colore via via più simile a quello dei suoi
capelli man mano che cercava di mantenere un'espressione (secondo lei)
seria: strinse le labbra da perfetta allieva della McGranitt, storse il
naso dilatando le narici, le sopracciglia presero a tremare; fino a
quando, non riuscendo più a nascondere neanche a se stessa
la comicità di tutto quel pomeriggio, scoppiò in
una fragorosa risata assieme al ragazzo che fino a pochi giorni prima
avrebbe giurato di odiare col cuore. «Da matti,
Potter!».
Ooolè, anche
il terzo giorno è andato! Povera povera Lily! :P
Ancora grazie a chi ha recensito il capitolo precedente (vi sto amando
sempre di più ogni giorno che passa *____*) e anche a chi
continua a seguire in silenzio questa storia.. spero di non avervi
deluso con questo capitolo! ;D
A presto, spero - mi aspetta un'estenuante settimana di compiti in
classe, me tapina! :'(
Baci!
L7!
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Capitolo 5 *** Fourth day ***
Fourth
day.
«Cause
you had a bad day,
you're taking
one down,
You sing a
sad song just to turn it around.
You say you
don't know,
you tell me
don't lie,
you work at a
smile and you go for a ride.
You had a bad
day..»
[Daniel
Powter - Bad day]
Quella
mattina il soffitto della Sala Grande era meraviglioso: non una nuvola,
alcun segnale di maltempo, solo un sole splendente che illuminava i
cucchiai con cui studenti e professori facevano colazione e il sorriso
spensierato di Lilian Evans.
«Oh, sì, davvero pessima,» stava dicendo
in quel momento ad Alice Longbottom, versandosi un bicchiere di succo
di zucca e addentando voracemente quanto con classe un glassato,
zuccheroso croissant. «ma divertente, devo
ammetterlo.».
Alice quasi si soffocò con il suo tè e
cominciò a tossire. «Una serata divertente con James Potter?!».
«Assurdo, vero? Non volevo crederci neanch'io, ma ho scoperto
un lato nuovo di Potter: è quasi simpatico, insomma, non
proprio tutto da buttare.».
«Lily, tu sei ubriaca.».
La rossa ridacchiò, consapevole di quanto tutta la
situazione fosse surreale. Lei
che rivalutava Potter?!
«Può essere, Ali.».
«Quindi è vero che ieri avete fatto la ronda
insieme?» si intromise nel discorso Margaret Brown, la
brunetta seduta di fronte a loro con cui condividevano il dormitorio.
«E avete incontrato Nick-quasi-senza-testa?».
«Sì,» rispose divertita e un po'
perplessa Lily. «Perchè?».
La Brown sgranò gli occhi incredula, lasciando cadere
l'ultimo pezzo di toast con la marmellata sui pantaloni della divisa
del suo vicino di posto, il fratello Eric, che proruppe in uno sdegnato
«Ehi!» senza però ricevere uno sguardo.
«Pensavo scherzasse, mentre lo diceva!» rispose,
porgendo distrattamente il suo tovagliolino macchiato al fratello,
contribuendo ad aumentare la superficie macchiata sui suoi calzoni -
«Per Morgana!»
- .
«Già, incredibile.» commentò
ancora la rossa ridendo apertamente della buffa scenetta. Poi,
adocchiato alla sua sinistra il ragazzo che cercava, finì di
bere il suo succo di zucca e si alzò. «E' arrivato
Potter, gli do appuntamento per oggi e poi scappo a prendere il libro
di Difesa che ho lasciato di sopra. A dopo!».
Alice e Margaret si scambiarono uno sguardo eloquente e sconcertato, e
seguirono con gli occhi la sagoma della Caposcuola che raggiungeva i
Malandrini seduti due posti accanto, accennando un sorriso.
«Ehi, Potter,» chiamò Lily. «molto
divertente ieri, ma spero che oggi riusciremo a combinare qualcosa. Hai
gli allenamenti di Quidditch?».
«Sì,
Evans,» rispose James sfoderando un sorriso sornione e bianco
di zucchero. «finisco
alle cinque e mezza. Un'oretta prima di cena?».
«D'accordo.
A dopo, Potter.».
Quasi
tutta la Sala Grande si ammutolì per osservare quella scena
così inaspettata; erano stati davvero fortunati,
constatarono: Lilian Evans che scambiava un paio di battute con James
Potter senza urlargli contro non era tra quelle cose che si vedono in
tutte le generazioni!
Meno fortunato fu senza dubbio Eric Brown, seduto accanto a Remus
Lupin, che non pago delle macchie procurategli dalla sorella si
ritrovò in un attimo tutto il caffelatte del vicino,
trasalito quasi soffocandosi, proprio come Margaret, rovesciato sulla
camicia bianca; eh già: quella era proprio una giornata strana!
Lily Evans non
era una persona ritardataria, e a maggior ragione odiava chi lo era; e
quel giorno a quanto pareva James Potter aveva proprio deciso di farla
infuriare. La Caposcuola sedeva su un banco nella solita aula nei
sotterranei, le gambe incrociate e le mani a tormentarsi delle ciocche
di capelli; di tanto in tanto lanciava degli sguardi assassini
all'orologio che portava al polso, constatando che il ritardo
accumulato da quel pallone
gonfiato privo di cervello aveva raggiunto limiti
spropositati.
«Ma
dove cavolo si sarà cacciato quell'idiota?!»
sbuffò a bassa voce, stizzita, cominciando a raccogliere gli
ingredienti inutilizzati che aveva avuto premura di sistemare
sui banchi.
A passo svelto, la fronte corrucciata, sbatté la porta
dell'aula e si diresse verso il campo da Quidditch, dov'era sicura
l'avrebbe trovato a fare sfoggio delle sue grandi capacità
in sella a quel manico di ramazza che portava sempre con lui. Senza
curarsi di nulla, si piazzò al centro del campo con una mano
sugli occhi, cercando il più in alto possibile la sagoma del
Cercatore; tuttavia, James non era da nessuna parte: né lui,
né alcuno dei suoi compagni.
Cominciando seriamente a spazientirsi, Lily incrociò le
braccia di scatto con l'ennesimo sbuffo, preparandosi mentalmente il
discorso che gli avrebbe fatto su quanto fosse dannatamente stupido e immaturo.
«Hai
perso il tuo amichetto, Mezzosangue?».
La rossa girò la testa lentamente, dopo aver riconosciuto la
voce di un Serpeverde del suo anno; lui e - Lily cominciava proprio a
pensare che quella fosse la sua giornata più sfortunata -
Severus Piton stavano fermi qualche passo dietro di lei, l'aria
soddisfatta e strafottente di due che avevano architettato qualcosa di
molto divertente.
«Anche
se fosse, non verrei a chiedere a te dove cercarlo.» rispose
lei, cercando di ricordare come si chiamasse; dannazione, era talmente
insignificante che di lui non le era rimasto impresso neanche il nome.
E dire che uno così brutto non si dimenticava facilmente!
Alto, smunto, l'espressione arcigna, le sopracciglia foltissime e le
labbra così pallide da confondersi col resto del viso; e
poi, quel ghigno che non faceva altro che peggiorare la sua
situazione..!
«Peccato,
Mezzosangue,» rispose. «perchè
io so dov'è.».
«Ah
sì? E dove sarebbe, di grazia?» ribatté
Lily, alzando gli occhi al cielo scocciata.
Il Serpeverde gongolò, contento di sapere qualcosa in
più di Lily Evans per una volta nella sua vita;
tergiversò per una manciata di minuti, convinto di tenerla
sulle spine.
Inutile dire che la Caposcuola non solo non era affatto sulle spine, ma
cominciava proprio ad averne abbastanza di quella situazione. «Ok
ok, forse la domanda era troppo difficile. Lo troverò da
sola. Grazie comunque!» disse, facendo per andarsene.
«Ehi,»
esclamò quello ostacolandole la strada. «non
penso proprio ti muoverai da qui, Mezzosangue. Abbiamo avuto ordine di
non..».
«Zitto,
Parkinson!» lo interruppe Piton, assestandogli una gomitata -
Ah, è vero,
Parkinson! - .
«Avete
avuto ordine di non, cosa?» domandò Lily alzando
la voce.
«Di
niente, Mezzosangue.» rispose Piton, guardandola torvo.
«E
se sei così brava, scoprilo da sola!» aggiunse
l'altro, guadagnandosi un'occhiata del compagno se possibile ancora
più truce di quella rivolta a Lily.
«Bene,
vedremo cosa ne pensano i professori di tutto questo.»
sentenziò la rossa. «Intanto
venti punti ciascuno in meno a Serpeverde, e ora toglietevi di mezzo se
non ne volete perdere altri!».
Detto questo, cercò nuovamente di oltrepassarli per
raggiungere il castello, cominciando a sospettare qualcosa di brutto;
ma di nuovo, Parkinson le sbarrò la strada, estraendo la
bacchetta.
«Rimettila
a posto, Parkinson,» lo ammonì Lily, «prima
che ti faccia male da solo.».
«E'
proprio simpatica miss
So-tutto-io, non è vero Severus?»
ribatté quello facendole il verso e sghignazzando della sua
stessa voce. «Chissà
se tra un attimo avrà ancora voglia di
scherzare..».
«Niente
di divertente,
Fabian.» masticò Piton sottovoce, dando le spalle
alla scena.
«Ooh
avanti, Severus! Facciamole passare per sempre la voglia di mettersi
tra i piedi..».
«Ho
detto di no, Parkinson.» replicò quello, a voce
più alta. «Non
dobbiamo metterci nei guai.».
«Non
vorrei farvi notare che ci siete già, nei guai!»
intervenne Lily. «E
se non metti subito via quella bacchetta scommetto che saranno molto
grossi!».
«Ma
chi ti credi di essere, Mezzosangue?!» esclamò
Parkinson, brandendo la bacchetta. «Ora
ti faccio fare la fine dei tuoi amichetti! Cru..».
«NO!».
Lily fissò senza parole Severus Piton che abbassava con uno
schiaffo la mano di Fabian Parkinson che stava per cruciarla; non si
chiese perchè quei due avrebbero dovuto tenerla occupata per
un po' di tempo, non si chiese cosa fosse successo intanto a James, non
si chiese come facesse il Serpeverde a conoscere e saper usare una
Maledizione senza Perdono, e non si chiese cosa sarebbe successo se
l'incantesimo fosse andato a segno.
L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che Severus l'aveva fermato
per non fargli fare del male a lei.
Rimase impietrita a fissarli, improvvisamente senza parole. Vide le
labbra di Piton muoversi velocemente e lo sguardo di Parkinson farsi
corrucciato, poi entrambi le voltarono le spalle e corsero via senza
girarsi mai indietro.
Cadde sulle ginocchia, senza accorgersi che intanto si era fatto buio e
che una pioggia leggera aveva cominciato a cadere sul castello.
L'infermeria era uno dei posti che Lily odiava di più ad
Hogwarts: puzzava di disinfettante e di malattie, e le ricordava
terribilmente gli ospedali Babbani in cui era stata da piccola quando
lei o Petunia si erano ammalate seriamente. E si ritrovò a
pensare che da quel momento l'avrebbe odiata ancora di più:
metà squadra di Quidditch dei Grifondoro, Sirius Black e
Remus Lupin erano stesi su quei letti bianchi, doloranti e scapigliati.
Madama Chips le si fece immediatamente incontro. «Signorina
Evans! Che ci fa qui?» sussurrò. Poi, non
ottenendo risposta, «Signorina
Evans, lei è completamente zuppa! E' stata attaccata anche
lei?».
Lily scosse la testa, con un altro brivido di freddo. «Che
cosa è successo?».
«Oh,
un giochino innocente tra compagni di scuola!» rispose la
donna, tentando una finta risata. «Stando
alle parole di alcuni suoi compagni dei Serpeverde, voleva essere solo
uno scontro verbale. Ma a quanto pare qualcosa è andato
storto, come vede! Lì, il signor Lupin,» fece
indicando Remus, «è
stato chiaramente Schiantato. La signorina Light ha il naso rotto,
credo da un Bolide stregato. E il signor Potter, lo guardi,
è conciato proprio male. Sembra sia caduto dalla scopa, ma..
uno bravo come lui, chi ci crede!».
La rossa si avvicinò lentamente ai letti dove giacevano i
suoi compagni, senza curarsi di Madama Chips che borbottava «Ragazzacci!».
Remus mugolava massaggiandosi lo sterno, dove evidentemente era stato
colpito; quando la vide spalancò gli occhi per la sorpresa e
abbozzò un sorrisetto di saluto. «Lily.»
mormorò.
«Remus,
che avete combinato?» gli chiese lei.
«Oh,
niente di grave.» rispose lui ridacchiando per
sdrammatizzare, tradito da una smorfia di dolore. «Hanno
attaccato briga..».
«E
ci siamo difesi come dei veri Grifoni!» intervenne Sirius,
sdraiato sul letto accanto, alzando il pugno combattivo. Lily
notò numerosi e profondi tagli su tutto il corpo del
ragazzo. «Ci
avresti fatto i complimenti, Evans! A te com'è andata la
giornata?».
«Non
c'è niente da ridere Black, potevate farvi davvero
male!» lo rimbeccò lei.
Ignorando il suo borbottare, Lily oltrepassò il suo letto
per andarsi a sedere su quello di James. Il Cercatore era macchiato un
po' ovunque di terra, ricoperto di fasciature e graffi da capo a piedi,
e teneva gli occhi semichiusi. «Potter.»
chiamò, per fargli aprire gli occhi. James li
spalancò per un istante, arrossendo, per poi richiuderli
dopo una fitta di dolore.
«Evans.»
la salutò. «Scusa
per la pozione, rimedierò domani.».
«Domani lei non si muove di qui,
signor Potter!» strillò Madama Chips,
affacciandosi con la testa dal suo stanzino.
Lily ridacchiò. «Come
ti senti?».
«Una
meraviglia.» rispose lui con un sorriso tirato. «Tu?».
«Non
sono io ad avere tre quarti di corpo fasciati, Potter..».
«Sembri
scossa però. E' successo qualcosa? Ti hanno
attaccato?» replicò James, preoccupato.
«No,»
rispose la rossa, sorridendo intenerita: Potter si stava
allarmando proprio come prima aveva fatto lei. «Ti
ho aspettato al sicuro nei sotterranei per un'ora buona. Pensavo fossi
morto.».
«Beh..
quasi!».
«Non
dirlo neanche per scherzo, Potter!».
«Perchè,
ti dispiacerebbe?».
«Affatto,
direi.» gli disse Lily, con una smorfia distrattamente
pensierosa. «Ma
ho bisogno di te per la pozione di Lumacorno. Quindi vedi di non farti
ammazzare prima, ok?».
James rise stringendo le coperte del letto per il dolore. «Provvederò,
Evans. Ora torna in dormitorio, sicuramente si staranno chiedendo tutti
dove sei finita.».
«Passo
a salutarti domani.» disse lei d'un fiato, stupendosi di se
stessa per tanta iniziativa.
«Volentieri.
Buonanotte, Lily.» rispose lui sorridendo, davvero contento.
Poi chiuse gli occhi.
E in effetti, una bella dormita avrebbe fatto più che bene
anche a lei.
Oddio, questo
è venuto molto più lungo! :S
Spero sia comunque leggibile e scorrevole, qualità che
mancava al precedente (lasciatemi ringraziare anche qua Selene
Lightwood e DetectiveMary che continuano a recensirmi e a riempirmi di
complimenti e felicità *_____*) :) ..
Come andrà a finire questa brutta faccenda?! E la nostra
povera pozione??
Il tutto.. nel prossimo capitolo! xD
L7
|
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Capitolo 6 *** Fifth day ***
Fifth
day.
«Che
or'è? Scusa, ma che or'è?!,
che non lo posso perdere l'ultimo spettacolo!
..A che ora è la fine del mondo?!»
[L.Ligabue
- A che ora è la fine del mondo?!]
Quella mattina il
professor Ruf era davvero sorpreso: era abituato ormai da secoli ad
insegnare ad alunni dormienti o quantomeno completamente disinteressati
e distratti, ma non si aspettava certo che la Caposcuola Grifondoro
Lilian Evans passasse tutte e due le sue ore di Storia della Magia a
scribacchiare furiosamente su un pezzo di pergamena ridacchiando
malefica con la sua inseparabile compagna di banco. Che stesse
architettando qualcosa ai danni di qualcuno?! No, impossibile! E' di
Lily Evans che stavano parlando!
Quella stessa Lily Evans trascorse il resto della mattinata a
rimuginare qualcosa tra sé e sé, non intervenendo
nemmeno una volta durante le lezioni lasciando perplessi tutti i
professori. Che le fosse successo qualcosa? Solo Lumacorno, impiccione
e malizioso come pochi, optò per una motivazione meno
preoccupante: che si fosse innamorata?!
«Allora,
è tutto chiaro?».
«Chiarissimo
Lils. Aspettiamo il segnale!».
Il quadro della Signora Grassa si aprì per far passare una
decina di studenti dalle cravatte rosse e oro che si sparpagliarono per
i corridoi per non dare nell'occhio; a coppie o a gruppetti di tre si
spostarono fingendo assoluto disinteresse per l'ambiente circostante,
tutti diretti verso i sotterranei.
Alice Longbottom passeggiava mano nella mano col suo ragazzo Frank
Paciock, scambiando teneri sguardi con lui ad ogni angolo del castello;
il ragazzo portava su una spalla uno zainetto logoro, l'aria festante
di uno che stava andando a fare un picnic. Insieme scesero gli ultimi
gradini della scala che portava al lungo corridoio dei sotterranei. Un
paio di ragazzini vestiti di verde e argento che uscivano dalla Sala
Comune delle Serpi per andare a pranzare rivolsero loro uno sguardo
sprezzante prima di girare l'angolo, mormorando qualcosa di molto
simile a «Feccia».
«Allora,
amore.. domani sono otto mesi.» esordì Frank,
fermandosi e poggiandole le mani sui fianchi; la sua voce
riecheggiò lungo il corridoio.
Alice gli sorrise gettandogli le braccia al collo. «Sì!
Com'è volato il tempo..».
I
due si persero in tenere effusioni per una manciata di minuti, durante
i quali dall'esterno non volò una mosca.
«Pss, piccioncini! Ora!».
Frank si staccò immediatamente dalla sua ragazza,
appiattendosi in un istante contro la porta della Sala Comune. Alice si
ravviò i capelli biondi con una mano e bussò con
forza contro il legno della porta.
Il ritratto si aprì e dal buco uscì Fabian
Parkinson, il Serpeverde che aveva tentato di attaccare Lily;
aggrottò la fronte, sorpreso di trovare lì
proprio Alice. «Che
vuoi?» le chiese seccato.
«Sto
cercando tua sorella, Parkinson.» rispose Alice. «Dovevamo
vederci per il compito di Lumacorno ma non è ancora
arrivata.».
«Dentro
non c'è. Prova in Sala Grande.» ribatté
quello facendo per girarsi.
«Non
ci penso proprio!» lo fermò lei. «Dovrei perdere
tutto il pomeriggio a cercarla secondo te? Ora vado da Lumacorno a
dirgli che per colpa sua non posso svolgere il mio compito.».
«Aspetta,
ehi! E' l'ultimo voto dell'anno in Pozioni, le farai prendere una
T!».
«E
che m'importa? E' lei che non si è presentata
all'appuntamento!».
«Va
bene, va bene, facciamo così, vado a cercarla io. Forse so
dove trovarla. Aspetta qui!».
Fabian Parkinson squadrò con aria truce Alice, colpevole di
averlo disturbato mentre si riposava per mandarlo a cercare sua
sorella, neanche fosse il più infimo degli schiavi. Con uno
sbuffo di disapprovazione si allontanò dal buco del ritratto
e corse su per le scale, salendo i gradini due per volta.
Alice poggiò con falsa distrazione una mano sul bordo del
ritratto, impedendogli di chiudersi, mettendosi a fischiettare il
motivetto di una canzone Babbana che le aveva fatto conoscere una sua
compagna di stanza.
«Tutti
fuori!».
Quel sussurro di dubbia provenienza provocò un effetto
inaspettato: il gruppo di Grifondoro che era uscito poco prima dalla
loro Sala Comune sbucò fuori dagli angoli più
impensati del corridoio e dalle classi vicine; Frank riemerse dal suo
nascondiglio dietro la porta, strizzando l'occhio ad Alice. «Sei stata
grande!».
Lily Evans saltò fuori per ultima, accartocciando un foglio
di pergamena che si era fatta prestare - con molta riluttanza di quello
- da Peter Minus e porgendolo ad un ragazzo accanto a lei. «Bene. La mappa
indica che non c'è nessuno dentro. Adesso.. tutti nei
dormitori degli ultimi anni!» mormorò.
Margaret Brown fu la prima ad entrare, in qualità di sorella
del povero Eric che il giorno prima (come se non gli fosse bastato il
trauma della colazione) era stato attaccato dai Serpeverde mentre
giocava a Quidditch. Si fece strada in quella stanza verde e argento,
seguita dagli altri, mentre Thomas McMillan rimaneva a fare il palo
fuori dal buco del ritratto con la Mappa dei Malandrini tra le mani.
Paul
Finnigan entrò nel dormitorio maschile del settimo anno
insieme a Frank; i due si scambiarono un'occhiata complice e fecero per
aprire gli zaini che avevano portato.
«Dove
le mettiamo?» chiese il primo afferrando un paio di
Caccabombe.
«Io
direi sotto le lenzuola e tra i vestiti!» gli rispose
l'altro, mettendosi subito all'opera per impiastricciare i bianchissimi
letti della stanza..
Lily e Alice, intanto, stavano aprendo ogni boccetta che trovavano nel
dormitorio femminile del loro anno per sostituirne il contenuto con
quello di disgustose fiale puzzolenti che avevano rimediato da Zonko
grazie alla collaborazione degli ignari Malandrini.
«Bleah!»
commentò la biondina.
«Immagino
che davvero non potrai più lavorare con la Parkinson, dopo
che avrà usato questo sapone!» replicò
la rossa scoppiando a ridere.
«Che
schifo!» esclamò Alice, ridendo con lei. «Con quest'idea
ti sei superata, Lily. La Caposcuola Evans che infrange ogni regola per
vendicare l'affronto al suo amato!».
Lily arrossì furiosamente, dandole uno schiaffetto sul
braccio. «Alice!
Come ti viene in mente!».
«Ragazzi!»
esclamò Margaret dal dormitorio maschile del sesto anno. «Qui
è tutto pieno di rospi parlanti! Scommetto che si
divertiranno da morire a sentirli gracchiare «Sporco lurido Mezzosangue!»
per tutta la notte..».
«Ehi,
venite fuori!» urlò Thomas McMillan affacciandosi
al buco del ritratto per richiamare i compagni. «I primi
Serpeverde stanno cominciando a lasciare la Sala Grande!».
Il gruppo di Grifondoro si fiondò fuori dalla Sala Comune
verde e argento preoccupandosi di non lasciare tracce. In fretta,
lasciarono che il ritratto si chiudesse e si precipitarono su per le
scale, dividendosi poi nei gruppetti che avevano formato all'andata
dopo essersi scambiati uno sguardo complice e divertito.
Vendetta era stata fatta!
«Evans,
davvero, così mi fai preoccupare!».
«Smettila
Black! Non è stato niente di che..».
«L'irreprensibile
Caposcuola Lilian Evans che si intrufola nel dormitorio dei Serpeverde
per combinargli un bello scherzetto, me lo chiami niente di che?!
Questa è la
fine del mondo!».
Quella sera l'atmosfera nell'infermeria era decisamente più
piacevole del giorno precedente; i ragazzi si erano ripresi e sarebbero
stati dimessi la mattina successiva, per non saltare troppe lezioni.
Lily era andata a trovarli per portar loro di nascosto un po' di torta
al cioccolato, sapendo quanto l'apprezzassero: Sirius e Remus se ne
stavano infatti ingozzando voracemente, rapiti e divertiti dal racconto
della rossa; James masticava lentamente, impegnato com'era a mangiare
con gli occhi la sua futura
mogliettina.
«Insomma
ti sei data da fare oggi, Caposcuola.» riprese Sirius,
continuando a prenderla in giro. Era così innaturale per lui
parlare con la Evans senza fare battute!
«Black!»
lo rimbeccò lei, alzando gli occhi al cielo.
«Così
però hai saltato per due giorni di fila la pozione con
Jam!» continuò. «Come
farete?».
«Per
una volta hai ragione. Beh, l'unica soluzione sarebbe passare tutta una
notte al lavoro..».
«Facciamo
dopodomani?» propose James.
«NO!»
intervenne Remus, lanciando un'occhiataccia all'amico. «Venerdì
sera hai già da fare!».
«Ah,
cosa?» chiesero insieme Lily e James, non riuscendo ad
interpretare lo sguardo assassino del ragazzo.
Remus si lasciò andare sui cuscini del letto, noncurante
delle briciole di torta che gli cadevano sul pigiama. Perchè
si era andato a trovare un amico così stupido?! Eppure
gliel'aveva detto solo qualche giorno prima che avrebbero dovuto fare i
conti col suo piccolo
problema peloso nel weekend! «Devi ripassare
con me, Sirius e Peter tutta la notte.».
«Ripassare?
E cosa?» domandò ancora James, perplesso.
«Ramoso,
ha proprio ragione il caro vecchio Lunastorta!» intervenne
Sirius, utilizzando i soprannomi in modo che capisse.
James lo guardò stralunato per una manciata di secondi, come
se lo vedesse per la prima volta nella sua vita. Poi, come colto da un
improvviso lampo di genio, si ricordò dell'impegno. «AH!
Già, mi dispiace Evans, ma è tutto programmato da
tempo. Possiamo rimandare?».
«Vedrò
cosa posso fare, Potter.» rispose Lily. «Anche se ho
come la sensazione che mi nascondiate qualcosa..».
«Ma
ti pare, Lil? Ci sono io con loro, sono in buone mani.» le
disse Remus, esibendo il suo miglior sorriso da angioletto.
«Da
quando so che c'è il tuo zampino in ogni loro mossa, Rem, mi
fido di meno!» ribatté lei, con una linguaccia. «A proposito,
quella mappa stregata è fantastica! Ma l'avete davvero
creata voi?».
«Certo
Evans! Tu non sai proprio con chi stai parlando!»
esclamò Sirius gonfiando il petto, fiero di sé.
Gli altri ridacchiarono.
«Con
un pavone che stasera perde il consueto appuntamento con
l'amichetta di turno!» intervenne Eric Brown, facendo ridere
tutti gli altri.
«Dannazione,
non ci avevo pensato! Speriamo non decida di andare da Peter per
consolarsi, bleah..».
«Black,
accidenti!» esclamò Rebecca Light dal suo letto,
storcendo le labbra disgustata.
«Ehi
Lily, ma dei Serpeverde che ci hanno attaccato si è saputo
qualcosa?» domandò all'improvviso Eric.
«Nulla
di certo, si vocifera siano in punizione per il weekend..»
rispose lei incerta.
«Ben
gli sta!» commentò Remus.
«Avranno
il resto appena usciremo di qui!» gli fece eco Sirius.
«Black,
non parlarne davanti a una Caposcuola, dovrei punirti!».
«Evans,
devo ricordarti che meno di dodici ore fa sostituivi profumi con
intrugli puzzolenti?».
«Non
succederà più e lo sai!».
«Come
no! Sposerai James e diventerai più Malandrina di
noi!».
«SIRIUS!».
«Che
c'è Jam?».
«Ok
ok, è meglio che torni in dormitorio, qui la situazione sta
degenerando!» esclamò
Lily, tra le risate degli altri. «Black,
eviterò di portarti altra torta se dovesse ripetersi una
situazione del genere.».
«Gentilissima!»
ribatté lui, ridacchiando.
«Buonanotte,
Lily.».
«Buonanotte
ragazzi, a domani.».
«Sogni
d'oro Lily.».
«Sogni
d'oro anche a te.. Potter.».
La rossa lasciò un ultimo sorriso ai ragazzi nella stanza e
uscì dall'infermeria, chiudendosi piano la porta alle
spalle. Madama Chips controllò rapidamente che stessero
tutti a posto e spense la luce, intimando loro di fare silenzio e
dormire, e tornò nel suo stanzino. Calò il
silenzio: l'unico rumore era quello delle coperte che si agitavano e
dei respiri regolari dei ragazzi.
«Jam?».
«Sì,
Sir?».
«Tu
quella scommessa non la vincerai mai!».
Povero James! xD
Ecco il quinto giorno, forse un po' cortino, ma mentre scrivevo sentivo
il libro di letteratura inglese farmi tanta, tanta pressione :(..
quindi vi chiedo perdono! :)
Lasciatemi ancora ringraziare Selene Lightwood e DetectiveMary, che
continuano imperterrite a seguire 'sta roba, e a Writer96 e Irezz97, le
mie new
entry davvero troppo gentili! :D
Alla prossima! ;D
L7!
«Ehi! Che diavolo è questa puzza
infernale?!».
«Le mie
lenzuola sono macchiate di Caccabomba!».
«Da
dove accidenti viene questo gracchiare, per Merlino?!».
«Oh no! Il mio profumo all'ultima moda, perché
puzza di pesce marcio?!»
«Anche
tu puzzi di pesce marcio! Ma dove hai cenato, al porto?».
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Capitolo 7 *** Sixth day ***
Sixth
day.
«Ma
io ti prometto che
fino a quando sarai con me
da ogni cosa ti proteggerò
e non permetterò mai a niente e nessuno
di portarti via da me..»
[Modà
- Mia]
«Potter, ma sei
tutto scemo o cosa?! Non puoi giocare oggi!».
«Oh
avanti Evans, non essere pesante! Io..».
«Non
sono affatto pesante, Potter! Sono prudente!».
«E io
sono il Capitano della squadra di Quidditch, quindi non
posso non giocare!».
James Potter
sollevò con forza il calderone calciando l'anta
dell'armadietto da cui l'aveva preso con un piede per farla chiudere;
contrasse il volto in una smorfia di dolore: dopotutto, neanche otto
ore prima era ancora in infermeria a soffrire per tagli e contusioni
varie.
Erano le due di
pomeriggio, orario davvero pessimo per dedicarsi a una
qualsiasi attività che non fosse il dormire, e James e Lily
preparavano come al solito tutti gli ingredienti che avrebbero dovuto
utilizzare per portare a termine quel maledetto compito assegnato loro
da Lumacorno; la rossa Caposcuola sembrava parecchio irritata, a
giudicare dal cipiglio e dal tono di voce con cui si rivolgeva al
compagno.
«Potter,
razza di imbecille, non ti reggi in
piedi!» esclamò infatti. «Giocando
stasera rischi non solo di tornare da Madama Chips, ma anche di far
perdere la squadra!».
«Evans,
la squadra non perderà mai con me in
campo.» replicò lui, rivolgendole uno sguardo
strafottente.
«Stupido
vanitoso!».
«Ehi
Caposcuola, vacci piano coi complimenti! Abbiamo una
pozione dell'odio
da preparare.».
«Simpatico!».
«Ok ok,
basta così.» disse infine James
alzando le mani e accostandosi alla ragazza. «Prometto che
non farò l'incosciente come mio solito, eviterò
spericolate acrobazie e quant'altro, ma giocherò Evans. E'
l'ultima partita dell'anno!».
Lily si morse il
labbro inferiore, esitando. «Non puoi
evitare? I Corvonero sono delle schiappe rispetto a voi..».
«Ma se
non gioco chi prenderà il boccino? Flinn
è scoordinatissimo, neanche riuscirebbe a salire sulla
scopa.».
La rossa
alzò gli occhi al cielo di fronte all'ennesima
manifestazione di vanitosa onnipotenza del Cercatore.
«Cos'è,
Evans? Ti stai preoccupando per
me?».
Lily
arrossì all'istante di fronte al tenero sorriso di
James; come al solito, era diverso da quelli che rivolgeva ai suoi
amici e a tutti gli altri: era aperto, sincero, rassicurante, belliss..
«Chi,
io?!» ribatté lei, riscuotendosi
dagli stupidi
pensieri che stava facendo. «Abbiamo perso abbastanza tempo
con questa pozione, Potter, non vorrei dover finire il compito in
infermeria.».
«Tutto
qui?».
«Tutto
qui, Potter.
E adesso al lavoro, per recuperare dovremo lavorare anche sabato
sera.».
«Cosa?
Ma.. sabato c'è l'uscita ad
Hogsmeade!» protestò James, cominciando a tirar
fuori il solito coltello ed esaminando i semi che avrebbe dovuto
bucherellare.
«Ho
detto di sera.» rispose Lily, facendo
spallucce. «Verremo qui dopo cena e.. smettila di fare quella
faccia sofferta, se tu non ti fossi fatto attaccare dai
Serpeverde..!».
«Se io
non mi fossi fatto attaccare?! Sono stati loro a cominciare!».
«Beh,
potevate semplicemente andarvene!».
«E che
gli vado a dire poi al Cappello Parlante?!
Sì, mi hai smistato tra i coraggiosi ma davanti ai nemici
preferisco darmela a gambe!».
«Oh
avanti, i nemici? Sono studenti del tuo stesso
anno..».
«..Che
fanno uso di incantesimi progettati per ferire e
Maledizioni senza Perdono! Sirius ha evitato per poco qualche
Cruciatus, e non lo stavano attaccando certo per vedere se riuscivano a
metterle in pratica!».
Lily
rabbrividì al nome della Maledizione e per un attimo fu
davvero spaventata per quello che avrebbero potuto fare a Black. James
aveva ragione, fuori da Hogwarts imperversava la guerra e gli studenti
stavano cominciando a scegliere da che parte stare, e lei, che sarebbe
diventata Auror, era sicura che avrebbe incontrato gran parte dei suoi
compagni di scuola a combattere tra le prime file.. dei nemici,
però.
«Va
bene, hai ragione tu.» ammise. Gettò
disordinatamente degli ingredienti all'interno del calderone, come per
prendere tempo prima di parlare. «Spero vinciate.».
James sorrise
lievemente, ora di nuovo sereno dopo il piccolo
battibecco. «Verrai a vedere la partita?».
«Solo
per assistere al momento in cui ti sfracellerai da
quella mazza di legno, Potter.».
Il campo di
Quidditch era stracolmo di studenti vestiti di blu, dato
che tutti i Serpeverde tifavano spudoratamente per i Corvonero; la
parte di campo occupata dai tifosi Tassorosso era gialla e nera,
perfettamente neutra, e dall'altro lato del campo spiccava la tifoseria
Grifondoro, rossa e scalmanata. Madama Bumb ripeté per forse
la millesima volta nella sua vita che voleva una partita onesta, poi si
allontanò dal campo pronta a liberare le palle da gioco.
Lily Evans,
seduta tra Alice e Mary, passò in rassegna con
lo sguardo tutti i giocatori della sua squadra, augurando mentalmente
buona fortuna ad ognuno di loro; aveva accettato controvoglia di farsi
dipingere la faccia di rosso e oro, ma esibiva soddisfatta la sua
sciarpa di lana di quei colori, aggrovigliata attorno al collo.
Sirius, Remus e
Peter Minus sedevano dietro di lei, dipinti e gasati
come non mai.
«Black,
attento a quei popcorn, accidenti!» lo
rimbeccò, togliendosi dai capelli quelli che gli erano
caduti per un saltello euforico da fischio d'inizio.
«Scusa
Caposcuola! Niente Caccabombe nel mio letto stanotte,
ok?» rispose lui, sogghignando.
Lily
alzò gli occhi al cielo, nascondendo a stento una
risatina e concentrandosi sulla partita. I giocatori avevano cominciato
a svolazzare per il campo contendendosi la Pluffa, e sembrava proprio
che i Grifoni sarebbero passati presto in vantaggio. James si aggirava
aggraziato da un punto all'altro senza una meta precisa, cercando con
lo sguardo il Boccino d'Oro.
Il pubblico
intonava cori indefiniti per incitare i giocatori; i Corvonero erano
già sotto di qualche decina di punti dopo solo venti minuti
dall'inizio della partita.
Davvero
delle schiappe,
pensò Lily cercando James con lo sguardo. Il Cercatore
continuava ad esultare ad ogni tiro della sua squadra e si esibiva in
capriole di gioia quando venivano assegnati loro i punti. Il
solito egocentrico vanesio! Pensasse ad afferrare al più
presto quello stupido Boccino!
All'improvviso
il Cercatore dei Corvonero, un occhialuto bradipo secchione, si
gettò in picchiata verso la parte del campo in cui sedevano
i Serpeverde; l'intero stadio perse completamente d'occhio gli altri
giocatori per seguire lui, incitandolo a gran voce. Solo una persona
continuò a comportarsi esattamente come prima: James Potter.
«POTTER!
Che stai guardando, le farfalle?!» sbraitò
un'infuriata Minerva McGranitt dagli spalti, agitando il pugno contro
di lui.
«James,
va tutto bene?» urlarono i suoi amici, non capendo cosa
stesse facendo.
Il Cercatore dei
Corvonero era sempre più vicino agli studenti solitamente
verde-argento, un esaltato luccichio negli occhi; gli altri giocatori
Grifondoro ripresero velocemente possesso della Pluffa e intrapresero
un'altra azione vittoriosa, cercando di fare abbastanza punti per
supplire all'idiozia del loro Cercatore che in quel momento sorrideva
alla professoressa di Trasfigurazione salutandola con la mano.
Mentre i
Corvonero strillavano entusiasti a vedere il loro Cercatore
così determinato - e così maledettamente
vicino
- , James scattò in avanti verso un punto piuttosto
imprecisato, quasi diametralmente opposto a quello in cui si stava
dirigendo il suo rivale.
Lily osservava la
scena ad occhi spalancati, incredula; ma dove accidenti stava andando?!
Oh, lo aveva detto lei che non era in condizioni di giocar..
«Aaaaaah!»
strillò la rossa, quando il suo Cercatore le
passò a neanche un metro di distanza, guidando la sua scopa
verso l'alto. «Potter, ma che ca..».
L'attenzione
degli spettatori si spostò immediatamente dal Corvonero (che
aveva frenato improvvisamente la sua corsa, accortosi di star
inseguendo il bagliore di un orologio) a James, e i cori si zittirono
in meno di due secondi: il Cercatore impennò verticalmente,
virò con forza all'indietro fino a compiere una paurosa
rovesciata e infine indirizzò nuovamente la scopa verso Lily
Evans.
Le
frenò davanti esibendo il sorriso che riservava solo a lei,
divertito dall'espressione sconcertata che stava ricevendo di rimando.
«Pott..»
tentò lei.
James si
portò un indice alla bocca mimandole di fare silenzio;
l'intero stadio pendeva ormai dal suo dito. Che stesse per farle una
dichiarazione d'amore, in barba alla partita di Quidditch?!
Lentamente, stese
il braccio verso di lei, a pugno chiuso; poi, notando che nessuno
ancora cominciava ad esultare, ridacchiò e portò
la mano in alto, sopra la testa, dopo averle fatto l'occhiolino.
Schiuse un poco
il pugno.
Lo stadio esplose
in un boato di gioia.
James Potter
aveva preso il Boccino.
«Sei
stato grande, James!».
«Che
spettacolo, Potter! Credevamo fossi impazzito!».
«Come
hai fatto a capire che Patil non stava inseguendo il vero
Boccino?».
«Che
idea, porgere il Boccino a Lily Evans!».
«Fino a
che ora si festeggia, Jam?».
La Sala Comune
dei Grifondoro risuonava di voci festanti; la stanza era stata
addobbata con gli striscioni che ormai venivano appesi tutti gli anni,
qualcuno aveva trasfigurato i tavolini in grossi banchi su cui
appoggiare il cibo preso nelle cucine e qualcun altro aveva stregato le
candele appese alle pareti in modo che cantassero in continuazione. La
Casata era nel pieno dei festeggiamenti, e dopo due ore ancora non
erano finiti gli elogi a James; il Cercatore sedeva su una poltroncina
accanto alle finestre con i suoi Malandrini e continuava a ricevere
pacche sulle spalle da tutti quelli che passavano di lì per
congratularsi con lui.
Nemmeno lui
sapeva come aveva fatto a distinguere il bagliore di quell'orologio da
quello di un vero Boccino, e soprattutto non sapeva come aveva fatto a
scorgere quello vero. Sapeva solo che era riuscito, nel contempo, a
vincere la Coppa di Quidditch anche per quell'anno e a stupire e
zittire insieme Lily Evans. Sentiva che quella vittoria poteva essere
solo dedicata a lei, e sperò di non averla messa in
imbarazzo; in effetti, in Sala Comune ancora non si era vista.
Addentò
qualche popcorn e cominciò per quella che doveva essere la
ventesima volta a raccontare il flusso di pensieri che aveva
accompagnato le sue azioni tanto impreviste all'ennesimo gruppetto di
ragazzine sognanti, divertito. «Così, quando ho
visto il Boccino che svolazzava proprio sopra la testa della Evans, ho
pensato: deve essere proprio un segno! Fortunatamente non si
è allontanato molto da lì, quindi ho potuto
acchiapparlo e..».
«E
porgermelo, Potter. Veramente tenero da parte tua.».
Le ragazzine ai
piedi del Cercatore fulminarono con gli occhi la figura della ragazza
che era comparsa alle loro spalle e che aveva interrotto il racconto di
James, ottenendo tutta la sua attenzione in men che non si dica.
«Sono
contento che tu abbia apprezzato il gesto, Evans.»
commentò James, dimentico di fan e popcorn.
«Non l'ho apprezzato,
Potter.» replicò Lily, le mani sui fianchi e lo
sguardo tra il serio e il divertito.
«Lo
so.» rispose lui. Le sorrise.
Se
non la smette con questa faccia da ebete lo Schianto qui, nel pieno
della festa,
pensò la Caposcuola.
«Avresti
potuto farti male.».
«Hai
ragione, la prossima volta ti darò questa
soddisfazione.».
La ragazza non
potè fare a meno di sorridere. Non era poi così
ebete in effetti.
E'
anche carino, infatti.
Che?!?
Non puoi negarlo!
«Beh,
complimenti allora. Sei.. sei stato bravo a prendere il
Boccino.» disse.
«Oh,
tutto regolare. I Boccini sono sempre così, con
me.» rispose lui, senza smettere di sorridere.
«Così
come?».
James ridusse il
suo sorriso, senza perdere però l'aria serena.
«Sono i Boccini a venire da me.».
«Oh, li
attrai come una calamita? Devo pensare che ci sia qualcosa di illegale
sotto?» scherzò Lily, spiazzata dalla
serietà con cui aveva detto quella frase.
«Non
esattamente Evans.» puntualizzò il Cercatore.
«Prendere il Boccino d'Oro è tutto quello che
voglio, durante le partite. Lui lo sa, è per questo che si
lascia sempre prendere da me.».
Lily non rispose,
preoccupata per la sanità mentale del ragazzo.
«E non
solo nelle partite di Quidditch. Presto anche il Boccino che inseguo da
anni si lascerà afferrare da me.. e stanne certa, non
permetterò a nessuno portarmelo via.»
continuò James.
Lily
boccheggiò. Lui riprese a sorridere divertito, come se non
fosse successo niente.
«Popcorn,
Evans?».
Ooh,
ecco andato anche il sesto giorno!
Questa povera pozione ci manderà al manicomio, adesso anche
di sabato sera!
Mi scuso per il ritardo (solo altri 22 giorni di scuola! FORZA!) e
ringrazio ancora una volta chi ha recensito lo scorso capitolo,
davvero, siete meravigliose ragazze *______*, grazie!
A presto spero! Bacioni,
L7!
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Capitolo 8 *** Seventh day ***
uuu
Seventh
day.
«So
bene come andrà a finire, ed i pensieri miei vanno..
io sento dentro "Puoi fidarti!", mentre la testa mia: "Non lo fare!"
Certo sei curiosa, tu nascondi l'evidenza: noi ti conosciamo,
non ti arrabbieresti tanto senza una ragione se
non fossi tanto presa dall'eroe!»
[Ti vada o no - Hercules]
«Signorina
Evans, posso domandarle come mai la sua pozione tende verso un tenero rosa caramella?».
Horace Lumacorno aveva passato in rassegna tutti i calderoni delle
coppie di studenti coinvolti nel suo piano sadico e suicida nelle
ultime due ore; sapeva, ovviamente, che il colore della pozione
dell'Odio liquido poteva variare di persona in persona, fino a
raggiungere le tinte più disgustose (come aveva potuto
orgogliosamente constatare esaminando quella di Black e Piton) e per
questo non si era affatto stupito di notare le peggiori sfumature di
verde rancido e marrone porridge ammuffito. Quello che davvero non si
sarebbe mai aspettato era di trovare un intruglio rosa pallido
vagamente odoroso di erba appena tagliata nel calderone della sua
alunna migliore.
La ragazza in questione rivolse al professore il suo migliore sguardo
da pesce lesso; davvero, non riusciva proprio a capacitarsene. Com'era
possibile che da quel miscuglio di radici puzzolenti non fosse uscito
niente che trapelasse il suo tremendo odio per James Potter?!
«Io..
io proprio non lo so, professore.» rispose, «Eppure
le garantisco che abbiamo seguito alla lettera le indicazioni del
libro!».
«Oh non ne
dubito, signorina Evans.»
replicò Lumacorno sorridendole bonario. «Sono certo che
si tratta solo di un caso, probabilmente dovuto ai due giorni di pausa
che vi siete dovuti prendere..».
«Giusto, come
abbiamo fatto a non pensarci!»
intervenne James, picchiandosi la fronte con il palmo di una mano.
«Anche
se..» continuò però il professore,
storcendo la bocca per l'interruzione.
«Anche
se?».
«Anche se
potrebbe essere che lei e il suo compagno abbiate dimenticato l'ingrediente principale
della pozione, signorina Evans..».
«Cos..
quale..?» cominciò James boccheggiando.
«Impossibile,
professore!» esclamò invece Lily, molto
più perspicace. «Io e Potter ci odiamo.».
Fu stavolta il turno di
James di rimanere turbato come il più brutto dei pesci.
Dannazione.. e lui che si era illuso che sarebbe potuto cambiare
qualcosa!
Lumacorno sorrise pacioso alla sua allieva preferita. «In questo caso
sono certo che i risultati si vedranno al più presto,
signorina Evans!».
La campanella trillò segnando la fine delle lezioni della
settimana: in un colpo di bacchetta il professore di Pozioni
sgomberò l'aula dai calderoni e gli altri oggetti che i suoi
studenti avevano utilizzato per quelle due ore, salutando allegramente
i ragazzi che si dirigevano vociando verso l'uscita. Osservò
Sirius Black lanciare di sottecchi un incantesimo all'odiato compagno
dai capelli unticci, Alice Longbottom fare il verso alla bionda
Christine Parkinson, e James Potter tentare l'ennesimo approccio con
una quanto mai scontrosa Lily Evans, fallendo miseramente come tutte le
altre volte, e aspettò che uscissero tutti per tirar fuori
da una tasca del mantello le chiavi per chiudere l'aula.
Ridacchiò sonoramente, facendole tintinnare.
Quel compito si stava rivelando più divertente del previsto!
«Avanti Lily,
devi mangiare qualcosa!» sbuffò Alice irritata.
«Non ho
fame.» rispose la rossa, incrociando le braccia come una
bambina capricciosa.
«Lily, per
Morgana! E' solo una pozione, e poi hai sentito Lumacorno, no? Tutto si
sistemerà nei prossimi giorn..».
«Accidenti Ali,
è questo il problema!» esclamò Lily
stizzita, abbassando la voce ad un sussurro.
Alice le si avvicinò per permetterle di parlare senza essere
ascoltata dal resto della Sala Grande e, in particolare, i quattro
Malandrini, seduti a un paio di posti di distanza da loro; fece finta
di nulla servendosi di patate arrosto e protese l'orecchio verso
l'amica. «Parla.».
«Io..
io..» cominciò la Caposcuola, esitante,
mordicchiandosi le labbra.
«Prima che
svuoti tutto il piatto di patate, per favore!».
«Io non so se
odio ancora Potter!» bisbigliò Lily in fretta
masticando le parole.
«CHE COS..
Ouch!» esclamò l'altra in seguito ad una gomitata
ben assestata dell'amica.
«Abbassa la
voce Ali!».
«Sì,
scusa, scusa.. Come sarebbe a dire che non sai se lo odi
più?!».
«Che.. insomma,
che.. beh, che non è poi così male come
sembra!» confessò la rossa.
«Solo a te
James sembra male..».
«Non rendermi
le cose più difficili!».
«Sarebbe a dire
quindi.. che James ti piace?» sussurrò Alice, con
gli occhi sgranati per la sorpresa e tutto il vassoio di patate nel
piatto.
«Ma che
dici!» si affrettò a rispondere Lily, agitando
concitatamente le mani. «Ho solo detto
che non è male.. Avanti Ali hai capito! E'.. è..
simpatico!».
«E te ne sei
accorta adesso?».
«Ricordami
perchè ti rivolgo ancora la parola, dannazione!».
«Perchè
sono la tua migliore amica!».
«Ne
dubito!» esclamò Lily, alzandosi da tavola e
facendo per lasciare la tavolata rosso-oro.
«Dove stai
andando?» le domandò Alice.
«A schiarirmi
le idee!» rispose lei, incamminandosi verso l'uscita della
Sala Grande.
Alice rimase a fissarla mentre andava via, scuotendo la testa
rassegnata. Non lo
ammetterà mai..
«Ehi
Alice!» la chiamò James brandendo una forchetta. «Due cose: dove
sta andando Lily?».
«Davvero non lo
so!» rispose la biondina, alzando le spalle.
«Ah, ok..
e..» replicò lui, perplesso. «Le patate le
mangi proprio tutte?».
A giudicare dal brontolio lamentoso del suo stomaco doveva essere
pressappoco ora di cena, ma non aveva alcuna
voglia di alzarsi dal letto e uscire dal dormitorio. E se l'avesse
incontrato? Era stata sgarbata con lui per tutto il giorno, dopo una
settimana in cui si era trattenuta dall'urlargli contro i suoi soliti
insulti. Che cosa le era successo? Possibile che quei pochi giorni di
vicinanza le avessero fatto cambiare opinione su di lui?
Era vero, era cambiato: non era più lo sbruffone degli anni
prima - sebbene rimanesse ancora il solito boccinofilo egocentrico - e
spesso riusciva ad esserle persino molto simpatico con le sue battute;
riusciva a farla ridere con la sua semplicità e
più di una volta si era mostrato gentile e premuroso con
lei. Simpatia e gentilezza: potevano bastare solo quelle due
qualità appena scoperte nel suo ex peggior nemico per
rovesciare completamente il loro rapporto?
E se alla fine anche lei fosse caduta nella trappola di James Potter?
Lo sapevano tutti nella scuola: lei era l'unica che non si era arresa
al mitico Cercatore, lei era il premio più ambito, il
Boccino più prezios..
«Oh Godric, il
Boccino!» esclamò tra le lenzuola, affondando la
testa nel cuscino.
Ecco che cosa aveva voluto dire il giorno prima con quella stupida
mossa alla partita e con quella frase banale e scontata alla sua
irritante festicciola! Ma certo, lei era il Boccino dorato tanto
sfuggente che lui ricercava da anni, l'unica partita che ancora non era
riuscito a vincere! Ah ma se era quello che desiderava, faceva meglio a
mettersi il cuore in pace! Certo, era carino, divertente e tanto
tenero, ma lei non poteva permettersi di farsi prendere in giro!
Anche se..,
bisbigliò maligna una vocina nella sua testa.
Anche se, cosa?! E' solo
un approfittatore, vuoi che mi tratti come ha fatto con la Johnson?
E se invece facesse sul
serio, con te? E' più di un anno che non cerca compagnia
da altre ragazze, ti
dimostra continuamente che ci tiene a te, fa di tutto per farti stare
bene..
Lily si rigirò sul letto, fino a ritrovarsi a
pancia all'aria. Tutti quei pensieri le avevano fatto aumentare a
dismisura la fame.. e poi, per il momento il problema ancora non si
poneva: a lei Potter non piaceva affatto!
Si alzò, dando uno sguardo all'orologio che portava al
polso; troppo tardi per andare a cena in Sala Grande, oramai anzi
stavano sicuramente cominciando a tornare tutti nelle Sale Comuni.
Decise di andare a fare un giretto nelle cucine: per una volta, che
male c'era?
Uscì velocemente dal dormitorio e attraversò il
buco del ritratto della Signora Grassa sperando di non incontrare
nessuno, dirigendosi verso le cucine con passo felpato. Una volta che
fu sulle scale che portavano nei sotterranei, però,
cominciò a sentire un leggero vociare proveniente dalla
direzione in cui si stava dirigendo; si appiattì dietro una
colonna augurandosi che il suo stomaco non brontolasse proprio in quel
momento, e tese l'orecchio in ascolto.
«Non capisco
ancora come fai a farti amare da tutte le elfe, Ramoso!».
«Merito dei
miei deliziosi occhi dolci, Pete, ancora non l'hai capito?».
«Abbassa la
voce stupida renna!».
«Razza di cane
pulcioso puzzolente, come osi?! Io sono un magnifico cervo!».
«In tutto e per
tutto Ramoso: infatti hai anche un gran bel paio di corna!».
«Brutto..!».
Si sentì un tonfo seguito da una serie di schiamazzi e
risate; Lily trattenne il fiato. Dannazione, ma proprio i Malandrini
doveva beccare?! E.. che ci facevano lì?
«Sbrigatevi,
ragazzi! La fame da lupo è passata, tutto il resto
no!».
Lily sentì altre risate seguire alla frase pronunciata dalla
voce di Remus, ma non capì la battuta. Si premette una mano
sulla pancia per zittire il brontolìo che ne proveniva e si
sporse leggermente per osservare la scena: James era saltato in groppa
a Sirius che cercava di scrollarselo di dosso ben poco
elegantemente, come un cane bagnato che si agita per asciugarsi, mentre
Peter divertito dalla scenetta teneva tra le mani il Mantello
dell'Invisibilità; Remus, ridacchiando scuotendo la testa,
precedeva i tre incitandoli a camminare più in fretta.
James, scendendo dalla schiena di Sirius, si voltò
improvvisamente indietro costringendo Lily a nascondersi in fretta e
furia dietro una tenda provvidenziale, per poi rigirarsi lentamente e
rincamminarsi dietro gli altri.
I quattro scesero velocemente le scale fino all'ingresso del castello;
poi, Peter coprì alla meno peggio tutti e quattro col
Mantello, e uno di loro aprì il pesante portone cercando di
non fare troppo rumore.
Completamente dimentica della fame che l'aveva spinta fin
lì, Lily decise di seguire le punte delle scarpe di Sirius
(troppo alto per essere coperto per bene) e scoprire dove andavano:
accidenti, Potter era Caposcuola e Remus il più responsabile
del gruppo! Che cosa avevano in mente?!
La rossa afferrò la maniglia del portone e la
tirò piano verso di sé, aprendola quanto bastava
per farla passare; uscì fuori rimpiangendo il suo pesante
mantello o quantomeno la sua sciarpa di lana, fermandosi solo per un
attimo a contemplare la luna piena quasi alta nel cielo, circondata da
un meraviglioso manto di stelle.
Si riscosse scuotendo la testa, e impiegò una buona manciata
di secondi a ritrovare i piedi di Black nel buio.
Vanno verso la Foresta
Proibita, pensò. Ma sono completamente andati?!
Decisa
a non fargliela passare liscia, si diresse a passo di marcia verso il
limitare della Foresta; non era tuttavia neanche arrivata a
metà strada che un fruscìo tra gli alberi e i
cespugli la fece trasalire e fermare.
«Che
diavolo..».
Rimase immobile ad aspettare, fin quando la cosa che aveva
prodotto il rumore non uscì allo scoperto, zampettando
lentamente verso di lei.
«Ma
che..!» bisbigliò sorpresa, riconoscendo la figura
elegante e fiera di un cervo.
L'animale trotterellò intorno a lei a muso basso, inspirando
il suo profumo di fragole; era grande e bello, di un marrone dorato che
riluceva sotto la luna, con un maestoso paio di corna e due tenerissimi
occhi nocciola. Fece una strana smorfia col muso, qualcosa tra uno
sternuto e una pernacchia, e tirò fuori la lingua per
leccarle una mano.
«Ehi!»
rise Lily, ritraendo la mano e accarezzandolo tra le orecchie.
Il cervo le si strusciò contro contento per un paio di
minuti, fino a che un lancinante lamento proveniente dai meandri della
Foresta non fece sobbalzare entrambi.
«Merlino!»
sussurrò la rossa spaventata. Doveva trovare James, Remus e
gli altri due prima che la cosa si facesse pericolosa!
Il cervo abbassò la testa quanto bastava per riuscire a
spingerla senza farle male con le corna, e cominciò a farla
avanzare a ritroso sulla strada che aveva percorso fuori dal castello.
«Aspetta,
aspetta!» disse Lily, prendendogli la testa tra le mani nel
tentativo di fermarlo. Il cervo emise un suono molto simile a uno
sbuffo. «Devo andare a
cercare degli amici, non posso tornare dentro adesso!».
L'animale scalpitò battendo forte le zampe per terra,
cominciando ad agitarsi. Un altro lamento squarciò il cielo:
era molto più vicino di prima.
«Smettila di
spingermi, devo trovare Potter!» riprese lei, cercando di
liberarsi dalla spinta del cervo che ormai era riuscito a farla tornare
a pochi passi dal portone del castello. «Avanti,
lasciam.. ehi!».
Lily si asciugò con veemenza la faccia che il cervo le aveva
leccato. «Come ti salta
in mente!».
All'improvviso il lamento tornò a farsi sentire,
accompagnato dall'abbaiare di quello che Lily pensò fosse un
cane; e a giudicare dal rumore che i due versi produssero, dovevano
essere arrivati al limitare della Foresta.
La Caposcuola rabbrividì, schiacciata tra il portone
d'ingresso e il cervo. Spostò lo sguardo verso dei cespugli
che si stavano agitando con forza, aspettando di vedere che cosa
sarebbe comparso, mentre l'animale continuava a fare pressione su di
lei, uggiolando, affinchè entrasse nel castello.
Dai cespugli emersero due grosse sagome che si mossero veloci verso di
loro; una doveva appartenere all'animale che aveva abbaiato, e in
effetti somigliava ad un enorme cane nero, di quelli che la
professoressa Cooman chiamava Grami. L'altro invece era più
simile ad un orso e correva svelto su due zampe, ululando ferocemente.
Lily aprì la bocca per gridare, ma non riuscì ad
emettere alcun suono. Illuminato dalla luce della luna, vide l'animale
per quello che era davvero: un lupo mannaro.
Di scatto spalancò la porta d'ingresso al castello ed
entrò, spostandosi per far passare anche il cervo. Ma
quello, abbassando il capo come in segno di saluto, galoppò
verso il mostro e in un balzo gli saltò sopra, facendolo
cadere a terra.
«NO!»
urlò Lily, stendendo una mano verso la scena che aveva di
fronte, convinta che il lupo avrebbe sbranato il cervo.
Al contrario tuttavia, i due animali si rotolarono l'uno sopra l'altro
come se fosse un gioco, senza però risparmiarsi zampate e
calci; il grosso cane nero si unì a loro, latrando
vivacemente.
Rimase a fissarli per almeno cinque minuti, finchè non
avvertì qualcosa che le si muoveva lungo una gamba;
terrorizzata, spostò lo sguardo sui suoi piedi e vide un
grosso topo grigio che zampettava sulle sue scarpe.
Era definitivamente troppo per lei. Improvvisamente perse i sensi, e
cadde sul freddo pavimento del castello.
Il topo ai suoi piedi spinse il portone con forza e lo chiuse, dopo
aver agitato la coda in segno di saluto verso i tre animali che si
rincorrevano sulla strada per la Foresta.
Peter Minus si trasformò da grosso topo a ragazzo
cicciottello; sbuffò sonoramente, e, caricatasi la rossa in
braccio, si diresse silenziosamente verso la Sala Comune dei
Grifondoro: quella sera, per lui, era finita.
Ciao a tutti! *si copre
la testa con un libro mooolto spesso per evitare le bastonate*
Lo so, lo so, sono vergognosa :S una settimana per un capitolo
così banale.. E non ho neanche scuse (a parte, ormai, la
solita della scuola, uff!)!! Chiedo quindi umilmente perdono :(
Ne approfitto poi per ri-ringraziare le persone che hanno recensito il
capitolo precedente, davvero, mi riempite di felicità
*_____*, non so proprio che dire!!
Spero di non avervi deluso con questo capitoletto di
fine-prima-settimana.. Dannazione, cosa succederà "domani"??
Lo scopriremo nella prossima puntata (presto spero xD)!
Bacioni!,
L7!
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Capitolo 9 *** Eighth day ***
uuu
Eighth
day.
«Lo
so che la tua strada l'hai già disegnata,
ma io ti ho messo in mano una gomma e una matita:
tu dici che non si può tra noi due mai.. ma non dire mai!
Perchè le regole non sono oracoli in fondo, sai!»
[Matteo
Branciamore - Un mare di guai]
Lilian
Evans si svegliò rimpiangendo la morbidezza del suo letto a
baldacchino, costretta in una posizione più che scomoda da
quelle che ormai dovevano essere ore; aprì gli occhi,
riconoscendo il familiare aspetto della Sala Comune dei Grifondoro
illuminata dalle prime luci dell'alba. Che ci faceva lì?
Passandosi una mano a spostare indietro delle ciocche di capelli rossi
che le ricadevano sugli occhi, notò qualcosa sul tavolo
accanto
alla sua poltroncina di stoffa rossa. Lentamente si alzò
stiracchiandosi e si inginocchiò accanto al tavolino,
accompagnata dall'insistente e quanto mai giustificabile
brontolìo dello stomaco.
Allungò una mano per afferrare il piatto appoggiato sul
tavolo,
contenente un sandwich al prosciutto, dei tovagliolini di carta, un
bicchiere di succo di zucca e un bigliettino ripiegato con su scritto
il suo nome in una calligrafia disordinata che avrebbe riconosciuto tra
mille; non esitò neanche un attimo ad addentare il panino,
affamata come non era mai stata prima, poi aprì il
bigliettino.
Ehi, Evans,
sei proprio carina quando dormi.
Non ti ho visto a cena, pensavo avresti avuto fame. E' al prosciutto,
lo so che ti piace, e posso giurarti che non contiene veleno o - peggio
- filtri d'Amore.
Se non ci becchiamo tra i corridoi, ci vediamo alle 19 al solito posto
per la Lumaconata, ok?
Divertiti ad Hogsmeade oggi (neanche te lo chiedo se verresti con me,
immagino la risposta).
A dopo,
James
Lily si stropicciò gli occhi, abbozzando un
sorriso. Che
carino, si era preoccupato per lei.. aveva come la sensazione che
presto avrebbe dovuto sostenere un colloquio alquanto imbarazzante con
la sua coscienza su quel Potter, cominciava a pensare che davvero
l'aveva sottovalutato durante quei sei ann..
«Godric!»
esclamò, facendo un balzo all'indietro.
Ma allora era vivo! Il lupo mannaro non l'aveva sbranato, né
lui né i suoi inseparabili amichetti!
Tirò un sospiro di sollievo, rassicurata sulla sorte dei
suoi
compagni di Casa, sperando ardentemente che anche il cervo della sera
prima si fosse salvato dalle grinfie di quel mostro. Certo, strano in
ogni caso: cervi e lupi mannari ad Hogwarts?! Qualcuno avrebbe dovuto
avvertire Silente, per Morgana. Qualcuno come.. un Caposcuola, ecco.
Dove accidenti si cacciavano quando servivano?!
«Oh,
ma io sono
una Caposcuola.» si disse, ricordandosi in quel momento di
essere Lily Evans.
Si diede un buffetto sulla testa per riscuotersi e addentò
l'ultimo pezzo di sandwich; da quando era così tarda?! Beh,
comunque anche Potter era un Caposcuola, e non sembrava aver avuto
problemi, la sera prima, ad addentrarsi nella Foresta Proibita coi suoi
compari ben sapendo quanto fosse pericolos..
«Merlino!»
trasalì, strozzandosi col panino che aveva ingoiato e
cominciando a tossire sputacchiando - bene, aveva quasi finito la lista
di maghi a cui appellarsi.
Come colpita da un'illuminazione divina, improvvisamente
collegò
varie immagini che fino a quel momento le avevano vorticato per la
testa senza riuscire ad incontrarsi.
Potter che si apostrofava come un bellissimo cervo.
Potter che si faceva chiamare Ramoso e riceveva continue battutine di
scherno per le sue presunte corna.
Potter che paragonava un Remus arrabbiato ad un lupo mannaro nelle
notti di luna piena.
Potter che rideva alla battuta di Remus, o Lunastorta, come lo
chiamavano i suoi Malandrini, che diceva per le scale che l'unica cosa
'da lupi' che gli era passata era la fame.
Potter che accusava Black di essere un grosso sacco di pulci dalla
risata simile ad un latrato.
Potter che..
«POTTER!».
«Esigo
una spiegazione convincente, ora!».
James Potter sorrise nel cuscino, allietato dai toni soavi di quella
voce che aveva sempre desiderato sentire come primo suono al mattino;
si rigirò su se stesso godendo del tepore delle sue coperte
e
chiedendosi cosa mai doveva aver sognato quella notte per far sbraitare
in quel modo la Lily della sua immaginazione, e si
stropicciò
gli occhi con le mani prima di decidersi ad aprirli.
«Evans,
per le mutande di Silente!» esclamò, trovandosi
faccia a
faccia con una Lilian Evans livida di rabbia, spettinata ed assonnata
ma senza dubbio alquanto vera.
Frank Paciock si strofinava gli occhi, assonnato e perplesso. Peter
osservava la scena terrorizzato, coperto quasi interamente dal lenzuolo
che lasciava intravedere solo i suoi occhietti acquosi; Remus
boccheggiava come un pesce lesso, non meno spaventato e sorpreso
dell'amico cicciottello. Sirius.. beh, Sirius continuava placidamente a
ronfare, coperto soltanto da un paio di boxer neri. James
arrossì pudicamente; dannazione, non era lui che la Evans
avrebbe dovuto vedere in mutande!
«L-Lily..»
balbettò, mettendosi a sedere e cercando con gli occhi la
maglietta del suo pigiama verde e boccinoso. «Cosa.. cosa ci
fai qui?».
«Cosa
ci faccio qui?!» sbraitò lei puntandogli la
bacchetta al petto. «Mi devi delle
risposte, Potter! Parla o ti affatturo, e sai che lo farei!».
Remus si schiarì la voce, provando senza molto successo ad
attirare l'attenzione su di sé. «Lily, ehm,
posso spiegarti tutto io..».
James gli lanciò un'occhiata di fuoco, come per intimargli
di rimanere in silenzio. «Non
capisco di che parli, Evans.. ti ha per caso fatto male il
sandwich?» domandò, fingendosi ignaro di tutto.
«Potter,»
scandì la rossa, «o
mi dici subito cosa facevate ieri notte tutti e quattro nella Foresta
Proibita o sarò costretta a saltare a delle conclusioni poco
convenienti!».
«Ehi,
ehi, Caposcuola! Con calma e per piacere, che qui c'è gente
che
vorrebbe dormire.» intervenne Sirius tra il lamentoso e
l'irritato, svegliato dalla voce della ragazza.
«Black,
smettila di fare il simpatico!».
«Ehm,
ragazzi, io vado, ok?» mormorò Frank, infilandosi
le ciabatte e dirigendosi alla porta del dormitorio. «Avevo proprio
pensato di vedere Alice alle.. ehm.. cinque di mattina, sì..
Ciao!».
La porta sbatté dietro di lui, lasciando la stanza nel
silenzio.
«Lily,
James non c'entra.» riprovò Remus. «In effetti
avrei qualcosa da spiegarti..».
«No
Remus, voglio che sia lui a spiegarmelo!» ribatté
Lily, continuando a minacciare James con la bacchetta.
«Non
c'è niente da spiegare, Evans.» disse atono
Sirius, mettendosi a sedere sul suo letto. «E ora, se per
favore ci lasci dormire..».
«Black,
accidenti! Il parco di Hogwarts si riempie improvvisamente di cervi,
cani e lupi mannari dopo la vostra casuale scomparsa, e non
c'è
niente da spiegare?!».
Sirius sbiancò, ma mantenne il suo cipiglio fermo. «Evans,
dovresti mangiare la sera. Andare a letto senza cena gioca brutti
scherzi!».
«Adesso
basta, Felpato.» intervenne Remus. «Lily
non è una stupida e tantomeno una visionaria. C'è
qualcosa che devi sapere Lily, ma riguarda solo me: io.. non ti
biasimerò se deciderai di dirlo in giro o decidere di
evitarmi,
davvero. Lily, io sono un
licantropo.» ammise, lo sguardo basso.
La rossa sbuffò, incrociando le braccia, incassando la
confessione non senza vacillare; povero Remus, che aveva fatto di male
per meritarsi un tale destino? Era proprio come aveva pensato.. ma a
quello avrebbe pensato in un altro momento. «Beh Remus, mi
dispiace molto per te,» replicò. «ma non
è questo il mio problema!».
I quattro la fissarono interdetti. Remus aveva appena ammesso di essere
un licantropo e lei non faceva una piega?!
«Potter,
non osare mentirmi.» cominciò, fissandolo dritto
negli
occhi nocciola. Lui deglutì, quasi tremante.
Che viso tenero che ha,
senza occhiali..
Ah no, non adesso per favore!!
«Eri
tu il cervo di ieri sera?».
James aprì la bocca per negare, come gli suggeriva Sirius
che
sbucava da dietro Lily scuotendo con decisione la testa, quando
incontrò lo sguardo sereno e fiducioso di Remus; il modo in
cui
la ragazza aveva accolto la notizia gli aveva fatto ricordare quanto
fosse leale e onesta: era sicuro che tutto si sarebbe risolto per il
meglio.
Il Caposcuola aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima
di
decidersi a rispondere; abbassò lo sguardo, colpevole,
incassando la testa tra le spalle pronto ad una lavata di capo sui
rischi che avevano corso e che correvano tuttora nella trasformazione
in Animagi. «Lily..
io.. sì.».
Lily trattenne il fiato per una manciata di secondi, sgranando gli
occhi, poi aggrottò nuovamente la fronte in un'espressione
arrabbiata e risfoderò la bacchetta.
«E
come hai osato leccarmi la faccia?!».
«A
che ora devi vedere Potter?».
«Alle
19, perché?».
«Oh
beh, mancano dieci minuti alle 19, non credi sia il caso di cominciare
a prepararti?».
«Come
sarebbe a dire dieci
minuti?!».
Alice osservò ridacchiando la sua migliore amica che si
precipitava in bagno a darsi una sistemata; il pomeriggio ad Hogsmeade
era stato davvero divertente, passato tra un dolcetto da Mielandia -
ancora non riusciva a spiegarsi da dove venisse tutta la fame di Lily -
e uno scherzo da Zonko, dove avevano ovviamente incontrato i
Malandrini. Frank aveva scambiato una strana occhiata con James
che non era riuscita ad interpretare e che aveva catalogato
tra gli
sguardi di solidarietà maschile, anche se era sicura che si
fosse trovato molto bene con lei, Lily, Mary e Margaret. La rossa, dal
canto suo, aveva rivolto al Cercatore una finta occhiata di rabbia,
tradita dal sorriso sbieco che premeva per allargarsi sul suo viso;
Frank le aveva raccontato che quella mattina i due avevano avuto una
piccola discussione, che dai loro sguardi non poteva che essersi
conclusa con qualche battuta di James che Lily doveva aver trovato
stranamente divertente.
La Caposcuola uscì dal bagno con la divisa scolastica
perfettamente sistemata, ravviandosi i capelli rossi con le mani e
mandando un bacio frettoloso alle sue amiche, avvertendole che sarebbe
tornata di lì ad un'oretta.
Lily si sentì rispondere un vivace «Ciao!»
dalle sue compagne di dormitorio e si precipitò
giù per
le scale; erano le 19 precise quando imboccò il corridoio
che
portava all'aula in cui erano soliti incontrarsi, quando all'improvviso
sentì la voce inconfondibile di un paio di Serpeverde
provenire
dalla direzione verso cui si stava dirigendo. Troppo stanca per
prendere parte al dibattito in cui era sicura l'avrebbero coinvolta
si appiattì nella nicchia tra due statue, appuntandosi
mentalmente di ringraziare i fondatori di Hogwarts per aver riempito il
castello di posti in cui nascondersi.
«Sì,
li ho visti entrare da Zonko anche oggi.. staranno senza dubbio
architettando qualcos'altro per vendicarsi del nostro
scherzetto.».
«Non
gli sono bastati quei diavolo di rospi parlanti? Ancora non li ho
scovati tutti!».
«Non
preoccuparti, avranno quello che si meritano.».
«Abbiamo
un piano?».
«Beh
no, non ancora. Ma l'avremo presto, e si pentiranno di averci riempiti
di Caccabombe!».
Lily ridacchiò silenziosamente, aspettando che le voci e i
passi
dei Serpeverde si allontanassero per uscire allo scoperto. L'aveva
combinata grossa, in un certo senso era anche colpa sua se si sarebbero
vendicati.. ma ne era dannatamente valsa la pena, e se fosse successo
ancora qualcosa lei sarebbe stata in prima fila a duellare contro
quegli scimmioni, al fianco di James!
Di Potter,
si corresse arrossendo. I pensieri non valevano per la scommessa, vero?
Entrò nell'aula in fondo al corridoio, sorridendo per la
presenza del ragazzo moro occupato a sistemare gli ingredienti
necessari sul grosso tavolo al centro della stanza.
«Ehi,»
lo salutò.
James si voltò di scatto, facendosi male al collo. «Lily,
ciao.».
«Scusa
il ritardo, ho incontrato dei Serpeverde che progettano vendetta per i
nostri scherzetti.».
«Non
ti preoccupare, noi non saremo da meno!» le rispose lui
ridendo.
Lily arrossì, afferrandosi una ciocca di capelli. «Sì,
lo so, ma.. state attenti, ok?».
«Sei
preoccupata per me, Evans?» chiese James sorridendo, pronto
all'ennesima risposta negativa.
«Un
po', Potter, un po'.» ammise invece lei.
Lui sgranò gli occhi, stupito. «Pensavo che ti
avrei trovato tra loro a cospirare per la mia morte.»
sdrammatizzò.
«Non
prima di restituirti il favore.» rispose Lily ridacchiando.
«Che
favore?».
«Non
sei stato tu ad impedirmi di andare verso la Foresta,
stanotte?».
«Oh,»
fece James. Si mordicchiò un labbro per una manciata di
secondi, cercando le parole giuste da dire. «Lily, senti,
io.. mi dispiace non averti detto niente prima, noi..».
Lily alzò una mano per zittirlo, brandendo un coltellaccio
imbrattato del liquido rosso che era sgorgato da alcune radici
violacee; il ragazzo si interruppe subito, fingendosi spaventato.
Risero insieme. «Non
c'è bisogno di scusarsi, l'avete fatto per Remus dopotutto.
Anzi.. siete stati davvero fantastici, non me lo sarei aspettato da voi
tre.».
«Ehi!»
la riprese scherzoso lui.
«Ammettilo,
non sembrate tipi premurosi.» ribatté lei,
facendogli la linguaccia.
«Non
ci conosce bene allora, signorina Evans.» replicò
James,
imitando il tono di Lumacorno e gonfiando le guance per sembrare
più paffuto.
Lily rise, e per alcuni secondi non sentirono altro rumore all'infuori
dei loro respiri e delle lame di coltello che torturavano le radici.
«Mi
racconti tutto dall'inizio?» gli chiese infine, vinta dalla
curiosità.
James sorrise, scodellando delle fettine sanguinanti nel calderone -
che sprigionò un delizioso profumo di mentina - , e si
apprestò a cominciare il suo racconto.
«Beh,
tutto è cominciato quando Remus aveva solo pochi anni. Si
era
addentrato in un bosco per dimostrare a suo padre che era un ometto
coraggioso, e.. è successo. Ricorda ancora perfettamente il
dolore che gli causarono le ferite inferte da quel mostro, e il morso..
certe notti lo sogna ancora.» fece una
pausa, stringendo i pugni. «Silente
ha sempre creduto in lui; ha fatto piantare il Platano Picchiatore
l'anno che arrivammo ad Hogwarts, per permettere a Lunastorta di
arrivare alla Stamberga Strillante senza farsi notare.».
«Il
Platano Picchiatore è un passaggio segreto verso la
Stamberga?» lo interruppe Lily incredula.
«Esatto.»
rispose James. «Noi
l'abbiamo scoperto al secondo anno, quando la nostra amicizia
cominciava a consolidarsi; credo che la cosa che ci abbia
stupito più di tutto sia il fatto che non ce
l'aveva detto.
Sirius la prese malissimo, non gli parlò per una
settimana!».
Si fermò per ridacchiare al ricordo dei suoi migliori amici
che non si rivolgevano la parola.
«E
quando siete diventati Animagi?».
«Al
quinto anno, non senza difficoltà in effetti. Anche se per
un
mago della trasfigurazione come me..» si fermò per
farle
l'occhiolino, e Lily rise alzando gli occhi al cielo. «Eravamo
parecchio preoccupati per Peter, temevamo avrebbe combinato qualche
pasticcio, ma..».
«Cosa?
Aspetta, anche Minus è un Animagus?».
«Non
sei sveglia come sembri, Evans.. Pete è il topo che ti ha
trascinato in Sala Comune ieri notte!».
La rossa ammutolì, ricordando disgustata l'animale che le
zampettava addosso a ridosso della porta del castello. «Gran
bell'animale..».
«E'
vero, c'è da ammetterlo: il più bello sono sempre
io!».
«Nessuno
lo mette in dubbio..» ribatté distrattamente lei
con un sorriso.
James sgranò gli occhi, incredulo. «Per Godric
Grifondoro, Evans, quello era un complimento?!».
E che cos'altro doveva
essere, tonto?!
Lily, che accidenti stai combinando! Riprenditi, lui è James
Potter!
«Scherzavo,
Potter, scherzavo!» si affrettò a rispondere,
arrossendo fino alle punte dei capelli.
Il ragazzo sghignazzò di sottecchi, fingendo di essere
preoccupato per la loro pozione - che nel frattempo aveva assunto una
tinta alquanto somigliante a quella di un papavero appena sbocciato -
per non farsi beccare col sorriso sulla faccia.
«Smettila
di ridere!» lo rimbeccò Lily. Poi, notando che non
accennava affatto a smettere, «Ah
Potter, comunque devo ammettere che Black ha un gran bel fondoschiena.
Magari comincerò a venire più spesso nel vostro
dormitorio..».
«EVANS!».
Buonasera!
Ecco un altro capitolo, anche l'ottavo giorno è andato! Ne
mancano solo sei, riuscirà James a vincere la scommessa? E
la
pozione smetterà di sembrare un profumo per ambienti o
farà prendere ai nostri una bella T?! Lo scopriremo.. nei
prossimi capitoli! :D
Io.. io.. ç____ç.. davvero non so che dire, 7
recensioni
anche per il capitolo precedente, IO VI AMO *_______________* !!! Vi
dedico questo capitolo, spero proprio che vi piaccia! Grazie!!
Alla prossima!
L7!
(Ah, passatemi la canzone xD..)
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Capitolo 10 *** Ninth day ***
nove
Ninth
day.
«Dentro
ho un'immagine di te che non parla:
l'ho fatta per guardarla e non voglio rovinarla.
Tengo solo il buono, come il tuo profumo
che mi ha sballato
più d'ogni cosa abbia bevuto o fumato.
E mai nessuna foto renderà giustizia
al tuo sorriso
quando esplode all'improvviso sul tuo viso..»
[Domani
- Articolo 31]
Un
gemito, uno sbuffo e il suono vellutato delle coperte che si muovono.
Lily nascose la testa sotto il cuscino, maledicendo in tutte le lingue
che conosceva l'insistente raggio di sole che aveva pensato di andarla
a svegliare di domenica mattina, penetrando dall'unico spiraglio che le
tende del suo letto non avevano coperto.
Mugugnò, scocciata. Stupido Potter - oh sì, era sempre colpa sua.
Senza riuscire a trattenere un sorrisetto, ripensò alla
notte
prima: il Cercatore dei Grifoni e i suoi compari l'avevano convinta
(con non poca riluttanza di Black) a passare un po' di tempo con loro
per «farsi perdonare per lo spavento
della sera precedente»,
e tra le chiacchiere erano riusciti a farle totalmente perdere il senso
del tempo; risultato? Era tornata in camera alle due di notte, ridendo
come una stupida per le cose buffe che aveva scoperto sui Malandrini e
sul resto della scuola e finendo per beccarsi uno scappellotto in piena
nuca da una preoccupatissima Alice.
Per cui, odiandosi con tutto il cuore per aver trascurato ben due
materie ed aver quindi accumulato centoventi centimetri complessivi di
pergamena da scrivere, si costrinse a mettersi a sedere sul morbido
baldacchino e si stiracchiò, facendo per alzarsi;
controllò l'orologio: le nove. Beh, almeno non avrebbe
trovato
nessuno a disturbarla mentre studiava.. no?
«Che ci fai qui
alle nove di mattina?».
Un
assonnato Remus Lupin si voltò di scatto al sentire la voce
della ragazza; lasciò cadere la piuma con cui stava
scrivendo
per il balzo che fece, e poi, sorridendo, si chinò a
raccoglierla ai piedi del divano su cui era seduto. «Lily,
buongiorno. Sto.. finendo il tema di Trasfigurazione.»
rispose.
«Ma
non l'avevi già fatto?» gli chiese lei,
accomodandosi al
suo fianco sul divano e srotolando il suo foglio di pergamena.
«Oh,
sì, beh, sto sviluppando delle linee guida..»
cominciò lentamente, imbarazzato. «..per quelli
di James e gli altri.».
Lily inarcò un
sopracciglio, senza capire. «E perchè lo fai? Te
l'hanno chiesto loro?».
«Affatto,
anzi.. Sirius e James si lamentano tutte le volte. Ma direi che val
bene quello che loro fanno per me, non trovi?» le disse il
biondino con un sorriso.
La rossa non rispose; aprì il libro di Trasfigurazione che
aveva
portato giù con lei e cominciò il suo tema, non
riuscendo
in realtà a concentrarsi. Quei quattro erano davvero
incredibili; non avrebbe mai immaginato che la loro amicizia fosse
così profonda, sincera e altruista; erano sempre pronti ad
aiutarsi l'uno con l'altro, volesse questo dire trasformarsi in Animagi
a quindici anni o scrivere quattro temi anzi che uno solo per far
risparmiare agli altri tempo da passare insieme.
«Mi
sono divertita molto ieri sera.» disse infine, concludendo i
primi quindici centimetri del tema con un grosso punto. «Quei tre sono
meglio di quanto pensassi. Grazie.».
Remus si aprì in un sorriso vero, mettendosi ad avvolgere
una
delle tre pergamene che aveva terminato di riempire di schemi e
freccette. «Grazie a te,
Lily. Non avevo mai visto James così contento.».
«Come?»
fece lei, arrossendo lievemente. Era
stato contento perchè c'era lei?
«Più
di quattro ore a ridere e scherzare coi suoi migliori amici e la
ragazza che ama! Che altro avrebbe potuto desiderare?».
Lily divenne dello stesso colore dei suoi capelli e sentì un
sorriso salirle spontaneo alle labbra; che razza di reazione era
quella?! Una settimana prima se la sarebbe presa a morte per una frase
del genere: James-sono-il-più-figo-di-Hogwarts-Potter che
amava
qualcuno? E per di più.. che amava lei e gioiva della sua presenza? Che
stava succedendo al mondo?!
«Che
si svolgesse tutto a cavallo di una scopa, immagino..»
bisbigliò per sdrammatizzare, abbozzando un sorrisetto e
facendo
ridere Remus.
«Forse!»
concordò lui, chiudendo con forza la sua boccetta
d'inchiostro. «Allora,
procede bene la vostra pozione?».
«Assolutamente
no, per Morgana! Non so cosa ci sia di sbagliato, ma dopo aver passato
due ore a lavorarci sopra ieri aveva un dolcissimo odore di
menta..» rispose Lily, contenta di aver cambiato argomento ma
a
dir poco disperata per il suo lavoro.
Remus ghignò. «Lilian Evans
che sbaglia qualcosa in una pozione? Impossibile!».
«Sicuramente
sarà colpa del tuo amico, infatti!»
ribatté lei facendogli la linguaccia, ridendo. «Sul serio, non
so proprio..».
«Sicura che non
sia davvero per colpa del vostro odio,
Lily?» la interruppe il biondino, sorridendole da vero
Malandrino.
Lily sgranò gli occhi dalla vergogna e dallo stupore. «Che
dici, Rem? Io e Ja.. io e Potter ci odiamo davvero! Cioè,
non so
se lui mi odia nel vero senso del termine, ma io, insomma, non lo
sopporto sul serio! Dai, vorresti dire che non si vede? Stiamo sempre a
litigare, non passa giorno che..».
«Ne
sono passati sette credo, in realtà.» la
fermò di
nuovo Remus, interrompendo il suo delirio imbarazzato. «Avanti,
ammettilo Lil. Non voglio dire che deve per forza piacerti, ma sono
sicuro che ormai stai imparando quantomeno a volergli bene.».
La rossa sospirò, portandosi una mano ai capelli per tirare
indietro le ciocche rosse più ribelli in un gesto che
somigliava
davvero tanto a quello del Cercatore. Fece una smorfia tesa e dubbiosa
che suscitò immediatamente le risate del ragazzo, poi si
lasciò cadere tra i morbidi cuscini del divano.
«Hai
mai cambiato drasticamente opinione su qualcuno in così poco
tempo?» gli domandò, chiudendo gli occhi.
Remus sorrise intenerito. «Mi
è capitato, sì.» ammise, pensando a
come era
cambiata la concezione di lui stesso da un momento all'altro dopo che i
Malandrini avevano scoperto chi era davvero. Quella sera, quando aveva
trovato James e Sirius ad aspettarlo svegli in dormitorio, si era
sentito pessimo, falso, uno straccio; ricordava ancora l'espressione
divertita del ragazzino con gli occhiali che lo rassicurava dicendogli
che il suo era solo un piccolo
problema peloso, e quella glaciale dell'altro moro che gli
rimproverava di aver tenuto un segreto con loro.
«E come ti sei
sentito?».
Il ragazzo biondo attese qualche secondo prima di parlare, cercando di
riassumere tutte le emozioni che aveva provato in una sola parola. Alla
fine, mormorò semplicemente «Bene. Davvero
bene..».
Lily aprì gli occhi e gli sorrise dolcemente, forse
immaginando
quello che passava per la testa dell'amico. Dopo qualche istante
però Remus perse tutta la tenerezza che aveva messo in
mostra e
ghignò di nuovo, voltandosi a guardarla negli occhi.
«Dovresti
dirglielo.» sentenziò.
«Non ci penso
neanche!» ribatté lei. «Si
pavoneggerebbe come la prima volta che ha acchiappato un Boccino, oh
no, no no no. E tu»
continuò puntandogli un dito contro con fare minaccioso, «non provare a
dire una parola! Questa conversazione non è mai
esistita!».
«Tutto ha un
prezzo, Evans..».
Era decisamente possibile cambiare opinione di una persona in un arco
di pochi minuti: Lily Evans, da quel momento, provò un odio
sviscerato e feroce nei confronti del placido, onesto e leale Remus
Lupin.
«Ciao
Potter.».
«Ciao Lily.
Tutto bene?».
«Andrebbe
meglio se la nostra pozione non fosse così dannatamente rossa, ma..
sì, tutto bene.».
James fece una smorfia divertita, non riuscendo tuttavia a sentirsi in
colpa per come stava procedendo il loro lavoro insieme: a lui, in
effetti, sembrava davvero un gran bel segno che quell'intruglio non
fosse diventato verde e puzzolente.. e non gli importava proprio nulla
della E in Pozioni!
Si mise al lavoro, cercando quantomeno di impegnarsi per non incappare
nelle ire della Caposcuola.
«Potter?»
chiese però lei, sedendosi su un banco.
«Sì?»
replicò lui, smettendo di strappare le foglie ad una pianta
piena di pustole e spine che già un paio di volte gli
avevano
graffiato le mani.
«Hai
già pensato ad una buona scusa da rifilare a Lumacorno per
questo?» domandò Lily indicando con una mano il
calderone.
«Oh»
fece lui, «beh, diremo
che ho sbagliato verso di mescolatura, così la colpa
sarà solo mia..».
«Sarebbe carino
da parte tua, ma non mi sembra giusto. Metà della colpa
è anche mia!».
James sorrise abbassando gli occhi, sentendosi improvvisamente molto
felice; Lily Evans che prendeva le sue difese a costo di rovinarsi la
media scolastica, e chi l'avrebbe mai creduto? Quando l'avrebbe
raccontato ai Malandrini l'avrebbero sicuramente preso per pazzo, e
Sirius..
«Sirius!»
esclamò ad un tratto, facendo sobbalzare la rossa. «La pozione di
Sirius è fatta maledettamente bene, Evans! Potremmo
prendergliene un po'!».
Lily sgranò gli occhi verdi, incredula. «E secondo te
non si accorgerebbe di niente, Potter?!».
«No,
perchè saremo noi a versare gli ultimi ingredienti! Dati i
precedenti, rovineremo anche quella pozione.. ma non abbastanza da
meritarci una T!».
«Potter, tu sei
fuori di testa!».
«Oh avanti
Evans, è un'idea geniale!».
«Ma non
è leale! E' una cosa da Serpi, e noi Grifondoro
non..».
«Noi Grifondoro
non siamo così petulanti!» la interruppe James,
fingendosi scocciato e agitando la bacchetta per far sistemare gli
oggetti al loro posto negli armadi. «Avanti,
andiamo a cercare Felpato!».
Detto questo prese per mano Lily facendola scendere, tra le velate proteste,
dal banco su cui si era accomodata poco prima e spalancò con
forza la porta dell'aula in fondo ai sotterranei, dirigendosi di corsa
verso la Sala Comune dei Grifondoro, dov'era certo avrebbe trovato
Sirius.
«Potter, il
merito di quest'idiozia sarà tutto tuo, te lo
garantisco!» sbraitò
Lily correndo a perdifiato dietro di lui.
«Lumacone ne
sarà contento!» rispose semplicemente lui,
reprimendo una risata.
Travolgendo un gruppetto di Tassorosso che puntavano il portone del
castello e beccandosi non pochi rimproveri da parte del Barone
Sanguinario e della Dama Grigia che fluttuavano per i corridoi, i due
arrivarono fino al quadro della Signora Grassa, che li
squadrò divertita.
«Amor vincit omnia!»
esclamò James sorridendo.
La Signora Grassa si spostò facendo l'occhiolino e
guadagnandosi un'occhiataccia da Lily, che seguì il ragazzo
attraverso il buco del ritratto.
La Sala Comune era quasi vuota, fatta eccezione per un gruppetto di
ragazzi del quinto anno che studiavano in vista dei loro G.U.F.O.; la
rossa si piantò al centro della stanza a braccia incrociate,
uno sguardo ben poco arrabbiato dipinto sul viso.
«Ottima idea
Evans, aspetta qua.» le disse James imbarazzato, passandosi
una mano tra i capelli. «Non si sa mai
che quel casanova abbia deciso di divertirsi un po', oggi..».
«Il solito
allupato!» commentò Lily, senza riuscire ad
evitare di arrossire lievemente.
James abbozzò un mezzo sorriso e si avviò con una
corsetta su per le scale del suo dormitorio, bussando forte prima di
entrare; Lily non riusciva a credere, invece, a quello che stava
facendo: davvero stava permettendo a Potter di imbrogliare per
ingannare un professore e scansarsi un votaccio?! Certo, Lumacorno se
lo meritava dopo quello stupido compito che aveva deciso di assegnare!,
ma.. insomma, lei era Lilian Evans, Caposcuola, ex Prefetto,
studentessa modello, fedele - e rabbrividì al pensarlo -
imitazione della McGranitt, fonte di ispirazione di tutti gli student..
«Evans, ti
hanno pietrificato?».
Lily sbatté un paio di volte le palpebre prima di realizzare
che James la stava osservando abbastanza perplesso, sventolandole una
mano davanti la faccia per richiamare la sua attenzione. «Potter!
Già.. già fatto?».
«Oh
sì, Felpato era alquanto.. accondiscendente, in quel
momento.» rispose lui, annuendo con un ghigno e mostrando
soddisfatto una fialetta contenente un liquido denso e color
acido. «Adesso non ci
resta che ingrandirla a dismisura, gettarla nel nostro calderone,
mescolarci un paio di radici puzzolenti rovinando il tutto e sperare in
una misera A!».
«Sei proprio un
genietto del male, Potter.» commentò sarcastica la
rossa. «Andiamo,
avanti..».
Tornarono nei sotterranei quasi senza parlare, limitandosi a occhiatine
tra il divertito e lo scocciato; giunti nell'aula in fondo al corridoio
presero dall'armadio dei tuberi da sbucciare e dei grossi coltellacci,
una fiala vuota e il loro calderone, magicamente di nuovo pieno di
quell'intruglio rossastro.
«Comincia a
sbucciare quella roba, io faccio sparire la nostra pozione.»
disse Lily, stappando la fialetta vuota che aveva tra le mani e facendo
per riempirla del contenuto del calderone.
«Perché
ne vuoi tenere un po'?» le domandò James.
Lei arrossì incassando la testa tra le spalle. «Ha un buon
odore.».
«Vero?»
concordò lui. «Non so di
preciso cosa mi ricorda, ma sono sicuro di aver già sentito
un profumo simile..».
«Amortentia.»
sussurrò Lily.
«Come?».
«E' simile ad
uno dei profumi che sento nell'Amortentia.»
spiegò.
«Che odori
senti?» le domandò James, curioso.
«Erba, libri
appena comprati. Poi cioccolata al latte, e.. fragole. Tu?».
«Legno, menta,
biscotti. E fragole.».
«Non sapevo ti
piacessero le fragole!».
«Non ne vado
matto, in effetti. Ma adoro il loro profumo.» ammise lui,
tentando un sorriso imbarazzato.
Sorrise anche lei. «Anch'io. Ne
compro boccette intere e me ne spruzzo un po' ogni mattina.».
«Appunto.».
Lily aggrottò la fronte, colpita da quella risposta
così secca, e si girò a fissarlo negli occhi;
James era arrossito fin sopra i capelli, e per non darlo a vedere aveva
chinato la testa sui tuberi che aveva poggiato sul tavolo. Era
così carino, tutto imbarazzato..
La Caposcuola impiegò una manciata di secondi a capire cosa
potessero significare le parole del ragazzo, finendo inevitabilmente
per arrossire a sua volta.
Era il suo profumo che sentiva
nell'Amortentia?
Che buffo, e pensare che anche lei..
«Io invece non
sapevo che a te piacesse così tanto la cioccolata al
latte.» buttò lì lui, interrompendo
quel silenzio che avevano creato.
«Oh, ehm,
già.» replicò Lily, chiedendosi
ardentemente se Potter fosse un maledetto Legilimens.
«Non ti vedo
quasi mai mangiarla, però.».
«Mm.»
mugugnò, cercando una scusa il più velocemente
possibile. «La preferisco
fondente. Per.. per la dieta.».
James emise un verso divertito molto simile a uno sbuffo. «Tu non segui
una dieta, Evans!».
«Cosa.. cosa ne
sai?».
«So
così tante cose di te, Lily..» mormorò.
«Sai quello che
sanno tutti, e basta.» ribatté lei,
piccata. «Sai che la
mattina bevo del succo di zucca, che odio quando i capelli mi coprono
gli occhi e che quando ho voglia di stare sola vado a sedermi in riva
al Lago. Quindi spiegami come fai a sapere che non seguo una
d..».
«So che bevi il
succo di zucca ma odi il tè con il limone,» la
interruppe, «e che la sera, quando fai
tardi, ti piace bere una tazza di latte freddo con la menta. Odi avere
i capelli davanti agli occhi ma li metti sempre in modo che ti coprano
le orecchie, per nascondere quel piccolo neo che hai che, a dirla
tutta, a me piace un sacco. Quando hai voglia di stare sola vai in riva
al Lago perchè era lì che vedevi Mocc.. Piton
quand'eravate amici, e ancora oggi sotto sotto speri di vederlo
arrivare a consolarti. Cerchi sempre di farti crescere le unghie ma te
le mordicchi tutte prima di un compito in classe. Ti piace sederti
sulla poltrona di fronte al camino a leggere libri di Shakespeare,
anche se non so chi sia, e devo confessarti che una volta ti ho preso
un libro senza il tuo permesso per sapere com'era, e mi è
piaciuto, davvero. Come mi piace il tuo profumo, e sapevo molto prima
di preparare la mia prima Amortentia
che avrebbe odorato di fragole.. So tante cose di te, Lily, e vorrei
che mi dessi la possibilità di farti capire quanto sei
importante per me, per Godric!».
Lily rimase in silenzio, sconvolta; le parole di James l'avevano
colpita e commossa
come nient'altro mai. Ma che cosa avrebbe dovuto fare adesso? Buttargli
le braccia al collo e giurargli amore eterno, come le stava poco
amabilmente suggerendo la sua perversa vocina interiore? E poi,
perchè?! A lei non piaceva affatto Potter!
Sì che ti
piace. Altrimenti non staresti qui a boccheggiare come un pesce fuor
d'acqua!
Ok, ok, chiudo la bocca. Ma ero stupita, tutto qui: lui non mi piace!
Beh, allora diglielo, no? Digli chiaramente che lui per te non conta
niente!
James si costrinse a rimanere fermo dov'era e a non
correre verso la Torre di Astronomia per tentare il suicidio; che
accidenti gli era passato per la testa?! Stava andando tutto
così bene, tra loro due, e come sempre aveva rovinato tutto!
Si sforzò di sostenere lo sguardo di Lily per qualche altro
secondo, sapendo di non poter resistere a lungo; ma poi,
inaspettatamente, fu lei ad abbassare il viso, arrossendo.
Immerse la fialetta che ancora teneva tra le mani nella pozione di un
rosso ora tendente al fucsia, cercando di respirare il meno possibile
quello stupido profumo di fragole; richiuse la provetta in silenzio,
raccolse il maglione che si era tolta poco prima e, senza voltarsi
verso James, aprì la porta dell'aula e uscì,
chiudendosela alle spalle.
Ottimo lavoro, James,
pensò il moro, scivolando lentamente a sedere sul pavimento,
la testa tra le mani. Ottimo
lavoro.
Codarda. Vigliacca.
Cacca di vermicolo. Unto dei capelli di Piton. Codarda!
Lily si appoggiò allo stipite della porta,
incapace di muoversi oltre. Era scossa, molto scossa. Ma non abbastanza
da scappare come la più vile delle streghe d'Europa!
Non sei riuscita a dirgli che non ti piace.
E' stato solo un momento. Ora rientro e glielo dico.
Avanti, non aspetto altro!
Infuriata con se stessa: ecco come si sentiva. Infuriata
perchè si sentiva maledettamente attratta da quell'aula,
infuriata perchè non aveva trovato niente da rispondergli,
infuriata perchè avevano ragione gli altri, aveva ragione
Remus - che l'avrebbe uccisa, e a ragione - , aveva ragione Alice, solo
lei non l'aveva mai capito, per Morgana!
Picchiò con forza un pugno contro il muro, facendosi male e
odiandosi anche per questo.
Entrare o non entrare?
Poggiò una mano sulla maniglia della porta,
indecisa. Che stava facendo Potter lì dentro? Non sentiva
nessun rumore..
Maledizione Lily, sei o
non sei una Grifondoro?! Abbassa quella maniglia ed entra!
Inspirò profondamente e si decise a spingere la
porta, facendo capolino nell'aula solo con la testa; James era seduto
dove l'aveva lasciato, la testa nascosta tra le braccia e i pugni
serrati.
Sentì come un tuffo al cuore che la fece sussultare. Era colpa sua se stava male.
«P-Potter?»
chiamò, esitante, con voce spezzata.
James alzò la testa di scatto, sorpreso, gli occhi rossi e
una lacrimuccia che gli era rimasta in bilico sul naso che l'avrebbe
fatta ridere, se solo non fosse stata così tesa.
«Lily..»
sussurrò lui. «Lily,
io..».
«La nostra
pozione sarà un disastro in ogni caso, Potter.» lo
interruppe, cercando di dare alla sua voce un tono sicuro. Poi, un
attimo prima di girarsi e correre via, sussurrò «Volevo solo
ricordarti che la prima volta che abbiamo parlato, mi hai offerto della
cioccolata al latte.».
Sbem! - no, non era il
suono della mia testa fracassata sotto tutto ciò che mi
state tirando dietro (e fate bene), quella farà
più un rumore del tipo CRASH!
Che dire? Ho quasi ufficialmente terminato la luuunga lista dei miei
impegni scolastici, quindi a breve.. sarò tutta per voi! E
giuro che finirò quest'epopea xD.. anche se mi
mancherà un po', lo sapete?! *_* amo questa coppia, e ancora
di più amo le persone che mi riempiono di complimenti ad
ogni capitolo, grazieee *w* !
Spero vi sia piaciuto anche questo, la situazione comincia a smuoversi!
Alla prossima! Bacioni,
L7!
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Capitolo 11 *** Tenth day ***
dieci
Tenth
day.
«Beautiful
girls all over the world,
I could be chasing but my time will be wasted:
they've got nothing on you, baby, nothing on you.
They may say "hi" and then may say "hey",
but you shouldn't worry about what they say,
'cause they've got nothing on you, baby, nothing on you.»
[Nothing
on you - B.o.B. ft Bruno Mars]
«James?».
«Ramoso?».
«Jam?».
«E'
morto?».
Oh, sì. Sono
morto.
«Ehi James,
rispondi! Che ti è successo?».
Te l'ho detto Sir, sono
morto.
Precisamente da.. una dozzina di ore, credo. Ma è inutile
che ti
racconti, non capiresti: sappi solo che non avrei potuto desiderare
morte migliore. Oh, beh, in effetti sarei stato più contento
di
schiattare dopo un bacio, ma mi accontento. Sai, con certe donne non si
sa mai come si va a finire..
«Secondo
voi è sotto un incantesimo? Guardate come muove gli occhi e
la
bocca.. sembra stia cercando di parlare!».
In fondo la Evans
è un'ottima
strega. E una bellissima ragazza. Nonché la mia futura
moglie e
madre dei miei numerosi pargoli..
«Io direi di
chiedere alla Evans. Ieri sera stavano lavorando insieme alla loro
pozione, no?».
Oh sì. E' lei
il centro di tutto. Sapete, uno dei profumi che sente nell'Amortentia
dipende da me, dalla cioccolata che le ho offerto al primo anno! Ve lo
ricordate? Ma certo, è stato la causa del mio primo viaggio
in
infermeria..
«Giusto!
Qualcosa deve essere andato storto e lo ha affatturato. Tutto
torna.».
Ma che accidenti vi
salta per la
testa, ha chiaramente ammesso di amarmi alla follia! Cioè,
non
proprio chiaramente e nemmeno alla follia, ma insomma, mi ha fatto
capire che in realtà non mi odia poi così tanto!
Gioite,
finalmente smetterò di assillarvi!
«Poverino,
è ridotto proprio male. Ha un aspetto orribile..».
Ehi ehi, un attimo! Sono
semisvenuto
su un divano della Sala Comune, probabilmente un po' sciupato per la
notte in bianco, ma sono pur sempre il bellissimo e fantastico James
Potter! Un po' di rispetto! E poi Pete, parli proprio tu: quando ti
deciderai a buttare giù quei rotolini di pancetta?!
«Sentite,
io vado a chiamare Alice in dormitorio. Sicuramente scenderà
anche Lily, così la obbligheremo a sciogliere
quest'incantesimo.».
Ecco, bravo Frank. Tu
sì che
ci sai fare, con le donne e con le situazioni spinose. Se mi affidassi
a questi qua, probabilmente rimarrei qui fino all'arrivo di Silente in
persona. Adesso verrà qui Lily e mi giurerà amore
etern..
Oh no, no no no! Fermi tutti! Col cavolo che mi giurerà
amore
eterno, piuttosto mi urlerà contro tutti gli insulti che
conosce
per compensare la pseudodichiarazione di ieri. Eh no, non potete
rovinare tutto così! Fermi!
«Aspettate, si
sta muovendo!».
«Io direi..
contorcendo!».
«Starà
soffrendo tanto?».
«Conoscendo
quella strega della Evans, sarà sotto una Cruciatus a
distanza!».
Razza di idioti, non
vedete che mi sto alzando?!
«Secondo me
è in preda ad un attacco di convulsioni! Per Godric, poniamo
fine alle sue sofferenze!».
«Le sofferenze
di chi?!».
Oh no. Soavissima voce
che riconoscerei tra mille e che purtroppo non promette nulla di buono.
«Lily,
menomale! Cercavamo proprio te.».
«Evans, che
razza di incantesimo gli hai fatto?».
«Ma che
accidenti stai dicendo, Black? Oddio, ma è Potter quello?!
Sembra morto! Che ha?».
«Ce lo stiamo
chiedendo tutti!».
«Sarà
tutta scena. Potter è solo un buffone
egocentrico!».
Ecco, adesso
sì che sono morto..
«Si sta
riafflosciando sui cuscini!».
«Ha chiuso gli
occhi!».
«Ecco, adesso
sì che è morto.».
«Insomma non
gli hai fatto niente.».
«Te lo ripeto,
Ali, non ho alzato la bacchetta!».
«E le
mani?».
Lily sbuffò, infilzando con forza una coscia di pollo e
cominciando a squartarlo con violenza, riversando sul povero volatile
già morto tutta la rabbia che provava nei suoi confronti;
aveva
passato tutta la notte a pensare alla frase che aveva detto a James
prima di scappare a nascondersi dietro le tende del letto del suo dormitorio. Per
Morgana, ma come le era saltato in mente di dire una cosa del genere?!
Dov'era finita tutta la sua proverbiale riflessività? Aveva
agito in preda ad un impulso inspiegabile e adesso non riusciva a
scacciare i rimorsi.. e, soprattutto, la vergogna e l'irritazione per
aver scoperto di essere innegabilmente attratta da James Potter.
«Per quanto io
voglia tuttora, no. Lo giuro.» rispose, ingollando un boccone
enorme di pollo.
«E
allora perchè sei così nervosa?»
insistette la
biondina seduta al suo fianco, infilzando una manciata di patatine
fritte. «Non provare a
dirmi che è per la pozione, Evans: con me non
attacca!».
La rossa sospirò; purtroppo, una migliore amica è
sempre una migliore amica. «Gli ho detto
che il profumo di cioccolata che sento nell'Amortentia
è dovuto ad un ricordo che lo riguarda.» ammise,
fingendo un'inesistente tranquillità.
«CHE
COSA???» esclamò Alice con un urletto isterico,
saltando in piedi dalla panca
e facendo cadere un bicchiere sulla tavola, che si rovesciò
neanche a farlo apposta sulla divisa di Eric Brown - «Perchè
sempre a me!».
«Ali
non urlare!» sussurrò imbarazzata Lily,
constatando che
gli occhi di tutta la Sala Grande erano puntati su di loro.
«Sì,
ehm, scusa.» concordò l'amica rimettendosi a
sedere come se non fosse successo nulla. «Dicevamo..
come sarebbe a dire che gli hai detto che uno dei profumi che
sent..».
«Ok
Alice, ok!» la interruppe la rossa prima che potesse
continuare e
rendere le cose ancora più imbarazzanti di così. «Gli ho detto
proprio quello che hai capito. Io credo che..».
«Oh no no no,
aspetta carina!» la fermò stavolta Alice,
sgranando gli occhioni marroni all'inverosimile. «Stai per
ammettere che lui ti piace e io non ho neanche una letecamera per
registrarti!».
Lily rise malgrado una fastidiosa sensazione di chiuso allo stomaco. «Si dice telecamera,
Ali..».
«E,
per i costumi da bagno della McGranitt, hai pensato prima alla
telecamera che non a negare che ti piaccia! Quindi.. ti piace
davvero!».
La rossa spalancò la bocca dallo stupore.
Oh dannazione, l'aveva fregata!
Come
volevasi dimostrare, era già lì ad aspettarla
seduto sul
suo solito banco a dondolare le gambe in attesa; Lily fece un respiro
profondo e si decise ad entrare nella stanza, ripassando mentalmente
tutti i punti dell'elenco di atteggiamenti che avrebbe dovuto tenere
durante quell'ora.
«Potter..»
salutò, abbozzando un sorriso ma evitando il suo sguardo.
«Lily!»
esclamò lui di rimando, saltando giù dal banco e
dirigendosi verso di lei. «Credevo
non saresti venuta, è tutta la mattina che cerco di
avvicinarti
senza alcun risultato, volevo solo..».
«Potter, prima
che tu dica qualsiasi altra cosa,» lo interruppe decisa, «sappi che dopo
ieri non cambierà nulla tra di noi. Tra due mesi
finirà la scuola e noi non ci rivedremo mai più.».
James trattenne il fiato per qualche secondo colpito dalla freddezza
delle sue parole, poi sospirò abbassando lo sguardo sulle
sue
scarpe e sgonfiandosi come avrebbe fatto un palloncino bucato. «Io.. io
pensavo che tu..».
«Non pensare.
Si vive molto meglio senza troppe paranoie, fidati.».
«Da che
pulpito, Evans.
Una come te che invita qualcuno a vivere senza paranoie, che
assurdità!» sbottò lui, ferito.
«Una come
me?» ripeté Lily seccata, non riuscendo a capire
cosa intendesse il ragazzo.
«Una
che si rifiuta di accettare i suoi sentimenti perchè sarebbe
troppo imbarazzante ammettere che valeva la pena ricredersi su un buffone egocentrico
come me!» replicò James, citando le parole che le
aveva sentito dire quella mattina.
La rossa sussultò, colpita dal tono alto ed evidentemente
furioso del compagno; la stava accusando di essere una codarda
che non aveva il coraggio di ammettere di provare qualcosa per lui?
E fa bene: lo sei.
Non sono una codarda! Non voglio essere il premio per essersi impegnato
tanto in qualcosa!
Svegliati, Lily! Se fosse stata solo una sfida per lui, credi che
avrebbe pianto ieri dopo averti aperto il suo cuore?!
«Se
lo faccio, sempre ammesso che io davvero provi qualcosa per
te,»
ribatté a voce bassa e strascicata, cercando di non fargli
capire che mentiva,
«ci
sarà un motivo, Potter. E il motivo è che tu sei
davvero
un buffone egocentrico, e non esiteresti a trattarmi come hai fatto con
tutte le altre prima di me!».
Fu il turno di James di sussultare. Allora era solo per questo che
continuava a comportarsi così con lui?
«Lily, per la
miseria, credimi: io ci
tengo a te, tu non sei come tutte le altre.. tu sei.. tu
sei l'unica!».
«E questo a
quante l'hai detto?».
«A nessuna! A
nessuna Lily, a nessuna!» sbraitò il moro, con
tanta veemenza da farla rabbrividire. «Io
voglio te, voglio solo te, perchè non lo capisci? Sono anni
che
te lo ripeto, e devi credermi! Probabilmente non sono molto credibile,
e ti capisco, non mi sono mai comportato da persona seria in vita mia..
ma per una volta, per una sola volta, prova a fidarti delle mie
parole!».
«Così
quando mi avrai spezzato il cuore avrò la conferma che non
avrei
mai dovuto farlo!» gli urlò lei di rimando,
serrando i
pugni e avvicinandosi; erano ormai a neanche mezzo metro di distanza.
«Preferirei
cruciarmi con la mia stessa bacchetta piuttosto che farti soffrire,
Lily, e lo dovresti sapere!» sbottò prendendola
per le
spalle, arrossendo lievemente
per il contatto e sperando con tutto il suo cuore che lei
non si spostasse.
Non lo fece. «Lo
dovrei sapere solo perchè non hai fatto altro che urlarmi
dietro
di venire con te ad Hogsmeade negli ultimi tre anni?».
«Lo dovresti
sapere perchè ci sono sempre stato, quando ne hai avuto
bisogno! E' sulla mia
spalla che hai pianto quando Piton ti ha chiamata tu-sai-come,
è con me
che hai cercato il tuo stupido gatto quando si era perso, è a me
che hai passato tutta una notte a raccontare di quanto tua sorella
Petunia ti odi, con conseguente punizione perchè ero stato
fuori
dal dormitorio oltre il coprifuoco!» esclamò, con
una
lieve nota divertita ed esasperata nella voce.
«Io ci sono
sempre stato per te e vorrei continuare ad esserci per sempre,
perchè..».
Abbassò lo sguardo, non riuscendo più a reggere
il
contatto con i suoi occhi verdi; il cuore gli batteva all'impazzata e
la voce stava cominciando a tremargli, e temeva che presto le avrebbe
fatto male con quella salda presa che aveva sulle sue spalle. Ma non
era il momento di cedere, non proprio adesso!
Si costrinse a riportare con non poca fatica lo sguardo negli occhi di
Lily, che trovò con sorpresa umidi e attenti.
Respirò
profondamente e deglutì a vuoto sperando che la voce
riuscisse
ad uscirgli dalla gola. «..Perchè
ti amo, Lily.».
Gli occhioni smeraldo di Lily si spalancarono per lo stupore, e le
guance le si tinsero di rosso rivelando la spruzzatina di lentiggini
che aveva sul naso; la rossa schiuse le labbra, senza parole,
limitandosi a fissare in silenzio il ragazzo di fronte a lei in preda
alle peggiori crisi isteriche.
Che cosa avrebbe fatto adesso? L'avrebbe respinto di nuovo o avrebbe
provato a credergli?
James allentò la presa sulle spalle di Lily, senza smettere
però di tenerla stretta a sé; le si
avvicinò
impercettibilmente, seguendo con un dito la cucitura della camicetta
della divisa fino al colletto; decise di tentare il tutto per tutto e
prese ad accarezzarle lievemente la guancia con il dorso di una mano,
stupendosi dell'assenza di reazioni da parte sua.
Digli di smetterla Lily.
Tanto non ti piace, no?
No.. no, lui non.. non mi piace..
Assolutamente. Non trovi però che sia tenerissimo in questo
momento?
James si chiese per una buona manciata di secondi dove
fosse finito il suo cervello; lo immaginava nel suo letto a
baldacchino, rannicchiato sotto le coperte con le tende chiuse, che
faceva l'offeso perchè era stato di nuovo messo da parte a
vantaggio del cuore: quello stupido concentrato di muscoli e sangue
aveva preso un'altra volta il sopravvento su di lui, come il Cercatore
poteva facilmente notare in quel momento dalla totale assenza di
pensieri coerenti nella sua testa. Non riusciva a fare caso ad altro
che non fosse la sua mano che carezzava la guancia destra della ragazza
più bella che avesse mai visto, ed era impossibile per lui
prendere una decisione sul da farsi: smetterla di fare il pesce lesso e
aspettare una mossa di lei, o fare finalmente ciò che
bramava da quelli che erano anni
- una scelta difficile, in effetti.
Ma tutti quelli che avevano visto anche solo una volta James Potter
avrebbero potuto scommettere l'osso del collo sulla sua prossima
mossa.. e non ne sarebbero stati delusi.
Il moro avvicinò anche l'altra mano al viso della ragazza
che aveva di fronte, prendendole con dolcezza il mento
perchè lo sollevasse; si avvicinò a lei con una
lentezza esasperante, gli occhi color cioccolato fissi in quelli verdi
di lei, il cuore che batteva all'impazzata e il respiro già
mozzato in gola. Lily inclinò impercettibilmente la
testa, incapace anche lei di formulare un qualsiasi pensiero
intelligente, vinta dai sentimenti che non aveva più paura
di mostrare; socchiuse gli occhi, preparandosi ad essere baciata da James Potter..
«RAMOOOOSOOO!».
James sobbalzò, emettendo un buffo suono spaventato e
lasciando Lily più che interdetta. Si guardò
attorno confuso, chiedendosi da dove mai sbucasse quella voce e
soprattutto perché
proprio in quel momento.
«Che
accidenti..».
«Jaaam, sono
Sirius! Prendi lo specchio, mi servi!» continuò la
voce.
Il ragazzo moro sbiancò in viso, spalancando gli occhi e la
bocca in un'espressione che a Lily sarebbe risultata molto divertente
se solo non fosse stata furiosa.
James prese a tastarsi all'altezza dello sterno, estraendo poi da una
tasca interna della divisa un frammento di specchio apparentemente
normale; lanciò uno sguardo disperato e implorante alla
ragazza, consapevole che probabilmente non avrebbe mai più
visto un momento come quello, poi si allontanò di qualche
passo.
«Sir, che diavolo vuoi!»
sussurrò stizzito, serrando le mani attorno allo specchio
tanto forte da farsi male.
«Ehi Jam, ti
disturbo?» gli rispose la voce del suo migliore amico, mentre
l'immagine del suo viso sorridente si faceva sempre più
nitida nello specchio.
«Sì
Felpato, mi disturbi parecchio!» sbottò lui,
sbuffando. «Che
c'è?».
«Che mi stavo
perdendo? Ma sei con la Evans?».
«Sirius, o mi
dici cosa vuoi da me o giuro che spacco lo specchio sul primo banco che
trovo!» sbraitò James, facendo il gesto di urtare
lo spigolo più vicino.
«Ok, ok, quante
storie! Senti, Rem dice che aveva appuntamento con Codaliscia un'ora fa
e quel topastro non si è ancora presentato, il nostro
cucciolotto si sta preoccupand.. ahio, Lunastorta!».
«Più
forte Rem, più forte!» bisbiglio Lily ad occhi
stretti, suscitando una risatina da parte di James.
«Beh, io non
l'ho visto.» tagliò corto il Caposcuola,
interrompendo i gemiti di Sirius che dall'altra parte dello specchio
veniva preso a pugni da Remus.
«Ovvio che non
l'hai visto, Ramoso.» ribatté Sirius, spingendo
lontano l'amico offeso. «Prendi la
mappa e dicci dov'è, così io e Lunastorta
possiamo andare a recuperare la mucchetta smarrita.».
«Si dice
pecorella, idiota!» masticò Remus tra i denti,
fuori dall'immagine nello specchio.
«Non ce l'ho
io, me l'aveva chiesta Peter oggi pomeriggio..» rispose
James, cominciando ad essere in pensiero: non capitava mai che Minus
decidesse di andare in giro da solo per i corridoi con la Mappa del
Malandrino tra le mani.
«Accidenti!»
esclamò Remus. «Va bene, va
bene. Scusa il disturbo James, salutami Lily. Io vado a
cercarlo!».
«Vengo
anch'io.» concordò Sirius, comprendendo finalmente
la gravità della situazione. «Ciao!».
James abbozzò un sorriso ai suoi amici e guardò
Sirius riporre lo specchio nella tasca in cui lo teneva; l'immagine al
suo interno era ormai tutta buia, e le voci apparivano fioche e
lontane. Si voltò verso Lily, che fingendo un'innaturale
distrazione si stava tormentando una ciocca di capelli.
«Lily, mi
dispiace..» tentò.
«Evidentemente
non è destino, Potter.» replicò lei,
alzando gli occhi al cielo e arrossendo lievemente. «Ma meglio
così. Magari ce ne saremmo pentiti..».
«Come potrei
pentirmene, Lily? Devo ripeterti che..».
«No, per favore
risparmiami.» lo interruppe. «Magari io me ne sarei
pentita. Adesso sbrigati, va' a cercare Minus prima che si cacci in
guai troppo seri. Ci vediamo domani.».
Lily si alzò dal banco su cui era seduta e
afferrò la borsa, ringraziando Merlino di non dover nemmeno
perdere tempo a sistemare calderone ed ingredienti negli armadi
appositi; aprì la porta dell'aula e si girò verso
James, che la guardava triste a testa bassa.
«A
domani..» le disse mestamente.
La rossa sbuffò, le mani sui fianchi. «Andiamo
Potter, ho detto magari.
Magari no!» disse, e, scambiando con lui un mezzo sorrisetto,
arrossendo uscì dall'aula diretta verso i dormitori.
Appunto per la giornata
di domani: uccidere Sirius Black!
Lo so. Lo so, non dite
niente. Avevo promesso di aggiornare al più presto e invece
è passata una vita. Non ho scuse e chiedo perdono, spero
nella vostra infinita clemenza!
Un mare di grazie per le QUATTORDICI recensioni ricevute, per Godric,
voi sì che siete meravigliosi!
Alla prossima! Bacionissimi,
L7!
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Capitolo 12 *** Eleventh day ***
dieci
Eleventh
day.
«Io
e te, che facemmo invidia al mondo
avremmo vinto mai contro un miliardo di persone?
E una storia va a puttane,
sapessi andarci io..!
..E non capire mai cos'è, se c'è stato per davvero
quell'attimo di eterno che non c'è..»
[Mille
giorni di te e di me - Claudio Baglioni]
«Pss,
Lily!».
Lily Evans odiava essere svegliata mentre dormiva, soprattutto quando
aveva in corso uno di quei sogni lunghissimi e insensati che le
lasciavano, al risveglio, un sorriso sulle labbra; e questo purtroppo
per lei era uno di quei casi - considerando che l'ultima immagine che
ricordava era la faccia di Sirius Black spiaccicata per terra - , per
cui si costrinse a socchiudere gli occhi e rinunciare al suo meritato
riposo e si girò verso la fonte della voce che l'aveva
chiamata.
«Ali, mm.. che
ore sono?» biascicò, stropicciandosi gli occhi con
le mani.
«Non
importa. Ascoltami, ho una notizia da darti!» rispose la sua
migliore amica sedendosi sul letto accanto a lei, in un sussurro
eccitato. «Ci
sei?».
«Ci
sono..» mugugnò Lily facendole spazio sul
materasso.
«Tieniti forte.
Frank mi ha chiesto di sposarlo dopo la scuola!».
«Che
cosa?!» esclamò la rossa rischiando di svegliare
le sue compagne di stanza, ora completamente lucida. «Ali,
è.. è.. è fantastico! Merlino, sono
così contenta per te!».
Alice sorrise nel buio, abbracciando l'amica con le lacrime agli occhi;
Lily era stata la prima persona a saperlo dopo loro due, ma
già
non vedeva l'ora di spedire il gufo più veloce di Hogwarts
ai
suoi genitori.
«Ovviamente..»
azzardò, sciogliendo l'abbraccio. «..tu mi farai
da testimone, vero?».
Lily sorrise raggiante, prendendole le mani. «Ma
certo!» rispose solo.
«Beh, adesso
torniamo a dormire.» disse Alice dopo qualche istante.
«A dormire? Ma
non è già tardi?».
«Non sono
neanche le quattro di notte, Lil. Anzi, perdonami di averti
svegliato..».
«Le..
cosa?! Tranquilla, hai fatto benissimo.. va' a letto adesso.»
bisbigliò la rossa maledicendo l'euforia della sua migliore
amica.
Alice si alzò dal letto di Lily e tornò al suo;
entrambe si riavvolsero nelle coperte, sorridenti e sonnolente.
«Lil?».
«Sì
Ali?».
«Ti voglio
bene.».
«Anch'io,
tanto.».
«E,
Lily..».
«Dimmi,
Alice.».
«L'hai baciato
poi, James?».
«Buonanotte!».
Lily sedeva al suo solito posto al primo banco nell'aula dove il
professor Ruf era solito tenere le sue noiosissime lezioni;
generalmente la rossa prendeva appunti per tutta la durata della
spiegazione del fantasma, ma già dall'ultima volta il suo
quaderno babbano per gli appunti era rimasto desolatamente vuoto e la
sua mano tristemente adagiata sul banco anziché pronta, come
sempre, a scattare in aria per un intervento.
Nelle ore di Storia della Magia Alice sedeva sempre accanto a Frank,
per niente desiderosa di passare le ore di lezione in cui erano
più liberi in silenzio, mentre lei affiancava il diligente
Remus; ed era proprio lui, in effetti, la causa della svogliatezza di
Lily: da che ricordasse, il ragazzo biondo non aveva mai saltato una
lezione che non fosse strettamente vicina alle notti di luna piena, e
quella decisamente non lo era. Il che non spiegava, quindi, la sua
assenza; e non aiutava affatto il fatto che neanche Sirius e Peter
fossero a lezione.
E, men che meno, Potter.
Che fosse successo qualcosa a Minus? Le facce preoccupate dei tre la
sera prima non presagivano niente di buono.
La campanella suonò dopo due interminabili e strazianti ore;
Lily si alzò velocemente radunando tutte le sue cose nella
borsa
e fece un frettoloso gesto di saluto verso Alice, sapendo che sarebbe
arrivata tardi a pranzo. Ma costi quel che costi, doveva trovarlo.
Ehm, trovarli.
Non per niente, ma ne andava della loro pozione, insomma!
Maledetto
Potter, per una volta che si decide di dargli una
possibilità,
lui sparisce! Oh ma questa Minus me la paga, eccome..
Corse verso il loro dormitorio, sperando di trovarli
lì
sani e salvi - e vestiti, possibilmente - con un'adeguata spiegazione
da fornirle: insomma, non era educato da parte loro portarle via J..
Potter a poche ore dal loro mancato bacio, dannazione!
Biascicò frettolosamente la parola d'ordine alla Signora
Grassa
e si diresse a passo di marcia verso il dormitorio dei ragazzi del
settimo anno, sperando che tutti gli altri a parte loro fossero scesi a
pranzo; bussò con decisione due volte, per poi aprire la
porta
dopo un chiaro «Avanti»
esclamato dall'interno.
«Remus, sei
qui!» disse Lily entrando, un po' sorpresa.
«Lily! Che ci
fai qui?» ribatté lui.
Si alzò dal letto su cui era seduto e chiuse le tende del
baldacchino; le andò incontro, impacciato.
«Io.. tu.. non
eri a lezione stamattina. E neanche gli altri..» disse lei.
«Peter
non si sentiva bene, siamo rimasti con lui.» rispose il
biondino,
accennando con la testa al letto dietro di lui.
«Oh.»
fece lei, scuotendo le spalle. «Carino da
parte vostra. Allora l'avete ritrovato, poi.».
«Già.»
tagliò corto Remus, evitando il suo sguardo. «In
ogni caso, Sirius e James erano diretti nelle cucine per prendere
qualcosa da mangiare qui. Torneranno presto, puoi aspettarli
fuori.».
«Posso
aspettarli qui, anch'io non ho pranzato e..».
«Puoi
aspettarli fuori.» ripeté Remus, calcando
sull'ultima parola e guardandola implorante ma deciso. «Sono certo che
torneranno con talmente tanta roba che ne avanzerà molta. Io
e Pete dobbiamo parlare.».
Lily trasalì, spiazzata dall'insolito comportamento di
Remus;
boccheggiò ridicolmente cercando qualcosa da dire che
però non trovò, quindi abbozzò un
sorriso e
uscì richiudendosi la porta alle spalle, maledicendo i
Malandrini e tutto ciò che le impediva di avere una vita
lontana
dalle stranezze.
Si sedette sulla prima poltrona che trovò, scaricando la
pesante
borsa che si trascinava dietro sui cuscini rosso cremisi e tirando un
lungo sospiro; non era affatto da Lily Evans aspettare che qualcosa
succedesse, non era un tipo molto paziente: ragion per cui, dopo
neanche cinque minuti, si alzò e marciò svelta
fuori
dalla Sala Comune diretta al terzo piano.
Vorrei proprio sapere
chi me l'ha
fatto fare di preoccuparmi per quell'idiota di Potter! No dico, Alice
si sposa con un uomo serio e io invece devo rincorrere un boccinofilo
nelle cucine invece che pranzare come Godric comanda!
Imboccò rabbiosamente il corridoio che
conduceva al
ritratto che portava alle cucine, quando improvvisamente
sentì
la voce di James ridere imbarazzata; si rilassò all'istante,
dimenticando tutti i propositi di vendetta che nutriva nei confronti
del mondo, pronta ad ammettere che sì, avrebbe voluto
davvero
baciare James Potter la sera precedente, e sì, era
irrimediabilmente cotta di l..
«Potter!».
James si staccò all'istante dalla biondina che gli si era
avvinghiata addosso, voltandosi verso Lily con un'espressione di puro
disgusto e un enorme sbafo di rossetto rosso in viso;
sbiancò
come se davanti a lui ci fosse stato un sostanzioso gruppo di
Dissennatori imbufaliti e cominciò a balbettare parole senza
senso, spingendo quella
stupida oca lontano da lui.
«Lily,
per Morgana! Io.. lei.. non è come sembra,
davvero!»
esclamò, gesticolando furiosamente e correndo verso di lei.
«Stammi
lontano!» gridò la rossa, furiosa e delusa come
non era mai stata, allontanandosi. «Mi fai schifo,
e io che ci credevo a quello che dicevi!».
«Lily no!
Aspetta, non è andata come credi, mi è saltata
addosso, ma non avevo intenzione di..».
«E'
sempre colpa degli altri, vero Potter? Mai che qualcosa succeda su tua
iniziativa! Non voglio vederti mai più!»
sbraitò
Lily, gli occhi pieni di lacrime.
Si girò per andarsene dopo aver rivolto un'occhiata di puro
disgusto alla biondina che sbatteva le ciglia con finta
ingenuità, evidentemente soddisfatta, ma James la
fermò
prendendola per un polso.
«Lily ti prego
devi credermi!» disse. «Non
so proprio come le sia venuto in mente, ma ha fatto tutto da sola! Lo
sai che non vorrei nessun'altra, io ti..».
«Smettila
di dire queste sciocchezze! Tu non provi alcun sentimento, sei un
verme! Portatela a letto quanto ti pare, continua a divertirti
così! Con me però hai chiuso!»
urlò lei
divincolandosi dalla sua presa.
Lo guardò dritto negli occhi, fiera e orgogliosa,
ricacciando
indietro le lacrime; non l'avrebbe vista piangere per lui, questo era
certo.
Corse via senza voltarsi, diretta chissà dove, ripetendosi
per farsi coraggio che no,
lui non la meritava.
«James, eccoti!
Ma dove sei stato tutto questo tempo? E' passata Lily prima, ti
cercava, e..».
«Non voglio
parlare con nessuno, ok?».
Sirius e Remus guardarono spiazzati il loro migliore amico chiudersi in
bagno con le lacrime agli occhi. Era sera tardi, e non avevano avuto
sue notizie da quella mattina; Sirius ricordava di averlo mandato
indietro nelle cucine a prendere della cioccolata - Remus si era
raccomandato di prenderne tanta - e da quel momento era sparito. E ora
tornava in dormitorio in lacrime.
«Che accidenti
è successo ora anche a lui?» domandò
Remus, più a se stesso che a Sirius.
«Non lo
so,» rispose l'amico, «ma giuro che
se ti fai venire qualcosa anche tu ti sbrano, ok?».
Remus sorrise e accennò un sì con la testa alla
muta
domanda di Sirius su chi dei due dovesse andare da James; il ragazzo
moro si alzò dal suo letto gettando una rapida occhiata alle
tende chiuse del baldacchino di Minus, poi si affiancò alla
porta del bagno e prese a bussare.
«Ramoso,
apri.».
Non ottenne risposta; dall'altra parte della porta provenivano solo dei
singhiozzi silenziosi e un rumore d'acqua che scorreva.
«Non stai
cercando di annegarti, vero Jam? Sarebbe stupido, ce ne
accorgeremmo.» disse, gli occhi al cielo. «Avanti,
apri.».
«Lasciami
in pace!» singhiozzò James con voce strascicata e
attutita
da un qualcosa che doveva avere davanti alla bocca.
«James, conto
fino a tre. Se non apri di tua spontanea volontà sfondo la
porta!» urlò Sirius.
Il ragazzo moro estrasse la bacchetta da una tasca dei pantaloni e si
appoggiò allo stipite della porta mimando con le labbra un
conto
alla rovescia, ignorando le proteste ben poco velate del suo migliore
amico; contò davvero fino a tre prima di decidersi a puntare
la
bacchetta contro la serratura, ma proprio in quel momento James
spalancò la porta e gli si parò davanti livido in
volto.
«Ehilà!»
salutò Sirius aggrottando la fronte in quel modo buffo che
solo lui sapeva fare. «Ti sei deciso
a confidare tutto a tuo fratello?».
«Sai
dove te lo metto, il fratello?!» sbottò quello
dandogli un
buffetto sulla spalla e buttandosi a peso morto sul suo letto.
«Da quando sei
così volgare?» finse di indignarsi Sirius.
«Da quando la
mia vita va a rotoli, Felpato.».
«James,»
intervenne Remus per salvare la situazione, che si sarebbe sicuramente
invece risolta con qualche grosso livido,
«che cosa
è successo?».
Il ragazzo con gli occhiali gli lanciò un'occhiata
di pura
disperazione che lo fece rabbrividire; non aveva mai visto James
così, in tutti gli anni di rifiuti di Lily: ogni volta che
lei
gli rispondeva in malo modo, lui trovava sempre il più
piccolo
motivo per continuare a passare la giornata allegramente senza
obbligare i suoi amici a sentirsi tristi per lui. Ma stavolta.. negli
occhi nocciola di James c'erano solo tanta tristezza e troppe lacrime,
oltre ad una rassegnazione che mai aveva visto in lui; si era come
spento, privato della forza di volontà e della voglia di
vivere.
Remus sentì qualcosa nello stomaco che si contraeva e
provò il forte impulso di gettargli le braccia al collo.. ma
non
quando c'era Sirius nei paraggi!
«Lily mi ha
beccato mentre baciavo un'altra.» sussurrò
mestamente James.
«CHE
COSA?!» ruggirono i due insieme, trasalendo.
«Ma sei
scemo?!».
«Come ti salta
in mente di mandare tutto all'aria così?!».
«Ehi, ehi,
calma!» li interruppe il moro. «Non
è stata colpa mia! Avete presente Allison Cameron di
Tassorosso?».
«Certo che ce
l'ho presente, pensa che una volta mi ha..».
«Sirius, per
favore!» esclamò Remus alzando gli occhi al cielo.
«Sì
Jam, ti muore dietro dall'anno scorso. Beh? L'hai baciata?».
«Lei ha baciato
me!» ribatté lui con veemenza, sbattendosi il
cuscino sulla faccia. «E Lily
è passata proprio in quel momento, per la barba di
Silente!».
«Brutto
affare!» commentò Sirius. «E
ora?».
«E ora non
vuole più vedermi.» rispose James tirandosi le
coperte fin sopra i capelli. «Quindi
o tirate fuori una soluzione brillante per farci riappacificare, o ve
ne tornate a letto e lasciate che mi uccida da solo..».
«Oh
avanti Ramoso, dov'è finito il tuo spirito Grifondoro?
Abbiamo
già Peter che sembra non avere intenzione di schiodarsi da
quel
letto fino al giorno dei M.A.G.O., non mettertici anche tu!»
lo
riprese Remus.
«Tu la fai
facile, Lunastorta!» replicò James. «La ragazza che
ami non ti ha appena visto appiccicato ad un'altra!».
«Grazie
a Godric no, ma anche se mi fosse successo avrei trovato il coraggio
per andarle a parlare e spiegarle come sono andate davvero le
cose!».
«Mi ha urlato
che non vuole più vedermi e che le faccio schifo!».
«Beh, conciato
così con questi occhi..» intervenne Sirius
strappando un mezzo sorriso a Remus.
«Non
c'è da scherzare! Non mi vorrà mai ascoltare
e..».
«Ramoso,»
intervenne una voce impastata dal sonno e attutita dalla presenza delle
tende tirate sul letto a baldacchino, «che ne dici se
intanto che ti autocommiseri abbassi la voce? Io vorrei
dormire..».
I tre ammutolirono spostando lo sguardo verso il letto di Peter, ancora
intatto: segno che il ragazzo cicciottello non si era mosso di un
millimetro; si guardarono negli occhi e si alzarono di tacito accordo,
dirigendosi verso la porta.
«Scusa Pete,
andiamo in Sala Comune.» disse James prima di richiudersi la
porta alle spalle. «Buonanotte.».
Insieme scesero silenziosamente le scale e si tuffarono su tre
poltroncine rosse vicine.
«Dite che si
riprenderà?» azzardò James,
raggomitolandosi su se stesso e poggiando il mento sulle ginocchia.
«Beh, non
può restare in quel letto per sempre.» rispose
semplicemente Sirius.
«Il piccoletto
sa il fatto suo, troverà il coraggio per tornare a
lezione.» aggiunse Remus.
«Ovviamente
questa ce la pagano.» asserì James dopo qualche
istante di silenzio.
«C'era da
dubitarne?».
«Avete
già qualcosa in mente?».
«Io direi di
riciclare il caro vecchio scherzo del lassativo
nell'Idromele..».
«Ottima idea.
Fa sempre la sua gran bella figura quello scherzo!».
«Sei d'accordo
Jam?».
James non aveva ascoltato lo scambio di opinioni tra i due, perso
com'era a fissare le lingue di fuoco che volteggiavano nel camino,
dello stesso colore dei fiammanti capelli di Lily; Lily.. avrebbe
accettato di ascoltare la vera versione dei fatti? Non poteva credere
che fosse davvero finito tutto così, quand'era solo ad un
passo da lei! Maledetta Cameron, avrebbe trovato un modo per vendicarsi
anche di lei, se l'era promesso: nessuno può portar via Lily
Evans al grand.. a James Potter (e basta).
«Jaaam?»
lo chiamò Sirius sventolandogli una mano davanti agli occhi.
«Uh, eh, Sir..
sì, certo, grande idea.» mormorò
trasalendo lui, realizzando che doveva aver perso abbastanza tempo coi
suoi pensieri.
«Andiamo a
dormire adesso, che ne dite? James mi sembra abbastanza
stanco.» propose Remus, alzandosi dalla sua poltrona.
Gli altri due lo imitarono e lo seguirono su per le scale del
dormitorio; Sirius entrò per primo, cercando di fare meno
rumore possibile.
«Ramoso?»
sussurrò Remus prima di entrare, fermando l'amico con una
mano sulla spalla; James lo guardò, ancora abbattuto. «Si
risolverà tutto, vedrai.».
L'ennesimo foglio di quaderno babbano cadde svolazzando sul pavimento
della stanza, strappato in più punti e umido di lacrime;
Lily non se ne curò, continuando a far violentemente a pezzi
un'altra pagina bianca, godendo del rumore duro e soffocato degli
strappi.
Non era possibile; dopo quasi sette anni a ripromettersi che mai, mai sarebbe cascata
nella trappola di James-sono-un-playboy-Potter, era lì a
piangere per lui. Lui che l'aveva illusa con le sue parole dolci e i
suoi occhioni da cerbiatto, per poi metterla in ridicolo davanti ad una
delle ragazze più oche della scuola che sicuramente non
aveva perso tempo a raccontare tutto ad Hogwarts intera, fantasmi
compresi: l'irreprensibile Caposcuola Lilian Evans umiliata dal grande
James Potter! Incredibile a dirsi, e ancor di più a
credersi; eppure, era proprio così. Lily non poteva
crederci; che cos'aveva fatto quello stupido boccinofilo di tanto
speciale da meritarsi il suo affetto e le sue lacrime?
Proprio niente!,
si disse con rabbia, strizzando gli occhi per far cadere le ultime due
lacrime che avrebbe pianto per lui; strappò un'ultima pagina
di carta babbana dal suo quadernetto rosso sotto gli occhi tristi e
affettuosi di Alice, Mary e Margaret, che se ne stavano buone buone sui
loro letti senza sapere cosa dire per consolarla.
Scaraventò a terra il quaderno e si gettò a peso
morto sui cuscini del suo letto a baldacchino, tirando su col naso e
chiudendo gli occhi, cercando di scacciare l'immagine di James e quella
biondina con le labbra appiccicate. Che schifo!
«Lil..»
azzardò Alice.
«Andate a
dormire, ragazze. Domani sarà tutto passato..»
sussurrò Lily maledicendo la voce lamentosa che veniva da
quelle interminabili ore di pianto.
«Lily, so che
ti sembrerà impossibile dopo quello che hai visto, ma
sicuramente ci sarà una spiegazione!» disse Mary,
agitando la bacchetta per raccogliere dal pavimento tutti i brandelli
di carta.
«Sicuramente!»
le fece il verso Lily cercando di risultare ironica, con ben pochi
risultati. «L'unica
spiegazione è che Potter ha finalmente capito che non
sarò mai come le sue amichette oche, e ha deciso di
lasciarmi perdere!».
«Lily..»
la rimproverò Alice, alzandosi dal suo letto per dirigersi
verso quello dell'amica.
«Lasciatemi
dormire, per favore..» mugugnò la rossa in tono
lamentoso, raggomitolandosi sotto le coperte e tirando le tende del suo
letto dopo un ultimo singhiozzo.
Alice e le altre rimasero in silenzio a guardarsi sconsolate. Che
dovesse davvero essere questa la fine di tutto?
Sono tornata! Sembra
impossibile, vero? Eppure sono qua! :)
Stavolta avreste davvero tutti i motivi del mondo per decidere di
smettere di leggere la mia FF xD, ma spero nella vostra infinita
magnanimità per ottenere l'ennesimo perdono! ^^
Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo: quindici
commenti, siete fantastici, davvero! :D mi lasciate ogni volta senza
parole! *w*
Questa volta però vi sorprenderò anch'io: il
prossimo capitolo è già in cantiere! :) dobbiamo
ancora scoprire cos'è successo a Peter, a chi vogliono farla
pagare i nostri Malandrini, e soprattutto.. come finirà tra
Lily e James! C'è ancora una scommessa in ballo, ricordate?
;)
Che altro aggiungere? Alla prossima! :D
Bacioni!
L7!
|
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Capitolo 13 *** Twelveth day ***
dieci
Twelveth
day.
«Ma
perché quel giorno che t'ho vista
fui così cretino?!
Se potessi tornare indietro
ti butterei dal finestrino..!
Però mi piaci! Che ci posso fare? Mi piaci!»
[Mi
piaci - Alex Britti]
A GianAuror,
che non ha letto
il capitolo in anticipo :P
Neanche
quel giorno Minus si fece vedere a lezione; durante l'ora di Cura delle
Creature Magiche che i Grifondoro dovettero passare con i Serpeverde,
sembrò che Remus stesse facendo parecchia fatica a
trattenere
James e Sirius dal saltare addosso agli sghignazzanti studenti
verde-argento e prenderli a pugni alla babbana.
Infine, al suono della campanella che annunciava l'ora del pranzo, i
tre Malandrini recuperarono quell'aria soddisfatta e strafottente che
li contraddistingueva e si diressero con tracotanza in Sala Grande,
prendendo posto nella solita zona del tavolo.
Ovvero, di fronte a Lily Evans.
«Lily, ti devo
parlare.» esordì James appena la rossa si sedette.
Lei ostentò un'innaturale tranquillità e finse di
non
vederlo neppure, mentre sotto il tavolo stringeva furiosamente una
pallina di gomma babbana che aveva utilizzato come antistress nel
periodo dei G.U.F.O.
«Lily,
avanti, non fare la bambina!» sbuffò ancora James
contorcendosi sulla panca per tentare di entrare nel suo campo visivo.
«Bambina io?!»
sibilò lei voltandosi di scatto a guardarlo,
furiosa come quella
volta in cui le aveva incenerito i capelli - ma questa è
un'altra storia.
«Ehm,»
esitò lui, «nel senso,
non.. non ignorarmi, insomma. Devo spiegarti..».
«Non
c'è proprio niente da spiegare, Potter! Tu per me sei morto
schiacciato da una grossa, pesante e puzzolente cacca di
troll!»
sbottò Lily, scattando in piedi e rovesciando con una manata
la
brocca dell'acqua fredda sulla divisa del ragazzo seduto accanto a lei.
«Basta,
voglio cambiare Casa! La volete smettere di prendervela con me ogni
volta che c'è qualcosa che non va?!»
sbottò Eric
Brown, lanciando il suo tovagliolo bagnato in faccia a James e
allontanandosi dalla tavolata dei Grifoni a passo di marcia, i
pantaloni della divisa completamente bagnati.
Seguì qualche istante di silenzio, durante il quale coloro i
quali stavano assistendo all'ennesima sfuriata della Evans contro
Potter - dovevano ammetterlo: quelle scenate mancavano un po' a tutti!
- non seppero se ridere per la sventura del povero Eric o restare muti
ad aspettare una risposta di James.
Il ragazzo moro lanciò una rapida occhiata perplessa a Brown
che
si allontanava imprecando e poi tornò a concentrarsi sulla
rossa
che aveva di fronte. «Capisco che tu
possa avercela con me, Evans, ma addirittura della cacca di
troll?».
«E'
quello che ti meriti, Potter!» sputò lei
incrociando le
braccia al petto, non mostrando alcuna intenzione di sedersi (e neanche
alcun rimorso per il povero Eric).
«Non
me lo merito affatto, perchè non è stata un'idea
mia
quella di saltare addosso alla prima ochetta che ho trovato tra i
corridoi!» ribatté lui, mentre nel tavolo dei
Tassorosso
Allison Cameron grugniva di disappunto.
«Certo,
perchè non è mai colpa tua!».
«Esatto!
E sai, Evans, secondo me sei stata tu ad architettare tutto:
così non avrai il peso della responsabilità di
dirmi di
no!».
«Potter
ma hai bevuto?! Quand'eri piccolo qualcuno ti ha insegnato che la Terra
ruota intorno al Sole e non intorno a te? Non credo, altrimenti non
saresti così disgustosamente egocentrico!».
«Ah, disgustoso
io?» esclamò James alzandosi in piedi per
fronteggiarla.
«Sì,
disgustoso!» ripeté Lily. «Per fortuna
che non sono debole di stomaco, perchè mi fai
vomitare!».
«Ehm,
Lily, James, che ne dite di continuare questa discussione lontano da
qui?» suggerì Remus dopo aver dato una rapida
occhiata al
tavolo dei Serpeverde, dove sembrava proprio che ci fosse qualcosa che
non andava; ovviamente, venne ignorato.
«Ah
sì? Beh devo dirti che anche la tua aria da secchiona
so-tutto-io mi fa vomitare!» continuò James,
incurante dei
versi lamentosi che venivano dalla tavolata verde-argento alle sue
spalle.
«La mia aria da secchiona
so-tutto-io?!» sbraitò Lily. «Sai che ti
dico, a me di te fa vomitare tutto! Tu mi fai vomitare,
esattamente come.. esattamente come sta facendo ora Avery, per Merlino,
che schifo!».
Tutta la Sala Grande trasferì immediatamente l'attenzione da
quei due al tavolo dei Serpeverde, totalmente in preda ai peggiori
conati di vomito mai visti prima; dalle tavolate delle altre tre case
si alzarono risate e gridolini disgustati, persino i professori
sembravano spiazzati dalla scena. Silente ridacchiava scuotendo la
testa.
«Jam,
secondo me abbiamo sbagliato qualcosa con le dosi.»
commentò Sirius tra le risate, indicando con una mano Piton
con
la faccia scavata riversa su un piatto.
«Siete stati
voi?» esclamò Lily rivolta a Remus, sgranando gli
occhi per la sorpresa. «Remus, ma
tu..».
«Stavolta se lo
meritavano davvero, Lily.» disse lui alzando le mani come per
discolparsi.
«Serpeverde
vomitanti a parte, io devo ancora parlarti, Evans.»
intervenne James.
«Potter, ti ho
già detto che..».
«Alle
quattro nella solita aula dei sotterranei, d'accordo?» la
interruppe lui, prendendo la sua borsa appesa alla sedia e cominciando
a riempirla di cibo. «Io porto
questo a Pete, a dopo!».
«Potter!»
gridò Lily. «Non
ci vengo alle quattro nella solita aula, al diavolo tu e la pozione!
Potter, fermati accidenti! Oh, stupido idiota!».
Lily controllò per la centesima volta l'orologio che portava
al polso. Le sedici e quindici.
Eh no, così non andava proprio bene! E sperava di essere
perdonato presentandosi in ritardo ad un appuntamento che lui le aveva dato e
che lei
aveva caritatevolmente accettato?!
Eh no Potter! Eh no!
Stavolta si era davvero stufata; raccolse la borsa che
aveva
malamente appoggiato sul pavimento dell'aula e ne uscì
sbattendo
la porta, diretta all'ufficio di Lumacorno: gli avrebbe detto che
Potter era un pessimo compagno, che non si presentava agli
appuntamenti, che faceva di tutto per rovinare il loro lavoro, che
penzolava a testa in giù nel vuoto, che..
Che penzolava a testa in
giù nel vuoto?
Lily
si arrestò
bruscamente al centro del corridoio che stava percorrendo e si
affacciò ad una finestra, strofinandosi gli occhi verdi con
una
mano per essere certa di averci visto bene: e così era.
James
Potter penzolava a testa in giù nei pressi della Foresta
Proibita, divincolandosi come un matto per cercare di afferrare la
bacchetta che era rimasta a terra; Sirius Black e Remus Lupin si
contorcevano accanto a lui.
«Che
accidenti..» sussurrò Lily, sporgendosi di
più per vederci meglio.
Quello che notò le raggelò il sangue nelle vene:
i tre
Malandrini erano stati presi di mira da un sostanzioso gruppo di
Serpeverde che li stava attaccando probabilmente con incantesimi di
magia oscura, e, a giudicare dalle urla di Black, anche con Maledizioni
Senza Perdono.
Lily emise un grido strozzato e cominciò a correre per i
corridoi, travolgendo chiunque incontrasse, diretta verso l'uscita del
castello; stava facendo tutto senza pensare, senza chiedersi cosa
avrebbe potuto fare lei da sola per loro: il suo unico pensiero, in
quel momento, era salvare
James. Continuò a correre a perdifiato fino a
trovarsi davanti al portone d'ingresso, che fece per spalancare
velocemente.
«Signorina
Evans, che cosa le prende?».
La rossa si girò di scatto riconoscendo la voce della
professoressa McGranitt, promettendosi di farle erigere una statua in
oro massiccio; la
guardò con il terrore negli occhi, agitata. «Professoressa,
dei Serpeverde stanno attaccando Potter con la magia oscura! La prego,
faccia qualcosa!».
La McGranitt corrugò la fronte, incredula. Lily non
aspettò una sua risposta e corse fuori, a rotta di collo,
verso
la Foresta Proibita.
Avery stava torturando Sirius con una maledizione Cruciatus,
mentre Mulciber e Parkinson attaccavano Remus senza sosta; un gruppo di
tre Serpeverde continuava a scagliare incantesimi contro James appeso a
testa in giù, ridacchiando crudelmente.
«Questa
è la punizione per chi gioca coi Serpeverde, Potter! Ho
passato
tutto il pomeriggio in bagno, e non è stato
divertente!».
«Non vi era
bastato lo scherzetto a Minus, vero?».
«Qui
c'è bisogno di qualcosa di molto convincente che ricordi a
questi tre con chi hanno a che fare..».
Uno dei tre alzò la bacchetta con uno strano ghigno in
faccia, pronto ad attaccare, mirando dritto al petto di James. «Serpensort..».
«Non ci
provare!» urlò Lily con tutto il fiato che aveva
in gola.
Il ragazzo abbassò lievemente il braccio e si
girò su se
stesso, lentamente, allargando il suo brutto ghigno nel riconoscere la
persona che aveva parlato. Anche gli altri verde-argento abbassarono le
bacchette, concedendo un attimo di tregua alle loro due vittime. «Oh.. guarda
chi abbiamo qui! La Mezzosangue.. sei venuta a vedere come si fa male
il tuo amichetto?».
«Non
toccarlo!» ribatté Lily, evitando però
di guardare James negli occhi. «Ho
già avvertito la McGranitt, stavolta per voi finisce
male!».
«Ah
davvero, hai già chiamato la vecchiaccia? Beh, allora
dobbiamo
fare in fretta!» replicò lui ridendo apertamente,
tornando
a puntare la bacchetta al petto di James. «Serpensortiahio!».
Il Serpeverde
incassò la testa
nelle spalle, colpito sulla nuca da una borsa di pelle sintetica ma
molto pesante; il braccio si mosse incontrollato, deviando
l'incantesimo dal centro del petto di James al suo braccio sinistro,
arrivando però non con meno decisione: la carne dell'arto si
squarciò immediatamente, facendone fuoriuscire densi fiotti
di
sangue che fecero girare la testa al Grifondoro.
«JAMES!
NO!» gridò Lily, correndo a soccorrerlo mentre il Levicorpus che lo
teneva sospeso in aria si interrompeva e lui cadeva rovinosamente a
terra tenendosi il braccio ferito.
«Stupida
ragazzina, adesso vedrai..!» sbraitò il ragazzo
Serpeverde
alzando nuovamente la bacchetta, stavolta su di lei.
«Zac,
no!» lo fermò Avery, tirandolo per un braccio. «Sta davvero
arrivando la McGranitt, scappiamo, svelto!».
Il gruppo di Serpeverde tagliò la corda in fretta, entrando
nella Foresta Proibita.
Lily si tolse velocemente la cravatta della divisa e fasciò
il
braccio di James, che continuava incessantemente a sanguinare; il
ragazzo era ormai pallidissimo, e scuoteva lentamente la testa. Gli
issò la nuca su un suo braccio, cercando di tenerlo dritto e
abbastanza scomodo perchè rimanesse sveglio.
«Sta'
sveglio, sta' sveglio Potter, sta' tranquillo, sta arrivando la
McGranitt, oh Godric..» sussurrò Lily, le mani
tremanti e
gli occhi lucidi. «Dimmi qualcosa
Potter, dimmi qualcosa..».
«Evans..»
mormorò lui ad occhi chiusi, facendo una smorfia per il
dolore.
«Potter!
Parla, avanti, non chiudere gli occhi, ecco, sta arrivando Madama
Chips!» disse lei frettolosamente, mentre la McGranitt urlava
ordini ai professori che erano dietro di lei.
«Evans, ho.. ho
vinto io..» biascicò James, abbozzando un sorriso
dolorante, in procinto di svenire.
Lily, tutto sommato, aggrottò la fronte non riuscendo ad
afferrare il messaggio del ragazzo. Che fosse completamente andato? «Che.. ehm, che
cos'è che hai vinto, Potter?».
«Non fare la
finta tonta, Evans.. mi hai chiamato James, poco fa..».
Lily boccheggiò, spalancando bocca e occhi. Oh
Godric. Questo proprio non l'aveva previsto.
«Signorina
Evans! Devo portare Potter in infermeria, si sposti!»
intervenne
in quel momento Madama Chips, strappandole James dalle braccia e
issandolo su un lettino che fece correre verso il castello con la magia.
La rossa la ringraziò mentalmente per essere arrivata al
momento
giusto, in tutti i sensi. Sentì la testa farsi pesante e
vide
tutto attorno a lei capovolgersi pericolosamente, e si
appoggiò
al prato con entrambe le mani sporche di sangue per non cadere.
«Professoressa,»
chiamò rivolta alla McGranitt, che si guardava attorno
cercando
tracce dei ragazzi Serpeverde; la donna si voltò verso di
lei,
preoccupata. «Professoressa,
starà bene, vero?».
L'insegnante fece segno alla professoressa di Erbologia, accorsa in
quel momento, di scortarla nel suo dormitorio; la donna la prese per le
braccia per farla alzare in piedi, la fece appoggiare a lei e le
sorrise rassicurante, incamminandosi verso il castello.
Tutto sommato, nonostante quello che era appena accaduto, la McGranitt
sorrise; a volte, sono proprio le avversità a rendere
più
forte il legame tra due persone.
«Mi faccia
entrare, la prego Madama Chips, non li
disturberò!» pregò Lily.
La donna incrociò le braccia al petto, sbarrandole il
passaggio. «Ho detto di
no, signorina Evans. I suoi compagni stanno riposando, non è
questo il momento delle visite!».
«Oh, andiamo,
Poppy! Senza di me sarebbero già morti, voglio solo vederli!
Mi lasci entrare, la prego!».
«E va bene, va
bene! Ma solo per cinque minuti!».
Lily sorrise alla donna a mo' di ringraziamento ed entrò a
passo
svelto ma silenzioso nell'ala dell'infermeria dov'erano stati sistemati
i Malandrini, compreso anche Peter che era stato fatto uscire dal suo
dormitorio con la forza e sul quale avevano riscontrato un paio di
tagli profondi e qualche grosso livido, sempre opera dello stesso
gruppo di Serpeverde.
Si accostò al letto di Remus per fargli una carezza; il
biondino
dormiva apparentemente tranquillo, sotto l'azione di qualche potente
sonnifero somministratogli da Madama Chips. Il suo viso già
pieno di cicatrici era stato malamente rovinato da ulteriori tagli ed
ematomi, e il braccio destro era evidentemente rotto, data la
fasciatura che gli era stata applicata. Sirius sembrava davvero morto,
e per la prima volta provocò in Lily un forte moto di
compassione: su di lui, traditore delle sue origini purosangue, i
Serpeverde si erano accaniti con violenza con la Cruciatus
- cosa che gli avrebbe provocato sicuramente l'abbandono di altri
neuroni, pensò Lily - e gli avevano lasciato dei terribili
segni
su tutto il corpo.
James riposava con un tenero sorriso in volto; braccio sinistro
fasciato a parte, sembrava, tra i tre, quello che aveva subito meno
danni: sul viso aveva solo un lieve taglietto che si sarebbe
rimarginato a breve, e neanche l'attacco era riuscito a domare i suoi stupidi capelli.
Lily si sedette accanto a lui, sul letto, accarezzandoglieli per la
prima volta nella sua vita e scoprendoli incredibilmente morbidi e
setosi; sorrise, continuando a passare la mano sulla sua testa e sulle
sue guance. Non voleva immaginare cosa sarebbe successo se non fosse
arrivata in tempo a deviare quell'incantesimo: sarebbe.. morto?
Rabbrividì, spaventata dalla prospettiva di un'esistenza
completamente priva di James Potter; buffo, no? Fino a neanche due
settimane prima l'idea di non vederlo mai più dopo la scuola
l'avrebbe fatta ridacchiare di soddisfazione: niente più
battibecchi nei corridoi, niente più imbarazzanti inviti ad
uscire, niente più complimenti nei momenti in cui sentiva di
meritarli di meno, niente più battutine stupide, niente
più Potter;
e niente più dolcezza, niente più
disponibilità, niente più sorrisi, niente
più James.
E così, era questo che significava prendersi una cotta in
grande stile? Ridacchiò; una cotta degna del grande James
Potter.
«Hai dei bei
capelli.» sussurrò, più a se stessa che
a lui. «E sei stato
molto coraggioso. E.. e non è vero che mi fai
vomitare.» aggiunse con una smorfia divertita.
Restò per un'altra manciata di minuti ad osservare il
sorriso
soddisfatto sul volto del Cercatore, poi si alzò dal letto
dopo
un'ultima carezza; si chinò lentamente su di lui e gli
stampò un lieve bacio su una guancia.
Si voltò, incamminandosi verso l'uscita dell'infermeria,
quando un leggero bisbiglio la sorprese agghiacciandola.
«Neanche tu mi
fai vomitare, Evans. E non credere di scamparmi, ti ho sentito: ho
vinto io.».
Si girò di scatto, scoprendo un James Potter a dir poco
sorridente e alquanto sveglio.
Arrossì furiosamente mentre lui rideva.
«Razza di..
di..» cominciò, non riuscendo a trovare un insulto
da affibbiargli.
Sbuffò sonoramente, per poi correre indietro da lui e
gettargli le braccia al collo, facendolo ridere.
«Evans, siamo
in pubblico!» esclamò divertito, abbracciandola
con il braccio sano.
«Stupido!»
disse lei, stringendolo. «Godric, per
fortuna stai bene..».
«James, Lily, mi
chiamo James, non Godric! Eppure prima l'hai detto così
chiaramente..».
«Potter!
Ricordami perchè non ti ho lasciato a quei
Serpeverde!».
«Perchè
sei pazza di me, Evans!».
Sirius e Remus, altrettanto svegli, si scambiarono complici un
occhiolino divertito mentre la rossa prendeva a pugni il petto del loro
migliore amico, mai stato più felice nonostante gli insulti
che
lei gli stava rivolgendo.
«Il tuo
cervello è grosso quanto un Boccino!».
«Beh, almeno
è d'oro!».
«Aaaargh,
Potter!!».
Come
promesso.. ecco un altro capitolo, ormai siamo agli sgoccioli!
Dunque dunque: come avevate ben capito tutti, James ha vinto la
scommessa e ora Lily dovrà uscire con lui! A me tuttavia non
sembra poi così scontenta, voi che dite? :)
Ringrazio sempre le persone che mi recensiscono e tutti quelli che
seguono la storia in silenzio: siete meravigliosi! *w*
A presto quindi! ;D baci,
L7!
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Capitolo 14 *** Thirteenth day ***
dieci
Thirteenth
day.
«Well, you done done
me and bet I felt it,
I tried to be chill but you're so hot that I melted.
Before the cool done run out I'll be giving it my bestest,
and nothing's gonna stop me but divine intervention.
I reckon it's again my turn to win some or learn some.
But I won't esitate, no more,
no more it cannot wait,
I'm yours..»
[I'm
yours - Jason Mraz]
Horace
Lumacorno era un tipo affabile; non era uno di quei professori che ama
spargere terrore tra i suoi alunni, anzi: era persino convinto di saper
riconoscere anche solo dall'espressione dei suoi alunni cosa passava
per le loro testoline distratte.
Non che fosse difficile capire a cosa stesse pensando Lilian Evans; in
qualità di sua alunna preferita continuava a sedersi al
primo
banco, nonostante il terribile imbarazzo che provava da un paio di
giorni a quella parte nel mostrare a chicchessia - il professore, ma
anche Alice stessa - il risultato di quell'orribile pozione, giunta
ormai all'ultimo giorno di preparazione. Ed era sola, quel giorno:
Potter era stato obbligato suo malgrado a restare in infermeria fino a
quella sera assieme ai suoi compari, ragion per cui era anche priva
d'alibi; e il lento, quasi sadicamente soddisfatto, camminare di
Lumacorno attorno al suo calderone di certo non aiutava.
«Signorina
Evans..» esordì bonario, trattenendo un risolino.
«Lo
so professore, lo so.» tagliò corto lei, agitando
una mano
come per scacciare una mosca e stringendo nell'altra la solita pallina
antistress, lanciando sguardi di fuoco ora a lui, ora alla sua pozione
color mou al ribes.
«Mi
era sembrato di capire che negli ultimi giorni ci fossero stati dei
miglioramenti. Qualche giorno fa ho notato il signor Potter sventolare
allegramente una provetta dal contenuto disgustoso, credevo si
trattasse della vostra pozione..» proseguì.
Lily arrossì e trattenne una smorfia divertita. «Già,
era proprio la nostra
pozione, quella. Evidentemente dobbiamo aver sbagliato qualcosa
successivamente..».
«Che peccato,
non crede? Proprio la pozione più importante
dell'anno..».
«Non mi ci
faccia pensare, professore.».
«Eppure credevo
che lei e il signor Potter sareste potuti essere due compagni
perfetti!».
Lo sta facendo apposta a
rigirare il dito nella piaga?
«Infatti,
professore.» replicò Lily, distrattamente,
concedendo all'insegnante un tenero sorriso. «Infatti.».
«Quindi sono
stati tutti espulsi?».
«Per fortuna!
Pare si siano avventurati troppo nella Foresta e si siano persi, li ha
trovati Hagrid che vagavano!».
«Ed
è vero che uno di loro è stato assalito da un
ragno gigante?».
«Sapete che il
giorno prima Minus li ha affrontati da solo? Certo, non ne è
uscito bene.. ma che coraggio!».
«A me avevano
detto che Mulciber si è fatto inseguire dai
centauri!».
Lily ridacchiò versandosi dell'acqua nel bicchiere mentre
origliava i discorsi dei suoi compagni di Casa e non solo: i Serpeverde
del giorno prima erano sulla bocca di tutta la Sala Grande, e, come si
sa, le voci corrono; la rossa poteva giurare di aver sentito Margaret
Brown parlare addirittura di un esercito di Dissennatori che li aveva
attaccati al limitare della Foresta.
«Allora stasera
si festeggia?» esordì Alice dandole di gomito.
«Si
festeggia? E cosa?» ribatté lei allungandosi per
prendere
un piatto al di là di Margaret seduta alla sua destra.
«Il salvataggio
in extremis di James Potter da parte di Lily Evans!» rispose
Alice facendola ridere. «E ovviamente
il vostro amore appena sbocciato!».
Il piatto, inevitabilmente, cadde.
«Ali
ma che dici!» esclamò Lily arrossendo, mentre la
tavola
dei Grifondoro stentava a trattenere le risate per la divisa di Eric
Brown, imbrattata di pomodori e foglie d'insalata.
«Ooh, avanti!
In ogni caso verrai lo stesso, è in camera loro.».
«Non sono
neanche usciti dall'infermeria e già organizzano festini
illegali in camera loro?!».
«Festini
illegali.. non ti sembra di esagerare? E' una semplice chiacchierata
tra compagni di classe, tanto per riprendersi dagli ultimi
giorni..» disse Alice con nonchalance. «In fondo,
guarda il povero Eric: di recente è così nervoso
durante i pasti!».
«Una
semplice chiacchierata a base d'alcool!»
puntualizzò Lily,
degnando solo di una brevissima occhiata Eric, ormai sull'orlo di una
seria crisi di nervi.
«Ti
hanno mai detto che l'alcool rilassa, Evans? E poi che male
c'è
a berne un po'? Hai segreti da nascondere, Lilinuccia?».
«Non ho nessun
segreto!» rispose frettolosamente lei arrossendo. «E non
chiamarmi Lilinuccia!».
«Evans?».
Lily e Alice si voltarono insieme verso la persona che doveva aver
parlato, ferma alle loro spalle che tamburellava con mani e piedi su
qualsiasi superficie trovasse, scuotendo i riccioli biondi in
un'aristocratica smorfietta snob.
«Cameron.»
sputò Lily, rimpiangendo di non essersi soffocata prima di
vederla. «Che
vuoi?».
La biondina tirò su col naso, fingendo una
tranquillità ridicolmente smentita dalla voce
incrinata. «Cosa voglio io? Tu mi hai
rubato il ragazzo, Jamie non mi guarda nemmeno
più!» piagnucolò.
«James non ti
ha mai
guardato, Allison.» intervenne Alice, squadrando dall'alto al
basso il suo fisico non propriamente snello e slanciato.
«Pfff.»
commentò la ragazza. «In ogni caso
Evans, sappi che me la pagherai. Non dovevi permetterti di comprargli
quello stupido ciondolo!».
«Quale stupido
ciondolo? Io non gli ho..».
«E
non fare la finta tonta con me! Chi altri avrebbe mai potuto regalargli
un boccino con le vostre iniziali incise sopra?!».
«Ramoso,
smettila di ossessionarti quei capelli, per Godric! Tanto la Evans non
verrà.» esclamò Sirius stizzito
cercando di
guadagnarsi uno spazio anche minimo davanti allo specchio, totalmente
occupato dal suo migliore amico.
«Sei
veramente un asso a motivare le persone, Felpato. Grazie, grazie di
cuore!» ribatté James fingendosi profondamente
grato e
facendo ridacchiare Peter.
«Volete
smetterla di comportarvi da prime donne? Gradirei una mano a
trasportare tutte queste bottiglie!» intervenne Remus
sbucando con due grosse bottiglie
di Idromele tra le mani
dall'armadio che condivideva con Sirius, all'occorrenza ampliato a
dismisura per contenere tutta la loro scorta di cibo e bevande.
«Quando Sua
Altezza Potter si sposterà dal mio specchio..!».
«Non
è tuo quello specchio!».
«Beh, neanche
tuo se è per questo!».
«Ma io ci sto
da prima di te!».
«Appunto, ora
togliti!».
Remus non riuscì a trattenere una risata, rinunciando a
chiedere
ai due un aiuto per sistemare la camera per il pigiama party;
gettò un incantesimo di insonorazione alle pareti e diede
ordine
a Peter di prendere dal suo baule lo stereo babbano e le cassette di
musica, poi con un colpo di bacchetta indossò il suo tenero
pigiama rosso ricoperto di buffi lupetti neri, regalo dei suoi
Malandrini.
«Ehi,
bussano!» esclamò Peter, richiamando l'attenzione
dei due
contendenti allo specchio che si sistemavano nei loro pigiami.
«Vado
io!» gridarono insieme James e Sirius, catapultandosi sulla
porta
nello stesso istante e finendo per darsi una forte capocciata.
La porta venne aperta dall'esterno.
«Ehi,
Frankie!» salutò James massaggiandosi una tempia,
spingendo via Sirius per far spazio al loro compagno di
stanza. «Hai portato
Alice, ehi Longbottom, bel pigiama! E.. Evans, non ti
aspettavamo!».
Remus sorrise sornione all'immagine di Lily e James l'uno di fronte
l'altra coi pigiami dello stesso verde bottiglia, il volto di lui dello
stesso colore dei capelli di lei.
«Se
vuoi me ne vado.» ribatté lei, squadrandolo da
capo a
piedi con un risolino divertito e notando che al collo portava davvero
un ciondolo a forma di boccino.
«NO!»
esclamò lui in fretta, passandosi una mano tra i capelli
già abbastanza spettinati. «Cioè,
voglio dire, affatto. Entra, accomodati.».
Lily si sedette ai piedi del letto di James, salutando con un gran
sorriso gli altri Malandrini che facevano gli onori di casa a lei e
Alice.
«Allora,
raccontateci di questa noiosissima giornata senza i vostri Malandrini
preferiti e della punizione che devono
aver dato a quei Serpeverde!» esordì Sirius,
avviando il discorso.
«Potter,
ti devo parlare.» sussurrò Lily all'orecchio di
James,
seduto sul letto con lei ma a distanza di sicurezza.
«Ehm.. dimmi
Lily.» rispose lui avvicinandosi contento.
«Allison
Cameron mi ha fermata in Sala Grande per dirmi che non avevo alcun
diritto di regalarti quel ciondolo.» continuò la
rossa. «Ci.. ci sono
davvero le nostre iniziali incise?».
James arrossì fino alla punta dei capelli. «Ecco..
sì, ma.. ovviamente le hai detto che non è un tuo
regalo, vero?».
«No, non
gliel'ho detto.».
«Cos.. e
perchè no? Adesso penserà che lo è
davvero, e pettegola com'è domani tutti..».
«James?».
James dovette ammettere che il suo nome non gli era mai sembrato
così bello; sorrise, non potendone fare a meno. «Sì?».
«Lasciamoglielo
credere..» propose lei, arrossendo a sua volta e abbozzando
un occhiolino divertito.
Fu il turno di Lily di ammettere che non aveva mai visto un sorriso
così bello; sorrise anche lei, lanciando un'occhiata di
sbieco
agli altri che continuavano a chiacchierare come se nulla fosse.
«Beh
allora?» continuò, sicura che l'espressione di
James
rappresentasse un assenso abbastanza convinto. «Chi te l'ha
regalato?».
«Oh,
nessuno.» rispose lui scrollando le spalle, sfilandoselo per
farglielo vedere. «In
realtà è il primo boccino che ho preso in questa
scuola;
l'ho incantato in modo che non mi possa scappare e l'ho rimpicciolito,
altrimenti sai che scomodo girare con un boccino vero appeso al collo?
E poi.. e poi ci ho inciso sopra le lettere.».
«Da
quant'è che lo porti?» domandò lei
curiosa,
restituendoglielo e osservandolo mentre se lo rimetteva.
«Da.. ehm.. dal
quarto anno, mi sembra..».
«Oh.»
disse solamente Lily, abbassando lo sguardo con un ennesimo
sorriso. «Beh, ehm..
ecco, la.. la pozione, sta andando male lo stesso. Domani Lumacorno ci
ucciderà.».
«Naaa!
Gli piaci troppo per metterti una T. Sono sicuro che
combinerà
qualcosa per non rovinarti la media.» replicò
James
strizzandole l'occhio. «Piuttosto..
sabato allora..».
«Ehi,
piccioncini!» intervenne Sirius, beccandosi una sonora botta
in testa da Remus. «Ahio,
Lunastorta! Li stavo solo invitando a venire a bere con noi!».
«Black,
tu intanto smettila. Sei già mezzo ubriaco!» lo
rimproverò Mary, che nessuno aveva visto entrare.
«Non
è vero! Lascia quella bottiglia, McDonald!».
«Se la fate
cadere sul mio pigiama giuro che prima di trasferirmi a Durmstrang vi
affatturo tutti, d'accordo?».
«Sta' calmo
Eric.. in questi giorni sei troppo nervoso, dovrestops! Dai
è solo qualche goccetto..».
«Qualche goccetto?!
Mi hai bagnato tutta una gamba!».
«Ehi Brown, che
hai combinato lì per terra? Il bagno è di
là!».
«Black adesso
io ti..!».
«Alza il
volume, Pete! Questa canzone mi piace da morire!».
«Bello il tuo
pigiama, Rem! E' fatto su misura?».
«Vieni qua
Black, razza di..!».
«Sì,
me l'hanno regalato James e gli altri a Natale del quarto
anno!».
«Peter, hai
alzato il volume? Ma che fai, dormi?! E' ubriaco anche lui!».
«E gli
è anche caduto un po' di Idromele dal bicchiere.. Eric,
attento che potresti scivol..».
«Aaaargh! Ahio!
Black, comincia a correre!!».
«Buonanotte
ragazzi!».
«Ehi ehi, fermi
tutti.. io non ci dormo vicino a Black! Russa e puzza
d'alcool!».
«Remus scalcia
durante la notte.».
«Scusa ma che
c'entra?».
«E' rimasto
ancora Idromele?».
«Sirius!».
James ridacchiò, tirando un calcio nel vuoto che prese in
pieno
il suo migliore amico sbronzo e seminudo che Remus si stava
preoccupando di coprire dagli sguardi - fintamente - disgustati delle
ragazze; era stata una serata meravigliosa, doveva ammetterlo: fino a
quel momento non avrebbe mai potuto sperare in un pigiama party a base
di Idromele e Whisky Incendiario seduto tra i suoi migliori amici e la
sua futura quanto inconsapevole moglie.
Si sistemò alla bell'e meglio sul fianco destro,
contorcendosi
per cercare di coprirsi con le coperte che un movimento maldestro di
Peter aveva spedito fin sotto le sue ginocchia.
«Aspetta,
faccio io.».
Lily afferrò un lembo di coperta con le dita e si
preoccupò di coprire ogni centimetro del corpo di James;
speranza vana, certo, dato che il più piccolo gesto di
Sirius
avrebbe spostato non solo la sua, quanto quelle di tutti gli altri. Gli
sorrise nel buio e gli scostò dalla fronte un ciuffo di
capelli
corvini più ribelle degli altri ridacchiando silenziosamente.
«Grazie.»
mormorò lui, strizzando gli occhi nocciola per mettere a
fuoco quell'immagine paradisiaca.
«Buonanotte
James.» sussurrò lei accoccolandosi al suo fianco
rivolta verso di lui.
«Buonanotte
Lily.».
«Ah, e..
Potter?».
«Sì?».
«Gran bel
pigiama!».
«Ah-ah-ah.»
finse di ridere James, abbozzando una linguaccia.
«Dai..
buonanotte.».
«Buonanotte.
Ah, e.. Evans?».
«Sì?».
«Io
non farei tanto la spiritosa se fossi in te. Ti ricordo che ho vinto la
scommessa, sabato verrai ad Hogsmeade con me.».
«Ah-ah-ah.»
lo imitò Lily, cercando di trattenere un enorme sorriso -
più per lei che per lui.
«Che ti ridi,
Evans? Ramoso ha raccontato la sua solita barzelletta sul troll, il
goblin e.. ahio!».
«Buonanotte
Sirius!».
Beh, siamo arrivati alla
fine ormai!
Domani è il grande giorno: cosa dirà Lumacorno
della loro
disastrosissima pozione??
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :3
Grazie a quelli che continuano a recensire, vecchi e nuovi! :D
Bacioni, a prestissimo!
L7!
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Capitolo 15 *** Fourteenth day ***
dieci
Ehilà, salve a tutti!
Eccoci qui all'ultimo capitolo!
Volevo porre l'attenzione
sulla prima scena che comparirà in questo capitolo: la foto
che fa Remus. Credo di aver letto il 95% delle fanfiction su James e
Lily, e mi sembra che qualcuno avesse già scritto di
qualcosa di simile; ovviamente non c'è nessun intento da
parte mia di copiare l'autrice/autore dell'altra storia, ma se dovesse
dar fastidio a qualcuno provvederò a modificare il capitolo
:)
E poi, tutto sommato,
volevo anche spendere due parole su di voi, che state seguendo questa
fic fin dal primo capitolo e che mi avete riempito di gioia (davvero,
non immaginate quanta!) con le vostre stupende recensioni o anche solo
semplicemente dimostrando di apprezzare la storia aggiungendola nelle
seguite-preferite-ricordate: essendo la mia prima fic, davvero non mi
aspettavo tutta questa partecipazione e per questo, ancora una volta,
vi ringrazio di cuore <3.
Detto questo.. buon
capitolo a tutti! :D
Fourteenth day.
«Altro che il
lunapark, altro che il cinema,
altro che il sabato, altro che America, altro che nevica!
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang
siamo noi: io e te,
che abbiamo fatto a pugni
fino a volerci bene!»
[Il
più grande spettacolo dopo il Big Bang - Jovanotti]
Remus
era sempre il primo a svegliarsi, la mattina; non metteva sveglie o
allarmi di nessun genere, non si faceva influenzare dai raggi del sole
che facevano capolino dalle tende del baldacchino: semplicemente
avvertiva che era il momento buono per aprire gli occhi e dare il suo
buongiorno al mondo. In genere dava la colpa di quell'istinto alla sua
natura animale, ma quella mattina era sicuro che si trattasse di
qualcos'altro; pur sempre qualcosa d'animalesco, certo, ma aveva
piuttosto a che fare con delle muscolose braccia avvinghiate al suo
corpo e una cospicua quantità di capelli neri che gli
lambiva le
guance.
«Dannato
cagnaccio..» sussurrò il biondino, scostando di
malo modo
il busto di Sirius e realizzando di aver incassato parecchi colpi da
lui durante quella notte, dati i dolori diffusi in tutto il corpo.
Si alzò cercando di non fare troppo rumore per non svegliare
gli
altri, stiracchiandosi; diede un'occhiata ai suoi compagni per
osservare il bilancio di quella notte d'alcool e risate, e non
riuscì a trattenere un ghigno malandrino.
Zampettò
silenziosamente verso il suo letto e si chinò sul comodino,
aprì l'ultimo cassetto e ne trasse fuori una macchina
fotografica magica, regalo di sua madre per il suo primo anno ad
Hogwarts; non l'aveva usata troppo spesso, a Sirius non piacevano tanto
le foto. James invece ne andava matto, e Remus sorrise al pensiero di
quella che stava per scattargli.
Si posizionò a gambe larghe tra Alice e Frank - forse dopo
avrebbe scattato una foto anche a loro, erano così carini! -
e
con un lieve click immortalò
la scena, pregustando le espressioni che avrebbero messo su Lily e
James a vedersi stesi l'uno accanto all'altra, le braccia e le gambe
intrecciate e la testa rossa di lei sul petto di lui.
«Come
sapete, ragazzi, oggi è il grande giorno! Immagino lo
abbiate
atteso trepidanti, posso già vedere alcuni di voi che
sistemano
con cura le etichette bianche con i loro nomi sulle provette che mi
consegnerete tra qualche istante; eccellente! Ma prima di procedere al
ritiro del compito e alla conseguente valutazione che ne
seguirà, lasciatevi ricordare che questa pozione
sarà il
vostro biglietto da visita per gli imminenti M.A.G.O. E ora.. Accio provette!».
Lily sospirò osservando mestamente la sua provetta che
finiva
dritta dritta nella borsa aperta del professore, creando un
inguardabile contrasto cromatico con tutte le altre: dal giorno prima,
infatti, era diventata nuovamente di un terribile rosso acceso tendente
all'arancione e aveva cominciato a sprigionare un fortissimo odore di
frutti di bosco.
«Abbiamo fatto
il possibile.» esordì James, accasciandosi su un
banco al suo fianco. «Sono sicuro
che troverà uno strategemma per portarti comunque agli esami
con il massimo dei voti.».
Lily sorrise; per la prima volta - e ancora non riusciva a
capacitarsene - non le importava poi tanto del brutto voto che avrebbe
preso. Anzi, era addirittura grata al professore: senza di lui
dopotutto non avrebbe mai avuto l'opportunità di stare a
stretto
contatto con James e forse non si sarebbe mai accorta del ragazzo d'oro
che era!
«Certo che
l'odore di mora poteva evitarselo.»
commentò con un sorrisetto sbieco.
James ridacchiò. «E' lampone,
Evans.».
«Non ti facevo
così esperto di profumi.» ribatté lei
facendogli la linguaccia.
«Adoro il
lampone.» disse lui con un'alzata di spalle. «E'
dolce, ma mi lascia un tremendo retrogusto amaro che mi spinge a
mangiarne sempre di più. Un po' come te.».
«Come
me?».
«Beh, il
contrario in realtà. Tu sei.. amara,
e non fare quella faccia perché quando ti ci metti sai
essere
davvero acida!, ma sotto sotto sai essere dolce, a volte. E mi fai
venir voglia di passare sempre più tempo con te, vorrei che
queste due settimane non fossero mai finite.».
«James..»
mormorò Lily, ad occhi sgranati. Merlino, ma che accidenti..!
«Scusa,
non volevo farti, ehm, arrossire mostruosamente davanti a tutta la
classe!» si affrettò a dire lui, trattenendo una
risata e
passandosi una mano tra i capelli.
Lily rise di cuore, cercando di nascondere il rossore ai compagni. «Sei davvero
pessimo Potter!».
«Signor Potter,
signorina Evans?».
Insieme si voltarono verso il professore, a pochi passi da loro col suo
solito sorriso bonario in volto. «Credo,
e a ragione, che la vostra pozione non sia risultata un
granché.
Anzi, dal colore e l'odore azzerderei più che si trattasse
di Amortentia
venuta male se non fossi al corrente dell'odio viscerale che
corre tra voi due.. o sbaglio?».
«No, affatto,
noi..» cominciò James.
«In effetti non
è proprio odio, professore.» intervenne Lily,
parlando sopra James. «Purtroppo
credo che l'esperimento avrebbe funzionato meglio se ci avesse affidato
due compagni diversi.».
«Sono
certo che non si è trattato di qualche vostro sbaglio,
ovvio.
Vedrò cosa posso fare con la commissione d'esame ai
M.A.G.O..» replicò lui accennando un occhiolino
verso Lily.
«Grazie mille
professore.» disse lei aprendosi in un sorriso tanto largo
quanto falso.
La campanella suonò, segnando la fine delle ore di lezione
di
quella settimana e lasciando James semplicemente senza parole per lo
scambio di battute avvenuto sotto i suoi occhi.
«Ragazzi,
ragazzi! Aspettate un attimo, devo dirvi una cosa
importante.»
esclamò Lumacorno richiamando difficoltosamente l'attenzione
dei
suoi studenti su di sé. «Domani
riceveremo la visita di uno specialista dal Ministero che
terrà
un incontro per parlarci di quanto è successo un paio di
giorni
fa ad opera di, ahimè, alcuni vostri compagni di
corso.».
«Pfff!»
sbottò Sirius, facendo ridere un paio di ragazze. «E
quindi?».
«E quindi, mio
caro Black, mi spiace annunciarvi che dovrete saltare la vostra
settimanale uscita ad Hogsmeade.».
«CHE
COSA?!» ruggì James, guadagnandosi gli sguardi
sbigottiti
di tutti - e una linguaccia da Sirius, che aveva attirato l'attenzione
di meno persone di lui.
«Aveva
già dei programmi, signor Potter?»
commentò
sorridendo Lumacorno, per poi girarsi e fare per uscire. «Beh, temo
dovrà rimandarli. Buon weekend!».
«Accidenti!».
«Avanti Lily,
sono solo sette giorni!».
«Sono
troppi Ali! Dannati Serpeverde, ma proprio la settimana della mia
uscita con Potter dovevano farsi venire in mente di attaccare
briga?!».
«Oddio Evans ma
ti senti? Dov'è finita la Lily toglietemi-di-torno-Potter-quando-ho-la-bacchetta-in-mano?!».
Le ragazze nel dormitorio scoppiarono in una sincera risata alla
battuta di Alice, Lily compresa; era vero, dopotutto: neanche lei si
riconosceva più, adesso addirittura se la prendeva
perchè
non poteva uscire con Potter! Roba dell'altro mondo!
Qualcuno bussò alla porta della stanza e le ragazze
esclamarono un «Avanti!»
ridacchiante; nessuno entrò.
«Chi
cavolo..» cominciò Margaret, alzandosi dal suo
letto e andando ad aprire la porta. «Oh!».
«Mar, chi
è?» domandò Mary dal suo letto,
intingendo un pennellino in una boccetta di smalto fucsia.
«Ehm..
Lily, è per te.» disse quella, sorridendo
maliziosa e
invitando con un gesto l'amica ad avvicinarsi alla porta.
«Cioè?»
fece Lily, avanzando verso la porta; si affacciò sul
pianerottolo che dava sulle scale e vide James in piedi ai piedi della
rampa. «James!».
«Lily.»
salutò lui, mentre il suo cuore perdeva un battito
semplicemente per il suo nome detto da lei. Stupido idiota, non è
il momento! «Siccome, ehm..
domani non possiamo uscire.. ti va di fare una passeggiata in riva al
Lago?».
La rossa si sforzò per contenere un «Ma
certo!» di slancio, e si impose di sorridere cordialmente
sebbene
si stesse a stento trattenendo dal saltare per la gioia. Calmati, Lily! Ma sei
impazzita?! «Ok, dammi un
attimo, arrivo subito!».
James
guardò la porta richiudersi; inspirò
profondamente tentando di calmarsi: il grande momento era arrivato!
Sentì confusamente delle voci concitate e dei sonori tonfi
provenire dall'interno del dormitorio femminile, ma non vi
badò troppo; all'improvviso la porta si riaprì
con uno scatto e ne uscì una Lily ridacchiante e
scarmigliata, che scese le scale a due a due.
«Eccomi.»
disse semplicemente, e James poté constatare che doveva
essersi spruzzata del profumo fruttato durante quella manciata di
secondi.
«Bene, ehm..
andiamo allora!» replicò lui, sorridendole e
precedendola attraverso il buco del ritratto.
«Che peccato
che domani ci tocchi restare qui.» esordì lei.
«Già.»
commentò James, voltandosi a guardarla eloquentemente. «Secondo me sei
stata tu ad architettare l'incontro, volevi evitare il nostro
appuntamento!».
Ma sei scemo?! «Per Morgana
Potter, tu sì che sei un ottimo detective! Come hai fatto a
scoprirmi?».
«Facile Evans.
So leggere il tuo sguardo meglio di chiunque altro!».
«Come no! E
sentiamo, cosa starei pensando in questo momento?» lo
sfidò.
James si fermò a due passi dal portone d'ingresso del
castello e si voltò verso di lei, guardandola negli occhi
verdi; la vide arrossire lievemente ma sostenere il suo sguardo con
decisione - dopotutto, era pur sempre Lily Evans!. Le sorrise con una
smorfia che sembrava più un ghigno malandrino. «Non vorresti
saperlo Evans. Credimi!» bluffò, fingendo di
ridacchiare.
Si stupì di vederla ridere e superarlo andando a spalancare
il portone. «Stupido!».
Si avviarono silenziosamente verso la riva del Lago, non sapendo bene
cosa dirsi; l'atmosfera che si era creata tra loro negli ultimi giorni
era tesa, incerta, elettrica: entrambi aspettavano che a fare la prima
mossa fosse l'altro, non sicuri di provare gli stessi sentimenti e
anche un po' scoraggiati dalle occasioni che per un motivo o
per l'altro avevano perso. Una sola cosa era certa: nessuno dei due si
era mai sentito così prima.
«Allora,»
esordì James accomodandosi in riva al Lago a gambe
incrociate, la schiena appoggiata ad un grosso tronco nodoso. «forse oggi
riusciremo a parlare senza imprevisti né
incomprensioni.».
«Da quando sei
così ottimista? Stiamo parlando pur sempre di noi due,
potrebbe benissimo comparire la tua amichetta Cameron da un momento
all'altro per farmi saltare in aria..» ribatté
Lily ironica, sedendosi accanto a lui.
«Non
è la mia amichetta e
lo sai.» puntualizzò lui.
«Fingiamo che
ci credo, dai.».
«Simpatica,
Evans. Quando fai del sarcasmo poi sei davvero
irresistibile!».
«Io sono sempre
irresistibile, Potter!» scherzò lei, fingendo
superiorità e addrizzando la schiena come per altezzarsi.
James
ridacchiò, guardandola di sbieco e rigirando tra le mani un
sassolino che aveva appena raccolto. «Lo so,
Evans..».
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio durante il quale entrambi
rimasero fermi a fissare il Lago, cercando le parole giuste da dire;
poi, esattamente come nei film di seconda categoria, presero la parola
nello stesso istante.
«James,
senti..».
«Ah, Lily!
Io..».
Si guardarono negli occhi e ridacchiarono, allontanando da quei due
metri quadrati di spazio tutte le tensioni che c'erano state fino a
quel momento. Questi erano loro: non Potter lo sbruffone sciupafemmine
né Evans l'irreprensibile Caposcuola; soltanto James e Lily,
gli insicuri, timidi ma allo stesso tempo schietti e concreti studenti
di Hogwarts che da due settimane a questa parte avevano scoperto di
provare l'uno per l'altra lo stesso identico, stupendo sentimento.
«Prima
tu.» disse Lily, annuendo come per incoraggiare James a
parlare.
Il ragazzo moro arrossì e prese a frugare nelle tasche della
divisa, in cerca di qualcosa. «Sì,
ecco, avrei qualcosa da darti.. ah, ecco.».
Ne estrasse una foto spiegazzata e gliela porse, passandosi una mano
tra i capelli. «Remus l'ha
scattata stamattina..».
Lily allungò la mano per prenderla e la lisciò
per ricomporla, arrossendo furiosamente al vederla; raffigurava lei e
James che dormivano beatamente abbracciati, i loro petti che si
abbassavano e alzavano a ritmo dei loro respiri lenti come unici
movimenti. Sorrise, tornando a guardare James negli occhi nocciola.
«E' bellissima,
sembriamo quasi teneri.» commentò.
«Vero? Non
pensavo che saremmo riusciti a stare così vicini tanto
tranquillamente, noi due!».
«Sono successe
molte cose in queste due settimane..».
«In un certo
senso, anche se ha maledettamente compromesso la mia
già altalenante media in Pozioni, devo ringraziare
Lumacorno.».
«E' vero,
anch'io!» concordò Lily annuendo tra le risate.
«Beh, molto
più io che te.» la contraddisse James.
«Non so Potter,
non so.» ribatté lei. «In queste due
settimane ho scoperto che a volte le apparenze ingannano. Ho creduto
per quasi sette anni di odiare la persona per cui a meno di tre mesi
dalla fine della scuola ho preso una cotta pazzesca..».
James sgranò gli occhi, perdendo un - ma anche due, tre,
quattro - battito.
Lily sfoderò la sua migliore espressione di finta
ingenuità. «Che,
ovviamente, non
sei tu!».
«Evans!»
esclamò incredulo il ragazzo tirandole un mazzetto di fili
d'erba, facendola ridere. «Sei..
sei..!».
«Seriamente,»
lo interruppe però lei, smettendo di ridere e cercando di
assumere uno sguardo consono a quello che stava per dire. «non penso
più che tu sia un imbecille. Cioè, molto spesso
ti comporti da tale, ma fondamentalmente sei una gran bella persona.
Quello che hai fatto per i tuoi amici, quello che hai fatto per me,
quello che..».
«Evans non
cercare di cambiare discorso!» la fermò. «Hai appena
ammesso di avere una cotta per il grande James Potter!».
«No,»
disse lei decisa, «non per il
grande James Sono-Figo Potter. Per James.. e basta. Non per quello che
mostri agli altri, ma per quello che c'è dietro.».
«Rinunciare
alla mia maschera da pagliaccio per compiacere mia moglie non
sarà facile..» buttò lì lui
scherzando.
Lily capì l'allusione al discorso molto più
profondo che quella frase celava. «James, non ti
chiederei mai di cambiare e smettere di essere Potter. Sei sempre
il solito sbruffone vanitoso dopotutto, e i tuoi amici non sanno vivere
senza quella parte di te; e.. sotto sotto, a volte mi fai divertire
anche se sei stupido.» lo rassicurò, con una
linguaccia. «Ma
c'è dell'altro oltre a quel Potter. C'è il James
che.. che a me piace.».
James abbozzò un sorriso stentato, seriamente colpito da
quella dichiarazione. «Non mi sarei
mai aspettato delle parole del genere da te, Evans. Nei miei sogni, io
mi dichiaravo e tu ti lasciavi placidamente baciare acconsentendo a
sposarmi!».
«Hai sognato
questo momento?!» gli chiese lei ridacchiando.
«Quasi ogni
notte.» ammise lui, avvicinandosi a lei fino a sfiorarle le
guance con il naso. «Ma devo dire
che questa versione mi piace di più.. ed è tutto
schifosamente vero.».
«Quello
"schifosamente" ha rovinato tutto, Potter.»
replicò Lily voltandosi verso di lui, carezzando il naso di
lui col suo, i battiti del cuore a mille.
James sorrise trattenendo
una risata, gli occhi ancora fissi nei suoi e il respiro mozzo;
portò una mano su una guancia di Lily, seguendo con le dita
il suo profilo, il mento, la curva del naso, quella timida fossetta che
le spuntava all'angolo della bocca quando rideva. Socchiuse
impercettibilmente gli occhi, notando che lei faceva lo stesso, e le si
avvicinò fino a quasi sfiorare le sue labbra; avrebbe potuto
contare ad una ad una tutte le lentiggini che aveva sulle guance..
Godric, fammi vivere
abbastanza da chiederle di sposarmi e prometto che darò il
tuo nome al nostro primo figlio!
Lily chiuse gli occhi, inclinando la testa di lato; non
era buffo? Finalmente era lì, contro il tronco di un albero,
pronta a baciare James Potter e il suo inseparabile cervello aveva
scelto proprio quel momento per fare una passeggiatina; aveva lasciato
al suo posto quel simpaticone del suo cuore, che non faceva altro che
aumentare il ritmo dei battiti. Bum bum, bum bum, bum bum..
E poi finalmente, dopo un'interminabile
attesa, la baciò.
James non avrebbe mai pensato che le labbra di Lily fossero
così morbide e buone; e così stupidamente perfette per lui.
E Lily schiuse le labbra, arrossendo, approfondendo il bacio
più bello della sua vita con il ragazzo che mai, mai avrebbe sognato
di baciare..
«NON CI
CREDO!».
Sull'orlo di una crisi isterica per l'ennesima interruzione, i due si
staccarono riluttanti, trasalendo. James estrasse sconfitto lo specchio
da una tasca interna della divisa, scoprendo due sconcertati Sirius e
Mary incollati al vetro ad occhi spalancati, seguiti da un
imbarazzatissimo Remus che tentava di staccarli da quell'affare.
«Potter, pensi
che mi chiederai di diventare la tua ragazza?» chiese Lily ad
occhi serrati.
«Ehm, credo di
sì Lily. Perchè?» replicò
lui.
«Perchè
accetto,» disse lei, generando nuovo scalpore negli amici al
di là dello specchio. «ma ad una
condizione.».
«Cioè?».
«Cioè
fai sparire quello
specchio!!!».
Povera, povera Lily! Ma
cosa deve andare a sopportare?!
Spero che questo capitol.. eh?
«Non capisco
proprio come sia possibile. La signorina Evans è la strega
migliore di tutta Hogwarts!».
«Proprio per
questo: soltanto lei avrebbe potuto trovare tante qualità in
Potter da baciarlo in
riva al Lago Nero!».
«Ma non dopo
solo due settimane, per la barba di Silente! ..Oh Merlino, speriamo non
mi abbia sentito..».
«Beh Minerva,
quel che è fatto è fatto: avevamo un accordo,
sbaglio?».
«Ooh avanti,
era una stupida scommessa da studentelli di terzo anno, Horace! Non
vorrai davvero..».
«Oh
sì che voglio! Devo giustificare in qualche modo il fatto
che sto per perdere distrattamente
il compito di tutti gli studenti del settimo anno, non ti
pare?».
«Io.. io..!
Tu..!».
«Non farti
ricattare Minerva, sai che ho delle ottime armi..».
«E va bene, e
va bene! Ma questa era l'ultima volta che scommettevo con te,
chiaro?!».
«Mi sbaglio o
questa storia dell'ultima scommessa va avanti da quando quei due hanno
messo piede ad Hogwarts?».
«Per il
mantello blu di Silente, Horace!».
«Qualcuno mi ha
chiamato?».
«Preside, che
arrivo tempestivo! Stavamo giusto organizzando qualcosina per stasera,
Minerva stava per..».
«Accidenti,
è sempre colpa sua.. maledetto James Potter!!».
Ecco, io Lumacorno e la
McGranitt me li immagino così :P
Spero di sapere presto cosa ve ne pare! Bacioni! :3
Adieu :')
Lils__L7!
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