Game of the Power

di MaryElizabethVictoria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Game Begins ***
Capitolo 2: *** A Protection against Dark Forces ***
Capitolo 3: *** A. ***
Capitolo 4: *** MorthSeek ***
Capitolo 5: *** The Shadows are coming ***
Capitolo 6: *** Mission ***
Capitolo 7: *** Love Affair ***
Capitolo 8: *** Her laugh ***
Capitolo 9: *** Something There ***
Capitolo 10: *** Interlude ***



Capitolo 1
*** The Game Begins ***


 

 


Harry Potter entrò nello scompartimento del treno che divideva con Hermione, facendola sobbalzare involontariamente per la sorpresa. Aveva fatto bene a venire con lei, si disse, osservandola ricomporsi in fretta, come per non lasciagli intendere il suo disagio.

La ragazza si era già cambiata con la sua divisa scolastica sulla quale era stato appuntato un lucente distintivo di Caposcuola, Harry invece fu grato del suo paio di comodi jeans e giaccone militare. Quell'anno non tornava ad Hogwarts per frequentare da studente l'ultimo anno come invece aveva deciso di fare Hermione, quella sarebbe stata solo una fugace visita al castello, giusto il tempo di consegnare alla McGranitt i moduli necessari. Soprattutto aveva deciso di accompagnare la sua amica per assicurarsi che non avesse ricadute, come lei continuava a negare.

-Siamo quasi arrivati- lo informò respirando a fondo.

A parte quell'innaturale nervosismo nella voce sembrava stesse bene, valutò Harry. Erano mesi ormai che non aveva le violente crisi di panico del post-battaglia.

-Andrà bene- affermò di nuovo la ragazza, che parlava più a sè stessa che ad Harry - Ho letto che la sala grande è stata sistemata. Si, non ci sono più le macerie e ...nemmeno le tracce di sangue. Sarà un anno normalissimo, come tutti gli anni.

- Bè,mi auguro che non sia proprio un ' normale' anno dei nostri...- considerò Harry valutando le loro esperienze passate-...almeno che sia senza Draghi!

-E senza Dissennatori - convenne Hermione con un pallido sorriso.

-E senza Acromantule.

-E senza Rita Skeeter.

-E senza Basilischi.

-E senza Malfoy e la sua banda.

-E senza Ron che viene avvelenato.

-Già, Ron...- mormorò la ragazza, voltandosi verso il finestrino in modo che non le si potessero vedere gli occhi diventati lucidi.

 Harry si rese conto di aver commesso un imperdonabile errore.

Il fatto era che nessuno aveva reagito peggio di Ron alla morte di suo fratello Fred. Nessuno, nemmeno George che era stato il più vicino a lui in vita aveva subito un tale repentino cambiamento. Certo era stato un colpo durissimo per tutti gli Weasley, Harry ricordava con amarezza quanto Ginny avesse pianto nei giorni successivi alla battaglia, salvo poi farsi coraggio e pian paino ricominciare a vivere la sua vita come pure i suoi famigliari si erano costretti a fare. Tutti tranne Ron, che rifiutando ostinatamente il conforto di amici e parenti era andato a chiudersi nella sua stanza della Tana con la pretesa di restare solo. Ne era uscito qualche giorno dopo mormorando 'Devo fare qualcosa per lui ' , quindi  si era smaterializzato nell'appartamento di George chiedendogli di poterlo aiutare a mandare avanti il negozio di scherzi.  Da quel giorno lavorava come un mulo giorno e notte chiuso nella bottega del fratello scomparso e tutte le volte che Hermione aveva provato a parlargli lui l'aveva liquidata in malo modo dicendo che aveva da fare e di non seccarlo.  Con Harry aveva quasi fatto a pugni quando l'amico aveva cercato di staccarlo a forza da quella che era diventata ormai la sua ossessione per andare dalla sua sempre più angosciata fidanzata. Dopo il suo ennesimo rifiuto Harry ed Hermione avevano convenuto che era inutile cercare di farlo ragionare in quelle condizioni e  che conveniva quindi aspettare che si calmasse, da allora come per un tacito accordo nessuno dei due  lo aveva più nominato.

-Andrà bene...- mormorò con la vana pretesa di confortarla- ...vedrai che alla fine rinsavirà, lo fa sempre prima o dopo.

-Ne sono certa- affermò lei con una sicurezza che non possedeva affatto.

'Ma nel frattempo...noi cosa facciamo?' sembrava volergli dire il suo sguardo spaventato.

Harry dal canto suo aveva perfettamente chiare le sue priorità : 1- riuscire ad eludere la sorveglianza dei vari fan che già affollavano lo stretto corridoio del treno, i visi premuti sullo scompartimento di Harry per riuscire a catturare una fugace immagine del loro eroe, senza tuttavia osare entrare per disturbarlo 2- munito di mantello dell'invisibilità raggiungere l'ufficio della preside McGranitt e consegnarle il modulo d'iscrizione all'accademia3- costi quello che costi sarebbe diventato un auror.

Dopo aver salutato Hermione all'entrata del castello mise in atto con successo le diverse fasi del piano, fino ad arrivare all'ufficio della preside. Stava per entrare a rotta di collo (era stato talmente occupato nel'ultimo periodo che temeva sarebbe arrivato in ritardo alle iscrizioni) quando si accorse che l'ufficio era già occupato da una visitatrice e suo malgrado intercettò uno stralcio della conversazione.


-E proprio vero quello che si dice Minerva? E' morto? Morto veramente?

-Si Adela. Posso confermartelo con enorme piacere...Sembri  scossa, cara.

-No. Ovviamente ringrazio  il Cielo per questo.

-Ringrazia Harry Potter. E' solo grazie a lui che è finita.

-Come è stato possibile? Potter è solo un ragazzo.

-Un ragazzo che conviene avere nei paraggi se quello che mi hai riferito è vero.

-Dubiti di me Minerva?

-Staremo a vedere.

-Non avrei accettato altrimenti. Ricorda il nostro accordo.

-E' sempre in cima ai miei pensieri ...insieme al bene di Harry Potter.


L'ultima affermazione della preside aveva un vago tono di minaccia che ad Harry non sfuggì. Subito dopo fu costretto a farsi da parte vedendo la porta aprirsi, si coprì subito col mantello dell'invisibilità per poter osservare la donna che ne uscì. Avvolta in una veste nera di taglio monastico aveva una cascata di boccoli biondo cenere e due alteri occhi grigi che parvero fissarsi su di lui anche attraverso la protezione del mantello. Portava diversi gioielli di foggia antica tra cui un vistoso bracciale a forma di serpente.

Solo quando se ne fu andata Harry si accorse che poteva ricominciare a respirare. La vista di quella strana donna gli aveva fatto quasi dimenticare che cosa era venuto a fare e che non aveva molto tempo per farlo. Si gettò nell'ufficio sorprendendo la McGranitt con un'espressione visibilmente preoccupata, che tuttavia dissimulò con estrema rapidità.

-Cosa sta facendo ancora qui Potter?!- la preside lo registrò in fretta e furia mettendogli in mano varie carte e praticamente spingendolo fuori dalla porta- La aspettavo molto prima... Corra nella mia aula, la selezione sarà già cominciata!

Harry non se lo fece ripetere e prese a correre nella direzione indicata. In effetti l'aula di Trasfigurazione non era stata mai così affollata. Alle selezioni delle reclute auror si presentava sempre un sacco di gente ma solo pochissimi candidati venivano poi scelti per cominciare l'addestramento, alcuni erano già al terzo tentativo di venire scelti. Su un'apposita pedana un gruppo di auror in divisa blu e argento stava tenendo un discorso ai candidati.

-Harry!- lo salutò con la mano Neville Paciock, seduto insieme a un gruppetto di Grifondoro - Ero sicuro che saresti venuto!

Tutti gli altri candidati si voltarono con occhi bramosi verso colui che era stato nominato 'Salvatore del mondo magico'. Harry, lo sguardo fisso a terra per evitare quello di tutti gli altri, si affrettò a prendere posto vicino a Neville. Se aveva avuto prima qualche speranza che il suo ritardo non fosse notato ora doveva ricredersi.

- Silenzio- intimò una voce  sottile e malevola,incredibilmente simile a quella di Piton.

Ma l'uomo che aveva parlato non aveva l'aspetto dell'insegnate di pozioni, piuttosto assomigliava a un nerboruto domatore di draghi. Alto quanto un armadio,aveva una folta barba e baffi neri su metà del viso, l'altra metà era completamente liscia e coperta da ustioni che a vista  sembravano molto dolorose.

-Stavamo giusto parlando di regole. Di disciplina. Di orari da rispettare, vero signor Potter?Ora probabilmente alcuni di voi si ritengono al di sopra di simili banalità...- sottolineò sempre  fissando Harry con sguardo feroce -...alcuni credono di  essere già preparati per quello che vi aspetta ...bene, lasciate che vi dica che questi saranno i primi  a lasciarci la pelle.

-Nessuno è mai 'pronto' a sufficienza!La morte incombe su di un auror in modi e forme che voi ragazzini non potreste neanche immaginare...- abbaiò un suo collega dal medesimo aspetto rude.

Alcuni ragazzi indietreggiarono scoraggiati.

-Lo dicono solo per spaventarci, non sarà poi così difficile - disse in tono annoiato un ragazzo biondo seduto una fila davanti a Harry.

-Non per me comunque- gli rispose una ragazza anch'egli molto bionda e sprezzante seduta vicino  a lui.

-Una prima selezione per valutare la vostra idoneità avverrà subito, in questa stanza...ahahah... così vedremo di che pasta siete fatti voi mammolette! - fu annunciato nello sgomento generale- Cominciamo allora... sia fatto entrare... il Cappello!

Il panico generale si tramutò all'istante in uno scroscio di risate non appena fu portato al centro della stanza il Cappello Parlante usato per gli smistamenti, molto più logoro del solito e recentemente rattoppato dopo che Voldemort aveva tentato di bruciarlo.

Gli auror in divisa invece non ridevano, anzi scrutavano il cappello quasi con timore reverenziale.

-Cioè uno stupido cappello dovrebbe avere l'ultima parola riguardo alle nostre possibilità di diventare auror?- commentò la ragazza bionda di prima - Ma è ridicolo!

-Se vuole essere la prima a provare, signorina...

-Arya Black- si presentò lei alzandosi in piedi con fare spavaldo, poi si diresse dove il cappello le fu calato in testa proprio come se si trattasse di una scena di smistamento per case.

Suscitando l' evidente irritazione della ragazza il vecchio cappello si prese il suo tempo prima di mugugnare un 'Ammessa'. Solo allora uno degli auror in divisa le fece segno di accomodarsi in un'altra stanza destinata alle reclute già selezionate, mentre un'altro prese a leggere un elenco di nomi per dare il via all'esame dei candidati a cui fu provato il cappello.

-Bones Susan.

-Ammessa.

-Corner Michael.

-Non ammesso.

Harry non potè dirsi dispiaciuto per l'ex fidanzato di Ginny, che vide levarsi in malo modo il cappello e andarsene scornato urtando parecchie persone sul suo cammino. Varie persone si susseguirono alla prova del cappello e pochissimi furono gli ammessi.

-Malfoy Draco.

Con somma indignazione da parti di molti presenti e con grande sorpresa di Harry fu proprio Malfoy, pallido e taciturno come non mai, a farsi avanti per provare il cappello.

-Ammesso.

Draco senza fare un commento o manifestare gioia si affrettò a raggiungere gli altri candidati selezionati, incurante del mormorio scandalizzato che lo circondava.

-Paciock Neville.

-Non ammesso.

Fu a  quel punto che Harry fece per protestare apertamente, ma l'amico lo prevenne mettendogli una mano sulla spalla.

-Va bene così, per la verità non ci speravo molto- gli confidò  Neville che non sembrava per nulla dispiaciuto, casomai sollevato- ma la nonna insisteva perchè ci provassi...ah pazienza!Vorrà dire che potrò dedicarmi all'erbologia come avevo intenzione di fare fin dall'inizio. Buona fortuna Harry, sono proprio matti se non ti prendono!

-Buona fortuna Neville - Harry ricambiò il sorriso incoraggiante.

- Potter Harry.

Nel solo sentire il suo nome il sorriso di Harry si cancellò all'istante. Era ben consapevole che adesso tutti lo stavano fissando proprio nella maniera in cui odiava essere fissato, con un misto di apprensione e ammirazione. E se non ce l'avesse fatta? E se avesse fatto la figura dello stupido rivelandosi in realtà niente di più che un comune ragazzo ben lontano dalla leggenda in cui tutti credevano?Se non fosse stato all'altezza di suo padre? In sala non si sentiva volare una mosca perchè  l'attenzione di tutti ere catalizzata sull'esame del grande Harry Potter, il Prescelto, colui che aveva sconfitto il Signore Oscuro.

-Ammesso - tuonò il cappello, suscitando uno scroscio di applausi.

Un Harry ubriaco di soddisfazione  raggiunse gli altri ragazzi con andatura incerta nella sala accanto. Quando l'esame dei candidati fu terminato erano state ammesse circa una ventina di reclute che si scambiavano sorrisi carichi di autocompiacimento, tranne ovviamente Malfoy che si era isolato in un angolo buio e lontano dagli altri.

-Bene, vi vedo piuttosto soddisfatti di voi stessi- li schernì l'uomo con metà volto- sciocchi...quella che avete passato è solo una prima selezione, l'addestramento che vi porterà alla qualifica di auror sarà molto più duro e probabilmente nessuno di voi lo porterà mai a termine, deboli come siete...- li fulminò tutti con lo sguardo soffermandosi nuovamente su Harry - ... forse allora alcuni di voi si renderanno conto che salvare il mondo non è una qualifica sufficiente per meritare l'onore di essere un auror.

Se prima Harry aveva avuto l'impressione che ce l'avesse con lui adesso era diventata una certezza.
Fortunatamente poco dopo, scoccando un'ultima severa occhiata alle nuove reclute, quell'uomo inquietante lasciò la sala insieme  a molti altri auror. Rimase al suo posto sulla pedana un uomo dal fisico atletico, sulla trentina, capelli biondi lievemente brizzolati  e intensi occhi blu che richiamavano il colore della divisa. A differenza del collega li accolse tutti con un sorriso cordiale e disponibile.

-Non date troppo retta al comandante Armstrong - esordì in tono confidenziale, qualche ragazza si mise  a ridacchiare- è della vecchia guardia...gente di ferro come il vecchio Malocchio. Sono sicuro che ognuno di voi farà un ottimo lavoro secondo le proprie capacità. Io sono qui per aiutarvi a sfruttare al meglio queste capacità, mi chiamo Ben Allock - si presentò con un mezzo inchino teatrale- Sarò il vostro istruttore per il primo livello, piacere di conoscervi.

-Allock?!- esclamò una ragazza della prima fila con evidente eccitazione- Vuol dire che lei è imparentato con, con...

-Si , sono il fratello meno famoso di Gilderoy Allock- annuì lui con l'aria di chi era ormai abituato alla cosa, molte ragazze ricambiarono il suo sorriso civettando spudoratamente.

Andiamo bene, pensò Harry,se il loro insegnate aveva in comune col fratello oltre al successo con l'altro sesso anche l'abilità con la magia non avrebbero cavato un ragno dal buco esattamente come aveva augurato loro Armstrong.

-Quando cominciamo?- domandò Arya ad alta voce sovrastando gli schiamazzi delle altre ragazze.

-Domani stesso, signorina Black.Intanto potete sistemarvi nei vostri alloggi che sono situati al terzo piano del castello.

-Scusi signor Allock, vuole dire che restiamo ad Hogwarts?!-intervenne un ragazzo alto dai capelli cespugliosi, che Harry riconobbe come uno dei Corvonero che erano rimasti a combattere l'anno precedente.

-Oh, si- confermò l'istruttore- Purtroppo i nostri alloggi insieme a buona parte dell'accademia sono andati distrutti l'anno scorso da...bè immagino lo sappiate. Per questo motivo la preside  McGranitt ha gentilmente acconsentito a cederci un'ala del castello per i nostri allenamenti e naturalmente per voi è stato predisposto un dormitorio . Si tratta di una soluzione provvisoria, ma sono certo che ce la caveremo se ognuno di noi farà la sua parte!- concluse con un ottimismo zuccheroso, molto alla Allock.

Arya Black sbuffò contrariata, ma nessuno parve farci caso contagiati com'erano dall'euforia del primo giorno. Anche  Draco Malfoy fece una smorfia che voleva dire che non era affatto felice di doversi trattenere al castello.

Hogwarts, era tutto ciò che invece pensava Harry in quel momento,dove si sentiva  a 'casa'. Dove c'erano Ginny, Hermione, Luna, Hagrid e dove finalmente avrebbe cominciato il suo addestramento da auror. Non vedeva l'ora.

 

 

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Capitolo 2
*** A Protection against Dark Forces ***


 

 


Hermione, una volta separatasi dall'amico,  ebbe il suo bel da fare ad organizzare in file disciplinate i ragazzini del primo anno, a spiegare loro le regole della scuola e a parlargli dello smistamento che sarebbe di lì a poco avvenuto. Fu sorpresa nel vedere come questi la ascoltavano rapiti, ma aveva ragione di ritenere che i motivi di tali sguardi di ammirazione fossero più dovuti al fatto tutti ormai che sapevano quello che lei aveva fatto l'anno prima che alle noiose regole che stava snocciolando di fronte a loro.

Hermione Granger, Nata Babbana e migliore amica di Harry Potter, il Prescelto, era ormai diventata una leggenda nel mondo magico al pari dei suoi amici.

La ragazza che mal sopportava al pari di Harry tutte quelle attenzioni decise di svignarsela appena possibile affidando i bambini ai prefetti. Quasi senza accorgersene i suoi passi la condussero ai margini della Foresta Proibita. Doveva prendere una boccata d'aria e schiarirsi le idee al riparo da tutti quegli sguardi avidi che aspettavano solo di vederla fare un passo falso.

Se solo avessero saputo come si sentiva veramente, pensava mentre si allontanava dal chiasso del castello,  altro che una grande eroina...pensava che superata la battaglia finale tutto non potesse che andare meglio e invece si era sbagliata. Era stato allora che era crollata. Aveva avuto  'quella che i babbani chiamano una crisi di nervi'  aveva detto il medimago che l'aveva visitata.

Aveva visto troppi morti, troppo sangue, troppo dolore, troppe famiglie spezzate ...il suo cervello aveva detto basta. Aveva tremendi incubi sulla battaglia che la facevano svegliare in lacrime tutte le notti. Piangeva anche di giorno sopraffatta dall'angoscia e poi c'era anche la questione di Ron in sospeso che la faceva stare ancora peggio.

Improvvisamente un sibilo nell'aria la mise all'erta. Un ombra scura strisciava tra gli alberi avvicinandosi  sempre di più.

-Chi c'è?

 Hermione si immobilizzò come se non fosse capace di altra reazione.

-Fatti vedere!- urlò mentre cercava di convincere i piedi a staccarsi dal terreno, ma il panico aveva ormai preso il sopravvento.

 Era ormai paralizzata dalla paura mentre guardava impotente la sagoma di Lord Voldemort  uscire dal fitto degli alberi e incombere su di lei, il volto cadaverico e gli occhi assetati di sangue.  La ragazza estrasse la propria bacchetta cercando di pronunciare quell'incantesimo che le serviva, ma che era come  incapace di compiere.

-Ri...ri...

Voldemort eruppe in una risata malvagia sollevando la bacchetta sulla povera impotente ragazza.

-Riddikulus!

Una voce chiara e decisa risuonò alle sue spalle e il Voldemort-Molliccio si dissolse in tanti palloncini colorati . Hermione tirò suo malgrado un sospiro di sollievo, mentre la paura che era stata risvegliata in lei e che mai l'aveva davvero abbandonata dopo quella notte terribile scemava ad onde dal suo corpo.

Scoprì che l'incantesimo era stato pronunciato da un giovane mago che poteva avere all'incirca la sua età e che stava correndo verso di lei con evidente preoccupazione. Notevolmente alto , aveva i  capelli scuri che gli arrivavano  fino alle spalle e occhi molto verdi e penetranti. Indossava un paio di jeans scoloriti e una camicia nera.

-Tutto bene?- le chiese non appena l'ebbe raggiunta -I Mollicci possono essere delle creaturine fastidiose ma basta un incantesimo Riddikulus per neutralizzarli. Sai, di solito vivono in posti molto bui e umidi, proprio come questa foresta...

-Si, so tutto sull'argomento- Hermione si rese conto di essere stata fin troppo brusca nell'interromperlo e diede in parte colpa all'adrenalina per quella reazione esagerata.

 In parte ovviamente rimaneva colpa di quanto quel ragazzo so-tutto-io spuntato dal nulla fosse irritante. Doveva trattarsi di un nuovo studente perchè Hermione non l'aveva mai visto ad Hogwarts prima di allora.

-Scusa  tanto...sembravi in difficoltà- le fece notare lui sorridendo.

-Io non ero affatto in difficoltà- protestò Hermione automaticamente, lisciandosi nervosamente le pieghe della gonna con entrambe le mani- Ma si può sapere che ci facevi in giro per la foresta? E' proibito a tutti gli studenti.

-Non vale!Potrei farti la stessa domanda.

-E poi dov'è la tua divisa?- ribattè allora Hermione, che riusciva a trovare nelle regole un certo conforto-  Non puoi girare per la scuola senza... è contro il regolamento! E io devo farlo rispettare il regolamento, sono una Caposcuola, la vedi la spilla?

-Sono spiacente...- ma stava ridacchiando, segno che non lo era affatto- ...non lo sapevo. Sono nuovo di qui.

Come aveva sospettato: un novellino che pretendeva di spuntarla con lei quando con tutta evidenza stava infrangendo il regolamento.

-Bene, ma non è una scusa valida!Quindi dieci punti in meno a...a qualsiasi sia la tua casa!E adesso fila in sala grande con gli altri: il banchetto sta per avere inizio.

Non sembrava per nulla impressionato da quella minaccia, ma fece comunque quello che lei diceva senza abbandonare l'irritante sorrisetto allegro. Hermione ebbe dunque il tempo di ricomporsi, prendere un paio di respiri profondi e recarsi a sua volta in sala grande, dove accolse impeccabilmente i piccoli Grifondoro appena smistati.

Sbirciando tra gli studenti dell'ultimo anno tuttavia non riuscì ad individuare il ragazzo di prima. Forse essendo nuovo non era riuscito a trovare la sala grande, pensò Hermione, e fu assalita da una sensazione di rimorso per non avergli dato alcuna indicazione. D'altro canto c'era un motivo se l'avevano chiamata 'sala grande' e cioè che era talmente vasta che bisognava essere stupidi come un troll per non riuscire ad individuarla all'interno del castello. Evidentemente non c'era poi un gran cervello sotto tutti quei bei ricci scuri, si disse.

Salutò Luna al tavolo dei Corvonero e si sedette accanto a Ginny ed Harry.
Un momento... Harry?!?!

-Harry!!Che cosa ci fai qui?

-Sorpresa. Pare che le nuove reclute dovranno stare qui quest'anno...- e prese a raccontarle quello che era successo all'esame dei candidati.

In effetti Hermione notò una manciata di ragazzi senza la divisa della scuola seduti in fondo ai tavoli delle rispettive case, probabilmente per abitudine. Al tavolo dei Serpeverde riconobbe il volto pallido di Draco Malfoy, che stava parlando con una ragazza bionda che Hermione non conosceva.

-Anche Malfoy!- esclamò Ginny piuttosto indignata- Con che faccia ha il coraggio di farsi rivedere qui?!

-E' stato scelto Ginny, non possiamo farci niente- disse Harry pratico.

-No, non possono accettarlo, tu non lo sai che cosa ci ha fatto passare sotto i Carrow...- insistette la rossa.

-Forse ... forse si è pentito- azzardò Hermione debolmente.

-O forse ha in mente qualcosa-  Harry non aveva perso di vista un momento il tavolo dei Serpeverde - lo terrò d'occhio e se farà anche un  solo passo falso questa volta lo smaschererò.

-Stai attento, potrebbe giocarti qualche brutto scherzo- intervenne Ginny preoccupata.

-Oh, smettetela, non vi ha ancora fatto niente e nemmeno sembra avere cattive intenzioni- li riprese Hermione - piuttosto chi è la ragazza ? Sembra conoscerlo.

-Si chiama Arya Black- rispose Harry -ma non so altro .

-Anche a lei sta attento- puntualizzò Ginny, che  già scrutava la ragazza con sospetto.

-Potrei avere un attimo di attenzione...- la voce autoritaria della preside riempì la sala facendo si che tutti si voltassero verso il tavolo degli insegnanti - Innanzi tutto diamo tutti insieme il benvenuto all'Istruttore Capo del dipartimento Auror del Ministero che avremo il piacere di ospitare con le sue reclute in questo castello fino a data da decidersi...

Gli applausi che seguirono furono quasi tutti rivolti direttamente ad Harry più che all'istruttore Capo Allock, che comunque non smise di sorridere gioviale.

-Posso garantirvi che la loro presenza non influirà in alcun modo sul normale svolgimento delle lezioni, nondimeno sono sicura che vi sarà la massima collaborazione da parte vostra per farli sentire i benvenuti- proseguì la McGranitt - Passo ora a  presentarvi i nuovi membri del corpo insegnante: la professoressa Adela Marchebanks, che mi sostituirà nella cattedra di Trasfigurazione...

Una donna altera completamente vestita di nero si alzò per ricevere un breve applauso, fissando ad uno ad uno i volti degli studenti come se si trattasse di classificare una serie di nemici.

-E' lei!- bisbigliò Harry ad Hermione - E' lei che ho visto uscire dall'ufficio della McGranitt!

-In effetti ha un aspetto così ... tetro- convenne Hermione, che raramente si permetteva di criticare un insegnate.

-...la professoressa Katerine Van Allen che insegnerà Babbanologia, materia obbligatoria da quest'anno...

Un'altra donna più giovane, prosperosa e dall'aria decisamente svampita si alzò facendo tintinnare le varie catenine che aveva al collo e agitò una mano per salutare gli studenti come avrebbe fatto una bambina di cinque anni. Generosi furono gli applausi maschili e qualcuno si sbilanciò pure in qualche fischio d'approvazione per il generoso decolté  della docente.

-...e infine il professor Adrian Hardgraves che sarà il vostro insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.

Fu allora che con un brivido Hermione riconobbe il ragazzo di poco prima,  fino ad allora rimasto tranquillamente seduto al tavolo dei professori, alzarsi e ricevere un applauso molto entusiasta soprattutto dalle studentesse più giovani.

Perfino Hermione dovette riconoscere che dopo avere avuto come insegnanti di Difesa Malocchio Moody e Severus Piton un bel ragazzo giovane e prestante fosse un piacevole cambiamento...non che l'aspetto contasse , si disse la ragazza, la sua valutazione era puramente oggettiva. Quello che era veramente importante erano l'esperienza, la competenza e la responsabilità. La Grifondoro dubitava seriamente che un insegnante che a sua volta doveva essere appena uscito dai banchi di scuola possedesse queste qualità. Poteva avere al massimo uno o due anni più di loro, praticamente un principiante.

Fu allora che lui le rivolse un sorriso splendente e la ragazza si sentì morire.

-Oh no, oh no, oh no...- Hermione si  prese la testa tra le mani.

- Cosa c'è? Un'altra crisi di panico?!- i suoi amici si avventarono su di lei pronti a  sostenerla.

-No!- Hermione emise un basso gemito- Ho appena aggredito verbalmente un insegnate! Adesso non otterrò mai il massimo dei voti nella sua materia...

Sia Harry che Ginny la guardarono straniti finchè la ragazza non raccontò del suo precedente incontro.

-Ma dai...se se la fosse presa avrebbe potuto infierire prima- le fece notare Ginny ridacchiando-E poi se non ottieni tu il massimo dei voti chi può farcela?!

In effetti Hermione riconobbe che era stato molto gentile a non farle notare la sua pessima figura. O forse contava di fargliela pagare in sede scolastica, proprio come lei temeva. Inoltre non era affatto sicura che quell'anno avrebbe meritato il massimo dei voti in Difesa visto come non era stata capace di affrontare nemmeno uno stupido Molliccio.

Finita la cena Harry dovette salutare gli altri per unirsi al suo gruppo, che Allock stava radunando, seguito dagli sguardi attenti ed ammirati della sala. Rinunciò a dare un bacio a Ginny proprio perchè era consapevole che tutti lo stavano guardando e la rossa dovette accontentarsi di una sua goffa manovra per darle un mezzo abbraccio. Quasi quasi  si aspettava una battuta tagliente di Malfoy a riguardo, invece l'ex Serpeverde non lo degnò neanche di uno sguardo. Sembrava davvero volersene stare solo per conto suo.

Harry si domandò ancora una volta che cosa l'avesse spinto ad iscriversi all'Accademia.

Gli alloggi che erano stati loro destinati al terzo piano erano molto di fortuna e si vedeva. Una stretta scala a chiocciola portava alla più vecchia e misera delle soffitte in disuso, dove erano stati predisposti dei traballanti letti a castello che minacciavano di cadere da un momento all'altro. Il bagno purtroppo era uno solo in comune per tutti e dall'aspetto sembrava che nessuno lo usasse più dai tempi dei fondatori.

-E' uno scherzo spero...e qui ci dovremmo dormire?- protestò Arya Black davanti al loro istruttore.

-No naturalmente- rispose un serafico Allock- prima di dormire vi conviene dare una bella pulita, non vedete come è pieno di polvere e di ragnatele... Per Merlino, qui non ci viene nessuno da secoli!Troverete tutto il necessario in quello sgabuzzino, stracci, scope e tutto il resto...

-Sembriamo per caso dei domestici?- commentò Draco col medesimo sdegno.

-Mmm...- Allock finse di pensarci seriamente- No, a me sembrate delle giovani e pimpanti reclute che domani devono trovarsi in sala grande alle sei precise- a quel punto, davanti ai gemiti dei suoi allievi per quella pessima notizia,  l'istruttore assunse un tono quasi confidenziale- In effetti è meglio che cominciate subito a pulire se volete avere qualche ora di sonno prima dell'inizio dell'addestramento... mi raccomando siate puntuali, nessuno escluso!Buona notte!

Rassegnati,  i ragazzi avanzarono nella soffitta- dormitorio facendosi largo tra detriti , vecchi bauli, scatoloni ammuffiti e altre cianfrusaglie. Miracolosamente riuscirono a trovare posto per sè e per le proprie cose ammucchiando il tutto da un lato della stanza. Riservandosi di decidere in seguito su tutto il resto, pulirono giusto attorno alla zona letto e riassettarono come poterono i materassi laceri che erano stati loro assegnati impiegando una buona ora a rendere almeno utilizzabile il bagno comune.

Anche se si trattava di una sistemazione scomoda e provvisoria Harry da parte sua non si lamentava: aveva dormito anche in posti peggiori durante la sua permanenza a casa Dursley. Tutti gli altri invece trovano da ridire, soprattutto le ragazze, ma dopo le pulizie forzate erano troppo stanchi per non addormentarsi comunque non appena toccarono il cuscino.

Fu allora che Harry avvertì qualcosa di duro sotto il proprio, allungando la mano sotto di esso  scoprì quello che sembrava un pezzo di pergamena appallottolata. Al suo interno trovò una catenina  sottile in oro bianco  con un piccolo ciondolo di smeraldo. Harry esaminò il gioiello alla fioca luce della bacchetta.

La pergamena che l'aveva avvolto recitava semplicemente 'Una protezione contro  forze oscure. A.'

 

 

 


 

 

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Capitolo 3
*** A. ***


 





La prima notte trascorse tranquillamente eccetto per quando un ragazzo cadde dal terzo piano di letti a castello e una ragazza si svegliò strillando per aver  scoperto una nidiata di ratti sotto le sue coperte. Era ormai tragicamente chiaro che nessuno di loro aspiranti auror si era mai  sprecato ad imparare semplici incantesimi di pulizia. Harry dormì a stento continuando a rigirarsi la collana tra le mani pensieroso. Era stupido pensarlo, ma quel gioiello sembrava diventare sempre più liscio e brillante man mano che passava  tra le sue dita. E una strana idea gli balenò nella mente.

Stava per cominciare il suo primo giorno di addestramento e all'ovvia tensione si aggiungeva un fastidioso senso di inadeguatezza. 'Una protezione contro forze oscure' recitava il biglietto. In fondo che male poteva fare un po' di protezione in più? Inoltre era un regalo da parte di A. , poteva essere A come Albus?

 Eppure una parte di lui gli suggeriva di non correre il rischio, date le sue precedenti esperienze con gli oggetti misteriosi trovati per caso. Poteva essere una trappola, ma ormai chi avrebbe potuto desiderare fargli del male?

Trepidante, Harry si fece passare la catenina intorno al collo. Attese qualche minuto ma non successe niente. La collana rimaneva immota e fredda a contatto con la sua pelle come un qualsiasi gioiello.

-Che cosa significa?- sentì una voce femminile piuttosto irritata salire progressivamente di volume.

Qualcun altro rise.

-Oh, questi? Li abbiamo solo messi al loro posto... dove anche voi dovreste stare.

Harry si alzò insieme agli altri ragazzi della camerata  avvicinandosi alla fonte del tumulto. Scoprì così che i bauli di Draco e di Arya erano stati svuotati nottetempo e il loro contenuto, vestiti ed altri effetti personali, ora giaceva indiscriminatamente insieme alla spazzatura che i ragazzi avevano ammucchiato la sera prima. I due ora stavano salvando il salvabile a colpi di bacchetta, Arya sembrava la più inviperita mentre Draco sembrava quasi aspettarsi qualcosa del genere. Harry continuava a non spiegarsi il suo atteggiamento così dimesso, certo, la guerra aveva cambiato molte cose ma vedere Malfoy che non reagiva a una provocazione quando lui stesso ne aveva impartite molte in passato gli sembrava surreale.

Qualunque fosse la ragione del suo atteggiamento Draco non riuscì a frenare Arya, che al contrario aveva già indirizzato uno schiantesimo verso un ragazzo che si era permesso di commentare il colore della sua biancheria sparsa sul pavimento. La reazione degli altri fu violenta e immediata e presto lei e Draco si ritrovarono circondati da una decina di bacchette alzate.

-Questo è solo un avvertimento-  disse un ragazzo scuro e robusto facendosi avanti calpestando volutamente una pila di vestiti- non siete i benvenuti qui, nessuno dei due, e non avete motivo di restare.

-Le nostre motivazioni non ti riguardano- ribattè Draco, che Harry notò essere insolitamente calmo- e adesso levati di torno insieme ai tuoi coraggiosi amici.

-Non mi piace avere a che fare con i Mangiamorte, Malfoy - ribattè questi senza accennare a spostarsi di un millimetro- ... e nemmeno coi loro figli - aggiunse rivolto ad Arya, il cui volto ora minacciava tempesta.

-Credi di farmi paura Morgan Shakebolt?Solo perchè tuo padre è il nuovo Ministro della Magia, ma non lo sai che i ministri vanno e vengono, specialmente di questi tempi...- concluse la ragazza con un vago accenno di minaccia che non passò inosservato.

Infatti Morgan Shakebolt si irrigidì e gonfiò il petto in maniera impressionante, fece un passo avanti mentre la mano che impugnava la bacchetta ebbe un fremito.

-Ripetilo se ne hai il coraggio- ringhiò rivolto ad Arya, che a sua volta sembrava pronta allo scontro.

-Te la prendi con una ragazza Shakebolt? - anche Draco fece un passo avanti-Avevo sentito che i Grifondoro fossero cavallereschi.

-D'accordo, adesso basta- Harry si portò al centro del semicerchio tra i tre contendenti- non è questo il momento, l'istruttore ci aspetta.

-Oh, San Potter...cosa faremmo senza di lui e i suoi preziosi consigli?!- commentò Draco sarcastico.

-L'hai sentito: questo schifoso Mangiamorte vuole farsi spaccare la faccia. Sarebbe poco cavalleresco non accontentarlo - infierì Morgan.

Gli altri ragazzi fiutando la rissa si erano già posizionati agli angoli di un immaginario ring, gli sguardi che vagavano ansiosi da Harry, a Morgan , a Draco.

-Ho detto di lasciar perdere- ripetè Harry con fermezza- Siamo tutti qui per l'addestramento giusto? Abbiamo un obbiettivo in comune ma non lo raggiungeremo mai se cominciamo ad azzuffarci  tra di noi... dopo dovremo pensare insieme anche ad una soluzione per gli alloggi, non sarà un problema se ci metteremo d'accordo nel fare dei turni.

Morgan si guardò intorno torvo, ma era chiaro che la maggior parte degli altri stava  dalla parte di Harry, dopotutto era lui il loro salvatore, l'eroe del momento. Decise quindi di lasciar perdere la lite come gli era stato consigliato, ma prima di uscire sbarrò la strada ad Harry con il suo fisico imponente.

-Giusto per la cronaca Potter - sibilò- Io non mi darei troppe arie solo perchè questo branco di rammolliti ti ritiene un dio in terra . Sappiamo entrambi che senza l'aiuto di mio padre e di un centinaio di altri eroi come lui a quest'ora tutto sarebbe perso e tu saresti morto.

-Non ho mai detto di avere fatto tutto da solo- chiarì Harry, fermo sul posto  - Non so dove sarei ora senza il sostegno dei miei amici, la fiducia di quelli che hanno creduto in me fino alla fine e il sacrificio di tante persone  a me care ... ma so che se non ti sposti da davanti adesso te ne farò pentire.

Harry era stanco. Stanco di quelli che dubitavano del fatto che potesse combinare qualcosa da solo come di quelli che lo credevano onnipotente. Aveva sperato che la fine della guerra potesse servire a questo, ad essere solo Harry Potter, recluta del Dipartimento Auror, senza dover continuamente fare i conti con quello che gli altri si aspettavano da lui. Ora era determinato a diventare un auror con le sue sole forze ed era pronto ad abbattere qualunque ostacolo  si frapponesse tra lui e il suo obbiettivo, anche se costui aveva la corporatura di un armadio.

Perfino Morgan Shakebolt avvertì quella determinazione bruciare nei suoi occhi perchè, pur controvoglia,  si spostò per lasciarlo passare senza aggiungere altro.

-Sei meno un quarto gente, muoviamoci- concluse Harry ancora ardente, nessun altro osò commentare e lo seguirono in silenzio, perfino lo sguardo così sprezzante di Arya Black tradì uno sprazzo di ammirazione per il suo temperamento.

 Harry si sentiva stranamente appagato del suo ruolo di leader  e la collana di smeraldo brillò sotto la sua camicia, o almeno così gli sembrò.

Alle sei meno cinque erano tutti schierati in sala grande, pronti per cominciare il primo giorno di addestramento.

Tutti tranne l'Istruttore Capo Allock che non si fece vivo fino alle nove e un quarto, spettinato e ancora mezzo dormiente.  Indossava la stessa divisa blu notte della sera prima,  solo che ora recava evidenti segni di rossetto sul colletto della camicia spiegazzata.

-Scusate tanto ragazzi...- biascicò mentre si stiracchiava con calma- credo di aver approfittato un po' troppo dell'ospitalità del talamo di una deliziosa amica. I maschietti sanno quello che intendo, giusto? Ricordate ragazzi: le donne vanno sempre trattate come fiori delicati, fatelo e la loro corolla si schiuderà per voi ogni qual volta lo desidererete- annuì  con sè stesso come se avesse appena proferito una grande verità.

-Signore... e l'addestramento?- chiese qualcuno poco dopo.

-Oh, giusto!Visto che ci siamo tutti possiamo anche cominciare- disse con disinvoltura, come se non fosse colpa sua lo scandaloso ritardo con cui avrebbero cominciato- innanzi tutto vorrei farmi un'idea di quello che è il vostro livello iniziale, perciò vorrei che tutti ora mi facessero vedere come sanno far levitare queste sedie...

Nessuno si sarebbe mai aspettato una richiesta così facile.

-...senza usare la bacchetta- concluse l'istruttore, cancellando all'istante molti sorrisi.

Seguirono cori di sentite proteste.

-Ma come?

-Senza usare la bacchetta?!

-E' impossibile!

-Dovete solo trovare il modo di canalizzare la vostra magia attraverso al concentrazione - spiegò Ben Allock tranquillamente- dovete vederlo nella vostra testa. Un auror deve saper usare la bacchetta, certamente, ma deve anche saper sfruttare qualsiasi altra arma a sua disposizione. E si dà il caso che la vostra mente sia anche la vostra arma migliore.

L'istruttore tese un braccio e la pesante sedia di mogano davanti a lui si mise a fluttuare a circa venti centimetri dal pavimento .

-Naturalmente senza bacchetta si possono compiere solo piccoli incantesimi come questo, che tuttavia possono rivelarsi molto utili se mai vi troverete disarmati di fronte al vostro avversario- proseguì - ora provate voi, usate la mente!

I ragazzi entusiasmati fecero subito un tentativo, ma i loro sforzi portarono a ben pochi risultati. Qualcuno riuscì  a far traballare la sua sedia, altri la sollevarono appena.

-Continuate a provare, non scoraggiatevi! Concentrazione- continuava a ripetere Allock, girando tra di loro per distribuire consigli e incoraggiamenti- Molto bene così. Guardate, la signorina Black ce l'ha fatta!

In effetti la sedia di Arya si era sollevata un po' più delle altre salvo poi finire addosso a un altro ragazzo, facendolo capitolare a terra.

- Non l'ho fatto apposta- disse la ragazza senza la minima convinzione.

Non appena ebbe raggiunto la concentrazione adeguata la sedia di Harry spiccò un balzo in alto che fece restare tutti ammutoliti... e non era nemmeno così difficile come si aspettava! Era quello che provava  in quel momento, come se potesse irradiare potere da tutti i pori della sua pelle. Poteva fare di più, se lo sentiva.

Quando anche un tavolo dall'aspetto massiccio si sollevò di un paio di centimetri da terra tutti lo fissarono ammirati. Partì un caloroso applauso , in fondo non ci si poteva aspettare nulla di meno dal Prescelto.

-Ottimo! Ottimo, signor Potter!- cinguettò Allock.

Harry dovette ricredersi sulla sua ipotesi iniziale, anche se era un libertino senza pudore Ben Allock era davvero un bravo insegnante. Grazie a lui alla fine della giornata tutti erano riusciti a sollevare qualcosa senza usare la bacchetta. In compenso si sentivano enormemente svuotati della propria energia, che senza l'ausilio della bacchetta poteva essere difficilmente controllata.

Harry al contrario non si sentiva affaticato per niente,anzi... era come se le sue energie si fossero moltiplicate. Provava una sensazione edificante quanto un'overdose di Felix Felicis, tanto che non riusciva più a  ricordare come mai avesse temuto tanto di non essere all'altezza di diventare un auror. Ormai poteva fare qualsiasi cosa.

-Tu, prima l'hai fatto apposta-accusò il ragazzo di prima rivolto verso Arya - pretendo delle scuse!

-Se non sei abbastanza sveglio da schivare una sedia mi domando cosa farai con una maledizione- rispose lei tranquillamente- e vorresti diventare un auror? Per favore...

-E tu allora? E' risaputo che tutta la tua famiglia stava con tu-sai-chi ... poi se permetti, sono stati eliminati uno dopo l'altro ed è stato meglio così.

Harry, fiutando l'aria che tirava e forte del suo  ruolo di leader, si mise di nuovo in mezzo.

-Non ci saranno altri incidenti di questo tipo, mi sono spiegato?- disse a voce alta  rivolto a tutti, che con un certo timore si avviarono verso gli alloggi in silenzio, poi si rivolse direttamente ad Arya -Quanto a te... ti conviene smetterla di provocare gli altri, non sai come potrebbero reagire.

-Altrimenti?- cantilenò la ragazza in tono di sfida.

Con una irruenza che non gli apparteneva Harry la sbatté al muro più vicino tenendola per i polsi.
La pietra della sua collana riluceva come non mai da sotto la maglietta.

-Altrimenti potrei arrabbiarmi sul serio - scandì lentamente.

-Magari voglio vederti arrabbiato- ribattè lei - sento cose troppo diverse sul Prescelto, magari voglio vedere di cosa sei davvero capace.

Per tutta risposta Harry la schiacciò maggiormente tra il suo corpo e il muro. Le percorse il profilo dell'orecchio con la lingua facendola ansimare  sorpresa per poi morderle il lobo abbastanza forte da fare uscire qualche goccia di sangue.

-Ti conviene non scoprirlo mai...- ma una parte di lui si rese conto che non poteva essere la sua voce a parlare.

Gli piaceva il sapore di quel sangue. Avrebbe voluto averne di più e già che c'era avrebbe potuto avere anche qualcos'altro da quella piccola impudente... Solo il pensiero improvviso di Ginny che gli attraversò dolorosamente il cervello  lo costrinse a fermarsi. Lasciò la presa sui suoi polsi e si allontanò il più velocemente possibile.

Perchè l'aveva fatto?

Non era stato lui a fare o pensare quelle cose, o almeno non direttamente... era stata la collana a indurlo a questo? Harry se la tolse immediatamente ed in effetti ora si sentiva più lucido e tremendamente in colpa per il suo atteggiamento di poco prima. Si rese anche conto che indossarla era stata una pessima idea, una di quelle che Hermione gli avrebbe impedito anche solo di concepire.

Doveva sbarazzarsene al più presto,prima che una scena come quella di prima potesse ripetersi. Senza pensarci troppo gettò la collana nel caminetto. Questa non appena venne in contatto con le fiamme emise un basso sibilo, potevano essere delle parole in serpentese, ma Harry non avrebbe saputo dirlo con certezza avendo perso la capacità di parlarlo insieme al frammento di anima di Voldemort.

 Poi improvvisamente la collana, come mossa da una volontà propria, tornò indietro avvinghiandosi al suo collo e cominciando a stringerlo in una morsa spietata. Harry lottò contro il gioiello maledetto,ma inutilmente. Se solo avesse tolto una mano dalla gola per riuscire a prendere la bacchetta lo avrebbe strangolato.

-Finite Incantate.

Harry si ritrovò ansimante sul pavimento, qualcuno era intervenuto con un incantesimo per liberarlo dalla presa della collana, che adesso si contorceva poco lontana da lui come avrebbero fatto  le spire di un serpente. Sollevò lo sguardo incredulo verso il mago che stava a pochi passi da lui.

-Mi hai salvato la vita...- rantolò.

-Davvero ? Siamo pari allora- commentò freddamente Draco Malfoy.

-Perchè?- ansimò di nuovo Harry massaggiandosi il collo dolorante con una mano.

-Oh, non t'illudere Potter : questo non fa di noi migliori amici- chiarì il ragazzo-  Se fossi crepato così quando io sono l'unica persona nei paraggi a chi credi avrebbero dato la colpa della tua stupidità?! E in questo momento non posso proprio permettermi un'accusa di omicidio.

-Certo che no, interferirebbe coi tuoi piani- insinuò Harry.

-Piani?- Draco trattenne a stento una risata priva di allegria- Non ci arrivi proprio vero?Ho chiuso coi piani. Ho chiuso con te e la tua banda di ficcanaso. Non voglio problemi, ma naturalmente mi illudo dato che dove sei tu i problemi non sembrano mai venire a mancare...Detesto questo posto e non ci avrei mai più messo piede se solo non...

-Se solo...- Harry lo esortò a continuare.

-E' una delle condizioni- confessò infine, come se gli costasse uno sforzo notevole- per il rilascio sulla parola dei miei genitori. Devo diventare un auror a qualsiasi costo Potter e se dovrò continuare a salvarti la vita per riuscirci sta pur certo che lo farò.

E non ne sembrava particolarmente felice.

A fronte di quella rivelazione entrambi evitarono di guardarsi in faccia, l'attenzione di Harry fu attirata  quindi dalla collana che aveva smesso di dibattersi e giaceva ora immota sul pavimento.

-Ehi, quello non c'era prima!- esclamò indicando uno stemma nero inciso sulla pietra che a quanto pare le fiamme avevano rivelato- Che cosa significa?

Anche Draco ora fissava il gioiello con interesse o forse era solo sollevato di poter cambiare argomento.

-E' lo stemma dei Gaunt...andiamo, tutti i  maghi  lo sanno-sottolineò,  e ovviamente per maghi intendeva i purosangue- si dice che i Gaunt siano gli ultimi discendenti rimasti di Salazar Serpeverde. Ma questa non può essere...Come l'hai avuta?

-Qualcuno me l'ha lasciata con un biglietto- tagliò corto Harry.

I Gaunt, pensava intanto, tanto per cambiare gli antenati di Voldemort erano implicati.

-La leggenda dice che Salazar possedesse un amuleto... una collana che accresceva a dismisura i poteri del mago che la portava, ma allo stesso tempo poteva far riaffiorare la sua parte più oscura e ambiziosa- continuò Draco - per volere degli altri fondatori egli stesso smise di portarla e da allora se ne è persa traccia.

Tutto in effetti tornava: la sensazione di onnipotenza che l'aveva pervaso mentre la indossava, il suo potere che sentiva crescere ed espandersi fino ad offuscargli la ragione. Il gioiello di Salazar gli era stato mandato da A.  che a questo punto non poteva essere Silente.

A. voleva la sua morte? A come Arya, pensò.

-Cosa sai di Arya Black?- chiese tutto d'un fiato.

-Non è stata lei se è quello che stai pensando- Draco sembrava avergli letto nel pensiero- Non lo farebbe mai, anche lei ci tiene a diventare un auror senza...incidenti di percorso.

-Sembri conoscerla molto bene- insistette Harry.

-Non molto, per la verità- lo corresse Draco - ma siamo imparentati alla lontana: suo padre Regulus era un cugino di mia madre e sua madre era una Hardgraves, che è un'altra famiglia purosangue che ha dei capostipiti in comune con i Malfoy ...

 Harry si dovette sorbire un breve comizio sulle nobili origini del casato prima di ottenere altre informazioni più sostanziose.

-...comunque lei non l'ha nemmeno vista la guerra. Viveva  in Francia con degli zii da quando i suoi genitori sono morti , poi anche loro sono scomparsi in circostanze non del tutto chiare. Lei e suo cugino sono da poco tornati in Inghilterra dall'unica parente disposta a ospitarli , l'ultima degli Hardgraves in vita, nella cui tenuta si dà il caso che sia ospitata attualmente anche la mia famiglia, da quando tutti i nostri beni sono stati confiscati- concluse con malcelata amarezza- E' lì che l'ho conosciuta.

-E come si chiama quella donna, l'ultima degli Hardgraves?

- Agnes, perchè?

Harry si rese conto improvvisamente di quanti e quante A ci fossero intorno a lui, senza che ci avesse mai fatto caso prima. Impossibile scoprire quale di essi gli avesse recapitato l'amuleto di Salazar.

Intanto prese atto che i timori di Ginny per la sua sicurezza non erano infondati. Non era ancora terminato il suo primo giorno di addestramento e aveva già rischiato la vita, e, cosa ancor più straordinaria, Draco Malfoy gliela aveva appena salvata.

 

 


 

 

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Capitolo 4
*** MorthSeek ***


 

 

 

 

Le lezioni ad Hogwarts erano riprese in un'atmosfera surreale: gli alunni entravano e uscivano dalle aule, chiacchieravano nei corridoi e passeggiavano nei pressi del lago. Poteva sembrare ad un primo sguardo che la guerra non ci fosse mai stata. Invece  alcuni segni indelebili erano rimasti: c'erano stati dei morti per quegli stessi corridoi che adesso venivano percorsi indiscriminatamente da figli, amici e compagni delle vittime come degli assassini. L'astio tra Grifondoro e Serpeverde era se possibile aumentato e non passava giorno che Hermione in qualità di Caposcuola non fosse costretta a sedare litigi tra gli appartenenti alle due case.

Gli insegnanti facevano del loro meglio per tenere la situazione sotto controllo, disgraziatamente alcuni facevano anche troppo. Katerine Van Allen per esempio , che nel ruolo di insegnante di Babbanologia avrebbe dovuto avere il delicato compito di promuovere la cooperazione tra maghi e babbani, decise di farlo  a modo suo istituendo quello che lei chiamava il Cerchio dell'Amicizia.

In pratica le sue lezioni avevano la stessa scaletta di un gruppo di alcolisti anonimi: ci si metteva tutti in cerchio e ognuno doveva raccontare i suoi problemi agli altri, che avrebbero dovuto ascoltare con 'comprensione e rispetto ' , alla fine la professoressa scoppiava  quasi sempre in lacrime e abbracciava forte chi si era confidato. Andò a finire che le ragazze le raccontavano i soliti insulsi drammi d'amore, su cui ricevevano i consigli da una che a suo stesso dire ' ne aveva fatti passare di uomini' , mentre i ragazzi continuavano ad inventarsi problemi esistenziali assurdi ed improbabili solo per ricevere un caloroso abbraccio dalla prosperosa insegnante.  La docente sembrava piacere a tutti perchè non si arrabbiava mai, non dava mai compiti e girava per il castello svestita come una coniglietta di Play Boy.

Hermione trascorreva quelle ore isolata dal resto della classe, fredda e indifferente alla spazzatura che spacciavano per Babbanologia. Ascoltare quei discorsi idioti sulle creme autoabbronzanti o su come bisogna vestirsi per piacere a un ragazzo le facevano una gran rabbia pensando ai veri problemi che gravavano su di loro, ai morti, alla guerra e a come ciò aveva cambiato la sua vita. Finchè un giorno decise che non ne poteva davvero più.

-Professoressa Van Allen...- disse alzandosi in piedi.

-Quante volte ti devo dire di chiamarmi Kate, sciocchina!- la riprese quella- Io sono tua amica, devi sentirti libera di parlare di qualsiasi cosa con me senza formalità.

-Professoressa- insistette Hermione - posso andarmene?

-Oh, tesoro...perchè vorresti andartene? - la donna sbatté le lunghe ciglia, che Hermione sospettava essere finte, senza dar segno di capire- Se hai un problema perchè non ne parli nel Cerchio dell'Amicizia?! Noi siamo qui per te!

-Perchè ritengo questa lezione inutile e sinceramente conosco modi migliori per sprecare il mio tempo- disse tutto d'un fiato.

Un brusio concitato percorse l'intera classe nel sentire proprio lei parlare a quel modo, inutile dire che la Van Allen sembrava l'unica a non afferrare il punto.

-Ragazzi, calmatevi per favore- mormorò la professoressa con la sua solita voce zuccherosa- la vostra compagna  ha appena espresso una sua opinione e sapete benissimo che dobbiamo sempre rispettare le opinioni di tutti. Grazie Hermione per la tua sincerità, ricorda che ti vogliamo bene!!Facciamo tutti un applauso per Hermione!

La Grifondoro uscì senza degnarla di un altro sguardo.

-Ehi, Greengrass dove corri?- aveva urlato un Grifondoro del settimo anno a una Serpeverde del sesto.

Lungo il corridoio molti studenti si erano fermati a guardare pregustandosi la scena, nessuno di loro aveva la minima intenzione però di aiutare la malcapitata.

Astoria aveva affrettato il passo , ma la strada le era stata bloccata da altri due studenti dall'aria minacciosa.

-Dove scappa una piccola schifosa Serpeverde così di fretta?- chiese ad alta voce quello di prima, afferrandole un braccio e facendole cadere i libri che portava.

-Non toccarmi- rispose lei cercando di mantenersi calma.

-Oh, non possiamo toccarla solo perchè è una preziosa Purosangue.

-Avrà paura che la contaminiamo.

-Lasciatemi in pace, io non vi ho fatto niente- si difese la ragazzina.

-Altrimenti ci lanci una maledizione Greengrass? Hai fretta di finire ad Azkaban insieme ai tuoi genitori Mangiamorte?

-Anche lei è una Mangiamorte, prendetela!- urlò qualcuno.

La povera ragazza assistette impotente mentre gli altri si stringevano intorno a lei in un cerchio sempre più piccolo.

-Lasciatela stare - si era messa a strillare Hermione mettendosi davanti ad Astoria, mentre le stringeva sempre di più  senza permetterle di avanzare- Sono una Caposcuola, lasciateci passare! Smettetela subito!

-Tu stanne fuori Granger, non ce l'abbiamo con te.

-Già, i genitori di quella hanno ferito mio fratello!

-Levati di mezzo stupida Sangue Sporco-  le intimò una ragazza Corvonero piuttosto esaltata- sono questioni tra maghi!

Era il delirio, pensò Hermione.

Forse con un incantesimo avrebbe potuto farsi strada tra i suoi compagni impazziti,estrasse quindi  la sua bacchetta ma si bloccò immediatamente. Quel frastuono era come quello che aveva sentito quella notte rimbombare negli stessi corridoi. Immagini terribili le invadevano la mente impedendole di raggiungere la concentrazione necessaria a produrre qualsiasi incantesimo abbastanza potente da proteggere entrambe, ormai circondate. Astoria , tremante dietro di lei, le afferrò la mano per farsi coraggio. Hermione , non meno impaurita, la strinse forte e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì realizzò che qualcosa di luminoso e incandescente aveva costretto gli aggressori ad indietreggiare, adesso tutti loro stavano fissando qualcosa nella direzione opposta. Riuscì a vederlo anche lei solo quando la folla si aprì in due ali per lasciar passare Adrian Hardgraves , furente come non lo avevano mai visto. Il professore teneva ancora sollevata la sua bacchetta per formare una cupola dorata attorno ad Astoria ed Hermione.

Contrariamente a quanto aveva pensato inizialmente il professor Hardgraves era di gran lunga il miglior insegnante  tra quelli che erano capitati loro quell'anno. Oltre ad evitare di rinfacciarle in qualsiasi modo la sua pessima figura, si era dimostrato molto competente nella sua materia. Era disponibile con tutti i suoi studenti senza essere troppo permissivo e nonostante fosse quasi loro coetaneo era riuscito in breve tempo a farsi rispettare in quanto docente, evitando tuttavia di arrivare a imporsi.

Ma a parte le sue lezioni Hermione apprezzava il fatto che fosse l'unico a cercare di fare qualcosa per fronteggiare le frequenti crisi tra studenti.

- Voi tutti sappiate che non ho intenzione di tollerare un simile atteggiamento da parte vostra- esordì  in un tono basso e minaccioso che nessuno gli aveva mai sentito usare- Sapete, dopo quello che è appena successo qui  mi aspettavo più giudizio da voi... guardatevi: degli stupidi bambini che ripetono parole e atteggiamenti degli adulti senza nemmeno conoscerne il significato. Vi comportate come delle bestie, non come dei maghi.

-Professore...non crede di esagerare? In fondo le abbiamo detto solo una parola- tentò di dire in parte imbarazzato uno spavaldo Grifondoro, come se linciare una persona nei corridoi fosse in fin dei conti un simpatico scherzo.

Bastò uno sguardo particolarmente tagliente dell'insegnante per metterlo a tacere.

-Solo una parola?- ripetè Adrian Hardgraves -  Ma è esattamente così che è cominciato tutto. E' cominciato quando qualcuno ha pensato di arrogarsi il diritto di decidere chi era degno o meno di avere dei poteri e qualche pazzoide si è inventato le parole Mezzo-sangue, Purosangue, Nati  Babbani :  parole che  hanno  avuto il potere di far scoppiare guerre e di uccidere le persone.

Nessuno aveva osato più ridere a quelle parole, anzi nell'intero corridoio non si sentiva volare una mosca.

-I vostri compagni che sono morti qui lo hanno fatto per difendere il diritto di tutti a vivere in pace, ricordatelo sempre ... - concluse il professore riguadagnando la calma come se quella tempesta nei suoi occhi non ci fosse mai stata-  ...se non per voi stessi almeno fatelo per rispetto verso di loro.

Il corridoio si svuotò in meno di un minuto, lasciando solo Hermione e Astoria immobili sul posto.

-Tutto bene?- ad un cenno affermativo delle ragazze il professore aggiunse-  Hermione, posso chiederti di accompagnare la signorina Greengrass nel suo dormitorio? Poi vieni nel mio ufficio, devo parlarti.

La ragazza annuì, ancora piuttosto scossa.

Vide Adrian passarsi stancamente una mano sul viso. Sembrava spossato, l'incantesimo che aveva appena utilizzato sembrava molto potente e doveva essergli costato parecchie energie.

-Perchè ti sei messa in mezzo?- le chiese Astoria dopo che si fu ripresa dallo spavento- E' vero che entrambi i miei genitori sono Mangiamorte. Perchè volevi aiutarmi lo stesso?

-Perchè come ha detto il professor Hardgraves poco prima non abbiamo combattuto una guerra per riprendere a scannarci tra di noi- le disse Hermione asciutta- cerca di riguardarti.

Fluttuò tra i corridoi verso l'ufficio del professore più stanca e depressa che mai. Visto il penoso spettacolo di poco prima sentiva che tutti i suoi sacrifici, tutte le lotte e la disperazione che aveva affrontato non erano serviti a niente. Adesso Ron se n'era andato, Harry era occupato a costruirsi un futuro e lei era rimasta sola. In più ancora una volta non era stata capace usare la bacchetta a causa di un attacco di panico, sarebbe mai tornata ad essere quella che era?

Si fermò davanti alla porta dell'ufficio, da cui sentì provenire la voce ferrea della professoressa Marchebanks.

Adela Marchebanks era indubbiamente molto competente nel campo della Trasfigurazione , ma al contrario della Van Allen era solita adottare il pugno di ferro coi suoi studenti, tanto che la McGranitt sembrava un agnellino a confronto. Alla nuova professoressa non piaceva interrompere le sue spiegazioni per richiamare gli studenti disattenti, alla fine di una lezione in cui riteneva si fosse parlato troppo assegnava compiti extra a tutta la classe, anche se a chiacchierare erano stati solo pochi ragazzi e per pochi minuti. Non toglieva punti alle case, assegnava direttamente punizioni che andavano da una durata minima di una settimana a diversi mesi per la minima effrazione.

-E che bel discorso hai fatto prima ai  ragazzi- stava dicendo la professoressa in tono sarcastico- non ci potevamo aspettare di meno te... dimmi, non ho mai capito se ti piace difendere i Mezzosangue perchè ci credi veramente o solo perchè sei uno di loro?

-Carissima Adela, quello che credo è che una donna del tuo lignaggio non dovrebbe sprecare il suo tempo a farsi gli affari altrui... posso fare qualcosa per te?- le domandò il professor Hardgraves, mantenendosi altrettanto freddo e distaccato.

-Ci sono tante cose che potresti fare... rinunciare a questa cattedra per esempio. Sappiamo entrambi che sono la più qualificata per insegnare Difesa contro le Arti Oscure.

-Non oserei mai mettere in dubbio la tua conoscenza delle Arti  Oscure- le sorrise lui cordiale- Diversamente certo è che tu voglia combatterle.

 Le labbra della donna si contrassero in una smorfia minacciosa.

-Quello che dovevo dirti te l'ho detto, ragazzino. Ora sta a te...- non aggiunse altro, accorgendosi della presenza di Hermione.

-Sempre a tua disposizione,Adela - intervenne il professor Hardgraves - Adesso se vuoi scusarmi devo occuparmi di faccende che riguardano la mia cattedra.

La Marchebanks fece per uscire, passando proprio davanti  ad Hermione, che immediatamente ricevette dal suo cervello l'impulso di scappare lontano da quella donna. Adela sogghignò in maniera inquietante.

-Capisco- le prese il mento tra le sue mani fredde come per esaminarla meglio, col solo risultato di farla rabbrividire- la 'tua cattedra' ha degli splendidi occhi- osservò prima di andarsene con immenso sollievo della ragazza.

Hermione si accorse solo allora che stava tremando, non sapeva ancora se per lo shock di prima o per quel terribile gelo che emanavano le mani della professoressa di Trasfigurazione. La testa le girava vorticosamente e sicuramente sarebbe caduta se Adrian non l'avesse immediatamente raggiunta per sostenerla.

La fece sedere sulla sua poltrona per qualche minuto, finchè Hermione non sollevò stancamente  il capo.

-Come ti senti?- le chiese il professore.

-Io...non so che cosa mi sia preso. Mi dispiace- mormorò lei , prendendosi tra le mani il viso rigato di lacrime.

In quel momento si vergognava tremendamente di sè stessa per essersi fatta vedere così debole per l'ennesima volta.
 

-No, non è colpa tua. La professoressa Marchebanks è una MorthSeek ,lo sapevi?- le disse lui quasi le avesse letto nel pensiero- Poche streghe nascono così, con poteri molto particolari in parte simili a quelli dei Dissennatori. Poco fa lei  li stava usando su di te ...è più che normale che ti faccia questo effetto.

-A lei no però non hanno  fatto effetto- protestò Hermione, ben lontana dal sentirsi sollevata.

-Io però ho studiato Occlumanzia -le  rivelò Adrian - A differenza di ciò che avviene con un Dissennatore schermare la mente contro una MorthSeek  le impedisce di accedere alle tue paure e quindi di usarle. Era questo che stavo facendo mentre parlavo con lei, così temo che il suo potere sia stato dirottato su di te. Mi dispiace...

-Era una sensazione terribile...- ricordò Hermione - ...come può avercela tanto con lei?

Adrian non rispose subito e per un istante Hermione temette di avergli chiesto qualcosa di troppo personale.

- Lei ...non tollera che un figlio illegittimo la cui madre era  babbana occupi una cattedra così importante a Hogwarts, ma non è l'unica a pensarla così.. in effetti mi viene rinfacciato da una vita- disse infine, per un istante nei suoi occhi passò qualcosa di molto profondo  - Ma lasciamo stare i miei problemi...siamo qui per pensare ai tuoi.

-I miei problemi?!- ripetè la ragazza.

-Ho sentito che hai lasciato le lezioni di Babbanologia, posso sapere perchè?- proseguì lui calmo.

-Crede davvero che se avessi dei problemi potrei risolverli nel Cerchio dell'Amicizia?!- Hermione temette di essere stata troppo brusca, ma le sembrava impossibile che una persona intelligente come Adrian Hardgraves le stesse seriamente suggerendo che quella sottospecie di terapia di gruppo potesse aiutarla.

In più adesso la stava fissando coi suoi magnetici occhi verdi, facendola agitare più del solito. Quando era  in classe si trovava circondata da decine di compagni e poteva anche sopportarlo,  adesso invece era consapevole che quegli occhi erano puntati solo su di lei.

-Hermione, so benissimo che stai attraversando un periodo difficile e lo capisco...- le disse lui in tono molto fermo-  ma non devi dimenticare che per i tuoi compagni è lo stesso. Da quando la guerra è finita tu sei diventata un simbolo per loro, che ti piaccia o no. Se ti vedono mollare proprio adesso cosa credi che li farà andare avanti?Hai visto cosa è successo prima, non si può andare avanti così...

Hermione sbatté le palpebre allibita.

-Quindi è colpa mia?- gemette - Cosa dovrei fare? Andarmene in giro come se non fosse successo niente?!

-Per prima cosa vorrei che tornassi a frequentare le lezioni della professoressa Van Allen, credimi quello che fa anche se ti sembra assurdo lo fa in buonafede cercando di aiutarvi.

-Lo farò, non deve preoccuparsi- rispose Hermione asciutta.

Fu allora che lui ricorse a quello che secondo lei era un colpo molto basso  sorridendole apertamente.
Scommetto che lo sa di avere un bel sorriso, pensava Hermione, che ormai si era lasciata rabbonire.

-Sono il tuo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure: è mio compito preoccuparmi- le disse Adrian senza smettere di sorridere  -  Come lo è fare in modo che tu sia in grado di difenderti ed evidentemente in questo momento non lo sei a causa dei comprensibili traumi che hai subito. Se sei d'accordo vorrei che ti fermassi dopo le mie lezioni, così potrò aiutarti a riprendere confidenza con la magia pratica

-Non so se è il caso...lei sarà molto impegnato- mormorò la ragazza, che involontariamente stava arrossendo.

-Non avrei accettato questo incarico se mi ritenessi troppo impegnato per seguire i miei studenti!- esclamò lui- E tu Hermione Granger sei una studentessa decisamente speciale.

La ragazza era ormai diventata del colore dei capelli di Ginny, ma almeno ora sentiva un po' meno freddo . Dentro di sè in effetti aveva preso ad ardere una fiamma che nemmeno i poteri delle professoressa Marchebanks avrebbero potuto raffreddare.

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** The Shadows are coming ***


 

 

 

 

Nei giorni seguenti Harry e Draco si trovarono diverse volte ai pasti e tra gli allenamenti a fare supposizioni sul misterioso gioiello e su chi fosse il mittente di quel pericoloso regalo. Ad un osservatore esterno che non li conoscesse poteva perfino sembrare che fossero diventati amici mentre in realtà erano solo entrambi curiosi di venire a capo del mistero.

Harry aveva preferito non fare parola dell'accaduto nè a Ginny, che non voleva far preoccupare inutilmente, nè a maggior ragione ad Hermione, che ormai si spaventava per qualsiasi cosa. Ne avrebbe volentieri parlato con Ron, se ci fosse stato. Invece il miglior confidente che aveva a disposizione al momento era Malfoy, che aveva elaborato un paio di brillanti teorie per conto suo.

-Sai, credo che stiamo dando per scontato che chi ti ha lasciato l'amuleto volesse farti del male- gli disse una sera, finito l'allenamento- forse si aspettava che l'avresti saputo utilizzare.

-A che scopo?Quel coso ha tentato di strangolarmi.

-Solo perchè tu volevi distruggerlo... in pratica si è difeso- osservò Draco - E' un oggetto molto antico e potente, imparare ad usarlo ti fornirebbe di sicuro dei poteri al di là della tua immaginazione...

-...e mi priverebbe del senno. No, non voglio più indossare quella cosa- Harry rabbrividì al solo pensiero.

- Dev'essere qualcuno che ce l'ha con te allora... e chi potrebbe avercela col grande Harry Potter , Colui che ci ha salvati tutti?!- Draco fece un smorfia significativa.

-Ad esempio  i parenti di qualcuno che non sono riuscito a salvare- disse Harry mestamente.

Dopo qualche minuto il volto di Draco si rasserenò.

- Morgan Shakebolt ha perso due zii e quasi tutti i suoi cugini nel corso dell'ultimo anno... e per quanto ho visto non è un membro del tuo fan club- sussurrò soddisfatto, come se ritenesse di aver già risolto il caso.

Entrambi si sporsero dal letto  a castello dove si trovavano per sbirciare quello di Morgan, il ragazzo restituì loro un'occhiata ostile e si voltò dall'altra parte per terminare il libro che stava leggendo. Da quando Harry si era messo di mezzo non aveva più tentato di infastidire Draco o Arya, ma aveva trovato comunque il modo di far loro capire che non era un loro amico. Harry aveva il più che fondato sospetto che covasse del risentimento verso di lui non solo a causa delle sue nuove frequentazioni, ma soprattutto per il fatto che gli altri ragazzi lo seguissero ormai come un leader...Certo, di lì a cercare di ucciderlo ce ne voleva.

-Ma il suo nome non comincia per A- obbiettò il Prescelto .

-Vero- convenne Draco pensieroso- Però una delle sue cugine morte si chiamava Anne, mi pare.

-Forse A non è un nome, forse vuol dire qualcosa di diverso come 'attenzione'- propose Harry stancamente

Ormai avevano vagliato ogni possibilità un milione di volte.

-Non credo che un assassino serio ti lascerebbe un avvertimento prima di tentare di ucciderti. Io non lo farei- ammise l'ex Serpeverde con onestà.

-Chi è che vuole uccidere Harry?- si intromise Arya, facendo capolino dalla branda di sotto.

Aveva appena finito di farsi la doccia ed era  avvolta in un accappatoio bianco, i capelli ancora leggermente umidi spostati da un lato .

Il diretto interessato mantenne un ostinato silenzio fissando il materasso anziché i suoi occhi grigio-azzurri che, pur non privi di malizia, lo scrutavano ora con una preminente curiosità. Aveva passato l'ultima settimana ad evitare Arya dopo averla minacciata, ma a quanto pare non poteva più rimandare.

-Oh, andiamo... gli allenamenti sono troppo facili, mi annoio! Indagare su un tentato omicidio sarà interessante- insistette lei, accomodandosi tra di loro- Draco mi ha raccontato quello che è successo, ci sono novità?

Il vecchio letto cigolò per sostenere il peso dei tre ragazzi.

-Nessuna- Harry scosse la testa- senti volevo scusarmi con te per come mi sono comportato quella volta, non ero in me, quella collana mi aveva dato completamente alla testa...

-Posso vederla?-lo interruppe la ragazza, a cui a quanto pareva vedere il lato oscuro di Harry non aveva fatto nè caldo nè freddo.

Il ragazzo esitò, qualcosa gli diceva che non era una buona idea sventolare preziosi indizi sotto il naso della prima venuta.

-Eddai Potter, non farti pregare...-lo esortò Draco.

Harry si guardò intorno per accertarsi che nessun altro dei loro compagni fosse in ascolto: dormivano già quasi tutti, tranne Morgan Shakebolt ancora alle prese col suo libro di incantesimi. Scese con cautela a terra dove ai piedi del letto a castello aveva sistemato il suo baule accanto a quello di Malfoy, aprì lo scomparto sul fondo dove aveva riposto la collana ma lo trovò vuoto.

E il prezioso amuleto di Salazar non era l'unica cosa che mancava.

-L'avevo messa qui!- esclamò Harry indignato-  E c'era anche il mantello dell'invisibilità...

-Wow!Hai un mantello dell'invisibilità?- si stupì Arya - Ho sentito dire che sono molto rari.

-Bè , aveva un mantello dell'invisibilità a quanto pare...- commentò Draco sarcastico.

-E una mappa della scuola...- continuò Harry frugando freneticamente  nel suo baule fino ad arrivare al fondo, senza purtroppo trovare alcuna traccia dei tre oggetti mancanti-  Erano qui...ma sono spariti insieme all'amuleto di Salazar!

Arya sembrava delusa, ma alla fine se ne fece una ragione perchè  si sistemò meglio contro la spalla di Draco per sdraiarsi più comodamente sul letto di Harry.

-Forse li hai messi da qualche altra parte- suggerì speranzosa.

-Erano qui- ripetè Harry - qualcuno del dormitorio deve averli presi.

-Veramente il nostro dormitorio non ha una parola d'ordine e non è nemmeno chiuso  a chiave, qui ci potrebbe entrare chiunque- fece osservare Draco - inoltre siamo quasi sempre  fuori per gli allenamenti e nessun elfo domestico viene in questa parte del castello, la stanza con i nostri effetti personali rimane vuota per la maggior parte del tempo .

Ammetterlo fu doloroso ma necessario: non avevano idea di chi avesse rubato dal suo baule. Forse era stato A., ma in tal caso come mai preoccuparsi di fargli pervenire qualcosa per poi riprendersela insieme a due degli oggetti più preziosi che possedeva?!

-Credete che chi li ha presi intenda restituirli?- domandò Harry più a sè stesso che agli altri.

Infatti non ricevette risposta. Arya aveva già chiuso gli occhi, qualunque cosa ne dicesse l'allenamento di quel giorno era stato piuttosto duro.

-Ehi...

-Shh - lo riprese Draco - non vedi che sta dormendo?

Si, sul mio letto, pensò Harry, ma rinunciò a protestare vedendo poco dopo anche Draco stiracchiarsi e scivolare nel sonno accanto a lei. Anche lui era stanco e arrabbiato per il furto subito, non tanto per lo stupido amuleto di cui avrebbe fatto volentieri a meno ma per il mantello di suo padre  e la mappa del Malandrino. La pergamena col messaggio di A. c'era ancora però, davvero una magra soddisfazione.

Cercando inutilmente di non pensarci si gettò sul letto vuoto che aveva lasciato Draco e si concesse quelle poche ore di sonno che lo separavano da un nuovo estenuante allenamento.


...


-Alquanto deludenti...- commentò in tono lieve la professoressa Marchebanks, mentre restituiva svogliatamente  i compiti di Trasfigurazione agli alunni del settimo anno.

I risultati non erano mai stati tanto disastrosi. Se la materia già di per sè era complicata i test della nuova professoressa erano di un livello ben oltre i MAGO, che la professoressa McGranitt non si sarebbe sognata di proporre a una classe nemmeno nei suoi sogni più sfrenati.

- Ai miei tempi non si sarebbe mai verificato nulla di simile...- ecco la frase che ripeteva ad ogni occasione e che tutti ormai si aspettavano come un cupo rituale- D'altro canto cosa potevo aspettarmi da alunni tanto scriteriati. Trovo che la disciplina in questa scuola  sia stata trascurata in maniera deplorevole... sembra che voi ragazzini viziati non abbiate mai ricevuto una punizione adeguata in vita vostra.

-Veramente fino all'anno scorso ci torturavano- disse Ginny ad alta voce e piuttosto spazientita, facendo sollevare molte teste.

La professoressa Marchebanks contrasse appena le labbra rigide.

-Evidentemente non abbastanza visto che lei si permette ancora di parlare senza permesso nella mia classe, signorina Weasley - i suoi occhi grigi e freddi , che di solito scrutavano i corridoi costringendo gli studenti ad affrettare il passo per non trovarsela davanti, erano puntati su Ginny, la quale dimostrò un notevole coraggio a non distogliere lo sguardo.

Quel memorabile momento di ribellione  costò alla fidanzata di Harry Potter una settimana a pulire le stoviglie insieme agli elfi domestici di Hogwarts, che la Grifondoro avrebbe scontato eroicamente, consolata da un solo pensiero: con quell'unico gesto che aveva passato il limite la Marchebanks a sua insaputa  era riuscita a mettersi contro tutto l'ES, che aspettava solo l'occasione opportuna  di fargliela pagare.

Hermione osservò il suo compito su cui era stato scarabocchiato in verde un 'Oltre Ogni previsione' staccato di malavoglia, un punto in meno di quanto fosse abituata ma era comunque l'unico risultato sufficiente della classe. Contando che da quando aveva involontariamente scoperto la sua vera natura aveva sviluppato un rapporto molto conflittuale con l'insegnate di Trasfigurazione non se ne poteva lamentare.

Concentrarsi durante le lezioni era difficile quando avvertiva quell'ondata di gelo calare su di sè e i suoi peggiori ricordi riaffiorare minacciosi a causa dei poteri della MorthSeek, ma Hermione aveva giurato a sè stessa che avrebbe smesso di tormentarsi e cominciato a reagire. Il professor Hardgraves, che nella sua testa  si permetteva di chiamare solo Adrian, aveva fiducia in lei e la ragazza era intenzionata più che mai a meritare questa fiducia.

I progressi che aveva fatto durante le sue lezioni private erano stupefacenti.

-E' inutile negare di avere paura davanti a un ostacolo, continuando a ripeterti che va tutto bene sprechi solo energie e menti a tè stessa- le aveva detto- Devi riuscire a sfruttare la tua paura , usala a tuo vantaggio permettendole di spingerti oltre i tuoi stessi limiti.

E così aveva fatto. Adesso non solo aveva a poco a poco riacquistato la capacità di produrre incantesimi di difesa , grazie all'aiuto del suo insegnante era stata capace di sperimentare anche nuovi incantesimi di livello avanzato.

-Molto bene Hermione!- le disse non appena la vide creare una barriera di fiamme dorate del tutto identica a quella che lui aveva utilizzato poche settimane prima- Credo che con questo abbiamo raggiunto il nostro scopo.

-Che cosa vuole dire?- le fiamme intorno alla ragazza si spensero istantaneamente  mentre un brutto presentimento si faceva strada in lei.

-Ormai hai riacquistato la capacità di eseguire incantesimi quindi le nostre lezioni sono terminate- le spiegò lui, che tuttavia sembrava incerto nel proseguire.

-Così presto?- esclamò Hermione, correggendosi  subito dopo- Voglio dire, sono sicura che ci sono tante altre cose che devo imparare.

-Bè, si...- ammise lui stranamente evasivo-  ma  te le insegnerò  in classe...  insieme ai tuoi compagni.

Logico, pensò lei, che stupida a non averci pensato.
Però era starno pensare di dover rinunciare così all'unica cosa bella che le era capitata da quando era tornata ad Hogwarts. Adesso a chi avrebbe potuto raccontare del suo periodo da fuggiasca per l'Inghilterra e dei sogni terribili che ancora faceva la notte ? Certo c'era sempre Harry con cui confidarsi, ma negli ultimi tempi le sembrava strano come le stesse nascondendo qualcosa. In più aveva notato il fatto che aveva preso a frequentare assiduamente Malfoy e quella Black , con cui lo vedeva sempre scherzare e chiacchierare animatamente ai pasti. Per non parlare di come avrebbe reagito Ginny non appena anche lei avesse notato quanto tempo passava Harry con loro.

Adrian le dava le spalle guardando fuori dalla finestra distrattamente. Il professore che di solito amava trafiggerla con le sue occhiate perspicaci aveva evitato il suo sguardo per tutto il giorno. Era solo una sua impressione o l'eventualità di smettere di darle lezioni private non rendeva felice nemmeno lui?
Si prese qualche momento prima di concentrare di nuovo la sua attenzione su di lei.

-Ti vedo pensierosa... c'è qualche problema? Lo sai che puoi parlarne con me...

Chissà perchè quelle frasi che erano sempre in bocca alla professoressa Van Allen facevano un effetto molto diverso se pronunciate da Adrian Hardgraves.

-La professoressa Marchebanks - disse Hermione ancor prima di rendersene conto- sta diventando un incubo seguire le sue lezioni, sentire quel suo sguardo freddo su di me...mi fa venire i brividi tutte le volte.

-E ti fa rivivere  tutti i tuoi momenti peggiori- concluse Adrian - Avere a che fare con una MorthSeek non è certo piacevole e questa sembra avercela con te. Potrei provare a parlarle, ma dubito che servirebbe a qualcosa...hai visto anche tu che considerazione ha di me. E per andare dalla preside McGranitt...

-...ci vorrebbero delle prove che sta usando i suoi poteri contro di me- concluse Hermione mestamente-  allora non c'è niente che posso fare.

Il volto del professore si illuminò improvvisamente di un sorrisetto furbo.

-Qualcosa ci sarebbe... potrei sempre insegnarti Occlumanzia. Così le impediresti di poter rivoltare le tue paure contro di te- fece una piccola pausa prima di azzardare- Certo questo comporterebbe altre lezioni. Te la senti?

Il largo sorriso di Hermione fu una risposta sufficiente.

-Bene allora! Ma prima un piccolo esame finale ... vieni con me!- a sorpresa la prese per mano  e la condusse fuori, dirigendosi verso la foresta.

-Professore, dove andiamo?- ridacchiò lei lasciandosi piacevolmente trasportare.

-Non lo immagini? A cercare il Molliccio che ti ha tanto spaventata quando ci siamo conosciuti... Così potrai farmi vedere i tuoi progressi...- le rivelò.

La sua improvvisa allegria era contagiosa.

In breve si furono addentrati nel sentiero principale della Foresta Proibita, ma Hermione non aveva nemmeno un po' di paura. Non finchè era con lui.

-E ti prego... almeno fuori dalle mura del castello chiamami Adrian! - aggiunse fingendosi esasperato- Da quando ho accettato questo incarico mi sento più vecchio di un secolo. A volte mi chiedo chi me lo fa fare di passare le mie serate a correggere compiti invece di uscire a divertirmi come tutti i miei coetanei ... magari a quest'ora mi sarei potuto trovare una ragazza carina come te!

Per un istante non le sembrò possibile che l'avesse detto veramente. Ma Adrian in quel momento si era fermato e sempre con la sua mano nella sua stava cercando il suo sguardo.

-E' una bella domanda...- Hermione si scostò imbarazzata- ... come mai hai deciso di insegnare ad Hogwarts?

Quello che si era venuta a creare tra di loro era un'atmosfera strana. Hermione si era sempre confidata con lui senza riserve, ma non aveva mai ricevuto in cambio nessuna confidenza particolare da quella volta che il professore aveva accennato di avere una madre babbana. Aveva la vaga impressione che non gli piacesse parlare del suo passato e per quanto lei fosse curiosa si era sempre trattenuta dal porre una domanda diretta.

Eppure adesso la situazione era mutata e forse avrebbe ottenuto delle risposte, lo preannunciava qualcosa di nostalgico che vide passare negli occhi verdi e misteriosi dell'altro.

-A parte il fatto che la materia mi ha sempre affascinato...- confessò infine Adrian - ... non ho un altro posto dove andare . Come puoi immaginare i miei parenti dal lato paterno non sono entusiasmati dalla prospettiva di accogliermi a causa del mio sangue e di mia madre non so praticamente  nulla. I miei  genitori sono morti quando ero piccolo, poi sono stato adottato dal mio fratellastro che mi ha portato a vivere in Francia lontano dagli Hardgraves che ritenevano fosse più saggio affogarmi che preoccuparsi di crescere un mezzosangue...sono rimasto lì finchè anche loro non sono...hai capito. Bè, almeno posso dirmi fortunato perchè mi hanno insegnato la magia!- per sdrammatizzare concluse con una risata che suonò falsa come non mai.

- Adrian, mi dispiace tanto...- Hermione si avvicinò a lui come per confortarlo, quello che non si aspettava era che allo stesso tempo anche lui si stesse avvicinando a lei , con intenzioni  inequivocabili.

Dal primo momento che sentì le sue labbra sulle sue seppe che quello che stavano facendo era sbagliato.
Il volto di Ron si riaffacciò prepotentemente nei suoi pensieri e la ragazza si ritrasse intimorita.

-No... scusami, non posso...- mormorò confusa- ...c'è un'altra persona, noi...

Non ci fu bisogno di finire la frase. Adrian si era già ricomposto ed era arretrato di qualche passo.
Doveva essere un Occlumante eccezionale, si disse Hermione, perchè in quel momento il suo volto era così impenetrabile che non avrebbe proprio saputo dire  cosa stava pensando.

-Hai ragione, non è stato comunque opportuno... perdonami , non ricapiterà più- mormorò poco dopo,dandole le spalle.

Una parte di Hermione si sorprese triste a quella notizia. Stava per dire qualcos'altro, qualsiasi cosa pur di abbattere  quella cortina di silenzio che era calata tra di loro, quando un fruscio del fogliame catturò la sua attenzione. Una figura nera si muoveva tra gli alberi e veniva verso di loro, ma questa volta sentiva che non era un Molliccio...

La figura nera pareva fluttuare in aria, era coperta da un mantello col cappuccio e puntava su di loro una bacchetta... Hermione la riconobbe immediatamente: era la bacchetta di Sambuco. La bacchetta di Silente.

Adrian reagì immediatamente, frapponendosi tempestivamente tra Hermione e il pericolo.

-Scappa- le disse estraendo a sua volta la sua bacchetta con notevole sangue freddo- corri al castello più veloce che puoi e chiama gli altri insegnanti.

-Ma tu...- doveva avvertirlo, probabilmente lui non sapeva niente dei doni della morte e di quanto letale fosse quella bacchetta.

-Non c'è tempo Hermione, scappa!- le ripetè bloccando un primo attacco rivolto verso di loro- Ti prego, vai adesso!

Hermione ebbe solo un istante per guardarlo negli occhi un'ultima volta prima di decidere di fare come le aveva chiesto. Alle sue spalle sentiva il fragore degli incantesimi che si infrangevano l'uno contro l'altro.
Sperò con tutte le sue forze di fare in tempo.

 

 

 

 


 

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Capitolo 6
*** Mission ***


 

 

 

 

 

In seguito Harry, Draco e Arya discussero molto della faccenda del furto esaminando la cosa da ogni angolazione e senza tuttavia pervenire ad alcun indizio utile. Comunque per precauzione ora sigillavano sempre le loro cose con incantesimi e facevano particolare attenzione a non farsi sentire da altri quando erano impegnati nei loro discorsi sul caso.

Ma più in generale tra i ragazzi l'argomento di conversazione era uno solo: quella sera si sarebbe tenuta una grande festa in sala grande per commemorare la vittoria nella battaglia di Hogwarts e onorare i suoi caduti. Tutti erano stati invitati, studenti e professori, auror e personalità di spicco del mondo magico, tutti tranne le venti reclute che soggiornavano al castello tra le quali serpeggiava un evidente scontento.

-Che cosa vuol dire che noi non possiamo venire?- aveva quasi urlato Arya, particolarmente inviperita.

-Sono dolente, ma siete arrivati a un punto cruciale del vostro addestramento, tra non molto avrete una prima valutazione formale...Da qui in poi non possiamo permettere che vi distraiate con festeggiamenti e nottate folli- spiegò con la solita calma l'istruttore Capo  Allock.

 - Ma lui è Harry Potter, come fate a fare una festa di commemorazione della vittoria senza Harry Potter?!- aggiunse la ragazza, spintonando davanti Harry quasi si trattasse di un trofeo da esibire.

Il loro istruttore fu ugualmente inflessibile.

-Quanto al signor Potter, nessuno lo ha obbligato ad iscriversi all'accademia... se desidera partecipare ad eventi mondani può ritirarsi in qualsiasi momento. Mi spiace ragazzi, ma è la mia ultima parola: chiunque si farà vedere alla festa di stasera può dire addio al suo sogno di diventare auror. Domani mattina vi aspetto puntuali alle sei come sempre.

Ben Allock lasciò le camerate seguito da veementi cori di protesta, ma ormai la decisione era stata presa.

-Io comunque non ci tenevo ad andarci- puntualizzò Draco dopo un po' - insomma, ci saranno solo un sacco di paroloni altisonanti e champagne scadente.

-Per una volta Malfoy ha detto qualcosa di sensato- intervenne Morgan Shakebolt - voglio dire, cosa sarà mai una stupida festa rispetto alla prospettiva di diventare un auror? Date retta a me: tutti a letto presto stasera , avete sentito Allock...l'esame si avvicina.

-Chissà in che cosa consiste?- domandò pensierosa Susan Bones.

-Sarà una prova di forza- ipotizzò qualcuno.

-No, no, di coraggio!- fece eco un altro.

-Ovviamente si tratterà di una prova di intelligenza- decretò un ex Corvonero.

-Insomma a chi importa davvero? Io voglio andare alla festa- si impuntò Arya incrociando le braccia con la stessa ostinazione di una bambina piccola.

- Ginny aveva insistito così tanto perchè la accompagnassi... peccato- sospirò Harry, il quale tuttavia era ben contento una volta tanto di potersi sottrarre ad un evento in cui sarebbe stato certamente il centro dell'attenzione.

-Tranquillo Potter,una come lei di cavalieri per accompagnarla ne trova quanti ne vuole...- sogghignò l'ex Serpeverde godendosi l'istantanea perdita di colore della faccia di Harry.

-Grazie Draco, così mi aiuti proprio- commentò Harry, sempre più depresso.

Draco stava per ribattere qualcosa di scherzoso quando d'un tratto si bloccò, il volto divenuto all'improvviso  molto pallido e congestionato.
Reggendosi con forza un braccio si precipitò nel piccolo bagno in comune dove fu seguito a ruota sia da Harry che da Arya, la quale si curò di chiudere la porta dietro di loro con un incantesimo.

- Draco, cosa succede? Stai male?

-Il...braccio...- riuscì a sussurrare il ragazzo.

Harry lo aiutò in fretta a slacciarsi il polsino della camicia per tirar su la manica: come una macchia nera pulsante il marchio nero impresso sulla pelle nuda stava fremendo.

-Che cosa significa?- chiese Arya preoccupata- Credevo fosse una semplice cicatrice.

-Quello è il suo marchio...- le spiegò Harry come impietrito - ... se fa così può significare solo una cosa...

-...che Lui sta tornando -  Draco tremava nell'ammettere quella spaventosa eventualità- ahi, sta bruciando tantissimo...

-Ma ...ma avevate detto che era morto! Tu l'hai ucciso!- protestò Arya.

I due ragazzi , increduli quanto lei, non le seppero dare una risposta.
Quando qualcuno bussò alla porta il terzetto rabbrividì.

-Va tutto bene lì dentro?- giunse una voce da fuori.

-Si, arriviamo subito!- urlò di rimando Harry - Non devono vederlo così... Arya, tu vai fuori per prima e cerca di distrarre gli altri il più a lungo possibile... io intanto resto ad aiutarlo qui.

La ragazza annuì e fece come le aveva detto. Harry invece con l'aiuto della sua bacchetta riuscì a tramutare un po' d'acqua in ghiaccio per metterlo a stemperare il bruciore al braccio di Malfoy.  Ci volle circa un'ora prima che il dolore cominciasse a scemare.  Draco che era esausto si era mezzo accasciato su Harry , aveva  la fronte imperlata di sudore e il respiro irregolare.

Quando finalmente la crisi fu passata Harry lo accompagnò a stendersi sul letto del dormitorio, che nel frattempo si era svuotato, probabilmente grazie ad Arya che doveva aver accampato qualche scusa per far sloggiare tutti gli altri. Harry sperava solamente che non fosse dovuta ricorrere a dar fuoco a qualcuno per riuscirci, perchè conoscendola ne sarebbe stata capacissima.

Con suo enorme sollievo affacciandosi alla finestra vide tutti i suoi compagni nel giardino sottostante a far pratica di incantesimi, Arya non era con loro però, la ragazza rientrò poco dopo non accompagnata. Aveva un contegno molto strano , diverso dalla solita noncuranza con cui di solito andava e veniva a suo piacere.

-Li ho convinti ad allenarsi per l'esame- spiegò in un tono mesto che non le apparteneva- e non ho ferito nessuno di loro, scommetto che temevi l'avessi fatto...Draco come sta?

-Sta riposando. Arya, va tutto ... bene?- domandò incerto.

La ragazza annuì con poca convinzione, si sedette su una brandina a caso continuando a fissare il vuoto.

-Che cosa è successo?- ripetè Harry avvicinandosi a  lei più di quanto si sarebbe normalmente concesso.

Arya Black già di per sè non permetteva a nessuno di avvicinarla. Soltanto con Draco sembrava aver sviluppato un bel rapporto, i due si coprivano sempre le spalle quasi come fratello e sorella. Harry non era ancora entrato a far parte di quella complicità, onestamente la vicinanza di Arya un po' lo inquietava. Era talmente superba e pronta a cambiare umore in qualsiasi momento che non sapeva mai come trattarla...ma al momento non poteva tirarsi indietro perchè  c'era solo lui  a poterla consolare.

-Uscendo con loro ho incrociato la professoressa McGranitt, stava venendo a cercarmi- confessò lei dopo un po' di tempo trascorso a torcersi le mani- mio cugino Adrian è appena  stato aggredito nella foresta...da quanto ho capito  la ragazza che era con lui dice che è stato un tizio incappucciato ad aggredirli.

-Che cosa?! E lui è ...?- Harry non terminò la frase, ma con suo enorme sollievo vide la ragazza scuotere la testa.

 - Fuori pericolo, direi quasi per miracolo- sospirò Arya -  ma ha riportato delle ferite molto gravi. Per ora nessuno ha idea di cosa sia successo esattamente e vogliono evitare che la notizia trapeli ... probabilmente perchè rovinerebbe la loro preziosa celebrazione.

Sputò le ultime parole con sommo disprezzo, come se non fosse stata lei poco tempo prima a stravedere per quella festa leggendaria.  Harry era abituato ai suoi frequenti sbalzi d'umore, ma non si aspettava che di lì a poco la ragazza gli buttasse le braccia al collo  cominciando  a singhiozzare.

-Lui è tutta la mia famiglia...siamo cresciuti insieme... è un  fratello per me, non posso permettermi di perderlo- singhiozzò contro la sua spalla.

-Andrà tutto bene...- mormorò senza sapere esattamente cosa dirle- ...vedrai che andrà tutto bene.

Rimasero così fino a sera confinati nel dormitorio, Harry aveva finito coll'abituarsi a quella vicinanza così stana tanto che non appena non avvertì più il calore del corpo di lei contro il suo si svegliò di soprassalto dal torpore in cui era scivolato.

- Dov'è Arya?- domandò istintivamente, mentre si raddrizzava gli occhiali sul viso.

-E' appena uscita per andare alla festa- gli rispose Draco, che nel frattempo sembrava aver riguadagnato un po' di colore in volto- E prima che tu me lo chieda... si, ovviamente ho cercato di fermarla. Però sai com'è fatta lei se si mette in testa qualcosa.

-Ma è assurdo!Così si farà cacciare...

- Gliel'ho detto... ma lei ha risposto che non le importava. Sembrava piuttosto scossa- osservò Draco quasi con circospezione, per poi aggiungere in tono indagatore - Potter, dimmi la verità... che cosa le hai fatto? Pensavo che ormai stessi con quella piattola della Weasley, cos'è, una sola ragazza non basta al Prescelto?

Harry in quel momento si pentì amaramente di averlo aiutato invece di lasciarlo crepare in quel bagno.

-E smettila... io non le ho fatto proprio niente! E' a causa di suo cugino...- e gli raccontò brevemente l'accaduto.

-Bè, potevi dirlo subito- lo liquidò con noncuranza Malfoy - e adesso cosa facciamo?

-Ce la andiamo a riprendere prima che si cacci nei guai- rispose Harry convinto.

-Complimenti genio, fin lì ci ero arrivato anch'io...intendevo cosa facciamo per riportarla qui senza essere visti? E ti ricordo che non possiamo più contare sul tuo straccetto dell'invisibilità...

In effetti era quella la parte del piano che rimaneva ancora da elaborare e non avevano molto tempo.

-Non possiamo farcela- disse Harry - almeno non da soli. Su, aiutami a svegliare gli altri!

Presto fatto tutti i loro compagni furono buttati poco cerimoniosamente giù dal letto.

-Potter! - tuonò Morgan Shakebolt - Hai idea di che ore sono?! E domani potrebbe esserci l'esame! Qualsiasi cosa devi dirci farà meglio ad essere dannatamente importante...

-Ascoltatemi tutti, ci serve il vostro aiuto...- annunciò Harry ad alta voce- ... il fatto è che Arya è scesa alla festa e non possiamo assolutamente permettere che Allock la peschi fuori dal dormitorio, o sarà espulsa e non potrà mai realizzare il suo sogno di diventare auror.

Dopo un primo istante di smarrimento tra i ragazzi cominciarono a girare sguardi carichi di intesa .

-E perchè lo vieni a dire a noi?- chiese un ragazzo perplesso- In fondo quella se l'è cercata...

-Già, perchè dovremmo correre il rischio di venire a nostra volta cacciati?- commentò un'altro rituffandosi sotto le coperte.

-Lei non lo farebbe per noi- sottolineò sdegnosamente una ragazza.

-Fate silenzio idioti!- tutti si voltarono meravigliati a guardare Morgan, compresi Draco ed Harry che erano i più sorpresi di tutti- Potter ha ragione! Mio padre mi ha raccontato che gli auror hanno una regola : 'nessuno viene lasciato indietro' . Quando si affronta una missione non si possono scegliere i propri compagni esattamente come non si possono scegliere i propri parenti... Ora, nemmeno a  me piace Arya Black, ma lei ha vissuto e si è allenata con noi per diverso tempo ...  ormai fa parte della mia famiglia e non ho intenzione di abbandonarla.

-Esatto!- convenne Harry - Credete che sarei riuscito a sconfiggere Voldemort se fossi stato da solo? Da soli non possiamo combinare molto , ma se siamo uniti... io vi garantisco che non c'è niente che non possiamo fare!

A questo punto sul volto dei presenti si poteva leggere puro entusiasmo.

-Bene, bellissime parole... ma che ne dite di passare ai fatti?- intervenne Draco.

-Ok- si impose Morgan col suo ferreo tono baritonale- Pikes, Wembley e Bones ,  voi restate di guardia alle scale ...Malfoy e Potter, voi scendete a cercare Arya nel salone principale , Drew, FitzPatrik e  Conrad vi copriranno le spalle. Tutti gli altri con me, tenteremo un'azione diversiva nel cortile grande. Al mio tre pronti a Disilluderci!

I ragazzi furono tutti pronti ad ubbidire, come delle perfette reclute. Tutto quell'addestramento se non altro cominciava a dare i suoi frutti. Dovevano fare il più in fretta possibile se volevano evitare di correre ulteriori rischi.

Una volta arrivato di sotto con circospezione non fu difficile per Harry individuare Arya.

La ragazza  al contrario era troppo brilla per accorgersi si lui. Era vestita con un cortissimo abito rosso e  aveva raccolto i capelli in una coda alta in modo da mettere in risalto il trucco, un po' troppo calcato sugli occhi. Al momento si trovava appiccicata a un tipo che probabilmente aveva appena conosciuto e che stava già allungando un po' troppo le mani...

-Sparisci- gli intimò Harry  in tono minaccioso prendendogli una spalla.

Nonostante il ragazzo fosse più alto di lui tremò nel trovarsi davanti il famigerato Harry Potter e non pose alcuna obbiezione. Arya invece si rivelò molto più difficile da convincere.

-Harry!- esclamò- Sei venuto anche tu alla fine ad unirti alla festa!Ti devo presentare un tipo che ho conosciuto, si chiama... in effetti non mi ricordo come si chiama. Ah, non importa, tanto è appena andato via... che peccato.

-Arya, devi venire con me adesso- le disse Harry con calma conducendola lontano dalla folla pregando di non essere visiti- Questo lo mettiamo giù, direi che ne hai bevuti a sufficienza...- aggiunse sbarazzandosi anche del bicchiere mezzo pieno della ragazza.

-Haaaaarry... come sei serio. Non vuoi ballare con me?

Arya già avanzava barcollando sui tacchi alti e dubitava seriamente che sarebbe stata in grado di ballare anche volendo. Harry fu costretto a sostenerla per evitare che cadesse, notò Ben Allock qualche tavolo più in là e al suo cuore mancò un battito. Per loro fortuna l'istruttore sembrava  troppo occupato a flirtare spudoratamente con l'insegnante di Babbanologia per accorgersi di loro, che sgattaiolarono dalla parte opposta.

-Haaaaarry...lo sai che ti devo dire una cosa?

-Non è il momento, Arya, andiamo... attenta, appoggiati  a me...- avevano quasi guadagnato l'uscita del salone quando successe l'imprevedibile.

-Daiiiiiii... è importante!

Arya si sollevò sulle punte e senza il minimo preavviso baciò Harry sulla bocca.

Non fu il bacio in sè a sconvolgerlo, anzi per quanto strano e sbagliato non poteva dire che non fosse piacevole. Ma quando riuscì a staccarla da sè si accorse con un brivido di orrore che a due passi da loro c'era Ginny , elegantissima nel suo abito da sera blu, che li fissava furente.

-Tu! - strillò con una voce tremendamente simile a quella di Molly quando era fuori di sè- Me la meni tanto dicendo che non puoi assolutamente venire e poi ti trovo appiccicato a quella ... scusa tanto se sono così stupida, non avevo capito che non ci volevi venire con me!

- No, no, Gin aspetta... non è come sembra ...posso spiegare!- ma si rese conto che le sue spiegazioni non sarebbero risultate poi così efficaci con Arya che non si reggeva in piedi da sola ancora appesa al suo collo.

-Risparmiati le scuse Harry Potter, tanto ho chiuso con te!- sbraitò la rossa Weasley -  E ringrazia che non ho a portata di mano la mia bacchetta altrimenti...

- Ginny devi credermi: è tutto un equivoco!- la supplicò di nuovo  Harry,che doveva tuttavia tenere la voce bassa per non attirare ancor più attenzione su di loro.

Disgraziatamente le urla isteriche di Ginny avevano già richiamato gli sguardi di parecchi curiosi, anche Ben Allock si stava avvicinando per individuare la causa di quel trambusto, stava per incrociare lo sguardo di Harry quando...

-Ehi, guardate, ci sono i fuochi d'artificio!- esclamò qualcuno  e ben presto il mormorio si diffuse in sala dirottando l'attenzione generale sullo spettacolo pirotecnico.

Non erano semplici fuochi d'artificio, Harry lo sapeva, erano l'azione diversiva promessa dai loro compagni.
Approfittando della situazione fece cenno a Draco di raggiungerlo e insieme riuscirono a sollevare Arya, la quale ormai non si accorgeva di nulla, e a riportarla di peso nella loro stanza.

Poco dopo i ragazzi del dormitorio si ritrovarono attorno al suo capezzale a festeggiare la loro personale  vittoria. Durante l'incursione al piano terra i più caparbi avevano anche rimediato delle cibarie con cui prolungare i festeggiamenti.

-Missione compiuta- Morgan annuì orgogliosamente.

-Questa è una pozione contro i postumi dell'alcol... fategliela bere, sembra averne bisogno- disse una ragazza consegnando ad Harry una boccetta.

Arya si riprese poco dopo: non ricordava nulla della festa e tanto meno di aver baciato Harry.

-Ancora in piedi ragazzi?- una voce calma e  controllata che ben conoscevano li fece rabbrividire tutti ponendo immediatamente  fine alla festa clandestina- Spero vi siate divertiti stasera- aggiunse Ben Allock,che in piedi sulla soglia dei dormitori stava fissando ad uno ad uno i suoi allievi .

 


 

 

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Capitolo 7
*** Love Affair ***


 

 

 

 

Ben Allock stava davanti a loro tranquillamente appoggiato allo stipite della porta, le braccia conserte mentre li guardava con freddezza.

-Allora... - esordì tranquillamente- qualcosa da dire prima che vi faccia sloggiare tutti quanti?

-Signore...- si fece avanti con coraggio Morgan - ...è stata una mia idea, gli altri non centrano.

-No, sono stato io a chiederglielo- lo contraddisse immediatamente Harry, mettendosi al suo fianco - la prego, mi hanno seguito solo perchè ho insistito. Non meritano di essere espulsi  a causa mia.

-C'eravamo tutti- specificò Susan Bones - e sapevamo benissimo quello che stavamo facendo.

-Però tutto è successo per colpa mia: sono venuti tutti a cercare me - dichiarò Arya, unendosi ai suoi compagni.

-E poi, signore, credevo che motto di voi auror fosse... 'nessuno viene lasciato indietro'  -concluse Draco, citando le parole di Morgan. 

L'istruttore sorrise appena, il suo solito sorrisetto furbo e noncurante.

-E' esatto, signor Malfoy - concesse pensieroso.

- Se qualcuno merita di essere espulso dall'accademia...quella sono io- ripetè Arya decisa.

-Ah...- Allock si esibì in un vistoso sbadiglio, sembrava molto annoiato da tutti i loro discorsi..- e che cosa la fa pensare signorina Black che io sia qui per espellere qualcuno?

Sui volti dei ragazzi passavano espressioni che andava no dalla meraviglia allo sgomento, certo quasi tutti a questo punto si erano fatti l'idea che ad Allock mancasse qualche rotella.

-Non è quello... quello che ci ha appena detto signore?- si informò Harry.

-Niente affatto signor Potter - annunciò lui tranquillamente-  vi ho solo detto che è  ora di sloggiare da questo buco... vi abbiamo trovato degli alloggi migliori al secondo piano che spero saranno di vostro gradimento. Ve li meritate dopo che stasera avete passato così brillantemente la vostra prima valutazione.

-Valutazione?!- esclamarono in coro.

-Esattamente- confermò l'istruttore Capo-  la vostra prima valutazione era sulla capacità di svolgere una missione mantenendo la completa segretezza, collaborazione, efficienza  e spirito di squadra. Direi che ve la siete cavata benissimo agendo come una vera unità!Avevo detto che avrei espulsi chiunque avessi  visto alla festa , ma in effetti , pur essendo certo della vostra presenza non ho individuato nessuno di voi: siete stati piuttosto capaci nei vostri incantesimi di disillusione e ho anche in particolar modo apprezzato il diversivo che avete messo in piedi.

I ragazzi non applaudirono subito, sembravano ancora sospettosi, ma ogni loro dubbio o perplessità sparì quando furono loro mostrate le sontuose camere del secondo piano che avrebbero d'ora in poi occupato. Finalmente la loro sistemazione assomigliava ad un vero dormitorio, munito di due comparti, uno femminile e uno maschile, letti singoli a baldacchino e bagni privati.

-Ehi, c'è perfino l'acqua calda!- esultò qualcuno.

-E guardate i mobili ... niente termiti magiche!- esclamò qualcun altro.

Ci misero pochissimo a trasferire la loro roba nella nuova sistemazione e lo fecero scambiandosi ampi sorrisi e incoraggianti pacche sulle spalle. La gioia di aver superato pur a loro insaputa  il primo test contagiava tutti, tanto che perfino Draco ed Arya accettarono di prender parte ai festeggiamenti. I loro compagni d'altro canto sembravano già  vederli sotto una luce più benevola.

Forse siamo davvero diventati una famiglia, pensò Harry, proprio come diceva Morgan.

-Insomma... sembra che ce la siamo cavata- concluse Malfoy quella sera da sotto le calde coperte del suo nuovo letto.

-Già- convenne Harry, poi si guardò intorno per sincerarsi che tutti gli altri dormissero o fossero distratti prima di aggiungere a voce bassissima- Senti... posso chiederti una cosa?

-Se riguarda il mio Marchio no- tagliò corto l'altro, improvvisamente fattosi più freddo - non è un argomento di cui desidero parlare.

-No, non è quello...- Harry temporeggiò, non sapeva davvero come chiederglielo senza sembrare un idiota o un impiccione.

Draco parve rilassarsi e riportò la sua attenzione sul Prescelto incoraggiandolo a continuare.
Harry raccolse tutto il suo coraggio prima di sputar fuori il dubbio che lo perseguitava.

-Ok. Tu ed  Arya siete... insomma, hai capito?

-No!E' solo un'amica- protestò il biondo come se Harry avesse appena detto una cosa ridicola, poi parve rifletterci più seriamente ed aggiunse- Però presto la sposerò, se è questo che intendi.

-Cosa?!

-E' già stato tutto combinato- gli spiegò con un alzata di spalle, come se fosse la cosa più naturale del mondo- le famiglie sono d'accordo, è cosa fatta.

-Ma tu non la  ami! - protestò Harry ad alta voce guadagnandosi un mucchio di 'shhh' dai compagni della camerata che desideravano continuare a dormire-  Voglio dire... tu non la ami, giusto?- ripetè più piano.

-Non amerò nemmeno un'altra ragazza scelta da mio padre, almeno Arya è simpatica - osservò Draco con freddezza- Possiamo convivere civilmente senza darci troppo fastidio e accontentare tutti... i miei genitori devono molto alla sua famiglia. E' il minimo che posso fare dopo l'aiuto che ci stanno dando.

- Sicché la signora Hardgraves con la sua disinteressata gentilezza si è comprata un marito per sua nipote...- sibilò Harry nel suo miglior tono sarcastico - ...oh, si, molto logico.

-Non mi aspetto che tu capisca Potter - ribattè Draco, altrettanto sulla difensiva- ma le faccio davvero un favore a sposarla, visto che nessun altro partito rispettabile lo farebbe.  Suo padre si dice tradì il Signore Oscuro, e non è tutto... devi sapere che anche  gli Hardgraves pur essendo una famiglia di purosangue non sono esattamente al nostro livello, anzi vantano uno scandalo bello grosso.

-E sarebbe?- Harry era piuttosto scettico su cosa i Malfoy considerassero uno 'scandalo'.

- Mi riferisco al cugino mezzosangue di Arya naturalmente!- esclamò Draco come se fosse impossibile che Harry non ne avesse mai sentito parlare, evidentemente non c'era Serpeverde che non conoscesse la storia ma non aveva considerato che Harry non lo fosse-   Il figlio adottivo dei suoi zii altro non è che il figlio illegittimo che suo nonno, il marito di Agnes, ha avuto da una babbana - spiegò con pazienza.

In effetti Hermione aveva accennato al fatto che la professoressa di Trasfigurazione odiasse il professor Hardgraves proprio per il fatto che fosse un mezzosangue ma Harry riteneva la cosa talmente poco rilevante che gli era facilmente scappato di mente.

-Tutto qui?- chiese il ragazzo, con ammirevole contegno di fronte ad una simile idiozia- E io che credevo che avesse assassinato qualcuno...

-Peggio ... - stabilì Draco - ...lei si rifiuta di rinnegare la loro parentela!Insomma, lo chiama 'fratello' anche davanti ad Agnes quando questa si è rifiutata di vederlo in casa sua... e Arya si è iscritta all'accademia proprio perchè 'vuole stargli vicino', così mi ha detto almeno.

Harry in quel momento si sentì gonfio di solidarietà verso Arya e verso il professor Hardgraves.
Infatti sapeva bene che cosa voleva dire avere dei parenti che ti considerano uno scherzo della natura a causa del sangue .

-Già, incredibile che alcune persone si rifiutino di rinnegare i propri affetti per far parte dello stupido club dei purosangue- commentò sempre sarcastico dando le spalle a Malfoy.

-Come ti ho già detto, non mi aspetto che tu capisca Potter - concluse Draco facendo lo stesso.

In fondo non era poi così cambiato come si credeva, si disse Harry che faticava a prender sonno, come aveva potuto anche solo pensare che stessero diventando... amici?! Semplicemente assurdo.  Invece con Arya era un'altra faccenda... lei almeno aveva il coraggio di dire chiaramente quanto poco le importasse di quei pregiudizi come già un altro Black aveva fatto prima di lei. Meritava almeno il suo rispetto per  questo.

E poi naturalmente c'era la questione del bacio.

E di Voldemort che potrebbe essere tornato, aggiunse una voce nella sua testa. No, il bacio che c'era stato  era decisamente più importante in quel momento secondo solo al fatto che Ginny li avesse visti insieme ,fraintendendo di brutto. E chi poteva darle torto tuttavia? Arya lo aveva messo in una situazione piuttosto scomoda e ancora non gli era chiaro se l'avesse fatto apposta o semplicemente sotto l'effetto dell'alcol.

Qualcosa gli diceva che poteva essere entrambe le cose insieme.

Il giorno dopo decise che avrebbe chiesto consiglio a chi ne sapeva sempre più di lui, specialmente quando si parlava di sentimenti: Hermione. Non gli era sfuggito pur nelle rare occasioni in cui si erano visti nel castello quanto la ragazza fosse migliorata. Non solo sembrava aver almeno parzialmente superato l'abbandono di Ron, ma aveva ripreso a praticare la magia senza problemi.

Ma Harry non la trovò nella biblioteca come sperava, nè nei dormitori di Grifondoro, dove invece si imbatté proprio in Ginny , intenta a farsi consolare dalle sue amiche.  La ragazza come si accorse della sua presenza gli lanciò uno sguardo che avrebbe potuto benissimo essere quello di un Basilisco, costringendolo ad indietreggiare incerto e a tagliare la corda il prima possibile.

Fortunatamente nei corridoi riuscì ad intercettare Luna , che lo informò di come Hermione ormai passasse ogni suo minuto libero da lezioni incollata all'infermeria.

La trovò impegnata in un'animata discussione con Madama Chips.

-Perchè non  posso entrare?Voglio solo vedere come sta!- stava dicendo con un certo cipiglio la caposcuola.

-Le ho già assicurato che il professor Hardgraves è fuori pericolo, ma starà molto meglio senza confusione intorno a lui- ribattè impassibile l'infermiera.

-Ma quella ragazza l'ha fatta entrare però!

-Per i parenti stretti si possono fare delle eccezioni. Lei è una parente stretta del professor Hardgraves, signorina Granger?

Proprio mentre la donna stava per avere la meglio su Hermione il diverbio tra le due fu interrotto da una terza voce, questa volta proveniente dall'interno dell'infermeria, che le coprì entrambe.

-ADRIAN!!BRUTTO IDIOTA, SI PUO' SAPERE CHE DIAVOLO TI E' SALTATO IN TESTA DI FARE PER RIDURTI COSI'?! HAI UNA VAGA IDEA DI QUANTO MI HAI FATTO PREOCCUPARE STUPIDO IMBECILLE CHE NON SEI ALTRO?!?!

Madama Chips si fiondò dentro seguita a ruota da Harry e da Hermione per trovare Arya che urlava contro senza ritegno a un pallido e provato Adrian, che aveva a malapena la forza di scusarsi. Il suo viso esangue tuttavia parve illuminarsi quando vide Hermione entrare e  nonostante le varie bende che lo ricoprivano riuscì a rivolgerle un debole sorriso.

-Sei venuta... - mormorò- ... non ci speravo.

-Era il minimo che potessi fare: mi hai...cioè lei mi ha  salvato la vita!- esclamò Hermione facendo un passo avanti- Come si sente?

-Bè, sono vivo, è già qualcosa- sorrise lui.

A quel punto Arya prese un cuscino dal letto vicino e glielo diede direttamente in testa.

-ANCORA VIVO?! BE', QUESTO SISTEMA TUTTO, NO?... SEI UN IRRESPONSABILE ADRIAN! COME OSI FARTI TROVARE IN QUESTE CONDIZIONI PER CORRERE DIETRO A UNA GONNELLA, ME LO SPIEGHI?!LA PROSSIMA VOLTA SE VUOI MORIRE VIENI DIRETAMENTE DA ME CHE TI AMMAZZO  VOLENTIERI!

-Hai ragione Ary... scusa... me lo sono meritato...ma adesso per favore metti via quel cuscino che già mi gira la testa...- gemette Adrian.

-Signorina Black, lo lasci stare...è ancora convalescente!- supplicava intanto Madama Chips.

L'anziana infermiera  dovette ricorrere all'aiuto della sua bacchetta e a  quello di Harry per riuscire a calmare Arya e a trascinarla fuori. Finalmente lui ed Hermione rimasero soli, in fondo nessuno dei due chiedeva di meglio.

-Così... hai incontrato la mia incantevole cugina- ironizzò Adrian - Ha dei modi più controllati di solito, ma suppongo che si sia leggermente spaventata per colpa mia.

Hermione sorrise perchè ne aveva un disperato bisogno considerando che per tutto il tempo il cuore non aveva mai smesso di martellarle in gola per la tensione.

-Aveva ragione... non avresti dovuto restare da solo contro quella ...cosa. A proposito che cos'era?- si informò la ragazza.

-Non ne ho idea. Ad un certo punto deve avermi colpito e sono caduto a terra, non ricordo altro... poi mi sono svegliato qui- raccontò, per poi aggiungere con un certo rammarico - che figura mediocre devo aver fatto con tutti i miei colleghi... un insegnante di Difesa che non sa difendersi!

-Sei vivo!- proruppe Hermione in sua difesa - E se si trattava di chi pensiamo ... sei stato fortunato, sei sopravvissuto a un avversario che brandiva la bacchetta di sambuco! La tomba del professor Silente è stata saccheggiata nella notte e l'hanno presa, ho sentito la McGranitt che lo diceva agli altri insegnanti ... insomma, è forse la bacchetta più letale al mondo.

-La tomba di Silente è stata...- Adrian scattò immediatamente sull'attenti-  quello che mi dici è davvero grave Hermione, devo darmi una mossa e andare con gli altri professori a...- fece per alzarsi prima che una fitta particolarmente dolorosa lo colpisse facendolo vacillare.

-Madama Chips dice che devi riposare...ecco- Hermione si affrettò a rimetterlo giù con cautela sistemandogli il cuscino.

-Grazie...- mormorò lui in risposta- ... sei gentile, ma devo andare a rendermi utile.

-Lo farai quando starai meglio- insistette Hermione pragmatica - O vuoi che vada a dire a tua cugina Arya che non ti stai riguardando come ti è stato detto  di fare?

Solo quella minaccia parve costringere il professore a rilassarsi di nuovo sul suo guanciale, ma i suoi occhi verdi ora luccicavano di malizia.

-Lo faresti? Sei una ragazza crudele Hermione Granger...- si lamentò, fingendosi offeso.

-Non immagini neanche lontanamente quanto, e poi...- Hermione non finì mai quella frase perchè senza alcun preavviso e con uno scatto notevole per un convalescente lui le prese il volto tra le mani e la baciò.

Un bacio vero stavolta, a cui la ragazza non si sottrasse come invece era successo nel bosco.

-Devi perdonarmi, avevo detto che non sarebbe più successo...- si giustificò lui poco dopo, a capo chino- ... ma tutto quello che riuscivo a pensare mentre credevo di stare per morire era che non avrei più avuto la possibilità di farlo... almeno adesso potrò morire senza rimpianti.

-Oh...- Hermione arrossì vistosamente, non era abituata a complimenti simili- ... Adrian, non è che io non voglia, ma... sei un professore di questa scuola! E io ...bè, io devo andare adesso.

La pura verità è che non si sarebbe più fidata di sè stessa se rimaneva oltre.

Uscendo dall'infermeria, un groppo in gola e la testa che le girava, si imbatté in Arya che stava ancora urlando come un'aquila, solo che stavolta il suo bersaglio era Harry.

-Oh,dannazione, lasciami Potter!Voglio cantargliene ancora quattro a quell'incosciente...

-Dorme- la informò freddamente Hermione - io lo lascerei in pace se fossi in te.

Arya si calmò tra le braccia di Harry, che meccanicamente la lasciò andare, si dedicò invece a scrutare Hermione come se ne stesse valutando le capacità. Tra le due streghe passò uno scambio di sguardi poco meno che ostile.

-Tu  saresti?- chiese infine Arya.

-Hermione - la presentò Harry , messosi in mezzo per evitare ulteriori scontri-  ero venuto per parlarti , ma non so se è un buon momento...

-Non c'è problema- disse Hermione, senza distogliere lo sguardo guardingo da Arya- dove possiamo andare per scambiare due parole in privato?

-Sono sicura che non c'è niente che devi dire ad Harry che tu non possa dire in mia presenza- assicurò Arya , con studiata noncuranza.

-Io credo invece di si- insistette la Grifondoro, spazientita- Se vuoi scusarci....

-Fa come vuoi...- Arya la superò come per andarsene, salvo poi girarsi per aggiungere- ...tanto poi Harry mi dirà tutto. Vero Harry?

Harry detestò sentirsi chiamato in causa tra le due ragazze, l'esperienza ( e i  frequenti consigli che Allock forniva loro  sulle sue conquiste) gli insegnava che nelle liti femminili era meglio non immischiarsi mai: non c'era modo comunque di uscirne bene. Si finse estremamente interessato al pavimento del corridoio, finchè Arya non fu abbastanza lontana ed Hermione sembrò sbollire.

E tuttavia il peggio doveva ancora venire.

-Non dirmi che hai davvero mollato Ginny per metterti con quella?!- esclamò Hermione non appena furono soli- Non sarai ammattito?!

-Io non ho... aspetta! Chi è che dice che ho mollato Ginny per Arya?

-Tutta la scuola ne parla- lo informò Hermione con cipiglio severo- Comunque non ci avrei mai creduto se non l'avessi sentito dalle labbra di Ginny... se è vero ti sei comportato in maniera deplorevole con lei.

-Non l'ho fatto apposta!- protestò Harry - E' che sono successe talmente tante cose...

Trascorsero il resto del pomeriggio ad aggiornarsi sulle rispettive novità. Harry le raccontò finalmente  tutto dell'amuleto di Serpeverde ,del furto che aveva subito e di come il marchio nero sul braccio di Draco Malfoy avesse preso a bruciare. Hermione riferì quello che aveva sentito dalla McGranitt sulla profanazione della tomba di Silente, delle nuove lezioni  e quel poco che ricordava dell'aggressione al professor Hardgraves, ovviamente omettendo la parte in cui l'aveva baciato.

Quando ebbero finito stranamente nessuno dei due pareva confortato, anzi erano solo più spossati dai nuovi misteri che si erano aggiunti al loro già pesante carico.

-Non avremo mai un anno normale...- sospirò stancamente Hermione - ...adesso scusa ma devo andare Harry, devo finire i compiti di Trasfigurazione per la Marchebanks. Ah, quella orribile donna...Non capisco come faccia a non accorgersi che ormai la classe non la segue più, nell'ultimo compito perfino io ho preso 'Accettabile' e conta che sono quella messa meglio, non per vantarmi...- Hermione estrasse il compito incriminato dalla borsa e lo sventolò sotto il naso di Harry.

-Hermione aspetta!- Harry la bloccò, lo sguardo fisso su quel pezzo di pergamena sulla cui cima era scarabocchiato un 'Accettabile' in rosso- me lo presti un momento?Per favore!

Harry corse nel suo dormitorio, un'idea pazzesca  gli aveva attraversato la mente nel vedere quel pezzo di carta. Aveva già visto quella scrittura, non era forse quella su cui aveva quasi perso il sonno? Poteva davvero essere che...

Si. Non c'erano dubbi, si disse ,confrontando trionfante  la A di Accettabile sul compito di Hermione con la A vergata sul biglietto che aveva conservato. La calligrafia corrispondeva perfettamente.

Dunque adesso sapeva che A. stava per Adela, professoressa Adela Marchebanks.

 

 


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Capitolo 8
*** Her laugh ***


 

 

 

 

 

Harry si precipitò a cercare Draco per comunicargli la sua sensazionale scoperta, i dissapori della sera prima completamente dimenticati data al'importanza del caso. Lo trovò insieme a Morgan e gli altri, che stava provando alcuni incantesimi . Incredibile come ormai il loro gruppo fosse coeso. L'ex Serpeverde comunque si staccò dagli altri non appena vide Harry e si mise ad ascoltare con attenzione il suo resoconto.

- Adela Marchebanks...mmm... sei sicuro che sia una purosangue?- mormorò pensieroso-  Non li ho mai sentiti nominare...

-Così afferma lei- tagliò corto Harry , facendogli notare che non era quello il nocciolo della questione- ma guarda la calligrafia: coincide perfettamente!E' stata lei a lasciarmi l'amuleto di Salazar!

Draco lanciò pigramente una seconda occhiata alla pergamena, ma era chiaro che stava pensando ad altro.

-Ok, ma come ne è entrata in possesso? E' una reliquia molto antica. Non sono cose che trovi al primo mercatino di Nocturn Alley, a  meno che...- si interruppe per un momento - Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima?!

-A meno che cosa?- lo incitò Harry.

Draco incrociò le braccia e si mise a guardare altrove.

-Non molto, per ora. C'e una cosa che devo verificare- disse semplicemente, rifiutandosi di dare ulteriori spiegazioni.

Harry stava per insistere, ma proprio in quel momento furono raggiunti da Arya che aveva un aspetto raggiante come se avesse appena fatto qualcosa di cui andava molto orgogliosa. Conoscendola, i due ragazzi cominciarono a temere il peggio.

-Ragazzi, ho una grande notizia da darvi...- annunciò ad alta voce, con un tono piuttosto solenne.

-Anche noi!- Harry fece un passo avanti brandendo la pergamena.

-Uno alla volta- ricordò Draco, ma tanto nessuno dei due lo stava ascoltando.

-So chi è A. - esclamarono infatti all'unisono sia Arya che Harry.

Cogliendola piuttosto alla sprovvista Harry le raccontò dell'esame delle calligrafie, Arya sembrava interdetta alla notizia e molto meno felice di come si sarebbe aspettato di vederla.

-Se ne siete sicuri, allora...mi sa che mi sono sbagliate!- si precipitò quindi verso i dormitori seguita a ruota dagli altri due.

Presto ne compresero il motivo: legata e imbavagliata da un incantesimo c'era un'altra ragazza nella loro stanza, che penzolava dal soffitto contorcendosi. Mormorando in fretta un contro incantesimo Arya la liberò, facendola crollare non proprio delicatamente sul materasso di uno dei letti.

-Sei pazza , sta lontano da me!- ansimò arretrando fino alla testiera.

-L'ho trovata che ficcava il naso in giro, ha detto di chiamarsi Astoria e poi ha tentato di scappare...- si giustificò Arya alzando le spalle- ... è già tanto che non ho voluto a cominciare a torturarla senza di voi.

-Arya, così la spaventi...- intervenne Draco - ... era nei Serpeverde con me e conosco molto bene sua sorella, garantisco io per lei. Non è una minaccia.

Arya sbuffò come se avesse appena perso una grande occasione per divertirsi, ma comunque mise via la bacchetta. Astoria non parve particolarmente rincuorata, perchè continuava a fissarla con sospetto, probabilmente convinta che bastasse poco per fargliela tirare fuori di nuovo.

-Sta tranquilla, nessuno qui vuole farti del male- aggiunse Harry cercando di sembrare rassicurante-  allora, ci puoi dire come mai scappavi da Arya?

-Non stavo scappando da lei- precisò Astoria una volta preso il coraggio di parlare- ormai scappo da chiunque si avvicini troppo visto che la metà delle volte lo fanno per aggredirmi alle spalle!

-Eri nel nostro dormitorio, vicino alle nostre cose- disse Arya- che cosa dovevamo pensare?

-Ci ero venuta per nascondermi, vengo spesso qui per stare un po' in pace, sola, lontana dai pettegolezzi e da quella gente orribile... solo che non sapevo che adesso ci foste voi- si giustificò la ragazza, prese un respiro profondo colmo di sconforto prima di aggiungere -Ci sono dei Corvonero che mi aspettano, probabilmente all'imboccatura dei sotterranei ... sanno che devo passare per forza di lì per raggiungere il dormitorio- confessò- non è che potrei fermarmi qui per un po'? Forse si stuferanno di aspettare e lasceranno perdere l'imboscata.

-Ma è una follia- intervenne Harry - chi si credono di essere?!

-Vedi, il fatto è che i miei genitori...

-No- la interruppe Arya- niente giustifica un comportamento simile, sono solo dei vigliacchi.

-Ha ragione. Stanotte dormirai nel tuo letto,  Astoria - stabilì Draco, evidentemente stufo delle continue prepotenze perpetrate ai danni degli appartenenti alla sua casa- lascia che di quelli ci occupiamo noi...

Harry ed Arya annuirono vigorosamente. Insieme i tre aspiranti auror scortarono la ragazza fino all'imboccatura dei sotterranei, dove aveva detto la aspettavano. Erano tutti pronti a dar battaglia, le bacchette già sollevate, ma non trovarono nessuno .

-Ma dove sono?Avevi detto che erano qui...- chiese Arya un po' scettica- E io che mi volevo divertire un po'!

-Forse si sono stufati di aspettarmi...- ipotizzò Astoria, speranzosa.

-Ragazzi, un momento... cos'è questa puzza?- Harry seguì lo strano odore verso il corridoio accanto, seguito a ruota dagli altri.

Non appena svoltarono l'angolo i quattro si fermarono davanti a quella che sembrava una poltiglia rossa sparsa sul pavimento di marmo e che in realtà era solo una traccia del passaggio di qualcuno o qualcosa. Seguendo la scia di sangue, ossa e pezzetti di vestiti arrivarono al punto dove giacevano inerti i tre corpi dei ragazzi di Corvonero, o almeno quello che ne restava. Astoria represse un urlo aggrappandosi al braccio di Draco.  Harry ed Arya si fecero cautamente avanti.

-Chi può essere stato a far questo?- mormorò lui osservando con disgusto  i cadaveri dilaniati.

-Chiunque sia stato lo ha fatto da poco- osservò Arya- sono ancora caldi.

Un rumore improvviso li fece trasalire tutti quanti.

Proveniva da un pesante armadio posto al centro del corridoio, che aveva preso a tremare.  I ragazzi si avvicinarono con circospezione, le bacchette puntate per fronteggiare l'incombente minaccia.

-Al mio tre... - mormorò Harry -... uno...due... tre... Alohomora!

L'anta di legno  si spalancò di colpo  rivelando non un nemico, ma una spaventatissima professoressa Katerine Van Allen rannicchiata al suo interno, la testa tra le mani, che si dondolava ritmicamente farfugliando qualcosa.  I ragazzi la osservarono dapprima sbalorditi, poi si avvicinarono per sentire meglio cosa stesse dicendo.

-Li ha uccisi...li ha uccisi... - ripeteva incessantemente.

-Professoressa Van Allen, chi li ha uccisi?- domandò Harry alla donna in evidente stato di shock.

-L'ho sentito arrivare...Ho avuto paura, così mi sono nascosta qui... e lui... li ha uccisi tutti!- balbettò confusa, senza smettere di dondolarsi.

-Si calmi, professoressa, venga...-Harry le tese gentilmente la mano per aiutarla ad uscire, invece lei appena se lo trovò davanti gli si gettò letteralmente addosso scoppiando in mille singhiozzi.

-E' stato orribile ...orribile... quei poveri ragazzi...- continuava a ripetere mentre stritolava Harry come se  si trattasse della sua unica ancora di salvezza.

- Hey, lo lasci stare ...è proprietà privata!- si intromise Arya cercando di staccargliela a forza di dosso.

Harry gliene fu molto grato visto che stava per finire soffocato dal seno enorme dell'insegnante.

-Insomma, lei ha visto chi è stato?- chiese Draco , Astoria che non gli aveva ancora lasciato andare il braccio parve accorgersene solo in quel momento e si ritirò imbarazzata.

-Io... si l'ho visto, quasi... aveva un mantello nero. Li ha uccisi. Poi ha detto qualcosa...no, non detto... sibilava...io sono rimasta nascosta, non credo che mi abbia visto altrimenti avrebbe preso anche me- concluse con un gran sospiro.

Non fu facile riuscire a calmare la Van Allen che sembrava stesse per iperventilare da un momento all'altro, tutti e quattro la sorressero e la accompagnarono in infermeria, decidendo prudentemente di non separarsi. La donna si trascinò fino al letto più vicino, dove un ignaro professor Hardgraves stava riposando, non appena vide il collega gli si fiondò letteralmente addosso ansiosa di essere consolata.

Ancora troppo debole per alzarsi era una preda troppo facile, notò Harry.

-Ma insomma, non può proprio farne a meno?!- esclamò Arya indignata.

-Ragazzi... ma cos'è successo?- chiese Adrian allarmato, riuscendo a riemergere a stento dalla scollatura della Van Allen.

Harry fece il breve riassunto della loro scoperta e immediatamente la preside venne allertata. Gli studenti furono  radunati in sala grande mentre il castello veniva ispezionato dagli insegnanti rimasti. Anche gli auror rimasti al castello per l'addestramento delle reclute diedero un mano, ma purtroppo senza risultati. L'aggressore sembrava essersi dileguato nel nulla.

Non che Harry si fosse illuso che lo avrebbero trovato, se veramente si trattava di Voldemort.

-Pare che non ci sia pericolo- annunciò Allock più tardi ai suoi ragazzi - potete tornare in stanza, per ora i vostri allenamenti sono sospesi. Rimanete lì fino  a nuovo ordine.

-Posso venire con voi?- si affrettò a chiedere Astoria, terrorizzata all'idea di rimanere sola.

-Naturalmente puoi restare qui tutto il tempo che vuoi Astoria, anzi prendi pure la mia camera...- stranamente Arya si era fatta d'improvviso molto gentile nei suoi confronti- Draco , vuoi accompagnarla tu a fare un giro del dormitorio?- dal tono di voce che aveva usato si capiva che non era una richiesta.

-Vieni, per di qua...- si rassegnò Draco facendo strada alla ragazza verso gli alloggi delle reclute, Harry ed Arya invece rimasero leggermente indietro.

-Quel ghigno che cosa significa?- si informò Harry, che però non era sicuro di volerlo veramente sapere.

-Fidati di me, ho occhio per queste cose e quella ragazzina Serpeverde fa giusto al caso mio... - Arya accennò agli altri due pochi passi avanti a loro con aria soddisfatta- scommettiamo che riesco a farli mettere insieme per la fine della settimana?

-Perchè dovresti farlo?Non credi che al momento abbiamo problemi più gravi?!- le fece notare Harry, esasperato.

-Oh, dovremo pure distrarci intanto che i nostri istruttori danno la caccia all'assassino... e tu mi aiuterai!-  decretò Arya come se ormai fosse cosa fatta- E poi se il mio piano avrà successo non sarò obbligata a sposarmi.

-Fai mai niente che non sia per il tuo tornaconto?- si informò Harry, ma era già abbastanza sicuro della risposta.

-Raramente- osservò lei con un mezzo sorriso.

Continuarono a camminare fianco a fianco fino ad arrivare alle camere. Harry intanto meditava su entrambe le questioni, Arya e l'assassinio, con la medesima concentrazione. Ma se riguardo all'ultima c'era ben poco che potesse fare in quel momento, la prima gli lasciava un ampio margine di intervento se solo avesse trovato il coraggio di farsi avanti.

-Potresti semplicemente rifiutarti di sposarlo- suggerì dopo un po', preso coraggio  - tua nonna mica ti può costringere.

-No, ma può sbattermi su una strada se non lo faccio- spiegò lei tranquillamente-  io non ho un altro posto dove andare finchè Adrian non metterà da parte qualcosa per una casa per noi due.

- Grimmauld Place - esclamò Harry dopo qualche secondo di riflessione - ma certo! Potete venire  a stare lì entrambi... Adesso ci vivo io , ma era la dimora dei Black una volta, quindi in pratica è casa tua...

Arya improvvisamente concentrò su di lui la sua attenzione come se Harry avesse appena detto una cosa particolarmente bizzarra.

-Faresti questo per noi?- mormorò avvicinandosi a lui di qualche passo- Ci conosci appena...

Harry si chiese in che razza di posto era vissuta per sorprendersi di come gli amici fossero pronti ad aiutarsi l'un l'altro. Già, ultimamente passava molto tempo a chiedersi che cosa avesse fatto Arya tutti quegli anni, come fosse vissuta, quali persone avesse incontrato. A parte la sua incondizionata devozione verso suo cugino Adrian sapeva ben poco dei suoi affetti.

-Ti conosco abbastanza per sapere che è la cosa giusta da fare- si ritrovò a dire e solo allora Harry realizzò che erano davvero troppo vicini- perchè non ci venite con me  a Natale?Vedete se vi piace e se volete restare ... altrimenti sei sempre libera di diventare la signora Malfoy!

Lei lo colpì sul braccio e scoppiarono entrambi a ridere.
Strano come il ricordo di quei cadaveri mutilati, la scuola in subbuglio e perfino il pensiero di Ginny in quel momento fossero completamente assenti  dalla sua mente, come se la risata di Arya avesse il potere di farglieli dimenticare.

 

 


 

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Capitolo 9
*** Something There ***


 

 




Le successive giornate furono trascorse dalle reclute confinati nei loro alloggi, ricevendo solo vaghe informazioni riguardo a ciò che avveniva al di fuori. L'unica cosa certa era che Hogwarts ormai non era più considerato un posto sicuro e tuttavia, con l'Accademia ufficiale ancora in via di ricostruzione,  non avevano nessun altro luogo dove proseguire gli allenamenti.

-Ho scritto a mio padre- annunciò una sera Morgan con la sua voce altisonante- forse lui ci saprà dire cosa sta succedendo.

Infatti pochi giorni dopo arrivò via gufo la risposta del Ministro della Magia in persona, Kingsley Shaklebolt. La lettera era composta di poche righe scritte di fretta, i compagni si misero spudoratamente  a leggere al di sopra della spalla di Morgan infischiandosene della sua riservatezza.

-Allora qui dice ' segreto del ministero'...' indagine riservata'...ecc. ecc....- Arya scorreva la pagina velocemente in cerca di qualcosa che ancora non sapessero- ' un contingente auror sarà stanziato stabilmente a presidio della scuola'... oh, ecco: sono stati effettuati controlli che prevedono il riesumo della salma di Voi-sapete-chi...- ci fu un momento di suspance prima che la ragazza terminasse di leggere- ...e l'hanno trovata intatta dove l'avevano sepolta.

-In altre parole il corpo è ancora là, Lui non può essere tornato- concluse Morgan ripiegando la sua lettera con cura- le indagini sula morte di quegli studenti non hanno portato a niente, anzi probabilmente verranno presto archiviate come un incidente.

-Succedono un po' troppi incidenti ultimamente - commentò Draco, scambiando con Harry un'occhiata significativa.

Nessuno dei due aveva dimenticato come il Marchio Nero si fosse attivato il giorno  dell'aggressione al professor Hardgraves nella foresta

-Non so, che smettano di indagare potrebbe essere anche un bene... Prima termina questa storia, prima potremo riprendere l'addestramento con Allock- osservò Arya.

- Ne è sicura signorina Black?- a parlare con voce strascicata era stato proprio il loro istruttore, entrato nel loro dormitorio barcollando.

Era palesemente ubriaco e si appoggiava al muro per non rischiare di cadere.
Molti ragazzi avevano lo sconcerto dipinto in volto, ma nessuno osò fare un commento. Durante quei mesi di addestramento avevano tutti a loro modo imparato a rispettare e ad ammirare l'istruttore Capo Allock, che nonostante fosse un po' troppo propenso a sbandierare le sue conquiste ai quattro venti era anche un insegnate capace e determinato. Dispiaceva vederlo ridotto in quelle condizioni pietose.

-Mi hanno tolto l'incarico- biascicò mentre Harry si faceva avanti per sorreggerlo.

-Come?

-Non possono farlo!

-Non è giusto!

Nonostante dai ragazzi si fosse levato un coro di proteste il loro ex-istruttore fece loro segno di tacere, sembrava ormai rassegnato o semplicemente non era il tipo da crucciarsi troppo e preferiva passare oltre.

-Ho amato una donna una volta...lei era bellissima- disse in tono malinconico, mentre abbracciava Harry per sostenersi, lo sguardo sopito, immerso nei ricordi- Tutte quelle che sono venute dopo non hanno significato niente, niente- ripetè in modo che fosse ben chiaro il concetto- Ah, come certamente avrà capito non è finita bene.

-Lei non l'ha ricambiata?- domandò Harry, incerto se si meritasse tanta confidenza.

-Non l'ho mai saputo- gli confessò Allock - di certo i pronostici non erano a mio favore...apparteneva a una famiglia troppo altolocata perchè potessi anche solo sperare di avvicinarmi  a lei. Ma questo non toglie che lei fosse bellissima e anche solo ammirarla da lontano... era per me fonte di gioia. Non avevo comunque speranze.

-Come lo sa se non glielo ha mai chiesto?- obbiettò Harry.

-Come fa a sapere di non interessare alla signorina Black se non glielo ha mai chiesto?- gli bisbigliò all'orecchio in modo che gli altri non potessero sentire, poi  Ben Allock gli fece l'occhiolino-  Il punto è proprio questo signor Potter: se avessi di nuovo la sua età e mi fosse data una seconda occasione non la sprecherei.

Harry abbassò lo sguardo, imbarazzato , mentre Arya si faceva avanti afferrando l'istruttore con molto senso pratico

- Susan , non hai ancora un po' di quella pozione contro i postumi dell'alcol?- gliene fece ingoiare l'intera boccetta rimasta per rimetterlo in piedi.

Allock si ricompose velocemente.

-  Armstrong mi sostituirà nella vostra preparazione , che riprenderà dopo Natale, rendetemi fiero di voi... buone vacanze ragazzi!- annunciò brevemente sollevando una mano in segno di saluto.

Nessuno di loro contava di passare delle buone vacanze dopo quella tremenda notizia. Il comandante Armstrong non aveva fatto una bella impressione a nessuno di loro il giorno del loro esame di ammissione, anzi sembrava avercela a morte con ciascuna delle reclute, specialmente con Harry.

Harry , Draco ed Arya furono tra gli ultimi ad abbandonare il castello, incerti fino all'ultimo sulla propria destinazione. Ovviamente Harry aveva messo a disposizione volentieri la casa di Grimmauld Place, anche Hermione era stata invitata e aveva risposto subito di si mentre Ginny continuava a rifiutare sdegnosamente ogni contatto col suo ex fidanzato. L'unico vero problema restava convincere i genitori di Draco e la nonna di Arya a lasciarli stare da Harry.

I due ragazzi dopo aver valutato attentamente ogni  possibilità decisero che l'unica soluzione possibile era la menzogna. Avrebbero entrambi scritto a villa Hardgraves sostenendo che non era loro permesso tornare. Arya era riuscita a convincere perfino suo cugino ad accompagnarli, il quale chissà perchè si era lasciato smuovere solo  alla menzione di Hermione tra la lista degli invitati.

Nonostante la casa non fosse esattamente nelle migliori condizioni nessuno se ne lamentò e perfino Draco fu visto dare una mano a rassettare le stanze, specialmente la biblioteca dove ormai trascorreva molto del suo tempo senza voler rivelare agli altri perchè. Comunque ciascuno in cuor suo era grato per quei momenti di tranquillità al di fuori dello stress della scuola, dell'accademia e delle rispettive famiglie.

-Dovremmo mettere delle decorazioni...- suggerì Hermione allegramente.

Un periodo di riposo le era particolarmente gradito da quando la professoressa Marchebanks aveva preso anche la cattedra di Difesa in attesa che il suo collega si rimettesse la sua vita scolastica era diventata un inferno.  E ci avrebbe potuto scommettere, lo stava facendo apposta. Odiava quella donna dal profondo del cuore, non solo perchè era la principale sospettata per l'aggressione di Adrian, ma soprattutto perchè ella non perdeva occasione di metterla alla prova esercitando  i suoi poteri malefici su di lei. A questo Hermione contava di mettere fine al più presto esercitandosi incessantemente in Occlumanzia, con un maestro d'eccezionale talento.

-Ti aiuto!- intervenne prontamente  Adrian Hardgraves, che ultimamente non perdeva occasione di rimanere solo con lei.

Non importava che si trattasse di una esercitazione di Occlumanzia, una lezione di Difesa o semplicemente aiutarla a fare qualcosa in casa...alla fine si ritrovavano sempre in due a guardarsi in maniera imbarazzata e  a scostarsi ogni qual volta per sbaglio le loro mani si toccavano. Nulla di più. E la situazione stava davvero diventando insostenibile.

-Tutto questo è assurdo...insomma, parlo di noi due. Capisco che lo ritieni inappropriato e hai ragione, lo è - le disse Adrian quel giorno - Quindi ho preso una decisione: mi dimetterò, oggi stesso se necessario. Manderò un gufo alla preside McGranitt e...

-Non ci pensare nemmeno!- lo rimproverò Hermione, dimenticandosi completamente delle decorazioni- La Marchebanks ha già messo le grinfie sulla tua cattedra, sai? Gliela daresti vinta andandotene!

-Che mi importa di quella donna? Stare con te è più importante- insistette Adrian.

-No, non lo è- lei gli accarezzò il viso dolcemente - ti prego...resta. Aiutami a scoprire che piani ha quella donna... si tratta solo di un anno dopotutto, dopo di che non sarò più una tua studentessa...

-Mi sembrerà un secolo senza poter stare con te-la interruppe lui.

-Bè, noi potremmo lo stesso ... sai, l'importante è non farci scoprire- lei per prima si stupì dell'audacia di quella proposta.

Lui le sorrise, stava per avvicinarsi e baciarla quando dal piano di sotto si sentirono chiamare a gran voce.

- Adrian, piantala di fare il cascamorto e vieni qui!E dì anche alla tua bella di scendere!Lo stupido elfo domestico dice che la cena è quasi pronta...

-Non c'è bisogno di urlare Arya, arriviamo!- Adrian, che si era notevolmente ripreso dopo la sua convalescenza, fu il primo a scendere con calma- E ti ho già pregato di portare rispetto agli elfi domestici, sono creature estremamente sensibili e svolgono un lavoro molto più duro di quanto tu farai mai...

Quelle parole gli valsero un lungo e appassionato bacio di Hermione che quasi a sorpresa lo tirò per la maglietta in un angolo appartato. Quella sera tardarono entrambi a cena ma avevano tutti e due un'espressione piuttosto soddisfatta. La loro relazione clandestina era cominciata proprio male, divenendo ormai perfettamente nota agli abitanti della casa.

Harry e Draco erano troppo imbarazzati per farglielo notare, ma Arya non aveva difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti a riguardo sbuffando contrariata ogni volta che li vedeva insieme. Probabilmente era solo gelosa di lui , che considerava suo fratello, fatto sta che lei ed Hermione continuavano a non sopportarsi a vicenda e cercavano quindi di starsi alla larga quanto più possibile.

Ma nemmeno durante le vacanze i ragazzi si astennero dal proseguire nelle loro indagini.

-Avevo ragione!Guardate qui...- esclamò una sera Draco, trascinando Harry ed Arya nella biblioteca dei Black, dove aveva lasciato aperto un anticovolume rilegato in pelle.

- 'Genealogia  non autorizzata delle famiglie purosangue'-  Arya lesse la copertina, piuttosto scettica-Ah, esattamente com'è che ci aiuta?

-In pratica sono pettegolezzi- spiegò Draco - tutto quello che le genealogie ufficiali omettono.

-Ripeto la domanda:  come ci aiuta?

-Non mi tornava che i Marchebanks fossero una famiglia di maghi, e infatti... - Draco mostrò loro la pagina con l'albero genealogico non autorizzato di Salazar Serpeverde dall'epoca in cui era vissuto fino ai suoi ultimi discendenti, i Gaunt  -...nel 1975 Christopher Marchebanks, mezzosangue, sposa Adela Gaunt, purosangue, figlia di Orfin Gaunt. Lei viene diseredata per questo  e cancellata dall'albero genealogico ufficiale dei Gaunt, come sua zia Merope.

Fantastico, pensò Harry, ci mancava giusto la cugina di Tom Riddle a complicargli la vita.

-Che faccia tosta... ce l'ha tanto con Adrian perchè è un mezzosangue e poi lei stessa ne ha sposato uno!!- esclamò Arya indignata.

-Aspetta qui c'è dell'altro... nel 1980 Christopher Marchebanks, auror alle dipendenze del Ministero,  muore durante il corso della prima guerra... la vedova sembra scomparsa...

-...fino ad oggi- osservò Harry cupamente- Almeno un mistero l'abbiamo risolto.

-E questo spiega come mai possedesse il cimelio di famiglia...ma come mai lo ha dato ad Harry?- insistette Arya.

-Questo possiamo solo immaginarlo- rispose  Draco - forse vuole vendicare suo cugino o l'onore della sua famiglia.

-Perchè dovrebbe? Voldemort ha ucciso suo marito!- osservò Arya.

-Ragazzi guardate...- Harry indicò loro un'ulteriore linea che partiva dal ramo Gaunt vicino ad Adela - ... la professoressa aveva anche una sorella, la data di nascita è la stessa quindi devono essere state gemelle!

- Myrcella Gaunt, nata Maganò e quindi cancellata anche lei dall'albero genealogico ufficiale- lesse Draco nelle annotazioni di fianco alla pagina- anche di lei infine si è persa ogni traccia.

-Chissà se Adela sa che fine ha fatto sua sorella...- si domandò Harry pensieroso.

Improvvisamente la luce della stanza si spense lasciando i tre ragazzi nell'oscurità più totale. A tastoni cercarono le bacchette per illuminare almeno davanti a sè.

-Ahi!

-Scusa Harry, ti ho pestato il piede?

-No, lo hai pestato a me. Potter, come mai hai urlato?

-Ahi, ragazzi, qualcosa mi ha morso...

-Lumos!

Finalmente Arya riuscì a recuperare la propria bacchetta e ad illuminare parzialmente la stanza, giusto il tempo per scorgere il sinuoso guizzo di qualcosa di nero e serpentino che strisciava via. Harry si teneva una caviglia dalla quale usciva qualche goccia di sangue, saltellando sul posto.

La luce tornò poco dopo e sulla soglia comparvero anche Hermione e Adrian, le bacchette sollevate in allerta.

-Ragazzi...abbiamo sentito Harry urlare, va tutto bene?

-Si, dev'essere solo saltata la luce... è una casa molto vecchia- disse Arya sbrigativa.

-Ma quale luce? Harry sanguina!- Hermione si precipitò verso l'amico- Dai, fammi vedere...

-Non è niente...devo essere inciampato su qualcosa di appuntito...- Harry cercò di sottrarsi a quelle attenzioni, piuttosto imbarazzato, ma ormai tutti gli altri lo avevano circondato.

-Veramente sembra più un morso- osservò Adrian.

-Si, è proprio un morso- confermò Draco, arrotolando i jeans di Harry e indicando i due forellini rossi sulla sua caviglia .

- Non dev'essere di un animale velenoso perchè la pelle intorno non è irritata...però è meglio pulire subito la ferita- disse ancora Adrian - Hermione, avete dei disinfettanti in casa?

-Certo...- annuì lei prontamente tirando fuori la bacchetta-  Accio Disinfettante!

-Ragazzi, seriamente, non è il caso...- cercò di protestare Harry.

In fondo non si trattava che di un morsetto minuscolo.

-Ha ragione...e lasciatelo in pace!Spostati Adrian, faccio io- Arya come suo solito prese in mano la situazione disinfettando velocemente il morso sulla caviglia di Harry - Ecco fatto... adesso cerca di non morire dissanguato, signor Prescelto!- concluse stizzita prima di lasciare la biblioteca.

-Ma...cosa le è preso?- Harry le fissò perplesso.

-Non farci caso Harry, a volte nemmeno io riesco a capirla- sospirò Adrian solidale.

Ma Harry si rifiutò di lasciar perdere. Non appena riuscì a liberarsi degli altri che lo fissavano preoccupati in maniera estremamente fastidiosa le corse dietro, raggiungendola di fronte alla camera che divideva con Adrian. Fece per entrare, ma si accorse che non doveva essere sola...infatti la sentì parlare ad alta voce e in un tono piuttosto alterato.

-Avevi promesso ...- stava dicendo Arya -Non te lo permetterò , mi hai capito? Non mi interessa quale patto tu abbia concluso... Qualunque sia il tuo piano io non ti permetterò di fargli del male!

A risponderle fu una voce gelida e risonante.

-Interessante... dev'essere all'incirca la stessa cosa che mi disse tuo padre...Anche lui  infine si era lasciato condizionare dai suoi sentimenti, poi naturalmente hai visto com'è finito...

-Arya... va tutto bene?-Harry si fece avanti.

La ragazza si voltò verso di lui nascondendo le mani dietro la schiena. Per quanto potesse vedere era sola in quella stanza,  immersa nella semioscurità.

-Ma certo!- rispose automaticamente, sembrava strana però e i suoi occhi erano leggermente lucidi- Harry, non dovevi venirmi a cercare... stavo per scendere. Come va la caviglia?

-E'  a posto - Harry le si avvicinò preoccupato- sei sicura di stare bene?

-Io...andiamo- disse semplicemente, evitando il suo sguardo.

 





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Capitolo 10
*** Interlude ***


 

Nota Autrice:ehm salve a tutti!come a volte inspiegabilmente capita ritrovo sul pc dei brani di una vechcia storia che avevo preso a scrivere qualche anno fa, per cui mi sono detta 'perchè no? già che ci sono li pubblico insieme al resto, giusto in caso a qualcuno interessi ancora per quanto improbabile  e insensato sia' e spero a una degna conclusione...il risultato è quanto segue:


La ferita alla caviglia scomparve in pochi giorni, grazie alle cure congiunte di Adrian e d Hermione. I suoi nuovi sospetti su Arya invece no. Harry si era aspettato diverse volte dopo quell'episodio che sarebbe venuta da lui per spiegargli ciò a cui aveva involontariamente assistito, invece niente. Arya si comportava ancora con ostentata normalità e più passava il tempo  meno  lui si sentiva incline a concederle il beneficio del dubbio.

Le vacanze furono molto meno divertenti da quel momento in poi, in casa si respirava l'atmosfera pesante del sospetto. Naturalmente da quel punto in poi le cose potevano solo peggiorare.

Successe il giorno di Natale, allo squillare del campanello, il padrone di casa non decise imprudentemente di andare ad aprire. Come lo fece fu atterrato da un poderoso gancio destro, una furia rossa si avventò su di lui infierendo coi più disparati insulti.

-Tu... vigliacco... tu, traditore...come hai osato fare questo a mia sorella...

- Ron! Ron!Calmati! Basta!- strillò Hermione, attirata lì dal fracasso.

-Come hai potuto... Ginny mi ha detto tutto... non ti vergogni?- continuò ad inveire mentre si rotolava sul pavimento col suo ormai ex migliore amico.

- Ron , posso spiegare...- rantolò Harry - io non...

-Ma che succede qui?- lo interruppe una voce femminile.

Anche Arya, Draco e Adrian  li avevano raggiunti dopo aver sentito le grida acute di Hermione e adesso fissavano Ron con sgomento. Il ragazzo aveva un aspetto terribile con la barba incolta e gli occhi folli d'ira,  fulminò praticamente con lo sguardo Arya  non appena se la trovò davanti.

-Quindi è lei quell'altra...Ginny aveva ragione, davvero una insignificante sgual...

Non riuscì a terminare la frase perchè al solo sentir rivolgere un mezzo insulto a sua cugina Adrian aveva prontamente tirato fuori la bacchetta e  lo aveva colpito con uno schiantesimo, senza immaginare che Draco stava per fare la stessa cosa. Il risultato dei due incantesimi fu talmente forte da spedire il malcapitato direttamente dall'altro capo della stanza.

Hermione si precipitò a soccorrerlo, scavalcando tra l'altro il corpo di Harry ancora ansimante sul pavimento.

-Harry, ti senti bene?- domandò invece Arya, avvicinandosi a lui preoccupata.

Harry preferì ignorare la domanda, accettando invece la mano di Draco che lo aiutò a rialzarsi.

- Adrian Hardgraves - si presentò il professore, con niente di più che fredda cortesia- Spero nessun rancore per lo schiantesimo.

-Va all'inferno!

- Ron!- Hermione si mise davanti ad Adrian - Adesso vedi di calmarti. Non puoi pensare di presentarti qui e...

-Io sono calmo- ringhiò il rosso- non sono io che se ne va in giro a schiantare la gente!

- No, tu stavi solo cercando di strangolare Harry!- gli rinfacciò Arya- E ad ogni modo chi diavolo sei?

-Nessuno- sottolineò Draco, che l'aveva affiancata con fare protettivo - solo quel Weasley di cui ti parlavo...

Ron non gradì per niente il commento e si mise a  cercare tra le pieghe della veste la sua bacchetta.

-Guarda Malfoy di non  metterti di mezzo... e comunque che diamine ci fai qui?

-E' qui perchè l'ho invitato io- tagliò corto Harry - E Ron, non è come pensi, se vuoi posso spiegarti tutto.

Ron si immobilizzò come se avesse bisogno di elaborare quella notizia. Dal suo punto di vista era come assistere alla realtà rovesciata. 

Come mai Harry avrebbe dovuto invitare proprio Malfoy, il suo nemico di sempre, per le vacanze di Natale?

Era forse lo stesso Harry Potter per cui Ginny aveva trascorso le feste a piangere nella sua stanza alla Tana? Perchè vari segnali lo avvertivano che il suo migliore amico era decisamente impazzito. Non solo, adesso tutti lo fissavano come se fosse lui ad avere torto! Anche Hermione sembrava avercela con lui, mentre stava palesemente prendendo le difese del tizio che l'aveva schiantato...

-Hai scaricato o no mia sorella davanti a tutta la scuola per metterti con Miss Ossigenato?- sospirò Ron incredulo- Si o no?

-No!Cioè, in realtà c'è stato un grosso equivoco...- Harry prese quindi a  raccontare gli eventi di quella notte come aveva già fatto in precedenza con Hermione.  Se la ragazza alla fine del racconto aveva almeno cercato di capirlo e di essergli solidale,  Ron sembrava ben lontano dalla comprensione, anzi era più che mai deciso a difendere l'onore di sua sorella.

-Bè,Harry, grazie di avere preso le mie difese prima- commentò Arya sarcastica.

-Non so di che parli- si difese lui, senza troppa convinzione.

Sperava di cavarsela andando a vedere come stava Hermione, ma la ragazza gli bloccò la strada parandoglisi davanti, le mani sui fianchi e lo sguardo minaccioso.

-Non è solo per oggi... Tu mi stai evitando già da tempo, ammettilo!

-Io? Ma che cosa dici?!- mentì spudoratamente Harry , lo sguardo basso e quasi colpevole.

In cuor suo sapeva che era tutto vero: da quello strano episodio aveva sempre più o meno coscientemente cercato di evitare Arya.

 Ci aveva ripensato giorno e notte .

Non si era sbagliato: l'aveva sentita davvero parlare con qualcuno che però era scomparso non appena era entrato. La ragazza continuava a sostenere di essere stata sola là dentro, ma mentiva. E che ragione avrebbe potuto avere per mentire se non gli stesse già nascondendo qualcosa?

-Harry... guardami...per favore!- questa volta più che arrabbiata sembrava veramente disperata.

Lui fece quello che chiedeva, la fissò dritto negli occhi e vi lesse tutta la sua ansia e il suo turbamento, ma non era abbastanza.

-Mi dispiace...ma devo sapere se mi posso fidare di te- le disse in tono fermo, anche se ciò che chiedeva lo faceva soffrire- Devo sapere se mi hai detto tutta la verità.

-Non chiedermelo...- mormorò Arya- ... non posso. Non potresti capire.

-Bene, se è così che la pensi- Harry le voltò le spalle, imponendosi di camminare normalmente senza voltarsi indietro.

 

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