amore con la A minuscola

di pervinca potter
(/viewuser.php?uid=102213)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove Quando Perchè ***
Capitolo 2: *** Dove Quando Perchè ***
Capitolo 3: *** Nella mente di Lei ***



Capitolo 1
*** Dove Quando Perchè ***


Ragazzi scusatemi tantissimo ma mi sono un attimo incasinata con l’inserimento dei capitoli…senza che vi sto a spiegare la mia sbadataggine saltate direttamente al cap. 2 (che è il primo della storia…) sostanzialmente, x cominciare a leggere saltate questo “coso” e andate al 2! XD
Mi SCUSO IMMENSAMENTE, BUONA LETTURA!
 
P.P 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dove Quando Perchè ***


Prima di cominciare…
Ciao a tutti! :D sono io, Pervinca Potter! :)
Mi sono concessa questo piccolo spazio principalmente per ringraziarvi :)
Ringraziarvi x tutte le carinissime ed interessanti recensioni lasciate nelle altre due storie fu Fairy Oak…
Non avrei mai immaginato di ricevere tanti bei commenti e sono contentissima di avervi divertito ed emozionato :D
Vi lascio a questa nuova storia, riflessiva, non sulla solita GrixVi  bensì sulla TomelillaxDuff …coppia sicuramente molto particolare e molto molto bella secondo me :)
A tutt’oggi non so bene di quanti capitoli sarà questa storia ma un numero intorno a tre/quattro…
Sempre se gradirete questo primo capitolo!
È l’ambientazione nella quale i nostri due Magici svilupperanno un po’ di pensieri sul loro rapporto :)
Ok ora non vi scoccio più e vi lascio alla lettura!
Un bacione grande grande e ancora GRAZIE :)
 
Pervinca Potter

Ps. Un grazie speciale x lady_cate che mi ha incoraggiato a scrivere questa storia. Te la dedico, sperando vivamente che ti piaccia :)
 

 
 
 
DOVE QUANDO PERCHE'

 
La piazza era gremita di persone.
Nonostante Grisam e Pervinca avessero insistito fino allo sfinimento per celebrare le loro nozze in pieno inverno, non furono accontentati.
La neve e il ghiaccio avrebbero reso il tutto impossibile.
Così decisero per il 23 Febbraio, data abbastanza “invernale” ma a Fairy Oak era praticamente già primavera: il clima mite, la neve scomparsa e qualche mandorlo già in fiore.
Quella data tanto attesa finalmente era arrivata.
La piazza preparata per il matrimonio: un lungo tappeto di seta rossa la percorreva tutta in lunghezza e terminava su un piccolo altare.
Il luogo in cui i due “storici” fidanzatini avrebbero coronato il loro eterno sogno d’amore era sotto un arco di fiori di pesco, rigogliosi e profumati.
Intorno a loro, tante sedie per gli ospiti.
Tutto il paese era presente e il fermento era generale.
C’erano alcune semplici tradizioni da rispettare nei matrimoni a Fairy Oak : l’usanza dell’abito era quella più importante e sentita.
Da sempre nella magica e splendida Valle durante le celebrazioni, i Non Magici indossavano abiti da cerimonia rossi, accompagnandoli con un fiore dello stesso colore.
I magici della luce indossavano vestiti dei colori più chiari: bianco, giallo, arancione, verde chiaro, verde acqua…anch’essi abbinati a fiori “in tinta”.
I magici del buio dunque solevano indossare abiti dai colori più scuri, a rispecchiare il loro potere: azzurro, celeste, grigio, polvere, blu notte, blu cobalto…si, anche il nero era ammesso ma non era di buon augurio sceglierlo per un matrimonio.
Anche i magici della distruzione portavano un fiore dello stesso colore.
 Detto questo, si può ben immaginare come apparisse la piazza durante un matrimonio.
Un meraviglioso agglomerato di colori, più variegato di un arcobaleno, e i profumi dei fiori più diversi si abbracciavano tra loro creando nuovi deliziosi aromi.
Tutte le fatine in un angolo si esercitavano per l’ultima volta con il liutaio Mc. Mike, che accordava al delicato suono prodotto dalle ali delle piccole creature la sua viola.
C’erano tutti: in prima fila l’amatissima gemella di Pervinca, Vaniglia o per meglio dire Babù, meravigliosa nel suo abito fino al ginocchio verde chiaro, cangiante alla luce del sole e una rigogliosa coroncina di edera intorno alla fronte, i capelli lunghi, come da ragazzina, le ricadevano setosi sulla schiena.
Accanto a lei Jim, il suo inventore, tornato per restare, un pochino impacciato nel vestito di cotone rosso chiaro, un geranio nel taschino.
Shirley, la donna che contemplava in se entrambi i poteri sorrideva timida, la nuvola di capelli rossi sistemati in uno chignon laterale. L’abito per lei era un po’ un problema.
Ma alla fine optò per un modello lungo dalla linea morbida, sui toni dell’arancione, con inserzioni qua e la verde smeraldo.
Al suo fianco c’era ovviamente la simpaticissima Shirley, che crescendo non aveva perso assolutamente l’amore per i colori e certamente non aveva rinunciato a loro per la cerimonia.
Aveva fatto tessere appositamente per lei un abito dal taglio completamente asimmetrico, corto prima del ginocchio davanti e lungo e biforcuto dietro.
Era nero, ma si comportava come un prisma:quando la luce del sole lo colpiva, rifletteva tutte le tinte dell’arcobaleno.
I capelli ora erano lunghissimi e ricadevano in una lunga coda laterale, fermata con nastri di mille colori.
Sbadata come era aveva dimenticato il fiore a casa ma era così allegra e simpatica che gli fu subito perdonata la dimenticanza.
E poi tutti gli altri concittadini: i genitori dei due sposi, le maestre, i bambini, dai più piccoli ai più grandicelli, i bottegai, i pescatori, i contadini, i cuochi… erano presenti tutti: perenti, amici e ovviamente Quercia, il cuore palpitante di Fairy Oak, che con i suoi rami offriva ombra ai convitati.
Dietro il piccolo altare c’era colui chiamato a congiungere i due innamorati: il sindaco Pancrazio.
Ora era un allegro vecchietto, stempiatello e un po’ cicciottello, ma molto più sereno di un tempo.
Accanto a lui c’era colui che con ogni probabilità lo avrebbe succeduto: Grisam.
Lo sposo sorrideva a tutti, la sua gioia era palpabile: aspettava questo momento da anni.
Era bellissimo, davvero bellissimo e tutte le ragazze assisterono alla cerimonia commosse ma anche un po’ invidiose di Pervinca, che stava sposando un uomo tanto bello quanto buono, intelligente e magnanimo.
Grisam indossava uno smoking azzurro polvere, che si intonava alla perfezione con i suoi meravigliosi occhi.
I capelli erano biondi, leggermente mossi dal vento e nel taschino avevo una grande rosa blu.
Il suo sorriso era talmente grande e bello da illuminare tutta la piazza, le tenerissime lentiggini gli davano un aria di eterna fanciullezza.
Era davvero bellissimo e come, tutti i convitati, attendeva trepidante che la sua amatissima donna facesse il suo ingresso.
Finalmente giunse il rumore di una carrozza: Pervinca era arrivata.
Dalla carrozza di legno dipinto scese la sposa, bellissima.
Visibilmente emozionata, la giovane strega cominciò a percorrere la strada verso il suo amato.
Il suo vestito era una sovrapposizione di veli: comprendeva tutte le sfumature del blu, sovrapposte a creare l’effetto di contemplare un cielo sereno.
Tra i capelli corti erano intrecciati fiordalisi e nontiscordardime.
Reggeva il lungo strascico con una mano.
Giunta all’altare guardò il suo amato e sorrise, sorrise di pura e semplice felicità.
Gli invitati erano disposti e seduti lungo i due lati del tappeto rosso, gioiosi ed emozionati.
Nella folla c’erano due persone, un uomo e una donna, nei due lati opposti.
Osservavano felici i loro rispettivi nipoti coronare il loro sogno d’amore.
Poi per un istante i loro occhi si incrociarono e… i cuori tremarono.
La cerimonia iniziò

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Nella mente di Lei ***


 
 Ragazzi salve a tutti :)
Volevo scusarmi per il ritardo vergognoso ma veramente quest’esteta è stata un inferno ma ora le cose sono di nuovo alla normalità :)
bacio grande buona lettura

P.P
 

 

Nella mente di lei

 
 
 
 
 
 
-Guardali, vecchio baffone, finalmente sono li, nel posto in cui hanno sempre sognato di essere.
 
Sono bellissimi i nostri due nipotini, che ormai non sono più così piccoli, per niente.
 
Ora sono due giovani, educati buoni e versati nelle arti magiche, anche per merito nostro, diciamocelo.
 
La mia Vi e il tuo Grisam… due caratteri diversi, due stessi poteri, la fanciullezza passata insieme e la tenerezza del primo amore condivisa…
 
Chissà come ha reagito Vi alla confessione di Grisam…
Il loro primo bacio…
Il loro primo bisticcio…
Tutti pensano che io sia una vecchia ed austera signora che nonstante l’età continua a dedicarsi solo allo studio, come ha sempre fatto.
 
I miei capelli bianchi, il mio portamento regale…il mio aspetto fisico e direi anche il mio comportamento in generale suggeriscono questa descrizione, della vecchia studiosa.
 
E forse un po’ lo sono, ma non del tutto.
 
E tu lo sai.
 
Tu, vecchio Brontolone sei l’unica persona che mi ha mai davvero conosciuto.
 
Che ha scoperto il mio “lato segreto”.
 
Che ha capito che il mio rifugiarmi nei libri era solo un modo per fuggire da qualcos’altro.
 
Qualche cosa, io la definivo “malattia” allora, che colpiva tutte le ragazze e le rendeva folli.
 
Il tempo passato sui libri di studio mi permetteva di non pensare, di non vaneggiare.
 
Trovai un compagno di studio ideale.
 
Con cui riuscivo a concentrarmi, attento ed interessato quanto me.
 
Fu proprio allora che la “malattia” mi colpì.
 
Ero terrorizzata da ciò.
 
Ci ero cascata anche io, come una pera cotta, e non sapevo che fare.
 
Come fermare quel cuore che batteva all’impazzata?
Come strappare via quell’espressione dagli occhi?
Come non tremare se per sbaglio mi sfioravi la mano?
 
Io che ero sempre scappata dall’amore rifugiandomi sui libri, proprio sui libri trovai l’amore.
 
 
La mia vita cambiò, tu cambiasti tutto.
 
Ti odiavo, ti odiavo per avermi “infettata” dopo tutto quello che avevo fatto per guardarmi da quel “morbo”.
 
All’inizio ti odiai.
 
Ma poi non mi fu più possibile.
 
Come non mi fu più possibile studiare con attenzione.
 
Mentre leggevi la lezione del giorno mi cullavo nel tono della tua voce, dimenticando il contenuto del tuo discorso.
Mentre prendevamo appunti sul nostro famoso quaderno, invece di cercare sul libro nuove nozioni importanti da annotare, mi incantavo a studiare la tua grande mano che scriveva, le tue unghie curate, la pelle liscia…
 
 
Tornavo a casa e mi accorgevo di non ricordare nulla, apparte il tuo viso, la tua voce e le tue mani.
 
Passavo allora la notte a studiare ma non mi era ugualmente possibile, la tua immagine mi perseguitava.
 
E allora io, Lalla Tomelilla, mi ritrovavo come una ragazzina qualunque, con il mento appoggiato alla mano e lo sguardo perso nel vuoto.
 
Non mi abituai mai a questa “malattia” ed entrai in crisi.
 
Come fare ad andare avanti?
 A tornare la brillante e studiosa ragazza?
A ritrovare la mia concentrazione?
 
Ma soprattutto come fare a non morire di questa malattia?
L’idea che anche tu potessi provare lo stesso per me non mi sfiorava nemmeno.
 
 
Poi quella piuma…
Quel regalo…
La confusione più totale.
 
Che fare?
Che dire?
Cosa pensare?
la risposta a tutte queste domande? Niente.
 
Non feci assolutamente nulla, per colpa della mia maledetta paura e timidezza
.
Restai negli anni, fino ad oggi, con la consapevolezza che tra di noi c’è qualcosa di speciale.
 
Tutto questo è bello, e ormai la mia vita è questa, e sta per concludersi.
 
E’ bello il nostro rapporto, è bello vederti ogni domenica mattina a casa, che entri con la tua mole enorme, i tuoi capelli sale e pepe, le tue mani un po’ raggrinzite dal tempo ma sempre forti.
 
E’ bello il tuo sguardo profondo e gioioso ogni volta che mi guardi.
 
Anche ora, seduto su quella sedia che scompare sotto il tuo corpo massiccio, ti guardi le mani, ti vedo, cerchi di non piangere, sei felice oggi, esattamente come me.
Ora Grisam prende parola.
Alzi un attimo gli occhi e sorridi.
 
 
Sorrido anche io insieme a te, perché il tuo sorriso mi ha sempre fatto sorridere.
 
Sorridere come una ragazzina.
 
Mi faceva sorridere quando ERO una ragazzina, mi fa sorridere ora, 60 anni dopo, al matrimonio dei nostri nipoti.
 
 
 
A dimostrare che le rughe non cambiano i sentimenti, non cambiano il cuore.
 
 
 
Io e te siamo questo, da sempre ormai.
E va bene così.
 
 
Ma… guarda Gri e Vi.
Loro ora sono li, a celebrare il loro amore.
 
 
 
 
E ora mi chiedo…
Perché loro si e noi no?
Che differenza c’è?
Cosa ci ha impedito di compiere il loro stesso destino?
La mia timidezza?
La mia paura?
La tua poca decisione?
Cosa?
 
 
Forse tutto questo..
 
E’ molto brutto da dire ma forse…
 
Forse non era il nostro destino..
 
Il nostro forse era destinato a rimanere un amore con la A minuscola.
  

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=753082