Just An Ordinary Day Started Out The Same Old Way.

di EffieSamadhi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Gringott, luglio 1995 ***
Capitolo 2: *** 2. Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996 ***
Capitolo 3: *** 3. La Tana, agosto 1997. ***



Capitolo 1
*** 1. Gringott, luglio 1995 ***


Bubbly

Terza classificata al contest “Marry Me!” indetto da Bea__ sul forum di EFP.

Totale: 75.5/80 pt

 

Commento:

 

1_Grammatica e sintassi: 14.7/15 pt

Ottima. Non ho riscontrato errori evidenti, a parte il fatto che più di una volta hai messo la virgola prima della congiunzione ‘e’. Dato, però, che è sempre lo stesso errore, anche se ripetuto, ho tolto solo 0.2. Inoltre ti ho tolto un decimo per un errore di distrazione: nella seconda riga hai scritto ‘ad appena diciotto’, dimenticandoti ‘anni’.

2_Lessico e forma: 10/10 pt

Ok, da qui in poi mi sono scatenata con i punteggi pieni. Veramente, veramente buono anche il lessico, così come il tuo stile, che mi è piaciuto molto, per cui, ovviamente, ti ho dato il massimo. :)

3_Originalità: 15/15 pt

Originale lo è, non avevo mai pensato a come potesse essere stato il primo incontro tra Bill e Fleur e la proposta è stata sicuramente qualcosa di inusuale!

4_Caratterizzazione del/i personaggio/i e IC: 15/15 pt

I personaggi sono caratterizzati magnificamente; mi è piaciuto come hai suddiviso i tre capitoli di modo che sia Bill che Fleur avessero lo stesso spazio. Nella prima shot vediamo i due protagonisti nelle vesti che ha cucito loro la Rowling, da cui non ti discosti per nulla, facendo emergere la sicurezza di Bill, ma anche l’altezzosità di Fleur (che secondo me è condensata in quel ‘lo gelò’, quando Bill cerca di fare l’affabile), mentre nella seconda shot e nella flash hai sviluppato di più entrambi, dando il giusto peso ad ognuno e facendo capire le loro sensazioni ed emozioni anche quando ti concentri sull’altro. Inoltre, sei riuscita a caratterizzare bene anche i personaggi secondari, come Fred, George e la madre di Fleur. Bravissima :) Se avessi potuto darti più di 15 punti, ti giuro che l’avrei fatto.

5_Attinenza alle indicazioni: 10/10 pt

Prima di tutto, stavo per farti una statua quando ho visto che avevi impaginato esattamente come avevo chiesto. Sei meravigliosa*____* (Finalmente qualcuno che segue quello che dico xD). Poi sei ordinatissima, organizzatissima! Persino io che in genere mi reputo una persona abbastanza precisa su queste cose (perché poi nella realtà sono il casino fatto donna) avrei un bel po’ di cosette da imparare da te!:) Per quanto riguarda l’uso del pairing, ovviamente, non ho nulla da contestare, così come per la lunghezza, perfettamente entro i limiti.

6_Gradimento personale: 10/10 pt

Assolutamente punteggio pieno. Mi è piaciuta tantissimo questa raccolta, i momenti che nel libro non vengono raccontati e come hai rappresentato Bill e Fleur. Ho letteralmente adorato la seconda shot, quella con la proposta. Sarà che adoro i gemelli, ma mi ha fatto sorridere.

7_Bonus: 1/5 pt

 

Autore

EffieSamadhi (EFP), Pocahontas@Effie (forum)

Titolo

“Just an ordinary day started out the same old way”

1.      Gringott, luglio 1995 [1634 parole, titolo e note compresi]

2.      Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996 [1074 parole, titolo compreso]

3.      La Tana, agosto 1997 [260 parole, titolo e note compresi]

Contesto

II Guerra magica / Libri 5-7

Tipo di ff

Raccolta mista [2 one-shot + 1 flash-fic]

Pairing

Bill Weasley / Fleur Delacour

Prompt

\

Genere

Commedia, Introspettivo, Romantico

Rating

Verde

Avvertimenti

Het, Flashfic, Missing Moments, One-shot, Raccolta

Note dell’autore

Avevo promesso di non iscrivermi più a nessun contest, almeno fino a fine mese. Poi ho visto il titolo di questo, e non mi sono saputa trattenere. E quando ho visto il pairing Bill/Fleur in lista, non ci ho visto più: non avevo mai scritto su di loro, e prima o poi dovevo cominciare…

Il titolo della raccolta è tratto dal primo verso della canzone “The Day I Fall In Love”, interpretata da James Ingram e Dolly Parton: non molti la conoscono, ma è una canzone semplicemente meravigliosa. La traduzione può essere pressappoco questa: “Era un giorno qualunque, iniziato come al solito”.

 

 

Just An Ordinary Day

Started Out The Same Old Way

 

 

1.   Gringott, luglio 1995

 

 

 

 

 

            William Arthur Weasley era sempre stato un tipo indipendente, fin da bambino. Per questo, ad appena diciotto anni aveva lasciato la casa paterna e si era trasferito in Egitto da solo. Proprio in Egitto aveva iniziato il proprio addestramento come Spezzaincantesimi, e pochi mesi più tardi era stato assegnato alla filiale della Gringott al Cairo. A William Arthur Weasley erano sempre piaciute le sfide, fin dai tempi della scuola, e dai tentati duelli nei corridoi della scuola era passato ad una professione molto impegnativa e decisamente molto gratificante.

            William Arthur Weasley detestava che gli si dicesse che cosa fare, e fin da ragazzino cercava di ignorare le suppliche di sua madre di tagliarsi i capelli e di liberarsi ‘di quell’orrore zannuto’ che portava all’orecchio. Detestava i falsi amici, i voltagabbana, chi faceva carriera grazie alle raccomandazioni; odiava il brutto tempo, specialmente la pioggia: forse anche per questo si era trasferito lontano dall’Inghilterra. Ma più di tutto, William Arthur Weasley detestava essere chiamato con il proprio nome completo. Ciò che desiderava più di ogni altra cosa era poter essere semplicemente Bill.

            Bill Weasley amava il proprio lavoro alla Gringott: gli piaceva l’idea di potersi rendere utile, e soprattutto di poterlo fare facendo qualcosa che gli riusciva bene. Bill amava il Quidditch, la propria famiglia e le ragazze. Soprattutto le ragazze. Non che avesse mai avuto una storia seria, certo, anche se da un po’ si era sorpreso a pensare come sarebbe stato avere una persona con la quale invecchiare, un po’ come stava succedendo ai suoi genitori.

Tuttavia, non c’era tempo per perdersi nei sogni: era il mese di luglio, e meno di quattro settimane prima Harry Potter era riemerso dal labirinto del Torneo Tremaghi trascinandosi dietro il cadavere di Cedric Diggory, e strombazzando ai quattro venti che Voldemort era risorto. Senza pensarci due volte, Bill aveva fatto armi e bagagli e chiesto il trasferimento alla filiale della Gringott a Londra, per poter stare più vicino alla famiglia ed essere pronto in caso di bisogno. Nonostante le premesse non troppo rosee e la mobilitazione della maggior parte del mondo magico – o almeno di quella parte che credeva a Harry, e non al Ministero –, comunque, sembrava che Voldemort avesse deciso di concedersi un’estate tranquilla, e l’unica preoccupazione di Bill era dunque il lavoro.

Era il mese di luglio, e l’estate si preannunciava torrida. E, naturalmente, l’Incanto Refrigerius1 applicato all’ufficio del direttore aveva smesso improvvisamente di funzionare. Bill era stato convocato urgentemente, e gli era stato intimato di riparare immediatamente il guasto. “Lo farei volentieri” aveva risposto pacatamente lui alla richiesta del capo, “ma non è una cosa da niente. Dovrò esaminare l’intero ufficio per capire cosa non abbia funzionato, poi dovrò annullare il vecchio incantesimo e applicarlo di nuovo dal principio. Ci vorrà come minimo l’intera mattina” aveva spiegato al direttore, che aveva approfittato dell’inagibilità della stanza per fare un lungo giro di controllo degli impiegati.

Un paio d’ore più tardi, mentre era sdraiato di schiena sul pavimento dell’ufficio, con la testa pericolosamente infilata sotto uno scaffale, intento ad applicare l’incantesimo persino all’angolo più remoto della stanza, Bill sentì avvicinarsi qualcuno. Una donna, a giudicare dai tacchi. Una donna con una certa fretta, a giudicare dalla severità con la quale si schiarì la voce, evidentemente cercando di attirare la sua attenzione. Per forza doveva avercela con lui: era l’unico essere animato rimasto nella stanza oltre ai ritratti dei precedenti direttori. Sbuffando, irritato per l’interruzione, riemerse da sotto il mobile e si rimise in piedi. “Beh?” domandò all’ospite, del tutto ignaro della ragione che potesse averla spinta a distogliere così rapidamente lo sguardo.

 

*

 

            Il rendimento scolastico di Fleur Delacour era sempre stato al di sopra di qualsiasi tipo di discussione: Fleur non era una secchiona, ma aveva sempre tenuto molto alla propria carriera scolastica e al proprio futuro. I suoi insegnanti erano sempre stati molto chiari nei suoi confronti: “Signorina Delacour, il suo curriculum è davvero notevole. Non esiste carriera che lei non possa intraprendere.” Forte di quella convinzione, Fleur aveva presentato domanda di assunzione presso l’Ufficio Relazioni con l’Estero della Gringott, ottenendo quasi subito un colloquio. Le era stato offerto un posto alla filiale di Londra, che davvero non si era sentita di rifiutare.

            Pur se con un preavviso minimo, era riuscita a fare i bagagli e a trasferirsi nella capitale britannica, nonché a trovare un appartamento adatto alle proprie esigenze e a sistemarsi per bene. Non che l’avesse visto come un disagio, no davvero: era stata un’ottima occasione per ribadire ancora una volta le proprie capacità organizzative. A nemmeno un mese dal diploma, Fleur Delacour era pronta ad iniziare un nuovo capitolo della propria vita.

            In quella calda mattina di luglio, Fleur era entrata alla Gringott armata di ottimismo e del proprio miglior sorriso, pronta ad assumere il proprio ruolo all’interno della filiale. Aveva attraversato l’ingresso a passo deciso, e aveva subito cercato l’ufficio del direttore, come le era stato detto di fare… ma dubitava che il ragazzo che aveva trovato sdraiato sotto lo scaffale fosse il responsabile della filiale. Per sincerarsene, si era schiarita la gola per segnalare la propria presenza, e quello si era alzato.

            Nonostante avesse distolto immediatamente lo sguardo, più per la sorpresa che per pudore, Fleur non sarebbe mai riuscita a cancellarsi dalla mente l’immagine di un giovane uomo dai lunghi capelli rossi, nudo dalla cintola in su, sudato come se avesse appena terminato un duello alla Babbana. “Beh?” si sentì domandare, con tono indifferente, come se cose del genere accadessero tutti i giorni. La sicurezza di quel giovane sconosciuto era qualcosa di assolutamente fuori del comune.

            C’est vous le directeur?” domandò, provvedendo immediatamente a mordersi la lingua. Il nervosismo le aveva giocato un tiro mancino, facendola parlare in francese anziché in inglese. Non che le succedesse spesso, anzi: di solito Fleur aveva molta fiducia in se stessa. Quasi come il ragazzo mezzo nudo che le stava davanti.

 

*

 

            Bill non aveva mai studiato il francese, e sinceramente non si era mai preoccupato di quella mancanza, convinto che non avrebbe mai e poi mai incontrato dei francesi, nella propria vita. Tuttavia, pur senza capire un’acca di quella lingua, l’istinto gli aveva suggerito che la ragazza bionda appena entrata nell’ufficio stesse cercando il direttore. Scoppiò a ridere. “No, no, no. Non sono il direttore.”

            La ragazza sembrò tranquillizzarsi. “Où est le directeur?” domandò, sempre in francese.

            Ancora una volta l’istinto di Bill gli venne in soccorso. “In giro. Sta controllando gli impiegati” rispose con aria di sufficienza, guardandosi intorno alla ricerca della maglietta. “Francese, eh?” aggiunse, senza guardarla.

            Oui” rispose lei. “La Gringòtt mi ha appena assunta al Bureau pour les Rélations avec…”

            “Oh, una nuova collega!” la interruppe lui, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi e sporgendosi in avanti per artigliare la maglietta, abbandonata su una sedia proprio accanto alla ragazza. “Sai, c’è sempre bisogno di gente nuova, specialmente se in gamba come te. Insomma, il Torneo non ti è andato bene, ma…”

            “T-torneo?” balbettò lei, senza capire.

            “Sì, il Torneo Tremaghi” spiegò lui. Rimase a fissarla per qualche secondo, mordicchiandosi un labbro e aggrottando le sopracciglia. “Non sei Fleur Delacour, la campionessa di Beauxbatons al Torneo Tremaghi?”

            “Oh, beh, oui, c’est moi, mais…

            “Bill Weasley” la interruppe ancora, porgendole la mano. “Ci siamo incontrati a Hogwarts. Ero lì per Harry. Harry Potter.”

            Fleur si batté una mano sulla fronte, dandosi della stupida per non averlo riconosciuto prima: eppure si erano incrociati a Hogwarts soltanto un mese prima, quando le famiglie li avevano raggiunti prima dell’inizio della terza prova del Torneo. E dire che aveva anche attirato la sua attenzione, con i suoi lunghi capelli rossi e quell’orecchino… esattamente lo stesso che portava adesso. “Oh, pardon, ma io non ti avevo riconosciuto con… avectu étais habillé” concluse, stringendogli la mano in segno di cordialità.

            L’istinto di Bill, che per ben due volte lo aveva salvato, fallì il terzo tentativo. La parola habillé non rientrava nel suo prontuario, e dubitava fortemente che significasse ‘abile’. Dopo un paio di secondi di silenzio, tuttavia, decise di rispondere con un sorriso e un “Hai ragione”: la sua esperienza in materia di donne gli aveva insegnato che dar loro ragione, anche in circostanze assurde come questa, non poteva che far bene. “Allora…” continuò, infilandosi una maglietta dei Tornados sopra il torace madido di sudore, “immagino che tu sia appena arrivata. Starai cercando un appartamento, avrai dei bagagli da…”

            “Mi sono già sistemata, merci” lo gelò lei. “Ma je suis en train di cercare un aide pour améliorer mon anglais, e davvero non so a chi rivolgermi.”

            Bill si morse l’interno della guancia, chiedendosi che diavolo c’entrassero i treni. “Beh…” iniziò, cercando di prendere tempo e pensare ad una risposta, “se vuoi posso aiutarti io.” Le parole gli uscirono fuori prima che potesse fermarle, e se avesse potuto avrebbe chiesto a suo fratello Charlie di aizzargli contro un Ungaro Spinato. Come diavolo gli era venuto in mente di offrirsi come insegnante, proprio lui che non sapeva una parola di francese? Doveva essere colpa di quel maledetto quarto di sangue Veela: chissà quanti uomini si facevano rimbecillire dal suo fascino.

            “Saresti très gentile, Bill” rispose la ragazza, contro ogni previsione. “Potremmo commencer questo après-midi, ça va?”

            Bill annuì, sorridendo. “Ça va, è perfetto” rispose.

            Fleur Delacour e i suoi lunghi capelli biondi si voltarono e lasciarono l’ufficio; Bill si affacciò al corridoio, e non appena fu certo di essere rimasto solo, si lasciò andare ad una risata liberatoria. Per venticinque anni si era illuso che niente e nessuno potesse intaccare la fiducia che aveva in se stesso, e invece… invece era bastata una ragazza a trasformarlo in un idiota.

 

 

 

 

 

1Incanto Refrigerius – Sinceramente, non so se questo incantesimo esista, nel mondo di Harry Potter, però mi è sembrato una buona idea. Insomma, un incantesimo che funzioni tipo condizionatore sarebbe utile, no?

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Capitolo 2
*** 2. Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996 ***


Bubbly

Autore

EffieSamadhi (EFP), Pocahontas@Effie (forum)

Titolo

“Just an ordinary day started out the same old way”

1.      Gringott, luglio 1995 [1634 parole, titolo e note compresi]

2.      Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996 [1074 parole, titolo compreso]

3.      La Tana, agosto 1997 [260 parole, titolo e note compresi]

Contesto

II Guerra magica / Libri 5-7

Tipo di ff

Raccolta mista [2 one-shot + 1 flash-fic]

Pairing

Bill Weasley / Fleur Delacour

Prompt

\

Genere

Commedia, Introspettivo, Romantico

Rating

Verde

Avvertimenti

Het, Flashfic, Missing Moments, One-shot, Raccolta

Note dell’autore

Avevo promesso di non iscrivermi più a nessun contest, almeno fino a fine mese. Poi ho visto il titolo di questo, e non mi sono saputa trattenere. E quando ho visto il pairing Bill/Fleur in lista, non ci ho visto più: non avevo mai scritto su di loro, e prima o poi dovevo cominciare…

Il titolo della raccolta è tratto dal primo verso della canzone “The Day I Fall In Love”, interpretata da James Ingram e Dolly Parton: non molti la conoscono, ma è una canzone semplicemente meravigliosa. La traduzione può essere pressappoco questa: “Era un giorno qualunque, iniziato come al solito”.

 

 

Just An Ordinary Day

Started Out The Same Old Way

 

 

 

2.   Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996

 

 

 

 

 

 

            Di solito, il turno di Bill alla Gringott finiva quindici minuti prima di quello di Fleur, e spesso lui la aspettava fuori, per invitarla a bere qualcosa, o a fare un giro per Diagon Alley. Mancava una settimana a Natale, e nonostante il ritorno di Voldemort il quartiere era pieno di maghi e streghe che si affaccendavano per portare a termine le compere di Natale. Sia lui che lei, comunque, avevano terminato le spese in anticipo, proprio per evitare la ressa degli ultimi giorni.

            Fleur uscì dalla banca a passo lento, stremata come non mai: il suo lavoro all’Ufficio Relazioni con l’Estero si stava facendo sempre più pesante, da quando la vecchia strega che lavorava con lei era stata ricoverata al San Mungo dopo essere stata morsa da una Piuma Mannara di cui i maghi dell’Ufficio Smistamento Posta avevano sottovalutato la pericolosità. La ragazza si calcò in testa un basco azzurro e lanciò un’occhiata storta al ragazzo. “Bill, oggi sono stanca. Ti prego, lasciami andare a casa” lo supplicò, incurvando gli angoli della bocca verso il basso, sperando di suscitare in lui una minima compassione.

            In risposta, Bill la prese sottobraccio. “Andiamo, devo fare soltanto un ultimo acquisto.”

            “Pensavo avessimo finito con le compere di Natale.”

            “E’ una cosa dell’ultimo minuto” rispose lui, trascinandola verso la vetrina dell’emporio degli scherzi di Fred e George.

            Fleur gettò un’occhiata alla vetrina, e poi guardò di nuovo il ragazzo. “Non devi avere molto a cuore questa persona, se vuoi regalarle una di queste cianfrattaglie.”

            “A parte il fatto che si direbbe cianfrusaglie, ma io trovo che Fred e George siano assolutamente geniali” sorrise Bill, rivolgendole uno dei suoi soliti sorrisi contagiosi e approfittando della sua distrazione per baciarla. “Vieni, entriamo.”

            I Tiri Vispi Weasley erano probabilmente l’unica bottega di Diagon Alley sempre gremita di clienti: non solo studenti di Hogwarts o ragazzini in cerca dello scherzo perfetto, ma anche adulti convinti dell’assoluta genialità delle invenzioni dei gemelli. Bill strinse la mano di Fleur e la guidò attraversò una folla di ragazzini desiderosi di acquistare una scorta di Merendine Marinare e Torrone Sanguinolento, per fermarsi davanti ad una vetrinetta che esponeva almeno cinquanta tipi di piume diverse. Bill osservò con attenzione i vari ripiani, scegliendone poi una di colore azzurro, quasi della stessa tonalità del basco di Fleur. “Ehi, George!” esclamò, rivolto al fratello, poco distante. “E’ questa la penna di cui mi parlavi, vero?” gli domandò, mostrandogli la piuma.

            “Esatto, Bill. Oh, buonasera, mademoiselle” aggiunse, accennando un inchino verso Fleur. “Questa è una delle nostre ultime invenzioni, la straordinaria Penna RivelaPensieri! Ci è bastata qualche minima nozione di Legilimanzia per crearla.”

            “Come funziona?” domandò la ragazza, incuriosita dall’oggetto.

            “Beh, in pratica basta appoggiarla su un foglio e concentrarsi su qualcosa, e lei fa tutto il lavoro. Traduce in parole ciò che stai pensando. Aspetta, te lo dimostro” spiegò, prendendo la penna dalle mani di Bill e appoggiandola su un pezzo di pergamena. Si portò le mani alle tempie, concentrandosi a fondo, e la penna iniziò a muoversi sul foglio. “Ecco, vedi?” disse, indicandole il foglio. “’Il cappello di Fleur assomiglia alla borsetta preferita di zia Muriel.’ Con tutto il rispetto per il tuo cappello, naturalmente” aggiunse, sorridendo.

            Fleur non poté fare a meno di sorridere a sua volta: la famiglia di Bill le piaceva, e anche se a volte le sembrava di non essere completamente accettata, ormai il suo cuore apparteneva totalmente ai Weasley. “E tu hai intenzione di comprarla?” si meravigliò, vedendo Bill porgere una manciata di zellini al fratello.

            “Oh, no, fratello, non pensarci nemmeno!” intervenne Fred. “Sappiamo cosa vuoi farci, con quella penna, e per questo te la regaliamo” concluse, con un sorriso.

            “Come sarebbe a dire che sapete a cosa mi serve?” domandò, fissando in tralice prima l’uno, poi l’altro gemello.

            “Beh, sai, quelle nozioni di Legilimanzia ci hanno messo su un po’ di curiosità. Ma non abbiamo visto molto, tranquillo” cercò di rassicurarlo George.

            “Diciamo che comunque abbiamo apprezzato l’idea, e poterci rendere utili ci rende fieri” continuò Fred.

            “E speriamo naturalmente che ti ricorderai di noi, se l’operazione andrà a buon fine” concluse George.

            “Bill, di che cosa diavolo stanno parlando? Che cosa dovresti fare con questa penna?” gli domandò Fleur. Si staccò da lui e puntò entrambe le mani sui fianchi, in un’imitazione tanto perfetta quanto involontaria della signora Weasley. “William Arthur Weasley, che cosa stai architettando?”

            Bill sbuffò. “Va bene, tesoro. Volevo farlo in un altro modo, ma vorrà dire che mi adatterò.” Prese la striscia di pergamena dalle mani di George, si concentrò su un pensiero e lasciò che la penna facesse il proprio dovere. Osservò la nuova scritta con aria soddisfatta, poi, inginocchiandosi di fronte a Fleur, le porse il foglietto.

            Fleur si costrinse a leggere la stessa frase per ben tre volte, per riuscire a convincersi di quale fosse il suo vero significato. “Bill pensa che il cappello di Fleur sia molto bello, e che sarebbe fantastico poterla finalmente chiamare ‘signora Weasley’” lesse a bassa voce, spostando poi lo sguardo sul ragazzo, incredula. “Bill, che cosa…”

            “Vuol dire che ti sposo, Fleur” la interruppe lui, con la consueta calma.

            Fleur si sentì arrossire fino alla punta dei capelli. Si era abituata al clima umido, si era abituata alla carne troppo cotta, si era abituata persino al traffico delle metropolitane inglesi… ma l’estrema sicurezza di Bill era qualcosa che avrebbe continuato a spiazzarla, fino alla fine dei loro giorni insieme. “Oui, Bill” riuscì a sussurrare, prima di cedere il passo alle lacrime. Il ragazzo le fece scivolare un sottile anello intorno al dito e si rialzò, prendendola tra le braccia, mentre i gemelli alzavano la voce per richiamare l’attenzione dei clienti.

            “Gentili signore e distinti signori” iniziò George, schiarendosi la voce, “questa è la conferma che il marchio Weasley è garanzia di qualità e successo.”

            “Acquistate un prodotto Weasley” continuò Fred, agitando un Cappello Decapitante al di sopra della folla, “e la fortuna inizierà a girare dalla vostra parte!”

            “Guardate questo ragazzo: ha comprato una Penna RivelaPensieri, e dopo meno di cinque minuti si è fidanzato con la ragazza più bella del mondo!”

            “Pensateci, gente: i prodotti Weasley possono cambiarvi la vita!” conclusero all’unisono i due gemelli, accennando un breve inchino verso i clienti.

            Fleur sorrise all’indirizzo dei gemelli, poi tornò a guardare il fidanzato, che ancora la stringeva tra le braccia. “Je vous aime, Bill” sussurrò. “Toi et ta famille.”

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Capitolo 3
*** 3. La Tana, agosto 1997. ***


Bubbly

Autore

EffieSamadhi (EFP), Pocahontas@Effie (forum)

Titolo

“Just an ordinary day started out the same old way”

1.      Gringott, luglio 1995 [1634 parole, titolo e note compresi]

2.      Tiri Vispi Weasley, dicembre 1996 [1074 parole, titolo compreso]

3.      La Tana, agosto 1997 [260 parole, titolo e note compresi]

Contesto

II Guerra magica / Libri 5-7

Tipo di ff

Raccolta mista [2 one-shot + 1 flash-fic]

Pairing

Bill Weasley / Fleur Delacour

Prompt

\

Genere

Commedia, Introspettivo, Romantico

Rating

Verde

Avvertimenti

Het, Flashfic, Missing Moments, One-shot, Raccolta

Note dell’autore

Avevo promesso di non iscrivermi più a nessun contest, almeno fino a fine mese. Poi ho visto il titolo di questo, e non mi sono saputa trattenere. E quando ho visto il pairing Bill/Fleur in lista, non ci ho visto più: non avevo mai scritto su di loro, e prima o poi dovevo cominciare…

Il titolo della raccolta è tratto dal primo verso della canzone “The Day I Fall In Love”, interpretata da James Ingram e Dolly Parton: non molti la conoscono, ma è una canzone semplicemente meravigliosa. La traduzione può essere pressappoco questa: “Era un giorno qualunque, iniziato come al solito”.

 

 

Just An Ordinary Day

Started Out The Same Old Way

 

 

3.   La Tana, agosto 1997

 

 

 

 

 

“Fleur, chérie, tu es si jeune, si belle… et Bill, il est si… je ne comprends pas.”1

            Fleur non riusciva a togliersi dalla mente quelle parole, pronunciate da sua madre, la persona che più di tutte avrebbe dovuto sostenerla in quel giorno. Persino la signora Weasley aveva compreso quale fosse la grandezza del suo amore per Bill, possibile che sua madre invece non volesse capire?

Lei e Bill erano fatti per stare insieme. Lo aveva capito dalla loro prima lezione di inglese, quando aveva cercato di convincerla che ‘regarde’ significasse ‘guardare indietro’. Glielo aveva confermato il loro primo appuntamento, e ne aveva avuto l’assoluta certezza quando lui l’aveva chiesta in moglie.

Lei e Bill erano fatti per stare insieme. Glielo ribadì il suo sorriso, mentre il padre l’accompagnava verso l’altare. Bill era la cosa più bella su cui avesse mai posato gli occhi. Bill era l’uomo migliore del mondo. Bill non le avrebbe mai permesso di soffrire. Bill si sarebbe occupato di lei, e viceversa lei si sarebbe occupata di lui. Bill l’avrebbe resa felice, e che andassero al diavolo coloro che non credevano nella loro relazione.

            Appesa al braccio del padre, Fleur passò accanto alla madre, rivolgendole una breve occhiata. Maman, tu ne comprends pas, ma je sais pourquoi.2

            Sorrise all’uomo che amava.

 

 

1Fleur, chérie, […] je ne comprends pas – “Fleur, tesoro, tu sei così giovane, così bella… e Bill è così… io non riesco a capire.”

2Maman, tu ne comprends pas, mais je sais pourquoi – Mamma, tu non capisci, ma io so perché.

 

 

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