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Premessa lunga, breve prefazione. Sono sawadee, ma questo lo sapete già. Ieri sera ho ascoltato un cd di
Ennio Morricone in cui c'è questo brano "Canone inverso",
colonna sonora del film omonimo. In seguito, oggi pomeriggio un amico mi ha fatto vedere il film e, per caso, uscendo da lì, ho trovsto
su una bancarella il libro. Sono molto legata sia alla musica di Morricone sia
al libro sia al film ed è per questo che ho deciso di scrivere questa fanfic...
Vi avverto sin da ora, l'incredibile Jeno Vargas e Sophie non compariranno
nella mia fanfic se non in modo molto breve e lo stesso vale per i campi di
sterminio... Parenti di miei carissimi amici ci sono morti e per me è
abbastanza difficile parlarne, dato che mi sono
avvicinata allo studio del Talmud grazie ad un amico rabbino che ha avuto la
famiglia sterminata nella Shoa. Un altro fatto che ha reso ancora più scarsa la
mia voglia di parlarne è che, pochi mesi fa, sono
successi dei fatti abbastanza gravi: un mio professore è stato criticato
proprio perchè di religione ebraica mentre una oca antisemita, se mi
giustificate la citazione da Nietzsche, ha continuato ad importunare una
persona a cui sono particolarmente affezionata e che stimo moltissimo solo
perchè ebreo! Per farvi capire la stupidità di questa persona vi dirò che si è fatta avanti con ben due exragazzi di una mia
amica di origine ebraica, per poter dire di essere migliore di lei, e, senza
sapere che uno di loro è di famiglia ebraica, ha iniziato a parlare alla
presenza di questo ragazzo dell'utilità dei campi di sterminio per omosessuali,
ebrei e persone di colore... Tempo fa aveva promosso una campagna di firme per
scacciare un docente ebreo dal mio vecchio liceo ma si era ritrovata quasi ad
essere gettata dalle scale da parte di mia sorella minore, fierissima per una
volta di finire in presidenza... Un'altra cosa che non molte persone sanno di
me, neanche quelle con cui divido il tetto, è che io suono il violino dall'età
di quattro anni.Dopo alcuni mesi di convivenza non hanno ancora capito che il
violinista del convitto, colui che suona durante gli
orari dei pasti, è, in realtà, una ragazza, io. Non sono stata spinta dai miei,
anzi... I miei genitori non avrebbero mai voluto che suonassi, solo che non
sono riusciti a fermarmi... Immaginate una bambina che a) dall'età di un anno
rompe che vuole il violino e passa la giornata con il violino di una bambola di
porcellana in braccio chiamandolo "amore mio", b) corrompe una zia e
si fa cercare da lei una scuola di musica, c) molla dopo nemmeno 6 mesi la
scuola di musica perchè chiama il maestro "lo scemo" (con la scusa
che non aveva ancora 4 anni e6 mesi il maestro non le dedica
nessuna attenzione dicendo:-Cosa può capire di musica una bimba così
piccola!- Peccato che ero l'unica di quel corso che a tutt'oggi suoni...) d) va
dalla zia di cui sopra e insieme cercano un maestro che le piaccia (a forza di
guardare riviste, zia mi ha insegnato a leggere). Tra l'altro ho alcuni
spartiti che sono appartenuti alla grandissima Gioconda DeVito, la più grande violinista del XX sec, forse più di Menuin... La mia
maestra di violino è stata sua allieva e ha insegnato in vari conservatori...
Credetemi, farle accettare di vedere una bambina di non ancora 5 anni non è
stato uno scherzo, ottenere, però, le lezioni e che fossero quasi gratis invece
è stato istantaneo. Amore a prima vista. Per il violino, naturalmente. Spero che dopo 16 anni non si sia pentita di avermi preso come
allieva. Avverto subito che la protagonista della fanfic è un carattere
assolutamente inventato.
Fatte queste premesse, vi dico subito che il legame
con il film è legato solo dal violino che per caso finisce nelle mani di....
A voi scoprirlo leggendo.
1) A violin from the past.
Selciato. Marciapiede. Fermare motorino. Tirare giù treppiedi... Via casco. Togliere guanti. Freddo.
Sul viso. Sulle mani. Rinfilare i guanti.
Avvicinarsi al portone. Andito. Scala. Prima piano. Porta di casa.
Radio accesa. Babbo in casa, mamma amusicale, babbo amare
musica. Chiave. Toppa. Il freddo rende i pemsieri
telegrafici, taglienti come lame... Il caldo mi scioglie lentamente i
pensieri... Radio. Bach. Chaccon. Menuin. Inconfondibile. Morbido, elegante,
femmineo quasi ma di una grazia inneffabile...
- Mamma, sono tornata...-
- Elisa, te lo abbiamo detto mille volte di non correre per casa, poi cadi...-
Salto in braccio a babbo. E' almeno 10 centimetri più
basso di me ma non ci faccio troppo caso. -Elisa,
perchè hai preso in prestito il motorino da Bea?-
-No, è che era tardi stamattina e non mi andava di farmela a piedi.-
- Ma sei andata a piedi a fare la spesa. Ti ho visto fare la discesa a
piedi.-
-No, mamma, no, il motorino era dopo la discesa...-
-Ah...-
Mia madre non lo sa, ma la sera prima mi sono calata dalla finestra e sono
andata a vedere correre le moto a Roma. L'ho fatto tempo fa,
sembra una vita fa... Mi piaceva sfidare tutto. Apparentemente una
ragazza sofisticata, intelligente, che fa tanto sport,
tutta 9 e 10 a
scuola, in realtà una border line.
Soffrivo di disturbi dell'alimentazione dall'età di 13 anni, nessuno a casa se ne è mai accorto. Troppo attenti all'immagine esteriore di Elisa per accorgersi di quanto stia male, di quanto le
faccia male sentirsi dire dalla madre:- MAngi troppo, poi ingrassi...-
L'ora dei pasti... quando mangio la sera da sola è facile buttare tutto in un
secchio e far pensare che vada tutto bene, ma più che continuare a vomitare di
nascosto colazione e pranzo non posso fare. E così vado
avanti fino ai 16 anni, anni in cui mi sento una crisalide. Buio, mi sento
decomporre, credo che il mio bozzolo sia un sudario...
16 anni. Ambiente e giro strano... E, poi, lui. Bello, biondo, occhi azzurri.
Futuro medico, buon musicista. Bello per la sua bontà, per il fatto di essermi
caratterialmente identico, di capirmi anche quando annuivo...
Entro nel giornale scolastico, smetto di punto in bianco di fumare, divento
magra senza sforzo e senza fare più diete alternate ad abbuffate. Goliardia
nella scuola.
Entro e divento il capo, dopo nemmeno un anno.
Non avrò una storia con lui ma capisco che non vale la
pena buttarsi via. Ho la mia prima storia seria...entro in una prestigiosa università ed è già un po' che studio lì...
Eccomi tornata a casa per le vacanze dall'uni, le vacanze di Natale.
Al primo appello ho già dato tanti esami.
Sono soddisfatta.Un esame e scriverò la tesi... Dovrò
aspettare 6 mesi per sostenerla, ma pazienza... Il greco è la mia passione... E
ora sono a casa.
Mio padre mi guarda:- Senti, Elisa, ci sarebbe un
regalo particolare di Natale. Vuoi averlo ora?-
- Sì.-
E' una custodia di violino un po' logora, di quelle dove si tengono gli
spartiti.
Lo apro. I miei non hanno notato che il velluto è fatto per tenere delle corde
all'interno, scommetto che non sanno nemmeno che la piccola scatolina
all'estremità sinistra si apra.
Prendo in mano lo strumento.
Osservo il riccio che finisce con una testa di donna. Scuola
altoatesina, sicuramente non cremonese o veneto.
La cassa dovrebbe produrre un bel suono potente, leggermente più cupo di quello
che va ora (diciamo che accordo il violino su un la
degli anni 30 perchè è leggermente più caldo)... Le forcelle sono eleganti,
sottili.
La forma ricorda proprio un corpo, un meraviglioso corpo
umano. Sfioro gli archetti. Il moderno non è un granchè,
molto superiore il mio Pleyel, molto più flessibile e maneggevole... Il barocco
è semplicemente perfetto. Buona manegevolezza, crini integri e candidi.
-Babbo, quanti milioni hai pagato questa meraviglia?-
- Niente.-
-Come niente?-
-Era di una signora, Costanza, una violinista. Ha sentito la registrazione di
te che suoni il violino, ha chiamato il nonno ed ha
voluto darti il violino. In cambio si è fatta promettere che tu saresti andata
a suonare per lei. D'altronde abita nella tua stessa città.-
- Elisa...-
Mia madre.
-Suoni qualcosa per noi? E' tanto che non ti sento suonare, da quando ti sei trasferita...-
Sfioro la cordiera in silenzio. Scelgo lentamente, anche se ho deciso di non
fare il conservatorio e di non fare della musica una professione, suono
tranquillamente i Capricci di Paganini... No, per lui c'è sempre tempo...
Bach... Scontato, lo hanno ascoltato ora... E' un
brano che non suono da un po', ma lo ricordo tutto a memoria. Un po'
monumentale magari, ma dovrebbe farli contenti.
Mendhelsson. Concerto in re minore violino ed orchestra.
Lo attacco, tirandomi i boccoli indietro.
Dopo 15 minuti mia madre torna ai fornelli ma continua
ad ascoltare, sospirando...
Mio padre si siede a sentirmi, mentre sempre più spavalda suono...
Più tardi, in camera da letto, perlustro l'interno della custodia.
Foto.. Un nudo delizioso, anni 30 al massimo, molto simile ai Mucha di Praga...
Una foto di una bellissima ragazza bionda. Una dedica "Da Sophie a
Jeno"...
Gli spartiti all'interno sono ingialliti.
Concerto di Mendhelsson.
Chaccon.
Capricci.
Tutti miei cavalli di battaglia, rifiuto di suonarli in pubblico come primo
brano perchè so che tanto li chiederanno per bis...
Tartini...
Fisico e violinista... Adorava la moglie al punto di scappare dal seminario per
sposarla. Hanno aperto la tomba e tutto ciò che ne è
rimasto erano le loro due fedi una sull'altra, in un mutuo abbraccio
musicale...Quando sono stata a Padova, è, forse, stato un segno del destino, il
mio albergo era vicinissimo al coservatorio e attaccato alla chiesetta in cui
sono sepolti. Gli ho portato una rosa rossa, come quelle che lui regalava alla
sua Elisabetta...
"Canone inverso"
Note a margine in tedesco.
Ho speso l'estate in Germania studiando la lingua per i miei studi di
filologia.
Le leggo:- Un canone ha in sè il passato ed il
futuro.-
Lo suono, dovrei esserne in grado.
E' come se mille visi di bambini cantassero, fossero liberati ed un uomo
sorridesse su una grata, come un ragazzino che si arrampica su un albero per
vedere la ragazza di cui è innamorato...Un bagno ebraico con un ragazzo che ci entra per avere un autografo, due corpi che vibrano di
passione...
Smetto di suonare.
Ho chiuso da poco la mia prima storia importante e sto ancora male.
Suonare quel canone è come farmela rivivere istante dopo istante, croma dopo
croma, intreccio dopo intreccio... La forza delle sue
braccia, la passione assoluta anche dopo che ci eravamo lasciati, quella
passione che ci aveva portato a scambiarci baci pieni di amarezza poche ore
prima...
Mia madre entra:-Cosa era?-
- Un canone...-
-E' come se il tempo fosse scorso al contrario...-
-Sì, mamma.-
Il giorno dopo vado dalla mia maestra di violino e suono per lei. ha quasi novant'anni ma è lucida e pimpante... -Ti ho mai
detto che io mi sono perfezionata in Germania durante la guerra?-
-Sì, so anche che lei ha rifiutato sempre di prendere la tessera del partito e
suo padre è stato manganellato perchè di sinistra.-
-L'ho sentito alla stazione un giorno.. Era come se provenisse da un carro
bestiame...-
Perchè questa misteriosa Costanza mi ha voluto donare il violino? Perchè ha
scelto me?
Chi è Costanza? Cosa vuol dire il violino? E chi sono io?
Per la storia di Jeno e di Sophie mi sono basata assolutamente sul film
Per la storia di Jeno e di Sophie mi sono basata
assolutamente sul film. Nel romanzo ci sono differenze: il barone sopravvissuto
è il fratello del padre di David e Jeno, che ha amato la moglie del padre di
questi due artisti e, per questo decise di sparire...Nel romanzo la storia è
leggermente semplificata. Un'altro piccolo punto di una certa importanza è il
fatto che Sophie nel film è pianista, mentre nel romanzo è violinista. LA
storia nel libro è poi ambientata a Vienna durante le settimane della musica
mentre Tognazzi ha la geniale trovata (credo che sia uno dei più bei film
italiani degli ultimi anni) di girare a Praga ed inserire la figura della
figlia di Jeno e Sophie, Costanza, che sta cercando le proprie radici (non c'è
nessun accenno nel romanzo a lei e la storia è narrata ad una signore
incontrato per caso)... Altra trovata azzeccatissima: l'attrice che interpreta
Sophie.Il regista ha dovuto ringiovanire il personaggio (nel romanzo lei ha
almeno 15 anni più di Jeno) ma ha guadagnato la storia d'amore, dato che lei è
stata bravissima e veramente sottile nell'interpretazione... Persino
Pappalardo, che interpreta il marito della madre di Jeno, in quel film è
insolitamente in parte e il fatto che Jeno lo senta come padre e non come un
estraneo come avviene nel romanzo da spessore alla storia (dato che i discorsi
sulla razza che sono presenti nel libro sono ridotti all'osso).Anche la gara
musicale per suonare con Sophie nel romanzo non è presente e, soprattutto, il
violino è sottratto a Jeno che deciderà di seguire Sophie, arrestata mentre
suona il concerto di Mendhelsson, il suo cavallo di battaglia (indovinate quale
è il mio? la mia maestra mi ha raccontato di averlo iniziato a studiare ma di
non averlo mai finito di studiare seriamente perchè con le leggi razziali fu
messo al bando!!!) nel campo di sterminio, pur potendolo evitare... Comunque,
spero di lasciarvi al secondo capitolo senza annoiarvi... Scusate, visto che
sono le due di notte e ho fatto fino a poco fa una traduzione del tedesco, mi
controllate se Jeno si scrive così?
Under the veil.
Il quartiere ebraico della città dove studio è il più elegante dell'intero
capoluogo e io, probabilmente, in questo momento, sono seduta nel più squisito
salotto di tutta la città. Mi sento stranamente a mio agio, Costanza è una
padrona di casa deliziosa...
La poltrona di velluto avorio e cremisi che mi è stata offerta è enorme, mi
piacerebbe togliermi le scarpe e rannicchiarmici, ma non so se il barone e
Costanza sarebbero d'accordo. Ho la sensazione di sì, l'ambiente è così
tranquillo e rilassato, con le belle tende bianche e verdi che filtrano il sole
e la seta avorio alle pareti, leggera e delicata... La penombra è così
elegante, così conciliante per me che sto preparando il mio ultimo esame...
Sono felice di sapere che parlano italiano almeno come loro del fatto che io
conosca il tedesco e il francese.
E' un modo gradevole per capirsi il più possibile lo strano esperanto che si è
venuto a creare... C'è come una sorta di comunione intellettuale che mi
capitava solo con la mia maestra di violino. Mi sento a mio agio.
Tremendamente. Io, di famiglia non ricca, in agio in un ambiente così
lussuoso... E' come se fosse il mio...
Mi sono presentata telefonicamente, dicendo che volevo ringraziare e mantenere
la mia parte di promessa. Costanza ha un leggero accento cecoslovacco, anche se
direi più boemo...
Il pomeriggio stesso mi è stato dato appuntamento in quel salotto così
raffinato, mi sento quasi fuori ambiente con quei miei jeans e quella camicetta
a scacchi colorati.
Faccio dondolare le gambe. Il barone sorride. Io smetto.
-Perchè smette?- dice con la sua voce da persona anziana ma ancora decisa...
-Posso fare la bambina incivile?-
-Certo, lei con noi può fare tutto. Anzi, la prego si togliersi le scarpe...-
Mi tolgo le scarpe e mi rannicchio.
Il barone ride e mi ricorda il mio professore preferito, anche lui è anziano,
distinto e così capace di fregarsene della forma.
Costanza arriva con un meraviglioso kugel e del te.
Mi porge una tazza di porcellana irridescente, di eccezionale eleganza.
Ringrazio.
-Scusate, volevate sentirmi suonare?-
-Sì.-
Mi alzo e, posati i piedi sul morbido tappeto persiano, prendo la custodia.
La apro e ne estraggo il violino.Cammino fino al leggio dove poggio la
partitura. Controllo l'accordatura e suono la Chaccon.
Passione, desidero, una vampa che entra e distrugge le stesse fibre del cuore e
al tempo stesso, la ragione, l'equilibrio della semplicità dell'eleganza...
Mi lascio trasportare dalla musica, siamo il violino ed io, uniti...
Scordo dove sono, cosa faccio, perchè lo faccio, chi sono... Sono solo musica,
non sono nient'altro... La mia testa è lì per vedere gli errori ma è come se
non ci fosse, come se avesse trasmesso la tecnica talmente bene al corpo da
lasciarmi solo esprimere sul violino...
Ho suonato questa Chaccon al funerale del mio migliore amico l'anno scorso.
Morto in un incidente di moto, durante una di quelle corse che facevo anche io
e che amavo...
Gli piaceva sentirmi suonare, mi diceva che lo rilassava... Nella mia Chaccon
c'è anche la sua morta, c'è anche il suo sorriso quando scherzavamo o quando
conosceva un ragazzo che gli interessava... C'è la luce dei suoi occhi.
C'è il mio exfidanzato che mi bacia e non sa più piangere perchè sta straziando
il cuore di entrambi in tutti i modi dicendo che è finita...
Finisco il brano e vedo una lacrima negli occhi di Costanza mentre il barone
non riesce a trattenere l'emozione.
Oddio, so di essere una discreta violinista, anzi c'è chi dice che sono una
grande violinista (eppure sono alta solo 1,65 per 53 kg! Non sono tanto
grossa!), cosa che non credo, ma non riesco a credere di poter fare un certo
effetto.
-Scusate.-
- No, era esattamente quello che volevamo.-
- Bene. Mi dispiace, io preferisco far ridere la gente.-
-Senta- dice il barone - ci sarebbe un brano che forse lei non ha visto...-
-Ho capito.-
In silenzio prendo lo spartito e lo poso sul leggio. Inizio a suonare
"Canone inverso". Due fratelli, due amici che inseriscono il loro
canone inverso, la loro amicizia che fa spazio all'odio, alle invidie di
classe, a discorsi superomistici...
Un amore così grande da comprendere il sacrificio della vita...
Il corpo di lui che vibra sul mio, combaciando sul mio... La mia prima volta,
lui che mi ha regalato quella mattina il "canone" di Pachebel e la
Chaccon di Bach e il pomeriggio mi ha resa sua... I corpi che ocmbaciano come
un archetto ed un violino... Fare musica. Fare l'amore.
Per fortuna il canone finisce. Non lo avevo più suonato da quella sera, mi
sfinisce farlo.
Mi risveglia troppe emozioni, troppo di tutto...
Guardo Costanza, guardo il barone...
Sono ancora più commossi. Il barone ha gli occhiali appannati.
- Perchè? Warum? -
La voce del barone è flebile ma decisa.
-Hai diritto di sapere.-
Mi racconta che lui ha scritto quel brano per celebrare la nascita dei suoi due
figli, da due donne diverse, una sua moglie, l'altra il suo amore perduto. Il
rapporto tra Jeno, ebreo, e la madre che, poi, sposa un commerciante in salumi,
lei ebrea. Il commerciante di salumi che cerca di essere un papà per lui e non
ha problemi a preferire che diventi un violinista piuttosto che lavori con
lui... Jeno innamorato di una pianista, la bella, geniale Sophie, che lo manda
in un collegio musicale.
Jeno e David, così diversi e così simili.
Si conobbero in collegio musicale. Entrambi violinisti, come il barone. Amici,
amicissimi. Le leggi razziali che vengono a turbare l'ultimo anno di musica, la
gara per suonare con Sophie, Jeno e David che sono gli unici rimasti in gara e
vengono buttati fuori dalla scuola perchè ebrei. Il rapporto che si deteriora
per la gelosia di David che immagina che Jeno sia uo fratello... Jeno vince la
gara musicale e finisce in un campo di sterminio, dove suona per Sophie e per
la loro bambina, Costanza, come ultimo atto d'amore...La follia di David che si
convince di essere Jeno e suona con il suo violino che gli ha sottratto...
David che cerca Costanza e le da il violino paterno. Lei che ritrova la sua
famiglia e la ricostruisce.
Sono commossa.
Tanto.
- E' molto bello.-
-Già... -
- Conosce il dolcetto qui? -
-Il kugel? Sì, bene... -
-Non pensavamo che lei fosse ebrea...-
- Non lo sono ma ho vissuto in Austria presso una famiglia ebraica...-
-bene, mangi pure...- mi invita Costanza.
- Ora è giusto che sappia perchè vogliamo lei...-
- Me lo chiedo da un mese...-
- Perchè lei suona come Jeno. Lei è Jeno a 21 anni... Elegante... Forse più
intellettuale e più matura ma è lui... Lei è una donna, lui un uomo, ma lo
spirito è quello...Lei fa l'amore con il violino, suona con il corpo eppure è
intellettuale... jeno era così.-
- E quale è il punto?-
- Quel violino non può essere suonato da una persona qualunque ma solo da una
che abbia la stessa carica emotiva e fisica di Jeno nel suonare. Appartiene a
lei, anche se non è della famiglia nè ebrea.. Casta: vanità quando si è anziani
come me.... Vogliamo sentirlav suonare, vogliamo che lei suoni. TUtte le
settimane, perchè possiamo ricordare...
Era uno strano patto, ma accettai...
Esame. Ultimo esame. Geografia. Sto andando a sostenerlo, speriamo di non fare
tardi, oggi è mercoledì e ho un appuntamento...
Tutti i mercoledì vado a suonare da Costanza e dal barone. Non mi hanno più
chiesto di suonare "Canone Inverso".
Non mi piace sottolizzare eccessivamente, ma sono convinta che nessuno di noi
tre può sopportare di sentirlo o di suonarlo.
E' come lasciare libere delle emozioni che andrebbero lasciate tacere, sopire.
Ma si può soffocare l'amore, quello vero?
Non lo so... Nonostante tutto, io sto studiando all'università quello che amo,
nonostante tutto, sto suonando il violino, nonostante tutto, amo Lui.
Mi fa male pensare il suo nome, mille lame che mi si conficcano nel cuore.
Sono tre mesi che non lo vedo e vorreisolo parlargli. Non sto più ricaricando
il cellulare per non telefonargli e non sentirlo...
Abbiamo deciso di non sentirci più, mai più.
Lui mi ha lasciata ed io, sul treno del ritorno, l'ho chiamato per dirgli che è
tutto finito...
Al solo pensiero mi viene da piangere, è più forte di me e, per non pensarci,
mi metto a scherzare con Alexia e Barbara, le mie due colleghe che stanno
sostenendo con me il loro ultimo esame... Le ho conosciute al primo anno, loro
non hanno la borsa di studio ma, al contrario dei borsisti, sono simpatiche ed
intelligenti.
Si laureeranno prima di molti noi borsisiti con la puzza sotto al naso,
facendoli morire di invidia e la cosa mi diverte tantissimo.
Alexia entra perchè è il suo turno. Esce dopo nemmeno 20 minuti ridendo.
- Elisa, questa è per te.-
-Per me? -
- Sì, fanno quel giochino che a te piace tanto... Chiedono...-
-Zitta, zitta!-
E' divenuto un rito dirglielo dopo il suo esame prima del nostro. Il mio primo
esame è stato inferiore alle mie aspettative, santo Gaspacho, e lo stesso vale
per Alexia e Barbara, ma poi, noi tre abbiamo sviluppato uno strano rituale
prima, durante e dopo l'esame. E' strano, ma andiamo a sostenere le prove in
ordine alfabetico, rispettando una serie di piccoli gesti che ci consentono di
controllare l'ansia. Sono piccoli riti, uno simile all'altro, uno dietro
l'altro...
Io devo arrivare bevendo a stento un cappuccino alla macchinetta perchè non mi
sono svegliata per tempo...
Alexia deve mangiare un bombolone alla crema...
Barbara deve indossare qualcosa di azzurro.
Non dobbiamo ascoltare gli esami di qualcun'altro.
Piccoli gesti assurdi, simpatici.
Dopo l'esame, si fa colazione ad una simpatica pasticceria vicino al
dipartimento di fisica nucleare.
Barbara prende un cappuccino con il cioccolato e una pasta, Alexia un caffè e
un panino, io mi sfondo di cibi varii...
Barbara esce.
E' il mio turno.
Entro sorridendo, mi siedo e inizio a parlare con l'esaminatore.
Mi chiede il libretto, senza nemmeno accorgermene ho finito l'esame.
-Ha finito gli esami?-
-Sì.-
- E' la terza persona oggi ad averlo fatto con questo esame e siete venute di
fila...-
-Lo so, ci ho iscritte io...-
- Bene. Non le chiedo se accetta perchè tanto accetta.-
-Immagino.-
Firmo la lode e mi incammino verso l'uscita.
-Signorina...-
-Sì? -
-E' lei che suona in casa del barone?-
-Sì.-
-E' bello sentirla.-
-Grazie.-
Andiamo al bar, alle cinque e mezza ho appuntamento con Costanza ma ho ancora
mezz'ora di tempo.
Prendo il violino dalla macchina di Barbara e Alexia va ad ordinare.
-Elisa, come va la tesi?-
- Bene, stranamente bene... -
-Ne hai già consegnato un po'?-
-Solo le premesse metodologiche e le prime 100 pagine.-
-Aristofane?-
-Assolutamente tutto su di lui...-
-Che ti ha detto? -
-Il professore? Ma, niente, di continuarla così e che non riesce a credere che
sia maturata così tanto dal primo anno.. Te, invece?-
- Bene, consegnata quasi tutta...Ti devo far leggere le ultime pagine...-
-Assolutamente sì. Così poi posso distruggerti la teoria...-
-Senti, Eli, c'è qualcosa che non va?-
-No, il solito.-
-Lui.-
-Sta volta no... Il violino... -
-Strano patto.-
- Va boh, lui è molto anziano e lei sola... Considera che David è completamente
andato, crede di essere Jeno...-
-Tu, invece?-
-Io sono solo Elisa.Nient'altro che questo, solo questo...-
-Già, come se non ti avessi mai sentita suonare ultimamente...-
-Perchè? -
- C'è qualcosa di diverso, come una lama che taglia le note... -
-Allora tutto uguale.-
-Elisa, non lo so. Suoni come sai fare solo tu eppure... Boh... Stai accettando
di suonare come un altro.-
- Sono io e non sono io? -
-No, è come un'evoluzione.-
-Va bene, ora suono e ne riparliamo.-
Alexia torna e mi vede imbracciare il violino.
Inizio a suonare
"Canone inverso"...
Alexia... Bambina... Yuri, la sua prima storia...
Barbara e i suoi ex, quando provarono ad avvelenarla...
Io, su una moto, corsa nella notte, niente casco, vento che mi gioca nei
capelli, altre moto che corrono con me, io che mi impenno e continuo a
correre...
Jeno, quando lo costrinsero a suonare con un violino che non gli piaceva e
l'allegria che comunque portava con sè...
Per un istante sono lui.
Per un istante.
Ma sarò più Elisa?
Salgo le scale di corsa, andando su... Sono circa due mesi
che suono da loro.
-Buona sera barone.-
-Buona sera Elisa.-
-Buona sera signora...-
-Buona sera Elisa...-
Senza mettere parole in mezzo tiro fuori il violino e inizio a suonare una
gavotta di BAch.
Il contatto con la liscia vernice che ricopre la cordiera è piacevole, il
profumo della pace dell'arco, mescolandosi all'odore del legno, mi solletica le
narici...
Suono piena di gioia, positiva come mi sento quel
giorno. Era tanto che non mi sentivo così bene, mesi quasi... Riesco ad
esprimerlo con la musica, io sono musica, non sono nient'altro che quello... Smetto di suonare...
-E' il tuo canone suonato al verso giusto?-
-Sì.-
-E quello inverso?
-Oggi non è giornata, sono di buon umore... Se componessi comporrei
un'allegro...-
Vedo il viso del barone diventare serio ed incupirsi...
-Naturalmente, se ci sarà necessità che la musica richieda un animo triste, io
diventerò triste... -
Il barone ride:- Sei tu a plasmare la musica o è lei a plasmare te?-
Mi limito a mostrargli le mani. Sono piccole ma aperte
coprono tranquillamente una decima, innaturalmente, i due pollici hanno forme
completamente diverse: quello destro è stato sformato, diventando quasi nodoso,
dagli esercizi dell'archetto dall'età di quattro anni...
-Vede le mie mani? E' stato il violino a plasmarlo... Sul collo non ho segni
rossi solo perchè suono sempre con dolce vita a collo alto o fazzoletti...-
Il barone si fa serio e annuisce profondamente... -La musica ha plasmato il mio
corpo e plasma anche il mio animo alla bisogna...Questo è tutto.-
Rimaniamo in silenzio e mi viene chiesto di suonare.
Alla fine mi viene posto davanti Canone Inverso ed
annunciato che devo studiare la parte del primo violino seriamente.
Sto per suonare con David.
Ha chiesto lui di suonare con me, gli ricordo qualcosa ma
non sa cosa...
Quando esco, il cielo si è rannuvolato, come il mio animo....
La sera sto scrivendo la tesi e decido di fare una pausa...
Prendo in mano il violino.
Inizio a studiare "Canone Inverso" con l'animo che mi freme di
tristezza...
Lui... Lui...
Io, il violino e lui...
Il mio amore che non mi vuole più, la persona che più ho amato in vita mia...
Lui.
Mi sembra che qualcuno mi chiami e bussi alla porta.
Ridicolo, la sua voce...
Non è possibile, lui vive lontano 800 km da me, vive lontano
e non è mai venuto qui...
I colpi, però, sono insistenti... E' lui. Smetto di suonare e vado ad aprire la
porta.
-Cucciolone...-
-Principessa, mia principessa...-
Gli salto al collo e chiudo la porta appena entra...
-Suonavi tu?-
-Sì.-
-Mi mancava sentirti...-
-A me mancavi tu...-
Mi prende tra le braccia e inizia a baciarmi
ferocemente.
Ricambio il bacio con rabbia e bisogno...
Sento le sue mani carezzarmi la schiena, raggiungermi il seno e carezzarmi
tutta...
Mi stringo alle sue spalle, mi mancava il gesto di pura fiducia che ci legava,
mi mancava in maniera assoluta...
Ho sete e lui è come una polla fresca che venga a
salvarmi dalla morte... E' acqua limpida, è una fonte più trasparente del
cristallo da cui posso dissetarmi...
E' purezza e candore, è felicità, è amarezza, è completezza...
Tiene gli occhi chiusi nel baciarmi le labbra, poi li apre e mi fissa con il
suo sguardo verdemarrone, bellissimo...
Non riesco a fermarmi, non riesco a staccarmi.
E' tutto quello che mi era mancato...
Rotoliamo sul mio letto, in silenzio quasi...
Rimane sveglio a guardarmi dormire, come una bambina, tra le sue braccia...
Il mattino ci sorprende ancora stretti, stranamente sereni...
Lui ha un'aria stanca ma felice... Io dormo finchè non mi sveglia perchè ha
bisogno di fumare una sigaretta e lo farà in bagno, in modo che il fumo non mi
dia noia...
Riesce a rendermi felice anche il suo giocare con i miei capelli, quando si
viene a sdraiare al mio fianco e mi riprende tra le sue braccia.
Appoggio la testa sul suo petto mentre gli racconto
dell'accordo.
Rimane stupito.
Si fa raccontare tutto e chiede che suoni "Canone inverso" per lui.
Mi alzo dal letto e lo faccio.
La musica mi porta al nostro primo incontro, lui che commenta:-Ammazza
quanto parla questa...-, io che lo trovo infantile...
Un ragazzo va da una musicista in piena notte e bagnato fradicio suona per lei,
suona per lei tutta la notte, finchè lei non gli dice dove può andare a suonare
e a studiare...
Tutti gli istanti in cui si è capito di essere attratti da qualcun altro, sto
suonando tutti quegli istanti...
Vedo il barone vedere la madre di Jeno per la prima volta, quella dolce ragazza
madre a cui lascerà solo un violino ed una canzone, il "Canone
Inverso".
Sono ogni istante in cui una coppia si vede per la prima volta, sono ogni
coppia la prima volta che si congiunge...
Sono questo e niente più...
-Amore mio...-
E' la voce di LUi a riportarmi bruscamente alla realtà.
- Tu...-
-Sì?-
-Cosa stavi suonando?-
-Canone inverso...-
-Ho visto... Hai visto anche tu...-
Annuisco.
-Elisa, ho paura per te...-
E' strano come tutti mi dicessero di stare attenta a non perdere me
stessa imbarcandomi nella mia impresa musicale
E' strano come tutti mi dicessero di stare attenta a non
perdere me stessa imbarcandomi nella mia impresa musicale...
Ma io sapevo bene di non essere Jeno...
Io ero Elisa.
Una semplice studentessa davanti a cui si apriva il dibattito della tesi, che
continuavo a limare e ad ampliare fino a che non l'avessi ritenuta perfetta...
Ero questo e null'altro...
Ero una ragazza di quasi 22 anni con l'assoluta passione per la musica..
Ero una bruna sempre con il sorriso e sempre con i capelli fuori posto, che li
aveva fatti crescere per non dover più perdere tempo dal parrucchiere..
Io non ero Jeno, non lo sono mai stata...
Suonavo bene perchè mi divertivo nel farlo, tutto qui...
Era qualcosa che mi spingeva a non chiudermi in me stessa, che mi faceva
lottare per dire quello che ero davvero...
Tutto qui..
I ragazzi potevano non esistere ma io sarei esistita solo come musicista, l'ho
senpre saputo...
Era qualcosa che se avessi fatto per lavoro si sarebbe spento, come avrebbe
fatto andare al conservatorio...
Io non potevo vivere spegnendomi così per delle scemenze, per una burocrazia..
Sono sempre stata insofferente alla burocrazia...
E nonostante questo ho frequentato una certa università... Molti mi hanno detto
che ero pazza...
Avevano ragione...
Altrimenti non avrei pensato di essere solo pura musica...
Non avrei accettato di infilarmi in questo macello, dico scendendo dal motorino
che uso per muovermi in questa città.
Vado a consegnare la tesi...
David non può suonare con me, ora è malato, ora non ottiene il passaporto, ora
il medico non vuole...
Sto suonando "Canone Inverso" che ormai è diventato parte di me,
musica silenziosa che suono con la mia persona....
Paganini scrisse un concerto che si intitolava la danza delle streghe
Paganini scrisse un concerto che si intitolava la danza delle streghe...Tartini
"il trillo del diavolo". Il barone scrisse "canone
inverso"... Dal punto di vista degli effetti su chi li suona è stato di gran lunga più demoniaco il barone...
Piansi sul trillo del diavolo perchè il mio violino era metallico e non veniva
come volevo, niente scherzi, ma suonare "canone inverso" era come
avere una nuova anima, come se la vecchia venisse lacerata e si portasse fuori
qualcosa di nuovo, quello che non avevo il coraggio di essere...
Ero superomista in quel periodo... Strane idee sulla
perfezione, sulla predestinazione... Ci avevo già lottato quando avevo vinto la
borsa di studio, per non diventare come gli altri colleghi... Ora queste idee
tornavano più forti, più potenti, eppure riuscivo a combatterle meglio, sempre
con armi più affilate...
Era bello suonare per il barone, ma ogni giorno era come se un soffio del
passato riportasse tempi che avevano cessato di esistere qui da me...
Era strano pensarlo, ma era proprio il tipo di rapporto che si era venuto a
creare tra me e il barone... Io gli restituivo il passato, lui mi aiutava per
il mio futuro...
Lui mi aiutava per il mio futuro ma
in parte mi lasciava risucchiare dal passato senza far nulla per fermare la
spirale che mi stava ingoiando...
Costanza guardava ed aveva paura per me ma sapeva che era un rischio che io
avevo deciso di correre lucidamente...
Il barone aveva ancora un forte personalità, una persona energica, ma amodo mio, io avevo quello che lui non aveva più: la forza
dei 20 anni, la passione dei 20 anni...
A volte provavo compassione per lui: aveva perso un figlio e l'altro era
impazzito reputandosi responsabile per la morte del fratello...
Non sapeva che io, nella mia giovinezza, potevo capirlo: avevo perso un bambino
a 19 anni, un figlio della stessa persona che continuavo ad amare più della mia
stessa vita...
Era per causa sua che per un periodo non avevo suonato, solo a causa di
questo...
Da un certo punto di vista era triste pensarlo, a volte sogno su come avrebbe
potuto essere tenerlo in braccio, ma non so perchè era una cosa che, dall'altro
lato, mi consola anche.. E' come se l'aver condiviso certi momenti con Lui
abbia reso il rapporto meno difficile da distruggere...
Sapete, stavo suonando la danza delle streghe quando busso la mia amica Tildy e le aprii.
Finimmo a parlare di musica, senza dire altro...
La mattina avevo consegnato la tesi, tutto sommato era una giornata
assolutamente positiva...
Da un certo punto di vista, mi sentivo indegna di saper suonare, dall'altra la
perdita di un figlio, fatto che nemmeno i miei conoscevano, aveva mutato il mio
modo di suonare...
LA bellezza e l'arte sono spesso intimamente legati a filo rosso al dolore,
sembra strano ,ma è vero... Non credo esista bellezza senza dolore...
Infondo, anche la bella danza delle streghe presuppone che all'alba siano poste
sul rogo e muoiano... E' la vita...
Ma per quanto ancora sarei rimasta solo Elisa?
Non lo so cosa era successo...
Costanza e il barone mi avevano preso un ingaggio per suonare in un teatro come
solista Bach, il giorno dopo il dibattito della tesi.
Scoppiò irreversibile la crisi con lui, ogni giorno, almeno fino a pochi mesi
prima della fine della mia brillante carriera
universitaria.
Mai mi sarei aspettata che se non lo avessi chiamato
io, non lo avrebbe fatto nemmeno lui.
Rimasi quasi due mesi senza cercarlo, pensando:-Avrà
da fare...-
E, infine, la telefonata.
-Pronto.-
-Ho fatto sesso con un'altra.-
-Ah... e' bella?-
(Che domande mi mettevo a fare?)
-Elisa, sono stato con un'altra. Hai capito?-
-Sì, certo che ho capito. E' bella?-
-Elisa, cosa ti...- -E' importante. E' bella?-
-Non come te.-
-La ami?-
-Forse.-
-Bene, scopati la tua puttana e vaffanculo.-
Chiudo il telefono.Lacrime...
E tutto diventa buio.
Soffiare vento.
Nella testa. Guardare orologio.
6 e 15.
Fare doccia.
Aprire rubinetti.
Spostarsi per non bagnare vestiti.
Spogliarsi del tutto. Quante volte fatto per lui?
Entrare.
Quante volte doccia con lui?
Togliere la molletta dai capelli. Quante volte fatto da lui?
Acqua calda.
Vapori.
Io pressione bassa.
Alzare acqua calda.
Sentirsi male.
Uscire dalla doccia.
Mettere accapatoio.
Sedersi su bidè.
Scrivere bidet o bidè? Maschile o
femminile?
Sfera armillare, sfera armillare.
Asciugare gamba destra.
Asciugare gamba sinistra.
Asciugare corpo.
Infilare biancheria.
Guardarsi allo specchio.
Sguardo incavato.
Lacrime, perle di sale sulle guance.
Smettere di piangere.
Asciugare occhi.
Indossare maglietta celeste. Indossare jeans.
Grandi.
Prendere altro paio jeans.
Grandi.
Altro paio.
Bene.
Mettere olio sui capelli.
Lasciarli asciugare all'aria?
Freddo.
Chinarsi sul mobiletto.
Prendere phon
Asciugare i capelli. Indossare felpa grigia.
Pettinarsi.
Giubbotto.
Fuori.
Ciabatte ai piedi.
Tirare chiavi fuori da borsetta.
Aprire.
Rientrare,
Chiudere porta.
Vedere faccia triste allo specchio.
Occhiaie e zigomi troppo rilevati,
Fondotinta.
Rossetto.
Fard.
Stranezza di viso mai truccato truccato.
Prendere cappello. Mettere dentro capelli.
Scarpe.
Ginnastica.
Bianche.
Linguetta celeste.
Lacci bianchi. No sciogliere nodo.
Infilare.
Uscire.
Andare a cena. Luca, Alessia, Valeria, Aldo.
A teatro alle 9.
Niente cena.
Camminare per città fino a H 9 veloce.
Sedersi a teatro.
Amici arrivare.
Silenzio.
Applausi per direttore. Sbacchettamento eccessivo.
Violoncello mal suonato.
Pianoforte scordato.
Arpa dolce.
Male oboe.
Decenti viole.
Brutto, brutto, brutto, brutto, brutto, brutto, brutto, brutto...
Frammentario.
Mal suonato.
Mal andato.
Stecca.
Sbavature.
Violino.
Assolo.
re stonato. si alto altoalto, troppo alto, irrimediabilmente troppo alto.
Orchestra.
Inserita male.
Violino.
Troppo metallo, troppo. Tendenza ad alzare i suoni malattia.
Uscire.
Teatro.
Ora.
Subito!
Gambe veloci, no controllo.
Fermarsi.
Mano.
Muro.
Gambe molli.
Aldo.
Mano sua.
Fronte, mano sulla fronte.
Nausea.
Vedere nero ma sentire.
Sollevarsi.
Sentirsi in aria.
Sentire mormorio
Poverina, Poverina.
Sedile. Cuio nero.
Pareti nere.
Specchi finto gotici.
Liquido dolce.
Acqua zucchero sulle labbra.
Dire:-Va bene, è solo che nonb
ho avuto tempo nè per mangiare nè
per cenare.-
Cornetto al cioccolato.
Alessia.
Battuta.
Ridere.
Ridere.
"ahahah, ridi pagliaccio!"
Caruso.
Debutto.
Ubriaco.
Appena mollato.
-Elisa, è successo un'altra volta qualcosa con lui?-
-No, sapete che è finita.-
Pugno.
Stomaco.
Dato da sola. Knockknockat... Knock out.
Niente lacrime. No rovinare serata. No rovinare serata.
Ridere.
ridere.
ridere.
recitare.
recitare.
recitare.
tornare a casa.
Suonare.
Suonare.
Suonare,,, Suonareeee...
Lenzuolo.
Bianco.
Sul mio corpo.
Ultimi minuti prima di alzarmi, prima che la sveglia suoni.
Sono laureata, è ufficiale. Ieri.
Naturalmente non ho festeggiato perchè si aspetta il mio debutto stasera per
farlo.
Questi sono gli unici momenti in cui posso lasciarmi andare ai ricordi.
Piango: non ci sarà nessun "buon giorno amore" di lui.
Io.
Suonare.
Lui.
Accucciato.
Angolo della stanza.
Accovacciato su cuscino.
Boxer neri sulle forme da sportivo.
O nudo.
Completamente.
Come me.
Che suono.
Lui.
Cucciolone.
Le mani, il sorriso, la risata, la voce, l'accento, il petto, il collo, le
spalle, gli addominali, i bicipiti, i pettorali, la schiena muscolosa, le
gambe, il sedere, il sesso, le battute, gli scherzi, i litigi, le arrabbiature,
come mi sposta i capelli dalla faccia quando mi bacia o quando sono sotto la
doccia, il brivido che è fare una doccia con lui, il lenzuolo che ci copre la
notte, lui che mi spalma l'olio per la pelle dopo la doccia, lui che mi presta
il suo accappatoio, profuma di lui, l'odore di lui, il sapore delle labbra, il
sapore del collo, il profumo della nuca, il suo sguardo quando mi sente parlare
di linguistica, il suo sguardo quando mi guarda, il suo modo di baciare, il suo
modo di carezzarmi, il suo modo di parlarmi, il suo modo di fare l'amore (anche
se non l'ho mai fatto con altri), il suo modo di essere Lui.
Anche quando è cretino e sbaglia.
Lui.
Solo Lui.
Nient'altro che lui.
Il mio Dio.
Colui per cui io suono.
Colui che adoro vedere mentre suono.
Il suo sorriso mentre gioco con un brano divertente, i suoi mugugnii quando
stono, la sua aria triste quando suono qualcosa di triste.
Lo amo.
Tristemente e perdutamente lo amo.
Mi accusa di non volermi innamorare perchè sono scioccamente legata a ciò che è
stato quei pochi mesi che siamo stati insieme ufficialmente.
Eppure, poi, dopo esserci lasciati, sono tre anni, quasi quattro che
continuiamo a frequentarci e a ritrovarci allacciati, nessuno riesce a far
entrare altre persone nella propria vita...
Poi, penso:- No, lui c'è riuscito...-
E...
Panico...
Turbine.
Vento.
Sveglia.
Suonare.
Colpo secco.
Alzarsi.
Spogliarsi.
Lavarsi.
Lenti a contatto.
Una caduta.
Riprendere.
Disinfettante.
Metterle.
Lacrime salate.
Smettere.
No pena.
Vestirsi.
Pettinarsi.
Capelli.
Fino a sedere.
Andare da parrucchiere.
Convenevoli melensi e falsi di cui non importa nulla.
Mummie imbalsamate.
Salutare.
-Mia cara Elisa... Stasera per il concerto come vuole i capelli?-
-Qualcosa di semplice.-
-Certo.-
Tono falso, finto.
Pericolo.
Diffidare.
Lasciarsi pettinare.
Guardarsi.
Abat-jour in testa, mi pare giusto.
Lo choc per come mi ha ridotta mi fa venire da ridere in maniera isterica.
-Scusi, avevo detto qualcosa di semplice, non da damigella di sposa arricchita
e cafona.-
La frase ni esce più sarcastica di quanto volessi.
-Ma te sei giovane, puoi permettertelo.-
-Io ho gusto, non posso permettermelo.-
Ancora sarcastica.
-Ti faccio altro?-
-Lasci stare.-
Pago ed esco.
Fotografia alla macchinetta più vicina, per ridere con le amiche.
Entro in un bar, ordino un caffè.
Mi guardo allo specchio.
Sembro davvero la damigella di nozze di Trimalcione.
Inizio a togliere la coroncina di perle rosa... Orrore.
Sciolgo lo chignon.
Tolgo le perline e i fiori finti dai capelli.
Levo tutto dai capelli.
Via, che schifo.
Esco fuori con i capelli sciolti, i miei capelli lunghi e boccolosi fino al
sedere...
Non ho mai amato troppo i miei capelli perchè sono leziosi, ho naturali quei
boccoli che ai tempi di mia nonna si ottenevano con il ferro...
Ho l'aria di una bambola, di una bella bambina brava.
A 20 anni ne dimostravo 14 e ora ne dimostrerò 15 si e no...
Non amo il mio aspetto.
Ha qualcosa di angelico.
Di delicato.
Di lezioso.
Qualcosa che da una impressione tenera, spirituale e razionale al tempo
stesso...
Il mio animale totem è il cigno, può esserci un animale dall'aspetto più
lezioso e dal carattere così poco effemminato?
Ecco, io assomiglio a un cigno... Caratteraccio sguaiato nonostante la parvenza
di eleganza.
Lui diceva che...
Lui.
Bere.
Caffè.
Pagare.
Ringraziare.
Salutare.
entrare a casa.
Togliere lenti.
Suonare il violino un paio d'ore.
Ora pranzo...
Telefonare?
Citofono.
Squillare.
Collega.
-Ciao.-
-Ciao-
Banalità.
Aiutata da lui per esami particolari.
-Ti ho portato dei fiori per il debutto.-
-Grazie.-
Prenderli.
Prendere un vaso.
Lavandino.
Acqua,
Riempire.
Fiori in vaso.
Rose.
Salmone.
Preferirle bianche.
Lui.
Mazzo di rose bianche.
Porta di casa.
.... Buongiorno principessa...
ricordi.
Lacrima.
Asciugare.
Sorridere.
-Grazie.-
Abbracciare.
Trovare le sue labbra contro le mie.
Lingua nella mia bocca.
Mani sul mio corpo.
Spesso ci siamo coccolati come due persone che sono amiche, che vivono lontano
da casa, ma mai così.
Non so che fare.
Bloccata.
Paralizzata.
Perdere contatto.
staccarsi.
Riprendere contattp.
Finalmente.
sono sul divano e mi sta carezzando.
Alzarsi bruscamente.
-Scusa, dovresti baciare...-
e mi accorgo che sto dicendogli di baciare esattamente come lui.
-No, scusa, non è corretto niente di quello che è successo.-
Si vede che ci rimane male ma fa finta di niente.
Capisce.
-Marco?-
E' strano sentir dire quel nome che non riesco a pronunciare quando è legato a
lui...
Annuisco.
-Non è corretto pretendere che tu diventi lui.-
-Va bene. Senti. perchè non gli dici quanto lo ami?-
-Perchè glielo dico da quattro anni e passa e non capisce...-
Mi saluta.
Neanche bacetto sulla guancia.
Lo eviterò per i prossimi due tre mesi.
Citofono.
Apro.
Aldo.
-Ciao!-
-Ciao...-
-Mangiato?-
Racconto l'accaduto.
-Stai diventando non Jeno, ma il barone...-
Rido.
-Ma io mi fermo in tempo...-
-Già...-
-Elisa, devi convincerti che in realtà sono tutti pazzi di te e sarai a
posto...-
-Scordi qualcosa. Lui non mi ama.-
- Sei marco-centrica?-
-Rigorosamente.-
Le ore scorrono rapidamente.
Alle sei squilla il cellulare.
-Pronto?-
E' il fratellino di Lui.
-Ciao. Dimmi, ti devo spiegare qualche frase difficile di latino? -
-No.-
-Matematica?-
-Nemmeno. Sono io a doverti dire una cosa: Marco non è andato con nessun'altra.
Lui ama te.-
- E allora perchè si comporta così?-
-Perchè ha paura di perderti, che tu te ne vada e dice sempre:-Lei è forte, io
no, tanto vale chiudere ora... Però ti ama, fidati, lo ha detto a me. Ama solo
te. Altrimenti non sarebbe lì per sentirti suonare nè ieri avrebbe assistito al
dibattito della tesi-
So che dice la verità.
Ero sicura fosse lì.
Lo sentivo.
Lui lì, Lui che il greco non lo conosce affatto, perchè ha fatto lo
scientifico...
Dal cuore mi nasce un canto di gioia, un'emozione che fa svanire la paura da
palco...
E' ora di salire e io sono felice, perchè anche stasera suonerò per Lui.
Suono Bach...
Come ho sempre fatto.
Nell'unico modo in cui so farlo...
Per Lui.
finisco di suonare colorando una nota di amore, di quello che provavo a 19 anni
e che provo a 23, di quello che ho provato la prima volta che l'ho visto e di
tutto ciò che abbiamo superato insieme...
vado in camerino.
Barone, Costanza.
Sento i loro commenti, le critiche dei giornali saranno buone...
Eccezionale, meravigliosa, calda e appassionata, è come ascoltare canti d'amore
e di vita...
Come? Togliete il come è avrete la verità...
Ma ora non conta questo, conta altro...
Non mi importa niente che non siano Loro due.
Perchè, scendendo dal palco, li ho visti.
David-Jeno e Lui.
Seduti a due file di distanza.
Ma vicini.
I miei genitori sono venuti apposta da Roma e sono commossi.
Li degno appena di uno sguardo, parlo solo a Costanza ed al barone. Che, senza
bisognoche glielo dica, capiscono che non sarò a cena...
Il barone sorride e commenta:-E poi dici che non somigli a Jeno...-
Chiedo ai miei che mi stanno pressando di lasciarmi da sola con Tina. Mia madre
fa bizze, ma mio padre mi guarda e la porta via.
Babbo sa che sono stanca e non ho voglia di parlare.
Non sanno di me e Lui, che è finita e che sta per ricominciare.
Siamo io e Tina.
-Mi presti i tuoi jeans e la tua maglietta che ti sei portata per andare in
discoteca dopo?-
-Ma ti vanno grandi! E poi, c'è la cena.-
-Per favore.-
Sfilo l'abito da sera, una meraviglia di seta celeste... Mia madre per la
discoteca mi ha portato scarpe con il tacco e un abito di velo rosa... Aiuto!
Infilo i jeans, la maglietta.
Un magliettone.
Riprendo la vita dei jeans.
Sono larghi per me ma non importa.
Mi sciolgo i capelli fatti da un altro parrucchiere e li pinzo con un
mollettone.
Mi sciacquo il viso con l'acqua.
Così mi sento Elisa.
-Ora, devi farmi un favore...-
-Capisco.-
-Devi dire che ero troppo stanca e ho la pressione bassa, quindi mi hai
accompagnata a casa e mi sono addormentata in macchina, tanto che mi avete
dovuto portare su, tu e il portiere.-
- Così i tuoi non verrano a rompere.-
-Esatto.-
Breve pausa... Aggiungo.
-Voi fate la mia festa di laurea pure, vi raggiungo con una persona in
discoteca.-
- Va bene... Marco.-
-Per sempre...-
Sorrido felice, luminosa.
Tina mi dice:-Non ti avevo mai vista tanto bella...-
Esco fuori, mi mescolo a quelli che aspettano che io esca.
MArco è indietro, seminascosto.
-Bu...-
-Elisa, che ci fai qui?-
-Ti cercavo.-
-Sei bellissima.-
-Grazie-
Non lo lascio parlare e lo abbraccio.
Lo bacio.
Lui rimane di sasso.
-Ho sentito tuo fratello.-
Gli do uno schiaffo.
-Così impari.-
-Scusa...-
-Per colpa tua ho quasi fatto sesso con un tizio di cui non mi frega
niente...Mi sento sporca per un bacio e delle carezze che gli ho dato perchp
avevo perso il controllo ed ero andata in stand by...-
Marco ride. Sa che a volte sono sconnessa, specie se sto veramente male...
Camminiamo sul lungofiume parlando di scemenze, abbiamo solo un'ora tutta per
noi prima della mia festa di laurea...
-Dormi da me?-
-Se mi vuoi...-
-Dove hai dormito queste due notti?-
-Una in treno e l'altra in un albergo, pensavo di ripartire ora... Ho il
borsone alla stazione...Però speravo nella tua ospitalità...-
-Sì, va bene, basta che non scalci troppo...-
-Sei tu a farlo. Sembri un'asinella...-
-Simpaticone, lo sai che adoro gli asini...-
-Guarda, c'è la luna piena.-
-Bella.-
-Anche se Berlusconi è al governo ci sono ancora cose belle.-
-Sì...-
-Ne sto guardando una adesso.-
Rido.
Mi piace quando lo dice.
-Senti...-
-Sì?-
-ti va di venire a vedere i pipistrelli?-
-Sì!-
Camminiamo verso il ponte dei pipistrelli.
-Eccoci.-
-Bello!-
-E' pieno di pipistrilli che fanno i menestrelli con canzoni sui
polpastrelli...-
E' una battuta scema ma lui ride...
Mi bacia le mani.
Andiamo alla mia festa di laurea e torniamo all'alba.
Stanchi.
Ma pieni di desiderio.
Ci saltiamo addosso appena entriamo.
Guardiamo i nostri corpi trascolorare con l'alba.
-Mi vuoi sposare?-
Io a lui, mentre mi spoglia...
-Sì.-
-Bene, chiama il prete.-
-Ora?-
-Ora, così quando entra e vede cosa facciamo ci esorcizza...-
Ride ancora.
Quando ride è come se tutta l'allegria e la bellezza del mondo mi fossero
finalmente svelate...
La mattina ci svegliamo a mezzogiorno.
Prendo il violino e suono per Lui, solo per Lui che mi ascolta seduto in un
angolo completamente nudo...
Anche io sono completamente nuda.
Finisco di suonare e ci ritroviamo a rotolarci nel letto.
Felici.
Capitolo 9 *** Fandango for two lovers. The end. ***
Marco
Marco.
Fino a poche ore la testa sul mio cuscino.
E' partito.
Via.
Chissà per quanto.
Salito sulla scaletta del treno.
Un ultimo bacio e poi via.
Lo rivedrò presto.
Cuore oppresso.
Prendo il violino.
Canone inverso.
Il treno di Sophie che doveva salvarla.
Lei che sceglie di restare con Jeno.
Jeno che è catturato.
L'amicizia di David e Jeno che si sfalda.
Marco.
Seduto sul suo sedile verde.
Capelli neri.
Naso ebraico.
Maglietta nera e jeans.
Fino ad un attimo fa con me.
Strana sensazione.
Rumore di ferraglia...
Deraglia, deraglia.
Deraglia.
Stupido capostazione, perchè?
Era rosso, perchè hai fatto passare il diretto?
E perchè frenando deraglia?
Perchè?
Sangue, sangue, sangue ovunque.
Come quello che ho perso quando abbiamo fatto l'amore la prima volta, anche se
lui è stato delicato.
Sangue.
Quello dei graffi che gli faceva sul braccio il gattino.
Deraglia, stupido macchinista.
Deraglia.
Marco lì.
Lui... Lui.
Suono come se il violino e la musica potesse salvarli, mi convinco che si
salveranno solo se suonerò con purezza.
E lo faccio.
Lo faccio.
Finisco di suonare.
Ripongo il violino.
Squilla il cellulare.
Lui!
-Amore, sono all'ospedale, ma non ci sono stati morti. Il treno ha deragliato.-
Gli dico cosa ho visto suonando.
Lui risponde di aver sentito il Canone e la mia voce che gli urlava di buttarsi
in terra.
-Come stai ora?-
chiedo con un filo di voce.
Ho già infilato i jeans e la maglietta per raggiungerlo all'ospedale.
-Niente, mi sono solo graffiato. Vengo da te io, tanto a piedi sono 5 minuti.-
Inizio a contare i secondi che ci dividono.
Uno, due, tre, quattro... n.
viene su da me ridendo.
Io lo abbraccio.
Il mio unico tesoro.
Marco...
Sopravvissuto.
Il mio unico amore.
Prende il treno successivo e lo accompagno, ho tempi strettissimi per andare
dal barone.
Chiamo il barone. risponde Costanza:-Costanza, potrei essere in ritardo...-
-Va bene.-
Giungo comunque puntuale.
Suono piena di gioia, di vita... Sono felice perchè il mio amore anche se sta
andano lontano è vivo....
Finisco di suonare.
Il barone ha gli occhi pieni di lacrime.
-Barone, che c'è?-
-Sei venuta puntuale.-
-Beh, barone, mi sembra il minimo. Ho preso un impegno,ho chiamato perchè forse
avevo del ritardo.-
-Sai compiere il tuo dovere.-
-Grazie ma per me è più un piacere.-
Silenzio...
Mi siedo sulla poltrona e sgambetto.
Il barone sorride.
-Vuoi suonare con Jeno?-
Non me ne ero accorta, ma dall'ombra esce David.
Io rimango in silenzio.
Sta per chiedermelo.
Non so se ce la farò a suonare.
Prendo il violino in mano.
Jeno mi guarda io lo guardo, lui si perde, io mi perdo, non so che fare, non
vedo follia nei suoi occhi perchè se la scorgessi la vedrei anche nei miei.
Guardo il barone.
-Canone inverso.-
La voce è un ordine.
No fuggire.
No posso.
Obbedienza.
Masochismo
Paura
Fine
Violino.
Mano.
-Fai tu il primo?-
-No, il secondo va benissimo...-
Parole automatiche.
Sguardo Jeno.
Jeno sorpreso...
prendere violino.
Suonare.
I due fratelli.
L'inizio di tutto, l'incontro del barone e delle loro madri...
Suono, suono... L'incontro dei due fratelli, la loro amicizia, quando iniziò a
prendere il loro canone inverso, quel canone che anche io e marco avremmo
preso... Futuro, futuro all'inverosimile...
Io vecchia brutta stanca, da lui odiata, io che lo amavo ancora e lui che mi
odiava.
Jeno... Pazzo. Per sempre.
Costanza e il barone, chiusi nel loro affetto...
Io, io...
Jeno che aveva rotto il futuro.
Sophie triste e dolente, piena di amore.
E capii.
Salvando Marco avevo distrutto l'ordine naturale.
Una morte una morte.
Il mio canone inverso.
Jeno smette di suonare, non riesce ad andare avanti.
Prendo io il suo posto.
Lui mi guarda quasi con odio. E' David, ma io non sono Jeno.
Suoniamo fino alla fine, mentre vedo il passato, il presente e il futuro
accavallarsi davanti a me.
David non è più Jeno, è David e mi guarda con odio...
Lo stesso che tra qualche anno vedrò sul viso di Marco che non vuole lasciare i
bambini senza una madre.
E poi, l'illuminazione.
Il violino.
E' maledetto.
Porta solo infelicità e follia a chi lo suona.
Finisco di suonare.
David urla e si accascia. Il barone ordina di portarlo in ospedale.
Lo accompagno e lo lascio lì.
Costanza mi ringrazia e io le dico:-Addio Costanza.-
-tornerai a suonare?-
La mia risposta si perde nel vento...
Saluto il barone abbracciandolo.
Anche lui è commosso e ha capito.
-E' un grande atto d'amore.-
-Un'altra cosa.-
-Dimmi.-
-Faccia bruciare Canone Inverso. Nessuno deve più suonarlo.-
Cammino per l'intera città.
Voglio vedere l'alba, io con il violino in mano.
Telefono ai miei amici:-Ciao...-
Alcuni si stupiscono, era tanto che non li chiamavo...
-Volevo salutarvi, parto per un viaggio.-
-Ah, bene, ciao.-
Chiamo i miei e dico:-Qualunque cosa succeda, non è colpa vostra.-
Non capiscono.
Vado a casa e indosso il mio abito più bello e esco.Ceno sola nel ristorante
migliore della città.
Cammino per tutta la notte.
Ho il violino con me.
Scelgo l'aria e la terra...
Quello da cui viene il violino.
Voglio vedere l'alba.Sono ancora bella stanotte.
Non sono mai stata così bella. Lo vedo negli occhi dei passanti che mi
guardano...
Una ragazza che si toglie i sandali e cammina con il violino in mano su una
balaustra.
Io...
Poso le scarpe.
Suono lì sulla balaustra.
Suono.
Suono finchè posso.
Squilla il cellulare.
E' Marco.
Non rispondo, potrei cambiare ancora il destino ma ho deciso. Prendo il
cellulare e lo getto di sotto.
Suono la Chaccon.
Sono Elisa.
Sono Jeno.
Sono ogni amante e ogni amato, sono ogni musica ed ogni strumento, sono ogni
suono, ogni lacrima, ogni nuvola ed ogni respiro del vento...
Sono ogni singolo respiro, ogni più piccolo battito cardiaco.
Sono ogni essere ed ogni oggetto, sono ogni anima...
Sono la dea e sono la serva, sono il dio e sono il guerriero.
Sono la madre e la figlia e lo Spirito...
Sono il sole.
Sono la luna.
Sono le stelle.
Sono le rocce, stabilità che non muore, vita silente delle foreste...
Sono l'acqua, cascata che scorre, zampillo purissimo di fonte, grandezza del
mare...
Sono l'aria, il vento, la stasi, la tempesta e la bonaccia...
Sono il fuoco che tutto distrugge e tutto crea...
Sono ogni cosa.
Sono la madre che non sono potuta essere, sono l'amante che sono stata per
poco..
In silenzio guardo lo strapiombo.
Stringo il violino tra le dita.
E spicco il volo...