Sarà la pioggia...

di Rainbone
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***
Capitolo 16: *** Chapter 16 ***
Capitolo 17: *** Chapter 17 ***
Capitolo 18: *** Chapter 18 ***
Capitolo 19: *** Chapter 19 ***
Capitolo 20: *** Chapter 20 ... o epilogo... ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Salve vi consiglio solo di accompagnare la lettura con "Kiss the rain" di Yiruma. Buona lettura...

Quella, come le altre notti a Winchester , era una tiepida serata piovosa.

Lente, soavi gocce di vapor d’acqua condensato si andavano a depositare sulle vetrate dell’istituto per geni.

L’acqua e l’umidità andava ad impregnare le vecchie mura della scuola.

Tutto l’edificio, avvolto in una surreale aura di tranquillità e di debolezza … Una casa per chi non ce l’aveva, una famiglia per chi l’aveva persa, un amore per

chi non sperava più … ma anche una prigione per chi voleva evadere, una catena per chi si ribellava e un pugnale per chi desidera vivere !

La Wammy’s house ogni notte diventava così, un tetro istituto in cui non sussurravano anime, e non gemevano passanti. Non vi si udiva alcun borbottio,

discorso celato o parole soffiate … La Wammy’s house moriva di notte nell’angosciosa pioggia inglese e nel ticchettio della stessa, che accompagnava i

sogni dei più deboli.

E nella stessa notte bagnata, un gorgoglio lento e cadenzato si espandeva nei  corridoi dell’istituto.

 Un gorgoglio dalle note non ben distinte, una melodia che seguiva il ritmo di due candide manine che con delicatezza si posavano sui tasti del piano e con

una calma immane si accingevano a suonare una ninnananna che avrebbe conciliato il sonno di chi aveva paura.

Le dita lente, scivolavano con serenità sullo strumento, fino a che una delle due mani, andava ad abbandonarlo per poi andarsi a insinuare nelle candide

ciocche di capelli che incorniciavano il viso infantile.

La musica dolce si interruppe e il giovane , che rispondeva allo pseudonimo di Near , volse lo sguardo verso l’entrata della stanza . Il suo capo  si mosse

lento, quasi col timore di poter scorgere qualcuno in quel buio .

Restò immobile ,col fiato sospeso per un bel po’ , ciò che lo riportò alla realtà furono i leggeri passi assonnati provenienti dal corridoio . Near restò

impassibile , solo nell’ attesa che la porta si aprisse e che la calma finisse .

Decisa , una mano piccola ma forte , strinse con vigore la maniglia esterna dell’aula di musica e senza esitare spinse la porta ed entrò .
                                                                                           


ndA
Salve… è la prima volta che scrivo qualcosa di più…. Ehm… lungo….? Spero vi sia piaciuto … al prossimo *-*
Piccola domanda stupida…”Voi non odiate quando lavate la macchinetta del caffè e vi restano tutti i chicchi attaccati ovunque e anche se avete lavato il lavandino li sentite ancora tra le mani?”
Scusate ma è uno sclero finale XD dovuto al fatto che oggi stavo per dare fuoco alla macchinetta XD 

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Uno spiraglio di luce accarezzò il morbido profilo di Near, che tranquillo se ne stava appollaiato, sullo sgabello, accarezzandosi

una ciocca di capelli e di tanto in tanto facendo scivolare l’indice dell’altra mano sui tasti, senza però premerli.

Ora che la delicata nenia si era interrotta la Wammy’s house era tornata ad essere una prigione, una casa … un edificio che

marcisce nella pioggia inglese e che svanisce nella nebbia al mattino che viene.

Fuori il ticchettio ostinato non si arrestava un solo secondo …

Ma ora sembrava seguire, incoraggiare e osservare con occhi curiosi il gioco di sguardi che il piccolo Near e il giovane che aveva

appena violato la sua quiete, stavano affrontando.

Mello, questo era lo pseudonimo del ragazzo che affascinato fissava Near con invidia … o con aria di sfida?

Mello non credeva ai limiti … alle paure … ai pericoli … e soprattutto  Mello non pensava.

Questi era vittima del suo stesso io, che incombente lo agguantava, offuscandogli la mente, spesso facendogli svolgere azioni

dettate solo dall’istinto e dal desiderio di essere primo a tutti i costi.

Near non era come Mello.

Near fuggiva, evadeva ogni giorno dalla realtà che lo stava travolgendo come un’onda. Near non voleva essere il numero uno -al

contrario di come Mello potesse pensare, ovviamente.

Near era un ragazzino con un quoziente intellettivo molto alto e piuttosto superiore agli standard di un bambino di tredici anni …

Egli non necessitava ore di studio per essere eccellente.

Near era eccellente.

E Mello lo stava comprendendo : ora , nella sua grazia e nella sua eleganza , nella consapevolezza di essere osservato dal suo più

grande rivale, Near restava impassibile.

Anzi , lo fissava, senza paura , senza turbamento … solo uno sguardo puro e profondo che nulla voleva celare, nulla lasciava

intendere .

Mello soltanto sapeva che quando Near lo guardava in quel modo … era capace di leggergli dentro …

-Stai pensando che tu sapresti suonarla meglio di me …- disse il piccolo schernendolo.

“Cazzo..!” . Mello era fatto così. Se Mello era in difficoltà, strillava, urlava, imprecava, bestemmiava …

Ma la maggior parte delle volte la situazione … non la risolveva.

-Near… è ovvio che so suonare quella canzone meglio di te … - ed era con questo tipo di frasi che iniziavano le liti, le risse, i

dispetti di Mello .

Tutte dannate strategie che quella testa calda sembrava tramare nella notte … mentre con la testa tra i libri cercava di studiare per

diventare migliore di lui ... trovava un ennesimo, sciocco modo per turbare ed infastidire il giovane albino che però …

ovviamente, non si sarebbe lasciato interessare dalle sue assurde tattiche del biondo per “attirare la sua attenzione”.

-Mello … ora ho sonno, credo che andrò a dormire.- Il piccolo sussurrò queste parole, ma nonostante fosse un sussurro ,

avevano un tono deciso … quasi non ci fosse altra soluzione e quindi qualunque mossa avesse effettuato Mello in quel

momento,  non gli avrebbe fatto cambiare idea … o forse?

Near si alzò lentamente dallo sgabello, notando solo adesso il lieve formicolio alle gambe dovuto al fatto che forse era seduto lì da

troppo tempo. Si sistemò la larga camicia bianca e sollevò un ultima volta lo sguardo per incontrare gli occhi del  biondo.

I loro sguardi erano lava fusa e si unirono … in quell’ incandescente intruglio c’era odio … amore … passione … desiderio di…

superare.

Near fece per abbandonare gli occhi di Mello con l’obbiettivo di  allontanarsi dal pianoforte ma Mello con un movimento deciso

del capo attirò ancora la sua attenzione … avvolgendo gli occhi scuri del più piccolo con il manto gelido dei suoi.

-Near … ti prego, suona ancora una volta … Suona per me .- sussurrò indeciso il biondo.

E Near suonò, ancora. 



ndA

Ciau... finito anche il secondo capitolo spero sia piaciuto ... Alla prossima!
HK

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Piccolo consiglio "musicale" xD ...Potreste ascoltare Moonlight di Yiruma *-* Buona lettura. Grazie...
 

Le note fuggivano dalle mani di Near come delicate farfalle bianche e andavano ad insidiarsi nei cuori dei due piccoli geni, deliziando i timpani di un Mello dallo sguardo assonnato ma affascinato dallo spettacolo che il più giovane gli stava regalando.

Una melodia dapprima lenta e insicura prendeva coraggio e come un timido sole che fiorisce da una coltre di nubi stava sorgendo più decisa e più definita.

Le agili dita di Near guizzavano ora lente, ora più veloci, per infondere coraggio alle note che adesso più audaci, stavano invadendo l’aula di musica e cullando il sonno del più grande che si era accucciato in un angolo e ascoltava il frutto dell’esperienza del numero uno.

Con maestria, la testa bianca di Near dondolava lentamente e, accompagnate dalla sua soave melodia ogni goccia di pioggia andava depositandosi su un terreno umido e fertile non dando spazio ad altre.

Gli ultimi cristalli di vapore si adagiarono per terra, morendo così nella notte inglese e cedendo il posto ad una quiete angosciosa.
Near se ne accorse e placò la musica.

Le sue dita abbandonarono i tasti quasi infastidite dall’interruzione della pioggia e qualcun altro infondo all’aula borbottò, egualmente infastidito per l’interruzione della ninnananna.

Un lieve manto andava lentamente a depositarsi candido su Winchester, la notte giungeva al culmine e l’alba era alle porte .

Già si intravedeva un pallido chiarore che lentamente diffondeva luce e speranza di un nuovo mattino.

Le anime della notte si ritiravano, le ali dell’oscurità si richiudevano permettendo alla luce di penetrare e due giovani geni non aspettavano altro che un’altra giornata di scuola.

Quella era la Wammy’s house: di giorno gli orfani erano degni successori di uno spettro di nebbia e confusione, uno spettro che mai avevano avuto la grazia di osservare, uno spettro offuscato da una nebbiolina chiara ed evanescente… lo spettro che aveva deciso di salvare il mondo.

E di notte, quando  le paure si risvegliano e  attanagliano le loro giovani anime fondendoli dall’ interno, i bambini, gli orfani diventavano lacrime, gocciole che si addensavano contemporaneamente, non ben definite… erano pioggia nessuna particella d’acqua aveva un nome erano solo parte dell’involucro liquido che si riversava sulla città ricco di anonime lacrime.

E quando l’alba sorgeva, lo spettro tornava e i bambini si mettevano al lavoro.

Niente differenziava Near e Mello da questi bambini se non il fatto che si trovassero rispettivamente al primo e al secondo posto nella classifica dei successori.

Un altro giorno di scuola, un’altra lezione di vita, un nuovo tassello per accrescere la loro cultura.

Near posò delicatamente le sue labbra su quelle di  Mello che ora giaceva dormiente nell’angolo,un bacio semplice e casto, a fior di labbra quasi impercettibile.

L’albino restò con la vana convinzione che il biondo non se ne fosse accorto.

E lasciò la stanza, per andare a rinfrescarsi la memoria, ripassando la lezione della prima ora.

Una notte insonne non beneficiava al giovane genio.

Ma Mello era sveglio e quel bacio lo aveva sentito.  



ndA
Ehiooo... non so perchè ho riscritto almeno cinque volte questo capitolo, non ero mai soddisfatta >_<
Spero vi sia piaciuto... A me non convince tanto... XD
Alla prossima
HK

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


-NEAR!- un ululato proveniente dall’aula appena abbandonata dal ragazzo albino lo lasciò pietrificato.

Il cuore nel petto martellava forte, le mani cominciarono a tremare e nella sua mente uno strano pensiero cominciò a farsi strada.

Puntò lo sguardo fuori la finestra in corridoio, per scovare le prime luci dell’alba.

Viola. Il cielo era viola frutto dell’incrocio delle sfumature del carico oro  del neonato mattino e del blu della notte che andava via portandosi con sé tutte le sue ombre.

Viola erano i petali dei peschi che stavano sbocciando nel giardino, ancora poco illuminato per poter far godere quei delicatissimi fiorellini di tutto il loro più chiaro splendore.

Viola, appariva l’erba, che bagnata dell’abbondante pioggia notturna, ora rifletteva i soavi colori del cielo.

Quella pioggia. Quella maledetta pioggia che lo aveva spinto a deliziarsi di una trasgressione, solo una notte, solo un istante.

Quella pioggia che nella sua mente richiamava una melodia che si costrinse a suonare.

Near, il numero uno , aveva trasgredito una regola.

“La pioggia fa fare pazzie” sentenziò tra sé  e sé .
La pioggia gli aveva fatto compiere quel gesto che sperava di celare per sempre.

Era stato per colpa della pioggia se Mello era ancora sveglio e soprattutto era stata la pioggia a far dare di matto lo stesso biondo isterico che gli aveva chiesto di.. suonare per lui?!

-Nate River!- il suo vero nome pronunciato da quella voce così … sensuale … No, ma cosa stava pensando il tono di Mello non aveva niente di malizioso , almeno per la prima volta in vita sua, il tono di Mello era quasi… confuso.

Ma di quella confusione camuffata con l’orgoglio.

Mello aveva paura.

Mello era in imbarazzo
.

Near si voltò, ora le sue guance erano tinte del vero colore dei peschi in fiore, non viola come quel mattino, non bianche come sempre erano le sue gote, ma rosee come il fiore dell’innocenza.

Mello sussultò a quella visione e non riuscì a non diventare paonazzo.

Mille psichedelici pensieri si fecero strada nella sua mente, da quelli più dolci e casti fino ad arrivare a maliziose perversioni.

Si riscosse da questi pensieri solo quando udì la voce canzonatoria del più piccolo.

-Mello … hai un problemino … credo. Sai non mi intendo di .. queste cose …-  Near dopo aver pronunciato questa frase, abbassò prima lo sguardo sul basso ventre di Mello e poi lo puntò al pavimento.

Il biondo arrossì, se più di quanto già lo fosse potesse essere umanamente possibile.

Poi squadrò il più piccolo dall’alto in basso.

Near in risposta decise di correre, con lo strano presentimento di prima che gli si faceva strada sempre più nella testolina bianca.

Ma non arrivò lontano.

Le mani di Mello si agganciarono alle sue caviglie facendolo balzare in avanti.

Near parò il colpo con i gomiti e si rese conto troppo tardi della presenza del biondo che lo sovrastava.

Gemette il piccolo albino .

Ghignò il giovane biondo.

Affannati per lo sforzo  respiravano pesantemente , i loro visi a meno di cinque centimetri di distanza.

Le gote arrossate di entrambi tradivano l’imbarazzo.

I loro affanni si fondevano in un profumo afrodisiaco per entrambi.

Il caldo alito a cioccolato di Mello si miscelava a quello fesco di menta e cannella di Near in un intruglio che inebriava i sensi di
entrambi.

Mello non riuscì a resistere.

Avvicinò le labbra a quelle del più piccolo, premendole un po’ .

Quando si staccarono in cerca di ossigeno, si guardarono imbarazzati. Era stato un bacio casto si, ma era un bel colpo per due che
sostenevano di odiarsi.

-Perché mi hai baciato?- chiese Near che sembrava aver ripreso il colorito naturale nonostante il peso del biondo.

-Dimmi prima perché lo hai fatto tu!- era fatta . Mello ce l’aveva in pugno.

Ora era lui a dominarlo

ndA
Ecco qua... xD Sapete... non capisco perchè ma Mello se arrossisce diventa paonazzo invece Near diventa .... roseo???!
Sarà colpa del colore naturale...Coooomunque si preannuncia una scena.... mmmh hot... creo per il prossimo capitolo xD
A presto
HK

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


 
Ora era lui a dominarlo.

-Rispondi!- la voce di Mello era insistente ma i suoi occhi erano velati di imbarazzo per la calda sensazione del corpo di Near sotto il suo.

Near continuava a fissarlo negli occhi imprimendo due profondi onici nei brillanti zaffiri dell’altro.

Ora si sentiva a disagio: i brillanti e pregiati zaffiri del biondo puntati su di lui in modo così affascinate, il macabro pensiero che offuscava la sua pacata mente si stava allontanando facendo spazio a qualcosa di più piacevole.

-Su! Numero uno spiegami il motivo di cotanta dolcezza nei miei confronti…- sussurrò il biondo, suscitando nell’albino una strana sensazione.

Non spiacevole, solo … strana.

Le guance di Near cominciarono a tingersi di rosso, ma era un rosso soave… un rosso gentile che non eliminava i tratti di quella sconfinata dolcezza e innocenza.

Mello si sentì affogare in un mare di emozioni.

Lo voleva.

Dominarlo.

Amarlo.

Possederlo.

Abbracciarlo.

Non importava cosa lo stava spingendo ad agire in quel modo, se la passione, la rabbia o l’amore non sapeva cosa.

Mello non sapeva nulla .

E se c’era una cosa che Mello amava era NON SAPERE!

Perché quando non conosci limiti o non conosci destinazione sei capace di ogni azione.

Se non sai a cosa pensare… non pensi.

E Mello amava non pensare.

-Io so perché ti ho baciato!- sputò Mello con un ghigno che poca innocenza denotava -E questo mi rende sicuramente migliore di
te che non lo sai!-

-E allora dimmi Mello,  rendici l’onore di venire a conoscenza della causa di un gesto tanto appassionato ma al contempo irrazionale- sentenziò l’albino con aria di superiorità.

-Near!- il biondo stava perdendo le staffe. Come osava definire irrazionale il gesto che lui stesso aveva compiuto!?

-Quel gesto irrazionale lo hai compiuto anche tu e …- Mello fu interrotto da un piccolo candido dito dell’albino che si posava con maestria sulle labbra del più grande.

-Ti ho baciato in un altro frangente, Mello. Ti ho baciato in silenzio e quel bacio nascondeva i miei più reconditi sentimenti nei tuoi confronti. E spero che restino tali e che di questa buffonata non si parli mai più…- il tono dell’albino era esaltato, i suoi occhi erano pieni di un fuoco che mai Mello aveva potuto osservare.

-Tu invece hai osato compiere quel gesto, solo per il gusto di vedermi a te sottoposto!- affannato per aver urlato troppo, il più piccolo si posò una mano sul petto per accompagnare i battiti.

Sottoposto.

Sottoposto.

Sottoposto.

Quella parola aleggiava nella mente sconvolta di Mello.

Possibile che Near provasse “qualcosa” per lui?

E in tal caso possibile che lui provasse lo stesso?

Possibile che Mello avesse compiuto quel gesto solo per… sottoporlo??

Mello non riusciva a ragionare… aveva bisogno di qualcosa di fresco… come il ghiaccio, come il gelato al cioccolato, come il mare, come la menta, come la… un secondo … la menta?


Menta fresca.

L’alito di Near sapeva di menta.

Mello non lasciò che le inibizioni si facessero strada nei meandri del suo cervello.

Lo baciò per saggiarne ancora quella Menta fresca


ndA
Chiedo umilmente scusa per quello che ho fatto.
Avevo detto che il capitolo sarebbe stato hot... ma di hot c'era ben poco... mi dispiace è che mi sono allungata troppo e finiva che il capitolo veniva troppo lungo... allora ho spostato la scena al prossimo capitolo ...
Mi dispiace davvero scusate...Sto scrivendo il prossimo capitolo proprio ora.. uscirà al massimo domani mattina presto.
Scusate ancora *-*
HK

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Voleva tutto di quella menta.

La sua lingua si intrufolò curiosa e famelica nella bocca del più piccolo alla ricerca del sapore afrodisiaco che aveva.

Near decise di non opporsi.

Mello non sarebbe arrivato lontano.

Ma quella volta Near sbagliava.

La mano destra di Mello scivolò sulla sua candida camicia, deliziandosi della delicatezza dell’indumento che venne però lasciato
da parte quando l’oggetto dell’interesse del biondo divenne la pelle candida e soffice del fianco di Near.

Lentamente, mentre la lingua affamata del più grande  accarezzava quella inesperta e ora un po’ spaventata del più piccolo, la mano giungeva ai delicati capezzoli stuzzicandoli con due dita.

-Mello…- l’albino tentò di allontanarlo, ma questi ora desideroso di più contatto non se ne accorse.

La sua mano raggiunse l’obbiettivo: il capezzolo era turgido e Near cominciava a gemere.

-Ora non mi dici basta, vero Nuvola Asociale!?!- gli sussurrò all’orecchio Mello approfittandone per leccare il lobo.

-Nuvola asociale?!?! – esclamò Near, che quel particolare non se l’era lascato sfuggire- Cosa sarebbe una nuvola che non fa
amicizia con le altre nuvole?!?!?Certo che ne inventi di stupidaggini!- il tono saccente di Near, non irritò Mello, anzi lo fece sorridere.

-Sei perspicace…- concluse malizioso –Come al solito…-

Gli occhi intensi e liquidi di Mello perforarono quelli ora imbarazzati di Near. Le sue mani andarono ad insinuarsi nei
pantaloni bianchi del piccolo che sussultò.

Ma Mello non voleva smettere, perché toccare quel corpo candido lo rendeva felice.

Non si sentiva un pervertito.

Non sentiva di star correndo troppo.

Mello si sentiva bene… sentiva che fare quello che stava facendo era l’unica cosa che lo rendesse felice.

Mello voleva sentirsi parte di Near
.

Accarezzò l’intimità del più piccolo che dopo poco si indurì. Con angosciante lentezza abbasso fino alle ginocchia gli indumenti
che lo ostacolavano e il quei secondi Near cominciò ad ansimare.

-Mel-... lo…- gemeva il piccolo che si sentiva ignorato.

-Sei tutto bagnato… carino- Mello gli sorrise questa volta in modo dolce, provocando non altro che le gote più arrossate
dell’altro impregnate della passione che ora gli riempiva i sensi.

Non poteva farlo aspettare.

La sua mano si avvolse alla virilità del più giovane e cominciò a stimolarla.

Near intanto si protendeva verso di lui in cerca del maggior contatto possibile e Mello glielo dava, baciandolo
appassionatamente sulle labbra.

Il palmo scivolava velocemente e le dita stuzzicavano la base.

Near non riusciva a resistere, trattenersi gli stava facendo male così si riversò nella sua mano con un grido soffocato dalle
labbra di Mello premute sulle sue.

 
 







Pochi istanti.

Secondi.

Near si riprese.

-Tutto bene?- la voce di Mello si fece strada nella sua mente che non connetteva ormai.

-…mh.. si.. Credo- biascicò di risposta.

Mello attese che si risistemasse sotto di lui per poi cominciare a succhiarsi l’indice.

Dopo averlo imbevuto per bene scivolò sotto le natiche di Near.

Un suono, assordante per la quiete ovattata che avevano creato, sembrò perforare i timpani ad entrambi.

-La campanella della colazione!- strillò allarmato Mello.

Pochi minuti e una marea di studenti si sarebbe riversata nei corridoi e… li avrebbe visti?! 



ndA
Fiuuu...*si asciuga il sudore* Fatto!
E sono riuscita ad aggiungere il capitolo con la scena ... hot... xD Beh... cosa succederà...??? Dovrei saperlo...xD
No seriamente... ci "vediamo" al prossimo capitolo *-*
HK


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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


-CAZZO!- Mello si stava innervosendo… si muoveva a scatti e le sue mani conservavano il tremore che gli infondeva il calore del corpo che fino a pochi secondi fa stringeva a sé.

Quante cose possono cambiare nel giro di pochi attimi.

E ora Mello rischiava di evolvere la sua reputazione da “isterico ciccolato-mane” in… "checca isterica cioccolato-mane ".

Questo pensiero gli fece gelare il sangue e con un gesto alquanto scortese e che non riguardava affatto la gentilezza di poco prima fece la cosa che poteva toglierlo dai guai.

Near si sentì trascinare per un polso e lanciare contro il muro del corridoio, i due si fissavano .

Gli occhi di Mello spaventati dal dopo.

Gli occhi di Near impassibili al dopo… ma ancora accesi della scintilla di poco prima.

-Calmati… stupido!- il più giovane lo apostrofò notando il pesante affanno che riempiva i polmoni esausti del biondo.

Solo una frase.

Una provocazione?

La scolaresca del terzo piano della Wammy’s house si riversò nei corridoi come una mandria di bufali impazziti e fu in quel momento che Mello, con una mano a cingere la candida camicia di Near sostenendolo contro il muro, gli sferrò un destro in pieno viso.

Il faccino bianco e lievemente arrossato per l’emozione si colorò di un fiotto di sangue che gli scorreva via dalle labbra.

Cremisi gocce si depositavano estranee sulla stessa camicia e sul pollice di Mello.

Quest’ultimo, davanti agli occhi sconcertati degli studenti continuò a.. “fingere”? di riempire di botte Near, il quale ancora scosso non realizzava bene il perché di questo assurdo gesto di Mello.

Poi si rese conto che stava cercando di camuffare i segni del loro non-rapporto, e se è per questo a lui andava bene…

Se non fosse per un piccolo particolare: il labbro inferiore gli stava andando a fuoco per il dolore, non sentiva più un ginocchio e… ouch… un cazzotto di Mello dritto allo stomaco gli aveva spezzato il respiro.

-Mello!- una voce profonda ma non grave avvertì il ragazzo di smetterla.

Mello si calmò e lasciò che Near cadesse fermandosi ad  osservare i danni del suo malriuscito camuffamento.

Un uomo alto, coi capelli bianchi lo fissava con aria severa dall’alto.

I suoi occhi vitrei lo scrutavano e lo infastidivano per quanto inespressivi fossero.

-Fila in direzione dobbiamo parlare del tuo pessimo modo di rapportarti con gli altri…- con un veloce gesto della mano spintonò il più grande in direzione dell’ufficio.

-E tu Near…Vai in infermeria..Ci riesci da solo oppure…-  il ragazzo lo interruppe, trascinandosi nella direzione opposta a Mello.

-Ci posso andare anche da solo… Ma la ringrazio comunque , Roger- Near con le sue fattezze gentili e delicate nascondeva sempre un ombra di disprezzo e quell’ombra Mello la avvertiva.

Sempre.




 
ndA
Capitolo un po’ piccino… Mi dispiace aver deluso qualcuno di voi che si aspettavano la mondiale fugura di… cacca-pupù di Mello e Near XD
Ma non è detta l’ultima parola… Alla prossima *-*
HK

 

 

  
 

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***




-Ahi… ahi..- la mano della giovane infermiera si allontanò momentaneamente dal labbro un po’ spaccato del ragazzino albino.

-Ti faccio male?- domandò premurosa versando altro disinfettante su un batuffolo di cotone idrofilo sorprendendosi di quanto simile fosse il colore di questo alla pelle del ragazzo di fronte a lei.

-Un po’… Ma può continuare…- tentennò Near.

La ragazza ricominciò a tamponare la piccola ferita.

-E’ stato Mello?- chiese l’infermiera, squadrandolo in un modo che doveva sembrare dolce.

Era carina, non si poteva affatto dire il contrario. I tratti nordici la rendevano simile ad un certo biondino di sua conoscenza.

Gli occhi cerulei erano contornati da folte ciglia chiare e i capelli dorati erano raccolti in una coda disordinata e le sue labbra tonde erano davvero affascinati quando si curvavano in un sorriso.

Ma nonostante la bellezza della giovane donna, Near fu infastidito da quella domanda.


Era come insinuare che l’unica persona che poteva allungare le mani sul suo corpo era Mello.

Era come dichiarare che nessun altro si sarebbe avvicinato a lui e che se Mello lo faceva era solo per fargli del male.

Era come dimostrare che l’unico ragazzo a cui Near prestava la minima attenzione… era colui che lo feriva
.


Decise di abbassare lo sguardo e di non rispondere a quella domanda tanto semplice quanto indiscreta

-Deduco che sia un si …- sentenziò la donna concludendo il suo lavoro. Poi si voltò cominciando mettere il disinfettante e il cotone nei rispettivi armadietti.

-Credo che dovresti farti rispet…-la voce della donna risuonò per poco nella stanza.

-Scusi… devo andare- Near abbandonò velocemente l’infermeria senza attendere obiezioni né repliche.

Di nuovo.

Lo aveva fatto ancora.

Il suo tono irritato accostato alle delicate fattezze evolvevano i suoi modi, apatici e maleducati in “normale comportamento da ragazzo
prodigio
”.

Il giovane albino si incamminò verso l’aula della ormai seconda ora. Gli occhi puntati dinanzi a lui, talvolta andavano a posarsi su
oggetti che in particolare attiravano la sua attenzione.

Vasi di fiori sui davanzali.

Graffi sui muri in cui si potevano leggere intricati messaggi d’umore.

La pioggia aveva ricominciato a scrosciare, battendo sulle vetrate dell’istituto.

La pioggia…

Ovunque, sulle mura, sul giardino, sui vetri, sui portoni si abbatteva la pioggia che diventava temporale.

Saette di luce schiarivano il cielo plumbeo.

I rombi dei  tuoni risuonavano ottusi senza un’eco.

 
 
 
 







-Mello… cosa posso fare con uno come te?- anche sulla finestra della Direzione, la pioggia ticchettava e i lampi e i tuoni inquietavano un ragazzino che se ne stava seduto davanti ad una scrivania fronteggiando il direttore.

Il biondino non rispose. Si limitò a guardarlo negli occhi con aria di sfida.

-Devi smetterla di pestare Near… e chiunque ti si fiondi davanti!- esclamo esasperato Roger.

-Non… io… Ah…- Mello non poteva replicare.

Pestava davvero chiunque.

-Oh.. avanti!Mi dia una punizione e mi mandi via.-

Roger sospirò.-No… niente punizione. Dovresti cercare di capirlo da solo e non c’è un modo, non c’è una punizione o una vendetta
personale… perché, credimi, potrei vendicarmi eccome… Tu, Mello devi imparare a rispettare gli altri. Non puoi agire sempre senza pensare!-  l’uomo cercò negli occhi del ragazzino un barlume di speranza.

-Ok…- sussurrò Mello, ora un po’ spiazzato.
 
 
 









Un ragazzo dai capelli biondi esce dalla direzione.

Piove.

Un ragazzo albino cammina per i corridoi.

Piove.

L’uno contro l’altro e in direzioni diverse.

Occhi che guardano avanti… osservano nuovi orizzonti.

Faccia a faccia.


-Near…-

-Mello?-

-Dobbiamo…parlare…-

-Noi non dobbiamo dirci nulla!-

Un ragazzo albino prosegue.

Un ragazzo biondo si ferma.

Sconvolto.

Offeso.

Travolto dal vento gelido di un cuore che ha paura di provare emozioni






ndA
Speedy aggiornamento XD
Cosa vorrà ora Near tutto incacchiato?!?!? x_x
Spero vi sia piaciuto questo capitolo...Alla prossimaaa !
HK

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


E quella notte piovve ancora.

La pioggia si adagiava ora lenta, ora decisa sull’istituto Wammy’s.

E i bambini si stringevano tra le coperte e cacciavano gli incubi.

Grosse lacrime giacevano agli angoli delle palpebre schiuse,

palpebre che cercavano conforto,

palpebre che cercavano riposo.

E quella notte nessuna nenia cullava i bimbi nel regno di Morfeo.

Nessuna melodia tendeva la mano ai cuccioli impauriti per portarli con sé in un mondo di bei sogni.

La pioggia cadeva.

Incessante.

Ostinata.
 
 





E quella notte un ragazzo piccolo ma forte pianse.

Le sue lacrime si depositarono bollenti sul guanciale inumidendolo di frustrazioni, dubbi e paure.

Paura di aver sempre sbagliato.

Paura di poter sbagliare ancora.

Paura di essere il secondo per sempre
.

E altre lacrime solcavano il viso che stava crescendo.

Giorno per giorno.

 
 



 
 


Non lontano da lui, un giovane dai capelli candidi cullava i suoi sogni trattenendo al petto una bambola di pezza .

In un mondo di giochi e delizie, Near nascondeva i suoi sentimenti che ormai lo spaventavano.

E tanto!

Near correva ogni giorno via da tutto ciò che potesse fargli provare emozione, solo per paura che queste facessero emergere le sue passioni e quel fuoco freddo che traballava nel suo cuore.

Quel cuore che grazie ad un irruento ragazzo si scaldava sempre di più.

 
 

 

 

 
I piedi nudi sul pavimento sussultarono al freddo.

Le ciocche bionde oscillarono un po’ .

Un ragazzo si avvicina all’inizio.

Si avvicina alla fine
.

Una mano piccola ma forte batte con decisione sulla porta senza ottenere alcuna risposta.

Le dita, a tamburellare sul legno, più forte.

Una voce dolcemente assonnata risponde.

-Chi … è?

-Me-Mello…- voci che hanno paura di soffrire.

Voci che hanno paura di morire nella gola, affogate nelle debolezze.

-Vai via…- una frase crudele senza sicurezza…indecisa.

-Non voglio…Io devo… parlarti!-

-E io non devo dirti nulla!-

-Ma io si, Near!-


Silenzio.

Cuori che battono forti.

Respiri affannati.

Lacrime che invadono gli occhi.

Voci che cominciano a spezzarsi.

Tentennano.

-Vattene! O chiamo Roger!-

-Near… io…-

-Zitto! Vai via!- la voce del piccolo non era mai stata così forte, il suo tono sembrava rimbombare nelle pareti del cervello di Mello.


 
-Apri, Near!- la voce del biondo forte non ammetteva altre soluzioni.-Io ti amo, cazzo!- 







ndA
Mello gli ha detto che lo amaaaaa!
Yeeeeeee! XD
Mi piace questo capitolo *////* ... spero piaccia anche a voi...^w^
Un abbraccio...
HK

 

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Un bimbo dai tratti delicati fissa pietrificato fuori dalla finestra.

Un bimbo col viso coperto di lacrime fissa speranzoso l’ostacolo che lo separa dall’amore.

Un bimbo dagli occhi come la pece decide di non parlare.

Un bimbo dagli occhi di cielo spera ancora di sentire una voce.
 
 






Le spalle contro la porta di mogano.

In attesa.

Un movimento.

Un mugolio.

Un sogno.

Una speranza, un desiderio.

Poi silenzio… di nuovo.

La pioggia smette lentamente di scrosciare, sembra il volume di una vecchia radio che cala accompagnato da un ronzio.

Il cielo si tinge di violetto e il sole sorge in silenzio.

Illuminando un poco il viso stanco ed esausto di un ragazzo dalla chioma dorata.

 
 
 




Oltre la porta, l’alba coglie nel sonno un ragazzo dalla pelle diafana.

Una mano, scosta delicatamente le coperte.

Impaziente.

 
 

 



Le gambe ci mettono un po’ ad abituarsi di nuovo ai ritmi del mattino.

Lavò i denti, si arruffò i capelli e cambiò i suoi vestiti in un pigiama uguale a quello che indossava per dormire.

La mano si posò esitante sulla maniglia della porta con il timore di trovare “qualcuno “ oltre essa.

Le supposizioni del numero uno  della Wammy’s house non erano sbagliate.

 
 

 
 
 
 
La mano cinse la maniglia e la abbassò leggermente tirando la porta verso sé stesso.

Un corpo intorpidito dal sonno si accasciò ai piedi del più piccolo.

Il cuore di Near si strinse per un istante.

Mello era impresentabile.

Le occhiaie testimoniavano una notte insonne di lacrime, i segni rossi sul viso a provare le evidenti scomode posizioni assunte
nella notte.

Gli aveva davvero fatto quello?

Gli occhi di Mello si aprirono e concretizzarono la situazione in cui si trovava.

I suoi occhi stanchi si illuminarono.

Una strana luce brillava nei due zaffiri.

Il più grande si elevò in tutta la sua altezza e fissò truce l’albino.

-Razza di blocco di ghiaccio del cazzo!- il suo tono era furente… il tono di Mello.

-Come hai potuto farmi aspettare fuori la porta come un coglione?-

-Niente e nessuno ti ha trattenuto…-

Le palpebre si socchiusero rivelando le pupille ora ridotte a piccole macchie d’azzurro offuscato dall’ira crescente.

-Vaffanculo !-

Il biondo si voltò e si incamminò verso la sua stanza.

Doveva darsi una sistemata prima della colazione.

Non poteva presentarsi in quel modo.

-Mello…-

La voce spenta e atona di Near fece sussultare il ragazzo che riteneva ormai conclusa la conversazione.

Ma con Near niente è scontato.

-Mi hai detto che mi ami … Per cui non trovo giusto lasciar correre senza ricevere una spiegazione-

Mello si guardò indietro.

Occhi di rugiada contro occhi di pietra.

Quelli spenti e inespressivi di Near non riguardavano affatto la vita che vi brillava la mattina scorsa quando tutta quella passione
si era riversata nei loro corpi estasiandoli fino alla fine della ragione.

-Oh… ma grazie Near!- il tono sarcastico di Mello irritò il più giovane che però non lo diede a vedere.

-Grazie perché mi rendi l’onore di spiegarti quali pensieri hanno vagabondato nella mia cazzo di testa pazza mentre ti
confessavo quel che provavo-

-Si… dimmelo.- la voce sicura non estraeva la paura che aveva Near nel toccare con tutto sé stesso le emozioni del biondo.

Aveva paura di ammettere di non saper accettare l’amore.

Paura di scoprire di non essere capace di amare




ndA
Ok questo capitolo mi piace ben poco... ad ogni modo ora l'ho pubblicato quindi...
Spero che almeno a voi piaccia *-* 
beh... alla prossima allora , un bacione.
HK


 

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Salve... vi consiglio sinceramente di accompagnare questo capitolo con la canzone "Innocence" di Avril Lavigne. Questo è tutto, per ora. Buona lettura ...



 

Waking up I see that everything is ok
The first time in my life and now it's so great
Slowing down, I look around and I am so amazed
I think about the little things that make life great
°°
Svegliandomi vedo che va tutto bene
La prima volta nella mia vita ed ora è così grandioso
Rallentando, mi guardo intorno e sono così stupefatta

Penso alle piccole cose che rendono grande la vita



 


La mano del biondo si posò delicatamente ma con decisione sulla spalla scarna del più piccolo.

Una leggera pressione e Near venne spinto all’interno della sua stanza seguito da Mello.

-Near, ti amo!-

-Non dirtlo-

Le mani di Mello andavano a sbottonare agili la camicia candida dell’albino.

-Lo dico, eccome.-

-Se devi spiegarmi perché mi ami preferirei che tu lo facessi coi gesti… Come hai sempre fatto con tutto,no?



 

Mello si fermò.

Non era d’altronde la stessa cosa che si era sentito dire da Roger?

Non pensare!

Fallo e basta!


Due voci combattevano nella sua mente… la ragione e l’istinto.

Budella di pensieri si infrangevano dappertutto.

Macchie di sentimenti sporcavano il suo cervello ormai in tilt.

-Io non faccio quello che dici tu , Near-

Le sue mani lo denudarono della camicia.










L’istinto aveva prevalso.

La ragione giaceva in un lago di sangue sul suolo della sua testa di cazzo.

Le mani fredde per la notte passata fuori dalle coperte andavano riscaldandosi del calore del petto caldo e morbido del suo amato.

Due dita stuzzicarono un capezzolo che una volta inturgidito fu stuzzicato di nuovo dalla vellutata lingua di Mello.

-Ti amo, stronzo!-

Near gemette a quella dichiarazione.

Non era convinto della verità che si celava in quelle parole ma il piacere che stava provando era immenso.



 







Non si accorse dell’ultimo indumento che scivolava via da sé .

Lasciandolo nudo agli occhi del suo eterno rivale.

Mello si concesse pochi istanti per deliziarsi della delicata ma afrodisiaca bellezza dell’albino.



This innocence is brilliant
I hope that it will stay
This moment is perfect
please don't go away
I need you now
And I'll hold on to it
don't you let it pass you by
°°
Questa innocenza è splendida
Spero che rimarrà
Questo momento è perfetto
per favore non andare via
Ho bisogno di te adesso
E mi aggrapperò ad essa
non lasciare che passi oltre


 




I suoi palmi inesperti andarono a sfiorare la pelle morbida e vergine delle cosce calde di Near, mentre le sue labbra depositavano baci
su tutto il suo corpo fremente.

Le sue labbra correvano veloci dal petto all’addome e dall’addome alle braccia.

Scorrevano poi sul ventre e leccavano le anche mentre il più piccolo gemeva alla ricerca di maggiore contatto.

Scie d’amore imperversavano sulle membra inermi di Near.

Scie della persona che gli stava portando via qualcosa ma che voleva dimostrargli di potergli donare tanto.

La rosea bocca di Mello andò finalmente a posarsi sull’intimità di Near, accogliendolo nel suo antro e deliziandolo fino a che il più piccolo non sentì il piacere gonfiargli il cuore e scelse di riversarsi in quel caldo nascondiglio.
 

 

 



Un sorriso incurvò le labbra del biondo.

Un sorriso nacque su quelle dell’albino.

Una mano di Mello si accostò al viso arrossato e sudato di Near.

Una carezza.

-Ti amo.-

Parole.

Parole.

Parole.

Forse niente di vero.

Ma importava alla fine
.

Mello era diverso.

Mello era…

Mello.

D’un tratto tutto divenne un ostacolo.

I vestiti, le braccia, le coltri.

Tutto ostacolava i due amanti che volevano stringersi anche solo per un po’.

Gli indumenti, quelli di Mello –quelli di Near erano già via da un pezzo- andarono a depositarsi ai piedi del letto.

Le lenzuola, ora unte del cominciato amplesso, vennero scostate e le braccia si incastrarono in un disperato abbraccio.

Corpi che combaciano, spalle chi si sfiorano, petti che si solleticano, pelli che si fondono.
 
 
 
 




Qualcosa che mancava.

La verità?

La certezza?

Un momento perfetto.

Mancava solo la sicurezza di non risvegliarsi e comprendere che tutto quello fosse un sogno.

Quello: aggettivo dimostrativo con cui si indica un oggetto, un animale o una cosa lontana da chi parla e da chi ascolta.

Perché quello che stavano facendo era un concetto estraneo ad entrambi.

Lontano dalle loro virtù.

Mello e Near non sarebbero mai stati qualcosa… forse.

Ma importava alla fine?



This innocence is brilliant
(It makes you wannna cry)
This innocence is brilliant
Please don't go away
'cause I need you now
And I'll hold on to it
don't you let it pass you by
(It's so beautiful it makes you wanna cry) 


 

ndA
Finitooooo!! Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo... Oddio spero di finire questa fic prima di andare al mare... se ci vado xD...
Beh, allora a presto...*-*
HK
 

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


L’involucro in cui si erano rinchiusi i due adolescenti si sciolse come un bozzolo.

La rugiada ora sfiorava la pietra.

La neonata farfalla gioiva timida ma eccitata dal desiderio di poter volare.

Le ali si spiegarono fino a spiccare il volo.

Qualcosa era nato.

Eppure poco si spiega come un essere scialbo come un bruco possa mai diventare farfalla.

E così era per loro.

Come era possibile che in una notte la relazione di due rivali, l’ostile rapporto che oscillava come un funambolo si era
meravigliosamente trasformato in miscuglio di sguardi appassionati e di corpi che si incatenano.

Una farfalla.

Due colori che si fondono creando una vastità di sfumature.

Il nero che si fonde nel bianco.

Mentre la rugiada erode la pietra.

 






Ma quanto può durare la vita di una farfalla se non il suo stesso battito d’ali.

Un equilibrio fragile e instabile sorretto da una nube di fantasia.

Un desiderio che scema al mattino quando la nebbia si impadronisce delle mura.

Un alone candido e illusorio che accoglieva i due adolescenti che a malincuore si erano allontanati dal tepore di quell’abbraccio
per evadere con la mente in un’altra mattina di studio.

 
 




 
 
 
 
L’aula era silenziosa.

Gli studenti sussurravano.

Near all’interrogazione parlava…

Parlava…

Parlava…

E a Mello parve accorgersi solo ora di quanto quella voce fosse melodiosa.

Le note anche se atone fuoriuscivano da quei boccioli come la più dolce delle canzoni.

Le labbra che si curvavano alle vocali, la mandibola che si serrava alle consonanti in una affascinante danza che Mello sperava
non finisse mai.

Ma doveva distogliere la sua mente da tali pensieri.

Lui era il numero due.

L’eterno rivale di Near.

Mello non poteva lasciarsi incantare dai sentimenti che provavano al mattino.

Quando la notte li lasciava soli e la pioggia non li osservava più indiscreta.

Quando due giovani amanti raccoglievano quegli attimi che restavano prima che il mattino li dividesse.



L’alba.

L’avrebbero ricordata per sempre.


-Mello- la voce dell’insegnante giunse estranea alle orecchie del giovane.

-Cerca di prestare attenzione alla lezione, anzi no… Vieni, Near puoi andare… Mello continua da dove ha lasciato.-

Il ragazzo dai capelli biondi si sollevò dalla sedia e lentamente si diresse verso la cattedra.

Near, intanto si accinse a tornare.

Un gioco di sguardi.

Due corpi che si avvicinano.

La tensione che cresce.

Occhi negli occhi.

Poi tutto finisce.

Mello guarda la lavagna.

Near guarda il suo banco contro la finestra.

Corpo contro corpo.

Fianco a fianco.

Mani che si sfiorano.
  




 






A+.

B-.


Siamo alle solite.

Le mani di Mello si strinsero in un pugno mentre raggiungeva il suo posto.

Le unghie andarono a graffiare l’epidermide.

Near era un ragazzo di quindici anni ma il suo corpo ne dimostrava appena dodici.

Il suo cervello invece correva come un treno, la sua intelligenza fioriva giorno per giorno mentre il suo cuore si spegneva ad ogni
secondo che passava.

Mello aveva diciassette anni.

Mello sarebbe andato via a poco, lo diceva, ne era certo.

Mello non poteva restare in quel posto.

Un altro solo anno e sarebbe andato a vivere a modo suo.
 





ndA
Eccolooo il dodicesimo capitolo *-*
Spero vi piaccia ... è un capitolo un po' statico però... preannuncia qualcosa di ben più dinamico...*-*
Alla prossima, un abbraccio.
HK

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


La mattina passò statica, al contrario di come era cominciata.

La pioggia scrosciava di nuovo sulla Winchester a lavoro.

Le gocce che accompagnavano le monotone lezioni e dondolavano gli intricati pensieri di due silenziosi amanti.

La campanella annunciò il termine dell’orario di studio e gli studenti si diressero alla mensa per consumare un buon pasto e rifocillarsi.

Mello si accomodò ad un tavolo accanto al bancone del cibo e scrutò attentamente la stanza alla ricerca di un Ghiacciolo.

Near giunse alla mensa poco dopo e si accucciò in un tavolo nell’angolo cominciando a ripassare le materie del giorno dopo.

Quel gesto infastidì Mello.

Dopo quello che era successo, dopo quello che avevano fatto, dopo quello che si erano detti… se ne stava lì in disparte come
se lui non ci fosse.

 


 
 
 
E un lampo raggiunse la sua mente.

Il flash di due mani che si toccano.

Una più fredda per la quiete.

Una più calda per l’ansia.
 



 
 

Non poteva sopportare l’indifferenza di Near, perciò si diresse da lui abbandonando il suo posto.

La sua mano cinse il libro di Fisica, che teneva il più giovane tra le dita, scaraventandolo giù dal tavolo.

Gli occhi di Near seguirono quel gesto con sadica lentezza.

Poi il suo sguardo si spostò con disprezzo sul biondo.

Il suoi soliti modi burberi.

Gli occhi di Mello erano inquieti, passavano da Near al libro e dal libro di nuovo a Near.

Quel ticchettare di pupille sembrò innervosire il più giovane.

-Si può sapere che diavolo vuoi!?- la voce sembrò tuonare, un attimo soltanto.

Un suono che  lasciò Mello senza parole.

Una frase tanto fredda e schietta zittì il biondo per alcuni secondi.

 



 
 

-Voglio saper perché cazzo mi ignori … E perché quando si tratta di me metti su quell’aria da superiore.- Mello lo schernì
andando ad avvolgersi una ciocca di capelli con l’indice e facendo una strana smorfia col viso.

Near lo fissò irritato, poi raccattando il libro che era stato rovesciato via dalla sua portata fece per andarsene, superando il biondo.

Mello in preda all’ansia gli si parò davanti.

L’albino lo guardò negli occhi.

Le labbra schiuse.

I capelli biondi arruffati per la foga.

Il corpo in posizione di contrattacco pronto a bloccare ogni sua mossa.

Gli occhi illuminati di un luccichio.

Nelle pupille qualcosa brillava.

Qualcosa dietro quegli zaffiri ammiccava.

Paura.

Paura di perdere qualcosa di importante.
 
 










Mello aveva paura di lasciarsi sfuggire Near.

Mello temeva che con la sua irruenza lo avrebbe allontanato.

Una lacrima.

Solo una si fece strada sul suo viso che si apprestava a crescere ma che ancora presentava i tratti fanciulleschi.

Near si sentì male.

Il suo cuore venne stretto in una morsa di colpevolezza.

 
 



 

 
 

La lacrima venne cacciata via con un gesto svelto e lo sguardo malinconico fu sostituito da un’espressione determinata e dura.

-Ti amo.- la sua espressione seria, i suoi occhi cerulei, le sue labbra quasi una linea denotavano la sicurezza che aveva Mello
nel pronunciare quelle due parole.

Sicurezza che Near non avrebbe avuto mai.

La mano di Mello avvolse quella di Near trasportandolo con sé .

La camera del biondo non era lontana.

I passi incerti di entrambi risuonarono come rintocchi nei corridoi deserti a quell’ora.

La pioggia incessante che rendeva opachi i vetri.

I peschi che frusciavano imbevuti.

Tutto richiamava il bisogno di quel tanto desiderato toccarsi.

Ogni cosa era al suo posto.
 
 


 



Le labbra che incerte cominciano a sfiorarsi

Poi, divenute più sicure schioccano in imbarazzanti suoni umidi.

Corpi che si avvicinano e vestiti che diventano d’impaccio.

-Spogliami, Near- la voce roca e sensuale di Mello raggiunse i timpani di un Near insicuro.

Le mani pallide andarono a sfiorare tremanti la stoffa scura della maglietta del biondo.

Mello cinse quella bianca della sua camicia e la sbottonò rivelando quel petto che diverse volte aveva avuto il piacere di viziare
ultimamente.

Con un bisogno incombente che si presentava sottoforma di gonfiore in basso, i due si liberarono del resto degli indumenti che li
nascondevano alla vista del compagno.

La lingua calda di Mello scivolò sulle clavicole di Near.

Accarezzò poi i pettorali non definiti e si soffermò su uno dei capezzoli rosei.

Succhiò e poi lo lasciò andare.

Le sue mani che già solleticavano l’interno coscia.

Le dita che curiose accarezzavano l’intimità.

Quando la bocca di Mello si avvicinò al sesso di Near  questi divaricò le gambe per dargli più spazio.

Le labbra lo cinsero bene e la lingua lo massaggiò piacevolmente.

Near non poteva capire più niente.

I battiti del suo cuore che aumentavano, le mani che incerte si divincolavano sul lenzuolo già umido del loro sudore, le palpebre
che battevano per vedere più luce.

Per vedere più Mello.

Dentro di lui quell’amore che aveva sentito crescere in precedenza ritornò, facendosi strada nel suo esile corpo come un’ondata
di passione.

Near venne nella bocca di Mello.

Il biondo si leccò le labbra assaporando quel delizioso miele pregiato che si era riversato tra le sue labbra poi cinse la vita di

Near e fece in modo che lo assaggiasse comprimendo le loro labbra in un bacio per niente casto.

La bocca di Mello si schiuse contemporaneamente a quella dell’albino.

Le due lingue si intrecciarono e Near potè assaporare la dolcezza del suo stesso seme.

Le guance arrossate di entrambi tradivano l’imbarazzo causato da quelle nuove sensazioni.

Il respiro che ormai mancava e il cuore che sembrava fuggire dalla cassa toracica scosso da troppe emozioni.

Entrambi si inebriarono di un' atmosfera afrodisiaca che sembrava avvolgerli e chiuderli in disparte.

Gli occhi del biondo si incatenarono a quelli dell’albino.

-Voglio fare l’amore con te, Near- forse le parole potevano sembrare inutili ma niente e nessuno può immaginare quanta quiete e quanto desiderio infondevano al più piccolo.
 
Mello si posizionò sopra di lui e due delle sue dita ben inumidite andarono a violare e divaricare leggermente l’apertura di Near.

Il più giovane gemette infastidito e fece per disfarsi di quella presenza allontanando il suo corpo bianco dalle due dita.

Un movimento sbagliato e le dita si spinsero in profondità provocando non altro che piacere che andava a sostituirsi al fastidio che stava scemando.



-Ah… Mello…-

Il movimento circolare divenne una carezza estasiante e quel contatto troppo poco per Near  che cominciò a spingersi verso le
dita.

Mello comprese che era il momento adatto.

Si posizionò tra le sue gambe e lentamente spinse dentro il caldo corpo del più piccolo.

L’estasi completa si impadronì della parte razionale della sua mente sequestrandola e non permettendole di intromettersi in un
così genuino amplesso.

Ora la ragione giaceva segregata in una stanza remota del cervello di Mello, incatenata dal piacere che offuscava la vista estasiata del biondo.

-Mello… mi fai …male- la voce rotta di Near risvegliò un Mello intorpidito dal piacere.

I loro occhi si incontrarono.

Quelli maliziosi di Mello viaggiarono alla ricerca di quelli di Near e quando li trovò ci si scontrò contro come un muro di pietra.

Gli occhi del piccolo non emanavano la passione che sperava di trovarci, erano tristi, umidi di lacrime.
  







ndA
Ed ecco il capitolo che si aspettava ... credo...
Ho paura che sia stato tutto troppo frettoloso... Temo che non si riescano a percepire le sensazioni che loro due provano.
Fatemi sapere *-*
Alla prossima, un bacio.
HK

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


-Mello… Mi fa … male…Puoi toglierlo, ti prego…-

Le immense distese scure di Near erano invase da gocce di acqua salata.

Mello non poteva smettere.

Mello non voleva smettere.

Mello doveva smettere?

-Ehi…ehi…Piccolo…aspetta, eh.. No, ti prego non piangere…- la voce tremante di Mello, colma di ansia e paura non riuscì a tranquillizzare l’albino.

Gli occhi scuri che lasciavano ricadere calde lacrime .

Lacrime che nessuno aveva potuto vedere.

Le paure che anche riversandosi sulle guance sembrano allontanarsi una volta per tutte, o quasi.

I sentimenti nascosti, occultati per tanto tempo… potrebbero star venendo fuori.

Una mano calda raggiunse piano la fronte del più giovane.

Una carezza e un bacio a fior di labbra, mentre quell’intrusione… non sembra poi così male.

O forse ci si è solo abituato.

Gli occhi di zaffiri di Mello scalfiscono quelli di onice di Near.

Si erodono.

Scintillano.

Si infuocano.

E tornano a danzare un valzer d’amore e odio, di bugie e verità.











 
 

Mello controvoglia uscì dal corpo caldo di Near cominciando a masturbare lentamente la sua virilità che era ritornata turgida dal momento in cui il dolore era
divenuto sopportabile per non dire piacevole.

Gli occhi fluidi di Near che ormai scalfivano quelli di Mello, l’eccitazione che forsennata scorreva nelle sue vene .

E di nuovo sentì di poter riversare la sua essenza tra le mani di quel giovane che solo adesso stava scorgendo in modo diverso.

Mello abbandonò quel membro caldo provocando un gemito del più piccolo.

Si posizionò di nuovo tra le sue gambe  e lentamente, con la speranza di non fargli ancora del male, entrò di nuovo nel suo corpo.

Non poteva permettersi di ferirlo.

Near aveva troppa poca fiducia in lui .

Fargli del male, tradirlo non avrebbe fatto altro che spaventarlo e allontanarlo da lui.




 

Gli occhi di Near si ingigantirono nel momento in cui il membro duro di Mello si introdusse di nuovo nel suo corpo ma la mano del biondo andò a circondare prontamente il suo sesso, iniettando adrenalina al suo cuore che comincio a palpitare forte.

Le eccitanti labbra schiuse dell’albino, gli occhi liquidi che trasudavano desiderio, le mani che febbrilmente scivolavano dalle spalle di Mello alle sue braccia furono il segnale per il biondo che il suo giovane amante era pronto per accoglierlo del tutto.

Perciò spinse bene a fondo e cominciò a seguire ritmicamente col bacino, il movimento della mano, che strisciava e tirava sulla pelle cocente dell’albino.
 
 


Mai le sue guance erano state così rosse.

Mai il suo cuore aveva battuto così forte.

Mai aveva potuto sentirsi parte di qualcun altro eppure se stesso e completo.
 


Il piacere raggiunse il culmine dopo poco.

Un fluido incandescente che brillava di passioni represse scorse lento nelle loro interiora prima di riversarsi bollente sulle loro pelli eccitate.

Contemporaneamente.

Raggiunsero l’orgasmo nello stesso istante.
 














Il respiro corto.

Il cuore che sembra reclamare attenzione tanto batte forte.

Le mani che tremano mentre le schiena bollente è rivolte alle lenzuola e il ventre fissa il soffitto.

Le nudità che ormai non sono altro che un complimento.

Nessun tabù.

Sole due corpi che intimiditi fremono per quella fastidiosa distanza che si è insinuata tra loro.



-Ti amo, Near.-

-Anche io… Mello- 









ndA
Ok... due capitoli hot consecutivamente... dovrei calmarmi... inoltre non sorprendetevi se è una schifezza...Sapete ... cercare di scrivere mentre i vostri genitori chiacchierano animatamente e vostra sorella vede i Due fantagenitori a tutto volume e si sente anche dal garage non è di ispirazione...
No-no... non lo è affatto non provateci a casa.XD
Beh... sinceramente spero che vi piaccia.*-*

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


Un caldo abbraccio.

Corpi che si incatenano.

Labbra che nostalgiche desiderano contatto.

Più contatto.

Pelli che entrano in simbiosi e amanti che decidono di non ascoltare i suoni che fuori, aldilà della loro realtà,richiama gli studenti allo studio pomeridiano.

La bolla di sapone che rendeva appiccicosi i loro corpi e li inumidiva impregnandoli permetteva di udire solo lontanamente il mondo che scorre…

-Dovremmo… tornare in classe…-

La voce dolce e un po’ roca di Near raggiunge in un sussurro i timpani di un Mello ancora ubriaco delle troppe sensazioni nuove che stava provando.

Il cuore di Mello che galoppa forte insieme alla pioggia.

Intraprende un viaggio impetuoso, fino al raggiungimento di quel cuore freddo che si sta sciogliendo.

-Mi ami?- la sua voce, insicura forse.

Chiede spiegazioni.

Chiede chiarimenti.

Chiede attenzioni.

Chiede amore.








-Ti amo.- la fermezza di Near che anche in un momento tanto umido di provocazione e malizia coccola e fa da tranquillante alle membra del biondo.

Una frase e basta.

Si amavano allora?

Forse .

Per ora sapevano che si bastavano.











 
 
L’interrogazione di storia che i giovani neo-amanti raggiunsero svogliatamente dopo essersi scollati si manifestò non diversamente dalle altre.

Mello prese B.

Near prese A.

Occhiataccia.

Sguardo spento.

Occhi di pece che sussurrano “ Ti amo ma non ti devo niente…

Per cui sarai sempre il secondo dopo di me”

O almeno così parve a Mello.

Maledetti complessi.

Occhi di ghiaccio.

Sguardo che parla e urla “Come posso amare chi non fa altro che svalutare il mio impegno!?”.

Non fu quello che Near vide .

Gli occhi di Mello lo dicevano.

E Mello lo pensava.











 
 
Tic…

Tic…

Tic…


Gocce.

Colpa.

Paura.

Frustrazioni, le solite .

Che lentamente si accumulano e sulla schiena scarna pesano più che mai.

 
E agli angoli degli occhi pesano.

Tic…



Tic…


Lacrime di rabbia.

Non si riverseranno sulle guance. No.

Perché Mello è forte.

Mello sarà il numero uno.




 
 





La pioggia si abbatteva violenta sulla Wammy’s house.

Un temporale scrosciava irruenta e irritata sull’istituto per geni.

Parole sputate.

Atte a ferire.

Tutto come prima.

-Mello quello che provo per te è un sano sentimento di affetto e preferirei che i tuoi assurdi complessi non influenzassero negativamente il rapporto che sta fiorendo tra noi…-

-Anche io…-







  ndA
Salve... un capitolo un po' troppo piccolo e... mi dispiace davvero.. spero che vi piaccia ... Perchè temo sia un po' povero.
Come vedente un'altra difficoltà si è introdotta ad infastidire il rapporto tra i due... Alla prossima...
Un bacio
HK

  
  

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Capitolo 16
*** Chapter 16 ***


-Allora cosa c’è che non va?- il tono speranzoso di Near sfociò in una nota acuta che voleva celare la depressione.

Aveva appena scoperto di amare Mello e ora lui con le sue paranoie mandava tutto all’aria.

La notte calava il suo scuro velo su Winchester e la tristezza giungeva di nuovo al cuore dell’albino le cui membra erano immobilizzate e statiche di fronte al biondo dall’espressione seria che gli stava davanti.

Le gambe tese e le braccia lungo i fianchi esprimevano l’ansia e l’angoscia che i suoi occhi tentavano di nascondere.

-Near… tu… Io non posso sopportare di essere il secondo per sempre!-

Per sempre.

Il secondo.

Ma a chi cavolo importava di quella fottuta competizione?

A Near di certo no, o forse?

Magari ora che c’era Mello, diventare il successore di L non era poi così rilevante.





Step one you say we need to talk
He walks you say "Sit down it's just a talk"
He smiles politely back at you
You stare politely right on through
Some sort of window to your right
As he goes left and you stay right
Between the lines of fear and blame
And you begin to wonder why you came

**
Fai un passo, dici, abbiamo bisogno di parlare
Lui cammina, tu dici: "Siediti, è solo una chiacchierata"
Lui ti sorride educatamente di rimando
Tu lo fissi educatamente dritto negli occhi
Una qualche specie di finestra alla tua destra
Mentre lui va verso sinistra e tu te ne stai
In mezzo tra paura e senso di colpa
E incominci a chiederti perché sei venuto

 

 
 

La cena si prolungò in apparenti silenzi secolari.

Chiaramente il silenzio non era apparente ma l’ansia e l’assenza di parole sembravano aver dilungato i minuti in centinaia di anni.

Quando Mello taceva era preoccupato.

Era arrabbiato.

E non andava bene.













 

Let him know that you know best
'cause after all you do know best
Try to slip past his defense
Without granting innocence
Lay down a list of what is wrong
The things you've told him all along
And pray to God he hears you

** 
Fagli sapere che tu lo sai benissimo
Perché, dopotutto, lo sai davvero benissimo
Cerca di infiltrarti tra le sue difese
Senza concedergli l'innocenza
Stendi una lista di cosa è sbagliato
Le cose che gli hai sempre detto
E prega Dio che lui ti stia a sentire

 

 
 



Dopo aver mangiato i due giovani vennero misteriosamente convocati in direzione da Roger.

Dieci centimetri.

La distanza che si poneva tra i loro due corpi sembrava abissale.

Una mano di Near si tese, senza alzare il braccio, per coprire quella lontananza.

Le dita candide non raggiunsero quelle di Mello perché questi allontanò bruscamente la mano.

Offeso e ferito, ma senza darlo a vedere, Near ritirò la manina pallida e se la portò nella tasca del pigiama.

La pioggia cominciò a cadere fitta, ma sola e silenziosa.


Oscura.

Quasi come se volesse fare un agguato.

Una pioggia che nulla di buono preannunciava.

Una pioggia che sottovoce si introduce nei pensieri e sussurra.

Per molto, troppo tempo.

L’uomo che dava le spalle alla porta si voltò sulla sedia e con espressione seria agguantò lo sguardo dei due.

-Cosa c’è Roger? Perché ci hai fatto venire qui?- la voce sicura di Mello non era capace di nascondere la preoccupazione.

E la pioggia cadeva.

E il suo suono non si udiva.

Ma tutti sapevano che stava arrivando.

-L ha scelto…-

Occhi che frugano nell’anima.

“Near  cosa penserai ora?”

“Mello cosa  farai ora?”

Una mano si stringe a pugno.

Un indice avvolge una ciocca di capelli.

L aveva scelto.
 










 
 
 
NdA
Ok… d’accordo L ha scelto…
Poveri piccoli geni.
Beh… spero vi piaccia davvero. E spero di aggiornare presto <3
Un bacio.
A presto.
HK 

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Capitolo 17
*** Chapter 17 ***


-Non farci aspettare, Roger! Chi è il successore di L!!?-

La voce isterica di Mello tuonò nella stanza.

Near alzò lo sguardo attirato da quel tono ormai familiare.

I suoi occhi si puntarono sul corpo di Mello, quel bellissimo corpo che gli aveva donato tanto piacere.

-L  ha scelto Near- solo quattro scaltre parole.

Ad effetto però.

 
 

 
 



Il successore di L era agile, intelligente e paziente.

Un ragazzo che sarebbe diventato un uomo forte e degno di grande rispetto.

Un uomo capace di attendere che le soluzioni  lo raggiungano sé stimolate dai suoi logici complessi ragionamenti.

Near, la lettera N della Wammy’s house, era il degno successore di L.

Ed era immensamente triste.

Aveva sentito quelle parole…”L ha scelto Near”.

Aveva visto sussultare Mello.

Aveva immaginato i suoi occhi truci.

Poi aveva avvertito la tensione nella stanza.

Infine aveva udito la porta sbattere inseguendo la svelta figura dal caschetto dorato che lasciava la sala in balia della pioggia e Near in balia della paura.

Cosa sarebbe successo ora?

 



 








Un passo lento e trascinato si distingue e si confonde nella pioggia.

Passo di bambino.

Passo di adolescente.

Passo di giovane uomo.

Una mano si posa sul legno della porta.

Bussa.

Mano di ragazzo.

Mano inesperta… o forse?

Mano tremante.

Un giovane dalle ciocche bionde apre la porta.

Non dormiva?

Gli occhi stanchi non di sonno.

Non di studio.

Di tutto.

Occhi che chiedono pietà.

Occhi che esultano e che urlano di fuggire.

L’animo di Near in una morsa.

Perché era lui il successore di L?

-Mi dispiace…- la voce che col tempo era diventata più calda.

La voce che con l’amore si era riscaldata.

-Anche a me…- la voce che afflitta era diventata fredda.

La voce che col dolore si stava raffreddando.

-Tutti questi problemi li crei tu stesso…-

-Lo so!- lo sguardo fulminante che saetta negli occhi di pece.

-Allora smettila!-

-Lo volevo davvero…- Mello sembra piagnucolare.

Non è da lui.

-E io no… Non mi importa della successione. Tienitelo questo fottuto posto di successore di L.-

La voce incrinata dal dubbio … dall’insicurezza

E la pioggia che batte ancora.

Near che si fa coinvolgere.

Non è da lui.

L’amore li aveva cambiati?

-Se hai intenzione di rompere con me, Mello fallo pure.-

O forse erano sempre gli stessi.

-Io non voglio!-

La testa si china mentre il mento tocca lo sterno.

I capelli bianchi gli ricadono davanti agli occhi.

-Nemmeno io.-

-Non ne posso più della competizione…- il tono non convinto di Mello non sfuggì alle orecchie attende del successore di L.

-Non ne posso più di L … Di tutto.Di te… dei tuoi complessi.Voglio smettere di ascoltare…- il tono sicuro e atono anche in una simile situazione di Near non sfuggì all’eterno secondo.

“Di me?”

 


A* sentiva la pressione sulla pelle.

A era il candidato più degno alla successione di L.

A era persino migliore di Near.

A si sentiva in prigione.

A non aveva scelta.

A non poteva cambiare.

A odiava la successione.

A decise di smettere.




 
 
 
 
 
 
 
 
*A è uno studente della Wammy’s House prima che ci fossero Mello e Near.
Si suicidò a causa della pressione che l’orfanotrofio gli faceva.
 

NdA
Ecco… finito un altro capitolo.Ooooh due capitoli in una sola giornata?! Come prima! *-*
Beh.. spero che vi piaccia.. Mi dispiacerebbe davvero deludervi.
Un bacio.
HK
 

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Capitolo 18
*** Chapter 18 ***


Dormirono in letti diversi.

Ma non dormirono.

Passarono la notte in letti diversi.

Le lacrime che silenziose di adagiavano sul cuscino.

Piano.

Immagini che scivolano nella mente ...negli occhi.

E lo sguardo vi si perde attraverso.





 
 
“Quanta solitudine se non ci sei tu”

La stanza che mai come allora era sembrata così vuota.

Mentre gli ansimi si rifanno vivi nella testa e le lacrime diventano sprazzi di desiderio e i sussurri soffocati diventano singulti non trattenuti.

L’amore li aveva ridotti così?

Ci si aggrappava sempre più a Morfeo nella speranza di sognare ancora.

 





 



 

L’alba che finalmente arrivava a sfiorarli.

Una carezza delicata come quella di una madre.

Una madre che mai avevano potuto avere.

Gli occhi che stanchi ormai non hanno più il coraggio di guardare, le labbra che schiuse accennano un amaro sorriso alla vita che sboccia ancora, il corpo che inerme, per una notte che sembra durata un millennio, geme per ogni piccolo sforzo.

Fuori non vi era nebbia.

Non vi era pioggia.

Solo un timido sole che cominciava a riscaldare l’erbetta che profumava di primavera.

I peschi che disinibiti si allungavano per cogliere ogni minimo raggio di quel sole che tornava una sola volta all’anno.

Quel sole che è il primo della stagione.

Quel sole che essendo il primo … è sempre il migliore.

In classe gli occhi degli studenti si proiettavano sempre più spesso fuori delle finestre.

Piccole ombre si iniettavano sul pavimento, sui banchi, sulle sedie… ombre che per tutto l’inverno non avevano visto.

 
 
 
 
 




Near attentamente prendeva appunti.

Mello distrattamente guardava fuori.

Near pensava che prima o poi tutto doveva cessare.

Mello pensava che prima o poi tutto doveva cominciare.

Purtroppo entrambi avevano concetti diversi della stessa cosa.

 












 
A pranzo Near si accomodò al solito posto.

Mello lo seguì.

Si sedette passivamente e puntò il suo sguardo sul tavolo.

Gli occhi d’onice dell’albino gli concessero l’onore di sollevarsi lentamente sulla sua figura.

-Dormito bene?- una vocina apatica e atona raggiunse le orecchie del biondo. Si era tornati alle solite .. eh?

-Si.. e tu?-

-Meravigliosamente…-

Bugie.

Bugie.


-Cosa intendevi … con…- ecco la fatidica domanda. Quella che tormenti e insidie celava.

Quella che coraggiosa aveva sfidato il suo sonno sconfiggendolo. 
 




-Cosa cazzo significa che non ne puoi più di me?-

Bang! Tutta di un fiato.

Quasi si preoccupava che non l’avesse capita.

Ma Near aveva capito.

Perché lui  era L.

-Quello che ho detto.-

E basta?

Tutto qui?

-Quello che hai detto?- il tono provocatorio di Mello perforò la mente dell’albino costringendolo a incatenare il suo sguardo scuro in quello ceruleo di lui.

-Esatto, Mello.-

Si stava innervosendo.

-Ne hai abbastanza della competizione… vero?- un ghigno sul viso.

Solo una schifosa smorfia che gli permetteva di sgranare gli occhi ed evitare alle lacrime di rabbia di sfuggire alla sua gabbia di sicurezza.

-Giusto.-

Near non mostrava emozioni.

Atono. Come al solito.

-Neanche io.-

-E chi se lo sarebbe aspettato mai da… Mello.- sottolineò quel nome con aria di sfida.

-Siamo acidi stamattina, eh?-

Erano tornati quelli di prima?

No.

Solo non erano mai cambiati.

-Vuoi fare sesso con me?- un sorrisetto malizioso apparve sul viso di Mello.

-No-

Un sussulto del biondo.

Gli occhi spalancati per la sorpresa.

Fino a che Near non rettificò, come al solito.

-Voglio fare l’amore con te e poi voglio dire addio a questo fottuto mondo di sfide e competizioni-

Frasi dette troppo velocemente.

Troppo veloci affinchè Mello potesse afferrare il significato di tutte.

-Dire addio.. .Insomma ma che cazzo spari con quella bocca?-

Ah, e lui era acido?

-Mello te lo ripeto a me non importa nulla di essere il successore di L .. ma sono stato scelto e L stesso non è il tipo che accetta un
ripensamento sostituendo Me con una qualsiasi altra persona-

Qualsiasi altra persona?

Se Near si fosse rifiutato, L avrebbe scelto Mello e… lui era … Qualsiasi altra persona?

La mano di Mello strinse saldamente il mento dell’albino.

-Io non sono qualsiasi altra persona! Devi ficcartelo in quella testolina bianca del cazzo, ok?-

-Infatti io non parlavo di te,Mello.Avrei preferito che L avesse scelto te. Sinceramente-

-E ora… cosa hai intenzione di fare?- il tono confuso che cercava di nascondere per non dare a vedere la difficoltà che trovava a
comprendere quelle poche parole.

-Ho intenzione di concludere questa buffonata.- non era finita la frase … c’era dell’altro.

Mello ne era sicuro.
 









NdA.
Ok... ok... anche se il capitolo vi sembra banale non prendetevela con me! XD
Ho avuto una specie di blocco... credo... spero vi piaccia, però. *.*
Alla prossima ...un bacio
HK
 

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Capitolo 19
*** Chapter 19 ***


Vi consiglio l’ascolto di Total eclipse of the heart di Bonnie Tyler per accompagnare questo capitolo… ma infondo è solo un'opinione…
Buona lettura.




 

Turnaround, Every now and then I get a little bit lonely and you're never coming round
Turnaround, Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears
Turnaround, Every now and then I get a little bit nervous that the best of all the years have gone by

 

Turnaround, Every now and then I get a little bit terrified and then I see the look in your eyes
Turnaround bright eyes, Every now and then I fall apart
Turnaround bright eyes, Every now and then I fall apart

 

**
Girati,
Di tanto in tanto sono malinconica e tu non ci sei mai

Girati,
Di tanto in tanto mi stanco un po' di sentire il rumore delle mie lacrime
Girati,
Di tanto in tanto sono un po' nervosa perchè i miei anni migliori se ne sono andati

Girati,
Di tanto in tanto sono un po' terrorizzata e poi vedo lo sguardo dei tuoi occhi
Girati, occhi lucenti,
Di tanto in tanto cado a pezzi

Girati, occhi lucenti,
Di tanto in tanto cado a pezzi

 





Il più giovane dei due si alzò e abbandonò il tavolo prima che l’altro potesse rendersene conto.

Nella mente dell’albino , ossessive e incombenti si rifacevano vive le immagini di quella volta nell’aula di musica, quando Mello gli aveva chiesto di suonare per lui.
 
Mai come allora si era mai sentito felice.

Mai come allora si era sentito vivo.

Mai come allora aveva smesso di pensare davvero.

E ora stava succedendo ancora.

Quella sensazione allo stomaco… alla testa … al cuore…

Un’aura di malinconia, tristezza che gli appesantiva le membra.

In lontananza sentiva i passi di qualcuno… ma forse si sbagliava.

Gli occhi gli sembravano una patina opaca che stava lì a proteggerlo.

O forse erano le lacrime.

Non voleva trattenerle.

Mai più.

Non voleva essere L.

Ma lo era già.

Non voleva più competere.

Voleva Mello.

Lo voleva vedere sorridere.

Ancora.

Le gambe non lo reggevano, ma non vi fece caso perché anche quando esse non riuscirono a tenerlo più due solide braccia lo cinsero
forte.

Non lo avrebbero lasciato cadere.

Mai più.

Near perse i sensi.

Al suo risveglio, nel tardo pomeriggio, Near constatò di trovarsi nella camera di Mello.

La conosceva bene.

Si sollevò sulle braccia tastando diffidente le lenzuola fresche.

Scorse in lontananza la figura di Mello seduto sul davanzale della finestra chiusa.

-Ti sei svegliato.- borbottò placido il biondo.

-Così sembra.- sentenziò atono l’albino.

Silenzio.

Ma era un silenzio …rumoroso.

Già.

Era un fottuto silenzio che non faceva altro che gridare le domande  sospese a mezz’aria che si stavano appoggiando e appesantendo
sempre più sui loro animi indifesi.

Mello sospirò.

Near sbuffò.

Mello riflettè.

Poi parlò.

-Hai intenzione di fare…- fluttuante, fu lasciata la frase.

-Sesso?- concluse l’albino.

-Non … intendevo… quello.- il biondo si portò una mano alla fronte scostando esasperato la frangia ribelle dagli occhi color del cielo.

-Insomma mi credi un animale? Credi davvero che ti chiederei ti scopare dopo che ti ho visto svenire tra le mie braccia?- la voce di Mello
voleva colpevolizzarlo.

Accusarlo di mal pensare anche quando era l’unico, lui, a volergli davvero bene.

Nelle parole di Mello fioriva una nota tagliente che tradiva le lacrime che stava cacciando indietro e che gli provocavano un forte
bruciore alla gola.

-Io voglio…-

-Cosa…scusa?- forse aveva capito.

Ma voleva risentirglielo dire.

Mello stava seriamente pensando di porre fine a tutto.

Non era il successore di L.

Il suo lavoro di anni era stato gettato nel cesso da una fottuta graduatoria.

Il ragazzo che amava era sempre stato il suo rivale.

Lo stesso non lo amava più… forse.




 









Mello gli si avvicinò con cautela.

Near gli prese la mano e se la portò alle labbra posandovi sopra un bacio delicato.

Il biondo sussultò… poi si accomodò sul letto a una piazza per accogliere il suo amato in un abbraccio.

Le loro braccia si agganciavano al corpo l’uno dell’altro quasi per impedirsi di fuggire.

Quasi temessero di poter fuggire loro stessi.

Ma era l’ultima volta.

Non potevano perdersi.

Non potevano lasciarsi fuggire.

Le mani di Mello cominciarono immediatamente a scoprire la pelle di Near con una fretta dettata dall’ansia.



 Il numero uno e il numero due dicevano basta.

Basta Wammy’s house.

Basta L.

Basta competizione.

Basta successione.

Basta graduatoria.

 

 



 

 
 
 
Basta tutto.



Fuggivano in un mondo dove erano importanti solo loro.

Dove le loro mani potevano stringersi senza giudizi e voti.

Senza sguardi che osservano curiosi.

Senza sole che segna la fine di un sogno.

Senza pioggia che accompagna le lacrime sul guanciale.

In un mondo che entrambi erano consapevoli che non esistesse ma che vedevano come l’unica via di fuga.

E così mentre l’intimità di Mello scivolava nella tenera carne di Near, quest’ultimo potè notare il pezzetto di metallo avvolto malamente
nella carta, tra le labbra del biondo.

E mentre i loro semi invadevano l’intimità di uno e la mano dell’altro, Near non riuscì a far a meno di guardare quell’oggetto  che avrebbe segnato la loro… esistenza?

Probabilmente era la parola sbagliata.

Magari permanenza a questo mondo.

Perché Near non aveva mai avuto paura di morire e Mello neanche.

Mai ne avrebbero avuta.


 
 

And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you'll only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
Cause we'll never be wrong together
We can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time
I don't know what to do and I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight
Forever's gonna start tonight

**
E ho bisogno di te stanotte
E ho bisogno di te ora più che mai
E se solo tu mi stringerai saldamente
Rimarremo stretti per sempre
E noi ce la faremo
Perchè insieme non sbaglieremo mai
Possiamo arrivare fino in fondo
Il tuo amore è come un'ombra che sta su di me per tutto il tempo
Non so cosa fare e sono sempre nell'oscurità
Stiamo vivendo in una polveriera e stiamo facendo scintille
Ho veramente bisogno di te stanotte
Sempre comincerà stanotte
Sempre comincerà stanotte

 
 
 

 

Il lato della lametta si posò delicatamente sulla pelle diafana di uno dei due segnando una linea verticale ben decisa.

Un fiotto di sangue scivolò macchiando la camicia bianca di Near.

La lama sfiorò la pelle chiara del biondo disegnando lo stesso tratto forte.

Un rivolo rigò la sua pelle mentre le due mani si allacciavano in un stretta salda.

-Ti amo, Mello.

-Ti amo, Near.

Negli occhi non vi era più la competizione.

Nulla importava più.

Nella mente solo il loro amore che era sbocciato e si era spento.

Impresso nelle menti di nessuno, tutti troppo ciechi e ipocriti per scagionarli da una successione che li stava logorando da tempo tutti.

Gli sguardi rivolti al soffitto della stanza dove il loro amplesso si era evoluto.

Le mani che lentamente allentavano la presa ma mai l’avrebbero mollato.

E sulle guance nessuna lacrima.

Perché Mello e Near ora erano liberi dai pregiudizi.

Erano liberi dalla prigione che li aveva catturati.

Liberi dal tetto che li aveva coperti.

Liberi da ogni cosa.

 








 
 
NdA.
E ora sto piangendo… No?
Perché? Me lo spiegate il perché?
Insomma piango come un’idiota… e non riesco a smettere… mi tremano le mani… va beh che mi tremavano da quando ho cominciato a scrivere questo capitolo.
*-* Insomma spero vi piaccia. Un bacio.
A presto .
HK 

 

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Capitolo 20
*** Chapter 20 ... o epilogo... ***


Per quest'ultimo capitolo... vorrei consigliarvi una canzone che mi è stata d'ispirazione per questo epilogo (non lo volevo nemmeno fare l'epilogo...). Ero in sala d'attesa dal dentista... e hanno passato questa canzone alla radio, conoscendo un scricciolo d'inglese ...ho compreso parte della traduzione che mi ha ispirato. *-*
Lara Fabian-Wonderful life



Here I go out to see you again
The sunshine fills my hair
And dreams hang in the air

Gulls in the sky and in my blue eyes
You know it feels unfair
here’s magic everywhere


**

Ecco io esco per rivederti
La luce del sole riempie i miei capelli
E i sogni resistono nell’aria

Gabbiani in cielo e nei miei occhi blu
Lo sai che sembra ingiusto
C’è magia ovunque.



 

Il mattino seguente,i banchi vuoti di Mello e Near sembravano luccicare al tiepido sole primaverile.

Il calore ovattato abbracciava i ragazzini che curiosi concedevano

di tanto in tanto allo sguardo di posarsi su quei due posti occupati da sempre dai due ragazzi prodigio dell’orfanotrofio.

Quei posti non sarebbero stati occupati mai più.
 
Quella mattina i raggi fiochi accarezzarono i visi dei bambini presto il giorno dopo.

La calda mano dell’alba sfiorò le guance dei giovani.

 
 
Look at me standing
Here on my own again
Up straight in the sunshine

**
Guardami stare
Qui da solo ancora
Direttamente verso la luce del sole



Un soffio malinconico si posò su due guance gelide prive di vita ma colme d’amore.


Quell’amore che avevano cercato da sempre.

L’uno in silenzio.

L’altro esultando.

Amore che avevano trovato solo l’uno l’altro.

Amore che li aveva fatti sognare.

E ora che tutto era finito.

E ora che solo una parola richiamava la non-vita che stavano affrontando…

Mello e Near sorridevano.

Non dovevano più piangere.

Non dovevano più gridare.

Potevano solo amarsi.





No need to run and hide
It’s a wonderful, wonderful life
No need to laugh and cry
It’s a wonderful, wonderful life

**
Non c’è bisogno di fuggire e nascondersi
E’ una meravigliosa, meravigliosa vita
Non c’è bisogno di ridere e piangere
E’ una meravigliosa, meravigliosa vita


Ed ora che il tiepido sole primaverile splendeva all’alba

sulle loro mani unite solo una parola sembrava echeggiare nella stanza.

Solo una parola che sarebbe echeggiata per sempre in ogni singola goccia

di quella pioggia invernale che li aveva accompagnati da sempre.

Solo una parola.

Addio.

 
 
 




 




 

NdA
Ehi… mi dispiace se il finale è piuttosto banale…in realtà era un idea che avevo da un po’ anzi diaciamo così dall’inizio…
Mi dispiace se qualcuno è rimasto deluso da questo finale…
Mello e Near erano oppressi e se anche fossero sopravvissuti sarebbero stati comunque obbligati ad affrontare la situazione.
Nessuno permetteva loro una via di fuga.
Non credo sia un finale triste… anzi credo che questi due giovani amanti abbiano finalmente trovato la felicità aldilà della loro tormentata vita.
Spero sia di vostro gradimento.
Un abbraccio forte forte.
Grazie di tutto. 

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