Vampires.

di IoNonLoSo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Meeting you. ***
Capitolo 2: *** 2. Watching you ***
Capitolo 3: *** 3. Scared of you ***
Capitolo 4: *** 4. Touching you ***
Capitolo 5: *** 5. Belive in you, Stefan ***
Capitolo 6: *** 6. I desire you ***
Capitolo 7: *** 7. But Tonight I'm Lovin' You ***
Capitolo 8: *** 8. Sex with you ***
Capitolo 9: *** 9. See you again ***
Capitolo 10: *** 10. Who are you? ***
Capitolo 11: *** 11. Dance without you. ***
Capitolo 12: *** 12. Heavy with you ***
Capitolo 13: *** 13. I'm sorry and you? ***
Capitolo 14: *** 14. Leave you alone. ***
Capitolo 15: *** 15/16. I’m yours, Damon. (Doppio capitolo) ***
Capitolo 16: *** 17. Understand you ***
Capitolo 17: *** 18. A day with you. ***
Capitolo 18: *** 19. In my mind, in my heart.. only you. ***
Capitolo 19: *** 20. Fighting with your heart. ***
Capitolo 20: *** 21. Seeing you. ***
Capitolo 21: *** 22. Do you kill him? ***
Capitolo 22: *** 23. Do you really love her? ***
Capitolo 23: *** 24. I love the way you hurt me. ***
Capitolo 24: *** 25. I think you're crazy. ***
Capitolo 25: *** 26. Scared of losing you. ***
Capitolo 26: *** 27. Storm with you, for you. ***
Capitolo 27: *** 28. Baby I'll miss you. ***
Capitolo 28: *** 29. War aganist you. ***
Capitolo 29: *** 30. Back to you. ***
Capitolo 30: *** 31. I'm sure and you? ***
Capitolo 31: *** 32. How to save your life. ***
Capitolo 32: *** 33. Stay with you. ***
Capitolo 33: *** 34. When your world starts crashing down.. then you find me. ***
Capitolo 34: *** 35. Eyes on fire, for you. ***
Capitolo 35: *** 36. Every me, every you. ***
Capitolo 36: *** 37. Far away from you, Damon ***
Capitolo 37: *** 38. How could you be so hearless? ***
Capitolo 38: *** 39. You give me everything. ***
Capitolo 39: *** 40. Where do you go? ***
Capitolo 40: *** 41. Problems with you. ***
Capitolo 41: *** 42. I'm worried about you, Elena ***
Capitolo 42: *** 43. Hey now, all you killers.. put your lights on. ***
Capitolo 43: *** 44. I really fucked up this time, and you? ***
Capitolo 44: *** 45. You and Me. ***
Capitolo 45: *** Epilogo: due anni dopo. ***
Capitolo 46: *** 1 Extra: Passion, pain, pleasure. ***
Capitolo 47: *** 2 Extra: Hot. ***
Capitolo 48: *** 3 Extra: Talking to the moon. ***
Capitolo 49: *** 4 Extra: Maybe Tomorrow. ***
Capitolo 50: *** 5 Extra: Counting bodies like sheep. ***
Capitolo 51: *** 6 Extra: Where we belong. ***
Capitolo 52: *** Future Chapter: Wedding. FINALE. ***



Capitolo 1
*** 1. Meeting you. ***


commenti

 

1. Meeting you..

                    

Aprii gli occhi lentamente, e un senso di nausea mi colpì prepotente ma riuscii a scacciarlo via. Sentii il mio stomaco brontolare, e mi venne automatico chiedermi “Da quanti giorni sono qui?”. Poi compresi di non sapere nemmeno dove mi trovassi, e mi alzai di botto, sentendo un dolore incredibile alle tempie. Sembravo appena uscita da una sbornia.

Mi guardai intorno, in totale stato confusionale. Ma dov’ero?

Delle tende rosse davanti a me, mi proteggevano dalla luce del sole che mi avrebbe sicuramente fatto aumentare il mal di testa. Ero stirata su un letto enorme, dalle setose coperte color sabbia e i cuscini neri.  La stanza era illuminata da qualche candela, e il cuscino accanto a me era sporco di.. faceva uno strano profumo.. era forse verbena? Mi alzai lentamente dal letto, facendo scricchiolare il parquet sotto di me. Sentii una scossa elettrica passarmi ovunque e mi voltai spaventata.

Un ragazzo davanti a me, mi fissava con le sue iridi castane..

Indietreggiai spaventata, non sapevo chi fosse, non sapevo cosa volesse da me.. quella in cui mi trovavo era casa sua?

- Non voglio farti del male. – Mi disse, rassicurandomi.

Imperterrita continuai ad allontanarmi, ero nella confusione più totale.

Cercai di ricordare come fossi arrivata lì, ma l’ultima cosa che mi veniva in mente era la festa di Bonnie, vicino alle cascate. Tanta birra, e un dolore smisurato alla spalla. Poi più nulla, tranne un forte odore di maschio e di sangue.

- Chi sei? – Chiesi sbattendo nel muro. Il ragazzo, si avvicinò pericolosamente e mi prese il volto tra le mani, accarezzandomi e togliendomi i ciuffi di capelli davanti agli occhi. Tremai visibilmente, notando la sua mano sporca di sangue, iniziai a respirare pesantemente, il cuore batteva talmente forte da farmi male. Avevo realmente paura di quell’essere davanti a me.

- Elena, non aver paura. Ti ho già detto di non volerti ferire. Stai calma. –

“Elena..” Come faceva a conoscermi? A sapere il mio nome?

- C-cosa mi è successo? Cosa diavolo vuoi da me? – Chiesi nervosa.

- Andiamo con calma. – Sussurrò togliendomi le mani dal viso, e posizionandole sui fianchi.  Mi prese, contro il mio volere, facendomi urlare e mi portò davanti a un rubinetto. Lo aprì senza apparente motivo e si avvicinò al mio orecchio.

- Non ho molto tempo per spiegarti le cose, quindi chiudi il becco, non urlare e ascolta attentamente. Ti sei cacciata in un brutto guaio l’altra sera, hai passato la notte con mio fratello: Damon Salvatore, ti dice qualcosa? Non so esattamente cosa abbiate fatto, ma quando sono rientrato dalla festa, ti ho trovato stirata nel letto, con diversi morsi sulla pancia e sulle spalle. Perdevi molto sangue e mio fratello mi ha intimato di farti sparire. Quindi ti ho tenuto due giorni in camera mia, ti ho medicato.. e ti ho tenuto al sicuro. Mio fratello è un vampiro Elena, proprio come me. –

Quando sentii quelle parole un urlo mi uscì spontaneo, e lui prontamente mi tappò la bocca. Non ero in condizioni di capire. I vampiri erano tornati? Chi era Damon, e come mi aveva portata con lui? E questo ragazzo.. potevo fidarmi di lui?

- STAI ZITTA! – Bisbigliò togliendo la mano dalla bocca.  – Ascoltami, non devi parlare. Mio fratello ed io siamo capaci di sentire ciò che voi umani dite da diversi metri di distanza. Lui è al piano di sotto adesso, e se scoprirebbe che non mi sono sbarazzato di te, lo farebbe lui. Perciò da ora in poi non dovrai più parlare, lo scroscio dell’acqua lo confonde.. e adesso non può sentirci.. ma quando ti riporterò in camera non dovrai fiatare. –

- Mia zia.. sarà in pensiero. – Furono le mie prime parole.

- Già.. Jenna. Mi dispiace Elena, ma tua zia ha già denunciato la tua scomparsa. Ti credono tutti scomparsa, anche Bonnie, Jeremy, Caroline. E fidati, per ora è meglio così. Se Damon ti vedesse in giro o sospettasse qualcosa, per te sarebbe finita davvero. So che non mi conosci, e che è difficile fidarti di un mostro. Ma io non mi cibo di sangue umano, non uccido, e non ti farò del male. Voglio proteggerti di Damon, non voglio che tu muoia, perciò ti prego.. ascoltami, non provare a fuggire. –

Scoppiai a piangere sconvolta. Ero uscita tre giorni fa, con lo scopo di divertirmi, di dimenticarmi anche solo per due minuti la morte dei miei genitori e ora? I miei cari mi credevano morta, al piano di sotto c’era un vampiro sanguinario che voleva uccidermi,  ed io sarei stata costretta e rimanere con un perfetto sconosciuto.. per quanto tempo poi? Per il resto della vita? I singhiozzi diventarono sempre più potenti, e sentii due braccia fredde e muscolose avvolgermi in un abbraccio.. confortante!? Mi strinsi a lui, senza apparente motivo, nascondendomi nell’incavo della sua spalla e continuai a piangere per un po’.  Dopo una dozzina di minuti si avvicinò al rubinetto e mi disse:

- Hai capito tutto quello che ti ho detto? –

- Si. – Dissi, senza avere altra scelta. – Posso fidarmi di te? – Chiesi d’un tratto.

- Elena, tu puoi fidarti di me. – Scandì le parole, prima di chiudere il rubinetto.

Mi prese in braccio, e mi riportò a letto, facendomi segno di rimanere lì e non parlare.

- Tornerò presto. – Mi disse, chiudendomi a chiave in quella stanza tetra.

Volevo tornare a casa, volevo riabbracciare mio fratello, i miei amici, mia zia..

Ma ormai era troppo tardi, la mia vita era nelle mani di un vampiro.

Note dell'autrice:

Ehy! Eccomi qui con questa nuova storia sul bellissimo telefilm Vampire Diaries.. che ne pensate? Vi piace?? commentateeee..

Stefy.

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Capitolo 2
*** 2. Watching you ***


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2. Watching you

 

Passarono due ore dalla nostra “chiacchierata” e infine sentii dei passi fuori dalla stanza, vidi la maniglia abbassarsi lentamente e per un attimo ebbi il terrore di veder spuntare Damon da quella porta, anche se non mi ricordavo nemmeno che aspetto avesse.

Fortunatamente fece capolino il ragazzo di prima, con un leggero sorriso e un sacchetto di carta. Me lo porse, e lo aprii frettolosa. “Cheeseburger, patatine e coca cola.. oh..” Pensai tra me e me, addentando il panino.

- Grazie. – Bisbigliai impercettibilmente.

- Prego. Ah, per la cronaca, io sono Stefan. Stefan Salvatore. –

- Elena.. Gilbert. – Gli tesi la mano, e lui me la baciò, il contatto con le sue labbra mi fece tremare. Era molto freddo, e nonostante dovessi provare repulsione per un mostro del genere.. provai una sorta d’attrazione, e mi tirai subito indietro.

Provai a restare indifferente, provai a non fargli capire nulla, e continuai a mangiare il mio cheeseburger ma il suo sorrisetto da sbruffone mi fece intuire che aveva capito tutto. Non volevo che mi credesse attratta da lui, maledizione! I suoi occhi si posarono su di me, e mi scrutarono attentamente.

- Damon? – Chiesi, parlando con un filo di voce.

- E’ andato dalla sua nuova fiamma. – Gli comparve sul viso una smorfia disgustata.

- Se detesti tanto tuo fratello, perché hai paura di lui? – Gli chiesi improvvisamente, tappandomi la bocca con le mani. Non avrei dovuto.

- Io non ho paura di lui, è solo che Damon sa essere molto pericoloso quando vuole, e non voglio scatenare la sua furia. Finirebbe molto male. – Rispose tranquillamente.

- Capisco. – Continuai a mangiare il mio cheeseburger e a farmi osservare da lui. – Perché stai rischiando tutto questo per me? – Chiesi d’un tratto, fissandolo impertinente.

- Perché c’è qualcosa di speciale in te, qualcosa che non riesco ancora a comprendere. Mi sembra un tale spreco uccidere una ragazza come te. – Disse sincero e io spalancai leggermente gli occhi, provando a interpretare le sue parole nel verso giusto. “Cosa c’è di speciale in me?” Pensai, confusa.

- Cerca di riposare adesso, sarai ancora debole dopo il sangue che hai perso e un cheeseburger, per quanto ti abbia saziato, non ti rimetterà in forze così velocemente come pensi – Per l’ennesima volta si preoccupò per me e io iniziai a chiedermi se lui fosse davvero il mostro che credevo all’inizio.

Lo vidi alzarsi e andare a sedersi nella poltrona di velluto ben lontana da me, io invece posai il vassoio con gli involucri del cibo, bevvi un sorso di coca-cola e mi stirai sotto le coperte accucciandomi per bene.

- Hai freddo? – Mi chiese apprensivo, alzandosi e portandomi una coperta con la velocità che solo un vampiro poteva avere.

- Grazie. – Dissi e lui me la adagiò addosso, incastrandola sotto il materasso.

Inspirai il suo odore approfittando del fatto che fosse molto vicino a me e me ne beai, sapeva di buono e mi piacque molto.

- Quando pensi di potermi lasciar andare a casa mia? – Chiesi impetuosa.

- Non so darti una risposta certa. Ti lascerò andare solo quando Damon andrà via per sempre da Mystic Falls, e onestamente non credo che avverrà dall’oggi al domani, credo abbia dei piani, per questo è venuto qui. – Mi spiegò, confidandosi.

A me venne nuovamente da piangere ma mi trattenni, tirando su col naso.

- Andrà tutto bene. – Mi rassicurò, sedendosi sul materasso e accarezzandomi la fronte. Mi sentii sollevata da quel suo gesto e chiusi gli occhi, godendomelo appieno. Poi riaprii gli occhi e lo fissai intensamente, lo vidi sorridere.

- Grazie per tutto davvero. – Gli dissi io, davvero grata per ciò che stava rischiando a causa mia. Avrebbe semplicemente potuto abbandonarmi al mio crudele destino e invece era lì, a rischiare la vita per proteggermi dal suo stesso sangue, dal suo malvagio fratello che aveva tentato di uccidermi.

Ma perché io? Perché, tra tante ragazze ubriache, a quella festa aveva deciso di rovinare me? Perché non la bellissima e frivola Caroline? O l’interessantissima Bonnie? O la festaiola/ragazza facile Vickie? Tra tutta quella scelta proprio io. La ragazza depressa ed eternamente sola, Elena.

- A cosa pensi? – Mi chiese, distogliendomi dalle mie riflessioni.

- Al motivo di tutto ciò. Cioè, insomma.. perché proprio io? – Chiesi pateticamente, come se lui o qualcun altro avrebbe potuto rispondermi. Non i riferivo solo al fatto di Damon, questa volta. Pensavo alla perdita dei miei genitori, al carattere difficile di mio fratello Jeremy, al rapporto con Matt e al fatto che nessuno, a parte Bonnie, riusciva a capire come mi sentissi a riguardo.

- A volte la vita è ingiusta, Elena. Ma se le dai tempo, saprà farsi perdonare. –

- Sì? E in che modo? Ormai i miei genitori sono morti, e la mia vita è destinata ad essere rovinata da una mostruosa creatura senz’anima. Come potrei perdonare il destino per questo? –

- Zitta. – Mi disse tutto d’un tratto, girandosi verso la porta della stanza.

- Damon è qui, non fiatare. – Disse uscendo di corsa e scendendo al piano di sotto.

- Damon! – Sentii pronunciargli, poi più nulla. Aspettai mezz’ora ma lui non tornò da me quindi mi addormentai, in preda agli incubi più oscuri.

 

Per favore, ditemi cosa ne pensate, comunque dedico questo capitolo a Giada, la mia fantastica beta che è tornata ad aiutarmi dopo più di un anno.. Hip Hip.. Hurrà! Ti voglio bene tesoro.. e ora: rispondiamo ai commenti! E.. quasi dimenticavo! Piccolo sondaggio: per Elena vedete meglio Stefan o Damon? Parlo sia della storia che del telefilm. Bacioni.


 

 xXx_HyoYeon_Dancing_Queen_xXx 
   
Lavinia, ti ringrazio davvero molto dei complimenti e soprattutto di aver subito inserito la mia storia tra i preferiti.. Mi dispiace moltissimo dell'immenso ritardo.. ma ho perso completamente l'ispirazione per questa storia, e l'ho ritrovata da qualche giorno, spero mi perdonerai e continuerai a seguirmi! Un bacio e grazie ancora. Stefy -
 Pattz 
   
Valeria ti ringrazio tantissimo, grazie molte e scusami per il ritardo! Fammi sapere cosa ne pensi di questo secondo capitolo. -Stefy.
 BDavis 
   
BDavis, grazie molte per i tuoi complimenti fin troppo gentili.. ma il merito non è tutto mio, è anche vostro che mi sostenete e mi aiutate ad andare avanti con la storia! Quindi commenta ancora e fammi sapere cosa ne pensi. Un bacione cara, - Stefy.
 _ether 
 
Erica a chi lo dici! Anche io amo questo telefilm, e adesso che è finita anche questa seconda serie come faremo? Comunque spero che questo capitolo ti abbia chiarito un pò le idee e che ti piaccia come ti è piaciuto il primo.. spero anche che perdonerai l'abnorme ritardo che ho avuto nell'aggiornare questa storia. Comunque sì, è diversa dal telefilm, ma non in tutto. Spero solamente che commenterai ancora, baciotti -Stefy.

 

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Capitolo 3
*** 3. Scared of you ***


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3. Scared of you

 

Mi svegliai che era già calato il sole, vedevo chiaramente buio all’esterno di quella casa. Una grossa abat-jour era accesa accanto al letto, sul comodino.  Mi alzai, provando a fare piano, avevo bisogno di raggiungere il bagno ma appena appoggiai il piede alla parquet antico, sentii uno scricchiolio molto forte, quindi mi rintanai di nuovo in mezzo alle coperte. Pregai e sperai di non aver risvegliato qualche creatura assetata del mio sangue.. Ma ormai era troppo tardi, qualcuno aveva sentito i miei movimenti.

Mi coprii fino al naso con le lenzuola di seta e aspettai, impaurita, di vedere chi sarebbe spuntato dalla porta per staccarmi la testa. “Damon o qualche altro vampiro sanguinario?” Pensai, in preda al panico, sentendo il cigolio delle scale farsi sempre più vicino. Vidi la maniglia abbassarsi e la porta aprirsi, mi mancò il respiro e chiusi gli occhi, non volevo vedere.

Sentii un forte spostamento d’aria vicino a me e mi sentii toccare.

Non erano le mani di Stefan, quelle non erano per niente le mani di Stefan.

Aprii gli occhi più impaurita che mai e lo vidi chiaramente.

Era moro, con degli occhi azzurro ghiaccio e delle labbra che considerai subito sexy. Sembrava abbastanza alto e scolpito ed era indiscutibilmente bellissimo, se mai avevo pensato che era Stefan il più bello mi ero decisamente sbagliata, non avevo ancora visto quest’altro ragazzo.

- Finalmente ci si rivede. – Mi disse e io capii che era Damon.

- D-Damon? – Non so nemmeno cosa mi passò per la testa, ma lo chiamai.

- Esatto, ti ricordi di me allora.. – Disse, e io mi sentii come una farfalla intrappolata nella tela di un ragno spietato. “..spietato ma bellissimo ragno” lo guardai meglio e mi parve di sognare, dov’era Stefan quando ne avevo bisogno?

- Non ti sei comportata molto bene sai? – Disse con voce roca e triste.

- Io.. io non mi ricordo nulla, non so cos’è successo. Scusa. – Abbassai lo sguardo e lui mi costrinse a guardarlo nuovamente, alzandomi il mento con le dita.

- Non dovresti ricordare nemmeno il mio nome, ma sono sicuro che Stefan centra qualcosa qui.. Appena arriva faremo i conti, idiota d’un vampiro. –

- Tu.. tu mi volevi morta? – Chiesi e lui rise di gusto.

- Sapevo che mio fratello l’avrebbe girata e rigirata a suo piacimento, io non ti volevo morta.. altrimenti ti avrei uccisa io stesso, io volevo solo che tu dimenticassi e andassi via da casa mia. Ma a quanto pare lui ti ha tenuta qui con sé, mi sbaglio? –

- No. – Sussurrai sentendomi una stronza per aver sputtanato Stefan così, su due piedi.  Ma Damon, per quanto sbruffone e cattivo potesse sembrare, mi stava ispirando fiducia e non pensavo mentisse. Ma Stefan, mi aveva nutrita, curata, si era preso cura di me.. a chi dovevo credere? Chi mentiva?

- Perché proprio io? – Chiesi a lui, sperando finalmente di ricevere quella maledetta risposta che mi tormentava da giorni.

- Oh, il mio caro fratellino non te l’ha ancora spiegato? – Rise ancora una volta e io rabbrividii, era la tipica risata da malvagio. Si alzò dal letto e andò verso il mobile di legno davanti al letto, lo aprì rivelando una serie di libri e diari, ne prese uno e ne estrasse una foto all’apparenza molto antica. La lanciò sul letto e si sedette di nuovo accanto a me.

Rimasi basita, nella foto c’ero io, insomma.. ero io ma non ero io.

Sembrava una mia gemella del passato, con riccioli e boccoli, uno sguardo pericoloso e uno strano vestito d’epoca. Sotto la sua immagine lessi chiaramente “Katherine 1864”.

Katherine? Chi era Katherine? E perché eravamo identiche?

- Che vuol dire? Chi diavolo è questa ragazza? – Chiesi e lui corrucciò la fronte, apparve leggermente in confusione.

- Bhé.. diciamo pure che è stata l’unica donna capace di catturare il mio cuore e quello di mio fratello, e poi distruggerli entrambi, totalmente. –

- Ma.. com’è possibile? – Chiesi stupidamente. – Nel 1864 poi.. –

- Noi siamo vampiri Elena, è ovvio che sia possibile. – Poi realizzai che loro erano sulla terra da molto più tempo di quello che potessi immaginare.

- Ma non mi hai ancora spiegato.. perché io? e perché siamo identiche? –

- Tu sei stata adottata Elena, questo lo sai già.. ma non sai che provieni dalla vecchia casata dei Petrova, la stessa da dove proviene Katherine, o Katerina come preferisci. – Mi spiegò, provando a farmi capire. E’ vero, sapevo di essere una figlia adottiva, ma pensavo di essere figlia di una certa Isobel, non di qualcun altro.

- Mia madre si chiama Isobel. – Provai a fargli capire, chiudendo gli occhi per un attimo. Era stata Jenna a confessarmelo, dopo l’incidente dei miei.

- Si, anche lei è una discendente di Katherine in qualche modo. – Spiegò ancora, leccandosi le labbra con fare sensuale.. Io rabbrividii.

- Ma non mi hai ancora detto perché hai scelto me.. – Gli richiesi, provando stavolta, ad ottenere una risposta adeguata.

- Sei identica a lei, Elena.. non è forse un buon motivo? Ho adorato ripercorrere le linee del tuo corpo ripensando alle sue. – Confessò poi, sorridendo con malizia. – E adorerei rifarlo. – Si avvicinò pericolosamente come un cacciatore di avvicina mellifluo alla sua preda indifesa.

 

Ed ecco un altro capitolo veloce veloce, per favore commentate :)

-Stefy.

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Capitolo 4
*** 4. Touching you ***


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4. Touching you.

- Per favore, non toccarmi. – Chiesi mentre lui si avvicinava ulteriormente alle mie labbra tremanti.

- Non dirmi che non ne hai voglia anche tu, l’altra notte non ti ho soggiogata sai? Non potevo.. eri piena di verbena, è bastata qualche goccia d’alcool per farti cambiare idea sul mio conto. – Ascoltai con attenzione le sue parole e fu come se il mio cervello ebbe la forza di ricordare, ricordare qualche dettaglio della sera in cui ero stata con Damon. Ricordai le sue labbra torturarmi ovunque, le sue mani farmi godere con una semplice carezza, il suo corpo scolpito modellarsi e spingere contro il mio, i suoi canini affondare su di me.

- Si.. Damon.. –

- Vuoi che ti morda, Elena? Voglio assaggiarti, voglio nutrirmi di te. –

- Si, mordimi.. oddio, toccami.. sto andando a fuoco.. –

- Sei caldissima, sei bellissima proprio come lei.. dio mi fai impazzire.. –

Tornai alla realtà e dalle sue labbra partì un'altra fragorosa risata, mi guardò intensamente e si avvicinò ancora di qualche centimetro.

- Io so che mi vuoi, lo so e basta, non negarlo. – Disse ancora, con una voce irresistibilmente sexy ed eccitante.

- Damon no, per favore.. Io non voglio.. –

La strana sensazione di prima mi ripercosse facendo riaffiorare altri momenti, altre parole, altra passione.

- Mi vuoi Elena? –

- Si.. Vieni qui.. per favore.. –

- Pregami. –

- Ti prego, ti supplico.. prendimi qui, fammi tua. –

- Andiamo in camera da letto, dai. –

- No, prendimi qui, fallo.. fallo qui. –

Stentai a credere a ciò che il mio cervello mi stava facendo vedere, quella ragazza non sembravo io. Non ero mai stata così esplicita con nessuno, né tanto meno mi era passato per la testa. Quella non ero io, non potevo essere io.

- O mi hai soggiogata allora, o lo stai facendo adesso. Questa non sono io. –

- La gente cambia quand’è in compagnia dei cattivi ragazzi, Elena. –

- No, non io. Io non sono così, vattene, lasciami in pace. –

- Bene, io me ne vado, e ti lascio qui. Ma tu non dovrai dire nulla a Stefan, non dovrai fiatare e se scopro che hai detto qualcosa ti stacco la testa. Chiaro? Tornerò per te, promesso. – Mi disse e sparì nel nulla come quando era arrivato. Mi torturai a lungo le mani e mi innervosii parecchio.

Ma chi si credeva di essere? Io non ero quella ragazza che lui mi aveva mostrato, non potevo essere io. Anche se, guardandolo bene, non era proprio da escludere.. Ma la cosa che più mi confondeva era Katherine, ero identica a lei.. e lei era quella che gli aveva spezzato il cuore. Mi avrebbe fatto del male per questo? E Stefan? Mi stava mentendo? Non ci capivo più nulla.

- Sera.. – Mi girai di scatto e lo vidi, alto e fiero davanti a me.

- Stefan.. mi stavo proprio chiedendo dov’eri. –

- Ho dovuto sbrigare alcune cose, ma adesso sono qui. Notizie di Damon? –

Fui tentata, davvero tentata di dirgli tutto.. di supplicarlo di farmi scappare, dato che ormai Damon sapeva la verità ma non volevo farmi staccare la testa da nessuno quindi preferii mentire.

- No, nessuna notizia. Dov’è adesso? –

- Non saprei, non è in casa. – Mi disse, e automaticamente un altro flash mi colpì riportandomi nel bosco, a qualche sera prima.

- Io sono Elena, Elena Gilbert. –

- Buona sera Elena, il mio nome è Damon Salvatore. –

- Sei molto attraente Damon, te l’hanno mai detto? Il tuo nome rispecchia il tuo essere. –

- Non hai ancora visto nulla, mia dolce umana. –

Mi guardai intorno spaventata, Damon era nei paraggi? Era lui che voleva farmi vedere quelle cose, ne ero sicura. “Dove sei dannato? Dove sei..” Pensai, cercando i suoi occhi fuori dalla finestra e incrociandoli sopra un ramo. Mi rigirai verso Stefan, per non destare sospetti e feci finta di nulla anche se Damon ci stava osservando ed io avevo paura.

- Stai bene? – Mi chiese Stefan inquieto e cupo.

- Si, è solo che.. dovrei prendere un po’ d’aria, è possibile? –

- Posso farti affacciare dalla finestra, ma niente di più. – Decisi di accontentarmi, e mi diressi verso Damon, mentre Stefan si sedette in una poltrona che, posta com’era, gli impediva di vedere il fratello sul ramo davanti la finestra.

La aprii e mi sporsi verso Damon, lui mi sorrise pericolosamente e io ricambiai il sorriso senza apparente motivo.

- Sei mia. – Disse, poco prima di baciarmi a fior di labbra e fuggire via, nel buio.

Mi sbilanciai, rientrando la testa nella stanza, scombussolata.

Mi toccai le labbra sconcertata, Damon mi aveva baciata.. ed io ne ero stata piacevolmente attratta, avevo sentito un oscuro sentimento risvegliarsi dentro di me. Era come se con lui, cambiavo la mia anima.

- Sei sicura di stare bene? – Mi chiese di nuovo suo fratello e io annuii.

- Vieni qui, voglio farti vedere una cosa. – Disse poi, dirigendosi verso l’armadio dove Damon aveva preso la foto di Katherine. Sperai che lui mi rivelasse la verità per confrontarla con quella di Damon, ma invece di prendere delle foto prese un vecchio libro di Emily Dickinson e iniziò a leggere, sperando di farmi prendere sonno.

- Dormi, ci sono io con te. – Mi disse, e io ricordai di aver lasciato la finestra aperta. Quella notte Damon mi avrebbe fatto una visita, ne ero certa.

 

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Capitolo 5
*** 5. Belive in you, Stefan ***


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 5.

La notte passò lenta e inesorabile, di Damon nemmeno l’ombra.

Non so cosa mi spingesse a desiderare che lui venisse a rubarmi l’anima, ma era così. Lo desideravo ardentemente, volevo vederlo entrare silenzioso e minaccioso.. prendermi in braccio, strappandomi tra le braccia di Stefan e portarmi con sé in fondo ai peccati più oscuri. Ma così non fu, passai tutta la notte abbracciata a Stefan, cullata dal suo dolce e calmo respiro, aspettando un arrivo che ad arrivare non ci pensava proprio. Poi, quando finalmente i miei occhi si decisero a chiudersi, Damon venne a tormentarmi anche nei sogni, facendomi bramare ancora una volta di essere insieme a lui.

- Sei così bello. – Lo tocco e sembra di porcellana. E’ pallido come la luna, pericoloso come la notte, misterioso come il buio, affascinante come l’oscurità più totale.

- Tu sei la mia regina, Elena. Sei la mia regina. – Mi dice lui con la voce più dolce e melodiosa dell’intero universo. Mi accarezza il volto con un'ardore che solo lui riesce a trasmettermi.

- Io.. voglio solo te, Damon. – Gli dico in un soffio, e lui sorride mellifluo.

- Allora lascia stare quell’idiota di mio fratello, sii la mia regina. – Mi dice ancora, e io cado come una pera tra le sue braccia.

- Lo sono già. – Gli dico, baciandolo con lentezza e ardore, lui ricambia, ipnotizzandomi con le sue labbra.

“Cazzo!” Mi sveglio di colpo ricacciando indietro tutta la voglia che quel sogno mi aveva lasciato, dio.. Damon sapeva essere così coinvolgente. Sapeva farmi capitolare con poche mosse, ma non glielo avrei permesso. Non mi sarei lasciata soggiogare da qualche ricordo manipolato o da qualche sogno indotto da lui in persona. Avrei resistito, dimostrandogli quanto sapevo essere decisa e forte.

- Buongiorno. – Mi sussurrò Stefan, aprendo gli occhi in quel momento.

- Buongiorno, Stefan. – Risposi abbracciandolo ancora più stretta.

Che potevo farci? Quel ragazzo mi ispirava molta dolcezza.. e molta poca fiducia. Erano entrambi a mentire, ne ero certa.

- Dobbiamo parlare. – Mi disse lui, avvicinandosi al mio orecchio e cingendomi per i fianchi. “..e te ne sei accorto adesso?” Pensai infuriata, odiavo essere il giocattolino di quei due.

- Non ti ho detto tutta la verità. – Disse poi, facendomi raggelare il sangue.

- Io, non ti ho salvata solo perché sei speciale.. ma anche per un altro motivo, Elena. –

- Quale motivo!? – Chiesi, sempre più infastidita e avida di risposte.

- Tu sei l’esatta copia di una mia vecchia amica, anzi.. diciamo pure l’amore della mia vita: Katherine Pierce. –

“Pierce? Ma non era Petrova?” Chiesi a me stessa, cercando di ricordare.

- Continua. –

- Bhè, Katerina non è mai stata una ragazza facile. Ha trasformato me e mio fratello, ci ha annientato il cuore intrattenendosi con entrambi e facendoci innamorare come folli.. e adesso, è morta. Ma vedere te, nuda.. nel letto di mio fratello.. mi ha portato alla mente così tanti ricordi che ho dovuto per forza salvarti. Poi mi sono documentato, ho saputo chi eri davvero e ho scoperto la tua tragedia.. da lì ho deciso di volerti accudire e amare come non avevo avuto l’occasione di fare con Katherine. – Disse senza fermarsi un attimo, io ascoltai ogni singola parola e rimasi sorpresa dall’ultima frase.

- Ti prego di perdonarmi, so di essere stato egoista e stupido a credere che tu ti saresti lasciata amare da un mostro come me. – Aggiunse poi, facendomi stupire ancora di più. Se il mostro era lui, allora Damon cos’era? Gli sorrisi e lo strinsi ancora più forte a me, senza aver bisogno di altre spiegazioni.

- Avremo tempo per parlare comunque.. – Dissi io. – Adesso togliti dalla mente le tue stupide convinzioni da vampiro pentito e abbracciami. –

Lui non si fece pregare, stringendomi forte e facendomi chiaramente sentire l’alzabandiera mattutino.

Un grazie speciale ad Ainwen per aver commentato, vi prego di farmi sapere ciò che pensate.. due parole non costano nulla.

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Capitolo 6
*** 6. I desire you ***


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6. I desire you.

La giornata passò in fretta insieme a Stefan, giocammo a scarabeo, mangiai parecchie schifezze, mi lesse un libro e io mi addormentai stremata tra le sue braccia, cullata dalle sue dolci carezze.

Sentii chiaramente il materasso alleggerirsi in mancanza del suo peso e allarmata riaprii gli occhi, guardandomi intorno.

- Scusami, non volevo svegliarti.. io devo andare a caccia, non tornerò molto presto. Tu dormi, Damon non è in città sta tranquilla.. non tornerà prima di domani, buona notte piccola. – Mi disse prima di scomparire nel nulla, io mi tranquillizzai e provai a riprendere sonno inutilmente.

Poi un immensa sete si impossessò di me, graffiandomi la gola. Tossicchiai e accesi la luce in cerca di una bottiglia d’acqua. Guardai il comodino e la vidi, vuota. Mi girai intorno ma d’acqua nemmeno l’ombra e una malsana idea mi venne in mente. Mi alzai dal letto e aprii la porta della camera, dirigendomi al piano di sotto, con una candela in mano.

La casa era enorme, vuota; non avevo la minima idea di dove si trovasse la cucina, né tantomeno se lì avessi trovato qualcosa per dissetarmi.

Scesi una rampa di scale trovandomi davanti la porta di una camera da letto, aperta. La riconobbi minimamente e decisi di entrare per scoprire se c’ero già stata prima, magari era la camera di Damon.

Mi convinsi che non mi fosse successo nulla e oltrepassai la soglia, provando a tranquillizzare la vocina dentro il mio cervello che urlava di tornare a letto.

- C’è nessuno? – Chiesi stupidamente, i due fratelli Salvatore erano via e non sarebbero tornati molto presto.. se qualche altra creatura si nascondeva tra le mura di quella casa non mi avrebbe di certo salutata, avrebbe succhiato il mio sangue fino alla morte prima che fossi stata capace di dire “Aiuto”.

Avanzai, incurante di probabili pericoli, in cerca di qualcosa lontanamente familiare. Mi girai e mi rigirai, inutilmente. La stanza era piena di scaffali polverosi e libri antichi, non c’era nulla di speciale da notare.

Mi avvicinai automaticamente al letto matrimoniale, spinta da un insensata curiosità e mi stirai, con ancora la candela in mano.

L’odore di Damon mi avvolse totalmente e un altro flashback mi venne in mente, sovrastando la mia forza mentale.

- Questa.. è la tua stanza? –

- Si, qui è dove dormo. –

- E dove porti a letto le tue conquiste.-

- Sei la prima donna che entra qui dentro da centoquarantacinque anni Elena. –

- Sono un po’ troppi per un vampiro ruba-cuori. –

- Non ho bisogno della mia stanza per fare sesso con delle ragazzine, posso farlo ovunque. Questo è il mio spazio, nessuno deve invaderlo, tantomeno delle fragili umane in preda agli ormoni impazziti. –

- Io sono una di loro? –

- No, tu sei la mia regina, per questo ti ho portata qui. –

- Allora, che ne dici di utilizzare quel letto adesso? –

- Come desideri. –

Altri baci roventi, altre carezze di fuoco, altro magma bollente tra i nostri corpi. Era lui che mi induceva a pensare queste cose? O erano realmente successe? Non ero più certa di nulla, sapevo solo di voler sentire l’odore di Damon all’infinito. Mi sentii una miserabile per questo. Damon era la causa per la quale avevo abbandonato tutti i miei affetti, mia zia, mio fratello e i miei amici. Ma nonostante tutto non riuscivo a non desiderare sia lui, sia Stefan. La verità è che li desideravo entrambi, in modi diversi ma con la stessa intensità. Damon era capace di offuscarmi i sensi, di mettere pausa alla mia coscienza e farmi spingere aldilà di tutti i limiti che mi ero posta.

Era capace di farmi sentire viva con un solo ricordo di una notte passata insieme, era capace di farmi perdere il lume della ragione con un solo sospiro.. e poi c’era Stefan, il fratello buono.

Quel ragazzo dolce e amorevole, pieno di sensi di colpa e rabbia repressa. Quel ragazzo sempre controllato, sempre preoccupato, sempre dolce, comprensivo, presente e disponibile per ogni mio capriccio.

Mi aveva salvata, protetta, curata, accudita.. e continuava a trattarmi come una principessa assecondando ogni mio capriccio e ogni mia voglia.

Lo desideravo intensamente, come amante e compagno di vita.

Ma con Damon era tutta un'altra storia.. lui non sapevo nemmeno come definirlo, come desiderarlo. Era pericoloso, avrebbe potuto mettere fine alla mia vita in qualsiasi momento.. e invece si limitava a torturarmi, tenermi prigioniera e farmi cadere ai suoi voleri come e quando più gli piaceva.

Chi avrebbe vinto questa battaglia eterna? L’istinto o il cuore? Mi strusciai ancora una volta sulle coperte di seta rossa e poi, dimenticatami della sete, ritornai a dormire.. aspettando il ritorno di Stefan.

 

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Capitolo 7
*** 7. But Tonight I'm Lovin' You ***


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7. But Tonight I’m Loving You

 

http://www.youtube.com/watch?v=7rxu7gImKpo

Un ringraziamento speciale per Kikka 97, comunque.. ho deciso di mettere una canzone per ogni capitolo che vi renderà meglio l'idea e la situazione che ho voluto creare, grazie ancora. Un bacio e.. commentate!

 

I giorni seguenti passarono lenti e inesorabili, non tanto per la noia ma per l’enorme preoccupazione che nutrivo per Jenna e Jeremy.

Un giorno, durante l’assenza di Stefan, trovai una vecchia radio e incredibilmente riuscii a sintonizzarla sulla radio locale di Mystic Fall, dove sentii chiaramente l’appello di mia zia Jenna..

“Elena è soltanto una ragazzina, vi prego.. chiunque voi siate, qualunque cosa vogliate noi ve la daremo! Venderò tutti i miei possedimenti se necessario ma ridatemi mia nipote, vi prego.” Poi pianse, e io piansi insieme a lei. Mi sentii veramente in colpa, in fondo sarei potuta fuggire se solo l’avessi voluto.. e invece stavo ancora in quella maledetta stanza da letto, in bilico tra due fratelli bugiardi e assassini, ancora indecisa sul da farsi.

Damon non si faceva vedere da giorni ma con Stefan tutto procedeva a meraviglia. Sembravamo quasi una coppietta in convivenza.

- Buongiorno dolcezza. – Mi salutò, appena tornato dal ristorante.

- Cibo cinese, come piace a te. – Mi disse, porgendomi i sacchi di plastica.

- Grazie Stefan, sei gentile. – Risposi, sempre assorta nei miei pensieri, lui si limitò a sorridermi e baciarmi sulle guancie.. ma l’unica cosa che riuscivo a chiedermi era dove fosse finito quell’imbecille di suo fratello Damon.

- Damon? – Chiesi quel giorno, come tante altre volte.

- Non devi più preoccuparti di Damon, ha preso le sue cose ed è sparito già da un paio di giorni. Ho voluto trattenerti qui per sicurezza, nel caso tornasse.. ma da domani sarai libera di tornare a casa. – Mi disse con un velo di tristezza sul volto, e io provai la stessa tristezza, sia pensando di dovermi separare da lui, sia pensando di non aver più possibilità di vedere Damon e soddisfare la mia voglia e curiosità verso di lui.

- Bene. – Dissi soltanto, accennando un sorriso. – Ma ci rivedremo comunque, non è così? – Aggiunsi poi, sentendomi in colpa per il fatto di doverlo lasciare da solo in quella casa immensa e vuota.

- Se tu lo vorrai, certo.. – Mi disse, gentile e premuroso come sempre.

- Abbiamo un'altra notte insieme, e poi basta. – Realizzai ad alta voce, guardando il tramonto dal finestrone. Erano passati quasi ventitré giorni dalla sera in cui ero scomparsa e mi ero affezionata molto a Stefan e a quella casa.

- Lo so, vieni qui, ti prego. – Mi disse cauto spalancando le braccia.

Io mi alzai e mi ci rifugiai dentro, piagnucolando per tanti di quei motivi..

- Non essere triste, ti prego. – Mi disse, abbracciandomi ancora. – Shh. –

Alzai la testa cercandolo con gli occhi e incrociando i suoi, verdi e profondi.

- Stefan.. io.. credo di.. amarti. – Sputai la verità, ammettendola per la prima volta.. vidi i suoi occhi cambiare ed assumere uno sguardo sorpreso.

Si avvicinò repentinamente alle mie labbra e mi baciò, per la prima volta, con passione e malinconia. Le sue labbra premevano contro le mie, e io non riuscivo a pensare ad altro all’infuori di lui. Mi cinse la vita con forza e mi baciò ancora per qualche minuto, senza mai staccarsi.

Il tramonto stava lasciando spazio alla notte, e la mia razionalità stava scomparendo lentamente.

Iniziai ad aprire i bottoni della sua camicia aderente e scarlatta, scoprendo la sua pelle morbida e leggermente fredda. Lui seguì i miei movimenti con gli occhi, e poi li imitò sfilandomi la maglia nera e la sciarpa.

Iniziai ad ammirare il suo fisico scolpito e lui mi sbottonò i jeans, abbassandoli appena e ricominciando a toccarmi la schiena nuda.

Io invece, aspettai un po’ prima di denudarlo completamente, ma infine raccolsi il coraggio e lo feci, abbassando anche i boxer.

Ci stirammo sul letto uno accanto all’altro e ricominciammo a baciarci e ad esplorare a vicenda i nostri corpi. Poi, entrambi quasi completamente nudi, cambiammo postazione e lui si mise su di me, baciandomi il seno.

Sospirai quando mi tolse le mutandine e iniziò a baciarmi nell’interno coscia, si avvicinò lentamente al centro del mio piacere e iniziò a baciare anche lì, facendomi gemere a gran voce.  Io nel frattempo iniziai a toccare la sua coscia e la sua erezione, facendolo ringhiare e spaventandomi appena. Ritrassi la mano ma lui me la riportò su di essa, aiutandomi a muoverla.

Ricominciò a farmi provare piacere baciando e leccando tutti i miei punti più sensibili.

- Stefan.. – Lo chiamai, e mi odiai quando l’ennesimo flashback si impossessò di me.

- Damon.. ahhhh.. –

- Ti piace piccola? Sì, muoviti.. così. –

- Ti prego, mi stai torturando.. –

- Il tuo sapore mi piace troppo, che posso farci.. è meglio del sangue. –

 Spalancai gli occhi e provai a concentrarmi nuovamente sul piacere che Stefan mi stava provocando, ma dopo quel flashback non feci altro che pensare a Damon e al ricordo della sua lingua su di me.

 

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Capitolo 8
*** 8. Sex with you ***


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8. Sex with you

 

http://www.youtube.com/watch?v=4kZd2qpuSxM

 

- Ti desidero.. – Mi disse poco prima di entrare in me.

Appena sentii la sua virilità dentro di me sussultai, gemendo.

- Ti desidero anche io.. – Dissi in estasi, sforzandomi di non pensare e di non pronunciare il nome del fratello. “Damon..Damon..” Continuavo a pensare ad ogni sua lenta e passionale spinta..

- Sei così stretta.. – Mi disse facendomi avvampare, evidentemente Matt non aveva influito molto sulla mia fisicità, pensai con un ghigno maligno.

Continuò a muoversi in me a ritmi alterni, prima veloce poi passionale e profondo.. Io continuai a mugolare, avvampare sotto ogni suo tocco e ogni sua spinta vigorosa..

- Ti voglio Stefan, io ti voglio.. – Gli dissi, ricacciando indietro il “ti amo” che era spuntato fuori prepotente, non potevo dirlo con convinzione dato che tra i miei pensieri c’era anche Damon, oscuro e malizioso che tentava ogni fibra del mio corpo.

Continuai a sentirlo dentro di me, poi fuori, poi di nuovo dentro e così via, fino a che un’eruzione di piacere mi esplose dentro, facendomi urlare.

Ogni fibra, ogni molecola e ogni cellula del mio corpo fu invasa da un incredibile orgasmo che mi scosse fino a dentro il sangue, iniziai a tremare mentre lui continuò a spingere lentamente dentro di me, favorendo le scariche di piacere che continuarono a percorrermi veloci e brevi.

- Brava.. così.. – Mi disse, ansimando e svuotandosi anche lui, sulle lenzuola.

Diede altre due spinte e io ebbi l’impressione che non volesse più uscire da me, ma lo fece e si sdraiò al mio fianco coprendomi con le coperte.

- Buona notte, Elena. Buona ultima notte. – Mi disse e io mi addormentai col sorriso sulle labbra, per la prima volta in ventitré giorni.

Ma quella notte qualcosa andò diversamente, sentii nuovamente Stefan abbandonarmi nel cuore della notte ma quando schiarii la gola per chiedergli dove fosse andato, lui era già sparito.

Mi girai e rigirai intorno, cercando i suoi occhi brillare nel buio ma non vidi nulla quindi sperai di trovarlo per casa.

- Stefan.. Stefan? – Lo chiamai accompagnata dallo scricchiolio delle scale.

- Stefan, ci sei? Dove sei? – Lo chiamai ancora, finendo ancora una volta davanti camera di Damon, fui tentata d’entrare e inspirare ancora una volta il suo profumo ma decisi di trovare Stefan. Continuai a vagare per casa, accompagnata ancora una volta dalla flebile luce di una candela quasi del tutto consumata.

- Stefan! - Pronunciai ancora una volta il suo nome ad alta voce e mi tremarono le gambe per il freddo, mi accorsi solo allora di indossare solo una sua vecchia camicia.

Non vedendolo spuntare da nessuna parte, ed essendo troppo codarda per avanzare ancora risalii le scale e stavolta entrai in camera di Damon, puntando subito al suo letto.

Ma quando ci poggiai le mani, per stirarmi, sentii qualcosa sotto di me.

Ebbi paura e al contempo sperai che lui fosse lì, ma avvicinando la candela vidi che era un foglietto di carta ingiallito e molto vecchio, lo aprii timorosa e lessi tutto d’un fiato.

 

Mia imprudente, dolce e sfacciata Elena,

scommetto che in questo momento sei tu che stai leggendo la mia lettera, ma se così non è chiedo a chiunque la stia leggendo di consegnartela, compreso quel coglione di mio fratello Stefan. Ti sei intrufolata in camera mia la scorsa notte, e non provare a negarlo.. ho sentito il tuo profumo sparso tra le lenzuola, e devo dire che è stata una piacevole sorpresa, ho dormito come un bambino cullato dal profumo della mamma. Ti ringrazio per questo.

Ma come avrai certamente notato, sono dovuto partire.. è inutile dirti per dove, o quando, tanto non verresti a cercarmi comunque. Ammettiamolo, a te faccio effetto solo quando ti tocco, non è così? Oppure ti ecciti anche solo leggendo questa lettera? Scommetto che adesso sei rossa come un peperone.

Tornando a noi, non so dirti se tornerò o quando ma sappi che se ti troverò tra le braccia di un altro vi staccherò la testa, e la tua finirà dentro il mio stomaco, questa è una promessa. Tu sei la mia regina, me l’hai promesso e non puoi tirarti indietro anche adesso che dormi nello stesso letto di quel maledetto di mio fratello, a proposito.. salutalo tanto da parte mia. Ci vediamo nei tuoi sogni, o nei tuoi incubi, come preferisci. Sarò sempre lì a vegliare su di te e a farti entrare nei piaceri che solo io so darti.

Un grosso bacio, mia dolce regina.

Damon.

Mi salirono i brividi rileggendo “vi staccherò la testa e la tua finirà dentro il mio stomaco”,  ma sorrisi passando alla fine. Damon era proprio uno scemo se pensava che l’avrei creduto sulla parola, in quel momento poteva essere tranquillamente in mezzo alle gambe di una vampira spudorata e io avrei dovuto aspettarlo in eterno? Poteva scordarselo, era un violento assassino che mi aveva rovinato la vita.. non l’avrei mai messo davanti a nulla, non sarebbe mai stato al primo posto per me e nemmeno al secondo, o al terzo e via dicendo. Lui per me era solo una maledizione, che dovevo dimenticare in fretta. Era Stefan che mi amava, era Stefan il bravo ragazzo, era Stefan che provava sentimenti, ed era lui quello che me li dimostrava senza minacce o soggiogazioni. Quindi sarebbe stato lui quello che avrei scelto come mio compagno eventualmente e Damon avrebbe dovuto immaginarlo.

“Stupido vampiro.” Pensai prima di sentire un respiro alle mie spalle.

Damon era tornato, mi mise le mani sul fianco e inspirò il mio profumo.

Grazie mille a Kikka 97, a Dede_Blood e a Stefy o meglio RoseMarie90. Ho risposto a tutte privatamente, un bacione continuate a seguirmi e a darmi il vostro preziosissimo e gentilissimo parere. Una moltitudine di baci.

- Stefy.

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Capitolo 9
*** 9. See you again ***


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9. See you again

 

http://www.youtube.com/watch?v=EMp6ryBTcPM

 

- Lo sento Elena, lo percepisco l’odore di sesso sulla tua pelle. –

Disse soltanto a pochi centimetri dal mio collo, mi avrebbe morsa?

- Io.. io.. pensavo te ne fossi andato. – Cercai di giustificare la mia pazzia di qualche ora prima, in effetti ero stata molto avventata nel donare il mio corpo a Stefan.

- Dovrei staccarti la testa adesso, o magari strapparti via il cuore.. – Sussurrò passando l’indice sulla mia carotide, facendomi sussultare.

- Ti prego Damon.. – Dissi soltanto, con voce strozzata.

- Io ero pronto a donarti qualsiasi cosa, stupida ragazzina. Volevo averti al mio fianco, trasformarti magari, e donarti il mio cuore. Ma tu hai rovinato tutto.. e adesso lo meriti Elena, meriti la morte. – Mi disse poco prima di affondare i suoi canini sul collo, mancando la vena.

Iniziò a uscire qualche scia debole di sangue, macchiando la camicia immacolata di Stefan. Iniziai ad urlare, sovrapponendo le mie mani a quelle di Damon, posizionate rispettivamente sul fianco e sul petto, e cominciai a muovermi, cercando di scostarlo inutilmente. Era troppo forte per qualsiasi essere umano, figuriamoci per me.

- D.. Dam.. Damon.. – Biascicai implorando pietà.

Sentii la mia vista offuscarsi e il mio sangue fluire verso di lui, nel preciso momento in cui mi sentii svenire lui mi lasciò e io caddi ansante sul pavimento. Indietreggiai fino all’armadio in legno e ci sbattei contro.

- Dimmi.. non dovrei forse continuare fino alla tua morte? – Solo allora guardai i suoi occhi neri e spietati, vidi il vero Damon, la sua vera natura desiderare la mia morte.

- Io.. mi dispiace.. per favore, ho solo diciassette anni. -  Dissi spontaneamente, facendolo ridere di gusto e facendogli rivelare i suoi denti macchiati dal mio sangue.

- Io ho ucciso anche neonati, donne in gravidanza, padri di famiglia.. e dovrei avere sensi di colpa nell’uccidere te? Ma per favore! – Mi disse facendomi rabbrividire, aveva davvero ucciso tutta quella gente? Solo per noia poi?

Mi alzai in piedi mettendo le mani sulla ferita aperta e scappai via dalla stanza, correndo per le scale. Lo sentii ridere di nuovo in lontananza.

- Così rendi tutto più eccitante, stupida. – Mi disse e me lo ritrovai davanti.

Cominciai a piangere e mi allontanai di qualche passo..

- Io ti prego.. per favore.. ti supplico Damon. – Dissi respirando a fatica.

- Perché mai dovrei risparmiarti? – Mi chiese e io non seppi cosa rispondere.. Per un vampiro assassino non c’erano motivi sufficienti per risparmiare una persona, né c’erano compromessi così allettanti da farlo desistere a meno che..

- Farò tutto quello che vorrai, sarò chiunque mi dirai di essere, sarò tua per l’eternità se è questo che vuoi, ma non uccidermi. – Dissi, rendendomi conto solo dopo qualche secondo dell’enorme stronzata che avevo appena detto. Mi ero ripromessa un eternità di sofferenza piuttosto che una morte veloce e indolore. Damon mi avrebbe sempre trattata come un giocattolo, come una sporca puttana, questo lo sapevo.. e io mi ero appena offerta a lui in un piatto d’argento.

- Offerta interessante direi.. – Mi chiese avvicinandosi minacciosamente e maliziosamente. – Un intera eternità per farti pagare il tuo affronto di stanotte. – Mi disse poi, facendomi riprendere a singhiozzare.

Mi carezzò il viso e io mi allontanai spaventata.. lo vidi ritrasformarsi in vampiro e mi abbassai d’istinto, ricominciando a piangere forte.

Poi però realizzai che non voleva mordere me, ma se stesso. Fece una ferita sul suo polso e me lo offrì, io non capii cosa voleva fare..

- Vuoi trasformarmi adesso? – Chiesi, spaventata dall’immortalità.

- No, bevi e il tuo collo guarirà a breve. – Mi disse freddo, e io fui riluttante, ma alla fine ne bevvi qualche sorso beandomi del suo sapore. Ero sempre stata attratta dal sapore del sangue, sin da piccola.. a volte ero arrivata perfino a mordermi l’interno delle guancie per assaporarlo.

- Grazie. – Dissi e lui mi guardò con fare maligno.

- Non ringraziarmi, questo sarà l’unico gesto gentile che vedrai per molto tempo, credimi. – Mi disse e scomparve, senza dirmi dove andasse o perché.

 Mi alzai da terra e corsi di nuovo in camera di Stefan, mi lavai  il collo e gettai la camicia dietro l’armadio vestendomi con i jeans e la felpa che Stefan mi aveva comprato il giorno prima. Mi rimisi sotto le coperte, aspettando l’alba e il ritorno di Stefan. Ma Damon continuò a tormentarmi anche nella notte.

- Io ho voglia di essere come te, Damon. – Gli dico mostrandogli il collo sperando che lui accetti la mia strana ed avventata richiesta, lui si avvicina e vi stampa un bacio sopra.

- Non è ancora il momento, ho grandi progetti per te. Mi servi umana, mi servi fragile.. almeno finché non saprò che sarai totalmente devota a me. – Mi dice e io capisco che ha paura di una mia eventuale fuga, una volta divenuta vampira.

- Io ti sono già devota. – Gli dico sincera, e lui sorride, baciandomi sulle labbra.

- Non abbastanza, non quanto vorrei. – Mi dice e io ricambio il suo bacio.

Iniziai a mugolare nel sonno e sentii due mani scuotermi dalle spalle.

- Che c’è? Cosa? Damon no.. – Dissi aprendo gli occhi e rivelando uno Stefan preoccupato e adirato.

- Elena, cosa diavolo è questa? – Mi disse sventolandomi in faccia la camicia sporca di sangue, sbiancai.

- Non è niente.. sono solo caduta e mi sono sbucciata un ginocchio. – Mentii non convinta, era il colletto ad essere inzuppato non il bordo. Stefan sbatté la mano contro la spalliera del letto.

- Elena, è stato Damon a farti questo? Sono notti che pronunci il suo nome.. e adesso trovo questa nascosta.. che ti ha fatto? – Mi chiese e io non seppi cosa dire, sapevo bene che se avessi parlato lui sarebbe andato ad affrontarlo e sarebbe morto miseramente nel tentativo di salvarmi.

- Non è niente, te lo ripeto. Che ore sono? – Chiesi divagando e dandomi ancora della stupida per aver nascosto una camicia insanguinata dentro la stanza di un vampiro, cacciatore di sangue.

- Le otto quasi. – Mi chiese disorientato. – Parla Elena. –

- No, non c’è niente da dire, è mattina e devi riaccompagnarmi a casa. – Gli dissi dura e arrabbiata, dovevo sembrare convincente.

- Tu non andrai da nessuna parte. – Sentii la voce di Damon spuntare dall’uscio della porta. – Hai promesso ricordi? Sei mia. –

Stefan sbiancò e io mi maledissi, non volevo morisse per colpa mia.

- Damon, non permetterti a torcerle un capello. –

- Non ho interesse per i suoi capelli. – Disse poco prima di muoversi rapidamente verso di me e trascinarmi davanti la porta, Stefan non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene e io istintivamente mi accucciai da Damon.

- Addio fratello. – Disse poco prima di correre via con me stretta attorno.

Mi avrebbe portata via e non avrei mai più rivisto Jenna e Jeremy, ne ero certa.

 

Grazie mille a chi commenta, mette nelle preferite/seguite/da ricordare/da recensire e a chi legge la mia storia, un bacione! Spero che questo capitolo, anche se un pò forte, vi piaccia.

- Stefy.

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Capitolo 10
*** 10. Who are you? ***


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10.  Who are you?

 

http://www.youtube.com/watch?v=SXpnI52cLEc

 - Elena, ben svegliata. – Mi disse Damon non appena aprii gli occhi, mi misi seduta e mi appiattii contro la spalliera del letto, spaventata a morte.

- Buongiorno. – Risposi io, desiderando invece di vederlo morto.

Non sopportavo di essere trattata in questa maniera, non sopportavo di dover perdere tutti quelli che mi amavano e dover soffrire in eterno per lui.

- Oggi non sarò con te, e nemmeno domani probabilmente. – Mi informò e io fui felicissima, mi avrebbe lasciata due giorni da sola in una casa molto vicina a Mystic Falls, sarei potuta scappare, prendere in prestito la macchina di Matt e andarmene via con Stefan, rivedendo Jenna e Jeremy.

- So già a cosa stai pensando, ma ti avverto.. non sarà così facile. Ti lascerò con la mia più cara amica, Lexi. – Mi disse e io rabbrividii.

- Stai molto attenta a lei, non è paziente come me. A prima mossa sbagliata ti ucciderà e io non potrò impedirglielo. Lei deve fare un viaggio, andrai con lei e ne approfitterai per svagarti. –

- D-dove andiamo? – Chiesi impaurita dalle sue parole.

- A Las Vegas. – Mi rispose e io rimasi stupefatta, la città del peccato? Damon, protettivo, geloso, morbosamente paranoico, voleva mandarmi lì?

- Ci vediamo presto. – Mi disse e scomparve, al suo posto apparve quasi subito una donna bionda e slanciata, arrivata velocemente come lui.

- Ciao Elena, io sono Lexi. Pronta per Las Vegas? Prendi i tuoi vestiti più belli e sali in macchina. – Mi disse sorridendo, non sembrava poi così minaccioso.

- Io non ho vestiti mi dispiace. – Le risposi indicando la camicia che indossavo, avrei tanto voluto avere le mie cose qui.. i miei diari, i vestiti.

- Non è un problema, te ne presterò un po’ dei miei. Si parte! – Annunciò.

 

http://www.youtube.com/watch?v=Zx1_6F-nCaw

 

Il viaggio non fu molto lungo, anche perché mi addormentai per gran parte del tragitto. Il sedile della Porsche oltretutto era davvero molto comodo e Lexi non si lamentò affatto, quindi fui abbastanza serena senza Damon tra i piedi. Ma in un certo senso la sua presenza mi mancava, e ancor più quella di Stefan e dei miei cari amici e parenti ovviamente.

Decisi comunque di non pensarci, di godermi il viaggio e di fregarmene di tutto. La mia vita era cambiata e io dovevo accettarlo, non c’era nessun tipo di manovra che potessi fare per tornare a un mese prima. Era il mio destino ad aver deciso per me ed io, spaventata, avrei dovuto accettarlo e farmene una ragione, almeno finché non si fosse presentata l’occasione di tornare a casa.

- Finalmente! Pensavo fossi morta! – Scherzò Lexi leccandosi le labbra ed io ebbi paura, che avesse anche lei il pensiero di uccidermi? Probabilmente sì.

- Avevo bisogno di riposare.. – Le spiegai osservandola per bene.

Guidava distrattamente, guardandomi negli occhi anziché stare attenta alla strada. Indossava una gonna di jeans e una canotta nera ricamata, delle altissime scarpe col tacco le coprivano i lunghi piedi, i capelli erano biondi e sciolti, le labbra ricoperte da rossetto rosso fuoco e gli occhi neri come la pece. Non potei fare a meno di notare che tutti i vampiri che avevo conosciuto sin ora, Damon in particolare, avevano un fascino da maledetti, ma estremamente attraente. Lexi sarebbe stata capace di far capitolare il più gay tra gli uomini se solo avesse voluto, era davvero spettacolare.

- Perché mi guardi così? – Mi chiese un po’ acida ed un po’ curiosa.

- Non è niente. – Le risposi, girandomi verso il finestrino e osservando i grandissimi monumenti di Las Vegas.

- Prendi il borsone dietro di te e indossa il vestito nero e le scarpe grigie, dai. -

Mi disse ed io feci così, ma non appena tolsi la camicia mi accorsi, per la prima volta in quel giorno, che ero completamente nuda. Era stato Damon a spogliarmi di notte? “Maledetto bastardo, pezzo di merda” cominciai a pensare richiudendo i bottoni e sbuffando incazzata.

- Che succede? Stare nuda ti mette a disagio? Nel borsone c’è anche dell’intimo. – Disse e io mi chiesi se fosse davvero intimo, o filo interdentale.

Decisi che indossare quel perizoma e quel reggiseno di pizzo trasparente era sempre meglio di rimanere totalmente nuda. Indossai anche il vestito corto di paillettes nere e le scarpe grigie con un tacco vertiginoso.

- Stai bene, ma quei capelli.. oddio, spazzolali ti prego, e truccati.. copri quelle occhiaie. – Mi suggerì guardandomi con disprezzo, presi il pettine dal borsone e mi spazzolai per la prima volta in due giorni, poi misi un filo di matita e un semplice lucida labbra trasparente.

- Va bene così? – Chiesi la sua approvazione sentendomi a disagio.

- Si, diciamo di sì. – Fece una smorfia e si concentrò sulla strada mentre io sistemai tutto dentro il borsone. Ad un tratto sentimmo uno strano bip provenire dalla sua borsetta, e mi chiese di prenderle il telefonino.

- E’ un sms. – La informai e lei mi chiese di leggerlo ad alta voce.

Appena lessi il destinatario sbiancai, era Damon. Mi incitò a leggere.

- Lexi, come procede? Avevi detto che avresti chiamato, come sta Elena? Ti prego non farle fare pazzie o te ne pentirai. Salutala tanto da parte mia e strappale via un occhio se si permette anche solo a guardare un altro uomo, ok? Ciao. – Lessi di fretta, con paura e curiosità. Leggere le sue minacce contro di me mi provocò sentimenti contrastanti, divisi tra paura e felicità per la sua estrema gelosia. Forse, dopo tutto, in un modo perfetto e assolutamente pericoloso, gli importava davvero di me.

- Bene, stasera andremo a ballare, ma non fare cazzate. – Mi chiese quasi gentilmente ed io annuii immediatamente. Appartenevo ad un uomo adesso, che lo volessi o meno.

 

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Capitolo 11
*** 11. Dance without you. ***


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11. Dance without you.

 

 

 http://www.youtube.com/watch?v=iaSQ1yILosY

 

L’unica cosa che riuscivo a sentire, a percepire, era la musica assordante intorno a me e la mia immensa voglia di ballare. Poi avevo sempre adorato questa canzone e adesso, nervosa com’ero, ballarla per me era davvero un toccasana. Guardai per un momento Lexi che era ancora intenta a strusciarsi col cubista seminudo e poi tornai a me, ballando da sola e scatenandomi come non avevo mai fatto nemmeno insieme a Bonnie o Caroline.

Tutto d’un tratto vidi la ragazza accanto a me spostarsi e rivelare due ragazzi alti e muscolosi: il primo indossava una t-shirt bianca e un gilet aderente, il secondo una canotta che pensai fosse una seconda pelle. Erano entrambi molto belli, ma ricordai di non dover nemmeno guardare un altro uomo se non Damon, quindi mi girai dall’altra parte. Pensai che i ragazzi avessero intuito il mio rifiuto di ballare con loro, ma mi sbagliavo.. infatti, dopo pochi secondi, il ragazzo con la canotte mi mise la mani sui fianchi facendomi muovere su di lui. Mi girai e mi rigirai in preda al panico, se solo Lexi m’avesse vista per un attimo sarebbe successo il finimondo..

Mi scostai ma il ragazzo con gilet mi bloccò posizionandosi davanti e formando il così detto sandwich con me in mezzo.

- Dai bella, muoviti.. – Mi disse il ragazzo dietro di me, strusciandosi.

- No, devo andare.. lasciatemi! – Urlai in preda al panico, stavano diventando davvero insistenti.

- Ma come sei schizzinosa! Ti divertivi tanto prima, e adesso hai paura? – Mi disse l’altro, e io stentai a capirlo con tutto quel frastuono.

 

http://www.youtube.com/watch?v=-csJLiwC5OA&feature=related

 

Iniziò una nuova canzone ed io mi sentii ancora peggio, stavo letteralmente soffocando in mezzo a quei due corpi muscolosi e sudati, in più il terrore di venire scoperta mi aveva chiuso la gola, facendomi perdere la voce. Mi divincolai con molta forza e riuscii a sfuggire alla morsa di quei due ragazzi. Ma non appena mi spostai un altro ragazzo di colore iniziò a ballarmi intorno facendomi saltare su i nervi, mi voltai più volte ma non vidi Lexi da nessuna parte ed ebbi paura che mi avesse lasciata in quel posto sconosciuto.

- Spostati. – Urlai all’orecchio di quel ragazzo, sorpassandolo e riuscendo a trovare l’uscita.

Appena arrivai davanti al locale iniziai a tremare come una foglia, era arrivata una brezza fredda che stuzzicava tutte le goccioline di sudore sul mio corpo, iniziai a sentire molto freddo e mi girò la testa.

Sentii gli occhi ordinarmi di chiuderli, ma mi opposi. Non volevo di certo svenire davanti ad un locale di ubriaconi e pervertiti.

“Damon.. torna da me..” Pensai diverse volte, inutilmente.

Il vento mi stava dando alla testa, i cocktail che avevo bevuto con Lexi mi avevano resa incapace di fare qualsiasi cosa.. per non parlare del fatto che stavo davvero male dopo tutto quel casino con i ragazzi. Mi mancava Damon, mi mancava Stefan, mi mancava la mia vecchia vita del cazzo.

- Damon.. – Pronunciai con il filo di voce che mi restava.

Poi, tutto d’un tratto, dopo essermi seduta in una vecchia panchina a qualche metro dal locale, non riuscii a trattenermi e iniziai a piangere.

- Da-mon.. – Pronunciai tra un singhiozzo e l’altro.

- No, mi spiace. – Mi sentii dire alle spalle, mi voltai spaventatissima.

Dietro di me c’era un ragazzo alto, pelle chiara e occhi misteriosi. Aveva una giacca nera, una camicia grigia e pantaloni abbinati. La camicia era sbottonata, lasciava intravedere un po’ di pelle e una collana a forma di croce.

Il suo sguardo era mellifluo e al contempo ambiguo, non capii se era malvagio.

- Chi sei tu? – Chiesi ansimando, stavo morendo dalla paura, se solo Damon avesse scoperto che ero sola, seminuda in un vicolo con un altro mi avrebbe morso fino ad uccidermi. Lo guardai meglio e notai qualcosa di strano in lui, era estremamente bello, proprio come tutti gli altri vampiri che conoscevo.

- Finalmente ho il piacere di conoscerti Elena, io sono Elijah. – Mi disse soltanto e io mi spaventai ancora di più, sapeva il mio nome, sapeva chi fossi.

- Come fai a sapere chi sono? Sei un vampiro anche tu? Cazzo. – Chiesi, pentendomene subito dopo. Vidi il suo sguardo cambiare velocemente e farsi duro, impassibile come quello di Damon.

- Non sono affari tuoi, non scherzare col fuoco. – Mi disse e io tremai.

- Scusami, non volevo farti arrabbiare. – Dissi in un soffio e continuai a pensare e ripensare a Damon, chiamandolo in silenzio e sperando nel suo arrivo.

- Bhé, adesso devo andare. – Dissi e mi alzai, dandogli le spalle.

Lui iniziò a ridere con forza e io mi voltai per capire cosa ci fosse di così divertente.

- Davvero pensi che ti lascerò andare? Sono anni che ti cerco, non ti lascio. –

Non capii il vero senso delle sue parole, riuscii solo a capire che non mi avrebbe lasciata andare.. e quello, per me, era già un dramma assurdo.

- Damon verrà a salvarmi, sta attento a quello che fai. – Dissi provando a convincere più me stessa che lui, in fondo non ero per niente certa di quello che avevo appena detto. Lo sentii ridere di nuovo, più forte di prima.

- Damon.. quel coglione, ma fammi il favore. Andiamo, vieni. – Mi disse apparendo davanti a me e prendendomi per un braccio.

Iniziai ad urlare a squarciagola sperando che Lexi venisse a prendermi.. ma non successe. Mi ritrovai chiusa dentro una macchina lussuosa con Elijah accanto a me, pronto a mordermi. Aveva già i denti in bella mostra.

 

Commentate, baci.. Stefy! E grazie a tutti davvero, scusate il ritardo..

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Capitolo 12
*** 12. Heavy with you ***


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12. Heavy with you

 

http://www.youtube.com/watch?v=HVL8_Pow2rw

 

- Io.. non capisco cosa tu voglia da me. – Dissi, decidendo di mettere da parte la mia paura di morire, per un momento. Elijah sfoderò ancora una volta il suo sorriso ambiguo e io mi sentii come un cerbiatto di fronte ad un puma con le labbra insanguinate, pronto ad attaccarmi.

- Io non voglio niente di particolare Elena, voglio semplicemente la tua vita. – Mi disse e io sperai che non intendesse uccidermi subito, Damon mi avrebbe trovata.. avevo questa speranza dentro di me e non volevo abbandonarla.

Erano passati due giorni ma non si era fatto vivo nessuno, né Stefan, né Damon né Lexi né nessun altro.. magari avevano pensato che fossi scappata e avevano deciso di lasciarmi al mio destino, reputandomi un ingrata, una traditrice.. Ma non volli rassegnarmi a questi pensieri per nessun motivo.

- V-vuoi uccidermi? – Chiesi balbettando e lui sorrise per l’ennesima volta, mi assalì l’immensa voglia di assestargli un pugno in faccia e sputargli addosso. Odiavo quel suo sorriso sicuro, canzonatorio.

- Ma.. guarda, forse.. in futuro, quando mi sarò stancato di torturarti. –

Rispose e io rabbrividii.. ci trovavamo in quel cottage di campagna da troppo tempo ormai, erano passati solo due giorni, quarantotto ore in cui mi ero sentita la persona più indifesa dell’universo.

- Ma perché!? Perché io! – Iniziai ad alzare la voce, conscia di non avere più nulla da perdere. Mi avrebbe uccisa? Sarebbe stato meglio che finire tra le mani di un altro vampiro.

- Perché tu sei la copia esatta di Katherine e, se non posso avere lei, meglio te che niente.. non sei d’accordo? – Mi disse e io cominciai a frignare come ero solita fare da due giorni a quella parte. “Cazzo, Damon!” pensai ancora..

- Elijah.. – Sentii pronunciare da una voce roca e familiare, alle mie spalle.

- Damon, sapevo saresti arrivato, che piacere. – Rispose Elijah sorridendo ed io mi voltai spalancando gli occhi. Eccolo lì, magnifico come al solito.

Giacca di pelle, aria da sbruffone, jeans attillati e maglietta nera.. Damon era venuto lì per me, mi avrebbe salvata. Ero così presa nel guardare Damon che non mi accorsi di un'altra presenza alle mie spalle.

- Oh! Hai portato anche quello smidollato di tuo fratello a quanto pare. –

Mi voltai di scatto, facendomi male al collo e vidi Stefan, dopo tanto tempo.

Jeans un po’ larghi, maglia bianca, giubbino grigio.. sembrava un angelo.

Mi alzai dal divano correndo verso i due fratelli.. e solo a pochi passi da loro mi accorsi di non sapere quale fratello volessi stringere per prima.

Ma Elijah, prontamente mi salvò da quell’ardua decisione apparendo dietro di me e prendendomi per il collo.

- Avvicinatevi e morirà. – Disse, mentre io rischiavo il soffocamento.

- Non la toccare. – Dissero i due Salvatore in unisono.

Mi soffermai a pensare al loro cognome per la prima volta in mesi.. “Salvatore..” stupidamente conclusi che sarebbero stati loro a salvarmi, almeno speravo..

Elijah cominciò ad indietreggiare trascinandomi con lui e io continuai a guardare Damon e Stefan, di fronte a me.

Damon aveva la sua solita espressione dura, un po’ burlona, ma incredibilmente malvagia e piena d’odio.

Stefan sembrava più debole, impaurito, in pena per me.. e spaventato da Elijah.

- Lei adesso è mia. Andatevene o morirete. – Disse soltanto il vampiro dietro di me, stringendo la presa e facendomi mugolare con poca voce.

- Andate. – Dissi a voce bassissima, consapevole che mi avrebbero sentita comunque.

- Sta zitta. – Mi ordinò Damon avvicinandosi mentre Elijah teneva stretta la presa sul mio collo arrossato. Si girò verso Stefan facendogli segnale e in pochi secondi mi ritrovai libera. Elijah era alle mie spalle, trattenuto al muro da Stefan e Damon.

- Il pugnale Stefan! – Urlò Damon e io non capii.. non bastava un semplice paletto di legno, come mi aveva insegnato Stefan?

Vidi Stefan estrarre un pugnale scuro con la punta bianca e conficcarlo sul petto di Elijah.. mancando il cuore.

Elijah ringhiò dal dolore e fece ancora più forza per liberarsi, ma Damon non demordeva, trattenendolo con tutte le sue forze.

- Tieni, non riesco a prendere il cuore! – Disse Stefan con una faccia sconvolta dall’odio, passando il pugnale al fratello.. Damon non esitò un secondo ed, ignorando tutte le suppliche e le minacce di Elijah, lo trafisse.

Vidi la sua pelle seccarsi, diventare grigia, il suo respiro mancare e il suo corpo cadere a terra, come un sacco di patate.

Stefan e Damon lo lasciarono lì, per terra e io iniziai a spaventarmi quando li vidi ancora furiosi, stavolta con me.

- Dove cazzo sei stata? – Disse Stefan, trasformando il suo tono di voce sempre dolce e gentile in astio e volgare.

- Non dovevi scappare Elena, io ti avevo avvertito. – Continuò poi Damon.

Io non risposi, avevo paura.. Damon si stava avvicinando pericolosamente a me e Stefan non aveva nessuna intenzione di intervenire, stava appoggiato al muro e mi guardava negli occhi.. Pensavo che mi avessero salvata loro, ma forse sarebbero stati proprio loro ad uccidermi.

 

Grazie mille per chi legge e per chi commenta.. spero soltanto che commenterete anche questo capitolo, se anche voi siete autrici sapete bene quant'è gratificante ricevere opinioni altrui.. per piacere, sono solo venti secondi del vostro tempo :)

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Capitolo 13
*** 13. I'm sorry and you? ***


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13. I’m sorry and you?

 

http://www.youtube.com/watch?v=-XpR4emya6c&feature=related

 

- Stefan, lasciaci soli. – Pronunciò velocemente Damon, inflessibile.

- Solo.. prova a non farle del male. – Disse l’altro, allontanandosi dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle. Adesso sì, che mi sentivo davvero indifesa.

- Mi dispiace Damon. Ma non è come sembra.. Non riuscivo a trovare Lexi, stavo male e.. – Provai a giustificarmi ma lui mi mise un dito sulle labbra per farmi stare zitta.. Un brivido mi scosse quando sentii la sua mano sfiorarmi.

- Lexi ha già pagato per non averti custodita come si deve. E’ morta. – Lo disse con una tranquillità disarmante, era così facile per lui uccidere umani ed esseri della sua stesse specie? Ed era così facile saltare alla conclusione senza nemmeno domandarsi se ci fossero altre possibilità?

- Non dovevi ucciderla.. non è stata colpa sua, stavo male.. sono uscita a fare due passi ed Elijah mi ha presa. – Spiegai tralasciando gli episodi con i ragazzi in discoteca e la scomparsa di Lexi insieme al cubista.

- Hai desiderato di stare con me, Elena? – Disse Damon, cambiando totalmente argomento ed espressione, avvicinandosi a me e carezzandomi il viso. Istintivamente chiusi gli occhi e socchiusi le labbra, eccitata.

- Volevo tornare da te, sì. – Risposi senza timore, non mentivo.. era la verità.

- Non ti ho chiesto quello.. ti ho chiesto se hai desiderato stare con me. – Disse calcando le ultime parole e passandomi una mano poco sopra il petto.

Capii che intendeva ben altre parole da quelle che io avevo capito precedentemente.. Lui voleva sapere se avevo desiderato il suo corpo in questi giorni.

- Si, l’ho desiderato. – Risposi, non riuscendo però a lasciarmi andare completamente sotto il suo tocco sensuale.

Sapevo che a pochi passi da noi c’era Stefan e avrebbe sentito ogni minima cosa.. non volevo provocargli altra sofferenza.. ed il fatto che lui non stesse facendo niente per riprendermi e portarmi con sé mi confondeva. Era venuto, aveva combattuto al fianco di Damon contro il mio rapitore ed era uscito di scena, senza nemmeno preoccuparsi del fatto che Damon poteva uccidermi, mordermi o trasformarmi nel giro di pochi secondi. Erano passati due mesi dall’ultima volta che l’avevo visto, magari mi aveva già dimenticata..

- Sei lontana da me, a che pensi? Dimmelo. – Mi disse Damon avvicinando le sue labbra alle mie, bastava un mio leggero movimento e avrei baciato le sue labbra dopo tanto tempo.. Erano così irresistibili.

- Non ho nulla. – Risposi slanciandomi in avanti e baciandolo, calmando i miei desideri più forti, le mie voglie più oscure.. provai a schiudere le labbra per approfondire il bacio ma lui si allontanò.

- Non ti meriti il mio amore, non adesso. – Mi disse, prendendomi per il braccio e strattonandomi in avanti, una lacrime sgorgò dai miei occhi.

- Andiamo a casa. – Continuò poi, portandomi fuori da quel cottage, confusa.

Non aveva voluto baciarmi, non aveva voluto stare con me, fare l’amore con me.. non lo meritavo, aveva detto.. Mi sentii misera, schifosa, offesa.

Fuori dal cottage, di fronte alla sua auto lussuosa, c’era Stefan a braccia conserte che guardava la scena disgustato.

- L’hai risparmiata. – Disse, constatando che stessi bene.

- Si, non l’ho mai voluta uccidere Stefan, questo lo sai. Adesso vattene a casa.. io ed Elena faremo lo stesso. –

- Dammi almeno un minuto per parlarle, per favore. – Si avvicinò a me con pigrizia studiata, aspettando il permesso di suo fratello, quando Damon annuì si catapultò ad abbracciarmi e io inspirai il suo profumo che mi era mancato tanto.

- Mi dispiace Stefan, mi dispiace così tanto.. – Dissi appoggiando il mio mento sulla sua spalla e sentendo Damon sbuffare.. quel contatto fisico non gli stava proprio andando a genio, quindi mi allontanai.

- Non posso riportarti con me, sei sua adesso. – Mi disse alludendo chiaramente al fratello, io annuii sollevata e intimorita allo stesso tempo.

- Ho rinunciato a te Elena, non potevo lasciarti morire.. se non avessi rinunciato a te non ti avrebbe mai salvata, da solo non ce l’avrei fatta.. Elijah era potente, è un Antico. – Mi informò e io decisi di non chiedere ulteriori spiegazioni. “Antico..” non mi interessava, volevo solo andare via da lì.

- Non fa niente Stefan, starò bene.. un giorno ci rivedremo, te lo prometto. – Dissi io stringendogli la mano e allontanandomi lentamente.

- Non promettere cose che non puoi mantenere. Avanti, sali in macchina. – Disse Damon sghignazzando.. Stefan ci guardò fare marcia indietro con l’auto. Vidi la sua espressione mortificata rivolta verso di me, lo guardai.

- Addio fratello. – Disse Damon, affacciandosi dal finestrino e sfrecciando verso l’autostrada. L’avrei mai più rivisto?

 

Tanti baci a chi mi segue e soprattutto a chi commenta, vi prego.. continuate a commentare! sono solo pochi secondi.. baci, Stefy!

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Capitolo 14
*** 14. Leave you alone. ***


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14.  Leave you alone.

 

http://www.youtube.com/watch?v=46q5nWw55Bg

 

Feci la doccia in quattro e quattr’otto poi cercai Damon in giro per la casa.

Lo avevo lasciato solo, nella sua enorme stanza pomposa, sotto sua richiesta. Damon sapeva essere davvero odioso e crudele a volte. Avevo bisogno di carezze, baci.. di sentirmi amata dopo due giorni d’inferno.

Avevo bisogno di qualcuno che si preoccupasse per me, non di uno stupido vampiro violento dall’orgoglio ferito. Non voleva che mi accadesse nulla? Allora non avrebbe dovuto lasciarmi da sola. E poi dov’era andato per due giorni? Maledetto stronzo. Decisi di farmi sentire, di dirgli ciò che volevo..

- Damon? – Lo chiamai bussando sulla porta di legno antico.

- Entra. – Disse soltanto, con voce estremamente seccata.

Aprii le ante della porta rivelando un enorme letto a baldacchino con due grosse tende attaccate sopra.. L’ambiente era basato sul rosso, sul dorato e sul marrone, sembrava un antica corte reale. Damon era esattamente al centro del letto, con i suoi soliti pantaloni di pelle e la sua camicia quasi totalmente sbottonata. Era sbilenco, appoggiato sul gomito sinistro e leggeva uno strano libro dalla copertina anonima. Era dannatamente attraente, lo desideravo.

- Cosa vuoi? – Mi chiese distogliendomi dalla mia curiosità, mi voltai acida verso di lui, stanca del suo enorme senso di superiorità.

- Voglio stare un po’ con te. E’ chiedere troppo? – Gli dissi nervosa, lui se ne accorse e sbuffò, senza rispondermi. – Scusami ma ti ricordo che sono stata prigioniera di un altro vampiro per colpa tua, il minimo che potresti fare è chiedermi come sto. – Gli dissi e lui mi guardò minaccioso.

- Smettila di lamentarti, Elena. La colpa è stata solo tua, sei tu l’irresponsabile che è andata via senza Lexi.. e poi, ti ricordo, che se non fosse stato per me saresti stata sua per sempre. Quindi ora vattene, sto leggendo. –

- Vaffanculo Damon, va’ al diavolo, stronzo. – Uscii velocemente dalla stanza sperando di non aver esagerato troppo. Iniziai a sbattere nervosamente il piede per terra, qualche lacrima mi rigò il viso.. ma le asciugai prontamente.

Andai velocemente in quella che decisi sarebbe stata la mi stanza.

Era grande, semplice.. e lontana da Damon. Decisi di stare da sola per molto tempo, decisi di oppormi all’immensa voglia di andare da lui e supplicarlo di fare l’amore con me, decisi di stare in pace, con me stessa.

Notai immediatamente un grosso armadio marrone accanto alla grossa finestra, lo aprii e notai molti vestiti da donna.. Damon aveva pensato a me?

Li guardai, erano un po’ diversi dai miei gusti, ma erano nuovi e della mia misura. Notai anche due paia di scarpe, un paio da ginnastica, e un paio con degli enormi tacchi neri. Sorrisi impercettibilmente e decisi di tornare ai miei pensieri.. Camminai fino al comodino, sciolsi i capelli e accesi l’abat-jour.

Mi sedetti sul grosso letto dalle coperte immacolate e cominciai a canticchiare una vecchia canzone che adoravo prima che tutto quest’incubo iniziasse..

 

http://www.youtube.com/watch?v=HO1Z_mkC7tw&feature=related

 

Mi mancava tantissimo la mia vecchia vita.. e mi mancava molto anche Stefan. Erano settimane che passavo dall’essere prigioniera di un vampiro, all’altro.. Mi ero stufata di tutta quella situazione..

- Such a lonely day.. and it’s mine, the most loneliest day of my life.. –

Continuai a cantare imperterrita, sperando di riuscire a scacciare via tutti i brutti pensieri.. Damon era davvero uno stronzo, stavo male a causa sua. Avrebbe dovuto preoccuparsi per me e invece mi voleva lasciare da sola.

Guardai e riguardai il soffitto notando degli antichi affreschi.. molto belli.

- And if you go, i wanna go with you and if you die, i wanna die with you.. take your hand and walk away.. – Cantai più forte, ridacchiando un po’.

- Complimenti. Gran bella voce.  – Sentii un battito di mani provenire dalla finestra, mi voltai e vidi Damon sul cornicione. Arrossii velocemente coprendomi le gambe scoperte a causa della piccola gonna che indossavo.

- Non ti piaceva la porta? – Domandai scoraggiata dai suoi enormi sbalzi d’umore.. prima non voleva stare con me e adesso veniva a rompermi le scatole. Maledetto vampiro lunatico.

- Dovresti smetterla di rivolgerti male con me, non sono molto paziente. –

Mi disse con voce pacata e pericolosa.. conoscevo quel tono di voce.

- E tu dovresti smetterla di trattarmi come uno straccio. Sono qui con te, mi comporto bene e tu dovresti fare lo stesso. –

- Nessuno mi dice cosa devo o non devo fare, nemmeno tu, regina. – Mi chiamò così la prima volta dopo settimane.. Mi sentii importante, per lui.

- Va bene, fa’ quel che vuoi Damon, io ci rinuncio. – Sbuffai in crisi.

- Vuoi sentirti meglio non è così? Io conosco solo un modo per farti stare meglio.. – Mi disse cambiando tono di voce e guardandomi fisso.

- Quale sarebbe? –

- Spogliati. – Mi disse e io mi sentii svenire. Spogliarmi? Adesso?

- I-io.. non capisco.. –

- Capirai, adesso spogliati, Elena. – Mi disse un'altra voce, leggermente più ferma.

- V-va bene. – Dissi balbettando impaurita.. mi vergognavo da morire.. ma nonostante tutto tolsi la camicetta e la gonna, rimanendo in intimo, su quel letto, di fronte a lui.. che guardava famelico. Che sarebbe successo?

 

Che ne pensate di questo capitolo??! Il prossimo sarà doppio e penso che avrete capito di cosa parlera.. ehehe.. ci sarà molto da divertirsi! comunque, vi prego  di commentare e farmi sapere cosa ne pensate! E' importante x me.. baci, stefy.

 

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Capitolo 15
*** 15/16. I’m yours, Damon. (Doppio capitolo) ***


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15/16. I’m yours, Damon. (Doppio capitolo)

 

http://www.youtube.com/watch?v=0F2hqlV8-N8

 

- E.. adesso? – Gli dissi, continuando a mantenere gli occhi fissi nei suoi.

- Adesso? Ti faccio sentire meglio. – Salì sul letto, sbottonando gli ultimi bottoni della camicia e togliendola. La gettò per terra e per un attimo mi soffermai a guardarlo.. era così bello.

Mi allargò le gambe con le mani e si posizionò al centro abbassandosi su di me, mi ritrovai schiacciata sotto il suo peso, vicinissima alle sue labbra, inondata dal suo profumo, con l’immensa voglia di lui e l’enorme paura di essere morsa. Si abbasso lentamente verso il mio viso, con quel sorrisino a mezzo labbro, e mi baciò lentamente senza approfondire.

Le mie labbra si schiusero contro le sue e lo baciai con la punta della lingua.

Sospirai appena lui decise di imitarmi, approfondendo quel bacio. Sospirai contenta, sfiorando il suo petto con il mio.. i capezzoli si indurirono immediatamente. Lui decise di abbandonarsi ancora di più su di me e iniziare ad accarezzarmi la spalla e i capelli con una mano.

Mi tolse il reggiseno in un battibaleno e cominciò a baciarmi il solco tra i seni.

Era tutto perfetto, lui era perfetto.. con quel corpo, quelle labbra, quelle mani.

Per un attimo ritornai a qualche settimana prima, ricordando la notte passata insieme a Stefan, poi la paragonai a questa. Decisi che Damon era decisamente il fratello migliore, per quanto potessi amare Stefan.. Damon era così bello, così maledettamente attraente, sembrava una calamita per me.

- Sei bellissimo. – Gli dissi in un momento di sincerità, lui sorrise.

- Lo so. – Rispose, tutto tranne che modesto, come sempre.

Continuammo a baciarci e lui continuò ad accarezzarmi, io mi limitai ad aggrapparmi alle sue spalle e fare qualche carezza sulla nuca e sui capelli.

Passò poco tempo e mi accorsi della sua erezione tra le mie gambe.

“Oddio..” Pensai sconvolta, constatandone la grandezza con le cosce.

Arrossii, rabbrividii e Damon sorrise compiaciuto, aveva capito tutto.

- Sei bagnata. – Mi disse annusando l’aria satura intorno a noi, c’era il mio profumo ovunque, me ne accorgevo anche io da umana, figuriamoci lui.

Mi vergognai da morire e mi nascosi sulla sua spalla baciandogli il collo.

La sua mano nel frattempo si insinuò tra di noi facendo ghirigori poco sopra l’orlo delle mutandine. Sentii di stare per impazzire e cominciai a muovermi languida su di lui, volevo le mie mani su di me.. volevo lui dentro di me, subito. Lui sorrise ancora una volta e mi bloccò con il suo peso, insinuando lentamente la mano dentro le mutandine e stuzzicando la mia parte più sensibile. Cominciai a mugolare, a muovermi sotto di lui, a gemere.. poi, urlai, quando dopo diverse penetrazioni con le sue magnifiche dita, mi regalò uno degli orgasmi più intensi della mia vita.

Subito dopo si alzò, sedendosi sulle ginocchia e rivelandomi i suoi magnifici addominali, iniziò a baciarmi il polpaccio, poi la coscia.. e con le mani continuò a stuzzicarmi poco sotto l’inguine. Poi, mi tolse l’intimo, denuda nomi completamente. Si avvicinò pericolosamente alla mia intimità, annusandola e sorridendo ancora. “Smettila di sorridere, per favore..” pensai, vergognandomi ancora una volta. Iniziò a baciare tutto il mio corpo, partendo dal basso. Poi, arrivato alle labbra, mi guardò e cominciò a sorridere nuovamente.. poi iniziò una vera e propria risata sommessa.

- Che c’è? che c’è?! – Chiesi innervosita, perché stava ridendo di me?

- Sei troppo buffa.. sembra quasi che tu stia per morire. – Mi vergognai ancora, non poteva fare a meno di sottolineare ogni mia reazione più intima, decisi comunque di non farmi vedere come una pudica umana moralista e decisi di stare al suo gioco. Se lui voleva la sfrontataggine, gliel’avrei data.

- E’ colpa tua. – Gli dissi avventandomi sul suo collo e mordicchiandolo, sospirai al suo orecchio e lo sentii rabbrividire.

- E perché mai? – Mi chiese, accarezzandomi il capezzolo con un dito.

- Perché mi torturi, e non vuoi darmi quello che voglio.. – Dissi, provando a fargli capire..

- Perché, cosa vuoi? Dillo, regina, dillo.. – Aveva quella voce maledettamente roca e sensuale, l’avrei violentato se solo non mi avrebbe soddisfatta.

- Ti voglio dentro di me, Damon. – Dissi e, contemporaneamente, sentii il suo sesso entrare dentro di me, lentamente.

- Oddio! – Dissi sospirando.. non ci capii più nulla.. ma quand’è che si era sbottonato i pantaloni? “Oddio.. madonna santa..” cominciai a pensare e gemere come una gatta in calore.. Le sue spinta in poco tempo diventarono forti, vigorose, profonde e veloci.. la sua espressione si fece ancora più attraente, aveva gli occhi socchiusi, le labbra semi aperte, le guancie arrossate e digrignava. La mascella era così definita, ad un tratto  lo vidi cambiare ed assumere l’aspetto da vampiro.

Mi intimorii tremando, lui se ne accorse e tra un mugolio e l’altro disse:

- Non preoccuparti, pensa a godere, non ti mordo.. –

Continuò a spingere in me ed io continuai a gemere come non avevo fatto mai.. La sua faccia da vampiro scomparve dopo un po’ e io sorrisi più tranquilla, anche se lui era bello comunque.

I suoi non erano movimenti dolci o romantici, erano urgenti, passionali, bisognosi.. come se lui stesse aspettando quel momento da una vita.

- Vieni con me. – Mi disse e cominciò a spingere più forte, io sentii un turbinio di emozioni assalirmi.. un leggero formicolio mi parti dal basso ventre propagandosi per tutto il corpo, cominciai a gemere più forte e a tremare sotto i suoi movimenti secchi e profondi.. vedevo il suo corpo abbassarsi sul mio, poi un esplosione di piacere mi inondò e sentii il suo calore abbandonarmi. Lo vidi svuotarsi su un fazzolettino che era sul comodino e io continuai a tremare, scossa dal piacere.

- Stai meglio adesso? – Mi disse sbruffone, dopo essersi calmato.

- Si, grazie.. l’hai fatto davvero solo per farmi stare meglio? – Chiesi, sperando che una piccola parte romantica prendesse il sopravvento. “No Elena, l’ho fatto perché lo volevo, perché ti amo..” era questo che avrei tanto voluto sentirmi dire e invece..

- Si, solo per farti stare meglio, spero che ti sia servito. Ora dormi, buona notte. – Mi disse, uscendo dalla finestra. Mi alzai, ancora nuda e frustrata e la chiusi. Inchiavai anche la porta, non avrei voluto visite quella notte. Sapevo bene che con soltanto una mano avrebbe potuto buttare giù l’intero muro portante, ma inchiavarmi mi fece sentire più al sicuro.

“Vaffanculo.” Pensai, poco prima di addormentarmi e annusare le lenzuola sature di lui.

 

Un grosso grazie ad Alecious, Dede_Blood, RoseMarie90 e Kikka 97 per seguirmi sempre e commentarmi.. :) ditemi cosa te pensate!

 

 

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Capitolo 16
*** 17. Understand you ***


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17. Understand you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=F5rK574swXc&feature=related

 

Mi svegliai di soprassalto quella mattina, ancora sconvolta dall’incubo che mi aveva fatta sudare quella notte.. Elijah, sempre lui, protagonista indiscusso dei miei più oscuri sogni. Mi alzai quasi urlando, mettendomi seduta e vidi Damon seduto pigramente sulla poltrona di fronte al mio letto.

- Brutti sogni? – Mi chiese ed io annuii pigramente, doveva smetterla di apparire quando più gli piaceva.. non ero mica il suo giocattolo da usare quando ne aveva voglia. Avevamo fatto l’amore e mi aveva chiaramente dimostrato che per lui non aveva contato assolutamente nulla.  Si avvicinò pericolosamente e improvvisamente, mettendosi a qualche millimetro dalle mie labbra.

- Dovresti sognare solo me, lo sai. Cos’è che ti fa così paura? –

- Io.. ho sognato di nuovo Elijah stanotte. –

- E’ stato così terribile stare con lui? – Mi chiese preoccupato e apprensivo, mi felicitai di quel cambiamento.. finalmente un piccolo spiraglio.

- Mi ha quasi strozzata Damon, mi ha sputato addosso, mi ha insultata. –

- Bhé, così la prossima volta starai più attenta a non gironzolare di sola, la notte. – Detto questo, rimessa la sua solita maschera da bastardo, mi avvertì della colazione in tavola e scomparve. Mi vestii con una leggera tuta e scesi di sotto, pronta ad abbuffarmi dopo giorni di astinenza dal cibo.

Mentre lui guardava verso il muro, come in trance, io mangiai pancake e frittelle a volontà.. era tutto così buono. Ma mi mancava tanto il sapore del cibo di mamma e papà, di zia Jenna, del ristorante dove ordinava Stefan. Erano cambiate così tante cose.. non sapevo quale mi mancasse di più.

- Ti ringrazio, era tutto buono. – Ammisi e lui si voltò verso di me sorridendo appena, ne era compiaciuto. Magari qualcosa di me gli importava in fondo.

- Oggi dovrei andare a fare compere, mi servono dei vestiti nuovi.. inizia la stagione delle feste e non ho nulla da mettere. Vuoi venire con me? –

Mi feci incantare dalla sua voce e infine diventai acida, senza apparente motivo. “vuoi venire con me?” come se ci fosse un'altra alternativa..

- Si va bene.. Vado in camera, chiamami quando devo scendere. – Mi alzai dalla sedia e salii di sopra, vestendomi con una gonna nera e una maglia rossa. Misi le mie uniche scarpe da ginnastica e pettinai i capelli. Mi guardai il collo, avevo ancora i segni violacei delle mani di Elijah tutti intorno alla faccia, dietro le orecchie, sulla nuca. “Maledetto bastardo!” pensai.

Mi avvicinai al grosso armadio che Damon aveva riempito di vestiti per me e mi cambiai un'altra volta, indossando questa volta un paio di pantaloni e una felpa. Non mi andava di stare di nuovo a cosce nude, non era il mio tipo di abbigliamento. Damon mi chiamò dopo qualche minuto e io scesi di corsa al piano di sotto raggiungendo l’auto, misi la cintura e partimmo alla volta dei grandi negozi in centro. Passammo un pomeriggio tra scarpe e completi, alla fine tornammo a casa dopo aver speso più di tre mila dollari in vestiti inutili.

- Io me ne vado a dormire, buona notte. – Gli dissi salendo verso la mia stanza e giocando con la collana che mi aveva appena regalato.

- Perché non dormi con me? – Disse ad un tratto lui, afferrandomi il polso delicatamente, annuii e mi diressi nella sua stanza come ipnotizzata da lui.

Tolsi la felpa e i pantaloni, rimanendo in intimo, mi misi sotto le coperte e dopo qualche minuto arrivò anche lui e si stirò accanto  a me.

Istintivamente mi accucciai sul suo petto nudo e misi una mano sulla pancia, lui mi baciò la fronte e io sorrisi felice, baciandogli il petto.. proprio sul cuore.

- Buona notte regina. – Mi disse con voce stanca.

- Buona notte amore.. – Istintivamente lo chiamai così e mi sembrò di sentire il suo cuore battere di nuovo.

 

 

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Capitolo 17
*** 18. A day with you. ***


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18. A day with you.

 

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=a5irTX82olg

 

Ci svegliammo molto tardi quella mattina, dormire insieme, l’uno stretto all’altra mi aveva infuso un sentimento di pace e tranquillità  tale da permettermi di rilassarmi totalmente e dormire come non facevo da mesi, nemmeno quand’ero stretta a Stefan o quando dormivo insieme alle amiche.

Quando aprii gli occhi erano circa le dodici e un quarto, Damon stava ancora attaccato a me, con un braccio attorno alla mia spalla, dormiva come un bambino. Lo guardai per qualche minuto poi aprì gli occhi anche lui.

- Perché mi guardi? – Mi chiese, non astio ed aspro com’era solito rivolgersi, ma dolce e assonnacchiato.

- Perché mi piace guardarti dormire. – Risposi sottolineando l’evidente e sentendomi una stupida. Lui sorrise e mi strinse a sé, poi si alzò per andare a farsi una doccia. Io invece indossai una sua maglia e scesi di sotto a cucinare qualcosa da mangiare. Scesi le scale fischiettando e arrivai in cucina.

- Elena. – Mi sentii sussurrare alle spalle e mi voltai rivelando la faccia sorpresa e commossa di Stefan che mi guardava.

- Stefan! – Dissi molto forte e lui mi tappò la bocca, per paura che Damon ci sentisse. – Che ci fai qui? –

- Speravo di trovarti sola, volevo vederti.. non riesco a starti lontana, a lasciarti nelle mani di quel mostro. –

- No, sta tranquillo. Non mi tratta male, non è cattivo con me. – Lo rassicurai, rendendomene conto per la prima volta anche io, lui abbassò lo sguardo deluso. Aveva capito che stavo iniziando ad affezionarmi a Damon, anzi che mi ero già affezionata a lui. Mi carezzò il viso e mi guardò un ultima volta, poi dopo un bacio sulla fronte disse:

- Volevo solo vederti e controllare come stavi. Ora vado, ciao. -  Scomparve prima di darmi il tempo di rispondergli e mi lasciò perplessa.

Non sapevo più cosa pensare, non sapevo più chi amassi davvero tra i due.

Stefan era così premuroso, dolce e sensibile. Mi amava e lo ammetteva a se stesso e al mondo intero. Damon invece era così lunatico, impulsivo, imprevedibile.. ma solo con lui riuscivo a sentirmi completa.

- Non hai ancora mangiato? – Sobbalzai quando trovai Damon dietro di me, sperai con tutto il cuore che non percepisse l’odore del fratello e strizzai gli occhi.

- Non ho molta fame. – Sperai di liquidarlo e mi voltai verso di lui, trovandolo sospettoso e guardingo. Forse aveva intuito qualcosa.

- Mangia o ti sentirai male. – Mi disse gentile e il mio cuore si rilassò, cominciando a battere normalmente. Gli sorrisi e addentai il toast che avevo preparato la sera prima, compiacendolo. Divorai il toast in pochi minuti e poi lo raggiunsi sul divano sedendomi accanto a lui.

Guardammo un film d’azione e poi andai a fare la doccia.

Mi spogliai e mi posizionai sotto il getto caldo dell’acqua che sperai lavasse via tutti i miei dubbi e le mie paure più nascoste.

Mi insaponai lentamente, dolcemente sperando di rilassarmi e tornare allo stato di qualche ora prima.

- L’acqua su di te sembra ancora più pulita. –

- Mi fai impazzire, Damon. –

- Sei dolce, sai di dolce. –

- Baciami, demone, baciami. –

Erano più di due mesi che non avevo un flashback, mi voltai cercando Damon ma lui non c’era. Stavo davvero iniziando a credere che fossero davvero i miei ricordi e che non fosse lui a provocarmeli.

Improvvisamente sentii un brivido salirmi al basso ventre e realizzai di essere eccitata, Damon aveva sempre avuto quest’effetto su di me, che potevo farci?

Uscii dalla doccia gocciolante e mi coprii con una tovaglia, determinata ad ottenere ciò che volevo. Scesi al piano di sotto, decisa a farlo impazzire.. non volevo implorarlo né costringerlo a farmi stare meglio come l’altra notte. Volevo che fosse lui a cercarmi, a volermi, a conquistarmi.

Arrivai in salotto e gli passai davanti, coperta fin sotto il sedere, dirigendomi in cucina. Aprii il frigo, stappai una birra e la bevvi lentamente, consapevole del suo sguardo famelico su di me. Buttai la bottiglia e risalii al piano di sopra, convinta di ciò che avevo appena fatto.

Mi sdraiai sul letto, ancora bagnata, ancora semi nuda, aspettando il suo arrivo che non tardò a venire.

- Che hai intenzione di fare? – Mi disse con voce roca ed eccitata.

- Avevo sete.. – Sorrisi diabolica e lui sorrise insieme a me.

- Volevi farmi eccitare? – Mi chiese diretto ed io arrossii.

- Si. – Ammisi e lo guardai dritto negli occhi. – Ci sono riuscita? –

Si abbassò i pantaloni improvvisamente, sorrise di sbieco.

- Secondo te? – Si precipitò tra le mie gambe, entrando dentro di me.

 

Che ne pensate? Grazie comunque alle nuove lettrici e alle ragazze che hanno commentato.. continuate così! Vi voglio bene, soprattutto a Kikka, Alecious, dede_blood e RoseMarie che mi seguono dall'inizio. Se volete qui c'è il mio fb.

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Capitolo 18
*** 19. In my mind, in my heart.. only you. ***


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19. In my mind, in my heart.. only you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=ZWP3KSy4dfI&feature=related

 

- Vai amore.. si.. – Dissi tra una spinta e l’altra.. sospirai, ansimai, gemetti e quando si svuotò esplosi insieme a lui.

Avevamo bagnato tutte le lenzuola con i miei capelli e l’asciugamano ma non mi importò.. avevo fatto l’amore con lui e stavolta era stato lui a chiedermelo.

Era stato tutto così naturale, impulsivo, irruento e passionale da lasciarmi a bocca aperta.. ci sdraiammo l’uno accanto all’altra e lui mi sorrise.

- Nella mia mente, nel mio cuore.. solo tu. – Dissi e lui mi baciò con ardore.

Forse stava cominciando a cambiare qualcosa, forse lui era davvero innamorato di me adesso.. forse si era stancato di nasconderlo.

- E’ stato fantastico. – Commentò poi, leccandosi le labbra e facendomi sentire davvero donna. Guardare la sua espressione eccitata e appagata non aveva eguali, era così soddisfacente da farmi sorridere come un ebete continuamente.. avrei voluto urlare come una bambina.

- Ora però devo andare, ci sono affari che mi attendono. –

- Dove vai? Quando torni? – Chiesi impaziente di riabbracciarlo mentre lui si vestiva in fretta e mi girava le spalle.

- Non lo so, Elena. Ma.. posso fidarmi di te vero? – Mi chiese d’un tratto, minaccioso. Sapevo che pur volendo non avrei mai potuto sfuggirgli.

- Si, non vado da nessuna parte.. promesso. – Gli dissi e lui scomparve velocemente, lasciandomi ancora una volta da sola.

Passai l’intero pomeriggio ad annoiarmi tra film e libri finché, curiosando tra la scrivania di Damon, non trovai un vecchio quaderno malandato.

Era nero, dalle pagine ingiallite, simile al diario che avevo visto maneggiare e scrivere a Stefan diverse volte, mesi orsono.

Lo aprii timorosa, sperando di non essere scoperta e di non leggere nulla di orrendo..

E’ tardi, Elena dorme sul mio letto, semi nuda.. ed io non riesco a stare calmo.. E’ un ossessione per me, non posso farne a meno. Quando si allontana, quando non ho il suo profumo addosso, quando non sento la sua pelle sopra la mia.. mi sento perso. Mi fa impazzire il solo pensiero che lei è così uguale a Katherine e allo stesso tempo così diversa. Mi fa impazzire il modo in cui mi guarda, in cui mi parla, in cui mi sfiora o mi desidera. E mi sento un coglione ogni volta che la rifiuto pensando che anche Stefan l’ha toccata, sfiorata e desiderata come ho fatto io. Mi sento un coglione ogni volta che la tratto male, la offendo, la umilio solo per paura di mostrarmi debole e innamorato davanti a lei. Vorrei solo non dover essere così scostante con lei.

La verità è che devo smetterla di essere così dipendente da questa fragile e incoerente umana, finirò col cuore a pezzi proprio come cento quarantacinque anni fa. Devo smetterla e allontanarmi da lei finché riesco a farlo. Andrò da Rose, lei saprà farmi rilassare e pensare ad altro, anche solo per qualche ora. Poi, proverò a tornare come ero qualche mese fa, bastardo, senza sentimenti, distruttore.

Lessi tutto d’un fiato e rimasi sconvolta. Sconvolta dalle sue parole, dai suoi pensieri più intimi. Iniziai a piangere sommersa da troppi sentimenti diversi, amore, gioia e gelosia. Chi era questa Rose? Una vampira, una sua amante? La rabbia mi mangiò viva e iniziai a dare pugni a qualsiasi cosa mi trovassi davanti.. le mani cominciarono a sanguinare e io non smisi di piangere. Posai il diario al suo posto, prima del ritorno di Damon. Continuai a piangere e mi addormentai al tramonto, distrutta sia nel corpo che nel cuore.

 

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Capitolo 19
*** 20. Fighting with your heart. ***


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- Elena! Svegliati! Cazzo.. Elena! – Mi sentii chiamare e aprii gli occhi ancora impastati dal sonno. Trovai su di me la faccia preoccupata di Damon che mi scuoteva dalle spalle con le mani sporche di sangue. Era mio quel sangue?

Mi guardai frastornata, senza rispondergli e notai diversi piccoli tagli sulle nocche delle dita.. me li ero procurata prendendo a pugni la libreria.

- Scusa, sto bene. – Gli dissi provando a scostarlo e ad alzarmi.

- Che cazzo hai fatto? eh? – Mi chiese nervoso più che mai.

- Niente, Damon. – Risposi fredda provando ancora ad alzarmi, stavolta mi sbatté forte contro la spalliera del letto e mi fece male ad una spalla.

- Dimmi che cazzo hai fatto. –

- Devo toglierti dai coglioni ok? Vattene a fanculo. – Gli dissi con l’odio negli occhi, senza ripensamenti. Voleva uccidermi? Al diavolo, dovevo dirgli quello che pensavo.. ero stanca dei suoi comportamenti scostanti.

- Non ti conviene farmi incazzare. – Mi disse e io lo guardai con disprezzo.

- Cos’è? Non ti sei rilassato abbastanza insieme a Rose? Scopartela non ti è servito a nulla? – Mi avvicinai al suo collo. – Non sarò un vampiro ma percepisco il profumo di un'altra donna sulla tua camicia, bastardo. –

- Quello che faccio della mia vita sono affari miei, non ti permettere mai più a rivolgerti così a me, stupida. Adesso va a darti una lavata, sei pietosa. – Mi lasciò andare ed io corsi in bagno, presa nuovamente dalla voglia di piangere.

Mi rannicchiai nel box della doccia con le ginocchia al petto e iniziai a piangere sotto l’acqua calda.. Rivoli di acqua mista a sangue scendevano veloci dal mio corpo, lacrime e gocce d’acqua mi bagnavano il viso facendo colare il mascara.. i capelli si depositavano sulle spalle e sulla fronte, bagnati e appiccicosi. Piansi per qualche minuto poi sentii il box doccia aprirsi e Damon guardarmi sconsolato con una tovaglia in mano.

Mi alzai di scatto, ancora arrabbiata e feci per scostarlo e andarmene ma lui mi avvolse nella tovaglia coprendomi e abbracciandomi.

- Calmati, Elena per favore, shh. – Mi disse accucciandomi e carezzandomi.

Andammo a letto e io mi stirai tra le sue gambe, appoggiandomi al suo petto.

- L’hai fatto Damon? Hai fatto sesso con quella donna? – Chiesi impaurita.

- Senti, per adesso calmati, ne parleremo dopo di questa situazione. –

- No, devi dirmelo adesso. – Mi impuntai, arrabbiandomi di nuovo.

- Ho detto di andare a calmarti, non farmelo ripetere. – Mi disse quasi urlando, sembrava mio padre.. solo molto più cattivo e bastardo.

- Tu non mi dai ordini, maledetto bastardo. – Gli diedi un grosso schiaffo in pieno viso, mi preparai per dargliene un altro ma lui mi fermò la mano spingendomi lontana, scivolai sull’acqua per terra e caddi sbattendo la testa sullo spigolo del mobile. Un dolore forte, sordo s’impossessò di me facendomi mugolare, aprii gli occhi e vidi Damon preoccupato guardarmi.

- Elena! Ti sei fatta male? – Mi chiese notando la mano con cui mi ero tenuta la testa sporca di sangue. Mi toccai la ferita ancora aperta e urlai dal forte bruciore.. immediatamente Damon si morse il polso e me lo porse, bevvi qualche goccia del suo sangue e mi sentii subito meglio. Dopo qualche minuto era guarito tutto e mi alzai, come nuova, ma pur sempre furiosa.

- Adesso calmati. – Mi disse e io m’imbestialii ancora di più.

- Tu mi vuoi qui con te giusto? Mi obbligherai per tutta la vita a stare con te, ad essere solo tua.. ma non potrai mai obbligarmi ad amarti! Io non ti amerò mai, brutto bastardo! Mi hai capito? MAI. – Corsi via dal bagno e mi chiusi in camera mia sentendo Damon uscire di casa. Sarebbe tornato da quella puttana? Bene, non erano affari miei. Al diavolo lui e i suoi problemi mentali.

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Capitolo 20
*** 21. Seeing you. ***


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21. Seeing you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=ny7jwNe6hxo&feature=related

 

 

Stesi quasi due giorni chiusa nella mia stanza, di Damon nemmeno l’ombra. Erano passate diciannove ore e quattro minuti dall’ultima volta che l’avevo visto e stavo malissimo. Malissimo per ciò che gli avevo detto, malissimo perché lui se n’era andato, malissimo perché era stato con un'altra donna, malissimo perché probabilmente c’era tornato dopo il nostro litigio. E soprattutto stavo malissimo perché lo amavo e l’avevo negato, perché lui mi amava e non voleva ammetterlo. Malissimo perché lo volevo con me.

Mi alzai dal letto per la prima volta e andai in bagno, poi scesi in cucina dove mangiai qualche avanzo del giorno prima che avevo conservato in frigo. Infine mi lavai, pettinai e mi misi un vestito bianco, abbastanza scollato.

Andai in giardino e iniziai a camminare all’aria aperta provando un senso di sollievo.. stare chiusa in camera per tutto quel tempo mi aveva rintontita.

- Elena! Oh mio Dio! Sei viva! Oddio! – Sentii una voce maschile provenire dal bosco poco distante e mi voltai sconvolta per vedere chi fosse. Matt.

Sbiancai fuggendo verso casa, senza sapere cosa fare. Vederlo lì, a pochi metri da me mi sconvolse totalmente.. volevo solo correre lì e riabbracciarlo, scappare con lui verso la mia vera casa, riabbracciare Jenna, raccontare tutto.

Ma sapevo che se solo lo avessi fatto Damon ci avrebbe uccisi, ci avrebbe uccisi tutti. Scappai dentro la mia stanza e Matt continuò a bussare per la mezz’ora seguente.. poi avvertii le sirene della polizia avvicinarsi.

- Oddio.. cazzo.. e ora? cazzo! – Salii in soffitta e iniziai a guardare dalla piccola finestra, coperta per metà dalla scura tenda nera.

Vidi Matt con le lacrime agli occhi accanto a Jenna e Jeremy gesticolare contro la polizia. Erano quattro agenti e due cani.. Rimasi imbambolata a fissare mia zia e mio fratello come se al mondo non esistesse altro. Avrei solo voluto correre da solo e riabbracciarli.. quanto mi erano mancati. Jenna sembrava visibilmente sciupata e Jeremy urlava contro la polizia.. voleva fargli scassinare la porta di casa. Iniziai a sperare di riuscire ad uscire viva da tutta quella situazione.. in un modo o nell’altro mi avrebbero scoperta e Damon mi avrebbe ucciso!

- Perché li hai chiamati? – Sentii una voce alle mie spalle e vidi Damon, inginocchiato proprio dietro di me, che guardava dalla finestra.

- Sono uscita a fare una passeggiata in giardino, Matt mi ha vista e.. –

Uno schiaffo mi colpì in pieno viso zittendomi.

- Non dovevi uscire. Adesso siamo nei casini per colpa tua.  Dovrò ucciderli tutti.. sai quanto ci vuole per smaltire un corpo? Maledizione! –

Raggelai, sia per il forte dolore alla guancia sia per ciò che aveva appena detto.

- Non ucciderli ti prego! Soggiogali! Ma non ucciderli.. –

- Non ho tutto questo Potere ne tutta questa voglia di sprecarlo per i tuoi familiari, sinceramente..  soprattutto non dopo quello che mi hai detto. –

- Ti prego Damon mi dispiace, ti prego! – Sbuffò e senza dire nulla corse via, apparendo subito dopo dietro mia zia Jenna. Sbiancai, voleva davvero ucciderla? La prese per il mento, la fece girare tappandole la bocca in modo che gli altri, intenti a guardare la casa, non si accorgessero di lui.

La guardò fisso negli occhi e poi la vidi allontanarsi.. dopo poco fece lo stesso con Jeremy, Matt, lo sceriffo Forbes e io suoi colleghi. Mi voltai, sedendomi per terra e sospirando.. Damon li aveva risparmiati, mi amava al punto da risparmiarli. Ma quando salì a casa però lo vidi traboccare da una parte e dall’altra, infine cadde per terra e vidi del sangue uscire dal suo petto.

- Oddio Damon! No! – Corsi immediatamente da lui inginocchiandomi e sbottonandogli la camicia. Vidi due fori alla base del petto e Damon mi guardò supplichevole.

- Devo toglierli Elena, sono di legno.. non posso toglierli io. Ahhh.. –

Presi le pinzette dal bagno e estrassi i proiettili dalla gabbia toracica, Damon si lamentò, urlò quasi ed io iniziai a piangere. Lo abbracciai forte e dopo qualche minuto lui guarì completamente.

- Chi è stato a spararti? – Chiesi preoccupata e lui mi guardò in cagnesco.

- Stefan, è stato Stefan, dal bosco. – Poi si alzò e si diresse verso la porta.

 

Grazie mille del sostegno ragazze, comunque spero tanto che commenterete.. aggiorno troppo in fretta? ^^ se avete lamentele, vi ascolto pure.. Stefy (:

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Capitolo 21
*** 22. Do you kill him? ***


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22. Do you kill him?

 

http://www.youtube.com/watch?v=8KxKgLnlpR8&feature=feedrec_grec_index

 

- L’hai ucciso? Rispondimi Damon, hai ucciso Stefan? – Chiesi, dopo quattro ore, vedendolo rientrare dalla porta d’ingresso. Aveva gli occhi gonfissimi e arrossati, la labbra secche, il viso sconvolto.

- No. – Disse soltanto facendomi rincuorare. Stefan non era morto.

- E allora? Perché sei così sconvolto? – Mi avvicinai guardandolo negli occhi e prendendogli le mani. Sembrava distrutto.. totalmente.

- Katherine. E’ viva. – Mi disse ed io mi sentii morire.

- Ma come è possibile? Mi avevi detto che era morta.. –

- Lo so Elena! Lo so! E invece adesso sta con lui.. – Mi lasciò le mani e scomparve, rinchiudendosi in camera sua. Andai a vedere cos’avesse ma non volle aprirmi.. quindi rimasi seduta fuori dalla sua porta, aspettando che si calmasse. Katherine, la donna che lui aveva amato per molti anni e che aveva condiviso col fratello adesso riappariva e stava con Stefan. Com’era possibile? Damon l’amava ancora? Iniziai a realizzare di poterlo perdere. A quanto ne sapevo Katherine era una stronza quindi avrebbe fatto di tutto per scompigliare di nuovo le vite di Stefan e Damon, dannata puttana. Non avrei permesso che Damon soffrisse a causa sua, non di nuovo.

- Damon, apri per piacere. – Dissi alzandomi e avvicinandomi alla porta.

- Vattene Elena. – Mi disse secco, arrabbiato, in procinto di compiere follie.

- Damon apri. – Ripetei senza voler accettare ulteriori rifiuti.

Aprì la porta con uno scatto deciso e quando l’aprii lo trovai ancora più sconvolto di qualche minuto prima, se possibile.

Gli strinsi le braccia attorno al collo, beandomi del suo profumo muschiato e acre.. era il profumo migliore del mondo.

- Lei era morta, capisci? Era morta. – Mi disse quasi in trance. Vedere che un'altra donna potesse fargli quell’effetto mi mandò su tutte le bestie ma provai a stare calma. Se solo avessi fatto la gelosa adesso ne avrei pagato le conseguenze, arrabbiato com’era.

- Ormai è passato, ci sono io qua.. – Gli dissi accarezzandolo e improvvisamente le sue braccia scesero sui miei fianchi e mi strinsero.

Iniziai a camminare facendolo indietreggiare fino al bordo del letto. Lo spinsi delicatamente giù facendolo adagiare sul materasso e io mi stirai accanto a lui stringendolo. La mia testa era qualche centimetro più alta della sua, gli baciai la fronte e lo strinsi forte.

- Mi dispiace per quello che ti ho detto l’altro giorno, non è vero nulla.. io.. t.. ci tengo a te, insomma.. – Dissi ricacciando indietro quelle due paroline.

- Va bene ma adesso ho davvero bisogno di non pensare a nulla. – Mi disse.

- Vuoi che me ne vada? – Gli chiesi malinconica, non volevo un altro rifiuto da parte sua.. volevo essere io a decidere quando sarei dovuta andare via. Non avrei accettato ulteriori ordini, in fondo non era mio padre..

- No, voglio che mi distrai.. Elena. – Calcò il mio nome e io capii subito le sue intenzioni, voleva fare l’amore.. voleva farlo con me per non pensare a lei.

- Non credo sia una buona id.. – Mi bloccò gettandosi tra le mie gambe e baciandomi con ardore.. provai a divincolarmi ma il suo fascino mi colpì inesorabile e continuammo a baciarci, toccarci, esplorarci per diverso tempo.

- Non voglio fare l’amore oggi. – Gli dissi tra un bacio e l’altro e lui annuì.

- Però ti prego, continua a baciarmi. – Passammo tutto il pomeriggio e la sera a coccolarci, parlare del più e del meno, baciarci e sfiorarci. Poi decidemmo di andare a letto, mi attaccai a lui con gamba e braccio e lo cullai finché il suo respiro diventò regolare e rilassato, poi mi concessi di dormire anch’io.

 

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Capitolo 22
*** 23. Do you really love her? ***


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23. Do you really love her?

 

http://www.youtube.com/watch?v=waXo-x1IHio

 

- Buongiorno. – Adoravo la sua voce impastata dal sonno, roca, fragile.. come se appartenesse a un bambino bisognoso di coccole.

- Mm.. Buongiorno.. – Dissi anche io e lui per un momento sorrise poi tornò ad essere cupo e visibilmente ferito, come da cinque giorni a quella parte.

La scoperta di Katherine tornata a Mystic Falls per suo fratello l’aveva a dir poco annientato, erano giorni che non mi guardava con desiderio, giorni che non mi chiamava “regina”, giorni che non mi baciava o mi accarezzava.

La situazione stava cominciando a pesarmi.. possibile che non capisse che non c’era niente che poteva fare? Katherine non lo amava, probabilmente non lo aveva mai fatto e per quanto la sua relazione con il fratello potesse infastidire anche me dovevamo passare avanti. Ero sua, lui aveva me.. perché non poteva semplicemente essere felice?

- Vado a lavarmi, poi vado a mangiare qualcosa. – Mi disse e io intuii che avrebbe nuovamente morso qualche giovane concittadina per poi lasciarla priva di memoria e agonizzante nei boschi vicino alla città. Una volta avevo provato a dissuaderlo, ad arrabbiarmi con lui.. ma mi aveva detto che almeno si limitava a bere un po’ e a non ucciderle totalmente.

- Va bene, almeno stasera torni? – Sbuffai, ormai passava quasi tutte le notti fuori casa e tornava all’alba, piangendo ubriaco.

- Non lo so, c’è qualche film sul tavolo del salotto. Divertiti, non fare cazzate-

Mi disse, scomparendo e inchiavandosi dentro il bagno. Cos’è, adesso aveva anche paura che lo spiassi mentre era nudo sotto la doccia? Ero stata tollerante con lui.. l’avevo confortato, lasciato in pace quando me l’aveva chiesto, abbracciato quando piangeva, curato e coccolato. Ma per quanto sarebbe andata avanti quella situazione? Decisi di intervenire, pur sapendo a cosa andavo in contro. Se solo mi avesse scoperta mi avrebbe uccisa.

Mi vestii di corsa, senza farmi vedere, sistemai le coperte come se fossi ancora dentro il letto e scesi in garage, presi la vecchia moto che lui non utilizzava mai, uscii dal vialetto in silenzio e mi posteggiai all’angolo pronto a seguirlo ovunque sarebbe andato.

Poco dopo uscì e montò sulla sua Porsche, diretto in città. Misi il casco integrale e lo seguii a distanza, finché non si posteggiò davanti la sua vecchia casa. Quella dove adesso abitavano Stefan e Katherine, scese dall’auto nascondendosi tra gli alberi ed estrasse una bottiglia di Jack Daniels dal cofano dell’auto. Iniziò a bere, seduto su un vecchio tronco, e ad ascoltare le conversazioni all’interno della casa. Improvvisamente sentii il bisogno di andare da lui, al diavolo le conseguenze, al diavolo i suoi complessi.

- Damon. – Lo chiamai e lui sobbalzò guardandomi sconvolto.

- Che cazzo ci fai tu qua? – Mi chiese con voce aspra e acida.. era arrabbiato.

- Io.. volevo sapere dove andavi.. mi lasci tutto il giorno da sola e torni distrutto.. non volevo farti arrabbiare.. – Mi giustificai come una bambina.

- Non dovevi uscire di casa Elena, per nessun motivo.. e se ti vede qualcuno? e se ti facessi del male? Non dovevi farlo, porca puttana, non dovevi vedermi qui, così.. andiamo a casa forza. – Si alzò tirandomi per il braccio verso la macchina, iniziò a stringere forte e io iniziai a divincolarmi.

- Basta lasciami Damon mi fai male.. DAMON! – Urlai e lui mi tappò la bocca.

Mi nascose dietro un albero schiacciando la mia schiena sul suo petto.

- Zitta. – Mi intimò a voce bassissima.. vidi delle strane ombre passarci accanto, nascondersi tra e sopra gli alberi.. poi fermarsi davanti a noi.

Spalancai la bocca, rimanendo stretta a Damon, mi sembrava di aver davanti uno specchio.

- Sapete che è cattiva educazione spiare la gente? – La mia sosia parlò rivelando una voce molto simile alla mia. Era lei Katherine? Vestita in pelle, capelli a boccoli, sguardo da gatta morta, unghie lunghe laccate di nero.

- Ciao Stefan. – Salutai e lui mi fece a malapena un segno, abbracciando Katherine da dietro proprio come Damon stringeva me.

- Vedi fratellino? Alla fine ognuno di noi ha avuto la sua Katherine. – Disse Damon, sorridendo ubriaco. Io mi sentii offesa e maltrattata, lui stava con me solo perché pensava che io fossi Katherine? Che la potessi rimpiazzare?

- Si Damon, ma io ho l’originale. – La baciò sul collo ridendo diabolicamente.

- Io non sono Katherine. – Dissi a bassa voce, scostandomi da Damon infastidita e lui mi guardò severo, riavvicinandomi.

- Oh.. certo che non lo sei.. tu non sarai mai come me, Damon non ti amerà mai come ha amato me. Lui ama ancora me piccola Elena, fattene una ragione. – Mi disse Katherine, parlandomi per la prima volta.. un istinto omicida mi assalì in pieno, avrei tanto voluto strapparle quei boccoli finti e quelle unghie rifatte. Infima puttana manipolatrice e bugiarda.

Stesi zitta sperando che Damon intervenisse al posto mio ma non lo fece, quindi iniziai a piangere. Stefan mi guardò divertito mentre Damon strinse le sua braccia ancora di più attorno alla mia pancia.

- Io sto bene con Elena. – Disse ad un tratto, rompendo le risatine dei due vampiri di fronte a me, smisi di piangere per un secondo.

- Si ma è Katherine quella che hai sempre voluto. Altrimenti non saresti qui a spiarla adesso.. – Lo corresse Stefan e Damon lo guardò con aria di sfida, stava iniziando ad arrabbiarsi.

- Sai bene che non puoi fare nulla contro di me, sei debole fratellino. –

- Non più, Damon.. grazie a Katherine ho riscoperto le gioie e gli incredibili vantaggi del sangue umano, a proposito.. ne vuoi un po’? – Chiese porgendogli una sacca probabilmente proveniente dal Mystic Falls Hospital.

- Grazie ma ho già mangiato, puoi ficcartela su per il culo. – Rispose Damon.

- Sarà meglio che voi andiate adesso, io e Katherine non possiamo intrattenerci oltre.. siete pregati di non invadere più il nostro territorio.. oppure.. –

- Oppure cosa? ucciderai il sangue del tuo sangue? – Chiese furibondo.

- Potrei anche farlo.. o potrei uccidere la tua copia mal riuscita della mia donna.. o forse potremmo uccidervi entrambi. Vi conviene non scoprirlo. –

Detto questo sparirono e Damon mi trascinò in macchina, diretto verso casa, furibondo e fuori di sé.

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Capitolo 23
*** 24. I love the way you hurt me. ***


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2. I love the way you hurt me.

 

Capitolo altamente LEMON chi non è interessato è pregato dall'astenersi dal leggere. Grazie a tutti, commentate.

PS. Immaginare Damon in queste situazioni non vi fa venire l'acquolina in bocca? :Q____ Baci fatemi sapere che ne pensate.

 

http://www.youtube.com/watch?v=4HopTXYmrT8

 

Damon stese tre giorni e due notti fermo in salotto, seduto malamente sul divano senza nemmeno volermi parlare, senza bere, andare in bagno o fare un sospiro. Stese semplicemente immobile, pietrificato dal dolore e dalla rabbia. Poi.. alle quattro di quella notte si alzò di scatto, facendomi sussultare e andò in cantina. Lo seguii cercando spiegazioni e lo vidi bere diverse sacche di sangue, poi andò in bagno, senza nemmeno curarsi di chiudere la porta e si mise sotto la doccia per circa un ora. Infine, intorno alle sei di mattina, venne verso di me e mi baciò, senza preavviso. Fu un bacio rabbioso, quasi vendicativo nei confronti di Stefan e Katherine, un bacio violento e privo d’amore, un bacio carico d’odio. Ma lo accettai comunque e ricambiai, con amore e passione, era troppo tempo che non mi baciava..

Mi tolse la camicetta azzurra affondando sui miei seni, baciandoli, succhiandoli, stringendoli forte. Era troppo violento e arrabbiato ma erano pur sempre le sue mani che mi toccavano, come avrei fatto a rifiutarle?

Lui era già a petto nudo, bagnato, coperto solo da una tovaglia malamente attaccata al giro vita. Iniziai a toccarlo con brama e desiderio, lui tremò e ringhiò, tirando fuori la sua natura da vampiro.. avevo paura che potesse mordermi in uno scatto di rabbia.

- Non ti faccio del male. – Mi rassicurò, capendo la mia paura, fiutandola come fanno gli animali. Ma in fondo era questo che lui era, una bestia.

Continuò a baciarmi, mordicchiarmi delicatamente, leccarmi, toccarmi..

Mi spogliò completamente e mi gettò malamente sul letto, senza curarsi del romanticismo o del mio stesso benessere.

- Piano.. fa piano. – Gli chiesi notando la sua furia nel toccarmi, possedermi.

Entrò in me velocemente, con vigore facendomi urlare sia dal dolore che dal piacere.. Iniziò a spingere forte e veloce, come se ad ogni spinta di liberasse del dolore, della rabbia. Non riuscii a trattenermi, scoppiai con lui ancora dentro di me, bagnandolo con i miei umori. Mi guardò soddisfatto, e continuò a spingere.. attendendo anche il suo orgasmo. Ad ogni suo colpo di reni corrispondeva un mio gemito. Si impossessò di me per circa cinque minuti ancora, poi si svuotò dentro un fazzolettino mostrandomi la sua sexy faccia da orgasmo. Occhi semichiusi, mascella serrata, guancie arrossate e ringhi. Era davvero la creatura più attraente e dannata che avessi mai visto.

Quando si calmò si mise sotto le lenzuola di seta e chiuse gli occhi.

Rimasi nuda, immobile, in silenzio. Aspettai un quarto d’ora, racimolando qualche goccia di coraggio e poi mi decisi a parlare.

- Damon, mi dispiace davvero per ciò che stai passando, per Katherine, per tuo fratello, per le preoccupazioni che anche io ti ho dato. Ma sappi che se hai bisogno di qualcuno con cui parlare o sfogarti io ci sono. Mi sto innamorando di te Damon e non come Katherine, il mio sentimento è vero, disinteressato. –

Mi voltai timorosa verso di lui, aspettando un cenno o una semplice risposta ma niente, era immobile, magari era addormentato o magari fingeva di esserlo. Decisi di addormentarmi accanto a lui, non appena chiusi gli occhi e il respiro si calmò udii Damon strusciarsi su di me e sussurrare:

- Anche io ti amo. – Mi baciò il collo e mi strinse forte contro di lui.

Sentii tutto il suo corpo tiepido e muscoloso contro la mia schiena, il suo respirò mi solleticò il collo e le sue labbra cominciarono a sfiorarmi le spalle.

- Tu mi fai impazzire, Elena.. mi fai impazzire, col tuo corpo, il tuo profumo, le tue labbra.. – Iniziò a baciarmi le spalle e la schiena con passione, poi risalì sul collo e iniziò a spingersi contro di me, sospirando e facendo sospirare me.

Il suo corpo così perfetto, la sua erezione calda e pulsante, le sue mani esperte, la sua bocca morbida e avida contro la mia pelle, erano delle sensazioni incredibili.. Era impossibile resistergli..

- Basta amore.. – Mi voltai verso di lui, guardandolo negli occhi, estasiata.

- Fammi tua, basta torture. – Lo supplicai e lui non batté ciglio. Mi abbracciò e si insinuò tra le mie cosce, facendomi gemere. Mi riempiva il cuore e il corpo.

Facemmo di nuovo l’amore quella notte, ma stavolta fu dolce, passionale e mi fece vedere il paradiso come solo lui sapeva fare.. Ma il giorno dopo ci avrebbero atteso cattive sorprese.

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Capitolo 24
*** 25. I think you're crazy. ***


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25. I think you’re crazy.

 

Capitolo un pò lungo e forse insensato e monotono. Spero vi piaccia comunque.. anche se a me non piace, fatemi sapere. :*

 

http://www.youtube.com/watch?v=TjYjKNGt18k

 

 

-  Che cosa vuoi? – Mi chiese Damon mentre mi sorrideva, ancora tra le coperte.. ancora tra le sue braccia, ancora stretta all’uomo che amavo.

- Tanti baci. – Risposi io e lui si tuffò sul mio viso, ricoprendolo di dolci e piccoli baci, leggeri.. come il mio cuore in quel momento.

Rimanemmo diverse ore a coccolarci a letto poi ci alzammo per andare a lavarci e a mangiare. Mentre lui succhiava in maniera irresistibile quella sacca rossastra io accesi la televisione, addentando un toast. Tra una notizia del telegiornale e l’altra sentii chiaramente il nome di Jenna e prestai la mia attenzione alla televisione. Il conduttore disse qualche parola su un grave incidente a casa Gilbert.

- Il più piccolo dei Gilbert è rimasto incolume, con solo qualche ferita all’addome ma la tutrice Jenna purtroppo è molto grave. Risiede nella sala di terapia intensiva del Mystic Falls Hospital e sembra sia ancora in pericolo di vita. Le molteplici bruciature e ferite infatti minacciano di toglierle la vita, la giovane 33enne fa un ultimo appello ai rapitori di sua nipote, scomparsa pochi mesi fa, chiedendo di rilasciarla anche solo per permetterle di vederla un ultima volta. Si spera per il meglio, vi faremo sapere. –

Iniziai a vederci appannato, le lacrime che si erano fermate sugli occhi mi stavano offuscando la vista. Jenna stava morendo e Jeremy era ferito.

- Elena.. mi dispiace.. – sentii Damon parlare in lontananza. Jenna sarebbe morta senza vedermi l’ultima volta, sarebbe morta credendo di aver fallito con me, credendo di aver permesso che io morissi come i miei genitori.

E invece per tutti questi mesi ero stata a pochi metri da lei, senza parlarle o combattere per vederla e farle sapere la verità.

- Devo andare da lei, Damon. – Mi pronunciai, con voce spezzata dal pianto.

- Non posso lasciarti andare, mi dispiace. –

- Hai detto che mi ami.. allora dimostralo! Tornerò qui da te, te lo prometto, sei tu quello che voglio. Al diavolo scuola, lavoro e amici! Voglio te.. ma Jenna sta morendo.. voglio almeno dirle addio. –

- Non posso lasciarti. – Mi ripeté e io scoppiai a piangere, come una dannata.

- Maledizione, sei così crudele! Bastardo. – Scappai via e corsi in camera mia, distrutta. Aveva detto che mi amava e adesso voleva che mia zia morisse senza rivedermi nemmeno una volta.

- Mi dispiace Elena, non volevo ferirti. Ma chi mi garantisce che potrai tornare da me? Ammesso che tu lo vuoi davvero, appena Jeremy e i tuoi amici ti rivedranno non permetteranno più che tu torni, mai. – Spuntò Damon dalla porta, con occhi bassi e dispiaciuti.

- Potrei pur sempre abitare con Jeremy e stare con te ogni volta che ne hai voglia. –

- No! Tu. Sei. Mia. Non devi stare con nessun altro, vedere nessun altro. Sei mia Elena, MIA. – Scandì questa frase in maniera incredibile.

- Allora troviamo una soluzione, portami tu. Soggiogherai Jenna, non mi vedrà nessuno e farai in modo che lei ricordi ma che non ne parli con nessuno eh? Che ne pensi? – Lo guardai con occhi lucidi e pieni di speranza.

- E’ troppo pericoloso, Elena. – Mi ammonì come fossi una bambina.

- Dai, ti prego! Fallo per me, Damon! Almeno questo.. – Mi bloccai, non so come avrebbe reagito se solo avessi detto “me lo devi”.

- Va bene, a mezzanotte andremo da lei. Preparati in tempo, avrai solo cinque minuti Elena, non posso concederti di più. –

Le ore passarono lente e inesorabili, girai e rigirai per la stanza, lessi qualche libro, sfogliai qualche rivista.. infine mi lavai, mi vestii e pettinai al meglio.

Guardai l’orologio digitale sul mio letto: 23:54. Damon era andato a caccia di qualcuno da prosciugare per permettersi di soggiogare Jenna al meglio ed io non vedevo l’ora di rivederla.

- Possiamo andare, vai in macchina, io prendo la giacca  e arrivo. – Mi disse Damon apparendo accanto a me e toccandomi un fianco.

Corsi preoccupata e contenta verso l’auto, salii a bordo e aspettai Damon che pochi secondi dopo mi aveva già portata in ospedale, quella macchina era davvero un bolide.

Scesi emozionata e aggrappai a lui, come mi aveva chiesto di fare, chiusi gli occhi e lui, con un balzo, arrivò nel balcone della stanza di Jenna. Era aperto quindi entrammo senza problemi.

- Jenna.. – La chiamai, Damon si sedette poco più lontano.

- Oh Dio Elena! – Si agitò, fece per strapparsi i fili delle macchine che la mantenevano in vita ma prontamente Damon arrivò e la guardò negli occhi bloccandola.

- Non devi muoverti, ascolta ciò che tua nipote ha da dirti, avete qualche minuto. –

- Jenna, oddio mi dispiace così tanto. – Le dissi tra un singhiozzo e l’altro, le presi la mano e lei sorrise serena, come se dopo tanto tempo aveva finalmente trovato la pace.

- Avrei così tante cose da dirti o da raccontarti ma voglio che tu sappia che sto bene, che non sono in pericolo, che questo ragazzo si prende cura di me. Nella tua vita non hai sbagliato nulla, soprattutto con me e Jeremy. Sei stata perfetta.. ti voglio bene Jenna, resisti.. guarirai, sono fiduciosa. – Le dissi con le lacrime agli occhi, la baciai sulle guancie e sulle mani.. lei mi diede un grosso bacio sulla guancia e poi mi porse una catenina. La presi tremante e notai che era un ciondolo con dentro due foto.. una con mamma e papà e l’altra con Jenna e Jeremy. La baciai di nuovo, piangendo ininterrottamente. Poi Damon mi chiese di allontanarmi e la soggiogò davanti a me..

- Elena ti ama, è viva e sta bene. Starà bene con me e tu lo sai, ne sei certa. Ma non dovrai dirlo a nessuno, nemmeno a Jeremy né al tuo fidanzato Alaric. Non dovrai mai cercarla o parlare di lei, non dovrai preoccuparti per lei.

Adesso dobbiamo andare, tu sta tranquilla. Ho qui una cosa per te, ma prima devo chiedere il consenso a tua nipote. – Si voltò verso di me e mi mostrò una boccetta trasparente con del sangue.

- E’ mio.. potrebbe aiutarla a guarire, ma se morisse con questo ancora in circolo diventerebbe come me, devo darglielo? – Mi chiese diretto e senza pensarci troppo annuii. In fondo a me aveva sempre fatto bene, avrebbe guarito anche lei. E poi avrei preferito vederla vampira che morta.

- Falla guarire. – Gli dissi e dopo averla vista riprendersi un po’ andammo a casa, io ero la persona più felice del mondo e finalmente vidi Damon soddisfatto di aver fatto una buona azione.

- Grazie amore. – Gli dissi prima di addormentarci, lui mi baciò.

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Capitolo 25
*** 26. Scared of losing you. ***


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26. Scared of losing you.

 

 

 http://www.youtube.com/watch?v=gH476CxJxfg

 

Passammo una settimana tranquilla, tra momenti dolci e momenti un po’ confusionari in cui Damon soffriva ancora per Katherine. Ma tutto sommato credei di poter ricominciare la mia vita insieme a lui, come una coppia sommariamente normale. Mi sbagliavo.

- Ciao Damon. – Sentii una voce poco familiare provenire dalla porta della camera da letto. Damon, ancora a letto con me, si staccò e si alzò.. completamente nudo. Mi voltai e vidi una donna molto bella, mora, con un viso d’angelo.

- Ciao Rose. – Notai lo sguardo della ragazza percorrere il corpo nudo di Damon e soffermarsi sull’inguine.

- Sempre alzato eh? – Lo canzonò e vidi Damon sorridere compiaciuto.

- Che ci fai qui? – Le chiese e lei sorrise diabolica, avvicinandosi al mio uomo.

Guardai la scena allibita, lo accarezzò e gli si avvicinò all’orecchio dicendogli qualche parola che non riuscii a sentire.

- Sarà meglio parlarne fuori di qui, aspettami di sotto, mi vesto e arrivo. –

- Mm.. non vestirti. – Risero entrambi e lei scese di sotto.

- Chi è quella donna? Che cosa vuole? – Dissi incredibilmente gelosa.

- Non sono affari tuoi Elena, vado a fare una passeggiata e torno. – Mi informò mettendosi i pantaloni e le calzette.

- No! Non tornare il bastardo di prima! Andava tutto bene.. per favore, dimmi che sta succedendo. Hai una storia con lei? – Chiesi ricordando ciò che aveva scritto nel diario quella volta.. “Andrò da Rose, lei saprà farmi rilassare e pensare ad altro, anche solo per qualche ora.”  non potevo sopportare altro dolore.

- No Elena, va tutto bene, smettila di fare la bambina. – Scomparve, con una leggera canottiera nera e il suo giubbotto di pelle.

- Cazzo. – Imprecai prima di gettarmi a peso morto sul letto.

Era di nuovo tornato in sé, di nuovo bastardo, di nuovo pronto a rompermi il cuore.. maledetto vampiro.

Passarono diverse ore, mi affacciai dal balcone per prendere una boccata d’aria e mi resi conto che era addirittura il tramonto. Meglio, non mi avrebbe visto nessuno.. Iniziai a camminare nervosamente tra un angolo e l’altro del balcone, sperando di vedere Damon tornare all’orizzonte senza quell’infima puttana di Rose.  Volevo tanto sapere dov’erano e se lui mi amava ancora.

Dopo qualche minuto sentii degli schiamazzi provenire dalla cucina e scesi, curiosa e spaventata, chi era? Era tornato?

- Damon sei tu? – Lo chiamai scendendo le scale.

- Mm.. no, prova ancora! – Sentii una voce maschile, divertita, rispondermi dalla cucina. Continuai a scendere le scale e andai in cucina, trovando un uomo sdraiato sul divano intento a bere whisky. Presi il paletto che Damon mi aveva lasciato sul tavolo per difendermi e mi avvicinai all’uomo.

- Chi sei? Sei un vampiro? Che cosa vuoi? –

- Calma tesoro, sono Zack, parente dei fratelli Salvatore. Damon è in casa? Stefan mi ha detto di cercarlo qui. –

- E’ andato via qualche ora fa, non so quando torna. –

- Ma come fai ad ingannarli ancora entrambi? Mezz’ora fa stavi semi nuda sul letto di Stefan e adesso sei qui per Damon. Uccidimi pure se vuoi, ma sei davvero una puttana Katherine. Non ti basta mai. –

- Io non sono Katherine.. Stefan non te l’ha spiegato? Il mio nome è Elena Gilbert e non sono una puttana. –

- Non.. non sei Kath? – Mi chiese sollevato, magari temeva davvero di morire dopo ciò che aveva detto. Sembrava davvero sconvolto, forse era ubriaco.

- No, sono una sua lontana discendente. –

- Ma allora tu.. tu sei la doppleganger! –

- La cosa? – Chiesi confusa.. ero stanca di non capire mai di cosa si parlasse quando c’era il mio nome in ballo. Antichi, sacrifici, doppleganger..

- L’esatta sosia di Katherine. Siete due gocce d’acqua, identiche. –

- Che ci fai qui Zack? – La voce dura di Damon mi fece ricordare che poche ore prima era fuggito via con un'altra donna ed era mancato per quasi mezza giornata. Lo vidi entrare dalla porta d’ingresso, da solo. Rose non c’era.

- Oh! Che piacere rivederti! Non mi abbracci? – Disse l’uomo sarcastico.

- Fai poco lo spiritoso. Gli umani come te li mangio a colazione e non è una frase fatta. – Disse Damon col suo solito sorriso da sbruffone.

- Mm.. ero solo venuto ad avvertirti di una cosa, mio caro, ricordi quei cari e dolci licantropi che tu e tuo fratello vi siete divertiti a torturare nel 1997? Bhé, hanno reclutato altri lupi, si sono armati.. e vi stanno cercando da più di tre anni, non credo siano molto lontani dallo scoprire dove siete. –

- Cazzo. – Imprecò Damon. Altri guai, altra paura di perderlo.

- Bhé, essendo vostro parente, mi sembrava giusto avvertirmi. Ho fatto bene il mio lavoro no? E la ricompensa? Stefan mi ha scacciato in malo modo.. non so cosa gli prende.. – Disse Zack con occhi melliflui.

- Tieni, stupido approfittatore, vattene adesso. – Gli lanciò un gruzzolo di soldi che approssimativamente potevano essere circa ottocento dollari e Zack andò via, chiudendosi la porta alle spalle. Io sospirai, Damon sospirò con me.

 

Non riesco proprio a tenerli fuori dai guai eh? Adesso come si metterà la situazione? Lo scoprirete domani! Un bacio a chi mi segue, mi mette tra i preferiti e mi commenta la storia, facendomi sentire più brava di quello che sono! Vi voglio bene.

Piccolo sondaggio: Qual'è il vostro personaggio preferito della mia fanfiction e perchè? Bacioni!

Stefania.

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Capitolo 26
*** 27. Storm with you, for you. ***


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27. Storm with you, for you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=0RMI_Pc4exc

 

- Arriveranno Elena, non so come farti capire che devi andartene! Te l’ho ripetuto mille volte.. devi andartene. –

- Io non ti lascio, Damon. Eri tu a dirmi che sarei stata tua per sempre.. e adesso dopo un pomeriggio con Rose te ne penti? – Urlai arrabbiata.

- Sai essere davvero stupida certe volte.. ti ho già spiegato che Rose non c’entra niente, era venuta in città solo per informarmi di alcuni miei affari in Bulgaria, io voglio che tu te ne vada da Mystic Falls perché non voglio che ti succeda niente! –

Provai a capire ciò che mi stava dicendo ma la voglia di dirgli che non lo avrei mai abbandonato perché lo amavo troppo mi vinse.

- Io non me ne voglio andare.. il mio posto è con te, non credo che Stefan stia lasciando Katherine in questo momento. –

- Katherine è un vampiro molto più vecchio e potente di me e Stefan messi insieme, sei tu l’umana vulnerabile che i lupi prenderanno come ostaggio. –

- Mi hai già salvata in passato. –

- Ma stavolta devo pensare a salvare me stesso, non posso mettere tutto a rischio per i tuoi capricci Elena. Devi andartene, non si discute. –

- Dovrei mandarmi con la forza allora, perché non ho nessuna intenzione di muovermi da questo letto. – Continuai a fare la bambina capricciosa e lui sbuffò nervoso, magari gli stavo davvero dando sui nervi.. ma che potevo farci? non volevo andarmene sapendo che forse non l’avrei mai più rivisto.

Lo vidi avanzare verso di me con la sua aria minacciosa che avevo già visto diverse volte, mi porse le sue mani ed io ingenuamente le presi, credendo che volesse solo parlarmi.. Invece, nel giro di pochi secondi mi caricò sulla sua spalla e mi ritrovai col sedere in mezzo alla polvere, chiusa nella sua cantina, legata ad una roccia con una catena.

- No! Damon! – Urlai provando ad afferrargli una gamba mentre si allontanava soddisfatto.. perché mi aveva chiusa qui dentro?

- La tua amica Bonnie, è una strega esatto? O quanto meno sua nonna lo è. – Mi guardò interrogativo, cercando una risposta valida. Non volevo dirglielo ma pensai che se avessi fatto la brava magari lui mi avrebbe liberata e perdonata.

- Si, sua nonna lo è.. Bonnie è ancora inesperta ma riesce a cavarsela.. perché me lo chiedi? – Parlai velocemente e nervosamente, sperando in un perdono da parte sua. Avrei fatto tutto il necessario per uscire da quel buco polveroso.

- Tu non vuoi andartene, ma non puoi stare accanto a me. Quindi ti chiudo qui, faccio venire una strega a compiere un incantesimo e tu sarai al sicuro. –

- Che incantesimo? – Chiesi spaventata dal fatto che mi avrebbe lasciata lì.

- Farò in modo che nessuna creatura intenzionata a farti del male potrà mettere piede in questa cella, né vampiro, né licantropo né umano. Solo chi avrà buone intenzioni riuscirà ad entrare.. –

- Allora tu potrai entrare, potrai venire a trovarmi. – Conclusi.

- No, per quanto io ci tenga a te il tuo sangue è sempre stato una tentazione immensa per me.. e lo è ancora. Ho sempre, costantemente il desiderio di morderti. Di ucciderti. – Raggelai a quelle parole.. voleva davvero uccidermi?

- No! Non andare. – Riuscii a dire singhiozzando quando lo vidi chiudere la porta di legno e acciaio. Lui si voltò, riaprendola e guardandomi curioso.

- Che c’è ancora? – Mi chiese, toccandosi nervosamente le mani.

- Potresti almeno salutarmi come si deve, vieni per favore. – Lo supplicai allungando le braccia e lui si catapultò su di me, inginocchiandosi e abbracciandomi stretta. Inspirò chiaramente il mio profumo e io feci lo stesso, beandomi del suo e delle sue mani sulla mia schiena.

- Quando tutta questa storia sarà finita tornerai di sopra, con me. – Mi rassicurò e io lo guardai con gli occhi pieni di lacrime e le labbra tremanti.

- Quando finirà tu sarai ancora di sopra? – Chiesi e lui capì cosa intendevo. Avevo paura che morisse, infondo avevo sempre saputo che il morso di un licantropo era letale per un vampiro.. mio padre me ne aveva parlato diverse volte, quindi sapevo che rischi stesse correndo affrontando quei licantropi.

- Ci proverò Elena, se così non dovesse essere potrai tornare alla tua vecchia vita, senza problemi. Non sei contenta? –

Iniziai a piangere e lui mi guardò confuso, magari si aspettava un sorriso a trentadue denti ma la verità era che ormai la mia vita era lui, quindi non sarei più tornata a vivere dopo la sua morte. Sarei morta dentro anch’io.

- Non morire, scappiamo da qua, andiamocene, non devi affrontarli. – Dissi.

- Non posso lasciare Stefan da solo. Abbiamo iniziato questa storia insieme, dobbiamo finirla insieme. – Mi disse e capii l’amore fraterno che li legava, in fondo erano pur sempre quasi duecento anni che stavano insieme..

- Ma c’è Katherine.. L’hai detto tu che è molto forte e potente.. può aiutarlo lei, sarà in buone mani. – Provai a convincerlo ma lui mi fece segno di “no” con la testa, io abbassai lo sguardo sentendomi sconfitta e sconfortata.

- Katherine è una puttana ingrata ed egoista, lo abbandonerà prima ancora che la situazione si faccia critica. Mi dispiace regina, devo andare. –

Mi baciò sulle labbra e per un attimo mi dimenticai di tutto.

Mi dimenticai del mondo intero, dei licantropi, di Rose, di Stefan.. sentivo la sua lingua fare l’amore con la mia, giocare e combattere per poi vincere.

Le sue mani si posizionarono sui miei fianchi e continuò a baciarmi.

- Scioglimi. – Gli chiesi tra un bacio infuocato e l’altro.

- Hai deciso di andartene allora? – Mi guardò un po’ deluso e io sorrisi.

- No, resterò qui, ma voglio fare l’amore nel nostro letto per l’ultima volta prima che tu.. combatta contro quella gente. – Sussurrai sensualmente al suo orecchio e lui mi slegò da quella catena prendendomi in braccio e portandomi a letto.

- Stanotte sarà la migliore. – Mi promise e io lo baciai.

- Solo perché tu sei il migliore, amore. – Mi baciò anche lui e...

 

TO BE CONTINUED

 

Ahahaha sono cattiva vero? comunque ho problemi con il pc.. non funziona bene, quindi se non aggiorno come prima è per questo.. ma per farmi perdonare vi anticipo che il prossimo capitolo sarà lemon e molto dettagliato. ho intenzione di descrivere questa scena d'amore tra i nostri amati personaggi. Baci bacioni a tutte, vi adoro! fatemi venire qualche idea, dai qualche consiglio.. posizione? preliminari particolari? avantiiii :)

Stefy. (chiamatemi pure così se volete)

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Capitolo 27
*** 28. Baby I'll miss you. ***


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28. Baby I’ll miss you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=qyyKNpEoqUM

 

Il letto era morbido, soffice, pieno di profumi e ricordi che mi sarei portata dentro per sempre. Damon mi sfilò i pantaloni i jeans con lentezza esasperante, la mia pelle andò a fuoco non appena le sue labbra si poggiarono sulla coscia. Mi sfilai la maglietta da sola sentendomi fin troppo vestita, poi spogliai lui con facilità, scoprendo il suo corpo centenario. Era perfetto.

I muscoli erano evidenti e presenti al punto giusto, gli addominali e i pettorali erano le parti che più preferivo accompagnate alle fossette che aveva poco sopra l’inguine. Continuò a baciarmi le gambe e la pancia per diversi minuti, poi si fiondò sul seno rompendo il reggiseno in pochi attimi.

- Sei fantastica. – Mi disse sussurrando e per un attimo mi ritrovai a crederci.. il fatto che un donnaiolo come lui potesse trovare perfetto il mio corpo mi lusingò e mi mandò in estasi. Mi toccò e mi baciò a lungo come se fossi un prezioso cristallo che si sarebbe potuto rompere in pochi secondi. Mi sfiorò con i polpastrelli facendomi desiderare molto di più poi si stirò su di me baciandomi finalmente sulle labbra. La sua lingua, la sua bocca, la sua barba appena accentuata mi fecero sentire la persona più fortunata del mondo.

- Mi stai facendo impazzire. – Gli confessai in un attimo di lucidità, lui sorrise diabolicamente, passando a baciarmi il collo.

Impaziente infilai una mano tra i nostri corpi raggiungendo la sua erezione pulsante, la toccai muovendomi su e giù, facendolo gemere e sorprendere.

Successe tutto in pochi secondi, la sua faccia cambiò, mostrandomi dei denti affilati e degli occhi rossi e assatanati di sangue. Provai a distrarmi, baciandolo sul collo e continuando a toccarlo e a farmi toccare, ma lui iniziò a respirare pesantemente e poi si alzò dal letto, spostandosi velocemente verso la porta. Lo guardai confusa e spaventata, sembrava un'altra persona. Aveva il viso completamente mascherato dalla fame e dalla voglia di uccidere.

- Dio.. dio.. – Disse, imprecando e serrando pugni e mascella.

- Va tutto bene? – Chiesi timidamente guardandolo impaurita.

- Stavo per.. per.. – Era sconvolto, la sua voce roca e assetata.

- Stavi per fare cosa Damon? – Ebbi paura di ricevere una risposta.

- Stavo per ucciderti Elena, stavo per morderti.. io.. non sei al sicuro con me, torna di sotto, per favore.. mi dispiace.. non posso darti quello che vuoi stanotte. – Mi disse velocemente, impercettibilmente, con un fil di voce.

- No. Damon no. – Mi alzai andandogli incontro, lui indietreggiò bloccandosi contro il muro. Mi avvicinai prendendogli il viso tra le mani.

- Non faremo l’amore se non te la senti ma questa notte è ancora nostra, non mandarmi via adesso. Stirati, non ti toccherò nemmeno se è questo che vuoi, ma non mandarmi via. – Gli chiesi con le lacrime agli occhi, lui le asciugò con il pollice accarezzandomi i capelli raccolti in una coda. Mi sorrise debolmente e mi prese per mano, conducendomi a letto, sotto le coperte, insieme a lui.

- Ti amo. – Gli dissi, stringendomi titubante a lui, sperai che non mi allontanasse e grazie a dio non successe, mi strinse e  ricominciò a baciarmi lentamente e con passione.

- Io voglio fare l’amore con te, voglio soddisfarti.. ma ti prego, andiamoci piano. – Mi chiese e io mi lasciai muovere da lui. Lo accarezzai lentamente, prima sulle braccia e poi sulle spalle. Infine lui mi sfilò le mutandine.

- Ti dispiace se proviamo a.. farlo adesso? – Mi chiese, mostrandosi imbarazzato per la prima volta dopo mesi.

- No, certo che no.. vai amore, sono pronta. – Gli dissi, guardandolo.

Abbassò i boxer neri che tanto amavo e si posizionò tra le mie gambe.

Entrò dentro di me piano, lentamente.. facendomi trasalire e mugolare.

- E’.. è bellissimo Damon. – Dissi dopo diverse spinte che mi portarono in paradiso, lui sorrise e mi baciò con passione, abbracciandomi.

Continuò a spingere dentro di me, tra le mie cosce, facendomi arrossire e accaldare.. poi, finalmente, mi portò all’orgasmo e venne insieme a me.

- Ti amo. – Dicemmo contemporaneamente, sorridendo come due bambini innamorati. Quella notte non dormimmo, parlammo di tantissime cose, della mia vita, della sua vita da umano e da vampiro, poi all’albeggiare chiudemmo gli occhi consapevoli che quella sarebbe stata l’ultima notte serena per molto tempo.

 

Forse non è come ve lo aspettavate? Un bacio.. scusatemi se vi ho deluso, questo capitolo non mi piace x niente. Stefy.

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Capitolo 28
*** 29. War aganist you. ***


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 29. War aganist you.

 

IN VIA DEL TUTTO ECCEZIONATE: Damon POV.

Canzone leggermente forte, capitolo leggermente forte.

http://www.youtube.com/watch?v=3nVQLR841EA

 

L’indice di Tyler si spezzò sotto le mie dita, vidi chiaramente mezzo dito volare e depositarsi sul terreno bagnato. Maledetto licantropo, mi era sfuggito dalle mani un'altra volta. “Elena.” Il suo nome apparve nuovamente nella mia mente quando quella brutta cagna di Jules ringhiò diabolicamente catapultandosi su di me. Mi sbatté su un albero e con un calcio la mandai a soffrire insieme ai suoi compagni, già distesi e moribondi per terra.

Mi voltai, pieno d’odio e adrenalina, verso Stefan e Katherine che combattevano fianco a fianco contro tre licantropi grossi e potenti.

“Saranno i capo-branco, gli Antichi.” Pensai, guardandoli.

Pelo folto, denti lunghissimi e affilati, unghie appuntite, zampe grosse, muscolose, potenti.. torace scolpito, coda lunga e vigorosa.

Mi sorpresi per l’ennesima volta notando l’ardore con cui Katherine combatteva insieme a Stefan, non mi aspettavo tanta lealtà verso mio fratello. Ne fui quasi geloso, domandandomi se avrebbe fatto lo stesso per me e conoscendo già la risposta. Sapevo bene che aveva sempre amato lui.

- Bastardo, fatti sotto. – Dissi guardando di sbieco un licantropo, dietro la roulotte, avvicinarsi di soppiatto e ringhiare contro di me.

Lo presi dal muso, staccandogli la parte superiore del naso. Lo vidi annaspare, con la faccia ricoperta del suo stesso sangue. Con una mossa rapida mi voltai dando un pugno ad un altro bastardo che mi stava attaccando alle spalle. “Elena.” Ripensai, strappando un occhio a quel cane spelacchiato. Lo riempii di calci, occupandomi di tanto in tanto del suo compagno che prontamente veniva a rompermi i coglioni.

Li misi vicino, distesi, ormai quasi morti.. e li bruciai vivi, voltandomi ancora una volta verso Stefan e Katherine, ormai stremati ancora alle prese con i tre licantropi famelici. Guardandoli bene riconobbi chiaramente il licantropo che stava al centro, quello che si accaniva contro mio fratello.

Pelo corto e rossastro, occhi blu come la notte, orecchio mutilato.

“Maledetto.” Lo riconobbi subito. “Benjamin”. In un attimo la mia mente ricordò la sera in cui, io e mio fratello, gli strappammo quel pezzo di pelle dall’orecchio, che tutt’oggi mancava.

- Mordi Stefan! Non aver paura! Lo tengo. –

- Maledetto bastardo, devi crepare.. –

- Razza inferiore, che ci vuoi fare.. –

- Se solo non avessero nominato Katherine tutto questo non sarebbe successo. –

Finalmente ricordai che era stata lei la causa di tutto quel casino.

Quella notte d’Agosto, io e Stefan, ci trovavamo in un pub irlandese, vicino Dublino.. dei licantropi ci avvicinarono con una banale scusa, iniziammo a parlare del più e del meno. Poi, dopo aver confessato la vera natura di entrambi, loro ci chiesero se per caso avevamo mai sentito parlare di una vampira, una puttana. Quando ci dissero che quella puttana si chiamava Katerina Petrova io sbottai, mentre Stefan chiese quale fosse il motivo di quelle offese. Scocciato e ubriaco decisi di andare in bagno per darmi una rinfrescata e prepararmi all’uccisione di quegli esseri. Loro, nel frattempo, dissero a Stefan che nel periodo in cui lei era stata ospite da noi a Mystic Falls, aveva avuto diverse relazioni sessuali con dei loro vecchi compagni descrivendo per filo e per segno luoghi, date e prestazioni. Continuarono ad offenderla per diverso tempo, io tornai da loro nel momento sbagliato. Li sentii offenderla nuovamente e, insieme all’aiuto di mio fratello, li torturammo, mutilammo e uccidemmo loro le mogli e i figli. Loro ci giurarono vendetta e noi, ancora ubriachi e soddisfatti, andammo via senza dar peso alle loro minacce.

Distratto dai ricordi mi ritrovai, senza essermene nemmeno accorto, sotto il corpo peloso di Benjamin, le sue fauci erano aperte e pronte al morso letale.

- Aspetta, no, non farlo! – Sentii urlare Stefan, ma ormai era troppo tardi.

Sentii i denti di quel meschino affondare dentro la pancia, dilaniarmi.

Pochi secondi dopo Stefan e Katherine me lo tolsero di dosso, smembrandolo e buttando i resti nel fuoco che avevo appiccato prima per i loro simili.

- Damon! Ti senti bene? Ti ha morso? – Katherine era chinata su di me, preoccupata e visibilmente stanca. La guardai e per un attimo ricordai il viso di Elena che pochi giorni prima aveva dormito accanto al mio.

- Ti amo Damon. –

- Regina.. –

I ricordi riaffiorarono veloci e sorrisi per un breve attimo, ripensando alla sua pelle candida e fresca, dall’ottimo profumo. Morbida, mia. Elena.

- La pancia, la mia pancia! – Urlai sentendo come un fuoco bruciarmi lo stomaco, velocemente Kath alzò la maglia nera rivelando un enorme squarcio sanguinante in procinto di richiudersi. La sua faccia mutò, rivelando tutta la sua preoccupazione e il suo orrore. Stefan accorse poco dopo assumendo la sua stessa espressione penosa.

- No! – Disse, poco prima che la ferita si richiudesse e che la pelle diventasse violacea e pulsante. L’infezione era già cominciata, sarei morto.

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Capitolo 29
*** 30. Back to you. ***


commenti

30. Back to you.

 

http://www.youtube.com/watch?v=P5zYhwGACWw&feature=related

 

- Damon! – Lo chiamai vedendolo aprire la porta della cella, mi staccai dalle braccia di Bonnie e corsi ad abbracciarlo.. quando provai ad uscire per saltargli addosso, una barriera invisibile mi fece tornare indietro e cadere per terra.

- Spezza l’incantesimo Bonnie. – Le chiesi e le ordinai nello stesso tempo.

Lei mi guardò ammonitrice, sapevo che non avrebbe mai voluto farmi tornare da lui, ma sapeva bene che lo amavo.. e che lui, in un modo totalmente suo, amava me. Spezzò l’incantesimo e finalmente uscii da quella cella, abbracciandolo forte. Lui ricambiò l’abbraccio e poi mugolò dolorante.

Mi scostai, guardandolo preoccupata, proiettili di legno? Mi domandai, ma la sua faccia era troppo distrutta e preoccupata per un proiettile.

Sperai di non vederlo, ma lui alzò la maglia mostrandomi quel morso di licantropo che mi fece inorridire. Era una chiazza enorme, pulsante, violacea.. sembrava quasi in movimento. Era la peggiore infezione che avessi mai visto. Lo guardai sconvolta e lui mi riabbracciò, stavolta con cautela. Scoppiai a piangere sulla sua spalla, non lo vedevo da settimane.. certo, avevo ritrovato Bonnie, ma la sua mancanza e la possibilità della sua morte mi avevano fatto stare malissimo. E adesso? Tornava a casa, in procinto di morire. Mi sentii morire insieme a lui, piansi a lungo. Bonnie rimase indietro, ancora seduta nella cella, a guardarci sconvolta.

Nemmeno lei si aspettava un colpo di scena così drastico. Odiava Damon per ciò che mi aveva fatto passare, ormai sapeva tutto, ma non voleva vedermi soffrire per un'altra perdita, glielo lessi negli occhi.

- Non fa nulla, ehi.. sto bene, guardami. – Mi disse dolcemente Damon e io piansi ancora più forte, stretta a lui e al suo odore di buono.

- Morirai. – Affermai sicura di ciò che dicevo.. a lui scappò una lacrima.

Mi baciò con estrema drammaticità, le sue mani si posarono sui miei fianchi e li strinsero disperatamente, mi abbracciò di nuovo riempiendomi la guancia e il collo di piccoli baci dolci e romantici.

- Andrà tutto bene vedrai.. Stefan si sta dando da fare per trovare una cura. –

- Ma non esistono cure! Mio padre me l’ha sempre detto.. –

- Troveremo un modo, sta tranquilla regina.. – Mi abbracciò ancora.

- Scusate se mi intrometto.. ma un modo ci sarebbe. – Sentii la voce di Bonnie affiorare leggera e sottomessa. Sapevo quanto le stava costando dire quelle parole, lei non voleva salvarlo, lei lo stava facendo per me.

- Quale modo? – Chiedemmo insieme io e Damon, speranzosi.

- Emily. – Disse Bonnie, io all’inizio non capii, Damon invece sì.

- Non funzionerà, lei non mi salverà, mi odia Bonnie, l’ha sempre fatto. –

- Potrebbe farlo per me o per Elena, magari per Katherine o Stefan. –

- Lo escludo, non mi salverà mai.. ma tentare non nuoce. –

- Dove la troviamo questa Emily? – Mi intromisi io, non sapendo nemmeno chi fosse. Bonnie mi spiegò che era uno spirito e che potevamo evocarlo in qualsiasi momento, quindi ci mettemmo d’accordo per il giorno dopo, a casa di Bonnie. Poi lei andò via lasciando me e Damon da soli, in salone.

- Mi sei mancato da morire. – Gli dissi sdraiata davanti a lui, sul divano.

- Mi sei mancata anche tu, regina. – Mi disse lui.

- Come faremo se.. se.. la soluzione di Bonnie non funzionasse? –

- Io non lo so. – Mi rispose sincero, aperto..

- Non sono pronta a perderti. –

- Ed io non sono pronto a lasciarti andare. –

- Allora non farlo, non morire. –

- Ci proverò, anima mia, ci proverò finché ne avrò le forze. –

- Ti amo, questo non cambia. –

- Grazie per essere qua, con me. –

- Grazie a te. –

Ci baciammo con passione ma appena mi avvicinai per strusciarmi sul suo corpo lui si allontanò con una smorfia di dolore, gli avevo toccato l’addome, dove quel bastardo di un licantropo l’aveva morso e condannato a morte.

Avrei fatto di tutto per salvarlo, avrei perso la vita io stessa se fosse stato necessario. Perché si sa, l’amore ti porta a compiere follie, sempre.

 

Pubblicato due capitoli in meno di due ore :) Contente? Ma l'ho fatto perché sta venendo il tecnico e probabilmente si porterà il pc nello studio x aggiustarlo.. quindi non so quando potrò aggiornare! Però vi ho lasciato in maniera abbastanza romantica dai.. :) Vi voglio bene!

Stefy.

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Capitolo 30
*** 31. I'm sure and you? ***


Nuovo.

 

31. I’m sure and you?

http://www.youtube.com/watch?v=zRxQ4MHAv9w

 (Dato che l’ultima volta vi è piaciuto molto..) DAMON POV.

 

La sua pelle liscia, morbida e profumata era una tentazione immensa, molto più di quanto lo fosse il suo sangue. Era così dolce, indifesa.. in posizione fetale. Finalmente dormiva in un letto comodo insieme a me, piuttosto che in uno scantinato polveroso. La guerra con i licantropi era finita, non sapevo come fossi arrivato a casa dato che, dopo aver visto il morso di Benjamin sul mio petto, ero svenuto. Magari Stefan e Katherine si erano occupati di me.

Non potrò mai dimenticare lo sguardo di Elena quando aprii la porta della cella, salutandola. Era così felice, così gioiosa che riuscì perfino a riempire il mio cuore di felicità. E’ vero, stavo morendo, probabilmente da lì a qualche giorno sarei impazzito, rischiando di farle del male.. e non potevo permetterlo. Per questo giurai in silenzio che se Emily avesse deciso di non aiutarmi io sarei andato a morire lontano da lei, per non metterla in pericolo.

- Amore mio. – Mi salutò aprendo gli occhi assonnacchiati, le sorrisi e guardai l’orologio, erano appena le cinque del mattino.

- E’ presto, puoi ancora dormire regina.. – le dissi e lei fece segno di no.

- Voglio passare del tempo con te, mi sei mancato in queste settimane. –

Mi disse con voce roca, ma non capii se era dettata dal sonno e dall’eccitazione.. Poi sentii l’odore della sua femminilità sprigionarsi per tutta la stanza e la guardai complice, ridacchiando e facendola arrossire.

- Lo senti? Insomma.. riesci a sentire che.. – Si imbarazzò ed io mi avvicinai a lei, guardandola negli occhi e volendo imbarazzarla ancora di più.

- Cosa? Che sei fradicia? Si l’ho sento. – Le dissi schietto e lei arrossì più del solito, cercando di nascondersi tra le lenzuola.

- E’ solo che sono passate tre settimane, ti sogno tutte le notti e vorrei tanto fare.. insomma, vorrei.. – Si bloccò ancora e cominciai ad odiare tutto quel pudore. Dov’era finita l’Elena che mi supplicava di prenderla? Quella ragazza che camminava nuda per casa provando a sedurmi? Quella ragazza che aveva una passione incredibile e la sprigionava solo con me?

- Vuoi cosa Elena? Parla. – Le ordinai e lei si ricompose, guardandomi.

- Voglio fare l’amore con te, Damon. – Disse chiaramente mettendo una mano sulla patta dei miei pantaloni di pelle. Sentii le sue dita calde stringere forte la mia erezione già in corso.. Trattenni il fiato, provando a rimanere impassibile. Se voleva qualcosa doveva guadagnarsela, non potevo cedere così.

- N-non.. vuoi? – Mi chiese di nuovo timida, ritraendo la mano.

- Conquistami Elena, smettila di fare la bambina. – Le chiesi, fermo.

Si tolse le lenzuola di dosso, mostrandomi la sua camicia da notte e le sue coscie scoperte. Il seno usciva quasi completamente dalla scollatura, fermandosi proprio prima del capezzolo. Le coscie erano coperte soltanto per un quarto e lei era fantastica, in quella misé.

Mi mise una mano sulla coscia, un'altra sul bordo dei pantaloni.

Li sbottonò, abbassandoli e mettendosi sopra le mie ginocchia. Vidi chiaramente il suo seno tondo e sodo mettersi davanti a me, come se fosse una sfida e nonostante il mio corpo stesse reagendo, accalorandosi ed eccitandosi, il mio orgoglio e il mio buon senso mi impedirono di sbatterla sul tappeto e violare ogni sua parte più intima.. Dio, stavo impazzendo.

Prese i boxer con le dita, abbassandoli e facendo uscire la mia erezione che minacciava di scoppiare da un momento all’altro.

- Sei sicura? – Le chiesi, vedendola abbassare su di me.

- Si e tu? – Mi chiese abbassandosi ancora con le labbra semi aperte.

- Si. – Risposi appena, provando a non farle capire quando fossi eccitato.

Successe tutto in un attimo, vidi i suoi capelli strusciare sulla pancia e li spostai per non sentire dolore. Lei lo prese in bocca, cominciando a succhiare con gentilezza e io mi sentii totalmente in procinto di impazzire, possederla e ucciderla. Stavo letteralmente per impazzire.

La sua lingua attorno al mio glande, le sue mani che accarezzavano la mia asta, i suoi capelli che mi solleticavano l’inguine, il suo profumo sparso per la stanza, la sua voglia di me, i suoi sospiri.. mi mandarono in paradiso.

- Cristo.. – Mormorai, in preda a sospiri e gemiti interrotti.

- Sono brava? – Mi chiese, insicura. Magari non aveva praticato la fellatio molto spesso, o magari non l’aveva mai praticata e basta.

- Sei perfetta. – Le dissi, continuando a guidarla con la mano sulla testa.

Si alzò dopo pochi minuti, prima di riuscire a farmi venire e io imprecai.

Si spogliò velocemente, togliendo perfino gli slip e liberando il suo odore.

Lei sorrise, aveva in mente di meglio, si mise con le coscie attorno ai miei fianchi e si abbassò sulla mia erezione, accogliendola dentro di sé lentamente.

Era stretta, bagnata, contratta..

Iniziò a muoversi convulsamente su di me, dapprima lenta e controllata, poi più veloce, profonda, passionale..

La sentii gemere diverse volte finché si svuotò, continuando a muoversi e bagnandomi con i suoi umori che scesero a solleticarmi fin sotto l’asta.

- Dio cristo.. Elena.. – Dissi, sentendole pronunciare il mio nome mentre mandava la testa indietro e continuava a godere e gemere.

- Sto venendo.. – Dissi in un soffio e lei si alzò velocemente permettendomi di svuotarmi su un fazzolettino che aveva messo accanto a me.

Ringhiai quasi paurosamente e lei si appoggiò sul mio petto, ancora nuda, ricoprendomi con il suo calore. La abbracciai, già pronto a dirle addio.

Non mi dite bentornata? Mi siete mancate tantissimo, scusate tanto x essere scomparsa.. adesso che ho di nuovo il pc, aggiornerò come sempre.. uno o due capitoli al giorno! A dormani!

Stefy

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** 32. How to save your life. ***


Nuovo.

 

32. How to save your life.

http://www.youtube.com/watch?v=DF0zefuJ4Ys

Elena POV

La mattinata insieme a Damon passò veloce, tra coccole, sospiri e parole sincere. Poi però, si fece ora di pranzo, quindi dopo un panino al volo decidemmo che era tempo di andare da Bonnie per invocare Emily e chiedere il suo aiuto. Sperai con tutto il cuore che tutta questa situazione si risolvesse, lo percepivo.. Damon era rassegnato; certo nervoso, ansioso.. ma rassegnato.

Sapevo che lui era certo di stare per morire ma io avrei fatto di tutto per salvarlo o mi sarei uccisa dopo di lui. Non potevo immaginare una vita senza lui tra i piedi.. ormai ero totalmente, incondizionatamente pazza di lui.

- Ti appartengo, sono tua. – pensai ad alta voce, mentre eravamo in macchina.

Lui sorrise, mi guardò interrogativo, chiedendosi il motivo di quella mia frase. Ricominciai a pensare ad alta voce, senza accorgermene..

- Io ti amo davvero Damon, non posso perderti, farò di tutto per non perderti, sei tutta la mia vita adesso. – Cominciai a parlare a raffica e lo vidi attento ad ascoltare ogni mia parola, ogni mio pensiero, ogni mio sospiro.

- Elena devi cominciare a pensare che magari non sopravvivrò stavolta. –

- No! Non lo permetterò! Io ti amo Damon, non morirai.. –

- Ti prego, calmati.. ascoltami. – Inchiodò con la macchina su una stradina isolata a pochi metri da Mystic Falls, si girò verso di me e mi prese il viso tra le mani.

- Ho vissuto per un secolo e mezzo, ho vissuto 150 Natali, 150 compleanni, ho scopato più di un migliaio di donne, visto e rivisto cose che tu non vedrai mai, è ora che io vada adesso. –

- No, per favore.. io non ho ancora vissuto la mia vita, non con te! Non puoi lasciarmi anche tu, ti supplico. –

- Farò del mio meglio per rimanerti accanto, te lo prometto. – Mi disse, tenendomi ancora tra le sue mani e baciandomi lentamente.

Sentii la sua lingua accarezzarmi il palato e ricambiai il suo bacio con amore, distraendomi e lasciando scappare una lacrima che arrivò a toccare la sua mano.

- No, ti prego.. non piangere, continua a baciarmi, non piangere. –

Rimanemmo lì, in quel vialetto, a baciarci e coccolarci per almeno venti minuti, poi però ci dirigemmo a casa di Bonnie. Senza farmi vedere da nessuno, scortata da Damon che prontamente era stato invitato da Bonnie, salii direttamente in camera sua dove la roba per il rituale era già bella e pronta.

- Ciao! – Ci abbracciammo e lei mi guardò per capire se stavo bene o se Damon mi aveva fatto del male, io sorrisi e lei si tranquillizzò.

- Iniziamo? – Chiese, un po’ spaventata ed un po’ contrariata.

- Si, per favore. – Damon fece come gli avevo chiesto, si comportò con garbo e gentilezza, anche se il tono di voce non era dei più rassicuranti. In fondo sapeva che Bonnie mi voleva bene e avrebbe fatto di tutto per me, lo sapeva..

Bonnie accese le candele sul tappeto, disegnò uno strano simbolo con il gesso bianco e iniziò a dire delle strane parole in una lingua a me sconosciuta.

Dopo pochi secondi entrò in uno stato di trance e iniziò a parlare con un'altra voce..

- Bonnie stai bene? – Le chiesi, spaventata, sembrava un'altra persona.

- No, dolce Elena, voi non mi conoscete, ma io vi conosco.. Sono Emily, e sono qui per fare un patto col vostro fidanzato. – Guardò Damon e io deglutii. Mi sembrò strano sentirla parlare in quel modo, ma poi con Damon cambiò.

- Che patto? – Chiese Damon, leggermente infastidito dal tono aspro di Emily,  guardò Bonnie/Emily fisso e lei sorrise diabolica.

- Io ti salvo, ma tu dovrai giurare sulla vita di Elena che non ucciderai mai più un essere umano. –

- Cosa!? No, assolutamente no, non esiste.. giurerò sulla mia vita. –

- No, Damon. Tu non hai alcun rispetto per la vita umana, tranne che per quella di Elena. Per questo metto il giuramento sulla sua testa, accetta o muori. – Disse schietta e io mi appoggiai sul suo braccio tirandolo e attirando l’attenzione su di me.

- Accetta, ti prego, accetta. –

- No Elena, è troppo pericoloso.. è la mia natura, non posso garantire di non uccidere nessuno. –

- Scusate l’interruzione Elena, ma volevo farvi un'altra proposta.. che ne dite se per mantenere in vita Damon voi perdeste la vostra? – Damon sgranò gli occhi e io prestai attenzione, un po’ spaventata.

- Cosa intendi Emily? – Le chiesi e poi mi corressi, vedendo il suo sguardo contrariato. – Cosa intendete? –

- Se volete salvarlo, dato che lui non vuole accettare la mia offerta precedente, dovrete morire, o meglio: vivere da morta, da vampira, da dannata. – Mi disse, strizzando gli occhi come se avesse problemi di vista, io ebbi paura.

- Che ne pensi? – Chiesi a Damon, lui mi guardò in confusione.

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Capitolo 32
*** 33. Stay with you. ***


Nuovo.

Attenzione al cambio dei POV :) Commentateee! Stefy

33. Stay with you.

http://www.youtube.com/watch?v=1gacUaRzk_c

Damon POV.

 

- No, no, assolutamente no. Non devi sacrificarti per me, mai, in nessun caso-

Le dissi, stentando a riconoscermi. Se solo non mi fossi invaghito di lei, se solo non l’amassi più della mia stessa vita, avrei accettato di giurare su di lei e mi sarei salvato il culo anche stavolta. E invece? Era come se il mio amore per lei, la mia ossessione per la sua vita mi impedisse di metterla in pericolo.

- Ti prego, accetta una delle due offerte o lo farò io. Ti prego. – Mi disse Elena, con occhi lacrimevoli. Io feci segno di no con la testa, non l’avrei né trasformata né avrei giurato sulla sua testa. Era troppo pericoloso.

- Elena no, torniamo a casa, ci deve essere un altro modo. – Le dissi, mentendo.. sapevo che non c’era o che se c’era era molto peggiore di questi.

- In effetti c’è, Damon. Risveglia Klaus, liberalo dalla maledizione della luna e del sole, tramite sacrificio della doppleganger  e poi convincilo a farti donare il suo sangue. –

Elena POV.

- Ma.. la doppleganger sono io. – Realizzai ad alta voce, facendo ridere Emily e preoccupare Damon, sempre più confuso.

- Infatti non farò nulla del genere. – Disse Damon.

- Mi state facendo perdere tempo Elena, Damon è testardo.. ma voi sapete cose volete. Accettate la mia offerta? – Mi disse Emily impaziente.

- Si, si. Io acc.. – Damon mi mise una mano davanti alla bocca e chiese ad Emily un paio di minuti per stare con me, mi trascinò in bagno e mi lasciò.

- Non ti permettere Elena. –

- Ma tu hai detto che vuoi trasformarmi, mi avevi detto che mi avresti trasformata quando fossi stata devota a te.. ora lo sono, lascia che ti salvi, che diventi come te. Non avrò più paura, bisogno di protezione, staremo insieme per sempre. – Gli dissi velocemente e lui mi guardò ammonendomi.

- Non sai cosa ti aspetta Elena, è dannazione. E’ morte, è diventare assassini, è vivere desiderando solo sangue e morte. –

- Ma tu desideri me, mi desideravi.. non era solo sangue e morte. –

- Questo perché tu sei speciale, ma quando ti trasformerai te ne infischierai di me, ne sono certo.. non risolveremmo niente. Ti perderei comunque. –

Damon POV.

- No, io accetto. Basta. – Si allontanò da me prima ancora che potessi afferrarla, corse da Emily e accettò.. dopo pochi secondi vidi un’aura gialla sprigionarsi dal suo corpo. Lei cadde a terra, Emily rise e poi avvistai anche il corpo di Bonnie cadere per terra, senza segni di vita.

- No Elena! – Mi precipitai da lei, era svenuta, con del sangue sul collo.

Chi l’aveva morsa? Perché non si svegliava? Era morta? Maledetta Emily, maledetta.

- Ti prego, svegliati, ti prego.. – Iniziai a implorare e la vidi muoversi leggermente. La scossi ma ritornò nuovamente ad essere immobile, ferma, priva di vita. Non sentivo il suo battito, né un flebile respiro.

- No. No. – Ma chi cazzo l’aveva morsa? Chi? Era un incantesimo di Emily? A quest’ora doveva già essersi svegliata, perché non era sveglia? Perché!?

Avrei ucciso Bonnie e tutta la famiglia Bennett se solo Elena non si fosse svegliata sana e salva. “Per favore.. per favore..” Iniziai a pregare, cosa che non facevo da secoli..

- Elena, svegliati.. svegliati. – Iniziai a parlare a raffica.

- Damon, oddio.. ma che è successo? – Bonnie si svegliò dalla trance.

- Emily, ha promesso di trasformarla, dovrebbe svegliarsi da vampira ma.. non si sveglia, è morta Bonnie.. è morta. Io.. non so cosa fare.. –

- Elena? Da vampira? Ma sei matto.. come cazzo ti è venuto in mente? Cazzo.. si sveglierà.. ne sono sicura.. si deve risvegliare, non posso perderla di nuovo.. no. Elena per favore, tesoro, svegliati. –

- Non sono stato io, è stata Emily a proporglielo non so perché, lei ha accettato. Io non ho potuto fare niente cazzo.. –

Elena POV.

- Non dovete preoccuparvi, ci sono. – Dissi con voce roca e troppo preoccupante, vidi la faccia di Damon apparire a pochi centimetri dalla mia e quella di Bonnie spuntare troppo vicina a quella del mio ragazzo. Da quanto ero svenuta? Dio, che fame..

- Ho.. ho fame. – Dissi, pensando subito al sangue e schifandolo. Non avrei mai potuto bere del sangue, non da umana almeno. Ma adesso ero umana?

- No, hai sete. – Mi disse Damon furioso più con se stesso che con me.

- Sei in transizione, ho bevi sangue umano o impazzisci e muori. –

Lo disse così duramente che Bonnie lo spintonò e mi guardò dolcemente, non voleva che mi sconvolgessi invece Damon, arrabbiato com’era, voleva proprio quello.

- E tu sei guarito? – Gli chiesi e a lui venne in mente di sbottonarsi la camicia nera rivelando la pelle dello stomaco normale e rosea. L’infezione non c’era più, il morso era guarito. Ce l’avevo fatta!

- Oh amore! – Gli dissi alzandomi di colpo e buttandomi tra le sue braccia, con una mano mi appesi ai suoi capelli tirandoli un poco e annusando il suo ottimo profumo, con l’altra mano gli accarezzai la spalla e lui ricambiò il mio abbraccio, senza stringere o sorridermi. Era furioso, ma sollevato.

- Ti prego, ormai è passato, stringimi. – Lo convinsi, mi abbracciò e con un gesto tirai Bonnie in mezzo a noi, abbracciandola con una mano.

- Vi voglio bene, vi amo. – Dissi, Bonnie mi baciò la guancia e cominciò a piangere, Damon rimase immobile continuando a stringermi.

Il prossimo capitolo sarà riepilogativo, interamente POV Damon e descriverà diverse scene secondo il suo punto di vista.. pubblicherò tra stanotte e domani nella mattinata, piccolo spoiler per farmi perdonare dell'assenza? :)

"- Finalmente ci si rivede. – Le dissi e lei tremò spaventata, mi avvicinai.

- D- Damon? – Mi chiamò, guardandomi nascosta per metà dal lenzuolo.

Dio mio, quegli occhi, quei capelli.. possibile che fosse esattamente la stampa di Katherine? Era identica, totalmente. Bellissima come lei, ma diversa caratterialmente.

E poi lei era un umana, ingenua, debole.. umana."

 

Baci Baci..

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Capitolo 33
*** 34. When your world starts crashing down.. then you find me. ***


Nuovo.

34. When your world starts crashing down.. then you find me.

 http://www.youtube.com/watch?v=OLVLpT5w4Yc

Damon POV. (Capitolo riepilogativo per chi non avesse capito bene il punto di vista di Damon, tranquille la storia non è ancora finite. Ci sarà ancora qualche capitolo, poi l’epilogo e poi gli extra J)

 

- Ne abbiamo passate così tante.. Ricordi come mi trattavi i primi tempi? – Chiese Elena, seduta sul divano insieme a me, io non potei fare a meno di pensare a tutte le volte che l’avevo sedotta e spaventata.

Era notte, lei era ubriaca ma seria, non era né isterica né piagnucolona, era semplicemente fuori controllo, passionale, incredibilmente eccitante. Quasi meglio di Katherine, per questo decisi di conquistarla e portarla con me. Mi avvicinai lentamente, con la mia solita camminata sicura e il mio sguardo penetrante.

- Io sono Elena, Elena Gilbert. – Si presentò, labbra rosee e occhi lucidi.

- Buonasera Elena, il mio nome è Damon Salvatore. – L’avrei fatta mia.

Che bella nottata era stata quella, la nostra prima volta.. le sue labbra che sussurravano il mio nome, il suo corpo che fremeva sotto il mio, alla ricerca di piacere sempre più forte. Poi però era arrivata la mattina.

- Oh mio Dio! – Urlò Stefan, appoggiato allo stipite della mia porta. Io ero intento ad accarezzare la schiena bianca di Elena, a contemplare i suoi tratti uguali a quelli di Katherine, a godermi la sua presenza. Appena vidi Stefan la lasciai immediatamente.

- Katherine! – Urlò ancora e io mi infastidii, non doveva vedermi in quegli atteggiamenti, non doveva vedere lei. Maledizione.

- Lei è Elena, la doppleganger. Io qui ho finito, adesso falla sparire, falle scordare tutto e portala a casa chiaro? – Iniziai a parlare con il mio solito tono autorevole che mi veniva spontaneo in presenza di Stefan. Ero arrabbiato, non avrebbe dovuto vedermi insieme a lei, non avrebbe dovuto vedermi debole, mentre la accarezzavo.

- La porto via subito, il tempo di svegliarla. – Annuii e andai a farmi una doccia, quando tornai avevo un immensa voglia di baciarla e tenerla con me qualche altro giorno ma lei non c’era più. Stefan l’aveva già portata via, insieme ai miei ricordi.

Quello per me era stato davvero il momento più brutto, avrei voluto spaccare tutto. Non potevo mostrarmi debole, non potevo stare con lei e permettere a Stefan di interagire con Elena.. mi ero ripromesso che l’avrei presa dopo con me. Ma.. il mio fratellino si mise in mezzo, ancora una volta.

Stefan era andato a caccia di selvaggina per la terza volta in due giorni, sapevo che c’era qualcosa che non andava in lui, aveva troppo bisogno di sangue, magari stava frequentando un umana, magari stava frequentando la mia umana.

Sentii uno scricchiolio provenire dalla sua stanza, sperai fosse tornato per chiedergli spiegazioni, per guardarmi un po’ in giro, ma quando aprii la porta sotto le coperte la vidi, Elena era lì, impaurita e bellissima. Sentii il bisogno di stringerla ma mi trattenni. Non potevo essere debole, non dovevo.

- Finalmente ci si rivede. – Le dissi e lei tremò spaventata, mi avvicinai.

- D- Damon? – Mi chiamò, guardandomi nascosta per metà dal lenzuolo.

Dio mio, quegli occhi, quei capelli.. possibile che fosse esattamente la stampa di Katherine? Era identica, totalmente. Bellissima come lei, ma diversa caratterialmente.

E poi lei era un umana, ingenua, debole.. umana.

- Esatto. Ti ricordi di me allora? – Realizzai, assumendo nuovamente l’aria da sbruffone e facendola spaventare come un cerbiatto di fronte alla tigre.

- Non ti sei comportata molto bene, lo sai? – Le dissi, riferendomi alla sua residenza in casa mia, nel letto di mio fratello. Lei era mia, lo sapeva.

Mi chiese il motivo, glielo spiegai e le spiegai anche della sua somiglianza con Katherine, certo che quel coglione di mio fratello non aveva avuto le palle per farlo.

Poi mi chiese come mai l’avessi scelta ed io, sorridendole dannato, le risposi:

- Sei identica a lei Elena, non è forse un buon motivo? Ho adorato ripercorrere le linee del tuo corpo ripensando alle sue e adorerei rifarlo. – Le dissi avvicinandomi ancora.

Quelli sì, che erano state delle giornate assurde, svegliarmi e stare in giro tutto il giorno cercando di resistere alla tentazione di morderla e rapirla.

Lei era così insicura, così spaventata.. così fragile e annientata. Stava male.

- Per favore non toccarmi. – Mi disse, allontanandosi e indietreggiando fino al bordo del letto. Io la guardai curioso, qualche sera prima mi avrebbe divorato e posseduto per tutta la vita e guardatela adesso, timida e ingenua, quasi quanto una bambina.

Non mi diedi pace, la volevo.. erano giorni che la pensavo, dovevo averla.

- Non dirmi che non ne hai voglia anche tu, l’altra notte non ti ho soggiogata sai? – Le dissi e lei mi guardò incredula, forse non riusciva a capacitarsi che dentro di lei c’era una creatura terribile, latente.. che usciva solo con qualche goccia d’alcool e un po’ di sano corteggiamento.

- Non potevo, eri piena di verbena ma è bastata qualche goccia d’alcool per farti cambiare idea su di me. – Tutto d’un tratto la sorpresi a fissarmi il volto, le labbra in particolare, poi si perse nel vuoto.. ricordando qualcosa, qualcosa di noi.

Ovviamente il soggiogamento di Stefan era davvero scarso, avrebbe ricordato tutto prima o poi.

Iniziai a ridere fragorosamente, canzonandola per la sua faccia da ebete e lei mi guardò quasi arrabbiata, mesta. La guardai intensamente e mi avvicinai.

- Io so che mi vuoi, lo so e basta, non negarlo. – Le dissi forse troppo diretto, lei infatti mi guardò schifata e si allontanò ancora, quasi ruzzolando per terra.

- No Damon per favore, io non voglio. – Disse piano, balbettando.

Al diavolo! Non avevo tempo da perdere con lei, il sesso avrebbe aspettato.. Stefan sarebbe tornato da un momento all’altro e non volevo che scoprisse che stavo ancora corteggiando Elena, quindi la minacciai e lei promise di non dire nulla. Andai via.

Quel momento fu davvero difficile per me, vederla così restia verso di me, così pronta a rifiutare me e il mio corpo mi ferì.. ma decisi di tornare ugualmente da lei la stessa sera, ad osservarla, su di un ramo.

Non riuscii a stare lontana da lei, sentii la voce di mio fratello parlarle e mi avvicinai alla sua finestra, appollaiato su un ramo, pronto a sgozzare Stefan se solo l’avesse toccata. Elena era mia, basta. Non avrei permesso un'altra condivisione con mio fratello, Katherine ci aveva distrutto già abbastanza il cuore, ad Elena non l’avrei permesso. La vidi avvicinarsi alla finestra, si era accorta di me..

Mi avvicinai, attendo a non farmi scoprire da Stefan, e mi misi a pochi centimetri dalle sue labbra invitanti.

- Sei mia. – Le dissi, baciandola a fior di labbra. Lei si ritrasse ed io scomparvi, felice di aver sentito il suo sapore per un nanosecondo.

Qualche giorno dopo dovetti partire per i miei affari in Bulgaria, stesi diversi giorni insieme a Rose non riuscendo a scoparmela come avevo sempre fatto.. Magari era perché da quando l’avevo fatto con Elena, tutte le altre sembravano merda a confronto. Le scrissi una lettera prima di partire, lasciandola sul letto, sperando che curiosasse per casa e la trovasse. Poi però, quando tornai..

Odore di sesso. Lo sentivo. Sperma, umori di Elena, sudore, saliva. Li sentivo.

Elena aveva fatto del sesso con qualcuno, con mio fratello. Percepivo il suo odore in giro per la mia stanza, possibile che avessero osato farlo lì? Poi però capii.. Elena era davanti al mio letto, aveva quell’orrendo odore addosso, e stava leggendo la mia lettera. Mi avvicinai furioso, pronto a toglierle la vita. Sarebbe dovuta morire. Lo sapevo, io dovevo ucciderla sin dal primo momento, l’avevo sempre saputo.

Lei si accorse del mio respiro accanto alla sua spalla e si voltò preoccupata, con una candela in mano, brancolando nella paura e nella confusione.

- Lo sento Elena. Lo percepisco l’odore del sesso sulla tua pelle. – Dissi sforzandomi di non ringhiare, prenderla per le braccia e squarciarle totalmente il collo.

- Io.. io pensavo te ne fossi andato. – Si giustificò e volli ucciderla ancora di più.

- Dovrei staccarti la testa adesso, o magari strapparti via il cuore.. – La spaventai.

- Ti prego Damon. – Disse soltanto, con voce strozzata.. ed io mi sentii una stretta al cuore, che ormai non si muoveva più da centocinquanta anni.

- Io ero pronto a donarti qualsiasi cosa, stupida ragazzina. Volevo averti al mio fianco, trasformarti magari.. e donarti il mio cuore. Ma tu hai rovinato tutto. Adesso lo meriti Elena, meriti la morte. – Dissi e colto da un impeto di rabbia le morsi il collo, affondando i miei canini in quella che non riconobbi come una vena, l’avevo mancata. Iniziai a succhiare e lei iniziò ad implorarmi, ma era troppo buona per fermarmi, ero troppo arrabbiato e accecato dalla gelosia per smettere, per salvarla.

Poi finalmente riuscii a staccarmi, ispirando forte e sussurrando minacce..

Lei mi supplicò, io risi, mi pregò, io risi, provò a scappare via e la ripresi. Infine mi fece una proposta che non fui capace di rifiutare.

- Farò tutto quello che vorrai, sarò chiunque mi dirai di essere, sarò tua per l’eternità se è questo che vuoi, ma non uccidermi. –

- Mm.. offerta interessante. – Sorrisi diabolicamente e lei indietreggiò. – Un intera eternità per farti pagare il tuo affronto di stanotte. – Dissi ancora, quasi ridendo.

Vedendola debole e sanguinante decisi di offrirle il mio sangue che lei, dopo diverse domande e riluttanze, accettò senza fare troppi complimenti.

- Grazie. – Mi disse timidamente dopo essersi quasi del tutto ripresa.

- Non ringraziarmi, questo sarà l’unico gesto gentile che vedrai per molto tempo credimi. – Le dissi, facendole pentire dell’offerta che mi aveva fatta. Si era condannata da sola, doveva pagare.

La lasciai tornare in camera sua, pronto per portarla via con me qualche ora dopo.

Quando salii per prenderla, il mattino dopo, la trovai a discutere con mio fratello.

Lui aveva scoperto tutto e stava cercando risposte che Elena gli negava.

- Devi riaccompagnarmi a casa, avevi promesso. – Gli disse Elena e decisi di intervenire.

- Tu non andrai da nessuna parte. – Troneggiai e Stefan sbiancò, seguito da Elena.

- Hai promesso, ricordi? Sei mia. – Le ricordai e lei annuì appena, sospirando.

- Damon, non permetterti a torcerle un capello o.. – Iniziò Stefan ma prontamente lo interruppi, mi seccava litigare un'altra volta con quel cretino.

- Non ho interesse per i suoi capelli. – Corsi verso di lei, prendendola e portandola davanti la porta prima che Stefan riuscisse a fermarmi.

- Addio fratello. – Lo salutai, portandola verso il cottage di Rose.

Allora? Che ve ne pare? Capitolo lungo, forse confusionario.. comunque spero davvero che vi sia piaciuto, i primi capitolo mi sono sembrati troppo poco descritti e enigmatici, soprattutto dal punto di vista di Damon, quindi volevo rimediare, spero di esserci riuscita.. ora torno alla storia normale :) Fatemi sapere, per favore daii!

Stefy.

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Capitolo 34
*** 35. Eyes on fire, for you. ***


Nuovo.

35. Eyes on fire, for you.

http://www.youtube.com/watch?v=IUGzY-ihqWc

Damon POV.

 

- Io ti amo. -  Le dissi, guardandola dritta negli occhi. – Regina. –

- Ti amo anch’io, Damon. – Mi rispose, accavallando le cosce.

Era di fronte a me, seduta sulla poltrona ricamata, mentre io ero disteso sul divano, bevendo un bicchiere di sangue. Erano settimane che non bevevo da qualcuno, ma le sacche di sangue del Mystic Falls Hospital mi erano più che sufficienti per mantenere l’alto livello del mio potere.

Guardai il pizzo dei suoi autoreggenti apparire appena dal bordo della sua gonna. Era così sexy, così affascinante, così dannatamente bella.

- E’ finito tutto? – Mi chiese, addentando una fragola ricoperta di cioccolato in maniera fin troppo esplicita. La guardai quasi ipnotizzato. Possibile che dopo quasi otto mesi riusciva a farmi sempre lo stesso effetto?

- Credo di sì, Klaus andato. Licantropi andati. Stefan e Katherine andati. Jenna guarita. Mm si, i guai sembrano finiti. – Le dissi e lei sorrise.

- Allora è adesso che comincia il vero divertimento. – Mi disse, provocando in me sensazioni contrastanti, voglia di prenderla e voglia di farla aspettare.

- Mm.. adesso non mi va. – Giocai a farla arrabbiare, ma ormai mi conosceva. Non potevo più ingannarla con la mia maschera da bastardo insensibile.

- Quindi non vuoi guardarmi? – Mi chiese e per un attimo non capii, poi però allargò le gambe e iniziò a toccarsi intimamente, scostando l’intimo e liberando i suoi odori per tutta la stanza. Strinsi i pugni e ruppi il bicchiere ormai vuoto, lei sorrise continuando ad accarezzarsi su e giù la sua intimità.

Era bagnata, l’avrebbe sentito perfino un umano a distanza di metri.

- Elena.. – La chiamai, con tono di rimprovero, ma lei ridacchiò nervosamente e continuò a toccarsi, cominciando ad emettere dei piccoli versi che mi fecero uscire fuori di testa.

- Smettila di guardare e vieni qui. – Mi disse ma mi impuntai a stare fermo.

Lei continuò a toccarsi e a gemere melliflua, vidi chiaramente il suo umore splendere sotto la luce soffusa della lampada accanto a lei.

In pochi attimi mi alzai e mi ritrovai tra le sue cosce, le mutandine ormai erano ridotte in brandelli e la mia lingua la stava gustando.

Sentii i suoi gemiti espandersi per tutta la stanza, stava godendo da pazzi.

- Dio.. – Disse poco prima di prendermi i capelli e spingermi ancora più verso il suo centro, continuai a lambirla con la lingua, gustando ogni suo gemito più sommesso.. godendo di ogni suo mugolio.

- Si.. – Disse, poco prima di prendermi la testa e allontanarla, stava venendo.

Mi gettai nuovamente tra le sue cosce ricominciando a leccarla, incurante del suo imbarazzo, leccai ed inghiottii i suoi umori, beandomi di quel sapore unico. Era davvero buono, forse meglio del suo sangue.

- Sei dolce. – le dissi, leccandomi le labbra, dopo aver bevuto ogni goccia.

- E’ stato.. è stato così intimo, non pensavo che.. è stato magnifico. – disse.

- Ne sono felice. – Le risposi, sedendomi nuovamente sul divano.. passarono pochi minuti e sentii il telefonino vibrarmi in tasca. Accettai la chiamata senza parlare. Il numero era sconosciuto.

- Damon? – Sentii la voce di Stefan dall’altra parte del cellulare.

- Si, fratellino, in carne ed ossa. – Risposi e lui sbuffa.

- Per caso.. cioè, volevo chiederti se.. – Era in evidente imbarazzo, pensai volesse parlarmi di Katherine, aveva una voce strana, quasi triste.

- Cosa c’è? Hai perso la tua ultracentenaria da qualche parte? – Chiesi.

- Stamattina mi sono svegliato e lei.. non c’era. Volevo sapere se tu.. –

- Tipico di Katherine..  Comunque no, Stefan. – Lo interruppi. – Non so dove sia, non mi interessa. – Lo sentii trasalire e me ne beai, stupido vampiro.

- Ma non potresti per caso.. – Mi stufai, sbuffando e roteando gli occhi.

- No. – Risposi, seccamente. – Ciao, Stefan. – Staccai la chiamata ed Elena mi guardò interrogativa, le sorrisi e lei continuò a fissarmi insistentemente.

- Katherine è scomparsa, anzi.. sono pronto a credere che sia voluta scomparire, si sarà stancata di quella mezza sega. – Dissi, riferendomi a Stefan. Era tipico di lei, usava la gente e poi andava via, lasciando dietro di sé una scia immensa di cuori infranti e uomini distrutti. Era una vera stronza.

- Non parlare così, dai.. è pur sempre tuo fratello. – Lo difese e mi sentii attaccato e deluso, perché lo stava difendendo? Lei era la mia ragazza, non la sua. Avrebbe dovuto difendere a appoggiare me, non lui. Maledizione.

- Un fratello che è una mezza sega. – Continuai, incurante del suo disappunto, lei fece una smorfia e tornò a guardarsi intorno, esaminando i particolari della casa. Io mi alzai, senza dirle nulla e mi diressi verso la cucina. Stappai una bottiglia di birra e cominciai a bere, lei mi seguì.

- Sai.. ho pensato che adesso che è finita tutta questa storia potrei far sapere anche a Jeremy che sono viva, potresti soggiogarlo come hai fatto con zia Jenna e poi.. –

- Non sono la tua marionetta Elena, non mi va. – Le risposi sinceramente, mi ero rotto di essere la donnina di Elena, per quanto tenessi a lei la sola idea che avesse bisogno di qualcun altro all’infuori di me mi mandava su tutte le furie.

Aveva rivisto Jenna, riallacciato i rapporti con Bonnie e adesso voleva anche rincontrare Jeremy. Avrei finito col perderla se solo le avessi lasciato così tanta libertà. La vidi inghiottire e trattenere le lacrime, come al solito salì di corsa in camera sua chiudendosi a chiave. Odiavo quel suo essere bambina.

 

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Capitolo 35
*** 36. Every me, every you. ***


Nuovo.

 Commentateee! Stefy

36. Every me, every you.

Damon POV.

http://www.youtube.com/watch?v=xkKoFbUog9k

 

- Elena.. – La chiamai, un pò pentito della mia precedente reazione.

- No, vattene, basta. – Disse continuando a stare chiusa in quella stanza, mi maledii per il giorno in cui gliela concessi, non avrebbe mai dovuto avere una stanza tutta per lei.. ma gliel’avevo concessa e questi adesso erano i risultati.

- Apri, Elena, non mi va di sfondare la porta. – Dissi serio, l’avrei sfondata.

- Vattene Damon, vattene! – Urlò e mi confermò di stare piangendo.

- Va bene, l’hai voluto tu. – Dissi sfondando con un calcio la porta e facendola sobbalzare, tremare e spaventare come forse non avevo mai fatto.

Avevo il mio solito sguardo truce, quello di quando lei mi faceva veramente incazzare.

- Sei un animale! Cazzo.. – Urlò la prima frase e sussurrò l’imprecazione, rimanendo sempre la solita Elena composta ed educata.

- Io sarò pure un animale ma tu sei davvero una rompicoglioni. Sali in macchina. – Le dissi, sbuffando, aveva vinto.. di nuovo.

- Mi porti da.. mi porti da Jeremy? – Le si illuminarono gli occhi ed io annuii come un automa, lei corse verso di me abbracciandomi e baciandomi tutto il viso nella frazione di un secondo. Purtroppo però, non riuscì a controllare la sua nuova forza da vampira e finimmo entrambi per terra, doloranti.

- Devi stare attenta, sei ancora inesperta. – le dissi e lei arrossì, alzandosi e scomparendo dalla mia vista. La seguii con la mia velocità sovrumana e la trovai già seduta sull’auto, con la cintura allacciata e il sorriso più grande che avessi mai visto sul suo volto. Infondo prima o poi sarebbe diventata forte, indipendente, meglio accontentarla adesso che farla ribellare dopo.. Pensai.

- Grazie, grazie, grazie.. ti amo. Oddio, quanto ti amo, ti amo! – Disse cinguettando e parlando a raffica ricominciando a baciarmi ovunque.

Sembrava davvero una bambina che aveva ottenuto la nuova bambola superaccessoriata. Decisi di provocarla un po’, infondo non avevamo mai fatto sesso da quando lei era diventata vampira e per quanto il sesso con lei mi fosse sempre piaciuto, fare sesso tra vampiri era una cosa indescrivibile.

Mentre lei continuava a baciarmi le guancie e le tempie le misi una mano sul mento e la baciai con passione sulle labbra, sapendo che lei sarebbe capitolata. Amava i miei baci, l’aveva sempre fatto.. Dopo qualche bacio, infatti si slacciò la cintura di sicurezza e si gettò su di me, circondandomi i fianchi con le gambe e sedendosi sulla mia erezione. Aveva la gonna, questo non era proprio il massimo per il mio autocontrollo. Iniziò a strusciarsi su di me e mi sentii un approfittatore. In fondo sapevo quando fosse instabile in quel momento, ogni sua sensazione era totalmente amplificata.. ma non potei fare a meno di godermi la sensazione del suo centro che si strusciava bisognoso contro la mia erezione in procinto di scoppiare.

- Sei così duro.. – Mi disse ad un certo punto, facendomi impazzire. Elena così esplicita? Non era mai successo, nemmeno da ubriaca.

Mi strappò tutti i bottoni della camicia scendendo scomodamente a baciarmi il petto..

- Dobbiamo farlo qui nel vialetto? – Mi chiese, ridacchiando maliziosa.

- No, ma Jeremy? – La punzecchiai, cattivo, provando a farla sentire a disagio.

- Jeremy ci sarà anche tra un paio d’ore. – In pochi attimi scomparve, ma la raggiunsi in cucina, dove era già nuda.. stesa sopra il tavolo.

- Non puoi fare così. – Le dissi, cambiando immediatamente espressione e mostrandole i canini.. lei fece lo stesso e per un attimo rividi Katherine. Era identica, stessi canini, stesse vene sotto gli occhi. Ma poi realizzai che Katherine era solo l’Elena dei poveri, quindi mi gettai su di lei, con ancora i jeans. Li strappò in qualche secondo insieme ai miei costosissimi boxer.

- Stefan? – Dissi, percependo la sua presenza in casa, Elena si spostò, provando a ricomporsi, inutilmente. Il vestito era quasi a brandelli, il reggiseno strappato e gli slip inutilizzabili. Io invece rimasi completamente nudo, avvicinandomi alla porta della cucina e aspettando l’apparizione di Stefan.

- Damon.. oh.. Elena, scusate io.. – Disse imbarazzato, continuando sfacciatamente a guardare Elena che si era coperta al meglio, anche se parte del seno e delle cosce era totalmente scoperto e poi il suo odore era fin troppo forte. Mi ingelosii.

- Che cosa vuoi fratellino? – Chiesi spazientito, mettendomi le mani dietro la schiena si stiracchiandomi sporgendo la mia erezione verso di lui, volevo capisse che non era il momento di rompermi i coglioni.

- Volevo solo parlarti, oh ti prego! Mettiti qualcosa a dosso. – Disse, guardandomi disgustato e poi ricominciando a guardare Elena.

Senza che nessuno se ne accorgesse corsi in camera, infilai la vestaglia di seta nera e scesi nuovamente, lui spalancò gli occhi.. ero sempre stato più potente e veloce di lui. Lanciai ad Elena la sua vestaglia a fiori e lei la indossò subito, Stefan finalmente distolse lo sguardo e cominciò a guardare me.

- Quindi, anima in pena, dimmi tutto. – Mi rivolsi a lui, sarcastico.

- Sai già che Katherine è scomparsa no? – Mi ricordò e sorrisi.

- Si è stata rapita da forze superiori e tu stai male, oh dio, quanto stai male.. mi dispiace tanto, povero Stefan.. – Lo canzonai e lui mi guardò leggermente fuori di sé, facendomi divertire ancora di più. – Quindi? – Dissi dopo, serio.

- Credo che.. insomma, credo che non se ne sia andata di sua spontanea volontà ma che.. l’abbiano presa. –

- Oh si ed il cielo è viola, questa casa è solo una grossa bolla di sapone ed io sono il fratello buono. No? – Continuai ad essere cattivo, divertendomi.

- Sono serio Stefan.. le sue cose sono ancora a casa, è scomparsa nel bel mezzo della notte, ho trovato le lenzuola strappate, del sangue sul bordo del letto.. L’ha presa qualcuno, Damon. Per favore.. aiutami. –

- Non spenderò un solo minuto del mio tempo per cercare quell’enorme puttana egoista e ninfomane. Ne ho già avuto abbastanza di lei. –

- E’ stata lei a salvarti da Benjamin, lo sai? E’ stata lei che ti ha portato a casa..–

- C- cosa? – Dissi sgranando gli occhi. – Hai qualche sospetto? – Chiesi, poi, tornando serio. Katherine mi aveva salvato, mi aveva protetto.. dopo tutto.

- Credo sia stato una sua vecchia fiamma, un certo Mason. -

 

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Capitolo 36
*** 37. Far away from you, Damon ***


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37. Far away from you, Damon

http://www.youtube.com/watch?v=qqU9-0uuGAU

 

Elena POV.

Non vedevo Damon da quasi tre giorni ormai, era partito con Stefan alla ricerca della sua ex, Katherine.. e non si era più fatto sentire.

- Stai bene? – Mi chiese Bonnie, che praticamente non mi aveva lasciato sola nemmeno un momento..

- Non proprio. – Risposi sincera, non potevo stare bene sapendo che il mio ragazzo mi aveva lasciato sola per andare a salvare la donna che gli aveva spezzato il cuore. La cosa che mi faceva più male è che entrambi i fratelli Salvatore avevano confessato il loro amore per me, e poi? Erano corsi a salvare quella stronza, senza battere ciglio o preoccuparsi per me.

Il telefono cominciò a vibrare, per la prima volta in tre giorni, il numero era sconosciuto. Risposi velocemente, con ansia.

- Pronto? Sono Elena. Pronto? – Dissi velocemente, con tono allarmato.

- Elena, sono io.. Damon. – Sentii dall’altra parte del telefono al voce più bella del mondo, sospirai sollevata.

- Damon dove sei? Avete trovato Katherine? – Chiesi, ansiosa di rivederlo.

- Bhé.. purtroppo.. non ancora, ma abbiamo degli indizi! –

- Ma tu stai bene? – Mi preoccupai per lui, l’ennesima volta in mesi.

- Si, sto bene, ma non so quando potrò tornare.. – Sentii un rumore, magari era il mio cuore che si spezzava..

- Ma.. insomma, io.. perché stai facendo tutto questo per lei? –

- Lei è Katherine, Elena. Capisci? E’ Katherine. – Provai a capire il senso delle sue parole ma non ci riuscii.. non me ne importava nulla di chi fosse lei, Damon era il mio ragazzo non il suo.

- Non sono disposta a tollerare oltre, Damon. Torna da me, oppure me ne vado. – Lo minacciai e lo sentii ringhiare.

- Se te ne vai.. stavolta ti uccido davvero. – Era sincero, come non lo era mai stato.

- Non ho intenzione di rimanere qui ad aspettarti mentre tu salvi la tua cara Katherine, a me non interessa un cazzo ok? Sono passati tre giorni, basta, tempo scaduto. Io me ne vado, vuoi uccidermi? Fallo pure, mi sono rotta le palle di essere IO la tua marionetta. Non aspetterò un ragazzo che non mi ama. –

- Allora.. sai che ti dico? Vai a casa, vai a fanculo.. vai dove cazzo ti pare e piace.. tra noi è finito tutto ok? Tutto. Vaffanculo, Elena.. sei stata sempre una bambina, a me non piacciono le bambine.. quindi vaffanculo. – Mi preparai per ricambiare le sue gentili indicazioni stradali ma sentii il suono della telefonata staccarsi, avevamo chiuso.

- Aiutami a prendere le mie cose, Bonnie. Torno a casa. – Dissi, piangendo.

 

Damon POV.

Staccai la chiamata fuori di me, iniziai a tirare pugni a qualsiasi cosa mi capitasse a tiro.. Al diavolo Elena e i suoi problemi. Katherine era stata rapita da quel bastardo d’un licantropo e io sarei dovuto rimanere con le mani in mano solo per farle quattro coccole? Ma vaffanculo. Avrebbe pagato caro quest’affronto, molto caro.. Se solo fosse tornata davvero a casa non gliel’avrei mai perdonato, mai.

- Andiamo? Ci sono delle traccie qui, portano verso il molo. - Mi disse Stefan, che si era trasformato in un segugio.

- Si, andiamo. -

- Stai bene? Sai.. ho sentito, se vuoi tornare a casa ti capisco. -

- Tu non capisci un cazzo, cammina. -

 

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Capitolo 37
*** 38. How could you be so hearless? ***


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38. How could you be so heartless?

http://www.youtube.com/watch?v=mOX8j4HBFAk

 

Elena POV

 

- Come.. come fa ad essere così senza cuore? Così bastardo? Diiio.. lo ucciderei se potessi.. maledetto stronzo. – Iniziai a sfogarmi mentre Bonnie, con un sorriso nascosto, mi aiutava a sistemare i bagagli.

- Stronzo, mi sento una merda.. non avrei mai dovuto credergli, mai! –

Le lacrime cominciarono a scorrere, fino a bagnarmi tutto il viso e la maglia.

Piansi forte, piansi quasi urlando. Mi gettai sul letto e iniziai a dare pugni su quelle coperte in cui avevamo fatto l’amore così tante volte, Bonnie corse ad abbracciarmi, ma io continuai a piangere, urlare, invocare il suo nome e piangere ancora. Poi, dopo qualche minuto, mi calmai.. Bonnie continuò ad abbracciarmi e mi voltai verso la finestra, il sole era calato.

- Forse.. per stanotte.. dovremmo rimanere qui, sai.. in caso tornasse. – Mi disse Bonnie, sorprendendomi.

- Ma tu non eri quella che odiava l’idea che abitassi qui con lui? – Chiesi confusa, lasciando le magliette sul letto e sedendomi.

- Si, ma vi siete lasciati in un modo.. un po’ drammatico diciamo, forse sarebbe meglio aspettare almeno fino a domani per vedere se la sua decisione è definitiva.  No? – Mi disse, continuando a sorprendermi.

- Va bene, ma solo se resti qua con me. – Le dissi e lei assunse un espressione mortificata..

- Ti ricordi che.. ho una relazione con tuo fratello no? – Mi disse.

- Si, certo.. –

- Bhé, oggi facciamo tre mesi e lui organizza questa serata da settimane ormai.. se non è necessario vorrei non dover disdire. – Mi spiegò e io le sorrisi, provando a fingere di stare bene.

- Ah.. va bene, conoscendo Jeremy impazzirebbe se non andresti. Vai pure, io resto qui.. a limite vieni a trovarmi domani mattina. – Le dissi e lei mi ringraziò, mi salutò e andò via..

Rimasi ancora una volta sola, in quell’enorme villa, a pensare ed aspettare un segno di vita da parte di Damon o Stefan. Presi una sacca di sangue e cominciai a bere, come una drogata frustrata.

Damon POV

Squartare un licantropo mi aveva decisamente fatto bene, ma il nervoso e la furia omicida che si erano impossessati di me per colpa di Elena non si erano ancora placati del tutto. Sarei tornato a casa quella sera stessa e non l’avrei più potuta baciare, abbracciare o guardarla dormire.

Non avrei più potuto litigare con lei, essere geloso o possessivo.

Non avrei più potuto accarezzarle i capelli o coccolarla tutta la notte.

Diedi un altro calcio al corpo ormai morto e dilaniato di Mason, tanto per sfogare il nervoso.. Mi voltai, guardando con la coda degli occhi i baci ardenti che Stefan e Katherine si stavano scambiando proprio sopra la cella in cui lei era stata chiusa e torturata da quel licantropo.

Dopo qualche altra percossa al licantropo, Katherine mi fermò con un braccio e mi guardò dritta negli occhi. Per un momento ebbi la tentazione di baciarla, ma passò subito e fece posto all’odio e all’invidia che provavo verso lei e Stefan.

- Grazie, Damon. Di tutto, ma adesso puoi lasciarlo.. è morto. –

- Sono nervoso okay? Lo lascerò stare quando vorrò. –

- Hai litigato con Elena? Perché.. se è così, posso aiutarti. –

- Come? – Le chiesi subito e lei cominciò a stuzzicarmi il petto con le unghie.

- Potremmo farla ingelosire.. ricordi com’era bello il nostro ménage

à trois? – Disse, guardando Stefan maliziosa.

- Puoi scordartelo Katherine, preferirei scoparmi un ippopotamo morto che scoparmi te, di nuovo. Adesso torno dalla mia Elena, la riconquisto e non ti rivedrò mai più, giusto? –

- Se questo è quello che vuoi.. – Disse acida, togliendomi le mani di dosso.

- Ma non sai che ti perdi. – Disse ancora, mentre uscivo da quella topaia.

Salii a bordo della mia Porsche e mi diressi verso Mystic Falls, pronto ad uccidere o riprendere Elena.

 

Finalmente posso con certezza dirvi come si svolgerà il continuo di questa fanfiction.

Arriverò fino al capitolo 45. Quindi altri sette capitoli 'normali'.

Poi farò l'epilogo, che sarà il capitolo 46.

Farò dei "missing moments" cioé descriverò delle piccole scene che magari nella storia non ho nemmeno accennato, ad esempio.. in alcuni capitoli ho scritto "quelle due settimane passarono veloci" e descriverò magari qualche episodio di quelle due settimane che non ho accennato precedentemente nella storia, capite? Diciamo che sono degli extra, comunque ho intenzione di scriverne cinque, massimo sei. (quasi tutti lemon, spero vi piacciano ugualmente).

Infine farò un "future chapter" dove scriverò un episodio riassuntivo della vita dei protagonisti, dopo dieci o vent'anni da adesso. Potrebbero essere anche cent'anni, dato che sono immortali :) ahah

Spero di essere stata chiara. Quindi, ricapitolando:

7+1+6+1=  ancora 15 capitoli tutti per voi :D

Contente?

Vi voglio bene Delena's girl :)

Stefy (:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** 39. You give me everything. ***


Nuovo.

 

39. You give me everything.

http://www.youtube.com/watch?v=EPo5wWmKEaI&feature=share

Damon POV

 

Il viaggio verso di lei sembrava interminabile, ogni chilometro che mi separava da lei sembrava un eternità.. nonostante stessi praticamente infrangendo tutti i limiti di velocità mi sembrava stessi andando a rallentatore. L’unica cosa che riuscivo a pensare era: l’avrei trovata ancora a casa? Lo sperai con tutto il cuore, perché infondo era stupido da parte mia negare per l’ennesima volta quanto l’amassi. Sì, la verità era che l’amavo, l’amavo più di ogni altra cosa o creatura al mondo.

Magari era un modo contorto o sbagliato il mio, ma l’amavo.

Arrivai dopo qualche ora, in completa confusione, e parcheggiai davanti quella che lei chiamava ‘casa nostra’.

Corsi con velocità sovrannaturale ed entrai in casa.

- Damon? – Sentii la sua voce provenire dalla cucina, mi precipitai e lei mi corse in contro, abbracciandomi. Era come se nulla fosse cambiato.

- Sono così contenta che tu sia tornato da me.. – Mi disse, sincera.

Continuai a stringerla finché i miei pensieri oscuri non si rimpossessarono della mia mente, mi allontanai e la presi per le spalle.

- Perché non te ne sei andata? – Chiesi, la parte umana di me sperò in una risposta romantica, la parte assassina sperò in un altro affronto in modo da poterla sgozzare. La guardai dritta negli occhi e lei tremò visibilmente.

- Io.. speravo tu venissi, me ne sarei andata domani in ogni caso. –

- Non potevo lasciarti. – Le risposi, dicendo la prima cosa che mi veniva in mente. Lei mi guardò con gli occhi lucidi e mi fece un mezzo sorriso.

- Io ti amo, Damon. Mi dispiace per tutto, mi dispiace per aver dubitato di te.-

La abbracciai di nuovo, poi la baciai con calma e lentezza studiata.

Chiudemmo entrambi gli occhi concentrandoci sul contatto delle nostre labbra sovrapposte. Sentire ogni millimetro delle sue labbra muoversi sulle mie mi provocò dei brividi che non avevo mai avuto, sino ad allora.

- Dispiace a me di averti lasciato per quella puttana. – Risposi, prendendola in braccio.. le misi una mano sulla schiena ed un'altra sulle cosce.

- Andiamo a letto, ora, sarai stanca.. hai gli occhi gonfi. – Le dissi.

- Si, anche tu sarai stanco.. andiamo, ho bisogno di dormire con te ora più che mai. – La sua voce si fece morbida e rauca, come se stesse per addormentarsi da un momento all’altro.

Elena POV

Quella notte dormimmo come bambini, mi svegliai con ancora il sorriso sulle labbra e mandai subito un sms a Bonnie.

Damon è tornato quindi grazie per avermi convinta a rimanere qui, non c’è bisogno che tu venga stamattina, sto bene.. ci vediamo in questi giorni. Ti voglio bene, dà un bacio a Jer. E.

Dopo qualche minuto Damon si svegliò, stropicciò gli occhi e ricomparve con due sacche di sangue prima ancora che mi accorgessi che non c’era più.

- Non ho ancora imparato a correre così veloce. – Affermai e lui rise.

- Avrai tutto il tempo che vuoi, adesso bevi, sei debole. – Mi disse, premuroso, mi carezzò i capelli spettinati e cominciammo a bere entrambi.

Finii la mia sacca in pochi secondi, infondo avevo davvero una fame da lupi.

- Pensavo che in questi giorni tu avresti potuto fare qualcosa di brutto. Ti ho lasciato nei tuoi primi giorni da vampira quando invece ti sarei dovuto stare accanto, mi dispiace. – Disse poi, e io gli dissi di non preoccuparsi.

- C’era Bonnie con me, ogni qualvolta avevo in mente qualcosa di disastroso lei mi faceva tornare in me con uno dei suoi incantesimi. –

- Bene, sono contento che tu non abbia fatto niente di cui potevi pentirti. –

- Bhé, si.. ti ho mandato a quel paese.. e me ne sono pentita. – Sorrisi e lui sorrise dopo di me, baciandomi dolcemente.. Ricambiai con amore.

- L’avete trovata? – Chiesi poi, riferendomi a Katherine.

- Si, aveva ragione Stefan.. Mason l’aveva rapita e torturata per vendicarsi. –

- Vendicarsi di che? – Chiesi, ancora più curiosa di prima..

- Lei aveva usato e distrutto anche il suo cuore. – Disse con un pizzico di gelosia e astio nella voce, io lo baciai di nuovo e subito si rilassò.

Inizialmente il bacio si mantenne morbido e lento, poi però iniziammo a sfiorarci con le mani, a toccarci come non facevamo da giorni.

Sentii la sua lingua sul mio collo, le sua mani sulle natiche che mi spingevano verso la sua erezione. Salii sopra di lui, a cavalcioni, e continuammo a baciarci mentre mi strusciavo esplicitamente su di lui. Da vampira non riuscivo a trattenere le mie voglie, né riuscivo a calmarle

Vi voglio bene :)

Stefy (:

 

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Capitolo 39
*** 40. Where do you go? ***


Nuovo.

40. Where do you go?

http://www.youtube.com/watch?v=PU68eehdE5w

(Musica di sottofondo un po’ strana.. ma voglio che questo capitolo emerga per le parole e non per la musica, che come ho già detto deve essere solo un sottofondo, spero gradirete.)

 

Damon POV

Le mie mani scorrevano sul suo corpo come dotate di vita propria, le mie labbra assaporavano il dolce sapore della sua pelle.. ma il suono del mio cellulare mi interruppe. Nessuno mi disturbava se non era importante quindi decisi di rispondere, lasciando Elena ansimante sul letto.

- Si. – Risposi, con tono di voce ancora rauco.

- Damon? Sono Rose.. è successa una cosa.. io non so se mi perdonerai mai.. io.. –

- Che è successo!? Dubaku sta bene? – Mi allarmai, se solo gli fosse successo qualcosa avrei ucciso Rose e tutti quelli che avesse mai amato.

- Io.. non lo so, Damon. Non c’è più, qui in casa. Non so chi l’abbia preso. –

- Porca troia, arrivo con il primo aereo, tu cerca di trovarlo. Se solo gli è successa qualcosa ne pagherai le conseguenze. – Staccai la chiamata sentendomi gli occhi pieni di lacrime che mi rifiutai di gettare.

- Damon? Che succede? – Chiese Elena con voce stridula.

- Devo partire Elena, mi dispiace. Rose mi aspetta in Bulgaria. – Risposi con tono fermo e irremovibile. Sapevo bene che non era un buon momento per partire ma.. Dubaku aveva la precedenza su tutto, in quel momento.

- Ma perché? Che è successo stavolta? – Mi chiese, provando a rimanere calma ma rivelando il suo tono preoccupato e angustiato.

- Sai.. in Bulgaria ho una persona a me molto cara, è un bambino africano, Rose se ne occupava per me ma adesso.. è scomparso, devo trovarlo. –

- Un bambino africano in Bulgaria? Ma che stai dicendo Damon? – Ovviamente apparve confusa e molto incredula, non era semplice capire. Anzi, dopo diversi anni, non capivo nemmeno io perché amassi così tanto quel bambino.

Ero in Africa da qualche anno, era semplice uccidere e dissanguare persone in quel posto misero e pieno di morte e malattie. In fondo se veniva a mancare un vecchio denutrito e malato nessuno avrebbe mai indagato, inoltre c’era un ottimo mercato di sangue.. Le persone erano disposte a vendere grosse quantità di sangue per qualche piatto di riso. Un giorno però, durante una delle mie visite in un villaggio povero e scarsamente abitato, vidi una scena pietosa. Una decina di vampiri erano lì, avevano ucciso chiunque gli capitasse a tiro, erano completamente rabbiosi e carichi d’odio, probabilmente erano dei novizi. Se ne andarono senza nemmeno accorgersi della mia presenza, feci una veloce ricognizione per constatare i danni che quegl’irresponsabili avevano fatto e, nascosto sotto una palafitta,lo vidi per la prima volta. Piccolo, solo, impaurito e pieno di sangue. Conoscendo l’africano meglio delle mie tasche provai a parlarci, lui dopo un po’ di coccole e rassicurazioni cominciò a rispondermi.

- Come ti chiami? – Chiesi, provando per la prima volta pietà dopo anni di insensibilità totale verso chiunque. La pietà e la compassione che provavo per lui erano così forti da farmi mettere in dubbio la mia stessa natura da vampiro.

Avrei dovuto ucciderlo, il sangue dei neonati è il migliore del mondo, per non parlare del sangue di un neonato nero.. Si sa che la melanina contenuta abbondantemente nel suo corpo favorisce al sangue un sapore decisamente migliore. Ma, a causa delle mie emozioni, non riuscii ad ucciderlo né tanto meno ad abbandonarlo.

- Mi chiamo Dubaku. – Mi disse, biascicando in africano.

- Quanti anni hai, Dubaku? – Chiesi ancora, accarezzandogli la fronte.

- Tre anni e mezzo, signore. –

- Vuoi venire con me? Posso salvarti. – Gli proposi e lui, piangendo, annuì.

- Passammo tre anni insieme, poi però mi resi conto che chiunque avesse voluto farmi del male sarebbe risalito a lui e avrebbe potuto annientarlo. Quindi lo affidai a Rose, vecchia fiamma ed amica, che promise di proteggerlo e curarlo. – Ricordai tutta la vicenda, parlandone ad alta voce e raccontando tutto ad Elena. Mi voltai per guardarla negli occhi e lei mi sorrise. Io sospirai sollevato, per l’ennesima volta era riuscita a capirmi.

- Quindi Dubaku è praticamente tuo figlio? – Mi chiese, sorridendo ancora.

- Io lo considero più come un fratello minore. – Le spiegai e lei sospirò.

- Verrò con te a cercare Dubaku. – Mi annunciò, con tono irremovibile.

- Elena.. io non credo sia una buona idea.. potresti metterti nei guai ed io dovrei preoccuparmi anche per te.. –

- Io vengo Damon, punto e basta. Niente scuse, se è importante per te lo è anche per me. – Mi baciò ed io ricambiai con tutto la passione e la gratitudine che avevo in corpo.

 

Eccomi qui, ho fatto i salti mortali per arrivare ad aggiornare oggi, spero che questo capitolo vi soddisfi.. so che né nel telefilm né nei libri si sia mai parlato o accennato di un certo Dubaku. Ma ho voluto inventare questa situazione per rendere Damon un pò più.. mm.. umano e fragile. Spero che vi piaccia e non vi sembri troppo ridicolo. Un bacione, Stefy. FATEMI SAPERE! Aggiorno domani, vi voglio bene.

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Capitolo 40
*** 41. Problems with you. ***


Nuovo.

41. Problems with you.

http://www.youtube.com/watch?v=HuhDz_2iV1g&feature=related

 

- Dubaku! – Urlammo contemporaneamente io e Damon, guardandoci intorno. Eravamo nella “Pobitite Kamani” ormai da diverso tempo. Era una foresta enorme, il cui nome significa “pietre battute nel terreno”, nel terreno infatti vi erano conficcati diversi pali di pietra, di diverse lunghezze e forme.

(http://www.youtube.com/watch?v=Dtyudt3URXw)

- Ma perché credi di poterlo trovare qui? – Gli chiesi.

- Una volta lo portai qui, gli raccontai le leggende di questo posto e lui se ne innamorò, mi disse che se mai avessi perso l’amore l’avrei ritrovato qui, perché questo è un posto d’amore. – Mi spiegò, mettendomi quasi i brividi.

Cercammo il piccolo fino alle undici e trenta di sera, infine mi arresi, Damon mi accompagnò a casa e poi tornò a cercarlo.. Io rimasi con Rose a chiacchierare. Mi raccontò diversi aneddoti su Dubaku e Damon che mi fecero ridere, commuovere e soprattutto ricredere su tutto ciò che avevo mai pensato su Damon. Era così diverso quand’era con Dubaku, era quasi umano.

- Ma.. insomma, com’è successo? – Le chiesi, riferendomi al rapimento.

- Avevo sete, era notte fonda, Dubaku dormiva beatamente accanto a me.. Sono andata in cantina a prendere una sacca di sangue ma quando sono tornata il letto era sottosopra e lui non c’era più. –

- Ma.. strano che tu non abbia sentito niente. – Dissi titubante, potendo testare io stessa quanto fosse potente l’udito vampiro.

- Infatti, avrei percepito ogni minimo rumore se ce ne fosse stato qualcuno. –

“Questa storia non mi quadra per niente..” Pensai, guardandola bene in faccia. Ero sempre stata brava a capire le persone e lei stava mentendo.

Distoglieva lo sguardo troppo spesso, muoveva freneticamente le mani.. possibile che Damon non se ne fosse accorto? Che non avesse avuto nessun dubbio o sospetto? Si fidava ciecamente di quella bugiarda?

- Elena, sono a casa! – Sentii d’un tratto la voce di Damon.

- Amore, l’hai trovato? Novità? – Chiesi, correndo ad abbracciarlo, lui ricambiò frettolosamente, era ancora sconvolto dalla scomparsa di Dubaku.

- No, purtroppo no, niente. Zero, nada. – Provò a farmi capire, col suo solito tono seccato e sarcastico. Io lo abbracciai nuovamente e stavolta mi strinse le mani attorno alla schiena con forza, volendo davvero conforto.

- Ti va di fare una passeggiata? – Gli chiesi e lui mi guardò come se fossi impazzita, ovviamente erano quasi due giorni che camminava e correva senza fermarsi neanche un attimo.. Ma io dovevo parlargli di Rose.

Lo guardai con insistenza, spalancando gli occhi per fargli capire la mia urgenza.. e lui senza fiatare, riprese la giacca che aveva appeso e uscì, seguito da me. Ci allontanammo parecchio dalla casa di Rose, dirigendoci verso il centro di Varna. Trovammo una piccola piazzola con due panchine in legno, in semi oscurità, deserta. Pensai che quello fosse il posto più adatto per dirgli tutto.

- Ma cosa c’è? Che succede? – Mi chiese, con un tono allarmato e arrabbiato.

- Rose mente, Damon.. Sono più che sicura che sia stata lei a prendere Dubaku. –

- Lei?! Ma che dici.. Rose è.. – Provò a spiegarmi ma lo interruppi.

- .. una bugiarda. Com’è possibile che qualcuno l’abbia preso senza che lei se ne sia accorta? Abbiamo un udito formidabile Damon, i nostri sensi sono incredibili.. e lei, essendo una vampira vecchia ed esperta, non ha sentito le urla di un bambino che veniva strappato via dal suo letto? – Chiesi.

- Ma.. perché avrebbe dovuto farlo? – Mi domandò lui, sospettoso.

- Non ti è venuto mai in mente che magari si è semplicemente stancata di passare la sua intera esistenza dietro ad un bambino che con lei non centra nulla? –

- Ma lei me lo doveva.. non può sottrarsi, era in debito con me. –

- Infatti non si è sottratta al suo dovere, ha semplicemente finto il rapimento di Dubaku. – Provai ad aprigli ancora una volta gli occhi.

- Forse hai ragione tu, andiamo a casa adesso. – Mi disse, correndo alla velocità della luce verso casa. Corsi dietro di lui ma quando arrivai a casa vidi già Rose spiaccicata al muro, tenuta dalle mani di Damon sul collo.

- Dimmi dov’è! – Urlò il vampiro, quasi strangolandola.

- Io.. te l’ho detto.. non lo so! – Disse a malapena lei, riuscendo quasi a liberarsi. Andai verso di loro, aiutando Damon a tenerla.

- Ascoltami bene, brutta stronza, potrai fregare Damon ma non puoi fregare me, dicci dov’è Dubaku e forse ti lascerà in vita. – Promisi qualcosa che non avrei potuto mantenere, Damon l’avrebbe uccisa se solo avesse saputo che la colpa era sua.

- Devi prometterlo, Damon! Se te lo dico mi lasci viva, mi lasci libera. Altrimenti uccidimi ora e Dubaku morirà con me. – Disse ad un tratto lei.

Damon mi guardò ed io annuii, doveva fare come diceva, doveva promettere.

- Lo prometto, brutta puttana ingrata. Dov’è Dubaku?! – Urlò fuori di sé.

- E’ in un edificio abbandonato in città insieme a Trevor, un mio amico. Nel vicolo accanto al teatro, c’è una scala antincendio, salite.. è lì. – Disse Rose facendo scattare Damon su tutte le furie, io fui accecata dalla rabbia. Presi un paletto e lo puntai al suo cuore, Damon mi guardò sconvolto.

- Ma voi.. avevate promesso che.. – Disse Rose quasi piangendo.

- Lui aveva promesso di non ucciderti, ma io no, addio Rose. – Detto questo conficcai il paletto sul suo cuore ripensando a quanto avevo sofferto scoprendo che erano stati a letto insieme. La vidi rinsecchirsi e diventare quasi grigia, incredibilmente me ne compiacqui. Provai una sensazione di estasi, piacere puro, soddisfazione. Era paradisiaco.

- Elena, hai ucciso Rose. – Evidenziò Damon, ancora incredulo.

- Adesso sono una dei cattivi, devo fare la cattiva no? – Risi come non avevo mai riso in vita mia e Damon continuò a guardarmi furtivamente, spaventato.

 

Capitolo più lungo per non aver aggiornato prima (: A presto! Stefy..

 

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Capitolo 41
*** 42. I'm worried about you, Elena ***


Nuovo.

42.  I’m worried about you, Elena

http://www.youtube.com/watch?v=ZbkLGosBSBQ&feature=related

Damon POV

 

- Tu non hai idea di cosa potrei farti. – Disse Elena, voltandosi verso quel codardo di Trevor. Lui tremò..

- Katherine, sei tornata! Io.. – Corse verso di lei, pronto ad abbracciarla ma Elena si spostò guardandolo con disgusto.

- Io non sono Katherine. Io sono Elena. – Disse e Trevor aggrottò le sopracciglia in segno di incredulità.

- E’ la doppleganger, adesso dammi Dubaku e sarai libero di andare. – Dissi io, intromettendomi per la prima volta nel discorso e facendo sbuffare Elena.

- Prima datemi Rose. – Disse lui, Elena sorrise e mi strizzò un occhio.

- Rose è morta. – Spiegò ad un tratto la vampira facendolo inorridire.

- No! Ma com’è possibile? Chi è stato? L’hai uccisa tu vero? Brutto bastardo! –

Trevor si precipitò su di me e senza che nemmeno se ne accorgesse si ritrovò con la faccia a terra. Elena l’aveva preso per le spalle e buttato per terra.

Lo bloccava con un piede sulla schiena, lui imprecò violentemente.

- Dubaku è nell’edificio accanto, dorme. – Disse ed Elena allentò la stretta, Trevor riuscì a liberarsi e corse via, probabilmente non si sarebbe più fatto vedere. Era più di un secolo che scappava da chiunque gli aveva fatto del male, quindi avrebbe cominciato a nascondersi anche da noi.

- So difendermi da solo, tienilo a mente la prossima volta che il sangue ti da al cervello. – La rimproverai, uscendo da quella stanza e dirigendomi da solo verso l’altro edificio. Elena stava davvero incominciando a spaventarmi.

- DUBAKU! – Urlai ad un tratto, correndo verso di lui. Slacciai le corde che lo tenevano seduto nella sedia, e lo presi in braccio con tutta la velocità che potevo, lui strinse le sue manine attorno al mio collo e a me scapparono due lacrime. Sentii le sua labbra darmi un piccolo bacio sulla guancia e sorrisi.

- Damon! – Mi chiamò Elena, correndo e posizionandosi affianco a noi.

- Sta bene? – Mi chiese preoccupata, io annuii sorridendo.

- Sta bene, sta bene.. – Ripetei, continuando a stringerlo.

- Fratellino – Mi disse lui, cominciando a piangere. – Ho avuto tanta paura. – Disse ancora.. e io mi sentii totalmente in colpa. Se solo fossi stato più attento, se avessi capito prima, se l’avessi tenuto con me.. nulla di tutto ciò sarebbe successo. Mi sentii impotente per la prima volta nella mia vita.

- Mi dispiace, tesoro mio, mi dispiace. – Gli dissi, continuando ad abbracciarlo e a sentirlo piangere sulla mia spalla.

- Sta tranquillo, è passato tutto.. – Dissi ancora, accarezzandogli una spalla.

- Mi porti a casa con te? – Mi disse tra un singhiozzo e l’altro.

- Certo.. ti porto dove vuoi tu. – Risposi, facendolo sorridere lievemente.

 

Elena POV

Il viaggio di ritorno fu lungo, a causa di problemi con il maltempo, ma Dubaku si divertì tantissimo a guardare fuori dal finestrino dell’aereo.

- Tutto bene? – Mi disse Damon, davanti il portico di casa.

- Si, certo.. Dubaku ti piace la tua nuova casa? – Domandai io al piccolo che si guardava intorno spaesato.. lui sorrise sognante, spalancando gli occhi.

- E’ bella come te. – Mi disse, facendomi l’ennesimo complimento.

- Non è che vuoi fregarmi la fidanzata? – Damon rise ed io risi con lui.

- Sì. – Rispose Dubaku, prima di prendermi per mano e portarmi dentro casa.

Passammo tutto il pomeriggio e la sera a giocare con il piccolo, facendolo divertire e stare a suo agio. Poi verso le dieci e mezza crollò tra le mie braccia, lo portai nel suo nuovo lettino e tornai da Damon.

- Ho sete, vado a prendere del sangue.. ne vuoi? – Gli chiesi e lui annuì.

Scesi in cantina.

 

Damon POV

Quando Elena risalì dallo scantinato mi lasciò nuovamente di stucco.

Mi porse una sacca di sangue e notai che ne aveva prese una decina tutte per sé. Essendo un vampiro da molto più tempo di lei sapevo bene gli effetti dell’abuso di sangue. Violenza, scatti di rabbia, paranoia e perenne voglia di uccidere. In più l’abuso di sangue ti rendeva molto potente e forzuto.

- Non devi bere così tanto, una o due sacche al giorno ti soddisfano appieno.–

Le spiegai, guardandola severamente. Lei quasi m’ignorò

- Io ho sete, bevo finché non mi sazio. – Mi rispose, cominciando a succhiare voracemente la terza sacca.

- Elena, smettila! Dammi quelle sacche, subito. – Le dissi, prendendogliene una dalle mani.

- Ma che cazzo vuoi Damon? Hai paura che diventi più forte di te? – Mi disse ed io mi incazzai sul serio. Per quanto potesse bere non avrebbe mai acquisito tutta la mia forza quindi fu un gioco da ragazzi per me sottrarle tutte le sacche nelle vicinanze e portarle giù in cantina. Lei mi raggiunse poco dopo.

 

Elena POV

- Dammi quelle sacche Damon. Ho sete. – Dissi, sentendo un immenso bruciore alla gola, ne volevo di più.. ne volevo sempre di più.

- Non ho capito come ho fatto a non pensarci prima. – Disse tra sé e sé.

- Eri violenta, instabile, carica d’odio e adrenalina, eri forte.. – Stavolta si rivolse a me.. – Era ovvio che si trattasse di eccesso di sangue in circolo. –

Disse poi, facendomi rabbrividire. Ero diventata una drogata?

 

Capitolo più lungo. Enjoy it.

Stefy.

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Capitolo 42
*** 43. Hey now, all you killers.. put your lights on. ***


Nuovo.


 

43. Hey now, all you killers.. put your lights on.

 

Damon POV

http://www.youtube.com/watch?v=AXLAT9nbQgI

 

Erano passate due settimane dal nostro ritorno a casa, Elena dopo qualche giorno era riuscita ad equilibrarsi col sangue e Dubaku era riuscito ad integrarsi in paese. L’avevo perfino iscritto a scuola e si era già fatto degli amici. L’unica cosa che non andava bene era il sesso tra me ed Elena.

Infatti non avevamo avuto nemmeno un attimo per dedicarci a questo genere di cose.. c’erano stati preliminari, scambi di battute.. ma per un motivo o per un altro non eravamo ancora riusciti a darci dentro.

Ma una sera, quella sera, Dubaku era andato a dormire da un amichetto e non avrei permesso e niente e a nessuno di intromettersi tra me e le sue cosce.

- L’ho appena accompagnato, dovevi vederlo.. era così timido, ma la signora Philips è riuscita a farlo accomodare. Appena ha visto Tony gli si sono illuminati gli occhi. Ovviamente non mi sono fatta riconoscere, occhiali e sciarpa, come al solito. – Disse velocemente Elena, entrando in casa.

Aveva tanto insistito che fosse lei ad accompagnarlo a casa del suo amico, era nervoso.. non aveva mai avuto rapporti sociali sino ad allora.

Ma non mi andava di pensare a nulla in quel momento tranne ad Elena e a come darle tutto il piacere possibile.

- La casa era molto bella sai? Credo che si divertirà in fondo anche se.. – La interruppi andando da lei, sbattendola sulla porta e baciandola.

Le alzai una coscia, portandola sul mio fianco. Le mia lingua incontrò subito la sua e iniziò a danzare. Lei si aggrappò con le mani ai miei capelli, saltandomi in braccio.

 

Elena POV

Mi sentii schiacciata tra porta e il suo fisico statuario. Incredibile quanto Damon potesse essere fottutamente irresistibile.

Sentii la sua lingua torture la mia, leccarmi il collo e il lobo dell’orecchio.

Iniziai a tirargli i capelli, per l’amore di scaricare un po’ di tensione e lui mi strinse una natica con forza, facendomi mugolare sia dal dolore che dall’incredibile voglia che avevo di lui.

In un attimo mi ritrovai senza pantaloncini e senza camicetta. Il reggiseno finì in brandelli poco dopo, insieme al tanga e alle calzette.

- Mi fai impazzire, cazzo. – Disse lui, con voce roca. – Sei troppo.. – Mi baciò prima di riuscire a finire la frase.. Gemette di frustrazione quando si accorse che la mia umidità bagnata sbatteva sui suoi jeans ancora intatti.

Li strappai con forza, insieme ai boxer e alla canotta nera.

- Ti voglio.. – Mi disse, sussurrando all’orecchio.

- Dio.. – Risposi io, mentre mi penetrava con due dita..

Iniziò a muoverle dentro di me, facendomi bagnare come mai in vita mia.

- Mmh.. Ah.. Sì, piccola così, muoviti. – Iniziai a muovermi su di lui, facilitandogli i movimenti, poi mi liberai dalla sua presa appoggiando i piedi per terra e trascinandolo con velocità vampira fino al divano. Con una spinta lo feci sedere e mi gettai sopra di lui, entrando tutto il suo membro dentro di me. Mi sentii piena, appagata e completamente vogliosa di lui.

- Oh cristo Elena.. - Disse accompagnando la frase ad un ringhio profondo e gutturale. Mi aggrappai alle sue spalle, avvicinando il seno scoperto alla sua bocca e cominciando a muovermi.

Lui cominciò a baciarmi tutto il seno, la spalla, il collo..

Iniziai a muovermi sopra di lui con una certa velocità e costanza, aiutata dalle sue mani sulle natiche che mi facevano mantenere con lo stesso ritmo.

Continuai a muovermi sopra di lui, cambiando di tanto in tanto intensità e velocità. Poi, ad un tratto, mi prese per i fianchi e mi gettò sul divano, posizionandomi le caviglie sopra le sue spalle.

Affondò dentro di me come se fosse vitale per lui, iniziammo a gemere e sospirare entrambi.

- Ti amo.. ti amo.. – Mi disse, tutto d’un tratto, rompendo la barriera di ghiaccio che aveva sempre innalzato con me.

- Ti amo anche io. – Risposi, svuotandomi contemporaneamente a  lui.

Ricominciammo a respirare normalmente dopo qualche minuto, poi decisi di dirgli la verità sulla mia dipendenza da sangue.

- Damon.. – Lo chiamai, con voce suadente.

- Mm.. – Rispose, voltandosi verso di me, stanco e leggermente sudato.

- Io.. ho bisogno di dirti la verità, ho provato a smettere, sia con il tuo aiuto che da sola, ma non ci riesco.. se non consumo almeno venti sacche di sangue al giorno non riesco a stare tranquilla, mi dispiace di averti mentito a riguardo, è solo che non volevo deluderti. – Spiegai e vidi il suo sguardo farsi duro e severo, le sue labbra si serrarono.

- Avevi promesso Elena, avevi promesso. – Rispose, quasi ringhiando.

- Vaffanculo, non capisci mai niente di me, non è cosi facile sai? –

- Io ti avevo promesso tutto l’aiuto possibile, ti ho dato tutto Elena.. ed è questo il modo di ringraziarmi? Come faccio a fidarmi sapendo che l’unica creatura umana qui in casa è Dubaku? –

- Non lo toccherei mai, lo sai! – Urlai.

- No, sei tu che non lo sai, non hai idea di cosa puoi fare sotto effetto del sangue. – Disse lui, preoccupandosi per Dubaku. Ma come poteva solo lontanamente supporre che gli avrei fatto del male?

- Se non ti fidi di me allora non puoi stare con me. – Urlai, in presa alla rabbia e dalla delusione. Lui mi guardò impassibile, severo.. poi mi fece segno di andare con la mano, io lo guardai incredula.

- Sei libera Elena, vuoi andare? Vai. – Mi disse, corsi in camera, preparai la valigia e scomparvi. Dirigendomi verso casa Gilbert, pronta a rivedere Jer.

 

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Capitolo 43
*** 44. I really fucked up this time, and you? ***


Nuovo.


 

 

44.  I really fucked up this time, and you?

Damon POV

http://www.youtube.com/watch?v=znHtGpCAfGY&feature=related

 

- Dubaku non stare troppo al sole, ti bruci! – Gli dissi, ancora sdraiato sotto la palma tropicale. La nostra vacanza alle Bahamas era davvero rilassante anche se Dubaku non poteva fare a meno di giocherellarmi intorno e riempirmi di sabbia fino ai capelli. Mi alzai, in preda ad una vampata di calore insopportabile e dopo averlo avvertito mi tuffai da uno scoglio e iniziai a rilassarmi, galleggiando a pancia sopra.

“Elena..” Pensai, per l’ennesima volta. Erano quasi tre mesi che non la vedevo. Ancora una volta i miei occhi si inondarono di lacrime ma le ricacciai indietro, non dovevo piangere per lei. Infondo era stata lei a volerlo no?

- Ti prego, torna a casa, ti aiuterò, ti capirò per favore. – Le dico guardandola negli occhi, posizionandomi davanti a lei. Sono quasi tre settimane che non la vedo, la voglia di baciarla è forte ma mi trattengo. Lei mi guarda severa, arrabbiata, fuori si sé, sintomo che la dipendenza da sangue è ancora in corso. Jeremy spunta nel portico dalle scale e ci guarda curioso e sconvolto. Poi si volta verso Elena, toccandole un braccio. Lei, per la prima volta, distoglie lo sguardo dal mio e mi sento mancare.

- E’ lui Elena? – Le chiede, indicandomi apertamente, lei annuisce.

Jeremy si volta verso di me pronto a tirarmi un gancio destro ma io lo schivo, prendendogli il braccio e girandoglielo intorno, fino a fargli toccare la sua stessa schiena.

- Non provarci mai più, capito moccioso? Elena, per quanto riguarda te, ti aspetterò per due mesi, resterò in quella casa, pronto ad accogliere te, i tuoi amici, la tua vita, perfino tuo fratello – Calco l’ultima parte con disprezzo – Ma se non verrai me ne andrò con Dubaku e non mi rivedrai più, ci siamo capiti? Sappi che io ti amo, sono disposto a stare alle tue condizioni. Ti aspetto. – Prima che lei abbia il tempo di accorgersene corro con la mia velocità supernaturale verso di lei, le stampo un bacio a fior di labbra e scompaio. Ma lei non viene, né quella sera, né nelle sessanta seguenti. Quindi prendo i bagagli, vado all’aeroporto insieme a mio fratello Dubaku e parto per le Bahamas pieno di rimpianti e rimorsi, ma pronto a cambiare vita.

 

Elena POV

 

- Jeremy! Jer! – Lo chiamai, avvicinandomi alle scale che portavamo in camera sua.. Il pranzo era pronto da mezz’ora e quell’odore di frittura mi stava dando alla nausea, volevo sangue ma non volevo che Jeremy si preoccupasse ulteriormente per me. Avevo impiegato settimane per convincerlo che andava tutto bene, che mi ero completamente ritrovata nella mia nuova natura da vampira, che stavo bene e che il mio rapporto col sangue era ottimo ed equilibrato.

- Jeremy! E’ pronto! Scendi? – Dissi ad alta voce, lo sentii mugolare.

- Un attimo, arrivo. – Disse con voce roca e affannata.

Passarono cinque minuti, ma di Jeremy nemmeno l’ombra quindi salii al piano di sopra e sentii chiaramente dei gemiti femminili provenire dalla stanza di mio fratello. Probabilmente si era portato un’amica da scuola, infondo doveva provare anche lui nuove esperienze.

Poi, ad un tratto, sentii chiaramente odore di vampiro quindi entrai di corsa in camera di Jeremy, spaventata da ciò che stava facendo.

Vidi le lenzuola macchiate si sangue, Jeremy era completamente nudo e una ragazza, chiaramente vampira, stava bevendo da lui.

- Jeremy! Ma che cazzo stai facendo!? Porca troia! – urlai, gettando velocemente la ragazza dall’altra parte della stanza, lei si alzò con velocità soprannaturale correndo verso di me e sbattendomi fortemente al muro.

Provai a ricambiare i suoi colpi ma mi accorsi che era molto più forte e vecchia di me, riuscii ad allontanarla con estremo sforzo ma lei scappò via prima che avessi il tempo di riprendermi e ripartire all’attacco.

- Non mi avevi detto che avevi una sorella vampira, è finita. – Disse, prima di gettarsi dalla finestra sotto gli occhi sconvolti di Jeremy, coperto malamente dalle lenzuola insanguinate.

- Ma che cazzo ti passa per la testa? Coglione! Fammi vedere.. oh cazzo! Ma quanto ha bevuto? – Urlai e lui mi guardò con gli occhi quasi completamente chiusi e le labbra semi aperte, era pallido.

- Sto.. mi sento.. aiuto. – Svenne sotto i miei occhi e immediatamente mi morsi, porgendogli il mio sangue. Involontariamente deglutì e dopo pochi minuti riaprì gli occhi, sorridendomi.

- Cazzo.. Oddio, sei vivo.. Jer! – Lo abbracciai, ancora furiosa.

- Mi dispiace, Elena.. – Disse con voce quasi inudibile.

- Ti voglio bene.. lo sai, ma devi spiegarmi cosa ti è presto, chi era quella? –

- Lei è Anna Johnson, una mia compagna di scuola ed io la amo. – Disse, parlandomi con una serietà che non avevo mai visto in lui.

-Ma che cazzo dici.. La ami?! Lei ti stava uccidendo! – Urlai e lui mi guardò sornione, sventolandomi il vecchio anello salva-vita dello zio John.

- Non posso morire, ricordi? Tornerò sempre in vita per romperti le palle, sorellina. – Disse sarcastico, ricordandomi il modo di parlare di Damon.

“Damon..” Pensai al suo nome intensamente, provando a non piangere per l’ennesima volta.

- Damon! Sono tornata Damon! – Urlo spalancando la porta della casa dove avevamo vissuto per mesi, ma è vuota. C’è qualche mobile coperto da un telo bianco, il parquet è leggermente impolverato, la casa è silenziosa. Scendo in cantina ma il frigo non c’è più e di conseguenza non posso nemmeno sfogare il mio dispiacere nel sangue.

- Damon! – Lo chiamo un'altra volta, sperando in un miracolo che non accade.

- Dubaku, ci siete? – Niente, nessuno. Sono passati due mesi e tre giorni, Damon è già partito, è passato avanti. Ho provato a venire in tempo ma non ci sono riuscita, mi è mancato il coraggio di ammettere i miei errori, di dargliela vinta ancora una volta, di sottomettermi nuovamente alla sua volontà. Ed ora non posso più tornare da lui, piango per l’ennesima volta, provando a sfogare tutta la rabbia ed il nervoso che si sono impossessati di me, poi vado in un bar e bevo un paio di ragazzi, li uccido.

Una lacrima provò ad uscire ma la bloccai appena in tempo, poi tornai a guardare Jeremy, schifata ed estremamente sconvolta per ciò che era appena successo.

- Tu sei completamente pazzo, ma come ti viene in mente? – Urlai arrabbiata.

- Io.. io non ho mai pensato che tu fossi morta, io ho sempre saputo che c’era qualcosa dietro.. e sapendo tutte quelle cose sui vampiri, tutti quei racconti di papà e zio John.. Insomma, ho sempre voluto saperne di più. Da quando sei tornata così, insomma.. in queste sembianze, ho capito che non tutti i vampiri  sono malvagi come diceva papà. Adesso io voglio diventare come te, come voi, come Anna. – Mi spiegò velocemente, parlando con sguardo sognante.

- Tu sei fuori di testa Jeremy, io non ti permetterò di diventare.. così. – Dissi disprezzando la mia natura e indicandomi, lui mi guardò senza capire.

- Ma tu sei diventata così! Ti sei fatta trasformare! – Urlò.

- Si, ma solo per riuscire  a stare con l’uomo che amo, dovevo salvarlo. –

- Anche io voglio stare con la donna che amo, quindi lasciarmi stare. –

Mi chiuse la porta in faccia e io andai in camera mia, strizzando gli occhi.

“Damon..” Lo pensai nuovamente “Mi serve il tuo aiuto”.

Composi il suo numero, sperando di riuscire a convincerlo a darmi una mano, a perdonarmi e a tornare con me.

Capitolo lungo, lungo eh? Comunque spero che non mi ucciderete, sistemerò le cose promesso!

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Capitolo 44
*** 45. You and Me. ***


Nuovo.

Ebbene sì, gente.. capitolo finale. (ovviamente ci saranno anche l'epilogo, gli extra e il future chapter) Mi dispiace molto lasciare questa storia perché in tutta onestà, non avevo mai avuto così tanta passione e ispirazione per dei personaggi da scrivere capitoli tutti i giorni e finire la storia nel giro di un mese  e mezzo, senza neanche una critica. Sono anni che scrivo e provo a fare qualcosa di decente ma se questa storia mi ha appassionato così tanto é solo merito vostro. Merito di chi ha commentato sin dall'inizio, merito di chi mi ha sostenuta e ringraziata, merito di chi mi ha adulata e criticata, merito di chi ha letto o ha commentato solo un paio di volte, merito di chi l'ha inserita tra i preferiti o le seguite, merito di tutte che voi che avete speso cinque minuti per leggere le mie parole. Merito anche dei creatori di libri e telefilm che mi hanno dato spunto per creare questa storia con i loro personaggi e località. Quindi grazie mille a chiunque abbia permesso che questa storia cominciasse, durasse e finisse. Ci sentiamo al prossimo nonché primo extra. Milioni di baci e abbracci, Stefy.
 

45.  You and Me.

http://www.youtube.com/watch?v=vP0ngiMBnas

 

Damon POV

Tornai a riva dopo una mezz’ora e vidi Dubaku chiacchierare animatamente da solo, non capii quindi con la mia super-velocità mi avvicinai e notai che aveva il mio palmare in mano.

- Dubaku! – Lo chiamai e lui si voltò spaventato – Stavolta ti ho colto con le mani nel sacco, nanetto. Dammi il telefono, con chi parli? La fidanzata? – Iniziai a ridere ma lui rimase serio, porgendomi il telefono in silenzio.

- Ma cos’è quella faccia da funerale? Sembra che tu abbia visto un fantasma! – Dissi ancora, lui continuò a guardarmi spaventato e silenzioso quindi presi il telefono tra le mani e risposi incuriosito.

- Pronto? – Dissi, con voce sospettosa, dall’altra parte provenne un sospiro familiare, un sospiro femminile.

- Mm.. Damon? – Mi sentii chiamare.

- Oh.. E.. Elena sei tu! Mmh Mmh.. dimmi pure. – Dissi, imbarazzato come un bambino durante il suo primo giorno di scuola. Erano mesi che non sentivo la sua voce, come mai mi stava chiamando? Era successo qualcosa?

- Io.. dovrei parlarti, d-dove sei? Puoi tornare a Mystic Falls per favore? – Quelle parole suonarono come musica alle mie orecchie, finalmente stava mettendo da parte il suo orgoglio invece di mettere da parte me.

- Io.. Sono alle Bahamas con Dubaku, prendo il primo aereo e arrivo, ma è successo qualcosa? –

- Si, qualcosa è successo. Ma è meglio parlarne di persona ok? Ti aspetto, grazie. –

- Allora a presto, ciao Elena. – Dissi, volendo invece chiamarla “regina”.

- Ciao Damon.. un bacio. –

Staccò il telefono lasciandomi boccheggiante, un bacio? Che voleva dire un bacio? Insomma.. era così che si salutavano gli umani di questi tempi? Un bacio, l’avrei voluto davvero un bacio da lei, porca troia..

- Forza ometto, si torna a casa! Prendi il tuo salvagente e il tuo secchiello, la zia Elena ha bisogno di noi. – Sospirando fece come gli dissi, mentre io non smisi di sorridere sotto i baffi per tutto il tempo. L’avrei rivista.

 

Elena POV

Era passato quasi un giorno dalla mia telefonata a Damon, possibile che non avesse ancora trovato il modo per raggiungermi? O magari non aveva voluto. Insomma, dopo come lo avevo trattato mi sembrava ovvio che avesse il diritto di tirarsi indietro. “Oh ti prego..” Pensai, guardando la porta e sperando si aprisse. Sentii bussare e accorsi ad aprire.

- Dubaku! Oh amore! – Lo abbracciai e baciai. – Che bello rivederti.. ma.. dov’è Damon? – Chiesi, poi lo vidi spuntare con un grosso mazzo di rose rosse e un sorriso smagliante, proprio davanti il mio vialetto.

Per un momento ebbi l’incertezza di andargli incontro o meno, poi però le mie gambe iniziarono a correre come se fossero dotate di vita propria e le mie braccia si strinsero intorno al suo collo.

- Mi sei mancato tanto! – Dissi e lui mi baciò così, senza preavviso.

Sentii le sue labbra morbide e delicate poggiarsi sulle mie con urgenza, bisogno, passione.. amore.

- Elena.. io.. lo so che.. cioè, ti.. – si interruppe e poi sussurrò – ..amo. –

- Anche io ti amo, amore. – Lo baciai nuovamente, Dubaku sorrise.

- Io lo sapevo che sareste tornati insieme. – Troneggiò Jeremy dal portico.

- Se tu puoi amare uno come lui – La sua voce era piena di disprezzo – allora io posso amare Anna, e devo avere la possibilità di stare con lei per sempre. –

- Jeremy hai sedici anni, non puoi pensare davvero queste cose. – Urlai.

- Qualcuno vuole spiegarmi? – Si intromise Damon, dirigendosi verso casa.

- Prego, entra. – Dissi io, invitandolo ad entrare, Jeremy guardò schifato.

Presi Dubaku in braccio ed entrai anche io, mentre il piccolo giocava con i miei capelli. Damon mi guardò, ancora in attesa di una risposta.

- Jeremy si fa dissanguare da una vampira di nome Anna e dice di amarla e voler diventare come lei. – Spiegai con un tono nervoso e impaziente.

- E.. con ciò? – Disse Damon, senza capire il problema.

- Con ciò?! Come con ciò!? Lui vuole diventare un vampiro per “amore” – Dissi, facendo segno con le dita e parlando con sarcasmo.

- Perché tu per cosa lo sei diventata? – Mi fece ragionare Damon – Non l’hai fatto per amor mio? – Continuò poi, facendomi spalancare gli occhi.

- Ma tu stavi per morire! – Urlai, provando a giustificarmi.

- Anche tuo fratello.. giorno dopo giorno si avvicina la sua morte, se questa è una sua scelta devi fargliela fare. Non ha cinque anni, sa decidere per sé e se sbaglierà ne pagherà le conseguenze. –

- Ma tu stavi con Bonnie! – Urlai ancora, presa dalla rabbia, rivolgendomi a Jeremy e provando a non ascoltare Damon.

- Hai detto bene.. stavo.. Lei adesso si vede con un certo Luka, uno stregone come lei.. siamo rimasti amici e se tu non fossi stata presa solo dal pensiero di Damon in questi mesi te ne saresti accorta. Sono due mesi che frequento Anna, stiamo insieme, ci amiamo.. e che tu lo voglia o no io diventerò come te, come Anna, come Damon. – Disse Jeremy imponendosi.

- Io.. io ci rinuncio. Andate al diavolo. – Salii di corsa in camera mia e mi gettai sul letto. Iniziai a rimuginare su ciò che stava accadendo.

Damon era tornato insieme a Dubaku ma dava ragione a Jeremy che sarebbe diventato un vampiro senza il mio consenso.

Jenna era all’università e non poteva esprimersi a riguardo, anche perché da quando aveva saputo che ero una vampira non voleva vedermi tanto spesso. Bonnie si era allontanata, si era messa con uno stregone senza dirmi nulla, o forse io ero stata così male da non averle prestato un minimo di attenzione. Caroline, Matt e Tyler si tenevano a distanza perché pensavano li avessi ingannati e fatti soffrire solo per una mia stupida fuga d’amore.

Insomma, la mia vita era davvero uno schifo. Meglio vivere isolata nel mio nido d’amore con Damon e Dubaku che tornare alla vecchia vita.

- Toc Toc! – Disse Damon, bussando contemporaneamente. – Si può? –

- Tanto se ti dico di no entri lo stesso. – Risposi seccata, lui ridacchiò.

- Dubaku? – Chiesi, voltandomi a guardarlo. Mamma mia quant’era bello.

- Con Jeremy ed Anna, di sotto. – Disse facendomi rinsavire.

- Quindi.. tu non lo hai voluto lasciare con me, ma lo lasci a un quindicenne e una vampira dissanguatrice di umani? – Urlai quasi e lui si sedette sul mio letto, accanto a me, prendendo le mie mani tra le sue.

- Elena, hai bisogno di calmarti e fermarti a ragionare, per favore. – Si rivolse con me con una calma disarmante, quasi irritante, io mi imbronciai.

- Puoi baciarmi per favore? Avremo tempo per sistemare tutto, ma mi sei mancata troppo per riuscire a pensare razionalmente. – Non me lo feci ripetere due volte, mi fiondai sulle sue labbra come fossero acqua ed io non bevessi da giorni. Le mordicchiai, le leccai, le baciai.. lui cominciò a toccarmi con smania e bisogno e io mi arresi sotto quelle mani esperte e morbide.

Dopo diverse coccole e baci ardenti decidemmo di scendere di sotto a controllare i piccioncini e il piccolo Dubaku.

- Dovete smetterla di apparire così, mi fate paura! – Disse Jeremy ritrovandoci dietro di lui, con sguardo neutro e leggermente sorpreso. Stava imboccando il piccolo Dubaku, facendogli mangiare dei piccoli pezzi di biscotti al cioccolato preparati con cura da zia Jenna.

Ridemmo insieme tutto il pomeriggio, provai a non considerare più il pensiero di Anna che voleva trasformare Jeremy ma fu difficile quando la sorpresi a guardare la carotide di Jer con l’acquolina in bocca. La guardai male, con una certa violenza, lei ricambiò lo sguardo ed io la sfidai ancora.

- Senti Elena, posso parlarti un attimo? – Mi chiese, con voce pungente.

- Si, andiamo fuori. – Dissi, con un enorme istinto di urlare.

Una volta fuori, nel portico, Anna cominciò a parlare con la velocità di una macchinetta, spiegandomi perché stava con Jeremy, che intenzioni aveva e chiedendomi il permesso di continuare a vederlo. Per la prima volta in giorni la considerai solo come una donna innamorata e disposta a tutto per avere Jeremy con sé. Acconsentii, chiedendogli però un ultimo favore.

- Non dovrai trasformarlo prima dei diciotto anni, promettimelo. –

- Te lo prometto Elena, grazie di tutto. – Mi abbracciò ed io ricambiai con un certo distacco, non ero affettuosa verso la gente che non conoscevo bene.

Tornammo in casa col sorriso sulle labbra, il suo era entusiasta il mio un po’ più forzato e arrendevole ma Damon e Jeremy se ne compiacquero ugualmente.

- Ti amo, per tutto ciò che fai, per come sei. – Mi disse Damon, qualche minuto dopo. – Ti amo perché sei dolce nonostante la tua natura, ti amo perché quando vuoi sai essere una vera tigre, ti amo per come mi guardi, ti amo perché dopo tre mesi sei ancora più bella di prima, ti amo perché sei sempre stata mia. –

- .. e lo sarò per sempre. – Ci baciammo, consapevoli che non ci saremmo divisi mai più.

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Capitolo 45
*** Epilogo: due anni dopo. ***


Nuovo.

Epilogo: Due anni dopo.

http://www.youtube.com/watch?v=72Ci8D18IuU&feature=feedrec_grec_index

Damon POV

Sono seduto nella mia vecchia poltrona e la guardo. La guardo pulire casa ed è bellissima. I capelli raccolti malamente, gli occhi lievemente lucidi a causa della polvere, i leggings aderenti e la mia camicia a righe legata sopra l’ombelico. E’ bellissima, forse più del solito. E per quanto in questi anni mi sia sforzato di mantenere la mia solita maschera da vampiro bastardo lei è riuscita a farmi innamorare perdutamente di lei senza mai farmi perdere orgoglio o rispetto da parte di nessuno. Ed è per questo che la amo davvero. Non è un amore morboso come quello che provavo per Katherine, è vero, puro e disinteressato. Quel tipo di amore che ti fa battere il cuore.

- Sposami, Elena. – Esordisco e lei si volta, con faccia indecifrabile.

Elena POV

- Sp.. sposarti? – Chiedo, guardandolo dritto negli occhi.

- Si, sposami. – Mi dice ed io lo guardo per una frazione di secondo.

E’ stravaccato sulla poltrona, una gamba stirata sul bracciolo e l’altra poggiata per terra, entrambe fasciate da pantaloni in pelle nera, ha uno sguardo diverso dal solito. Non è diabolico, eccitato o beffardo. Sembra.. innamorato, preso.  Le labbra perfette, come sempre.. e gli occhi azzurro ghiaccio, contornati dai suoi capelli corvini sempre in disordine. Decido.

- Ti amo, Damon. – Gli dico. - .. e ti sposo. – Continuo ancora, correndo verso di lui a baciarlo. Sento le sue labbra schiudersi per me e sorrido, mi ha appena infilato un anello di diamanti al dito. Finirà mai di stupirmi?

Jeremy POV

- Buongiorno, sig. Gilbert. – Mi dice Anna, dirigendosi verso di me.

- Buongiorno piccola. – Rispondo, anticipandola e correndole in contro.

- Mangia, sei debole. – Mi dice, porgendomi una sacca di sangue.. mi abituerò mai al fatto che il tempo dei pancake e delle frittelle è finito per sempre?

Penso al giorno della mia trasformazione, a come Elena mi teneva la mano mentre Anna succhiava il mio sangue, allo sguardo dispiaciuto di Damon quando ho riaperto gli occhi, all’abbraccio caloroso di Dubaku.

Inizio a divorare quel sangue come se fosse acqua e lei sorride compiaciuta.

Anna POV

 Lo guardo mentre si nutre e credo davvero di essere innamorata pazza di lui, insomma.. è così dolce, così premuroso ma al contempo impulsivo e rabbioso. E’ un vampiro perfetto, un fidanzato perfetto e vuole sposarmi. Ha deciso di diventare immortale solo per me e questa è una cosa che non posso dimenticare. Lui ricambia il mio sguardo dopo qualche secondo e mi sorride un po’ confuso.

- Cos’hai da guardare? – Mi chiede, io alzo le spalle e lo bacio.

Lui ricambia, un bacio al gusto di sangue, dolce ed eccitante.

Luka POV

- E’.. stato.. così.. – Non riesco a definire quanto sia stato bello il mio rapporto con Bonnie, lei mi guarda con un sorriso immenso sulla faccia e il cuore a mille. Abbiamo fatto l’amore e abbiamo praticato la magia, è stato fantastico.

- Lo so, fare quell’incantesimo mentre.. oddio.. – Dice lei, quasi ridendo.

- Sto così bene con te. – Mi dice ad un tratto, diventando seria.

- Sto benissimo anche io, ho fatto bene a scegliere te invece che mio padre. –

Ci baciamo e ci abbracciamo tra le coperte, ad un tratto sento squillare il telefono, è quello di Bonnie quindi glielo passo,  continuando ad accarezzarla.

- Pronto? – Risponde con la sua solita voce melodica e il suo mezzo sorriso.

Bonnie POV

- Ehi strega! – Sento la voce di Elena provenire dalla cornetta ma mi blocco, ammaliata dalle carezze che Luka non smette di farmi.

- Ehi, succhia - sangue! – Rispondo a tono e lei ride.. Parliamo un po’ e lei mi racconta della trasformazione di Jeremy, dei progressi di Dubaku a scuola, della proposta di matrimonio fattale da Damon.. e ride tutto il tempo. Io rido insieme a lei, sono felice che la mia vita vada così bene ora che ho chiarito la mia situazione con lei e che con Luka va tutto a gonfie vele.

- Allora ci vediamo dopo, vampira! – Le dico, ride ancora  e poi stacco.

Riprendo a dedicarmi al mio Luka che ricomincia a canalizzare il mio potere e a fare incantesimi di vario genere.

Stefan POV

Apro gli occhi con noia e malavoglia, li stropiccio e mi giro dall’altra parte ma lei non c’è. Sono giorni che si alza nelle mattinate e scompare, senza dirmi dove va o a fare cosa, non capisco cosa stia tramando. Le cose tra di noi vanno mediamente bene da quando io e Damon l’abbiamo salvata da Mason ma adesso lei nasconde qualcosa.

- Si, va bene! Ti prego non insistere, vengo quando posso.. a dopo, dai.. si ho detto a dopo, cazzo. – La sento parlare distintamente al telefono dal piano di sotto quindi mi precipito dietro di lei, ancora nudo dalla notte precedente, lei sobbalza e si mette una mano sul petto coperto dalla giacca.

- Mi ha fatto paura! – Chiude la chiamata velocemente e ripone il telefono in tasca. Ha lo sguardo di chi mente e nasconde qualcosa, la conosco da anni.

- Con chi parlavi? – Le chiedo e lei sorride come se nulla fosse.

- Una vecchia amica, sai.. ha problemi a controllarsi col sangue, le sto dando una mano. – Mi dice, distogliendo lo sguardo dal mio.

Katherine POV

- Da quando in qua tu dai una mano a qualcuno, Katherine!? – Chiede scontroso ed evidentemente scettico. Mi sento attaccata quindi rispondo.

- Non credo siano affari tuoi, comunque.. adesso esco, ci vediamo stasera e cerca di procurarti un po’ di sangue, da quando hai iniziato a berlo anche tu le mie scorte non bastano più. – Senza dire nulla esco di casa, dirigendomi verso il bosco, poi salgo su un albero e torno indietro. Lascio delle false tracce sicura che Stefan proverà a seguirmi. Infine mi dirigo verso casa Lockwood, Tyler è già fuori che mi aspetta. Mi viene incontro e mi bacia con passione.

Ricambio il suo bacio senza sensi di colpa. Infondo io non sono proprio fatta per la monogamia. Entriamo in casa e mi spoglia come fosse un animale.

Jenna POV

Esco dal campus con la mia auto, ma fuori dal cancello vedo distintamente il furgoncino di Alaric quindi parcheggio e scendo di corsa, andandogli in contro. Mi abbraccia e mi bacia la guancia, poi mi stringe ancora e bacia il collo. Affogo nel suo profumo e per un attimo mi sento a casa.

- Ho portato i rinforzi. – Mi dice, e le portiere del furgoncino si aprono rivelando Jeremy, Elena, Damon e Anna, con loro c’è un bambino che riconosco come Dubaku. Perfetto.. la mia famiglia di vampiri al completo.

- Ciao! – Elena corre ad abbracciarmi, seguita da Jeremy.

Guardo Damon e gli sorrido, per quanto non possa piacermi l’idea che abbia trasformato mia nipote mi ha salvato la vita e la riportata da me quindi.. sia il benvenuto. Mi saluta con una stretta di mano e mi presenta il piccolo Dubaku. Lui mi guarda quei grossi occhi neri e mi abbraccia affettuosamente.

- Posso chiamarti anche io zia Jenna? – Mi chiede innocentemente, io annuisco e sorrido, poi Anna si fa avanti, si presenta e mi saluta calorosamente, io ricambio un po’ restia.. non la conosco, infondo.

- Andiamo a mangiare qualcosa? – Dico, subito dopo me ne pento. Infondo mangiano, anzi.. bevono tutti sangue tranne me, Rick e Dubaku.

Ridiamo e decidiamo di passare un pomeriggio per negozi.

In fondo la mia famiglia sovrannaturale è davvero bella, potrei perfino cominciare farmeli piacere. Sorrido e Elena mi prende a braccetto indicandomi un paio di scarpe fantastiche, le compro.

 

                                                              - The end.

 

 

 Bene, anche l'epilogo e andato. Adesso iniziamo con gli extra: uno, interamente lemon, è già pronto. Lo posto domani in mattinata. Inizio a scrivere il secondo, vi voglio bene, girls (:

Stefy.

 

 

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Capitolo 46
*** 1 Extra: Passion, pain, pleasure. ***


Nuovo.

1 Extra: Passion, pain, pleasure.

http://www.youtube.com/watch?v=FvQzKwMkICE

Interamente lemon. Ambientato tra il capitolo 25 e il capitolo 26.

Damon POV

 

- Grazie amore. – Mi disse prima di addormentarci, io la baciai.

Qualche ora dopo non avevo ancora sonno, mi voltai a guardarla e la sentii chiaramente lamentarsi nel sonno, ma non capii se fosse a causa di un incubo o di un sogno. “Che stai pensando regina? A che pensi?”

Il letto a due piazze e mezzo sembrava troppo piccolo dato che con i suoi movimenti convulsi Elena non riusciva a rimanere nella sua parte.

- Ahia. – Urlai quasi, facendola svegliare, dopo aver ricevuto una gomitata sulle parti basse.. lei mi guardò stralunata e stropicciò gli occhi.

- Che è successo? – Chiese, guardando le coperte spiegazzate e quasi completamente disfatte. Io sorrisi e le carezzai il viso.

- Niente, sta tranquilla.. stavi sognando e hai iniziato a scalciare come una puledra. – Spiegai tranquillamente e lei arrossì, come al solito.

- Mi aiuti a sistemarle? – Si alzò, muovendo sensualmente le cosce coperte per un quarto dalla mia canottiera bianca. La guardai ipnotizzato e in una manciata di secondi mi ritrovai dietro di te, cingendole i fianchi e strusciandomi su di lei, coperto solo dai boxer neri.

- Mm.. ma che fai.. – Mi chiese, abbandonando il capo sulla mia spalla.

Il profumo dei suoi capelli mi stordì, facendomi vibrare e seccare la gola.

Volevo morderla.. e il suo collo, messo così in bella vista, non mi aiutò di certo. Si abbandonò totalmente tra le mie braccia, assecondando i miei movimenti e inarcando la schiena, in modo da favorire un contatto più diretto e nitido. Sospirò contro il mio collo, riscaldandolo appena.

- Tu. Mi. Fai. Impazzire. Regina. – Le dissi, scandendo le parole.

Lei sorrise apertamente, continuando a spingere il fondoschiena contro la mia erezione, ormai più evidente che mai. Spostai le mani dai fianchi ai seni, massaggiandoli sotto la maglietta, erano liberi, senza reggiseno.. morbidi, tondi, sodi, alti e fieri. I capezzoli si indurirono immediatamente, facendomi eccitare ancora di più. Improvvisamente un idea perversa mi balenò in mente e sperai con tutto il cuore che lei non rifiutasse, le misi una mano sulla nuca spingendola in avanti, incredibilmente lei si posizionò subito a novanta gradi, appoggiando i gomiti sul letto e gemendo appoggiata al mio membro.

Rimasi immobile davanti al suo sedere in bella vista, coperto a malapena da uno striminzito paio di slip neri.

Le misi le mani sulle natiche rotonde e ricominciai a strusciarmi su di lei, improvvisamente lei abbassò gli slip liberando il suo odore che immediatamente si sparse per tutta la stanza.

- Oh cristo.. – Dissi, abbassando i boxer.

- Ti prego.. ti prego.. fa qualcosa.. – Disse, impaziente ed eccitata.

Appoggiai la punta del mio membro sulle sue labbra e rimasi immobile, quasi come a chiederle il permesso, lei si spostò improvvisamente verso di me  accogliendolo tutto. Rimasi immobile, troppo sorpreso.

- Cristo santo. – Dissi forte, iniziando ad affondare dentro di lei con urgenza e forza inaudita.. Lei saltò la parte dei gemiti e dei sospiri e cominciò direttamente ad urlare come se stesse venendo.

- Si.. si.. – Disse, tra un forte gemito e l’altro.. mi compiacqui di farla godere così tanto e continuai ad affondare. Ad un tratto mi appoggiai alla sua schiena col torace e passai una mano sulla pancia, scendendo giù e accarezzandole il clitoride. Lei esplose di piacere il pochi secondi, aiutata dalle mie dita e dalle mie spinte, dopo qualche secondo esplosi anch’io, uscendo dal suo corpo e svuotandomi su un fazzolettino.

- E’ stato.. così intenso.. – disse col cuore a mille e il respiro affannato.

- Tu finirai per farmi impazzire, regina. – Dissi, gettandomi sulla poltrona a peso morto. Lei rimase a fissarmi ancora per un po’, soffermandosi sul torace e sull’inguine, poi mi sorrise, rimettendosi slip e canottiera.

- Amore, sarebbe il caso di sistemare le coperte e tornare a dormire, non credi? – Disse, prendendo il lembo destro del lenzuolo, io mi alzai e presi il sinistro. Sistemammo le lenzuola sul letto e ci stirammo comodi, poi lei si voltò verso di me.

- Vuoi sapere cosa stavo sognando prima? – Mi chiese sensuale.

- Ovviamente. – Risposi, sapere a chi pensava era molto importante per me.

- Sognavo quello che abbiamo fatto qualche minuto fa. – Continuò.

- Pensavo sognassi di nuovo Elijah. – le rivelai le mie paure.

- Ci sei solo tu nei miei pensieri, Damon. – La baciai con passione.

- Buona notte, regina. – La abbracciai e lei si abbandonò sul mio petto.

- Notte.. – Si addormentò dopo qualche minuto, io la guardai tutta la notte.

 

Okey! Primo extra! Spero vi sia piaciuto.. a me piace leggere le lemon in altre storie, quindi spero piaccia anche a voi. Anche il prossimo è lemon!

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Capitolo 47
*** 2 Extra: Hot. ***


Nuovo.

 

2 Extra: Hot.

http://www.youtube.com/watch?v=GXyTTiU6Sqs

Interamente lemon. Ambientato alla fine del capitolo 24.

 

Facemmo di nuovo l’amore quella notte, ma stavolta fu dolce, passionale e mi fece vedere il paradiso come solo lui sapeva fare..

Elena POV

Entrò dentro di me, riempiendomi totalmente. Iniziò a muoversi passionalmente, i suoi colpi erano profondi ma lenti. Sembravano quasi una tortura, una dolce tortura. Cominciò a baciarmi il collo ed io mi scostai i capelli per permettergli di baciarmi meglio. Mi aggrappai con le mani alla sua schiena e allargai le gambe ancora di più concedendogli una penetrazione ancora più intensa. Iniziò a muoversi ancora più lentamente facendomi percepire ogni singolo centimetro del suo membro dentro di me.

Poi, ad un tratto, si alzò di poco e mi mise le mani sotto la schiena prendendomi in braccio, si sedette sulle ginocchia ed io sopra di lui.

Iniziai a muovermi leggera e morbida su di lui, strusciando le mie natiche sulle sue cosce e facendolo sospirare. Si perse tra i miei capelli e iniziò a baciarmi il seno, continuando a tenermi per la schiena e a guidarmi nei movimenti.

- Sei così bella.. – Mi disse, tra un sospiro e l’altro, accarezzandomi i capelli.

Istintivamente mi abbassai, era la prima volta che mi guardava in faccia.

- Non ti nascondere, quando fai l’amore sei bella il doppio. – Disse ancora, alzandomi il mento con un dito e guardandomi dritta negli occhi.

Il contatto visivo mischiato a quello sessuale fu così intenso che senza accorgermene iniziai a gemere forte, forte come non avevo mai fatto.

Continuammo a guardarci e a muoverci l’uno sull’altro finché non mi mise entrambe le mani dietro la nuca e mi avvicinò a lui, baciandomi con la lingua.

Incominciammo a baciarci con passione  e lui riprese a farmi muovere su di lui e ad affondare dei colpi secchi e dei colpi passionali.

Ad un tratto vidi la sua faccia cambiare e diventare vampira, lo sorpresi a fissarmi il collo ed un idea mi balenò in testa.

- Puoi.. puoi mordermi. – Dissi imbarazzata ed estremamente eccitata.

- Insomma.. se lo vuoi, puoi farlo.. – Dissi ancora notando il suo sguardo sconvolto e inorridito. Era così stupida come idea?

- Potrei perdere il controllo Elena. – Disse e io sorrisi.

- Non lo farai, prova, dai.. – Dissi, riprendendo a muovermi. Vedendo la sua incertezza lo presi per la nuca e lo avvicinai al mio collo, lui morse.

- Ah. – Dissi improvvisamente, sentendo una piccola fitta di dolore.

Lui si allontanò subito, provò a parlare ma io lo attirai nuovamente sul mio collo e ricominciai a muovermi su di lui con forza e velocità.

Sentii il mio sangue fluire verso di lui e me ne compiacqui. Era la sensazione più intensa e romantica che avessi mai provato con qualcuno.

- Oh.. Damon.. – Dissi e alle mie parole seguì l’orgasmo più intenso e sconvolgente di tutti quelli che mi aveva mai provocato.

Lui si staccò dal mio collo, leccandosi le labbra e gettandomi nuovamente sul letto senza mai interrompere il rapporto fisico. Iniziò a spingere dentro di me con più forza finché anche lui non si svuotò sulle lenzuola.

- Elena, io.. cristo santo.. – Disse, incapace di formulare una frase dal senso compiuto. Si stirò sul mio petto e io cominciai a toccarmi il collo, sporcandomi le dita di sangue.

- Amore, sto sanguinando. – Dissi e lui alzò la testa allarmato, leccò il sangue che colava per la spalla e mi sembrò il gesto più erotico del mondo.

Poi morse il suo stesso polso e mi diede un po’ del suo sangue che accettai con piacere. Dopo pochi attimi il collo era guarito. Prese la mia mano sporca tra le sue e cominciò a leccare tutte le dita, lentamente e sensualmente, gustando il sapore del sangue misto a quello della mia pelle. Vibrai.

- Il tuo sapore è così.. –

- Ti amo. – Lo interruppi prontamente incapace di tenere per me i miei sentimenti un secondo di più.

- Ti amo, ti amo. – Ripetei sempre con più enfasi. Lui mi fissò incantato.

- Ok, Katherine ti ha ferito.. e il fatto che sia tornata per Stefan ti ha ferito il doppio, ti capisco. Ma io ti amo. Ok? Sono disposta a fare di tutto per stare con te, perfino a farmi uccidere una volta per tutte. Ti amo, sei fantastico ai miei occhi. Ti amo. E’ incredibile quante volte lo sto dicendo. –

Mi interruppe lui stavolta, baciandomi in bocca con una passione tale da farmi eccitare di nuovo. Ma ero debole e stanca, quindi gli permisi di accoccolarsi nuovamente sul mio petto e mi addormentai, sotto le sue carezze sensuali sul mio seno.

 

Ed ecco anche il secondo extra, uffa.. non riesco a capire se le lemon vi piacciono o meno, comunque il prossimo sarà un monologo di Damon un pò strano (: Fatemi sapere cosa ne pensate per favoreee

 

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Capitolo 48
*** 3 Extra: Talking to the moon. ***


Nuovo.

3 Extra: Talking to the moon.

http://www.youtube.com/watch?v=QfY9jeQ8cJc&feature=related

Monologo Damon. Ambientato tra il capitolo 10 e il capitolo 11.

 

Sono passate quasi tre ore dall’ultima volta che l’ho vista e già mi manca.

E’ vero, l’ho lasciata in buone mani, so bene che Lexi la proteggerà a costo della sua stessa vita e se per caso non dovesse farlo sa bene che la ucciderò.

Continuai a guidare in preda alla furia più cieca, pensai e ripensai al fatto che in questo momento, a Las Vegas lei potrebbe benissimo stare con un altro ragazzo, guardare un altro ragazzo o farsi guardare. Sbattei le mani sul volante e accelerai sorpassando due macchine e rischiando di sbattere contro il guardrail. Presi il cellulare e composi il numero di Rose.

- Rose? Sono io. Sono per strada, tra tre ore arrivo. Dubaku sta bene? –

- Si, tutto bene Damon. Ci vediamo presto, non vede l’ora di vederti. – Disse, staccando la chiamata, improvvisamente sentii il bisogno di mandare un messaggio a Lexi per avere notizie di Elena.

Lexi, come procede? Avevi detto che avresti chiamato, come sta Elena? Ti prego non farle fare pazzie o te ne pentirai. Salutala tanto da parte mia e strappale via un occhio se si permette anche solo a guardare un altro uomo, ok? Ciao.”

Aspettai qualche minuto ma la risposta al mio sms non arrivò quindi composi il numero e feci uno squillo. Dopo qualche minuto Lexi rispose.

“Ciao Damon, tutto bene, stiamo quasi per arrivare. Elena sta bene, sta tranquillo, è una ragazza calma non farà nulla che tu non approveresti. Ci vediamo presto, ciao.”

Il cuore cominciò a battermi forte, che diavolo mi stava succedendo?

Svoltai a destra ma il pensiero di lei non scomparve.

I suoi capelli morbidi e lucidi mi apparvero in mente, seguiti dalle sue labbra carnose, i suoi occhi da cerbiatta, le sue mani curate, il suo corpo incredibile.

“Elena.. Elena” ma che cazzo mi stava passando per la testa? Cristo.

Svoltai a sinistra, sorpassando un grosso camion e imprecando.

- Cazzo. – Dissi, accendendo la radio e arrivando a sfiorare i duecentodieci.

La voce di Bruno Mars risuonò in tutto l’abitacolo dell’auto ed io, nonostante non amassi quel genere di musica, decisi di ascoltarla.

“Elena, tu mi fai male alla salute mentale” pensai canticchiando romanticamente quella canzone sdolcinata.

- I know you're somewhere out there. Somewhere far away,
I want you back.
I want you baaack! –

Pensai immediatamente e per l’ennesima volta ad Elena, possibile che non riuscissi a pensare ad altro? Porca troia, era incredibile ciò che quella piccola umana mi stava facendo. Un marasma incredibile, per colpa sua.

- Try to get youuuu.. – Continuai a cantare, consapevole di essere stonato come una campana e di stare per impazzire.

Una Lamborghini mi sorpassò senza preavviso e la presi come una sfida, quindi in pochi secondi la superai e corsi talmente veloce da non vederla più nemmeno dietro di me.

“Elena..” Di nuovo il suo nome, di nuovo lei.

Presi il cellulare e guardai lo sfondo, la sua foto nuda troneggiò.

La notte prima l’avevo spogliata e fotografata, volendola sempre con me.

Probabilmente a quest’ora se n’era già accorta e stava morendo di rabbia.

Elena, piccola, fragile e rabbiosa Elena. Sexy, piena di risorse, dolce, pura.

Le due ore seguenti passarono lente e inesorabili.

“Faccio inversione e torno da lei?” Pensai più di una volta ma Dubaku aveva la precedenza, era quasi un semestre che non mi facevo vedere, dovevo vederlo. “Elena.. porca troia, ma che mi stai facendo?” Il respiro si fece affannoso, quando immaginai le sue cosce lucide attorno al mio bacino.

L’erezione non tardò a manifestarsi ed io sospirai, sentendomi un ragazzino incapace di controllarmi, mi toccai per sistemarla e dopo qualche minuto la situazione tornò alla normalità.

“Quando torno sarai tu a sistemarmela” Pensai, come se mi stessi rivolgendo ad Elena, poi sorrisi, immaginando le sue guancie diventare rosse e il suo corpo appiattirsi contro il muro, era così timida e inesperta.. ma allo stesso tempo mi faceva uscire pazzo.

“Amore..” Questa parola mi balenò in mente, colpendomi forte e violenta come uno schiaffo in pieno viso. Amore? Ma quale amore?

“Amore per lei” continuai a pensare senza volerlo, possibile che l’amassi? Possibile che.. no, impossibile. Sboccai  a destra, poi a sinistra e percorsi una cinquantina di metri, infine presi il telefono e chiamai.

- Rose, sono sotto casa, apri il cancello. – Staccai la telefonata e vidi le sbarre davanti a me aprirsi. Dubaku era a una cinquantina di metri da me, scese le scale con velocità mentre io parcheggiai l’auto, scesi e lui mi corse in braccio.

- Ehi! Fratellino! – Mi baciò la guancia e io sorrisi. – Quanto rimani? –

- Solo qualche ora, piccolo. – Lui si imbronciò e io presi in mano il telefono, prendendo l’unica foto di Elena visibile da un bambino.

L’avevo fotografata solo in viso, inquadrando parzialmente il collo e il braccio. Stava dormendo, aveva le labbra semi aperte e le guancie arrossate.

- Devo tornare da lei, amore. Capisci? – Lui sorrise ed entrammo in casa.

 

 

Mmmm.. siete diminuite.. forse questi extra vi annoiano? Dai per favore, spendete qualche minuto in più e ditemi cosa pensate veramente (:

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Capitolo 49
*** 4 Extra: Maybe Tomorrow. ***


Nuovo.

 

4 Extra: Maybe Tomorrow.

http://www.youtube.com/watch?v=LV58fxXOQuE&feature=share

Monologo Elena. Ambientato tra il capitolo 36 e il capitolo 37.

 

- Sai già che Katherine è scomparsa no? –

- Credo sia stato una sua vecchia fiamma, un certo Mason. –

 

 

1 Giorno.

Caro diario,

Sto male, credo perfino di avere la febbre. Ma non so da cosa derivi.

Forse dal fatto che sono già passate ventiquattro ore da quando Damon è andato a cercare Katherine, lasciandomi da sola.

Bonnie si è precipitata a casa mia con la solita dose di schifezze che usiamo sempre per riprenderci dalle ferite amorose, si è praticamente trasferita qui e mi ha detto che ci rimarrà finché non avremo notizie di Damon.

La verità è che mi manca tanto, così tanto da non riuscire a respirare normalmente. Credo che la febbre stia aumentando, prendo il termometro.

La mia temperatura arriva a trentanove gradi ma dato che non sono minimamente raffreddata e che non ho nessun tipo di contatto col mondo esterno l’unico a cui posso affibbiarne la colpa è Damon.

Insomma.. non capisco come si sia permesso a lasciarmi da sola.

E’ corso da lei come se fosse lei la ragazza che dice di amare, non lo so, non so più cosa pensare. Lui adesso è lì a rischiare la vita per una che gli ha spezzato il cuore e l’ha fatto diventare il bastardo dal cuore di ghiaccio che ho conosciuto. Ero riuscita a farlo migliorare in questi mesi, ma adesso cosa succederà? A volte penso che lui stia con me solo per consolarsi del fatto che non può stare con lei, perché siamo uguali, perché ho il suo stesso corpo.

Lo penso, non faccio altro che pensarlo da ore. Ho fame, voglio del sangue, Bonnie dorme ed io ho bisogno di lui, ho bisogno delle sue attenzioni e del suo amore. Ho bisogno di credere che c’è ancora qualcuno per me.

 

2 Giorno.

Diario,

Sto veramente cominciando a considerare l’idea che probabilmente gli sia successo qualcosa. Manca da quasi quarantasette ore, come devo fare per contattarlo? Il telefono è spento, quello di Stefan è irraggiungibile e non ho idea di dove andarlo a cercare. Bonnie è andata di nuovo a letto, sono brava a fingere di stare bene, sorrido, lei va a letto ed io comincio a piangere e a scrivere per scrollarmi di dosso tutta la rabbia e il dolore che provo.

Se solo si svegliasse e mi vedesse così mi ucciderebbe. Non ha mai sopportato l’idea che io avessi perso tutto per stare con un mostro del genere, non ha mai sopportato il fatto che lui mi avesse rapita e che, egoisticamente, mi abbia messa in pericolo con Elijah, Katherine e tutti gli altri casini. Dio santo, sto morendo di sete, vado a bere una sacca.. anzi no, meglio un paio.

Mi sento un po’ meglio, ma sempre più nervosa.. Damon è uno stronzo.

Bonnie si è svegliata. A dopo.

Ok, dopo prediche e rassicurazioni è tornata a dormire. Aveva paura che stessi male e non volessi ammetterlo, e forse non si sbaglia del tutto.

Sto male ma non è vero che voglio nasconderlo, voglio urlarlo in faccia a Damon se mai tornerà. Voglio dirgli quanto ingiusto e crudele sia stato da parte sua farmi innamorare e poi lasciarmi così, per correre da Katherine.

Forse domani tornerà. Forse domani urlerò.

 

3 Giorno.

Damon non è ancora tornato,

è di nuovo notte fonda. Oggi ho mangiato schifezze con Bonnie, ho pianto davanti a lei per la prima volta e ho parlato con Damon, finalmente.

Ma abbiamo litigato, mi ha detto di andare a fanculo.

Ho sentito la rabbia ribollirmi in ogni cellula del corpo.

Ha chiamato nel tardo pomeriggio e mi ha detto che Katherine è Katherine.

Che cazzo significa? Insomma.. allora io cosa sono per lui?

Ha detto che tra noi è finito tutto, adesso Bonnie è andata a casa da Jeremy, è il loro anniversario, fortunati loro.. comunque mi ha consigliato di rimanere qui stanotte, ma domani tornerò a casa mia e riprenderò la mia vita dal punto in cui l’avevo lasciata, in cui Damon mi ha costretto a lasciarla. So che essendo una vampira anch’io non sarà così facile tornare a scuola e a casa mia ma Bonnie mi ha fatto quell’anello che mi protegge dalla luce del sole e poi se ho delle sacche di sangue non ho bisogno di mordere nessuno, posso farcela, posso vivere senza di lui, posso.. oh ma che cazzo sto dicendo! Mi manca cazzo, mi manca. Dannazione, c’è un rumore, vado a vedere.

 

Damon è tornato, sta dormendo, siamo tornati insieme. Ciao diario.

Ps. Lui è tutta la mia vita, lo amo come non ho mai amato nessuno.

 

Ed eccoci qui, quarto extra.. finalmente abbiamo chiarito la situazione, ecco cosa pensava Elena della scomparsa di Damon! Comunque se fossi stata al posto di Elena avrei ragionato anche io così, sarei impazzita di domande e di rabbia :) E voi? Qual'è il vostro extra preferito? E quale vorreste leggere? Un bacione, a presto!

_ Stefy.

 

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Capitolo 50
*** 5 Extra: Counting bodies like sheep. ***


Nuovo.

5 Extra: Counting bodies like sheep.

 http://www.youtube.com/watch?v=7ejsM0VF-Os

Ambientato tra il capitolo 12 e il capitolo 13.

 

- Lexi ha già pagato per non averti custodita come si deve. E’ morta. –

POV Damon.

 

Mi alzai con la velocità che solo un vampiro poteva avere e mi misi nuovamente sulle tracce di Lexi ed Elena. Era passato quasi un giorno e non le avevo trovate. Che qualcuno le avesse prese? Lexi era un vampiro molto forte, chiunque le abbia prese deve essere ancora più forte.

- Lexi! – Percepii il suo odore nell’aria, corsi con tutta la velocità che avevo in corpo verso il piano di sopra, quell’albergo era troppo immenso.

Se solo avessi trovato Elena in compagnia di un uomo l’avrei uccisa all’istante, l’avrei massacrata.

- Lexi! – Chiamai ancora, bussando in tutte le stanze e facendo apparire facce in tutto il corridoio, sembravano tutti in punto di svenire. Magari perché erano le tre del mattino.

Poi mi misi in ascolto.

- Ah.. oh si! Sei così bravo.. – Sentii provenire dalla stanza numero 235. Quella era la voce di Lexi, ne ero certa. E a meno che Elena non fosse lì a partecipare, cosa di cui dubitavo seriamente, quella puttana di Lexi l’aveva lasciata sola.

Sfondai la porta con un calcio e prima ancora che riuscissi ad entrare nella stanza un’inserviente mi bloccò il passaggio tenendomi per le braccia.

- Togliti stronza. – Dissi, mentre Lexi si rivestiva in fretta. Voleva fuggire, non potevo permetterlo. Elena non c’era. Successe tutto velocemente, la mia mano partì quasi involontariamente e staccò la testa alla cameriera che volò per qualche centimetro e sbatté nella porta accanto.

Un uomo aprì la porta assonnacchiato ed urlò vedendo quella testa per terra e il corpo ancora appoggiato che scivolava lasciando sangue sul muro. Urla si liberarono in tutto il corridoio. Sentii chiaramente una donna parlare sommessamente al telefono, provando ad avvisare la polizia e corsi immediatamente a strapparle il telefono.

- CHE NESSUNO SI PERMETTA A CHIAMARE LA POLIZIA. – Urlai.

Qualche secondo dopo tornai da Lexi, che provò a sfuggirmi senza risultato, la presi per il colletto della camicetta e la sbattei al muro, creando delle crepe.

- Dov’è? – Le chiesi quasi urlando, mentre l’umano nel suo letto si appiattiva alla spalliera. Lexi tremò sotto le mie mani ed io ringhiai, rimanendo con la forma da vampiro.

- Io.. non lo so.. è scomparsa Damon. – Disse, con un sonoro schiaffo le lacerai la pelle del viso e lei cominciò a piangere.

- Ti prego, mi dispiace.. – disse ma io la zittii con un altro schiaffo.

Improvvisamente mi sentii colpire alle spalle da una spranga, mi voltai e presi l’umano di Lexi per i capelli, senza lasciare la sua ragazza, lo sbattei violentemente col viso sul bordo del letto, spaccandogli il naso.

- Lasciala, ti prego. – Disse ancora con tutto il viso insanguinato.

- Dove l’hai vista l’ultima volta. – Chiesi, tenendola ancora per il collo e facendole male, lei fece segno di allentare la presa.

- I - io.. in discoteca, al Pure at Cesars Palace. – Mi disse, balbettando.

Improvvisamente, preso dalla furia più cieca, le strappai il cuore dal petto.

Diedi un altro colpo malamente a quell’umano che svenne, poi corsi via da quell’albergo, dirigendomi verso quella discoteca.

Annusai e cercai in giro qualche traccia ma nulla, poi.. ad un tratto, percepii un odore familiare, non di Elena ma.. di Stefan.

- Stefan. Che cazzo ci fai qua? Dov’è Elena? – Chiesi, provando a stare calmo.

- Credo.. io, l’ho vista andare via con un tizio. –

- Che vuol dire l’hai vista? Eri con lei? – Chiesi su tutte le furie, se solo avevano fatto qualcosa insieme li avrei uccisi entrambi. Elena era con un tizio? Avrei ucciso lei e quel tizio, cazzo. Avrei ucciso tutti.

- Io.. l’ho seguita. Volevo accertarmi che stesse bene ma non l’ho toccata, ti giuro. Poi l’ho vista andare via con Elijah. – Disse ed io sbiancai, assumendo la mia forma da vampiro in quattro e quattr’otto.

- Sto andando a salvarla, vieni con me. – Disse, facendomi innervosire.

- Tu!? Dove credi di andare tu? Elena è mia, la salverò io. Se vuoi assicurarti che stia bene puoi venire con me, ma dovrai giurarmi che non proverai mai più ad avvicinarti a lei senza il mio consenso. –

- Ma io.. insomma.. se non fosse per me non sapresti nemmeno dove si trova. –

- Prometti, fratellino. O la lasci vivere e la lasci a me, o la lasci morire.. e puoi tenertela. – Dissi quelle parole senza senso sapendo che Stefan avrebbe giurato. L’avrei salvata e sarebbe stata mia, due piccioni con una fava.

- Ok, prometto. Ora andiamo, è in pericolo. –

Ci infilammo in macchina e andammo verso il cottage dove l’avrei ripresa e fatta mia, una volta per tutte.

 

Grazie mille per il sostegno, anche se hanno commentato solo in due spero che commenterete stavolta dicendomi tutto ciò che pensate, kiss.

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Capitolo 51
*** 6 Extra: Where we belong. ***


Nuovo.

6 Extra: Where we belong.

http://www.youtube.com/watch?v=0tIMn3raP6g

Ambientato tra il capitolo 42 e il capitolo 43. Ultimo extra.

Damon POV

 

Erano passate due settimane dal nostro ritorno a casa, Elena dopo qualche giorno era riuscita ad equilibrarsi col sangue e Dubaku era riuscito ad integrarsi in paese.

 

- E’ passata una settimana, Damon. Sto bene. – Mi disse Elena guardandomi negli occhi. Ma che diavolo mi aveva fatto? Mi bastava un suo sguardo per cadere dritto ai suoi piedi e annuire come un automa. Sorrisi senza fare ulteriori polemiche, nonostante una voce dentro di me continuava a ripetermi di non fidarmi di lei, le credevo. Credevo davvero che non fosse dipendente dal sangue e che Dubaku non era in pericolo con lei.

- Va bene. – Risposi e lei si avvicinò con le labbra, cercando un bacio.

Lo ricevette in qualche istante.

- Giochiamo a nascondino, brò? – Era abituato a chiamarmi così, brò da “brother” o meglio fratello. Sorrisi e mi voltai verso Elena lei mi fece l’occhiolino e annuì.

- Bene, fratello. Inizia a contare. – Mi disse, ed io mi appiattii al muro, cominciando parlare a vanvera, aspettando che i venti secondi scadessero.

Aprii gli occhi e di Dubaku ed Elena nessuna traccia.

Mi misi in ascolto ma sentii i rubinetti aperti di tutta la casa.

“Bastarda” pensai.. “l’ha fatto apposta, così non vale”

Iniziai a cercarli in tutte le stanze, dopo qualche minuto Dubaku spuntò fuori correndo verso la “tana” e sbattendo la mano. Aveva vinto, o meglio, l’avevo fatto vincere. Elena spuntò sorridente qualche minuto dopo, vincendo a sua volta.

Alla fine però Dubaku insistette per contare, quindi non appena si appoggiò al muro io ed Elena corremmo per la casa con velocità soprannaturale.

Io mi nascosi dentro l’armadio della stanza da letto, dopo qualche minuto lei entrò con me.

- Ma che ci fai qui? Se scopre me scopre anche te. – Le dissi e lei sorrise maliziosa, iniziando ad abbassare la zip della felpa.

- Non ho niente sotto. – Disse, rivelandomi i suoi seni sodi e totalmente nudi, immediatamente i jeans diventarono stretti e fastidiosi.

Senza pensare alle conseguenze, accecato dalla voglia di lei, mi gettai tra le sue braccia aperte, baciandola.

Immediatamente i nostri corpi aderirono, quasi fondendosi e la mia eccitazione si strusciò prepotentemente sul suo ventre.

- Cristo. – Dissi soltanto continuando a far ballare la mia lingua sulla sua.

Abbassai la testa improvvisamente cominciando a baciarle e adorarle i seni, lei si aggrappò ai miei capelli gemendo sommessamente.

- Shh. – Dissi, mimandole col dito il gesto del silenzio. – Dubaku sale. –

Incurante del fatto che potevamo essere scoperti da un momento all’altro ricominciai a baciarle i seni, la pancia e i fianchi usando più lingua possibile.

- Cazzo. E’ vicino. Non fiatare. – Dissi soltanto, prima di sentire la porta della camera aprirsi. Vidi chiaramente Dubaku entrare dalla fessura dell’armadio.

- Uff. Ma dove siete? – Disse il bambino, uscendo di nuovo.

Elena si rilassò immediatamente, ricominciando ad ansimare piano.

Ad un tratto strappò tutti i bottoni della mia camicia e scese a baciarmi il petto, fermandosi proprio sopra l’orlo dei pantaloni. La maledissi in silenzio, poi li sbottonò e rilassai i muscoli dell’addome.. appoggiandomi contro il legno dell’armadio.

Mi abbassò i pantaloni e io rimasi lì, con le braccia sotto la testa, a guardarla ipnotizzato.

Si avvicinò pericolosa con ancora i seni in bella mostra e prese in mano la mia erezione, cominciando a muoverla su e giù.

- Dovrai accontentarti di questo. – Mi disse. – Non c’è tempo per altro. –

Sbuffai, ma lei continuò a muovere la mano attorno alla mia asta facendomi provare molto piacere. Improvvisamente decisi di ricambiare, infilandole una mano sotto la gonna.

- Se possiamo fare solo questo, almeno facciamolo bene. –

Le infilai immediatamente due dita dentro e lei si rizzò, inarcando la schiena e stringendo forte la mia asta con la mano destra.

Ricominciammo a baciarci con urgenza e io ricominciai a muovere le mie dita dentro di lei, poi le esco. Ciò che mi interessava è darle piacere, non quel tipo di piacere che si ottiene in cinque minuti, volevo darle quel tipo di piacere lungo, esaustivo, intero.

Mi abbassai e lei lasciò la mia asta, io cominciai a baciargli le caviglie ed ad accarezzarle le ginocchia e le cosce. Lei gettò la testa all’indietro e gemette un po’ di frustrazione un po’ di piacere.

- Così non riesco a toccarti. – Mi disse, quasi sbuffando ed io sorrisi.

- Oggi sono io che tocco te. - Risposi e lei gemette quasi subito.

Mi inginocchiai e inavvertitamente la mia erezione calda si andò ad appoggiare sul suo piede.

- Ah. – Dissi io, gemendo forte per il contatto, lei per tutta risposta rabbrividì e iniziò a muovere il piede su e giù, come se fosse la mano.

- Ma così.. ah.. non vale. – Dissi, prendendo a baciarle l’interno coscia, lei rise e gemette nello stesso tempo. “Cristo santo, il piede è anche meglio della mano”  pensai, essendo già sul punto di esplodere.

Subito decisi di darle piacere quindi le allargai le cosce e iniziai a leccarla, dapprima superficialmente.. poi in profondità, facendola quasi urlare.

- Oh.. Damon.. n-non fermarti.. continua.. oddio.. – Disse, nel giro di pochi secondi, tra un ansimo e l’altro. Io continuai, aggiungendo anche le dita.

- Non smettere.. oddio.. – Disse, svuotandosi e allontanandomi la testa.

- Grazie amore. – Disse ricomponendosi.

- Ehi, ehi! Aspetta.. fammi salutare le gemelle! – Dissi imbronciandomi e lei abbassò nuovamente la zip, rivelandomi il più bel seno che avessi mai visto.

Lo baciai e succhiai per un paio di secondi, poi alzai la testa ma prima che avessi il tempo di alzarmi i pantaloni Elena prese nuovamente il mano il mio membro, più duro di prima.

- Che.. vuoi fare? – Chiesi, quasi intimorito.

- Mm.. voglio farlo divertire un po’. – Disse, cominciando a muovere la mano su e giù e passando il pollice sopra il glande. “Ok, ora muoio. Qui giace Damon Salvatore, paladino dei pervertiti, innamorato perso di questa vampira sadica. Oh cazzo, cazzo.” Mi svuotai sulla sua mano e lei rise.

- Vado a lavarmi, tu va a vincere il gioco. – Disse, baciandomi sulle labbra.

- Sei diabolica. – Dissi, ricambiando il bacio e approfondendolo.

Uscimmo dall’armadio e io mi abbottonai i pantaloni ma..

- Ahh! Eccovi! Dai Elena vieni a giocare. Ma.. cos’hai in mano? –

La guardai, mi guardò. Ridemmo e Dubaku scrollò le spalle e scendette di sotto trotterellando.

- Ci è mancato poco stavolta. – Dicemmo insieme, ridendo ancora.

L’abbracciai e la baciai sulla fronte.

- Ti amo. – Disse, baciandomi sul collo e stringendosi a me.

- Ti amo anche io. – Risposi e lei sorrise. – Và a lavarti quella mano, prima che Dubaku venga di nuovo la curiosità di sapere cos’è. – Sorrise e le diedi un buffetto sul sedere, si voltò, mi fece una linguaccia e scomparve in bagno.

- Bròò! Scendii? – Urlò Dubaku. – Ma che palle! – Disse ancora.

- Non si dicono le parolacce. – Risi piano. – Arrivo! -

 

Grazie mille a chiunque ha recensito questa storia, a chi mi ha aiutata. Comunque questo è l'ultimo extra, un pò piccante, un pò divertente. Al prossimo (ultimissimo) capitolo. Baci.

 

 

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Capitolo 52
*** Future Chapter: Wedding. FINALE. ***


Nuovo.

 

Future Chapter: Wedding. Tre anni dopo.

http://www.youtube.com/watch?v=4gN68yM3iaM

 

Elena POV

- Per favore, aiutami, non si alza. – Dico, rivolgendomi a Bonnie, con il vestito da sposa indossato per metà. Lei alza la zip in qualche secondo, senza alcuna difficoltà. Mi volto verso lo specchio, mi guardo. Sembro una persona nuova.

L’unica cosa che riesco a pensare è a quanto siano cambiate le cose tra me e Damon in questi tre anni.

Lui è diventato un uomo perfetto, un fratello perfetto, un vampiro perfetto.

Bonnie si congeda, andandosi a preparare e vedo una mano spuntare dalla porta. Conosco quella mano.

- Amore. – Lo chiamo e lui spunta, bellissimo, con smoking impeccabile e solito sorriso beffardo. Ricambio il sorriso e lui si precipita ad abbracciarmi.

- Regina.. mi sei mancata. - Sospira sul mio collo, provocandomi dei brividi.

- Ti amo. – Gli dico, e lui mima con le labbra anche io.

- Dovevo vederti, non riesco a non baciarti. – Mi dice sussurrando e catapultandomi sulle mie labbra rosse.

- Am.. – Provo ad avvertirlo del rossetto ma lui non sente ragioni, continuando a baciarmi. Lo stringo a me, fregandomene di sgualcirgli il vestito. Lui mi mette le mani sulla schiena e le nostre lingue entrano a contatto. Ti amo è l’unica cosa che riesco a pensare.

- Ehi! Ehi! Ehi! No! Non ci siamo per niente.  – Caroline entra in azione spostando Damon da me, sento un vuoto dentro.

 – Vedere la sposa prima del matrimonio porta sfortuna, brutto vampiro. Esci fuori. – Sbraita, io rido.

- Ma.. – Damon prova a controbattere ma va via intimorito dallo sguardo di Caroline che sarebbe capace di fulminare anche un vampiro ultracentenario.

Sorrido colpevole e lei fulmina me, rimproverandomi.

- Ok, scusa ma.. è così irresistibile. – Provo a giustificarmi e lei mi rimette il rossetto intimandomi di stare zitta.

 

Damon POV

 

“Dio mio quant’è bella” penso vedendole attraversare la navata a braccetto con Alaric, mi sorride ed io mi sento l’uomo più fortunato del mondo.

- Sta calmo. – Mi sussurra Stefan, il mio testimone, vedendomi inquieto e tremolante. Le emozioni minacciano di divorarmi vivo.

Dopo le solite moine da prete mi vengono poste le fatidiche domande.

- Vuoi tu, Damon Salvatore, prendere come tua legittima sposa la qui presente Elena Gilbert per amarla, onorarla e rispettarla, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finché morte non vi separi? –

Mi concedo di respirare, la guardo, lei è felice, ride. Certo che lo voglio.

- Si, lo voglio. – Dico, con enfasi, senza riuscire a trattenermi.

- E tu, Elena Gilbert, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Damon Salvatore per amarlo, onorarlo e rispettarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finché morte non vi separi? – Sospira eccitata.

- Si. Si lo voglio. – Dice, quasi balbettando. E' emozionatissima, riesco a percepirlo.

Ci sorridiamo e lei, senza riuscire a trattenersi, mi stringe la mano.

Sento Stefan sbuffare da dietro e vedo gli sguardi contenti di Bonnie e Caroline, dietro Elena. Mi volto verso gli invitati.

Jenna sta piangendo, Alaric ha le lacrime agli occhi. Katherine guarda il soffitto e giocherella con i boccoli, Dubaku guarda imbambolato lo strascico del vestito di Elena. Tyler guarda inspiegabilmente Katherine come ipnotizzato, Matt si mangia le unghie e sospira di tanto in tanto. Poi guardo Elena, coperta dal velo, stupenda. Con le lacrime agli occhi. 

- Per il potere conferitomi dalla Chiesa vi dichiaro marito e moglie. – Dice il prete, poi si volta verso di me ed io sorrido di nuovo. Elena, impaziente di baciarmi, si alza il velo prima di aver ottenuto il permesso dal prete.

- Adesso puoi baciare la sposa. – La stretta di Elena alla mia mano si fa più forte, la attiro a me. La bacio con tutto l’ardore che ho in corpo, adesso è mia moglie. “Luna di miele” mi viene in mente, ridacchio sulle sue labbra, lei le morde appena e sorride. Poi, di malavoglia, ci stacchiamo e sorridiamo. E' l'ora delle foto, poi la cena, poi il ballo e poi.. il sesso. Sorrido.

 

8 ore dopo.

Elena POV

 

Damon è sdraiato sul letto ed io, come da manuale, mi sono chiusa in bagno per "rinfrescarmi un po’". Ma la verità è che, nonostante abbiamo già fatto sesso milioni di volte, sono un fascio di nervi. Adesso lui è mio marito.

Mi decido ad uscire ma quando apro la porta noto il suo sguardo stupito.

Mi guardo allarmata.

- Ho qualcosa fuoriposto? – Chiedo. Perizoma c’è. Reggicalze c’è. Reggiseno c’è. Capelli sistemati. Trucco perfetto. Denti puliti. Profumo messo. Crema messa. Che c'è che non va, dannazione? Mi guarda ancora scioccato.

- No, sei.. una visione. – Mi dice, e con velocità da vampira, mi catapulto sul letto, proprio sulle sue gambe.

Inizio a baciarlo con passione, scordandomi di tutto il resto, e lui ricambia con lo stesso ardore e lo stesso bisogno. Grazie a dio è senza maglietta.

Scendo a baciargli il petto e lui mi accarezza i capelli, abbasso i boxer e comincio a masturbarlo. Sento la sua asta scivolare dentro la mia bocca, i suoi sospiri mi soddisfano, comincio a leccarlo e lui, dopo un pò, mi ferma. 

Mi gira e si mette sopra di me. sovrastandomi completamente. I suoi muscoli sono tesi e perfetti.

Sbottona il reggiseno con facilità e mi bacia i seni, impazzisco. La sua lingua è dolce, romantica. Ad un tratto sento una canzone librarsi nell’aria. Ma quando ha acceso lo stereo? E’ la nostra canzone, “First time”.

Continua  a baciarmi lo stomaco, i fianchi poi abbassa il perizoma.

Sento il mio odore per tutta la stanza, so che lo sente anche lui, sorrido.

Si abbassa e comincia a leccare le mie parti più sensibili mandandomi direttamente in paradiso.

I miei sospiri si librano per la stanza insieme alla canzone e ai suoi gemiti.

Dopo qualche minuto smette, consapevole di avermi fatto provare uno degli orgasmi più belli della nostra vita insieme.

 

Damon POV

 

La bacio con passione, ho ancora il suo sapore più dolce in bocca. Lei sorride e lo gusta con me, poi mi permette di entrare dentro di lei lentamente.

Mi commuovo guardando il suo viso sconvolto dal piacere e dall’amore.

Una lacrima cade dal mio occhio alla sua bocca, lei la lecca. Poi un'altra lacrima esce dal suo, mentre muovo il bacino le bacio la guancia raccogliendo quella goccia salata e piena di significato con le labbra.

- Ti amo. – Diciamo all’unisono, mentre mi muovo ancora dentro di lei.

Continuiamo a baciarci e contorcerci danzando insieme, poi veniamo. Insieme, i suoi gemiti si fondono con i miei, la canzone finisce. Ci addormentiamo.

 

Resoconto.

 

Damon e Elena vivono felici e contenti insieme, abitano a Mystic Falls insieme a Dubaku. Elena ha domato la sua dipendenza di sangue, Damon è ormai fedele e non uccide nessun uomo. Dubaku pensa a godersi la sua infanzia e si innamora per la prima volta di una bambina inglese di nome Caroline, le da il primo bacio.

 

Stefan e Katherine vivono ancora al pensionato, fanno sesso regolarmente e vivono una relazione piuttosto calma ma Kath continua a tradirlo con Tyler, senza essere scoperta. Tyler non si è ancora trasformato poiché non ha ucciso nessuno ed è invaghito di Katherine. Stefan ogni tanto guarda la foto di Elena e piange, consapevole di aver fatto la scelta sbagliata. A modo suo la ama ancora.

 

Bonnie vive con sua nonna, continua a frequentarsi con Luka che ha definitivamente perso i rapporti col padre malvagio. E’ diventata una strega di prim’ordine e, aiutata da Luka, riesce a fare incantesimi potentissimi. Ha stretto un bel rapporto con Emily, che è felice di apparirle e darle consigli quando più ne ha bisogno. Crede di essere incinta.

 

Jeremy vive nella sua vecchia casa insieme ad Anna, ormai vampiro ha qualche difficoltà a coordinare i nuovi poteri ma tutto sommato vivono una vita tranquilla e priva di guai. Anna è riuscita a liberare la madre Pearl, che però è morta qualche giorno dopo, uccisa dallo sceriffo Forbes.

 

Caroline e Matt hanno una relazione stabile, entrambi umani cercano di mantenersi fuori dal trambusto vampiresco e provano a non cacciarsi nei guai. Caroline continua ad organizzare feste, parate e balli scolastici mentre Matt ha iniziato a giocare da professionista in una squadra di football.

 

Jenna e Alaric sono marito e moglie da quasi un anno, Jenna aspetta due gemelli e Alaric ha cominciato a lavorare come insegnante a Mystic Falls. Jenna è riuscita perfettamente ad abituarsi alla sua stramba famiglia e adora Dubaku, che considera come un figlio.

 

 

Ok ok ok. Bene gente. Sono pronta (ma non felice) di dire che questa storia è finita.

Questo è stato l'ultimo capitolo, quello decisivo. Spero di avervi compiaciute ancora.

Molte di voi mi hanno chiesto di cominciare un nuovo lavoro o di continuare questo.

Purtroppo non ho intenzione di fare un seguito ma una nuova storia l'ho iniziata.

E' sempre Delena ovviamente e contiene sempre tutti i personaggi di TVD.

Spero la seguirete, ho pubblicato solo il prologo per adesso.

Il titolo della ff è OBSESSION. Vi lascio il link, qui sotto.

http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=755962&i=1

Spero passerete a dare un occhiata e che recensirete come avete fatto qui.

Vi ringrazio per avermi seguita, vi voglio bene ragazze.

Un pensiero speciale a Giorgia che è in vacanza e non può recensire :)

Tantissimi baci e abbracci (anche da parte di quel figo di Damon :P)

Vostra per sempre,

stefy.

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