L'Odioso Draco Malfoy e la mia Maledetta Voglia di Guai

di Densie Arya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Come Tutto Ebbe Inizio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Cosa Si E' Disposti A Fare... Per Amore? ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Come Tutto Ebbe Inizio ***


L'Odioso Draco Malfoy e la mia Maledetta Voglia di Guai
Capitolo 1 - Come Tutto Ebbe Inizio..

Sono seduta alla tavolata di Serpeverde e il mio sguardo è fermo su Draco.
Sembra più vecchio, più triste e meno freddo di quanto fosse mai stato.
Forse è solo un’impressione mia, ma sembra molto preoccupato per qualcosa.
“Cos’ha Malfoy?” chiedo a mia sorella, fingendo quasi disinteresse.
Accanto a lei, Pansy mi guarda in cagnesco, e devo dire che dona parecchio al suo muso da carlino.
“Forse è solo stanco. Il nostro anno è davvero duro.” mi risponde con la sua solita aria di superiorità.
Sì, perché Daphne Greengrass, è superiore a chiunque.
O almeno, è ciò che crede lei.
“Eppure sembra che le ragazze lo corteggino più degli altri anni.” commenta Pansy con un certo disappunto “Ieri l’ho visto con due... e dico due... primine! Dico, a undici anni io giocavo a scacchi!”
“Tu sai giocare a scacchi?” Ops. Il mio tono sorpreso non è una buona cosa.
“E’ inutile che fingi, Story. Hanno visto anche te, seguirlo fino al settimo piano.” si intromette mia sorella, guardandomi con aria di sfida. “Draco è off-limits, per te. E’ il ragazzo di Pansy. E, al massimo, io sono la sua promessa sposa.”
Promessa sposa.
Neanche fossimo nel XV secolo!
“Blaise mi ha chiesto di uscire.” sussurro io, per distrarre le due arpie dal mio nuovo obiettivo:
Draco è off-limits. Perfetto.
Per tutta la mia vita ho vissuto nell’ombra di Daphne.
Lei era più bella, perché il suo viso era meno da bambina, perché ha iniziato a truccarsi molto prima di me, perché i suoi vestiti sono adatti ad una donna.
Io, d’altro canto, mi ero adattata al mio posto dietro le quinte.
La pettinavo tutte le sere per saperne di più sulla sua vita favolosa.
Ma adesso, con i miei 14 anni, posso dimostrare al mondo che io, Astoria Greengrass, sono pronta per sbocciare.
E, naturalmente, per essere migliore di lei.
“Davvero? E tu?” distrarre Pansy è più facile che mai.
E’ mia sorella che continua a guardarmi di sottecchi.
“Gli ho detto che ci avrei pensato su.” sono così presa da Draco che se ne va che quasi mi dimentico di sembrare emozionata.
Ho paura che Daphne possa capire.
“E che avresti dovuto chiedere a me, spero.”
“Non sei mia madre, Daph. Non devo chiederti un bel niente. Ora vado da lui e gli dico che questo finesettimana potrei essere libera, che tu lo voglia o no.” mi alzo dalla tavolata e mi dirigo verso l’uscita, tentando di non farle capire che intendo pedinare il suo ‘promesso sposo’.
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Draco Malfoy è al settimo piano, seguito da due ragazzine.
Una è bionda, ha una bilancia di ottone in mano.
L’altra ha i capelli rossi e si guarda intorno, furtiva.
Nessuna delle due è vagamente carina.
Draco fa avanti e indietro, e sulla parete appare una porta.
Devo approfittarne.
“Wingardium Leviosa!” sussurro, puntando la bacchetta sulla bilancia.
Se schiantassi subito quelle due, la bilancia cadrebbe facendo troppo rumore.
“Silencio” continuo, sottovoce, impedendo a quelle due di avvisare Draco.
“Immobilus!” punto la bacchetta sulla biondina “Immobilus!” dico di nuovo, rivolta verso la rossa.
Tutto perfetto.
Dovrebbero premiarmi per la mia prontezza.
Eppure.. la porta sta per svanire.
Tocco la maniglia e la apro di uno spiffero, attendendo abbastanza da cercare di ricordare una cosa:
L’ultima volta che ho lanciato un immobilus –l’anno scorso, contro una delle gemelle Patil- è durato circa venti minuti.
Entro, guardandomi intorno con circospezione.
Sento un uccellino fringuettare, e mi chiedo cosa sia questa stanza.
“Goyle! Perché diamine sei entrato?” mi chiede Draco, alzando un sopracciglio.
Goyle? Cosa diavolo c’entra il suo amico?
“Cosa?”
“Ma... Un attimo. Abbiamo usato Astoria la scorsa settimana...”
La mia faccia ormai rende piuttosto bene l’idea.
“Che vuol dire?”
La mia voce mi tradisce. E’ troppo ovvio che Goyle non riesca a camuffarla.
“Greengrass? Che diavolo ci fai qui?” Draco è duro. Spaventato e pallido, oltretutto.
“Cercavo un riparo da mia sorella. Non credevo ci fosse nessuno.” Bugiarda.
“Beh, esci.” il suo tono non ammette repliche.
“Nessuno mi dice quel che devo fare, Malfoy. Me ne vado, ma solo perché non posso fare quel che volevo fare.”
E cosa volevo fare? Boh!
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“Greengrass, proprio te cercavo.” La sua voce l’avrei riconosciuta tra milioni.
Lenta, strascicata, saccente e sarcastica.
Sia io che Daphne ci voltiamo verso di lui.
Siamo nella Sala Comune di Serpeverde, sul divanetto.
Io leggo un libro, lei si ritocca lo smalto.
Lui guarda me.
“Vieni.” di certo non si può dire che Draco Lucius Malfoy sia un tipo che chiede.
Lui impone.
Mi alzo, posando il libro sul tavolino lì vicino, e lo seguo nei dormitori maschili.
Sento lo sguardo assassino delle ‘mie amiche’ sulla schiena.
Ma non mi volto.
“Che vuoi, Malfoy?”
“Menti.”
“Cosa?” credo di non aver capito bene.
E’ un ordine o un’affermazione su quanto accaduto poco prima?
“Non dicevi la verità, prima.”
“Mio padre sì, a quanto pare. Ci ha detto che tua zia ti ha insegnato la Legilimanzia.”
“Che ci facevi lì, Greengrass?” mi chiede, alzando un sopracciglio. Il mio sguardo si ferma un attimo sulle sue labbra, per poi proseguire fino all’incavo del suo collo.
“E se io non volessi dirtelo?” sospiro, mettendomi comoda sul suo letto, mentre lui continua a guardarmi in piedi, in una posizione rigida, con le mani sui fianchi.
“Dovrei ucciderti.”
Io mi lascio andare ad una risata sarcastica.
“Fai delle supposizioni, ed io tenterò di essere sincera.”
“Ti ha mandata Piton?”
Il mio sguardo si fa affilato.
“No, cosa c’entra Piton?”
“Silente? Potter?”
Allo schiocco dell’ultimo nome, la mia risata diventa sincera.
“Potter? Per chi mi hai presa, Malfoy?”
“Dimmi la verità, Astoria.” Il modo in cui pronuncia il mio nome, quasi con rabbia, mi mette quasi paura.
“E io cosa ci guadagno, scusa?”
“Te lo sto chiedendo per cortesia, non obbligarmi ad usare la forza.”
“Non ho paura di te.”
“Legilimens!” esclama, puntandomi la bacchetta sul petto.
Le immagini nella mia mente si presentano offuscate, ma nitide in un certo senso.
Forse perché io so esattamente cosa sta vedendo.
-
FLASHBACK
“Draco è off-limits, per te. E’ il ragazzo di Pansy. E, al massimo, io sono la sua promessa sposa.” Daphne mi guarda, come se le avesse punto una tarantola.
-
Cerco di rilassarmi e di mandare la mia mente verso il vuoto.
Immagino la mia casa in Spagna: distese di sabbia, il rumore dei gabbiani e del mare, l’odore di salsedine.
Istantaneamente, mi ritrovo nel dormitorio maschile di Serpeverde, con un Draco Malfoy piuttosto irritato.
“A quanto pare, tuo padre ti ha insegnato l’Occlumanzia.”
“Mio padre conosce i pericoli che si insidiano ad Hogwarts. Anche se non ho ancora capito perché crede tu sia pericoloso per noi.”
Lui si siede, e vedo un ombra di fragilità nei suoi occhi.
“Lo sono, Greengrass. Non dovresti seguirmi, anche se lo fai per ripicca e non per spiarmi.”
“In quattro anni non ti ho mai visto attentare la vita di nessuno. Certo, se tu uccidessi Potter o Silente non sarebbe così male, ma nei miei confronti... Non ti trovo così pericoloso.”
“Non sai quel che dici, Astoria.” però, in un modo o nell’altro, qualcosa in lui sembra cambiare.
Devo aver detto qualcosa a sproposito.
“Forse. Ma non intendo rinunciare. Sono stufa di sentirmi inferiore a Pansy e Daphne.”
Lui mi guarda, lasciando trasparire un sorriso sarcastico.
“Tua sorella ancora crede di essere la mia promessa sposa...” sembra più una riflessione, che una discussione verso di me.
“Non ne è degna? E’ questo che stai dicendo?” il mio orgoglio si fa sentire.
“Per ora, credo sia la candidata ideale. Ma alla fine di questo anno, forse potrei evitarlo.”
“Credi che tuo padre riuscirà a ristabilire il vostro nome, Draco?”
“No, non mio padre. Comunque non è questo l’importante. Io non voglio sposarmi.”
“Vuoi vivere da solo, per sempre?”
Quella frase lo rende serio.
“Credo che sia ora che tu te ne vada, Astoria. Buonanotte.” mi apre la porta con galanteria.
“Per quanto riguarda il fatto che ti ho seguito...”
“Sì?”
“Beh, potrei obliviarti, ma non vorrei offendere il tuo orgoglio, anche se non lo ricorderesti.”
“E cancellare questa conversazione? Beh, accomodati pure.”
Mi scappa un sorriso.
“Buonanotte, Draco.”
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Due mesi dopo quell’incontro io, Astoria Greengrass, sono riuscita nell’impresa più grande: conquistare Blaise Zabini.
E, fidatevi, non è un impresa facile.
Tutt’altro. Lui è il puttaniere di Hogwarts.
Ed è mio.
Perfino mia sorella e Pansy, mollata da Draco, si stanno mangiando le unghie.
“Greengrass, posso parlarti un attimo?” la voce di Malfoy.
E’ da quella sera che non la sento.
Mi volto verso di lui, a quanto pare mi stava aspettando fuori dall’aula.
Lascio i miei libri in mano a Millicent, chiedendole di portarli nella Sala Comune e lo seguo.
Il silenzio predomina su ogni passo che facciamo verso la meta da lui prefissata.
Solo dopo mi accorgo di essere arrivata al settimo piano.
“Questa è la Stanza delle Cose Nascoste.” mi fa un cenno, invitandomi ad osservarla meglio.
“E’ immensa.” commento, un po’ sulle nuvole, per poi posare il mio sguardo su di lui.
“Che cosa vuoi da me, Malfoy?”
“Aiutami.”
“Cosa?”
“Non farmelo ripetere, Greengrass.”
“Perché proprio io? Dove sono Tiger e Goyle?”
“La McGranitt li ha puniti.”
“Pansy... Daphne... Chiunque altro?”
“Non mi fido.”
“Ti fidi di me, dunque?”
“Non attribuirmi frasi che non ho mai detto, donna.”
Se questo è il suo modo di chiedermi di aiutarlo, beh... Si sbaglia.
“Non ti aiuterò, Draco. Non finchè non imparerai a trattarmi da tua pari. Io non sono Tiger e Goyle. Tantomeno Pansy Leccapiedi Parkinson.”
“Come vuoi, Greengrass.”
“Ah... e chiamami Astoria.”
“Stai dettando le tue condizioni, Astoria. Appena finisci, toccherà a me.”
“Non dovrai sottrarmi ore di studio e, beh, mi devi almeno un paio di favori.”
“Tocca a me?”
“Sì, Draco.” calco il suo nome, apparendo vincente.
“Tu mi chiamerai Malfoy, ti tratterò al di sopra di come tratto molte altre persone, mi fiderò di te, ti toglierò 3 ore al giorno e ti devo un solo favore. Prendere o lasciare.”
“Come vuoi, Malfoy.”
“Ti permetto di chiamarmi Draco, ma ad una sola condizione.”
“E quale sarebbe?”
“Non innamorarti di me.”
Non ci sono dubbi, Draco Lucius Malfoy è un coglione.
“Non c’è pericolo.”
Sbagliato, qualcosa in lui mi attira già da molto tempo.
Ma non c’è motivo perché lui lo sappia.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Cosa Si E' Disposti A Fare... Per Amore? ***


L'Odioso Draco Malfoy e la mia Maledetta Voglia di Guai
Capitolo 2 – Cosa Si E’ Disposti A Fare.. Per Amore?

All’inizio non capivo il motivo che ha spinto Draco Malfoy a chiedere il mio aiuto, ma pian piano in me si affermava una realtà sempre più imponente: qualunque cosa facesse lì, doveva essere davvero importante.
Quando ne ho avuto la conferma? Beh, circa due settimane dopo l’ultimo episodio.
Convenevoli a parte, seppur passassimo molto tempo insieme, Draco non si rivelò essere particolarmente logorroico.
Tutt’altro.
Passa interminabili momenti senza parlare e, a dirla tutta, questa situazione inizia a starmi un po’ stretta.
“Draco? E’ ora di andare...” dico, con la faccia nella Stanza delle Necessità e il resto del corpo fuori.
“Vattene, Greengrass!” sento la sua voce, ma non proprio come me l’aspettavo.
Invece di essere freddo e distaccato come al solito, si poteva sentire chiaramente panico e tristezza.
“Nessuno mi dice quello che devo...” mi blocco, mentre lo raggiungo verso il punto dove lavora di solito.
La Stanza delle Cose Nascoste è grande quanto un piccolo paesello.
Quando arrivo nei pressi del grande armadio, che sembra suscitare molto interesse in Draco, la vista mi sconvolge.
Lui è a terra, con la faccia tra le mani, in una posizione che riesce ad angosciare anche me.
Non si accorge della mia presenza, non sembra neppure aver sentito le mie ultime parole.
“...fare.” concludo, con un tono tutto diverso dal precedente.
Lui, di tutta risposta, si alza velocemente e mi punta la bacchetta sul petto.
I suoi occhi sono rossi, ma la sua espressione non lascia trasparire niente di quel che ha provato fino ad ora.
“Ti avevo detto di andartene, Greengrass!” la sua voce è quasi un urlo.
Non l’ho mai visto così: ora, oltre alla tenerezza suscitata da quella visione, mi fa paura.
Terrore.
E lui, ovviamente, lo capisce dal mio sguardo.
“Ora vattene, Greengrass! E se solo osi dire a qualcuno quel che hai visto... Nemmeno tuo padre potrebbe contrastare Fenrir Greyback.”
Nessuna lacrima scenderà dal mio volto, mai.
Io, com’è ovvio che sia, scappo.
Non per te.
Mai.
Non piangerò mai per te, Draco.
Ti voglio.
Nessuna lacrima scenderà dal mio volto, mai.
Perché Pansy sì? E Daphne? Sei stato con entrambe. Perché con me non ci hai neppure provato?
Non per te.
Ti amo.
Non piangerò mai per te, Draco.
Ti amo da quando sei stato a cena a casa mia, due anni fa.
Una lacrima solitaria solca il mio viso.
Nessun’altra lacrima scenderà dal mio volto, mai.
Per te.
Non piangerò più per te, Draco.
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POV Draco
E’ tutto inutile, non ce la farò mai a terminare il lavoro entro Luglio, come mi ha chiesto il Signore Oscuro.
E mi ucciderà.
La mia famiglia cadrà in miseria, in lutto, in vergogna.
Tutto a causa mia.
Non voglio dover uccidere Silente.
Sarà un po’ pazzo, rimbambito, filopotter e fondamentalmente buono, che odio!
Ma io non sono un assassino.
Neanche l’Oscuro Signore in persona è riuscito ad ucciderlo.
Perché io?
Mio padre ha fallito il recupero della profezia al Ministero, ecco perché.
Perché io devo sempre pagare gli errori e le scelte dei miei genitori?
Quel Marchio Nero sul mio avambraccio sinistro non sarà mai un simbolo di lealtà verso il mio Signore, ma un segno indelebile della mia impotenza.
Odio essere impotente.
Impotente verso il mio futuro.
Sorpasso la parete di pietra della mia Sala Comune e poso la bacchetta sul tavolino più vicino, poi il mio sguardo corre verso una persona sdraiata sul divanetto più lungo.
E’ piuttosto tardi ormai, sono passate circa 6 ore da quando l’ho cacciata via in quel brusco modo.
Quasi mi sento in colpa.
Quasi.
Mi avvicino e mi siedo sulla poltrona di fronte a lei.
Lei, ovviamente, sta dormendo.
E’ quasi l’una.
Il mio sguardo si posa sul suo corpo sottile e piccolo.
Così diverso da quello di sua sorella.
Meno maturo, certamente.
I suoi lineamenti del viso sono più dolci, più innocenti.
Come ho potuto credere che avresti potuto aiutarmi?
Non ti trascinerò nell’oblio dove sono destinato a cadere io.
Io non ho più speranze, ormai.
Non è giusto chiederti di abbandonare la tua innocenza per coadiuvarmi in questa impresa impossibile.
Quando dormi quel cipiglio sulla tua fronte sparisce, lasciando spazio ad un’espressione tranquilla che non ti ho mai visto.
Forse perché io non sono esattamente il tipo che ti fa sentire tranquilla.
Vero, Astoria?
Sei sempre così impegnata a rispondermi a tono che non sono mai riuscito a capire che c’è qualcosa di diverso in quello che sei.
Come se nessuno sappia chi sei realmente.
Me lo chiedo da giorni, ormai, perché ho chiesto aiuto proprio a te.
E la risposta è già con me.
Ma non lo saprai mai, piccola Greengrass.
Io sono Draco Malfoy, e voglio restare da solo fino alla fine dei miei giorni.
La mia morte prematura non dovrà ferire nessun altro.
Solo me.
E’ la mia morte, dopotutto.
Forse mia madre se ne farà una ragione.
Zia Bellatrix, per spaventarmi (forse), ha detto che non appena sarò morto i miei genitori avranno un altro figlio, per dimenticarmi.
Io non voglio crederci.
Li odio già abbastanza per aver immischiato in questa assurda faccenda.
Astoria apre gli occhi, interrompendo qualsiasi mio pensiero.
Devo tenerla lontana da me.
Non voglio avere qualcun altro sulla mia coscienza.
Oltre me e Silente (se riuscirò nella mia impresa impossibile, si intende).
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POV Astoria
Apro gli occhi e di istinto mi stiracchio, ci metto un po’ prima di capire che Draco è davanti a me.
Devo dire qualcosa di pungente, ora!
“Sembra tu abbia visto un fantasma, Malfoy.”
“Forse sembri un fantasma, appena sveglia.”
Uhm. Cosa dovrei dirgli?
Mi alzo, aggiustandomi la gonna in maniera nervosa.
“Suppongo che tra noi non ci sia più alcun...”
Proprio in quel momento, Blaise scende le scale.
Mi guarda di traverso, ma è verso Malfoy che punta la bacchetta.
“Credevo fossi più astuto, Malfoy. Farti la mia ragazza nella Sala Comune non è esattamente un’azione che può definirti tale.” Blaise Zabini è il più cretino del mondo!
“E cosa ti fa credere che..” non riesce a finire la frase.
“Stupeficium!”
Mi metto tra Draco e Blaise.
“Protego”
Il mio incantesimo funziona, ma è troppo debole per reindirizzare l’attacco.
“Così lo difendi, anche?”
“Non avevo bisogno dell’aiuto di una ragazzina.” mi rivolge uno sguardo glaciale e schifato e poi la sua attenzione si concentra su Blaise.
“Spero che tu sappia contro chi ti sei messo, Zabini.”
“Nessuno tocca ciò che è mio, Malfoy.”
“SMETTETELA, entrambi!” sospiro, senza più alcuna pazienza e con il cuore in frantumi per l’ultimo sguardo di quel lurido schifoso. “Tra me e questo ragazzino viziato non ci sarà mai nulla, Blaise. Ora decidi, o la smetti con queste patetiche scenate di gelosia, o per me...”
Non continuo la frase, so già la risposta guardandolo negli occhi.
Pende dalle mie labbra.
Povero illuso.
“Beh, Buonanotte, Malfoy. Spero davvero che soffocherai con il cuscino.”
“Zabini, davvero ti fai tenere in pugno in questo modo?”
Faccio un cenno al mio ragazzo di non rispondere.
“Io ho qualcosa che i suoi amici non avranno mai.”
Detto questo, mi dirigo verso il mio ragazzo che mi cinge le spalle e lo bacio.
Sì, lo sto facendo per innervosire quel ragazzino viziato.
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Sembra tutto così... Surreale.
Draco ha tentato di uccidere Silente, Piton lo ha fatto.
Un sacco di Mangiamorte dentro Hogwarts.
Non ricordo praticamente nulla di ieri sera.
Hogwarts sembra caduta in un silenzio magico, oggi.
Nessuno parla, nessuno mangia, nessuno gioca a scacchi e nessuno si rincorre nel parco.
Credo che siamo finiti.
“Astoria.” mi saluta qualcuno, ma io fingo di non vedere.
Ho perso Draco.
Draco è un Mangiamorte.
Ormai ne sono certa.
E non voglio più stare con lui.
Non condivido gli ideali del Signore Oscuro, seppur io sia vagamente fiera di essere Purosangue e non abbia subito perdite tra i miei cari.
Non voglio finire in mezzo alla guerra. Ci perderei troppo.
“Ehi, Story, cosa c’è che non va?” mi chiede mia sorella, lisciandomi i capelli.
“E’ vero? Draco ha tentato di uccidere Silente, come dice Potter?”
“Da quando in qua crediamo a ciò che dice Potter?”
“Tu sai qualcosa, Daphne! Devi dirmelo!”
“Perché credi nostro padre ci abbia avvertito più volte? Non ci sono dubbi, Draco è uno di loro.”
La mia espressione è ormai indecifrabile.
Avrebbe potuto dirmelo, ma non l’ha fatto. Non si è fidato di me.
E poi, perché avrebbe dovuto? Lui è Draco Lucius Malfoy, sono io quella perdutamente innamorata.
“Sbaglio o ti avevo detto che Draco è Off-limits? Perché tutti questi problemi?”
“Blaise... Lui è strano. Credo voglia seguirlo.” chi credi mi abbia raccontato quel che ha detto Potter, sorellina? “Beh, andiamo in Sala Grande, oppure qualcuno potrebbe insospettirsi.”
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Oggi è il giorno del funerale. Tutti sembrano meno pronti che mai a dire addio al Preside.
Il Preside migliore di Hogwarts.
Non lo avrei mai detto, non è mai stato molto amato tra noi Serpeverde.
Eppure, la sua morte ha avuto una strana ripercussione generale.
Mi avvicino alla Tavolata di Grifondoro, contro l'aspettativa di chiunque.
Ho bisogno di risposte.
“Potter?” dico, per farlo girare. Tutti mi guardano, ma non mi interessa. Non ora.
Lui è l’ultimo a girarsi verso di me, evidentemente troppo preso ad osservare il Ministro e il maggiore dei fratelli Weasley. Almeno credo. (NDA. Osserva Percy, ma Astoria non conosce gli altri, né ricorda che in realtà ci sono Charlie e Bill, prima di lui.)
“Avrei bisogno di parlarti.” Lui mi guarda, incuriosito, spento ma non mi dice di no.
Contro qualsiasi mia aspettativa, ed evidentemente anche contro quella di Ginny Weasley accanto a lui che lo guarda torva, lui si alza e mi fa cenno di uscire.
“Io... Sei la sorella di Daphne Greengrass, giusto?”
Annuisco, senza alcuna espressione sul viso, e gli allungo la mia mano.
“Astoria.” mi presento, senza saper bene fino a che punto mi sarei spinta per salvare la faccia a Draco.
Devo dargli una via d’uscita, ma solo se ciò che ha raccontato Potter è vero.
“E’ vero? Draco... Ha tentato di uccidere Silente? Ha il Marchio Nero? Ha usato l’Armadio Svanitore?”
“Come.. Come sai dell’Armadio?”
“Ti darò qualsiasi risposta tu stia cercando, Potter. Prima dimmi la verità su di lui.”
La mia curiosità verso quelle informazioni gli sembra piuttosto strana.
Come biasimarlo? Per tutti io sono solo la ragazza di Zabini.
“Tutto vero.”
“Collaborerò, Potter. E non intendo che ti darò una mano durante la battaglia. Mi infiltrerò tra le schiere dei Mangiamorte. Potrò darti notizie e qualsiasi altra cosa ti serva.”
“Immagino che i miei pregiudizi siano un po’ ovvi, ma tu cosa ci guadagni? E poi, hai solo 14 anni e l’anno prossimo sarai a scuola...”
“Nel caso in cui tu dovessi vincere contro l’Oscuro Signore, dovrai riabilitare il mio cognome. Mio padre è stato più volte accusato di essere una spia, e io non voglio rimetterci. E dovrai ristabilire lo status di un’altra famiglia che sceglierò. E’ vero, ho 14 anni, ma ho il mio modo personale di comunicare con mio padre. Non preoccuparti.”
“Scusami, Astoria, ora devo andare. Credo... che tu possa parlarne con la McGranitt, non sembrerà sospetto, fingerai solamente di avere dei problemi con la promozione in Trasfigurazione. Dille che abbiamo un accordo.”

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