I just wanna be the one who makes You happy.

di Hey_Ashes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vita familiare. ***
Capitolo 2: *** Il buongiorno si vede dal mattino... ***
Capitolo 3: *** Memory screams in my Head ***



Capitolo 1
*** Vita familiare. ***


Disclaimer: Tom e Daniel (Ahimè) non mi appartengono, e ciò che segue è solo frutto della mia immaginazione, assieme al piccolo Will.
Con ciò che scrivo non voglio alludere nè al reale orientamento sessuale dei personaggi nè in alcun altro modo alle loro vite.
Niente di ciò che segue è scritto a scopo di lucro ma per puro piacere personale.

"I've NEVER felt this way before."

Mi capita di pensarci, a volte.
No, in realtà mi capita spesso.
Soprattutto di notte, come adesso, quando mi sveglio dal sonno pesante che mi avvolge ogni volta che diventiamo una cosa sola.
Succede spesso.
Osservarlo illuminato dalla tenue luce della luna mi dà i brividi, così come me li ha dati quella notte. Nessuno deve saperlo, però: Io sono Tom Felton, l'angelo dannato del cast di Harry Potter. Non vado in brodo di giuggiole per un ragazzo. O quantomeno, nessuno deve immaginarlo.
Apparte lui.
Le riprese erano finite da poco, quella sera. Ci siamo incontrati ad una festa organizzata da una comparsa. La casa era enorme, quasi dispersiva: non ci voleva niente a perdere di vista le persone che erano con te.
Era lì, appoggiato ad una colonna, sembrava annoiarsi.
Era l'occasione perfetta per parlargli, anche se non avevo la minima intenzione di dirgli realmente quello che pensavo.
Volevo giusto togliermi lo sfizio di guardarlo negli occhi.
Ricordo ancora la smorfia che fece quando mi vide avvicinarmi a lui: si aspettava qualche presa per il culo, o qualcosa del genere. Negli ultimi anni la nostra amicizia aveva perso smalto, anche per colpa della mia relazione con Emma, prima che scoprissi la mia bisessualità. Non la prese molto bene, e solo ora ne comprendo il motivo.
Sono stato meno stronzo del solito, quella volta. Non volevo esserlo, sì, ma avevo imparato ad esserlo per nascondere il dolore che i suoi silenzi mi provocavano.
Parlammo. Parlammo tanto, troppo.
Poi furono baci. Furono carezze, sussurri senza poi troppo senso e senza pretesa d'averne dopo tutto il parlare che li aveva preceduti. Fu dolcezza, desiderio, a tratti irruenza.
Furono gemiti, fu sesso. Sudore e lenzuola, in una delle molteplici camere da letto della grande casa. C'era il sangue delle labbra morse nel tentativo di non urlare, e c'era la sua voce dolce, timida, spezzata dai sospiri che il mio corpo gli provocava.
Ci ho provato a stargli lontano dopo quella sera, giuro. Volevo convincermi che non fosse stato niente, che fosse stato solo un capriccio dettato dall'astinenza.
Faceva male però. Non avrei mai pensato, ma quel sentirmi dentro di lui mi ha legato a Dan in un modo quasi indissolubile, più di quanto lo fossimo stati anche all'apice della nostra amicizia. Ho impiegato giorni, forse mesi per ammettere di essermi sfortunatamente innamorato.
Ora sono qui, con le lenzuola rosse del nostro letto che sembrano volermi soffocare, se lo guardo: mi toglie il respiro.
Passo le dita tra i suoi capelli neri, per poi percorrere con la punta dell'indice la sua spina dorsale, assaporando la morbidezza di quella pelle quasi perlacea. Non l'ho mai odiato per essersi incazzato per il mio fidanzamento con la Watson. Dentro di me, ho sempre saputo di essere simile a lui. Molto, molto simile. Avrei reagito allo stesso modo, credo.
Il delicato fruscio della porta che si socchiude mi distoglie dalle mie riflessioni e il viso dolce di mio figlio fa capolino dalla penombra liquida che inonda la stanza.
Mi tiro su a sedere sul letto, indirizzandogli un sorriso dolce che non regalo a nessuno se non a lui ed al padre -Amore, cosa ci fai alzato a quest'ora? - Sussurro per non disturbare il mio compagno che dorme beatamente al mio fianco - E' tardissimo.-
-Non riesco a dormire - La sua voce cristallina invade la stanza
Mi porto il dito indice alle labbra, sibilando appena per indicargli di abbassare il tono - Papà sta riposando, Will. Abbassa la voce.
Si porta le mani alla bocca con un'espressione mortificata che non può non strapparmi un sorriso -Scusa papà.-
Picchietto sul materasso, spostandomi per lasciargli lo spazio necessario -Dai, vieni qui.-
Lo osservo raggomitolarsi contro il mio petto, dopo aver impiegato non poche energie per arrampicarsi sul nostro letto dallo scheletro in ferro battuto, per lui alto in modo non indifferente.
-Cosa c'è che non va, piccolo Terremoto? - Domando giocherellando coi suoi capelli mentre sposto il mio peso sul gomito destro poggiando la testa sulla mano
Lui si stringe nelle spalle, con la normale naturalezza che caratterizza e rende ovattato tutto ciò che proviene dal mondo dei piccoli, per me soltanto un ricordo nebbioso - Non riesco a dormire, tutto qui. -
-E credi che stare qui appallottolato addosso a me ti farà sentire meglio? - Ridacchio
-Si papà, sei una persona noiosa. - Sussurra con fare cospiratore per poi trascinarmi in una sommessa risata: da me ha sicuramente ereditato il senso dell'umorismo pungente, tipico dei Felton. Non per niente, è il mio cognome che porta.

Beeeeeeeene, eccomi qui con la prima Tom/Daniel!
Questo è il primo capitolo, l'ho concepito secoli fa e non avevo mai avuto il coraggio di pubblicare. Quindi siate clementi, vi prego! xD
Grazie a chi legge e a chi recensisce ** Un bacione, Sketch

**Continua**

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Capitolo 2
*** Il buongiorno si vede dal mattino... ***


Disclaimer: Tom e Daniel (Ahimè) non mi appartengono, e ciò che segue è solo frutto della mia immaginazione, assieme al piccolo Will.
Con ciò che scrivo non voglio alludere nè al reale orientamento sessuale dei personaggi nè in alcun altro modo alle loro vite.
Niente di ciò che segue è scritto a scopo di lucro ma per puro piacere personale.

Apro gli occhi, e la casa è totalmente immersa nel silenzio. L'unico rumore che riesco a percepire è il respiro di Tom, ultimamente un pò più rumoroso del solito a causa di una bronchite passeggera beccata per la sua mania di stare a mezze maniche anche a Novembre.

Non è strano che nessuno si sia ancora alzato: se non li svegliassi io, quei due sarebbero in grado di dormire fino alle 5 del pomeriggio. Gettando una veloce occhiata alla radiosveglia sul comodino smaltato di bianco, realizzo che sono le nove. Mi alzo in silenzio per non svegliare il mio ragazzo che se la dorme della grossa; conoscendolo, avrà fatto chissà che ora a rimuginare.

Proprio mentre sto abbassando la maniglia della porta, una testolina che conosco molto bene fa capolino dietro la sua schiena nuda.

-E tu che ci fai qui?- Sorrido cercando di parlare il più piano possibile

Lui per tutta risposta salta giù dal letto e mi raggiunge, tendendo le dita sottili verso di me reclamando silenziosamente di essere preso in braccio. Acconsento sospirando: pur essendo il meno lascivo dei due, non riesco assolutamente a dirgli di no, se mi guarda con quegli occhioni.

-Ti spaccherai una gamba, prima o poi, se non la pianti di buttarti giù dal letto a quel modo-

-Nah. Sono bravo io.-

-Assolutamente.- Ridacchio mentre scendo le scale verso la cucina: è tutto suo padre. -Cosa vuoi per colazione, Will?-

Ci pensa su. So che le sue riflessioni per quanto riguarda il cibo sono sempre di lunghezza biblica, quindi attendo il responso iniziando a preparare il caffè.

Sento Tom incespicare nell'ultimo scalino che porta alla cucina, ma non mi volto finchè non sento le sue braccia cingermi i fianchi da dietro.

-Buongiorno Potter- Sussurra al mio orecchio

-Bungiorno anche a te, Malferret.- Lo punzecchio a mia volta sorridendo sotto i baffi -Dormito bene?-

-Direi di si...mi hai distrutto, ieri sera.-

Sorrido ironico -Senti chi parla...e che ci faceva il signorino nel nostro letto, stamattina? Avete passato la nottata a tramare?-

I due si scambiano uno sguardo d'intesa, ridacchiando. So già la risposta.

Mi siedo a tavola, mettendo la colazione davanti a Will -che finalmente ha optato per latte e biscotti-, attendendo una risposta.

-Siamo giunti alla conclusione che Will potrebbe chiamarti mamma.- Ride bevendo un sorso di caffè poggiato al piano della cucina

-Ah. Ah. Molto divertente, Felton.-

-Potrebbe essere altrimenti? Tappati un secondo le orecchie, tesoro.-

Nostro figlio obbedisce, tappandosi le orecchie all'istante: ormai sa che gli conviene farlo, quando uno dei due glielo suggerisce. Lui scivola dietro di me, portanto la bocca nell'incavo del mio collo

-Chi è che si è fatto scopare tutta la notte, mh?- Sussurra con voce roca facendo guizzare la punta della lingua sul mio lobo

-Thomas...- Replico con voce tranquilla

-Chi è il passivo dei due, tesoro?- Continua giocherellando con un ciuffo di capelli sulla mia nuca

-Andrew...-

Sorride: sa che quando lo chiamo col suo nome di battesimo significa guai, ma non per questo la pianta.

-Non rispondi? Te lo dico io.- Ridacchia mordicchiandomi il collo (Will nel frattempo ha deciso che è meglio se va a fare colazione in salotto) -Tu.-

-...Felton.- Concludo sorridendo ironicamente -Chi è che stanotte dormirà sul divano?-

Vedo il panico farsi strada nei suoi occhi. Ho una gran voglia di ridere, ma mi trattengo.

-Chi è che dormirà sul divano ed in compagnia non mia ma dell'animaletto di casa?- Sussurro con voce melliflua prima di baciarlo velocemente con le labbra -Tu, amore mio.- Concludo sfiorando l'erezione che iniziava a definirsi sotto i pantaloni della sua tuta con la punta dell'indice

-Ma...Dan!- Esclama sconvolto -Scherzavo!-

-Io no.- Sorrido mettendo la tazza nel lavello -Ah, e vedi di vestirti in fretta: Dobbiamo fare la spesa.-

Lo vedo con la coda dell'occhio che mi fa il verso in labiale, alternando varie smorfie

-E un'altra cosa. Lo accompagni tu Will alla lezione di judo, vero?- Rincaro la dose

Lui sbuffa, alzando gli occhi al cielo -Si, si. Faccio tutto io.-

-Bravo il mio furetto.-

Gli dò un buffetto sulla guancia prima di salire al piano di sopra per prepararmi.

Una volta entrato in camera nostra, chiudo la porta e me la rido della grossa.

 

E' corto, lo so, ma non avevo molte idee c.c I prossimi saranno meglio, giuro c.c
Un grazie a chi legge, a chi recensice e a chi mi fa i complimenti facendomi sentire una buona scrittrice. Vi amo **
Sketch.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Memory screams in my Head ***


Disclaimer: Tom e Daniel (Ahimè) non mi appartengono, e ciò che segue è solo frutto della mia immaginazione, assieme al piccolo Will.
Con ciò che scrivo non voglio alludere nè al reale orientamento sessuale dei personaggi nè in alcun altro modo alle loro vite.
Niente di ciò che segue è scritto a scopo di lucro ma per puro piacere personale.

Dan me l'ha fatta di nuovo. Sorrido ironico guardandomi nello specchio dopo essermi lavato la faccia: non è la prima volta che lo fa, e io come un idiota ci casco sempre.

Rimetto al polso l'orologio che avevo appoggiato sul ripiano del lavandino per lavarmi le mani, e lo sguardo mi scivola sulla data:

27 Novembre.

Sono passati due anni da allora, e nonostante ciò continua a fare male da morire.

Ricordo tutt'ora la vibrazione del mio cellulare sul comodino in piena notte, i movimenti cauti che dovetti fare per non svegliare Dan che dormiva sul mio petto e per rispondere, il tono basso che usai.

Ricordo mia madre che piangeva. Ricordo il freddo che m'investì.

"Tua sorella è morta."

E' tutto quello che riuscì ad uscire dalle labbra di mia madre che, se possibile, era ancora più sconvolta di me.

Ricordo che scoppiai in un pianto convulso, e al diavolo se Daniel si fosse svegliato.

Avrebbe capito. Avrebbe dovuto capire.

Ricordo la preoccupazione nei suoi occhi, vi leggevo le domande, la paura, la comprensione per qualcosa che ancora non conosceva.

Ricordo che riuscii a raccontargli poco o niente, per colpa del nodo di spine che mi stringeva la gola, lo stomaco e la testa.

Uscii in fretta dal residence dove alloggiavo con tutta la troupe per le riprese del film, a spiegare la situazione ci avrebbe pensato Dan, il mattino successivo.

Avrebbero capito. Avrebbero dovuto capire.

Guidai tutta la notte, arrivai a casa poco prima dell'alba.

La luce in cucina era accesa, nonostante fossero quasi le cinque del mattino. E come poteva essere altrimenti?

Ricordo che per un attimo sentii mancarmi il coraggio di bussare a quella porta: mi domandai se ero veramente pronto ad affrontare lo strazio che avrei unito al mio una volta varcata quella soglia.

Ricordo che mio padre, non con poca fatica, fu l'unico che riuscì a dirmi qualcosa di più sull'accaduto.

Incidente d'auto, tutti morti. L'unico che si era salvato, a dispetto delle previsioni era il piccolo Will, il figlio di mia sorella.

Ricordo che realizzai subito che dovevamo trovargli una sistemazione.

Ricordo che, non ne so il motivo, pensai immediatamente a Daniel e me.

Ricordo anche che non mi sognai nemmeno di proporre la cosa. I nostri genitori sapevano di noi. Non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che avevamo deciso di comunicarlo alla stampa qualche mese prima rischiando di sputtanarci tutta al carriera lavorativa. Ma affidare un bambino così piccolo a due ragazzi...maschi. Di poco più di vent'anni. Era assurdo anche solo pensarlo.

Due giorni dopo tornai al residence con un bambino che camminava al mio fianco stringendomi convulsamente il dito indice, non arrivando ad afferrare il resto della mano.

Dan era perplesso: non gli avevo detto niente, ma confidavo nel fatto che il suo essere così...passivo, avrebbe aiutato.

E andò magnificamente.

Negli ultimi mesi di riperse ci siamo uccisi per riuscire a non lasciare solo Will nemmeno un minuto: chi non doveva girare, stava con lui. Ti uccideva un pò la vita sociale, okay, ma cos'altro potevamo fare?

Quando dovevamo girare insieme Bonnie, Emma e Rupert erano ben contenti di occuparsi del bambino. Sembrava che tutti lo adorassero, e non li biasimo.

 

I miei pensieri vengono scossi dalla voce di mio figlio che mi tira insistentemente per un lembo di stoffa dei miei pantaloni da ginnastica

-Mh?- Mi volto a guardarlo sbattendo le palpebre un paio di volte per tornare alla realtà

-Papà dice di sbrigarti e staccarti da questo specchio che tanto sei bellissimo uguale.- Fa una smorfia -Che schifo, siete così sdolcinati. Bleah.-

Rido per il comportamento di mio figlio che è decisamente degno di me ai tempi d'oro, prima di prenderlo sotto braccio manco fosse un sacco di patate e scendere le scale fino all'ingresso di casa dove Dan mi aspetta da almeno un quarto d'ora.

 

 

Si, è corto anche questo, lo so, lo so c.c

E' solo che necessitavo di un capitolo abbastanza corto ma significativo come questo per dare un pò di peso alla storia! xD
Grazie a:

GaaraShun per tutti i complimenti e le recensioni positive ^^
LoriMiriam per avermi fatto notare un paio di discrepanze nella trama della storia
Carly perchè è semplicemente la mia vita <3
ElAisa perchè con le sue recensioni chilometriche e abbastanza prive di senso mi fa ridere tanto e mi fa sentire importante
Luca perchè attende impazientemente i miei racconti ogni giorni.

E ovviamente grazie a chi legge ma non si prende la briga di recensire! Un bacione, Sketch.

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