Nothing regrets

di Saruwatari_Asuka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nothing regrets... ***
Capitolo 2: *** Questione d'abitudine ***



Capitolo 1
*** Nothing regrets... ***


 

Nothing Regret

 

Quando aveva visto quel tipo portare via Rufy, non ci aveva pensare su troppo prima di dividersi con la sua ciurma per cercarlo. Di certo non poteva lasciare che facesse del male al suo piccolo amico.
Nessuno sano di mente toccava gli amici e i compagni di Shanks il Rosso, ma a quanto pareva quel tizio non lo conosceva o forse era talmente sprezzante del pericolo da credere di poterlo battere.
Solo perché non aveva menato le mani al loro primo incontro?
Ma Shanks aveva imparato dal suo Capitano che non bisognava scaldarsi per sciocchezze, che era inutile prendersela per piccole cose, soprattutto con pesci insignificanti. L'importante era capire quando far comprendere agli altri chi si celava dietro un sorriso sornione.
E quello era decisamente il momento di Shanks.
Aveva rapito Rufy e adesso minacciava di ucciderlo. Gli avrebbe staccato la testa dal collo, poteva giurarci, parola d'Imperatore.
Corse più veloce possibile, arrivando al molo in un batter d'occhio e guardandosi intorno febbrile. Non era bravo a tenere dentro le emozione quando si trattava dei suoi amici, Benn glielo rinfacciava sempre, ma non gliene importava assolutamente niente in quel momento.
Poteva anche passare per un ansioso buono a nulla.
Ma dove diavolo era Rufy?
Poi lo vide, in mezzo al mare, su una barca con quell'imbecille dietro, legato come un salame. Come se c'era bisogno di legarlo per farlo andare a fondo. Già normalmente Rufy era un'Ancora, adesso che aveva mangiato il frutto del diavolo non riusciva nemmeno a tenersi a galla -cosa che già prima gli risultava difficile.
Senza pensarci due volte, si tuffò in mare, nuotando veloce verso la piccola imbarcazione. Fortunatamente lui era sempre stato un ottimo nuotatore.
Notò con la coda dell'occhio un Re del Mare muoversi verso l'imbarcazione quasi avesse individuato il suo pranzo.
C'avrebbe pensato lui al bastardo, ma Rufy non lo doveva toccare.
-"RUFY"-
Cercò di andare più velocemente possibile, e quando vide Rufy cadere in mare ed essere quasi sbranato dal mostro marino non ragionò più.
Non sarebbe stato in grado di descrivere le sue azioni o quello che era successo nell'arco di quei miseri minuti.
Sapeva solo che era arrivato in tempo, facendo da scudo al bambino di gomma col suo stesso corpo. Il dolore alla spalla fu talmente accecante che durò solo un istante, e per un attimo pensò di averlo immaginato.
Si voltò verso il mostro, assottigliando gli occhi.
-"Vattene"- e fu più che altro un sibilo, quasi fosse quello di un serpente, pungente e agghiacciante come una lama, come i suoi occhi in quel momento stretti a fessura, spaventosi. E l'Ambizione che fuoriusciva dal suo corpo sarebbe stata in grado senza problemi di farlo fuori in un battito di ciglia.
Era spaventoso.
In quel momento, Shanks, sembrava il pirata che era.
Forte e pericoloso.
Probabilmente anche l'animale lo capì, perché scappò senza emettere alcun suono.
Shanks sospirò, allentando la presa quasi ferrea che aveva esercitato su Rufy senza nemmeno accorgersene. Ma il ragazzino non sembrava essersene reso conto, stretto a sua volta all'unica ancora di salvezza per evitare di annegare, singhiozzando rumorosamente.
Sorrise teneramente.
Il mare intorno a loro si tingeva di rosso, ma il più grande fu talmente sollevato di sapere che non era del suo marmocchio preferito che quasi non si accorse che era suo. Che aveva perso un braccio. Che sarebbe morto dissanguato se non fosse tornato al più presto sulla terraferma.
Ma la terraferma in quel momento gli sembrava dannatamente lontana.
Solo che c'era Rufy, e doveva assolutamente portarlo in salvo.
Con la poca forza che sentiva di avere ancora, nuotò verso la baia. Aveva la vista annebbiata, ma riconobbe quasi subito la figura che lo aspettava lì come quella di Benn, il suo vice.
Quando arrivò si sentiva davvero uno straccio per i piedi e si fece aiutare senza problema da Benn, che era corso verso di lui appena l'aveva visto e aveva capito la situazione.
Shanks aveva sacrificato il braccio.
Si fece aiutare ad uscire dall'acqua, sorridendo apertamente come faceva sempre in direzione di Rufy, che sembrava non avere la minima intenzione di staccarsi da lui.
Makino sopraggiunse in quel momento, cacciando un urlo terrorizzato. Solo allora Shanks si sforzò di cercare di capire quello che era successo a lui.
Tanto, Rufy stava bene.
Respirò profondamente, ma le fitte che sentiva al petto sembravano volerglielo impedire.
Dolore.
Ora lo sentiva.
E anche se c'era abituato, se ne aveva viste tante, se ne aveva subite tante, non ci si poteva abituare al dolore. C'era Benn che lo teneva seduto cercando di fermargli l'emorragia e che parlava con Rufy, insieme a Makino, però non aveva più percezione di quello che stava succedendo intorno a lui.
Faceva un male cane, molto peggio di quando aveva rischiato di perdere l'occhio per colpa di quel Teach.
Makino sembrava davvero molto spaventata.
Poi c'era anche Benn, ma non sapeva dire se era preoccupato o qualcosa del genere.
Sperava solo di riuscire a mantenere il sorriso finché Rufy non se ne sarebbe andato, perché non voleva preoccuparlo, non voleva si sentisse in colpa.
Anche se non era molto sicuro nemmeno di quello che stava facendo lui in quel momento.
Respirava a fatica, stava perdendo troppo sangue. E faceva male. Questa era l'unica cosa che poteva dire con certezza.
Male da morire.
Il suo braccio.
Il corpo era scosso dai fremiti, ma l'unica cosa che riuscì a capire, a percepire più che altro, fu che Rufy se n'era andato.
Finalmente.
Finalmente.
Schiuse le labbra e gemette dolorante, gli occhi annebbiati, i suoni gli giungevano ovattati, le labbra ancora stese in quel sorriso caloroso.
Ora faceva un po' meno male, dopotutto.
Forse il medico era arrivato e forse Benn l'aveva portato sulla nave in braccio, di peso, non lo sapeva. Lasciò andare la testa all'indietro e chiuse gli occhi, lasciando che i sensi l'abbandonassero, cadendo nel torpore dell'oblio.

Quando riprese i sensi era nell'infermeria della Force, o almeno così gli sembrava.
Per un solo attimo non ricordò cos'era successo, ma la cosa gli tornò alla mente appena cercò di muoversi. Grugnì dolorante, cercando di non cacciare l'urlo che sentiva in gola, ributtandosi sul letto e strizzando gli occhi.
Non si sentiva nemmeno un po' in forze, nemmeno un po'.
Anche alzarsi in quel momento gli sembrava una cosa fuori dal mondo.
Forse poteva rimanere un altro poco a letto, non si sentiva affatto bene. Forse aveva anche la febbre, o forse era una sua impressione visto che si sentiva come si sarebbe sentito una pezza vecchia. Da buttare.
Sospirò, chiudendo di nuovo gli occhi, quasi fosse troppo faticoso anche tenerli aperti. Fece scivolare la mano sulla fasciatura che gli copriva il petto...e la spalla.
La spalla.
Il braccio.
Si morse un labbro, a sangue, fino a spaccarlo.
No, no, no, maledizione no.
Voleva sapere come stava Rufy, non lo ricordava. Voleva saperlo, che almeno il suo stupido gesto fosse servito a qualcosa.
Dov'era Benn quando serviva?
Non ce la faceva ad alzarsi da solo, non aveva la forza di fare assolutamente niente.
Maledizione, maledizione, maledizione.
Era stato davvero un idiota a tuffarsi in quel modo senza pensarci. Se avesse aspettato che Benn avesse un'idea Rufy si sarebbe sicuramente salvato lo stesso. O forse no. Comunque non poteva correre il rischio.
Aveva perso il braccio, okay, ma Rufy era salvo, era quello che contava.
Certo, magari sarebbe stato un problema, ma quello che contava era che il suo piccolo amico fosse salvo.
Shanks era sempre stato convinto che non ci fosse niente di più importante al mondo della vita e della salute dei suoi uomini, nemmeno la sua, di vita. E Rufy era un suo amico. Su questo non c'era alcun dubbio.
Forse poteva agire con meno impulso, Benn gliel'avrebbe sicuramente rinfacciato, ma non si poteva tornare indietro quindi pazienza.
Il problema adesso era un altro.
Era il suo braccio sinistro.
Che non c'era più.
Strinse ancora i denti, mordendosi le nocche dell'unica mano che gli rimaneva.
Non si pentiva di averlo fatto. Avrebbe sacrificato anche la testa se questo avesse potuto salvar Rufy.
Ma un pirata, senza un braccio...che pirata poteva essere?
Non poteva più ricercare la sua indipendenza, in nessun modo. Lui era anche mancino, sarebbe stato un problema doppio. Doveva praticamente ricominciare da capo, e anche in quel caso avrebbe sempre avuto bisogni di qualcuno anche per le cose più piccole.
Senza un braccio, niente sarebbe più stato come un tempo, niente.
Non si sarebbe stupito più di tanto se i suoi uomini avessero deciso di abbandonarlo e intraprendere la carriera di Pirata per conto proprio. Che razza di capitano e pirata sarebbe potuto essere se non poteva nemmeno considerarsi un uomo indipendente?
Quando sentì la porta aprirsi s'immobilizzò e senza ben sapere perché finse di star ancora dormendo. Probabilmente era solo William, il loro medico di bordo, che era venuto a controllarlo, anche se a giudicare dai passi non era solo.
Lo sentì smanettare lì intorno e poi sentì solo una lieve puntura sul braccio.
Quel lieve bruciore che lo stava invadendo sparì, segno che quello era un antidolorifico e che stava già facendo effetto. Qualcuno gli passò anche uno straccio gelato sulla fronte e sugli occhi, dandogli un immenso sollievo.
Si lasciò scappare un sospiro.
Ma quello che faceva più male in quel momento non era la spalla o la febbre.
No.
-"Come sta?"- era la voce di Benn, e anche se come al solito non tradiva quasi emozioni Shanks era certo avesse una nota d'apprensione nella voce.
-"Meglio di ieri. La febbre è scesa, ma non potrò darlo fuori pericolo finché non si sveglia. Ha perso molto sangue e per poco la ferita non si è infettata. Se avessi potuto immaginare fosse così grave, avrei lasciato perdere subito quei briganti e sarei corso da lui. La febbre è stata un meccanismo di difesa del suo corpo per la ferita troppo grave ma...quel che è certo è che ha perso il braccio"- la voce di William tremava, era quasi strano associarlo ad uno con la stazza del medico -"E' stato tranciato di netto, rimarrà una brutta cicatrice, ma è il minimo. Per il resto, fisicamente parlando sta bene"-
Benn aveva annuito, prima di uscire dalla cabina senza dire niente a nessuno.
William si sedette sulla sedia accanto al letto e rimase a vegliare il suo Capitano.
Si sentiva dannatamente in colpa, in quanto medico, ma non avrebbe potuto farci niente. Quel mostro il braccio del suo capitano se l'era divorato in un sol boccone, anche se ancora si chiedeva perché. Accettare che un pirata del calibro del Rosso, così difficile da ferire anche per il miglior spadaccino del mondo, avesse perso un arto contro uno stupido mostro marino, era difficile. Ma Shanks l'aveva fatto per salvare il ragazzino e lui non aveva potuto fare altro che cercare di salvargli la vita.
Non voleva nemmeno immaginare come l'avrebbe presa l'uomo.
In fondo, Shanks aveva solamente ventisei anni, non sarebbe stato affatto facile per lui.
La porta si aprì di nuovo.
-"Hey Will"- la voce bene o male a Shanks parve quella di Yasopp, ma in quello stato poteva anche sbagliare, era davvero troppo bassa per poterne essere certo, aveva ancora i sensi intorpiditi e l'antidolorifico non l'aiutava.
-"Cosa?"- Sembrava quasi avessero paura di svegliarlo, di disturbarlo, quasi il sonno fosse l'unica sua cura possibile. Fosse stato così, sarebbe stato felice.
-"Come sta il Capitano? Sono tutti preoccupati, sali di sopra e dai notizie"-
William sogghignò, scoccò un'occhiata al capitano e decise che poteva andare -"Okay"- disse, seguendo il cecchino fuori dall'infermeria e chiudendo accuratamente la porta.
Shanks allora aprì gli occhi, piano, e sospirò.
I suoi compagni erano fantastici, davvero, ma...
Era stupido, infantile, insensato, molto poco da Shanks il Rosso, ma non poteva fare a meno di aver paura che i suoi compagni in quel momento gli stessero accanto solo per pietà e che appena sarebbe stato meglio l'avrebbero abbandonato.
Se avessero voluto, lui li avrebbe lasciati andare, perché non era giusto, nemmeno un po', che li tenesse incatenati ad un mutilato, allontanandoli dai loro sogni e i loro ideali.
Eppure ne aveva paura, davvero tanto.
Il Rosso non aveva mai avuto timore di niente. Ma questa non era la paura che avrebbe potuto provare davanti ad un nemico o ad un pericolo.
Era la paura di rimanere solo, perdere le persone a lui care.
Poteva anche essere un pirata pericoloso e temuto, potevano anche dire che uno come lui non aveva paura di nulla, ma non era così.
Lui aveva il più puro terrore di perdere i suoi compagni.
E nonostante una parte di sé, quella che li conosceva meglio e più si fidava probabilmente, gli diceva che non doveva temere, che prima che i suoi compagni d'avventura erano amici e fratelli e che non l'avrebbero mai abbandonato solo perché aveva perso un braccio, c'erano momenti in cui l'altra parte, quella minuscola e pessimista, aveva la meglio. E tutto questo nel giro di dieci minuti.
-"Ah,Capitano, ma allora sei sveglio"- Shanks sbatté appena gli occhi. Perso nei suoi pensieri, non si era accorto che la porta si era nuovamente aperta e che il medico era entrato.
Shanks si voltò verso di lui e sogghignò -"Certo, credevi che una cosa simile potesse mettermi K.O.?"- rispose ilare, cercando di mettersi seduto sul letto. Ma non ce la faceva, proprio no, e nemmeno il braccio sano sembrava volerlo aiutare.
-"Fermo Capitano!"- intervenne il medico -"Devi rimanere sdraiato e riposarti. Per almeno una settimana, non devi muovere nemmeno un'unghia, intesi?"-
Shanks rise -"Come dici tu, dottore"- rispose.
William sospirò, sollevato che nonostante tutto il suo capitano sembrasse quello di sempre, senza troppi problemi per la testa.
-"Sei davvero un pazzo, Shanks, ci hai fatto preoccupare tutti da morire. Fortuna che stai bene"- e sembrava voler evitare a qualunque costo l'argomento 'braccio'.
Shanks sorrise, in modo un po' teso stavolta, ma William non ci fece troppo caso.
-"Oh, beh, lo sapete"- disse -"non sono troppo bravo con i piani strategici, quello è Benn"- e rise ancora, sguaiatamente -"Piuttosto, come sta il nostro Sasso preferito?"-
-"Rufy sta bene, Capitano. Non vede l'ora di rivederti, credo si sia spaventato"-
-"Quel piccoletto si spaventa troppo facilmente per ogni cosa, mi chiedo come possa sperare uno come lui di fare il pirata"-
-"Crescendo, magari"- affermò il medico -"In fondo mi pare che Rufy sia sempre più sicuro di voler diventare il Re dei pirati"-
Shanks annuì, quel bambino gli ricordava Roger anche per questo, perché non perdeva le sue convinzioni nemmeno davanti all'evidenza. Non sapeva nuotare, e adesso non poteva più in effetti, ed era anche un gran fifone, come se non bastasse.
Però sarebbe diventato un grande pirata, non c'era dubbio. 
-"Pensare che è tutta colpa tua se gli è venuta la fissa dei pirati, Capitano"-
Si riscosse, tornando a fissare l'uomo davanti a lui -"E' perché sono un grande esempio da seguire"-
-"Certo, Capitano, proprio un grande esempio da seguire. Speriamo che Rufy diventi un po' più affidabile di te"-
Shanks gonfiò le guance come un bambino -"E con questo cosa vorresti dire?"-
William rise di gusto. Il suo Capitano era sempre stato un po' infantile, ma vederlo in quel modo in quel momento era davvero un sollievo. Si rilassò impercettibilmente contro la sedia e sorrise ancora guardandolo -"Comunque meglio vada a dire agli altri che sei sveglio e sembri star meglio, così la smettono di assillarmi. Non li facevo così apprensivi, sai? Pensa che Lucky non ha addentato il suo cosciotto finché non ti ho dichiarato fuori pericolo. E' incredibile, no?"-
L'espressione del Rosso si addolcì appena al sentire le parole del medico.
Era stato davvero stupido anche solo a pensarlo.
-"Eravate preoccupati?"-
-"Tutti Capitano"- annuì l'altro -"Che t'aspettavi?"-
-"Non so. Che scappaste a gambe levate davanti ad un mutilato che sicuramente da oggi in poi avrà qualche problema anche a vestirsi!"- rise, buttandola sullo scherzo. Perché ormai non ci credeva davvero più, sapeva di essere stato uno stupido anche solo a pensarlo ma William sembrava averlo preso in parola, perché la sua faccia si fece improvvisamente seria. Molto più seria di quanto Shanks l'avesse mai vista.
-"Non dirlo nemmeno per scherzo, Capitano! Come ti vengono in mente cose simili? Noi non ti abbandoneremmo mai, per nessuna ragione al mondo, hai capito? Dei del mare, Shanks, stavi scherzando, vero?"-
L'Imperatore sbatté le palpebre, stranito. Doveva essere una qualità di tutti i medici pirata quella di saper incutere terrore con certe parole, forse perché altrimenti i pazienti pirata rischiavano di fare di testa loro. Ne aveva visti di tutti i tipo anche mentre era mozzo sulla nave di Roger e avevano tutti questo piccolo difetto. William non era da meno, doveva ammettere, sapeva come spaventare il suo avversario.
-"Certo che stavo scherzando!"- sogghignò, ma quelle parole gli avevano fatto davvero bene -"E' solo un braccio dopotutto"-
Il medico storse le labbra, ma poi annuì.
-"Sì, Capitano. Ma adesso riposati"- detto questo uscì dalla stanza, lasciando il capitano a riposo.
Shanks lo guardò uscire, annuendo senza un preciso motivo fra sé e sé.
Era solo un braccio, poteva vivere anche senza.
Avrebbe dovuto abituarsi e non sarebbe stato facile, certo, ma era solo un braccio, non doveva essere un problema.
Non doveva.

 

 

Note dell'Autrice:

Ehm...Okay, dunque, io in questo preciso istante dovrei star studiando per gli esami, ma in fondo questa fic è lì a marcire nel pc da più di un mese, quindi penso che pubblicandola non faccia del male a nessuno. A parte voi poveri lettori immagino XD
E' una Shot, ma la metto come in corso perché, molto teoricamente, ne avrei pronta una sul medesimo argomento dal punto di vista di Benn perché così, non avevo niente di meglio da fare -come no XD- non so se la pubblicherò, deciderò prima o poi XD
Forse l'argomento è trito e ritrito, ma ci tenevo comunque a scrivere sopra quella scena che è rimasta nei cuori di tutti i fan di OP e del Rosso in particolare, anche perché Oda non l'ha fatto, quindi perché non dire la mia X°D Il Rosso non ha avuto conseguenze dalla perdita del braccio, ma non penso che sul momento si sia proprio messo a ridere, né che sia stato piacevole insomma, e io vi ho sempre fantasticato sopra in una maniere indicibile davvero e visto e considerato che ultimamente Shanks invade i miei pensieri, anche se nella mia testa dovrebbe esserci altro causa esami di dopodomani e venerdì ( °-°), non posso farne a meno. Quando chiama, chiama.
Poi insomma, chi mi legge sa che so essere maledettamente drammatica quando non voglio e che esagero sempre.  
Quindi, ecco a voi, insomma XD
Fatemi sapere, commenti/critiche/consigli e quant'altro sono sempre bene accetti.
Un bacione,
vostra,
Asuka <3

 

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Capitolo 2
*** Questione d'abitudine ***


Questione d'Abitudine

 

 

Il Rosso appariva calmo e tranquillo, nonostante avesse appena perso l'arto sinistro.
Benn era stato il primo a soccorrerlo, quando si era trascinato fuori dall'acqua con un Rufy piangente stretto a sé.
Non aveva potuto credere ai suoi occhi, quando lo vide in quello stato. Per la prima volta, non era stato in grado di fare niente per il suo Capitano, lui che era sempre stato disposto a tutto per cercare di aiutare Shanks, da bravo vice.

Invece stavolta non c'era stato niente da fare.
Shanks aveva sacrificato il braccio per salvare quel moccioso.
Strinse i denti, sforzandosi di apparire calmo mentre soccorreva il ragazzo. L'afferrò per la vita non appena Makino riuscì a staccargli il bambino di dosso, incurante degli sguardi di tutti puntati sul minore, e l'aveva avvicinato a sé, cercando di fermare l'emorragia.

-"Che diavolo fate lì impalati, branco d'idioti? Chiamate William!"- urlò perentorio in direzione di Yasopp e pochi altri, che fissavano storditi la scena. All'ordine di Benn però, Yasopp saltò su, correndo a cercare il loro compagno. Lo trovò secondi dopo, che si stava divertendo insieme ad altri contro i poveri malcapitati che avevano osato sfidarli.

-"WILL!"- il medico alzò lo sguardo, ma vedendo quello di Yasopp e il pallore del suo viso, non ci mise molto a capire che era successo qualcosa di grave.

Molto più di quanto chiunque di loro si sarebbero potuto aspettare.

-"Che succede?"- domandò Lucky, strappando un pezzo del cosciotto.

-"Il braccio...il Capitano..."- Yasopp deglutì, sembrava sconvolto e forse lo era davvero.

-"Che è successo al Boss?"-

-"A dopo le domande"- riuscì comunque a riprendersi, perché non c'era tempo -"Corri, cazzo, Shanks ha bisogno d'aiuto adesso"- William non se lo fece ripetere due volte, la faccia di Yasopp in quel momento era quanto di meno rassicurante ci fosse a quel mondo. Quando arrivò, c'era Benn che si stava occupando del Capitano, ma la situazione sembrava -ed era- critica.
Benn vide arrivare il medico a tutta velocità, ma non riuscì a sentirsene sollevato.  Shanks non aveva smesso di sorridere per un solo istante, ma il maggiore sapeva che lo faceva solo per Rufy, che ancora lo guardava piangendo disperato in un misto di paura e senso di colpa.
Ma Benn li sentiva, gli spasmi di quel corpo ferito e dolorante.

Strinse la fasciatura sul braccio amputato più che poté. In quel momento, sporco di sangue, bagnato e tremate, il suo Capitano sembrava ancora più piccolo e fragile dei suoi ventisei anni, e sicuramente non sarebbe parso un temibile pirata.
Makino era riuscita a trascinare via Rufy solo qualche secondo più tardi con l'aiuto del sindaco, e solo perché Benn, col suo fare calmo e controllato e il sorriso sornione sulle labbra, era riuscito a convincerlo che sarebbe andato tutto bene. Che era Shanks, e che un braccio in meno non avrebbe sicuramente fatto la differenza per lui.
Poi aveva sentito il ragazzo gemere appena, quando Rufy aveva voltato l'angolo ed era sparito, come se fosse finalmente riuscito a lasciarlo andare. Quando Benn aveva riabbassato gli occhi sul Rosso, aveva trovato i suoi chiusi, con la testa cremisi abbandonata sulla sua spalla. Per un attimo si era davvero preoccupato -e spaventato, in quel misto fra terrore e paura che giurava di non aver mai provato.
Shanks non aveva mai perso il suo sorriso, ma di contro sembrava aver perso i sensi e il sangue continuava ad uscire a flotte.
Solo il tempestivo intervento del medico era riuscito a salvarlo dal morire dissanguato.

 

Aspettavano tutti sulle spine che il medico uscisse dall'infermeria/sala operatoria della Red Force per sapere come stesse il loro Capitano. Era stato Benn a portarlo fino alla nave, ma poi William li aveva cacciati tutti dicendo che doveva sbrigarsi a fermare l'emorragia, disinfettare e ricucire la ferita. E anche lui sembrava davvero molto preoccupato. O forse, la parola giusta era terrorizzato.

In un primo momento nessuno di loro ci aveva pensato, tutti troppo preoccupati per Shanks per pensare a qualcosa che non fosse la vita del rosso, ma adesso che i due erano chiusi lì da più di mezz'ora, avevano avuto tutto il tempo per rimuginare su ciò che era successo.

Benn fumava il sigaro apparentemente indifferente, e nessuno si accorse delle occhiate che di tanto in tanto scoccava alla porta che portava sottocoperta. Lucky fissava il cosciotto che aveva sempre in mano, ma fin'ora non gli aveva dato neanche un morso, cosa che aveva fatto aumentare l'ansia di Yasopp, che dopo aver visto Shanks in quello stato si era ritrovato, per un istante, nel panico totale. Il resto della ciurma borbottava, e se Benn di volta in volta ringhiava al loro indirizzo, facendo tornare nell'immediato il silenzio, Yasopp e Lucky si limitavano a scambiarsi occhiate, aspettando che l'amico medico uscisse per annunciare come stava il Capitano.

William lasciò Shanks a riposare sotto anestetici dopo poco, uscendo  sul ponte dove fu assediato da tutti i suoi compagni, senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.

-"Okay, ora basta!"- urlò poco dopo, esasperato, guardandoli uno ad uno, professionale, ma con una scintilla di panico e paura negli occhi -"Shanks sta bene, deve solo riposarsi adesso. Ha perso molto sangue e...la...ferita è grave, ma per il resto sta bene. Almeno fisicamente, penso"-

Yasopp lo fissò perplesso -"Pensi?"-

William sospirò, grattandosi la nuca -"Non posso dirlo con certezza finché non si sveglia. E se devo essere sincero, non è quello che mi preoccupa"-

Alcuni si guardarono negli occhi, ansiosi, preoccupati e dubbiosi.

Non avevano mai dubitato del loro Capitano e sicuramente non avrebbero iniziato adesso, non ne avevano alcuna intenzione. Anche perché, adesso, Shanks probabilmente avrebbe avuto bisogno di loro più che mai. Però...però c'era il problema del braccio, che il Rosso aveva perso per salvare il piccolo Rufy.

-"Ma...è vero?"- sussurrò qualcuno, quasi come se non fosse in grado di capacitarsene, o stesse pensando e sperando che fosse un sogno, non la cruda realtà.

Benn si voltò verso di lui e gli scoccò un'occhiata raggelante, ma Yasopp lo precedette prima che potesse mangiarselo.

-"Piuttosto che cosa dovremmo fare adesso?"- chiese anche lui, all'indirizzo del vicecapitano, che si limitò a storcere la bocca.

Nessuno rispose per un lungo periodo. Non sapevano se si dovevano preoccupare davvero oppure no, avere semplicemente fiducia in Shanks come sempre e limitarsi ad aiutarlo quando -sicuramente purtroppo- ne avrebbe avuto bisogno. C'era qualcosa che li terrorizzava ancor di più di sapere che il loro Capitano aveva perso un braccio: la reazione che avrebbe potuto avere il Rosso.

Loro dopotutto, anche se forse per i primi tempi sarebbe stato difficile, si fidavano di lui, non lo avrebbero sicuramente abbandonato per così poco.

Era difficile immaginare un pirata senza un braccio, difficile immaginare qualcuno come Shanks, così poco incline ad appoggiarsi agli altri e così legato alla sua libertà e alla sua indipendenza, costretto invece a dipendere dagli altri. Altri che erano compagni, amici, fratelli, ma pur sempre un bisogno continuo d'aiuto che per il Rosso sarebbe stata dura accettare.

Loro lo sapevano, ma lo stesso e forse proprio per quello non riuscivano davvero ad accettare quello che era successo.

Per un moccioso aveva perso il braccio sinistro.

Per un loro piccolo amico moccioso, ma era lo stesso dura.

E più ci pensavano, più la maggior parte di loro non sapeva se sperare che il capitano si svegliasse in fretta, o dormisse e riposasse anche a lungo. Quasi forse, svegliandosi fra qualche giorno, l'incubo finisse.

Ma le braccia non ricrescono come funghi, nemmeno quello dell'Imperatore pirata Shanks 'il Rosso'.

-"Benn, diccelo tu. Come dobbiamo comportarci con Shanks?"-

-"Adesso che non ha più un braccio...forse dovremmo.."-

-"Fate silenzio!" ruggì Beckman, sputando il sigaro in acqua, ormai quasi finito "Qualcuno ha qualche problema che vorrebbe far presente? Perché se è così, può benissimo lasciare la Red e cercare un'altra ciurma, non sarò certamente io a fermarlo" il tono di voce basso e calmo e gli occhi stretti a fessura non aiutarono gli altri a calmarsi, ma nessuno si mosse "Detto questo, il nostro comportamento nei confronti del Capitano non dovrà cambiare. Sono stato abbastanza chiaro? Che nessuno si faccia venire più simili dubbi e non davanti a Shanks, o vi faccio a pezzi"-

Lucky annuì, come pochi altri, mordendo il cosciotto. Yasopp, insieme ai più, continuava a guardare il moro con sguardo ora perplesso.

-"Ma Benn...so cosa vuoi dire, ma non possiamo ignorare che cambieranno molte cose..."- lo disse quasi timoroso della reazione del vicecapitano.

Di fatti, però, Benn si limitò ad incenerirlo con lo sguardo. Possibile che quel branco d'idioti non capisse che in quel momento più che mai Shanks aveva bisogno di normalità, di essere trattato come se non avesse di fatto un arto in meno, di non sentirsi pesare quella situazione sulle spalle più di quanto probabilmente non faceva già da solo?

-"Non cambierà un bel niente. E se anche fosse, questo comporterebbe problemi a qualcuno di voi?"- ululò, la voce bassa e profonda resa roca da quel misto di preoccupazione, rabbia e paura che provava in quel momento.

Tutti stavolta scossero la testa, convinti e Benn si limitò a borbottare un 'molto bene' prima di sparire sottocoperta.

William sospirò, scambiandosi un'occhiata con Yasopp e Lucky. Anche lui era molto preoccupato, e nonostante come tutti lì si fidasse ciecamente di Shanks, nonostante tutti lì avrebbero affidato la loro vita all'Imperatore e sarebbero stati disposti a sacrificarla per lui, nessuno poteva evitare quel senso d'angoscia che gli attanagliava le viscere.

-"Ragazzi, lo so che al momento è difficile, ma insomma, pensiamo anche al capitano no? Dopotutto, è il Capitano!"- borbottò, non sapendo bene cosa dire.

Yasopp sogghignò, appoggiandosi alla nave -"Infatti è di Shanks che stiamo parlando, secondo me ci preoccupiamo troppo"-

Le risa un po' forzate e i commenti generali fecero capire a medico e cecchino che il panico iniziale era scemato, e che adesso non restava che aspettare il risveglio del Rosso.

 

Shanks si era svegliato qualche giorno prima, ma William gli aveva vietato qualsiasi genere di movimento potesse essere troppo stancante -quindi, qualsiasi cosa potesse venire in mente al rosso- per i tre giorni successivi al risveglio. Shanks non aveva protestato più di tanto, anche perché si ritrovava rintontito dagli antidolorifici e antisettici, assimilati ovviamente per il suo bene, quindi non aveva nemmeno la forza di mettersi seduto il più delle volte.

Da medico, William sapeva perfettamente che stare a riposo era la cosa che potesse far più bene fisicamente al ragazzo, anche solo un paio di giorni conoscendolo. Da uomo però, pur non essendo affatto bravo con la psicologia umana, sapeva anche che stare fermo e solo non poteva fare bene a Shanks, che si sarebbe ritrovato nuovamente con più tempo per pensare, cosa che con l'Imperatore non era mai buona.

Per questo motivo, era più il tempo che il medico passava nel suo regno -l'infermeria appunto- che quello che passava con gli altri.

Era stato ore e ore a parlare col Capitano di tutto e niente, senza mai affrontare nemmeno lontanamente gli argomenti braccio, Rufy, salvataggio e ciurma. Will stava al gioco dell'altro, limitandosi a seguire i suoi discorsi e a storcere la bocca quando ad una sua domanda il Rosso rispondeva con uno snervante "è solo un braccio".

C'era una cosa che l'uomo aveva temuto davvero da quando aveva soccorso Shanks la prima volta giorni prima, trovandolo in quello stato ma sorridente: sarebbe stato uno shock difficilmente superabile quello del Rosso, che probabilmente non si era reso conto fin dall'inizio di quello che era successo, più impegnato a pensare al bambino che a se stesso.

William sapeva che la mente di Shanks era forte tanto quanto il suo corpo, e che era difficile scalfirla tanto quanto lo era ferire quel corpo -anche se, a quel che pareva, quel mostro marino ci era riuscito, e gravemente anche-, eppure più sentiva ripetere quella frase le poche volte che riusciva ad intavolare il discorso -che non durava mai più di due secondi e mezzo e che finiva con quella frase-, più pensava che la psiche del Capitano aveva subito una ferita molto più grande del corpo.

"E' solo un braccio" diceva "Che vuoi che sia" continuava, ma la convinzione scemava "Due giorni e sarò come nuovo" solo per poi finire nuovamente con "E' solo un braccio, nient'altro".

Autoconvinzione o pazzia, ma William era più propenso per la seconda.

Salì sul ponte raggiungendo gli altri, sedendosi alla base dell'albero maestro da cui scese Yasopp poco dopo, acquattandosi accanto all'amico. Gli altri ancora borbottavano, Benn era sparito dal pomeriggio precedente, infastidito da quel comportamento da parte degli altri. Nonostante l'atmosfera si fosse chetata da quando Shanks si era svegliato e ripreso, l'animo di tutti pareva più confuso che sollevato.

Nessuno aveva perso fiducia nel Capitano, ma le parole del medico spaventavano i più, e l'idea che Shanks potesse essere impazzito non piaceva a nessuno di loro.

-"Come sta? Pensi ancora possa essere impazzito?"- si riscosse alla domanda dell'amico cecchino, William, guardandolo confuso. Il chiacchiericcio scemò all'istante, tutti in attesa delle risposte del medico di bordo.

William sembrò pensarci su un solo istante prima di rispondere.

-"Io non penso che Shanks sia mai stato sano di mente" disse, ridacchiando "Però evitare che perda completamente il lume della ragione sta anche a noi"- dicendolo, guardò uno a uno tutti i suoi compagni.

Yasopp si alzò in piedi, tirando una pacca sulla spalla del compagno che per poco non si ritrovò disteso a terra e che gli rivolse subito dopo un'occhiataccia, massaggiandosi suddetto arto leso, mentre il cecchino sogghignava in sua direzione.

-"Allora non penso ci siano problemi, visto che da qui non cambierà niente"-

Qualcuno rise -"E nessuno vuole l'ira di Benn, poi"-

-"Nessuno vuole morire precocemente, più che altro"-

-"Ma a proposito, che fine ha fatto Benn?"-


Il vicecapitano, intanto, era sceso sottocoperta, raggiungendo la stanzetta dove riposava Shanks, sostando per qualche secondo sulla soglia. Il capitano dormiva tranquillamente, o almeno sembrava, col capo adagiato sul cuscino e i filamenti cremisi sparsi su di esso. La testa un po' reclinata di lato e la bocca appena schiusa, per permettere al leggero russare di uscirne e la pelle scura imperlata di leggero sudore.
Shanks aprì di poco gli occhi, sentendo dei passi nella stanza. Aveva temuto per un attimo fosse ancora Rufy -che Benn aveva visto sgattaiolare di nascosto un paio di volte solo quella mattina, ma che aveva bellamente finto di non vedere- ma per sua fortuna era solo il moro. Sorrise apertamente aspettando che il suo secondo entrasse.
Era strano un silenzio del genere in una stanza in cui c'era anche un casinista come Shanks, eppure nessuno dei due aveva ancora spiccicato parola né sembrava volerlo fare.
Era evidente che il Rosso cercasse ancora di convincersi che un braccio in meno non avrebbe fatto la differenza, se non per il fatto che avrebbe dovuto prendere l'abitudine di impugnare la forchetta con la destra, lui che aveva sempre mangiato con la sinistra.

Beckman non aveva bisogno di convincersi che quella menomazione non sarebbe stato un handicap per il suo Capitano, né di sperare che la sua potenza non ne sarebbe rimasta variata. Sapeva semplicemente che era così.
Quello che lo preoccupava di più era sapere come il rosso avesse realmente preso quel problema.
Forse era l'unico a conoscere Shanks abbastanza bene da capirlo, ma quel sorriso che sempre mostrava spesso era solo una maschera per nascondere altro.
Shanks era un tipo allegro ed estroverso, ma che tendeva a tenersi per sé qualunque preoccupazione che non riguardasse i suoi compagni e amici.
In quell'occasione doveva essere così.
Il rosso si alzò a sedere facendo forza sull'unico braccio rimasto e guardò il suo secondo.
-"Come stai, Shanks?"- gli chiese il maggiore, con tono di voce neutro.
L'altro sorrise apertamente, cercando con gli occhi il suo prezioso cappello di paglia e, trovatolo accanto al cuscino, se lo infilò.

Quasi fosse il suo scudo da occhi indiscreti e in quel momento quelli del maggiore per lui dovevano esserlo molto, Benn ne era consapevole.
-"Perfettamente. Un braccio in meno non sarà sicuramente un problema, solo questione di abitudine"-
Benn annuì. Certo, l'unico problema sarebbe stato quello di abituarsi e cambiare un po' stile di vita quotidiano. Per sua fortuna aveva sempre impugnato la spada con la mano destra, non sarebbe stato un grosso dilemma.
-"Partiremo appena possibile"- continuò il Rosso -"Per il momento ho solo una gran fame!"-

-"William non aveva ordinato riposo assoluto?"-

-"Sono due giorni che sto a letto" lo guardò scandalizzato, cosa che fece sogghignare il maggiore "Andare a mangiare non mi ucciderà, o si?"-
Visto che non lo sentì ribattere in alcun modo, ma anzi limitarsi a prendere una boccata di fumo, Shanks lo prese come un consenso da parte sua. Benn lo osservò alzarsi dal letto e prendere i pantaloni poggiati su una sedia poco distante da lì.
-"Spero che Rufy non si sia già pappato tutto"- sorrise, cercando di mascherare, malamente, una smorfia di disappunto. Si era anche seduto sul letto, ma continuava a non riuscire ad infilarsi i pantaloni con i suoi movimenti impacciati.
Corrugò la fronte -"Uff"- sbuffò -"E' difficile con una mano!"- esclamò, e il tono di voce era consono al suo usuale, anche se Benn individuò facilmente una nota esasperata ed amareggiata.
Si alzò quindi e si apprestò ad aiutare il suo capitano a vestirsi. Gli infilò i pantaloni, allacciandoli, e poi passò alla camicia, indugiando appena sulla fasciatura che nascondeva la menomazione.
Shanks rimase in silenzio per tutto il tempo, quasi contrariato di essersi dovuto far aiutare anche a vestirsi e si morse appena il labbro inferiore.
-"Se hai bisogno di aiuto, Shanks, chiedi"- gli soffiò all'orecchio, prima di apprestarsi ad abbottonare la camicia. Sapeva quanto per il rosso, nonostante non sembrasse alle apparenze, fosse difficile aprirsi e chiedere aiuto, ma nessuno lì l'avrebbe giudicato per niente.
-"Ma non ce n'è bisogno, è solo questione d'abitudine"- rispose il minore, sorridendo furbo. Ne era fermamente convinto.
-"Sì"- fece semplicemente Benn, alzandosi e dirigendosi verso la porta sapendo bene che Shanks l'avrebbe seguito. Il Rosso infatti gli andò dietro, ma sulla soglia della porta si bloccò e Benn, girandosi, l'aveva visto sfiorarsi appena la fasciatura sulla spalla sinistra. Per un attimo rimase in silenzio, limitandosi a fissare il Capitano cercando di capire se ci fosse qualcosa che non andava e aspettando che tornasse a sorridere e lo superasse, proclamando di aver fame.
Ma Shanks non fece niente di simile.
-"Cosa c'è, Shanks?"- gli chiese quindi, avvicinandosi di qualche passo.
Il Rosso alzò lo sguardo verso di lui, gli occhi nerissimi e pericolosamente lucidi.
Il sorriso era ancora lì, ma maledettamente fasullo.
Shanks si limitò a scrollare le spalle e a superarlo, senza dire nulla. Ma la voce calma di Benn lo costrinse a fermarsi, pur mantenendosi di spalle.
-"Se per te non si dimostra essere un problema, per noi è indifferente che tu non abbia più un braccio, Shanks. Sei il nostro Capitano e saremmo tutti disposti ad aiutarti, lo sai. Spero tu non voglia farti venire qualche sorta di crisi adesso, per la prima volta nella vita"- disse, capendo bene come si dovesse sentire il minore in quel momento.
Non doveva essere affatto facile, soprattutto sapendo di doversi far aiutare costantemente anche in cose che prima erano semplici e quotidiane, almeno nei primi tempi.
Ma Benn era certo che uno come Shanks se la sarebbe cavata benissimo, era solo un momento di crisi iniziale. Questione d'abitudine, come aveva detto il Rosso stesso.
-"Ma certo, lo so"- rise l'Imperatore, e il maggiore fu sollevato di vedere il suo solito sorriso sincero.
-"Andiamo? Ho bisogno di un bel bicchiere di sakè!"- esclamò, avviandosi verso il ponte pronto a scontrarsi con William per il suo meritato liquore.
Benn ghignò, sbuffando una nuvoletta di fumo dal sigaro che aveva sempre fra le labbra. Ora si che riconosceva il suo Capitano, anche se sarebbe stato difficile non era da Shanks arrendersi a niente, tantomeno un braccio.



Note dell'Autrice:

Ehm...Posso dire di apprezzare tanto tanto il mio Will <3 senza un motivo in particolare? Massì, io lo dico lo stesso XD
Bene, dopo aver sofferto per i maledetti esami e aver saputo di essere felicemente diplomata *stappa spumante* sono riuscita a finire di scrivere questa mezza schifezza.
Come al solito non mi convince, ma a me non convince mai nulla di quello che scrivo per cui, a voi il giudizio. Sperando di non aver storipiato troppo la ciurma del Rosso, seppur non la conosciamo praticamente per niente XD
Visto che il mio Benn -che spero capisca xD- tanto lo desiderava e mi ha dato il via libera almeno ad un quarto del capitolo, codesta cosa è tutta per lei v.v
E grazie infinite alle ragazze che hanno commentato la prima shot, di cuore <3
Un bacione,
Vostra,
Asuka <3

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