La mia vita sei tu!!!

di _Nat_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. La partenza ***
Capitolo 2: *** 2. Una nuova vita in Germania ***
Capitolo 3: *** 3. Un doppio shockante incontro ***
Capitolo 4: *** 4. L'appuntamento ***
Capitolo 5: *** 5. Il piscina party ***
Capitolo 6: *** 6. Il bacio e l'after party ***
Capitolo 7: *** 7. Gelosia o invidia? ***
Capitolo 8: *** 8. La favola inizia ***
Capitolo 9: *** 9. Un bacio inaspettato e respinto ***
Capitolo 10: *** 10. Elisabeth vuole vendetta...ma è lei che viene ***
Capitolo 11: *** 11. La verità ***
Capitolo 12: *** 12. Tom scopre il passato di Elisabeth ***
Capitolo 13: *** 13. Fuga,scuse e...una grande amicizia,ma a quale prezzo? ***
Capitolo 14: *** 14. La vacanza ***
Capitolo 15: *** 15. L'inizio della favola ***
Capitolo 16: *** 16. Tom approfitta di un malessere di Elisabeth ***
Capitolo 17: *** 17. Un Ti Amo appassionato ***
Capitolo 18: *** 18. La scommessa ***
Capitolo 19: *** 19. Ritorno a casa ***
Capitolo 20: *** 20. Il compleanno dei gemelli e...la ***
Capitolo 21: *** 21. La diagnosi,la lite,la sbronza e...l'errore ***
Capitolo 22: *** 22. La consapevolezza dell'errore di Elisabeth ***
Capitolo 23: *** 23. La ***
Capitolo 24: *** 24. Il chiarimento ***
Capitolo 25: *** 25. Il ritorno a Magdemburgo e la discussione dei gemelli ***
Capitolo 26: *** 26. Faccia a faccia ***
Capitolo 27: *** 27. I preparativi ***
Capitolo 28: *** 28. Il fidanzamento...e la gelosia ***
Capitolo 29: *** 29. Una notte di passione,un risveglio ***
Capitolo 30: *** 30. Un terribile errore... ***
Capitolo 31: *** 31. Una mattinata di pioggia ***
Capitolo 32: *** 32. Una rottura...decisiva? ***
Capitolo 33: *** 33. Ritorno in Italia e l'incubo di Tom ***
Capitolo 34: *** 34. Ritorno a casa e un pò di shopping ***
Capitolo 35: *** 35. La confessione di Tom ***
Capitolo 36: *** 36. L'incubo di Elisabeth ed i dubbi di Bill ***
Capitolo 37: *** 37. I saluti prima della partenza del minitour ***
Capitolo 38: *** 38. Ricordi e riflessioni ***
Capitolo 39: *** 39. Il tradimento ***
Capitolo 40: *** 40. I sensi di colpa ***
Capitolo 41: *** 41. La fine di una favola?? ***
Capitolo 42: *** 42. Il dolore di Elisabeth ***
Capitolo 43: *** 43. Non può succedere di nuovo ***
Capitolo 44: *** 44. L'incontro con Andreas ***
Capitolo 45: *** 45. Il ritorno dei Tokio hotel ***
Capitolo 46: *** 46. La vigilia di Natale ***
Capitolo 47: *** 47. Il momento della verità ***
Capitolo 48: *** 48. La scoperta della verità ha sempre un prezzo...caro. ***
Capitolo 49: *** 49. Consapevolezze... ***
Capitolo 50: *** 50. L'arrivo di Jennifer ***
Capitolo 51: *** 51. Il mancamento ***
Capitolo 52: *** 52. La decisione di Bill ***
Capitolo 53: *** 53. Una nuova ***
Capitolo 54: *** 54. Buon anno ***
Capitolo 55: *** 55. Tu mi hai mentito ***
Capitolo 56: *** 56. La guerra ha inizio ***
Capitolo 57: *** 57. L' inizio di qualcosa di inaspettato ***
Capitolo 58: *** 58. Lo sfogo e le scelte di Jennifer ***
Capitolo 59: *** 59. L'incidente ***
Capitolo 60: *** 60. Non tutto il male viene per nuocere ***
Capitolo 61: *** 61. Il risveglio ***
Capitolo 62: *** 62. Bentornato a casa ***
Capitolo 63: *** 63. Il confronto decisivo ***
Capitolo 64: *** 64. San Valentino ***
Capitolo 65: *** 65. Il compleanno di Elisabeth - Epilogo ***



Capitolo 1
*** 1. La partenza ***


I Tokio hotel non mi appartengono e con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

 

 

1. La partenza

Erano già passate circa due settimane dalla fine della scuola, un liceo scientifico, ma non era  cambiato niente. Nonostante stesse sempre occupata,pulisse la casa,uscisse con le amiche,ascoltasse musica, la sua testa era sempre da un’altra parte,a quel maledetto giorno. Ma come poteva essere stata così stupida!!! Se lo chiedeva anche lei ma non riusciva a trovare una risposta. Ma chi era questa ragazza? Il suo nome era Elisabeth e aveva più di 17 anni. Era una semplice ragazza,figlia di una famosa designer e di un direttore di notevole importanza,alta,magra,capelli castani e occhi azzurri,generosa,altruista, spiritosa e con tanta voglia di vivere. Ma ora la sua allegria,la sua gioia di vivere erano “morte”. Le sue doti di attrice le avevano permesso di nascondere ciò che le era accaduto ai suoi genitori,che credevano fosse solo un momento di crisi che tutti i giovani attraversano durante l’adolescenza. Ma il suo cambiamento non era di certo passato inosservato alle sue amiche,in particolare alla sua migliore amica,a quella che lei riteneva sua “sorella”con cui si confidava e per cui,diceva,avrebbe fatto tutto: Jennifer. Per giorni aveva tormentato Elisabeth affinché le dicesse cosa le era successo,ma niente. Continuava a fingere e a dirle che stava così perché era molto stressata e perché era ancora presa per la fine della storia con il suo ragazzo, Lucas, di 20 anni. Ma quello che Jennifer non poteva neanche lontanamente immaginare è che era proprio lui la causa del cambiamento di Elisabeth. Era Domenica e Elisabeth era in camera sua.
- Ciao Eli -disse Jennifer entrando nella stanza.

- Ciao Jenny –le rispose con un sorriso che nascondeva la sua tristezza.

- Ma…che stai facendo? E quelle valigie per chi sono? – le chiese vedendola mettere in una valigia delle magliette perfettamente piegate.

- Sono per me,Jenny…sto partendo.

- E me lo dici ora che vai in vacanza? Magari sarei potuta venire anch’io. – le disse sbuffando.

Finalmente Elisabeth si fermò e,dopo essersi girata verso l’amica,le fece cenno di sedersi sul letto accanto a lei.
- Ascoltami attentamente Jenny,quello che sto per dirti di sicuro…rovinerà la nostra amicizia.

L'amica che non capiva quello che le stava per dire,abbassò la testa e,mentre si guardava le ginocchia,disse:
- Non riesco a capire quello che vuoi dire...Eli - le disse girandosi nuovamente verso di lei e posando la mano su quella dell'amica- per favore,dimmi quello che ti sta succedendo. Non è una semplice crisi adolescenziale. C'è qualcosa di più sotto,ma non me lo vuoi dire e non riesco a capire il perchè. Ti ho sempre detto che di me ti puoi fidare ma adesso...

- E io mi fido di te -la interruppe Elisabeth- e di questo puoi stare tranquilla. Ma ci sono dei momenti nella vita in cui stare da sola con la propria coscienza è l'unica cosa che si può fare perchè le amiche non riuscirebbero a capire,pur sforzandosi,ciò che ci sentiamo dentro.

- Provaci!Dimmi quello che ormai ti dilania dentro da settimane e lo affronteremo insieme.

- Sei proprio una vera amica Jenny,ma...

Dopo una decina di secondi di silenzio una lacrima solitaria si infranse sulla mano di Jenny. Alzò il suo sguardo verso Elisabeth e le vide gli occhi rossi,che cercavano di evitare che qualche altra lacrima scappasse via.
- Eli ma che hai?che succede?

- Jenny -le disse incrociando i suoi occhi- io...io questa sera parto. E' per questo che volevo che tu venissi qui. Volevo dirti addio.

- COSA???Addio?!Ma...che diavolo stai dicendo? -chiese con una nota di rabbia e incredulità

- Hai capito bene. Tra due ora ho l'aereo per la Germania. Andrò a vivere da una mia amica che si è trasferita da tre anni a Loitche. Lì inizierò a rifarmi una vita lontano da qui e da tutti. Non starò via uno o due mesi, ma per sempre. Loitche sarà la mia nuova casa e lì di sicuro...

- E te ne vai così? -la interruppe mentre dal viso si poteva capire la rabbia che aveva- A me non pensi?Ai tuoi genitori,ai tuoi amici? Ma che domanda stupida! Certo che non pensi a noi se no avresti riflettuto di più e avresti lasciato perdere questa tua inutile iniziativa.

- Qui ti sbagli. Pensi che per me sia stato facile prendere questa decisione,abbandonare la mia famiglia,i miei amici...abbandonare te -disse con un tono di voce abbastanza alto.

Jennifer rimase qualche secondo a guardarle quegli occhi azzurri che ormai da tanto erano privi di quella luce che li rendeva unici.
- Per me è stata una decisione difficile,la più difficile che abbia mai dovuto prendere. Ma cerca di capirmi...se io resto qui finirà che non saprai più che persona hai davanti. Non voglio perdere la tua amicizia: è una delle poche cose che finora mi ha dato la forza di andare avanti.

- Forse dovevi pensarci prima. Se forse mi avessi parlato prima della tua decisione e della tua partenza sarebbe andata diversamente.

Nel frattempo la madre di Elisabeth,che aveva sentito delle voci un pò troppo alte,piombò nella stanza della figlia.
- E' tutto ok? -disse rivolgendosi ad entrambe- Ho sentito qualcuno urlare.

- Si,signora Johnson. E' tutto ok. Me ne stavo giusto andando. Arrivederci.
Elisabeth guardò l'amica uscire dalla stanza sbattendo la porta e poi si buttò sul letto. Si strinse il cuscino in viso e cominciò a piangere,a piangere come non aveva mai fatto prima.
- Lizie -le disse la madre scompigliandole i capelli- passerà. Era giustamente arrabbiata perchè l'hai avvertita all'ultimo secondo della tua partenza. Stai tranquilla. Un'amicizia come la vostra non finirà così. Ora finisci di preparare la valigia o faremo tardi.

Lizie guardò suo madre negli occhi prima di annuire e vederla uscire dalla porta. Non appena la vide chiudersi dietro quelle dolci spalle,si ributtò sul cuscino.
Ma come avrebbe potuto dire alla sua migliore amica il vero motivo per cui stava abbandonando tutta la sua vita. La sua stessa mente sembrava rifiutare quel ricordo che la ossessionava. Si vergognava. Cosa le avrebbe potuto dire? "Scusa Jenny se me ne vado ma non posso stare ancora qui dopo che Lucas mi ha aggredita". Già,perchè era proprio per colpa di quell'idiota che lei era cambiata. Nel giro  di pochi secondi il mondo intero le era caduto addosso. Ancora ricordava benissimo quel giorno,quei secondi che sembravano essere durati un'eternità. Pochi giorni dopo la fine della loro storia,durata cinque mesi e mezzo,lei era andata da Lucas con una scatola dentro cui c'erano tutte le cose che le aveva regalato lui per lasciarglielo,per cercare di dimenticarlo e cercare di scordare di aver fatto soffrire un dolce ragazzo,che alla fine non era così dolce come sembrava. Infatti non appena Elisabeth aveva appoggiato la scatola sopra quella scrivania piena di loro foto,Lucas le afferrò un braccio,la strinse a sè e comincio a baciarla con foga. La moretta con uno spintone riuscì a liberarsi da quell'abbraccio,ma quando mise la mano sul pomello della porta,lui la bloccò nuovamente,la strinse in una strana morsa prima di sollevarla da terra e scaraventarla sul letto. Lì cominciò a baciarla di nuovo,con una foga,una violenza come mai aveva fatto prima. Lei iniziò a urlare di smetterla,di lasciarla andare e si divincolava  per togliersi di dosso il ragazzo. Ma fu tutto inutile. Gridò più forte appena il ragazzo le aprì violentemente la camicia bianca facendo saltare via i primi bottoni. La graffiò più volte nel tentativo di tenerla ferma e addirittura le afferrò malamente il polso destro,girandoglielo e provocandole un dolore allucinante. Iniziò a baciarle il viso,poi scese più in giù verso la spalla fino a giungere sul seno di cui si impadronì subito mentre,nonostante le urla di Elisabeth,si sentì il rumore di una zip dei jeans scendere. Lei urlava,chiedeva aiuto,ma niente. Lucas alzò sempre di più il volume dello stereo e quella musica rock mascherava le grida di quella povera ragazza che ormai aveva perso ogni speranza di scampare a quello...stupro. Ma non appena il ragazzo,dopo averle tolto gli slip,si alzò per sistemarsi meglio sopra di lei,Elisabeth gli sferrò una fortissima ginocchiata nella zona inferiore facendolo imprecare malamente. Di fretta si alzò dal letto,prese i suoi slip e corse via. Quando giunse ai piedi delle scale del condominio,ancora molto sconvolta,si rimise gli slip e cercò di sistemarsi come meglio poteva la camicetta. Tornata a casa cercò di mascherare tutto quanto ma non ci riuscì. Scappò nella sua stanza e cominciò a piangere. Aveva paura,Lucas aveva tentato di violentarla e ora non sapeva più che senso avesse una vita così triste e vuota. Vuota...già, perchè aveva paura di farsi toccare da tutti persino dai genitori. Lei fece credere ai suoi che quei graffi e  il dolore al polso erano dovuti ad una caduta mentre aiutava un'amica a posare delle cose in cantina. Quella sera si fece visitare e scoprì che aveva una seria frattura al polso destro e quindi doveva bloccarlo.
 Il rumore di alcuni passi la distolsero da quei cattivi pensieri. Si sentì qualcuno bussare e poi entrare dentro.
- Piccola mia,sei pronta? -le chiese suo padre.

- Ho quasi finito. Vi raggiungo giù.

- Allora ti aspettiamo per la cena -le disse prima di uscire.

Dopo essersi asciugato quel piccolo viso che ormai sapeva del sale delle sue lacrime,si alzò dal letto e riprese a fare l'ultima valigia. Ma si bloccò nuovamente quando si ritrovò tra le mani quella maglietta autografata dal suo mito,Bill  Kaulitz,cantante diciottenne di uno dei più famosi gruppi d'Europa,i Tokio Hotel.
Un leggero sorriso si dipinse sul suo volto mentre la mente sembrò tornare indietro a quel giorno in cui aveva visto per la prima volta i suoi idoli a Praga. Aveva avuto la fortuna di beccare i ragazzi dopo il concerto in un pub della città e lì aveva chiesto loro degli autografi. Mentre stringeva quella maglietta le tornò di nuovo in mente Lucas. Già,perchè uno dei motivi che aveva contribuito alla fine della loro storia,a parte le continue liti,le scenate di gelosia  del ragazzo,erano stati i suoi sentimenti verso il cantante. Lei credeva che fosse impossibile provare qualcosa  per una persona che non potrai mai vedere e di cui saprai notizie solo tramite giornali,internet,tv. Eppure quei sentimenti erano cresciuti di giorno in giorno fino a trasformarsi in....amore. Lei innamorata di Bill Kaulitz? Lei stessa si era messa a ridere al solo pensiero,ma poi dovette ricredersi quando cominciò a sognarlo la notte e quando cominciò a non sentire più nulla di forte nei confronti di Lucas.
La voce di sua madre la fece tornare alla realtà.

- Lizie è pronta la cena. Dai scendi. Le valigie le carichiamo dopo.

- Arrivo -urlò la ragazza che infilò le ultime cose nella valigia prima di chiuderla.
***
La cena sembrò volare molto in fretta. Era giunta l'ora di andare all'aereoporto. Appena finirono di caricare le ultime valigie,Elisabeth senti qualcuno chiamarla per nome.
- Jenny... -disse lei con un certo stupore in viso.

- Te ne vai senza salutarmi?

- Ma io credevo che tu...

- Ti sbagliavi -la interruppe avvicinandosi a lei e stringendola in un forte abbraccio- Mi dispiace tanto per prima. Ho esagerato ma non riuscivo ad accettare l'idea che tu partissi per la Germania. Comunque non avrei mai chiuso così la nostra amicizia. E' troppo importante e poi... -le disse sciogliendo quell'abbraccio- ti ho detto che sarei stata la tua croce. Non ti libererai di me facilmente Eli. La distanza rafforzerà la nostra amicizia.

- Lizie,dobbiamo andare -le disse suo padre che era già salito in macchina con la moglie e la figlia più piccola,Katie,di quasi 11 anni.

- Sì,arrivo. Un secondo.

Poi rivolgendosi a Jennifer - Grazie di tutto sorellina mia,non potrò mai dimenticare tutto quello che hai fatto per me e che mi hai detto. Fatti sentire ogni tanto -le disse con un certo sarcasmo.
- Tranquilla! Ti chiamerò,manderò messaggi,e-mail e ti scriverò lettere. Fatti sentire anche tu.

- Certamente Jenny...A presto.

Si strinsero in un nuovo e forte abbraccio.
- Buon viaggio sorellina mia. Chiamami appena arrivi -disse Jennifer.

- Ok. Grazie e a dopo.
Dopo di che salì in macchina. Vide l'amica sempre più lontana finchè non sparì del tutto. Durante il tragitto,i suoi pensieri volarono nel passato,in quei giorni felici che aveva trascorso lì,circondata dalle persone che amava. I suoi occhi si velarono a pena a causa delle lacrime che volevano uscire fuori,ma resistette e non pianse. Doveva essere forte perchè stava per entrare in un mondo nuovo in cui la debolezza e la paura sono le cause che portano alla rovina. - Addio -sussurrò mentre vedeva dal finestrino le macchine sfrecciare veloci e le casa scappare via. Arrivati all'aereoporto,la tensione era altissima.
- Mia piccola Lizie, -le disse il padre scompigliandole appena i capelli- sei cresciuta troppo in fretta. Ormai sei una donna e stai lasciando il tuo "nido". Come farò,come faremo senza di te?
Nei suoi occhi lei riusciva a leggere una grande tristezza. Lizie poteva immaginare come stava suo padre,perchè anche lei si sentiva così. Era come se qualcuno ti avesse strappato via una parte del tuo cuore...era dolorosissimo. Ma ormai aveva preso la sua decisione e non poteva più tornare indietro. Non poteva assolutamente,perchè tutto,la sua città,la sua casa,la sua stanza,le ricordavano Lucas e lei non avrebbe retto un altro giorno di più se fosse rimasta.
- C'è sempre Katie... -disse la ragazza sorridendo leggermente cercando di far tranquillizzare il padre,che sorrise alla sua battutina.

- Papà,mamma,state tranquilli. Me la caverò. Mi farò sentire ogni giorno e poi potremmo anche vederci con la webcam. Non sarà poi così difficile vedrete. E' vero: per i genitori vedere la propria figlia andarsene non è facile,ma sapevate che prima o poi sarebbe arrivato quel momento e io ho solo anticipato quel giorno. Comunque sono grande e riuscirò a trovarmi bene nel mio nuovo mondo. Abbiate fiducia in me.

- I passeggeri del volo 148 sono pregati di recarsi all'uscita 6 -disse la voce di una donna al microfono.

- E' il mio volo -disse la ragazza rivolta ai genitori.
Dopo un lungo abbraccio e qualche lacrima scappata via da quegli occhi lucidissimi,Elisabeth si incamminò verso l'uscita 6. Quando si voltò fece in tempo a vedere i suoi genitori stretti in un abbraccio attorno alla sorella più piccola che subito si chiusero le porte. La moretta fece un profondo sospiro prima di riprendere il suo cammino. Stava per iniziare una nuova vita in cui lei avrebbe dovuto farcela con le sue forze.
Continua

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Capitolo 2
*** 2. Una nuova vita in Germania ***


2. Una nuova vita in Germania


Il viaggio durò circa quattro ore e mezza,ma lei era riuscita a trascorrere piacevolmente quelle ora vedendo delle vecchie foto,che le provocarono un pò di nostalgia, e ascoltando la sua musica preferita nel suo i-pod. Lì dentro c'era proprio di tutto,da Madonna a Marylin Manson,da Jesse McCartney ad Avril LAvigne,ma di sicuro non potevano mancare loro,i Tokio Hotel. Aveva tutte le loro canzoni,di Schrei,Zimmer 483,Scream e tutte quelle che non erano state inserite nei cd. Molte volte si soffermò su una canzone in particolare, "Don't jump", e nella sua mente cominciò a chiedersi cosa le impedisse di saltare giù,di porre così fine a tutto quello che la stava uccidendo dentro. Ma poi quei pensieri svanirono con "By your side". Elisabeth socchiuse gli occhi e iniziò ad immaginare un mondo in cui tutto fosse perfetto e in cui avesse "al suo fianco" la persona che amava,che sognava ormai da molto tempo. Continuò ad ascoltare la loro musica finchè la signora seduta accanto a lei la avvertì dell'imminente atterraggio.
Ancora non ci credeva. Era in Germania,a Magdemburgo.
Scesa dall'aereo e recuperate le sue valigie,Elisabeth si trovò di fronte la sua vecchia e cara amica Victoria,una bellissima ragazza bionda slanciata dagli occhi azzurri.
Ancora si ricordava il modo bizzarro in cui l'aveva conosciuta. Avevano entrambe 10 anni e andavano alle elementari,quando un compagno della mora le chiese se poteva farle conoscere Victoria. Ma quello che il ragazzino non sapeva era che loro due non si conoscevano affatto. Dopo averle parlato per la prima volta diventarono subito amiche e il ragazzino fu mandato a quel paese dalla bionda che non aveva apprezzato il suo modo di "dichiararsi" tramite la mora.
Dopo i vari saluti,Elisabeth,Victoria e la sua famiglia si diressero verso casa,a Loicthe. Quando arrivarono la ragazza sgranò gli occhi: infatti si trovò dinanzi una casa enorme,una sorta di villa con tanto di piscina. L'amica la condusse nella stanza i cui avrebbe dormito. Era molto grande e accogliente con attaccata al muro la gigantografia di una foto che lei e Victoria avevano fatto durante una gita in seconda media.
La prima settimana passò velocemente tra chiacchiere,racconti,telefonate,e-mail,messaggi e anche tra qualche tuffo in piscina. In quei giorni Victoria cominciò a nutrire dei dubbi nei confronti della mora,infatti aveva capito che c'era qualcosa che non andava in lei e non aveva creduto alla storia che le aveva raccontato prima del suo arrivo,ossia che dopo l'incidente al polso era inutile proseguire la strada verso l'università di medicina dato che la mano non era più ferma come una volta. E una mattina decise di chiedere delle spiegazioni all'amica.
- Ok allora ci sentiamo dopo Jenny. Grazie tante per la telefonata e salutami Christine quando la vedi. Un bacio -disse Elisabeth mentre concludeva la chiamata con l'amica.


- Buon giorno Eli -le disse Victoria.


- Buon giorno anche a te -rispose mentre finiva la sua colazione.


Dopo essersi seduta di fronte a lei,la bionda cominciò a pensare a cosa chiederle.
- Senti...posso farti delle domande? Vorrei avere dei chiarimenti sulle cose che mi tormentano da quando sei arrivata.


- Chiedi pure -rispose senza immaginare l'argomento della questione.


- Cosa ti è successo esattamente al polso?


Elisabeth deglutì a fatica prima di aprir bocca.
- Come ti ho raccontato,stavo aiutando una mia amica a spostare delle cose in cantina,ma non sapevo che la sedia in cui ero salita era danneggiata. Questa si è aperta e io sono caduta violentemente a terra con quello che avevo in mano gravando il peso del corpo sul braccio destro. Ma...perchè me lo chiedi?


- Beh... -cominciò la bionda che non riusciva a dire quello che temeva.


- Beh? Cosa c'è? -chiese con insistenza.


- Non so perchè ma credo che tu menta. E' come se tu volessi tenere nascosto qualcosa e cerchi qualche scusa per uscirtene velocemente.


- Io non nascondo niente -disse lei guardandosi le unghie.


- Ecco. Il fatto che eviti il mio sguardo non fa altro che convincermi che le mie supposizioni sono vere.


- Scusami Victoria -disse Elisabeth alzandosi di scatto dalla sedia che aveva occupato fino a quel momento- ma mi sono ricordata di avere una visita dal dottore. Ci vediamo dopo.


Detto questo si congedò con un saluto e sparì dalla porta.
- Cosa ti è successo amica mia? -chiese la bionda guardando verso la porta come se potesse avere una risposta.
Continuò a pensare a tutto ciò che avrebbe potuto causare quel suo cambiamento di espressione quando gli aveva fatto la sua domanda,ma non riuscì a trovare nessun buon motivo. Poi fece colazione.

***
Per fortuna la visita dal dottore era andata bene: infatti l'uomo le aveva detto che il suo polso stava guarendo come previsto e che bisognava tenerlo fasciato per un'altra decina di giorni;inoltre le aveva raccomandato di non fare alcun tipo di sforzo con quel braccio. Prima che lei se ne andasse, il dottore la informò anche che dopo aver tolto la fasciatura avrebbe dovuto fare qualche esercizio di riabilitazione. Uscì felice da lì perchè quell'incubo stava per finire. Infatti non sopportava di doversi fare aiutare dagli altri per fare anche le cose più banali. Lei era un tipino indipendente e molto vivace e quella fasciatura le limitava ogni cosa.
Mentre passeggiava lungo un sentiero poco affollato a quell'ora immersa nei suoi pensieri,si sentì strattonare un braccio e sbattere le spalle contro un muretto.
Continua

 

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Buon giorno,ed ecco qui il 2° capitolo della mia FF... Qui la storia inizia il suo percorso...perchè? Beh aspettate sabato e lo saprete ;)

Vorrei ringraziare Splash_BK che ha commentato il primo capitolo. Ciao Giulia,piacere :) Purtroppo, Elisabeth ha un carattere "debole",si vergogna di ciò che è successo ed in un certo senso si sente responsabile... E questo la porta a tenersi tutto dentro... Sì,partirà ma resterà in contatto con la sua famiglia e con Jenny,come vedrai in seguito,se continuerai a seguirmi e lo spero ;) Succederanno molte cose... La FF è molto lunga. Ti ringrazio di aver recensito...e grazie per il complimento,sono felice che ti sia piaciuto.


A sabato...
Nat

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Capitolo 3
*** 3. Un doppio shockante incontro ***


3. Un doppio shockante incontro

Davanti le si materializzò una figura alla cui vista rabbrividì: Lucas.
- Finalmente ti ho trovata amore mio -disse avvicinandosi al suo viso.
 
AMORE MIO? Aveva avuto il coraggio di presentarsi di fronte a lei e di chiamarla addirittura "amore mio" dopo quello che le aveva fatto.
- Che...che diavolo ci fai qui? -gli chiese intimorita allontanandolo da lei.
 
- E me lo chiedi pure? Sono venuto qui a prenderti per portarti a casa...da me. E' da una settimana che ti cerco.
 
- Tornare a casa?Con te? Tu sei pazzo! -disse mentre una nota di paura cominciava a farsi sentire nella sua voce- Tra noi è finita da quasi un mese ormai,ficcatelo una buona volta in quella testa pacata che hai. Sparisci dalla mia vista e vattene grandissimo stronzo che non sei altro.
 
- Shh -disse mettendole un dito di fronte alla bocca- Una così bella ragazza non dovrebbe dire certe parole. Si vede che ti è mancata una figura che ti pulisse la bocca.
 
In un secondo ruppe la distanza che lo divideva da Elisabeth imprigionando le sue labbra con quelle della moretta che sapevano di vaniglia. La sua mente tornò a quel giorno mentre una lacrima le rigava il viso. Lo allontanò con un nuovo e più violento spintone.
- Ma sei impazzito? -gli chiese mentre si puliva la bocca con il dorso della mano.
 
- Sono normale. Sono solo venuto qui per chiederti scusa e per farti tornare a casa.
 
- E tu credi che delle banalissime scuse riescano a farmi dimenticare il male che mi hai fatto? -gli domandò alzando di molto il tono della voce mentre dentro di lei si mescolavano vari sentimenti,odio,rabbia,paura- Credi che potrò perdonarti dopo aver tentato di...oh Mein Gott,non riesco nemmeno a dirlo.
 
- Ti prego scusami
 
. L'ultima cosa che volevo era farti del male. Ma...quando ti ho vista con quella scatola in mano,non ci ho visto più. Perdonami mia dolce Lizie,perdonami.
 
- E non mi toccare -gli urlò mentre scacciava con schiaffo la mano del ragazzo che le accarezzava il viso- E poi il mio nome è Elisabeth. Mi possono chiamare Lizie solo i miei genitori e le persone che mi amano e che IO amo. E in caso non l'avessi capito io NON ti amo,ti ODIO con tutta me stessa.

Dopo essersi girata dando le spalle all'ex,cercò di farsi coraggio e di mascherare la paura che le attanagliava le viscere fin da quando lo aveva visto.
- Esci per sempre dalla mia vita,non voglio più vederti -disse- Addio Lucas.
 
Fece solo qualche passo prima che lui le afferrò il polso fasciato costringendola a girarsi.
-Ahi,mi fai male! -esclamò la ragazza mentre cercava di liberarsi.
 
Nel frattempo un ragazzo alto,magro dai capelli neri e i occhi color nocciola che passava di lì per tornare a casa vide la ragazza che cercava invano di liberarsi dalla presa del ragazzo. L'aveva vista da qualche parte,ne era sicuro,ma dove? Nella mente del giovane si susseguirono varie figure di ragazze che aveva avuto occasione di conoscere. Si soffermò su una ragazza mora dagli occhi azzurri incontrata in un pub di Praga. Cercò di ricordare quale fosse il suo nome e,all'improvviso,gli si accese una lampadina nella testa: Elisabeth!Si diresse verso la ragazza.
- Lizie tutto ok? -le chiese avvicinandosi.
 
Lizie?! Chi aveva osato chiamarla così? Si girò di scatto e di fronte a lei si stagliò la figura slanciata del ragazzo che per molte notti aveva costellato i suoi sogni.
- B...Bill! -esclamò lei quasi incredula.
 
-E tu chi diavolo saresti? -chiese Lucas al ragazzo lasciando finalmente il polso della moretta che indietreggiò subito.
 
- Stai bene? -le chiese il cantante sfiorandole il braccio dove lei si massaggiava il polso.
 
- Sì,gra..grazie -balbettò,ancora incredula.
 
- Scusami,ma ti ho fatto una domanda e vorrei una risposta. Chi diamine sei tu? -chiese in tono quasi minaccioso.
 
- Lucas,smettila e vattene -gli ordinò Elisabeth.
 
- Hai sentito quello che ha detto? Vattene -disse Bill prendendo le difese della ragazza.
 
- Tu non sei nessuno e non ti azzardare a dirmi quello che devo o non devo fare -rispose il ragazzo che si stava avvicinando al cantante con un'aria molto minacciosa.
 
- Finiscila! -disse Elisabeth mettendosi tra lui e il cantante- vattene,esci dalla mia vita!
Poi si avvicinò al suo orecchio: -Se non te ne vai,ti denuncio alla polizia per tentato stupro -lo minacciò piano con un'aria compiaciuta e terrorizzata insieme.
 
- Non hai le prove -ribattè lui con un sorrisino in faccia che la fece andare in bestia.
 
- Questo lo credi tu -disse alzando il tono della voce- Sono stata una stupida a stare con te,ma dopo quel giorno sono cambiata e ho preso delle "precauzioni" per eventuali fastidi futuri. Non esiterò un attimo se non te ne vai immediatamente e se ti azzardi ancora a toccarmi con un solo dito.
 
Il sorriso del ragazzo svanì all'istante. Non si sarebbe mai immaginato una cosa simile. Dopo uno sguardo fulminante ai due,si girò e se ne andò. Elisabeth tirò un sospiro di sollievo,ma il suo cuore cominciò a battere a mille non appena Bill le accarezzò il braccio e le chiese se stava bene sul serio.
- Ti ha fatto del male? -le chiese.
 
- Non sai quanto -sussurrò pianissimo
 
- Cosa hai detto?
 
- No,niente. Comunque sto bene. Ma...come fai a sapere il mio nome? -gli chiese stupita.
 
- Beh... -cominciò lui grattandosi il capo leggermente imbarazzato- me lo ricordo perchè...
 
- Che stupida! Ce l'ho scritto sulla maglietta -lo interruppe lei sorridendo.
 
- No,non è per quello. Mi ricordo di te. Ti ho fatto un autografo su una maglietta mentre ero insieme agli altri della band in un pub a Praga.
 
Elisabeth sgranò gli occhi. Com'era possibile che lui si ricordasse di lei con tutte le ragazze che gli ronzavano attorno? Eppure se lo era ricordato e questo le aveva riempito il cuore di gioia e le aveva fatto dimenticare quasi del tutto la brutta esperienza appena vissuta. Le sue iridi azzurrine rimasero incollate a quelle color nocciola del vocalist. Solo dopo che una leggera folata di vento,che si era alzato da poco,la fece rabbrividire scostò il suo sguardo.
- Si è vero -disse lei- è stata una fortuna trovarvi in quel pub.
 
Bill sorrise come solo lui sapeva fare.
- Ti da fastidio se ti chiamo Lizie o vuoi essere chiamata Elisabeth? -le chiese in tono molto dolce.
 
- Chiamami pure Lizie -gli rispose porgendogli la mano come se si fossero appena presentati.
 
I due continuarono a camminare. La ragazza sentiva il cuore batterle all'impazzata perchè stava camminando a fianco a lui. Era come nei suoi sogni: lei che era nei pasticci,lui che interveniva per aiutarla e che con il suo dolce sorriso le cancellava ogni brutto ricordo.
- Non vorrei essere invadente,ma vorrei chiederti una cosa.
 
- Bill tranquillo,non sei invadente. Poi se ti dico una cosa non credo che la dici a qualcun'altro -le rispose dolcemente.
 
- Certo che no! E' una cosa...nostra e basta.
 
Elisabeth arrossì appena ma si voltò prima che lui potesse notarlo.
- Comunque è stato il tuo ex,quel Lucas,a farti quello? -chiese indicandole il polso.
 
Alla mora sembrò che le cadesse il mondo addosso. Il suo battito si fece più veloce e il ricordo di quel giorno la fece impallidire.
- Ehi va tutto bene? -chiese preoccupato.
 
Non ricevendo alcuna risposta fermò la ragazza: - Lizie perchè non rispondi? Ti senti male? Parla per favore.

- Sto bene. Grazie per l'interessamento. Mi gira solo un pò la testa -mentì lei che invece stava bene...fisicamente ma non moralmente.
 
- Vieni sediamoci un pò -la invitò indicandole una panchina del parco in cui si trovavano e dopo che si erano seduti continuò- Spero che tu l'abbia denunciato.
 
Dal silenzio della ragazza capì che non l'aveva fatto. Voleva dirle qualcosa,ma rimase bloccato in quell'oceano azzurro che si celava dietro i suoi occhi da cui si poteva leggere la paura che le incutesse il suo ex. Dopo un pò riuscì a riaprire la bocca e rimase lì con lei a parlare per molto tempo.
Lei gli mentì che era stato un incidente perchè lui voleva fermarla,ma aveva usato troppa forza e troppa stupidità in quanto le aveva girato il braccio troppo repentinamente. Cominciarono a parlare di tante cose: di come era cambiata la sua vita quando la band era diventata famosa,di come era stato difficile per lei abbandonare tutto per trasferirsi in Germania,di come si divertivano ogni tanto lui e i ragazzi,di come lei si stava trovando bene in quella città. Il tempo volò in fretta e nessuno dei due sembrò rendersene conto,presi com'erano a sentire le storie dell'uno e dell'altro. Tra i due si instaurò una forte intesa tanto che arrivarono persino a parlare di cose leggermente più intime.  Un episodio di vita privata che Bill le raccontò fu la storia con una ragazza anni prima che lo aveva lasciato perchè si metteva lo smalto nelle unghie. Questo suscitò una lieve risata della mora che non capiva come la gente potesse delle volte così stupida e ignorante da farsi scappare le cose più belle. Mentre Elisabeth gli stava parlando della sua storia con Lucas,il cellulare di Bill squillò.
 
- Pronto Tomi,che c'è? -chiese il ragazzo che aveva letto sul display il nome del fratello.
 
- Che fine hai fatto? E' da più di due ore che sei uscito. Va tutto bene?
 
- Due ore?! -chiese stupito- che ore sono?
 
- Quasi le otto. Ma si può sapere che fine hai fatto? -insistette Tom.
 
- Ho incontrato una persona,mi sono fermato a parlare con lei e non mi sono accorto di come è volato il tempo.
 
- E chi è? La conosco?
 
- No,o meglio l'hai vista una volta:è una ragazza che è venuta al concerto di Praga e si è fatta fare l'autografo al pub.
 
- Una ragazza eh? E' carina almeno? Dai parlami un pò di lei -disse con una certa voce incuriosita.
 
- Tom!
 
- Che c'è? Ti ho solo chiesto di descrivermela.
 
- Sei sempre il solito. Comunque quando torno a casa te ne parlo ok? Ora ho di meglio da fare.
 
- Ok,a dopo.
 
Elisabeth si sentì tirata in ballo e arrossì all'istante. Questo non passò inosservato al ragazzo,che le sorrise dandole un leggero pizzicotto nella guancia.
- Si è fatto tardi. Ha ragione tuo fratello,è ora di tornare a casa. Grazie mille per l'aiuto che mi hai dato prima e per la piacevole chiacchierata -gli disse alzandosi.
 
- Lizie aspetta -le disse afferrandole la mano.
 
- Dimmi -disse girandosi mentre si sentiva il cuore pompare con molta forza.
 
- Domani...hai da fare?
 
- Domani? Perchè? -gli chiese stupita.
 
- Perchè mi piacerebbe tanto che ci potessimo rivedere e parlare un altro pò. Magari possiamo anche fare colazione insieme -disse arrossendo leggermente.
 
- Io...non so che dire. Non vorrei che...perdessi del tempo prezioso con me.
 
- Perdere tempo? Ma che dici. Mi fa piacere se passiamo un pò di tempo insieme.
 
- Beh,se la metti così...accetto volentieri.
 
- Bene; per te va bene se domani facciamo colazione al chiosco qui all'angolo verso le nove?
 
- Va benissimo. Allora domani mattina alle nove ci vediamo qui. A domani.
 
Fece per andarsene ma Bill la fermò nuovamente.
- Che c'è? -chiese la moretta.
 
- Mi daresti il tuo numero di cellulare? Così se ho un contrattempo ti avviso.
 
Dopo essersi preso il numero della ragazza e averla salutato con un bacio sulla guancia,si incamminò verso casa. Intanto pensava a come era possibile che si fosse ricordato di quella ragazza. Non riusciva a spiegarselo così come non riusciva a spiegarsi perchè si era comportato così con lei,perchè la aveva aiutata,ascoltata,invitata a passare del tempo con lui e baciata sulla guancia. Eppure l'aveva fatto e non se ne pentiva assolutamente. Era quasi come se fosse stato il destino a fargliela rincontrare proprio quel giorno perchè sapeva che avrebbe avuto bisogno di un aiuto,del suo aiuto. Non si pentiva neanche di quel bacio innocente sulla guancia che le aveva dato. Era stato il suo corpo a volerlo e lui non era riuscito ad opporsi,o meglio non aveva voluto opporsi a quella voglia. Era felice.
Arrivato a casa,trovò Tom che lo aspettava scalpitante.
- Finalmente. Allora,com'è?Carina?Come si chiama?Parla dai -cominciò lui che voleva sapere tutto su quella misteriosa ragazza.
 
- Dammi il tempo di respirare fratellino.
 
- Me la devi far conoscere. Ho già capito che è molto bella. Mmm...domani non puoi organizzare un incontro così la conosco anch'io?
 
- No,mi dispiace Tom.
 
Il gemello lo guardò stupito.
- Domani ho già un impegno inderogabile.
 
- Con lei eh? -gli chiese dandogli una gomitata mentre un sorrisino ebete si dipinse sul suo viso.
 
- Si con lei. Facciamo colazione insieme -rispose frettolosamente e arrossendo appena- ora vado a letto. Buona notte.
 
- Ma sono solo le dieci.
 
- Beh sono molto stanco. Buona notte.
 
Si buttò sul letto e con la sua mente tornò a quel parchetto,su quella panca dove fino a poche ore prima era rimasto a parlare con Elisabeth. Si lasciò cullare dalla dolce visione della moretta mentre ricambiava il bacio sulla guancia. Mentre lui era riuscito ad addormentarsi,qualcuno invece continuava ad agitarsi. Era Elisabeth. Non riusciva ancora a credere al fatto che aveva un appuntamento con Bill. Quando era tornata a casa aveva raccontato tutto a Victoria, che era diventata verde per l'invidia,dato che anche lei era una fan dei Tokio Hotel,ma in particolare per il gemello "ribelle" Tom Kaulitz. Dopo aver mangiato ed essersi fatta una doccia veloce,si buttò sul letto e continuò a sognare ad occhi aperti,a rivedere Bill che si chinava pe baciarle la guancia,i loro occhi incollati gli uni negli altri. Era stata una giornata brutta a causa di Lucas ma meravigliosa perchè aveva conosciuto il suo idolo e...il suo amore segreto. Dopo circa tre ore di "viaggi nei ricordi" riuscì finalmente ad addormentarsi con un dolce sorriso che le metteva in risalto la fossetta che le si formava nella guancia destra.
Continua
 
 
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Buon giorno :)
Eccomi qui con il terzo capitolo di questa mia prima Fanfiction... Qui si è finalmente svelato il mistero che avevo lasciato aperto nel secondo capitolo... Allora,che ne pensate?
Ora vorrei ringraziare le mie due commentatrici:
- Splash_BK: Eh si Giulia,era proprio Lucas...Sembra che non si fosse arreso ma adesso Elisabeth gli ha scagliato un bel colpo basso xD Forse un giorno Victoria lo saprà,chi lo sa... Per saperlo dovresti seguirmi... E spero lo farai. Grazie per i complimenti. A lunedì. Bacio.
- Claudia9: Ciao Claudia,grazie mille per i complimenti;sono felice che ti siano piaciuti i primi due capitoli,ora cosa ne pensi di questo? Ha soddisfatto una tua curiosità? :) Comunque tranquilla,per un pò posterò ogni 2 giorni,poi mi fermerò perchè andrò in vacanza,ma cercherò di postare appena torno ;) promesso. A lunedì. Bacio.
Comunque,se volete sapere come va l'appuntamento con Bill,allora ci sentiamo Lunedì ;)
Ringrazio chi legge e commenta e chi legge semplicemente,anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione...
Buon weekend
Nat
 

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Capitolo 4
*** 4. L'appuntamento ***


4. L'appuntamento

L'indomani,quando si svegliò,si chiese se quello che era successo il giorno prima era tutto vero. Dopo una doccia,cominciò a buttare tutta la sua roba all'aria. Che poteva mettersi? Doveva sembrare naturale ma nello stesso tempo essere elegante. Gonne,camicie,minigonne,magliette finirono tutti sul letto. Alla fine indossò quella meravigliosa maglietta che Jenny le aveva regalato per il suo diciassettesimo compleanno e un paio di jeans nuovi molto trandy. Mentre si truccava,sentì il suo cellulare vibrare. Era arrivato un sms. Quando lesse "Ciao Lizie sono Bill" lei esclamò: -Già me lo immaginavo che avrebbe avuto un contrattempo. Continuò a leggere "questo è il mio numero. Salvatelo. Hai dormito bene?Io benissimo. Comunque ci vediamo tra 45 minuti. A dopo. Un bacio.". Elisabeth cominciò a saltellare avanti e indietro per la felicità.
Nel frattempo Bill stava finendo di sistemarsi i capelli quando gli arrivò un sms. Era di Lizie. Un sorriso gli nacque spontaneo "Buon giorno Bill ho dormito bene anch'io. Ancora non riesco a credere che farò colazione con te oggi. Allora a dopo. One kiss". Anche se lui non era proprio bravo in inglese riuscì a capire cosa significasse quell'ultima frase.
- Io sto uscendo -disse rivolgendosi alla madre.

- Bill aspetta.

- Dimmi mamma.

- Volevo ricordarti che ora noi andiamo via e staremo via per due giorni. Dillo anche a Tom e mi raccomando non distruggete la casa.

- Ehi,ma per chi ci hai preso? Per dei bambini? -chiese con le mani sui fianchi e la finta aria da offeso.

Entrambi scoppiarono a ridere.
- Comunque,nel forno ho lasciato da mangiare per pranzo e per cena. Ce n'è abbastanza per cinque persone. Divertitevi ragazzi -gli disse abbracciando il figlio.

- Ok mamma. Divertitevi anche voi. Ora scappo. Ciao.

Appena uscì di casa gli balenò un'idea in testa,prese il cellulare e inviò un nuovo messaggio ad Elisabeth "Ciao sono di nuovo io. Senti...hai da fare dopo colazione? Perchè potresti venire a casa mia per pranzo. I miei non ci sono. Quindi potremmo parlare quanto vogliamo e potrei farti conoscere il mio gemellino. Che ne dici?".
Quando la mora lesse questo sms,ci mancò poco che non le venisse un infarto.
- Victoria mi sono dimenticata di dirti una cosa.

- Cosa? -chiese la bionda che si stava sistemando le unghie.

- Mi sono dimenticata di dirti che oggi a pranzo sono fuori.

- Va bene,ma torni per la piccola festa in piscina vero?

- Si certo. Ma siamo solo io,te e Erika?

- No -rispose lei con un sorrisino divertito- ci sono anche tre ragazzi.

- Ok. Allora a dopo.
Detto questo uscì di casa e rispose al messaggio di Bill "Sono libera. Per me va bene. Ci vediamo tra un pò. Io sono già per strada. Grazie."

- Ehi ciao Lizie -disse il vocalist baciandole la guancia non appena la vide arrivare.
- Ciao Bill.

- Sei...sei davvero molto carina oggi -disse con leggero imbarazzo.

Elisabeth divenne subito rossa ma riuscì a ringraziarlo. Arrivati al chiosco il giovane disse alla mora di prendere ciò che voleva e che offriva lui. Dopo aver mangiato continuarono a parlare di molte,molte cose. Era pazzesco come si sentisse a suo agio a parlare con lui. Infatti parlarono di tutto e di più.
- Ed è per questo che hai abbandonato tutto quanto per iniziare poi una nuova vita qui? -chiese il vocalist dopo aver sentito la storia della ragazza riguardo alla fine della storia con Lucas.

- Beh,diciamo che questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Avevo già intenzione di mollare tutto dopo un piccolo incidente a scuola che mi ha "rovinato" la mano. Non potevo più proseguire la strada per fare ciò che desideravo e avrei voluto fare.

- E cosa avresti voluto fare?

- La pediatra -disse lei con una nota di malinconia.

- E' davvero bello quello che volevi fare! Aiutare i bambini. Deduco che ti piacciono molto.

- Li adoro.

Parlarono ancora un pò di ciò che erano i loro sogni da ragazzini e poi cominciarono a passeggiare. Sembravano della macchinette,parlavano di continuo. E non mancarono le risate. Quando si erano fatte le 12;20,Bill chiese a Lizie se non era meglio incamminarsi verso casa. Lei annuì e si incamminarono verso casa Kaulitz.
- Oh mio Dio! -esclamò lei quando vi giunsero davanti- ma questa è una reggia imperiale,non una casa.
Bill sorrise divertito vedendo la faccia della ragazza prima di invitarla ad entrare.

- Credo che mio fratello dorma ancora -disse sentendo un gran silenzio- Accomodati pure,io vado a controllare se è in camera sua.

La moretta guardò meravigliata quella casa,quella cucina,quel salotto. Erano magnifici. Dopo un paio di minuti il vocalist tornò.
- Dorme ancora,come al solito. Tra un pò lo vado a chiamare perchè se aspettiamo lui moriamo di fame.

- Poverino, Lascialo riposare,tanto è ancora presto.

- Sono le 12:45. Non è poi così presto.

- Hai ragione. Allora cosa devo cucinare?

- Cucinare? io non ho mica detto che ti avrei fatto cucinare.

- Bill,ormai è risaputo che le tue doti culinarie non sono eccezionali -disse mentre cercava di trattenere una risata.

- Molto spiritosa. Comunque sei una mia ospite, E poi mia madre ha lasciato del cibo nel forno. Vieni,vediamo cosa c'è.

Guardarono nel forno: c'era proprio il ben di dio. Entrambi optarono per del pollo arrosto,con patate e salsa leggermente piccante.
- Allora non devo chiamare mio fratello? -chiese dopo aver acceso il forno mentre vedeva la ragazza sistemare la tavola- Sai,ci teneva a conoscerti.

- Si e poi magari ti tira qualcosa dietro perchè hai infranto i suoi "bei" sogni! -disse sarcastica- Lascialo stare. Penso che prima o poi lo conoscerò.

- Di pomeriggio sicuro.

- Se si sveglia presto,sì perchè ho da fare alle 17.

- Mio fratello si sveglia tra le 14:30 e le 15:30. Quindi lo vedrai com'è quando si sveglia.

- Già me lo immagino che cammina come un sonnambulo e si stropiccia gli occhi. Certo non sarà mai buffo come te. Ti immagino già con i tuoi capelli tutti all'aria e la matita scura sulla pelle -disse lei che ormai non riusciva più a trattenersi.

Bill inarcò appena un sopraciglio mentre guardava la mora morire dalle risate.
- Non è vero. Uffi! -poggiando le mani sui fianchi- Ehi,ridi di me? -chiese con una finta aria da offeso osservandola ridere di gusto.

- Non potrei mai -rispose cercando di trattenersi.

- Ora subirai la mia vendetta.

Elisabeth vedendoselo venire incontro con una faccia che non le piaceva affatto,indietreggiò fino a raggiungere il divano del salotto. Sentendosi con le spalle al muro,chiese scusa al ragazzo mentre continuava a ridere.
- Ormai è troppo tardi mia cara.

Detto questo cominciò a farle il solletico nei fianchi. La mora lo supplicò di fermarsi,ma lui continuò;lo implorò di nuovo e gli chiese scusa. Il vocalist si fermò dandole il tempo di asciugarsi le lacrime che le erano uscite. Entrambi rimasero a guardarsi negli occhi. Elisabeth sentì dentro di lei un qualcosa di inspiegabile quando notò il modo in cui la scrutava.
- Ecco dov'eri fratellino -disse Tom,che si era appena svegliato e si stropicciava gli occhi,quando entrò nel salotto.

- Giorno Tomi.

- Ehi ciao -disse il rasta sgranando gli occhi appena notò la ragazza- tu devi essere Elisabeth giusto?

- S...si sono io -balbettò ancora scossa dalle risate.

- Ma ho disturbato? -chiese notando lei e suo fratello sul divano.

- No no Tomi. Stavamo solo passando il tempo nell'attesa che riscaldi il pranzo.

- Il pollo! -gridò la ragazza- Vado a vedere se è pronto e metto in forno anche quello per Tom.

Sparì dentro la cucina mentre il ragazzo si sedette vicino il fratello e fece saettare la lingua sul pircing torturandolo appena.
- Molto bella -disse prima di rivolgersi al gemello- ora capisco perchè non mi hai parlato molto di lei. La volevi aevere tutta per te,non è vero?

- Ma che dici? -disse arrossendo- Ieri avevo sonno e non mi andava di parlare.
- Scusa se vi disturbo -disse la mora che era tornata in salotto- di là è quasi pronto.

Andarono tutti in cucina e cominciarono a mangiare.
- Rimani con noi tutto il giorno vero? Almeno ci fai compagnia -chiese Tom che guardava,senza essere visto,il delcoltè della ragazza.

- Mi dispiace ma devo andare perchè più tardi ho da fare.

- E cosa devi fare?

- Tom non essere invadente -gli rimproverò il gemello.

- Non preoccuparti. Non è niente di scandaloso. Comunque ho una sorta di piscina party a casa dell'amica da cui sto. Dico una sorta perchè siamo sei ragazzi: io,la mia amica,un'altra ragazza e altri tre ragazzi che sono stati invitati.

- Deduco che ci sia anche il tuo ragazzo.

- Oh no,sono single.

- Una così bella ragazza è ancora single?

-Tom mi sono lasciata da poco .E' un argomento che preferirei non toccare adesso -disse lei diventando subito triste.

- Adesso basta Tom -disse Bill che notò il cambio di espressione di Elisabeth.

Il silenzio che si era creato venne rotto dalla suoneria del cellulare del rasta che uscì nella veranda per rispondere. Mentre la mora sparecchiava la tavola e metteva i piatti nel lavandino,il vocalist si alzò e si mise dietro di lei posando le sue mani sui fianchi della ragazza.
- Va tutto bene? -le chiese- non hai detto una parola dopo...Scusa mio fratello ma,come sai,lui è molto curioso.

- Sto bene -gli disse senza nemmeno girarsi- e che non me la sentivo ancora di parlare del mio ex. Crederai che io sia una stupida,ma ci sto ancora male.

- Non sei stupida -le disse facendola girare- è stato pur sempre il tuo ragazzo anche se ti ha fatto del male.

Dopo averla guadata negli occhi,la abbracciò forte. Intanto Tom stava rientrando in cucina,ma quando vide la scena si fermò sul ciglio della porta-finestra.
- Non ho detto niente a mio fratello di quello che mi hai rivelato. Quindi non poteva sapere che era stato il tuo ex a farti questo al polso.

Elisabeth non riusciva a credere che il ragazzo avesse tenuto nascosta quella cosa al fratello pur di esserle "fedele". Eppure lo aveva fatto. Lui stava costudendo un segreto,una cosa solo loro.
- Sei davvero unico Bill. Hai mantenuto la promessa di tenere per te quello che ti ho detto e non ne hai parlato nemmeno con tuo fratello,che è persino il tuo gemello. Grazie. Ora so di potermi fidare davvero di te.

Gli diede un bacio sulla guancia anche se avrebbe voluto baciarlo in bocca e dirgli finalmente ciò che provava. Sì girò e cominciò a lavare i piatti.
- Lascia stare -disse il rasta che aveva aspettato che i due finissero di parlare prima di rientrare- c'è la lavastoviglie.

- Devo pur ringraziarvi e quale modo migliore se non lavarvi questi piatti sporchi.

- Oh,io conosco un modo moooolto più bello ed eccitante -sussurrò il biondino giocarellando col pircing mentre la ragazza continuava a lavare i piatti.

- Ehi perchè non ci vediamo un film? -chiese dopo un pò Bill.

Tom ed Elisabeth annuirono e si sedettero sul divano. Il moro mise un film,naturalmente d'orrore. I tre lo guardarono tranquillamente e in silenzio. Non appena finì la ragazza si alzò dal divano.
- Grazie davvero di tutto ragazzi .Ho passato prorpio una bella giornata. Ora però devo scappare o chi la sente Victoria.

- E' la tua amica? -chiese il rasta.

La ragazza fece "sì" con la testa e si diresse verso la porta.
- Sono felice che ti sia divertita. Ci vediamo presto e ci sentiamo tramite cellulare -disse Bill.

. Ok. Ciao a tutti e due.

Quella fu davvero bella. Infatti anche la festa in piscina andò alla grande. Intanto mentre erano a casa Tom chiese al gemello non gli avesse parlato della mora e di alcuni "particolari" della sua vita. Dopo tanta insistenza riuscì a farsi raccontare delle cose sulla vita della ragazza tra cui la fine burrascosa della sua storia. Il biondino disse al fratello che non c'era bisogno di nascondergliele e gli promise che non avrebbe mai detto a nessuno quelle cose.
Continua
 
 
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Buon giorno :)
Eccomi qui con il 4° capitolo... l'"appuntamento" tra Bill e Lizie...e il pomeriggio con Tom xD
Cosa ne pensate? Spero vi sia piaciuto... Il prossimo capitolo lo posterò mercoledì e conterrà il pezzo presente nell'introduzione della mia FF...
Ora vorrei ringraziare le mie due commentatrici:
- Splash_BK: Ciao Giulia,grazie di aver commentato il capitolo precedente... Lucas è proprio un guasta feste... E Bill potrebbe definirsi un "eroe"... E' stato dolce e premuroso... Tom è sempre il solito birichino xD Tom conoscerà Victoria? Boh xD Comunque,grazie ancora delle recensioni :) mi fa molto piacere... A mercoledì... Kiss :)
- Claudia9: Ciao Claudia,grazie mille per i complimenti;sono felice che tu pensi che io sia brava a far capire ciò che le persone pensano.. Mi lusinghi davvero :) Cosa ne pensi di questo capitolo? Spero di riuscire a soddisfare in parte la tua curiosità :p Claudia,volevo chiederti se hai ricevuto la mia email... Ti avevo contattata qualche giorno fa tramite il tuo profilo efp. Fammi sapere. A mercoledì. Un Bacio enorme anche a te :)
Ringrazio chi legge e commenta e chi legge semplicemente,anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione...
Nat

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Capitolo 5
*** 5. Il piscina party ***


Buon giorno a tutti...
Prima di lasciarvi al nuovo capitolo della mia FanFiction,vorrei fare glia auguri a due persone speciali che oggi compiono ventuno anni. Chi sono? Il cantante ed il chitarrista di una band,i Tokio hotel :)

Tanti auguri Bill e Tom Kaulitz!!!
 

 
5. Il piscina party

Quei giorni sembrarono volare molto in fretta. Elisabeth era continuamente impegnata con Victoria a divertirsi,ad aiutare la madre dell'amica. Inoltre aveva passato molto del suo tempo al telefono con i genitori,con Jennifer e i suoi amici,al pc a leggere e inviare e-mail,a scrivere lettere. Di certo non erano mancate le nottate a messaggiare con Bill,con cui si era vista varie volte,trascorrendo il tempo a parlare,ridere,passeggiare e vedere film.
Era domenica e le ragazze stavano preparando una piccola festa in piscina. Victoria infatti aveva convinto Elisabeth a fare venire i gemelli a fare una nuotata nella loro piscina e loro avevano accettato volentieri. Le ragazze stavano finendo di sistemare la tavola con stuzzichini e pietanze di tutti i tipi quando qualcuno suonò il campanello. La bionda corse ad aprire e si trovò davanti quattro bei ragazzi: i Tokio Hotel.
- Oddio! Non riesco a crederci. Siete proprio qui -disse lei ancora incredula di avere davanti i suoi idoli- Oh scusatemi. Entrate pure. Io sono Victoria.

Ad uno ad uno i ragazzi si presentarono.
- La vostra sorpresa mi ha colpito molto -disse rivolgendosi ai gemelli.

- Veramente non l'avevamo previsto. Loro sapevano che oggi andavamo in piscina e ci sono piombati a casa con tanto di costume. -disse Bill sorridendole- Ma...Elisabeth non c'è?

- Sta finendo di bandire la tavola.

- Ciao Lizie -disse il vocalist baciandole la guancia.

- Ciao Bill.

- Ciao Elisabeth -dissero in coro gli altri tre.

Le si sgranarono gli occhi. -Ma voi siete Georg Listing e Gustav Schafer? -chiese sbalordita.
- Si molto piacere -dissero porgendo entrambi la mano.

Victoria mostrò loro dove potevano posare le loro cose.
- Non sapevo che sarebbero venuti con noi -disse Bill piombando alle spalle della mora che era intenta a sistemare i piatti.

- Ma sei impazzito? Mi hai fatto venire un colpo.

- Scusa non volevo.

Entrambi si voltarono quando sentirono un conto alla rovescia: erano i ragazzi che avevano preso Victoria e dopo il "3,2,1" l'avevano gettata in piscina. Dopo si tuffarono anche Georg e Gustav i quali incitavano il rasta a buttarsi,ma lui era irremovibile in quanto non voleva bagnarsi i capelli.
- Io vado a fare il bagno -disse il moretto alla ragazza prima di tuffarsi.

- Dai Eli,entra anche tu -le urlò Georg.

- Ora vi raggiungo.

- Mi lasci solo? -le chiese Tom facendo una finta aria triste.

- O poverino,come potrei lasciarti solo? Non avrei il coraggio di farlo. -disse sarcastica- Ma buttati!Non ti sciogli mica.

- Bella e acida come tutte le altre.

- Carino,mettiamo in chiaro due punti: primo non sono acida,sono solo sincera; secondo io sono Elisabeth e non sono tutte le altre. Mettitelo bene in testa.

- Beh,allora bella,sincera,unica e...permalosa. La cosa si fa davvero eccitante.

- Calma i bollenti spiriti amoruccio -disse dandogli un leggero buffetto nella guancia- te lo già detto: io sono Elisabeth quindi non sarò ami una delle tante.

Il rasta le diede le spalle: -Lo vedremo -sussurrò.

Si avvicinò a bordo piscina e due secondi dopo si sentì spingere dentro di essa. Cadde in acqua e quando riemerse con in viso un'espressione molto contrariata sentì gli altri ridere e si trovò davanti la mora che,sedutasi a bordo piscina,si teneva la pancia per le troppe risate nate dalla faccia sconvolta del ragazzo.
- Questa me la paghi bellezza!

Si avvicinò alla mora per tirarla giù,ma lei aveva capito le sue intenzioni e si era allontanata.
- Mi dispiace piccolo,ma non puoi afferrarmi i polsi quindi non puoi tirarmi in piscina con la forza.

Il rasta sbuffò prima di andare verso gli altri. Elisabeth ne approfittò per entrare in acqua con calma. Si avvicinò a Victoria e cominciarono a parlare. Notò come era felice lo sguardo dell'amica ogni volta che Tom le sorrideva quando i loro occhi si incrociavano.
- Ora balliamo vero? -chiese rivolto alle ragazze Georg che cominciava a dare i numeri.

- Certo. Se ne avete voglia.

- Da impazzire -continuò il ragazzo.

- Lizie -disse Bill avvicinandosi- Come va il polso?

- Ormai è quasi guarito. Mercoledì ho l'appuntamento col dottore per togliere questa fasciatura che oramai odio.

- Immagino -disse lui ridendo.

- E adesso perchè ridi?

- Niente. Ti sto immaginando mentre ti incavoli perchè non puoi fare tutto quello che vuoi ed è davvero uno spettacolo.

- Ti do tre secondi per metterti al sicuro perchè se ti becco ti uccido.

- Scusatemi ragazzi,ci vediamo dopo. Non voglio essere vittima di un'assassina -disse salendo le scalette.

- Tre...due...uno -urlò la mora che dopo l'ultimo numero uscì dalla piscina.

- Eli però non farti male -urlò Gustav prima che sparisse.

- Dove sei codardo? Ti spaventi persino di una ragazza. Vergognati. Sei proprio una femminuccia Bill Kaulitz.
Appena pronunciò quelle parole,il vocalist saltò fuori dal suo nascondiglio e la strinse in una forte morsa.

- Allora ho ragione: sei un codardo! Non hai il coraggio di affrontarmi a viso aperto e mi prendi alle spalle.

- Questo lo credi tu -disse Bill che lasciò la ragazza mettendosi di fronte a lei- Sono qui e non ho paura.

- E invece dovresti averne perchè ti farò molto male.

- Non riuscirai a farmi niente perchè ti bloccherò prima.

- Si si.

- Vuoi vedere?

La ragazza tentò di fargli il solletico ma lui gli bloccò i polsi. Lei cominciò a divincolarsi ma l'unica cosa che ottenne fu finire a terra sull'erba con Bill addosso.
- Ahi! -esclamò la mora.

- Scusa non volevo farti male -disse sconsolato.

Ma mentre tentava di alzarsi incrociò gli occhi azzurri della ragazza che lo guardavano in modo diverso dal solito. Lei gli sorrise e Bill le accarezzò con la mano la guancia dove le si era formata la fossetta,che a lui piaceva tanto. A quel tocco la mora chiuse gli occhi lasciandosi cullare da quella carezza che da sola aveva il potere di renderla davvero felice. Il vocalist sentì qualcosa dentro di lui,qualcosa di strano che era più forte di qualsiasi altra cosa. Il cuore gli batteva forte,davvero molto forte. Automaticamente chiuse gli occhi e avvicinò il suo viso a quello della moretta. Quando stava per sfiorarle le labbra,sentì qualcuno chiamarli. Entrambi aprirono gli occhi e si guardarono per un pò. Elisabeth sentì il suo cuore uscirle quasi fuori dal petto quando vide il ragazzo così vicino a lei. Lui si allontanò lentamente e controvoglia dal viso della ragazza e poi l'aiutò ad alzarsi. Raggiunsero gli altri in piscina.

- Finalmente -disse Georg- avevamo mandato Tom a cercarvi.

- Il ragazzo si era nascosto bene e ho fatto fatica a trovarlo.

- Spero che tu l'abbia menato per bene -disse Gustav.

- Gliele ho suonate di santa ragione.

Entrarono in piscina a fare il bagno.
- Prima mi sono dimenticato di chiederti se posso accompagnarti dal dottore mercoledì.

- T...tu vuoi venire con me? -balbettò molto stupita.

- Si,se per te va bene.

- Grazie.

- Di niente.

- Ragazzi volete restare anche per cena? -chiese la madre di Victoria portando altri piatti.

Tom,Gustav e Georg si guardarono negli occhi. - Se non disturbiamo,volentieri -dissero in coro.

- Bene,allora comincio a preparare la carne da fare sulla brace.

- Aspetta ti do una mano -disse Elisabeth.

Anche Victoria fece per alzarsi,ma la mora disse che poteva restare a fare compagnia ai ragazzi e che ce l'avrebbe fatta da sola con sua madre. Le fece anche vedere dove aveva messo i cd con le musiche da ballo. Prima di andare via si avvicinò all'orecchio dell'amica -Almeno potrai stare di più col tuo Tom. Però mi raccomandi fai attenzione -sussurrò.

- Che stupida! -disse ridendo prima di avvicinarsi ai ragazzi.

- A dopo -disse la mora.

Poi svanì seguendo la madre dell'amica. Dopo circa venti muniti la mora tornò in giardino dagli altri. Appena girò l'angolo che la portava in piscina si bloccò. Ogni volta quelle luci colorate che sparivano a intermittenza le facevano brillare gli occhi. Era sempre bellissimo guardare quello spettacolo di luci. Il suo sguardo andò sui ragazzi;sembravano proprio dei pazzi che ballavano scatenati. Senza rendersene conto le spuntò un sorriso. Si diresse verso Victoria, la prese per mano e la allontanò dai ragazzi.
- Tua madre ha chiesto se puoi andare da lei cinque minuti.

- Ok però tu stai qui. Non vorrei che si facessero male o,peggio ancora,che distruggessero la casa.

- Ok farò da bambinaia per qualche minuto.

Si sentì strattonare un braccio e trascinare verso gli altri.

- Adesso stai un pò con noi vero? -disse Georg stranamente sobrio coinvolgendola in quella strana danza.

- Tu non sei normale. Vado a bere qualcosa.

- Tutto risolto -disse Victoria tornando in piscina- mia madre ha detto che ce la fa da sola e quindi possiamo stare qui. Ti ricordi come si balla "Bomba"?

- Si,perchè?

- Perchè dopo c'è questa canzone.

- Non vorrai davvero che la balliamo?

- Certo -disse trascinandola nella "pista da ballo".

Dopo aver avvertito i ragazzi del ballo,si scatenarono finché la madre di Victoria li avvisò che era pronto. Elisabeth si attardò perchè decise di sistemare un pò la tavola dove c'erano i resti degli stuzzichini sparsi dappertutto. All'improvviso sentì qualcuno dietro di lei stringerle la vita.
- Credo che dovremmo parlare riguardo quello che è successo prima -disse la mora.

- Lo credo anch'io -disse un ragazzo baciandole il collo.

- Ma sei scemo? -disse lei girandosi di colpo avendo riconosciuto la voce e sciogliendo quel legame che il ragazzo aveva creato.

- Perchè? Che ho fatto di male? -disse tentando di riavvicinarsi a lei.

- E lo chiedi pure? Non dovevi nè toccarmi nè baciarmi il collo.

- E perchè? Non dirmi che non ti è piaciuto.

- Sei davvero un ignorante. Non sprecherò il mio tempo qui con te.

Fece per andarsene,ma Tom la bloccò di nuovo.

- Allora oltre a essere scemo e ignorante sei anche sordo. Ho detto che non devi toccarmi!

- Perchè io no e Bill sì?

La mora non spiccicò una parola.
- Allora? Perchè? -insistette lui incrociando le braccia al petto.

- Con Bill ho un rapporto diverso. Lui è un vero amico e non farebbe mai una cosa per avere un tornaconto,al contrario di te. Di lui mi fido sul serio e poi non ha mai fatto niente che non faccia un amico.

- Prima di dirti una cosa dimmi cosa vuol dire quello che hai detto?

- Non fare finta di non avere capito perchè non sei tanto stupido,almeno credo. Perchè sei venuto qui,mi hai abbracciata e baciata?e non inventarti balle.

- Beh,ora è vietato essere amichevoli? -disse ironico.

- Bugiardo! Ti ho detto che non sarò una delle tante. Scordatelo. Ora che dovevi dirmi. Muoviti che ho da fare.

- Nessuna ragazza può resistermi. Tu non sei diversa dalle altre.

- Te l'ho già detto: io sono Elisabeth Johnson non tutte le altre. Comunque ora vado di là. Se vuoi venire mi faresti un favore. Almeno potrei stare tranquilla che non combini danno.

Sul volto del ragazzo comparve un sorrisino malizioso. Lei non se ne rendeva conto ma gli stava rendendo le cose molto eccitanti. Non sapeva com'era testardo e che non si sarebbe arreso di fronte a niente finchè non avrebbe ottenuto quello che voleva. Si sedettero e cominciarono a mangiare. I ragazzi cominciarono a parlare di alcune piccole gaffs che avevano combinato durante i tour e nella vita privata e questo scatenò le risate di tutti,ma in particolare delle ragazze che si tenevano addirittura la pancia per le troppe risate.

- Victoria,Elisabeth,potete venire qui per favore? -chiese la madre della bionda.

. Che succede? -chiese la figlia.

- Sto andando dalla zia perchè ho avuto un impegno e mi ha chiesto se posso tenerle il bambino per questa notte. Quindi resterò fuori. State attente e chiudete tutto quando avete finito ok? Ciao.

Le ragazze l'accompagnarono fin davanti la porta e poi tornarono dai ragazzi. Dissero loro che avevano la casa libera quindi potevano prolungare la festa,cosa che rese i ragazzi molto felici. Appena finirono di mangiare,tutti andarono a fare il bagno tranne Elisabeth,che aveva preferito sistemare la tavola,e Tom,che si fumava una delle sue amate Camel. Notandolo seduto sulla sedia,appena finì di ordinare gli si avvicinò.
- Tom,mi dispiace per prima. Forse ho esagerato -disse la mora.

Il ragazzo la osservò in viso: era strana e non sapeva il perchè.
- Scusa per cosa? -chiese lui.

- Forse non dovevo dirti tutte quelle cose prima,ma mi da ancora un pò di fastidio che qualcuno mi prenda alle spalle. Facciamo finta che non sia successo niente ok?

Il rasta si limitò ad annuire. La mora si alzò,si spogliò e chiese al chitarrista se voleva farsi un bagno. Ma subito dopo si vide sollevare in alto e sotto di lei apparire una chioma meschata di biondo. La risata del giovane le risuonò nel cervello.
- Bill mettimi subito o stavolta ti uccido sul serio.

- Mi devo vendicare per oggi pomeriggio.

La portò di fronte alla piscina e si gettò con la ragazza tra le braccia. Appena riemersero,la ragazza cominciò a sferrargli colpi alla cieca. Il vocalist le afferrò i polsi,le incrociò le braccia sul ventre in modo da portare i polsi dietro la schiena dove glieli tenne bloccati. Poi la strinse a sè.
- Adesso non puoi più fare niente -disse sorridendole vicino il suo orecchio destro.

La ragazza arricciò le labbra in un broncio infantile. Bill notando questo la strinse più forte a sè.
- Victoria se la prendo come mia prigioniera che succede?

- Niente,almeno mi libereresti di lei -rispose ridendo.

- Ah sì. Bene,allora vado a stare da lui almeno ti lascio in pace -disse lei con una aria seria facendole credere di essere arrabbiata,ma in realtà stava fingendo.

- Ehi stavo scherzando. Non ti lascio  mica andare via. Non starei tranquilla sapendoti con loro.

-Cosa vuoi dire eh? -chiese Bill.

- Che la mia amica non la lascio andare a vivere con nessun altro...a meno che non sia il suo fidanzato.

- Victoria! -esclamò la mora

- E' la verità. Ti lascerò andare a vivere con un ragazzo solo a delle condizioni: che sia il tuo fidanzato,che ti ami sul serio,che ti renda felice e non ti faccia del male. Altrimenti dovranno passare sul mio cadere.

- Grazie sei davvero un'amica.

Bill sentì la ragazza cercare le sue mani. Allora intrecciò le sue dita con quelle della mora. Ma qualcuno sembrò non gradire affatto quella cosa;infatti spense la sigaretta nel posacenere vicino a lui e si tuffò in piscina. I due si staccarono controvoglia;era la seconda volta quel giorno. Lei si diresse verso l'amica,l'abbracciò per ringraziarla delle parole dette prima,poi si congedò dicendo che doveva fare una telefonata. Infatti afferrò il cellulare e chiamò Jennifer. Passarono oltre un quarto d'ora al telefono. Infatti le raccontò velocemente tutto quello che era successo perchè voleva sapere cosa ne pensasse del comportamento del ragazzo che così la stava uccidendo perchè non capisse quanto lei l'amasse. Secondo Jennifer il vocalist o stava iniziando a provare qualcosa per lei o voleva farle sentire che le era vicino. Nonostante le opinioni dell'amica,Elisabeth era più confusa di prima. Rimase lì da sola a riflettere. Adesso non sapeva più come evitare di abbracciarlo. Per lei era stato già abbastanza difficile nascondergli i suoi sentimenti e ora,dopo quel bacio che stavano per darsi e quell'abbraccio in piscina,le era difficile persino stargli accanto. Non riusciva a dirgli ciò che provava o meglio,non poteva. Infatti lei non si sentiva alla sua altezza,non era nessuno;era solo una semplice ex liceale che inseguiva un sogno impossibile. Questi pensieri le fecero nascere una lacrime che le rigò il viso. Nel frattempo non vedendola tornare dopo oltre venti minuti,uscì dall'acqua e la raggiunse. Senza dire niente le cinse dolcemente la sua vita e unì il suo corpo a quello della mora tanto da farlo sembrare uno solo. Lei cercò di asciugarsi bene la guancia senza farsi notare.
Continua
 
 
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Ecco qui il 5° capitolo... il piscina party... Che bella gionata eh? ;)
Cosa ne pensate? Spero vi sia piaciuto... Il prossimo capitolo arriverà venerì :)
Ora vorrei ringraziare le mie due commentatrici:
- Splash_BK: Ehi Giuly,sono felice che ti sia piaciuto anche il capitolo precedente... Si,quella scena era davvero forte xD Già,ormai sa tutto e vedrai cosa succedere in seguito ora che la verità sta venendo a galla... Tom e Vic, Bill e Lizie...mmm vedremo xD Intanto goditi questo capitolo e spero che ti piaccia... :) A venerdì. Un bacio...
- Claudia9: Ciao Claudia,grazie di aver commentato anche il 4° capitolo. Sono contenta che ti piaccia. Cosa ne pensi di questo? :) Comunque,ho provato ad aggiungerti su FB ma non mi fa aggiungere. Casomai,provaci tu,io sono Nataly Tly...oppure mandami un'email al
nataluzza91@hotmail.it almeno mi salvo il tuo indirizzo e posso rimandarti l'email che ho provato ad inviarti la settimana scorsa. Sai,ho cominciato a salvare la tua FF,ed appena posso la leggerò :) Grazie dei commenti e spero ci sentiremo presto via email. Bacio
Ringrazio chi legge e commenta e chi legge semplicemente,anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione...quindi,se volete,lasciate un commento..grazie :) Un grande saluto...
Nat

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Capitolo 6
*** 6. Il bacio e l'after party ***


6. Il bacio e l'after party

- Tom,questa volta ti ammazzo.

- Che c'entra lui?

- Bill? Credevo fosse...

- Tom. Vi state frequentando? -chiese sciogliendo quell'abbraccio.

- Con tuo fratello? Mai! E' che prima abbiamo discusso,lui mi ha abbracciato e questo mi ha fatto incavolare di più.

- Allora non c'è niente tra voi?

- No assolutamente no.

- Piccola cos'hai? -chiese notando gli occhi rossi- Hai pianto? Non te la sei presa perchè per un secondo ho avuto dei dubbi?

- No,stai tranquillo,non ho pianto.

- Ehi,non riesci a mentirmi -disse mettendole le mani sui fianchi e avvicinandola a sè- che succede?

- Niente tranquillo. Sono stata al telefono con Jennifer abbiamo parlato di alcune vecchie cose. E' solo un pò di nostalgia.

- Sicura? -chiese accarezzandole il viso.

Lei gli bloccò la mano sulla guancia. Voleva tanto che il tempo si bloccasse lì e senza che se ne rendesse conto un'altra lacrima le scappò via. Bill sentì di nuovo quella strana sensazione,ma ora era più forte. Non poteva vedere piangere la mora,gli si stringeva il cuore. Con l'altra mano abbandonò il suo fianco e salì fino a raggiungere la guancia rigata da quella lacrima solitaria e gliela tolse col pollice. Il cuore cominciò a battergli all'impazzata e aveva paura che la mora potesse sentire la sua agitazione. Chiuse lentamente gli occhi e si avvicinò piano al volto della ragazza. Quando il vocalist unì le labbra alle sue fu percorsa da un brivido in tutto il corpo. Bill la stava baciando. Quello doveva per forza essere un sogno perchè non poteva essere vero che lui avesse unito le proprie labbra alle sue. Eppure era la realtà la stava baciando. Lei abbandonò le mani del ragazzo,che le sfioravano il volto, e si intrecciarono dietro al suo collo. Strinse leggermente più forte quando lo sentì approfondire quel bacio. Sentì la sua pallina di ferro accarezzarle il labbro inferiore. Iniziò a dischiudere le labbra quando il cellulare del vocalist suonò. Maledisse di non averlo spento perchè non voleva che quell'idillio creatosi con la mora venisse interrotto così. Si allontanò piano da lei,che gli sorrise dolcemente, e prese il suo telefono. Era una chiamata anonima. Lei rimase a guardarlo mentre si avvicina alla ringhiera per rispondere. Ancora non credeva a quello che era appena successo: l'aveva baciata ed era stato dolcissimo. Non era stato come lei aveva sognato ma molto meglio. Così dolce e tenero,che assaporava lentamente ogni istante di quel bacio. Ed era proprio a causa del suo carattere zuccherino che lei aveva letteralmente perso la testa per lui. Ma ora era molto più confusa di prima e nella sua testa nacquero due domande che cominciarono a torturarla: Cosa vuol dire questo? Cosa sono per te?

- Siete qui -disse Victoria che era andata a cercarli.

- Pronto -disse Bill rispondendo al cellulare.

- Ciao Luke sono io -disse una voce maschile.

- No mi dispiace ma ha sbagliato numero.

Chiuse il cellulare e lo rimise della tasca del costume. Odiava quel maledetto affare,aveva infranto quell'istante magico che lui aspettava già da un pò. Anche se non la conosceva da molto,le era subito piaciuta,forse per la sua generosità,la sua simpatia e allegria o forse per la sua semplicità. Già,perchè era una qualità che non era molto facile da trovare nelle ragazze o almeno lui non l'aveva trovata in nessuna fanciulla che avesse conosciuto. C'erano delle cose di lei,dei suoi atteggiamenti che lo facevano impazzire. Si era attaccato a lei,le voleva molto bene e per questo non la poteva vedere nè triste nè piangere. Quando prima le aveva visto quella lacrima non sapeva cosa era successo dentro di lui,si era sentito come una forte fitta al cuore ma così forte da fargli quasi male. Non riusciva neanchè a capire il suo stesso comportamento,il perchè l'avesse baciata. Ma nonostante tutto non se ne pentiva assolutamente. Aveva sentito dentro di lui una strana sensazione,un enorme bisogno di baciarla,stringerla e di sentirla solo e unicamente "sua" per qualche minuto. Cosa voleva dire questo? Non riusciva a capirlo neanche lui. Sapeva che sarebbe stato difficile trovare una risposta a quella domanda ma lui avrebbe lottato per capire,per trovare una risposta a quella domanda che cominciò a ripetersi più volte nel suo cervello come un forte eco.

- Bill muoviti -urlò Georg.

Ritornarono in piscina. Lì Elisabeth vide gli altri ballare come pazzi. Erano leggermente ubriachi e non si rendevano conto di quanto fossero ridicoli. Trascinarono anche la bionda in una danza sfrenata e molto strana. Notò anche come Tom scrutasse l'amica da almeno un'ora. Che stronzo! Non era riuscito a ottenere lei e ora voleva provarci con l'amica. Le dava fastidio non perchè fosse gelosa,questo era da escludere a priori dato che lei non avrebbe mai provato niente per uno che non sa neanche cosa vuol dire amare,ma perchè detestava l'idea che potesse farla soffrire. Se le avesse fatto del male non avrebbe esitato a ucciderlo,anche se questo volve dire privare i Tokio Hotel di un componente. Ballarono tutti fino a notte fonda. Alle tre del mattino regnava un gran silenzio. Georg era crollato su uno sdraio così come Gustav. Victoria si addormentò tra le braccia di Tom,in quanto stavano parlando crollarono aiutati un pò dall'alcool. Bill invece si addormentò su un materassino gonfiabile. Solo Elisabeth non riuscì ad addormentarsi e neanche una camomilla riuscì a conciliarle il sonno troppa era l'agitazione,la confusione che aveva dentro. Allora decise di passare il tempo pulendo e sistemando tutto. Cominciò a raccogliere piatti,bicchieri,bottiglie,resti di cibo. Spazzò a terra e lavò tutto quanto. Alla fine si buttò stanchissima su una poltrona. Cercò di dormire ma non ci riuscì, allora decide di riposarsi stando immobile con gli occhi chiusi. Rivedeva sempre quel momento magico che aveva trascorso poche ore prima con Bill,ma le tornarono in mente anche quelle domande che l'avevano torturata dopo il bacio. Non riusciva proprio a trovare delle risposte e questo la fece agitare ancor di più. Si girò e rigirò varie volte. Quando riaprì gli occhi vide la figura del vocalist disteso sul materassino. Come poteva essere così terribilmente tenero e sexy allo stesso momento? Rimase a guardarlo per un'altra mezz'oretta quando sentì il rumore di un auto che si fermava. Corse a vedere: era la madre di Victoria. La fece entrare e le disse che si erano addormentati tutti. Dopo aver chiesto alla mora come fosse andata la festa,la donna andò a riposarsi un pò dato che il nipote non l'aveva fatta dormire. Anche Elisabeth ritornò sulla poltrona che aveva occupato fino a poco tempo prima. Riuscì finalmente a trovare la posizione giusta e di conseguenza anche un pò di ristoro. Un rumore la fece svegliare.

- Scusa non volevo svegliarti. Stavo prendendo da bere -disse Gustav che si era appena svegliato.

- Tranquillo tanto non ho dormito quasi per niente.

- Mi dispiace. E' stato a causa nostra? Tom o Georg hanno russato troppo forte?

- Non è colpa loro. Non sono riuscita a dormire e non so perchè. Ho riposato un'ora e mezza,tu invece hai dormito bene?

- Come un pascià anche se dovevamo essere a casa nostra. Non volevamo passare la notte qua. Almeno,non avevamo questa intenzione.

- Tranquillo mi ha fatto piacere e poi c'è qualcuno che ne è rimasto felice -disse indicando con la testa l'amica.

- Spero che non ne uscirà molto scottata.

- Me lo auguro anch'io. Facciamo colazione?

- Ok, Il mio pancione comincia a brontolare per la fame.

Si alzò,prese del pane e un barattolo di Nutella e li posizionò davanti al batterista che si sfregò le mani e si leccò il labbro superiore.
- Pancione mio fatti castello. Grazie Eli.

Si sedette vicino a lui e mangiò un pezzo di pane. Poi cominciarono a chiacchierare della festa in piscina.
- Spero che organizzerai altre feste così perchè questa è stata da urlo. Mi sono divertito tantissimo.

- Ma certo che ne organizzerà altre oppure le organizzeremo noi al posto tuo ma sempre qui –disse Bill che si era appena alzato.

- Non accetto nessuna minaccia. Comunque buon giorno.

- Non potrei mai minacciare un angelo.

- Un angelo che diventerà diavolo se la farete incavolare.

Tutti e tre scoppiarono a ridere.
- Piano o svegliamo la madre di Victoria -disse la mora- Vuoi pane e nutella anche tu?

- Nutella? Certo.

La mora diede al moro del pane e il barattolo della crema che lui tanto adorava. Il giovane la ringraziò.
- Bill mi togli una curiosità? -chiese Gustav.

- Sì,certo,dimmi pure.

- E' successo qualcosa ieri sera? Perchè ti ho visto strano,sembravi quasi...arrabbiato.

La mora diventò rossa ma si nascose dietro il suo bicchiere di the. Bill cercò qualche cosa per giustificare il suo comportamento.
- Non ero arrabbiato ma pensieroso. Ieri mi è arrivata una chiamata anonima di un certo Luke. Ma quello che mi è sembrato più strano è proprio l'anonimo. Che senso ha chiamare una persona che si conosce con l'anonimo? Sembrava quasi che sia stato fatto apposta.

- Beh in effetti è strano. Ma perchè pensi che questo Luke l'abbia fatto apposta?

- Non lo so ma ho questa sensazione.

- Scusate se mi intrometto -disse la ragazza- ma non può essere che quel ragazzo ha chiamato con l'anonimo perchè stava usando un cellulare che non era suo?

- In effetti Eli ha ragione,Bill.

- Può darsi ma non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione.

- Voi ragazzi,sempre a cercare il pelo nell'uovo. Volete sempre trovare una spiegazione anche per le cose più stupidi. Mah -disse la mora mentre finiva di mangiare l'ultimo pezzo di pane.

- Scusami Gus ho da fare.

Bill si alzò dalla sedia e fece finta di incamminarsi verso il bagno.
- Che intendi dire con quelle parole? -chiese il batterista.

- Quello che ho detto; perchè non è...

La mora si fermò non appena sentì qualcuno spostarle indietro la sedia e prenderla in braccio.
- Ehi. Sei impazzito?! Mettimi giù.

- Se urli sveglierai gli altri,quindi è meglio se stai zitta.

- Ma che diavolo vuoi fare?

- Voglio rinfrescarti il cervellino almeno non dici più certe stupidaggini.

- Però non farla annegare. Io vado in bagno -disse Gustav prima di sparire.

Nel frattempo Bill la portò fuori.
- Mettimi giù ti ho detto. Non voglio farmi un bagno ora.

- E io ti ho detto di non urlare. Poi entro anch'io con te.

- Ecco ora sono proprio tranquilla -disse ironica.

La portò fin sul bordo della piscina,si sedette ed entrò in acqua con lei in braccio.
- Contento? Ora mi metti giù per favore -disse con un'aria offesa.

Dopo essere stata lasciata,lei si allontanò dal moro andandosi ad appoggiare al bordo. Bill la seguì.
- Che hai? Forse ho capito: ho rovinato tutto,non avrei dovuto farlo almeno non avrei rovinato la nostra amicizia. Perdonami.

- Che stupido che sei! Non hai rovinato niente con questo bagno. E' che non ho dormito e questo mi rende molto nervosa perchè ogni volta che non dormo non sono in perfetta forma.

- Mi riferivo al bacio.

- Ah -disse diventando subito rossa- allora sei un doppio stupido perchè quello che è...

- Già in acqua di prima mattina -interruppe Tom appena alzatosi insieme a Victoria.

- Giorno Tomi,Victoria.

- Buon giorno a tutti e due -disse la mora- Comunque è colpa di tuo fratello che stuzzica sempre.

- Ehi ragazzi -disse Gustav che li aveva appena raggiunti- che ne dite se svegliamo l'Hobbit con un bel pò d'acqua?

I gemelli annuirono. Dopo essersi muniti di secchi e averli riempiti,i tre andarono verso il bassista che dormiva beato e gli lanciarono l'acqua addosso. Il ragazzo si svegliò di colpa e vide i suoi amici davanti a lui che stavano morendo dalle risate.
- Ma siete diventati pazzi?

- Eh dai! Quante storie per uno scherzo -disse Tom tra le risate.

Dopo essersi sistemati ed aver preso tutte le loro cose,i ragazzi si preparano per andare a casa. Ringraziarono le ragazze per la splendida festa e le salutarono con dei baci sulla guancia. Quando Tom salutò Victoria si avvicinò al suo orecchio.
- Ci sentiamo piccola,dobbiamo uscire una di queste sere.

- Victoria posso dirti una cosa? -chiese Elisabeth.

Le sussurrò qualcosa all'orecchio e poi tornarono dai ragazzi e chiesero loro se mercoledì sera,dopo la visita della mora dal dottore,volessero venire per vedere un film. I quattro accettarono,si misero d'accordo sull'orario e poi andarono via. Le ragazze rientrarono in casa e cominciarono a parlare della serata passata con i Tokio Hotel. Victoria raccontò all'amica delle attenzioni e delle coccole che le aveva fatto il rasta. Elisabeth la mise in guardia sul ragazzo ricordandole che lui era il tipo da una notte e via,ma la bionda era irremovibile ed era convinta che Tom poteva cambiare.  Quella sera mentre stavano sistemando la tavola,la mora pensò alle parole di Bill riguardo il loro bacio: aveva avuto paura che quel gesto avesse potuto rovinare la loro amicizia. Se non fossero arrivati Tom e Victoria forse sarebbe riuscita a rivelare al vocalist i suoi sentimenti. All'improvviso a Elisabeth cominciò a girare la testa.

- Eli stai bene? -chiese l'amica.

- Sì,mi gira solo un pò la testa.
Detto questo si appoggiò al tavolo perchè si sentì mancare leggermente.

- Oddio Eli! -esclamò Victoria afferrando il braccio dell'amica e attirando l'attenzione dei genitori che si avvicinarono alla mora.

- Stai tranquilla. Mi gira un pò la testa perchè non ho dormito questa notte.

- No tu scotti amica mia.

- Victoria ha ragione. Sei molto calda. Hai la febbre -disse la madre- vieni ti accompagno nella tua stanza così ti provi il  termometro.

- Ma...

- Niente ma. Andiamo.

La donna mise un braccio intorno alla vita della ragazza che barcollava un pò e l'accompagnò nella sua stanza. Lì si provò il termometro: aveva 38.2° di febbre.
- Adesso tu ti sdrai e ti rilassi. Ti porto io la cena.

- Nicole,avrò pure la febbre,ma posso anche scendere per mangiare.

- Senti,sei come una figlia e come tale mi devo prendere cura di te; quindi niente storie.

Elisabeth si infilò sotto le coperte ma non mangiò niente in quanto si addormentò quasi subito. Più tardi Victoria andò a misurarle la febbre. Mentre era lì il cellulare dell'amica vibrò. Per evitare che si svegliasse rispose lei: era Bill che voleva parlare e augurare buona notte alla mora. Victoria gli disse che stava già dormendo perchè non stava molto bene. Allora il ragazzo le chiese cosa avesse. La bionda gli raccontò della febbre e anche di ciò che era accaduto in cucina. Dopo un pò terminò la chiamata spense il cellulare e uscì dalla stanza dell'amica lasciandola dormire in pace.
Continua
 
 
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Buon giorno :)
Ecco qui il 6° capitolo... il primo bacio tra Bill e Lizie...interrotti da Victoria e dal cellulare di Bill.
Allora,Cosa ne pensate? Questo è uno dei capitoli che adoro :) Il prossimo capitolo non so quando arriverà perchè domenica parto e torno il 14 settembre... Cercherò di postare il 15 settembre e spero che nel frattempo,non mi abbandoniate...
Ora vorrei ringraziare le mie due commentatrici che mi seguono fin dall'inizio:
- Claudia9: Ehi Claudia ok...non la leggerò..aspetto che me lo dirai tu ok? :) Comunque,grazie davvero di aver commentato il capitolo precedente e sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia così tanto...eh sì..Tom è un ragazzaccio no? Quindi deve farsi valere... Cosa ne pensi di questo capitolo? Ti è piaciuto? Comunque,ho visto la tua richiesta di amicizia,appena posso,l'accetto. Se nel frattempo vuoi scrivermi,puoi mandare un'email all'indirizzo che ti ho scritto nel capitolo precedente. Comunque,ci sentiamo presto... Bacio :)
- Splash_BK: Ciao Giuly,grazie di aver commentato anche l'ultimo capitolo. Sono felice che ti sia piaciuto un sacco... Ma questo capitolo,con il dolce bacio tra Bill e Lizie,ti è piaciuto? :) E Tom...che peperino che è xD  Eh si,è proprio na gran bella coincidenza che la madre se ne sia andata...e naturalmente quando il gatto non c'è...i topi ballano xD quindi si sono dati alla pazza gioia... Cosa ne pensi di questo capitolo? Comunque,ci sentiamo presto... Bacio :)
Ringrazio chi legge e commenta e chi legge semplicemente,anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione...quindi,se volete,lasciate un commento..grazie :) Mi farebbe piacere. Un bacio. A presto...
Nat

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Capitolo 7
*** 7. Gelosia o invidia? ***


7. Gelosia o invidia?

- Ehi fratellino dove vai? -chiese Tom che appena uscito dalla sua stanza,lo aveva visto pronto e sistemato.

- Buon giorno Tomi. Sto andando a casa di Victoria a trovare Lizie perchè sta male.

- E cosa ha?

- La febbre ma sembra che ieri abbia quasi avuto un mancamento.

- Mi dispiace. Se aspetti vengo con te.

- Non ti preoccupare mi dà un passaggio mamma dato che passa da quelle parti. Ora mi aspetta in macchina. Ci vediamo dopo.

Dopo queste parole uscì di casa e salì in macchina. Sfrecciarono veloci fino alla casa della bionda. Quando arrivò lì, Victoria lo fece entrare e lo accompagnò nella stanza di Elisabeth che stava ancora dormendo. Entrambi rimasero lì per molto tempo. Verso le 10 la mora si svegliò.
- Ehi buon giorno dormigliona -disse Bill passandole una mano tra i capelli.

- Buon giorno, ma che ci fai qui? e Victoria?

- Ho saputo che ti sei sentita male ieri e ho pensato di venirti a trovare ora visto che di pomeriggio io e i ragazzi abbiamo un'intervista. Comunque Victoria è andata a prepararti qualcosa.

- Grazie per essere passato ma non dovevi disturbarti.

- Ma che disturbo. Sono venuto di mia spontanea volontà; volevo venire già ieri sera ma sarebbe sembrato troppo strano quindi sono venuto questa mattina. Sei ancora un pò calda -disse baciandole la fronte.

Quando si staccò da lei,i suoi occhi castani cercarono quelli azzurri della ragazza. Erano così belli,semplici ma pieni di gioia e di tristezza,di una tristezza di cui ignorava la causa. Sarebbe rimasto ore a fissare quelle due iridi azzurrine.
- Eccomi -disse la bionda entrata nella stanza con un vassoio- Come stai? Ora provi il termometro.

- Sto bene,di sicuro meglio di ieri.

Si provò il termometro; indicava 37.6°.
- E' scesa un pò -disse la mora- Ora devo cambiare per l'ultima volta la fasciatura.

- Non azzardarti a scendere da quel letto. Ci pensiamo io e Victoria a cambiarti la fascia.

Li ringraziò entrambi prima che cominciarono a toglierle la vecchia fascia dal polso per poi avvolgerlo con una nuova. Quando finirono,rimasero tutti e tre a parlare mentre Elisabeth cercava di mangiare qualcosa. Dopo un'oretta Bill si scusò con le ragazze e se ne andò. Arrivato a casa il gemello gli chiese come stava la mora; il vocalist parlò un pò di lei col fratello prima di correre a sistemarsi per l'intervista,la penultima prima delle vacanze in un bellissimo luogo dove potevano stare tranquilli perchè non li conoscevano. Infatti poco dopo arrivò il loro manager con gli altri ragazzi e la guardia del corpo. Dopo l'intervista ebbero il servizio fotografico. Quando finì il suo turno,il vocalist andò a bere qualcosa e controllò il cellulare: c'era un sms di Lizie "Ciao Bill volevo solo ringraziarti per oggi,per esserti preoccupato e per essere passato a trovarmi. Volevo anche dirti una cosa che ieri non ho potuto confessarti: il bacio che c'è stato tra noi non avrebbe mai rovinato la nostra amicizia. Stai tranquillo. Lo volevo io così come lo volevi tu. Tvttb P.S. Ci vediamo domani alle 18 per andare dal dottore e grazie per esserti proposto di accompagnarmi". Dopo aver letto quel messaggio i timori e le paure di aver mandato tutto a puttane svanirono nel nulla,ma c'era ancora una domanda che lo torturava da allora: Cosa voleva dire quello che era successo?
- Bill puoi venire un secondo? -chiese il manager.

- Arrivo.

Il ragazzo lasciò il cellulare aperto sul tavolino. Il gemello vi si avvicinò perchè voleva sapere cosa aveva causato la felicità del fratello e lesse l'sms.
'BACIO??? Si sono baciati nonostante la chiamata. Non doveva accadere' -pensò Tom,
Era stato preso da una sorta di gelosia. Anche se lui l'aveva solo abbracciata e baciata nel collo,considerava Elisabeth una sua "proprietà" e nessuno doveva mettere le mani sulle sue cose nemmeno suo fratello. Neanche lui riusciva a spiegarsi il motivo di quella forte attrazione per la mora,non era bellissima,ma sapeva che dopo una notte di passione sarebbe passato tutto. Una volta,solo una volta per liberarsi di tutto ciò e poi l'avrebbe pure lasciata pure a suo fratello,d'altronde lui doveva "testare" le ragazze prima di lasciarle al gemello per assicurarsi che fossero ok. Suo fratello...il rasta aveva capito che lui provava qualcosa per lei ma non gliene aveva ancora parlato e forse era stato meglio che non lo avesse fatto almeno non poteva rinfacciargli niente se ci provava con lei e ci andava a letto. Non voleva fare soffrire il fratello perchè era la persona che più amava al mondo, ma "doveva togliersi il dente,solo così il dolore sarebbe sparito". Lui era Tom Kaulitz e non avrebbe faticato a portarsela a letto. Nessuna finora era mai riuscita a resistergli e non ci sarebbe riuscita neanche lei. Prese il suo cellulare e si salvò il numero della mora. Poi posò il telefono del fratello così come l'aveva trovato. Mentre tornava dagli altri ricevette un messaggio di Victoria in cui gli chiedeva se voleva uscire con lei l'indomani sera invece di stare con gli altri a guardare un film. Il ragazzo sorrise malizioso e accettò l'invito della bionda. Dopo il servizio fotografico i ragazzi e il manager andarono a mangiare in un bel ristorante in un paesino lì vicino. Tutti tornarono nelle proprie case molto tardi. Giunti a casa loro i gemelli si diressero verso le loro stanze. Bill si buttò sul suo letto che cigolò appena sotto il suo peso e si addormentò poco dopo.
Continua
 
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Buon giorno :)
Eccomi qui!!! Sono tornata dalle vancaze e posto il 7° capitolo...certo,è un capitolo corto ma soddisferò la vostra curiosità venerdì... Intanto Tom sembra mostrare uno strano atteggiamento nei confronti del fratello...
Allora,Cosa ne pensate? So che è piccolo e mi scuso ancora... Cercherò di postare regolarmente ogni 2giorni...
Ora vorrei ringraziare le mie due commentatrici che mi seguono fin dall'inizio:
- Claudia9: Ehi Cla...grazie di aver commentato. Mi fa piacere che la mia FF ti piaccia così tanto e mi lusingano i tuoi complimenti. Quel bacio era dolcissimo :) Da far sognare :) E adesso cosa penso di questo capitolo? Passando a noi...beh,un pò tutte le storie si somigliano ma alla fine ciò che conta è il modo in cui tratti e sviluppi il tema che hai scelto. Io credo questo... Quindi,se davvero vorresti ripubblicarla,ti consiglio di revisionarla e cercare di vederla dalla tua prospettiva attuale,non so se capisci... Adesso sei più grande rispetto a 3anni fa e certi sentimenti e sensazioni riuscirai ad esprimerli meglio di allora. Cosa ne pensi? :) Comunque,grazie ancora,un bacio. A venerdì...
- Splash_BK: Ciao Giuly...grazie di aver commentato. Già.Bill e Lizie sono davvero teneri insieme e Tom...Tom è proprio un mascalzone a volte...non trovi? xD Gustav e Georg invece sono davvero comici delle volte e mi diverto a trascrivere loro scene divertenti :p Allora,cosa ne pensi di questo capitoletto? Bacioni :) A venerdì...
Voglio ringraziare anche una mia nuova lettrice che ho avuto modo di conoscere un pochino ed è davvero simpatica:
- 11_O4_2O1O :Ciao Melania...mi fa piacere che tu abbia letto la mia FF e sono contenta che ti piaccia :) Spero che ti piacciano le idee che ho in mente... :) Comunque,Lizie è brava a nascondere ciò che sente qundo crede che queste sensazioni siano sbaglaite...mentre Tom..beh lui è sempre il solito pestifero xD Sono davvero felice che tu legga e commenta...cosa ne pensi di questo capitolo? Comunque,ma la tua FF è finita? Non continui più? Un bacione... A venerdì :)
Ringrazio chi legge e commenta e chi legge semplicemente,anche se mi piacerebbe sapere una vostra opinione...quindi,se volete,lasciate un commento..grazie :) Mi farebbe piacere... A venerdì
Nat

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Capitolo 8
*** 8. La favola inizia ***


8. La favola inizia
 
L'indomani mattina Elisabeth si svegliò presto e prima di tutti gli altri. Si sentiva piena di forze e si provò il termometro. La febbre le era passata. Si fece una doccia rilassante e scese in cucina a preparare la colazione.
Preparò frittelle,crepes con la nutella e delle buonissime spremute d'arancia.
- Ehi che stai facendo? -chiese la madre di Victoria.

- Preparo la colazione.

- Questo lo vedo,ma perchè se dovresti essere sopra a riposarti?

- Nicole sto bene. Mi sono provata il termometro e segnava 36.6°. Sono guarita e sono felice perchè oggi mi toglierò questa cosa maledetta -disse indicando la fasciatura.

- Ah dal dottore ti accompagno io. Tanto sono di strada,almeno evito che prendi un colpo d'aria e hai qualche ricaduta che sarebbe molto peggio.

- Ok però Bill voleva accompagnarmi dal dottore...

- E che problema c'è. Viene con noi.

- Però al ritorno possiamo tornare a piedi?

- Elisabeth...

- Nicole per favore. Lo sai come sono fatta: ho bisogno di camminare e sgranchirmi un pò le gambe,di uscire e prendere un pò d'aria. Per favore.

- E va bene però tornate subito a casa senza fermarvi da nessuna parte ok?

- Ok grazie.

- E comunque dovevate per forza venire a piedi dato che devo andare da mia sorella e restarci tutta la notte. Mi auguro che voi due e quei quattro scatenati non mi distruggerete la casa durante la mia assenza.

- Stai tranquilla.

Cominciarono a mangiare. Poco dopo furono raggiunti in cucina da Victoria e suo padre che era in ritardo per andare all'aeroporto per un viaggio di lavoro. Prese una frittella,salutò le sue tre donne di casa e uscì di corsa.
Le ragazze dopo la colazione cominciarono a sistemare i divani per la serata con i ragazzi e non appena Nicole andò a preparare una borsa con un ricambio da portare dalla sorella,Victoria raccontò alla mora che quella sera aveva un appuntamento con Tom e che quindi non sarebbero rimasti con lei e gli altri a guardare il film. La mora la avvertì ricordandogli che tipo di ragazzo era,ma l'entusiasmo era tale che non la ascoltò proprio.
Alle 17.50 Bill si presentò a casa delle ragazze e,dopo essere entrato,chiese ad Elisabeth come stava. Lei disse che era guarita e non aveva più febbre; allora il vocalist le chiese se era la verità o se era solo una scusa per non mandare all'aria la serata di cinema con loro. La mora lo tranquillizzò e gli disse che gli avrebbero accompagnati dal dottore la madre di Victoria perché lei non voleva che avesse una ricaduta. Salirono in macchina e sfrecciarono veloce dal dottore. Quando arrivarono i ragazzi scesero dalla macchina e,dopo che la donna li aveva ricordato di comportarsi bene,la salutarono. I due entrarono nell'ambulatorio e aspettarono nella sala d'attesa. Dopo un pò la mora prese il suo cellulare e cominciò a guardare nel registro chiamate.

- Bill per caso ieri,o meglio questa notte,hai cercato di chiamarmi con altro numero?

- No,ieri ho preferito non disturbarti e non ti ho neanche dato la buona notte. Perchè?

- Perchè stamattina ho trovato tre chiamate di un numero che non conosco. Vedi,magari tu lo conosci -disse porgendogli il suo cellulare.

- E'...è di mio fratello -disse con gli occhi sgranati.

- Di Tom? -chiese stupita- Glielo hai dato tu il mio numero?

- No,assolutamente no. Però deve esserselo preso dal mio cellulare.

- Ma che diavolo vorrà. Forse ho capito perchè se l'è preso.

- Perchè?

- Forse voleva parlare con Victoria per mettersi d'accordo su qualcosa per stasera dato che sono insieme.

- Non credo. Mi sembra che abbia già il suo numero da...domenica.

- Allora cosa vorrà?

- Signorina Johnson -disse un'infermiera- Si accomodi pure.

I due si alzarono ed entrarono nella stanza dove c'era il dottore. L'uomo la fece sedere e cominciò a toglierle la fasciatura e le chiese se aveva fatto e preso tutto quello che gli aveva detto e dato. Tolta la fascia,cominciò a muoverle il polso e poi le fece una lastra per controllare che fosse tutto apposto. Non appena il medico le disse che il polso era guarito completamente e che doveva fare degli esercizi di riabilitazione,la mora saltò tra le braccia di Bill che la strinse in un forte abbraccio per farle sentire che era felice per lei. Quando il dottore gli disse che tipo di esercizi doveva fare e come,i due salutarono e uscirono. Lungo il tragitto per il ritorno la ragazza non fece altro che saltellare avanti e indietro per la felicità.

- Dai Lizie,fermati o mi fai girare la testa -disse il vocalist prendendole una mano.

- Ok...ok -ma dopo mezzo secondo si posizionò di fronte a lui- Ti rendi conto che sono finalmente libera di fare tutto quello che voglio...persino di picchiarti.

- Sono felice per te,però sta attenta a non farti male -disse sorridendole- E poi non puoi picchiarmi.

- Sentiamo perchè.

- Semplicemente perchè sono Bill Kaulitz.

- E allora? Potresti anche essere Brad Pitt,tanto ti picchio lo stesso -disse mentre apriva la porta del cancello ed entrando in giardino.

- Ah sì.

- Certo,devo pur vendicarmi in qualche modo di tutti gli scherzetti che mi ha fatto.

- Vediamo se hai il coraggio di picchiarmi? -le chiese immergendosi in quelle iridi azzurrine che gli piacevano tanto.

- Elisabeth,finalmente siete arrivati. Che bello vederti senza la fascia -le disse abbracciandola- Ma entriamo che tra un pò arrivano anche gli altri.

Dopo di ché si avviarono verso la casa. Entrati dentro Elisabeth disse all'amica che il polso era guarito e che doveva fare esercizi di riabilitazione. Verso le 20:30 suonò il campanello. La bionda andò ad aprire e accolse i ragazzi dentro. Georg e Gustav avevano portato rispettivamente il cofanetto dei dvd e una vaschetta di gelato. Si sedettero sul divano insieme a Bill,scelsero il primo film e lo inserirono nel lettore. Mentre la bionda si risistemava il trucco e la mora preparava le tazze con il gelato,Tom si fermò accanto a lei e si sedette sul marmo della cucina.

- Ma prego,fa come se fossi a casa tua -disse ironica- Mi spieghi perchè ti sei preso il mio numero dal cellulare di tuo fratello?
- Me lo ha dato lui.

- Vuoi una padella in testa?

- Certo che sei cattiva -disse con una finta aria triste.

- Io non solo cattiva,voglio solo aiutare il tuo povero cervellino a rimettersi in funzione. Almeno quello deve funzionare.

- Ehi,che intendi dire? -disse scendendo dal marmo e mettendosi accanto a lei- in me funziona tutto ma in particolare la mia "arma micidiale". Vuoi provare?

- Tom fai proprio schifo. Questa sera esci con la mia amica e se ti azzardi a farle del male o la fai soffrire ti ammazzo con le mie mani.

- Vorrei che con le tue mani facessi altro -disse ridendo.

- Tom! Basta. Ricordati quello che ti ho detto se vuoi sopravvivere.

Si allontanò da lui,salutò l'amica e raggiunse gli altri con le tazze colme di gelato in mano. I due si avviarono verso l'ingresso,ma prima di uscire Tom guardò per l'ultima volta la mora che era seduta vicino a suo fratello e lo osservava minacciosa. Le mandò un bacio e lei si girò ancor più incavolata. A Tom stava proprio piacendo quel gioco,quella resistenza verbale che gli opponeva. I ragazzi guardarono due film,quando poi misero il terzo Georg e Gustav cominciarono a bere e verso mezzanotte e mezza crollarono sul divano. Bill ed Elisabeth li sistemarono meglio sul divano dove si erano addormentati. La mora sorrise appena pensando che avrebbe passato un'altra notte con loro in casa e poi si voltò verso il vocalist invitandolo a restare lì con i suoi amici. Lui accettò e avvertì la famiglia che avrebbe passato la notte fuori. Tornato in salotto,vide la moretta guardare intenta il film e rimase a fissarla. Le piaceva davvero tanto. La ragazza sentendosi osservata si girò e incrociò le iridi nocciola del vocalist che  la scrutavano.

- Che...che succede? -chiese parecchio imbarazzata.

Il ragazzo si spostò più vicino a lei senza smettere di guardare quelle pagliuzze azzurre che lo facevano impazzire. Elisabeth arrossì quando sentì una mano del ragazzo sulla sua. Il cuore le batteva all'impazzata ma non immaginava proprio che Bill era molto più nervoso di lei. Le strinse la mano e la tirò verso di sè costringendola a mettersi a cavalcioni sulle sue gambe mentre continuarono a guardarsi negli occhi. Le sistemò una ciocca di capelli che le era scappata dopo quel movimento improvviso e con l'altra mano l'avvicinò di più a sè. Si avvicinò piano al suo viso finchè non posò le sue labbra su quelle della mora. Ecco un altro bel sogno in cui lei camminava a fianco del ragazzo che tanto amava. Sentì la pallina di ferro del vocalist accarezzarle il labbro inferiore come per chiedere un permesso che probabilmente gli sarebbe stato negato. A quel contatto la sua spina dorsale fu percorsa da un forte brivido. Dischiuse piano le labbra accettando quel tacito invito. Diedero inizio a una dolce danza fatta di carezze e fughe;lentamente la danza si trasformò in una vera e propria guerra,infatti quel bacio assunse un tono sempre più passionale,carnale. La strinse sempre di più per evitare che questa volta qualcosa interrompesse quel magico momento. La mora ricambiò quell'abbraccio incrociando le sue mani dietro al collo del ragazzo. Non sapevano da quanto tempo si stessero baciando e il loro cervello non sembrò protestare per la prolungata assenza di ossigeno. Dopo un pò il loro respiro si fece sempre più affannoso. Si staccarono lentamente,si guardarono di nuovo negli occhi e poi lui poggiò la sua fronte su quella della mora.

- Scusa Lizie ma ho sentito il bisogno di farlo. Tu mi fai sentire molto strano.

- Bill io...

- So che non proverai mai quello che provo io,ma...ci tenevo a dirtelo.

Il vocalist sciolse quell'abbraccio,fece per alzarsi ma lei lo tenne bloccato sul divano e lo guardò negli occhi. Doveva  farcela,doveva dirgli finalmente che provava quello che provava lui. Non doveva sprecare quest'occasione,non poteva.

- No Bill,non andare via...Anche io mi sento strana quando sto con te. Ho paura che rivelandoti i miei sentimenti tu possa scappare via e quindi mi limiterò a dirti che per me tu sei molto importante e che nessuno mi ha mai fatto battere il cuore come me lo fai battere tu.

I due sorrisero prima di dare vita a un nuovo bacio passionale. Spensero la tv e continuarono a baciarsi sul divano.
Intanto in una stanza d'albergo,Tom aveva preso una sigaretta per fumarla quando sentì i capelli di Victoria solleticarle il petto;la bionda cominciò a disegnare con le dita dei cerchi nell'addome del ragazzo e poi gli disse che quello che era successo era stato fantastico e che lui era il migliore. Finita la sigaretta si rivestirono,uscirono dall'albergo e si avviarono in macchina verso casa della bionda. Arrivati lì sentirono un gran silenzio e quindi entrarono piano. Videro Georg e Gustav dormire su un divano e,quando il rasta si girò per cercare suo fratello,si trovò davanti una scena che gli fece ghiacciare il sangue: lui e la moretta dormivano sdraiati sul divano abbracciati teneramente. Cos'era successo tra quei due? Il fratello aveva un sorriso molto felice dipinto sul volto mentre la ragazza sembrava stringere forte la sua maglietta. Perchè ora? Perchè prima che potesse essere sua per una notte sola? Ma questo non scoraggiò il rasta che non si arrese di fronte a quell'intoppo appena creatosi. Si sedette sul divano vicino alla mora,si sistemò meglio e fu poi raggiunto dalla bionda che si sedette vicino a lui.
Continua
 
 
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Buon giorno :)
Ecco qui l'8° capitolo...un capitolo abbastanza importante perchè dà inizio ad una dolce storia d'amore tra Bill e Lizie...storia che a Tom sembra non andare giù...
Purtroppo ho fretta e non posso ringraziare e rispondere ai commenti. Lo farò domenica...
Alla prossima...Baci
Nat

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Capitolo 9
*** 9. Un bacio inaspettato e respinto ***


Salve :)
Eccomi qui.sono tornata. Vi chiedo immensamente scusa se sono sparita così senza avvertire ma mi era scaduto internet e non l'ho più rifatto perchè ho avuto dei problemi. Ora mi sono connessa con la mia scheda quindi mi connetterò una volta a settimana credo ma comunque cercherò di postare il prima possibile. Per farmi perdonare,oggi posterò tre capitoli insieme... Spero ne siate felici :)
Ora passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio Splash_BK per aver sempre commentato tutti i capitoli...
Per il capitolo 7: Quindi immaginavi ci fosse lui dietro quella telefonata eh? Purtroppo la "gelosia" delle volte dà alla testa. La rivalità tra i gemelli? Beh nel corso della storia (che,preannuncio,è abbastanza lunga) ci saranno vari episodi su questa loro rivalità...quindi dovrai aspettare un pò...
Per il capitolo 8: E sì,Bill e Lizie stanno insieme...sono così carini...e Tom..beh vedrai cosa combina. E Victoria è una brava ragazza...chissà che non lo cambierà ;) Grazie mille dei complimenti..un bacione :)
Grazie anche a Claudia9 che commenta sempre:
Non preoccuparti per il ritardo...e sono davvero felice che ti sia piaciuta quella frase...e se ce ne sono altre che ti piacciono o ti piaceranno beh,fammi sapere :) ti ringrazio tanto per i tuoi complimenti...anche se non mi ritengo tanto brava a scrivere...scrivo ciò che senot ma più avanti si noterà un cambiamento,una maturazione da parte mia...grazie di aver letto e spero che questi nuovi capitoli ti piacciano. Un bacione...
Ringrazio anche chi legge semplicemente...anche se mi piacerebbe sapere un vostro parere. A presto :)
Nat
 
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9. Un bacio inaspettato e respinto

Verso le 8 Elisabeth si svegliò e si vide davanti quell'angelo che dormiva e la stringeva tra le sue braccia. Non riusciva ancora a crederci,aveva passato un'intera nottata accanto al suo amore,abbracciato a lui. Cominciò a passargli una mano tra i capelli e dopo un pò si svegliò anche lui.
- Scusa,non volevo svegliarti. Sei così dolce quando dormi -gli disse dandogli un bacio sulla fronte.

Lui si avvicinò alle sue labbra per darle un bacio ma lei allontanò.
- Non possiamo,non qui. Ricordi? Ne abbiamo parlato ieri sera: deve essere una cosa solo nostra o rischio la morte -disse sorridendo.

Allora lui si alzò dal divano,la prese per mano e la portò in cucina dove iniziò a baciarla.
- Tu sei pazzo!

Bill le sorrise ma non rispose a quella battuta,si limitò a dirle buon giorno. Tornarono poi in salotto dove trovarono il rasta sveglio.
- Buon giorno fratellino,Elisabeth. Dove eravate finiti?

- Beh...noi...

- Siamo andati a bere qualcosa -disse Bill andando in aiuto della mora.

- Victoria dov'è? -chiese la ragazza.

- E' andata a sistemarsi. Non vi capisco proprio: voi ragazze volete sempre essere belle e perfette. Mah!

Come risposta il rasta ricevette uno scappellotto nella testa.
- Ehi! -esclamò il ragazzo mentre si sistemava il cappellino- E tu,che sei mio fratello,non mi difendi da una pazza isterica?

- Devo svegliare i ragazzi -disse Bill.

- E io devo ammazzare tuo fratello.

- Fratellino,ti avverto che quando dice così mena e di brutto,quindi è meglio che tagli la corda.

Tom con due salti uscì di casa e andò verso la piscina. La mora lo sorprese di spalle e gli afferrò un lembo della maglietta.
- Chi sarebbe la pazza isterica?

- Tu bella mia e lasciami.

Con uno strattone si liberò dalla presa della mora che cercò di riacciuffarlo,ma fu immobilizzata dal ragazzo.
- Ehi non vale. Lasciami o urlo.

Cominciò a divincolarsi ma mezzo secondo dopo sentì le labbra del rasta premere sulle sue. Che diavolo stava facendo?Era diventato pazzo per caso? Con una leggere pressione la costrinse a dischiudere le labbra e cercò di far passare la sua lingua fra i denti della mora,che reagì chiudendo in una morsa il labbro inferiore e la lingua del ragazzo.
- Ma sei impazzita? -urlò sentendo il sapore metallico del sangue

- No sei tu quello pazzo -disse pulendosi la bocca col dorso della mano- Cosa diavolo credevi? Che dopo esserti portato a letto la mia amica,ti saresti fatto anche me? Scordatelo,levatelo dalla testa brutto buzzurro ignorante. Non riuscirai mai ad avermi.

La ragazza gli diede le spalle ma dopo un passo il rasta la fermò.
- Lizie,chi sarebbe il buzzurro ignorante?

- Mi chiamo Elisabeth. Mi possono chiamare Lizie solo i miei genitori e comunque sei tu il buzzurro ignorante.

- Perchè mio fratello può chiamarti così?

- Perchè lui può. E ora lasciami andare.

- Non mi chiamare più buzzurro ok?

- Se no che fai? Mi picchi? Io faccio tutto quello che voglio.

- Non immagini neanche quello che potrei farti io.

- Vaffanculo Tom! E non mi toccare mai più;questa volta hai davvero esagerato e non te la perdonerò facilmente.

Detto questo si girò,se ne andò ed entrò in casa dove saluto i ragazzi che si erano svegliati. Rimase in disparte anche quando tornò l'amica che si sedette vicino al chitarrista. Bill notò questo suo strano atteggiamento e la raggiunse in cucina. Le chiese cosa aveva e se questo suo cambiamento improvviso era dovuto a quello che era successo tra loro la notte prima. La mora gli accarezzò il volto tranquillizzandolo e poi gli diede un bacio casto. Alla fine il vocalist riuscì a convincerla a stare con loro. D'altronde chi  avrebbe potuto dire di no a un angelo che ti guardava in un modo estremamente dolce?
Dopo un altro pò i ragazzi se ne andarono. Le ragazze sistemarono la casa prima del ritorno di Nicole,poi Elisabeth corse nella sua stanza e telefonò a Jennifer. Le raccontò tutto della fantastica serata che aveva passato con Bill,della sua dolcezza quando la guardava negli occhi. La ragazza era davvero felice per l'amica e dopo che le finì di raccontare tutto,le parlò delle ultime novità che erano successe nel loro paesino. Un quarto d'ora dopo scese e tornò da Victoria,che la fece sedere su una sedia e le raccontò della notte passionale passata con Tom. Era così felice,aveva negli occhi una strana luce: come poteva spezzarle il cuore. Lei era la sua migliore amica e si faceva schifo da sola per non essere riuscita ad evitare quel bacio così improvviso,ma nello stesso tempo detestava il ragazzo perchè se ne fregava dei sentimenti dell'amica,non gli importava se l'avrebbe ferita,per lui l'importante era essere riuscito a portarsela a letto.
Continua

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Capitolo 10
*** 10. Elisabeth vuole vendetta...ma è lei che viene ***


10. Elisabeth vuole vendetta...ma è lei che viene "ferita"

Quella sera le ragazze uscirono con degli amici ed andarono in un pub. Lì Elisabeth mandò giù qualche bicchiere di cocktail. Aveva bisogno di distrarsi,di dimenticare cosa le era successo quella mattina. Cominciarono a ballare e a scatenarsi in pista. La mora si sentiva la testa leggera e libera da ogni problema. Mentre si muoveva sensualmente,alzò gli occhi verso il piano superiore. Oddio! Ma quella era una scongiura. Infatti c'era Tom Kaulitz che la guardava sorridendo malizioso. Abbassò gli occhi e continuò a ballare,ma dopo un pò si congedò dagli altri dicendo che doveva prendere un pò d'aria. Uscì dall'uscita secondaria,si sedette su uno scalino e si mise la testa tra le mani; le girava forte e si pentì tanto di aver bevuto per dimenticare quell'imbecille.

- Che stupida! -esclamò picchiandosi leggermente la testa.

- Cos'è? La signorina si è pentita di aver bevuto troppo? -chiese il rasta con un sorrisino divertito.

- Vattene -disse seccata senza nemmeno alzare la testa- Sei l'ultima persona che voglio vedere.

- La signorina è arrabbiata? chiese ironico.

- Finiscila e tornatene dentro a scopare con qualche povera pazza. Lasciami in pace.

Il rasta non si mosse di un solo millimetro e rimase lì a guardarla.
- Sei ancora qui? Ti ho chiesto di andartene; non voglio nè vederti nè parlarti.

- Ti sei arrabbiata per quel casto bacino che ti ho dato oggi?

- Casto??? Tu hai il coraggio di chiamarlo casto? Hai tentato di infilarmi la lingua in bocca. Sai che ti dico? Che dato che non entri tu,entro io.

Si alzò e si avviò verso l'entrata.
- Fermati -disse afferrandole il polso.

- Ti ho detto esplicitamente di non toccarmi -disse liberandosi da quella presa.

- Va tutto ok? -chiese Victoria aprendo la porta e trovandosi quella scena davanti- Ciao Tom.

- Ci vediamo dentro,raggiungo gli altri -disse la mora all'amica prima di entrare.

- Non sapevo che venissi qui questa sera,Tom.

- Non sapevo che fare e allora sono uscito per trovare un pò di svago.

- Se vuoi ti faccio divertire io.

- No Victoria,noi due ci siamo già divertiti molto la scorsa notte; ora devo accontentare qualcun'altra.

Il modo in cui l'aveva detto e quelle parole la ferirono tantissimo . Abbassò la testa e strinse le mani in forti pugni;gli occhi le diventarono subito rossi. Guardò il rasta mentre una lacrima le rigava il viso.
- Elisabeth aveva proprio ragione quando mi ha messo in guardia su di te. Se forse le avessi dato retta non starei qui a piangere per uno come te. Lei sembra conoscere il tuo carattere meglio di me nonostante sia una fan accanita e una grande amica di tuo fratello. Sei proprio uno stronzo insensibile.

Detto questo corse dentro e andò in bagno. La mora cercò l'amica per una decina di minuti poi,vedendo Tom sbaciucchiarsi con una ragazza,piombò davanti a lui e gli chiese dove fosse Victoria. Lui disse che non lo sapeva e si alzò con la ragazza avviandosi verso l'uscita secondaria. Continuò a cercarla finchè non la trovò in bagno che piangeva,le si avvicinò e l'abbracciò.
- Avevi ragione: Tom mi ha avuto e poi mi ha scaricato. Perchè non ti ho dato retta?

- Shh lascia stare. Sfogati un pò.

Le ragazze tornarono a casa con una scusa e,giunte nella stanza della bionda,rimase a farle compagnia e ad ascoltare i suoi sfoghi,i suoi timori e i suoi pianti. Si addormentò con lei e l'indomani si svegliò intorno le 10.30. Si fece una doccia,mangiò qualcosa e uscì di casa dopo aver lasciato un biglietto per Victoria con scritto di stare tranquilla e che lei era uscita a fare una commissione. In effetti aveva una commissione da fare: uccidere Tom Kaulitz. Prese il cellulare e lo chiamò per vedere se era sveglio: era solo a casa che sistemava la sua adorata macchina mentre ascoltava musica a tutto volume. Arrivata di fronte al suo cancello,trovò un bigliettino di Tom "E' aperto. Sono in garage,raggiungimi lì e chiudi tutto". Andò nel garage e lo trovò a torso nudo che lavava la macchina.

- A cosa devo questa piacevole visita? -chiese chiudendo l'acqua.

- Ti avevo detto che ti avrei ucciso se avessi fatto soffrire Victoria e tu la stai facendo morire dal dolore. Fai proprio schifo brutto buzzurro -urlò avvicinandosi minacciosa verso il ragazzo.

- Calma calma. Innanzitutto ti avevo detto di non chiamarmi più buzzurro e secondo io non riesco a stare con la stessa ragazza. Sono fatto così,è la mia natura.

- Ed è proprio questa tua natura da sesso-dipendente che sta facendo soffrire la mia amica. E ora la pagherai.

Si avvicinò a lui e cominciò a tirargli colpi alla cieca che lo beccarono un pò ovunque.
- E stai un pò ferma -disse bloccandole entrambi i polsi- vuoi cavarmi un occhio o peggio colpirmi qualcosa di molto utile?

- Lasciami buzzurro fifone. Te la rompo la tua piccola e finta arma. Lasciami ho detto.

- Piccola e finta?? Non sai neanche quello che dici ragazzina.

- Ragazzina lo vai a dire a tua sorella,idiota.

- Stai ferma ti ho detto -urlò il ragazzo rafforzando la presa vedendola muoversi ancora di più.

La mora gli sferrò un calcio nella tibia e si liberò.
- Tu sei proprio pazza! -disse massaggiandosi lì dove l'aveva colpito.

- Quando ti dico una cosa,falla e guarda che non ti accadrà niente. Ora sono venuta qui per dirti che sei davvero uno stronzo per come ti stai comportando con Victoria.

- Io credevo fossi venuta per chiedermi aiuto per conquistare mio fratello.

- Cosa? Chiedere aiuto a te? Mai. E poi non sono cavoli tuoi la mia amicizia con Bill.

- E tu la chiami amicizia?

- Si perchè?

- Io sono pure un tuo amico o sbaglio? -chiese avvicinandosi a lei.

- Se non fossi tanto stronzo,così menefreghista ed egoista potremmo anche essere buoni amici.

- Allora dato che sono un tuo amico -disse prima di cingerle la vita con entrambe le braccia attaccandola al suo corpo- posso baciarti.

- Che diavolo dici? Non puoi baciarmi.

- Come? Mio fratello è un tuo amico e ti può baciare. E io perchè no?

La ragazza rimase lì impalata. Come faceva a sapere che si erano baciati? Eppure erano stati attenti,avevano controllato che non li vedesse nessuno. Ma allora come faceva a saperlo? COME??? Immersa com'era nei suoi pensieri e a cercare delle spiegazioni a tutto questo,non si accorse che il rasta era vicinissimo al suo viso e non si accorse nemmeno che aveva posato le labbra sulle sue. Tornò in sè quando sentì una leggera pressione e le sue labbra iniziarono a dischiudersi da sole. Cercò di allontanarlo ma la sua presa era più forte di quello che immaginava. Sentì la lingua del ragazzo cercare la sua e trovarla poco dopo. Non riusciva ancora a crederci: Tom la stava baciando. Lei non poteva lasciarlo fare solo perchè era una stampa di Bill. Quando il rasta lasciò la vita della mora e cominciò a salire sotto la sua maglietta,lei ne approfittò per allontanarlo.
- Che diavolo hai fatto? Sei diventato scemo per caso?

- No,ti ho solo baciato dato che sono un tuo amico così come mio fratello.

- Vuoi smetterla di mettere di mezzo Bill? Lui non c'entra niente. Qui siamo solo tu ed io e dobbiamo sistemare questa cosa una volta per tutte. Ora te lo chiedo esplicitamente: cosa vuoi da me Tom?

- Ecco l'hai detto. Voglio te -disse prima di afferrarla e baciarla nel collo.

- Smettila. Non sono una delle tante ragazze che si fanno abbindolare da te e che si vendono il proprio corpo per una notte sola. Ho una dignità da rispettare e ho un cervello che funziona. Io non andrò mai,e sottolineo MAI,a letto con qualcuno che non amo.

- Quanto la fai lunga per una notte. Dovresti lasciarti andare,renderesti tutto più semplice.

- Non cambierai mai...sesso,sesso e solo sesso...vuoi solo questo. Sembra quasi che vivi solo per il sesso. Non esiste solo questo,esiste una cosa che è molto più importante: l'amore. Ma che te lo dico a fare,tu non sai che vuol dire amare.

- Vedi che lo sai -disse continuando a baciarle il collo nonostante lei cercasse di allontanarlo.

- Allora menti quando dici di amare tuo fratello e di essere disposto a tutto per lui.

- Questo non te lo faccio dire -disse guardando i suoi occhi azzurri- Bill è la persona più importante della mia vita e farei di tutto per lui.

- Non si direbbe,se no non calpesteresti i sentimenti di tuo fratello baciandomi e facendomi questo.

- Voi non state insieme e Bill non mi ha detto niente su di te,quindi io non so niente e sono libero di frequentare e portarmi a letto tutte le ragazze che voglio.

- Non riesco a credere a quello che ho sentito,è davvero troppo. Tom mi hai deluso tantissimo. Io me ne vado.

- No,rimani -disse prendendole una mano.

- Non ne ho alcuna intenzione.

- Vediamo se non vorrai restare dopo questo.

Cominciò a baciarle il collo e continuò a salire nonostante la ragazza tentasse di liberarsi dalla sua presa. Si impossessò con bramosie delle sue labbra e con una mano cominciò a salire sotto la sua maglietta. Continuò a divincolarsi,ma il rasta aumentò la presa. Appena abbandonò le sue labbra per tornare sul collo,lei cominciò a urlargli di smetterla.
Non poteva succedere,non di nuovo. Le si materializzò davanti quella scena di cui aveva ancora paura: il suo ex che la baciava di continuo e che l'aveva aggredita perchè voleva costringerla ad andare a letto con lui.
- No Lucas,No! -urlò senza rendersene conto.

- Lucas? E chi è questo Lucas? -chiese mollando la presa.

- Niente ho sbagliato -disse senza girarsi e guardarlo negli occhi- Ora vado.

- Fermati.

Il rasta afferrò nuovamente la mano della ragazza e la fece voltare. Quando i loro occhi si incrociarono,vide quelli della mora rosse e grondanti di lacrime che le rigavano il viso. Si bloccò e non riuscì a dire una parola. Uscì di corsa da quella casa e tornò nella sua,si chiuse la porta dietro alle spalle e si buttò sul letto piangendo a dirotto e di continuo. Lui le aveva riaperto uan ferita che si stava rimarginando piano grazie a Bill.
Continua
 

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Capitolo 11
*** 11. La verità ***


11. La verità

Rimase lì in quella posizione per oltre un'ora senza rispondere alle chiamate del rasta che voleva sapere cosa le era successo. Quando le vibrò il cellulare e vide che era Jennifer,cercò di mascherare la sua voce triste e rispose alla chiamata. Fece finta che non fosse successo niente e ascoltò l'amica che le raccontò nuovi gossip. Dopo un pò le chiese se voleva venire lì per una vacanza,ma la mora rifiuto l'invito.

- Allora non è vero che te ne sei andata per la fine della tua storia con Lucas? -chiese Jennifer alla mora- perchè saresti potuta tornare,dato che sembra che con Bill stia andando a gonfie vele.

Quando il detto dice "parli del diavolo e spuntano le corna". Mentre le due parlavano al cellulare sopraggiunse Bill che stava per bussare e aprire la porta della sua stanza quando sentì Elisabeth parlare con un tono decisamente alto.
- Ti sbagli; non me ne sono andata perchè non volevo più bene a te o agli altri.

- Perchè allora? Lo sai che con me puoi parlare liberamente. Se ti fidi e mi vuoi bene dimmelo.

- Jenny io ti voglio tanto bene e mi fido di te ma non riesco a dirtelo.

- Ma tu stai piangendo. Che diavolo è successo davvero Eli? Dimmelo o prendo il primo volo e ti raggiungo.

La mora scoppiò a piangere. Non riusciva più a tenersi tutto dentro,stava impazzendo.
- Non ce la faccio più. Sono stanca di tutto,non riesco persino a essere sciolta con Bill. Lucas mi ha rovinato la vita e nessuno potrà farmi dimenticare ciò che mi ha fatto.

- Cosa ha fatto? Ti prego parla,mi stai facendo paura -disse Jennifer che stava piangendo un pò.

- Il vero motivo per cui me ne sono andata è Lucas,ma non perchè tra noi era finita ma perchè...non ci riesco Jenny,non ci riesco.

. Perchè Eli? Perchè?

- Perchè quando sono andata da lui a riportargli tutte le sue cose,lui...mi...mi è saltato addosso.

- Non vorrai dire che ha tentato di...

- Sì,ha tentato di...violentarmi.

Scoppiò a piangere così come Jennifer,mentre Bill non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. Ecco cos'era quella nota di tristezza che leggeva nei suoi occhi.
- Perchè non me lo hai detto? Avrei potuto aiutarti.

- Mi vergognavo da morire per quello che aveva fatto. Se non gli avessi dato una ginocchiata,ci sarebbe riuscito perchè era pronto per...è stato mentre tentavo di liberarmi da lui che mi sono fratturata il polso.

Appena sentì bussare,disse all'amica che l'avrebbe richiamata,si asciugò il volto e disse "avanti". Entrò Bill che,senza dire niente,si sedette vicino a lei e la guardò negli occhi ancora rossi e che sembravano urlare il dolore che sentiva dentro.
- Ho sentito tutto e anche quello che ti ha fatto il tuo ex -disse mettendole una mano sulla spalla- Perchè non me lo hai detto?

Lei sgranò gli occhi per lo stupore. Lui non sarebbe dovuto venirne a conoscenza,mai.
- Non dovevi saperlo,non tu. Ora mi guarderai con compassione e non voglio. Mi sentirei peggio.

- Non ti guarderò con compassione,ma ti starò vicino...per sempre.

Detto questo l'abbracciò e la fece piangere,urlare il suo dolore e ancora piangere. Mentre la stringeva e la sentiva piangere pensava a quello che la mora aveva passato,a quanto doveva essere stato difficile tenersi tutto dentro senza parlarne con nessuno. Lui tutto poteva immaginare tranne che gli nascondesse un tale orribile segreto. Rimasero così abbracciati per più di mezz'ora.
- D'ora in poi tra noi sarà tutto diverso -disse la mora.

- Non è vero. Perchè dovrebbe cambiare qualcosa tra noi due?

- Perchè ora che sai tutto mi guarderai diversamente.

- Qui ti sbagli. Ti ho sempre guardato diversamente e ti ho detto anche il perchè. Tra noi rimarrà tutto uguale anche se una differenza ci sarà-

- E qual è? -chiese quasi spaventata.

- Che d'ora in poi mi avrai di più tra i piedi e non so se riuscirai a sopportarmi.

- Che scemo che sei -disse dandogli una leggera sberla nello stomaco- casomai dovrai essere tu a sopportarmi.

- Finalmente un sorriso. Ok allora ci sopporteremo a vicenda.

- Grazie Bill,grazie davvero di tutto. Sei proprio un vero amico. Senti vorrei chiederti una cosa: per favore non parlare con nessuno di quello che hai scoperto oggi.

- Tranquilla Lizie,sarà un'altra cosa solo nostra -disse sorridendo e avvicinandosi al viso della mora.

Il cellulare del vocalist suonò;era Tom che gli chiese dov'era e tra quanto tornava. Il moro gli disse che era impegnato e chiese al fratello il perchè della seconda domanda. Il rasta rispose che quella sera c'era una festa in cui era stata invitata tutta la band e quindi gli disse di non prendersi impegni. Dopo un pò terminò la chiamata,si scusò con la mora dicendo che doveva tornare a casa e la salutò con un bacio sulla guancia. Ma arrivato sul ciglio della porta si girò di scatto verso la ragazza,ancora sdraiata sul letto,perchè gli era venuta una bella e pazza idea.
- Senti Lizie,se stasera non hai da fare e se vuoi potresti venire da me;magari potremmo guardare qualche film e mangiare gelato o semplicemente parlare.

- Ma...non c'era una festa stasera?

- Beh...si,però posso trovare una scusa per restare a casa. Preferisco stare con te a casa piuttosto che andare a quella festa -disse arrossendo appena.

- Bill...non so che dire. Non mi aspettavo questo "invito".

- Dimmi di sì e sistemo tutto io. E dai -disse avvicinandosi a lei e facendo una faccia molto dolce.

- Non riesco a dirti di no se mi guardi così...ok va bene.

- Perfetto. Se vuoi puoi anche restare a dormire da me,almeno se vuoi sfogarti ancora un pò...io ci sono sempre e lo sai.

- Restare a dormire da te? Dici sul serio o mi prendi in giro?

- Ho la faccia di uno che scherza?

- Beh veramente si. E' proprio buffa -disse trattenendo una risata.

- Cosa?? Buffa la mia faccia? Guarda che mi vendico -disse avvicinandosi ulteriormente a lei per farle il solletico.

- No Bill non mi va di giocare ora. Comunque se ci tieni tanto e non dò fastidio accetto anche questo invito però vorrei venire quando tuo fratello se n'è andato. Non mi va di vederlo.

- E' successo qualcosa?

- Ho solo litigato con lui e non mi va di vederlo. Penso che potrei lanciargli qualcosa dietro se lo vedessi.

- Ok,ti verrò a prendere appena esce.

- Vieni tu?

- Sì,allora a dopo.
La salutò e se andò.
Continua
 

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Capitolo 12
*** 12. Tom scopre il passato di Elisabeth ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Io benino dai Come promesso sono tornata con i nuovi capitoli della mia ff. Oggi ne posterò ben quattro... Spero vi piacciano;ora vorrei passare ai ringraziamenti.
Ringrazio:
- Claudia9: Grazie Claudia per il complimento;un bacione e a presto.
Ringrazio anche coloro che leggono la mia ff senza commentare anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate :) Posterò il prima possibile.
Un bacio a tutte.
Nat
 
12. Tom scopre il passato di Elisabeth

Elisabeth parlò con la madre di Victoria dicendole che sarebbe andata a dormire da Bill. La donna vide che la ragazza era strana e non obiettò,ma le disse che l'avrebbe accompagnata lei. Intanto Bill era a casa sua che mangiava con calma la sua cena. Tom non vedendolo pronto gli chiese perchè era ancora così e il fratello rispose che non veniva perchè non stava molto bene. Il rasta gli chiese se era la verità o se era lui che non voleva venire,ma lo tranquillizzò. Allora Tom disse al fratello che se stava molto male poteva stare a casa a fargli compagnia ma il vocalist riuscì a convincerlo ad andare alla festa e uscì intorno alle 22. Un quarto d'ora dopo Elisabeth arrivò a casa Kaulitz e lì conobbe i genitori dei gemelli. Erano davvero delle persone fantastiche e gentili. Rimasero con loro a guardare un film ma verso le 23:30 augurarono loro buona notte e andarono a letto mentre i ragazzi finirono di vederlo. Quando arrivarono nella stanza del vocalist,le disse che lei dormiva pure sul suo letto mentre lui andava nella stanza degli ospiti. La mora lo guardò strano: la stanza era la sua e lui andava a dormire in quella degli ospiti? Lo convinse molto facilmente a restare con lei. Allora i due si sdraiarono nel letto e Bill la strinse forte a sè,poi cominciò a chiederle delle spiegazioni su quello che era successo quel dannato giorno nella casa dell'ex. Anche se le faceva male,gliene parlò e gli raccontò tutto. Quando scoppiò a piangere mentre gli raccontava la storia,cercò di confortarla,la strinse molto più forte e gli disse una frase che le rimbombò nella testa e la tranquillizzò parecchio.

- Non permetterò mai più a nessuno di farti del male se no se la dovranno vedere con me. Sarò il tuo angelo custode.

Quelle parole riuscirono anche a farla addormentare tra le braccia del vocalist,che continuò a guardarla e a passarle una mano tra i capelli fino a notte fonda,fino alle tre circa. Quando Tom rientrò decise di passare dal fratello per vedere come stava ed entrò nella sua stanza ma,vedendolo dormire,non lo disturbò ed uscì. Per fortuna non si era accorto della presenza della mora.
L'indomani mattina Elisabeth si svegliò tardi,verso le 11 circa. Si alzò e si sistemò velocemente. Bill non sentendosi più la mora accanto si svegliò e la vide molto agitata. Allora si levò dal letto,le si mise dietro e cominciò ad accarezzarle le braccia.

- Buon giorno Lizie.

- Buon giorno pigrone -disse girandosi.

Si avvicinò per baciargli la guancia,ma lui le prese il mento e la baciò in bocca. Gli mise le mani intorno al collo e dischiuse le labbra poco dopo accogliendo la lingua del ragazzo. Dopo una danza,una violenta guerra,un bacio appassionato, i due si staccarono.

- Sono in ritardo. Nicole mi starà aspettando.

- Tranquilla,ieri le ho detto che avresti fatto tardi perché ti avrei lasciato dormire e poi avresti fatto colazione qui e lei ha detto che andava bene,l'importante era renderti felice.

- Rendermi felice? Che vuol dire?

- Non lo so. Comunque non hai orario quindi non puoi scapparmi facilmente.

- Ti sbagli,devo andare in bagno quindi devi lasciarmi.

Uscì appena dalla porta quando Bill la chiamò.
- Lizie aspetta hai dimenticato una cosa.

- Cosa?

- Questo -disse il ragazzo che giunto di fronte a lei le diede un dolce bacio sulle sue labbra che sapevano ancora di vaniglia.

Ma nessuno dei due si accorse completamente che c'era qualcuno che aveva visto l'intera scena e che stava per scoppiare perchè non poteva vederli baciarsi. Elisabeth andò in bagno e quando uscì si trovò davanti il rasta appoggiato al muro. Perchè proprio quella mattina si era alzato presto? Non poteva stare a letto ancora un pò? Lo ignorò del tutto e cominciò ad incamminarsi verso la camera di Bill senza calcolarlo. Tom andò in bestia,odiava essere ignorato. Si posizionò davanti a lei e quando cercò di scansarlo lui le afferrò entrambi i polsi e la spinse contro il muro impedendole ogni via di fuga.

- Lasciami -disse lei con gli occhi puntati verso il pavimento.

- No finchè non mi dirai perchè ora non mi calcoli neanche.

- Ti ho detto di lasciarmi.

- Guardami negli occhi...Guardami ho detto -le ordinò sempre più arrabbiato.

Quel suo atteggiamento lo stava facendo incavolare di brutto,anche se all'inizio quella resistenza era stata la causa dell'attrazione per lei. La mora alzò piano gli occhi fino a incrociare le iridi nocciola del rasta: erano identici in forma e colore a quelle del fratello ma dentro non si leggeva altro che amore per se stesso e per suo fratello.
- Ora voglio sapere perchè mi ignori -disse rafforzando la presa.

- Hai persino il coraggio di chiederlo. Quello che hai fatto ieri non avresti nemmeno dovuto pensarlo. Se io non voglio fare una cosa,tu non puoi e non devi fare niente.

- E' vero forse ieri ho esagerato ma ho seguito il mio istinto. La carne è carne e non si può resistere. E comunque questo non vuol dire che devi ignorarmi.

- Senza nessun forse,tu hai esagerato e basta. Comunque pensi che per me sia facile evitarti? In fondo,per quanto stronzo tu possa essere,ti voglio bene. Sei un ragazzo allegro e spiritoso anche se molte volte non riesci a controllarti. Ed è proprio questa mancanza di freno nelle cose che mi ha fatto male. E ora lasciami per favore -disse quasi supplicandolo.

Era la prima volta che una persona gli diceva in faccia quello che realmente pensava e quelle parole lo avevano colpito anche se cercò di non farglielo notare. Rallentò appena la presa.
- Solo quando ti ho visto piangere ho capito di aver esagerato. Cos'è successo e perchè mi hai chiamato Lucas?

- Non è successo niente e ti ho già detto che ho sbagliato.

- Non è vero che non è successo niente. Tu piangevi e molto. Per favore dimmi cosa è successo. Sto impazzendo -disse molto più dolcemente e lasciandole finalmente i polsi.

- Tom non mi va di parlarne.

- Posso almeno sapere che ci fai qui?

- Ho...ho dormito qui.

- Qui? E quando sei venuta? Dove hai dormito?

- Sono venuta dopo che sei uscito e ho dormito...con Bill.

- Con mio fratello? Ma lui non lo sapeva o sbaglio? E poi perchè hai dormito qui?

- Mi stai facendo un interrogatorio? Comunque avevo bisogno di qualcuno di cui mi fidavo per sfogarmi e Bill si è offerto di aiutarmi,chiedendomi anche di passare la notte qui ed io ho accettato.

- Quindi mio fratello mi ha mentito,non stava male -disse girandosi dall'altra parte.

- Non prendertela con lui. Gli ho chiesto io di non dirti che dormivo qui perchè non volevo vederti e lui si è inventato quella scusa. E' colpa mia,non io. Ora io...

- Va tutto bene? -interruppe Bill vedendoli insieme.

- Fratellino,vedo che stai meglio.

- Tom,per favore -disse Elisabeth.

- E' vero fratellino non stavo male ieri sera,era una scusa per restare a casa perchè veniva lei.

- Guarda che se mi dicevi che volevi stare solo con lei sarei andato alla festa senza preoccuparmi di averti lasciato a casa che non stavi bene. Vi avrei lasciato in pace senza problemi.
- Eh dai,scusa; non farne una tragedia -disse dandogli una leggera pacca sulla spalla- Io sto bene e verrò alla festa di stasera,però chiudiamo qui questa storia.

- Non volevo farvi litigare quindi me ne vado -disse la mora che si mosse per scendere giù.

- No Lizie dai -disse Bill prendendole una mano- rimani.

- Non mi va di sentirvi litigare a causa mia. Forse era meglio non accettare il tuo invito.

- Eli tranquilla; io e la testa calda Bill non stiamo litigando. E' tutto ok,rimani pure.

- Va bene,ma tra un pò vado. Ora scendo a vedere se vostra madre ha bisogno. La ragazza cominciò a scendere le scale e i gemelli la guardarono finchè non sparì in fondo ad esse.

- Elisabeth mi ha detto che avete litigato e se lei è arrivata ad evitarti vuol dire che la cosa è seria. Cosa le hai fatto?

- Niente abbiamo solo discusso.

- Cosa le hai detto?

- Niente ti ho detto.

- Se scopro che le hai fatto del male o che l'hai fatta soffrire passerò sul fatto che sei mio fratello.

- Ci tieni davvero così tanto a lei nonostante la conosci da circa due settimane? -chiese sorridendo.

- Sì -disse con aria seria.

- Stavamo parlando quando lei si è messa a piangere come se avesse ricordato qualcosa di triste,mi ha persino chiamato Lucas. Ma chi è questo ragazzo?

- Ora capisco perchè non voleva vederti. Qualsiasi cosa tu abbia fatto o detto non farla più per favore. Comunque è il suo ex ragazzo.

- Ah ecco,ora cominciò a capire qualcosa. Deve averla fatta soffrire tanto dato che il suo ricordo la perseguita anche se ora è legata a te. Posso sapere cosa le ha fatto? Perchè ritengo che tu lo sappia visto che ti sei offerto di aiutarla.

- Non posso dirtelo.

- Come no? Sono tuo fratello e tra noi non ci sono mai stati segreti.

- Lo so,ma le ho promesso di non dirlo a nessuno e non posso e non voglio tradirla.

- Eli ha detto che ha dormito con te,quindi quello che hai sulla maglietta o è il tuo latte o è l'alone lasciato dalle sue lacrime.

- Che spiritoso! Comunque sono le sue lacrime.

- Allora la cosa è davvero seria. Che le ha fatto Lucas?

Intanto la mora era salita per avvertire i ragazzi che la colazione era pronta ma quando sentì "Lucas" si fermò e rimase ad ascoltare.
- Tom ti prego non insistere,non la tradirò mai. Non voglio perderla.

Come era dolce;teneva davvero a lei se no avrebbe già detto tutto a suo fratello.
- Ho una vaga idea di quello che può averle fatto. Tu non riesci a nascondere niente a nessuno figuriamoci a me. Ti prego dimmi che le mie supposizioni sono sbagliate e che Lucas non l'ha...non ha abusato di lei.

Ad Elisabeth e Bill si sgranarono gli occhi. Come poteva essere così vicino alla verità?
- Bill rispondi. E' così? L'ha violentata?

- No -rispose volgendo gli occhi verso la porta del bagno.

- Allora perchè ti giri dall'altra parte? Leggo nei tuoi occhi che non l'ha fatto,ma ci sono vicino. Basta Bill! Dimmelo: ha tentato di violentarla vero? Per questo e così strana e si è comportata così con me.

Il moro si bloccò mentre la ragazza scoppiò a piangere.
- Oddio è così -disse quasi sconvolto- Perchè non me lo ha detto?Non avrei mai detto a nessuno una cosa del genere.

- Forse perchè non si fida di te. Aveva bisogno di qualcuno che le volesse davvero bene e di cui si fidasse.
Continua

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Capitolo 13
*** 13. Fuga,scuse e...una grande amicizia,ma a quale prezzo? ***


13. Fuga,scuse e...una grande amicizia,ma a quale prezzo?

La mora scese silenziosamente le scale,ringraziò la madre dei gemelli per l'ospitalità e se andò dicendo che aveva una commissione molto importante da fare. La donna,vedendola strana e triste,voleva chiederle se era successo qualcosa ma non ne ebbe l'opportunità perchè era subito scappata via. Corse più veloce che poteva lontano da lì,voleva tanto sparire sotto terra. Raggiunse il parchetto dove si era recata con Bill la prima volta quando lo aveva conosciuto. Intanto i gemelli erano scesi in cucina e,non vedendo più Elisabeth chiesero dove fosse. La donna disse che se n'era andata via perchè aveva da fare dopo che era salita a chiamarli per la colazione e che era strana in viso,quasi triste. I due fratelli si guardarono negli occhi,avevano capito cos'era  successo: lei li aveva sentiti. Bill scappò in camera sua a prendere il cellulare seguito dal fratello. Cercò il suo numero e la chiamò ma lei non rispose. Provò allora un'altra decina di volte e anche Tom provò a chiamarla con il suo cellulare ma niente. Decisero di uscire a cercarla e quindi andarono a vestirsi. Quando Bill tornò in camera sua e prese il cellulare,vide che gli era arrivato un sms di Elisabeth "Voglio stare un pò da sola e riflettere. Non credevo che Tom fosse così intuitivo. Non so se riuscirò più a guardarlo negli occhi,se riuscirò più a guardare te. Non sono a casa quindi non cercatemi lì,fareste preoccupare Nicole e Victoria. Sei la persona più importante che abbia qui". Il vocalist corse dal fratello e gli fece leggere l'sms. Subito dopo uscirono con la macchina del rasta per cercarla. Nel frattempo Elisabeth chiamò Victoria e le disse che sarebbe rimasta fuori anche per pranzo perchè Bill l'aveva invitata a stare con lui. Ma era solo una scusa per stare da sola e non tornare a casa. Cominciò a pensare a come avrebbe potuto fare ora che la verità era venuta a galla,a come si sarebbe dovuta comportare con i gemelli ma in particolare con Bill. Proprio ora che tra loro stava succedendo qualcosa di meraviglioso doveva venire a conoscenza di quel suo segreto? Dopo che per oltre mezz'ora aveva pensato,si era posta domande a cui non era riuscita a trovare risposte,si posò la testa tra le mani perchè le faceva male. All'improvviso sentì una persona cingerle le spalle con un braccio. Non si era accorta che fosse arrivato qualcuno e perciò risaltò per lo spavento.

- Tranquilla sono io.

Vide seduto accanto a lei il vocalist mentre il rasta era in piedi davanti a suo fratello.
- Vi avevo chiesto di non cercarmi.

- Veramente avevi detto di non cercarti a casa di Victoria -puntualizzò il rasta scherzando- Almeno ti ho fatto sorridere.

- Io e Tom non diremo niente a nessuno di quello che ti ha fatto quell'idiota,devi stare tranquilla. Finché ci sarò io non permetterò a nessuno di farti del male e te l'ho già detto questa notte.

La guardò negli occhi rossi e gonfi per le troppe lacrime versate e poi l'abbracciò forte.
- Ti giuro che non ti lascerò mai. Anche tu sei troppo importante per me e non sai quanto. Però piccola -disse guardandola in faccia- basta piangere. Ti portiamo a casa.

- Andiamo dai.

- Penso che starò fuori ancora un pò perchè ho detto a Victoria che non tornavo a pranzo perchè ero da voi.

- Allora andiamo a casa -disse Tom- A nostra madre sei piaciuta quindi le farà piacere che tu rimanga a pranzo e non si accettano rifiuti.

Salì con loro in macchina ma non spiccicò un parola per l'intero tragitto. Non sapeva che dire e poi era occupata a fare altro: infatti osservò il rasta per la maggior parte del viaggio. Non si era mai comportato in modo così dolce con lei,o meglio,non lo aveva mai visto fare così da quando lo conosceva. Si stava realizzando quello che temeva? Come si sarebbe comportato ora con lei e,viceversa,come si sarebbe comportata con lui? Si incantò nel guardarlo e questo non passò inosservato al rasta che,sentendosi osservato,guardò dallo specchietto e incrociò gli occhi della mora che lo scrutavano in modo del tutto diverso dal solito. Lei tornò a vedere il paesaggio. Quando arrivarono a casa,la madre dei gemelli fu felice di averla per pranzo e decise di preparare qualche sua specialità. Elisabeth si fermò accanto a Tom e chiese se potevano parlare in privato. I due salirono mentre Bill uscì a prendere delle cose per la madre. La ragazza si diresse verso il bagno perchè voleva rinfrescarsi il trucco e il rasta la seguì. Non sapeva proprio cosa dirgli,non dopo il modo in cui si era comportato con lei. Tom notò questo suo atteggiamento e cercò di andarle incontro.

- Non è da me chiedere scusa,ma devo farti le mie scuse per quello che ho fatto ieri. Non avevo idea di ciò che ti era successo.

- Tom,tranquillo. So come sei fatto e quindi accetto le tue scuse,però se ti ho chiesto di parlare era perchè volevo essere io a chiederti scusa per averti evitato e non averti picchiato direttamente.

- Era una battuta? Vedo che nonostante tutto non hai perso il tuo sarcasmo da quattro soldi -disse sorridendo- Quello che mi fa arrabbiare e che odio è essere ignorato,per questo ho reagito così questa mattina.

- Senti,facciamo un patto: io sarò tua amica ma tu non devi fare lo stronzo con me. Cerchiamo di essere grandi amici. Ci stai?

- Mmm...l'idea è molto carina,ma se ci sto tu dovrai accettarne il prezzo. Ora sono io a chiederti se ci stai.

- Ti comporti già da stronzo -disse dandogli un leggero scappellotto nella testa- Quale sarebbe il tuo prezzo?

- Lo capirai col tempo da sola perchè è una cosa naturale tra due amici. Ora scendiamo?

- Andiamo -disse la mora prima di chiudersi la porta alle spalle.
Continua

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Capitolo 14
*** 14. La vacanza ***


14. La vacanza

Quel fine settimana e l'intera successiva passarono davvero velocemente e tra la moretta e Bill l'amicizia andava a gonfie vele. Victoria ed Elisabeth non vedevano l'ora di sapere cosa volevano dire loro i Tokio Hotel. Arrivata domenica sera,i ragazzi andarono a casa della bionda per parlare e per vedere poi un film;ma quando arrivarono Elisabeth non c'era perchè era andata a fare visita a un'amica che non stava molto bene. Quando tornò a casa,Victoria le corse incontro,l'abbracciò e le disse di preparare le valigie. La mora,che non capiva il motivo,chiese cosa voleva dire quella frase;Nicole andò verso la ragazza e le disse che lei e sua figlia erano state invitate dai ragazzi a trascorrere una vacanza di due settimane con loro in una splendida isola dove il gruppo poteva uscire tranquillamente. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva sentito: due intere settimane,quattordici giorni con i ragazzi. Ma quello era un sogno,non poteva essere altrimenti. Apprese dai ragazzi che sarebbero partiti quel venerdì mattina e che li avrebbe raggiunti anche la figlia di un loro manager e che quindi non sarebbero rimaste da sole. In quei giorni che le dividevano dalla partenza,non fecero altro che saltellare dalla felicità e scegliere la roba da portare sull'isola. Intanto anche i rapporti tra Tom e Victoria migliorarono e questo rese Elisabeth molto felice perchè era tornata a ridere di nuovo di gusto.
Finalmente arrivò venerdì mattina. Mentre la mora stava sistemando le ultime cose in una valigia,arrivarono i ragazzi che,stranamente come dei veri cavalieri,portarono i bagagli delle giovani in macchina. Dopo aver salutato tutti,anche loro salirono nel macchinone e sfrecciarono verso l'aeroporto. Quando salirono sull'aereo i ragazzi le avvisarono che il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo e quindi conveniva fare un riposino. Ma a nessuna delle due sembrò interessare l'idea di dormire durante il viaggio. Si scatenarono per un bel pò ballando,poi mangiarono e ricominciarono di nuovo a ballare. Quando erano ormai prossimi all'atterraggio,Elisabeth si sedette e guardò lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi: nonostante fosse buio,le luci mettevano in risalto la bellezza di quei luoghi. Bill notò lo sguardo incantato della mora,si alzò e andò a sedersi vicino a lei. Le chiese se le piaceva quell'isola ma sapeva che quella era una domanda retorica perchè la sua espressione diceva tutto. Però non gli importava se avesse fatto la figura dell'idiota,voleva stare un pò solo con lei perchè era da quel giorno che,o perchè erano in compagnia o perchè qualcuno li aveva disturbati,non restavano soli e sentiva la mancanza di quel sapore alla vaniglia che gli rimaneva sulle labbra dopo averla baciata. Vennero avvisati dell'atterraggio. Una volta giunti in albergo le ragazze notarono con grande piacere che si trovava in riva ad una spiaggia bellissima. Il direttore mostrò a tutti le loro stanze. Oddio! Ma era stupenda! La stanza delle ragazze era composta da un matrimoniale,che presero  Lizie e Victoria,e da un singolo,che prese la diciottenne Miriam. Sistemarono la loro roba e poi si misero tutte e tre sul matrimoniale dove cominciarono a parlare per conoscersi meglio e dove restarono finchè i ragazzi andarono a chiamarle per andare a cenare. Il ristorante dell'hotel era stupefacente,a stile antico,fatto di legno e molto accogliente. Dopo mangiato rimasero a parlare un pò e poi decisero che l'indomani mattina si sarebbero fatti un bel bagno,stabilirono l'orario e poi tutti andarono nelle rispettive stanze. Le ragazze unirono i letti e si sistemarono in modo da stare tutte e tre vicine e quella fu la causa della loro nottata in bianco,infatti rimasero fino alle 4:30 del mattino a parlare di tutto e di più. Alle otto il trio era già in piedi e si preparava per andare in spiaggia. Avvertirono i ragazzi che si sarebbero visti lì e si recarono verso le sdraie che erano state riservate a loro. Sistemarono le loro borse,gli asciugamani e si aiutarono a vicenda con la protezione solare. Li raggiunse anche la band che le salutò prima di sistemare le loro cose.

- Ma avete dato un festa per alcolisti nella vostra stanza? -chiese Tom a Victoria vedendola sbadigliare due volte di seguito.

- Spiritoso. Abbiamo solo parlato fino a quattro ore fa quindi non abbiamo dormito molto.

- Hai capito le signorine. Anche se ci credo poco che avete parlato fino a quell'ora. Avrete di sicuro fatto altro.

Appena finì di dire queste parole,si sentì dell'acqua sulla testa,si girò e trovò Elisabeth che rideva di gusto con un secchiello in mano. Tutti quanti scoppiarono a ridere e la mora si appoggiò alla spalla di Miriam perchè non ce la faceva proprio più. Sul viso del rasta comparve un sorriso che sembrava arrivare fino alle orecchie,ma era un sorriso strano,non quello di una persona che stava allo scherzo ma quello di una persona che stava progettando qualcosa. La mora capì che c'era qualcosa sotto e si allontanò velocemente entrando in acqua. Era stata lei a provocarlo e lui non poteva non reagire e vendicarsi. Il rasta si girò improvvisamente e corse verso la ragazza che a sua volta si allontanò più che poteva da lui. Ma fu tutto inutile perchè il chitarrista l'afferrò per i fianchi e caddero sott'acqua. Quando riemersero la mora sputò quella che aveva bevuto e chiese scusa al ragazzo,ma lui fece finta di non averla sentita e iniziò a farle il solletico.

- Tom,basta ti prego -supplicò tentando di coprirsi i fianchi e di bloccarlo.

- Oh no cara mia,ormai il danno è fatto.

- Finalmente! -urlò trionfante la mora dopo essere riuscita a prendere le braccia del rasta.

Ma mezzo secondo dopo si liberò dalla sua presa e afferrò le sue esili braccia portandole dietro alla candida schiena della ragazza stringendola a sè. Gli diede uno spintone ma l'unico risultato fu cadere a cavalcioni su di lui. Il rasta durante la caduta ne approfittò per fare scivolare le sue mani sul sedere della mora.
- Ehi! Non l'ho fatto apposta a cadere su di te però non vuol dire che devi toccarmi il sedere. Leva subito le tua mani da lì.

- Scusa non volevo -mentì il biondino togliendo le mani e poggiandole sulla sabbia in acqua- e poi io non sono il solo qui che tocca.

La ragazza noto il modo in cui era seduta su di lui e il fatto di avere le mani sull'elastico del duo costume. Le tolse subito da lì come se avesse preso una scossa elettrica e si alzò mentre guardava Tom con un gran sorriso malizioso sul volto.
- Non farti strane idee carino. Mi sono aggrappata al tuo costume perchè...perchè non volevo cadere,non per altro.

- Sì sì. Ok ci credo però ora torniamo dagli altri sempre se non vuoi stare un pò sola con me.

La mora gli diede un ulteriore spintone e gli passò davanti. Andarono a riva e rientrarono tutti insieme. Le ragazze di divertirono un mondo a vedere i quattro rincorrersi e farsi i dispetti come bambini. Ad un certo punto Elisabeth uscì a prendere il sole. Si sdraiò,si spruzzò dell'olio al cocco sul corpo e si infilò le cuffie del suo amato i-pod iniziando ad ascoltare musica. Dopo un pò la raggiunse anche Bill che rimase a guardarla qualche minuto prima di chiamarla.

- Ehi non dormivi vero?

- No Bill,tranquillo,ascoltavo musica. Vuoi qualcosa da bere? Ho portato del the fresco,del latte di mandorla.

- Un pò di the lo accetto volentieri,grazie.

Gli diede un bicchiere con la bevanda che il ragazzo voleva e si sdraiò di nuovo.
- Mi sbaglio o sei dimagrita un pò?

- Ho perso due chili. Si vede?

- E' ovvio. Già sei magra quindi si nota se dimagrisci. Ma...vuoi fare colpo su qualche ragazzo? -chiese divertito e leggermente curioso.

- Io fare colpo su qualcuno? A parte che non sono una che si comporta così e poi non credo ci sarebbe un pazzo su cui faccia colpo.

- Non è vero,sei molto carina. E poi uno ci sarebbe e sono io -disse stringendole la mano.

Lei gli sorrise e poi tornò a prendere il sole. Anche gli altri uscirono e si sdraiarono. Passarono l'intera mattinata e buona parte del pomeriggio tra bagni,giochi,passeggi e momenti di relax. Verso le 19 tornarono nelle loro stanze per fare una doccia e prepararsi per la serata.
Continua

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Capitolo 15
*** 15. L'inizio della favola ***


15. L'inizio della favola

Dopo essersi data una bella lavata,essersi vestita e preparata,Elisabeth uscì dalla stanza per fare un giro. Andò dove non c'era nessuno che potesse disturbarla e cominciò a guardare lo spettacolo che si trovò davanti. Ma lei non era la sola che voleva stare tranquilla,infatti anche Bill era andato a cercare un pò di pace quando si accorse della presenza della mora.

- E' bellissimo qui non è vero? -chiese dopo averla raggiunta ed essersi messo accanto a lei.

- E' magnifico!

Fin da bambina le era sempre piaciuto il mare,ma ogni volta che vedeva il riflesso della luna sull'acqua,che sentiva il profumo dell'oceano era come se fosse la prima volta e le brillavano gli occhi. Bill rimase a guardarla. Era più forte di qualsiasi altra cosa,non riusciva a non pensare a lei e da quando aveva scoperto dell'aggressione non riusciva a togliersela dalla testa.

- Sei molto carina questa sera.

- Grazie -disse arrossendo- Io e le altre abbiamo pensato di vestirci in modo simile dato che siamo amiche.

Sorrise prima di voltarsi e guardare di nuovo verso il mare. Il vocalist osservò per un pò quel gioco di luci che si creava ogni volta che un'onda si infrangeva a riva e poi si perse nelle iridi azzurrine della mora,ma questo non passò inosservato a lei,che si voltò verso di lui e si mise le mani sui fianchi. Gli chiese perchè la guardava così e lui le disse che gli piaceva la luce che aveva negli occhi quando osservava il mare. Scosse la testa sorridendo ma si fermò poco dopo perchè le era entrato nell'occhio una ciglia e quindi cercò di farla uscire.

- Fammi vedere -disse Bill abbassandosi all'altezza del suo volto- Apri l'occhio dai.

Lei lo aprì piano e il ragazzo cominciò a soffiare dentro e questo suscitò il sorriso di Elisabeth.
- Mi fai quasi il solletico stupido.

- Non c'è più niente. Senti ancora fastidio? -chiese posandole una mano sul fianco.

- Grazie ora va meglio. Penso che andrò a sistemarmi la matita perchè sarà di sicuro sbavata.

- Invece sei perfetta quindi resta qui...con me -disse avvicinandosi al suo volto- Mi sei mancata tanto in queste due settimane.

- Anche tu mi sei mancato.

Si abbassò ancora fino ad unire le sue labbra con quelle della mora.
- Non sai neanche quanto mi sia mancato poterti toccare,accarezzare e baciare. Mi è mancato da impazzire quel sapore alla vaniglia che...

- Shh,basta parlare -lo interruppe la mora dopo avergli sfiorato le labbra con le sue.

Si baciarono a lungo al chiaro di luna e poi rimasero abbracciati per un pò.
- Questa sera dovrò farti da guardia del corpo o qualcuno tenterà di portarti via -le disse giocherellando con il laccio della maglietta che le cadeva sul ventre.

- Ma che dici? So difendermi da sola e tu dovresti saperlo bene dato che ti ho menato qualche volta.

- Oh sì ricordo. Cercavi di menarmi ma alla fine non ci riuscivi perchè prima ti bloccavo poi ti baciavo.

Restarono lì a ricordare i bei momenti passati insieme fino a quel giorno e poi si avviarono verso le loro stanze. Raggiunsero gli altri e poi tutti insieme andarono prima in giro a visitare i negozi e poi in un piccolo locale molto affollato. Lì si scatenarono come dei pazzi e cominciarono a bere cocktail e birra. Elisabeth preferì uscire fuori sul balconcino.
- Lizie stai bene? -chiese Bill.

- Sì,sono solo uscita per evitare di bere. E tu che ci fai qui? Non mi starai facendo davvero la guardia del corpo? -chiese facendo una sorta di aria arrabbiata.

- Non ci avevo pensato comunque non sono qui per questo. Volevo darti una cosa.

Uscì dalla tasca dei jeans una scatolina blu scura avvolta da un nastro bianco. Elisabeth non riuscì ad aprire bocca. Bill le aveva fatto un regalo ma non riusciva ancora a crederci;non era neanche il suo compleanno.
- Bill ma non dovevi

- Aprila,voglio vedere se ti piace.

Sciolse il fiocco e aprì la scatolina. Spalancò gli occhi quando vide dentro una collanina che aveva per ciondolo una "E" con un piccolo brillantino incastonato in basso a destra.
- Ti piace?

- E' bellissima ma non posso accettare.

- Se non l'accetti mi offendo -disse serio chiudendole la scatola tra le mani.

- Grazie,grazie davvero.

Il vocalist le mise la collanina e lei corse nell'area prive per vedersi allo specchio. Bill vi guardò attraverso l'espressione felice della mora.
- Ti sta molto bene,sembra essere stata fatta apposta per te.

- Bill,non so proprio come ringraziarti. E' stupenda.

La mora si guardò attorno per vedere che non ci fosse nessuno e baciò il vocalist,poi tornarono dagli altri e cominciarono a ballare. Elisabeth arrossì un pò quando il moro la invitò a ballare un lento e le fece l'inchino. Miriam e Victoria ballarono rispettivamente con Georg e Gustav mentre Tom si divertiva con una ragazza conosciuta lì. Mentre ballavano Bill le disse nell'orecchio delle cose che la fecero sorridere,poi le chiese se voleva fare una passeggiata sulla spiaggia e lei accettò. Appena finito il lento comunicarono agli altri che andavano via e che si sarebbero visti in hotel,poi uscirono e si incamminarono verso la spiaggia. La mora si lamentò perchè,avendo le scarpe col tacco,affondava letteralmente nella sabbia,allora il ragazzo la prese in braccio per aiutarla. Lei lo ringraziò ma disse che non c'era bisogno e che poteva benissimo camminare scalza. Dopo averla rimessa giù, Elisabeth si tolse le scarpe e cominciò a passeggiare in riva al mare con Bill che,dopo qualche minuto,la prese per mano. Andarono verso il loro albergo alternando momenti in cui erano mano nella mano e altri in cui erano abbracciati. Dopo circa venti minuti che passeggiavano,fecero una piccola sosta e si sedettero su un dondolo,che aveva lo schienale decorato a forma di cuore,legato a un albero. Era davvero romantico essere in quel posto,vedere quello spettacolo e stare lì abbracciata a Bill che giocherellava con i suoi capelli mossi. Poi si avvicinò all'orecchio della mora e le sussurrò una frase che le provocò un estremo stupore. Lo guardò subito negli occhi: aveva davvero detto quello che lei aveva sentito? La sua mente non riusciva a metabolizzare quelle parole perchè erano troppo belle per essere vere. Non riuscì ad aprire bocca per un paio di minuti e quel silenzio che si era creato era diventato fin troppo imbarazzante. Alla fine la mora si prese di coraggio e riaprì bocca.

- Bill non credo di aver capito bene -disse ancora fortemente incredula- puoi ripeterlo per favore?

- Potrei ripeterlo all'infinito: resta per sempre solo e unicamente mia.

Elisabeth non disse niente,si avvicinò soltanto al volto del vocalist e gli baciò prima la guancia poi le labbra. Quella era di sicuro la serata più bella della sua vita. Non era un sogno,lui aveva detto davvero quelle parole,le aveva ripetute,voleva davvero che lei fosse solo sua e di nessun altro. Era un vero angelo caduto sulla terra per rendere felice la vita di molte persone tra cui la sua. Mentre lui la stringeva tra le sue braccia,lo guardò negli occhi e gli sfiorò il volto.
- Sarò tua per sempre.

Lui si avvicinò per baciarla di nuovo,ma lei lo fermò quando era ormai vicinissimo alle sue labbra.
- Ma anche tu dovrai essere solo mio.

Il vocalist le sorrise e le fece capire con gli occhi che non l'avrebbe lasciata,poi la baciò. Si incamminarono poi verso il loro albergo dove arrivarono intorno all'una di notte. Durante il tragitto avevano deciso di mantenere segreta la loro storia almeno per un pò. Entrambi erano d'accordo perchè,se fosse venuta fuori la notizia della loro relazione,Bill sarebbe stato assediato dai giornalisti che gli avrebbero fatto un casino di domande sulla sua vita privata mentre Elisabeth,se si fosse scoperto che era lei la sua ragazza,avrebbe rischiato di essere perseguitata dalle fans del vocalist. Decisero anche di non dirlo a Tom,Victoria e agli altri. Questo sembrava rendere le cose molto più eccitanti perchè dovevano vedersi di nascosto se volevano stare soli,coccolarsi e baciarsi e quindi c'era sempre il rischio che qualcuno potesse coglierli in flagrante mentre erano intimi,ma questo non sembrò preoccuparli. Sarebbero stati attenti e poi era una situazione temporanea.
Circa due ore dopo di loro,tornarono anche gli altri che trovarono i due seduti sulla ringhiera del balcone del loro piano.

- Bentornati ragazzi,vi stavamo aspettando -disse Bill.

- E' molto strano che tu sia ancora in piedi fratellino.

- E perchè? Ci siamo messi a parlare e il tempo è volato in fretta.

- Oh sì,e volava soprattutto ogni volta che mi raccontava qualche vostro casino o quando mi ha parlato di quella recita scolastica in cui tu facevi il coniglio -disse la mora trattenendo una risata.

- Bill?! Ma che le hai raccontato?

- Io...niente. E' stato lui -disse indicando Georg.

- Ma se lui è stato con noi. Fratellino questa me la paghi.

- E dai Tom -intervenne la mora- che c'è di male? Io non parlo però non puoi proibirmi di ridere perchè proprio non ci riesco.

Lei scoppiò a ridere ma il rasta rimase impassibile e non reagì perchè sapeva che poi si sarebbe vendicato e sapeva anche come. Dopo di che andarono a letto. Quella sera le ragazze crollarono subito tranne Elisabeth che non riusciva a chiudere occhio per l'emozione provata in quelle ore. Lei e Bill stavano insieme. Lui sembrava tenere davvero tanto a lei e questo la rendeva più che felice. Si sentiva le farfalle nello stomaco forse perchè era davvero innamorata di lui,comunque era indescrivibile il modo in cui si sentiva. Prese il cellulare e mandò un sms a Bill,che era mezzo addormentato: "Piccolo mio,quello che è successo stasera non potrò mai dimenticarlo. Mi hai reso la ragazza più felice della terra. Grazie e buona notte. Un bacio". Il vocalist lesse quel messaggio e si addormentò con un'aria molto serena. Quando sentì il suo respiro più lento e profondo,Tom si girò verso il fratello e notò il suo sorriso.

- Fratellino,lei ti rende davvero felice -sussurrò piano per non svegliarlo- ma sappi che è anche mia.

Si girò di nuovo e cercò di dormire. Era così che considerava Elisabeth,"sua",e lui era molto geloso delle sue cose. Non era riuscito a portarsela a letto,l'aveva baciato solo due volte ma quello era bastato a fare nascere in lui un forte desiderio,una forte attrazione per lei. Non avrebbe già esitato a divertirsi con lei se non avesse scoperto il suo passato,il male che aveva subito. Quello notizia lo aveva frenato e bloccato perchè non riusciva a toccarla senza aver paura di farle del male o di vederla piangere a causa sua. Ma quel giorno era cambiato tutto,il leone si era risvegliato ed era stata la sua preda a svegliarlo. Già,perchè era stata lei a stuzzicarlo quella mattina e lui si era divertito a giocherellare un pò con lei,ma alla fine era stata la mora ad attaccarsi al suo costume e questo aveva risvegliato i suoi istinti perchè vedeva che ora era più felice e si fidava maggiormente di lui. In effetti poteva fidarsi del rasta come amico perchè non avrebbe mai rivelato a nessuno niente né del suo passato né di qualsiasi altra cosa gli avesse confidato,ma non poteva e non doveva fidarsi di lui come ragazzo perchè avrebbe seguito il suo istinto animale e avrebbe lottato per ottenere quello che voleva: lei,il suo corpo. Ma c'era una cosa che lo preoccupava molto,ossia quell'attrazione nei suoi confronti era molto strana,diversa dalle altre,molto forte,troppo forse anche perchè la vedeva sempre e delle volte era anche provocante sia nel carattere che nell'abbigliamento. Ma era sicuro che dopo essersela portata a letto sarebbe svanito tutto e lui sarebbe tornato a caccia di altre ragazze. Era la seconda volta che si ripeteva che "tolto il dente sarebbe sparito qualsiasi dolore". Si addormentò poco dopo con un sorrisino dipinto sul volto che non era per niente rassicurante.
Continua

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Capitolo 16
*** 16. Tom approfitta di un malessere di Elisabeth ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Anche se con un pò di ritardo,sono tornata con quattro nuovi capitoli della mia ff. Spero vi piacciano;ora vorrei passarei ringraziare:
- Alptraum: Grazie Tesoro per i complimenti... Sono felice che stai rileggendo la storia davvero. Ti voglio bene.
Vorrei ringraziare chi mi ha inserito tra le storie preferite:
- katyakaulitz96;
- cris94;
- FabyVampire;
- Holly94.
Ringrazio anche chi ha aggiunto la mia storia tra le seguite:
- katyakaulitz96;
- LittleTearOfBlood_483;
- sissy_chan_;
- Jiada95;
- alessia96;
- Claudia9;
- SplashedAlcoholic;
- alessia_bill98.
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate della mia storia.
Comunque,ringrazio anche coloro che leggono la mia ff senza commentare anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate :) Posterò il prima possibile.
Un bacio a tutte.
Nat
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16. Tom approfitta di un malessere di Elisabeth

La prima settimana sull'isola era passata molto velocemente tra bagni,uscite serali,seratine ai pub,shopping. Gli incontri segreti tra Bill ed Elisabeth si moltiplicarono ma nessuno notò il "rapporto" che li univa tranne Tom che però faceva finta di niente anche se dentro di lui c'erano due sentimenti diametralmente opposti: da una parte era felice che suo fratello avesse una ragazza come la mora che lo facesse sentire al settimo cielo,ma dall'altra gli bolliva il sangue ogni volta che li beccava in intimità. In quei giorni il chitarrista cercò di passare più tempo possibile con la mora stringendo sempre di più quel legame di amicizia che volevano entrambi. Il loro rapporto divenne molto stretto e una volta fu persino tentata di rivelargli della sua storia col fratello. Il rasta era molto contento perchè i suoi propositi di legarsi alla mora si erano quasi del tutto realizzati e per evitare che lei capisse le sue vere intenzioni ricominciò a fare il playboy.
Era sabato. Durante la notte Elisabeth si svegliò e cominciò a sentirsi strana come se quello che avesse mangiato quella sera le avesse fatto male;corse in bagno e vomitò. Victoria sentì dei rumori e,non vedendo più l'amica accanto a sè,andò in bagno. Dopo averla accompagnata a letto,si vestì e scese al bar per prendere del the per la mora. Glielo diede e aspettò che lei si addormentasse per potersi riposare. Quando Elisabeth si svegliò verso le 8 vide Victoria che le controllava se aveva la febbre. La mora le disse che stava bene e che aveva solo vomitato il cibo della sera precedente. Dopo un breve litigio riuscì a convincere la bionda a lasciarla venire in spiaggia con lei e Miriam alla condizione che evitasse di entrare in acqua. Quando arrivò lì,si mise tranquilla sulla sdraia e parlò al cellulare con la sua amica Jennifer raccontandole le ultime novità tra lei e Bill. Mentre le altre due facevano il bagno,Tom sbucò dietro alla mora e per poco non le fece venire un colpo.

- Dì un pò,ma sei diventato scemo? -disse tirandogli un giornale dietro.

- Quanto la fai lunga per una sorpresina -disse il rasta che si divertiva a fare incavolare la mora- Perchè non sei in acqua con le altre? Almeno avrei potuto prenderti alle spalle e...affogarti.

- Quanto ti adoro Tom,farei tutto pe te -disse ironica- Ma vai a quel paese. E comunque oggi non faccio il bagno.

- Davvero non ti unisci a noi? -chiese Bill che,insieme agli altri,aveva raggiunto gli ombrelloni.

- Elisabeth è stata male stanotte -rispose Victoria appena uscita dall'acqua con 'altra bionda.

- Lizie,che hai avuto? -chiese Bill preoccupato dopo essersi messo vicino a lei.

- Niente,sta calmo. Ho solo vomitato.

- E questo lo chiami niente? -chiesero in coro il vocalist,Georg e Gustav.

- Ragazzi,vi ricordo che ho 17 anni e mezzo e credo di conoscermi meglio di voi. Quando non digerisco bene o qualcosa mi fa male vomito,ma non ho niente. Per oggi devo evitare di farmi il bagno perchè la "mamma" -disse indicando l'amica- mi ha minacciato che non mi faceva stare neanche qui con voi a prendere il sole. A parte gli scherzi,già domani mi avrete tra i piedi e potrò affogare qualcuno molto molto cattivo. Comunque entrate.

- Lo sai che è un bel complimento quello che mi hai fatto vero? -disse Tom all'orecchio della mora prima di rubarle un bacio sulla guancia- Riprenditi perchè domani devi davvero unirti a noi,e sto parlando sul serio.

Elisabeth non sapeva proprio che dire,mise la mano là dove il rasta l'aveva baciata e sorrise.
- Tom! -urlò lei facendolo girare- Grazie.

Lui si limitò a sorriderle ed entrò in acqua con gli altri. Nel frattempo lei approfittò di essere da sola per imprecare perchè le faceva male lo stomaco,ma più che dolore,aveva la nausea. Scrisse un bigliettino dicendo che tornava subito,si mise le ciabatte e si incamminò verso l'albergo. Tom la notò andarsene strana,disse al fratello che doveva vedere una cosa e uscì dall'acqua senza farlo insospettire. Essendo aperta la porta entrò nella stanza della ragazza e cominciò a chiamarla. Lei si sistemò e aprì la porta del bagno.

- Che c'è Tom? -chiese cercando di restare normale.

- Stai male?

- No,perchè hai questa impressione?

- Non è vero,sei pallida in volto. Cos'hai? Devi...

La mora scappò dentro a vomitare,il rasta la seguì e le tenne testa e stomaco. Quando finì si sedette a terra e il ragazzo dietro di lei le teneva ancora la testa.
- Grazie Tom. Non volevo farmi vedere così perchè faccio schifo.

- Finiscila,stai solo male e non dovresti stare da sola.

- Ma ci sei tu ora con me.

- E non ti lascio per niente -disse prima che la mora poggiasse la testa sulla sua spalla- Ma cos'hai davvero?

- Dovevo eliminare tutto ciò che ho mangiato e bevuto ieri,per questo ho vomitato di nuovo. Ora sto bene,sono solo stanca.

- Vieni ti aiuto a metterti a letto.

- No Tom,voglio stare qui,così,se non ti dispiace e non ti dò fastidio.

- Tranquilla non mi dai fastidio,tutto il contrario

La strinse a sè e cominciò ad accarezzarle i capelli facendola rilassare. Dopo un pò lei si addormentò e il rasta la prese in braccio e la portò a letto. Lì continuò a fissarla e ad accarezzarle i capelli. Automaticamente si abbassò fino a raggiungere il suo viso e le diede un dolce bacio a cui poi ne seguirono altri altrettanto dolci. Dopo avergliene dati una decina prese il cellulare e avvertì il fratello che era con Elisabeth perchè si era sentita poco bene,poi prese una sedia e si sedette accanto a lei prendendole una mano. Bill non vedendo tornare più suo fratello e notando che Lizie non era più al suo posto,uscì dall'acqua insieme a Victoria e decise di chiamarlo per vedere dov'era finito. Quando prese il cellulare si accorse dell'sms e corse con la bionda nella loro stanza. Tom andò ad aprire.
- Fratellino,Victoria fate piano. Elisabeth sta riposando.

- Ma che è successo? -chiese Bill.

- Appena siamo entrati è tornata dentro e ha vomitato. Io ho notato che era strana e l'ho seguita. Ho fatto proprio bene.

- Potevi chiamarci -disse la bionda.

- Ho lasciato un sms a mio fratello per avvertire. Non me la sono sentita di lasciarla,non volevo che si sentisse male mentre che non c'ero.

- Hai fatto bene Tomi.

- Ragazzi,se volete tornare in spiaggia andate. A Eli ci penso io. Lei non vorrebbe che vi rovinaste la mattinata per restare qui.

- Victoria,le sono stato vicino in questi venti minuti,non mi costerà starle vicino qualche ora. E poi ho una scusa per evitare di bagnarmi i capelli. Andate,io resto qui e mi guardo un pò di tv vietata ai minori perciò filate.

- Sei sicuro? -chiese la bionda.

Il rasta annuì e prima di uscire il vocalist lo ringraziò tanto. Loro tornarono dagli altri mentre Tom si sdraiò accanto alla mora e si addormentò poco dopo. Passata un'oretta Elisabeth si svegliò e trovò il rasta vicino a lei che dormiva come un angioletto. Che dolce! Oltre ad averla aiutata e averle fatto compagnia,era rimasto con lei. Prese il suo cellulare e gli fece una foto,poi gli diede un bacio sulla guancia prima di andare in bagno. Il chitarrista si svegliò dopo qualche minuto e,non vedendo la mora,cominciò a chiamarla.
- Tom sono qui,calmo.

- Stai bene? Hai vomitato di nuovo?

- No mi sono solo fatta una doccia veloce e cambiata.

- Non penserai di tornare in spiaggia vero?

- Beh si,sto meglio.

- Tu torni subito a letto o...

- O cosa? Sono abbastanza grande per decidere da sola ciò che è meglio per me.

- Non mi sembra se no non ti comporteresti da bambina. Comunque o torni a letto o ti porto con la forza.

- Dovrai usare la forza e inchiodarmi a letto per impedirmi di uscire.

Appoggiò la mano sulla maniglia,ma il rasta la sollevò e la scaraventò sul letto. Si mise sopra di lei e le bloccò i polsi sul materasso impedendole qualsiasi movimento.
- Ma sei scemo?

- Non volevo arrivare a questo,perchè l'ultima cosa che voglio è farti qualcosa che non vuoi,ma mi hai costretto tu. Devi riprenderti però devi riposare.

- Sei troppo...dolce e non è da te. Io rivoglio il Tom Kaulitz che mi rompeva le scatole ma che allo stesso tempo è mio amico.

Quella ragazza era dannatamente furba,aveva capito che non era naturale. Doveva rimediare in qualche modo o sarebbe stata la fine.
- Come vuoi Eli -disse lasciandola- Vuoi prenderti qualche virus o qualche influenza? Volevo sole evitare che accadesse questo o chi avrebbe tranquillizzato mio fratello.

- Lo stai facendo per lui?

- E per chi? Per me? Io sono solo un tuo amico.

- Che,guarda caso,è cambiato quando ha saputo che ero stata aggredita. Non avrei dovuto raccontare tutto a Bill così non lo avresti saputo e non sarebbe cambiato nessuno.

Il rasta si alzò lasciando la ragazza e fece per avviarsi verso la porta.
- Dai Tom rimani. Scusami non volevo offenderti in qualche modo.

Lui so girò e tornò verso la mora.
- Non mi sono offeso,volevo solo tornare da qualcuno che apprezza la mia compagnia e quello che faccio.

- Allora rimani per favore,mi fa piacere.

Il ragazzo si sedette di nuovo sul letto e cominciò a gironzolare i canali fino a trovare un film horror che decise di guardare con lei. La mora si stava attaccando a lui più in fretta di quanto pensasse e questo voleva dire una cosa: presto la sua ossessione sarebbe finita e sarebbe tornato come prima. Entrambi si sdraiarono a pancia in sotto,ma dopo un pò Elisabeth si girò al contrario perchè le dava fastidio lo stomaco. Il rasta le chiese cosa avesse e lei disse che se lo sentiva in subbuglio. Allora il biondino si girò verso di lei,mise una mano sul ventre della ragazza e fece scivolare la mano sotto il bordo della sua maglietta facendogliela salire fin sotto il seno. La mora a quel contatto rabbrividì ma non capì se per le dita fredde del chitarrista o se per quello che sentiva dentro. Lo guardò strana come a chiedergli cosa stesse facendo ma aveva il viso "coperto" da un insolito piacere. Che le stava accadendo? Il rasta la tranquillizzò dicendo che voleva farle una specie di massaggio. Però prima le soffiò dolcemente nell'ombelico,provocando la reazione della mora.
- Che fai?

- Cerco di farti rilassare,sei molto tesa.

Aveva ragione,il modo in cui si era comportato il ragazzo,le sue dite sul proprio corpo le avevano provocato qualcosa e l'avevano fatta irrigidire. Cominciò a massaggiare piano lo stomaco e questo sembrò rilassare molto la mora che chiuse gli occhi e distese le labbra in un dolce sorriso. Il rasta sentì qualcosa dentro di sè e cominciò ad avvicinarsi al suo viso. Elisabeth sentì il suo respiro caldo lambirle la faccia e aprì gli occhi. Vide il ragazzo ormai vicinissimo a lei. Ma perchè?Perchè non riusciva a muovere un muscolo? Doveva reagire,evitare che accadesse quello che temeva,ma non ci riusciva. Rimase a guardare quelle due iridi nocciola che la guardavano continuamente mentre si avvicinava lentamente sempre di più. Stava per baciarla quando qualcuno bussò alla porta. Il ragazzo si alzò per andare ad aprire mentre la mora si sistemò la maglietta e si sedette sul letto fingendosi intenta a guardare il film. Bill insieme a Gustav fece capolino nella stanza e chiese al fratello come stava Elisabeth che,sentendo la sua voce,andò verso la porta.
- Vedo con molto piacere che stai meglio -disse il vocalist.

- Sì,però preferisco stare a riposo perchè stasera vengo in spiaggia. E' la notte di San Lorenzo.

- Se vuoi sostituisco io Tom e ti faccio compagnia -disse Gustav.

- Non c'è bisogno di nessuno,sto bene. Ora guardo qualche film ma voi tre andate pure in spiaggia.

- Eli -disse Tom guardandola di traverso.

- Tom vai,è meglio. Voglio stare un pò da sola.
I ragazzi notarono la sua espressione ostinata e la lasciarono sola.
Continua
 

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Capitolo 17
*** 17. Un Ti Amo appassionato ***


17. Un Ti Amo appassionato

Quando uscirono si buttò sul letto e guardò il soffitto. Perchè era rimasta immobile quando Tom la stava per baciare? Cosa le stava succedendo? Cosa stava succedendo al rasta? Non riusciva proprio a rispondere a quelle domande che le erano nate. Lei non poteva essere attratta dal ragazzo anche perchè aveva una storia con Bill,ma allora perchè il suo corpo sembrava desiderare quel contatto con il chitarrista? Cominciò a picchiarsi la testa come a fare uscire quei pensieri dalla testa. - Basta! -esclamò- Io sto con Bill e lo amo,quindi uscite dalla mia testa cattivi pensieri.

Poi prese il cellulare e mando un sms al suo ragazzo "Amore,non puoi inventarti qualche scusa per andartene un pò e venire qui da me?mi manchi e voglio stare con te". Il vocalist disse agli altri che doveva fare una telefonata urgente e si congedò andando dalla mora.
- Sei venuto allora? -chiese facendolo entrare.

- Io sarei rimasto prima se non avessi insistito -disse prima di baciarla- Stai davvero meglio o quella di prima era una scusa per farci andare via?

- Sto bene. Sei tutto bagnato. Aspetta che prendo una tovaglia almeno non bagni per terra.

Entrò in bagno per prenderla ma,quando si girò,trovò Bill che gliela tolse dalle mani e l'appoggiò sul lavandino. Incrociò le dita delle sue mani con quelle della mora e cominciò a baciarla appassionatamente. La ragazza sembrò dimenticare tutti i dubbi che aveva avuto prima. Lei amava Bill e non avrebbe rovinato tutto per una stupidissima attrazione fisica per quell'idiota di Tom. Lasciò le mani del vocalist per poi metterle dietro al suo collo approfondendo ulteriormente quel bacio infuocato.
- Mi ero fatta la doccia e ora mi hai bagnata di acqua salata.

- Sai sempre di cocco -disse mordendole il collo prima di cominciare a depositarle casti baci- però se vuoi te lo faccio sparire questo dolce sapore.
Detto ciò prese i suoi capelli ancora bagnati e li strizzò sul corpo della ragazza.

- Questa me la paghi bello -disse la mora prima di girarsi.
Fece finta di asciugarsi ma in realtà si riempì le mani di shampoo,poi le passò tra i capelli del moro.

- Questa è la mia vendetta.

Il moro si passò una mano sui capelli e notò che era piena di schiuma. Le sorrise in un modo che la fece preoccupare così tanto da farla indietreggiare e,senza rendersene conto,entrò nella doccia. Il ragazzo la portò con le spalle al muro e iniziò a farle il solletico. Elisabeth nel tentativo schivare i suoi colpi alzò il miscelatore e entrambi furono investiti da un fiume d'acqua fredda. I due sorrisero anche se la mora si lamentò per essersi bagnata di nuovo. Infatti la camicetta che indossava era diventata come una seconda pelle che metteva in risalto le forme generose della ragazza. Bill le baciò piano il collo e con una mano sciolse il nodo che legava la camicia,gliela tolse e la fece scivolare sul marmo. Lei lo guardò negli occhi e poi si avvicinò per baciarlo ma il vocalist la fermò suscitando lo stupore della mora.
- Lizie devo dirti una cosa molto importante...ti amo.

Le luccicarono li occhi,poi lo abbracciò e si avvicinò al suo orecchio.
- Ti amo anch'io -sussurrò prima di baciargli il lobo.

Oltre che dall'acqua furono travolti da una vera e propria passione. Infatti i baci diventarono sempre più carnali e cominciarono a volare molte carezze. Le mani scivolavano e salivano lungo i loro corpi,sia da parte di Elisabeth che accarezzava e mordeva gli addominali scolpiti del ragazzo,sia da parte di Bill che sfiorava e accarezzava il dolce seno della ragazza. Nessuno dei due sembrava volesse fermarsi,anzi il desiderio aumentò sempre di più. Continuarono a baciarsi a lungo,selvaggiamente,ad accarezzarsi e mordersi. Ma un rumore interruppe quel momento molto intimo. La mora uscì dalla doccia,dopo aver abbassato il miscelatore,e tornò nella stanza dove rispose al cellulare. Victoria chiese all'amica se era tutto ok e l'avvertì che dopo sarebbero passati a prenderla per andare a mangiare.
- Eli sei sicura di star bene? Hai il fiatone. Che stai facendo?

- Ero sotto la doccia e sono corsa per rispondere,per questo ho il fiatone. Ora vado a prepararmi e tra quindici minuti sono pronta.

- Allora a tra poco. Aveva mentito,non aveva il fiatone perchè era corsa per rispondere ma perchè il vocalist continuava a baciarle con foga il collo.

- Allora a tra poco.
Aveva mentito,non aveva il fiatone perchè era corsa per rispondere ma perchè il vocalist continuava a baciarle con foga il collo.

- Amore...aspetta -disse a fatica perchè non si fermava- Tra un pò saranno tutti qui. Devi andare.

- Ancora qualche minuto.

- Bill,ora!

Sbuffò appena,diede un ultimo bacio alla mora e sparì dietro la porta. Tornò dagli altri e il fratello gli chiese che fine avesse fatto. Lui disse che aveva parlato al telefono fino a quel momento. Venti minuti dopo la mora preferì raggiungere gli altri quindi uscì dalla stanza e si sedette su una sedia nella veranda. Sopra il costume aveva un top azzurro che le copriva solo il seno lasciandole spalla,pancia e schiena scoperte,una minigonna di jeans e aveva i capelli legati in una morbida coda alta.
- Perchè non lo avete affogato? -chiese la mora indicando Tom.

- Perchè ci faceva molta pena -disse Georg- Ma tu come stai?

- Non lo vedi?

- Oh sì che vedo -disse il bassista guardando le sue forme.

- Georg! -esclamarono tutti.

- Non cambi mai -disse Gustav dandogli un colpo in testa suscitando la risata generale.
Presero tutti posto e ordinarono il pranzo.

- Eli che hai qui? -chiese Miriam indicandole una macchia rossa sul collo- Sembra un morso.
Quella ragazza aveva proprio un buon occhio perchè quello era il segno o di un dolce morso o di un bacio di Bill.

- Morso? No ti sbagli,mi sono graffiata con le unghie -disse arrossendo appena ma riuscendo a nascondersi dietro al suo bicchiere di the. Tom guardò il fratello che sorrideva divertito mentre incrociava gli occhi azzurri della mora.

- Senti Eli,posso chiederti un cosa?

- Certo Gus,dimmi.

- Siccome non voglio rischiare di bruciarmi il pancione,di pomeriggio perchè non ci guardiamo un film insieme.

- Ok ci sto,però stasera esci per vedere le stelle?

- Non mancherei assolutamente -poi si rivolse verso il vocalist che stava parlando col fratello- Bill ti va di stare con noi?

- Sì ma Tom e Georg rimangono con noi due -disse la bionda indicando anche l'altra- sono nostri prigionieri.
Continua
 

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Capitolo 18
*** 18. La scommessa ***


18. La scommessa

Si misero tutti d'accordo e alle 16 i tre si riunirono nella stanza dei gemelli. Gustav ed Elisabeth si sdraiarono sul letto,dove si mise anche il moro dopo aver inserito il film,spento le luci e chiuso tutte le fonti di luce. Si mise vicino alla mora,aspettò che il film fosse iniziato per stringerle la mano. La ragazza controllò che il batterista fosse intento al film per avvicinare a sè il moro che,senza farsi vedere,liberò il suo collo dai capelli e glielo baciò delicatamente. La mora gli diede una sberla nel braccio come a dirgli di smetterla. Proprio quando erano intenti a guardare la scena cloue del terzo film,Tom fece capolino nella stanza facendo urlare e saltare la ragazza che gli tirò un cuscino in faccia.

- Sono venuto per chiedervi se volevate mangiare qualcosa così dopo facciamo il bagno e ci scateniamo dato che c'è una festicciola.

- Io raggiungo le altre,a dopo -disse la mora che si avviò verso la porta dove il rasta la fermò.

- Stai attenta ai ragazzi di questo hotel. Sei troppo provocante e potrebbero provarci con te -le sussurrò malizioso.

- E non ne hanno voglia;tanto gli faccio capire subito che non sono una facile. Non potrei mai vederti soffrire per me.- Eh?? Tu stai male. Per me potresti farti tutti quelli che vuoi.

- Allora perchè mi avvisi? -chiese sorridendo suadente- Comunque ora non tempo da perdere. Ciao.

Dannata ragazza! Lo stava davvero provocando troppo e quel suo atteggiamento lo fece eccitare da morire. Stuzzicò il piercing con la lingua e pensò a quanto la mora stava rendendo le cose divertenti. Mangiarono qualcosa e verso le 22 si recarono tutti in spiaggia. Le ragazze si spogliarono ed entrarono piano in acqua perchè era un pò fredda,ma non immaginavano il tranello che le avevano tenuto i Tokio Hotel. Infatti mentre Elisabeth,Victoria e Miriam entravano lentamente si sentirono sollevare rispettivamente da Bill,Gustav e Georg che le buttarono in acqua. Il trio uscì incavolato e si vendicò bagnandoli dalla testa ai piedi.

- E tu non entri? -chiese a Tom la mora uscita a bere qualcosa- Dimenticavo non vuoi bagnarti i capelli se no sembra che a letto hai fatto la pipì.

- Ridi ridi ragazzina che poi mi diverto io a giocare.

- Tu parli parli ma non fai mai niente di quello che dici.

- Vuoi scommettere che sono capace di prenderti,portarti in acqua e farti una cosa che non ti piacerà affatto?

- Dai scommettiamo. Se vinco io tu vai da quella ragazza laggiù -disse indicandone una un pò robusta ma carina- e la baci.

- Ma sei pazza? Io non la bacio quella lì.

- Per questo te l'ho detto,perchè sapevo che ti saresti rifiutato. Fifone!

- Ok ok,però se vinco io tu devi baciare...me.

- Te?! Mai!

- Ora sei tu la fifona.

- Ok accetto perchè tanto sono sicura di vincere. Non riuscirai a farmi arrabbiare.

Tom la prese in braccio e la portò in acqua,si buttò con lei e la baciò. Ecco cosa intendeva per qualcosa che l'avrebbe fatta arrabbiare. Che stronzo! Cercò di mantenere l'autocontrollo e non si arrese quando sentì la lingua del rasta premere sulle sue labbra. Doveva stare calma,non aveva alcuna intenzione di baciare davvero quella testa calda. Quando entrambi sentirono l'esigenza di respirare,tornarono a galla. Non solo non era riuscito a baciarla,ma non l'aveva neanche fatta arrabbiare.
- Tutto qui? Credevo che ti saresti impegnato di più. L'ultima volta eri riuscito a baciarmi,ma ora non ci saresti riuscito. Fatto sta che ho vinto e quindi devi baciare quella ragazza. Andiamo,la chiamerò io di lato se non vuoi che gli altri ti vedano. Visto che ci tengo a te.

Il rasta la guardò in cagnesco. Uscirono un attimo e Elisabeth portò in disparte quella ragazza,dicendole che c'era un bel maschione che le voleva dare una cosa. La rossa non ci credeva,ma quando si vide Tom davanti si leccò i baffi. Le si avvicinò,guardò un'ultima volta la mora prima di posare le sue labbra su quelle della giovane. Mentre la baciava sentì la sua lingua passargli tra i denti,si staccò subito da lei.
- Ehi dovevo solo baciarti non limonarti.

La rossa se ne andò mentre la mora poggiò un braccio sulla spalla del biondino.
- Ben fatto Tom.

- Questa me la segno,non la passerai liscia.

Tornarono dagli altri,ma Elisabeth non entrò in acqua,si sedette sulla spiaggia a scrutare il cielo. Bill le si mise accanto e le chiese cosa avesse fatto con Tom.
- Non fare il geloso,comunque avevo fatto una scommessa con lui,ha perso e quindi ha dovuto baciare una ragazza.

- Che scommessa? Mi sembra strano che abbia perso.

Gli raccontò brevemente tutto quello che era successo sulla spiaggia e in acqua. Bill si alzò e si sedette sulla sdraia. Elisabeth lo raggiunse e si sedette davanti a lui dicendogli che doveva stare tranquillo perchè amava solo lui e che quello che era successo col fratello era parte di una scommessa. Poi gli sorrise dolcemente e gli strinse la mano. Lui si calmò e l'avvicinò a sè.
- Guarda una stella cadente -urlò la mora- esprimi un desiderio anche tu.

Lei chiuse li occhi e espresse il suo desiderio: restare per sempre col ragazzo che amava,con Bill. Quando li riaprì lo guardò e lo vide con i suoi ancora chiusi e gli passò una mano sul volto prima di girarsi a vedere gli altri scorrazzare a destra e sinistra o ballare come matti.I due approfittarono di quegli istanti in cui non erano osservati per baciarsi e poi andarono ad unirsi agli altri. Danzarono come dei dannati fino a notte fonda. Crollarono poi tutti come pere cotte.
Continua
 

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Capitolo 19
*** 19. Ritorno a casa ***


19. Ritorno a casa

La sera prima di ferragosto Bill ed Elisabeth decisero che l'indomani mattina si sarebbero svegliati presto per stare insieme e così fecero. Uscirono senza far rumore dalle loro stanze e si incamminarono verso i negozi. Camminavano mano nella mano quando qualcuno fermò la mora: la ragazza che la notte di San Lorenzo aveva baciato Tom. Le chiese se poteva dare una lettera al rasta e lei accettò. Quando tornarono all'hotel,svegliarono gli altri. Una volta giunti in spiaggia,Elisabeth si sedette vicino al chitarrista.
- Tieni,è per te -disse dandogli la lettera.

- Mi hai fatto una dichiarazione d'amore? Ma che cosa carina -disse ironico.

<- No idiota,me l'ha data la ragazza che hai baciato quando hai perso la scommessa./FONT>

- Chi,quella pazza? Non voglio leggerla.

- Allora la leggerò io -disse rubandogli la lettera.
Vide che era scritta in inglese,quindi prima se la lesse in mente.

Tom notò che piano piano sgranava gli occhi.
- Che c'è? Dai leggila,ora mi hai incuriosito. Io non posso perchè non capisco bene l'inglese.

- Mi rifiuto di leggerla -disse alzandosi dalla sdraia dov'era seduta col rasta.

- E no,tu adesso rimani qui e me la leggi.
Si sedette di nuovo e iniziò a leggere.

"Caro ragazzo misterioso,
l'altro giorno è successo tutto così in fretta che non sono riuscita a dirti il mio nome. Mi chiamo Corinna e ho 18 anni. Quella sera quel bacio è stato bellissimo,davvero. Ma se ti piacevo così tanto perchè non mi hai fermato prima? Saremmo potuti stare di più insieme. Mi dispiace che ti sei bloccato e non siamo riusciti a pomiciare. Di sicuro è stato a causa della presenza di quella ragazza lì. Poteva anche sparire e non rompere le scatole. Da quella notte continuo a sognarti e sentirti mio. Sono arrivata addirittura a sognare che lo facevamo in tre: io,te e quella mora. Voglio dirti che io sono disponibile per una notte di pura passione. Nella busta ci sono il mio numero di cellulare e di stanza. Chiamami,ti aspetto e da solo questa volta. Sei la mia ossessione. Un bacio"

- Io vado a vomitare -disse la mora.

- Ma è pazza? Come poteva piacermi una così.

- Così maniaca,e come si permette di parlare di me in questo modo.

- Però quando parlava del sesso a tre era molto eccitante. Allora...proviamo?

- Tom che schifo! Non dirlo neanche per scherzo. Non lo farò mai né a tre né con te.

Detto questo si alzò e raggiunse gli altri. Giocò un pò con loro mentre Tom rimase sulla spiaggia a fumare una sigaretta,poi adocchiò una ragazza che non lo sbranava con gli occhi e sparì con lei. Non avrebbe aspettato senza divertirsi con altre che la sua dolce preda cadesse in trappola. Quando l'indomani salirono sull'aereo erano tutti distrutti e nessuno ebbe né il coraggio né la voglia di ballare. Elisabeth si sedette comoda,chiuse gli occhi e ascoltò la musica,ma intanto con la testa viaggiava a quella domenica in cui lei e Bill erano stati presi dalla passione ed erano stati molto vicini a finire a letto insieme. Sorrise appena quell'idea. Andare a letto con Bill: non immaginava che mai e poi mai l'avrebbe conosciuto e si sarebbe messa con lui,figuriamoci se aveva mai pensato a quello. Il solo pensiero che però ne erano stati a un passo le fece salire un brivido lungo la schiena,ma quello che le sembrava davvero strano era che non aveva avuto paura di farsi toccare da lui,non le era tornato in mente Lucas. Stava riuscendo a dimenticare il male che le aveva fatto e quindi stava iniziando a sciogliersi di più con Bill. Non avrebbe mai avuto paura di farsi toccare da lui semplicemente perchè lui non le avrebbe mai fatto del male,non avrebbe mai fatto una cosa che lei non voleva. Lei lo amava,lui la amava,quindi si volevano e si desideravano entrambi. Aprì gli occhi e vide i gemelli ridere a crepapelle insieme a Gustav e Victoria mentre Georg aveva un'aria imbronciata. Prese dalla sua borsa un giornalino che aveva comprato prima della partenza e cominciò a leggere mentre ascoltava musica. Dopo qualche minuto vide davanti a sè un paio di jeans molto larghi,alzò gli occhi e vide il rasta che la fissava con le braccia incrociate al petto.

- Che vuoi? -chiese la mora.

- Sono venuto perchè Victoria mi ha mandato a vedere se volevi qualcosa.

- Tom Kaulitz che fa il fattorino...Che scoop.

- Elisabeth Johnson che sta per essere uccisa...Che meraviglia.

- Non sei per niente spiritoso -disse con aria strana.

- Neanche tu. Ma si può sapere che hai? Sei più acida del solito e ce ne vuole per farmi incavolare subito.

- Non ho niente e poi perchè dovrei parlarne con te,dato che l'unico motivo per cui ti sei legato a me è portarmi a letto. Volevi farlo un mese fa e vuoi farlo anche ora. Sono arrabbiata e delusa.

- E chi ti ha messo in testa queste cazzate? Mio fratello?

- Perchè quando parli con me lo metti sempre in mezzo? Vuoi cercare di non sentirti inferiore a lui ai miei occhi? Ti sbagli perchè è così. Comunque queste cose le ho capite da sole,non ci voleva la scienza per capirlo. Mi hai deluso,io ti volevo bene...

- E ora non me ne vuoi più? -poi si abbassò verso la mora,che aveva ricominciato a leggere il giornalino,e le prese il mento tra le sue dita- Guardami negli occhi e rispondi alla mia domanda: non mi vuoi più bene?

La ragazza deglutì a fatica ed evitò lo sguardo del rasta che la costrinse nuovamente a guardarlo. Quando le vide gli occhi leggermente lucidi si sedette accanto a lei sempre stringendole il mento.
- Io...io...lasciami stare Tom -disse dando uno schiaffo alla sua mano.

Ma il ragazzo le prese i polsi e la bloccò,poi si avvicinò a lei.
- Non mi vuoi più bene? Eli parla,maledizione.

- Non posso non volerti bene,dannazione. Mi sei stato vicino quando ne avevo bisogno e mi hai trattato dolcemente, ma ora che sto bene sei tornato il vecchio Tom che ci provava con me nonostante sapesse che provavo qualcosa per suo fratello. E forse è proprio questo che ti rode,che preferisca lui a te. Ma anche se sei tornato alla carica non riesco a dimenticare ciò che hai fatto per me,non riesco a non volerti bene.

- Allora in fondo tieni a me -disse in tono dolce lasciandola- Se ti ho dato quell'impressione mi dispiace,ma sai come sono fatto,voglio sempre rendere felici le ragazze. E alcune volte la mia natura ha il sopravvento su di me.

- Ma io sono già felice,ho tutto quello che una diciassettenne possa desiderare e sono contenta.

- Eli,non roviniamo tutto questo,cercherò di regolarmi ma non posso cambiare.

- Tom...grazie -disse prima di abbracciarlo- sei proprio uno stregone.

- Ehi non sono uno stregone -disse con un broncio infantile.

- Sei unico,questo va bene?

- Vieni di là con noi?

- Non ancora,stavo leggendo un articolo sul "gemello terribile Tom Kaulitz".

Rimase con lei a leggere quell'articolo quando giunse Bill per chiederli che fine avesse fatto. Lui con un sorrisino divertito disse quello che dicevano su di lui e poi si incamminò verso il fratello.
- Ora che l'abbiamo letto vieni?

La mora non gli rispose,si limitò ad alzarsi e a seguirli. Rimasero tutti insieme fino all'atterraggio. Non riuscivano a credere che quelle due settimane di relax fossero finite e che ora si doveva ricominciare a sgobbare.
All'aeroporto trovarono quel grande macchinone,che li aveva portati lì due settimane prima,e anche la madre dei gemelli. Mentre erano nell'auto,la donna chiese di parlare con Elisabeth.
- Ho saputo che volevi trovarti un lavoro e mi sono mossa per darti una mano.

- Grazie -disse diventando rossa- Ma come fa a saperlo?

- Ho parlato con Nicole e le ho detto del lavoretto che ti ho trovato.

- Lei mi ha trovato un lavoro?

- Sì,come commessa in uno dei negozi di abbigliamento più fashion della città. E gli orari non sono neanche pesanti perchè sono due turni: il mattutino dalle 8:30 alle 11 e il pomeridiano dalle 16 alle 18.

- Grazie,io non...non so proprio cosa dire.

- Sono felice di esserti stata d'aiuto,ma non ho resistito quando ho saputo da Nicole che volevi a tutti costi trovare un lavoro perchè volevi collaborare con le spese. Comunque lunedì cominci il mese di prova e,se va tutto ok,a fine settembre,ti faranno firmare un contratto.

- Vorrei abbracciarla se posso. Grazie davvero.

- Certo che puoi abbracciarmi -disse,poi l'abbracciò e le sussurrò delle parole all'orecchio- Grazie per rendere felice il mio Bill.

Arrivarono a casa e le ragazze scesero,con l'aiuto del vocalist e Gustav,le valigie. Li ringraziarono ancora e poi entrarono dentro. Quando giunsero a casa loro e Tom scappò a farsi una doccia Bill si sedette e parlò con la madre.
- Posso sapere cosa le hai detto per renderla così felice? Vi siete pure abbracciate.

- Elisabeth è proprio una brava ragazza. Ho parlato con la madre di Victoria e ho saputo che cercava un lavoro. E io gliene ho trovato uno.

- Come? E adesso non possiamo neanche andare a casa sua a divertirci tutti insieme. Uff!

- Tranquillo Bill che ho pensato a te. Infatti sono riuscita a farle ottenere i turni migliori così che ha dalle 11 alle 16 e dalle 18 in poi il tempo libero.

- Che...che hai pensato a me? -chiese balbettando imbarazzato.

- Sono tua madre Bill,capisco quando provi qualcosa per una ragazza e da quando la conosci sei molto più allegro o sbaglio? C'è qualcosa tra voi e ne sono sicura. Allora vuoi parlarmene?

- Non ti si può proprio nascondere niente eh? -disse sorridendo- Comunque tra noi non c'è qualcosa...c'è una storia.

- Una storia? Non sapevo niente e non mi hai neanche detto che ne eri attratto. Da quanto va avanti?

- Due settimane. Non ne abbiamo parlato con nessuno,neanche con Tom. Vogliamo stare tranquilli e viverci ogni istante della nostra relazione. Perciò per favore non dire niente a nessuno,proprio a nessuno.

Parlarono per un altro pò,poi smisero quando era quasi pronta la cena. Era felice di averne parlato con la madre,almeno non doveva più fingere con lei e poi avrebbe potuto anche aiutarli e coprirli se loro volevano vedersi e stare insieme. Quando poi Tom lo riportò sulla terra,cominciarono a parlare del loro compleanno che ormai era vicino e decisero di organizzare una megafesta in una sala che avrebbero poi affittato. Già l'indomani i gemelli uscirono alla ricerca di una sala abbastanza grande per accogliere circa duecento persone e la prenotarono per il primo settembre. Naturalmente invitarono Victoria ed Elisabeth. Intanto la mora aveva iniziato a lavorare e si trovava moto bene,i colleghi erano simpatici e disponibili. Da allora collaborava in casa comprando spesso qualcosa. Ma aveva messo da parte dei soldi per il regalo che aveva intenzione di fare a Bill ma non come amica ma come la sua ragazza. Per quanto riguarda il regalo da amica,ci aveva pensato insieme a Victoria prendendo due regali per i gemelli.
Continua
 

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Capitolo 20
*** 20. Il compleanno dei gemelli e...la ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Eccomi con quattro nuovi capitoli della mia ff. Spero vi piacciano;ringrazio coloro che leggono la mia ff senza commentare anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate :) Posterò il 28 dicembre se tutto va bene.
Un bacio a tutte.
Nat
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20. Il compleanno dei gemelli e...la "nascita" di una donna.

Il fatidico giorno era arrivato. Dopo aver buttato all'aria un pò di tutto,Elisabeth indossò un bellissimo vestito blue con una accentuata scollatura. Dopo essersi sistemata e truccata si mise la collanina che le aveva regalato Bill la sera in cui si erano messi insieme. Diavolo,era quasi passato un mese. Lei e Victoria giunsero nel locale dove c'era la loro festa e li raggiunsero con molta fatica.

- Auguri ragazzi -dissero le due.

- Auguri amore -disse Elisabeth all'orecchio di Bill.

- Grazie,comunque sei bellissima.

- Il mio regalo te lo dò più tardi quando siamo soli.

La prima parte della serata passò divinamente. Infatti tutti gli invitati si scatenarono nella danza così come le ragazze. Bill che era un pò geloso di qualche ragazzo he girava intorno alla sua Elisabeth le si appiccicò e non si allontanò più da lei. Poi arrivò il fatidico momento dei regali. A entrambi piacque il regalo che le ragazze avevano fatto loro: due bracciali in oro bianco identici con su scritto " Due corpi Un'anima sola". Dopo aver scartato tutti i regali,Elisabeth disse a Bill di raggiungerla ai piedi delle scale per evitare che li vedessero insieme. Quando la raggiunse,lei lo prese per mano e lo condusse al secondo piano. Si fermarono davanti ad una stanza ed entrarono dentro chiudendosi la porta alle spalle. Era davvero bella e decorata,infatti Elisabeth,dopo essersi fatta dare le chiavi,aveva sistemato la camera con palloncini e candele rendendo l'atmosfera molto romantica. Lì la mora potè fargli gli auguri con un bacio e poi gli disse di sedersi sul letto. Dalla sua borsetta uscì un pacchettino avvolto da una carta rosso vivo e con scritto sopra "Per Bill,l'amore mio". Spacchettò il regalo e aprì la scatolina. I suoi occhi nocciola circondati dalla matita nera si spalancarono quando vide ciò che c'era dentro: una collana con un ciondolo in oro molto vistoso a forma di corno e con sopra delle incisioni in giapponese.

- Questi simboli che vedi sono le iniziali del tuo e del mio nome. Così portandola al collo non ti dimenticherai di me.

- Lizie è bellissima,deve esserti costata un casino. Non potrei mai dimenticarmi di te perchè ti amo e non ti lascerò mai. Comunque amore grazie davvero.

Le diede un bacio e poi la mora si offrì di mettergliela. Bill si guardò allo specchio e la ragazza lo osservò soddisfatta.
- Sei bellissimo!

Il vocalist si avvicinò a lei e si abbassò fino a baciarle la fronte. Elisabeth gli accarezzò il viso e gli guardò gli occhi che sembravano luccicare per l'emozione. Gli sfiorò delicatamente le labbra prima di dare inizio a una lunga guerra con baci passionali,carnali e quasi violenti. La mente della mora tornò a quella domenica sotto la doccia: si sentiva di nuovo così. I due non erano più padroni di loro,ormai era la passione,il desiderio a parlare e decidere per loro. Dopo qualche minuto si ritrovarono sul letto. Bill cominciò a baciarle il collo mentre Elisabeth gli tolse la maglietta;si tolsero scarpe e calze e ripresero a torturarsi con baci e coccole. Quando sentì la mano del ragazzo salire sotto il vestito,lo fermò.

- Aspetta -disse lei sedendosi- devo dirti una cosa molto importante,almeno per me. Oddio,non riesco a dirtelo. Bill io...io...

- Per caso vuoi dire che non l'hai mai fatto prima,che sei vergine? -disse venendo incontro alla mora e notando il suo cambiamento dopo aver annuito- Già me lo immaginavo,era ovvio. Comunque è bellissimo che me l'abbia detto.

- Davvero era importante che te lo dicessi? -chiese vedendo i suoi occhi luccicare di più.

- Vorresti avere la tua prima volta con me? -chiese accarezzandole il viso.

- Lo volevo quel giorno e lo voglio ora.

- Allora è la cosa più bella che potessi dirmi.

Quelle furono le ultime parole che dissero perchè poi si lasciarono andare alla passione. Dentro di loro sentirono un'ondata di desiderio; infatti si desideravano e lo mostravano esplicitamente. Si sdraiarono di nuovo e ripresero a baciarsi. Come la aveva desiderata,come aveva voluto aver quel contatto. Ora poteva davvero considerarla "sua". La sua mano fece scivolare via le spalline del vestito,che poco dopo finì a terra così come la cintura e i jeans del ragazzo. Si infilarono sotto le coperte e da sotto le lenzuola volarono anche i loro indumenti intimi. Bill iniziò a depositarle dolci baci e teneri morsi sul collo,sulla spalla e poi giunse sul seno con cui giocò col piercing in modo dannatamente eccitante. Intanto sentiva la mora gemere per il piacere e continuò a torturarla con dei baci sull'addome e sull'ombelico che stuzzicò con la lingua. La mora strinse gli occhi quando lo sentì entrare dentro di lei,ma il dolore fu subito sostituito dalla passione. Scherzarono un pò e poi il vocalist si vendicò di una battuta della mora aumentando la velocità delle spinte facendole emettere dei gemiti tutt'altro che silenziosi. Quella era musica per le sue orecchie. Le asciugò una lacrima che le era scappata via poi ripresero a lottare e giocare. Non erano mai stati presi da una tale passione e nessuno dei due sembrava volere che tutto quello finisse. All'incitamento della mora di non smettere,continuò a muoversi sempre più velocemente. Dopo l'ultima spinta e un ultimo ansito nell'orecchio della ragazza, Bill le si distese accanto e la mora posò la testa sul suo petto.

- E' stato bellissimo -disse lei.

- Già,stupendo; questo è stato davvero il compleanno più bello che ho passato anche perchè sono con la mia ragazza.

- Non pensavo proprio che saremmo stati a letto questa sera. Ti avevo portato qui per darti il regalo e per stare sola con te.

- Ti sei pentita di avere fatto l'amore con me?

- Assolutamente no. Lo rifarei altre mille volte ma non me ne pentirei mai.

- Allora -disse rimettendosi su di lei- Ti prendo in parola.

- Tu...sei paz...zo -disse separatamente dopo che entrò nuovamente dentro di lei- Non ti stanchi mai?

- No,con te no -rispose sorridendo.

Rimasero lì per altri venti minuti,poi,dopo essersi sistemati,scesero e raggiunsero gli altri. Quando Tom vide il fratello gli chiese che fine avesse fatto perchè era da oltre cinque minuti che lo cercava e lui gli disse che era stato fuori a prendere un pò d'aria e nel frattempo aveva notato che c'erano molte ragazze carine. Il rasta sorrise maliziosamente e gli disse che ne aveva viste di molto belle.
- Eli sei qui? -chiese Victoria- Ti ho cercato.

- Ragazze vi abbiamo trovato finalmente! -esclamò Tom che le aveva raggiunte insieme al fratello.

- Victoria sono stata sul balcone perchè mi ha chiamato Louis. Ci ha invitate ad una festa che ha organizzato sabato sera e ti saluta,infatti mi ha chiesto di darti un bacio da parte sua.

- Ehi chi è questo Louis? -chiese Tom alle due.

- E' un ragazzo -rispose la bionda.

- Questo l'avevo capito,ma chi è?


- E' un amico. Ora non possiamo avere degli amici che devi saperlo?

- Certo,devo sapere tutto di voi.

- Che stupido! -esclamò la bionda prima di rivolgersi all'amica- Perchè fa questa festa?

- Per festeggiare l'addio delle vacanze. Ora cominciate la scuola.

- Perchè "cominciate"? Tu non ci vai? -chiese Tom incuriosito.

- No,io con la scuola ho chiuso. E' inutile che ci vada se non potrò mai realizzare il mio sogno. Mi devi fare l'interrogatorio o posso andare a ballare?

Il ragazzo non le rispose e lei si allontanò da lui,ma Bill la fermò dicendo che sarebbe venuto con lei,però prima avvertì il fratello di stare attento. Mentre si mischiavano agli altri le disse che non poteva lasciarla da sola perchè qualche ragazzo si sarebbe potuto avvicinare a lei o provarci e questo non poteva accadere. Lei gli sorrise e iniziarono a ballare. Intanto Victoria era rimasta lì immobile con Tom e,guardando i suoi due amici ballare,affermò che erano molto carini insieme e che sarebbero stati proprio una bella coppia dato che erano molto simili e si intendevamo su quasi tutto. Al rasta,all'inizio turbato da ciò che aveva sentito,bollì il sangue a quelle ultime parole. Poi vide i due ballare e con loro Georg e Gustav scatenarsi aiutati dall'alcool. La serata si concluse alle tre del mattino e prima di lasciarla andare,Bill sussurrò qualcosa ad Elisabeth.

- Oggi facciamo un mese amore mio. Auguri e...notte.
Continua
 

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Capitolo 21
*** 21. La diagnosi,la lite,la sbronza e...l'errore ***


21. La diagnosi,la lite,la sbronza e...l'errore

Le tre settimane successive passarono in fretta anche se tutti furono super occupati: i Tokio Hotel ebbero interviste, servizi fotografici,apparizioni televisive; Victoria era letteralmente presa dalla scuola; Elisabeth aveva continuato con il suo lavoro in boutique. Ma nonostante tutti i loro impegni la mora e il vocalist riuscirono a trovare dei momenti per stare insieme e furono aiutati anche dalla madre dei gemelli la quale fu davvero contentissima di vederli insieme e molto innamorati. Da quel bellissimo lunedì,la coppia non ricadde spesso sull'argomento anche perchè avevano paura che riparlandone sarebbero finiti di nuovo a letto e in questo caso avrebbero rischiato di essere scoperti. A nessuno dei due sembrava piacere questa idea in quanto sarebbero stati loro stessi a parlare della loro storia e questo sarebbe successo molto presto.
Ma negli ultimi giorni c'era qualcosa che non andava in Elisabeth. Infatti durante la festa di compleanno del diciottesimo di un suo amico aveva sentito delle fitte al fianco destro e per sicurezza era andata a farsi degli esami. Purtroppo i risultati erano quelli che temeva: infatti le era stata diagnosticata l'appendicite che,per fortuna era ancora agli inizi. Il dottore stava per fissargli un intervento quando lei gli disse che voleva operarsi in Italia,accanto ai suoi genitori. Visto che l'infiammazione era ancora minima accettò la richiesta della ragazza e,dopo aver chiamato un eccellente ospedale di Roma,stabilirono l'intervento per il giovedì seguente. Però lei doveva essere lì almeno due giorni prima per sicurezza e fare ulteriori esami di controllo. Lei odiava gli ospedali e la sola idea la fece rabbrividire: tra cinque giorni si sarebbe dovuta operare. La giovane tornò a casa e diede la notizia a tutta la famiglia che si strinse intorno a lei,in quanto sapevano del suo odio per gli ospedali. Era disperata,aveva paura di entrare in sala operatoria,vedeva sempre il peggio di ogni cosa. La mora chiese loro di non farne parola con nessuno e chiese alla mora di non dirlo specialmente ai gemelli. La ragazza andò nella sua stanza e chiamò i genitori avvertendoli della sua futura operazione. Rimasero oltre trenta minuti al telefono e alla fine riuscì a convincerli a lasciarla partire lunedì perchè voleva passare il week end con Victoria e gli altri. Poi i genitori della bionda la portarono alla boutique dove lavorava e avvisò la direttrice di quello che doveva fare.
Quel pomeriggio andò a casa dei gemelli perchè voleva dirlo prima a Bill e poi agli altri,ma arrivata lì trovò il rasta sul divano.

- Ehi che ci fai qua? Non dovevamo vederci stasera?

- Sì,ma devo parlare con...tua madre.

- Vieni qui -disse prendendole una mano e facendola sedere su una sua gamba- E' successo qualcosa? Sei strana,hai una faccia..

Bill che aveva visto tutto fu preso dalla gelosia e andò sui nervi.
- Lizie vieni,mia madre è in terrazza. Ti porto da lei.

La ragazza lo seguì. Arrivati sopra,il vocalist si chiuse la porta alla spalle. Non le diede neanche il tempo di parlare che l'aggredì verbalmente.
- Ti piace mio fratello?

- No,perchè me lo chiedi? Lo sai che amo solo te.

- Allora perchè non ti sei liberata dalla sua presa?

- Non mi ha dato il tempo di fare niente.

- Non è la prima volta che vi becco insieme.

La discussione andò avanti per circa dieci minuti,alla fine la mora si innervosì.
- Ti ho sempre detto che tra me e Tom non potrà mai esserci niente. L'ho sempre respinto e ora siamo solo buoni amici. Voglio stare con te. Ma diavolo Bill -disse iniziando a piangere- se lui mi fosse interessato sarei potuta andarci a letto ma non l'ho fatto. Ho deciso di avere il mio primo rapporto con te e speravo che quello ti avesse fatto capire quanto sei importante per me. Tu stesso mi avevi detto che significava molto e ora...sei geloso di tuo fratello. Una storia deve essere fondata sulla fiducia reciproca: Io mi fido di te me tu...tu ti fidi di me?

Detto questo corse via in lacrime anche quando Bill tentò di fermarla. Dubitava di lei,della sua fedeltà; non riusciva a credere che aveva litigato con lui per la prima volta da quando stavano insieme a causa di Tom. Corse a casa,non rispose alle chiamate di nessuno e addirittura spense il cellulare. Disse all'amica che non sarebbe uscita ma alla fine uscì da sola e andò ad un pub. Si sedette al bancone e ordinò qualcosa di forte. Doveva dimenticare anche se questo voleva dire stare peggio. Il barista le porse un cocktail che mandò giù tutto d'un sorso. Un ragazzo moro si avvicinò a lei e iniziò a parlarle,poi la fece bere ancora. Dopo oltre cinque bicchieri Elisabeth era ubriaca fradicia. Si sentiva così leggera e senza problemi,libera da ogni cosa. Si buttò in pista da ballo e iniziò a muoversi. Quel moro approfittò del fatto che fosse ubriaca per sfregarsi addosso a lei,che sembrava non accorgersi minimamente di quello che le accadeva intorno. Intanto nel piano superiore qualcuno stava cercando la preda per quella notte: era Tom Kaulitz che scrutava ogni ragazza per trovare quella che avrebbe allietato il suo letto. Gli occhi caddero verso la pista da ballo e vide Elisabeth. Scese di corsa le scale,la raggiunse con fatica e strattonò il braccio del moro che le si era avvinghiato addosso.

- Ehi cerchi rogna? chiese quello già pronto ad alzare le mani.

- Testa di cazzo è minorenne -disse Tom.

Poi prese la mora per una mano e la trascinò verso l'area prive. Ma giunti lì Elisabeth si liberò con uno strattone dalla presa del rasta che si girò per guardarla negli occhi.
- Di un pò,sei impazzita?

- Mi sto solo divertendo -disse barcollando appena- quindi lasciami stare.

- Tu sei ubriaca -disse prendendole un polso e impedendole di andare via- Ora ti porto a casa.

- Non mi porti da nessuna parte perchè io torno a ballare e a divertirmi -disse girandosi.

- Magari ora ti divertirai tu -commentò afferrandole anche l'altro polso- ma poi sarà quel tizio a divertirsi.

- Ora ho capito -disse la mora liberandosi da quella presa e incrociandogli le braccia intorno al collo- Sei geloso. Volevi esserci tu al suo posto non è così?

- Non sai neanche quello che dici talmente sei ubriaca -mentì cercando di scrollarsela di dosso ma la sua presa era molto forte.

- Io ti piaccio proprio perchè ti resisto. No,tu mi vuoi,mi volevi in piscina,nel tuo garage,sull'isola e mi vuoi anche ora.

- Smettila -le ordinò arrossendo.

- Tom Kaulitz che arrossisce? Prova che non mi vuoi.

Detto questo gli prese una mano e cominciò a fargliela scivolare sui fianchi. Tom alzò finalmente gli occhi fino a incrociare quelli azzurri della mora che gli sorrideva suadente. Poi lei si avvicinò al suo orecchio baciandoglielo. Il rasta cercò di controllarsi infondo era ubriaca e non sapeva quello che faceva;quella non era l'Elisabeth che aveva conosciuto ma era un'altra ragazza che però gli piaceva da impazzire. Mandò al diavolo quel poco di coscienza che gli era rimasta e si impossessò subito delle sue labbra costringendola a dischiuderle venendo poi invaso dal quel gusto di vaniglia che gli fece partire il cervello. Cercò subito la lingua della ragazza e iniziarono una violenta guerra tanto agognata dal ragazzo,che fece scivolare entrambe le mani sul corpo della mora iniziando a massaggiare e poi a salire sotto la sua maglietta. Quando poi ripresero fiato,prese la ragazza e la portò nei piani alti dell'edificio dove c'erano delle stanze libere. Continuarono a baciarsi nella scala e davanti alla porta. Una volta dentro Tom la sbattè con le spalle al muro e la baciò con foga e bramosia. Lei riusciva a sentire la sua eccitazione tramite i larghi jeans tanto le era appiccicato. Le sue mani viaggiarono sotto la maglietta rossa della mora facendogliela volare via e con essa volò anche la sua. La sollevò e la gettò sul letto sotto le coperte,le tolse la gonna mentre lei gli tolse i jeans. Dopo essersi coperti la mora gli dondolò davanti la sua biancheria sorridendogli molto suadente e questo fece impazzire il rasta. Iniziò a baciarla,poi scese sul suo seno che sembrava voler divorare mentre con la mano stuzzicava l'essenza della sua femminilità facendola emettere dei forti gemiti che erano delle canzoni per lui. Inarcò la schiena quando entrò violentemente e prepotentemente dentro di lei. Continuò ad aumentare la velocità delle sue spinte e di conseguenza aumentarono anche le sue urla. Verso le quattro del mattino il rasta,dopo essersi fermato per l'ennesima volta,notò che non c'erano tracce di sangue sul letto. Tom la guardò: ma non era vergine? Con chi l'aveva fatto? Chi aveva osato usurpare il suo territorio? Suo fratello non poteva essere stato di sicuro perchè glielo avrebbe detto o per lo meno lui lo avrebbe capito. Allori Chi? Si girò verso la mora che stava per addormentarsi e cominciò a solleticarle il braccio. Le chiese se poteva farle qualche domanda,ma lei gli rispose che aveva sonno e le faceva male la testa. Il rasta le promise che sarebbe stato veloce e le chiese a bruciapelo se era stata a letto con qualcuno dato che lui credeva che lei fosse vergine. Lei gli chiese che motivo avesse di dirglielo e il rasta insistette maggiormente mostrandosi più dolce,mettendole un braccio sul ventre e dandole un bacio. Alla fine la ragazza ammise di non essere più vergine ormai da qualche settimana.

- Con chi sei stata? Dimmelo Elisabeth.

- Lasciami stare e fammi dormire in pace. Non te lo dico.

- Se non me lo dici ti punisco.

La ragazza che era davvero distrutta non gli rispose e si limitò a coprirsi di più. Il rasta la fece girare e si mise tra le sue gambe. Le disse di dirglielo o avrebbe iniziato con la sua punizione. Lei non poteva e non voleva dirglielo,non si sarebbe arresa qualsiasi fosse stata la punizione. Dal suo silenzio il biondino capì che quello che temeva purtroppo era vero,le si tolse di dosso e si sdraiò. Lei e suo fratello erano stati a letto insieme,la aveva avuta prima di lui e questo non poteva accettarlo. Guardò verso la mora che si era addormentata: lui aveva capito che tra loro due c'era qualcosa ma non riusciva a credere che fossero arrivati persino a quello. E Bill non gli aveva detto niente;perchè?? Si addormentò con fatica perchè ogni volta che chiudeva gli occhi vedeva l'immagine di Elisabeth e suo fratello a letto insieme. Era inaccettabile per lui quella situazione. Però prima di addormentarsi si pose una domanda: sarebbe mai riuscito a portarsi a letto la mora se non fosse stata ubriaca?
Continua
 

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Capitolo 22
*** 22. La consapevolezza dell'errore di Elisabeth ***


22. La consapevolezza dell'errore di Elisabeth

Quando Elisabeth si svegliò sentì la testa scoppiarle e,non appena si accorse di essere nuda,si mise le mani nei capelli. Perchè diavolo si era ubriacata? Ora sì che Bill aveva un ottimo motivo per lasciarla: era stata a letto con un altro. Quando si girò vide un ragazzo accanto a sè,lei voleva vedere chi fosse quello stronzo porco che si era approfittato della situazione per portarsela a letto. Gli scoprì la faccia e per poco non le venne un infarto. No,non poteva essere vero,non poteva essere stata a letto con il fratello del suo ragazzo. Si vestì di corsa e poi gli lanciò un cuscino addosso.

- Ma sei scema? Sono solo le otto,lasciami dormire.

- Come hai potuto farmi questo? Come? -disse molto arrabbiata piangendo.

- Farti cosa? Io non ho fatto niente,sei stata tu a provocarmi e io ti ho solo seguito.

- Hai persino il...coraggio di chiederlo -disse separatamente a causa di una forte fitta al fianco su cui posò la mano- Hai approfittato del fatto che fossi ubriaca per portarmi a letto. Sei riuscito ad avere quello che volevi da mesi. Fai davvero schifo e non te ne rendi conto.

- Sono solo un ragazzo che ha seguito l'istinto e ha accettato di giocare con la ragazza che...

- Appunto tu hai giocato con me. Mi hai ferito sul serio e mi hai rovinato la vita. Mi fidavo di te e tu mi ripaghi così.

- E tu allora perchè non mi hai detto che eri stata a letto con Bill?

- Co...cosa diavolo stai dicendo? Io ero...

- Non sparare cazzate dicendomi che eri vergine perchè non è vero e sono persino riuscito a fartelo ammettere anche se non mi hai detto con chi sei stata. Dalla tua espressione ho capito che sei stata con lui. Non credi che avessi il diritto di saperlo?

- Tu non hai alcun diritto. Tuo fratello è grande e vaccinato,ha il diritto di fare tutto quello che vuole e di avere una sua vita privata così come io ho il diritto di avere la mia vita privata e i miei segreti. Non tutti vogliono essere come te a cui non interessa avere una privacy.

- Se avessi saputo che tra voi stava nascendo qualcosa ed era accaduto un momento di debolezza mi sar...

- Non è stato un momento di debolezza. Io e Bill lo abbiamo voluto davvero perchè ci amiamo -disse ormai esasperata dalle idiozie che stava sentendo.

- Voi cosa? Vi amate? Che vuoi dirmi,che state insieme?

- Non sono cavoli tuoi se sto con tuo fratello,fatto sta che lo amo e questo non puoi cancellarlo. Avrai anche rovinato quello che abbiamo costruito lentamente ma non potrai mai rovinare quello che provo per lui. E' unico.

- Deduco che state insieme. Da quanto va avanti questa pagliacciata?

- Fai schifo! Dovresti essere felice perchè tuo fratello ha trovato qualcuna che lo ami e invece chiami la nostra relazione pagliacciata. Comunque,se ti interessa,stiamo insieme da quasi due mesi e devo dire che sono stati davvero stupendi. Ma ora finirà tutto per una cosa che è successa per sbaglio e di cui non ricordo nulla.

- Che vuoi dire? Non andare –disse vedendola incamminarsi verso la porta- devi dirmi che cavolo vuoi dire con questo.

- Che ti odio per quello che mi hai fatto e che hai fatto a tuo fratello. Se fossi stata single avrei anche potuto passarci sopra,ma non lo sono e così hai distrutto due cuori.

- Ma io non sapevo che stavate insieme quindi... –disse lui con finta innocenza.

- Sei davvero uno stronzo!

La ragazza si avviò nuovamente verso la porta e il rasta la chiamò ma lei non si voltò.
- Comunque devo farti i miei complimenti,sei stata molto brava a letto perchè questa notte è stata fantastica.

Quella frase era stata una pugnalata al cuore. Piangendo corse via con tutta la forza che aveva. Quando giunse in quel parchetto che a lei tanto piaceva si fermò e chiamò l'agenzia viaggi per vedere se c'era un volo che partiva quel pomeriggio e per fortuna ne trovò uno che partiva alle 13,così anticipò la partenza a quel giorno. Corse a casa dove l'aspettavano tutti preoccupati e che,vedendola sconvolta,si preoccuparono ancora di più. Lei li avvisò che sarebbe partita tra tre ore perchè doveva andarsene da quella città. Poi scappò in bagno,aprì l'acqua della doccia e cominciò a strofinarsi con forza il corpo con la spugna come a voler cancellare ogni traccia che le ricordava quella notte con Tom. Pianse per tutto il tempo perchè...si disprezzava. Aveva letteralmente mandato al diavolo la cosa più bella che le era potuta capitare nella vita. Mentre stava scrivendo una lettera per Bill,Victoria piombò nella sua stanza e iniziò a torturarla di domande per sapere cosa avesse.

- E' perchè tu e Bill avete litigato? E' normale in una coppia litigare ma lui non ti vuole lasciare. Ieri mi ha addirittura chiamata per chiedermi di te. Era proprio a pezzi. Ti ama davvero.

- Lo amo anche io e per lui sono disposta a fare tutto. Ma quando leggerà questa -disse indicando la lettera- non vorrà più saperne di me. Mi odierà e io non so se ho il coraggio di vederlo così.

- Che vuol dire? Che torni in Italia? Non puoi farlo. –disse la bionda alzando leggermente il tono di voce- Io non te lo lascio fare Eli. Ormai stai qui da tre mesi,sei una sorella per me.

- Victoria,non ho detto che tornerò in Italia per sempre,ma almeno per tre settimane starò lì. Ho bisogno di cambiare aria e voglio approfittarne ora che devo operarmi. –le sorrise rincuorante.

- Tre settime passeranno in fretta però dopo torni o ti vengo a prendere fino a casa tua –le disse minacciosa mentre si avvicina e abbracciava la mora.

- Sei proprio un'amica. Grazie.
Continua
 

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Capitolo 23
*** 23. La ***


23. La "fuga" di Elisabeth;la verità e la partenza per Roma

Quando scesero Nicole chiese se volessero mangiare qualcosa ma nessuno delle due aveva fame e poi a Elisabeth faceva molto male il fianco. Dopo aver lasciato la lettera nelle mani dell'amica e aver salutato tutti,salì sul taxi che la portò all'aeroporto. Non aveva voluto che l'accompagnasse l'amica perchè non sarebbe riuscita a non piangere quando avrebbe dovuto salutarla. Durante il viaggio ascoltò le canzoni dei Tokio Hotel e questo non fece che peggiorare il suo umore. Si soffermò più volte su "Love is dead",su quella frase che Bill ripeteva nel ritornello "We lost a dream we never had" e la trasformò per come si sentiva lei in quel momento: "I lost a dream I fortunatly had". Quando atterrò e accese il cellulare,dopo tutti i messaggi di Bill,le arrivò una sua chiamata e gli rispose. Le chiese scusa dicendo che era stato uno stupido a dubitare di lei. Lo tranquillizzò dicendogli che aveva già dimenticato tutto e poi gli disse che doveva chiudere perchè aveva da fare. Dopo raggiunse i suoi che la erano venuta a prendere e che erano felicissimi di riaverla lì. Di pomeriggio la venne a trovare Jennifer e,dopo tanti abbracci,si sfogò con lei, raccontandole quello che era successo quella notte. L'amica cercò di consolarla e di calmarla ricordandole che non doveva agitarsi ma fu tutto inutile. Intanto Tom,che era tornato a casa e non aveva trovato il fratello,si era preoccupato un pò ma si calmò quando sua madre gli disse che era in studio con gli altri e che avrebbero fatto molto tardi. Lo raggiunse e fece finta di non sapere e di non aver fatto niente. Durante la notte Elisabeth si sentì male,infatti vomitò cinque volte a distanza di poco tempo e le salì le febbre. Quando l'indomani mattina i suoi genitori videro che la febbre era salita a 38.9° decisero di portarla all'ospedale perchè temevamo che l'appendicite fosse peggiorata. Mentre era in macchina sua madre avvertì Nicole,le disse ciò che era successo e le chiese di dirlo a Victoria ma di tranquillizzarla perchè la stavano portando per precauzione. Arrivata lì,i dottori la visitarono e decisero di farle rifare gli esami per vedere come erano le sue condizioni e se erano peggiorate,ma per i risultati doveva aspettare un'oretta. Intanto la madre di Victoria entrò nella sua stanza e,dopo averla allontanata da Bill,le disse ciò che le aveva riferito la madre della mora. Quando rientrò vide che il vocalist stava leggendo la lettera.

- Bill ti avevo chiesto di leggerla a casa.

- Non resisto,devo sapere perchè Lizie è tornata in Italia e se qui troverò la risposta la devo leggere ora.

Dopo averla letta guardò la bionda. Nei suoi occhi c'era un mix di sentimenti: amore e odio,ammirazione e stupore.
- Tu lo sapevi vero? -le chiese il vocalist.

- Cosa? Il motivo per cui è partita? E' normale che lo sapessi.

- E perchè non mi hai detto subito che lei e Tom sono stati a letto insieme?

La bionda rimase shockata;non riusciva a crederci. Gli disse che non ne sapeva niente di quello e che sapeva un'altra cosa. Bill le raccontò quello che c'era scritto e la ragazza cominciò a capire il comportamento dell'amica. Poi iniziarono a parlare dei dettagli; infatti si era ubriacata a causa di un tizio e suo fratello aveva colto l'occasione quindi avevano entrambi una colpa:lei per essersi ubriacata,Tom per averne approfittato ed essersela portata a letto. Parlarono per quasi un'ora di quella storia.

- Nonostante tutto la amo ancora. E' stata sincera e onesta a dirmi la verità anche se non di persona. Non tutte lo fanno.

- Lei ti ama. Non l'avevo mai vista così triste in vita mia. Certo che Tom poteva ragionarci di più prima di farsela.

- Già,ha davvero esagerato questa volta. Ora dovrà fare i conti con me. Lei era mia.

- Lo è ancora. Se ti ha detto tutto è perchè vuole stare con te. Dalle un'altra chance,tra voi non può finire a causa di quell'idiota.

- Chi mi ha deluso di più è stato Tom. Non me lo sarei mai aspettato da lui,è mio fratello...gemello.

- Lei non voleva essere causa di qualche litigio tra voi. Cerca di capire anche lui: ha solo seguito la sua natura,il suo istinto e te lo ha detto anche Elisabeth. E' stata lei stessa a chiederti di perdonarlo e non rovinare il vostro rapporto. E' ammirevole da parte sua. Bill -disse alzandogli il viso con una mano- ti ama sul serio e farebbe di tutto per te. Non lasciartela scappare.

- E' lei che se n'è andata. Tu sai il perchè,dimmelo. Voglio cercare di capire perchè è successo tutto questo e perchè se n'è andata.

- Lei se ne sarebbe andata comunque,indipendentemente da quello che è successo,solo che sarebbe dovuta partire oggi. Lei sabato era venuta per avvertirti e dirti ciò che aveva scoperto,ma poi avete litigato e lei,per dimenticare,è uscita da sola e ha bevuto.

- Quindi in parte la colpa è mia perchè se non l'avessi aggredita così non avremmo litigato e non sarebbe successo niente -disse portandosi le mani ai capelli prima di guardare la bionda- Cosa doveva dirmi sabato?

- Ha fatto degli esami perchè aveva avuto degli strani dolori e ha scoperto di avere l'appendicite e quindi giovedì deve operarsi.

- Appendicite? Operarsi? Ma...

- Tranquillo,l'hanno diagnosticata agli inizi quindi era tutto sotto controllo.

- Perchè era? Cosa è successo?

- Mia madre mi ha detto che Elisabeth è in ospedale perchè stanotte si è sentita male perciò i genitori per precauzione l'hanno portata lì questa mattina. Ma io temo che sia peggiorata,l'alcool e il suo stato d'animo non l'hanno aiutata per niente. Ora chiamo per vedere se ci sono novità.

Chiamò la madre di Elisabeth e le chiese della mora. Le disse che dagli esami che aveva appena fatto era risultato che la situazione si era aggravata e che quindi si stavano preparando per operarla subito. Quando lei rientrò, Bill notò la sua faccia e le chiese cosa era successo.

- E' peggiorata come temevo e la stanno per operare ora.

- Ora? -chiese il vocalist stupito- Io la devo raggiungere.

- Che vuol dire? L'operazione non è complicata. Il rompicapo è dopo perchè la guarigione è più lunga. A causa dei punti dovrà stare ferma a lungo quindi non tornerà presto.

- Io parto per l'Italia. Non posso lasciarla ora che ha bisogno di me. Non posso e non voglio -Detto questo si avviò verso la porta- Vuoi venire con me?

- Vorrei ma...i miei e la scuola...

- Per la scuola non posso aiutarti però posso parlare io con i tuoi.

La bionda lo ringraziò e poi scesero in cucina dove c'erano i genitori della ragazza. Il vocalist parlò con loro e riuscì a convincerli. Mentre la bionda si preparava una borsa con qualcosa dentro il moro chiamò l'agenzia viaggi per sapere se c'erano voli per Roma: il volo più vicino era tra un'ora e mezza. Allora Bill prenotò due biglietti e,dopo aver avvisato la bionda,uscì e corse a casa sua a preparare un paio di valigie con tutto l'occorrente per qualche giorno. Quando la madre salì nella sau stanza e lo vide prepararsi tutto di corsa gli chiese cosa fosse successo e lui le disse che stava partendo per l'Italia. La madre rimase allibita e in silenzio per qualche secondo,poi,quando ritrovò la facoltà della parola,gli chiese il perchè stesse partendo così all'improvviso. Il figlio,continuando a prepararsi,le disse che stavano operando Elisabeth di appendicite e che quindi lui e Victoria volevano starle vicino. Rimase sbigottita e gli chiese se lo sapeva e il vocalist le raccontò che il giorno in cui la mora voleva dirglielo avevano litigato e non glielo aveva detto. Detto questo salutò la madre dicendole che doveva raggiungere Victoria perchè dovevano andare all'aeroporto o rischiavano di perdere l'aereo. Scese di corsa le scale e uscì fuori per prendere il taxi. Tom,che era arrivato in quel momento,lo vide con un paio di borsoni in mano e lo fermò per chiedergli spiegazioni.

- Fratellino ma...dove stai andando?

- Da Elisabeth,in Italia. Ha bisogno di qualcuno che la ami e che non la usi,che non usi il suo corpo.

- Bill io posso...

- Basta Tom,mi hai deluso,ma se credi che per quello che hai fatto e che è successo lascerò Elisabeth ti sbagli di grosso. La amo e non la lascerò mai. Ora vado o perdo l'aereo.

- E per raggiungerla lasci tutto e tutti? -chiese con un tono quasi arrabbiato e deluso allo stesso tempo.

- Non sto lasciando niente e nessuno; starò un pò via con Victoria e torneremo con Lizie appena si sarà ripresa dall'operazione a cui si sta sottoponendo ora.

- Operazione? Ma che diavolo dici?

- Ti spiegherà nostra madre. Ora vado.

Tom lo vide salire sul taxi e partire,poi entrò per chiedere delle spiegazioni alla madre. Lei gli riferì ciò che le aveva detto Bill. Intanto il vocalist giunse a casa della bionda,la prese con sè e andarono all'aeroporto. Quando salirono,furono sistemati in una zona più riservata per evitare che qualcuno li disturbasse. Per la prima parte del viaggio ognuno rimase per i fatti propri immersi nei loro pensieri,ascoltando musica o leggendo riviste,ma poi Bill non ce la fece più e si sfogò un pò con la ragazza. Le disse che non era molto facile per lui fare finta che tra Elisabeth e Tom non fosse successo niente anche se alla fine la maggior parte della colpa era del fratello. Non voleva perderla per nessun motivo al mondo e quindi l'avrebbe perdonata perchè il sentimento,l'amore che provava per lei era troppo forte e andava oltre l'immaginabile. Non si era mai sentito così,nessuna ragazza lo aveva mai colpito così. Solo lei aveva fatto breccia nel suo cuore in un modo molto violento,lei era Elisabeth,la sua Lizie... bella,semplice,sincera,generosa,vivace e allegra...tutto questo la rendeva unica e inimitabile. Non avrebbe mai commesso l'errore più stupido della sua vita,quello di lasciarla;avrebbero superato ogni ostacolo e avversità ma solo se fossero stati insieme,uniti. Lui stesso si era stupito di questi suoi pensieri,lui che credeva che non esistesse una ragazza che sarebbe stata capace di...cambiarlo. Ma poi cominciò a essere preso da delle strane paure.

- E se invece sarà lei a lasciare me?

- Bill,piantala di fare il bambino. Lei non voleva lasciarti e non lo farà mai,tranquillo. Me lo ha detto prima di andarsene; aveva bisogno di stare via per qualche tempo perchè non sarebbe riuscita a vederti infuriato a causa sua. E comunque penso che quando ti vedrà all'ospedale le verrà u infarto: tu sei l'ultima persona che penserà di trovarsi davanti al suo risveglio. Lei ora più che mai ha bisogno del tuo amore,sarà un brutto momento e noi dovremmo starle accanto e aver pazienza,ma la cosa più importante è che deve evitare emozioni troppo forti che potrebbero farle del male,quindi cerca di evitare di parlarle di quella storia almeno finchè non starà meglio.

- Ok,hai ragione. Quando torneremo in Germania però faremo una piccola festicciola per ufficializzare la nostra relazione. Non voglio più nascondermi,voglio poter urlare al mondo intero quello che provo per lei. E poi l'averla tenuta nascosta ha avuto dei vantaggi ma anche degli svantaggi,in quanto qualcuno se n'è approfittato.
Continua
 

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Capitolo 24
*** 24. Il chiarimento ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Eccomi con quattro nuovi capitoli della mia ff. Spero vi piacciano;ora vorrei passarei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,sono contenta che tu abbia recensito e ti ringrazio di cuore... Beh,si è comportato davvero da stronzo e questo causerà vari casini...spero ti piaceranno questi capitoli,fammi sapere cosa ne pensi per favore :)
Comunque,ringrazio anche coloro che leggono la mia ff senza commentare anche se mi piacerebbe sapere cosa ne pensiate :) Posterò il 28 dicembre se tutto va bene.
Un bacio a tutte.
Nat
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24. Il chiarimento

Intanto a Roma l'operazione si era conclusa dopo qualche oretta e i dottori si stavano sistemando per poter uscire e parlare con la famiglia. Quando videro il chirurgo,i genitori chiesero come stava loro figlia e lui rispose che l'intervento era riuscito perfettamente e che ora stavano portando la ragazza nella propria stanza. Prima di andarsene avvisò i signori che potevano vederla ma la figlia non sarebbe stata ancora cosciente per qualche ora perchè era ancora sotto l'effetto dell'anestesia. Dopo un pò la famiglia fu chiamata da un'infermiera che li condussero nella stanza della mora. Si sedettero vicino a lei e le strinsero la mano. Era così dolce quando dormiva;sembrava essere tornati indietro nel tempo quando lei stava male e i suoi genitori le stringevano le mani e la rincuoravano finchè non si addormentava. Intanto verso le 13:30 Bill e Victoria,dopo essere atterrati e aver preso le loro valigie,presero il taxi per andare all'ospedale. Sul mezzo il vocalist avvertì gli altri della band che sarebbe stato in Italia per qualche giorno. Arrivarono a destinazione e,dopo essersi fatti dire il numero della stanza di Elisabeth,salirono per le scale perchè l'ascensore sembrava impiegarci troppo tempo a scendere.

- Victoria -disse stupita Jennifer vedendola arrivare- Ma che ci fai qui?

- Jenny,vedo che stai bene. Vorrei presentarti Bill Kaulitz. Comunque siamo venuti per Eli -disse dopo che i due si presentarono- Come sta?

- L'operazione è riuscita perfettamente ma è ancora sotto anestesia -poi rivolgendosi a Bill- non pensavo che saresti venuto anche perchè sapevo che non eri a conoscenza delle sue condizioni.

- Lo scoperto oggi infatti. So che sei la migliore amica di Lizie e che con te si confida,per favore dimmi se ti ha parlato di sabato notte.

- Bill non posso parlarti di queste cose. Lo farete voi quando si sveglierà. Comunque ti dico solo di stare calmo e che se la ami,come credo vedendoti qui,si risolverà tutto. Ma...dove dormite?

- Victoria sei tu? -chiese la madre di Elisabeth.

- Salve signora Hannet,è un piacere rivedervi -disse rivolgendosi anche al padre e alla piccola Katie- Sono venuta per Eli,ma se sono qui è grazie a lui,Bill Kaulitz.

- Tu sei il ragazzo di nostra figlia. Che piacere conoscerti.

Si presentarono tutti quanti prima di essere interrotti da Jennifer.
- Scusate,posso rubarvi Victoria? Stavo chiedendo loro dove dormivano finchè sono qua.

- Ma che domande! Dormirete da noi,c'è molto spazio.

- Non vorremmo disturbare -disse Bill.

- Ma che disturbo. Se non accettate ci offendiamo.

- Grazie davvero signora Johnson.

- Hannet,mi chiamo così e dammi del tu. Comunque volete venire a casa con noi? Stavamo andando per mangiare qualcosa e poi torniamo.

Bill invitò Victoria ad andare con loro e le disse che lui voleva restare lì con Lizie. La bionda insistette per rimanere a fargli compagnia,ma lui la tranquillizzò dicendole che non sarebbe stato di compagnia in quanto doveva fare altre chiamate per avvisare della sua assenza per qualche giorno. Si salutarono tutti quanti e poi se ne andarono con le valigie dei ragazzi,mentre il vocalist si sedette su una sedia e prese il suo cellulare per chiamare il manager della band,David Jost. Gli raccontò tutto quanto;all'inizio si accigliò appena ma poi capì il ragazzo e gli disse di tornare al più presto. Terminata la chiamata,notò che gli era arrivato un sms di suo fratello Tom in cui gli chiedeva come stava Elisabeth e gli porgeva le sue scuse per quello che aveva combinato quel sabato. Ma il vocalist non se la sentì di rispondere,semplicemente si alzò ed entrò nella stanza di Lizie,sedendosi al suo capezzale. Le prese una mano e cominciò ad accarezzarle i capelli con l'altra. Il vederla lì,in quel letto,con il viso stanco,lo faceva sentire da schifo e,più tempo passava,più dentro di lui cresceva qualcosa che lo faceva stare ancora peggio...si sentiva in colpa...già,perchè credeva che tutto quello che era successo fosse causa sua,della sua maledetta gelosia. Ma che poteva farci? Lui era geloso delle persone che amava e quel giorno aveva davvero temuto che tra lei e Tom ci fosse qualcosa.

- Ma che stupido che sono stato -disse Bill continuando ad accarezzare la ragazza- Come ho potuto dubitare di te e per di più con mio fratello. Non avrei dovuto,mi sono lasciato prendere dalla mia natura,già perchè io sono fatto così: prima mi innamoro e poi divento geloso perchè ho paura di perdere la persona che amo. Lizie,sabato ho reagito così perchè ho avuto paura di perderti. Lo so,ho sbagliato e se potessi tornare indietro non lo farei perchè so che anche tu mi ami e che posso fidarmi di te. E ora...ora sei qui,su questo letto ed è tutta colpa mia;se quel giorno non avessimo litigato,tu non ti saresti ubriacata per dimenticare ciò che ti ho detto e non saresti finita a letto con Tom...mio fratello gemello...come è possibile che abbia fatto una cosa del genere? E' vero che non gli ho mai detto di noi due ma avrebbe dovuto capirlo. Comunque Lizie,quando guarirai e torneremo in Germania,cambieranno molte cose e non dovremmo più nasconderci. Il prezzo pagato per tenere tutto segreto è stato troppo alto,non dovevamo arrivare a questo punto. Perdonami piccola mia.

Rimase lì con lei osservandola in viso mentre la sua mente vagava indietro nel tempo: al loro primo incontro quando lei era in difficoltà con Lucas,a quella domenica a casa di Victoria quando la baciò durante il piscina party,a quella notte passata sul divano a baciarsi e accarezzarsi,alla passione che li aveva travolti nella doccia quando erano andati in vacanza,a quando si erano messi insieme,al suo ricordo più bello ossia la loro prima notte insieme. Quante cose erano successe in quei quasi due mesi che stavano insieme,quante bugie,quante peripezie,quanti rischi avevano corso pur di stare insieme anche solo per cinque minuti. Ma a nessuno dei due era importato rischiare, volevano davvero stare insieme e niente e nessuno li avrebbe fermati. Sorrise quando ricordò quel pomeriggio al parco quando lei si sporcò la punta del suo piccolo naso con del gelato e lui glielo pulì con un bacio. Il suo viaggio tra i ricordi della loro storia durò un'altra mezz'oretta e venne interrotto quando notò che la mora si stava lentamente svegliando. Lei si sentiva molto strana e stressata,sicuramente era l'effetto dell'anestesia. Quando fu completamente sveglia e in grado di percepire a pieno la realtà,sentì qualcuno stringerle la mano;lei pensò che fosse qualcuno della sua famiglia e quindi si girò tranquilla,ma quando incrociò gli occhi di Bill lei cambiò subito espressione: era l'ultima persona sulla faccia della terra che si aspettava di trovare accanto al suo risveglio. Lui notò il suo atteggiamento e anche i suoi occhi luccicare appena;quelle due pagliuzze azzurre sembravano urlare un grande odio verso se stesso,un forte disgusto per quello che aveva fatto. Abbassò gli occhi e scostò leggermente la testa verso la parte opposta. Non riusciva neanche a guardarlo in faccia,sapeva di averlo deluso tantissimo e non aveva la forza di leggere nei suoi occhi castani il male che lei stessa gli aveva fatto. Una lacrima le scappò via e cominciò a scendere piano lungo la sua guancia. Bill le passò un dito sul viso togliendola dopo di che ruppe il silenzio che c'era già da molto tempo ma che era diventato più profondo e freddo da quando lei si era svegliata.

- Lizie,come stai? -le chiese baciandole quella mano che aveva stretto finora.

Lei non riusciva proprio a dire niente,non era pronta a un confronto con lui,non ancora. Iniziò a spostare molto lentamente la testa verso il ragazzo,che con la mano le toccò dolcemente la guancia e la fece girare.
- Ehi,stai tranquilla. Come ti senti?

Come poteva essere così calmo? come poteva comportarsi come se non fosse successo nulla? Era così tranquillo...forse aveva solo sognato di essere stata a letto con quell'imbecille di suo fratello e quindi nella realtà non era successo niente...magari fosse davvero così,ma purtroppo la realtà non era quella che voleva. Guardò ancora un pò il vocalist negli occhi,sembrava essere davvero preoccupato per lei.

- Ciao Bill -disse piano- Sto...sono stanca ma sto bene. Ma...che ci fai...qui? -balbettò impaurita.

- E me lo chiedi? Sono qui per te,per starti vicino durante la riabilitazione.

- Tu...vuoi stare qui...con me? Dopo quello che ti ho fatto non ries...

- Lizie -la interruppe- sei la mia ragazza ed è logico che voglia restare al tuo fianco ora che hai bisogno di me. Non parliamo di quello che è successo.

- La tua ragazza? - chiese stupita- io credevo che mi odiassi per quello che ho fatto e,comunque,dobbiamo parlarne.

- Non ora,non devi stancarti,hai appena subito un'operazione e devi riposare. Avremmo tutto il tempo per parlare perchè non mi muovo da qui. Starò con i tuoi insieme a Victoria.

- E' qui anche lei? Ma voi siete pazzi... Ora capisco chi ti ha riferito di ciò che mi era successo.

- Ha fatto bene,l'avrei torturata finchè non avesse ceduto e non mi avesse detto perchè eri tornata qui. Comunque non dobbiamo più nasconderci,vivremo la nostra storia alla luce del giorno.

- Bill -disse sfiorandogli una guancia- come puoi essere così dolce nonostante...nonostante io sia stata a letto con Tom,tuo fratello.

- Lizie ti ho già detto che...

- No -lo interruppe- dobbiamo chiarirla adesso o io divento pazza. Ti giuro che non volevo,ero andata in quel pub perchè volevo stare da sola,non mi andava di parlare con Victoria. Lì ho bevuto un bicchiere di cocktail e dopo mi si è affiancato un ragazzo che mi ha offerto un altro drink. Ricordo solo di essere rimasta lì con lui e poi...poi mi sono risvegliata accanto a quel...quel...oddio,non so neanche come chiamarlo -disse portandosi le mani sulla testa per nascondere i suoi occhi ormai lucidi.

- Ehi,ehi non agitarti o potresti star male.

- Perchè non dici niente? Ti prego -disse guardandolo negli occhi- dimmi qualcosa,urlami il tuo odio,il tuo disprezzo, ma non fare finta di niente. Co...così mi uccidi -disse separatamente a causa del dolore.

- Vedi? Ti avevo detto di non agitarti. Ora chiamo il dottore -fece per alzarsi ma la mora lo bloccò per la mano e gli fece cenno di no con la testa invitandolo poi a riprendere il suo posto- Ok,come vuoi tu. Quando ho letto la tua lettera mi si è letteralmente gelato il sangue e spezzato il cuore perchè mi avevi tradito. Poi ho capito che non lo hai fatto intenzionalmente ma eri sotto l'effetto dell'alcool. Era la prima volta che ti sei ubriacata e quindi non potevi immaginare cosa sarebbe potuto succedere. Tu hai sbagliato ad ubriacarti è vero,ma anche Tom ha fatto un grave errore: ha approfittato della tua incapacità di intendere e di volere e ti ha portato a letto. Lui ha sbagliato,entrambi avete sbagliato e purtroppo ci sarà un prezzo da pagare per quello che è successo,ma non so ancora cosa accadrà. Nella tua lettera tu mi hai chiesto addirittura di perdonare mio fratello perchè lui ha solo seguito la sua natura e ti sei assunta tutta la colpa. Io,come gli altri componenti della band,abbiamo accettato la sua natura anche se molte volte ha rischiato di metterci nei guai con le sue scappatelle. Io lo accettato,è mio fratello,ma questo non doveva farlo. Non era un segreto che tu mi piacessi e lui più di tutti avrebbe dovuto capirlo,ma è come se...se ne fosse fregato dei miei sentimenti ed è proprio questo che mi fa arrabbiare di più. Forse ora ha capito di aver sbagliato perchè ha notato che sono più freddo,ma se lo merita. Ma la cosa più assurda in tutta questa storia è che,nonostante io sia molto deluso per quello che è successo,non riesco a non amarti. Quando poi ho saputo che dovevi operarti e che eri improvvisamente peggiorata,ho mandato tutto al diavolo e ho capito quanto tu sia effettivamente importante per me. Ci vorrà del tempo,ma dimenticherò quello che è accaduto solo...solo se saremo insieme. Insieme supereremo ogni cosa,ogni ostacolo,ma dobbiamo essere in due per farlo,io da solo non potrei farcela. Non ho assolutamente la minima intenzione di lasciarti,al contrario,staremo qui finchè non starai meglio e,quando sarai guarita e torneremo in Germania,ufficializzeremo ogni cosa,diremo a tutti quanti che io e te stiamo insieme e non dovremo più fare le cose di nascosto. Te lo giuro,Lizie,finirà tutto molto presto e allora potremmo cominciare una nuova vita insieme. Quindi ora tu pensa solo a guarirti e a riposare perchè poi ti aspetta una grande festicciola. Ich liebe dich...

Lei non riusciva a credere a quello che aveva sentito,lui la aveva perdonata,voleva stare con lei e rendere tutto ufficiale. Era un sogno o la realtà? Se lo chiese ma capì subito che non sognava quando Bill la baciò dolcemente. Sembrava quasi aver paura di farle male.
- Non so proprio cosa dire...grazie,non dimenticherò mai quello che hai fatto per me...ti amo anche io.

Ricambiò quel dolce bacio che le aveva dato prima ma furono interrotti da un colpo di tosse che li fece voltare. Era la sua famiglia insieme a Victoria. Tutti furono molto felici di vederla sveglia. Elisabeth salutò i genitori e la sorellina e poi abbracciò l'amica. Rimasero tutti lì a farle compagnia. Parlarono un pò di tutto: di come la sua famiglia era andata avanti dopo la sua partenza,della storia di Bill ed Elisabeth e della loro splendida vita in Germania. Victoria era davvero molto felice nel vedere l'amica così allegra e capì che tra lei e il vocalist dovesse essere tutto ok e quindi dovevano già aver chiarito ogni cosa. Poi cominciò a pensare: questa volta hai perso Tom Kaulitz,non sei riuscito a separarli perchè il loro amore è puro e vero e tu puoi solo restare a guardare quello che hai fatto,li hai uniti ancor di più... Si rallegrò parecchio ora che finalmente aveva avuto una bella lezione.
Continua
 

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Capitolo 25
*** 25. Il ritorno a Magdemburgo e la discussione dei gemelli ***


25. Il ritorno a Magdemburgo e la discussione dei gemelli

Passarono tutti due belle settimane e lentamente Elisabeth si stava riprendendo sempre di più. In quei giorni aveva avuto modo di stare in famiglia e di rivedere tutti i suoi amici. Era serena e spensierata anche perchè Bill le era stato accanto tutti quei giorni e le aveva impedito qualsiasi movimento. Ormai lui era diventata la sua ombra e lo era tuttora. Quando la mora rivide Lucas,finalmente non ebbe più paura di affrontarlo,sembrava invece avere più paura di Bill,paura che lui gli saltasse addosso per punirlo per il male che le aveva fatto. Riuscì a calmarlo e ruppe una volta per tutte ogni rapporto con quel ragazzo dicendogli che doveva stare fuori dalla sua vita perchè ormai era felice e non voleva alcun insetto orribile che le desse fastidio. Da allora non si fece più vedere e lei rimase sempre tranquilla. Tutti insieme guardarono dei film affittati o comprati in qualche negozio o dei filmini di quando erano ragazze. Victoria ed Elisabeth sorrisero quando videro quello che combinavano da bambine insieme a Jennifer,ma poi la mora fu costretta a fermarsi per il dolore che le provocavano i punti. Doveva resistere solo un altro giorno, ventiquattro ore e finalmente sarebbe finito quell'incubo e lei avrebbe ricominciato di nuovo ad essere autonoma. L'indomani andò all'ospedale insieme ai genitori e a Bill. Dopo averle tolto i punti e averla medicata,i medici furono felici di riferirle che era libera e poteva ricominciare lentamente a fare tutto. Poteva di nuovo correre,saltare,urlare, poteva fare tutto. Dopo aver abbracciato i suoi e il vocalist,uscirono e andarono a casa. Lì le ragazze cominciarono a preparare le loro valigie mentre Bill chiamò l'agenzia viaggi. Il loro volo partiva quel giovedì mattina. Ancora due giorni e sarebbero ritornati in Germania,due giorni e avrebbero affrontato il loro passato per dare inizio ad un nuovo presente e un felice futuro. I tre decisero che a prenderli all'aeroporto sarebbero stati i genitori di Victoria,che sarebbero stati prima a casa sua per sistemare le valigie e per parlare un pò con loro e poi la mora e il vocalist sarebbero potuti andare a casa del ragazzo a sistemare e chiarire ogni.
L'indomani sera i genitori di Elisabeth organizzarono una cena al ristorante a cui,oltre a loro quattro,Bill,Victoria e Jennifer,parteciparono altri parenti e amici stretti e durante la quale la mora rivelò la sua storia col leader dei Tokio Hotel. La serata andò davvero alla grande,tutti erano felice per la guarigione di Elisabeth e per la sua storia. Da quella sera per la famiglia e per gli amici della mora,lei era fidanzata in casa o,come si diceva, "zita in casa".
Giovedì era arrivato e con esso il momento dei saluti. Alla mora sembrò di ritornare indietro,al giorno della sua partenza per il trasferimento,gli stessi occhi lucidi,i volti tristi,gli stessi abbracci forti,i pianti... Dopo aver salutato tutti quanti e averli ringraziati per tutto,i tre se ne andarono per sbrigare le ultime formalità prima della partenza.
Sull'aereo si riposarono per un bel pò; poi Elisabeth cominciò a guardare fuori dal finestrino e a pensare a come si sarebbe dovuta comportata con Tom. Sentì Bill scompigliarle i capelli e chiederle cosa avesse,lei gli parlò dei suoi dubbi e lui la rincuorò dicendole che non sarebbe stata sola e che lo avrebbero affrontato insieme. Doveva solo essere naturale,essere se stessa e dirgli in faccia tutta la rabbia che aveva dentro. Si sentiva meglio ogni volta che lui le dava qualche consiglio;dopo un dolce bacio,si rimise le cuffie del suo I-pod nelle orecchie e appoggiò la testa sulla spalla del vocalist che le cinse le spalle con un braccio e giocherellava con una ciocca dei suoi capelli.
Arrivarono all'aeroporto di Magdemburgo e lì trovarono i genitori di Victoria così come avevano stabilito. Dopo i soliti saluti,salirono in macchina e parlarono molto di quei giorni passati in Italia e anche della festa che Bill stava organizzando per quel sabato con i suoi amici per presentare a tutti Elisabeth. Arrivati a casa della bionda,le ragazze sistemarono le valigie e mangiarono qualcosa al volo. Poi Bill chiamò un taxi e,insieme alla mora,si diresse verso casa sua. Quando scesero dalla macchina,lei si fermò a fissare per qualche secondo quella casa: ecco era davvero giunto il momento della verità,il momento in cui avrebbe finalmente potuto uccidere quell'imbecille con le proprie mani. Il vocalist,dopo aver afferrato la sua valigia,prese la ragazza per una mano e si avviarono verso l'ingresso. Sul ciglio della porta suonò il campanello e gli aprì sua madre che quando lo vide lo abbracciò forte. Poi strinse forte anche la ragazza e le chiese come stava. Dopo aver detto che ormai stava bene,la donna li fece accomodare e diede loro qualcosa da bere.

- Non immagini neanche come era preoccupato mio figlio quando ha saputo che stavi male. Sono davvero felice di rivederti in piena salute. Comunque -disse poi rivolto al figlio- tuo fratello dovrebbe arrivare a momenti,si è messo d'accordo con i ragazzi per modificare degli accordi di alcuni testi,quindi arriverà con tutta la truppa al seguito. Non sapevo che sareste arrivati oggi,seno avrei evitato di farli venire tutti quanti qua e farli restare a cena. A proposito, verrà anche David.

- Tranquilla mamma,non fa niente e poi è meglio che stasera siano tutti qua,almeno potrò finalmente chiarire delle cose con Tom e dire a tutti di noi due -disse lui guardando la mora- Tanto non c'è fretta perchè questa sera,se per te va bene,lei resterà qua a dormire.

- Certamente,mi fa piacere. Elisabeth preferisci dormire con Bill o ti preparo una camera per gli ospiti?

Dopo un'occhiata con Bill,le rispose che avrebbe dormito con lui. I due raccontarono le loro vacanze "forzate" a Roma ma si bloccarono quando sentirono un grande frastuono. Ma cosa stava arrivando? Una mandria di elefanti? Quando Tom,Georg e Gustav piombarono in salotto la faccia fu la stessa: non si aspettavano proprio di trovare Bill ed Elisabeth e ne furono molto sorpresi. David sorrise e salutò entrambi dicendo di essere felice per loro e che tutto sia andato per il meglio.

- Ragazzi che bello rivedervi -disse il bassista che si avviò verso i due per salutarli- Eli vedo che stai bene. Ci hai fatto spaventare monellaccia.

- Sto bene,come puoi vedere non è facile sbarazzarsi di me. Delle forze maggiori hanno voluto che tornassi qui -disse dando una sbirciata al rasta- e,se devo essere sincera,sono felice di esser ritornata,non mi allettava l'idea di tornare a stare in Italia. Qui ho qualcosa e qualcuno che non voglio lasciare -disse intrecciando le sue dita con quelle del moro.

- Ti riferisci a noi vero? E' impossibile stare lontani da noi -chiese il batterista sorridendo dopo averle dato una bacio sulla guancia- A parte gli scherzi,insieme siete carini e,sinceramente,avrei voluto sapere prima della vostra storia o per lo meno alla festicciola di dopo domani. E poi si sapeva che sareste finiti insieme,avete troppe cose in comune.

- Grazie Gustav,tu sei davvero un amico. Non è stato corretto nascondervelo,ma credevamo che al momento fosse la cosa giusta,ma ci siamo sbagliati. Si sarebbero potute evitare molte cose orrende,ma ormai quel che è fatto è fatto,non si può più tornare indietro e comunque tutto questo è servito solo ad unirci di più.

- Questo è poco ma sicuro -disse Bill stringendole la mano- Quello che abbiamo passato ci ha fatto capire che il nostro è un vero amore e niente e NESSUNO ci potrà dividere. Ora scusatemi,ma dovrei parlare con mio fratello.

Passò davanti al fratello,che non era riuscito né a dire una parola né a fare niente,e andarono giù nel garage,di sicuro lì nessuno li avrebbe disturbati e sentiti. I gemelli si guardarono negli occhi,come se quello bastasse a dire molte cose e a fargli capire la rabbia che aveva dentro.
- Come hai potuto farmi questo Tom? -chiese il Bill visibilmente deluso- E non dirmi che è stata colpa mia che non ti ho detto niente perché sarebbe una cazzata. Tu mi conosci meglio di chiunque altro e sai esattamente quel che penso,allora perchè? Perchè te la sei portata a letto nonostante lei fosse ubriaca?

- Bill...è inutile che ti dica che mi dispiace,anche se è così,perchè tanto non concluderei niente. Tanto vale che tu sappia la verità: dovevo vedere se dopo essermela portata a letto questa strana attrazione sarebbe passata quindi se non fosse successo quel giorno sarebbe successo un'altra volta. Comunque non mi è passata.

- Ed è meglio che te la fai passare perchè lei non potrà mai essere tua,noi due ormai stiamo insieme da due mesi e mezzo quasi,tutta la sua famiglia lo sa e io ho intenzione di rivelarlo sabato sera. Tu sei mio fratello e lo sai che non mi piace litigare con te,ma per lei sono disposto a tutto quindi per favore cercati un'altra ragazza che ti ossessioni oppure aspetta che riprenda il tour e rivedrai Miriam. Lei ti piaceva e anche tu. Ma togliti Elisabeth dalla testa.

La discussione si prolungò a lungo. Quando Bill aprì la porta che portava al corridoio della casa,vide la sua ragazza venirgli incontro e gli chiese dove stesse andando. Guardandola negli occhi vide una nota d tristezza mischiata a...odio. Ora era arrivato il suo momento di parlare con quell'idiota.
Continua
 

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Capitolo 26
*** 26. Faccia a faccia ***


26. Faccia a faccia

Scese nel garage dove trovò il rasta poggiato alla sua amata Cadillac grigia mentre si strofinava le mani sugli occhi,chiaro segno che la discussione col fratello doveva avevo turbato molto. Non sapeva proprio cosa dirgli;il vederlo così...triste un pò la faceva sentire in colpa. In colpa...ma era impazzita?! Lei non doveva sentirsi in colpa,in fondo non sarebbe successo niente se lui avesse respinto le sue avance da ubriaca. Scosse la testa come a far sparire quel senso di colpa che non doveva esserci nei confronti del biondino e poi fece un colpo di tosse facendolo così voltare. I due rimasero immobili e,semplicemente,si guardarono negli occhi.

- Elisabeth,io... -disse Tom che fu il primo a rompere il ghiaccio- io devo chiederti scusa per quello che ho fatto. Ho capito troppo tardi di avere sbagliato,ora rischio di rovinare il mio rapporto con Bill. Tu dovresti sapere come sono fatto: quando voglio una ragazza sono capace di aspettare pur di raggiungere il mio scopo. Lo so,con te non dovevo farlo,ma il mio istinto è stato più forte della coscienza. E alla fine cosa ho ottenuto? Niente,o peggio ho calpestato i sentimenti di mio fratello e ferito te. Sono un idiota.

- Almeno ammetti di esserlo,già è tanto. Ma dire idiota è niente;sei uno stronzo insensibile,già...insensibile...perchè se tu volessi davvero bene a tuo fratello non mi avresti portato a letto essendo consapevole che lui provava qualcosa per me. Hai sempre dichiarato che per te Bill è la persona più importante che esista,allora perchè hai fatto tutto questo? Perchè mi hai usata pur immaginando che poi mi sarei disprezzata e ti avrei odiato? Perchè Tom?

- Eli,io... -disse il rasta prima di essere interrotto dalla mora.

- Ti ho voluto bene fin dall'inizio,ho sopportato ogni tua stupidaggine nei miei confronti e nei confronti di Victoria solo e semplicemente per tuo fratello,perchè sapevo quanto fosse importante per lui che io avessi un buon rapporto con te;ma dopo quel sabato la mia stima per te sembra essere svanita e...oddio -disse portandosi le mani alla testa- ...non riesco a non volerti bene nonostante tutto. E' assurdo! Dovrei odiarti ma non ci riesco,non riesco più a provare quell'odio che avevo quando me ne sono andata. Forse è perchè Bill mi ha perdonata e tra noi è tutto più forte di prima,forse è perchè sono troppo stupida da non riuscire ad odiare le persone,non lo so.

- Tu non sei stupida -le disse afferrandole dolcemente le mani- sei solo una ragazza stupenda,di gran cuore. Ora capisco cosa ha fatto perdere la testa di mio fratello. Ho sbagliato,è vero,ho sbagliato anche dicendoti quelle parole,ma ora voglio rimediare. Non ho mai litigato con Bill per una ragazza,questa è la prima volta. Lui tiene davvero a te,ormai sei sua. Io potrò solo essere un tuo amico...sempre se tu lo vorrai.

Elisabeth si decise a guardarlo negli occhi e lasciò le sue mani. -Mio amico...Io ti ho odiato con tutta me stessa sia per quello che avevi fatto sia per aver rovinato il mio rapporto con Bill. Mi hai fatto sentire..."sporca". Poi quando ho visto che tuo fratello, dopo avermi perdonata,soffriva in segreto per te,qualcosa dentro di me è cambiato. Lui ti vuole davvero un bene dell'anima e quando litigate sta male anche se non lo vuole far vedere. Io non voglio che per una cosa accaduta per sbaglio tra noi due il vostro rapporto ne paghi e lui soffra. Ne soffrirei immensamente e mi sentirei in colpa. Quindi...sono disposta a mettere una pietra sul passato ma solo ad una condizione: tu non dovrai mai più,e sottolineo MAI PIU',toccarmi con un solo dito. Spero tu abbia capito cosa intendo.

- Sì,l'ho capito e ti giuro che non ti sfiorerò neanche con un dito. Ti ringrazio di questa seconda chance che mi stai dando,non la butterò al vento e cercherò di riconquistare la tua fiducia,però prima voglio chiarire con Bill -disse con un tono triste e volgendo lo sguardo verso una loro foto di quando erano più piccoli- morirei lentamente se lo dovessi perdere.

- Non succederà,tranquillo -disse Elisabeth sfiorando il volto del rasta,visibilmente triste- Se ti ho perdonato è solo per lui e se l'ho io lo farà anche lui. Ci parlerò io ok? Non rovinerete quello che vi unisce per me,non lo permetterò. In queste settimane sono stata davvero un'egoista,ho pensato solo a me stessa ed ero così accecata dall'odio nei tuoi confronti che non avevo capito quello che stavo facendo a te e a Bill. comunque come avrai ben capito,ho bisogno di tempo per fidarmi di nuovo di te e far finta che non sia successo niente,quindi non te la prendere se all'inizio sarò un pò fredda ok?

Tom si limitò ad annuire. Elisabeth non lo aveva mai visto così...così triste. Era un Tom Kaulitz che non aveva mai visto,diverso da quello che conosceva. La situazione col fratello lo faceva stare più male di quello che voleva far credere. La sua freddezza,l'indifferenza,l'evasione lo avevano ferito davvero tanto. Forse lei si era sbagliata sul suo conto,lui teneva davvero tanto a Bill. Ora si sentiva davvero in colpa perchè se loro avevano litigato era per causa sua. Ma quello che Elisabeth non poteva lontanamente immaginare è che Tom non si era pentito e non si pentiva tutt'ora di quello che aveva fatto con lei;anche se le sue azioni avevano ferito il fratello,lui aveva sentito il bisogno di farlo,di saperla sua anche solo per una notte sola,forse perchè era consapevole che lei apparteneva già al vocalist e non sarebbe mai potuta essere sua. Gli veniva quasi da ridere al solo pensiero: era geloso del fratello,del fatto che lui avesse trovato una ragazza che lo amava davvero e che se ne fregava altamente di uno come lui. Cosa aveva di speciale quella dannata ragazzina da avergli scombussolato il cervello in quel modo? Non avrebbe mai trovato la risposta a questa domanda,non perchè non volesse ma perchè non poteva. Era vero quello che dicevano gli antichi,si è sempre attratti da ciò che non si può avere. Lei era destinata a vivere felicemente col gemello e lui non avrebbe mai più fatto niente che potesse ferire il fratello. Quello che davvero desiderava era che Bill fosse felice e,se per esserlo avrebbe dovuto rinunciare all'unica occasione che gli era capitata per sapere cosa volesse dire amare ed essere amato,lui l'avrebbe fatto,se la sarebbe tolta dalla testa e avrebbe ripreso a cacciare altre prede. Già... perchè lei non era niente di speciale,solo una bella ragazza che aveva avuto modo di conoscere meglio rispetto alle altre. Scosse forte la testa come far uscire dalla testa tutti quei pensieri e quei stupidi sentimenti. Lo aveva promesso,non l'avrebbe toccata per quanto volesse farlo,lo avrebbe fatto solo ed esclusivamente per il fratello,per renderlo felice. "Addio mia Elisabeth" pensò Tom prima di chiudersi alle spalle la porta del garage lasciandosi dietro ogni cosa. Da quella sera lei sarebbe stata solo un'amica e la ragazza di suo fratello. Nient'altro.
Tornati entrambi nel salotto,Elisabeth prese per mano il vocalist e lo portò in giardino per parlare con lui. Gli raccontò brevemente di aver perdonato il fratello e di avergli dato una seconda possibilità,il che provocò un forte stupore da parte del moro. Poi gli parlò di come lui si sentiva triste per tutta quella situazione e lo esortò a perdonarlo. Lui rimase scettico di fronte a quelle parole e capì il vero motivo per cui lei aveva fatto e stava facendo tutto questo. Neanche lei riusciva a credere di aver davvero perdonato Tom,dopo tutto il male che le aveva fatto,si era ripromessa di odiarlo a vita perchè era quello che si meritava:odio da parte sua. Ma non ci era riuscita. Tutti i timori,le paure e i rancori che aveva avuto sull'aereo erano svaniti nel nulla nell'istante in cui era entrata in quel garage. Ma perchè non poteva vedere nessuno soffrire? Era più forte di lei,non riusciva a vedere una persona soffrire,qualsiasi fosse il motivo,che non gli si stringeva il cuore. Ed era accaduta la stessa cosa col rasta perchè vedendolo così triste per il litigio col fratello non era riuscita a restare impassibile a quella scena. E' vero,lo aveva perdonato,ma in fondo lei provava ancora dell'odio nei suoi confronti,sarebbe stata davvero difficile dimenticare quello che era successo tra loro due. Si prospettava davvero un'ardua impresa. Rimasero a guardarsi per un pò prima che Bill le sfiorasse il viso con una mano e le sorridesse come solo lui sapeva fare.

- Hai fatto davvero una cosa bellissima perdonando Tom,quasi un sacrificio,e ti ammiro molto. Non finirai mai di stupirmi;per quel che riguarda mio fratello,tranquilla che risolveremo. Prima era importante che risolveste voi. Ora potremmo finalmente essere felici e uniti e questo grazie al tuo coraggio e al tuo gran cuore. Piccola mia non so proprio come ringraziarti. Non immagini quanto io sia felice.

La strinse forte a sè. Ora nessuno avrebbe più potuto dividerli,nessuno avrebbe potuto scalfire quel solido legame che ormai li univa da due mesi e mezzo ma che ora era ancor più forte. Non gli importava di essere visto con lei da qualche fotografo,non più,ora voleva solo averla tra le sue braccia,farle sentire come il suo cuore batteva forte. Lei sapeva di aver fatto bene a perdonare Tom per far felice Bill,ma lo avrebbe fatto se non fosse stata innamorata di lui? A questa domanda non avrebbe mai trovato risposta perchè ormai aveva davanti una vita felice insieme a lui e non avrebbe permesso a niente e nessuno di portarglielo via. Per lui era disposta a tutto persino a dimenticare il male che il rasta le aveva fatto. Poco dopo rientrarono in casa e i gemelli ebbero finalmente modo di chiarirsi una volta per tutte. Così a tavola si potè respirare un'aria serena e tranquilla. Dopo cena David comunicò ai ragazzi i loro prossimi appuntamenti con i giornalisti e i fotografi,ma fu poi interrotto da Bill che gli disse di non accettare nessun impegno per quel sabato pomeriggio perchè lui doveva organizzare la festa. Naturalmente anche gli altri membri della band si offrirono di aiutarlo e iniziarono a discutere del più e del meno:del luogo in cui si doveva fare,degli invitati,di ciò che si poteva fare per rendere il luogo accogliente e così via. Parlando parlando si fecero le 2 di notte ed Elisabeth cominciava davvero a non tenere più gli occhi aperti,quindi augurò la buona notte a tutti e andò nella stanza di Bill. Che strano effetto entrare in quella stanza. Già,perchè era piena di ricordi belli e brutti: infatti la prima volta che vi aveva dormito era stato dopo aver rivelato al vocalist il suo segreto,ma le altre volte che vi era entrata erano state per i loro incontri nascosti...Sorrise al pensiero di quello che avevano combinato per non farsi scoprire. Si sdraiò sul letto e socchiuse gli occhi addormentandosi poco dopo.
Continua
 

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Capitolo 27
*** 27. I preparativi ***


27. I preparativi

Al suo risveglio,si trovò tra le braccia del moro che dormiva come un angelo. Inspirò l'odore emanato dalla lacca dei suoi capelli e poi osservò il sui guanciale sulla cui federe si potevano chiaramente vedere gli aloni della matita nera che lui era solito mettersi. Dopo avergli passato una mano tra i capelli e avergli dato una bacio sulla fronte,uscì dalla stanza per andare in bagno a farsi una doccia. Mentre le prime gocce d'acqua le beccavano le spalle,Elisabeth iniziò a pensare a ciò che Tom aveva detto la sera prima,ma non appena chiuse gli occhi per fare uscire quei pensieri,ecco che la sua mente la portò in quella maledetta stanza. Il corpo nudo del rasta,la sua curiosità di sapere con chi era stata a letto,le sue parole prima che uscisse da lì...non riusciva a dimenticare,ancora oggi si sentiva il suo odore addosso. Cominciò a strofinare la spugna con tutta la forza che aveva sulla sua pelle che divenne subito rossa. Perchè quei ricordi continuavano a torturarla? Perchè non era in grado di dimenticare e voltare pagina? Eppure c'era qualcosa sotto che non la convinceva per niente, qualcosa di strano. Tom Kaulitz che ammetteva di aver sbagliato e di essersi comportato da idiota? Non era da lui... Aveva la sensazione che quell'incubo non era finito e forse non aveva tutti i torti. Finita la doccia e vestitasi,si sistemò il trucco e uscì dal bagno.

- Ehi -disse una voce alle sue spalle- Già sveglia?

- Ciao Tom -disse dopo aver riconosciuto la voce ed essersi girata- Sono una tipa mattiniera ma dimmi un pò...cosa ci fa una pigrone come te in piedi alle 9 di mattina?

- A dir la verità sono svegli dalle 8.30,comunque devo andare da Andreas per andare poi in un posto.

- Deve essere proprio un bel posto per esserti alzato presto -disse con un leggero sogghigno.

- Che spiritosa che sei o meglio...dovrei dire che sei curiosa.

- Credo sia naturale perchè conoscendoti non ti alzi mai prima dell'ora di pranzo.

- Certo che non perdi mai il tuo umorismo da quattro soldi -disse vedendo la mora sorridere- Comunque io e Andreas abbiamo un appuntamento con due belle ragazze.

- Non cambierai mai -disse prima di voltargli le spalle,ma dopo pochi passi si fermò e lo guardò negli occhi- Divertitevi. Ciao.

La osservò finché non sparì dentro la stanza del fratello. Entrò poi in bagno sbattendo la porta. Neanche lui riusciva a capire il perchè di quella forte attrazione nei suoi confronti. Portarsela a letto non era servita a farla uscire dalla sua testa e ora,come se non bastasse,doveva pure accettare l'idea di vederla sempre con Bill,che dormano insieme o,peggio ancora,doveva accattare che quei due andassero a letto. Lui stesso si era ripromesso di trattarla e giudicarla come una semplice amica,ma era più forte di lui: non riusciva a giudicarla come un'amica e forse non ci sarebbe mai riuscito,ma per il bene del fratello lo avrebbe fatto anche se questo voleva dire lottare con tutte le forze per reprimere il suo istinto di cacciatore.
Nel frattempo nella stanza del vocalist Elisabeth stava sistemando delle cose quando lo senti stringerle lievemente la vita e si girò verso di Bill,che le rubò un bacio.

- Scusa,ti ho svegliato io? -chiese la mora leggermente dispiaciuta.

- No Lizie,tranquilla,avevo puntato la sveglia col vibratore ma tu non l'hai sentita perchè avevi le cuffie. Comunque ora devo vedermi con David,Georg e Gustav per scegliere il luogo dove si terrà la festa del fidanzamento. Tu hai degli impegni o vieni con noi?

- Mmm...a dir la verità volevo tornare a casa per togliere la roba dalle valigie,ma sinceramente non mi andava molto l'idea di spaccarmi la schiena quindi vengo con voi.

- Perfetto,allora vado a prepararmi e andiamo. Ah dimenticavo -disse il vocalist ormai sul ciglio della porta- dobbiamo incontrarci al chiosco del parchetto,quindi faremo colazione lì.

Elisabeth si limitò ad annuire e aspettò che fosse uscito per finire di sistemare altre due magliette dentro al cassetto, dopo di che sistemò anche il letto e poi scese giù in cucina. A quanto pare non c'era nessuno,infatti la madre dei gemelli era uscita a fare visita a un'amica e poi a fare delle compere mentre il padre era a lavoro,quindi preparò del tè e poi si sedette sul divano a guardare un pò di tv. Passò in rassegna vari canali fino a soffermarsi su un film horror appena iniziato. Trasalì appena quando si sentì una mano sulla spalla. Era Tom che si scusò di averla fatta spaventare e l'avvisò che stava uscendo però prima che uscisse Elisabeth gli disse che anche lei e Bill sarebbero usciti.
- Adesso sono io a chiederti dove andate -disse sarcastico il rasta.

- Che spiritoso! Comunque andiamo con gli altri della band e David a scegliere dove si terrà la festa del nostro fidanzamento.

- Ah ok. Ciao.

Uscì subito di casa. Il loro fidanzamento...strinse le mani a pugno quando se lo ripeté nella testa,ma non poteva fare niente,non poteva impedirlo e non lo avrebbe fatto. Ormai lei era occupata e per nessun motivo al mondo avrebbe lasciato il ragazzo di cui era innamorata;questo lo aveva già dimostrato quindi era inutile sperare che lo facesse.
- Ma che cazzate sto dicendo. Esci dalla mia testa maledizione! -disse quando era ormai sulla sua adorata macchina e prima di mettere in moto e partire.

La ricerca per il luogo adatto non fu poi così tanto lunga perchè tutti rimasero colpiti da un locale nelle vicinanze di Magdemburgo. Era abbastanza grande e accogliente,con il tetto in legno e le pareti in stile rustico,inoltre il tutto era reso anche più "caldo" dalla presenza di un camino all'interno del cui volteggiamo gocce di fiamma che sembravano danzare. Insomma,era il luogo perfetto. Bill e gli altri parlarono col proprietario del locale della festa che si sarebbe dovuta tenere l'indomani mentre Elisabeth si fermò davanti al focolare a guardare il fuoco. Iniziò a pensare a quello che le era successo quella mattina sotto la doccia e la reazione di Tom prima di uscire di casa. Cosa stava succedendo? Neanche lei lo sapeva,sapeva solo che non riusciva a capire né se stessa né il rasta...era tutto così strano. Rimase lì a guardare quelle dolci "gocce" volteggiare lentamente mentre i suoi pensieri la conducevano in tutt'altri luoghi,ma qualcuno la riportò alla realtà. Infatti il vocalist le strinse da dietro e le chiese se c'era qualcosa che non andava ma la mora lo tranquillizzò. Tornarono a casa e cominciarono a chiamare le persone e i ragazzi che volevano far partecipare alla festa. Tra una chiamata di qua e una di là,Elisabeth si sentì la testa scoppiare e preferì uscire un pò fuori in giardino. Si tirò su la zip della sua felpa bianca fin sotto il mento perchè il freddo era davvero pungente e non voleva rischiare di prendersi un malanno. Perchè non riusciva a togliersi dalla mente la faccia che Tom aveva fatto quella mattina? Sembrava quasi...arrabbiato,anzi triste...
- Ma che diavolo vado a pensare! Cosa gliene può fregare a lui di me? -disse la mora che ora non capiva davvero più nulla- Basta! Non mi importa più nulla,ora devo solo pensare a domani e a prendermi cura di Bill.

- A dir la verità dovrebbe essere il contrario,dovrei essere io a prendermi cura di te -disse il vocalist,uscito non vedendola tornare,che le cinse la vita da dietro e poggiò la testa sulla sua spalla- Lizie,che succede? Ti vedo strana. Magari non sei ancora pronta per domani?

- No -disse girandosi e guardandolo negli occhi- Ma che dici?! Sono pronta per domani,anzi non vedo l'ora di non dovermi più nascondere.

- Allora cosa c'è? Hai litigato con qualcuno? Sai che puoi dirmi ogni cosa.

Ma come poteva dirgli di quei dubbi che la assillavano da tutto il giorno,avrebbe rischiato di rovinare il rapporto tra i gemelli,quindi preferì tacere.
-Bill -disse la mora in un tono estremamente dolce e accarezzandogli il viso- tranquillo non ho niente,ho solo un pò di mal di testa. La traversata in aereo mi ha sfiaccata molto,ma con una bella dormita sono sicura che passerà e domani sarò di nuovo il tuo tormento come lo sono stata nelle ultime settimane.

Il vocalist le sorrise prima di avvicinarsi al suo volto e raggiungere le sue labbra,ma un colpo di tosse li fece voltare.
- Scusate se disturbo -disse Tom,giunto in quel momento- qui c'è qualcuno che moriva dalla voglia di conoscere Elisabeth.

- Ciao,io mi chiamo Andreas -disse baciandole la guancia.

- So benissimo chi sei. Loro due parlano molto spesso di te.

- Bene spero.

- Ehi! -disse Bill corrugando la fronte- Sei il nostro migliore amico. Comunque entriamo dentro. Si è alzato troppo vento.
Entrarono tutti dentro e tra una risata e l'altra trascorsero una piacevole serata.
Continua
 

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Capitolo 28
*** 28. Il fidanzamento...e la gelosia ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Sono di nuovo qui con altri quattro nuovi capitoli della mia ff,capitoli pieni di dubbi e confusione. Spero vi piacciano;ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,sono contenta che abbia recensito anche i capitoli precedenti,grazie e ti ringrazio anche di averli letti tramite cellulare... Tom è stato un bastardo con lei ma adesso soffre perché si è reso conto che qualcosa è cambiato... Lui stesso è confuso perché non sa cosa fare... Spero che ti piacciano anche questi capitoli e che mi dirai cosa ne pensi... Grazie ancora :) ;
- Holly94: Ciao Holly,sono molto contenta che tu abbia recensito i capitoli precedenti e che ti siano piaciuti così tanto e sono felice che tu abbia inserito la mia storia tra le preferite,grazie... Tranquilla,non voglio un morto sulla coscienza xD eccoti 4 nuovi capitoli :) spero ti piacciano. Sì,Elisabeth sembra confusa,l'amore delle volte è complicato...e capirai anche perché dico questo. Spero che commenterai anche questi capitoli,grazie ancora... :)
Vorrei anche ringraziare anche:
piske e Phantom Rider per avere inserito la mia storia tra le ricordate;
aquariusff,la mia fantastica amica Fra che mi segue sempre ed ovunque da un anno... Grazie davvero di tutto tesoro,ti voglio tanto bene :)
Ed infine vorrei ringraziare anche babyroby,CrazyGirls28,DarkAngel14 e _MINA_ per avere aggiunto la mia storia tra le seguite... Vi ringrazio di cuore :)
Comunque,ringrazio anche coloro che leggono semplicemente la mia ff senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il 9 febbraio se tutto va bene.
Un bacio a tutte.
Nat
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28. Il fidanzamento...e la gelosia

Finalmente sabato 18 ottobre era arrivato ed Elisabeth era davvero nervosa perchè non sapeva che abito mettere. Cominciò a uscire dall'armadio tutti i vestiti più carini e iniziò una vera e propria sfilata. Passò davanti allo specchio una decina di volte sempre con abiti diversi e che non le piacevano nonostante i pareri di Victoria e di Nicole. Ormai il letto era diventato un autentico campo di battaglia. Dopo un'altra decina di minuti riuscì finalmente a trovare l'abito che le piaceva di più. Era un bellissimo abito nero lungo fin sotto il ginocchio ma allo stesso tempo molto aderente,pieno di brillantini e con delle decorazioni all'altezza del petto che sembrava quasi che indossasse un corpetto. Dopo essersi vestita e aver trovato le scarpe adatte,passo ai capelli che,con l'aiuto dell'amica,fece abbastanza ondulati,proprio come piacevano da impazzire a Bill. La fatidica ora era giunta. Lei,Victoria e la sua famiglia andarono a casa dei gemelli e poi da lì si diressero tutti al locale. Quando il vocalist ebbe modo di restare solo con lei le fece i complimenti perchè era davvero carina e iniziò a giocherellare con una ciocca dei suoi capelli. Quando giunsero tutti gli invitati,Bill prese il calice dello spumante e richiamò l'attenzione generale.

- Scusatemi un secondo,vorrei dirvi il motivo per cui stasera siamo tutti qui riuniti. E' una cosa che riguarda me ma che coinvolge anche un'altra persona,quindi è una cosa che non rimarrà a lungo "privata" per questo preferisco essere io stesso a dirlo a voi che siete dei miei amici anche se alcuni un pò anzianotti -disse guadagnandosi un'occhiataccia da parte di David o di qualche membro dello staff e procurando un leggero sorriso agli altri- Comunque,solo poche persone qui presenti sanno ciò che io sto per dirvi,però prima vorrei presentarvi lei -disse prendendo la mora per mano e avvicinandola a lui- Lei si chiama Elisabeth ed il motivo di questa serata è perchè voglio ufficializzare il mio fidanzamento con lei,già,perchè io e lei stiamo insieme da un pò e questa sera volevamo dirlo a tutti per poter finalmente vivere alla luce del giorno la nostra storia.

Tutti coloro che non sapevano dei due si congratularono con entrambi ed augurarono loro tutta la felicità possibile. Dopo un brindisi cominciarono a mangiare. Era tutto delizioso: dagli antipasti,con affettati e condimenti vari,al dolce,una splendida torta che i genitori del vocalist e gli altri che erano a conoscenza della loro storia avevano fatto fare e su cui erano stati disegnati due cuori uniti dalla scritta "Fur immer". Ogni cosa era perfetta:il locale,la cena,la gioia di tutti per loro. Era molto meglio di quello che lei aveva immaginato. Mentre Elisabeth era seduta a parlare con una ragazza,Bill le fece l'inchino e la invitò a ballare. Raggiunsero la pista da ballo e si unirono con gli altri. Lui la strinse a sè mentre lei gli intrecciò le braccia al collo. Ora non avrebbero più dovuto nascondersi e quindi potevano comportarsi come due fidanzati normali.

- E' stata davvero una serata perfetta -disse la mora prima di baciare il vocalist.

Intanto Tom,che era seduto su un divanetto nel piano superiore,fu preso da una gelosia tale da accartocciare il bicchiere di plastica che aveva nelle mani. Era proprio più forte di lui,non riusciva a comportarsi diversamente davanti a quelle scene sdolcinate tra lei e il fratello. Ma perchè con lui non ha mai sorriso così? Oddio,il suo cervello aveva partorito sul serio quella cavolata?! Forse stava davvero impazzendo. No,non poteva essere così,Tom Kaulitz non poteva aver perso la testa per una ragazzina.

- Se ti da così tanto fastidio vederli insieme e così felici -disse Andreas sedutosi accanto a lui- vuol dire che Elisabeth ti piace e pure tanto.

- Ma che dici? Lei è una come tutte le altre. Sono cavoli di mio fratello se vuole stare con lei. Io non mi accontento di stare con la stessa ragazza...poi ne farei soffrire molte altre e non mi piace l'idea di farlo se invece posso accontentarle tutte.

- Sarà...ma non credi neanche tu a quello che hai detto. Lei è diversa e anche tu sei diverso. Non ho più sentito di una tua scappatella da settimane mentre fino a qualche mese fa ne leggevo una ogni due/tre giorni.

- Ma non dire cazzate. Se non sono stato con altre era perchè ero preoccupato per Bill,perchè avevamo litigato e non avevo sue notizie,non per altro. Comunque -disse dopo aver incrociato gli occhi di una ragazza che lo stava letteralmente mangiando con gli occhi- ora ho da fare.

Si allontanò dall'amico incamminandosi verso quella mora da urlo. Non riusciva ad ammettere a se stesso che le parole che aveva sentito erano vere. Ormai non faceva altro che pensare a lei,a sognarla persino ad occhi aperti. Non riusciva ad ammettere che quella che lui riteneva una stupida attrazione,ora era diventata qualcosa di più,qualcosa di più forte,ma di così forte da fargli quasi male e che lo uccideva ogni volta che la vedeva col fratello. Ma ormai l'aveva persa,era ovvio. Loro due si erano fidanzati in pubblico,quindi dovevano amarsi sul serio. Per lui non ci sarebbe stata mai nessuna possibilità con lei e,l'unica che aveva avuto,l'aveva letteralmente buttata al vento. Era finita,per lui non ci sarebbe mai stato un futuro felice insieme alla ragazza di cui era...neanche lui sapeva cosa provasse per lei. Fattosta che non avrebbe più potuto stringerla,toccarla,baciarla,sentirla sua. MAI PIU'. Decise che non avrebbe sofferto più di tanto e che sarebbe ritornato il vecchio Tom di un tempo,ma ce l'avrebbe fatta? Intanto decise di divertirsi un pò con quella mora. La portò in una stanza del locale e li iniziarono a baciarsi violentemente e a spogliarsi. La gettò sul letto e poi si mise sopra di lei. Si divertiva a stuzzicarla e a sentirla pregare di iniziare davvero. Inarcò leggermente la schiena quando entrò dentro di lei. Spinte veloci,sempre più veloci seguiti da gemiti e urla della ragazza e dai suoi ansiti. Quando si rivestirono e lei stava per uscire,si fermò,si voltò verso il rasta che stava fumando e gli chiese chi fosse Lizie. Iniziò a tossire e poi chiese il perchè di quella domanda e lei li disse che l'aveva chiamata cosi. Dopo averle detto che non era nessuno e averla vista uscire,sferrò un pugno nel materasso. Non era servito a niente Maledizione. Non era riuscito a dimenticarla. Era continuamente nei suoi pensieri. Ma perchè? Perchè proprio ora doveva accadere una cosa simile? Prima d'ora non gli era mai capitato che una ragazza lo respingesse,tutte cadevano ai suoi piedi,nessuna era mai riuscita a resistergli,nemmeno quelle più caparbie;ma lei ci era riuscita,era diversa dalle altre e forse era proprio perchè era diversa che si sentiva fortemente attratto per lei,che era cambiato qualcosa in lui. Lui,che se n'era sempre fregato delle ragazze che si portava a letto,che usava solo e unicamente per il sesso,ora era...non riusciva nemmeno a crederci ma era così...era tremendamente geloso del fratello,della fortuna che aveva avuto mettendosi con lei. Ma,volente o nolente,avrebbe dovuto soffocare questa forte gelosia che gli faceva molto male,questo sentimento per Elisabeth,doveva farlo...per Bill,non se lo sarebbe mai perdonato se avesse ferito di nuovo il fratello. Doveva lottare contro il suo istinto,che premeva contro ogni parte del suo cervello,di raggiungerla,dirle ogni cosa e portarla via con sè in un luogo dove poterla baciare e dove nessuno gliela avrebbe portata via. Per anni era stato quello forte che aveva difeso il fratello e ora sarebbe stato forte anche per difendere se stesso da quel forte sentimento che lo lacerava dentro. Chissà,forse sarebbe riuscito ad averla vinta ma quello che Tom non poteva immaginare è che l'impresa non sarebbe stata per niente una passeggiata.
Intanto nella grande sala del locale la festa proseguiva serenamente. Bill,dopo i brindisi,prese la mano di Elisabeth e la condusse fuori sul balconcino del locale ed insieme iniziarono a guardare quel cielo stupendo che sembrava sorridergli,quelle stelle che sembravano brillare più forte solo per loro,quasi partecipassero anch'essi alla loro felictà. poi lui le prese la mano,la fece voltare e le disse un frase che non si sarebbe aspettata e che avrebbe portato per sempre dentro il suo cuore.

- Ti amo Lizie,adesso...la mia vita sei tu!!! -le disse guardandola dolcemente negli occhi che brillavano per la felicità.
Poi sigillò quella frase,quella "promessa" con un bacio ricco d'amore.
Continua
 

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Capitolo 29
*** 29. Una notte di passione,un risveglio ***


29. Una notte di passione,un risveglio "burrascoso"

Tutto procedeva alla grande,la sua salute,la sua storia con Bill e anche al lavoro andava tutto bene. Elisabeth era al pieno delle sue forze e la sua felicità era incontenibile. In quelle due settimane dopo il fidanzamento,lei era sempre occupatissima con il lavoro e ogni volta che aveva del tempo libero aiutava con le pulizie a casa e dava una mano a Victoria con i compiti. E quando poteva approfittava per stare con Bill anche se negli ultimi giorni anche lui era molto occupato. Infatti da quando erano trapelate le prime foto del vocalist insieme alla mora,l'agenda del povero David era costantemente piena di richieste e di interviste ai Tokio Hotel. Ormai ogni intervista era la stessa:dopo le prime domande riguardo la loro musica,l'uscita del loro nuovo album e il mini-tour promozionale in Europa ormai imminente,seguivano poi quelle che riguardavano la vita privata dei quattro ragazzi. Bill conosceva già a memoria le domande che gli sarebbero state rivolte e quindi sapeva come rispondere. Tutti i giornalisti cercavano di scoprire qualcosa di più sulla storia del diciannovenne leader della band,ma lui era molto evasivo. Ci teneva molto a tenere per sè le cose più private e intime. L'unica cosa che però non nascondeva a nessuno e quindi neanche ai giornalisti era la sua gelosia...quella c'era e sarebbe rimasta sempre perchè purtroppo quando si ama una persona si ha sempre paura che arrivi qualcuno e la porti via.
Dopo l'ennesima intervista seguita dal fotoshoot,i gemelli erano distrutti e,mentre erano sulla strada di casa,non desideravano altro che fare una lunga e sana dormita. Tornati a casa,Bill trovò Elisabeth che aiutava la madre a preparare la cena. All'improvviso si sentì di nuovo fresco e pieno di energie. Dopo aver mangiato e aver parlato del più e del meno,Tom sparì nella sua stanza mentre il gemello andò nel salotto con la moretta e,dopo averla baciata, la strinse a sè e cominciarono a parlare.

- Cosa??? Devi tornare in Italia? -chiese il vocalist stupito e un pò irritato da quello che la sua ragazza gli aveva detto- Perchè?

- Alex mi ha invitato al matrimonio di sua sorella e... -disse grattandosi leggermente la testa intimorita- mi ha chiesto se posso essere la sua "dama" per quella sera.

- Ma è impazzito! Lo sa o no che sei fidanzata con me?

- Sì...almeno credo.

- Che vuol dire almeno credi?

- Che non ne sono sicura e poi,Bill è solo per una sera.

- Una sera accanto a quel ragazzo...no no no e no. E' chiaro come la luce del sole che ci prova con te e che gli piaci,me lo ha detto persino Jennifer. Quello sarebbe capace di dire agli altri che sei la sua ragazza e a me non sta per niente bene.

La mora gli intrecciò le braccia al collo e gli sfiorò il naso col suo. -Non mi importa niente di Alex,è solo un amico e sta tranquillo che non ci proverà con me perchè metterò subito in chiaro delle cose prima di accettare l'invito,e la prima cosa che farò sarà dirgli che sto con un ragazzo fantastico che amo da morire e quindi dovrà comportarsi come un amico.

- Sarà,ma non sono per niente tranquillo a saperti vicino a uno che prova qualcosa per te.

La mora non gli rispose,si limitò semplicemente a unire le sue labbra a quelle del vocalist. Baci lenti,dolci carezze...poi dischiuse le labbra e diedero vita a una bacio passionale.
- Resta qui stanotte -le sussurrò all'orecchio.

- Bill io...a dir la verità avevo già intenzione di dormire qui,tanto domani non lavoro.

Bastò solo un'occhiata e poi si incamminarono al piano superiore verso la stanza del vocalist. Continuarono a baciarsi lungo il corridoio e,una volta entrati nella stanza e chiusa a chiave la porta,Elisabeth sentì le sue spalle toccare delicatamente la parete mentre il ragazzo le baciava il collo. Stuzzicò quel punto che lui conosceva bene e poi salì lentamente verso l'alto baciandole il mento e infine,dopo che i loro occhi si incrociarono di nuovo,si lasciarono andare alla passione e cominciarono a baciarsi con foga. Elisabeth tremò appena quando sentì le dita fredde del ragazzo salire sotto la sua maglietta per poi fargliela volare via. Ad uno ad uno tutti gli indumenti finirono a terra,magliette,jeans e indumenti intimi.
Una volta sdraiati nel letto,cominciò a stuzzicarla lentamente seminando dolci baci e piccoli morsi da collo fino all'ombelico,dopo essersi soffermato sul seno che sembrò divorare con una lentezza disarmante. La vide mordersi il labbro inferiore per non farsi scappare quel gemito che poi "intrappolò" tra le sue labbra quando entrò dentro di lei. Spinte lenti come lenta era la guerra delle loro lingue. Quella sera non avevano alcuna fretta. Ma lentamente il ritmo iniziò a cambiare e il vocalist aumentò la velocità delle sue spinte. Intrecciò le sue dite con quelle della mora ancorate al materasso. Nonostante cercasse di non far uscire dalla sua bocca alcun verso troppo elevato,Elisabeth non riuscì proprio a contenere quell'urlo che le uscì prepotentemente.
Un'ultima spinta,il respiro che lentamente tornava regolare...poi seguirono dolci baci e dopo un pò si addormentarono così,stretti l'uno nella braccia dell'altro,con un dolce sorriso dipinto sulle labbra.
L'indomani mattina si alzarono tardi,tanto nessuno dei due aveva impegni. L'ultima a svegliarsi fu Elisabeth,che quando si girò non trovò più Bill. Poi intravide un bigliettino sporgere appena dallo spigolo del comodino,lo prese e lo lesse. Un sorriso le nacque spontaneo dopo aver letto quelle parole "Buon giorno amore mio,dormivi così profondamente che non ce l'ho fatta a svegliarti. Credo di averti stancata parecchio ieri notte...Comunque sono uscito a comprare dei cornetti caldi. Dormi bene piccola mia". Piegò il bigliettino e lo mise nella tasca dei jeans che aveva preso e che si portò in bagno. Dopo una doccia veloce,si vestì e poi passò a sistemarsi i capelli. Mentre se li legava in una coda alta,vide davanti lo specchio un elastico di Tom,lo prese e lo strinse tra le mani. Chiuse gli occhi per inspirare il profumo che emanava. Cominciò a ricordare i bei momenti che aveva passato con lui;erano pochi i brutti ricordi che aveva di lui,ma erano ricordi che le avevano lasciato il segno dentro.

- Ehi,che stai facendo? -chiese il rasta entrato in bagno in quel preciso istante e vedendo quella scena.

- Tom,ciao. Non sto facendo niente,comunque entra pure,io ho finito -disse senza nemmeno guardarlo in viso e dirigendosi verso la porta.

Il rasta le afferrò un polso e la fece girare.
- Eli,è tutto ok? Sei strana nell'ultimo periodo.

- Dici? -chiese arrossendo appena- Sto bene grazie,sarà la stanchezza.

- Non è così. C'è qualcosa che non va anche se non vuoi ammetterlo. Se hai dei problemi,sappi che puoi contare su di me.

- Grazie Tom...scusa,ma ora ho da fare.

Fece per uscire ma poi si girò di scatto e gli diede un bacio sulla guancia prima di sparire, chiudendosi la porta alle spalle. Qualcosa le cadde dalla tasca posteriore dei jeans,Tom la prese e l'aprì,leggendo poi il contenuto di quel foglietto. Sgranò gli occhi...Credo di averti stancata parecchio ieri notte...stritolò quel pezzo di carta che da solo aveva avuto il potere di farlo andare bestia,poi lo strappò in tanti pezzettini e li buttò nel cestone in vimini della biancheria. Era più fortre di lui,anche se cercava di restare calmo non riusciva a non infuriarsi. Lui lo sapeva,è logico che una coppia vada a letto insieme,ma il dover affrontare questa dura realtà lo uccideva lentamente. La rabbia che gli bruciava dentro era così tanta che non sentì neanche bussare e poi abbassare la maniglia della porta. Quelle parole continuavano a rimbombargli nella testa;strinse la mani a pugno e tirò un colpo sul cassettone dove aveva buttato i frammenti di carta. Non si accorse minimamente che lei aveva visto tutta la scena ed era rimasta spiazzata,ma così spiazzata che se ne andò correndo in camera. Solo quando sentì la porta chiudersi,Tom capì che Elisabeth doveva aver visto ogni cosa. Senza pensarci due secondi,uscì dal bagno e la raggiunse nella stanza del fratello,entrando senza bussare. La trovò seduta ai piedi del letto con la mano sulla testa appoggiata sul letto. Perchè si era comportato così? Perchè aveva strappato il biglietto e aveva sferrato quel pugno? Cosa gli stava succedendo? Non riusciva a capire più niente,Tom era diverso,non lo aveva mai visto così e questo la preoccupava,la preoccupava che lui potesse fare qualche stupidaggine e anche quello che provava per lui,perchè in quelle due settimane che era tornata in Germania ed era stata con lui aveva notato il suo cambiamento e forse era proprio per questo che non provava più odio nei suoi confronti ma qualcosa di diverso,qualcosa di mai provato prima,uno strano sentimento diverso dall'amicizia ma non era lontanamente amore,anche perchè lei era già fidanzata e il suo cuore batteva per Bill...allora cos'era Tom per lei? Trasalì quando si sentì sfiorare la guancia. Aprì gli occhi e vide il rasta che la guardava leggermente preoccupato. Lei scostò il viso verso la porta,ma lui le prese il mento fra le dita e la costrinse a guardarlo negli occhi

- Perchè Tom? Perchè l'hai fatto?

- Non lo so,quando ho letto quelle parole ho sentito il bisogno di cancellarle dalla faccia della terra.

- Tom,ma sto con tuo fratello,è normale che vada a letto con lui.

Il rasta fece per aprir bocca quando si aprì all'improvviso la porta ed entrò Bill che,vedendoli lì insieme,cambiò subito espressione. Entrambi notarono il suo cambiamento.
- Ehi amore,sei tornato? -chiese Elisabeth alzandosi e avvicinandosi al ragazzo.

- Sì,ma dimmi una cosa...che sta succedendo qui dentro?

- Ti riferisci a Tom? Niente,vedendomi strana uscendo dal bagno è venuto qui e mi ha chiesto cosa avessi. E io gli ho detto che stavo bene a parte un fortissimo mal di testa e lui stava controllando se ero calda -mentì lei.

- Stai male? -chiese il vocalist che ora era visibilmente preoccupato- Vieni un pò qui e fammi sentire -posò una mano sulla fronte della ragazza- Meno male,non hai la febbre.

- Sto bene,forse è dovuto al fatto che ho una leggera fame e non ho ancora fatto colazione.

- Tranquilla,ho io il rimedio -disse dondolando il sacchettino di carta con dentro i cornetti che emanavano un profumino allettante,chiaro segno che erano caldi- Ehi Tomi,rimani qui a mangiare con noi?

- No grazie Bill,ero solo venuto a vedere come stava Eli,ora che ci sei tu però posso uscire tranquillo.
Detto questo salutò i due e uscì dalla stanza.

Il vocalist si sedette sul letto trascinando con sè la ragazza e facendola mettere sulle sue gambe. Mentre mangiavano e ascoltavano un pò di musica insieme,la mora iniziò a pensare alle parole del rasta,al fastidio che aveva provato leggendo della sua notte col vocalist. Pensò,pensò e pensò,ma nonostante tutto non riuscì a capire il perchè del suo comportamento,il suo modo così "dolce" di riportarla alla realtà;sembrava quasi che avesse...una cotta...ma che diavolo andava a pensare! Tom Kaulitz cotto di lei? Non era assolutamente possibile per due motivi: 1° lui non sapeva cosa voleva dire amare una persona,2° lei era la ragazza del fratello gemello,della persona a cui voleva dannatamente bene e che non avrebbe mai voluto vedere soffrire a causa sua. Le venne quasi da sorridere ripensando a quello che aveva creduto pochi secondi prima,anche se il suo era un sorriso amaro,privo di allegria ma carico di una nota di paura,paura che le sue supposizioni fossero vere. Quei timori,quelle paure cominciarono ad attanagliarle lo stomaco. Non poteva continuare a farsi domande senza trovare delle risposte;doveva fare qualcosa,doveva capire cosa stesse succedendo a Tom. Dopo qualche minuto finalmente trovò la soluzione ai suoi problemi: alla prima occasione che le sarebbe capitata,avrebbe parlato da sola col rasta e,o con le buone o con le cattive,gli avrebbe fatto ammettere ogni cosa,trovando così la risposta a tutto quanto. Doveva solo aspettare...
Continua
 

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Capitolo 30
*** 30. Un terribile errore... ***


30. Un terribile errore...

Ma l'occasione le si presentò prima del previsto,già due giorni dopo. Tom era in camera sua che provava alcuni accordi con la sua chitarra,ormai mancava davvero pochissimo al loro mini-tour promozionale europeo di 15 date e lui era carico al massimo,almeno dal punto di vista professionale. Elisabeth rimase qualche secondo incantata da quelle melodie che il ragazzo,che ormai conosceva a memoria,produceva con i suoi movimenti. Il biondino,sentendosi osservato alzò gli occhi incrociando poi quelli azzurri della ragazza che lo scrutavano diversamente dal solito.

- Ehi,e tu che ci fai qui? Non dovevi lavorare? -chiese il rasta posando delicatamente la chitarra dentro l'apposita custodia.

- Ciao,oggi ho finito prima;comunque sono qui...si ecco...sono qui per parlare con te...dell'altro ieri.

Il rasta si alzò e conservò la custodia nera in pelle insieme alle altre.
-Non c'è niente da dire,abbiamo già chiarito ogni cosa -disse senza guardarla.

- Non è vero e lo sai benissimo anche tu,l'arrivo di tuo fratello ti ha impedito di dire qualcosa. Ora voglio sapere cosa,cosa volevi dirmi quel giorno.

- Te l'ho gia detto: non devo dirti niente -disse separatamente come se questo potesse far arrendere la ragazza.

- Smettila di dire stronzate -disse lei alzando leggermente il tono della voce- A te dà fastidio quello che c'è tra me e Bill,ma quello che non riesco a capire è il perchè. Perchè Tom?

- Eli,questa sarà la tua impressione perchè non è vero quel...

- Piantala di fare il bambino una buona volta,tu stesso hai ammesso che ti ha dato fastidio leggere quelle cose quindi non far finta di essertene dimenticato. Te lo ripeto di nuovo: perchè ti dà fastidio che stia con Bill? Cosa vuoi da me? Parla maledizione.

- Non mi dà fastidio il fatto che stai con mio fratello ma... -ma che diavolo stava facendo,non poteva dirgli la verità- Niente lascia stare,dimentica quello che è successo quel giorno.

- Non me lo aspettavo da te.

- Cosa?

- Non riesci a essere sincero con te stesso né con gli altri neanche per una volta. Io che credevo che fossi maturo...mi sbagliavo evidentemente -gli diede le spalle e si incamminò verso la porta ma poi si fermò di colpo- Sei ancora un bambino e non hai le palle di ammettere la verità.

E no,questo no;tutto poteva dire ma non questo,nessuno doveva osare scalfire il suo ego maschile perchè andava in bestia. Con scatto le afferrò un polso,la fece girare e le bloccò anche l'altro.

- Ma sei impazzito per caso?! -esclamò la mora che tentò di liberarsi ma il rasta aumentò la presa.

- Non sono un bambino e le palle ce le ho quindi...

- Quindi rispondi alle mie domande se ce le hai -lo interruppe lei,ma vedendo che non diceva niente cambiò il suo tono di voce,che ora era più dolce e suadente- Tom avanti,dimmelo. Per favore.

Fanculo! Lo aveva voluto lei... - E va bene Elisabeth,se vuoi la verità te la dirò -disse lasciandole i polsi- Sì,mi dà fastidio vederti con Bill ma non perchè non ti ritengo adatta a lui,ma perchè vorrei esserci io al suo posto. Tu mi piaci,è per questo che non ho resistito quando ti sei offerta volontariamente a me,è per questo che non riesco più ad andare a letto con altre ragazze,è per questo che strappato quel foglio. Neanche io so come sia possibile. Io,Tom Kaulitz,che sono sempre stato con tante ragazze e mi piaceva,ora...ora ho perso la testa per una ragazzina,la ragazza di mio fratello. Quando vi vedo insieme,vi baciate,quando scomparite dentro la sua stanza divento maledettamente geloso. Io stesso ho paura di questa cosa perchè è un sentimento del tutto nuovo per me,che non credevo avrei mai provato. Sono arrivato persino a chiamare Lizie una ragazza che mi sono fatto -vedendo l'espressione della mora le sfiorò il viso lì dove le si formava la fossetta quando sorrideva- Sei stata tu ad insistere per sapere la verità e ora la sai.

- Io...tutto potevo immaginare ma non che ti piacessi così tanto.

- Ora che sai tutto,come pensi di comportarti con me...e con Bill?

- Non lo so Tom,ora non so più niente -disse portandosi le mani agli occhi- Forse era meglio restare col dubbio piuttosto che sapere questo.

Tom le prese le mani e l'avvicinò a sè,la guardò negli occhi e vide qualcosa di diverso,un'altra luce e una nota di paura. Abbandonò le mani della mora,poi una la posò sul suo fianco mentre l'altra salì sul viso,lì dove l'aveva messa prima. Occhi negli occhi...lentamente cominciò ad avvicinare il suo volto a quello della ragazza. Era tutto così sbagliato: loro due,quella situazione. Forse avrebbe davvero scalfito i sentimenti del fratello col suo comportamento,ma non riusciva a resistere a qualcosa di troppo grande. L'avvicinò maggiormente a sè quando infranse quella barriera d'aria che li divideva. Neanche lei sapeva cosa le fosse preso,perchè fosse rimasta immobile quando aveva visto il rasta avvicinarsi. Ma quello che non riusciva proprio a capire era perchè non lo respingeva,perchè si stava lasciando baciare da lui,perchè desiderava qual contatto. Arrivò addirittura a intrecciare le braccia dietro al suo collo. Baci leggeri come dolci carezze...dischiuse le labbra quando il rasta le mordicchiò quello inferiore trascinandolo verso di sè,lasciò che si impossessasse della sua lingua trascinandola in quel vortice di passione. Iniziò così una dolce guerra a cui nessuno dei due voleva porre termine e non badarono neanche alla prolungata assenza di ossigeno. Ma quando Elisabeth sentì la mano di Tom insinuarsi sotto il suo maglione,lo fermò e si staccò da lui.

- Oddio!!! Cos'ho fatto -disse girandosi appena e massaggiandosi le palpebre con una mano- Non avrei dovuto farlo ma non avresti dovuto neanche tu. E' stato uno errore baciarti,un terribile errore.

- Eli aspetta -disse afferrandole un polso e facendola girare,ma quando le vide gli occhi lucidi non riuscì a dire nient'altro e lasciò la presa.

Uscì veloce da lì e corse a casa "sua". Salutò gli altri apparendo normale,ma appena entrò nella sua stanza si buttò sul letto,poggiò la testa sul cuscino e iniziò a piangere,stringendo la federa. Perchè l'aveva fatto? Cosa le era preso? Per quanto quella rivelazione possa essere stata shockante,questo non le permetteva di farsi baciare da lui. Cosa voleva dire quel bacio? Forse avrebbe davvero dovuto reprimere la sua curiosità e non insistere per sapere il segreto di Tom,forse avrebbe evitato tutto quello. E questa volta lei era sobria,quindi la colpa non era solo del rasta,ma principalmente la sua,già la sua,perchè avrebbe dovuto fermarlo o perlomeno respingerlo e invece...invece niente,aveva ceduto,aveva ricambiato quel bacio e la cosa che più la spaventava era la passione di quel bacio. Sentiva ancora le labbra del rasta sulle sue,la lingua cercare la sua. Non riusciva a credere di averlo fatto,di avere baciato Tom,il gemello del suo ragazzo. Bill...un ragazzo fantastico,dal cuore d'oro e davvero innamorato di lei...ma come avrebbe potuto guardarlo in faccia d'ora in poi senza provare ribrezzo per se stessa,per quello che aveva fatto e che sentiva dentro? Forse questa volta era davvero la fine.
Sdraiato sul divano,faceva zapping tra i canali per poi soffermarsi su un giornale in cui trasmettevano la loro ultima intervista televisiva,ma la sua testa era altrove,nella sua stanza. Si era ripromesso che non l'avrebbe più sfiorata con un dito e invece che aveva fatto? L'aveva baciata. Da un lato se ne pentiva perchè lei era la ragazza del fratello,ma dall'altro non provava alcun rimorso per quella sua azione,aveva sentito il bisogno di farlo,di sentire di nuovo quelle labbra al gusto di vaniglia sulle sue. Forse aveva davvero sbagliato,ma anche lei lo aveva voluto,non gli aveva opposto resistenza,anzi tutto il contrario. E forse era proprio questo che lo turbava: lei,che diceva di amare solo e unicamente Bill e che non lo avrebbe mai più né tradito né lasciato,lei,che fino a qualche settimana prima lo aveva odiato,lei...aveva ricambiato quel bacio. Perchè? Forse perchè era una fotocopia del vocalist e pensava di avere lui davanti,o c'era qualcos'altro sotto? Qualcosa di cui lui ignorava l'esistenza ma che invece esisteva...Continuò a chiedersi come fosse stato possibile una cosa da parte sua,a porsi domande su domande,dubbi che lo stavano letteralmente rendendo pazzo. Chiuse gli occhi per un istante e gli si materializzò davanti ciò che più lo faceva sentire in colpa: Bill. Se solo lui avesse saputo di quello che era successo quel pomeriggio in quella casa,non l'avrebbe mai perdonato. Da quando stava con Elisabeth era così felice e da quando avevano ufficializzato ogni cosa lo era il doppio e non faceva altro che sorridere. Lei lo rendeva davvero felice e questa volta non avrebbe fatto nulla per ferirlo,per distruggere quel sogno che si era creato giorno dopo giorno. Non poteva vederlo soffrire ed era sicuro che avrebbe sofferto un casino se avesse saputo ogni cosa e se dovesse perderla. Lei...Elisabeth...era l'unica ragazza che Bill avesse mai amato veramente e per lei sarebbe stato disposto a tutto,proprio a tutto. No,non lo avrebbe ferito,non lo avrebbe fatto perchè Bill era l'unica persona davvero importante per lui e quello che voleva era vederlo felice. E,se per far questo avrebbe dovuto rinunciare a una qualche possibilità di stare con Elisabeth,lo avrebbe fatto,solo perchè nessuna ragazza valeva come suo fratello. Doveva trovare un modo per farsi passare la cotta per la mora,ma come? Se tutti i tentativi finora provati era stati vani e anzi avevano contribuito ad accrescerla.

- Ehi Tomi è tutto ok? -chiese il fratello,rientrato in quel momento,vedendolo sdraiato e con lo sguardo perso- Stai male?

- Ciao fratellino,no sto bene,ero solo sovrapensiero. Ma tu non dovevi vederti con Eli? -chiese sedendosi e spegnendo la tv.

- Infatti sono stato con lei ma dato che non stava bene ho preferito andarmene e lasciarla riposare.

- Che ha?

- Cose da donne...e in questo caso è meglio starle leggermente lontano perchè...

- Perchè non puoi portartela a letto -disse il rasta guadagnandosi un'occhiataccia da parte del fratello.

- Che spiritoso!!! Quello che volevo dire era che in quei periodi tutte le ragazze sono dannatamente nervose e molto suscettibili. Per il nervoso ha persino litigato con un'amica italiana e ha pianto. Povera piccola mia,aveva gli occhi rossi e gonfi.

Aveva pianto...il loro bacio l'aveva davvero sconvolta. Se n'era pentita. Forse era meglio così,magari avrebbe reso le cose più semplici.

- A me non va di stare a casa,ti va di andare da Georg e Gustav? Mi hanno detto che loro stasera vanno in discoteca e mi hanno chiesto se andavamo con loro. Allora,andiamo?
Il biondino annui e andò a sistemarsi. Avrebbe cominciato a dimenticarla già a partire da quella notte.
Continua
 

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Capitolo 31
*** 31. Una mattinata di pioggia ***


31. Una mattinata di pioggia

L'indomani Elisabeth si alzò presto. Quella notte non era riuscita a chiudere occhio,ogni volta che abbassava le palpebre ritornava lì,in quella stanza e riviveva quelle scene come se stessero accadendo di nuovo. Lei e Tom che si baciavano...Non sarebbe mai dovuto accadere,mai,ma allora perchè era successo? Avrebbe mai capito cosa significava veramente Tom per lei? Scosse vigorosamente la testa,ma che diavolo pensava?! Tom era semplicemente un amico,il fratello gemello del suo fidanzato,e sarebbe rimasto tale. Dopo una doccia calda,uscì di casa e andò a fare un giro;si fermò un pò al parchetto che a lei tanto piaceva,il parchetto in cui aveva parlato con Bill la prima volta. E' incredibile,sembrava solo ieri quando si erano seduti lì per la prima volta e invece erano già passati quattro mesi da quel giorno. Ormai erano passati tre mesi da quando stava con Bill,tre mesi pieni di emozioni e pazzie. Quante ne avevano combinate lei e il vocalist pur di stare insieme senza farsi accorgere, avevano persino coinvolto la madre di gemelli,che li aveva aiutati con piacere. Era stato tutto così perfetto fino a quando non aveva scoperto di avere l'appendicite. Quello era stato di sicuro il periodo più buio da quando stava in Germania. Era stato l'inizio della fine. L'appendicite,il litigio con Bill,la notte con Tom. Già,perchè non bastava stare male e aver litigato col vocalist doveva per forza accadere una terza cosa,di sicuro peggio delle prime due messe assieme;infondo lo dice anche il detto: non c'è due senza tre. Tutto era cominciato quella dannata notte quando era stata a letto con Tom,l'odio che provava per lui,il ribrezzo verso se stessa...tutto. Ma qualcosa era cambiato quando lei aveva visto Bill triste per la crisi col fratello. Solo per lui aveva cambiato il suo atteggiamento verso il rasta,e forse quello era stato un enorme errore di cui si sarebbe pentita amaramente. Per Bill aveva cercato di voler di nuovo bene a Tom,per lui aveva cercato di vedere dentro qualcosa di umano,solo e unicamente per lui;ma il risultato non era stato quello che sperava. Sì,è vero,era tornata amica del rasta,ma per lui era diventato qualcosa di più forte,qualcosa che non avrebbe mai dovuto nascere da parte sua perchè lei non sarebbe mai potuta essere sua e lui lo sapeva benissimo. Lei non avrebbe mai rovinato il rapporto con Bill e per cosa poi,per una...una stupidissima "attrazione" per Tom. No, MAI!!!
Fece un leggero sobbalzo quando si sentì sfiorare la spalla;si girò lentamente fino a specchiarsi in quelle pozze d'oro,le più belle che avesse mai visto.

- Ehi piccola,che ci fai qui? -chiese Bill dopo averle sfiorato le labbra con le sue ed essersi seduto al suo fianco- Come ti senti oggi?

- Ciao -disse cercando di non mascherare il suo stato di imbarazzo- Oggi mi sento abbastanza meglio,però ho preferito uscire a prendere un pò d'aria fresca anche se...sembra che stia per arrivare la pioggia -disse sentendosi cadere addosso alcune goccioline- Tu piuttosto,che ci fai qui?

- Ti ho seguita...scherzo naturalmente. Comunque,sono venuto per fare colazione. A casa c'era Tom che faceva un qualche bicchiere nuovo e,a dir la verità,ho preferito venire qui per non morire avvelenato. Tu hai già fatto colazione?

- Quanto sei scemo Bill...no,non l'ho fatta e non la voglio fare,ho lo stom... -ma si fermò quando il vocalist le prese una mano e la fece alzare dalla panchina- Ma che fai?

- Vieni con me a fare colazione. E non dirmi che hai lo stomaco chiuso perchè se no ti faccio mangiare io,ma con la forza -disse scherzando vedendo la faccia contrariata della mora- Lizie, sei troppo magra e se non mangi sarà peggio. Quindi vieni con me e metti qualcosa sotto i denti,anche un cornetto,ma è pur sempre qualcosa.

Elisabeth all'inizio incrociò le braccia al petto facendo una finta aria offesa,ma poi sorrise quando il vocalist le cinse le spalle con un braccio avvicinandola a sè. Quando si metteva in testa una cosa non gliela toglieva nessuno e poi...come poteva dire di no a un ragazzo così dolce e premuroso? Mangiarono dei cornetti caldi,appena sfornati,e parlarono del più e del meno,anche della coincidenza che la mora si trovasse in quella panchina. Quando videro che la densità della pioggia era leggermente aumentata,decisero di incamminarsi verso casa ma a metà strada aumentò ulteriormente e corsero fino a casa di Bill,dove arrivarono completamente zuppi,infatti il tentativo del vocalist di riparare entrambi non servì a nulla. Giunti davanti alla sua stanza,la invitò ad entrare dentro mentre lui andava a prendere degli asciugamani e il phon per asciugarsi almeno un pò o avrebbero preso un malanno. Nonostante il calduccio confortevole che c'era nella camera,Elisabeth iniziò a tremare a causa dei brividi di freddo e a sfregarsi le braccia con le mani. Quando arrivò anche lui,Bill porse subito alla mora gli asciugamani e prese dal cassettone un paio di magliette e dei jeans che poi poggiò sul letto, mentre la ragazza si asciugò velocemente i capelli. Tom sentendo il rumore del phon,si accinse ad entrare nella stanza del fratello,ma si fermò quando lo sentì parlare.

- Su,amore,togliti la maglietta,asciugati e mettiti una di quelle sul letto -le dissi apprensivo vedendola tremare ancora- Sono quelle "neutre" che sono riuscito a trovare.

Amore?? Ma chi c'era con lui? Non poteva esserci lei,lei era a casa che stava male. Ma quando sentì la sua voce,fu come essere investito da una pioggia di sassi.

- Grazie davvero -disse dopo essersela tolta e aver preso l'asciugamano- Brrr sto congelando. Maledetto tempaccio. Spero di non ammalarmi proprio ora che ho il matrimonio.

- Aspetta... -disse il vocalist dopo essersi messo dietro di lei e averla stretta a sè- Così va un pò meglio?

- S...sì grazie -balbettò lei un pò imbarazzata.
Non capitava mai che lui la vedesse senza indumenti,a parte quando andavano a letto insieme,ma per il resto non era mai successo. e' vero,era solo senza maglietta,ma quello la metteva in soggezione. Ma quel suo stato, quell'imbarazzo sparì quando sentì un calore davvero confortante,tanto che si fece scappare un sospiro.

- Che succede? C'è qualche problema? Hai ancora freddo? -chiese mollando leggermente la presa.

- Non ti muovere -disse afferrando le sue mani e riconsolidando quel legame- Non ho freddo,al contrario,ora sto bene.

Il ragazzo le sorrise dolcemente: -Ora è meglio che ti e ti asciughi -disse baciandole la spalla- Nel frattempo avverto Victoria che sei qui,non vorrei che si preoccupassero non vedendoti tornare.

Dopo di che,prese il cellulare e avvertì la bionda che gli diede una notizia che al vocalist piacque molto. Elisabeth,dopo aver finito di sistemarsi,si girò e lo vide con uno strano sorrisino dipinto sul volto.
- Che succede? -chiese curiosa di sapere il perchè di quel sorriso.

- Puoi restare qui tutto il giorno se vuoi. Victoria ha detto che il tuo datore ha chiamato per dire che ha avuto dei problemi e quindi ha già chiuso la boutique. Quindi dovrai stare qui perchè io non ti lascio andare con questo temporale -disse dopo aver sentito un tuono e la pioggia battere forte sulla finestra.

- Ok ok,però ora cambiati e asciugati anche tu. Non voglio assolutamente che ti prendi l'influenza. Quindi levati la maglietta che ti asciugo la schiena -disse aiutandolo a sfilarla.

Ormai aveva sentito fin troppo. Doveva restare calmo,mantenere i nervi saldi o il suo piano di dimenticarla sarebbe andato a farsi benedire. Entrò nella sua stanza e si infilò le cuffie del suo I-pod ascoltando a tutto volume il suo artista preferito,Samy Deluxe. Non gli importava niente se loro due erano insieme nella stanza accanto,li avrebbe lasciati a divertirsi in pace.
Nel frattempo Bill,che ormai si era asciugato e cambiato,si sedette sul letto e fece mettere la mora nell'incavo tra le sue gambe,stringendola a sè e coprendo poi entrambi con le coperte. Parlarono un bel pò riguardo l'imminente partenza della ragazza per l'Italia e chiarirono alcuni punti,il tanto che servì a tranquillizzare il vocalist,preoccupato che Alex potesse provarci con Elisabeth. Poi optarono per vedere un film e ne scelsero uno romantico. Dopo aver spento le luci e aver chiuso le finestre,si rimise al suo posto,che era davvero moooolto comodo: lui stravaccato sul letto e la mora appoggiata a lui. Mentre guardavano il film,la mora sentiva le braccia di Bill proteggerla da tutto. No,lei non avrebbe mai lasciato il vocalist,perchè lui era tutto per lei e si sarebbe sentita "vuota" senza di lui. Era il ragazzo più dolce,tenero,premuroso,bello presente sulla faccia della terra e lei non avrebbe mai commesso l'imperdonabile errore di lasciarselo scappare. Lei avrebbe lottato per lui contro tutto e TUTTI. Tom era solo un piccolo ostacolo di cui si sarebbe facilmente liberata molto presto. Sì,lo avrebbe fatto,avrebbe chiarito col rasta una volta per tutte e gli avrebbe fatto capire quanto Bill fosse importante per lei. Se ci fosse stato bisogno,avrebbe anche alzato la voce e usato parole più forti per farglielo capire. Sussultò appena quando un nuovo tuono fece tremare le finestre,ma il vocalist la strinse maggiormente a sè come a volerla rassicurare. Piano piano sentì i suoi muscoli assopirsi,era davvero stanca. Per colpa di quell'imbecille non aveva dormito molto ma ora...ora si trovava tra le braccia del suo ragazzo,si sentiva al sicuro e protetta e soprattutto era sicura della sua decisione. Si addormentò così,tra le braccia di Bill,che la sistemò in modo da farla stare più comoda possibile. Rimase lì,per un bel pò di tempo,ad osservarla dopo che si fu addormentata ed ad accarezzarle delicatamente i capelli per non farla svegliare. Era bella,lo aveva pensato la prima volta che l'aveva vista e lo pensava tutt'ora. Non sarebbe mai apparsa su una qualche rivista maschile come la ragazza più desiderata al mondo,anche perchè non glielo avrebbe mai permesso talmente era geloso,lei era sua,solo e unicamente sua. Era semplice,solare,spiritosa e un pò vivace,ma la sua bellezza stava proprio lì,in quel piccolo involucro. Era la sua Elisabeth. Si era affezionato a lei giorno dopo giorno e ora,che ne era innamorato perso,non avrebbe potuto immaginarsi una vita senza di lei. Lei era un dono mandato dal cielo e l'avrebbe sempre trattato con tutta la cura e l'amore che si meritava. Avrebbero vissuto felici la loro storia e il loro amore...per sempre. Si addormentò anche lui poco dopo con un dolce sorriso. Le cose stavano andando davvero bene sia a lavoro che soprattutto in amore.
Continua
 

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Capitolo 32
*** 32. Una rottura...decisiva? ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Sono di nuovo qui con altri quattro nuovi capitoli della mia ff,capitoli pieni di dubbi e confusione. Spero vi piacciano;ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia ff senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il 9 marzo se tutto va bene...ho delle cose da sbrigare e quindi sarò occupata... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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32. Una rottura...decisiva?

Dei rumori la fecero svegliare. All'inizio si spaventò leggermente perchè non era riuscita a mettere a fuoco l'immagine di chi fosse entrato nella stanza. Era Tom che,passando davanti la stanza e sentendo sempre la stessa sigla,si era preoccupato ed era entrato,trovandoli addormentati l'una nelle braccia dell'altro. Li osservò per qualche secondo prima di spegnere il lettore DVD e la televisione,ma a causa del buio,senza volerlo,andò a sbattere contro lo spigolo di un mobile imprecando malamente.

- Sei scemo?! Mi hai spaventata -sussurrò piano per non svegliare Bill.

- Scusa non volevo. Ho solo spento la tv dato che dormivate. Non volevo svegliarti.

- Che ore sono?

- Le 12:15. Comunque rimettiti a dormire,dato che sei stata male deduco che non abbia riposato stanotte.

La mora si limitò ad annuire prima di vederlo sparire dietro quella porta. Appoggiò di nuovo la testa sul petto del vocalist e sistemò le coperte. Bill doveva aver detto al fratello di come era stata la sera prima,ma il rasta aveva capito benissimo quale fosse stato il vero motivo per cui era stata così male o come avrebbe fatto a sapere che non aveva dormito molto. Forse anche lui si era pentito di quello che era successo. Macchè,se non aveva dormito era perchè era stato in discoteca col resto della band. Sistemò meglio il suo braccio quando il vocalist si girò posando il capo sul suo petto,all'altezza del cuore. Doveva pensare a cosa dire a Tom per fargli capire chiaramente che tra loro due non sarebbe mai potuto esserci niente e che doveva lasciarla in pace,cancellando ogni sentimento per lei.

- Ehi -disse una voce appena soffocata dal sonno- Non riesci a dormire? Stai ancora male?

- No,tranquillo,mi ha svegliata tuo fratello quando è entrato per spegnere la tv. E tu? Non volevo svegliarti.

- A dir la verità,mi ha svegliato il mio stomaco che si ribella perchè ha fame -disse sorridendo prima di rubarle un bacio- Hai il cuore che ti batte forte.

- Sì,perchè Tom mi ha spaventata quando ha sbattuto contro qualcosa facendomi svegliare di colpo. Comunque,ora vado a preparare qualcosa -disse prima di tentare di alzarsi,ma il ragazzo la bloccò per i fianchi.

- Resta qui ancora dieci min. Non vorrai farmi morire di freddo vero?

- Non vedo la differenza da qui a dieci minuti. Devo alzarmi lo stesso e lasciarti solo soletto al freddo.

- Beh -disse baciandole il collo- In dieci minuti puoi riscaldarmi il giusto necessario per sopravvivere un pò senza di te.

La mora fece una finta aria scandalizzata: - Bill Kaulitz,la tua aria da bravo ragazzo è tutta un bluff?! -disse tentando di sciogliersi da quella presa ma il vocalist la aumentò.

- Lo sai che intendo,non farei mai niente che tu non voglia. E poi -disse riprendendo a baciarle il collo- sono sempre un angioletto.

- An...angioletto -disse tentando di scoppiare a ridere- La tua è una finta aria da angioletto o mi lasceresti andare.

- Vuoi ancora andartene? -chiese alternando baci e piccoli morsi sul suo collo salendo piano verso il mento.

- N..no,penso di potere restare qualche altro minuto,però io non...

- Lo so -la interruppe lui- Ma non ho intenzione di fare niente,voglio solo baciarti.

Riprese la sua lenta salita,lasciando umidi baci e piccoli morsi,fino a raggiungere il mento che sfiorò dolcemente,per poi arrivare alle sue labbra di cui si impadronì all'istante. La strinse maggiormente a sè quando approfondirono quel bacio che assunse tonalità quasi selvagge. Con uno spintone lo fece sdraiare e si mise a cavalcioni su di lui,invertendo i ruoli e cominciando a stuzzicarlo con casti baci nel collo mentre le mani del vocalist oltrepassarono la piccola barriera costituita dal bordo della sua maglietta. La mora sussultò appena quando sentì quelle dita fredde sulla sua pelle che facevano su e giù. Si morse il labbro inferiore quando cambiò il ritmo dei suoi baci e iniziò a muoversi sotto di lei. E' inutile,ogni cosa che lei faceva,lo eccitava da morire.

- Lizie non possiamo e lo sai -disse Bill che in realtà aveva una gran voglia di fare l'amore con lei.

- Lo so,io non posso fare nulla ma adesso... -disse sentendo l'eccitazione del ragazzo e sedendosi accanto a lui- adesso hai abbastanza "calore" da resistere anche ad una tempesta di ghiaccio. Ora vado a preparare qualcosa -disse prima di baciare il ragazzo visibilmente shockato.

- L'hai fatto apposta a farmi eccitare così non è vero? Sapevi benissimo di non poter far niente con me e ora... -disse imbronciato prima di essere interrotta dalla mora.

- Ora sei bello e accaldato. Ci vediamo dopo amore.

Detto questo sparì mentre Bill si buttò sul letto sbuffando. Questa gliela avrebbe fatta pagare,eccome se gliela avrebbe fatta pagare. Lei non immagina che bella "punizione" aveva in mente. Nessuno poteva lasciare a bocca asciutta Bill Kaulitz "senza pagarne le conseguenze". Raggiunto il piano inferiore,Elisabeth sentì il cuore batterle all'impazzata. Se lo sarebbe trovato davanti appena messo piede nella cucina e avrebbe dovuto affrontarlo. Al solo pensiero che lui potesse fermarla e baciarla di nuovo le tremavano le gambe. Fu poi attirata da un buon profumino,sembrava quasi...sugo o qualcosa di simile. Entrò piano in cucina e vide Tom che assaggiava un sughetto per poi leccarsi le labbra. Sorrise vedendo quella scena.

- Ehi ragazzina -disse lui dopo essersi accorta della sua presenza- Che ci fai qui? E perchè ridi?

- Ciao,ero venuta per preparare qualcosa. E' quasi ora di pranzo e poi tuo fratello ha fame. Però vedo che te ne stai già occupando tu. Che stai preparando? -chiese avvicinandosi ai fornelli.

- Spaghetti col sugo alla Tom Kaulitz.

- Quanto sei scemo! Posso assaggiare? -chiese indicandogli il mestolo che lui aveva ancora in mano e,quando annui,ne nascose un pò dietro alle labbra- Mmm...buono però,complimenti.

Quella sua azione,quelle labbra tentatrici,mandarono il suo cervello in tilt. Posò il mestolo e si girò con l'obiettivo di baciarla,ma lei gli disse che dovevano parlare. Già immaginava di cosa voleva parlargli e forse era meglio così,era meglio "rompere" in quel momento prima che nascesse un qualche sentimento anche da parte sua. Allora sì che il fratello avrebbe davvero sofferto tantissimo perchè si sarebbe sentito tradito dalle due persone a lui più care.

- Riguarda quello che è successo ieri,si...insomma...il bacio -azzittì subito il rasta quando lo vide aprire la bocca per pronunciare qualcosa- Fammi finire. Quel bacio è stato un terribile errore che non avrei dovuto commettere,un momento di debolezza dovuto alla confessione che mi avevi appena fatto. Io amo tuo fratello Bill con tutta me stessa e non ho la minima intenzione di farlo soffrire di nuovo. Ieri ogni cosa è stata sbagliata,ma mi è servito a capire quanto io tenga davvero a lui. Già,perchè mi sono sentita uno schifo solo per un bacio,figuriamoci se fosse successo qualcosa di più. Ho pianto,mi sono odiata e ti ho odiato per tutto quello che è accaduto ieri,ho addirittura dormito poco,ma sono arrivata a una conclusione: Tom,devi dimenticarmi,devi cancellare ogni tuo stupido sentimento nei miei confronti,io non potrò mai essere tua, MAI. Il mio cuore è già impegnato e lo sarà per sempre. Tu non riusciresti neanche lontanamente a farmi stare così...bene,così viva,come invece riesce a fare Bill;non sapresti darmi tutto l'amore di cui ho bisogno. Ma la cosa più importante è che io non saprei e non potrei mai darti quello che tu vorresti da me. Non riuscirei mai a dimenticare tuo fratello. Te lo ripeto,amo lui,solo e solamente lui. Gli altri per me non esistono,sono dei semplici amici o forse neanche questo e tu Tom sei tra questi. Nel mio cuore esisti come amico e come fratello del mio fidanzato. Non sei niente di più. Mi dispiace ma devi fartene una ragione e dimenticarmi. Tu non conti niente per me,sei un amico e così resterai almeno che tu non farai qualcosa che mi faccia cambiare idea. Per me ieri,quel bacio non sono mai esistiti.

- Pensa tu al sugo e alla pasta,mi sono ricordato che dovevo fare una cosa. A dopo.

Uscì così,senza dire niente e senza mai osservarla in viso. Forse aveva un pò esagerato dicendogli quelle cose,ma doveva farglielo capire in qualche modo anche se questo voleva dire farlo star male. Era la prima volta che lo aveva visto triste a causa di una ragazza;in fondo sui giornali si era sempre letto di un Tom Kaulitz che continuava a fare stragi di cuori ed ad accrescere la sua fama di playboy,anche se negli ultimi mesi non se ne trovavano più in giro articoli del genere. Doveva davvero tenere molto a lei se era uscito senza dire niente su ciò che aveva sentito. Gli sarebbe passata e lei avrebbe continuato la sua vita tranquilla e serena. Si,sarebbe andata così. Guardò ancora per un secondo il luogo in cui si era fermato il rasta poco prima e poi si concentrò sul pranzo. Stupidi sentimenti...così li aveva chiamati. Ma non erano affatto stupidi sentimenti;era un sentimento davvero forte da far quasi male e che era cresciuto ogni giorno di più. Più cercava di togliersela dalla testa più non riusciva a fare a meno di lei. Non aveva la minima idea di come il suo cuore battesse forte ogni volta che gli parlava,gli sorrideva,di come cadesse in un forte stato di agitazione ogni volta che si trovavano da soli. Lei era davvero importante per lui e non immaginava neanche quanto. Eppure Elisabeth glievo aveva detto in faccia,per lei non esisteva e non sarebbe mai esistito,quindi doveva mettersi il cuore in pace: l'aveva persa,non sarebbe mai stata sua,era finita ancor prima di cominciare. Com'era diventato ridicolo! Stare male a causa di una ragazza,a causa sua,di Lizie. Scese dalla macchina e si lasciò colpire dall'aria fredda che gli sferzò il viso. Che fosse quello l'amore di cui suo fratello gli aveva parlato spesso e che provava con Elisabeth? Non lo avrebbe mai scoperto perchè non avrebbe mai avuto modo di dedicarsi completamente a lei e di sicuro,dopo questa storia,avrebbe chiuso il capitolo "Donne-Amore". Ma tra tutte le ragazze presenti sulla faccia della terra,doveva perdere la testa per la fidanzata del gemello...Che aveva di tanto speciale da stregarlo,da stregare i Kaulitz? Che fosse una maga travestita che voleva fargliela pagare per aver fatto soffrire molte ragazze? Ma che diavolo pensava...Era davvero rincoglionito,ma si sa,al cuor non si comanda. Ma ora c'era un'eccezione: lui avrebbe battuto il suo cuore e avrebbe fatto vincere la ragione. Elisabeth Johnson d'ora in poi non sarebbe stata più niente per lui,solo un'amica,niente di più.

- Vuoi smetterla?! -disse la mora tentando di liberarsi del vocalist- Se mi fai bruciare il sugo ti uccido.

- E poi come fai senza di me? Chi ti amerebbe? Con chi ti divertiresti?

- Oh mio caro,senza di te starei benissimo,tirerei un respiro di sollievo e poi...non ho problemi a trovare un altro ragazzo -sghignazzò lei.


Ma Bill la osservò sconcertato prima di fare dietro front e dirigersi verso il salotto. Nel frattempo Tom era rientrato e si stava avviando verso la cucina per controllare come lei stesse preparando il pranzo,ma si fermò quando intravide il fratello. La mora lasciò il mestolo e abbassò il fuoco,dirigendosi verso il vocalist e afferrandogli una mano facendolo girare per poi tirarlo a sè.

- Scemo scherzavo -disse avvolgendogli la vita con le braccia- Non avrai mica creduto a quello che ti ho detto?

- No,però -disse serio- mi ha dato fastidio l'ultima frase che hai detto.

- Bill scherzavo,ma la colpa è anche un pò tua perchè mi distraevi e hai rischiato di farmi bruciare la salsa. Comunque lo sai che non ti lascerei mai per poi cercarmi un altro. Nessuno sarebbe ai tuoi livelli,nessuno e...in nessun campo -disse lei all'orecchio prima di baciargli la guancia.

- Questo è poco ma sicuro. Io sono imbattibile -disse sfiorandole le labbra.

- E modesto direi. Ci manca solo che dici che sei il numero uno.

- Perchè? Non è così?! -disse aggrottando appena la fronte.

- I giornali la pensano diversamente,tu sei quello "dolce e tranquillo" mentre...

- Tom è il contrario -interruppe lui sapendo dove la mora andava a parare- Dimmi una cosa,sono meglio io o lui? -vedendo la faccia dubbiosa della mora si rivolse in modo suadente- Dai dimmelo,però si sincera.

- Beh,è logico che per me sei tu il migliore. Tra te e Tom non c'è paragone: siete il giorno e la notte e io ho bisogno di calore,quindi di luce e di conseguenza del giorno. E tu sei il mio giorno.

Il vocalist sorrise compiaciuto a quelle parole e chinò maggiormente il viso fino a raggiungere quello della mora impadronendosi delle sue labbra. Si stupì lei stessa di quelle parole che erano uscite da sole dalla sua bocca. Era stato il suo cuore a parlare per lei. Ma in fondo era la verità,quello era ciò che pensava: lui e il rasta erano due ragazzi diversi,erano davvero il giorno e la notte. Lei aveva bisogno di lui,del suo calore,del suo solare sorriso che gli riscaldava il cuore. Era il suo sole,il suo giorno,la sua luce...lo scopo della sua vita aveva un nome: Bill. Era come stare tre metri sopra il cielo ogni volta che la baciava,che la sfiorava,che facevano l'amore. Era la vita che aveva sempre sognato, quella favola in cui il principe azzurro salvava la principessa,le prometteva amore eterno e poi vivevano felici e contenti nella loro casa accogliente con i loro figli. Ora era il suo turno di essere felice con il ragazzo che amava. Ma il rumore di una porta interruppe quel momento magico. Con una finta aria innocente Tom fece capolino in cucina e andò a controllare se tutto era pronto.

- Finalmente si mangia -esclamò massaggiandosi la pancia- Sto morendo di fame. Comunque fuori piove ancora molto forte. Quindi che facciamo dopo? Georg e Gustav con questo tempo non hanno la minima intenzione di mettere piede fuori casa;perciò siamo solo io,te e...Eli.

- Intanto mangiamo -rispose il fratello- poi vediamo.
Si sedettero e iniziarono a mangiare. Elisabeth rimase leggermente stupita nel vedere il rasta così tranquillo;sembrava quasi che non avessero parlato di nulla. Ma se si comportava così, voleva dire che in fondo non teneva così tanto a lei come sosteneva. Meglio così. Passarono insieme l'intero pomeriggio,scherzarono e risero come se niente fosse successo.
Continua
 

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Capitolo 33
*** 33. Ritorno in Italia e l'incubo di Tom ***


33. Ritorno in Italia e l'incubo di Tom

I sette giorni successivi trascorsero molto velocemente tra lavoro per lei,interviste e servizi fotografici per la band. E anche i rapporti tra Elisabeth e Tom sembrò andare abbastanza bene infatti instaurarono un semplice rapporto di amicizia. Arrivato venerdì,il giorno della partenza della mora,Bill non aveva proprio intenzione di lasciarla andare,per lo meno non da sola. Non gli piaceva l'idea di separarsi da lei anche solo per un weekend ma soprattutto,nonostante lei l'avesse rassicurato,non si fidava affatto di Alex.

- Lasciami andare o perdo l'aereo -disse tentando di liberarsi dalla presa del vocalist che le cingeva la vita con le braccia.

- Non mi va che tu parta. Tre giorni passeranno lentamente senza di te,sarà un vero supplizio!

- Hai tanti impegni quindi non ti accorgerai della mia assenza e questi giorni passerano in fretta.

- Scherzi vero?! Penso che mi infilo nella valigia pur di stare con te.

- Che scemo che sei. Comunque ora devo andare sul serio. Ti chiamo appena arrivo -poi si sollevò appena per sfiorare le sue labbra- Ti amo.

- Allora ti aspetto. Buon viaggio piccola mia. Ti amo anche io.

La baciò un'ultima volta prima di lasciarla andar via sul taxi che sparì presto dalla sua vista. Un sospiro gli uscì dalla bocca,quei giorni sarebbero stati i più lunghi. Era la prima volta che si separava dalla mora da quando avevano ufficializzato la storia;l'averla vista ogni giorno,l'averla avuta sempre vicino sia di giorno che di notte,l'amarla pubblicamente avrebbe reso questa lontananza ancor più atroce. L'attesa sarebbe stata snervante.
Si sedette sul sedile in pelle chiaro e si infilò le cuffie del suo I-pod nelle orecchie. Com'era stato dolce e che tenerezza! Non voleva proprio lasciarla andare via,si sarebbe persino infilato nella valigia per stare con lei. Le cose tra loro andavano ogni giorno meglio anche se...c'era un piccolo neo,un segreto che non gli avrebbe mai rivelato questa volta: il suo bacio con Tom. E' vero,era una storia vecchia e senza alcuna importanza ma era pur sempre accaduto e lei aveva dovuto dirgli delle bugie. E forse era proprio questo che non le piaceva, l'avergli mentito e detto bugie,lei che era stata sempre sincera con lui,che gli aveva detto quasi tutto su di lei. Ma in fondo sapeva di aver fatto bene a tacere tutto perchè quella volta sarebbe davvero scoppiato il finimondo e avrebbe rischiato di perderlo...per sempre. No no no,era meglio tenersi quel segreto dentro ma non perdere Bill. E poi ormai il rasta sembrava essere tornato quello di un tempo e aver ripreso a fare la sua vecchia vita in pugno. Loro due erano persino tornati amici,quindi cosa poteva volere di più dalla vita se tutto era perfetto,lei,la sua storia d'amore,il suo lavoro,le sue amicizie. Ora era la Germania la sua casa,non più l'Italia. Quest'ultima le ricordava momenti felici con la sua famiglia,Jennifer e i suoi amici,persone a cui avrebbe voluto sempre un gran bene e che non avrebbe dimenticato,ma le ricordava anche momenti brutti che costituivano il suo passato ma che non avrebbe mai potuto cancellare dal suo cuore. Mentre la Germania le aveva aperto una nuova strada,quella per una vita migliore in cui lei voleva cavarsela con le sue forze...
Iniziò ad ascoltare musica e si lasciò cullare dalla dolce e bella voce di Bill che,con le sue nuove canzoni,le aveva nuovamente stregato il cuore. Nessuno meglio di lui sapeva farla stare bene,sapeva farle esprimere ogni suo sentimento,sapeva riscaldarle il cuore. Nessuno,lui era e sarebbe rimasto l'unico. Non si accorse assolutamente di come volò il tempo e in un batter d'occhi si ritrovò lì,in Italia,a Roma. Le faceva uno strano effetto tornare lì,ma tutto sparì quando vide i genitori venirle incontro e abbracciarla forte. Erano così felici e orgogliosi della loro Lizie. Il signor Johnson prese la sua unica valigia e la mise nel cofano della loro nuova auto. Prima ancora di salire chiamò Bill e gli disse di essere arrivata e che il viaggio era andato bene. Poi salirono in macchina e partirono per la loro casa. Durante il tragitto Elisabeth raccontò ai suoi genitori del suo fidanzamento,della sua storia col vocalist e che stava andando alla grande in tutti i campi. Arrivati a casa si trovò Jennifer e Alex che attendevano trepidanti il suo arrivo. Quando scese,l'amica si buttò al collo della mora e l'abbracciò forte a sè,aveva persino gli occhi lucidi dalla felicità;mentre Alex si limitò ad un semplice abbraccio. Poi tutti e sei entrarono in casa. I ragazzi iniziarono a parlare delle ultime novità che erano successe mentre i genitori rimasero ad ascoltare ed a preparare la cena. Quando finirono,Elisabeth decise di rilassarsi con un bel bagno caldo. Era proprio quello che ci voleva dopo un viaggio. Dopo aver immerso il corpo nella schiuma che sapeva di cannella e aver chiuso gli occhi,le si materializzò davanti la figura di Bill che le baciava con foga il e con le mani accarezzava ogni centimetro della sua pelle. Sorrise a quel flashback,era bello ricordare quel pomeriggio nella doccia dell'hotel sull'isola. Ma questa magia venne interrotta dalla suoneria del suo cellulare. Stava già per imprecare con la persona che aveva osato disturbare il suo bagno ristoratore,quando riconobbe sul display il numero del vocalist. Aprì il cellulare e rispose alla chiamata. Il moro era sul letto che si controllava se le unghie fossero perfette dato che il giorno dopo avevano un'intervista per un importante giornale tedesco,Vanity Fair. Le chiese cosa stesse facendo e lei gli rispose che si stava rilassando e stava divertendo a far volare la schiuma dalla sua pelle. Il vocalist assottigliò appena le sopraciglia,avrebbe tanto voluto essere lì con lei...in quella vasca. In fondo doveva ancora "punirla" per lo scherzetto che le aveva fatto la settimana precedente. Dopo essersi augurati la buona notte,concluse la chiamata e tornò a rilassarsi. Chiuse nuovamente gli occhi navigando poi nel mondo dei ricordi. Quando scese in cucina e vide che Jennifer era ancora lì,la invitò nella sua camera così avrebbero parlato un pò prima di dormire.

- Cosa hai fatto? Hai baciato Tom Kaulitz?? -chiese stupita l'amica che si mise seduta non appena sentì ciò che le aveva appena confessato.

- Non urlare! Vuoi che ti sentano persino in America?! -disse facendo segnali con la mano e osservando che i suoi non fossero saliti- Sei la sola persona estranea alla storia a saperlo.

- Eli ma sei impazzita? E Bill come l'ha presa? -vedendo che l'amica non rispondeva ed evitava di guardarla in faccia capì ogni cosa- Non glielo hai detto,vero?!

- Come potevo dirglielo,questa volta avrei rischiato di perderlo sul serio e per sempre. E poi quel bacio non ha avuto alcun significato,io e Tom ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di far finta che non sia mai successo niente sia per noi che soprattutto per Bill. In fondo i sentimenti che lui provava per me non erano per nulla veri perchè si è "arreso" subito e siamo riusciti a legare come semplici amici.

- Se...sentimenti? -chiese letteralmente shockata- Tom si è innamorato di te?

- Non esagerare adesso. Innamorato...che parolone,diciamo che gli piacevo abbastanza ma adesso è tutto passato. Ora è tornato a far strage di cuori,quindi...

- Quindi un corno! Lui provava qualcosa per te e tu hai ricambiato il suo bacio e stavolta eri cosciente di te. Sei sicura di non provare qualcosa per lui? D'altronde è una fotocopia identica del tuo ragazzo,capita che una ragazza che sta con un gemello provi dei sentimenti anche per l'alt...

- NO! Ma che cavolo dici? Io amo solo Bill e se ho baciato Tom era perchè ero shockata per quello che mi aveva confessato. Gli voglio bene come amico e basta. Quindi chiudiamo qui il discorso. Ho sonno -appena vide che l'amica stava per aprir bocca la bloccò all'istante rivolgendosi a lei con un tono più dolce- Jenny,per favore,basta. Sono davvero molto stanca.

Augurò la buona notte all'amica e poi chiuse gli occhi addormentandosi subito dopo.
Forse non avrebbe dovuto parlarne con l'amica,chissà ora cosa pensava di lei. In fondo le aveva sempre detto che con Tom non ci sarebbe stato niente,che non avrebbe ceduto alle sue stupide avance e invece...invece si era fatta abbindolare come una bambina e non era riuscita a controllarsi finendo così per ricambiare quel maledetto bacio. In fondo non era significato niente per lei...almeno credeva. Basta,era così. Quello era stato solo uno scherzo del destino,niente di più e poi il rasta era tornato a essere quello di prima quindi anche lui era uscito dal quel periodo buio. Una cosa però non l'avrebbe mai dimenticata: la dolcezza di quel bacio,la passione che ne stava scaturendo lentamente da entrambe le parti prima che lei si fermasse. Non l'avrebbe mai dimenticato così come non avrebbe dimenticato di aver "tradito" Bill facendolo e di averglielo nascosto. Ma ormai quel che era fatto era fatto,non poteva tornare indietro per evitare che accadesse nonostante lo volesse con tutte le sue forze. Avrebbe coltivato il rapporto con Tom con del semplice affetto per renderlo amichevole al 100% così come l'agricoltore usa i giusti fertilizzanti per avere un raccolto migliore. Doveva essere lei a dosare i suoi sentimenti e a non fare qualcosa che potesse far fraintendere il rasta. Era una ragazza tosta e di sicuro sarebbe riuscita ad averla vinta,a sconfiggere quella piccolissima parte del suo cuore che in fondo batteva per lui,per quello che era diventato grazie a quella cotta,che provava qualcosa nei suoi confronti anche se era sbagliato. Lei non avrebbe dovuto provare niente per lui,almeno non in quel momento,perchè non era più sola. Ma neanche lei riusciva a comprendere quella parte del suo cuore che era attratto da ciò che la faceva soffrire e che non poteva avere. Essa non era mai venuta fuori,a parte quel giovedì,e quindi non immaginava che in fondo il suo cuore batteva anche per lui.
Si trovava circondato da tante belle ragazze seminude,tutte che imploravano il suo nome,ognuna che lo desiderava e lo sbranavano con gli occhi. Dieci,cento,mille...non lo sapeva neanche lui. Quello doveva essere il paradiso e quell'harem la sua ricompensa per aver lasciato la ragazza per cui aveva perso la testa a suo fratello. Un sacrificio del genere gli aveva assicurato di sicuro un posto in paradiso e un bel premio: tante ragazze solo esclusivamente per lui. Si leccò e stuzzicò il piercing,quella era la vita che voleva avere: tante ragazze adoranti ai suoi piedi che lo supplicavano anche per una notte di sesso sfrenato,che lo volevano soddisfare. Era tutto perfetto. Ma all'improvviso la folla delle ragazze si divise in due lasciando un corridoio libero. Una luce abbagliante lo abbagliò e dovette chiudere gli occhi per qualche istante,prima di alzare leggermente una palpebra per vedere cosa stesse succedendo e per capire perchè le ragazze avessero aperto quel passaggio. Ed eccola apparire una sagoma di una ragazza. Lentamente iniziò a scrutarla per vedere chi lei fosse. Sembrava quasi un angelo: i lunghi capelli scuri mossi dal venticello,un corpo perfettamente formato con forme armoniose,un bellissimo vestito bianco ricco di brillantini che luccicavano quando erano colpiti da quella luce e dalla profonda scollatura a V,le mani e i piedi perfettamente curati. Ma chi era quell'angelo che camminava tra le altre come se fosse una regina? Cercò di vedere il suo viso e quando la riconobbe sgranò gli occhi per lo stupore: Elisabeth. Ma che ci faceva lei lì,tra tutte quelle ragazze che lo desideravano? La vide avvicinarsi per poi posizionarsi di fronte a lui e sorridergli dolcemente. Si sedette a cavalcioni sulle sue gambe e gli sfiorò il volto del ragazzo,visibilmente stupito e curioso di sapere cosa diamine stesse facendo.

- Elisabeth che ci fai qui? E che stai facendo? -chiese il rasta che voleva una risposta sincera.

- Sono qui per te,Tom. Voglio te,solo te. Voglio essere tua e di nessun altro. Ti desidero con tutto il mio corpo.

- Che...stai dicendo? -chiese davvero stupito- Stai con mio fratello.

- Lui non può competere con te,in nessun campo...nemmeno a letto. Tu sei il numero uno.

Fece per aprir bocca ma lei gli intrappolò le labbra con le sue. All'inizio tentò di fermarla ma,quando la sentì muoversi sopra di lui e sentì un leggero formicolio all'altezza del ventre, ricambiò quel bacio,violento,passionale,carnale. Tutte le altre sparirono e davanti a loro apparve un bel letto decorato da petali di rose. La gettò sul letto e iniziò a baciarla con tremenda foga. Ormai non era più padrone di se stesso,ogni fibra del suo corpo la desiderava. Le tolse quel vestito che sembrava essersi attaccato alla sua pelle e iniziò una discesa di baci passionali e selvaggi. Lanciò a terra i suoi vestiti prima di entrare dentro di lei, sentendola inarcare la schiena. Aumentò la velocità delle spinte facendola urlare. I suoi occhi incrociarono il mare della mora e lesse dentro quelle pagliuzze un forte desiderio,una luce brillava forte come non aveva mai brillato prima. Ma il rumore di qualcosa che era caduto a terra lo fece voltare: Bill guardava attonito e sconvolto quella scena,lei e suo fratello a letto insieme,di nuovo. No non poteva essere vero. Si sistemò subito mentre la mora si sedette sul letto.

- Bill aspetta -disse prendendogli un braccio- Posso spiegarti.

- Cosa? -gli urlò sprezzante- Ti sei fatto la mia ragazza. Come hai potuto maledizione Come???

- Fermati,posso spiegarti. Io non so cosa sia successo,so solo che provo qualcosa di forte per lei e...

- E te la sei scopata. Basta Tom,con me tu hai chiuso per sempre.

Passando davanti la stanza del fratello,sentì mormorare qualcosa. Entrò e lo vide, addormentato,rigirarsi nel letto che continuava a dire "Fermati". Cominciò a scuotergli il braccio e a chiamarlo per farlo svegliare. Il rasta si sollevò di scatto e così repentinamente che per poco non beccò il viso del fratello. Lo guardò in faccia e vide che stava sudando e respirando velocemente.

- Ehi Tomi è stato solo un sogno -disse appoggiando poi una mano sulla sua spalla- E' tutto ok?

- Si si,va tutto bene -disse stropicciandosi gli occhi.

- Cosa hai sognato? Quando sono entrato eri agitato e parlavi nel sonno. Dicevi...

- Cosa dicevo? -chiese preoccupato che potesse aver pronunciato il nome della mora.

- Dicevi "Fermati,lascia che ti spieghi". Cosa hai sognato?

- Niente. E' stato un incubo,ma non ricordo più nulla. Comunque stai tranquillo. Ora vai pure, sto bene. E ho anche sonno quindi penso di addormentarmi anche così all'impiedi -disse sbadigliando sonoramente- Buona notte fratellino.

Lo guardò poco convinto prima di salutarlo e uscire dalla sua stanza. Aspettò che avesse chiuso la porta per poi sdraiarsi nuovamente e girarsi sul fianco sinistro. Era stato tutto un sogno,bellissimo da una parte ma orribile dall'altra. Sembrava quasi che fosse stato il concretizzarsi di ciò che voleva ormai da molto tempo,Elisabeth,e ciò che temeva da morire, perdere il fratello. Sognava addirittura di poterla avere,di poter andare a letto con lei fregandosene di ciò che il fratello avrebbe potuto pensare e provare. Lo stress e la stanchezza fanno davvero questi scherzi oppure quello che provava per lei andava altre a ciò che lui immaginava? L'unica cosa che sapeva era che la voleva davvero,la desiderava,che provava qualcosa di forte per lei,qualcosa che non sarebbe riuscito a nascondere ancora per molto tempo. Quello che non sarebbe mai dovuto accadere e che temeva purtroppo si stava realizzando giorno dopo giorno: si stava innamorando della ragazza del gemello. Ormai non poteva più negare l'evidenza,non poteva più mentire a se stesso. Lei era la ragazza con cui voleva stare, con cui voleva condividere questo nuovo sentimento,questo nuovo Tom che stava maturando a causa sua. Ma come? Lei diceva ostinatamente di amare il fratello e in fondo era vero;il loro era un amore sincero,nato segretamente e cresciuto lentamente,forte e leale,ma allora cosa le era successo in quella stanza? L'idea che in fondo anche lei provasse qualcosa accese in lui una piccola speranza che forse sarebbe riuscita a conquistarla,ad averla solo per sè. Doveva fare qualcosa,non poteva più stare con le mani in mani. No,Basta. D'ora in poi avrebbe lottato per lei,avrebbe cercato di farla innamorare di lui e chissà se l'impresa non sarebbe stata più semplice di quel che prospettava. Ma restava sempre un problema: il fratello. Già...perchè lui era davvero innamorato di Elisabeth e il suo comportamento lo avrebbe di sicuro ferito. Ma non poteva più andare avanti così,soffrendo vedendoli insieme sapendo che lui non era poi così tanto indifferente alla mora. Per quanto fosse rimasta sconvolta dalla sua confessione quel giorno,questo non poteva giustificare il fatto che lei avesse ricambiato,che anche lei l'avesse baciato. Lei aveva risposto di sua spontanea volontà,anche se lo aveva fermato quando aveva sentito la sua mano scivolare sotto la maglia,quindi teneva a lui anche se affermava il contrario. Con questo comportamento sembrava che lei stesse prendendo in giro il fratello e lui non l'avrebbe permesso. Se provava qualcosa per lui,il rasta l'avrebbe torturata finchè non l'avrebbe fatta confessare,ma non avrebbe permesso che lei stesse con Bill nonostante provasse qualcosa per lui. Non sarebbe rimasto a guardare morire la possibilità di amare la ragazza che lo aveva cambiato. Forse,così facendo,poteva sembrare che se ne fregasse dei sentimenti del fratello,ma non era assolutamente così. Era anche per lui che voleva scoprire cosa realmente provasse Elisabeth per entrambi,per vedere se lei amasse davvero il vocalist o se in fondo provasse qualcosa per il rasta ma non aveva il coraggio di ammetterlo per paura che non ricambiasse e la usasse. Nel primo caso,lui avrebbe rinunciato definitivamente a lei ma nel secondo no,avrebbe fatto cosa che era in suo potere per conquistarla e le avrebbe fatto capire quanto fosse importante per lui. Doveva solo aspettare che lei tornasse da Roma per affrontarla apertamente. Mancava solo un giorno,un giorno e avrebbe trovato le risposte alle sue domande. Almeno così credeva,ma l'impresa non sarebbe stata facile. Chiuse gli occhi e si addormentò come un tenero bambino che aspettava il ritorno della madre per avere il regalo.
Continua
 

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Capitolo 34
*** 34. Ritorno a casa e un pò di shopping ***


34. Ritorno a casa e un pò di shopping

Il matrimonio fu davvero bellissimo:la chiesa era spettacolare,resa ancor più suggestiva dai fiori bianchi da cui era adornata,la sposa con una abito bianco che mozzava il fiato,la carrozza trainata da cavalli bianchi utilizzata dai neosposi dopo la cerimonia. Rimasero fino a notte fonda a ballare e qualcuno rischiò addirittura di finire nel fiume artificiale dove poi navigarono gli sposini a bordo di una barchetta prima che i loro visi venissero illuminati dalle luci dei fuochi d'artificio. Quando Elisabeth tornò a casa si tolse subito le scarpe e si spogliò in tempo record,infilandosi il suo pigiama e buttandosi sotto le calde coperte del suo letto,dove si addormentò poco dopo. L'indomani si svegliò presto e,in seguito a una doccia veloce e a una nutriente colazione,finì di preparare la valigia. Jennifer arrivò a casa sua prima del previsto perchè voleva parlare con lei del bacio con Tom,ma Elisabeth le fece capire che non aveva la minima intenzione di parlarne anche perchè non aveva nessuna importanza per lei. Dopo i saluti si imbarcò sull'aereo e prese posto. Durante il viaggio,prima ascolto la musica poi si vide un film. In Germania la vennero a prendere Nicole e Victoria a cui raccontò dello splendido matrimonio a cui aveva partecipato. Di pomeriggio l'amica e la madre uscirono perchè avevano un impegno già programmato da tempo e la mora si ritrovò sola a casa,ma non ci restò per molto in quanto ricevette la visita di una persona a lei molto gradita. Quando la vide,Bill l'abbracciò forte e la sollevò in alto per poi baciarla quando,scendendola lentamente,arrivò all'altezza del suo volto. Poi iniziò a baciarle delicatamente la guancia sfiorandole l'orecchio destro e dicendole infine che gli era mancata tantissimo. Entrarono e la mora fece sedere il vocalist sul divano ma,non appena cercò di avviarsi in cucina per prendergli qualcosa da bere,sentì le dita del ragazzo chiudersi intorno al suo polso e si voltò. La attirò verso di sè,ormai schiavo del volere del proprio corpo,e la fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe,porgendole poi una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Rimase incatenato in quegli occhi azzurri che avevano il potere di incantarlo e che bruciavano di passione nei suoi confronti. Non l'avrebbe più lasciata andar via da lui perchè non poteva fare a meno di quegli occhi,di quel contatto,non poteva fare a meno di lei. Senza dir niente si avvicinò velocemente al volto della mora unendo le loro labbra vedendo poi investito da quel sentore di vaniglia non appena dischiuse le labbra. Sentì le sue braccia intrecciarsi dietro al proprio collo avvicinandosi maggiormente a lui. Quando i due si staccarono per il bisogno di ossigeno,Bill si alzò,prese una mano della ragazza e iniziò a camminare senza mai recidere quel legame tra i loro occhi. Il tragitto si concluse dentro la stanza della ragazza che venne poi chiusa a chiave. Il vocalist si impadronì di nuovo delle sue labbra e la spinse contro il muro. Lasciò che lui si impossessasse della sua lingua trascinandola in una cocente passione quando un brivido le percorse il corpo non appena sentì la mano del ragazzo scivolare sotto la sua maglietta. Lo aiutò a toglierla per poi afferrare entrambi i lembi del maglioncino di Bill e spingerli verso l'alto. La sollevò in alto facendosi avvolgere la vita dalle sue gambe sottili e la condusse sul materasso che cigolò appena sotto il loro peso. Ripresero a baciarsi ma la ragazza invertì le posizioni suscitando un sorriso malizioso da parte del moro che doveva ancora vendicarsi per il suo scherzetto. Lo guardò un'ultima volta negli occhi prima di cominciare a baciargli il petto poco scolpito fino ad arrivare all'altezza dei pantaloni,facendo prima scivolare via la cintura e poi liberando i jeans dal bottone. L'aria fu poi sferzata dal rumore di una zip che scendeva. Jeans e calze raggiunsero gli altri indumenti sul pavimento. Ma adesso fu il turno di Bill di invertire le posizioni. Puntò subito sul suo collo mentre con le mani la liberò dai jeans gettandoli oltre il letto. Con le mani iniziò una lenta salita accompagnata da casti baci;la fece sollevare dal materasso il tanto necessario da permettergli di sfilarle il reggiseno,poi coprì entrambi con le coperte. Si posizionò meglio prima di entrare lentamente dentro di lei. Spinte lenti,caute,che cambiarono piano il loro ritmo diventando più veloci. Un gemito le fuggì prepotente quando percepì l'aumento della velocità,strinse leggermente le spalle del vocalist e portò indietro alla testa sentendo poi la lingua del ragazzo disegnare piccoli cerchi seguiti da piccoli morsi; sentì poi le sue labbra impresse nell'incavo tra il collo e la spalla come se le stessero lasciando un marchio a fuoco. Intrecciò le sue dita con quelle della mora e le ancorò le braccia al materasso;cambiò improvvisamente la velocità delle sue spinte provocando un urlo da parte della ragazza che sembrò non protestare affatto,ma dopo un pò guardò il fidanzato in viso e,oltre alla passione,lesse nei suoi occhi malizia e qualcosa che non riusciva a decifrare.

- Co..cosa ti prende? -gli chiese separatamente a causa delle sue spinte incessanti.

- Niente -rispose con leggero affanno- Ho solo una gran voglia di te. E' così sbagliato?

- No,è che...che sembri strano. Sembra quasi che tu nasconda qualcosa.

- Beh in effetti...

- Hai qualcosa da farti perdonare non è vero?! -chiese dopo avergli dato una sberla nel braccio una volta liberatasi dalla sua presa- Cosa hai fatto durante la mia assenza?

- Calmati piccola -disse sfiorandole il naso con il suo- Non ho fatto niente,a parte interviste e cose di routine. Non devo farmi perdonare niente,ma devo essere io a punire te... -poi vedendo la faccia perplessa della mora proseguì con la spiegazione- ...per lo scherzetto che mi hai fatto venerdì scorso quando mi hai fatto eccitare lasciandomi a bocca asciutta.

Elisabeth fece dapprima una faccia sconvolta e poi scoppiò a ridere,quel ragazzo era davvero impossibile. Dopo un'ultima spinta,Bill si distese accanto alla mora e iniziò a giocherellare con i suoi capelli prima di chiederle come fosse andata a Roma e soprattutto come si fosse comportato Alex. Dopo avergli raccontato tutto quanto e averlo tranquillizzato,sgranò gli occhi quando videro che ora si era fatta.

- E' tardissimo! -esclamò afferrando la biancheria e iniziando a rimetterla- Devo cominciare a preparare qualcosa per la cena. Per colpa tua sono in ritardo -disse volgendosi verso di lui e sorridendogli.

- Colpa mia...eppure mi sembrava che ti stessi divertendo fino a dieci minuti fa -disse sorridendo malizioso e baciandole una spalla.

- Ma sì sciocchino,scherzavo. Comunque tu fa pure con calma,io vado a preparare l'insalata.
Si chinò verso il vocalist sfiorandogli le labbra,ma lui fu più veloce,le passò un braccio intorno al collo e la girò facendola sdraiare nuovamente sul letto e premendo sulle sue labbra fino a farle dischiudere. Quando si allontanò da lei,la moretta lo guardò con occhi storti e gli fece capire che doveva proprio andare. Allora il vocalist alzò il braccio e la lasciò andare guardandola poi uscire dalla stanza. Quella era la prima volta che avevano fatto l'amore nella sua stanza e forse era proprio per questo che si sentiva strana.
Stava condendo l'insalata quando Bill le cinse la vita da dietro e le baciò il piccolo lembo di pelle dietro l'orecchio facendola rabbrividire.

- Amore purtroppo devo andare,mio fratello mi ha chiamato e mi ha detto che i nostri tornano un pò prima. Mi pare male non farmi trovare a casa.

- Vai tranquillo,possiamo vederci domani mattina verso le nove per fare colazione al chiosco se ti va -disse girandosi.

- Se mi va? Certo che mi va. Allora domani alle nove al chiosco. Ci sentiamo dopo piccola.

- Ok,salutami gli altri e di loro che se non sono venuta è perchè ero troppo stanca. Spero che però non riferirai loro il motivo.

Sorrise prima di baciarla e di uscire da casa di Victoria. Durante il tragitto ripensò a ciò che era successo prima tra loro,la lontananza aveva accresciuto la loro passione e questo aveva causato un vero e proprio rotolamento nel letto. Non riusciva proprio a resisterle, quegli occhi riuscivano sempre a stregarlo in un modo o nell'altro. Quando giunse a casa,Tom gli aprì con uno sguardo accigliato.
- Si può sapere che fine hai fatto? -chiese il rasta con le mani appoggiate ai fianchi- Ti sei dimenticato che oggi è l'anniversario di matrimonio dei nostri genitori?

- Non me ne sono dimenticato tranquillo. Sono stato da Elisabeth e ho perso tempo perchè le ho fatto un vero e proprio interrogatorio. Contento? -chiese superandolo.

- Allora perchè hai addosso un profumo femminile se avete solo parlato? -chiese facendo finta di essere solamente curioso ma in realtà stava bruciando di gelosia.

- Beh -disse arrossendo appena ma girandosi subito per non farlo accorgere al fratello- E' logico che me la sia stretta a me e che l'abbia baciata dato che non ci vedevamo da venerdì.

Quello sguardo,quel movimento per non farsi notare...lo faceva anche da bambino quando non riusciva ad ammettere una cosa e ne diceva un'altra mascherando la verità dietro alle sue guance rosa porpora. Tom capì che quella era una balla,o meglio,era anche vero che si erano baciati e abbracciati,ma quel profumo lo si lasciava solo se c'era un contatto prolungato. Bill ed Elisabeth erano stati a letto insieme,avevano fatto l'amore. No,non poteva essere vero.
Strinse le mani a pugno lungo i fianchi,la rabbia e la gelosia gli martellavano nella testa e gli avevano fatto venire voglia di correre a casa della mora,di dirle tutto quanto e farle capire il desiderio che provava nei suoi confronti. Ma per fortuna arrivarono i loro genitori e quindi si calmò,decidendo di rimandare il suo proposito. Piano piano l'atmosfera divenne sempre più accogliente e i quattro poterono festeggiare allegramente l'anniversario. Dopo aver controllato che il fratello si fosse addormentato,il rasta si buttò nel letto e iniziò a guardare dalla finestra la luna piena. La situazione diventava ogni giorno più pesante e insopportabile e la testa gli stava davvero scoppiando. Se non si fosse dato una mossa e non avesse fatto qualcosa,non avrebbe retto ancora per molto. Ma ora sembrava tutto così difficile perchè lei e il fratello avevano vissuto un altro momento di pura intimità e questo,oltre a mandarlo in bestia,lo faceva stare male perchè gli dava fastidio saperla tra le braccia di un altro,che questo fosse suo fratello o un ragazzo qualsiasi non faceva differenza. Perchè la vita doveva essere crudele,da farti innamorare di chi forse non potrai mai avere? E' forse una prova che dovrai superare per potere raggiungere la felicità eterna? In che stato si era ridotto,per...amore di una ragazza sarebbe stato capace di tutto. Ma lo avrebbe fatto perchè lei era la prima,la prima che gli aveva davvero fatto battere il cuore,la prima che gli avesse scombussolato il cervello,la prima per cui avesse mai sofferto e avesse provato una cocente gelosia. Forse ora sarebbe stato più difficile affrontare la ragazza perchè doveva digerire ciò che c'era stato con Bill. Afferrò il cellulare abbandonato sul comodino e pigiò dei tasti. Elisabeth stava per addormentarsi quando sentì il telefono vibrarle,lo prese e lesse il destinatario del messaggio che le era arrivato,Tom. Rimase un pò sorpresa considerando l'orario,le 00.25. "E' brava,la ragazzina si è fatta i soldi e ora non calcola neanche gli amici". O Tom era improvvisamente rimbecillito o Bill si era dimenticato di riferirgli ciò che aveva detto. Rispose a quell'sms nella speranza di poter poi dormire in pace. "Ciao stupido, non mi sono nè fatta i soldi nè dimenticata di te. Avevo detto a tuo fratello di dirvi che non passavo perchè ero stanca,ma deve esserselo dimenticato. Comunque,tranquillo che ci vediamo domani;ora vado a dormire perchè sono davvero a pezzi. Notte". Gli piaceva stuzzicarla perchè poi anche lei lo punzecchiava e questo lo eccitava tremendamente. Le augurò la buona notte e poi si addormentò.
L'indomani mattina Bill ed Elisabeth si videro come pattuito al chiosco e passarono una parte della mattinata insieme prima che lei andasse a lavoro e il vocalist andasse a comprare qualcosa per la madre. La mora e Victoria organizzarono poi un pomeriggio di sole donne e decisero di andare a fare un giro al centro commerciale. Entrarono in un negozio di abbigliamento e cominciarono a scegliere dei vestiti da provare. La bionda comprò subito due maglie marcate A-style,una gonna di jeans e una paio di scarpe col tacco abbastanza alto. Invece la mora decise di comprare una maglia della Monella Vagabonda,una gonna in jeans della London e un paio di stivali bianchi con degli strass. Poi vide un vestito che la colpì e lo provò. Era di colore blu notte,ricco di perline che lo facevano assomigliare ad un cielo stellato. Passò davanti lo specchio e fece una giravolta su se stessa. L'amica le fece subito i complimenti perchè le stava divinamente,così come fece anche la commessa del negozio.

- Hanno proprio ragione,sei un incanto -disse Bill entrato col fratello dopo avere visto le ragazze dalla vetrata- Anche se così non passeresti di sicuro inosservata e avresti tutti gli occhi puntati addosso e questo non mi piace per niente. Comunque ciao a tutte e due.

- Ehi amore -disse baciandolo- smettila di dire cavolate. Ciao Tom -disse salutandolo con due baci sulla guancia- Ma che ci fate qui?

- Dato che oggi eravamo liberi,sono riuscito a buttare giù dal letto il pigrone di mio fratello Bill e a portarlo a fare un giro qui per comprare qualche dvd -rispose il rasta guadagnandosi uno scappellotto da parte del fratello- E voi due? Ciao Victoria.

- Ciao Bill e ciao Tom -disse la bionda- Siamo qui perchè avevamo organizzato un pomeriggio solo donne e stavamo facendo shopping.

Mentre i tre parlavano,la mora si allontanò ed entrò nel camerino per cambiarsi,uscendo poco dopo vestita normalmente. Diede il vestito alla commessa,che lo infilò in un sacchetto,e lo pagò;prese anche le altre buste e raggiunse gli altri.
- Pomeriggio sfumato -disse lei giungendo alle spalle dell'amica.

- No,basta cacciare questi due bambini a letto ed è tutto risolto.

- Mi dispiace Victoria,ma non credo proprio che me ne vado sapendo che Lizie è qui -disse cingendole le spalle con un braccio e baciandole la tempia- Non ho voglia di lasciarla.

- Uffa,rompi scatole. Ok ok faremo per un'altra volta,ma di sicuro sceglieremo un posto più tranquillo e più al riparo da due segugi come voi -disse scatenando le risate generali.
Bill prese delle buste alla mora,aiutandola,per poi intrecciare le sue dita con quelle della ragazza e camminando così mano nella mano.
Continua
 

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Capitolo 35
*** 35. La confessione di Tom ***


35. La confessione di Tom

Come era possibile? Novembre era ormai finito e Dicembre stava tempestando,eppure non era riuscito a parlare con lei,a chiederle cosa provasse per lui,se era davvero solo un amico o se era qualcosa di più. Ogni volta che girava l'angolo la vedeva sempre col fratello,che amoreggiavano o scherzavano come ragazzini. Tra loro andava dannatamente tutto liscio e non litigavano quasi mai,se avevano qualche battibecco dopo due minuti era già tutto risolto e facevano finta che non fosse successo niente. Tutti quelli che li vedevano insieme si congratulavano con loro perchè erano una bella coppia e facevano loro tanti auguri per il loro futuro. La loro storia era davvero ammirata da molte persone per la loro semplicità,l'amore e la gioia che avevano. Insomma erano ritenuti da molti "la coppia perfetta". Molte volte neanche lui capiva se stesso perchè spesso sembrava essere diviso in due: una parte desiderava ardentemente la mora,la voleva per sè e quindi era disposta a lottare contro il fratello;ma l'altra parte era consapevole del dolore che avrebbe provocato al gemello se avesse tentato di portarle via la ragazza e quindi esitava. Entrambe queste parti lottavano tra di loro ma nessuna delle due sembrava prevalere. Era davvero indeciso sul da farsi,non sapeva ancora cosa il destino volesse da lui e l'unica cosa che gli restava da fare era aspettare,aspettare l'occasione giusta per poter in qualche modo parlare con lei. Lasciò uscire il fumo dalla bocca e dalle narici per l'ultima volta prima di buttare via la sigaretta e appoggiarsi alla ringhiera in ferro battuto a casa di Victoria. Si fece avvolgere da quel forte soffio di vento che fece muovere i suoi rasta e chiuse gli occhi cominciando a fantasticare un mondo in cui lei non fosse presente nè nella sua vita ma neanche in quella del fratello. Già si immaginava circondato da tante belle ragazze che lo desideravano e lui che lentamente,a notte a notte,le accontentava ad uno ad uno. Era quello il mondo che voleva,un mondo in cui fosse il re indiscusso del sesso e potesse far godere tutte le ragazze che voleva e non un mondo in cui dovesse soffrire per amore. Chissà,forse un giorno qualcuno lassù avrebbe esaudito il suo desiderio.

- Hai intenzione di prenderti il raffreddore? -chiese Victoria giunta alle sue spalle ma vedendolo serio si preoccupò un pò- Ehi Tom stai bene?

- Sì,sto bene. Stavo solo pensando -rispose voltandosi verso do lei- Tu perchè non sei dentro ad agghindare l'albero? Sentivi la mia mancanza? -chiese sorridendo malizioso.

- I...io? No no ma che dici. Ero uscita per...insomma,per vedere che fine avevi fatto.

- Lo sai che non sai proprio dire le bugie -disse il rasta avvicinandosi molto a lei e continuando a sorridere- Sei addirittura arrossata.

- Tom piantala. Io torno dentro dagli altri.

Fece dietro front ma riuscì a fare solo pochi passi prima che il chitarrista le afferrasse il polso e la costrinse a voltarsi;la tirò verso di sè e ruppe la distanza che li divideva unendo le loro labbra. Non avrebbe rinunciato per nulla al mondo ad un diversivo per dimenticare, anche se solo per qualche minuto,la moretta. Riuscì ad abbattere la piccola resistenza che gli opponeva e con una leggera pressione le fece dischiudere le labbra impossessandosi della sua lingua con la quale fece una gran bella lotta. La bionda intrecciò le braccia dietro il collo del rasta che approfittò dell'occasione per far scivolare le mani sul suo fondoschiena. Quando i due si staccarono per il bisogno di ossigeno,lei gli disse che stava entrando dentro perchè il vento si era alzato ulteriormente. Il rasta la seguì ed entro in casa con lei;giunti davanti al salone si fermarono a guardare Bill ed Elisabeth che scherzavano mentre attaccavano gli addobbi all'albero.

- Dammi quella stella -disse la mora al vocalist porgendogli la mano.

- Ti ho detto che la metto io,tu sulla scala non ci sali. Non vorrei che cadessi quindi -disse afferrandole la vita e facendola scendere- lascia fare a me.

La mora arricciò le labbra in modo infantile facendo sorridere il vocalist che si avvicinò per baciarla,lei però scostò il volto dall'altra parte fingendosi arrabbiata,ma questo non fermò il ragazzo,tutto il contrario,afferrò tra le dita della mano il mento della mora e la baciò di prepotenza.
- Stronzo! -sibilò la mora sorridendogli suadente.

Tom e Victoria entrarono nella stanza e aiutarono i due a sistemare altri addobbi,ma,poco dopo,questi finirono lasciando buona parte dell'albero scoperto e Bill si offrì di andarne a comprare degli altri. Per non lasciarlo da solo,la bionda decise di accompagnarlo e,dopo essersi coperta per benino,uscì di casa con lui. Era la prima volta da quando era tornata che lei e il rasta restavano veramente soli. Elisabeth sentiva che Tom la osservava ma non aveva il coraggio di chiedergli il perchè,forse era solo sovrapensiero. Ma sì,di sicuro era così. Fece del caffé caldo e gliene porse una tazza,poi si sedette anche lei sul divano. La mora iniziò a fare zapping sui canali in ricerca di qualcosa,anche la più stupida,quel silenzio era diventato imbarazzante. Lasciò su un film romantico che aveva già visto ma che era bello rivedere e si concentrò esclusivamente su di esso. Che doveva fare? Parlarle o no? Tom iniziò a torturarsi il piercing e a giocherellare con le dita;sentiva già il profumo che lei era solita mettere sempre. Chiuse gli occhi inspirando a pieno quella fragranza così dolce e appoggiò la testa al divano. Elisabeth notò tutto questo e credette che si fosse addormentato quindi gli sistemò una coperta addosso. Il rasta aprì gli occhi e si perse in quell'oceano limpido che si trovò davanti. Rimase a fissarla per un pò e,dopo che la mora si scusò credendo di averlo svegliato,le strinse la mano;l'attirò a sè e la fece sedere sulle sue gambe senza mai smettere di guardarla in quelle pagliuzze azzurre e incurante dell'espressione contrariata della mora. Era sul punto di dire qualcosa ma Tom glielo impedì prendendole il volto con le mani e baciandola. No,non poteva accadere di nuovo,non poteva ricadere in quel maledetto trabocchetto e lasciarsi andare a causa dell'attrazione che provava per lui da molto tempo. Non poteva lasciarlo fare solo perchè era la fotocopia sputata di Bill,questa volta non lo avrebbe fatto. Quando sentì la lingua del ragazzo sfiorarle il labbro inferiore,usò la forza necessaria per allontanarsi da lui e si alzò senza dire niente dirigendosi verso le scale,ma il rasta fu più veloce di lei e l'immobilizzò. Le afferrò entrambi i polsi e,vedendola ancora divincolarsi per liberarsi dalla presa,la spinse verso il muro premendoglieli contro di esso.

- Tom lasciami -gli urlò la mora cercando inutilmente di liberarsi- Sei forse impazzito? Ne abbiamo già parlato in passato di ciò che provavi per me e la cotta ti era passata. E ora che ti prende? Se non riesci più ad abbindolare Victoria non è colpa mia e di sicuro non farò niente con te. Ora lasciami e togliti dalle scatole. Tom -gli urlò vedendo che non accennava ad allentare la presa,al contrario,la aumentò.

- Piantala di dire idiozie Eli,lei non c'entra niente. Il punto della questione sei tu,quindi ascoltami e rispondi sinceramente alle mie domande.

La mora lo guardò stupita e poi si allontanò leggermente quando le lasciò i polsi: - Cosa vuoi ora da me? E perchè ti comporti così stranamente? Ti ho detto o fatto qualcosa di sbagliato?

- Sì,o meglio no. O merda! -esclamò portandosi le mani ai capelli- Non capisco più niente ed è tutta colpa tua. Si può sapere cosa mi hai fatto?

- Mia? -chiese lei non capendo ciò che voleva dire- Non ti ho fatto niente,tranne non cercarti il giorno in cui sono ritornata.

- Non dirmi che non hai capito niente? -ma vedendo la faccia perplessa della mora si irritò un pò- Mein Gott! E' assurdo,tu non hai davvero capito niente. Tu mi hai respinto per amore di Bill quando ti ho confessato che mi piacevi e io ho cercato di andare avanti. E a quanto pare ti ho convinto di esserci riuscito,ma non è vero. Quel bacio che c'è stato tra noi,no fammi finire Eli -disse quando la vide muover le labbra per dire qualcosa- quel bacio ha fatto nascere una speranza in me che in fondo tu prova qualcosa per me. Non so perchè,ma sono convinto e sono sicuro che sia così. Questa piccola speranza,i sentimenti che provavo per te non mi hanno abbandonato assolutamente e non riesco a credere che tu non abbia capito che... che...che mi sono innamorato di te.

Elisabeth sgranò gli occhi stupita da questa confessione...si era innamorato di lei. Come era possibile? Lui non era uno che amava e ora,ora provava questo sentimento per lei. Perchè ora che lei era fidanzata col fratello? Come avrebbe desiderato che quello fosse solo un incubo da cui si sarebbe presto svegliata. Rimase in silenzio per un paio di minuti,ancora scossa da quello che stava accadendo.

- Perchè? -chiese lei in tono triste- Perchè dici il falso? Vuoi che lasci tuo fratello per te? Mettiti l'anima in pace perchè non lo farò.

- Eli scherzi spero,non puoi credere che ti stia mentendo su una cosa così importante. Tu sai benissimo che finora non ho mai amato nessuna e ho usato le ragazze solo ed esclusivamente per il sesso...

- Oh lo so benissimo -disse lei sarcastica- hai fatto lo stesso con me.

- Non è vero.

- Hai il coraggio di dire che non mi hai portato a letto per il semplice fatto di poter affermare che nessuna ti resiste? -chiese alzando la voce- Io ero passata sopra a questa storia perchè credevo fossi cambiato.

- E infatti è così,sono cambiato grazie a te. Quello che è successo in passato è una storia vecchia,ancora non provavo qualcosa di davvero forte nei tuoi confronti. Ma ora devi credermi, sono cambiato solo grazie a te,ora so cosa vuol dire amare ma non so cosa vuol dire essere amato. Vorrei che me lo imparassi tu. Lo so,stai con Bill,ma forse non lo ami davvero come sostieni.

- Come ti permetti di dire queste cose,di fare queste allusioni?! -chiese sconvolta e irritata allo stesso tempo- Tu non immagini minimamente come stia bene con lui,come mi senta amata,come mi riempia di attenzioni. Non sarebbe capace di farmi del male perchè tiene sul serio a me. Con lui ho passato momenti belli e importanti per me. Come fai a dire che non lo amo davvero? Credi che potrei amare te?

- Se tu lo amassi così tanto mi avresti respinto come hai fatto oggi,ma non l'hai fatto,anzi. Tu provi qualcosa per me ed è inutile negare l'evidenza;so che menti. Abbi almeno il coraggio di ammetterlo: io per te non sono solo un amico e ritengo che anche tu possa amarmi,ma la tua paura è quella di non sentirti amata come devi. Ma ti sbagli perchè io ti darei tutto il mio cuore pur di vederti felice...con me. Mi dispiace Eli,ma io lotterò finchè non ammetterai di provare dei sentimenti per me,lotterò per conquistarti e affinché tu sia solo mia.

- Non posso credere a quello che hai detto. Tom,sto con Bill,ma non pensi a lui? Dannazione è tuo fratello,come puoi fare una cosa del genere alle sue spalle? Io non so che dire,non credevo fossi così egoista da...

Ma le parole le morirono in gola quando l'amica e il vocalist entrarono in casa con delle buste piene di addobbi.
- Eccoci qua -disse Victoria che vedendo Elisabeth e Tom strani si preoccupò un pò- è tutto ok?

- Si stai tranquilla -rispose la mora- Io stavo solo andando in camera mia a distendermi.

- Piccola stai male? -chiese apprensivo Bill.

- Ho mal di testa e preferirei riposare,quindi dovrete fare a meno di me per finire l'albero di natale.

La mora salutò tutti e si ritirò in camera sua buttandosi sotto le coperte e ripensando alle parole del rasta. Ancora le rimbombavano nella testa come se stesse rivivendo di nuovo la scena: si era innamorato di lei e avrebbe lottato per poterla avere,avrebbe lottato anche contro suo fratello. Poteva capire se lei fosse fidanzata con un membro esterno alla famiglia,ma ,porca della miseria,stava con l'altra metà di se stesso,quella persona senza di cui non avrebbe potuto vivere perchè si sarebbe sentito dentro un gran vuoto,stava con Bill. Ma ciò che più la turbava era se lui avesse ragione sui suoi sentimenti. In fondo era vero che lei aveva risposto al bacio che si erano scambiati nella stanza del rasta,neanche lei era riuscita a spiegarsi il perchè l'avesse fatto e il suo comportamento da ragazza che stava al "gioco". Era forse vero che in fondo il suo cuore batteva anche per lui? Ma no,che diamine pensava;di sicuro era tutta un'illusione dovuta allo shock per la confessione. Cercò di prendere sonno e dopo un pò si addormentò stringendo forte tra le mani le coperte.
Continua
 

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Capitolo 36
*** 36. L'incubo di Elisabeth ed i dubbi di Bill ***


Buon giorno a tutti :)
come state? Innanzitutto,anche se in ritardo,voglio fare gli auguri a tutte le donne... Auguri!!! Poi,per farmi perdonare il ritardo nel postare,questa volta aggiorno con cinque nuovi capitoli della mia ff,capitoli con altri dubbi ed un imprevisto che genererà una serie di reazioni a catena. Spero vi piacciano;ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Jiada,grazie mille per aver commentato i capitoli precedenti... Non preoccuparti se non sei riuscita a commentare gli altri,ora sei qui :) Comunque,è vero la situazione sta degenerando e la confusione sta aumentando ma le cose si complicheranno ancora in questi capitoli... Ti ringrazio molto per ciò che mi hai detto,sono lusingata e felice che ti piaccia questo mio modo di scrivere,anche se questi capitoli fanno parte della storia scritta quando non ero ancora del tutto una 'ragazza matura'. Più avanti i capitoli saranno più 'profondi'. Ti ringrazio davvero :) e spero di leggere presto la tua opinione su questi capitoli,un bacio...
Comunque,ringrazio anche coloro che leggono semplicemente la mia ff senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) PPosterò il 7 o il 12 aprile se tutto va bene...devo completare dei controlli... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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36. L'incubo di Elisabeth ed i dubbi di Bill

Vedendola dormire tranquillamente nessuno la svegliò e Bill avvertì che sarebbe rimasto lì tutta la notte per starle vicino. Il rasta,pur contrariato,tornò a casa sua lasciando il fratello lì e poi si buttò nel letto. Non aveva alcuna voglia di stare in compagnia quella sera. Aveva sbagliato a essere sincero dicendole ogni cosa? E se questo l'avesse allontanata da lui? Scosse la testa, era inutile tormentarsi con questi interrogativi a cui non avrebbe trovato risposta. Col tempo sarebbero giunte da sole e tutto gli sarebbe stato più chiaro. Eppure non se ne pentiva di averlo fatto,si sentiva più leggero,senza un peso così grande da portare nel cuore. Tutti prima o poi trovano l'amore anche se l'hanno sempre allontanato e ora anche lui l'aveva trovato anche se per la persona più sbagliata che esistesse al mondo. Ma non poteva farci niente,ormai era così,era innamorato di Elisabeth,la ragazza del gemello,e non avrebbe rinunciato facilmente a lei per nessun motivo al mondo. Prima o poi anche lui avrebbe vissuto felicemente con la ragazza che amava,era sicuro che sarebbe successo. Nel frattempo Bill,dopo aver augurato la buona notte a Victoria,si recò nella stanza della fidanzata,si sistemò e si sdraiò accanto a lei cingendole la vita con un braccio. Rimase per qualche secondo a guardarla mentre dormiva prima di sfiorarle il volto con una mano e baciarle la guancia,gesto che fece svegliare la mora spaventandola.

- Ehi calma amore,sono io,Bill.

- Mi hai spaventata -disse con la voce soffocata dal sonno.

- Non volevo,scusa. Sono venuto per vedere come stavi ma dormivi così tranquillamente che non ti ho svegliata e mi sono limitato a sdraiarmi vicino a te.

- Bill -disse girandosi e guardandolo negli occhi- Puoi farmi un favore? Puoi restare qui stanotte? Non mi va di stare da sola.

- Certo che resto. Ho già avvertito tutti. Dimmi la verità: è successo qualcosa? Magari con mio fratello? In fondo stavi bene prima che uscissi.

- No,sta tranquillo perchè non è successo niente. Ora voglio solo stare con te -disse girandosi su un fianco e stringendo la mano del vocalist all'altezza del petto.

Chiusero gli occhi e si addormentarono serenamente l'una nelle braccia dell'altro.
Purtroppo neanche la notte sembrava esserle amica. Camminava lungo un sentiero austero, insidioso e pieno di ostacoli,il sole era ormai tramontato e la luna aveva preso il suo posto splendendo in alto nel cielo e illuminando il sentiero che lei si accingeva a percorrere. Camminò a lungo finchè non sentì le sue gambe cedere per la stanchezza,ma all'improvviso vide davanti a lei una porta chiusa. Si avvicinò con cautela,appoggiò una mano sulla maniglia e iniziò ad abbassarla lentamente verso il basso,un pò spaventata di ciò che avrebbe potuto scoprire aprendola. Una volta aperta fu investita da una luce accecante e dovette socchiudere gli occhi per qualche secondo prima di ambientarsi a quella luce;quando ormai le era tutto chiaro,vide davanti a lei un bellissimo prato ricco di rose rosse,i suoi fiori preferiti,su cui svolazzavano uccelli e farfalle colorate. Ma qualcosa attirò la sua attenzione: si girò e si trovò davanti una splendida mini-cascata. Si avvicinò,si sedette sul bordo del piccolo laghetto e bagnò leggermente una mano in quella limpida acqua fresca. Era tutto così bello che sembrava di essere in paradiso,ma presto questo paradiso cambiò faccia mostrando il suo vero volto;quello era l'inferno. Come sentendosi osservata,si girò e incrociò due paia d'occhi che la scrutavano allegramente. E loro due che ci facevano lì? Si avvicinò a Bill e stava per baciarlo quando lui la fermò e le disse che doveva decidere una volta per tutte con chi voleva stare perchè non poteva lasciare entrambi sul filo del rasoio. Lei lo guardò sconvolta e poi si voltò verso Tom che l'attirò a sè e la baciò dopo di che disse che il fratello aveva ragione e doveva decidere in quel momento però prima di scegliere doveva vedere cosa c'era nel suo cuore. Era terrorizzata dagli sguardi che i gemelli le stavano lanciando e tentò di scappare ma entrambi l'afferrarono per i polsi impedendoglielo e spronandola a fare quella maledetta scelta. Lei credeva di sapere chi scegliere ma non riusciva a dire niente,le parole non volevano uscirle di bocca. Cosa voleva dire questo? Che lei amava sul serio entrambi?
Elisabeth aprì gli occhi di scatto sussultando appena. Per fortuna era stato solo un bruttissimo incubo,eppure sembrava tutto così reale. Ora era molto più confusa della sera prima,la notte invece che portarle consiglio le aveva portato dubbi e problemi. Scostò il braccio di Bill,si alzò piano evitando di svegliarlo e uscì dirigendosi verso il bagno per fare una bella doccia calda. Si lasciò investire dai getti d'acqua calda cercando di non pensare al sogno,ma fu tutto inutile. Ogni volta che chiudeva gli occhi riviveva quegli istanti e l'attanagliavano le stesse paure e gli stessi dubbi che forse Tom potesse davvero avere ragione e che quindi lei provasse qualcosa anche per lui. E se fosse così cosa avrebbe fatto e come si sarebbe comportata? In fondo lei stava con Bill e per lui provava qualcosa di molto forte,un amore sincero,ma era anche vero che ormai era anche molto legata al rasta. Dopo il loro bacio erano riusciti a creare un buon rapporto di amicizia,almeno questo era quello che lei aveva creduto che fosse,ma in realtà per lui lei non era mai stata un'amica e ora ne aveva la certezza assoluta. Era tutto così difficile,eppure lei non avrebbe dovuto avere questi dubbi,queste incertezze perchè aveva tutto ciò che una ragazza desiderava,aveva persino trovato qualcuno che l'amasse a tal punto da perdonarle il fatto di essere stata a letto con un altro. Ora Tom soffriva un pò per le parole che gli aveva detto,ma quello era ciò che pensava ed era giusto che lo sapesse. La realtà alcune volte era difficile da accettare ma bisognava superare qualsiasi ostacolo che la vita ci poneva davanti ed essere forti. Si asciugò e,dopo essersi vestita,rientrò in camera sua e scrisse un bigliettino a Bill "Buon giorno amore,io sono andata a lavoro. Ci sentiamo dopo. Riposa bene e fa colazione prima di andartene. Ti amo". Lo appoggiò sul comodino e,dopo avergli dato un bacio sulla fronte, uscì di corsa,raggiungendo in pochi minuti la boutique. Verso le 11:30 Bill si svegliò e sbuffò quando non sentì la mora accanto a lui;aspettò che fosse sveglio al 100% prima di alzarsi dal letto e stiracchiare braccia e gambe. Vide poi quel bigliettino accuratamente piegato in due e lo lesse per poi ripiegarlo e metterlo nella tasca posteriore dei suoi jeans appoggiati sulla sedia. Fece come la mora gli aveva "ordinato" e fece colazione prima di uscire. Non riusciva a capire il perchè,ma sentiva che lei gli stava nascondendo qualcosa e forse c'entrava anche il fratello. Forse era vero che quando si era innamorati si cercava di trovare qualcosa anche se non c'era niente dietro. Forse anche lui si stava sbagliando ed il fatto che lei fosse strana era solo una sua impressione. Di sicuro era così,in fondo lei non gli nascondeva più niente da quando erano ritornati dall'Italia quindi perchè doveva dubitare. Guardò l'orologio e vide che si era fatto abbastanza tardi;in pochi minuti si sistemò trucco e capelli,pulì tutto ciò che aveva sporcato e uscì di casa chiudendo la porta delicatamente. Fu subito investito da un'aria gelida,ma non era quello che lo faceva rabbrividire,piuttosto era il fatto che lei potesse davvero mentirgli e nascondergli qualcosa,e quello che lui odiava era essere preso in giro o che gli si mentisse. Dopo qualche minuto decise che,se avesse notato dei comportamenti strani da parte della mora,le avrebbe parlato e avrebbe chiarito con lei ogni cosa. Ma se invece lei si fosse comportata normalmente avrebbe dimenticato ogni cosa come se quegli stupidi dubbi non l'avessero mai turbato. Dopo questa decisione,aumentò il passo e si precipitò a casa.
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Capitolo 37
*** 37. I saluti prima della partenza del minitour ***


37. I saluti prima della partenza del minitour

Quel martedì era dovuta andare a lavoro perchè la boutique aveva preso come giornata libera il lunedì appena trascorso in quanto era festa. Dopo aver servito gli ultimi clienti Elisabeth,approfittando dell'assenza a casa di Victoria e della madre,decise di fare un salto a casa di Bill per stare un pò con lui prima che se ne andasse in giro per due settimane con la band per il loro mini-tour promozionale del loro cd in Germania,Austria,Svizzera, Portogallo, Francia,Spagna e Italia. Per ora erano queste le tappe che la band avrebbe affrontato prima di prendersi un lungo periodo di riposo per le vacanze natalizie. Forse sarebbe stato meglio restare sola per due settimane perchè così avrebbe avuto modo di riflettere su ciò che Tom aveva detto e quindi capire dentro se stessa cosa stesse succedendo e se fosse cambiato qualcosa. Arrivata davanti la casa si fermò qualche istante a pensare se avrebbe o no rivisto il rasta. Si augurava di no dopo quello che era successo la sera prima. Si fece il segno della croce prima di avviarsi verso la porta principale dove bussò un paio di volte prima di essere accolta amorevolmente da Simone che la invitò a bere qualcosa con lei. Si sedettero sul divano nel salotto e chiacchierarono del più e del meno: come andava il lavoro in boutique,come si sentiva la donna ora che i suoi figli sarebbero dovuti ripartire di nuovo,discorsi e progetti sul Natale ormai alle porte. Dopo una decina di minuti si congedò dalla donna e si avviò verso le scale che l'avrebbero portata nel piano dove si trovava la stanza del suo ragazzo. Sentendo una relativa tranquillità intuì che il rasta non doveva essere in casa e quindi il groppo che aveva sullo stomaco sparì subito. Si fermò davanti la stanza di Bill allungando le orecchie per percepire eventuali rumori interni,ma non sentì niente e dopo qualche secondo bussò ed entrò dopo aver sentito un "avanti".

- Lizie,sei tu! -esclamò il ragazzo visibilmente felice avvicinandosi per baciarla- Cosa ci fai qui?

- Ciao... Volevo farti una sorpresa e passare un pò di tempo con te prima che te ne vada. Ma se vuoi me ne vado -disse girandosi per dirigersi verso la porta.

- No ferma -disse il vocalist bloccandola per un polso e tirandola a sè- Non mi dispiace affatto,anzi mi fa piacere stare con te ora.

La mora gli sorrise prima di superarlo ed andarsi a sedere sul letto ancora leggermente sfatto. Nel frattempo Tom aveva avuto delle splendide idee sul testo di una canzone che il fratello stava scrivendo e quindi si diresse tutto allegro verso la stanza che si trovava due porte dopo la sua. La trovò leggermente aperta e quindi tentò di capire se ci fosse qualcuno col gemello. LO sentì chiacchierare e poi sorridere udendo in seguito una voce dolce e familiare: Elisabeth era lì. Quindi decise di non entrare e sentire perchè era venuta.

- Sono terribilmente agitato perchè ho paura di dimenticare i testi o sbagliare il tempo. Anche se canto da tempo,non ho ancora superato la paura del palcoscenico.

- Bill tu sei grande e non devi avere paura. Tutto andrà alla grande. Non ti preoccupare. Piuttosto che stavi facendo? -chiese indicando il computer portatile che faceva bella mostra sulla scrivania.

- Stavo buttando giù qualche idea per una canzone che stavo scrivendo. L'ansia,nonostante tutto,non riesce a privarmi della mia fantasia. Ho un pò di lavoro da sbrigare.

- Mmm... -iniziò la mora alzandosi dal letto e avvicinandosi al ragazzo e giocando con la sua maglietta- Quindi vuoi lavorare ancora? Peccato,speravo che avresti rinunciato per un pò al tuo lavoro per stare con me.

- Ma io sono qui con te -rispose scherzando.

- Quindi preferisci lavorare piuttosto che... -si fermò guardandolo maliziosa negli occhi- Piuttosto che fare l'amore con me?

Bill la guardò attentamente e un pò frastornato,ma tornò subito in sè e le sorrise dolcemente prima di cingerle la vita con le mani,avvicinarla a sè e baciarla con notevole passione. Il lavoro poteva benissimo aspettare; ora lo aspettava qualcosa di paradisiaco.
Ma che diavolo stava facendo? Perchè restava lì immobile e non se ne andava via? Eppure le sue orecchie avevano sentito bene: lei voleva restare con il fratello. Ma allora perchè fermarsi ancor di più? Neanche lui sapeva perchè i suoi piedi sembrassero aver fatto le radici davanti quella porta. Si scostò leggermente quando sentì qualcuno alzarsi dal letto e dirigersi verso la porta per poi chiuderla e girare la chiave. Piano piano le sue gambe si incamminarono verso la sua stanza e,dopo essere entrato,si buttò sul letto e iniziò a fissare il soffitto. Intanto due stanze dopo Bill ed Elisabeth erano ancora seduti sul letto che si baciavano appassionatamente. Lui le scese sul collo mentre con una mano saliva sotto la sua maglia bianca,ma prima che arrivasse al suo seno lei lo fermò stupendo il vocalist che non capiva il suo atteggiamento. Dopo qualche secondo di silenzio lei gli sorrise prima di afferrargli entrambi i lembi della maglietta e sfilargliela,beandosi per qualche istante di quel fisico slanciato,anche se forse un pò troppo magro. Poi iniziò a stuzzicarlo con dolci baci sul collo per poi scendere sul petto alternando anche piccoli morsi. Ora era il turno di Bill di passare al contro-attacco;le tolse la maglietta e la spinse dolcemente contro il materasso e cominciò a tormentarla come solo lui sapeva fare e mirando nei suoi punti deboli,quelli in cui lei perdeva completamente l'autocontrollo. E fu proprio ciò che accadde. Ormai Elisabeth non era più in lei,era rimasta vittima di quel ragazzo appassionato che la faceva godere senza neanche essere entrato dentro di lei. Come se fosse la cosa più naturale sulla faccia della terra, iniziò a scendere lungo i suoi fianchi fino a raggiungere la cintura e liberare il vocalist dai jeans che volarono sulla sedia in pelle davanti la scrivania. A sua volta Bill li sfilò anche a lei;la fece alzare leggermente,quel tanto che gli permise di risalire la sua candida schiena fino a raggiungere l'attaccatura del reggiseno per poi liberare la ragazza dell'indumento godendosi lo spettacolo,per poi impadronirsi avidamente del suo seno stuzzicandolo con la lingua e il piercing. Nel giro di pochi minuti si ritrovarono nudi sotto le calde coperte l'uno sopra l'altra. Stavano scherzando quando lui entrò improvvisamente dentro di lei facendola sussultare e inarcare leggermente la schiena. Ormai lui era letteralmente schiavo del suo corpo e la desiderava ardentemente e,come ignorando le richieste della mora di evitare di farla urlare,iniziò ad accelerare i suoi movimenti contro il bacino di Elisabeth facendo aumentare i suoi striduli che la mora cercava di trattenere mordendosi il labbro inferiore per poi emetterli ogni qual volta che il vocalist la baciava.
Continuava a lanciarsi quella pallina sulla testa come se questo riuscisse a fare sbollire la rabbia e la delusione che covava dentro. Tom era convinto che quello che gli aveva detto la sera prima l'avrebbe fatta riflettere meglio sul suo futuro con lui e con il gemello. E invece...sembrava che la sua dichiarazione sembrava non l'avesse colpita per niente. Che quello fosse solo un modo per capire se stava davvero bene con il fratello? Ma che diavolo andava a pensare! Se fosse stato davvero così,allora dopo essere andata a letto con Bill allora sarebbe stata a letto anche con lui. Che assurdità! Lei non si sarebbe mai abbassata a quel livello,non avrebbe prima "provato entrambi" per poi scegliere chi le andava più a genio o chi la soddisfava di più. Lei non era il tipo e Tom lo sapeva bene. Forse doveva proprio arrendersi e lasciarle vivere la sua vita dato che sembrava che lei avesse preso la sua decisione. Eppure era così difficile accettare l'idea che lei potesse essere felice con qualcun altro. Lei era la ragazza che lo aveva cambiato davvero,la prima grazie a cui aveva finalmente scoperto il significato della parola "amore". Ormai davanti a lui si presentava un bivio: lottare per averla o accettare definitivamente la sua storia con il fratello? Cominciò a picchiarsi la testa come se fosse possibile far uscire dalla testa la risposta a quel difficile quesito...
Dopo essersi rivestiti e aver sistemato il letto,Bill ed Elisabeth si baciarono un ultima volta con passione prima che lei se ne andasse via. Tom la scrutava in silenzio dalla finestra;la mora,sentendosi degli occhi puntati addosso,si guardò intorno per poi girarsi verso la casa dei gemelli e incrociò gli occhi del rasta i cui occhi sembravano quasi chiederle di stare con lui. Quella sensazione le procurò una fitta allo stomaco,come se le fosse stata appena sferrata una ginocchiata; distolse lo sguardo da lui osservando davanti a lei una coppia di sposi con un bambino dentro al passeggino alla cui vista non riuscì a trattenere un sorriso;poi si incamminò verso casa di Victoria nonostante dentro di lei fosse nata una guerre di sentimenti contrastanti fra di loro. Tutta quella situazione era praticamente assurda: era contesa tra i gemelli più famosa d'Europa e lei come una stupida,invece di compiacersi, tentennava anche se di pochissimo e nonostante fosse già legata ad uno di loro. Erano identici e allo stesso tempo diversi e forse era proprio questo che la faceva confondere... Lei infondo amava davvero Bill,ma purtroppo era costretta ad ammettere a se stessa una cruda verità: Tom non era più un semplice amico,non era più solo il fratello del suo ragazzo,era qualcosa di più. E ne aveva avuto la conferma stessa quella stessa mattina: infatti,quando si era sentita addosso le mani del vocalist,si era fermata e questo perchè si era sentita in colpa nei confronti del chitarrista. Ma ormai lei aveva preso la sua decisione: lei sarebbe rimasta con Bill,solo lui era capace di farla star bene anche solo con una carezza,solo lui riusciva a farla sentire l'unica ragazza del pianeta con un solo sguardo. Sì,questo valeva dire dimenticare Tom,farlo soffrire e il pensiero la fece stare male,ma era l'unico modo per vivere tranquilla e in pace con colui che amava. Avrebbe fatto così e di sicuro il rasta avrebbe superato anche questo,lo avrebbe fatto perchè lui era un duro.

- Elisabeth è tutto ok? -le chiese una voce alle sue spalle una volta giunta davanti casa.

- Nicole,ciao! Si è tutto ok,perchè me lo chiedi? -disse dopo essere finalmente scesa dalle nuvole "kaulatziane".

- Ti ho chiamata un paio di volte prima che ti girassi. Sei sicura che sia tutto a posto? Hai una faccia.

- Scusa,non ti ho sentita. Stavo pensando e comunque è tutto ok. Sono stata da Bill per salutarlo prima che partisse. Beh...è la prima volta che ci separiamo per un periodo così lungo -confessò infine abbassando il viso.

- Ah capisco -disse la donna prendendola a braccetto- Questi giorni passeranno in fretta,non preoccuparti. Ma ora...entriamo e prepariamo il pranzo.

Entrarono insieme in cucina ed Elisabeth aiutò Nicole a sistemare la spesa prima di congedarsi e andare in camera sua. Prese dal suo comodino l'album di fotografie del suo fidanzamento ed iniziò a sfogliarlo non riuscendo a trattenere un sorriso quando si ritrovò davanti una foto in cui il vocalist si stava strozzando con una ciliegina e il gemello gli dava pacche nella schiena mentre rideva di gusto vedendo il fratello più rosso di un palloncino che troneggiava vicino a loro due. Quel giorno era stato semplicemente indimenticabile e non avrebbe mai vissuto dei momenti del genere con nessun altro.
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Capitolo 38
*** 38. Ricordi e riflessioni ***


38. Ricordi e riflessioni

Era già trascorsa una settimana da quando i Tokio Hotel erano per il loro mini-tour promozionale. Elisabeth non sapeva proprio come trovare un pò di pace,come trascorrere le giornate. Si sentiva molto sola e non aveva alcuna voglia di uscire con le amiche e di svagarsi un pò. Ormai le sue giornate erano diventate monotone: sveglia,una rapida doccia,lavoro,pranzo,aiuto a Victoria con i compiti se ne aveva bisogno,di nuovo lavoro, cena,rapida doccia,un film o due chiacchiere con l'amica e poi a letto. Aveva previsto di trascorrere così anche quella giornata ma,giunta sera,Victoria la costrinse ad uscire un pò. Nonostante il freddo atroce,le ragazze decisero di raggiungere gli amici a piedi e quindi approfittarono di questo per parlare lungo il tragitto di una scampagnata che la loro comitiva aveva intenzione di organizzare per il primo giorno del nuovo anno ormai vicinissimo e discutevano su chi invitare quando la mora si fermò appena giunsero al pub in cui dovevano andare. Spalancò gli occhi spaventata e disgustata al tempo stesso;le sue mani iniziarono a tremare e le sue gambe sembravano non sostenerla più tanto che dovette appoggiarsi ad un muretto lì accanto. Non poteva essere vero,non poteva essere davvero lì,in quel maledetto pub. Quello doveva essere per forza un incubo.

- Eli,ti senti male? Che succede? -chiese ansiosa l'amica- Elisabeth? -ripeté di nuovo non ricevendo risposta.

- Victoria,scusa ma... -indugiò sentendosi invadere da rabbia e vergogna- non posso entrare in questo posto. Torno a casa.

- Aspetta -disse la bionda afferrandola per un braccio- Perchè? Cosa ti sta succedendo? E' da giorni che sei strana. Parlami per favore.

Elisabeth percepì il tono di supplica e di preoccupazione dell'amica e decise di darle tutte le risposte a ciò che chiedeva. In fondo si fidava di lei,ma in quei giorni era davvero confusa su varie cose.
- Per favore Victoria non dire a nessuno quello che sto per dirti. -al cenno di assenso della ragazza proseguì- E' in una delle stanze sopra questo pub che...che io...che sono finita a letto con Tom.

- Oh...non lo sapevo se no avrei chiesto di andare in un altro posto. Ma...tu e Tom non eravate tornati amici? -quando la vide annuire continuò- allora dovresti aver superato ogni cosa e quindi dovresti affrontare queste tue "paure". Devi entrare o non riuscirai mai a chiudere con il tuo passato.

- Non so se ci riesco. Questo posto mi ricorda ciò che mi ha quasi distrutto la vita e che mi ha fatto soffrire. Mi farebbe solo pensare a Tom e ...non voglio. Non voglio pensare a lui. Non voglio ricadere nel baratro -disse quasi piangendo e tenendosi la testa tra le mani.

Victoria intuì la disperazione dell'amica e le si sedette accanto. Sul suo volto non c'era più la determinazione di poco prima bensì tanta dolcezza e comprensione.
- Elisabeth -disse poggiandole una mano sulla spalla- cosa sta succedendo? Raccontami tutto,lo sai che di me ti puoi fidare e poi potrei darti qualche consiglio.

- Forse hai ragione,ho proprio bisogno di parlare con qualcuno altrimenti impazzisco.
Ormai il suo muro era crollato così come tutte le sue certezze e la sua maschera di tranquillità. Tutto si era sbriciolato come una statua di sabbia travolta da un forte monsone. Aveva bisogno di parlare con un'amica. Non lo aveva fatto neanche con Jennifer perchè aveva pensato che da sola avrebbe risolto tutto,invece si sbagliava.

- Con Tom ho ricucito di nuovo quel rapporto che aveva distrutto quando mi aveva portata a letto,ma in questo periodo sono successe delle cose che hanno cambiato il mio modo di vedere la nostra amicizia,il nostro rapp...

- Ehi ragazze -disse un ragazzo che veniva verso di loro interrompendo così cio che stava dicendo la mora- siete qui. Forza entriamo! Non abbiamo molto tempo per divertirci.

- Ciao Louis -disse la bionda- Scusateci,ci eravamo fermate a fare quattro chiacchiere. Ora entriamo. Eli?

- Si entriamo -disse alzandosi- In fondo non sarò sola ad affrontare questo posto. Sorridendo si avviarono tutti e tre verso l'ingresso del locale.

- Parleremo a casa va bene Lizie -disse all'amica chiamandola con il diminutivo che raramente usava.

Entrarono e subito raggiunsero gli altri che parlavano e ridevano comodamente seduti in un divanetto in raffinata pelle nera situato in un luogo più appartato.
- Ragazze finalmente - disse Katrine alle due amiche salutandole con calorosi baci sulla guancia- Pensavamo ci aveste dato buca.

- Ciao Kat. Scusa è colpa mia. Avevo bisogno di un pò d'aria fresca prima di entrare qui dentro.

- Beh,ora che siamo tutti,possiamo ordinare e poi scatenarci in pista -disse un ragazzo molto carino,alto dai capelli castano chiaro e occhi di un azzurro intenso.

- Dai con lo sballo! -esclamarono in coro tutti quanti.

Tutti iniziarono a bere e a ballare,tutti tranne Elisabeth. Lei aveva già pagato per gli effetti devastanti dell'alcool e quel posto non l'aiutava di certo a causa dei pochi ricordi che erano legati lì. La tristezza del passato cominciò ad impadronirsi di lei eppure doveva affrontare il passato se voleva andare avanti e per fare questo doveva cominciare da lì. Da quel pub che aveva dato inizio a tutto,che aveva dato vita a quel legame che ora la legava a Tom. Continuava a chiedersi cosa sarebbe successo se fosse rimasta a casa quella sera invece di andare ad affogare i suoi dispiaceri in quell'inferno. Forse non sarebbe mai stata a letto con il rasta, non avrebbe quasi rischiato di perdere il ragazzo che amava e forse Tom non si sarebbe mai innamorato di lei. Nemmeno lei sapeva cosa sarebbe potuto accadere,ma forse nonostante tutto sarebbe accaduto lo stesso che il Sex Gott si innamorasse di lei. Ma Elisabeth,lei si era sempre dimostrata immune nei suoi confronti,si era dedicata solo ed esclusivamente alla sua storia con Bill perchè era convinta che nessun altro avrebbe mai potuto colpirla ancora. E invece qualcosa era cambiato in lei e ne aveva avuto la prova quel giorno quando lei non si era tirata indietro quando Tom l'aveva baciata e le aveva dichiarato i suoi sentimenti. Da allora non era più davvero sicura delle sue scelte anche se cercava di credere il contrario. Niente era più uguale a prima e lei doveva capire cosa realmente volesse. In quei giorni in cui aveva avuto la possibilità di stare da sola e riflettere,Elisabeth continuava a ripensare a ciò che era successo nell'ultimo periodo e cercava di trovare un qualsiasi indizio che le permettesse di prendere la scelta giusta. Lei era sicura di amare Bill perchè non riusciva a immaginarsi senza di lui,ma nonostante questo anche Tom era nella sua testa. Per lui provava una dannata attrazione che poteva causare dei seri problemi se non si fosse saputa controllare. Ora tutto stava a lei, doveva approfittare degli ultimi giorni che restavano per fare piazza pulita di tutti i suoi dubbi.

- Eli,su vieni con noi a fare quattro salti -le disse Victoria che,senza aspettare alcuna risposta,afferrò la mano della mora trascinandola nella pista.
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Capitolo 39
*** 39. Il tradimento ***


39. Il tradimento "inconsapevole"

Nello stesso momento a Marsiglia era appena terminato un concerto a cui avevano assistito 35000 persone che al termine avevano esultato e urlato con tutta la voce possibile "Tokio Hotel".

- Ragazzi fantastico! -esclamò Georg sprofondando in una delle poltrone del loro camerino - Le ragazze in prima fila erano semplicemente fantastiche e poi urlavano il mio nome in maniera pazzesca.

- Magari ti stavano urlando dietro perchè puzzi -disse Tom sghignazzando e ricevendo come risposta l'asciugamano e il dito medio dell'amico.

- Ragazzi smettetela -ordinò un uomo sulla trentina d'anni passati fermo sul ciglio della porta,David- Siete stati bravi e quindi penso proprio che vi meritiate di divertirvi. Quindi se non siete stanchi andremo in un pub più tardi.

- Ci prendi per il culo?! -esclamarono il coro Tom e Georg- Non siamo stanchi,anzi...

- Voi due vedete di non combinare casino ok? Ci vediamo alle 23.30. Fatevi trovare pronti.

- Ciao David -dissero in coro.

Non appena il manager uscì dalla stanza tutti iniziarono ad esultare per il loro riposo faticosamente guadagnato.
Arrivati in quel pub si avviarono verso la zona privata e si fecero portare dei drink che iniziarono a bere. Che male c'era a divertirsi un pò? Nessuno. Quindi l'alcol iniziò a circolare nei loro corpi come fiumi e l'effetto iniziò presto a dare i suoi risultati. Ormai erano tutti ubriachi;tutti tranne Gustav,il più maturo tra i quattro. I ragazzi iniziarono a ballare e un gruppetto di ragazze li accerchiò iniziando a strusciarsi contro di loro. Tom e Georg non ne erano affatto dispiaciuti. Neanche Bill però era tanto in sè e quindi stava al gioco della super bionda che lo aveva accalappiato. Questa,dopo aver "giocato" un pò con lui,decise di passare ai fatti e lo baciò con trasporto. Bill all'inizio oppose resistenza ma quando riaprì gli occhi non vide quella bionda davanti a sè ma Elisabeth,quindi rispose al bacio con energia e passione. Ma tutto questo non passò inosservato agli occhi di gustav che,appena vide la scena,abbandonò il divanetto che aveva occupato fino a quel momento e,facendosi strada tra la folla,raggiunse l'amico in compagnia di quella bionda vestita con un minuscolo vestitino nero con strass e tacchi vertiginosi. Appena lo raggiunse lo strattonò per un braccio interrompendo quel bacio.

- Ma che cazzo stai facendo? -gli urlò contro Gustav,soprastando anche il livello della musica.

- Che diamine vuoi? -gli chiese liberandosi dalla stretta.

- E me lo chiedi pure? -chiese sbalordito- Ma non pensi a Elisabeth? Alla ragazza che tanto dici di amare.

- Cosa... -poi si girò verso la ragazza e questa volta vide chi era veramente- O mein gott! -esclamò sconvolto quando finalmente capì ciò che aveva fatto e girandosi barcollando poi verso l'amco- Gustav non è come credi. Io...io non stavo baciando lei. Cioè si la stavo baciando ma non era lei...lei era Lizie. Oddio che casino! Che ho fatto? Mi scoppia la testa -disse portandosi entrambe le mani intorno alla testa.

- Scusa ma noi eravamo impegnati -disse la bionda leggermente irritata dall'interruzione- Potresti andartene cortesemente? Grazie.

- Vai al diavolo tu! -esclamò gustav- Dai Bill vieni con me. -disse poi all'amico aiutandolo così a raggiungere la zona privè.

Ma ormai il danno era stato fatto. Qualcuno aveva assistito a quella scena e l'aveva immortalata. Qualcuno che già godeva per aver trovato finalmente il modo per sbarazzarsi di un ostacolo troppo difficile da eliminare tranne se non fosse stato l'ostacolo ad auto-eliminarsi come era appena successo.

- Ormai è finita. Hai perso Elisabeth. E' finita ragazzino. Lei ha bisogno di un uomo vero,di me. -disse la persona che aveva ripreso l'intera scena ridendo poi maleficamente. -Elisabeth sarai mia per sempre.
Ora la loro favola rischiava di finire e con essa il loro amore di naufragare una volta per tutte.

Intanto Bill continuava a non darsi pace per quello che aveva fatto. Nonostante fosse ubriaco riusciva a comprendere l'entità di ciò che aveva fatto e tutto quello che questo avrebbe comportato se lei avesse saputo di quel maledetto bacio. La paura di perderla lo ossessionava. L'amava alla follia e non voleva perderla per quell'errore. Era convinto di baciare la sua ragazza e non quella bionda di cui non sapeva neanche il nome. Doveva trovare una soluzione. Ma qualunque essa fosse avrebbe comunque comportato alla sua sofferenza e lui non voleva vederla soffrire. Davanti a lui si apriva un bivio: 1) dirle tutta la verità cercando si farsi perdonare o accettare le conseguenze del suo errore quindi anche il rischio di perderla per sempre; 2) tenere tutto nascosto e pregare Gustav di mantenere il segreto e quindi vivere la loro storia come se niente fosse successo. Questa per molti sarebbe l'alternativa migliore,ma per chi,come lui,non riesce a mentire e ama sempre essere sincero,allora la verità deve essere detta anche se questa può recare dolore. Ma,volente o nolente,la verità viene sempre a galla. Ora doveva decidere se doveva essere lui a dirla o se qualcun altro la rivelasse al suo posto.
Intanto Elisabeth era sdraiata nel letto che riviveva i bei momenti passati con Bill. Gli mancava tanto;non sentiva la sua voce da quel pomeriggio,lo aveva sentito prima tramite messaggi ma non aveva sentito quella voce melodica che incantava tutti quando cantava e trasmetteva delle emozioni fortissime. Non sapeva se per gli altri era così,ma a lei faceva questo effetto. E i suoi occhi sembravano parlare da soli,ogni sentimento,ogni sensazione trasparivano da quelle pagliuzze d'orate che ti incantavano al primo sguardo. Ma quelle pagliuzze avevano anche un altro proprietario,una persona che era decisamente l'opposto di lui: Tom. Lui era il tipo forte, quello che non piange,che si diverte sempre,che ama o meglio che non amava... Ora lui ha scoperto cosa vuol dire e vuole lottare per ottenere l'artefice di questa scoperta. Ma nonostante il suo aspetto da duro si nascondeva un ragazzo sensibile che per il fratello era disposto a tutto,a cui voleva un bene dell'anima,per cui dava e prendeva botte per difenderlo. Bill era delle poche persone,o forse l'unica che lo conosceva davvero e a cui lui voleva davvero bene. Quando Tom "abbandonava" il suo ruolo di chitarrista,quando era nel suo mondo naturale,quello degli amici e della famiglia,lui mostrava quello che era e che le persone non vedevano da dietro un obiettivo. E lei aveva avuto modo di conoscere il Tom vero e quel Tom di cui si sentiva purtroppo attratta.

- Io non lo amo! -esclamò convinta Elisabeth mentre ragionava- Con lui non funzionerebbe anche perchè di lui non mi fiderei mai ciecamente. Invece di Bill mi fido. Lui non mi farebbe del male. Basta! IO AMO BILL! -esclamò alzando leggermente il volume della voce- E' lui il ragazzo che mi fa impazzire,che mi fa battere il cuore all'impazzata e...e che vorrei che adesso fosse qui accanto a me. Tom,mi dispiace ma ho preso la mia decisione: continuerò a stare con tuo fratello e tu te ne farai una ragione se mi ami come dici e vuoi che io sia felice. Adesso mi sento meglio. -poi si sdraiò e si girò verso il suo comò dove sopra troneggiava la foto che fece Bill la notte del 2 agosto sotto la luce della luna in riva al mare quando si misero insieme- Mi manchi amore mio,torna presto.

Chiuse gli occhi per cercare di dormire,ma dopo 1 minuto afferrò il cellulare posato accanto alla foto e,dopo essere entrata nel menù,andò nei messaggi e ne scrisse uno.
"Amore mio,mi manchi da morire. Sono nel letto che cerco di dormire ma non ci riesco. Vorrei che fossi qui per poterti stringere e abbracciare. Buona notte amore mio... Ti amo tantissimo".
Dopo aver scritto questo,inviò il messaggio al suo ragazzo e poi si sdraiò di nuovo e dopo un pò si addormentò.

Bill appena lesse quel sms si sentì ancor di più uno schifo. Passò il cellulare a Gustav,seduto sul letto nella stanza dell'amico,per farglielo leggere. Dopo averlo letto il biondino glielo restituì e lo guardò preoccupato.

- Gus,sono un vero pezzo di merda -disse il vocalist leggermente più sveglio grazie ai 5 caffé presi non appena rientrati in hotel- Lei mi ama davvero e io appena me ne vado che faccio? La tradisco baciando un'altra.

- Dai Bill non dire così -disse il batterista poggiando una mano sulla sua spalla- Da quello che mi hai raccontato tu vedevi Eli e non quella troietta.

- Tu che dici queste cose?! Sei sicuro di non aver bevuto? -chiese sarcasticamente e soffiando una risata.

- Piantala! E' la verità. Lei voleva approfittare perchè sei ricco e famoso. Elisabeth non l'ha mai fatto. Il vostro rapporto è nato piano piano e sei stato tu a fare il primo passo e addirittura avete tenuto tutto nascosto per un periodo perchè lei non voleva avere addosso le tue fans e non voleva che i giornalisti ti rompessero la testa per sapere tutto. Il vostro è un vera storia alimentata da un amore vero. Perchè tu la ami veramente giusto?

- Gustav ma che cazzo di domande fai? -scoppiò Bill alzandosi dal letto- Certo che la amo. Avrei quasi rischiato di mandare a puttane il rapporto con mio fratello se l'amassi sul serio?

- Hai ragione. Scusami. Non intendevo quello. So che la ami. E' solo che io e gli altri ci siamo affezionati a lei e mi dispiacerebbe vederla soffrire.- Scusami tu. Non dovevo reagire così. La amo sul serio e per questo...le dirò tutto quanto.

- Sei sicuro di volerlo fare? Lei potrebbe vederla come un vero tradimento.

- Si è vero,ma voglio dirle tutto,voglio essere sincero su questo. Quando ci siamo riconciliati in Italia,abbiamo anche "stabilito" alcuni dei principi che per entrambi sono importanti e tra questi c'è la sincerità. Quindi le racconterò e spiegherò ogni cosa sperando che capisca e mi perdoni. E poi Gustav,tu mi conosci,quante volte riesco a tenere nascosto qualcosa?

- Già... Tu sei peggio di un libro aperto. Non sei capace di mentire. Ti tradiresti da solo. Comunque vuoi dirglielo appena rientreremo da questo mini tour? -al cenno di assenso dell'amico continuò- Bill noi rientriamo qualche giorno prima di Natale.

- Cavolo! -esclamò il moro dandosi un colpo in testa- Lo avevo dimenticato. Non voglio rovinarle le vacanze. Glielo dirò dopo le feste. Voglio passare il Natale e Capodanno felicemente insieme a lei.

- Sicuro?

- Certo. Prima farò passare queste feste e poi le rivelerò tutto. Ora che ne dici se andiamo a dormire eh? La sbronza si fa sentire.

- Si hai ragione. E' tardi e devi riposarti. Comunque credo che lei capirà perchè non glielo hai detto. E' una ragazza intelligente. Ora vado. Buona notte Bill.

- Notte Gus.

I due si abbracciarono e poi il biondino si avviò alla porta.
- Grazie di tutto amico e per favore non fare parola con nessuno su quello che è successo.

- Tranquillo. Sono un tuo amico. Che ci sto a fare qui? Oltre che a sopportare le tue crisi isteriche da prima donna -lo prese in giro ridendo.

- Vaffanculo Gustav.

- Notte Bill. A domani.

- A domani.

E così il batterista uscì lasciando l'amico solo con i suoi sensi di colpa. Bill si buttò sul letto a peso morto,insultandosi in tutte le manieri possibili. Poi decise che avrebbe risposto al sms della sua fidanzata e quindi afferrò il cellulare.
- Spero che mi perdonerai mia dolce Lizie. Non voglio perderti -disse prima di iniziare a scrivere il testo da inviare.

" Ciao piccola mia...sono nel letto e ti penso. Anche tu mi manchi e non immagini quanto. Sei l'amore della mia vita e non voglio perderti per alcun motivo. Non vedo l'ora di rivederti,di stringerti tra le mie braccia e impadronirmi delle tue dolci labbra. Buona notte amore mio e sognami. Ti amo così tanto che non immagini".
Lo inviò e poi si addormentò col sorriso sulle labbra,sperando che tutto vada per il meglio.
Continua
 

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Capitolo 40
*** 40. I sensi di colpa ***


40. I sensi di colpa

Stava camminando tranquillamente lungo la riva della loro spiaggia,dove tutto era iniziato;il sole era alto nel cielo limpido e azzurro,l'acqua era splendida cosi come era splendida la dolce visione che gli si presentò davanti quando raggiunse la "panchina dei cuori". La ragazza che tanto amava stava uscendo dall'acqua e si stava sistemando i capelli. Indossava un bikini arancione. in fondo sapeva che era il colore preferito del suo ragazzo. Poi lei incrociò il suo sguardo e il suo volto cambiò diventando serio. Da i suoi occhi riusciva a leggere un mix di odio e dolore.

- Lizie,amore,cosa c'è? -chiese innocentemente lui avvicinandosi.

- Hai anche il coraggio di chiamarmi amore?! -chiese decisamente infastidita.

- Lizie ma che ti prende?

- Non chiamarmi neanche Lizie -disse tra i denti- Possono farlo solo le persone che mi amano e tu non mi ami.

- Ma sei impazzita?! Io ti amo. Aspetta... ora ho capito. Mi stai facendo uno scherzo.

- Scherzo un corno -urlò con le lacrime agli occhi- Io ero davvero innamorata di te e tu invece ti sei solo preso gioco di me tradendomi alla prima occasione.

- No Lizie non è...

- Ti ho detto di non chiamarmi così- lo interruppe lei.

- Ok. Elisabeth non è così. Non ti ho tradita. E' stato solo un bacio. Non significava un cazzo.

- Gia ma chissà come,la tua lingua si divertiva nella sua bocca.

- Ero ubriaco Liz...Eli.

- Mi sono fidata di te ed ecco il risultato: mi trovo qui a soffrire per uno stronzo che mi ha solo usata.

- Non è vero! -esclamò Bill afferrandole un braccio in un impeto di rabbia- Non ti ho mai usata. Tu sei la ragazza che amo.

- Tu non sai cosa sia l'amore. Forse quello che sa amare è tuo fratello.

- M...mio fratello? -domandò confuso.

- Già. Lui tiene a me ed è stato disposto a consolarmi dopo il tuo tradimento e devo dire che tra voi due non c'è alcun paragone. Lui è migliaia di volte migliore di te.

- Tu...lui...voi due avete...siete stati a letto insieme? -chiese balbettando sconvolto da ciò che la mora gli stava dicendo.

- Oh si. E quella volta ero lucidissima ed è stato bellissimo. Lui è davvero un Sex Gott. Sa come far impazzire una ragazza e riesce a far fare cose che non pensavi avresti fatto. Ora sto con lui e lo amo quindi non rompermi più. E lasciami il braccio -disse liberandosi con uno strattone.

- No,non è vero -disse afferrandola di nuovo- Tu non puoi avermi fatto questo dopo tutto ciò che c'è stato.

- Sei stato tu a volerlo. Ora sono felice e di te non voglio più sapere niente. Chiaro?

- Amore è tutto apposto? -chiese un voce che Bill riconobbe essere del fratello.

- Si,andiamo via da qui.

- Vieni -disse prendendole la mano e poi girarsi verso il gemello- Mi dispiace fratellino,ma hai perso la guerra e ora lei è mia per sempre. Ne troverai un'altra. Ciao.

Si alzò di scatto dal letto. Era stato un incubo eppure sudava freddo. Aveva paura che questo diventasse realtà e che lei lo lasciasse. Certo non si augurava che finisse tra le braccia del fratello che già una volta gliel'aveva portata via. Però in cuor suo credeva che il loro amore avrebbe superato anche questa perchè era forte. Si,sarebbe stato così. Ne era convinto. Era stato solo un incubo.. Si sarebbe sistemato tutto. Poi si girò verso la sveglia situata sul comò. le 5:40. Troppo presto. Quindi decise di dormire e non pensare all'accaduto fin quando non sarebbe arrivato il momento di parlarne con Elisabeth. Questa volta si addormentò e fece solo bei sogni in cui loro erano felici e contenti ed addirittura la mora aveva un bel pancino perchè aspettava un bambino...il loro bambino. Stava accarezzando il pancino quando un rumore lo strappò dai suoi sogni. Capì che si trattava del suo cellulare,quindi lo afferrò di mala voglia e rispose scontroso.

- Chi è che rompe e disturba i miei sogni?

- Bel modo di dire Buon giorno -rispose la voce dall'altro capo del telefono.

- Lizie -rispose dopo averla riconosciuta e sedendosi sul letto- Amore scusami. Non avevo letto che fossi tu. Buon giorno piccola -disse poi in tono dolce.

- Buon giorno anche a te. Ma dormivi ancora? Non hai messo la sveglia?

- Si dormivo. Non ho messo alcuna sveglia. Ieri ero partito col cervello.

- Amore ma tu sei già partito da un pezzo -disse prendendolo in giro.

- Grazie mille piccola. Dolce come lo zucchero. Ma che ora è? -si girò verso l'orologio e quando notò l'orario sbarrò gli occhi- Cazzo è mezzogiorno passata. E' tardissimo -disse saltando giù dal letto- Tra un pò devo essere giù a pranzare con gli altri perchè dopo dobbiamo fare un intervista e io sono orribile.

- Non è vero. Sei solo stanco. Quindi ho fatto bene a chiamarti finchè non rispondevi. Mi aveva chiamato Gustav per chiedermi se ti avessi sentito perchè ha bussato per un pezzo e ti ha chiamato ma non rispondevi. Era un pò preoccupato perchè ha detto che ieri hai bevuto un pò.

- Quello zitto mai. Sì comunque è vero. Avevo bisogno di rilassarmi e distrarmi e poi -disse facendo una breve pausa- Non c'era una certa ragazza a tenermi compagnia e a farmi le coccole.

- Amooore -iniziò lei piagnucolando- Non fare così. Anche io vorrei che fossi qui. Mi manchi tantissimo. Ma dobbiamo tenere duro,mancano solo pochi giorni e staremo di nuovo insieme.

- Già non vedo l'ora. Ma tu che stai facendo?

- Sto andando da tua madre. Si sentiva un pò sola in questi giorni che tu e Tom l'avete lasciata sola e io mi sono offerta di andare da lei così discutiamo anche sul Natale.

- Piccola,è bellissimo questo da parte tua. Sei davvero un angelo.

- Grazie,comunque sai che tua madre mi piace moltissimo,è simpatica e ha aiutato me a trovare lavoro e noi quando la nostra storia era top secret -sorrise a questo ricordo- Ma adesso ti lascio preparare in pace. Mi raccomando fai il bravo e dai sempre il meglio di te ok? Ti amo Bibi.

- Tranquilla. Sai che sono il migliore.

- Sempre il solito modesto eh?

- Mi conosci. Ti chiamo io dopo l'intervista o appena ho un attimo libero. A dopo. Ti amo anche io piccola mia.

Terminò la chiamata e controllo le chiamate degli altri e i gentili complimenti lasciati da Georg e dal fratello in alcuni messaggi in cui gli davano del dormiglione scansafatiche o del coglione più stanco degli ultimi decenni. Sorrise pensando che gliela avrebbe fatta pagare ad entrambi;poi entrò in bagno,posò il cellulare sulla mensola in marmo bianco e si buttò sotto il getto dell'acqua calda ripensando a quanto era fortunato ad avere una ragazza come Lizie e a quanto sarebbe stato stupido se l'avesse persa. Dopo la doccia scelse accuratamente i vestiti che avrebbe dovuto indossare per l'intervista e il servizio fotografico che l'avrebbe seguito,si vestì e poi andò a truccarsi scrupolosamente come sempre. Quando uscì dal bagno era il solito Bill Kaulitz che faceva perdere la testa a tutte,bello e dannato,ma anche occupato e innamorato. Dopo essersi osservato compiaciuto allo specchio uscì dalla sua stanza e constatò di aver fatto presto perchè era da poco passata l'una. Scese e raggiunse gli altri già tutti seduti a tavola che parlavano e che,appena lo videro,intonarono l'alleluia perchè si era finalmente degnato i scendere. Dopo i loro bei "saluti",ordinarono il pranzo e iniziarono a mangiare preparandosi alla ormai prossima e noiosissima intervista. Anche quell'ultima intervista era miracolosamente terminata,era tutta la giornata che rispondevano sempre alle solite domande "Pensate che questo cd avrà successo come i precedenti?" "Pensate ad un tour con un maggior numero di date?" e poi quelle che più odiavano sulle loro vite private. Erano tutti stanchi e volevano farsi proprio una bella dormita. Gustav era andato a prendersi un caffè dalla macchinetta e Bill approfittò della situazione per parlare da solo con lui. Si avvicinò a lui e uscì dei soldi per prendersi anche lui un caffé.

- Lizie mi ha detto che l'hai chiamata -esordì il vocalist.

- Sì,non rispondevi e mi ero preoccupato dopo l'altra sera,ma non le ho detto nient'altro tranquillo.

- Lo so,mi fido di te però aveva paura che ti scappasse anche se involontariamente -ammise abbassando lo sguardo mentre prelevava il suo caffé dalla macchinetta.

- Bill -disse l'amico poggiandogli la mano sulla spalla- Devi stare tranquillo,non dirò niente ad Elisabeth,è una cosa vostra e poi so che non l'hai fatto intenzionalmente. Si risolverà tutto;vi amate.

- Grazie Gus. Ora andiamo dagli altri perchè voglio andare in hotel a mangiare qualcosa.

- Ma dove metti tutto quello che mangi? -chiese l'amico mentre raggiungevano gli amici- Sei sempre uno stecchino.

- Io sono perfetto -rispose come se fosse la cosa più ovvia e mettendosi in "posa".

- Ma va -rispose il fratello dandogli uno scappellotto dietro la nuca- Qui quello perfetto sono io.

- Vai al diavolo Tom -risposero in coro Bill e Georg.

Il rasta stava per ribattere quando sopraggiunse il loro manager che li avvisò che Saki era arrivato per portarli in hotel e questo non fece che rendere felici i quattro ragazzi,stanchi e affamati come lupi. Dopo una sana cena,Bill salutò i suoi amici ed il fratello e si incamminò verso l'ascensore. Stava per premere il tasto per richiamarlo quando si sentì chiamare.

- Ehi fratellino -disse dolcemente Tom avvicinandosi a lui- Va tutto bene?

- Si Tomi. Sono solo stanco e voglio farmi una grande dormita.

- Sicuro? Oggi mi sembravi strano -ma vedendo il fratello perplesso continuò- Sembrava che ci fosse qualcosa che ti preoccupava.

Bill si irrigidì ma tentò di restare normale,ma il suo atteggiamento non passò inosservato al rasta.
- Non ti preoccupare,è tutto ok. Tomi ho davvero bisogno di dormire. Ci vediamo domani. Buona notte -disse salutandolo con un sorriso rassicurante ed una pacca sulla spalla.

- Notte Bill.

Lo guardò mentre scompariva dietro alle porte dell'ascensore. Ora ne era più che convinto: suo fratello nascondeva qualcosa che lo faceva stare male ma,per un qualche ignoto motivo,non voleva confidarsi con lui. Questo lo tormentava perchè voleva aiutarlo come aveva sempre fatto fin da quando erano piccoli. Ma se il suo segreto riguardasse Elisabeth? Era sicuro di volerlo sapere? non lo sapeva neanche lui. Erano passati otto giorni dall'ultima volta che l'aveva vista e gli mancava un casino. Si era innamorato della fidanzata del fratello. La sua era proprio una situazione difficile da cui non riusciva ad uscire;dentro di lui c'erano sempre quei due fronti che lo facevano solo impazzire maggiormente:lasciare stare Elisabeth e rendere felice Bill o cercare di conquistarla ferendo il fratello. Non sapeva che fare,ma era certo di una cosa:voleva rivederla e magari abbracciarla...baciarla. Ma dopo la sua dichiarazione ed il bacio dubitava che lei lo avrebbe fatto avvicinare abbastanza. La mattinata passata a far l'amore nella stanza col fratello erano una chiara risposta che lei non sarebbe mai stata sua,che il loro destino era solo quello di essere amici o al massimo "cognati". Secondo lei,per loro non ci sarebbe mai stato un futuro. Ma mai dire mai... Si incamminò verso la sua stanza pensando se e come far estorcere al fratello la verità su ciò che lo preoccupava. Poteva ingannare gli altri,ma non lui. Erano gemelli,un'anima in due corpi, onuno capiva ciò che provava l'altro e,la maggior parte delle volte,non c'era bisogno di parole per comunicare e comprendersi. Ed è proprio pensando a ciò che erano che si addormentò tranquillo.
Continua
 

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Capitolo 41
*** 41. La fine di una favola?? ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Eccomi qui con altri cinque capitoli della mia Fan fiction... In questi capitoli succederà qualcosa che potrebbe segnare la fine di qualcosa...ma non sarà la fine della storia poiché restano ancora altri venti capitoli :) Prima di postare vorrei fare un paio di precisazioni:
1- in questi capitoli appariranno delle espressioni abbastanza colorite,naturalmente scaturite dal contesto della storia;
2- il capitolo 43 contiene una scena un pò forte,quindi consiglio a chi non se la sente di leggere i dettagli,di leggere le due righe che aggiungerò al termine del capitolo,righe che sintetizzeranno brevemente ciò che viene descritto in esso.
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia ff senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò i prossimi cinque capitoli intorno all'11 maggio... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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41. La fine di una favola??

Stava camminando tranquilla con in mano un piao di sacchetti contenente della spesa che aveva fatto dopo il turno della mattina,quando si fermò all'improvviso non appena vide qualcosa che non avrebbe mai creduto di trovare al suo ritorno a casa...o meglio qualcuno. Poteva anche essere ricoperto da un enorme giubbotto di pelle,una sciarpa intorno al collo e avere un paio di occhiali da sole,ma lo avrebbe riconosciuto ovunque:davanti al cancello di casa sua la stava aspettando Lucas appoggiato alla macchina di Nicole. Non era possibile,doveva essere per forza un incubo,lui non poteva essere lì dopo tutto quello che le aveva fatto,dopo il dolore che le aveva provocato rovinandogli la vita. Non poteva dopo le minacce che aveva mosso nei suoi confronti per allontanarlo da lei. Lo vide avanzare verso il cancelletto della villa e solo allora si accorse che Nicole era uscita e stava invitando il ragazzo ad entrare in casa. Si diede un pizzicotto nel braccio: no,non stava sognando.

- Ciao Eli -disse dolcemente la donna- Grazie per essere passata a prendere le cose che mi servivano. Mi hai fatto un piacere enorme favore. Come è andato il lavoro?

La mora era ancora sotto shock tanto da sentire ovattate le sue parole e rispose solo quando la donna la richiamò nuovamente.
- S...si,va...va tutto...ok -rispose balbettando- Non c'è di che per la spesa.

- Beh entriamo o rischiamo di gelare -disse Nicole avviandosi verso il cancelletto.

- Già,lei ha proprio ragione,non è vero Lizie? -chiese Lukas guardando la mora e sottolineando il suo nomignolo,cosa che la fece andare ancor di più in bestia.

- Lucas -rispose freddamente- cosa ci fai qui?

- Sono venuto a trovare una mia vecchia cara e molto intima amica.

- Dai ragazzi entriamo -intervenne la donna.

Elisabeth aspettò che lei si fosse allontanata abbastanza per poi afferrarlo per un braccio e guardarlo con odio.
- Cosa diavolo ci fai tu qui? -chiese scandendo ogni singola parola sputando odio- Mi sembrava di essere stata abbastanza chiara quando ti ho detto che dovevi uscire dalla mia vita. Allora perchè sei qui?

- Calma piccola -disse sfiorandole la guancia- Volevo rivederti.

- Non toccarmi -disse tra i denti togliendosi la sua mano di dosso- e non chiamarmi più piccola. Tu non dovresti essere qui. Hai sbagliato e questa volta pagherai per tutto il male che mi hai fatto -gli passò davanti per poi girarsi e guardarlo in faccia- Ti denuncerò oggi stesso per sequestro di persona,tentato -si fermò un attimo,ogni volta che ricordava ciò che le aveva fatto stava male e non riusciva a parlare -per tentato stupro e percosse.

Stava per dirigersi verso casa quando Lucas l'afferrò per il polso che un tempo lui stesso aveva fratturato.
- Prima ascolta quello che ho da dire,ho meglio guarda ciò che ho nella busta dentro la mia tasca e poi sarai libera di fare ciò che vuoi. Ma prima devi sapere.

- Sapere cosa?

- Sapere che anche la persona più importante della tua vita non è altro che un bugiardo.

- Cosa significa quello che hai dett...

- Ehi ragazzi -interruppe Nicole- ho preparato due cioccolate calde. Venite dai.

Lukas si incamminò verso casa lasciando dietro di sè una Elisabeth scossa e confusa dalle sue parole e che voleva sapere la verità. Quello era l'inizio della sua scalata alla riconquista di Elisabeth Johnson. Arrivati dentro i due si sedettero a tavola ed iniziarono a bere la cioccolata calda anche se in realtà la mora voleva solo sapere cosa voleva mostrargli il mostro che sedeva accanto a lei. E poi c'era quella frase che lui aveva detto, "anche la persona più importante della tua vita non è altro che un bugiardo",continuava a ronzarle in testa senza nessun significato. A chi poteva riferirsi? Non lo sapeva ancora ma lo avrebbe scoperto tra qualche minuto.

- Allora ragazzi,come vi siete conosciuti? -chiese la signora dolce come sempre.

Elisabeth stava per parlare quando il ragazzo l'anticipò.
- Vede signora,io ed Eli ci conosciamo da un anno e siamo stati insieme prima che mi lasciasse e venisse a vivere qui.

- Davvero? Eli,cara,perchè lo hai lasciato? Sembra un così caro ragazzo.

- Appunto Nicole -intervenne la mora molto adirata- sembra,ma non lo è per niente. Perchè non ti fai dire il motivo per cui l'ho lasciato. Sempre se lui abbia il fegato per dirtelo e sia abbastanza uomo.

- Ma...ma cosa è successo tra voi? -chiese letteralmente interdetta dal cambiamento repentino della ragazza e si voltò versò il biondino.

- Beh abbiamo avuto una leggera discussione che...

- LEGGERA DISCUSSIONE -urlò Elisabeth alzandosi dalla sedia e sbattendo i pugni sul tavolo- TU LA CHIAMI LEGGERA DISCUSSIONE?! MA SEI IMPAZZITO? TU MI HAI MESSO LE MANI ADDOSSO.

- C..cosa ha fatto? -domandò Nicole impallidendo.

- E' inutile mentirvi tanto lo scoprireste lo stesso. Ricordi come avevo il polso quando sono venuta a stare qui? -vedendo la faccia della donna sbiancare sempre di più capì che aveva collegato tutto e aveva capito- E' stato lui- poi si rivolse a Lucas- E TU,BRUTTO FIGLIO DI PUTTANA,DEVI USCIRE PER SEMPRE DALLA MIA VITA O TI DENUNCERÒ PER TUTTO CIÒ CHE MI HAI FATTO INTESI? E ORA VATTENE! VATTENE HO DETTO!

- Eli calmati per favore -disse la donna alzandosi e poggiando una mano sulla spalla della ragazza.

- Nicole,mi dispiace che tu stia assistendo a questa lite ma è giusto che tu sappia la verità,tutta la verità perchè purtroppo non è finita qui.

- Tu parli di verità eh -disse allora Lucas impedendole così di rivelare il segreto che li univa- Vieni in camera tua con me e guarda queste cazzo di foto e capirai che nessuno è mai sincero.

- Ma si può sapere di cosa stai parlando? Io non entro in nessuna stanza da sola con te.

- Invece credo che dovresti farlo. Non ti toccherò neanche con un dito,lo giuro. Voglio solo darti questa -disse uscendo finalmente una busta tipica di quelle che contengono fotografie sviluppate- Andiamo su.

Seppur riluttante,Elisabeth decise di assecondarlo e,dopo aver detto a Nicole di non preoccuparsi finchè non sentiva urla,lo precedette fino alla sua stanza. Li lo fece entrare per primo in modo che lui non chiudesse la porta a chiave,anzi,per maggior sicurezza,se la infilò in tasca. Ormai non ce la faceva più,voleva sapere cosa nascondeva quella busta,se era davvero qualcosa di terribile o solo un brutto scherzo di quello stronzo;eppure aveva una brutta sensazione. Allungò la mano chiedendo al ragazzo di consegnarli immediatamente quella busta. Quando gliela diede,lui si sedette sul letto mentre a lei sembrava che le mani si fossero improvvisamente bloccate,non riusciva ad aprirla. Dopo un richiamo da parte del ragazzo si fece forza e l'aprì uscendone il contenuto. Ciò che vide la paralizzò all'istante:Bill era appiccicato ad una bionda mozzafiato,lui che ballava sensualmente con lei,lui che sbatteva il proprio bacino contro il suo,lei che si avvicina a lui,lui che le avvolge la vita e la bacia con estrema passionalità. Cinque foto...cinque foto erano state capaci di farle crollare il mondo addosso. Lacrime cominciarono ad inondarle gli occhi, scappando al suo controllo e scendendo copiose lungo le guance arrossate. Quegli non erano fotomontaggi,ne era certa,anche perchè la data combaciava perfettamente alla sera prima della chiamata di un Gustav preoccupato perchè Bill non rispondeva alle chiamate di nessuno. Era tutto vero:lui l'aveva tradita. Era questo l'amore che lui le aveva promesso,l'amore di cui sempre parlava. Non gli bastavano le notti di amore che passavano insieme e per questo ne passava altre con altre donne? Infondo lui conosceva quel lato del suo carattere,sapeva che non era così espansiva od esperta. Ma forse tutto quello non gli bastava e voleva di più. Allora è vero che la ricchezza dà alla testa,perchè le persone ricche sono sempre avide di volere di più. Lui non l'amava,lui non l'aveva mai amata forse. Magari il suo "amore" era stato mosso dalla pietà che provava nei suoi confronti dopo aver saputo la sua storia con Lucas. Lui era un bugiardo. Ma se non fosse così,se infondo lui la amasse ed avesse commesso un grave errore. Ma se fosse stato così glielo avrebbe detto perchè si erano promessi assoluta sincerità tra di loro. Di sicuro non glielo avrebbe confessato tramite telefono,ma poteva comunque tentare e se lui non avrebbe detto niente sulla questione,avrebbe dovuto farlo al suo ritorno per mantenere fede alla loro promessa. Ma se anche in quel caso lui avesse mentito,allora la loro storia sarebbe finita...per sempre. Anche se lo amava tantissimo,non poteva passare sopra ad un tradimento,sempre se era stato il primo. Ma per avere risposta alle sue domande doveva aspettare cinque giorni,cinque interminabili giorni.

- In fondo mi dispiace -intervenne il biondino.

- Non dire cazzate. Chi ti ha procurato queste foto,hai pagato qualcuno perchè abbordasse Bill? -chiese la ragazza con una voce spezzata dal pianto.

- Ma che diavolo dici? Il 16 dicembre i miei hanno fatto 25 anni di matrimonio e gli hanno voluti festeggiare lì dove tutto era cominciato con il loro incontro. Non sapevo che i Tokio Bel fossero in quel locale.

- Tokio HOTEL -specificò lei- Sì,ricordo dell'anniversario dei tuoi,mi invitasti a parteciparvi il giorno del mio diciassettesimo compleanno.

- Già ma tu non c'eri per che tra noi è finita,ma Lizie ti prego perdonami. Ti amo ancora.

- Non chiamarmi così. Io non ti amo più. E ora vattene. Non voglio mai più vederti. Se dovessi e vederti nei paraggi giuro che ti denuncerò. Addio Lucas -disse aprendo la porta e facendogli segno di uscire.

Il ragazzo si arrese ed uscì ma dentro di sè era felice perchè era proprio la reazione che si aspettava. Il primo passo era riuscito alla perfezione,ora toccava al secondo.
Elisabeth chiuse la porta e si gettò sul letto dove pianse disperatamente senza preoccuparsi dell'aria che le mancava;doveva sfogarsi. Ad un tratto si sentì avvolgere da due calde braccia ed un profumo familiare la travolse. Si strinse in quell'abbraccio continuando a piangere.

- Piccola mia,ti ha fatto del male? -chiese preoccupata.

- N..no,mi...mi ha...solo a...aperto gli...occhi -balbettò travolta dal pianto.

- Cosa vuoi dire tesoro? -chiese come una mamma ansiosa ma,sentendo i singhiozzi della ragazza aumentare,la strinse ulteriormente cercando di trasmetterle più sicurezza e conforto possibile.

Lei si abbandonò in quell'abbraccio,ma le immagini le riaffioravano nella mente e le trafiggevano il cuore come tanti paletti di ghiaccio. Lei gli aveva donato il cuore e lui glielo aveva restituito in mille pezzi. Non se lo meritava,lei aveva respinto pure Tom,di cui era molto molto attratta,per amor suo mentre lui alla prima occasione in cui è solo si diverte in un letto con un'altra. Non se lo aspettava da lui,ma aveva ancora una chance se lui gli avesse rivelato la verità al loro primo incontro dopo il suo ritorno. Se non avesse detto la verità,se ne sarebbe andata ma non senza averlo fatto soffrire allo stesso modo. Lei non era una persona vendicativa,anzi era sempre stata dolce e mite,ma adesso era tutto diverso;lei si era fidata,si era donata completamente a lui e lui l'aveva ripagata così. Ma se lui non avesse ammesso la sua colpevolezza,lo avrebbe lasciato e poi ripagato con la stessa moneta. Da lì alla verità,la separavano solo 5 giorni in cui lei doveva cercare di riprendersi per poterlo affrontare a testa alta.
"Bill Kaulitz sei solo un bugiardo ed un falso" pensò la mora prima di cadere sfinita tra le braccia di Nicole.
Continua
 

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Capitolo 42
*** 42. Il dolore di Elisabeth ***


42. Il dolore di Elisabeth

Sì svegliò che era ormai sera inoltrata;pensò che tutto quello che era successo fosse stato solo un terribile incubo ma si rese conto che non era quando,voltandosi verso il comodino,vide la busta sporgere fuori. Chiuse gli occhi qualche istante per frenare quelle lacrime che volevano uscire poi li riaprì e guardò l'ora: 20.45. Ormai dovevano essere tutti a casa quindi decise di darsi una rinfrescata e raggiungere la famiglia. Si sedette sul letto ma si sdraiò di nuovo in seguito ad un capogiro che l'aveva colpita. Un conseguenza dell'aver pianto molto cominciava a farsi sentire. Ci riprovò e,nonostante la testa pulsasse forte,si alzò uscendo dalla stanza e dirigendosi verso il bagno. Si guardò allo specchio e fece fatica a riconoscersi;davanti a lei c'era un mostro:i lisci capelli scuri erano diventati un cespuglio incolto,gli occhi azzurri erano contornati da un rosso sangue che la rendevano quasi un vampiro assetato,le guance candide erano diventate zebrate a causa delle molteplici linee causate dallo scolamento del mascara. Non poteva certo presentarsi così agli altri quindi aprì il rubinetto e si lavò la faccia con acqua congelata,poi dopo averla asciugato iniziò a sbrogliare la foresta in testa. Alla fine ottenne un risultato abbastanza discreto. Sembrava essere tornata l'Elisabeth di sempre ma in realtà c'era qualcosa che non andava in lei: il suo cuore sanguinava.
Le foto del tradimento di Bill riaffiorarono nella sua testa facendola nuovamente cadere in una sofferenza tale che per non cadere a terra si appoggiò al lavandino. Un bel sogno,una bella favola in cui loro aveva vissuto ormai era stata distrutta... Tutto ciò in cui credevano e che volevano realizzare in futuro non avrà mai forma perchè non ci sarebbe mai stato mai un futuro per loro,per quella coppia che molti ritenevano "perfetta" e che invece si era divisa non appena lui aveva ripreso la sua vita. Già...quella che aveva ripreso era la sua vera vita fatta di musica,dischi, concerti,interviste,feste...donne. Uno come lui non poteva permettersi qualcuno che lo distraesse con quel stupido sentimento che lui stesso dichiarava di voler tanto trovare: l'amore. Le sue parole che lo avevano reso un ragazzo dolcissimo e romantico erano tutte false,servivano solo a creare intorno a lui l'idea di un ragazzo serio e non donnaiolo come il fratello. Ed era riuscito ad ottenere questo perchè era riuscito ad abbagliare anche lei,facendola innamorare pazzamente per poi portarsela a letto e inseguito divertirsi con una bella biondina. Il suo scopo non era l'amore bensì il sesso. Perchè con una ragazza fissa innamorata persa poteva averlo ogni volta che voleva quando era a casa per lunghi periodi;mentre ora che era in tour poteva benissimo divertirsi con altre.

"Chissà con quante altre ragazze mi hai tradito" pensò la ragazza che ormai cominciava davvero a credere che lui l'avesse solo usata e che non l'amasse sul serio

"Vedremo se avrai le palle per confessare quello che hai fatto,brutto bastardo" pensò ancora più arrabbiata che ferita.

Dopo aver dato un ultimo sguardo allo specchio,decise che era giunto il momento di scendere sperando che Nicole non le facesse domande su quanto era accaduto e non avesse detto qualcosa a qualcuno. Scese a piano terra e subito fu avvolta da un buon profumino di pollo arrosto.

- Buona sera Eli -disse euforica Victoria- Mia madre ci ha detto che ti sei addormentata ed abbiamo preferito lasciarti dormire.

- Grazie Vi e buona serata a tutti. Scusate se mi sono presentata ora ma oggi avevo un grandissimo mal di testa e a dir la verità ce l'ho tuttora.

- Non preoccuparti -rispose il padre- Ma non hai per caso febbre o influenza?

- Già -rispose la bionda toccando la fronte dell'amica- In effetti sei un pò calda. Hai la febbre.

- Non è niente,non preoccupatevi. Dopo prendo un'aspirina e domani sarò come nuova. E' solo lo stress.

- E la lontananza di Bill -sussurrò l'amica provocandole una fitta al cuore.

- Già Bill -ripetè abbassando il volto ma per poi rialzarlo per evitare sospetti e poi prese la bionda per un braccio e si allontanarono di un pò- E invece tu perchè sei così euforica? Dai racconta tutto alla tua adorata sorellina.

- Non è successo niente -poi,vedendo l'espressione della mora che sembrava dire che non gliela contava giusta,vuotò il sacco- Ok ok... Mi ha chiamato Tom questo pomeriggio -a quel nome Elisabeth sussultò- e mi ha detto che deve parlarmi.

"Chissà di cosa vorrà parlarle. Sempre se vorrà solo parlarle" -pensò la mora.

- Il giorno prima che partissero mi ha baciata -esclamò tutta contenta.

- COSA????

- Shh non urlare o i miei ti sentiranno. Comunque mi ha baciata ed è stato bellissimo. Magari vorrà chiedermi qualcosa di più serio.

- Non sperarci -disse Elisabeth a bruciapelo- Lui ti vuole solo portare a letto e poi scaricarti di nuovo. Si tratterebbe solo di una scopata e via. E,mi dispiace,ma questa volta non ti permetterò di rifare lo stesso errore per poi soffrirci ancora. NO!!! Tu NON devi avere niente a che fare con quel porco. E' nei geni Kaulitz questo carattere e non ti permetterò di ferirti nuovamente con le tue stesse mani. Puoi avere tutti i ragazzi che vuoi ma LUI NO!

- E..Eli -balbettò la bionda visibilmente sconvolta dal comportamento della mora- Perchè dici tutto questo? Sai che mi piace davvero. Tu non dovresti essere gelosa di lui,stai con...

- Gelosa io??? -la interruppe- Ma non essere ridicola. Non me ne può fregar di meno di lui. E' un mio amico ma sa anche essere un verme e tu ricordi cosa mi ha fatto quella sera al pub. No lui non è un ragazzo adatto per te. Non sei una di quelle che vende il proprio corpo. Non fare il mio stesso errore per favore. Lo dico per il tuo bene. Ora andiamo a tavola. E' pronto.

Victoria rimase leggermente scossa da quel fiume di parole uscito dalla bocca di Eli. Sembrava davvero gelosa ma allo stesso tempo incazzata nei confronti dei gemelli. Ma poi pensò che magari lei e Bill avessero litigato e quindi,credendo la sua reazione una cosa passeggera,si mise a tavola. Elisabeth si sedette e iniziò a rigirare nel piatto le patate che contornavano il pollo riducendole in poco tempo in poltiglia;ma non aveva fame,lo stomaco le si era chiuso non appena aveva visto quelle foto ed ora le si era completamente chiuso una volta aver saputo del bacio tra Vi e Tom e della sua intenzione di parlarle. Lei non poteva essere gelosa di lui. Si è gelosi della persona che si ama e lei NON amava Tom perchè...perchè forse amava ancora lo stronzo del fratello. Senza forse,lo amava ancora anche se lo odiava contemporaneamente. Che situazione!- Eli cara- disse affettuosamente Nicole- Non hai fame? Non ti piace il pollo?

- Oh no no Nicole... Ha tutto un sapore buonissimo. E' che...non ho molta fame.

- Ma cara,devi mangiare un pochino. Sei già troppo magra. Sforzati un pò per favore.

E sotto le "suppliche" della donne iniziò a mangiucchiare qualche patata e diede un piccolo morso al pollo poi chiese il permesso di andare nella propria stanza dicendo che ancora non si sentiva molto bene e,prima di salire,prese da un cassetto un'aspirina.

- Speriamo che domani stia meglio -affermò il "padre" leggermente preoccupato.

- Già speriamo -disse la moglie che aveva ancora presente il pianto di quel pomeriggio.

Non appena giunse in camera sua,Elisabeth si fiondò sul letto e lasciò uscire quelle lacrime che,a fatica,aveva trattenuto a tavola. Per quanto si sforzasse non riusciva a dimenticare quelle immagini di quelle maledette foto. Come se il dolore che già provava non bastasse,allungo la mano e afferrò quella busta e la aprì estraendone le foto. Sembrava come se il mondo le crollasse di nuovo ogni volta che passava alla foto successiva. Era un incubo da cui voleva tanto svegliarsi ma,dentro di lei,sapeva che quella era la cruda realtà e che doveva affrontarla ed essere forte. Così come era riuscita a ricominciare da capo dopo il trasferimento dall'Italia,ora doveva riprendere in mano la sua vita ed andare avanti anche senza di lui,in caso lui non avesse ammesso il suo tradimento. Ma lei sarebbe stata capace di perdonarlo e fare finta che niente fosse successo? Elisabeth scosse la testa. Non credeva che ci sarebbe riuscita perchè,ad ogni tocco,ad ogni bacio, ad ogni carezza,le si sarebbe materializzato davanti il passato. Sarebbe stato difficilissimo perdonarlo... Rimise le foto nella busta e poi decise di metterla al sicuro quindi la nascose all'interno del cassetto che conteneva la sua biancheria intima. E,mentre si stava spogliando per infilarsi il pigiama,senti il suo cellulare vibrare quindi si avvicinò per vedere chi la stava chiamando e quando vide il mittente iniziò di nuovo a piangere: era Bill. Lasciò vibrare a vuoto senza rispondere per poi controllare il numero delle chiamate perse che erano 17.
"Pure il numero 17 ci si mette adesso! Sono proprio sfortunata" pensò la mora non riuscendo a trattenere un sorriso triste.
Prima che potesse ricevere un'altra chiamata,decise di mandargli un messaggio anche se non aveva la più pallida idea di come comportarsi e di cosa scrivere. Poi decise che sarebbe stata dolce ma un pò di meno per non farlo preoccupare. Così apri la cartella dei messaggi e iniziò a digitarne uno.

" Ciao amore,scusa se non ho risposto oggi ma stavo poco bene e questo pomeriggio ho dormito. Prima sono scesa a mangiare due cose e poi sono buttata a letto e stavo dormendo. Ho sonno Bill,ci sentiamo domani. Buona notte e saluta tutti"

Pensò che quello poteva andare bene anche se non scrivergli quelle due paroline alla fine la rendevano ancora più triste. Era stata così abbastanza fredda ma,se lui si fosse insospettito,lei avrebbe potuto benissimo rispondergli che non si sentiva bene ed era assonnata quando aveva scritto quel messaggio. Sì,avrebbe fatto così;gli avrebbe fatto credere che tutto andava apposto per quegli ultimi 4 giorni e poi lo avrebbe affrontato,o meglio,avrebbe atteso che lui le dicesse la verità e in caso contrario lo avrebbe lasciato. Era un decisione difficile da prendere ma era anche l'unica;non poteva vivere con la perenne paura che lui la tradisse ogni volta che voltava l'angolo. Continuava a piangere silenziosamente nel suo letto quando sentì di nuovo il cellulare vibrarle, indicandole che era arrivato un messaggio. Bill.

"Amore mi hai fatto preoccupare. Spero sia qualcosa da niente anche se preferirei essere lì con te e farti rilassare con tante coccole :) Riprenditi tesoro. I ragazzi ti salutano con un grande bacio. Riposati,ci sentiamo domani. Mi manchi tantissimo piccola mia... Ti amo da morire."

Spense il cellulare e lo lanciò sul comodino. "ti amo da morire" ... che falsità,la amava a tal punto da baciarsi con un'altra. E tutte quelle parole dolci... Che carino!

- No che vado a pesare -disse Elisabeth asciugandosi delle lacrime,poi si voltò verso una foto che ritraeva loro due insieme- Bill sei una maledetto stronzo,hai rovinato tutto col tuo comportamento da allupato. Tu dici di amarmi da morire...ma di che razza di amore parli eh? Cosa significa per te AMORE? Ha un qualche significato o per te la ricerca dell'amore è solo una mossa pubblicitaria? Mi hai deluso Bill Kaulitz -poi abbassò la foto- Non ti credo più.

Si girò verso la finestra guardando quella luna coperta dalla nuvole,come se anche il cielo fosse triste per lei,si asciugò un'altra lacrima promettendosi che quella sarebbe stata l'ultima della giornata e si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.
Continua
 

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Capitolo 43
*** 43. Non può succedere di nuovo ***


ATTENZIONE: In questo capitolo è presente una scena un pò forte e violenta. Per chi non se la sente di leggere,al termine del capitolo sarà presente un mini riassunto.
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43. Non può succedere di nuovo

Passono un paio di giorni ed Elisabeth era sempre chiusa e taciturna,non riusciva nemmeno a parlare con Jennifer o Victoria. Entrambe avevano capito che nascondeva qualcosa,ma non riuscivano a cavare un ragno dal buco nonostante la tartassassero per ore. Anche Nicole iniziò a preoccuparsi perchè aveva notato il cambiamento della mora negli ultimi giorni e quindi era giunta alla conclusione che questo suo comportamento era iniziato dopo la visita di quel Lukas. E come il diceva un famoso proverbio "parli del diavolo e spuntano le corna". Infatti la mora stava a casa tutta sola a causa della febbre che le era salita quella sera e stava in camera sua a guardare un film super horror. Tutto poteva vedere tranne che smancerie e cose romantiche. Mentre c'era un parte molto intensa,il campanello suonò facendola sobbalzare. Guardò l'orario e si chiese chi potesse essere: Victoria era a scuola e i suoi genitori a lavoro. Allora afferrò le sue pantofole e scese,col suo pigiama costituito da un pantalone largo per lei ma una maglietta bella aderente,ed aprì la porta credendo si sonare quando vide chi aveva suonato.

- T...tu cosa...ci fai...qui? -chiese la ragazza stupita.

- Ciao Eli -disse con un finto tono triste e preoccupato- Ero venuto a vedere come stavi. L'ultima volta ti ho lasciata che eri disperata.

- Appunto,quella doveva essere l'ultima volta che ci dovevamo vedere e tu invece ti presenti qui. Vattene! -fece per chiudere la porta ma lui la bloccò.

- Per favore fammi entrare.

Lei come un'ingenua si lasciò convincere dai suoi occhi,che già una volta l'avevano rapita quando si era innamorata,e lo fece entrare. Salì verso la sua stanza per spegnere il televisore ed il dvd e lui,ovviamente,la seguì,non poteva farsi scappare una chance del genere. Si sedette sul letto della ragazza e le chiese come stesse. Lei gli rispose di avere la febbre ma lui le disse che non si riferiva a quello ma a ciò che aveva scoperto.

- Come vuoi che stia? Sto di merda perchè la persona che più amo mi ha tradita con quella ragazza. Tu eri lì. Per favore dimmi esattamente cosa hai visto. Cosa è successo?

- Come ti ho detto stavamo festeggiando l'anniversario dei miei quando ho visto una cresta familiare. L'ho riconosciuto ma ciò che mi è sembrato strano è che era in compagnia di quella bionda -mentì ovviamente per raggirare ulteriormente la giovane- Quindi ho deciso di prendere la macchina fotografica e,quando sono tornato,non li ho più visti. Li ho carcati per poi trovarli in pista che si baciavano e si toccavano. Ho fatto queste fotografie perchè volevo che tu aprissi gli occhi su che razza di persone sia il ragazzo che dice di amarti. Ho fatto quelle foto perchè pensavo che bastavano per farti capire. Ho preferito evitare di fare le foto di quando...

- Di quando? Ti supplico Luk,vai avanti -lo supplicò lei con già gli occhi lucidi.

Il ragazzo sorrise -E' bello sentirsi chiamare di nuovo Luk. Comunque non le ho fatte quando ho visto che lui le sussurrava qualcosa,per poi prenderla per mano,andare al bancone e prendere una chiave. Poi sono spariti verso i piani alti. Non ho voluto seguirli. Lizie mi dispiace tanto -disse poi vedendola piangere- Vieni qui.

Elisabeth si fece abbracciare non immaginando che ciò che aveva appena udito erano solo balle. Lui la strinse maggiormente a se per poter sentire quel profumo che gli era sempre piaciuto e gli era mancato terribilmente. Lui la voleva,l'aveva sempre voluta fin dalla prima volta che si erano visti;aveva aspettato mesi perchè pensava che quel tempo le sarebbe bastato per lasciarsi andare e fare l'amore con lui,ma non era andata come pensava e quindi aveva usato la forza non ottenendo comunque niente. L'amava,sì,però provava una maggiore attrazione sessuale e,volente o nolente,l'avrebbe avuta. Certo,lui voleva che loro tornassero insieme,ma ormai aveva perso la speranza quando qualche minuto prima aveva sentito quanto lei lo amasse e inoltre la sofferenza, il dolore,quel pianto non erano che altre conferme di ciò che quella ragazza provasse per quel bastardo che aveva davvero baciato un'altra,tradendola. Purtroppo doveva arrendersi perchè non l'avrebbe più conquistata,ma almeno,prima di sparire una volta per tutte dalla sua vita,si sarebbe preso ciò che sarebbe dovuto spettare a lui per primo e non a quello stronzo da strapazzo: il suo corpo. Lui aveva pedinato i suoi spostamenti per giorni e si era appuntato gli orari di entrata ed uscita di tutti coloro che abitavano in quella casa;ed ora sapeva per certo che lei era sola a casa e che non sarebbe tornato nessuno prima di un'ora e mezzo circa. Ed a lui bastava per farla sua almeno una volta. E questa volta niente e nessuno glielo avrebbe impedito,a costo di dover essere troppo violento e di tirarle magari qualche schiaffo,ma quella mattina lei sarebbe stata sua. "Scusa piccolo amore mio,ma sono diventato così a causa tua. Ti amo e lo farò per sempre". Quando lei iniziò a distaccarsi perchè credeva che quel pianto era stato più che sufficiente,sentì all'improvviso due labbra sulle sue e quando aprì gli occhi vide che non stava sognando,ma che Lucas la stava baciando sul serio. Allora raccolse le poche forze che le erano rimaste e,appoggiandogli le mani sul petto,lo spinse facendolo staccare da lei e lo guardò sconvolta.

- Ma che diavolo hai fatto? Io mi sfogo con te e tu? Tu mi baci. Ma sei impazzito!! Non dovevo fidarmi di te e farti entrare.

Fece per alzarsi ma il ragazzo la bloccò afferrandone un polso - Dove credi di andare amore mio.

- Come scusa? -chiese la mora non capendo il repentino cambiamento del ragazzo e il perchè si stesse comportando così.

Lui non rispose,la tirò verso di lui facendola cadere sul letto e mettendosi sopra di lei per poi chinarsi a baciarla,abbattendo la resistenza che opponeva con una forte pressione. La baciò con foga,violenza,irruenza,ma un morso lo fermò.

- Lasciami andare stronzo -gridò la moretta- Lasciami ho detto,brutto figlio di puttana.

Uno schiaffo abbastanza potente la colpì in pieno volto.
- Non ti azzardare ad insultarmi più mi hai capito? -poi si avvicinò al suo orecchio dicendo in modo minaccioso- Sono stato chiaro mia dolce Lizie?

- Ti prego,lasciami andare -disse lei singhiozzando- Non far...farmi del male ti supplico.

- Oh piccola,non alcuna intenzione di farti del male -ci fu qualche istante di silenzio,poi si avvicinò nuovamente alle sue labbra- Voglio solo fare l'amore con te,che tu lo voglia oppure no.

- NOOOO -iniziò lei ad urlare piangendo più forte e cercando di liberarsi dalla sua presa senza successo- Non farlo ti prego. NOOOOO. AIUTO!!! QUALCUNO MI AIUTI.

- E' inutile che urli,sei sola in casa...e adesso sarai mia.

Elisabeth stava per urlare di nuovo ma lui glielo impedì baciandola allo stesso modo di prima se non con più violenza.
"Non può succedere...non di nuovo. Qualcuno lo fermi per favore" pensò la mora disperata.

Intanto bloccò i polsi della mora con una mano e con l'altra iniziò a salire sotto la maglia del suo pigiama arrivando fino al top. Si staccò dalle labbra della mora e, incurante delle urla e delle suppliche,scese a baciarle il collo fino ad arrivare al seno che cominciò a mordere e succhiare avidamente. La sua eccitazione era alle stelle,ma la resistenza che la mora opponeva non faceva altro che accrescerla di più. Decise che prima arrivava al sodo più poteva divertirsi a fare l'amore con lei.
Nel frattempo davanti casa loro Simone e Gordon stavano per entrare. Avevano saputo da Nicole che la giovane stava male e aveva chiesto loro se poteva fare un salto a casa sua per vedere come stava e se magari riusciva a farla parlare dato che era strana negli ultimi giorni,quindi aveva lasciato loro la copia delle chiavi che si portava sempre dietro in caso di emergenza. Allora la coppia aveva deciso di passare dopo avere fatto della spesa per casa.

- Userò la chiave così,se Eli dorme,non la sveglieremo -disse la donna.
Il marito annui e seguì la moglie una volta che lei aprì la porta.

Intanto Lucas,stanco di aspettare,scese con la mano fino al bordo del pantalone della ragazza oltrepassandolo ed accarezzando la sua intimità da sopra gli slip.

- NOOOO! -urlò la ragazza più forte che poteva- LASCIAMI PER FAVORE. NON VOGLIO!!!

- Shh piccola,non ti farò male... o forse un pochino.

Simone e Gordon si guardarono preoccupati quando sentirono quelle urla. L'uomo non perse altro tempo e corse su per le scale fino a raggiungere la stanza della ragazza e spalancare la porta di colpo. Si trovò davanti quella scena raccapricciante:un ragazzo era sopra ad Elisabeth,mezza nuda e singhiozzante. Si avventò sul ragazzo,lo prese per le spalle togliendo da dosso la ragazza.

- Che cazzo stai facendo? Chi sei tu? -disse Lucas all'uomo prima di sferrargli un pugno sul muso ma rimediandone uno anche lui.

Simone era giunta in quell'istante e urlò per lo spavento.
- Oh mein Gott -esclamò portandosi le mani alla bocca e correndo verso la ragazza.

Le abbassò subito la maglia e la strinse a sè.
- Piccola,che ti ha fatto quel mostro? Rispondimi Elisabeth -disse non ricevendo risposta dalla ragazza,troppo sconvolta per aprire bocca.

Intanto Gordon aveva immobilizzato il ragazzo,legandolo ad una sedia utilizzando i lacci delle tende della stanza,poi si avvicinò al letto. - Elisabeth stai bene? -le chiese preoccupato.

Come risposta ottenne solo un incremento dei suoi singhiozzi che venivano affogati nella maglia della moglie,a cui lei si era stretta ancor di più.

- Amore sei ferito -disse la donne vedendo del sangue scendere sul mento del marito.

- Non è niente,non preoccuparti -disse lui passandosi una mano nel labbro per togliersi tutto il sangue- Io chiamo la polizia.

Elisabeth diede un segno di ripresa e stava per chiedere di non farlo,ma lui non volle sentire ragione quindi afferrò il telefono,caduto a terra probabilmente durante la colluttazione,e chiamò la polizia per denunciare un'aggressione ed un tentato stupro dicendo che ancora l'aggressore era in casa ma era stato immobilizzato da lui stesso e che,in attesa del loro arrivo,lo avrebbe tenuto d'occhio. Poi si avvicinò di nuovo alla moglie e alla mora e si sedette sul letto accarezzando la schiena della ragazza scossa dai singhiozzi.
- E' tutto finito,non ti farà più del male. Su non piangere.

Elisabeth si staccò da Simone e guardò sia lei che l'uomo con infinita riconoscenza.
- G...gr..grazie -balbettò a causa del pianto- Se...se non...foste arrivati voi,lui...mi...avrebbe v...vio... -ma non finì la frase perchè si rifugiò di nuovo tra le braccia della donna.

La coppia si guardò negli occhi,visibilmente preoccupata per la giovane per poi essere interrotta da lei stessa che si alzò per dirigersi verso Lucas e dargli uno schiaffo potentissimo.

- BASTARDO -iniziò ad urlare- NON TI E' BASTATO ROVINARMI LA VITA IN ITALIA,COSTRINGENDOMI AD ANDARMENE. ORA DOVEVI TENTARE DI STUPRARMI ANCHE QUI?

Simone e Gordon non credevano alle loro orecchie.
- Quindi lui l'ha già fatto? -chiese l'uomo ancora sconvolto.

La mora annuì -Lui -disse sempre piangendo- era il mio ragazzo in Italia,ma tentò di... Insomma quello,ed io scappai via lasciando il mio paese. Ma a quanto pare non è bastata... Doveva rovinarmi la vita anche qui.

- Ma cazzo Lizie -intervenne allora Lucas- Quante storie stai facendo per una scopata. Dovevi solo lasciarti mettere il mio cazzo lì tra le tue gambe e poi sarei sparito dalla tua vita.

- SEI UN BASTARDO- urlò avvicinandosi pericolosamente al ragazzo con l'intento di picchiarlo,ma Gordon l'afferrò per le braccia- Lascia,lasciami,lasci...ami -disse poi facendosi scivolare a terra e nascondendosi tra le braccia dell'uomo che prese a cullarla per trasmetterle conforto.

Dopo circe un'ora,Victoria e la sua famiglia giunsero a casa e,vedendo la polizia,scesero di corsa preoccupati. Entrarono in casa e videro una scena shockante: due uomini della polizia che parlavano con Elisabeth la qualche aveva gli occhi rossi e gonfi e tremava nonostante fosse coperta da un plaid,un altro poliziotto che era vicino ad un ragazzo in manette,poi Simone e Gordon,il quale aveva un labbro ferito.

- Oh mio Dio -esclamò Nicole- Cosa è successo qui? Eli stai bene? -chiese avvicinandosi all'interpellata la quale annui senza convinzione.

- Siete i signori Fulner? -chiese uno dei due poliziotti che stavano interrogando la mora.

- Si siamo noi. Ma che sta succedendo? E chi è il ragazzo arrestato-chiese agitata la donna.

- Stiamo interrogando la signorina Johnson e i signori Trumper su ciò che è successo quando la ragazza era sola in casa. Quel ragazzo,Lucas Birenti,lo conoscete?

- Io l'ho incontrato un paio di giorni fa,mi ha aiutato con la spesa perchè da sola era pesante,poi è entrato a fare quattro chiacchiere con Elisabeth. So che erano amici.

- Non proprio. Erano una coppia un tempo. Comunque,con la scusa di consolare la ragazza,ha tentato di stuprarla e a,quanto pare,non è la prima volta che ci prova,ma la seconda.

L'intera famiglia rimase di stucco di fronte quella rivelazione. Quel ragazzo dall'aspetto tanto tranquillo era in realtà un tipo violento che le aveva messo le mani addosso per due volte...
- Oh Eli -disse Victoria andando di corsa a stringere l'amica- Non avrei dovuto lasciarti da sola, sarei dovuta restare a casa con t...

- Vi -la interruppe la mora con voce flebile ma cercando di apparire sicura- Non è colpa tua né dei tuoi genitori. Quando lui vuole qualcosa non si ferma davanti a niente. La colpa è solo mia che mi ero fidata di lui perchè i bei ricordi di noi due insieme mi hanno annebbiato la mente per qualche minuto. Sto bene. Ho superato la prima volta,supererò anche questa ma per favore -disse poi guardando il resto della famiglia e i Trumper- quello che è successo non deve uscire da queste quattro mura. Non deve saperlo NESSUNO. Per favore.

- Elisabeth ma Bill ha il diri... -iniziò la madre del vocalist ma venendo interrotta dalla mora.

- Lui specialmente NON deve sapere niente. Nessuno altro deve saperlo. Lui sa già di quello che mi ha fatto la prima volta ed è già abbastanza difficile che voi sappiate questo. Avrei preferito affrontare il mio dolore da sola.

- Ma tu non sei e non sarai mai sola. Intesi? -disse Simone parlando a nome di tutti- Noi tutti ti vogliamo bene... Comunque accetto di non dire niente a Bill,ma ad una condizione: devi passare il Natale con noi,o meglio se l'intera famiglia vorrà e potrà lo passeremo insieme,in caso contrario tu dovrai esserci.

La famiglia si guardò in faccia e poi,pensando che per Elisabeth sarebbe stato meglio così, accettarono di unirsi a loro e quindi anche la mora accettò l'invito.

- Adesso non parliamo di quello che è successo ok? Voglio dimenticare,voglio dimenticarlo per sempre -poi dopo che i poliziotti si congedarono portando con loro Lucas disse rivolta all'amica- Vi non è che stanotte vorresti dormire con me? Non mi va di stare sola oggi.

- Ma certo sorellina -disse abbracciandola di nuovo- Non ti lascio sola e stasera,per iniziare a dimenticare, ci vediamo un bel film che mi sono fatta prestare oggi,Twilight,ok? E domani salto scuola,tanto c'è assemblea.

- Grazie va bene -disse la mora sorridendo finalmente- Ma ora che ne dite se mangiamo? Mi si è aperto lo stomaco e ho un pò di fame.

Tutti risero di fronte alla forza di quella ragazza così giovane ma così matura,che aveva nascosto una verità così grande e difficile,ma che adesso era pronta per chiudere finalmente con un passato violento per andare avanti con la sua vita da favola,come tutti ancora credevano che fosse,senza sapere in realtà il dolore e la sofferenza che la dilaniavano dentro a causa di foto che ritraevano una realtà diversa da ciò che credeva. Ma in questo caso Il Bene aveva trionfato sul male.
Continua
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Elisabeth,a casa con la febbre,riceve la visita di Lucas. I due salgono nella stanza della mora dove il ragazzo la fa sfogare,facendole liberare quel dolore che lei prova in seguito al "tradimento" di Bill. Ma Lucas ne approfitta e cerca di abusare di Elisabeth che urla e si dimena nel vano tentativo di liberarsi. Fortunatamente Simone e Gordon,che erano andati a casa dei Fulger per sincerarsi delle condizioni della mora,intervengono e salvano Elisabeth. Lucas viene arrestato ma Victoria ed i suoi genitori vengono a conoscenza di ciò che è successo. Elisabeth chiede di mantenere il silenzio sull'accaduto ed i presenti cercano di starle vicino,Simone la invita anche da loro per Natale...

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Capitolo 44
*** 44. L'incontro con Andreas ***


44. L'incontro con Andreas

Anche quegli ultimi due giorni che la separavano dalla verità erano trascorsi.Lucas era stato finalmente arrestato e così avrebbe pagato per tutto ciò che le aveva fatto e adesso non le avrebbe più fatto del male. Elisabeth si era ripresa dallo shock che aveva subito recentemente;volente o nolente avrebbe dovuto riprendersi perchè non poteva mostrarsi debole o traumatizzata quando i suoi amici sarebbero rientrati in patria. Quindi con l'aiuto di Victoria,che la obbligò letteralmente ad uscire e prendere un pò d'aria; tornò quasi del tutto ad essere quella di sempre. Ma ora il pensiero di quello che Lucas le aveva fatto era stato messo in secondo piano da qualcosa di molto importante: il ritorno di Bill. Già,il fatidico giorno della verità era arrivato e lei era più agitata e confusa che mai. In quei giorni aveva sempre trovato una scusa per limitare i dialoghi con lui e ci era riuscito senza farlo insospettire,ma,adesso che mancava neanche un'ora al loro appuntamento,era nervosa e decisamente arrabbiata. Il ricordo di Bill avvinghiato a quella bionda,visibilmente rifatta,le provocava ancora un'atroce pugnalata al cuore,una sofferenza che mai aveva provato per amore di un ragazzo. Nemmeno una ferita fisica avrebbe potuto procurarle il dolore che ancora la dilaniava dentro. Se avesse continuato a pensarci sarebbe impazzita quindi ritenne necessario fare qualcosa da fare che la distraesse almeno un pò. Guardò l'ora e vide che erano ancor le 10:30 e che aveva circa un'ora prima dell'incontro con la band a casa sua; quindi decise che una bella corsa avrebbe contribuito a farle scaricare un pò di nervosismo. Allora andò nella sua stanza e velocemente si spogliò,indossando una pesante tuta azzurra e due bei maglioni pesanti accompagnati dalla giacca in coordinato con il pantalone,per potersi così proteggere dal freddo glaciale che tempestava la città. Si infilò un bel paio di stivali impermeabili e antiscivolo per poter correre meglio su una strada ancora leggermente ricoperta da qualche strato di neve qua e là. Prese il suo I-pod,le chiavi ed uscì di casa. Si infilò le cuffie nelle orecchi e poi iniziò a correre,dapprima piano,poi sempre più forte;aveva proprio bisogno di svagarsi. Arrivò fino al parchetto lì vicino e,quando vide la ormai "loro panchina",la assalirono nuovamente un moto di tristezza,rabbia e delusione;in uno scatto d'ira diede un calcio alla panchina urlando a voce leggermente alta "Bastardo". Non era mai stata violenta ma adesso riusciva a fatica a trattenersi dall'esporre il suo dolore in un modo irrazionale.

- Devi proprio avercela a morte con qualcuno per comportarti così? -chiese una voce maschile alle sue spalle.

- Andreas -disse la mora riconoscendo il ragazzo e voltandosi verso di lui- Che ci fai qui?

- Facevo un giro -rispose avvicinandosi a lei per salutarla- e tu? Corri con questo tempaccio?

- Già,avevo bisogno di distrarmi un pò e fare qualcosa che mi tenesse impegnata.

- E come mai? Cosa è successo? Sempre se vuoi dirmelo -disse dolcemente anche se un pò preoccupato ricordando il calcio che le aveva visto sferrare.

- Scusa,non ho niente nei tuoi confronti,ma non me la sento di parlarne con nessuno. Scusami.

- Non preoccuparti. E' normale che tu non voglia parlare,ma credo che tu debba sfogarti e non tenerti tutto dentro. Sarebbe solo peggio perchè finiresti per scoppiare e fare azioni di cui ti potresti pentire -le disse il biondino saggiamente.

- Hai ragione Andy,ma tra poco risolverò tutti i miei problemi. E di sicuro,se devi preoccuparti di qualcosa,devi preoccuparti di cosa farò dopo aver parlato con una persona. Potresti anche leggere molto presto un giornale con in prima pagina la notizia "Elisabeth Johnson arrestata per aver barbaramente (anche se giustamente) ucciso un grandissimo stronzo e bastardo tedesco..."

- "Che ha come nome Bill Kaulitz" -disse il ragazzo "completando" la frase della mora.

Elisabeth lo guardò ad occhi sgranati.
- Co...cosa stai dicendo? -balbettò ancora colpita dall'arguzia dell'amico.

- Non ci vuole di sicuro la scienza per capire che avete litigato -disse lui sorridendo- In fondo è lui l'unica persona che io conosco per cui arriveresti fino a tanto.

Dal silenzio che seguì la sua frase,capì di aver intuito il motivo che di tutta quell'ira e di quegli occhi che adesso erano diventati lucidi. Quindi le si avvicinò e le strinse in un dolce abbraccio.
- Qualunque cosa sia successa -iniziò cullandola tra le braccia- si risolverà tutto. Lui ti ama sul serio,Eli.

- Non credo -disse separandosi da quel rifugio rassicurante- Questa volta è una cosa seria che ha fatto crollare tutto ciò che pensavo di lui. Non so se si risolverà questa volta. Lo vorrei tanto ma... -fece una lunga pausa ma poi non riuscì ad andare avanti- Scusa ma non mi va di parlarne.

- Va bene Eli. Non ti costringerò a parlare,ma sappi che io ci sono sempre per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Certo questo non significa che per "sfogarti con qualcuno" tu debba sfogare la tua rabbia e le tue energie picchiandomi come hai fatto con quella povera panchina! -esclamò sorridendo e facendo finalmente nascere un dolce sorriso sul volto della ragazza.

- Grazie Andy -lo abbracciò- Sei un amico; tranquillo,non ti pesterei mai,non sono così violenta. Ora credo sia meglio che io vada. Ho bisogno di una doccia calda;comincio a sentire freddo -disse sfregandosi le braccia,poi si avvicinò al ragazzo stampandogli un sonoro bacio sulla guancia- Grazie mille. Ti voglio bene. Ciao e a presto.

- Te ne voglio anche io e mi ha fatto piacere vederti. Stai attenta a non fare qualche scivolone mentre torni a casa.

Lei gli sorrise e gli voltò le spalle incamminandosi lungo il vialetto ma un'ulteriore frase di Andreas la congelò sul posto.
- Bill ti ama sul serio. Qualunque cose abbia fatto,lui avrà una valida giustificazione. Per te farebbe davvero di tutto e non vorrebbe perderti mai. Ormai la sua vita sei tu!

Quelle parole,quella frase la colpirono come un pugno nello stomaco. Lui l'amava davvero a tal punto? Poi la sua mente vagò indietro nel tempo fino a tornare alla sera del loro fidanzamento ufficiale quando lui,dopo i brindisi,l'aveva portata fuori sul balconcino del locale ed insieme avevano iniziato a guardare quel cielo stupendo che sembrava sorridergli,quelle stelle che sembravano brillare più forte solo per loro,quasi partecipassero anch0essi alla loro felictà. poi lui le prese la mano,la fece voltare e le disse un frase che non si sarebbe aspettata e che avrebbe portato per sempre dentro il suo cuore.

- Ti amo Lizie,adesso...la mia vita sei tu!!! -le aveva detto guardandola dolcemente negli occhi che brillavano per la felicità. Poi aveva sigillato quella frase,quella "promessa" con un bacio ricco d'amore.

Quella frase uscita dalla bocca di Andreas la uccise ancor di più. Per quanto odiasse Bill per averla tradita,non poteva fare a meno di amarlo. Ma ormai qualcosa tra di loro si era spezzato e lei non sapeva cosa e se questo sarebbe potuto risanarsi. Ormai la verità era vicina,molto vicina. A quel pensiero il suo cuore iniziò a tamburellare forte per il nervoso e l'ansia oltre che per tutta la rabbia ed il dolore che già l'affliggevano. Poi si girò verso Andreas,ma lui er sparito portando con sè la sua perla di saggezza che forse avrebbe potuto aiutarla a riflettere su una decisione così importante. Sospirò rassegnata,poi fece dietro-front e iniziò a correre verso casa per prepararsi. Durante il tragitto,nonostante la musica alta nelle orecchie,risuonavano le parole dell'amico... Bill ti ama sul serio... Se fosse vero non avrebbe fatto una cosa così grave da ferirla nel profondo,come aveva potuto usarla a suo piacimento e continuare a dire di amarla. Qual era la sua vera persona? Si chiedeva se Bill fosse mai stato sincero e vero con lei e,mentre cercava dentro di sè una risposta,il suo occhio notò una cosa che non c'era quando lei era uscita: parcheggiato davanti alla casa Fulner una Pulmino grigio sfavillante. Sembrava quasi quello dei... No non potevano essere loro,non ancora per lo meno. Guardò il suo orologio: le 11:03. Era ancora presto quindi non potevano essere i ragazzi. Non era ancora pronta,non solo esteticamente ma soprattutto psicologicamente. Alla fine si disse che l'unico modo per scoprire se i suoi dubbi fossero infondati o meno era entrare in casa. Proprio nel momento in cui la chiave girò nella serratura permettendo così di aprire la porta,le arrivò all'orecchio una risata familiare,fin troppo familiare. Aprì la porta ed entrò dentro. Si pulì bene i piedi e poi si diresse in soggiorno;lì ad accoglierla oltre a Nicole e a Victoria c'erano Saki e anche i Tokio hotel al gran completo.
Continua
 

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Capitolo 45
*** 45. Il ritorno dei Tokio hotel ***


45. Il ritorno dei Tokio hotel

Elisabeth non si aspettava di trovarli a casa già a quell'ora;erano in anticipo. Guardò tutti quegli occhi puntati su di lei e solo in quel momento si accorse di non aver proferito parola da quando era entrata nella stanza. Allora si fece forza e si ricompose assumendo l'espressione di una ragazza (fintamente) felice di rivedere la band,non che non fosse felice di vederli,non era felice di rivedere LUI. Si avvicinò prima a Georg,regalandogli un caloroso abbraccio,che diede anche a Gustav e Tom,dimenticando per un attimo il modo in cui loro due si erano lasciati. Tutti erano felici di rivederla. Infine arrivò la parte più difficile: salutare Bill invece di mandarlo all'altro mondo. Quando i loro occhi si incrociarono, sentì una forte fitta all'altezza del lato sinistro del petto. Il suo cuore aveva ripreso a sanguinare. Vide le labbra del vocalist distendersi in un raggiante sorriso,poi sentì la sua mano destra afferrarle un braccio per portarla verso di lui e stringerla in un fortissimo abbraccio. Un'ondata di profumo la travolse,il suo profumo,quello che la faceva impazzire ogni volta che lo stringeva,lo baciava,facevano l'amore. A quel ricordo una calda lacrima le solco la guancia ma lei l'asciugò subito perchè doveva essere forte. Bill si sciolse da quell'abbraccio e poi si chinò sul suo volto.

- Mi sei mancata tantissimo,mia dolce Lizie! -disse baciandola e cercando di approfondire il contatto ma la mora glielo impedì.

Lui sapeva che lei odiava dare spettacolo in luogo pubblico e quindi limitava sempre i loro saluti a dei dolcissimi baci. Quindi pensò che il motivo fosse quello.
Lei però non rispose come avrebbe di sicuro fatto prima e questo di sicuro non passò inosservato a qualcuno. Poi la mora lo guardò meglio in faccia e notò qualcosa di diverso. I capelli. Aveva tagliato la sua lunga chioma,che ora arrivava sino alle spalle,e aveva un ciuffo che cadeva sull'occhio destro. Era davvero sexy con quella nuova acconciatura... Ma che stava dicendo?! Si schiaffeggiò mentalmente per poi tornare a prestare attenzione al ragazzo.

- Bill,i...i tuoi...capelli -disse colta alla sprovvista da quel cambio di look- Li hai tagliati.

- Si -rispose sorridendo accarezzandole la guancia- Era questa la sorpresa di cui ti avevo parlato qualche giorno fa. Ti piacciono?

- S...si -rispose semplicemente balbettando.

A momenti non riusciva a parlargli se non a a monosillabi,non riusciva a vedere in lui la persona che amava prima che partisse.
- Ti stanno bene -aggiunse poi prendendo una ciocca dei capelli tra le mani per constatarne la lunghezza.

Poi si voltò verso gli altri e solo allora notò che Bill non era solo ad avere cambiato look. Si diresse quindi verso il suo gemello con dei cornows neri.
- Tom...i tuoi rasta..

- Volevo cambiare look ed eccomi adesso con le mie treccine. Mi fanno decisamente più sexy.

Elisabeth non potè ribattere perchè era vero;adesso Tom sembrava davvero molto sexy. Ma forse lo era sempre stato,ma lei era troppo occupata ad amare uno stronzo per notarlo. Però ora che il suo amore per Bill era in crisi ed aveva voglia di vendetta,riusciva a vedere dei lati del chitarrista che prima non era riuscita a vedere.

- Già -disse prima di vedere un sorriso compiaciuto nascere dalle labbra del ragazzo- Ora se mi scusate,vado a farmi una doccia calda. Ne ho proprio bisogno. A dopo.
Detto questo girò i tacchi,sorrise al proprio "ragazzo" e poi sparì dalla loro visuale.

Entrò in camera sua,prese un ricambio d'abiti e poi andò in bagno dove,una volta aperta l'acqua calda,si lasciò colpire le spalle. Quello che era successo pochi istanti prima era stato troppo intenso per lei. Rivedere il ragazzo della sua vita,quello che lei riteneva tale,così bello,così falsamente innamorato di lei le aveva fatto male e le faceva venire una gran voglia di urlare. Non aveva immaginato che la scena si sarebbe svolta in questo modo,pensava che sarebbe stata una brava attrice e invece...si era congedata con la scusa della doccia calda per scappare da lui. E quel bacio che lui le aveva dato... Aveva cercato di far penetrare la sua lingua nella propria bocca ma lei non ce l'aveva fatta a ricambiare il suo gesto. Quando l'aveva baciata,le erano ritornate in mente le immagini di quelle foto,il dolore che aveva provato nel vederle,e non era riuscito a baciarlo. Ma l'ingenuità del ragazzo era tale che non aveva sospettato nulla,nè in quel gesto nè nelle chiamate o nei messaggi precedenti. Ora voleva vendetta. Lui doveva provare lo stesso dolore,la stessa sofferenza che aveva patito lei. Elisabeth aprì gli occhi di scattò quando si fece spazio nella sua mente un pensiero terrificante: e se lui non l'avesse mai amata e l'avesse usata solo per il sesso? In quel caso niente sarebbe riuscito a farlo soffrire neanche la vendetta più atroce escogitata dalla mente più contorta e malvagia. Non sapeva più cosa fare,nè come comportarsi. Da un lato voleva davvero vendicarsi ma dall'altro voleva solo mollare tutto e percorrere una strada tutta sua. Di una cosa era sicura: per ora avrebbe fatto finta di niente, almeno durante le vacanze natalizie perchè non voleva rovinare il Natale a nessuno e specialmente a Simone e Gordon,che avevano fatto tanto per lei. Dopo le feste avrebbe parlato con Bill chiedendo delle spiegazioni sull'accaduto con la bionda rifatta se lui non avesse confessato niente. Era tutto così difficile: dover rinunciare ad un amore in cui aveva creduto con tutta se stessa,dover fingere con lui,doverlo baciare invece di schiaffeggiarlo. Ma perchè doveva succedere tutto a lei??? Poi all'improvviso nella sua mente balenò la figura di un ragazzo alto,snello,sexy,con un maledetto piercing sul labbro e quei capelli così affascinanti: Tom. Ricordava ancora il modo in cui si erano lasciati,la gelosia che aveva provato alla notizia che lui doveva parlare con Victoria;cosa doveva dirle? E perchè adesso era così tranquillo e faceva finta che tra loro non fosse successo niente tra di loro il giorno dell'Immacolata? Che lui non l'abbia mai amata ma presa solo in giro? Non sarebbe una novità,anzi,pensò,sarebbe una cosa propria dei gemelli Kaulitz. Però ricordo come lo aveva visto sexy pochi minuti prima e questo non fece altro che crearle una maggior confusione in testa. Però quel sorriso così dolce...

- Basta! -disse prendendosi la testa tra le mani- Non ne posso più. Maledetti Kaulitz. Sto impazzendo a causa vostra.

Lasciò che l'acqua calda le cadesse sul volto,come a cancellare i pensieri che l'assillavano, e poi usc' dalla doccia,si asciugò e poi si vestì velocemente. Poi scese in salotto e vide solo Gustav e Tom. Forse Bill e Georg erano usciti fuori un attimo. Comunque approfittò della mancanza del vocalist per poter parlare con il moro ex-rastaro di Victoria.

- Tom -lo chiamò dolcemente e aspettò che lui si girasse per continuare- Puoi seguirmi un attimo?

- Certo -poi si rivolse agli altri- Scusateci.

Poi seguì la mora che lo fece salire dentro alla sua stanza. "Che buon profumo che c'è in questa stanza" pensò il ragazzo "questo posto sa di lei".

- Scusami se ti ho disturbato ma devo parlarti -iniziò la mora.

- Tranquilla Eli. Dimmi. Di cosa vuoi parlarmi? -chiese lui sedendosi sul letto e facendo segno alla ragazza di sedersi accanto a lui.

- Di te e Victoria -disse andando dritto al nocciolo della situazione.

- Sc...scusa? Non ho capito.

- Invece hai capito benissimo,cosa devi dire a Victoria? -chiese incrociando le braccia al petto.

- Perchè vuoi saperlo?

- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda quindi rispondi.

- Ok. Non sono cose che ti interessano.

- Invece sì. Perchè tu l'hai già ferita una volta e non ti permetterò di farlo un'altra volta ancora.

- E' solo questo il motivo della tua domanda? -chiese malizioso avvicinandosi a lei.

- Sì e ora gradirei una risposta -affermò decisa per niente intimorita dal ragazzo perchè era presa dal suo proposito di aiutare l'amica.

- Voglio dirle che voglio uscire ancora con lei.

- COSA??? Scherzi vero? -chiese scandalizzata.

- No perchè? -replicò lui da finto ingenuo.

- Tu vuoi invitarla ad uscire con te per l'unico scopo di portartela a letto. Ammettilo.

- Ma per chi mi hai preso? Per un maniaco? -rispose lui leggermente stizzito.

- Sì -rispose seria lei.

- Non sono cavoli tuoi quel che voglio fare con la tua amichetta.

- Si che lo sono. Non ti permetterò di farla soffrire a causa del tuo maledetto egoismo. E poi tu non hai neanche le palle di ammettere che tu la vuoi invitare ad uscire solo per fartela.

Intanto Victoria era salita per vedere che fine avessero fatto quei due,quando,sentendoli discutere si fermò dietro alla porta ascoltando il loro discorso.

- Vuoi la verità eh? -sputò allora Tom- Sì,la tua amichetta è brava a scopare ed è per questo che voglio uscire ancora con lei. Contenta adesso? Io sono un uomo con le palle.

- Già,ma spero che qualcuno prima o poi te le stacchi quei cosi maledetti -disse la bionda entrata di soppiatto nella stanza dopo aver udito quelle parole- Non sarò così stupida da commettere lo stesso errore due volte. Sei uno stronzo senza cuore -disse piangendo prima di correre via.

- Ecco visto cosa hai fatto? -disse Elisabeth arrabbiata con lui e preoccupata per l'amica.

- Non ho fatto proprio niente -si difese lui.

- Invece ti sei comportato da emerito stronzo. Vado da lei -avanzò raggiungendo la porta ma,prima di uscire,si voltò di nuovo verso di lui- Sei un grandissimo bastardo cazzuto.

Poi uscì battendosi la porta alle spalle lasciando il ragazzo attonito di fronte al suo comportamento. Ma poi gli nacque un sorriso sulle labbra. Quella sembrava più una scenata di gelosia;forse lei si stava finalmente innamorando di lui. E con questa nuova speranza nel cuore,uscì dalla stanza e raggiunse gli altri in salotto.

- Victoria apri questa porta -disse Elisabeth battendo i pugni sulla porta dell'amica- Sono io...sono da sola.

Dopo un paio di minuti la porta si aprì e la mora vide la sua amica con gli occhi rossi per il pianto. Senza pensarci due volte l'abbracciò forte lasciando che lei si sfogasse liberamente. Era inutile: Tom Kaulitz era il solito animale senza cuore. Com'era possibile che si comportasse così con le altre e a lei dicesse di essere innamorato di lei? Come può un ragazzo innamorato comportarsi da verme con le altre?

- E...Eli -balbettò l'amica scossa dal pianto- Avevi ragione tu. Vo...voleva solo il mio corpo.

- Shh -la cullò ancora la mora- Non preoccuparti adesso. Lui non ti toccherà più. Ora che hai finalmente aperto gli occhi,sai con che razza di ragazzo di sei andata a coinvolgere. Vi -disse dolcemente facendo alzare il volto della bionda- Tom può andare bene come amico ma non come ragazzo. Non cadere più nella sua trappola. Lui sa ammaliare bene le persone,ma poi si dimostra un vero stronzo. Non permetterò che ti faccia soffrire. Prometto.

- Grazie -sorrise finalmente- Sei un'amica fantastica. Non so come avrei fatto senza di te.

Elisabeth sorrise dopo quelle parole.
-Grazie amica mia pazzerella -disse scompigliandole i capelli.

- Ehi -protestò sempre ridendo Victoria- Comunque,hai ragione. Non vale la pena piangere per un ragazzo insensibile come lui. Gli farò vedere che sono forte e che non cadrrò più ai suoi piedi. D'ora in poi lo tratterò come un amico qualunque, Niente di più -affermò risoluta.

- Brava... E' così che si fa. E adesso -disse afferrando il braccio dell'amica- che ne dici se ti vai a lavare la faccia e scendiamo giù dagli altri?

- Si... Così gli faccio vedere che sto benissimo anche senza di lui.

- Sei così carina che ne troverai di ragazzi mille volte migliori di Tom... -disse facendole l'occhiolino- Ora andiamo.
E così insieme uscirono dalla stanza,andarono in bagno dove la bionda si lavò la faccia e si sistemò al meglio per non dare l'impressione di aver pianto,e poi insieme scesero a braccetto nel salotto.
Continua
 

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Capitolo 46
*** 46. La vigilia di Natale ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco altri quattro nuovi capitoli della mia storia,capitoli in cui i problemi sembrano rincorrere i nostri personaggi destinati a soffrire. Spero che questi capitoli vi piacciano,ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,grazie per aver recensito i capitoli precedenti e non preoccuparti per gli altri,può capitare di dimenticare qualcosa. Immagino cosa tu abbia pensato su Lucas,altre persone l'hanno pensata come te se non peggio xD Tom è molto particolare,sembra quasi che abbia una certa disposizione a sbagliare sempre. Per quel che riguarda Bill ed Elisabeth...beh sarà davvero un periodo duro e difficili e se leggi questi capitoli capirai il perché. Sono felice che i quattro capitoli precedenti ti siano piaciuti ma devo precisare una cosa che già avevo detto l'autunno scorso: poiché,come avrai notato,ho problemi di connessione e mi connetto una volta al mese,sono costretta a postare un certo numero di capitoli per "compensare" la lunga assenza. Inoltre la storia è lunga e,postando un capitolo al mese,finirei tra due anni :p invece così completerò ad agosto. Anche a me piacerebbe postare un capitolo alla volta come un tempo ma per ora non posso,mi dispiace. Se ti viene difficile,potresti fare come faccio io con le altre storie: le salvo in un documento sul pc,al termine di ogni capitolo scrivo una piccola recensione e poi le invio quando mi connetto. Comunque,spero che continuerai a seguire la mia storia,mi farebbe piacere. Grazie ancora per il commento precedente... Alla prossima :) un bacio.
Vorrei fare un ringraziamento sincero anche a JuJy_ToKieTTA_ e meky94 per aver aggiunto la mia storia tra le preferite,vi ringrazio davero;e grazie anche niky95 per avermi aggiunta tra le seguite. Sono molto felice e spero che un giorno mi diciate cosa pensate di questa storia :)
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò i prossimi cinque capitoli intorno al 9 giugno... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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46. La vigilia di Natale

24 dicembre. La vigilia di Natale era arrivata e con essa anche la cena a casa di Simone. Elisabeth era sempre più nervosa e niente riusciva a calmarla,nemmeno l'atmosfera natalizia che aleggiava in casa sua e nell'intero Paese. La sua testa era sempre rivolta alla situazione con Bill. Lui non sapeva che lei era a conoscenza di ciò che aveva fatto e lui non aveva assolutamente rivelato niente. Ma lei aveva capito che c'era qualcosa che non andava grazie ai suoi occhi. Quel mare d'oro da cui traspirava ogni singola emozione e sensazione,quel mare d'oro che luccicava imperterrito,adesso era spento. I suoi occhi erano leggermente schivi e velati da un tocco di tristezza e paura. Quegli occhi,in cui lei amava riflettere i suoi,adesso riflettevano solo uno specchio di falsità. Elisabeth aveva cercato in tutti i modi di limitare i contatti con lui e ci era riuscita,ma adesso sarebbe stato molto difficile: avrebbe dovuto recitare la parte della ragazza felice ed innamorata al fianco di un ragazzo falso e bugiardo. L'impresa sarebbe stata ardua,ma ce l'avrebbe fatta per il bene di Simone e Gordon,le uniche due persone oneste in quella famiglia che avevano mantenuto la promessa di celare l'accaduto con Lucas. Lucas...se ancora ci pensava le venivano i brividi. Ancora una volta le aveva sconvolto la vita,le aveva ferito l'anima,ma adesso si era ripresa grazie a coloro che le volevano davvero bene ed era riuscita a reagire. Era diventata una ragazza forte sotto certi aspetti ma debole per altri;un suo aspetto debole era appunto Bill. Lei lo amava ancora nonostante tutto ma non riusciva a dimenticare ed a perdonarlo,non riusciva a vederlo con gli occhi di una tipica ragazza innamorata. Credeva che la loro storia fosse fondata su una bugia,una bugia che aveva frantumato in mille pezzi la favola in cui era vissuta finora,la favola del suo amore...

- Eli sei pronta? -chiese Victoria entrando nella sua stanza.

- Sì Vi,sono pronta. Sto scendendo -disse regalandole un sorriso prima di vederla uscire dalla camera.

Era contenta che la bionda avesse deciso di mettere una pietra sopra la sua "relazione" con Tom. Non si meritava di soffrire per uno come lui... Di sicuro avrebbe presto trovato il ragazzo giusto. Sorrise a questo pensiero.
La mora si girò verso lo specchio osservando la sua immagine riflessa. Aveva deciso di essere semplice ma carina quindi aveva optato per un paio di pantaloni bianchi contornati di brillantini all'altezza della cucitura lungo i fianchi,un dolcevita nero stretto sul petto e più ampio nella vita,sovrastata da una cintura semplice grigia e bianca,un paio di stivali che le arrivavano ai polpacci. Indossava un paio di lunghi orecchini,che le aveva regalato Jennifer il Natale precedente, coordinati alla collana a forma di sole su cui erano presenti le loro iniziali. I suoi occhi erano contornati da un leggero strato di matita nera,che metteva in evidenza l'azzurro dei suoi occhi,le sue labbra erano deliziate da un lipgloss alla vaniglia. Era davvero carina e si chiese come avrebbe reagito Bill vedendola così dopo tanto tempo. Si osservò altri due secondi cercando di liberarsi dalla tensione che l'attanagliava,prese la sua borsa,fece un profondo respiro ed uscì dalla sua stanza. In salotto trovò Victoria parlare con Bill. Rimase bloccata di fronte alla bellezza del ragazzo: aveva un paio di jeans neri con,alla vita,la sua personale cintura BK,indossava una camicia bianca leggermente sbottonata ed aveva legato intorno al collo,deliziato da un paio di collane poco appariscenti,un semplice golfino bianco. I suoi capelli erano sparati in aria,formando una cresta con un ciuffo che ricopriva leggermente l'occhio destro. I suoi occhi,quei bellissimi pozzi d'oro,erano immancabilmente contornati di nero. Era semplicemente bellissimo in quella veste da ragazzo normale. Un sorriso nacque spontaneo sulle labbra del ragazzo.

- Sei stupenda Liz! -esclamò Bill immobile a contemplare la figura della ragazza per poi avvicinarsi e baciarla dolcemente.

- Grazie -rispose lei arrossendo leggermente- Anche tu non sei male.

Il ragazzo sorrise poi si avviò verso il guardaroba dove prelvò la giacca della mora,la raggiunse e l'aiutò ad indossarla come un vero galantuomo ed infine le porse il braccio che lei accettò prontamente.
- Se è pronta,signorina,possiamo andare -le disse scherzosamente sorridendo.

Elisabeth annuì semplicemente e,dopo che entrambi salutarono tutti,si avviarono verso il grande Suv di...Tom? Inarcò un sopracciglio e Bill sembrò leggerle nel pensiero.

- Sì,è il Suv di Tom. Non avevo le catene per la neve per la mia macchina quindi mi ha proibito di prenderla urlandomi "Tu non esci con quel catorcio senza le catene! La strada è pericolosa. Prendi la mia che è una signora macchina e vedi di farmela tornare senza neanche un graffio" -disse il vocalist cercando di imitare la voce del fratello e facendo scoppiare a ridere la ragazza- Ed eccomi qui- concluse sorridendo,poi da vero cavaliere aprì lo sportello del passeggero lasciando che Elisabeth prendesse posto.

- Grazie -disse la ragazza mascherando un pensiero che le era nato in quall'istante: è davvero così gentile perchè vuole esserlo o perchè in qualche modo vuole fare ammenda?

Bill salì nell'enorme macchina del fratello e cominciò a dirigersi verso casa propria. Durante il tragitto le raccontò brevemente dell'enorme successo che avevano riscosso durante il loro minitour promozionale e delle molte richieste di fare un ulteriore concerto da quelle parti. Elisabeth lo osservò mentre dalle sue labbra usciva qual fiume di parole con un nonché di allegria e,negli istanti in cui incrociava i suoi occhi,riusciva a leggervi dentro un'immensa felicità,gioia e orgoglio. Tutto questo gli era stato donato grazie ai suoi successi,al suo duro lavoro che finalmente riusciva ad ottenere i risultati che si meritava. Vedeva in quegli occhi la luce di chi si sente realizzato e non riuscì a trattenere un sorriso che però si spense quasi subito non appena le riaffiorarono nella mente i ricordi di quelle foto. Una profonda "ferita" la colpì dritta al cuore e una nuova ondata di tristezza l'avvolse.

-Siamo arrivati.

La voce di Bill la riportò alla realtà;cercò di scacciare via i pensieri negativi e di dipingersi sul volto uno dei suoi migliori sorriso e scese dalla macchina per avviarsi poi con il ragazza verso la casa dei suoi genitori. Una volta dentro vennero accolti da un clima caldo e familiare e da un dolce profumino che fecero intuire che i preparativi per la cena erano quasi giunti al termine. Si diressero verso la cucina dove furono accolti calorosamente,specialmente Elisabeth.

- Oh cara! -esclamò Simone stringendo forte la ragazza- Che bello averti qui questa sera. Sono molto felice che tu abbia accettato di passare il Natale con noi -concluse sorridente.

- Salve Simone -poi rivolgendosi al resto dei presenti- Buona sera anche a lei Gordon. Ciao Tom -poi ritornando a guardare la donna- anche io sono molto felice di essere qui con voi questa sera anche se...questa è una festa di famiglia.

A quella frase un silenzio carico di stupore calò sulla stanza,un silenzio che fu rotto dalle dolce parole della madre dei gemelli.
- Elisabeth hai ragione,questa è una festa di famiglia ma tu,dal preciso istante in cui hai rubato il cuore di mio figlio Bill,sei diventata automaticamente un membro della nostra famiglia.

La mora la guardò esterrefatta,sinceramente colpita dalle dolci e,allo stesso tempo,forti parole della donna;notò poi che Bill,accanto a lei,stendeva le labbra in un dolce sorriso colmo di affetto e gratitudine,un sorriso molto simile che trovò anche nel volto di Gordon ma che non trovò in quello di Tom che,invece,sembrava essersi leggermente rabbuiato. Una carezza di Bill la riportò alla realtà risvegliandola dalle sue constatazioni.

- Simone,io...io non so che dire -disse leggermente scossa ed imbarazzata.

- Non devi dire niente. E' la realtà dei fatti.

- Grazie -disse infine la mora sorridendo di fronte il volto angelico della donna- Graie davvero.

- Non c'è niente di cui tu dovresti ringraziarmi -poi sbattendo le mani si rivolse a tutti quanti- Che ne dite se voi due,Gordon e Tom,andate a controllare se di là è tutto apposto e se c'è la legna che occorre per il camino? E nessuna replica. Filate! -ordinò sorridendo allegramente di fronte alle smorfie di disappunto dei due poveri mal capitati.

- Posso darle una mano? -chiese Elisabeth.

- Eli,dammi del tu per favore. E comunque non serve,non preoccuparti. Qui me la sbrigo benissimo da sola. Tu sei un'ospite quindi puoi fare tutto ciò che vuoi tranne restare qui in cucina. E non replicare neanche tu.

- Ok ok mi arrendo -rispose sorridendo.- Allora mamma,la rapisco io -disse Bill prendendole la mano- Voglio farle vedere alcune foto e video di questo minitour. A dopo.

Detto questo non diede né a Eli né alla madre il tempo di rispondere che trascinò via la mora e la portò nella sua stanza. Una volta dentro,Bill andò verso la sua valigia e ne uscì la sua innovatissima fotocamera digitale,invitò la mora a sedersi con lui sul letto ed iniziò a mostrarle le foto commentandole. Sorrise di fronte ad una foto di Gustav che rincorreva Georg perchè gli aveva rubato le sue adorate bacchette,quando vide Bill fare delle strane facce disgustate per qualcosa che doveva aver visto ed infine scoppiò a ridere quando vide la foto che immortalava Tom bloccato in in groviglio di cavi e fili in seguito ad una caduta divertentissima. Bill rimase a guardarla mentre si asciugava una lacrima causata dalle troppe risate ma poi non resistette più e la baciò all'improvviso cogliendola alla sprovvista. La mora ricambiò dopo un pò,si lasciò trasportate dai sentimenti che ancora provava per lui;lo amava e lo odiava contemporaneamente e non sapeva come comportarsi in quel momento. Dopo un paio di secondi sentì la sua schiena adagiarsi dolcemente sul materasso ed il peso del ragazzo sopra il suo corpo. I suoi baci erano diventati più ardenti,più passionali;aveva iniziato a depositare dei vogliosi baci sul collo torturandola con delicatezza;poi sentì la sua eccitazione premere contro la sua gamba e,a quel punto,il suo cervello ripartì: Bill voleva fare l'amore. Ma lei no,non voleva essere nuovamente usata. Proprio nel momento in cui il vocalist le aveva messo una mano sotto la maglietta,lei lo fermò bruscamente. Il ragazzo,sbalordito dal suo comportamento,non ebbe il tempo di chiedere cosa succedesse che sentì un forte dolore sulla guancia sinistra. Elisabeth gli aveva dato uno schiaffo.
Continua
 

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Capitolo 47
*** 47. Il momento della verità ***


47. Il momento della verità

- Lizie ma... -cercò di chiedere prima di essere interrotto dalla mora.

- Non chiamarmi Lizie! -gli ordinò togliendoselo definitivamente di dosso e rialzandosi dal letto guardandolo furente- Con quale faccia ti presenti di nuovo da me? Con quale coraggio credi che saremmo andati a letto insieme?

Nel frattempo Tom stava salendo in camera sua a cambiarsi quando dalla stanza del fratello sentì provenire delle urla,quelle di Elisabeth;allora si accostò alla porta e restò ad ascoltare.

- Eli...ma che diavolo ti prende? -chiese il vocalist riprendendosi dallo shock temporaneo- Per quale motivo ti comporti così? Perchè mi hai schiaffeggiato?

- E hai pure il coraggio di chiederlo?! Sei un bastardo! Ecco perchè. Sei un fottutissimo bastardo!

- Ma che diamine ti prende eh? -urlò allora Bill,ma poi se ne pentì quando vide gli occhi della mora velarsi di lacrime. Allora si avvicinò e le sfiorò la mano ma lei indietreggiò ed iniziò a parlare con un tono basso e triste,deluso,ferito.

- Tu hai sempre detto di amarmi,che per te ero importante,che non avresti mai fatto niente che avesse potuto farmi del male,che avesse potuto ferirmi,ma non era vero niente.

- Non è vero Lizie.

- Stai zitto Bill! Tu non mi hai mai amata davvero,non mi hai mai considerata importante e mi hai ferita. Bill mi hai mentito. La nostra storia è solo una bugia e basta;ti sei solo preso gioco di me e...mi hai soltanto usata -disse infine lasciando scappare quelle lacrime che aveva cercato di trattenere.

- Ma...cosa stai dicendo? Come puoi dire questo? Pensi davvero che io ti abbia solo usata e non ti abbia mai amata? Se fosse davvero così,perchè cazzo avrei quasi rovinato il mio rapporto con Tom quando si è approfittato di te? Perchè ti avrei seguita in Italia per portarti indietro e starti vicino? Perchè ti avrei proposto un fidanzamento ufficiale? Solo per divertimento,per finzione? No cazzo,NO! -urlò leggermente adirato- Ho fatto tutto questo perchè ti amo davvero e...non ti ho mai vista come un oggetto di divertimento. Ti amo e sei davvero importante per me;non posso stare senza di te,senza i tuoi occhi,senza il tuo amore...

- Se è davvero così -lo interruppe lei guardandolo negli occhi ed alzando un pò la voce- perchè mi hai tradita?

Bill sbiancò,rimase allibito di fronte a quella domanda. Sentì le sue gambe tremare e le sue forze venirgli meno tanto da doversi sedere sul letto. Lei sapeva. Incrociò i suoi occhi e vi lesse frustrazione,odio e delusione ed il responsabile era lui. Si sentì avvolgere dalla paura;lei si sentiva tradita e presa in giro perchè lui le aveva nascosto la verità. Dopo un minuto di silenzio decise che era arrivato il momento di rivelare tutto.
- Lizie non è come credi. Io...

- Non dire cazzate Bill -lo interruppe adirata sentendosi presa in giro- ho visto con i miei occhi te e quella biondina baciarvi e strusciarvi. Se davvero volevi tradirmi,potevi almeno avere la decenza di farlo in privato o -si fermò un istante poi,abbassando,il capo disse con un tono lieve- potevi lasciami,farmi evitare questa umiliazione,questa sofferenza.

A quelle parole Bill saltò dal letto e la prese per le spalle.
- Non ho mai avuto intenzione di lasciarti,né di tradirti e non lo farò mai. Ti amo davvero.

- Non dirlo più! Non ti credo. Tu non mi ami...forse non mi hai mai amata.

-Lizie,tu adesso mi ascolti senza interrompermi chiaro? -le ordinò dolcemente- Io ti ho sempre amata,sono sempre stato bene con te,sono felice,completo,da quando tu sei entrata nella mia vita. Mi hai donato l'unica cosa che mi mancava davvero:l'amore. Quello che è successo con quella ragazza è stato un errore;avevo alzato un pò il gomito e lei mi si è avvicinata,ma quando l'ho guardata io non vedevo lei...io vedevo te. Ero convinto che fossi tu! Sentivo così tanto la tua mancanza che,appena ho creduto di averti davanti,ho stretto e baciato quella ragazza. Gustav mi ha fermato e mi ha fatto aprire gli occhi. Appena ho capito ciò che avevo fatto,ho cominciato ad odiarmi,a farmi schifo. Il senso di colpa mi torturava. Mi ero ripromesso di dirti tutta la verità sperando che tu potessi capirmi e perdonarmi.

- Ma non l'hai fatto -si intromise la mora.

- E alla fine -continuò Bill facendo finta di non aver sentito- avevo preso la decisione di dirti ogni cosa una volta che si fossero concluse le vacanze natalizie. Credimi Lizie,io non ti tradirei mai.

- Bill,io non riesco a crederti. Come credi che mi sia sentita quando ho visto quelle foto? Mi sono sentita ferita,umiliata,usata...tradita dalla persona che credevo di amare e che credevo mi amasse e che,invece,alla prima occasione,mi colpisce alle spalle. Tu hai rovinato tutto Bill.

Il vocalist si pietrificò sul posto. Appena assimilò il significato di quelle parole,si piombò sulla ragazza e la strinse tra le braccia scuotendola leggermente.
- Che vuoi dire Lizie? Non mi ami più? Vuoi che la nostra storia finisca? Rispondimi Elisabeth! Non mi ami più?

- SMETTILA BILL! -urlò la ragazza piangendo liberandosi dalle braccia del ragazzo- Non so cosa provo. Credo di amarti ancora,non lo so. Ma io...non...non mi fido più di te... Mi dispiace,ma non so che senso abbia restare con qualcuno di cui non hai fiducia.

- Non puoi lasciarmi! Ci amiamo ancora. Farò di tutto per riconquistare la tua fiducia,ma... -abbassò la voce e,usando un tono supplichevole,si avvicinò alla ragazza stringendole dolcemente le mani- non lasciarmi.

La mora fu colpita al cuore dal tono usato dal ragazzo. In pochi secondi si vide davanti i momenti che aveva passato con lui e quelli che avrebbe dovuto passare senza di lui se lo avesse lasciato. Sentì un enorme vuoto dentro di lei. Ne era sicura: lo amava ancora;ma aveva bisogno di tempo per vedere se avesse potuto perdonarlo ed andare avanti insieme. Guardò Bill negli occhi;aveva detto la verità,glielo si poteva leggere in quei pozzi d'oro che adesso chiedevano solo di essere perdonati.

- Lizie -disse lui dolcemente accarezzandole una guancia.

La mora allontanò il suo volto da quella carezza e senza guardarlo negli occhi disse: - Ho bisogno di una pausa Bill. Mi serve tempo per capire cosa provo davvero e se posso perdonarti per ciò che hai fatto,anche se inconsapevolmente.

- Prenditi pure tutto il tempo che vuoi ma non lasciarmi.

- Non posso garantirti niente Bill,adesso ho bisogno di tempo per me stessa -poi con un tono risoluto e più sicuro continuò- Intanto dobbiamo far finta che non sia successo niente tra di noi;dobbiamo farlo per i tuoi. Non voglio rovinare loro il Natale ed il resto delle vacanze. Non se lo meritano. Quindi sistemiamoci e scendiamo. Io vado in bagno a rinfrescarmi.

Intanto Tom,ancora appoggiato al muro,aveva ascoltato ogni cosa e,quindi,aveva finalmente capito il motivo della stranezza del fratello nell'ultima settimana. Lui aveva tradito Elisabeth ed adesso il loro rapporto era in crisi. Allora gli si accese una lampadina: adesso aveva la possibilità di provarci con lei e di farla innamorare di lui. Doveva mettercela tutta ora che gli era stata fornita quella possibilità su un piatto d'argento. In fondo in amore tutto è lecito,pensò il ragazzo sorridendo in modo furbo. Il rumore di una porta che si chiudeva lo distrasse dai suoi pensieri e lo fece voltare verso di lei. Aveva il volto triste,le guance rigate dalle lacrime e lo sguardo perso nel vuoto. Si impietosì di fronte a quella scena ed un'improvvisa voglia di uccidere il fratello per averla fatta soffrire lo assalì. Come aveva potuto farle del male? Non doveva farlo. Ora lei aveva bisogno di conforto e lui l'avrebbe aiutata,le sarebbe stato vicino con tutto l'amore che provava per lei,cercando di conquistarla e farla innamorare di lui.

- Elisabeth.

Una voce familiare e preoccupata la fece voltare: Tom. Ancora con gli occhi leggermente rosse per le lacrime versate,si avvicinò al ragazzo che,senza che lei dicesse niente,la strinse forte tra le sue braccia. All'inizio rimase impassibile ma poi la mora rispose all'abbraccio e,lasciando libero sfogo alle lacrime,si aggrappò forte alla sua schiena,come se fosse la sua ancora di salvezza. Soffocò i singhiozzi sul petto del ragazzo che si limitava ad accarezzarle i capelli e l'ascoltava silenziosamente. Quelle lacrime parlavano già da sè. Dopo un paio di minuti slacciò quel dolce abbraccio in cui si era rifugiata.

- Grazie -disse semplicemente sorridendogli mentre si asciugava le guance ancora rigate dalle lacrime.

- Di niente Eli -rispose lui dolcemente accarezzandole il volto- Non ti meriti tutto questo. Non ti meriti di soffrire in questo modo.

Lei distolse lo sguardo e si voltò con l'intenzione di andarsene in bagno ma Tom la fermò.
- Lui non ti merita -disse completando la sua frase.

- E sentiamo,chi sarebbe il ragazzo giusto per me? -chiese lei sarcasticamente e leggermente adirata- Tu? Ma non farmi ridere. Tu e tuo fratello siete uguali:non sapete amare nessuno all'infuori di voi stessi.

- Qui ti sbagli Lizie! Noi sappiamo amare. Lui ha sempre amato tutto a differenza mia che ho imparato ad amare grazie a te. Sono sincero quando dico che ti...

- Finiscila Tom! -ordinò interrompendolo- Abbiamo già affrontato questo discorso. Ti ho detto che tra noi non potrà mai esserci niente se non una semplice amicizia.

- Questo risaliva a prima che Bill ti tradisse. Allora era lui la causa del tuo rifiuto ma adesso... -disse avvicinandosi a lei e facendola indietreggiare fino a bloccarla contro il muro- Adesso non c'è niente che potrebbe impedirci di stare insieme.

- S...si invece -disse la mora balbettando nervosa- Io non ti amo. Io...io am...Io tengo ancora a Bill.

- Ma non lo ami più come prima -disse avvicinando il suo viso a quello della mora.

- Non ci siamo lasciati e non è da me tradire le persone a cui tengo.

- Ne sei sicura? Eppure sei venuta a letto con me mentre stavi ancora con lui.

- Ero ubriaca Tom! -disse lei "disgustata" dal come si stava comportando il chitarrista e leggermente alterata- E tu te ne sei approfittato. Non ricordo niente di quella notte.

Sulle labbra del ragazzo si dipinse un sorriso "maligno" che preoccupò molto la mora.
- Ma non eri ubriaca quando ci siamo baciati quel pomeriggio;anzi eri molto sobria.

Elisabeth spalancò gli occhi al ricordo di quel maledetto errore. Tom sapeva di essersi comportato come uno stronzo,ma in quel momento quelle erano le uniche parole che gli erano passate per la testa per farla stare zitta. Ma adesso che lei era lì,davanti ai suoi occhi,così indifesa,non riuscì a resistere e la baciò. Impazzì quando sentì le sue labbra impregnate di quel dolce sentore alla vaniglia che le ricoprivano. Cercò di approfondire il bacio ma lei gli oppose resistenza. Lui non si arrese e riuscì ad abbattere quella barriera che gli impediva di esplorare la sua bocca. Elisabeth era rimasta pietrificata dal gesto del ragazzo ma cercò di fermarlo ed allontanarlo da sè. Tutto inutile;era troppo forte per lei e,in poco tempo,si ritrovò coinvolta in un bacio passionale. Dopo innumerevoli sforzi riuscì ad allontanarlo da lei e gli mollò uno schiaffo sonoro sulla guancia sinistra. Ma,in quel momento,ciò che le faceva più male non era la mano con cui aveva appena schiaffeggiato il ragazzo bensì il disprezzo che lesse negli occhi dell'unica persona che mai avrebbe dovuto assistere ad una scena simile.
Continua
 

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Capitolo 48
*** 48. La scoperta della verità ha sempre un prezzo...caro. ***


48. La scoperta della verità ha sempre un prezzo...caro.

- Bill... -disse quasi in un sussurro la mora.

A quel nome Tom diventò rigido come un tronco e si voltò con una lentezza disarmante fino ad incrociare lui,il suo gemello. Il vocalist voltò loro le spalle e cominciò ad avviarsi verso le scale quando fu fermato dalla ragazza.
- Bill aspetta! Non è come pensi.

- E cosa penso? Sentiamo -disse lui incrociando le braccia.

Il modo in cui pronunciò quelle parole la colpì molto: sembrava tranquillo,rilassato,quasi estraneo a ciò che era successo e questo la preoccupò molto.
- Sentiamo Elisabeth,cosa non è come penso? -adesso il suo tono era più alto- Il fatto che le sue labbra fossero finite per caso sulle tue o... -abbassando lo sguardo e la sua voce continuò deluso- o il fatto che questa non sia la prima che vi baciate?

A quelle parole Elisabeth sbiancò: lui aveva sentito ciò che si erano detti quindi sapeva cosa era successo tra lei e Tom quel pomeriggio. Ormai lei lo aveva quasi totalmente rimosso,aveva dimenticato tutto ciò che era successo prima della partenza della band dopo essere venuta a conoscenza di ciò che aveva fatto Bill ed adesso...adesso tutto quanto veniva a galla con la forza dirompente di un'onda anomala che spazzava via con sè tutto ciò che c'era intorno.
Anche lei aveva baciato un altro. Si trovava nella stessa identica situazione del ragazzo. L'unica differenza era che lui non aveva mai saputo niente.
- Bill ascoltami -cominciò titubante la mora.

- Stai zitta! -le ordinò Bill- Sapevo che non eri indifferente a Tom,lui stesso me lo aveva confessato,ma non sapevo che fosse così meschino da approfittarsi dell'occasione per saltarti nuovamente addosso.

- Io non le sono saltato addosso -lo interruppe il gemello- Semplicemente volevo consolarla dopo quello che le hai fatto ma poi non ho resistito e l'ho baciata.

- Ma cazzo Tom! -disse digrignando i denti e stringendo i pugni lungo i fianchi- Sai quel che provo per lei,che stiamo insieme e tu te ne freghi alla grande e non cerchi neanche di dimenticarla? Tu non avresti mai dovuto neanche sfiorarla,invece hai già rovinato tutto una volta ed adesso...adesso di nuovo. Allora mi chiedo se mentivi quando dicevi di volere la mia felicità a fianco della ragazza che amavo.

- Non.non ti permetto di dire questo -disse Tom ferito da quelle parole- Sono sempre stato sincero con te;ho sempre desiderato vederti felice perchè lo sarei stato anche io. Noi due siamo sempre stati una cosa sola e sai benissimo che tu sei per me la persona più importante al mondo ma...

- Allora perchè ora ti comporti così? -chiese il vocalist facendosi scappare delle lacrime.

- Perchè...perchè mi sono innamorato di lei -disse Tom quasi in un sussurro.

Bill chiuse gli occhi di fronte a quelle parole e sentì una parte del suo cuore spezzarsi come se fosse stato trafitto da una profonda pugnalata. "Perchè mi sono innamorato di lei"...Quelle parole ancora combattevano nella sua mente mentre altre lacrime sfuggivano definitivamente al suo controllo mostrando al mondo intero quanto quella situazione lo avesse ferito.

- Mi dispiace davvero Bill -disse Tom sussurrando ancora- L'unica cosa che volevo era farti soffrire ma non sono riuscita a togliermela dalla testa,nonostante ci abbia provato. Perdonami...

Elisabeth,che fino a quel momento aveva assistito impotente di fronte alla discussione tra i due,si avvicinò al suo,ancora,ragazzo e gli prese la mano ma lui l'allontanò con rabbia.

- Non toccarmi! -le ordinò sprezzante- Tu sei quella che poco fa mi ha fatto soffrire come un cane per uno stupido bacio dato ad una ragazza mentre ero ubriaco e convinto che fossi tu;e adesso cosa scopro? Che in quattro mesi e mezzo che stiamo insieme mi hai tradito due volte con il mio stesso sangue. La prima volta ti ho perdonata,stavi male ed eri ubriaca,ma ora...ora non riesco neanche a guardarti senza provare ribrezzo. CAZZO ELISABETH! Eri sobria quando vi siete baciati...SOBRIA,quindi consapevole di ciò che stavi facendo. Come hai potuto farmi una cosa del genere eh? COME? Adesso sono io a chiederti se tu mi abbia mai amato davvero o se tu abbia solo giocato con me...e con lui.

- No Bill! -questa volta fu la mora a prenderlo per le braccia e stringerlo- Non devi assolutamente pensarlo! Io non ho mai giocato con te né tanto meno con lui. Con Tom è stato solo un maledettissimo errore. Non lo amo e non l'ho mai amato perchè per me sei sempre esistito solo tu. Sei tu il ragazzo che...Ti amo ancora nonostante tutto. Sei tu il ragazzo con cui ho deciso di aprirmi davvero mostrandoti la vera me,ferita da un uomo violento;sei tu il ragazzo con cui ho deciso di diventare donna. Sei tu la mia vita! -gli sorrise dolcemente- Ricordi? E' la frase che mi dicesti quella sera.

- La mia vita sei tu!!! -disse Bill portando a galla la frase a cui si riferiva la mora.

- Si Bill,quella frase che mi ha reso la ragazza più felice della terra;quella frase che tu pronunciasti per me io l'ho indirizzata a te perchè anche tu sei stato la mia vita.

- Tu parli al passato...ma adesso? Adesso cosa sono per te?

- Bill sei importante per me. Ho detto di amarti ancora ed è così ma...

- Ma sei confusa per quello stupido bacio insignificante -concluse il vocalist per lei.

La mora rimase in silenzio pensando a come si era comportata prima con lui senza pensare che lei si era comportata nello stesso identico modo...anzi,peggio.
- Mi dispiace Bill per ciò che ho fatto con Tom,davvero, e mi dispiace per la reazione che ho avuto prima. Ero arrabbiata e ferita;credevo tu mi avessi usata.

Il vocalist le sfiorò il volto e con un sorriso disse delle parole che,in parte,la ferirono.
- Prima hai mostrato la poca fiducia che riponevi nei miei confronti arrivando a conclusioni affrettate senza neanche chiedermi delle spiegazioni. Ma adesso ho scoperto che neanche io posso fidarmi di te visto che mi hai nascosto delle cose così importanti come ciò che è successo tra te e Tom. Credo che tu abbia ragione: dovremmo prenderci una pausa di riflessione per capire cosa vogliamo davvero e se siamo veramente destinati a stare insieme. Ho bisogno di capire se potrò davvero fidarmi di nuovo di te perchè di una cosa sono sicuro purtroppo: per quanto tu mi abbia ferito,io ti amo ancora.

- Bill per favore ascoltami -supplicò la mora consapevole di ciò che rischiava di perdere per una serie di errori- Abbiamo bisogno di tempo per dimenticare e...

- Non potrò dimenticare ciò che è successo. Mi hai deluso...mi avete deluso e io non lo dimenticherò mai. Le ferite indelebili sono quelle inflitte dalle persone che si amano davvero.
Poi sorrise amaro e si avviò verso la sua stanza ma la mora lo fermò prendendolo per un braccio.

- Ti prego Bill -lo supplicò ancora piangendo.

- Non piangere Elisabeth -disse asciugandole le lacrime- E' inutile. Adesso ho bisogno di pensare su noi due. Credo che per la fine delle vacanze natalizie riuscirò a trovare una risposta a tutti i miei dubbi;fino a quel momento faremo come hai detto tu: fingeremo di essere la coppia felice che siamo sempre stati per il bene dei miei. Adesso vatti a sistemare il trucco. Me lo sistemo anche io e poi scendiamo insieme,amore -disse enfatizzando l'ultima parola e sparendo nella sua stanza.

Elisabeth rimase immobile di fronte a quella porta chiusa sentendosi in colpa per tutto ciò che era successo ma,allo stesso tempo,sentendosi ferita dall'ilarità con cui Bill aveva pronunciato quell'ultima parola...amore. Quel nomignolo che per lei era sempre stato molto importante ora sembrava un semplice sostantivo uguale a tutti gli altri. Una parola che aveva perso il vero significato che aveva sempre contenuto. Si sentì afferrare una mano allora alzò lo sguardo fino ad incrociare quello triste e ferito di Tom.

- Lizie -incominciò il ragazzo ma venne subito interrotto dalla voce dura e fredda della mora che lo guardò con occhi di ghiaccio.

- Non ti azzardare a chiamarmi più Lizie -sibilò a denti stretti- E non toccarmi! Se tu mi avessi lasciato in pace fin dall'inizio,questo non sarebbe mai successo. E' tutta colpa tua. Ti odio!
Detto questo si girò e si avviò verso il bagno per rinfrescarsi. Tom la seguì,in silenzio e frustrato,fino a vederla sparire dietro quella porta che si sbattè dietro le spalle.

Una sola ed unica lacrima gli rigò il viso quando prese la consapevolezza di ciò che era accaduto in pochi minuti: aveva ferito la persona per lui più importante al mondo,il suo gemello,anche se lo aveva immaginato che,prima o poi,sarebbe successo. In seguito capì anche che tutto ciò che aveva fatto ed il dolore che aveva causato era stati vani perchè aveva perso...aveva perso l'unica ragazza che avesse mai amato nella sua vita. Aveva perso Elisabeth...per sempre.
Continua
 

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Capitolo 49
*** 49. Consapevolezze... ***


49. Consapevolezze...

Una volta entrata in bagno,Elisabeth si posizionò davanti allo specchio e guardò la sua immagine riflessa. Non si riconosceva più. Oltre ad avere il trucco sbavato,si sentiva "un mostro" anche dentro. Per un'intera settimana aveva provato odio nei confronti di Bill quando invece non avrebbe dovuto far altro che chiedere spiegazioni. Era saltata a delle conclusioni affrettate,aveva frainteso tutto ed adesso? Adesso era lì,in quel bagno,a piangere sul latte ormai versato. Aveva scoperto la verità e si era sentita rincuorata da un lato ma tradita dall'altro. Ma,in tutta quella vicenda,l'unico a doversi sentire veramente tradito era Bill. Lei aveva baciato il gemello,lei ci era stata anche a letto ma,in quest'ultimo caso a differenza del primo,era ubriaca. Invece Bill non era cosciente quando aveva commesso il suo errore. E come se non bastasse tutto questo,lui era venuto a conoscenza di ciò che era successo tra lei e Tom dopo averli visti mentre si baciavano. Aveva rovinato tutto:la loro storia,il loro amore...tutto era andato perduto.

- E' tutta colpa mia! -disse Elisabeth rivolta al suo riflesso- Se non avessi tentennato,se avessi fatto chiarezza riguardo i miei sentimenti per Tom,se avessi capito prima,tutto questo non sarebbe successo. Faccio schifo! Solo adesso che rischio di perderlo ho capito ogni cosa,solo adesso ho la risposta alle mie domande: io amo Bill! Io l'ho sempre amato. Quella per Tom è stata una sbandata che mi è costata cara. Cazzo! -esclamò battendo un pugno sul lavello- Non posso perderlo! Amo Bill e lo amo più di quanto io potessi mai immaginare.

Lui era l'unico che lei amasse sul serio ma era dovuta arrivare fino a questo punto per capirlo davvero. Allora perchè era stata attratta da Tom? Perchè aveva creduto di provare qualcosa per lui? Non riusciva a capire cosa le era successo in quei frangenti in cui aveva pensato di provare qualcosa per lui o semplicemente non lo avrebbe mai scoperto;il cuore delle volte faceva dei brutti scherzi. Adesso provava rancore nei suoi confronti. Molto rancore. Se avesse potuto,lo avrebbe preso a schiaffi ma non poteva,lui era il gemello del ragazzo che amava.
Si asciugò le lacrime che le avevano rigato le guance poi prese una decisione: non si sarebbe arresa,lei avrebbe lottato per avere di nuovo Bill accanto a sè,per riconquistare il suo amore e la sua fiducia. Con questo nuovo obiettivo si lavò il viso,si sistemò il trucco e poi uscì dal bagno per dirigersi verso la camera di Bill e,dopo un'indecisione iniziale bussò alla porta.

- Avanti -disse una voce giù di corda.

Lei entrò chiudendosi la porta alle spalle ed appoggiandosi su di essa osservando il ragazzo. Era davanti lo specchio che stava terminano di ripassarsi il trucco leggero.

- Bene,vedo che sei pronta -disse lui osservandola dallo specchio per poi girarsi verso di lei- Possiamo andare.
Le si affiancò attendendo che si spostasse,ma non si mosse di mezzo centimetro.
- Elisabeth -le disse in tono fermo- Dobbiamo scend...

- Mi dispiace -lo interruppe la mora con lo sguardo rivolto verso il basso- Quel bacio con tuo fratello è stato solo uno stupido errore che mi aveva mandato in confusione. Si comportava in modo strano e così ho cominciato a sentirmi strana anche io finchè non ci siamo baciati. Io amavo te ma... -abbassando leggermente la voce continuò- sentivo che Tom non mi era più indifferente come prima. Volevo approfittare della vostra partenza per fare chiarezza dentro di me ma poi ho visto quelle foto e non ci ho visto più. Mi sono sentita tradita e presa in giro e ti ho aggredito senza darti il tempo di parlare. Ero arrivata anche ad odiare entrambi,sia te che Tom perchè,in un modo o nell'altro,entrambi mi avete fatto del male. Sono state le settimane più brutte della mia vita. E poi Luc... -ma si bloccò non appena si accorse di ciò che stava per dire e cerco di rimediare- ma poi l'unica cosa che ho capito è che io amo solo ed esclusivamente te. Tom è stato una maledetta sbandata,un maledettissimo errore che mi è costato caro. Mi dispiace davvero Bill,per tutto: per averti ferito baciando tuo fratello,per aver dubitato dei miei sentimenti per te,per averti nascosto tutto ciò che stava succedendo con lui e dentro di me,per aver dubitato di te;mi dispiace di aver rovinato tutto. Perdonami...

Bill,che era rimasto immobile con la mano ancora sulla maniglia della porta,aveva ascoltato impassibile le parole della mora. Adesso sapeva ogni cosa e si sentiva ferito anche se una parte di lui era felice della confessione della mora,felice che lei l'amasse ma adesso lui non se la sentiva di parlarle,di affrontare tutto questo. Era troppo presto e la ferita bruciava,era ancora sanguinante. Ci sarebbe voluto tempo perchè questa si richiudesse ma,anche quando si fosse rimarginata,sarebbe rimasta comunque la cicatrice che gli avrebbe sempre ricordato ciò che era successo tra lei e Tom. Incrociò le iridi azzurre della mora e,nonostante tutto,sentì un colpo al cuore: lei era sincera,era davvero pentita per tutto ciò che era successo. Quegli occhi sembravano supplicarlo di darle una seconda possibilità ma adesso no,era troppo presto;ma di una cosa era sicuro: lui l'amava ancora nonostante tutto e non avrebbe mai potuto lasciarla,si sarebbe sentito vuoto. Ormai lei era davvero troppo importante per lui. Era diventata una parte di lui,quella parte che gli mancava e che aveva sempre cercato,quella parte che lo aveva reso finalmente completo: lei era la sua anima gemella...lo sapeva,lo aveva sempre saputo ma adesso era ferito e deluso per poter voltare pagina così rapidamente. Lui credeva nel loro amore ma la verità a cui aveva assistito e che aveva sentito avevano trafitto la sua anima,il suo cuore,rendendo tutto così dannatamente...doloroso.

- Ho bisogno di tempo Elisabeth. Ora andiamo e comportiamo normalmente -detto questo uscì dalla sua stanza aspettando la mora poi,una volta scese le scale,la prese per mano e la condusse nel salone.

Notò con piacere che era arrivata anche sua nonna,le andò incontro e l'abbracciò calorosamente. Dopo le lamentele della donna riguardo il suo fisico troppo asciutto,Bill afferrò nuovamente la mano di Elisabeth e l'avvicinò a loro.

- Nonna voglio presentarti la mia ragazza,Elisabeth. Eli,lei è mia nonna.

- Piacere mio signora -disse gentilmente la mora stringendo la mano della donna.

- Oh cara -disse la donna abbracciandola all'improvviso- Chiamami pure nonna. Il mio piccolo Macky mi ha tanto parlato di te. Sei davvero bellissima,ancor meglio di quanto immaginassi.

- La ringrazio -rispose la mora arrossendo leggermente.

- Però sei un pò troppo magra -aggiunse la donna- Ma al giorno d'oggi fanno solo cibi dietetici?

- Dai mamma -disse Simone sorridente e raggiungendo i tre- Elisabeth è perfetta così. Sì,è vero che dovrebbe mettere qualche chilo in più però va bene lo stesso. L'importante è che lei stia bene.

- Grazie Simone,sì sto bene -sorrise la mora.

- Siete davvero una bellissima coppia ragazzi.
Altra benzina sul fuoco.

I due ragazzi si guardarono negli occhi,poi Bill si rivolse verso la nonna,prese la mano della mora e le sorrise.
- Grazie nonna.

- Adesso basta con le chiacchiere -esclamò una Simone contenta e sorridente- Tutti a tavola che è pronto.

Tutti si avviarono verso la tavola scoprendola piacevolmente piena di prelibatezze. Ognuno prese posto e dopo che Simone ed Elisabeth,che aveva insistito per darle una mano,avevano portato a tavola il prima piatto della serata,iniziarono a mangiare accompagnati dall'allegria e dalla spensieratezza che regnava quella sera in casa Kaulitz-Trumper.

***

Ormai la cena era finita da un'oretta circa ed ora la sala era allietata dalle risate dei commensali.

- Mamma ma non è vero! -esclamò un Tom rosso in volto imbarazzato al massimo per un ricordo della sua infanzia che la madre aveva riportato a galla.

- Oh dai Tomi -disse la madre sorridendo e dandogli un buffetto sulla guancia- Non devi vergognarti;eri solo un bambino.

All'improvviso le note di Moonson si diffusero nella stanza e queste furono presto accompagnate dall'inconfondibile voce di Bill,che sorrise di fronte alle guance leggermente rosse della mora che,seduta accanto a lui con un suo braccio a cingerle le spalle, si alzò scusandosi con gli altri.
- Scusatemi. Ero convinta di aver tolto la suoneria.

- Tranquilla tesoro -rispose Simone.

- Vado fuori a rispondere. Con permesso.

- Ma non c'è bisogno -ma la mora era già uscita quindi la donna continuò la frase sottovoce- che esci fuori.

Elisabeth uscì socchiudendo la porta e rispose.
- Pronto?

- Lizie. -le urlò felice una voce allegra e squillante.

- Jenny! Che bello sentirti. Come stai?

- Bene bene e tu? Era da tanto che non ci sentivamo. Non hai voluto parlare molto dopo ciò che hai scoperto su Bill e dopo ciò che quel...quel verme ti ha fatto.

La mora sorrise;lei sapeva ogni cosa,non poteva nasconderle niente,lei finiva sempre col preoccuparsi e diventare apprensiva.
- Sto bene Jenny,mi sono ripresa più in fretta di quanto immaginassi. E poi noi due non ci sentiamo da solo tre giorni.

- Solo? -chiese con una finta voce scandalizzata- Sono un'eternità soprattutto per due che erano inseparabili come lo eravamo noi.

- Scema scherzavo. Sai benissimo che mi manchi e,nonostante la distanza,siamo sempre inseparabili,ma ho avuto altri pensieri negli ultimi giorni -il tono della mora si incrinò leggermente e questo non sfuggì all'orecchio dell'amica.

- Ehi tesoro cosa è successo? Hai affrontato la questione con Bill? -riuscì a percepire un flebile "sì" uscire dalle labbra dell'amica- Avanti,raccontami tutto.

- Ecco sono arrivata a casa sua... -disse la mora iniziando a raccontare tutto ciò che era successo durante la serata.

Intanto Bill si era alzato con la scusa di vedere se Elisabeth avesse bisogno e si era avviato verso la porta ma,sentendola parlare,rimase fermo ad ascoltare.

- Lo odio Jen,lo odio -stava dicendo la mora- Se non avesse approfittato di ogni situazione per provarci con me,non sarebbe successo tutto questo casino...Si lo so Jen.

Bill era curioso di sapere cosa le stesse dicendo l'amica ma la mora non aveva il vivavoce ed era troppo lontano per provare a recepire qualcosa dal telefono così provò ad immaginare cosa le stesse dicendo.

- E sentiamo,quale sarebbe questo regalo di Natale?...Cosa stai scherzando vero? -chiese la mora meravigliata- Oddio non riesco a crederci! E' il più bel regalo che tu potessi farmi... E me lo chiedi? Certo che sono felice;non vedo l'ora... Devo andare anche io... Auguri anche a te ed a tutta la tua famiglia. Dai a tutti un bacio da parte mia... Grazie... Mi manchi anche tu Jenny... Ti voglio benissimo anche io...

La mora chiuse il telefono con un sorriso sulle labbra e si girò per rientrare ma si trovò davanti il vocalist e sobbalzò visibilmente.
- Scusa non volevo spaventarti -disse sincero lui.

- Tranquillo. Cosa ci fai qui Bill? -le chiese la mora sfregandosi le braccia,il freddo iniziava a sentirsi.

Il ragazzo le porse la giacca che aveva preso poco prima e l'aiutò a infilarsela.
- Ero venuto a vedere se andava tutto bene poiché non tornavi più,poi ho sentito che parlavi con Jennifer. Sembravi felice.

- E lo sono -disse lei con un sorriso spontaneo.

- Posso sapere il motivo per cui lo sei? - chiese gentilmente anche se leggermente distaccato.

- Jenny viene qui in Germania. Arriva sabato in tarda mattinata. Sono felicissima. Ho così tanto bisogno di lei in questo momento -quando si accorse di aver espresso ad alta voce quel suo ultimo pensiero,si bloccò- Scusami Bill.

- Non è facile neanche per me. Comunque sono felice per te,davvero.

La mora annuì ed un profondo silenzio cadde poi tra di loro. Ad un tratto sentirono le campane della città suonare a festa ed allora capirono che la mezzanotte era scoccata. Era Natale.
- Auguri Elisabeth,buon Natale.

La mora si posizionò davanti a lui,si avvicinò e,dopo avergli alzato delicatamente il volto all'altezza del suo,lo baciò dolcemente staccandosi subito leggermente intimorita per il suo gesto che aveva compiuto con naturalezza come se nulla fosse successo.
- Buon Natale anche a te Bill.

Poi offrendogli la mano,lo invitò ad entrare dentro con lei. Una volta rientrati in sala,si unirono ai presenti scambiandosi gli auguri e brindando allegramente. Poi arrivò il fatidico momento dei regali; ognuno rimase entusiasta del dono che avevano ricevuto.
Naturalmente anche Bill ed Elisabeth si erano scambiati i rispettivi regali. Il ragazzo aveva ricevuto una copia identica di una collana a cui teneva molto perchè gliela aveva regalata la madre per i 18 anni e lui l'aveva persa quindi era davvero felice di "riaverla",mentre la mora rimase stupita non appena aprì la scatola d'orata che lui le aveva dato. Davanti ai suoi occhi,in tutta la sua bellezza,apparve un braccialetto di swaroscky con un solo pendente al centro a forma di stella,che aveva,a sua volta,al centro un diamantino blu a forma di cuore. Era un gioiello fantastico. Alzò lentamente gli occhi verso di lui mentre intorno i presenti si avvicinarono per vedere il contenuto della scatolina restando,a loro volta meravigliati.

- Bill è...è stupenda -disse la mora balbettando per l'emozione- Grazie davvero.

Il ragazzo,dimenticando per qualche istante la loro attuale situazione,sorrise dolcemente alla mora e le si avvicinò poi,dopo aver sfilato il braccialetto dalla stoffa di velluto su cui era adagiato,lo allacciò all'esile polso della ragazza. Lei lo guardò affascinata per poi portare una mano all'altezza della sua collana,di quella collana...la collanina con la E ed il brillantino incastonato in basso a desta,quella che lui le aveva regalato durante la vacanza sull'isola. Era un regalo che aveva sempre amato e che non toglieva quasi mai....ed adesso c'era anche quello stupendo bracciale...

- Bacio! Bacio! Bacio! -si misero a cantilenare Gordon e la suocera.

Questo non si fece attendere. Bill si calò lentamente sulla mora posando dolcemente le labbra sulle sue. Un semplice contatto,un semplice bacio che scosse entrambi fin dentro l'anima rendendoli pienamente consapevoli della verità: il loro amore era vivo,ardeva e bruciava ancora dentro di loro e niente avrebbe mai potuto spegnere quelle fiamme.
Continua
 

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Capitolo 50
*** 50. L'arrivo di Jennifer ***


50. L'arrivo di Jennifer

Elisabeth era in aeroporto che attendeva l'atterraggio dell'aereo dell'amica. Ormai mancavano pochi minuti ed avrebbe riabbracciato Jennifer. Era contenta,anche se lo era solo per quell'evento. Per il resto,era davvero giù di morale. La sue storia con Bill era in bilico per una serie di "errori" che avevano commesso,ma i suoi errori erano di gran lunga più gravi dell'unico errore di Bill. Ripenso al bacio che lui le diede quella sera. Quel tocco così morbido e leggero,come se fosse dato da un angelo,le provocò un forte brivido,una forte scossa che la colpì dritto al cuore. Lei lo amava,adesso anche più di prima e voleva riconquistarlo,voleva avere la possibilità di riprendere con lui il loro cammino verso una felice vita insieme. Ripensò al momento in cui le era toccato fare gli auguri a Tom,al dolore che leggeva negli occhi del chitarrista e alla rabbia che sprigionavano,invece,i suoi. Il rancore era davvero troppo forte;questa volta aveva commesso un grosso errore che poteva essere fatale alla sua storia con Bill. Adesso la sua mete volò a lui e a ciò che si erano detti due sere prima quando lui l'aveva riaccompagnata a casa. Quando si era fermato,un profondo silenzio era sceso tra di loro,fu la mora ad interromperlo.

- E' stata una bella serata e mi ha fatto piacere conoscere tua nonna -aveva detto lei flebilmente.

- E' una donna fantastica -aveva risposto semplicemente.

- Bill -aveva iniziato la mora vedendo che lui non accennava ad aprire bocca- So che nessuna delle mie parole riuscirà mai a far placare il dolore che provi in questo momento ma...ma voglio dirtele lo stesso -lo aveva visto chiudere gli occhi e stringere il volante- Mi dispiace,mi dispiace davvero. So di essere ripetitiva ma sono le uniche parole che possano esprimere il mio rammarico per ciò che è accaduto con Tom. Però tutto questo mi ha fatto crescere e capire che...che io...ti amo ancora e non riesco a non amarti. Sei tu l'unico con cui voglio stare e non so cosa mi sia preso nei confronti di Tom. Mi faccio schifo da sola per le ferite che ti ho causato e se potessi tornare indietro ti eviterei tutto questo dolore. Sei una persona meravigliosa e non te lo meriti. Io non ti merito. Ho sbagliato e pagherò i miei errori. Tornerò in Italia.

- COSA? -aveva urlato Bill appena sentite quelle parole- Spero tu stia scherzando -ma al cenno di dissenso della mora riprese il suo discorso- Tu non vai da nessuna parte,e soprattutto non tornerai in Italia. non puoi sempre scappare di fronte ai tuoi problemi ed alle tue paure. Hai quasi diciotto anni Eli. Non sei più una bambina.

- E' vero ma non ce la faccio a stare qui,non più -aveva detto reclinando il capo e stringendosi,con le sue braccia,in un abbraccio.

Bill si era addolcito e aveva cominciato a capire cosa stesse provando la mora. Si slacciò la cintura e si voltò verso di lei,prendendole il mento con due dita.
- Eli,ascoltami -aveva detto con calma e dolcemente- E'vero che tu e...e Tom mi avete ferito e che sto male per ciò che ho visto e scoperto ma...ma se tu tornassi in Italia mi daresti il colpo di grazia. Mi uccideresti definitivamente. Non puoi farlo -asciugò alcune lacrime che erano scappate alla mora- Io tengo moltissimo a te e ti amo ma adesso sono ferito...è normale dopo ciò che è successo. Ma non ho alcuna intenzione di lasciarti andare via...da me. Sei troppo importante per potertelo permettere. E poi -aveva detto sorridendole- ti verrei a riprendere con la forza. Ora ho solo bisogno di un pò di tempo per riflettere e guardarmi dentro e cercare di "accantonare" ciò che è successo,quindi,per favore,non fare questa cazzata nei momenti in cui non ci vedremo. Goditi questi giorni con Jennifer... E non costringermi a richiuderti in una stanza per evitare una tua possibile fuga in Italia.

La mora aveva sorriso di fronte a quelle parole,leggermente rincuorata.
- Grazie Bill e scusami ancora. Non ti assillerò per alcun motivo,ti lascerò tutto il tempo che vuoi e spero che tra noi le cose si sistemino presto.

- Vedremo...anche se,sentendo le emozioni e brividi scaturito da quel semplice bacio,credo che non potremmo resistere lontani l'uno dall'altra per molto tempo. Il nostro amore è vero e credo che supererà anche questa -aveva detto sfiorandole la mano.

- Bill -aveva iniziato la mora abbassando lo sguardo cercando di nascondere il lieve rossore che aveva colorato le sue guance- posso...posso baciarti?

Il ragazzo si era stupito della domanda ma soprattutto della paura con cui l'aveva chiesto,paura che lui potesse rifiutare...anche lei stava soffrendo molto...
Le aveva alzato nuovamente il volto e le si era avvicinato lentamente fino a raggiungere quelle labbra dolci e perfette. Era stato un bacio semplice,casto ma lungo e desiderato da entrambi. Si erano staccati guardandosi negli occhi che sembravano sorridere con loro.

- Grazie Bill. Buona notte -aveva detto lei aprendo lo sportello.

- Buona notte anche a te Elisabeth.

E così dicendo,lei era scesa dall'auto ed era rientrata in casa dirigendosi subito nella sua stanza nella speranza di trovare un pò di calma e di ristoro tra le calde coperte del suo letto.
Adesso erano due giorni che non si sentivano,o meglio lei gli aveva fatto un messaggio il giorno di Natale,a cui lui aveva risposto e poi basta. Silenzio assoluto da parte di entrambi. Lei in quei due giorni non aveva fatto altro che ripensare ad ogni momento trascorso con lui,aveva compiuto un viaggio nella sua memoria,il loro viaggio insieme e molte volte si era trovata a sorridere ed a piangere contemporaneamente. Aveva tanta paura che niente sarebbe tornato come prima e questo la rendeva triste ed irrequieta. Aveva raccontato tutto a Victoria che aveva cominciato a pregare tutti gli dei presenti sulla terra affinché si scagliassero contro quel "verme e viscido bastardo di essere insulso di nome Tom e cognome Kaulitz";era questo il modo in cui la bionda lo aveva definito strappandole anche un sorriso. L'amica stava cercando di starle accanto il più possibile,facendole sentire tutto il suo affetto e la sua comprensione ma niente era in grado di colmare il vuoto che sentiva lei in quel momento. Solo lui sarebbe riuscito a farla sentire completa,solo Bill. Come aveva potuto anche solo lontanamente pensare di lasciarlo? Non riusciva a credere che quel pensiero avesse sfiorato la sua mente un paio di volte quella settimana in cui lei aveva vissuto senza conoscere la verità. Adesso quel pensiero le sembrava assurdo. Se per lei era già difficile quella situazione,come avrebbe potuto resistere senza di lui? Non voleva sapere la risposta a questa domanda ed avrebbe fatto in modo di non scoprirlo mai. Doveva solo aspettare...aspettare e sperare.

- LIZIE!!! -una voce fin troppo familiare la chiamò distogliendola dai suoi pensieri.

- Jenny!

Quest'ultima abbandonò i bagagli e corse incontrò all'amica stritolandola in un abbraccio lunghissimo.
- Non immagini come mi sei mancata -le disse l'amica.

- Anche tu Jen,tantissimo. Sono così felice di rivederti...

Nicole,che era rimasta in macchina a parlare al telefono,scese non appena intravide la ragazza e la salutò con calore dicendole di essere felice di vederla ed ospitarla a casa loro. Poi afferrò una delle due valigie della ragazza,nonostante le sue proteste e si avviò verso la macchina. Allora Jenny afferrò l'altro e,insieme alla mora, si avviarono anche loro verso l'auto.

- Sei bellissima Jen,cosa hai fatto hai capelli? -chiese accarezzandoglieli.

- Ti piacciono? Ho deciso di cambiare e ho fatto delle specie di colpi di sole...solo che ho scelto il colore rosso rame.

- Sono bellissimi. Adesso sembra che hai i capelli quasi ramati. Wow.
La ragazza sorrise poi,dopo aver riposto i bagagli nel cofano,si accomodò nei sedili posteriori.

La mora si voltò a guardare l'amica sorridendole felice. Se non fosse così sicura di avere solo Katie come sorella,avrebbe potuto credere che Jennifer potesse essere sua sorella gemella. Era incredibile la somiglianza tra di loro. Jennifer era una bella ragazza alta,magra,quasi come Elisabeth se non leggermente di più;aveva una lunga chioma di onde che le arrivava fin sotto le spalle che all'inizio erano castani come i suoi ma adesso erano più chiari grazie all'effetto delle "mesches" ramate,e aveva degli occhi stupendi: di un azzurro così chiaro che delle volte tendeva ad un grigio altrettanto chiaro. Erano davvero stupendi. Inoltre aveva anche i lineamenti del viso molto simili a quelli della mora. Loro erano sempre cresciute insieme poiché le rispettive madri,legate da una profonda amicizia,avevano trovato casa l'una vicina all'altra e quindi le figlie ebbero l'opportunità di crescere insieme. Entrambe avevano la stessa età,solo che Jennifer era esattamente un mese più grande,avrebbe compiuto diciotto anni il 23 aprile mentre Elisabeth il 23 maggio. Avevano anche lo stesso carattere ma la "rossa" sapeva essere tosta e con un bel caratterino,si era sempre mostrata quella più forte tra le due ed aveva sempre supportato ed aiutato l'amica quando aveva bisogno. Loro si consideravano sorelle "gemelle" e niente e nessuno le avrebbe mai divise.

- Allora Jennifer -disse Nicole mentre guidava verso casa- Come stai? E la tua famiglia?

- Bene signora Fulner grazie;anche i miei stanno bene e mandano a tutti un grande saluto.

- Chiamami Nicole -le disse sorridendole dallo specchietto retrovisore e vedendola annuire- Quanto ti resterai qui in Germania? -chiese la donna mentre parcheggiavano.

- Beh intanto resterò per tutte le vacanze natalizie se per voi non è un problema -rispose lei mentre scendevano.

- Ma non dirlo neanche per scherzo cara. Elisabeth non vedeva l'ora che tu arrivassi e anche Victoria non vede l'ora di vederti,ma adesso è a fare delle compere e tornerà tra una mezz'oretta. Tu sei la benvenuta.

- Grazie Nicole -sorrise sia alla donna che all'amica poi riprese il suo discorso- Come stavo dicendo,resterò fino all'Epifania poi...poi andrò a vedere la mia nuova scuola e la mia nuova "famiglia"?

- Nuova scuola? Nuova "famiglia"? Ma di cosa stai parlando Jen? -chiese la mora che non riusciva a capire di cosa stesse parlando l'amica.

Quest'ultima si avvicinò sorridendole.
- Ops,mi sa che ho dimenticato di dirti che aveva un'altra sorpresa per te -davanti all'espressione perplessa della ragazza continuò- Ho fatto domanda per fare uno scambio interculturale e,dato che parlo tedesco,ho scelto la Germania..ed eccomi qui. Resterò qui fino alla fine dell'anno scolastico ed abiterò da una famiglia che abita a cinque minuti di macchina da qui,i Wersellen. E frequenterò qui il liceo -concluse sorridendo.

La mora non riusciva a credere a ciò che aveva sentito. Jennifer sarebbe rimasta lì,in Germania,per quasi sei mesi. Non riuscì a resistere e le saltò praticamente addosso mostrandole la sua felicità.
- E' bellissimo Jen,non riesco a crederci. O mein Gott. Sono felicissima.

- Credici Lizie e la verità...però non so quanto riuscirai a sopportarmi;starò con te il più possibile e ti romperò le scatole in continuazione.

Le ragazze e Nicole,che le aveva ascoltare parlare anche se già era a conoscenza della verità,scoppiarono a ridere e si avviarono verso casa con i bagagli. Poi le due amiche si avviarono nella stanza della mora dove sistemarono le valigie della "rossa" ed iniziarono a parlare delle cose più stupidi.

- Quindi loro sapevano tutto ed io ero l'unica ad essere all'oscuro della faccenda? -chiese Elisabeth una volta che l'amica le raccontò tutto.

- Esattamente -le sorrise lei.

Un leggero bussare le interruppe. Due secondi dopo entrò una raggiante Victoria che le salutò entrambe ed andò ad abbracciare calorosamente la loro amica. Subito dopo la mora parti all'attacco dirigendosi verso di lei con un dito puntato contro ed una faccia minacciosa e falsamente arrabbiata.

- Tu,Victoria Fulner,come hai potuto nascondermi una cosa così importante?

- Beh -rispose lei con una semplice alzatina di spalle- Se te lo avessi detto,che sorpresa sarebbe stata? E poi volevo vedere la tua reazione quando avresti scoperto che sono stata una sua "complice". E poi sai che io sono un pò...diabolica.

Tutte e tre le ragazze si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere. Di sicuro insieme avrebbero fatto faville e avrebbero combinato "casini su casini" distruggendo così l'apparente calma che regnava in quella casa,ma Victoria e Jennifer avrebbero fatto di tutto pur di far sorridere Elisabeth,per era una loro amica e per lei erano disposti a tutto,anche a portare scompiglio.
Continua
 

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Capitolo 51
*** 51. Il mancamento ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco altri cinque nuovi capitoli della mia storia;in questi capitoli si potrebbe giungere ad una prima svolta mentre una sorpresa imprevista bussa alla porta...ma dei "ricordi" potrebbero riemergere e causare scompiglio.. Spero che questi capitoli vi piacciano,ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,grazie per aver recensito anche questi capitoli,mi è davvero piaciuto il tuo commento. Sì,Lizie ha capito il suo errore con Tom e vorrebbe tanto averlo fatto prima perchè adesso ha rovinato tutto. L'attrazione per Tom è stata fatale ma forse... Comunque,la storia non è ancora finita...deve ancora succedere qualcosa. Anche a me Jenny piace,anzi l'adoro...non ha peli sulla lingua e questo causerà un bel pò di grattacapi xD Alla prossima e grazie ancora:) un bacio;
- niky95: Ciao Niky,grazie del commento,innanzittutto voglio subito dirti che non devi scusarti per la lunghezza anzi...più lungo è,meglio è :) Questi capitoli li ho scritti nella fase in cui sono maturata quindi sono diversi dai precedenti ma vorrei precisare che è stato Tom ad approfittare dell'ocasione per baciare Elisabeth. Sì,è moloto indecisa ma adesso ha capito cosa vuole... A 17 anni tutti sbagliano e si devev ancora crescere ma sono proprio gli sbagli che aiutano a maturare... Bill e Jenny? Mmm...nono so. Ti dico solo che i prossimi capitoli presenteranno dei "cambiamenti". Spero ti piacciano e che mi farai sapere presto cosa ne pensi :) Grazie mille ancora...un bacio.
Vorrei fare un ringraziamento sincero anche a raggiodisole90 per aver aggiunto la mia storia tra le seguite e le ricordate,spero che un giorno mi dirai cosa ne pensi di questa storia,mi farebbe piacere :)
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò i prossimi cinque capitoli intorno al 7 luglio... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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51. Il mancamento

Anche quella notte Elisabeth non aveva chiuso occhio. Lei,Jennifer e Victoria erano rimaste a parlare fino alle tre del mattino,cosa che era successa anche la sera prima e anche quella precedente. Erano due giorni che la rossa era arrivata in Germania e già la prima sera l'aveva "costretta" a raccontarle nuovamente tutto ciò che era successo con Lucas,della lite con Bill e di quella con Tom. Adesso sia lei che la bionda sapevamo esattamente ciò che era successo e non riuscirono a non nascondere un certo stupore al termine del lungo racconto. Victoria esplose poiché si era sentita una stupida ad essere caduta nella trappola del chitarrista ma dopo un pò le amiche riuscirono a calmarle ed a strapparle una confessione che non si sarebbero immaginate: lei e Gustav si sentivano ormai da qualche settimana ed il batterista si era dimostrato molto gentile e spiritoso con lei e l'aveva aiutata anche a superare ciò che era successo con Tom. Lei era davvero molto grata al biondino per l'aiuto che le aveva dato e confessò alle amiche di essersi affezionata parecchio a lui. Quel suo essere così dolce e carino,premuroso ed attento ma ,allo stesso tempo,il suo essere un semplice ragazzo,un tenero "orsacchiotto", la avevano conquistata. Elisabeth e Jennifer le dissero che si stava innamorando ma lei continuava a negare...forse col tempo lo avrebbe capito anche lei. Le due notti successive le trascorsero parlando di svariati argomenti,cercando anche di far distrarre la mora. Tutto ciò funzionava,ma non appena il silenzio calava nella stanza ed il buio le circondava,lei ricadeva nel suo stato di "depressione" per via della sua situazione con Bill. Lui ancora non si era fatto sentire e questo la stava facendo impazzire. Lei ormai ,negli ultimi,non riusciva a mangiare come si deve,mangiava poco o niente e delle volte vomitava quel poco che era riuscita a mandare giù. Aveva quasi perso altri due chili e questo non era sfuggito agli occhi attenti delle amiche e della famiglia che stavano iniziando a preoccuparsi davvero. Quel giorno Elisabeth aveva la mattinata libera quindi decise di andare a fare la spesa e comperare le cose principali. Una volta in cucina,incontrò Nicole che la invitò a mangiare qualcosa ma lei rifiutò gentilmente.

- Elisabeth adesso basta -disse la donna che ormai non riusciva più a nascondere la sua preoccupazione- Sono giorni che vai avanti così. Ho capito che c'è qualcosa che non va ma non puoi autolesionarti in questo modo. Stai praticamente sparendo dentro a quegli abiti già così dannatamente piccola. Da quando sei qui,sei passata dalla 42 alla 40. Cos'è,vuoi raggiungere la 38 e diventare una modella? Vuoi per caso ammalarti?

- Nicole io... -tentò di dire la mora stupita di quella reazione.

- No Elisabeth,lasciami parlare. A me non sta bene questa situazione. Io non voglio che tu ti senta male. Sei come una figlia e ho paura che continuando così tu possa intraprendere quella maledetta strada. Non voglio che tu ti ammali quindi,ti supplico,cerca di mangiare di nuovo come prima,di riprendere questi chili che hai perso e magari cerca di ritornare alla tua taglia naturale. Così tu...tu mi fai paura -disse lasciandosi scappare una lacrima.

La mora sbarrò gli occhi di fronte a quelle parole. Era così presa dalla sua situazione con Bill che non si era neanche resa conto di come lei o le persone che la circondassero fossero preoccupate per lei.
- Scusa Nicole. Non immaginavo che vi foste preoccupando in questo modo -disse mortificata- Ma stai tranquilla è solo un momento di passaggio e non mi ammalerò,promesso.

- Non devi prometterlo a me. Devi pensare a te stessa. Non puoi reagire così ogni qual volta c’è qualcosa che non va per il verso giusto. E' sbagliato.

- Lo so che è sbagliato,ma cosa posso farci io se in questo momento la via vita sta andando a rotoli e con essa anche la mia anima? E' il mio corpo a reagire così;anche se la mente volesse altro,lui reagirebbe nel modo opposto.

- Ma cosa sta succedendo? -chiese Jennifer che si era svegliata sentendo delle voci provenire dalla cucina.

Elisabeth si girò sentendo quella voce,voleva rassicurarla e dirle che era tutto apposto ma avvenne tutto così in fretta che non capì cosa stesse succedendo. Ad un tratto sentì le orecchie fischiarle,le gambe diventare molli e la vista offuscarsi fino a non vedere più niente. Cadde a terra priva di sensi.

- LIZIE! -urlò l'amica precipitandosi su di lei.

- Oddio Elisabeth! -esclamò la dona seguendo la rossa vicino alla ragazza.

- Dai amica mia,svegliati -le disse cominciando a piangere per la paura e dandole degli schiaffetti sul volto- Ti prego. Non è divertente. Lizie...Intanto Nicole controllò i battiti della mora finchè non vide il marito scendere dalle scale che,non appena vide la mora accasciata a terra,corse subito da loro chiedendo cosa fosse successo.
- Stavamo parlando,poi si è girata verso Jennifer ed è svenuta. Ho paura che sia per la carenza di cibo.

- Nicole -disse l'uomo sollevando la ragazza- Prendi le chiavi della macchina. Jennifer,aprì lo sportello posteriore. La portiamo in ospedale.

Le due donne fecero come era stato detto loro e due minuti dopo si ritrovarono tutti in macchina: i coniugi Fulner nei sedili anteriori,mentre Jennifer dietro che teneva sulle sue gambe il capo dell'amica sdraiata. Trascorsero altri cinque minuti ed arrivarono in ospedale. Il marito di Nicole riprese in braccio Elisabeth e,insieme alla moglie e all'amica della ragazza,si avviarono all'ingresso dove furono raggiunti da due infermieri con un barella su cui depositarono la ragazza ancora prima di sensi. Arrivò anche una dottoressa che chiese cosa fosse successo e Nicole raccontò l'accaduto. La dottoressa annotò tutto sulla sua cartellina insieme ai dati personali della ragazza. Mentre la stavano trasportando verso la sala in cui avrebbero fatto gli accertamenti,la mora aprì gli occhi.

- Co...cosa è...successo? -chiese balbettando.

- Lizie -disse l'amica stringendole una mano- Ci hai fatto prendere un colpo. Sei svenuta.

- Come? -chiese incredula- Non è possibile!

- Invece sì signorina -disse la dottoressa- Ma non si preoccupi,adesso faremo degli esami per accertare le cause del suo svenimento.

- No -disse con più fermezza la mora tentando di mettersi a sedere ma vendendo bloccata da un degli infermieri- Io sto bene. Ultimamente sono molto stressata per motivi personali e non ho mangiato molto e delle volte vomitavo.

- E' la prima volta che le succede? -chiese la dottoressa alla ragazza che annui- Per caso ha avuto nausee o delle voglie particolari? Si è sentita stanca o spossata?

- Dottoressa ma cosa sono tutte questa domande? -chiese il marito di Nicole.

- Sono alcuni sintomi di una possibile gravidanza.

- Gra...gravidanza? -mormorò shockata la mora- No,no,no...Non sono incinta. Ho avuto il ciclo e si è concluso quattro giorni fa.

- Per sicurezza faremo tutti i tipi di esami,anche se sembra palese che la conseguenza del suo mancamento sia da attribuire ad una carenza di zuccheri. Portatela in sala 5 -ordinò ai due infermieri- Io vado a prendere il necessario per i prelievi e avverto dell'arrivo di nuovi esami da fare oggi stesso.

- Ma sto bene -si oppose la mora- Voglio solo andarmene a casa.

- Signorina Johnson -disse la dottoressa comprensiva- Faremo questi esami,in un paio d'ore,o anche meno,avremo i risultati e,se tutto va bene,la manderemo a casa oggi stesso ok? Ma adesso si calmi.

La mora annuì accasciandosi definitivamente sulla barella facendosi scortare in quella stanza dove fu fatta sdraiare su un letto e dove,un paio di minuto dopo,giunse la dottoressa che le prelevò il sangue che avrebbero esaminato. Poi la dottoressa e gli infermieri abbandonarono la stanza permettendo ai Fulner e a Jennifer di entrare e far visita alla ragazza che stava già meglio anche se in volto restava un pò bianca. Si beccò una bella strigliata da parte della sua famiglia per la paura che aveva fatto provare loro e le dissero che d'ora in poi avrebbe mangiato,con le buone o con le cattive. Loro non avevano tutti i torti. Elisabeth sapeva di aver sbagliato e di averli spaventati. Si sentiva in colpa ma promise loro che non avrebbe più fatto un gesto tanto impulsivo come quello di non mangiare.

Ormai gli esami erano pronti e la dottoressa si stava dirigendo dalla paziente per riferirle i risultati quando una voce familiare la fermò.
- Benji ciao -disse lei salutando l'uomo con due baci sulla guancia- Come stai?

- Bene Larisa e tu?

- Benissimo. Ma tu che ci fai da queste parti?

- Mi sono fatto dare dei punti perchè mi sono tagliato con un pezzo di vetro -le disse mostrandole la mano destra avvolta da una bella fascia- Ma posso farti una domanda?

- Certo dimmi.

- Mi è sembrato di sentire prima la voce di una ragazza che conosco. Per caso hai visto una certa Elisabeth Johnson?

- Sì -gli rispose lei- E' una mia paziente per ora.

- Che significa paziente? O mein Gott! Cosa le è successo?

- Benji -disse la donna assumendo un tono professionale- Sai benissimo che sono vincolata dal segreto professionale.

- Lo so Larisa,ma ho bisogno di sapere come sta,cosa le è successo,se è grave. E' la fidanzata di uno dei miei ragazzi.

- Beh -disse per tranquillizzarlo un pò- posso solo dirti che ha avuto un mancamento,è svenuta ma ora sta bene. Non posso aggiungere altro,mi dispiace.

- Invece hai fatto tanto grazie -disse sorridendole e baciandole una guancia prima di voltarsi- Ora devo andare. Non dire alla ragazza di avermi visto per favore.

- Ma certo... Ciao Benjamin,stammi bene.

- Ciao Larisa...

Vide l'uomo sparire dietro le porte dell'ascensore poi si avviò verso la camera 5 dove poi entrò. Salutò nuovamente i presenti poi,prendendo la sua cartella su cui aveva trascritto i risultati degli esami,si rivolse ad Elisabeth.
- Allora signorina Johnson,i risultati sono buoni. A tutti i valori nella norma tranne gli zuccheri che sono leggermente bassi ma questo è legato alla sua carenza di cibo. Per quel che riguarda gli esami inerenti ad una possibile gravidanza,anche quelli sono risultati negativi. Il suo quadro clinico è ottimo. E' una ragazza sanissima sia a livello salutivo che a livello fecondativo -poi si mise la cartella sotto braccio e si tolse gli occhiali- Queste sono le carte per la dimissione -disse porgendo dei fogli ai coniugi Fulner- che i suoi tutori dovranno firmare. Può uscire subito ma l'avverto: dovrà mangiare con regolarità e costanza. Dovrà mangiare cibi che hanno zucchero,calcio e -aggiunse poi scherzosamente- anche cibi contenenti grassi. Almeno metterebbe su un pò di peso.

- La ringrazio dottoressa. Seguirò il suo consiglio e quello dei miei -rispose gentilmente la mora.

- Grazie davvero dottoressa per tutto -disse poi Nicole ed il marito stringendo la mano alla donna.

- E' mio dovere aiutare le persone. Bene -disse poi prendendo le carte firmate- Se non avete bisogno,io andrei a visitare gli altri pazienti. Buona fortuna signorina e si riprenda.

Dopo i saluti la donna uscì e li altri si voltarono verso Elisabeth che si stava alzando.
- Tu adesso ti appoggi a qualcuno di noi e appena arriviamo a casa ti stendi e ti riposi un pò ok? -disse l'uomo con un tono premuroso- Hai due occhiaie orribili. E,dopo una bella dormita,mangerai uno degli ottimi manicaretti di Nicole va bene?

La mora annui: - Scusatemi ancora per tutto. Adesso però torniamo a casa.

Tutti annuirono,poi Jennifer passò un braccio intorno alla vita dell'amica e l'aiutò a dirigersi verso l'uscita e poi alla macchina e,mentre camminavano,chiese che Bill non sapesse niente. Una volta giunti a casa,Nicole aiutò la rossa a portare Elisabeth in camera propria e la fecero distendere sul letto. La mora,che ancora si sentiva scombussolata per quello che era successo poche ore prima,sentì ogni fibra del suo corpo distendersi e rilassarsi finchè Morfeo non si decise a cullarla tra la sue braccia donandole un sonno tranquillo e ristoratore.
Continua
 

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Capitolo 52
*** 52. La decisione di Bill ***


52. La decisione di Bill

I ragazzi erano intenti a parlare con David riguardo il loro programma per la sera di Capodanno ed il manager sembrava essere d'accordo. Poi tutti scoppiarono a ridere per una battuta detta da Tom e non sentirono quindi che qualcuno era entrato in casa.

- Oh ciao ragazzi -disse Benjamin sorpreso di trovarseli lì davanti- Cosa ci fate da queste parti?

- Ciao Ben -salutarono tutti i presenti poi David gli spiegò ciò di cui stavano parlando e anche lui annui anche se sembrava aver la testa altrove.

- Benji è tutto ok? -chiese Bill.

L'uomo aveva notato che il vocalist era strano quindi credette che si trattasse di ansia per la sua ragazza.
- Io sì,e tu? Vedo che sei un pò strano,quasi preoccupato.

Il ragazzo si morse un labbro e cercò di essere il più naturale possibile.
- Va tutto bene,davvero -gli rispose sorridendogli.

- Ma ti capisco stai tranquillo -gli disse dandogli una pacca sulla spalla- Anche io sarei leggermente preoccupato se la mia ragazza si fosse sentita male anche se si trattava di una stupidaggine.Nella sala calò un silenzio improvviso e carico di tensione,poi tutti si voltarono verso Bill.
- Co..cosa significa quello che hai detto? -chiese lui titubante mentre un profondo senso di paura lo pervase.

- Io...io credevo che lo sapessi -rispose l'uomo sinceramente colpito da questa scoperta ma,quando vide che il vocalist scosse la testa,decise di continuare dicendogli la verità- Sono stato in ospedale per farmi fasciare la mano e lì...lì ho visto Elisabeth su una barella...

- Cosa? -urlò il moro alzandosi e afferrandogli le spalle- Cosa le è successo? Come sta?

- Calmati Bill -disse mettendogli a sua volta le mani sulle spalle- Sta bene. Ha avuto un mancamento. E' svenuta. So solo questo. Me l'ha detto un'amica che l'ha visitata ma ha detto che stava bene.

- O mein Gott! O mein Gott -cominciò a dire il ragazzo camminando avanti ed indietro per la stanza in maniera nervosa- Ma perchè non me l'ha detto? Perchè non mi ha chiamato?

- Beh,credo che le abbiano consigliato di riposarsi un pò -rispose l'uomo.

- Bill -disse il gemello che si era alzato e si era avvicinato a lui- Calmati. Ha detto che sta bene.

Il vocalist lo guardò male e si allontanò afferrando il cellulare e cercando il numero della ragazza.
- Come posso calmarmi me lo dici? Lei si è sentita male ed io neanche lo sapevo. Dannazione -disse rimettendosi il cellulare nei jeans- Ha il cellulare staccato. Io vado da lei.

Si avviò verso l'ingresso con passo svelto ma,prima di arrivare alla porta,fece dietro front ed andò dritto dal gemello che,come se avesse capito le sue intenzioni,dondolava davanti ai suoi occhi la chiave della sua Cadillac.
- Come credi di andare da lei? A piedi? -le disse sorridendo in modo furbo per poi lanciargli la chiave nella mani- stai attento alla mia macchina o non presentarti a casa.

Il gemello sorrise e lo ringraziò rassicurandolo. Poi di corsa uscì di casa e si avviò verso la macchina del fratello. Tom aveva capito che loro avevano bisogno di stare da soli e lui non avrebbe interferito,non più. Ormai si era arreso;per lui non c'era posto nel cuore della ragazza;per lui sembrava non esserci la possibilità di trovare l'amore. Sospirò arrendevole e si lasciò cadere sul divano,cercando di ascoltare ciò che gli altri dicevano.
Intanto Bill guidava sicuro ed attento verso casa della mora anche se quello che avrebbe voluto fare era andare il più veloce possibile fregandosene dei limiti,ma non poteva. Nella sua testa continuavano a ripetersi le parole che aveva detto Benjamin e lui continuava a chiedersi il perchè lei non lo avesse avvertito,o non lo avessero avvertito i genitori di Victoria o la stessa Jennifer. Qualcuno avrebbe dovuto farlo,in fondo lui era il suo ragazzo. Ma poi gli ritornarono in mente alcune parole della mora "Non ti assillerò per alcun motivo" e si chiese se davvero lei si era comportata così, non dicendogli ciò che era successo per non disturbarlo e lasciargli il tempo che voleva. Se fosse stato davvero così,l'avrebbe volentieri strangolata con le sue mani. Tra poco avrebbe saputo la risposta poiché era giunto davanti casa dei Fulner. Scese dalla macchina chiudendola col telecomando e si avviò verso il cancelletto dove suonò il campanello.

- Chi è? -chiese una voce che lui riconobbe come quella di Nicole.

- Bill -disse lui semplicemente.

Subito dopo il cancello si aprì e lui si avviò frettolosamente verso l'ingresso dove trovò la donna ancora leggermente pallida per lo spavento. Lui la salutò cordialmente e si accomodò in casa. Nicole lo precedette fino in cucina e lì si voltò verso di lui.
- Hai saputo di Elisabeth immagino -disse lei visibilmente preoccupata.

- Sì. E vorrei sapere cosa è successo esattamente.

La donna annui e gli raccontò cosa aveva notato di strano nella ragazza negli ultimi giorni,del suo mangiare poco o nulla,della sua perdita di peso ed infine di ciò che era successo stamattina. Bill ascoltò tutte le parole e si sentì invadere da un profondo senso di colpa. Tutto ciò non sarebbe mai successo se lui l'avesse perdonata e se le avesse detto di amarla ancora e che tutto sarebbe tornato apposto tra di loro. Perchè Bill lo sapeva,sapeva che l'avrebbe perdonata,l'amava davvero per non farlo;l'avrebbe perdonata ed insieme avrebbero ricominciato da capo,o meglio,avrebbero ripreso da dove si erano lasciati prima della partenza. Lui in questi giorni senza di lei aveva avuto molto tempo per pensare ma,allo stesso tempo,aveva sentito la sua mancanza in modo così forte da far quasi male. Lui stava male se lei non era con lui,al suo fianco. Lui la rivoleva,voleva di nuovo la sua dolce Elisabeth,quella dolce ragazza che gli aveva fatto perdere la testa. Voleva che tutto tornasse come prima e avrebbe fatto in modo che ciò accadesse. Avrebbe parlato con lei e chiarito questa maledetta storia,chiudendo una volta per tutte con il passato,cercando di accantonarlo e di rimuoverlo,anche se sarebbe stato impossibile,ma ci avrebbero provato...insieme. Sorrise di fronte a quel pensiero poi alzò il volto verso la donna che lo scrutava attentamente.

- Voi due avete litigato vero? -chiese Nicole dolcemente al ragazzo.

- Si purtroppo ma adesso so cosa voglio;adesso so ogni cosa e voglio che anche Eli lo sappia. Posso vederla? -chiese speranzoso.

- Adesso sta riposando in camera sua. C'è Jenny con lei. Vorremmo che si riposasse un pò. Oltre a non mangiare,non ha neanche dormito molto.

- Certo capisco ma -disse lui quasi pregandola- per favore,ho bisogno di vederla. Non la sveglierò. Promesso. Anche io voglio che stia bene e si riprenda al più presto..

- Va bene. Ma fate attenzione a non svegliarla ok?

- Certo Nicole. La ringrazio davvero...per tutto.

Lei gli sorrise e mimò un grazie con le labbra,poi lo vide salire per le scale. Non appena giunse davanti alla sua stanza,Bill aprì piano la porta facendo capolino nella stanza semibuia. Un dolce profumo lo investì;lo avrebbe riconosciuto a chilometri di distanza quel profumo,il suo profumo,quello di Elisabeth. Guardò verso il letto e vide due figure sdraiate sopra: uno era qualla della mora,l'altra doveva essere Jennifer. Quest'ultima,che aveva sentito la porta aprirsi ma nessuno parlare,si girò trovandosi faccia a faccia con il cantante dei Tokio Hotel. Entrambi rimasero stupiti della persona che avevano davanti. Bill non riusciva a credere ai propri occhi: quella ragazza era quasi identica alla mora,le somigliava in maniera strabiliante. Sembrava quasi una sua copia,eppure le differenze si vedevano. Era incredibile la notevole somiglianza tra le due ragazze,non se lo sarebbe immaginato. Invece Jennifer era stupita perchè all'improvviso si era trovato davanti lui,Bill Kaulitz,cantante di una band famosissima nonché ragazzo della sua migliore amica. Si alzò piano dal letto,cercando di non svegliare l'amica,e si diresse verso di lui allungandogli la mano.

- Ciao Bill -disse quasi sottovoce.

- Ci...ciao. -disse lui balbettando un pò,il suo aspetto era sempre troppo simile a quello della sua Eli.

- Immagino che sarai rimasto colpito dalla mia somiglianza con Liz -gli disse sorridendo- Hanno tutti la tua stessa reazione. Sono abituata ormai. Eppure l'altra volta non sei rimasto così colpito. Comunque cosa ci fai qui?

- Sono venuto per lei -disse lui sicuro- Ho saputo che si è sentita male.

- Chi te l'ha detto?

- Uno dei miei manager -disse lui che aveva notato uno strano tono nella sua voce- Perchè?

- Non dovresti essere qui. Lei non vorrebbe.

- Come scusa? E perchè non dovrei essere qui? Per quale motivo lei non vorrebbe?

- Non posso dirti niente ma credo che tu lo sappia.

- Già -disse semplicemente lui voltandosi verso la figura stesa nel letto e pensando chele sue supposizioni fossero esatte;lei non voleva dirgli ciò che è successo per non "assillarlo" e "lasciarlo in pace"- Vorrei stare io con lei...da solo se non ti dispiace.

- Ma.. -cominciò la ragazza.

- Per favore -la interruppe Bill- E' importante per me.

Jennifer annuì,poi diede un'ultima occhiata all'amica e lasciò la stanza. Il vocalist allora si diresse verso il letto dove si distese con lentezza per evitare che la mora si svegliasse. Lei si rigirò nel sonno ma non si svegliò. Adesso si trovavano faccia a faccia e lui rimase a contemplarla mentre dormiva. Si vedeva che non aveva lo stesso colorito di sempre e che i fianchi erano più ossuti. Era impossibile non notarlo. Era già così magra di suo che adesso le faceva persino paura toccarla. Cominciò ad accarezzarle i capelli ed a guardarla mentre dormiva. Sembrava così serena,come se stesse sognando qualcosa di piacevole e ne ebbe la conferma quando sentì pronunciare debolmente il suo nome con il sorriso sulle labbra.

- Sono qui Lizie,sono qui -sussurrò lui dolcemente.

Pochi secondi dopo,come se lei l'avesse sentito,cominciò ad aprire lentamente gli occhi finchè non li aprì del tutto lasciando trapelare lo stupore che sentiva nel trovarselo davanti.
- B...Bill -balbettò lei confusa- Cosa ci...

- Shh -la interruppe lui poggiandole un dito sulle labbra- Non parlare. sei ancora un pò debole.

Allora lei capì che lui sapeva tutto,che era qui per lei. Ma lei non voleva questo.
- Non dovresti essere qui -disse lei voltando lo sguardo da un'altra parte.

- E sentiamo -disse lui trattenendo un sorriso- dove dovrei essere a quest'ora? A casa di David a discutere sulla festa di fine anno? No grazie ma c'era qualcosa di più importante che dovevo fare: venire qui...da te.

- Non volevo che tu venissi e mi vedessi in questo stato perchè so che ti avrei fatto pena e questo ti avrebbe portato a... -ma la fragorosa risata del vocalist la bloccò- Perchè ridi?

- Perchè tu,Elisabeth Johnson,sei davvero una stupida. Ma cosa credevi? Che solo vedendoti così ti avrei detto "Dimentichiamo tutto ed andiamo avanti"? -disse guardandola- No Elisabeth. Ho già preso la mia decisione da un pò ma aveva preso tempo per superare la rabbia per ciò che era successo. Io ti amo Lizie e voglio stare con te,nonostante tutto quello che è successo con Tom. E' vero,mi avete ferito ma ti amo troppo per lasciarti. Noi due possiamo farcela,possiamo andare avanti con la nostra vita,con il nostro amore,possiamo cercare di "dimenticare" ciò che è successo,ma ce la faremo solo se affronteremo gli ostacoli insieme. Quindi -disse guardandola negli occhi ed avvicinandosi al suo volto- tu,Elisabeth,sei disposta a perdonare me,a perdonare la mia reazione,il mio comportamento di questi giorni,quel comportamento che ha portato a tutto questo dolore nei tuoi confronti? Sei disposta a perdonarmi ed a porre fine a questa pausa di riflessione?

- Bill tu... -disse lei mentre delle lacrime di felicità cominciavano a solcarle le guance- tu mi stai chiedendo di ritornare insieme?

Il vocalist si posò l'indice sul mento ed inarcando il sopracciglio sorridendo le chiese: - Perchè,noi ci siamo per caso lasciati? Io non ricordo.

La mora gli saltò letteralmente addosso e lo strinse più forte che poteva. Non riusciva a crederci. Lui l'aveva perdonata e voleva tornare di nuovo con lei. Lui l'amava a tal punto da ricominciare. Lui la rivoleva. Si guardarono negli occhi,poi iniziarono ad avvicinarsi ma,quando ormai le loro labbra erano vicinissime,Bill si scostò leggermente.

- Azzardati ancora una volta a non dirmi una cosa così importante come quella di oggi per non assillarmi e ti giuro che...

Ma la mora lo zittì con un bacio...con un dolce bacio carico d'amore,che sapeva di sale,di lacrime di felicità,con un bacio che da solo poteva esprimere la forza dirompente di un amore che ti scavava dentro e fondava le sue radici nel cuore,da cui niente e nessuno avrebbe mai potuto mai estirparlo. Un bacio che pian piano si approfondì dando modo all'uno e all'altra di riscoprirsi dopo tanto tempo. Dopo un pò la mora si staccò e,ancora con un leggero fiatone appoggiò la sua fronte a quella del vocalist e, con un'espressione terribilmente seria,lo spaventò leggermente.


Il vocalist la guardò stupito poi scoppiò a ridere trascinando anche lei.
- Non c'è che dire... Mi sei proprio mancata -le disse sorridendole.

Allora la mora si alzò e porse la mano al ragazzo che l'afferrò ma,prima che lei potesse abbassare la maniglia la fece voltare.
- Aspetta. Dimentichi una cosa.

La ragazza lo guardò interrogativa ma poi capì cosa intendeva. Lo vide avvicinarsi ancora sorridendo e la baciò dolcemente,con amore. Un bacio che sugellava un nuovo inizio,l'inizio di un amore senza limiti e confini.
Continua
 

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Capitolo 53
*** 53. Una nuova ***


53. Una nuova "sfida" per Tom

Bill ed Elisabeth scesero ridendo in cucina,mano nella mano,e a quella visione sia Nicole che Jennifer si guardarono sorridendo,contente che tutto fosse finito nel migliore dei modi tra i due. Videro che la mora stava meglio e ne ebbero la conferma quando lei affermò di avere un certo appetito. Come era successo poco prima nella stanza,anche in quel momento scoppiarono a ridere e la donna iniziò volentieri a preparare un bel pranzetto. Intanto i ragazzi si sedettero e cominciarono a parlare così che Bill potesse conoscere meglio la rossa,cosa che purtroppo non aveva fatto durante il soggiorno in Italia perchè era troppo impegnato con la riabilitazione della mora. Con suo grande piacere,Elisabeth notò come l'amica ed il suo ragazzo andassero d'accordo e provassero una simpatia reciproca. Lei si accoccolò meglio al petto del vocalist che non perse occasione per stringerla più forte a sè baciandole piano i capelli e cullandola dolcemente.

- Lizie -disse ad un tratto l'amica sorridendo- Io sarò la tua damigella d'onore e la tua testimone di nozze vero?

- Jenny! -esclamò l'amica scandalizzata anche se non riuscì a trattenere un sorriso- Ma che domande fai?

- In effetti hai ragione. E' scontato che sarà così -disse facendo ridere Bill che non er più riuscito a trattenersi.

- E magari ci porgerai anche gli anelli -disse il vocalist ancora tra le risate.

- Tu sei pazza! -disse la mora scuotendo la testa ridendo- E anche tu Bill lo sei,dato che le dai man forte.

- Non ti piacerebbe diventare la moglie di un bellissimo ragazzo come me? -le chiese lui sorridendo sghembo.

- E questo significherebbe dover sopportare ventiquattro ore su ventiquattro le tue crisi sui vestiti o sul trucco? No no grazie. Preferisco un uomo vero -gli disse girandosi dall'altra parte per nascondere un sorriso.

- Ah sì? Beh allora cercati un uomo vero -disse lui serio alzandosi dal divano.

- Dai scemo -disse Elisabeth prendendolo per un braccio- Stavo scherzando. Voglio solo te.

- Lo so che scherzavi... Però mi piace quando ammetti di non poter fare a meno di me.

- Ma che...brutto stronzo che sei! -esclamò la mora scandalizzata osservando l'amica divertirsi di fronte a quella scena ed il vocalist che le sorrideva tranquillo.

- Almeno in questo mondo esiste qualcuno di intelligente che sa riconscere che Bill Kauliz sia uno stronzo -disse una voce maschile.

- Georg? -dissero Bill ed Elisabeth all'unisono.
Era talmente impegnati a ridere ed a punzecchiarsi che non si erano accorti che avessero suonati al campanello e che Nicole fosse andata ad aprire.

- Ci siamo anche noi! -esclamò un Gustav sorridente accompagnato da Tom e...Victoria?

- Ciao ragazzi -dissero tutti quanti,poi la mora si rivolse alla bionda- Ehi Victoria,che ci facevi con loro?

- Eli -disse l'amica correndo da lei- Come stai? Sono uscita prima da Claire ed i ragazzi mi hanno dato un passaggio raccontandomi del malore. Cosa è successo?

- Tranquilla -le disse sorridendo- E' stato un semplice calo di zuccheri. Adesso Sto bene e ho un pò di fame.

- E bisogna dire grazie a questo stecchino qua -disse Jennifer indicando Bill con un dito- E' riuscita a farla sorridere e tornare l'appetito in una decina di minuti.

- Ehi -esclamò il vocalist indignato- io non sono uno stecchino.

- Ah giusto... Allora sei uno stuzzica denti. E' uguale.

Tutti scoppiarono a ridere tranne il vocalist che si raccolse le braccia al petto tirando fuori un broncio infantile che non riuscì ad intenerire la mora che gli diede prima una buffetto sulla guancia e poi gli rubò un bacio a fior di labbra,al cui contatto Bill si ammorbidì lasciando il posto ad un bel sorriso. Georg e Gustav fecero anche dei fischi che non fecero altro che incrementare le risate generali. Quando finalmente una certe quiete tornò a regnare nella stanza,i ragazzi si avvicinarono alla mora salutandola e chiedendole come stava,dicendole anche che li aveva fatti preoccupare tutti.

- Georg,Gustav,Tom -disse la mora alzandosi ed avvicinandosi all'amica- Vi presento Jennifer. Jenny loro sono rispettivamente il bassista,batterista e chitarrista dei Tokio Hotel.

- Piacere -disse educatamente la ragazza stringendo le mani di quei tre ragazzi che adesso la guardavano stupiti e,prevenendo eventuali domande,decise di anticipare le risposte- No,io ed Eli non siamo gemelle,ma noi ci riteniamo tali perchè siamo cresciute insieme e le voglio un gran bene quindi chiunque la farà soffrire -disse lanciando un'occhiata truce a Tom- se la dovrà vedere con me.

- Bel caratterino. Mi piace -sentenziò Gustav seguito poi anche da Georg- Credo che andremo tutti d'accordo. Abbiamo saputo che resterai qui sei mesi.

- Sì -disse la ragazza sorridendo- Così avrò modo di stare con Lizie e di recuperare il tempo perso con Victoria.

- Ragazzi -disse Bill facendo voltare l'attenzione su di lui- Che ne dite se ne parliamo con loro adesso già che siamo qua?

Le ragazze sembrarono non capire ma gli altri membri della band annuirono dando così il via libera al vocalist di fare la proposta.
- Abbiamo prenotato una stanza di un localino semplice ed appartato per festeggiare il capodanno tutti insieme: noi quattro più i nostri amici,manager,membri dello staff a cui siamo legate,naturalmente l'invito è esteso anche a voi tre,anzi a voi due -disse indicando Jennifer e Victoria.

- Scusa tanto -disse allora la mora indispettita- Ed io?

- Ma sciocchina -disse lui posandole le mani sui fianchi- Tu è scontato che verrai. Sei la mia ragazza.

La mora si sciolse in un sorrise caldo e sereno e lo abbracciò,poggiando la testa sul suo petto.
- Certo -disse piano- e lo sarò per sempre.

Tom capì che i due si dovevano essere chiariti e che le cose dovevano essersi sistemate e,per quanto ancora la ferita potesse bruciare dentro di lui,era felice per il fratello,lo era davvero.

- Così avrete anche modo di conoscere la ragazza di Georg -disse poi il batterista dando una pacca sulla spalla dell'amico.

- Ragazza? -chiesero stupite la mora e la bionda.

- Beh sì -disse il giovane ragazzo dagli occhi verdi grattandosi il capo imbarazzato- Sto con una ragazza da un mesetto e mezzo circa.

- E come mai non ce l'hai detto prima? -chiese la bionda- La conosciamo?

- Beh,volevo prima essere sicura che tra noi le cose sarebbero funzionate. Non la conoscete direttamente -vedendo la perplessità delle tre ragazze precisò- E' la sorella maggiore di Miriam,la ragazza che è venuta con noi in vacanza sull'isola. Per un periodo aveva sostituito un nostro tecnico e l’avevo notata,poi abbiamo cominciato a sentirci e vederci anche se lei era diffidente ma alla fine ci siamo messi insieme. Tengo moltissimo a lei -concluse lui seriamente.

Le ragazze lo abbracciarono complimentandosi con lui e facendogli tanti auguri.

- Scusate il disturbo ragazzi -disse educatamente Nicole- Volete restare con noi a pranzo?

- La ringrazio -intervenne Gustav- Ma toglieremo il disturbo.

- Nessun disturbo davvero.

- Grazie Nicole -disse allora Bill- Ma purtroppo abbiamo un pranzo a casa di David per discutere dell'organizzazione della serata di San Silvestro. Grazie comunque.

La donna sorrise e poi ritornò in cucina lasciando i ragazzi ai loro discorsi. Cominciarono a salutarsi e mentre Bill ed Elisabeth venivano lasciati soli in salotto e gli altri andavano fuori,Jennifer afferrò Tom per un braccio e gli chiese se potesse dirgli due paroline.

- So tutto ciò che tu hai fatto ad Eli e ti avverto -disse squadrandolo con occhi di ghiaccio- Azzardati ancora a toccarla o a farle del male e ti giuro che me la paghi cara. Lei è la mia migliore amica,è come una sorella per me;l'ho sempre difesa e sostenuta e sempre lo farò. Non permetterò a nessuno di farle del male,soprattutto ad un pallone gonfiato come te che si è divertito a giocare con i suoi sentimenti.

- Precisiamo dei punti -disse il chitarrista per niente toccato dalle parole della ragazza- Uno: non sono una pallone gonfiato che ha giocato con lei perchè,in caso tu non lo sapessi,tenevo davvero a lei ma adesso ho chiuso tutto;due: credo che la tua amica sia abbastanza grande per difendersi da sola; e tre: ma credi davvero di riuscire ad incutermi paura con queste tue ridicole minacce? -le chiese sorridendo sfacciatamente- Ma non farmi ridere.

- Io ti avverto Kaulitz. Ti tengo d'occhio.

- Hai proprio un bel caratterino,davvero -le disse compiaciuto- E sei anche molto carina. Mi piaci.

- E' inutile che fai tante moine. Non mi importa un fico secco di te. D'ora in poi avrai pane per i tuoi denti. Io non sono così dolce ed innocua come Lizie. So tirare fuori le unghie quando serve.

- La cosa si fa davvero molto eccitante... -le disse avvicinandosi- Vorrei proprio sentirle le tue unghie graffiarmi la schiene mentre ci divertiamo.

- Fai schifo Kaulitz.

- Guarda che ho un nome sai -le disse lui per niente toccato dalle parole della ragazza,anzi sembrava divertirsi.

- No vale neanche la pena chiamare per nome il proprio nemico -le disse lei sempre in maniera glaciale.

- Vedremo se dirai la stessa cosa anche tra sei mesi -le disse in tono di sfida.

- Puoi scommetterci. Sei un povero pallone gonfiato e maniaco. Ma ti avverto per l'ultima volta. Stai lontano dai Elisabeth Johnson.

- Non preoccuparti per lei. Ormai ho messo una pietra sul passato;voglio che mio fratello sia felice e lo è completamente solo con lei accanto. Stai tranquilla bellezza.

- Non chiamarmi così chiaro? -gli disse puntandogli il dito contro.

- Ok ok Jenny. E' stato davvero un piacere conoscerti. Davvero -disse Tom che trovava eccitante quella situazione e quella sfida con la rossa.

- Non posso dire lo stesso per me.
Lo vide allontanarsi e raggiungere li altri,poi sentì Bill salutarla e ricambiò con un gran sorriso. Quel ragazzo le stava davvero simpatico a differenza di quella treccina umana che si ritrovava per fratello.

- Ehi Jen -le disse la mora affiancandola- tutto ok?

- Si Liz,va tutto benissimo,anzi a meraviglia. Adesso rientriamo che tu devi mangiare.

Così si avviarono verso casa,ma prima di varcare la soglia,la rossa si girò verso il punto in cui aveva visto uscire Tom e sorrise. "Adesso mi divertirò io Kaulitz. Che i giochi abbiano inizio" fu il suo pensiero prima di entrare ed accomodarsi a tavola,pronta a gustarsi uno dei famosi manicaretti di Nicole.
Continua
 

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Capitolo 54
*** 54. Buon anno ***


54. Buon anno

Anche quegli ultimi due giorni erano trascorsi e finalmente il 31 dicembre era arrivato. Elisabeth aveva finalmente ripreso a mangiare regolare,delle volte anche sotto minaccia dei Fulner o delle amiche perchè delle volte ancora mangiava poco. Anche Simone era andata a trovare la mora appena aveva saputo di ciò che le era successo ed aveva portato con sè un bel vassoio con un enorme torta al cioccolato. Finalmente stava bene,tutto sembrava star tornando alla normalità e la sua storia con Bill stava prendendo una bella piega. Un sorriso le dipinse il volto mentre si guardava allo specchio per ammirare il vestito che la madre le aveva disegnato per lei e che le aveva fatto avere tramite Jennifer. Era un bellissimo abito blu notte a maniche lunghe,lungo fin sopra il ginocchio,rivestito con degli strass sulla parte del seno. Non era un abito sfarzoso come quelle delle modelle ma era proprio l'abito che lei adorava;era perfetto. Gli occhi erano leggermente truccati di nero e tutto ciò metteva in risalto i suoi bellissimi occhi azzurri che adesso avevano di nuovo riconquistato la vitalità di sempre.

- Sei stupenda -le disse Jennifer appoggiata ad un stipite della porta.

La mora la ringraziò e la guardò ammirato. Aveva un semplicissimo abito grigio chiaro che le arrivava alle ginocchia;le spalle erano coperte grazie ad uno scialle del medesimo colore del vestito. Gli occhi contornati da un ombretto chiaro che le risaltava quegli occhi così chiari da farla sembrare una donna di ghiaccio.

- Anche tu sei uno schianto -le disse infine sorridendo.

Entrambe sorrisero per poi voltarsi verso Victoria. Era davvero stupenda. Il suo abito era nero ma ricchissimo di strass che lo facevano luccicare ad ogni suo passo. Delle bellissime onde bionde le ricadevano sulle spalle scoperte. Entrambe si congratularono con la bionda. Poi si avviarono verso il salotto dove ad attenderle c'erano i Fulner in compagnia di Bill. I presenti rimasero semplicemente a bocca aperta di fronte alla loro bellezza e alla loro semplicità.

- Ragazze siete...bellissime -disse Bill ancora a bocca aperta mentre scrutava compiaciuto la mora.

- Siete meravigliose -dissero all'unisono i genitori di Victoria.

- Grazie mille -dissero le tre prima di avviarsi verso l'uscita seguite da Bill.

Augurarono loro una buona serata e si avviarono verso la macchina del vocalist. La mora si sedette nel sedile anteriore mentre le amiche in quelli posteriori e partirono finalmente alla volta del locale dove si sarebbe tenuta la festa chiacchierando del più e del meno. Una volta giunti a destinazione,le ragazze notarono già delle macchine presenti nel parcheggio ed un cartello sulla porta principale in cui c'era scritto "Locale chiuso per evento privato". Bill afferrò una mano della mora e tutti insieme si avviarono all'interno del locale. Era davvero semplice ma ben arredato e con tante luci colorate che rendevano accogliente l'ambiente. La mora riconobbe qualche membro dello staff e David Jost intento a scambiare due chiacchiere con Gustav e Tom.

- Buona sera -disse prima Bill e poi le ragazze una volte che li raggiunsero- Sono un uomo fortunato stasera... Sono accompagnato da tre bellissime fanciulle -concluse sorridendo per poi beccarsi una gomitata da parte della mora che lo guardò in tralice.

- Ragazze ma siete stupende! -si complimento il manager seguito a ruota dal batterista e dal chitarrista.

Li ringraziarono educatamente e cominciarono a chiacchierare con loro finchè non sopraggiunsero Georg mano nella mano con una bella ragazza castana dagli occhi verdi come i suoi. Era alta e magra,fasciata da un lungo vestito verde pallido. Salutò tutti i presenti facendo i complimenti alle ragazze per poi passare alle presentazioni.

- Ragazze,lei è Jess,la mia ragazza. Jess,loro sono Victoria,Jennifer ed Elisabeth -disse indicandole e vedendole mentre si stringevano le mani.

Iniziarono a parlare per scoprire qualcosa sulla nuova arrivata e per rompere il ghiaccio quando Bill si sentì afferrato per un braccio. Sì voltò e vide che si trattava del gemello che,con un segno della testa,lo invitò a seguirlo,portandolo in un angolo più tranquillo e meno affollato. il vocalist si posizionò davanti al fratello aspettando un suo segno,una sua mossa,che no tardò ad arrivare.

- Mi dispiace Bill -esordì il chitarrista- Mi sono comportato da stronzo;ho fatto l'ultima cosa che avrei mai voluto fare: ferirti con le mie stesse mani. Ho fatto la cazzata peggiore della mia vita perdendo la testa per lei e per questo mi odio perchè ho letto nei tuoi occhi l'odio che tu provi nei miei confronti. Non ci sono scuse per tutto quello che ho fatto. Mi sono comportato in maniera disgustosa calpestando i tuoi sentimenti. Lei per me era importante ma adesso ho chiuso,non mi importa più. Quello che davvero conta per me più di ogni altra cosa sei tu,Bill. Sei mio fratello gemello,l'unico per cui sarei capace di dare la vita e non voglio perderti per questi maledetti errori. Sono uno stronzo,lo so;ma ti chiedo di perdonarmi Bill. Non riesco a sopportare questa tua freddezza giustificata nei miei confronti,questo tuo disprezzo nei tuoi occhi... Bill,io non potrei mai sopportare di perderti. Ti chiedo per favore di darmi un'altra possibilità,di perdonarmi o,per lo meno,di provarci. Ti supplico.

Il vocalist ascoltò attentamente le parole del fratello e non gli sfuggì l'istante in cui quegli occhi così uguali ai suoi cominciarono a luccicare. Sentiva che era davvero dispiaciuto per tutto ciò che era successo,che questa situazione gli pesava,ma pesava anche a lui;anche lui soffriva nel doverli stare lontano,soffriva nel dover evitare il fratello ma doveva farlo,per difendersi da quelle ferite che lui li aveva inferto. Ma adesso che se lo trovava lì davanti,disperato e quasi sull'orlo delle lacrime,adesso che lui lo supplicava di dargli un'altra chance,adesso che lui diceva di voler solo la sua felicità rinunciando per sempre a colei che per prima gli aveva fatto battere il cuore,adesso che sentiva quasi su di sè il dolore del gemello,capì che neanche lui avrebbe sopportato di perderlo. Si erano promessi di stare insieme per sempre e che avrebbero superato insieme qualunque ostacolo. Avrebbero superato tutto...ma se fossero stati insieme.

- Bill ti prego -lo supplicò venendo interrotta dal fratello.

- Sei sincero quando dici che tieni alla mia felicità? -il ragazzo annuì con fermezza- Allora dovrai stare lontano da Elisabeth,nel senso che non dovrai più provarci con lei o toccarla.

- Te lo prometto -disse poggiandosi una mano sul cuore- Ormai lei è un capitolo chiuso. D'ora in poi sarà solo ed esclusivamente un'amica,se me lo permetterà,e la ragazza di mio fratello,nonché mia cognata -concluse sorridendo.

- Io ti dò un'ultima possibilità perchè anche io soffro per questa situazione,ma non sprecarla Tom. Se mi farai soffrire ancora facendomi un torto del genere io...

- Non dirlo -lo interruppe Tom- Non ce ne sarà bisogno perchè non ti farò più del male. Facendolo a te,è come se mi auto-punissi da solo. Ciò che sei tu sono io;ciò che senti tu lo sento anche io. Scusami ancora Bill e grazie per quest'altra opportunità -concluse sorridendo.


- Adesso basta chiedere scusa o perdono. Non è da te -gli disse sogghignando.

- Posso chiederti un'ultima cosa per ora? -chiese allora titubante e continuò dopo averlo visto annuire- Posso...posso abbracciarti?

Il vocalist boccheggiò di fronte a quella domanda;ne era rimasto colpito ma ,allo stesso tempo,dentro si era sentito scoppiare di felicità perchè lui odiava compiere atti "così smielati",come li definiva lui,in pubblico. Lo guardò negli occhi e questo bastò a Tom per far capire che era un sì. Si abbracciarono forte,aggrappandosi saldamente l'uno all'altro,dimenticandosi per qualche istante della gente che li circondava;in quel momento esistevano solo loro. Era un gesto semplice,carico di amore fraterno,che non passò inosservato a due occhi azzurri,la cui proprietaria lì guardò sorridendo felice,in fondo.

- Ti voglio bene Bill -disse sottovoce il gemello- Anche se non te lo dico spesso.

- Ti voglio bene anche io Tomi -disse a sua volta lui sciogliendo quell'abbraccio.- Bene,adesso basta con le smancerie e torniamo dagli altri -concluse il chitarrista sorridendo.

Il vocalist rise ed alzò gli occhi al cielo. Tom era sempre lo stesso;non sarebbe mai cambiato. Lo seguì ed insieme si avviarono dai ragazzi. Lui si avvicinò alla mora,che gli prese una mano e li sorrise con dolcezza per poi baciarlo a fior di labbra.

- Avete chiarito -non era una domanda la sua ma una constatazione a cui lui annuì senza reprimere il sorriso che era dipinto sul suo volto- Sono felice per te se tu lo sei.

- Si Lizie,lo sono di nuovo adesso perchè ho entrambe le persone che amo di più.

La mora gli sorrise per poi cingergli la vita con un braccio ed appoggiarsi al suo petto.
- Ti amo Bill -gli disse in un sussurro.

- Ti amo Lizie -disse lui a sua volta.

Si guardarono negli occhi così carichi di amore per poi avvicinarsi per scambiarsi un altro bacio che il vocalist voleva approfondire ma la mora lo fermò. Odiava fare certe cose in pubblico o quando erano con gli amici. Lui sorrise pensando che quella ragazza era davvero incredibile,poi la tenne stretta a sè e si unirono nel discorso con gli altri.

***

Ormai mancava poco alla mezzanotte,la festa stava andando alla grande e lei si stava divertendo tantissimo. Per via di una chiamata aveva dovuto allontanarsi dal nuovo gruppetto di amici che si stava creando ed era uscita sul grande balcone del piano superiore. Parlò per qualche minuto e poi rimase un pò a guardare il cielo,che adesso lasciava intravedere qualche stella.

- Vuoi per caso prenderti un malanno proprio l'ultimo giorno dell'anno? -le chiese una voce alle sue spalle facendola sobbalzare.

- Fra un pò saremmo nel primo giorno del nuovo anno Kaulitz -disse lei che aveva riconosciuto quella voce- E non mi prenderò un malanno.

- Jenny,Jenny,Jenny -cantilenò Tom- Quando la smetterai con questo tuo comportamento da ragazzina.

- Io non sono una ragazzina -gli disse voltandosi- Sono cresciuta più in fretta di quanto immagini e ho visto varie cose nella vita che mi hanno fatto maturare.

- E sentiamo,cosa ti avrebbe fatto crescere cosi in fretta? Forse la gran bella carrozzeria che hai addosso? -le chiese guardando sfacciatamente il suo seno ben coperto dall'abito.

- Sei un maledetto porco Kaulitz! -disse lei indignata dal suo comportamento- Sei solo un lurido verme che vive per il sesso.

- Ehi ehi -disse lui avanzando verso di lei- Calmina con le parole. Non sono un verme. Non è colpa mia se sono bello e bravo a letto. E' un dono di natura -disse in modo malizioso scrutandola- E tu non hai ancora risposto alla mia domanda: Perchè sei cresciuta in fretta?

- Non sono cazzi tuoi -le disse lei alterata e provando ad andarsene.

- Dove credi andare? -le chiese fermandola- Non abbiamo ancora finito di parlare noi due. E dai parla! Tuo padre non approvava una tua storia d'amore e ti ha buttata fuori casa? O tua madre...

- Stai zitto! -gli urlò la mora interrompendolo- Non ti azzardare mai più a far uscire da quella schifo di bocca che ti ritrovi delle cose sulla mia famiglia chiaro?

Gli occhi della ragazza erano diventati improvvisamente lucidi e ciò destabilizzò Tom,che non aveva la più pallida idea di come comportarsi o di ciò che aveva potuto causarle così tanto fastidio. La vide voltarsi nuovamente ma lui la fermò.

- Lasciami andare -le intimò lei tentando di divincolarsi da quella presa ma lui aumentò ancora- Ho detto lasciami.

- Non lo farò finchè non mi dici il motivo per cui stai per piangere.

- Io non piango -disse lei tirando su il naso.

- Jennifer -disse allora lui in un tono così dolce da smuovere chiunque ed accarezzandole una guancia- Dimmi la verità. Che cosa ti è successo?

Perchè doveva essere così dolce in un momento così? Perchè doveva esserci proprio lui in quel momento così difficile? Perchè in quegli istanti stava gettando la maschera della ragazza dura e fredda mostrando ciò che in realtà era: una ragazza dolce ma ferita dalla vita? Perchè proprio con lui che era l'ultima persona al mondo con cui avrebbe mai pensato di sentirsi così fragile? Perchè doveva essere proprio lui quella persona con carattere da essere in grado di farle crollare quel muro di ghiaccio che si era costruita? Perchè proprio lui? Chi era davvero Tom Kaulitz? Tutte domande che si affollavano nella mente di Jennifer ma che non riuscivano a trovare spiegazioni in quel momento ma che forse le avrebbero trovate in futuro eppure adesso...anche se era tutto così sbagliato,le sembrava la cosa più giusta da fare.

- Mio padre è morto in un incidente stradale quando avevo nove anni -disse lei in un sussurro dopo essersi calmata.

Per Tom quella fu come una cascata di acqua fredda. Tutto si sarebbe immaginato,ma tranne una cosa così...tragica. Che vita doveva aver vissuto una bambina che aveva perso il padre in così tenera età? Come era potuta crescere senza quella figura maschile di cui avrebbe avuto bisogno? Dove ha avuto la forza di continuare la sua vita? Adesso lei le appariva sotto una luce diversa,così piccola e fragile,così...normale.

- Mi dispiace davvero Jennifer -disse lui sinceramente dispiaciuto.

Poi l'attirò a sè all'improvviso stringendola in un tenero abbraccio,da cui all'inizio lei cercò di divincolarsi ma a cui poi si arrese;questo momento fu presto interrotto da un conto alla rovescia seguito dopo pochi istanti da urla felici e da fuochi d'artificio meravigliosi: il 2010 era arrivato.

- Buon anno Jennifer -le disse lasciandola andare e guardandola negli occhi.

- Buon anno Tom -disse lei chiamandolo per nome.

Poi si asciugò gli occhi ed insieme al ragazzo si avviò verso il locale per cercare i loro amici e festeggiare tutti insieme. Li adocchiarono e li raggiunsero. Tutti si stavano scambiando baci e abbracci.

- Tanti auguri amore -disse Bill mentre stringeva dolcemente Elisabeth- Questo è il nostro primo capodanno insieme e sono sicuro che ne seguiranno molti altri.

- Auguri anche a te -gli disse avvicinandosi al suo viso- E sono sicura che ne passeremo tantissimi insieme. Ti amo -concluse poi baciandolo.

- Ti amo anche io Lizie.

- Ehi voi due -disse Tom con un gran sorriso sulle labbra- Quando finirete di sbaciucchiarvi,potete darci l'onore di scambiarci gli auguri?

I due sorrisero,poi si riunirono al resto del gruppo continuando con i tradizionali auguri;quando la mora andò da Jennifer,vide subito che era strana e le chiese cosa fosse successo.

- Niente -ma di fronte allo sguardo per niente convinto della mora,decise di dirle la verità- Io e Tom abbiamo parlato ma ti racconterò a casa.

Elisabeth guardò l'amica leggermente preoccupata ma vedendola sorridere tranquillamente,si rilassò un pò e l'abbraccio calorosamente.

- A me niente auguri col bacino? -chiese Tom con tono infantile facendo protendere le labbra verso la rossa.

- Te lo puoi scordare Kaulitz! -gli rispose secca,tornando come sempre- Ci tengo alla mia vita e non voglio rischiare di morire per te.


Lui arricciò le labbra in un finto broncio mentre la rossa sorrideva divertita e gli altri scoppiarono in una fragorosa risata che,volente o nolente,coinvolse anche il chitarrista. Il nuovo anno era appena iniziato e già prometteva delle grandi scintille ed una nuova speranza cresceva dentro ognuno di essi: la speranza che esso avrebbe portato tanta felicità ed amore.
Continua
 

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Capitolo 55
*** 55. Tu mi hai mentito ***


55. Tu mi hai mentito

Era già trascorsa una settimana dall'inizio del nuovo anno e finora le cose andavano bene. Jennifer si era trasferita dai Wersellen un paio di giorni prima ed oggi era il suo primo giorno di scuola al liceo tedesco e nel pomeriggio avrebbe dovuto raccontare ogni cosa ad Elisabeth. il mattino dopo la festa di capodanno,la rossa le aveva raccontato ciò che era successo tra lei e Tom e ne era rimasta leggermente turbata ma l'amica l'aveva tranquillizzata ed avevano messo un pietra sopra a quella storia. Inoltre,sempre quella mattina,le due ragazze avevano appreso qualcosa di davvero molto piacevole: la sera prima,Gustav e Victoria si erano baciati. I due erano stati insieme tutta la serata scherzando e parlando seriamente e,quando era scoccata le mezzanotte,il batterista si era chinato per baciarle le guance e dopo,mentre si guardavano negli occhi,lui si era avvicinato baciandola delicatamente sulle labbra. Poi si era ritratto pensando di aver commesso un errore ma Victoria lo aveva afferrato per i capelli ed avvicinato nuovamente al suo viso dando vita ad un bacio vero e profondo. Quando si erano staccati,ancora stringendola per i fianchi,Gustav le aveva confessato di provare qualcosa per lei e di voler iniziare con una storia d'amore. La bionda,all'inizio stupita dalle parole del ragazzo,gli aveva rivelato ciò che provava e sentiva quando c'era lui al suo fianco e lo aveva ribaciato. Victoria e Gustav si erano messi insieme e adesso i suoi occhi splendevano di una luce nuova e viva: l'amore. Il 2 gennaio invece Bill ed Elisabeth aveva festeggiato i loro cinque mesi insieme ed avevano fatto un bel pic-nic,al freddo gelido,nel loro parchetto. Avevano parlato molto,si erano baciati e coccolati e,una volta a casa di lei,si erano sdraiati insieme accarezzandosi dolcemente e baciandosi senza mai andare oltre,anche se la voglia c'era in entrambi. L'amore non era principalmente fisico ma qualcosa di spirituale,astratto che si poteva dimostrare anche con semplici tocchi e parole... Dopo un pò si erano addormentati,stretti l'uno nelle braccia dell'altra,cullati dai battiti dei loro cuori. Ed adesso si ritrovava lì,sola nel suo letto,in pigiama e sommersa dalle coperte,a pensare e pensare a come la sua vita stava cambiando,a come lei stava crescendo e a come il suo cuore batteva all'impazzata per un semplice ragazzo.

- Ehi -disse una voce che l'aveva fatta sobbalzare.

- Bill -esclamò lei portandosi una mano al petto- Mi hai spaventata. Non ti avevo sentito entrare.

- Beh pensavo dormissi -disse lui sedendosi sul letto- E non ho bussato,ma poi ho visto che eri sveglia. A cosa pensavi?

- Al fatto che non mi hai ancora dato un bacio -gli rispose mettendo su un finto broncio.

- Oh che terribile sciagura -disse allora lui con fare teatrale- Devo subito rimediare. Detto ciò si chinò e la baciò a stampo per poi sdraiarsi accanto a lei ed avvolgerla tra le sue braccia.

- E' tutto ok Bill? Cosa ci fai qui? -chiese lei guadandolo in volto.

- Deve esserci un motivo per cui sono qui? -le chiese lui a rimando ma la vide annuire e continuò- Comunque,sentivo freddo da solo nel letto e sono venuto qui.

- Ma che sei scemo -gli disse dandogli un pugno sul petto- Ti coprivi con qualche coperta in più e ti abbracciavi un cuscino così non avevi freddo e non ti sentivi solo.

- Volevo solo stare con te -le disse chinando il capo.

- Oh amore -esclamò la mora alzandosi un pò prendendo il volto del ragazzo per poi sfiorare le labbra con le sue- Sei così dolce. Vieni qui -gli ordinò facendolo sdraiare con lei e facendogli posare la testa sul suo petto- Mi fa piacere che sei passato.

Il vocalist le sorrise sistemandosi meglio su di lei per poi cominciare a parlare sottovoce.
- Lizie,mi mancava tutto questo e se penso che stavo per perdere tutto...

- Shh -lo interruppe accarezzandogli i capelli- Non devi dirlo. Ormai il passato è passato. Abbiamo superato la nostra crisi e ne siamo usciti più forti di prima. Adesso dobbiamo solo goderci il presente e vivere insieme la nostra vita,il nostro futuro.

- Tu -disse allora il vocalist alzandosi un pò- hai immaginato qualche volta come potrebbe essere la nostra vita tra qualche anno?

- Certo -gli sorrise accarezzandogli il volto- E devo ammettere che vedevo tutto "rosa",cioè io e te sempre innamorati,sempre insieme nonostante le nostre vite diverse. Ho immaginato te che continuavi a cantare con la tua band e facevate impazzire molte ragazze ed io che ti aspettavo con ansia al termine di ogni show o che impazzivo dalla voglia di strozzare tutte quelle che provavano a toccarti durante i meet and great.

- La mia gelosona -le disse pizzicandole il naso- E...hai mai immaginato noi due insieme...con dei figli?

La mora a quella domanda diventò rigida,era stata proprio colta alla sprovvista,non se l'aspettava e non sapeva cosa rispondere.
- B..Bill -balbettò confusa ed imbarazzata- Ma che domande sono?

- Tu rispondi -le disse facendosi serio- Hai mai immaginato la nostra vita con dei bambini?

- E' normale -disse lei ancora un pò stupita- Tutte le donne immaginano di avere dei bambini insieme all'uomo che amano. Ma noi siamo ancora troppo giovani e con una vita davanti.

Il vocalist parve rilassarsi e si sdraiò di nuovo,poggiando il capo sul seno di lei.
- Meno male che la pensi così anche tu -disse disegnando con le mani dei cerchi sotto il suo seno- Sono ancora troppo giovane. Ho solo 20 anni e non voglio avere dei marmocchi urlanti e scalpitanti per casa almeno fino ai 30-35 anni. Ho una carriera davanti a me ed un bambino frenerebbe la mia frenetica vita.

- Già -disse semplicemente lei.

Da una parte era contenta che lui avesse affrontato un argomento così delicato come quello parlando di loro e dei loro bambini. Questo significava che lui voleva condividere con lei ogni istante della vita;ma dall'altra era un pò giù perchè avrebbe dovuto aspettare molti anni prima di avere un bambino tutto loro. Ma se doveva essere sincera,appoggiava la teoria di Bill. Erano entrambi molto giovani e immaturi ancora. La fascia dei trent'anni sarebbe la fascia migliore per crearsi una famiglia perchè entrambi sarebbero stati più maturi e con una vita più stabile. Sì,Bill aveva ragione.

- Sai -incominciò Elisabeth riprendendo ad accarezzare i capelli del vocalist- E' da un pò che penso ad una cosa ed adesso sono certa di volerla fare.

- E cosa? -le chiese allora lui guardandola negli occhi.

- Voglio ricominciare gli studi e terminare gli ultimi due anni che mi restano per potermi così diplomare.

- Sul serio? -chiese lui meravigliato.

- Sì. Mi sono già informata con il preside del liceo che frequenterà Jen d'oggi in poi. E mi ha detto che è possibile riprendere gli studi e fare un cambio.

- Cambio? -chiese lui inarcando un sopracciglio.

- Ho deciso di iscrivermi,per gli ultimi due anni,al liceo scientifico linguistico. Non ci saranno problemi. Le materie sono pressoché uguali alle mie,anzi sotto alcuni aspetti sono anche più avanti,e poi le lingue da studiare le conosco: italiano,inglese e tedesco sono le mie tre lingue. Così potrei diplomarmi e magari,un giorno,fare domanda per fare l'interprete. Cosa ne pensi?

- Buona idea -disse lui alzandosi un pò- Ma tanto ti assumerei io,o meglio la band. Ma adesso voglio togliermi una curiosità...devo constatare se tu hai davvero tre lingue o meno.

La mora aprì e richiuse la bocca di fronte all'ultima frase del ragazzo e stava per rispondergli quando lui frenò quelle parole ancora non pronunciate con un bacio,un bacio ardente e mozzafiato.

- E no mia cara -disse ad un soffio dalle sue labbra- Tu hai una sola lingua.
Detto ciò si impossessò di nuovo delle sue labbra,baciandola con avidità e passione. Si posizionò sopra di lei e le bloccò i polsi al materasso. Dalla bocca,scese a baciarle il lobo dell'orecchio e poi il collo dove abbandonò una lunga scia di baci che stavano facendo impazzire la mora ed eccitare il vocalist. Le incatenò i polsi al di sopra della testa bloccandoli con una mano sola;con l'altra cominciò ad accarezzarla in maniera vogliosa fino ad arrivare all'orlo della maglietta,sotto cui si intrufolò per poi salire lentamente al di sotto di essa. La mora vibrò al tocco della sua mano così fredda e questo non fece altro che farlo eccitare ancor di più.

- Ti odio quando mi fai impazzire così -gli disse in un sussurro suadente.

A quella frase,gli ritornarono in mente delle parole che lei aveva detto la sera della vigilia. "Ero arrivata anche ad odiare entrambi,sia te che Tom perchè,in un modo o nell'altro,entrambi mi avete fatto del male. Sono state le settimane più brutte della mia vita. E poi Luc...ma poi l'unica cosa che ho capito è che io amo solo ed esclusivamente te". Lei si era bloccata sulla parola Luc per poi iniziare un discorso diverso da ciò che stava dicendo. Forse adesso iniziava a capire qualcosa: lei aveva saputo di quel bacio tramite delle foto e chi meglio di LUI non aveva un motivo per toglierlo dai piedi? Chi meglio di Lucas? A quella constatazione,si fermò all'improvviso guardando la mora ferma di fronte a sè che non capiva il motivo per cui si era fermato bruscamente.

- Tu mi hai mentito -le disse alzandosi dal letto.

- Era normale che non avessi tre lingue stupido -disse allora lei cingendogli la vita da dietro,ignara del vero significato delle sue parole.

- Non intendevo questo -disse arrabbiato girandosi in fretta- Perchè non mi hai detto che Lucas era ritornato nella tua vita,nella nostra? Perchè non mi hai detto che è stato lui a procurarti le foto di quella sera? Perchè non l'hai fatto Elisabeth?

La mora sbiancò di fronte a quelle parole;non riusciva a crederci che lui sapesse,che qualcuno l'avesse tradita di nuovo... Lei si era fidata di loro.
- Come...come lo sai? -chiese lei sentendo già le lacrime salirle agli occhi- Simone e Gordon mi avevano promesso che...

- Cosa diavolo c'entrano i miei genitori adesso? -chiese lui arrabbiato e perplesso.

- Ma allora come sai di Lucas?

- Perchè ho fatto due più due mia cara. Durante la nostra lite la sera della vigilia ti sei fatta scappare una serie di frasi che ho collegato per poi formare la frase completa. Allora,cosa ti ha detto quel bastardo eh? Cosa è successo mentre io non c'ero? Parla Elisabeth. Voglio la verità -le ordinò prendendola per le braccia.

Lei non voleva parlarne ma sentiva che era l'unica cosa che le restava da fare,poi avrebbe finalmente avuto la coscienza libera perchè non avrebbe avuto nessun altro segreto con lui.
- Si è presentato una mattina e ho dovuto farlo entrare perchè... -così la mora iniziò a raccontargli di ciò che era successo quella mattina,delle foto che le aveva poi mostrato e della sua stupidità a cadere nella sua trappola.

- Cosa intendi con questa frase? In che senso sei caduta nella sua trappola? -ma,vedendo che la mora iniziava a piangere,le sue paure continuavano a crescere- Ti prego Elisabeth,non dirmelo...

- Quella mattina ero sola a casa,avevo la febbre,e lui era venuto per vedere come stavo moralmente -gli disse sottovoce guardando verso il pavimento- Gli stavo chiudendo la porta in faccia ma mi ha pregato di farlo entrare. Siamo saliti in camera mia,stavo guardando un film prima del suo arrivo,e abbiamo iniziato a parlare,mi ha detto un sacco di menzogne,che tu e quella bionda vi eravate appartanti ed io sono scoppiata in lacrime. Lui mi ha abbracciata ma poi -disse ancor più piano- mi ha baciata all'improvviso;mi sono scostata e me ne stavo andando ma lui mi ha bloccata e...e mi... -la mora si fermò e scoppiò a piangere. Anche se era passata qualche settimana,riportare a galla quella storia,la faceva stare male.

- Elisabeth -disse lui spaventato prendendole il volto tra le mani per poterla guardare negli occhi- Dimmi che lui...che non ti ha stuprata. Ti prego.

La mora scosse la testa: - I tuoi...sono arrivati in tempo e...lo hanno fermato -disse separatamente a causa dei singhiozzi- E' stato imbarazzante. Mi hanno trovato...mezza nuda...poi hanno chiamato la...polizia e lo hanno arrestato. Purtroppo però Victoria e...e i suoi sono arrivati quando c'era...ancora la polizia e sono venuti a conoscenza di ciò che era successo quel giorno e...in passato. Ho chiesto ai tuoi di non dire niente a nessuno...specialmente a te. Mi vergognavo...e me ne vergogno tuttor...

Ma la mora non riuscì a terminare la parola perchè Bill la strinse a sè in un forte abbraccio.
- Sei una stupida Lizie -le disse cullandola- Dovevi dirmelo subito senza vergognarti;sarei tornato col primo aereo e lo avrei ammazzato con le mie mani. E poi non devi vergognarti...sei una persona meravigliosa che sa perdonare e dare una seconda opportunità. Piangi piccola,piangi -le disse sentendola sussultare tra le sue braccia e stringendola più forte.

Rimasero così qualche minuto,poi la mora si allontanò piano,mostrandogli occhi rossi ed il viso stravolto rigato dalle lacrime.
- Mi dispiace di non avertelo detto -gli disse asciugandosi gli occhi- Ma non credevo fosse il caso dato la situazione e,come ti ho detto,mi vergognavo.

- Adesso che fine ha fatto lui? -chiese lui mentre si sedeva sul letto tirandosi dietro la ragazza facendola sedere sulle sue gambe.

- E' stato portato in italia e lì processato per direttissima e buttato in carcere. Non so per quanto tempo. Non mi importa... Voglio solo dimenticare ed andare avanti con la mia vita. Mi ha già ferita abbastanza...non voglio più ricordare ciò che mi ha fatto... Voglio cancellarlo dalla mia vita.

- E io ti aiuterò -le disse Bill facendo posare la testa della ragazza sulla sua spalla- Però adesso rispondimi sinceramente ok? -le chiese e poi continuò vedendola annuire- C'è qualche altra cosa che devo sapere? Altri segreti di cui non sono a conoscenza?

- Mmm -disse lei facendo finta di pensarci su- Solo uno: che non so cosa avrei fatto se tu non fossi stato al mio fianco. Grazie a te,tutto è cambiato e io mi sento di nuovo viva.

Il vocalist sorrise e la baciò dolcemente.
- Questo segreto mi piace molto -le disse accarezzandole una guancia,poi cercò di farla sorridere facendo una stupida battuta- E mi sa che la nostra mattinata romantica a suon di giri sotto le lenzuola sia rimandata.

Riuscì ad ottenere il suo risultato facendola sorridere.
- Tu sei un pazzo Bill Kaulitz,sei un maniaco -poi avvicinandosi all'orecchio- Ma è anche per questo che ti amo e voglio stare con te.

- Anche io ti amo e ti prometto che starò per sempre al tuo fianco... E' una promessa.
E con un bacio dolce e tenero sigillarono quella promessa,una promessa che lui avrebbe mantenuto perchè lui era lui,Bill,il suo Bill...e lo sarebbe sempre stato perchè anche lei sarebbe stata sempre al suo fianco.
Continua
 

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Capitolo 56
*** 56. La guerra ha inizio ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Eccomi di nuovo qua prima del previsto;il motivo: ho di nuovo internet e finalmente potrò postare un capitolo alla volta a cominciare da oggi :) Mancano solo dieci capitoli alla fine e d'ora in poi aggiornerò ogni tre/quattro giorni. Eccovi qui il capitolo 56 de La mia vita sei tu!!! L'odio ed i litigi causeranno una "guerra" tra... Beh se volete saperlo,leggete :) Spero vi piaccia...ora vorrei ringraziare:
- _DolcePiccolina_ per aver aggiunto la mia storia tra le preferite,spero che un giorno mi dirai cosa ne pensi,mi farebbe piacere :)
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo sabato... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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56. La guerra ha inizio

Quella giornata trascorse poi molto tranquillamente. Bill ed Elisabeth rimasero tutta la mattina sdraiati nel letto,stretti l'una nelle braccia dell'altro,a parlare di molte cose che potessero distrarre la mora che non riuscì a trattenere varie risate. Il vocalist rimase anche a pranzo e buona parte del pomeriggio ma poi era dovuto scappare perchè voleva a mostrare a David il testo di una nuova canzone,che lui aveva intitolato Attention. Allora la mora decise di andare da Jennifer per farsi raccontare il suo primo giorno nel nuovo liceo. Si incontrarono in un piccolo bar a metà strada tra le loro case ed iniziarono a parlare dopo aver ordinato una bella tazza di cioccolata calda.

- Forza -esordì Elisabeth- Voglio sapere ogni cosa: da come trovi nella nuova casa a com'è andato il primo giorno al liceo.

- Allora -cominciò Jennifer- Johan e Greis sono davvero delle persone meravigliose,mi trattano benissimo e sono davvero gentili e premurosi. Poi hanno un figlio,Robert,che è la fine del mondo. Va anche lui al liceo ma al quinto anno,anche se dovrebbe essere al primo anno di università ma,quando era al terzo,purtroppo ha avuto un incidente che lo ha costretto a letto per quasi quattro mesi,poverino. Ma adesso sta bene ed è bellissimo;te lo presenterò uno di questi giorni. A scuola è andata bene. La classe mi accolta bene e mi hanno riempito di domande,alcune anche assurde,ma sono stati davvero tutti molto carini anche se non mi piacevano certe occhiate da parte di alcuni ragazzi.

- Beh Jen -disse la mora come se fosse un fatto ovvio- Sei una ragazza bellissima è evidente.

- Il fatto è che mi vergogno delle volte. i loro sguardi a delle volte sono così sfacciati da mettermi in soggezione. Eppure,quando vado a scuola,mi copro per benino: non indosso nè magliette scollate nè jeans che ti scoprono il fondo schiena.

- Infatti. Quando vai a scuola sei peggio di una suora.

- Ma grazie sorellina cara -le disse ironicamente- E comunque,è normale andare vestiti civilmente a scuola. Non sono una di quelle svampite che mostrano le loro grazie al mondo per far cadere ai loro piedi tutti i ragazzi della scuola.

- Infatti tu sei normalissima però...non è da te sentirti in soggezione sotto lo sguardo dei ragazzi. Ci sei abituata. Tu sei quella tosta e forte,che se ne frega dell'opinione degli altri,allora perchè adesso sembri più..."umana"?

La rossa boccheggiò qualche volta senza riuscire a formulare una risposta soddisfacente;a dir la verità neanche lei sapeva perchè una parte delle sue difese si era annientata,o meglio,lo sapeva ma non lo avrebbe mai ammesso,era troppo orgogliosa.

- Jennifer,è da quella sera che sei strana. Da quando tu e Tom avete parlato.

Un altro secchio di acqua ghiacciata la colpì in pieno viso paralizzandola all'istante. Non poteva comportarsi così,doveva reagire ed infatti rise,una risata che non era per niente spontanea o divertita.
- Lizie -disse lei cercando di essere convincente- Ma non farmi ridere. Non ricordo neanche di cosa ho parlato quella sera con quello stupido,figurati se una conversazione "fantasma" possa avermi cambiata. Lui vale niente di zero per me e lo sai. Ti ha fatto soffrire molto e non potrò dimenticarlo.

La mora la scrutò mentre beveva la sua cioccolata;non sapeva perchè,ma non credeva a ciò che l'amica aveva detto,la riteneva più una scusa per nascondere qualcosa,qualcosa che dentro di lei stava cambiando e che la mora avrebbe cercato di scoprire.

- Ora Liz -disse l'amica alzandosi- Devo proprio scappare. Prima di andare a casa,devo passare in un negozio di Cd che è lì vicino. Robert aveva ordinato un cd e mi sono offerta di andarlo a prendere io.

La mora rise: - La tattica della dolce ragazza che ti asseconda non funziona più ormai per conquistare un ragazzo.

- E chi ha detto che lo assecondo? Gli sto solo facendo un piacere -le disse con un sorrisino furbo.

- Si si...ti conosco come le mie tasche Jen.

La rossa stampò un bacio sulla guancia dell'amica e,dopo averla salutata,uscì dal locale camminando a passo svelto verso casa. C'era davvero molto fresco. Dopo una decina di minuti,arrivò di fronte al negozio di cd e Dvd ed entrò. Poi si avviò verso il reparto che le interessava e cercò attentamente ciò che le serviva e,dopo un paio di minuti lo trovò: il nuovo cd dei Metallica. Lo afferrò e si voltò velocemente intenzionata ad avviarsi verso la cassa e pagare ma qualcosa glielo impedì,o meglio,qualcuno su cui andò a sbattere. Cadde a terra sbattendo il fondoschiena e facendosi un pò male.

- Ahi -esclamò lei- Ma chi diavolo è sta... -ma le parole le morirono in gola quando si trovò davanti quella bella faccia da schiaffi di- Kaulitz! -tuonò infatti la ragazza- Sei sempre tra i piedi.

- Ciao anche a te Jen -disse lui facendo finta di non averla sentita e allungando una mano verso di lei per aiutarla- Non ti avevo visto. Ero intento a leggere le tracce del Cd di Samy Deluxe.

- E invece -disse lei scorbutica rialzandosi ignorando totalmente la mano del ragazzo- dovresti stare più attento quando cammini. Potresti ammazzare qualcuno. Sei proprio un idiota.

- Ehi ehi -disse allora lui leggermente alterato afferrandole un polso- Cerca di calmarti signorina. Non l'ho fatta apposta a venirti addosso e mi sono anche comportato civilmente. Si può sapere cosa diavolo hai? Forse hai il ciclo e sei nervosetta?

- Non sono cavoli tuoi se ho il ciclo o meno. E non sono nervosa. Semplicemente sei uno stupido ragazzino viziato che crede di avere sempre ragione solo perchè è famoso e ha tanti soldi. E io odio le persone così.

- Beh -disse lui ancora più incavolato- E io odio le ragazzine che nascondono la loro natura dietro ad una squallida maschera di cinismo ed indifferenza;odio quelle che giudicano solo in base alle loro stupide convinzioni. In poche parole odio te stupida ed insulsa ragazzina. Non sei nessuna. Mi stai proprio sulle palle.

- Che dentro quei pantaloni si perdono -disse lei a voce un pò troppo forte,mordendosi poi il labbro quando si accorse che lui aveva udito ed adesso la fissava allibito.

- Cosa...cosa hai detto? -chiese lui credendo di aver capito male.

- Niente niente. E comunque,non sono una stupida ragazzina. Se lo fossi stata,ti sarei subito caduta ai piedi solo perchè sei un Kaulitz,solo perchè sei il chitarrista figo di una band figa che fa canzoni fighe. Ma io non sono una stupida;sono una ragazza che ha un cervello ma soprattutto una dignità.

Tom era completamente stupito dalle parole della ragazza,da quel fiume di rabbia e disprezzo che era uscito dalla sua bocca. Era stupito ma allo stesso tempo arrabbiato;si sentiva offeso da quelle parole,insultato e ciò che più non sopportava era proprio l'essere giudicato da una ragazzina che non lo conosceva per niente.
- Ritira immediatamente ciò che hai detto -le ordinò furibondo ma al suo cenno di dissenso esplose- Come diavolo ti permetti a dire certe cose senza neanche conoscermi? Ti sei in diritto di dirle solo perchè sai ciò che è successo con Elisabeth e mio fratello? Beh,ti sbagli. sei davvero una stupida ragazzina che parla di me senza sapere chi sono davvero,che parla di me solo in base a ciò che ha sentito dire dall'amica o dai giornali. Ma tu non sai un cazzo di me. Non sai niente e non hai il diritto di parlare. Tu ti ritieni così santa e per bene ma io credo che tu sia peggio di quelle stupide ragazzine e che basterebbero due moine per farti aprire quelle gambe e...

Ma non riuscì a finire la frase che uno schiaffo lo colpì in pieno viso. Il ragazzo si girò lentamente verso di lei con una mano premuta sulla guancia colpita e la guardò con gli occhi sbarrati. Non si sarebbe mai immaginato un gesto del genere da lei. La vide furente,con gli occhi che sembravano trapassarlo da parte a parte,tale era l'intensità di quello sguardo,ma allo stesso tempo velati da delle lacrime che non sarebbero mai scappate al suo controllo,non di fronte a lui. Lo stupore che aleggiava sul suo viso cominciò ad affievolirsi lasciando via via il posto ad una forte collera. Con uno scatto le afferrò le spalle e la spinse contro il muro dietro di lei e la fece sbattere contro;i loro corpi si sfioravano,i loro visi erano incredibilmente vicini. Lui riusciva a sentire il dolce sentore di cocco che emanava la sua pelle profumata e questo lo distrasse per qualche secondo ma poi ritornò subito in sè.

- Come ti sei permessa di darmi uno schiaffo eh? -le sputò in faccia visibilmente arrabbiato.

- E tu come diavolo ti sei permesso di darmi della puttana? -gli chiese a sua volta lei,altrettanto arrabbiata.

- Io non l'ho mai detto. Sei tu che ti inventi le parole.

- Non l'hai detto ma il concetto era quello e tu non devi permetterti mai più di insinuare una cosa del genere chiaro? Come hai detto tu poco fa,non sai un cazzo di me e non ha il diritto di dire cose del genere. Lo schiaffo te lo sei meritato brutto stronzo. Ed adesso lasciami. Lasciami ho detto -disse lei alzando la voce vedendo che non rallentava la presa.

- No grandissima stronza che non sei altro. Non ti lascio andare finche non parliamo civilmente.

- Non abbiamo niente da dirci noi due. Sei solo uno stronzo. Ti odio Kaulitz.

E dopo aver pronunciato quelle parole,gli schiacciò il piede e riuscì a liberarsi ed a allontanarsi lasciando il ragazzo dolorante che saltellava su un piede e con le mani si teneva quello infortunato. Dopo qualche secondo lo poggiò a terra e la guardò in cagnesco.
- Questa non dovevi proprio farmela stupida ragazzina -le sibilò tra i denti- Non la passerai liscia per ciò che mi hai fatto stasera. E' la guerra chevuoi? L'avrai. Ma non piangere quando ne uscirai sconfitta ed umiliata.

- Non mi vedrai più piangere Kaulitz. E questa "guerra",come la chiami tu,l'ho già vinta io. Siamo già 2 a 0 per me. Io non tempo da perdere dietro un ragazzino futile come te -concluse per poi avviarsi verso la cassa e pagare il cd.

- Ti odio Jen -le disse lui ancora furente per l'umiliazione che aveva subito- Ti odio con tutto me stesso.

Lei lo guardò un paio di secondi prima di sorridere e di dare alla commessa il denaro per l'acquisto del cd;dopodichè si avviò verso l'uscita e dopo un paio di secondi sparì dalla visuale del chitarrista.

- Me la pagherai Jennifer. Lo giuro -disse sottovoce rivolto verso il punto in cui era scomparsa la ragazza- Ti colpirò quando meno te l'aspetti. Se pensi che Tom Kaulitz si arrenda così facilmente,ti sbagli di grosso. Prima di San Valentino,riuscirò a metterti in ginocchio. Vincerò io.

- Signore,è tutto ok?
La voce di un'anziana commessa si era introdotta nella sua testa facendolo voltare verso la donna che lo guardava come un pazzo che parlava da solo.

- Si grazie -rispose lui sorridendo falsamente cordiale- Stavo solo pensando ad alta voce. Sto benissimo. Adesso vado.

E si avviò vero la cassa a pagare anche il suo Cd,poi si accomodò sulla sua Cadillac e,con un sorriso perfido e per niente rassicurante,si avviò verso casa.

"Hai vinto la battaglia Jennifer,ma sarò io a vincere la guerra" pensò Tom sicuro che la vittoria sarebbe stata presto nelle sue mani e,con esso,anche il suo premio.
Continua
 

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Capitolo 57
*** 57. L' inizio di qualcosa di inaspettato ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Eccomi con il capitolo 57 della mia storia;dal titolo si comprende che accadrà qualcosa di inaspettato ma importante... Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,grazie per aver recensito il capitolo precedente;sì,ho postato prima,nell'intro del capitolo 56 avevo spiegato che avevo di nuovo internet ed avrei aggiornato ogni 3 giorni. Comunque sono contenta che ti sia piaciuto e ti ringrazio per i complimenti. Anche a me fa piacere per come si sia risolte le cose tra Bill ed Elisabeth. tom e Jenny sono un caso disperato ma sono molto divertenti. Per i dubbi alle tue domande,non so se questo capitolo possa darti delle risposte. Davvero non ti piace Tom? O.o Comunque grazie ancora per aver recensito,un Bacio :)
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo martedì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte e buon weekend.
Nat
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57. L' inizio di qualcosa di inaspettato

Erano trascorse già due settimane e l'atmosfera era diventata insopportabile. Jennifer aveva raccontato ad Elisabeth ciò che era successo con Tom e la mora era rimasta stupita per ciò che era successo e per l'atteggiamento dell'amica. Certo,aveva ragione ma forse anche lei era stata un pò troppo eccessiva ad aggredirlo in quel modo mentre lui all'inizio si era scusato per ciò che era successo. Da quella sera,Jennifer e Tom si erano inevitabilmente incontrati altre volte purtroppo. Infondo il fratello di lui e l'amica di lei stavano insieme e delle volte uscivano tutti in gruppo e,quando accadeva,si frantumavano persino i vetri delle finestre tanti erano i decibel che raggiungevano le loro voci quando discutevano. Bill ed Elisabeth erano esausti,così come tutti gli altri. Quei due non potevano dire una parola che si scatenava l'inferno e le cose peggioravano di volta in volta,rasentando i limiti dell'assurdo.

- Adesso basta! -urlò la mora che,insieme al vocalist,stavano assistendo ad un'altra lite tra i due- Mi avete stancata.

- Ci avete stancati -aggiunse il vocalist precisando.

- Avete esagerato -continuò lei- Ma vi vedete? Sembrate dei bambini di cinque anni,ma che dico? Di due anni. Litigate per ogni stupida cavolata fregandone di chi c'è intorno a voi e di cosa provochino le vostre urla. Ma voi credete che per noi è bello sentirvi litigare per ogni cosa? No,non lo è. Anzi,è stressante. E' vero,Tom ha combinato molti errori nei miei confronti ma adesso è tutto risolto. Se io e Bill,che eravamo i principali ad essere coinvolti,abbiamo chiarito,perchè diavolo non potete farlo anche voi? Cosa vi costa per una buona volta mettere da parte quel vostro maledetto orgoglio e stringervi la mano come due persone civili? Sarebbe la soluzione migliore ma soprattutto fareste un grande favore a tutti noi che,sinceramente,non ce la facciamo più.

Jennifer e Tom ascoltarono tutto il discorso della mora in silenzio con uno sguardo colpevole dipinto sui loro volti. Erano talmente presi ad infierire l'uno contro l'altra che non si erano assolutamente resi conto di come quella situazione fosse diventata insostenibile per chi stava intorno a loro;aveva anteposto al benessere altrui il loro senso di vendetta ottenendo come risultato un bel niente.

- Scusa -disse entrambi nello steso istante e si guardarono in cagnesco non appena terminarono la parola.

- Vedete? -disse la mora riferendosi a ciò che era successo- Basta un niente per innescarvi. E' da quasi un mese che non fate altro che discutere. Non si può continuare così,quindi o chiarite questa maledetta storia e la smettete di comportarvi come due bambini immaturi o evitate di vedervi in nostra presenza. Grazie.

- No Eli aspetta -disse l'amica afferrandola per un braccio quando vide che se ne stava andando- Mi dispiace davvero ma sai quanto quello mi stia sulle scatole e...

- Quello ha un nome -si intromise Tom interrompendola.

- No ragazzi -disse la mora liberandosi dalla stretta dell'amica- Io mi sono stancata. Parlate,fate quello che volete ma lontano da me. Ho un mal di testa atroce -poi rivolgendosi al vocalist- Bill mi accompagni a casa per favore? E,se vuoi,possiamo stare lì insieme.

- Ma certo -le disse sorridendole e afferrandole la mano e facendo un cenno di saluto con l'altra.

- Ciao -disse la mora- Non voglio più vedervi litigare.
E detto questo si avviò insieme al suo ragazzo verso casa,lasciandosi abbracciare e stringendosi ancor di più a lui.

- Questa volta abbiamo davvero esagerato -disse allora Jennifer dispiaciuta per ciò che era successo.

- Abbiamo? No mia cara -disse Tom velenoso- TU hai davvero esagerato. Se quella sera non ti fossi comportata così nei miei confronti,forse non saremmo arrivati a questo punto.

- Quindi adesso la colpa sarebbe mia? -chiese lei indicandosi e cominciando a scaldarsi.

- Si. E' tutta colpa tua. Hai iniziato tu quel pomeriggio che siamo venuti a casa di Victoria per vedere Eli e non hai più smesso. Anzi,ti sei accanita ancor di più contro di me.

- Ha parlato lo stinco di santo Kaulitz -disse sarcastica- Ma fammi il piacere. Tutto questo è iniziato per colpa tua,per colpa delle cose che hai fatto ad Eli e anche a tuo fratello.

- Ma vuoi lasciarli stare a loro due per una buona volta? -chiese lui che sentiva di star per scoppiare- Noi due non c'entriamo niente con loro due. Loro hanno chiarito,stanno insieme e sono felici,bene e noi? Noi per quale stupido motivo abbiamo cominciato questa guerra? Ah si -disse lui come se un'illuminazione gli avesse fornito la risposta su un piatto d'argento- Perchè una stupida ragazzina vuole farmela pagare perchè,per una volta in vita mia,ho seguito il cuore invece della testa. Perchè è iniziato tutto per questo motivo. Elisabeth è grande,sa come comportarsi. E' stata cinque mesi senza di te e mi sembra che se la sia cavata abbastanza bene;non si è ammazzata perchè eravate lontane. Lei sa combattere quando è necessario e,ti garantisco,che sa quel che vuole. Quindi cos'altro c'è che non va eh? Parla una buona volta Jennifer. Perchè non mi puoi vedere?

La ragazza aveva ascoltato il lungo monologo del chitarrista senza fiatare o aprir bocca. Il suo discorso l'aveva colpita e non era la prima volta che lo colpiva positivamente. Si perse nel flusso nei suoi pensieri,si isolò dal mondo intero. Intorno a lei non c'era niente;non c'era quel parco dove erano arrivati circa un'ora prima e dove ancora adesso c'era qualche persona anziana che parlava tra di loro o delle mamme con le loro carrozzine che camminavano tranquille affiancate dal marito o da sorelle o amiche;non c'erano più le panchine o gli alberi vicino cui si erano fermati quando erano arrivati;non c'era più nessun rumore,nessun oggetto. In quel momento c'erano solo lei e lui,solo loro due,lì insieme. Quelle parole che il chitarrista aveva detto con una certa rabbia ed una certa stanchezza,le erano arrivate forti e chiare. Tom aveva ragione su tutto. Era cominciato tutto per causa sua ed all'inizio il motivo era quello di vendicare l'amica per ciò che lui le aveva fatto ma adesso? "Adesso qual era il motivo per cui non puoi vederlo?" le chiese la sua coscienza. Lei sapeva qual era il vero motivo dell'astio che mostrava nei suoi confronti ma non lo avrebbe ammesso mai;era troppo orgogliosa per farlo e non si sarebbe mai rimangiata le sue parole solo per ammettere la verità. Eppure lei sapeva benissimo qual era la verità,la sapeva e la sentiva... Sentiva che ormai qualcosa era cambiato dentro di lei,qualcosa di strano e forte era germogliato pian piano in quelle settimane di astio ed odio reciproco,un qualcosa di cui lei aveva paura. Paura perchè era qualcosa di nuovo per lei,nata una situazione tutt'altro che favorevole;paura perchè era coinvolta la persona più sbagliata presente sulla faccia della terra;paura perchè neanche lei stessa riusciva a capire come fosse potuto succedere.
Tom aveva letto nei suoi occhi e nel suo volto un senso di profondo smarrimento e questo lo fece intenerire molto. Resto a fissarla per qualche istante e si accorse di una cosa fin troppo strana per lui,che gli fece suonare un campanellino di allarme: il suo cuore stava battendo...di nuovo. Non poteva essere vero. Non poteva succedere di nuovo;non con lei,la sua "acerrima nemica", eppure...eppure stava accadendo e lui non riusciva a spiegarsi il perchè o il come;non riusciva a dare un senso a tutto ciò che gli stava succedendo dentro e che lo stava spingendo ad avvicinarsi lentamente a lei che,a sua volta,indietreggiava sempre di più ad ogni suo passo fino a ritrovarsi con le spalle contro un albero. Alzò entrambe le braccia e posizionò le mani ai lati delle sua spalle imprigionandola così un una morsa. Continuava a fissarla ma lei era sempre a capo chino,non gli dava l'opportunità di leggere nel ghiaccio dei suoi occhi,non gli dava l'opportunità di capire cosa stava succedendo a lui,a loro. Non li dava l'opportunità di capire cosa li avesse portati fino a quel punto da cui sarebbe stato difficile ritornare indietro. Aveva così tanti perchè nella testa ma non riusciva a darsi una risposta concreta,era certo solo di una cosa: era cambiato qualcosa dentro di loro.
Anche lei lo stava pensando ma non aveva il coraggio di alzare la testa ed incrociare i suoi occhi,sapeva che non sarebbe stato in grado di reggere il suo sguardo. Per la prima volta in vita sua si sentiva davvero in soggezione sotto lo sguardo di qualcuno,si sentiva fragile e priva di ogni difese perchè ormai queste erano state distrutte da lui,giorno dopo giorno,senza che lei se ne accorgesse davvero. La sua barriera si era infranta,il suo muro era crollato,la sua parte sensibile ed umana era stata riportata alla luce. E tutto questo a causa sua. Di quel ragazzo così sicuro di sè da farle venir voglia di prenderlo a schiaffi e picchiarlo a non finire per poi..per poi curargli le ferite che lei stessa gli aveva impresso. Era tutto così assurdo. I suoi pensieri erano così aggrovigliati,senza un vero senso logico;era tutto così confuso e...sbagliato.

- Jennifer -disse Tom rompendo finalmente quel silenzio così carico di significati che si era creato tra di loro- Guardami.

Ma lei non aveva il coraggio di alzare lo sguardo per paura che lui potesse leggere ciò che sentiva dentro,i pensieri che si accavallavano uno sopra l'altro.

- Guardami -le ordinò con un tono più deciso.

Lei alzò molto lentamente lo sguardo fino ad incrociare il suo,fino a perdersi nei suoi occhi. Quei due pozzi d'oro la scrutavano attentamente ma lei vi notò qualcosa di diverso: era limpidi e luminosi,brillavano di una luce nuova,di una nuova consapevolezza.

- Jennifer -disse lui in tono caldo e dolce ottenendo la sua attenzione- Dimmi la verità. Perchè non mi puoi vedere? Perchè non riesci a sopportarmi? Qual è il vero motivo di tutto questo astio?

- Io...mi comporto così perchè...perchè voglio difendermi da te -rispose la ragazza dicendo l'ultima frase in un sussurro che venne comunque percepito dal ragazzo.

- Di...difenderti da me? -chiese allora lui sbalordito,tutto si sarebbe aspettato ma non una risposta come quella;la vide annuire debolmente allora la spronò a continuare- Cosa intendi con questo?

- Voglio proteggere me stessa dall'effetto che mi fai senza che te ne accorgi. Voglio difenderti da te per evitare sofferenze. Per difendermi da ciò che mi fa male,devo a sua volta contrastare la mia sofferenza per soffrire di meno

Era un discorso intricato ma che conteneva all'interno una grande verità: lei voleva difendesi da lui perchè non voleva soffrire a causa sua e questo significava solo una cosa. Che lei provava qualcosa per lui e ne aveva paura;aveva paura delle conseguenze che quel sentimento avrebbe comportato ma soprattutto aveva paura di soffrire. Lei aveva già sofferto moltissimo in seguito alla perdita del padre,una perdita che l'aveva segnata per la vita e che ancora adesso le apriva una ferita ogni qual volta che ne parlava con qualcuno;lei,che aveva dovuto affrontare un dolore così grande ed incommensurabile,aveva paura di soffrire di nuovo...per un sentimento,per quell'unico sentimento che avrebbe potuto davvero spezzarle il cuore a metà in seguito ad una delusione. Lei aveva paura di soffrire per amore. Adesso capiva tante cose;capiva perchè si mostrava sempre cinica e fredda nei confronti delle persone che riteneva "pericolose";capiva perchè spesso veniva chiama "ragazza di ghiaccio";capiva che sotto quella corazza dura e gelida c'era una ragazza sensibile e dal cuore grande,una ragazza semplice,forse più speciale di tutte le altre.
Tom non riusciva a staccarle gli occhi di dosso,era come ipnotizzato da quei due occhi di ghiaccio dentro cui si perdeva. Quelle parole lo avevano colpito davvero ma,allo stesso tempo,una parte di lui era felice di averle sentite uscire dalle sue labbra. Era contento che lei avesse ammesso,anche se indirettamente,di provare qualcosa per lui perchè forse quella poteva essere la volta buona;forse poteva finalmente dare tutto se stesso alla persona a cui teneva e,in quei minuti,aveva capito di tenere a quella stupida ragazzina orgogliosa,dalle mesches rosse,più di quanto lui stesso avesse mai creduto. Gli piaceva Jennifer e molto,ma non perchè somigliava ad Elisabeth,ma perchè era capace di tenergli testa,di non arrendersi di fronte alle avversità,di lottare pur di raggiungere il suo obiettivo;ma allo stesso tempo gli piaceva per quel suo lato nascosto,quel lato dolce e tenero,fragile ma combattivo. Gli piaceva semplicemente perchè era lei,Jennifer.
Intanto la ragazza,sentendosi violata da quello sguardo così forte ed insistente,aveva abbassato lo sguardo trovando molto interessante lo smalto delle sue unghie;percepiva un forte calore all'altezza delle guance che erano infatti colorate di un leggero colore rosso. Ma ad un tratto sentì una mano afferrarle il mento e sollevarle il viso verso l'alto fino ad incrociare di nuovo quei maledetti occhi d'orati. Tom la guardava ancora,accarezzandole la guancia leggermente rosata ma poi,spinto da una strana forza a lui ignota,si avvicinò lentamente al suo viso. E come il ghiaccio si sciolse sull'oro fuso diventando un tutt'uno con esso,anche le loro labbra si fusero in un dolce bacio che sapeva di fragola. Jennifer rimase stupita di fronte a quel gesto così semplice e naturale,i suoi occhi sbarrati che guardavano quelli chiusi di lui;poi dopo la sorpresa iniziale,si ammorbidì lasciandosi andare. Avvolse le braccia intorno al collo di Tom,che a sua volta afferrò saldamente i fianchi di lei facendo aderire i loro bacini;pian piano dischiuse le labbra permettendo alla lingua del chitarrista di raggiungere la sua giocandoci e dando vita a delle lunghe ma dolci danze. Era un bacio vero,dolce e passionale,inaspettato ma voluto da entrambi;era una bacio che avrebbe potuto dar vita a qualcosa di nuovo e di meraviglioso per entrambi. Ma quel momento così perfetto fu presto interrotto. Jennifer si allontanò dal suo viso e,spingendo contro il suo petto,lo scansò riuscendo così a liberarsi dalla morsa in cui era rimasta intrappolata fino a pochi istanti prima e si avviò verso l'uscita del parco,ma Tom la fermò afferrandola per un polso.

- Aspetta Jen.

- No Tom,lasciami -gli disse cercando di liberarsi dalla sua presa ma senza risultati- Non doveva succedere.

- Perchè non doveva? Lo abbiamo voluto entrambi -disse allora lui riavvicinandosi a lei.

- Io..tu...cioè noi...abbiamo sbagliato -disse balbettando confusa- E' stato un errore,un errore che non accadrà mai più.

- Ma cosa stai dicendo? Perchè? -chiese allora lui confuso rafforzando la presa attorno al suo polso e cercando di avvicinarla a lui.

- Tom,lasciami -disse allora lei in tono supplichevole;sembrava stesse piangendo- Per favore.

Quelle ultime due parole,il modo in cui le aveva pronunciate,lo colpirono e gli fecero mollare la presa intorno al suo polso permettendo così alla ragazza di allontanarsi correndo,ma dopo qualche metro si fermò e si voltò lentamente. Tom incrociò i suoi occhi colmi di lacrime che già le rigavano il viso,degli occhi che sembravano chiedergli scusa per un motivo a lui sconosciuto,degli occhi di cui lui,aveva capito,non avrebbe potuto più fare a meno. La vide voltarsi per poi ricominciare a correre verso l'uscita del parco,verso casa,verso l'ancora di salvezza per una ragazza che aveva appena commesso l'errore di lasciarsi andare mostrandogli i suoi sentimenti. La vide sparire all'orizzonte,poi si voltò verso quell'albero che era stato testimone di quel loro bacio ed,automaticamente,si portò una mano alle labbra che ancora sapevano di fragola,che sapevano di lei. Ripensò al loro bacio ed un sorriso nacque spontaneo sulle sue labbra. Lui aveva capito ciò che voleva,ciò che desiderava creare con lei;ora bisognava che anche lei lo capisse e lui l'avrebbe aiutata. Quel bacio aveva acceso in lui un barlume di speranza;gli aveva fatto rinascere la fiducia verso quel sentimento chiamato amore. Quel bacio significava molto per lui,era stato importante. Adesso doveva solo dare del tempo a Jennifer perchè capisse che ciò che era successo tra di loro non era stato un errore,uno sbaglio da non ripetere,ma era stato l'inizio di un qualcosa di inaspettato per entrambi. Quel bacio era stato l'inizio di un nuovo capitolo che insieme avrebbero dovuto scrivere e che insieme avrebbero dovuto concludere con quell'unica parola che racchiudeva dentro di sè un bisogno vivo in entrambi: amore.
Continua
 

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Capitolo 58
*** 58. Lo sfogo e le scelte di Jennifer ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco un nuovo capitolo della mia storia;oggi le parole di qualcuno forse illumineranno la nostra Jen chissà... Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare
BILLINA91,per aver inserito la mia FF tra le preferite,e Kira_in_the_heart per averla aggiunte tra le seguite. Vi ringrazio davvero e spero di avere presto una vostra opinione :)
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo venerdì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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58. Lo sfogo e le scelte di Jennifer

Jennifer entrò in casa come una furia,salutò distrattamente Greis e Robert,che erano nel salone che discutevano su qualcosa che lei non voleva neanche sapere, e corse nella sua stanza sotto lo sguardo confuso dei due. Si richiuse la porta alle spalle per poi farsi scivolare contro di essa;si abbracciò le ginocchia con le braccia su cui poi posò la testa dando libero sfogo alle lacrime. Pianse dopo tanto tempo,pianse per qualcosa di così bello che non sarebbe mai dovuto accadere ma che era successo ed adesso lei era li a versare delle lacrime amare. Lo aveva baciato. Si erano baciati. Aveva commesso un errore gravissimo perchè adesso lui sapeva,aveva capito il perchè lei lo trattasse in modo così meschino;lui non era per niente stupido e non aveva avuto difficoltà ad interpretare il suo sguardo,le sue parole e lei...lei come una stupida si era fatta abbindolare da quello sguardo sexy ed accattivante,da quel Tom sfacciato e sicuro di sè,da quel Tom così dolce e comprensivo quando serve,così serio e riflessivo quando la situazione lo richiedeva. Si era fatta abbindolare da Tom Kaulitz in tutte le sue sfaccettature mandando così all'aria tutti i suoi propositi di odiarlo a vita. Aveva fatto così tanto la stronza e la dura con lui fin dall'inizio ed adesso...adesso si ritrovava lì a piangere per qualcosa che non sarebbe mai dovuto succedere perchè l'avrebbe semplicemente portato dolore e sofferenza e lei non voleva più soffrire. Nel passato,aveva trascorso giorni,settimane ma anche mesi a piangere per la perdita del padre,quell'uomo che lei aveva sempre amato tantissimo e che per lei era il suo vero punto di riferimento. Si era sentita vuota quando aveva appreso la notizia del suo incidente,come se le avessero strappato il cuore. Si ricordava ancora la corsa in ospedale,l'intervento dei medici che aveva fatto l'impossibile per poi comunicare loro che non ce l'aveva fatta,era morto ancor prima di iniziare l'operazione chiedendo al primario di riferire alla famiglia una frase che aveva detto prima di chiudere gli occhi per sempre. "Sarò sempre accanto alle due donne della mia vita;seguirò Jennifer nella sua crescita e le terrò sempre la mano quando ha bisogno;sarò sempre nel suo cuore e non l'abbandonerò mai. Vi amo piccole mie" Erano state queste le sue parole;lei le ricordava benissimo,sapeva che suo padre le era accanto;anche se non poteva vederlo e le mancava terribilmente,lui c'era e la seguiva passo passo nel suo lungo cammino della crescita e non l'avrebbe mai lasciata. Era stato questa sicurezza che le aveva dato la forza di reagire,di andare avanti e crescere diventando sempre così simile a lui,diventando a sua volta una ragazza forte e tosta. La sua esperienza,insieme ad altre delusioni molto meno rilevanti, l'avevano resa quella che era diventata ora. Ma adesso si sentiva nuovamente fragile perchè era caduta nella stupida trappola di un ragazzino viziato: si stava innamorando di lui. Ma lui non era la persona giusta per lei;aveva dietro di sè una lunga serie di conquiste e lei non voleva essere l'ennesima bambolina nelle sue mani,non voleva soffrire a causa sua. Eppure si era lasciata coinvolgere in tutto questo e non sapeva come uscirne. In quel momento avrebbe tanto avuto bisogno di un abbraccio del padre e di un suo consiglio. Come se qualcuno avesse sentito quella sua richiesta di aiuto,Jennifer sentì bussare alla porta per poi sentire la voce di Robert che le chiedeva di poter entrare. Aveva avuto modo di conoscerlo in quelle due settimane per scoprire,con suo immenso piacere,che nonostante il bel fisico,lui era un ragazzo bello dentro,timido e serio,in cerca della ragazza giusta che le avrebbe conquistato il cuore. Si alzò e si asciugò gli occhi per poi aprire la porta permettendogli di entrare. Quando lui la vide,gli si strinse il cuore e le accarezzò un guancia.

- Ehi Jen -disse piano portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

La ragazza si sciolse nuovamente e si rifugiò nel suo abbraccio caldo e protettivo lasciando libero sfogo alle sue lacrime. Lui lentamente la condusse verso il letto e si sedette facendo accomodare la rossa sulle sue ginocchia e facendole posare i piedi sul letto;la stava cullando dolcemente come una bambina per cercare di farla calmare. Dopo qualche minuto sembrò che i singhiozzi fossero cessati e con il tono più dolce e sensibile che avesse,cominciò a parlarle.

- Piccolina -disse affettuosamente cullandole ancora- Ti va di dirmi quello che ti è successo e cosa ti ha ridotto in questo stato? O chi?

La ragazza,che ancora piangeva ma silenziosamente,annuì flebilmente con la testa e,sistemandosi meglio contro di lui nascondendo il viso nell'incavo del suo collo,cominciò a parlare piano,ma così piano che quasi lui stentava a sentirla nonostante fosse appiccicata a lui.

- Sono uscita -cominciò lei asciugandosi le lacrime e cercando di parlare senza balbettare- con Elisabeth,il suo ragazzo e...un amico. Io e questo ragazzo non ci siamo potuti vedere fin dall'inizio;o meglio,sono stata io quella che non lo ha sopportato fin dall'inizio dimostrandosi acida ed avversa nei suoi confronti. Insomma...mi sono comportata come...come una stronza -ammise infine- Lo sai qual è il bello? Che se all'inizio avevo motivo per odiarlo,per non sopportarlo,col tempo questo motivo si è risolto da solo ma io ho continuato imperterrita a comportarmi così nei suoi confronti. Il motivo era cambiato,era totalmente diverso: non volevo soffrire a causa sua.

- Ti sei innamorata? -le chiese lui a bruciapelo.

- Io...io -boccheggiò la ragazza colta alla sprovvista da quella domanda che di certo non si aspettava- Non...non lo amo. Non ancora per lo meno -ammise ancora ammassando ulteriormente il suo tono di voce.

- Quindi se ho capito bene -esordì lui che stava iniziando ad inquadrare la situazione- Tu ti sei "quasi" innamorata di questo ragazzo ma hai paura che ti possa fare soffrire e per questo motivo cerchi di allontanarlo da te trattandolo come una pezza da piedi,giusto?

- Beh si più o meno -disse con un leggero sorriso che le affiorava sulle labbra- Ma su una cosa ti sbagli. Non lo trattavo come una pezza da piedi perchè lui mi ha sempre tenuto testa. Tra noi delle volte sono scoppiate delle liti per la più piccola stupidaggine e,anche quando lui cercava di essere educato con me,lo aggredivo. L'ho persino schiaffeggiato una volta pestandogli poi il piede. Solo che, di fronte all'ennesima lite,Elisabeth è esplosa urlandoci in faccia che siamo dei bambini,che tutte quelle discussioni stavano creando problemi anche ai nostri amici e che doveva chiarire o non saremmo più usciti tutti insieme in comitiva. Lei se n'è andata ed io e questo ragazzo abbiamo cominciato a parlare. Mi ha chiesto il motivo per cui mi comporto così con lui e...alla fine gli ho detto che lo faccio per difendermi da lui. Tra noi ci sono stati diversi minuti di silenzio in cui ho riflettuto a ciò che aveva fatto ma dopo lui si è avvicinato e... -disse poi arrossendo leggermente- mi ha baciata. Ci siamo baciati lì al parco mentre dieci minuti prima ci urlavamo addosso come due pazzi. Dopo l'ho allontanato e me ne sono andata dicendogli che era stato un errore che non si sarebbe più ripetuto.

- Quindi sei scappata piangendo e ti sei rifugiata qui giusto? -vide la ragazza annuire e poi la abbracciò stretta sorridendole con affetto- Certo piccolina,ti sei messa davvero in un bel casino ma ormai quel che è fatto è fatto. Adesso sei qui a piangere per una cosa che hai voluto anche tu. Ma quello che mi chiedo io è: stai piangendo perchè vi siete baciati o perchè non potrai più farlo perchè sei dannatamente orgogliosa e cocciuta da non voler ammettere che tu lo vuoi,lo desideri con tutta te stessa?

Quella domanda la colpì molto perchè non aveva visto quella situazione dal punto di vista che aveva spiegato Robert. E forse aveva ragione? Si che ce l'aveva. Lei voleva quel bacio,lei voleva che lui la stringesse,lei voleva lui. Lo voleva ma non voleva ammetterlo perchè,come le rinfacciavano tutti,era troppo orgogliosa e,se non avesse smesso di comportarsi così,prima o poi se ne sarebbe pentita perchè avrebbe perso qualcosa di davvero importante. E forse quel momento era arrivato.

- Il tuo silenzio -riprese lui guardandola negli occhi- e i tuoi occhi dicono da soli qual è la risposta alla mia domanda ma soprattutto qual è la risposta alle tue incertezze. Jen,tu sei cotta di quel ragazzo. Smettila di essere orgogliosa,puntigliosa e cocciuta,distruggi questa maschera che ti sei costruita e datti l'opportunità di essere felice. Forse lui potrà farti soffrire ma è normale soffrire in amore; ma se il sentimento che vi lega è forte e sincero,riuscirete a superare i vostri problemi uscendone più uniti e forti di prima. Forse lui non è proprio uno stinco di santo perchè si è fatto tantissime ragazze ma se oggi siete rimasti lì,in silenzio a riflettere e poi lui ti ha baciata,magari significa che è cambiato e che vuole una storia seria con te,con una ragazza che,con il suo caratteraccio,riesce a tenergli testa senza problemi. Forse voi due litigate sempre perchè vi piacete,vi attraete più di quanto immaginate. Ci hai mai pensato?

La rossa era rimasta ad ascoltare le sagge parole del "fratellone" ed aveva capito che lei stava sbagliando a comportarsi così,eppure la paura era troppo grande,anche più grande della stessa voglia di lasciarsi andare con lui. Non si era neanche accorta di come i suoi sentimenti per Tom stessero cambiando finche quel pomeriggio non si erano confrontati faccia a faccia. Adesso era così confusa che le scoppiava la testa,non sapeva cosa fare,cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Non sapeva più come comportarsi ora. Poi sollevò all'improvviso la testa come se avesse avuto un'illuminazione.

- Tu...tu -cominciò titubante- cosa sai di lui?

- Guarda che so che stai parlando di Tom Kaulitz,il bel chitarrista dei Tokio hotel. L'altro giorno mentre tornavo da casa di un amico,ti ho visto con Elisabeth,il suo ragazzo e questo ragazzo di cui parli. So benissimo chi sono loro -concluse sorridendo- E sono molto colpito da questo atteggiamento di Tom. Io ti direi di lasciarti andare e parlare con calma con lui... Dovete chiarire questa storia. E' importante per entrambi.

- Ma anche se tra noi potesse funzionare,se anche ci fossero i presupposti per una storia,non potrebbe mai esserci niente comunque. Robert,io non sono tedesca,non abito qui come fissa dimora. Sono qui solo per via dello scambio culturale ed a giugno me ne vado. Sono italiana e abito a Roma;la mia vita è lì. Come credi che possa funzionare una storia a distanza? O meglio ancora,come pensi che possa mai avere inizio una storia che,sin dl principio,sai che non potrà mai esistere?

Il ragazzo rimase in silenzio;quello era un dettaglio che gli era decisamente uscito di mente e quindi aveva ragione a comportarsi in quel modo. Lui si era affezionato in quelle due settimane a quella ragazzina dagli occhi di ghiaccio e non voleva vederla soffrire,non voleva che lei rinunciasse a quello che,in futuro,avrebbe potuto dimostrarsi il suo vero amore. La voleva aiutare ma,per farlo,doveva spronarla e convincerla che doveva parlare con il chitarrista.

- Lo so -disse quindi il ragazzo- Hai ragione. Tutto ciò che dici è giusto ma non puoi arrenderti così e mollare tutto. Non puoi andartene senza sapere davvero cosa sarebbe potuto esserci tra te e Tom. Jennifer -disse poi risoluto- voi due dovete parlare,dovete mettere le carte in tavola e considerare tutte le opzioni e vedere se vale o no la pena di iniziare questa partita. Ciò che voglio dirti è che per una volta dovrai mettere da parte il tuo orgoglio ed affrontarlo apertamente dicendogli tutto ciò che senti e provi nei suoi confronti ascoltando poi ciò che lui ha da dirti. Ma,per favore piccolina,non chiudere la porta in faccia ai tuoi sentimenti. Finirai solo per soffrire di più -concluse lui baciandole i capelli.

- Grazie Robert -disse lei abbracciandolo nuovamente- Sei davvero un amico. Le tue parole mi sono servite,davvero ma...ho bisogno di un pò di tempo per me stessa,per capire esattamente ciò che voglio...devo fare chiarezza sui miei sentimenti.

- E' naturale,piccolina,e nessuno ti fa fretta -poi guardandola in faccia puntandole il dito assumendo una faccia minacciosa disse- Ma se entro una settimana non hai ancora risolto i tuoi dubbi,io ti prendo di peso e ti porto da lui in modo che possiate parlare. E lo farò sul serio.

Si guardarono negli occhi per poi scoppiare a ridere finalmente.

- Grazie davvero Robert,mi hai dato dei punti su cui riflettere.

- Non c'è di che milady ma adesso -disse alzandosi dal letto- Devo finire di studiare per un compito di domani. La fisica mi chiama purtroppo.

Sorridendole,si avviò verso la porta ma,quando stava per uscire la ragazza lo richiamò.
- Robert gr... -ma fu interrotta dal ragazzo.

- Dimmi ancora grazie e ti porto immediatamente da Kaulitz -disse falsamente minaccioso.

- Ok ok -disse lei alzando le mani in segno di arresa- Ma dimmi una cosa. Perchè non mi hai detto che eri a conoscenza delle persone che frequentavo e di cui non ti ho mai parlato?

- Perchè avrei dovuto farlo? -chiese lui in tono scherzoso- Comunque,Jen,questa è la tua vita ed io non ho alcun diritto di ficcarci il naso dentro. Se tu mi vuoi confidare qualcosa o,come in questo caso,vuoi sfogarti,io ci sono. Ma di sicuro non sarei mai venuto da te a rinfacciarti di non avermi detto fin dall'inizio di conoscere i Tokio hotel che,essendo sincero,non mi piacciono neanche.

Le fece l'occhiolino per poi uscire dalla sua porta lasciandosi alle spalle il suono della sua risata. Parlare con Robert l'aveva aiutata molto. Adesso sapeva che avrebbe dovuto parlare con Tom,chiedergli il perchè l'avesse baciata,cosa era successo ad entrambi. Era questa la sua prima domanda: "cosa ci è successo?" si chiese tra se e sè. Come aveva potuto il loro rapporto trasformarsi in quel modo e in così poco tempo? Non riusciva a rispondere a nessuna delle domande che le nascevano nella sua testa. L'unica cosa di cui era certa è che ormai lui non era più il suo acerrimo nemico e questo,da un lato,non le piaceva affatto. Ripensò alle parole del suo "fratellone" e alle proprie conclusioni. Lei sarebbe partita tra cinque mesi e sarebbe ritornata alla sua vecchia vita chiudendo la sua parentesi tedesca. Questo significava una cosa sola: non si sarebbe mai lasciata coinvolgere in qualcosa che non avrebbe mai funzionato;non si sarebbe "divertita" nè con lui nè con nessun ragazzo. Non era quel tipo di ragazza che si lasciava andare con una persona qualsiasi senza una conferma. Lei era matura e non aveva alcuna intenzione di stringere legami inutili,che si sarebbero dovuti spezzare molto presto. No,lei non avrebbe fatto niente con tom. Gli avrebbe semplicemente parlato,chiedendogli delle spiegazioni per quel bacio,ma poi avrebbe chiuso definitivamente quel capitolo ed avrebbe continuato a comportarsi normalmente. Guardò verso la finestra,non si era neanche accorta che aveva iniziato a piovere. Osservò le gocce di pioggia che veloci scendevano lungo i vetri della finestra e con esse scivolarono anche altre lacrime dagli occhi di Jennifer non appena prese,anche se a malincuore,quella che si rivelava la decisione più: avrebbe chiuso il capitolo di Tom,avrebbe chiuso i suoi sentimenti nel suo cuore ed avrebbe chiuso i suoi sogni in un cassetto buttando la chiave. All'inizio avrebbe potuto far male ma,col tempo ed il supporto degli amici,avrebbe superato anche questo.

- Tom -disse in un sussurro chiudendo gli occhi- sei stato un bellissimo errore che devo cancellare per poter continuare la mia vita.
Poi,vinta da una profonda stanchezza,chiuse gli occhi,cullata dalle braccia di Morfeo mentre un'ultima lacrima le ricadeva sulle labbra per poi infrangersi contro il cuscino.
Continua
 

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Capitolo 59
*** 59. L'incidente ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco un nuovo capitolo della mia storia;in questo lungo capitolo accadrà qualcosa che spaventerà tutti perchè... Scopritelo leggendo ;) Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare
raggiodisole90: Ti ringrazio per aver commentato la mia storia... Le tue parole mi hanno lusingata e mi fa piacere che tu mi segua fin dall'inizio. Anche io adoro queste due coppie. Spero non mi ucciderai per questo capitolo xD Ho letto che tu lavori,quindi sei davvero del '90? E come ti chiami? Almeno posso ringraziarti usando il tuo nome. Spero di sapere cosa pensi di questi ultimi due capitoli (58 e 59) ^^
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo lunedì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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59. L'incidente

Ormai un'altra settimana era trascorsa da quel giorno e il freddo di febbraio aveva appena preso il posto di quello di gennaio. Fuori la neve scendeva a fiocchi,le strade era inagibili,piene di quella soffice coltre bianca nonostante gli spazzaneve fossero passati meno di un'ora prima ed era impossibile uscire di casa in macchina senza avere le catene. Quel giorno,Elisabeth rimase a casa,non se l'era sentita di andare al lavoro;già la sera prima aveva cominciato a sentirsi strana,come se avesse la febbre. Infatti aveva qualche lineetta ma lei aveva preferito restare a casa per evitare che la cosa diventasse seria. E poi c'era qualcos'altro che non andava: aveva un brutto presentimento,come se qualcosa non andasse per il verso giusto o stesse per succedere qualcosa. Tutto ciò la rendeva nervosa ed a questo si univa il fatto che era arrabbiata con Jennifer. Infatti la sera prima Bill le aveva raccontato di aver parlato con Tom e di essere riuscito a fargli confessare quello che lo aveva reso nervoso negli ultimi giorni: lui e Jennifer si erano baciati. La mora era rimasta a dir poco sorpresa da quella confessione e volle sapere di più ma riuscì a sapere solo che si erano baciati e che lei era poi scappata. E come il detto diceva "Parli del diavolo e spuntano le corna",ecco che vide Jennifer entrare in camera sua sorridente dopo aver bussato alla sua porta ma,appena vide la faccia cupa della mora,il sorriso sparì immediatamente.

- Lizie -disse avvicinandosi- C'è qualcosa che non va? Hai una faccia strana.

- Ciao Jennifer -disse lei serafica- Qual buon vento ti porta qui? Oggi niente scuola?

- No,era impossibile andarci e sono venuta qui a trovarti e...a parlarti.

- Se sei venuta qui -disse la mora voltandosi verso la finestra e lasciando trasparire la delusione- per dirmi che tu e Tom vi siete baciati,tranquilla,qualcuno ti ha già preceduto.

La rossa boccheggiò qualche secondo e la guardò con occhi spalancati. Lei sapeva del loro bacio. Adesso capiva il motivo di quella faccia strana. Lei credeva che non si fidasse e per questo non le aveva confessato niente,ma non era così. Aveva solo avuto bisogno di tempo per metabolizzare ciò che era successo e capire ciò che voleva.
- Lizie -disse avvicinandosi- Mi dispiace che tu sia venuta a sapere di me e Tom da qualcun altro. Non volevo. Te ne avrei parlato io,ma avevo bisogno di riflettere. Non devi pensare che non ti abbia detto niente perchè non mi fido di te o qualunque altro motivo. Assolutamente no. Avevo solo bisogno di stare da sola per cercare di capire cosa fosse successo e di capire ciò che volevo. Adesso lo so. E sono venuta qui per parlarti,come sempre.

La mora che aveva ascoltato le parole dell'amica si sentì sollevata ed abbandonò la faccia cupa che aveva anche se dentro di sè aveva un brutto presentimento. Ma poi pensò che era solo il nervosismo che accompagna ogni ragazza in quei giorni e cercò di rilassarsi. Poi si voltò verso l'amica.
- Allora -disse lei avviandosi verso il letto dove si mise a gambe incrociate invitando l'amica a fare lo stesso- adesso devi raccontarmi come due ragazzi come te e Tom che non possono minimamente vedersi siano finiti a baciarsi in un parco. E devi dirmi proprio tutto: fatti,sensazioni e pensieri. Tutto,come se io stessi rivivendo ciò che hai vissuto tu.

- Certo -disse lei sorridendo felice di aver chiarito con lei- Quando tu e Bill ve ne siete andati... -esordì cominciando a raccontare,con un leggero batticuore,ciò che era successo nell'ultima settima.

Allora la mora le prese la mano e,con profonda attenzione,ascoltò ciò che lei stava dicendo.

Intanto,ad una ventina di minuti di strada da casa Fulner,Bill e Tom stavano uscendo da un bar che aveva aperto il primo Gennaio. Il vocalist aveva finalmente convinto il fratello ad uscire di casa ed a andare in quel bar davvero molto carino ed accogliente. Avevano ordinato due bevande calde che erano la novità della casa e si erano seduti iniziando a parlare. Non era stato necessario chiedergli niente,dopo qualche minuto passato a parlare del tour ormai imminente,Tom iniziò a raccontargli ciò che era successo con Jennifer quel pomeriggio. Il fratello restò lì,ad ascoltarlo bevendo ogni tanto quella dolce bevanda che avevano portato al loro tavolo.

- Ehm -disse la cameriera che poco prima li aveva serviti interrompendo il loro discorso- Prima ho sbagliato a portarvi le ordinazioni. Vi chiedo scusa. Ecco -disse posando ciò che loro avevano ordinato- Naturalmente i succhi di prima li offro io. Ero emozionata nel trovarmi davanti due personaggi famosi come voi. Vi chiedo ancora scusa.

- Tranquilla -rispose Bill sorridendo- Non c'è problema. Puoi andare.

Detto questo la cameriera si congedò e i due fratelli ripresero a parlare,o meglio Tom ricominciò a parlare e Bill ad ascoltare. Poi,per evitare che orecchie troppo indiscrete sentissero delle cose così private,decisero di farsi un giro con la macchina. Il chitarrista riprese ad esprimergli i suoi sentimenti quando aveva baciato la ragazza,la speranza che gli era nata e l'ansia di quei giorni in cui lei era praticamente sparita.

- Vorrei tanto vederla e parlare con lei -stava dicendo in quel momento- Ma ho paura della sua reazione. Già,per la prima volta in vita mia ho paura della reazione di una ragazza. Ti rendi conto Bill? -chiese volgendo lo sguardo verso il fratello vedendo che aveva la testa appoggiata alla mano come se avesse mal di testa- Bill ma mi ascolti? Cos'hai? -chiese infine preoccupandosi.

- Non mi sento molto bene Tomi -disse con una voce molto debole.

Il chitarrista parcheggiò immediatamente all'angolo della strada,fregandosene di coloro che gli suonavano il clacson e lo insultavano,si slacciò la cintura di sicurezza e si avvicinò al fratello.
- Che cos'hai Bill? -chiese lui apprensivo,si stava preoccupando davvero.

- Mi...mi fa male la testa e... -disse portandosi le mani alla gola- faccio...faccio fatica...a respirare.

A quelle parole Tom diventò bianco come un lenzuolo,temeva che ciò che stesse pensando fosse vero;afferrò il volto del fratello e gli fece aprire la bocca e vide che le tonsille si erano gonfiate moltissimo. Purtroppo ciò che temeva era diventato realtà: Bill stava per avere uno shock anafilattico. E lui non era per niente preparato;non aveva niente dietro che potesse aiutarlo.
- Stai calmo Bill -disse mettendosi correttamente ed inserendosi in strada- ti porto subito in ospedale.

- Non...non respiro -continuava a ripetere il vocalist contorcendosi sul sedile tenendosi la gola- Tomi...so..sono stato...attento. Cosa può... -ma non riuscì a terminare la frase che aveva perso i sensi facendo voltare immediatamente il gemello.

- Bill -disse scuotendolo- Bill svegliati! BILL CAZZO SVEGLIATI!

Niente da fare,il fratello non si muoveva,i suoi occhi erano chiusi mentre quelli del gemello cominciarono a riempirsi di lacrime. Si asciugò gli occhi e premette l'acceleratore. Non poteva piangere adesso,Bill aveva bisogno di lui,doveva portarlo di corsa in ospedale e doveva restare lucido per evitare di sbagliare strada o,peggio,di causare un incidente per via delle strade ghiacciate. Continuava a correre all'impazzata fregandosene di tutto e di tutti,voleva solo raggiungere quel maledetto edificio al più presto. Allungò una mano verso il fratello afferrandogli un polso: aveva il battito molto lento,troppo,e continuava a diminuire. Finalmente lo vide,l'ospedale era lì davanti a lui. Parcheggiò davanti all'ingresso e,mentre correva verso lo sportello del fratello,cominciò a gridare di portare una barella. Due infermieri si catapultarono subito fuori mentre Tom tirava fuori il fratello inerme dalla macchina. Gli uomini lo presero e lo caricarono sulla barella iniziando a correre verso l'interno dove li raggiunse un dottore,il dottore Kroun.

- Cosa abbiamo qui? -chiese lui ai due infermieri mentre correvano verso la sala in cui avrebbero intervenuto sul ragazzo.

- Maschio,vent’anni,vittima di uno shock anafilattico. Privo di sensi da oltre cinque minuti e dal battito lento e quasi assente -disse in maniera concisa uno dei due infermieri.

- Come si chiama? E lei chi sarebbe? -chiede il dottore rivolto al chitarrista.

- Io sono Tom Kaulitz e lui è mio fratello Bill -disse tremando come una foglia mentre seguiva i medici che avrebbero preso in cura il fratello.

- A cosa è allergico suo fratello? Gli ha somministrato qualcosa durante la corsa in ospedale? E' allergico anche a qualche medicina o sostanza ospedaliera?

- Non gli ho dato niente perchè questa cosa -disse impacciato- ci ha colti alla sprovvista. Lui è solamente allergico alle mele ed alle punture delle api.

- Va bene. Adesso ci pensiamo noi a lui.

- Dottore -disse un infermiere- il battito è quasi scomparso. Rischia un arresto cardiaco.

- Presto -disse aprendo una porta e fermando un'infermiera- Chiami il dottor Zenakt e lo avvisi che c'è un paziente a rischio di arresto cardio-respiratorio -le ordinò poi vedendola correre subito,poi si voltò per entrare nella stanza ma si fermò non appena vide che Tom lo seguiva- Mi dispiace ma lei non può entrare. Deve aspettare qui fuori.

- Dottore -disse lui aggrappandosi al suo braccio- La supplico,salvatelo. Non può morire. Non posso vivere se..se lui...

- Signor Kaulitz -disse addolcendosi di fronte a qual ragazzo terrorizzato- Faremo il possibile.

E sparì dietro a quelle porta lasciandolo solo lì,con quella classica frase che gli rimbombava per la testa "Faremo il possibile. Faremo il possibile. Faremo il possibile". Si tappò le orecchie sperando che questo bastasse per non sentirla più nella sua testa.

- Ti prego Bill -disse lui accasciandosi su una sedia e lasciando scivolare dai suoi occhi lacrime di paura e terrore- Non lasciarmi. Devi lottare. Devi farlo per me,mamma,Gordon,per i ragazzi,David...per lei. Lotta fratellino. Devi farcela.
Si coprì gli occhi con le mani iniziando a piangere sentendosi mancare l'aria,come se anche lui stesse per sentirsi male. Ma lui stava già male;stava male perchè rischiava di perdere la persona più importante della sua vita.

Nella stanza di Elisabeth intanto Jennifer aveva raccontato ogni cosa che era successo.
- Quindi ho deciso di mettere una pietra sopra al capitolo Tom Kaulitz -stava dicendo lei- Sarebbe tutto inutile continuare a provare qualcosa per qualcuno che non sa cosa vuol dire amare e rispettare una persona. Sbaglio?

- No -disse semplicemente la mora.

- Lizie ma che hai? Hai sentito ciò che ho detto?

- Si si Jen -disse lei tornando a guardarla- Ti ho sentito. E credo che tu debba prima parlare con lui.

- Tu non stai bene. Prima mi dici che faccio bene a mettere una pietra sopra a tutto questo,ed adesso che dovrei parlare con lui. Ma dove hai la testa?

- Scusami Jen -disse lei mortificata e cercando di sorridere- E' che sono nervosa. E la cosa che mi rende ancor più nervosa è che non so il motivo di questo mio nervosismo.

- Che giro di parole -sorrise la rossa- Ma vedrai che ti passerà. Magari hai un pò d'ansia perchè tra tredici giorni è San Valentino e sarà il primo che trascorrerai con Bill.

La mora diventò rossa a quel pensiero. In effetti era vero;era ansiosa per quella serata perchè non sapeva cosa avrebbero fatto,dove avrebbero trascorso la serata e cosa sarebbe successo dopo. Quel pensiero la fece diventare ancor più rossa. Lei e Bill erano stati più volte sul punto di far nuovamente l'amore ma poi si fermavano come se avessero paura di fare qualcosa di sbagliato. Ma per lei non era sbagliato;non più.

La suoneria del suo cellulare la distrasse. Lo prese con un sorriso sicura che fosse Bill ma il sorriso svanì quando lesse il nome del gemello sul display.
- Pronto Tom -disse lei rispondendo alla chiamata ma non sentendolo rispondere- Tom ci sei?

- Elisabeth...

Sobbalzò sul letto non appena sentì quella voce. Era strozzata,soffocata dal pianto,era una voce...disperata.
- Tom -disse lei spaventandosi ed alzandosi dal letto- Cos'hai? Stai male? C'è qualcosa che non va? Rispondimi Tom.

- Bill -disse lui piano ancora piangendo.

- Cosa Bill? -chiese la mora che stava iniziando a piangere,aveva paura- Tom,cosa diamine è successo a Bill. Parla dannazione!

Jennifer si affiancò subito alla mora non appena capì che c'era qualcosa che non andava e,pochi istanti dopo,Nicole entrò nella stanza richiamata dalle urla della ragazza fissandola interrogativa.

- Cazzo Tom rispondi -inveì infine contro il ragazzo.

- Sta male -disse sempre piano e scosso dai singhiozzi- Siamo in ospedale. Vieni di corsa. E' grave -disse per poi chiudere la chiamata.

La mora fissò davanti a sè senza guardare ciò che aveva davanti. Fissava il vuoto,quel vuoto che si stava aprendo sotto i suoi piedi. Lasciò cadere il cellulare e si accasciò a terra piangendo ripensando alle ultime parole di Tom. Bill era grave. Nicole e Jennifer cercarono di farla rialzare,le chiesero cosa stesse succedendo. Ma lei era come in trans;non sentiva e non vedeva nulla se non la figura del ragazzo che amava e che le sorrideva dolcemente mentre si avviava verso la sua macchina. No,lei doveva reagire;doveva correre in ospedale e saperne di più;doveva correre da Bill. Si rialzò da terra sostenuta dall'amica e dalla donna,poi guardando negli occhi quest'ultima le chiese se poteva accompagnarla in ospedale e,anche se con un grosso groppo alla gola,decise di risponderle quando le chiese il motivo.

- Bill è ricoverato lì. E' grave -disse mentre altre lacrime sfuggivano al suo controllo.

- Oh mein gott -esclamarono Jennifer e Nicole che poi le chiese cosa gli fosse successo.

- Non lo so. Tom ha detto solo che sono lì e che lui è grave. Ti prego. Andiamo.

Tutte e tre corsero giù in cucina dove c'era Victoria con le cuffie alle orecchie. La madre gliele tolse e le spiegò l'accaduto. Subito ripresero la loro corsa verso la macchina e,con loro immensa fortuna,una volta in giardino videro che la neve sulle strade era quasi totalmente sciolta,segno che un altro spazzaneve doveva essere passato pochi minuti prima. Si precipitarono in auto e Nicole partì in fretta,dopo aver assicurato le catene alle ruote,guidando con molta attenzione nelle strade che,per fortuna,erano state appena pulite. Durante il tragitto Elisabeth continuava a piangere in silenzio stretta tra le braccia di Jennifer che cercava di rassicurarla dicendole che andava tutto bene ma purtroppo le parole di Tom continuarono a rimbombarle nella testa. Nessuna osava fiatare,il veicolo era avvolta nel silenzio più totale,interrotto solo dai singhiozzi della mora. Dopo quasi mezz'ora di strada,raggiunsero l'ospedale,trovando subito parcheggio. Elisabeth scese e corse immediatamente all'interno dell'edificio seguita dalle altre e raggiungendo la reception.

- Bill Kaulitz- chiese la mora tamburellando le dita sul bancone- Lo hanno ricoverato questo pomeriggio.

- Lei sarebbe? -chiese la donna cordialmente.

- La fidanzata. Ora la prego mi dica dov'è -la supplicò ancora.

- Secondo piano,ultimo corridoio a sinistra.

- Grazie -disse riprendendo la sua corsa.
Arrivò all'ascensore pigiando sul bottone ma,dopo qualche secondo,si avviò verso le scale correndo al secondo piano. Seguì le indicazioni della signora e raggiunse l'ultimo corridoio a sinistra. Una volta svoltato l'angolo,vide Tom con la testa e i pugni appoggiati al muro,mentre Georg e Gustav erano sedute su due sedie con aria preoccupata e tenevano d'occhio il moro.

- Elisabeth -disse il bassista non appena si accorse della sua presenza.

La mora si avvicinò ai tre guardandoli con i suoi occhi rossi per poi soffermarsi su Tom,che la fissava con le guancia rigate dalle lacrime e gli occhi rossa. Tutti si commossero di fronte a quella scena e Jennifer si sentì fortemente colpire al cuore,sentiva di volerlo stringere,abbracciare e consolarlo un pò. Sentì una leggera fitta di gelosia quando lo vide fiondarsi tra le braccia della mora e piangere insieme a lei,ma dimenticò tutto immediatamente. Ciò che le importava adesso era sapere come stava Bill e cosa gli fosse successo. E,come se la mora le avesse letto nel pensiero,porse al chitarrista quelle stesse identiche domande.

- Stavamo...parlando in macchina... -rispose Tom mentre si asciugava le lacrime per non mostrarsi debole- Quando si è sentito male. Diceva di avere mal di testa...poi ha cominciato a respirare faticosamente finchè non ha perso i sensi e...non si è più svegliato.

- Ma cosa gli è successo? Perchè si è sentito male? -chiese la mora stringendogli le braccia.

- Shock anafilattico -disse lui semplicemente.

Le ragazze e Nicole strabuzzarono gli occhi di fronte a quella frase.
- Ma co...come è possibile? -chiese ancora sconvolta la mora- Lui è sempre stato attento ad evitare cose che contenessero le mele.

- Non lo so Liz -disse lui afferrandosi si capelli- Non lo so. A casa non abbiamo niente che contenga quella maledetta frutta ed al bar lui ha bevuto una... -ma si fermò come se solo in quel momento avesse ricollegato tutti i pezzi del puzzle- Oh mein gott.

- Cosa Tom? Cosa c'è? -gli chiese lei scuotendolo mentre anche Georg e Gustav si avvicinavano al gruppo.

- Siamo stati nel nuovo bar vicino lo studio ed abbiamo bevuto una bevanda calda ma...ma prima di quello avevamo bevuto un'altra cosa. La barista aveva sbagliato le ordinazioni. Cazzo -imprecò sbattendo i pugni contro il muro- E' colpa mia. Dovevo accorgermi prima che quella bevanda aveva un sapore strano,ma invece ero molto impegnato a raccontargli i miei problemi di cuore. Cazzo! Cazzo! Cazzo! -esclamò continuando a tirare pugni contro il muro venendo poi afferrato dai due amici che cercarono di calmarlo.

La mora e Jennifer sobbalzarono ma per due motivi differenti: la prima per il modo in cui lui stava reagendo assumendosi tutte le colpe e la seconda perchè lui si era riferito a ciò che c'era stato tra loro come problemi di cuore.

- Non è colpa tua Tom -disse la mora prendendogli il viso- Non è neanche colpa della barista. Non è colpa di nessuno. E' stato un incidente. Bill è forte e ce la farà -disse cercando di convincere lui ma anche se stessa.

- Se non dovesse farcela io... -disse accasciandosi a terra- Io non posso vivere senza di lui.

- Shh Tom -disse lei stringendolo a sè e accarezzandogli i cornows- Lui ce la farà.

Una voce forte fece sobbalzare tutti i presenti e Tom si alzò velocemente da terra,prendendo una mano di Elisabeth e avviandosi verso il dottore.
- Dottor Kroun,come sta mio fratello? -chiese impaziente ma vedendo che guardava tutte le persone presenti,decise di spronarlo- Loro sono con me. Ora mi dica come sta Bill? -chiese stringendo forte la mano della mora vedendo la faccia seria dell'uomo.

- Signor Kaulitz... -esordì il dottore avvicinandosi al ragazzo.
Continua
 

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Capitolo 60
*** 60. Non tutto il male viene per nuocere ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco un nuovo capitolo della mia storia;oggi si saprà cosa accadrà a Bill e se questo incidente cointriuirà a "cambiare" qualcosa. Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare:
- raggiodisole90: Ciao Rita,grazie per i tuoi ultimi commenti. Mi fa piacere che tu possa farmi sapere cosa pensi... L'orgoglio è una brutta bestia ma è difficile da mettere da parte anche quando trovi qualcuno davvero importante. Jenny non è una bambina ma è solo piena di paure,paure che forse un giorno riusciranno ad essere spazzate via. Sono contenta che la storia di Bill ti abbia colpito fino a farti commuovere.. Ahahah quanto sei carina. Vorrai ancora uccidermi dopo aver letto questo capitolo? Fammi sapere :) Grazie ancora... Un bacio;
- BILLINA91: Ciao Billina,mi ha fatto davvero piacere leggere un tuo commento :) Grazie davvero... Cosa succederà a Bill? Beh in questo capitolo ci sono le risposte alle tue domande :) Sì,Tom è cambiato... L'amore prima o poi colpisce tutti e lascia il segno. E Jen lo ha segnato nel profondo. Lei è davvero una brava ragazza... Comunque grazie per il tuo commento,spero di sapere una tua opinione anche su questo capitolo e di sapere come ti chiami. Un bacio.
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo giovedì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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60. Non tutto il male viene per nuocere

- Signor Kaulitz... -esordì il dottore avvicinandosi al ragazzo- Suo fratello,per quanto magro possa essere,ha una forza incredibile.

- Questo...questo vuol dire che... -disse Tom balbettando.

- Suo fratello è vivo -disse sorridendo- Siamo riusciti ad evitargli un arresto respiratorio ed a intervenire tempestivamente. Considerando che suo fratello era quasi morto quando è arrivato qui,si può considerare un miracolo.

- Oh dottore -disse il chitarrista felice abbracciandolo d'impulso mentre dietro di lui tutti tiravano un respiro di sollievo e sorridevano di fronte alla bella notizia- La ringrazio davvero. Posso vederlo?

- Beh -disse poi assumendo il solito tono informale e distaccato- Il paziente sta ancora riposando. Gli abbiamo somministrato una forte quantità di anestetico per farlo riposare e per evitare che lui parlasse. In questo momento sarebbe inopportuno e si affaticherebbe soltanto. Tra un pò lo trasferiremo in una stanza dove potrà stare tranquillo senza rischio che qualcuno lo disturbi,dato la sua,nonché vostra,notorietà. Non appena lo avranno sistemato,la farò chiamare. Prima di andarmene però vorrei chiedervi un favore,anzi due. Per oggi,preferirei che entrassero solo i familiari stretti e,quando si sveglierà domani,vi chiedo di farlo stare tranquillo e farlo parlare poco in modo che non sforzi la gola. Sarà solo se un paio di giorni,poi potrà tornare a cantare tranquillamente.

- Grazie dottore -disse Tom accompagnato da tutti i presenti- Grazie davvero per ciò che ha fatto. Ha salvato anche la mia vita.

- Dovere signor Kaulitz. Adesso -disse superandoli- devo lasciarvi,ho un'altra operazione. Verrete chiamati quando suo fratello sarà spostato nella sua stanza. A dopo.

Lo videro sparire dietro l'angolo e,non appena l'uomo scomparve,Tom abbracciò Elisabeth di slancio sollevandola da terra,facendola sorridere mentre delle lacrime di felicità rigavano il suo volto.
- Sono così felice -disse mentre la faceva girare- Bill è vivo e sta bene. Lizie,è vivo.

- Lo so Tom,ma ti prego mettimi giù mi gira la testa -disse lei in tono esasperato facendo scoppiare a ridere tutti i presenti che adesso erano visibilmente più tranquilli- Sono felice anche io e non vedo l'ora di vederlo e stringerlo tra le braccia.

- Tom -disse la voce di una donna preoccupata.

- Mamma -disse lui vedendo la donna,seguita dal marito,corrergli incontro per poi abbracciarlo- E' tutto finito mamma. Bill sta bene.

- Oh -disse poi scoppiando a piangere tra le braccia del figlio- Come sono felice. Ho avuto così tanta paura di perderlo quando mi hai chiamata. Non potrei vivere senza uno di voi due.

- Per fortuna non accadrà mamma;il peggio è scampato -le disse sorridendo ed asciugandole le lacrime- Adesso lo stanno sistemando nella sua stanza e poi potremmo vederlo. Hanno detto che,per stasera,è meglio che entrino solo i familiari. Lui ancora è sotto anestesia,così potrà riprendersi e starà meglio quando si sveglierà. Ma -disse voltandosi vero gli altri e osservando David che era arrivato insieme alla madre ed a Gordon- dal giorno in cui verrà dimesso e per almeno dieci giorni non voglio sentir parlare di tour o prove o cose simili chiaro? Voglio che Bill si riprenda al 100% e si riposi prima di intraprendere un tour molto pesante. Quindi,il primo che si azzarda a dire "Ma dobbiamo provare" o frasi simili,lo butto fuori a calci nel sedere. Sono stato chiaro?

- Cristallino -dissero Georg e Gustav all'unisono.

- E poi -disse il bassista- Sinceramente noi siamo perfettamente d'accordo con te. Adesso l'importante è che Bill si riprenda fisicamente ma...anche psicologicamente. In fondo non sappiamo come si sentirà,da questo punto di vista,quando si sveglierà.

Tutti si zittirono mentre le parole del ragazzo venivano lentamente assimilate. Aveva ragione. Nessuno aveva pensato a come avrebbe potuto sentirsi Bill una volta che si fosse svegliato ed avesse preso coscienza di aver sfiorato la strada del non ritorno.

- Lui non è solo -disse Elisabeth rompendo quel silenzio carico di preoccupazione- Ci siamo noi al suo fianco,la sua famiglia,i suoi amici... E noi lo aiuteremo a superare questo trauma,se dovesse presentarsi. Ma,a prescindere da questo,lo aiuteremo comunque. Siamo o non siamo una grande famiglia? -chiese a tutti per poi stringere la mano di Tom che le sorrideva con tenerezza.

- SI -urlarono in coro.

La mora guardò il chitarrista mentre parlava con i suoi genitori;aveva ancora gli occhi un pò rosse per via delle lacrime versate ma adesso aveva un enorme sorriso sul volto ed una voglia incredibile di vedere il fratello. Pensò che Tom in fondo era davvero un bravo ragazzo,con un cuore,e lo aveva dimostrato a tutti lasciandosi vedere con le lacrime agli occhi fregandosene di sembrare debole agli occhi degli altri. Ma forse,ciò che non sapeva era che quel suo comportamento lo aveva reso più umano agli occhi degli altri e questo intenerì la mora che,senza un motivo preciso,si accostò a lui e lo abbracciò. Voleva dimenticare il passato perchè non valeva la pena serbare rancore per qualcosa di ormai superato;bisognava vivere la vita giorno dopo giorno perché nessuno sapeva cosa sarebbe successo l'indomani. E lei voleva solo andare avanti con la sua vita senza problemi irrisolti.

- Ti voglio bene Tom,nonostante tutto ciò che hai fatto ed è successo -gli disse all'orecchio- Non riesco ad odiarti. Sei pur sempre mio cognato -concluse dandogli un buffetto sulla guancia.

- Ti voglio bene anche io Liz -le disse sincero guardandola negli occhi- E ti chiedo scusa per tutto ciò che ho fatto in passato.

- Tranquillo -disse lei sventolando una mano- Ci ho messo una pietra sopra.

- Grazie -disse abbracciandola di nuovo- Mio fratello è un ragazzo fortunato.

- Signor Kaulitz -disse cordiale un'infermiera che era giunta alle loro spalle- Se volete seguirmi,condurrò lei ed i suoi genitori da suo fratello.

- Certo -disse lui vedendo che Gordon aveva preso la madre per mano e si apprestavano a seguire l'infermiera- Il dottore ha detto che possono entrare i familiari stretti giusto? -le chiese poi vedendola annuire,allora prese la mano di Elisabeth e la guardò sorridendo- Allora andiamo. Tu sei membro della nostra famiglia.

La mora lo fissò stupita ma contenta mentre gli altri sorridevano dolcemente di fronte a quella scena così intima e familiare.
- Andiamo -disse decisa la mora che si avviò con Tom ed i suoi genitori verso la stanza dell'uomo della sua vita.

Arrivarono davanti alla stanza 384 dove entrarono insieme all'infermiera. Una volta dentro,si fermarono un pò intimoriti. Bill giaceva immobile in quel letto bianco che sembrava così grande in confronto al suo corpo gracilino avvolto da una tunica ospedaliera. Al polso era inserito l'ago della flebo mentre un paio di tubicini gli uscivano dal naso e conducevano ai respiratori;aveva anche una serie di elettrodi che sparivano al di sotto del lenzuolo e che,sicuramente,era collegati al petto del ragazzo. Il suo volto era così dannatamente bianco,privo del solito trucco che contornava quegli occhi così vispi e quelle labbra che di solito si muovevano sempre per parlare o ridere adesso erano immobili,ridotte ad una linea retta. Era inquietante visto così e,se non avessero saputo che era fuori pericolo,si sarebbero spaventati nel vederlo in questo stato.

- Purtroppo non potete stare tanto -disse l'infermiera dopo aver segnato dei dati sulla cartella di Bill- Per questa sera è consigliato lasciare solo il paziente. Al massimo quindici minuti. Ma domani potrete visitarlo regolarmente.

- Certo signorina -disse Gordon educatamente.

- A cosa...a cosa servono quegli elettrodi collegati al suo petto? -chiese titubante la mora.

- Sono una precauzione in più per tenere meglio sotto controllo il battito cardiaco del paziente. Ha rischiato molto. Ma sarà solo per stanotte. Le prime ore dopo una crisi sono molto critiche e per precauzione si usa aumentare i controlli. Ma state tranquilli. Lui sta bene. Domani dovrebbe svegliarsi verso le 10.

- Bene -disse allora la mora- Grazie mille.

L'infermiera si congedò ricordando loro di non stare molto ed uscì dalla stanza lasciandoli soli. Tutti si avvicinarono lentamente al letto. Simone,nonostante sapesse che il figlio si sarebbe ripreso presto,si rifugiò tra le braccia del marito iniziando a piangere silenziosamente mentre l'uomo le accarezzava la schiena cercando di rassicurarla. Tom si sedette sulla sedia a fianco del letto e prese tra le sue la mano del fratello constatando quando fosse fredda.

- Fratellino -disse lui guardandolo immobile in quel letto e sentendo una forte fitta al petto- Vorrei tanto che tu ti svegliassi adesso ma non è possibile per via dell'anestesia. Ma ti avviso già adesso. Domani,appena ti sveglierai e ti sentirai abbastanza bene,ti farò una di quelle sfuriate che non te la scorderai più. Mi hai fatto spaventare a morte. Hai spaventato tutti e mi sentirai. Eccome se mi sentirai.

La madre gli appoggiò una mano sulla spalla guardandolo con un timido sorriso sulle labbra,poi entrambi alzarono lo sguardo dopo aver sentito un singhiozzo,quello della mora.

- Scusatemi -disse lei asciugandosi le lacrime- Ma non ce l'ho fatta a trattenermi -disse per poi prendere l'altra mano del suo ragazzo- Svegliati amore mio. Mi manchi.

Simone le si avvicinò e la strinse a sè consolandola.
- Domani questo ragazzaccio -disse la donna sorridendo- aprirà gli occhi e tutti potremmo dirgliene quattro.

Rimasero poi tutti in silenzio a guardarlo finchè la mora non fece notare agli altri che dovevano andare. Allora lentamente si avviarono verso la porta tranne la ragazza che poggiò un delicato bacio sulle labbra al vocalist e poi raggiunge gli altri chiudendosi la porta alle spalle. I presenti cominciarono a fare domande su come stesse e se ci fossero complicazioni o meno e Tom con i genitori li tranquillizzarono. Invece Elisabeth venne travolta dal forte abbraccio di Jennifer che la stringeva forte a sè.
- Ho chiamato a casa -esordì lei- stasera dormo da te.

- Jen -rispose l'amica- Non c'è bisogno. Sto bene ora. Non devi disturbarti per me. Domani hai anche scuola.

- Ma che dici? Scherzi? Non è alcun disturbo per me. Sai che per te ci sono sempre. E domani non c'è scuola e,anche se ci fosse,non ci andrei. C'è una persona,per me troppo importante,che ha bisogno -disse sorridendole per poi abbracciarla di nuovo.

- Grazie Jen. Sei un'amica.

- E ci sono anche io -disse Victoria avvicinandosi alle amiche dopo aver lasciato la mano di Gustav- Non ti lasciamo sola.

- Grazie ragazze. Vi voglio bene.

- Allora ragazzi -disse Georg riferendosi a tutti- Dato che qui non possiamo fare niente,perchè non andiamo tutti a casa. Domani dobbiamo presentarci qui svegli e non con due occhiaie che arrivano fino ai piedi.

I presenti sorrisero leggermente ed annuirono;poi si avviarono verso l'uscita dell'ospedale. Una volta fuori,Tom si fermò per parlare con Elisabeth,che era ancora in compagnia di Jennifer.
- Se domani Nicole lavora -le disse educatamente- Posso passarti a prenderti,con i miei,e possiamo andare insieme in ospedale. credo che tu voglia essere presente nel momento in cui Bill si sveglierà.

- Certo che voglio esserci -affermò lei decisa- E,se non è un disturbo,sarebbe davvero un'ottima idea. Grazie mille.

- Non è un problema,figurati. Domani alle 8 sono da te. Ora vai a riposarti. Non hai una bella cera -le disse spostandole una ciocca di capelli dal viso.

- Ha parlato Mister Germania -rispose sarcastica- Riposati anche tu. Grazie ancora. A domani -disse avviandosi verso la macchina di Nicole lasciando il ragazzo solo con l'amica.

I due si fissarono in silenzio,leggermente imbarazzati per ciò che era successo tra loro. Dopo quel bacio non si erano più visti ed adesso,ritrovarsi in quella circostanza,era davvero strano. Lui in quel momento non se la sentiva di affrontare un argomento delicato come quello che era successo tra loro,e lei non avrebbe di sicuro uscito l'argomento in quell'istante. Adesso l'importante era Bill,lui aveva la precedenza su tutto;il resto passava in secondo piano.

- Tom -disse lei alzando il volto mostrando delle guance leggermente arrossate- Mi dispiace per tuo fratello. Sono contenta che adesso stia bene...

- Grazie Jen -disse semplicemente lui.

Poi,come colto da una forza a lui sconosciuta come quel pomeriggio,la strinse all'improvviso tra le sue braccia. La ragazza,presa alla sprovvista,all'inizio rimase immobile,ma poi ricambiò quell'abbraccio innocente.
- Grazie di cuore -le sussurro all'orecchio facendola trasalire per poi slacciare quell'abbraccio- Ci vediamo. Buona notte.

Si avviò verso la sua Cadillac e si incamminò verso casa. Una volta arrivato lì,trovo già Georg e Gustav che gli chiesero se voleva mangiare una pizza ma lui,ringraziandoli,rifiutò l'offerta;non aveva fame. Si ritirò subito nella sua camera buttandosi,ancora vestito,sul letto. Era distrutto,le troppe lacrime versate lo avevano stremato eppure non riusciva a chiudere gli occhi. Ogni volta che abbassava le palpebre,rivedeva le immagini di poco tempo prima;rivedeva il fratello contorcersi sul sedile perchè non riusciva a respirare ed il momento in cui aveva perso i sensi. Quelle ore erano state di sicuro le più brutte della sua vita e non le avrebbe mai dimenticate. La paura era stata tanta,mai era stato così vicino da perdere concretamente il fratello e,quando poco prima era successo,si era sentito morire dentro. Bill era la persona più importante della sua vita,era la sua metà,era l'aria che lui respirava,era la sua vita e senza di lui niente avrebbe avuto più senso. un messaggio lo distrasse dai suoi pensieri e,nel prendere il cellulare,notò come il tempo fosse volato mentre pensava e fosse quasi mezzanotte. Vide che il mittente era Elisabeth e sorrise aprendo il messaggio. "Immagino tu sia ancora sveglio,ma cerca di dormire. Domani lui si sveglierà e potrai rivederlo. Potremo rivederlo. E' buffo come solo un incidente come questo sia riuscito a portare qualcosa di buono. Dormi Tom. A domani" . Digitò velocemente la risposta a quelle parole e si rilassò sul letto riuscendo finalmente ad addormentarsi.

Intanto Elisabeth,sdraiata sul suo letto a guardare le foto sue e di Bill,vide che le era arrivata la risposta di Tom e aprì il messaggio "Già,è buffo ciò che è successo ma sono contento. Voglio lasciarmi alle spalle il passato ed instaurare una semplice amicizia con te. Grazie per tutto e di essermi stata accanto oggi. Dormi anche tu o domani Bill si spaventerà nel vederti xD un bacio. Buona notte". Sorrise spegnendo il cellulare. Tom era davvero un pazzo;anche nei momenti peggiori riusciva a dimostrarsi forte e spiritoso pur di strappare un sorriso a qualcuno. Per questo lo ammirava ed era felice di aver risolto con lui. guardò la sveglia e vide che ormai era mezzanotte. Non aveva ancora sonno,gli occhi le bruciavano ancora per via delle lacrime che aveva versato quel pomeriggio e anche quella sera nella sua stanza. Adesso aveva smesso perchè sapeva che Bill sarebbe uscito presto dall'ospedale e tutto sarebbe tornato come prima,ma la paura di perderlo era stata tantissima. Non avrebbe mai dimenticato ciò che aveva provato negli istanti in cui aveva temuto di perderlo per sempre;non lo avrebbe dimenticato ma avrebbe cercato di voltare pagina per il bene suo e di Bill. Ora era lui la sua priorità;doveva stargli accanto e prendersi cura di lui,non lasciandolo solo neanche per un minuto. Come lui era stato la sua ombra quando lei era stata operata in Italia,adesso lei lo sarebbe stata per lui per evitare che si stressasse in quei giorni. Bill era l'amore della sua vita,ne era più che certa,e non appena si sarebbe ripreso lei avrebbe organizzato una bella serata romantica solo per loro,per fargli capire che ormai il passato era passato e la cosa più importante era il presente ma anche il loro futuro insieme. Guardò un'ultima volta la foto sul comodino che ritraeva lei e Bill,che la stringeva dolcemente da dietro,felici e sorridenti come lo erano stati in passato. Presto lo sarebbero stati di nuovo ma prima il vocalist doveva riprendersi e dedicare del tempo a se stesso ed alla sua salute. E lei non lo avrebbe lasciato solo,come non lo avrebbero fatto Tom,la sua famiglia ed i suoi amici. Sorrise un'ultima volta prima di stendersi e chiudere gli occhi attendendo che il sonno prendesse il sopravvento aiutandola a diminuire il tempo che la divideva dal risveglio di Bill.

- Buona notte amore mio -sussurrò prima di addormentarsi stringendo a lei un peluche che le aveva regalato il vocalist e che aveva ancora il suo odore addosso.
Continua
 

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Capitolo 61
*** 61. Il risveglio ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ecco un nuovo capitolo della mia storia;ormai stiamo quasi giungendo al termine di questo lungo viaggio. Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare:
- Jiada95: Ciao Jiada,grazie per il tuo ultimo commento e non preoccuparti per gli altri,l'importante è che sei di nuovo qui :) Mi dispiace che non ti piaccia Tom... A me neanche piace molto il suo carattere però lui mi piace lo stesso xD Sono contenta che la mia storia ti piaccia e che io sia riuscita ad emozionarti... Spero ti piaccia anche questo capitolo. Grazie ancora... Un bacio;
- BILLINA91: Ciao Roberta,grazie per aver commentato anche quest'ultimo capitolo,sei stata molto gentile. Già Bill e sopravvissuto e mi auguro che i prossimi "colpi di scena" ti piacciano. spero che questo capitolo sia di tuo gradimento... Un bacio.
Ringrazio coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo sabato... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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61. Il risveglio

L'indomani Elisabeth si alzò molto presto e preparò la colazione;non aveva dormito molto,solo qualche ora,poi si era svegliata di soprassalto quando aveva sentito un tuono rompere la quiete del cielo. Da allora non era più riuscita ad addormentarsi nuovamente ed era rimasta a pensare a tutto ciò che era successo nell'ultimo mese e mezzo tirando un respiro di sollievo quando alla fine aveva pensato che ormai tutto si era risolto ed adesso le cose avrebbero solo potuto andare meglio per tutti. Ripensò anche all'abbraccio in cui Tom aveva avvolto Jennifer e non poté fare a meno di sorridere. Si vedeva lontano un miglio che tra quei due c'era una forte attrazione,ma non era una cosa fisica. Quei due si attraevano sentimentalmente,si piacevano,provavano qualcosa l'uno per l'altra ma nessuno aveva ancora avuto il coraggio di ammetterlo. Erano troppo orgogliosi eppure forse questa era l'occasione giusta che li avrebbe fatti avvicinare per poi unirli. Era strano come adesso anche lei,che aveva odiato Tom per ciò che aveva fatto a lei e Bill,si fosse ricreduta su Tom e fosse addirittura contante che si fosse messo la testa apposto. Forse questa era la volta buona che lui si sarebbe innamorato sul serio.

- Elisabeth -disse Nicole appena entrata in cucina già pronta e vestita interrompendo i suoi pensieri- Buon giorno. Che ci fai già in piedi?

- Buon giorno Nicole -disse lei con un sorriso- Sono sveglia da un pò e ne ho approfittato per sistemarmi e preparare la colazione. Jennifer ancora dorme.

- Ma tu hai dormito almeno un pò? -le chiese dolcemente notando delle leggere occhiaie violacee.

- Qualche ora -rispose semplicemente- Ora che tu sei sveglia,pensavo di uscire e di andare da Tom.

- Come andare da Tom? -chiese lei stupita- A piedi? Ma c'è un freddo cane oggi?

- Non preoccuparti -la tranquillizzò- Mi coprirò per benino e poi uscirò. Non ci riesco a stare qui con le mani in mano. Devo fare qualcosa e la cosa migliore è andare a casa dei ragazzi.

- E' inutile che ti dica che questa idea non mi piaccia vero? -disse lei retoricamente per poi vederla annuire- Elisabeth,non sei stata bene,potresti sentirti male dopo.

- Non preoccuparti Nicole,davvero -poi si avviò verso l'attaccapanni e prese il suo giubbotto,la sciarpa ed il suo cappellino e se li mise,poi si avvicinò al tavolino accanto all'ingresso da dove prese le chiavi ed il portafoglio- Adesso vado. Ci sentiamo dopo -concluse per poi avviarsi alla porta.

- Eli -la richiamò la donna- Stai attenta e fammi sapere qualcosa su Bill appena ci sono novità.

- Tranquilla,lo farò -e poi sparì dietro la porta.
Si incamminò a passo svelto verso la casa dei ragazzi infilandosi alle orecchie le cuffie del suo I-pod ascoltando le nuove canzoni dei Tokio Hotel tratte dall'album Humanoid. Certo,il sound era leggermente diverso con degli arrangiamenti più rock,ma erano davvero belle;ognuna aveva una sua storia alle spalle. Lasciò scorrere le tracce,una ad una,canticchiandole a bassa voce finchè non giunse davanti la casa della band. Posò l'I-pod e poi suonò il campanello in attesa che qualcuno le aprisse.

- Elisabeth -disse Gustav sorpreso di trovarsela davanti- Entra.

- Grazie Gustav. Buon giorno.

- Giorno anche a te -disse lui chiudendo la porta e raggiungendola- Ma cosa ci fa qui a quest'ora?

- Non riuscivo a stare in casa con le mani in mano e sono venuta qui. Spero di non avervi svegliato. Non sono neanche le 7.30.

- Tranquilla -disse lui sorridendole e spingendola,per la schiena,verso la cucina- Siamo tutti svegli. Con quello che è successo,non abbiamo poi dormito così tanto bene,ma direi che non siamo gli unici a non aver dormito bene -disse riferendosi alle sue occhiaie.

- Beh,mi sono svegliata per via del temporale e non sono più riuscita ad addormentarmi -disse per poi sfregarsi le mani- Mamma mia che freddo!

- Tu perchè non sei rimasta a casa invece di affrontare le intemperie del tempo? -l'inconfondibile voce di Georg fece voltare entrambi verso l'ingresso della cucina- Buon giorno a tutti.

- Buon giorno a te Georg -dissero la mora ed il batterista.

- Sentite ragazzi -disse Tom entrando in cucina- Io non ce la faccio ad aspettare anc... -poi si bloccò notando una persona in più nella stanza- Lizie! Ma cosa ci fai qui?

- Ciao Tom -disse lei sedendosi su uno dei grossi sgabelli intorno alla piattaforma della cucina- Mi sono fatta una passeggiata e sono venuta qui,almeno eviti di sostare a casa mia.

- Sei venuta qui da sola? A piedi? -chiese con gli occhi sbarrati- Con questo tempo?

- Beh fuori non piove;c'è solo freddo e basta e un pò di aria fresca fa bene al mattino.

- Ma tu sei pazza! Potresti prenderti un malanno adesso.

- Tom non ti ci mettere anche tu. Già Nicole non ha approvato lo facessi ed adesso anche voi. Non voleva stare a casa;voglio andare da Bill. Punto.

- Ok ragazzi -si intromise gustav calmo- Adesso ci sediamo tutti e facciamo colazione. Ti unisci a noi?

- Grazie non ho fame -rispose la mora sorridendo- Mangiate pure.

Così tutti si sedettero ed iniziarono a fare colazione scambiando quattro chiacchiere. Il tempo passò velocemente ed arrivò il momento della partenza. Il chitarrista informò gli amici che i suoi genitori li avrebbero raggiunti lì. Percorsero il tragitto in silenzio,ascoltando semplicemente la musica che si diffondeva nell'auto;ognuno era immerso nei suoi pensieri ed erano preoccupati di come avrebbe reagito Bill una volta svegliatosi. Arrivarono in ospedale ed entrarono immediatamente notando che era già consentito l'accesso ai visitatori. Si recarono nel piano in cui era stato sistemato il vocalist e raggiunsero la sua stanza davanti cui trovarono il dottor Kroun che stava appena uscendo.

- Dottore -disse Tom correndogli incontrò preoccupato- C'è stata qualche complicazione? Come sta mio fratello?

- Salve signor Kaulitz -salutò l'uomo educatamente- Non c'è stata nessuna complicazione durante la notte. Suo fratello sta bene. Ha trascorso una nottata tranquilla e tutti i valori registrati sono ottimi. La temperatura corporea si è leggermente rialzata raggiungendo quella standard ed è in grado di respirare da solo. Abbiamo tolto i tubi che lo collegavano ai respiratori e gli elettrodi che controllavano il suo battito. Stia tranquillo,suo fratello si sveglierà tra un pò come avevamo previsto.

- Grazie dottore -disse lui contento- Grazie davvero. Adesso possiamo vederlo?

- Veramente in questo momento c'è dentro un'infermiera che gli sta dando una rinfrescata.

A quelle parole Elisabeth trasalì e una forte fitta di gelosia la colpì in pieno.
- Alt -disse lei appostandosi davanti al dottore- Un'infermiera starebbe lavando il MIO ragazzo? Non se ne parla proprio. Me ne occupo io.

- Elisabeth forse è... -incominciò a dire Gustav ma la mora lo incenerì con lo sguardo.

- Per favore -disse rivolgendo nuovamente all'uomo- potrebbe dire a quell'infermiera di togliere le mani di dosso dal mio ragazzo? Ci penso io a dargli una rinfrescata. D'altronde sto con lui da ben sei mesi.

- Ehm -disse il medico imbarazzato- Ok,glielo dirò,ma lei deve stare attenta alla flebo e...

- Sarò attenta e delicata -lo interruppe lei diventando all'improvviso docile e mansueta- Ma richiami l'infermiera prima che le strappi i capelli ad uno ad uno.

Il medico sparì immediatamente nella stanza mentre dietro di lei i tre ragazzi scoppiarono a ridere e lei,incuriosita,si volto verso di loro.
- Perchè ridete? Cosa ho detto di così spiritoso? -chiese lei ingenuamente.

I ragazzi si guardarono nuovamente negli occhi per poi scoppiare di nuovo a ridere.
- Elisabeth -disse Tom cercando di essere serio- Stavi praticamente per uccidere quel povero dottore con lo sguardo e con le parole. E tu stai quasi per prendere fuoco dalla gelosia.

Proprio in quel momento,dalla stanza uscì il medico con un'infermiera bionda molto giovane e molto bella;la incenerì con lo sguardo e poi si voltò verso l'uomo che le stava dicendo dove si trovavano spugna,asciugamano e vaschetta. Lei annuì per poi salutarlo,seguita dagli altri;infine si avviò verso la stanza del vocalist prima di essere fermata da Tom che le chiese se poteva entrare con lei. La mora annuì ed insieme entrarono dentro. Videro Bill nella stessa identica situazione della sera precedente,con un colorito maggiore sulle guance. Ma ciò che notò subito la mora fu che il ragazzo era già a torso nudo e questo la fece andare in bestia ma cercò di placare la voglia di uccidere quella donnetta in camice e si avvicinò al letto.

- Buon giorno amore -disse baciandogli dolcemente le labbra- non vedo l'ora di rivedere i tuoi occhi. Svegliati presto perchè sto impazzendo.

- Si fratellino -disse Tom che si era avvicinato all'altra sponda del letto- Questa ragazza qui sta impazzendo. Appena ti sveglierai,ti racconterò la bella scenata di gelosia a cui ho assistito. E' stata divertentissima. Dovevi vederla -disse non riuscendo a trattenere un risolino.

- Ma piantala tu -disse tirandogli una pacca sulla spalla- Adesso devo lavarlo.

Poi si recò nel piccolo bagnetto presente nella stanza e prese tutto il necessario;poi tornò e gli tolse il lenzuolo lasciandogli il peto scoperto. Piano piano iniziò a lavarlo delicatamente,aiutato anche da tom che aveva preso una seconda spugna. Lentamente e con attenzione gli lavarono anche gambe e piedi,lasciando naturalmente alla mora il compito di rinfrescare le cosce. Sembrava così incredibilmente magro in quei momenti. Quando sarebbe stato dimesso,lo avrebbero riempito di dolci e schifezze varie,sperando che questo lo avrebbe aiutato a mettere un pò di peso. Mentre lo stavano rivestendo,sentirono bussare e,pochi istanti dopo,i due videro entrare Simone e Gordon.
- Ciao ragazzi -disse la donna imitata poi dal marito- Come sta?

- Ciao mamma -disse Tom baciandole una guancia- Sta bene;abbiamo appena finito di lavarlo e lo stavamo rivestendo.

- Buon giorno -salutò invece la mora sorridendo.

- Aspetta -disse la donna liberandosi di giacca e borsa- ti dò una mano.

Ed insieme terminarono di vestirlo per poi ricoprirlo con il lenzuolo. Il chitarrista raccontò poi loro ciò che il dottore gli aveva detto quando erano giunti in ospedale,poi il richiamo della mora li fece voltare verso Bill. il ragazzo infatti stava muovendo percettibilmente le palpebre,segno che stava per risvegliarsi e pochi secondi dopo finalmente aprì gli occhi,sbattendoli varie volte per abituarsi alla luce. Poi guardò i presenti e cercò di parlare ma,ancor prima che lui emettesse un suono,il fratello lo zittì.
- Bill non parlare -gli disse dolcemente- Sei ancora debole.

- Io avverto il dottore ed anche i ragazzi -disse Gordon- Credo che lo vorranno vedere -disse prima di uscire fuori.

Poco dopo entrarono Georg e Gustav insieme a Jennifer,Victoria e David che dovevano essere arrivati mentre loro erano dentro. Tutti si avvicinarono al letto sorridendo verso il ragazzo.

- Cosa...è successo? -chiese il vocalist in un soffio.

- Figlio mio -disse la madre accarezzandogli una guancia- Non ti ricordi cosa è successo ieri mentre eri in macchina con Tom? Rispondi solo facendo un cenno con la testa -poi vedendolo annuire continuò- Purtroppo hai avuto una shock anafilattico in seguito ad una cosa che hai bevuto al bar. Ma ora il peggio è passato e tu stai bene,per fortuna -concluse baciandogli la fronte mentre i suoi occhi si erano fatti lucidi.

Il ragazzo sbarrò gli occhi di fronte a quella rivelazione. Lui aveva rischiato la vita per una schiocca bevanda;aveva rischiato di perdere le persone che amava per una maledettissima bevanda. Scrutò i volti preoccupati dei presenti,soffermandosi su quello del gemello leggendo nei suoi occhi una paura ed un terrore che mai gli aveva letto prima: la paura di perdere una parte della propria anima.

- Vedo che si è svegliato signor Kaulitz -disse il dottor Kroun entrando nella stanza con la cartella del ragazzo- Come si sente? Riesce a parlare per dirmi solo come sta?

- Mi...mi sento debole -disse sempre piano il vocalist- E mi...mi fa un pò male la gola.

- E' normale -disse lui controllando i suoi occhi con una lucina per poi rimettersela nel taschino destro- Ma tra un paio di giorni starà di nuovo bene,sarà in perfetta forma. Parlerò con la sua famiglia riguardo alle medicine che dovrà prendere per un paio di giorni. Adesso cerchi di rilassarsi e voi -disse rivolgendosi agli altri- cercate di non stancarlo,o di affaticarlo.

- Certamente -risposero in coro.

- Dottore -disse Bill richiamando l'attenzione dell'uomo- Quando...posso uscire?

- Molto probabilmente uscirà domani stesso. I suoi esami sono buoni e la ripresa è ottima. La terremo in osservazione solo oggi e domani verrà dimesso. Ma adesso cerchi di non parlare. Arrivederci.

Il dottore uscì ed i presenti si concentrarono nuovamente sul vocalist cominciando a dirgli che appena sarebbe uscito,lo avrebbero rifocillato di moltissimi dolci in modo da fargli mettere qualche chiletto,o almeno quella era la loro speranza. Chiacchierarono tutti un pò del più ed un pò del meno cercando di non far parlare Bill che,nonostante tutto,ogni tanto diceva la sua. Poi vide la mora uscire per parlare al telefono e rientrare poco dopo.
- Lizie -la chiamò allora il vocalist che adesso riusciva a parlare meglio ma piano.

- Dimmi -disse lei avvicinandosi a lui e prendendogli la mano che lui pretendeva.

- Come stai? -le chiese in un sussurro.

- Guarda che dovrei essere io a chiedertelo -gli disse sorridendo.

- Smettila -le disse serio- Non sono stupido e vedo quelle occhiaie e quegli occhi che tu cerchi di nascondere col trucco. Ho visto quelli di tutti,quelli di Tom e mia madre sono simili ai tuoi ma li nascondono meglio,anche se io li vedo. Ma tu...guardati. Sembri un panda.

All'ultima uscita del ragazzo,tutti si misero a ridere,anche la mora non riuscì a trattenersi;nonostante tutto sembrava essere lo stesso stupido giocherellone di sempre. Con un gesto del capo,il ragazzo la incitò a rispondere alla sua domanda iniziale,allora i presenti decisero di uscire e di lasciarli da soli.

- Dimmi la verità Lizie -le disse dolcemente.

- Sono stata male ok? -disse lei in un impeto di rabbia ma poi si calmò subito- Ma adesso sto bene perchè stai bene e presto tornerai a casa.

Lui le accarezzò il viso e poi,la fece avvicinare a lui facendole posare la testa nell'incavo del suo collo e stringerla dolcemente. Pochi secondi dopo sentì qualcosa bagnargli il collo,delle lacrime,le sue lacrime. Le accarezzò piano i capelli con l'unica mano che poteva usare poiché libera dalla flebo.

- Shh piccola -le sussurrò- E' tutto finito. Sono qui con te adesso. Non ti lascerò più. Non lascerò più nessuno di voi.

- Ho avuto paura Bill -sussurrò lei tra le lacrime- Ho avuto paura di perderti e non lo avrei sopportato. Scusami se piango adesso. Ma sono felice che tutto sia finito.

- Tranquilla piccola. E' tutto ok ma ora -disse lui sciogliendo l'abbraccio e guardandola in faccia asciugandole le lacrime- Non voglio più vederti piangere. Sono tornato e di sicuro non riuscirai più a sbarazzarti di me -concluse sorridendo.

- Non voglio sbarazzarmi di te. Anzi voglio che mi torturi come solo tu sai fare.

- Allora baciami -le disse lui guardandola negli occhi.

- Bill non mi sembra... -ma il vocalist la interruppe.

- Baciami Lizie.

La mora non se lo fece ripetere altre volte;lentamente si avvicinò al viso del vocalist fino a far incontrare le loro labbra in un dolce e lungo bacio. Lui le sfiorò il volto con entrambe le mani e dischiuse le labbra mordicchiando il labbro inferiore della mora.

- No Bill -disse lei allontanandosi un pò- Per oggi questo ti basta.

- Ma Lizie -si lamentò lui facendo gli occhi da cucciolo bastonato.

- Non mi smuovi neanche con quei tuoi teneri occhioni da cerbiatto. Mi dispiace -disse infine incrociando le braccia al petto.

- Sei perfida -disse il moro mettendo su un broncio infantile che sparì dopo qualche secondo come se gli fosse venuto qualcosa in mente e tornò serio- Elisabeth oggi è il due febbraio quindi?

- Sì perchè? -chiese lei che non aveva capito dove voleva andare a parare- Hai dormito circa un giorno e basta.

- Non era per questo che te l'ho chiesto Lizie -disse lui facendosi poi dolce- Oggi sono sei mesi.

La mora sbatté qualche volta le palpebre sorpresa poi sorrise dolcemente;quel ragazzo era davvero unico. Anche nei momenti peggiori sapeva creare dei momenti di allegria ed armonia. La ragazza annuì leggermente con la testa e gli baciò la fronte sussurrandogli un "auguri" commosso.

- Auguri anche a te piccola -disse sfiorandole la mano- Quindi mi merito un bel bacio dato che è il nostro mesiversario -disse infine assumendo la voce di un bambino.

La ragazza scoppiò a ridere;il vocalist era davvero incorreggibile,se si metteva una cosa in testa,nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
- Nooo -cantilenò la mora alzandosi- Ora faccio entrare gli altri che erano preoccupati per te. Potrai farti baciare da loro.

Il ragazzo fece una faccia scandalizzata e poi rimise nuovamente il broncio mentre nella stanza entravano gli altri che erano rimasti fuori ad aspettare.

- Vi lasciamo due minuti da soli -disse Tom sorridendo raggiungendo il fratello- e già litigate?

- Non abbiamo litigato -rispose la mora mettendosi ai piedi del letto- Semplicemente tuo fratello ha una testaccia dura,peggio dei bambini.

Tutti scoppiarono a ridere mentre il diretto interessato la guardava scandalizzato.
- Questa me la paghi -borbottò incrociando le braccia.

Ma dopo qualche secondo le riaprì ed invitò il fratello ad abbracciarlo. Tom non se lo fece ripetere due volte e si abbandonò a quel tenero abbraccio che da solo parlava più di mille parole. Si guardarono poi negli occhi in maniera molto intensa,poi il fratello si allontanò per permettere ai genitori ed agli amici di abbracciarlo.
- Ho la pellaccia dura. Non vi liberete di me -disse il vocalist facendo sorridere tutti con quelle parole.

Tutto sarebbe finalmente tornato alla normalità;Bill si sarebbe ripreso e la loro vita avrebbe ripreso il normale corso che aveva prima. Ma forse Tom poteva migliorare la sua vita,poteva migliorarla mettendo,per una volta,da parte l'orgoglio e fare ciò che il suo cuore gli diceva. Cercò con lo sguardo quello di Jennifer per trovarlo quasi subito. I due si guardarono intensamente lasciando trasparire dai loro occhi un mix di sensazioni così contrastanti ma forti da destabilizzarlo. Poi lentamente sul volto del ragazzo si dipinse un dolce sorriso che presto comparve anche sul volto della rossa. Era un sorriso dolce e sincero che nascondeva qualcosa di più intenso e profondo,qualcosa che lui non avrebbe più nascosto,non ora che aveva finalmente trovato la persona giusta.
Continua
 

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Capitolo 62
*** 62. Bentornato a casa ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Posto oggi perché domani non ci sono e non mi andava di lasciarvi con la curiosità fino a lunedì. In questo capitolo,come capirete dal titolo,Bill ritorna a casa ma non è l'unica cosa che accadrà :) Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare:
- raggiodisole90: Grazie Rita per aver commentato gli ultimi due capitoli,mi hai fatto sorridere :) Sono contenta di essere ancora viva ahahah E sì,il nostro Bill è sopravvissuto ed è veramente tenero quando consola Elisabeth,è proprio innamorato. Mi fa piacere che io sia riuscita a commuoverti... Per quanto riguarda Tom e Jen..beh alla fine del capitolo c'è qualcosa di interessante :) Sono curiosa di sapere che ne pensi... Un bacio e grazie ancora per i commenti;
- BILLINA91: Ciao Roberta,grazie per il nuovo commento :) Eh già,Lizie però ha sbagliato obiettivo,doveva scaricare la sua gelosia sull'infermiera e non sul dottore ahahah Cmq per quel che riguarda Tom e Jenny sì,si stanno facendo trasportare e forse è arrivato il momento di... Lo scoprirai leggendo :p Spero che questo capitolo ti piaccia e di leggere un tuo commento :) Bacio.
Ringrazio anche _CarlyCucciolotta_ per avere inserito la mia storia tra le preferite e spero di leggere presto un tuo commento,mi farebbe molto piacere :)
Grazie anche a coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo martedì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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62. Bentornato a casa

Il rombo di un tuono ruppe la tranquillità che si era creata in quella stanza. Il cielo era nero ed i tuoni che si alternavano ad intervalli irregolari non presagivano nulla di nuovo. Bill era poggiato al davanzale della finestra che guardava il cielo;finalmente quella mattina lo avrebbero dimesso e lui sarebbe potuto tornare a casa. Stare in ospedale non gli era mai piaciuto e non vedeva l'ora di scappare da lì;si sentiva in gabbia. Quella mattina si era alzato prestissimo ed aveva sistemato la poca roba che aveva nel suo borsone;il medico era già passato per un ultimo controllo che aveva confermato la buona salute del ragazzo e quindi gli aveva poi fatto firmare il foglio delle sue dimissioni. Adesso sentiva che mancava poco all'arrivo della sua famiglia,mancava poco alla sua uscita da quel carcere,mancava poco alla sua libertà.

- Ehi fratellino -disse qualcuno facendolo sobbalzare- Scusa non volevo spaventarti.

- Tomi -disse lui avvicinandosi al fratello- Non preoccuparti,ero sovrapensiero.

- Che bello rivederti di nuovo in salute -gli disse abbracciandolo dopo aver lanciato sul letto un giubbotto.

Il vocalist sorrise: - Se mi vuoi vedere in salute -disse poi assumendo la voce da cucciolo- ti prego portami via da qui.

Il chitarrista scosse la testa sorridendo;suo fratello era davvero un caso disperato ma era anche per quello che gli voleva bene. Poi si avviò verso il letto e prese il borsone che vi era appoggiato sopra.

- Mamma non c'è? -chiese il ragazzo cercando di vederla oltre la porta.

- No -disse Tom avvicinandosi al fratello per consegnargli il giubbotto ed aiutarlo a metterlo- Ha preferito restare a casa. Pensava che,dopo due giorni di ospedale,ti sarebbe piaciuto rientrare e fare una colazione come si deve.

- Bellissimo -disse il moro a cui si illuminarono gli occhi- Mamma è fantastica.

- Andiamo ora -disse il gemello sorridendo e spingendolo nel corridoio.

Non appena mise piede fuori dall'edificio,un profondo senso di libertà gli pervase l'anima. Si sentiva già meglio;voleva stare il più possibile lontano da quel posto orrendo dove aveva rischiato di perdere la vita. Voleva dimenticare tutto,riprendere in mano le redini della sua vita e scrivere da solo il suo destino. Voleva tornare a casa e dormire nel suo comodo lettone pieno di cuscini;voleva vedere Georg,Gustav e David per pensare di nuovo alla sua carriera;voleva vedere sua mamma ed approfittare di quel riposo forzato per stare un pò con lei;voleva vedere lei,Elisabeth,la ragazza che più amava al mondo,solo per poterla guardare negli occhi,per poter anche solo abbracciare o baciare. Voleva così tante cose che,per fortuna,avrebbe potuto avere di nuovo ma con un pò di pazienza. Appoggiò la testa contro il finestrino ripensando che per una stupida bevanda avrebbe potuto perdere tutto e tutti e questo gli fece venire i brividi;una mano del fratello sulla sua spalla lo fece voltare verso di lui che lo guardava con un sorriso sul volto,un semplice sorriso sincero che aveva avuto la forza di spazzar via quei pensieri negativi. Ormai il passato era passato. Lui doveva guardare al presente,viversi la vita giorno dopo giorno,vivere il secondo,come diceva una loro canzone. Ricambiò il suo sorriso e tornò a guardare fuori dal finestrino. Aveva cominciato a cadere Una pioggerellina che pian piano si stava trasformando in vero e proprio acquazzone. Quella pioggia sembrava voler far scivolare dalla mente del ragazzo ogni brutto ricordo legato a quei due giorni infernali,sembrava volesse spazzarli via con la sua forza. Finalmente giunsero davanti casa e Tom,con il telecomando,aprì il garage per parcheggiarvi dentro.

- Questa è la mia vita -sussurrò piano Bill- E adesso posso ricominciare.

Il gemello lo sentì lo stesso e sorrise,poi scese afferrando il borsone dai sedili posteriori e raggiunse il fratello che,intanto,era sceso dalla macchina.
- Ora possiamo davvero ricominciare -disse risoluto Tom dando una spinta al fratello affinché entrasse in casa.

Appena entrati,vennero accolto da un dolce profumino di torta e questo provocò un leggero e rumoroso brontolio dello stomaco di Bill che sorrise rivolto al fratello mordendosi scherzosamente la lingua;poi ridendo si incamminarono verso la cucina vicino cui Tom abbandonò il borsone prima di accingersi ad entrare nella sala col vocalist.

- SORPRESA! -urlarono in coro tutte le persone presenti.

Bill si portò entrambe le mani alla bocca stupito poi sorrise e guardò lo spettacolo che gli si presentava davanti. Un'enorme striscione con scritto "Bentornato a casa" faceva la sua bella mostra attaccato a due ganci accanto alle finestre;il tavolo era pieno di dolci e lecornie varie tra cui spiccava un'enorme torta al cioccolato con delle fragole che contornavano il perimetro superiore. Poi,sparsi nella stanza,vide loro,i suoi genitori,i suoi amici,la sua ragazza;vide la sua grande e meravigliosa famiglia. Lì osservò uno ad uno sorridendo;c'erano tutti: la madre e Gordon;Gustav e Georg;David e Benjamin;Saki e Tobia;Elisabeth e Jennifer;Victoria e Jess. Erano tutti lì per lui che sorridevano felici che lui fosse di nuovo a casa.

- Grazie ragazzi,grazie mamma,grazie a tutti -disse il vocalist leggermente commosso.

La mamma corse ad abbracciarlo calorosamente,seguita poi da Gordon,Tom,Georg,Gustav e così via tutti i presenti. Dopo gli abbracci e le pacche sulla spalla,la madre spinse il figlio minore verso la tavola invitandolo a mangiare tutto ciò che voleva. Il vocalist non se lo fece dire due volte e si fiondò su quelle meraviglie invitando tutti a fare lo stesso. Iniziarono a mangiare allegramente mentre in sottofondo si sentivano le note del loro ultimo album,Humanoid. Dopo un pò Bill vide Elisabeth chiedere qualcosa a Tom che le rispose con dei gesti;la vide poi annuire ed uscire dalla stanza. La mora,infatti,prese il borsone che era stato abbandonato fuori la cucina e salì nella stanza del ragazzo. Svuotò il contenuto sul letto ed iniziò a piegare le magliette ed i pantaloni presenti,che erano stati lavati gentilmente dalle infermiere dell'ospedale che magari speravano di fare colpo sul vocalist. Posò tutto accuratamente nell'armadio e,quando si voltò per uscire ,trattenne a stento un grido. Il ragazzo si trovava nella stanza appoggiato alla porta che la guardava sorridendo.

- Bill! Volevi farmi morire giovane? -chiese lei fingendosi arrabbiata.

- No -rispose lui serio staccandosi dalla porta ed avvicinandosi a lei- Volevo stare da solo con te.

La ragazza sbattè le palpebre di fronte alla risposta del ragazzo. Non si aspettava che le rispondesse così,ma che le avrebbe fatto sarcasticamente come sapeva fare lui. Lo vide avvicinarsi a lei tranquillamente per poi sorridere e abbassarsi su di lei per baciarla. La mora,colta inizialmente alla sprovvista,si sciolse di fronte a quel gesto ma,sentendo che lui voleva approfondire il contatto,appoggiò le mani sul suo petto allontanandolo leggermente.

- Bill -disse lei poggiando la sua fronte contro quella del vocalist- Sei appena tornato a casa,forse sarebbe meglio che non...

- Shh -disse lui premendole un dito sulle labbra zittendola- Sto bene Lizie. Sono di nuovo in forma,posso di nuovo parlare bene anche se non devo sforzarmi. Sono guarito. Quindi non c'è motivo per non baciarci. Mi hai già torturato ieri -le disse sensuale avvicinandosi di nuovo a lei- Adesso non fermarmi di nuovo.

Poggiò nuovamente le sue labbra su quelle della mora,dando vita ad un nuovo dolce bacio. La afferrò saldamente per i fianchi avvicinandola ancor di più a lui mentre lei allacciava le braccia dietro al suo collo dischiudendo lentamente le labbra,accogliendo l'invito del ragazzo quando lui le tirò leggermente il labbro inferiore verso di sè. Finalmente le loro lingue si incontrarono in un bacio profondo e desiderato da entrambi;diedero inizio ad uno scontro amichevole che diventava sempre più violento e passionale;si staccarono solo per prendere un pò d'aria per poi baciarsi nuovamente con più foga e voglia di prima. Lentamente Bill la spinse verso il letto ma,quando la mora senti le sue gambe toccare contro il materasso,lo fermò guardandolo con il fiatone.

- Bill -disse lei scostandolo un pò generando uno sbuffo da parte sua- non ti sembra di correre un pò troppo? Sei ancora in convalescenza.

- Appunto -disse lui avvicinandosi di nuovo a lei che invece indietreggiava sempre più- Ho bisogno di un'infermiera,bella,sexy e dolce -ammiccò malizioso bloccandola contro la porta.

- Bill -esclamò lei scandalizzata- Mi sa che ti è partito un pò di cervello in questi giorni e sei diventato maniaco come tuo fratello.

- Non è vero -rispose mettendo il broncio- Non sono maniaco. Sono solo perdutamente innamorato di una ragazza che desidero da impazzire.

- Oh amore -disse lei addolcendosi e avvolgendogli la vita con le braccia. Sei dolcissimo. Ti amo anche io. Ma...mi dispiace per te. Il dottore ha detto che per almeno una settimana,dieci giorni,devi stare a riposo totale. Quindi non puoi stancarti o fare sforzi di alcun genere. -disse lei sorridendo si fronte all'espressione allibita del ragazzo.

- Ma è assurdo! Non è uno sforzo fare l'amore con la persona che si ama -disse risoluto.

- Ma è stancante -concluse lei con un sorrisino per poi infliggergli il "colpo di grazia"- E poi,mi dispiace ma non potrei neanche esaudire il tuo desiderio.

- Che palle! -disse lui rassegnandosi- A che giorno sei?

- Primo -disse lei semplicemente.

- Come? -disse sbarrando gli occhi per poi indietreggiare e buttarsi sul letto a pancia in sù- Ed io che volevo coronare questo perfetto bentornato.

La mora si avvicinò e gli si sdraiò accanto sollevandosi un pò per poterlo guardare in faccia ed accarezzargli il viso.
- Bill -disse piano e in modo dolce mentre gli accarezzava i capelli- Io non scappo. Abbiamo una vita davanti. Sono e sarò sempre tua. Ma adesso è meglio evitare che tu ti stanchi troppo e lo sai che facendo l'amore ti stancheresti parecchio. E comunque,sarò lo stesso la tua "infermiera" perchè mi prenderò cura di te e controllerò che tu faccia come ha detto il dottore e che tu mangi abbondantemente.

Il vocalist la guardò negli occhi e le sorrise,poi poggiò la testa sul suo ventre mentre con una mano glielo accarezzava dolcemente.
- Grazie Lizie -disse sincero- Sono felice che tu sia qua. Mi sei mancata tantissimo.

- Anche tu cucciolo mi sei mancato -disse continuando ad accarezzargli i capelli- Ora che ne dici se torniamo di sotto? Gli altri sono tutti qui per te.

- Va bene -disse alzandosi permettendo alla mora di rimettersi in piedi- Però vorrei chiederti un favore prima.

- Certo,dimmi -disse mentre lo trascinava con una mano verso di lei.

- Resta qui questa notte...con me -le disse con voce roca e calda,voce che le provocò dei brividi lungo la schiena.

- Resterò amore,stai tranquillo -gli disse poi accarezzandogli una guancia- E verrò ogni mattina presto per poi andarmene la sera dopo averti preparato la cena.

- Ed il lavoro? -chiese lui scettico.

- Ho parlato col mio datore chiedendoli una settimana di ferie. Gli ho spiegato il motivo e mi ha detto immediatamente di sì e ti manda i suoi auguri di pronta guarigione.

- Grazie Lizie -disse dandole un dolce bacio sulla punta del naso- Grazie davvero. Però vorrei sapere se Nicole potrà accompagnarti la mattina e venirti a prendere la sera.

- Beh,la mattina non ci sarà problema perchè per andare a lavoro passa di qua;di sera non c'è problema perchè tornerò a piedi. Ora andiamo -disse voltandogli le spalle ed incamminandosi verso la porta.

- Aspetta -disse prendendola per un polso- Tu non tornerai assolutamente a casa tua a piedi e di sera. Potrebbe essere pericoloso.

- Dai Bill non esagerare -gli disse alzando gli occhi al cielo.

- O ti viene a prendere Nicole,o ti accompagniamo io e Tom -disse risoluto- Adesso andiamo.

- Bill non c'è problema davvero -disse cercando di fargli cambiare idea.

- Non mi fido delle persone che ci sono là fuori. Una ragazza sola nel buoi della notte...No! Mai e poi mai. Ho deciso. Ora ne parliamo con Tom. Andiamo ora -disse prendendole una mano ed aprendo la porta prima di essere fermato dalla mora.

- Grazie -gli sorrise baciandolo dolcemente- Ti amo.

- Anche io -disse lui sciogliendosi.

Poi insieme uscirono dalla stanza mano nella mano e si avviarono verso le scale per poi raggiungere la cucina dove c'erano ancora tutti quanti che bevevano,mangiavano e scherzavano. Cercarono il resto della band e si riunirono a loro,inserendosi nel discorso;poi il vocalist parlò col fratello del fatto che la mora sarebbe stata da loro per buona parte della giornata per una settimana e che lei era disposta a tornare a casa a piedi la sera. Anche il chitarrista mostrò il proprio dissenso e,ancor prima che Bill potesse chiedergli qualcosa,si offrì volontariamente di accompagnarla la sera e,naturalmente,se il fratello voleva,poteva venire anche lui. La mora ringraziò entrambi per poi appoggiarsi a Bill che l'aveva abbracciata dietro. Guardando quella scena,Tom provò una certa invidia e pensò che quello era il momento adatto per risolvere una questione che a lui stava a cuore. Cercò con lo sguardo una persona finchè non la trovò impegnata a parlare con Victoria,Jess e sua madre Simone. Lentamente si avvicinò chiedendosi se stava facendo la cosa giusta ma dentro di sè sapeva già la risposta,sapeva cosa voleva ed ora spettava a lui lottare per ottenerla. Si avvicinò a quel gruppetto e gentilmente si scusò per l'intrusione.

- Posso rubarvi Jennifer per un pò? -chiese serio ed imbarazzato allo stesso tempo.

- Certo -rispose Victoria per tutte.

La rossa allora guardò il ragazzo che le fece cenno di seguirlo e lei lo fece lasciandosi guidare fino alla sua stanza. Lui,da galantuomo,la fece entrare per primo per poi chiudere la porta ed appoggiarsi contro di essa. Intanto la ragazza si guardava intorno stranita e curiosa perchè era la prima volta che entrava nella sua stanza. Dopo un pò incrociò il suo sguardo e tremò leggermente quando incrociò quegli occhi che la scrutavano in quel modo così...così dolce. Sapeva che era arrivato il momento ma adesso aveva perso tutta la sua sicurezza e spavalderia. Abbassò gli occhi torturandosi le mani mentre un leggero rossore si impadroniva delle sue guance;non alzò lo sguardo neanche quando sentì dei passi verso la sua direzione e quando percepì la sua presenza davanti a lei. Riusciva a sentire il profumo che la sua pelle emanava,il suo fiato accarezzarle l'orecchio,poi la sentì quella voce meravigliosa che per tanto tempo aveva odiato.

- Jen -disse lui serio in volto poggiandole un dito sotto il mento facendole alzare il viso- Dobbiamo parlare.

- Di..di cosa? -chiese la ragazza balbettando anche se sapeva benissimo l'argomento.

- Di quel bacio -disse lui guardandola intensamente- Di noi.

Jennifer trasalì davanti a quelle due semplici ultime parole che aveva detto;due parole che contenevano dentro una forza dirompente. Indietreggiò fino al letto,sedendosi,i attesa che Tom iniziasse a parlare di quell'argomento così bello ma così difficile.
Continua
 

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Capitolo 63
*** 63. Il confronto decisivo ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Posto oggi perché domani non ci sono e non mi andava di lasciarvi con la curiosità fino a lunedì. In questo capitolo,come capirete dal titolo,Bill ritorna a casa ma non è l'unica cosa che accadrà :) Spero sia di vostro gradimento...ora vorrei ringraziare:
- BILLINA91: Ciao Roberta,grazie per il tuo commento :) Sei stata molto carina ed i tuoi complimenti mi hanno davvero lusingata, Ahahah mi piace tenere sulle spine le persone ma finalmente saprai cosa si diranno Tom e Jen :) Spero che questo capitolo soddisfi la tua curiosità e di sapere cosa ne pensi :) Bacio.
vorrei ringraziare anche Dan per aver inserito la mia storie tra le preferite;spero di avere presto una tua opinione,mi farebbe piacere...Grazie anche a coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò il prossimo capitolo venerdì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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63. Il confronto decisivo

Un profondo silenzio era sceso tra di loro dopo che Tom aveva pronunciato quella frase. Jennifer si era seduta sul letto,come se si fosse rassegnata a parlare di quell'argomento. Lui cercava di leggerle dentro ma aveva messo di nuovo quella maschera imperscrutabile che aveva sempre indossato da quando la conosceva tranne in due occasioni,in cui lei si era mostrata fragile: la sera di capodanno su quel balcone e quel pomeriggio al parco. Erano stati due momenti intensi che avevano colpito Tom facendogli cambiare idea su quella ragazza dall'apparenza così fredda e distaccata col mondo intero,ma in realtà così dolce e bisognosa d'affetto. Quei due occhi di ghiaccio lo avevano colpito fin dalla prima volta insieme alla sua straordinaria somiglianza con Elisabeth. All'inizio si era chiesto se non fosse per quest'ultimo motivo che lui si fosse invaghito di lei,ma si era subito dato una risposta: non era quello il motivo per cui lei le piaceva. Erano quel suo caratterino,quel suo atteggiamento tutto pepe,quella sua naturalezza nel dire ciò che pensava,era tutto questo che lo aveva accecato. Lui voleva quella ragazza ma non per giocare con i suoi sentimenti,cosa che aveva sempre fatto con le altre ragazze tranne con Elisabeth. Lui voleva quella ragazza dalle lunghe onde castane e ramate perchè...perchè aveva perso la testa per lei. La voleva davvero ed avrebbe fatto di tutto perchè per loro potesse esserci un futuro;avrebbe fatto il possibile per farle capire che lei era importante e che voleva lei fosse l'unica depositaria del suo cuore.

Si avvicinò al letto e si sedette accanto a lei osservandola mentre alzava lo sguardo su di lui trafiggendolo con quei due occhi di ghiaccio.
- Jen -esordì lui con un tono estremamente serio.

- Quel bacio è stato un errore -lo interruppe lei con un tono altrettanto serio- E mi è sembrato di avertelo già detto. Quindi non c'è niente da dire e,soprattutto,non c'è nessun "noi". Dato che dovevi dirmi solo questo,io me ne vado. Abbiamo già chiarito e chiuso l'argomento.

Si alzò dal letto lasciando Tom spiazzato di fronte le sue parole;poi lui ricordò le parole che gli disse quel pomeriggio: lei non voleva soffrire e doveva difendersi da lui. E quello era sempre stato il suo modo di difendersi da tutti e tutti. Mostrandosi fredda ed indifferente verso ciò che la circondava,scappando da ciò che le faceva paura,scappando da qualcosa che,lei riteneva,avrebbe solo generato dolore e sofferenza dentro di lei. Era quella la sua unica arma di difesa. Ma adesso era giunto il momento che lei deponesse le armi e buttasse quella maschera assurda che si era costruita. E lui ci sarebbe riuscito. Sarebbe riuscito a farle capire ciò che provava e che sentiva per lei. Avrebbe rinunciato all'unica cosa che mai nessuno gli aveva calpestato: il suo orgoglio. Avrebbe fatto tutto il possibile per avere lei...

Prima che lei raggiungesse la porta,l'afferrò per un polso e la fece voltare. I loro volti erano vicinissimi,i loro corpi si sfioravano e i loro occhi non si staccavano tra di loro. Lentamente Tom la fece voltare del tutto e la bloccò contro la porta bloccandole i polsi ai lati della testa.

- Lasciami Kaulitz -disse lei meno sicura di prima;bastava un solo tocco di lui per farla cedere ma lei doveva essere più forte del suo cuore- Cosa vuoi da me?

- Sapere ciò che mi hai fatto -le disse con voce calda- Sapere il perchè mi fai questo effetto.

- Che...che effetto? -chiese lei balbettando confusa e vicina al crollo della sua parte "di ghiaccio".

- Questo -disse lui semplicemente prendendo una mano della ragazza e posizionandola sul suo petto all'altezza del cuore.

E lei lo sentì. Lo sentì battere forte,all'impazzata,veloce come se avesse appena terminato una maratona. Sentiva quel cuore battere in sincronia con il suo perchè anche lei subiva il suo stesso effetto. E come se lui le avesse letto nel pensiero,le liberò anche l'altro polso posizionando la mano sul suo petto e sorridendo nel sentire che anche il cuore di lei batteva all'impazzata come il suo.

- Chi sei in realtà Jennifer? Qual è il tuo potere su di me? -chiese ancora lui con la voce sempre più roca;sentiva il desiderio di baciarla crescere dentro di lui ogni secondo di più.

- Io...io non so cosa tu voglia dire -disse lei cercando di recuperare quell'ultimo barlume di indifferenza che le restava.

- Invece lo sai -disse lui avvicinandosi piano a lei per poi baciarle una guancia- Perchè io ti faccio lo stesso effetto che tu fai a me -concluse prima di baciarla.

Quella situazione,quel bacio la aveva colta totalmente alla sprovvista,non era pronta per quel tipo di confronto ed adesso ne aveva la conferma. Cercò all'inizio di opporsi a quel bacio ma poi sentì il suo stesso corpo reclamare a gran forza quel contatto. Sollevò le braccia fino ad incrociarle dietro il suo collo mentre lui le accarezzava dolcemente la schiena senza mai scendere troppo in basso. La ragazza sentì una certa pressione sulle sue labbra e pian piano le dischiuse permettendo alla lingua di Tom di insinuarsi,per la seconda volta in meno di dieci giorni,nella sua bocca cercando la sua. Iniziarono a baciarsi lentamente ma con passione,senza fretta;entrambi desideravano quel contatto ma lei non voleva ammetterlo nè con se stessa nè con lui,eppure il suo corpo agiva da solo,non ascoltava la mente bensì il cuore. E il cuore diceva solo una cosa: voleva Tom.

Si staccarono per riprendere ossigeno e lui fece sfiorare la punta dei loro nasi mentre un dolce sorriso nasceva sulle sue labbra. Poi la baciò ancora ma dolcemente,staccandosi subito.
- Io non voglio farti soffrire Jen -le disse sincero- E' l'ultima cosa che vorrei fare. Io voglio che tu sia felice...con me. Vorrei che noi fossimo felici insieme perchè per me -disse abbassando un pò il tono di voce ed arrossendo leggermente- per me tu sei importante.

Ed eccolo lì il colpo di grazia che aveva definitivamente fatto crollare ogni suo muro,ogni sua difesa mostrando ai suoi occhi la vera Jennifer,quella stupita e commossa dalle sue parole,quella incredula ma ancora abbracciata a lui,quella ragazza che gli aveva fatto perdere la testa in circa un mese.

- Lasciati andare Jen -continuò lui- Permettimi di entrare nel tuo cuore e di farmi restare lì. Permetti a quel sentimento che ci lega di nascere e crescere giorno dopo giorno. Permettimi di dare vita ad un "noi" in cui io credo fermamente. Permettimi di starti accanto. Lascia che la tua stupida maschera si sgretoli sotto la forza del nostro sentimento.

Jennifer era ancora ferma,incredula di fronte a ciò che lui le stava dicendo. Non riusciva a credere che lui stesse davvero parlando di loro come una coppia,che lui stesse parlando di un sentimento che li univa... Non riusciva a credere che lui le stesse dicendo tutto questo mettendo da parte il suo orgoglio che,più volte,lei aveva ferito.
- Tom... -esordì lei a bassa voce- Io non posso...

- Non puoi o non vuoi? -le chiese lui capendo cosa stava pensando.

- Ti prego -lo supplicò- Lasciami in pace. Dimentichiamoci di ogni cosa: di questi baci,delle tue parole,di tutto.

- Non puoi chiedermi questo -disse allora lui leggermente incupito- Non posso più nascondere a me stesso quello che provo per te. Credimi,sei l'ultima persona di cui,pensavo,mi sarei mai inna... -ma accorgendosi di ciò che stava per dire,cercò di rimediare- mi sarei mai invaghito. Non l'ho scelto io. Ha fatto tutto questo cuore che tu mi fai battere in questo modo -poi si addolcì accarezzandole una guancia- Sono sincero Jen. Non voglio giocare con te,non voglio prenderti in giro. Non voglio farti soffrire. Io voglio solo...solo amarti.

Se poco prima Jennifer era incredula per ciò che stava sentendo,adesso il suo cuore aveva perso un battito,rischiava di fermarsi tanta era l'emozione che stava provando. Non riusciva a credere che lui le stesse chiedendo di lasciarsi amare,lui che aveva sempre e solo giocato con le la ragazze,che aveva infranto i loro cuori e strappato via le loro dignità,lui era lì in quel momento a parlare di quel sentimento che lui aveva negato e considerato stupido ed inutile: l'amore.
Se lui aveva avuto il coraggio di parlare addirittura di questo sentimento,allora le cose erano davvero serie,troppe serie per lei che voleva assolutamente andare avanti senza di lui. Cercò di recuperare un pò di indifferenza nei suoi confronti,anche se non le riusciva molto bene. Gli poggiò le mani sul petto e lo allontanò per poi camminare verso il letto e girarsi nuovamente verso di lui,trapassandolo con i suoi occhi. Sul suo viso nacque un falso sorriso divertito.

- Tu vorresti solo amarmi? -chiese lei retorica per poi ridere istericamente- Ma piantala di dire cavolate. Tu non sai neanche cosa significhi figurati se sei in grado di provarlo.

- Perchè dici questo? -chiese lui un pò deluso.

- Perchè non ti credo,semplice -rispose scrollando le spalle come se fosse una cosa ovvia- Forse ti sarai preso una cotta,o forse la tua è solo una stupida vendetta. Vuoi vendicarti per ciò che ti ho fatto conquistandomi,facendomi innamorare di te e,magari,portandomi a letto per poi umiliarmi come hai fatto con le altre. Ma,mi dispiace per te Kaulitz,io non cadrò nella tua trappola.

Tom abbassò il capo guardando il pavimento. Sentiva dentro di sè una rabbia crescere esponenzialmente di fronte a quelle accuse;una rabbia nel non essere creduto o nell'essere giudicato così meschino. Sentì la rabbia ribollire ed una voglia matta di prendere quella dannata ragazzina,buttarla su quel letto e fare l'amore con lei. Gìà,nonostante fosse arrabbiato non poteva fare a meno di essere dannatamente attratto da lei,di desiderarla da impazzire. Avrebbe fatto il possibile per farle capire che non stava mentendo,che non era così meschino da giocare in quel modo,lo avrebbe fatto anche al costo di legarla ad una sedia per impedirle di fuggire via.

- Tu adesso mi ascolti -le ordinò a denti stretti.

- Ti ho ascoltato abbastanza. Ora uscirò di qui e dimenticherò tutto -disse avvicinandosi alla porta e passandogli a fianco.

Ma lui non le avrebbe mai permesso di uscire senza prima averle fatto capire che era sincero e che lei doveva smetterla di scappargli solo per difendersi da ciò che in realtà provava. L'afferrò per un braccio e la bloccò contro una parete ancorando entrambi i suoi polsi al muro,stringendo abbastanza forte in modo che lei capisse che non l'avrebbe lasciata andare. Lei cominciò a divincolarsi ma lui conosceva esattamente come farla star ferma e zitta.

- Lasciami -ordinò lei rossa in viso per lo sforzo di liberarsi dalla sua presa- Cazzo Kaulitz,ho detto che devi lasc...
Ma lui zittì quel fiume di parole baciandola all'improvviso riuscendo ad abbattere,con estrema facilità,la leggera resistenza che lei gli oppose venendo infine ricambiato anche da lei. Quando ormai i loro polmoni urlavano a gran voce di avere un pò di ossigeno,lui si allontanò leggermente dalla ragazza guardandola negli occhi con un'intensità tale da scioglierla. Infatti lei abbassò lo sguardo come se avesse deciso di arrendersi e restare lì,tanto non aveva altra scelta.

- Ascoltami Jen- disse Tom in tono dolce e carezzevole- Ti giuro che non sto scherzando,che non ho in testa alcun tipo di vendetta... Non sono così meschino. Tu sai che sono sincero perchè quello che io provo per te,tu lo provi per me e lo sai benissimo. Tu non vuoi però ammetterlo perchè hai paura;paura che io ti possa farti soffrire,possa farti del male. Ma io non ne ho alcuna intenzione,anzi... Io vorrei aiutarti. Vorrei starti accanto e farti vedere che tu ti puoi fidare degli altri. Chiudendoti a riccio e respingendo tutti,finiresti col soffrire ancor di più. A me dispiace davvero per ciò che hai dovuto passare in seguito alla morte di tuo padre. Non posso capire ciò che hai provato ma posso immaginarlo;ma tu credi che lui vorrebbe che rinunciassi a tutto solo per non soffrire ancora? La vita non è tutta rosa e fiori Jen,ci sarà sempre un motivo che ti causerà sofferenza ma tu riuscirai a superarla ed a riprendere la tua vita solo se ti fai aiutare da qualcuno. Tenersi tutto dentro,evitare gli altri non ti aiuterà anzi...ti sta annientando e non te ne accorgi. Ciò che voglio dirti piccola è questo: fidati di me,permettimi di prenderti per mano e di condurti su una nuova strada,una strada che attraverseremo insieme ed insieme supereremo gli ostacoli che incontreremo. Io voglio mettere tutto me stesso in questa storia,ma tu? Sei disposta a rischiare?

La ragazza,durante l'intero discorso era stata in silenzio,ed adesso era sul punto di piangere. Voleva tanto gridargli di sì,che lei era disposta a tutto pur di stare con lui,ma non ci riusciva. O meglio,non poteva anche volendolo. Una lacrima sfuggì al suo controllo ed il ragazzo,vedendola,trasalì ma l'asciugò subito con le sue labbra,baciandole dolcemente la guancia.
- Tom -disse lei sentendo un grosso groppo in gola- Vuoi la verità? Vuoi che metta da parte quel fottutissimo orgoglio e ti sbatta in faccia la verità? Bene,ti accontento. Si,ho sofferto moltissimo per la perdita di mio padre e soffro tuttora. Per me era e sarà per sempre l'uomo più importante della mia vita. Sì,ho una dannata paura di soffrire ancora e non voglio,non voglio più soffrire ancora. E sì,hai ragione. Sono pazza di te,dannatamente e maledettamente pazza di te. Ricambio ciò che provi e ti credo quando dici che non vorresti farmi soffrire ma vorresti per me solo il meglio. Ti credo;i tuoi occhi sono sinceri,limpidi come uno specchio. So che dici la verità ma...come ti ho detto prima non posso -concluse lei a malincuore.

- Che significa non puoi? -chiese lui che non riusciva a capire- Hai appena detto di provare lo stesso sentimento che io provo per te,perchè non potrebbe funzionare tra di noi?

- PERCHÈ A GIUGNO TORNO IN ITALIA- urlò infine lei con gli occhi colmi di lacrime.

Per Tom fu come ricevere in testa un secchio di acqua ghiacciata;lasciò immediatamente la presa permettendo alla ragazza di liberarsi. Se l'era dimenticato,aveva completamente rimosso che lei era lì solo per uno scambio interculturale e che,al termine dell'anno scolastico,sarebbe ritornata a Roma. Era stato talmente coinvolto da quel sentimento di odio,poi trasformatosi in qualcosa di più bello,da aver dimenticato quel dettaglio non da poco. Dopo lo smarrimento iniziale,dentro di lui si accese una lampadina,una speranza. Si avvicinò di nuovo a lei prendendole il viso con entrambe le mani.

- Jen,ascoltami -le disse guardandola intensamente- E' solo questo il motivo per cui non vuoi dare una possibilità a noi due?

- Tom -disse lei sempre con voce incrinata- Non mi sembra un motivo stupido.

- Ma non sarebbe più un impedimento se tu... -disse un pò imbarazzato- se tu decidessi di trasferirti definitivamente qui.

Questa volta fu il turno della ragazza di restare a bocca aperta di fronte alla frase del ragazzo;era incredula e boccheggiò un paio di volte prima di riprendere le proprie facoltà ed essere in grado di formulare una frase di senso compiuto.
- Stai scherzando spero -ma vide il ragazzo scuotere la testa e sospirò- Tom non posso abbandonare tutto e venire qua per...te. Insomma,non ho uno straccio di lavoro e ho il liceo da concludere,come pensi che possa permettermi l'affitto di una casa? Non posso Tom. Poi c'è mia madre,non posso lasciarla da sola.

- Ma lei non è sola -disse il ragazzo accarezzandole una guancia- Tra i dettagli che non mi hai detto di te,c'è anche il fatto che tua madre è fidanzata da quasi due anni con un uomo che la ama da impazzire e che ti adora -poi vedendo la faccia stupita di lei,decise di anticipare la risposta alla sua domanda- Me lo ha detto Bill,e mi ha detto anche che tu non vai molto d'accordo con quell'uomo. Hai paura che prenda il posto di tuo padre? Beh,non accadrà perchè nessuno prenderà mai il suo posto e tu lo sai,e sicuramente anche lui lo sa. Ma hai mai provato ad avere un dialogo con lui ed a esporgli le tue paure? -ma vedendola in silenzio capì la risposta- No. Quindi come puoi provare astio per qualcuno che non conosci a fondo. Guarda me -disse indicandosi con un sorriso furbo sulle labbra- All'inizio mi odiavi,non potevi vedermi a causa dei tuoi pregiudizi ed adesso...ora sei qui tra le mie braccia mentre il tuo cuore batte all'impazzata. Dagli un'opportunità. E poi,hai quasi diciotto anni,devi farti la tua vita e credo che anche tua madre lo desideri o non ti avrebbe spronato a venire qui con la scusa di stare con Eli -poi le prese nuovamente il volto tra le mani,avvicinando il suo- Ti supplico Jen,resta qui,con me. Potrai stare da me o da Victoria,poi vedremo,ma di sicuro non ti chiederei di restare qui per poi lasciarti vivere sotto un ponte -e quest'ultima uscita la fece sorridere- Guardami negli occhi per favore. Tu hai detto di credermi,allora crederai anche al fatto che io ho bisogno che tu resta qui,ho bisogno di te Jen,della tua presenza,dei tuoi baci..del tuo amore. Ed è proprio per questo che te lo chiedo adesso: vuoi restare qui in Germania,al fianco di questo bel fusto che diventerebbe il tuo ragazzo? Sei disposta ad iniziare una nuova vita con me? Sei disposta a fare dei sacrifici per amore...per il nostro amore?

Lei rimase scossa da quel fiume di parole,eppure ne era rimasta piacevolmente impressionata. Jennifer lo guardò negli occhi e vi lesse una grande speranza ma,allo stesso tempo,la paura di un suo rifiuto. Il fatto era che lui non aveva ancora capito una cosa: lei era così dannatamente persa per quel ragazzo dalla faccia da angelo ma dal carattere indomabile di un diavolo che era disposta a tutto,anche a rischiare. Perchè era proprio lui che le aveva fatto aprire gli occhi su ciò che rischiava di perdere nella vita a causa del suo carattere schivo e freddo,ed una delle cose a rischio era lui e lei non voleva assolutamente perderlo. Era troppo importante per lei. Lo guardò un'ultima volta poi assunse un'espressione dispiaciuta abbassando lo sguardo,cosa che allarmò il chitarrista.

- Si Tom -disse flebilmente rialzando la testa sorridendo.

Lui,d'impulso,la prese tra le sue braccia sollevandola da terra facendola roteare per la stanza suscitando in lei delle allegre risate. Poi la mise a terra e la strinse così forte a sè da farle mancare il respiro,cosa che lei gli fece notare facendo allentare la presa.

- Non stai scherzando? -le chiese ancora incredulo guardandola negli occhi- Resterai davvero qui?

- Sì,hai ragione. E' inutile scappare dalle cose belle che ci offre la vita,si finirebbe con il soffrire. E comunque,sono dannatamente persa per quello stupido ragazzo di nome Tom Kaulitz che non so come avrei potuto fare senza di lui.

- E non lo saprai mai -disse avvicinandosi a lei- Perchè non ti lascerò e non ti farò mai scappare via da me. Non sarà facile perchè sei la mia prima ragazza,la mia prima vera storia e dovrai avere pazienza con me perchè potrei sbagliare,ma cercherò di non farlo. Non voglio perderti. Sei troppo importante -concluse poi baciandola.

E con quel bacio finalmente Tom e Jennifer diedero inizio ad una nuova storia,ad un nuovo capitolo della loro vita che avrebbero scritto insieme,giorno dopo giorno;un capitolo dolce e romantico che avrebbe anche dovuto affrontare degli sbagli che però sarebbero potuti essere corretti. Finalmente il capitolo che apriva la loro storia era iniziata ed entrambi avrebbero fatto in modo che questa loro storia superasse ogni ostacolo ed intemperia perchè l'amore è più forte di tutto,persino del male.

I due ragazzi si staccarono un paio di secondi e si guardarono negli occhi mentre Tom le sfiorava la punta del naso con la tua.
- Dovrai insegnarmi molte cose ed avere molta pazienza,lo sai? -chiese lui dolcemente.

- Credo di essere diventata un'amante del rischio a causa tua -rispose lei sorridendogli dolcemente. - Ci siamo appena messi insieme e già mi tradisci? -chiese lui falsamente scandalizzato.

- Ma piantala stupido e baciami -le ordinò infine mentre lui obbediva riassaporando nuovamente quelle labbra ancora sorridenti.

Il loro fu un bacio così profondo e carico d'amore da destabilizzare entrambi. Fu un bacio così dolce e passionale che risvegliò in entrambi quel cuore che per troppo tempo avevano messo in un angolo. Fu un gesto così semplice ed innocuo ma così forte da sigillare una nuova promessa: la promessa di un futuro insieme.
Continua
 

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Capitolo 64
*** 64. San Valentino ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Siamo arrivate alla fine di questa lunga storia... Finalmente ogni cosa sembra andare per il verso giusto ed ognuno sembra sicuro del proprio amore. Questo è il penultimo capitolo della storia,e che mi facciate sapere cosa ne pensiate. Ora vorrei ringraziare:
- raggiodisole90: Rita,grazie grazie ed ancora grazie per i tuoi ultimi due commenti. Mi hai reso davvero felice,non credevo che sarei mai far riuscita a far piangere qualcuno. Sono contenta di averti emozionata in quel modo ed anche tu mi hai fatto emozionare con i tuoi commenti. Finalmente Tom e Jen si sono lasciati andare,trascinati dai loro sentimenti... E Bill...beh Bill sta liberando il suo lato piccante xD Avere accanto un fratellino come il suo è contagioso ahahah Comunque,spero che questo capitolo ti piaccia... Bacio :)
- BILLINA91: Ciao Roberta,grazie per il tuo commento ed i tuoi complimenti. Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente e che ti abbia reso felice. Sì,Tom e Jen sono molto carini. Ma leggi questo capitolo e dimmi cosa ne pensi ora di quei due xD Spero ti piaccia... Bacio :)
- Niky95: Ciao Niky,sono felice che tu abbia commentato ed abbia rivalutato Elisabeth perchè lei non è mai stata una cattiva ragazza bensì solo un pò confusa... Ma per fortuna tutto si è risolto. Sì,Bill e Tom sono molto uniti ed i loro dissapori sono svaniti. Spero che questo capitolo ti piaccia e di avere un tuo commento su questo capitolo o,per lo meno,sull'epilogo. Comunque voglio dirti che sì,penso che posterò presto un'altra storia un pò più matura sotto carti aspetti. Bacio ^^
Grazie anche a coloro che leggono semplicemente la mia storia senza commentare,però ammetto che mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :) Posterò l'epilogo lunedì... Alla prossima :)
Un bacio a tutte.
Nat
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64. San Valentino

Domenica 14 febbraio 2010. Era il giorno della festa di San Valentino,la festa degli innamorati. Erano trascorsi oltre dieci giorni dal ritorno a casa di Bill ed era tornato al 100%;Elisabeth lo aveva assistito premurosamente diventando la sua ombra e viziandolo,con l'aiuto del resto della band e della madre,con dolci e manicaretti. Erano trascorsi oltre dieci giorni anche dall'inizio della storia tra Tom e Jennifer e tutto andava a gonfie vele.

Quel pomeriggio erano poi scesi mano nella mano ed,appena i presenti li avevano visti così,la stanza era stata avvolta da un improvviso silenzio per poi essere rotto da un'unica parola che dissero tutti in coro: Finalmente. La mora era andata incontro all'amica e l'aveva abbracciata congratulandosi con lei,in seguito si era avvicinata al chitarrista minacciandolo di fargli del male se in futuro l'avesse fatta soffrire,ma lui le aveva sorriso rincuorante ed allora la mora aveva capito,aveva capito che lui era davvero preso dall'amica ed avrebbe fatto il possibile per non farla soffrire. Poi tutti si erano congratulati con i due ed avevano deciso di festeggiare poiché il SexGott non c'era più e Tom si era messo la testa apposto.

In quei giorni lui e Jennifer si erano visti ogni pomeriggio,il chitarrista era andato a prenderla all'uscita da scuola per stare un pò con lei ed inoltre le era rimasto accanto quando lei aveva chiamato sua madre per dirle che aveva trovato un ragazzo e che le sarebbe piaciuto restare lì per stare con lui e che,nel frattempo,avrebbe continuato i suoi studi. La donna,all'inizio sconvolta dalla notizia,era esplosa dalla felicità facendole gli auguri almeno un milione di volte e minacciandola di non presentarsi a casa alla fine della scuola perchè voleva che fosse felice con il suo ragazzo. Jennifer era rimasta felice della sua reazione e l'aveva avvertita che sarebbe ritornata per un pò perchè voleva parlare con Alessandro,il suo compagno,e questa notizia aveva riempito la madre di gioia. Tutto quindi andava a gonfie vele;l'intera band ormai aveva una ragazza e tutti erano felici. Ma in quel momento c'era qualcuno che avrebbe volentieri ammazzato una persona perchè lo stava facendo impazzire. Infatti Tom,era piombato di mattina presto nella stanza del gemello per poi buttarsi sopra il suo letto e svegliarlo,raccontandogli che aveva paura di sbagliare qualcosa quella sera.

- Tomi andrà tutto bene -disse Bill per l'ennesima volta mentre lo vedeva camminare avanti ed indietro per la stanza facendolo innervosire.

- Ho paura di sbagliare qualcosa -disse lui fermandosi un secondo guardandolo negli occhi per poi riprendere a camminare- E se non dovesse piacerle il locale? Se la facessi annoiare a morte durante la cena? E se non le piacesse come mi vestirò stasera? E se...

- Basta Tom -disse il gemello esasperato interrompendolo- Mi hai fatto venire mal di testa. Vieni qui e posa quel tuo dannato sedere su questo letto e chiudi quella maledetta boccaccia per qualche secondo.

Il chitarrista si zittì all'istante facendo come gli era stato ordinato e sedendosi sul letto poggiando i gomiti sulle ginocchia e prendendosi la testa tra le mani. Bill,intenerito da quella scena,gli poggiò una mano sulla spalla e gli sorrise dolcemente.

- Ascoltami Tomi -disse con calma cercando di far rilassare il fratello- Stasera andrà tutto bene. Hai fatto tutto tu. Mi hai solo chiesto quale ristorante sarebbe stato il più adatto per trascorrere una piacevole serata ed io ti ho consigliato quello che ho prenotato io,tanto non ci incontreremo questa sera -gli disse facendo l'occhiolino per poi ritornare al suo discorso- Per il resto hai fatto tutto tu. Hai richiesto quel bellissimo dolce,quella musica così romantica e quei piccoli dettagli che creeranno un'atmosfera stupenda. Hai avuto delle idee fantastiche e le piacerà stai tranquillo. Apprezzerà tutto questo e ne resterà stupita perchè lo stai facendo per lei,per la tua ragazza. Hai fatto tutto questo col cuore e vedrai che lei lo capirà e ti ringrazierà un miliardo di volte perchè hai organizzato una serata stupenda. E,per essere la prima volta che fai una cosa simile,te la sei cavata abbastanza bene e,cosa molto importante,non hai organizzato nessun "afterparty" che preveda sesso -concluse ammiccando e facendolo sorridere.

- Grazie Bill -disse sincero- Tengo davvero molto a lei per questo voglio che stasera sia speciale. Voglio che tutto sia perfetto. E non ho intenzione di fare qualcosa che rovini la serata;non ho intenzione di correre con lei e quindi,anche se ti sembrerà strano,per quanto io la desideri,non voglio assolutamente provarci con lei sotto quell'aspetto. Lei è una ragazza seria e credo che il momento giusto per l'intimità arriverà,ma più avanti.

- Cavolo -disse il vocalist per spezzare quell'ultima ansia che aleggiava nella stanza- Tu che dici che non ti importa il sesso? E' un evento eccezionale. Dovrebbero fare una statua d'oro a quella ragazza.

- Che sei spiritoso! -disse lui ironico- Invece sei tu quello che dovrebbe divertirsi un pò. Mi sembra che sei a secco da un pò.

- Già -disse lui scrollando le spalle- Ma non importa molto. L'importante è avere Elisabeth al mio fianco. E' lei la cosa più importante. E stasera voglio che sia una serata indimenticabile per entrambi; è il nostro primo San Valentino insieme -guardò il fratello sorridere e poi gli chiese- Stasera hai intenzione di dirglielo? -di fronte alla faccia perplessa del fratello,lui si spalmò una mano sulla faccia con fare teatrale- Perchè proprio a me un fratello così stupido? -si chiese ironicamente per poi rivolgersi a lui- Hai intenzione di dire a Jennifer che la ami?

Il ragazzo chiuse e riaprì la bocca più volte senza emettere un suono,poi cercò di recuperare un pò di autocontrollo e di dirgli la verità,tanto sarebbe stato inutile mentirgli negandogliela.
- Non so se sia amore quello che provo -disse guardandolo mentre il fratello gli sorrideva sornione- Cioè tengo molto a lei,provo un sentimento davvero molto forte e non so se sia amore o meno -poi un'altra occhiata del fratello lo fece sbuffare- Uff e va bene. Forse sono innamorato ma non so se glielo dirò stasera. Ed ora vado via. Ciao -disse scappando praticamente dalla stanza del fratello per non fargli vedere le sue guance rosse e lasciandosi alle spalle la sua risata allegra.

E la fatidica ora dell'appuntamento,si avvicinò inesorabile e velocemente. In casa Fulner,le ragazze erano in subbuglio per gli ultimi preparativi;tutte e tre erano già pronte e stavano controllando se tutto andasse bene. Erano davvero molto belle anche se per quella sera,particolarmente fredda e piovosa avevano optato per un pantalone elegante,tranne Victoria che aveva indossato un bell'abito grigio chiaro. Stavano finendo di controllarsi a vicenda quando sentirono suonare e dopo un pò la madre della bionda urlò che i ragazzi erano arrivati. Allora scesero in salotto dove li trovarono lì,tutti in trepidante attesa,e non appena le videro scendere le scale,rimasero tutti a bocca aperta.

- Wow -disse Tom ancora con gli occhi incollati alla sua Jennifer.

- Siete bellissime -aggiunse Gustav sorridendo avvicinandosi a Victoria e baciandola dolcemente.

- Meravigliose -concluse Bill prendendo per mano Elisabeth imitando l'amico.

- Ragazze siete stupende -disse Nicole mentre il marito le metteva una mano sulla spalla,entrambi vestiti molto eleganti.

- Se siete pronte -disse allora il batterista- Potremmo anche andare.

Tutti annuirono,poi i ragazzi porsero il braccio alle rispettive ragazze e si avviarono verso la porta dopo aver salutato la donna ed il marito.
- Vi vorrei chiedere per favore -esordì l'uomo prima di farli uscire- di non renderci nonni tra nove mesi. Grazie -concluse sorridendo.

- Papà! -esclamò la bionda imbarazzata e con le guance rosse.

Dopo una risata generale,le tre coppie uscirono avviandosi alle macchine che li avrebbe portati ai ristoranti prenotati. Nella macchina del vocalist,la mora affermò di essere contenta di trascorrere la serata con lui ma anche con l'amica.

- E questo chi te lo dice? -chiese sorridendo sghembo.

- Beh,siamo nello stesso ristorante quindi... -rispose la ragazza guardandolo mentre guidava.

- Mi dispiace deluderti ma non saremo tutti e quattro insieme. Siamo nello stesso ristorante,è vero,ma non staremo insieme.

- Che vuoi dire? -chiese la mora confusa.

- Aspetta e vedrai -disse semplicemente.

- Odio quando fai il misterioso -gli disse incrociando le braccia al petto e suscitando le risate del ragazzo che la guardò dolcemente.

Dopo circa venti minuti di strada,giunsero a destinazione e tutti scesero guardandosi attorno;le ragazze si avvicinarono chiedendosi cosa avessero in mente quei due visto che non avrebbero passato la serata insieme. I gemelli si scambiarono un'occhiata ed annuirono poi si avvicinarono alle loro ragazze e le invitarono a seguirli. Tom e Jennifer giunsero all'interno del ristorante dove furono accolti da un gentile cameriere che li scortò verso la loro sala al primo piano. Un dolce calore era presente all'interno del ristorante rendendolo così accogliente. Giunti di fronte ad una porta,il cameriere fece loro il gesto di entrare ed accomodarsi dicendo che la cena sarebbe stata servita tra cinque minuti. Appena entrarono dentro,Jennifer rimase stupita e si portò le mani alla bocca guardandosi attorno. Era una sala piccola ma graziosa con tante finestre ad arco che offrivano un panorama spettacolare;alle mura,di un tenero color rosa antico,erano appesi molti quadri ed alla loro destra era presente anche un bel camino in marmo con,anch'esso,apertura ad arco dove un bel fuoco scoppiettava tranquillamente. Ma ciò che stupì la ragazza fu ciò che c'era a centro della stanza;infatti esso era occupato da un piccolo tavolo rettangolare con sopra una tovaglia bianca con bordi ricamati,sopra erano presenti due candele ed,al centro della tavola,si ergeva,in un piccolo vasetto,una bellissima rosa rossa mentre altri petali di rose ricoprivano il pavimento circostante al tavolo. Jennifer si voltò verso Tom e lo trovò intento a scrutare la sua impressione,poi sorrise e gli saltò al collo.

- E' bellissimo Tom -disse lei sincera- Grazie davvero. Non so che dire.

- Non dire niente allora -disse lui accarezzandole la schiena- Ho fatto tutto questo per te. Ora -disse poi offrendole il braccio assumendo un tono giocoso- Se vuole seguirmi,mia bellissima fanciulla,la condurrei alla tavola dove tra un pò ci verranno serviti dei piatti prelibati scelti dal sottoscritto.

Lei lo guardò scettica dopo quell'ultima frase mentre lui le spostava gentilmente la sedia facendola accomodare. Il ragazzo,accorgendosi di quell'occhiata rise e,mentre prendeva posto,la tranquillizzò dicendo che aveva scelto un menù buono e raffinato e vedendola così tirare un sospiro di sollievo. Poi i due si guardarono negli occhi e sorrisero mentre le loro mani si intrecciavano al centro del tavolo e i loro occhi si fondevano gli uni negli altri. Pochi minuti dopo arrivò il cameriere di prima che diede loro gli antipasti della serata.

Intanto Bill ed Elisabeth avevano raggiunto il retro del ristorante poi lui l'aveva condotta fuori dove si trovava un bel cancello bianco delimitato da delle altissime siepi ben curate. Il vocalist aprì il cancello facendo entrare prima la mora che si fermò subito ad ammirare ciò che si trovò davanti. Si trattava di un'enorme giardino delimitato da questa altissima siepe che aveva un perimetro circolare e sosteneva un tendone rigido ed elegante che faceva da tetto a quel bellissimo posto e tutto ciò rendeva il luogo abbastanza caldo. Ma ciò che meravigliò la mora fu l'unica tavola presente al centro del giardino,apparecchiata con una finissima tovaglia rosa,sopra vi era un candelabro con due candele ed al centro di questo candelabro un sostegno che conteneva un vaso con un rosa rossa stupenda. I metri che separavano il cancello dalla tavola erano illuminati da moltissime candele profumate che,poste parallelamente tra loro,formavano un bellissimo percorso illuminato reso più agevole da un soffice tappeto verde che si mimetizzava con il verde del prato e che permetteva di camminare tranquillamente anche con scarpe con i tacchi. La mora lo guardò con occhi lucidi poi gli prese il volto e gli diede un bacio a fior di labbra.

- E'...è meraviglioso Bill -disse commossa- Davvero stupendo. Grazie.

- Non ringraziarmi piccola- le disse avvolgendole la vita con una braccio e spingendola verso la tavola- Questa è la nostra serata e doveva essere speciale.

- Ma tutto ciò che facciamo insieme per me è speciale ed ogni sera che passiamo insieme per me è la nostra serata. San Valentino è la festa degli innamorati è vero,ma non bisogna aspettare questo giorno per farsi dei regali. Quando due persone si amano,si amano ogni giorno e si fanno regali spesso. Ma tu stasera hai davvero fatto qualcosa di magnifico -disse lei sorridendo- Grazie Bill.

- Basta ringraziarmi -le disse dandole un bacio sul naso,poi le spostò la sedia permettendole di sedersi prima di raggiungere il suo posto di fronte a lei- Adesso mangiamo e pensiamo solo a noi.

Anche loro si presero per mano guardandosi con amore e niente e nessuno avrebbe mai rovinato quel sentimento che li univa. Dopo che furono serviti,iniziarono a mangiare ed a parlare tranquillamente mentre una musica lenta e dolce faceva da sottofondo alla loro serata ma anche a quella di Tom e Jennifer. Tutti stavano trascorrendo davvero una bella serata mangiando dei piatti buonissimi e parlando di cose serie o stupide e ridendo moltissimo. Al momento del dolce,all'interno del ristorante il chitarrista e la ragazza stavano ridendo mentre si stringevano dolcemente le mani,poi giunse il cameriere che servì loro due piccole torte ricoperte di panna e con dei cioccolatini a forma di rose rosse,ma ciò che meravigliò nuovamente la ragazza fu la grande scritta che la decorava,Tom e Jennifer,separati solo da un'enorme ostia a forma cuore. Lei lo guardò e lo vide grattarsi imbarazzato la nuca mentre sorrideva impacciato.

- Lo hai fatto fare tu? -chiese con gli occhi lucidi indicando la scritta separata da quel cuore.

- Ehm...sì -rispose lui imbarazzato- Ma se non ti piace posso far...

- Ma cosa dici? -disse lei sorridendo ed alzandosi per sedersi sulle sue gambe per poi sussurragli sulle labbra- E' davvero stupendo,grazie -concluse baciandolo mentre lui le accarezzava la schiena- Sei un ragazzo meravigliosamente romantico quando vuoi.

- Grazie -sorrise ancora lui per poi guardarla con occhi birichini- Stai attenta quando mangi il cuore -e alla domanda incuriosita della ragazza rispose semplicemente- Lo vedrai.

Allora lei si alzò per accomodarsi nuovamente al suo posto e prendere il famoso cuore e spezzarlo con le mani. Sulla tavola cadde una catenina ma,appena la ragazza la prese,notò che era una collana con un mezzo cuore sul cui retro era inciso il proprio nome. Lo guardò stupita mentre lui,sorridendo tranquillamente,rompeva la sua ostia mostrando una collana identica alla sua ma con il nome del ragazzo. La ragazza boccheggiò qualche secondo mentre gli occhi le diventavano lucidi per l'emozione. Tom allora si alzò e si inginocchiò al suo fianco prendendole una mano.

- Jen -disse guardandola serio dritta negli occhi- Io non ho scherzato quando ti ho detto che con te voglio fare sul serio. Io provo qualcosa di molto profondo per te e ti sto affidando il mio cuore -disse per poi alzarsi,scostarle i capelli e metterle la collanina con il mezzo cuore che lui aveva in mano- Credo di essermi innamorato di te -disse poi guardandola negli occhi.

La ragazza non riuscì a trattenere delle lacrime per l'emozione e gli sorrise,poi gli fece segno di voltarsi e gli allacciò al collo la collana che aveva in mano con il mezzo cuore su cui era scritto Jennifer.
- Anche io voglio fare sul serio e ti affido il mio cuore -disse per poi abbassare gli occhi- E devo ammettere che anche io credo di essermi innamorata di te.

Lui le sollevò il volto e la baciò dolcemente sorridendole felice per poi baciarla ancora ma in maniera più profonda e passionale mentre lei gli accarezza i cornows.

Intanto fuori,Bill ed Elisabeth avevano appena visto la torta a forma di cuore che il cameriere aveva posato al centro del tavolo. Sulla torta,anch'essa ricoperta di panna e circondata da fragole,erano incisi,con glassa al cioccolato,i loro nomi con accanto ad una loro fotografia tratta dall'album di fidanzamento. La mora lo guardò con occhi spalancati e lucidi.
- Bill...io non cosa dire -gli disse emozionata- E' bellissima... Tu sei tutto pazzo.

Lui si alzò e la raggiunse per poi baciarla a fior di labbra.
- Si sono pazzo -disse sorridendo- Ma completamente pazzo di te. Ti amo Lizie.

- Anche io ti amo Bill -gli disse mentre un paio di lacrime scendevano lungo le sue guance.

- Non piangere amore -disse asciugandogliele- Non devi. Almeno non ancora -gli disse sorridendo in maniera furba- Prima devi aprire questa -le disse porgendole una busta lunga e bianca- Ma ti avverto,non è niente di speciale. Solo un pensiero.

La mora lo incenerì con lo sguardo ricordandogli che avevano deciso di non farsi regali ma lui scrollò le spalle come se nulla fosse;allora lei prese la busta e l'aprì tirando fuori il contenuto.
- Due biglietti aerei per i giorni 16,17 e 18 febbraio per Roma -disse lei spalancando gli occhi per poi guardarlo- Bill cosa...cioè noi...

- Si piccola -le disse interrompendola- andremo tre giorni a Roma così potrai vedere la tua famiglia. So che ti mancano e che vorresti essere presente al loro ventesimo anniversario di matrimonio e allora ti ho fatto questo regalino. Ho già parlato col tuo datore di lavoro e per lui non c'è problema se manchi tre giorni.

Appena finì di parlare,la mora gli saltò al collo cominciando a dirgli grazie e baciandolo ogni volta. Era davvero felice per quel regalo;lui era sempre disposto a tutto per renderla felice ed anche lei lo avrebbe fatto. Poi il ragazzo la zittì baciandola profondamente invitandola poi a sedersi per mangiare la loro torta. Non appena i due ebbero finito,si avviarono verso la macchina dove Bill fece un messaggio al fratello avvertendolo che se ne stava andando e la risposta non tardò ad arrivare;il gemello gli diceva che anche loro se ne stavano andando a farsi un giro e poi sarebbe ritornato a casa dopo aver accompagnato Jennifer. Una volta posato il cellulare,Bill si sistemò la cintura e partì con la macchina avviandosi verso casa sua,poiché la mora gli aveva riferito che avrebbe potuto dormire con lui quella notte. Arrivati a destinazione,Bill la baciò sulla fronte dicendole di fare ciò che voleva mentre lui andava a cambiarsi,ma prima che lui salisse di sopra,lei lo fermò prendendolo per un braccio.

- Beh,ho saputo solo alla fine che sarei potuta restare con te -disse lei imbarazzata attorcigliandosi un lembo della maglietta- Quindi non mi sono potuta portare un ricambio per la notte,quindi mi chiedevo se tu potessi...insomma...

- Tranquilla -le disse interrompendola e sfiorandole una guancia- ti presto qualcosa io. Vieni con me -poi le prese una mano e la portò con sè in camera sua.

Una volta entrati,il vocalist si diresse versò il suo comò da cui ne uscì una tuta blue ben piegata e,dal cassetto di sopra,ne uscì una maglietta grigia abbastanza grande;poi li porse alla mora invitandola a cambiarsi anche lì mentre lui andava in bagno. Lei annuì mentre lui uscì lasciandola sola. Si tolse velocemente il pantalone nero che aveva indossato insieme ad una bella maglietta nera molto fine ed elegante,li piegò appoggiandoli sulla poltrona e poi indossò i vestiti che Bill le aveva prestato sedendosi poi sul letto in attesa che lui tornasse. Poco dopo sentì bussare ed il ragazzo fare capolino nella stanza dopo aver avuto il permesso di entrare. Si era struccato e cambiato,adesso indossava una tuta arancione con una maglietta rossa e questo fece sorridere la ragazza che poi si congedò per andare in bagno. Sì lavò il viso struccandosi velocemente,si lavò i denti usando uno spazzolino nuovo e poi uscì recandosi nuovamente nella stanza del ragazzo,illuminato dalla sola luce dell'abajour,trovandolo sdraiato sotto le coperte con un braccio sotto la testa,intento a guardare il soffitto per poi girarsi quando la sentì entrare e sorriderle. Lei si avviò verso il letto infilandosi sotto le coperte e poggiando la testa sul petto del ragazzo che iniziò ad accarezzarle la schiena.

- A cosa pensi? -gli chiese guardandolo in faccia.

- A quanto sono felice di passare di nuovo la notte abbracciato con te -le rispose sorridendole e guardandola- Ho avuto paura che non sarebbe più successo.

- Bill -disse allora seria alzandosi leggermente ed accarezzandogli una guancia- Per favore,non pensiamo più a ciò che è successo. Siamo qui,insieme, ed è questo ciò che conta veramente.

Il vocalist annuì e lei si abbassò fino a sfiorare le sue labbra ma il ragazzo le posò una mano dietro la nuca approfondendo il bacio che divenne molto passionale e carnale. La mora allora salì a cavalcioni su di lui e continuò a baciarlo mentre le mani del ragazzo le sfioravano la pelle della schiena al di sotto della maglietta. Poi Bill capovolse la situazione mettendosi sopra di lei e riprendendo a baciarla,ma si staccò presto per guardarla negli occhi come per chiederle se era sicura di voler andare avanti. Elisabeth gli sorrise rassicurante e poi afferrò i lembi della sua maglietta e gliela sfilò lanciandola in una parte della stanza;il vocalist fece lo stesso e notò,con immenso piacere,che la ragazza era senza reggiseno. La baciò nuovamente poi scese mordicchiandole il lobo dell'orecchio facendole scappare un gemito di piacere;cominciò a baciarle il collo ed a morderglielo delicatamente mentre sentiva la sua eccitazione crescere a dismisura sentendo già i boxer molto stretti. Scese ancora fino a raggiungere il seno che cominciò a baciare ed accarezzare con una voglia sempre crescente. Continuò con la sua discesa di umidi baci fino a raggiungere il pantalone della ragazza che sfilò velocemente insieme ai suoi slip. Il desiderio di sentirla ancora sua era davvero irrefrenabile. Si tolse i pantaloni mentre la ragazza lo baciava nel petto facendolo impazzire;sfilò anche i boxer,poi si allungò verso il suo comodino,afferrò una precauzione e la indossò. Poi la guardò negli occhi,in quei due pozzi di oceano che luccicavano per via di una passione forte e,per troppo tempo,sopita;la guardò negli occhi per poi entrare piano dentro di lei facendola comunque sussultare leggermente. Ripresero a baciarsi mentre lui spingeva dolcemente e lei lo accarezzava,poi il vocalist cominciò ad aumentare la velocità facendo scappare dei gemiti alla mora che adesso si era aggrappata alla sua schiena. Continuò a torturarla baciandola nel punto più sensibile del suo collo per poi impossessarsi con bramosia delle sue labbra. La sentiva fremere sotto di lui,sentiva i suoi sospiri nelle orecchie,sentiva il suo cuore battere all'impazzata in sincronia con il proprio. Aumentò ancora la velocità facendole inarcare la schiena ed urlare mentre con le mani graffiava la schiena di lui. Poi lo baciò come a volersi scusare per quell'azione e dopo un pò un grosso fiume di piacere la avvolse facendole emettere un sospiro estasiato,sospiro che fu presto seguito da quello di Bill che si accasciò su di lei ansimante ma soddisfatto. Le diede un ultimo bacio a fior di labbra e si sdraiò al suo fianco attirandola a sè e stringendola forte.

- Wow -disse la mora- E' stato...bellissimo.

- Già -disse lui baciandole la testa- Fantastico. Mi era mancato sentirti mia e solo mia.

- Ma io sono tua Bill -gli disse guardandolo intensamente negli occhi- E lo sarò per sempre.

Lui sorrise felice poi spense l'abajour e sistemò meglio le coperte sopra i loro corpi nudi.
- Adesso dormiamo piccola. Buona notte Lizie. Ti amo -le sussurrò baciandola dolcemente.

- Buona notte amore. Ti amo anche io -disse lei poggiando nuovamente la testa sul petto del ragazzo.
Poco dopo entrambi furono accolti dalle grandi braccia di Morfeo che li cullò verso sogni dolci e tranquilli.

Quella sera entrambi avevano finalmente capito che tutto era tornato come prima,anzi,tutto sarebbe andato anche meglio di prima perchè il loro amore aveva resistito a delle grosse difficoltà e ne era uscito più forte. Quella sera tutti avevano capito che le promesse che si erano scambiati sarebbero state mantenute e che loro sarebbero sempre stati i possessori dei cuori delle persone amate.
Continua
 

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Capitolo 65
*** 65. Il compleanno di Elisabeth - Epilogo ***


Buon giorno a tutti :)
spero stiate bene.. Ed eccoci qui! Siamo arrivati alla fine di questa lunga storia che mi ha regalato molte soddisfazioni al contrario delle mie aspettative negative.
È stato molto difficile digitare la parola "Fine" al termine del capitolo concludendo così una storia che è maturata con me. Ma è finita e vorrei ringraziare dal più profondo del cuore tutti voi,che mi avete seguito in questo lungo anno nonostante i miei problemi di connessione. Quindi vorrei ringraziare:
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - aquariusff
2 - BILLINA91
3 - cris94
4 - Dan
5 - Holly94
6 - JuJy_ToKieTTA_
7 - meky94
8 - raggiodisole90
9 - vavy94
10 - _CarlyCucciolotta_
 
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le ricordate:
1 - Phantom Rider
2 - piske
3 - raggiodisole90
 
- coloro che hanno aggiunto la mia storia tra le seguite:
1 - alessia96
2 - alessia_bill98
3 - babyroby
4 - Claudia9
5 - DarkAngel14
6 - Jiada95
7 - Kira_in_the_heart
8 - LittleTearOfBlood_483
9 - niky95
10 - raggiodisole90
11 - sissy_chan_
12 - _Catia_
13 - _EmyLee_
14 - _MINA_
 
Vorrei ringraziare anche la mia cara e fantastica amica aquarius per avermi aggiunta tra le autrici preferiti.
Spero che anche quest'ultimo capitolo vi piaccia;vorrei chiedervi un solo favore prima di lasciarvi leggere: mi piacerebbe davvero che tutti voi mi lasciaste un commento per conoscere la vostra opinione sulla mia storia. Vi sarei immensamente grata.
Grazie ancora a tutte voi... Vi auguro una buona lettura.
A presto.
Nat
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65. Il compleanno di Elisabeth - Epilogo

Era domenica ed Elisabeth dormiva tranquillamente nel suo letto;la sera prima era stata fuori con le amiche ma si era ritirata prima di mezzanotte perchè era stanca,per via del lavoro che in quei giorni era diventato un pò più pesante. Ad un tratto si svegliò di soprassalto e spaventata perchè qualcuno era piombato in camera sua ed era saltato sul suo letto.

- Jennifer! -esclamò la mora ancora assonnata ma con il cuore che batteva a mille- Ma sei impazzita? Mi hai fatto prendere un colpo.

- Scusa bella addormentata -disse l'amica con un sorriso che l'aveva accompagnata fin dal suo ingresso- Ma dovevo svegliarti ed essere la prima a farteli -poi si slanciò verso la mora e l'abbracciò forte e le urlò nell'orecchio- Auguri amica. Oggi compi diciotto anni,diventi maggiorenne -disse baciandole le guance- Auguri! Auguri! Auguri di cuore...vecchietta.

- Ehi aspetta un secondo -disse la mora guardandola truce- ti ringrazio per gli auguri ma non sono vecchietta. Si dà il caso che io sono più giovane di te di un mese. Tu hai già fatto il compleanno quindi sei tu la più vecchia tra noi due.

- Va beh -disse l'amica sventolando una mano con non curanza per poi saltellarle intorno- Come sono felice. Oggi la mia "gemellina" compie diciotto anni -disse per poi abbracciarla di nuovo facendo sorridere la mora che la strinse a sua volta.

Infatti era il 23 maggio,il compleanno di Elisabeth che quel giorno avrebbe compiuto diciotto anni entrando a far parte del mondo dei maggiorenni.

Erano passati oltre tre mesi dalla sera di San Valentino e tutto procedeva a meraviglia. I Tokio hotel erano partiti per il loro nuovo tour,Humanoid city tour,che si era concluso il mese prima. Le relazioni erano ormai tutte consolidate: la storia tra la mora e Bill filava a gonfie vele,erano già passati nove mesi e mezzo ma si amavo sempre di più ed ogni secondo lontano era una tortura per entrambi;Georg e Jess erano praticamente inseparabili e lei era stata l'unica a seguirli in tour e stavano insieme da ben sei mesi;Gustav e Victoria erano dolcissimi,in quei quasi cinque mesi avevano litigato solo una volta,per il resto erano coccole e baci teneri;infine c'era l'ultima coppia,la più recente e la più strana,quella formata da Tom e Jennifer,che all'inizio si odiavano a vicenda e se ne combinavano di tutti i colori ed alla fine si erano innamorati l'uno dell'altra. Loro stavano insieme da circa tre mesi e mezzo ma erano diventati inseparabili;erano entrambi molto dolci ed ogni volta che si vedevano si riempivano di coccole,baci e carezze e tutto questo all'inizio era sembrato molto strano agli occhi degli altri ragazzi,abituati a vederlo sempre con una ragazza diversa che sbatteva fuori dopo una notte di fuoco;invece tra loro due le cose funzionavano anche se i litigi non mancavano ma erano subito seguiti da lunghe riappacificazioni;lui faceva sul serio con lei e non le aveva mai fatto fretta sul lato intimo. Anche loro avevano finalmente vissuto l'intimità per la prima volta la notte del diciottesimo compleanno della ragazza che diventò così una donna.
Tutti avevano finalmente raggiunto quella felicità tanto aspettata ed avevano trovato l'amore tanto desiderato e cercato nel tempo.

- Forza andiamo -disse Jennifer interrompendo i pensieri dell'amica- La colazione è pronta.

- Ok ok -disse la mora rassegnata- Il tempo che mi faccio una doccia veloce e scendo -disse prendendo i vestiti che avrebbe indossato quella mattina ed uscendo dalla sua stanza saluntando l'amica e dirigendosi verso il bagno.

Una volta entrata nel boxer della doccia,si lasciò colpire dall'acqua calda,godendosi il tepore di quelle gocce sulla sua pelle. Poi,come un flashback,le ritornarono in mente i ricordi di quel pomeriggio sull'isola quando,sotto la doccia,lei e Bill erano stati travolti dalla passione che poi non era stata consumata. Sorrise a quel ricordo;quante ne erano successe in tutti quei mesi e quante ancora ne sarebbero successe nei mesi a venire. Non vedeva l'ora che arrivasse quella sera;la madre,che era giunta in Germania con il marito e la figlia minore per festeggiare il compleanno della figlia maggiore, aveva organizzato una bella festa a cui erano stati,naturalmente,invitati i Fulner,Jennifer,la band al completo con la madre dei gemelli e Gordon,gli amici della loro vecchia comitiva e alcuni colleghi di lavoro,poi naturalmente sarebbero stati presenti anche le persone legate alla band,quindi i manager o qualche guardia del corpo. Uscì dalla doccia e,dopo essersi asciugata velocemente,si vestì scendendo con i capelli ancora un pò umidi che li rendeva ancor più scuri del solito. Quando entrò in cucina,trovò un bel pò di persone: oltre ai Fulner e Jennifer,c'erano anche i suoi genitori con la sorellina e anche Bill.

- Buon giorno -disse lei sorridendo a tutti.

- Sorellona -disse Katie correndole incontro e facendosi prendere in braccio per permettere così alla bambina di riempirla di baci- Auguri di buon compleanno.

- Grazie piccolo terremoto -le sorrise arruffandole i lunghi capelli neri uguali ai suoi per poi poggiarla a terra.

Vide tutti i presenti avvicinarsi a lei per abbracciarla e farle gli auguri lasciando per ultimo il vocalist che si chinò a baciarla a fior di labbra. Poi la prese per mano e la fece accomodare nel posto accanto al suo e tutti iniziarono la colazione mentre lei gli chiedeva cosa ci facesse lì a quell'ora del mattino. E il ragazzo sorridendole furbo le rispose che non ce l'aveva fatta ad aspettare fino a quella sera per poterla vedere ed era venuto,allora la mora gli sorrise e posò una mano su quella del ragazzo che fece incrociare le loro dita. Poi sorrisero tutti sentendo ciò che disse la piccola Katie alla madre.
- Mamma,ma non sono carini Lizie e lo zio Billie? -chiese la bimba innocentemente.

- Si tesoro -rispose la donna guardando prima la figlia minore poi la maggiore- Sono davvero una bella coppia.

Poi si misero a parlare un pò tutti,raccontando come andavano le cose sia lì che a Roma scatenando,di tanto in tanto,delle fragorose risate e passando così una tranquilla mattinata in famiglia. Arrivato il pomeriggio,Elisabeth fu "sequestrata" da Jennifer,Victoria e Jess che si erano riunite per sistemare l'amica e renderla una vera principessa per quella sera. Le fecero manicure e pedicure,poi le acconciarono i capelli con dei bellissimi e lunghi boccoli neri;poi presero due ciuffi di capelli e li legarono alla testa con una nastro blu. Quando ormai il grosso era fatto,cominciarono a prepararsi anche le tre ragazze a cui presto si unì anche la piccola Katie. Jennifer,che aveva molto talento nel sistemare i capelli,cercò di esaudire le richieste delle amiche mentre lei,così come Elisabeth,si fece i boccoli,boccoli che ormai non erano più tanto rossi come prima ma visibilmente più chiari,tali da crearle un effetto ramato sui capelli. Quando tutte ebbero finito di sistemarsi unghie e capelli,notarono che già erano le 19 inoltrate e si affrettarono a prendere i loro vestiti ed a cambiarsi. Jess indossò un abito un abito color turchese che le arrivava fin sopra il ginocchio e le fasciava bene il seno mostrando la sua prosperosità;Victoria indossò un abito color lilla che le arrivava fin sopra il ginocchio ma dal lato destro pendeva di più raggiungendo il ginocchio;Jennifer indossò un vestito rosa molto chiaro che le arrivava fino alle caviglie ed aveva una generosa scollatura ma non eccessiva. Infine fu il turno di Elisabeth: lei invece indossò un vestito azzurro chiarissimo aderente sul busto e più largo dalla vita in giù fino alle caviglie;aveva una bella scollatura nella schiena mentre davanti era leggermente arricciato all'altezza del petto;sulle spalle aveva un bellissimo copri spalle del medesimo colore del vestito ed ai piedi un paio di scarpe bianche abbastanza alte che si attorcigliavano intorno alla caviglia. Gli occhi erano contornati da un azzurro chiaro sfumato con il nero e questo metteva molto in risalto gli occhi della mora;i boccoli le ricadevano morbidi sulle spalle mentre al collo luccicava la collana che le aveva regalato Bill ed al polso il braccialetto che gli aveva regalato per Natale.

- L...Lizie -disse Jennifer balbettando- Sei...bellissima.

- Wow -esclamarono le altre ragazze.

- Sembri una principessa -disse invece la piccola Katie che indossa un abitino grigio chiaro- Ti manca solo la coroncina sulla testa.

La mora sorrise imbarazzata di fronte a quelle parole per poi essere accolta da un fischio di approvazione,si girò e vide il padre che la guardava sorridendo insieme alla madre.

- Tesoro -disse avvicinandosi e prendendola per le braccia guardandola intensamente- Sei davvero una favola questa sera.

- Grazie papà -disse lei leggermente rossa sulle guance- Ma il merito è di mamma e del bellissimo vestito che mi ha disegnato.

Allora la donna si avvicinò alla figlia e l'abbracciò: No tesoro -le disse all'orecchio- Il merito è tuo. Sei davvero una ragazza bellissima -concluse per poi permettere al marito di abbracciarla.

- Non riesco ancora a crederci -disse l'uomo- La mia piccola Lizie è diventata una...una donna.

Tutti erano commossi di fronte a quella riunione familiare così calorosa e tenera quindi a malincuore dovettero disturbarli per comunicare loro che Bill sarebbe arrivato a momenti;ed infatti pochi secondi dopo si sentì qualcuno suonare al campanello. Quando si trattava di appuntamenti o di serate importanti,Bill era stranamente puntuale. Nicole salì per avvisarli che il vocalist era arrivato e c'erano anche gli altri ragazzi;così le ragazze si congedarono per raggiungere i rispettivi compagni mentre Elisabeth afferrava il braccio che il padre le porgeva e insieme si incamminarono verso il salotto. Quando lo raggiunsero,la mora vide il vocalist e rimase colpita a vederlo così elegante: indossava un paio di pantaloni neri con una camicia bianca leggermente sbottonata da cui si intravedevano le collane,poi aveva anche una giacca nera,i capelli sempre sparati in aria e l'immancabile trucco contornargli gli occhi. Il viso del ragazzo si illuminò quando la vide scendere dalle scale;la sua bocca leggermente aperta fu chiusa dalla mano del padre e quella scena provocò una risata generale. Poi si dedicò esclusivamente alla mora guardandola attentamente mentre i genitori della ragazza e quelli di Victoria uscivano lasciandoli soli.

- Sei davvero una meraviglia Lizie -disse lui accarezzandole il volto.

- Grazie Bill -sorrise lei emozionata- Forse è meglio che andiamo così non facciamo tardi.

- Aspetta -disse lui fermandola e posando le sue mani sui fianchi della ragazza- Prima devo farti li auguri come si deve -disse per poi chinarsi e baciarla piano ma intensamente per poi staccarsi per riprendere fiato e fissarla intensamente- Auguri piccola mia.

Poi poggiò una mano sulla sua schiena ed insieme si avviarono verso l'ingresso uscendo di casa per poi raggiungere la macchina del ragazzo che,educatamente,aprì lo sportello alla ragazza e l'aiutò con il vestito;poi salì anche lui e partirono alla volta del luogo dove si sarebbe tenuta la festa. Arrivati a destinazione,il vocalist l'aiutò a scendere e si guardarono intorno: videro,nel retro di un ristorante di lusso,un grande spiazzale semi buio dove si intravedevano delle file di tavoli ben apparecchiati,c'erano molti palloncini ed anche la postazione di un Dj,ma ciò che stupì la ragazza fu l'immensa fontana che si ergeva dietro ad uno dei tavoli. Era illuminata e raffigurava due delfini bianchi che saltavano ed insieme formavano un grande cuore,erano davvero bellissimi. Un canzone lenta ed armoniosa la fece ritornare nella realtà;si girò verso Bill che,con un sorriso rassicurante,le prese una mano e si avviarono all'ingresso finchè non raggiunsero lo spiazzale dove il loro passaggio venne accompagnato da un faro luminoso. Appena giunsero di fronte agli invitati,la musica finì e un grandissimo coro di auguri si diffuse nell'aria accompagnato da molti baci e forti abbracci,alcuni dei quali furono accompagnati da degli sguardi truci del vocalist sempre e comunque geloso della sua ragazza. Lei era ancora emozionata per quella serata ma adesso era più tranquilla,sentiva le dita di Bill sfiorare la sua mano e quello la tranquillizzava molto. Si mise a parlare con gli amici che la fermavano per chiederle qualcosa o per farle gli auguri,poi raggiunse Jennifer che era con Tom che la guardava leggermente seccato.

- Ehi ragazzi -disse il vocalist notando la faccia del fratello- Tutto bene?

- Benissimo -rispose sorridendo la ramata per poi rivolgersi all'amica- Allora Lizie,ti piace questo posto?

- E' tutto fantastico -disse lei sincera- Non so come ringraziare tutti voi. Questa serata era molto importante per me ed adesso sono qui,la sto vivendo,con il mio ragazzo,i miei amici e la mia famiglia. E' tutto ciò che desideravo e si è realizzato -sorrise sincera a lei ed ai gemelli.

Intanto il vocalist rifece la sua domanda al fratello.
- Non va bene il vestito di Jen -disse lui sbuffando per poi spiegargli la motivazione- E' troppo scollato per i miei gusti.

- Ma non è vero! -esclamò la ragazza in questione- Sei tu che lo vedi troppo scollato. E' un abito giusto.

- Tom -disse la mora avvicinandosi e dandogli un buffetto sulla guancia- Il suo abito è normale,meno scollato di quello che aveva a capodanno. A te dà fastidio perchè sei geloso. Lo so perchè anche tuo fratello è così ed è adorabile,ma io mi vesto come voglio e lo sa e poi si fida di me.

- Uno:non sono geloso -rispose il chitarrista numerando ciò che stava dicendo con le dita- due: io mi fido di lei;tre: ma chi se ne frega di Bill -concluse sorridendo guardando la faccia del fratello imbronciarsi mentre soffiava un flebile "grazie"- Dai che scherzo -gli disse poi vedendolo sorridere di nuovo.

- Mio piccolo Tomi -disse allora Jennifer avvicinandosi a lui e avvolgendogli le braccia al collo- Anche io mi fido di te perchè mi hai dimostrato che ci tieni a me. Ma anche io tengo a te,quindi non hai alcun motivo per essere geloso. Non mi interessa nessun altro e questo -disse indicandosi il seno- è ben coperto perchè io odio mostrare ciò che è mio al mondo intero.

- Ma adesso è anche mio -disse lui posandole le mani sui fianchi sorridendole maliziosamente per poi rubarle un bacio.

- Maniaco pervertito -disse lei ridendo sulle sue labbra.

Quando poi si staccarono,la ragazza si avvicinò alla mora e,facendole l'occhiolino,si voltarono verso un ragazzo,membro dello staff ed iniziarono ad elogiarlo ed a fare apprezzamenti molto forti e poco eleganti scatenando la gelosia dei gemelli.
- Ehi -esclamarono insieme facendo poi ridere di gusto le due ragazze che poi si avvicinarono ai rispettivi compagni abbracciandoli e baciandoli.

- Non mi piacciono questi scherzi -disse Bill stringendo a sè la mora.

- Lo stesso vale per me -disse invece Tom alla ramata che sorrise contro il suo collo.

Entrambe annuirono poi,avvisate dell'arrivo degli antipasti,si avviarono verso i loro posti scoprendo così che un tavolo era riservato a tutti gli adulti mentre un altro era riservato alla festeggiata ed ai suoi amici. Questo tavolo era disposto ad U e nel lato centrale c'erano solo due posti che erano per la mora ed il vocalist,poi gli altri erano sistemati ai lati. I piatti furono serviti e tutti iniziarono a mangiare allegramente accompagnati da un leggero sottofondo musicale unito al mormorio delle persone che parlavano. Una volta passò anche Monsoon,cosa che fece gongolare Bill per la felicità e sorridere la mora. Mangiarono anche il primo ed il secondo piatto,che erano davvero deliziosi;poi iniziarono a mettere musica più movimentata o balli di gruppo e purtroppo la mora,essendo la festeggiata,fu trascinata nella pista da ballo. Anche il ragazzo e tutti gli altri si unirono,persino qualche adulto un pò troppo timido si lasciò andare unendosi al gruppo. Le ragazze ballarono tutte insieme poi il vocalist sequestrò la sua ragazza e cominciò a ballare dolcemente e sensualmente con lei,che a sua volta rispondeva con altrettanta sensualità solo perchè la stanza era stata quasi completamente oscurata fatta eccezione per i fari che giravano velocemente illuminando qualche volta la pista.

- Attenta Lizie -le sussurrò malizioso il ragazzo al suo orecchio- potrei non arrivare a fine serata e rapirti prima per portarti nella mia tana amorosa.

- Bill -disse lei falsamente scandalizzata- Sei un porcellino. E comunque non succederà niente a fine serata mio caro.

- Lo vedremo -le sussurrò ancora con occhi di sfida per poi riprendere a ballare con lei.

Alla fine arrivò il momento del lento,del ballo dedicato esclusivamente a padre e figlia e l'uomo la raggiunse facendo un inchino e stringendola a sè mentre tutti intorno a loro si radunavano a cerchio lasciando dello spazio. La ragazza appoggiò la testa sulla spalla del padre lasciandosi cullare dal dolce profumo di lui,quel profumo che l'aveva sempre cullata da piccola.

- Ora sei grande mia piccola Lizie -le sussurrò piano all'orecchio- E sono felice di poterti lasciare nella buone mani di quel ragazzo che ti ama così tanto -disse facendola sorridere per poi assumere un tono più allegro e giocoso- E,devo ammettere,che non mi dispiacerebbe avere presto dei nipotini.

- Papà! -esclamò la mora stupita ma divertita allo stesso tempo- Non sono discorsi da fare ora e poi...per dei futuri piccoli sgambettanti per casa,dovrai aspettare molto tempo,almeno altri sette anni -concluse sorridendo per poi riappoggiarsi alla sua spalla.

- E va bene -sospirò lui arreso- Aspetterò con pazienza quel giorno.

I due continuarono a ballare finchè il lento non finì e ne iniziò subito un altro e l'uomo lasciò la figlia con il suo ragazzo che la strinse a sè iniziando a ballare lentamente mentre intorno a loro anche le altre coppie si univano in quel ballo lento ma pieno di amore. Alla fine arrivò il momento della torta e,con suo enorme piacere,scoprì che era metà fatta con la ricotta e metà fatta di cioccolata ed era ricoperta da uno strato di panna e circondata da tante ostie a forma di rosa blu mentre al centro c'era una bella scritta fatta di cioccolato,"Buon compleanno Elisabeth. 18 Anni",circondata da altrettante candeline rosa accese. Dopo le foto con tutti gli invitati,prese aria,espresse un desiderio e soffiò sulle candeline spegnendole tutte in due volte e subito dopo scattarono gli applausi,le grida e i fischi per la festeggiata che sorrise imbarazzata. Poi,dopo aver mangiato di gusto la torta,arrivò il momento dei regali. Ricevette tantissime cose belle: un cellulare nuovo,una fotocamera di ultimo modello,molte collane,braccialetti ed un paio di orologi e borse. Restava un'unica piccola scatolina blu legata da un nastro color argentato con sopra una piccola busta che lei aprì estraendo il bigliettino leggendo a mente ciò che c'era scritto "Il mio è un piccolo pensiero utile che ti servirà. L'ho fatto col cuore quindi ti chiedo di non uccidermi. Auguri piccola mia. Ti amo. Bill". Lei si voltò verso di lui chiedendo delle spiegazioni con gli occhi ma,con la testa,lui la invitò ad aprire la scatolina e lei lo fece. Insieme alla scatolina,si aprirono anche i suoi occhi per lo stupore: dentro c'era la chiave di una macchina,di un'Audi. Sollevò lo sguardo verso il ragazzo che nel frattempo sorrideva tranquillo e si avvicinò verso di lui con le chiavi in mano mentre gli invitati mormoravano parole di approvazione.

- Dimmi che è uno scherzo? -lo supplicò per poi vederlo scuotere la testa- Tu sei pazzo. Non sei normale. Non posso accettare -disse porgendogli le chiavi ma lui le richiuse nel pugno della ragazza.

- Amore -le disse dolcemente- E' un regalo che ti ho fatto col cuore..e che adesso ti aspetta nel parcheggio.

- Co..come? -chiese quindi la mora ancora sconvolta;ma il ragazzo non le rispose,semplicemente la prese per mano e la portò fuori invitandola ad andare a vedere la sua macchina.

La mora allora schiacciò il pulsante del telecomando e una macchina si aprì. Lei si avvicinò e la vide meglio;era davvero una macchina meravigliosa: un'Audi uguale a quella che aveva avuto Bill ma di color azzurro chiaro. Si voltò verso il proprio ragazzo e gli saltò al collo continuando a ringraziarlo finchè lui non le tappò la bocca con un bacio e gli invitati applaudirono a quella bellissima scena. Un'oretta dopo la festa era finita,erano quasi le due e gli invitati se ne erano andati tutti tranne la band che era rimasta qualche minuto in più;Saki se n'era andato con la nuova macchina della mora che sarebbe rimasta nel garage dei gemelli finchè lei non avesse preso la patente. Dopo gli ultimi saluti,se ne andarono tutti e rimasero solo lei con il vocalist ed i genitori della mora che la salutarono e le augurarono un buon proseguimento di serata. Poi anche loro si avviarono verso la macchina del ragazzo che partì verso una destinazione a lei sconosciuta e quindi glielo chiese.

- Milady -disse il vocalist in un tono molto caldo- Lei è stata rapita e sta per essere condotta nella tana del lupo.

La mora sorrise scuotendo la testa,quel ragazzo era davvero un pazzo,poi gli chiese se Tom sarebbe stato a casa.

- No -disse lui continuando a guidare- Lui passerà la notte da Jenny,poiché i suoi "genitori" non ci sono;credo che lui debba dimostrarle ciò che gli appartiene -concluse sorridendo per poi ammiccare verso di lei- La casa è tutta per noi,mia piccola principessa.

- Che paura -disse lei ridendo.

- Devi averne mia cara -le disse sempre in tono malizioso- E molta.

Poco dopo arrivarono a casa e lui parcheggiò nel garage dietro alla nuova Audi. Entrarono in casa e,non appena il ragazzo chiuse la porta,afferrò la mora e la sbattè contro il muro baciandola con impeto e foga.
- Bill -esclamò la mora non appena si staccarono per respirare- Cosa ti prende?

- Te lo avevo detto che non sarei arrivato a fine serata -disse lui iniziando a baciarle il collo- E' stata dura resistere e non saltarti addosso questa sera. Eri e sei bellissima.

- Grazie amore -gli disse accarezzandogli la schiena- e grazie per la macchina. E' stupenda e tu sei pazzo,ma ti amo anche per quello.

- Ti amo anche io Lizie -le disse guardandola negli occhi per poi fare un sorriso malizioso- Ma adesso che ne dici se andiamo in camera?

- Sì va bene -disse lei prendendogli una mano ed incamminandosi verso la sua stanza prima di voltarsi verso di lui e guardarlo ammiccante- Ho davvero molto sonno.

Arrivati nella stanza,ripresero a baciarsi e il vocalist le tolse subito il vestito stringendola a sè mentre lei gli sbottonava la camicia e gliela sfilava;lui si tolse in fretta i pantaloni e li lanciò in un angolo insieme alle scarpe e,lentamente indietreggiò fino a cadere sul letto trascinandosi la ragazza. I due si guardarono ancora negli occhi mentre lui le portava un boccolo dietro l'orecchio;il loro sguardo era intenso,quell'oceano azzurro si perdeva in quell'oro languido e luccicante fondendosi. Poi lentamente si avvicinarono e ripresero a baciarsi;Bill la portò sotto di sè continuando a baciarla e coccolarla e si liberò di quegli ultimi indumenti che li impedivano di unirsi e,dopo un ultimo sguardo,diventarono un corpo solo,un'anima sola. Respiravano affannosamente mentre le spinte diventavano pian piano più veloci;sospiri estasiati,parole d'amore,dolci carezze si susseguivano minuto dopo minuto finchè la loro passione raggiunse il culmine facendoli accasciare sfiniti l'uno tra le braccia dell'altra. Il vocalist la strinse a sè accarezzandole la schiena e baciandole i capelli.

- Elisabeth -disse serio- Tu sei la donna della mia vita;sei l'unica che mi fa star bene e mi rende completo. Io voglio stare con te per sempre,svegliarmi con te,ritornare a casa e trovarti lì ad aspettarmi o andare in giro con te mano nella mano. Ciò che voglio dirti è che tu sei la cosa più bella che la vita potesse donarmi al di fuori della mia famiglia. Ti amo davvero e non ho mai scherzato e non scherzo quando ti dico che adesso...la mia vita sei tu!!! Non potrei mai sopportare di perderti.

- Oh Bill -gli disse commossa asciugandosi le lacrime- Sei davvero dolcissimo. E ti credo,so che dici la verità;non mentiresti mai su una cosa così importante. Anche io ti amo. Tu sei stato l'unico ragazzo che mi ha dato la forza di voltare pagina e dimenticarmi ciò che mi era successo;con la tua allegria e la tua semplicità ma anche con la tua serietà sei riuscita a farmi maturare e crescere;mi hai fatto diventare donna facendomi scoprire mondi a me sconosciuti;ma soprattutto mi hai stregato,conquistato il cuore con la tua splendida personalità. Ti amo Bill e voglio stare con te per sempre.

- Per sempre -disse il ragazzo sigillando quella promessa con un bacio.

La vita li aveva fatti incrociare lungo il suo sentiero,li aveva fatti innamorare per poi sottoporli ad una serie di ostacoli che loro avevano superato crescendo così il sentimento che li univa fino a diventare una cosa sola. Adesso con un dolce bacio avevano sigillato la promessa di una vita insieme,da costruire giorno dopo giorno,lottando contro ciò che si interponeva nel loro tragitto verso il futuro. Quel gesto così semplice aveva suggellato una promessa così grande che entrambi avrebbero mantenuto lottando con le unghie e con i denti per conquistare qualcosa che apparteneva a loro. Niente più sarebbe stato capace di dividerli,di infrangere quella promessa;niente e nessuno ce l'avrebbe fatta perchè loro avevano vinto. Il loro amore aveva vinto e avrebbe vinto per sempre.
 
...Fine...
 
 
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Ed eccoci qui al momento dei saluti... Spero davvero che questo finale sia di vostro gradimento e di leggere i vostri commenti. Ma prima di concludere vorrei ringraziare colei che ha commentato il capitolo precedente:
Piske (scusa se ti chiamo col tuo nick ma non so il tuo nome) grazie mille per ciò che mi hai detto,mi hai reso davvero felice. Sono contenta che questa sia stata una delle tue storie preferita;è vero,le vicende non erano mai scontate ma era proprio questo che ha reso tutto più intrigante. Grazie di cuore :) Bacio.
Devo ancora rispondere alla tua domanda finale Piske ma voglio allargare la risposta a tutte quelle che mi hanno seguita.
Le avventure di Elisabeth e Bill non sono finite qui!
Ci sarà un sequel decisamente più lungo de Lmvst,con grandi colpi di scena,numerose new entry e tante "avventure". In questa storia sto cercando di metterci tutta me stessa perché è davvero molto importante.
Se tutto va bene,il 31 agosto posterò il primo capitolo,nonché prologo,de Il Destino del nostro amore.
Spero mi seguirete anche lì...
Grazie ancora a tutti... Alla prossima storia :)
Bacio
Nat

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