A little tattoo

di Flavie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Capitolo 1- ***
Capitolo 2: *** -Capitolo 2- ***
Capitolo 3: *** -Capitolo 3- ***
Capitolo 4: *** - Capitolo 4 - ***



Capitolo 1
*** -Capitolo 1- ***


Il suono della sveglia mi svegliò definitivamente. Guardai l’ora: era molto tardi,chissà da quanto stava suonando.
In un attimo mi preparai,salutai mia madre e,zaino in spalla,mi incamminai verso scuola. Non ci voleva molto ma lo zaino era pesante ed io pigra.
Dopo quindici minuti ero già seduta sulla grande scalinata della scuola con la mia migliore amica.
Taylor mi stava accennando qualcosa su di un ragazzo che faceva biologia con lei,molto carino e simpatico.
Ero felice che finalmente avesse notato qualcuno :- Ah,figo!- esclamai – Chi è? Magari lo conosco..-
Scosse la testa :- No,non penso. Si chiama Mike. O meglio Micheal. Pritchard. –
Una lucetta si accese nella mia testa.
:- L’amico diCOSO,quello la! Quello che spaccia,come si chiama? Uhm,ah ecco! “ Two dollars Billie” ! Billie,Billie… - saltai su. Non poteva prendersi una cotta per un accannato!
Mi guardò molto male.
Ok,capisco di averla ferita,ma per quanto uno possa essere bello,gentile,simpatico e divertente,se si accanna si accanna. E l’amico spaccia. Che allegria.
-Lo sai che hanno smesso tutti e due- disse Taylor torva – sia di farsi che di spacciare -
La guardai scettica :- Ma è vero! – continuò lei – E poi mica si sono mai bucati! “ Solo” canne eh!-
Sgranai gli occhi e mi diedi una “ manata” in fronte :- Vorrei vedere! Poi mi dici niente… “ solo canne”…mha… - le risposi.
Il suono della campanella la dissuase dall’idea di rispondermi.
La professoressa di inglese ci stava distribuendo dei fogli,quelli dell’attività pomeridiane extracurriculari.
Scorsi la lista velocemente :
  • Recupero lingue straniere
  • Laboratorio musicale e teatrale
  • Gruppi di socializzazione
  • Team sportivi
Naturalmente io miravo al secondo. A fine lezioni mi recai nella hall per scrivere il mio nome al corso che avevo deciso sul foglio attaccato in bacheca. Era pieno di ragazzi che si accalcavano. Poco a poco riuscii a farmi spazio e cominciai a scrivere. Poco dietro me vidi Pritchard e l’amico. Mi sbrigai e me la diedi a gambe.
Chissà a cosa si sarebbero iscritti… probabilmente al gruppo di socializzazione,visto che stavano sempre per fatti loro.
Arrivata a casa preparai il pranzo,visto che mia madre era ancora a lavoro.
Dopo mangiato feci i compiti e guardai un po’ la TV.
Stavo proprio sul punto più bello di un film,quando il telefono squillò.
:- Chi è? – risposi un tantino seccata.
:- Jess! Sono io! – squittì Taylor.
:- Hey! Dimmi tutto-
:- Oddio! Credo di piacere a Mike! Si! E poi abbiamo tante cose in comune…sai che è il bassista in una band? Billie è il vocalist e scrive le canzoni. Ha una voce da Dio! – sputò tutto d’un fiato.
Immaginavo stesse anche saltando sul posto mentre lo raccontava.
:- Bhè,che dire…grandioso! Credo…-
La sentii sbuffare :- Jessica...ascoltami bene: ha smesso con quella roba,tranquilla. Non preoccuparti per me – mi tranquillizzò.
:- Sarà… - fu la mia intelligente risposta.
:- Ora vado a fare Trigo. A dopo, ciao Jess e…tranquilla. –
Prima che potessi rispondere aveva già messo giù.
Tornata al mio posto davanti alla TV il programma era ormai finito. Che pizze!
Decisi di uscire a fare shopping. Feci uno squillo a mia madre per avvertirla,poi presi i soldi e mi diressi al centro commerciale.
Saranno state circa le 7.00 p.m e stavo tornando a casa con tutte le borse quando sentii una voce maschile chiamarmi :- Scusa,sei Jessica?-
Mi voltai e notai che era Pritchard.
Annuii.
Accanto a lui c’era l’inseparabile amico Billie.
Mi sorrisero timidamente entrambi.
:- Scusa se ti fermo così,all’improvviso per strada,ma volevo chiederti una cosa – esordì Mike.
Attesi qualche secondo.
:- Mi piace davvero la tua amica. Taylor è forte. È …diversa dalle altre. Mi ha parlato anche di te,so che sei la persona che la conosce meglio e lei tiene molto a te,quindi… - fece una pausa – volevo chiederle di uscire e mi chiedevo,no,cioè,pensavo…oh,insomma,mi aiuteresti a comprarle un regalo? – finì.
Feci un cenno con la testa. Cos’altro avrei potuto fare? Non avevo scuse per dire di no.
:- E quando ti servirebbe “ sta mano”?- domandai.
:- Oggi va bene?-
Sospirai :- Porto queste a  casa e andiamo – dissi.
Mi sorrise così contento che sorrisi anch’io a mia volta. Salii su a casa,posai tutto e scesi. Tra me e me però pensavo,non sarà da incoscienti uscire con questi tizi?
Incrociai le dita,due passi e mi trovai davanti a Billie.
Era alquanto bassino e magro. I capelli erano lunghi e ricci fino alle spalle,castano scuro. I suoi occhi verdi mi scrutavano.
Poi sorrise ed allungò la mano :- Billie Joe- disse.
Gliela strinsi :- Jessica-
Rimanemmo per un po’ così,in silenzio.
:- Dov’è l’amico tuo? –domandai dopo un po’.
:- Ah,è al bar a comprare qualcosa da mangiare,non ha cenato –
:- Mhm- fu la mia risposta.
:- Da quanto conosci Taylor? – mi chiese.
:- Da quando siamo nate-sorrisi :- E tu e Mike?-
:- Noi dalle medie – sorrise anche lui.
Rimanemmo nuovamente in silenzio per un po’.
:- Jessica,voglio solo dirti una cosa – lo guardai curiosa – non siamo maniaci,non ti faremo nulla,compreremo quello che si deve e poi ci si vede a scuola.-
Lo guardai un attimo stupita :- Si,lo so. Perché me lo dici?-
Fece spallucce:- Di questi tempi,si sa mai-sorrise di nuovo.
Finalmente arrivò anche l’altro e andammo. Non ci mettemmo molto. Il regalo era una piccola trousse paillettata gialla. Carina.
Arrivata a casa feci le mie considerazioni: sapevano chi ero,non erano maniaci,sembravano simpatici e Mike era davvero interessato a Taylor.
Era già qualcosa.
 
 
  

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Capitolo 2
*** -Capitolo 2- ***


Il pomeriggio seguente Taylor mi diede la notizia che sarebbe uscita con Pritchard e mi chiese di accompagnarla. Le dissi di si. Ci trovammo in piazza io,lei,Mike e Billie.
Alla faccia della privacy. Vabè…
Billie era diverso. Aveva i capelli corti e BLU. E anche un piercing al naso.
Notò che lo stavo osservando :- Cambiato look- sorrise.
Poi ci incamminammo,
Billie emanava un profumo dolce. Ed era rosso in faccia.
Dovevo ammettere che era anche gonfio.
:- Cos’hai fatto questa mattina? – domandai.
Ghignò :- Ieri sera io e Mike abbiamo festeggiato-
Alzai un sopracciglio :- Festeggiato cosa?-
Con un cenno della testa indicò Mike e Taylor abbracciati.
:- Ah.- dissi.
Mi stavo annoiando a morte e quei tipi non mi convincevano ancora del tutto.
Finalmente arrivò la sera ed io e Taylor tornammo a casa. Lei e Mike si erano anche baciati. Lei era felice,io…lo ero per lei.
Due giorni dopo cominciarono le vacanze ed io,con la mia famiglia andai a New York. Avevo una zia contessa lì,che andavo a trovare ogni Natale.
La mia era una famiglia ricca e dalle nobili origini,ma vivevamo a Berkley perché quando abitavamo a L.A,mio fratello Kyle si era fidanzato con una del posto,e convivevano,quindi mamma e papà lo avevano seguito,con me al seguito.
Ci trovavamo in una delle poche zone ricche della città,infatti mi chiedo come mai Armstrong e Pritchard la conoscessero.
Taylor anche era benestante ed abitava in un’altra zona,comunque non male.
Io e lei non c’entravamo nulla con quei due, e la loro band.
Ebbene si,avevano anche una band,in origine il nome era Sweet Children,cambiato poi in Green Day.
Li avevo sentiti una volta suonare,a scuola. Avevano fatto un mini concerto,non erano male come band,anzi mi piacevano molto,MA SOLO COME BAND!
Si,non erano ragazzi cattivi,nemmeno brutti,però non mi avevano ancora convinta del tutto.
New York non mi ha mai affascinata troppo rispetto alle altre persone,però era bella,piena di negozi…
Io ero un po’ l’oca nera della famiglia: ascoltavo musica punk-rock e anche il mio stile era un po’ alternativo.
Anche se non eccedevo mai. O quasi.
Il tempo che passavo a casa della zia lo trascorrevo a leggere ed ogni tanto a guardare la TV,ma soprattutto a leggere,la mia grande passione,dopo la recitazione.
Sentivo Taylor al telefono un giorno sì ed uno no. Lei e Mike si sentivano ed erano usciti insieme un’altra volta. Billie mi salutava. Rimasi un po’ sorpresa ma le dissi di risalutarmelo comunque.
Mia zia era il tipo di persona che ama prendersi cura di sé,così,ogni giorno andavamo in palestra ed una volta a settimana a fare trattamenti per la pelle.
Quando tornai a Berkley ero perfettamente in forma,con una bella pelle ed un guardaroba nuovo. Ero anche una delle poche che aveva fatto i compiti delle vacanze.
Appena rientrata a scuola andai a cercare Taylor e ci abbracciammo tutte contente. Con lei c’era Mike,e con lui Billie ed il nuovo batterista della loro band,un certo Frank Edwin Wright III ( bel nome,pensai) che chiamavano “Trè Cool”.
Era un bel ragazzo,simpatico,magari un po’ troppo iperattivo.
:- Ti trovo ..ehm,bene – mi sorrise Billie.
:- Grazie- risposi un pochino imbarazzata.
Era diverso anche lui. Era molto sgonfio,non come l’ultima volta,la pelle poco meno bianca della mia ed i capelli corti,sempre blu. Mi piacevano i capelli blu. Aveva dei magnifici occhi verdi che venivano messi in risalto dal taglio corto dei capelli.
Il giorno dopo avevo laboratorio teatrale. Era il primo giorno. C’era anche Billie. Lui ed i suoi amici di erano iscritti per quello musicale,che però,a causa delle pochissime iscrizioni non era partito. Allora Mike e Frank ( o Trè) avevano abbandonato. Billie era rimasto.
La prima lezione fu una noia totale,la prof. parlò per due ore consecutive senza sosta.
Billie mi si avvicinò :- Senti,lo so che credi che io sia solo un drogato fottuto del cazzo che sei costretta a frequentare perché il mio miglior amico sta con la tua,però,ecco,tu mi sei simpatica. Ed io ho tante qualità,anche se nascoste! Ho tanta pazienza,so cantare,come hai notato,credo nei valori come amicizia e amore… - prese fiato – alla fine di sta roba ecco la conclusione: non sono solo un accannato che spara parolacce come ho appena fatto – rise.
Non potei evitare di ridere con lui :- Ma- continuò- Io,ecco,ti trovo simpatica ed intelligente,quindi ecco,pensavo,visto che alla fine i nostri amici si frequentano,potremmo farlo anche noi,no,ecco,insomma,intendo non come fidanzati,solo come amici. Ecco! Amici! Potremmo essere amici,che dici?-
Sorrisi divertita. Forse aveva ragione,c’era dell’altro in quella testolina blu. Annuii.
Lui mi porse la mano,ed io gliela strinsi,poi seguimmo la lezione,lui soddisfatto,io divertita. 

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Capitolo 3
*** -Capitolo 3- ***


Un sabato Billie chiamò a casa mia, e rispose mia madre.
Le disse se poteva parlarmi per chiedermi di uscire quel pomeriggio. Mamma,non potendo dire di no in quelle circostanze,acconsentì. Quando lo vide rimase un po’ così per i capelli ( per fortuna non portava né piercing né orecchini),ma non tanto sconvolta quanto mi sarei aspettata.
Non riuscivo a capire se mi facesse piacere o meno uscire con lui.
:- Ho levato i piercing,non conoscendo tua madre- sbottò lui – ma non potevo eliminare la tinta… - ghignò.
Lo guardai un po’ :- Ok,non ti sto dicendo nulla- affermi.
Mi guardò perplesso.
:- Perché mi hai chiesto di uscire? – domandai. In realtà lo aveva chiesto a mia madre ma era lo stesso…
Fece spallucce ed un timido sorriso gli apparve sul volto :- Non saprei- disse sospirando – Credo sia un inizio. Insomma,per il nostro patto,di diventare amici. Gli amici si frequentano,escono insieme…- mi spiegò con un sorriso molto strano.
:- Ok- risposi.
Camminammo per un po’,poi lui si fermò a guardare un furgoncino arancione mezzo scassato.
:- Che te ne pare?- chiese.
Bhè,non mi erano mai piaciuti i furgoncini, e nemmeno l’arancione. Inoltre non era esattamente quello che s dice “ un mezzo ben tenuto”.
:- Penso che solo dei pazzi ci viaggerebbero – risi.
:- Allora oggi farai la pazza – mi rispose facendomi l’occhiolino.
Lo guardai a bocca aperta :- Cosa?-
:- Si,è di Frank! O meglio,di suo padre. Monta – poi salì al posto guida.
Incerta salì.
:- Hem,dove andiamo?- chiesi cercando di nascondere la mia preoccupazione ed essendo il più cordiale possibile.
:- Vedrai.. – sussurrò.
Billie guidava molto bene. Cantava mentre guidava. Il gomito sinistro poggiato al finestrino,e la testa sulla mano.
La brezza che entrava gli scompigliava i capelli,che alla fine non erano così corti come sembravano
Mi affascinava osservarlo cantare. In un certo senso era come guardare un’altra persona.
:- Perché sorridi? – domandò incuriosito.
:- Nulla- non potevo di certo confessare!
Parcheggiò sotto un grande albero,forse una quercia.
Scendemmo. Sembrava di essere in una foresta.
:- Voltati-
Ubbidii. Rimasi incantata: alle mie spalle c’era il mare,dolce,grande,bellissimo,sconfinato mare.
Non potei trattenermi dal correre in spiaggia.
Lui mi raggiunse sorridendo :- Ero preoccupato perché dal tuo colorito temevo non ti piacesse il mare,ed invece… - si asciugò una lacrima ridendo.
:- La mia pelle ed il suo colorito sono perfetti Armstrong –
:- Si,- continuò lui- diafano perfetto- sghignazzò.
Finsi di fare l’offesa e gli diedi le spalle.
:- Dai che scherzo,mi piace la tua pelle,ed il suo colore – disse gentilmente passandomi il braccio sulla spalla. Improvvisamente arrossii. Lui se ne accorse e levò il braccio.
:- Si,ma io non ti ho portato qui a farti una tintarella o il bagno. Nemmeno a passeggiare,non sono così romantico-
Lo guardai perplessa :- E allora che mi ci hai portato a fare?- domandai.
:- Vieni e vedrai – rispose. Poi cominciò a tirarmi per il braccio e a correre.
Arrivammo davanti ad una specie di grotta. Mi fece segno di avvicinarmi :- Guarda,l’ho inciso io. L’ho fatto mentre eri a NYC. Mi ci è voluto un po’…- mi indicò una’incisione con rappresentato un fiore ed una frase : “ Here’s a flower I picked for all the hours that you spent with me,” poi lui copriva con la mano il resto :- Ho contato tutte le ore sai? Sono esattamente 1000. In realtà compreso oggi 1002,ma è lo stesso – spiegò.
Non sapevo che dire :- Bhè..bello. Io…-
Mi interruppe :- Aspetta,non è finita – levò la mano che copriva il resto della frase “ the one I love,that I can dreamin’ of, sailin’ across the sea….”
Era davvero molto bello. Sia la frase che bhè,il “ pensiero”.
:- Billie,io…non so che dire,è solo che…- balbettai.
:-Shhh,non dire nulla – disse posandomi una mano sulla bocca. Non volevo mi baciasse. Perché era quello che stava per fare,però non volevo nemmeno che non lo facesse,solo…non ero sicura di quello che provavo.
Si avvicinò a me,una mano tra i miei capelli. Sentivo il suo respiro ed il profumo. Aveva un odore dolce,dal “ retrogusto” aspro. Buono.
Una folata di vento mi scompigliò i capelli. Sentivo solo il suo profumo e le sue mani bollenti sul mio viso, poi mi baciò.
Io non avevo mi baciato nessuno,non mi ero mai innamorata,quindi non ero sicuro di averci fatto una bella figura.
Poi si staccò da me e  tornammo alla macchina. Mi addormentai subito e mi risvegliai solo quando arrivammo sotto casa e mia madre mi bussò al finestrino.
Salutai Billie con un bacio sulla guancia ed arrancai fino dentro casa.
La sera, a casa,non ero alla fine poi tanto scossa,forse Billie non mi piaceva.
Ohh…avrei dovuto dirglielo l’indomani,e l’idea mi spaventava un pochino.
“Fortunatamente” per me,l’indomani non si presentò a scuola,e nemmeno il giorno dopo e quello ancora…
Strano,pensai. Intanto avevo raccontato tutto a Taylor,la quale era felicissima e voleva ci mettessimo insieme a tutti i costi.
Billie non venne per due settimane, e cominciai anche a preoccuparmi,così andai da Mike a chiedere notizie.
:- Billie ha lasciato la scuola,ormai è maggiorenne. Io non posso,i miei non me lo permettono,devo solo aspettare il mio compleanno….
Comunque perché questa sera non vieni al Gilman? Suoniamo noi,sarebbe figo,anche se ci hai già sentiti.- mi propose Mike.
Alla fine non era una cattiva idea,pensai.
:- Perché no? – sorrisi.
Anche lui sorrise :- Alle otto lì,ciao- poi se ne andò.
 
 
  

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Capitolo 4
*** - Capitolo 4 - ***


 
Alle otto io e Taylor eravamo lì.
Cercavo di passare inosservata il più possibile. Ci sedemmo nei dintorni del palco. Finalmente dopo quindici minuti d’attesa salirono e cominciarono l’esibizione.
Era una bella musica,con batteria e ritmo. Proprio poco dopo che Billie aveva cominciato a cantare riconobbi la frase che lui aveva inciso per me nella roccia.
Mentre la canzone andava avanti riconobbi la descrizione del nostro primo bacio…
Mi scusai con Taylor e le dissi che uscivo un attimo,perché non mi sentivo molto bene.
Ero così confusa. In un certo senso lui mi piaceva,ma non quanto io piacessi a lui,non abbastanza da voler diventare la sua ragazza…
Rientrai  e dissi a Taylor che stavo poco bene e tornavo a casa. Lei mi salutò e rispose che poi Mike le avrebbe dato un passaggio.
Ero appena uscita dal locale quando mi sentii trattenere per il braccio. Era lui.
:- Jess,non te ne andare,ti prego. Non importa se,non so,sei confusa,non mi ami,per favore,non mi lasciare – aveva una strana espressione e gli occhi lucidi.
Sospirai :- Bill,il fatto è che io,NON TI AMO,non voglio essere la tua ragazza. Lo so che ora mi odi,vorresti uccidermi,staccarmi la testa o non so…ma non voglio illuderti.
Con quel bacio mi hai presa in contropiede. Non è che io… non so…non ti voglia per qualche stana ragione…è che non mi piaci abbastanza. Scusami.
Sono sicura che troverai la donna giusta per te. Sarà bella,simpatica e dolce come te. Sarà la più fortunata del mondo,come lo saranno i tuoi figli ed insieme sarete perfetti. Non sono io quella che deve perdersi nei tuoi bellissimi occhi verdi,quella per la quale sprechi il tuo talento.
Non sono l’unica che ami…Billie – poi,con un’impacciata pacca sulla spalla feci per andarmene.
:- Non ti odio – mi urlò dietro.
Mi voltai :-Cosa?-
:- Non ti odio- ripetè- sei stata sincera. Non ti odio- poi mi regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi dolci e tornò dentro,ma mi sembrò di vedere una lacrima scorrere sulla sua guancia.
Quella fu l’ultima volta che vidi Billie.
Io partii per una vacanza studio in Europa con la scuola fino ad Aprile.
Mike abbandonò la scuola a maggio. Lui e Taylor si lasciarono ma rimasero in buoni rapporti.
Proprio allora cominciarono la loro carriera,diventarono famosi ed io li vedevo in  TV o sui giornali.
Io conobbi l’uomo della mia vita,in Italia. Lo sposai. Mi trasferii a Londra con lui,perché lavoravo lì insieme a Taylor ed il suo secondo marito. Avevamo una grande catena di abbigliamento,anche nota,con la quale guadagnavano molto.
Eravamo felici. Taylor aveva un figlio ed era incinta di una bambina. Il “ ragazzo” si chiamava Jason,la bimba avrebbe voluto chiamarla Olivia.
Era un pomeriggio nebbioso,come sempre d’altronde, e stavo camminando per Oxford Street,stranamente deserta,dove avevo parcheggiato la mia macchina quando qualcuno chiamò il mio nome.
Una voce così bella non l’avrei mai scordata…
:- Billie!- gli corsi incontro e lo abbracciai. Salutai anche Mike e quel pazzo di Frank.
:- Cosa fate qui? Se i fan si accorgessero di voi…- risi.
:- Siamo in tour- rispose Frank – ma per quanto sia felice di vederti,la fame chiama – e dopo un abbraccio salì sul loro pullman seguito da Mike,che aveva balbettato un qualcosa tipo “ vi lascio soli”…
:- Dio… quanti anni sono che non ci vediamo? – disse Billie.
:- Dal ’90- risposi.
:- Caspita! Ventun’anni…come vola il tempo- rise- e,dimmi,che fai ora?-
Gli raccontai della mia vita,di mio marito ed il mio lavoro…lui di sua moglie ed i suoi figli adolescenti.
Amava Adrienne alla follia,ed era dolce e fortunata come avevo detto io.
:- Ora devo andare,sai,non vorrei,la gente…- balbettò.
:- Si,si certo,vai. – dissi, e lo abbracciai.
Lui per tutta risposta mi baciò sulle labbra, delicato. Io non mi spostai.
Poi mi sorrise e proprio mentre stavo per salire sull’auto mi gridò :- Bel tatuaggio Jess!- poi partì.
Scossi la testa divertita e salii in macchina.
Strano che lo avesse notato,non era troppo appariscente. Spesso lo guardavo mentre guidavo,sei lettere,incise sull’interno del mio polso. Per sempre su di me ed in me,nella mia pelle.
Sei lettere verde smeraldo,come i suoi magnifici occhi…
                                               BILLIE… 

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