Crazy Love

di oilloi123
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** cap 1 ***
Capitolo 2: *** cap 2 ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap 5 ***
Capitolo 6: *** cap 6 ***
Capitolo 7: *** cap 7 ***
Capitolo 8: *** cap 8 ***
Capitolo 9: *** cap 9 ***
Capitolo 10: *** cap 10 ***
Capitolo 11: *** cap 11 ***
Capitolo 12: *** cap 12 ***
Capitolo 13: *** cap 13 ***
Capitolo 14: *** cap 14 ***
Capitolo 15: *** cap 15 ***
Capitolo 16: *** cap 16 ***
Capitolo 17: *** cap 17 ***
Capitolo 18: *** cap 18 ***
Capitolo 19: *** cap 19 ***
Capitolo 20: *** cap 20 ***
Capitolo 21: *** cap 21 ***
Capitolo 22: *** cap 22 ***
Capitolo 23: *** cap 23 ***
Capitolo 24: *** cap 24 ***
Capitolo 25: *** cap 25 ***
Capitolo 26: *** cap 26 ***
Capitolo 27: *** cap 27 ***
Capitolo 28: *** cap 28 ***
Capitolo 29: *** cap 29 ***
Capitolo 30: *** cap 30 ***
Capitolo 31: *** cap 31 ***
Capitolo 32: *** cap 32 ***
Capitolo 33: *** cap 33 ***
Capitolo 34: *** cap 34 ***
Capitolo 35: *** cap 35 ***
Capitolo 36: *** cap 36 ***
Capitolo 37: *** cap 37 ***
Capitolo 38: *** cap 38 ***
Capitolo 39: *** cap 39 ***
Capitolo 40: *** cap 40 ***



Capitolo 1
*** cap 1 ***


 

< Mi chiamo Stephanie e non sono pazza. >

< Su, su, signora Smith, si calmi e vada avanti. > La incoraggiò un'infermiera seduta poco lontano da lei.

< Signora?! > Sbottò lei. Facendo spaventare gli altri pazienti che erano seduti in cerchio insieme a lei. < Potrei essere tua nipote, befana! >

Calò il silenzio fra i malati seduti in cerchio, ma poi si alzò una forte risata convulsa.

< David, smettila. > Gli ordinò l'infermiera con tono fermo, ma quello continuò, iniziando a dondolarsi sulla sedia.

< David ti ho detto di smetterla! > Disse di nuovo alzandosi e andando verso di lui. < Contenta? > Disse a Stephanie regalandole un'occhiataccia.

Lei sbuffò alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia.

David non accennava a smettere, anzi sembrava innervosirsi sempre di più, tanto che la 'befana' dovette chiamarsi altri infermieri in aiuto.

< Steph, vieni con me. > Gli disse una voce alle sue spalle.

Raggiunsero insieme una camera.

< Che c'è Ralph? >

< Perché ti comporti così? >

< Perché non devo stare in questo cazzo di ospedale per la sanità mentale! Io non sono pazza! Cazzo, ti sembro come David?! Quello sì che è andato. >

< Stephanie, smettila! > La rimproverò Ralph. < Non devi parlare male di loro. Non sono pazzi... Hanno solo.. dei problemi. >

< Sì, certo. Come no. Resta il fatto che sono rinchiusa qui da più di una settimana contro la mia volontà. >

< Vuoi uscire?! >

< Ma mi prendi in giro?! E' da quando mi avete portato qui che non faccio che dirlo! Anche i muri lo hanno capito. Anche David lo ha capito! … Poi sarei io quella con 'dei problemi'... >

Per diverso tempo, l'unico suono nella stanza furono i colpetti regolari del piede di Stephanie che batteva contro il pavimento, impaziente di sapere il responso.

< Aspettami qui. > Le disse Ralph per poi uscire dalla stanza.

< Certo... > Gli rispose Stephanie subito dopo che la porta si era chiusa.

Si alzò e aprì piano la porta.

< Ancora?! >

< Sì. Per me dovremmo farla provare. >

< Ma non ci pensare nemmeno. >

< Ma dai infondo rispetto a molti altri... >

< E' schizofrenica! >

< Ah..! Con te non si può ragionare! Io la faccio provare. >

< Ralph! >

Stephanie si affrettò a richiudere la porta.

< Ah..! > Sospirò Ralph. < Ma perché voi donne dovete essere così curiose? Non potevi aspettare un minuto con la porta chiusa? > Le chiese sorridendo.

Stephanie alzò le spalle, rispondendo al suo sorriso.

< Mi fate uscire? > Chiese speranzosa.

< No. > Rispose Ralph, godendosi per un po' l'espressione incredula della ragazza. < IO ti faccio uscire. >

Stephanie gli saltò al collo, abbracciandolo stretto.

< Ma ad una condizione. > Disse l'uomo allontanandola leggermente per poterla guardare negli occhi. < Io ti lascio andare dove ti pare purché tu rimanga a Los Angeles, viva nell'appartamento accanto al mio e che accetti il fatto che ti terrò d'occhio. >

< Peggio di una cozza. Va bene. Sempre meglio che stare qua.



Fatemi sapere la vostra opinione! :D
Grazie a tutti quelli che leggeranno e/o commenteranno! : *

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Capitolo 2
*** cap 2 ***


< Ecco questo è l'appartamento. > Disse Ralph girando la chiave nella toppa e spalancando la porta. Stephanie entrò guardandosi intorno.

Ralph si richiuse la porta dietro le spalle e la seguì silenziosamente nella sua ispezione per le varie stanze.

< Per qualunque cosa io sono alla porta davanti. >

< Speri che ti suoni, Ralph? > Gli chiese girandosi.

< Spero che tu te la sappia cavare da sola. >

< Però lo vorresti. > Insistette Stephanie avvicinandosi.

< Steph. Smettila e cresci. > Le disse per poi uscire dall'appartamento.

Stephanie rimase immobile. Quelle parole l'avevano toccata profondamente, facendo riemergere alcuni momenti della sua vita, quando, essendo la più piccola della famiglia, le veniva impedito di vivere a pieno la sua infanzia richiedendole di crescere, quando a scuola, avendo lei fatto la Primina, era considerata da tutti una bambina infantile che faceva delle scenate per capriccio. Sentirsi di nuovo come in quei tempi, le fece andare il sangue al cervello. Cominciò a lanciare oggetti e ad urlare frasi colorite contro Ralph. Ci vollero solo un paio di minuti e qualche vetro rotto prima che Ralph aprisse la porta e si gettasse su Stephanie cercando di bloccare la sua furia. Iniziò a sussurrargli delle frasi confortanti finché non fu di nuovo calma.

< Vuoi venire di là con me? > Chiese Ralph.

< Lo sapevo. > Sorrise Stephanie.

< Ti ho detto di smetterla. >

< Perché? >

< 1) Potrei essere tuo padre, 2) Devi trovarti qualcuno adatto a te. > Le disse, accompagnandola nel suo appartamento.

Stephanie si sedette sul divano, e Ralph le si mise accanto mettendole un braccio intorno alle spalle e accendendo la televisione.

Rimasero così, senza dire nulla finché iniziarono a sentire i loro stomaci brontolare.

< Ho fame.. > Si lamentò Steph.

< Ti preparo qualcosa? >

< No... andiamo a mangiare fuori? >

< Ehm... Ok. >

Si cambiarono e si diressero al locale più vicino.

Entrarono e si sedettero ad un tavolo vicino alla finestra.

< Ma mi manterrai te? >

Ralph iniziò a ridacchiare. < Non ci pensare nemmeno! Te l'ho detto. Te la devi cavare da sola se vuoi stare fuori dall'ospedale. >

< Uffa. E quindi che devo fare? >

< Beh, mi sembra ovvio, Steph... Ti devi trovare un lavoro. > Le rispose Ralph riniziando a ridacchiare.

< Mi stai prendendo in giro?! > Gli chiese facendo l'offesa.

< FOTTUTO PEZZO DI MERDA!! Vieni qua a dirmelo in faccia se ne hai il coraggio!! >

Steph e Ralph si voltarono verso un gruppo di persone vestite soprattutto in pelle.

Erano impegnati a calmare e a tenere lontano un ragazzo dall'aria piuttosto mingherlina, da una montagna in canottiera. Ma il ragazzo dai capelli rossi, sembrava totalmente concentrato sullo scontro con quel uomo che, nonostante fossero in due, gli altri ragazzi accanto a lui facevano fatica a trattenerlo.

Dopo qualche secondo, Ralph, ormai abituato a situazioni del genere all'ordine del giorno nell'ospedale psichiatrico in cui lavorava, si alzò e si diresse verso il gruppetto, facendosi spazio fra la calca che si era formata e che inneggiava alla rissa.

< Che succede qui? > Chiese con tono fermo e sicuro.

< Cazzo vuoi tu?! Levati dalle palle! > Gli disse un ragazzo dai capelli neri e una strana coppola in testa, mentre cercava di fermare la furia del rosso.

Lì per lì Ralph rimase stupito di quella reazione. Si aspettava un netto rifiuto dal ragazzo trattenuto, ma non da uno di quelli che lo tratteneva. Dovevano essere amici.

< Che cazzo voglio?! Vorrei mangiare in santa pace. Per cui tu > Disse indicando l'enorme motociclista. < vai a dare noia da qualche altra parte. E tu smettila di scalciare e calmati. >

“Wow, mi ha dato ascolto.” Pensò guardando il ragazzo dai capelli rossi, fermarsi a quelle parole.

Ma dovette presto ricredersi. Questi infatti gli puntò un dito contro e lo guardò con uno sguardo cupo e incavolato.

< Tu stai zitto! Non accetto che mi venga detto che cosa fare! E non accetto che nessuno si intrometta nelle mie faccende. Soprattutto se uno che manco ho mai visto! > Gli urlò contro.

< Ma che cazzo gli urli contro, cretino! > Lo attaccò Stephanie.

< Steph, lascia stare. >

< Che minchia vuole questa ora?! Stronza... > Disse mentre il ragazzo moro e un altro biondo e parecchio alto lo convincevano ad andarsene.

< Ma guarda te che stronzo..! > Disse Stephanie allibita.

< Torniamo a mangiare, dai... > Le suggerì Ralph guidandola verso il loro tavolino, mentre anche tutto il resto del locale riprendeva i propri posti e i proprio discorsi.

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


< Hai pensato a qualche lavoro che ti piacerebbe fare? > Chiese Ralph, mentre i due passeggiavano per le affollate vie di Los Angeles. Il sole splendeva di nuovo alto nel cielo.

< No. > Rispose Stephanie.

< Dai.. So che non è vero. >

< Ehi, guarda là! > Esclamò Steph indicando un punto indefinito fra la folla.

< Perché devi cambiare discorso?! Stavamo facendo una chiacchierata seria e tu- > Iniziò Ralph irritato. Steph sospirò, gli prese il viso fra le mani e lo girò nella direzione che aveva indicato.

< Li vedi? Sono quelli di ieri sera. >

< Ah.. Forse dovremmo andare a sentire come stanno. >

< Perché?! Ieri ti hanno scannato fra tutti. E quel rosso lì deve avere dei seri problemi... > Disse Stephanie scuotendo la testa.

< Ma senti chi parla... Ouch! > Esclamò Ralph colpito da una gomitata.

< Stronzo! > Gli disse incrociando le braccia.

< Comunque.. essendo io, in un certo senso, un tutore dell'ordine ed un assistente sociale, potrei dire che è quasi un mio dovere civile andare da loro. Anche perché effettivamente quel ragazzo mi sembrava un po' troppo agitato. E quell'altro moro accanto a lui, sembrava che volesse, come posso dire... proteggerlo da chiunque.. E' un atteggiamento piuttosto strano... >

< Insomma in poche parole vuoi vedere se riesci a rinchiuderli come hai fatto con me? >

< Ah, ci risiamo. Non ti ho rinchiuso. > Sospirò stanco Ralph. Era la centesima volta che Steph intavolava quell'argomento, e si conoscevano solo da circa una settimana.

< Oh, negalo allora! > Disse, per poi dirigersi verso il gruppetto di ragazzi. Se ne erano aggiunti altri due ai tre che aveva incontrato la sera precedente.

< Buongiorno, bellezza! Cerchi qualcosa? > La precedette un ragazzo senza faccia. Era completamente sommerso dai suoi riccioli.

< Ehm.. Salve. A dire la verità no. > Disse mettendosi accanto a loro.

< Ehi, tu sei quella di ieri sera... > La riconobbe il rosso.

Stephanie non rispose, si girò e indicò Ralph che li stava raggiungendo ed era a pochi metri di distanza.

< Oh, c'è anche quello. >

< Già, ci sono anch'io. > Sorrise beffardo.

< Non vorrete mica denunciarci per ieri sera, vero? > Chiese preoccupato il ragazzo altissimo della sera prima. < Abbiamo già troppi problemi.. >

< No, no. > Li rassicurò Ralph. < Piacere, io sono Ralph. Sono un dottore. > Si presentò.

< Psichiatrico. > Aggiunse Stephanie come se fosse la cosa più importante.

Ralph pensò fosse solo un'altra frecciatina da Steph che si sentiva oltremisura offesa per il suo ricovero.

Ma i ragazzi non furono della stessa opinione. Soprattutto il rosso e il suo amico dai capelli neri.

< E' davvero uno strizzacervelli? Non ne ho mai visto uno! > Disse un ragazzo con dei folti capelli biondi e la faccia da bambinone.

Ralph ridacchiò. < Come vi chiamate ragazzi? >

< Io sono Steven. >

< Slash. > Disse il ragazzo riccioluto.

< Duff. > Lo spilungone.

< Axl. > Il rosso impazzito di ieri sera.

< Izzy. > Il ragazzo moro.

Stephanie non riuscì a trattenere dei risolini. < Ma che cavolo di nomi avete?! Sembrano nomi di medicine! >

< Perché tu come ti chiami? > Le chiese... Slash.

< Stephanie. Ecco un vero nome, ragazzi. > Continuò lei.

< Che ne dite si ci prendiamo una birra insieme? > Offrì Ralph.

< Sì. Una birra con lo strizzacervelli! Mi analizzerai? > Chiese Steven estasiato, beccandosi uno scappellotto da Slash.

< Solo se quella botta ti da dei problemi. > Disse Ralph scoppiando a ridere.

Gli altri sei lo guardarono.

< Mi sembra che lui debba andare in terapia... > Commentò sommessamente Axl.

Ralph decise di ignorarlo. < Allora venite? >

< Io no. > Disse di nuovo il rosso secco, per poi guardare Izzy.

< Nemmeno io. O di meglio da fare. >

< Oh... E voi? >

< Io vengo. > Disse sicuro Slash, guardando Stephanie.

< Ma sì. Basta che offri te, però. Essendo un dottore sarà così altruista da pagare il conto a dei poveri ragazzi come noi. > Disse Duff, pregando in una risposta positiva.

< Certo, certo. Basta che non esageriate. >

 

< Che palle! Ma che cazzo vuole quello ora! > Sbottò Axl.

< Mah... Gli affari suoi però mai lui, eh! > Continuò Izzy.

< Spero che a Slash non piaccia Stephanie così tanto come mi è sembrato, altrimenti ce li ritroviamo fra i piedi finché quello non se la porta a letto. >

< Beh, dovremmo fare abbastanza presto allora. > Ridacchiò Izzy.

< In un caso normale si. Ma quella ha quel cazzo di dottore sempre appiccicato al culo. >

Il moro sospirò. < Magari però dovremmo solo conoscerli. Forse non sono così male. Infondo ieri sera avranno davvero voluto solo mangiare in pace. >

< Resta il fatto che mi hanno fatto incazzare. > Rispose duro Axl, dando un forte segnale all'amico. “E con questo la conversazione è chiusa.”

 

< Sai, noi suoniamo in una band. > Si vantò Slash rivolgendosi a Stephanie, che sorseggiava il suo gin tonico.

< Davvero? > Chiese lei interessata. < Come vi chiamate? >

< Guns N' Roses! > Esclamò fiero Slash gonfiando il petto orgoglioso.

< … Mai sentiti. > Sentenziò Steph, facendo immediatamente cambiare l'espressione del ragazzo ricciolo.

< Ma poverino! > Se la rise Ralph. < L'hai avvilito. >

< Ehi, non è affatto vero! Io so quello che valgo e quello che la band vale. E tu ti ricrederai presto! Sabato abbiamo uno show al Rainbow, vieni a vederci? > Le propose.

< Ci sto. > Gli sorrise lei.

< Sì, vi faremo vedere che siamo i migliori. > Disse Steven.

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Capitolo 4
*** cap 4 ***


Nel salotto di casa Guns regnava una pace irreale. I ragazzi stavano tutti rannicchiati alla meglio su un divano scalcinato. Il silenzio fu interrotto da Slash. < Non credete che quella Stephanie sia un gran pezzo di gnocca? >

Non ricevette una vera e propria risposta, ma solo un grugnito, quasi sicuramente proveniente da Axl, seguito poi da un risolino di Izzy.

< Che c'è? > Chiese il chitarrista tirandosi a sedere. Ancora nessuna risposta.

< Ah, chi vi capisce è bravo. Forse sabato dovreste parlare con Ralph. > Disse rimettendosi sdraiato.

< Cosa? Perché dovremmo parlarci proprio sabato? > Chiese Axl preoccupato.

< Oh... ehm... eh! > Slash si guardò intorno cercando con lo sguardo l'appoggio di Duff o di Steven.

E proprio Steve gli venne in aiuto. < Sabato viene a vederci Steph al Rainbow! > Esplose lui gioioso fissando sorridente Axl. Ma il suo sorriso rimase sospeso nell'attesa di essere corrisposto, cosa che non avvenne.

< Ma vaffanculo! > Eruttò Axl per poi alzarsi e dirigersi verso camera sua.

< Ma perché fa così? > Chiese Slash. < Li avete già incontrati? >

< Sì. > Rispose Izzy. < Ieri sera eravamo in un locale, e uno stronzo ha cominciato ad insultarci e Axl si è incazzato. Questo è venuto e ha cercato di calmare la situazione... > Raccontò sbuffando il fumo.

< E che c'è di male? >

< Come che c'è di male, Slash?! Lo conosci Axl. Lui si è intromesso e non lo ha accettato. > Disse Duff alzandosi e andando da Axl.

< Ehi, Axe. Dai, vieni di là. >

< Ora tocca avercelo sempre tra i piedi. Lui e quella smorfiosetta. >

< Stephanie? E' simpatica quando la conosci. Un po' maliziosa ma, come dire, se lo può permettere. > Ridacchiò.

< Mi sta sul cazzo. > Rispose lui secco.

Duff sospirò. < Beh, ormai sabato al Rainbow devi digerirli. >

< Speriamo solo che Slash non li faccia entrare nel backstage... >

 

< Che ne pensi di Slash? > Chiese Ralph mentre erano seduti al tavolo di cucina.

< E' egocentrico. > Rise Stephanie. < Duff è carino. >

< E Steven? >

< Mi sembra all'altezza di David. >

< Dai, poverino. E per Axl e Izzy? >

< Quelli che se ne sono andati? Boh, sinceramente non mi inspirano gran simpatia. >

< Mah... Mi piacerebbe conoscerli più a fondo quei due. Sembrano proprio il gatto e la volpe! > Continuarono a ridere e per poco non si macchiarono con gli spaghetti al ragù.

< Ah, ieri ho sentito un mio amico che lavora in un negozio di dischi, e sono riuscito a farti accettare come commessa. Il lavoro è part-time, però è a tempo determinato, e in realtà mi ha detto che ti dà lavoro solo per un paio di settimane al massimo. Quindi devi comunque metterti alla ricerca di un'occupazione seria. >

< Ma che stronzo. > Disse Stephanie acida.

< Ehi... Conta che ci sta facendo un favore. E che ti paga. >

< Sì, sì, certo... Grazie. > Rispose lei sarcastica.

 

< DOVE. SONO. LE. BIRRE?!! > Urlò Duff con la testa ancora immersa nel frigorifero.

< Al supermercato. > Rispose Izzy da camera sua, svegliato dall'urlo.

< Già. > Continuò Axl. < Insieme ai soldi che ci servono per mangiare. Certo che... se facessimo una rapina... > Disse malefico.

< Scordatelo. > Gli disse Izzy riemerso dalle tenebre che inondano sempre la sua stanza.

< Ti sei appena svegliato e sei già pronto ad obiettare alle mie idee geniali? >

< 1) > Iniziò lui stravaccandosi sul divano. < Le tue non sono idee geniali, bensì criminali. Punto 2) Non ho obiettato. Ho categoricamente escluso. Punto 3) Smettila di farmi le boccacce! >

< Sai una cosa Izzy? Sorprendentemente di mattina rompi ancora di più le palle. >

< Ehi! > Cercò di attirare l'attenzione Duff. < Resta ancora un piccolo, minuscolo problema. >

< Cioè? >

< Non ci sono BIRRE! >

< McKagan, stai zitto! > Urlò Slash incazzato da camera sua. < Oppure vengo lì e ti pesto fino a che tu non diventi una fottutissima birra del cazzo! >

< Slash! Stai uccidendo l'atmosfera! > Ululò Steven.

< Ma vaffanculo pecora del cazzo! >

< Zitto tu gorilla di merda! >

Sentirono dei colpi alla porta.

< Vado io. > Disse Axl, dirigendosi verso la porta. Si ritrovò davanti la vecchietta del piano di sopra.

< Potreste abbassare un po' il tono della voce? > Chiese cortesemente.

Axl la fissò per un po' attonito. < Ma vaffanculo. > Disse sbattendole la porta in faccia.

< Steven di merda... > Sospirò Slash. < Che poi mi chiedo come cazzo fa a scopare di prima mattina? Io muoio se mi faccio qualcuno di prima mattina. >

< Io più che altro mi chiedo dove le trova. Spesso mi sono chiesto se non la facesse con delle bambole gonfiabili. > Disse Axl facendo ridere tutti gli altri.

< Rose, guarda che ti ho sentito! > Disse Steven facendo aumentare le risate.

< Ti conveniva stare zitto. > Continuò Axl. < Per me è solo una prova in più. Quando io sto con una donna non riesco a sentire nulla. Troppi urli. >

< Ma gasati di meno. > Gli dissero gli altri in coro ridendo.

< Sapete che cosa ho scoperto stamattina? > Disse Duff.

Gli altri lo guardarono curiosi. < Cosa? >

< Non ci sono le birre. >

< Che palle che fai, vattele a comprare. > Disse Slash.

< Non ci sono soldi... >

< E allora vai a battere le strade. > Suggerì Axl. < Los Angeles è piena di gay affamati. >

Disse Izzy, facendo zittire tutti.

Per qualche secondo ci fu il silenzio più totale.

Poi iniziarono tutti a ridere e a schernire Izzy per la 'splendida' idea.

< Che avete da ridere? > Chiese Steven entrando in salotto, abbracciato ad una bella ragazza mora dagli occhi verdi.

< Wow. > Commentò Slash.

< Zitto. Tu hai già quella smorfiosa rompi palle a cui badare. > Gli disse Axl. < E tu saresti? > Le chiese guardandola malizioso.

< La bambola gonfiabile. > Rispose secca lei, dando un bacio a Steven e andandosene lasciando Axl ammutolito.

< Axe, ti ha liquidato in tempo record! > Rise Slash seguito dagli altri.

< Ma fottetevi tutti. >


Grazie a devilrose1982 e a Icegirl46 per i commenti. Non ci speravo più.... xD

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Capitolo 5
*** cap 5 ***


 

< Oh, eccoti Steph. Come è andato il secondo giorno di lavoro? > Chiese Ralph non appena le aprì la porta.

< Come ieri. Una noia pazzesca... Per stasera allora devi venire anche te a vederli? >

< Non mi ci vuoi? > Chiese lui.

< Magari non proprio attaccato. > Disse Stephanie, cercando di non ferirlo.

Ralph ridacchiò. < Ok, ok, ci proverò. Sei pronta? >

< Finisco di mettermi il trucco e ci sono. > Disse dirigendosi in bagno.

< Va bene, ti aspetto qui. >

 

< Forza ragazzi tocca a voi. > Li avvertì il direttore del locale.

< Bene. Andiamo e spacchiamo tutto. > Disse Slash, bevendo l'ultimo sorso dalla bottiglia di Jack Daniel's.

Salirono sul palco acclamati dalla folla. Erano una forza. Tutti i presenti rimasero a fissarli stupiti, agitandosi sulle note delle loro canzoni e cantandole insieme ad Axl.

Ci fu solo un momento verso la fine del concerto in cui la tensione andò al massimo. Qualcuno era andato sotto al palco urlando insulti. Axl si era infuriato e aveva cercato di colpirlo con l'asta del microfono, ma per fortuna l'intervento di Izzy e quello della security del locale che fece allontanare l'uomo, lo show poté continuare.

< Grazie mille Rainbow! > Gridò Duff al microfono.

< Martedì siamo al Whisky. Mi raccomando venite a vederci! > Disse Axl, per poi scendere dal palco.

 

< Cazzo, Izzy, li hai visti? Sono stati spettacolari. > Disse Axl a Izzy che si stava facendo la doccia nel box accanto al suo.

< Davvero, è stato un concerto fantastico! > Disse lui uscendo dalla doccia, seguito dopo qualche minuto da Axl.

Si mise un asciugamano intorno ai fianchi e si diresse in corridoio verso la saletta dove lo aspettavano tutti gli altri. Quasi subito fuori dalla porta vide un uomo girato di spalle.

La fisionomia gli ricordava qualcuno.

Questo si girò. < Oh ciao, Axl. > Sorrise lui.

< Cazzo ancora tu! > Disse Axl scontroso, passando oltre.

< Dai aspetta. Siamo solo partiti con il piede sbagliato.. > Disse seguendolo.

< Smettila di seguirmi. > Disse duro Axl senza nemmeno girarsi a guardarlo.

< Dai, Axl- > Cercò di dire Ralph, ma non riuscì a finire la frase che Axl gli diede un pugno in pieno volto, per poi continuare per la sua strada indifferente.

< Oh, eccoti! Ti avevamo dato per disperso. > disse Slash.

Axl guardò storto nella sua direzione.

< Guarda chi ci ha trovati! > disse Steven sorridente, indicando il soggetto dello sguardo irritato di Axl.

< Ciao, Axl. Finalmente mi regali l'immenso piacere della tua conoscenza, io sono Stephanie. > si presentò la ragazza seduta sulle gambe del riccio.

< Non sei felice? > Continuò Steven raggiante.

< Sto scoppiando di felicità, non mi vedi? > Chiese lui sarcastico.

“ Che stronzetto.” Pensò fra se e se Steph sorridendo.

< Allora che ne pensi adesso di noi? > Chiese Slash.

< Beh... non siete male... > Rispose lei.

< Non siamo male?! > Continuò Duff scettico.

< Sì, beh siete abbastanza bravi. >

< Abbastanza bravi?! >

< Ok, ok, basta! Siete i migliori. Siete geniali! Ok, vi va bene ora? > Chiese Steph incrociando le braccia e facendo ridere i ragazzi.

Le risate furono interrotte da qualcuno che bussava alla porta.

< Sì? > Chiese Steven.

La porta fu solo leggermente socchiusa e la band sentì solo una voce leggera chiamare Steph. < Potresti venire fuori, per favore? >

< Ralph? > Chiese la ragazza insicura ancora seduta su Slash.

Axl si alzò dalla poltroncina su cui era stravaccato, improvvisamente innervosito, andandosi a nascondere in un angolino dove c'era un minifrigo. Si prese una birra cercando di non pensare a le conseguenze dell'entrata di Ralph nella stanza.

< Che c'è, Ralph? >

< Puoi venire fuori? >

< Perché? Non puoi venire tu dentro? Che è successo? >

Sentirono Ralph sospirare forte da dietro la porta per farsi coraggio, per poi aprire la porta ed entrare timidamente.

< Oddio che ti è successo? > Chiese Stephanie correndo verso di lui. Aveva del sangue che gli colava dal naso e aveva anche gli occhi bagnati di lacrime per il colpo ricevuto.

Axl si sentiva davvero nervoso. Sentiva la pressione e gli sguardi degli altri puntati su di lui. Lo avrebbero attaccato, lo sapeva. Ne era sicuro. Doveva trovarsi una difesa.

< Chi te lo ha fatto? > Chiese Steph incavolata.

Non le rispose Ralph, ma una lampada che fu scagliata al suolo.

Tutti si girarono verso Axl. Izzy si alzò e si avvicinò a lui. Gli mise una mano sulla spalla, sperando che lui accettasse il suo supporto.

< Ma sei cretino?! > Gli urlò Stephanie.

Axl si girò e la fulminò con lo sguardo.

< Dimmi se ti sembra normale fare una cosa del genere?! >

< Basta, Steph, lascia stare. > Le disse Ralph, allontanandola dallo sguardo di Axl.

Izzy trascinò Axl fuori dalla porta.

< Ecco meglio che te ne vai! > Gli urlò dietro Steph.

I ragazzi rimasero a guardare la scena con la bocca spalancata senza riuscire a proferire parola.

Duff si alzò e andò verso Ralph porgendogli un fazzoletto. < Tutto bene? Senti, mi dispiace per Axl.. Ogni tanto- >

< No, lascia stare.. Non è il primo pugno che mi becco. Bel lavoro, eh! > Ridacchiò.

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Capitolo 6
*** cap 6 ***


< Non riesco a capire perché ancora non lo vuoi denunciare. > Disse Steph scuotendo la testa.

< Ehi, ehi. Non potete denunciarlo. Non abbiamo un soldo per la cauzione e ci serve un cantante. > Disse Duff facendo gli occhi dolci.

< Tranquillo. > Disse Ralph sorridendogli.

< Perché?! Almeno dovresti andare da lui e fargli una lavata di capo. A me la facevi sempre per cose insignificanti. Lui è anche peggio di me. > Si lamentò lei.

< Lui non è un mio paziente. Anzi lui non è proprio un paziente. E gli dà noia essere oggetto delle attenzioni di un medico come me. >

< Rimane il fatto che quello è fuori. Davvero non credi che abbia dei problemi?! >

< Non ho detto questo. > Ammise Ralph.

< Perfino i suoi amici lo pensano. > Disse la ragazza girandosi verso Duff, Slash e Steven. I ragazzi alzarono le spalle, guardandosi l'un l'altro con un'espressione interrogativa.

< Beh.. Di sicuro non è per la persona più tranquilla, razionale e normale del mondo.. però.. >

Slash iniziò a ridacchiare. < Ti ricordi quando tirò quella piattata di pasta al pomodoro in faccia a quel cameriere che gli aveva dato del 'villano'? Oddio quanto ho riso quel giorno! > Gli altri lo seguirono nelle risate.

< E quando iniziò a sclerare perché una ragazza lo aveva scaricato dopo solo una nottata svegliando tutto il vicinato all'urlo di 'PORCO'! Chissà poi che cazzo aveva fatto a quella povera ragazza. > Ricordò Duff.

< Poverino.. E' che non lo fa nemmeno apposta.. > ridacchiò Steven, fingendosi sconsolato.

 

Izzy trascinò fuori Axl.

< Dai, Axe, ora basta. Questa storia sta andando troppo oltre. > Gli disse. Ma Axl non gli rispose, non lo guardò nemmeno negli occhi. Sapeva di aver esagerato, ma in quel momento, quando aveva sentito i passi di Ralph dietro di sé, non ci aveva capito più nulla. Ma non l'avrebbe mai ammesso.

< Perché non provi a parlarci? Magari risolvete questi conflitti. >

< Non ci voglio parlare. So già come andrebbe a finire. Non è il primo psichiatra con cui ho a che fare.. >

< E come andrebbe a finire? > Chiese Izzy appoggiandosi con le spalle al muro.

< Si sentirebbe in diritto di analizzarmi e di etichettarmi. >

< Tu credi davvero? A me sembra una persona a posto e gentile. E solo perché è un medico non vuol dire che passi tutta la giornata ad analizzare le persone solo per dirgli cosa sbagliano. >

< E allora perché cazzo non vai te a parlarci? > Gli urlò Axl.

 

< Ma vi ha mai parlato del perché si comporta così? > Chiese Ralph.

< Ma non molto. Quando è venuto qua a Los Angeles dall'Indiana si dipingeva come una specie di uomo del mistero e non ha mai detto nulla. Penso si vergognasse delle sue origini.. Boh. > Disse Duff.

< Si dice che abbia avuto un passato di merda da bambino... Ma l'unico che davvero sa qualcosa sulla faccenda è Izzy. Sono cresciuti insieme. > Aggiunse Slash.

< Con me non ci parla. > Disse Steven mostrando il suo sorriso sgargiante onnipresente.

< E allora perché cazzo non vai te a parlarci? >

< Hey! Non iniziare a buttarmi merda addosso, Axl! >

< Che cavolo succede? > Chiese Ralph spaventato da quegli urli.

< Finalmente qualcuno che ha le palle di insultarlo. > Disse Stephanie soddisfatta della sua frecciatina a Ralph.

< Izzy gli avrà detto che è stato un coglione.. > Disse Slash come se fosse la cosa più normale del mondo. E in effetti lo era. Ogni volta che Axl esagerava, cosa che accadeva spesso, c'era sempre Izzy a riportarlo sulla giusta strada e soprattutto a fargli capire di aver sbagliato. Cosa assai ardua e soprattutto pericolosa. E questa situazione ne era la prova.

< Ma fottiti Izzy! Sei tu che non fai altro che attaccarmi! Ti sei messo con loro, eh? Mi pugnali alle spalle pure tu! > Continuò Axl ad urlare. Fu quando sentirono un tonfo sordo che decisero di precipitarsi fuori.

< Oh, cazzo. > Esclamò Slash.

Izzy era steso per terra che si massaggiava dolorante la testa. Aveva una guancia completamente rossa.

< Oddio. > Disse Stephanie inginocchiandosi accanto a lui. < Tutto bene, Iz? >

< S-Sì. Più o meno. Cazzo che botta. > Disse mentre Steph e Duff lo aiutavano ad alzarsi.

< Ti gira la testa? > Gli chiese Ralph.

< No, no. Tutto ok. >

< Che c'è? > Chiese Ralph. Stephanie lo stava fissando con un'aria corrucciata. Sapeva esattamente che cosa voleva. Era piuttosto palese. Anche perché era tutta la serata che si lamentava. Ma cosa poteva fare lui? Aveva fatto un piccolo tentativo di approccio e Axl lo aveva steso. Ci aveva provato il suo migliore amico, e Axl aveva steso pure lui.

< Lo sai benissimo. >

< Non posso andare a parlarci. Non vuole nemmeno vedermi. >

< Bene! Allora ci vado io. > Disse Steph convinta iniziando ad avviarsi giù per il corridoio. L'uscita era alle sue spalle. Axl non poteva essersene andato. Lo avrebbe trovato di sicuro e l'avrebbe sentita. Non avrebbe mai osato picchiare una donna. O almeno era ciò che sperava Steph.

Perché fa così?! Potrebbe essere un ragazzo così bello se solo non fosse completamente partito di cervello.” Pensò vergognandosi subito dei suoi pensieri. No. La bellezza inconfutabile di Axl doveva essere un tabù per lei.

Aprì un po' di porte a caso, finché non ne aprì una che dava su una stanza buia. L'unica luce era quella che filtrava dalla finestra.

< Axl, sei qui? > Chiese con voce dura.

Nessuno rispose. Eppure era l'ultima stanza rimasta, doveva essere lì. Accese la luce e vagò lo sguardo per la stanza.

< Spegni quella cazzo di luce. > Le ordinò lui con voce fredda.

< No. >

Axl si girò a guardarla. E per un attimo gli mancò il fiato.

< Te lo ha mai detto nessuno che sei uno stronzo? > Chiese lei arrabbiata.

< Sì. > Rispose lui secco distogliendo lo sguardo dalla ragazza.

< E ti ha mai detto nessuno che sei completamente fuori? >

< Sì. >

Steph sospirò. Aveva perso ogni appiglio per stabilire una comunicazione aggressiva con lui. Non le restava altro che una conversazione più o meno civile da intrattenere.

< Perché ci odi così tanto? Abbiamo solo fermato una possibile scazzottata in un locale. E' stato solo un caso che ci fossi tu nel mezzo. Anche se adesso conoscendoti mi sembra che fosse una possibilità piuttosto alta di vederti fare a botte con qualcuno. >

< Tu non mi conosci. > Disse Axl continuando a tenere un atteggiamento distaccato e freddo.

< Certo. Non parli mai con me. Sono io l'unica a parlare. E caso voglia che tutte le occasione che mi hai dato per conoscerti si siano trasformate in una rissa. > Disse lei facendo dei piccoli passi verso il ragazzo. < Perché ce l'hai tanto con me e con Ralph? E non ci credo che sia solo per l'incontro di quella sera. >

Axl sentì il cuore fare una capriola, appena notò l'ombra della ragazza che si faceva più vicina alla sua, quasi a combaciare.

< Chi ti ha mandato qua a farmi questa predica? Ralph, Izzy o gli altri? > Chiese guardandola negli occhi.

< Sei proprio bravo a sputare veleno sui tuoi amici, sai? >

< Ma che cazzo ne sai tu dei miei amici! >

Steph sospirò cercando di calmarsi. La sua chiusura totale da parte di Axl la mandava in bestia. < So una cosa. Che se non cambi un po' persino Izzy si stancherà di te. Perché sei lagnoso e ridicolo! > Gli gridò.

< Lagnoso e ridicolo?! Ma stai zitta tu che sei più acida te di una zittella! Sei sempre lì a rompere le palle. > Le urlò dietro lui.

< Ehi! Basta smettetela! E' ora di finirla una volta per tutte, Axl. Che cosa c'è che non va? > Chiese Ralph entrando nella stanza andandogli a due centimetri di distanza dal naso. Forse questa tecnica avrebbe fatto crollare le sue difese. Vince la legge del più forte, si ripeteva.

Axl sostenne lo sguardo, ma non fiatò.

< Ehm.. R-Ralph. Non penso sia il metodo giusto per.. ehm.. > Tentò di dire Izzy, spaventato dall'espressione che era apparsa sul volto di Axl.

< Andatevene tutti a fanculo. > Disse lui quasi sottovoce, per poi andarsene.

Ralph sospirò. < Non riesco a vedere vie di uscita. >

< E' solo un po' nervoso. Di solito dopo un po' di giorni si calma. > Disse Izzy cercando di confortarlo.

< Già. Dopo il ciclo. > Sghignazzò Steve.

< La smetti. > Gli ordinò Duff dandogli una botta sulla testa. < Poi ti chiedi perché te le suona ogni volta... >

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Capitolo 7
*** cap 7 ***


 

< Pronto? >

< Ciao, Steph! Sono Slash. >

< Ciao Slash. Come sta Axl adesso? >

Il riccio si zittì un po' deluso. < Meglio. Sembra essere di buon umore adesso. Anche con Erin va tutto meglio. >

< Erin? >

< Sì, la sua ragazza. > Disse Slash sorridendo dentro di sé. Poteva sentire la delusione di Steph all'altro lato della cornetta. < Senti, > Disse prendendo la palla al balzo. < Ti va di venire qua stasera? >

< Qua dove? A casa tua? >

< Sì. Più o meno. Io e i ragazzi stiamo insieme in un appartamento. Se ti va ti passo a prendere io. >

< Ok. >

< Bene. Vengo verso le sette. Ciao, Steph.

< Ciao. >

< Chi era? > Chiese Ralph.

< Slash. Stasera vado a casa sua. E tu non sei invitato. > Gli disse scherzosa.

< Va bene, va bene. > Ridacchiò lui. < Per stasera ti sei liberata di me. Ma siete solo tu e Slash. >

< Sì. Ha detto che mi aspetta già nudo.. >

Ralph rimase a bocca aperta. Non sapeva bene cosa dire.

< Ralph! > Gli urlò Stephanie. < La smetti! Ma secondo te quello si può permettere una casa per conto suo?! I ragazzi hanno un appartamento. >

< Ah. Ok. Meglio. > Disse mentre Steph alzò gli occhi al cielo esasperata.

 

< Allora che ha detto? > Chiese Steven.

< La passo a prendere alle sette. > Rispose il chitarrista.

< Posso venire con anch'io? >

< No. >

< Perché?! > Chiese con le lacrime agli occhi, sporgendo il labbro inferiore.

< Perché rovineresti l'unica chance che ha di portarsela a letto. > Rispose Izzy che fumava con le gambe a penzoloni fuori dalla finestra.

< Spero che arrivi un piccione che ti smerdi su quel tuo bel faccino di merda. > Izzy ridacchiò.

< Non dargli retta, Steve. Vacci pure. Tanto non ci riesce.. > Disse Duff sorseggiando la milionesima birra della giornata.

< Ma vaffanculo pure- > In quel momento la porta si aprì. < -tu. Sei un cazzone. > Disse girandosi a guardare verso l'ingresso. Erin e Axl entrarono a braccetto.

< Concordo. > Rise la ragazza guardando Axl.

< Ehy. > Esclamò lui.

< Non puoi negarlo. > Ribatté lei in tono risoluto.

< Dai, non iniziate a litigare. Comunque stavo parlando di Duff. >

< Slash, perché non dici ad Axl il programma di stasera? > Gli disse il bassista con uno sguardo furbo.

< Accidenti a te brutto ossigenato del cazzo. > Bisbigliò lui. < Sì, ehm... Niente.. Rimaniamo qua in casa. >

< Mi sembra un programma perfetto. > Sorrise ammiccando ad Erin.

< Scordatelo. > Disse incamminandosi verso la cucina, ma uno sguardo malizioso tradiva le sue vere intenzioni.

< E chi siamo stasera? > Continuò Duff insoddisfatto.

< I Guns N' Roses. > Rispose Slash.

< Aspetta, aspetta. > Iniziò Axl. < Chi hai invitato? >

< Sì Slash. Chi hai invitato? >

Il riccio sospirò. Era ora di mettere le cose in chiaro. Era inutile continuare a fingere.

< Stephanie... Axe capiscimi. Quella ragazza mi piace. Fammici provare. >

< Ah, ok. > Disse semplicemente lui. Non c'era sarcasmo nella sua voce. Questo fece rimanere di stucco un po' tutti.

< Ah.. Bene! > Esclamò soddisfatto Slash, guardando con aria vittoriosa Duff. < Allora vado a prenderla. > Disse iniziando a camminare verso la porta con un'andatura buffa che fece ridere tutti i suoi amici.

< Sembra un gallo. > Ridacchiò Erin.

< Più che un gallo, una gallina. > Ribatté Axl.

< Sta zitto, Rose. Almeno io me la farò con una patatina nuova. >

< Potrebbe considerare nuova pure me, visto tutto il tempo che gli ho tenuto le gambe chiuse. Così impara a fare lo stronzo. >

< Sei uno sfigato, Axe. > Gli disse Slash uscendo dalla porta.

< Erin. > Iniziò Axl con una voce fintamente incavolata.

< Dimmi caro. > Rispose lei maliziosa.

< Questa me la paghi! > Disse iniziando a rincorrerla per tutta la casa.

< Ma quanto sono carini. > Disse Duff fra se e se.

< Adorabili. > Aggiunse Izzy.

< Vieni qui! > Continuava ad urlare Axl ridendo. < Devo rifarmi di tutto questo tempo! >

< No, vattene! > Se la rise Erin continuando a fare lo slalom fra le sedie.

< Aspetta... E.. Erin. Io non.. ce la faccio... …. più. > Disse dopo un po' Axl buttandosi sul divano.

Disse la ragazza sedendoglisi accanto. < E voleva andare a letto lui.. > Lo schernì, facendo ridere gli altri.

< Cazzo ridete, stronzi! E' che avevo già fatto un 'turno' stamattina. >

< Non è vero, non credetegli. >

< E chi ha detto che l'ho fatto con te? >

Il silenzio caduto fu stroncato da un urlo. < Brutto stronzo. Vieni qui! Non scappare codardo! >

< Stavo scherzando! Erin! Smettetela di ridere voi tre! Erin, aspetta! No! La padella no! >

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Capitolo 8
*** cap 8 ***


 

< Ecco. Dev'essere lui. > Disse Stephanie sentendo il campanello suonare.

< Mi raccomando, niente cazzate. >

< Sì, sì, Ralph. Stai tranquillo. > Disse aprendo la porta.

< E non stuzzicare Axl! >

< Smettila di preoccuparti per quello. E comunque Slash ha detto che è di buon umore. > Ribatté chiudendo la porta.

< Ciao, Slash. > Lo salutò appena uscita dal palazzo.

< Ciao, Steph. Come stai? >

< Tutto a posto. E' la tua macchina quella? >

< No. Quello è il macinino di Duff. Non mi comprerei mai una macchina del genere. E' oscena. > Ridacchiò il riccio.

< Beh.. almeno lui ce l'ha. > Disse Stephanie sorridendogli ed entrando in macchina.

< Ecco, si parte bene... > Bisbigliò Slash demoralizzato.

Entrò anche lui in macchina e partirono verso casa dei guns.

< E insomma com'è questa Erin? >

< Mah.. E' carina. > Rispose Slash secco dando i primi segni della presenza del mostro verde. < Però non è il mio tipo. >

< E qual è il tuo tipo? >

< Mah.. Una ragazza bella e.. Un po' come te.. >

< Magari che non sia stata in un ospedale psichiatrico..! > Disse Steph ridacchiando.

Dopo poco più di cinque minuti, arrivarono a casa.

< Eccoci. Benvenuta a casa nostra. > Disse Slash aprendo la porta dell'appartamento.

La scena che apparve davanti agli occhi di Steph fu piuttosto bizzarra.

Axl era seduto sul divano con una borsa del ghiaccio sulla testa e l'aria sofferente.

Izzy stava seduto con le gambe a penzoloni fuori dalla finestra.

Duff beveva una birra circondato da altre decine di lattine e bottiglie vuote.

Steven non c'era, ma la suo posto c'era una ragazza dai capelli leggermente riccioluti e castani. Era davvero carina, doveva ammetterlo. Rimase un po' a fissarla. Era appoggiata al tavolo di cucina e guardava soddisfatta Axl. Possibile che lei fosse....

< Che cavolo hai fatto, Axe? >

< Io non ho fatto niente. > Rispose risoluto guardando leggermente accigliato la ragazza che ora se la rideva sommessamente.

< Erin gli ha dato una padellata in testa. > Disse Steven entrando nella stanza.

Slash iniziò a ridere a crepapelle. Più rideva più si avvicinava ad Axl, finendo per ridergli in faccia.

Axl cercava in tutti modi di rimanere il più calmo possibile, cosa alquanto difficile.

Slash sembrava irrefrenabile, aveva finito per coinvolgere tutti nella sua risata. Beh, tranne Axl che era riuscito a tenere un'espressione impassibile e 'solo leggermente' irritata.

< SMETTILA! > Urlò alla fine Axl stizzito, riuscendo finalmente a frenare le risate degli altri.

< Povero Rose... > Disse Stephanie chiudendo la porta dell'appartamento dietro di sé, e avvicinandosi al gruppo di ragazzi.

< Quanto sei compassionevole... > Sospirò sarcastico Axl alzandosi dal divano e allungando la borsa del ghiaccio verso la bella ragazza. < Mi cambi il ghiaccio, Erin? > Le chiese continuando a massaggiarsi la testa dolorante.

Erin sorrise, prendendo la borsa e riempiendola nuovamente, per poi dargli un bacio sulla guancia e rimettergli il ghiaccio sulla testa.

< Allora che facciamo? > Chiese Izzy scendendo finalmente dalla finestra.

< Ralph ha detto niente cazzate.. > Disse Steph ripetendo la raccomandazione rivoltagli poco prima.

< Non me lo sarei mai aspettato da lui... > Ridacchiò Axl sarcastico.

< E smettila una volta per tutte. > Lo riprese Steph.

< Si, ehm... Suppongo che 'niente cazzate' voglia dire niente alcool. Niente droga. Niente sesso. Giusto? > Chiese Izzy, girandosi a guardare Slash sorridente.

< Perché guardi me, Izzy?! > Disse Slash facendo l'offeso, guardandosi intorno con fare scocciato.

Axl iniziò a ridere sotto i baffi. < Ed è così che fallisce il geniale piano di Slash! Tanto una notte in bianco in più o in meno che differenza fa! >

< Molto divertente! Davvero spassoso, Axl. > Disse il riccio ironico.

< Dovresti stare zitto, Axl. Perché potresti andare in bianco anche tu stasera. > Disse Erin facendo la preziosa.

< Non ce l'hai mica solo tu sai. > Esclamò il rosso sprezzante.

< Stai solo riducendo le tue possibilità. > Continuò la ragazza prendendo un bicchiere d'acqua.

< Stavo solo scherzando, amore. > Disse Axl, avvicinandosi a lei e abbracciandola da dietro.

< Che lecchino... > Lo prese in giro Duff.

< Già, dillo ad Erin. Ha già avuto diversi incontri con la mia lingua. > Sorrise sornione.

Izzy si portò il palmo della mano alla faccia. < Non ci credo.. E' incredibile.. > Mormorò fra se e se. Non smetteva di stupirsi della sfacciataggine dell'amico. < Possiamo sorvolare l'argomento? > Chiese. < Troviamo qualcosa da fare... >

< Un film? > Propose Steph.

< Wow. Stasera sì che ci si diverte! > Esclamò Axl avvicinandosi, mano nella mano con Erin, al divano.

 

Iniziarono a guardare un film romantico e drammatico. Le reazioni all'interno del gruppo furono parecchio contrapposte. Il film stava letteralmente uccidendo Slash e Duff, che stavano affogando il loro tormento nell'alcool. Izzy sembrava in un altro mondo mentre suonava la sua chitarra, ma la cosa non dette noia a Steph e a Steven, che stavano seguendo il film appassionatamente, anzi, lo gradirono visto che faceva da colonna sonora alle scene.

Anche Axl ed Erin erano parecchio isolati ed alienati dal resto del gruppo. Stavano tutto il tempo a scambiarsi effusioni. La situazione stava diventando insostenibile per Stephanie. In quella settimana e mezzo in cui si erano conosciuti, in lei era maturato un sentimento piuttosto forte per il cantante. Ma non era stare nella stessa stanza con lui a farla mancare il fiato, ma vederlo stare insieme ad Erin. Lei era carina doveva ammetterlo. E aveva del carattere per riuscire a tenere testa ad uno come Axl. Stava morendo di invidia.

< Slash? >

< Dimmi Steph. >

< Possiamo andare di là a parlare? > Gli chiese alzandosi.

< Certo. > Era proprio quello che aspettava. Era felice di poterle parlare da solo. E anche di andarsene via da quel film che lo stava lentamente uccidendo dentro.

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Capitolo 9
*** cap 9 ***


ATTENZIONE QUESTO CAPITOLO CONTIENE SCENE ABBASTANZA ESPLICITE. QUELLI CHE DOVESSERO SENTIRSI DISTURBATI O INFASTIDITI, LI PREGO DI NON LEGGERE LA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO. NON VORREI ESSERE LA CAUSA DI SOGNI EROTICI IN TENERA ETA'. GRAZIE. xDD


Slash seguì Stephanie fino in camera da letto. Non poté fare a meno di osservare attentamente tutte le curve della ragazza. Era davvero bellissima.

Entrarono in camera e si sederono sul letto.

< Allora, cosa mi volevi dire? >

< Beh, a parole non so come dirtelo perciò... > Steph si sporse verso di lui e gli scoccò un bacio sulle labbra. “Meglio di quanto immaginassi” Pensò la ragazza.

< … cazzo.. > Farfugliò Slash, rimanendo immobile. Steph ridacchiò, per poi essere fermata dalle labbra del riccio che si riunirono alle sue. Quando si divisero i trovarono a guardarsi negli occhi sorridendo. < E' stata una conversazione molto interessante. > Disse Slash compiaciuto, alzandosi e incamminandosi verso la porta.

< Che fai, non vieni? > Le chiese porgendole la mano.

Steph gli sorrise e lo raggiunse.

Quando tornarono nulla era cambiato. Solo Steven aveva cambiato posizione, avvicinandosi alla televisione. Axl ed Erin continuavano nelle loro esplorazioni orali, che ora, incredibile ad immaginarsi, si erano fatte ancora più audaci.

Slash e Stephanie si sedettero sul divano vicini.

La ragazza non poteva fare a meno di guardare Axl e la sua ragazza. Cercava in tutti i modi di distrarsi con il chitarrista, ma ogni volta il suo sguardo ricadeva sulla coppia.

< Che hai? > Le chiese Slash ad un certo punto.

Stephanie sospirò. < Possiamo andare di là?- >

< Sì. > Si affrettò a dire il riccio, guardandola con uno sguardo sornione.

< Non ci pensare nemmeno. Ti ho già spiegato quello che ha detto Ralph. >

< E allora perché vuoi andare di là? > Le domandò lui perplesso.

< Ehm... Boh.. eh! > Disse Stephanie guardandosi intorno.

< Ok, andiamo. > Disse Slash iniziano ad alzarsi.

< Ehi, camera tua è nostra. > Disse Axl alzandosi mano nella mano con Erin.

< Aspetta Axe. Ho notato un forte controsenso nella tua frase.. > Iniziò il chitarrista con un'aria da sapientone che di certo non gli apparteneva.

< Ma stai zitto. Il tuo è l'unico letto che non cigola. E tu stasera non dovrai farci nulla, per cui.... > Sorrise Axl avviandosi verso la camera stringendo Erin da dietro e baciandole il collo, mentre la ragazza ridacchiava e si lasciava guidare ad occhi chiusi.

< Allora vieni? >

< Ehm... No ci ho ripensato.. Rimaniamo qui. >

< Cosa? O-Ok. > Disse incerto riaccoccolandosi a Steph.

 


Entrarono in camera. Axl continuò a guidare Erin fino al letto.

< Molto meglio del film, non credi? >

< Mah, sai, per tutto quello che me lo hai fatto seguire... > Ridacchiò la ragazza passando le mani fra i capelli lunghi e rossicci del cantante. < .. Era romantico. >

Axl sospese la sua opera, per contestare. < Un film che parla di persone che si tradiscono reciprocamente per poi rimettersi insieme, oltre che puramente fantascientifico, non è romantico. Il termine tecnico è palloso. >

< Oh, ma smettila.. > Stava iniziando a sospirare. Accidenti a quella sua lingua. Si muoveva morbida e sensuale sulla sua pelle e la mandava all'altro mondo.

Con le mani Axl tentava di levarle la maglia, solo per poi ricordarsi che Erin portava un vestito.

Iniziò a baciarla appassionatamente e, senza interrompere il contatto con le labbra della ragazza, iniziò a farle scivolare le spalline del vestito, fino a che non bastò farla alzare per vedere quell'abito così elegante, scivolare giù per le sue gambe lisce.

Axl iniziò a spogliarsi aiutato da Erin. La stanza stava diventando un caos totale, magliette, pantaloni e indumenti intimi erano sparsi per tutta la camera.

Quando furono entrambi nudi, Axl si allontanò leggermente dalle labbra di Erin per poterla guardare negli occhi. Lei sapeva cosa voleva. Ora era finito il tempo delle smancerie amorose, Axl voleva azione e piacere, ed lei era pronta ad accontentarlo.

Gli appoggiò le mani sul petto e iniziò a spingerlo delicatamente contro il letto, fino a che Axl non cascò a sedere, cullato dalla morbidezza del materasso. Lui la guardò, con un sorrisetto malizioso stampato sulle labbra lucide e rosee, mettersi in ginocchio fra le sue gambe.

La ragazza non era proprio al settimo cielo, non le era mai piaciuto farlo, ma non è che si potesse opporre più di tanto...

Iniziò a massaggiarlo, leccandolo leggermente. Era molto timida nel farlo e basava le sue mosse in base alle espressioni del ragazzo.

Dopo qualche secondo capì che lui ne aveva abbastanza, voleva di più, per cui inspirò cercando di convincersi e piano piano lo prese in bocca. Un sospirò di Axl, la fece sorridere e le infuse coraggio.

Erin chiuse gli occhi, concentrandosi sul movimento e sui teneri sospiri di un quasi appagato Axl.

Sentì la sua mano accarezzarle il viso. A quel contatto lei aprì gli occhi e lo guardò. Lui la fece salire sul letto accanto a sé e riiniziò a baciarle il collo, portò una mano verso l'intimità di Erin e iniziò a massaggiarla. Sotto quel contatto così piacevole Erin si lasciò andare a dei forti sospiri. Sentiva scosse di piacere attraversarle il corpo.

Quando le carezze si fermarono, Axl le lasciò un po' di tempo per riprendere fiato, baciandole la pancia dolcemente.

Dopo qualche minuto, incrociò lo sguardo con quello della ragazza, le sorrise ed entrò in lei. Le sue spinte erano possenti ed energiche, Erin non riusciva a tenere il suo ritmo, le stava facendo male.

Cercava in tutti i modi di non urlare. Axl continuava furiosamente, accarezzandola con le sue mani calde.

Dopo poco più di dieci minuti arrivò all'apice del piacere, e si lasciò cadere debolmente su Erin. I due ansimavano in simbiosi. La ragazza iniziò ad accarezzargli la schiena. Sapeva di avergli lasciato dei segni. Ci si era quasi arpionata e gli ci aveva piantato le unghie per il dolore e il piacere. Riuscì a sentire, sotto il sudore, dei piccoli solchi, non usciva sangue ma di certo non doveva essere la sensazione più piacevole del mondo.

Era sempre così che finivano le loro serate assieme. Tutti e due uscivano portandone i segni. Chi passeggeri e chi non.


Oddio... Non ho mai scritto roba del genere... Mah.. Fatemi sapere che ne pensate.. <.<
Ah, non so se il prossimo capitolo o al massimo fra due, ma comincierà ad uscire fuori la storia sul ricovero di Steph... Per quelli a cui importa... :D

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Capitolo 10
*** cap 10 ***


 

< Steven, smettila di alzare il volume. Non riesco a sentire la chitarra. > Brontolò Izzy che, di molta compagnia, stava seduto a gambe incrociate sul tavolo di cucina, suonicchiando qualche motivetto.

< Sono loro! Ma lo senti che casino che stanno facendo?! Mi fanno perdere il finale del film! > Disse piagnucolando e avvicinandosi allo schermo fino ad avere la faccia spiaccicata contro, nel tentativo soffocare i gemiti.

< Leva la testa da lì, Adler. Guarda se oltre che scemo diventi pure cieco. > Gli disse Duff sorseggiando una birra.

< E' un altro “par di mani” quello che ti fa diventare cieco. > Ridacchiò il batterista compiaciuto di se stesso e della sua battuta.

< Lasciatelo dire: Le tue allusioni all'autoerotismo sono a dir poco scadenti! > Rise Duff.

< Ma vaffanculo Duff! >

< Questa è già la seconda volta che fai visita. > Farfugliò Slash.

< Visita?! Dove? > Chiese Duff perplesso.

< A quel paese. > Finì la frase Izzy ridacchiando.

< Io non l'ho capita.... > Disse Steven guardandoli confuso, facendoli scoppiare a ridere.

< Io vado a prendere un bicchiere d'acqua. > Disse Stephanie ancora ridacchiando, dirigendosi in cucina.

< Oh, guarda un po' chi risorge dalle tenebre del mio letto. > Disse Slash.

Steph si voltò. Axl era in piedi appoggiato al muro che sorrideva. Dietro di lui, Erin, lo teneva per mano guardando il pavimento con un'aria vagamente triste e ferita.

< Divertiti? > Chiese Izzy ridendo e scendendo dal tavolo.

< Sei un cretino! > Urlò Stephanie facendo girare tutti.

< Che ho detto?! > Si lamentò Izzy con aria innocente.

< Non tu! Lui! > Continuò ad urlare lei indicando il rosso.

< Ma se non ho nemmeno parlato! Non ho fatto nulla, stavolta. > Si difese lui sicuro.

< Sei un deficiente! > Continuò lei avvicinandosi ad Axl, mentre gli altri guardavano la scena allibiti.

< Ma che cazzo vuoi?! Smettila di rompere le palle! Hai solo bisogno di attenzioni. Bene! Ora le hai ottenute! > Le urlò dietro il cantante.

< Credi di sapere qualcosa di me?! Vuoi sapere un segreto? Tu non sai niente di me! >

< Oh, e tu sei un troglodita! > Urlò uscendo dalla porta.

< Ma fatti curare! Ma guarda questa. E poi, ma che cazzo è un troglodita? > Continuò Axl infuriato.

Ci fu un attimo di silenzio. Erano tutti rimasti sconvolto dalla velocità con cui quel litigio era iniziato e dalla furia di Stephanie.

< Un idiota insensibile, ecco che cos'é. > Disse Slash seguendo la ragazza fuori dalla porta.

< Ma che ho fatto? > Chiese il rosso guardando Izzy, che gli rispose con un'alzata di spalle.

< Boh... Stiamo a vedere... >

 

< Ma vaffanculo. > Esclamò Stephanie sottovoce arrabbiata con se stessa. Iniziò a scendere le scale dell'edificio. Si sentiva così stupida. Continuava a domandarsi che cosa le fosse preso. Era scoppiata per nulla, per una cosa che magari non era neanche vera.

< Steph! Steph, dove sei? > Sentì Slash chiamarla da in cima alla rampa di scale. Si fermò appoggiandosi al muro e sospirando, e attese che il riccio la trovasse.

< Steph. > Le disse piano, raggiungendola.

< Slash, ho fatto un casino. Axl è incazzato con me, vero? > Gli chiese, mentre gli occhi cominciavano a diventare lucidi.

< Beh, più che altro è rimasto un po' scosso. Penso che non se lo aspettasse proprio.. > Le rispose accennando un sorrisetto. Voleva cercare in tutti i modi di tirarla un po' su di morale.

< Ci sarà rimasto male.. Mi dispiace. Ma ho visto Erin e.. probabilmente ho frainteso una sua espressione e ho reagito male. > Iniziò a spiegare Stephanie.

< Che espressione? >

< Sembrava un po' triste e pensierosa... Avevo paura che Axl le avesse fatto qualcosa di male. > Disse Steph lasciando cadere alcune piccole lacrime. < Non volevo sfuriare in quel modo. >

Slash la abbracciò stretta. < Tranquilla. Sono sicuro che si sistemerà tutta. Axl capirà. Non è uno stronzo senza speranza. > La consolò. < Allora che si fa? Si torna su? >

Stephanie si asciugò le lacrime e annuì.





Ce l'ho fatta! Scusatemi ma avevo perso la vena creativa, l'ho ritrovata con  un laccio emostatico..   eh!   ^^' (Spero che almeno abbiate apprezzato la mia prova.. xD) Cooomunque...
Ecco un altro capitolo. Fatemi sapere che ne pensate. Penso che nel prossimo ci inizieranno un po' di cambiamenti nella vita dei Guns e affiliati. :D

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Capitolo 11
*** cap 11 ***


 

< L'ho ritrovata. > Disse Slash entrando nell'appartamento. Stephanie lo seguì. Si sentiva terribilmente in imbarazzo. Aveva la sensazione di essere mal considerata da tutti. Soprattutto da Axl. E i loro sguardi furono solo una prova in più di questa sua sensazione.

< Scusatemi. > Disse Steph. Poi si girò a guardare il cantante. < Axl, mi dispiace. Ho reagito male. > Si scusò con lo sguardo basso.

Axl non le rispose, ma accettò silenziosamente le scuse della ragazza. Le voltò le spalle ed andò verso Izzy, che si fumava un'altra sigaretta affacciato alla finestra.

Questo suo gesto, fece rimanere male Steph. Non lo conosceva, e le sembrava che voltandogli le spalle, fosse ancora profondamente offeso.

Si girò a guardare Slash con uno sguardo rassegnato.

 

< Ehi. > Salutò Izzy. Axl gli si era avvicinato lentamente, raggiungendolo alla finestra. < Vuoi? > Gli chiese allungandogli una sigaretta.

Axl la prese e se la mise tra le labbra.

< Che ne pensi? >

< Di che cosa? > Chiese il rosso.

< Delle scuse di Stephanie. > Gli rispose Izzy espirando il fumo.

< Che cazzo di domande fai?! >

< Non cambi idea su di lei? > Chiese. < Dicevi che era una smorfiosa.. >

Axl si girò a guardare la ragazza, ancora in piedi vicino alla porta. Per un secondo i loro sguardi si incontrarono.

< Boh. Forse l'ho giudicata troppo presto. Credo che la colpa sia di quell'altro. Il dottore lì... > Disse rigirandosi a guardare l'amico.

Izzy iniziò a ridere. < Di Ralph?! Non ti pare di giudicare anche lui troppo in fretta? L'hai conosciuto anche meno di lei... E quelle poche volte che l'hai incontrato l'hai menato senza lasciarlo parlare. >

< Non è vero! > Si difese Axl. < L'ho incontrato tre volte e picchiato solo una. >

< Oh, beh, scusami allora! > Disse il chitarrista sarcastico. < Sarà stato quel pugno che mi hai dato a confondermi le idee. > Disse tirandogli una frecciatina.

 

“Ha ragione Ralph.” Pensò Stephanie. “Izzy e Axl sembrano proprio il gatto e la volpe. Anche per il colore dei capelli. Forse Izzy sa come posso farmi perdonare. Perché finisco sempre per offendere le persone?!” I suoi pensieri furono interrotti dallo sguardo del rosso. Si era girato a guardarla. “Perché mi guarda?” Si chiese confusa. Continuò a guardare la scena. Axl disse qualcosa. Qualunque cosa fosse fece scoppiare a ridere Izzy.

“Mi stanno prendendo in giro. Lo so. Oh, cavolo la devo smettere! Non stanno parlando di me.” Pensò.

Le sue emozioni, però ovviamente, non si fermò soltanto ai pensieri. Gli occhi le si erano bagnati leggermente e aveva iniziato a tremare un po'.

< Che ti prende? > Le chiese Duff. Non si era nemmeno accorta che il biondo le si era avvicinato.

< Eh? Niente. > Gli rispose insicura.

 

Tutto il resto della serata passò così. Stephanie continuava a lanciare sguardi ad Axl. Questa volta gli sguardi erano carichi di tristezza e di voglia di parlargli. Voleva spiegargli perché aveva reagito così. Non voleva solo chiedergli scusa, però davanti a tutti gli altri non aveva potuto fare altrimenti.

< A che pensi? > Le chiese Slash. Lei era   seduta sulle sue gambe, mentre osservavano attentamente Steven e Duff completamente fuori che ballavano in modo piuttosto imbarazzante su un sottofondo dei Mötley Crüe. Stephanie però appariva ancora una volta distante.

< Credo che dovrei parlare ad Axl. > Disse lei continuando a fissare un punto invisibile.

< Per quello scatto? Ti sei già scusata. Che altro gli vuoi dire? >

< Perché mi sono comportata così. >

< Sinceramente non credo che gliene fotta più di tanto... A lui basta che tu abbia ammesso che eri in torto di fronte a lui. Il resto sono solo chiacchiere. > Rispose il riccio schietto.

Steph sospirò. < Magari hai ragione... Ma mi aiuterebbe anche a sentirmi più in pace con me stessa. >

< Fai un po' come ti pare. > Gli rispose lui alzando le spalle, continuando a fissare lo 'spettacolo' davanti a lui.

La ragazza rimase ancora un po' seduta sulle gambe del chitarrista, girandosi a guardare Axl. Se ne stava tranquillo a bere da una bottiglia e parlando ad Izzy, mentre Erin gli stava accanto tenendolo per mano, ma senza essere davvero considerata da nessuno dei due.

Si decise ad alzarsi, convinta che un approccio diretto fosse la soluzione migliore.

< Axl. Posso parlarti un attimo? >

< No. > Evidentemente anche lui preferiva quel metodo.

< Dai, per favore. Ho bisogno di dirti una cosa. > Lo pregò Steph.

Lui si limitò a guardarla. Alla fine si arruffò leggermente con una mano i suoi capelli rossi, per poi sospirare e alzare le spalle in segno di approvazione.

Lei lo guidò in una camera. Evitò volutamente quella di Slash, dove poco tempo prima Axl ed Erin avevano passato del tempo in intimità.

Axl si andò a sdraiare sul letto, appoggiandosi sui gomiti, mentre Steph era rimasta in piedi e lo guardava nervosa.

< Allora? > Le chiese impaziente. < Hai interrotto un discorso con Iz. >

< Non iniziare ad attaccarmi. > Gli disse riprendendo per un secondo il suo coraggio. < Riguardo a quelle cose che ti ho detto.. >

< Ho capito. > Disse alzandosi. < Ti sei già scusata, ed io ci sono già passato sopra. > Continuò dirigendosi verso la porta.

< No, aspetta. > Lo fermò Steph prendendolo per un braccio e facendolo girare.

< Ma che vuoi?! > Le urlò Axl iniziando ad irritarsi.

< Non è quello che ti voglio dire. > Disse alzando la voce adeguandosi a quella situazione. Lo tirò fino al letto. Si sedettero una di fronte all'altro.

< Ti volevo spiegare perché ho reagito così. >

< Non mi importa. Basta che tu abbia ammesso di aver fatto una cazzata. > Le disse Axl iniziando ad alzarsi per l'ennesima volta.

Stephanie lo tirò giù ancora. Questa volta con più forza.

Axl, che era sbilanciato a metà strada fra lo stare seduto e lo stare in piedi, venne trascinato giù, finendo praticamente addosso a Stephanie.

I loro sguardi si incrociarono. Rimasero per un po' a guardarsi. Dopo un po' Axl si rimise seduto.

< Forza allora. > La incoraggiò.

< Sai perché Ralph è sempre con me? > Gli chiese senza davvero attendere una risposta. < Come sai lui è uno psichiatra. Fino a circa una settimana fa io vivevo in un ospedale psichiatrico, poi mi hanno concesso una prova per uscire. Ralph però è voluto rimanere accanto a me per salvaguardarmi. > Stephanie prese fiato. < Mi è stata diagnosticata la schizofrenia. Soprattutto perché durante la notte soffro molto di incubi. E spesso nei sogni sento persone che mi parlano dando giudizi su alcune persone e quando mi alzo sono irritato. Il mio problema è che quando sono nervosa non riesco a gestire la rabbia. Prima ho visto la tua ragazza, quando siete usciti dalla stanza di Slash, che sembrava triste, quasi come se prima l'avessi trattata.. male. Capisci quello che intendo? Però a parer mio, io non sono pazza. >

Il silenzio dilagò nella stanza.

< Uhm. E.. io che ti devo dire? >

< Axl, ma che cazzo! Ti sto svelando la mia parte più sensibile e il mio carattere e tu non mi dici niente. Ti ho appena spiegato perché ho agito in quella maniera, urlandoti contro. Almeno cerca di capirmi! Porca miseria. > Si sfogò la ragazza. Quando stava per riaprire la bocca per continuare a parlare, Axl soffocò le sue parole in un bacio.

Stephanie rimase immobile, non sapeva più che cosa fare.

Sentiva le labbra di Axl muoversi sulle sue. Sentiva le sue mani che iniziavano a toccarla. Fu solo quando la lingua del rosso si spinse fra le sue labbra, che Stephanie si decise ad interrompere quel contatto.

< Ma che cazzo fai?! > Gli gridò.





Finalmente sono riuscita a rimettere un nuovo capitolo. Ho avuto una settimana parecchio impegnativa, la scuola mi stava uccidendo.... u.ù
Da ora dovrei riuscire ad aggiornare con più regolarità. Spero. : D 

 

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Capitolo 12
*** cap 12 ***


 

< Ma che cazzo fai?! > Gli gridò spingendolo via, rimanendo a guardare Axl un'espressione sorpresa e scandalizzata.

Lui iniziò a ridacchiare sommessamente.

< Che cazzo ridi? >

< Dovresti vedere la tua faccia! > Le disse Axl continuando a ridere.

< Almeno capisci l'impressione che mi fai. > Gli disse alzandosi e andando verso la porta. < Puro disgusto, non credi? >

Axl rimase fermo guardando la porta chiudersi dietro Stephanie con un sopracciglio alzato.

 

Steph uscì dalla stanza, sbattendosi dietro la porta.

< Io me ne ritorno a casa. > Disse non appena rientrò in salotto dove gli altri erano rimasti. Non era cambiato niente, tranne che Steven e Duff, ormai esausti, avevano smesso di 'ballare'.

< Che ti ha fatto? > Chiese Slash irato, riferendosi ovviamente ad Axl.

< Perché avrebbe dovuto fare qualcosa lui?! > Lo difese Erin.

In quel momento Axl li raggiunse. < Che c'è? > Chiese incuriosito e leggermente spaventato da tutti gli sguardi che gli erano rivolti.

< Niente. > Rispose Steph, rivolgendosi, però, soprattutto a Slash. < Ho detto che vado a casa. E' tardi. >

< Vuoi che ti accompagni? > Si propose veloce il chitarrista.

< Sì, grazie. > Rispose lei.

 

I due scesero insieme le scale e, arrivati fuori, salirono in macchina.

< Oh, cazzo... > Esclamò Slash. Non riusciva a mettere il motore in moto. < Eh! Mi sa che siamo a piedi. > Le comunicò lui dopo svariati inutili tentativi.

< Ecco... Ho capito. Chiamo Ralph. > Sorrise Stephanie uscendo dalla macchina.

< Beh, magari possiamo andare a piedi... Posso venire con te. >

Stephanie sorrise, pensando alla proposta. < Solo se mi porti in collo tu. >

Slash rimase immobile e zitto. Era quasi tentato di dire di sì, ma cercò di ricordarsi quanto lontano fosse casa sua. < Andiamo a chiamare Ralph. > Disse alla fine rassegnato, per poi, insieme a Stephanie, risalire nuovamente le scale per l'appartamento dei ragazzi.

 

< Ma cos'è oggi? Lo sputtaniamo-Axl Day? > Chiese il cantante, più a se stesso che ad altri, camminando verso Erin, che stava ancora vicino alla finestra.

< In effetti... > Ridacchiò Izzy, mentre cercava di sfilare una bottiglia di vodka dalle mani di Duff. < Accidenti a te Duff.. > Borbottò sotto sforzo. < Ma non eri mezzo morto? >

< 'Fanculo Stradlin. > Gli urlò dietro, quando il moro riuscì a levargli dalle mani l'alcolico.

< Ma almeno si è scusata. > Disse Izzy, rivolgendosi nuovamente ad Axl.

< Ma che cosa ti ha detto? > Gli chiese Duff saltando Steven, ancora steso per terra.

< Lascia stare. > Gli rispose Axl sorridendo lievemente.

< Eddaiiii! > Lo incitò il bassista dandogli di gomito. < Che cosa ci hai fatto? > Gli chiese guardandolo sornione.

Erin si schiarì la voce, attirando l'attenzione del biondo, mentre Axl cercava di non ridere.

< E-Erin! Eh! Io stavo. Stavo solo scherzando. Non.. Non lo avevi capito? > Le chiese per poi scoppiare a ridere, trascinando pure gli altri.

< Ma che cosa ti sei fumato? > Gli chiese Izzy divertito nel notare che Duff non accennava a smettere di ridere.

< Gli sarà partito qualche neurone. > Disse Axl.

Erin iniziò a guardare il cantante. Il suo cantante. Continuava a chiedersi che cosa potesse essere successo in quella stanza con Stephanie.

Allungò il braccio e prese la mano di Axl intrecciandola con la sua.

Il ragazzo si girò a guardarla. Erin lo tirò verso di sé, senza incontrare alcuna resistenza da parte del rosso, che le si avvicinò sorridendole.

< Vieni un po' qui. > Gli disse dolcemente, abbracciandolo e appoggiando la testa sul petto di Axl.

< Che c'è? > Le chiese lui iniziando a cullarla leggermente. Il suo sorriso si allargò quando sentì Erin sospirare e stringersi ancora di più contro di lui.

< Oh. Ma quanto mi adori. > Le disse ironico.

Erin si staccò e gli diede una piccola botta sulla spalla. < Scemo. > Gli disse sorridendo, per poi alzarsi sulle punte e iniziando a baciarlo.

< Che ci fate di nuovo qui? > Chiese curioso Izzy facendo girare Axl ed Erin verso la porta.

“Ma guarda quello.” Pensò Steph. “Ora si sbaciucchia lei. Se Erin sapesse che cosa ha fatto prima... Che porco.”

< Non va più la macchina. > Rispose Slash.

< Cosa?! > Sbottò Duff arrabbiato. < Quella era la mia macchina. >

< Sta calmo biondo, che ti va via il colore se ti alteri troppo. > Lo schernì il riccio facendolo zittire. < Penso sia la batteria. >

< Io la suono! > Urlò Steven risorgendo dalle tenebre del suo degrado per poi rifiondarcisi un attimo dopo, risvenendo sul pavimento.

< Oddio. > Disse spaventata Stephanie. < Si sarà fatto male alla testa? >

Tutti si girarono a guardare Steven steso sul pavimento. < ….Naahh. >

< E quindi che fate adesso? > Chiese Axl non proprio interessato veramente alla faccenda.

< Ora chiamo Ralph e mi viene a prendere. > Gli rispose Stephanie. < Dov'è il telefono? >

Cominciarono a guardarsi intorno. La stanza, come tutto il resto della casa, era immersa in un caos totale. C'erano bottiglie vuote, piene, rotte, vestiti sporchi per terra, cartoni di pizza pieni di scritte e di frasi di canzoni.

< Eh! La fai facile te... > Le disse Izzy guardandosi intorno ridendo.

< Fate schifo. > Si lamentò la ragazza.

< Per noi non ci sono problemi a vivere così. Ma se a te da noia, da qualche parte dovrebbe esserci una scopa. >

< Molto divertente, Axl... Già che stai lì a fare lo spiritoso, perché non mi trovi il telefono? > Gli chiese mettendosi le mani sui fianchi in attesa.

< Scordatelo. > Le rispose ridacchiando. < Se lo trovo poi quello viene qui. >

< Quello?! Guarda che ha un nome! Cretino. > Gli disse alzando la voce irritata.

< Cretina sarai te. E anche una puttanella schizzata. >

< Che cosa?! Come ti permetti di chiamarmi così?! >

< Ah, non sono io quello che se ne va in giro a sbaciucchiarsi tutti e poi mi arrabbio se vengo rifiutato. > Esclamò Axl lasciando tutti a bocca aperta.

< Che cosa ha fatto?! > Chiese stizzita Erin.

< Già Axl, che cosa avrei fatto?! > Fece Stephanie indignata.

< Ma a chi vuoi darla a bere? Il metodo della finta tonta non funziona più. Vuoi continuare a far finta di non essermi saltata addosso? Ogni volta che mi alzavo per uscire dalla stanza tu mi ritiravi sempre verso di te. Ogni volta. > Continuò ad attaccarla Axl.

Stephanie si zittì. < Beh è vero. Ma solo perché tu non volevi ascoltarmi. >

< Solo per questo gli sei saltata addosso? Sapevi benissimo che io e lui stiamo insieme. > Le urlò Erin arrabbiata.

< Cosa? No! Solo per questo lo tiravo sempre a sedere accanto a me. E' lui quello che mi è saltato addosso. > Si difese Steph.

Erin si girò a guardare Axl. < Non è affatto vero. Tu mi credi vero, Erin? > Le chiese guardandola negli occhi.

< Certo. > Gli rispose, per poi girarsi a guardare di nuovo Stephanie.

< Ecco il telefono, Steph. > Disse Slash allungandole l'apparecchio.

< Ora lo chiamo così me ne vado da qui. Gli dico di aspettarmi giù così tu non lo vedi nemmeno. > Disse digitando il numero di Ralph.






Grazie mille a tutti voi che mi seguite e recensite la storia! : *

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Capitolo 13
*** cap 13 ***


La situazione era diventata parecchio strana in quella stanza.

Axl ed Erin se ne stavano volutamente isolati accanto alla finestra, continuando a parlucchiare abbracciati. Izzy, Duff e, per quanto potesse contare, Steven, si erano accomodati tutti sul divano, tranne Steve, ancora per terra, che guardavano la TV, sperando che la voce della ragazza tanto carina del meteo, potesse portare la pace in quel salotto.

Stephanie se ne stava seduta su una sedia in disparte con le gambe accavallate e le mani nelle tasche dei pantaloni, aspettando con ansia il momento in cui Ralph l'avrebbe salvata da quella scomoda situazione.

Slash, dal canto suo, era immerso in un forte stato confusionale. Questa volta però non aveva niente a che fare con sostanze stupefacenti o tassi alcolici altamente fuori norma. Non sapeva che cosa fare o di chi fidarsi. Forse Stephanie era totalmente diversa da come se l'era immaginata. Ma davvero avrebbe dovuto credere di più alla versione di Axl? In fondo Steph gli aveva detto che voleva dare ad Axl la spiegazione di quella sua reazione. Magari era proprio il rosso quello ad aver mentito. Quello ad essere stato rifiutato. Già. Era una cosa molto da Axl reagire così ad un rifiuto.

Le sue divagazioni ed ipotesi furono interrotte dal suono lungo e monotono del citofono. Stephanie saltò sulla sedia sorpresa da quel rumore inaspettato. < E' Ralph. > Esclamò più speranzosa che convinta.

Il riccio si diresse alla porta e rispose al citofono. < Sì? >

< Ehm, Slash? Sono Ralph. >

< Sì. Steph sta scendendo. > Gli disse, per poi riagganciare il citofono.

Quando si girò, la ragazza era a pochi centimetri da lui. < C'è Ralph giù. > Le disse piano.

< Bene. Allora vado. > Disse lei senza però muoversi di un centimetro.

< Ehi, Slash. > Lo chiamò Axl. < Se ti sposti, esce anche meglio, sai? >

Stephanie sospirò seccata. Era incredibile quanto riuscisse ad essere odioso. Ma come faceva Erin a sopportarlo?

< Grazie Axe per questa delucidazione. Pensavo che riuscisse a passarmi attraverso. > Gli disse il riccio aprendo la porta e facendole spazio.

< Grazie Slash. > Lo salutò dandogli un bacio sulla guancia, per poi iniziare a scendere le scale.

Arrivata all'ultima rampa, riuscì a distinguere la figura di Ralph attraverso la porta a vetri dell'ingresso della palazzina.

< Ralph! > Lo salutò gridando e saltandogli al collo stringendolo forte.

< Ehi. > Gli rispose lui sorridendo gentile.

< Odio Axl. > Gli confessò stringendosi al suo petto.

< E' lui che ha spaccato la macchina? > Chiese Ralph senza capire.

< Cosa? Ma che dici? >

< Mi hai detto che dovevo venirti a prendere perché la macchina si era rotta. >

< E che c'entra Axl? >

< Hai detto che lo odi. Pensavo ti riferissi alla faccenda della macchina. Beh, comunque. Che ha fatto, invece? > Le chiese, mentre si avviavano verso la macchina.

< E' uno stronzo, senza palle. > Disse Steph, iniziando a sentire gli occhi bagnarsi.

Ralph la strinse a sé dandole un bacio sulla testa, per poi accendere i motore ed iniziare ad avviarsi verso casa. < Raccontami. >

< Ho fatto un casino. Mi sono arrabbiata e l'ho ricoperto di insulti. Quando Slash mi ha riportato nell'appartamento mi sono scusata e gli ho detto il perché mi sono comportata così. Mi sono confessata totalmente con lui, che nemmeno mi sta poi così simpatico. Ma a lui non fregava niente e allora gli ho urlato di nuovo contro e gli ho detto che era un insensibile. E lui mi ha baciata! E ci ha messo la lingua. > Urlò mentre Ralph era concentrato a non perdere il filo della conversazione. Ogni volta che si liberava di un peso con lui, era sempre un'impresa capire tutto. < Io l'ho respinto e me ne sono andata dalla camera. Quando è tornato ha rigirato la frittata dicendo che io gli ero saltata addosso. Quindi adesso Erin, la ragazza di Axl, mi odio, Slash è confuso e gli altri sono in imbarazzo e si estraniano, mentre Axl si gode l'affetto ignaro della sua ragazza e la soddisfazione di avermelo messo nel di dietro. Non letteralmente. > Concluse Stephanie riprendendo fiato.

< Wow. E tutto questo in una sola serata?! Complimenti Steph. > Le disse ridacchiando e porgendole la mano.

< Ma vaffanculo Ralph! E' una cosa seria. >

< Dai stavo scherzando. > Le disse sorridendo del suo broncio offeso.

< Hai proprio ragione ad odiare Axl.. > Farfugliò lei.

< Io non lo odio affatto. > Le rispose lui sorridendo.

< Beh.. Ehm... allora dovresti. > Gli consigliò incrociando le braccia.

Ralph sospirò. < Cosa vuoi che faccia? > Le chiese.

< In che senso? Se vuoi un occhio nero, vai a parlarci, altrimenti ce ne andiamo a casa. >

Ralph sospirò nuovamente. < Va bene. > Disse per poi fare una brusca inversione ad U.

< Ma che cazzo fai?! > Urlò Stephanie spaventata.

< Vado a farmi un occhio nero... >





Un po' corto e un po' in ritardo... eh.. mi dispiace, ma sono in preda ad un piccola crisi mistica.. xD
Ma non proccupatevi, comincio a vedere una luce laggiù in fondo.. : )

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Capitolo 14
*** cap 14 ***


 

Dopo cinque minuti furono nuovamente sotto casa dei Guns.

< Bene. Tu che fai, vieni? > Le chiese uscendo dalla macchina.

< Sì. > Annuì lei seguendolo. < Lascia fare a me. > Disse suonando il citofono. < Ho più possibilità di farmi aprire. >

Attesero circa mezzo minuto senza ricevere alcuna risposta.

Ad un certo punto sentirono alzare il ricevitore, ma dall'alto parlante usciva solo uno strano rumore, come di risate, grida e mobili spostati. < Chi. Chi è? > Chiese alla fine una voce.

< Izzy, sono Steph. Mi fai salire? >

Non ci fu nessuna risposta, se non il portone della palazzina che si aprì.

< Non è che la situazione mi ispiri molta tranquillità. > Confessò Ralph sottovoce, iniziando a salire.

< Ciao Steph. > La salutò Slash uscendo dalla porta, appena la vide spuntare dall'ultima rampa di scale.

< Ciao, Slash. > Gli rispose lei, baciandolo sulla guancia.

< Che ci fai qua? Con lui? > Le domandò Slash curioso guardando Ralph preoccupato.

< Vuole parlare con Axl. >

< Ma cos'è? Ti diverti a prenderle? > Gli chiese sarcastico, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

Ralph iniziò a ridacchiare. < Spererei in un finale alternativo stavolta. > Disse entrando nell'appartamento.

< Salve ragazzi. > Disse guardandosi intorno.

< Oh, ciao Ralph. > Lo salutò gentilmente Duff.

Il dottore rimase un po' preoccupato alla vista della scena che gli si presentava davanti. “Spero che questa situazione ci sia solo da dieci minuti, perché se facevano così anche con Steph mi incazzo sul serio.” Pensò arrabbiato.

La stanza era un vero e proprio porcile. Ma fosse stato solo quello, ci poteva passare anche sopra, infondo conosceva il tipo di persone che abitavano in quella casa, non poteva aspettarsi ordine. Era la situazione delle persone ciò che lo preoccupava.

Steven era accasciato a terra, ovviamente sotto l'effetto di qualche droga. Izzy se ne stava in un angolino semi-nascosto a fare solo Dio sa cosa. Duff era totalmente ubriaco e si guardava tranquillamente la televisione in mutande. Incredibile che si fosse anche solo ricordato il suo nome. Piegato sul tavolo poco distante, Ralph riuscì a riconoscere Axl solo dai capelli che gli scendevano sulla schiena nuda. Il viso era completamente affondato in un bacio con una ragazza molto carina da capelli mossi.

< Axl. > Lo chiamò.

Il rosso fece finta di niente, e continuò ad accoccolarsi ad Erin.

< Axl, mi dispiace interrompervi, ma ti devo parlare. > Continuò.

Il rosso grugnì in disapprovo notando che Erin lo stava allontanando.

< Axl, smettila di ignorarmi. > Gli disse in tono severo.

Alla fine Erin riuscì a convincere Axl a alzarsi e a guardare Ralph.

< Che c'è? > Gli chiese alla fine con tono scocciato, come se rivolgergli la parola fosse il più grande regalo che potesse concedergli. < Se è per parlare di Stephanie, puoi anche risparmiare fiato. >

< Va bene. Allora parliamo di altro. Puoi venire con me? > Gli chiese gentilmente indicando una stanza.

< Possiamo anche parlarne qua. > Gli rispose strafottente.

< Ok. Nessun problema. Allora, Stephanie mi ha detto- > Iniziò, per poi essere quasi immediatamente interrotto dal ragazzo.

< Va bene. Andiamo di là. > Lo interruppe Axl, camminando verso di lui.

Ralph rise sotto i baffi.

Entrarono nella prima stanza che incontrarono.

< Senti, Steph mi ha raccontato quello che è successo e ho buoni motivi per crederle. Ma non sono venuto qui per dirti che sei stato sleale o quant'altro, ma Stephanie mi è sembrata un po' scosso e ci è rimasta parecchio male. Lei ha avuto dei problemi. E' un po' particolare, penso tu riesca a capire. >

< Stai dicendo che io ho dei problemi?! > Gli urlò Axl avvicinandosi a lui minacciosamente.

< No. No, voglio dire che penso tu te ne sia accorto. >

< Non provare a rigirare la frittata! Davanti a me tu non rigiri un cazzo di nulla. > Continuò a minacciarlo.

< Ma tu ne hai il diritto vero, Axl? Hai il diritto di far cadere nella merda Steph, non è vero?! > Gli disse Ralph iniziando ad arrabbiarsi.

Axl rimase un po' scosso. Non si aspettava certo che il dottore riuscisse a lanciargli quelle parole di accusa.

< Axl, perché ti devi comportare così?! Non dico solo con Steph, ma anche con me. >

< Perché tu non puoi farti gli affari tuoi? >

< Non posso. Non è il mio modo di fare, mi dispiace. Axl, non sono uno stupido, capire le persone ed aiutarle è il mio lavoro. > Gli disse, facendo un passo verso di lui.

< Allora capirai perfettamente che non ho bisogno di nulla. > Gli rispose, per la prima volta quasi sommessamente, uscendo dalla stanza, lasciando Ralph da solo con un piccolo sorriso di vittoria sul volto.

Uscì anche lui poco dopo. < Dai, Steph, andiamo a casa. > Le disse aprendole la porta.

< Ciao, Slash. > Lo salutò la ragazza con un tono di voce che lasciò Ralph un po' perplesso.

Prima di uscire dall'appartamento, Ralph si girò a guardare i ragazzi in salotto, soffermandosi soprattutto su Axl, che se ne stava di nuovo abbracciato ad Erin, questa volta come a cercare conforto. Si chiuse la porta dietro le spalle. “Chissà se riuscirò a scalfire la sua corazza..” Pensò sorridendo.

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Capitolo 15
*** cap 15 ***


 

< Che c'è? > Chiese Erin dolcemente mentre accarezzava i capelli e la fronte di Axl.

Mentre lui era andato a parlare con Ralph, dalla camera della ragazza aveva sentito la sua voce alzarsi. Non era riuscita a capire che cosa stesse dicendo, ma poteva benissimo capire che qualcosa l'aveva innervosito.

Ma adesso, mentre lo stringeva e lo coccolava, era rimasta sorpresa di quanto in quel momento potesse sembrare fragile.

Axl non le rispose, ma la domanda di Erin sembrò come svegliarlo. Si staccò da lei, riacquistando il suo abituale atteggiamento strafottente. < Ehi, Izzy. Dammi un po' di quella roba. > Gli disse avvicinandoglisi.

Il chitarrista gli allungò una siringa già preparata.

Axl si servì, bucandosi e lasciandosi trasportare via, accasciandosi al muro.

Erin sospirò. Gli andò vicino, gli sollevò la testa e se la mise sul grembo, ricominciando ad accarezzarlo e asciugando il sudore che iniziava a formarsi sulla fronte.

 

Le luci della città passavano veloci sul finestrino della macchina, mentre correva verso casa.

< Senti Steph, ti volevo chiedere una cosa. > Disse Ralph sorridendo.

< Dimmi. >

< Cosa è successo fra te e Slash? > Le chiese girandosi, per quanto possibile, a guardarla.

< P-Perché dovrebbe essere successo qualcosa? Non vedo davvero il motivo di questa tua domanda. > Gli rispose Steph per nulla convinta, mentre cercava in tutti i modi di evitare lo sguardo di Ralph.

< E dai. A me puoi dirlo! Ho sentito il tono di voce che hai usato salutandolo. E' ovviamente successo qualcosa di... intimo. > Continuò Ralph alzando le sopracciglia e continuando a sorridere.

< Oddio, Ralph! Sei peggio di una vecchia pettegola. >

Ma lui non demorse. Continuò a tormentarla di domande cercando di ottenere il suo scopo.

< Ci siamo baciati, va bene?! Mi ha detto che gli piaccio. Ecco, te l'ho detto, contento? > Disse alla fine lei scocciata.

< Ahah! Lo sapevo! > Esultò lui.

Stephanie sbuffò, aspettando il momento in cui fossero arrivati a casa per sotterrarsi dalla vergogna.

 

Arrivati a casa, Steph si precipitò nel suo appartamento e accese la radio, inondando tutte le sue stanze di note.

Dopo circa 5-10 minuti, fu interrotta da qualcuno che bussava violentemente alla porta, cercando di farsi sentire il fragore della musica.

Stephanie si avviò verso la porta, senza abbassare il volume.

Aprendo la porta si trovò davanti Ralph. < Che c'è? > Gli chiese.

< Ma come fai a stare con la musica così alta?! > Urlò lui, cercando di sovrastare il “sottofondo”.

Stephanie sospirò e spense, finalmente la radio. < E' l'unico modo per non sentirmi pensare. > Gli rispose, sedendosi debolmente sul divano.

Ralph la guardò. Si sentiva un cane. Continuava a ripetersi che non avrebbe dovuto chiedergli quelle cose personali.

< Mi dispiace, Steph. > Le disse mettendosi a sedere accanto a lei. < Non volevo farti star male. Pensavo che fosse una cosa bella. >

< Non lo è per me. > Continuò lei.

< Perché? Non ti piace Slash? >

< Non è che non mi piaccia! > Gli rispose prontamente lei, iniziando a sentire le lacrime scendere. < Lui è simpatico ed è anche un bel ragazzo. Ha anche un sacco di talento. Ma... > Si interruppe lei singhiozzando.

< Ma? > Cercò di farla continuare.

< A me. A me piace Axl... > Disse alla fine, scoppiando a piangere.

Ralph la abbracciò, cullandola, incapace di dire niente.

< Ma lui sta con Erin e probabilmente mi odia! > Continuò lei.

< No, no. Non devi neanche pensarlo. > La consolò Ralph.

Continuò a cullarla fino a che, ormai stanca. Stephanie si addormentò fra le sue braccia.

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Capitolo 16
*** cap 16 ***


 

Vieni qua, brutto bastardo!” Urlò Stephen. “Non scappare cagasotto.”

William continuava a correre come un forsennato. Ogni tanto si voltava a guardare il suo patrigno che si faceva sempre più lontano.

Si voltò ancora ed inciampò su una delle sue stringhe sciolte, cadendo rovinosamente a terra.

Il cuore gli batteva all'impazzata. Suo padre adesso aveva rallentato il passo, mentre lo guardava ghignando.

Ad ogni passo, sentiva il terreno scuotersi e vedeva qualcosa di strano capitare alla figura di suo padre.

Il volto iniziava a sfigurarsi, la pelle si faceva sempre più scura, come scottata. Gli occhi diventavano sempre più chiari, diventando gialli.

Il ghigno si trasformò alla fine in una specie di mostro.

William rimase a bocca aperta, fissando l'enorme creatura che incombeva su di lui.

La terra continuò a tremare, sempre più forte. Una crepa si aprì e Will iniziò a cadere, urlando.

< Axl! > Lo chiamò Izzy, scuotendolo forte.

< Amore, svegliati. > Disse Erin.

Axl aprì gli occhi. Sentiva il cuore battergli forte ed era completamente sudato.

< Cazzo... > Bisbigliò sottovoce ancora un po' traumatizzato dall'incubo.

< Tutto ok, Axe? > Gli chiese Izzy, prendendogli il viso per poterlo guardare negli occhi.

< Sì. Tutto a posto... > Gli rispose Axl, tirandosi in piedi. < Maledetta eroina del cazzo. >

 

< Buongiorno, Steph. Tutto bene stamattina? > Le chiese Ralph, vedendola spuntare in cucina.

< Perché sono nel tuo appartamento? > Gli chiese confusa.

< Non volevo lasciarti sola ieri sera. >

Lei non disse nulla. Si mise a sedere al tavolo. < Grazie... >

Ralph le sorrise mettendole davanti una tazza calda di caffelatte.

Stephanie per poco non immerse il naso nella tazza nel tentativo di odorare tutto il profumo di quella colazione. < Da quant'é che non ne bevevo uno! > Sospirò iniziando a sorseggiare.

< E' l'ultimo giorno a lavoro con Rob al negozio, vero? >

< Sono già passate due settimane? > Gli chiese sbigottita.

< Già. Devi trovarti un nuovo lavoro. > Le disse. < Hai già qualche idea? >

< Boh... farò la segretaria in qualche posto. > Gli rispose alzando la testa la testa per guardarlo, aspettando opinioni sulla sua intenzione.

Ralph cercò di trattenere una risata.

< Ma che faccia fai?! Non mi sembrava un'idea stupida... >

Lui le si avvicinò portandole vicino un fazzoletto. < Sono i baffi che mi fanno ridere. > Le disse, pulendole le macchie di caffelatte che aveva sulla faccia, per poi piazzarle un bacio sulla fronte.

 

Stephanie stava rimettendo a posto i dischi da poco arrivati.

< Buongiorno. > Disse Marie, la sua collega, salutando qualcuno appena entrato nel negozio.

< Ciao, bella. > Le rispose quest'ultimo.

Stephanie non poté fare a meno di sobbalzare. Il cuore le iniziò a battere forte. Cominciò a guardarsi intorno cercando un posto in cui nascondersi.

< Ehi guarda chi c'è qua? > Disse di nuovo la voce.

“No, non sta parlando con me.” Pensò Stephanie, cercando di distrarsi continuando a sistemare i dischi freneticamente.

< Steph. > La chiamò mettendole una mano sulla spalla.

La ragazza sospirò, arrendendosi alla situazione.

< Ciao Slash. > Gli rispose sorridendogli.

Lui le si avvicinò e le schioccò un bacio a stampo sulle labbra. < Non sapevo che lavori qui. >

< Beh, ci lavoro solo da due settimane e questo è il mio ultimo giorno. > Gli rispose.

< Hai combinato qualcosa? Vuoi che picchi il tuo capo? >

< Ma che dici! > Disse lei ridendo, dandogli una pacca sulla spalla.

< Senti, mi aiuteresti a trovare il nuovo disco di Elton John? > Le chiese.

Lei strabuzzò gli occhi. < Tu ascolti Elton John?! Non l'avrei mai detto. Io lo adoro! >

< No, non è per me. E' per Axe. Oggi è di cattivo umore perché ha fatto uno dei suoi incubi, per cui adesso ognuno di noi è diventato un suo zerbino personale. Io accetto solo perché non ho voglia di stare ad ascoltare lui che mi urla dietro. > Le rispose, mostrandole la demoralizzazione e la noia che la situazione a casa gli provocava.

Lei sorrise. < Ecco. Breaking Hearts. > Disse allungandogli il vinile.

< Grazie. Ti va di venire a prendere un caffè con me qui di fronte? > Le propose.

< Slash, io devo lavorare. > Gli rispose titubante.

< Eh dai, solo 10 minuti. Non se ne accorge nessuno. E poi non hai detto che è il tuo ultimo giorno? > Disse cercando di convincerla. < Dai. >

< E va bene. > Acconsentì lei. < Però paga il disco o me lo levano dallo stipendio. >

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Capitolo 17
*** cap 17 ***


 

< Qua bisogna organizzare una rivolta. > Disse Duff, sbattendo a terra il grembiule da cucina.

< Davvero, io non ce la faccio più a sentirlo urlare. > Si lagnò Steven.

Izzy sospirò. < E che vorreste fare? Ogni azione è vana contro la “creatura”. >

< Izzy! Ma dov'è finito quel cazzone di Slash?! Ho bisogno di quella minchia di disco, porca puttana! > Urlò Axl da camera sua.

< Eccolo che ricomincia... > Disse Duff scocciato dando un calcio al grembiule.

< Io non lo reggo più. > Gli diede corda Steven, sbattendo la testa contro il tavolo.

< Io gli voglio bene e tutto, ma certe volte si spinge un po' troppo oltre il mio limite di sopportazione. > Si lamentò Izzy.

< IZZY! Rispondi Dio Cristo! >

< Non lo so dov'è, Axe. Se n'è andato solo da un quarto d'ora. Arriverà tra un po', calmati. > Gli rispose quietandolo.

Accesero la televisione e si misero a guardare uno di quegli stupidi programmi su MTV, cominciando pian piano a rilassarsi di nuovo.

< Izzy! Abbassa quella cazzo di televisione! > Sbraitò di nuovo il rosso dal piano di sopra.

< Io me ne vado. > Disse seccamente il chitarrista alzandosi e dirigendosi verso la porta.

< Subito dietro di te! > Dissero Steven e Duff all'unisono, sbattendosi la porta alle spalle.

< Izzy, il volume, minchia! > Continuò a gridare Axl ignaro. < Duff! >

Nessuna risposta, e il volume continuava a rimbombargli in testa. < Steven! ….Cazzo. >

 

< No, te lo giuro! > Disse Slash ridendo. < Non ho idea di che cosa sogni, però sembra innervosirlo molto. Izzy è l'unico che sa che cosa sogna. Sono amici fin da quando erano ragazzini... Povero Izzy. >

< Anch'io ogni tanto faccio questo tipo di sogni.... > Gli disse guardando il ragazzo negli occhi con un finto sguardo di sfida, cercando di non ridere.

< Ah. Ehm. Eh! Oh, cazzo... > Disse sentendosi un completo deficiente. < … Scusami.> Le disse, dandole ancora una volta un bacio.

Entrarono nel bar e trovarono posto ad un tavolino. A quell'ora non c'era praticamente nessuno, e i due poterono avere tutta la privacy che volevano.

< Cosa vi posso portare? > Chiese un cameriere dall'aria cordiale.

< Per me un caffè. Per te Steph? >

< Ehm...Anche per me un caffè e una brioche. >

< Bene. Torno subito. > Li disse sorridente.

< Hai già in mente un nuovo posto dove andare a lavorare? > Le chiese.

< Mah.. Chiederò di fare la segretaria in qualche ufficio... Non so. > Gli rispose, sorridendo al cameriere di ritorno con le loro ordinazioni.

< Potresti andare a fare la stripper in quel locale sul Sunset. Sarei un tuo cliente affezionato. > Le disse sorridendole sornione.

< Evviva. > Esclamò lei sarcastica. < Menomale che ci sei tu a darmi questi fantastici consigli... >

Slash sghignazzò, iniziando a sorseggiare il suo caffè.

< Oddio, che hai fatto?! > Chiese spaventata dall'espressione di Slash.

< Che schifo!! > Urlò facendo una faccia schifata.

< Ehm, scusi, qualche problema, signore? > Chiese il cameriere venendogli vicino.

< No, no, tutto apposto... > Mormorò.

< Ma che ti è preso? > Gli chiese Steph sottovoce, mentre il povero cameriere si allontanava dal loro tavolo.

< Non mi ricordavo che il gusto del caffè fosse così diverso da quello del Jack Daniel's... > Disse con aria sconsolata.

< Sei un caso perso, Slash... > Gli disse Stephanie senza sapere se ridere o piangere.

< Anch'io ti voglio bene. > Esclamò il riccio allungandosi sopra il tavolo per darle un bacio.

< Ecco, a proposito di volersi bene... > Iniziò lei seria.

< A che punto siamo noi due? > Finì la frase per lei il riccio.

< Già. Voglio dire, da quando ci siamo baciati ieri sera, tu continui ad appiccicarti alle mie labbra. >

< Non dire che non ti piace. Non ti crederebbe nessuno. > La interruppe Slash, sorridendole.

< Non ho detto questo. > Disse riprendendo il suo discorso. < Dico solo che un bacio vuol dire tutto e nulla... >

< Stephanie tu mi piaci un sacco, penso tu l'abbia capito ormai. > Le disse facendosi coraggio.

< E allora dimmelo. >

A Slash venne quasi da ridere.

La ragazza, dal canto suo, aspettava con ansia di sentire quelle parole. Sentiva il cuore battere forte. Da una parte era contenta di piacere a Slash. Lui era molto simpatico e spiritoso, un po' pazzo, ma forse era anche questo che rendeva più piacevole la sua compagnia, in più aveva un incredibile talento nel suonare la chitarra. Ed era davvero carino. Però, non poteva negare a se stessa che l'amore che realmente voleva era quello di Axl, ma sapeva bene che nella vita è meglio accontentarsi ed accettare la migliore occasione che ci si presenta davanti.

< Ti va di stare con me? > Le chiese. < Oh, ma che cazzo! > Esclamò un secondo dopo, facendo sobbalzare Stephanie. < Mi sento un deficiente di uno di quei film di adolescenti coglioni. > Sospirò esasperato. < Beh, comunque, allora che ne dici? >

< Si. > Gli rispose sorridendo

< Grande. > Le rispose dandole un altro bacio. < Posso chiederti una cosa? >

< Certo. >

< Mi spieghi cos'è successo quando sei andata in camera con Axl? Mi avevi detto che gli volevi spiegare la tua reazione... >

< E' ciò che ho fatto, Slash! E' lui che mi è saltato addosso. Comunque basta, non ne voglio più parlare. > Disse lei alzandosi dal tavolo.

< Va bene... > Sospirò.. < Vuoi venire stasera a vedere il nostro concerto al Whisky? >

< Ehm, devo chiedere a Ralph, ma credo non ci siano problemi. L'unica cosa è che di sicuro non vorrà lasciarmi da sola. >

< Ci sono io. >

< Infatti tu sei la persona più adatta per tenermi lontana da alcool e quant'altro, vero? > Sorrise Steph. < Ora devo tornare a lavoro. > Lo salutò avvicinandosi e scoccandogli un bacio, per poi allontanarsi.

< Alle nove al Whisky. >

 

< Ehi, rospi! > Esclamò Slash entrando nell'appartamento. < Ma dove siete spariti? >

< Slash! Spegni quella cazzo di televisione e portami quel maledetto CD! > Gli urlò Axl.

Slash sospirò. < E menomale che è cresciuto con un pastore di una chiesa pentecostale... Se fosse stato cresciuto da un satanista cos'era adesso? > Si chiese il chitarrista iniziando a salire le scale.

< Ecco a te, brocco. > Gli disse lanciandogli il disco. < Bel casino hai fatto... >

La sua camera era completamente sottosopra, e la finestra era rotta. < Chi la ripaga ora quella... >

< Ma tappati quella fogna... Perché ci hai messo così tanto? >

< Sono andato al negozio all'angolo. > Gli disse sedendosi sul letto e guardandolo mentre metteva il CD nel lettore. < E ci ho trovato Stephanie. >

< Pensa te che gioia... > Borbottò sarcastico il rosso mentre si metteva a gambe incrociate sul pavimento, chiudendo gli occhi.

< In effetti sì. Ci siamo messi insieme. > Gli disse mettendosi a sedere vicino a lui.

< Contento te. > Gli disse senza aprire gli occhi.

< Non vorresti essere al mio posto? Considerando come ti sei gettato a baciarla. > Gli disse.

Axl rimase per un secondo con il fiato sospeso. Aprì un occhio, guardando Slash. Sospirò e lo richiuse. Ormai era ovvio agli occhi di Slash cosa davvero fosse successo in quella stanza il giorno prima. Axl sapeva che non c'erano più scuse da utilizzare, preferì stare zitto e lasciare il suo silenzio parlare per lui.

< Comunque viene a vederci stasera al Whisky. > Lo informò posandogli una mano sulla spalla e alzandosi.

< Pure Ralph? >

< Pure Ralph. > Gli rispose.

< Fantastico. >
Il riccio si girò a guardare l'amico ancora ad occhi chiusi. Non aveva sentito sarcasmo nella sua voce, cosa che lo aveva sorpreso non poco. Alzò le spalle e uscì dalla stanza.

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Capitolo 18
*** cap 18 ***


Slash scese le scale e se ne tornò in soggiorno buttandosi a peso morto sul divano. Non ce l'aveva con Axl per quello che aveva fatto, infondo lo conosceva. E loro due non stavano ancora insieme. Era anche sicuro che al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa... Beh, tranne mettere in una pessima situazione Stephanie.

Guardò il suo riflesso sullo schermo spento della televisione.

< Che fesso che sono. > Si disse a bassa voce alzandosi. “E' vero, infondo è stato solo un bacio. Alla fin fine me ne frega anche poco. Però.. Non resisto all'idea di vendicarmi almeno un po'.” Pensò ghignando e andandosi a prendere una birra fresca.

Mentre iniziava a sorseggiare sentì la porta d'ingresso aprirsi alle sue spalle.

< Slash! Guarda un po' chi abbiamo incontrato in un locale. > Esclamò Duff, un po' troppo felice.

Il riccio si girò e si trovò davanti Izzy, Duff, Steven e cinque belle ragazze.

< Ehi, e voi chi siete? > Domandò malizioso avvicinandosi.

< Il vostro portafortuna per il concerto di stasera. > Gli rispose una ragazza dai capelli castani, prima di essere trascinata in un bacio da Izzy.

< Come ti chiami, dolcezza? > Chiese Slash ad una bella ragazza dagli occhi verdi.

< Lascia stare, Slash. E' tempo perso. > Borbottò Steven. < E' stata tutto il tempo a parlare di Axl, di quanto fosse belle e bravo e di quanto volesse conoscerlo.. >

< Ma dov'è Axl adesso? > Chiese la ragazza guardandosi intorno.

< E' su in camera sua. Sono sicuro che apprezzerà la tua compagnia. > Le disse Duff indicandogli le scale.

< Ora basta. Stasera metterò in atto il mio piano di vendetta. > Comunicò Slash quando la ragazza sparì dalla loro vista.

< Vendetta contro chi? > Chiese Steven dal divano dove era steso insieme ad una ragazza bionda.

< Contro Axe, ovviamente. Ci ha fatto ammattire tutti, soprattutto oggi. Mi ha rubato la ragazza con cui volevo stare adesso, e quindi ha anche tradito Erin. In più c'è del personale. > Disse soddisfatto.

< Anche tu stai tradendo Stephanie, idiota. > Gli comunicò una voce probabilmente appartenente ad Izzy, proveniente da un indeterminato punto della stanza.

< Ok. Cancella quel motivo. Rimane il fatto che mi ha rubato la prima scelta. >

< Sei uno stronzo. > Gli urlò la “seconda scelta” mentre lo allontanava da sé.

< Risolto il problema. > Farfugliò Duff ridendo. < Adesso non la tradisci nemmeno più. >

< Stai zitto. Dai, dolcezza vieni qui. Stavo solo scherzando. > Le disse seguendola.

< Che sfigato. > Fu il commento all'unisono degli altri tre ragazzi.

 

< Eccoli. > Esclamò Stephanie vedendo i cinque ragazzi che salivano sul palco acclamati dalla folla.

Non appena attaccarono con la prima canzone, Steph e Ralph, iniziarono ad essere sballottati qua e là dall'euforia della gente.

I due continuarono a guardarli, sorpresi da quanto quei ragazzi così diversi riuscissero ad amalgamarsi così bene. Il risultato era un'energia potente e molto contagiosa.

Lo sguardo di Stephanie continuava a spostarsi da Slash ad Axl, sostando prima su uno poi sull'altro indeciso.

Continuava a dannare il cantante che si presentava sul palco a petto nudo e stretti pantaloni di pelle, con la bandana rossa a fermargli i capelli, lasciando in bella vista i suoi brillanti ed espressivi occhi verdi.

La ragazza cercava in tutti i modi di soffermare la sua attenzione sul chitarrista, e in certi momenti sembrava anche riuscirci.

La melodia che usciva dalla sua chitarra aveva qualcosa di magico che la catturava.

Fu quando vide Axl piegarsi e dare un bacio ad una persona del pubblico che cominciò a sentire di nuovo la gelosia.

Si sporse cercando di vedere chi fosse quella ragazza. Vide dei capelli mossi. Erin. Certo, chi altro poteva essere, pensò.

< E' quella ragazza di ieri sera? > Chiese Ralph guardando la ragazza che, arrossendo, sorrideva al cantante.

< Sì. E' Erin. La sua ragazza. > Gli rispose amaramente.

Ralph, nonostante la confusione, riuscì a percepire il suo tormento.

Le mise una mano sulla spalla, sorridendole comprensivamente.

< Non fare quella faccia, Ralph. Adesso non mi importa più. Mi sono messa con Slash, stamattina. >

< Davvero?! Fantastico! > Le disse abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia. Era davvero contento per lei. Ma non poteva non aver paura. Avrebbe dovuto parlare un po' con Slash per chiarirgli la situazione di Steph e accertarsi che la ragazza fosse al sicuro.

Quello che più lo preoccupava però, erano i sentimenti di Stephanie nei confronti di Axl. Era assolutamente sicuro che, nonostante lo negasse, a Steph continuasse ad importare del rosso.

Il pubblico esultò con entusiasmo per la fine dello show, applaudendo i cinque musicisti.

< Wow! Mai vista una folla così! > Esclamò Steven, quando furono tutti nel backstage.

< Stiamo riscuotendo successo, cari! > Disse fieramente Slash.

< Già, molto. > Tutti si girarono nella direzione di quella voce sconosciuta.

< Chi cazzo è questo? > Chiese sgarbatamente il riccio.

< Mi presento sono Tom Zutaut, lavoro per la Geffen Records. >

I cinque rimasero con il fiato sospeso, senza dire una parola.

< E' già da qualche tempo che seguo i vostri show, e vorrei proporvi un contratto discografico. >

< Non sta scherzando vero? > Chiese Steven mentre lo guardava con occhi sognanti.

< Certo che non sta scherzando, idiota. > Disse Axl, dandogli una botta in testa.

Tom sorrise. < Sentite, vediamoci fra due giorni alla sede della Geffen a Santa Monica, così discutiamo per bene, ok? > Propose.

< Certo, perfetto. > Assentirono.

< Allora ci vediamo. Mi raccomando. > Disse salutandoli e uscendo dalla porta.

Non appena si chiuse la porta, i cinque si lanciarono in un urlo liberatorio e di gioia.

< Cazzo sì! > Esultò Axl. < Era da troppo tempo che aspettavo questa opportunità. Ora lo facciamo vedere a tutti di che pasta siamo fatti! >

< Non ci credo ancora.... Pensate a quanti soldi intascheremo. > Disse Slash respirando con affanno.

< Potrò comprarmi una macchina. > Disse Izzy soddisfatto.

< Potrò comprarmi le birre! > Ridacchiò Duff esaltato all'idea.

< 'Fanculo le tue birre! Pensa a quante ragazze inizieranno a girarci intorno! > Esultò Steven, facendo sembrare, agli occhi degli altri, le loro idee delle tremende cavolate.

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Capitolo 19
*** cap 19 ***


 

Mentre parlavano e brindavano per quella bella notizia, sentirono la porta aprirsi.

< Siete stati fantastici. > Disse Stephanie correndo da Slash.

< Performance pazzesca. > Si congratulò Ralph < Sembrate già pronti per il successo. >

< Lo siamo. > Esclamò felice Duff. < Mi sa che tra un paio di giorni firmeremo un contratto discografico! >

< Grande! >

< Axl. > Disse una sottile voce femminile alla porta.

< Vieni qua. > Le rispose lui, facendole gesto con la mano di avvicinarglisi.

Lo sguardo di Stephanie si incupì di colpo vedendo Erin camminare un po' timidamente verso il cantante. Distolse l'attenzione dalla coppia girandosi e iniziando a baciare Slash, che accolse con molto piacere questo suo improvviso slancio affettivo.

< La situazione sta diventando un po' troppo mielosa per me. > Disse Duff dirigendosi verso la porta. < Vado a cercarmi qualcosa da fare. >

< Qualcosa o qualcuno? > Gli chiese Steven.

< Non so. Ma in ogni caso inizia con la lettera 'D' >

< Allora ti seguo. > Gli disse alzandosi e seguendo l'amico fuori dalla stanza.

< Bene. > Sospirò Izzy guardando le due coppiette intente a scambiarsi dolci effusioni. < Pare che siamo rimasti solo noi due liberi... > Disse sarcastico avvicinandosi a Ralph, che iniziò a ridere.

< Già. Andiamo a bere qualcosa? Ci uniamo agli altri due, magari. Così lasciamo spazio alle due coppiette. > Disse ammiccando a Stephanie.

< Ah. E io che volevo unirmi a loro... Va bene, andiamo. > Gli rispose Izzy.

< No! > Slash spostò leggermente Steph così da potersi alzare.

< Izzy mi devi aiutare ad attuare la mia vendetta. > Gli disse all'orecchio.

< Ma che vendetta. Non dire cazzate. Cosa avresti intenzione di fare? >

< Chiudere a chiave Ralph e Axl in una stanza. > Disse diabolico.

< Ma che stai dicendo. A che fine? > Chiese Izzy scettico. < E' tutto il giorno che è irritabile. > Continuò. < Se gli fai pure questo chi lo regge più... >

Slash si zittì. < E che avresti in mente, sentiamo. >

Izzy sospirò spostandosi i capelli dagli occhi. < Dev'essere qualcosa di perfido... Ci sono! Però devi venire con me. Mi devi aiutare. >

< Certo! > Esclamò contento. < Steph, scusami ma devo fare una cosa importante. > Le disse.

< Cioè? > Chiese lei quasi scocciata.

Lui le si avvicinò. < Vogliamo fare uno scherzo ad Axl. > Le bisbigliò all'orecchio.

Le labbra di Stephanie si aprirono in un sorriso. Ne era più che felice, e avrebbe fatto qualunque cosa per aiutarli. Infondo Axl se lo meritava, aveva un conto in sospeso con lei. In un certo senso voleva fargliela pagare per non stare con lei e non ricambiare i suoi sentimenti.

< Se ci vuoi aiutare, porta Erin lontano da Axl per un po'. > Le disse Izzy sottovoce.

I tre si scambiarono degli sguardi d'intesa, poi i due ragazzi uscirono dalla porta sghignazzando.

< Che cosa state combinando? > Chiese sospettoso Ralph.

< Niente. > Rispose un po' troppo prontamente Stephanie.

< Dimmi solo che non è niente di illegale. > Le chiese timoroso.

< Certo che non lo è. > Sorrise lei.

 

< Mi dice che cosa hai in mente? > Chiese Slash curioso di sapere il nuovo piano.

< Un incontro al buio. > Gli rispose.

Il riccio si fermò, facendo una faccia da ebete. < E dove sta la perfidia? Sinceramente mi sembra una cosa parecchio eccitante. > Disse senza capire.

< Dipende da chi ti trovi sotto le coperte. > Ridacchiò Izzy.



Ho ritrovato l'ispirazione!! :D
Aggiornerò più frequentemente adesso!! ^^

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Capitolo 20
*** cap 20 ***


 

< Amore sei stato bravissimo sul palco. > Gli disse lasciandogli i capelli scomposti.

< Ci hanno offerto un contratto discografico. La Geffen. > Le disse baciandole il collo.

Erin non rispose. Era contenta, contentissima per lui, era da tanto tempo che ci sperava.

Axl continuava a massaggiarle il collo con leggeri tocchi con la punta della lingua.

< Erin? > La chiamò una voce, non riusciva a rispondere, non voleva rispondere. Axl la ammaliava e la seduceva dolcemente e lei era completamente innamorata.

< Erin, scusami. > Continuò a chiedere Stephanie. Stava cominciando ad imbarazzarsi. Vedeva Erin che ad occhi chiusi, sorridente, accarezzava ogni parte del suo corpo di Axl, scoprendo sempre di più quanto avrebbe voluto essere al suo posto. Anche per questo però voleva allontanarla da lui, le faceva male vederli così felici insieme.

< Erin. Ti devo parlare. >

Alla fine, sospirando, Erin aprì gli occhi e cercò di allontanare Axl.

< Cosa c'è? > Le chiese stizzita.

< Posso parlarti? E' importante. >

< Va bene. > Disse, riuscendo finalmente a staccare il ragazzo dal suo collo, che, in disapprovo, mormorò delle offese.

< Andiamo a prenderci qualcosa da bere. > Le disse Stephanie, dirigendosi verso la porta seguita da Erin che sorrideva ad un Axl evidentemente scocciato.

 

< Eccolo là. E' perfetto. > Sentenziò Izzy, guardando un punto preciso fra la folla.

< Dove? > Il riccio continuava a sporgersi sguaiatamente nel tentativo di vedere la ragazza che l'avrebbe aiutato con la sua tanto agognata vendetta.

Quando l'amico gli indicò la persona, Slash scoppiò in una fragorosa risata. Di certo non era ciò che si aspettava.

Aveva i capelli mossi e castani, gli occhi erano chiari, anche se non riusciva bene a distinguere il colore. Indossava una maglietta oro piuttosto scollata che metteva in mostra il seno. Sarà stata una terza. Portava un paio di pantaloni attillati. Sarebbe stata normale, quasi carina, se non fosse stato per qualche piccolo dettaglio che non passava inosservato.

< Vuoi farlo andare a letto con un trans?! > Esclamò Slash sbalordito della malignità che certe volte traspariva dal calmo Izzy.

< Insomma a letto... Se ne accorgerà prima di finirci. Almeno lo spero per lui. > Disse incamminandosi in direzione della “ragazza”.

< Vuoi davvero chiederglielo? > Chiese scioccato seguendolo, facendo lo slalom fra le persone cercando di non perdere di vista l'amico.

 

< Ehi, ecco dove eravate finiti. > Disse Stephanie salutando i due biondi.

< Già. > Disse Duff mettendo un braccio intorno alle spalle di Erin e cominciando a barcollare verso il bancone.

< Tutto a posto, Duff? > Chiese Erin ridacchiando.

< Una meraviglia. > Le rispose mentre la testa continuava a girargli vorticosamente.

< Che ti sei fatto alla guancia? > Chiese Stephanie dietro di loro mentre li seguiva trascinandosi dietro Steven che, nonostante lo sguardo spento e l'aria stanca, continuava a sfoderare il suo luminoso sorriso, attirando l'attenzione di tutte le ragazze a cui passava vicino.

Duff si toccò la guancia rossa. < Colpa di Steve... Ha dato noia ad una ragazza, apparentemente era ubriaca marcia e appena ha visto me e i miei bellissimi capelli. >

< Ossigenati. > Lo interruppe ridendo Erin.

< Stavo dicendo, i miei bellissimi capelli, mi ha mollato un ceffone. >

< Mi chiedo come abbia fatto a scambiarvi, persino ubriaca riuscirei a distinguerei suoi capelli biondi naturali e le tue ricrescite nere! > Sghignazzò Stephanie.

< Ma voi due non vi odiavate? State facendo una coalizione contro di me adesso. > Si lamentò mentre si sedevano.

< Beh, di certo non possiamo farla contro Steven. > Gli disse Erin. < Guarda in che stato. >

Tutti e tre si girarono a guardarlo mentre, ridendo, cadeva dalla sedia.

 

< Certo! > Rispose la “ragazza”. < Sarei più che felice di aiutarvi. >

< Perfetto. Non ci hai ancora detto il tuo nome. >

< Patrick. Ma voi potete chiamarmi Brixx. > Gli rispose lanciando ai due uno sguardo malizioso.

< Ehi, ehi. > Le disse Slash. < Risparmiati per Axe! >

< Ma quanto siete cattivi. > Disse dandogli un colpetto sulla spalla in modo giocoso per poi allontanarsi sorridendo.

< Porca puttana. > Esclamò Slash toccandosi la spalla.

< Fatto male? > Chiese Izzy ridendo.

Il riccio annuì massaggiandosi il braccio dolorante. < Mi viene quasi da compatirlo. >

< Chi? Axe o Brixx? > I due scoppiarono a ridere incamminandosi verso la stanza dove Axl era rimasto in compagnia di Ralph.

< Ma secondo te è rimasto nella stanza? > Chiese Slash dubbioso.

< Lo spero. > Sospirò Izzy, girando il pomello della porta e aprendola.

< Ehi, Axe, tutto a posto? > Chiese il riccio entrando con nonchalance.

< Deficiente. >

< Bene... > Esclamò Slash tornando indietro verso la porta, dietro ad Izzy. < Ora tocca a te. > Gli disse spingendolo verso il rosso, stravaccato su un logoro divano, mentre guardava i due con un'aria stanca e sconfortata.

Il moro lanciò un'occhiataccia al riccio.

< Ehi, Axe. Vieni con noi. > Gli disse prendendolo per il braccio. < Abbiamo una sorpresa per te. >

< Si, certo. > Borbottò lui. < E io di notte divento Paperinik. >

Ralph rise di gusto alla battutina di Axl. < Magari hanno buone intenzioni. > Cercò di tranquillizzarlo.

< Come no... Questi sono come la Banda Bassotti. Solo che io contro ne ho quattro. >

< La vuoi smettere con questo cazzo di Paperino! > Gli urlò Slash. Axl si girò a guardarlo con un'aria quasi assente.

< Allora che cosa volete? > Chiese quasi scocciato.

< Visto che stasera abbiamo fatto scintille, per festeggiare abbiamo trovato delle belle ragazze con cui divertirci. > Gli rispose il riccio contento.

< Dov'è andata Erin? > Chiese guardandosi intorno. < Avevo già iniziato i preliminari con lei. >

Izzy si sbatté il palmo della mano sulla fronte, sorridendo.

< L'abbiamo vista al bancone con Stephanie, Duff e Steven. Dai, lo so che non puoi rifiutare. Erin non saprà nulla, che te ne frega? >

< Come se poi tu non l'avessi mai fatto... > Gli disse Izzy accendendosi una sigaretta.

Axl sospirò. In realtà non aveva molta voglia di fare baldoria quella sera. Voleva solo andare a casa e finire la serata sotto le lenzuola con Erin.

Non che fosse vitale per lui avere Erin invece che un'altra, solo era più semplice e tranquillo.

< Va bene. > Disse alla fine. Infondo la ragazza l'avevano già trovata loro.

< Bene. > Disse Slash mettendogli un braccio intorno alle spalle. < La tua bella è la dentro. > Gli indicò una porta.

< Ora con permesso, andiamo a divertirci pure noi. > Disse il moro dandogli le spalle e dirigendosi lungo il corridoio.

Axl camminò verso la porta. Prima di entrare, si girò a guardarsi dietro le spalle assicurandosi che Erin non vedesse. Poi entrò.



Scusate per l'intermezzo di Paperino.... xDD 

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Capitolo 21
*** cap 21 ***


 

Aprì la porta ed entrò. Il buio lo inghiottì. Girò lo sguardo per la camera, aspettando che i suoi occhi si abituassero all'ombra.

< Ciao, dolcezza. > Lo chiamò soavemente una voce infondo alla stanza. < Vieni qua, tesoro. >

Ad Axl sorse un sorriso sulle labbra.

Si incamminò a tentoni verso la voce. Quando arrivò al materasso ci si buttò sopra, facendolo cigolare un po'.

< Fai piano. > Mormorò la ragazza ridacchiando.

 

Izzy e Slash non riuscivano a smettere di ridere mentre si dirigevano di nuovo nella stanza da cui Ralph si stava affacciando, cercando di capire cosa ci fosse di così divertente nella scena a cui aveva appena assistito.

< Non ci guardare così, > Disse Slash, continuando a ridere. < Vedrai, Ralph, ci sarà da divertirsi. >

< Mi immagino... > Sospirò lui. < Ah, è passato il proprietario del locale. Ha detto che ha portato delle... ragazze per voi, le ho viste entrare nei camerini infondo, vicino a quello in cui è entrato Axl. >

< Potrebbe mai andare meglio questa serata? > Chiese il riccio esaltato abbracciando il moro che sorrise semplicemente.

< Ma ti ricordo, > Disse Ralph gravemente. < Che tu stai con Stephanie, non ti pare? >

< Fregato! > Esclamò Izzy ridacchiando dell'amico. < Buonanotte, Slash. > Disse poi allontanandosi, e andando verso una delle camere indicate da Ralph.

Slash sospirò affranto.

< No fare quella faccia. > Gli disse il dottore. < Non voglio rovinarti la serata, solo non voglio che tu ferisca Stephanie. Per me è molto importante che lei sia felice. >

< Ma anche Axl sta tradendo Erin. > Disse il riccio mettendo su il broncio.

< Uff... > Sospirò ancora. < Poi lui si prenderà le sue responsabilità. Mi dispiace, ma li conosco appena. Stephanie è... è come una figlia per me... >

< Ma se l'hai conosciuta all'ospedale. E da nemmeno un anno, da quanto mi ha detto. > Ribatté Slash.

Ralph sorrise. < Eh... E' una cosa molto più profonda, ma forse non ti va di ascoltarla. >

< Non ho nient'altro da fare. > Gli sorrise.

Ralph prese un lungo respiro. < Non ne ho mai parlato con nessuno ma, sono stato sposato. Purtroppo mia moglie è morta di cancro quando eravamo giovani, lasciandomi con una bambina di appena un anno. Più cresceva, più mi sembrava strana e non avevo nessuno a darmi consigli. Contattai uno psicologo per un aiuto e lui le diagnosticò un disturbo affettivo bipolare. >

< Ovvero? > Chiese il riccio interessato. Stava pensando di diventare uno psicologo.

< E' lunga da spiegare, ti dico solo che le persone affette da questo tipo di malattia mentale hanno un'altissima probabilità di morire suicidi. E... purtroppo mia figlia non è stata un'eccezione... > Sospirò gravemente.

< Oh. >

< Da quel momento provai un dolore terribile e iniziai a interessarmi a queste persone, volevo aiutarla, non volevo che i loro parenti soffrissero quanto avevo sofferto io. Ho incontrato Stephanie e per molte cose mi ricordava mia figlia. >

< Beh, capisco. Non la voglio far soffrire. > Gli disse Slash.

 

< Perché tutto questo buio? > Chiese Axl andandole vicino, cercandola a tentoni e riuscendo a trovare un suo braccio.

< …. Uhm.. Lo preferisco. Mi sento più a mio agio. > Disse lei accarezzandogli la mano.

< Beh, a me però piace vederti. > Disse lui strusciandolesi addosso.

Lei sussultò sorpresa quando sentì la sua eccitazione contro il suo addome.

< Penso che sarà una serata interessante. > Disse lei iniziando a spogliarlo mentre anche lui iniziava a levarle i vestiti.

< AHHH!!! >

< Ma che cazzo è?! > Urlò Axl uscendo dal letto spaventato.

< Dai, tesoro, calmati. Che vuoi che sia. > Gli disse ridacchiando e cercando di ritirarlo sul letto.

< Come sarebbe 'Che cosa vuoi che sia'?! > Le urlò Axl contro, per poi uscire di corsa dalla porta mezzo nudo.

< Perché dovrebbe essere importante? Pensiamo solo a divertirci. > Disse camminando in direzione del fascio di luce che entrava dalla porta aperta dove Axl era fermo.

< Quella era la voce di Izzy. > Le spiegò lui guardandosi intorno.

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Capitolo 22
*** cap 22 ***


Axl era rimasto sulla soglia di camera sua guardando su e giù per il corridoio.

Dopo pochi secondi vide Slash e Ralph uscire da una stanza e guardare nella sua direzione.

Ralph aveva uno sguardo preoccupato, Slash, invece, se la rideva bellamente per chi sa quale motivo.

< Ma che gli hai fatto? > Chiese Axl facendo un passo verso di lui.

< Cosa vuol dire che gli ho fatto? > Chiese il riccio continuando a ridere.

Chiese stufata la ragazza bionda, sbucando dalla stessa camera dell rosso, abbracciando Axl da dietro.

L'espressione di Slash cambiò radicalmente alla vista della biondina.

< Ma lei non è Brixx! > Urlò Slash indicandola.

< Chi cazzo è Brixx?! >

In quell'istante la porta alle spalle del rosso si spalancò. Ne uscì Izzy urlante a petto nudo.

Quando vide davanti a sé Axl, abbracciato ad una bella ragazza che lo guardava strano, capì.

< Slash! > Urlò superando i due, e dirigendosi, sbattendo i piedi, verso il riccio che lo guardava spaventato, senza però non riuscire a ridere della scena.

< I-Izzy. Io non lo sapevo, te lo giuro! > Gli disse mettendo le mani avanti come protezione.

Non che ci fosse molto da cui difendersi. Izzy era troppo mingherlino per potergli far del male. Ma, con il tempo, aveva imparato a non sottovalutare il moretto, che sapeva poter sempre riservare delle sorprese.

< Ma che cavolo state facendo? > Continuò a chiedere Axl, mentre vedeva Ralph mettersi in mezzo ai due per calmare gli animi. < Ce l'hai proprio di vizio allora, eh. > Commentò ancora sprezzante.

Ralph sospirò sorridendo. < Che cosa vuoi che li lasci prendersi a botte? > Gli chiese sarcasticamente.

< Uhm-uhm. > Annuì lui di rimando. < E vorrei anche scommetterci dei soldi sopra. Per me vince..Slash. >

< La smetti di fare queste scommesse idiote! > Gli urlò Izzy girandosi a guardarlo male. < E' proprio così che se ne sono andati i soldi dello scorso mese. 'Scommettiamo che riesco a fare il giocoliere con le forbici senza farmi male?' > Disse scimmiottandolo. < 'Scommettiamo che riesco a tenere un martello in equilibrio sulla fronte?' >

< 'Scommettiamo che riesco a batterti a braccio di ferro?' > Continuò Slash. < Beh, scusami tanto, Axe, ma hai perso! > Ridacchiò il riccio.

Izzy gli tirò un punto in pancia, facendolo smettere di ridere. < Non provare a fare lo spiritoso, adesso. > Ricominciò ad urlargli contro. < Perché cazzo gli hai indicato la porta sbagliata. Lui doveva andare con Brixx. >

< Mi dite chi è Brixx? > Chiese nuovamente scocciato il rosso in un momento libero dalle labbra della ragazza bionda.

< Io, tesoro. > Disse una voce alle sue spalle.

< AHHHH!!! >

 

< Questo era Axl, ne sono sicura. > Affermò Erin sentendo il secondo urlo.

< Ma che stanno facendo? > Domandò Duff confuso.

< Sta succedendo qualcosa. > Disse Steven mentre, aggrappato alla spalla di Stephanie, cercava di mantenere l'equilibrio e di non cadere a terra.

< Davvero, Steven? > Esclamò Stephanie sarcasticamente sbigottita.

Duff ridacchiò mentre i quattro si incamminavano verso il backstage, aspettandosi di trovare una rissa in corso e sangue sulle pareti.

Ciò che trovarono, invece, li sbalordì ancora di più.

Izzy e Slash erano a terra e se le stavano dando, mentre Ralph cercava di separarli e, allo stesso tempo, di fermare Axl che di tanto in tanto tirava un calcio ai due indifferentemente.

Erin rimase senza fiato. Voleva urlare, ma non le usciva un filo di voce.

Axl era mezzo nudo e una ragazza, altrettanto spogliata, lo abbracciava, lo accarezzava e lo baciava come poco prima aveva fatto lei. Come se fosse suo.

Beh, non è tuo. Lui è mio!” Pensò Erin, mentre sentiva lacrime di disperazione e di rabbia iniziare a scenderle lungo le guance.

< Slash, ma cosa stai facendo? > Chiese Stephanie guardando il suo ragazzo attorcigliato ad Izzy sul pavimento. La sua voce attirò l'attenzione di tutti, fino ad un momento prima troppo presi dalla situazione.

Rompendo il silenzio e l'imbarazzo, riuscì a dare forza ad Erin, che fece un passo avanti verso Axl.

Lui rimase interdetto, un po' imbarazzato e incavolato. Questa era tutta colpa di Izzy e Slash. Erano stati loro a convincerlo a tradire Erin, per di più volevano anche fregarlo e mandarlo a letto con una trans. “Begli amici.” Pensò il rosso amareggiato.

E nonostante tutto gli dispiaceva vedere Erin così.

Sapeva di averla ferita, lo capiva dalle lacrime che le stavano scendendo sul piccolo viso da bambina che lui adorava tanto.

< Erin. > La chiamò, avvicinandolesi. < Amore, vieni qui. > Le disse allungando le braccia verso di lei per prenderla stretta in un abbraccio.

Lei non si mosse, ma lo sguardo sulla sua faccia parlava più di tutte le parole che Axl sarebbe stato disposto ad ascoltare.

< Dai, piccola, non essere arrabbiata con me.. Lo sai che ti amo. >

Era calato il silenzio nel corridoio. Tutti erano imbarazzati da quella situazione, soprattutto Izzy e Slash che si sentivano in colpa per aver messo il loro amico in quel pasticcio.

< Ehm... Forse è meglio che noi andiamo. > Disse Ralph, guadagnandosi uno sguardo di assenso degli altri.

< Sì, è meglio. > Disse Duff. < Noi ritorniamo alla Hell House, Axe. Ti aspettiamo là, ok? > Chiese senza aspettarsi una risposta, mentre cominciava ad uscire dal locale, guardando la coppia con uno sguardo dispiaciuto.

< Lo chiariamo dopo.. > Bisbigliò Izzy all'orecchio del rosso prima di seguire gli altri.

< Andiamo a casa mia. > Disse debolmente Erin ancora stretta in un abbraccio con Axl. Voleva parlare. Voleva mettere in chiaro una volta per tutte quella situazione. Andavano avanti così da mesi.

Lui andava a letto con altre, lei lo sapeva, ma lo amava e non sapeva cosa fare. Stavolta era pronte. Anche a lasciarlo se fosse stato necessario.

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Capitolo 23
*** cap 23 ***


 

Per tutto il percorso verso casa di Erin, i due non si parlarono.

Axl sapeva che non era il momento adatto per scusarsi. Erin era completamente assorta mentre si faceva guidare da Axl. Ogni tanto sentiva il suo sguardo posarsi su di lei. Non sapeva come reagire a quegli occhi. Erano come un fuoco che, ogni volta che la sfiorava, la facevano avvampare. Di passione e di rabbia. Erano sensazioni così diverse. Solo lui era capace di suscitare in lei quei sentimenti opposti.

< Erin. > Disse Axl interrompendo il flusso dei suoi pensieri. < Siamo arrivati. > Le disse dolcemente.

Ad Erin venne quasi da ridere. Una risata amara però. Era come se stesse cercando di ammaliarla usando toni amorevoli. Non avrebbe funzionato. Non questa volta almeno.

Salirono in cima alle scale ed entrarono nell'appartamento.

Axl sospirò guardando la casa da cima a fondo. Ripensò a quando, abbracciati dopo aver fatto l'amore, programmavano di trasferirsi insieme lì. Senza più gli altri Guns ad interromperli o ad urlare. Avrebbero finalmente avuto tutta l'intimità di cui avevano bisogno. Sembrava così lontano quel giorno.

< Erin, ascoltami. > Le disse il rosso, prendendo coraggio da quel ricordo.

< Certo, spiegami. > Gli rispose lei stizzita mettendosi a sedere sul divano.

< Amore, ti giuro, io non ci ho fatto nulla. >

< Perché allora eravate mezzi nudi? E perché lei ti stava appiccicata come una piovra? Ma soprattutto. > Continuò alzando la voce. < Perché tu non l'hai mandata via?! Perché non gli hai detto che stavi con me?! > La voce cominciava ad essere rotta dal pianto.

< Bimba... > Si mise a sedere accanto a lei e l'abbracciò, tenendola stretta. < Lo sai che ti amo, vero? >

< Mi ami... Ma continui a fregartene. Tu potrai anche amarmi. Ma... Io... Non so più se amo te. >

Axl sgranò gli occhi. Non era possibile. Come poteva non amarlo più? Come osava non amarlo più?! Lui gli aveva fatto regali, aveva scritto dolci canzoni per lei, aveva messo in mostra i suoi sentimenti.

Si alzò di scatto dal divano, mettendosi in piedi davanti a lei.

< Non mi ami?! > Chiese in un impeto di furia. < Come cazzo fai a dire che non mi ami più?! >

< Sono stufa di venire a sapere che ti porti a letto un sacco di ragazze alle mie spalle! Continuo a non ascoltare. Voglio non ascoltare. Voglio credere che siano solo invidiose, ma come faccio considerando i fatti? Me lo dici, Axl?! Non so più nemmeno cosa credere a proposito di quel casino con Stephanie. A chi dovrei dare ascolto? >

< Ma che c'entra?! > Sbottò Axl annoiato. < Non sopporto litigare con te. Mi fai impazzire! Ma che cavolo..! Dovremmo festeggiare, ho ricevuto un'offerta per un contratto discografico, porca miseria! >

< Ah, ecco! > Esclamò Erin. < Per te è più importante festeggiare e spassartela che cercare di risolvere il nostro problema. > Disse avvicinandosi a lui e dandogli una pacca sul petto con il dorso della mano.

Lo mandava fuori di testa quando lei alzava la voce. In più era troppo stanco per litigare, ma Erin continuava ad urlargli contro imbestialita.

< Scommetto che anche 'Sweet Child O' Mine' era solo una delle tue tante messe in scena- > Disse, ma fu interrotta da uno schiaffo.

Come poteva dire che quella canzone, che quel testo, che quei sentimenti erano finti. Come poteva ridicolizzare quelle parole?!

< 'Fanculo, Erin! Sei solo una stronza. >

< Io sarei la stronza?! > Urlò cercando di trattenere le lacrime. < Non sono certo io quella che tradisce e picchia la sua ragazza! >

Axl era arrivato al punto di non ritorno. Era stanco, stressato. Quella lite poi stava solo peggiorando la situazione. Ovviamente questo sarebbe andato a ripercuotersi su Erin, che fu, infatti, vittima della violenza scatenata del rosso fino a che, finita la rabbia cieca e sparita l'adrenalina, e resosi conto di cosa stava facendo, le lasciò il tempo di uscire di casa.

Axl rimase fermo nella stessa posizione per diversi minuti per poi lasciarsi cadere sul pavimento. Fissava il soffitto e non riusciva a credere fino a che punto era riuscito a spingersi.

Aveva esagerato. Aveva decisamente esagerato.

 

Erin era uscita di casa di corsa in un momento libero. Era scioccata. Axl non l'aveva mai picchiata.

Correva verso la sua macchina, era appena riuscita a prendere la sua borsetta prima di uscire. Non sapeva dove andare.

Sentiva il viso bruciare, ma era un fuoco che adesso la bruciava era diverso rispetto a quello che aveva in precedenza sentito sotto lo sguardo di Axl.

Sentiva tutto il volto pulsare. Aveva un labbro rotto e le usciva del sangue.

Non aveva il coraggio di guardarsi nello specchietto. Aveva troppo paura di cosa avrebbe visto.

Non sapeva cosa fare. Alla fine, mentre tentava di risistemarsi alla bene meglio i capelli spettinati, decise che l'unico posto in cui sarebbe potuta andare e trovare aiuto era alla Hell House. Sicuramente l'avrebbero rassicurata e aiutata.

Dopo una decina di minuti arrivò davanti a casa dei Guns.

Parcheggiò velocemente la macchina e si diresse all'ingresso. Mentre suonava al citofono ripensò a tutte le volte in cui insieme ad Axl era andata in quell'appartamento e le scappò un triste sospiro.

< Chi è? > Chiese Duff rispondendo al citofono.

< Sono Erin. Aprimi. > Disse prendendo fiato, cercando di non fargli capire quello che le era successo.

Il portone si aprì con uno scatto. Ogni scalino che saliva sembrava sempre più difficile da superare. Si sentiva come svenire, si sentiva senza forze.

Superò l'ultimo scalino. Riusciva a vedere la porta leggermente aperta, e sentiva voci e risate dall'interno.

< Ragazzi... > Disse debolmente aprendo la porta. Ma non riuscì a dire nient'altro che svenne cadendo a terra. Era esausta sia fisicamente che emotivamente.

 

< Così... Tienile le gambe in alto. > Disse Ralph mentre, con un fazzoletto bagnato d'acqua fresca le tamponava la fronte, il retro del collo e i polsi cercando di farla rinvenire.

< Ma che cavolo le è successo? > Chiese Steven toccando delicatamente i tagli e i lividi che si trovavano sparsi per tutto il corpo della ragazza.

< Per me è stato Axl. Io ve lo dico, quello è completamente rimbecillito. > Sentenziò Stephanie amaramente. 'Possibile' pensava 'che Axl fosse capace di picchiare la sua ragazza?' Cercava in ogni modo di scacciare quel pensiero, ma non poteva fare a meno di pensare che poteva esserci lei al suo posto.

< Ecco, si sta svegliando. > Esclamò Ralph felice.

La aiutarono a tirarsi su e la fecero sedere sul divano. Lei teneva le mani fra i capelli e singhiozzava.

< Erin, che è successo? > Chiese piano Ralph, quasi bisbigliando.

< E' stato Axl. > Riuscì a dire tra i singhiozzi, e le lacrime ricominciarono a scendere. < Ero arrabbiata con lui, abbiamo cominciato a litigare, lui si è incazzato e ha cominciato a darmi schiaffi, calci e pugni. > Pianse.

Ralph le mise un braccio intorno alle spalle, accarezzandola dolcemente, mentre i suoi occhi castani si posarono su Stephanie. Era sicuro che stessero pensando alla stessa cosa. Che provavano la stessa cosa. Paura.

Dopo questo non gli importava più dei sentimenti che la ragazza aveva per Axl, voleva solo evitare che Steph corresse un rischio del genere. Non lo avrebbe mai permesso.

< Dov'è Axl adesso? >

< Non lo so... Penso sia ancora a casa mia. >

< Dove? >

< … Al 257 su Sunset Strip. > Gli rispose mentre iniziava a calmarsi.

< Bene. > Disse Ralph soddisfatto. < Io vado a parlarci. > Disse prendendo il suo giacchetto e uscendo senza ascoltare gli altri.

< Non può andarci a parlare! > Esclamò Izzy un po' arrabbiato e preoccupato. < Sarà già incavolato e stressato, se lui va a parlargli, vorrà tirargli fuori a forza le parole e non farà altro che peggiorare la situazione. > Si lamentò il moro facendo un passo verso la porta.

< Aspetta. > Lo fermò Duff, prendendolo per un braccio. < Vediamo come va... >

Izzy sospirò e si mise a sedere accanto ad Erin.

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Capitolo 24
*** cap 24 ***


< 257. Dovrebbe essere questo. > Ralph prese fiato e si avvicinò alla porta.

Non era nemmeno chiusa, era solo accostata. La spinse piano e mise la faccia nell'appartamento. Sentiva una gran confusione all'interno, come di cose rompersi.

Si guardò intorno. Diverse sedie erano rotte e giacevano sul pavimento insieme a piatti e bicchieri.

Vide volare verso il televisore poco distante da sé un libro, seguito poco dopo dalla figura di Axl.
Ralph notò subito che qualcosa non andava.

Il cantante aveva gli occhi rossi dal pianto, era sudato e respirava con affanno e, nonostante la distanza, poteva dire che stesse tremando.

< Axl. > Lo chiamò.

Il rosso si bloccò appena sentì la sua voce. Si girò . < Che cazzo ci fai qui?! > Iniziò ad urlargli contro.

Ralph si sentiva intimidito ma questa volta voleva assolutamente mettere in chiaro la situazione. Questa sua temerarietà sapeva però che gli sarebbe costata.

< Erin è venuta da noi. Era piena di lividi e ferite... Ha detto che sei stato tu. Che hai da dirmi? >

< Da dire a te?! > Chiese ridacchiando Axl. < A te non devo proprio nulla. Che c'entri tu in questa situazione, eh? Me lo spieghi cazzo?! >

Ralph sospirò, poi cominciò a camminare lentamente verso di lui. Se non poteva batterlo urlando, lo avrebbe fatto cedere colpendo i suoi punti deboli.

Axl lo guardava con uno sguardo diffidente. < Che cazzo fai? >

Ralph rimase sorpreso. Solo avvicinandoglisi era riuscito ad intimorirlo. Forse era questo il metodo giusto. Forse ce l'avrebbe fatta a cavargli una spiegazione.

< Perché lo hai fatto? > Gli chiese avvicinandosi sempre di più.

< Stai zitto. >

< Perché lo hai fatto se la ami? > Continuò.

< Ti ho detto di stare zitto. >

< Aspetta. Axl ma... tu la ami? >

< Stai zitto! > Urlò incavolato, dandogli una spinta così forte che lo fece cadere a terra. < Mi chiedi se la amo?! Cazzo sì che la amo, deficiente! >

Ralph lo guardava sorpreso mentre cercava di rialzarsi.

< Come ti permetti di venire qui e dire che non la amo?! Ma chi cazzo ti credi di essere? >

< Non si può far del male ad una persona a cui si vuole bene, Axl! > Disse. Alla fine della frase, però, vide una strana luce vacillare negli occhi di Axl.

Uno strano velo di amarezza scese sui suoi occhi. < Per me non è mai stato così... > Farfugliò amaramente senza farsi sentire.

< Axl, tutto bene? > Chiese Ralph mettendogli una mano sulla spalla.

Non appena sentì la mano dell'altro toccarlo, Axl scattò di nuovo preso dall'ira.

Gli tirò un pugno così forte da farlo volare di nuovo per terra.

< Perché?! > Urlò incavolato Axl abbassandosi un po', fino ad avere la faccia vicina a quella di Ralph. < Spiegamelo perché, tu che sai tutto. Perché per me non è stato mai così?! >

Ralph non sapeva che fare. Si massaggiava la guancia colpita, guardando Axl con occhi colmi di timore e incredulità. Era come se gli occhi rossi dal pianto del cantante lo rendessero incapace di muoversi.

< Perché tutti voi vi prodigate tanto per proteggerla?! Perché quando ero io nella sua situazione nessuno veniva nemmeno a chiedermi come stavo?!! > Disse dando un calcio a Ralph, mentre una lacrima solitaria tracciava sulla sua guancia un sentiero che da tempo non veniva percorso.

Ralph si massaggiò la parte colpita. “Ci credo che l'ha ridotta in quello stato. E' assolutamente fuori controllo.” Pensò cercando di rialzarsi. “Quando ero io nella sua situazione.”

Quelle parole rimasero impresse nella sua mente. “Che cosa vuol dire?”

Si girò a guardare il ragazzo che ora camminava avanti e indietro per la stanza con le mani fra i capelli. Ogni tanto sentiva dei leggeri singhiozzi. Possibile che... stesse piangendo?

Lo fissò per qualche secondo ancora a terra, sbalordito.

< I-io... N-non lo vo-volevo f-fare.. > Balbettò Axl fra i singhiozzi. < Non volevo fare del male ad Erin. E nemmeno a te. > Singhiozzò buttandosi a sedere in un angolo.

Ralph si alzò e camminò silenziosamente verso di lui, mettendoglisi a sedere accanto.

< Sta tranquillo. > Gli disse, mentre gli accarezzava la schiena.

“Questa poi.. Non me la sarei mai aspettata...” Pensò con un piccolo sorriso stampato sulla faccia.

 

Izzy e Stephanie stavano seduti sul divano accanto ad Erin, medicando le sue ferite.

Finalmente aveva smesso di piangere, e sembrava essere tornata tranquilla, anche grazie a quei quattro scalmanati che le giravano intorno.

Steven se ne stava steso per terra a sfogliare un vecchio giornalino pornografico che, dio solo sa come, riusciva a trovare divertente e causa di grasse risate.

Slash e Duff invece erano intenti a confrontarsi in una lotta all'ultima birra, che aveva già cominciato a sortire il suo inesorabile effetto.

< La dovreste mettere di bere, idioti. Avete già bevuto come cammelli quando eravamo al locale. Io vi avverto, domani striscerete da soli verso il bagno, perché stavolta non ho voglia di essere sommerso dal vostro vomito e dovermi spaccare la schiena per portarvi davanti al cesso. > Si lamentò Izzy.

< Maremma, sempre a rompere te, eh?! > Disse Slash sventolandogli una bottiglia di birra davanti alla faccia.

< Non è colpa mia. E' la birra che è dipendente da me. > Disse convinto Duff. < Eccola, guarda! Ricomincia. > Disse spaventato mentre la malefica birra si avvicinava sempre di più alla sua bocca.

Izzy sospirò, ma non poté fare a meno di ridere sotto i baffi.

< No, no!! Lasciami in pace! > Urlò il biondo cercando di allontanare il collo della bottiglia dalla sua faccia. La malvagia bottiglia, riuscì nel suo intento, e costrinse il bassista a scolarsi l'alcolico.

Erin e Stephanie scoppiarono in una risatina compiaciuta.

< Comunque ha ragione Izzy. Vieni qua tu. > Disse sorridendo dolcemente Steph e chiamando vicino Slash che le si avvicino con andatura incerta e gongolante.

< Vedi caro. > Disse il riccio rivolgendosi all'amico alle sue spalle caduto nuovamente vittima di un'altra bottiglia di birra. < Mentre tu ottieni solo attenzioni dalla tua cara birra... Io miro a livelli ben più alti. > Disse sorridendo sornione, dando un bacio a fior di labbra a Steph.

< Si, si.. certo. 'Fanculo Slash. > Mormorò sorridente. < Tanto non te la da lo stesso. >




Oddio, non uccidetemi per il ritardo... *implora umilmente perdono.. *
Beh, apparte la scena finale.. eh ^^' , questo capitolo è abbastanza importante, per cui era un po' insicura se pubblicarlo così o no... Non che adesso non lo sia.. però... Beh, fatemi sapere che ne pensate   Grazie! : *

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Capitolo 25
*** cap 25 ***


 

Ralph fu svegliato dalla luce che entrava dalle finestre ancora aperte dell'appartamento di Erin.

Aveva un mal di schiena allucinante per via della posizione in cui aveva dormito.

Si guardò intorno, ma di Axl nemmeno l'ombra.

< Axl? > Lo chiamò alzandosi in piedi e massaggiandosi la vita dolorante.

Camminò lungo il corridoio, guidato da un rumore indistinto.

Vide una porta semiaperta, guardò all'interno. Axl si stava infilando una maglietta pulita.

Ralph rimase a guardarlo appoggiato allo stipite della porta, fino a che il ragazzo non si girò e lo vide. Ralph notò che l'espressione sul suo volto era molto diversa rispetto a quello della sera prima. Non era felice né rilassato, aveva disegnata un'aria dura, Ralph non avrebbe mai potuto immaginare, guardandolo adesso, che fosse la stessa persona che poche ore prima aveva pianto sulla sua spalla.

< Dove vai? > Gli chiese.

< Via. > Rispose lui secco. < E tu dovresti fare lo stesso, visto che questa non è casa tua. > Gli disse duro, dandogli una leggera spallata spingendolo da una parte così da poter passare attraverso la porta.

Ralph lo seguì. Mentre uscivano dalla casa e si dirigevano verso la macchina di Axl, si chiese se Stephanie fosse rimasta a dormire alla Hell House e se stesse bene.

< Che cazzo stai facendo? > Gli chiese Axl risvegliandolo dai suoi pensieri.

Ralph lo guardò senza capire.

< Non pensare nemmeno di entrare in macchina con me. > Gli disse scortesemente aprendosi la portiera anteriore.

< E io come faccio a tornare a casa? >

< Cazzi tuoi. > Rispose infilandosi in macchina e partendo quasi subito, immergendosi nel traffico mattutino di Los Angeles con una brusca manovra incosciente.

Ralph rimase a guardare la macchina mentre si allontanava veloce lungo il Boulevard.

Sospirò. “Bel ringraziamento.” Pensò amareggiato.

Iniziò a camminare per il marciapiede, cercando una cabina telefonica.

La trovò quasi subito ed entrò. Raccattò degli spiccioli sparsi nelle tasche dei suoi pantaloni. Aveva abbastanza soldi per permettersi di fare due telefonate veloci.

Digitò per primo il numero di casa del suo appartamento.

Mentre attendeva una risposte, si trastullò guardando tutti i volantini che ricoprivano la cabina. Gli venne da sorridere quando vide una foto in bianco e nero di cinque ragazzi parecchio familiari.

Non ci fu nessuna risposta. “Deve essere rimasta a casa dei ragazzi” Pensò rassicurato.

Con le ultime monete chiamò un taxi.

 

Dopo una decina di minuti arrivò davanti alla Hell House. Pagò il tassista e si avviò verso l'ingresso.

Suonò al citofono preoccupato perché aveva visto la macchina di Axl parcheggiata poco distante.

Salì le scale ed entrò nell'appartamento.

< Ecco, me lo aspettavo. > Mormorò preoccupato Ralph fra se e se. < E' un terremoto quel ragazzo. > Disse per poi correre verso di lui.




Un po' corto, ma volevo lasciare un po' di suspance per il prossimo capitolo che è già quasi completamente scritto. :D Grazie ; *

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Capitolo 26
*** cap 26 ***


Entrato nell'appartamento, Ralph si trovò davanti la sua stessa paura da quando aveva visto la macchina di Axl parcheggiata vicino all'ingresso della Hell House.

Vide Erin a sedere sul divano che aveva ricominciato a piangere, più per lo stress di rivedere il rosso che per altro.

Stephanie era in piedi avvolta in un lenzuolo.

Ralph rimase qualche secondo a fissarla stupito. “Ma è nuda?!” Si chiese ansioso.

Ma lasciò perdere, rimandando la questione a più tardi, quando vide Axl, Izzy e Slash impegnati in una scazzottata, mentre Duff e Steven provavano invano a separarli.

< Cazzo, levati di dosso!! > Urlò Axl incazzato spintonando Steven per poi rifiondarsi contro Izzy.

< Fermi, ma che fate? > Disse Ralph afferrando Axl da dietro per le spalle con una presa salda e tirandolo verso di sé.

Axl girò la testa cercando di vedere chi lo aveva formato.

< Ma che cavolo vi siete messi in testa di fare?! > Domandò Ralph scocciato guardando Izzy e Slash, mentre continuava a tenere stretto il rosso cercando di non farlo scappare.

< E' lui che ci è saltato addosso. > Si giustificò prontamente Slash.

< Ma non cominciare a fare la vittima! > Gli urlò Axl in risposta. < Siete voi che avete iniziato! Ve la siete cercata. >

< Però sei stato comunque tu a tradirla. > Disse Stephanie camminando verso Slash e toccando con la punta delle dita i lividi che stavano cominciando a colorargli la pelle.

< Eccola.. > Disse scocciato Axl.

< Potevi dire di no! > Urlò Erin dal divano mentre le lacrime iniziavano ad asciugarsi.

< Dai, dai. State calmi. >

Axl la guardò storto, farfugliando qualcosa sottovoce, poi, stanco della situazione, diede una spallata a Ralph cercando di liberarsi dalla sua stretta.

Quando il dottore lo lasciò, Axl si diresse verso la porta a grandi falcate. Si fermò davanti ad Erin.

< Lo so che mi ami ancora. > Le disse guardandola negli occhi.

< Tu mi ami? > Chiese lei incrociando le braccia.

Axl non disse niente. Continuò a guardarla nei suoi occhi blu. < ...Da impazzire. >

< Già. Mi pare anche a me. > Sospirò la ragazza dura.

Il rosso sbuffò, quasi ferito da quelle parole, per poi andarsene.

Tutti in quella stanza emisero un sospiro rassegnato.

< Steph. >

< Dimmi. >

< Perché sei nuda? > Chiese Ralph approfittando dell'opportunità per liberarsi da quella preoccupazione.

Stephanie arrossì leggermente, mentre Slash cominciò a respirare a fatica, andando a nascondersi dietro Duff.

< ...Non sono affari tuoi. > Disse la ragazza cercando di liquidarlo. Dopodiché anche lei cercò di sottrarsi allo sguardo di Ralph, andando vicino a Slash.

< Mi taglierà le palle... > Le bisbigliò nell'orecchio intimidito.

< Non lo permetterei mai. > Gli rispose lei sorridendogli.

< Izzy, vieni qua che ti aiuto a disinfettarti. > Disse indicando le abrasioni sul suo zigomo e sul gomito.

< Oh, no tranquillo. Non c'è problema. > Disse il moro sorridendogli cortese.

< No, insisto. > Continuò Ralph mettendogli in braccio intorno alle spalle e camminando insieme in cucina.

< Senti, posso chiederti una cosa? > Domandò mentre prendeva il disinfettante da un armadietto.

Il moro annuì silenziosamente.

< Mi hanno detto che tu sei la persona più vicina ad Axl, e sai del suo passato. >

< Sì, siamo amici fin da quando eravamo ragazzini. Ma non per questo andrò a spifferare la sua storia al primo che passa. > Disse lui duro.

< Ieri quando sono andato da lui, > Continuò Ralph. < Ad un certo punto, dopo un po' che litigavamo, Axl ha iniziato a piangere, ha detto che quando lui era nella stessa situazione di Erin, nessuno lo aiutava. E' inutile che continui a tentare di difenderlo. Non sono stupido. >

Izzy sospirò, cercando di trattenere il bruciore provocato dal disinfettante sulle sue ferite aperte.

< Il suo patrigno lo picchiava. Purtroppo ho fin troppe memorie di lui ricoperto di lividi o di tagli. Non gli permetteva di fare niente e lui, come vendetta, gli disubbidiva apposta, ma questo ovviamente portava ad altre botte. Stava diventando un circolo vizioso. L'unico modo che aveva per finirla era andarsene. Ed eccolo qua. > Concluse il moro grave.

< E' disumano... > Mormorò amaramente Ralph.

< Però... Non dire che te l'ho detto. >

Ralph lo guardò senza capire.

< Non gli piace che si parli del suo passato. Ti è andata bene che ieri ha pianto, certe volte la sua reazione a quei ricordi è molto più brutale. > “E io ne ho esperienza” Pensò fra se e se.

< Comunque è stato sorprendente. Non mi sarei mai aspettato che Axl fosse infondo così sensibile e debole. >

< Axl non lo è affatto. >

Ralph si fermò a guardare il chitarrista negli occhi.

< Che vuoi dire? >

< Quel che ho detto, che Axl non è debole. Perché Axl non ha passato, solo presente. Forse futuro. > Rispose Izzy enigmatico.


Spero capirete la scena finale fra Ralph ed Izzy. In ogni caso, sono pronta a rispondere ai vostri interrogativi. =D
Ho chiesto un parere ad una mia amica che legge la storia e (non è una fan dei Guns, però... ) non ci ha capito nulla... quiiindi..
Boh, fatemi sapere!! Un bacio : *

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Capitolo 27
*** cap 27 ***


< Oh sì, prego. Da questa parte. > Disse la segretaria dietro al bancone della reception, alzandosi dalla sua sedia e guidandoli attraverso il corridoio verso la stanza dove si sarebbe svolta la riunione con i dirigenti della Geffen Records.

< Oddio, mi sento male. > Disse Duff ansioso.

< Sarà stato tutto quello che hai bevuto stamattina. > Gli rispose Steve ridacchiando.

< E' arrivato il gruppo che stavate aspettando. > Annunciò aprendo leggermente la porta e mettendo la testa nella stanza.

< Perfetto. Li faccia entrare. > Rispose una voce.

La donna si girò guardandoli sorridente. < Prego, potete entrare. >

< Oh, ecco i Guns n' Roses. > Disse un uomo piuttosto giovane porgendo la mano ad ognuno di loro. < Dai, mettetevi a sedere. > Disse continuando a sorridere e indicando loro le sedie al tavolo in cui lui e altre persone stavano sedute a guardarli.

< Io sono David Geffen, proprietario della casa discografica. > Si presentò. < Lui, > Continuò, indicando un uomo alla sua destra, < Probabilmente lo avete già riconosciuto, è Tom Zutaut. Dovete ringraziare lui se siete qua. >

I ragazzi si scambiarono occhiate eccitate, per poi riservare a Tom alcuni dei loro migliori sorrisi.

< Lui invece sarà il vostro manager. > Disse presentando un uomo con dei capelli biondi portati piuttosto lunghi e la barba un po' incolta.

< Salve ragazzi, io sono Alan Niven. Come già detto, vi aiuterò a registrare il vostro primo album. Doug Goldstein, > Disse mettendo una mano sulla spalla dell'uomo seduto accanto a lui. < Ci aiuterà. >

I cinque ragazzi annuirono, sempre più contenti di ciò che li aspettava.

< Bene, ora tocca a voi presentarvi. > Li incitò David.

< Axl. > Disse per primo il rosso.

< Tu sei il cantante, giusto? > Domandò Doug sorridendogli.

< Già. > Rispose di nuovo seccamente.

Izzy si girò a guardare l'amico. La sua faccia era quasi senza espressione, ma riuscì a capire che, nonostante la maschera, era parecchio ansioso e a disagio dal modo in cui si stava 'massacrando' le dita con le unghie e da come continuasse a muovere velocemente una gamba come se stesse battendo allo stesso ritmo del suo cuore.

< Slash, chitarra solista. >

< Steven, batteria. >

< Izzy, chitarra ritmica. >

< Duff, basso. >

I quattro uomini li guardarono sorridenti.

Disse sarcastico Alan.

< Beh, dopo tanti anni nell'industria della musica, non mi sorprendo più di nulla. > Sorrise David.

< Umpf... Noi abbiamo una personalità. > Disse Slash incrociando le braccia. < Beh, tranne Steve. >

< Ehi, io almeno però ho lo stesso nome di Steven Tyler. > Rispose il biondo difendendo il suo nome e facendo sorridere tutti in quella stanza, tranne Axl, che continuava a sembrare agitato e mandava occhiatacce a destra e a manca.

Izzy mise una mano su quella del cantante. Aveva la pelle intorno all'unghia completamente rovinata e sanguinante.

< Tutto a posto? > Chiese Tom guardando verso i due.

< Certo, è solo la nostra allegra coppietta che dà sfoggio del suo amore. > Ridacchiò il riccio, subito punito da un pugno da parte di Duff.

< Stai zitto. > Lo liquidò semplicemente il moro senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

David e i suoi collaboratori rimasero per qualche secondo a guardare il volto di Axl farsi sempre più scuro. < Bene, ehm... Passiamo al contratto? > Chiese David cambiando argomento nel tentativo di quietare gli animi.

Fece scivolare il foglio e una penna sul tavolo verso i cinque.

< Prima lo voglio leggere. > Disse Axl prendendo il contratto e guardandolo attentamente.

< Vuoi anche una lente di ingrandimento? > Chiese Slash annoiato, guadagnandosi un'occhiataccia.

< E' giusto essere previdenti. > Sorrise David. < Ma capirai che non ci sono trucchi e che per voi è tutto di guadagnato. >

Alla fine, Axl accettò la proposta del contratto, e tutti e cinque lo firmarono.

< Finalmente. > Sospirò Duff, < Mi sento come se avessi fatto sesso per la prima volta. > Disse estasiato, mentre uscivano dalla stanza.

< Alla fine qualcuno ha capito quanto vali- Aio! > Ululò Slash colpito da un pugno. < Ma che ti sei rincoglionito tutto di botta?! > Gridò ad Axl.

< Sei un deficiente. > Gli urlò contro.

< Ma che ho fatto?! >

< Ti sei comportato come un ragazzino idiota durante tutta la riunione. >

< Sì, certo. Stai solo sfogando su di me tutte le notti in bianco che da ora in poi dovrai passare senza Erin. > Disse guardandolo con l'aria di chi la sa lunga.

< Non credo proprio. > Gli rispose il rosso cambiando improvvisamente l'espressione del volto.

< Lasciamo stare, dai. > Disse Duff separandoli e prendendo Axl da parte, mettendogli un braccio intorno alle spalle. < Andiamo a festeggiare. >


Oddio.. dire che questo capitolo mi fa schifo è dire poco... ç.ç Più che altro non mi sa di nulla.. Cooomunque.. Lo dovevo fare per forza, quindi...
Ho in serbo delle belle ideuzze per i prossimi capitoli  ihih!! ^^

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Capitolo 28
*** cap 28 ***


Dopo essere riusciti ad ottenere finalmente il tanto agognato contratto discografico, i cinque decisero di rinchiudersi in un bar per festeggiare.

Dopo soli 20 minuti, erano giù ad ordinare il terzo giro di alcolici, mentre un gruppo di ragazze aveva cominciato ad orbitare intorno a loro.

< Mi sento quasi in colpa. > Disse Slash spostando dal suo bacino una biondina tutta curve che guardava a turno ognuno dei cinque ragazzi sempre più affascinata. < Quasi quasi vado a chiamare Stephanie. >

< Perché rovinare la serata? > Chiese scocciato Axl, posando sul tavolo il bicchiere di Vodka. < Ce li hai degli spiccioli anche per me? > Chiese poi alzandosi barcollando un po'.

Il riccio lo guardò con un'espressione ottusa.

< Voglio provare a chiamare Erin. >

< Buona fortuna. > Gli rispose lui sarcastico.

< Ah, ah. Fai poco lo spiritoso, che questa è anche colpa tua. >

Usciti dal locale, arrivarono alla cabina telefonica.

< Vai prima tu. > Disse il rosso facendosi da parte.

Slash mise le monete e compose il numero dell'appartamento di Steph che aveva scritto su un fogliettino che portava sempre in tasca.

< Pronto? >

< Ciao Steph. > Disse lui solare.

< Ehi, amore! Allora come è andata? >

< Bene, abbiamo firmato il contratto. Eheh. Dovevi vedere Axl in che condizione. > Rise.

< EHI! Guarda che ti ho sentito, stronzo! > Urlò il rosso da fuori della cabina dando un colpo alla plastica di cui era formata.

< Era Axl? > Domandò Stephanie sorridendo dall'altra parte della cornetta.

< Già. E chi altro. Comunque, volevo chiederti se ti va di venire a festeggiare con noi. Siamo al Rainbow. >

< Certo! Però mi servirebbe un passaggio. Non mi va di farmi portare da Ralph. E' tutto il giorno che borbotta sul fatto che io e te abbiamo fatto l'amore. >

< Oddio. > Sussurrò Slash, sbattendo la testa contro un lato della cabina. < Mi odierà a vita... Ehm.. Comunque ti mando un taxi, va bene lo stesso? >

< Avrei preferito una limousine o una carrozza, ma mi accontenterò > Disse scherzando.

< Ok, a dopo. > La salutò per poi mandarle un bacio attraverso la cornetta, dopodiché uscì soddisfatto.

< Sei osceno. >

< Uhm, certo. Voglio proprio vedere come te la cavi te. > Disse sorridendo maligno.

< Scordatelo, e ora sgancia i soldi per la mia chiamata. > Lo intimò porgendo il palmo della mano verso di lui.

< Ecco. Chiamami anche un taxi, già che ci sei. > Gli disse allungandogli i soldi e un bigliettino con l'indirizzo.

< L. A. Taxi, come possiamo esserle utile? > Chiese cortesemente una voce femminile.

< Ho bisogno di un taxi che vada a prendere una ragazza in Madison Street e la porti davanti al Rainbow sul Sunset Boulevard. Grazie. >

< Le manderemo subito un taxi. Grazie per aver chiamato. > Si congedò.

Dopo aver riagganciato, Axl inserì le monete per l'ultima chiamata.

< Pronto? > Quando sentì la sua voce flebile parlargli dall'altro lato della cornetta, sentì il suo cuore fermarsi per un secondo.

< Ciao, sono Axl. >

Silenzio. Come poteva stare zitta? Avrebbe dovuto essere contenta di sentirlo, di capire che a lui importava sempre di lei, pensava Axl. Ma allora perché quel silenzio?

< Cosa vuoi? > Finalmente rispose freddamente.

< Volevo parlarti. Visto che non vuoi vedermi, ho pensato fosse il modo migliore. >

< Per dirmi cosa? Che ti dispiace? Che mi ami ancora? Axl, va bene, l'ho capito. Sai quel è il problema? E' che ora io non mi fido più di te. >

< … Non ti fidi più. > Ripeté lui sommessamente. Ma certo che non si fida più, continuava a pensare il rosso. < Sono stato così stupido. > Disse dando un pugno rabbioso contro la cabina telefonica.

< Axl. > Lo richiamò Erin sentendo il rumore e la sua voce leggermente alterata dal troppo alcol. < Hai bevuto? > Chiese senza nessuna risposta.

< Erin, io voglio rivederti. Voglio stare con te, cazzo! Fammi tornare con te, ti farò vedere che ti puoi fidare. >

< Sei tu che devi dimostrarmelo Axl. > Disse lei riattaccando la linea.

Axl rimase con la cornetta in mano ancora contro l'orecchio.

< 'Fanculo. > Disse uscendo. Si sentiva esausto solo dopo quella telefonata. Erin era sempre capace di levargli tutte le energie, in qualunque situazione.

< Ehi, guarda un po' chi si rivede. > Disse contenta una voce alle sue spalle.

< Vedo che sei volata per il tuo caro Slash, eh Steph? > Le rispose avvicinandolesi.

< Certo. Per te non lo avrei mai fatto. > Gli disse maliziosa, contenta di quel loro scambio di battutine, anche se maggiormente guidato dall'alcol che il rosso si era bevuto.

< E perché mai? Sei sempre così cattiva con me. > Disse stuzzicandola un po', mettendole un braccio intorno alla vita.

< Ma quanto hai bevuto? > Gli chiese torcendo leggermente la bocca al forte odore di alcol.

< Il giusto per potermi comportare come un deficiente con te. > Disse ritraendo il braccio e iniziando a camminare verso l'entrata del locale.

< Ah, perché secondo te, comportarsi almeno una volta civilmente con me è atteggiarsi a deficiente? > Gli chiese seguendolo, osservando ogni suo movimento e sentendo l'impulso di saltargli letteralmente addosso. Quando se lo trovava davanti sentiva sempre un sentimento contrastato.

Avrebbe voluto riempire di ceffoni quella sua faccia da schiaffi, ma allo stesso tempo non poteva fare a meno di provare dei sentimenti per lui, anche se Slash cominciava a far sempre più parte dei suoi pensieri.

< Solo se lo faccio con te. > Le rispose entrando nel locale.

< Steph, finalmente sei arrivata. > La chiamò il riccio dal loro tavolo.

< Scusa, Axl. > Disse aumentando il passo e superando il rosso. < Ma ora devo andare da qualcuno che capisce il vero valore delle cose. >

< Sarebbe il tuo valore quello che lui capisce? > Le chiese mentre la guardava sculettare verso il tavolo a cui erano seduti i ragazzi. < Allora mi sa che si accontenta di poco. > Disse provocante senza però credere realmente alle parole che gli uscivano di bocca.

Stephanie, senza diminuire il passo, girò il busto verso Axl che la seguiva a passo lento, regalandogli un bel dito medio alzato, anche se tutto il suo viso sorrideva.

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Capitolo 29
*** cap 29 ***


Arrivata la notte, Morfeo aveva accompagnato la maggior parte di Los Angeles a letto.

Ma la vita continuava a scorrere in baldoria al Rainbow.

< Ahah! Povero Slash! > Urlò brillo Steven sfottendo l'amico che, ormai incapace di reggersi in piedi, era caduto rovinosamente sul pavimento sporco del locale nel tentativo di seguire Stephanie sulla pista da ballo.

Una ragazza, seduta sulle ginocchia di Duff, si alzò, sollevò la testa del riccio prendendolo per i capelli, lo guardò attentamente per qualche secondo per poi lasciare di nuovo il capo del ragazzo e annunciare bonariamente. < E' andato. >

< Uff... > Sospirò Steph. < E ora chi mi porta a ballare? >

< Se mi dai una mano ad alzarlo prima che qualcuno lo calpesti, ti ci porto io. > Si propose Axl barcollando verso l'amico steso a terra.

< Ci sto. > Approvò la ragazza, mettendosi in ginocchio per afferrare il suo ragazzo per le braccia. Axl la imitò inginocchiandosi e prendendolo per le gambe.

< Ci sei? > Chiese Steph pronta a far forza sulle gambe per tirarlo su.

< Aspetta, aspetta. Non riesco ad alzarmi. > Le rispose con gli occhi chiusi e il fiatone mentre sentiva tutta la stanza girargli intorno.

< Se devi vomitare dillo, che così sposto il mio ragazzo. > Gli rispose sottolineando l'ultima parola, ma il rosso sembrò non accorgersene.

Dopo che lo ebbero tirato su, Axl e Stephanie si avviarono verso la pista da ballo gremita di gente.

< Cazzo che caldo... > Disse Axl dopo soli cinque minuti in cui i due non avevano nemmeno iniziato a ballare.

< Andiamo a prenderci un drink per rinfrescarci, però poi balliamo o ci porto Duff con me. > Gli ripose la ragazza prendendolo per il polso e trascinandolo fuori dalla mischia verso il bancone.

< Due bicchieri di Vodka e uno di Gin. > Disse veloce il rosso.

< Ecco a voi. > Disse il barman sorridente porgendo ai due i tre bicchieri. < Attenti a non esagerare troppo però. > Disse poi facendosi serio, vedendo la faccia paonazza di Axl, già mezzo ubriaco, e Stephanie, che però, per il momento, sembrava ancora riuscire a reggere l'alcol che aveva bevuto.

I due si fecero poco caso. Bevvero i loro drink e si riavviarono verso la pista da ballo.

Appena riuscirono a ritagliarsi un angolino di spazio fra la folla, Stephanie allacciò le braccia attorno al collo di Axl. Lui, istintivamente, rispose circondandole la vita.

Da lontano potevano sembrare una coppia di fidanzatini innamorati, ma erano troppo ubriachi per rendersene conto.

Steph, cominciando a sentire la testa girare, si aggrappò ancora di più ad Axl. Nonostante i suoi riflessi fossero notevolmente peggiorati, il rosso riuscì a reggere la ragazza, tenendola saldamente, mettendole le mani sul sedere, per poi infilarle nelle tasche posteriori dei pantaloni di lei, ricominciando a ballare ancora più attaccati.

< Oddio, Duff! Guarda quei due! > Disse ridendo Steven, dando di gomito all'amico.

Il bassista ridacchiò. < Se solo li vedesse Slash..! >

Ma i due sembravano non accorgersi della scena che stavano creando.

Sembrava una cosa normale per loro, talmente erano ubriachi.

Continuando a ballare stretti, però, certi istinti cominciarono a farsi sentire.

Stephanie iniziò a ridere sommessamente quando sentì degli strani movimenti contro il suo basso addome.

< Axl.. > Sussurrò sorridendo per niente imbarazzata. < Ti sto eccitando? >

Lui arrossì leggermente gettando uno sguardo in basso, verso la patta dei suoi pantaloni. < Oh cazzo.. > Farfugliò, mentre Steph continuava a ridacchiare.

< Vieni. > Gli disse trascinandolo verso il bagno.

Entrarono senza accertarsi se ci fosse qualcuno dentro.

< Che fai? > Gli chiese Axl sottovoce cercando di non farsi sentire una volta chiusi in uno dei bagni.

< Shhh. > Disse mettendogli un dito sulle labbra. Sorridendogli, cominciò a far scendere l'indice giù per il corpo del rosso. Lo passò sul collo, spostando i capelli, poi giù per i pettorali e gli addominali scolpiti attraverso la maglietta, fino ad inginocchiarsi di fronte ad Axl.

Cominciò a giochicchiare con l'elastico dei suo pantaloni, guardando il ragazzo mordendosi il labbro inferiore. Gli sbottonò i jeans, calandoglieli fino alle ginocchia, seguiti poi dai boxer.

Cominciò a massaggiarlo lentamente con una mano, fino a che poi non decise di prenderlo in bocca, andando sempre più a fondo, facendolo sospirare di piacere.

Axl sussultava eccitato ogni volta che sentiva la lingua di Steph accarezzargli l'eccitazione.

Continuarono così ancora per diversi minuti, fino a che, scosso da una forte scossa, Axl venne quasi furiosamente.

< Oh mio dio.. > Sospirò Axl appoggiandosi al muro, cercando di riprendere fiato, mentre sentiva le gambe stanche mentre l'adrenalina cominciava a diminuire, così come la sua erezione.





xD Breve ma intenso..C:  Fatemi sapere! : *

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Capitolo 30
*** cap 30 ***


Uscirono dal bagno ridacchiando, sia per l'alcol, sia per l'incontro che avevano fatto pochi minuti prima.

< Torniamo al tavolo. Voglio vedere se Slash si è ripreso. >

< Un po' ipocrita da parte tua, non credi? > Le chiese Axl sorridendole furbo.

< Non lo saprà mai. E anche se dovesse venire a saperlo, dirò che è stata colpa tua e che mi hai costretta. Tanto stronzo come sei, non sarebbe una cosa tanto incredibile. > Gli disse ridendo.

< Ehi, vaffanculo. >

 

< Ma non si è ancora ripreso?! > Chiese stupita Stephanie vedendo il riccio ancora steso sulle sedie su cui lo avevano lasciato.

< Beh, in realtà si era ripreso. Ma poi ha visto come ci davi dentro con Axe ed è svenuto un'altra volta. > Disse Duff, cercando, senza successo, di non sghignazzare.

< Cosa?! > Esclamò Stephanie. Non sarebbe mai cascata in uno scherzo così stupido, ma ad aiutare Duff nella sua burla, c'erano diversi bicchieri di alcolici. < Oddio, non è possibile! > Continuò lei preoccupata, mettendosi le mani nei capelli. < Axl come facciamo, adesso? >

I ragazzi potevano vedere come qualche lacrima stesse spingendo contro i suoi occhi pieni di preoccupazione.

< Dai, smettetela. > Disse Axl a Steven e Duff che se la ridevano bellamente. < Stai tranquilla. > Disse mettendo una mano sulla sua spalla. < Sono i soliti coglioni. Ti stanno prendendo in giro. >

< Ah. > Disse lei fermandosi. Rimase per qualche secondo immobile a fissare il vuoto con un'espressione assente che fece scoppiare a ridere di nuovo di due biondi.

Poi, come riprendendosi, la ragazza alzò gli occhi, passandoli veloce da Slash ad Axl e poi a Duff e Steven, per poi scoppiare a ridere senza contegno.

< Ora ho capito tutto. > Disse Steven ridendo. < Ci credo che ballava in quel modo con te, Axe. L'hai imbottita di alcol. Anche un barbone puzzolente ci sarebbe riuscito. >

< Sta di fatto che c'ero io e non tu, quindi stai zitto, nano di merda. > Gli disse il rosso dandogli una botta sulla nuca.

< Come se tu fossi tanto più alto di me... >

Duff sospirò, attirando l'attenzione del gruppetto. < Comunque, ragazzi, sarà meglio cominciare ad andarcene. Axl tu che hai la macchina porta Slash, noi prendiamo un taxi. >

< Va ben- > Cominciò a dire, ma fu interrotto da Slash, che dopo un paio di conati, vomitò tutto ciò che aveva bevuto sul pavimento.

< Scordatevelo. > Disse Axl dopo che il riccio ebbe finito di rigettare anche lo stomaco. < Lui sulla mia macchina non ci sale. > Continuò incrociando le braccia la petto.

< E dai, Axl. Tanto ormai ha già vomitato tutto. > Cercò di convincerlo Duff ridendo.

< Ti ho detto di no. > Disse, poi iniziò a camminare verso l'uscita del locale.

< Uff. > Sospirò il biondo. < Steve, aiutami a portarlo fuori. >

< Bene, visto che di lui vi occupate voi due... io posso anche andarmene. >

< E con che macchina? >

< Con quella di Axl, ovvio. > Rispose lei rincorrendo il rosso.

< Qui c'è qualcosa sotto. > Disse Steven sottovoce all'amico che annuì.

 

< Axl! > Lo chiamò Stephanie, guardandolo camminare qualche metro davanti a sé. Ogni volta che passava sotto un lampione, la luce gli illuminava i capelli rossi, rendendolo, agli occhi di Steph, quasi un angelo, una stella che emanava luce propria.

Sentendosi chiamare, Axl si girò e, vedendo Stephanie corricchiare verso di lui, si fermò ad aspettarla.

< Non vai con il tuo ragazzo? Vedo che ti sono piaciuto. > Le disse mentre un sorriso sghembo si dipingeva sulla sua faccia.

Lei alzò gli occhi al cielo, sorridendo. < Axl, mi dai un passaggio a casa? > Disse appena lo ebbe raggiunto.

Subito dopo aver finito la frase, Stephanie si attaccò al braccio del cantante cercando un appoggio, visto che la corsa le aveva fatto venire un mal di testa pazzesco.

Il rosso preso di sorpresa, non riuscì a sostenerla, e caddero entrambi a terra ridacchiando completamente ubriachi.

< Oh, mamma. > Esclamò Stephanie ridendo, mentre Axl la aiutava ad ritirarsi su.

Continuarono a camminare verso la macchina sorridendo e cercando di sostenersi l'un l'altra.

Saliti in macchina, Axl cominciò a sfrecciare per le vie semi-addormentate di Los Angeles.

Mentre scorrazzavano, le vie si riempivano di urla entusiaste dei due. In quel momento, e con quella quantità di alcol in corpo, le luci delle strade facevano sembrare il mondo un grandissimo parco giochi. Erano così presi dall'euforia, che non si accorsero di altre di luci che iniziarono a seguirli. Due luci blu e rosse lampeggianti.

Continuarono a correre oltre i limiti di velocità, ridendo, anche quando l'auto della polizia si mise accanto a loro, suonando furiosamente il clacson e intimandogli di accostare.

La macchina di Axl continuò ancora per un po' la sua folle corsa, passando diverse volte con il semaforo rosso e senza rispettare gli stop, dopodiché si convinse a fermarsi ad un lato della strada, quando i poliziotti iniziarono a dargli delle botte su una fiancata.

< Ma che cazzo vi siete messi in testa di fare?! > Urlò irato un poliziotto, piuttosto corpulento, scendendo dalla macchina e dirigendosi a passi veloci verso l'auto di Axl.

< Forza scendete. > Disse l'altro poliziotto seguendo il collega.

< Oh, cazzo. Aspetta. > Fece Axl preoccupato, tenendo ferma Steph per un braccio. < Prendi questa. Nascondila bene. > Le disse, allungandole una bustina piena di polvere bianca.

< Ma che è? Cocaina? > Chiese lei sghignazzando e nascondendo la bustina nel reggiseno per poi scendere.

Appena i poliziotti li videro scendere dalla vettura, capirono con chi avevano a che fare.

< Venite con noi, che vi facciamo fare il test del palloncino. > Li intimò uno dei due poliziotti, mentre l'altro finiva di perquisirli.

< Oh! Ma bene. Cos'é questa? > Chiese ironico tenendo in alto il sacchettino di plastica, per poi lanciarlo al collega che lo fissò per qualche secondo.

< Pure la cocaina avete, eh! >

Dopo essere risultati entrambi positivi al test del palloncino con valori eccessivamente superiori al limite consentito, furono fatti salire sul retro della volante diretta verso la centrale, mentre l'altro poliziotto li seguiva alla guida dall'auto del rosso.

Arrivati davanti all'edificio, Axl e Stephanie furono fatti scendere e portati in una cella temporanea in attesa di accertamenti e, in caso, di un processo.

< Possiamo fare una telefonata? > Chiese Axl allo sceriffo che, seduto alla scrivania, ogni tanto gettava un'occhiata verso di loro.

< Una a testa, sì. >

< Io devo chiamare Ralph. > Disse Stephanie diventando quasi immediatamente lucida.

< Tenete. > Disse il vecchio sceriffo passandole il telefono attraverso le sbarre.

< Pronto? > Dopo diversi squilli, Ralph rispose con la bocca impastata. Probabilmente l'aveva appena svegliato.

< Ralph c'è un problema. >

< Che hai fatto? Dove sei? > Chiese improvvisamente preoccupato.

< Ehm.. Sono andata con i ragazzi al Rainbow, giusto? >

Ralph non disse nulla, rimanendo in attesa, ma era come se Steph lo potesse vedere annuire dall'altro lato della cornetta.

< Beh, abbiamo festeggiato, poi siamo andati via e mentre Axl mi accompagnava a casa... ci ha fermato la polizia. >

< Oh, porca miseria. > Esclamò Ralph mettendosi le mani fra i capelli bagnati dal sudore. < Sei alla centrale? >

< Già. C'è anche Axl con me. > Disse lei, per poi ridere della reazione del rosso.

< C'è lo sceriffo lì vicino? Chiedigli se posso fare qualcosa. Chiedi se posso venire a pagarti la cauzione adesso. >

< Dice che puoi venire domani mattina. > Disse dando un colpo ad Axl che le stava appiccicato tentando di ascoltare la conversazione, ma che intanto approfittava per strusciarlesi un po' addosso.

Ralph sospirò. < Ma almeno state tutti e due bene? >

< Ma che scherza, questo? I miei riflessi migliorano quando sono fradici di alcol. > Disse il rosso ridacchiando ironico.

< Non è che mi rassicuri dicendo così... > Gli rispose Ralph sorridendo e portandosi un mano sulla faccia sconfortato dalla sfacciataggine del ragazzo.

< Potresti quasi compromettere maggiormente la tua situazione, bello. > Disse lo sceriffo mentre ascoltava distrattamente la conversazione, intanto che finiva di sistemare dei fogli.

< Ma dove è finita la privacy... > Borbottò Axl fra se e se.

< Ecco, appunto. Impara a chiudere quella bocca. >

< Mi pare, però che anche tu l'abbia tenuta parecchio aperta la bocca. > Disse lui allusivo.

< Umpf... Io non parlo quas- AXL! Urlò alla fine capendo a che cosa si stesse riferendo. < Brutto stronzo! > Gli tirò un calcio nello stinco ma, nonostante il dolore fosse parecchio acuto, Axl continuava a ridere, soprattutto per il tempismo di Steph.

< Ti giuro, se vengo a sapere che lo hai detto ad altri ti strozzo. >

< Ma di che state parlando? > Chiese Ralph in linea, che era rimasto ad ascoltare zitto per tutto il tempo.

< Niente, niente. Allora ci si vede domani. > Lo salutò frettolosamente, per poi allungare il telefono di nuovo allo sceriffo.

< Bene, ragazzi. > Cominciò a parlare. < Io vi lascio. Vedete di farvi ritrovare domattina. > Disse per poi spegnere le luci e chiudere la porta.

< Sarà una notte lunga... >

< Sai, ho sentito che il tempo passa più veloce se ci si diverte... > Persino nel buio Stephanie poteva vedere una luce furba negli occhi di Axl.

< No. > Gli rispose lei smorzando l'entusiasmo del rosso.

< Ma non sai nemmeno che cosa ti volevo chiedere. >

< Sono comunque sicura che mi volevi chiedere di fare sesso con te o cose simili. >

Axl emise un piccolo gemito. < No, macché. > Ridacchiò. < Volevo fare una lotta con i cuscini. >

< Non ci sono nemmeno i cuscini, Axl. Dormi, va. Che magari smaltisci la sbornia e diventi meno stupido. >

< Vuoi dire più intelligente. > Disse Axl sdraiandosi. < … vero? >

Sentì solo Steph che ridacchiava.

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Capitolo 31
*** cap 31 ***


Izzy si svegliò, steso sul pavimento di casa loro.

Si guardò intorno frastornato. Steven e Duff stavano stesi facendosi da cuscino a vicenda, e Slash stava ancora dormendo, ma probabilmente, cosa che sollevò un po' il moro, si era spostato durante la notte dando remoti segni di vita.

< Ma dov'è Axl? > Chiese ad alta voce senza ricevere nessuna risposta.

Con un piede diede dei piccoli calci a Steven che si svegliò di soprassalto.

< Steve, dov'è Axe? >

< Non è tornato? > Si domandò guardandosi intorno, svegliando pure Duff che si era trovato improvvisamente senza il suo peloso cuscino.

Intanto, Izzy si alzò in piedi e andò a scuotere Slash riuscendo a farlo svegliare.

< Oh, guarda guarda chi si è svegliato. Pensavamo tu fossi finito in come etilico. > Disse Duff saltandogli letteralmente addosso.

< Levati. Dov'è Axl? > Chiese anche il riccio guardandosi intorno, notando l'assenza dei commenti del rosso o di Axl stesso. < E' in camera? >

< Ehm... Ecco, non proprio. > Rispose Duff alzandosi.

< Ieri quando siamo andati via dal Rainbow, noi tre abbiamo preso un taxi. Axl ha accompagnato Steph a casa sua. Ma non sono ancora tornati. > La fece franca Steven.

< Cosa?! > Esclamò il riccio tirandosi in piedi in un baleno. < Cosa ha fatto quel figlio di puttana?! >
< Sta' calmo, ha solo portato Steph a casa. Il fatto che non sia ancora tornato non vuol dire nulla. > Spiegò Duff. < Potrebbe aver avuto un contrattempo. >

< Sì, certo. Un contrattempo... Lo so io perché non è qui quello. Che stronzo. > Disse correndo verso il telefono.

Rimase diversi minuti attaccato alla cornetta senza proferire parola, componendo più volte dei numeri, fra gli sguardi interrogativi dei suoi amici.

< Ecco. > Esordì alla fine. < Né Stephanie né Ralph rispondono al telefono... > Disse scocciato. < Me la paga questa. >

 

Axl e Stephanie furono svegliati dal rumore di una porta piuttosto pesante che si chiudeva.

< Ma che cavolo... > Esclamò Axl.

< Scusate. > Disse lo sceriffo senza però davvero prestare importanza alle scuse.

< Che mal di testa... > Sospirò Stephanie stanca. < Axl, questa è colpa tua. >

< Non rompere che siamo sulla stessa barca. >

< Ma voi zitti un po' mai, eh... > Chiese sorridendo lo sceriffo, abbassando leggermente il giornale per poterli guardare.

Un poliziotto in uniforme aprì la porta, seguito da un uomo dall'aspetto familiare.

< Ralph! > Esclamò Stephanie contenta, correndo fino al limite della cella e mettendo la testa fra le sbarre nel tentativo di avvicinarsi il più possibile all'uomo che con infinita pazienza continuava a proteggerla.

< E' venuto qua per la cauzione? > Chiese lo sceriffo.

< Sì. Per entrambi. > Disse firmando un assegno in bianco.

Lo sceriffo inserì la somma mostrandola poi a Ralph che annuì.

Il poliziotto aprì la cella facendo uscire i due. Steph si gettò veloce fra le braccia di Ralph, mentre Axl rimase da una parte, osservando il dottore di nascosto.

< Ora, > Disse Ralph spostando leggermente Stephanie per poter guardare lo sceriffo. < Mi potrebbe dire che cosa hanno combinato che ancora non sono riuscito a capirlo? >

< Il ragazzo è qui per guida in stato di ebbrezza, guida oltre il limite di velocità e resistenza a pubblico ufficiale. > Iniziò lo sceriffo. < La ragazza, invece, per trasporto di stupefacenti. >

< Cosa?! > Esclamò Ralph guardando incredulo Stephanie.

< Me l'ha data Axl. > Disse prontamente cercando di discolparsi.

Ralph rivolse il suo sguardo sul rosso che, a disagio, passava a guardarsi la punta delle scarpe con aria affranta, a fissare Stephanie pieno di odio.

Era incredibile come riuscisse a cambiare, diventando dalla ragazza simpatica che era stata fino ad un secondo prima, ad una stronza, ogni volta che c'era Ralph intorno, come se la sua presenza la influenzasse a tal punto da farle cambiare comportamento.

Ralph continuò ad osservare il ragazzo per qualche secondo, per poi sospirare decidendo di rimandare la discussione ad appena fossero usciti dalla centrale.

 

< Ma cosa vuoi fare? > Chiese Izzy con un tono stanco.

< Non sai nemmeno dov'è. > Disse Steven cercando di aiutare il moro a fermare il chitarrista dal fare una delle sue solite stupidaggini.

< State zitti. > Ribadì ancora una volta Slash continuando a girare per la casa buttando tutto all'aria.

Poteva sembrare che stesse impegnandosi nella ricerca di qualcosa di importante, ma i tre che lo guardavano stravaccati sul divano, o almeno su di ciò che ne rimaneva, capivano che in realtà in mezz'ora di scorrazzamenti non aveva concluso nulla.

A dirla tutta non aveva nemmeno iniziato a fare qualcosa se non insultare pesantemente il rosso con i più svariati termini.

< Non sai neanche che cosa ha fatto. Magari non è successo niente. Stai basando tutto su una tua supposizione che non ha né capo né coda. > Disse Izzy cercando di difendere l'amico d'infanzia. Poteva sì essere un po' stronzo, ma non avrebbe fatto una cosa del genere, soprattutto perché non sembrava andare molto d'accordo con Stephanie. O almeno era ciò che pensava Izzy.

< Dici così perché tu non li hai visti ieri sera... > Ridacchiò Duff sottovoce, prendendosi una gomitata dall'altro biondo.

< Che stai dicendo? > Chiese Izzy quando Slash fu lontano.

< Dopo che sei andato via con quella biondina, Stephanie e Slash volevano andare a ballare, ma Slash era ubriaco marcio ed è svenuto. Allora l'ha portata Axl a ballare e.. beh, non so se fosse l'alcol o cosa... ma dovevi vederli! Magari, visto la loro enorme sbornia, non se ne sono nemmeno accorti del bel quadretto che creavano. > Raccontò Steven ad un Izzy piuttosto stupito. Possibile che non avesse notato i sentimenti di Axl? Magari era davvero solo l'alcol che faceva il suo effetto sui due.

< Aspetta un attimo. > Fece il moro alzandosi dal divano. < Avete detto che Axl ha guidato la macchina per portare Steph a casa? >

I due biondi annuirono senza capire.

< Cazzo! > Esclamò Izzy preso improvvisamente dal panico.

< E ora che gli prende a questo?! > Domandò il riccio rientrando in salotto.

< Ma non capite?! Ieri sera Axl ha guidato ed era ubriaco fradicio! Perché cavolo glielo avete permesso, deficienti! > Continuò a sbraitare incavolato. < Accendi la televisione Steve, e prega perché non ci siano notizie di un incidente. > Disse minaccioso per poi correre in camera e mettersi una maglietta addosso.

< Un incidente? Non crederà che Axl si sia schiantato con la macchina, vero? > Chiese Duff cominciando a preoccuparsi seriamente.

< Con Stephanie! Se ha fatto male a Stephanie lo uccido! >

< Sempre che il fato non abbia già provveduto. > Disse Steven ridacchiando ironico. < AHIO!! > Urlò cadendo a terra dolorante, colpito da un violento pugno fra le spalle.

< Brutto bastardo, dillo un'altra volta che ti stronco le braccia, così oltre che suonare e levarti dai coglioni, non potrai più nemmeno farti le seghe. Così magari nella disperazione farai un favore all'umanità e ti ammazzi da solo. > Disse nero dalla rabbia il moro per poi uscire dall'appartamento sbattendo violentemente la porta dietro di sé.

< Ma che cavolo...?! Io stavo solo scherzando... > Disse tristemente cercando di massaggiarsi la schiena.

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Capitolo 32
*** cap 32 ***


Ralph, Axl e Stephanie salirono in macchina dopo essere usciti dalla centrale di polizia.

Ralph guidò in silenzio fino a casa sua e di Stephanie.

< Steph, avviati su. Intanto accompagno Axl. > Le disse.

La ragazza aprì la portiera e uscì salutando con un bacio sulla guancia Ralph e senza degnare nemmeno di un'occhiata Axl.

Ripartirono verso la Hell House. Di nuovo il silenzio regnava nella macchina.

Il rosso sospirò. < Forza comincia. So che lo aspetti con ansia. >

Ralph lo guardò attentamente dallo specchietto retrovisore.

< Casa mia era più vicina alla centrale, ma hai voluto fare un girò più lungo per levarti Steph dai piedi e avere l'occasione di farmi la tua predica. Quindi, forza. >

Ralph rimase zitto. < Mi hai fatto proprio incavolare, sai? > Iniziò guardando Axl che si stendeva lungo i sedili posteriori. Pensava a come fosse incredibile che, nonostante la rabbia che diceva di provare nei suoi confronti, non usasse nemmeno una parolaccia contro di lui.

< Mi sta bene che tu festeggi e ti ubriachi, è stato un giorno importante ieri, lo so. Ma non dovresti mai guidare dopo. Soprattutto se oltre a te c'è anche qualcun altro in macchina. Riesci a capire che cosa poteva succedere? > Gli chiese, controllando che capisse il reale rischio della situazione.

Il rosso sospirò buttando gli occhi al cielo per poi guardare distrattamente fuori dal finestrino.

“Sembra quasi che non abbia percezione del pericolo che corre. Spero non mi ascolti perché già sa e si sente in colpa” Pensò il dottore. “ Perché se la sua avventatezza non è dovuta all'alcol ma ad un estraniamento dalla realtà, allora sì che c'è un problema. Serio pure.”

< Rispondimi però, Axl. Non voglio fare un monologo. Non quando questo è il tema della discussione. Qui non stai giocando con uno scemo. > Gli disse severo. < Se non vuoi parlarne basta che me lo dici e risparmio la voce. >

Il ragazzo sbuffò. < Non sono mai stato una persona partecipativa in questo tipo di situazioni. >

< A me basterebbe tu mi ascoltassi e prendessi seriamente in considerazione le mie parole. Non devi farmi un favore personale ascoltandomi. >

Ralph continuò a guidare senza che Axl dicesse niente. Poi, improvvisamente, inchiodò, facendo quasi cadere Axl, che lo guardò incazzato.

Si accostò ad un lato della carreggiata per non impedire il passaggio alle altre macchine.

< Bene, se non vuoi ascoltare seriamente allora dimmi solo una cosa. Perché hai dato quella droga a Stephanie? > Chiese irato. Volendo, quasi sadicamente, provare a riutilizzare l'unica tecnica con cui era riuscito ad ottenere dei risultati dal ragazzo.

Axl lo guardava, infatti, quasi spaventato e scioccato. Non l'aveva mai visto così arrabbiato, nemmeno quando lo aveva colpito con un pugno.

Si sentiva a disagio sotto quello sguardo che cercava in tutti i modi di strappargli delle risposte.

Si mosse velocemente, cercando di batterlo sul tempo. Tentò di uscire dalla macchina per scappare dagli occhi del dottore, ma Ralph fu più sveglio di quanto Axl pensasse e tirò giù la piccola sicura sulla portiera del lato del guidatore, chiudendo con uno scatto tutti gli altri sportelli.

< Che cazzo fai?! > Sbottò Axl irato sentendosi in trappola, cercando di tirargli un pugno che però Ralph riuscì a fermare, prendendolo per il polso fermamente.

< Non cercare di colpirmi, Axl! > Gli disse con un tono autoritario che tradiva però sorpresa e un po' di timore, per quel gesto rabbioso improvviso, mentre il ragazzo continuava a dimenarsi.

Ad un certo punto, vedendo quanto si stesse spingendo oltre la rabbia del rosso, Ralph passò fra lo spazio tra i sedili anteriori e fu sopra Axl, bloccandolo steso con il peso del suo corpo e tenendogli ferme le braccia.

< Levati subito, brutto pezzo di merda! > Urlò lui infuriato.

Ralph rimase un po' ferito da questa sua uscita.

< Non sai quello che dici. > Gli disse. < Reagisci così solo perché ti senti messo in trappola. > Disse stuzzicandolo per l'ennesima volta.

Axl si fermò guardando Ralph talmente male che il dottore aveva paura che da un momento all'altro avesse potuto attaccargli un morso.

< Mi dici come mai hai dato la tua droga a Stephanie? > Continuò a chiedere.

< Perché dovresti credere che sono stato davvero io a dargliela? Perché non potrebbe essere stata lei ad averla? > Domandò ostentando una sicurezza che lasciò Ralph perplesso.

< Non credo proprio farebbe mai una cosa del genere. > Disse allentando leggermente la presa ma senza mollare per un secondo le sue braccia. < Sua madre è morta per un'overdose e suo padre si è suicidato poco dopo per la disperazione. La odia quella roba. Come vedi non sei l'unico ad aver avuto un'infanzia di merda. > Disse per poi pentirsene subito dopo.

Ralph vide il volto di Axl farsi pensieroso e gli occhi venire ricoperti da un velo di tristezza.

< Chi te lo ha detto? E' stato Izzy, vero? >

< Sì, ma lui non voleva. Gliel'ho chiesto io. > Gli disse, spaventato dal fatto che Axl potesse infuriarsi anche con l'amico e scatenare un'altra rissa.

< Perché glielo hai chiesto? > Chiese con un tono nuovamente arrabbiato. < Non erano affari tuoi. Porca miseria. >

< Volevo sapere il significato di una frase che mi hai detto quella sera dopo la tua lite con Erin. Mi dissi tipo che anche tu sei stato nella sua situazione, ma che nessuno ti ha mai difeso. >

< Lasciami andare. > Disse Axl, nel suo tono non c'era né rabbia né tristezza, era un tono piatto e inespressivo.

< Prima rispondimi. >

< Non lo so, va bene? Non ne ho la più pallida idea del perché le abbia dato quella cazzo di cocaina. > Sbottò il rosso.

< Ah, no? > Fece Ralph scettico guardando il ragazzo sbuffare sotto di lui.

< Ok, va bene l'ho fatto per salvarmi, per quando possibile, il culo. Ora ti sposti che mi stai schiacciando la cassa toracica? > Ammise rassegnatamente.

Ralph sorrise alzandosi da Axl che mugolò dolorante.

< Mi hai fermato la circolazione alle gambe. > Si lamentò massaggiandosi i polpacci formicolanti.

< Mi fa piacere tu l'abbia ammesso. >

< Non ne dubito... > Mormorò scocciato Axl.

< Ti posso fare una domanda? Ma, secondo te hai un problema di gestione della rabbia? > Chiese alludendo al pugno che gli stava per sferrare e al modo in cui l'aveva dovuto fermare per poterci avere una conversazione.

< Sì. > Disse scherzosamente., sferrandogli un destro quasi inoffensivo. < Ma che cavolo fanno?! > Chiese poi ad alta voce, vedendo Izzy, Steven, Duff e Slash che correvano forsennatamente lungo una strada poco lontano da casa loro.

Ralph sbloccò le portiere permettendo ad Axl di uscire velocemente prima che i quattro li passassero.

< Izzy, ma che cavolo fate? > Chiese il rosso all'amico che guidava quella corsa.

< Axl! > Esclamò l'altro aumentando il passo e abbracciandolo.

< Ma che fai?! > Fece il rosso scansando l'amico e guardandosi intorno quasi imbarazzato da quella dimostrazione pubblica di affetto.

< Mi hai fatto prendere un colpo. Perché non sei tornato ieri sera? >

< Stavo riaccompagnando Steph e ci ha fermato la polizia. Abbiamo passato la notte in cella. >

< Abbiamo?! Vuoi dire anche Stephanie? > Chiese alterato il riccio andando vicino al cantante che lo guardava con aria infastidita. < Hai fatto finire la mia Steph in galera?! >

< Non rompere il cazzo Slash. Non sono dell'umore. >

< Non sei dell'umore?! Sai che me ne fotte del tuo umore! >

< Apri un'altra volta la bocca e dalla “tua” Steph ci vai ricoperto di sangue. >

< Oh... Cos'é? Una minaccia? > Disse Slash prendendo in giro l'amico.

< Dai, Slash, smettila. > Disse Ralph spingendo il riccio leggermente indietro per allontanarlo da Axl. < Steph sta bene, è a casa. Vuoi che ti ci porti? >

Il riccio annuì, seguendo il dottore in macchina.


Eh, sì. E' un primo passo verso l'amicizia! :D
E un altro verso un probabile scontro...
Beh, un po' in ritardo, ma ci sono. Il prossimo è già pronto!! Ma lo metterò fra un po'.. : *

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Capitolo 33
*** cap 33 ***


< Comunque non mi hai ancora spiegato perché stavate correndo in quel modo. > Disse Axl ad Izzy mentre camminavano verso la Hell House.

< Mi hanno detto che ieri sera hai guidato completamente ubriaco e visto che non eri tornato a casa ho temuto il peggio. >

< Grazie Izzy. Sempre ottimista nei miei confronti, vedo. > Ridacchiò il rosso.

Steven tossì cercando di attirare l'attenzione. < Senti, Axe. Ora siamo fra di noi. > Disse sorridendo. < Niente Slash. Niente Ralph. Puoi parlare tranquillamente, giusto? >

< Ma che dici? > Chiese Axl guardandolo enigmatico.

< Vuole sapere che è successo fra te e Steph ieri sera. E credo attenda dettagli scabrosi. > La fece corta Duff, curioso pure lui.

Axl ridacchiò. < Sinceramente non è che ricordi molto... >

< E dai! > Dissero gli altri tre all'unisono.

< Ci sarà qualcosa che ti ricordi meglio. > Gli disse Duff cercando di tirargli fuori qualche parola.

< Oh, certo che sì. > Rispose lui entusiasta tenendoli sulle spine per un po', godendosi le loro facce. < Il pompino che mi ha fatto nel bagno. >

< No! Non ci credo! > Esclamò Steven dando il cinque al rosso.

Duff se la rideva, ma Izzy ostentava un'espressione strana.

< Che hai, Iz? > Gli chiese Axl.

Il moro scosse la testa. < Se lo viene a sapere Slash è la fine. >

< Uff.... Eravamo guidati dall'alcol, chi se ne frega. > Si difese. < Come se poi lui non fosse mai successo. >

< Speriamo solo che rimanga tutto nell'ombra e che ce ne scordiamo tutti. > Sospirò il chitarrista.

< Col cazzo! Scordatevelo voi. Io me lo voglio ricordare. Ha un caratterino di merda, ma minchia se sa usarla quella bocca! > Esclamò Axl facendo scoppiare l'ilarità degli altri tre.

 

< E' qui. > Disse Ralph indicando a Slash la porta di un appartamento.

< Ok. Grazie. > Lo congedò il riccio.

Bussò alla porta e dopo qualche secondo Stephanie si presentò alla porta.

< Ciao, Slash. > Disse scoccandogli un bacio sulle labbra.

< Ehi. Ho sentito che per colpa di quel deficiente di Axl sei finita in cella ieri sera. > Disse entrando in casa.

< Già. Ci hanno beccati ubriachi al volante. Beh, in realtà hanno beccato lui, visto che io non guidavo. > Sottolineò la ragazza.

< E allora perché ti hanno arrestata? >

< Axl mi ha dato della cocaina da nascondere. Ero troppo ubriaca per capire, quindi l'hanno trovata addosso a me. > Confidò Steph.

< Cosa? Ti ha incastrata?! Con la nostra coca?! >

< Nostra? Ti fai di cocaina, per caso? >

< Beh, a volte capita che io- >

< Slash! E' la cosa più disgustosa che tu possa fare, stupido! > Gli urlò facendolo sbiancare.

< Ma che ti prende? >

< Devi smetterla, e smetterla subito! Non voglio stare con qualcuno così idiota! > Disse prendendo per un braccio e trascinandolo verso la porta.

< No, dai tesoro. > La supplicò con tono calmo, iniziando ad opporre resistenza alla sua delicata forza. < Se è ciò che vuoi smetterò, te lo prometto. > Le sussurrò avvicinandolesi e guardandola dolcemente negli occhi, tranquillizzandola.

Le diede un bacio a cui Stephanie rispose prontamente allacciandogli le braccia intorno al collo.

< Forse è il miglior modo per fare la pace, che ne dici? > Gli sussurrò nell'orecchio, mentre strusciava una gamba sul suo pacco, che iniziava a rispondere a quel contatto.

Sperava che dormendo con Slash, potesse riuscire a dimenticare almeno per un po' Axl e la loro serata alcolica.

Il riccio annuì silenziosamente, guidando la ragazza verso la camera da letto.

 

< Come ci sei finita in macchina con Axl? > Chiese slash mentre i due stavano sdraiati sul letto coperti solo dalle lenzuola.

< Mah... Dopo che sei svenuto, lui mi ha portata a ballare. >

< Hai ballato con lui?! > Fece Slash tirando leggermente su la testa per guardare la ragazza.

< Oddio, Slash. Che dovevo fare, tu eri svenuto. Ci ho ballato. Che vuoi che sia... > Gli disse un po' scocciata Stephanie, sentendosi oppressa dalla continua gelosia del riccio.

Il chitarrista sospirò. < E' vero, scusami. Dopo tutto, non ci hai mica fatto sesso. > Disse ributtando la testa sul cuscino e chiudendo gli occhi con un sorriso sulle labbra.

< Già... > “Mica ci ho fatto sesso...” Pensò tristemente, sentendosi in colpa

 

< Vedo che comincia a piacerti quella ragazza. > Disse scherzosamente Izzy, anche se in realtà quella sua frase nascondeva uno scopo più subdolo di una semplice frecciatina tra amici. Voleva davvero sapere se gli eventi della sera precedente erano dovuti solo all'alcol o c'era qualcosa di più.

Il rosso si girò a guardarlo. Il moro poteva vedere le guance di Axl farsi leggermente, quasi impercettibilmente, più colorite.

< Non è che mi piaccia. Ma se a letto è almeno la metà della bomba che è stata in quel cazzo di cesso pubblico l'altra sera, beh, allora Slash è davvero un cazzone fortunato. > Gli rispose mettendo su un ghigno strafottente.

Dopo qualche minuto arrivarono alla Hell House.

< Ma è il nostro telefono? > Chiese Duff sentendo degli squilli lontani mentre salivano le scale.

< Cazzo sì! > Esclamarono per poi correre su per le scale il più velocemente possibile, iniziando anche un competizione. Ogni momento era buono per una gara fra amici.

Axl fu il primo a vedere la porta del loro appartamento, seguito subito dopo da Duff che guadagnava terreno con ampie falcate.

L'androne fu pieno di urla e schiamazzi dei quattro che si spintonavano su per i gradini, disturbando la quiete dei condomini e le pennichelle degli anziani che, infastiditi si affacciavano alla porta, sussurrando imprecazione verso le nuove generazioni.

Il cantante diede una spallata alla porta che cigolò ma non si aprì, per poi spalancarsi pochi secondi dopo, quando il biondo piombò addosso al rosso.

I due finirono a terra. Steven, rimasto leggermente distaccato dai due, li scavalcò esultante mentre cercavano di tirarsi nuovamente in piedi, e si slanciò verso il telefono.

< Pronto? > Rispose con tono euforico e stanco per la corsa.

< Sono Alan Niven. >

< Ehi! Ragazzi è Alan! > Esclamò il biondo fin troppo contento.

< Chi? > Chiese interrogativo il rosso.

< Come chi? > Disse Duff dandogli una botta sulla nuca. < Il nostro manager. Tutto quella vodka deve averti fatto rimbecillire parecchio. >

< Ah già. Il grande capo... > Disse sarcastico Axl. Non era convinto di quando fosse realmente contento di avere un manager. Era sicuro che avrebbe danneggiato la sua leadership all'interno del gruppo, cercando di assumere lui stesso il controllo dei Guns.

< Senti. > Disse Alan. < Ho affittato i Rumbo Studios per cominciare la registrazione del disco. >

< I Rumbo Studios? Ma sono lontanissimi. > Si lamentò Duff che ascoltava con l'orecchio accanto alla cornetta. < Noi abbiamo solo una macchina, non ci entrano nemmeno tutti gli strumenti. >

< Tranquillo, vi passiamo a dare una mano noi. Abbiamo preso in affitto pure un appartamento lì di fronte. Non avete mica problemi a trasferirvi subito? >

< C'è una doccia? >

< Una docc-?! Certo che c'è una doccia. > Rispose il manager stupito da quella domanda.

< Allora accettiamo. > Disse Steven soddisfatto.

< Bene. Vi passiamo a prendere con due macchine. Prendete tutta la roba che vi serve o che volete portarvi dietro. > Disse Alan, per poi riattaccare.

< Ragazzi, > Fece Steven con tono solenne, riattaccando la cornetta. < Ci trasferiamo! Niente più topi o tubature che perdono. E tutto a spese della Geffen!


Da ora in poi comincieranno ad esserci un po' di cambiamenti nella vita dei cinque!
Nuove persone, nuovi ambienti, neanche dovrei dirvi nuovi casini..! Grazie : *

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Capitolo 34
*** cap 34 ***


 

Quattro facce si affacciarono dalle finestre della Hell House come sentirono diversi clacson suonare sotto casa.

< E' Alan. > Disse Izzy notando l'uomo dai lunghi capelli biondi e la barba incolta che gli fu presentato pochi giorni prima che usciva dalla prima macchina.

< Che colpo d'occhio. Complimenti. > Lo schernì Axl, visibilmente infastidito dalla presenza dall'uomo.

< E c'è anche Doug. >

Presero tutta la roba, costituita soprattutto da strumenti, vestiti e bandane per Axl, ed uscirono con il rosso che guidava la fila.

< Ecco la mia roba. > Disse buttando un borsone sui sedili posteriori della seconda auto. < Io vado con lui. > Disse indicando Doug. < Voi dividetevi come vi pare. Alan devi passare a prendere Slash. > Disse allungandogli il biglietto con l'indirizzo di casa di Stephanie che il riccio gli aveva dato la sera prima per chiamarle il taxi.

< Ehi, ehi. Aspetta un attimo. > Lo chiamò Niven afferrandolo per un braccio mentre si stava infilando in macchina. < Ma chi ti credi di essere per dare ordini a tutti? > Chiese quasi ridendo. < Mettiti qui a sedere da bravo bambino e aspetta che siano i grandi a prendere le decisioni. > Disse deridendolo.

Axl stava diventando sempre più rosso in viso. Un po' per la rabbia e un po' per l'affronto ricevuto.

Come sempre Izzy intervenne in aiuto dell'amico.

< Per noi come ha detto Axl va bene. >

Alan, capendo il tentativo del moro di calmare la situazione, sospirò acconsentendo di darla vinta, per la prima e ultima volta, al cantante.

< Forza, allora. Monta in macchina con Doug. > Disse spingendolo leggermente.

 

< La vedo dura... > Sospirò Alan mentre guidava verso casa di Stephanie per prendere Slash.

< Con Axe? > Chiese Steven dal sedile posteriore accanto a Duff.

< Mi sembra che non riesca a capire che è in un gruppo e che non è solo lui a comandare. >

< … In realtà non è mai stato così. Sembra quasi che il vostro arrivo lo abbia spinto a difendere la sua posizione, o roba del genere. > Disse Duff. < O almeno è ciò che direbbe Izzy. >

< Izzy è il ragazzo con i capelli neri, giusto? > Domandò Alan.

< Già. E' il ragazzo all'apparenza più calmo, anche se è infilato nella droga fino al collo. Però è sempre il più tranquillo e cerca sempre di mettere pace alle nostre discussioni. > Disse Duff.

< … Ho notato. E invece Axl? >

< Cosa vuoi un profilo per ognuno di noi? >

< Beh se dovo essere il vostro manager, tanto meglio che vi conosco il più possibile. >

 

Mentre nell'auto di Alan era cominciata una conversazione, in quella di Doug dominava un silenzio tombale.

Axl era troppo offeso per l'affronto da parlare e Izzy era troppo concentrato a studiare la faccia dell'amico.

Doug li guardava dallo specchietto retrovisore. < Tutto bene là dentro? >

< Perfetto... > Rispose Axl a denti stretti.

< Sai, > Cominciò a dire Doug. < Non ti arrabbiare per Alan. A volte è un po' cattivo nei confronti dei sentimenti degli altri. Ma in realtà è una buona persona, e sono sicuro che sarà di grande aiuto per realizzare il vostro disco. > Disse solare al rosso, che rispose accennando appena un sorriso. Un sorriso vero e non di circostanza.

Izzy lo notò subito, ridacchiando sotto i buffi. Era felice che l'amico riuscisse a farsi piacere qualcuno che doveva lavorare con lui, e Doug sembrava ispirargli fiducia.

< E tu, in questo simpatico quadretto, che ruolo svolgeresti? > Chiese Axl, facendo alzare un sopracciglio ad Izzy.

< Beh, io aiuto Alan ed aiuto voi. Se avete un problema, io sono la persona a cui potete rivolgervi. >

“Un altro punto a suo favore.” Pensò il moro.

< E se io avessi un problema con Alan? >

< Dovresti confrontarti con lui. Ma ti consiglio di rimandare il progetto e aspettare di vedere come lavora in studio di registrazione. > Gli suggerì sempre con il sorriso sulle labbra.

 

< Axl è il tipo più strano del gruppo. Penso che se fai un confronto interno, Axl ed Izzy siano i più curiosi, con Axe in testa. > Cominciò a spiegare Steven.

< Sì. Insomma a me e a Slash piace divertirci e bere, ma siamo persone normali. Izzy è troppo introverso e cerca sempre di proteggere Axl anche quando è evidentemente nel torto. Axl invece, boh, a volte sembra uno psicopatico. >

< Psicopatico? In che senso? Quello che mi pare di aver capito è che è ansioso da come si è comportato alla riunione e, come ho già detto, che vuole avere sempre lui in mano le redini della situazione. >

< Certo. > Annuì Steven dandogli ragione. < Ma poi devi aggiungere anche i continui sbalzi d'umore, l'irritabilità persistente- >

< La sua mania di perfezione. > Continuò Duff, contando sulle dita i difetti del loro cantante. < La sua incredibile capacità di farsi centinaia di nemici o quella di non riuscire a trascinare una relazione pacifica con una donna per più di un mese. >

< E non divide mai la sua cioccolata con me. > Fece Steven mettendo su il broncio.

 

< Slash, c'è qualcuno che ti aspetta giù. Dice di essere il tuo manager. > Disse Steph dopo aver risposto al citofono.

Il riccio si affacciò alla finestra.

< Slash, vi abbiamo trasferito per iniziare a lavorare al disco. > Gli disse Alan.

< Ah. Va bene. Raccatto un po' di roba e vengo giù. >

< Io vado a dirlo a Ralph. > Gli disse uscendo dall'appartamento lasciando la porta socchiusa.

< Bene, bene. > Disse il chitarrista fra se e se. < Chi sa che appartamento ci hanno trovato. >

Si infilò la maglietta e si incamminò verso la porta.

< Vorrei andare con lui ma... poi come la mettiamo con Axl? > Sentì Stephanie domandare.

< Basta che non gli stai troppo intorno, vedrai che non ci pensi. > Le rispose Ralph.

< No, non capisci. Ieri sera, quando sono andata con loro al Rainbow per festeggiare... > Si fermò, prendendo fiato. < … Eravamo tutti completamente ubriachi, Slash è svenuto e dio volevo ballare, così mi ha accompagnato Axl e... e.... > Slash poteva sentire come la ragazza fosse quasi sull'orlo di un attacco di panico. “Ma cosa è successo?” Si chiese preoccupato.

< Calmati Steph, fai un bel respiro, dai. > La incitò Ralph.

< … Axl ed io ballavamo attaccati, lui si è eccitato perché era ubriaco e.. allora io l'ho portato in bagno e... > Ma si fermò scoppiando a piangere. Non c'era bisogno che continuasse, era chiaro a tutti ciò che era successo.

Slash, rimase immobile, appena appoggiato al muro.

Uscì ostentando un sorriso. < Bene, io vado. Ehi, che è successo? > Domandò fingendo di notare solo in quel momento le lacrime che rigavano il volto della ragazza. < Hai paura che ti lasci sola? > Le domandò spavaldo. < Tranquilla, ti verrò a trovare ogni giorno possibile.. > Le disse dandole un bacio a fior di labbra, sorridendole mentre si allontanava.

Ma non appena le ebbe dato le spalle, il sorriso sparì e tutto il suo viso si rabbuiò. Non sapeva che fare, che pensare. Anche lui aveva fatto diverse cazzate quando era ubriaco. Ma non riusciva a darsi pace. Nella sua mente cominciava sempre di più farsi spazio l'idea che la colpa fosse tutta di Axl. Era stato un suo complotto, aveva voluto Stephanie fin dall'inizio. Non c'erano dubbi, l'avrebbe pagata.

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Capitolo 35
*** cap 35 ***


Dopo una decina di minuti che Doug, Axl ed Izzy erano arrivati di fronte al nuovo appartamento, arrivarono anche Alan, Steven, Slash e Duff.

< Ora che siamo tutti possiamo entrare. > Disse Alan girando la chiave nella toppa.

La porta si aprì, mostrando ai cinque un mondo completamente diverso da quello in cui erano stati abituati a vivere.

Le stanze erano luminose e fresche e odoravano di pulito. C'erano due bagni, uno per ogni piano, completamente immacolati. Al piano di sopra ognuno aveva una camera da letto singola. Il frigorifero funzionava e straripava di roba.

< ...Dio. > Esclamò Duff guardandosi intorno. < E' una reggia. >

< Cercate di non rovinarla. > Li invitò Alan sorridente. < Ci è costata un occhio della testa. >

< Questo ed altro per noi. > Disse Axl spavaldo iniziando a curiosare e ad esplorare la casa da cima a fondo.

< Scegliamo le camere? > Chiese Steven eccitato.

< Scegliete le camere. Io l'ho già decisa. > Gli disse il rosso. Non aveva potuto rimanere indifferente non appena l'aveva vista. Era l'unica stanza che si affacciava sull'appartamento accanto. Già sperava di vedere ragazze sporgersi dalla finestra, magari delle studentesse carine e stressate dalla scuola in cerca di un po' di svago. Non riusciva a resistere all'idea.

Dopo che ebbero svuotato le valigie e dopo essersi rinfrescati un po', seguirono Alan e Doug verso gli studi di registrazione lontani solo un centinaio di metri.

Collegarono gli strumenti agli amplificatori ed iniziarono a prendere un po' di confidenza con lo studio e le apparecchiature.

< Tutto bene, Slash? > Chiese Duff al riccio, notando che al chitarrista mancava la sua abituale carica mentre suonava. Se ne stava in un angolo e suonava la chitarra senza nemmeno tenere il tempo con il piede, come se non fosse nemmeno lì.

< Sì, più o meno. > Gli rispose. Il biondo lo guardò strano, cercando di guardarlo negli occhi, ma senza riuscire ad incrociarli per via dei folti ricci che gli cadevano sul volto.

In realtà Slash non aveva mai spostato il suo sguardo, tenendolo sempre fisso sullo stesso punto. Axl. Lo guardava, esaminava ogni suo movimento, sentendo il sangue andargli al cervello ogni volta che lo vedeva sorridere o scherzare con alcune ragazza dello staff tecnico dello studio.

Per quanto odiasse pensare che il suo amico avesse avuto un rapporto con la sua ragazza, era un concetto talmente vicino alla mentalità di Axl, così menefreghista ed egoista, che aveva un'enorme voglia di gonfiarlo di botte.

< Facciamo una pausa? > Domandò Axl ad un certo punto. < Voglio andare a vedere un po' di locali qua intorno. Magari la maggiore qualità dei locali corrisponde ad una maggior qualità di ragazze. > Disse sorridendo malizioso. < Già adoro Hollywood. >

< Vuol dire solo chance in meno per te di finire a letto con una di loro. > Gli disse Izzy.

< Questa è la regola che vale per voi. Non ti scordare che io sono stato educato nell'educato circolo della chiesa pentecostale. >

< Sai te che buona educazione... >

< Shh... > Sussurrò il rosso sorridendo. < Voi venite? > Chiese agli altri quattro.

< Io preferisco rimanere qui. > Gli rispose il riccio. < Magari vi raggiungo più tardi. Ma forse neanche... >

Si girarono a guardarlo interrogativi. Duff, già insospettito dal comportamento del chitarrista, si fece ancora più scettico sul fatto che tutto andasse bene.

< Uhm... Ora che penso, io sono davvero stanco per tutto questo movimento... Anch'io preferirei non uscire più di tanto. > Disse guadagnandosi anche lui delle strane occhiate. < Vero Izzy? Steven? >

Il moro sospirò. < … Già. >

< Bene. Mi state tipo... lasciando da solo? > Chiese Axl un po' indispettito.

< Rimani anche tu se vuoi. > Gli disse Steven sorridendo.

< Scordatelo. > Mormorò sottovoce Slash così che nessuno lo sentisse.

< Non ci penso nemmeno. Ho grandi programmi per stasera. > Disse, poi, uscendo dallo studio da solo.

 

Axl iniziò a fare un giro dei locali più in voga ad Hollywood. Più girava, più persone incontrava. E in ogni locale, riusciva sempre a far scoppiare una rissa, dalla quale doveva poi scappare a gambe levate per evitare il linciaggio della security, sempre presente per liberarsi dei guai. Dopo un paio d' orette era nuovamente ubriaco, e si ritrovò a chiamare un taxi.

< La porto a casa, signore? > Gli chiese il tassista con un forte accento indiano.

< No. Voglio andare a Los Angeles, sul Sunset Boulevard. >

< Va bene, signore. >

Il taxi lo scaricò proprio a pochi metri dalla sua meta.

Prese delle mentine dalle tasche dei jeans, sperando di nascondere almeno un po' l'odore di alcol.

Si avvicinò ad una porta e bussò. Aspettò che qualcuno gli rispondesse sistemandosi i vestiti e cercando di avere un aspetto quanto più rispettabile.

< Ciao Erin. > La salutò appena la porta si aprì.

 

< Allora, Slash. Che è successo? > Gli chiese Duff mettendogli una mano sulla spalla.

< Niente... >

< Dai, mica siamo deficienti. > Gli rispose Izzy.

Il riccio sbuffò. < E' che sono incazzato nero con Axe. Stavolta ha proprio esagerato. >

< Perché?! > Chiese preoccupato Steven che già intuiva il punto della situazione.

< Perché ho sentito Steph che parlava con Ralph di come al Rainbow, dopo che sono svenuto, Axl le abbia chiesto di ballare. Ma non è questo il punto. Del loro ballo me ne aveva già parlato, quello che non ha detto è che gli ha fatto una sega nel bagno, porca troia. >

< Davvero? > Esclamò Duff dopo qualche secondo di completo silenzio. Peccato che la sua sorpresa suonava fin troppo falsa.

< Cosa?! Lo sapevi? Tu lo sapevi! E pure voi lo sapevate! > Urlò Slash irato.

< Aspetta, aspetta. Non è mica colpa nostra. > Si giustificò Steven.

< Voi non lo avete fermato. >

< Come facevamo a sapere che cosa stavano facendo? Quando lo abbiamo saputo era troppo tardi, e tu te ne eri andato da Stephanie. E comunque è una questione che dovete risolvere fra di voi, con Stephanie. Noi non c'entriamo nulla. > Gli disse Izzy incrociando le braccia.

< Oh, la risolverò, state tranquilli. > Disse, per poi attaccarsi al collo di una bottiglia di Jack Daniel's.

 

< Axl, che cosa ci fai qui? Io non voglio più vederti. > Disse Erin imbarazzata cercando di chiudergli la porta in faccia.

< Aspetta. Lo sappiamo tutti e due che non è vero. > Le disse appoggiandosi alla porta, tenendola aperta. < Sono venuto per scusarmi. Dai, fammi entrare. > Disse spingendo un po' contro il portone.

La ragazza sbuffò e acconsentì a farlo entrare.

< Sai volevo chiederti scusa. > Le disse mentre Erin trovava spazio sul divano. < E' solo che non capivi. Io ti amo. Ti amo ancora, sul serio. > Le si avvicinò, sedendolesi accanto.

< Hai bevuto? > Chiese lei appena Axl le fu vicino.

< Solo un pochino. > Disse scostandole delle ciocche di capelli che le coprivano gli occhi, e le portò dietro l'orecchio. Le scoccò un dolce bacio sulla guancia. < Mi sei mancata un sacco. > Le sussurrò. < Io ti sono mancato? >

< Certo che mi sei mancato, Axl. > Rispose lei un po' scocciata di doverlo ammettere. < Ma aspettavo che fossi tu a venirti a scusare con me e a cercarmi. >

< E l'ho fatto. > Le dice, regalandole un sorriso. Le diede un bacio molto vicino alle labbra. < Mi perdoni? >





E' una mia impressione o la storia sta diventando sempre più noiosa... ç.ç   xD Accidenti ai blocchi..! Grazie a quelli che seguono/recensiscono/danno un'occhiata in giro.. ogni tanto, magari.. xD

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Capitolo 36
*** cap 36 ***


< Mi perdoni, bimba? > Le chiese strusciando il suo anso contro quello di Erin teneramente.

Sentì le sue labbra piegarsi in un sorriso mentre le accarezzava le guance calde.

< Sì. Credo proprio che tu ti meriti una seconda possibilità. >

 

Ralph si alzò dal tavolo a cui stava mangiando con Stephanie nel tentativo di consolarla e consigliarla, quando sentì qualcuno bussare alla sua porta.

Si presentarono davanti a lui, tre uomini in uniforme, e uno di loro aveva una faccia molto familiare.

< Richard, ma che succede?! > Gli chiese cercando di occupare tutta la larghezza della porta d'ingresso cercando di non farli entrare.

< Ralph, io ti avevo avvertito. E' stato una tua idea di portare Stephanie fuori dall'ospedale psichiatrico. Te l'ho detto centinaia di volte che era una stronzata, ma tu no, non mi dai mai ascolto, fai sempre di testa tua. Ne ho parlato con il direttore, mi bastava un errore da parte sua o tua e riottenevo di farla tornare dentro. > Disse aprendo le braccia come ad indicare che lui non aveva colpe.

< No, non puoi. E' stato solo un piccolo errore di percorso. Non era neanche colpa sua. > Disse mentre cercava di divincolarsi dalla loro presa.

< Tranquillo, > Disse Richard a Ralph che guardava Stephanie con aria preoccupata. < Mica vi separiamo. Tornate solo indietro con noi all'ospedale. Come è giusto che sia. >

 

Slash, Izzy, Duff e Steven camminavano di nuovo verso casa loro. Si era fatto tardi e avevano deciso di rimandare il lavoro nello studio al giorno dopo.

< Ma cosa succede? > Chiese Izzy indicando due pattuglie della polizia posteggiate poco distanti da casa loro.

Camminarono velocemente e videro diversi poliziotti in uniforme battere proprio alla loro porta.

< Ma che fanno?! > Urlò Duff preoccupato.

In quell'istante Slash vide la macchina di Alan percorrere velocemente la strada dove abitavano.

< Alan! > Si mise ad urlare sbracciandosi per attirare la sua attenzione.

< Che succede?! > Domandò Alan allarmato fermando la macchina e uscendo trafilato. < Scusate, ma che state facendo? > Chiese ad un poliziotto fermo poco distante dall'entrata dell'abitazione.

< Stiamo cercando un ragazzo sui 20-25 anni, con dei lunghi capelli rossi e alto più o meno così. > Disse indicando l'altezza con una mano.

< Axl. > Sussurrò il manager a denti stretti.

< Bene, vedo che lo conoscete. E' in casa? >

< No, non credo. Ha detto che andava a girare un po' di locali qua in giro. Ma cosa ha fatto? >

< Maggiormente risse. Una ragazza ha detto di aver subito delle leggere molestie. I testimoni dicono di averlo visto barcollare ubriaco per le strade e prendere un taxi. > Informò il poliziotto.

< Ok. Non c'è bisogno che sfondiate la porta, però. Vi diamo la chiave. >

 

Erin si staccò dalle labbra di Axl. < Ora però vai. E' tardi. > Disse accarezzandogli i capelli mentre lui continuava a baciarla sul collo.

< Uhm... No, non voglio andare. > Mugugnò Axl contro la pelle della ragazza.

< Forza... > Gli disse riuscendo a staccarselo letteralmente di dosso.

< Va bene, va bene. Me ne vado. > Le disse dandole un altro bacio per poi uscire dal suo appartamento.

Erin accese la TV, era tardi e non c'erano programmi interessanti, ma si stupì di scoprirsi a sorridere di nuovo.

 

Axl camminò lungo il Sunset finché non vide un taxi libero e lo chiamò sbracciandosi sul ciglio della strada.

< Buongiorno signore. > Fece il guidatore, un uomo piuttosto grasso e sudaticcio che puzzano di pollo fritto da pochi soldi. < Dove la porto? >

< Ad Hollywood, ai Rumbo Studios. Non ho idea del nome della via. > Gli rispose mettendosi comodo sui sedili posteriori.

La vettura iniziò la sua marcia e dopo circa un quarto d'ora, imboccò la strada del loro nuovo appartamento.

< Uh. Deve essere successo un bel casino. > Sospirò il tassista guardando la scena, che sembrava uscita da un film poliziesco.

Axl si alzò ritto a sedere per osservare meglio. Deglutì preoccupato quando riconobbe i suoi amici e il suo manager in mezzo ai poliziotti. Ma a quanto pare non era stato l'unico a riconoscere qualcuno. Un poliziotto lo stava indicando, urlando qualcosa, probabilmente dava ordini di seguirlo perché diversi poliziotti salirono sulle pattuglie e furono dietro al taxi.

< E' lui. Su quel taxi, è lui! Seguitelo, forza! > Ordinò il comandante.

< Che succede?! > Domandò spaventato il tassista.

< Le dispiacerebbe aumentare un po' la velocità? > Chiese sarcastico Axl tenendo un occhio fisso sulle volanti alle sue spalle.

< Ma chi è lei? Lei è un criminale. > Disse inchiodando la macchina. < Io non sarò un suo complice. > Disse, spaventato dall'intera situazione che non riusciva a capire completamente.

< Ma che cazzo fai?! > Gli urlò Axl vedendo le macchine della polizia farsi sempre più vicine.

Scese dalla macchina, aprì la portiera dalla parte del conducente, e scaraventò fuori l'uomo dall'auto.

Il rosso si mise al volante, ripartendo sgassando, cercando di seminare i poliziotti.

 

< Sta scappando. Perché scappa? Perché cazzo scappa?! > Urlò contrariato Alan, che cominciava ad averne fin troppo delle malefatte del rosso. Dopo solo un giorno sentiva già come se fosse impossibile riuscire a domare quel gruppo. Proprio lui, che non si era mai arreso di fronte a niente e nessuno, cominciava a credere nell'utopia dell'impresa. Ma continuava, comunque, nella sua mente ad imporsi una regola. Lo aveva promesso. Aveva promesso a David Geffen che ci avrebbe provato. Infondo era solo il primo giorno. Magari era solo sfortuna. Infondo... Magari...

 

< Dove cazzo posso andare? > Si chiese Axl ad alta voce, mentre il taxi sfiorava i 110 km/h.

Erin.

Doveva tornare da lei. Ora che avevano risistemato tutto, lei era l'unica persona di cui poteva fidarsi. L'unica che lo avrebbe protetto fino alla fine.

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Capitolo 37
*** cap 37 ***


 < Erin! > Urlò bussando alla porta della ragazza. < Erin, tesoro, aprimi! >

Sentì la chiave girare nella serratura proprio mentre il suo volto cominciava a tingersi del blu e rosso delle macchine della polizia in arrivo sul Sunset.

< Axl, che succede? > Gli chiese assonnata. Aveva addosso solo la maglietta del pigiama e le mutande, ma Axl non ebbe tempo per strani pensieri. Si precipitò in casa, chiudendo velocemente la porta.

La stanza era avvolta nel buio e gli unici rumori erano il suono delle sirene provenienti da fuori e il respiro affannato di Axl.

< Cosa hai fatto? > Bisbigliò Erin con una punta d'ira.

Il cantante non le rispose. Guidato dal rumore della voce della ragazza, allungò le mani fino a toccarla, prendendole il viso fra le mani. < Torna a letto, va tutto bene. >

< Cosa? Come fa ad andare tutto bene, Axl?! > Gli chiese cercando di mantenere un tono di voce moderato.

Sentì Axl sospirare. < Stai tranquilla. > Continuò a dirle spingendola dolcemente verso camera sua. < Io rimango qui. >

Erin si avviò rassegnata di nuovo a letto e Axl si fece spazio sul divano in salotto. Non passarono neanche 5 minuti, che furono di nuovo in piedi a causa di alcuni colpi insistenti alla porta.

< E' la polizia, Erin. > Le disse Axl.

< Che devo fare? >

< Apri. Io mi nascondo qui dietro. > Le disse dopo averci pensato qualche secondo, infilandosi dietro la porta. < Trascinati dietro il lenzuolo del letto però. Non voglio che ti vedano in mutande. >

< Buongiorno, signorina. > La salutò il poliziotto. < Stiamo cercando un certo Axl, crediamo che si sia nascosto qua. >

Erin non disse nulla, aprì la bocca, ma nessuna parola le uscì.

< Posso entrare? Do solo un'occhiata veloce in giro. > Le disse facendo dei passi in avanti.

La ragazza si fece da parte, troppo spaventata per reagire. Non chiuse la porta, visto che Axl era nascosto proprio lì dietro.

Fuori, sulla strada, poteva vedere altri poliziotti in uniforme girare senza meta o parlare a persone in pigiama. Era chiaro che, nonostante quanto dicesse, il poliziotto, che ora si affacciava nella sua camera da letto, non era per niente certo della presenza di Axl a casa sua.

< Amore, scappa. > Gli sussurrò scostando un po' la porta.

Axl non se lo fece ripetere due volte, corse fuori il più velocemente possibile, per sua sfortuna, però, non troppo in fretta per non essere notato.

Si ritrovò subito un paio di uomini in uniforme che gli correvano dietro. Il rosso cercava di seminarli, ma la sbornia lo aveva reso debole. Dopo nemmeno un minuto, i poliziotti gli si gettarono addosso, fermandolo a terra.

Nella caduta Axl aveva battuto la testa contro il marciapiede. Vedeva tutto girargli attorno, e non sapeva se era per colpa della botta o dell'alcol. Chiuse gli occhi, impegnandosi solo a respirare.

 

< Non posso credere di esserci cascata di nuovo. > Borbottò Stephanie mentre camminava verso l'ingresso dell'ospedale psichiatrico.

Ralph, che le stava accanto, le accarezzò leggermente la schiena.

< E non ho nemmeno potuto avvertire Slash... >

< Te lo faccio chiamare appena arriviamo su. > Le disse. In queste situazioni, Ralph sapeva che non c'era altro da fare. Stephanie trovava sempre qualcosa di cui lamentarsi e lui non poteva che cercare ogni volta di dirle delle parole confortanti.

Salirono al secondo piano. Stephanie fu colpita dall'usuale odore di amuchina, di cui l'ospedale sembrava essere totalmente inzuppato. Le veniva il voltastomaco ogni volta.

< Tutto a posto? >

< Odio questo posto, Ralph. > Gli disse.

Ralph la guardò triste. Sperava che quella punta di delusione che aveva sentito fosse solo frutto della sua immaginazione. Non avrebbe sopportato il pensiero di aver deluso Stephanie. Pensare che lei non si fidasse più di lui e che lui non fosse stato in grado di difenderla e proteggerla, era un boccone fin troppo amaro da buttare giù.

< Oh. Guarda un po' chi si rivede. > Disse l'infermiera in tono sgradevole quando vide Steph entrare nella stanza.

< Ma stai zitta... La tua mancanza di sopportazione nei miei confronti non sfiora nemmeno la metà di quella che provo nei confronti tuoi o di questo dannato posto. > Le rispose.

< Non cominciare, Steph. Stai calma e cerca di lasciarti scivolare tutto addosso. Riproverò a farti uscire, stai tranquilla. Chiederò di parlare al capo reparto il prima possibile. > Le disse Ralph.

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Capitolo 38
*** cap 38 ***


Axl aprì gli occhi. Non ricordava niente della sera prima. Sentiva il freddo del pavimento contro la faccia e un vociare indistinto poco lontano da lui.

< Ecco, si sta riprendendo, mi ci fate parlare adesso? > Chiese qualcuno.

Axl era sicuro che era la voe di una persona che conosceva. Ne era certo, ma non riusciva a ricollegarla al volto. Izzy? No, impossibile. Era troppo chiara e pulita per essere del moro.

< Axl, guardami. > Gli disse la voce, stavolta più vicino.

Il rosso alzò lo sguardo. Vide degli occhi marroni e dei capelli scuri leggermente brizzolati.

< Axl, sono Ralph. >

< Ralph... Ralph? > Il cantante continuò a ripetere il suo nome finché non assunse un significato quantomeno plausibile.

< Ma che ti sei bevuto ieri sera?! >

< Eh... Fosse solo quello il problema. > Sospirò Axl cercando di tirarsi su.

Ralph gli passò un panno bagnato sulla fronte e finalmente la stanza intorno a lui cominciò a farsi più nitida.

I muri erano completamente bianchi, senza nemmeno un quadro. Totalmente scarni.

< Ma dove sono? >

Ralph sospirò. < Non so proprio come affrontare l'argomento... Preferisci che te lo dice io o vederlo con i tuoi occhi? >

< Preferisco che tu me lo dica, così so a chi tirare un pugno. >

< Scherza poco. Allora... Ieri sera non ho idea di che casino tu abbia combinato, ma avevi la polizia alle calcagna. Ti hanno preso, trovato ubriaco un'altra volta e arrestato per aggressione, rissa, molestie e guida in stato di ebbrezza. Ovviamente, immagino tu non ricordi nulla di tutto questo. >

<... Cazzo. > Esclamò Axl.

< Già, hai fatto un bel casino. Comunque, visto che era tipo la ventesima volta che ti mettevano dentro per reati commessi da ubriaco, hanno deciso di metterti nella categoria delle persone con problemi di dipendenza dall'alcol e.. beh... ti hanno inserito in un programma riabilitativo. >

< Cosa?! Ma che cazzo... Ma dove sono? Hai parlato mezz'ora e ancora non hai risposto alla mia domanda. >

< In un reparto dell'ospedale di igiene mentale in cui faccio l'infermiere. > Gli rispose velocemente. Sperava fosse come un cerotto. Prima si levava di torno la faccenda, meno male avrebbe fatto.

Axl lo fissò scettico. < Stai scherzando, vero? > Si alzò di scatto aprendo la porta della stanza. Si guardò intorno. C'erano camici bianchi da tutte le parti. Un uomo lo guardava fisso.

< Che vuole quello? > Chiese quasi spaventato, non appena Ralph gli fu accanto.

< Lui cura il tuo programma, Axl. >

Axl scosse la testa inquieto. < No, non voglio stare con lui. > Il rosso era spaventato dalla luce negli occhi dell'uomo, nonostante lui stesse sorridendo e nei suoi occhi non ci fosse disegnato altro che buone intenzioni.

< Ciao. > Disse salutando Axl con la mano. Gli si avvicinò. < Sono Paul. Mi occupo del programma di recupero da alcolismo. > Disse allungando la mano verso il rosso, che gliela strinse un po' diffidente.

< Bene. Ci vediamo questo pomeriggio per l'incontro di gruppo. > Disse, per poi andarsene per il corridoio.

< Incontro di gruppo? >

< Ti toccano. Che ti prende? > Gli chiese poi, notando come si sentisse a disagio.

< Io odio questi cazzo di posti. Sembra sempre che mi guardino male e che siano tutti pronti a buttarmi in una cella d'isolamento e a dirmi che sono pazzo. >

< Mi pare di averla già sentita questa... > Borbottò Ralph fra se e se. Guardò Axl strizzando gli occhi e guardandolo strano, cercando di non ridere. < Nah... Non succederà niente di tutto ciò che hai detto. > Disse poi mettendogli una mano sulla spalla. < Non capisco perché siano in molti ad essere spaventati dagli ospedali psichiatrici. Abbiamo già troppe rogne con i pochi pazienti che abbiamo, figurati se ci sogniamo pure di portarne altri. >

Axl ridacchiò rassicurato da quelle parole. < Ma posso uscire? >

< No. Un anno. > Gli rispose Ralph.

< Un anno?! Mi stai prendendo per il culo?! > Gli domandò con gli occhi spalancati, facendo girare tutti.

< Assolutamente sì. Mi diverto a darti noia. > Gli disse ridendo. < Solo un mese. >

Axl tirò un sospiro di sollievo. < Rimane comunque troppo per i miei gusti. Ci fosse almeno qualche bella ragazza... > Disse guardandosi intorno. Vedeva solo donne in sovrappeso, troppo secche oppure semplicemente brutte. Le uniche carine erano alcune infermiere, ma dal modo in cui rispondevano al suo sguardo malizioso, Axl capiva di non avere molte possibilità.

< Beh, una ragazza carina ci sarebbe. Se vuoi te la faccio conoscere. >

< Ovvio. > Gli rispose Axl prontamente.



Per la gioia di Icegirl46..xD

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Capitolo 39
*** cap 39 ***


< Insomma, com'è questa ragazza? > Continuò a chiedere Axl sempre più eccitato.

< Lascio a te il giudizio. > Gli rispose Ralph mentre scendevano le scale per arrivare al secondo piano dell'ospedale.

< E' qui dentro. > Disse indicando una doppia porta con lunghi e verdi maniglioni anti-panico.

< Da sola? >

< No. > Ridacchiò il dottore. < Ma sono sicuro che non avrai problemi a riconoscerla. >

Axl aprì la porta curioso. Rimase colpito da quella stanza totalmente immacolata e asettica. Tutto era bianco, dalle sedie al pavimento, dai tavoli ai vestiti delle persone. Ogni dannata cosa.

Fece un passo in avanti, per poi fermarsi un secondo a controllare che lui stesso non fosse diventato totalmente incolore. Si guardò intorno, osservando ogni volto delle persone nella stanza.

< Stephanie?! > Esclamò quasi urlando.

La ragazza si girò. < Axl? No. No, Axl va via! > Gli disse correndo via ed entrando in un'altra stanza.

Axl la guardò andarsene con un sopracciglio alzato, rimanendoci quasi male per il modo in cui era stato accolto. La seguì.

< Ehi, ragazzo. Non puoi stare qui. > Sentì un'infermiera gridargli da dietro. Non ci fece caso, non si girò nemmeno a guardarla.

< Tranquilla Cynthia, è con me. Fra poco lo faccio andare via. >

< Se da noia ai pazienti, io- >

< Non darà noia a nessuno, vedrai. >

 

< Steph? > Disse aprendo la porta.

< No, Axl vattene. > Sussurrò tristemente. < Non voglio che tu mi veda qua. So che hai in mente tante splendide battute su di me in questo momento, ma credimi, non sono dell'umore. > Gli disse tirando su con il naso.

< Non voglio prenderti in giro. >

< E che sei venuto a fare qui? A salutarmi? Non hai sempre detto che odi posti come questo dove stanno i dottori come Ralph a complottare contro di te? >

< Mi ci sono trovato stamattina. > Le disse gravemente, ignorando la sua frecciatina. < A quanto pare ieri mi hanno arrestato e poi mi hanno inserito in un programma riabilitativo perché dicono che ho un problema di dipendenza dall'alcol... cazzate. >

< Sul serio? > Domandò Stephanie iniziando a ridacchiare.

< E poi sono io quello che prende in giro. Molto ipocrita da parte tua, carina. > Le disse sedendosi sul letto accanto a lei.

< Scusami hai ragione. > Si scusò anche se ogni tanto continuava a sghignazzare. < E perché sei venuto qua da me? Il tuo corso si svolge al quarto piano. >

< Lo so. Ma mi sentivo depresso e Ralph mi ha portato qui dicendomi che c'era una bella ragazza. Ovviamente l'ho seguito. >

< Come potresti mai perdere un'occasione del genere. > Fece lei un po' scocciata.

Lui le si avvicinò. < Non potrei mai. > Sussurrò.

< Invece penso proprio che dovrai. Non ho intenzione di lasciarmi andare ad altri errori con te. >

< Oh. Perché è stato un errore il nostro “incontro”? >

< Già. Deplorevole per di più. > Continuò lei dura.

Axl sospirò. < Così... Ti hanno portato dentro. Ti mancano i colori? > Le chiese Axl sarcastico.

< Sì. Soprattutto il mulatto che è il mio colore preferito, come ben sai. > Rispose lei alludendo a Slash.

< Il mulatto non è propriamente un colore, sai? >

< E chi se ne frega. L'importante era colpire il tuo ego e penso di esserci riusciva piuttosto bene, vista anche l'enormità del bersaglio. > Gli disse sorridendo trionfante.

< Solo perché ti sei pentita di avermelo succhiato, non vuol dire che ti devi comportare da stronza con me. >

< Ma ti senti?! Rivolgiti per bene a me e poi potremmo riparlarne. > Gli disse uscendo dalla stanza.

 

< Pronto? > Disse Alan rispondendo al telefono del suo ufficio.

< Buongiorno, sono Ralph, un amico di Axl e della band. Ehm... Ho trovato il biglietto con il suo numero nella giacca di Axl. Lei è Alan Niven, il loro manager? >

< Sì. Sono io. Axl è da lei? > Domandò il manager stupito.

< Uhm uhm. Stamattina lo hanno portato da me. Io lavoro nell'ospedale di igiene mentale di Los Angeles. >

< Cosa?! Dovrebbe essere in prigione, non in un ospedale psichiatrico. > Disse urlando. Era tutta la mattina che faceva telefonate a destra e a manca in cerca del cantante. Aveva mandato persone in ogni prigione, ma nessuno lo aveva con sé. Aveva lo occhiaie per lo stress.

< Beh, a quanto mi è stato detto, è stato portato qui per una riabilitazione dall'alcolismo, visto che praticamente ogni volta che ha commesso un reato, anche minore, era ubriaco. >

< Ok...ehm... E' lì con lei, vero? Ce l'ha sott'occhio? > Gli chiese.

< Certo. >

< Bene. Mi potrebbe dare l'indirizzo? >

< Christal! > Disse chiamando la sua segretaria, dopo che ebbe finito la conversazione con Ralph.

< Mi dica. >

< Chiami l'ufficio di Doug Goldstein, e gli dica di venire immediatamente qui. > Le disse riprendendo in mano la cornetta.

< Ragazzi, uscite da quei letti, o dovunque siate infilati e venite subito sotto la sede della Geffen. Vi aspetto fra un quarto d'ora. > Disse senza nemmeno lasciare tempo di rispondere al suo interlocutore.

 

< Ma chi era? > Chiese Steven alzando leggermente la testa per guardare Slash.

< Alan. Ha detto che bisogna essere alla Geffen tra un quarto d'ora. Sembrava urgente. >

< Fra un quarto d'ora?! No, impossibile. > Borbottò Izzy mettendo la testa sotto il cuscino.

< Magari sa dov'è Axl. > Disse Duff, cercando di convincere gli amici a muoversi, lui che vista l'ora era già sveglio da un po' essendo un tipo piuttosto mattiniero.

< Perfetto, andiamo. > Disse il riccio alzandosi in piedi. Non vedeva l'ora di vederlo. Anche se le sue intenzioni, stavolta, erano tutt'altro che amichevoli.

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Capitolo 40
*** cap 40 ***


Dopo essersi ritrovati tutti davanti alla sede della Geffen, i Guns, Doug e Alan, si diressero di fretta verso l'ospedale psichiatrico che Ralph aveva indicato al telefono.

< Ma dov'è che stiamo andando di preciso? > Chiese Izzy.

< Sì, infatti. Ci avete fatto svegliare prestissimo e ancora non ho capito dove cavolo ci dovete portare. > Si lamentò Steven.

< State calmi. Lo capirete appena arriviamo. > Disse secco Alan, con l'intento di zittirli.

I quattro sbuffarono, per poi acconsentire a continuare il viaggio in silenzio. Più che per dare retta ad Alan, solo per il fatto che erano stanchi e non sarebbero riusciti a sostenere una conversazione troppo a lungo.

 

Dopo circa un quarto d'ora, arrivarono di fronte all'edificio. Dall'esterno appariva una gradevole costruzione in mattoni.

< Woah.. che posto è questo? > Esclamò Steven stupito guardandosi intorno. < Sembra la mia scuola elementare. >

< E' un ospedale psichiatrico. > Disse Doug cercando di non guardare nessun in faccia, sicuro che sennò sarebbe scoppiato a ridere.

Infatti, subito dopo, scoppiò un'incredibile risata tra i quattro ragazzi.

< Ahaha, avevano già capito tutto! > Disse Izzy piegato in due.

< Ora tutto ha un senso! > Esclamò Duff ridendo e dando dei leggeri pugni alle spalle dell'amico.

< Si, si, ridete, ridete... >

< E io che ti ho sempre preso in giro. > Esclamò Slash, fintamente dispiaciuto. < Se solo avessi saputo della tua malattia, non l'avrei mai fatto! > Continuò a dire scoppiando a ridere prima ancora di finire la frase.

Steven continuò a sbuffare in disappunto, notando anche il sorriso che si era formato sulle labbra di Doug, che cercava di nasconderlo, fingendo di guardare da tutt'altra parte. < Beh.. però io adesso sono fuori- >

< -Di brutto anche! > Continuò a dire Slash, facendo ridere di nuovo tutta la comitiva, che per un secondo sembrava essersi calmata. Sembrava.

< -mentre Axl ce l'hanno messo dentro. > Finì la frase a denti stretti il biondo.

< Già. > Disse Izzy, mentre le risate continuavano, facendosi serio tutto ad un tratto. < Perché lo hanno portato qui? Voglio dire, sappiamo tutti ciò che ha fatto, l'abbiamo visto, ma perché in un ospedale psichiatrico? > Domandò. La sua voce aveva un'inflessione leggermente arrabbiata, che Alan non tardò a notare.

< Non lo so. Ora andiamo a sentire. Siamo qui apposta. > Gli rispose, facendo un passo avanti verso l'ingresso della struttura, seguito dagli altri.

 

Axl seguì Stephanie fuori dalla stanza. Aveva già calamitato l'attenzione di tutti i pazienti.

< Steph.. dai, scusami. Hai ragione, sono stato stronzo, non dovevo dirtelo. > Le disse, continuando a seguirla.

< Lasciami in pace, Axl. > Gli rispose lei dura, senza girarsi, e continuando a camminare a passo svelto per la sala principale, sperando che il rosso demordesse. Invece, ad un certo punto, lui la prese per un braccio, facendola girare.

< Ma che fai?! > Chiese Steph piuttosto adirata, mentre cercava di liberarsi dalla presa. Non era una stretta violenta, non le stava facendo male, era solo decisa a non lasciarla andare.

< Mi devi ascoltare. Non sono uno che si scusa tanto facilmente. Per cui, una volta che lo dico, ascoltami. E soprattutto credimi. > Le disse guardandola deciso negli occhi.

Stephanie sostenne il suo sguardo. Vedeva le sue iridi azzurre specchiarsi nelle sue verdi. Vedeva come il verde dei suoi occhi, non era mischiato ad altri colori come spesso le era successo di vedere in altre persone.

< Steph. > La chiamò Axl quasi scocciato, attendendo una risposta alle sue scuse, che tardava ad arrivare.

< Eh? > Fece lei, come risvegliata. < Oh! Ehm.. sì, ok , va bene. Scuse accettate. > Gli disse. Rimasero un po' lì fermi. Quando Steph sentì la presa di Axl farsi sempre più leggera, lei, di scatto, gli mise le braccia intorno al collo. Appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre con il naso, gli toccava leggermente il collo chiaro. Poteva benissimo sentire ancora l'odore di alcol che gli impregnava la maglietta, ma non le importava.

 

< Salve. > Disse velocemente Alan alla donna che stava seduta dietro il pannello di vetro all'ingresso. < Vorrei sapere dov'è Axl Rose e perché è stato portato qui ieri sera. > Disse un po' seccato.

< Sì...ehm... teoricamente ogni informazione sui pazienti è riservata- > Fece timidamente la segretaria.

< E' un mio cliente, è sotto la mia responsabilità e pretendo di sapere dove sia finito. >

< …C-certo. E' stato portato qua ieri sera, come avete detto, accompagnato da degli agenti di polizia. Era ubriaco e hanno detto di inserirlo in un programma riabilitativo. >

< Perfetto.. e dov'è adesso? > Continuò a chiedere spazientito il manager.

< Al quarto piano. Potete chiedere del dottor Paul Johnson. > Rispose la donna concentrandosi a mantenere un sorriso cordiale.

< Grazie mille. > Ringrazio alla fine Alan con un tono misto fra la frustrazione e il sarcasmo.

I sei corsero su per le rampe delle scale, fino ad arrivare al piano indicato. Vagarono qualche minuto, fino a che non trovarono la stanza in cui si svolgeva il programma in cui il cantante era stato inserito.

Alan spalancò la porta, sorprendendo tutti coloro che erano all'interno, che lo fissarono in modo strano.

< Buongiorno signore. > Lo salutò educato Paul.

< Salve, sto cercando Axl. > Disse facendo qualche passo all'interno della stanza, scrutando ogni faccia, nel tentativo di trovare quei capelli rossi che tanto lo avevano fatto ammattire in così poco tempo. < Ma mi pare che non ci sia... >

< Già. Non si è presentato alla seduta. >

< Sa almeno dove posso trovarlo? >

< Dunque... l'ultima volta che l'ho visto, era in compagnia del dottor Ralph- >

< Ralph! > Esclamò Steven. < Lavora qui?! >

< Che cazzo ne sai che si tratta dello stesso Ralph, idiota? > Gli fece notare Slash dandogli una manata sulla nuca.

< Ohio... Aveva detto che lavorava in un ospedale psichiatrico... > Disse massaggiandosi la testa. < Capelli castani, un po' brizzolati, occhi chiari, alto più o meno così.. > Fece, parlando con Paul.

< Sì, esattamente. > Gli rispose sorridente.

< Visto? > Disse Steven, per poi scoppiare a ridere in faccia all'amico riccioluto.

< Vaffanculo, Steven. >

< Beh, comunque lavora al secondo piano, se lo volete cercare. > Disse Paul alzandosi e facendo alcuni passi verso di loro. < Ora però dovrei chiedere di lasciarmi continuare in tranquillità. >

< Certo, certo. Ci scusi. >

 

Dopo qualche minuti riuscirono ad arrivare di fronte alla porta d'ingresso del reparto psichiatria.

Appena fecero il primo passo nella stanza, si ritrovarono davanti Ralph, che li guardava con fare sorpreso.

< Che ci fate tutti qui? >

< Conosci pure loro?! Cosa vuoi fare? Sovvertire la tranquillità di questo reparto?! > Disse borbottando aspramente l'infermiera.

< Stavamo cercando Axl. Ci hanno detto che- >

< Brutto stronzo! > Urlò Slash correndo verso il fondo della sala.



Scusatemi.. stavolta ci ho messo un po' troppo ad aggiornare il nuovo capitolo... eh.. ^^'
Beh, un po' lunghetto, spero riusciate a leggerlo fino in fondo. Credo comunque che manchi poco alla fine.
Fatemi sapere! : *

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