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Hermione si sistemò i capelli dietro le orecchie,
inumidendosi le labbra. Si lisciò per l’ennesima volta la gonna, anche se non
aveva neanche una grinza. Scrocchiò le nocche e si proibì di cominciare a
mordicchiarsi le unghie.
Non era nervosa. Non era per niente nervosa. Perchè doveva
esserlo? Era solo Ron. Per Ron non si è nervose. E non si era per niente messa
in ghingheri, no.
Fissò l’orologio per la decima volta in mezzo secondo. Era
in ritardo di diciassette minuti e trentarè secondi. Trentaquattro. Sbuffò,
fingendosi infastidita, ma in realtà quello che provava si stava avvicinando
alla disperazione.
Ok.
Era molto nervosa. E si era messa decisamente in
ghingheri. Cioè, per quanto potesse mettersi in ghingheri lei; si era messa per
praticamente la prima volta nella sua vita una gonna un po’ più sopra del
ginocchio. E si era truccata. Un po’. E aveva cercato di domare un po’ i
capelli, giusto per non sembrare una pazza cespugliotica anche il giorno del
loro primo appuntamento.
Il loro primo appuntamento. Il fatto che lei avesse
pensato che era il ‘primo’ significava che quindi voleva che ce ne fosse un
‘secondo’ e un ‘terzo’ e magari anche un ‘quarto’ e via dicendo, giusto? Cercò
di non pensare alla risposta (‘Sìsìsììììììììììììì’) che le stava lampeggiando
in testa, pensando ancora una volta a come lui le aveva proposto di uscire.
-Hermione... –
-Mhm? –
-Cosa facciamo questo week end?
Lei lo fissò interdetta, mentre lui fissava con finta
noncuranza la pergamena su cui stava scrivendo.
-Uhm, intendi Hogsmeade? Harry non può venire, è in
punizione. Non ti ricordi?
-Sì, certo. Solo, pensavo... non è mica che siamo in
punizione tutti.
-Sì, lo so... – Credeva di aver intuito dove voleva
andare a parare lui con quell’affermazione, ma non diceva nulla per la paura di
averlo frainteso. Cominciò ad arrossire.
-Non è come se... cioè, usciamo sempre in branco.
Voglio dire, tutti e tre assieme. Per una volta potremmo... solo... tu e
io, tipo...
Ora erano tutti e due decisamente rossi.
-E’ un...?
-...Un?
-Un... coso.
Non osava pronunciare la parola ‘appuntamento’.
-...Coso cosa?
-Il coso, quello checomincia con la ‘a’.
-Se ha due ‘p’ in mezzo è quello.
-Ah. Appunta...?
-...mento?
Si accorse che che lui la stava fissando. Poi prese un
respiro profondo, e disse: - Perchè no?
Lei sbattè le palpebre, un po’ frastornata, prima di
ripetere:
-Perchè no?
-Quindi è un ‘sì’?
-... Uhm. Sì.
-Sì? – Disse con il volto illuminato.
-Sì. Sì, ok. – Rise Hermione. – Uhm, non andiamo
insieme, però. Dove ci troviamo?
Perchè, perchè era stata così deficientemente cretina da
dirgli quella frase?
Fissò l’orologio di nuovo. Trenta minuti.
Avrebbe potuto andare con lui. Così l’avrebbe controllato,
sarebbero stati insieme per tutto il tempo, avrebbe saputo cosa faceva,
dov’era, gli avrebbe legato un guinzaglio attorno al collo e gli avrebbe
proibito di allontanarsi più di cento metri da lei!
La stavano guardando tutti un po’ strano. Probabilmente
dipendeva dal fatto che era seduta da un secolo completamente,
irrimediabilmente da sola.
Gli occhi le si inumidirono e balzò in piedi
immediatamente, quasi ribaltando la sedia, e uscì più veloce che potè dal
locale.
Corse più veloce che riuscì per la strada per sfogarsi,
poi si fermò davanti ad un negozio, fissando la sua immagine nella vetrina. Le
sembrava tutto così inutile adesso, tutto quel prepararsi e scegliere i vestiti
e pensare a cosa dire e cosa fare. Si tolse gli orecchini, si slegò i capelli
sulle spalle, che con l’umidità cominciarono ad incresparsi di nuovo, e quasi
con violenza si pulì il trucco dalla faccia direttamente con le mani, alla
bell’e meglio.
Si avvicinò di più alla vetrina, fissandosi negli occhi.
Basta. Aveva chiuso, davvero. Non gli avrebbe mai più
rivolto la parola.
Chissene importava, tanto?!
Continua...
Questa fanfiction è
dedicata a tutti i Drunks [strano, dal titolo non si sarebbe notato, eh?]. Siete
fantastici!
Ok, forse un po’ le importava. Leggermente. Un po’ molto.
Si lasciò scivolare contro un albero fino a ritrovarsi
seduta sull’erba, e si prese la testa tra le mani. Aveva un’assoluta,
fastidiosissima voglia di piangere.
Non fece in tempo a lasciarsi andare che sentì la voce del
maledetto raggiungerla. Sentiva che le stava correndo incontro.
-Hermione!!!!
Stai ferma, non dire una parola, fai finta che non esista
neanche!
Si alzò di botto e lo fissò con sguardo assassino. Lui
sembrò non notarlo, trafelato com’era.
-Ti ho cercata dappertutto...
Non parlare. Ricordati, non una singola parola con lui,
mai più!
Gli afferrò un braccio e urlò: - Perchè diavolo non
sei venuto??
Ron sembrò per un attimo frastornato, poi disse, quasi
come se stesse parlando con una bambina piccola che non capiva la situazione: -
Sì, se mi fai spiegare un secondo te lo dico anche...
Come osava rivolgersi a lei in quella maniera, come osava
mostrarsi scocciato e infastidito da come lo aveva trattato? Era lei la vittima
qui, la povera, dolce ed innocente vittima di quel carnefice deficiente!
Gli stinse più forte il braccio.
-Ronald, mi auguro per la tua vita che ci sia una
motivazione estremamente importante, plausibile e capibile!- ringhiò.
Oramai i suoi propositi di fare silenzio erano andati a
farsi friggere. Ma era più forte di lei, come faceva a stare zitta quando
avrebbe voluto mandarlo a quel paese per il resto della sua vita??
Lui parve per un attimo come interdetto, e fece una pausa.
Poi disse: - Piton mi ha impedito di venire. –
Hermione strabuzzò gli occhi: - Piton ti ha impedito di
venire?! – chiese incredula. Che cazzo voleva quell’altro adesso???
Cominciava a non capirci davvero una beneamata mazza. –
Voleva sapere dov’era Harry?? – ripetè. Ma insomma, non poteva dirle tutto di
getto invece che fermarsi ogni due per tre e lasciarla sulle spine??
- Sì. Aveva la punizione con Piton oggi... solo che Harry
non arrivava più. Quindi appena mi ha visto scendere le scale per andare alle
carrozze per Hogsmeade, mi ha fermato e ha cominciato a farmi il terzo grado
per sapere dov’era Harry e bla bla bla. -
Hermione fece cadere il braccio vicino al fianco,
lasciandolo, ancora perplessa. Ci fu una pausa, poi lei disse: - E dov’è Harry?
-Ma che ne so... quel rincoglionito... – mormorò,
massaggiandosi il braccio.
Hermione si sentì improvvisamente più leggera, proprio
come se le avessero estratto dallo stomaco un macigno di granito.
Forze superiori. Ecco perchè era arrivato in ritardo.
Stava per sospirare e chiedergli scusa della sua reazione esagerata – in realtà
non le sembrava per niente esagerata, ma non voleva che lui pensasse che fosse
una matta ossessiva e paranoica – quando le venne in mente. Era arrivato in ritardo
di ben mezz’ora. Quanto cavolo l’aveva trattenuto Piton? Al massimo
dieci minuti! Cominciò di nuovo a vederci rosso. E ciò significava colo una
cosa:
-Scommetto che eri comunque in ritardo. – sibilò Hermione,
riducendo gli occhi a due fessure. Ron alzò lo sguardo dal braccio su di lei.
-Scommetto che ti sei alzato tardi, - continuò
imperterrita. Lui cominciò ad arrossire.
-Che ti sei ricordato all’ultimo secondo che dovevi venire!
– concluse quasi gridando. La faccia di Ron adesso era dello steso colore dei
suoi capelli, ma sentendo l’ultima frase cominciò a dire: - Ehi, no, aspetta un
secondo...
Ma lei non lo lasciò finire. Gli tirò un ceffone più forte
che potè, poi urlò: - E questo significa solo una cosa: che in fondo per te non
era una cosa così importante!!!
E poi si girò e corse via.
*
- E questo significa solo una cosa: che in fondo per te
non era una cosa così importante!!!
Non fece in tempo a capire cos’era successo che Hermione
stava già correndo come una scheggia lontano da lui.
Si massaggiò la guancia dolorante. Maledizione. Perchè era
dovuta andare a finire così? Perchè era così scemo, e aveva rovinato tutto?
Però non era vero che si era scordato dell’appuntamento.
Diede un calcio all’albero, preso dalla rabbia. Un altro.
E ancora, questa volta troppo forte, e si fece un male cane al piede. Proprio
mentre stava saltellando su quello ancora sano, tenendosi l’altro con la mano,
sentì la voce del maledetto raggiungerlo. Sentiva che gli stava correndo
incontro.
-Ron! Perchè non mi hai aspettato stamattina per andare
assiem...? RON! –
Ron gli si era slanciato addosso, e s ritrovarono distesi
sull’erba uno sopra all’altro.
-Tu! – disse, aggrappandosi ai capelli di Harry con le mani
più forte che poteva per non tirargli un pugno sul muso, - Ma perchè sei così
rincoglionito, mi chiedo!!
Harry lo afferrò per le mani mentre stava ancora
blaterando incoerentemente contro di lui, e gridò: – Sta’ fermo! Ma che ho
fatto, mi fai male!
Ron si alzò sbuffando da terra, pulendosi i pezzettini
d’erba dai jeans, seguito da Harry che si massaggiava la testa scombussolato. –
Si può sapere che cavolo ho fatto??
Ron lo fulminò con gli occhi e disse: - Avevi la punizione
con Piton oggi, o sbaglio?
Harry lo fissò senza espressione, poi disse: - Eh?
-Sei un caso perso, vero?
-No, davvero dovevo andare da Piton oggi? Ma non era la
settimana prossima?
-Sì, sì. Convinto tu.
-Noooo dai non ci posso credere! Sono troppo andato di
testa!
-Almeno l’hai capito, è già un passo avanti accettarlo.
-Ma perchè mi hai menato, scusa?
Ron stette in silenzio. Non aveva la minima voglia di
raccontargli la storia daccapo, adesso.
-Te lo racconto più tardi, ok?
-Oh, ma certo. Mi stacchi la testa, ma in fondo che diritto
ho io di saperne il motivo?
-Dai, davvero, te lo dico più tardi...
-Vabbè, come ti pare...
Si lasciò cadere sull’erba. Dopo l’incredulità e la
rabbia, stava iniziando a sentirsi depresso. E quando si sentiva depresso,
voleva solo fare una cosa. Non era molto sana, però...
-Senti, andiamo a berci qualcosa?
Continua...
Eccoci qui col nuovo capitolo... dato che era stata
concepita come one-shot, credo che al massimo tra due capitoli finirà ^__^ non
ho molto tempo per rispondere alle recensioni [cavolo, 22 recensioni °_°], ma
ringrazio:
Che stronzo che era! Come non lo sopportava quando
faceva così! Lei che si era creata tante aspettative... perchè doveva essere
finita in quella maniera?!
Si appoggiò al muro di una piccola casetta, come esausta.
Stava lì, ad occhi chiusi, quando sentì la voce di Ginny
chiamarla.
-Ehi, Hermione!
Aprì gli occhi a fatica e la cercò con lo sguardo finchè
non la vide avvicinarsi guardandola preoccupata. Ma che cavolo. Proprio lei
doveva incontrare. Mica poteva dirle che aveva litigato col fratello. Cioè,
poteva, ma poi lei sarebbe andata da Ron e lo avrebbe sgridato e avrebbero
litigato e lui avrebbe litigato con lei perchè l’aveva fatto litigare con la
sorella eccetera eccetera.
-Cos’ hai?
Appunto.
-Ma no, niente, mi girava un po’ la testa...
Mentì, e si raddrizzò ostentando un finto sorriso. Ginny
la scrutò poco convinta, prima di dirle: - Se, come no. – Hermione arrossì, e
tentò di nuovo, debolmente.
-No, davvero. Mica scherzo...
-Sìsì, okay. C’entra un ragazzo, vero?
Maledizione.
Aprì la bocca a vuoto per un paio di volte, non sapendo
cosa dire – non era mai stata brava a mentire alle persone a cui teneva – e
poi, rossa in faccia, balbettò: - Cioè, non è proprio un ragazzo... tipo... una
specie...
Ginny mise le mani sui fianchi, piegando la testa di lato.
-Okay, è un ragazzo.
Per un attimo non seppe cosa ribattere; poi pensò che
aveva proprio voglia di svagarsi un po’, e che in fondo bastava che non le
dicesse chi era il ragazzo, e poi poteva anche confidarsi.
-Sì... è un ragazzo.
-Che ha fatto?
-È che... non capisce niente! Mi fa disperare ogni volta!
Disse, evitando di dire tutta la verità – terribilmente
orgogliosa. Ginny però non chiese altri dettagli. Si avvicinò e la abbracciò,
sussurrando un ‘Lo so, lo so!’e per un
attimo Hermione si lasciò cullare tra le sue braccia. Poi si scostò, assunse
un’espressione allegra e disse: - Dai allora! Chi se ne frega dei ragazzi,
andiamo noi due a divertirci un po’ da qualche parte, okay?
Hermione sorrise riconoscente. Era proprio quello che
aveva bisogno di sentirsi dire.
*
Si avvicinarono al bancone dei Tre Manici Di Scopa, e
appena Ron si sedette cominciò a muoversi innervosito sul posto e a sbuffare,
come se fosse stato terribilmente in ansia per qualcosa. Non avevano parlato
durante il tragitto – sempre perchè lui sembrava perso tra i suoi pensieri, ma
ora era troppo curioso: era il momento.
-Allora, - cominciò, cauto – mi dici il perchè dell’assalto
di prima?
Ron si girò lentamente verso di lui, e per un istante si
pentì amaramente di averglielo chiesto, ma poi disse, con voce lugubre: - Ho
litigato con Hermione...
Harry sbattè gli palpebre, e lo fissò interrogativo. Dato
che Ron sembrava non rispondere agli stimoli vitali, chiese: - E io che
c’entro?
Ron assunse un’espressione accigliata.
-Non mi chiedi perchè ho litigato con Hermione?
-Oh, bè... tanto oramai... immagino che non sia niente di
nuovo...
-Che cosa stai insinuando?!
-No, niente, niente. allora, perchè hai litigato con
Hermione?
-Per colpa tua!
Cadde un silenzio attonito.
-Eh?
-Abbiamo litigato per colpa tua, ho detto.
-Sì, avevo capito. Il mio ‘Eh?’ stava più per: ‘E perchè?’
-Ah. Perchè Piton mi ha fermato per chiedermi dov’eri
finito, dato che non arrivavi più.
Sbuffò per la centesima volta, poi lanciò uno sguardo
assassino ad Harry.
-Oh. Mi dispiace, davvero! Non me lo ricordavo!
Rispose Harry. Si sentiva enormemente in colpa.
Ron stava per chiamare Madama Rosmerta per le ordinazioni,
quando gli venne un atroce dubbio.
-No, aspetta: hai litigato con Hermione perchè Piton ti ha
chiesto dov’ero?
Ron roteò gli occhi, e disse con voce scocciata: - Sì!
Harry continuò a fissarlo in cerca di risposte, prima di
urlargli: - Sì, ma perchè avete litigato perchè Piton ti ha chiesto dov’ero??
Questa volta Ron non roteò gli occhi e non fece la voce
scocciata. Abbassò la testa e disse, arrossendo: - Sono arrivato in ritardo
per...
-Per? PER?? – Chiese Harry, che cominciava ad avere un
felice presentimento.
-... il nostro appuntamento. – concluse Ron, evitando
accuratamente di guardarlo ma con un po’ di orgoglio nella voce.
Si girò verso Harry ed ebbe una visione allarmante: il suo
amico, con gli occhi illuminati e un’espressione estasiata, che faceva un
balletto di vittoria da seduto, canticchiando una canzone babbana che suonava
come ‘We’re the champions’ o qualcosa del genere. Sorrise contento – e un po’
inquietato – fiero di se, quando d’improvviso Harry si fermò di scatto.
-Aspetta. Voi avete litigato.
Fu come se anche lui l’avesse realizzato solo ora.
-Mh. Già.
Harry cominciò a far finta di prendere a testa il muro, e
riuscì a fermarlo in tempo prima che attirassero troppo l’attenzione.
-Mioddio, stai fermo!
-Ma non è possibile! Non è possibile tutto ciò!
-Senti, non rompere! È tutta colpa tua!
-Ma non dire cagate! Quanto tempo ti avrà mai trattenuto
Piton?Dieci minuti? Scommetto che eri
in ritardo già di tuo... – disse con voce sconsolata. Ron si girò sospirando,
improvvisamente depresso anche lui.
E fu allora che la porta del locale si aprì, lui si girò
d’istinto e scorse Hermione che entrava ridendo.
Era così, allora, eh? E lui che si struggeva, pentendosi
dello sbaglio...
-Cosa vi porto? – chiese Madama Rosmerta, improvvisamente
davanti a loro.
Gli ci voleva qualcosa di decisamente forte.
Uhm, volevo andare avanti, ma devo andare a studiare e
volevo postare un nuovo capitolo entro oggi, quindi ecco qui! E scusate per gli
errori di battitura che faccio costantemente ma se rileggo un mio lavoro per la
seconda volta mi scoraggio e non lo posto più XD
Ringrazio:
Clo87: graziedei complimenti! credo che tu abbia potuto
intuire da questo capitolo come va avanti, già XD è così prevedibile? XDD
Maddy: detto fatto! ^_^ spero di non
deluderti!
Shining Grint: Mh, non è propriamente
scomparso XD lo so, i miei Harry e le mie Ginny sono molto OOC XD
Francy333: grazie
millissimissimissimissime!
Tabita: sono d’accordo, Hermione ha
ragionissima! Io anche avrei avuto una reazione sterica come la sua! XD
EvaWeasley: ma povero Ron cosa??? XDDD deve
soffrire, io non l’avrei mai perdonato [vabbè, dai come si fa a non perdonare
Ron?? °ç°] Drunk4eveeer!
SiJay: ti ringrazio! ^_^ già, lo martorio sempre,
povero Harry XD
Suzako: Bè, Hermione è una specie di visione di me
stessa [qaundo mi arrabbio sono anche peggio XD]... ma come ho già detto, Harry
deficiente nelle fanfic Ron/Hermione è una mia prerogativa XD
Daniel14: Eccoti qui la risposta! *_* [non so
quanto sia soddisfacente XD]
MandyJJ: mooolto idiota, già! ma dai, il mio Harry
si comporta decisamente più da ragazzo normale rispetto a quello del libro! XD
Maria-chan: ora, più che cose da svelare, ci sono
cose che devono succedere! [Lollo sorride maliziosa]
Gigia990: come si fa a non essere di parte con uno
come Ronnie? ti capisco! °ç°
Merilyn: Grazieee! Ho aggiornato il prima
possibile!
Amy March: Grazie mille dei complimenti! Ma...
sono una ragazza XD lo so, con questo nick mi sono messa è difficile da capire!
^_^
Mitsuki Angel: lo dico sempre anche io che è deficiente Harry! XD spero che ti
sia piaciuto anche questo! *_*
Funkia: già, il fascino dello sfigato *__* ha un
non so che di ‘attiroso’! XD
Robby: sono contenta che ti siano piaciuti anche
gli altri! Ti ringrazio di aver commentato *.*
Call: Ooooh dove sei andata? O dove sei XD magari
qaundo torni la trovi anche già finita se ho tempo, ho già tutto chiaro in
mente *_* è un bene che ti piaccia la tecnica dei vari punti di vista: piace
molto anche a me XD devo infilarla più spesso nelle fanfic *_*
Hermione entrò nel locale ridacchiando prima
di Ginny. Dopo aver scelto un tavolo e essersi sedute, Ginny le chiese: -
Allora, cosa prendi? – stava per rispondere che avrebbe ordinato una Burrobirra
come al solito, quando lo scorse al bancone, che trincava allegramente vicino
ad Harry, che lo guardava un po’ divertito un po’ allarmato.
Si sentì incendiare dalla rabbia: era così,
allora, eh? E lei che si struggeva, pentendosi di averlo trattato
così, pentendosi di aver esagerato un po’...
-Hermione? – chiese Ginny perplessa, vedendo il suo sguardo
puntato verso non sapeva cosa, completamente rossa in faccia.
La sua voce la fece rinvenire, ma non le fece passare la
rabbia. Aveva bisogno di calmarsi.
-Vorrei qualcosa di molto, molto, forte! – disse con
voce bassa e ringhiosa.
*
-Ron, credo che tu stia un po’ esagerando... – la voce
di Harry lo raggiunse, un po’ confusa, come se parlasse da lontano.
-Ma noooo – rispose ridacchiando, - Io mi sento
così beeene! –
Madama Rosmerta stava cominciando a lanciare
loro delle occhiate poco raccomandabili, della serie ‘non voglio casini qui’.
Harry sospirò e cominciò ad alzarsi.
-Non metto in dubbio il fatto che tu stia bene,
ma credo che tu sia un po’ brillo... – cominciò ad aiutarlo a scendere dallo
sgabello, dato che barcollava un po’.
-Ma noooo – rispose di nuovo, ma non fece
resistenza quando Harry iniziò a condurlo fuori dal locale.
*
-Hermione, non stai un po’ esagerando? – chiese Ginny
leggermente allarmata dal comportamento dell’amica, che continuava a buttare
giù alcolici come se fossero acqua.
-Ma va là – rispose, con voce un po’ incerta. –
Reggo bene l’alcol, io! – disse. Ma in realtà la parte ancora non partita di
lei le stava gridando di piantarla subito. Si sentiva il viso accaldato. Lasciò
perdere il viso accaldato e bevve un altro po’.
Ginny le fermò la mano mentre si portava di
nuovo il bicchiere alle labbra. – Ok, usciamo un po’, eh? Prendiamo un po’
d’aria e poi quando... ehm... stai un po’ meglio torniamo a scuola, mh?-
*
Era sdraiata su un divano nella Sala Comune,
un panno bagnata sulla fronte. Si sentiva decisamente meglio, adesso, anche se
le faceva un po’ male la testa. Quanto era stata deficiente. Non era proprio da
lei comportarsi così, no! Ecco quello che le faceva Ron. Niente di buono!
Allungò la mano pigramente per afferrare
l’orologio da polso che aveva appoggiato su un tavolino lì accanto. Le undici e
due. In teoria era dalle dieci e mezza che cercava di convincersi – come
avevano fatto praticamente tutti i Grifondoro che erano passati di lì per
andare a dormire - a salire in Dormitorio e andare a letto, ma rimandava
sempre: non aveva nessunissima voglia di alzarsi.
Sospirò rilassata, quando sentì il ritratto
della Signora Grassa aprirsi. Chiedendosi chi rientrasse a quell’ora, si tirò
lentamente a sedere, spostandosi il panno umido dagli occhi.
Ron stava scavalcando lentamente il Ritratto,
massaggiandosi la fronte. Appena la vide, si fermò, stupito.
-Cosa ci fai in piedi a quest’ora? – chiesero
tutti e due all’unisono.
Si squadrarono un secondo, contrariati, e poi
di nuovo dissero insieme: - Stai poco bene?
Hermione sbuffò infastidita. – E piantala! –
disse. Ron fece una faccia offesa: - Oh, ma che vuoi? Piantala tu!
Lei si alzò come una furia, e lo raggiunse.
-Non. Ti. Sopporto! – sillabò a bassa voce,
fissandolo in cagnesco.
-La cosa è reciproca!
-Dio, quanto m’infastidisci!
-Io sono fastidioso, ma tu sei isterica!
-Io, isterica? Avevo tutti i motivi per
arrabbiarmi a quel modo! In primo luogo...
Ma non riuscì a finire la frase: Ron la prese
tra le braccia quasi violentemente, e prima che lei se ne potesse rendere
conto, la stava baciando. Quando si staccarono, si guardarono un attimo,
ansimanti. Lei strinse gli occhi. – Cattivo – sussurrò.
-Cosa? – disse lui confuso.
-Sei cattivo. Ti odio.
E questa volta fu lei ad avvicinarsi e a
baciarlo.
-Miss Coerenza – rise lui.
Si baciarono di nuovo.
-Sai di alcol. –
Di nuovo un bacio.
-Anche tu. –
Bacio.
-Sei ubriaco?
-Quanto te.
Si baciarono per l’ennesima volta, e
nell’impeto persero l’equilibrio e caddero uno sopra all’altra sulla
poltroncina dietro di loro.
Hermione rise.
-Ci calmiamo un po’? – disse, retoricamente,
già pronta ad alzarsi.
Ron la fissò un attimo, come pensoso.
-Uhm. No.- rispose, prima di chinarsi di nuovo
per baciarla.
*
La luce che filtrava dalle finestre la svegliò,
lentamente. Aprì gli occhi. E si guardò attorno.
Ron era sparito, ma aveva indosso una coperta,
ed era rivestita. Arrossì a quel pensiero. Non che avessero fatto niente. Si
erano fermati in tempo. Almeno, lei gli aveva ordinato controvoglia di
smetterla.
Si mise seduta, e iniziò a preoccuparsi. Si
ricordava del leggero sapore di alcol che aveva lui sulle labbra. E di quello
che sicuramente aveva anche lei.
Forse era ancora un po’ brilla qaundo l’aveva
baciato, ma non si era pentita affatto di quello che era successo. Lei. Ma lui?
Fu in quel momento che vide tra le pieghe della coperta
un bigliettino ripiegato più e più volte su se stesso.
Con il cuore che batteva a mille, lo aprì e lo
lesse.
Cara Hermione,
sono salito in Dormitorio. Cioè, se qualcuno fosse sceso
e noi fossimo stati ancora, bè, assieme, i commenti non sarebbero stati molto
piacevoli. Credo. Comunque, avrei portato a letto anche te, ma come sai non ci
posso entrare, nel Dormitorio femminile, quindi ti ho portato giù una coperta e
ti ho sistemato i vestiti – con un incantesimo. Non ho fatto niente, giuro! –
non sono molto bravo a scrivere, e con le parole in generale, come sai già,
però ti volevo dire una cosa, perchè non so se poi avrò il coraggio di dirtelo
a voce. E poi volevo che la sapessi subito, appena sveglia.
Volevo che sapessi che comunque non mi sono
affatto pentito di quello che è successo, insomma, tra noi. Anzi. Non so tu.
Però io te lo dico, così lo sai. E che quando è successo ero pienamente
consapevole, non era il fatto di essere un po’ brillo che mi faceva comportare
così. Non ero ubriaco.
Forse solo un po’. Ma non nel senso
tradizionale. Perchè, adesso che ci penso, lo ero un po’, e lo sono anche
adesso, e lo sarò sempre, mi sa:
ubriaco di te.
Fine
Ok, se c’era un altro modo più terribilmente smielato per
finire questa fanfiction, ditemelo subito!
Devo dire che sono abbastanza soddisfatta di questa fine.
Stranamente, non ci ho dovuto ragionare su giorni e giorni e giorni e giorni...
e giorni per farmela piacere...