Poemi nel Sangue

di Black Wolf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** VuOtO SenZa SeNsO ***
Capitolo 2: *** Tempesta Virtuosa ***
Capitolo 3: *** Princess Death ***
Capitolo 4: *** Costrizione Cartacea ***
Capitolo 5: *** Paradiso Nero della Decadenza ***
Capitolo 6: *** Note Nostre ***
Capitolo 7: *** Clessidra Infranta ***
Capitolo 8: *** I mIsS yOu ***
Capitolo 9: *** Schegge di pioggia ***
Capitolo 10: *** Mina ***
Capitolo 11: *** In memory of Erika ***
Capitolo 12: *** Anima Caotica ***
Capitolo 13: *** Follia di vetro ***
Capitolo 14: *** Schiuma di Mare ***
Capitolo 15: *** Ruguru ***
Capitolo 16: *** Naufraghi Persi ***



Capitolo 1
*** VuOtO SenZa SeNsO ***


La poesia è il cantico delle creature ferite, delle anime che urlano in silenzio parole arcane e perdute, lucciole senza più una stella a guidare i loro passi, una rondine che ha smarrito la via dei venti in un viaggio incredibile.
Chi mi ha rubato i sentimenti?
Dove li hanno rinchiusi?
Sono una minuscola cavia, distrutta dai continui esperimenti e ora che cerco di sembrare normale non mi riesce…
Chi mi ha vietato di essere me stessa?
Ed espongo domande, senza che io stessa abbia le risposte.
Il mondo mi ha punito per qualche crimine che credo di non aver commesso…una strage di vittime senza volto, opache sculture di carta.
Il chiarore del sole si è spento nelle acque putride della vita…non ha più voglia di lottare contro ciò che non si può sconfiggere….non se la sente di illuminare ancora la mia esistenza.
Ed ancora rimango immobile sul mio cavallo di pietra, il catrame si stringe contro la mia gola per non farmi pronunziar parole.
Le mie catene di cemento si stendono al di sotto della terra fredda, ed i corpi immobili delle domande si ammassano, feroci, contro di me, mentre tendo la speranza al cielo di piombo.
Ed infine chino la testa, schiacciata dalle mie stesse domande, che opprimono i miei sensi appannati. E' un sollevarsi di maree e ricordi che cadono in una voragine di cadaveri putrefatti dall'acido di mille parole.
Le voci nel vento gridano vendetta e cerco vanamente di scacciarle dalla mia testa, mentre l'oblio tesse la sue trame attorno ai miei polsi. E si stringono i fili metallici contro le vene…recidono in silenzio con un sorriso maligno.
E vorrei che tu fossi con me…vorrei che vedessi davvero la morte nei miei occhi..desidero che il tuo cuore davvero possa capire cos'è la solitudine e lo strazio…

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Capitolo 2
*** Tempesta Virtuosa ***


Non faccio parte di nessun mondo…
E più guardo..
Più cerco una strada
Di calendule turchesi
O di rovi violetti…
Trovo che non c'è nessuna via.
Ricopro di un mantello le mie spalle e
Il viso chiuso nelle ombre di un maschera senza volto.
Spaventata dal flash di una macchina fotografica,
fuggo il suo obbiettivo
per non farmi rubare l'animo..
perché di anime non si parla.
Chino il viso alle lastricate terre del nulla
E raccolgo a piene mani
Lacrime sanguigne tinte i violenze…
La mia maschera di carne più non ride…
Più non prova…
E alza gli occhi cuciti di passioni
ad un cielo stellato
trapuntato di ricordi e draghi…
gli umani,
meschini esseri di pietra,
si sono scordati com'è fatto il cielo
per seguire labili impronte nella sabbia.

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Capitolo 3
*** Princess Death ***


Spero di vivere un solo momento, cerco conforto negli sguardi delle persone e nei loro sorrisi.
Aspetto, seduta in disparte, un piccolo momento di felicità, un istante di certezze….per credere finalmente che i sogni si possono avverare e che sono proprio dietro l'angolo.
La meraviglia di poter vedere l'uomo che si trascina oltre le spalle il suo passato
Rimanendo a combattere con qualcosa che non esiste…
Poggio la fronte al vetro respirando profondamente e guardandolo appannarsi, al di là di quella piccola chiazza di vapore condensato, il mondo sparì, pensò così che da quel giorno in avanti la sua vita non sarebbe stata diversa da quell'opacità.
Piccola, insignificante, troppo fragile per farsi valere
Riversa su una fredda lastra di ghiaccio guardo un cielo che ha perduto le sue stelle
le mie emozioni e i miei sentimenti si cristallizzano nel mio essere
Con le lacrime che diventano perle gelate
Sotto un cielo nero che ha perso le sue stelle
Giace la fanciulla su un letto di rose
Aspetta il suo principe?
No, aspetta altri morti con cui giocare

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Capitolo 4
*** Costrizione Cartacea ***


Voglio provare a resistere senza respirare per molto tempo…svenite e non tornare a dolermi.
Solamente nei miei disegni sono capace di sorridere e piangere, provare sentimenti a lungo dimenticati.
In un foglio, di bianco candore dipinto, vedo quelle sensazioni di infinito, che si sciolgono sotto il nero della mina, come squarci nel cielo d'inverno.
Riflessi sonori sulle vetrate delle cattedrali, sotto la neve della fredda stagione.
Inevitabilmente i corvi lasciano cadere al suolo i loro lamenti, sui cadaveri anneriti delle pallide colombe, come lacrime d'ebano liscio.
Le dita che s'infilano, curiose, tra una ferita e l'altra, rivelando scarni sorrisi velati di riflessi color amaranto.
Guardo i fogli sfuggire dalle mie dita, come gabbiani dalle ali di seta tinteggiata, portati da un vento oltre la mente, in quelle terre che tutto hanno tranne che la fantasia…libere di odiarmi, libere dalla mia costrizione.

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Capitolo 5
*** Paradiso Nero della Decadenza ***


Nota: questo più che un poema è una considerazione fantasiosa, spero possiate comunque accettarla.
In fede, Black Wolf.

Cresco e mi alzo in piedi…
Distruggo quelle catene che mi hanno da sempre imprigionata…basta credere alle ombre di false persone senza carattere…dico addio a finte divinità umane.
Si è spento quel desiderio di voler tendere una mano agli altri.
Gli specchi su cui cercavo, vanamente, di arrampicarmi si sono distrutti e sono precipitata in un baratro senza fondo…schegge di stelle spezzate mi feriscono con immagini di passati dolori.
Devo tornare nel mio mondo, che possiede una porta fatta di lacrime di cristallo.
Cammino dove la terra è dura e fredda, condotta per vie di angeli mutilati, pendenti dai rami di alberi inceneriti.
Il cielo mi piange addosso con una frustrazione pesante, che il mio mantello non riesce a reggere…ma se continuo a proseguire è solo per me stessa.
La civetta canta della mia morte, avvolta nella sua corte di luttuosi corvi bigi…intona nel silenzio dei sepolcri, con note acute e inquiete, una litania senza fine.
S'eleva la pallida consorte delle tenebre, bianca falce insignificante e tetra, a diffondere una sterile luce…il mio passo non vacilla.
L'alone lunare rivela steli inclinate sotto un inquietante peso inesistente, disposte su un terreno sconnesso, quasi scosso da un tumulto sotterraneo, un brivido che ha inarcato il terreno sotto gli ossari.
Gli spettri, accomodati sulle lastre sepolcrali, si guardano tra loro in silenzio, le bocche cucite dalla morte che gioca con i loro fili, simili a scarne e slavate marionette…si fissano in una solitudine infinita, per cercare di sveltire il tempo dell'eternità davanti a loro.
Domande sepolte senza una risposta… cosa spinge, noi, a risultare angeli senza ali, invece che demoni senz'anima? Siamo veramente noi che facciamo il nostro destino?
La nebbia avvolge i miei passi…i dubbi legano le mie membra…rallentano il mio vagare…
Il cielo piange e diventa vita, per quale scopo? Perché teniamo di più ai nostri morti che ai vivi?
Gli spettri si voltano…mi osservano…orribili a vedersi i loro occhi opachi e liquidi fissi nei miei.
Quand'è che smetterà di cadere la pioggia? Sotto una cortina di piccole gocce la luce filtra creando un miraggio che parla di un nero giardino…il mio nero paradiso della decadenza.

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Capitolo 6
*** Note Nostre ***


Mi muovo scivolando tra le note che lasci scandire nel tempo, attraverso le dita premute sulla bianca e liscia tastiera di quello strumento.
Sembra ieri… quante stonature riuscivi ad accumulare e le lacrime che ci spendevi sopra.
Sono quegli stessi spartiti che ti hanno insegnato a vivere…non credevi, lasciavi correre…
Solo una stanza vuota dove chiuderci quella voce che solo noi due potevamo sentire…dove imprigionare quelle melodie che insieme amavamo.
Non potevamo fare altro che guardarle spegnersi con lamenti indicibili.
Poi il coraggio ha illuminato quel luogo che tanto sapeva di prigione.
Le tue note e la mia voce… stille per entrambi.
Rare le volte in cui preferivo staccare gli occhi dagli spartiti e i testi…il mio cuore voleva quella melodia che solo tu sapevi donarmi con una sola piccola strofa, tratta dalla tua stessa anima…da quelle piccole e veloci dita sulla tastiera…da quella voglia.
Insieme abbiamo amato quella musica che ci ha stregati, legati ad un pianoforte e alle canzoni…insieme.

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Capitolo 7
*** Clessidra Infranta ***


E ancora guardo la sabbia che mi scorre dalle mani
Sul vetro di un orologio fermo da millenni…
Colano dalle mie mani i visi di coloro che non posso fermare.
E’ come se fossi esplosa in un momento,
ancora stesa sul mio letto di pietre,
mi sbriciolo in migliaia di granelli di sabbia.
La pendola ha fermato il mio corso
E mi guardo attraverso i miei occhi.
Non ho, e non avevo, abbastanza ali
per poter sostenere il peso del cielo,
e crollo sotto venti che spezzano le ossa.
Ho sperato di poter tornare nella luce di quella notte
che tutto faceva risplendere.
Con le foglie che ricordano la caducità del tempo
e delle nostre memorie...
preziosi filamenti che ci collegano al nulla!
E le mie paure si stagliano glaciali,
ombre d’amianto contro il vento e gli elementali.
Cerco di essere inavvertibile,
come un movimento di abiti nella notte,
per riuscire a non farmi scorgere dal mondo.
Sono cresciuta tra dee antropomorfe…
divorando divinità fantastiche
per poter sopravvivere alla realtà.
Ed ora che sono rinchiusa nella mia clessidra
Trovo solo sentieri ripidi e sterrati davanti ai miei occhi,
e precipizi sotto ai miei piedi.
Quel destino…quell’orologio…
che avevo scelto come mio
alla fine era destinato a qualcun altro…
di questo ne sono sicura,
come della luna che s’eclissa nella notte.
E la sabbia crolla sotto i miei piedi.
La clessidra non era mia…
Il tempo si perde…
Ed in un momento esplodo,
contro il vetro di un’orologio.

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Capitolo 8
*** I mIsS yOu ***


Mi hai spinta con le tue stesse mani di pietra al di sotto del livello di gravità.
E si spande sul pavimento nero, l'acqua bianca e la luce azzurra di un neon rotto sopra il tuo specchio.

Addio amorecon il mio rossetto sopra il livello di gravitàI miss you
Hai chiuso ciò che non ti andava bene, inchiodato quelle porte che a te non si sarebbero mai aperte…
Hai serrato anche me, oltre il bordo di gravità, perché non avevo abbastanza sorrisi ed ero troppo poco perfetta…
E l'acqua non cade mai, il vaso è sempre pieno e la goccia continua imperterrita verso il fondo di una brocca infinita.
Never wish for me…
See you soon my baby
Speravi di aver spinto me sotto terra.

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Capitolo 9
*** Schegge di pioggia ***


C'è chi attende la pioggia invano,
appoggiato al tronco sfatto di una magnolia…
chi alza le mani per strappare un pezzo di luna al cielo
abbastanza luminosa per non sentirsi preda del buio…
si cerca la luna e la sua notte
per fuggire al sole
che troppo spesso rivela ferite profonde e inguaribili.

C'è chi attende la pioggia invano
Aggrappato a false convinzioni
E spera di non dover più attendere così a lungo
Per piangere.

E schegge di fuliggine
Sparse sotto la coltre di piume cobalto
Singhiozzano
Stridono
Inghiottite e sputate dai frammenti delle magnolie.

C'è chi attende la pioggia invano…
Credendo di non desiderare la pioggia,
ed intanto chiamano le lacrime con tutti i nomi che possiedono,
nonostante non abbiano nome.

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Capitolo 10
*** Mina ***


Rapporto confidenziale,
intimo
e duraturo
con il legno della matita
contro la pelle delle mie dita,
ed il suo nero segreto
mi offre una linea
che io stessa
desidero.

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Capitolo 11
*** In memory of Erika ***


Ti guardo seduta avanti a me…
Sei fredda       grigia         triste.
Mi guardi senza occhi…
Le ginocchia contro al petto
sembrano svanire nel vuoto.
Una mano sul viso
Una sulla pietra
L'altra sulle scritte:
Il vuoto è padrone del silenzio
           Quanto la pioggia ne è delle lacrime
                        Sepolta nel mio sarcofago di carta di riso
                                    Osservo la pelle sfaldarsi in pieghe che mi feriscono
                                                     Ed il Destino, crudelmente, ci ha infilato le dita dentro.

Una bimba bionda che in silenzio piange…
Eri nostra
ora sei morta nel mio stesso ventre insieme a me.

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Capitolo 12
*** Anima Caotica ***


Tu che non ascolti ciò che gli astri gridano con insistenza,
ed il tempo allunga la permanenza dell'oscurità nella tua anima…
quando ti deciderai a crescere?

Non spetta a me deciderlo,
ma quando accetterai chi sei veramente?

Credi
che non ci sia nulla di più prezioso
della tua falsa anima…
eppure il caos continua a fare prigionieri
e tu sei uno di essi.

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Capitolo 13
*** Follia di vetro ***


Ho chiuso gli occhi sperando che non fosse reale tutto ciò che vedevo
Che il caos che albergava nella anime dei passanti
Fosse solo la mia follia…
Ma quando mi sono trovata chiusa in una teca di cristallo
Ho capito che non era abbastanza forte la mia voce…
Nessun aiuto sarebbe giunto,
Forse solo la follia.

Le strade sono piene di desideri arrugginiti,
buttati all’angolo dei cassonetti.
Chiedono l’elemosina, sperando in un domani…
Ma quale futuro esiste
Per ciò che non ha avvenire?

Il nero gatto che ripudiato viene dalla superstiziosa società…
Il figlio che uccide a coltellate il padre…
La giovane stuprata sul marciapiede…
E la folla vaga senza una meta,
ed in essa la follia dilaga come olio.

Le strade sono piene di desideri arrugginiti,
buttati all’angolo dei cassonetti.
Chiedono l’elemosina, sperando in un domani…
Ma quale futuro esiste
Per ciò che non ha avvenire?

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Capitolo 14
*** Schiuma di Mare ***


Tormentata languire.

Ed il mare, guardandola, le urlò:
creatura disgraziata, innamorata del tempo che mai si ferma,
di un uomo che ha visto altre braccia, e non erano le tue.
Animale mortificato, attendi dolente ciò che non può avvenire.
La sirenetta, guardando il castello, pianse:
sono carne umiliata dall’amore.
Sono ora la principessa della schiuma sugli sbuffi delle acque.
Inghiottita… Addio.

Schiuma Lacrime.

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Capitolo 15
*** Ruguru ***


Ruguru

Rodi le carni attorno alle ossa
Uggiolando come una cagna sventrata,
Gioendo di questo tuo insano ‘mangia e fuggi’.
Un gioco che per te mai sazia,
Ruggenti le tue budella cancrenose e
Urticate dalla morte stessa.

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Capitolo 16
*** Naufraghi Persi ***


Scorrere d'acqua e piombo nelle vene.
Si liquefanno i sogni nell'alba,
nelle nubi che degli umori degli astri si tingono,
e nello stridulo schiudersi dei boccioli.
Scorre sangue e vetro nelle vene,
quasi in silenzio cammino.

Vibrando di speranze infrante nella voce...
un fascio di corde d'anima
che rimangono strettamente legate alle caviglie.
Fu predetto
'Ardi fiamma del palco,
una stella nordica
che guida le rotte di noi naufraghi
della musica persa.'


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