Un amore nuovo

di Petit Usagi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. una nuova amicizia? ***
Capitolo 2: *** 2. Sognare ***
Capitolo 3: *** 3. Il concerto ***
Capitolo 4: *** 4. Dubbi, gelosie, incertezze ***
Capitolo 5: *** 5. Il primo...vero incontro! ***
Capitolo 6: *** 6. Acqua e fuoco ***
Capitolo 7: *** Scoprire il vero...amore... ***
Capitolo 8: *** 8. Cuori confusi ***
Capitolo 9: *** Amicizia...per poter essere felici insieme? ***
Capitolo 10: *** Tempo... ***
Capitolo 11: *** DOPO - Pensieri di Haruka - Pensieri di Rei - ***
Capitolo 12: *** DOPO - Pensieri di Michiru - Amore e Amicizia ***



Capitolo 1
*** 1. una nuova amicizia? ***


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Era una calda estate quella dei suoi 16 anni... La scuola era ormai finita da un mese, ma per lei le vacanze non erano ancora arrivate.
Come ogni giorno aiutava il nonno al santuario; non che non le facesse piacere, sia chiaro... solo voleva essere libera di stare con le sue amiche e divertirsi un pò.
Anche quel giorno stava spazzando il piazzale del tempio con la sua grande scopa di saggina... ma non sapeva che da lì a poco la sua vita sarebbe cambiata.
 
“Rei, va ad accogliere le ragazze che vengono al tempio a prendere i portafortuna!”
“Subito nonno!”
C’era nell’aria qualcosa di strano quel giorno; una brezza leggera le fece volare i suoi lunghi capelli corvini. Alzò lo sguardo al cielo, così azzurro è limpido... col sole caldo appena coperto da una piccola nuvola di passaggio.
Sentì un dolce odore di petali di rosa misti all’odore salino del mare... Chi poteva emanare un simile profumo?
“Mi scusi sacerdotessa, posso chiedere a lei per acquistare dei portafortuna?”
Quando la vide, Rei rimase per un istante senza fiato; si trovò di fronte una ragazza bellissima e dai lineamenti perfetti! Aveva capelli corti fino alle spalle, mossi, color verde. A ogni soffio di vento da loro proveniva il profumo del mare che aveva sentito poco prima.
Le sue guance divennero rosse e pensò ingenuamente “Ma, Rei, non puoi arrossire di fronte a una ragazza... insomma… è una ragazza, fosse stato un bel ragazzo…” ma i suoi pensieri vennero interrotti da quella bellissima voce “Allora, mi può aiutare!” e Rei “Si si, scusa, seguimi!”
Mentre si avvicinavano al banco, dove erano esposti molti portafortuna, Rei si accorse che la ragazza camminando accanto a lei, aveva un portamento molto elegante, composto; le braccia distese tenevano la cartella di scuola con entrambe le mani. Il mento in alto, lo sguardo fiero e sicuro ma addolcito dai lineamento perfetti e femminili del viso.
Si trovò nuovamente a fantasticare su di lei…
“Ecco, questi sono tutti i nostra portafortuna. Amore, fortuna, lavoro, amici, famiglia! Cosa desideri?”
La ragazza arrossì un poco poi disse “Amore!” ; Rei prese tra le mani una striscia di carta colorata rossa, con disegnato il simbolo giapponese dell’amore e a un estremo di essa, pendeva un bellissimo nastrino rosso che terminava con una perlina d’oro.
Gliela porse e la ragazza la guardo con aria sognante, con la mano se la portò al petto, inclinò un poco la testa di lato e con un sorriso dolcissimo disse “Speriamo mi porti fortuna!” e Rei scoprì che le sue guance erano di nuovo rosse.
 
La ragazza la salutò e voltandosi si diresse verso le grandi scalinate in fondo alle quali c’era la grande strada trafficata che portava in centro.
Qualcosa dentro di lei la spinse a dire “Aspetta, come ti chiami?” parole che a Rei uscirono senza nemmeno pensarci.
La giovane ragazza si voltò con aria stupita e disse “Michiru…” e Rei “Arrivederci Michiru!” la ragazza sorrise e tornò su suoi passi…
Si… Rei sperava tanto che fosse un arrivederci…

 





Mi trovo qui a scrivere questa nuova storia... presa un pò dall'ispirazione, è solo un primo capitolo, ma spero possa già intrigarvi un pò. Non voglio sbilanciarmi troppo su questa nuova storia perchè è un pò diffcile da scrivere, ma spero di poter pubblicare al più presto un secondo capitolo più corposo!!Fatemi sapere cosa ne pensate di questo piccolo intro!!Baciiii

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Capitolo 2
*** 2. Sognare ***


Image and video hosting by TinyPic Il profumo del mare... il profumo delle rose...
 
Rei si sdraiò sul letto. La giornata era finalmente finita e poteva godersi il suo meritato riposo; il morbido letto la accolse nel suo abbraccio e il cuscino fresco alleviò per un attimo la calura estiva che in quei giorni la stava uccidendo.
Chiuse gli occhi... ma le apparve il volto della bella ragazza conosciuta quella mattina; aveva qualcosa di particolare, qualcosa di misterioso.
Come se il caldo non bastasse, si sentì avvampare il volto; come poteva quella ragazza... suscitare quelle sensazioni in lei?
Michiru... che nome melodioso, dolce...
Rei scrollò la testa, si girò a pancia in giù sul letto e affondò il viso nel cuscino. “Rei, ma cosa ti prende? E’ una ragazza come tutte le altre... si, è molto bella, dolce forse, ma è pur sempre una ragazza!”
“Di quale ragazza parli!” suo nonno era entrato nella sua stanza per portarle qualcosa di fresco per dissetarsi e distendere la tensione accumulata durante il giorni, prima di dormire.
“Niente nonno, stavo solo pensando ad alta voce! E comunque... non si usa più bussare?”
“Scusami Rei... dimentico sempre che ormai sei una donna, e devo stare più attento alla tua privacy!”
E scoppiarono a ridere perché per lui, lei sarebbe sempre stata la sua piccola Rei, la nipotina tanto amata, che aveva cresciuto per anni da solo.
 
Quella notte Rei sognò... o meglio, la sognò! Sognò i suoi morbidi capelli dal profumo di mare, sognò i suoi occhi dolci e sensuali... la sua bocca piccola e rosea... le sue mani delicate e perfette... e la sua voce...
Sembrava quasi che il sogno fosse realtà, che la ragazza fosse davvero lì con lei... che le parlasse!
Doveva rivederla, doveva parlarle e scoprire di più su di lei.
Ma come? Come ritrovarla? Di lei sapeva solo il nome...
 
Passarono i giorni e della ragazza nessuna traccia al santuario, non era più tornata “Lo sapevo, avrei dovuto dirle di tornare per farmi sapere se il portafortuna aveva avuto successo!”; due ragazze le si avvicinarono e le chiesero “Sei tu la sacerdotessa vero?”
“Certo, avete bisogno di qualcosa?”
“La nostra capoclasse, la signorina Michiru, ci ha chiesto di farti avere questi biglietti!”
“Michiru...”
“Si, sono per il suo spettacolo!Lei è una famosa violinista lo sapevi vero?”
“Violinista...”
“Ehi?! Tutto bene?! Comunque... questi sono i biglietti, sopra troverai anche l’indirizzo del teatro. Ha detto di portare chi vuoi con te, i biglietti sono due!”
Una delle due ragazze le allungò un biglietto; Rei lo prese con aria sognante. Era come se Michiru le avesse letto nel pensiero e sapesse che lei voleva rivederla.
Le due ragazze si allontanarono ridacchiando e bisbigliando tra di loro.
 
“Che figura che ho fatto oggi! Altro che sacerdotessa, quelle due avranno pensato che sono pazza! E così... lei fa la violinista!” si spiegava così la linea sinuosa delle sue mani, il suo portamento elegante...
Rei se la immaginò sul palco, di fronte a centinaia di persone, con un abito elegante che suonava una dolce melodia.
Non sapeva cosa le stava succedendo; non sapeva cos’era quella strana agitazione che provava mentre pensava e fantasticava sul giorno dello spettacolo. Era una sensazione bellissima e nuova, un misto tra la curiosità e la voglia di provare qualcosa che fino a pochi giorni prima non aveva mai neppure osato immaginare.
Quella ragazza aveva fatto nascere in lei qualcosa di nuovo, di bello. Quella ragazza le stava aprendo un nuovo mondo... e le stava offrendo... un’amicizia... forse!
 
Sabato sera, il giorno dello spettacolo. Aveva deciso che ci sarebbe andata da sola per due motivi: non voleva essere disturbata dalla compagnia di nessuno per poter godere con calma della visione di Michiru e in secondo luogo non voleva che la ragazza pensasse che lei era fidanzata!
Le era capitato di frequente di soffermarsi su quei pensieri in quegli ultimi giorni, constatò: in particolare aveva riflettuto su quei due biglietti che implicavano la presenza di qualcun altro… qualcuno di importante.  Aveva pensato di portare un amico, ma qualcosa dentro di lei le diceva di non farlo... di essere sola in quell’occasione.
 
Si era vestita di tutto punto. Aveva indossato un abitino nero molto aderente, corto poco sopra le ginocchia, con una scollatura a barchetta, di colore nero; a coprire le spalle uno scialle rosso (il suo colore preferito); scarpe col tacco nere con suola rossa... “Bene, sono pronta!”
Si sentiva un po’ in imbarazzo ad essersi preparata così per l’incontro con una ragazza, ma l’abbigliamento che aveva scelto, la faceva sentire sicura di sé… e poi fondo si trattava pur sempre di presentarsi ad un concerto, in un teatro, ragionò, non poteva certo indossare la prima cosa che trovava nell’armadio… no?
Aveva chiamato un taxi poco prima, e ora l’aspettava in fondo alla scalinata che portava al tempio.
Era ora... non poteva più tirarsi indietro!
 
 
 
 

Eccomi qui col secondo capitolo della storia su Michiru e Rei…non si è fatto attendere molto perché la vena creativa per questa storia è molto forte e mi fa scrivere senza lasciar attendere!!Prima di tutto ringrazio VERONICA che ha corretto un po’ questo capitoletto; lei è molto brava e quindi per me un’ottima maestra!!
Spero possa piacervi e siate curiosi anche di leggere il prossimo…perché…accadrà qualcosa di davvero bello!!
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Capitolo 3
*** 3. Il concerto ***


Image and video hosting by TinyPic Attorcigliato su se stesso… bianco… pieno di sudore…
Stava torturando quel povero fazzoletto tra le mani dall’inizio del viaggio. Era nervosa; si chiedeva cosa mai l’avesse portata ad accettare quell’invito.
Il taxi correva veloce per le vie del centro; che strana la città di sera! Non era mai uscita da sola dopo le 21… ma il nonno questa volta era stato magnanimo “Rei, ti lascio andare, ma solo per questa volta! Consideralo un regalo di compleanno!”
In venti minuti si trovò di fronte al grande teatro; era una struttura moderna, ma il suo design riprendeva gli antichi templi della Grecia.
Prese un profondo respiro… guardò davanti a se, braccia tese lungo i fianchi… strinse i pugni “Forza Rei… adesso Sali quella scalinata ed entra!”; non si accorse che quella frase non era solo frutto dei suoi pensieri, ma l’aveva pronunciata ad alta voce.
Una signora, elegante e distinta, le passò accanto e si mise a ridere portandosi una mano davanti alla bocca; imbarazzata, Rei, si mise a sua volta a ridere, ma  nervosamente.
 
Un gradino dopo l’altro si trovò di fronte all’entrata del teatro. Il grande portone era spalancato e si vedeva l’immenso atrio con tantissima gente che chiacchierava a gruppetti, altri tenevano tra le mani calici di champagne.
Si sentiva un pesce fuor d’acqua… cosa ci faceva li, da sola poi?
Aveva un’irrefrenabile voglia di girare i tacchi ed andarsene, ma qualcosa di forte la spingeva a rimanere lì.
“Prego signori, entrate in sala e prendete posto!”
 
Il posto che Michiru le aveva riservato era in prima fila; le luci si spensero… un faro illuminò il centro del palco.
Il sipario si aprì e lei era lì… bella come non mai in un lungo abito color del mare. I capelli che ricordava morbidi e ondulati erano, questa sera, raccolti in una coda ordinata. Le mani delicate, coperte da lunghi guanti di seta.
Gli occhi chiusi.
Alzò il braccio che teneva l’archetto… e dopo qualche secondo, una melodia dolcissima pervase la sala.
Rei ne rimase incantata… guardava le sue braccia muoversi leggiadre… le ricordavano il movimento che facevano le onde del mare. Chiuse anche lei gli occhi e immagini di posti meravigliosi iniziarono ad apparire nella sua mente.
I pezzi che eseguì Michiru furono tre; l’ultimo accompagnata dal pianoforte.
A suonarlo era un’altra bellissima ragazza dai corti capelli biondi e dall’aria maschile… non per niente indossava uno smoking.
 
Quando lo spettacolo finì, era ormai mezzanotte. Era tardi e doveva rientrare al santuario altrimenti il nonno si sarebbe arrabbiato a morte con lei.
Voleva ringraziare Michiru e complimentarsi con lei, ma non sapeva come arrivare al suo camerino.
Iniziò a vagare per le quinte del teatro fino a quando, su una porta, vide il nome dell’artista. Col cuore che le batteva martellante in gola, bussò.
“Speriamo non risponda nessuno!”
Si, era questo che pensava… perché se fosse entrata, cosa mai avrebbe detto a Michiru? Sarebbe stata una situazione imbarazzante!
“Avanti!”
Ecco… ormai era fatta. Quasi a fatica mise la mano sulla maniglia della porta. La aprì lentamente ed entrò.
Con suo sommo stupore notò che la ragazza non era sola, ma c’era un’altra persona con lei nel camerino. Tirò un sospiro di sollievo e pensò “Meno male che non siamo sole… non so, ma la cosa mi avrebbe messa molo a disagio!”
“Oh sono davvero molo contenta che stasera tu sia riuscita a venire al mio spettacolo, ci tenevo molto!” la accolse con quel suo dolce sorriso e Rei si senti tremare le gambe.
“Michiru, chi è questa bellissima ragazza?” le si avvicinò, le prese la mano e la baciò; Rei si sentì avvampare. La ragazza in smoking era davvero molto bella.
Michiru sorrise “Lei è la sacerdotessa del tempio, si chiama Rei! Qualche giorno fa mi ha consigliata per alcuni portafortuna… per l’amore!”
“Per l’amore? Ma Michiru, tu hai già me!”
La situazione stava diventando davvero molto strana e Rei non si sentiva affatto a suo agio; la violinista capì subito lo stato d’animo della giovane “Smettila di scherzare, e si educata, presentati alla mia amica!”
Era stupita da quelle parole, ma non ribattè, anzi “Piacere amica di Michiru, Rei, io sono Haruka!”




Eccomi qui con questo nuovo capitolo sulla storia tra Michiru e Rei...è il giorno del concerto! Vediamo ancora tutto  dagli occhi della sacerdotessa, ma alla fine abbiamo finalmente l'incontro tra le due ragazze.
Ma c'è un terzo soggetto inatteso...Haruka!!Che ruolo ha questa ragazza?Ma soprattutto...cosa vuole Michiru da Rei?
Nel prossimo capitolo vedremo dagli occhi di Michiru la storia...e forse capiremo qualcosa di più....
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
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Capitolo 4
*** 4. Dubbi, gelosie, incertezze ***


Image and video hosting by TinyPic “Beh? Quella ragazzina chi era?”
“Haruka… non sarai gelosa vero?”
La ragazza le si avvicinò, le prese la mano e iniziò un dolce gioco d’intreccio di dita… i loro corpi si avvicinavano piano piano. Si guardarono dolcemente negli occhi… i loro visi erano vicinissimi… Haruka si chinò verso Michiru, ma la ragazza scostò il viso, sciolse l’intreccio di mani e si allontanò.
Da tempo le attenzioni dell’amica si erano fatte più insistenti, ma nel suo cuore c’era ancora tanta incertezza, e il volto di una sacerdotessa che l’aveva colpita.
Quel giorno al tempio… erano cambiate molte cose; era andata in quel posto per prendere un amuleto d’amore, qualcosa che l’avrebbe aiutata a far chiarezza nel suo cuore.
Voleva che i suoi sentimenti fossero finalmente chiari… voleva capire se quello che provava per Haruka era amore, o solo un’infatuazione adolescenziale. E poi… e poi arrivò quella bellissima ragazza dai lunghi capelli corvini, con quell’aria così regale.
La sentiva tanto simile a lei nell’aspetto e nei gesti, e  allo stesso tempo era il suo opposto. Qualcosa dentro di lei le diceva che doveva assolutamente rivedere quella ragazza, parlarle ancora. Ed è per quel motivo che aveva consegnato a due studentesse della sua scuola i biglietti del concerto da recapitarle; aveva preferito mandare loro per evitare di trovarsela nuovamente di fronte ed essere nell’imbarazzo nel caso in cui le avesse fatto qualche domanda.
Aveva dato loro 2 biglietti… lo aveva fatto apposta! Voleva sapere se la bella sacerdotessa era sola o aveva accanto qualcuno. E si era trovata lei stessa stupita di quella strategia.
“Hei, Michiru, tutto bene? Che c’è?”
Venne destata dai suoi pensieri… davanti a lei la bella ragazza bionda la stava guardando con occhi perplessi. Era molto bella anche lei e quell’aria mascolina, le dava un certo fascino.
L’attrazione che provava per lei era forte, questo lo sapeva bene, ma sentiva che mancava qualcosa; a guarda e sentiva un fremito… un brivido che le scorreva lungo la schiena… ricordava benissimo quella volta…
 
Mi sento così strana ultimamente; dall’ultima volta che sono stata a casa di Haruka sembra che in me siano cambiate molte cose… troppe! Ma perché sono voluta andare a casa sua…? Sapevo che la sua intenzione era quella… eppure non ho resistito!!
Le sue mani hanno iniziato a spogliarmi dolcemente… prima ha fatto scivolare via il leggero vestito di seta che indossavo, poi le sue calde labbra hanno baciato la mia pelle iniziando dalle spalle, scendendo lungo le braccia. Mi strinse in quel dolce abbraccio e mi fece stendere sul suo letto…
I suoi baci diventavano sempre più caldi, più desiderosi… io mi sentivo presa in un vortice di emozioni. Poi… il sapore più dolce che avessi mai provato. Le sue labbra sulle mie, le nostre lingue che si incontravano per la prima volta, uno scambio di anime.
Le sue mani erano sul mio corpo, la sua bocca sulla mia, lei era mia… ma io, volevo davvero essere sua?
Scappai da casa sua un po’ felice… e un po’ confusa…
E adesso che è arrivata… Rei… lo sono ancora di più! Sento che lei ha qualcosa che ad Haruka manca. Sento che lei è passione, ma anche amore. Devo riuscire a parlare sola con lei.
 
 Haruka si era spogliata dello smoking e indossava dei jeans strappati all’altezza delle ginocchia e una t-shirt bianca.
“Io vado allora… credo che qui non servo più…” il tono era freddo e un po’ distaccato; Michiru non voleva far soffrire l’amica a causa della sua confusione, ma il suo cuore ancora non aveva deciso.
Le andò vicino e le diede un bacio sulla guancia “Grazie”
Sul volto di Haruka apparve un sorriso triste… gli occhi bassi… sapeva che non doveva  illudersi. Ma Michiru le piaceva davvero molto, e voleva poter stare con lei, essere una coppia, non delle semplici amiche.
E quando aveva visto entrare nel camerino quella ragazzina, aveva capito che era lei la causa dell’incertezza dell’amica.
Non voleva fare pressioni; voleva che la decisione arrivasse dal cuore, come era stato per lei, ma ogni volta che la guardava, trattenersi dal dimostrarle apertamente il suo amore, era davvero dura.
“Devo andare… beh, sai dove trovarmi… quando ne avrai voglia! Spero di essere stata abbastanza brava questa sera al piano… e… tu sei stata favolosa! Ciao Michiru…” prima di varcare la porta si soffermò un secondo a guardarla. Poi chiuse la porta alle sue spalle e si incamminò per il corridoi buio verso l’uscita posteriore del teatro.
Michiru sapeva che di aver ferito Haruka, ma non poteva fare altro; per il momento non poteva darle la risposta che voleva. Si cambiò velocemente, ripose il suo adorato violino nella custodia, legò i capelli con un bellissimo nastro rosso… raccolse la borsa e si affrettò ad uscire.
Fuori dal teatro la notte era stellata. Alzò il naso al cielo e vide una luna bianca e luminosa. Rimase lì per qualche secondo persa nei suoi pensieri.
Quando abbassò lo sguardo, si accorse di una figura seduta negli ultimi gradini della scalinata. Scese piano piano… un gradino alla volta. La figurasi faceva sempre più nitida.
Era lei, la sua sacerdotessa, Rei. Si sentì nervosa ed agitata, non sapeva cosa fare e cosa dire; nonostante l’apparenza sempre seria, composta ed elegante, era una ragazza come le altre… e come loro,era in grado di provare gli stessi sentimenti.
“Hei, che ci fai ancora qui?” Rei si alzò di scatto spaventata; non si era accorta della sua presenza. “Sto aspettando il taxi” doveva trovare il modo per stare un po’ con lei e conoscerla meglio.
“Che ne dici di andare a bere qualcosa?”
“Io… non saprei…insomma!”
“Scusa, forse sono troppo affrettata!” Sorrise non solo per la sua audacia, ma anche per Rei che era tutta rossa in viso e visibilmente agitata. Forse anche lei provava la sue stesse emozioni quando erano vicine.
“No no… va bene, è solo che ormai ho chiamato il taxi e…”
“A quello ci penso io, una telefonata e sistemo tutto!”
“Allora, va bene, ma non posso stare fuori molto!”
Le due ragazze si incamminarono a piedi, l’una accanto all’altra in quelle vie del centro di Tokyo, e piano piano il ghiaccio che le separava si scioglieva e prendevano confidenza. Il tempo passava e loro non se ne accorgevano.
All’improvviso Michiru si fermò “Questa è casa mia… o meglio, il palazzo dove ho l’appartamento!”
Rei alzò lo sguardo e vide davanti a se un altissimo palazzo di almeno 30 piani. Erano nel quartiere più ricco della città e ne dedusse che Michiru doveva essere una ragazza di famiglia benestante.
“Abiti con la tua famiglia?”
Sorrise… “No, abito da sola. Diciamo che, ho l’età per poterlo fare!”
Rei capì che non doveva chiedere altre spiegazioni.
Michiru si fece forza “Vuoi salire? Sarei lieta  se potessi offrirti qualcosa!”
 
Ma… come ho potuto farle questa domanda? Devo essere completamente impazzita!! Non posso comportarmi come farebbe Haruka; e poi cosa penserebbe Rei? Che voglio tenerla con me per tutta la notte?
Che stupida che sono… Rei non penserebbe mai queste cose, perché dovrebbe?! In fondo la sto solo invitando a bere qualcosa a casa mia, tra amiche; è ancora piccola per pensare che io abbia chissà quali fini.
Oh Michiru… calma, calma!! Non hai ancora avuto una sua risposta…
Se dirà di sì, starai un po’ con lei, scambierai qualche chiacchera, finalmente la conoscerai meglio… e potrai capire finalmente quella strana sensazione che ti spinge a pensare sempre a lei.








Eccomi qui con un altro capitolo; finalmente riusciamo a scoprire qualcosa dei pensieri di Michiru e vediamo anche che rapporto c'è tra lei ed Haruka. Il capitolo si ferma proprio sul più bello...senza dirci se Rei accetterà l'invito di Michiru. Ha solo 16 anni... il nonno la vuole a casa presto. Il dubbio attanaglia la giovane sacerdotessa...
Cosa accadrà? Sciuramente qualcosa di molto.... piccante!!
Aspetto vostre recensioni su questo capitolo!!
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Capitolo 5
*** 5. Il primo...vero incontro! ***


Image and video hosting by TinyPic Il pavimento era di un bianco splendente, con venature nere; alle pareti erano appesi dei grandi quadri con cornici d’oro. Rei pensò fra se che probabilmente quelli erano addirittura quadri d’autore.
Dal soffitto pendevano grandissimi lampadari… di quelli in cristallo che fino a quel momento aveva visto solo nei libri di fiabe, all’interno di magnifici castelli.
A ogni suo passo temeva di poter danneggiare qualcosa; camminava… e non poteva fare a meno di guardarsi intorno meravigliata da tanta eleganza, da tanto sfarzo…!
Michiru la guardava con occhi stupiti; per lei tutto quello era la normalità e non avrebbe mai pensato che qualcuno avrebbe potuto meravigliarsi al solo vedere l’atrio di un condominio.
Non disse niente a Rei e la lasciò così, immersa nel suo stupore, senza fare a meno però di lasciarsi scappare un lieve sorriso.
Una grande porta d’ottone si pose di fronte a loro; ai lati, dei grandi vasi di magnolie emanavano un buonissimo profumo… i fiori erano appena sbocciati.
Era l’entrata dell’ascensore, che le avrebbe portate ai piani superiori del palazzo.
La porta si aprì lentamente… entrano, e Rei non potè fare a meno di stupirsi nuovamente. Era un ascensore a vetri, di quelli esterni alle mura del palazzo… e mentre saliva poteva vedere il bellissimo panorama della città che diventava sempre più piccola sotto i sui piedi.
Era emozionata come una bambina nel vedere tutte quelle luci che brillavano nel buio della notte; in lontananza poteva anche vedere il tempio.
Ah… cosa avrebbe detto suo nonno se avesse saputo che era li!
“No, cavoli, me ne stavo completamente dimenticando!”
Michiru si era persa a guardare quella ragazza di fronte a lei che le sembrava una bimba che stava scoprendo le bellezze del mondo per la prima volta. Si destò dai suoi pensieri “Qualcosa non va?”
“Si… cioè, no!!Insomma… ecco, mi imbarazza dirlo, ma dovrei avvisare mio nonno che rientrerò con un po’ di ritardo!”
Michiru ne rimase sorpresa; aveva dimenticato che la ragazza aveva soltanto 16 anni e doveva avvisare casa se rientrava tardi.
“Non ti preoccupare, appena saremo nel mio appartamento potrai fargli una telefonata, così starà tranquillo!”
Rei si sentì sollevata. Non voleva far preoccupare il nonno, ma nello stesso tempo voleva sentirsi libera, si sentiva grande e voleva essere indipendente.
 
Il suono dell’ascensore le avvertì che erano arrivate. Rei pensò di trovarsi di fronte ad un corridoio… invece davanti a lei si aprì un grande salone…
L’ascensore le aveva portate dentro l’appartamento di Michiru!
Il pavimento bianco come le pareti. Alla sua destra su un piano tondo rialzato a cui si accedeva tramite due gradini in legno, c’era un pianoforte nero laccato. Grandi vasi con piante in fiore erano posizionati agli angoli della stanza… un tappeto rosso era steso sotto un tavolo di legno che pareva antichissimo… una finestra grandissima occupava quasi l’intera parete di fronte a lei.
Michiru la invitò ad entrate.
Fece accomodare Rei su un morbido divano di pelle nero e si dileguò per andare in cucina a prendere qualcosa da bere.
Era la prima volta che si trovava a dover scegliere cosa offrire da bere. Di solito con Haruka non aveva problemi… bevevano champagne.
Ma Rei era ancora piccola ai suoi occhi. E mentre prese del succo di frutta si scoprì a sorride fra se della sua scelta…
Forse aveva sbagliato a portarla nel suo appartamento; forse avrebbe dovuto lasciar perdere tutto, mandarla a casa… e ripiegare su Haruka.
Lei era più grande, più matura, con lei si sentiva protetta. Era la protezione ciò di cui aveva bisogno, non una bambina da accudire.
Scrollò il capo; non doveva pensare simili cose. Lei non aveva bisogno di nessuno, era adulta ormai e aveva imparato a cavarsela sempre da sola. Non aveva bisogno della protezione di nessuno.
Prese il cartoccio del succo di frutta con tale forza che rischio di farne fuoriuscire il contenuto.
Cercò di rilassarsi, non era certo quello il momento per farsi venire ansie inutili.
Prese due bicchieri dalla credenza, li mise sul vassoio, li riempì e con calma andò da Rei.
 
Era bellissima quella casa e Michiru ci viveva tutta sola; si chiedeva come mai una ragazza così ricca e bella, non avesse un ragazzo accanto.
La vide dirigersi verso di lei, con quel bellissimo sorriso… e si senti avvampare il viso; quando la guardava, dentro di lei si agitavano mille emozioni indescrivibili.
Voleva poterla… toccare.
Ma a quel solo pensiero, si sentiva stranita; lei non poteva desiderare di toccare il corpo di una… ragazza. Eppure, a ben pesarci, era l’unico modo per capire se quella figura che ai suoi occhi pareva eterea, era reale, o solo un sogno.
“Rei, pensavo che magari,sarebbe ora che chiami tuo nonno… sono già le ventitré, si starà sicuramente preoccupando!”
“Speriamo non faccia una delle sue solite scenate!”
In quel momento Michiru pensò che sicuramente il nonno di Rei si sarebbe infuriato, e avrebbe giustamente preteso il rientro della nipote.
In quel modo non avrebbe potuto passare del tempo con la ragazza…
In un lampo, le balenò in mente… un’idea!
“Rei, se vuoi ci penso io; dirò che sei a casa di un’amica, che ti riaccompagneranno i suoi genitori… lascia fare a me!”
Il modo in cui disse quelle parole, suonò a Rei come una dolce melodia.
Non riuscì a dirle di no, ma semplicemente annuì col capo.
 
“Pronto! Mi deve scusare per l’ora, sono la mamma di una compagna di Rei; dopo il concerto sua nipote è passata a trovarci… ora sono qui insieme… mi chiedevo se per lei è un problema se per questa notte… Rei si fermasse a dormire da noi!”
“Non saprei, non ho mai lasciato che dormisse fuori casa…”
“Immagino quanto sia difficile per lei staccarsi da sua nipote, ma mia figlia ha insistito tanto, e Rei sembra così contenta!”
“Beh… se la mettiamo così, per la felicità di Rei, sono disposto a questo sacrificio!!”
“E’ davvero molto buono!E’ un nonno favoloso!”
“Grazie, grazie… ma se dice così, mi fa arrossire!”
“Su, non sia modesto! Allora affare fatto… questa notte Rei dormirà da noi!”
“Va bene… mi raccomando, se dovesse dare problemi mi chiami pure! Buonanotte!”
“Anche a lei!E' stato un piacere parlare con lei!”
Michiru aveva interpretato la parte di una mamma senza problemi; la sua voce matura non aveva fato pensare al nonno che fosse tutta una bugia. La cosa che l’aveva sorpresa é che le era uscita, senza quasi volerlo, la richiesta all'anziano uomo, di poter lasciare fuori per la notte Rei.
Forse, nel suo inconscio si era mosso qualcosa… anzi, non doveva dare la scusa all’inconscio per qualcosa che lei voleva, ma che solo aveva timore di dire.
Sì, voleva Rei per se quella notte, voleva tenerla accanto a se per vederla dormire, per vedere il suo viso dormire e sognare.
Il problema era solo uno… lei voleva tutto quello, ma Rei?
 
Tornò nel salotto; la trovò semisdraiata sul grande divano, addormentata. Forse non era abituata a stare sveglia fino a tardi, e sicuramente la giornata al tempio doveva essere stata pesante.
Le sia avvicinò molto lentamente, senza fare rumore, per non svegliarla.
Il suo  viso, anche con gli occhi chiusi, mostrava al tempo stesso dolcezza e fierezza. Con la mano le scostò una ciocca di capelli dal viso.
Il cuore le batteva forte in petto. Aveva una tremenda paura di svegliarla… cosa avrebbe detto Rei se l’avrebbe trovata così vicina a lei…?
Oh… i suoi capelli le scivolavano setosi fra le dita… neri, morbidi, lucenti… lei che era abituata a far scorrere le dita solo fra i corti e biondi capelli di Haruka.
Era una sensazione così piacevole…
Fece scorrere il dito sulla guancia della ragazza. La sua pelle chiara e vellutata sembrava il petalo di un fiore.
Non le importava più nulla; se si fosse svegliata… le avrebbe semplicemente detto tutto quello che sentiva.
 
Oh Michiru, devi farti forza. Questa ragazza ti piace e tu lo sai; devi trovare il modo per dirle quello che senti e poco importa se otterrai un rifiuto, il tuo cuore ha bisogno di certezze… di una risposta.
Oh ti prego, fa che si svegli ora! Fa che apra ora i suoi bellissimi occhi scuri e profondi… perché è adesso che avrei il coraggio di dirle tutto. E’ adesso che ho quel fuoco che arde dentro e che mi dà la forza di poterle parlare.
 
Rei, si svegliò, quasi avesse percepito i pensieri di Michiru. La guardò con gli occhi semi chiusi, ancora velati dal sonno che l’aveva colta all’improvviso.
Non disse niente nel trovare il viso di Michiru a pochi centimetri dal suo. La guardò per qualche secondo… studiò la sua espressione e poi “Ho tanto sonno!”
Michiru rimase molto sorpresa da quelle parole; poi sorrise. Le sembrava di avere di fronte una bimba piccola che voleva fare la nanna.
La aiutò ad alzarsi dal divano e la accompagnò nella camera degli ospiti. La fece sedere sul letto “Devo avvisare il nonno…”
“Non ti preoccupare… è tutto a posto!”
Michiru iniziò a svestire dolcemente la ragazza per poterle mettere un pigiama e poterla lasciare tranquilla a dormire…
Quando il vestito cadde a terra, la luce della luna che entrava dalla finestra, illuminò la carnagione bianca di Rei. Pareva quasi essersi illuminata… emettere un bagliore bianco…
Michiru restò a guardarla. Rei che così spogliata sentì qualche brivido, si destò dal suo torpore e notando di essere rimasta con indosso il solo completo intimo, provò imbarazzo.
Cercò di coprirsi, ma invano…
Michiru le era vicina; con il tocco leggero delle dita, disegno il contorno delle braccia…del collo… degli zigomi… del naso… fino a scendere col dito sulle carnose labbra.
Si fermò lì.
Le sentì calde… turgide…
Voleva portervi appoggiare le sue e scoprire che sapore avevano.
Oh, voleva un bacio, uno solo. Voleva sapere che sapore aveva Rei. Lo voleva subito.
 
Non pensavo che questa serata sarebbe finita così. E’ qui, davanti a me e sento che desidera baciarmi… e forse lo voglio anch’io… questa ragazza io… la desidero.
Forza Rei, per una volta… lascia che a comandarti sia il cuore…
 
Un vortice di acqua e fuoco. Un vortice di passione e amore le avvolse. Quando le loro labbra si fusero insieme.
Una sensazione che nessuna delle due aveva mai provato prima.
E quando i desideri delle ragazze divennero più insistenti… proprio quando il loro corpi stavano per distendersi su quel morbido letto… per scoprirsi vicendevolmente, in una curiosità e ricerca tutta nuova…
 
DRIIINNN….

 
 
 
 
 
Ecco, suona il campanello!!Chi potrà mai essere a quest’ora di sera?No, proprio adesso che tra Michiru e Rei stava per succedere… qualcosa di grosso!!!
E come finirà tra loro?continueranno a fare quello che hanno solo…iniziato?
Lo sapremo… nel PROSSIMO CAPITOLO =) !!
Aspetto come sempre vostri commenti e appunti sulla storia per migliorarla e sapere come pensate che potranno evolversi le cose!
Baciiiii

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Capitolo 6
*** 6. Acqua e fuoco ***


Image and video hosting by TinyPic DRIIIIN
Quel maledetto suono le distolse dal paradisiaco momento in cui erano completamente immerse; proprio nel momento in cui le delicate Mani di Michiru sfioravano la delicata pelle di Rei. Proprio nel momento in cui le loro bocche avevano assaporato il nettare del puro piacere.
Proprio nel momento in cui acqua e fuoco si stavano fondendo in un unico elemento.
 
Michiru non aveva nessuna intenzione di lasciare Rei sola in quella stanza per andare a vedere chi stesse bussando alla sua porta. Non voleva staccarsi da lei… Voleva assaporarla, ancora un po’. Voleva capire a fondo che sapore poteva avere il loro… amore.
Rei la stava guardano con gli occhi più dolci che avesse mai visto; stringeva le mani al petto, per coprire il seno scoperto.
Si adagiò sul letto distendendosi lentamente; mai visione per Michiru fu più bella. Ora proprio non poteva andare via.
 
DRIIIIN
 
La persona al campanello stava diventando insistente, ma per Rei e Michiru ormai il mondo intorno non esisteva più! Le loro bocche si erano fuse tra loro in un tutt’uno. Le mani di Rei erano immerse nei capelli dell’amica… sembravano fluttuare tra le onde del mare.
Michiru era distesa fra le gambe di Rei; la sua pelle a contatto con quella della ragazza sembrava prendere fuoco.
Le bocche si staccarono. Quella di Michiru iniziò a scendere… prima il mento, poi il collo delicato… il seno piccolo e tondo… la pancia.  Si fermò sull’ombelico. Rei inarcò un poco la schiena, pervasa dalla fiamme del piacere. La ragazza si fermò e la osservò con occhi pieni di amore. Doveva andare piano con lei… non voleva comportarsi come Haruka aveva fatto con lei.
Voleva usare tutta la delicatezza e la dolcezza possibile; voleva che quell’esperienza fosse unica per lei.
Scese ancora un poco… Quello per Rei fu il momento di massimo piacere. L’estasi. Lo scontro tra l’acqua e il fuoco. Senti un calore pervaderle il corpo… raggiunse un piacere mai provato prima.
Si alzò a sedere, prese tra le mani il volto di Michiru e lo avvicinò al suo.
La guardò intensamente negli occhi. Lo scuro di quelli di Rei si riflettevano in quelli color del mare di Michiru. Le labbra si incontrarono nuovamente… si assaporarono e le loro lingue si assaggiarono, quasi le avesse divise l’eternità.
Voleva concedere all’amica lo stesso piacere che lei le aveva regalato, ma le sue mani si muovevano incerte e inesperto su quel bellissimo corpo.
Michiru prese nella sua mano quella di Rei; la fece scorrere lentamente sul seno. Era così fresco… come l’acqua che sgorga da una sorgente…
Scese sul ventre piatto… liscio… come le pietre levigate dal moto continuo delle onde del mare.
Percorse le rotondità dei fianchi fino ad arrivare lì, dove finalmente, poteva ricambiare la ragazza dell’amore e dello stesso piacere che anche lei aveva provato. Michiru chiuse gli occhio e si lasciò andare. Rei, dopo un primo momento d’incertezza, si lasciò guidare dalle emozioni… e donò all’amica una marea di emozioni.
 
Si lasciarono andare… crollando l’una sul corpo dell’altra. Gli occhi erano chiusi… la pelle era sudata… le mani si cercavano… e le loro dita si intrecciarono.
Si strinsero l’una all’altra, abbracciate… pelle contro pelle. Sentivano battere i loro cuori all’unisono… a creare un’unica melodia. La luce della luna che filtrava dalla finestra, faceva risplendere le gocce di sudore sui loro corpi quasi fossero gocce di rugiada.
 
DRIIIIN
 
Il campanello suonava ancora, ma ormai le loro anime erano lontane da quella gabbia dorata. Viaggiavano sulle ali dell’amore in un luogo il cui accesso era permesso solo agli innamorati.
 
 
Maledizione!! Perché Michiru non apre alla porta!Sono sicura che è in casa. Con chi sarà mai? Starà forse dormendo? Ho assolutamente bisogno di vederla. Devo parlare con lei… devo assolutamente dirle che…
 
Haruka batteva invano il pugno sulla porta dell’ascensore. Una volta l’accesso all’appartamento di Michiru era automatico; saliva, le porte si aprivano, e lei era lì sul divano ad aspettarla! E adesso perché mai non apriva? Perché non le permetteva di entrare?
Rassegnata scese al piano terra. Non avrebbe certo lasciato correre la cosa. Non sarebbe certo tornata a casa senza aver parlato con l’amica. Doveva assolutamente vederla. A costo di dormire a terra, vicino alla porta dell’ascensore.
Le porte si aprirono. Era arrivata! Uscì… si mise a sedere a terra, di fianco a uno dei grandi vasi di fiori che si trovavano ai lati dell’ascensore. Poggiò la schiena al muro, avvicinò a se le ginocchia… poggiò la testa tra le mani strette a pugno.
Chiuse gli occhi e iniziò a pensare…
 
Perché mai quel giorno sono stata così avventata? Avrei dovuto essere più dolce con lei, più attenta. Avrei dovuto pensare prima a lei, ai suoi desideri.
Sono stata egoista e non me lo potrò mai perdonare. Non voglio perderla. Non per una ragazzina comparsa dal nulla. Non sarà lei a dividerci!
 
Le prime luci dell’alba le colse abbracciate. Era una visione bellissima e dolce, quella di due corpi uniti tra loro. I capelli di Michiru erano fusi con quelli di Rei. I volti vicini uno di fronte all’altra. Le mani erano reciprocamente poggiate sui fianchi; le ginocchia appoggiate le une alle altre.
Era bellissimo come… nella notte… i loro corpi avevano formato un… cuore!
Michiru aprì lentamente gli occhi. Guardò Rei per secondi che parvero diventare un’eternità; assaporò il momento in cui la ragazza aprì gli occhi al mondo. Sorrisero entrambe…
Un sorriso pieno di dolcezza, di amore, di complicità! Quella notte erano diventate l’una parte dell’altra. Si erano appartenute. E sapevano che lo sarebbero state ancora… e ancora…
Si baciarono, sfiorandosi le labbra. Poi un bacio più intenso…
Michiru si alzò a malincuore e andò in cucina a preparare la colazione. Rei rimase in camera da sola; si alzò, andò davanti all’armadio e prese una maglietta da indossare. Andò alla finestra e guardò la città che prendeva vita “Questa notte… ho scoperto… un amore nuovo! Non avrei mai pensato che… stare con lei, avrebbe potuto regalarmi emozioni simili!” Si sfiorò il corpo con le mani, nei punti dove era passata la bocca dell’amica.
Si sentì avvampare in viso…
“Oh Rei… questa notte sei diventata una donna!!Che bello… vorrei tanto rifarlo…ora… stare ancora immersa nel suo profumo… nel suo calore!”
 
Arrivò nella grande cucina e vi trovò Michiru intenta a cucinare; si sedette al tavolo e poggiò il viso tra le mani. Guardava la ragazza quasi fluttuare leggera da una parte all’altra, armeggiando con pentole, tazze, dolci…
Fecero colazione in silenzio, guardandosi e sorridendo felici. Quella notte le aveva davvero unite… qualcosa tra loro era cambiato.
 
Si cambiarono decise a uscire a fare un giro per la città, per poi tornare e dedicarsi ancora… a loro!
L’ascensore scendeva velocemente…
 
Oh no… mi sono addormentata!
 
 
 
 
 

La notte tra Michiru e Rei è stata a dir poco focosa! Ho usato molte volte parole riferite ad acqua e fuoco… molte riferimenti al mare e al calore. Allo scontro tra questi elementi.
Abbiamo trovato Haruka bloccata fuori dal… paradiso! Desiderosa di parlare con l’amica, decisa forse a scusarsi… perché ha capito che per lei è importante solo ora che ha capito che potrebbe perderla!
Le due ragazze stanno per incontrarsi… fuori dall’ascensore…
Cosa succederà?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo… ma prima, fatemi sapere cosa ne pensate di questo ;) !!!
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Capitolo 7
*** Scoprire il vero...amore... ***


Image and video hosting by TinyPic L’ascensore scendeva veloce. Tra loro sguardi complici. Nei suoi occhi un velo di imbarazzo. Guardava la ragazza, il suo corpo… quello che poche ore prima era attaccato al suo. Aveva desiderato tanto quel momento… ed era stato così diverso, così dolce con lei… non come quell’incontro con Haruka. Aveva deciso che quella mattina non sarebbero andate a scuola; avrebbero fatto shopping e poi, rientrate a casa, sarebbero state insieme. Voleva parlare con Rei… voleva sapere cos’aveva provato quella notte.
 
Le porte dell’ascensore si aprirono. Appena misero piede fuori dalla porta, si accorsero entrambe di una presenza accasciata a terra a lato dell’ascensore, vicino al grande vaso di fiori. Michiru non poteva crederci. Non poteva essere lei!
Rimase per qualche secondo immobile, fino a quando due occhi dallo sguardo di ghiaccio penetrarono i suoi. Si sentì morire.
Haruka si alzò in piedi e si avvicinò alla ragazza “Ora la porti anche a casa tua?! E magari avete anche passato la notte insieme!?”
Michiru non sapeva cosa rispondere. Non sapeva come comportarsi… in fondo chi era Haruka per farle tutte quelle domande? All’improvviso le venne in mente il suono del campanello che aveva udito la sera prima. Non aveva voluto dargli importanza… era con Rei e non voleva pensare ad altro. Capì che era stata proprio l’amica a suonare alla sua porta e si rallegrò di non averle aperto. Avrebbe sicuramente fatto una scenata. Era troppo gelosa e possessiva nei suoi confronti, in fondo… non era la sua ragazza.
“Allora?! Sei senza parole!?”
Michiru si accorse che Rei era visibilmente a disagio di fronte a quella scena. Il suo programma stava andando a rotoli per colpa di Haruka. Chiuse gli occhi e abbassò il capo “Non c’è nessun motivo per cui tu ti debba comportare in questo modo. Non sono di tua proprietà e non sono la tua ragazza. Sono libera di fare entrare in casa mia chi voglio. Ora ti prego, Haruka, smettila di comportarti in questo modo e lasciaci andare!”
La ragazza rimase per un attimo stupita da quelle parole. La sicurezza di Michiru l’aveva stupita; non si era mai comportata così con lei. Qualcosa, quella notte, l’aveva cambiata.
Michiru si avviò verso l’uscita; Rei, che era rimasta immobile e impassibile fino a qual momento, si destò dal suo torpore e seguì la ragazza. Haruka non poteva lascarle andare via senza aver avuto una spiegazione. Corse verso l’amica e l’afferrò stretta per il polso, quasi non volesse lasciarsela scappare.
“Ti prego Michiru… dimmi… io, non conto più nulla per te?”
I capelli della ragazza ondeggiarono intorno al viso; si girò lentamente e alzò lo sguardo. Erano occhi pieni di tristezza, ma anche sicuri… aveva preso una decisione… “Haruka, io non sono tua…!Ora… lasciami andare…” la presa si fece più morbida e Michiru riuscì a svincolare la mano. Prese tra la sua, quella di Rei e uscirono dalle porte scorrevoli dell’entrate.
Quell’immagine, agli occhi di Haruka, parve un sogno. I contorni sfumati, i movimenti a rallentatore… e quelle parole che riecheggiavano nella sua mente… NON SONO TUA.
Cosa avrà voluto dire? Non poteva lasciarla così? Forse aveva capito male?
Rimase pietrificata. Immobile. Lo sguardo perso nel vuoto. Tutto intorno a lei era immobile. Nessun rumore. Il suo mondo era crollato. Michiru se ne era davvero andata!?
 
Camminava veloce per le vie della città. Rei a fatica riusciva a starle dietro. Non sapeva cosa dirle e tantomeno osava parlarle di quello che era appena successo; i suoi dubbi erano ormai diventati certezze… tra Michiru e Haruka, non c’era solo una semplice amicizia.
La ragazza si bloccò di colpo. Rei, che era persa nei suoi pensieri rischiò di andare a sbatterle contro… si fermò appena in tempo.
Si girò verso di lei… con un dolcissimo sorriso sulle labbra… i capelli mossi dalla leggera brezza del mattino. Dio quanto era bella Michiru. Si sorprese di quel pensiero, ma dopo quello che era successo qella noote, nn le importava più nulla.
“Scusa per quello che è successo poco fa. Haruka è molto protettiva nei miei confronti, si comporta come se fosse una sorella maggiore! Ora lasciamoci tutto alle spalle e dedichiamoci a noi!”
Sorella maggiore?! Era palese che Michiru stava mentendo, ma Rei non voleva rovinare ulteriormente quella giornate che sarebbe dovuta essere solo loro.
“Non ti preoccupare… Bene, allora… cosa si fa di bello?”
Michiru era felice, Rei poteva percepire che si era rasserenata. Passarono tutta la mattina tra un negozio e l’altro, provando vestiti, profumi, scarpe… andarono ad una mostra di quadri e Rei si sorprese di quanto l’amica fosse afferrata anche in storia dell’arte. Era rapita dalle sue spiegazioni e in tutto questo non riusciva mai a toglierle gli occhi di dosso stregata da quel mix di bellezza, dolcezza, eleganza…
Michiru le sorrideva sempre dolcemente quando la scopriva assorta a guardarla “Hei, sono davvero così interessante?!” e scoppiavano a ridere ancora.
Tra loro si stava creando un’alchimia… L’imbarazzo tra loro stava ormai scomparendo completamente.
Pranzarono in bellissimo ristorante e Rei si sorprese del fatto che l’amica potesse permettersi di frequentare luoghi così costosi.
La mattinata era trascorsa molto velocemente e dopo pranzo Rei pensò con tristezza che era arrivato il momento di separarsi.
“Forse è ora che io torni al tempio dal nonno…”
“Beh, se vuoi puoi passare il pomeriggio da me. Potresti dire a tuo nonno che gli impegni scolastici ti terranno lontana da casa ancora per qualche ora!”
A Rei non piaceva mentire, tantomeno al suo adorato nonno, ma il desiderio di stare con la ragazza era davvero troppo forte. Era indecisa e non sapeva cosa fare.
Guardò Michiru e pensò dentro di se che avrebbe dovuto godere appieno di quella bellissima giornata.
“Mmmm… va bene, per questa volta posso dirgli una bugia!”
L’amica sorrise e anche lei scoppiò a ridere; in fondo un’altra piccola bugia non avrebbe fato nulla di male… e poi lei era così felice di tutto quello che stava succedendo e non voleva risvegliarsi da quel sogno!
 
Si avviarono insieme verso casa. Michiru, dentro di se, era preoccupata di poter rincontrare Haruka; era stata dura con lei quella mattina e pensava che forse l’amica avrebbe meritato quantomeno una spiegazione migliore. Già… ma cosa le avrebbe potuto dire? Se la situazione non era mai stata chiara tra loro, figuriamoci con Rei. Non sapeva ancora cosa poteva nascere con quella ragazzina, non sapeva dove le avrebbe portate quella passione… come poteva quindi anche solo pensare di chiarire con Haruka?
Iniziò a mordersi un unghia nervosamente ed era così presa nei suoi pensieri da non accorgersi più della presenza di Rei che le camminava accanto solo qualche passo più indietro.
Salì i gradini  e oltrepassò il portone d’ingresso; le porte scorrevoli si erano aperte velocemente come volessero lasciar passare Michiru senza disturbare i suoi pensieri. Rei la seguiva…
La ragazza si tranquillizzò scoprendo che Haruka non si trovava più lì. Premette il bottone n. 9… il piano dove si trovava il suo lussuoso appartamento; appena le porte dell’ascensore si aprirono, vi entrò insieme a Rei. Tirò un sospirò di sollievo e un debole sorriso tornò ad illuminare il suo volto.
“Volevo chiederti scusa… per quello che è successo questa mattina…”
Rei fece finta di non capire, non le piaceva essere il pomo della discordia e aveva intuito benissimo che la notte trascorsa, aveva creato non solo problemi all’amica, ma anche all’altra ragazza… si limitò a sorridere…
“Vedi… Haruka…” in quel momento l’ascensore arrestò la sua corsa. Erano arrivate al nono piano e, proprio com’era successo la sera prima… le porte dell’ascensore si aprirono proprio di fronte alla porta dell’appartamento di Michiru. Entrano e la ragazza, dopo aver appoggiato i sacchetti con tutti gli acquisti fatti durante la giornata sul grande divano, prosegui “Devi sapere che ci frequentiamo da parecchi anni; ci tiene molto a me. E gelosa e a volte si comporta da sorella maggiore…”
Intanto anche Rei aveva appoggiato le borse dello shopping a terra. Ascoltava senza interrompere “Voglio essere sincera con te… Haruka è qualcosa di più di una semplice amica. Tra noi c’è un legame speciale. Insieme abbiamo fatto delle esperienze che hanno fatto si che nella sua mente si creasse l’idea che io fossi la sua… ragazza… ma…”
Rei non fu affatto sconvolta da queste parole. Aveva già capito tutto. Pensò che era arrivato il momento di dire anche lei qualcosa su quella situazione “Non ti preoccupare. Credo di aver capito quello che vi lega e non voglio essere certo io a rompere questo legame… penso sia il caso che io ora me ne vada e che tu chiarisca i tuoi sentimenti prima con te stessa e poi con la tua amica… Quello che abbiamo vissuto stanotte, forse non doveva nemmeno succedere. Io…” si soffermò un attimo e abbozzò un leggero sorriso “…non avrei mai creduto di poter fare un’esperienza simile… ma sono felice di averla vissuta con te! E’ meglio che vado…”
Michiru era rimasta senza parole; quello che aveva detto Rei l’aveva davvero stupita. Le era sembrata solo una ragazzina la prima volta che l’aveva incontrata, ma adesso capiva che l’aveva sottovalutata.
Andò decisa verso di lei, le prese il volto tra le mani e la baciò!
Rei lasciò cadere a terra i sacchetti che aveva ripreso in mano per andarsene. Chiuse gli occhi e si perse in quella bellissima sensazione.
E fu lo scontro tra l’energia di un’onda del mare e le fiamme di un fuoco sacro. Calore e freschezza che si incontravano nuovamente, ancora desiderose l’una dell’altra.  Gli opposti che si attraevano…
E furono nuovamente su quel letto che le aveva accolte la notte appena passata. Rei non era più intimidita; la purezza lasciò il passo alla passione… la paura di Michiru fu sostituita da una riscoperta sicurezza che non aveva mai provato con Haruka.
Rei e Michiru… fuoco e acqua. Passione e riflessione. Calore e freschezza… opposti che si scontravano, si annullavano e diventavano un’unica cosa… un unico piacere. L’amore.
Si, Michiru l’aveva capito. Era quello il sentimento che cercava. Era quello che voleva sentire nel suo cuore. Con Haruka, tutto quello non poteva averlo. Voleva che anche Rei sentisse e provasse quello che aveva lei nel cuore. Non voleva perdere quell’amore che stava nascendo… voleva coltivarlo e farlo crescere.
 
Cosa sono queste sensazioni che stanno crescendo dentro di me? E’ come un fuoco che mi scalda il cuore. Il mondo intorno a me non ha più interesse… voglio rimanere qui, per l’eternità, tra le braccia di questa ragazza… voglio sapere tutto di lei, voglio assaporare tutto… Michiru…
Che importa di quello che penseranno gli altri noi?! Che importa di quella Haruka?! Che importa quanto tempo durerà questo sentimento tra noi?! Voglio viverti senza pensieri, senza problemi, senza costrizioni…
 
Rimasero a lungo il quel letto, abbracciate l’una all’altra. Sembrava di vedere un bellissimo quadro. Da una parte Michiru, coi capelli colore verde acqua, vaporosi… ricordavano la spuma delle onde del mare che infrangono sulla sabbia. Dall’altra Rei… coi suoi lunghissimi capelli corvini e dei riflessi ramati che sembravano delle fiammelle che salivano verso l’alto. Bellissime e quasi eteree…
 
Oh Michiru… cos’ha quella ragazza… perché lei…
 
Haruka quel giorno non si era presentata a scuola. Non se l’era sentita.
Non poteva pensare di stare nella stessa stanza con Michiru senza poter avere delle spiegazioni; guardarla e immaginare a cosa mai avesse potuto fare con quella ragazzina… non poteva sopportarlo.
Era stata in giro tutto il giorno con la sua moto… e sfrecciare nel vento lasciando correre la mente.
Non poteva lasciarla così. Senza darle un perché… aveva il diritto di sapere… o forse no?
In fondo, chi era lei avanzare pretese?
Accelerò… voleva sfidare la velocità del vento! Voleva andare così veloce, da lasciare indietro la mente e i suoi tormenti.
Forse quella mattina aveva sbagliato a scagliarsi così contro Michiru. Doveva assolutamente riparare all’errore, parlarle, chiarirsi… l’avrebbe fatto. Aveva deciso!




Ecco il nuovo capitolo. Si è fatto attendere un pò...ma eccolo qui!!Non manca molto alla fine ormai... Michiru ha finalmente scoperto l'amore, ma Haruka non è felice... è tormentata. Rei sembra provare gli stessi sentimenti dell'amica....
Ma in fondo, non si conoscono ancora. Il loro amore... durerà e crescerà con loro? Secondo voi cosa succedera?
Aspetto vostri suggerimenti ;)
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Capitolo 8
*** 8. Cuori confusi ***


Image and video hosting by TinyPic La moto sfreccia veloce per quella strada che sembra un serpente che si snoda tra gli alti palazzi di Tokyo. Sul casco nero i riflessi delle luci delle vetrine e dei lampioni. Haruka da gas… accellera ancora… una sfida contro il vento. Contro la velocità.
La testa in un altro mondo… un mondo che si chiama MICHIRU.
 
Rei aveva passato una giornata indimenticabile; il suo cuore era gonfio di gioia. Amava stare con quella ragazza e condividere con lei quelle esperienze del tutto nuove, ma che la facevano sentire viva. Stava scoprendo un nuovo sentimento, un… amore nuovo.
Non le importava di quello che avrebbe pensato la gente di loro e tantomeno voleva preoccuparsi di quanta vita avrebbe avuto il loro sentimento.
Le importava semplicemente di vivere. Giorno per giorno voleva coltivare quell’amore insieme a Michiru; i loro mondi così diversi si erano intrecciati e non voleva che quel nodo si sciogliesse.
Erano lì, l’una accanto all’altra in quel grande letto. Osservava Michiru addormentata, la pelle chiara baciata dalla tenue luce che filtrava dalla finestra alla sue spalle. Pareva brillare di mille pagliuzze dorate.
Solo allora si accorse che era ormai calata la sera ed era arrivato per lei il momento di fare rientro a casa; si avvicinò lentamente alla ragazza e la baciò sulle labbra con tocco lieve e inspirò profondamente il buon profumo che emanava.
Sì alzò, cercando di non fare rumore. Raccolse da terra i suoi vestiti e andò in bagno.
Si rivesti velocemente, si rinfrescò il viso e spazzolò i lunghi capelli. Andò in cucina e sulla lavagnetta accanto al frigorifero, lasciò un messaggio per Michiru.
 
-Non volevo svegliarti. Sono tornata a casa. E’ stato fantastico… ti lascio il mio numero, chiamami…-
 
Più che a un’amica, le era sembrato di lasciare un messaggio per il proprio ragazzo. Arrossì a questo pensiero! Sorrise… e si strinse in un abbraccio. Era davvero contenta. Chissà se anche Michiru provava le sue stesse sensazioni?
Guardò l’orologio. Era davvero tardi, doveva tornare al tempio! Si accorse di non aver avvisato il nonno di quel ritardo, non ne aveva avuto il tempo perché appena entrate in casa, le ragazze si erano lasciate andare alla passione. Sicuramente al suo rientro, lo avrebbe trovato a dir poco infuriato con lei. Le avrebbe fatto una bella ramanzina e l’aspettava un po’ di lavoro extra per tutta l’estate! Ma in fondo, non le importava molto… aveva appena incontrato la felicità e nulla avrebbe potuto portare ombra sul suo cuore.
Si diresse verso l’uscita… passò davanti alla stanza in cui c’era Michiru. Appoggiò la mano sullo stipite della porta e si fermò a guardare la ragazza. Stava ancora riposando.
Prese l’ascensore… uscì dal palazzo…
Guardò verso l’alto per cercare le finestre dell’appartamento da cui se n’era appena andata…
Ormai era quasi ora di cena. Non poteva soffermarsi oltre perché più avrebbe tardato, più il nonno sarebbe stato severo con lei.
Fermò un taxi, anche se non aveva molti soldi con se, avrebbe pagato una volta giunta a casa. Nel tragitto verso il tempio, non potè fare a meno di ripercorrere con la mente ogni singolo istante vissuto con Michiru. E proprio mentre era persa nei suoi pensieri, accanto al taxi sfrecciò veloce una bellissima moto da corsa gialla. Correva a tutta velocità nella direzione opposta alla sua… e per un attimo pensò che il pilota l’avesse guardata…
 
Haruka correva… correva veloce… correva da lei…
Non poteva aspettare. Non un minuto di più! Michiru era troppo importante per lei, non poteva lasciarsela scappare dalle mani così. Per quella piccola ragazzina insignificante poi. Cosa aveva mai più  di lei? Erano i bellissimi capelli corvini,lunghi e lucenti? Quegli occhi dolci ma al tempo stesso fiammeggianti? L’eleganza? Cosa, cosa mai aveva?! Lei non capiva!!
Nella sua fole corsa passò accanto a un taxi. Era lei, l’aveva riconosciuta. Anche se l’aveva incrociata per una frazione di secondo non poteva non riconoscere quel volto, così vicino al finestrino, con quei capelli scuri… quella frangetta che cadeva scomposta poco sopra gli occhi. Forse se n’era finalmente andata via da Michiru. Forse era l’occasione giusta per parlarle.
 
Arrivata sotto il palazzo in cui viveva l’amica, posteggiò la moto senza badare molto al posto. Corse veloce verso l’ascensore e salì al piano in cui vi era l’appartamento.
Bussò alla porta, ma nessuna risposta. Provò ad appoggiare la mano sulla maniglia; con grande sorpresa la porta si aprì. - Probabilmente Michiru ha dimenticato la porta aperta quando quella stupida ragazzina se n’è andata… strano però… non è da lei! –
Entrò piano piano e provò a chiamare l’amica. L’appartamento sembrava vuoto. Andò verso la stanza di Michiru e si soffermò sulla soglia; era una visione sublime quella che si presentò ai suoi occhi. Un corpo dalla pelle di porcellana semi coperto dalle lenzuola di lino. Pelle che brillava sotto la luce di quello splendido tramonto che si intravedeva dalla finestra alle sue spalle. I capelli sciolti, mossi, come le onde del mare. Gli occhi chiusa, la morbida bocca rosa pareva schiudersi in un ieve sorriso.
Chissà in quale bellissimo sogno era persa la ragazza.
Decise di avvicinarsi; si sedette piano sul letto per non svegliarla e poter godere ancora per qualche minuto di quella visione paradisiaca. Giocò con una ciocca dei capelli, facendola passare tra le dita. Fece scorrere su quella pelle vellutata il dorso del suo dito indice.
Michiru, con un filo di voce assonnata pronunciò una parola o meglio, un nome, che avrebbe per sempre odiato.
- Rei…
- Quella stupida!
Michiru, come svegliata all’improvviso dal suono di quella voce, si alzò di scatto a sedere, portò il lenzuolo al petto per coprirsi.
-Cosa ci fai tu qui? Come sei entrata?
Iniziò a guardarsi intorno, cercava Rei. Se Haruka l’avesse trovata lì con lei, sarebbe scoppiato il finimondo.
-Se è quella sciocca ragazzina che stai cercando, non preoccuparti, non c’è. Non c’è nessuno! E anche fosse stata ancora qui… non preoccuparti. Non avrei fatto nessuna scenata.
Era come se Haruka avesse letto nei suoi occhi la sua preoccupazione; la ragazza si alzò dal letto e andò verso la finestra, poggiando una mano sul vetro, la spalancò. Entrò una leggera folata di vento che scompigliò i suoi corti capelli. Guardò quel lontano sole arancione, infuocato, che scendeva basso sotto l’orizzonte. Percepiva la tensione di Michiru in quel momento; quel momento di silenzio era carico di elettricità.
-Michiru io… voglio sapere… cosa provi per lei?-
-Io…- la ragazza era imbarazzata; in fondo nemmeno lei sapeva cosa provava per Rei se non una forte passione e un mix di dolci sentimenti. Abbassò lo sguardo; non sapeva cosa dire all’amica.
Haruka, tornò a guardare fuori dalla finestra – Quella volta, ho sbagliato. Ho forzato le cose… doveva essere una cosa naturale, lo scambio di sentimenti e piaceri reciproci, invece sono stata una stupida egoista. Ho pensato solo a me… sono stata egoista… -
Michiru era stupita da quelle parole; mai si sarebbe aspettata un discorso simile, ma sapeva che quelle parole erano nate dalla paura di perderla. Aveva il timore che non fosse più sua, che ormai fosse di Rei.
-… avrei dovuto aspettare, avrei dovuto pensare a te, avrei dovuto aspettare che anche tu lo volessi… avrei… già, avrei! E forse ora ormai è troppo tardi; ma credimi, io volevo solo mostrarti i miei sentimenti, volevo dimostrarti la passione che scatenavi da sempre in me. Negli anni trascorsi insieme, cresceva con me non solo l’amore per te, ma anche l’attrazione…-
Michiru era stupita e le apparvero subito nella mente alcuni flash di quel loro lontano incontro intimo –Haruka, io ti ho perdonato per l’irruenza di quella volta, per il tuo egoismo. Quello che però credo non ti sia chiaro… sono i sentimenti. Tu… mi ami, ma i miei sentimenti nei tuoi confronti, non sono ancora chiari…-
Haruka si girò di scatto e lanciò uno sguardo tagliente alla ragazza. Michiru si sentì quasi penetrata nel profondo; quelle sue ultime parole erano state come una pugnalata dritta nel cuore di colei che nutriva un sentimento profondo nei suoi confronti.
Senza dire una parola Haruka si diresse verso la porta della stanza. Si soffermò sulla soglia –La ami?-
Michiru in un primo istante non capì chi fosse il soggetto della domanda, poi le fu chiaro. Si riferiva a Rei; cosa poteva risponderle? Cosa provava davvero per quella ragazzina? In quel poco tempo passato con lei, ancora non era riuscita a darsi una spiegazione dei sentimenti che si muovevano nel suo cuore.
-Haruka… io ho bisogno di stare sola. Ho bisogno di capire, quali sono i miei sentimenti-
Ci fu un attimo di completo silenzio, tutto era immobile, non si sentiva nessun rumore nella stanza. Solo la tenda svolazzava leggera mossa dal fievole vento che entrava dalla finestra.
Senza dire una parola, Haruka se ne andò. Michiru rimase lì, sul letto, ancora seminuda; si sentiva stordita da quello che era successo. Vuota, sola e confusa.
Si passò la mano sul viso; lentamente si mise a sedere sul bordo del letto. Andò in bagno e si sciacquò il viso. Vide il suo volto riflesso allo specchio. Un volto felice e preoccupato al tempo stesso. Felice dei momenti passati con Rei, preoccupato per la reazione di Haruka.
Andò in cucina decisa a cucinare qualcosa per cena; vide il messaggio lasciato sulla lavagnetta da Rei.
Era giunto il momento di decidere.
 
Le ho detto che ho sbagliato quella volta, lei sa che io la amo. Ma il suo cuore è indeciso tra me e quella ragazzina; cosa devo fare? Forse dovrei parlare a quella Rei e dissuaderla dallo stare con Michiru. Capire cosa c’è tra loro due. Forse, invece, dovrei farmi da parte e lascir vivere loro questo sentimento, rimanere in disparte e aspettare il suo ritorno. Forse ancora, devo combattere… si, combattere per il mio amore, per avere quello di Michiru.

 
 
 




˙·٠•●♥ Ed ecco qui il nuovo capitolo; Rei è tornata a casa senza parlare con Michiru. Haruka ha esternato i suoi sentimenti, il suo dispiacere, ma non si è lasciata ancdare molto. Ha preferito, dopo le parole di Michiru, lasciare cadere tutto e andarsene. E’ ancora confusa sul da farsi e anche l’amica lo è, ma forse sta per prendere lei la decisione. Chissà. Vedremo cosa accadrà nel prossimo capitolo, ma voi, cosa credete che accadrà?♥●•٠·˙
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Capitolo 9
*** Amicizia...per poter essere felici insieme? ***


Image and video hosting by TinyPic Perché mai Haruka si é comportata in quel modo? Non capisce che mettermi sotto pressione è controproducente? E poi, come può intromettersi nelle mie scelte in campo sentimentale? Sono una ragazza matura e adulta, nonostante la giovane età; sono cresciuta da sola, ho imparato a cavarmela senza l’aiuto di nessuno… posso decidere liberamente che persona amare no?
Forse Haruka non la pensa così…
 
Michiru fece una colazione leggera quella mattina. Non aveva chiuso occhio tutta la notte presa da mille pensieri; era passato qualche giorno dalla visita improvvisa di Haruka e aveva deciso di non rispondere nemmeno alle telefonate di Rei. Voleva cercare di capire chi delle due le mancasse di più…
Era una scelta difficile perché sentiva di provare qualcosa per entrambe. Con Haruka si sentiva protetta, con Rei si sentiva lei protettiva.
Si sedette davanti al suo amato pianoforte e poggiò delicatamente le lunghe dita affusolate sui quei bianchi tasti… le dita iniziarono a muoversi al ritmo di una dolce e malinconica melodia; gli occhi chiusi, la testa dondolante, le mani che sembrano muoversi contro la sua volontà.
Nella sua mente l’immagine di onde impetuose che si infrangono contro gli scogli.
“Ho deciso…”
Quelle due parole tuonarono nel silenzio della casa; da sempre la musica la aiutava nei momenti difficili. Era come si immergesse in un’altra dimensione… come se fosse trasportata in un lontano pianeta ai confini del sistema solare. Su un pianeta fatto d’acqua… dove lei era la forza che muoveva tutto.
Aveva deciso cosa fare… il suo cuore aveva capito cosa doveva fare.
 
Quella mattina Rei si era alzata molto presto per lavorare al tempio. Suo nonno l’aveva punita per i fatti degli ultimi giorni, ma la sua felicità e l’amore per Michiru le fecero sopportare la sonora ramanzina.
Da qualche giorno però l’amica non rispondeva alle sue chiamate. Mentre spazzava il piazzale, Rei si fermò a pensare – Amica… devo ancora chiamarla così? Che rapporto c’è adesso tra noi…? – Non sapeva se quella con Michiru era ancora amicizia o qualcosa di più. Non le importava cosa avrebbe pensato la gente di loro; suo nonno sapeva benissimo che lei odiava gli uomini e non pensava al matrimonio a causa del brutto rapporto avuto durante l’infanzia, con suo padre.
Per cui non doveva spiegazioni a nessuno, tantomeno a quest’ultimo che ormai da anni non vedeva mai se non il giorno del suo compleanno.
Si fermò, alzò lo sguardo verso il cielo e mise una mano sopra gli occhi per ripararsi dalla luce… tirò un bel respiro…
Era la prima volta che si sentiva così felice. Si sentiva pervadere dal fuoco della passione; e quelle belle giornate contribuivano ancora di più alla sua felicità.
Eppure… aveva come l’impressione che quel momento dovesse durare poco…
 
Michiru salì sul taxi diretta da Haruka. Le aveva dato appuntamento in un bar del centro; aveva scelto lei per prima per darle la notizia. D’altra parte era stata lei a chiederle di prendere una decisione.
Non aveva fatto molta attenzione al suo abbigliamento. Non doveva certo fare colpo sull’amica. Quando entrò nel locale, Haruka era già seduta ad un tavolo ad attenderla.
I gomiti appoggiati sul tavolo, la mano destra chiusa a pugno e la sinistra la ricopriva, il mento appoggiato su di esse. Sguardo basso… triste.
Nel vederla così, Michiru ebbe un tuffo al cuore. La notizia che le avrebbe dato, sicuramente, non era delle più belle, ma in cuor suo era contenta, perché sapeva che comunque non l’avrebbe persa.
Si diresse verso l’amica e senza parlare si sedette di fronte a lei. Poggiò a terra la borsa, le mani strette tra loro sul grembo “Haruka…”
La ragazza alzò lo sguardo e puntò dritto gli occhi di Michiru “Avanti, dimmi subito quello che devi dirmi. Non amo i giri di parole. Hai scelto quella… ragazzina?”
Lei che era andata lì con tutte le buone intenzioni, calma e positiva, si sentì avvampare dalla rabbia per il tono con cui Haruka le aveva rivolto la parola. Sembrava la volesse attaccare.
D’altra parte era chiaro che la conosceva molto bene e sapeva che se messa sotto pressione, Michiru seguiva quello che le impartivano gli altri. E lo scopo di Haruka era proprio quello; metterle pressione e cercare di condurre lei il discorso, in modo tale che avrebbe scelto lei per entrambe.
Ma questa volta Michiru voleva decidere con la sua testa, o meglio, col suo cuore.
“Questa volta non lascio condurre a te il discorso… vedi, quello che devo dirti è il frutto di una scelta difficile. Tu lo sai, ci conosciamo da tantissimo tempo… mi hai sempre protetta, sei stata come una sorella maggiore per me…”
A quelle parole Haruka sbuffò indispettiva e si lasciò cadere contro lo schienale della sedia “Ma senti… una sorella maggiore!”.
“Odio questo tuo tono strafottente e se pensi di mantenerlo… allora è meglio che me ne vada!” poggiò entrambe le mani sul tavolo e si alzò. Sentì il calore di una mano morbida e liscia poggiarsi sulla sua mano sinistra. Haruka l’aveva fermata “Scusami… hai ragione! E’ che sono così nervosa…”.
Michiru vide una profonda tristezza sul volto dell’amica; capì che era sincera. Aveva paura di perderla e nascondeva questo suo timore coi suoi modi bruschi. Tornò a sedere “Ordiniamo qualcosa…”
 
Qualche minuto dopo, davanti a due bibite fresche, l’animo di Haruka si era raffreddato e Michiru capì che poteva tornare a parlare.
“Vedi, quello che volevo dirti è che tu per me sei molto importante e non posso immaginare la mia vita senza di te. Mi hai sempre aiutata  e non ti ringrazierò mai abbastanza. Ma quella volta…” la voce le rimase in gola. Non riuscì a terminare lafrase.
“Scusa. Sono stata una stupida… quella volta ho pensato solo a me; mi sono lasciata prendere dall’istinto e non ho pensato ai tuoi desideri!”.
Michiru fu felice di sentire le scuse dell’amica; sapeva che erano sincere.
“In quell’ocasione, ho capito cosa provavo per te… Haruka! Una profonda e sincera amicizia. Sarei pronta a dare la vita per te, ma quello che sento, non è amore”.
Silenzio.
“Bene” tirò un grosso respiro “Sono felice ugualmente. Ciò che conta per me e averti accanto. Ora va da… Rei… e sii  felice, ma non dimenticarti di me” si alzò in piedi e uscì dal locale; Michiru le corse dietro per fermarla, ma quando fu fuori, era troppo tardi, Haruka era già in sella alla sua moto che si allontanava.
“Che sciocca… non mi  ha fatto terminare il discorso…!”
 
So che forse, la scelta che ho preso, farà male a tutte e tre, ma come posso fare a dire a entrambe che le amo? Amo Haruka, forte, decisa, sicura, protettiva. Amo Rei, dolce, delicata, passionale.
Mentire forse è l’unica soluzione per non perdere la loro amicizia. Per averle accanto per sempre. Soffriremo per amore troncati sul nascere, ma se l’amore tra noi finisse… saremmo costrette a separarci, mentre, rimanendo amiche, forse… saremo sempre unite.
 
Michiru rientrò nel locale. Raccolse la sua borsa e andò alla cassa a pagare il conto. Uscì, frugò nella borsa e prese in mano in suo cellulare. Mandò un messaggio ad Haruka – Sei la solita precipitosa. Non mi hai lasciato finire il discorso. Andrò da Rei ma voglio essere felice con entrambe, non solo con lei –
 
Correva in sella alla sua moto cercando di dimenticare le parole dell’amica. Già, amica! Michiru da lei voleva solo quello, amicizia. Come gli suonava brutta quella parola… AMICIZIA. Non amore. No… Perché per amare aveva scelto Rei.
Si fermò dopo aver percorso diversi chilometri per rifornire la moto di benzina. Estrasse dalla tasca il telefono cellulare “Sei la solita precipitosa. Non mi hai lasciato finire il discorso. Andrò da Rei ma voglio essere felice con entrambe, non solo con lei?!?!Cosa diavolo vuol dire questo messagio???Quella ragazzina sarà sicuramente contenta…non io!”
Rimise in tasca il telefono. Pagò e risalì in moto; diede gas… e partì senza meta, con tanta rabbia e dolore dentro di se.
 
Nel frattempo Michiru era di nuovo su di un taxi. Destinazione, tempio di Rei. Adesso toccava a lei avere la brutta notizia. Se brutta poteva dirsi… visto che per Michiru quella scelta significava poter essere felice con entrambe!






˙·٠•●♥ Dopo tanto tempo ecco qui il capitolo che avevo lasciato in sospeso su Michiru e Rei. Michiru ha preso una difficile decisione. Ha pensato che per essere felice con Haruka, basttava esserle amica...ma con Rei, cos'avrà scelto di fare? Anche per Rei ha scelto l'amicizia? Per Haruka pare che sia così e per questo è  furiosa... scopriremo nel prossimo capitolo cosa accadrà!! ♥●•٠·˙
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Capitolo 10
*** Tempo... ***


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Lungo il tragitto in taxi, Michiru non fece altro che pensare ad Haruka. Non voleva farla soffrire, ma non se la sentiva di decidere diversamente; rimanere amiche e lasciare che fosse il tempo a decidere, le era sembrata la strada migliore.
Non voleva chiudere, ma solo non prendersi la responsabilità della sofferenza di Haruka o Rei; il tempo avrebbe fatto maturare i veri sentimenti. Quelli veri, quelli forti… darebbero germogliati. Quelli dettati dalla passione del momento, si sarebbero spenti.
Doveva però pensare alle parole giuste da dire a Rei. Haruka era forte, schietta… non c’era bisogno di molti giri di parole, ma Rei no… lei era fragile, delicata. Si era approcciata da poco a quei sentimenti. Non voleva ferirla.
 
Il taxi si fermò proprio sotto la lunga scalinata che portava al tempio. Michuru guardò verso la fine, verso l’ultimo gradino. Lassù c’era Rei; pochi minuti, e sarebbe stata davanti a lei.
Mise il piede sul primo gradino, strinse forte nella mano destra la tracolla della borsa, sbuffò… e iniziò piano piano a salire.
 
Quando fu in cima, trovò Rei poco distante da lei, inginocchiata, che dava delle briciole di pane a due grandi corvi. Si nascose dietro il tronco di un albero vicino e si fermò ad osservarla.
Aveva qualcosa di regale quella ragazza; era raffinata, coi suoi lunghi capelli neri, lucidi. Aveva uno sguardo serio e al tempo stesso malinconico. Sentiva che era uno suo spirito affine.
Guardandola, le apparivano alla mente come dei flash, le immagini dei loro pochi momenti insieme. Pochi… ma intensi.
Come poteva… come poteva anche solo pensare di ferire quella ragazza? Come avrebbe preso le sue parole? Ma non poteva avere esitazioni. Dopo quello che aveva ormai detto ad Haruka, non poteva certo tirarsi indietro.
Uscì dal suo nascondiglio e andò diretta verso Rei. Quando le fu vicina, i due corvi si girarono verso di lei, la guardarono e poi volarono via. Ebbe come l’impressione che quei due uccelli la stessero minacciando di non fare del male alla ragazza.
Rei si voltò “Oh Michiru…”
Inclinò un poco la testa, le sorrise “Buongiorno sacerdotessa!”
Rei arrossì; erano giorno che non la vedeva e non rispondeva alle sue chiamate. Temeva che non la volesse più vedere e invece vederla lì, la rincuorò. Si alzò in piedi e la invitò a sedersi su una panchina di pietra all’ombra di una grande pianta.
“Tuo nonno ti ha messa in punizione? E’ tutta colpa mia… perdonami”
Rei sventolò a mo di ventaglio una mano davanti alla faccia “Ma che dici?! Non ti devi affatto scusare. Non è colpa tua, ma mia. E poi un po’ di lavoro non ha mai fatto male a nessuno!”
Michiru sorrise; si girò per guardare dritta davanti a se. Doveva parlarle in quel momento o non avrebbe più avuto il coraggio di farlo; le avrebbe detto tutto senza guardarla, o non ce l’avrebbe fatta.
“Rei, ti devo parlare. Volevo dirti che con te sono stata davvero bene… i momenti passati con te sono stati pochi ma… intensi. Le sensazioni che abbiamo provato insieme sono uniche e irripetibili. Non avrei mai pensato che avrei incontrato una persona come te ma…”
Un cuore rosso, di cristallo, cadde a terra infrangendosi in mille piccolissimi pezzi. Avvenne questo, nel profondo di Rei; e quel MA sapeva cosa preannunciava.
“…credo che la nostra passione, non possa avere futuro” moriva dentro nel dirle quelle parole “credo che per il momento sia meglio interrompere qui i nostri incontri. Vorrei che restassimo amiche. Lasciamo che il tempo lasci crescere i sentimenti e vediamo cosa succederà…”
Rei si sentì scivolare via il sangue… si sentì priva di forze. Perché Michiru aveva preso quella decisione?
Si alzò di scatto in piedi “Dimmi, c’è forse di mezzo Haruka?”
“No… o meglio… ho detto più o meno la stessa cosa anche a lei”
Rei si voltò e abbassò lo sguardo verso la ragazza. I loro sguardi si incrociarono. I loro occhi dicevano tutto, meglio di qualsiasi parola.
“Cosaaa??”
“Sì, è proprio così. Non pensare che per me sia stata una scelta facile. Ma non volevo fare soffrire nessuna delle due!”
“Come? Ha comunque scelto sia per me che per Haruka. Dovevi lasciare che fossimo noi a scegliere se essere tristi o felici di quello che succedeva. Non dovevi scegliere tu!”
Rei era furiosa. Come poteva Michiru pensare di decidere per la sua felicità o per la sua tristezza? In questo modo ha comunque scelto per tutte; stavano soffrendo tutte e tre.
“Se è questo che vuoi, puoi pure andartene Michiru! Non voglio che sia tu a decidere dei miei sentimenti!”
“Ma Rei, ascolta… Se avessi scelto te, Haruka avrebbe sofferto, Se avessi scelto lei, saresti stata tu a soffrire. Io NON volevo DECIDERE dei vostri sentimenti! Volevo solo che fosse il tempo a scegliere!”
“Il tempo?! Ma TU hai deciso. Non il tempo! Hai deciso di non farci soffrire e abbiamo sofferto. Sono sicura che anche Haruka la pensa così. Se tu avessi scelto invece che decidere, saremmo state padrone noi di essere tristi o di pensare che la tua fosse la scelta giusta!”
Michiru rimase a bocca aperta. Rei era molto più matura di quello che pensava e di quello che faceva credere.
“Ora ti prego, va via e lasciami sola…”
“Rei io…”
“Ti prego… và…”
Michiru si alzò in piedi e si diresse verso la scalinata. Si voltò per guardare l’amica ancora una volta. Stava rientrando nel tempio.
Era forse tutto finito?
 
Salì sul taxi; nella sua mente riecheggiavano le parole di Rei. In effetti era vero, lei aveva deciso per tutte e tre senza saperlo. Pensava di aver preso la scelta migliore e invece…
Era stata dura con lei. L’aveva davvero fatta arrabbiare, ma non le dava colpa. Aveva ragione. Ma non voleva che tutto si chiudesse così; voleva rimanerle amica… chissà che magari quello era stato solo un litigio e poi tutto sarebbe tornato come prima.
Il tempo. Già… il tempo avrebbe davvero sistemato tutto??
 
….DRIIN DRIIIIIN….
 
Michiru alzò la cornetta del telefono “Pront0?” silenzio “Pronto? Ma chi è?”
“Sono io… Rei…!” Erano passati diversi giorni dal loro incontro, o meglio, scontro. Non ci sperava più che l’amica l’avrebbe chiamata, che le avrebbe di nuovo rivolto la parola.
“Ciao Rei…”
“Senti… volevo chiederti scusa. Sono stata troppo brusca qual giorno… io…”
“No! Non ti scusare. Avevi perfettamente ragione. Ma ora, dimentichiamo quel brutto momento… lasciamoci alle spalle tutto e ricominciamo da capo… ti va?”
Sentì una lieve risata dall’altro capo del telefono; si sentì sollevata di capire che Rei non era più arrabbiata.
“Va bene.., amiche?”
“Sì! Amiche!”
Già… erano amiche ora. Avrebbero ricominciato tutto da capo; non si sarebbero fatte più prendere dal fuoco improvviso della passione, ma avrebbero costruito tappa per tappa… lasciando che tutto seguisse il suo corso per vedere dove tutto quello le avrebbe portate.
Restarono parecchio tempo al telefono. E parlarono come, in fondo, non avevano mai fatto; sentivano che le cose stavano andando come dovevano. Come sarebbero dovute andare.
Non avrebbero mai rinnegato quello che c’era stato tra loro, anzi… ora sapevano che il loro rapporto sarebbe poggiato su basi più solide.
 
Quella notte Michiru andò a letto serena. Aveva riallacciato il rapporto con Rei e in cuor suo sapeva, che qualunque cosa avrebbe portato il loro cammino insieme, non l’avrebbe mai persa. Sapeva che ora erano prima di tutto amiche e l’amicizia avrebbe superato qualunque cosa.
 
L’indomani mattina fu svegliata dal suono del campanello. Si rigirò nel letto, prese in mano la sveglia che aveva sul comodino. Erano le 10 del mattino, era domenica, voleva dormire, chi mai poteva essere? Suonarono ancora due volte.
“Arrivo arrivo!”
Si alzò dal letto e andò ad aprire. Si scompigliò i capelli con una mano, l’aria assonnata. Aprì la porta e davanti a lei vide un enorme mazzo di rose rosse.
Il mazzo di rose si spostò e apparve il volto di Haruka.
“Buongiorno principessa!”
“Haruka…”
“No ti prego, non parlare. Lascia parlare me. Ho deciso che mi impegnerò per conquistarti; questa volta farò le cose per bene, promesso. Non darà mai nulla per scontato, lascerò che le cose avvengano al momento giusto e non ti farò pressione per niente. Seguirò il ritmo dei tuoi tempi. Mi impegnerò… te lo prometto…”
Michiru era sorpresa, non si aspettava quelle parole che suonarono come una vera dichiarazione. Eppure, non ne era infastidita, anzi, le fece piacere. Qualcosa forse stava davvero cambiando.
“Entra Haruka…”
Fece entrare in casa l’amica che era visibilmente stupita; forse si aspettava una reazione diversa, in fondo lei le aveva detto che voleva esserle amica per non farla soffrire e che non voleva trovarsi a decidere tra lei e Rei.
“Hai già fatto colazione?”
“Io… ecco, sì…”
“Beh, dai, fammi compagnia… non mi va di fare colazione mentre tu mi guardi… è da maleducati!” e sorrise “Ti va una fetta di torta?”
Haruka aveva capito che Michiru era serena, non le era ostile “Va bene…”
 
Forse le cose stavano iniziando a tornare alla normalità, seguendo il giusto ritmo. In fondo Michiru non aveva sbagliato a lasciare che fosse il tempo a decidere. Chi avrebbe avuto al suo fianco tra Rei ed Haruka? Entrambe. Di quello era sicura.   

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Capitolo 11
*** DOPO - Pensieri di Haruka - Pensieri di Rei - ***


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HARUKA  
 
Fin da piccola, ero considerata da tutti un maschiaccio. Le bambine non mi chiamavano mai a giocare con loro, se non per farmi interpretare il ruolo del papà o del bambino; accettavo quasi sempre, in fondo, mi piaceva vederle felici. Al contrario loro però, a me piaceva correre in bici, fare a pugni coi ragazzi… passavo ore nelle sale giochi a provare i videogame di corse di macchine. Sapevo che la velocità era nel mio destino.
Passò così il tempo delle elementari; senza pensare molto a cosa davvero volessi assomigliare… ad un ragazzo o ad una ragazza. Mi ritrovai catapultata alle medie e fu proprio in quegli anni che mi accorsi che si accentuavano le mie maniere mascoline. Disprezzavo le gonne, i tacchi e tutti gli accessori da donna. Sia chiaro… sapevo di essere una ragazza, semplicemente non amavo i modi civettuoli, i fronzoli e tutte quelle chiacchere tipiche delle fanciulle.
Capelli biondi, corti. Nemmeno un filo di trucco.  Jeans, magliette,  giacche di pelle, stivali da motociclista o scarpe da ginnastica. Così mi sentivo me stessa e non me ne sono mai pentita.
 
Ricordo quel giorno di S. Valentino in terza media. Ero nel corridoio della scuola, fuori dalla mia aula. Ero appoggiata con le spalle al muro, sola. Riflettevo.
Si avvicinò una ragazza del primo anno visibilmente imbarazzata; da dietro la schiena fece apparire una scatola di cioccolatini. Piccola, impacchettata con della carta azzurra e un grande fiocco giallo al centro; abbassò la testa e mi allungò il pacchettino. Con voce tremate “Sempai, ti prego di accettare questo regalo… io… io sono innam…”
Non le lasciai terminare la parola. Con la mano le alzai il viso e, non so nemmeno io perché lo feci, le mie labbra erano sulle sue. Un bacio casto, “a stampo” come si dice; forse lo feci per curiosità o forse perché non volevo sentire quello che aveva da dirmi.
Quando mi ritrassi, lei si toccò le labbra con le dita, mi guardò… sorrise e corse via.
Non lo so… non lo so davvero, ancora adesso, perché mi lasciai andare a tanto; magari non volevo deluderla. Pensava fossi un ragazzo, era S. Valentino, era del primo anno… come potevo rifiutarla. E poi… era carina.
Nei giorni successivi, riflettei su quello che era successo. Mi veniva in mente quel viso dolce e non so perché, ma mi piaceva pensare a quella ragazza. Mi piaceva immaginarmi con lei, mentre passeggiavamo sotto un viale di ciliegi in fiore, mano nella mano… mentre ci scambiavamo baci… mentre mi imboccava dolcemente con del cibo da lei cucinato, durante l’intervallo.
Era strano… ma cominciai a capire che pur essendo una ragazza che odiava i modi di fare tipici delle giovani, e si vestiva come i ragazzi… amava tremendamente essere corteggiata da una di loro.
 
Quella dopo la terza media, fu un’estate di decisioni importanti…
 
Arrivò anche il tempo delle superiori. Decisi che ormai era giunto il momento di fare una scelta. Essere un ragazzo e comportarmi come tale, o essere una ragazza, quale ero? L’estate aveva portato consiglio.
Il giorno della festa per le matricole, misi in pratica quella che ritenevo la scelta giusta per me. La forza per mettere in pratica quella scelta me la diede lei… mi bastò vederla, Michiru.
Non servirono molte spiegazioni; imparò ad accettarmi per quello che ero. Forse all’inizio ci fu un po’ i imbarazzo tra noi, ma passò velocemente. Imparò ad amarmi… o almeno lo credevo…
Fino a quel maledetto giorno, quando la invitai a casa mia; volevo che tra noi ci fosse qualcosa più di una semplice amicizia, ed ero intenzionata a mostrargli i miei sentimenti non solo con le parole. Sembrava che tutto andasse bene… accettò i miei baci e li ricambiò con altrettanta passione, ma quando le mie mani si fecero avide sul suo corpo, iniziò a ritrarsi. Pensai fosse un modo per farsi desiderare e cominciai a insistere, a essere più decisa nella presa. Poi un colore sulla guancia e un forte dolore. Mi diede uno schiaffo “Sei una stupida Haruka!” e se ne andò lasciandomi sola e confusa. Volevo vivere con lei quell’esperienza… sarei stata io la prima per lei e viceversa, invece mi aveva scaricata così… senza darmi una spiegazione.
 
Ed ora eccomi qua; quello che ho desiderato succedesse con me, è successo con Rei. So che tra lor c’è stato qualcosa anche se Michiru non me lo ha confessato direttamente. Ci muoio per questo. Volevo essere la prima per lei… volevo che per entrambe fosse così. Il nostro era un rapporto speciale… e tale doveva essere anche il primo incontro.
Quello che mi consola è che Michiru ha scelto l’amicizia sia con me che con Rei. Per non farci soffrire, per non rovinare il nostro rapporto.
Una scelta difficile e forse contestabile, ma se avessi usato un’altra volta la forza con lei, facendole pressione e non dandole tempo, avrei rischiato di fare un altro sbaglio e a quel punto so che l’avrei persa per sempre.
Sono passati 4 mesi da quel giorno… e senza Rei intorno, sento che Michiru si sta riavvicinando a me; ha parlato di amicizia, ma non ha mai detto che non possa nascere l’amore, che tutto possa ricominciare da dove era stato interrotto.
Insisterò… mi impegnerò per conquistarla. Questa volta farò le cose per bene e non me la lascerò scappare. Farò in modo che le cose seguano il loro corso e seguirò il ritmo di Michiru. Non le imporrò di fare mai nulla che vada contro la sua volontà. Sì, mi impegnerò e questa volta la conquisterò!
Questa volta so cosa serve… a me, a lei… amore. Quello vero.
 
 
REI
 
Ho avuto un’infanzia felice; mia mamma mi coccolava e mi amava alla follia. Cercava da sola di coprire i vuoti lasciati dalle continue assenze di mio padre, uomo politico troppo impegnato. Sì, vivevo in una gabbia dorata, protetta dall’amore di mia madre.
Fino a quell’infausto giorno, quando una terribile malattia la strappò via da me. Mio padre non era nemmeno accanto a lei quel giorno. Lo odiai per questo; lei lo amava tanto… e nel momento più difficile, era sola. I medici mi avevano tenuta lontana… ero troppo piccola per rimanere con lei in ospedale in quegli ultimi giorni.
Di lei mi rimase solo la sua preziosa collana e l’amore che mi aveva sempre dato.
Nonostante fossi molto piccola, decisi che non mi sarei mai sposata. Odiavo mio padre e odiavo gli uomini. Pensavo fossero tutti come lui, concentrati solo sulla carriera; solo il suo assistente, un giovane e brillante ragazzo, riusciva ogni tanto a stemperare questo mio odio con qualche battuta, frase gentile e facendomi compagnia per il mio compleanno.
Venni iscritta ad una scuola privata, femminile, dove la direttrice era una donna molto rigida che impartiva regole severe; decisi di lavorare molto su me stessa, per diventare la migliore in tutti i campi, per non dare problemi a nessuno; se fossi stata perfetta, sarei passata inosservata perché nessuno si sarebbe interessato a me e ai miei problemi.
Invece, contro le mie aspettative, in pochi anni divenni la beniamina di molte ragazze dell’istituto.
Molte arrivarono addirittura a corteggiarmi ed adularmi quasi fossi una dea; mi piaceva essere ammirata dalle ragazze, ma non per questo pensai mai di potermi innamorare di una di loro.
 
Per allontanarmi ancora di più da mio padre che comunque non era praticamente mai a casa (chissà se sapeva di avere una figlia), decisi di trasferirmi da mio nonno. Con lui le mie giornate sono sempre trascorse serene al tempio e, accorgendosi delle mie potenzialità divinatorie, mi introdusse allo studio religioso e divenni sacerdotessa del tempio.
A scuola divenni ammirata e temuta… e proprio per questo ero per tutte irraggiungibile, nessuna si sentiva alla mia altezza. Anche per questo non potevo dire di avevere vere amiche, ma non mi importava… non ne avevo bisogno, stavo bene così.
 
Poi incontrai colei che mi fece cambiare idea su tutto. Michiru.
Quella volta che venne al tempio, ebbi una folgorazione. Era bella come una dea e attorno a se c’era un alone di regalità; lasciava dietro se una scia di profumo alla rosa. La vidi così simile a me e non mi era mai capitato prima.
Bella, seria, elegante, con grandi doti, ammirata da tutti e comunque sempre sola; quando andai al suo concerto, capii che dovevo assolutamente conoscerla meglio. La curiosità di trovare qualcuno al mio pari… capire se provasse i miei stessi sentimenti, le mie stesse paure… era tanta.
E’ stata la passione di pochi giorni, lo ammetto, ma non avrei mai pensato di poter provare sensazioni simili. Erano un misto di amore e passione che si intrecciavano; ho scoperto l’amore fisico, l’amore sentimentale e la fusione spirituale con lei… anche se per poco, ho assaporato sentimenti che forse non si provano mai davvero fino in fondo nemmeno durante tutta la vita.
Quando mi ha detto che per non soffrire, per non far stare male me e Haruka, aveva deciso per un’amicizia che ci legasse senza vincoli sentimentali… fu come se tutti i miei sogni si dissolvessero. Tutti i miei castelli erano stati costruiti sulle nuvole e con queste sono stati spazzati via da un soffio di vento… o meglio, dal suono della voce di Michiru.
Inizialmente mi sono mostrata dura, pensando di poter far vacillare così le sue certezze e portarla ad un ripensamento; poi nei giorni seguenti, pensai molto alle sue parole e non solo. Pensai a me con lei, ad un futuro insieme. L’euforia del momento, aveva lasciato spazio a pensieri più coerenti. Non era stando con lei che avrei fatto capire a mio padre che lo odiavo per aver abbandonato la mamma; non potevo chiamare amore il sentimento per Michiru. Quello che mi legava a lei era pura passione.
Ho fatto fatica ad accettare che il reale sentimento fosse quello. Avevo intenzione di rispettare la richiesta di un’altra persona che mi aveva fatta soffrire con le sue parole? Volevo davvero aspettare che dall’amicizia e dalla passione potesse nascere un amore? NO.
Era il momento di capire cose ci fosse nel profondo del mio animo. Telefonai a mio padre e senza dargli il tempo di parlare, come un fiume in piena gli riversai addosso tutta la mia rabbia nei suoi confronti. L’unica cosa che riuscì a dire fu “scusa”; non so se fosse realmente pentito, ma da quel giorno mi chiama più spesso e il nostro rapporto sta prendendo una piega diversa. Mi sento meglio e il mio punto di vista sugli uomini sta cambiando. Incolpavo mio padre, ma a sbagliare sono stata io e prima ancora mia madre. Avrebbe dovuto parlare con lui e confidargli fin da subito la sua tristezza e la sua solitudine. Il silenzio e l’accettazione non cambia le cose.
Dopo la telefonata a mio padre ero pronta per parlare con Michiru. Le disse che accettavo la sua scelta e che doveva scusarmi per il mio comportamento.
In realtà non accettai mai la sua scelta; semplicemente decisi di intraprendere una strada che non si sarebbe incrociata con la sua, ma avrebbe viaggiato parallela.
 
Sono passati ormai 4 mesi da quel giorno. Da poco esco con un ragazzo… Otani. Non pensavo che alla fine, anch’io mi sarei innamorata di un uomo. Non ho dimenticato Michiru, non potrei mai farlo, però voglio provare a vivere più a fondo la mia vita; l’ho imparato da lei.
Con Otani ho scoperto che non tutti gli uomini sono uguali, che non li posso accusare delle colpe che sono solo di mio padre e di mia madre; ho capito che con Michiru mi sono lasciata andare solo perché inconsciamente tentavo di fare un torto a mio padre. Nascondevo nella passione per lei, l’odio per lui e per gli uomini.
Non rinnego i sentimenti provati in quei giorni. Mi hanno aiutata a crescere e a capire quello che volevo davvero.
E’ giusto che Michiru riallacci il suo rapporto con Hatuka; lei può amarla davvero e come merita.
Ogni tanto mi sento ancora con lei… per telefono. Non riuscirei a sopportare il suo sguardo. Ancora non le ho parlato di Otani… è troppo presto. E non so se capirebbe quello che lei è davvero stata per me.
Quando il tempo placherà gli animi forse chissà… potremo rivederci tutte e tre, insieme…

 







˙·٠•●♥ Questo è il penultimo capitolo; un capitolo molto riflessivo e dedicato ai pensiere di due delle protagoniste della storia. Dai loro pensieri capiremo qualcosa di più sull'intreccio amoroso che le ha coinvolte in un amore del tutto nuovo...almeno per Rei. Spero si renda bene, in questo capitolo, quello che è successo, quello che a spento Rei ed Haruka a fare le scelte che hanno fatto... in campo sentimentale. Ho cercato di attenermi, per quanto fosse possibile, a quello che si dice nel manga si di loro. cambiando ovviamente qualche nome e situazione per adattarlo alla storia. Beh, che altro dire...fatemi sapere cosa ne pensate nell'attesa del finale... coi pensieri di Michiru!! ♥●•٠·˙
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Capitolo 12
*** DOPO - Pensieri di Michiru - Amore e Amicizia ***


Image and video hosting by TinyPic MICHIRU
 
Ho imparato in fretta a cavarmela da sola; i miei genitori erano artisti: mia madre violinista e mio padre suonava il piano. Erano sempre in giro per il mondo ad esibirsi nei più grandi e famosi teatri insieme ad altri talentuosi come loro e quindi sono cresciuta con la compagnia del maggiordomo e della mia amorevole balia Risa.
Non mi sono mai sentita davvero sola quando ero piccola; Risa mi coccolava e non mi faceva mai mancare l’affetto di una madre. Tant’è che un giorno, finii per chiamarla “mamma”.
Alle elementari, iniziò il periodo più difficile. Le parole molte volte feriscono più dei gesti… e ancor di più quando sono le parole sincere di un bambino “Tu non hai i genitori. Sei stata adottata dai tuoi domestici!”, “I tuoi genitori ti hanno abbandonata e sono in giro per il mondo senza di te perché non ti vogliono!”.
Non ho mai reagito a quelle parole perché in fondo sapevo… che avevano ragione. I miei genitori mi avevano abbandonata e non servivano certo i regali che mi inviavano da ogni parte del mondo. Ogni giorno all’uscita da scuola vedevo mamme e papà che attendevano i loro bimbi.
Ad aspettare me c’era Risa. Ero felice… comunque.
I miei genitori non si erano degnati di venire alla consegna del diploma di scuole elementari… e nemmeno a quello delle medie. Ma non ho mai fatto loro una colpa di tutto questo. Non sentivo la loro mancanza non avendoli mai avuti davvero accanto; era come se non li avessi mai conosciuti. Non esistevano e per loro non sapevo ben decifrare che sentimenti provassi.
 
La mia vita iniziò a cambiare all’entrata alle scuole superiori. Ero diventata una bella ragazza, corteggiata da tutti; finalmente i miei genitori non erano più un problema, anzi, i miei amici li stimavano perché ne conoscevano le grandi doti artistiche e la loro fama.
E anch’io era stimata per la mia bravura col violino, strumento che avevo imparato a suonare fin da piccola e che iniziai a suonare anche nel teatro di Tokyo. Inconsapevolmente stavo percorrendo la stessa strada dei miei genitori… ma al contrario loro, io ero sola… se me ne fossi andata, non avrei fatto soffrire nessuno.
 
Fu al liceo che conobbi Haruka e, devo ammetterlo, in un primo momento pensai che fosse un ragazzo. Un bellissimo ragazzo. Indossava la divisa maschile: camicia bianca, cravatta, giacca e pantaloni. Niente mi lasciava pensare che sotto quei vestiti si celasse una ragazza.
Quando i suoi occhi si poggiarono su di me, sentii un brivido lungo la schiena e il mio sesto senso mi disse che il mio cammino si sarebbe presto incrociato col suo.
Ben presto nacque un’amicizia con lei; rimasi male quando scoprii che in realtà era una ragazza. Mi ero innamorata di lei pensando fosse un uomo. Ma pian piano, col passare del tempo, scoprii che in realtà ero innamorata di lei al di la del suo sesso.
Non potevo fare a meno di pensarla, di stare in sua compagnia. Con lei mi sentivo protetta e insieme eravamo la coppia più invidiata di tutto l’istituto. Solo io sapevo che lei era una ragazza; dopo le scuole medie, aveva deciso di non rivelare più a nessuno la sua vera identità.
Il fatto che con me o avesse fatto, mi lusingava. Decisi di mantenere il suo segreto e rispettare la sua scelta.
Avevo paura che i miei sentimenti si trasformassero presto in amore; la mia preoccupazione non era l’amore per una donna, bensì l’amore per una persona che avrei potuto far soffrire. Non volevo che qualcuno soffrisse come avevo sofferto io per la mancanza delle persone amate accanto.
Se la mia passione per il violino mi avesse portata lontano da Tokyo, avrei dovuto abbandonarla. Ma inaspettatamente, una sera, dopo un mio concerto, Haruka entrò nel mio camerino, mi si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio “Ovunque andrai… sarò con te! Non ti lascerò mai sola!”.
Quella frase fu un colpo al cuore.
 
Un giorno andai a casa sua. Era la prima volta che andavo da lei e mi sentivo abbastanza emozionata; mi aveva avvisato che abitava da sola e di non badare al casino che avrei trovato. Avevo sorriso a questa sua affermazione.
Eravamo nella sua stanza, tappezzata di poster di piloti di F1 e di moto GP. Iniziammo a studiare, l’una accanto all’altra. Poi “Michiru…” mi girai verso di lei e mi ritrovai con le sue labbra sopra le mie.
Lo stupore iniziale lasciò subito il posto a una sensazione diversa. Un misto tra imbarazzo, dolcezza e passione. Haruka mi distese a terra, e iniziò a baciarmi sempre più appassionatamente. Le sue mani iniziarono a sbottonare la camicia e poi scesero… sulle mie gambe, poi sempre più su.
Non riuscivo a liberarmi da quella che era ormai la morsa di Haruka. La passione stava lasciando il posto alla paura. Non volevo… non in quel momento…
Non avevo problemi ad arrivare a quello con lei; in fondo la consideravo un ragazzo. Il mio ragazzo. Era solo che non volevo bruciare le tappe.
Quando riuscii a liberarmi, le diedi uno schiaffo in pieno viso, raccolsi i miei libri e scappai via, lasciandola lì, seduta a terra.
Non tentò di seguirmi per scusarmi. Credo avesse capito subito lo sbaglio che aveva fatto. Il giorno seguente a scuola decisi di far finta che non fosse successo nulla.
 
Poi, qualche mese fa è arrivata Rei. Non ricordo bene quale strano meccanismo è scattato nella mia mente, ma fin da subito ho avvertito il forte desiderio di averla per me. Era così simile a me, bella, eterea, regale anche nel suo abito da sacerdotessa. Seria, ammirata da tutte le ragazze che frequentavano il tempio.
Quello che è successo con lei, è stato qualcosa di unico. Pensavo di desiderare di vivere tutto quello con Haruka, invece sono stata felice di averlo fatto con Rei. Eravamo acqua e fuoco che si scontravano e come si sa, l’acqua spegne le fiamme… e le fiamme della passione,si sono purtroppo spente in fretta per colpa dell’acqua… per colpa mia.
Però, messa davanti alla scelta… Haruka o Rei, mi sono sentita spiazzata. Non volevo rinunciare a nessuna delle due. Ho pensato che il tempo avrebbe sistemato tutto. Pensavo che così, la passione tra me e Rei, potesse diventare amore. Non ho voluto decidere io della loro felicità o infelicità; non volevo fare come i miei genitori, che hanno deciso loro per me e mi hanno abbandonata. Invece, così pensando, le ho fatte soffrire.
Per fortuna Rei è una ragazza matura, non solo è riuscita ad aprirmi gli occhi, ma ha fatto sì che io facessi la mia scelta anche se inconsapevolmente.
 
Ora ho di nuovo accanto Haruka; si sta impegnando per riconquistarmi e voglio vedere di cosa è capace. Rei, anche se crede che io non lo sappia, si vede con un ragazzo, Otani. Sono sicura che tra loro nascerà una bellissima storia d’amore e spero che non si dimentichi di me; immagino che per lei sia difficile potersi rivedere di persona con me, ma non voglio rinunciare alla sua amicizia, per cui un giorno ci rivedremo, ne sono certa.
E’ andata così. Quello che sembrava un amore nuovo, è stato solo un assaggio di paradiso. Ma credo che un altro assaggio… molto più lungo, potrà esserci con Haruka e questa volta, in paradiso, ci voglio rimanere con lei.
 
Rei, prima o poi riusciremo a rivederci di persona e stare insieme guardandoci negli occhi e ripensando ai momenti vissuti insieme. Momenti che rimarranno nostri per sempre! 








˙·٠•●♥  E anche questa long volge al termine. Spero come sempre di non deludere nessuno con questo capitolo finale. Abbiamo visto prima i pensieri di Haruka, poi di Rei...Adesso vediamo cosa pensa Michiru, donna attorno a cui è ruotata tutta la storia. La coppia Michiru/Haruka non potevo separarla e alla fine sono tornate insieme; non è escluso che su di loro possa scrivere ancora qualcosa...ma sicuramente sarà più affine al manga e ci sarà poco di inventato. Ora potrò dedicarmi completamente alle "Origini di Silver Millenium" di cui ci sarà presto un aggiornamento. Fatemi sapere un vostro parere su questa storia che è arrivata alla sua conclusione!♥●•٠·˙
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