S.O.S - Shock On Saturday night

di whatashame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** S.O.S - Shock On Saturday night ***
Capitolo 2: *** S.O.S. - ( ... --- ...) Aiuto, salvate Scorpius Hyperion da quel cretino di Potty ***
Capitolo 3: *** S.O.S. - Shame On Steeval ***
Capitolo 4: *** S.O.S. - Sos mi vida Hermione Granger ***



Capitolo 1
*** S.O.S - Shock On Saturday night ***


sos



S.O.S. - Shock on Saturday night





La ruota dentata avanzò con un clangore metallico, gli ingranaggi scattarono e finalmente l'orologio della torre nord batté otto rintocchi. Un suono lento, cadenzato e grave echeggiò per tutto il castello, che giaceva ancora addormentato in una languida domenica mattina.


Hermione Granger, sdraiata a pancia in su, lo avvertì come un fruscio ovattato che proveniva da lontano.

Come una bimbetta recalcitrante alla sveglia il primo giorno di scuola, mosse appena le gambe e seppellì la testa contro qualcosa di morbido al suo fianco, mentre avvertiva distintamente un peso gravarle sul petto.


I raggi delicati del sole novembrino filtravano dall'intelaiatura di ferro battuto della finestra disegnando elaborati intrecci di ombre sulla parete di fronte e la luce le pioveva sul viso.

La ragazza strinse le palpebre e le sembrò che quel chiarore giungesse nella stanza attraverso un'immensa coltre di nubi. Pigramente aprì gli occhi assonnati e fissò l'intonaco spoglio: il candore perlaceo della luce regalava riflessi cangianti all'unica immagine appesa al muro, che raffigurava una specie di troll con un'ispida barba incolta e un considerevole problema di peli superflui.


Buffo, non ricordava che Lavanda avesse cambiato il poster di Giustino BieBello - l'incantatore pop del momento - con quello della sua ennesima nuova fiamma rock (...rock?!?!).


Portò lo sguardo alla finestra e poi di nuovo al muro. Infine lo lasciò scivolare sui suoi piedi.


Hermione sei un'idiota, pensò accigliandosi.


La strega più brillante della sua età si era addormentata con una scarpa ed un calzino. L'altro piede invece era nudo e la sua gamba liscia e bianca riposava scomposta su un cuscino di tela scura. Più in là giaceva un mucchietto informe di stoffa appallottolata.


Cervello Mio Adorato...che fine hai fatto ieri sera mentre mi mettevo a letto?


Hermione risalì con lo sguardo dall'alluce al polpaccio tornito, si soffermò sul ginocchio e poi sulla pelle morbida della coscia che sbucava provocante fuori dalla gonna. Nella sua lenta esplorazione gli occhi scuri della ragazza si posarono qualche secondo sulla gonna plissettata dell'uniforme scolastica e poi sul maglioncino grigio e pruriginoso della divisa di Hogwarts. Infine, come era sua abitudine, andarono automaticamente a cercare il riflesso dorato della spilla da Prefetto appuntata sotto lo stemma del Grifondoro.


Non solo, per un qualche oscuro motivo, Hermione non dormiva in pigiama, ma purtroppo per lei quella mattina quella P ormai tanto familiare, quella P che stava ad indicare ogni giorno Perfezione e Perseverante Prefetto, Personificazione di solerzia, Pertinace ricerca del giusto e Pedissequa osservanza delle regole, la P dei suoi gloriosi successi, non l'accolse nel suo confortevole abbraccio di riconosciuti traguardi, ma ad abbracciarla trovò invece un avambraccio fasciato dalla camicia bianca regolamentare della scuola.


Hermione sbatté le palpebre. Un gomito maschile era appoggiato sulla sua spalla ed un braccio muscoloso era abbandonato di traverso sul suo torace, mentre una mano dalla lunghe dita pallide e sottili copriva la sua casa di appartenenza, il suo grado e, cosa di non trascurabile rilevanza, il suo seno sinistro.

La ragazza, perplessa, sbatté la palpebre di nuovo, poi voltò leggermente la testa. Il suo naso si scontrò con una dolorosa consapevolezza olfattiva. Odore di maschio, di uomo. Puzza di sudore e di calzini sporchi.


Oh Merlino!!! Urlò interiormente il suo cervello insonnolito.


Poi quello stesso naso si scontrò (ma questa volta non in senso figurato) contro un torace maschile. Hermione ebbe a malapena il tempo di osservare che quel torace era letteralmente ricoperto da peli scuri - che schifo! - che il suo cervello (di nuovo lui!!!) aveva già stimato che braccio e petto villoso non potessero appartenere alla stessa persona. A meno che quella persona - cioè il proprietario della pancetta da burrobbirra accanto a lei - non si fosse staccato il braccio sinistro e lo avesse appoggiato sul fianco destro della ragazza.


Oh Merlino!!! Gridò il suo encefalo (da cui, allo stato dell'arte, voleva assolutamente il divorzio causa alto tradimento. E niente alimenti!!!)


Hermione si tirò a sedere di scatto buttando malamente di lato il braccio che l'aveva stretta per tutta la notte. Nel frattempo il suo cervello, che sembrava reclamare a gran voce una certa autonomia e un buon avvocato divorzista (visto che proprio non si decideva a rendersi utile con una reazione tipo attacco/fuga) si soffermò su un dettaglio inutile.


Draco Malfoy, che mediamente si comportava come una specie di spocchioso Piccolo Lord viziato, incredibile a dirsi, non aveva nulla in comune con la Principessa sul pisello. Prima di tutto perché era ben noto che le ragguardevoli dimensioni dell'ortaggio nei suoi pantaloni non avrebbe permesso a nessuno di associarlo ad una principessa - e quel mucchietto atrofico di neuroni che occupavano lo spazio tra i suoi capelli e il naso le suggerì di chiedersi come diavolo potesse lei sapere una cosa del genere – e secondo perché gli aveva scostato il braccio con la consumata grazia di Godzilla e lui, invece di svegliarsi di colpo (o lentamente, o stiracchiandosi languidamente come un modello sexy da pubblicità di lingerie, o saltando su come un piccolo boy scout al primo squillo di tromba o insomma...in un qualsiasi altro modo) si era bellamente limitato a ritirare al braccio e a rannicchiarsi ulteriormente su se stesso, avvicinando inconsapevolmente il viso a quello dell'altra persona sdraiata sui cuscini.


Ma insomma la reazione di fuga o attacco? Quella cosa utile che avevano persino i ricciocorni schiattosi e i nargilli?!?!? Le serviva proprio un cervello nuovo...o almeno un paio di neuroni factotum che le procurasse delle cesoie affilate per tagliare quel braccio che aveva osato non solo sfiorarla, ma anche stringerla e palparle lascivamente un seno (questi dettagli li aveva aggiunti di sana pianta il suo emisfero desto, accanito fan di Gossip Girl e polpettoni zuccherosi assortiti)!!!


La poltiglia inutile di materia grigia fra le sue orecchie - usurpatrice abusiva di proprietà privata, e mai che se ne stesse zitta!!! - le ricordò che sui cuscini sparpagliati sul pavimento c'era non solo Draco Lucius Malfoy, in tutta la sua dormiente bellezza, ma anche un altro ragazzo, che al momento russava a bocca aperta ad un centimetro dalla faccia del Serpeverde con cui condivideva il cuscino.


Harry Potter se ne stava sdraiato a pancia all'aria con solo i pantaloni addosso e mostrava il petto incredibilmente irsuto (e anche la pancetta da pensionato beone) con una certa fierezza. Dormiva con le fauci spalancate e a gambe larghe, mentre arpionava con forza la bacchetta fra le dita.


Ma come diavolo erano finiti in quell'assurda situazione??? Si chiese Hermione incapace di elaborare una spiegazione plausibile.

Ricordava vagamente di essere andata alla festa di quegli alcolizzati dei Corvonero, ma come ci era finita....

...dove era finita?


Si guardò attorno. Una rapida perlustrazione ai banchi e al ritratto di Rufus Flemmings, il miglior inventore di incantesimi del terzo millennio, noto per il suo aspetto non propriamente attraente e per aver brevettato l'incanto per la crescita di peli&pustole (e per la sua abitudine a testare su di sé la proprie donchisciottesche creazioni), la informarono sul fatto di trovarsi nell'aula di incantesimi sdraiata - per la verità al momento acciambellata - fra i cuscini che Vitious usava per far esercitare gli allievi del quinto con gli incantesimi di appello.


Osservando le stanza, a pochi centimetri dal suo piede nudo, ritrovò il calzino smarrito, sepolto sotto un federa floscia ed un mucchietto di piume. Con dita decise afferrò la federa per riappropriarsi dell'indumento.

Non ci riuscì...e questa volta non era colpa del suo cervello, quanto piuttosto della paralisi dei nervi delle braccia.


Sollevando infatti la federa, quella federa di lino chiaro che era stata così vicina alle sue gambe fino ad un attino prima, aveva scoperto il segreto celato ai suoi occhi dall'ordito di lino intrecciato. Sulla stoffa chiara in un contrasto cromatico perfetto col bianco puro del copriguanciale, piccole macchie scarlatte facevano mostra di sé.


Sangue....


Oh Merlino!!! Che era successo la sera - o la notte - precedente???


Perché Draco Malfoy, Hermione Granger ed Harry Potter dormivano tranquillamente vicini sulle piastrelle lucide dell'aula di incantesimi?


Perché il bambino sopravvissuto era a petto nudo?


Perché c'era un cuscino macchiato di sangue sul pavimento?


Perché Hermione Granger, scarmigliata e con un fungo atomico al posto dei capelli, aveva un calzino solo ed una scarpa dispersa? E perché la suddetta Hermione, notoriamente astemia e morigeratezza incarnata, ricordava appena Lisa Tupin che le porgeva un cocktail fruttato rosa shocking e poi il vuoto pneumatico?


Ma sopratutto...perché diavolo Draco Malfoy che l'aveva tenuta stretta per tutta la notte (altro particolare inventato dal suo inutile cervello, visto che non ricordava assolutamente nulla...) aveva la cintura dei pantaloni slacciata e la patta aperta???


Oh Merlino!!!


Decisa a venire a capo di quella situazione surreale e ai limiti dell'assurdo - e visto che l'ectoplasma soave che aveva momentaneamente al posto della materia grigia non se ne veniva fuori con una strategia migliore - si schiarì la voce per richiamare l'attenzione dei due ragazzi che ronfavano beatamente appollaiati sui cuscini, a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro.


-Hem, hem - provò schiarendosi la gola.


Sua altezza la Principessa Malfoy borbottò: - Ancora cinque minuti mammina - mentre Harry Pancetta Potter russò ancora più forte.


- Hem, hem... - tentò di nuovo Hermione stizzita, sentendosi spaventosamente simile alla Umbridge.


- Ci sono i pancakes? - domandò Malfoy sorridendo nel sonno come un ebete. Harry, infastidito dal rumore, si girò sul fianco, volgendo il viso verso il cercatore di Serpeverde. Poi si portò una mano ad asciugare un rivolo di saliva che gli colava da un angolo della bocca, ancora aperta, da cui fuoriuscivano suoni degni del rituale di accoppiamento tra giganti di montagna.


- Hem, hem - fece Hermione per la terza volta, ma Harry e Draco, la cui distanza ormai era ridotta ad una mera illusione d'aria, per tutta risposta si avvicinarono ulteriormente e mentre Malefico Malfoy arpionava il cuscino con le dita, Harry lo abbracciò di slancio, scambiandolo probabilmente a sua volta per un cuscino...o più probabilmente per Cho Chang.


- Ragazzi SVEGLIA!!! – esplose Hermione con voce degna di una banshee della brughiera.


Il Serpeverde sbatté vezzosamente le ciglia come la Bella Addormentata delle favole babbane dopo il bacio del principe azzurro, mentre il Grifondoro smetteva finalmente di russare. Poi entrambi aprirono gli occhi contemporaneamente ritrovandosi ad un centimetro dal naso (e dalla bocca) del proprio nemico storico.


Un urlo inumano riecheggiò per tutto il castello mentre Draco Malfoy ed Harry Potter si staccavano alla velocità della luce.



Hermione Granger, per una volta in vita sua davvero senza parole, si ritrovò per l'ennesima volta a dialogare coi propri, defunti e terribilmente compianti, neuroni.


Oh Merlino!!!










Lo giuro gli ultimi due capitolo di “Auror: il tuo wizard azzurro”, saranno postati al più presto!!! Perdonatemi ma sto avendo qualche problemino con il penultimo capitolo...

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Capitolo 2
*** S.O.S. - ( ... --- ...) Aiuto, salvate Scorpius Hyperion da quel cretino di Potty ***


sos 2







S.O.S. - (… --- …)

Aiuto, salvate Scorpius Hyperion da quel cretino di Potty






Harry James Potter, il bambino sopravvissuto a Voldemort e che (e dopo avergli dormito affianco Draco poteva affermarlo con sincerità e senza fare il tifo per quel fesso di Diggory) puzzava sul serio, stava ancora urlando.


Se non altro, almeno io non sto strillando come una donnicciola o come Tarzan (lo ammetto ho visto il film). Ma del resto sono Serpeverde e faccio di cognome Malfoy...,pensò Draco.


E poi sotto i capelli biondi l'acqua ossigenata non è ancora riuscita a sciogliere il mio bel cervello.


Insomma lui a differenza di Scarface ragionava ancora, e che potesse aver fatto qualcosa con la Granger poteva anche essere possibile, poco probabile visto che lei non lo filava nemmeno di striscio, ma possibile lo era sicuramente...anzi, a quel punto sperava proprio di averci combinato qualcosa. Peccato non ricordasse tutti i dettagli di quel suo adorabile corpicino, sempre troppo intabarrato nell'uniforme scolastica.


Comunque l'idea che potesse aver fatto qualcosa con la Granger mentre Potter guardava, o peggio, mentre anche Potter ci faceva qualcosa...beh, era assolutamente assurda, per non dire impossibile.

Così come quella che la Granger avesse fatto qualcosa con lui, purtroppo, visto quanto lo detestava.

E non voleva nemmeno pensare che la ragazza per cui sospirava (sospirava...beh i Malfoy non facevano nulla di così zuccheroso, per Salazar!!!) da un bel po' di tempo a quella parte avesse dei gusti così orridi da farlo con Potter!!!

E no, non voleva nemmeno immaginare di aver fatto LUI qualcosa con Potter. Anche perché non ricordava esattamente dove lo avesse letto, ma gli era sembrato di capire che in un certo fandom una legge non scritta ma inconfutabile sosteneva che quello biondo doveva stare sotto!!!


Mentre Draco pensava tutto questo Potter continuava col suo maldestro tentativo di sfondargli i timpani.


Fantastico, così sì che sarebbero stati un bel trio...il cieco, il sordo e la muta. Perché la Granger era immobile come una statua di sale e non spiccicava una parola..


Evidentemente il cervello di Potty è piuttosto impressionabile ed è rimasto congelato dall'idea di aver fatto sconcerie con la sua migliore amica e/o con il suo peggior nemico rotolandosi sul pavimento dell'aula di incantesimi...


…...




…...



…...



Santo Salazar Serpeverde!!! Anche il mio cervello si è momentaneamente spento... ma solo perché ho visto che la Granger ha la camicia mezza slacciata e le si vede una generosa porzione di tette!!!



Draco Quasi Sordo Malfoy perse improvvisamente l'uso della parola e la sua bocca si spalancò andando a tracciare i contorni di una “o” perfetta con le labbra. Mentre i buoni lo attaccavano con gli ultrasuoni, pensò che in fondo andare a far compagnia alla Granger fra i muti non era poi una prospettiva tanto terribile. Del resto per quel che voleva fare con lei non c'era bisogno di mille parole...



Draco, se vuoi restare lucido non devi guardare quelle due cose pericolose...si disse tentando di scollare gli occhi dal décolleté della compagna.



Comunque alla faccia della tempra d'acciaio e dei nervi saldi che servono per combattere l'Oscuro Signore!!! Quello lì (Potterino) dovrebbe affrontare zio Voldie e salvare il Mondo Magico con quell'animo pusillanime che si ritrova?!?!

Ok, potrebbe sempre ucciderlo con la sirena che ha in gola al posto delle corde vocali...oppure potrei suggerire io a Voldemort di portarselo a letto così poi Potty farà un favore a tutti puntandosi la bacchetta alla tempia. Insomma l'unica a cui dispiacerebbe è la Warner Bros così non può fare 8 film record d'incassi...



- Harry - sbottò la Mezzosangue riacquistando l'uso della parola - L'abbiamo capito che sei sconvolto...adesso non potresti chiudere la bocca e smettere di urlare? Ci farebbe molto comodo se restassi sconvolto in silenzio.- berciò con voce tagliente a anche un tantino isterica


Granger, grazie di esistere...


Harry Potter chiuse finalmente le fauci e l'aula di incantesimi sprofondò in un silenzio spettrale.

Draco, Hermione e lo Sfregiato, rigidi come mummie, continuavano a far saettare lo sguardo da destra a sinistra senza avere il coraggio di fissarsi negli occhi a vicenda o di proferire verbo.


Poi Harry, con tutta la consueta temerarietà dei Grifondoro, quella stessa sventatezza per cui si era più volte ficcato nei guai negli anni, trillò cercando di fingersi allegro:


-Allora ...qualcuno di voi ricorda cos'è successo ieri sera?-.


La frase rimase sospesa nella luminosità lattescente delle otto del mattino e riecheggiò assordante nel silenzio dei loro respiri.


-Direi di no...- soffiò Potter scoraggiato, sottolineando l'ovvio.


Draco Malfoy alzò gli occhi al cielo. Come sosteneva dal primo anno, Potty non era altro che un misero spreco di spazio nel dormitorio sulla torre dei Grifonfessi..



-Analizziamo la situazione- propose la Granger, pratica come al solito.


E brava la Mezzosangue che cercava sempre di razionalizzare tutto e di usare la logica anche quando la situazione sembrava assurda.


- L'ultima cosa che ricordo è la festa dei Corvonero...e che ho bevuto un cocktail -.


- Addirittura!!! - la schernì Draco freddo - Comunque è anche l'ultima cosa che ricordo io. Però di cocktail ne avrò bevuti...beh, un po' di più. Tu Sfigato? -.


Harry stava già per saltargli alla gola per fargli pagare l'affronto, ma il veleno che aveva sulla punta della lingua gli fu tempestivamente fatto ingoiare da un gesto conciliante di Hermione che lo pregava, con la sua supplica muta, di soprassedere.


-Idem- bofonchiò indispettito per essere stato zittito come uno scolaretto.


- Bene. È un inizio - dichiarò la Granger, poi si passò una mano sulla fronte per scostarsi i capelli che le ricadevano davanti alla faccia, mentre con un dito prendeva ad arricciarsi un ricciolo intono all'indice.


Lo faceva sempre quando era nervosa. E poi affondava i denti nel labbro inferiore, esattamente come stava facendo adesso. Salazar com'era sexy quando lo faceva...


Draco iniziava a temere che non solo il seno e la lingua affilata della Granger fossero pericolosi, ma anche tutto il resto.


- Analizziamo la scena del crimine - disse lei appellando piuma e pergamena e mettendosi a buttare giù una serie di idee strampalate. - Allora, siamo nell'aula di incantesimi al terzo piano. La festa era nella stanza delle necessità, che sta al settimo...-.



- Quindi probabilmente ad un certo punto della serata siamo venuti qui- finì per lei Potter.


Accidenti un vero genio.10 punti a Grifondoro!!! Adesso sì che vedeva quanto fosse dannoso beccarsi una maledizione senza perdono in mezzo alla fronte: gli esiti erano devastanti.


- Esatto - gli sorrise Hermione annuendo, mentre Malfoy si chiedeva perché mai a lui non sorridesse in quel modo. Diavolo le sue uscite (non che ci volesse poi tanto) erano decisamente meno idiote.


- Poi sicuramente ci dobbiamo essere addormentati qui – riprese a parlare la ragazza.


Ma non mi dire....


Ok evidentemente l'idiozia si trasmetteva per contatto. Draco tirò un sospiro di sollievo: per fortuna (o nel caso della Granger, per sua somma disgrazia) i Grifondoro non lo toccavano mai. Era al sicuro.


- Gli altri elementi che abbiamo - enumerò la Granger - sono un Harry Potter senza camicia, me stessa senza una scarpa e un calzino, e Malfoy...beh con...- arrossì mentre indicava con un gesto vago del polso l'inguine del Serpeverde.


Con la patta aperta, pensò Draco sistemandosi velocemente la cerniera lampo.


- E la fodera di un cuscino macchiata - aggiunse la ragazza imporporandosi e con una vocina piccola piccola.


- Scusa? Macchiata di cosa? - domando Potter. La Granger da vermiglia impallidì nel giro di un secondo, mentre Draco afferrava la federa vicina alle loro gambe a l'apriva.


Malfoy boccheggiò mentre la ragazza virava verso il bianco cadavere.


Harry ovviamente, manco a dirlo, cacciò fuori un urlo degno di una femmina di Ungaro Spinato che difendeva le uova.


- Porco Gordic – imprecò - Voi dite...dite che...-.


- Sfregiato chiudi il becco!!!- lo zittì Draco mentre Hermione lo inceneriva con lo sguardo.


- Ma..m..ma - balbettò il bambino che non sarebbe sopravvissuto a Draco Malfoy se non la smetteva di starnazzare.


-Herm... Hermione... con me o con il furetto...porco Gordic!!! - saltò su Potter iniziando a tormentasi i ciuffi con le dita e prendendo a camminate avanti e indietro per la stanza.


- Potty potresti stare cortesemente fermo oltre che zitto, o preferisci essere schiantato? - domandò Malfoy gentile come al solito.


Col cavolo che quel viscido aveva allungato le mani sulla sua donna (sebbene la sua donna non sapesse assolutamente di essere sua). Anche se non ricordava nulla della sera precedente era abbastanza sicuro che anche da sbronzo lui non glielo avrebbe mai permesso. Figuriamoci poi se avrebbe fatto le cose a tre con lo Sfigato!!!


Purtroppo però le prove al momento erano contro di lui...



- AAAAAAAAAAAH!!! -gridò di nuovo (indovinate chi!?!?!) Potter, mentre la Granger si faceva piccola piccola fra i cuscini sul pavimento.


- E... e... e...-


- Sfregiato dillo con parole tue... -


- E se Hermione è incinta??? -


Incinta


A Potter brillarono gli occhi dalla gioia.


Ok, si vede che lo Sfregiato vuole una bella famiglia felice, la villetta col giardino, un cane e una ventina di marmocchi. Ok, ha perso i genitori ed è sempre stato solo, ma la sua reazione tipo non è quella di un qualsiasi adolescente normale alla notizia che potrebbe diventare padre.


E poi insomma...padre di quello che potrebbe essere mio figlio e marito di quella che sarà la mia ragazza!!! Assolutamente NO!!!


- Potty...lo so che di queste cose non capisci nulla, ma non è così semplice mettere incinta una donna...insomma i miei non fanno che fornicare tutto il giorno e hanno fatto solo me. -


La Granger e Potter lo fissarono sconvolti. Non ci tenevano affatto a sapere che i due glaciali Mangiamorte Lucius e Narcissa Malfoy passavano le giornate a farlo come conigli in amore.


- Adesso vomito - bofonchiò la Granger.


-Visto?!?!? - si inorgoglì Harry - L'avevo detto io che era incinta. -


Ma dico è scemo o fa solo finta?


- Merlino...adesso mi sento male sul serio - gracchiò la ragazza abbassando la testa in un moto di profondo sconforto.


- Non preoccuparti Hermione, non sei sola. Ti starò vicino per il bene di...di...beh, insomma di lui. O di lei. A proposito urge un nome. Ti piace James? E Sirius? Ti piace Sirius? Lo so che è particolare ma...-.


- Harry - tentò di richiamalo alla ragione la Granger con voce flebile.


- Se è una bambina Lily, ma se è un maschietto non so decidermi... -.


-...Harry -


- Ho trovato – gongolò - James Sirius...così non faccio torto a nessuno - .



-HARRY!!!- urlò la Granger al limite della sopportazione.


- Che c'è? - domandò lui cadendo dalle nuvole.


-Har- .

-POTTER sei una maledetto IDIOTA!!!- gridò Malfoy, togliendole le parole di bocca.


- Mi spieghi come si fa ad essere così deficienti???-.


Hermione annuì, per la prima volta in vita sua, d'accordo con il Serpeverde.


- Il bambino potrebbe essere mio, e mio figlio non si chiamerà mai con un nome banale e babbano come James. Io ho sempre pensato a Scorpius o a Hyperion...quindi o Scorpius o Hiperion, capito? -.


- Malfoy tu sei un criminale...cos'ha fatto di male questo bambino (a parte essere mezzo figlio tuo) per meritarsi un castigo del genere??? Insomma se non hai niente di intelligente da dire stai...-.


Zitto avrebbe voluto dire Harry, ma Hermione interruppe i loro sproloqui scagliando addosso a entrambi un silencio.



- Tacete. Tutti e due. Adesso io devo pensare. Pensare. Avete presente quella cosa che voi due fate al massimo una volta a settimana quando preparate gli schemi di quidditch? Bene io devo pensare e per pensare mi serve silenzio. Avete capito???-


I ragazzi annuirono muovendo le teste in sincrono. Poi Harry si alzò in pedi e dopo aver perlustrato la stanza in lungo e in largo si accucciò sotto un mobile e tirò fuori un nugolo di polvere e la sua bacchetta che era scivolata lì sotto.


L'agitò a mezz'aria e scrisse nel vuoto (come aveva visto fare dal suo amichetto Tommy Riddle al secondo anno):


Ok. Ma noi tre non chiameremo il nostro bambino Scorpius Hyperion.


Santo Salazar...

prega per noi!!!









Come avrete capito nello scorso capitolo vedevamo le cose dal punto di vista di Hermione, adesso è Draco a dire la sua, mentre la prossima volta dovrebbe toccare ad Harry...par condicio. Ovviamente si tratta di due esseri dotati di cromosoma y quindi non poteva uscirne nulla di intelligente.


A presto coi prossimi capitoli:

S.O.S. - Sos mi vida Hermione Granger” & “S.O.S. - Shame On S.” (sempre se non cambio i titoli visto che sono un'eterna indecisa...)


Vi giuro che prima o poi proverò a scrivere una storia che non sia completamente demente...


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Capitolo 3
*** S.O.S. - Shame On Steeval ***


sos 3

Grazie mille a Valengel...dovrebbero fare una tua versione tascabile e brevettarla. Spero riusciremo a vederci prima o poi... ci terrei a vedere quel famoso ramo.




S.O.S. - Shame on Steeval



Harry James Potter - allo stato dell'arte semi-padre di famiglia e muto temporaneo - prese ad accarezzarsi il lieve accenno di barba che gli copriva il mento.


Sin da bambino era sempre stato un tipo piuttosto abitudinario. Si svegliava, reclamava un po' di attenzioni, si attaccava a mamma, mangiava, poi faceva il ruttino, cacca e sogni d'oro.

Per colpa di una serie di... sfortunati eventi quella routine era durata poco, ma si sa che le buone abitudini (o erano quelle cattive?) sono dure a morire e visto che il suo migliore amico era Ronald Bilius Weasley, la cui vita più o meno era scandita dagli stessi ritmi (solo che si attaccava alla Brown invece che a Lily), diciamo pure che la sua giornata tipo era rimasta pressoché la stessa. Insomma il Salvatore del Mondo Magico era un tipo metodico, nonché un indefesso cultore del sonno ristoratore e della pennichella postprandiale.

Tutto questo, ovviamente, Voldemort permettendo. Il Signore Oscuro, infatti, era solito attentare alla sua fase REM piuttosto di frequente, facendogli visita in uno dei suoi deliziosi sogni rosso&oro.

Quando questo succedeva, Harry sapeva che il giorno dopo sarebbe stato orrendo. E non solo perché quel pazzo sclerotico non gli faceva sognare bucoliche distese di primule e tenere pecorelle ma di sgozzare babbani e torturare mezzosangue, ma perché non aveva dormito il tempo necessario per essere fresco e riposato.


Quella mattina Harry aveva dormito poco e male.


E affianco a Malfoy con la patta aperta, ricordò il Bambino Sopravvissuto.


Quella giornata sarebbe stata assolutamente terribile.


Il mio riposo di bellezza deve durare almeno nove ore, a meno che zio Voldie non decida di farmi sognare la sua dolce Bellatrix in completo di lattex e frustino alla mano. In quel caso sono ben felice quando Ron, Dean, Neville o Seamus mi tirano una scarpa o qualsiasi altra cosa trovino sotto mano per farmi smettere di urlare.

E poi, insomma, lo sanno tutti che prima del caffè non ci sono per nessuno.


Non solo Harry non aveva avuto il suo caffè, non solo era stato buttato giù dal letto (cioè...non proprio i senso letterale) praticamente all'alba di domenica, ma si era pure svegliato col culetto (veramente col pancino) scoperto.


Ho pure preso freddo... ci credo, ho dormito mezzo nudo e sul pavimento.


È ovvio che sarà una giornata infernale. Come minimo ci attaccheranno i Mangiamorte.


Per il momento però di schiere di uomini con orribili palandrane nere e ridicole maschere argentate (per il nobile Godric, a quell'età giocare ancora a travestirsi denotava un certo squilibrio mentale, no?) non se ne vedeva nemmeno l'ombra, in compenso Harry rischiava che la sua progenie condividesse coi seguaci del Signore Oscuro una buona parte del patrimonio genetico.


La giornata da schifosa è appena passata a raccapricciante.


La bocca di Harry si spalancò e il suo viso si deformò in una smorfia orribile di chi cercava disperatamente di urlare ma non riusciva proprio a farlo.


- E adesso che c'è? - sbottò Hermione che giocava ancora al piccolo führer.


Draco Malfoy alzò gli occhi al cielo in una muta supplica ad Albus Silente, che grossomodo doveva avere il suo ufficio proprio sopra le loro teste. Probabilmente stava chiedendo un intervento per estirpare la piaga dei Grifondoro dal mondo. O più probabilmente, vista la portata di tale flagello, Draco si stava rivolgendo ancora più in alto. Poi incrociò lo sguardo della Granger e, a gesti, indirizzò la sua attenzione verso la propria bocca e quella del suo compagno di sventura, per ricordare alla ragazza che al momento erano entrambi impossibilitati a risponderle.


- Ah. - bofonchiò lei prendendone atto.

Poi sembrò di nuovo dimenticarsi dei due e continuò a rimuginare ignorandoli come faceva da più di mezz'ora.

Ovviamente lasciandoli senza voce.


Draco Malfoy, esasperato da quella logorante e muta attesa in cui li aveva gettati negli ultimi 40 minuti, iniziò a dare segno di impazienza prendendo a pronunciare invano (invano in tutti i sensi) tutti i santi del calendario. Era una vera fortuna che non avesse voce altrimenti lo avrebbero scomunicato o quantomeno un fulmine si sarebbe abbattuto su di lui, incenerendolo al suolo. O peggio, gli avrebbe lasciato una saetta in fronte come punizione. Si sa, le vie di Qualcuno sono infinite... e anche il di Lui senso dell'umorismo. Silente mal sopportava il turpiloquio.

Visto che viveva da anni gomito a gomito con lo Sfregiato, Draco pensava di aver espiato abbastanza ad Hogwarts e decise di smettere più o meno dalle parti di aprile, onde evitare di trovarsi Potty fra i calderoni per tutta l'Eternità.

A quel punto prese a mulinare le braccia e a fare cenni frenetici verso il Bambino più Tardo del Mondo Magico.


Hermione non parve notare tutto quel fitness mattutino, ma Harry dopo un po' si voltò a fissarlo perplesso.


Che diavolo gli sarà preso? Si chiese prendendo a scrutarlo interessato. Starà scacciando le mosche?


Malfoy, che cercava di richiamare la sua attenzione da almeno dieci minuti, esultò intimamente per esserci riuscito, e lo ringraziò rivolgendogli un segno del suo affetto.


Un bel dito medio alzato.


Potter aggrottò le sopracciglia e contraccambiò con una linguaccia (non sia mai qualcuno pensasse che fosse un essere volgare come Malfuretto Rimbalzante).


L'ultimo maschio di casa Black prese a indicare Potter e poi la propria bocca e a sillabare un muto “finitus”. Poi si indicò la bocca di nuovo.


Harry era abbastanza sicuro che qualsiasi fosse quel che voleva Malfoy, lui non aveva la benché minima intenzione di avere nulla a che fare con la bocca del Serpeverde. Tante grazie.

Forse sotto i fumi dell'alcol lo aveva baciato o avevano fatto Godric-solo-sapeva-cosa, ma da sobrio non si sarebbe limonato Draco nemmeno sotto Imperius.

Per questo incrociò le braccia sul petto e alzò il naso in su, sdegnoso.


Allora Malfoy si lanciò in uno strano balletto: disegnò una specie di sbarretta a mezz'aria, fece finta di impugnarla e indicò Potter. Poi agitò la mano che stringeva quell'oggetto immaginario e indicò se stesso.


Harry batté le palpebre. Aveva il sospetto che si trattasse di qualcosa di volgare che avesse a che fare con un bastone. O con qualcosa si altrettanto duro e dritto che Draco stringeva in una mano.


Spalancò la bocca, in verità troppo sconvolto per essere sufficientemente disgustato.


Malfoy si schiaffò una mano in fronte e prese ad agitarsi di nuovo. Afferrò una piuma da una tavolino e la brandì - manco fosse stata un'asticella magica - scandendo bene con la labbra “Accio”.


Potter, intanto, valutava se chiamare Madama Chips per rinchiuderlo al San Mungo prima o dopo aver appurato se Draco fosse o meno il padre di suo figlio. Non voleva che il proprio bambino crescesse con un genitore ad Azkaban.


Malfoy si rassegnò all'idea che una mente acuta come quella di Potty non sarebbe mai riuscita a capire che, dato che aveva una bacchetta magica, voleva fargli annullare il Silencio o almeno fargli appellare la sua bacchetta finita chissà dove.


Poi Harry vide chiaramente passare negli occhi del nemico storico un lampo, mentre il ghigno malefico delle terribili trovate malfoyesche si disegnava sulla faccia del Serpeverde.

Draco prese ad indicarsi in mezzo alle gambe e sillabò molto lentamente (giusto per essere sicuro che il Grifondoro più Lento del West capisse) “succhiamelo”.


Questa volta il Bambino Rapido-solo-in-sella-ad-una-Nimbus capì al volo.


Ah, è così fellone? Pensò indignato. Adesso te la faccio vedere io.


Combatti vile, prese a dire (in realtà dire era una parola grossa visto che non gli usciva alcun suono).


Ma da che Hogwarts era Hogwarts non si era mai visto un Grifondoro attaccare un nemico disarmato, per questo, con un rapido gesto del polso, Potter appellò la bacchetta di Malfoy.


Dieci pollici di biancospino e crine di unicorno sfrecciarono fuori da un angolino non meglio identificato, volando dritti dritti fra le mani del proprietario che li prese al volo - riflessi allenati da giocatore di quidditch. Ignorando bellamente Potter che si era già messo in posizione da duello, Draco rivolse la bacchetta contro la propria gola.


Per avadakedavrizzarsi? Si augurò Potter, rimpiangendo di non poter avere lui stesso quell'immensa soddisfazione.


Ma il Serpeverde era troppo generoso per togliersi spontaneamente dai suoi calderoni, quindi optò per un semplicissimo “finite incantate”.


Un attimo dopo, Malfuretto lo apostrofò:

- Sfregiato, certo che sei proprio duro come una pietra. -


A quella battuta infelice la Granger saltò su come una pazza isterica strillando:

- Pensi di essere spiritoso Malfoy? Sei un emerito deficiente!!! -


E adesso che l'è preso ad Herm? Va bene che rischia di essere in dolce attesa dei bebè di Malfoy e visto quanto ci tengono al sangue puro in quella famiglia, la loro non si prospetta un'unione felice... ma accipluffa, da colei che deve accompagnarmi alla ricerca degli horcrux mi aspettava nervi più saldi.

E poi cavolo... lo sanno tutti che non si dicono parolacce davanti ai bambini. Possibile che Hermione sia una madre così poco scrupolosa?


Stava appunto per farglielo notare quando Draco, che con l'incantesimo delle pastoie aveva una certa consumata abilità (anni e anni di pratica sulle matricole), si girò e gli scagliò addosso un pietrificus totalus.


Poi, pomposamente, si diresse verso Hermione ancora acciambellata sul pavimento e si gettò ai suoi piedi.


- Granger sappi che le mie intenzioni sono assolutamente rispettabili e serie. -

Si mise in ginocchio mentre Harry, ancora imbalsamato, lo fissava basito.


- Hermione intendo riparare. Anche se purtroppo non me lo ricordo, abbiamo dormito insieme… ma sappi che io non mi pento affatto di quel che è stato e mi assumerò le mie responsabilità. Vuoi sposarmi? -


Hermione lo fissava sconvolta.

- M.. ma... ma... - pigolò con una vocetta flebile.


La stessa, ricordò Harry, dell'unica volta in cui si era presentata a lezione senza il tema di Incantesimi. Al primo anno, quando il giorno prima avevano salvato la scuola da un troll di montagna. E Silente in persona li aveva esonerati dai compiti.


- Malfoy non siamo in un romanzo vittoriano. Non c'è bisogno di sposarsi se... -


- Granger hai fatto caso che, in questa saga, il mondo magico è un po' indietro rispetto a quello babbano? -


- Sì, ma pensavo fosse un'ambientazione medievale. O al massimo del mille e quattrocento... -


- Accidenti Hermione, almeno mentre sto in ginocchio ai tuoi pedi, e ti assicuro che il pavimento è freddo e scomodo, non potresti evitare di metterti a cavillare come al solito e darmi una risposta?Guarda ho pure un anello in tasca... è della mia famiglia da generazioni. -


Tirò fuori l'anello dei Black e provò ad infilarglielo al dito. Ma quell'anello con tanto di stemma e iscrizione (la stessa dipinta in casa di Sirius, per capirci) doveva essere stato evidentemente stregato dalla buon'anima di Walburga in persona, perché appena si avvicinò alla mano di Hermione prese ad urlare come un pazzo : - Mezzosangue , babbani, disonore - e poi scoppiò in un pianto disperato.


Non molto spaventoso considerando che viene da una famiglia di pazzi assassini mentalmente disturbati, pensò Harry.


Ma senza dubbio non si poteva restare insensibili a tutto quel genuino dolore. Sopratutto se eri la fondatrice del C.R.E.P.A.

Hermione tentò di consolare l'anello come poteva (e cosa niente affatto semplice) ma quello prese a singhiozzare ancora più forte.


Draco non si perse d'animo e le allungò l'anello dei Malfoy.


Un cerchio d'oro spesso con un serpente con le fauci spalancate: assolutamente inquietante e una kitschiata senza pari. Il sogno di ogni donna.


Molto romanticamente glielo lanciò, evidentemente con l'intenzione di accecarla, visto che la prese all'angolo dell'occhio destro.


Cavolo, oltre che sposata con Malfoy la madre del piccolo James Sirius sarebbe diventata anche orba.

Lui e Draco dovevano fare un bel discorsetto su come si trattavano le donne in dolce attesa...


Hermione, dopo aver avuto il suo bel da fare nel raccogliere quella mostruosità dal pavimento mezza accecata com'era, strinse quel pegno tra le dita, un po' esasperata e un po' disgustata dal serpente, e se lo rigirò fra le mani. L'anello prese a sibilarle contro, passando da volgare&pacchiano ad inquietante nell'arco di dieci secondi, e lei poté leggere l'iscrizione al suo interno.


Malfoy do it better


Sbuffò. Forse era meglio il motto razzista dei Black.


- Ma insomma Granger, mai una volta che ti stia bene qualcosa. Possibile che debba sempre lamentarti? -


Hermione, che per una mattinata aveva avuto abbastanza spunti per riuscire a scagliare un Cruciatus degno di una standing ovation di Bellatrix, Lucius e compagnia bella, era più che intenzionata a far ingoiare al suo futuro maritino tutto quel che aveva appena detto - e magari anche quell'orribile anello - quando la porta dell'aula alle loro spalle si aprì ed Antony Goldstain, prefetto di Corvonero (una casa di geni eccentrici pericolosamente portati a mandare a fuoco la propria torre), tutto scarmigliato ed ansante fece il suo ingresso.


- Oh, finalmente vi ho trovati!!! - gongolò mentre riprendeva fiato. - Ero preoccupatissimo. Ieri sera, al party, quelle incoscienti delle mie compagne di casa hanno servito alcune delle pozioni sperimentali di Terry Steeval scambiandole per alcolici... e beh, temevo che qualcuno le avesse accidentalmente bevute. Sono ore che giro come un matto per il castello per controllare che nessuno... -


Smise di parlare quando intercettò le occhiate assassine di Hermione e Malfoy.


Perchè sono tutti così arrabbiati? Si domandò Harry. C'è un lieto evento da festeggiare... e poi tutto questo astio non fa bene al bimbo.


Poi finalmente, dopo appena una decina di minuti rispetto agli altri, realizzò.


Ecco perché non ricordo nulla. E se la pozione avesse fatto del male al bambino? Oh no... non può essere vero.

Sto sognando... non c'è altra spiegazione... dev'essere un incubo. Cavolo, erano persino meglio quelli con Bella mezza mezza nuda. Infondo denti neri e capello sconvolto a parte... la Lestrange è una gran bella donna.


In fondo. Molto in fondo.


Porco Godric, se prendo Steeval lo ammazzo.







La demenzialità del capitolo è a dire poco sconvolgente, ma visto che il povero Harry in questa storia ha la parte del fesso non potevamo aspettarci nulla di diverso (credo...). Ho un po' cercato di rendere i capitoli lo specchio del carattere dei vari personaggi...anche se sono in ultima analisi tutti capitoli cretini, ma quello è colpa dell'autrice (what a shame!!!).


Al prossimo capitolo


S. O. S. - Sos mi vida Hermione Granger


Auror, il tuo wizard azzurro...??? In effetti questo titolo mi ricorda qualcosa...


Scherzo aggiornerò presto anche quella, lo giuro. Purtroppo il mio pc è gravemente malato (un brutto virus) quindi devo elemosinare quello di mia sorella... che non è esattamente propensa a prestarmelo. Diciamo che devo sottrarglielo mentre dorme -.-'



Grazie a tutti per i bellissimi commenti, mi diverto un sacco a leggerli e ancora di più a rispondere assurdità assortite. Voi non fateci troppo caso... i matti bisogna assecondarli.

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Capitolo 4
*** S.O.S. - Sos mi vida Hermione Granger ***


ss




S.O.S. - Sos mi vida Hermione Granger





Per una secchiona del calibro di Hermione Granger, restarsene con le mani in mano lasciando che un Corvonero qualsiasi (con un'infima media di Oltre Ogni Previsione) preparasse una pozione sotto il suo naso - pozione che, per inciso, avrebbe dovuto prendere lei, che avrebbe potuto rivoluzionare la sua vita - era un'autentica tortura.

Ma non poteva fare davvero nulla, se non limitarsi a passeggiare su e giù per la stanza in tribolante attesa. Aveva appena trovato, infatti, una disastrosa lacuna nel suo enciclopedico sapere: era totalmente analfabeta in materia di incantesimi elettrizzanti, fatture disinibenti e filtri sballanti. In classe il professor Piton si guardava bene dall'insegnare pozioni di tal sorta e men che meno rimedi del giorno dopo (post sbronza e post-... beh, avete capito) e persino la tanto rinomata biblioteca di Hogwarts era del tutto sprovvista di tale cultura.

Che vergogna... e se fosse venuto fuori ai M.A.G.O.?!?!?!

A sua discolpa, però, avrebbe potuto dire che fino a tre ore prima non avrebbe mai e poi mai pensato di poter avere bisogno di un elisir dell'euforia, tanto più che erano illegali e - cosa di non trascurabile importanza - chi fosse stato sorpreso a trafficarci e a trafficarli rischiava nell'ordine:

  1. di nuocere gravemente alla propria ed altrui salute

  2. specialmente a quella delle donne incinte

  3. un numero imprecisato di malattie mortali (infarto, tumori assortiti e vari, ictus, etc)

  4. impotenza sessuale

  5. finire in prigione

Ma, sopratutto, di essere espulso.


Hermione Granger sbiancò.


- Insomma, che pozione ci hai rifilato, avvelenatore dei miei stivali? - sbottò Draco Malfoy a cui prudevano le mani per la gran voglia di fare a botte. Più nello specifico: di picchiare a sangue Steeval e, se avanzava un po' di tempo, anche Potter. Giusto perché, un giorno sì e l'altro pure, darsele di santa ragione con lo Sfregiato era il suo divertimento preferito. Un hobby innocente.

Ma la Granger, la sua Granger, aveva detto che prima bisognava risolvere quel pasticcio con le pozioni, e se lo diceva la sua Granger...

Draco sapeva solo che dopo, di Steeval sarebbe rimasto appena il nome sul registro di classe.


- Pozione? - domandò il Corvonero stupito e anche un tantino scandalizzato. - Scherzi amico!?!?! Quella roba non vende più! Stupefacenti e pasticche Weasley... ecco cosa chiede il mercato. E se il mercato chiede, Terry risponde. -


- Stai dicendo che praticamente sei un pusher? - s'informò Hermione apprensiva. Anche per lo spaccio c'era l'espulsione.


- Ma come ti permetti!!! - si offese l'altro. - Quello è Neville. Cosa credi che faccia tutto il tempo nelle serre? - sbuffò prima di chinarsi sul calderone e buttarci dentro una manciata di elleboro.


- Che cosa fa? - domandò quell'anima candida di Harry, sbadigliando. Si era appena svegliato da una pennichella ritemprante su un banco di scuola.


- Cosa ti suggerisce la parola “piantine”? - suggerì Terry armeggiando con un grosso libro da cui usciva “Pompo nella Classe” a palla.


- Erba Potty, erba - spiegò un Malfoy fresco di rivelazione divina: Paciock non era rimbambito. Era semplicemente strafatto tutto il tempo.


- Harry... - intervenne Hermione. – Vegan Riot e roba simile -.


- Ahhhhhhhhh - si tranquillizzò immediatamente il Bambino Sopravvissuto.


Seeee, figuriamoci se aveva capito!!! Malfoy ci avrebbe scommesso: faceva solo finta. Lasciando perdere l'insolubile e amletico quesito “Potter è nato scemo o ci è diventato dopo essersi beccato una maledizione in mezzo agli occhi”, si mise a curiosare tutto intorno all'aula del club dei “Pozionisti Anonimi”. Una vera e propria setta i cui accolti passavano il tempo libero a inventare ritrovati più o meno medicinali e a pastrocchiare con gli ingredienti. Praticamente una raffineria, dove, sotto la guida di quella svaporata di Eloise Midgen - Presidentessa in carica per quell'anno - i peggiori spacciatori in erba (non di erba, quelli li trovavi dietro la serra numero tre se avevi bisogno) si procacciavano di che sbarcare il lunario appena fuori da Hogwarts. Ovviamente, una volta su due, i mefitici vapori sprigionatisi dai vari esperimenti facevano finire in infermeria il club al gran completo, ma l'implacabile Presidentessa - che si vociferava non tenesse particolarmente all'associazione ma piuttosto allo scoprire un miracoloso unguento contro la sua celebre acne - riusciva sempre, in un modo o nell'altro, a far sì che il club restasse in piedi e Silente non li sbattesse fuori dal castello in blocco. E a calci.


- Ho quasi fatto - annunciò Terry teatrale. - Certo che è la prima volta che qualcuno si lamenta del risultato di un mio filtro “botta e via” - constatò funereo.

Hermione e Draco gli lanciarono un'occhiata mortifera, ma lui non colse il messaggio.

- Insomma Harry, non ti ho mai visto ridere più contento di così e, lasciatelo dire, di solito alle feste sfoggi una faccia!!! Sembra sempre che ti abbiano trucidato la famiglia a suon di Avada Kedavra... dovresti ringraziarmi. E tu Granger... mentre ti dimenavi su quel divanetto eri una meraviglia. -


Lo aveva detto come se nulla fosse, non realizzando che quello come minimo gli sarebbe costato una ventina di pugni in più, si appuntò mentalmente Draco Malfoy. Tutti sui denti.


- Ecco, è diventata lilla! - esultò Steeval. - Stando al libro, a questo punto dovrebbe essere pronta: bisogna solo lasciarla riposare fino a mezzanotte... credo. Non lo so per certo... sapete com'è, nessuno si cala un filtro per avere il coraggio di fare tutto quello che gli passa per la testa (e che ha anche il vantaggio di far dimenticare quel che ha combinato) e poi il giorno dopo venire da me piagnucolando e pretendere di ricordarlo... tsè - borbottò infastidito, intimamente offeso che quei tre avessero di che lamentarsi.

- Quindi la pozione è pronta? - tagliò corto Malfoy.


- Possiamo berla? - chiese anche Harry preoccupato: non aveva un aspetto rassicurante, gli ricordava vagamente la polisucco che Hermione gli aveva rifilato al secondo anno.


- Se ci riesci Potty, puoi anche fumartela! - sputò Draco. - Quindi tu Steeval non servi più a niente in questo mondo, giusto? - si informò con voce pericolosamente dolce. Poi estrasse la bacchetta e mormorò: - Pietrificus Totalus. -


Nella serra numero tre, Neville Paciock, che dormiva abbracciato ad una curiosa piantina dalle foglie a sette punte, si svegliò di soprassalto. Forse erano gli effetti del fumo, ma avrebbe giurato di aver sentito un grido di pura agonia risuonare nel castello.




***




Hermione ed Harry avevano aspettato che Malfoy terminasse il pestaggio di Steeval e - anche se restare a guardarlo era stata un'autentica soddisfazione - lo avevano interrotto appena prima che quel sadico di un Serpeverde riducesse per sempre Terry a voce bianca.

Hermione poi, con un colpo di bacchetta, aveva legato il Corvonero come un salame e lo aveva lasciato appeso al soffitto a stagionare. Con un po' di fortuna lo avrebbe ritrovato Piton l'indomani e sarebbe stato abbastanza indignato, scoprendo qualcuno a bighellonare per il castello, da lasciarlo lì, a fare l'insaccato almeno fino alla terza ora.


Alla faccia del nobile Godric che sosteneva che la vendetta non risolvesse un bel nulla, la Granger appurò che, se non altro, funzionava benissimo per calmare i nervi. Adesso restava solo un piccolissimo problema: ingannare l'attesa. Cosa avrebbero potuto fare fino a mezzanotte logorati dall'ansia, devastati da mille interrogativi, rosi da dubbi e incertezze?


Hermione fuggì in biblioteca, ricordando improvvisamente di essere appena al quarto ripasso di Aritmanzia, Draco se ne andò a sfogarsi al campo di quidditch ed Harry marciò fino al proprio letto, con tutta l'intenzione di schiacciare un pisolino. Dopotutto, quella sera, gli eventi lo avrebbero tenuto in piedi fino a tardi.


Metà pomeriggio lo trascorsero così, ognuno preso da ciò che gli riusciva meglio: Hermione a studiare, Harry a dormire (in fondo era standosene disteso fra i morbidi guanciali della culla che aveva sconfitto l'Oscuro Signore) e Draco a rompere le scatole alla gente.


Erano ormai le cinque di un umido pomeriggio inglese quando, invece di sorseggiare tè come tutti gli abitanti dell'isola, il rampollo dei Malfoy afferrò con rabbia l'ennesima pluffa scagliandola lontano.

Quella descrisse una parabola nell'aria e poi andò a sbattere contro il metallo di uno degli anelli.


- Palo - constatò incolore il portiere di Serpeverde, stufo di quella manfrina che andava avanti da parecchie ore.


- Merda!!! - gridò Draco indispettito. Si tuffò in picchiata verso la sabbia sotto pali, recuperò la palla e tirò di nuovo. Il portiere, fermo a mezz'aria sulla scopa, nemmeno si mosse, limitandosi ad osservare la sfera che cadeva troppo in là.


- Fuori. - annunciò grattandosi il mento.


- Cazzo!!! - imprecò Draco.


- Malfoy... veramente tu non saresti un cacciatore - gli ricordò debolmente Goyle.

Gregory era un energumeno di tre tonnellate col cervello delle dimensioni di un boccino, ed evidentemente quel giorno nutriva un insano desiderio di morire. Draco lo fissò in cagnesco e gli si scagliò addosso, fregandogli la mazza dalle mani.


- Veramente, Malfoy, tu non saresti nemmeno un battitore... - s'inserì Tiger, altro colosso tutto muscoli e niente materia grigia.


- Silenzio - intimò l'interessato, mettendosi a colpire i bolidi con rabbia.


Maledizione, ci era andato così vicino a mettere l'anello al dito della Granger, e adesso rischiava di farsi sfuggire la felicità dalle mani


Si esibì in un triplo tuffo carpiato seguito da un ardito avvitamento, poi, con tutta la forza di quella manovra, colpì uno dei due bolidi lanciandolo a caso. Quello rimbalzò a tutta velocità verso Tiger e Goyle, pettinando il ciuffo di Gregory e lasciandolo quasi calvo.


Tempo trenta secondi e la squadra di Serpeverde (casa da sempre arcinota per l'abilità di salvare la pellaccia) aveva abbandonato al gran completo il campo di quidditch rifugiandosi al sicuro negli spogliatoi, imperturbando le porte e scagliando incantesimi di difesa nel raggio di dieci metri. Malfoy restò in sella alla sua scopa continuando a sfogare la rabbia in solitudine, lontano da chiunque fosse dotato di un minimo istinto di autoconservazione.


Maledizione a Potter, a Merlino, a Potter, a Morgana, al Mago di Oz, a Potter, al Mago Forest... e a Potter.


Quella testona non voleva proprio capire che ogni giovane strega, invece di perdere tempo ad ammuffire sui libri, doveva - come lo stesso ex-Presidente della Magia aveva consigliato più volte - sposare un mago con un numero di zeri nel conto in banca piuttosto lungo (e lui, modestia a parte, ce lo aveva più lungo di tutti).

Urgevano rimedi drastici: ci aveva provato con la dolcezza, omaggiandola di epiteti confidenziali e nomignoli affettuosi coniati solo per lei (Mezzosague e Zannuta, per esempio), e persino con le cattive, affatturandola e prendendola a schiantesimi, ma non aveva funzionato niente.

Non gli restava che una cosa da fare...

Supplicarla in ginocchio.

E romperle le scatole, ovviamente.


Ancora in arcione sulla Ninbus, i capelli scompigliati dal vento e le ascelle pezzate per il duro allenamento, si precipitò dritto dritto da Hermione Granger, ovvero in biblioteca, alle cinque e mezza di domenica pomeriggio, un posticino intimo e riservato quanto Diagon Alley una settimana prima della riapertura della scuola.

Teatrale come sue solito, entrò da una finestra aperta, volando basso sui tavoli e lasciandosi dietro una nuvola di fogli e appunti che volevano da tutte le parti, nonché una lunga serie di maledizioni da chi si era visto sfuggire il compito di pozioni per il giorno dopo.


- Granger!!! - chiamò a squarciagola, mentre madama Pince diventava bianca come un lenzuolo: mai, in tanti anni di onorata carriera, il proprio Sacro Tempio era stato violato in quella maniera. Uno studente che gridava, rovinava i libri e per di più volava a cavallo di una scopa. La poverina stramazzò al suolo svenuta.


- Granger, dove diavolo ti sei ficcata? - continuò a schiamazzare Malfoy imperterrito.


- Sono qui... - si udì la voce flebile di Hermione, sepolta sotto una pila di libri che la furia demolitrice di Draco le aveva fatto franare addosso.


- Granger ti ho trovata, finalmente!!! - esultò lui scendendo dalla scopa ed atterrando in cima ad un tavolo - Ti devo parlare!!! - dichiarò scoccandole un sorriso a tremila denti che avrebbe fatto sentire Gilderoy Allock un dilettante.


- Ma davvero Malfoy? Non lo avrei mai detto... - sbuffò una ragazza di Corvonero seccata.


Draco la ignorò bellamente: - Lo so che può giungere inaspettato ma... -


- Ma secondo voi che fa quel cretino? - interloquì un primino di Tassorosso.


Una volta dato il “la”, un coro di insulti si levò dalla platea, che assisteva impotente al Malfoy-show.


- Buffone! -


- Stai zitto! -


- Scendi dal mio compito di rune!!! -


Blaise Zabini nascose la testa sotto il libro di incantesimi, vergognandosi di condividere con Draco una profonda amicizia, una collezione di alcolici introdotti a scuola di straforo e, non ultimo, la stessa aria.


- Vandalo! -


- Distruttore! -


- Malfoy, ma che ti stai dichiarando? -


- Qualcuno ha visto un tema di astronomia? -


- Silenzio!!! - intimò Draco. Madama Pince, che si era appena riavuta dallo svenimento, ebbe un nuovo colpo apoplettico: proprio lui si metteva a intimare il silenzio nella Sua Biblioteca. Inaudito.


- Granger, oggi è stata una giornata assurda, lo so, però ti giuro sull'onore dei Malfoy - (che, beninteso, non è mai esistito n.d.a) - Che ho intenzioni molto serie. Sono innamorato di te dal terzo anno! Dammi una possibilità!!! - .

Cadde un silenzio sepolcrale.

Tutta la biblioteca, e persino la rediviva bibliotecaria, si voltarono a fissare Hermione Granger. Lei, rossa di vergogna, ficcò la testa dentro quell'ammasso intricato di libri da cui aveva fatto tanta fatica ad uscire fino ad un attimo prima. Adesso si augurava soltanto che il pavimento le si aprisse sotto i piedi e la inghiottisse.


Ma Hermione Granger era una donna dotata di bacchetta, una vera strega, checché ne dicessero i purosangue.


Tirò fuori la bacchetta e mormorò - Pietrificus Totalus! -

Quel giorno quell'incantesimo andava di moda.




***




- Dai, Granger, non farti pregare... -

- No. -


Stavano camminando per il corridoio davanti al bagno delle ragazze. Malfoy, dopo che quell'anima pia di Pansy Parkinson - candidata ad una bella fattura orcovolante non appena Hermione l'avesse beccata in un corridoio senza testimoni - lo aveva liberato dal pietrificus, non aveva fatto altro che perseguitarla.


- No? Perché no? Che ti costa? -

- Ho detto di no e basta. -

- Farò il bravo, lo giuro. -

- No. -

- E lascerò in pace Paciock per almeno una settimana... -

- La mia risposta è sempre no. -

- Ma perché??? - si lagnò Draco, con tanto di labbro tremulo e vocina piagnucolosa.


Dunque da dove poteva incominciare? Ah sì:

- Perché sei un cretino! - più chiaro di così... - E poi perché sei un maledetto razzista, perché mi hai trattata malissimo per tutti gli anni di scuola e poi perché... -

- Ok, ok, ho capito. Ma mica ti sto chiedendo di sposarmi!!! - cosa che, ad onor del vero, aveva già fatto - E' solo un appuntamento. Un paio d'ore, niente di più... -

- No! -

- Potremmo andare a cena... -

Hermione nemmeno si prese la briga di rispondergli.


- Hermione? -

- Sì? - evviva!!! Aveva cambiato monosillabo.

- Hai smesso di rispondermi? -

- Sì. -

- Ti sto dando fastidio? -

- Sì. -

- Vuoi che la smetta? -

- Sì. -

- Esci con me? -

- Sì... O cazzo!!! -


Draco strabuzzò gli occhi: la Granger aveva detto di sì al suo appuntamento (cosa che non si sentiva tutti i giorni) e aveva anche pronunciato una parolaccia (evento ancora più raro). Il tutto nello spazio di una sola frase.


- Evviva!!! Hai detto di sì!!! - gongolò.

- Ma io... veramente... non volevo... -

- Eh no carina, che fai ti rimangi la parola data? E poi saremmo noi Serpeverde quelli che non mantengono fede alle promesse!?!? -

- Oh e va bene Malfoy, come vuoi. Basta che la smetti!!! - acconsentì alla fine Hermione. Tutto pur di farlo tacere.


Draco Malfoy sorrise. Implorare funzionava sempre, sopratutto per cinque ore di fila.

Se non altro aveva un bel sorriso, pensò Hermione, dandosi della scema l'attimo dopo.


- Bene adesso possiamo andare a raccattare Potter! - dichiarò Malfoy giulivo.

- In effetti dovrebbe già essere qui, dobbiamo prendere la pozione tutti insieme... - tornò coi piedi per terra la Granger. Meglio non indulgere in pensieri pericolosi...


Draco non poteva essere meno interessato alla pozione, semplicemente non vedeva l'ora di comunicare a Potter la lieta novella dell'appuntamento con la Mezzosangue. Se era abbastanza fortunato ci sarebbe rimasto secco. Gioia e sommo gaudio.


- Avevamo appuntamento con lui più di mezz'ora fa, - considerò Hermione guardando l'orologio. - Dove si sarà cacciato? -


Harry Potter era in ritardo. Ovviamente si era appisolato. Restare sveglio fino a tardi per chi era abituato a coricarsi con le galline era un'impresa improba. Arrivò di corsa, quando l'orologio della torre iniziò a suonare la mezzanotte.


Hermione e Draco lo precedettero nel bagno di Mirtilla Malcontenta (che stranamente non stava sguazzando in nessuna delle toilettes) portandosi avanti ciascuno col proprio lavoro. La Granger servendo la pozione di Steeval in tre bicchierini trasparenti, Draco tentando di palpeggiarla e beccandosi una sonora cinquina dritta in faccia.


Harry, trafelato, si accasciò sul pavimento, mentre la sua migliore amica gli piazzava il bicchiere in mano.


- Pronti? - chiese la ragazza mentre la voce le si rompeva sull'ultima sillaba - Al mio tre... -


Sentì la mano di Draco scivolare nella sua e stringerla forte. Stranamente non trovò nessun motivo per protestare. - Uno... -


Draco, Hermione ed Harry strinsero ciascuno il proprio bicchiere.


- Due... -


Lo portarono alle labbra.


- E tre. -




***




La stanza delle necessità era avvolta da un tripudio di luci colorate. Qualcuno aveva incantato le pareti ed il pavimento, che brillavano come cosparsi da minuscole stelle. Dalla bacchetta di Padma Patil usciva a tutto volume la discografia completa di Celestina Warback e in mezzo alla pista Ginny Weasley piroettava abbracciata a Lavanda Brown, entrambe troppo ubriache per ricordare che - da sobrie - si detestavano.


Daphne Greengrass, con un vestito decisamente succinto, era sdraiata su un tavolino, dove un più che felice gruppetto di Tassorosso ingollava litri di tequila solo per leccare il sale cosparso sulla sua pancia e prendere la fetta di limone che qualche anima misericordiosa le aveva adagiato fra i seni.

Ronald Weasley si era tolto la maglietta, rivelando un addome scolpito quanto quello di Lumacorno, e aveva fatto scappare almeno una mezza dozzina di impressionabili matricole. Il vello rosso che gli ricopriva il petto e le goccioline di sudore non aiutavano la causa.

Addossato ad una parete c'era un bancone improvvisato dietro cui si affaccendavano, a turno, un paio di Corvonero che si divertivano a mischiare - a caso - il contenuto di diverse bottigliette colorate.

Ridendo come una iena, Pansy Parkinson incantava i bicchieri di chiunque le capitasse a tiro affinché si riempissero autonomamente, mentre Blaise Zabini conversava amabilmente con un secchio pieno del suo vomito.


Neville Paciock, tanto per cambiare, fumava in un angolo.


Quando Hermione Granger - che ovviamente pattugliava i corridoi - insospettita da un'insolita animazione nei quadri, dove una grassa signora di epoca vittoriana ed un vecchio mago in frac avevano preso a cantare “il ballo del cavallo, e hop hop hop”, aveva aperto la porta ritrovandosi davanti un tale spettacolo, il suo primo impulso era stato pregare che qualcuno le scagliasse un Oblivion. Quando poi aveva scorto il suo migliore amico, Harry Potter, dimenare il bacino a ritmo di musica, strusciandosi contro il palo da lap dance al centro della sala, aveva optato, invece, per correre a rifugiarsi dalla McGranitt in lacrime, gridando allo scandalo.


Draco Malfoy - che per amore l'aveva seguita durante la ronda, non riuscendo ad estorcerle nulla di più romantico di un “C.R.E.P.A!!!” - la afferrò prima che potesse far espellere la scuola in blocco e la spinse dentro la stanza, sigillandosi la porta alle spalle.


La Tupin e Goldstain, da bravi padroni di casa, si erano precipitati ad accogliere i nuovi venuti, salvo poi rischiare l'infarto non appena accortisi che si trattava nientepopodimeno che dell'inflessibile Caposcuola Granger, come amava definirsi lei, la sfigata secchiona e spiona, come la chiamavano tutti gli altri.

Corner, decisamente brillo, si era ritrovata a passare lì davanti proprio in quel momento, con un vassoio di cocktail in mano. Guardando la faccia sconvolta che Hermione sfoggiava per l'occasione e quella da scemo che Malfoy invece si portava appresso quasi sempre, aveva afferrato due calici pieni di un liquido scuro, denso e che mandava un gradevole aroma di frutta. Molto democraticamente glieli aveva piazzati in mano, urlando sopra alla musica qualcosa tipo “bevi che ti passa sorella” e “Draco, tanto peggio di così...”.



Michael Corner, si appuntò mentalmente Hermione.

La prima vittima delle sua ira funesta.



Il Serpeverde non se lo era fatto ripetere due volte e la Granger, per qualche strana congiunzione astrale, si era ingollata il contenuto del bicchiere tutto d'un fiato, sperando che almeno quello potesse aiutare a farle dimenticare il penoso balletto di Harry, ancora abbarbicato al palo senza camicia. Qualcuno gli aveva procurato un boa di piume di struzzo fucsia e dalla platea Colin Canon gli soffiava dei bacini con tanto di schiocco e risucchio.



A Draco Malfoy sorse un dubbio.

Ma Potter, la pozione, l'aveva bevuta?



Poi Harry scomparve dai suoi ricordi: c'erano solo lui ed Hermione, fino ad una attimo prima fermi come salami a contemplare lo striptease di Potter, gli intestini in subbuglio. Poi, nel giro di tre minuti, la pozione aveva fatto effetto ed erano finiti spalmati su un divanetto, con lui che cercava di arrivare all'intestino della Granger con la lingua, ficcandogliela in gola con la stessa delicatezza del Ronald Weasley dei tempi d'oro.



Accidenti se Malfoy ci sapeva fare!!!

La Granger arrossì di vergogna... e anche un po' di piacere al ricordo.



Improvvisamente il silenzio scese sulla sala (considerando che la bacchetta di Padma continuava a cantare a tutto volume, era davvero una cosa incredibile) mentre tutti, ma proprio tutti - persino i Tassorosso incantati dalle curve della Greengrass - si giravano a guardare lo spettacolino hard che Draco ed Hermione stavano improvvisando, strusciandosi l'uno contro l'altra.

La ragazza si era seduta in grembo a Malfoy e gli aveva infilato le dita fra i capelli; quelle di lui, invece, erano sparite da qualche parte sotto la sua camicetta, mentre la sua celebre Lingua Lunga era – finalmente!!! - impegnata in qualcosa di utile e non molesto per il suo prossimo.



Sono un grande!!!

Gioì Draco aprendo un sacchettino di pop corn.



- AAAAAAAAAAAAAAAARGH!!! - l'urlo delle grandi calamità. Quello tradizionalmente associato all'assalto dei Mangiamorte, quello che Ron riservava alle acromantule di Hagrid, quello che Paciock associava al compito di pozioni sin dal primo anno. Questa volta lo aveva lanciato Harry James Potter.



E vorrei ben vedere!!!

Considerò quest'ultimo.



Tutta la scuola stava osservano la sua migliore amica ed il suo peggior nemico limonare appassionatamente, sbottonandosi reciprocamente la camicia.


Cioè insomma, possibile che tutti ritenessero la loro performance più interessante del suo balletto??? Harry era offesissimo, e da “offeso” ci mise poco tempo a diventare “oltraggiato” e poi “furioso”, notando che il suo piccolo auditorium di allegri beoni non lo stava calcolando nemmeno di striscio.

- TUUUUUUU!!! - urlò saltando giù dal cubo e lanciando il boa come un lazo attorno al collo di Malfoy. - Leva subito le tua manacce da Hermione!!! - gli intimò - Come hai osato, maledetto? Vuoi sempre stare al centro dell'attenzione, eh? -



Ok, questo era un po' ipocrita da parte sua,

doveva riconoscerlo, decise Harry.



Draco, cianotico ma ben intenzionato a non mollare le labbra della Granger nemmeno sotto Cruciatus, iniziò a smanettare nelle tasche dei pantaloni alla ricerca della bacchetta.

- Ma dove tocchi pervertito!!! - si scandalizzò Potter, saltando sulla poltrona e rifilando a Malfoy un bel pugno sul naso. Draco perse la presa su Hermione e la ragazza si ritrovò distesa a gambe all'aria sul pavimento, arrabbiatissima per l'interruzione.

Si tirò in piedi veloce saltando sulle spalle dell'amico per placcarlo, mentre lui e Draco prendevano a darsele di santa ragione.


Il pubblico sbuffò annoiato.

Vedere Potter improvvisare uno spogliarello non era evento di tutti i giorni, vedere Malfoy e la Granger baciarsi men che meno, ma vedere Serpeverde e Grifondoro scatenare la solita rissa era qualcosa di visto e rivisto. Non faceva più audience.

A colpi di bacchetta li buttarono tutti e tre fuori dalla stanza e poi ripresero tranquillamente a bere, fumare e quant'altro stavano facendo prima.


Harry e Draco nemmeno se ne accorsero, continuando a picchiarsi in corridoio e poi per le scale, mentre Hermione li inseguiva pregandoli di fermarsi o almeno di pestarsi in silenzio, giusto nel caso in cui mastro Gazza fosse stato nei paraggi. Gli studenti fuori dai dormitori oltre il coprifuoco, che per di più facevano a botte, rischiavano l'espulsione.


A suon di calci e pugni - e di Silencio e di Mufflilato - si ritrovarono nell'aula di Incantesimi, imperturbata dalla Granger, che per l'occasione aveva anche lanciato un potentissimo Repello Insegnanti, giusto per sottolineare che grossa perdita fosse per gli organizzatori delle feste clandestine non poterla includere nello staff.


- Adesso basta!!! - strillò - Siete due maghi adulti, mica dei bambini! -


Quella fu davvero una pessima uscita: improvvisamente ricordatisi di essere due esseri dotati di bacchetta (il doppio senso è solo un impressione), Potter e Malfoy decisero che, se volevano davvero finalmente mandare il proprio storico nemico al Creatore, era a quella che dovevano ricorrere.


- Dieci pollici di durissimo biancospino e crine di unicorno. Sufficientemente elastica - si vantò Malfoy sguainando la propria.

- Boo-hoo!!! Al massimo salice piangente! - lo derise Potter. - Agrifoglio e piuma di fenice, undici pollici! - gongolò tirando fuori la becchetta.

- E sai dove te la puoi mettere? - gracchiò Draco furioso.



In tasca? Nel mantello?

In effetti la Row non pensava mai che portarsela in giro fosse un tantino scomodo.

Rifletté Harry grattandosi il mento.



- E dove andrebbe messa? - chiese perplesso.

- In un posto Potter dove quegli undici pollici... - iniziò a spiegare Malfoy.

- Ah-ah!!! - trillò Potter, che ci aveva messo un po' di tempo ma ci era arrivato - La mia bacchetta è più lunga della tua - si vantò.

- Scommettiamo di no? - lo sfidò Draco ferito nell'orgoglio maschile.


Hermione non avrebbe saputo dire bene come, ma all'improvviso la gara era diventata quella più vecchia del mondo, quella in cui ogni singolo maschio cercava di dimostrarsi superiore al proprio vicino (e dire che il vicino di Malfoy era Zabini, che come tutti quelli del suo colore...).


Draco portò velocemente le mani alla zip e la slacciò, tirando fuori l'altra sua bacchetta.


Accidenti!!!

Ad entrambe le Hermione Granger, quella del ricordo e quella reale,

cadde la mascella sul pavimento per la sorpresa.

Malfoy di smisurato non aveva solo l'ego!!!



Harry ed Hermione presero a fissare il Serpeverde fra le gambe, con accademico interesse.

- E pensare che qui fa anche piuttosto freddo - si gloriò lui.

- Accidenti... ma come... cioè, come si fa ad avere un coso così, così... - iniziò a tartagliare la Caposcuola.

Harry, invece, dopo aver contemplato il ragazzo nudo, incerto se terminare quello che l'alcol aveva iniziato mettendosi a vomitare - perché, diavolo, era sempre di Malfoy tutta quella roba - iniziò a perdere sangue dal naso...



Ecco perché Harry era tanto felice di avere un bambino,

compresero finalmente Draco ed Hermione:

con buona pace di Ginny Weasley, non sarebbe mai diventato papà.




- Potter ma che schifo, ti sei eccitato? - ragliò il Serpeverde mandandolo a stendere dall'altro lato della stanza con uno Stupeficium, dritto dritto sopra i cuscini che il professore usava per gli incantesimi di appello e di esilio.


- Malfoy che diavolo fai?!?! - stillò la Granger arrabbiata, riavendosi dallo stato catatonico in cui la visione del novello Draco di Michelangelo l'aveva fatta precipitare. Il suo migliore amico aveva appena fatto outing e Malfoy si comportava come il solito insensibile.

Corse velocissima verso Harry lanciando Epismendo a destra e a manca e togliendosi una scarpa e un calzino.

- Aguamenti - mormorò, in mancanza d'altro, contro il 100% misto cotone. Poi lo schiaffò sotto il naso del Bambino Sopravvissuto (che forse non sarebbe sopravvissuto all'odore).


Visto che Potter era momentaneamente fuori combattimento tra lo schiantesimo e i miasmi del calzino, Malfoy ne approfittò per tornare alla carica con la sua adorata Granger e le si lanciò addosso, riprendendo a baciarla proprio sopra i cuscini affianco a Potter, che, come al solito, aveva trovato una scusa per dormire un po' .




***




Il ricordo si interruppe lì, segno che probabilmente Draco ed Hermione avevano continuato a pomiciare fino a quando il sonno non li aveva fatti smettere. La dormita aveva dato loro il tempo di smaltire l'effetto del filtro e, quando si erano risvegliati, come previsto negli effetti collaterali, non ricordavano più nulla.

Perché anche Harry non ricordasse niente non era difficile da immaginare: in fondo era Harry Potter, e come se questo non fosse stato abbastanza esplicativo, era un Harry Potter addormentato (in tanti sensi), per di più dopo uno stupeficium e con un fetido calzino sotto il naso.


- Tutto è bene quel che finisce bene - trillò la Granger che, tutto sommato, poteva dire di essersela cavata davvero a buon mercato: non era incinta, non rischiava l'espulsione né malattie veneree e aveva pure rimediato una bella sessione di sbaciucchiamenti. Adesso poteva andarsene tranquilla e serena a fare il sesto ripasso di Rune Antiche.


Potter si rannuvolò. Nemmeno questa volta poteva farsi una famiglia.

Decise di sfogare la delusione andandosene a letto. Magari dormendoci su le cose sarebbero migliorate.


Draco Malfoy, ringalluzzito all'idea che la Granger lo avesse baciato sì sotto l'effetto di un filtro, ma comunque non contro la propria volontà, si apprestò a fare quella che era, appunto, la sua attività di elezione: romperle le scatole.

- Beh, a questo punto potremmo metterci insieme, no? Tanto già mi hai visto nudo e conosci... una grossa parte di me!!! - prese a dire seguendola verso la biblioteca.


A Potter non lo aveva detto, ma lo sapevano tutti che gli uomini sono sessualmente attivi fino a settant'anni. Aveva un bel po' di tempo per lavorarsi la sua famigliola felice.




***


.






E i miei deliri finiscolo qui!!! Mi dispiace moltissimo per i miei tempi biblici e se qualcuno nel primo capitolo immaginava una Draco-Hermione-Harry “seria”, ma questo breve racconto è nato dal mio desiderio di scrivere qualcosa che facesse sorridere, che sfatasse i cliché più diffusi in questo fandom (in particolare in quello inglese) e andasse “contro” le aspettative dei lettori. La storia parte come semi-seria per poi passare a demente in crescendo: non è per nulla casuale, infatti, far parlare prima Hermione, poi Draco e in fine Harry... è un'escalation di follia pura!!!


ps. Per chi me lo ha chiesto: io adoro Harry, ma per una volta ho scelto di far fare a lui la parte del fessacchiotto di turno... che cavolo, mica è giusto che tocchi sempre a Ron!!!


A presto, con altre storie.


Come sempre grazie a Valengel (versione sexy in rosso) e anche a chi mi ha mandato messaggi privati (e minacce di morte) pur di farmi aggiornare.

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