Lo strano caso dei tre Naruto

di JhonSavor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo (Prima Parte) ***
Capitolo 2: *** Prologo (Seconda parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo (Prima Parte) ***


Uhm per una volta non voglio fare introduzioni spoilerose nel primo cap. vedremo forse con il secondo! XD
 
Godetevi il frutto delle mie fatiche! XD Buona lettura
 

 
LO STRANO CASO DEI TRE NARUTO
 
 
Prologo (Prima Parte)
 
 
Era una stupenda giornata.
 
Il sole brillava nel cielo e le lussureggianti pianure del Paese dell’Erba, attraversate di tanto in tanto da dei rigagnoli e punteggiate di piccoli boschetti come fossero delle oasi in un verde deserto, accompagnavano il viaggio di ritorno dei membri del Team 7 al villaggio di Konoha.
 
Il capo-missione, Kakashi Hatake, se la stava bellamente spassando preso com’era dalla lettura di uno dei libri della sua serie preferita, mentre Naruto e Sakura chiacchieravano in disparte dell’esito della missione appena terminata, godendo appieno del leggero vento che accarezzava piano la prateria.
Erano soddisfatti di loro stessi e già pregustavano il beneamato riposo che li attendeva una volta giunti a destinazione; avevano guadagnato abbastanza per potersi prendere un periodo di permesso e di godersi in santa pace, quelle tiepide giornate che sembravano caratterizzare il Paese del Fuoco in quei mesi primaverili.
 
Niente e nessuno glielo avrebbe impedito!
 
Una giornata come tante altre, che sarebbe probabilmente continuata ad essere tale se non fosse che, come il Neji di qualche tempo addietro avrebbe loro ricordato, il destino era intenzionato a compiere uno dei suoi tanto decantati scherzi.
Fu l’unica spiegazione che Naruto e Sakura erano riusciti a trovare come logica e veritiera, quando un falco planò verso di loro, consegnando un dispaccio al loro Sensei.
Il messaggio recava il sigillo della Foglia e non poteva che portare nuove rogne.
 
Kakashi lo lesse e rispose all'istante con alcune righe vergate velocemente sul retro del messaggio stesso. Lo infilò nel portaordini del falco e lo rispedì indietro verso casa.
I due shinobi speravano di tutto cuore che ci sarebbero potuti tornare anche loro, a casa, alle loro comode e belle casette.
Il copia-ninja ripose il libro, si avvicinò loro e disse, con il miglior tono pacato e disteso che la sua persona era in grado in quel momento di offrire, destreggiandosi in un vago tentativo di sdrammatizzare la situazione:
 
-Ragazzi… vi va di fare una piccola scorciatoia verso Nord?-
 
 
Villaggio di Yoshiori, a sud del paese della Terra.
 
Tsunade aveva ricevuto notizia che un misterioso ladro aveva rubato una pergamena molto preziosa dalla sede della sezione di « Ricerca e Sviluppo » del ninjutsu e stava scappando verso Nord, con tutta l’intenzione di superare il confine per nascondersi in uno dei paesi minori e sfuggire così alla giurisdizione del Fuoco.
 
Gli Ambu inseguitori lo stavano braccando ma l’uomo aveva uno, due giorni di vantaggio sudi loro e non si era certi che riuscissero a raggiungerlo. L’unica cosa che restava da tentare era che le squadre ninja in missione da quelle parti si mettessero al suo inseguimento bloccandogli la strada .
 
Era una missione di classe A data l’importanza dell’oggetto, ma ognuno era consapevole che poteva trasformarsi in una classe S, essendo l’aggressore sconosciuto. Una missione pericolosa sì, ma che proprio per questo si fondava sulla fiducia che l’Hokage riponeva nelle capacità dei suoi shinobi, una missione che tutti coloro che si fregiavano del titolo di ninja della Foglia avrebbero considerato un onore poter compiere, una…
 
-Seccatura!-
Naruto non aveva smesso di lamentarsi da quando Kakashi, con il suo fare sempre ironizzante, aveva imposto di deviare il ritorno a casa e portare a termine l’incarico.
Il biondo se avesse potuto avrebbe volentieri mandato a quel paese il suo capo, leader, matriarca, nonna, vecchia befana trincona, e una serie di altri epiteti che in circostanze normali non avrebbe mai pensato di Tsunade a cui era comunque affezionato, ma che in quel momento non riusciva proprio ad farne a meno.
-Maledizione!-
-Naruto la vuoi finire? Mi sembra di avere accanto Shikamaru quando lo interrompono durante una dormita!-
Il ragazzo si zittì seccato. Sakura dal canto suo non la pensava diversamente da lui, ma aveva preferito seguire la strategia del silenzio coatto: tenersi dentro la rabbia e non appena avrebbero trovato il povero malcapitato, colpirlo con tutta la forza possibile ed immaginabile.
-Piuttosto come faremo a trovarlo, eh Kakashi-sensei? Non abbiamo idea neanche di che faccia abbia…-
Il ninja voltò leggermente la testa verso Naruto, continuando a camminare –Le pergamene segrete del nostro villaggio sono state e vengono scritte con un particolare tipo di inchiostro che fa reagire determinati tipi di cristalli che si trovano sulla montagna degli Hokage… ogni jonin e chunin quando passano di grado ne ricevono uno. Non è vero Sakura?-
La ragazza tirò una catenella che le cingeva il collo e un cristallo azzurro spuntò fuori dalla sua maglia.
-Molti pensano che sia per un senso di appartenenza o per cameratismo, ma la realtà è per trovarsi preparati ad evenienze come queste: ha una portata di qualche centinaio di metri e ci sarà assolutamente necessario-
Naruto si chinò sul prisma e lo osservò attentamente con fare pensoso.
Sakura notò una nota di malumore nello sguardo del biondo, e si rese conto che il suo compagno essendo ancora un genin non ne possedeva ancora uno… forse era per quello che si sentiva infastidito
“Accidenti – pensava intanto Naruto – non sai come ti invidio stupido cristallo azzurrognolo! Addirittura uno pezzo di vetro è arrivato più avanti di me nel relazionarsi con la mia adorata Sakura… poggiato tutto tranquillo sul petto di lei… argh! Che frustrazione!”
-Ma su, dai Naruto, ce la farai anche tu un giorno!- gli disse la rosa a mo’ di consolazione
-Come?!-
Naruto la guardò con gli occhi sbarrati, sconvolto nel profondo.
-A passare di grado… no?-
-Ah! Si, si, Sakura!-
Naruto si mise una mano dietro la testa con uno sguardo da ebete – Non ho certo l’intenzione di diventare Hokage da genin, sembrerebbe quasi una raccomandazione!- sottolineando il tutto con una risata che sapeva di isterico.
Sakura gli sorrise e il biondo tirò mentalmente un sospiro, pensando a quanto avesse rischiato in quel momento!
 
I tre ninja entrarono a passo cadenzato nel villaggio sul confine con Iwa. Kakashi intimò loro di fare la massima attenzione e di tenere gli occhi aperti.
-Sensei perchè pensa che passerà proprio di qui?-
-Perchè è l’unico luogo abitato prima del confine. Il nostro uomo sta correndo ininterrottamente da giorni per sfuggire agli ambu e si arresterà sicuramente nei paraggi; dato che ha alcune ore di vantaggio si prenderà necessariamente un po’ di riposo, qui, un luogo affollato pieno di gente… non si aspetterà certo che una squadra gli capiti tra capo e collo dal nulla-
-Guardate!-
Il cristallo di Sakura divenne pian piano di color rosso acceso e, come se fosse attratto da qualcosa, iniziò a sollevarsi da solo a mezz’aria
-E questo che significa?- chiese stupefatto il biondo
-Hai presente con le bussole?-tagliò corto l’uomo intimandogli fare silenzio.
Il cristallo puntava in una direzione precisa e i tre si mossero seguendo la sua inclinazione. Si immersero nella folla per poi proseguire in una serie di viuzze secondarie; giunsero infine presso uno ostello fuori mano che affittava camere. Kakashi ritenne che entrare dalla porta principale con il rischio di dover dare delle spiegazioni al gestore sarebbe stato troppo azzardato così decise che avrebbero fatto irruzione dal retro.
Percorsero lateralmente l’edificio, che non appariva particolarmente curato ed era solo ad un piano, finchè non trovarono un passaggio adatto: una serie di finestre che davano sulle camere dei clienti.
-Fatemi da palo- disse il jonin che con un balzo si aggrappò ad una delle sporgenze della parete.
Tirò fuori dalla sua sacca una ventosa e la fece aderire al vetro. Attaccò poi sopra una strana rondella di metallo e iniziò a tagliare il vetro; dopo alcuni istanti Kakashi staccò un cerchio dal pannello della finestra, inserì la mano nel foro che aveva appena provocato e piegò la maniglia facendone scattare la serratura.
Mentre rimetteva a posto i suoi attrezzi, Kakashi non potè evitare di vedere i volti dei suoi allievi, che lo scrutavano incerti.
Capendo cosa stesse vorticando nella testa dei due giovani ninja, lo shinobi accennò un sorriso leggero, aggiungendo –Oggetti in dotazione ai membri della squadra Ambu…-
A quelle parole un solo pensiero passò nelle menti dei due ragazzi “Lo voglio anch’io!”
Kakashi, silenzioso entrò nel corridoio quando si accorse di una presenza alla sua destra: una giovane domestica con il suo carrello delle pulizie lo aveva appena visto intrufolarsi.
Presa dal panico stava per mettersi a urlare ma il ninja fu più veloce: con uno scatto alzò il copri fronte e la puntò con lo Sharingan
“Acquietati!”
La ragazza perse conoscenza di colpo ma prima che cadesse al suolo Kakashi la prese al volo, trattenendola in piedi con il braccio sinistro.
-Kakashi-sensei…?-
In quel momento sbucarono dall’esterno Sakura e Naruto, accertatisi che nessuno li avesse visti.
Sussurrarono piano –Sensei che è succ…-
Non appena lo videro con ancora la ragazza tra le braccia, Kakashi si sentì fissato da quattro occhi accusatori e non potè evitare di dire, nel tentativo di discolparsi, un  -Non è assolutamente come sembra…-
“Ah no?” fu l’ennesima conclusione comune dei due giovani shinobi
La loro attenzione venne attirata dal cristallo che continuava a levitare indicando dove si trovasse la pergamena.
Appoggiata la ragazza al muro, i tre proseguirono nella ricerca fino a quando non si imbatterono in una stanza contro la cui porta il cristallo aveva incominciato a fremere .
“È qui!”
-Naruto, ascoltami attentamente- incominciò a dire Kakashi -ora esci da quella finestra e arrampicati fin sopra al terrazzo-
Il ragazzo assentì deciso.
-Appostati sul retro della camera in modo che non possa sfuggirci-
L’uomo aveva infatti notato che quell’edificio era il tipico alberghetto che forniva le stanze di un balconcino che dava all’esterno e da cui l’uomo avrebbe potuto filarsela una volta che i tre avessero sfondato la porta.
Naruto si proiettò fuori  dalla finestra, arrampicandosi il più velocemente possibile.
Kakashi e Sakura estrassero i kunai e il jonin spalancò la porta con un calcio.
Ci fu un sibilo, un sibilo ben familiare alle orecchie di qualsiasi ninja: carte-bomba!
Accadde tutto in un attimo: l’entrata della stanza esplose in un inferno di fiamme e polvere da sparo.
Kakashi era riuscito a lanciarsi di lato, afferrando Sakura e proiettandola con se, in quel secondo di margine che si forma prima che le carte-bomba esplodano.
Le orecchie di entrambi fischiavano all’impazzire e tutto sembrava muoversi a rallentatore.
“Maledetto… aveva previsto una cosa del genere e aveva preparato una contromisura… Naruto bloccalo, trattienilo il più a lungo possibile, o ci sfuggirà!”
 
Naruto sentì un boato provenire dall’interno e capì che la battaglia era iniziata.
Compose un sigillo e tre kagebushin comparvero al suo fianco pronti ad intervenire. Non aveva fatto neanche in tempo a completare la tecnica che una figura indistinta fuoriuscì a tutta velocità dalla camera, lanciandosi sul tetto di uno degli stabili che si trovavano li affianco.
Fu allora che Naruto lo vide: ricoperto da una sorta di mantello logoro, il ladro era piuttosto alto ma non particolarmente corpulento di stazza.
Per un momento, i loro sguardi si incrociarono; il mukenin, quando capì che c’era ancora qualcuno ad inseguirlo, si diede alla fuga balzando da un tetto all’altro e il biondo lo inseguì con le sue copie al seguito.
Raggiunta la via principale, l’uomo scagliò contro il ninja alcuni kunai ai quali erano stati legate delle carte-bomba.
Naruto ebbe una rivelazione: quel bastardo voleva coinvolgere i passanti nelle esplosioni!
Formò all’istante una decina di copie che si lanciarono sulla folla per spingerla al sicuro, mentre lui e le sue copie originali bloccarono la traiettoria dei kunai con alcuni shuriken.
L’impatto venne contenuto anche perchè alcune di quelle stelle di ferro erano riuscite a strappare alcuni sigilli, impedendo loro di esplodere: ora in mezzo alla via si apriva un grosso cratere e l’unico altro danno fu quello che ricevette il carretto di un venditore ambulante.
Mentre Naruto si allontanava, le copie restanti cercavano di tranquillizzare la popolazione, scusandosi come potevano per quello che era successo.
 
Gennosuke si fermò un attimo presso un albero, per riprendere fiato; non ce la faceva più a scappare in quel modo, aveva corso per due giorni filati e non era neanche riuscito a riposarsi come si deve perchè dei seccatori lo aveva raggiunto. Rammentandosi il ragazzo che lo aveva inseguito, notò che non indossava alcuna maschera quindi non era un ambu.
“Deve appartenere a qualche squadra mandata in missione da queste parti e che ha ricevuto l’ordine di mettersi sulle mie tracce… non l’avevo prevista un eventualità del genere”
Stappò la borraccia che aveva attaccata alla cinta e bevve un lungo sorso d’acqua. Staccatosi, espirò soddisfatto. Si sentiva rinato e poteva riprendere la fuga. Ormai non lo avrebbero più ripreso, era molto distante dal villaggio e aveva fatto perdere le sue tracce in mezzo all’erba alta.
Non lo avrebbero più ritrovato…
-Fermo dove sei!-
Gennosuke si voltò di scattò e non ci credette: il ragazzo biondo era dietro di lui!
-Sei finito ormai stronzo, ti consiglio vivamente di arrenderti!-
-Come hai fatto ha trovarmi?-
Nonostante la stazza, l’uomo aveva una voce profonda, e non sembrava trasudare alcuna incertezza
-Con questo!-
Naruto gli mostrò il cristallo purpureo che, a mezz’aria, sembrava non riuscisse a stare fermo.
Alla sua vista gli occhi dell’uomo si sgranarono –Un Kurisutarumaunten*!-
-Esattamente, me lo ha passato di soppiatto il mio sensei prima che salissi sul tetto del tuo albergo… ora arrenditi!-
Gennosuke rimase in silenzio per poi scoppiare a ridere come un ossesso –Credi davvero che mollerei così? Proprio ora che sono ad un passo dalla metà?-
Naruto si preparò allo scontro, mentre il suo avversario si toglieva il mantello –Non te l’hanno insegnato che gli uomini messi con le spalle al muro possono rendersi più pericolosi di chiunque altro?-
Il genin osservò l’avversario, incuriosito: era bizzarro d’aspetto, indossava degli occhiali e aveva una lunga chioma nera, che gli arrivava fino ai fianchi, mentre i tratti del viso erano placidi, solcati da una rada barba incolta di due giorni .
Non assomigliava per niente ad un ninja “Beh ne ho incontrati ben pochi, a pensarci bene, di ninja che lo siano anche nell’aspetto…” si ritrovò a constatare.
Gennosuke fece la sua mossa.
Con un veloce movimento, si scagliò contro il suo avversario, armato di una wakizashi e Naruto estrasse a sua volta un kunai dalla sua sacca. Un cozzare metallico nacque dal loro primo incrocio.
Naruto si voltò verso il ladro per non perdere il contatto visivo; intrecciò le dita per comporre un sigillo, quando si accorse di un senso di bruciore alla spalla destra. Guardò e vide che c’era uno strappo e del sangue che gli inzuppava la maglia arancione.
Il ragazzo scrutò l’avversario “Ma come ha fatto?”
Aveva deviato il taglio della spada come era riuscito a colpirlo?
Gennosuke ripartì all’attacco e Naruto decise di portare a termine lo stesso la sua tecnica e un nugolo di sue copie gli si affiancò lanciandosi all’attacco.
Il mukenin si muoveva ad una velocità incredibile, quasi allo stesso livello di Kakashi, anticipando e parando tutte le mosse dell’avversario con la sua spada. In breve tutte le copie vennero distrutte e  Naruto dovette rincrociare le lame personalmente, con ancora il loro cozzare metallico a segnalare la fine dello scontro.
I due si divisero e il biondo sentì altri tagli, stavolta alla gamba e al fianco. Non riusciva a capire che stesse accadendo.
Non compiva gesti con le mani, quindi non stava usando jutsu, non percepiva movimenti di chakra… che tecnica era?
Gennosuke estrasse un’altra lama e lo assaltò nuovamente; stavolta non sarebbe finita in una semplice schermaglia.
Si scontrarono ancora ma stavolta Naruto aveva bloccato una delle lame con il kunai mentre la mano che stringeva l’altra venne bloccata da una suo nuova copia evocata all’ultimo momento. Distogliendo l’attenzione dalla punta della spada che per poco non gli aveva trapassato la pancia, incrociò lo sguardo del mukenin e vi vide un ghigno beffardo, lesse una luce maligna nei suoi occhi.
Un sibilo nell’aria. Naruto affidandosi all’istinto si scagliò all’indietro con un balzo, e si accorse di avercela fatta per un soffio.
Il doppione scomparve dopo essere stato tagliato in due, ma nonostante il salto anche l’originale percepì chiaramente una ferita sul petto, in corrispondenza di un nuovo strappo sulla maglia.
E fu allora che capì.
I capelli. I capelli di Gennosuke era l’arma tagliente che non riusciva a vedere; con dei rapidi movimenti della testa indirizzava le lame nascoste nella sua lunga chioma e in tal modo affettava il suo avversario, distratto dalle ben più visibili spade.
-Hai scoperto la mia tecnica, ma non sai come contrastarla… la traiettoria di queste lame è imprevedibile, e più ti avvicini peggio sarà per te… non hai scampo-
Naruto iniziò effettivamente a temere che non sarebbe stata una passeggiata… le ferite incominciavano ad appesantirlo e ora non aveva più neanche quella schifosa volpe nello stomaco a dargli il chakra necessario per guarire.
-È la tua fine!-
Gennosuke si lanciò verso il biondo, quando una figura si frappose tra loro, occultando il giovane.
“U-una ragazza?”
Sakura colpì il terreno con un pugno spaccandolo e obbligando il mukenin ad arretrare.
“Che forza mostruosa…”
Gennosuke alzò gli occhi incontrando quelli della kunoichi. Erano carichi di rabbia e pensò che se ne avesse avuto la capacità lo avrebbero volentieri incenerito.
La situazione stava per farsi più complessa, non poteva perdere troppo tempo. Il confine era vicino, poteva salvarsi con una rapida fuga… ma era anche vero che non glielo avrebbero permesso.
-Bel lavoro Naruto, sei riuscito trattenerlo il tempo necessario...-
Kakashi era arrivato in quel momento affiancando il biondo genin. Questi osservò i due compagni di team, e vide che aveva i vestiti laceri e in alcuni punti bruciati, soprattutto il suo Sensei.
-Che cosa vi è successo?-
L’uomo voltò la testa leggermente –Un piccolo incidente con delle esplosioni… niente di che…- 
Lo scoppio che aveva sentito in quel frangente all’ostello, tornò nella mente del biondo. Si diede dello stupido, non si era nemmeno preoccupato di controllare che cosa fosse accaduto… ma d’altro canto lui era un tipo che si fidava dei suoi compagni, credeva nelle loro capacità, e infatti eccoli li davanti a lui.
Non aveva bisogno di prove per sapere quanto fossero forti anche più di lui.
-Allora Naruto…- domandò Sakura, che non aveva distolto lo sguardo dal nemico per un solo istante ­– che tipo è?-
-È subdolo… nasconde delle lame nei capelli e attacca quando meno te lo aspetti-
Kakashi sollevò il copri fronte, rilevando l’occhio con lo Sharingan –I capelli eh?-
Estrasse un kunai e senza alcun preavviso corse verso Gennosuke. Questi lo attese, wakizashi in pugno, pronto a respingerlo.
Accadde tutto in pochi istanti.
Kakashi deviò l’affondo della prima lama con il kunai, mentre con un scatto verso il fianco destro dell’uomo schivò anche la seconda.
Vedendo il suo tentativo di arrivargli alle spalle, Gennosuke diede una scossa fluida ma violenta con la testa e i suoi capelli si abbatterono sul jonin, letali.
Kakashi si acquattò al suolo, afferrò qualcosa dalla sacca e la scagliò contro la mortale chioma del mukenin.
Naruto e Sakura furono colpiti dall’abilità del loro Sensei.
Il copia-ninja aveva imprigionato l’intera capigliatura del mukenin con un fil di ferro, alla cui estremità era fissata una sfera di metallo, come contrappeso.
-Maledetto… non possibile!-
Trattenuto com’era dalla salda stretta dello shinobi, Gennosuke non poteva scappare ed era anche vulnerabile ad attacchi.
-Ragazzi state indietro!- gridò all’improvviso Kakashi
A quell’avvertimento i due si tennero ancora in disparte e ciò attirò l’attenzione del mukenin: che cosa aveva intenzione di fare?
-Voglio farla pagare cara a questo pazzo assassino- proclamò con freddezza
Quasi invisibile tale era la sua rapidità, Kakashi compose alcuni sigilli con le mani, per poi porre due dita vicino alla bocca e al filo.
Gennosuke sgranò gli occhi “Tigre…?!”
-Katon: Tecnica del Drago di Fuoco!-
Fiamme vermiglie si sprigionarono dalla bocca di Kakashi, avanzando velocissime lungo il filo metallico; non appena raggiunsero i capelli dell’uomo divamparono ulteriormente, aumentando d’intensità.
In un urlo di rabbia Gennosuke riuscì a recidersi i capelli con un colpo di spada giusto in tempo, prima che le fiamme gli raggiungessero il viso.
Kakashi non si fece scappare l’occasione: composti velocemente altri sigilli caricò il Raikiri e si avventò contro di lui per finirlo.
Vedendoselo arrivare addosso, il mukenin riuscì a comporre anch’egli dei sigilli e ad interporre la mano sinistra verso il suo nemico.
-Futon:Kaze no Tenohira**!-
Kakashi venne investito da una folata di vento che per poco non lo fece sbalzare via, venendo afferrato in una presa, da Gennosuke stesso, per la mano elettrificata.
Lo shinobi non si era accorto che il chakra del fulmine era stato smorzato fino a scomparire dalla tecnica del vento del suo avversario, che ne aveva approfittato per avanzare e sorprenderlo.
-Credevi davvero…- disse l’uomo caricando di chakra l’altra sua mano – che non sapessi che il chakra del vento battesse quello del fulmine?-
Il colpo dritto allo stomaco fece volare per aria il corpo dello shinobi di Konoha, come fosse un pupazzo.
Venne preso al volo da Naruto, che riuscì a riportarlo a terra incolume.
-Sono uno studioso! Un ricercatore delle arti ninja!- gridava Gennosuke in preda all’ira
-Non sapete un briciolo delle cose che so io sulla natura della manipolazione del chakra e degli elementi! Siete solo un branco di boriosi pivelli, ragazzini privi della consapevolezza di ciò che rappresentano davvero i jutsu e le arti ninja!-
Quell’uomo, che era in quel momento davanti a loro, con i capelli in parte bruciati e recisi a forza, con i tratti del viso tirati, sfigurati quasi dalla rabbia e gli occhi neri, profondi e cupi dietro le piccole lenti, diede loro un senso di inquietudine e timore, come poche volte avevano percepito.
Gennosuke mise mano alla sacca che aveva con se estraendone un rotolo.
-Questa è la pergamena che state tanto cercando… Konoha ha giustamente timore di questa tecnica proibita, ma io la adopererò per forgiare un nuovo mondo! Un nuovo mondo che avrà inizio con la vostra fine…-
Prima che potessero impedirglielo, Gennosuke srotolò la pergamena e pronunciò a gran voce –Supēsu***!...Jikan°!... Kenryoku no iten°°!...Hashigo°°°!-
Un flusso di chakra di grandi dimensioni saturò l’aria, mentre file di ideogrammi incominciavano a comparire sulle braccia del mukenin, trasferendosi dal rotolo stesso.
Un brivido lungo la schiena percorse i tre ninja percependo quella sensazione opprimente come se l’aria stessa si fosse fatta più pesante .
Gennosuke scagliò lontano l’oggetto ormai superfluo e si oppose a i suoi inseguitori, guardandoli con occhi di sfida –Avanti gente di Konoha, venite tra le braccia del destino!-
 
 
* Letteralmente: “Cristallo del monte”
** Letteralmente: “Palmo del Vento”
*** Spazio
° Tempo
°° Trasferimento dei poteri
°°° Smagliatura
 
Beh che dire? Mi pare di aver fatto un lavoretto decente no? Recensite e fatemelo sapere dai! XD Dal prossimo cap maggiori spiegazioni su cosa sia questa storia! Grazie in anticipo e ciao!  

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Capitolo 2
*** Prologo (Seconda parte) ***


Prologo (Seconda parte)
 
 


Kakashi era sconcertato.
Una tale massa di chakra non l’aveva mai percepita prima, o per lo meno non dallo sprigionamento di una tecnica in rotolo.
Inoltre anche quei simboli marchiati a fuoco sulle braccia di Gennosuke lo inquietavano.
Non aveva mai visto nulla del genere.
-Ragazzi…- bisbigliò a suoi due allievi –mantenete la guardia al minimo accenno di pericolo, cercate una posizione riparata e poi contrattaccate in base a quello che faccio io-
I due annuirono convinti.
–Kakashi-sensei, che tecnica è quella?-
-Non ne ho la minima idea, so solo che era tenuta segreta pressi la sezione speciale di ricerca del ninjutsu… non so cosa stiamo affrontando ma certamente è pericoloso-
Il nukenin li guardò con un sorrisetto sghembo –Beh? Persa la baldanza? Non dovevate catturarmi o roba simile?-
Naruto venne trattenuto per il braccio da Sakura, prima che il biondo provasse anche solo a pensare di scagliarsi contro il moro
-Se non vi dispiace farò io la prima mossa… d’altro canto devo ancora impratichirmi nell’usare tutto questo potere!-
Gennosuke battè i palmi tra loro e una nuova scarica di energia divampò dagli ideogrammi sulle braccia.
-Ragazzi! Ora!-
Kakashi compose i sigilli più velocemente che potè scagliando stavolta un intera colonna di fuoco.
I palmi di Gennosuke si separarono e il nukenin frappose il solo braccio destro tra se e l’inferno infuocato che lo stava per travolgere.
Il braccio si illuminò di luce propria e la mano si strinse a pugno.
La colonna di fuoco svanì.
Nel nulla.
Come se non fosse mai esistita.
Kakashi era allibito e potè vedere chiaramente come quel bastardo si stesse divertendo alle sue spalle
-Oh, andiamo penso che sappiate fare meglio di così-
-Assaggia questo allora!-
Sakura era sbucata dal nulla alle sue spalle, i pugni ricoperti di chakra puro.
Gennosuke evitò per un soffio il primo colpo che andò ad infrangersi nel terreno.
Con una capriola Sakura si rimise in piedi e riprese a tempestarlo di colpi ma il moro era molto più rapido: afferrò il sinistro di Sakura con il palmo e fece lo stesso con l’altro.
Con una leggera pressione sui polsi la costrinse a piegarsi sulle caviglie, soggiogandola.
-Sei pronta ad essere incenerita, ragazza?-
-Non ci tengo proprio!-
Gli anni passati con Tsunade come maestra non erano stati affatto una perdita di tempo.
Una ginocchiata potenziata colpì Gennosuke proprio nello stomaco, mozzandogli il fiato.
-Sakura, SPOSTATI!-
Naruto stava piombando giù dal cielo con un Rasengan già carico mentre Kakashi arrivava dalla parte opposta, Raikiri attivo e sfrigolante.
Una combinazione micidiale.
Inevitabile.
All’improvviso Gennosuke scomparve alla vista, in un lampo di luce.
“Impossibile!”
Kakashi dovette sterzare bruscamente per evitare di investire i suoi allievi mentre Sakura acchiappò Naruto al volo evitandogli uno scontro ravvicinato con il suolo.
-Che cosa è successo?-
I tre ninja si guardarono intorno e trovarono Gennosuke a parecchia distanza da loro, ancora piegato in due dal colpo ricevuto da Sakura.
Sakura notò che teneva un serrato un braccio sull’altro e che gli ideogrammi erano privi della lucentezza di prima.
Ansimante ricongiunse i palmi tra loro e le braccia ritornarono a infiammarsi di energia.
-Come fa a farlo?-
-Piuttosto io mi domando con che razza di jutsu abbiamo a che fare-
Gennosuke si rimise in piedi una mano sulla parte lesa.
-Non c’è tempo- li interruppe il biondo -attacchiamolo prima che possa fare qualcos’altro di strano!-
Scattarono ma ora Gennosuke era pronto a riceverli.
Alzò il braccio destro in aria per poi abbassarlo con violenza come a voler scacciare una mosca.
I tre ninja si ritrovarono schiacciati al suolo.
Era una sensazione terribile, come se fossero costretti a sorreggere il peso di decine e decine di macigni.
Si sentivano inermi, senza fiato.
Un pugno alla bocca dello stomaco era la cosa più vicina che gli potesse assomigliare. Ma in realtà era indescrivibile.
Gennosuke nel frattempo si sentiva soddisfatto di se: il sorriso era tornato sul volto del nukenin.
Poggiò la mano al suolo e un enorme roccia eruttò dal terreno investendo i suoi avversari.
Naruto, Sakura e Kakashi non sentivano una sola parte del loro corpo che non gli facesse male.
La sua risata echeggiò rauca e deforme –Non lo trovate interessante?-
Avanzando verso di loro, iniziò a parlare con tono saccente –L’aria è impalpabile il più delle volte, nella forma abituale in cui noi la troviamo ogni singolo giorno ma in realtà essa ha un peso… come voi tre avete potuto constatare-
-Il vento è solo una delle manifestazioni con cui esso ci appare, la superficie… e lo stesso vale per i jutsu. Voi bambini, non capireste neppure la metà del potenziale che si potrebbe ottenere da una singola manipolazione della sostanza del chakra per la produzione di nuovi jutsu bellici o medici- continuò a parlare con una voce sempre più carica –Vi rendete conto di ciò che sono diventato? Cosa volete che siano le vostre miserabili tecnici delle quali non conoscete neanche il reale valore contro il potere di piegare la realtà al proprio volere?-
I tre ninja erano allibiti, non riuscivano a comprendere quell’uomo: si sentiva offeso per una loro presunta ignoranza nell’utilizzare le tecniche ninja, tanto da dimenticarsi che stava fuggendo dalle autorità di Konoha e dai suoi anbu?
-Perchè è questo ciò che sono i grado di fare: ora capite cosa significa mettersi contro il potere di un dio?-
Quell’uomo era pazzo, pensò Kakashi, non poteva esistere un potere del genere.
-Immagino che non mi crediate, ma poco importa, ve ne mostrerò il potere uccidendovi con esso-
Malconci e ancora con la sensazione di avere i polmoni letteralmente sotto una pressa, i tre shinobi non riuscivano a reagire in alcun modo alla situazione.
Gennosuke adocchiò il corpo riverso di Sakura -Che ne dici ragazza, inizio con te?-
A quelle parole viscide e cariche di perversa malizia, Naruto sembrò ritrovare a fatica la parola -Allontanati… im-mediatamente da lei, brutto figlio di…-
Il ricercatore lo colpì con un calcio in faccia -Taci, “eroe di Konoha”-
-Ti ho riconosciuto subito sai?- Naruto riuscì a riaprire gli occhi, nonostante sentisse il viso in fiamme, e vide il viso del bastardo scrutarlo sopra di lui -Eri un caso interessante fino a qualche anno fa… il ninja in grado di controllare il Kyuubi. La Forza Portate del Fuoco, ti chiamavano-
-Ma adesso come adesso…- Gennosuke toccò con lo stivale il volto di Naruto -…sei solo l’ombra di quello che eri durante la guerra, due anni fa; hai rinunciato ad una fonte di potere come quella dell’Enneacoda… alla fine era solo quell’essere demoniaco a renderti così speciale-
Gennosuke si abbassò a poca distanza dal volto, furente e sfigurato dalla rabbia, del biondo –Sei, solo, feccia ai miei occhi, Uzumaki Narut…-
Lo sputo di Naruto lo prese dritto in faccia.
-D’accordo stupido bamboccio! Il primo biglietto per l’inferno è tutto per te!- gli gridò in viso.
Levò il braccio al cielo ma un sibilo lo costrinse ad arretrare con una serie di balzi.
Una pioggia di kunai si conficcò al suolo, proprio dove si era trovato il fuggiasco, e tre figure mascherate si materializzarono al fianco dei ninja di Konoha.
Gennosuke riuscì a distinguere le maschere: gli anbu lo avevano raggiunto.
Prima che potesse anche solo fare un tentativo di fuga venne circondato da un intera squadra, tutti con le katane sguainate e rotoli a portata di mano, pronti al minimo cenno di ostilità.
-Sei in arresto, non osare muovere un muscolo-
 
 
-Avanti voi due dategli i primi soccorsi con i jutsu curativi, forza!-
-Sissignora!-
Kakashi sentì il tepore del chakra medico ed ebbe la forza di tirare su la testa.
-Allora copia-ninja… siamo giunti in tempo?-
L'uomo riconobbe quella voce…
-No ascolta, bada a lui per primo- Sakura stava parlando al terzo anbu, dimostrandogli che ora poteva applicare il chakra anche da sola.
-Tosta la ragazza, è una tua allieva Kakashi?- gli domandò ancora la donna-anbu
-Principalmente lo è di Tsunade-sama, ma si, diciamo che è una mia allieva-
Lo shinobi tentò un sorriso stiracchiato ma il dolore ai muscoli lo sentiva ancora; per lo meno aveva ricominciato a respirare regolarmente
-Chi è questa donna, Kakashi-sensei?-
Naruto che stava anche lui ricevendo le cure del medic-ninja, trovatosi a poca distanza dal suo maestro aveva ascoltato tutto e percepito una poco chiara intesa tra i due.
-Lei è… ecco…-
La donna lo anticipò -Sono una sua vecchia compagna di squadra, mi chiamo Karin-
Naruto strabuzzò gli occhi -Una compagna dei tempi della squadra Anbu?-
-Esatto!-
La donna era mascherata di tutto punto ma si riuscivano a vedere ancora i capelli nero scuro lucidissimi e un fisico che il biondo non trovò per niente male.
-Questo fortunello all’epoca era uno dei pochi che faceva per lo più squadra con due donne, e tutta la Radice ce l’aveva con lui per questo-
-Naruto non crederle… erano assegnazioni per lo più casuali-
Ma chissà per quale ragione il cervello dell’Uzumaki fu più portato a credere a Karin, donna che aveva appena conosciuto tra l’altro.
Per tal motivo si ritrovò a fissarlo con tutta la maledetta invidia che sapeva esprimere.
E Kakashi si ritrovò invece a pensare che, per certi aspetti, avrebbe dovuto lavorare di più alla sua immagine di maestro…
-Piuttosto di star qui a fare comunella, dovremmo pensare a quel bastardo! È estremamente pericoloso e…-
Sakura venne prontamente interrotta dalla donna –Tranquilla la mia squadra lo ha già circondato. Ora non ha più scampo-
 
 
-Che hai da ridacchiare?-
Gennosuke era ancora circondato dagli uomini della Radice che stavano pian piano avanzando verso di lui.
Cauti e letali, come i serpenti.
-Rido perchè fino a dieci minuti fa mi avreste preso con estrema facilità… ma ora…-
-Ti ridurremo a brandelli e porteremo ognuno di essi in un sacchetto all’Hokage se osi anche soltanto fare una mossa falsa!-
Gennosuke lanciò un’occhiata gelida all’anbu che aveva parlato.
-Credete davvero di poter catturare chi si trova ora più in alto di voi? Eh? Credete di poter mettere delle catene alle mie mani e di riportarmi a Konoha come un criminale?-
Fu la volta degli anbu di ridacchiare –Ma chi si crede di essere questo?-
-Io non mi credo, perchè io sono un uomo che ha trasceso la sua umanità-
Gennosuke iniziò a congiungere i palmi delle mani
-Ehi! Ti abbiamo detto di non muoverti!-
-Lo avete fatto ma ora è troppo tardi!-
Gli ideogrammi sulle sue braccia già rilucenti si rinfiammarono ancora una volta.
-Prendetelo!-
 
 
-Karin-san la prego ci ascolti!-
-State calmi, è tutto sottocontrollo!-
-Karin davvero devi ascoltarci-
I tre ninja si erano ristabiliti grazie alle medicazioni degli anbu e, nonostante non fossero ancora in perfetta forma, si erano messi a discutere animatamente con la donna per intervenire subito contro il ricercato.
Ma per Karin la questione sembrava già risolta e quindi il caso ora passava alla sezione dei ninja della Radice. Chi non ne faceva parte se ne sarebbe dovuto andare.
-Ora basta- Karin tagliò l’aria con una mano -Tornate sui vostri passi e…-
-Gennosuke è pericoloso!-
Sakura si ritrovò i suoi occhi verdi a fissarla severi –Lo siamo anche noi-
molto pericoloso-
-Non penso che tu debba spiegarmi il significato della parola, Kakashi-
-Beh, io me ne frego! Non me ne andrò lasciando perdere quello psicopatico, solo perchè me lo avete ordinato voi!-
Naruto le aveva dato le spalle e in quel preciso momento vide quello che stava accadendo all’altro gruppo.
E rimase senza parole.
Gennosuke era appena uscito da una specie di cupola di chakra, libero e con le braccia fiammeggianti come poco prima.
Il biondo lo vide sistemarsi gli occhiali con la mano destra e notò che teneva la sinistra serrata a pugno.
Che fine avevano fatto gli anbu?
-Ninja di Konoha!- gridò il nukenin –Questo è il vero potere!-
La mano sinistra si riaprì e la cupola sparì.
Un boato proruppe assordante, alle sue spalle.
Naruto potè vedere chiaramente i corpi degli anbu che lo avevano tenuto prigioniero, riversi al suolo carbonizzati.
-E ora toccherà a voi-
Le mani dell’uomo si ricongiunsero e una nuova, incredibile quantità di chakra iniziò a riversarsi come una corrente inarrestabile, rendendo le fiamme degli ideogrammi ancora più luminose.
I ninja di Konoha dovettero fare uno sforzo per non essere risucchiati da quella specie di vortice, facendosi scudo con le mani e puntando i piedi al suolo.
Le mani di Gennosuke iniziarono a plasmare il chakra, un chakra stranamente bianco, dandogli la forma di una sfera, talmente luminosa che pareva fatta di luce.
Ognuno poteva intravedere su quel viso smunto e come alterato nei tratti, un sorriso che non aveva nulla di umano: un sorriso diabolico.
Ciò che accade, avvenne nell’arco di pochi secondi.
Ma ai ninja sembrarono lunghi come anni.
Gennosuke rivolse la sfera verso i suoi nemici
-Addio-
Il colpo partì e la sfera luminosa si mosse ad una velocità folle.
L’energia di cui era pervasa sembrava fendere l’aria e la pressione che emanava distorceva lo spazio intorno ad essa.
In un attimo li aveva già raggiunti: Kakashi dovette agire d’istinto.
Attivò il Mangekyu Sharingan e un attimo prima che la sfera li travolgesse, riuscì a spedirla in un'altra dimensione.
Il riverbero del colpo fu tale da generare uno sbalzo di vento improvviso.
“Che jutsu incredibile… se ci avesse colpito, non saremmo stati i soli ad essere coinvolti nell’esplosione”.
Kakashi spinto all’indietro dal contraccolpo venne preso al volo da Naruto.
Le forze lo stavano abbandonando: l’energia richiesta dallo Sharingan questa volta gliele aveva prosciugate.
-Kakashi!-
Prima che i suoi compagni potessero anche solo muoversi verso di lui, Gennosuke era già in mezzo a loro; aveva uno sguardo colpito.
-Non male… ma non mi sarei dovuto aspettare niente di meno dal famoso Copia-Ninja-
-Prendetelo!-
Una tempesta di shuriken colpì il nukenin, ma la tecnica della sostituzione rese vano l’attacco.
Gennosuke era già su di loro: Karin venne colpita al viso finendo con lo sbattere contro un albero; la maschera da anbu andò in mille pezzi. I suoi due sottoposti furono più sfortunati.
Gennosuke afferrò il primo con la sinistra e gli torse il collo spezzandoglielo; il secondo volle fermarlo con un jutsu elementale
-Hyōton: aquila possente!-
Ma non fu più fortunato.
Gennosuke frappose ancora una volta il braccio destro verso il maestoso rapace di ghiaccio e questi si scompose in tantissime schegge; un cenno della mano e queste si conficcarono nelle carni del ninja che le aveva generate.
Abbassato il braccio Gennosuke si guardò intorno e vide solo il corpo svenuto dell’Hatake.
-Non possono essere fuggiti... dove saran…-
In quel momento Sakura e Naruto lo attaccarono in simultanea sincronia.
Naruto venne colpito da un manrovescio allo stomaco mentre il pugno di Sakura venne fermato da una presa al polso
-Sciocchi! Pensavate che sarei cascato in…-
Gennosuke si bloccò quando percepì la quantità di chakra che la ragazza stava accumulando. Sulla sua fronte comparve poi un simbolo, simile ad un rombo. E lui sapeva che cosa significava.
Sakura sorrise: divincolò il polso dalla presa e fu lei ad afferrarglielo stavolta
-Sei mio-
Doveva bloccarla, subito!
Le afferrò la fronte con la mano sinistra e Sakura fu pervasa da una forza invisibile ma che riusciva bene a sentire su e dentro di se.
Immediatamente il suo corpo si fermò, tutto si fece lento e nebuloso la sua mente si spense, sprofondando nell’oblio
L’ultima cosa che sentì fu come se qualcosa le stesse togliendo il possesso del suo stesso corpo. Fu terribile.
Gennosuke non potè tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo che subito venne colpito da un calcio di Naruto al viso, strappandogli la ragazza di mano.
-Sakura!!!-
Naruto la prese tra le braccia e la sentì inerme e priva di sensi.
-Sakura!-
La chiamò, ma lei non si ridestò, non gli rispose
Con le lacrime che gli pungevano il viso e un furore omicida che gli bruciava nel petto Naruto si voltò verso l’ex-ricercatore della Foglia che si stava massaggiando la guancia offesa .
-Che cosa lei hai fatto maledetto? Giuro che ti ammazzerò se hai osato…-
Non riuscì neanche a finire la frase: non ebbe il coraggio di pronunciare quelle parole
-Oh è viva non ti preoccupare-
Naruto spostò lo sguardo dalla compagna al nukenin, incredulo.
-Ho solo bloccato il suo tempo soggettivo. Ora è come se si trovasse in stasi, tutte le sue funzioni vitali sono a posto ma il suo “campo temporale” è bloccato per… diciamo poco più di dieci minuti-
Naruto non capì una sola parola di quello che gli aveva detto quel pazzo, un po’ perchè si esprimeva strano e un po’ perchè aveva in testa una sola cosa: “Sakura è viva, Sakura è viva!”
-Uzumaki Naruto, sei così attaccato al tuo piccolo mondo che non riesci a comprendere il quadro generale, la mia visione delle cose-
Naruto appoggiò delicatamente il corpo di Sakura sull’erba e rivolse uno sguardo duro al nukenin –Sei solo un pazzo omicida. Un stronzo con manie di grandezza che non si fa scrupoli nell’ammazzare la gente. Ecco ciò che penso di te-
Gennosuke sbuffò –Se io guardassi con i tuoi occhi, vedrei sempre e solo il piccolo, noioso e patetico mondo di tutti i giorni. Giorno dopo giorno, sempre uguale…-
Si guardò le mani  e poi nuovamente puntò gli occhi su quelli azzurrissimi di Naruto –Ma se tu guardassi attraverso i miei, ti si aprirebbe un intero paesaggio che farebbe impallidire ogni luogo su cui tu prima abbia posato lo sguardo… scopriresti di come il nostro mondo non è che un’isola di un enorme arcipelago, in cui vi sono altre isole simili e diverse al tempo stesso, uguali e opposti alla nostra-
-E allora tu capiresti per cosa io stia lottando, capiresti che i basamenti su cui si basa la nostra “isola” possono essere modificati, cambiati… e i grandi frutti che il potere che ho liberato permetterà di cogliere-
Naruto lo fissò in silenzio.
Chiuse gli occhi, incrociò le mani componendo un sigillo e sette coppie comparvero alle sue spalle.
Gennosuke non reagì, perchè vide che quei cloni d’ombra stavano semplicemente spostando i corpi dei compagni del biondo, allontanandoli da quel luogo.
Portandoli al sicuro.
-Tu parli difficile Gennosuke, ma a quanto ho capito sei alla ricerca di qualcosa... di qualcosa per cui saresti disposto a fare qualunque sacrificio-
-Benchè semplicistico possiamo dire che sia così, si-
-Bene, perchè anch’io sono disposto a fare qualsiasi cosa per difendere le persone a me care- le copie di Naruto lo puntarono con i rispettivi indici -e se tu sei intenzionato a metterle in pericolo allora è mio dovere fermarti, a qualunque costo!-
Gennosuke riavvicinò nuovamente i palmi, l’uno contro l’altro -Hai preso la tua decisione allora…-
Le fiamme ripresero nuovo vigore e nuovamente una scarica di chakra sembro impregnare l’aria.
-Questo è il mio essere uno shinobi-
All’improvviso intorno alle palpebre abbassate di Naruto si formarono delle voglie vermiglie e Gennosuke percepì uno strano movimento nel flusso del chakra del ragazzo.
Naruto aprì gli occhi e vide che erano cambiati: ora l’iride era gialla e la pupilla più allungata e orizzontale.
“Sembrano gli occhi di un rospo”
Naruto e le sue due copie si misero in guardia, pronti allo scontro.
Gennosuke non capiva, ma avrebbe dovuto fare comunque attenzione.
Si era appena ricordato l’altro soprannome che gli shinobi di Konoha avevano affibbiato a quel ragazzo prima che diventasse l’eroe del Villaggio, e che ora usavano ripetere più come pregio che come presa in giro: “Ninja più imprevedibile della Foglia”.
 
 
 
 
 
 
 
Beh che vi devo dire? Ho aggiornato questa vecchia fic dopo mesi e mesiorum ma ho intenzione di proseguirla stavolta (passati gli esami del 10 Luglio… che palle) perchè ho dei grossi piani per questa fic, poi vi spiegherò meglio, anche se sono sicuro che molti azzeccheranno.
Vi chiedo solo di supportarmi (e al massimo sopportarmi XD) grazie alle vostre recensioni che ci crediate o meno, mi danno sempre la carica giusta!
Bene finito questo breve discorso, vi saluto e ci rivedremo con la terza e ultima parte del Prologo qualche giorno dopo il 10 Luglio, okay?
Bon, ciao a tutti! XD 

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