Eyes

di Ababyworld
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** notizie inattese ***
Capitolo 2: *** la visione di lei ***
Capitolo 3: *** Perchè Phil??? ***
Capitolo 4: *** Scomparsa improvvisa ***



Capitolo 1
*** notizie inattese ***


Premeva il bottone con tutta la sua forza ma niente “ nada”; questa volta aveva fallito, aveva deluso tutti, anche sè stesso, come quando un politico non riesce a portare a termine il suo piano o un eroe non riesce nella sua missione per la pace nel mondo. La realtà era proprio quella, se non per una piccola differenza: colui che ha fallito non è né un politico né tanto meno un eroe, Dam è solo uno studente dell'ultimo anno che pratica per diventare tecnico informatico. Forse qualcuno si aspettava qualcosa di romantico, un po' sdolcinato ma non è questo il caso, dato che Dam è semplicemente...

Insomma ragazzo l'hai aggiustato o no quel catorcio?” Per chi non lo sapesse questo è il signor Roland, proprietario della villa situata proprio accanto alla casa di Dam.

Mi scusi ma deve portare un po' di pazienza, il suo computer è proprio messo male, a che decennio risale, scusi? Non so se ne è al corrente, signor Roland, ma siamo nel ventunesimo secolo e questi marchingegni si trovano solo al...museo.” Dam riuscì a scherzare anche da sotto la scrivania, ma ormai il vecchio Roland era abituato a quelle battute dato che conosceva Dam da ormai nove anni.

Dam si era trasferito lì da Edimburgo, la famosa città della Scozia, conosciuta per il magico castello del quale avrete probabilmente sentito parlare, ma tralasciando questi particolari, il giovane protagonista aveva solo dieci anni quando la madre, Petra, lo costrinse a fare le valigie per andare a vivere a San Diego, città californiana. Inizialmente Dam fu traumatizzato dal cambiamento, anche perchè il motivo per cui avevano dovuto fare ciò era la separazione definitiva tra i suoi genitori; ovvio, per quale motivo avevano dovuto allontanarsi in quel modo dal padre? Petra era spaventata dall'idea di poterlo ancora incontrare dopo che lui l'aveva maltrattata per tutti quegli anni, e quando si rese finalmente conto di dover distanziare anche il figlio dalla presenza negativa del padre,Jordan, aprì la pagina di Google e iniziò a cercare un'offerta di alloggio in qualsiasi parte del pianeta. Dam fu fortunato perchè per poco rischiò di andare a vivere in Alaska, ma per grazia del cielo l'offerta era scaduta da tempo e la madre accettò quella seguente, ossia la California.

Dovrò tornare domani per cambiare un pezzo del motore del computer, purtroppo si sono disattivate alcune funzioni e inoltre il suo pezzo da museo' avrebbe bisogno di una ripulita...una profonda ripulita” Dam parlò quasi con disprezzo nei confronti del vecchio rottame, ma quando uscì da sotto la scrivania e alzò il suo sguardi infantile verso quello stanco e offeso di Roland si rese conto di essere stato arrogante, perciò si mise in piedi con un salto leggero e tese la mano al vecchio vicino.

Amici come prima signore?” Si può dire che il suo viso sincero, ma allo stesso tempo misterioso e intrigante, stava venti centimetri al di sopra di quello dell'anziano, infatti Dam aveva un fisico invidiabile, con il suo metro e novanta d'altezza e i suoi muscoli ben scolpiti ma non troppo esagerati, era sempre stato considerato un modello per i compagni di pallacanestro. Questo era sempre stato il suo passatempo preferito, anche se avrebbe trionfato in qualsiasi altra disciplina sportiva, e fino ad allora era riuscito a praticarlo organizzando i tempi di lavoro: tre lavoretti al giorno, un'ora di compiti e poi poteva coltivare la sua passione per quel pallone tondo e da certi punti di vista troppo pesante e arancione, ma per Dam tutto ciò era parte essenziale della sua vita, insieme all'informatica.

Bene, ora la devo salutare Roland, passerò domani pomeriggio per terminare il mio lavoro.”

No mi dispiace Dam, domani sono proprio occupato, torna la mia nipotina, Lya, quella con cui giocavi qualche anno fa, non so se hai presente...”

Certo che la ricordo, come potrei dimenticarmi di Lya.” Lo diceva quasi seccato, dato che l'ultima volta che si erano visti, lei gli aveva detto 'addio per sempre, io me ne devo andare e tra noi non funzionerebbe mai...'. Ormai Dam aveva rimosso il ricordo di Lya dalla mente, ma il posto dal quale non l'aveva lasciato uscire era il cuore, infatti da allora non aveva trovato neanche una ragazza che andasse bene per lui; quando le sue compagne di scuola gli chiedevano di uscire, lui trovava sempre la scusa che doveva allenarsi, lavorare o addirittura fare il baby-sitter a suo fratello di undici anni. Accorgendosi di quanto dolorosa e allo stesso tempo aspra fosse l'impronta che Lya aveva lasciato nella sua vita, Dam si sentì quasi crudele ed egoista dato che la poveretta aveva perso la madre l'anno prima, circa otto mesi dopo che si erano lasciati. Era successo in un incidente, la donna si aggirava per le strade di Tokyo a notte fonda, quando un furgone la investì facendola balzare fuori dalla macchina; da quel momento in poi Lya aveva dovuto affrontare una terapia per riprendersi dal trauma che le aveva segnato definitivamente la vita e dopo aver terminato le cure si era decisa di tornare dal nonno Roland. Non è il caso di chiedersi che ne era stato di suo padre perchè la ragazza non l'aveva mai conosciuto.

Scusi, ma come mai Lya ha deciso di tornare? Non si era trasferita dagli zii a New York?” Dam non sapeva cosa aspettarsi dal suo ritorno a San Diego.

Lì non si trova a suo agio come da noi; io le ho proposto di tornare e le ho anche detto che l'avrei accolta a braccia aperte. Non hai idea di quanto fosse felice, mi ha promesso che appena sarà arrivata preparerà qualche specialità di Tokyo...e ora che ci penso, dovresti farmi un grande favore: domani l'aereo atterrerà alle due e dato che io non ho più la patente da un pezzo...sai, ormai a noi vecchi non danno più la possibilità di guidare e poi...”

Andrò io a prenderla, non si preoccupi!” Dam andò subito al punto, senza vagare in discorsi vuoti e spesso inutili.

Ah, ti ringrazio veramente di cuore. Ovviamente ti pagherò per il tuo serviz...”

Assolutamente no” Ora Dam aveva un'espressione tesa, e per non doversi giustificare con il vicino per la sua irascibilità, tagliò corto ”Lo faccio volentieri, mi creda Roland. Ora devo proprio andare, ci si vede domani allora. Mi raccomando, non tocchi il computer fino a quando non l'avrò aggiustato.”

Dam era quasi alla porta, quando Roland gli fece un cenno con la mano perchè tornasse indietro.

Domani sera sei invitato qui da noi, potremmo cenare tutti insieme, che ne dici? Tu e Lya avrete molte cose da raccontarvi presumo e...spero” Dam, osservando gli occhi di Roland, grigi e ormai non più giovani, ma pieni di speranza, capì quanto l'anziano ci tenesse a far sentire la nipotina a casa e sicuramente non sarebbero stati i sentimenti di un ragazzo egoista a distruggere i sogni del buon uomo. Non potè rispondere altro che 'Sì', e fu proprio quella risposta a scatenare in lui per tutta la notte una tempesta di emozioni, che esplosero come fuochi d'artificio in un cielo stellato. Forse Dam sapeva che qualcosa dentro di lui sarebbe cambiato dal giorno seguente, ma qualsiasi cosa fosse, promise a se stesso che avrebbe cercato in tutti i modi di reprimerla.

E tutto questo per non soffrire.

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Capitolo 2
*** la visione di lei ***


Driiin, driiin...

Alzati Dam. Sei in ritardo per la scuola” Petra non tardava mai, e così voleva fosse anche per il figlio “ Ti vuoi spicciare?!”

Solo cinque minuti e poi scendo.” Peccato che Dam avesse appena spento la sveglia.

Petra stava salendo le scale; il fastidioso ticchettio provocato dalle sue nuove scarpe era uno dei motivi per cui Dam avrebbe voluto andarsene di casa, ecco perchè la madre, astuta, le indossava sempre la mattina per svegliarlo dai suoi dolci sogni. Aveva spalancato la porta della camera con un'espressione in viso tutt'altro che serena; solitamente i capelli neri e luminosi le ricadevano sulle spalle con una leggerezza quasi assurda, ma in quel momento l'unica cosa che si poteva notare era una massa deforme che le ricopriva la testa lasciandole scoperti solo la bocca e il naso. In una situazione più piacevole si sarebbero notati gli occhi verdi e grandi, sempre pronti a far sorridere e a ravvivare gli animi tristi; per Dam, Petra era l'esempio puro della bellezza della vita e negli anni seguenti la separazione tra i genitori, il ragazzo aveva scoperto i lati più nascosti e positivi della madre.

Ti giuro figliolo che, o ti alzi immediatamente da quel letto o ti buttò a terra con la forza”

Ok ok” disse Dam che, spaventato dalle minacce della madre, si alzò alla velocità della luce” eccomi. Ora mi preparo e vado a scuola; e ricordati che non vengo a casa per pranzo...appena finisco le lezioni devo andare all'aeroporto a prendere Lya, te ne ho parlato ieri, ricordi?”

Certo che ricordo, non sono così vecchia come credi. Ok Dam, ora devo andare” Si avvicinò al figlio e appoggiò delicatamente le labbra sulla sua fronte “ Ci sentiamo più tardi!” Stava uscendo dalla porta, portando con se quell'insopportabile ticchettio “ Vieni Josh, ti porto a scuola!”.

Dam nel frattempo stava osservando il soffitto della camera con occhi ancora sognanti; si poteva notare in quel blu oceano una malinconia causata probabilmente dal suo impegno pomeridiano.

Una testa bionda si affacciò alla porta della camera di Dam “ Ciao innamorato!” lo salutò Josh, il fratellino.

Ciao campione! Aspetta, come mi hai chiamato?” Ma il ragazzo era già uscito di casa facendo sbattere forte la porta, era in via di fuga per non rischiare di prenderle dal fratello.

Josh aveva una dote sovrumana, riusciva a intuire che stato d'animo avessero le persone anche solo con un'occhiata. Petra approfittava spesso della qualità del figlio per capire quali emozioni provasse Dam e ciò le era molto utile per stargli vicino e per comprendere quali problemi avesse.

Dam stava per precipitare nuovamente sul materasso, ma appena vide l'orologio a dondolo appeso alla parete della sua camera, iniziò a correre su e giù per le scale chiedendosi nel frattempo quali fossero i suoi migliori vestiti da indossare. Aprì l'armadio alla ricerca di una T-shirt nera e proprio nell'angolo più remoto del suo guardaroba notò una busta con all'interno una maglietta maniche corte grigia, un colore che si avvicinava di gran lunga al nero, ma si potrebbe dire che addosso a lui assumeva altre sfaccettature. Sembrava più un viola, la classica colorazione di un cielo notturno dopo la tempesta, ma per chi non era così spigliato da cogliere questo particolare così romantico poteva tranquillamente dire che quel colore donava a Dam un'aria elegante e decisamente apprezzabile dalle ragazzine.

Alla maglia abbinò un paio di pantaloni dal ginocchio, a quadri scozzesi bianchi e rossi; prima di uscire di casa controllò di aver inserito il codice di sicurezza sul suo portatile, era diventata un'abitudine da quando aveva iniziato a lavorare ad un progetto “super secret”.

Mentre percorreva con la sua auto nera il tragitto fino alla scuola, si accorse, guardandosi allo specchietto retrovisore che non aveva pettinato i capelli, ma facendo una smorfia pensò ' alle ragazze piacciono i capelli un po' spettinati... ma cosa sto dicendo?! Io non devo fare colpo su nessuno, specialmente per quanto riguarda Lya', e passò la mattinata seduto in classe senza spiaccicare parola con nessuno: odiava troppo il fatto che stesse nuovamente cadendo nella trappola della bella ragazza dal fascino insuperabile.

Durante l'ultima ora, intanto che il professore di scienze spiegava la teoria di Darwin per la centesima volta, Paul, compagno di banco di Dam e suo migliore amico iniziò a scarabocchiare su un pezzo di carta alcuni messaggi per il ragazzo, il quale però non sembrava affatto essersi accorto dei bigliettini. Così Paul passò ad un'altra strategia per attirare la sua attenzione: si avvicinò all'orecchio dell'amico e gli sussurrò con una voce roca ' il mio computer è andato di nuovo in tilt, penso sia un problema legato al virus “Marvin”, ho sentito che sta diventando una moda spedire virus in giro per il web...'

Aspetta, di che virus stai parlando? Non l'ho mai sentito, non farti togliere le parole di bocca...” Dam non si accorse che stava quasi urlando, e quando se ne rese conto tutti lo stavano già fissando, compreso il professore...

Dam Stewart, vuole deliziarci con la sua storiella? Prego faccia pure, non ha interrotto niente d'importante, solo la fantastica descrizione di uno studio che ha cambiato l'universo intero, che si è protratto per anni e che...” Seguendo questo ritmo, il signor Rocklig continuò a parlare per il resto dell'ora.

Nel frattempo, all'utimo banco, Paul era riuscito finalmente a dialogare con Dam.

Si può sapere che ti prende amico, prima resti imbambolato per quattro ore senza dire una parola e poi tutto ad un tratto ti risvegli e cominci ad urlare? Che ti sta succedendo? Lo sai che a me puoi dirlo...non ti prenderò in giro se mi confidi un tuo segreto...tipo che sei, non so, diventato...'gay'! Tanto per fare un esempio.”

Mi stai prendendo in giro? Io 'gay' “ sul viso di Dam era apparso un mezzo sorriso, sorpreso e allo stesso tempo scandalizzato “ Ok, ti spiegherò qual è il problema ma non ora, se Rockling mi becca a blaterare ancora sono fregato...matto com'è potrebbe darmi da studiare un libro intero su Darwin, e ora non ho proprio il tempo per questo...sto lavorando al mio fantastico progetto informatico. A proposito, di che virus parlavi prima?”

Se ogni tanto leggessi i giornali lo sapresti...c'è un nuovo virus in giro per il web, lo hanno chiamato “ Marvin” e a quanto pare è una forma di virus mai vista prima. Dopo che è entrata all'interno del computer, è impossibile eliminarla...” Paul era quasi spaventato da ciò che diceva.

E il tuo computer è stato infettato dal virus?”

No, era un modo per svegliarti dal coma scolastico...o qualsiasi altra cosa fosse.”

In quel preciso istante suonò la campanella della fine della lezione.

Ok” aggiunse Dam “ si tratta di qualcosa di complicato, comunque ne riparleremo più tardi. Adesso devo proprio scappare.” E si alzò dalla sedia, uscendo dalla classe come se stesse per perdere un treno.

Tra un'ora sarebbe atterrata Lya e di certo non poteva lasciarla aspettare lì all'aeroporto come se nessuno si fosse ricordato di lei. Dam salì in macchina alla velocità della luce, e per un attimo non lasciò cadere la sua cartellina con gli appunti di quella mattina, se appunti si possono chiamare dato che l'unico soggetto dei fogli era un cuore rosso attraversato da una freccia piegata sul finale come a formare una “L”.

Nel parcheggio della scuola iniziavano a formarsi ingorghi a causa dei genitori, credendo alla teoria che i figli dovevano essere controllati dal momento in cui uscivano da scuola fino a quando non gli venivano rimboccate le coperte, attendevano la fine delle lezioni fuori dalla porta di scuola, parcheggiando i loro carri armati di misure stratosferiche in parcheggi in cui ci sarebbero state due automobili normali.

Dam fu obbligato a dimostrare tutta la sua pratica nella guida zigzagando con la sua Ford nera; tempo addietro si sarebbe trovato nel panico in una situazione simile, ma questa volta sapeva che era per una buona causa e che certamente si sarebbe stato più impacciato e in difficoltà nel seguito della giornata.

Quando finalmente uscì dal quartiere in cui si trovava la scuola, entrò nella strada principale dove la situazione non era di certo migliore data l'ora di punta; a tre chilometri dall'aeroporto di San Diego, come se non bastasse, venne fermato dai vigili.

' Salve, potrebbe mostrarci la patente?'

' Sì, subito.' Disse Dam tendendo la mano fuori dal finestrino per consegnarli una tessera rosa plastificata all'esterno; il vigile che gli aveva gentilmente chiesto il documento era basso e paffuto, portava gli occhiali da sole grigi, dai quali si scorgevano due fessure intente a scrutare nella vita privata del giovane. Lo stesso non si poteva dire per l'altro vigile che però se ne stava per conto suo, sul ciglio della strada pronto a fermare un'altra vittima dei loro controlli quotidiani; quest'ultimo era alto e magro, portava gli occhiali da vista e sotto il naso metteva in mostra due baffi neri e apparentemente finti, sembrava quasi che sulle punte formassero due spirali.

Dam osservava inquieto il vigile paffuto che con molta calma verificava i dati della patente del ragazzo; “ chissà che si muova” pensava Dam scoccando un'occhiata all'ora. Mancavano quindici minuti alle due e lui si trovava ancora nella strada che portava all'aeroporto, l'ansia cominciò a farlo sudare.

In quel momento il vigile gli si avvicinò rivolgendogli un sorrisetto indagatore.

' Dove stai andando di bello a quest'ora?' Gli chiese l'uomo appoggiandosi la mano destra sul fianco.

' Devo essere all'aeroporto tra un quarto d'ora per prendere un'amica che arriva da Tokyo.'

' Interessante, viene a trovarti per caso?'

' Sta tornando a casa dopo aver vissuto alcuni anni in Giappone, cosa c'è di strano?' Chiese Dam iniziando a innervosirsi.

' Niente niente, solo curiosità. Comunque, ' Aggiunse tendendogli la patente' qui è tutto regolare; mi raccomando sii prudente per le strade. Sei così giovane, non si sa mai quello che può succedere... Buona giornata' Il vigile battè soddisfatto la mano sulla portiera dell'auto e con un cenno salutò Dam, andando verso il suo collega.

Sì, dopo avermi augurato di finire sotto un camion, ma augura buona giornata, brutto imbecille...” pensò Dam mentre si rimetteva in strada. Diede un'ultima occhiata all'orologio e si rese conto che mancavano solo dieci minuti. Gli ultimi chilometri per arrivare all'aeroporto li percorse a novanta all'ora, come se volesse far avverare la profezia del vigile del malaugurio. Alle due in punto entrò nel parcheggio dell'aeroporto; uscito dalla macchina si piegò sul finestrino dell'auto per controllare il suo aspetto dopo aver affrontato quei pericoli.

Mentre entrava in aeroporto, lo stesso dal quale era uscito nove anni prima, vide due ragazze guardarlo con occhi pieni di desiderio, era quasi schifato dal modo in cui ammiravano i suoi muscoli, così per fuggire da quella situazione imbarazzante accellerò il passo e raggiunse la sala di attesa.

Non sapeva se la cosa migliore fosse sedersi su una panchina ed attendere, oppure rivolgersi ad un'assistente per informarsi sul volo che proveniva da Tokyo. Scelse la prima opzione e si mise comodo su una poltroncina della sala accanto; davanti a lui passavano continuamente scolaresche con bagagli enormi, famiglie tutte unite che si guardavano attorno spaesate, quasi fossero capitate in un altro mondo.

In effetti la California è un pianeta parallelo rispetto ad altri posti: la vita è una continua corsa verso l'obbiettivo, molte suole ti danno la possibilità di diventare qualcuno e parecchie persone sono pronte a sostenerti nell'impresa. Peccato che senza soldi le aspettative siano più scarse e deludenti, ma sicuramente maggiori rispetto ad altri luoghi nel mondo dove non c'è neanche la garanzia di un futuro.

Mentre Dam fantasticava sulla sua vita e su quanto fosse riuscito a realizzare fino a quel momento, vide uscire una folla di gente dall'uscita degli arrivi. Si sentì da un'altoparlante provenire una voce stridula, la quale informava i clienti dell'aeroporto che era atterrato il volo di Tokyo. Il cuore di Dam gli balzò in gola. ' Stai calmo' continuava a ripetersi mentalmente. Osservava impaziente la folla di passeggeri immaginando di vederla. Un attimo dopo gli parve quasi di poterla scorgere tra gli uomini grandi e grossi che sorvegliavano l'aeroporto. Forse si stava sbagliando. Dam non riusciva a credere che quella visione fosse reale: Lya stava andando verso di lui; proprio lei, quella vera, quella che lui aveva amato. Il ragazzo era ancora nel bel mezzo dei sogni, ma quando lei gli fu accanto, Dam riconobbe quella presenza dolce e confortante che da tempo non sentiva.

Dalle labbra della ragazza uscì una parola breve, ma bastò a far sì che il mondo attorno a Dam smettesse di girare.

 

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Capitolo 3
*** Perchè Phil??? ***


Dam! Tutto ok? Perchè non mi rispondi? Cosa ti prende?” Lya lo stava fissando con i suoi occhioni azzurri, preoccupata del fatto che Dam non rispondesse “ Insomma Dam, mi stai prendendo in giro, se è uno scherzo ti giuro che non mi sto divertendo”.

Un ragazzo arrivò di corsa con un fazzoletto bagnato in mano. Era alto, con i capelli castani e un po' lunghi dietro, sembrava avesse origini giapponesi, anche se i lineamenti erano molto vaghi. Indossava una camicia bianca e un paio di jeans ad effetto sbiadito, dall'aspetto e dal portamento che aveva, doveva essere un ragazzo di buona famiglia.

Ti ingrazio Phil!” Lya tese una mano verso di lui per afferrare il fazzoletto “ non capisco, continua a guardare un punto fisso, ma non risponde alle mie domande... Ho anche provato a muoverlo, ma sta qui in piedi come se fosse imbalsamato...” La ragazza era molto agitata, non smetteva di passare il viso di Dam con il fazzoletto bagnato, senza ottenere risultati.

Il ragazzo che Lya aveva chiamato Phil la stava fissando intensamente, come se volesse leggerle nel pensiero “ Lya non ti preoccupare, adesso lo sveglio io in qualche modo”. Stava riscaldando la mano destra, in maniera molto accurata, come se stesse per tirare un ceffone a qualcuno...

Ahi ahi ahi, che dolore! Ehi, ma..ma che diamine ti prende...stai cercando la rissa, perchè se è così...” Lya fece in tempo ad aggrapparsi a Dam in modo da frenare l'adrenalina che stava crescendo nel suo corpo.

Phil l'aveva risvegliato, in modo un po' brusco dato che uno schiaffo non era la maniera migliore per risolvere una situazione di quel genere.

Dam, aspetta. Lo ha fatto solo per aiutarmi, ero preoccupata per te...”

E perchè mai?”

Non sono di certo io quella che si è addormentata in piedi isolandosi dal resto del mondo.”

Davvero? Non me ne sono reso conto...non capisco proprio cosa sia stato. Forse, proprio non saprei...”

Per la prima volta Phil entrò nel discorso: “ Tranquillo. Hai avuto un momento di smarrimento, è giustificato dato che hai appena rivisto la ragazza più bella e più simpatica del mondo. Mi basta solo che tu non cerchi di vendicarti dello schiaffo...mi dispiace, ma era necessario.”

Dam era perplesso, rimase qualche secondo a pensare, ma poi, per non rischiare di prendersi un altro ceffone, dimostrò di essere sveglio. Si grattò la testa come segno d'imbarazzo ( era un vizio che aveva dall'età di sette anni, quando guardava i cartoni giapponesi e imitava tutte le loro azioni, anche quelle più banali) e si girò verso Lya guardandola finalmente negli occhi. Era come se non se ne fosse mai andata, era lì di fronte a lui dopo due anni che non si vedevano, e Dam aveva la sensazione di non averla mai persa, e di poterla ancora amare come se il passato non ci fosse mai stato. Quello che tontava per Dam era solo il presente.

Lya, mi..mi dispiace molto” fece una breve pausa “ Veramente io non so come sia potuto succedere, dopo tutto questo tempo sono riuscito a farti preoccupare anche questa volta. Sono un imbecille, scusa, di cuore.”

Nello sguardo di Lya si intravedeva un sorriso sarcastico, perfino Dam rimase sorpreso da quell'espressione della sua rag..amica.

Ora mi puoi spiegare perchè quel sorriso?” le chiese Dam, perplesso.

O caro il mio Dam, l'hai detto proprio tu, dopo tutto questo tempo...vuoi anche che ti rimproveri per avermi fatta preoccupare? Sono stata sciocca, non so neanche io cosa mi sia preso prima, perdonami: non avrei dovuto esagerare con la mia preoccupazione sapendo che Phil, insomma, ti avrebbe colpito. Mi dispiace davvero tanto Dam.” Lo stava fissando con occhi imploranti il perdono; Dam era sbalordito dalla situazione che si stava verificando. Lei gli chiedeva perdono...lei che era appena tornata.

Ma la cosa che più tormentava Dam era: Phil. Come faceva Lya a sapere il suo nome? Si conoscevano forse, o probabilmente era un semplice impiegato dell'aeroporto. Dam muoveva lo sguardo da Lya a Phil, da Phil a Lya, ma non capiva. Ammettendo comunque che Dam non fosse uno sveglio, anche un neonato avrebbe compreso la situazione se solo avesse guardato con attenzione gli sguardi che i due si scambiavano. Così, data la sua incapacità mentale, si decise a chiedere spiegazioni a Lya; il viso della ragazza diventò rosso, non come il pomodoro, peggio, sembrava stesse per esplodere dalla vergogna che provava in quel momento.

Lya sperava che Dam capisse tutto senza doverle fare domande imbarazzanti, se qualcun' altro le avesse chiesto una cosa così non si sarebbe posta nessun problema a rispondere, ma se, come in quel caso, la persona era il suo ex, allora le cose cambiavano. Assolutamente.

Dam non avrebbe mai osato farle quella domanda, se solo avesse immaginato la risposta. Di questo se ne pentì amaramente.

 

Il cartello indica che mancano ancora sei chilometri per arrivare nel centro. Tra poco siamo a casa Lya, potrai finalmente riabbracciare tuo nonno.” Phil stava sul sedile posteriore accanto alla sua ragazza, che sembrava tutt'altro che interessata ad ascoltare il suo fidanzatino. Il suo sguardo era rivolto sul sedile anteriore, quello del guidatore; Dam teneva gli occhi fissi sulla strada, niente lo distraeva, ma non perchè fosse un autista prudente: l'unica motivazione era data dal fatto che non voleva incrociare l'espressione addolorata di Lya. Non voleva la sua compassione, anche perchè non sapeva in che modo guardarla, se con disprezzo o con indifferenza. Nella mente di Dam c'era un qualcosa, di minuscolo e nascosto, un pensiero che lo spingeva a fregarsene della situazione, dopotutto lei poteva rifarsi una vita con chiunque, senza dover rendere conto ad altri delle sue scelte personali.

Dam! Stai lavorando a qualche progetto? Lya mi ha raccontato che sei molto ambizioso, intendi diventare un informatico di alti livelli. Sbaglio?”

Dam sospirò, come se quella fosse l'ennesima volta che gli veniva posta una domanda del genere sul suo ' futuro'. “ Sì, ti ha detto bene. Voglio diventare un esperto di computer e...sto lavorando a dei progetti per cambiare la realtà in cui viviamo. Niente di speciale”

E potrei chiederti di cosa si tratta?” Phil sembrava incuriosito. Nel frattempo stava mettendo il braccio destro attorno alle spalle di Lya.

Dam era fermo ad un incrocio, così potè girarsi e squadrare il viso del suo nemico. “ Non sono affari che ti riguardano.” gli disse con i denti quasi serrati e con occhi inferociti. Poi si voltò verso la strada, anche perchè si era accorto del braccio di Phil.

Ok amico. Tranquillo, era solo curiosità...”

Bene, come vedi non sono un tipo interessante, vai da qualche altra parte a cercare notizie di gossip.”

Lya non riusciva ad ascoltare ciò che si stavano dicendo, il cuore le batteva forte. Adesso che era tornata dal nonno sperava di ritrovare un po' di serenità, ma con Phil e Dam così vicini, sicuramente non poteva ottenere molto. Si doveva abituare alla situazione, non poteva fare altro se non stare zitta e fissare gli occhi del suo ragazzo. Occhi neri e misteriosi, occhi che la facevano sentire amata, ma allo stesso tempo che la facevano morire di dolore. Il perchè non lo conosceva, sapeva solo che dal momento in cui l'aveva incontrato, doveva guardarlo ogni singolo secondo della sua vita e acconsentire a quella specie di messaggi telepatici che perfidamente le trasmetteva. Se non fosse stato per lui forse non sarebbe mai guarita dalla depressione che l'aveva colpita dopo la morte della madre; persino i dottori non si spiegavano come era potuto succedere, come aveva fatto ad uscire così in fretta da quel tunnel misterioso dove esisteva solo il buio totale. Ora si sentiva nel bel mezzo del caos, era come se fosse rientrata in un mondo troppo moderno, ma almeno non provava più quella disperata mancanza della madre. Almeno, con Phil accanto a lei, poteva provare dei sentimenti...a volte soffriva senza motivo, ma non sapeva il perchè.

Però stava vivendo, quella certezza la rincuorava.

Arrivati! Finalmente.” Disse Dam lanciando un'occhiata minacciosa al suo nemico, seduto nella sua stessa macchina.

Wow, bel posticino.” Disse Phil aprendo la portiera dell'auto nera. “ Vieni Lya, non restare lì impalata, sei a casa.” Tese la mano alla ragazza, che stava ancora seduta sul sedile posteriore.

Dam fece il giro della macchina e fece uscire Lya comportandosi come un vero cavaliere. Poi scoccò un'occhiata maliziosa a Phil. “ Se nessuno le apre la portiera, è difficile che esca. In Scozia, da bambino, mi hanno insegnato per bene come trattare una donna.”

Lya lo fissava esterrefatta, come se non si aspettasse un atteggiamento simile da parte sua, data la recente brutta notizia.

Certo, certo.” Sussurrò Phil con i pugni stretti ed un sorrisetto innervosito. Dam nel frattempo stava già tirando fuori le valigie dal portabagagli; dall'espressione che aveva in viso, dovevano essere molto pesanti. Phil fece due passi verso Dam per aiutarlo con il carico.

Aspetta, ci riesco anche da solo. Non preoccuparti per me...” Ovviamente Dam non voleva sembrare uno sfaticato.

Non penserai mica che io voglia darti una mano?!” Phil lo guardava con aria si superiorità “ Ho solo paura che tu possa rompere qualcosa. La mia valigia ha un certo valore...non ho intenzione di lasciarla nelle tue mani.”

Phil, ti prego finiscila. Provate ad andare d'accordo, avete solo bisogno di conoscervi, ne sono sicura. Potreste essere amici tra un po'...” E guardando le loro facce aggiunse “ suppongo, mi piacerebbe.”

Solo per te.” Phil le regalò un grande sorriso e poi si rivolse verso Dam “ Ehi, scusami per la mia sgarbatezza. Posso capire che ti dia fastidio il mio rapporto con la tua ex, però devi accettarlo. Amici?” Gli tese la mano, anche se più che un gesto d'affetto sembrava un obbligo.

Amici mai. Ma” Dam guardò Lya “ Per lei farei questo ed altro... Per cui pace e...niente di più.“ Si strinsero la mano 'amichevolmente', una tregua nata solo dall'amore per una ragazza. La stessa. Lya.

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Capitolo 4
*** Scomparsa improvvisa ***


Oh mio Dio! Non posso crederci, sei arrivata, Lya,tesoro!” Il signor Roland corse velocemente giù dalle scale della villetta. Per poco non fece cadere i vasi del giardino. L'abbraccio con la nipote fu un bagno d'amore; i due non si vedevano da quasi tre anni e Roland aveva aspettato quel momento con tanta ansia nel cuore.

Nonno, mi sei mancato tanto!” Lya aveva gli occhi colmi di lacrime, che le scendevano lungo le guance. Le sue braccia erano incatenate attorno alla schiena del vecchietto, come se niente potesse dividerli. Dam li osservava così uniti e affettuosi l'uno con l'altro; per un attimo pensò a come sarebbe stato poter rivedere i suoi nonni, quelli che non vedeva da dieci lunghi anni. Petra non gli permetteva di tornare in Scozia, neanche in estate. Ma ora che era maggiorenne aveva pensato di fare visita ai suoi parenti che vivevano ad Edimburgo; nessuno poteva impedirglielo.

Lya, piccola mia!” Le disse Roland emozionato “ finalmente ti posso rivedere. Sei sempre più bella, non so se te lo hanno già detto.” Guardò Dam con uno sguardo interrogativo.

Sì, e più di una volta.” Si intromise Phil facendo un passo avanti. Lya lo fisso, e lui ricambiò puntandole gli occhi addosso. Lya smise improvvisamente di piangere, e sul suo viso tornò l'espressione indifferente e stralunata che aveva poco prima.

Nonno, questo è Phil... il mio fidanzato.” Lya prese la mano del suo boyfriend cercando di evitare gli occhi profondi e blu di Dam.

Il signor Roland spostò gli occhi da Dam a Phil e lo osservò serio per alcuni interminabili secondi. Poi si decise a parlare: “ Ciao giovanotto! Spero tu sia un bravo ragazzo, perchè se non fosse così...”

Lya lo fermò prima che potesse aggiungere qualche frase spiacevole “ Tranquillo nonno, è un ragazzo fantastico, si è preso cura di me dopo la morte della mamma. É perfetto...devi credermi.”

Roland era dubbioso, ma la sua felicità per il ritorno di Lya non poteva scomparire a causa del nuovo ospite.

Va bene allora, vuol dire che mi dovrò abituare a questa novità... Hai intenzione di fermarti a cena...come hai detto che ti chiami, Phil giusto?”

Phil, signor Roland. Io veramente credevo di fermarmi a vivere...cioè a trascorrere un po' di tempo con Lya, prima di trovare un'altra sistemazione ovviamente.” Il ragazzo alto e muscoloso mostrava molta sicurezza, forse fin troppa. Fissava gli occhi dell'anziano nonno di Lya e nel frattempo teneva una mano poggiata sul fianco sinistro. Dam lo scrutava con la coda dell'occhio, nella sua mente si scontravano mille dubbi. Come aveva fatto Lya a innamorarsi ( se quello era amore) di uno come lui? E poi, cosa diamine era venuto a fare lì, non poteva starsene a casa sua piuttosto che seguire la sua ragazza? Questo era solo l'inizio di una lunga serie di interrogativi, che prendevano vita nell'immaginario di Dam come se fossero affari che lo riguardavano. Ma d'altronde erano anche affari suoi. Lya era un suo interesse, e in quel momento ne era ancora più certo. La osservava lì nel cortile del signor Roland. La ragazza era imbarazzata, non smetteva di lanciare occhiate agli altri presenti, prima il nonno poi Phil, poi ancora Roland...ma non raggiungeva mai lo sguardo di Dam. Era come se cercasse di evitarlo a tutti i costi.

Lya” ricominciò a parlare il signor Roland assumendo un'espressione di disaccordo “ non mi avevi avvisato di questo ospite in casa.”

Perdonami nonno...mi dispiace veramente tanto. E' che credevo...cioè, io...”

Ascolta, non importa “ il nonno le appoggiò una mano sulla spalla “ so che forse qui ti sentirai un po' sola dato che è da un bel pezzo che sei via...per cui capisco come puoi sentirti. Il tuo amico può restare, ad un patto però.” alzò l'indice destro verso il cielo sereno, o forse intendeva indicare la soffitta della villa alle sue spalle.

Certo, qualsiasi cosa nonno...grazie...” Lya cominciava già a saltare dalla gioia. Dam notò qualcosa di nuovo in lei. In senso negativo. Sembrava tutto forzato quello che faceva, sembrava quasi un obbligo. Forse era solo un'impressione.

Phil, dormirai in soffitta.” Roland si mise le mani sui fianchi. In quel momento poteva essere scambiato per uno sceriffo.

Certo, come vuole” mormorò Phil, sogghignando. Prese la mano a Lya, e con quella libera raccolse la sua valigia da terra. Poi si rivolse a Dam con i suoi occhi grigi “ Ehm, porti te la valigia di Lya? Sempre che non sia un problema...”

Ok. Solo perchè voglio finire il mio incarico di accompagnatore. Poi me ne vado.”

Come te ne vai?” lo fulminò Roland “ tu sei ospite a cena. Chiaro?”

Ehm... mi sono ricordato che ho un impegno con la squadra di basket. Un'altra volta. Promesso.” era ovvio che quella di Dam era una grande balla. Da dietro la spalla sinistra di Phil, Lya osservava Dam con occhi speranzosi. Un lampo di di tristezza le aveva attraversato l'iride turchese quando Dam aveva inventato quella scusa. Lei lo conosceva bene e riusciva a capire quando lui mentiva e quando invece era sincero. Ora mentiva.

Dam, mi farebbe piacere se tu venissi.” la ragazza riuscì a mettere da parte la vergogna e a mormorare una banalissima, ma profonda supplica.

Mi dispiace Lya. Proprio non posso.” Dam sentiva dentro di sé qualcosa che lo spingeva ad accettare l'invito, ma non sarebbe riuscito a sopportare la vista di quei due insieme, soprattutto perchè l'altra persona era Phil. A prima vista lo aveva trovato antipatico. Ora lo odiava, lui e il suo atteggiamento presuntuoso e rozzo.

Non valeva la pena di rischiare tanto...alla fine si trattava di una stupida serata con i vicini. Niente di interessante, una cosa da evitare.

Osservava gli occhi di Lya, lucidi e così infantili, riflettevano il suo animo sensibile e fragile. Era sempre stata così sincera e aperta con lui, tra loro nessuna barriera era mai stata un elemento ostacolante. Guardarli insieme era come ammirare la luce e l'ombra che si fondevano in un unico abbraccio di colori. L'arcobaleno dell'amore, l'amore puro.

Ma la situazione attuale era ben diversa; Lya gli stava chiedendo di fare un sacrificio troppo grande, e specialmente doloroso.

Eppure...

 

Chissà per quale insensata ragione lo fece. Alla fine accettò.

 

Alle otto Dam stava scendendo le scale di casa. A passi pesanti si diresse in cucina per salutare la madre e per dirle dove stava andava. Quando si trovò di fronte al tavolo apparecchiato però non vide nessuno.

Mamma, dove sei? Io sto uscendo...” Nessuna risposta.

Dam si mise le mani nelle tasche dei jeans e andò sul retro della casa per vedere se Petra stava stendendo il bucato, ma nemmeno lì la trovò.

A quel punto si accorse che la macchina della madre non era nel garage, ciò voleva dire che era uscita. Con Josh. ' Dove si è cacciata?!' pensò Dam calciando il pallone che, mosso dal vento, rotolava davanti ai suoi piedi. Un brivido percorse la colonna vertebrale del ragazzo. Aveva una sensazione strana, assolutamente negativa, ma non aveva idea di cosa si trattasse.

Tornò in cucina e prese in mano il telefono appeso alla parete color salmone. Tutta la zona giorno aveva i muri salmone; Petra era un'amante dei colori pastello, specialmente quelli che variavano dal giallo all'arancione tenue. L'arredamento risaliva ancora alla famiglia che aveva vissuto in quella casa prima di Dam; eccetto per i divani: quelli erano i

'gioiellini' di casa, come li chiamava sua madre, con la loro pelle bianca spiccavano immersi nel legno scuro e leggermente antiquato.

Certo, la casa non era enorme, ma spaziosa; in tre persone si stava comodi, e inoltre, la zona che più interessava Dam era il cortile: lì aveva posizionato un canestro per allenarsi con gli amici e spesso organizzava dei tornei con il vicinato. Tutto era quasi perfetto; se non fosse stato per Lya ovviamente.

Il telefono continuava a segnare occupato; Petra non rispose neanche dopo la terza chiamata.

Vorrei proprio sapere cosa è successo.” continuava a mormorare tra i denti. Dopo dieci lunghi minuti riprovò a chiamare; la linea segnava libero. Ma nessuno rispondeva. Dam non era mai stato troppo ansioso, ma in quel momento era come se avesse un sesto senso: qualcosa di grave era successo, ma non aveva idea di cosa fosse.

Mentre fissava il mestolo appeso al muro, Dam decise di darsi da fare e cercare la madre. Così prese la giacca in pelle nera, se la mise sopra la maglietta bianca attillata e afferrò le chiavi della macchina.

Prima di dirigersi verso la sua Ford nera, svoltò a destra verso la villetta del signor Roland. Salita la gradinata suonò il campanello accanto alla porta.

Dei passi si avvicinarono lungo il corridoio d'entrata e dopo pochi secondi un viso familiare e grazioso sbucò da dietro la pesante porta.

Dam, ciao! Sei arrivato per fortuna, mio nonno non la smetteva di controllare l'orologio...” Lya aveva un'espressione così solare e spensierata.

Ehm, mi dispiace molto. Non sono venuto per fermarmi a cena...”

Il viso della ragazza mutò nel giro di un attimo.

Come non sei qui per fermarti? Ma avevi detto che...”

Lo so, mi dispiace veramente tanto. Però devo sbrigare una cosa più importante ora...cioè, non più importante, ma...necess...”

Le parole scesero lungo la sua gola e risuonarono nella sua mente con un eco aspro e ostile. Dam non voleva dire quello che era appena uscito dalla sua bocca, ma ormai era tardi. Gli occhi di Lya erano profondamente delusi. L'aveva ferita questa volta.

Lya, ti giuro che sarei volentieri rimasto, se non fosse per mia madre.”

L'espressione di Lya era incerta, dubbiosa “ Forse non ti lascia? Dam, ormai sei un adulto insomma, non dovresti farti condizionare in questo modo da lei...”. Gli zigomi leggermente marcati di Dam presero una forma più dolce e infantile in quel momento, per un attimo gli scappò un sorriso, quasi di compassione.

Lya, non sono condizionato da nessuno. Hai capito male” fece un lungo respiro e tornò a guardarla seriamente “ da circa un'ora sto cercando di mettermi in contatto con lei, ma non mi risponde per cui sono preoccupato” scrutò gli occhi sinceri ed espressivi di Lya per capire se gli credeva. E poi continuò “ è strano che non risponda, non è da lei. Infatti ora vado a cercarla...e perdonami, ma sto perdendo un sacco di tempo.” si voltò alzando le spalle, e, tenendo sempre le mani in tasca, si diresse fuori dal cancello.

Dam! Aspetta un secondo solo...” Il ragazzo si fermò, sbirciando dietro la spalla sinistra. Lya era rientrata e aveva lasciato la porta socchiusa.

Dopo un minuto la vide uscire con una felpa turchese in mano e le ballerine bianche ai piedi; la ragazza, mentre correva giù dalla gradinata, aveva sbattuto la porta con una violenza mai vista prima. Solitamente si muoveva con grazia, quasi a passo di danza, ma questa volta sembrava che ansia e rabbia si fossero scatenati dentro di lei, come una tempesta in pieno estate.

Dam, appoggiato al lato sinistro dell'auto, la osservava con aria interrogativa. “ Scusa Lya, da quando sei tornata ti comporti in modo molto strano... E' come se i tuoi sentimenti venissero pilotati...non so, è una cosa strana.”

Lya aveva raggiunto l'auto ed ora era lei che lo osservava, dalla parte opposta alla sua. “ Dam, ti sembra forse questo il momento di pensare al mio modo di comportarmi” e poi lo fissò intensamente “ ti vuoi muovere a salire in macchina; dobbiamo trovare tua madre. E comunque, dove pensi di cercarla?” gli chiese con più calma.

Ehm, non so. Andrei a vedere da Taylor...forse sono a cena da lui. Può essere che li abbia invitati all'ultimo momento, anche se non capisco perchè non me l'abbia detto.”

Mentre Lya si allacciava la cintura corrugò la fronte con aria dubbiosa.

E chi è questo Taylor?”

Un suo caro amico...cioè più di un amico. Un brav'uomo comunque. Si sono conosciuti qualche mese fa, lui l'aveva vista ad una festa qui vicino e casualmente era capitato da queste parti. Da allora si frequentano, con discrezione ovviamente: c'è sempre Josh.”

Petra è sempre stata una bella donna, ed è molto generosa. E' giusto che abbia una vita fatta di amore...da parte di un uomo si intende, oltre che da voi figli.”

Sì, sono d'accordo” Dam tratteneva i suoi pensieri più intimi perchè lo facevano soffrire troppo. Pensava a tutte le volte in cui suo padre l'aveva trattata con disprezzo, ai momenti in cui la vedeva disperata; non avrebbe mai immaginato allora che adesso sarebbe stata felice di nuovo. La vita le aveva la possibilità di tornare a sorridere, e lei se la meritava.

Scusa una cosa” Dam tornò alla realtà che lo circondava “ hai lasciato Phil e tuo nonno da soli?”

Ascolta Dam, non m'interessa se li ho abbandonati per la cena, anche se un po' riconosco di essere stata maleducata, ma se tornassi indietro di qualche minuto lo rifarei lo stesso. Tu hai bisogno di me” ora Lya stava fissando il profilo del ragazzo seduto accanto a lei. Il cuore le batteva all'impazzata perchè in quel momento sentiva i ricordi riaffiorare come se non l'avessero mai abbandonata “ e tu mi sei sempre stato accanto quando io ne avevo bisogno. Certo, Phil mi è stato vicino durante questi anni e senza di lui non so se ce l'avrei mai fatta” dopo le ultime parole, la mascella di Dam cominciò a irrigidirsi, così Lya continuò con il suo discorso “ ma ora sei tu che hai bisogno di me, è questo che scelgo.”

Per il resto del tragitto entrambi restarono in silenzio riflettendo sulle parole che si erano scambiati. Dam percepiva intorno a sé una forte energia che lo avvolgeva con grazia e con affetto. Quell'energia era Lya. Dam sapeva che non sarebbe più stata sua, ma per il momento quello gli bastava. Loro non erano amici, erano qualcosa di più profondo e speciale, erano come il nero e il bianco, due colori che pur appartenendo a mondi differenti sentivano uno il bisogno dell'altro. E ciò saziava la sete di entrambi.

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