Come la Fenice,bisogna morire per rinascere.

di Alekiamo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ogni verità può fare bene o fare male. ***
Capitolo 2: *** Why do you cry,love? ***
Capitolo 3: *** Because my friends are the best. Always. ***
Capitolo 4: *** What do they mean? -Flowers ***
Capitolo 5: *** Oh Romeo,Romeo,perchè sei tu Romeo? ***
Capitolo 6: *** My love,my kiss,my heart. ***
Capitolo 7: *** 'Cause I love you. ***
Capitolo 8: *** C'eravamo quasi.. ***
Capitolo 9: *** Epilogo: L'amore è la migliore medicina. ***



Capitolo 1
*** Ogni verità può fare bene o fare male. ***


 Erano passati due mesi,tre giorni, sette ore e trentatré minuti da quando Angela e Ben si erano sposati. Non contavo i secondi solo perché il mio orologio a polso non li portava,ma se avessi potuto l’avrei fatto.
Da quando la mia vita era cambiata radicalmente.
Da quando il mio cuore aveva un proprietario. Il suo proprietario.
Sorrisi e ripresi a leggere,anche se incurante delle parole che mi ballavano davanti gli occhi. Ero troppo persa nei miei pensieri per poterci fare attenzione.
Sospirai ancora e seguii il contorno delle pagine di quel libro che segretamente avevo rubato a Robert. Parlava di una storia..d’azione. Lo so,cosa pensate.
E’ una ragazza,innamorata,per giunta,non dovrebbe pensare a leggere storie d’amore? Ma odiavo quell’amore così finto. Insomma,qualcosa deve accadere o no,tra due persone? Litigi,parolacce, a volte persino lacrime e pianti.
Ma la sto facendo troppo melodrammatica. Posso solo dire che tutto andava bene.
..Almeno fino a quel momento.
No,non sono pessimista. Sono realista. Che secondo me è un altro modo per dire la stessa cosa, ma se si dice “realista” subito ti senti pervadere da un senso di calma.
Sto dilungandomi troppo. Torniamo al mio romanzo.
“Alessia,scendi subito!”
Ah? Eh? Stanno chiamando proprio me?
Quante Alessia conosci in questa casa?
Non so, potrebbe essere qualcuno che si è trasferita da poco,che magari.. “ALESSIA!”
Si stava incazzando.
“Kellan,ora scendo,arrivo!” Chiusi il libro con un tonfo secco e lo posai sul letto,alla rinfusa,come è mio solito. Siamo due casinisti totali, ma siamo anche molto diversi. Così come sono molte le cose che abbiamo in comune.
Non è chiaro,lo so, ma siamo due parti della stessa mela. Ci completiamo. Abbiamo forse sapori diversi,ma le parti combaciano alla perfezione.
L’amore mi fa male,sono diventata troppo romantica.
Scesi le scale di corsa,prendendo al volo il cappotto dalla stanza. La nostra stanza. Sorrisi a quel pensiero e con un ultimo balzo scesi gli scalini finali,volando tra le braccia di Kellan Lutz.
Mi diede una pacca amichevole alla spalla e mi sorrise di rimando. Era bello il rapporto che ci legava,parlavamo sempre dei nostri rispettivi compagni.
Beh,per lui quasi compagna. Era ancora nella fase di corteggiamento con Roberta. Ed era cotto come mai. Non disdegnavo di dargli consigli per conquistarla,in fondo era sempre la mia migliore amica e come la conoscevo io non la conosceva nessuno.
Quel giorno dovevamo uscire per comprare il regalo di compleanno proprio a lei. Qualche giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno (Già diciannove, la vecchiaia si avvicinava!) e Kellan voleva qualcosa si incredibile per conquistarla.
E allora,s’era chiesto,perché non trascinarmi con lui in questa mirabilante avventura? Aveva dovuto promettermi di darglielo in un posticino appartato,magari al ritorno dalla festa che le stavo organizzando con tanta (e sottolineo TANTA) fatica alle spalle. Il mio regalo? Beh,quella era la cosa che mancava in quel momento,ma ero sicura che qualcosa sarebbe arrivato.
“Allora,Rob dov’è?” mi chiese Kellan,mentre ci avviavamo ai mercatini. No,non gli enormi centri commerciali, ma i mercatini più fuori mano,dove sapevo che c’erano cosa che Rò adorava. Non potevo mica far sfigurare il suo fidanzato con qualcosa per cui non andava pazza!
“Mmmh,sta girando un film in America. Torna domani.” Sentii il cuore battere più veloce a quelle parole. Era un mese esatto che non ci vedevamo e,se non fosse stato per l’aiuto prezioso delle mie amiche,a quest’ora sarei in un manicomio che cercano di farmi una puntura di calmante.
E odio le punture!
Kell notò il repentino cambio d’umore,perché ridacchiò malizioso. Gli diedi una gomitata nello sterno (e mi feci male io), ma non potei evitare di arrossire. Ah,l’ho già detto che Robert tira fuori il mio lato più sensibile,quello insomma da femminuccia?
Circa tre volte..
Non si smette mai di imparare!
Odiavo fare shopping,ma amavo passeggiare tra quelle bancarelle piene di cosette sfiziose. Ne potevi trovare di tutti i tipi,dai braccialetti agli specchi rotti,ai giornali di anni prima.. Ne andavo pazza. Certo,non compravo quasi mai niente,ma mi piaceva notare come cambiassero da giorno a giorno. Mi divertivo un mondo.
E in quei giorni c’ero andata spesso,per non sentirmi sola. Oddio,sola non ero,c’erano tante persone intorno a me,ma si sa, senza la persona di cui sei innamorata, il mondo è sempre più vuoto e triste.
“Oh,guarda questo! Le piacerebbe secondo te?” mi chiamò il mio amico,indicando un quadro d’epoca. Storsi la bocca.
“Non così raffinato,Kell! Qualcosa di simpatico, ma anche che attiri,capito?” spiegai,ma la sua faccia mi fece scoppiare a ridere. Non era bravo a scegliere i regali,e così lo consolai con una pacca sulla spalla. “Dai,sono qui,per aiutarti,giusto?”
Continuammo a cercare, e trovammo anche cose carini,e  altre inguardabili (come uno scheletro di gatto.. Brrr!) finchè non alzai lo sguardo per prendere una boccata d’ossigeno. Uscii da quell’intricatissimo labirinto di corpi e banchi,e tutte quelle cose strane perché quasi mi stava per venire un attacco di claustrofobia, e quello che vidi in mezzo alla strada mi fece quasi peggio.
Mi fece quasi morire.
Robert Pattinson attaccato ad una ragazza.
Forse mi sbaglio. Sì,è naturale che mi sbagli. Non è possibile,lui aveva detto che tornava domani, lui DEVE tornare domani,perchè non è lui.. E’ questo che mi ripetevo nella testa,ma quando il ragazzo girò il viso ebbi un tuffo al cuore.
Era lui.
Mi nascosi dietro un palo e li osservai come una spia in missione.
Parlavano. Va bene,parlano,che c’è di male? Può essere che è tornato un giorno prima per farti una sorpresa,e tu hai buttato tutto all’aria,quindi adesso ti devi fingere sorpresa quando lo rivedrai,ma non è mica così difficile..
E allora perchè parlava con quella ragazza?! E soprattutto chi era lei?
La osservai meglio. Fisico niente male,occhi verdi,capelli biondissimi, jeans corti, maglietta succinta… Un fisico mozzafiato.. Che cazzo ci faceva il mio ragazzo con lei?!
Si guardavano intorno furtivi o era solo la mia immaginazione? No,aspetta,ora si stanno spostando..
Li seguii,sentendomi vagamente in imbarazzo all’idea di spiare il mio fidanzato,ma non ne potevo fare meno. Non che non mi fidassi di lui,ma perché volevo sapere che cazzo stava succedendo.
Si fermarono in un vicolo scuro.
Le lacrime m’inondarono il viso copiosamente e il cuore mi si fermò in petto.
“Ehi,sei qui,i ho cercato dapp..Oh.” Kellan arrivò dietro di me e mi mise una mano sulla spalla,mentre ero scossa da singhiozzi.
Si stavano baciando.
 
 
 
*myspace*
Non so che ne esce fuori da questo capitolo. Non lo so davvero. Quand’è che ho postato l’ultimo capitolo di “Ma QUEL Rob?” ? Tre,quattro giorni fa? E ora eccomi di nuovo qui. Non ce la faccio,è matematicamente impossibile stare senza questi due.
Non so con che frequenza aggiornerò. Il giorno dopo, il mese dopo,l’anno dopo. Non so. Fatto sta che sono di nuovo qua. Grazie a tutti quelli che mi seguiranno.
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3

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Capitolo 2
*** Why do you cry,love? ***


In preda alla disperazione,presi tutti i vestiti dall’armadio e li buttai alla rinfusa nella valigia, imprecando contro Pattinson,contro la sua ragazza, contro il mondo, contro Kellan e Rò (che non sapevo bene cosa avessero fatto quei due) e ancora contro Pattinson.
Diciamo che era lui il fulcro delle miei imprecazioni. Ogni cosa capitasse era sempre colpa sua. Ogni volta. SEMPRE.
Cercavo di lottare contro le lacrime che minacciavano di scendere copiosamente,ma non volevo farmi vedere così da nessuno. Kellan l’avevo mandato via,dicendo che volevo stare sola e pregandolo di non parlare con Robert. Ci avrei pensato io.
Non sapevo in che modo,ma gli avrei parlato. Chissà se riuscivo ancora a sostenere il suo sguardo. O lui il mio. In cuor mio,anche se non volevo crederci,speravo che sarebbe venuto a casa,facendomi così una sorpresa.
Perché voleva significare che era venuto per me. Scossi la testa. Non dovevo lasciarmi andare a sentimentalismi. Dovevo essere dura con lui,doveva fare l’arrabbiata.
Ma io ero arrabbiata! O no?
La porta alle mie spalle si spalancò di colpo e io sobbalzai,presa alla sprovvista.
“Amore,sono tornato prima!”annunciò in modo teatrale Robert,facendo il suo ingresso trionfale nella stanza. Si bloccò di colpo vedendo ciò che stavo facendo.
“Ehm..Partiamo?” chiese,confuso.  Non lo cagai nemmeno di striscio,tornando a fare quello che stavo facendo prima della sua entrata,apparentemente incurante e fredda.
“Ehm, sono diventato un fantasma?” si chiese, facendo finta di riflettere. Ancora non c’era una minima reazione da parte mia. Chiusi la valigia e mi avviai alla porta,ma venni placcata da Robert,che mi fermò.
“Mi vuoi dire che cazzo sta succedendo?!” Era abbastanza arrabbiato. Serrai la mascella dalla rabbia e gli feci segno di spostarsi. Non mi ascoltò,come sempre d’altronde.
“Robert Thomas Pattinson,spostati immediatamente se non vuoi fare una brutta fine.” Sibilai a denti stretti,cercando di non picchiarlo.
Le litigate,anche se su cose piccole, erano normali in casa nostra. Ma erano sempre con il sorriso sulle labbra,piccoli stuzzicate che ci permettevamo di fare per mettere pepe nel nostro rapporto.
Ma mai,e dico MAI, ci eravamo guardati in cagnesco come in  quel modo.
“Non prima che tu mi dica che cazzo sta succedendo.”ringhiò quasi,non accennando qualsiasi movimento che non fosse respirare.
Calma,Alessia,non fatti prendere dalla rabbia..
Mi ritengo un mito a dare consigli agli altri,ma sono anche un mito a non seguirli mai,quei consigli.
“Mi chiedi che cazzo sta succedendo?! TU?! A ME?! Perché non lo chiedi alla biondina che ti stavi sbaciucchiando stamattina,eh,Pattinson?” urlai,lasciando cadere quello che avevo in mano.
Ecco,appunto.
Sbarrò gli occhi e scosse la testa.
“Ti stai chiedendo perché non sei stato così bravo a nascondere la tua amante? Beh,me lo sto chiedendo anche io! Pensavi non sarei mai venuta a sapere di questo?!”
Ero fuori di me,non ce la facevo più. Una lacrima solitaria,non so se di tristezza o di rabbia mi scivolò sulla guancia e l’asciugai prima che lui potesse dire qualcosa.
“Senti non è come credi..”
“Certo,certo,è la scusa di tutti! Ti ho creduto,maledizione,ti ho creduto. Me l’avevi promesso! E invece ti ritrovo subito a correre dietro a gonnelline. Ma bravo,davvero bravo!”
Non gliele volevo dire quelle cose,ma mi erano uscite dalla rabbia,senza pensare. Lo vidi rabbuiarsi, e approfittai di quel momento per passare alla porta,ma con scarsi risultati.
Mi prese per il braccio,proprio mentre varcavo la soglia.
“Mi vuoi ascoltare? Ok,lei era una mia ex, ci siamo ritrovati sull’aereo,le ho dato un passaggio a casa e lei mi ha ringraziato in quel modo. Se fossi rimasta a guardare tutta la scena,avresti visto che io mi sono staccato subito.” Mi strinse forte,per poi lasciarmi andare.
Lo guardai un attimo,incerta se credergli o no. Ma no,non era possibile! Insomma,era una delle solite scuse che tutti gli uomini trovano quando sono a fare cose che non dovrebbero.
Come tradire la loro fidanzata.
Mi concentrai su quest’ultimo pensiero e cercai di fare la faccia più cattiva che potessi. Assottigliai lo sguardo e gli urlai contro qualcosa come “Non ci credo!”, battendo l’indice sul petto del ragazzo di fronte a me.
Mi avvolse la mano che stava battendo su di lui con la sua e mi guardò con rabbia. Adesso anche lui era furioso.
“NON MI CREDI?! Cazzo,Alessia,non mi credi? Ti ho sempre detto tutto,TUTTO! Ed era sempre la verità. Mi aspettavo un po’ più di buon senso da parte tua,ma come vedo non c’è.”
Voleva mirarmi a farmi sentire in colpa. Sapeva che quando ero in quella condizioni mi sentivo male.
Lui,volutamente,voleva farmi sentire male.
Ma che bastardo.
“Buon senso da parte mia? Ma da quale pulpito viene la predica! Senti un po’, non sei tu quello che si è scopato una sua ex,mentre la fidanzata era lontana?”
Aspettai una sua risposta,che non tardò ad arrivare,conoscendo il suo carattere spigoloso e non incline alla sconfitta. Infatti il suo viso divenne una maschera di rabbia.
“Già,hai ragione,forse era meglio se rimanevo con lei invece che con te.”
Non ci pensai e la mia mano fu più veloce della mia mente,mollandogli un ceffone che risuonò nel corridoio.
“Sei uno stronzo,Pattinson, un dannatissimo stronzo.” Sibilai, mentre le lacrime trattenute per troppo tempo m’inumidivano gli occhi. Lui si portò una mano alla guancia arrossata,guardandomi con occhi tristi.
Forse s’era reso conto dell’errore che aveva commesso,ma era troppo tardi per rimediare. Lo scostai e mi buttai a prendere la valigia contenente i miei vestiti.
Oramai non vedevo più niente,tanto era copiose le lacrime,ma non me importava più. Sentivo troppo il mio cuore lamentarsi per essere stato così stupidamente preso in giro e la mia mente ancora più stupidamente si chiedeva come avevo fatto a cadere in una trappola così così..non trovavo il termine adatto.
Maledettamente doppiogiochista.
ESATTO! Grazie vocina petulante nella mia testa,mi sei d’aiuto.
Alla soglia di casa,senza guardarmi indietro,perché sapevo che se l’avessi fatto tutta la mia forza di volontà sarebbe caduta,sibilai un “Vai a consolarti da lei,e scordati di me,coglione.”
E me ne uscii, con la mia nuova destinazione in mente : casa di Angela e Ben.
Solo che loro ancora non lo sapevano che sarei andata a stare lì…
 



 
 
*my space*
ODDIO,mille parole esatte esatte,che culo XD Ok,niente,avete visto questo capitolo? Così drammatico, arrabbiato,etc.?  ecco,capitoli così,non li vedrete mai più XD Da ora in poi inizia il divertimento puro! (e grazie ad Angi ed ai suoi consigli. E anche allo scassa mento di palle,altrimenti aggiornerei ogni cent’anni XD)
Niente,spero di sentire qualche commentuccio. Anche piccolo piccolo *faccia da cucciola*
Alla prossima :3
I love you,
Ale <3 

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Capitolo 3
*** Because my friends are the best. Always. ***


Via,vieni e vai,
come vuoi,
nasci solo e solo andrai.

 {Si viene e si va,Ligabue.

 
 
Mi trascinai la valigia per la strada,con Buddy che mi stava dietro senza nemmeno il guinzaglio. Quel cane era cresciuto tanto,e adesso mi arrivava alla vita. Il veterinario diceva che per uno che aveva sette mesi era molto.
Casa di Angela non era molto lontana,quindi non  dovetti fare nemmeno fatica. Mi fermai davanti e bussai al citofono.
“Chi è?”
Uhm,aveva una voce leggermente bassa e roca,la mia amica. Non  ci feci caso.
“Sono io,apri.”
Vabbe’,non specificai che ero io,tanto si capiva. La ragazza mi aprì ed io entrai nel giardinetto annesso. ‘Sti VIP hanno queste case enormi.. Pensai,guardandomi intorno.
Stavo per bussare,quando Angi mi aprì la porta davanti. Portava una camicia troppo grande che pensai fosse di Ben e dei pantaloncini corti. Solo quello addosso.
Ahi,brutto momento. Suo marito mi avrebbe pestato a sangue.
“Ehm,torno dopo,che è meglio!” Voltai le spalle,ma Angela mi prese per il braccio,bloccandomi.
“Aaaaaamore, non dobbiamo finire un piccolo discorso,noi?”
Ben la chiamò con un tono mieloso da far venire le carie, e scese dalle scale con i pantaloni della tuta. Solo quelli.
Decisamente,era un pessimo momento!
“Ma sei pazzo? Che succede Ale? Perché quella valigia? Dobbiamo parlare noi due,eh?” Non mi fece rispondere a nessuna di quelle domande,e mi trascinò direttamente in cucina,mollando la valigia in mano a Ben.
Lui la guardò strabuzzando gli occhi e facendo una faccia da cane bastonato.
“Ma..Il discorso..” provò a ribattere,ma venne subito zittito.
“Adesso c’è Ale che sta male. Vai a metterla nella camera degli ospiti.” Lo liquidò con un gesto della mano,indicando la valigia.
“Vuol più bene a me!” lo presi in giro,facendogli la linguaccia.
Quello che mi rispose lui,beh..E’ da censura. Per fortuna che Angela non lo sentì.
“Ah,non ditemi che avete litigato o che è una cosa da niente,perché non ci credo. Su,spara.”
 Mi preparò un camomilla,manco fossi in fin di vita o stessi piangendo tipo fontanella. Non ero il tipo da certe cose.
Ma comunque accettai ciò che mi veniva offerto, e, tra un sorso e l’altro le raccontai tutto.
Alla fine scosse la testa. Mi preparai alla sua partaccia.
“Avete sbagliato entrambi, lui è stato stupido e tu troppo avventata. Non gli hai dato una possibilità. E  non si risolverà presto questa faccenda,perché avete tutti e due un carattere,diciamocelo,di merda,e siete tanto orgogliosi. Chi è che cederà per primo? Chi è che chiederà scusa? Nessuno dei due lo farà,e così vi ritroverete a soffrire come dei cani.”
Ma chi era,Nostradamus quella che avevo davanti?!
Che fine aveva fatto la dolce Angela che avrebbe spaccato il muso a Robert?! Non la riconoscevo proprio, ero rimasta a bocca aperta.
Ben entrò in cucina con un sorrisetto tutto per la sua mogliettina, cingendole la vita da dietro e posandole un bacio tra i capelli ricci e biondi.
“Fatto, ho messo a posto al valigia,adesso,vorrei proprio..”
“Vai a portare fuori Buddy,deve fare i bisognini,arrapato.”
Ordinai, indicando il cagnone che stava cercando qualcosa da mangiare. Povero piccolo (PICCOLO?!),mi ero dimenticata di portargli la ciotola e tutto il resto. Sarei dovuto andare a prenderla presto a casa.
… O avrei mandato qualcuno al posto mio.
“Ma perché io?!”  tentò di nuovo di protestare,ma un’occhiataccia di Angela lo rimise subito al suo posto. Sospirò con fare teatrale e salì a cambiarsi.
“ Dovrai parlarci,prima o poi.” Angela misi una mano sopra la mia,guardandomi attentamente.
“Più poi che prima,Angi. Devo pensarci un po’ su. Posso dormire da voi,per un po’?”
Sfoderai la mia miglio faccia da cucciola,ma non ero brava in quelle cose. Sperai che la mia migliore amica mi desse un po’ di conforto.
“Cero,puoi rimanere qui quanto vuoi,non è un problema per me..”
Sottinteso: se Ben ti fa fuori perché non riusciamo a concludere niente, non è colpa mia.
Sottinteso del sottinteso: se mettete fuori posto qualcosa quando litigate, son cazzi vostri.
Dopo aver appurato questi due simpaticissimi avvertimenti, andai a mettere un po’ a posto i vestiti in quella che sarebbe diventata la mia camera per un tempo indeterminato.
Anche se in cuor mio speravo che le cose si potessero rimettere a posto velocemente.
Ma sapevo che Angela aveva ragione. Eravamo due che non mollavano facilmente. Ognuno sarebbe rimasto sulle sue convinzioni per molto tempo,prima che,e SE, uno dei due avrebbe chiesto scusa.
Del canto mio, ero fermamente convinta di non dover far niente. Era lui quello che aveva sbagliato baciando una sua ex, quindi era lui a dovermi riconquistare.
Insomma,nella mia testa mi stavo dipingendo come una angelo.
Guardai fuori la finestra,mentre mi sovveniva in mente un pensiero. Mi cambiai,mettendo una maglia lunga e dei pantaloni neri, e scesi di corsa le scale. Per essere Novembre faceva un gran freddo e non mi sarei affatto stupita se avesse cominciato a nevicare.
L’idea mi metteva addosso molta eccitazione. Non avevo mai visto la neve. Avevo sempre sperato che quando ne fosse venuta giù un bel po’,Robert mi avrebbe portato a sciare e mi avrebbe insegnato qualcosa.
Giusto il minimo per non inciampare.
“Voglio trovare un lavoro!” annunciai entrando nel salone. I due piccioncini erano accoccolati davanti la Tv, con il caminetto al loro fianco acceso.
Si girarono a guardarmi come se fossi pazza. Ok,in qualche modo ero stata una mantenuta,tanto con Robert le mie giornate erano piene in qualche modo,e lui,insomma,oggettivamente, non avevo bisogno di soldi. O no?
Adesso però non avevo niente da fare,e  in considerazione del fatto che avrei passato le giornate a piangere sul latte versato (cosa che volevo evitare accuratamente), dovevo occupare le mie giornate in qualche maniera. E un lavoro mi sembrava la cosa più appropriata.
Tenendo in conto che poi Angela mi avrebbe sballonzolato da un posto all’altro per lo stesso motivo, preferivo di gran lunga il lavoro.
“Ma perché?” mi rivolsero uno sguardo confuso.  O almeno Ben me lo rivolse,perché Angela intervenne con tono calmo e pacato.
“Perché altrimenti non farebbe niente tutta la giornata e penserebbe sempre a Rob. Mi sembra una giusta idea. E ho anche qualcosa di adatto a te!” battè la mano sul divano,per farmi segno di sedere vicino a loro,e io mi avvicinai cauta.
Mi stava sorgendo il dubbio di avere sbagliato casa.
“Qui vicino c’è un bar che cerca una cameriera. Che dici di provare lì? I proprietari,i signori Nickson, sono delle persone alla mano e molto carine. Ti ho portato lì un sacco di volte ricordi?”
Adesso,mi stava venendo in mente qualcosa … Possibile che fosse quel bar in cui mi aggrappavo come ancora di salvezza dopo gli estenuanti giri di shopping sfrenato?
Eh,sì,dalla descrizione sembrava proprio quello! Me li ricordavo i proprietari. Erano signori anziani e simpaticissimi,ci trattavano sempre come figlie. Mi piaceva l’idea.
“Oh,sì, mi piace molto. Li chiamerai,vero?” pregai la mia amica piena di speranza e lei accettò.
Una cosa era andata. Adesso rimaneva da superare un ultimo scoglio.
“Chi glielo dice a Rò che ho litigato con Rob?”
Stavolta Angela scosse la testa, sospirando.
“Oh, penso che l’avrà capito,in fondo dorme lì. Robert gliel’avrà già detto,stai tranquilla.”
Il mio telefono squillò in quel momento e riconobbi al volo il numero.
Guardai Angela.
Guardai il numero.
Guardai Angela.
Ho sicuramente sbagliato casa.
“Rò,come va?”
Cercai di usare un tono dolce e calmo, spensierato,con la volontà di sembrare allegra.
Penso che riuscì in modo pessimo.
“Come va?! Che cazzo è successo qua dentro? Anzi,no,silenzio,lo so benissimo cosa è successo! Siete due idioti,con tutto il rispetto. DUE IDIOTI, per non dire altro. Dovete chiarirvi,altrimenti vi ammazzo in modo lento e doloroso. Non è possibile che siate arrivati a questo punto,non voi due! E non prima del mio compleanno,perché mi avrete sicuramente rovinato la festa. Vi amate, e dovete parlarvi. L’ho già detto? Beh,è per chiarire il concetto. E stanotte rifletti bene su cosa è accaduto,come ho detto di fare al tuo ragazzo. Ci sentiamo domani.”
E attaccò.
Alzai lo sguardo,sentendo che quei due mi stavano ancora osservando,in attesa di una ripsota su come fosse andata la conversazione.
“Beh,non c’è che dire,l’ha presa bene.”
 
 
 
 
 
*my space*
LOL, Angela non dà pace. E devo dire la verità,mi scoccio non poco di stare a casa a badare a mia sorella,così scrivo incessantemente u.u Se poi ci  mettiamo anche i compiti..
Oh,però mi manca solamente matematica e due pagine del libro di inglese da leggere, e poi farne il riassunto!
 
Da dove cazzo mi è uscito SOLO?!
Niente,dopo questo piccolo sfogo inutile,girls,spero in un vostro commentino. Grazie tante per tutte quelle recensioni :3 Non potevo sperare in persone migliori per me *-*
Vi devo rompere le scatole LOL Passate qui, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=733870&i=1:3
E qui u.u http://www.facebook.com/home.php#!/profile.php?id=100002582387631&sk=wall(è diviso con Riy,ma mi farebbe piacere vedervi LOL,e poi mi troverete in fretta XD
Alla prossima :3
I love you,
Ale <3
 
-Per Federica, che se l’è presa perché non l’ho citata nell’altro capitolo LOL (e sì,spero sempre in una tua recensione XD)
Saranghae,unnie <3 (Faccio progressi con il coreano LOL.)
-Per Rita,che può contare su di me,quando vuole per sfogarsi. E so di poter contare su di lei quando voglio sfogarmi.<3
Ti voglio bene,honey. 

 

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Capitolo 4
*** What do they mean? -Flowers ***


“Allora,come è andato il primo giorno di lavoro?” mi chiese Angi,mentre entravo distrutta a casa.
“Mmmmh,bene,tutto bene,grazie. Voi,che avete fatto?”
Pessima domanda.
Mi fece vedere tutti gli acquisti che aveva fatto nella giornata e abbozzai un sorriso,per non farla dispiacere. Era diventata Nostradamus,ma era pur sempre nel profondo l'Angela che mi faceva impazzire ogni volta.
“Sei stanca?” la mia amica notò la faccia stanca, e mi fece una carezza. Le feci un sorriso triste e tirato.
Non volevo che sapesse che avevo rimurginato tutta la giornata su Robert, su noi, su Robert, sulla bionda,su Robert.. Insomma,avevo pensato molto a Robert,in fin dei conti.
Avevo pensato,sperato,pregato che lui mi chiamasse,venisse, mi chiedesse scusa.
Invece non era accaduto niente,un fottuto niente.
“Ohi,non devi andare a prendere quelle cose per Buddy?” buttò a caso Angela. M’irriggidii.
“Non puoi andarci tu?” cercai di liberarmi,ma il suo sguardo mi fece capire che non avevo possibilità.
Sbuffai. Era uno dei suoi tanti piani per cercare di farmi incontrare Pattinson.
Mi fermai un attimo.
Da quanto non lo chiamavo così? Da quanto non combattevo con i miei sentimenti? Certo,ero stato un bellissimo periodo, ma era durato troppo tempo per i miei normali standard.
Era normale che dovesse andare a finire male.
Non cercai di controbattere con Angi,sarebbe stato inutile. Uscii di casa,diretta a quella di Robert, pregando in tutte le lingue di non incontrarlo.
Sono molto ripetitiva quando dico che sono sfortuna.
Ma è così,purtroppo.
Avevo ancora le chiavi di casa,così entrai senza bussare.
Era sempre la stessa casa che ci aveva ospitato così tante volte,che avevamo occupato con il nostro amore.. Mi salirono le lacrime agli occhi per i bei ricordi.
Come avrei voluto che fosse tutto uno stupido incubo,che non fosse mai successo nulla,che non avessi visto nulla.
Ma quella era la realtà,ed io la dovevo accettarla.
“Ehi,Rò,sei tu?”
Battei il piede per terra dalla rabbia quando riconobbi la sua voce. Ma porca miseria…
S’affacciò dalle scale e fece un faccia tra lo sconcertato,l’ansia e la felicità.
“Sei tu..” mormorò piano,stringendo il corrimano. Raddrizzai la schiena e cercai di darmi un contegno,mentre avanzavo. Non lo guardai nemmeno per un minuto.
“Sì,ed allora?” cercai di non far tremare la voce,ma il risultato fu abbastanza disastroso. Scese le scale piano,mentre raccoglievo le cose del mio cagnol..cagnone.
“Raccogli le cose per Buddy?” chiese,seguendo ogni mio movimento.
Evitai di rispondergli l’ovvio e continuai a fare ciò che stavo facendo prima che lui mi parlasse,come se non esistesse.
“Mi stai evitando.”
Non era una domanda. Era una constatazione.
“No,come l’hai capito? –risposi acida.- Perché forse hai scopato la tua ex?” mi uscii una voce più alta del normale.
“Io non ho scopato con nessuno,come te lo devo dire,cazzo!” si stava arrabbiando. Mi prese il polso e mi obbligò a voltarmi verso di lui. Era davvero furioso.
“Però l’hai baciata.”  Constatai.
“E’ lei che ha baciato me! Perché sei testarda?!” Si passò una mano tra i capelli,un suo gesto tipico che amavo tanto.
“Certo,certo.” Gli diedi ragione,annuendo la testa e mi chinai di nuovo in silenzio. Non volevo più parlarci. Doveva andare via dalla mia vita,dalla mia testa,dal mio cuore.
Non riuscivo più a vivere con lui sempre dappertutto.
“Ehi,ascoltami un po’.-mi prese il viso tra le mani,artigliano il mio sguardo con il suo verde azzurro. Non potevo scappare quando mi guardava in quel modo. – Non importa cosa pensi di me. Io sono sicuro di una sola cosa: noi due ci apparteniamo. E farò di tutto, tutto capito?, per riconquistarti,ci volesse anche un secolo. Io ti amo.”
Dio,ecco che tutto andava in fumo. Quanto avrei resistito prima di buttarmi tra le sue braccia come una scialuppa di salvataggio?
Avrei avuto modo di scoprirlo molto presto.
 
 
Accadde una mattina. Non ero andata a lavoro perché era il mio giorno libero e non avevo voglia di fare niente. Le parole di Robert mi rimbalzavano da una parte all’altra della testa,senza darmi tregua. Stavo male come non mai,lo vedevo dappertutto.
Ero diventata una pazza isterica.
Ceh,peggio del solito.
Din Don.
“La pooooorta!” urlai. Nessuno andò ad aprire,così fui costretta a lasciare il mio caldo e confortevole divano per muovermi.
E quasi svenni.
Avevo davanti un enorme mazzo di fiori di diversi,da cui sbucò Robert. Ecco,non era possibile.
“Mi fai entrare?” chiese,con circospezione.
Mi accorsi di essere rimasta imbambolata come una deficiente a guardarlo. E io come gli resistevo così?!
“Ehm,certo,certo.” Gli feci spazio per farlo passare e dopo mi morsi a sangue il labbro,con l’intento di picchiarmi a sangue. Ma quanto ero stupida? Perché dovevo farlo entrare? Così avrebbe potuto conquistarmi meglio?
Presi un vaso per mettere l’acqua dei fiori, ma lui mi anticipò,prendendo il mazzo e levando un fiore diverso ogni volta.
“Questa è un’anemone. – prese un fiore viola e lo posò nel vaso, accompagnandolo con le sue parole carezzevoli. Lo guardavo estasiata.- Nel significato dei fiori, è il rimpianto. Per uno sbaglio.” Mi guardò intensamente,ed io ricevetti forte e chiaro il messaggio.
“Questa è un’aqulegia.- fece la stessa cosa con un mazzolino di fiorellini viola.- rappresenta l’amore.”
Ricevetti un altro colpo allo stomaco.
“Quest’altro è un garafono rosso, per l’amore appassionato.” E mi rivolse uno sguardo che stava a significare tutto. Arrossii.
“Questo è non ti scordar di me, per l’amore vero. Il perché l’ho scelto te l’ho già spiegato.”
Ad ogni sua parola il cuore perdeva un colpo.
“Questa è una rosa gialla,ma orlata di rosso. Significa amore eterno. Forse troppo fiori che rappresentano l’amore? Sì,sono ripetitivo,ma non posso farci niente.”
Osservavo ogni suo movimento con il respiro mozzato in petto.
“Questa è invece adonide, un ricordo doloroso. Penso che forse ciò che è successo ci farà crescere di più,no? Darà una nuova base per il nostro rapporto.”
Mi voleva riconquistare solo con dei fiori. Era impazzito completamente.
“Questa è l’artemisia, la gratitudine. Grazie per essere entrata nella mia vita, non sai quanto me l’abbia cambiata. Mi hai fatto crescere.”
A quelle parole non seppi davvero come rispondere. Era come un film,come un principe che si stava dichiarando alla sua principessa.
Mi guardava ancora negli occhi. Senza distogliere un attimo lo sguardo dal suo,indicai l’ultimo fiore rimasto sul tavolo.
“E…e quello?” balbettai con voce rotta.
Sorrise con dolcezza. Lo prese e se lo rigirò tra le dita da pianista,osservandolo.
“Speravo che me lo chiedessi. E’ un giacinto, è più che altro una domanda. E’ una richiesta per un’uscita. Ti va di passare il sabato con me a cena?” me lo tese ed io lo presi,sfiorando la sua pelle. Rabbrividii di piacere.
“Oooooh,ora dice di sì.”
Era la voce di Angela. Mi accorsi che avevano spiato tutto il tempo ciò che era accaduto. Presi uno straccio e senza distogliere gli occhi da quelli così azzurri di Robert,glielo tirai contro.
Chiusi la bocca e respirai a fondo.
“Io..io.. Robert non puoi venire qui e pensare che io ti perdoni subito.”
“Non ho mai pensato questo. So che sarà difficile, ma non mi arrendo,lo sai come sono. E’ solo l’inizio,se è quello che vuoi dirmi. Allora? Esci con me o no?”
Volevo dirgli di sì,lo volevo così tanto. Ma sapevo che sarebbe sbagliato,non avrei dovuto rispondere in quel modo..
Il cuore mi batteva in modo così forte..
“Io..- mi faceva male persino parlare.-  no. Non posso,Rob. Lo sai.”
Sorrise, mentre io lo guardavo sconcertata.
“Lo sapevo che avresti risposto così. Ma non mi arrendo,sappilo. Ti corteggerò come vuoi tu. Senza toccarti,perché so che vuoi così.  Ma non ti lascerò respirare nemmeno un attimo.”
Si avvicinò e quasi mi venne la voglia di arretrare. Mi sfiorò i capelli con un bacio,ma senza toccarmi davvero. Ci sapeva fare.
“ Ci rivedremo presto.” 



*my space*
Eh beh,che ne dite? LOL, quanto sarei caduta ai suoi piedi se Rob mi avesse fatto una dichiarazione così *-*
Eh niente,vi devo dire una cosa brutta.. NON CI SARO' PER TRE SETTIMANE ç_____ç AAAAAAAARGH. Mi mancherete tantissimo ç.ç Sul serio,sul serio çWç
Niente,buone vacanze :'D
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3

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Capitolo 5
*** Oh Romeo,Romeo,perchè sei tu Romeo? ***


 And all the kids they dance, all the kids all night
until monday morning feels another life
I turn the music up
I’m on a roll this time
and heaven is in sight.

-Coldplay,Every teardrop is a waterfall

 

 
 
 
 
 
 
Ero riuscita a sopravvivere per due giorni agli attacchi mirati di Robert,e per non pensare a niente,Angela mi portava avanti e dietro come una bambola. E quando non c’era lei,troppo impegnata a..ehm, condividere delle cosette con il suo Ben,ci pensava Rò,che era fermamente convinta che le cose si sarebbe risolte in men che non si dica.
Però avete presente quando vi incominciate a ripetere la solita litania del “Non pensarci,non pensarci ,non pensarci.. Cazzo,ci sto pensando!”? Ecco,a me succedeva la stessa identica cosa.
Doveva accadere qualcosa,stavo pregando perché accadesse qualcosa di grande che mi levasse dalla testa il mio caro amichetto.
E forse fu proprio quello che sentivo quando entrai in casa quella mattina,dopo il lavoro.
Mi guardai intorno,cercando un qualche segno di vita,ma la casa sembrava deserta. Sembrava.
Perché,manco fosse un’agente speciale,Angela sbucò da dietro le scale con aria circospetta.
La guardai con un sopracciglio alzato.
Mi guardò,portandosi le mani al petto e tirando un gran sospiro di sollievo.
“Ah,sei tu.” disse con sollievo.
“E chi poteva essere, Edward Cullen?!” buttai la borsa sul divano e mi avvicinai,studiandola. Sembrava una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Spostava il peso da una gamba all’altra e aveva le mani dietro la schiena,a nascondere qualcosa.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” chiesi,avvicinandomi di più.
Forse fu proprio quella frase a scatenare tutto quello che seguì.
Angela iniziò a saltellare,mandare gridolini felici e buttarmi le mani dietro il collo,abbracciandomi forte.
“Sono incinta!” urlò estasiata.
Rimasi di sasso.
“Non ho capito.” mormorai.
“Sono incinta.” ripeté più lentamente.
“Non ho capito.” mossi le labbra piano,come se temessi di disturbare quel piccolo essere nella sua pancia.
“S.O.N.O.I.N.C.I.N.T.A.”
“Ho capito. Devo sedermi.” mi avvicinai al divano e ci affondai dentro.
“Non sei contenta?” mi chiese preoccupata,gli occhi grandi,pieni di lacrime.
“Felice?! FELICE?! IO SONO ENTUSIASTA!” urlai,stringendola spasmodicamente a me. Un piccolo marmocchino sarebbe stato sfornato tra nove mesi dalla mia migliore amica,e io sarei stata una pesudo-zia per lui.
Mi ci era voluto un po’ per metabolizzare la notizia.
“Allora,che ne pensi?” disse Rò,entrando con un vassoio di biscotti al cioccolato.
“E tu che ci fai qui?!” chiesi,ma addentai lo stesso il delizioso spuntino che mi porgeva. Mi piacevano tantissimo i suoi biscotti,aveva una ricetta speciale solo per i momenti importanti.
“Me l’ha detto anche a me. Adesso,però,veniamo alle cose importanti.- disse con tono pratico.- Come glielo vuoi dire a Ben?” Angela a quelle parole divenne paonazza.
Aveva paura che Ben non lo pigliasse bene? Ma se il ragazzo aveva manifestato più volte il suo desiderio di avere qualcuno da spupazzare! Non aveva nulla di cui preoccuparsi.
Più che altro,l’unica che doveva essere terrorizzata ero io. Sapete quante cose strane chiedono le donne incinta con le voglie!? E io avrei dovuto accontentarla sempre e comunque.
“E che problema c’è? –disse,il tono allegro e spensierato improvvisamente.- Glielo dirà Alessia.”
Eh no,scusa,che hai detto?
“Non ho capito.”
Angela mi fece i suoi oltreoceano famosi occhi da cuccioli, e impepò tutto con una spolveratina di lacrimuccie e persino un po’ del labbricino.
Scossi la testa.
“Non puoi chiedere di farmelo fare a me!” esclamai.
Troppo tardi.
La porta si aprì e sbucò Ben,il cappotto stretto al petto per riparasi dal vento gelido che soffiava da giorni su Londra. Ci sarebbe stata presto un bel temporale,dicevano le televisioni.
“Fare cosa?” chiese,mentre chiudeva la porta dietro di se con un calcio.
Tutte e due guardammo Angela,che cercava di far finta di niente tormentandosi il bordo della maglia.
“E’ successo qualcosa?” chiese preoccupato.
Mossi la mano,come se dovessi scacciare una mosca.
“No,solo Angela ti deve dire una cosa.” E io e Rò la spingemmo in piedi vicino a suo marito.
“Ehm..”abbassò lo sguardo e si martoriò il labbro inferiore. “Vedi,c’è una cosa che devi sapere..” iniziò.
“Vuoi lasciarmi?” chiese subito lui,disperato.
Ma che cretino.
“No,no.-si affrettò a tranquillizzarlo lei. – Solo che..”
“Hai conosciuto un altro e mi vuoi lasciare?”
Oh,era proprio stupido,allora.
“NOOOOO. E’ che… Ale,vieni a darmi una mano,non ce la faccio a dirglielo.”
“Ma dirmi cosa?”
Mi alzai e scossi la testa.
“Devi dirglielo tu.”
“Non ce la faccio.”
“Fatti coraggio.”
“Ma ti ho detto che non c’è la faccio.”
“Ma cosa sarà mai,mica Angela è incinta!” disse Ben,allargando le braccia con semplicità.
“Esatto!” rispondemmo insieme alla sua frase.
A quel punto,successe molto velocemente tutto. Ben che sbiancava. Che sgranava gli occhi. Che cadeva all’indietro sul divano. Angela che lo guardava con un sorriso radioso sulle labbra. E poi che apriva bocca per dire “Mi aspettavo di peggio.”
Mi presi la testa fra le mani e mi massaggiai le tempie.
Almeno non avevo pensato a Robert.
..Cazzo.
Mi avvicinai al volto cadaverico di Ben e lo schiaffeggiai piano,per farlo riprendere. Quando non rispose,gliele diedi di santa ragione e finalmente aprì un occhio color onice.
“Sai,ho fatto uno strano sogno.- incominciò con voce stralunata.- Ho sognato che Angela mi diceva che era incinta.”
“Ma è così!” urlò Rò dall’altro divano.
Ben sgranò gli occhioni ed emise un gemito strozzato,per ricadere di nuovo svenuto a testa reclinata.
Dio,che stress era vivere in quella casa.
Però quel giorno avevo pensato a Robert solo una volta,pensai allegra.
..Cazzo.
 
 
 
Quella notte decidemmo di dormire tutte insieme. Le tre moschettiere. Le tre migliori amiche.
Per confidarci,per esprimere le proprie paura,per esprime la contentezza di questa nuova notizia.
“Come va con Kellan?” chiesi a Rò,stringendo il cuscino a me e prendendo un po’ di patatine dalla ciotolona che ci eravamo portate dalla cucina.
Roberta arrossì,anzi,credo che prese proprio fuoco.
Fu un bel segnale per me.
“E’ dolce. E’ carino. Perfino simpatico. Non mi mette fretta e io mi godo la sua amicizia.” rispose,alzando leggermente le spalle,come a proteggersi.
La cara,piccola Rò. Era tanto dura quanto dolce e sensibile,un po’ come me. Solo che lei aveva più dolcezza che durezza.
Erano una bella coppia lei e Kellan,e tifano per loro con degli striscioni e cori da stadio.
“Tu con Rob?” chiese Angela,eccitata.
“Mmmh,il solito. Deve ancora risalire la china per riprendersi la mia fiducia. Va bene,ho capito che anche io ho un po’ sbagliato,però,insomma,era una sua ex,non doveva nemmeno lontanamente pensare di accompagnarla e/o sfiorarla con un dito.”
Le mie amiche mi studiarono con aria pensierosa e poi scossero la testa con aria teatrale.
“Com’è possessiva!”
Le lanciai un cuscino in risposta.
“Non credete faccia caldo,qui dentro?” chiesi,avvicinandomi al balcone per aprire un po’. E ne approfittai anche per uscire e prendere una bella boccata di aria fresca.
“Sai che sei bellissima?” mi chiese una voce dal basso.
Spaventata,mi ritrassi e abbassai lo sguardo verso chi mi aveva parlato.
Brividi mi percorsero tutta e non credo sia stato per il freddo. Robert mi guardava con un sorriso sornione sulle labbra perfette,gli occhi ancor più profondi per la luce della luna. Era da batticuore. E devo dire che la cassa toracica mi si stava per rompere sotto la furia dei miei battiti.
“Che ci fai qui?” mi uscì con voce tremula. Mi appoggiai al parapetto. In fondo,eravamo solo al primo piano,poco per la mia paura dell’altezza. E,in fondo,l’avrei combattuta pur di vedere ancor il suo volto così acceso.
“Sono venuto a vedere se la mia Giulietta fosse ancora viva,visto che non mi risponde al cellulare.”
Ops,avevo accuratamente evitato le sue telefonate e i suoi messaggi. Sapevo che sarei caduta ai suoi piedi come un pesce lesso.
“Sai che sei abbastanza squallido quando fai il romantico? Mi verrebbe da chiamare il dentista per le troppe carie che mi stanno uscendo.” gli dissi,sporgendomi un  po’ di più.
Lui sorrise,incurante del mio insulto,e si schiarì la voce.
Con le ali leggere dell’amore volai su questi muri –declamò a voce alta. Aveva gli occhi socchiusi e i capelli arruffati. Era un spettacolo. Appoggiai il gomito sulla balaustra e posai il viso sulla mano aperta,ascoltandolo.- Per amore non c’è ostacolo di pietra, e ciò che amore può fare,amore tenta…”
Sorrisi. Aveva scelto proprio dei bei versi per dedicarmeli. Ammetto che il mio cuore scese giù fino allo stomaco e poi risalì verso la gola,ma non potevo mostrarmi così debole.
Dopo il primo momento di debolezza,scambiai uno sguardo con Angela e mimai qualcosa con le labbra. Lei sorrise e scese giù a prendere ciò che le avevo chiesto,aiutata da Rò.
Io intanto,stavo ascoltando ancora il mio poeta preferito.
“O mia amata Giulietta,perché sei ancora così bella?” continuava a declamare,un accenno di sorriso sulle labbra carnose.
Fu una fortuna che Angela arrivò presto,altrimenti mi sarei buttata dal balcone pur di stringerlo tra le mie braccia.
Tre complici dello sfortunato destino del mio amore, capovolgemmo il secchio dal balcone e una cascata d’acqua infradiciò da capo a piedi il povero Pattinson che dallo sconcerto,rimase un attimo fermo a braccia aperte.
La scena era così divertente che mi accasciai dalle risate,mentre sentivo le mie amiche ridere allo stesso modo.
Anche Robert,rise da sotto. Forse aveva capito che era il mio vero sorriso da tanto tempo,che non ero mai stata spensierata come in quel momento. Lui lo sapeva. Sapeva tutto di me.
Forse conosceva un po’ meno Ben e la sua voglia di dormire.
Quel povero ragazzo,già bagnato fradicio,ricevette anche una scarpa in testa dalla finestra della camera dei due sposini,accompagnata da un urlo belluino del tipo “CRETINO D’UN ROMEO,MI FAI DORMIRE?!”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*my space*
Oh,porca miseria. Son tornata,eh! Ehggià,sono qui con questo nuovo capitolo. Niente male,eh,per una che non ha fatto un emerito cazzo in tre settimane. Scusate se non ho scritto niente subito,ma dovevo riprendermi dall’assenza con una full-immersion in EFP. Tutti aggiornano quando io non ci sono,chiaro T^T
E niente,fatemi sapere cosa ne pensate :3
Vi aspetto :)
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3

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Capitolo 6
*** My love,my kiss,my heart. ***


 

E’ come se fossi intrappolato nei miei ricordi,
che sono come pezzi rotti
in fondo al mio cuore.
[..]
Continui a girare nella mia testa,
tu che hai preso tutto di me.
{My love,my kiss,my heart; Super Junior.}
(Canzone coreana,ma è davvero stupenda :’D Ascoltatela pure :3 http://www.youtube.com/watch?v=wNloFM21fsI)
 
 
 
 
 
 
 
No,ma dico,siamo impazziti?
Io?
A preparare una festa?
Ma ci vedete?
PAZZI.
Erano questi i miei pensieri da circa un’ora e mezza,su e giù. Insomma,se Angela voleva dare l’annuncio del grande evento con una festa,perché mandare me a fare le spese?
Insomma,ho capito che Ben è ansioso e non vuol far stressare Angela per un secondo,ma non farla alzare nemmeno dal letto è veramente troppo!
E così,chi hanno voluto mandare in giro?
Eh,chi c’era di così stupido da far sgobbare come un mulo?
Ma la povera Alessia,chiaro! Con la solita scusa del “Ma così ti tieni impegnata e non pensi a Robert.” Pensavano di mandarmi dove volevano loro,a cercare festoni (ma a una festa dove si annuncia l’arrivo di un marmocchio,si mettono i festoni? BAH.) e le altre cose che occupavano una lista di tre metri e mezzo.
Dopo due ore decisi di fare finita quella rottura e di tornare a casa.
“Ehi,sono sopravvissuta,se interessa a qualcuno.” Annunciai,mentre aprivo la porta. O cercavo di aprirla.
“Ehi,quante cose che porti. Fatti dare una mano.” Disse Ben,sospettosamente gentile. Sentivo vibrare le antenne,c’era qualcosa sotto.
“Che cosa c’è?” strinsi gli occhi,mentre il ragazzo prendeva metà delle borse,borsettine,borsettone che portavo,permettendomi di respirare in modo decente.
Alle sue spalle  comparve un ragazzo totalmente identico a lui,solo un po’ più giovane. Stessi occhi,stessi capelli,stessi lineamenti.
Era davvero inquietante.
Mi sorrise in modo dolcissimo e mi guardò intensamente.
Mi sentii avvampare e abbassai lo sguardo. Mi faceva sentire in soggezione tutta quell’attenzione rivolta con uno sguardo. Mi sembrava quasi che mi toccasse.
“Salve,io sono Jack,il fratellino di Ben. Tu come ti chiami?”
Mi tese la mano,e la nostra stretta dura più del dovuto.
Pensai subito a Robert. Chissà cosa avrebbe detto del modo in cui mi stava guardando quel ragazzo. Sicuramente  sarebbe stato geloso e me lo avrebbe fatto capire con uno sguardo,spalancando li occhi per esprimere il suo disappunto
“Io sono Alessia. Tanto piacere.” Risposi con rispetto e garbo. Il pensiero di Robert mi aveva messo addosso la voglia di scappare e chiudermi in camera.
“Il piacere è tutto mio.” Rispose con una voce tanto dolce e profonda che mi fece venire i brividi dietro la nuca.
“Eeeeeeeeeeeeeeeehhhm,io andrei su da Angela.” Tossicchiò Ben correndo su per le scale. Quell’intrusione era azzeccatissima. Avrei avuto il pretesto di salire anche io e..
“Ti va di uscire con me per un gelato?”
EEEEEEEEEEEEEEEEEEEH?
Ma manco ci conoscevamo,come gli veniva in mente di chiedermi di uscire? Probabilmente il disappunto mi si doveva vedere sul viso,perché ridacchiò e mi strizzò un occhio.
“Lo so che presto per chiedertelo,però.. Mi piaci. Cioè.. Mi stai simpatica. – si giustificò.- Allora?”
Balbettai. Ma,insomma,come gli veniva in mente di.. Digrignai i denti e decisi di osare. In fondo,che c’era di male? Mi divertivo solo un po’.
Giusto?
GIUSTO?!
Decisi di mettere a tacere la mia vocina petulante e accettai.
“Vieni con me.”
Mi portò per le strade di Londra,dove parlammo tanto e ci conoscemmo. Era strano. Strano sul serio. Parlavamo di cose normali e sembrava ci conoscessimo da una vita.
“Allora,mi vuoi parlare di questo ragazzo che ti ha fatto soffrire?” mi chiese ad un certo punto,mentre mangiavamo un gelato seduti su una panchina. Mi fermai di colpo. Io non gli avevo parlato di nessun ragazzo,non avevo fatto un minimo accenno di Robert. Come diavolo faceva a conoscere questo fatto?
Dovevo pensare che Ben od Angela gliene avevano accennato,e la cosa mi faceva rabbia. Erano fatti miei,non avevano il diritto di sbandierarli per destra e manca come se nulla fosse.
“Scusa se te l’ho chiesto,ma dai tuoi occhi si capisce che c’è qualcosa che ti fa male,ed allora ho pensato ad un ragazzo. Ho fatto male?”
Ben ed Angela erano dei santi.
Scossi la testa e mi morsi le labbra.
“Sì,c’è un ragazzo che mi piace,eh beh, mi ha..tradito.” mi vergognavo a parlare di quelle cose . Battei ritmicamente il piede sul marciapiede,cercando le parole giuste per spiegargli cosa avevo passato. “Mi ha fatto tanto male. Ma non riesco ad essere arrabbiata più di tanto con lui. Insomma,lo amo troppo. Ma non posso perdonarlo,non ancora. Sono troppo cattiva con lui?”
Jack mi sorrise e scosse la testa.
“Beh ,è normale,si comprende. Penso che sia un atteggiamento normale per tutti,per i primi tempi. Ma non lasciarlo troppo sulla graticola,potrebbe scocciarsi dopo un po’.”
Era quello di cui avevo più paura. A me serviva tempo per decidere cosa fare,ma se durante quel lasso lui trovasse un’altra più disponibile con lui e le cadesse tra le braccia? La solo idea mi faceva livida di rabbia.
“Grazie.” Mi girai verso di lui con un sorriso e lui mi sorprese baciandomi leggero su una guancia.
Rimasi un attimo di sasso. Poi scrollai le spalle con noncuranza. Eravamo diventati amici,che problemi c’erano se mi dava un bacio sulla guancia? Nessuno,assolutamente nessuno. E allora perché mi sentivo tanto in imbarazzo? Perché qualunque cosa mi riportava al pensiero di Robert?
Presi un respiro profondo e mi imposi di non pensarci.
Il mio Romeo,pensai invece con dolcezza.
Fatti del male,così non ci pensi,disse la mia adorabile vocina. Presi seriamente in considerazione l’idea.
“Terra chiama Alessia. Ti sei estraniata dal mondo.” Mi richiamò Jack.
Sorrisi con aria di scusa. A volte capita che mi perdevo nella moltitudine dei miei pensieri e non facessi attenzione a ciò che mi circondava.
“Uhm,conosci quel ragazzo?”
Seguii lo sguardo di Jack e mi venne un tuffo al cuore.
Due occhi azzurri che conoscevo molto bene mi guardavano con disapprovazione.
Tremai e mi vennero le lacrime agli occhi. Mi sentivo oppressa dal senso di colpa.  Lo guardai girarsi di scatto e andare via non appena ricambiai lo sguardo,senza fiato perché avevo i polmoni completamente vuoti. Presi la mia decisione di corsa.
Mi alzai e lo rincorsi,in lacrime. Gli presi la mano e lo costrinsi a voltarsi verso di me.
“Non è come credi..” cercai di spiegargli,ma il suo sguardo non lasciava spazio alla pietà. Mi guardava in un modo così brutto che mi vergognai e mi feci piccina piccina.
“Sei libera.- disse con una voce cattiva che il mio senso di colpa si gonfiò a dismisura.- Puoi fare ciò che vuoi,o mi sbaglio? L’unico cretino che si sta facendo un culo tanto è il sottoscritto. Ma a quanto pare ho sbagliato di grosso,vero?”
“Ti prego,non fare così,posso spiegarti tutto..” provai a convincerlo di nuovo,ma niente,lui non voleva credermi.
“Fa’ ciò che credi migliore,non preoccuparti di me.” Sibilò,prima di liberarsi della mia stretta ed andarsene via.
E se io credessi che sia meglio stare con te?
Se io credessi sia meglio amarti,ma ho tanta paura di soffrire di nuovo?
E se io non mi fidassi del mio cuore?
Gli corsi dietro,lo abbracciai,dicendogli queste parole e baciandolo con passione. Lui ricambiò la stretta e il bacio e seppi con tutto il cuore che non avrei più sofferto.
Tutto questo solo nella mia testa.
Invece rimasi lì,a piangere a guardarlo allontanarsi da me.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*my space*
E giù lacrimeeeeeee ç____ç Che triste,vero? Mi credete pazza se vi dico che io mi diverto tanto a farli soffrire? LOL. Niente,oggi non mi sento bene e non so che dirvi ç.ç
Fate sentire le vostre voci,guys! (anche una vocina piccola per mandarmi a pelare patate u.u)
Alla prossima,sperando di avere più cose di cui parlare :3
I love you,
Alessia <3
Ps:eeeeeeeee,la canzone dei Super Junior messa per prefazione farà cadere per terra la mia Unnie Fede :3 

 

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Capitolo 7
*** 'Cause I love you. ***


 

 
'Cause every time we touch, I get this feeling,
 And every time we kiss, I swear I could fly.
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last,
Need you by my side.
{ Cascada,Everytimes we touch.}
 


 
 
 
 
“Aleeeeeee,portami via di qui,ti prego!” mi supplicò Angela, con le lacrime agli occhi,allungando le braccia verso di me dal suo letto. Ben,uno psicopatico ansioso, non le faceva fare niente.
A quel pensiero mi ritrovai a sorridere senza volerlo.  Avevo asciugato le lacrime come meglio potevo,ma niente sfuggiva allo sguardo indagatore di Angela. Tant’è che,appena mi avvicinai un po’ di più e lei potè mettermi a fuoco meglio,sgranò gli occhioni verdi preoccupata.
“Che è successo?”
Cercai di sorridere in modo decente,seppur tremulo e con un dito indicai il piano di sotto.
“Se non puoi alzarti,come hai fatto a mettere tutti quei festoni qui giù?” chiesi,sedendomi sul suo letto,accanto a lei ed allungando le gambe davanti a me.
Angela si lasciò scappare un risolino eccitato.
“Non sai quanto è divertente vederli sgobbare davanti a me.” Disse con occhi sgranati.
Ridacchiai,sentendo un pochino allentarsi la morsa che avevo sul cuore.
“E poi ti lamenti!”
“Sul serio,che è successo?”
Non riuscivo proprio a farle cambiare discorso. Ci avevo provato,ma lei non mollava proprio. Scossi la testa e mi morsi il labbro.
Lei sospirò e mi diede una piccola pacca sulla spalla.
“Spero non ti dispiaccia se ho invitato anche Robert,stasera. Insomma,è pur sempre uno dei più grandi amici di Ben,ed è stato anche il suo testimone di nozze.. Ho sbagliato,vero? Lo so che ho sbagliato..” aveva una voce incrinata che mi dava i brividi. Subito cercai di calmarla.
“Shh,no,no,va bene,va bene. Solo non so se potrebbe accettare o no.”
Mi guardò con occhi grandi pieni di domande,ma non osava farmele. Alla fine decisi di svuotare il sacco e le raccontai tutto,non trattenendomi,versandole addosso tutto quello che sentivo e quello che avrei voluto fare.
Mi ascoltò,abbracciandomi forte ed accarezzandomi lieve la schiena,cullandomi e ripetendomi parole dolci all’orecchio. Ero fortunata ad averla come amica,adesso che mi ero sfogata mi sentivo più leggera e riuscivo a pensare in modo coerente e chiaro.
Ma avevo comunque un sacco di domande in testa. Adesso cosa avrei dovuto fare? Avrei dovuto chiedergli scusa? Avrei dovuto lasciare andare le cose da sole? Dovevo aspettarlo? Non sapevo,avevo la testa che mi scoppiava dalle domande non fatte.
Decisi di chiedere consiglio ad Angela. Lei mi rispose che dovevo solo aspettare che si sbollisse e vedere cosa faceva. Avrei dovuto perdonarlo subito,mi dissi con cattiveria. Guardate dove eravamo arrivati. Due persone così estranee che sembravano non conoscersi affatto. Un muro ci divideva,in quel momento. Perché eravamo finite in quella situazione? Per colpa della mia insicurezza. Pensavo fosse troppo per me,fosse troppo famoso,troppo bello,troppo troppo. Ed io ero così stupida da essermelo fatto sfuggire.
Quant’ero stupida da uno a cento? Ma certamente mille.
“E’ tardi,incominciamo a cambiarci,che dici?” mi propose con dolcezza Angi,accarezzandomi i capelli. Accettai la proposta e mi alzai per andare in camera mia.
La mia amica mi bloccò proprio sulla soglia.
“Andrà tutto bene,non preoccuparti.”
Mi sorrise in modo dolcissimo e mi fece il segno di vittoria con le mani. Ricambiai e le feci una linguaccia. Promisi a me stessa che quella sera non avrei pensato a nulla se non a divertirmi.
Ecco,il piano funzionò finchè fui convinta che Robert non ci fosse. Quando lo vidi,appoggiato al muro,le mani dentro le tasche dei jeans,un camicia chiara a fasciargli il torace perfetto,rividi la possibilità di scappare in camera e chiudermi dentro fino alla fine della festa.
Proprio in quel momento però,ad Angela venne la splendida idea di salire sulla sedia per fare il grande annuncio.  Come avrete capito più di una volta,ad Angela le cose normali non piacciono quasi mai. Ed ecco perché a Ben,seppur fosse alla soglia dei trenta,gli venne un mancato infarto a quell’azione sfrontata della moglie.
“Ho da farvi un annuncio” proclamò da lì su,mentre il povero ragazzo al suo fianco,cercava in tutti i modi di tenerla nel caso fosse caduta. Ad un certo punto Angi si scocciò e lo cacciò con un sonoro “MI FAI CADERE TU COSI’.”  Che fece ridere tutti i presenti. Mi guardai intorno. Prima non l’avevo notato,ma c’era un sacco di gente,famosa e non,sicuramente più di un centinaio. E per fortuna che la ragazza aveva detto che era una cosa in famiglia.
I due sposini,dopo l’iniziale baruffa,si guardarono con occhi così innamorati che il mio cuore mancò un battito e quasi mi commossi. QUASI.
“Ecco,noi.. Noi aspettiamo un bambino!” urlò Angela,e ci fu uno scoppio di gioia intorno a me,tanto che fui costretta a tapparmi le orecchie per non spaccarmi i timpani.
“Ooooh,Ben è incinto!” disse accanto a me Kellan. Poggiai la fronte sul palmo della mano destra,scuotendo la testa per il grado di scemenza che raggiungeva ogni volta quel ragazzo. Se non fosse stato bello,l’avrei preso a calci in culo.
“No,IO sono incinta,chiaro?” Angela scese dalla sedia, chiaramente con l’aiuto del marito ansioso,e s’indicò con il dito,alzando le sopracciglia.
“Allora,Kell – intervenni.- vediamo se mi spiego. Hai presente quando un uomo e una donna..”
“HO CAPITO,HO CAPITO.” Mosse la mani avanti,intimandomi di finirla. Sorrisi. Avevo avuto quello che volevo.
Guardai Jack,che ,si lo so,non avevo cagato minimamente di striscio tutta la serata. Sembrerebbe un comportamento abbastanza ipocrito da parte mia,ma quella sera non avevo voglia di parlare con nessuno,tantomeno con lui.
Aveva gli occhi spalancati e la bocca aperta. Avevo un gran brutto presentimento,perché quella scena l’avevo già vissuta.
“Diventerò zio..” bisbigliò. E poi svenne a faccia davanti. Tutti lo guardammo senza muovere un dito.
“Ma allora è un vizio di famiglia,anche Ben l’ha fatto.” disse Angela,incrociando le braccia.
“Io non  sono svenuto.” protestò lui.
Lo guardammo truci.
“Va bene,sono svenuto anche io.” ammise.
Ridemmo assieme. Quando la festa si fece troppo anche per me,uscii un po’ fuori a riprendere aria. Mi sembrava di scoppiare. Non ero abituata a quelle cose,mi faceva stare male. Avere tutta quella gente intorno,quando non volevi vedere nessuno era orribile. Soprattutto se ogniqualvolta che ti girava incontravi sempre due occhi azzurri brucianti che ti perforavano l’anima. Aveva deciso di venire,chissà,forse per vedere cosa facevo,se i suoi sospetti su di me e Jack erano giusti. Forse aveva visto di aver torto,dato che io e Jack non ci eravamo nemmeno sfiorati in quella serata. Forse era la volta buona che facevamo pace. Ma chi voglio prendere in giro? Il rapporto fra di noi era malmesso,ci sarebbe voluto un montone di fortuna e buona volontà per capire i nostri errori.
“Che fai,non sei con il tuo ragazzo?”
Il cuore accelerò i battiti. La sua voce. Quella che tante volte avevo bramato.
“Non è il mio ragazzo.” bisbigliai.
Il suo braccio circondò la mia vita,la mia schiena battè sul suo petto. Scollegai totalmente il cervello quando con le labbra tracciò il percorso dal lobo dell’orecchio fino alla clavicola. Ero fuori controllo oramai.
Lo sentii sorridere freddamente ed avvicinarsi nuovamente al mio orecchio.
“Sul serio? Strano,visto come ti guarda. Tu gli piaci. E dimmi,già ci sei andata a letto? Sa farti godere come me? Oppure ha già capito che ti piace stare sotto?” ci soffiò dentro. Quella frase detta con cattiveria mi fece tornare con i piedi per terra. Mi staccai da lui e feci due passi indietro,furente.
“Mi stai dando della puttana?! –sibilai,in collera.- se non mi sbaglio,sei stato tu a baciare la tua ex,o no?” gli riversai addosso la rabbia che sentivo mi stava salendo da lontano. Mi ero scocciata di avere sempre le paternali da lui,come se fossi stata io quella che aveva sbagliato. Ma era lui,cazzo,era lui.
Scosse la testa,passandosi la mano fra i capelli.
“Oh,guarda un po’. Io però ho cercato di farmi perdonare,o sbaglio? Ho cercato di riconquistarti con molti mezzi,eppure tu non mi hai mai dato apertamente un’altra possibilità. E secondo te,adesso,che devo fare? Andare avanti con il mio piano facendo finta che niente sia successo? Sarebbe normale?”
Mi sentii avvampare. Fece un passo in avanti lentamente,ed io per riflesso ne feci uno indietro. Andai a sbattere contro il muro,con il cuore a mille. Strinsi gli occhi forte e scossi la testa.
“Non dico questo. Non vedi che – singhiozzai.- tra noi c’è solo odio? Abbiamo sbagliato tutte e due. Perché adesso non facciamo pace una buona volta e cerchiamo di rimettere assieme le nostre vite?  Tu mi manchi.” aggiunsi poi in un soffio. Avevo liberato il mio cuore dal peso che lo opprimeva,adesso spettava a lui decidere cosa fare.
Lo sentii avanzare ancora,finchè il calore del suo corpo non raggiunse il mio. Una sua mano mi sfiorò piano una guancia,leggera come una farfalla. Chiusi ancor di più gli occhi,lo stomaco che si agitava per l’attesa della risposta.
Prese un grosso respiro,come se la proposta che gli avevo appena fatto fosse troppo pesante anche solo per  pensarci.
Ecco,lo sapevo,adesso mi avrebbe detto di no, ed il mondo mi sarebbe caduto addosso.
“EHI,che ci fai con lei? Lasciala stare!”
Jack arrivò trafelato ed io riaprii di scatto gli occhi,maledicendolo in cinquecento lingue diverse. Perché cazzo arrivava sempre nei momenti meno opportuni? Lo odiavo,lo odiavo.
Robert staccò di scatto la mano dalla mia guancia e si voltò,negli ardeva un fuoco d’odio che mi spaventa. Strinse la mascella e fece schioccare la lingua.
“Stiamo parlando. Vattene,non centri tu.” vedevo che si stava trattenendo dalla tensione della schiena e delle spalle. Santo Cielo,avevo pura che poteva perfino rompergli qualche osso tanto era incazzato.
“Non puoi darmi gli ordini,tu.”
Mi misi tra di loro,cercando di calmare Rob e allo stesso tempo mandare via Jack. Optai per iniziare dal vampiro più famoso dello schermo.
Lo spinsi indietro,facendo leva sul suo petto.
 “Che c’è,adesso ti fai difendere da una ragazza?” lo derise Jack,sghignazzando mentre io ancora cercavo di farlo smuovere da là. Ma nemmeno con un carro attrezzi ce l’avrei fatta.
“Coglione.” sentii Robert insultarlo. Poi mi sgusciò via dalle braccia,lasciandomi come una demente a guardare il vuoto davanti a me. Sentii un rumore sordo e poi un tonfo,dei lamenti a condire tutto. Mi girai di scatto. Jack era a terra,tenendosi il naso sanguinante,mentre Robert aveva ancora un pugno stretto e ansimava dalla rabbia. Mi gettai su di loro,spingendo Rob da parte.
“Brava,và da lui,complimenti.” mi prese in giro Robert,mentre io osservavo ragazzo che continuava a lamentarsi. Avevo due scelte: o mi occupavo di Jack,lasciando che Rob se ne tornasse a casa incazzato con me perché non l’avevo pensato minimamente,oppure calmavo Robert lasciando Jack sanguinante là a terra.
Scelsi di fare quella più intelligente,anche se mi sarebbe costata molto.
Mi chinai a terra,alzando la testa del più piccolo dei Barnes.
Sentii Rob trattenere il respiro dietro di me,e poi imprecare a voce alta. Eravamo lì per lì per fare pace e poi tutto si era complicato per un fraintendimento. Grazie mille,mondo.
“Vaffanculo!” lo sentii ancora imprecare contro tutti e poi i suoi passi allontanarsi. Mi voltai a guardare la sua schiena avviarsi verso il cancello,un po’ sbiadita a causa delle lacrime che mi riempivano gli occhi.
Aveva proprio ragione.
Vaffanculo mondo!
 
 
 
 
*my space*
Oddio,stare a scrivere con Angela al telefono che mi dà ansia è molto difficile T__T LOL,a parte questo,che ne dite di questo capitolino? Dai,più lungo dell’altro,mi perdonate vero? *occhi da cucciola*
Odio non andare in piscina perchè non posso u.u
Beh,che dire? Fatevi sentire u.u

Vi voglio qui : http://www.facebook.com/#!/permalink.php?story_fbid=251120211589343&id=100002582387631¬if_t=like v.v


Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3 

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Capitolo 8
*** C'eravamo quasi.. ***


 

If I could turn back the hands of time
I swear I never would have crossed that line
I should have kept it between us
{Nobody’s perfect,Jessie J}
 
 

 

Lucidai per bene la tazzina da caffè e la posai con forza sul bancone. Diedi un’occhiata all’orologio appeso al muro. Un’altra mezz’ora e avrai finito il turno.
Non riuscivo a stare ferma con le mani in mano,mi sentivo troppo seccata per non fare nulla. Avevo bisogno di sfogare in qualche modo,muovendomi avanti e indietro. Controllai un’altra volta il mio cellulare,ed in assenza di cose nuove,lo rimisi al proprio posto.
Era passata una settimana senza che Rob si facesse sentire. Ero in ansia, sia perché non era mai capitato che se ne stesse via così tanto senza farsi sentire,sia perché non aveva ancora risposto alla mia offerta di pace. Non sapevo cosa gli era successo e ciò non  faceva che rendermi ancora più seccata.
Jack,vivo e vegeto,seppur con un naso più dritto dell’ultima volta (Robert picchia forte,eh!) era rientrato a casa sua,mentre Angela era ancora confinata a malincuore a letto. Era uscita solo per la sua prima ecografia,ieri mattina ed eccitata come non mai era rientrata con in mano le “foto” del piccolo. O piccola. Non volevano conoscere il sesso,volevano che fosse una sorpresa.
Anche se questo significa grandi litigate per decidere il nome. L’altro giorno li avevo beccati che stavano per prendersi a capelli per decidere il nome di una femminuccia.
 
“Jessica!” questa era Angela. Seduta sul divano a gambe incrociate,aveva un foglio tra le mani dove aveva segnato tutti i nomi che le piacevano. Ma l’unico che era sopravvissuto,a quanto pareva,era proprio Jessica.
“Anna!” Uhm,questo era invece Ben,che poverino,cercava di averla vinta. Peccato che con Angela fosse una missioni impossibile,tanto quanto cercare un fungo in un pagliaio. (?)
“Jessica.”
“Anna.”
“Jessica.”
“Anna.”
“Anna.”
“Jessica.”
“Lo sapevo amore,che eri d’accordo con me.” La vittoriosa si alzò,tra le mie risate, e diede un bacio a Ben,che fece la sua tipica faccia da pesce lesso. Quant’era bello vederli discutere, mi risollevavano sempre il morale. Potevano dire quello che volevano,ma io ero fermamente convinta che era naturale il loro modo di prendersi in giro.
“ME L’HAI FATTA DI NUOVO!” Povero,povero Ben,era la seconda volta che perdeva e proprio non se ne voleva fare una ragione. Eh, ma si sa,l’amore supera anche i confini più alti.
 
 
Mi ritrovai a sorridere da sola come un’ebete a quel pensiero. Mi guardai intorno e cercai di ricompormi. Non era bello incominciare a ridere da sola in mezzo a tutta quella gente.
“Due caffè,grazie.” Alzai la testa verso una voce conosciuta e sorrisi alla vista della comparsa dei miei ricordi. Angela,di rimando,mi fece l’occhiolino e si sedette con Rò davanti a me. Ricambiai con gioia e a tempo di musica,andai a preparare le loro ordinazione. Mi piaceva quel lavoro. Avevo possibilità di parlare o anche solo stare in silenzio quando mi andava. Era fatto a misura per me.
“Allora,novità dallo scomparso? Mandiamo la sua foto alla polizia?”
Risi. Angela aveva sempre la battuta pronta per rendermi sgombra di pensieri.
“Nessuna. Tu,piuttosto,come hai fatto a sfuggire dalle grinfie di Ben?” le chiesi.
Abbassò la voce e si mise la mano davanti alla bocca,con fare cospiratorio. Mi avvicinai per sentire cosa dicesse e scoppiai a ridere subito dopo. Sembravamo davvero tanto due deficienti.
“Ho arrotolato le lenzuola tra loro e sono scappata dalla finestra.” Sì,Angela era veramente un mito a risollevarmi.
Rò finse una pistola con due dita e se la puntò alla tempia,come a voler dire che era da suicidio ascoltare la nostra amica rinchiusa in quella gabbia. Avrei scommesso che lei centrava qualcosa con la sua evasione,ma non approfondii l’argomento. Volevo tenermi fuori nel caso a Ben fosse venuto un coccolone.
Un altro cliente richiese la mia attenzione e per un momento voltai le spalle solo un minuto. Un minuto per rendere il destino capace di prendermi come sempre di sorpresa. Quando mi rivoltai,sul sediolino accanto al loro c’era un ragazzo il cui sorriso così bello mi manda in fibrillazione ogni volta.
Lui.
Robert.
Ma che caz..? E quando era entrato lui? Ma soprattutto,come mi comportavo ora? Non potevo certo chiedergli dove fosse stato e perché non si fosse fatto sentire,ma non potevo neanche dirgli “Ehi,ciao,come va,ti sei sbollito dall’incazzatura dell’altra volta?”. Non sarebbe stata una mossa molto intelligente.
Come se avessi mai fatto qualcosa in vita mia d’intelligente. Decisi di trattarlo come un normalissimo (NORMALISSIMO?) cliente. Volevo saltargli addosso ed abbracciarlo, non era un cliente! Ma contenta io.. Peccato che non avevo messo in conto la sua natura perfida,maliziosa e sempre più furba di me.
“Cosa ti porto?”
Beh,ragazzi,una domanda chiara,che si fa a tutti i clienti normali. Quindi non avrebbe dovuto portare nessun problema,perché noi eravamo gente normale che parlava di cose normali.
Quindi,a domanda normale si risponde con risposta normale.
Se tu sei una persona normale.
Ma Robert NON è una persona normale,quindi anche una domanda innocentissima diventa fonte d’appiglio per le sue sparate.
Come quella.
“Una chiacchierata con te. Si può?”
Il mio sopracciglio svettò verso l’alto,chiaramente infastidita dalla sua interruzione fuori luogo.
“Sto lavorando.” sibilai a denti stretti,voltandogli le spalle. Lui sorrise con aria di sufficienza e scese dallo sgabello,dirigendosi verso la porta.
Ci rimasi un po’ male,non pensavo che avrebbe ceduto così presto. Ma dovetti ricredermi subito quando lo vidi parlare con la proprietaria e sfoderare il suo sorriso sghembo che faceva cadere stuoli e stuoli di ragazze ai suoi piedi. Che ebbe,naturalmente,anche effetto sulla proprietaria,la quale quasi svenne quando Rob le diede un bacio sulla guancia per ringraziamento. La invidiai,da quanto tempo non sentivo più la sua presenza così vicino come in quella situazione.
Tornò verso di me,con un sorriso a sessantaquattro denti e mi prese per un braccio,sotto lo sguardo confuso delle mie due amiche. Neanche io avevo ben chiaro cosa volesse dirmi. Sapevo però che il solo pensiero mi provocava ansia e batticuore a mille. Mi preoccupava sentire uscire delle parole dalla sua bocca,qualunque esse fossero. Rivolsi uno sguardo supplice ad Angela e Rò e loro mi fecero un segno d’incoraggiamento.
“Dai è un cucciolo carino.” mi bisbigliò Rò,con un sorriso.
“..di doberman.” aggiunse Angela,quando io ero già lontana.
Robert chiuse la porta dietro di noi e mi guardò in modo serio. Tanto serio. Troppo serio. Ecco che mi diceva che era finito e che non potevamo stare insieme e altre sparate a cui non avrei avuto una risposta pronta..
“Perché sei andata da lui e non sei venuta da me?” mi chiese. Il mio cuore mancò un battito.
Che cosa? A questo sul serio non ero pronta.
Dopo il primo momento di sbandamento,ripresi il controllo della situazione e cercai una risposta adeguata.
“Perché lui era sanguinante,cretino! Avrebbe potuto non so,denunciarti,o altre cose,ed io non volevo. Così,mio caro,se fossi stato davvero intelligente,l’avresti capito che l’ho fatto solo per te!” risposi,incominciandomi a riscaldare. Lui ghignò e poggiò la mano sul muro dietro di me,così che i nostri visi fossero vicinissimi.
“E ti dovrei anche ringraziare,secondo te?” fece schioccare la lingua e mi guardò con occhi in un tumulto di emozioni.
“Beh,sai com’è penso proprio di sì.” non so da dove mi uscì quella farse,so solo che mi scappò. Mi tappai la bocca con la mano. Ci ripensai e gli feci una linguaccia a cui lui rispose con una risata.
“Beh,allora ti devo ringraziare in modo adeguato.” avvicinò il suo viso al mio,ed il cuore accelerò i battiti. Adesso ne avevo su per giù diecimila per secondo.
Eravamo lì,vicinissimo,sentivo il suo profumo forte,maschile, la sua barbetta rada solleticarmi il viso,le sue labbra vicine,il suo respiro caldo sulla pelle..
Quando la porta si spalancò di colpo ed entrò Rò,tutta ansimante per la corsa.
Strinsi i denti e mi ripromisi di picchiarla appena avremmo avuto un po’ di tempo da passare insieme,ma la sua espressione mi fece bloccare. Anche Rob se ne accorse,perché cambiò tutt’un tratto atteggiamento. S’irrigidì e s’avvicinò a Rò,che mi accorsi avere le lacrime agli occhi.
“Dovete venire,Angela si è sentita male.”
Guardai Robert catapultarsi fuori,mentre io dovevo ancora registrare la notizia.
Angela..il bambino..
Scoppiai in singhiozzi e mi premetti una mano sulla bocca.
Ti prego che non succeda nulla a nessuno dei due.
 
 

 
 
 
 
 
*my space*
Che finale! CHE SSSSSUSPANCE! Che accadrà mai ad Angela? Che è successo? E QUEI DUE PERCHE’ VENGONO SEMPREINTERROTTI SUL PIU’ BELLO?!
Che tristi ._.”
Devo chiedervi scusa (_ _) ho avuto un blocco,diciamo. Non sapevo come scrivere questo capitolo. Dai,però si stanno riavvicinando,manca poco :3
Ah,una cosetta..Che dite di passare sulla mia nuova ff su Kellan? Eh,eh? Guardate,vi romperò le scatole finchè non mi lasciate un commentino u.u XD Dai,è qui :http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=799022&i=1
Aspetto i vostri commenti :3
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3
 
Ps: Non è fighissimo il mio avatar? TIMON CHE FA LA HULA TUTTA LA VITA! XD 

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Capitolo 9
*** Epilogo: L'amore è la migliore medicina. ***


 

 
Quanto basta ad un cuore
per dirsi felice
di vivere?
Tu sorridimi.
[..]
Quanto costa la guerra
se non c’è speranza di vincerla?
Devi arrenderti!
{Giorgia,Il mio giorno migliore.} 

 




 




 
 
 
 
 
 
E’ a tutto questo che non posso fare altro che pensare,a tutti questi miei ricordi che mi hanno portato fin qui. Li tengo in un cassetto stipato in un angolo del mio piccolo,piccolo cervello,mentre sono qui,immobile,a fissare la porta da dove da un momento all’altro so che uscirà il dottore.
Uscirà.
Uscirà con un gran sorriso sulle labbra,dicendo “No,tutto un falso allarme,la ragazza già ci sta rompendo le palle e quindi ve la potete portare.”.
Lo so. Uscirà.
Lo ripeto dieci,cento,mille volte nella mia mente,ma non posso fare a meno di sentire il mio cuore tremare di paura,le gambe cedere e ritrovarmi seduta sul freddo pavimento per terra,le ginocchia vicino al petto e il viso nascosto tra le mani.
Sento un rumore sordo e sobbalzo,spaventata a morte.
E’ solo Ben che ha rifilato calcio ad una sedia dal nervosismo. Non fa altro che camminare avanti e indietro, imprecando e,come me, guardando la porta.
Siamo qui da due ore. Due fottutissime ore in cui nessuna notizia è trapelata. Ricordo a stento cosa è successo,due ore fa.
Io e Robert,un quasi bacio da mozzarmi il fiato nel petto, poi Roberta di corsa,ambulanza,luci rosse,odore di disinfettante e qui,dove mi sembra di essere un fantasma.
Non mi alzo,non mi muovo,non penso.
Semplicemente,la mia mente è libera di fare ciò che vuole,di andare e tornare, chiedendo disperato aiuto,una richiesta che nessuno raccoglie,però. Non perché non vogliano,ma perché non ci riescono. Anche loro hanno paura.
Lo vedo negli occhi di Rò,che saettano da una parte all’latra della stanza alla ricerca disperata di qualcosa a cui aggrapparsi. Lo vedo nella rigidità delle spalle di Kellan,da come stringe con forza la mano della sua (quasi) fidanzata.
Lo vedo dal leggero broncio di Robert,da come si morde le labbra. E se potessi specchiarmi,lo vedrei nelle lacrime che scendono dai miei occhi senza che io possa far nulla per fermarle.
Lo vedo,lo sento.
Non posso fare niente. Sono qui,immobile,sentendomi l’essere più inutile del mondo.
Non ce la faccio.
Mi alzo,sentendo le ginocchia scricchiolare dalla postura troppo forzata e barcollando un po’ mi avvio verso la stanza che so contiene una macchinetta del caffè. Mi serve proprio,in questo momento.
Entro e mi guardo intorno. Una piccola casa. Delle poltrone,un angolo cucina e la benedetta macchinetta.
Vorrei fare qualcosa,magari preparandolo io,ma al contempo non ce la faccio. Non riesco a muovere nemmeno un braccio,non riesco a infilare nemmeno la monetina e a schiacciare un maledetto tasto.
Inutile,inutile Alessia.
Poggio la fronte sulla fredda superficie della macchinetta e la scuoto, continuando a prendermi a parole.
D’improvviso la macchinetta incomincia a vibrare e mi stacco,a occhi sbarrati.
E’ un razzo che sta per partire?
No,hanno solo messo una monetina. Ma chi? Io non ho fatto nulla,almeno credo. Anche se,per come sto ora, potrei andare in Antartide e tornare senza accorgermene.
Mi giro.
Mmmh.
Mmmmmmmmh.
“Tutto bene?” mi chiede la sua voce calda e profonda tra i capelli.
Brividi.
Brividi intensi dipartono da ogni parte del mio corpo per andare a congiungersi dove lui mi ha solo sfiorato. Vedo una mano allungarsi da dietro la schiena,la sua mano e penso per un attimo che voglia abbracciarmi.
Invece lesue dita vanno a chiudersi sul bicchierino di plastica che contiene il mio caffè.
Non lo fa,non lo fa per paura. Sa che un suo movimento sbagliato potrebbe farmi crollare. Lo sa,e quindi non si muove.
Eppure io voglio solo crollare in questo momento.
Così,mi giro di colpo e l’abbraccio.
Lo stringo a me,come se non ci fosse un domani,come se potessi perderlo da un momento all’altro,con una disperazione tale da farmi tremare.
Passa le sue mani tra i miei capelli,mi coccola,mi lascia lente carezze sulla schiena,nel tentativo di calmarmi,di farmi sentire la sua presenza.
“Robert,ho paura.” mugugno sul suo petto,muovendo un poco la fronte.
Sento il suo respiro tra i capelli,e le sue mani delicate su di me. Mi sposta un ciuffo dalla fronte,con delicatezza.
“Andrà tutto bene,lo so,me lo sento.”
Un colpo di tosse,forte e deciso,ci fa staccare di colpo. Ci giriamo di scatto e incontriamo lo sguardo di Jack un po’risentito,uno sguardo che mi fa sentire subito in colpa.
Noi due stiamo abbracciati mentre tutti gli altri sono di là. Mi stacco di colpo e a testa bassa me ne torno nel mio angolino, sedendomi per terra.
Nel mio raggio visivo entra un corpo quasi perfetto,che si accomoda vicino a me. Non alzo la testa,ma mi muovo in modo impercettibile in modo che il mio fianco strofini con quello di Robert. Una silenziosa e velata richiesta.
E per fortuna che lui la comprende al volo. Mi passa il braccio intorno alle spalle e mi fa posare la testa sulla sua spalla,carezzandomi leggero la testa.
Ho bisogno di parlare con qualcuno,un disperato,fottutissimo bisogno di aprire il mio cuore.
Ma non con qualcuno in generale.
No.
Con lui.
“Rob..- lo chiamo,alzando un poco gli occhi. Abbassa il viso e mi guarda con il suo sguardo che mi fa emozionare. Passo la lingua sulle labbra che all’improvviso si sono seccate.- Cosa avresti fatto se non c’avessero interrotti?” non posso fare a meno di chiederlo. Devo saperlo,o il cuore mi si spappolerà su questo pavimento in questo preciso instante.
Lui si prende un momento per alzare gli occhi e poi si china,sorridendomi con dolcezza.
“Lo vuoi proprio sapere?”  si china ancora di più e le sue labbra si modellano alle mie, in un bacio senza fine. Porto le mie mani dietro la sua nuca e lo avvicino di più a me,staccandoci solo quando ci serve un po’ di fiato per riprenderci.
“Ecco come sarebbe andata a finire,se ne avessimo avuto la possibilità.” mormora,sfiorandomi la fronte con dolcezza.
Mi accoccolo al suo fianco e poso la testa sul suo cuore. Batte  regolare e mi dona un senso di calma. Chiudo gli occhi e mi lascio andare,certa che andrà tutto bene questa volta.
Ne sono sicura.
“Robert..” mi lascio sfuggire. “ Perdonami se non ti ho creduto. Scusami. Ma ho tanta paura che tutto questo non sia reale. Che potessi trovare una migliore di me.”
Lo sento ridere e avvicinarmi ancor di più a sé.
“Lasciati andare,piccola mia. Ho avuto la stessa ansia anche io. Ma ho capito una cosa. Ci sono tante persone migliori di me e te,o peggiori. Ma io ho scelto te,solo te, e come te non c’è nessuno. Sei solo tu che mi hai rubato il cuore.”
Tiè, ora svengo.
Lo farei,se il rumore metallico di una porta non ci distraesse improvvisamente,facendoci balzare in piedi di scatto. Sento i battiti accelerati del mio cuore nelle orecchie e afferro la mano di Robert,stritolandola.
Osservo.
Osservo Ben alzarsi,velocemente fiondarsi dal dottore.
Osservo loro che parlano in modo concitato.
Osservo Rò, che si morde un labbro.
Osservo Ben che si gira e mi sorride gioioso.
E mi lascio coinvolgere nell’abbraccio dei miei amici.
“Ha detto che la tengono sotto controllo per stanotte,e poi domani mattina vedono come sta. Ma ha ord-… chiesto di vederci.” dice Ben,il sorriso che non vuole andare via.
Lo seguiamo,ma a debita distanza. Deve essere lui ad andare per primo, è questo il tacito accordo.
Quando esce,ci fa segno di entrare,mentre lui va a parlare con il dottore. Io e Rò ci fiondiamo dentro come due razzi e il cuore fa un salto nel vederla sorridente,con le mani tese verso di noi e un sorriso sornione sulle labbra.
L’abbracciamo,stando molto attente a non farle male e la riempiamo di baci.
“Ci hai fatto prendere un grande spavento,non farlo mai più!” la riprendo,accarezzandole i capelli con dolcezza.
Mi sorrise,alza le spalle e indica fuori la porta,dove si vedono tre bei ragazzi andare   avanti e indietro,aspettandoci.
“Allora.- incomincia ed io divento ansiosa nel pensare a come dirle che siamo di nuovo assieme.- Sono stata un po’ male,ma non ho perso i miei superpoteri. E da come li vedo,capisco che 1. tu e Rob eheheh.- mi fa l’occhiolino ed io brucio come arrostita.- e 2. che Rò e Kell ehehhe.- e le batte un gomito tra le costole che la piega in due.
Come sempre ci azzecca al primo sguardo.
Perché io e Rob siamo sul serio insieme e Kell e Rò..
KELL E RO’?!
CHE COSAAA?
Non faccio in tempo a dire qualcosa che un ragazzo,un bel ragazzo (sono circondata da bei ragazzuoli qui dentro!) biondo entra come una furia,mentre Ben cerca di prenderlo.
lo riconosco all’istante.
E’ William Moseley!
Ora,per chi non conoscesse questo nome,basta che vi dica che il ragazzo è il co-protagonista de “Le cronache di Narnia” assieme al Benuccio, nel ruolo di Re Peter.
Brave,proprio quel figo lì.
“Nooo, io avevo detto che ci serviva un altro attaccante nella squadra di calcio e tu mi sforni una marmocchia? Ma non va bene proprio!” dice, scuotendo la testa in modo comico.
La faccia di Angela è qualcosa da rotolarsi dalle risate.
Non voleva sapere il sesso del bambino,lei, ma si vede che il dottore l’ha detto a suo marito e quel coglione l’ha sentito.
“MA IO NON VOLEVO SAPERE IL SESSO,CRETINO!” urla infatti, cercando di picchiarlo.
Will,per risposta,si prende il mento tra le mani e lo accarezza,somigliando persino ad una persona che pensa.
“Però la potrei mettere in porta.. O a fare la ragazza pon-pon.. O persino potrebbe essere una mia fan..”
“UNO: MIA FIGLIA NON LA METTO NELLE MANI TUE! DUE: L’UNICO SUO IDOLO SARA’ IL PADRE!”
“Ed io!” Robert entra,le labbra storte nella sua smorfia scherzosa e gli occhi giocosi. Non posso fare a meno di avvicinarmi a lui ed abbracciarlo.
“Ma non sono carinissimi?” gongola Angi, battendo le mani. Stavolta,rido solamente,senza provare a dire il contrario.
“Rò,ho sonno.” si lamenta Kell,strofinandosi gli occhi con la mano,come un bimbo piccolo. La sua pseudo-ragazza sbuffa e fa segno che ha rotto le palle.
Stiamo incominciando ad essere in troppi qua dentro,ed è pure tardi.
Ma non si può resistere a Kellan,quindi si alza e si avvia alla porta,dopo aver salutato tutti con un bacio e la promessa di un incontro per il giorno dopo.
Proprio prima che spariscano dalla mia vista,li vedo scambiarsi un bacio.
Sulle labbra.
OH CAZZO.
Aveva ragione.
E quand’è che Angela non ha ragione?
Scuoto la testa e mi volto a guardare Rob,che mi sorride dolce.
Si china e mi scocca un altro bacio. Non ne ho mai abbastanza di lui. Non ne posso fare a meno. E mai ne farò.
“Andiamo a casa? Beh,mia s’intende.”
Sorrido e intreccio le dita con le sue.
“Sì,certo che andiamo a casa tua.”
E vai con un altro bacio.
Ed un altro.
Ed un altro ancora.
Fino a quando non avremo più fiato. Fino a quando non mi stancherò di lui.
Cioè mai.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
*my space*
Oh.
Oh.
Oh.
Qui è finita. Qui.  Che cazz..? Mi ha accompagnato tutta l’estate,con dolcezza,facendomi penare come poche storie. Ed io mi inchino a voi,che siete arrivate fin qui,supportandomi sempre,strappandomi un sorriso ogni volta. E’ la mia prima storia che ho scritto da sola,ha un posto importante nel mio cuore. importantissimo.
Per questo,potrebbe esserci qualcos’altro.
Non so. Potrebbe.
Intanto, se vi fa piacere,passate da quella di Kell. Lasciatemi senza parole.
(_ _) Grazie,grazie,grazie. Sempre e comunque.
Per voi,sempre.
Alla prossima :3
I love you,
Alessia <3 

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