18th July.

di novalee_ack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -we're married, now. ***
Capitolo 2: *** -our present. ***
Capitolo 3: *** -uncle Nick and aunt Meg. ***
Capitolo 4: *** -i loved him. ***
Capitolo 5: *** -what happens? ***
Capitolo 6: *** -I can't... ***
Capitolo 7: *** -everything's gonna be fine. ***
Capitolo 8: *** tell me why? ***
Capitolo 9: *** -changes. ***
Capitolo 10: *** -i love him and i don't wanna hurt him. ***
Capitolo 11: *** -I love you more than myself. ***
Capitolo 12: *** -the return. ***
Capitolo 13: *** -Tadaaan. ***
Capitolo 14: *** -don't you cry no more. ***
Capitolo 15: *** -like teenagers. ***
Capitolo 16: *** -the end. ***



Capitolo 1
*** -we're married, now. ***


18th July.

 

«Megan, volevo chiederti una cosa... »
«Dimmi»
«Ti va di ricominciare? Come amici intendo»
 arrossì appena.
«E' un appuntamento?» chiese lei inarcando un sopracciglio.
«Potrebbe diventarlo» rispose lui guardandola negli occhi.
E le sembrò sincero quel Nick Jonas, sincero come non lo era mai stato in ventun'anni della sua vita.
L'aveva conosciuto, amato, odiato e ancora amato, fino a provare compassione per lui.
E mai le sembrarono tanto sinceri quegli occhi, senza inganno. 
Accettò la sua proposta. Non aveva niente da perdere ormai, forse era tutto scritto nel destino, chissà... 
Come amici.

Qualche mese dopo...


«Io, Nicholas, accolgo te Megan, come mia sposa. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» sussurrò il ragazzo, ormai cresciuto. Prese la piccola fede d'oro dal cuscinetto in raso bianco. «Megan ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.» le infilò la fede all'anulare sinistro, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi, dal suo viso. «Io, Megan, accolgo te Nicholas, come mio sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» imitò il suo quasi marito e prese anche lei la fede, un pò più grande. «Nicholas, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.» infilò l'anello con un pò di difficoltà, facendo ridacchiare i presenti in chiesa. 
Riuscì finalmente ad infilare la fede al dito di suo marito, e sorrise senza riuscire a trattenere una lacrima.
La tensione quel giorno era alle stelle. Era tutto un miscuglio di emozioni, come racchiuse in una bolla di sapone che sarebbe scoppiata da li a poco. Emozioni troppo forti per essere controllate.
«Dunque, con la benedizione del signore, da oggi, 18 Luglio, vi dichiaro ufficialmente marito e moglie.» il sacerdote si chinò leggermente in avanti e si avvicinò all'orecchio di Nicholas, che era rimasto a fissare sua moglie. «Lo sposo puo baciare la sposa.» sussurrò, facendo ridere ancora una volta gli invitati. 
Non se lo fece ripetere due volte e afferrò il viso di Megan, e la baciò. Un bacio degno da copertina della rivista VOGUE.

 

*



-

Buon pomeriggio girls **
Sono contenta di essere ritornata con il tanto atteso sequel di UES, e questo è stato possibile solo grazie a voi.
So che questo primo capitolo non è neanche un vero e proprio capitolo, è più un prologo, ecco.
Spero vi abbia almeno incuriosite, e con il vostro consenso, spero di continuare al più presto.
Un enorme bacio a tutte voi. 

xx Lee.

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Capitolo 2
*** -our present. ***


18th July.


«Nick dai, mettimi giù!» 
La sua risata cristallina riempiva quell'immensa casa, vuota.
«Sta buona ancora per cinque minuti» Nick la strinse ancora di più tra le sue braccia e controllò che Megan non stesse sbirciando dalla benda che le aveva messo sugli occhi.
«Sono curiosa Nick, lo sai. Non ci riesco, è più forte di me» borbottò ancora.
«Diventa più forte della tua curiosità amore mio, perché altrimenti manderai a puttane la mia sorpresa».
«Sempre molto fine, eh?».
Nick aprì l'ennessima porta con il piede e Megan finalmente ritoccò terra con i propri piedi. 
Una marea di nuovi profumi le inondarono le narici. Ne fu inebriata da quell'odore di fiori d'arancio, lillà e rose. Un misto perfetto.
«Posso toglierla?» indicò la benda.
«Non ancora, sta ferma!» le stampò un bacio sulla guancia, prima di sparire nel bagno.
«Nick?» Megan tese le braccia in avanti e mosse qualche passo, sperando di non inciampare in qualcosa e di non andare ad sbattere contro il muro.
Nick le fu dietro in un batter baleno e le cinse la vita con le mani, facendola sussultare. «Ehy, mi hai spaventata -si portò una mano al petto- allora, posso toglierla? Ti prego!» mugugnò, ormai al limite della sopportazione. 
«Non ancora...» si staccò nuovamente da sua moglie e accese l'abat-jour. «Ora si» le slacciò la benda rossa e la lasciò cadere sul pavimento in legno. «Wow» fu l'unica cosa che ne uscì dalla sua bocca.
Rimase li, impalata con la bocca aperta e gli occhi sognanti, come quelli di una bambina. Perché dopotutto lei lo era ancora, una bambina. Lo era quando vide Nick per la prima volta, quando si scambiarono il primo "ciao" e il numero di telefono. Quando uscirono per la prima volta insieme, quando si baciarono e quando fecero l'amore per la prima volta. Lei era una bambina quando soffrì tanto per il suo primo amore, quell'amore che le aveva dato tanto e poi si era ripreso tutto con prepotenza. Lei era quella stessa bambina che rivide Nick per la prima volta dopo tanto tempo all'ice park di Manhattan. Lei era la stessa e identica bambina che aveva pronunciato quel "sì" davanti ad una miriade di persone. Lei che ne aveva passate di tutti i colori, ma che ora era felice. Se lo meritava dopotutto, no? Era felice accanto all'uomo che aveva amato, odiato, l'uomo al quale aveva voluto bene, poi amato di nuovo ed infine sposato. 
Le ripassarono davanti agli occhi immagini di tutta la sua vita, ventidue anni di vita volati, così come vola il tempo quando vuoi che non passi mai. Lei ora era una donna, sposata, e non poteva desiderare di meglio. 
«Ti amo» sussurrò allacciando le braccia al collo di suo marito. Lo baciò.
«Ti amo anche io, da morire» Nick ricambiò il bacio, spostandosi verso il letto dove si sedette, trascinando con se Megan, che cadde a cavalcioni su di lui. 
Sorrisero entrambi.
«Allora coniglietta, cosa ti va di fare?» chiese poi, stringendola di più a se. 
«Io avrei una mezza idea...» sussurrò con fare malizioso. 
Iniziò a sbottonargli la camicia bianca di cotone, che sfilò via velocemente. Lo spinse delicatamente, posandogli una mano sul petto, e il ragazzo di distese completamente sul letto sorridendo alla sua donna. «Dovresti prendere l'iniziativa più spesso» mormorò, portandosi le mani dietro alla testa.
«Considerando che questa è la prima volta che facciamo l'amore dopo che ci siamo ritrovati, prenderò in considerazione l'idea di farlo più spesso», Nick ritornò serio.
«E' vero, questa è la prima volta» sussurrò contento. «Voglio che sia magico fare l'amore con mia moglie per la prima volta», spostò tutto il suo peso sui gomiti.
«Anche io lo voglio, però smettila di ricordarmi che sono tua moglie, mi fai sentire vecchia!», disse divertita. 
«Per me non sarai mai vecchia», le diede un bacio, un altro e un altro ancora.
Percorse con le dita le morbide curve dei suoi fianchi, poi risalì su per la schiena e iniziò a tracciare dei cerchi con i polastrelli, mentre le sue labbra erano ancora attaccate alle sue e sembravano non avere intenzione di staccarsi. 
Megan carezzò i pettorali del ragazzo poi fece scivolare le mani giù per il ventre piatto. Si chinò su di lui e iniziò a baciargli delicatamente il collo, sorridendo quando Nick si lasciava sfuggire qualche gemito. Ritornò a baciargli le labbra carnose, ma questa volta sembravano essere bramose, desiderose di qualcosa. «Ti ricordi quando ti ho chiesto di sposarmi?» disse ad un tratto. Megan annuì. «Eravamo seduti su una panchina a Central Park, tu mi cingevi le spalle con un braccio ed io ero poggiata su di te. Come nei film romantici» sorrise a quel ricordo. 
«Ecco, quello è stato il giorno più bello della mia vita» i suoi occhi erano talmente lucidi tanto che Megan poteva specchiarsi in quel mare di cioccolato. 
Gli afferò il viso con entrambe le mani e lo avvicinò a se. «Per me ogni singolo giorno passato insieme a te è il più bello». 
Con le labbra raccolse una piccola ed innocente lacrima che era scivolata giù dai suoi occhi. «Ti amo davvero tanto Megan, e non potrò mai dimenticare tutto il male che ti ho fatto» sembrava un piccolo bambino che tutto ciò di cui aveva bisogno erano un paio di braccia calde, e accoglienti che lo stringessero in un forte abbraccio. 
«Fallo! perché io l'ho già fatto e ormai quello che è passato è passato. Questo è il presente, il nostro presente e voglio viverlo a 360 gradi, insieme a te». 
Nick le baciò la mano, facendola sorridere e poi, ribaltando le posizioni, si ritrovò su di lei. Si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò un flebile «Ti amo»
Le carezzò i capelli con dolcezza, mentre ora era lui a perdersi nei suoi occhi color del cielo. «Dimmelo ancora» sussurrò.
«Ti amo, ti amo, ti amo...» lo fermò premendo le sue labbra contro le sue. Gli sfilò velocemente i pantaloni e di conseguenza anche i boxer. L'attesa la stava divorando dentro, lentamente. 
Nick le tolse la canottiera e i pantaloncini, che gettò alle sue spalle. Le slacciò il reggiseno in pizzò con molta facilità e il suo tanga fece la stessa fine dei pantaloncini. Finalmente Nick potè assaggiare il sapore della sua pelle candida e liscia come la seta, di nuovo. 
Non si lasciò sfuggire neanche un singolo angolo di quel corpo, lo desiderava con tutto se stesso.
Le stuzzicava il seno, stringendolo tra le mani con bramosia, leccandolo e mordendolo, mentre lentamente si insinuava tra le sue gambe, divaricandole più che potè.
La guardò un ultima volta negli occhi, prima di renderla sua. E finalmente vide tutto ciò che aveva dentro, tutto il suo amore, tutta la sua felicità, tutta la speranza. Come si suol dire, "gli occhi sono lo specchio dell'anima".
 
*
 
-
Buonasera gente **
Allora, prima cosa non sapete quanto io sia felice che tutte voi abbiate recensito e che continuerete a seguire la mia storia.
Seconda cosa, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto SO MUCH.
Terza cosa, credo sia meglio andare e lasciarvi recensire in pace, sempre che voi vogliate farlo uu
Good night babies. <3
Gabrielle è un imbrogliona perchè l'ha letto in anteprima uu sappiatelo! <3
xx Lee.

 

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Capitolo 3
*** -uncle Nick and aunt Meg. ***


18th July.

 


«Megan hai finito li dentro?» urlò Nick, ancora steso sul letto matrimoniale. A coprire il suo corpo scolpito era solo un semplice lenzuolo bianco.
«Si, ancora dieci minuti ed esco» urlò di rimando la ragazza. 
Terminò di passarsi il balsamo per capelli e uscì dalla doccia, avvolgendosi in un enorme asciugamano. Passò altri cinque minuti buoni a pettinarsi quell'enorme ammasso di capelli lunghi neri, poi indossò la biancheria in pizzo, rigorosamente rossa, con tanto di ricamo floreale. 
Uscì dal bagno coprendosi con l'asciugamano e suscitando la curiosità di Nick. 
«Cos'hai li sotto?» chiese malizioso, mentre si alzava dal letto e raccoglieva i suoi boxer dal pavimento. 
«Niente che ti riguardi Jonas» rispose lei, cercando di mantenere la sua espressione da dura. 
«Come sarebbe "niente che ti interessi"? Sono o no tuo marito? Ho tutto il diritto di sapere», si avvicinò a lei cautamente, come se fosse un predatore. 
«No rockstar, non ci provare nemmeno!» indietreggiò frettolosamente, fino a ritrovarsi con le spalle al muro. Tese le mani in avanti, tentando di allontanare il ragazzo.
«Dai, solo un occhiatina!» insistette Nick, iniziando a stuzzicarla.
Ora entrambi ridevano divertiti.
«No Jerry, ho detto di no!» continuava a ridere, mentre lui le sfiorava il collo con la punta del naso. «Così mi fai il solletico Dumbo!» 
«Come mi hai chiamato?» chiese guardandola di sottecchi «Coma hai osato?» la trascinò fin sopra al letto e la bloccò con tutto il suo peso.
«Dumbo, erano anni che non ti chiamavo così. Ti amo» gli carezzò una guancia. 
«Gattina... lo sai che la lingerie rossa è il mio punto debole» si passò la lingua sulle labbra. 
Iniziò a baciarle il contorno del reggiseno, lasciato scoperto a metà dall'asciugamano.
«Addio colazione al bar. Addio giro turistico per Nassau. Addio luna di miele. Benvenuto signor Sesso».
Nick rise della battuta di sua moglie e si staccò dal suo seno. «Dai amore, per questa volta te la faccio passare liscia, ma la prossima volta non mi scappi» le morse una spalla, imitando il ruggito di un leone. 
«Sei un buffone Nick Jonas» le tirò un pugno sulla spalla e si alzò dal letto, spingendolo via. 
«Ed è proprio perchè sono un buffone che mi ami e mi hai sposato».
«Me ne sto pentendo, guarda» disse, prendendo in giro il marito. Prese dei vestiti dalla valigia, ancora da disfare e li indossò. «Ti sbrighi?» disse guardando Nick, ancora in mutande.
«Ho bisogno di una doccia!» si alzò dal letto sorridendo beffardo e si chiuse la porta del bagno alle spalle. 
«Dio, dammi tu la forza di andare avanti senza torcergli un capello» disse, unendo le mani a mò di preghiera e fissando il soffitto. 
«Ti ho sentita!» urlò Nick dal bagno, mentre entrava nella doccia.
«Lo so amore, ti amo!» senza smettere di sorridere, iniziò a truccarsi.
 
 
«Io prendo un cornetto e un cappuccino» disse Megan, sorridendo al ragazzo delle ordinazioni. 
«Io un caffe» Nick accennò un sorrisetto al ragazzo, che sparì via velocemente e tornò con le loro ordinazioni altrettanto velocemente. 
«Perchè sei così acido?» chiese Megan addentando il suo cornetto. 
«Ti stava guardando le tette, dovevo anche fargliele fotografare?» rispose lui, abbastanza irritato. Megan rise sotto i baffi e continuò a bere il suo caldo cappuccino. «Cosa c'è di divertente?» sbottò lui, trangugiandosi tutto il caffè.
«Niente. Sei buffo quando fai la parte del marito geloso» avvicinò la sua mano a quella di Nick, sfiorandone il dorso delicatamente. Il ragazzo subito si rilassò.
«Mi ha dato fastidio, punto».
«Okay amore, ti capisco. Anche io avrei staccato la testa a morsi alla prima che ti avrebbe guardato il culo»  finì anche il suo cornetto, distendendosi poi con la testa sulle gambe di Nick. «Il tuo sedere amore, è sacro!» puntualizzò poi.
«Esatto!» l'assecondò Nick. 
Prese a giocare con i suoi lunghi capelli che sembravano seta. Erano sempre piaciuti a Nick, amava la sensazione che gli davano quando li sentiva attorcigliarsi attorno alle sue dita.
«Non voglio tornare a casa Nick» mugugnò, rannicchiandosi contro il suo petto.
«Neanche io» sospirò, lasciando cadere la testa all'indietro.  «Megan devo parlarti di una cosa» disse serio.
La ragazzi si mise seduta per bene e poggiò un gomito sul bracciolo della poltroncina dove erano seduti. «Ti ascolto, spara».
«E' un argomento delicato...» prese un bel respiro. «Tra due settimane è il compleanno di Siena, la figlia di Joe e Gabrielle. Mia madre mi ha chiamato ieri, ricordandomi che siamo "invitati"» mimò le virgolette con le dita. 
Megan s'irrigidì. «Bene, le manderò un regalo per mia madre, ma nessuno dei due mi vedrà. La piccola non mi ha fatto nessun torto ma loro due si!» accavallò le gambe, assumendo un espressione più dura sul volto. «Tu puoi fare quel che ti pare Nick, io non ti vieto nulla, non era scritto nella promessa di matrimonio. Quindi...» lasciò la frase in sospeso.
«Megan, io non voglio costringerti ad andarci per forza, a guardarli negli occhi, fingendo di aver dimenticato tutto, però non voglio neanche che loro ci escludano dalla lora vita. E' nostra nipote dopotuttto e non merita la nostra indifferenza» scandì bene l'ultima frase. Sembrava deciso.
«Ora non me la sento Nick, ok? Quando mi sarà passato saprò dove trovarli» prese il cellulare dalla sua borsa e iniziò a sfogliare la rubrica, ignorando Nick. Doveva essere chiaro ormai che non voleva affrontare quell'argomento. 
«Come vuoi. Sappi che la bambina ha chiesto di zio Nick e di zia Meg. Gli hanno parlato di noi Megan» addolcì il suo tono di voce.
«Questo non cambia come la penso»
«Certo, va bene»
Lasciarono cadere il discorso li, ma nessuno dei due sembrava intenzionato ad arrendersi.
 
*
 
-
Seraaa *WWW*
Piccolo aggiornamento tutto per voi.
Purtroppo non succede nulla di particolare in questo capitolo, ma don't worry uù lasciate fare a me.
Ora vi lascio perchè la Gab mi sta assillando, HAHAHAHA. <3
Un enorme bacio a tutte voi, Lee.

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Capitolo 4
*** -i loved him. ***


18th July.


 
two week later...


Manhattan, 03:24 am.
 
«Joe... Joe... Joe» continuava a ripetere il suo nome all'infinito contro la pelle calda e sudata del suo collo. «Non fermarti, non fermarti!» gli ordinò, socchiudendo gli occhi. 
Era troppo il piacere che gli dava quel ragazzo, e non avrebbe retto ancora per molto. 
Strinse tra le mani i due cuscini, sperando di riuscire così a trattenere quell'urlo.
Joe si muoveva veloce su di lei, e spingeva, spingeva, spingeva a più non posso, mentre piccole goccioline di sudore facevano il loro lento e lungo corso, giù per la sua schiena, graffiata e torturata dalle unghie di Gabrielle. Il collo della ragazza non era da meno. 
Le sue labbra erano color del fuoco, mentre sotto al suo orecchio si faceva spazio un grosso succhiotto violaceo.
Joe fece scendere le sue mani dai fianchi della ragazza fino alle sue cosce, dove posizionò le mani dietro alle sue ginocchia, divaricandole di più le gambe in modo da poter entrare meglio dentro il suo corpo, scosso dai continui spasmi di piacere.
I loro gemiti e lo scricchiolio del letto erano gli unici suoni a riempire quella grande e vuota stanza. La loro prima volta sul loro nuovo letto, della loro nuova stanza, della loro nuova casa. 
«Sto morendo Joseph, ti prego!» lo implorò, al massimo dell'eccitazione. Ma per Joe non era di certo finita la.
Ribaltò le posizioni, ritrovandosi Gabrielle seduta a cavalcioni su di lui.  I capelli scompigliati, il fiato corto, il corpo sudato, era ancora più bella agli occhi di Joe. Le baciò delicatamente il seno, attirandola a se poggiandole le due grandi mani dietro alla schiena, facendola impazzire.
Gabrielle inizò a muovere il bacino lentamente, aiutata ovviamente da Joe che di lei, del suo corpo, non ne aveva mai abbastanza. 
I movimenti dei loro corpi terminarono quando entrambi raggiunsero il massimo del piacere, insieme. Si accasciarono sul letto, l'uno accanto all'altro. 
«Ti amo Joe» sussurrò Gabrielle, voltandosi verso il suo uomo, ma la risposta attesa non le arrivò. Il forte piangere di Siena, ruppe l'armonia di quel momento.
«Vado io», Joe si alzò dal letto, raccattando i suoi vesititi dal pavimento e indossandoli.
Arrivò nella stanza della sua bambina e la prese tra le sue braccia. La piccola allacciò le braccia al collo del padre e si calmò.
«Cosa succede amore di papà?» mormorò il ragazzo. 
Ma la bambina non rispose, si limitò ad abbracciare forte forte il suo papi.
 

«Nick ti ucciderò, si, lo farò, sul serio!», Megan scese dalla macchina urlando quelle parole e cercando di non cadere dai trampoli che aveva indossato quella sera. «Oh si che lo farò! Ti castrerò, anzi, ho un idea migliore: niente sesso per un bel pò signorino!», era davvero arrabbiata.
«Suvvia Meg, non ti sto mica ficcando due dita in gola!», sbottò esausto delle sue lamentele.
«Peggio Nicholas Jerry, peggio!» urlò, ormai davanti a quella porta che nascondeva la casa dove lei aveva vissuto per diciotto anni. «Troverò un mod-», Nick la bloccò con un bacio. 
«Amore, stai zitta!» disse poi  con un sorrisetto. 
Pigiò il tasto del campanello e venne ad aprire una Margaret Heyes più splendente che mai.
«Nick, Megan! Oh mio Dio, pensavo che non veniste!», li accolse entrambi con un caloroso abbraccio. 
«Già» si limitò a commentare acida Megan.
Nick la ignorò e la prese per mano, trascinandola in casa a peso morto, fermandosi a scambiare quattro chiacchiere con chi gli capitava a tiro, e così cercando di alleviare la tensione di sua moglie.
«Quando arrivano la mami e il papi con la festeggiata?», urlò una voce che Megan non riuscì a distinguere. Kevin, forse. 
Lui non sapeva la verità e mai l'avrebbe saputa.
«Tra poco, tra poco! Abbiate pazienza, amano farsi desiderare», Megan fece il verso a sua madre, accompagnato da stranissime e buffe smorfie.
«La smetti?», le chiese Nick, irritato dal suo comportamento infantile.
«No!» disse secca, per poi allontanarsi da lui. Si avvicinò a uno di quei tanti camerieri che sua madre aveva assunto per l'evento, vestiti tutti come dei ridicoli pinguini. 
Prese un bicchiere di champagne, seguito poi da tanti altri. Si fermò solo quando Nick le bloccò la mano, guardandola duro negli occhi.
«Ora basta!» sibilò a denti stretti. La portò fuori sull'enorme terrazzo e la strattonò per bene. «Ora mi spieghi perchè diavolo ti stai comportando da stupida immatura!», urlò mettendosi le mani sui fianchi. 
«Ti avevo detto che non volevo venire e che te l'avrei fatta pagare, iniziando da stasera stesso!» si avvicinò alla ringhiera e si sporse in avanti.
«Non ti riconosco davvero! Tu non sei la ragazza che ho sposato, tu non sei mia moglie!», disse quasi schifato.
«Davvero non lo capisci Nick? Io l'ho amato, e non posso dimenticare tutto quello che è successo da un giorno all'altro, non ci riesco!» urlò con la voce spezzata dalle lacrime.
Ora qualche invitato si era accorto di loro e delle loro grida.
«Ma tu ora ami me Megan, hai sposato me, non lui!» 
«Lo so», biascicò con la voce impastata di lacrime. 
Si lasciò cadere per terra con la schiena contro le sbarre di ferro, con il volto rigato dalle lacrime nere per via del trucco sciolto.
«Dai vieni, ce ne ritorniamo a casa!» le prese la mano e lentamente l'aiutò ad alzarsi da terra.
«No, no! Hai ragione. Sono una stupida immatura, e non dobbiamo andare via. Ormai siamo qui», si asciugò il viso meglio che potè e si stampò in faccia il suo sorriso falso migliore. 
 
*
 
-
Buonasera ladies **
Alors, prima di tutto, vorrei dirvi grazie di cuore a tutte, sul serio.
Mi rendete felicissima con le vostre recensioni. (Quelle della Gab un pò di meno, perchè lei è cattiva TT)
Anyway, spero che anche questa ciofeca vi sia piaciuta, e niente ** VI AMO!
KJNFJUDHIUFHIUDJ un ultima cosa;
"VORREI INFORMARVI CHE HO INIZIATO UNA NUA FF E SE VOLETE PASSARE A LEGGERE, ANCHE A COMMENTARE EH uu, LA TROVERETE QUI. " uu
Detto ciò, io scappo. 
I love u all.
Gabrielle&Janine.
xx, Lee.

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Capitolo 5
*** -what happens? ***


Si alzò dal letto, lentamente, cercando in tutti i modi di non urtare il ragazzo che dormiva beato al suo fianco. Si chinò raccogliendo la sua vestaglia rosa antico dal pavimento e la indossò. In punta dei piedi uscì dalla camera da letto e lasciò la porta socchiusa. Non voleva svegliarlo, era distrutto e glielo si leggeva ancora sul viso.
Entrò in cucina a piedi scalzi e si avvicino alla dispensa. Tirò fuori un pacco di brioches, «Uff, la nutella è finita» e dovette accontentarsi della marmellata alle ciliegie. Sprofondò sull'enorme divano bianco e accese la tv. Dopo una manciata di minuti la bustina trasparente che prima conteneva le quattro brioches era stata gettata sul pavimento dalla stessa Megan che non riusciva a capacitarsi del perchè tutta quell'improvvisa fame mattutina. 
Iniziò a fare zapping, non riuscendo però a trovare qualcosa che realmente le piacesse. Si sentì avvolgere dalle forti e possenti braccia di suo marito, che si era comodamente seduto dietro di lei. Poggiò il mento sulla sua spalla, ancora con gli occhi chiusi sbadigliò. 
«Buongiorno dormiglione», gli stampò un tenero bacio a fior di labbra. Posò il barattolo di marmellata rossa sul tavolino e si lasciò cullare da Nick.
«Come mai sei già sveglia?», domandò con la voce impastata dal sonno. 
«Avevo fame». Fece spallucce e si accoccolò sul petto del ragazzo.
«Vedo», ridacchiò ui alludendo alla busta delle brioches vuota. «Lo sai che tutte queste schifezze ti fanno male?» 
«Lo sai che dicendo queste cose mi fai pensare che non ti piacerei più se mettessi su qualche chilo?», gli restituì la domanda in tono ironico.
«Lo sai che ti amo?»
«Lo sai che sei un ruffiano?», si scambiarono uno sguardo malizioso e si baciarono teneramente.
«Ieri sera non è andata tanto male, sai?», disse Nick dopo essersi staccato dalle labbra di sua moglie.
«Si, certo. Escludendo il fatto che sono rimasta rinchiusa in bagno la maggior parte della serata, chinata sul water con un orribile sapore in bocca e che quando siamo andati via sembravamo Mission Impossible, è andato tutto perfettamente alla grande», sbuffò cambiando canale.
«Poteva andare peggio». Se non fosse per il fatto che erano seduti in quella strana posizione, Megan avrebbe fulminato Nick con il suo sguardo glaciale.
«Rieccolo che arriva», confuso, il ragazzo lasciò andare Megan che in un batter baleno si ritrovò nuovamente chinata davanti al water e cercava di tenere sotto controllo quell'orribile sensazione che sembrava volessero uscirele gli occhi dalle orbite e lo stomaco contorcersi con l'intestino.
Nick, agitato, aspettava impaziente fuori dal bagno. 
«Tutto bene amore?», urlò leggermente per farsi sentire.
Megan riuscì a calmare quell'improvviso attacco di vomito e si sedette per terra, con le spalle al muro. Respirò profondamente, con gli occhi chiusi.
«Megan?» ritentò il ragazzo, preoccupato come non lo era mai stato.
«Si Nick, sto bene».
 
 
«Cosa potrà mai essere?». Erano entrambi stesi sul letto matrimoniale, avvolti l'uno nell'altrto.  Nick le carezzava delicatamente i capelli, mentre Megan aveva poggiato la testa sul suo braccio che fungeva da cuscino.
«Non saprei», sospirò esausta. Non voleva pensare a quella possibilità. «Dopo chiamerò il medico». Si sistemò meglio tra le braccia di Nick e socchiuse gli occhi. «Mi sento uno schifo ed è come se avessi lo stomaco che lotta per uscirmi dal corpo», una smorfia di disgusto comparve sul suo viso.
«Vedrai che non è nulla», la rassicurò come si fa con i bambini. «Ora riposati», le stampò un bacio sulla fronte e scivolò giù dal letto. «Io devo sbrigare alcune commissioni da rockstar, poi sarò di nuovo qui accanto a te. Non ti accorgerai nemmeno che sono andato via», sorrise e questa volta la baciò sulle labbra. Prese la sua borsa a tracolla e una camicia a quadroni.
Uscì di casa, sperando di poter ritornarci il prima possibile.
 
*
 
-
Buonasera belle donzelle.
Come potete ben vedere sono ritornata, dopo quindici lunghissimi giorni, senza internet TT
Ho già delle belle idee che mi girano per la testa e spero al più presto di riprendere il ritmo che avevo prima.
E per stasera è tutto.
Spero vi sia piaciuto e bè, le recensioni sono ben accettate uù
Goodnight people 
xx Lee.

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Capitolo 6
*** -I can't... ***



«Pronto? Parlo con il dottor Collins? Sono la signora Jonas...», sospirò, poggiandosi una mano sulla pancia piatta. «Vorrei prenotare per un appuntamento, al più presto se è possibile», chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie con la mano. Le faceva male la testa in una maniera assurda, come se le stessero risucchiando tutto il cervello. «Oggi alle cinque va benissimo». Riattaccò e posò il telefono sul tavolo della cucina e pregò. Pregò tanto che ciò che pensava le stesse succedendo non fosse la realtà, ma solo una stupida influenza passeggera. Perchè lei non poteva, lei non voleva...
 
***
 
Era seduta su quella scomoda sedia in plastica azzurra da più di mezz'ora. Sentiva l'ansia crescere dentro di se, sempre di più. Teneva la borsa stretta al petto, come se quell'oggetto inanimato potesse darle conforto e sicurezza. Aveva bisogno di Nick, non di tanti pezzi di pelle cuciti insieme. Ma aveva preferito andarci da sola, dal dottor Collins.
«Megan Jonas...», disse flebile la minuta infermiera bionda dall'aria gentile. 
Faceva ancora uno strano effetto sentirsi chiamare così. Si alzò dalla sedia e si lasciò guidare dalla ragazza nello studio del medico. Entrò, esitando sulla soglia della porta, poi mosse i primi passi verso la grande scrivania in legno massello dove dietro vi era seduto un uomo sulla cinquantina, con i capelli grigi e gli occhi infossati. 
«Salve signora Jonas». Si alzò dalla comoda sedia girevole e strinse la mano a Megan che si era avvicinata. «Come si sente?», chiese accomodandosi e facendo cenno a Megan di fare lo stesso.
«Bene, più o meno», si sforzò di sorridere.
«Hai già qualche idea su cosa possa essere quest'improvviso malore?», non le diede il tempo di rispondere. «Posso darle del tu?»
«Certo dottore. Bè, sinceramente non saprei a cosa è dovuto tutto ciò, forse...» lasciò la frase in sospeso.
«Vieni Megan,» il dottore si alzò e condusse la ragazza in un altra stanza, piena zeppa di apparecchiature di ogni genere. «Siediti pure», le indicò un lettino alla sua destra e Megan annuì distendendosi.
Il dottore le alzò la sottile canottiera fin sotto al seno e le posizionò un fazzoletto in carta attorno alla molla anteriore della sua tuta. Sentì il sangue gelarsi nelle vene, iniziava a diventare freddo, poteva avvertirlo. Freddo come il gel trasparente che il medico splamò sul suo ventre. 
Aveva paura Megan, glielo si leggeva negli occhi.
 
***
 
«Ci rivediamo tra una settimana Megan, e ne riparleremo», era l'ennesima volta che lo ripeteva mentre la guardava negli occhi suoi pieni di lacrime. Scosse la testa, ancora. Sentì le lacrime bagnarle le guance, il mento e poi caderle nelle mani, dove iniziò a raccoglierle man mano.
«Non posso, è troppo tempo. Dobbiamo farlo subito», biascicò con il sapore del sale sulle labbra.
«Ne sei davvero sicura? Potresti pentirtene...»
«La prego, è già difficile così, non complichi le cose. Ho deciso», si asciugò il viso e tirò fuori dalla borsa un libretto degli assegni. «Mi dica lei la cifra». Fece scattare il tappo della penna, sicura. 
«Io non saprei...»
«Posso rivolgermi anche a qualcun'altro». Davvero il dottor Collins stava rifiutando i soldi di Megan Jonas?
«Va bene», si arrese, esausto. Segnò lui stesso la somma in altro a destra sulla carta ruvida.
«Ci vediamo tra tre giorni allora». Megan inforcò gli occhiali da sole che le sarebbero stati d'aiuto per nascondere gli occhi rossi. 
«Tra tre giorni», sospirò il dottore. «Le invierò via fax tutti i documenti necessari».
Gli fece un cenno con la testa ed uscì dallo studio. Camminò veloce tra la folla, raggiungendo la sua BMW nera. Si sedette al posto del guidatore e non riuscendo a trattenere le lacrime e le urla, si accasciò sul volante, dando sfogo a tutte le sue paure, le sue incertezze...
Non avrebbe mai voluto uccidere ciò che stava crescendo dentro di lei, un piccolo Nick, suo figlio... ma doveva, e soltanto lei sapeva perchè.
 
*

 

-
Innanzitutto, buonasera :3
Volevo ringraziarvi per le stupende recensioni che mi lasciate ogni volta, anche se a volte diminuiscono uù 
Ma questo non conta. <3
Mi scuso per non avervi risposte tutte, ma non ho avuto tempo. Lo farò sicuramente nel prossimo capitolo.
Detto ciò, vado via perchè non so che dire *U* HAHAHAH
Un bacio speciale va a Gabrielle, che ormai tutte conosceranno uù e vi invito ancora una volta a leggere la sua nuova storia che è davvero qualcosa di magico, e alla Jane che se n'è andata alle Mauritius e non mi ha detto nulla uù (me ne ricorderò!) <3
Buonanotte donzelle. 
xx Lee.

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Capitolo 7
*** -everything's gonna be fine. ***


   

    Riaprì piano gli occhi, ritrovandosi nel buio totale. Testò le lenzuola al suo fianco, dove ogni notte dormiva accanto a lei il suo fidanzato, l'uomo che amava, ma finì col realizzare che quella mattina accanto a lei c'era solo il vuoto.
«Joe?», sussurrò reggendosi sui gomiti. Ispezionò la stanza da cima a fondo, senza trovarvi però l'oggetto del suo desiderio.
«Sono qui», rispose una voce altrettanto flebile che sembrava provenisse dal bagno. Joe ne uscì poco dopo a torso nudo, con in dosso solo i pantaloni e  le scarpe.
«Esci?», chiese coprendosi il seno con il lenzuolo bianco.
«Si», ripsose solo, continuando a frugare nell'armadio. Tirò fuori una polo grigia e bianca e fece per indossarla ma le mani della ragazza, che iniziarono a vagare sul suo petto nudo, glielo impedirono.
    Si alzò sulle punte dei piedi e gli baciò il collo che profumava di acqua di colonia. Si passò la lingua sulle labbra assaporandone meglio il sapore. Quel sapore che le dava alla testa e la faceva impazzire.
    Gli circondò le grandi spalle con le sue braccia e lo strinse forte a se.
«Dove vai?», chiese poi allentando la presa ma senza mai lasciarlo.
«Da Nick». Gabrielle sbiancò.
«Perchè non mi hai detto niente? Vengo con te». Joe giurò di averla vista allungare una mano verso il suo armadio, pronta a tirarne fuori qualsiasi cosa le fosse capitata a tiro, pur di andare con lui.
«Non c'è bisogno che venga anche tu, dobbiamo parlare di lavoro, ti annoieresti», cercò di  farle cambiare idea. Non gli andava che Gabrielle andasse con lui, anche quando si trattava di lavoro. Ultimamente stava diventando stressante la convivenza con lei, non lo lasciava respirare neanche un attimo. Poi c'era la bambina, la casa, il lavoro... sul suo viso glielo si poteva benissimo leggere quanto fosse stanco.
    Una vacanza forse, gli avrebbe fatto bene...
«No non mi annoi-». Joe si voltò di scattò e la fulminò con lo sguardo.
«Non ci sarà Megan, l'ho già chiesto a Nick. Se è questo che ti preoccupa puoi stare tranquilla», abbozzò un sorrisetto schifato. «Non voglio rovinarmi con le mie stesse mani». Joe indossò la maglietta e uscì di casa, afferrando le chiavi dell'auto, gli occhiali e il suo adorato cellulare.
    
"Sarò lì tra dieci minuti, aspettami." Questo scrisse Joe sul suo iphone e lo inviò. Con un sorrisetto malizioso, salì in macchina e partì con un rombo sulla sua audi nera, nuova di zecca.

* * *

    «Dottor Collins?», disse Megan con voce flebile. «Com'è andato l'intervento?», aggiunse poi.
    «Non ci sono state complicazioni signora Jonas», il dottore si posò delicatamente gli occhiali sul naso e aprì la cartellina che aveva tra le mani. «Perché non me ne ha parlato prima Megan?»
    La ragazza fece spallucce, con lo sguardo perso nel vuoto. Il viso era pallido e gli occhi circondati da grandi occhiaie violacee. «Non lo so, davvero»
    «Andrà tutto benissimo, non si preoccupi. Dopodiché potrà avere quanti bambini vorrà.». Richiuse la cartellina e con un cenno della testa fece retro front.
    «Dottor Collins?». Il medico si fermò giusto in tempo, prima di girare la maniglia della porta.  Si voltò verso la ragazza. «Grazie, per tutto». L'uomo annuì e uscì da quella stanza, che sembrava essere diventata lo specchio dell'anima di Megan: grigia e cupa.




 

Innanzitutto, buon pomeriggio (:
So che questo capitolo è abbastanza corto, ma come avete ben potuto notare, ci sono molte cose che vi lasciano con il fiato sospeso. uù
Vediamo: Da chi starà mai andando Joe? Perchè Megan ha abortito? Che cosa c'è che non va in lei? E Nick, come la prenderà quando lo scoprirà?
Dio mio, mi sono resa conto che si sono troppi misteri ahaahahah ma don't worry, lasciate fare a me, tutto verrà a galla, alla fine. (:
Dette queste poche paroline, ne approfitto anche per chiedervi di passare a dare un'occhiata alla mia nuova ff, per chi già l'ha fatto,
pace,amore&hello beautiful. <3

ps: il banner fa schifo x)

Novalee

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Capitolo 8
*** tell me why? ***


«Amore, hai visto la mia camic-». Nick si bloccò all'istante, non appena si accorse che era da solo in casa. Megan era uscita per l'ennesima volta quella giornata, senza lasciare traccie. Sbuffò, sedendosi sullo sgabello in cucina. Incrociò le mani sotto il mento e socchiuse gli occhi, sospirando.
Era strana Megan. Le settimane passavano, ma il suo umore non mutava. Era dimagrita e il suo viso perdeva luminosità man mano.  Non sapeva più a cosa pensare, Nicholas. Aveva provato a parlarle, ma non servì a niente. La stessa ragazza, rispondeva a monosillabi ogni volta. Aveva provato a parlare con le sue amiche, ma nessuna che gli abbia dato una risposta soddisfacente. Stava impazzendo, letteralmente.
Si alzò dallo sgabello e si avvicinò al frigo. Si preparò un panino, che dopo il primo morso, gettò via. Nel cestino dell'immondizia notò un foglio di carta giallastro, accartocciato per bene. Lo prese, con un’espressione interrogativa sul volto e lo aprì. Rimase a fissare quelle macchie d’inchiostro nero per interminabili minuti, non riuscendo a capacitarsi di ciò che avevano appena letto i suoi occhi.
 
«Nick, sono a casa!», urlò la ragazza mora, entrando in cucina e poggiando la borsa sul tavolo.
Il ragazzo era seduto immobile, sullo stesso sgabello da più di due ore, senza smettere di pensare a quello che aveva letto. Non poteva essere vero tutto quello, non poteva.
Megan si avvicinò a lui, sfiorandogli il braccio con una mano, mentre gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse a te, sussurrandogli qualcosa all’orecchio. «Cosa c’è amore?», mormorò. Lui strinse i pugni sul tavolo, tra la mano stringeva ancora quel foglio. «Amore?», sussurrò ancora una volta la ragazza, preoccupata.
«Dimmelo tu Megan, iniziando da questo», gli mise il foglio di carta tra le mani, ricevendo come risposta un «Oh».
«Spiegami perché, solo questo. Perché hai abortito Megan!», si alzò furibondo dallo sgabello, tenendo le mani incrociate dietro alla testa. «Perché? Perché? Perché?», continuava a sussurrare, incredulo.
«Ho dovuto Nick», rispose Megan, chinando lo sguardo sulle sue mani.
«Ma perché?», urlò con le lacrime agli occhi.
«Non posso dirtelo», concluse prendendosi una bottiglina d’acqua dal frigo.
«Perfetto, allora non vedo perché dovremmo continuare!», si asciugò una lacrima con il dorso della mano. Raccolse la sua borsa dal divano, la giacca dall’appendiabiti e si avviò alla porta.
«Nick, ti prego, fermati. L’ho fatto perché dovevo». Afferrò il ragazzo per il suo grosso braccio.
«Non capisco perché ne stiamo ancora parlando, se non vuoi un figlio da me tutto quello che abbiamo giurato davanti a Dio non è servito a niente», si liberò dalla sua esile prese ed uscì di casa sbattendo la porta.
Che cosa avrebbero fatto ora? Non lo sapevano, ma avevano capito di aver bisogno di tempo. Una pausa sarebbe stata la cosa migliore per entrambi.

 



-
Sono ritornata :3 anche se con un capitolo penosissimo.
Riprenderò a scrivere più spesso, ma voglio che voi diate un'occhiata (indovinate un po'?) alla mia nuova fan fiction.
Ci tengo moltissimo a questa nuova mia creazione, perché ci sto lavorando da giorni e giorni, ed è importante per me in qualche modo.
La trovate
QUI, e spero lasciate una piccola recensione o per dirmi che fa schifo oppure il contrario **
Ora evaporo. 
Vi amo tutte. <3

Peace, Love&Hello Beautiful.
Novalee.

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Capitolo 9
*** -changes. ***


Erano passati due lunghi mesi da quella piccola pausa che si erano dati. O meglio, che Nick aveva deciso di prendersi. Erano passati due mesi. Megan viveva la sua vita in un piccolo appartamento a New York, Nick continuava a vivere nella casa che entrambi avevano comprato per la loro famiglia. Ma ci sarebbero riusciti a costruirla una famiglia? Nick ci sperava ancora, Megan precipitava sempre di più in un oscuro burrone. Aveva bisogno di qualcuno e sapeva che qualcuno era Nick.  Aveva bisogno di lui più di qualsiasi altra cosa. Ma era giusto che lui non sapesse? Era giusto che lui non sapesse per non soffrire con lei? Era giusto tutto quello?
La ragazza si strinse di più nella sua calda giacca e avanzò a passo svelto mentre il ticchettio dei suoi tacchi sulla ghiaia chiara riempiva il silenzio attorno a lei. Infilò le chiavi nella toppa della porta e girò, meravigliandosi. Non era da Nick lasciare la porta aperta.
«Nick, sei tu?», urlò una voce dal salotto. Megan si richiuse la porta alle spalle, quando il forte impulso di riaprirla e scappare via si fece spazio dentro di lei. Era troppo tardi. Avanzò titubante, cercando di non fare il minimo rumore.
«Eddai Nick, tanto lo so che sei tu», continuò la stessa voce. Megan raggiunse il salotto, trovandoci Joe sul divano.
«Cosa ci fai tu qui?», chiese la mora inarcando un sopracciglio.
«Dovrei chiederti la stessa cosa…» biascicò lui, portandosi la lattina di birra alle labbra.
«Sono solo venuta a prendere alcuni vestiti. Inizia a fare freddo, sai com’è…», fece spallucce spostando lo sguardo sulle sue mani.
«Sono un padre single», disse il ragazzo senza distogliere lo sguardo dallo schermo a plasma della tv.
«Come?»
«Gabrielle ed Io ci siamo lasciati, così mi sono trasferito qui da mio fratello per fargli compagnia», alzò le spalle, come se quello che aveva appena detto non fosse minimamente importante.
«E lei dov’è andata?»
«T’importa? Comunque in Italia da sua madre», finì tutta la sua birra in un solo sorso poi guardò finalmente Megan negli occhi.
«E con la bambina come farete?», chiese ancora la mora.
«E’ per caso un terzo grado?», chiese sorridendo. «Sono in corso le pratiche per il divorzio. Starà un po’ con me e un po’ con lei».
«Capisco…», evitò di chiedergli come mi avevano deciso di prendere quella decisione. «Allora io prendo un attimo le mie cose e vado via, non c’è bisogno che tu lo dica a Nick».
«Nick ha messo tutte le tue cose dentro quegli scatoli li», indicò una montagna di scatoloni marroni in un angolo del salotto. «E mi ha chiesto anche di darti questa. Sapeva sicuramente che saresti passata quando lui non c’era in casa». Megan allungò la mano destra e Joe ci ripose sopra la piccola fede d’oro. 
Le venne un groppo in gola.
«Lui come sta?», chiese in un sussurro.
«Male», una sola parola che le mandò il cuore in frantumi. Era solo colpa sua… «Perché gli hai fatto questo Megan?» chiese, addolcendo il suo tono di voce, come se stesse parlando ad un bambino.
«Joe devi promettermi di non dirgli niente, giuramelo». Il ragazzo chinò lo sguardo. «Giuralo Joe!», ripeté la ragazza con le lacrime agli occhi. «Voglio potermi fidare di te come amico».
«Te lo giuro!», esclamò incollando i suoi occhi a quelli azzurri della donna di fronte a se.
«Ho il cancro Joe.»

 

*

-
Piccolo aggiornamento per voi :)
E' piccolo e fa anche schifo, perdonatemi çç
E' un po' triste o è solo una mia impressione? ahahha D:
anyway, spero vi sia piaciuto e non dimenticate di recensire v.v 
detto ciò, io evaporo.
Love y'all.

Peace, Love&Hello Beautiful.
Novalee

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Capitolo 10
*** -i love him and i don't wanna hurt him. ***


 

*

 
Nelle settimane seguenti...
 
Il ragazzo moro camminava a testa bassa sull'asfalto bagnato del marciapiede che portava proprio a casa di Megan. Si sfregò le mani e le infilò nelle tasche della sua felpa grigia. Faceva freddo quel venerdì sera. 
Era passato all'appartamento della donna, per accettarsi che stesse meglio. Le chemio la stavano distruggendo. 
Bussò piano alla porta bianca. Dopo svariati minuti Megan comparve pallida in volto ed evidentemente stanca. 
«Ehy». Joe entrò e la salutò baciandole una guancia. «Come va?», chiese sedendosi sul divano, accanto al camino. Quella piccola fiamma debole pareva rispecchiare perfettamente Megan. 
«Insomma», la ragazza fece spallucce e si sedette accanto a lui. «Sono molto stanca e stressata», sospirò poggiando la testa sulla sua spalla. 
«Lo so, lo so. Passerà, vedrai e starai meglio», le baciò i capelli neri che erano stati tagliati molto corti per destare dubbi sulla loro caduta. Ormai erano quasi due mesi che Megan aveva iniziato le chemio, ma i risultati ancora non erano visibili e lei era sempre più debole.
«Hai detto qualcosa a Nick?», chiese. 
«No, ma diventa sempre più insistente ogni giorno di più. Non credo sia giusto tenerglielo nascosto Meg. Perché non vuoi dirgli la verità?»
«Perché lo amo e non voglio che anche lui soffra con me». Si strinse di più al petto del ragazzo. Aveva bisogno di affetto, e Joe in quel periodo le era vicino più di quanto non lo fosse mai stato. Era l'unica persona che sapeva tutto, l'unica persona che Megan voleva al suo fianco, per adesso.
«Ma lui sta già soffrendo come un cane così, Megan. Potrebbe aiutarti anche lui. L'amore a volte è molto più efficace di qualsiasi altra cura». 
«Non lo so Joe... devo pensarci», sospirò nell'incavo del suo collo. Un improvviso fiume di lacrime sgorgò dai suoi occhi. «Mi abbracci Joe?», chiese con voce smorzata dai singhiozzi.
«Certo che ti abbraccio». Non se lo fece ripetere due volte e la strinse tra le sue braccia, dandole in quel momento tutto il suo amore.


 
-
Hola girls uu
how are u? i'm fine.
anyway, bando alle ciance. uu
So che questo capitolo è piccolo e non è quello che vi aspettavate però è solo un capitolo di passaggio. uu
In questa settimana ne posterò un altro, PROMESSO. 
Ora vi lascio bedde. 
Aspettatevi il ritorno di un personaggio... uu
'night. 

xxx

ps: Il banner è brutto, non fateci caso '-'

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Capitolo 11
*** -I love you more than myself. ***


«E così hai il cancro», sussurrò il ragazzo con malinconia nella voce, stringendo a se il corpo, che ai suoi occhi appariva fragile, di Megan.
«Eh già», si limitò a rispondere lei, stringendosi al suo petto, godendosi quel momento con ogni singola cellula del suo corpo. Le era mancato così tanto l'odore della sua pelle, le sue mani tra i suoi ricci, i suoi occhi intrecciati ai suoi. Tutto le era mancato, le sue mani sul suo corpo e i suoi gemiti sul suo collo. A Megan era mancato tanto Nick.
«Ti prego Nick, non pensare che molto probabilmente morirò e che non mi rivedrai più. Pensa solo ad amarmi con tutto te stesso, come hai fatto fino ad ora, come se questa stupida malattia non avesse scelto proprio me. Promettimelo Nick, e ti assicurò che tutto andrà bene», bisbigliò sfiorando il profilo del suo volto, accigliato e pensieroso. «Nick?», lo fece voltare verso di lei, afferandogli il volto con le mani.
«Non posso vivere senza te». Quante lacrime c'erano nei suoi occhi. Lacrime che stava trattenendo, fino a sentirsi scoppiare. Non doveva mostrarle quanto stesse male, avrebbe solo peggiorato la situazione.
«Ehy Nick, guardami», si sedette a cavalcioni sul suo corpo nudo, attirando il volto del ragazzo a se. «Tu non mi perderai. Sto facendo le chemio, e tutto andrà per il meglio, lo so, lo sai tu e lo sanno tutti. Sono forte, posso farcela e con te al mio fianco sarà una passeggiata, vedrai», rise, riuscendo a strappare un sorriso anche a suo marito. «Ti amo Nick e questo ciò che importa. Tu sei la mia medicina, il tuo amore mi guarirà e poi starò bene, staremo bene. Insieme, per sempre. Solo tu ed io. Il resto è niente». Baciò le tenere labbra del ragazzo, che sapevano di sale, che sapevano di lacrime. 
«Ti amo Megan, più di me stesso».
«Ti amo Nick, più della mia stessa vita».
 La ragazza chiuse gli occhi, perdendosi nel ricordo della notte precedente passata con suo marito...
 
«Perchè non me l'hai detto Megan?», chiese Nick con le mani tra i suoi capelli corti. Megan, seduta sul letto, alzò le spalle e scosse la testa.
Erano in quella stanza da ore ormai, a parlare, litigare, in silenzio, a piangere. 
«Non volevo che acadesse tutto ciò che accadrà ora che lo sai», rispose Megan. Era la verità. Nick non meritava tutto quello.
«Non mi interessa Megan! Sono tuo marito, la persona che ti ama di più su questo pianeta e non sapevo che tu avessi il cancro! Per quanto tempo ancora avevi intenzione di tenermelo nascosto?», chiese lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
«Fino a quando non sarei morta e tu mi avresti fatto visita al cimitero!»
«Oh, Megan ti prego! Smettila, smettila di dire che morirai perchè non è così, non deve'essere così! Guarirai e starai bene. Ritornerai a sorridere perchè è per quello che io sono ancora qui, per il tuo sorriso. Quindi, smettila di dire quste cose!». Le scintille nei suoi occhi.
«E tu smettila di dire che ce la farò perchè non è così! Questo fottutissimo cancro non mi lascerà sorridere ancora per molto, perchè mi sta uccidendo!», urlò Megan, distrutta. Pochi istanti dopo si alzò dal letto e lentamente si avvicinò al ragazzo. 
Prese il suo volto tra le mani ed incollò i suoi occhi azzurri nei suoi marroni. Poggiò la sua fronte contro la sua, sospirando. Fece combaciare le sue labbra con quelle di Nick. Ne aveva bisogno, di lui, delle sue labbra, del suo tocco. Aveva bisogno di lui, lo stesso ragazzo che le aveva rubato il cuore e non aveva intenzione di restituirglielo. Lo stesso ragazzo che aveva sposato, amato e continuava ad amare con tutta se stessa. 
«Non voglio perderti», sussurrò Megan a pochi millimetri di distanza dal suo volto.
«Neanche io», disse il ragazzo. Alzò Megan da terra, prendendola in braccio e la poggiò delicatamente sul grande letto matrimoniale, distendendosi piano su di lei. Unì di nuovo le sue labbra a quelle della ragazza, aumentando la passione del bacio sempre di più. Megan dischiuse di poco le labbra, quel tanto che bastò a Nick di insinuare la sua lingua ed iniziare una danza insieme a quella della ragazza.
Erano affamati, l'uno dell'altro. I loro corpi si desideravano, le loro bocche ardevano e i loro occhi si attraevano come due calamite impazzite.
Nick sfilò piano la camicia a Megan, e poi i pantaloni. Megan slacciò i pantaloni a Nick e lasciò che fosse lui a toglierseli. Il ragazzo si chinò sul petto della ragazza che baciò dolcemente, prima di scendere ancora più giù, fino all'ombelico, che leccò dolcemente, facendo sorridere Megan. «Non cambi mai vero?», sussurrò piano. 
«Mai», confermò lui. 
Megan si slacciò il reggiseno, che gettò alle sue spalle, cadutto chissà dove e quanto tempo avrebbero perso dopo per ritrovarlo. 
Nick portò le sue mani sul seno della ragazza, che non fece nulla per soffocare quei piccoli gemiti. Sfilò il tanga a Megan, e si soffermò un attimo ad osservarla. Il suo corpo nudo, perfetto. La luce che emanavano i suoi occhi, le sue curve morbide che lo facevano impazzire e i suoi sorrisi maliziosi che gli mandavano gli ormoni a puttane. Tutto di lei lo faceva andare fuori di testa.
Si chinò sul suo corpo, ed ancora una volta portò le sue labbra sulle sue, ormai rosse. «Ti amo», bisbigliò piano, prima di entrare dentro di lei, e di stringere a se il suo corpo, con tutta la foga che aveva dentro.
 
*


-
Sera donnine mie :)
Sono riuscita a postare questo capitolo (finalmente) che avevo pronto da un pò.
La scuola mi uccide e la palestra mi ruba quel tempo libero che ho, trovo un pò di pace solo la sera, quando torno a casa e penso al fatto che devo scrivere,
ma la maggior parte delle volte non ci riesco mai. Però ho capito che non devo trascurare ciò che amo fare e che se voglio il tempo lo trovo :) Così, eccovi qui un bel capitoletto con la vostra coppia preferita (spero xP) Nick/Megan, NEGAN. <3
Sono rimasta leggermente delusa per quanto riguarda le recensioni nell'ultimo capitolo. Non che ne pretenda tante, ma ero abituata a vedere molte più persone che recensivano, ma non preoccupatevi non smetterò solo perchè le recensioni sono diminuite :) 
Spero che almeno questo capitolo vi sia piaciuto, dolce e triste allo stesso tempo, per me, e nothing, leggete, godetevelo ed infine RECENSITE. ahhahahaha <3
Peace, Love&Hello Beautiful.
xx
Lee.

 

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Capitolo 12
*** -the return. ***


«Allora è tutto aggiustato?», disse il ragazzo, grattandosi la nuca nervosamente. Teneva lo sguardo fisso sui suoi anfibi neri, mentre l'altra mano, sudata, rimaneva al suo posto nella tasca sinistra dei suoi jeans chiari.
«Joe, puoi alzare la testa e guardarmi. Non ho il potere di ucciderti solo con lo sguardo», disse Gabrielle ghignando. «E comunque, non credo sia tutto aggiustato. Non so ancora il motivo del nostro litigio, e della nostra separazione».
«Noi non siamo sposati Gabrielle, non la definirei separazione...», disse lui alzando lo sguardo sul suo viso.
«Lo stavo per diventare, me l'hai chiesto, almeno questo te lo ricordi?»
«Si... lo so»
«Ecco, appunto. Comunque mi ritrasferisco qui a New York, il mio capo mi ha chiamata per convincermi a ritornare», disse poi Gabrielle, cambiando discorso.
«E Siena? Tornerai a riprenderla in Italia?», domandò Joe.
«In effetti...». Un clacson trillò alle loro spalle ed entrambi i ragazzi si voltarono verso la strada, dove parcheggiato accanto al marciapiede vi era una Mercedes nuova di zecca. La portiera dei posti posteriori si aprì, svelando una piccola bambina di due anni circa, con dei bei capelli ricci che le ricadevano ribelli davanti agli occhi verdi come due pietre d'acquamarina.
«Papà!», urlò iniziando a correre verso il ragazzo che era rimasto con il fiato sospeso. Si chinò sulle ginocchia per accogliere la sua bambina. L'alzò al cielo e la strinse forte al suo petto, sussurrandole all'orecchio quanto le fosse mancata. 
«Pappino!», esclamò ancora una volta mentre Joe le faceva il solletico con la sua barba per tutto il faccino. 
«Sei bellissima amore di papà!», disse lui. Erano forse occhi lucidi quelli?
«In effetti lei è già qui. E' stata a casa di mio padre tutto il giorno. Credo stesse per scoppiare ormai», rise fissando la bambina tra le braccia di Joe.
«Torniamo a casa?», disse mettendo la bambina per terra, afferrando la sua piccola manina.
Gabrielle annuì e sorrise. Intrecciò le sue dita a quelle di Joe e insieme ritornarono a casa.
 
«Gabrielle, non credi che dovremmo...?», ansimò il ragazzo mentre Gabrielle iniziò a far scivolare le sue dita sulla cinta dei suoi pantaloni.
«Cosa Joe?», chiese lei mordendogli il lobo dell'orecchio. Joe sussultò e i brividi si fecero sentire lungo la sua schiena.
«C'è Siena di là, insomma... non credo che sia il caso», deglutì rumorosamente.
«Non ci vediamo da mesi e quando siamo soli ed abbiamo un pò di tempo per noi tu pensi alla nostra bambina che dorme beata come un angioletto nel suo lettuccio?», chiese la donna fermandosi.
«Voglio solo essere sicuro, tutto qui». Gabrielle si alzò dal letto, chiuse la porta a chiave e ritornò dal suo uomo, evidentemente molto teso.
«Perchè sei così nervoso Joe?», chiese a ragazza, dopo essersi posizionata dietro alle spalle del suo ragazzo. Iniziò a massaggiargli le spalle e il collo. Joe si rilassò all'istante. «Così va meglio?». Lui annuì e socchiuse gli occhi, lasciandosi andare. Si voltò verso di lei e afferrò il suo mento, avvicinando il suo volto al suo. Posò delicatamente le labbra carnose su quelle di Gabrielle, premendo contro le sue. Le loro lingue iniziarono a danzare, le loro mani percorrevano ognuno il corpo dell'altro, bramose. Si volevano, si desideravano con ogni cellula del loro corpo.
Joe spogliò Gabrielle di tutti gli indumenti, lei fece lo stesso con lui. Si sedette a cavalcioni su di lui. Il suo corpo nudo aderiva perfettamente a quello di Joe.  
Iniziò a muoversi lentamente, aiutata dal ragazzo che teneva le sue mani bel salde sulle sue cosce. 
«Dio quanto si è sentita la tua mancanza in questi mesi», farfugliò Gabrielle attaccata all'orecchio del ragazzo.
«A-anche tu mi sei mancata e ti amo tanto Gabrielle». La ragazza sorrise compiaciuta sul collo di Joe, stringendosi ancora di più a lui.
Andarono avanti per tutta la notte, consumando tutto quell'amore che si portavano dentro ed il desiderio che li aveva visti separati per troppo tempo. 




 
*
Buona domenica a tutte :)
Sono ritornata per postare questo capitolo che avevo pronto da un eternità e per aggiornare la mia nuova ff che potete trovare
QUI.
Se vi va passate, qualche lettrice nuova è sempre gradita :3
Passiamo a noi v.v
Ho visto che per lo scorso capitolo le recenisoni sono aumentate, ma visto che domani è Halloween voglio calarmi un poò nei panni della strega e voglio sfidarvi.
Se non ricevo 10 recensioni per questo capitolo non posto u_u muhahahaha
With love,
la dolce e tenera Novalee.

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Capitolo 13
*** -Tadaaan. ***


4 years later...
 
«Sammy, non toccarlo, non farlo! Siena scendi dal letto!», continuava ad urlare la donna. «Amber, smettila di correre per tutta la casa!», afferrò la piccola bambina per un braccio, ma le sfuggì quasi subito. «Ora li uccido, lo giuro!»
«Amoreee, sono a casaa!», gridò qualcuno dal piano di sotto.
«Grazie Signore, grazie!». Scese velocemente le scale in marmo, e senza esitare afferrò il ragazzo per la camicia e lo trascinò nuovamente con se al piano di sopra.
«Falli smettere Joe, altrimenti li soffoco tutti e tre!», aveva l'affanno e gli occhi sgranati al massimo.
«O-okay, stai calma». Megan prese un bel respiro e cercò di calmare i nervi. «Okay bambini, il divertimento è finito». Prese Siena su una spalla, afferrò Sammy per i fianchi e Amber assieme a suo fratello. «Ora si va giù tutti tranquilli e si fa la merenda, dopo di chè tutti fuori in giardino a giocare», uscì dalla stanza facendo l'occhiolino alla ragazza che lo ringraziò mandandogli un bacio.
«Che Dio ti benedica!», urlò dopo che quest'ultimo lasciò la stanza.
Si guardò intorno un pò sconcertata, ma senza perdersi d'animo, cominciò a risistemare quell'enorme casino che avevano combinato i suoi stessi figli e quella peste di sua nipote.
«Questa non la passi liscia Nick!», digrignò i denti e afferrò i cuscini del letto sparsi sul pavimento, cominciando a risistemare il letto. 
 
*

Buonasera tesori (:
Sembrerà impossibile, ma sono io, che ritorno ad aggiornare dopo un tempo enoooorme.
Non so cosa ne verrà fuori, ma so solo che da qui si inizierà un'altra parte della storia.
Sono passati quattro anni, sono successe tantissime cose, ci saranno molte novità e tantissimissimi colpi di scena...
Non vi resta che continuare a leggere e a recensire, per farmi capire che ci siete e che lo volete davvero un continuo. 
Spetta a voi girls.
Kisses,
Lee

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Capitolo 14
*** -don't you cry no more. ***


23 dicembre
 
«E' sicuro dottore che il cancro sia scomparso?», chiese Megan, stringendo forte la mano di Nick.
«Del tutto Megan. Sei stata una ragazza fortunata e meriti di vivere ancora a lungo, molto a lungo», sorrise l'uomo.
La ragazza scoppiò in lacrime, tenendosi il volto tra le mani. Non si poteva spiegare quello che stava provando in quel momento. Non si può spiegare come ci si trova a essere ad un passo dalla morte e il giorno dopo scoprire di essere salvi. Bisogna provarlo, e basta. 
Lei era stata messa a dura prova, ma aveva vinto sulla sua malattia. Ce l'aveva fatta, Megan. 
Nick le carezzò la guancia e l'attirò a se, abbracciandola forte. Era tutta la sua vita lei, e quello era il regalo di natale più bello che potesse chiedere; sua moglie, per tutta la vita.
 
 
«Megan, dov'è andata Gabrielle?», chiese il ragazzo poggiandosi all'isola della cucina, mentre Megan continuava a cucinare senza sosta.
«Non ne ho idea Joe, ha detto che usciva per fare delle commissioni», rispose senza neanche guardarlo.
«Perchè stai cucinando così tanto?», chiese poi accigliato Joe, dopo averci riflettuto per un pò.
«Stupido idiota, questa sera torna Nick e sono talmente nervosa e contenta che, che... »
«Che gli salterai addosso non appena entrerà da quella porta e non gli darai neanche il tempo di capire cosa stIa succedendo che lo porterai di sopra nella vostra camera e ci rimarrete chiusi per tutto il tempo!», concluse Joe, con un sorrisetto beffardo.
«Ti odio, sappilo!», disse Megan infornando i biscotti.
«Lo so che mi ami da impazzire e che senza di me non saresti nulla», si avvicinò alla ragazza e le lasciò un bacio sulla guancia.
«Questa scelta di andare a vivere tutti e otto insieme, momentaneamente è stata una cattivissima idea! Non riesco a sopportarti per più di due ora, figuriamoci a stare insieme 24 h su 24. E poi quella peste di tua figlia che amo da impazzire... cosa le farei», scherzò, mentre ripuliva velocemente il piano cottura.
«Certo che non è stata una cattiva idea! Mi stanno ristrutturando la casa Megan, non potevate sbatterci per strada, te l'avrei fatto pesare per tutta la vita».
«E' vero, però tu, tua moglie e tua figlia siete una vera palla al piede», continuarono a stuzzicarsi così, per il resto del pomeriggio, fino a quando Gabrielle ed i bambini accompagnati dalla tata non fecero ritorno a casa. Ora mancava solo lui.
 


-
Eccomi girls **
Pensavate che vi avrei abbandonate ancora? uu
Niente da fare, ora sono tornata e sarete costrette a leggere e recensire i miei capitoli e la mia storia nuova, che trovate QUI.
(L'avevo già postata un po di tempo fa, ma poi non l'ho più ritrovata. Voglio avere un vostro parere ^^ ) 
E bhe, spero che le cose vi siano un po più chiare ora, man mano lo saranno di più, non vi preoccupare :)
Voi continuate a leggere e recensire. 7 o 8 recensioni, e il capitolo arriverà quando meno ve lo aspettate. <3
Ho una fame assurda, quindi vado a mangiarmi tutta la famiglia ** ahahaha
Peace&Love
Lee

ps: PROPONGO UNO SCAMBIO DI PUBBLICITA'. VOI PASSATE DA ME E IO PASSO DA VOI, FACILE NO? :D 
love y'all.

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Capitolo 15
*** -like teenagers. ***





«Mi sei mancato tanto amore», sussurrò la ragazza sulle labbra del suo uomo.
«Anche tu gattina», Nick strofinò il suo naso contro quello di Megan. 
Stavano stretti, abbracciati in quel letto da tutta la notte ormai, senza chiudere mai occhio, ma solo consumando tutto il loro amore, tra quelle lenzuola che sapevano di felicità.
«Questi due mesi sono stati infernali. Questa casa è un inferno quando non ci sei e i tuoi figli sono i figli del diavolo in persona», borbottò stingendosi ancora di più al corpo nudo del marito. Faceva freddo fuori, ma in quella stanza si poteva avvertire un calore inspiegabile. 
«Hanno preso tutto dalla mamma e dal papà», sorrise, baciandole i capelli che man mano stavano ricrescendo lunghi come una volta. Aveva dovuto tagliarli mentre faceva le chemio e poi rinunciare a loro definitivamente. Ma il peggio era passato. Ora nella vita di Megan c'era solo il sole, suo marito Nick e i suoi due bambini. Loro erano ossigeno per i suoi polmoni. Si era ripromessa che non ci sarebbero state mai più nuvole nella sua vita, né tempeste e uragani. Solo ed unicamente il sole.
«Ti amo Nick, ma odio il tuo lavoro. Ci tiene distanti per troppo tempo e ho paura che tu qualche volta possa fare qualche cazzata che ti costerebbe cara...»
«Anche io ti amo e no amore, non farò mai nessuna cazzata perché l'unica donna che amo sei tu e non ne vorrò nessun altra per tutta la vita», disse rotolando su di lei e baciandola dolcemente. 
«Mmmh, adoro quando dici queste cose», disse Megan sorridendo contro le sue labbra.
«E io adoro te, mia unica ragione di vita». Fece scivolare le sue mani lungo i fianchi nudi di Megan, arrivando poi alle sue cosce, anch'esse nude. Adorava quel suo corpo così perfetto, la sua pelle liscia e morbida. Amava quel suo essere ancora una diciassettenne, che nascosta in fondo, ma molto in fondo, qualche volta usciva allo scoperto. Megan lo mandava fuori di testa e non poteva farci nulla.
Piano si sistemò tra le sue gambe, mentre continuava a tenere le sue labbra incollate a quelle della ragazza. Sentì il suo respiro farsi sempre più pesante, mentre scendeva a baciarle piano il seno e poi il ventre piatto. La sentiva afferrare i lembi delle lenzuola e stringerli forte tra le mani per soffocare qualche gemito. La sentiva innamorata e questo gli bastava, e gli sarebbe bastato per tutta la vita.
Con molta delicatezza e altrettanta decisione entrò dentro di lei, che si avvinghiò al corpo del marito con le unghie e con i denti. 
Strinse le gambe attorno al suo bacino, e intrufolò le mani tra i suoi ricci marroni che erano ricresciuti più folti di prima.
Continuarono ad amarsi, come avevano sempre fatto dal primo momento. 
Continuarono ad amarsi semplicemente come due ragazzini innamorati.





-
Buonasera ragazze :)
Anche se l'ultimo capitolo postato non ha ricevuto le recensioni che speravo ricevesse ho deciso di postare lo stesso, perchè questo è il penultimo capitolo della storia. Mi dispiace dirlo ma anche 18th July è giunta quasi alla fine. 
Non ho mai tenuto a queste mie storie così tanto, ci sono affezzionatissima ):
Mi scuso anche per la cortezza del capitolo, e spero recensiate in tante <3
Non vi ho mica dimenticate ù_ù
with love,
yours Lee.

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Capitolo 16
*** -the end. ***


18th July

«Ehy amore vacci piano», sussurrò affannata Gabrielle all'orecchio di Joe che si muoveva ritmicamente sul suo corpo nudo.
«Scusa amore», rallentò, reggendosi sulle braccia. «Dimenticavo che non mantieni più il ritmo di un tempo», ghignò sopraffatto dal piacere.
«Sta zitto caprone e finisci quello che hai iniziato». Gabrielle strinse tra le mani  i capelli bagnati di Joe, mentre lui continuava ad ansimare sul suo collo e riprendeva a muoversi più velocemente.
Andarono avanti per un bel po', soffocando qualche gemito troppo forte di tanto in tanto, fino a quando entrambi raggiunsero l'apice del piacere.
«Wow», esclamò il ragazzo distendendosi completamente sul letto. «Ti fai sempre più vecchia amore, ma non ti smentisci mai», disse stuzzicando il caratterino di Gabrielle.
«Senti chi parla! Prima riuscivi ad andare avanti per più di tre ore di fila, ora ad un ora e mezza sei già sfinito. Ho sposato un pappone!», disse coprendosi il seno con il lenzuolo.
«Io non sono un pappone! Lo faccio per te». Allungò la mano sul comodino, afferando il suo iphone. «Vieni qui», tirò a se la ragazza, avvolgendola con il suo braccio. «Dì cheese amore», impostò la fotocamera interna e scatto la foto. «Questa la posto su twitter».
«Cretino! Siamo mezzi nudi e abbiamo appena finito di fare l'amore. Vorresti scatenare un putiferio?», lo colpì forte all'addome, facendolo ridere.
«No è vero, hai ragione. Questa la tengo per me», disse baciandola. «Domani devo svegliarmi preso, ho le prove con i ragazzi. Sono eccitatissimo per il tour».
«Sono sicura che andrai alla grande».
«Ti andrebbe di venire con noi?»
«Joe, hai dimenticato che abbiamo una figlia?»
«Mi sarebbe piaciuto molto avervi con me...», disse mettendo il muso.
«E poi... Ho un altra notizia Joe». Si mise seduta sul letto, incrociando le gambe a mo' di indiana e portandosi dietro alle orecchie i capelli arruffati che le ricadevano davanti agli occhi.
«Dimmi amore», Joe si spostò su un lato, tenendosi la testa con la mano.
«Aspetto un bambino...», disse morendosi il labbro. «E' di cinque settimane».
«Oh mio dio, ma è magnifico!», si avventò su di lei, stringendola forte a se, tanto da poter respirare l'odore della sua pelle. «Questo è un maschietto, lo sento», disse poi sorridendo a 32 denti.
«E lo chiameremo Joseph Junior», concluse Gabrielle prendendo il volto di Joe tra le mani e baciandolo dolcemente. «Perchè sarà stupendo come te».

 
«Buongiorno famiglia!», esclamò Joe entrando in cucina, dove c'erano già tutti, compresi i bambini. 
«Ore piccole eh fratellone?», ammiccò Nick, facendo ridacchiare Megan. Mentre Gabrielle nascose il viso nell'enorme tazza, dove stava consumando la sua colazione.
«Fatti gli affari tuoi, fratellino», rispose Joe facendogli l'occhiolino. 
«Dai Joe, scherzavo!», rise Nick, dopo aver addentato un biscotto.
«Ragazzi smettetela, sembrate due bambini», s'intromise Megan, dopo aver riscaldato il latte. Joe iniziò ad abbuffarsi di bacon, ignorando il fratello.
«Ah, ragazzi... Ehm, noi abbiamo una notizia da darvi», disse Megan, guardando Nick che annuì. «Aspettiamo un bambino». Joe tossì forte, per poco non si strozzava.
«Ma dai? Davvero? Sono felicissima ragazzi!», esclamò Gabrielle, alzandosi e abbracciando entrambi. «In verità anche noi abbiamo una notiza, vero Joe?».
«In realtà due, ma inizia prima tu», disse il ragazzo bevendo dell'acqua.
«Sono incinta anche io!». Megan emise un gridolino di gioia, abbracciandola forte. 
«Congratulazioni fratellino, hai fatto centro, ancora», disse Nick sorridendo. «E a seconda bella notizia qual è?», disse sempre lui.
«Ieri ho ricevuto una telefonata, hanno rimandato la fine della ristrutturazione della nostra casa ad un anno massimo. Hanno trovato alcuni problemi». Tutti rimasero in silenzio, a fissare Joe.
«Stai scherzando vero? Dimmi di si ti prego», fu Nick a rompere quel silenzio e a far ridere tutti.
«Mi dispiace broski, ma a quanto pare dobbiamo continuare a dividere lo stesso tetto».
«Allora io vado a vivere da mamma e papà!», disse Nick. 
«Questa sera, per festeggiare le due belle notizie, vi portiamo a cena fuori stupendissime», disse Joe, baciando sulla guancia sia Megan che Gabrielle. «I marmocchi però rimangono con la nonna e il nonno».
«Papà! Noi non siamo marmocchi», esordì Siena, rivolgendosi al padre.
«Lo so amore di papà, lo so», disse lui prendendola in braccio e facendole il sollettico.
«Bene, allora siamo condannati per un altro anno!», disse Nick, continuando a tenere il muso.
«Smettila musone e passami quelle ciotole», disse Megan mettendo i piatti sporchi nel lavandino.
«Ah Nick, comunque grazie, per tutto». Joe spuntò dalla porta con Sammy, Amber e Siena attacati al collo.
«Non ringraziarmi bro», gli fece l'occhiolino e sorrise. 
«Io vado a pulire di sopra ragazzi, ci vediamo tra un pò». Anche Gabrielle se ne andò, lasciando Nick e Megan da soli.
«Ehy amore, ma oggi che giorno è?», chiese Nick, poggiando le mani sui fianchi della ragazza.
«E' il 18 luglio», disse lei sorridendo. Si voltò verso di lui e lo baciò dolcemente.
«Allora auguri amore».
«Auguri anche a te riccio».
Ed erano così loro, due ragazzini che si amavano da sempre. Non importava che avessero due figli, quasi tre. Non importava che fossero sposati da cinque anni. Non importava che il passare del tempo portava con se rughe e quant'altro. Loro si amavano e questo bastava ad entrambi, per l'eternità. 
Niente avrebbe spezzato il loro amore. Era come una catena invisibile, che si sarebbe scalfita e arrugginita, ma l'amore, quello vero, non avrebbe avuto mai fine, mai.





 
-
Buonasera ragazze.
Eccoci qui, siamo giunte alla fine.
Mi viene quasi da piangere, perchè questa storia è stata forse la più importante per me.
Voglio ringraziare le 36 persone che hanno messo la storia tra le preferite e le 26 che l'hanno messa nelle seguite.
Ed infine voglio ringraziare tutte voi che avete sempre recensito e che ci siete sempre state, ma soprattutto che mi avete accompagnata fin qui, fino alla fine.
Un grazie di cuore, a TUTTE.
Vi amo.
Lee

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