It's so hard to go on with two twins on my back.

di skye182cla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 - Last Days ***
Capitolo 2: *** 1.2 - The Handshake ***
Capitolo 3: *** 1.3 - Biscuits Lover ***
Capitolo 4: *** 1.4 - Dementors ***
Capitolo 5: *** 1.5 - The Order ***
Capitolo 6: *** 1.6 - Clever Tricks ***
Capitolo 7: *** 1.7 - You Okay? ***
Capitolo 8: *** 1.8 - 9 ¾ ***
Capitolo 9: *** 1.9 - Hogwarts Express ***
Capitolo 10: *** 1.10 - The Devil in Disguise ***
Capitolo 11: *** 2.1 - Ugly, Bad and Rainy Day ***
Capitolo 12: *** 2.2 - Cast No Shadows (Part One) ***
Capitolo 13: *** 2.3 - Cast no Shadows (Part Two) ***
Capitolo 14: *** 2.4 - Pix knows everything, always! ***
Capitolo 15: *** 2.5 – Things i don’t have ***



Capitolo 1
*** 1.1 - Last Days ***


 

1.1 Last Days

- Forza Chase, facci un sorriso! -
- Così, guarda! – Fred Weasley serrò le palpebre e strizzò gli occhi, arricciò il naso e si sforzò di sorridere nella maniera più falsa possibile, mentre George, suo fratello gemello, si sedeva accanto a lui su uno dei due letti nella piccola stanzetta. – non sei contenta? Tra qualche giorno arriverà anche Hermione, ci divertiremo come pazzi prima che inizi la scuola! -

   Le due chiome rosse, dopo ben sette anni passati insieme, avevano capito come prendermi; il fatto di dover lasciare Londra e la mia famiglia di babbani, i Worthington, alla volta di casa Weasley, La Tana, era di per sé un sollievo. Niente più signor Worthington che urlava dalla mattina alla sera contro la signora Worthington, niente Worthington Junior che non facevano altro che bisticciare per i giocattoli. Niente di tutto ciò, la Tana era una piccola e arroccata oasi felice nel bel mezzo del nulla, e la famiglia Weasley era una splendida boccata d’aria in una calda giornata estiva. Sebbene nel mondo magico si stesse insinuando il dubbio che Voldemort, l’oscuro signore, colui che non deve essere nominato, aveva fatto il suo ritorno durante il Torneo Tremaghi dell’anno prima.

- Ehi, dite che ci saranno nuove selezioni per la squadra in vista delle partite di quest’anno? … non voglio più perdere contro Corvonero, è stato uno smacco terribile. –
- Non cambiare discorso Piccola Chase, e dicci perché hai quel muso lungo.
 
  Ai gemelli Weasley non si può nascondere nulla, tentare di riuscirci è come violare un imperativo dell’esistenza; ma Chaselyn Worthington può.


- Non è nulla George …
- Fred.
- No, George.
- Un giorno riuscirò a fregarti.
- … sono solo molto stanca, tutto qua. – simulai un vistosissimo sbadiglio e mi buttai a peso morto sul letto di Fred.
- Ti faccio presente che quello è il mio letto e che tu dormirai su una brandina a terra. Ehi George, dobbiamo testare le pasticche vomitose! –
- … e il Torrone Sanguinolento, non dimenticartelo! –
- Sulla brandina ci dormirai tu, Fred Weasley! Comunque, avete sistemato anche le Mou Mollelingua? – chiesi. Tutti piccoli esperimenti di Fred e George, dolciumi e merendine con risvolti quasi sempre disgustosi; “per saltare le ore di noia a scuola!” era il motto.

- Quelle sono perfette ormai! Avevamo anche in mente un altro paio di merendine … i Fondenti Febbricitanti e i Pasticcetti Svenevoli. Sui primi dobbiamo ancora lavorarci. –
- Ehi, e le Crostatine Canarine? Ce n’è una? Voglio riempirmi di piume come Neville l’anno scorso! – mi misi a ridere, e sia Fred che George fecero un verso di approvazione: si ricordavano della simpatica scenetta di quando Neville Paciock si riempì di piume di canarino, che si posarono a terra e sui divani della sala comune di Grifondoro come neve sui tetti.

  La madre di Fred e George, Molly, una donna premurosa e gentile, avvisò tutti che la cena era pronta, con un urlo diffuso dal fondo delle scale di quella casa che si slanciava verso l’alto; ma prima di andare, fui attratta da un piccolo oggetto, un telescopio, posato sopra una scatola di cartone accanto al letto di Fred, che intanto si era alzato assieme al fratello per scendere in cucina. Feci soltanto il grave errore di tentare di aprire quel piccolo oggettino, da cui uscì una specie di pugno a molla che mi colpì proprio sulla guancia. Inizialmente non ci feci molto caso e raggiunsi il resto della famiglia Weasley a tavola: Ginny Weasley, la più piccola in famiglia e di tre anni più piccola di me, mi sedeva di fronte, accanto al fratello di mezzo, Ron, il migliore amico di Harry ed Hermione. Ron era il bersaglio preferito di Fred e George, e più volte durante gli anni scolastici, mi ero ritrovata a pregare quei due di lasciarlo un po’ in pace.

- Quest’anno non voglio ricevere alcun gufo, di nessun genere, che riguardi voi due! Mi avete capito bene? Nessun – Gufo! Sono stanca di tutti i richiami e gli avvisi su di voi che importunate i vostri compagni di scuola. Avete i M.A.G.O quest’anno, dovete impegnarvi! – disse Molly tra un boccone e l’altro mentre Arthur, il capofamiglia, annuiva silenziosamente al tavolino; aveva un aria un po’ preoccupata, tesa.

- Finché abbiamo questa brillante noce di cocco come amica, non dobbiamo preoccuparci! – disse Fred, scompigliandomi i capelli e scatenando l’ilarità di Ron.
- Ehi, e il nostro Ronald ha i G.U.F.O, quest’anno! – dissi io addentando una coscia di pollo.
- Sì ma finché avrà Hermione come amica, non dovrà temere nessun’esame! –
- Comunque sembra un destino comune a molte persone in questa famiglia il fatto di avere un’amica studiosa e diligentemente responsabile. Studiare un po’ non vi farebbe male! – disse Molly con aria seria.
- Studiosa e responsabile? Stai parlando di Hermione, vero mamma? – disse George, cercando l’appoggio di Fred.
- No, anche di Chase naturalmente!

   I gemelli si misero a ridere sguaiatamente, facendo quasi sputare l’acqua a Ron dalla sorpresa di sentire delle risate così fragorose, mentre Ginny finiva il suo pollo con serafica pazienza.
- Chase, QUESTA Chase, una ragazza studiosa e … DILIGENTEMENTE RESPONSABILE? Al massimo diligentemente dormigliona. – disse Fred rubando nel piatto della sorellina l’ultimo pezzo di pollo.
- Non ti faccio più i compiti di pozioni, cavatela tu con Piton, caro.
- NO! – urlò Fred, in preda al panico.
- Oh, sì. L’hai voluto tu.

   Notando che nessuno mi rispondeva più e che Ron e Ginny mi fissavano ridendo sottecchi, chiesi se avevo qualcosa in faccia di così divertente da scatenare la loro ilarità. Ron mi disse che in effetti avevo un livido blu/nerastro proprio sulla guancia, e allora maledii Fred, George e il loro stupidissimo telescopio.

   Molly era visibilmente turbata da tutte le invenzioni che affollavano la camera dei gemelli; mi rivelò, quando iniziai a sparecchiare, che ormai neanche entrava più in camera loro per pulire e rifare i letti, si era completamente arresa. Arthur entrò in cucina portando gli ultimi piatti, rimanendo un po’ sorpreso dall’entità del danno sulla mia guancia; chiesi a Molly se avesse bisogno di una mano con le stoviglie, ma lei mi sorrise e mi disse di andare pure a riposarmi, che ci avrebbe pensato Ginny ad aiutarla. Così andai di nuovo in camera dei gemelli, trovandoci Fred, alle prese col telescopio e con una pasta giallognola.
- George e Ron? –
- Papà gli ha chiesto di andare fuori a stanare le lumache carnivore nel giardino. –
- Che ingrato lavoro. E quella roba cos’è, un esplosivo per caso? Fred, ti giuro che se non mi fai sparire questo livido ti trasformo in un posacenere!

   Fred, non molto convinto dalla mia minaccia, mi guardò e smise di rimescolare quella strana pasta gialla dall’odore nauseante; ne prese un po’ e me la mise sulla guancia, premendo piano e spalmandola sul livido delicatamente.
- Ha un odore davvero schifoso, che diavolo c’è dentro? –
- Meglio che tu non lo sappia. – disse sorridendo. – bene, ti andrà via presto, non preoccuparti. Vuoi fare una partita a Quidditch? Andiamo a salvare gli altri due dai lumaconi!
   
   Così ci mettemmo a giocare a Quidditch. Quell’anno, Ron voleva fare le selezioni per diventare il portiere della squadra dei Grifondoro, quindi lo facemmo allenare parecchio; non era scarsissimo, ma aveva bisogno di molta … molta pratica. Così, mentre tentava di parare un tiro di Ginny, che ci aveva raggiunti per giocare, il sole tramontò lento e pigro su uno degli ultimi giorni d’estate. Uno degli ultimi giorni di tranquillità, in ogni senso.

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Capitolo 2
*** 1.2 - The Handshake ***


1.2 - The Handshake

   Mi svegliai la mattina dopo a causa del profondo russare di uno dei gemelli; alla fine avevamo unito i due letti di Fred e George per dormire tutti e tre insieme, con il povero Fred pressato nel mezzo. Gli era arrivata una mia manata nel sonno, grazie alla quale però aveva smesso di russarmi nell’orecchio come un pachiderma con la proboscide intasata. In tutta verità, avevo fatto il peggiore degli incubi. Mi tirai a sedere e calciai via il lenzuolo con poco charme, correndo in bagno a controllare il livido sulla guancia: era quasi sparito. Quella roba gialla che mi aveva rifilato Fred aveva funzionato.

Scesi piano le scale, tentando di non fare rumore, ma quegli scalini scricchiolavano in una maniera impressionante, e Fred, che era in cucina, si affacciò con una tazza in una mano, i capelli scarruffati e il pacco dello zucchero nell’altra.


- Già sveglia? Sono solo le sei! 
- Ho fatto un incubo … - Fred mi guardò attentamente e mi porse di nuovo la pasta gialla, che mi spalmai sulla guancia un’ultima volta. – c’era Burrobirra ovunque e tanta gente morta.
- Oh, che cosa terribile!
- La gente morta?
- Ma no, la Burrobirra ovviamente!

   Mi scappò un sorriso, e Fred mi scompigliò i capelli prima di sedersi al tavolino. – non fare più incubi del genere, Worthington, o sarò costretto a prendere provvedimenti seri. -
- Fred … come fai a non perdere mai il sorriso? Insomma … tu e George siete sempre di buon umore, dopo l’attacco dei Mangiamorte alla Coppa del Mondo eravate gli unici che ancora trovavano la forza di fare qualche battuta, dopo la morte di Cedric l’anno scorso, eravate gli unici che … - Fred mi interruppe bruscamente posandomi un dito sulle labbra, forzandomi a fare silenzio.
- Chase, devi capire che io e George abbiamo un compito. Far ridere è l’obiettivo primario, la nostra missione. Niente di più. Per questo abbiamo finalmente deciso di aprire un negozio a Diagon Alley!
   Un pò imbarazzata, tolsi il dito di Fred, ancora pacamente posato, dalle mie labbra. Ero rimasta sorpresa; non “piacevolmente” sorpresa, come scriverebbe qualcuno in questa situazione, ricordo soltanto di essere rimasta in silenzio per parecchio tempo prima di chiedere spiegazioni sul negozio dei gemelli. – Diagon Alley? 
- Te l’avremmo detto, verrai a lavorare lì. Io e George abbiamo già deciso tutto per il tuo futuro, ahahah! – Fred soffocò una risata, ma io ancora non capivo. – Fred, dove avete trovato i soldi?
- Harry.
- Harry. Cos’è, Potter è diventato un bancomat?
- Un banco cosa?
- Lascia perdere. Vi ha fatto un prestito? – Fred smise di guardarmi e tirò fuori la bacchetta, facendo girare lentamente il cucchiaino nell’intruglio che chiamava latte coi cereali.
- Ci ha regalato i soldi della vittoria del torneo Tremaghi, tutto qui. Gentile eh? Comunque ti avrei avvisata ad anno scolastico iniziato. Daremo i M.A.G.O. e poi, finalmente, realizzeremo il sogno di una vita! I Tiri Vispi Weasley saranno il negozio più scintillante di Diagon Alley! –
   
   Non pensavo che Harry fosse capace di un tale gesto di altruismo. Cioè, era una cosa che potevo benissimo immaginare, ma non avrei mai pensato che Harry fosse spinto da una così grande nobiltà d'animo a soli quattordici anni. Dall’entusiasmo che Fred metteva nel racconto mi venne la pelle d’oca; Fred aveva una luce particolare negli occhi, quella luce che appare soltanto quando racconti a qualcuno uno dei tuoi sogni più belli e sfrenati, delle tue speranze più vivide. Per Fred i Tiri Vispi Weasley erano una realtà. – e tu, piccola Chase, verrai con noi naturalmente. – concluse Fred, strappandomi un altro sorriso: era un suo vizio, quello di chiamarmi “piccola Chase” quando voleva ribadire un concetto mentre parlava con me.
   Quel suo comportamento mi era sempre piaciuto, era un po’ come un fratello maggiore; protettivo, poco rompiscatole, molto insistente e incline a farmi partecipare ad ogni cazzata lui volesse fare con George.


   Anche noi avevamo i nostri alti molto alti e bassi a livelli minimi storici. L’anno prima mi arrabbiai moltissimo con lui; aveva detto che saremmo andati al ballo del Ceppo insieme, e invece ci portò quella stupida di Angelina. Volevo rimanermene in camera da sola, e invece, neanche un’ora dopo, George si era presentato nel mio dormitorio e mi aveva praticamente costretta ad uscire e ad andare al ballo con lui. Io proprio non volevo, ma aveva insistito così tanto che alla fine cedetti e ballai con lui per tutta la sera, finché i piedi non mi fecero malissimo. Fred ricomparve con una scusa stupida, dicendo che Angelina non si era divertita e che l’aveva piantato in asso così, su due piedi. Fui spietata, gli dissi che se lo meritava e me ne andai nei dormitori, dove incontrai un’Hermione splendidamente vestita che, in conclusione, aveva avuto problemi con un altro Weasley. Solo che lei c’era rimasta peggio di me; non parlò con Ron per quasi un mese credo, mentre io e Fred restammo col muso soltanto tre giorni (prima che fosse lui a scusarsi, pare ovvio).

   Freddy era fatto così. Particolare, e George era la sua copia, con un pizzico di perspicacia in più. Lui aveva capito da tempo che quello che mi legava a suo fratello non era solo una profonda amicizia, come scorreva tra me e lui; a me un po’ interessava suo fratello, e l’aveva capito sin dal nostro terzo anno insieme. Mi interessava, non a livelli maniacali, ma quel poco che basta...
- Georgie dorme ancora?
- Oh sì. Russa come un Gallese Verde con la tosse, fa lo stesso verso.
- Bene … andiamo a svegliarlo a modo nostro. – e con una risata malefica, Fred si alzò e salì le scale, voltandosi verso di me e sorridendo. – Beh? Non vieni? -


Via, la vostra Donda vi da il benvenuto al secondo capitolo ormai. Spero che qualcuno legga questa roba, io amo i gemelli. Il mio è un'amore profondo e incommensurabile, perché i gemelli sono un pò come me; credono nell'importanza di una risata, dell'allegria... Spero che questa storia tocchi le corde di cuore di qualcuno (le recensioni sono MOLTO ben accette xD)

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Capitolo 3
*** 1.3 - Biscuits Lover ***


1.3 – Biscuits Lover.

    Nessuno si aspettava che Hermione arrivasse proprio quel giorno; Molly aveva iniziato a pulire casa freneticamente la mattina stessa, quasi come se sentisse nel profondo che stavano per arrivare ospiti. Penso sia una caratteristica delle madri e delle mogli, perché per quanto mi riguarda, mi accorsi dell’arrivo di Hermione dopo un quarto d’ora (per un buon motivo); ero in camera dei gemelli. La mattina stessa, Molly aveva costretto tutti i giovani in casa a sparire per qualche ora, per permetterle di pulire meglio. Eravamo andati a Diagon Alley per fare un giro; Fred e George si erano naturalmente rifugiati da Zonko insieme a Ron per prendere dei fuochi d’artificio e un paio di Frisbee Zannuti, e altre cose che potevano rivelarsi utili durante l’anno scolastico, come una sacca di Caccabombe dall’odore insopportabile.

   Io e Ginny eravamo corse immediatamente da Mielandia; avevo intenzione di spendere un quarto dei soldi che mi ero portata alla Tana in dolciumi da dividere con i gemelli, Ron, Ginny ed Hermione ed Harry quando fossero arrivati, quindi facemmo il carico di Bolle Bollenti, Gelatine Tuttigusti, Cioccocalderoni e Zuccotti di Zucca. Era una cosa che dovevo fare da due anni circa, offrire dolci a destra e a manca; in più, dal primo anno andavo ogni estate alla Tana, e non avevo mai avuto modo di ringraziare a dovere Molly e Arthur. Presi un sacchettino di Biscottini Gufici apposta per loro due, e apprezzarono quel piccolo e semplice gesto in una maniera incredibile.

    Insomma, quando Hermione arrivò a metà pomeriggio, io e i gemelli stavamo provando gli Spari Standard. “I Fuochi Forsennati Weasley saranno un successo, tranquilla! Io e Fred ci stiamo lavorando su da aprile!” aveva detto George. Ci eravamo seduti a terra tutti e tre, e Fred aveva avuto il grande onore di farli scoppiare.
   In casa Weasley, non c’era mai da preoccuparsi se dalla camera dei gemelli si sentiva qualche esplosione. Esplosione. Ci trovammo con i capelli sparati all’indietro e piuttosto fumanti: i miei capelli erano diventati da castano chiaro a neri e avevo perso i miei occhiali, mentre Fred continuava a tossire convulsamente mentre un’unica scintilla scaturì dai resti degli Spari Standard. George recuperò i miei occhiali dalla fuliggine che si era posata a terra, me li pulì con la manica della camicia e me li porse più sporchi di prima.

- Oserei dire che è stato un successo! – disse, dando un paio di pacche sulla schiena al fratello.
- Una misera scintilla è un successo? – chiesi io, cercando di pettinarmi e di togliermi la fuliggine dai capelli. – questa è dinamite, non sono fuochi d’artificio! –
- Mh, piccoli fastidiosi dettagli. Però il boom è stato ad effetto, ammettetelo! – disse Fred, dopo essersi dato una scrollata.
- Potremmo venderli così a Seamus, lui ce li comprerebbe di sicuro. –
- No, continueremo a lavorarci! Abbiamo soltanto bisogno di un altro più di tempo! Quando saremo a scuola nasconderemo tutto nella rimessa delle barche e ti faremo vedere cosa succede se ne fai evanescere uno di questi, più belli e più carichi. Più facili da notare! – disse Fred tutto contento indicando dei pacchi più grandi.
- Beh, perché per forza nella rimessa delle barche? Cosa succederà mai? – presi la bacchetta e diedi un colpetto alla scatola arancione con convinzione, prima che Fred si buttasse su di me cercando di fermarmi e che George mi togliesse la bacchetta di mano. – Evanesco! –

   Oh,  non l’avessi mai fatto. La scatola esplose così forte da far spalancare addirittura la porta, ma stavolta ci furono fuochi d’artificio ovunque; stelle rosse arrivarono al soffitto e finirono sotto al letto, alcune spirali bluastre balzarono roteando allegre fuori dalla finestra fino in giardino, altri ci circondarono scoppiettando, altri ancora percorsero velocemente il corridoio arrivando in camera di Ron, altri finirono anche in cucina. George si era cappottato con la faccia spalmata contro il comodino, facendo rotolare via la mia bacchetta, mentre Fred si era spinto contro di me ad una tale velocità da farmi finire schienata contro il piccolo armadio; c’erano piume ovunque, alcuni cuscini erano volati contro di noi a grande velocità, ma Fred mi faceva scudo col proprio corpo. Cuscini cattivi.
- … Georgie … tutto ok? – chiese Fred, ancora contro di me.
- … tutto ok … Freddy? – rispose George, ancora accartocciato contro il comodino.
- … tutto ok … Chasey? –
- … ahia. – mi lamentai per il dolore alla testa; Fred si era lanciato contro di me così velocemente che avevo sbattuto la testa contro l’armadio senza neanche rendermene conto. Il gemello non si alzò, piuttosto si scostò un poco per controllare l’entità dei danni a modo suo.
- Uno degli usi della … - fece mente locale, e disse la prima cosa che gli venne in mente, scollando le spalle con un espressione poco convinta. - milza di ratto?
- … uhm … la Pozione Restringente, ma che diavolo di domande fai Weasley? –
- Sta bene.
- Meno male … - rispose George, barcollando e cercando di rimanere in piedi; cercò la mia bacchetta, mentre Ginny comparve sulla porta insieme a Ron ed Hermione, dietro di lei; si misero a ridere tutti e tre.
- I fuochi d’artificio non erano male, sapete? Vi sono riusciti bene! – disse Hermione, mentre Ron continuava a ridere.
- Era una delle Detonazioni Deluxe by Weasley and Weasley, spero che lo spettacolo sia stato di vostro gradimento! – disse George, inchinandosi al pubblico fermo sulla porta.

   In un attimo, a colpi di Gratta e Netta e di Reparo ben assestati, il gemello mise tutto in ordine, prima che Molly si presentasse in camera come una furia, rimanendo molto sorpresa dalla pulizia nella stanza. Fece finta di niente e tornò ai piani di sotto, mentre superavo Fred per salutare Hermione con un abbraccio, scusandomi per essere così fuligginosa. Lei mi fece un ampio sorriso.
- Hermione ha stanato i dolci in camera di Ron … - disse Ginny, ridendo.
- Già … ho rubato uno zuccotto … -
- Non preoccuparti, li abbiamo presi per mangiarli, mica per tenerceli da parte e guardarli in silenzio! – lei mi fece un altro sorriso, dopodiché Ron convinse tutti ad andare in giardino prima di cena. Si avviarono tutti, anche George dopo avermi ridato la bacchetta. Mi sedetti sul letto un attimo, aspettando che l’intontimento passasse del tutto; Fred era rimasto in piedi di fronte a me.
- Epismen … -
- Non sto sanguinando … - lo interruppi. Lui sorrise.
- Beh, almeno apprezza lo sforzo.
- Di cosa? Di ricordarti l’incantesimo? – lo fissai e lui annuì ridacchiando; tornai a guardarmi le scarpe. Fred si abbassò per guardarmi negli occhi, ma stavolta non rideva, stavolta manteneva la sua serietà.
- La prossima volta, quando ti dirò “nella rimessa delle barche”, fai che sia davvero “nella rimessa delle barche” e non in camera nostra, va bene? Per favore …
- È colpa tua, mi hai messo la curiosità di …
- Va bene, Chasey? – chiese Fred un’ultima volta. Arricciai un po’ il naso ma annuii svogliatamente, sussurrando un “va bene” poco convinto. – scusa … non lo faccio più … - dissi, con un aria fanciullesca che mi fu ripagata da un bel sorriso.
- Non volevo farti far male.
- Lo so … - Fred rovistò nella tasca dei pantaloni, tirando fuori uno dei Biscottini Gufici ormai un po’ rotto che avevo preso per i suoi genitori. – li hai presi per mamma e papà e non per te, anche se ti piacciono tantissimo … sei proprio scema. –
Mi posò i due pezzi di biscotto in una mano e mi diede un bacio leggero, quasi uno sbuffo, sulla fronte. – mangia in fretta, ti aspetto giù. -

   Fred era appena stato sul punto di arrabbiarsi con me; ero praticamente sicura che si sarebbe arrabbiato, ma quella non era stata assolutamente la reazione che mi sarei aspettata da lui; mangiai il Biscottino Gufico e sorrisi, lasciando ciondolare le gambe dal letto.


Eccomi tornata con un altro capitolo! Voglio ringraziare chiunque stia leggendo questa storia, e chiunque la stia seguendo (ricordo che le recensioni sono molto ben accette :D). Vi avverto, tra poco arriverà la trama vera e propria (visto che questo racconto riprende la trama del quinto, sesto e settimo libro). Donda vi saluta u.ù

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Capitolo 4
*** 1.4 - Dementors ***


1.4 – Dementors

               
   Dopo cena, uno stufato un po’ stopposo ma comunque buonissimo, passammo la serata fuori, in giardino; Ron e George erano riusciti a debellare le lumache carnivore, ma da quando ne ho memoria, il giardino della Tana era sempre stato popolato da antipatici nani che si rifugiavano nelle aiuole piene di piante mai viste per evitare di essere presi e tirati il più lontano possibile. Ogni tanto uno di loro faceva capolino dal nascondiglio, ma veniva ricacciato dai cipigli severi di Ginny e Ron. Avevamo messo i diversi sacchetti di dolciumi nel mezzo, sedendoci sul prato tutt'intorno; io e George ci stavamo sfondando di Bolle Bollenti insieme a Ron, mentre Hermione andava cauta con la scelta delle Gelatine Tuttigusti + 1: le sceglieva con accuratezza certosina, ma quando ne trovò una al cerume decise di passare ai Cioccocalderoni, mentre Fred si rimpinzava di Zuccotti di Zucca.

- Mi domando chi sarà il nuovo professore di Difesa Contro le Arti Oscure. – chiese Hermione, litigandosi con Ron una delle Bolle Bollenti.
- Visto che questo è il nostro ultimo anno, spero sia qualcuno degno da bersagliare di scherzi. – commentò George, scacciando con la mano una zanzara.
- Già, ormai Gazza ci va stretto! … abbiamo bisogno di …
- Nuovi stimoli. – suggerii io, prendendo una Gelatina all’improponibile gusto di cenere.
- Esattamente!
- Tanto sanno tutti che non lasceremo stare il povero Gazza neanche quest’anno … quindi rettifico, nuovi stimoli OLTRE a Gazza … -
- Potremmo riempirlo di pustole. – suggerì George.
- Oppure mettergli un paio di petardi nei cassetti a noi dedicati nel suo ufficio. Via le prove, via! – sogghignò Fred.
- “E finirono a raschiare i profumati escrementi della Guferia come al primo anno.” Ve lo ricordate? Oh, eravamo così giovani e belli. – dissi io, bevendo un sorso di tè. Ginny parve disgustata.
- Noi due siamo ancora dei baldi giovani con molte aspettative per il futuro! In effetti IO sono un baldo giovanotto, visto che Georgie è sempre meno attraente di me. – disse Fred.
- Mah, primo, siete gemelli. E secondo, sul “BALDO” ho i miei ragionevoli dubbi. – dissi io nascondendo un sorrisetto.
- Io odio la Guferia! Avete raschiato gli escrementi di quel postaccio pestilenziale? – chiese Ginny rubando l’ultimo Cioccocalderone dalle mani di Ron, che rimase con un espressione ebete e triste finché Hermione non gli passò una Bolla Bollente.
- Diciamo che ce lo meritavamo. – commentò George, scacciando l’ennesima zanzara. – ti avevamo appena introdotta nel mondo degli scherzi, eri una mente debole e facile da piegare. – continuò George rivolgendosi a me.
- La mente debole e facile da piegare si vendicò buttandoci addosso tutto quello che aveva raschiato, quindi smettila di stuzzicarla, ci stiamo facendo autogol da soli … – mormorò Fred al fratello, mentre Hermione sogghignava; non pensava che qualcuno potesse farla ai gemelli, ma conosceva lati così oscuri e perversi della mia mente che avrebbero spaventato persino Fred e George, quindi non si sorprese quando seppe di altre cinque volte in cui ero stata io a mettere i gemelli Weasley nel sacco. Cinque volte contro le centodue
dei gemelli erano un numero irrisorio, ma comunque una cifra superiore allo zero, quindi anche per Hermione stava a significare una piccola ma soddisfacente vittoria.

   Eravamo stesi tranquilli su quel prato, al buio, quando successe un sacco di trambusto. Erroll, il gufo della famiglia Weasley, si schiantò a grande velocità sul tavolo della cucina dove Arthur era seduto, facendo compagnia a Molly che stava sistemando spezie, piatti e bicchieri su parecchi ripiani diversi. Il gufo iniziò ad agitarsi e a beccare nervosamente la mano di Arthur finché quello non prese la lettera dalla sua zampa, leggendola rapidamente. Trasalì e urlò un “cosa” particolarmente agitato, ricambiato in pieno da Molly quando anche lei lesse la lettera. Quando andammo in cucina, Arthur stava scrivendo due lettere insieme, ma nella confusione ne macchiò una con parecchio inchiostro; quando Ron lesse “Harry” su una delle due lettere, si innervosì subito.

- Papà, cos’è successo?
- La lettera è di Silente! Harry è stato attaccato dai Dissennatori! – ricordo che la nostra reazione fu unanime; Hermione si portò immediatamente le mani sulla bocca dallo stupore, mentre Ginny rimase particolarmente scossa; i gemelli si scambiarono delle occhiate interrogative, chiedendosi come fosse stato possibile che dei Dissennatori avessero attaccato Harry in un borgo abitato da babbani e praticamente in pieno giorno. Io stentavo a crederci.
- Harry come sta?
- Già, hai sue notizie?
- È salvo, vero? Dev’esserlo per forza! – Arthur fu tempestato dalle nostre domande che gli arrivarono come una grandinata sulla testa, ma non sapeva darci risposte precise.
- Ragazzi, ragazzi! … Ha usato la magia per difendersi, ma suo cugino era con lui, quindi c’è l’aggravante di aver praticato la magia davanti ad un babbano. Non so altro, ora … cerchiamo tutti di calmarci un momento. Erroll, da Harry, subito! – Il gufo prese a correre goffamente verso il bordo del tavolo, spiccando il volo e uscendo rapidamente dalla finestra con un battito d’ali ben assestato, mentre Ginny prese la sedia e si mise a sedere accanto a sua madre.

   Il resto successe in un attimo.

   Un sottile fumo argenteo fiottò dalla finestra con leggerezza, tramutandosi in un patronus a forma di lince; parlò, e tutti tranne Arthur parvero sorprendersi.

“Avviso ai membri dell’Ordine e ai loro congiunti, trasferimento immediato al quartier generale. Trasferimento immediato al quartier generale.”

- È ora, Molly cara.
- Prendo la polvere volante.
- No, i camini potrebbero essere sorvegliati … meglio smaterializzarsi tutti insieme. Ragazzi, dobbiamo andare.
- Andare dove? Ed Harry?! – chiese stizzito Ron, mentre Arthur gli prendeva saldamente la mano. Ginny si legò a sua madre mentre George si abbarbicò al braccio sinistro di suo padre. Hermione prese per mano Ron quasi con timore di tutto quel trambusto, lui parve capirla e la strinse più forte; Fred si attaccò al braccio libero della sorellina e con l’altro mi cinse il fianco, tenendomi ben salda a lui. Potevo avvertire quella strana sensazione che avevo alla bocca dello stomaco, un misto di confusione, paura e preoccupazione generale per tutto quel trambusto, e potevo percepirla persino nel tremolio della sua voce, che voleva a tutti i costi sembrare salda e coraggiosa.

- Andrà tutto bene, ve …

   Persi il resto della frase di Fred perché Arthur ci fece smaterializzare tutti quanti. Anche io, Fred e George potevamo smaterializzarci, e da soli era sempre meglio, visto che in gruppo c’era sempre il rischio di perdersi qualcuno. Sentii Fred aumentare sempre di più la presa su di me, finché non fu sul punto di abbracciarmi pur di evitare di perdermi per strada; io, lui e George riuscimmo ad atterrare in piedi, nascosti dalle siepi, e non a schiantarci a terra come successe agli altri. Ron infatti aveva tutta l’aria di un bambino che è appena stato sull’ottovolante ed è sul punto di vomitare, mentre Hermione barcollava e si reggeva in piedi con un po’ di difficoltà. Ginny si sedette sul marciapiede, ma Molly la fece alzare di scatto, mentre i due condomini di fronte a noi si staccavano per fare spazio ad un altro palazzone scuro, munito di cancelletto. Fred mi lasciò lentamente, mentre Hermione aiutava Ginny a stare in piedi, e George a far riprendere Ron.

- Grimmauld Place numero dodici, ragazzi. Venite, entriamo subito. 



Eeeed eccomi qua, un'altro capitolo! Mi sorprendo di me stessa, sono piuttosto regolare a postare i capitoli.. spero di mantenere questa regolarità per tutti coloro che seguono la storia u.u come avete visto, la trama riparte dall'Ordine della Fenice; farò attenzione anche ai più piccoli dettagli, lo giuro solennemente u.ù 
-Donda

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Capitolo 5
*** 1.5 - The Order ***


1.5  – The Order

   Entrai nella casa piuttosto intimidita; era un posto completamente buio, e l’odore di umidità ci investì in pieno; tirai fuori la bacchetta e feci luce, guardandomi in giro: la tappezzeria era staccata dai muri quasi completamente, c’erano candelabri dall’aspetto lugubre appesi alle pareti. Dei ritratti dall’aria quasi luttuosa erano appesi alle pareti e anneriti dal tempo, rovinati per sempre, senza parlare delle ragnatele praticamente ovunque.

   No, quel posto non mi piaceva, non faceva altro che darmi i brividi; mi scostai dalla tappezzeria del tutto rovinata e mi avvicinai ai gemelli; avevo paura. Non capivo che posto fosse, non sapevo nulla, tutto ciò che sapevo era che ci trovavamo in un atrio buio e tristemente polveroso, e, lo ripeto per mettere i puntini sulle i, non mi piaceva. Ron si lasciò scappare un mugolio particolarmente acuto quando vide che, sul lampadario di cristallo sopra di noi, albergavano almeno una quindicina di ragni con le zampe particolarmente lunghe. Il top del livello della mia paura fu raggiunta quando la porta dietro di me, che portava ad un altro corridoio, si aprì cigolando; dietro di essa non c’era nessuno, ma quando sentii una specie di respiro molto simile ad un continuo ansimare non potei astenermi dal puntare la bacchetta verso un punto imprecisato nel buio. Quando ciò che era in quel corridoio buio parlò, strinsi il braccio di Fred mentre Molly spinse Ginny verso suo padre. Stavo per schiantare qualunque cosa fosse, ma Arthur alzò il braccio e fece abbassare la bacchetta sia a me che ai gemelli, mentre Ron era ancora troppo preso dai ragni sul lampadario.

- Feccia, lurida feccia mezzosangue! Il padrone è fuori di sé, portare puzzolenti e sporchi mezzosangue in casa … Kreacher li odia, odia i sudici mezzosangue … la vergogna della famiglia, i mezzosangue dovrebbero sparire, lurida feccia … – Un elfo domestico particolarmente brutto e vecchio, con un naso che faceva provincia da quanto era lungo e una toga lercia e macchiata arrivò dal corridoio buio borbottando sommessamente, seguito da Remus Lupin, il nostro vecchio insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. – Kreacher, vai al piano di sopra. – Kreacher continuava a mormorare e ad inveire contro i mezzosangue, al che Lupin si schiarì la gola, alzando la voce. – SUBITO. –

   L’elfo domestico particolarmente scontroso iniziò a salire dei ripidi gradini polverosi, e Lupin si diede la briga di accendere i candelabri con soltanto un colpo di bacchetta.
   Arthur salutò Remus e iniziò da subito a tartassarlo di domande fatte a raffica; volevamo ascoltare anche noi, in fondo Harry era un nostro amico, avevamo il diritto legittimo di ascoltare cosa gli era successo, ma Molly non perse tempo e, con un’aria quasi più preoccupata della nostra, ci accompagnò in una stanza del piano di sopra, dopo aver salito tre rampe di scale, raccomandandosi di restare qui; non ascoltò neanche le tanto accorate preghiere di Hermione e Ron di capire, di mandare una lettera rapida ad Harry, anzi, ci proibì categoricamente di cercare di contattarlo in ogni modo. Scese rapidamente le scale, lasciandoci a rimuginare sul da farsi in quella stanzetta.

- … e pensare che neanche mezz’ora fa chiacchieravamo sul raschiare escrementi di gufo. – constatò George, rovistando nelle proprie tasche.
- Ci dev’essere qualcosa che possiamo fare … non so, potremmo smaterializzarci da Harry, a Little Whinging …  - suggerii io.
- No, l’idea migliore sarebbe mandargli una lettera … dirgli che abbiamo saputo e che siamo praticamente stati trasferiti qui dopo che un Patronus a forma di lince è entrata nella cucina della Tana. – disse Hermione; la fissarono tutti, e lei si rese conto che, detta così, non sembrava poi una cosa molto veritiera.

   Mentre Ron e Ginny cercavano della pergamena e dell’inchiostro in mezzo alle cianfrusaglie però, apparve un piccolo globo di luce bianca al centro della stanza, che iniziò a parlare con la voce salda del Preside di Hogwarts, Silente. Sussultammo tutti quando il globo si tramutò in una splendida Fenice argentea, che fluttuava in aria attorno alle nostre teste.

- Signor Weasley, la pregherei di lasciare quel rotolo di pergamena esattamente lì dov’è. – Ron non se lo fece ripetere due volte e si buttò la pergamena dietro le spalle con estrema nonchalance.
- Devo chiedervi di non allarmarvi … Harry sta bene. Appena ho saputo ciò che era successo, ho cercato di sistemare le cose …  -
- Dove siamo, signore? Cos’è questo posto? -  la fenice si fermò su un vecchio divano con qualche molla che usciva dal lenzuolo arancione che vi era posato sopra. – questo è … il quartier generale dell’Ordine della Fenice, ragazzi miei, e in quanto tale deve rimanere segreto. Signori Weasley – disse la voce di Silente, rivolgendosi ai gemelli che si stavano scambiando delle occhiate interrogative. – precedo la vostra domanda, dicendovi che l’Ordine della Fenice è una società segreta da me creata, nella battaglia contro l’Oscuro Signore, Lord Voldemort. –

   Sentendo quel nome, Ginny ebbe un fremito. Hermione, più tardi, le avrebbe detto che “la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa”, convincendola a non temere più quel nome da quel giorno in poi.

- Dobbiamo avvisare Harry. Dobbiamo, è un nostro dovere! – disse Hermione, rivolgendosi a noi; la voce di Silente giunse più chiara e cristallina direttamente alle nostre orecchie.
- Il signor Potter non deve avere altre preoccupazioni … quindi dovete giurarmi che non vi smaterializzerete a casa sua … o che non cercherete di mandargli alcuna lettera, messaggio, scintilla rossa che sia. 
- Ma signore, noi … -
- Niente ma, signor Weasley. – rispose secco Silente, rivolgendosi a Fred. – so che non sarete così sconsiderati da infrangere un giuramento fatto a me, una promessa, quindi … ripongo la mia fiducia in voi. Fate come vi dico, e rivedrete il signor Potter molto presto. 

   Così la fenice esplose silenziosamente in tanti coriandoli di luce argentata.

- Beh. Chiaro e coinciso come al solito, non c'è dubbio. –



Buongiorno a tutti, vista l'ora. x'D giusto giusto prima di andare a dormire ho deciso di postarvi questo capitoletto. Vi devo delle dovute spiegazioni; so che la famiglia Weasley nel quinto libro si trova al Quartier Generale già da qualche settimana, ma cercate di capirmi. Ora ho cercato di dilatare un pò il tempo, prendetela come una "licenza letteraria lecita"... grazie mille per l'attenzione, e lasciate perdere la mia pignoleria... :DDD
-Donda

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Capitolo 6
*** 1.6 - Clever Tricks ***


1.6 – Clever Tricks

   Io e i gemelli trovammo una nuova sistemazione per dormire, visto che in quello stanzino a malapena c’entravano due persone; era una stanza leggermente più grande, ma di poco, con un letto ad una piazza e mezza a baldacchino, con delle tende di un’orribile color porpora stinto. Anche Ron, Ginny ed Hermione stavano lì durante il giorno; almeno c’era una finestra più grande.

   Passammo la mattinata ad architettare modi diversi per poter spiare le riunioni a sorpresa dell’Ordine; avevamo il permesso di lasciare la nostra camera soltanto per andare in bagno, visto che Molly ci portava da mangiare e da bere. In effetti era una cosa piuttosto triste; io, Fred e George, dopo aver passato un’intera giornata chiusi in uno stanzino polveroso, iniziammo a dare di matto.

- Dove vai? – mi chiese Ginny, notando che mi ero alzata di scatto dal letto su cui ero seduta.
- A ficcanasare. – Fred e George mi sorrisero complici – è ciò che ci riesce meglio, no? – George tirò fuori dalle tasche dei lunghi fili color carne, porgendoli a Ginny, Ron ed Hermione.
- Sono Orecchie Oblunghe brevettate. Calate i fili fino all’atrio e potrete sentire ogni cosa! – disse Fred, fiero come una mammina premurosa nel primo giorno di scuola del figlioletto.

   Fece l’occhiolino a tutti, prima di concentrarsi per smaterializzarsi al piano di sotto; io e George lo imitammo, e in un attimo ci trovammo nell’atrio polveroso della sera prima. Stavolta il lungo corridoio da dove era spuntato Kreacher era ben illuminato, e in fondo si intravedeva una porta semiaperta da dove uscivano molte voci sommesse; Ginny, Hermione e Ron srotolarono in fretta i fili color carne, e insieme ai gemelli ci avvicinammo alla porta per piazzarli meglio.

- Alastor, Tonks e gli altri dovrebbero arrivare tra poco …
   
   Purtroppo avemmo sfortuna anche stavolta. La porta si spalancò del tutto, e dalla cucina spuntarono una veste completamente nera, un viso scarno e pallido contornato da dei capelli lisci e neri anch’essi; nientemeno che Piton, il professore di Pozioni, incubo di molti studenti, si palesò di fronte a noi. Fred e George lasciarono a terra i fili, e io li spinsi col piede in un angolo buio del corridoio, occultandoli con un rapido gesto di bacchetta.

- Oh, abbiamo il solito trio di impiccioni e pigri nullafacenti, due Weasley e la loro amichetta. – la parola “amichetta” diede in nervi a tutti e tre, anche più di impiccioni e pigri nullafacenti. In fondo, era quello che eravamo.
- Professor Piton … uh … noi stavamo … eh … - mi stavo impappinando, e non era una cosa buona.
- Worthington, sai mettere due parole insieme in una frase di senso compiuto, o hai bisogno di questi due per farlo? … anche se, in verità, dubito che ti possano essere d’aiuto. – stavolta fu Fred ad aprire bocca, pronto a rispondere a tono con i pugni chiusi, ma non fece in tempo a spiccicare parola (per fortuna) che Sirius Black si palesò dietro a Piton, superandolo e facendoci un rapidissimo occhiolino.
- Ragazzi! Scommetto che cercavate i bagni. Venite, questa casa è un vero e proprio maniero maltenuto, se lasciassi fare a Kreacher, trovereste i gabinetti nelle camere e i materassi nelle vasche da bagno. – Sirius ci spinse via dal corridoio con un fare poco frettoloso; aveva i capelli lunghi e mossi, con alcuni ciuffi davanti agli occhi. – ragazzi, mi fa piacere vedervi. Ma ora, dovete tornare in camera. 
- Uhm, Sirius … volevamo sgranchirci … - disse George, con aria innocente.
- Lo so ragazzi, è una situazione piuttosto delicata, ma vostra madre vuole che stiate fuori da questa storia.
- Molly non è tecnicamente mia madre ... quindi posso ficcanasare?
- No.
- E se ti dicessi che Silente è comparso in camera sottoforma di patronus fenice svolazzante e ci ha detto tutto dell’Ordine? 
- In più siamo maggiorenni, vogliamo entrarci anche noi nell’Ordine! – dissero Fred e George all’unisono, quasi inciampando in uno scalino.
- Non sapete neanche cosa fa, l’Ordine. – Sirius diede un colpo di bacchetta facendo riavvolgere rapidamente le Orecchie Oblunghe, salutando Ron, Ginny ed Hermione, che gli sorrisero calorosamente.
- Almeno fateci sentire di cosa parlate … siamo maggiorenni, potremmo … -
- Chase, non sempre essere maggiorenni vi permette di … fare certe cose. Almeno, non in questo caso. –

   Sirius, spostandosi un ciuffo da davanti agli occhi, si riavviò per le scale, voltandosi per dirci un’ultima volta di tornare in camera. Sembravamo in prigione.
- “Ficcanasare è ciò che ci riesce meglio!” – disse Ron ridendo, sedendosi sul letto pieno di polvere.
- Oh, sta zitto! – borbottarono Fred e George praticamente all’unisono. Sembravamo in prigione e avevamo fallito per metà; avevamo capito che nell’Ordine c’era anche Piton, cosa che ci insospettiva non poco.
- Avete sentito? C’è anche Malocchio. – disse Ginny. – abbiamo soltanto sentito che stava arrivando insieme agli “altri”, magari loro avranno delle novità buone da darci su Harry. –
- Beh … dobbiamo solo aspettare … - disse Hermione. Lei, Ginny e Ron si ritirarono nello stanzino, e i  gemelli ne approfittarono per buttarsi a peso morto sul letto proprio in quel momento, e io li imitai con poca leggiadria. Ci stavamo per addormentare, ma proprio in quel preciso istante la porta d’ingresso sbatté, e la voce burbera e tuonante di Alastor Moody riempì la casa. Ci furono varie voci, un vociare continuo anzi, era come essere in un’arnia, finché non riconoscemmo i passi veloci di Molly salire le scale rapidamente, accompagnata da un passo più strascicato. Quando Molly fu tornata al piano di sotto, guardai i gemelli.

- Penso che sia arrivato un’Harry Potter. – constatai io. Poco dopo sentimmo la voce carica di nervosismo di Harry, quindi ci smaterializzammo nello stanzino spaventando Hermione, che sussultò improvvisamente.

- Ciao Harry. – disse George con un gran sorriso. - Ci sembrava di aver sentito i tuoi toni soavi.
- Non reprimere la rabbia così, Harry, sfogati pure. – disse Fred. – ad un paio di chilometri lontano da qui ci sono un paio di babbani che non ti hanno sentito. 
- Benvenuto al Grand Hotel! Abbiamo anche un elfo domestico molto antipatico, non ci manca nulla! – dissi io con un finto entusiasmo spaventoso. Harry ci accennò un sorrisetto scarno e ci diede un’occhiata a dir poco glaciale prima di salutarci. Potter almeno stava bene.



Seeeera, vi scrivo prima di andare al cinema per portare mio cugino a vedere Transformers... o Harry Potter. E' ancora indeciso, ma io sono incline ad accettare solo una richiesta. Indovinate quale. xD
Comunque, ecco il Potter! Ora entriamo nel vivo u.u ringrazio i molti nuovi lettori, mi riempie come sempre di ggggioia leggere i vostri commenti e le vostre impressioni.. mi rendete una Donda allegra :D

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Capitolo 7
*** 1.7 - You Okay? ***


1.7 – You okay?

    Cercare di spiegare tutto a Harry senza farlo arrabbiare fu complicato; a quanto pare non aveva avuto un’estate tranquilla. Non sopportava i Dursley, ma quella non era una novità; il fatto era che, per praticamente tutta l’estate, era stato perseguitato da incubi sul ritorno di Voldemort e sulla morte di Cedric. In verità mi sarei sorpresa del contrario. Dopo quell’orrendo episodio, tutti quanti ebbero degli incubi sulla morte di Cedric Diggory, e chiunque credesse alle parole di Harry non fece altro che crearsi paranoie sul trovarsi un Voldemort ghignante davanti al letto, pronto a lanciare un’Avada Kedavra, per almeno un paio di settimane dopo la fine della scuola; diciamo solo che insieme a Fred e George, tutte le paranoie venivano cancellate in fretta e furia. Comunque sia, quella sera avemmo l’onore di cenare in grazia di Dio, in cucina, seduti a quel cavolo di lungo tavolino che aveva ospitato più o meno quattro lunghissime riunioni e altre tre riunioni più piccole; Harry iniziò a parlare con Sirius dell’Ordine, mentre Molly continuava ad urlare al padrino di smetterla, di non parlare di “quelle cose” davanti ai suoi figli. Ad un certo punto tappò anche le orecchie a Ginny strillando più forte, quando Sirius tirò fuori un discorso piuttosto svolazzante e campato in aria riguardo ad un’Arma che Voldemort voleva a tutti i costi. In più, venimmo a conoscenza del fatto che la mattina dopo, Harry sarebbe dovuto comparire davanti ad un’Udienza contro di lui, perché aveva usato la magia per difendere se stesso e suo cugino Dudley dai Dissennatori, le creature più disgustose al mondo.

    Il mondo della magia, a volte, era un po’ insensato.
    Ma sentire quei discorsi mi piaceva; mi faceva sentire ancora di più parte di quel mondo che in fondo mia madre e mio padre neanche conoscevano. La mia famiglia non sapeva che un mago oscuro era tornato a minacciare il mondo dei maghi e non solo; la mia famiglia non aveva mai visto Hogwarts, la mia famiglia era a malapena a conoscenza del fatto che avevo degli amici fantastici, che avevo superato l’esame di trasfigurazione con trenta e lode, la mia famiglia in un certo senso … non era la mia famiglia. I coniugi Worthington erano piuttosto disinteressati di ciò che facevo sin da quando avevo nove anni: si dedicavano interamente alle tazze da tè prese al mercato dell’antiquariato, di un valore per loro inestimabile, mentre io facevo fluttuare attorno a me fogli di carta e pennarelli.

- Fateci capire, Harry non è neanche maggiorenne e voi gli dite tutte queste cose sull’Ordine … - disse George, giocherellando col pudding nel suo piatto.
- … mentre a noi, che siamo degli uomini fatti e finiti, non dite niente!? – Fred finì la frase del fratello con un’aria di indignazione totale. In effetti la cosa non aveva poi molto senso, ma penso che Harry, in quanto … Harry, dovesse essere messo al corrente di molte più cose rispetto a noi.
- Comunque sia, Harry … - Arthur prese parola, ignorando Fred e George. – domani ti accompagnerò al Ministero per l’Udienza. Fatti una bella dormita, ragazzo mio. 

    Quando ci svegliammo la mattina dopo, Harry era già andato al Ministero con Arthur; Hermione e Ron erano in piedi da un po’, Ginny stava giocherellando con Grattastinchi. Io, Fred e George eravamo gli unici ad avere un’aria del tutto distrutta e assonnata; mentre George se la dormiva sonoramente, io e Fred eravamo finiti a giocare a Sparaschiocco fino alle due di notte. Vinse lui tutte le partite.
    Tanto per farci svegliare, Molly ci tenne impegnati per tutta la mattina, facendoci pulire casa da cima a fondo.
    Mentre pulivo le scale insieme a George, urtai per sbaglio un drappeggio color porpora che copriva un ritratto orrendo, di una donna che in quanto a simpatia era pari a Kreacher; iniziò ad urlarmi contro con tutta la rabbia e la veemenza possibili.

- FUORI DA CASA MIA, LAIDA MEZZOSANGUE! INFESTI QUESTO POSTO CON LA TUA PUZZA, DEVI ANDARTENE! ANDATEVENE TUTTI, SPORCHI TRADITORI DEL NOME STESSO Di MAGO! 

    Inizialmente fui molto tentata dal distruggerlo per sempre urlando Diffindo sei o sette volte; sentivo già di odiare quel maledetto ritratto, di chiunque fosse.

- Stai zitta, mi sto anche spaccando la schiena per pulire queste maledettissime scale. –
- PULIRE!? LE STAI INSUDICIANDO ANCHE SOLO RESPIRANDOCI SOPRA! SPARITE TUTTI, VIA DA CASA MIA!- la donna nel ritratto parve addirittura abbruttirsi con tutto quello strillare, che attirò anche Fred, dalla scalinata superiore, e che fece affacciare Ginny, Hermione e Ron, che stavano pulendo l’argenteria in cucina.
- Chi è la Gargoyle? – chiese Fred passandole davanti uno straccio sporco; la donna del ritratto parve quasi uscire fuori, iniziò ad urlare più forte finché Lupin e Sirius non la coprirono di nuovo col drappeggio, faticando parecchio a causa di tutti quegli strilli. A tratti mi ricordava mia madre quando si arrabbiava con mio padre. Sirius si avvicinò e ci disse che quella era sua madre, e tutt’un tratto mi trovai un po’ nei suoi panni.
- Mai sopportata, lei e la sua stupida mania per il sangue puro … ti ha urlato contro? – chiese, mentre il ritratto continuava a smuoversi.
- Mi ha soltanto detto che insudicio questo posto anche solo respirando. Niente di che … è solo uno stupido ritratto. -

    Sirius mi diede una pacca sulla spalla, e ci disse che potevamo anche smettere di pulire, ma George commentò dicendo che avessimo smesso di farlo, Molly avrebbe iniziato ad urlare anche più forte della signora Black nel ritratto; Molly tuttavia, notando la lucentezza smorta (che in realtà sarebbe rimasta smorta perfino col miglior incantesimo di pulizia, ripetuto per otto volte) decise che in fondo poteva bastare così. Scesero tutti in cucina, mentre io mi ritirai nello stanzino e mi buttai sul letto, guardando pigramente fuori dalla finestra. Pensavo a mamma, a papà, alla loro poca voglia di stare con me e ai miei due fratellini, gli unici che, in quella famiglia, mi adoravano e mi prendevano ad esempio. Per un po’ ripensai anche a quello che aveva urlato il quadro; quella parola mi rimbombava ancora nella testa, mezzosangue, mezzosangue, come una litania continua. Sebbene non mi interessasse nulla di tutto ciò, ogni volta che qualcuno mi diceva quella parola, non scivolava mai via completamente.

- Era solo uno stupido quadro … - mormorai io. In fondo di che dovevo preoccuparmi? Avevo i Weasley, la famiglia più bella del mondo, Harry ed Hermione, degli amici splendidi. I gemelli. Non dovevo preoccuparmi. Andava tutto bene.
- Tutto bene Sparaschiappa? – chiese Fred, entrando in camera e prendendomi in giro per la batosta della sera prima. Scrollai le spalle.
- Certo … è che fare le faccende mi distrugge un po’. – Fred si buttò sul letto, tirandomi una cuscinata.
- Non me la racconti giusta. – disse – Smetti di pensare alle cose brutte e noiose e pensa a questo: mamma sta facendo una torta al cioccolato e alle fragole per ricompensarci e per “festeggiare”, credo sia per l’Udienza di Harry. È andato tutto bene, non lo espelleranno! Al piano di sotto stanno facendo la conga dalla felicità. – mi venne istintivo sorridere, sia per la torta cioccolato e fragole, ma soprattutto per Harry.
- È una notizia fantastica! – commentai piena d’allegria; Fred tentò di tirarmi un’altra cuscinata, ma io lo bloccai tentando di sopraffarlo, posandogli il cuscino sulla bocca. Lo sentii mentre cercava di ridere, e proprio mentre cercavo di mettermi a cavalcioni su di lui, Ginny entrò nella stanza. Poteva sembrare una scena vagamente e romanticamente sospetta, e tutt’oggi non mi sorprenderei se sapessi che in quel momento Ginny si era immaginata almeno tre cose diverse su me e suo fratello. Presa alla sprovvista, allentai la presa sul cuscino e le nostre posizioni si ribaltarono, così iniziai a ribellarmi.
- No, neanche mia sorella ti salverà, adesso! Che c’è? – chiese a Ginny, tenendomi ferme le mani.
- Uh … Harry sta per tornare e mamma ha sfornato la torta … e sono arrivate due lettere per Hermione e Ron.
- Che dicono? - finalmente Fred mi lasciò le braccia, e io smisi di divincolarmi.
- Mamma … ha fatto la torta anche per loro …
- FRED, CHASE, FRED!!! Non crederete ai vostri occhi e alle vostre orecchie! – George entrò nella stanza tutto trafelato, travolgendo Ginny. – Ron è un Prefetto! Hermione e Ron sono Prefetti! Ma dico … RON è un PREFETTO! ... cos'è, torture cinesi contro Worthington?


Penso di aver esagerato in questo capitolo, ci ho messo praticamente di tutto dentro.. però volevo tentare di spiegare meglio il personaggio di Chase (spero di esserci riuscita. xD)
Ringrazio i nuovi fan della storia, chi commenta, chi segue...  :D
Donda

 

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Capitolo 8
*** 1.8 - 9 ¾ ***


1.8 – 9 ¾ 

Prefetto.  Prefetto. Prefetto.

    Questa parola sembrò annidarsi nei cervelli di tutti, quella sera; era una cosa che nessuno si aspettava. Hermione e Ron … prefetti. Era una cosa da brivido. Anche se la notizia fu messa un po’ in ombra da Harry e dal fantastico fatto che “ce lo saremmo dovuto sorbire un altro anno”, cosa detta e pensata con molto affetto e tanta amicizia, i gemelli non pensavano ad altro: erano convinti, profondamente convinti, che uno dei nuovi prefetti di Grifondoro sarebbe stato proprio Harry, era matematico. Invece no, con Albus Silente come preside, niente era mai matematico, o ovvio, o prevedibile.

     La torta preparata da Molly era la cosa più buona che avessi mai mangiato; fu come assaggiare per la prima volta la Burrobirra, come assaporare per la prima volta una cioccorana. Fu un’esperienza mistica, mangiare quella torta, e soprattutto divertirmi a rubare le fragole dai pezzi di torta degli altri. Dopo qualche minuto di divertimento, Hermione mi colse in flagrante, e io fui costretta a restituire tutte le fragole, tranne quelle di Fred e George, che finirono dritte nel mio stomaco insieme al resto della torta. Insieme ad Arthur e ai gemelli eravamo anche andati a prendere la nostra roba alla tana con l’aiuto di Tonks; fu una faticaccia immensa, e a fine giornata eravamo stanchi morti. Crollammo a letto senza neanche metterci in pigiama, in quella stanzetta ormai buia e piena di scatolame.

- Domani ricomincia il tran – tran … non sono psicologicamente pronta.
- Noi sì invece … abbiamo merendine da testare, tanti affari da concludere … - disse Fred, girandosi verso di me.
- i M.A.G.O. … - constatai io con aria triste.
- Uhm … Parecchie partite di Quidditch da giocare, Ron da prendere in giro … - anche George si girò verso di me, tentando ad ogni costo di sviare il discorso esami.
- … Ron Weasley, Prefetto … - mi misi a ridere sguaiatamente; non avevamo fatto altro che prendere in giro Ron, chiedendogli sottovoce per non farci sentire dai signori Weasley, se avesse intenzione di diventare ossessivo come Percy. Presto anche lui avrebbe iniziato a leggere libri come “Prefetti e Caposcuola di successo” al posto della storia dei Cannoni di Chudley, la squadra di Quidditch preferita di Ron. L’ influenza di Hermione si sarebbe ritorta contro di lui. Pensavo che ci saremmo venuti a noia da soli, ma invece non era successo, anzi, più Ron si arrabbiava, più le sue orecchie arrossivano, più io e i ragazzi trovavamo nuovi nomignoli con cui chiamarlo.

- Dovremmo imboscare tutto nella rimessa per le barche, seriamente.
- Ho sentito Lee, ci ha confermato che è l’idea migliore … se ci sgamassero con tutte le merendine in sala comune, diremmo addio al nostro progetto … ehi ma perché questo cuscino è spiumacciato? – chiese George lanciandomi un’occhiatina complice;
- Dovevo dare una lezione a tuo fratello. – risposi, cercando di evitare il sopracciglio ammiccante di George.
- Alla fine ho avuto la meglio, ma mi ci voleva affogare, con quel cuscino! – si lamentò Fred.
- Ma non l’avrei mai fatto … - George tossicchiò e quando mi voltai verso di lui iniziando a scuotere la testa e mugolando, ghignò maleficamente. Gli diedi un pizzicotto sul braccio, al ché smise di rompere le scatole.

     La mattina successiva c’era un gran trambusto ad ogni piano; dovevamo prepararci ad andare a King’s Cross per prendere il treno, e nella foga di portare giù i propri bauli, i gemelli si scontrarono con Ginny, che cadde per due rampe di scale; inutile dire che Molly fece ad entrambi una lunga e sana lavata di capo. Quel maniero sembrava il sotterraneo di Pozioni quando, a lezione finita, cercavano tutti di svignarsela il più in fretta possibile. Confusione, soltanto … confusione, e con tutto quel vociare mi stava venendo un fastidiosissimo mal di testa. Quando finalmente fummo al binario 9 e ¾, Harry si era chinato per accarezzare un cane nero e spelacchiato, che in verità era Sirius nella sua forma di Animagus; Ginny si era già ricongiunta alle sue amiche del quarto anno, mentre Ron ed Hermione stavano parlando con Neville Paciock, che teneva una strana pianta tra le mani, e Luna Lovegood; persino tra quelli più grandi si era sparsa la voce della stranezza di Luna, che ora aveva tra le mani tante copie del Cavillo, il giornale di suo padre. Ma a me, in realtà, stava simpatica; quel suo modo di parlare, così tra le nuvole, era piuttosto particolare. Aveva carattere.

- Ciao Luna, Neville … che strana pianta … - avvicinai un dito alla pianta grassa a puntini rossi, ma l’avvertimento di Hermione mi arrivò troppo tardi; appena la toccai, quella pianta mi sputò addosso della specie di pus, che per fortuna mi macchiò soltanto il giaccone. Fred e George si avvicinarono a me, e Fred mi guardò con un’aria divertita.
- Tocchi sempre tutto, perché devi toccare sempre tutto?
- Non lo so, è la mia naturale inclinazione. Volete del pus? – mi pulii alle loro giacche, e subito George iniziò ad annusare quella roba.

     Molly, ad un certo punto, mi tirò in disparte, mentre Arthur si guardava attorno insieme a Remus e Malocchio, che a sua volta e col suo occhio roteante, faceva attenzione a Sirius, che iniziò a latrare gioioso alla vista di Harry che saliva sul treno. Molly mi spaventò, inizialmente: mi abbracciò forte, così forte che per un attimo pensai che si stesse per mettere a piangere.

- Oh, Chase … per favore, non lasciare che Fred e George facciano cose tremendamente stupide …
- Sarà difficile Molly … sai … in sette anni … ho soltanto capito che se i gemelli vogliono fare qualcosa, non c’è NO che tenga.
- Lo so, tesoro. – seguì un attimo di silenzio piuttosto imbarazzante; Molly già sapeva nel profondo del suo cuore che avrebbe ricevuto almeno un tre o quattro lettere dalla professoressa McGranitt a causa loro. Un paio di lettere al mese; era la sua paura più grande, anche se in verità, i gemelli avevano sempre fatto molta attenzione a non farsi scoprire durante le loro scorribande. – beh … se hai bisogno di qualcosa, qualunque cosa, durante l’anno … non farti scrupoli a mandarci un gufo, va bene? Verrai a Natale? - disse Molly, sorridendomi e annuendo con la testa.
- Certo … sempre se mi vorrete. – la donna mi riabbracciò, dicendomi che a casa Weasley sarei sempre stata la benvenuta. Quando mi lasciò mi sentii quasi svuotata, cercai di trattenere il magone che mi attanagliava la gola.


Sono fiera di dirvi che la storia ha superato le 170 visualizzazioni, e questa cosa mi rende DAVVERO molto fiera. Sono una mammina orgogliosa! :D e visto che mi sento poco bene, vi ho postato questo nuovo capitolo. Spero che vi piaccia anche se è stato mozzato, penso che in serata posterò anche l'altro capitolo. Grazie a tutti u.u
-Donda

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Capitolo 9
*** 1.9 - Hogwarts Express ***


1.9 – Hogwarts Express
 

     Fred e George mi spinsero sul treno felici, e trovammo subito posto in uno scompartimento; Lee Jordan e Angelina Johnson si alzarono e ci salutarono allegri. Cioè. Rettifico. Lee Jordan ci salutò allegro, Angelina non spiccicò parola, si limitò ad un caustico e asettico ciao, sia quando salutò me che quando salutò Fred. Beh, in effetti era consuetudine, ormai. Ad Angelina non ero mai andata a genio e, da quando avevano rotto l’anno prima dopo praticamente un mese e mezzo di “fidanzamento tirato via”, faticava a sopportare anche Fred.

- Com’è andata l’estate? – chiesi io, cercando di instaurare un minimo livello di conversazione con lei, mentre i gemelli parlavano animosamente con Lee riguardo Ron e la sua nuova spilla da prefetto.
- Pessima. La tua?
- Uh … la mia … è andata piuttosto bene. Sai dov’è Katie?
- Non lo so, non sono mica la sua balia. – visto di cosa parlavo? Per fortuna, Angelina sparì dallo scompartimento, lasciandoci giocare a Sparaschiocco, partita decisiva dove finalmente mi presi la rivincita tanto sospirata contro Fred, stracciato sia da me che da Lee, mentre George faceva ancora più pietà di suo fratello. Facemmo anche scoppiare qualche fuoco d’artificio Filibuster che Fred aveva comprato da Zonko, e in più mostrammo gli Spari Standard a Lee, che commentò con un verso di approvazione gutturale.

- Funzionerà o finiremo color carboncino smorto come l’altra volta? – chiesi io.
- Dovrebbe funzionare. Io e Fred abbiamo apportato qualche piccola modifica … l’unica scintilla che era uscita stavolta dovrebbe dar vita ad un bello spettacolo! –

     In effetti fu un bello spettacolo; alcuni dei piccoli fuochi d’artificio standard uscirono veloci dal finestrino e dalla porta dello scompartimento, raggiungendo addirittura le altre carrozze. In men che non si dica, ci trovammo Madama Bumb e la professoressa Sprite nello scompartimento, ma avendo rapidamente eliminato ogni prova, parvero credere alla nostra innocenza; cosa che non funzionò per quanto riguardava Hermione e Ron, che però sembrava entusiasta del fatto che gli Spari Standard non esplodessero e basta.

- Iniziate già a creare scompiglio?! – ci chiese Hermione, spazientita.
- Forza, Granger … hai visto che bell’effetto? – chiese George battendo le mani, mentre Fred si inchinava teatralmente.

    Hermione fu incline ad evitarci un primo richiamo e insieme a Ron sparì nello scompartimento dei Prefetti. Presi dalla fame impellente, George (in questo caso un vero e proprio figlio di buona donna, con tanto amore e rispetto per Molly) e Lee si offrirono per andare incontro alla signora del carrello per caricarsi di dolci e portarli nel nostro scompartimento; prima di uscire, quel perfido gemello mi lanciò un’occhiata molto esaustiva, alla quale risposi con un cipiglio estremamente serio.
     Io e Fred ce ne stavamo in silenzio, il che capitava davvero raramente. Quando Katie passò davanti allo scompartimento salutandomi allegra con la mano, spintonata da Angelina, mi venne in mente una domanda per il gemello.

- Fred … ma Angelina ce l’ha con te? – Fred scrollò le spalle.
- Penso che dal Ballo del Ceppo in poi abbia iniziato a non sopportarmi. È stata una storia breve e intensa, ma quando ho capito che non funzionava … ho troncato subito. – ed ecco che la risposta “Angelina non si è divertita” mi tornò in mente insieme ad una valida spiegazione. – come mai questa domanda?
- Pensavo  … a come ti guardava quando siamo arrivati. Era glaciale …
- E?
- E pensavo che prima eravate amici.

    Fred sorrise e si grattò i capelli, mentre il buio iniziava a calare sul panorama esterno. Dovevamo essere più o meno a metà strada. – cos’è, hai paura che un giorno ti accorgerai che siamo degli idioti, non sopporterai più i nostri scherzi e inizierai a guardarci come faceva lei prima?
   
    Fred parlava al plurale. Parlava sempre, costantemente al plurale, riferendosi a lui e a George come un unico essere dedito a fare scherzi e a far esplodere cose. Parlava al plurale anche quando si trattava soltanto di lui, e non di George.

- No … il contrario, piuttosto … non voglio che tu … e George – mi affrettai a dire – vi stanchiate e iniziate a non sopportarmi più … sono noiosa?
     Fred ci rifletté un attimo; quando Angelina passò per l’ennesima volta come uno squalo davanti al nostro scompartimento, alzò gli occhi al cielo e mi rispose, indicandomi e gesticolando.
- Sappi che quando non ti sopporterò più mi vedrai camminare con un petardo nei pantaloni. – riuscii a carpire un velato doppio senso. In effetti, io riesco a vedere e sentire doppi sensi anche dove non ci sono, ma di quella particolare roba del petardo se ne accorse anche Fred.
- Non sembra una cosa buona, vorrà dire che sarai relativamente felice … - Freddie si mise a ridere e corresse la sua frase.
- Sei proprio scema, sono passati sette anni, ormai mi farei scoppiare in bocca una delle Detonazioni Deluxe che ho nascosto nel baule piuttosto che iniziare a trovarti noiosa. È così anche per George …

    Mi rassicurò, e ripensando alla cosa del petardo nei pantaloni ci mettemmo a ridere tutti e due; guardando il buio che troppo rapidamente aveva inghiottito il panorama in movimento, fu Fred a pormi una domanda, rovistando nel baule alla ricerca dell’uniforme.

-E per te … è lo stesso, no?

   Anche io presi la mia uniforme e me la infilai sopra la camicia, continuando a guardarlo. – dopo anni e anni hai ancora qualche dubbio, Weasley? – dissi. Gli saltai addosso scompigliandogli i capelli, e uscimmo nel corridoio tra gli scompartimenti insieme, sorridendo per quelle reciproche conferme, cercando George e Lee, che si palesarono poco dopo pieni di Gelatine Tuttigusti.

- Sono rimaste solo queste … - disse George; gli saltai sulle spalle, mentre Fred e Lee tornavano nello scompartimento. – cos’è, uno slancio d’affetto improvviso?
- Sei perfido, George.
- No, sono brillante! Dai tempo al tempo e riconoscerai anche tu la mia intelligenza.


I soliti ringraziamenti a tutti!!!! Mi sto spaventando, in poche ore siamo quasi a 200 visualizzazioni della storia... penso sia una cosa fantastica! In più tutti quelli che recensiscono mi lasciano commenti bellissimi e divertentissimi, quindi... grazie davvero! xD
-Donda (che presto si verrà a noia da sola a forza di scrivere questa cosa... dalla prossima volta risponderò ai commenti direttamente a fine capitolo u.u)

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Capitolo 10
*** 1.10 - The Devil in Disguise ***


1.10 – The Devil in Disguise
 

     Eravamo arrivati da neanche tre quarti d’ora che già stavo per picchiare selvaggiamente Angelina; sparlava ad alta voce su di me, sperava che almeno per quell’anno non sarei stata nella squadra di Quidditch, vista la mia “scarsa capacità di stare sulla scopa”. Per fortuna Katie era con me, pronta a bloccarmi saldamente e a non permettermi di trasformarla in un porta scopettone del bagno mentre andavamo in Sala Grande; Ron sembrava già stanco delle sue mansioni da Prefetto, mentre Hermione era al settimo cielo, esageratamente felice e allegra. Harry era seduto accanto a loro, mentre Ginny era accanto a Dean Thomas. Sia Fred che George lo squadrarono sin da subito, quel Dean Thomas che aveva spedito lettere per tutta l’estate alla loro sorellina.

     Il cappello parlante, prima della solita cerimonia dello Smistamento degli studenti del primo anno, fece un lungo … lungo … lungo discorso sull’oscurità che minacciava di prendersi il mondo intero, spronando noi tutti a restare uniti e con la mente ben salda. Era un discorso interessante, ma persi le ultime battute quando Lee e i gemelli si infilarono dei grissini nel naso, iniziando a grugnire come dei maiali.

     Al tavolo degli insegnanti mancava Hagrid, il guardiacaccia nonché insegnante di Cura delle Creature Magiche, e quando Silente prese la parola, anche i gemelli e Lee furono costretti ad un attimo di serietà.

- Ho un’importante annuncio da fare, prima che il sontuoso banchetto di inizio anno ci intontisca tutti. Quest’anno abbiamo una nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, la professoressa Dolores Umbridge, mandata qui dal Ministero della Magia. Professoressa …
- Grazie, Albus. – accanto a Silente, che parlava dal leggio d’oro davanti alla tavola degli insegnanti, si mise una donnetta bassa e tarchiata, con una strana capigliatura (una specie di orrido chignon) e vestita di tutto punto. Di rosa.
- È rosa. – non potei astenermi dal dirlo; io odiavo il rosa, era un colore che non riuscivo a sopportare. Quel completo rosa confetto era da bruciare, insieme alla donnetta che c’era dentro.
- È spaventosa. – convenirono i gemelli. Harry si voltò verso di noi e ci disse che quella donna era alla sua udienza e aveva fatto di tutto per farlo espellere. Quello era il diavolo sotto mentite spoglie.
- … e sono sicura che andremo d’amore e d’accordo. – la donna terminò la prima parte del suo discorso, e insieme a Fred e George rispondemmo a quella frase con un laconico “contaci”, io mentre masticavo un ultimo grissino salvo dalle caccole dei gemelli e di Lee.
- È rosa. No, è una cosa shoccante …
- Non voglio neanche immaginare il suo ufficio ... sarà tutto rosa e pieno di pizzi e merletti. – disse Fred, distogliendo lo sguardo e buttandosi a capofitto sul cosciotto di tacchino; non potevamo sapere neanche lontanamente quando Fred avesse ragione.

     Invero, mangiammo in fretta per andare subito alla Sala Comune; la parola d’ordine quell’anno era il nome della stupida pianta sputa pus di Neville, facile da ricordare, e insieme a Fred e George ci sedemmo sui divani e sulla comoda poltrona accanto al camino, ormai di mia proprietà.  I due si stavano guardando, nient’altro, mentre io armeggiavo con una delle scatole rosse con due W arancioni sopra.

- Che cerchi di fare?
- Sono curiosa. Che c’è dentro?
- Dovrebbe esserci l’intera gamma di Merendine Marinare … ne abbiamo confezionate in blocco stavolta. – disse George, stiracchiandosi pigramente. – secondo voi quella lì … la Umbridge, com’è?
- Non lo so, però non mi piace a pelle. – dissi io, mentre Fred rideva.
- Non ti piace perché indossava quel ridicolo cardigan rosa!
- È un buon motivo per non farsi piacere una persona, fidati!

     Fred diede un colpetto alla tunica di George, facendola diventare di un rosa acceso e color confettino; il povero gemello aveva l’aria abbacchiata, e dopo aver dato un leggero spintone al fratello, gli ordinò di farla tornare com’era.
-Quindi il povero Georgie non ti piace, è vestito di rosa! … fratello, devo ammettere che non stai poi così male. – disse Fred, trattenendo le risate. Tirai fuori la bacchetta e sistemai di nuovo la tunica di George, che mi rivolse un’occhiata di gratitudine pura.

     Aprii il pacco delle merendine marinare, trovandoci dentro praticamente di tutto. Mentre Fred e George parlavano tra di loro, io presi tra le mani quello che sembrava uno strano pasticcino violaceo: lo stavo per addentare per curiosità quando, proprio in quel momento, Drood, il mio gufo, entrò dalla finestra della sala comune, proprio prima che Fred decidesse di chiuderla.
- Chi ti scrive a quest’ora? – chiese lui, incuriosito. Non ne potevo avere una benché minima idea, quindi mi limitai a dare un leggero buffetto sulla testa di Drood e a slegargli la lettera che aveva alla zampa. La lettera veniva da casa, e in realtà era una foto che mi era stata mandata dai miei due fratellini più piccoli, Noel e Paul. Sul retro c’era scritto:

“Chase, ci manchi! Domani mamma e papà ricominciano a lavorare, e da noi viene una nuova tata con un nome strano! Vieni a natale? Ci vediamo, vero? Non ti dimentichi di noi mentre sei a scuola con i tuoi amici, vero? Comunque ti mandiamo una nostra foto, così ci puoi portare sempre con te! Ti vogliamo bene!”

      Un bambino un po’ più alto, coi capelli neri, gli occhi castani e un nugolo di lentiggini sul naso sovrastava il fratellino più piccolo, coi capelli più chiari e le orecchie a sventola. Noel mi sorrideva allegro, mentre Paul cercava di spintonarlo via, quasi come se avesse voluto per forza entrare nell’inquadratura della foto.
- Ehi, sono i tuoi fratellini? – chiese George, spuntando curioso da dietro la mia spalla insieme a Fred.
- Sì … non … non sono carini? – dissi io, cercando di parlare il meno possibile; sentivo le lacrime cercare di farsi strada fino ai miei occhi, ma le ricacciai indietro con violenza. Non volevo piangere, non dovevo.
- Sembrano simpatici.
- Lo sono … – Fred e George capirono che a causa di quelle poche righe scritte da due bambini mi ero abbacchiata non poco, quindi cercarono di farmi ridere in cento maniere diverse. E ci riuscirono perfettamente; aspettai che loro si ritirassero nei loro dormitori per scrivere una mezza riga di risposta, lasciandomi anche scappare una mezza lacrima.

   “Siete i miei dolci tesori, siete forti e coraggiosi ed io vi voglio bene. Fate i bravi mentre sono a scuola.”



BUONASERA! I fan della mia pagina crescono e devono abituarsi al fatto che ormai sono come i gufi, vivo di notte. E' il momento migliore per scrivere u.u Rispondiamo alle recensioni!

ShesProudOfBieb: Grazie mille, ma ti dico.. Chase se la darà una mossa con Fred... tra qualche capitolo. Bisogna avere pazienza. Oppure sarà Fred che si darà una mossa con Chase? Oppure George ci metterà lo zampino? Mah mah mah chi vivrà vedrà!

x SeryChan x: colpa mia che aggiorno troppo in fretta forse, ahahaha xD comunque la tua sete di nuovi capitoli verrà soddisfatta presto... credo. Spero.

PoisonedWhore: Non preoccuparti, le recensioni non sono mai monotone u.u Poi tutti questi elogi mi fanno sempre arrossiiiiiiiire u.u scherzi a parte, mi piace che la storia ti piaccia, soprattutto lo sviluppo della trama. C'è TEMPESTA all'orizzonte!


 

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Capitolo 11
*** 2.1 - Ugly, Bad and Rainy Day ***


2.1 – Ugly, Bad and Rainy Day
 

                L’anno scolastico era iniziato con un risveglio traumatico a causa di un tuono che ci fece svegliare tutte di soprassalto; il tuono aveva fatto tremare le imposte della finestra del dormitorio, e pochi minuti dopo una pioggia incessante iniziò a cadere. Sulla bacheca notai un avviso scritto da Fred e George, che mi fece assolutamente piegare in due dalle risate: i gemelli cercavano cavie per testare le loro Merendine Marinare, Scesi a colazione insieme a Katie, evitando accuratamente le occhiate killer di un'Angelina seduta a qualche posto di distanza che parlava con Calì Patil. Il mio pezzo di torta aveva un’aria succulenta, ma non avevo molta fame. Un altro tuono scosse le imposte dei finestroni della Sala Grande, mentre il soffitto si caricava di nuvole nere come la pece. Tuttavia, quel tempaccio mi piaceva; quando arrivarono Fred e George, iniziai a mangiare la torta con gusto, insieme ad un pezzo di cheesecake squisito.

- Hai visto l’orario? – disse Fred, sedendosi accanto a me e prendendosi un pezzo di fudge al cioccolato, addentandolo e sbattendo la testa sul tavolo più volte, mentre George si prendeva un paio di uova in camicia.
- Trasfigurazione e un’ora di Storia della Magia con Rüf. Che inizio fantastico! – esclamò, buttando giù le uova con un po’ di succo. Fred continuava imperterrito a sbattere la testa sul tavolo, al ché lo bloccai e lo feci mettere a sedere; volevo evitare che si auto lesionasse a quella maniera. George mi passò l’orario: oltre alla prima ora, non era poi così brutto; io e i gemelli avevamo scelto anche le stesse materie facoltative, nel caso loro fossero una bomba in una cosa e io avessi fatto schifo in un’altra (cosa piuttosto improbabile).

- Forza, poi abbiamo un’ora agile di Erbologia … -
- LEGGI IL POMERIGGIO! – strillò Fred, agitando le mani in preda al panico; lo capii. Una fitta ora di Difesa contro le Arti Oscure e due ore di Pozioni con il nostro professore preferito.
- Piton farà festa ogni lunedì, nel vederci per due ore! – commentai sorridendo. George mi strappò l’orario di mano in malo modo, con pezzi di uovo che gli uscivano anche dalla bocca.
- Festa!? Quello taglierà le nostre teste e le metterà in un paniere, non aspetta altro da sette anni! – esclamò, sputacchiandomi addosso pezzi d’uovo in camicia. Fred mi tolse qualche resto dalla tunica e poi tornò a lamentarsi.

     Per tutto il tragitto fino all’aula di Trasfigurazione, notammo che Pix il Poltergeist non faceva altro che infastidire quelli del primo anno per i corridoi, facendone cadere qualcuno o spaventandoli quasi a morte; la lezione della McGranitt fu piuttosto movimentata: trasformammo degli uccelli in volo in cuscini, lasciando intatte le loro piume all’interno. Guardai Angelina e ghignai; il suo cuscino aveva zampe e becco. Per quanto riguardò Storia della Magia, Rüf, l’unico professore fantasma ad Hogwarts, era il più noioso, e non si mostrò particolarmente arrabbiato quando arrivammo in classe con qualche minuto di ritardo. Riprese a spiegare come se nulla fosse la storia del vecchio Cagliostro e delle sue capacità di Guaritore e Alchimista. Di solito riuscivo a prendere appunti senza problemi, in ogni materia, ma Storia della Magia era l’unica che preferivo studiare sul libro: in effetti, le spiegazioni del professore erano le stesse che si trovavano sul libro di testo. Si poteva seguire parola per parola.

    Fred e George caddero in un letargo lungo una cinquantina di minuti; a metà lezione dovetti tirare a malincuore una gomitata a Fred, che stava iniziando a russare troppo profondamente. Dopo Erbologia tornammo in Sala Grande dove ci aspettava un pranzo più che meritato, e dove incontrammo Harry, Ron ed Hermione, che sembrò decisamente arrabbiata con Fred e George.

- Non potete cercare cavie per le vostre stupide merendine!
- E chi lo dice? – chiese Fred, mangiucchiando pigramente e guardando Ron con un’aria severa e ammonitrice.
- Io e Ron!
- Oh, no, non tirarmi in ballo ... ti prego ... – George rise mentre metteva i pezzi della Tentacula Velenosa trafugata nella serra tre nella borsa; servivano per le merendine.
- Ron, se vuoi possiamo darti qualche Torrone Sanguinolento a basso prezzo! – disse George.
- A basso prezzo? Come mai? – chiese Harry.
- Perché abbiamo scoperto che inizia a sanguinarti il naso finché non ti prosciughi. Non abbiamo ancora trovato un antidoto valido … però se vuoi saltare la lezione della Umbridge …
- Smettetela di cercare di piazzare le vostre merendine davanti a me!! – disse Hermione, e io sorrisi.
- Herm, prima o poi TUTTI hanno bisogno di una merendina marinara … sei al quinto anno … l’anno dei G.U.F.O..
- E allora?
- Allora prima o poi tutti vengono presi dal panico, in periodo G.U.F.O.. Vi ricordate Kenneth Towler e le sue pustole? – chiese Fred, lasciandosi trasportare dai ricordi.
- Fred, gli mettesti della polvere di Bulbadox nel pigiama. – risposi io. Fred ghignò: - è così difficile tenere tutto a mente a volte, non trovate? – chiese al trio; Hermione chiese a Fred e George come avessero fatto a procurarsi i soldi per un negozio di scherzi tutto loro, ma i gemelli non alzarono neanche lo sguardo; vidi Harry diventare paonazzo in volto, ma quando i gemelli mi tirarono via per cercare di piazzare un po’ di Orecchie Oblunghe prima della lezione della Umbridge, vidi che il suo viso era tornato ad un colorito normale.

     Piazzare alcuni dei prodotti era difficile, ma ci fu un boom di vendite di pasticche vomitose in vista delle lezioni di Piton. L’anno scolastico era appena iniziato e c’era gente già pronta a pagare fior di Galeoni pur di non vedere il Terrificante Uomo dei Sotterranei. La pioggia continuava a battere incessantemente su ogni vetro del castello e con una forza inaudita; Pix aveva smesso di infastidire gli studenti, e ora stava canticchiando una canzone su quella lagna di Mirtilla Malcontenta. Mi misi seduta in mezzo a Fred e George nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure, che quest’anno era particolarmente smorta e senza personalità; la Umbridge scese le scale dal suo ufficio, col suo solito cardigan rosa e un ridicolo cappellino in testa, rosa anch’esso. Si schiarì la gola con un versetto acuto, ma nel vedere che nessuno accennava a fare silenzio, emise un “HEM HEM” ancora più acuto; fu molto difficile astenersi dal ridere. Alicia Spinnet, che stava facendo fluttuare un bigliettino verso Angelina, seduta nel banco davanti alla lavagna, fu squadrata da capo a piedi dalla Umbridge, che le sorrise con fare mellifluo per poi rivolgersi a tutta la classe.

- Via le bacchette e fuori i libri, cari. – Fred e George, svogliati come al solito, presero i loro libri (di seconda mano, con delle pagine strappate) e iniziarono a dare un’occhiata alla copertina, mentre io aprii il libro ad una pagina a caso, notando che gli incantesimi di cui si accennava erano incantesimi che noi tutti avevamo imparato al quarto anno.
- Professoressa … - provai ad instaurare una conversazione col Rosagargoyle, invano. La donnicciola mi rivolse appena un’occhiata, surclassandomi con un “a dopo le domande”.
Aprite il libro di testo a pagina cinque, e … signorina Spinnet, visto che le piace chiacchierare con la sua amica perché non legge ad alta voce? Teoria dell’incantesimo di difesa.
- Professoressa, mi scusi ma dev’esserci un errore … noi … abbiamo  già attraversato tutti gli argomenti di questo libro … e l’abbiamo fatto al quarto anno. – dissi io, alzando educatamente la mano; la professoressa si girò verso di me. – mi sembra di non averti dato il permesso di parlare, signorina … Worthington, giusto? Ora ascolta la spiegazione, cara.
- Sì, ma le ripeto che abbiamo fatto queste cose tre anni fa, anche con lezioni pratiche … non le sembra un po’ inutile ripetere le lezioni di tre anni fa? – la professoressa mi studiò e poi con aria superiore mi disse – le lezioni teoriche sono la BASE della magia, signorina, e io non tollero quest’insolenza da parte sua.
- Insolenza? Io le ho soltanto fatto notare che questo libro andrebbe bene per i ragazzi del quarto anno, e non per noi che siamo al settimo. – La Umbridge mi guardò quasi con un’aria soddisfatta, arricciò le labbra e con voce squillante firmò un foglietto consegnandomelo. – Punizione, signorina. Vada dalla professoressa McGranitt e se lo faccia convalidare dopo la mia lezione, l’aspetto stasera alle nove nel mio ufficio.

     Guardai il fogliettino con aria allibita. Non mi era mai successo di finire in punizione per … “aver mostrato insolenza e arroganza” durante la lezione di un professore, mai! Di solito finivo in punizione con i gemelli per aver messo della polvere pruriginosa su Mrs. Purr, il gatto di Gazza, o per altre ragazzate. Mai per “aver mostrato insolenza e arroganza”, com’era scritto su quel maledetto fogliettino. Fred mi guardò a lungo e mentre stavo per rispondere alla professoressa, in modo cordiale, s’intende, mi premette la mano sulla bocca, costringendomi a fare silenzio, ma notando che non bastava, George cercò di farmi ragionare.

- Vuoi giocare a Quidditch quest’anno, vero? Se continui così, quella ti metterà in punizione ogni domenica, me lo sento! – disse.
- Ma io ho detto solo la verità! 
- Ce ne siamo accorti. Figurati se ne sparavi una bella grossa. - disse Fred, dandomi un leggero pizzicotto sul braccio. "Già. Figurarsi."



IT'S ANSWER TIME! Faccio in fretta perché ho il cibo pronto, VI ADORO TUTTI!
x SeryChan x : la storia t'incuriosirà ancor di più dal prossimo capitolo, lo dico e lo ribadisco! Ho progetti in mente! u.u
Isabella Lovegood: TUTTI UNITI!!!! E io proverei volentieri le Crostatine Canarine, mi piacerebbe avere le piume per un paio d'ore! Ahaha xD

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Capitolo 12
*** 2.2 - Cast No Shadows (Part One) ***


2.2 – Cast no shadows (part one)

 

     La lezione di pozioni mise a dura prova i nostri nervi: Piton aveva preparato dieci pozioni diverse, e per ognuna, a gruppetti, dovevamo dire che tipo di pozione era, gli ingredienti che la componevano e a cosa serviva. Dieci delle pozioni più difficili studiate e preparate in sette anni di scuola; per ogni ingrediente sbagliato, la casa perdeva cinque punti. Rispetto ai Tassorosso che seguivano la lezione con noi, ci andò benissimo: perdemmo soltanto dieci punti, e non perché avevamo sbagliato qualche ingrediente o ne avevamo omesso qualcuno, ma soltanto perché avevamo parlato senza essere stati interpellati. A quanto pareva, Piton era venuto a conoscenza del piccolo screzio con la Umbridge che mi era costato una punizione con lei, la sera stessa, classificando ogni Grifondoro in quel sotterraneo che ne sapesse qualcosa della sua materia come “Insolentemente arrogante”. Il top della simpatia.

      Comunque sia, il fatto di avere quella punizione non mi andava a genio, ma la McGranitt non poteva farci nulla; mi firmò l’odioso fogliettino e mi rispedì fuori dal suo ufficio, dove Fred e George stavano cercando le nuove cavie per le merendine marinare con estrema nonchalance.

- Forza, dillo, niente punizione con miss amante del rosa! – disse Fred, saltellando a causa del freddo che c’era in cortile. Mostrai il fogliettino con aria contrariata, e tutto il suo entusiasmo si spense di botto.
- Almeno è solo per stasera …
- Ma stasera c’è il lancio ufficiale delle Merendine Marinare Weasley & Weasley! – si lamentò Fred, mentre George si faceva pagare due galeoni per un Orecchio Oblungo da un moccioso del primo anno.
- Ehi, non è proprio colpa mia eh!
- Non è colpa tua ma sei la nostra … mascotte? Manager? Devi presenziare! 
- Fred, posticipatela di un’oretta … 
- A quell’ora i clienti migliori sono già a dormire! Sai, i piccoli marmocchietti del primo anno.
- Nessuna fortuna per le cavie? – chiesi io, cercando di deviare il discorso. George mise i galeoni in un borsellino marrone e lo consegnò al fratello scuotendo la testa; sembrava contrariato. Ad undici anni, Fred e George avrebbero fatto i salti di gioia per fare da cavia per qualche scherzo di Zonko.

     Tornammo silenziosamente in sala comune, e a dirla tutta avemmo una buona dose di fortuna: ci si avvicinò un nugolo di studenti del primo anno, incuriositi dai pacchi rossi e arancioni portati dai gemelli. Ci seguirono fino alla sala comune, dove George li dispose ordinatamente in cerchio insieme a Lee, che si era unito a noi; mi sedetti al centro insieme a Fred, che aveva un sacchetto di carta da dove ogni bambino pescava una merendina; ben presto quasi tutti svennero sul tappeto della sala comune con la lingua penzoloni fuori dalla bocca.

- Il dosaggio è un po’ forte forse. – convenne George, mentre Hermione attraversava la sala comune a grandi falcate.
- Ehi Herm. – la salutai io, ma lei mi fulminò con lo sguardo.
- Ve l’ho già detto stamattina, non dovete sperimentare le vostre merendine sugli studenti!! 
- Vengono pagati profumatamente, e in più abbiamo tutto sotto controllo … le abbiamo provate io e George, le abbiamo anche date a Chase, e guarda! Siamo vivi! – disse Fred, dando dei pasticcini viola a Lee, che provvide a farli mangiare a tutti i bambini stesi a terra.
- Esattamente, li hanno … cosa avete fatto voi?
- Uh … ne parliamo dopo. Guarda Granger, stanno bene! – esclamò Fred, nel vedere che quasi tutti i bambini si erano già rialzati da terra. – grazie a tutti, passate da George e vi verranno dati un galeone e due falci ciascuno! –
- Li pagate una miseria per rischiare l’avvelenamento! Dovete smetterla immediatamente!
- Fred, avete davvero provato quella roba su di me!? – chiesi indignata.
- Altrimenti cosa farai Herm? Ci metterai in castigo? – chiese George con una finta voce spaventata. Hermione passò alle minacce serie, dicendo che avrebbe scritto a Molly. Inutile dire che entrambi si spaventarono e considerarono quello della Prefettina Granger un vero e proprio colpo basso. Ma non ero ancora convinta di una cosa.
- Avete provato quella roba su di me o no!?

     Fred e George si scambiarono un’occhiatina lugubre, poi decisero di spiattellarmi la verità su un piatto d’argento. – una volta ti abbiamo messo una pasticca vomitosa in un pezzo di torta fatto da mamma. Ma era solo per provare! E quella sera le provammo anche noi! – si affrettò a dire George. – mamma pensava ci fossimo beccati un virus o qualcosa del genere, e per il giorno dopo fummo sollevati dai lavori domestici! 
     Rimasi davvero delusa; insomma, potevano anche dirmelo, non c’era certo bisogno di fare le cose in quel modo assolutamente subdolo. George mi mise un braccio sulle spalle con aria sospetta, ma quando mi diede un pizzicotto sulla guancia sorrisi; era il suo modo per tentare di scusarsi con me, e quando anche Fred mi fece una pernacchia mi rassegnai al fatto che loro erano fatti così, e tentare di farli ragionare era impossibile.

     Dopo essermi svagata in sala comune, guardando i piccoli marmocchi cadere al suolo come le foglie d’autunno, mi diressi all’ufficio della Umbridge. Quando l’avrei detto a Fred e a George … l’ufficio della Umbridge era totalmente rosa, rosa le pareti, rosa le tende … ed era tappezzato di stupidi piattini pieni di gatti sopra. Gatti che si muovevano e mi soffiavano nervosi. La donnetta mi aspettava alla sua scrivania, seduta composta. Mi diede i nervi quando mi salutò con quel suo fare troppo mellifluo e falso; le consegnai il foglietto firmato dalla McGranitt, e lei non fece altro che consegnarmi una piuma scarlatta e una pergamena.

- Voglio che lei scriva su quella pergamena “arroganza ed insolenza non sono ben accette”. – pensai ad un milione di epiteti su come avrei potuto chiamarla, ma mi trattenni. Chiesi dell’inchiostro, e quando lei mi disse che non ne avrei avuto bisogno, pensai che dentro quella piuma ci fosse una specie di penna a sfera, quindi iniziai a scrivere. Una volta finita la prima frase, un dolore intensissimo mi costrinse a lasciare la penna per tenermi l’altra mano, mentre delle parole venivano scavate sul dorso. Arroganza ed insolenza non sono ben accette. Non feci altro che fissare quella donna negli occhi, prima di capire quanto fosse malefica.

- Prego signorina, continui pure a scrivere. Abbiamo una lunga ora davanti a noi.

     Così passai un’ora scrivendo le stesse sette paroline più volte su quella pergamena che si stava lentamente macchiando di rosso, mentre dalla mia mano sinistra non faceva altro che sgorgare sangue; avevo scritto la stessa frase una settantina di volte, e quando la Umbridge mi prese la mano con forza per controllarla, erano le dieci meno un quarto.

- Direi che può anche bastare … non tollero che le mie lezioni vengano disturbate, signorina. Lo tenga a mente … - disse lei, con un tono che mi fece raggelare; mi indicò la porta e me ne andai col volto livido, incontrando Harry per i corridoi.
- Ehi Chase. Dov’eri? – mi chiese, con un tono piatto.
- Punizione con la Umbridge. – dissi io, nascondendo la mano. Lui annuì facendo un verso stanco.
- Anche io. Che ti ha fatto fare?
- … lo vedrai.

     Lo superai e mi andai a sedere su una delle panchine nel cortile di Trasfigurazione; le parole ancora sgorgavano sangue a fiotti, quindi tirai fuori la bacchetta e sussurrai “Epismendo” per farlo smettere. Poi feci comparire delle bende e mi fasciai la mano. Ero piena di rabbia, solo piena di rabbia; diedi un pugno alla panchina in silenzio con la mano sana, quella che aveva tenuto quella piuma per tutto il tempo. Tornai in sala comune a malincuore, dove Hermione stava leggendo un libro davanti al camino e Angelina giocava a scacchi con Alicia Spinnet. Quando chiesi a Ron, che stava sul divano ad oziare, dove fossero Fred e George, li chiamò ad alta voce, e dal dormitorio maschile scese Fred tutto trafelato nel suo spaventosissimo pigiama a quadri; notando la fasciatura un po’ macchiata di sangue cercò di prendermi la mano, ma io la ritrassi un po’ dolorante, guardando Hermione salire le scale fino al dormitorio insieme a Ron.

- George è occupato in un’importante torneo di gobbiglie … com’è andata la punizione? Ehi, cos’hai fatto alla mano? – Angelina rise e diede scacco matto ad Alicia.
- Cos’avrà fatto mai? Cos’è successo Worthington, la gatta di Gazza t’ha morso?
- Qualcosa che spero capiti anche a te, al più presto. – Angelina si avvicinò con un’aria da saputella, definendomi nei modi peggiori.

No, quella non era la serata adatta per farmi arrabbiare.



OOOO per scrivere questo capitolo (che ho stronzamente diviso in due parti :DD) ci ho messo anima e corpo, soprattutto per la parte che posterò domani. O oggi. Oggi, visto che è l'1.45 xD risponderò alle recensioni in blocco nel prossimo capitolo, ve lo prometto. Vi adoro, vi adoro e vi riadoro! :3
-Donda 

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Capitolo 13
*** 2.3 - Cast no Shadows (Part Two) ***


2.3 – Cast no shadows (part two)
 

                Quella era per definizione la serata peggiore per farmi arrabbiare, e Fred l’aveva capito. Cercò di farmi ritrarre prendendomi per il braccio, ma io volevo ancora sentire cosa aveva da dire Angelina; mi stavo quasi divertendo a sentirla parlare così a sproposito sul mio modo di andare sulla scopa, sul fatto che la squadra di Quidditch sarebbe stata molto più equilibrata senza di me, che la mia arroganza sfiorava il limite dell’assurdo. Se avessi sentito la parola “insolenza” accantonata in qualche modo ad “arroganza”, la serata sarebbe finita in un fiume di porpora, un lago di un colore scarlatto.

                Angelina parlava, non faceva altro che parlare, e quando ebbe finito gli argomenti mi decisi a lasciarla perdere per salire al dormitorio; nel vedere che Fred neanche la degnava di uno sguardo minimo, lei mi prese la mano fasciata con forza, costringendomi a trattenere l’urlo più forte della mia vita: non potete immaginare cosa fosse sopportare quel dolore immenso, sopportare le sue unghie nella carne già lesa, non potete immaginarlo neanche lontanamente. Avevo gli occhi lucidi mentre Fred tentava di fermarla e di farle lasciare il mio braccio invano, tanto che a quel punto, stanca e nervosa, mi avvicinai pazientemente al suo orecchio, sussurrandole poche parole che la fecero restare di sasso. Parole che sarebbero rimaste tra me e lei per molto tempo, che non doveva sentire nessun’altro.

- Cos’hai, Angelina? Gelosa? Ti rode che scenda sempre per me da quelle scale e mai per te?

     Angelina fece proprio ciò che volevo che facesse; mi tirò i capelli urlando e trattenendo le lacrime a forza, mentre tentava in tutti i modi di schiaffeggiarmi. Quando finalmente si degnò di darmi un pugno in faccia, ebbi l’immenso piacere di restituirglielo con tutta la forza possibile, mirando al labbro; ma Angelina spostò il braccio e il mio pugnò finì sulla sua spalla. Inutile dire che mi feci parecchio più male io di lei visto il suo fisico spigoloso, ma Angelina era brava a fingere con Fred nelle vicinanze. Quando anche George, attirato dalle urla del fratello che mi intimava di smettere di schiaffeggiarla (già, perché prima di darle il pugno le avevo anche dato un paio di bei ceffoni, colorandole le guance), scese al piano di sotto, trovò me coi capelli completamente rovinati e suo fratello che tentava di fermarmi a tutti i costi, e dall’altra parte Katie e Alicia che avevano accerchiato Angelina, che piangeva a dirotto per colpa di quelle poche parole che le avevo sussurrato.

- Sei un’infame! Ti diverti a giocare coi sentimenti delle persone!
- Continua a parlare Angelina … io non ti sento. – mi strattonai via con forza dalla presa di Fred, notando che la mano aveva ripreso a sanguinare sguaiatamente, e che un po’ di quel sangue, Angelina che l’aveva anche sulle sue dita.

- Angelina, ma sei impazzita per caso?! – le chiese Fred, tentando di prendermi la mano sanguinante attraverso le bende. Angelina gli urlò di tutto, dicendogli di chiedere a me ogni cosa, visto che eravamo così amici. L’unica cosa che feci, quando Angelina si ritirò nel dormitorio, fu di sedermi sulle scale di pietra, mentre tutti tornavano a dormire, o a giocare a Gobbiglie, come se non fosse successo nulla. George guardò Fred, che gli fece cenno di tornare ai dormitori; si sedette accanto a me sulle scale, tentando per l’ennesima volta di prendermi la mano, di vedere come stavo.

- Forse è meglio se vai in infermeria …
- Si era fermato il sangue, colpa di quella vipera … - ripetei l’operazione che avevo fatto sulla panchina, cercando di non far vedere a Fred le parole sul dorso della mia mano. Capendo che non volevo mostragli la ferita, di qualunque tipo essa si trattasse, Fred piantonò il suo sguardo sul camino poco lontano. Quando mi fui rifasciata la mano con delle nuove bende, tornò a guardarmi.

- Potresti avere almeno la bontà d’animo di dirmi cos’è successo?
- Ho litigato con Angelina. – Fred mise su una faccia del tutto stupita e inorridita, per poi rispondermi.
- Ma non l’avrei mai detto!! 
     Non avrei parlato della punizione; non volevo, era come darla vinta alla Umbridge. No, quel discorso lo tenni per me; avrei preparato un paio di pozioni e unguenti per far sparire del tutto la cicatrice e il resto, ma riguardo ad Angelina non potevo più stare zitta.

- Angelina è ancora innamorata di te, sai? – le lacrime iniziarono a riempirmi gli occhi, ma mi trattenni dal piangere; non avevo pianto quando Angelina stava per mutilarmi, perché dovevo piangere in quel momento?
- Angelina è … davvero?
- Cos’è, Weasley, cadi dalle nuvole ora? – da un tono triste passai ad un tono di nuovo nervoso, ero un tripudio schifoso di emozioni contrastanti e sangue rappreso sulla mano, un mostro coi capelli in disordine e con tanta paura nel cuore, tanta rabbia e tanta frustrazione da dover tirare fuori. – cadi dalle nuvole pur sapendo che anche tu ne sei ancora innamorato, un pò? – ed ecco che con un singhiozzo scaricai tutta la tensione del primo giorno di scuola, della punizione così severa della Umbridge e di quello stupido litigio, mentre chiedevo a me stessa se i capelli di uno dei miei due migliori amici erano sempre stati così rossi, se la sua espressione terrore mista a “non so cosa fare” era sempre stata così adorabile, se il fatto di riconoscere il suo tocco leggero o la sua risata, diversa da quella del fratello, era sempre stata una mia personale prerogativa.

- Chase, calmati, perché stai piangendo?
- Perché non so cosa mi stia succedendo! – non mi resi neanche conto di aver mugolato nel vano tentativo di urlare; stavo piangendo proprio forte.

      Quando ebbi la sensazione che ci fosse qualcuno che ci guardava, beccai George sulla porta del dormitorio maschile, e quando gli strillai di andare a letto caddi a terra davanti a Fred, stremata. Cos’ero diventata? Cosa mi stava succedendo? Non osavo neanche più guardarlo negli occhi, perché nel suo sguardo c’era quella pericolosa scintilla di entusiasmo e curiosità verso ogni cosa che  … mi piaceva. Quand'era che il semplice interesse s'era trasformato in ... QUELLA ROBA? Quando Fred si slanciò verso di me stringendomi in un abbraccio mi ricordai dell’anno prima, quando Cedric era morto, di tre anni prima, quando Ginny sparì nella Camera dei Segreti, e di tanti, tanti attimi che avevamo passato insieme, sempre.
Ma era sbagliato, e finalmente trovai riposo nel mio letto, con la testa sotto al cuscino per soffocare tutte quelle sensazioni, lasciando Fred sulle scale e George sulla porta davanti al dormitorio maschile. Quando Harry entrò, i gemelli notarono che anche lui aveva la mano fasciata; e quando gli chiesero se andasse tutto bene, Harry annuì silenzioso.


ANSWER TIME WIIIITH DONDA!
Allora, spero che questo lacrimevole, alla Dallas/Beautiful/Un Posto Al Sole capitolo non vi abbia troppo shoccato ... forse era un pò esagerato, non lo so, ma fatto sta che ci voleva. Ora, un capitolo d'intermezzo... prima diiiiiiii *ghigno ghigno ghigno ghigno*
Il progetto iniziale prevedeva che Fred e Chase dovessero litigare. MA NON RIESCO A FARLI LITIGARE, I MIEI PATATONI D:

Blood: gli ADORO in una recensione non sono mai abbastanza :3 Angelina è davvero insopportabile e in questo capitolo raggiunge il picco massimo di insopportabilità, anche se con un pò di umanità ... Vedremo!

x SeryChan x: Eccolaaaa l'assidua lettrice! Ma tu segui il corso di Divinazione con quella stramboide della Cooman? Hai L'OCCHIO, la VISTA? No, perché hai predetto TUTTO quello che ho scritto x'D

Isabella Lovegood: Grazie cara, sei la lettrice più tiratardi del mondo e che mi commenta la storia alle prime ore del giorno u.u QUESTO è essere devoti ad una storia! ahahaha xD Grazi mille a tutte ragazze!

-Donda

 

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Capitolo 14
*** 2.4 - Pix knows everything, always! ***


2.4 – Pix knows everything, Always!

 

            Non passai la migliore delle settimane. Mi limitai a coesistere nell’habitat scolastico con un fare anonimo che non mi apparteneva per niente; evitavo sia Fred che George senza un’apparente motivo, anche se il motivo c’era ed era il motivo peggiore, e non volevo neanche ammetterlo, continuando a mentire a me stessa ad ogni ora del giorno.

                Angelina, dopo il picco di violenza in Sala Comune, si era calmata tornando ad ignorarmi e a non rivolgermi la parola, comportandosi come se Chase Worthington non esistesse; dopo una settimana passata ad evitare i gemelli, a non andare nei corridoio da loro frequentati per vendere la loro merce, accampando scuse per non studiare insieme, fu George a bloccarmi mentre facevo un giro tra le serre di Erbologia.

- Buongiorno mia cara. – disse lui, con un tono che mi ricordava Percy quando era caposcuola. Anche solo passare due secondi in compagnia di un gemello mi mancava, quindi ricambiai il saluto. – allora, mi darai spiegazione del perché ci SFUGGI?
- Io non vi … sfuggo … - mentii io – che ci fai attorno alle serre di Erbologia?
- Prendo ingredienti per le merendine e per altre interessanti cosucce, piccola bugiarda. – disse lui, piantonando il suo sguardo su di me. – perché non vieni con me? Dai … raggiungiamo anche Fred …

     Sentendo il nome di Fred mi si contorse lo stomaco. – cos’è, non è ancora stato monopolizzato da Angelina … ? – la frase non era ancora finita, ma io la troncai lì quando notai che George si era piantonato di fronte a me, con le piante strette in un pugno.
- Chiariamo questo punto così sarai libera da dubbi e rotture? Fred e Angelina NO, nisba, Nada, niecht, hai presente? – si chinò su di me, essendo più alto, quasi per guardarmi meglio. – poi sappiamo entrambi che Fred ti interessava, no?
- Sì, ma era diverso!
- Da quanto! Da cosa, Chase!? Diverso come? – George prese ad agitare le mani, e tutte le piantine tentavano con aria terrorizzata di scappare alla sua stretta ferrea.
- Prima quando lo guardavo normalmente e non sentivo … niente! Prima, quando un abbraccio non mi faceva partire flashback assurdi di tutte le volte che ci siamo abbracciati … prima ... e basta …

     George non mise su il solito ghigno malefico che aveva quando parlavamo di Fred, o quando voleva farmi uno dei suoi “piaceri” per “agevolarmi”, riuscendo soltanto a creare guai; no. Mi guardò negli occhi e sorrise in una maniera strana, arricciando le labbra e spiattellandomi la verità, facendomela accettare una volta per tutte, perché di verità si trattava.

- Tu … ti sei innamorata di Fred.
- Innam … cosa? Io? Ma figurati se mi vado ad innamorare … del primo che capita … e figurati se il primo che capita è FRED. Ma … no, certo che no … - ecco a voi, il mio modo di rifiutare la verità.
- Sì, ti sei proprio innamorata di mio fratello. – disse, allargando il sorriso sulle sue labbra.
- Magari non dirlo come se fosse una colpa …

     Il viso gli si era illuminato, sembrava un bambino gioioso di fronte ad un giocattolo pieno di luci e suoni interessanti. – George Weasley, se lo dici ad anima viva o morta che sia, giuro che ti strappo la lingua e la metto nei pantaloni di Flitt, di Serpeverde.  – il gemello rise sguaiatamente. – mi ucciderà prima la McGranitt, visto che devo ancora fare i compiti di Trasfigurazione!

                Così, dopo quella breve ma intensa chiacchierata, smisi di cercare di evitare George neanche fosse un appestato; ma con Fred fu un’impresa più unica che rara. Col passare dei giorni mi resi conto che sembrava estremamente dolce anche mentre cercava di vendere quelle Merendine piuttosto disgustose a tutti quei bambini innocenti del primo anno. Mi scaldava il cuore, ma, neanche fossi una scolaretta, appena si girava verso di me mi nascondevo dietro la prima colonna o il primo muro libero; una volta mi buttai anche dietro ad una delle panchine del cortile di pietra. Non volevo che Fred mi vedesse in quello stato pietoso, mentre provavo … quella roba … per lui. Non era da me, insomma … Chase Worthington non … amava, Chase non provava amore, era una MACCHINA!
                Sarebbe stato meglio.
                Giusto la sera prima della visita ad Hogsmeade, mi sentii tirare da qualcuno dentro lo sgabuzzino delle scope di Gazza, vicino alla Sala Grande. Uno sgabuzzino di un metro per due; tutto in quella scuola era magico, c’era anche una stanza nascosta da qualche parte, invisibile e che appariva per ogni evenienza, grande o piccola che tu la cercassi … ma quel maledetto sgabuzzino era di un metro per due. Non si ingrandiva.

- Il mio rendimento scolastico sta peggiorando senza il tuo aiuto e senza la tua brillante noce di cocco, sai? – la voce di Fred mi giunse all’orecchio come un sussurro; e per fortuna, il buio di quello stanzino non gli permetteva di vedere la mia espressione stupida e presa dai sentimenti.
- Quindi la mia amicizia ha soltanto un secondo fine.
- Smettila di fare la stupida, non mi parli da dieci giorni, mi sembra di non avere nessun’altro all’infuori di George … ma poi scopro che con lui ci parli, quindi devo presumere che tu abbia un problema con me …
- No che … non ho un problema con te, Fred … sono piena di comp … - Fred sbuffò e illuminò lo stanzino con la sua bacchetta, con la sai che grande soddisfazione di potermi guardare in faccia; pensai che stesse per perdere la pazienza.
- La mia mole di compiti e la tua sono le stesse, e io riesco perfettamente a farli. Non so se bene o male, ma riesco a farli tutti … quindi ti faresti il favore … e mi concederesti il grande onore di capire cos’hai che non va?
- STRESS. – puntualizzai io.
- È già un inizio. Per caso sono io la causa? Io? Questo angelico faccino? – chiese lui, facendo labbrucce e puntandosi la bacchetta in faccia, per illuminarla di più. Mi feci scappare un sorriso. – se sono io la causa del tuo stress devi dirmelo, così non sarai costretta a scappare e a buttarti dietro le panchine per evitarmi. Sì, ti ho vista. – disse, prima che io potessi commentare.
- È una … lunga lista di … cose. – dissi io.
- Tipo? Angelina?

     La mia faccia divenne livida. Stavamo parlando di me ed ecco che esce fuori Angelina, tanto ci pare anche giusto. “Angelina. No, Fred, il problema non è Angelina, i problemi siete tu, anche se non sei un vero problema, ma più una cosa imprevista, Angelina, questa roba che mi scalda il cuore quando ti guardo, le imminenti partite di Quidditch e soprattutto quel mostro vestito di rosa che mi ha inciso la mano con delle parole che ho provato a mandare via in ogni modo, con ogni tipo di pozione o unguento.”
- Non ho TEMPO di parlare di ANGELINA, FRED, se vuoi farlo, non farlo con ME!
- Ok, Angelina è un discorso off limits? Ora tu mi spieghi, e fidati, lo farai, perché sei così convinta che io provi qualcosa per Angelina!
- L’hai appena tirata nel discorso!
- Ma è OVVIO, avevate litigato come furie, uno si fa delle domande!! – ed ecco che anche Fred aveva iniziato ad alzare la voce. Prima che quella discussione sfociasse in litigata, Gazza aprì lo sgabuzzino, e mi trovai davanti al suo ghigno trionfante, storto e privo di qualche dente. Mh, un vero sex symbol.
- … vi appenderò per i pollici e vi farò pulire il vomito di tutti i ragazzini che stanno male nei sotterranei in questi giorni … - iniziò a minacciarci, ma proprio in quel momento, Pix il Poltergeist rovesciò un secchio colmo di escrementi di gufo nell’atrio; vide me e Fred, smettendo di cantare una canzoncina che tormentava Harry da un paio di giorni.
Worthy e Weasley vogliono scampare a Pix, ma io son più furbo, Pix sa sempre tutto, tutto! Worthy ama Weasley, Worthy, Worthy, e insieme and … - tirai fuori la bacchetta e urlai “Waddiwasi”, tirando a Pix un libro di una ragazzina del secondo anno. Il poltergeist sparì lasciandosi dietro la sua risatina malefica e il suono del suo cappello coi campanellini, ed io mi incamminai con i pugni serrati verso la sala comune.

     Pensavo che Fred mi seguisse, ma quando mi girai, quella chioma rossa non c’era.

“Pix sa sempre tutto … 
Tutto … “



Altro capitolo. Buonanotte. Anzi no, devo rispondere con entusiasmo e tanto tanto amore alle vostre recensioni <3

Kaiara: grazie tesoro, è sempre un'onore avere nuovi fan della storia, sono molto contenta che ti piaccia :3

x SeryChan x: "non vedo l'ora che anche lui si accorga di amare Chase"... e se non succedesse? Eh? EH? Ahaha spezzerei i cuoricini di tutte le lettrici di questa storia, ne sono sicura... comunque scusate per l'ennesimo capitolo effetto Un Posto Al Sole, prometto che col prossimo finiranno i drammi e gli urli e le lacrime e tornerà il buonumore! *Yeeee* comunque tu mi lusinghi, nel leggere che sei andata a vedere ogni due per tre se avevo aggiornato ... mi stavo quasi commmmmuovendo D:

Isabella Lovegood: Fred e George ti salutano. Sai, hanno tirato una caccabomba nel salotto buono e ora stanno pulendo le pareti. Noto con piacere che l'odio nei confronti di Angelina si sta facendo sempre più forte, ahahahaha xD 

PoisonedWhore: PIPPONI MENTALI SU FRED <3 Comunque no, grazie mille per i complimenti e per l'aver detto che Chase non è un personaggio stereotipato alla Mary Sue. Hai fatto di me una Donda davvero, davvero felice ... penso sia il commento che ogni scrittore vuole sentire, ogni tanto. :D

VI ADORO TUTTI, e ogni volta che commentate un capitolo di questa storia mi verrebbe voglia di BACIARVI uno per uno! 
-Donda


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Capitolo 15
*** 2.5 – Things i don’t have ***


2.5 – Things i don’t have

 

            La vita del settimo anno continuò noiosa: io mi limitavo a studiare e a parlare il meno possibile, a tirare cose a Pix ogni qual volta lo sentissi canticchiare quella stupida canzoncina e a procurare innocenti vittime ai Gemelli per i loro test. Quel giorno aveva giusto iniziato a nevicare, e mentre gli altri erano diretti ad Hogsmeade, decisi di rimanere fuori dal castello per godermi lo spettacolo col mio gufo; i piccoli fiocchi infastidivano Drood, che, sulla mia spalla, continuava a beccarsi le piume tentando di pulirle.

-      Ma che gufo terribilmente incline alla pulizia. – dissi, e Drood mi beccò il cappello di lana in segno di risposta. Sorrisi: Drood non aveva idea di che caos ci fosse nel mio piccolo universo. L’ultima novità era Angelina come Neo Capitana della squadra di Grifondoro, e sapevo che aspettava un mio passo falso in più per buttarmi fuori. Baston mi mancava di già, terribilmente; Ron era diventato portiere dopo un quasi disastroso provino, ma un po’ mi risollevava l’umore: mi ricordava le partite a casa Weasley.

       Inoltre, la situazione con Fred non si era ancora sbloccata: le cose dette e non dette tra di noi avevano fatto sbocciare una sorta di “sono a conoscenza ma sto zitto” in lui, ne ero praticamente certa, ma ogni volta che toccavo l’argomento con George, mi diceva che suo fratello, in fondo, dormiva ancora in piedi sognando di dar fuoco all’ufficio di Gazza. Tuttavia avevo smesso di evitarlo deliberatamente: in fondo io e Fred avevamo litigato per cose molto più grandi di quella, e avevamo superato praticamente di tutto; non avrei di certo lasciato che il mio interesse per lui e i continui litigi con Angelina rompessero il nostro rapporto, anche se recuperare le cose dopo un litigio era difficile.

       La ferita sulla mia mano, infine, si erano rimarginate, lasciando soltanto una lunga cicatrice ben marcata, tuttavia tenevo ancora il bendaggio per non farla vedere in giro. Guardando attentamente, potevo ancora leggere “arroganza ed insolenza non sono ben accette”, quelle parole che ogni tanto avevano ripreso a sanguinare a più riprese; ma la ferita più grande si faceva strada nel mio orgoglio, se guardavo la Umbridge negli occhi, quei piccoli occhi indagatori. Ormai, se mi incontrava per i corridoi, mi salutava con la sua insopportabile voce melliflua, e a malapena potevo sopportare le sue lezioni: erano le uniche dove non alzavo la mano per intervenire, o chiedere qualcosa.

-          Beh, come mai Chaselyn Worthington è tutta sola, sotto il nevischio, col suo gufo? – la voce di Fred mi colpì alle spalle come un pugno, rimbombando nel silenzio più assordante.
-          Se sono col mio gufo non sono sola, no?
-       In un certo senso … se ti disturbo me ne vado, non c’è problema, ma volevo chiederti ... - mi voltai verso Fred, e Drood fece un eclatante verso di disapprovazione, al che lo liberai verso la Guferia: fu felice di tornare all’asciutto. – George si sente poco bene … hai voglia di venire ad Hogsmeade con me? Un giro da Mielandia, qualcosa da bere. Sai, cose da pomeriggio freddo in compagnia.   

Sapevo bene che le cose da “pomeriggio freddo in compagnia” che intendevano Fred e George non erano mai soltanto un giro da Mielandia e qualcosa da bere; solitamente erano pieni di pedinamenti a scapito dei ragazzi di Ginny, un salto da Zonko, l’emporio di scherzi, una battaglia a palle di neve verso dicembre; ci ero cresciuta, in mezzo a quelle cose da pomeriggio freddo in compagnia, e Fred non me la raccontava giusta col suo giro da Mielandia e qualcosa da bere, ma accettai comunque. Rimanendo al castello mi sarei indubbiamente annoiata.

       Parlammo a lungo e come non facevamo da tanto; del Quidditch, di Ron come portiere, della vendita dei prodotti Tiri Vispi Weasley. Incontrammo anche Ginny con quello che avevo inquadrato come Michael Corner, mano nella mano, e presto finimmo a pedinarli, nascondendoci dietro qualche cespuglio spoglio al ciglio della stradicciola verso Hogsmeade.

-          Quello non me la racconta giusta quel Corner.
-          Nessuno dei ragazzi di Ginny te la racconta giusta, né a te, né a George, tantomeno a Ron.

    Fred mi tirò da un posto all’altro, da Mielandia prese l’ennesimo sacchetto di Biscottini Gufici, che consumammo poi alla Testa di Porco, davanti a due Burrobirre fumanti; in quel posto faceva caldo, quindi mi levai sciarpa, cappello e guanti, scoprendo di nuovo la fasciatura alla mano.

-          È tanto che ce l’hai, quella roba non è ancora guarita? – mi chiese Fred, affondando il naso nel suo boccale.
-          Sì, ma è rimasta una brutta cicatrice, preferisco non mostrarla troppo in giro …
-          Che vuoi che sia, è una cicatrice!
-          Ma è brutta e inoltre deturpa la mia mano, Fred.

       Fred fissò il suo sguardo sulla mia mano fasciata. – sai, quella pasta gialla e puzzolente che ti aveva fatto andare via l’occhio nero a casa nostra attenua anche le cicatrici; tornati al dormitorio te la darò, vedrai che la tua mano tornerà bella come una volta! – mi diede un buffetto sulla fronte; ero lì, con Fred, bevendo Burrobirra, eppure non ero contenta. Probabilmente perché il “discorso Angelina” non era stato ancora archiviato e buttato alle spalle di entrambi, era ancora lì ad aleggiare sulle nostre teste. Fred l’aveva notato, eppure era stato zitto, aveva rispettato il mio bozzolo protettivo; si era alzato offrendomi il braccio, mettendomi cappello e sciarpa alla rinfusa, e insieme eravamo poi usciti dalla Testa di Porco, mentre Fred cantava canzoni stupide e oggettivamente insopportabili come quelle di Pix, e così continuò fino al dormitorio, dove lo pregai di lasciarmi morire sul divano accanto al fuoco. Fred sapeva come essere terribilmente petulante a volte, e si mise accanto a me.

-          Non ti lascerò in pace finché non mi dirai cosa c’è che non va! – disse sogghignando e piantonandomi i piedi sullo stomaco. – anzi, ti farò ingozzare di Crostatine Canarine finché non ti trasformerai definitivamente in un pennuto. –
-          L’immagine sarebbe tremendamente divertente! – un George Weasley in pigiama blu si affacciò dalle scale del dormitorio maschile, ridendo come un forsennato.
-          Vedo che stai meglio, George. – dissi io, fulminandolo.
-          Ah, in verità no. Ho sonno, un terribile sonno … troppi affari uccidono! Beh, vi lascio alle vostre frivolezze.

       E così, George rientrò nel dormitorio, continuando a ridere sguaiatamente mentre tentavo di levarmi i piedi di suo fratello gemello dallo stomaco. Fred continuava a ripetere “dimmi che c’è” con un tono assolutamente piatto, sembrava quasi una litania continua, una di quelle che ti trapana il cervello e non ne esce più, e diamine se non era insopportabile.

-          FRED, SMETTILA, O GIURO CHE … -
-          Cosa! Ti arrabbi di nuovo? Smetti di rivolgermi la parola come l’ultima volta? – aveva improvvisamente cambiato tono. Non era più divertito, non voleva più infastidirmi. – io sono stato male, Chase. Azzardati di nuovo ad ignorarmi come in questo periodo e giuro che ti faccio ingozzare di Biscottini Gufici fino a farti diventare una strega da duecento chili a gamba.

        Dopo questo exploit di soffice violenza a base di biscotti, Fred mi strinse in un abbraccio che sembrava più una morsa mortale: aveva provato a farmi ridere, più e più volte, e la sconfitta l’aveva un po’ demoralizzato. Non capire cosa io avessi per la testa lo distruggeva, lo distruggeva soprattutto non riuscire a tirarmi su di morale; ma io non potevo farci niente, lo scontento si era radicato in me, e solo quell’abbraccio gli aveva fatto mollare un po’ le redini del mio piccolo cuore. Eravamo due anime sole e distinte per una volta, unite in un semplice abbraccio. Non esistevano Fred e George, c’era solo Fred, Fred Weasley, e i suoi capelli rossi. E decidemmo di rimanere abbracciati così, sul divano davanti al fuoco della sala comune, parlando delle solite cose stupide da Fred e Chase.


Ma niente era cambiato.



Avviso: mi voglio scusare con tutti quelli che avevano iniziato a seguire la storia molto tempo addietro... purtroppo non ho più avuto modo di starci dietro per motivazioni più grandi di me, ma voglio ringraziare tutti quelli che l'hanno visitata, letta, a chi è piaciuta, a chi ha lasciato un commento... vi dico solo grazie, tenterò di finire questa fan fiction con tutta me stessa, è una promessa.

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