Los herederos de una venganza di lovelyhead (/viewuser.php?uid=115463)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre contro due, la storia ha inizio. ***
Capitolo 2: *** Ritorno alla vita. ***
Capitolo 3: *** Discordia ***
Capitolo 4: *** No estés seguro ***
Capitolo 5: *** Gli arcani del passato ***
Capitolo 6: *** L'ira di Esteban ***
Capitolo 7: *** Non si torna più indietro ***
Capitolo 1 *** Tre contro due, la storia ha inizio. ***
Delfina,
la strega di casa Fritzenwalden, era in
camera sua, con il suo serpente di peluche in mano, completamente
assorta nelle
immagini che aveva visto qualche minuto fa: Federico, sì, il
suo Federico,
baciando Florencia, sua sorella illegittima.
“Ti rendi conto di cosa sei capace? Ti rendi conto di quanto
mi hai fatto
soffrire e di quanto mi stai facendo soffrire adesso?! Te ne sei mai
resa
conto, invece di pensare solo a te stessa?! TI ODIO!!” urlava
con voce
soffocata dal pianto, mentre sua madre, in preda al panico per
l’urlo più forte
che abbia mai sentito da sua figlia, corre per le scale e per i
corridoi per
arrivare in camera.
“Delfina, che succede?” chiede spaventata.
La figlia le indica la finestra: il bacio ancora non è
terminato, e Malala ha
il privilegio di vederlo in prima diretta, dopo sua figlia.
“Sai, Delfina, non c’è due senza
tre…” un sorriso beffardo si stampa sulle
labbra di Malala, guardando Fede e Flor ancora in giardino.
La strega maggiore si avvia verso camera dei gemelli, con il suo passo
felpato,
il sorrisino vittorioso e facendo rimbombare il rumore delle sue scarpe
col
tacco per tutto il corridoio; spalanca la porta della camera dei
gemelli,
provocando il risveglio di Franco.
“Ma che cosa…?” si domanda
stropicciandosi gli occhi, e guardando Malala con
una faccia stupita.
“Su, forza, moccioso, vieni con me” incitando
Franco ad alzarsi, si tira i
capelli indietro, tira Franco per un braccio e lo porta contro la sua
volontà,
non in grado ancora d’imporsi, verso camera di Delfina.
“Guarda fuori dalla finestra” gli ordina Malala,
evitando il suo sorriso di
menefreghismo assoluto delle questioni amorose.
Franco guarda fuori dalla finestra e rimane colpito: Florencia e suo
fratello
che si baciano sotto un cielo stellato, proprio il giorno in cui
Florencia gli
aveva dato una possibilità.
Ma si vede che quella possibilità era una reliquia per lui e
una stupidaggine
per Flor: oramai, aveva conquistato lo
“sconosciuto”, che Franco ha sempre
avuto il desiderio di conoscere. E ora lo aveva conosciuto, con sua
grande
sorpresa.
Si portò una mano alla bocca, mentre i suoi occhi
diventarono fissi e si
spensero davanti al momento più importante delle persone a
cui teneva di più.
“Come puoi notare, il tuo angelo è diventato un
diavolo, e Delfinuccia e io ti
avevamo anche avvertito, ma tu hai voluto proseguire con le tue
idee” gli fa
presente Malala, osservando il biondo, che era ancora di spalle.
“No, Malala, sono due diavoli, perfetti l’uno per
l’altra” manteneva la calma,
rispondendo per le rime a Malala.
Si andò a sedere accanto a Delfina, la guardò
negli occhi e con voce decisa
annunciò:
“Ti giuro che ce la pagheranno, ce la pagheranno molto cara
quei due” si passa
una mano tra i capelli, mentre Malala, incuriosita
dall’atteggiamento
improvviso del ragazzo, accennò una smorfia di
superficialità nei confronti
delle parole del ragazzo, che lo notò subito.
“Malala, io non sono nessuno stupido, e adesso te lo
dimostrerò: so per certo
che, quando qualcuno si trova nella situazione di Delfina, fa finta di
essere
incinta, ma, per me, non basta questo, perché io non solo
devo minare il loro
rapporto, bensì devo vederli in crisi profonda con se stessi
per il male
provocato a persone innocenti” chiarisce alle due donne, che
lo guardano
sconcertate.
“Hai un piano? Perché io, oltre la gravidanza, non
riesco a trovare
nient’altro” confessa Delfina.
“Tesoro mio, le migliori vendette sono quelle in famiglia, o
del familiare”
Malala intuisce che Franco ha una mezza idea di vendicarsi di Federico
e Flor
utilizzando i segreti più intimi della famiglia.
“Bene, Malala, hai già capito cosa intendo, quindi
saresti pregata di venire
con me di sotto, in cantina a prendere qualcosa di molto
importante” Franco si
dirige verso la cantina, mentre Malala lo segue di corsa; arrivano
cercando di
non svegliare nessuno, Franco apre un baule e mostra una lettera a
Malala.
“Questa è la calligrafia di mio padre, che tu
dovresti far riprodurre da
qualcuno e scrivere quello che domani ti consegnerò in una
busta” intima Franco
alla vecchia strega.
“Ma cosa ci facciamo con solo una lettera? Ci vorrebbe
qualcosa di molto più
forte, secondo me” pensa la strega maggiore.
“Tu non devi preoccuparti, perché io ho tutto
sotto controllo.”
Tornano in camera di Delfina dopo appena cinque minuti, con la lettera
del
padre.
Si trovano davanti una Delfina con i pugni appoggiati sui fianchi e gli
occhi
concentrati sulle figure di Malala e Franco.
“Adesso, voglio sapere tutti i dettagli del piano!”
ordina a Franco e alla
madre.
“Io lascio tua madre a dirti tutto per bene, mentre io vado a
prendere il mio
computer portatile e mi concentro per far venir fuori le mie doti di
scrittore…” fa l’occhiolino a Malala e
esce dalla camera.
“Allora?” domanda Delfina, sedendosi sul letto.
La madre le spiega tutto con molta calma e precisione, sottolineando il
fatto
che Franco è più malvagio di quanto esse avessero
mai pensato.
“Tesoro, ti posso solo dire che non tireremo in ballo la
storia della
gravidanza, ma che ci faremo sentire con vecchie e oscure storie del
passato”
assicura Malala alla sua bambina confusa.
La notte passò male per i tre sconsolati: Malala si
svegliò in continuazione,
rigirandosi nel letto; Delfina non fece altro che mandare maledizioni a
sua
sorella e a Federico fino alle quattro del mattino; e Franco non chiuse
occhio,
davanti al suo computer sul letto, a creare la lettera bomba per la famiglia.
La mattina seguente, in cucina, la famiglia si riunisce tutta contenta,
solo
che, come previsto, mancavano Malala, Delfina e Franco.
“Si può sapere perché Franco non
è qui? Dovrei parlargli riguardo agli
allenamenti di tennis” annuncia Federico, sedendosi sullo
sgabello della
cucina.
“Non credo che Franco scenderà tanto presto: mi
è sembrato che questa notte
l’abbia passata in bianco” comunica Nicolas a
Federico.
“Come?! Perché quel ragazzo non capisce che deve
prestare attenzione alle cure
per se stesso!” si lamenta Federico.
“E’ pur sempre un ragazzo che vuole
divertirsi” borbotta Flor.
“Lo so che è un ragazzo che vuole divertirsi, ma
deve capire che non può fare come
gli gira per la testa” conclude Federico.
Franco entra in cucina vestito sportivo, con degli occhiali da sole
scurissimi
sulla faccia e una cartellina sotto il braccio.
“Buongiorno a tutti” saluta tutti con estrema
freddezza, senza dare neanche un
bacio a qualcuno.
“Ciao…” dice Flor, attirata dal
comportamento strano di Franco, che non la
prende neanche in considerazione, beve il suo caffè e esce
di nuovo dalla
cucina evitando tutti.
“Che cosa gli prende?” domanda Nicolas.
“Non lo so…” risponde Florencia uscendo
dalla cucina e dirigendosi verso
Franco.
“Ehi, perché questo comportamento
freddo?” gli chiede la fatina.
“Perché stanotte ho dormito molto poco”
detto questo, lascia sola la fatina,
sale le scale e se ne va verso, mentre le streghe stavano appena
scendendo le
scale per andare in cucina a fare colazione.
“Buongiorno” dice Delfina, anch’essa con
un paio di occhiali copri faccia,
esattamente come la madre.
“Hai dormito bene? Mi sembri un po’ stanca, come
te, Malala” nota Federico.
“Abbiamo dormito bene” concludono velocemente e
spazientite le streghe,
andandosene via in camera loro.
“Vi stavo aspettando” annuncia Franco, sdraiato sul
letto con le mani in testa
per trovare la posizione migliore per il suo forte mal di testa.
“Cosa devi dirci di così importante?”
domanda Malala, togliendosi gli occhiali
e facendo vedere le sue occhiaie.
“Aprite quella cartellina e leggete”
“Tre opzioni geniali!”
Ciao a tutti! Una
nuova storia di vendetta, che
spero non vi dispiaccia! Un bacio, al prossimo capitolo!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Ritorno alla vita. ***
“Sì, le idee
mi piacciono, ma prima c'è qualcosa di molto
importante da risolvere...” chiarisce Delfina, guardando la
madre sgranare gli
occhi.
Tutto è chiaro per Malala: Delfina vuole svelare a Franco la
vera
identità di Florencia.
“Delfina...”, ma la sua piccola non le da il tempo
di replicare né
tanto meno di non darle l'opportunità di svelare tutta la
verità a Franco.
“Franco... - trae un respiro profondo – Florencia
è mia sorella, la
figlia illegittima di Santillàn” confessa tutto
d'un fiato e velocemente.
Malala capta subito la sorpresa di Franco.
Pensa che il giovane biondo vada a dire tutta la verità a
Flor, e
dirà addio alla vendetta.
“Malala, ti sbagli...” Franco fa un profondo
respiro.
Guarda la vecchia e intraprendente donna con furbizia.
Per un momento, Malala è spaesata, tutt'altro che convinta
che la
situazione sia sotto controllo.
Franco, però, mette fine a questo silenzio delirante per le
due
donne, e sorride.
“Lo sapevo che non ci avresti mai tradito” dice
Delfina, ridendo
maleficamente.
“Be', scusa per aver dubitato di te per un secondo”
Malala sorride
contenta.
Contenta per aver trovato un altro fidato alleato.
Nel
salotto di casa Fritzenwalden, due innamorati hanno il cuore
colmo di gioia.
“Dimmi, amore, quando lascerai Delfina?” chiede
Florencia,
guardando il suo Freezer.
Si morde il labbro continuamente, si perde negli occhi profondi di
Federico, dimenticandosi della domanda.
“Le andrò a parlare tra poco” risponde
deciso il giovane
imprenditore, baciando la sua piccola fatina.
E ipnotizzandola, perché Flor non risponde più
agli stimoli del
mondo esterno.
Federico ride divertito della situazione, mentre Flor si sveglia
dal sogno a occhi aperti.
“Che cosa c'è da ridere? Per caso, mi è
rimasto un po' di cibo
incastrato tra i denti?!” si alza improvvisamente dal divano.
Scruta con attenzione tutta la sua figura.
Non trovando niente che non andasse, si gira verso Federico.
“Secondo me, l'amore ti fa venire le allucinazioni,
perché io non
ho niente!” si arrabbia un po', perché Federico
ride, e non le dice cosa ci sia
che non va.
“Allora, Freezer, mi dici perché ridi?!”
ritorna ad accucciarsi
accanto al Freezer.
“Rido perché ti amo...” tutto a un
tratto, Federico smette di ridere.
Franco, il problema è Franco.
Chi avrebbe avuto il coraggio di dirgli tutta la verità?
Come avrebbe fatto per lenirgli il dolore della perdita del primo
amore?
“Freezer, e ora cosa succede?!” chiede Flor, stufa
dei continui
cambiamenti d'umore di Federico.
“Franco, ecco cosa succede.”
A quel punto, anche Flor perde tutto l'entusiasmo.
È vero, si erano dimenticati di Franco.
Delfina è facile da liquidare, ma Franco è
tutt'altra questione.
È il fratello di Federico, una specie di guida per il
secondogenito;
e dargli una notizia del genere significherebbe mandarlo allo sbando,
disorientarlo.
“Gli toglieremo la bussola...” mormora, ricordando
una
chiacchierata con Franco.
Gli aveva detto che aveva perso la bussola, e non riusciva a
ritrovarla.
E questo era esattamente ciò che succederà a lui.
“Si, e vorrei evitarglielo: è ancora troppo
piccolo per soffrire
così tanto. Perché questo non è
tutto...” confessa Federico, passandosi una
mano tra i biondi capelli, scompigliandoli.
“Cosa vuoi dire?” domanda Flor, allarmata.
“Voglio dire che ci sono altri segreti che tu non conosci,
Flor.
Franco è stato da sempre vittima di sofferenze enormi, e una
fa proprio
riferimento a quando era piccolo: si innamorò profondamente
di sua cugina, e
non sai quante peripezie ha passato per questo” svela
Federico ad
un'interessata Flor.
“Raccontami tutta la storia, per favore” chiede
Flor.
“A quel tempo, passavamo tutte le estati in Germania, nella
casa
di mio zio Esteban, che aveva una figlia, Olivia, una ragazza
bellissima. Franco
s'innamorò perdutamente di lei, che contraccambiava; io ero
dalla loro parte,
li sostenevo, così facemmo un patto: tutti avrebbero
rispettato e sostenuto gli
altri, e nessuno avrebbe mai tradito nessuno. Ma io tradii mio
fratello: quando
lui e Olivia decisero di scappare, io lo dissi a papà, e li
separò per
sempre...” una lacrima scende sulla guancia di Federico.
Flor rimane commossa.
Piange per Franco, piange per Federico e anche per quella povera
ragazza.
Piange perché tutto sta per ripetersi ancora.
Piange perché Franco soffrirà ancora.
E non riesce a fermarsi guardando Federico disperarsi per aver
rovinato la vita a suo fratello.
“Fede... - si asciuga una lacrima con il fazzoletto. - non
devi
rimproverarti per aver fatto ciò che ritenevi
giusto” gli dice Flor,
accarezzandogli una guancia.
Nota come le lacrime di Federico, alle sue parole, si moltiplicano
improvvisamente.
“No, io ho tante cose da rimproverarmi. La notte in cui
ritrovarono Franco e Olivia, ci fu un incidente: Olivia fu
violentemente investita,
ed è rimasta in coma. Ancora oggi è in coma, e
non c'è possibilità che torni a
vivere. Da allora, Franco non
è rimasto
più lo stesso. Solo quando sei venuta in questa casa, lui ha
ricominciato a
sorridere, e io...” le lacrime gli rigano profondamente il
viso, percorrono le
sue guance ininterrottamente.
Flor si fa trasportare da quell'atmosfera di tristezza, piangendo
anche lei come Federico.
La tristezza di Federico le ha invaso il cuore.
“Io gliel’ho tolta ancora, come quella maledetta
sera di sei anni
fa” si stringe con la mano il petto, e la disperazione
diventa sempre più
forte, sempre più penetrante nel cuore di Federico.
Flor era pietrificata, non sapeva cosa fare.
Dirgli che tutto l’accaduto non è colpa sua
è solo superfluo.
Non capiva come tanta sofferenza non fosse alleviata dalla persona
che si ama.
Neanche con un gesto di dolcezza e di comprensione.
Non si può fare niente.
“Quella sera io potevo salvare Olivia, ma non l’ho
fatto” confessa
Federico ad una commossa Florencia.
Lei rimane zitta.
Le parole le mancano.
“Io l’avrei dovuta spingere, e salvarle la vita;
invece non l’ho
fatto, e ho rovinato la vita di un’innocente dodicenne, le ho
distrutto i sogni…”
Flor abbraccia forte Federico.
Piangono insieme per quella tragedia.
Una tragedia che ha distrutto tutta la famiglia.
Una tragedia che non si è mai rimarginata nel cuore di
Federico.
Ma Flor crede che l’amore che li unisce, li
salverà anche da
quello.
E spera tanto che Franco trovi l’amore vero e sia felice per
sempre.
Nella
stanza delle streghe, tre
loschi individui complottano contro la
famiglia Fritzenwalden.
“Malala, abbiamo deciso tutto. Ora, tocca a te trovare
qualcuno
che sappia riprodurre al meglio la calligrafia di mio padre”
la informa Franco,
guardando fuori dalla finestra.
L’albero di Flor è rigoglioso di fiori bianchi.
Va ad aprire la finestra e sente il profumo della primavera.
Il pieno della primavera.
La stagione che ama di più.
Il periodo più denso di emozioni è stato quello.
Chiude gli occhi e assapora per bene il profumo dei fiori di Flor.
“Franco, sembra che stai sognando! Torna alla
realtà” con uno
schiocco di dita davanti agli occhi del biondo, Delfina riporta Franco
con la
mente alla realtà.
“Io dovrò viaggiare, quindi vi lascio da sole per
una settimana,
giusto il tempo che servirà a Malala per trovare qualcuno
che sappia riprodurre
la calligrafia di mio padre” dice Franco.
“Dove dovresti andare?” domanda Malala curiosa.
“Devo andare in Germania per qualcosa di molto importante. Ti
dirò
tutto in una lettera” conclude il biondo, uscendo dalla porta
di quella stanza
per dirigersi verso camera sua.
Apre l’armadio, prende la valigia e vi ripone dentro dei
vestiti.
Da un cofanetto, tira fuori un biglietto per la Germania,
prenotato tempo prima.
Prepara tutto con cura e precisione, mettendo tutto ciò che
gli
serve nella valigia e negli scomparti.
La richiude.
Si gira verso la scrivania, e vi trova quello a cui tiene di
più:
una bambolina di pezza.
L’ha sempre fatto sorridere.
Ripone la bambolina nel bagaglio a mano.
Poi prende un foglio e scrive tutte le informazioni per Malala.
Le scrive tutto, senza tralasciare alcun dettaglio.
Ma non scrive i sentimenti di quell’esperienza.
Vivono dentro di lui, però non esiste parola che li possa
descrivere.
La imbusta e vi scrive sopra “per Malala.”
La lascia sotto la porta della camera di Delfina, prima di
andarsene senza avvertire nessuno.
Nel
suo studio, Federico era steso sul divano, con Florencia che
dormiva sul suo petto.
Stava ripensando ancora a quella notte di sei anni fa.
Una ventata d’aria apre leggermente la finestra.
Federico si accorge dell’aria di quel giorno.
Un’aria profumata, frizzante.
A quel punto, capisce che deve andare da Franco.
Appoggia delicatamente Flor sul divano, sgattaiolando via dallo
studio.
Arriva in camera di Franco, ma non lo trova.
Lo cerca per i corridoi, per i bagni, in soffitta, in cantina, ma
non c’è.
Guarda nel suo armadio, e non trova i vestiti.
Capisce subito che Franco è partito per la Germania.
È da quando era piccolo che voleva andare in Germania in
quei
giorni, ma non c’è mai potuto andare: il padre non
lo lasciava andare.
Federico ha sempre pensato che suo padre faceva bene a non
mandarlo, perché non gli fa bene ricordare i momenti felici
e soprattutto
rivedere lei.
Se ne sarebbe dovuto fare una ragione, ma più i giorni
passavano,
più lui stava male.
Rassegnato all’idea di fermarlo, torna in salone e si siede
sul
divano.
Dopo ben
diciassette ore di viaggio, Franco sbarca in Germania.
Con
la sua bambolina in mano, si dirige verso l’ospedale in cui
è
ricoverata Olivia da sei anni.
Davanti
alla porta della stanza di Olivia, c’è sempre lui,
Esteban, suo zio.
Non
ha il coraggio di presentarsi a lui.
L’avrebbe
ucciso con le sue mani, e non avrebbe tutti i torti.
Una
donna lo sorprende da dietro.
“Franco…”
sussurra sconcertata.
“Ti
prego, non dirgli che sono qui” implora il ragazzo, guardando
i ricci della donna.
“Io
non gli dirò niente, ma tu perché sei
qui?” chiede la donna,
guardando gli occhi ipnotizzanti del bel giovane.
“Sono
qui per lei, perché la voglio vedere dopo tanti
anni”
risponde Franco, speranzoso che la madre di Olivia lo lasciasse passare.
“Tu
non… - ma prima di privargli il passaggio, ripensa a quando,
prima di entrare in coma, Olivia le chiese di permettere a Franco di
vederla
per un’ultima volta; fece una promessa alla figlia, e la
doveva mantenere. – Io
distraggo Esteban, tu entri” gli dice, sorridendo.
“Grazie.”
La
signora Fritzenwalden distrae Esteban, e Franco entra
furtivamente nella stanza di Olivia.
È
lì, distesa su quel letto, con dei tubi che le percorrono il
corpo.
Bianca
in volto, magrissima.
Dorme
come una principessa.
Quei
capelli biondissimi e un po’ riccioluti emanano ancora il
profumo più buono che abbia mai sentito.
“Non
ti ho mai dimenticato…” si avvicina a lei, le
stampa un bacio
sulla fronte.
Le
stringe la mano.
Si
mette a piangere, poggiando la testa sul lettino.
“Perché
ti è successo questo, perché?!” chiede
ad alta voce.
Improvvisamente,
Olivia si sveglia da quel lungo sonno.
Gli
occhi sono semi chiusi, ma s’intravede lo stesso
l’azzurro
cielo dei suoi occhi.
Schiude
la bocca.
“Franco…”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Discordia ***
“Franco…”
sussurra la bella addormentata, rivedendo dopo
tanti anni il viso del suo primo amore.
“Olivia!” esclama il giovane biondo, guardando gli
occhi
di Olivia aprirsi sempre più.
“Sei davvero tu?” gli domanda Olivia, girando il
capo
verso il viso di Franco.
“Sì, sono io” rassicura lui, sorridendo
a trentadue
denti.
La felicità lo invade in un secondo.
I suoi occhi luccicano dalle lacrime.
Il chiarore dei suoi occhi non mente: il fuoco per Olivia
si è riacceso, di nuovo.
Preso da quell’imprevedibile emozione, bacia Olivia.
Un bacio che ha atteso anni interi.
E che gli è mancato soprattutto in quella stagione.
Un bacio che potrebbe portarli a essere felici.
Non appena sono consapevoli di quanto stesse succedendo,
non continuano quel momento perfetto.
Olivia guardava Franco attonita.
Poi, d’un tratto, li richiude.
Scatta l’allarme in quella stanza.
A Franco scende una lacrime sul viso.
Subito lascia la stanza per non farsi trovare lì dentro.
Riesce a scampare a infermieri e medici.
Ma non scampa da suo zio.
“Che ci fai qui?! Ti avevo detto di non farti mai
più
vedere!” urla con ira il Fritzenwalden.
“Caro, ti prego, calmati e pensa a nostra figlia”
incita
la moglie al marito, guardando Franco con occhi pieni di lacrime.
“Se succede qualcosa a mia figlia, giuro che ti
ammazzerò
con le mie stesse mani!” minaccia l’ennesimo
imprenditore Fritzenwalden, squadrando
Franco dalla testa ai piedi.
I tre si siedono sulle sedie della sala d’attesa.
La signora Fritzenwalden è seduta accanto a Franco.
Non crede che tutto quello che sta passando a Olivia sia
opera di una qualche patologia in incubazione da tempo.
Pensa che ci sia lo zampino di Franco in tutto questo.
Lo scruta dritto negli occhi.
“Dimmi, sei stati tu? Per sei anni è stata bene,
non ha
avuto nessun crollo improvviso. Ora, invece ha avuto un crollo: che
cosa c’entri
con tutto questo?” domanda esausta dalla collera e dal
rimorso per non aver
salvato sua figlia anni fa.
“Vieni a prendere un caffè con
me…” le propone il
ragazzo, facendole intendere che è solo un modo
perché Esteban non senta niente
di tutto quello.
La donna si allontana insieme a Franco.
Arrivati alla macchinetta del caffè, Franco comincia a
spiegare tutto l’accaduto.
“Tua figlia si è risvegliata improvvisamente. Ha
sussurrato il mio nome, ha domandato se fossi io e poi ha richiuso gli
occhi”
le svela, traendo un profondo respiro.
“Mia figlia è viva?! Si è risvegliata!
Oh, grazie al cielo”
esclama la madre di Olivia.
“Sì, Olivia è viva” sorride
Franco all’idea che possa
rivedere Olivia passeggiare per i parchi di Berlino con un libro in
mano.
È esattamente così che si sono innamorati.
Era una notte stellata e dalla luna piena e bianchissima.
Soffiava un leggero vento tiepido.
Olivia scappò da un galà organizzato da un
imprenditore, amico di suo padre.
Si rifugiò molto spesso nel parco meno conosciuto di
Berlino con il suo libro preferito in mano.
Camminò con quel libro aperto e leggendolo.
Fino a quando non trovò il posto che le piaceva di
più.
Un luogo esposto a
continui venti caldi, con un grande lago di fronte a sé.
Si sciolse i capelli e li abbandonò alle cure del
vento, mentre s’immerse nella lettura.
Anche Franco scappò da quel tipo di feste.
Quella volta, volle seguire Olivia.
Quando la vide per la prima volta lì, con il suo
viso esposto alla luce della luna, rimase affascinato, inebriato da
quell’immagine.
Non si accorse che si trovava in un punto molto
pericoloso.
Quel punto crollò.
Franco cadde in acqua.
Urlò aiuto, e Olivia lo andò a salvare.
Si ritrovò faccia a faccia con lui, e da quel momento lo
iniziò a guardare con occhi diversi.
Fu quella la notte indimenticabile della loro vita.
Franco interrompe il suo ricordo.
“Io non credo che lei sia svenuta solo perché ti
ha
rivisto” gli dice la donna, guardandolo con sospetto.
“Perché non lo credi? Lo sai quello che
c’è stato tra
noi, e dovresti sapere che rivedere il primo amore mai dimenticato
provoca
sconcerto” conclude Franco, andandosi a sedere vicino allo
zio Esteban.
Ma sente una mano bloccargli il braccio.
“Dimmi la verità” gli chiede autoritaria
la madre di
Olivia.
“E’ quella che ti ho detto prima la
verità” le risponde
Franco, girando immediatamente lo sguardo verso il dottore che usciva
dalla
camera di Olivia.
Si precipita dal dottore con Esteban e sua moglie accanto
a lui.
“Congratulazioni, vostra figlia è viva e vegeta.
Dobbiamo
effettuare gli ultimi accertamenti cerebrali, e se non troviamo niente
di
preoccupante, la potrete riportare a casa domani stesso”
annuncia il medico.
Tutti tirano un sospiro di sollievo.
Esteban piange le lacrime che non ha versato in tutti
questi anni.
La moglie si commuove molto per la notizia.
Franco è molto sollevato dal peso di averle procurato un
altro danno.
È felice e sorpreso come non mai.
Felice per avere avuto un’altra chance dalla vita.
Felice perché Olivia è viva e può
ancora avere l’opportunità
di stare con lei per sempre.
Esteban lo prende in disparte.
“Io voglio che tu te ne vada, adesso” gli ordina,
impassibile.
“Io ho solo fatto del bene a Olivia, perché
è sveglia
grazie al mio ritorno qui” gli dice con estrema sicurezza.
“No, tu le hai fatto solo del male, e non voglio che
continui con il tuo dissuaderla dai suoi doveri e dal suo essere una
brava
ragazza” ha il coraggio di dire Esteban.
“No, io non me ne vado!” sentenzia Franco, entrando
nella
camera di Olivia.
“Fermati, dove vai?!” gli grida Esteban.
Lo insegue in camera di Olivia, con la moglie.
Tutti sono in camera un po’ alterati.
Olivia è sveglia, come nuova.
“Mamma, papà!” esclama felice.
Li abbraccia entrambi.
“E tu chi sei?” domanda a Franco.
Tutti rimangono sbigottiti.
Non si ricorda di lui, il suo principe.
Franco diventa serio.
Esce fuori dalla camera, mentre Olivia è confusa.
La madre di Oli lo segue.
Franco è nel corridoio dell’ospedale, con le
lacrime agli
occhi.
“Avete conseguito ciò che volevate: non si ricorda
di me”
mormora Franco, appoggiato a un muro con la testa tra le mani.
“Non è mai stato ciò che volevamo,
almeno non è ciò che
io voglio: io sono rimasta incantata quando mia figlia mi ha detto che
si era
innamorata; ma quando mi ha detto che eri tu, lo ammetto, sono rimasta
attonita
e contrariata. Ti giuro, però, che dopo che ho letto una
lettere inviatami da
mia figlia, ho cambiato del tutto la idea su voi due: mi sarebbe tanto
piaciuto
darvi la mia benedizione” confessa la madre di Olivia, con
uno sguardo più
dolce.
Franco l’abbraccia contento per la sua confessione.
Vede arrivare il medico.
Avverte la donna dell’arrivo del medico e si precipitano
da lui.
“La signorina ha una perdita della memoria. Solitamente,
si tende a escludere dalla propria memoria gli eventi più
dolorosi e chi è
legato a essi” informa il medico.
Franco, a quel punto, si spaventa.
“Prima o poi recupererà quel tratto di memoria
perso?”
chiede con il groppo in gola.
Esteban lo guarda con aria da “ostacolo.”
“Scordati di avere un posto nel cuore di mia
figlia!”
urla.
“Mi merito più io un posto nel suo cuore, invece
di te
che l’hai costretta ad abbandonare il suo vero amore, solo
per proteggere il
tuo prezioso cognome” gli dice sfacciatamente e senza ritegno
il biondo.
Esteban si sente colpito da quelle parole.
Per un momento, rimane fermo a squadrarlo.
Poi gli molla un ceffone.
Franco cade a terra.
Controlla la parte colpita e vi sente del sangue.
Aiutato da Elisa, la moglie di Esteban, e dal medico,
viene portato nella stanza in cui si effettuano le medicazioni.
Elisa torna da suo marito con aria molto contrariata.
“Come ti sei permesso? Non hai nessun diritto di
trattarlo in questo modo!” gli intima con estrema
serietà.
Esteban la fissa sorpreso.
“Il diritto di proteggere la mia bambina, ecco il mio
diritto” le risponde sicuro delle sue parole.
Elisa scrolla la testa furiosamente.
Per non creare ulteriori problemi, va in camera da sua
figlia.
“Olivia, tesoro, come ti senti?” le domanda.
“Va tutto bene…” risponde pensando a
tutt’altro.
“Sicuro?” avverte che c’è
qualcosa che le nasconde.
“Chi era quel ragazzo? È
carino…” sorride Olivia,
ripensando agli occhi azzurrissimi del bel ragazzo.
“E’ Franco…” Elisa viene
interrotta da suo marito,
Esteban.
“Un ragazzo che non è a posto” annuncia.
“A me non sembra cattivo o con qualche cosa da
nascondere”
dice la ragazza.
“No, Olivia, lui non è il ragazzo giusto per
te” le
consiglia con terzi fini Esteban.
“Tesoro, per favore…” gli dice Elisa.
Esteban comprende che non è il miglior momento per
iniziare a parlare di Franco.
Quasi dall’altra parte del mondo, tutti sono in ansia per
il giocatore di tennis più bravo che esista.
“Federico, tutti sono impazienti perché vogliono
sapere
qualcosa in più su Franco. E anch’io voglio
sapere” informa Flor a un Federico
immerso nei suoi pensieri.
“Franco è andato in Germania per terminare
qualcosa per
me” dice Federico.
“Ah…” mormora Flor non troppo convinta.
Possibile che sia andato in Germania solo per risolvere
qualche affare per Federico?
No, impossibile.
Florencia non è così stupida.
Non se la beve la scusa di Federico.
Franco è andato in Germania per quella ragazza, questa
è
la sua convinzione.
Ma non ha intenzione di dire ai ragazzi che il loro
fratello si sta facendo ancora del male, così inventa una
scusa più plausibile
di quella di Federico.
Nella torre maledetta del castello, Malala era con il
cellulare costantemente attaccato all’orecchio.
“Maledizione, non risponde mai” sbuffa, stufa di
continuare a digitare il numero di telefono di Franco.
Dopo l’ennesima telefonata, Franco si degna di
rispondere.
“Malala, c’è qualche problema
lì?” domanda
immediatamente, attonito per la chiamata di Malala.
“No, è tutto a posto, non devi preoccuparti di
niente.
Piuttosto, vorrei sapere come va a te: so che non è un buon
momento” il tono di
Malala è più morbido.
“Sono felice e sconsolato, perché Olivia si
è
risvegliata, ma non si ricorda niente di me” svela Franco.
“Ah, mi dispiace molto. Però è sempre
meglio questo di
non rivederla mai più sveglia” prova a tirargli su
il morale Malala.
“Sì…” sussurra il ragazzo,
non molto convinto.
“Ora ti devo lasciare: ci sono i mocciosi in giro e non
voglio che ascoltino la nostra telefonata. Se ci sono problemi, non
esitare a
chiamarmi. Ciao” chiude la telefonata.
La porta si spalanca improvvisamente.
Delfina entra più stranita che mai.
“Delfinuccia, che è successo?” chiede,
scocciata di così
tanti problemi della sua piccola.
“Ho rivisto lui, l’imprenditore più
ricco e in vista di
tutta l’America” confessa Delfina, pur sapendo che
alla madre non piace quell’uomo.
“Tesoro, dimenticati di lui” le intima con finta
dolcezza
la madre.
“Come faccio? È troppo
affascinante…” si ferma qui, prima
di provocare a Malala un colpo al cuore.
“E’ affascinante, ma non fa per te”
conviene Malala.
“Ma…” la madre la interrompe.
“Niente ma! Tu non lo frequenterai, non
più” le ordina
con autorità la madre.
Come diversi anni fa, non è cambiato niente da allora.
Malala che veglia in continuazione sulla vita
sentimentale di sua figlia.
Le dice costantemente chi deve frequentare, chi deve
cestinare e chi lo deve conoscere più approfonditamente.
Nonostante le abbia detto che tutti quelli ricchi e
famosi sono da frequentare, non voleva che scattasse la scintilla con
lui.
Per Malala è sempre stato cestinabile.
Ma Delfina non si fermò.
Lo volle conoscere più approfonditamente, mettendo da
parte gli avvertimenti di sua madre.
E ci riuscì: uscirono per due anni insieme.
S’innamorarono subito.
Sempre insieme, fecero viaggi, vacanze insieme ogni
estate, anche se solo ogni volta che i suoi genitori non furono in casa
per
qualche giorno.
Un giorno, non per colpa della madre o del padre, Delfina
e Segundo Félix Tarragon De La Hoya, cresciuto negli Stati
Uniti, si
lasciarono.
La scaricò con un post-it attaccato al monitor del
computer.
“Scusa, ma non posso” era il messaggio.
A soli diciannove anni, Delfina divenne una donna fredda
e meschina, promettendo a se stessa di non contraddire mai
più un consiglio di
sua madre.
Però, adesso, quella promessa era di nuovo messa in
discussione dal suo cuore.
Nella cantina del castello, Flor sta guardando l’album
dei ricordi di tutta la famiglia.
Tra le pagine centrali, trova una lettera del padre di
Federico.
La legge con curiosità.
Ma non è bello il contenuto.
Disperazione, solo quello.
Nuovo capitolo, spero vi
piaccia!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** No estés seguro ***
“Mia…mia
sorella…” balbetta sconvolto Federico.
Si
lascia cadere sul divano.
Fissando
il vuoto, non può fare a meno di chiedersi perché.
La
felicità ha bussato alla sua porta, e se
n’è andata in un battibaleno,
lasciandogli un segno indelebile.
Perché
la donna che tanto ama è sua sorella.
È
come i suoi fratellini.
Quelli
a cui deve donare amore e affetto.
Avrebbe
vissuto in quella casa per diritto.
E
sarebbe impazzito.
“Sì,
Federico, sono tua sorella. Troverai tutto in una lettera in un album
di foto
nel baule antico della cantina” spiega Flor.
Esce
dallo studio.
Non
riesce a trattenere le lacrime, e non vuole che Federico la veda in
quello
stato.
Perché
lui l’avrebbe di certo consolata, non pensando a
sé.
E
questo non l’avrebbe mai accettato, perché deve
pensare al futuro e non al suo
passato.
Flor
si autodefinisce il suo passato dal momento in cui ha letto quella
lettera.
Il
passato da cui anche lei si dovrà staccare per forza.
Torna
in camera sua con le lacrime agli occhi.
Più
rossi per non far uscire le tante lacrime da versare.
Si
scaraventa sul letto un’altra volta.
Ma,
questa volta, l’alberello non rinuncia a consolarla.
Una
fogliolina verdissima cade sul petto di Flor.
Flor
la prende.
Appare
una scritta.
“Non
perdere mai la speranza, mai.”
Il
messaggio più duro da leggere in tutta la sua vita.
Perché
non ci sono più speranze.
In
Germania, dopo una dormita profonda di ben sei ore, Franco si risveglia.
Un
ragazzo nuovo.
Non
più occhi rossi dalla stanchezza, né tantomeno
giramenti e dolori alla testa.
Scosta
la tenda e vede all’esterno.
Il
parco della villa è fenomenale.
Gli
alberi rigogliosi di fiori e alcuni anche di frutti.
Un’aria
freschissima.
Prende
una boccata d’aria dalla finestra.
Poi
si guarda intorno per cercare qualche distrazione da tutto quel
silenzio.
Capta
un baule.
Lo
apre e vi trova una vecchia chitarra.
Era
la sua grande amica.
Un
sorriso e una
lacrima di malinconia si
dipingono sul suo volto riposato e disteso.
I
ricordi di un’infanzia felice tornano in mente.
Come
suo fratello Federico, amava la chitarra.
Adorava
il suo suono, suonarla, toccare con mano quel puro legno.
Adorava
cantare.
Ma
soprattutto adorava comporre le canzoni.
Era
questa la grande dote di Franco: comporre.
Si
ricorda che si rifugiava tra gli alberi per creare le sue meravigliose
canzoni.
Passava
giornate intere a comporre.
E
poi strimpellava la chitarra alla ricerca del ritmo perfetto.
Lì,
con la schiena contro il tronco d’albero e le gambe stese sui
rami, incantava
con la sua voce.
Era
incredibile.
Il
desiderio di riprovare quelle sensazioni uniche con la chitarra
s’impossessano
di lui.
Prende
la chitarra e inizia a suonare.
Jamas
tendrás
un
gran amor
Te sentirás
tranquilo
Y dormirás
sin sueños
El mundo pasará
sin vos
No sentirá
tu
ausencia
Le faltará
tu
amor
Y tu alma clara
Tendrás
miedo a volar
No te crecerán
alas
No estes seguro
Baja a los mas hondo
Y trata de subir sin cuerdas
Llegar muy alto
Y caer a ciegas
Que corra sangre por tus venas
No estes seguro
El cielo es el infierno
Si no enfermas hasta llorar de amor
Sentir a fondo
Hasta perderlo todo
Sobrevivir es estar muerto
Jamas
tendrás
un
gran amor
Te sentirás
tranquilo
Y dormirás
sin sueños
El mundo pasará
sin vos
No sentirá
tu
ausencia
Le faltará
tu
amor
Y tu alma clara
Tendrás
miedo a volar
No te crecerán
alas
Solo
pochi versi di una bellissima canzone.
Scritta quando Olivia era in coma.
Malinconia, tristezza e angoscia in quei
pochi versi.
Ciò che lui sente in quel momento, e quello
che ha sentito per interi anni.
La stessa che Federico si trova ad
affrontare.
Con la lettera di suo padre davanti, piange.
La riempie di lacrimoni insostenibili per il
Freezer.
Nella cantina buia, fredda e silenziosa di
quella villa, Federico si lascia andare ad un lungo pianto
incontenibile.
Chiedendosi perché tutto quello a lui.
“Perché, papà, perché mi hai
fatto questo?!”
chiede disperato.
Come se lui avesse una risposta.
Ma una risposta non l’avrebbe mai avuta.
Mai.
E
questo stringe ancor più il cuore del
Freezer.
In Germania, anche a qualcun altro si stringe
il cuore.
È Olivia.
Oramai, da quando ha scoperto che Franco è in
quella camera, si trova sempre in quei paraggi.
L’ha sentito cantare pochi minuti prima, ed è
rimasta estasiata.
Una voce divina.
Entra piano dalla porta.
Franco la guarda sconcertato e felice.
“Ti prego, non dire a tuo padre che sono qui”
implora lui.
“Tranquillo, non gli dirò niente”
assicura
Olivia, andandosi a sedere accanto a lui.
“Io non piaccio a Esteban, quindi è meglio
che rimanga qui, e che lui non mi veda e non sappia niente”
spiega Franco.
Il biondino la guarda negli occhi e rimane
ipnotizzato.
Occhi così belli non li ha mai visti.
“E tu mi sapresti dire il motivo di così
tanto contrasto?” chiede Olivia.
“Non ti è rimasto niente qui, nel petto.
–
Franco tocca il suo petto. – Perché è
qui che tu capisci cosa voglio dire.
Speravo che tu almeno
ricordassi…ecco…quello” farfuglia
Franco, incerto.
Spaventato.
Perché forse le ha dato troppe informazioni,
e non è ciò che il medico ha consigliato.
Ma Olivia non sperava altro che questo, da
quando lo ha baciato nel sonno.
Istintivamente, lo bacia.
Lo bacia pur essendo insicura.
Perché la tentazione è troppo forte.
Perché quel sentimento è rimasto per sei anni
in sospeso.
E dev’essere vissuto.
Proprio come loro stanno facendo in quel
momento.
Fanno l’amore.
Si dimenticano di tutto, e si lasciano andare
a uno sfogo profondo del loro grande amore.
In camera sua, la dolce Flor è sotto il ramo
protettivo del suo alberello.
Con le lacrime agli occhi per quella frase.
Quella maledetta frase.
“Dov’è la speranza?! Mi dite
dov’è! Perché non
apparite qui e non mi dite la verità!” sbotta in
un mare di lacrime.
Un mare di lacrime dolorosissimo.
La rende ancora più convinta che la speranza
non c’è.
Ma la speranza esiste in quella casa, e Flor
non se n’è resa conto.
Perché non ha bussato alla sua porta.
Ma busserà e le sfodererà un sorriso che la
farà rinsavire.
E le tornerà il desiderio di combattere per
ciò che vuole.
Eccolo lì, il piccolo Tomas.
Piomba in camera di Flor tutto contento.
Eccola, la speranza.
Flor ha un sussulto.
Finalmente, intende ciò che quel messaggio
vuol dire.
Corre ad abbracciare il suo piccolo
fratellino.
Lo riempie di sorrisi, di abbracci, di baci.
E di lacrime.
Lacrime che Tomas non comprende.
Seduta su una panchina, Delfina è totalmente
confusa.
Ha il telefono in mano e il foglietto col
numero.
Ripone il telefono nella tasca per l’ennesima
volta.
Ma questa volta con un piano per la testa.
Dalla una busta, estrae uno dei vestiti che
ha comprato.
Per l’esattezza, quello che le ha regalato
Segundo.
L’eleganza, la raffinatezza, la bellezza e la
qualità.
Ecco i tre pregi di quel vestito.
Ovvero il carattere di Segundo.
Un’amante di tutto ciò che è bello e di
alto
livello.
Esattamente come lei.
Ma in qualcosa sono differenti.
Lei non si avvicinerebbe mai a persone più
volgari.
Quello che Segundo fa senza alcun problema,
soprattutto se si tratta di bellezza.
Però Delfina è convinta di avere sempre il
cuore di Segundo nelle sue mani.
Perché lei è la donna perfetta per lui.
Ed è
proprio questo il
vantaggio su Flor.
Questa
volta lei avrebbe diretto i giochi.
I giochi più perversi mai pianificati.
Chiama a quel numero con estrema sicurezza.
L’appuntamento con Segundo è fissato per
quella notte.
Alla villa, Malala gironzola per quella casa.
Tiene in mano delle foto di diciotto anni fa.
Le foto di quando era incinta.
Era un bambino.
Si sarebbe realizzato il suo sogno di avere
un maschietto, se solo fosse nato.
“Maledetta schifosa…” mormora.
Gli occhi le si riempiono di lacrime e
rancore.
Prova ancora rancore per lei.
Per Margarita Valente.
Nonostante tutti i tentativi che ha fatto per
riprendersi in mano la sua vita, quella ferita è rimasta nel
profondo del suo
cuore.
E non ci sarebbe mai stato niente che le
potesse lenire il dolore.
Perché il dolore della perdita di un figlio
non si dimentica.
Si trova davanti una foto di Franco.
Avrebbe tanto voluto che il suo bambino fosse
lui.
O come lui.
Non sa perché, ma prova un affetto profondo
per quel ragazzo.
Anche quando stava dietro a Flor e era
solare, gli è sempre piaciuto.
Forse perché quel ragazzo è coraggioso, come
lei.
Infatti, quel ragazzo è molto coraggioso.
Perché ha sempre avuto speranza.
L’ha mantenuta contro vento e maree.
E ora ha ricevuto il tanto atteso premio per
quanto ha sperato.
La sua Olivia è il premio.
Sono abbracciati sul letto.
Uniti in un amore profondo.
“E’ tutto questo quello che ci unisce?”
domanda Olivia, stranita da tutto quello.
“Sì, è questo” risponde
Franco.
“Ma non è giusto…” lamenta
Olivia, piangendo.
Lascia la presa da Franco.
Si volta dalla parte opposta e guarda il
muro.
Per non guardare quegli occhi dolci.
Quegli occhi che la colpiscono.
E non essere catapultata tra i suoi sogni.
E baciarlo ancora.
Franco lascia che Olivia si allontani.
Si alza dal letto.
Fa un profondo respiro.
Si abbassa per guardare negli occhi Olivia.
E per parlarle.
“Lo sapevo che sarebbe successo questo. Ma io
non voglio contestare la tua decisione. Voglio solo dirti di
comprendere quanto
ci unisce. Non buttare tutto via, ti prego” implora Franco,
rivestendosi.
Esce dalla camera, lasciando Olivia sola.
Sola, confusa e disperata in quella camera.
Alla villa, sono le ventitré.
Delfina è più che pronta per affrontare
Segundo.
Si mette i suoi pendenti luminosi preferiti,
e parte alla riscossa.
Una macchina l’attende davanti alla villa.
Delfina vi entra.
L’autista la porta alla dimora di Segundo.
Una villa stupenda con piscina.
Lui è davanti alla porta di casa.
L’aspetta.
E non appena la vede, viene rapito da quella
stupenda immagine.
“Sei bellissima…” commenta, baciandole
la
mano.
Entrano entrambi.
Segundo offre a Delfina un bicchiere del
miglior champagne.
“Vedo che sei rimasto quello di una volta”
osserva Delfina.
“Sì. E anche tu non sei cambiata affatto.
Sempre bellissima” le dice Segundo.
“Sì…bellissima. Ma non sono
più quella di una
volta. Io non mi lascio più ingannare” minaccia
Delfina.
Si siede accanto a lui.
Segundo è molto attratto da lei.
E non crede che lei sia cambiata.
Si avvicina sempre più per baciarla.
Ma quando Delfina dice che è cambiata, è
cambiata.
Gli getta lo champagne in faccia.
“Te l’ho detto, non sono più la
stessa”
conclude Delfina.
Prende la sua giacca, la sua borsa e esce
soddisfatta da quella villa.
Perché ha avuto la prova che gli può tenere
testa.
E avere finalmente la sua rivincita su di
lui.
E anche su Flor.
Perché è a questo che mira.
Fargli provare le stesse intense sensazioni
che lei ha provato per anni.
E alcune per mesi.
Nella sua villa, Segundo è rimasto
sbalordito.
L’ascendente su Delfina non funziona più.
Ma è quello della sua ex che funziona
su di lui.
E deve stare attento.
Ma anche divertirsi.
Perché quello è un gioco per lui.
Un gioco per tornare ad amarsi e non
lasciarsi mai più.
O forse qualcosa di più di un gioco.
Almeno è quello a cui Delfina punta.
L’indomani, Segundo di presenta alla villa.
Flor gli apre la porta e lo fa accomodare sul
divano.
Si mettono a chiacchierare.
Segundo commenta la bellezza della casa,
facendo sì che Flor gliela mostrasse.
Prima tutte i vasi d’epoche storiche e quadri
originali del primo piano.
Poi passa al piano superiore.
Gli mostra camera sua.
Sempre con Delfina che gli sta alle calcagna.
E, non appena trova occasione, li rinchiude
lì dentro.
Il piano è
scattato.
Angolo autrice:
Ciao a tutte! Eccomi
qui con un nuovo capitolo.
Ringrazio tutti quelli che leggono!
Vorrei anche ringraziare con tutto il cuore Flori186, Rospina,
Federika21, Freezer19_96 e, ultima ma molto importante, Danicienta!
Grazie tanto per aiutarmi a migliorare e a sostenermi!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Gli arcani del passato ***
La
lettera le cade di mano non appena legge le fatidiche parole.
Quelle
maledette parole la fanno cadere in un pianto a dir poco struggente.
La
felicità di qualche minuto prima è stata
annullata da un foglio di carta
ingiallito.
La
felicità più grande infranta per sempre.
E
adesso non rimaneva che piangere sulle sue bianche lenzuola del letto
in
compagnia dell'alberello.
E
forse anche vedere Federico sottobraccio a un'altra sull'altare.
Si
accascia con le mani sul cuore sulla vecchia sedia scricchiolante della
cantina.
Le
lacrime continuano a scendere ancora per un po'.
Ma
con tutta la forza che ha in corpo, si asciuga le ultime lacrime
versate.
Ripone
la carta nel proprio luogo e torna in camera sua non facendosi vedere
da
nessuno.
Si
butta non curante di niente sul letto e continua a sfogarsi con il
sostegno
dell'alberello magico.
Un'altra
messa come lei è a pochi passi da camera sua.
Un
mal d'amore, un mal di famiglia.
Anche
il suo cuore è in crisi.
Da
una parte i sentimenti riscoperti per Segundo e dall'altra il bene per
sua
madre.
Chi
dei due si merita la mia rinuncia all'altro? Pensa.
Di
certo non c'è risposta.
Segundo
l'ha lasciata nel peggiore dei modi, e anche Malala ha avuto le sue
grosse
colpe.
Non
è il fatto che non l'abbia educata all'amore, come Flor,
bensì un fatto
avvenuto anni e anni prima.
Aveva
due anni, ma se lo ricorda perfettamente.
Sua
madre e Margarita Valente stavano avendo una discussione molto accesa
sul
ciglio delle scale di casa Santillàn.
Accuse
pesanti stavano uscendo dalle loro bocche.
Malala
stava accusando Margarita di essersi fatta mettere incinta per
trattenere
Santillàn.
Stava
urlando contro la madre di Flor tutta l'ira repressa quando
Santillàn le appioppava
una scusa per poter andarsene via con lei.
Margarita
replicò con forza.
Le
disse che non era colpa sua se il marito si allontanò da lei.
Lei
lo trattò male, e lei era l'unica colpevole.
E,
inoltre, insinuò che la strabordante pancia di Malala era
finta.
Sì,
Malala all'epoca era incinta.
Precisamente
all'ottavo mese.
La
discussione degenerò inaspettatamente.
Malala
spinse continuamente Margarita, fino a farla arrivare alle scale.
Lì,
Margarita perse l'equilibrio e si aggrappò al braccio di
Malala.
Entrambe
caddero.
Si
sentirono dei tonfi per le scale.
Delfina
si spaventò, ma riuscì comunque a chiamare
un'ambulanza.
I
soccorsi arrivarono in fretta.
Portarono
le due donne al pronto soccorso.
Margarita
era una pozza di sangue.
Tanto
sangue dalla testa.
Malala
fu trasportata d'urgenza alla sala parto.
I
medici affermarono che l'unico modo era quello di far nascere il
bambino
prematuro.
E
quel bambino nacque.
Ma
nacque morto.
Delfina
si accorse delle parole dei medici di fronte a lei a parlare, non era
stupida.
Però
qualcosa le alleviava quel peso: sua madre non era un'assassina.
La
caduta di Margarita fu davvero brutta, e i colpi subiti fortissimi, per
questo
temeva che sua madre fosse un'assassina.
Ad
un certo punto, dalla stanza della madre di Flor uscì il
medico con una faccia
bianchissima.
Un
uomo con la bambina in braccio scoppiò in lacrime
abbracciando quella bambina.
“Margarita
è morta” affermò il medico.
Delfina
sentì un colpo nello stomaco, gli occhi le si sbarrarono e
si ripiegò sul
bacino come se avesse mal di pancia, e lo sguardo fisso verso il vuoto:
sua madre diventò un'assassina.
Era
lei la colpevole di tutto.
Lei
rovinò tutto.
Lei
le portò via un'infanzia felice.
Però
riuscì a superare il trauma, tornando a fidarsi di sua madre.
Lo
schiocco delle dita di quest'ultima la riporta alla realtà.
“Tesoro,
non mi dire che pensi ancora a lui!” impreca Malala sbuffando.
“No,
non penso a lui” rispose Delfina.
“E
allora a cosa pensi?” domanda Malala.
Delfina
si ricorda della lettera.
Prima
di tornare in camera sua, l'ha messa nel baule dei Fritzenwalden.
“A
niente penso...” scappa dalla camera con una certa fretta.
Malala
rimane stupita dallo strano comportamento di sua figlia.
Ma
non gli da importanza, e torna a leggere la rivista di gossip.
A
diciassette ore di distanza, un biondino dagli occhi argento
è inchiodato su
una sedia d'ospedale.
È
una notte che è impalato su quella sedia, senza alcuna
voglia di andarsene.
Suo
zio Esteban continua a tirargli occhiatacce che gli fanno paura, ma di
certo
non avrebbe lasciato Olivia sola per una faccenda stupida come quella.
Con
gli occhi sbarrati, aspetta il giudizio del medico.
Un'ora
dopo, alle cinque del mattino, il dottore di presenta davanti a Franco
e gli
espone il responso.
“La
signorina sta bene. Non presenta lesioni interne, né
tantomeno traumi dovuti al
suo smarrimento di sei anni. L'unico 'trauma' è questa
amnesia, ma passerà col
tempo. Tenga ben presente che la paziente non deve ricevere
informazioni. Sarà
lei a ricordare” informa il medico ad un Franco sollevato.
Lo
zio Esteban con Elisa piombano nella sala d'aspetto, ma il medico
è già andato
via.
“Allora,
cosa ha detto il medico?” chiede Esteban preoccupato.
Franco
espone ciò che ha detto il medico, e Esteban fa una faccia a
dir poco contenta.
Sua
figlia non si ricorderà mai di Franco, e questo gli dava
tanta fiducia.
Franco
intuisce il suo pensiero, e non si fa mettere più i piedi in
testa.
“Ascoltami
bene, tu lo sai bene che Olivia si ricorderà di me! Non si
è mai dimenticata,
non si dimenticherà mai di noi. Ora è solo
un'amnesia, ma sono sicuro che un
giorno si ricorderà di me, ne sono sicuro. E magari con un
bacio...” provoca il
piccolo Franco Fritzenwalden.
Uno
sguardo agguerrito quello di Franco.
Guerra
si è respirata per una notte intera, guerra si respira
ancora.
E
non rinunciano a darsi battaglia.
“Guerra,
quindi?” domanda l'impresario.
“Guerra!”
esclama Franco non tirandosi indietro.
Elisa
non fa caso alla dichiarazione di guerra fatta da poco.
Lei
guarda incantata Olivia uscire dalla camera dell'ospedale sorridente.
La
corre ad abbracciare felice, sotto lo sguardo commosso di Esteban e
Franco.
Olivia
saluta anche il padre, che, furbo, non rinuncia a sventolare in faccia
questo
suo vantaggio a Franco.
Olivia
abbraccia calorosamente anche Franco.
“Sono
contenta di rivederti. Però non conosco il tuo nome e non ho
la minima idea di
chi tu sia” gli dice lei, smarrita.
“Quando
sarà il momento, saprai tutto. Per il momento, il mio nome
è Franco” spiega lui
con tenerezza.
“Tuo
cugino!” ci tiene a puntualizzare Esteban.
“Sì,
tuo cugino” annuisce Franco molto tranquillo.
Tutt'e
quattro vanno a fare una bella passeggiata per il centro di Berlino.
Tutti
felici, tutti sorridenti, tutti entusiasti.
A
parte qualche occhiata più strana del solito tra Esteban e
Franco.
La
vasta Buenos Aires è la città più
glamour della moda dell'America Latina.
E
Delfina, per il trionfo della lettera, va a fare qualche compra di qua
e di là.
Entra
nei negozi, e come prima cosa, ne scruta la classe e l'eleganza.
Se
le piace, s'immerge nei tanti vestiti.
Ma
anche scarpe, bracciali, orecchini e tanto altro.
E
i due mila pesos portatasi dietro si disperdono tra i vari negozi senza
che se
ne renda conto.
Passa
davanti a una boutique d'altra moda.
Un
vestito rosa corallo è al centro della vetrina.
È
un modello anni cinquanta in Italia, disegnato proprio da Armani.
Avvitato,
arriva all'altezza del ginocchio, ha in coordinato gli orecchini, una
bella
cintura in vita nera e delle altissime scarpe a spillo.
Non
un qualcosa di appariscente o un museo, ma solo un semplice vestito.
Un
semplice vestito con coordinato per un totale di settecento pesos.
Ma
lei ne ha altri trecento con sé.
Un
po' di amarezza in bocca.
“Se
mi lasci vedere come ti sta, te lo regalo io” sussurra una
voce seducente al
suo orecchio.
“Sei
tu...” dice con stupore.
“Sì.
E mi piacerebbe vederti con quel vestito addosso e tutto il
resto” pretende
Segundo.
“Perché
me lo dovresti comprare, e vedermi con quel vestito?” chiede
Delfina.
“Perché
mi piaci” svela con un certo tono Segundo.
“E
va bene” arrendevole, Delfina cede alla richiesta di Segundo.
Delfina
prova tutto.
Si
sistema per bene ed esce fuori.
Tutti,
anche il personale, rimangono sbalorditi: è una figura
magnifica.
“D'incanto”
esclama Segundo, pagando il vestito.
Delfina
si rimette ciò che aveva ed esce fuori dalla boutique con
Segundo.
“Ti
ringrazio tanto” dice lei.
“No,
questo e lo dovrai ripagare, e anche caro” minaccia Segundo,
mostrandole un
biglietto.
“Cos'è?”
domanda Delfina.
“Non
importa cos'è. L'unica cosa che devi sapere è che
devi chiamare a questo
numero. È sempre disponibile, quindi puoi farlo quando vuoi.
È meglio che chiami...” un'altra minaccia dalla
bocca di Segundo?
In
quel momento, Delfina capisce che ha qualcosa in mente.
Ma
niente di cattivo e perfido.
Forse
cinico e divertente sottilmente.
E
quel giochetto d'ironia cinica e divertente inizia da adesso.
“Vuoi
mostrarmi un post-it sul pc?” domanda Delfina accennando un
sorriso.
“Può
darsi...” termina Segundo, voltando le spalle e sparendo tra
la gente.
In
Germania, Franco è a pezzi.
Un
mal di testa lancinante non gli permette di fare un bel niente.
E
pensare che non ha portato con sé medicine o cose varie.
Anzi,
ora che ci pensa, non ha un alloggio.
Non
ha neanche soldi.
E
deve provvedere al suo mantenimento per tutta la settimana.
Elisa
conosce Franco, e sa che è venuto qui con l'intenzione di
vedere solo Olivia e
non si è portato dietro un centesimo.
“Puoi
venire da noi, ma Esteban non lo deve sapere” gli propone.
“Ma
io ho un posto dove dormire...” mente Franco con estrema
incapacità.
“Be',
se non vuoi stare accanto a Olivia...” Elisa viene
immediatamente interrotta.
“Dimmi
dove devo dormire” queste sono le ultime parole di Franco,
prima di entrare
nella grande villa Fritzenwalden di Germania.
Elisa
lo sistema nella camera nascosta.
Nessuno
entra mai lì, neanche i domestici.
“Qui
potrai fare tutto quello che vuoi, ma attento a non fare troppo
casino”
raccomanda Elisa, uscendo dalla porta.
“Sì”
rassicura Franco, mentre Elisa esce dalla stanza.
Si
sistema sul caldo letto della stanza.
In
un attimo, si addormenta profondamente.
Non
accorgendosi dei passi a pochi metri da lui.
Passi
svelti e non molto rumorosi.
E
anche incerti, perché si fermano di continuo.
È
Olivia che rivisita la sua casa.
Si
ferma a ogni quadro che vede.
Non
gli piacciono tutti.
Ma
quelli che sono in quella zona sono i suoi preferiti.
Passa
davanti alla camera di Franco.
Sente
lo scricchiolio del letto di Franco.
Attirata
dal rumore, entra lentamente.
Da
una rapida occhiata e poi si accorge che è solo Franco che
dorme.
Gli
si avvicina con cautela per non svegliarlo.
Sorride
alla vista di suo cugino, e non sa il perché.
Se
lo chiede interiormente.
Ma
non ce n'è bisogno, perché lo ha capito il primo
giorno che lo ha rivisto.
Amore.
Quel
sentimento che non ha mai dimenticato per lui.
L'unica
cosa rimastale di lui.
Come
la voglia di baciarlo su quel viso d'angelo.
Avvicina
la sua bocca a quella di Franco.
Un
bacio innocente e delicato.
Il
bacio che ha aspettato da una vita.
Il
bacio che, pur non volendo, termina.
E
con esso, termina anche la presenza di Olivia in quella camera.
Ma
è rimasto il suo profumo.
Un
profumo che rilascia a Franco un sorriso sulle labbra.
Torniamo
in Argentina.
Più
precisamente, alla villa.
Dopo
molte esitazioni, Flor decide di raccontare la verità al
Freezer, prima che i
loro cuori siano più coinvolti.
Entra
nello studio decisa.
Federico
le sorride a trentadue denti.
A
Flor si scioglie il cuore.
Ma
la notizia che deve dargli è troppo importante.
E
inizia il racconto terribile.
“Federico,
io sono...” si mette a piangere.
Federico
si preoccupa.
“Che
succede?” domanda Fede.
“Io
sono tua sorella!”
Ciao
a tutti! Ecco il quarto capitolo! Scusate se c'è qualche
imprecisione! Il fatto
è che devo un attimo sistemare delle cose, e non
è tanto facile.
Un bacio a tutti!
PS: scusate se è un po' brutto il capitolo! Prometto che lo
farò meglio la
prossima volta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** L'ira di Esteban ***
Delfina sghignazza ancora.
Ancora.
E ancora.
Fino ad arrivare in camera sua, e scoppiare nella risata più
divertente e
malvagia.
Si stravacca sul letto divertita e compiaciuta di se stessa.
Mentre la madre si domanda cosa abbia perso in quel giorno.
"Delfina, cosa succede?" chiede stranita da sua figlia.
"Mamma, succede il meglio del meglio. Segundo e Flor chiusi in camera
della cardo" chiarisce Delfina.
Malala spalanca la bocca stupefatta.
"Ma cosa ti prende? Sei impazzita? Quell'idiota spiffererà
tutto alla
cardo su voi due" esclama Malala.
Si alza dal letto.
Furiosa e preoccupata, va avanti indietro per la camera.
E osserva il sorriso di sua figlia.
Il più determinato, tranquillo e soddisfatto che abbia mai
visto.
Egli occhi brillanti di una luce penetrante.
"Mi dici perché sei così contenta?" chiede Malala
completamente
sconcertata.
"Perché Segundo è nelle mie mani. Flor
è nelle mie mani. Ho intenzione di
far soffrire Flor come ho sofferto io" spiega Delfina.
"Con Segundo? Lo sai che è perdutamente innamorata di
Federico"
osserva Malala.
"Sì, lo so..."
Delfina completa la sua spiegazione alla madre.
Malala è divenuta in un secondo la madre più
soddisfatta e fiera del suo stesso
sangue.
Incamera di Flor, tutto è calmo e tranquillo.
Segundo seduto sulla sedia accanto al suo letto.
E lei rannicchiata angosciosamente sulla sedia davanti allo specchio.
Il petto appoggiato sulle gambe.
Il suo mento appoggiato contro le ginocchia.
E tante lacrime che scendono dai suoi occhi.
Lentamente e tristemente.
Segundo è commosso da tutto quello.
Ha avuto modo di osservare Flor, la sua Flor.
E si è reso conto che è sempre la sentimentale,
sensibile, dolce, disponibile,
innamorata e sofferente Flor.
Le si avvicina con cautela.
Le pone una mano sulla spalla.
Flor guarda lo specchio.
Vede dipinto sul volto di Segundo un sorriso malinconico.
Flor lo abbraccia forte.
L'abbraccio che ha desiderato avere da quando la sofferenza l'ha invasa.
In Germania, Olivia è in cantina.
Guarda un baule con il suo nome sopra.
È piccolo e pesante.
Lo apre.
Una miriade di libri sono sparsi per tutto il baule.
Più una lettera.
Gliel'ha inviata Franco sei anni prima.
La legge tutta.
Righe di vero amore.
Righe di tristezza.
Si rende conto che il loro amore ha radici più profonde di
quanto lei pensasse.
Non è attrazione fisica.
E' un amore nato anni prima.
Contrastato dagli altri.
Ma così forte da vivere per altri sei anni dentro di loro.
Una lacrima le bagna il viso.
Appoggia bruscamente la testa contro il muro.
Poi si accascia a terra, chiudendo gli occhi.
Flor è ancora tra le protettive braccia di Segundo.
E' sempre stato quello che l'ha confortata.
Un abbraccio.
Un suo abbraccio.
Anche quando sua madre morì.
Era un pomeriggio piovoso.
Flor era sdraiata sul suo letto con gli occhi gonfi dalle lacrime.
Aveva appena saputo che sua madre era morta.
Aveva smesso di combattere.
Non sarebbe più stata con lei in quella casa.
Non l'avrebbe più contagiata con la sua allegria.
E soprattutto l'aria di quella vecchia casa non sarebbe più
stata amorevole.
L'amore.
Quello che sua madre le riusciva a dare.
Quell'importante ragione che faceva vivere Flor con allegria.
Ora non c'era più.
Per Flor non esisteva nessuna ragione per sorridere, amare e vivere.
Ma in quel momento entrò Segundo.
Avvertì subito la tristezza e la devastazione di Flor.
E non esitò a sostenerla.
L'abbracciò.
Con delicatezza.
Con affetto.
Affetto che Flor percepì.
E fu in quel momento che capì che c'erano ancora tante cose
per continuare a
vivere.
Perché per la prima volta incontrò l'amore
Quello vero.
"Flor, ti va di raccontarmi cosa è successo?" domanda
Segundo.
"Ho perso l'amore, un'altra volta" risponde Flor.
"Ti capisco bene. Molto bene" afferma convinto Segundo.
"Io non credo che tu possa capire. Perché non l'hai mai
trovato. Mai"
contraddice Flor a un Segundo sorpreso.
"Tu lo sai meglio di me che conosco l'amore. Te ne ho dato prova anni
fa" conviene Segundo.
"E' stata soltanto una messa in scena. E niente mi farà
cambiare
idea" continua Flor, più testarda che mai.
Segundo la prende con forza e la stringe a sé.
Flor ammira i suoi grandi occhi neri.
Stracolmi di tante emozioni.
Emozioni che Flor adora.
Perché gli fanno conoscere tante cose di lui.
"Mi credi adesso?" chiede Segundo.
"Sì" risponde Flor, scatenando una forte sensazione in
Segundo.
Forse una fiamma risvegliata dopo cinque anni.
O forse solo semplice attrazione.
Sa solo che ha voglia di darle un bacio.
E così fa.
In Germania, Franco gira furtivamente per la villa di Esteban.
Cerca Olivia.
La sua principessa.
Nota la porta della cantina aperta.
Scende per le scale.
Buio totale.
Fino a quando non vede uno spiraglio di luce.
E sotto di esso il corpo di Olivia.
Si precipita a constatare le sue condizioni.
Respira.
Ma non apre i suoi meravigliosi occhi.
E Franco teme il peggio.
Le accarezza la fronte.
“Olivia, ti prego, non mi lasciare di nuovo”
impreca con le lacrime agli occhi.
“Non voglio lasciarti. Ma devo” dice Olivia,
muovendosi leggermente.
Franco l’aiuta a rialzarsi.
“Che vuoi dire?” domanda serio.
“Ho letto la tua lettera. Mi ricordo di tutto. Tutto. Anche
quello che non
dovevamo fare” sospira affaticata.
“Olivia, è stato solo amore. Vero amore. E ti
prego di non rifiutarlo. Non il
nostro” prega Franco, guardandola negli occhi.
“Mi dispiace…”
Esce dalla cantina con fermezza e freddezza d’animo.
Sensazioni così intense in quella situazione.
Tanto da attanagliare il cuore di Franco.
Chi ora è deciso a cambiare rotta.
Perché non gli resta più nulla nel passato.
Rincorre Olivia.
La prende violentemente per il braccio.
“Io sono stanco. Prima mi lasci. Poi torni da me e mi chiedi
di amarti perché
sei distrutta. Tutto questo mi sta uccidendo. E io non voglio vedermi
così
abbattuto. Finiamola qui, per sempre” afferma andandosene.
Olivia è sconvolta.
Non solo stava tornando da lui per dirgli che ha sbagliato.
Voleva anche dirgli che era ad amarlo.
E lo è ancora.
Ma non lo può più fare.
Perché la determinazione negli occhi di Franco le ha fatto
capire che non c’è
più spazio nel suo cuore.
Sul terrazzo della villa, Franco è distrutto.
Ma sa che è la cosa migliore.
Sta per andarsene.
Però Esteban lo ferma.
“Tu cosa fai qui?!” domanda arrabbiatissimo.
Franco indietreggia impaurito.
Arriva fino alla ringhiera del terrazzo.
“Ti avevo già detto che non voglio che stai
accanto ad Olivia!” preso dalla rabbia,
gli tira un pugno.
Franco precipita giù.
Sotto gli occhi di Elisa e di Olivia.
Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Sono tornata con il sesto capitolo di
questa storia.
Spero che sia di vostro gradimento. Un ringraziamento a tutti i lettori
e a
quelli che recensiscono la mia storia!
Un bacio!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Non si torna più indietro ***
"Franco, ti prego, svegliati” singhiozza Olivia piangendo.
Poggia il capo sul petto del suo amato.
Battiti deboli e discontinui.
“Chiamate un'ambulanza!” urla, disperata.
Ma nessuno risponde.
Nessun cenno di aiuto.
Neanche dalle persone che più di chiunque altro dovrebbero aiutarla.
Olivia scosta dal suo pallido viso i riccioli biondi, rivelando i suoi occhi immensamente blu e lucidissimi.
E nota con estrema tristezza che non ci sono i suoi genitori ad aiutarla.
Sono fuggiti.
Le hanno lasciato sopportare tutta quell'angustia da sola.
Perché non sono capaci di prendersi le responsabilità delle loro azioni.
Sotto shock, Olivia chiama i soccorsi.
Continua ad imprecare che Franco non muoia tra le sue braccia.
Ma purtroppo i suoi battiti continuano a diminuire.
Sempre più deboli.
Sempre più impercettibili.
Fino a quando Olivia non avverte più alcun palpito.
Non ce l'ha fatta.
“Prego, uscite” invita Delfina, compiaciuta e sorridente.
“Grazie, signorina Delfina” dice Flor, con un filo di voce.
“Sì, grazie” conviene Segundo, fissando Delfina con un sorriso.
Un sorriso velato da una grande vittoria.
“Scusate, vado a terminare le mie mansioni domestiche” avverte Flor.
Sospirando, mordendosi il labbro e con un'espressione confusa e triste, va via.
Lasciando Segundo e Delfina insieme.
“Non sai in cosa ti stai cacciando. Ciò che hai fatto può portarti a soffrire molto” avverte Segundo.
“Non ti è bastato lo champagne per capire che non sono più ingenua e avventata? Vorrà dire che la prossima volta proverò con del vino pregiato italiano” risponde sicura di sé Delfina.
“Non ci sarà niente che mi potrà togliere dalla testa che tu sei ancora la stessa di pochi anni fa. Avrai imparato a tenermi testa, ma non sai osservare...” afferma Segundo.
“Tu mi sorprendi. Un uomo così innovativo che non sa stare al passo con le donne che gli sanno tenere testa. Ah, in quanto ad osservare, Florencia è il tipo per te. Si fa manipolare che è una bellezza” risponde Delfina, sorridendo.
Soddisfatta del suo lavoro, va in camera sua.
Mentre Segundo rimane colpito dalla perspicacia e dall'incredibile calma e obiettività di Delfina.
Non è più la stessa.
Prima si sarebbe arrabbiata moltissimo per quello che le ha detto.
Ora no.
Adesso, lei è diventata una donna con tutte le carte in regola per metterlo in ginocchio.
Una donna carismatica.
Una vera leader.
La paura che lo possa battere si fa sentire.
Ma non è così forte.
Perché ancora più forte è l'amore che prova per lei.
In Germania, Franco è in ospedale.
È sopravvissuto fisicamente.
Ma il suo cuore non è sopravvissuto a niente.
Adesso più che mai.
Perché ha preso una drastica decisione.
Una decisione che segnerà il suo destino.
Ma ancor più quello della sua amata principessa.
Olivia piange disperata nella sala d'aspetto.
Continua a scrollare la testa e a urlare che non può essere morto.
Franco resta colpito dalla sofferenza che prova.
Ma è la cosa più giusta.
Perché lei potrà rifarsi una vita con qualcun altro.
E sarà felice, portando nel cuore anche i loro ricordi più belli.
Franco lascia l'ospedale.
Lascia Berlino.
Alla villa Fritzenwalden, Florencia è in cucina.
Giocherella con uno dei suoi amuleti.
È una noce d'argento.
Gliel'ha regalato sua madre quando era sul letto di morte.
Le ha sempre detto che, semmai si sentisse male e avesse bisogno di aiuto, stringere forte forte l'amuleto e pensare a lei l'avrebbe fatta sentire meglio.
Ma Flor non ha bisogno di sentirsi meglio.
Lei ha bisogno di una risposta.
Quella maledetta risposta che non possono darle le fatine.
Né sua madre.
Né nessuno.
Perché custodita nei luoghi più profondi del suo cuore.
Solo lei lo può capire.
Improvvisamente, sente un brivido sulla spalla destra.
“Sembri una principessa con questi riccioli” sussurra una dolce voce.
È paradisiaca per Flor.
“Grazie” risponde con un sorriso.
Quest'uomo si rivela.
È davanti Flor.
“E le principesse non devono avere quel triste visino” le dice, baciandole la fronte.
Un bacio pieno d'amore e di affetto da parte di quell'uomo.
Un bacio incantevole.
Le scioglie il cuore.
“Tranquilla, tutto andrà bene. È una promessa” accarezza il viso di Flor.
E si allontana da lei.
Invece Federico si è stabilito definitivamente nel cuore di Flor.
Che non può fare a meno di piangere.
“Questo vuol dire che...” non termina la frase Malala, sconcertata.
Ha appena saputo che il giorno in cui suo figlio è morto, ci sono stati degli errori in ospedale.
Proprio al reparto maternità
“Sì, signora, c'è questa possibilità. Forse suo figlio non è morto come crede. Forse è vivo” dice l'investigatore.
“Cerchi altri dati, li cerchi!” ordina Malala, speranzosa che suo figlio sia vivo.
“Sì, signora, vado subito.”
Detto questo, l'investigatore corre via.
E Malala rimane con un magone in gola enorme.
Il magone della speranza risvegliato.
Dopo tanto, troppo tempo che è rimasto dormiente nel suo cuore.
Piange.
Come non ha mai fatto in tutti questi anni.
Come avrebbe sempre voluto fare.
Per la prima volta, si libera di un dolore.
Ma solo uno dei tanti.
“Mamma, che succede?” domanda Delfina, entrando in camera spaesata.
“Forse il tuo fratellino è vivo. Forse lo potremo riabbracciare” confessa la madre alla figlia.
Delfina è contenta per la madre.
È contenta per lei.
Perché, anche se non del tutto sicuro, conoscerà qualcuno che la capirà e la sosterrà in tutto.
Avrà un fratello.
Avrà un amico.
Avrà la possibilità di cambiare la sua vita.
Con la sua famiglia accanto.
Almeno spera che sia così.
Perché l'ultima sorella che ha saputo di avere la odia con tutto il cuore.
La vuole distruggere.
E non sopporterebbe che questo accadesse ripetutamente.
“Tieni, ti ho portato un po' d'acqua” tende il bicchiere d'acqua a Olivia Bernardo, il suo migliore amico d'infanzia.
Bernardo e Olivia si conoscono da quando erano piccolissimi.
Si volevano tanto bene.
Ma non c'è mai stato niente di più di una profonda e indissolubile amicizia.
Si sono sempre sostenuti a vicenda.
Olivia aiutava Bernardo con le altre ragazze.
Cercava di fargli comprendere che le sue stranezze erano così belle e divertenti.
Lo tirava su di morale.
Faceva di tutto per farlo star bene.
Come Bernardo ha fatto di tutto per aiutare Olivia con Franco.
Li sosteneva, li aiutava, li proteggeva in tutti i modi.
Era molto solidale con loro.
E questo Olivia non l'ha mai dimenticato.
“Grazie, Berni” dice Olivia, accennando un leggero sorriso malinconico.
“Mi dispiace tanto per Franco. Davvero tanto” le dice, abbracciandola.
“Ho combattuto tanto per lui e ora non è qui.”
Piange ancora.
Non si rassegna al fatto che Franco non sia più con lei.
Non la può più abbracciare.
Non la può più tranquillizzare con tutta quella calma e quell'allegria che trasmette.
Oramai non c'è più niente per cui combattere.
E Olivia se n'è resa conto.
La mattina successiva, Franco è ritornato a casa.
Tutti lo accolgono con estremo affetto.
Lui sorride per tutto l'affetto che gli dimostrano.
Ma non sorride a Federico.
E neanche a Flor.
Va in camera sua.
Si sdraia sul letto e prova a dormire.
Ma Federico lo interrompe.
“Vieni di sotto, ché dobbiamo parlare di una cosa importante” afferma con serietà.
“Sì.”
Scende di sotto con Malala e Delfina.
Tutti prendono posto sul divano.
“Negli ultimi giorni, è successa una cosa. Nostro padre ha lasciato una lettera in un baule che abbiamo in cantina. Questa lettera diceva che Florencia, la nostra Florencia, è nostra sorella. È una Fritzenwalden” comunica Federico.
Tutti rimangono a bocca aperta.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.
Il piccolo Tomas, invece, corre ad abbracciare Flor.
“Sorella!” dice contento.
“Sì, tesoro.”
Franco, Malala e Delfina si lanciano sguardi complici.
Il loro piano è stato attuato con successo.
Ora, bisogna solo aspettare che i piccioncini stiano davvero tanto male.
Devono soffrire.
Come soffrono loro.
Il telefono di Franco squilla.
Va fuori a rispondere.
Il prefisso è straniero.
Risponde.
"Fritzenwalden, se non vuoi che la tua riccioli d'oro sappia tutto, è meglio che accrediti tutti i soldi sul mio conto, altrimenti..."
Franco sente in sottofondo il lamento di Olivia.
E anche quello di un uomo che la consola.
È stata la decisione giusta.
Se ne convince sempre più.
Angolo autrice:
Scusate il ritardo, scusatemi tanto! Con l'inizio della scuola e il resto non ho avuto più tempo per aggiornare! Un bacio e un caloroso ringraziamento a tutti quelli che seguono e recensiscono la mia storia! Alla prossima.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=765916
|