Los herederos de una venganza

di lovelyhead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre contro due, la storia ha inizio. ***
Capitolo 2: *** Ritorno alla vita. ***
Capitolo 3: *** Discordia ***
Capitolo 4: *** No estés seguro ***
Capitolo 5: *** Gli arcani del passato ***
Capitolo 6: *** L'ira di Esteban ***
Capitolo 7: *** Non si torna più indietro ***



Capitolo 1
*** Tre contro due, la storia ha inizio. ***


Delfina, la strega di casa Fritzenwalden, era in camera sua, con il suo serpente di peluche in mano, completamente assorta nelle immagini che aveva visto qualche minuto fa: Federico, sì, il suo Federico, baciando Florencia, sua sorella illegittima.
“Ti rendi conto di cosa sei capace? Ti rendi conto di quanto mi hai fatto soffrire e di quanto mi stai facendo soffrire adesso?! Te ne sei mai resa conto, invece di pensare solo a te stessa?! TI ODIO!!” urlava con voce soffocata dal pianto, mentre sua madre, in preda al panico per l’urlo più forte che abbia mai sentito da sua figlia, corre per le scale e per i corridoi per arrivare in camera.
“Delfina, che succede?” chiede spaventata.
La figlia le indica la finestra: il bacio ancora non è terminato, e Malala ha il privilegio di vederlo in prima diretta, dopo sua figlia.
“Sai, Delfina, non c’è due senza tre…” un sorriso beffardo si stampa sulle labbra di Malala, guardando Fede e Flor ancora in giardino.
La strega maggiore si avvia verso camera dei gemelli, con il suo passo felpato, il sorrisino vittorioso e facendo rimbombare il rumore delle sue scarpe col tacco per tutto il corridoio; spalanca la porta della camera dei gemelli, provocando il risveglio di Franco.
“Ma che cosa…?” si domanda stropicciandosi gli occhi, e guardando Malala con una faccia stupita.
“Su, forza, moccioso, vieni con me” incitando Franco ad alzarsi, si tira i capelli indietro, tira Franco per un braccio e lo porta contro la sua volontà, non in grado ancora d’imporsi, verso camera di Delfina.
“Guarda fuori dalla finestra” gli ordina Malala, evitando il suo sorriso di menefreghismo assoluto delle questioni amorose.
Franco guarda fuori dalla finestra e rimane colpito: Florencia e suo fratello che si baciano sotto un cielo stellato, proprio il giorno in cui Florencia gli aveva dato una possibilità.
Ma si vede che quella possibilità era una reliquia per lui e una stupidaggine per Flor: oramai, aveva conquistato lo “sconosciuto”, che Franco ha sempre avuto il desiderio di conoscere. E ora lo aveva conosciuto, con sua grande sorpresa.
Si portò una mano alla bocca, mentre i suoi occhi diventarono fissi e si spensero davanti al momento più importante delle persone a cui teneva di più.
“Come puoi notare, il tuo angelo è diventato un diavolo, e Delfinuccia e io ti avevamo anche avvertito, ma tu hai voluto proseguire con le tue idee” gli fa presente Malala, osservando il biondo, che era ancora di spalle.
“No, Malala, sono due diavoli, perfetti l’uno per l’altra” manteneva la calma, rispondendo per le rime a Malala.
Si andò a sedere accanto a Delfina, la guardò negli occhi e con voce decisa annunciò:
“Ti giuro che ce la pagheranno, ce la pagheranno molto cara quei due” si passa una mano tra i capelli, mentre Malala, incuriosita dall’atteggiamento improvviso del ragazzo, accennò una smorfia di superficialità nei confronti delle parole del ragazzo, che lo notò subito.
“Malala, io non sono nessuno stupido, e adesso te lo dimostrerò: so per certo che, quando qualcuno si trova nella situazione di Delfina, fa finta di essere incinta, ma, per me, non basta questo, perché io non solo devo minare il loro rapporto, bensì devo vederli in crisi profonda con se stessi per il male provocato a persone innocenti” chiarisce alle due donne, che lo guardano sconcertate.
“Hai un piano? Perché io, oltre la gravidanza, non riesco a trovare nient’altro” confessa Delfina.
“Tesoro mio, le migliori vendette sono quelle in famiglia, o del familiare” Malala intuisce che Franco ha una mezza idea di vendicarsi di Federico e Flor utilizzando i segreti più intimi della famiglia.
“Bene, Malala, hai già capito cosa intendo, quindi saresti pregata di venire con me di sotto, in cantina a prendere qualcosa di molto importante” Franco si dirige verso la cantina, mentre Malala lo segue di corsa; arrivano cercando di non svegliare nessuno, Franco apre un baule e mostra una lettera a Malala.
“Questa è la calligrafia di mio padre, che tu dovresti far riprodurre da qualcuno e scrivere quello che domani ti consegnerò in una busta” intima Franco alla vecchia strega.
“Ma cosa ci facciamo con solo una lettera? Ci vorrebbe qualcosa di molto più forte, secondo me” pensa la strega maggiore.
“Tu non devi preoccuparti, perché io ho tutto sotto controllo.”
Tornano in camera di Delfina dopo appena cinque minuti, con la lettera del padre.
Si trovano davanti una Delfina con i pugni appoggiati sui fianchi e gli occhi concentrati sulle figure di Malala e Franco.
“Adesso, voglio sapere tutti i dettagli del piano!” ordina a Franco e alla madre.
“Io lascio tua madre a dirti tutto per bene, mentre io vado a prendere il mio computer portatile e mi concentro per far venir fuori le mie doti di scrittore…” fa l’occhiolino a Malala e esce dalla camera.
“Allora?” domanda Delfina, sedendosi sul letto.
La madre le spiega tutto con molta calma e precisione, sottolineando il fatto che Franco è più malvagio di quanto esse avessero mai pensato.
“Tesoro, ti posso solo dire che non tireremo in ballo la storia della gravidanza, ma che ci faremo sentire con vecchie e oscure storie del passato” assicura Malala alla sua bambina confusa.
La notte passò male per i tre sconsolati: Malala si svegliò in continuazione, rigirandosi nel letto; Delfina non fece altro che mandare maledizioni a sua sorella e a Federico fino alle quattro del mattino; e Franco non chiuse occhio, davanti al suo computer sul letto, a creare la lettera bomba per la famiglia.
La mattina seguente, in cucina, la famiglia si riunisce tutta contenta, solo che, come previsto, mancavano Malala, Delfina e Franco.
“Si può sapere perché Franco non è qui? Dovrei parlargli riguardo agli allenamenti di tennis” annuncia Federico, sedendosi sullo sgabello della cucina.
“Non credo che Franco scenderà tanto presto: mi è sembrato che questa notte l’abbia passata in bianco” comunica Nicolas a Federico.
“Come?! Perché quel ragazzo non capisce che deve prestare attenzione alle cure per se stesso!” si lamenta Federico.
“E’ pur sempre un ragazzo che vuole divertirsi” borbotta Flor.
“Lo so che è un ragazzo che vuole divertirsi, ma deve capire che non può fare come gli gira per la testa” conclude Federico.
Franco entra in cucina vestito sportivo, con degli occhiali da sole scurissimi sulla faccia e una cartellina sotto il braccio.
“Buongiorno a tutti” saluta tutti con estrema freddezza, senza dare neanche un bacio a qualcuno.
“Ciao…” dice Flor, attirata dal comportamento strano di Franco, che non la prende neanche in considerazione, beve il suo caffè e esce di nuovo dalla cucina evitando tutti.
“Che cosa gli prende?” domanda Nicolas.
“Non lo so…” risponde Florencia uscendo dalla cucina e dirigendosi verso Franco.
“Ehi, perché questo comportamento freddo?” gli chiede la fatina.
“Perché stanotte ho dormito molto poco” detto questo, lascia sola la fatina, sale le scale e se ne va verso, mentre le streghe stavano appena scendendo le scale per andare in cucina a fare colazione.
“Buongiorno” dice Delfina, anch’essa con un paio di occhiali copri faccia, esattamente come la madre.
“Hai dormito bene? Mi sembri un po’ stanca, come te, Malala” nota Federico.
“Abbiamo dormito bene” concludono velocemente e spazientite le streghe, andandosene via in camera loro.
“Vi stavo aspettando” annuncia Franco, sdraiato sul letto con le mani in testa per trovare la posizione migliore per il suo forte mal di testa.
“Cosa devi dirci di così importante?” domanda Malala, togliendosi gli occhiali e facendo vedere le sue occhiaie.
“Aprite quella cartellina e leggete”
“Tre opzioni geniali!”

Ciao a tutti! Una nuova storia di vendetta, che spero non vi dispiaccia! Un bacio, al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Ritorno alla vita. ***


“Sì, le idee mi piacciono, ma prima c'è qualcosa di molto importante da risolvere...” chiarisce Delfina, guardando la madre sgranare gli occhi.
Tutto è chiaro per Malala: Delfina vuole svelare a Franco la vera identità di Florencia.
“Delfina...”, ma la sua piccola non le da il tempo di replicare né tanto meno di non darle l'opportunità di svelare tutta la verità a Franco.
“Franco... - trae un respiro profondo – Florencia è mia sorella, la figlia illegittima di Santillàn” confessa tutto d'un fiato e velocemente.
Malala capta subito la sorpresa di Franco.
Pensa che il giovane biondo vada a dire tutta la verità a Flor, e dirà addio alla vendetta.
“Malala, ti sbagli...” Franco fa un profondo respiro.
Guarda la vecchia e intraprendente donna con furbizia.
Per un momento, Malala è spaesata, tutt'altro che convinta che la situazione sia sotto controllo.
Franco, però, mette fine a questo silenzio delirante per le due donne, e sorride.
“Lo sapevo che non ci avresti mai tradito” dice Delfina, ridendo maleficamente.
“Be', scusa per aver dubitato di te per un secondo” Malala sorride contenta.
Contenta per aver trovato un altro fidato alleato.

 Nel salotto di casa Fritzenwalden, due innamorati hanno il cuore colmo di gioia.
“Dimmi, amore, quando lascerai Delfina?” chiede Florencia, guardando il suo Freezer.
Si morde il labbro continuamente, si perde negli occhi profondi di Federico, dimenticandosi della domanda.
“Le andrò a parlare tra poco” risponde deciso il giovane imprenditore, baciando la sua piccola fatina.
E ipnotizzandola, perché Flor non risponde più agli stimoli del mondo esterno.
Federico ride divertito della situazione, mentre Flor si sveglia dal sogno a occhi aperti.
“Che cosa c'è da ridere? Per caso, mi è rimasto un po' di cibo incastrato tra i denti?!” si alza improvvisamente dal divano.
Scruta con attenzione tutta la sua figura.
Non trovando niente che non andasse, si gira verso Federico.
“Secondo me, l'amore ti fa venire le allucinazioni, perché io non ho niente!” si arrabbia un po', perché Federico ride, e non le dice cosa ci sia che non va.
“Allora, Freezer, mi dici perché ridi?!” ritorna ad accucciarsi accanto al Freezer.
“Rido perché ti amo...” tutto a un tratto, Federico smette di ridere.
Franco, il problema è Franco.
Chi avrebbe avuto il coraggio di dirgli tutta la verità?
Come avrebbe fatto per lenirgli il dolore della perdita del primo amore?
“Freezer, e ora cosa succede?!” chiede Flor, stufa dei continui cambiamenti d'umore di Federico.
“Franco, ecco cosa succede.”
A quel punto, anche Flor perde tutto l'entusiasmo.
È vero, si erano dimenticati di Franco.
Delfina è facile da liquidare, ma Franco è tutt'altra questione.
È il fratello di Federico, una specie di guida per il secondogenito; e dargli una notizia del genere significherebbe mandarlo allo sbando, disorientarlo.
“Gli toglieremo la bussola...” mormora, ricordando una chiacchierata con Franco.
Gli aveva detto che aveva perso la bussola, e non riusciva a ritrovarla.
E questo era esattamente ciò che succederà a lui.
“Si, e vorrei evitarglielo: è ancora troppo piccolo per soffrire così tanto. Perché questo non è tutto...” confessa Federico, passandosi una mano tra i biondi capelli, scompigliandoli.
“Cosa vuoi dire?” domanda Flor, allarmata.
“Voglio dire che ci sono altri segreti che tu non conosci, Flor. Franco è stato da sempre vittima di sofferenze enormi, e una fa proprio riferimento a quando era piccolo: si innamorò profondamente di sua cugina, e non sai quante peripezie ha passato per questo” svela Federico ad un'interessata Flor.
“Raccontami tutta la storia, per favore” chiede Flor.
“A quel tempo, passavamo tutte le estati in Germania, nella casa di mio zio Esteban, che aveva una figlia, Olivia, una ragazza bellissima. Franco s'innamorò perdutamente di lei, che contraccambiava; io ero dalla loro parte, li sostenevo, così facemmo un patto: tutti avrebbero rispettato e sostenuto gli altri, e nessuno avrebbe mai tradito nessuno. Ma io tradii mio fratello: quando lui e Olivia decisero di scappare, io lo dissi a papà, e li separò per sempre...” una lacrima scende sulla guancia di Federico.
Flor rimane commossa.
Piange per Franco, piange per Federico e anche per quella povera ragazza.
Piange perché tutto sta per ripetersi ancora.
Piange perché Franco soffrirà ancora.
E non riesce a fermarsi guardando Federico disperarsi per aver rovinato la vita a suo fratello.
“Fede... - si asciuga una lacrima con il fazzoletto. - non devi rimproverarti per aver fatto ciò che ritenevi giusto” gli dice Flor, accarezzandogli una guancia.
Nota come le lacrime di Federico, alle sue parole, si moltiplicano improvvisamente.
“No, io ho tante cose da rimproverarmi. La notte in cui ritrovarono Franco e Olivia, ci fu un incidente: Olivia fu violentemente investita, ed è rimasta in coma. Ancora oggi è in coma, e non c'è possibilità che torni a vivere. Da allora, Franco  non è rimasto più lo stesso. Solo quando sei venuta in questa casa, lui ha ricominciato a sorridere, e io...” le lacrime gli rigano profondamente il viso, percorrono le sue guance ininterrottamente.
Flor si fa trasportare da quell'atmosfera di tristezza, piangendo anche lei come Federico.
La tristezza di Federico le ha invaso il cuore.
“Io gliel’ho tolta ancora, come quella maledetta sera di sei anni fa” si stringe con la mano il petto, e la disperazione diventa sempre più forte, sempre più penetrante nel cuore di Federico.
Flor era pietrificata, non sapeva cosa fare.
Dirgli che tutto l’accaduto non è colpa sua è solo superfluo.
Non capiva come tanta sofferenza non fosse alleviata dalla persona che si ama.
Neanche con un gesto di dolcezza e di comprensione.
Non si può fare niente.
“Quella sera io potevo salvare Olivia, ma non l’ho fatto” confessa Federico ad una commossa Florencia.
Lei rimane zitta.
Le parole le mancano.
“Io l’avrei dovuta spingere, e salvarle la vita; invece non l’ho fatto, e ho rovinato la vita di un’innocente dodicenne, le ho distrutto i sogni…”
Flor abbraccia forte Federico.
Piangono insieme per quella tragedia.
Una tragedia che ha distrutto tutta la famiglia.
Una tragedia che non si è mai rimarginata nel cuore di Federico.
Ma Flor crede che l’amore che li unisce, li salverà anche da quello.
E spera tanto che Franco trovi l’amore vero e sia felice per sempre.

 Nella stanza delle streghe,  tre loschi individui complottano contro la famiglia Fritzenwalden.
“Malala, abbiamo deciso tutto. Ora, tocca a te trovare qualcuno che sappia riprodurre al meglio la calligrafia di mio padre” la informa Franco,
guardando fuori dalla finestra.
L’albero di Flor è rigoglioso di fiori bianchi.
Va ad aprire la finestra e sente il profumo della primavera.
Il pieno della primavera.
La stagione che ama di più.
Il periodo più denso di emozioni è stato quello.
Chiude gli occhi e assapora per bene il profumo dei fiori di Flor.
“Franco, sembra che stai sognando! Torna alla realtà” con uno schiocco di dita davanti agli occhi del biondo, Delfina riporta Franco con la mente alla realtà.
“Io dovrò viaggiare, quindi vi lascio da sole per una settimana, giusto il tempo che servirà a Malala per trovare qualcuno che sappia riprodurre la calligrafia di mio padre” dice Franco.
“Dove dovresti andare?” domanda Malala curiosa.
“Devo andare in Germania per qualcosa di molto importante. Ti dirò tutto in una lettera” conclude il biondo, uscendo dalla porta di quella stanza per dirigersi verso camera sua.
Apre l’armadio, prende la valigia e vi ripone dentro dei vestiti.
Da un cofanetto, tira fuori un biglietto per la Germania, prenotato tempo prima.
Prepara tutto con cura e precisione, mettendo tutto ciò che gli serve nella valigia e negli scomparti.
La richiude.
Si gira verso la scrivania, e vi trova quello a cui tiene di più: una bambolina di pezza.
L’ha sempre fatto sorridere.
Ripone la bambolina nel bagaglio a mano.
Poi prende un foglio e scrive tutte le informazioni per Malala.
Le scrive tutto, senza tralasciare alcun dettaglio.
Ma non scrive i sentimenti di quell’esperienza.
Vivono dentro di lui, però non esiste parola che li possa descrivere.
La imbusta e vi scrive sopra “per Malala.”
La lascia sotto la porta della camera di Delfina, prima di andarsene senza avvertire nessuno.

 Nel suo studio, Federico era steso sul divano, con Florencia che dormiva sul suo petto.
Stava ripensando ancora a quella notte di sei anni fa.
Una ventata d’aria apre leggermente la finestra.
Federico si accorge dell’aria di quel giorno.
Un’aria profumata, frizzante.
A quel punto, capisce che deve andare da Franco.
Appoggia delicatamente Flor sul divano, sgattaiolando via dallo studio.
Arriva in camera di Franco, ma non lo trova.
Lo cerca per i corridoi, per i bagni, in soffitta, in cantina, ma non c’è.
Guarda nel suo armadio, e non trova i vestiti.
Capisce subito che Franco è partito per la Germania.
È da quando era piccolo che voleva andare in Germania in quei giorni, ma non c’è mai potuto andare: il padre non lo lasciava andare.
Federico ha sempre pensato che suo padre faceva bene a non mandarlo, perché non gli fa bene ricordare i momenti felici e soprattutto rivedere lei.
Se ne sarebbe dovuto fare una ragione, ma più i giorni passavano, più lui stava male.
Rassegnato all’idea di fermarlo, torna in salone e si siede sul divano.

 Dopo ben diciassette ore di viaggio, Franco sbarca in Germania.
Con la sua bambolina in mano, si dirige verso l’ospedale in cui è ricoverata Olivia da sei anni.
Davanti alla porta della stanza di Olivia, c’è sempre lui, Esteban, suo zio.
Non ha il coraggio di presentarsi a lui.
L’avrebbe ucciso con le sue mani, e non avrebbe tutti i torti.
Una donna lo sorprende da dietro.
“Franco…” sussurra sconcertata.
“Ti prego, non dirgli che sono qui” implora il ragazzo, guardando i ricci della donna.
“Io non gli dirò niente, ma tu perché sei qui?” chiede la donna, guardando gli occhi ipnotizzanti del bel giovane.
“Sono qui per lei, perché la voglio vedere dopo tanti anni” risponde Franco, speranzoso che la madre di Olivia lo lasciasse passare.
“Tu non… - ma prima di privargli il passaggio, ripensa a quando, prima di entrare in coma, Olivia le chiese di permettere a Franco di vederla per un’ultima volta; fece una promessa alla figlia, e la doveva mantenere. – Io distraggo Esteban, tu entri” gli dice, sorridendo.
“Grazie.”
La signora Fritzenwalden distrae Esteban, e Franco entra furtivamente nella stanza di Olivia.
È lì, distesa su quel letto, con dei tubi che le percorrono il corpo.
Bianca in volto, magrissima.
Dorme come una principessa.
Quei capelli biondissimi e un po’ riccioluti emanano ancora il profumo più buono che abbia mai sentito.
“Non ti ho mai dimenticato…” si avvicina a lei, le stampa un bacio sulla fronte.
Le stringe la mano.
Si mette a piangere, poggiando la testa sul lettino.
“Perché ti è successo questo, perché?!” chiede ad alta voce.
Improvvisamente, Olivia si sveglia da quel lungo sonno.
Gli occhi sono semi chiusi, ma s’intravede lo stesso l’azzurro cielo dei suoi occhi.
Schiude la bocca.
“Franco…”

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Capitolo 3
*** Discordia ***


“Franco…” sussurra la bella addormentata, rivedendo dopo tanti anni il viso del suo primo amore.
“Olivia!” esclama il giovane biondo, guardando gli occhi di Olivia aprirsi sempre più.
“Sei davvero tu?” gli domanda Olivia, girando il capo verso il viso di Franco.
“Sì, sono io” rassicura lui, sorridendo a trentadue denti.
La felicità lo invade in un secondo.
I suoi occhi luccicano dalle lacrime.
Il chiarore dei suoi occhi non mente: il fuoco per Olivia si è riacceso, di nuovo.
Preso da quell’imprevedibile emozione, bacia Olivia.
Un bacio che ha atteso anni interi.
E che gli è mancato soprattutto in quella stagione.
Un bacio che potrebbe portarli a essere felici.
Non appena sono consapevoli di quanto stesse succedendo, non continuano quel momento perfetto.
Olivia guardava Franco attonita.
Poi, d’un tratto, li richiude.
Scatta l’allarme in quella stanza.
A Franco scende una lacrime sul viso.
Subito lascia la stanza per non farsi trovare lì dentro.
Riesce a scampare a infermieri e medici.
Ma non scampa da suo zio.
“Che ci fai qui?! Ti avevo detto di non farti mai più vedere!” urla con ira il Fritzenwalden.
“Caro, ti prego, calmati e pensa a nostra figlia” incita la moglie al marito, guardando Franco con occhi pieni di lacrime.
“Se succede qualcosa a mia figlia, giuro che ti ammazzerò con le mie stesse mani!” minaccia l’ennesimo imprenditore Fritzenwalden, squadrando Franco dalla testa ai piedi.
I tre si siedono sulle sedie della sala d’attesa.
La signora Fritzenwalden è seduta accanto a Franco.
Non crede che tutto quello che sta passando a Olivia sia opera di una qualche patologia in incubazione da tempo.
Pensa che ci sia lo zampino di Franco in tutto questo.
Lo scruta dritto negli occhi.
“Dimmi, sei stati tu? Per sei anni è stata bene, non ha avuto nessun crollo improvviso. Ora, invece ha avuto un crollo: che cosa c’entri con tutto questo?” domanda esausta dalla collera e dal rimorso per non aver salvato sua figlia anni fa.
“Vieni a prendere un caffè con me…” le propone il ragazzo, facendole intendere che è solo un modo perché Esteban non senta niente di tutto quello.
La donna si allontana insieme a Franco.
Arrivati alla macchinetta del caffè, Franco comincia a spiegare tutto l’accaduto.
“Tua figlia si è risvegliata improvvisamente. Ha sussurrato il mio nome, ha domandato se fossi io e poi ha richiuso gli occhi” le svela, traendo un profondo respiro.
“Mia figlia è viva?! Si è risvegliata! Oh, grazie al cielo” esclama la madre di Olivia.
“Sì, Olivia è viva” sorride Franco all’idea che possa rivedere Olivia passeggiare per i parchi di Berlino con un libro in mano.
È esattamente così che si sono innamorati.
Era una notte stellata e dalla luna piena e bianchissima.
Soffiava un leggero vento tiepido.
Olivia scappò da un galà organizzato da un imprenditore, amico di suo padre.
Si rifugiò molto spesso nel parco meno conosciuto di Berlino con il suo libro preferito in mano.
Camminò con quel libro aperto e leggendolo.
Fino a quando non trovò il posto che le piaceva di più.
Un luogo esposto a continui venti caldi, con un grande lago di fronte a sé.
Si sciolse i capelli e li abbandonò alle cure del vento, mentre s’immerse nella lettura.
Anche Franco scappò da quel tipo di feste.
Quella volta, volle seguire Olivia.
Quando la vide per la prima volta lì, con il suo viso esposto alla luce della luna, rimase affascinato, inebriato da quell’immagine.
Non si accorse che si trovava in un punto molto pericoloso.
Quel punto crollò.
Franco cadde in acqua.
Urlò aiuto, e Olivia lo andò a salvare.
Si ritrovò faccia a faccia con lui, e da quel momento lo iniziò a guardare con occhi diversi.
Fu quella la notte indimenticabile della loro vita.
Franco interrompe il suo ricordo.
“Io non credo che lei sia svenuta solo perché ti ha rivisto” gli dice la donna, guardandolo con sospetto.
“Perché non lo credi? Lo sai quello che c’è stato tra noi, e dovresti sapere che rivedere il primo amore mai dimenticato provoca sconcerto” conclude Franco, andandosi a sedere vicino allo zio Esteban.
Ma sente una mano bloccargli il braccio.
“Dimmi la verità” gli chiede autoritaria la madre di Olivia.
“E’ quella che ti ho detto prima la verità” le risponde Franco, girando immediatamente lo sguardo verso il dottore che usciva dalla camera di Olivia.
Si precipita dal dottore con Esteban e sua moglie accanto a lui.
“Congratulazioni, vostra figlia è viva e vegeta. Dobbiamo effettuare gli ultimi accertamenti cerebrali, e se non troviamo niente di preoccupante, la potrete riportare a casa domani stesso” annuncia il medico.
Tutti tirano un sospiro di sollievo.
Esteban piange le lacrime che non ha versato in tutti questi anni.
La moglie si commuove molto per la notizia.
Franco è molto sollevato dal peso di averle procurato un altro danno.
È felice e sorpreso come non mai.
Felice per avere avuto un’altra chance dalla vita.
Felice perché Olivia è viva e può ancora avere l’opportunità di stare con lei per sempre.
Esteban lo prende in disparte.
“Io voglio che tu te ne vada, adesso” gli ordina, impassibile.
“Io ho solo fatto del bene a Olivia, perché è sveglia grazie al mio ritorno qui” gli dice con estrema sicurezza.
“No, tu le hai fatto solo del male, e non voglio che continui con il tuo dissuaderla dai suoi doveri e dal suo essere una brava ragazza” ha il coraggio di dire Esteban.
“No, io non me ne vado!” sentenzia Franco, entrando nella camera di Olivia.
“Fermati, dove vai?!” gli grida Esteban.
Lo insegue in camera di Olivia, con la moglie.
Tutti sono in camera un po’ alterati.
Olivia è sveglia, come nuova.
“Mamma, papà!” esclama felice.
Li abbraccia entrambi.
“E tu chi sei?” domanda a Franco.
Tutti rimangono sbigottiti.
Non si ricorda di lui, il suo principe.
Franco diventa serio.
Esce fuori dalla camera, mentre Olivia è confusa.
La madre di Oli lo segue.
Franco è nel corridoio dell’ospedale, con le lacrime agli occhi.
“Avete conseguito ciò che volevate: non si ricorda di me” mormora Franco, appoggiato a un muro con la testa tra le mani.
“Non è mai stato ciò che volevamo, almeno non è ciò che io voglio: io sono rimasta incantata quando mia figlia mi ha detto che si era innamorata; ma quando mi ha detto che eri tu, lo ammetto, sono rimasta attonita e contrariata. Ti giuro, però, che dopo che ho letto una lettere inviatami da mia figlia, ho cambiato del tutto la idea su voi due: mi sarebbe tanto piaciuto darvi la mia benedizione” confessa la madre di Olivia, con uno sguardo più dolce.
Franco l’abbraccia contento per la sua confessione.
Vede arrivare il medico.
Avverte la donna dell’arrivo del medico e si precipitano da lui.
“La signorina ha una perdita della memoria. Solitamente, si tende a escludere dalla propria memoria gli eventi più dolorosi e chi è legato a essi” informa il medico.
Franco, a quel punto, si spaventa.
“Prima o poi recupererà quel tratto di memoria perso?” chiede con il groppo in gola.
Esteban lo guarda con aria da “ostacolo.”
“Scordati di avere un posto nel cuore di mia figlia!” urla.
“Mi merito più io un posto nel suo cuore, invece di te che l’hai costretta ad abbandonare il suo vero amore, solo per proteggere il tuo prezioso cognome” gli dice sfacciatamente e senza ritegno il biondo.
Esteban si sente colpito da quelle parole.
Per un momento, rimane fermo a squadrarlo.
Poi gli molla un ceffone.
Franco cade a terra.
Controlla la parte colpita e vi sente del sangue.
Aiutato da Elisa, la moglie di Esteban, e dal medico, viene portato nella stanza in cui si effettuano le medicazioni.
Elisa torna da suo marito con aria molto contrariata.
“Come ti sei permesso? Non hai nessun diritto di trattarlo in questo modo!” gli intima con estrema serietà.
Esteban la fissa sorpreso.
“Il diritto di proteggere la mia bambina, ecco il mio diritto” le risponde sicuro delle sue parole.
Elisa scrolla la testa furiosamente.
Per non creare ulteriori problemi, va in camera da sua figlia.
“Olivia, tesoro, come ti senti?” le domanda.
“Va tutto bene…” risponde pensando a tutt’altro.
“Sicuro?” avverte che c’è qualcosa che le nasconde.
“Chi era quel ragazzo? È carino…” sorride Olivia, ripensando agli occhi azzurrissimi del bel ragazzo.
“E’ Franco…” Elisa viene interrotta da suo marito, Esteban.
“Un ragazzo che non è a posto” annuncia.
“A me non sembra cattivo o con qualche cosa da nascondere” dice la ragazza.
“No, Olivia, lui non è il ragazzo giusto per te” le consiglia con terzi fini Esteban.
“Tesoro, per favore…” gli dice Elisa.
Esteban comprende che non è il miglior momento per iniziare a parlare di Franco.
Quasi dall’altra parte del mondo, tutti sono in ansia per il giocatore di tennis più bravo che esista.
“Federico, tutti sono impazienti perché vogliono sapere qualcosa in più su Franco. E anch’io voglio sapere” informa Flor a un Federico immerso nei suoi pensieri.
“Franco è andato in Germania per terminare qualcosa per me” dice Federico.
“Ah…” mormora Flor non troppo convinta.
Possibile che sia andato in Germania solo per risolvere qualche affare per Federico?
No, impossibile.
Florencia non è così stupida.
Non se la beve la scusa di Federico.
Franco è andato in Germania per quella ragazza, questa è la sua convinzione.
Ma non ha intenzione di dire ai ragazzi che il loro fratello si sta facendo ancora del male, così inventa una scusa più plausibile di quella di Federico.
Nella torre maledetta del castello, Malala era con il cellulare costantemente attaccato all’orecchio.
“Maledizione, non risponde mai” sbuffa, stufa di continuare a digitare il numero di telefono di Franco.
Dopo l’ennesima telefonata, Franco si degna di rispondere.
“Malala, c’è qualche problema lì?” domanda immediatamente, attonito per la chiamata di Malala.
“No, è tutto a posto, non devi preoccuparti di niente. Piuttosto, vorrei sapere come va a te: so che non è un buon momento” il tono di Malala è più morbido.
“Sono felice e sconsolato, perché Olivia si è risvegliata, ma non si ricorda niente di me” svela Franco.
“Ah, mi dispiace molto. Però è sempre meglio questo di non rivederla mai più sveglia” prova a tirargli su il morale Malala.
“Sì…” sussurra il ragazzo, non molto convinto.
“Ora ti devo lasciare: ci sono i mocciosi in giro e non voglio che ascoltino la nostra telefonata. Se ci sono problemi, non esitare a chiamarmi. Ciao” chiude la telefonata.
La porta si spalanca improvvisamente.
Delfina entra più stranita che mai.
“Delfinuccia, che è successo?” chiede, scocciata di così tanti problemi della sua piccola.
“Ho rivisto lui, l’imprenditore più ricco e in vista di tutta l’America” confessa Delfina, pur sapendo che alla madre non piace quell’uomo.
“Tesoro, dimenticati di lui” le intima con finta dolcezza la madre.
“Come faccio? È troppo affascinante…” si ferma qui, prima di provocare a Malala un colpo al cuore.
“E’ affascinante, ma non fa per te” conviene Malala.
“Ma…” la madre la interrompe.
“Niente ma! Tu non lo frequenterai, non più” le ordina con autorità la madre.
Come diversi anni fa, non è cambiato niente da allora.
Malala che veglia in continuazione sulla vita sentimentale di sua figlia.
Le dice costantemente chi deve frequentare, chi deve cestinare e chi lo deve conoscere più approfonditamente.
Nonostante le abbia detto che tutti quelli ricchi e famosi sono da frequentare, non voleva che scattasse la scintilla con lui.
Per Malala è sempre stato cestinabile.
Ma Delfina non si fermò.
Lo volle conoscere più approfonditamente, mettendo da parte gli avvertimenti di sua madre.
E ci riuscì: uscirono per due anni insieme.
S’innamorarono subito.
Sempre insieme, fecero viaggi, vacanze insieme ogni estate, anche se solo ogni volta che i suoi genitori non furono in casa per qualche giorno.
Un giorno, non per colpa della madre o del padre, Delfina e Segundo Félix Tarragon De La Hoya, cresciuto negli Stati Uniti, si lasciarono.
La scaricò con un post-it attaccato al monitor del computer.
“Scusa, ma non posso” era il messaggio.
A soli diciannove anni, Delfina divenne una donna fredda e meschina, promettendo a se stessa di non contraddire mai più un consiglio di sua madre.
Però, adesso, quella promessa era di nuovo messa in discussione dal suo cuore.
Nella cantina del castello, Flor sta guardando l’album dei ricordi di tutta la famiglia.
Tra le pagine centrali, trova una lettera del padre di Federico.
La legge con curiosità.
Ma non è bello il contenuto.

Disperazione, solo quello.

Nuovo capitolo, spero vi piaccia!

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Capitolo 4
*** No estés seguro ***


“Mia…mia sorella…” balbetta sconvolto Federico.
Si lascia cadere sul divano.
Fissando il vuoto, non può fare a meno di chiedersi perché.
La felicità ha bussato alla sua porta, e se n’è andata in un battibaleno, lasciandogli un segno indelebile.
Perché la donna che tanto ama è sua sorella.
È come i suoi fratellini.
Quelli a cui deve donare amore e affetto.
Avrebbe vissuto in quella casa per diritto.
E sarebbe impazzito.
“Sì, Federico, sono tua sorella. Troverai tutto in una lettera in un album di foto nel baule antico della cantina” spiega Flor.
Esce dallo studio.
Non riesce a trattenere le lacrime, e non vuole che Federico la veda in quello stato.
Perché lui l’avrebbe di certo consolata, non pensando a sé.
E questo non l’avrebbe mai accettato, perché deve pensare al futuro e non al suo passato.
Flor si autodefinisce il suo passato dal momento in cui ha letto quella lettera.
Il passato da cui anche lei si dovrà staccare per forza.
Torna in camera sua con le lacrime agli occhi.
Più rossi per non far uscire le tante lacrime da versare.
Si scaraventa sul letto un’altra volta.
Ma, questa volta, l’alberello non rinuncia a consolarla.
Una fogliolina verdissima cade sul petto di Flor.
Flor la prende.
Appare una scritta.
“Non perdere mai la speranza, mai.”
Il messaggio più duro da leggere in tutta la sua vita.
Perché non ci sono più speranze.
In Germania, dopo una dormita profonda di ben sei ore, Franco si risveglia.
Un ragazzo nuovo.
Non più occhi rossi dalla stanchezza, né tantomeno giramenti e dolori alla testa.
Scosta la tenda e vede all’esterno.
Il parco della villa è fenomenale.
Gli alberi rigogliosi di fiori e alcuni anche di frutti.
Un’aria freschissima.
Prende una boccata d’aria dalla finestra.
Poi si guarda intorno per cercare qualche distrazione da tutto quel silenzio.
Capta un baule.
Lo apre e vi trova una vecchia chitarra.
Era la sua grande amica.
Un sorriso e  una lacrima di malinconia si dipingono sul suo volto riposato e disteso.
I ricordi di un’infanzia felice tornano in mente.
Come suo fratello Federico, amava la chitarra.
Adorava il suo suono, suonarla, toccare con mano quel puro legno.
Adorava cantare.
Ma soprattutto adorava comporre le canzoni.
Era questa la grande dote di Franco: comporre.
Si ricorda che si rifugiava tra gli alberi per creare le sue meravigliose canzoni.
Passava giornate intere a comporre.
E poi strimpellava la chitarra alla ricerca del ritmo perfetto.
Lì, con la schiena contro il tronco d’albero e le gambe stese sui rami, incantava con la sua voce.
Era incredibile.
Il desiderio di riprovare quelle sensazioni uniche con la chitarra s’impossessano di lui.
Prende la chitarra e inizia a suonare.

 

Jamas tendrás un gran amor
Te
sentirás tranquilo
Y
dormirás sin sueños
El mundo
pasará sin vos
No
sentirá tu ausencia
Le faltar
á tu amor
Y tu alma clara
Tendr
ás miedo a volar
No te crecer
án alas

 

No estes seguro
Baja a los mas hondo
Y trata de subir sin cuerdas
Llegar muy alto
Y caer a ciegas
Que corra sangre por tus venas

 

No estes seguro
El cielo es el infierno
Si no enfermas hasta llorar de amor
Sentir a fondo
Hasta perderlo todo
Sobrevivir es estar muerto

 

Jamas tendrás un gran amor
Te
sentirás tranquilo
Y
dormirás sin sueños
El mundo
pasará sin vos
No
sentirá tu ausencia
Le faltar
á tu amor
Y tu alma clara
Tendr
ás miedo a volar
No te crecer
án alas

 

Solo pochi versi di una bellissima canzone.
Scritta quando Olivia era in coma.
Malinconia, tristezza e angoscia in quei pochi versi.
Ciò che lui sente in quel momento, e quello che ha sentito per interi anni.
La stessa che Federico si trova ad affrontare.
Con la lettera di suo padre davanti, piange.
La riempie di lacrimoni insostenibili per il Freezer.
Nella cantina buia, fredda e silenziosa di quella villa, Federico si lascia andare ad un lungo pianto incontenibile.
Chiedendosi perché tutto quello a lui.
“Perché, papà, perché mi hai fatto questo?!” chiede disperato.
Come se lui avesse una risposta.
Ma una risposta non l’avrebbe mai avuta.

Mai.
E questo stringe ancor più il cuore del Freezer.
In Germania, anche a qualcun altro si stringe il cuore.
È Olivia.
Oramai, da quando ha scoperto che Franco è in quella camera, si trova sempre in quei paraggi.
L’ha sentito cantare pochi minuti prima, ed è rimasta estasiata.
Una voce divina.
Entra piano dalla porta.
Franco la guarda sconcertato e felice.
“Ti prego, non dire a tuo padre che sono qui” implora lui.
“Tranquillo, non gli dirò niente” assicura Olivia, andandosi a sedere accanto a lui.
“Io non piaccio a Esteban, quindi è meglio che rimanga qui, e che lui non mi veda e non sappia niente” spiega Franco.
Il biondino la guarda negli occhi e rimane ipnotizzato.
Occhi così belli non li ha mai visti.
“E tu mi sapresti dire il motivo di così tanto contrasto?” chiede Olivia.
“Non ti è rimasto niente qui, nel petto. – Franco tocca il suo petto. – Perché è qui che tu capisci cosa voglio dire. Speravo che tu almeno ricordassi…ecco…quello” farfuglia Franco, incerto.
Spaventato.
Perché forse le ha dato troppe informazioni, e non è ciò che il medico ha consigliato.
Ma Olivia non sperava altro che questo, da quando lo ha baciato nel sonno.
Istintivamente, lo bacia.
Lo bacia pur essendo insicura.
Perché la tentazione è troppo forte.
Perché quel sentimento è rimasto per sei anni in sospeso.
E dev’essere vissuto.
Proprio come loro stanno facendo in quel momento.
Fanno l’amore.
Si dimenticano di tutto, e si lasciano andare a uno sfogo profondo del loro grande amore.
In camera sua, la dolce Flor è sotto il ramo protettivo del suo alberello.
Con le lacrime agli occhi per quella frase.
Quella maledetta frase.
“Dov’è la speranza?! Mi dite dov’è! Perché non apparite qui e non mi dite la verità!” sbotta in un mare di lacrime.
Un mare di lacrime dolorosissimo.
La rende ancora più convinta che la speranza non c’è.
Ma la speranza esiste in quella casa, e Flor non se n’è resa conto.
Perché non ha bussato alla sua porta.
Ma busserà e le sfodererà un sorriso che la farà rinsavire.
E le tornerà il desiderio di combattere per ciò che vuole.
Eccolo lì, il piccolo Tomas.
Piomba in camera di Flor tutto contento.
Eccola, la speranza.
Flor ha un sussulto.
Finalmente, intende ciò che quel messaggio vuol dire.
Corre ad abbracciare il suo piccolo fratellino.
Lo riempie di sorrisi, di abbracci, di baci.
E di lacrime.
Lacrime che Tomas non comprende.
Seduta su una panchina, Delfina è totalmente confusa.
Ha il telefono in mano e il foglietto col numero.
Ripone il telefono nella tasca per l’ennesima volta.
Ma questa volta con un piano per la testa.
Dalla una busta, estrae uno dei vestiti che ha comprato.
Per l’esattezza, quello che le ha regalato Segundo.
L’eleganza, la raffinatezza, la bellezza e la qualità.
Ecco i tre pregi di quel vestito.
Ovvero il carattere di Segundo.
Un’amante di tutto ciò che è bello e di alto livello.
Esattamente come lei.
Ma in qualcosa sono differenti.
Lei non si avvicinerebbe mai a persone più volgari.
Quello che Segundo fa senza alcun problema, soprattutto se si tratta di bellezza.
Però Delfina è convinta di avere sempre il cuore di Segundo nelle sue mani.
Perché lei è la donna perfetta per lui.

Ed è proprio questo il vantaggio su Flor.
Questa volta lei avrebbe diretto i giochi.
I giochi più perversi mai pianificati.
Chiama a quel numero con estrema sicurezza.
L’appuntamento con Segundo è fissato per quella notte.
Alla villa, Malala gironzola per quella casa.
Tiene in mano delle foto di diciotto anni fa.
Le foto di quando era incinta.
Era un bambino.
Si sarebbe realizzato il suo sogno di avere un maschietto, se solo fosse nato.
“Maledetta schifosa…” mormora.
Gli occhi le si riempiono di lacrime e rancore.
Prova ancora rancore per lei.
Per Margarita Valente.
Nonostante tutti i tentativi che ha fatto per riprendersi in mano la sua vita, quella ferita è rimasta nel profondo del suo cuore.
E non ci sarebbe mai stato niente che le potesse lenire il dolore.
Perché il dolore della perdita di un figlio non si dimentica.
Si trova davanti una foto di Franco.
Avrebbe tanto voluto che il suo bambino fosse lui.
O come lui.
Non sa perché, ma prova un affetto profondo per quel ragazzo.
Anche quando stava dietro a Flor e era solare, gli è sempre piaciuto.
Forse perché quel ragazzo è coraggioso, come lei.
Infatti, quel ragazzo è molto coraggioso.
Perché ha sempre avuto speranza.
L’ha mantenuta contro vento e maree.
E ora ha ricevuto il tanto atteso premio per quanto ha sperato.
La sua Olivia è il premio.
Sono abbracciati sul letto.
Uniti in un amore profondo.
“E’ tutto questo quello che ci unisce?” domanda Olivia, stranita da tutto quello.
“Sì, è questo” risponde Franco.
“Ma non è giusto…” lamenta Olivia, piangendo.
Lascia la presa da Franco.
Si volta dalla parte opposta e guarda il muro.
Per non guardare quegli occhi dolci.
Quegli occhi che la colpiscono.
E non essere catapultata tra i suoi sogni.
E baciarlo ancora.
Franco lascia che Olivia si allontani.
Si alza dal letto.
Fa un profondo respiro.
Si abbassa per guardare negli occhi Olivia.
E per parlarle.
“Lo sapevo che sarebbe successo questo. Ma io non voglio contestare la tua decisione. Voglio solo dirti di comprendere quanto ci unisce. Non buttare tutto via, ti prego” implora Franco, rivestendosi.
Esce dalla camera, lasciando Olivia sola.
Sola, confusa e disperata in quella camera.
Alla villa, sono le ventitré.
Delfina è più che pronta per affrontare Segundo.
Si mette i suoi pendenti luminosi preferiti, e parte alla riscossa.
Una macchina l’attende davanti alla villa.
Delfina vi entra.
L’autista la porta alla dimora di Segundo.
Una villa stupenda con piscina.
Lui è davanti alla porta di casa.
L’aspetta.
E non appena la vede, viene rapito da quella stupenda immagine.
“Sei bellissima…” commenta, baciandole la mano.
Entrano entrambi.
Segundo offre a Delfina un bicchiere del miglior champagne.
“Vedo che sei rimasto quello di una volta” osserva Delfina.
“Sì. E anche tu non sei cambiata affatto. Sempre bellissima” le dice Segundo.
“Sì…bellissima. Ma non sono più quella di una volta. Io non mi lascio più ingannare” minaccia Delfina.
Si siede accanto a lui.
Segundo è molto attratto da lei.
E non crede che lei sia cambiata.
Si avvicina sempre più per baciarla.
Ma quando Delfina dice che è cambiata, è cambiata.
Gli getta lo champagne in faccia.
“Te l’ho detto, non sono più la stessa” conclude Delfina.
Prende la sua giacca, la sua borsa e esce soddisfatta da quella villa.
Perché ha avuto la prova che gli può tenere testa.
E avere finalmente la sua rivincita su di lui.
E anche su Flor.
Perché è a questo che mira.
Fargli provare le stesse intense sensazioni che lei ha provato per anni.
E alcune per mesi.
Nella sua villa, Segundo è rimasto sbalordito.
L’ascendente su Delfina non funziona più.
Ma è quello della sua ex che funziona  su di lui.
E deve stare attento.
Ma anche divertirsi.
Perché quello è un gioco per lui.
Un gioco per tornare ad amarsi e non lasciarsi mai più.
O forse qualcosa di più di un gioco.
Almeno è quello a cui Delfina punta.
L’indomani, Segundo di presenta alla villa.
Flor gli apre la porta e lo fa accomodare sul divano.
Si mettono a chiacchierare.
Segundo commenta la bellezza della casa, facendo sì che Flor gliela mostrasse.
Prima tutte i vasi d’epoche storiche e quadri originali del primo piano.
Poi passa al piano superiore.
Gli mostra camera sua.
Sempre con Delfina che gli sta alle calcagna.
E, non appena trova occasione, li rinchiude lì dentro.

Il piano è scattato.

Angolo autrice:

Ciao a tutte! Eccomi qui con un nuovo capitolo.
Ringrazio tutti quelli che leggono!
Vorrei anche ringraziare con tutto il cuore Flori186, Rospina, Federika21, Freezer19_96 e, ultima ma molto importante, Danicienta!
Grazie tanto per aiutarmi a migliorare e a sostenermi!

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Capitolo 5
*** Gli arcani del passato ***


La lettera le cade di mano non appena legge le fatidiche parole.
Quelle maledette parole la fanno cadere in un pianto a dir poco struggente.
La felicità di qualche minuto prima è stata annullata da un foglio di carta ingiallito.
La felicità più grande infranta per sempre.
E adesso non rimaneva che piangere sulle sue bianche lenzuola del letto in compagnia dell'alberello.
E forse anche vedere Federico sottobraccio a un'altra sull'altare.
Si accascia con le mani sul cuore sulla vecchia sedia scricchiolante della cantina.
Le lacrime continuano a scendere ancora per un po'.
Ma con tutta la forza che ha in corpo, si asciuga le ultime lacrime versate.
Ripone la carta nel proprio luogo e torna in camera sua non facendosi vedere da nessuno.
Si butta non curante di niente sul letto e continua a sfogarsi con il sostegno dell'alberello magico.
Un'altra messa come lei è a pochi passi da camera sua.
Un mal d'amore, un mal di famiglia.
Anche il suo cuore è in crisi.
Da una parte i sentimenti riscoperti per Segundo e dall'altra il bene per sua madre.
Chi dei due si merita la mia rinuncia all'altro? Pensa.
Di certo non c'è risposta.
Segundo l'ha lasciata nel peggiore dei modi, e anche Malala ha avuto le sue grosse colpe.
Non è il fatto che non l'abbia educata all'amore, come Flor, bensì un fatto avvenuto anni e anni prima.
Aveva due anni, ma se lo ricorda perfettamente.
Sua madre e Margarita Valente stavano avendo una discussione molto accesa sul ciglio delle scale di casa Santillàn.
Accuse pesanti stavano uscendo dalle loro bocche.
Malala stava accusando Margarita di essersi fatta mettere incinta per trattenere Santillàn.
Stava urlando contro la madre di Flor tutta l'ira repressa quando Santillàn le appioppava una scusa per poter andarsene via con lei.
Margarita replicò con forza.
Le disse che non era colpa sua se il marito si allontanò da lei.
Lei lo trattò male, e lei era l'unica colpevole.
E, inoltre, insinuò che la strabordante pancia di Malala era finta.
Sì, Malala all'epoca era incinta.
Precisamente all'ottavo mese.
La discussione degenerò inaspettatamente.
Malala spinse continuamente Margarita, fino a farla arrivare alle scale.
Lì, Margarita perse l'equilibrio e si aggrappò al braccio di Malala.
Entrambe caddero.
Si sentirono dei tonfi per le scale.
Delfina si spaventò, ma riuscì comunque a chiamare un'ambulanza.
I soccorsi arrivarono in fretta.
Portarono le due donne al pronto soccorso.
Margarita era una pozza di sangue.
Tanto sangue dalla testa.
Malala fu trasportata d'urgenza alla sala parto.
I medici affermarono che l'unico modo era quello di far nascere il bambino prematuro.
E quel bambino nacque.
Ma nacque morto.
Delfina si accorse delle parole dei medici di fronte a lei a parlare, non era stupida.
Però qualcosa le alleviava quel peso: sua madre non era un'assassina.
La caduta di Margarita fu davvero brutta, e i colpi subiti fortissimi, per questo temeva che sua madre fosse un'assassina.
Ad un certo punto, dalla stanza della madre di Flor uscì il medico con una faccia bianchissima.
Un uomo con la bambina in braccio scoppiò in lacrime abbracciando quella bambina.
“Margarita è morta” affermò il medico.
Delfina sentì un colpo nello stomaco, gli occhi le si sbarrarono e si ripiegò sul bacino come se avesse mal di pancia, e lo sguardo fisso verso il vuoto: sua madre diventò un'assassina.
Era lei la colpevole di tutto.
Lei rovinò tutto.
Lei le portò via un'infanzia felice.
Però riuscì a superare il trauma, tornando a fidarsi di sua madre.
Lo schiocco delle dita di quest'ultima la riporta alla realtà.
“Tesoro, non mi dire che pensi ancora a lui!” impreca Malala sbuffando.
“No, non penso a lui” rispose Delfina.
“E allora a cosa pensi?” domanda Malala.
Delfina si ricorda della lettera.
Prima di tornare in camera sua, l'ha messa nel baule dei Fritzenwalden.
“A niente penso...” scappa dalla camera con una certa fretta.
Malala rimane stupita dallo strano comportamento di sua figlia.
Ma non gli da importanza, e torna a leggere la rivista di gossip.
A diciassette ore di distanza, un biondino dagli occhi argento è inchiodato su una sedia d'ospedale.
È una notte che è impalato su quella sedia, senza alcuna voglia di andarsene.
Suo zio Esteban continua a tirargli occhiatacce che gli fanno paura, ma di certo non avrebbe lasciato Olivia sola per una faccenda stupida come quella.
Con gli occhi sbarrati, aspetta il giudizio del medico.
Un'ora dopo, alle cinque del mattino, il dottore di presenta davanti a Franco e gli espone il responso.
“La signorina sta bene. Non presenta lesioni interne, né tantomeno traumi dovuti al suo smarrimento di sei anni. L'unico 'trauma' è questa amnesia, ma passerà col tempo. Tenga ben presente che la paziente non deve ricevere informazioni. Sarà lei a ricordare” informa il medico ad un Franco sollevato.
Lo zio Esteban con Elisa piombano nella sala d'aspetto, ma il medico è già andato via.
“Allora, cosa ha detto il medico?” chiede Esteban preoccupato.
Franco espone ciò che ha detto il medico, e Esteban fa una faccia a dir poco contenta.
Sua figlia non si ricorderà mai di Franco, e questo gli dava tanta fiducia.
Franco intuisce il suo pensiero, e non si fa mettere più i piedi in testa.
“Ascoltami bene, tu lo sai bene che Olivia si ricorderà di me! Non si è mai dimenticata, non si dimenticherà mai di noi. Ora è solo un'amnesia, ma sono sicuro che un giorno si ricorderà di me, ne sono sicuro. E magari con un bacio...” provoca il piccolo Franco Fritzenwalden.
Uno sguardo agguerrito quello di Franco.
Guerra si è respirata per una notte intera, guerra si respira ancora.
E non rinunciano a darsi battaglia.
“Guerra, quindi?” domanda l'impresario.
“Guerra!” esclama Franco non tirandosi indietro.
Elisa non fa caso alla dichiarazione di guerra fatta da poco.
Lei guarda incantata Olivia uscire dalla camera dell'ospedale sorridente.
La corre ad abbracciare felice, sotto lo sguardo commosso di Esteban e Franco.
Olivia saluta anche il padre, che, furbo, non rinuncia a sventolare in faccia questo suo vantaggio a Franco.
Olivia abbraccia calorosamente anche Franco.
“Sono contenta di rivederti. Però non conosco il tuo nome e non ho la minima idea di chi tu sia” gli dice lei, smarrita.
“Quando sarà il momento, saprai tutto. Per il momento, il mio nome è Franco” spiega lui con tenerezza.
“Tuo cugino!” ci tiene a puntualizzare Esteban.
“Sì, tuo cugino” annuisce Franco molto tranquillo.
Tutt'e quattro vanno a fare una bella passeggiata per il centro di Berlino.
Tutti felici, tutti sorridenti, tutti entusiasti.
A parte qualche occhiata più strana del solito tra Esteban e Franco.
La vasta Buenos Aires è la città più glamour della moda dell'America Latina.
E Delfina, per il trionfo della lettera, va a fare qualche compra di qua e di là.
Entra nei negozi, e come prima cosa, ne scruta la classe e l'eleganza.
Se le piace, s'immerge nei tanti vestiti.
Ma anche scarpe, bracciali, orecchini e tanto altro.
E i due mila pesos portatasi dietro si disperdono tra i vari negozi senza che se ne renda conto.
Passa davanti a una boutique d'altra moda.
Un vestito rosa corallo è al centro della vetrina.
È un modello anni cinquanta in Italia, disegnato proprio da Armani.
Avvitato, arriva all'altezza del ginocchio, ha in coordinato gli orecchini, una bella cintura in vita nera e delle altissime scarpe a spillo.
Non un qualcosa di appariscente o un museo, ma solo un semplice vestito.
Un semplice vestito con coordinato per un totale di settecento pesos.
Ma lei ne ha altri trecento con sé.
Un po' di amarezza in bocca.
“Se mi lasci vedere come ti sta, te lo regalo io” sussurra una voce seducente al suo orecchio.
“Sei tu...” dice con stupore.
“Sì. E mi piacerebbe vederti con quel vestito addosso e tutto il resto” pretende Segundo.
“Perché me lo dovresti comprare, e vedermi con quel vestito?” chiede Delfina.
“Perché mi piaci” svela con un certo tono Segundo.
“E va bene” arrendevole, Delfina cede alla richiesta di Segundo.
Delfina prova tutto.
Si sistema per bene ed esce fuori.
Tutti, anche il personale, rimangono sbalorditi: è una figura magnifica.
“D'incanto” esclama Segundo, pagando il vestito.
Delfina si rimette ciò che aveva ed esce fuori dalla boutique con Segundo.
“Ti ringrazio tanto” dice lei.
“No, questo e lo dovrai ripagare, e anche caro” minaccia Segundo, mostrandole un biglietto.
“Cos'è?” domanda Delfina.
“Non importa cos'è. L'unica cosa che devi sapere è che devi chiamare a questo numero. È sempre disponibile, quindi puoi farlo quando vuoi. È meglio che chiami...” un'altra minaccia dalla bocca di Segundo?
In quel momento, Delfina capisce che ha qualcosa in mente.
Ma niente di cattivo e perfido.
Forse cinico e divertente sottilmente.
E quel giochetto d'ironia cinica e divertente inizia da adesso.
“Vuoi mostrarmi un post-it sul pc?” domanda Delfina accennando un sorriso.
“Può darsi...” termina Segundo, voltando le spalle e sparendo tra la gente.
In Germania, Franco è a pezzi.
Un mal di testa lancinante non gli permette di fare un bel niente.
E pensare che non ha portato con sé medicine o cose varie.
Anzi, ora che ci pensa, non ha un alloggio.
Non ha neanche soldi.
E deve provvedere al suo mantenimento per tutta la settimana.
Elisa conosce Franco, e sa che è venuto qui con l'intenzione di vedere solo Olivia e non si è portato dietro un centesimo.
“Puoi venire da noi, ma Esteban non lo deve sapere” gli propone.
“Ma io ho un posto dove dormire...” mente Franco con estrema incapacità.
“Be', se non vuoi stare accanto a Olivia...” Elisa viene immediatamente interrotta.
“Dimmi dove devo dormire” queste sono le ultime parole di Franco, prima di entrare nella grande villa Fritzenwalden di Germania.
Elisa lo sistema nella camera nascosta.
Nessuno entra mai lì, neanche i domestici.
“Qui potrai fare tutto quello che vuoi, ma attento a non fare troppo casino” raccomanda Elisa, uscendo dalla porta.
“Sì” rassicura Franco, mentre Elisa esce dalla stanza.
Si sistema sul caldo letto della stanza.
In un attimo, si addormenta profondamente.
Non accorgendosi dei passi a pochi metri da lui.
Passi svelti e non molto rumorosi.
E anche incerti, perché si fermano di continuo.
È Olivia che rivisita la sua casa.
Si ferma a ogni quadro che vede.
Non gli piacciono tutti.
Ma quelli che sono in quella zona sono i suoi preferiti.
Passa davanti alla camera di Franco.
Sente lo scricchiolio del letto di Franco.
Attirata dal rumore, entra lentamente.
Da una rapida occhiata e poi si accorge che è solo Franco che dorme.
Gli si avvicina con cautela per non svegliarlo.
Sorride alla vista di suo cugino, e non sa il perché.
Se lo chiede interiormente.
Ma non ce n'è bisogno, perché lo ha capito il primo giorno che lo ha rivisto.

Amore.
Quel sentimento che non ha mai dimenticato per lui.
L'unica cosa rimastale di lui.
Come la voglia di baciarlo su quel viso d'angelo.
Avvicina la sua bocca a quella di Franco.
Un bacio innocente e delicato.
Il bacio che ha aspettato da una vita.
Il bacio che, pur non volendo, termina.
E con esso, termina anche la presenza di Olivia in quella camera.
Ma è rimasto il suo profumo.
Un profumo che rilascia a Franco un sorriso sulle labbra.
Torniamo in Argentina.
Più precisamente, alla villa.
Dopo molte esitazioni, Flor decide di raccontare la verità al Freezer, prima che i loro cuori siano più coinvolti.
Entra nello studio decisa.
Federico le sorride a trentadue denti.
A Flor si scioglie il cuore.
Ma la notizia che deve dargli è troppo importante.
E inizia il racconto terribile.
“Federico, io sono...” si mette a piangere.
Federico si preoccupa.
“Che succede?” domanda Fede.
“Io sono tua sorella!”

Ciao a tutti! Ecco il quarto capitolo! Scusate se c'è qualche imprecisione! Il fatto è che devo un attimo sistemare delle cose, e non è tanto facile.
 Un bacio a tutti! 
PS: scusate se è un po' brutto il capitolo! Prometto che lo farò meglio la prossima volta.


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Capitolo 6
*** L'ira di Esteban ***


Delfina sghignazza ancora.
Ancora.
E ancora.
Fino ad arrivare in camera sua, e scoppiare nella risata più divertente e malvagia.
Si stravacca sul letto divertita e compiaciuta di se stessa.
Mentre la madre si domanda cosa abbia perso in quel giorno.
"Delfina, cosa succede?" chiede stranita da sua figlia.
"Mamma, succede il meglio del meglio. Segundo e Flor chiusi in camera della cardo" chiarisce Delfina.
Malala spalanca la bocca stupefatta.
"Ma cosa ti prende? Sei impazzita? Quell'idiota spiffererà tutto alla cardo su voi due" esclama Malala.
Si alza dal letto.
Furiosa e preoccupata, va avanti indietro per la camera.
E osserva il sorriso di sua figlia.
Il più determinato, tranquillo e soddisfatto che abbia mai visto.
Egli occhi brillanti di una luce penetrante.
"Mi dici perché sei così contenta?" chiede Malala completamente sconcertata.
"Perché Segundo è nelle mie mani. Flor è nelle mie mani. Ho intenzione di far soffrire Flor come ho sofferto io" spiega Delfina.
"Con Segundo? Lo sai che è perdutamente innamorata di Federico" osserva Malala.
"Sì, lo so..."
Delfina completa la sua spiegazione alla madre.
Malala è divenuta in un secondo la madre più soddisfatta e fiera del suo stesso sangue.
Incamera di Flor, tutto è calmo e tranquillo.
Segundo seduto sulla sedia accanto al suo letto.
E lei rannicchiata angosciosamente sulla sedia davanti allo specchio.
Il petto appoggiato sulle gambe.
Il suo mento appoggiato contro le ginocchia.
E tante lacrime che scendono dai suoi occhi.
Lentamente e tristemente.
Segundo è commosso da tutto quello.
Ha avuto modo di osservare Flor, la sua Flor.
E si è reso conto che è sempre la sentimentale, sensibile, dolce, disponibile, innamorata e sofferente Flor.
Le si avvicina con cautela.
Le pone una mano sulla spalla.
Flor guarda lo specchio.
Vede dipinto sul volto di Segundo un sorriso malinconico.
Flor lo abbraccia forte.
L'abbraccio che ha desiderato avere da quando la sofferenza l'ha invasa.
In Germania, Olivia è in cantina.
Guarda un baule con il suo nome sopra.
È piccolo e pesante.
Lo apre.
Una miriade di libri sono sparsi per tutto il baule.
Più una lettera.
Gliel'ha inviata Franco sei anni prima.
La legge tutta.
Righe di vero amore.
Righe di tristezza.
Si rende conto che il loro amore ha radici più profonde di quanto lei pensasse.
Non è attrazione fisica.
E' un amore nato anni prima.
Contrastato dagli altri.
Ma così forte da vivere per altri sei anni dentro di loro.
Una lacrima le bagna il viso.
Appoggia bruscamente la testa contro il muro.
Poi si accascia a terra, chiudendo gli occhi.
Flor è ancora tra le protettive braccia di Segundo.
E' sempre stato quello che l'ha confortata.
Un abbraccio.
Un suo abbraccio.
Anche quando sua madre morì.
Era un pomeriggio piovoso.
Flor era sdraiata sul suo letto con gli occhi gonfi dalle lacrime.
Aveva appena saputo che sua madre era morta.
Aveva smesso di combattere.
Non sarebbe più stata con lei in quella casa.
Non l'avrebbe più contagiata con la sua allegria.
E soprattutto l'aria di quella vecchia casa non sarebbe più stata amorevole.
L'amore.
Quello che sua madre le riusciva a dare.
Quell'importante ragione che faceva vivere Flor con allegria.
Ora non c'era più.
Per Flor non esisteva nessuna ragione per sorridere, amare e vivere.
Ma in quel momento entrò Segundo.
Avvertì subito la tristezza e la devastazione di Flor.
E non esitò a sostenerla.
L'abbracciò.
Con delicatezza.
Con affetto.
Affetto che Flor percepì.
E fu in quel momento che capì che c'erano ancora tante cose per continuare a vivere.
Perché per la prima volta incontrò l'amore
Quello vero.
"Flor, ti va di raccontarmi cosa è successo?" domanda Segundo.
"Ho perso l'amore, un'altra volta" risponde Flor.
"Ti capisco bene. Molto bene" afferma convinto Segundo.
"Io non credo che tu possa capire. Perché non l'hai mai trovato. Mai" contraddice Flor a un Segundo sorpreso.
"Tu lo sai meglio di me che conosco l'amore. Te ne ho dato prova anni fa" conviene Segundo.
"E' stata soltanto una messa in scena. E niente mi farà cambiare idea" continua Flor, più testarda che mai.
Segundo la prende con forza e la stringe a sé.
Flor ammira i suoi grandi occhi neri.
Stracolmi di tante emozioni.
Emozioni che Flor adora.
Perché gli fanno conoscere tante cose di lui.
"Mi credi adesso?" chiede Segundo.
"Sì" risponde Flor, scatenando una forte sensazione in Segundo.
Forse una fiamma risvegliata dopo cinque anni.
O forse solo semplice attrazione.
Sa solo che ha voglia di darle un bacio.
E così fa.
In Germania, Franco gira furtivamente per la villa di Esteban.
Cerca Olivia.
La sua principessa.
Nota la porta della cantina aperta.
Scende per le scale.
Buio totale.
Fino a quando non vede uno spiraglio di luce.
E sotto di esso il corpo di Olivia.
Si precipita a constatare le sue condizioni.
Respira.
Ma non apre i suoi meravigliosi occhi.
E Franco teme il peggio.
Le accarezza la fronte.
“Olivia, ti prego, non mi lasciare di nuovo” impreca con le lacrime agli occhi.
“Non voglio lasciarti. Ma devo” dice Olivia, muovendosi leggermente.
Franco l’aiuta a rialzarsi.
“Che vuoi dire?” domanda serio.
“Ho letto la tua lettera. Mi ricordo di tutto. Tutto. Anche quello che non dovevamo fare” sospira affaticata.
“Olivia, è stato solo amore. Vero amore. E ti prego di non rifiutarlo. Non il nostro” prega Franco, guardandola negli occhi.
“Mi dispiace…”
Esce dalla cantina con fermezza e freddezza d’animo.
Sensazioni così intense in quella situazione.
Tanto da attanagliare il cuore di Franco.
Chi ora è deciso a cambiare rotta.
Perché non gli resta più nulla nel passato.
Rincorre Olivia.
La prende violentemente per il braccio.
“Io sono stanco. Prima mi lasci. Poi torni da me e mi chiedi di amarti perché sei distrutta. Tutto questo mi sta uccidendo. E io non voglio vedermi così abbattuto. Finiamola qui, per sempre” afferma andandosene.
Olivia è sconvolta.
Non solo stava tornando da lui per dirgli che ha sbagliato.
Voleva anche dirgli che era ad amarlo.
E lo è ancora.
Ma non lo può più fare.
Perché la determinazione negli occhi di Franco le ha fatto capire che non c’è più spazio nel suo cuore.
Sul terrazzo della villa, Franco è distrutto.
Ma sa che è la cosa migliore.
Sta per andarsene.
Però Esteban lo ferma.
“Tu cosa fai qui?!” domanda arrabbiatissimo.
Franco indietreggia impaurito.
Arriva fino alla ringhiera del terrazzo.
“Ti avevo già detto che non voglio che stai accanto ad Olivia!” preso dalla rabbia, gli tira un pugno.
Franco precipita giù.

Sotto gli occhi di Elisa e di Olivia.

 

Angolo autrice:

 

Ciao a tutti! Sono tornata con il sesto capitolo di questa storia.
Spero che sia di vostro gradimento. Un ringraziamento a tutti i lettori e a quelli che recensiscono la mia storia!
Un bacio!

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Capitolo 7
*** Non si torna più indietro ***


"Franco, ti prego, svegliati” singhiozza Olivia piangendo.
Poggia il capo sul petto del suo amato.
Battiti deboli e discontinui.

Chiamate un'ambulanza!” urla, disperata.
Ma nessuno risponde.
Nessun cenno di aiuto.
Neanche dalle persone che più di chiunque altro dovrebbero aiutarla.
Olivia scosta dal suo pallido viso i riccioli biondi, rivelando i suoi occhi immensamente blu e lucidissimi.
E nota con estrema tristezza che non ci sono i suoi genitori ad aiutarla.
Sono fuggiti.
Le hanno lasciato sopportare tutta quell'angustia da sola.
Perché non sono capaci di prendersi le responsabilità delle loro azioni.
Sotto shock, Olivia chiama i soccorsi.
Continua ad imprecare che Franco non muoia tra le sue braccia.
Ma purtroppo i suoi battiti continuano a diminuire.
Sempre più deboli.
Sempre più impercettibili.
Fino a quando Olivia non avverte più alcun palpito.
Non ce l'ha fatta.

Prego, uscite” invita Delfina, compiaciuta e sorridente.
Grazie, signorina Delfina” dice Flor, con un filo di voce.
Sì, grazie” conviene Segundo, fissando Delfina con un sorriso.
Un sorriso velato da una grande vittoria.

Scusate, vado a terminare le mie mansioni domestiche” avverte Flor.
Sospirando, mordendosi il labbro e con un'espressione confusa e triste, va via.
Lasciando Segundo e Delfina insieme.

Non sai in cosa ti stai cacciando. Ciò che hai fatto può portarti a soffrire molto” avverte Segundo.
Non ti è bastato lo champagne per capire che non sono più ingenua e avventata? Vorrà dire che la prossima volta proverò con del vino pregiato italiano” risponde sicura di sé Delfina.
Non ci sarà niente che mi potrà togliere dalla testa che tu sei ancora la stessa di pochi anni fa. Avrai imparato a tenermi testa, ma non sai osservare...” afferma Segundo.
Tu mi sorprendi. Un uomo così innovativo che non sa stare al passo con le donne che gli sanno tenere testa. Ah, in quanto ad osservare, Florencia è il tipo per te. Si fa manipolare che è una bellezza” risponde Delfina, sorridendo.
Soddisfatta del suo lavoro, va in camera sua.
Mentre Segundo rimane colpito dalla perspicacia e dall'incredibile calma e obiettività di Delfina.
Non è più la stessa.
Prima si sarebbe arrabbiata moltissimo per quello che le ha detto.
Ora no.
Adesso, lei è diventata una donna con tutte le carte in regola per metterlo in ginocchio.
Una donna carismatica.
Una vera leader.
La paura che lo possa battere si fa sentire.
Ma non è così forte.
Perché ancora più forte è l'amore che prova per lei.
In Germania, Franco è in ospedale.
È sopravvissuto fisicamente.
Ma il suo cuore non è sopravvissuto a niente.
Adesso più che mai.
Perché ha preso una drastica decisione.
Una decisione che segnerà il suo destino.
Ma ancor più quello della sua amata principessa.
Olivia piange disperata nella sala d'aspetto.
Continua a scrollare la testa e a urlare che non può essere morto.
Franco resta colpito dalla sofferenza che prova.
Ma è la cosa più giusta.
Perché lei potrà rifarsi una vita con qualcun altro.
E sarà felice, portando nel cuore anche i loro ricordi più belli.
Franco lascia l'ospedale.
Lascia Berlino.
Alla villa Fritzenwalden, Florencia è in cucina.
Giocherella con uno dei suoi amuleti.
È una noce d'argento.
Gliel'ha regalato sua madre quando era sul letto di morte.
Le ha sempre detto che, semmai si sentisse male e avesse bisogno di aiuto, stringere forte forte l'amuleto e pensare a lei l'avrebbe fatta sentire meglio.
Ma Flor non ha bisogno di sentirsi meglio.
Lei ha bisogno di una risposta.
Quella maledetta risposta che non possono darle le fatine.
Né sua madre.
Né nessuno.
Perché custodita nei luoghi più profondi del suo cuore.
Solo lei lo può capire.
Improvvisamente, sente un brivido sulla spalla destra.

Sembri una principessa con questi riccioli” sussurra una dolce voce.
È paradisiaca per Flor.

Grazie” risponde con un sorriso.
Quest'uomo si rivela.
È davanti Flor.

E le principesse non devono avere quel triste visino” le dice, baciandole la fronte.
Un bacio pieno d'amore e di affetto da parte di quell'uomo.
Un bacio incantevole.
Le scioglie il cuore.

Tranquilla, tutto andrà bene. È una promessa” accarezza il viso di Flor.
E si allontana da lei.
Invece Federico si è stabilito definitivamente nel cuore di Flor.
Che non può fare a meno di piangere.

Questo vuol dire che...” non termina la frase Malala, sconcertata.
Ha appena saputo che il giorno in cui suo figlio è morto, ci sono stati degli errori in ospedale.
Proprio al reparto maternità

Sì, signora, c'è questa possibilità. Forse suo figlio non è morto come crede. Forse è vivo” dice l'investigatore.
Cerchi altri dati, li cerchi!” ordina Malala, speranzosa che suo figlio sia vivo.
Sì, signora, vado subito.”
Detto questo, l'investigatore corre via.
E Malala rimane con un magone in gola enorme.
Il magone della speranza risvegliato.
Dopo tanto, troppo tempo che è rimasto dormiente nel suo cuore.
Piange.
Come non ha mai fatto in tutti questi anni.
Come avrebbe sempre voluto fare.
Per la prima volta, si libera di un dolore.
Ma solo uno dei tanti.

Mamma, che succede?” domanda Delfina, entrando in camera spaesata.
Forse il tuo fratellino è vivo. Forse lo potremo riabbracciare” confessa la madre alla figlia.
Delfina è contenta per la madre.
È contenta per lei.
Perché, anche se non del tutto sicuro, conoscerà qualcuno che la capirà e la sosterrà in tutto.
Avrà un fratello.
Avrà un amico.
Avrà la possibilità di cambiare la sua vita.
Con la sua famiglia accanto.
Almeno spera che sia così.
Perché l'ultima sorella che ha saputo di avere la odia con tutto il cuore.
La vuole distruggere.
E non sopporterebbe che questo accadesse ripetutamente.

Tieni, ti ho portato un po' d'acqua” tende il bicchiere d'acqua a Olivia Bernardo, il suo migliore amico d'infanzia.
Bernardo e Olivia si conoscono da quando erano piccolissimi.
Si volevano tanto bene.
Ma non c'è mai stato niente di più di una profonda e indissolubile amicizia.
Si sono sempre sostenuti a vicenda.
Olivia aiutava Bernardo con le altre ragazze.
Cercava di fargli comprendere che le sue stranezze erano così belle e divertenti.
Lo tirava su di morale.
Faceva di tutto per farlo star bene.
Come Bernardo ha fatto di tutto per aiutare Olivia con Franco.
Li sosteneva, li aiutava, li proteggeva in tutti i modi.
Era molto solidale con loro.
E questo Olivia non l'ha mai dimenticato.

Grazie, Berni” dice Olivia, accennando un leggero sorriso malinconico.
Mi dispiace tanto per Franco. Davvero tanto” le dice, abbracciandola.
Ho combattuto tanto per lui e ora non è qui.”
Piange ancora.
Non si rassegna al fatto che Franco non sia più con lei.
Non la può più abbracciare.
Non la può più tranquillizzare con tutta quella calma e quell'allegria che trasmette.
Oramai non c'è più niente per cui combattere.
E Olivia se n'è resa conto.
La mattina successiva, Franco è ritornato a casa.
Tutti lo accolgono con estremo affetto.
Lui sorride per tutto l'affetto che gli dimostrano.
Ma non sorride a Federico.
E neanche a Flor.
Va in camera sua.
Si sdraia sul letto e prova a dormire.
Ma Federico lo interrompe.

Vieni di sotto, ché dobbiamo parlare di una cosa importante” afferma con serietà.
Sì.”
Scende di sotto con Malala e Delfina.
Tutti prendono posto sul divano.

Negli ultimi giorni, è successa una cosa. Nostro padre ha lasciato una lettera in un baule che abbiamo in cantina. Questa lettera diceva che Florencia, la nostra Florencia, è nostra sorella. È una Fritzenwalden” comunica Federico.
Tutti rimangono a bocca aperta.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere.
Il piccolo Tomas, invece, corre ad abbracciare Flor.

Sorella!” dice contento.
Sì, tesoro.”
Franco, Malala e Delfina si lanciano sguardi complici.
Il loro piano è stato attuato con successo.
Ora, bisogna solo aspettare che i piccioncini stiano davvero tanto male.
Devono soffrire.
Come soffrono loro.
Il telefono di Franco squilla.
Va fuori a rispondere.
Il prefisso è straniero.
Risponde.
"Fritzenwalden, se non vuoi che la tua riccioli d'oro sappia tutto, è meglio che accrediti tutti i soldi sul mio conto, altrimenti..."
Franco sente in sottofondo il lamento di Olivia.
E anche quello di un uomo che la consola.
È stata la decisione giusta.
Se ne convince sempre più.



Angolo autrice:

Scusate il ritardo, scusatemi tanto! Con l'inizio della scuola e il resto non ho avuto più tempo per aggiornare! Un bacio e un caloroso ringraziamento a tutti quelli che seguono e recensiscono la mia storia! Alla prossima.

 

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