United States of Ichigo di Cincilla (/viewuser.php?uid=54667)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Campanello d'allarme ***
Capitolo 2: *** Il momento migliore, il momento peggiore. ***
Capitolo 3: *** Il dottor Faustus ***
Capitolo 4: *** Strawberry ***
Capitolo 5: *** Sapore di gatto. ***
Capitolo 1 *** Campanello d'allarme ***
L'ossimoro del gatto
United States of Ichigo
Prologo:
Campanello d'allarme.
Era
un classico temporale autunnale.
La pioggia batteva costante come un martello sui tetti di tegole mentre
il vento, impetuoso, scuoteva le fronde degli alberi e si infrangeva
sulle finestre con assordante frastuono. In lontananza si udivano gli
antifurto delle auto e i latrati insistenti degli animali randagi e, di
tanto in tanto, qualche fulmine abbagliava il grigiore notturno dando
l'impressione che fosse già giorno inoltrato.
Alla luce del sole nessuno avrebbe fatto caso ad un simile baccano ma i
rumori, di notte, sono sempre più intensi e sinistri.
Nel momento esatto in cui si infilò sotto le coperte, Ichigo
capì che non sarebbe riuscita ad addormentarsi.
I suoi "sensi felini" percepivano quegli schiamazzi molto
più
distintamente di quanto avrebbe potuto un orecchio normale e a nulla
serviva coprirsi la testa con un cuscino. Anche il suo letto le parve
improvvisamente più scomodo : le coperte, benché
di
leggero cotone, ora sembravano tremendamente soffocanti e il materasso,
quasi fosse cosparso di lame acuminate, le pizzicava la pelle liscia
della schiena.
Se chiudeva gli occhi e prestava attenzione riusciva a sentire, oltre
al caos esterno, un fastidioso tittinio di campane che si acuiva ad
ogni suo anche impercettibile movimento.
Din-din
All'ombra della fioca luce lunare distingueva a malapena i contorni
degli oggetti: se si sforzava poteva scorgere i bordi della
scrivania, la lampada da lettura e persino le copertine colorate di
alcuni libri.
Poi, al centro della camera, un ombra più grande delle altre
oscurava quasi completamente il letto. Assottigliando lo sguardo,
Ichigo cercò di mettere a fuoco quella figura estranea
all'arredamento della camera, ma,allo stesso tempo, così
familiare nella sua
memoria.
Strofinandosi un po' gli occhi, si accorse che i lineamenti di
quell'ombra ricalcavano alla perfezione quelli di un uomo, alto
abbastanza, con le spalle molto larghe e gli occhi di un castano
dorato che sembravano fari nel buio. << Ichigo.>>
Il cuore cessò un battito al
suono di quella voce, che riecheggiava come un eco nella sua testa.
L'uomo fece
un passo avanti e il suo volto divenne più chiaro alla luce
della luna.
"Mark." Pensò, tirandosi su con la schiena. Il trillo si
fece più forte.
Din-din.
"Perché sei qui? Come sei entrato?"Avrebbe voluto
chiedergli. Ma ogni parola, ogni suono emesso dalle sue labbra veniva
coperto dall'incessante scapanellio.
Più Mark le si avvicinava, più una strana
sensazione di
malessere le pizzicava la schiena, attraversandole la spina dorsale
come una scarica elettrica.
Ichigo rabbrividì. Quello non era il suo
fidanzato, anche se apparentemente con le stesse
fattezze. Il suo sguardo era freddo e vacuo come quello di un vecchio
guardiano dimenticato dal mondo.
<< Ti amerò per sempre.>> disse
atono.
La sua voce, al pari delle sue movenze, era diversa e raccapricciante.
Din-din.
<< Ma non posso più stare con
te.>>
No, quello non era decisamente Mark. Lui non sarebbe mai entrato in
camera sua nel cuore della notte per lasciarla senza motivo.
"E allora perché sto piangendo?"si chiese, quando si accorse
delle lacrime che le bruciavano sugli occhi e che le rigavano il volto.
Voleva alzarsi, mandarlo via, urlargli che non gli credeva, ma il suo
corpo, così come le sue labbra restarono immobili.
Un lampo squarciò il cielo e grazie a quel breve momento di
luce,
Ichigo notò una piccola pozzanghera sul pavimento. "Sono
state
le mie lacrime a farla?" si domandò, dandosi della stupida
un attimo dopo anche solo per aver pensato ad una assurdità
del
genere. Un gocciolone proveniente dal soffitto si infranse sulla sua
fronte nello stesso istante in cui un altro fulmine, più
intenso
degli altri,illuminò a giorno la stanza.
In un attimo Mark era sparito e ciò che Ichigo vide riflesso
in
quello specchio d'acqua non era più il suo volto, ma il muso
di
un gatto con un campanellino al collo.
Si svegliò di soprassalto con il battito accelerato e la
fronte
imperlata di sudore. Si guardò attorno turbata e si
tastò
il viso con le mani.
-Era solo un sogno.- si disse, felice di aver ritrovato
finalmente la voce. Ma il sollievo non durò che pochi
secondi.
Si sarebbe voltata e avrebbe ripreso a dormire tranquilla, ma appena
ebbe richiuso gli occhi, si accorse con orrore che qualcosa non andava.
Sentiva ancora le campane.
Din-din.
Bla bla bla...
Chi come me quest'anno ha affrontato il "mostro sacro", noto sulla
carta come "esame di stato", sa bene che la fine del liceo/istituto
ricorda un po' l'ultimo dell'anno. Ci si lascia entusiasmare dall'idea
di una vita nuova, dall'opportunità di ricominciare da capo,
incontrare nuove persone, diventare adulti e i buoni propositi
germogliano come funghi nelle foreste conifere. Ma, come spesso accade,
l'anno nuovo si rivela deludente e i buoni propositi vengono gettati
nello sciacquone del water, così riponiamo le nostre
speranze in
quello successivo e in quello dopo ancora.
Analizzando il problema alla radice, sono giunta alla conclusione che
è meglio liberarci delle aspettative che si annidano nel
cervello come insetti parassiti e iniziare finalmente a pensare a
quello che possiamo fare "oggi" invece di rincorrere le illusioni del
domani.
Il nuovo
è sopravvalutato a spese del confortevole e rassicurante vecchio.
"Vecchio" non è sempre sinonimo di "peggiore".
In mezzo a tutto questo "futuro"
ho sentito il bisogno di fare un bel tuffo nel "passato" e, devo
ammetterlo, mi pento solo di non averlo fatto prima.
Le fanfiction hanno rappresentato il mio "passato", ora saranno il mio
"presente" e (mi concedo un ultimo proposito) spero siano anche il mio
"futuro".
Stappate il vino più vecchio che avete : Clow è
tornata.
Halleluja, Halleluja.
Nota :
Sebbene il mio inserto filosofico vuole essere un encomio al "passato"
, il presente non sarebbe presente
se non apportassi qualche cambiamento. Ecco perché ho deciso
di cambiare il mio nick
(dal prossimo capitolo) in "cincillà"
e di cancellare alcune storie che ormai non sento
più mie o
che semplicemente non ho più l'ispirazione per continuare.
Inoltre, ho deciso di sfruttare il potere pubblicizzante del web
creando una pagina facebook dove troverete spoiler, immagini e
gongolamenti vari dell'autrice :
http://www.facebook.com/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111?sk=page_getting_started#!/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111?sk=wall
Ma devo avvisarvi che sono una frana con le nuove tecnologie =)
Alla prossima.
Cincillà
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Capitolo 2 *** Il momento migliore, il momento peggiore. ***
Il momento migliore, il momento peggiore
United States of Ichigo
1
Il momento migliore, il momento peggiore.
Si
svegliò di buon umore, illuminata dal sole di una domenica
mattina. Sbadigliò, tirandosi su con la schiena e sorrise
ingenuamente mentre con le mani si stropicciava gli occhi ancora gonfi.
Aveva sognato Ryan tutta la notte e a momenti lo avrebbe rivisto al
caffè.
Voleva arrivare per prima, Lory, così da approfittarne per
restare sola con lui per un po' di tempo. E magari intrattenerlo con
banali discorsi sul tempo, sull'estate trascorsa, sui libri
interessanti
che aveva appena letto. Non si sarebbe annoiato, lui. Perché
a
lui piaceva parlare del clima, delle stagioni e dei libri.
Avrebbe annuito alle sue affermazioni, magari aggiungendo qualcosa che
lei non sapeva- perché
lui ne sapeva sempre di più-
e poi le avrebbe offerto una fetta di torta da mangiare assieme, in
attesa delle altre. E lei avrebbe detto di sì, arrossendo,
come faceva sempre, quando lui faceva il gentile.
Proprio come nel suo sogno.
Quando, di comune accordo, le sue amiche avevano deciso, nonostante la
guerra fosse finita, di continuare a lavorare per Ryan e Kyle, Lory
tirò un sospiro di sollievo. Tremava alla sola idea che il
ragazzo di cui si era follemente innamorata potesse ripartire per
l'America e lasciarla per sempre senza sapere dei sentimenti che
provava per lui. Non glie lo aveva mai confessato in effetti, che lo
amava, sebbene
fossero passati ormai cinque mesi dal giorno in cui gli alieni avevano
abbandonato per sempre l'ipotesi di impossessarsi del pianeta Terra.
Cinque mesi fatti di sguardi furtivi, batticuori improvvisi e tentativi
di approccio falliti.
"E' che non mi sembra mai il momento giusto" disse a se stessa, mentre
il getto di acqua fredda lavava via gli ultimi residui di sonno.
Ogni volta che gli si avvicinava, le gambe le tremavano e la voce
faticava ad uscire e allora finiva per desistere e, invece di
buttarsi tra le sue braccia finiva per buttarsi a capofitto sul lavoro,
con effetti disastrosi per il servizio di piatti di Kyle.
Ancora bagnata, indossò gli occhiali e si guardò
allo specchio.
Guardò il suo riflesso allo specchio e si odiò.
Avrebbe dato qualunque cosa pur di essere meno insicura, meno goffa,
meno Lory.
Così - come faceva sempre per darsi coraggio- richiuse gli
occhi
e ripensò alle parole che Ryan aveva pronunciato il giorno
della
loro gita al mare. Il giorno in cui per la prima volta aveva capito di
esserne infatuata.
- Il problema è che non hai abbastanza fiducia in te
stessa.- mugolò al suo riflesso.
- Pensa
positivo. Non affrontare le sfide come se le avessi già
perse.-
Il suo sguardo brillava di una luce nuova. Si. Poteva farcela. Non
sarebbe più indietreggiata di fronte a Ryan. Avrebbe
raccolto tutto il suo coraggio e si sarebbe
finalmente dichiarata.
Non poteva lasciare che il suo carattere compromettesse la sua
felicità. Non poteva permettere che la sua scarsa
determinazione
la costringesse in una gabbia di solitudine, così come
quelle
anonime trecce costringevano i suoi capelli.
-Ti sentirai più sicura.- sentenziò, sciogliendo
la sua
chioma e, con essa, tutti i nodi che da sempre l'avevano tenuta legata.
Varcò la soglia del caffè speranzosa e
sorridente. Era in
anticipo di ben mezz'ora. Ryan era seduto ad un tavolino intento a
leggere un volume spesso quanto il suo braccio- e il suo braccio era
molto spesso- . Tutto sembrava perfetto, se non per il fatto che anche
Ichigo era già arrivata.
Stano, pensò. Solitamente ritardava di almeno due ore.
Decise di non badarci molto. Non era un gran problema in fondo.
Kyle la salutò, cordiale come sempre.
- Ben arrivata Lory, hai cambiato pettinatura?-
- Già.- ammise, giocherellando con una ciocca dei suoi
capelli.
- Stai molto bene, sai?-
Lory chinò la testa imbarazzata. Chissà se anche
Ryan l'avrebbe pensato.
Si cambiò velocemente. La divisa le aveva sempre donato
molto, ma
adesso, se possibile, sembrava calzarle anche meglio, o forse era solo
la consapevolezza di quello che sarebbe accaduto di li a poco a
renderla più bella.
Gli si avvicinò lentamente. Una parte di lei non voleva
disturbarlo. Era così affascinante, assorto in quella
lettura
impegnata, che la rammaricava quasi doverlo interrompere. Gli
sfiorò piano la spalla, godendosi per un attimo la
sensazione
del calore della sua pelle. Quando lui alzò lo sguardo verso
di
lei ebbe quasi paura che il cuore potesse scoppiarle nel petto.
I suoi occhi, che cambiavano colore a seconda dell'angolazione della
luce, bastavano a mandarle lo stomaco in subbuglio. Avrebbe potuto
guardarli ogni giorno tutti i giorni e non sarebbe bastato per
coglierne tutte le sfumature.
- Libro interessante?-
sciocchezze. Il solo fatto che lui lo stesse
leggendo bastava a renderlo molto più che interessante.
- Un saggio filosofico.- rispose distrattamente.
- Oh.-
Si mise a sedere di fronte a lui, così da stargli
nè troppo vicino nè troppo lontano.
- "Die Traumdeutung"- lesse sulla copertina.- Cosa
vuol dire?-
- E' tedesco, significa : "L'interpretazione dei sogni."-
Ryan si voltò. Ichigo aveva appena fatto cadere in terra la
scopa, e se ne stava immobile a fissarli.
- Scusate io...sono un po' distratta oggi.- blaterò con poca
convinzione.
Quando Ryan tornò a guardarla, non seppe più cosa
dire.
Temeva che se fosse rimasta in silenzio lui sarebbe riuscito ad udire i
battiti accelerati del suo cuore.
- Non...non hai notato nulla di diverso?- chiese, sporgendosi
leggermente verso di lui, così che potesse notare
più
facilmente il cambiamento.
- Te ne sei accorta anche tu?-
- Eh?-
-Ichigo.-
Lory tolse immediatamente i gomiti dal tavolo e si rimise composta.-
Ichigo?-
- Già. Si comporta in modo strano non trovi? Arriva in
orario, svolge tutte le mansioni senza lamentarsi e poi...-
Una fitta dolorosa la costrinse a comprimersi l'addome.-Poi?-
- Il campanellino, quello strano ciondolo che mette sempre al collo,
oggi non lo indossa. Curioso, vero?-
Senza rispondergli si alzò e non gli rivolse più
parola per il resto della giornata.
"Curioso, vero Lory?" aveva chiesto. Si.
Curioso come lui non abbia
prestato alcuna attenzione alla sua acconciatura ma non si sia fatto
sfuggire il particolare della collanina di Ichigo.
Del resto che si aspettava? Che fosse corso da lei con le braccia
spalancate, estasiato dal suo nuovo aspetto. No, era surreale. Non era
quel tipo di ragazzo.
Forse stava solo ingigantendo l'accaduto. Proprio come Pam, Ryan aveva
un sesto senso innato nel capire quando qualcosa non andava. E, non
poteva negarlo, quel giorno Ichigo sembrava veramente turbata. Si, la
sua era stata senza dubbio una reazione esagerata. Che motivo aveva di
sospettare della sua migliore amica? Era fidanzata con un ragazzo
meraviglioso di cui non si stancava mai di tessere continuamente le
lodi, non avrebbe mai potuto rappresentare una minaccia.
Era sempre stata una sua prerogativa, fasciarsi la testa prima di
rompersela e farsi buttare giù da dettagli
così
insignificanti. Forse voleva solo trovare una scusa per tirarsi
indietro. Ma ormai era troppo tardi, lo doveva a se stessa. Se voleva
mutare veramente, non bastava semplicemente sciogliersi i capelli.
Doveva fare qualcosa in più per rendere la trasformazione
completa.
Doveva dire a Ryan quello che provava. E doveva farlo quella sera
stessa, prima che il suo turno di lavoro finisse. E prima di ripensarci.
Il momento giusto non sarebbe mai arrivato. Semplicemente
perché
non esiste un momento giusto per dire ad una persona che ne sei
innamorato.
Esiste però il momento in cui scegli. Scegli di lasciare da
parte la timidezza e decidi di essere sincera con l'altro.
Che scelta farai, Lory?
Quando arrivò l'orario di chiusura, Lory si accorse- con
dispiacere- che ancora una volta Ichigo aveva intralciato i suoi piani,
rivolgendosi a Ryan per prima, usando esattamente le stesse parole che
lei aveva intenzione di pronunciare, come se potesse leggerle nel
pensiero.
Che brutti tiri che tirava a volte il destino.
- Ho bisogno di parlarti.- aveva annunciato, come fosse la cosa
più naturale del mondo.- In privato.- aveva aggiunto,
sollevando
le spalle come se la cosa non le importasse davvero.-
Ma Lory sapeva che doveva essere veramente importante se l'amica,
così reticente, aveva deciso di confidarsi proprio lui.
Era solo un immotivato dubbio quello che adesso le martellava nella
testa, o piuttosto un'amara consapevolezza?
Forse non l'avrebbe mai scoperto. O forse si.
Inconsapevole di ciò che l'aspettava dall'altra parte,
spinse
molto delicatamente, facendo attenzione a non fare rumore, la porta del
laboratorio, dove si erano rintanati.
Il piccolo spiraglio che aveva aperto bastava a permetterle di spiarli.
Nello spazio di un momento, nell'istante in cui accostò
l'occhio
destro a quella fenditura, si pentì amaramente di quanto
aveva
appena fatto.
Non poteva scegliere momento migliore- anzi, peggiore- per sbirciare.
Gli occhi di Ryan- oh
quegli occhi- che l'avevano incantata fino a poco
prima, ora fissavano deliziati l'orlo di pizzo della gonnellina che
Ichigo aveva sollevato fin sopra le cosce.
- Avvicinati e guardami.- disse la ragazza, e lui non se lo fece
ripetere due volte.
Lory, al contrario avrebbe voluto non doverli vedere mai
più.
Distolse subito lo sguardo, allontanandosi come fosse stata scottata.
Era troppo per il suo povero cuore, strappato dal suo petto e
calpestato come fosse carta sporca dalle due persone di cui si fidava
di più al mondo.
Non stava accadendo davvero. Ichigo non aveva appena mostrato le sue
grazie a Ryan, no.
Era troppo sorpresa persino per piangere.
Perché? Perché le avevano fatto un simile torto?
Perché quei due, che stavano causando tanta distruzione,
potevano lasciarsi andare, senza rimorsi, ad atti di pura
carnalità- perché non c'era un'altra ragione per
cui
Ichigo avrebbe dovuto far dono a Ryan della vista della sua biancheria-
mentre lei, che aveva solo ed incessantemente amato, come risultato
aveva il cuore in pezzi?
Che
sciocca era stata.
Avrebbe dovuto fidarsi di più delle sue intuizioni.
- Lory, che ci fai ancora qui?-
- Mina...-
- Come sei pallida. Sembra che tu abbia appena visto un fantasma.-
Oh, magari. Lo avrebbe preferito di gran lunga.
- No, io...ma dove stai andando?-
- Da Ichigo. E' in laboratorio con Ryan, giusto?-
Lory l'afferrò per un braccio.- No! Cioè
sì ma... non penso sia il caso di entrare.-
- Ma io devo farlo. Oggi Ichigo sembrava così
giù. Vedrai, salterà dalla gioia quando
saprà che...-
E fu allora che, colta da un'improvvisa rivelazione, Lory
capì.
- Lascia stare, ci penso io.- esclamò, ostentando una
sicurezza che non le apparteneva.
Raggiunse di corsa l'ingresso del cafè.
Si, capì che non sarebbe stata l'unica a soffrire.
Bla bla bla...
- "Era il momento migliore, era il momento peggiore", è una
citazione di Charles Dickens dal famoso romanzo "Tale of two
cities", anche se letteralmente andrebbe tradotto " Era il migliore dei
tempi, era il peggiore dei tempi".
-
ll discorso di Lory allo specchio è tratto dall'episodio 19
dell'anime, in cui Ryan incoraggia la ragazza ad essere più
sicura di sè.
- "Die
Traumdeutung" è
il titolo tedesco del celebre saggio di Sigmund Freud,
"L'interpretazione dei sogni", che penso conosciate tutte. In caso
contrario, Wikipedia docet.
- "Perché quei due, che stavano causando tanta
distruzione..."
è la mia rivisitazione di una frase di Milly Johnson,
contenuta
nel libro "Veri amori, falsi amanti" di cui vi ho già
parlato in
passato.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e se si, che
vogliate farmelo sapere con le vostre recensioni.
Ricordo che la storia sarà aggiornata ogni 10 giorni circa-
salvo casi particolari- e che ogni 5 troverete uno spoiler sulla mia
pagina facebook:
http://www.facebook.com/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111
Ps
: viste le poche letture dl prologo ho deciso di attendere ancora
prima di cambiare nick (da clow a "cincillà") in modo che
tutti possano
venire a conoscenza del cambiamento.
Cincillà.
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Capitolo 3 *** Il dottor Faustus ***
Doctor Faustus
United States
of Ichigo
2
Dottor Faustus.
Ryan Shirogane
aveva una personale routine giornaliera che seguiva con esasperante
meticolosità. Di rado e solo se costretto da cause di forze
maggiori si concedeva qualche strappo.
Quando quella
mattina, al posto della solita colazione a base di latte,
caffè e matematica, aveva deciso di impiegarla nello studio
di un saggio filosofico, non sapeva ancora quanto quella scelta, a
dispetto delle aspettative, si sarebbe rivelata proficua.
Non che lui ci
credesse poi molto, nella psicanalisi, ma Ichigo aveva insistito a tal
punto, che persino per lui sarebbe stato arduo ignorala. E,
poiché quando voleva la ragazza sapeva essere tediosa e
petulante fino all'esasperazione, Ryan pensò bene che
sarebbe stato meglio per lui- e per la sue preziose membra-
accontentarla piuttosto che essere costretto, dopo, a subirne le
lamentele.
- Non
c'è un significato preciso. Un sogno è soggetto a
numerose interpretazioni.-
Il cipiglio
severo che assunse suggerì a Ryan che la sua risposta non
doveva averla soddisfatta. - Sognare di essere mollati dal proprio
fidanzato è piuttosto comune.- continuò,
inasprendo involontariamente la voce quando pronunciò la
parola "fidanzato".- Se fossi in te non mi preoccuperei troppo. Magari
avevi solo mangiato pesante.-
- La mia dieta
non c'entra.- esclamò incrociando le braccia al petto.- E
neanche Mark.-
- Ne
sei proprio certa? Forse il sogno era solo un monito. Forse il tuo
inconscio cerca di avvertirti che qualcosa tra voi non funziona come
dovrebbe e questo ti spaventa.-
Ichigo lo
guardò come se fosse una suora e lui avesse appena
bestemmiato in chiesa.- Per tua informazione tra di noi va tutto a
gonfie vele. L'idea che lui possa lasciarmi non mi sfiora neppure.-
Ryan non
poté fare a meno di increspare le labbra in un ghigno
leggero.- La tua sicurezza rasenta l'ipocrisia Ichigo. Stai
deliberatamente mentendo e ce l'hai scritto su tutta la faccia, anzi,
sul collo.- il ghigno si allargò assumendo la parvenza di un
lieve sorriso, quando Ichigo si tastò la gola con mano
tremante.- O devo forse essere io a rammentarti che non indossi
più il tuo preziosissimo collare.-
- Non
è un collare, è una collana.- ribatté,
sempre più accigliata.
- Fa lo
stesso. Fatto sta che questa mattina hai pensato bene di lasciarla a
casa.-
- L'ho fatto
per il campanello.-
- Si, in
effetti era molto fastidioso e tu sei già abbastanza
chiassosa.-
- Non mi
riferisco al ciondolo, idiota.- urlò quasi, quando la rabbia
divampò senza che lei potesse controllarla.- Parlo del suono
che udivo costantemente nel mio sogno.- aggiunse più calma,
inspirando ed espirando forte.
Ryan
tornò serio, notando la preoccupazione che aleggiava nella
mente di Ichigo come una nuvola che oscura il cielo a ferragosto.
- La campana
è un oggetto carico di significati simbolici.-
iniziò con tono solenne.- Il
suo suono mette
il sognatore all’erta, affina i sensi, lo predispone
all’attesa di qualcosa che sta per accadere. E'
un'immagine legata ad una funzione di annuncio, di
rivelazione, di...- si fermò, ponderando con estrema
attenzione le parole da usare.
- Di
pericolo.- concluse Ichigo per lui che annuì un attimo dopo.
- Non
è il caso di pensare subito al peggio. Si è
trattato solo di un sogno e non è detto che
l'interpretazione che gli stiamo dando sia quella esatta.-
- E la mia
tramutazione in gatto? Di questo cosa puoi dirmi?-
- Non
è tanto insolito se ci pensi. E' una mutazione di cui sei
stata vittima, diverse volte.- socchiuse gli occhi al ricordo che anche
lui, una volta, si era reso responsabile di quella
trasformazione.- Hai sempre temuto che essere una Mew Mew
potesse minare il vostro rapporto. Mantenere il segreto, tradire la sua
fiducia...non è mai stato facile per te e ora che
è tutto finito pensi che lui possa fartene una colpa. Senza
contare poi che Mark era Deep Blue e tu la combattente
designata per distruggerlo.
Magari hai paura che questa consapevolezza possa averlo, destabilizzato
in
un certo senso. Datti un po' di tempo per metabolizzare la cosa. E'
rimasto con te quando ha saputo chi eri. Perché dovrebbe
venir meno adesso che non lo sei più?-
Sperava di
averle dato conforto con le sue parole ma, se possibile, Ichigo
sembrò intristirsi ulteriormente.
- Non lo sono
più...- mormorò perplessa.
- Ichigo, va
tutto bene?- domandò, seriamente preoccupato.
-
C'è...c'è un'altra cosa che devi sapere.- disse,
torturandosi il grembiulino con fare nervoso.
Ryan
sgranò gli occhi a tal punto che questi minacciarono di
uscirgli dalle orbite. E sarebbe stato un vero peccato, vista la loro
bellezza. Eppure non poté fare a meno di stupirsi
nell'osservare l'eleganza e la semplicità con cui la ragazza
che gli stava di fronte aveva preso piano ad alzarsi l'orlo della gonna.
- Ma...-
tentò di dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola
quando quella spostò lo sguardo verso di lui, guardandolo
con l'innocenza di una bambina.
- Avvicinati e
guardami.- aveva detto, modulando la voce che assunse un tono
più basso e delicato.
Pensò
di essere impazzito. Era come se tutte le certezze a cui si era sempre
saldamente aggrappato fossero crollate con quel semplice gesto. Gli
sembrò, per un momento, che la porta del laboratorio fosse
sbattuta alle loro spalle, o forse era quel nuovo e inopportuno mal di
testa che gli faceva udire i suoni più distintamente del
normale.
Fatto stava
che, senza ribattere, la raggiunse in poche falcate.
Ichigo
aprì piano le gambe. Le mani, incerte, reggevano la divisa
al di sopra delle sue cosce.
Quando, senza
che potesse impedirselo, posò lo sguardo sulla porzione di
pelle appena scoperta, rimase sconcertato nel constatare che
lì, ad intaccare la perfetta superficie liscia, intenso come
il bagliore della prima stella notturna, vi era il marchio mew.
Nel corso
della sua breve ma brillante carriera scolastica non vi era mai stato
quesito alcuno o problema di qualsivoglia tipo che Ryan non fosse stato
in grado di risolvere con dimestichezza. Le sue innate
capacità avevano sempre rappresentato, per la sua famiglia,
motivo di grande orgoglio ma, per lui, incarnavano invece la sua
più tremenda condanna. La sua abilità nelle
scienze non si rifletteva purtroppo nei rappporti umani e l'invidia dei
suoi compagni aveva leso ulteriormente alla sua persona, costringendolo
a trovare conforto solo in se stesso. "E' il prezzo che il genio deve
pagare" diceva sempre suo padre. Prestigioso architetto, appassionato
di matematica, filosofia e letteratura, possedeva una libreria
fornitissima di cui andava molto fiero. Dall'incendio che
colpì la sua casa cinque anni prima solo un libro si
salvò. Narrava il dramma di un certo dottor
Fuastus
il quale, pur di avere potere e sapienza, anche delle arti proibite,
aveva venduto l'anima al diavolo, Mefisofele. Ironia
della sorte,
pensò Ryan quando lo trovò tra le macerie. Lo
conservava ancora gelosamente benché quel libro
rispecchiasse fedelmente ciò che lui più odiava
di sé.
Non seppe
dirsi perché, ma quel ricordo gli tornò alla
mente, mentre Ichigo lo fissò speranzosa, confidando in
una risposta che Ryan, per la prima volta, non possedeva.
- Non capisco.-
- Che
significa "non capisco".-
- Significa
quello che ho detto.-
-
Perché è ancora qui?- domandò,
allarmata dalla mancata risposta.
- Doveva
scomparire una volta sconfitti gli alieni. Le altre ragazze...-
- No.- lo
interruppe.- Le ho guardate oggi, nello spogliatoio. Sui loro corpi non
è apparso niente. Ti prego non dire loro nulla. Si
preoccuperebbero e non voglio.-
- Hai provato
a trasformarti?- chiese, colto da quell'improvviso dubbio.
- Si, ma non
ci riesco.-
- Da quanto
tempo sta lì? Giorni, settimane, mesi?-
- L'ho notato
solo questa mattina, dopo il sogno. Ma sinceramente non so dirti da
quanto tempo è tornato. O se sia mai andato via.-
La testa gli
doleva ancora di più.
Voleva
riflettere, meditare ma non poteva farlo se Ichigo avesse continuato a
scrutarlo con la frustrazione di una cane che era appena stato
abbandonato.
- Vai via.-
non si era accorto di averlo quasi sussurrato.
- Ma Ryan
io...-
-
Farò delle ricerche, te lo prometto ma adesso lasciami solo
ti prego.-
Ichigo
uscì di corsa, quasi, dal laboratorio tremando come se fuori
impervessasse un gelido vento invernale.
Ryan si
portò le mani a massaggiarsi le tempie e con solerzia
iniziò ad analizzare i dati contenuti nel database del
computer.
E'
tremendo. Inspiegabile. Assurdo.
Non c'era
nessuna logica, e l'unica spiegazione che riusciva a darsi era la
più terribile.
Un
nuovo nemico,
pensò. Ma le altre non avevano più il simbolo.
Possibile che la minaccia riguardasse solo Ichigo? Perché
allora non riusciva più a trasformarsi?
Le dita
sferzavano veloci sui tasti, ma per Ryan non c'era ancora alcuna
soluzione a quell'enorme problema che portava il nome di Ichigo.
Due ore dopo
spalancò la porta del laboratorio con gli occhi fissi nel
vuoto e le gambe che minacciavano di non reggerla più.
Ryan distolse
per un attimo l'attenzione dal suo computer per rivolgerla a lei,
così pallida che il suo volto sembrava quasi trasparente
illuminato dalla luce del neon.
Stava per
chiedergli bruscamente di lasciarlo lavorare in pace ma l'apatia del
suo viso fermò le sue parole sul nascere.
- E' colpa
tua.- la voce, fredda e atona come mai lo era stata lo spaventarono
ancora di più. - Cosa mi hai fatto Ryan?-
Alzandosi fece
involontariamente stridere la sedia sul pavimento. In un secondo,
quando fu in piedi, si rese conto con orrore che Ichigo era appena
riuscita in una impresa apparentemente impossibile: porlo, nello stesso
giorno, di fronte a due problemi che nemmeno lui fosse in grado di
risolvere.
In nome della
conoscenza, Eva aveva tradito il proprio Dio e condannato il genere
umano ad una esistenza mortale.
Frankenstein
aveva pagato il prezzo del suo genio con la vita. Prometeo si era
giocato il fegato.
Idioti. Così li
aveva definiti.
Lui, che del
sapere avrebbe volentieri fatto a meno, non poteva
tollerare chi, in nome di quest'ultimo aveva persino venduto la propria
anima.
Eppure, adesso
dovette ricredersi e ammettere a se stesso di essere stato alquanto
frettoloso nel giudicarli.
Che compenso
avrebbe preteso Mefistofele in cambio di una spiegazione
al fenomeno che stava avvenendo lì, proprio davanti ai suoi
occhi?
- Ichigo?-
Bla bla bla...
Complimenti a tutte. A quanto pare avete intuito subito ciò
che Ichigo in realtà stava mostrando a Ryan. Inizio a
preoccuparmi. Che sia diventata prevedibile?
Questo capitolo si è concluso con un punto di
domanda...avete suggerimenti per la risposta?
Ho pubblicato l'avviso della ormai prossima cancellazione di "veri amori...falsi amanti",
credetemi, è stata una decisione sofferta visti i consensi
che ha ottenuto la fiction ma è stata ideata molto tempo fa
e francamente non penso di avere più l'ispirazione per
continuarla. Per quanto riguarda il cambio del Nick ho di recente
inviato la richiesta, quindi a breve dovrebbe avvenire il cambiamento.
- "E' il prezzo che il genio deve pagare", sono le parole pronunciate
dal padre di Ryan nell'episodio 36 dell'anime.
- Il Dottor faustus è il protagonista dell'opera di Marlowe "The
Tragical History of Doctor Faustus" la
trama è sostanzialmente quella che ho descritto. Il
ritrovamento del libro dopo l'incendio avvenuto a casa di Ryan
è opera mia invece.
- Mefistefole è l'altro nome di Satana.
- Eva ha violato la legge di Dio cibandosi del frutto dell'albero della
conoscenza. Frankenstein ha usurpato il ruolo del creatore, violando le
leggi naturali a sfruttando la sua scienza al fine di creare un essere
vivente. Prometeo ha tradito Zeus facendo dono agli uomini del fuoco,
anche esso simbolo della conoscenza, e a quanto ne so io un aquila gli
sta ancora mangiando il fegato. Per info, ribadisco, Wikipedia docet.
Bene, io dovrei aver finito. Se volete insultarmi/coccolarmi/gongolare
con me mi trovate QUI
Poiché tra 10 giorni dovrei trovarmi esattamente
spaparanzata al sole non so dirvi con precisione di quanto
ritarderà il prossimo aggiornamento. Penso però
di non sforare oltre i primi di settembre.
Che Agosto vi doni tanta pace amore e fantasia!
Cincillà <3
|
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Capitolo 4 *** Strawberry ***
Strawberry
United States
of Ichigo
3
Strawberry
Passeggiò per circa un miglio, avanti e indietro per il
parco,
fino a farsi dolere i piedi. Teneva rigorosamente il capo chino ad
osservare il movimento rapido delle foglie trasportate dal vento e,
seguendone il cammino, urtò contro quella che doveva essere
un
schiena. Quando alzò gli occhi, capì che non
sarebbe
stato necessario scusarsi.
Mark si voltò lentamente, come se non avesse avvertito lo
scontro.
Ichigo seppe che qualcosa non andava non appena incontrò
il suo sguardo, triste e spento come l'albero ormai spoglio alle sue
spalle.
- Dobbiamo parlare.- disse. E Ichigo non potè fermare il
tremito di
paura che le attraversò la schina. Non riusciva a
spiegarselo ma
qualcosa dentro di lei le diceva che quella poteva essere l'ultima
volta che sentiva la sua voce.
"L'idea che lui possa lasciarmi non mi sfiora neppure" Aveva
detto a Ryan neanche un'ora prima. Ma ora, seduta ad un panchina con le
mani giunte e i piedi a penzoloni si rese conto di essere stata
spavalda e che quella idea non solo la sfiorava ma la prendeva a pugni
dritto nello stomaco.
Il vento le scuoteva i capelli e più volte fu costretta a
sistemarseli dietro le orecchie. Stava spostandosi di lato la frangetta
quando lui finalmente aprì bocca.
- Lo ricordi?- cominciò indicandole un punto qualsiasi
dietro ad
un cespuglio.- E' lì che mi hai salvato la vita per la prima
volta.-
Ichigo trasalì mentre la sua mente tornò indietro
a qul
giorno. Si era imbattuta in un chimero e l'aveva sconfitto con i suoi
nuovi poteri. Le sembrava quasi di poter vedere il corpo di Mark steso
sull'asfalto, proprio nel punto in cui lui le aveva indicato, e al solo
pensiero sentiva un nodo alla gola.
Tentò di rispondere ma dalle sue labbra non uscì
alcun
suono così si limitò ad annuire leggermente, come
fa un
bambino dopo un rimporvero della mamma.
- Quel chimero mi ha colpito al petto e ho perso i sensi. Quando mi
sono risvegliato ho visto Kyle e mi ha riaccompagnato a casa.-
Ichigo strinse le dita ad artigliarsi la gonna. La sensazione di
soffocare continava ad affligerla.- Non sentivo la tua voce e non ti ho
neanche vista combattere ma in cuor mio sapevo che c'entravi qualcosa e
che se potevo ancora reggermi sulle mie gambe lo dovevo solo a te.-
Mark respirò a fondo e si lasciò accarezzare
dalla
leggera brezza autunnale. Le sembrava di stare seduta lì da
secoli ma non dovevano essere passati che pochi minuti e altri ancora,
interminabili, trascorsero prima che lui riprendesse con voce
più dura e astiosa - E' qui che è iniziato
tutto?-
chiese. Ma quella domanda aveva l'insolito suono di un'accusa. Lo
fissò intensamente negli occhi. "E' diverso dall'uomo che ho
visto in sogno", pensò. Non era freddo e distaccato ma al
contrario arrabbiato e angosciato allo stesso tempo. Eppure, come nel
sogno, anche questa volta lei non riusciva a parlare.
- Capisci cosa ti ho chiesto?- le scosse leggermente le spalle, come a
volerla risvegliare dal trans. - Hai capito cosa ti sto chiedendo?-
continuò con tono disperato.
Si, certo che aveva capito. Quel giorno lei aveva smesso di essere una
ragazza normale per vestire i panni della paladina della giustizia. Ed
erano iniziate le lotte, le trasformazioni ma anche i segreti e le
bugie. Tutto. "E' qui che è iniziata la mia fine."
Come se l'avesse sentita, Mark si alzò dandole le spalle.
- Tu eri cambiata e io, non me ne sono mai accorto.-
Si mise in piedi anche lei, seppur con difficoltà
perchè
le gambe sembravano non poterla sostenere. - Mi hai mentito per
così tanto tempo.-
- Ho dovuto farlo. Non potevo dirtelo. Non potevo.- colpita da quella
affermazione ingiusta, ritrovò finalmente la voce. Sentiva
le
guance bagnate e gli occhi bruciare. Stava piangendo e non se ne era
neanche accorta.
- Perché? Perché non hai provato ad affrontare la
cosa con me?-
- Io...non sapevo come fare, da che parte incominciare e Ryan mi aveva
detto di tenerlo segreto.-
Il volto di Mark si oscurò ancora di più. Doveva
aver
detto qualcosa di sbagliato perché ora sentiva la tensione
attanagliarle le viscere.
- Ryan.- ripetè con voce blanda. - Se solo...- si prese un
momento per respirare. A Ichigo sembrò di vedere la tensione
attraversargli le vene fino alle punta delle dita, tenute chiuse in un
pungo.- Se solo non fossi stata tu la prescelta.-
- Cosa...- le parole le morirono in gola- Cosa vuoi dire?-
- Se tu non fossi mai stata una mew mew se tu non avessi avuto il dna
adatto...- si fermò ancora. Tutto quel tentennare la stava
esasperando.- Le cose tra noi sarebbero potute andare diversamente.-
- Se non mi fossi trasofrmata in Mew Berry a quest' ora tu...- non
seppe continuare la frase. Il solo pensarlo le aveva fatto sentire una
morsa al cuore, come se d'improvviso avesse smesso di battere.
- Avrei preferito finire tra le fauci di quel chimero, piuttosto che
innamorarmi di te.-
Quando se ne andò, non cercò nemmeno di fermarlo.
Ciò che le aveva detto, le parole che le aveva
rivolto...Sapeva
di non meritarsele. Lei era stata scelta per salvare la Terra e aveva
combattuto ogni giorno per assicurarsi che le piante, gli animali e
tutto ciò che Mark amava potesse sopravvivere. E ora lui le
rinfacciava il fatto di avergli mentito, di non essere stata sincera,
di non essersi fidata di lui fino in fondo. "Ed ora lui non si
fiderà più di me." pensò asciugandosi
una lacrima.
Ormai non aveva neanche più la forza di piangere.
"E'
rimasto con te quando ha saputo chi eri. Perché dovrebbe
venir meno adesso che non lo sei più?" aveva detto Ryan. E
si era sbagliato.
Le venne quasi da ridere al pensiero che anche il grande Ryan Shirogane
potesse commettere un errore di valutazione. Evidentemente Mark aveva
tentato di superare la cosa perché la amava ma a lungo
andare
doveva essersi reso conto che non valeva la pena di lottare per una
relazione nata nella menzogna. "Se solo non fossi
stata
una Mew Mew, non avrei mai avuto bisogno di
mentirgli. Avrei potuto essere sincera, sin dall'inizio e amarlo senza
riserve." osservò con rammarico, mentre con lo sguardo
vagò
sulle sue gambe alla ricerca del marchio mew. Alla luce del sole
sembrava quasi più intenso e brillante. Senza accorgersene,
con
le unghie aveva preso ad incidere su quella piccola porzione di pelle.
Sapeva bene che era inutile. Quel simbolo non le era stato tatuato
sulla pelle ma nell'anima. Era una maledizione che, chissà
per
quale motivo, lei e lei sola continuava a portarsi addosso, come un
enorme macigno sulla testa. Non era stata lei a chiederlo, non le
piaceva combattere e avrebbe di gran lunga preferito assistere agli
scontri come spettatrice piuttosto che viverli in prima persona. Ma a
lei non era stato concesso di scegliere. Il destino l'aveva
trascinata per i capelli nell'arena e aveva lasciato che i leoni la
sbranassero lentamente.
Sentiva una rabbia incontrollata divamparle dentro come un parassita
che divora la sua preda dall'interno. Lei non aveva colpa. Era stato
Ryan a coinvolgerla senza chiederle il permesso e adesso stava pagando
per un errore che non aveva commesso. Il cuore le faceva ancora male
dopo il litigio con Mark e vi poggiò la mano destra come se
temesse da un momento all'altro di non udirne più i battiti.
Loro si amavano ma non potevano stare insieme. Era così
ingiusto
che sentì l'impulso di gridare fino a perdere fiato. Poi
tutto
si fece nero e non sentì più niente.
Ryan osservò il tutto senza essere in grado di proferire
parola.
La ragazza che poco prima era entrata in laboratorio sbattendo la porta
e urlando frasi senza senso, adesso pareva essersi placata. Il silenzio
era così fitto che poteva udire il sibilio del vento che si
infrangeva sulle pareti del cafè e persino il respiro calmo
e
regolare di Ichigo. L'espressione rilassata contrastava con il pallore
innaturale del suo viso e gli occhi, semichiusi, erano fissi sul
pavimento. Se non fosse stato per il lieve tremore delle mani, Ryan
avrebbe temuto che si fosse trasformata in una statua di sale.
- Ichigo?- tentò. Ma quella non dava cenni di averlo udito.
-
Ichigo.- provò ancora, questa volta con tono più
deciso.
- Ichigo!- urlò quasi e lei sussultò. Ma fu un
sussulto
diverso da quello di chi si risveglia da un torpore. Era,
più
che altro, un piccolo spasmo accompagnato da una lieve torsione della
testa, come se si stesse sgranchendo il collo.
Quando aprì totalmente gli occhi, Ryan vide un bagliore rosa
attraversarle la pupilla e diffondersi sull'iride come una goccia di
pittura sulla tela.
Forse si stava impressionando ma ebbe come la sensazione di sentire un
lieve brusio proveniente dalle labbra di Ichigo, come se stesse
tentando di dirgli qualcosa.
Il mormorio divenne a poco a poco più chiaro fino a che Ryan
non fu ingrado di distinguere un suono familiare.
Dalla testa della ragazza, proprio come era avvenuto un istante prima
per gli occhi, partirono scintille di colore più chiare
che trasformarono il rosso carminio della sua chioma in una
tonalità più chiara e luminosa.
La rapidità di quei cambiamenti stavano mettendo a dura
prova il
suo sangue freddo. Non sapere cosa stesse accadendo era troppo per lui,
abituato ad analizzare i problemi con calma e ad estriparli alla radice.
L'improvviso manifestarsi di quegli inspiegabili eventi lo travolse
come un fiume in piena. Si accorse di respirare a fatica come se il suo
corpo avesse intuito prima della sua mente, la gravità del
pericolo in cui si trovava. Quando incontrò il suo sguardo
realizzò con certezza che chi aveva davanti non era
più
Ichigo e il sussurro intraducibile che aveva percepito fino ad un
istante prima assunse finalmente la parvenza di una voce dal tono
sottile melodioso che enfatizzava ancora di più
l'armonia
di quel nuovo nome.
- Strawberry.-
Ryan le si avvicinò barcollando. La ragazza aveva
finalmente ripreso colorito e cinse con impeto le braccia attorno al
suo collo. Sentì il suo fiato sulla guancia.
- Strawberry.- ripetè e le ultime sillabe le
pronunciò direttamente sulle sue labbra.
Bla bla bla...
Della serie "Chi non muore si rivede."
Ebbene mie care settembre è in fine arrivato e ha portato
con
sè questo nuovo capitolo. Chiedo sin da subito scusa per non
avere ancora risposto alle vostre recensioni. Non volevo
anticiparvi troppo quindi ho aspettato di pubblicare prima
l'aggiornamento. Prometto che entro domani rimedierò alla
mia mancanza.
Qesta volta le note sono poche.
- Ci sono nel corso del capitolo chiari riferimenti al primo episodio
dell'anime.
- Per la trasformazione di Ichigo mi sono ispirata alla serie
televisiva "United States of Tara"(da cui la fiction prende anche il
nome) in cui la protagonista, Tara, è affetta da un disturbo
della personalità, e subisce delle transizioni con cui
prendono vita i suoi alterego.
- Nella storia ho dato a Ichigo ( e a lei solo) il nome
originale. Nelle battute finali non ho preso una svista. Chi
è Strawberry allora? Sbizzarritevi pure con le ipotesi, la
risposta la troverete nel prossimo capitolo.
Appuntamento tra 10 giorni.
Ps : se avete voglia mi trovate QUI
Grazie inifinite per il vostro sostegno. Commenti
(positivi/negativi/neutri) saranno sempre bene accetti.
Cincillà.
|
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Capitolo 5 *** Sapore di gatto. ***
Sapore di gatto
United States
of Ichigo
4
Sapore di gatto.
Le labbra di Ichigo erano morbide e bagnate. Ryan l'aveva
già
baciata una volta, in quello stesso laboratorio, ma non era stato che
un tocco lieve e fugace prima che la ragazza si tramutasse in un
gatto. Ichigo non subiva più trasformazioni dal
giorno
della disfatta di Deep Blue quindi adesso, poteva permettersi di
indugiare su quella bocca senza il timore di ritrovarsela in forma
felina tra le braccia. Ripensò con una punta di rammarico ai
giorni in cui, quando litigavano, si adirava tanto che le spuntavano le
orecchie e le coda. Anche se non voleva darlo a vedere si divertiva
molto ad osservare la sua espressione imbarazzata quando si copriva la
testa con entrambe le braccia.
E anche adesso, ricordando quei momenti, non poté fare a
meno di
sorridere sulle sue labbra. Ichigo gli accarezzò i denti con
la lingua,
per poi toccargli intimamente il palato.
Fu in quell'istante che Ryan si accorse che qualcosa non andava e la
allontanò con entrambe le braccia. Gli occhi, di un
innaturale
color rosa lo guardavano perplesso.
- Ichigo ma cosa...-
- Strawberry.-
- Come?-
- Il mio nome è Strawberry.- ripeté.
Ryan si grattò la testa. Più ci pensava e meno
capiva cosa stava succedendo.
- I tuoi capelli, i tuoi occhi...cosa ti è successo?-
domandò più a se stesso che a lei.
Ichigo, o meglio, Strawberry, fece spallucce.- Cos'hanno che non va?-
- E me lo chiedi?- Ryan le girò attorno come fosse pezzo da
museo.- Sono rosa!- esclamò.- Per l'amor del cielo,
rosa!-
- Tu invece hai gli occhi azzurri e i capelli biondi. Ma non
è per questo che pensava fossi tu.-
Ryan si massaggiò le tempie.- Che cosa vuoi dire?-
- Quello che ho detto.-
- Ma non ha senso!- urlò agitando le braccia.
- Solo perché tu non puoi comprenderlo, non significa che
non ce l'abbia.-
Ryan gemette esasperato. - Ascoltami Ichigo...-
- Strawberry.-
- Cosa?-
- Ti ho detto di chiamarmi Strawberry.-
- Che differenza vuoi che faccia?-
- Tutta la differenza del mondo.-
Strawberry gli si avvicinò di nuovo. Gli cinse entrambe le
braccia intorno al collo e respirò sulle sue guance. -Adesso
smettila di urlare.- sussurrò al suo orecchio.-
Ryan si voltò, incapace di calmarsi. Sentire il suo fiato
sul collo non gli permetteva di ragionare.
Le afferrò entrambi i polsi costringendola ad arretrare. -
Smetterò di urlare quando tu mi darai delle risposte.-
- Cosa vuoi sapere?-
- Chi sei?- la zittì con un cenno della mano.- E non mi
riferisco al tuo nome.-
L'altra inclinò leggermente il capo.- Ma come. Non lo
capisci da solo?-
- Io non
capisco la metà delle cose che dici.-
Strawberry
iniziò a
ridere.- Ah, uomini!-esclamò.- Sanno costruire il motore di
un
jet ma quando si tratta di donne...- con le mani sui fianchi
piegò in avanti il busto.- Cosa c'è di
complicato? E' un
clitoride, non la sfinge!-
La mandibola
gli si
aprì a tal punto che rischiò di sfondare il
pavimento.
Ichigo non avrebbe mai detto niente del genere. Allora chi aveva
davanti a se?
A
passò svelto si diresse verso il computer.
- Non troverai
niente lì.- lo anticipò.- La risposta che cerchi
ce la proprio davanti agli occhi.-
Ryan si
fermò.
A persuaderlo non erano state le parole della ragazza ma un'improvvisa
rivelazione. Quei capelli, quegli occhi...lui li aveva già
visti.
Aprì
la bocca esterrefatto.- Mew Ichigo.- sussurrò. Strawberry
cominciò a ridere di nuovo.
- Cosa ci
trovi di così divertente?-
- La tua
faccia. Mentre lo dicevi sembrava quasi avessi visto un fantasma.-
Ryan le
afferrò
rabbiosamente le spalle.- Perché sei ancora qui?- la scosse
leggermente.-E' per un attacco alieno? Rispondimi! E' per gli alieni?-
- Calmati
adesso. Non è il caso di farne una tragedia.-
Rabbrividendo
mollò
la presa su di lei e iniziò a fare avanti e indietro per il
laboratorio.- I nostri nemici sono tornati ed io dovrei stare
calmo?-
- Lo hai detto
tu, non io.-
- Cosa?-
- Che gli
alieni sono tornati. Io non lo sapevo.-
La notizia che
non ci fosse
nessun attacco extraterrestre imminente non servì a
calmarlo. In
due falcate le si fece di nuovo vicino.
- Se non
è per combattere, allora perché sei ancora qui,
Mew Ichigo?-
- Anche questo
lo hai detto tu. Io non ho mai confermato di essere Mew Ichigo.-
Ryan
sentì le
ginocchia tremare e faticò a tenersi in piedi.
Capì che
doveva usare tutto il suo acume per venire a capo di quella faccenda.-
Ma non lo hai neanche negato.- osservò con una punta di
risentimento.
- Ineffetti,
devo ammettere che non è del tutto sbagliato.-
affermò vaga.
- Smettila di
giocare una buona volta.-
- Non posso.-
Un lieve bagliore le attraversò gli occhi - Giocare
è nella mia natura.-
Lentamente, Strawberry gli strinse le braccia dietro la schiena e
aderì completamente al suo petto. Schiacciandogli contro il
seno, lo guardò dritto negli occhi. - Non allontanarmi
stavolta.- gli disse.- E smettila di trattenere il fiato.-
Non si era neanche accorto di aver trattenuto il respiro ma, quando,
seguendo il suo consiglio inspirò profondamente si
accorse
subito di aver commesso un grave errore. Erano così vicini
che
quando la gabbia toracica si espanse per inglobare quanta
più
aria possibile nei polmoni, avvertì distintamente la carezza
sensuale dei capezzoli della ragazza.
- Cosa devo fare con te?- le domandò. La sua mano si mosse
contro la sua volontà e le artigliò i fianchi.
- Ma come, non ci sei ancora arrivato?- mormorò con finta
delusione.- Forse dovresti baciarmi di nuovo. Del resto, non sarebbe la
prima volta.- gli disse soave, passandogli la lingua sulla
guancia.- E nemmeno la seconda.- aggiunse sulle sue labbra.
Ryan sentì di nuovo quella sensazione di morbidezza e di
bagnato. La assecondò con gusto in quel bacio, deliziato,
ammirato quasi da tanta intraprendenza.
-
E neanche la terza.- continuò Strawberry, mordendogli le
labbra così da fargliele dischiudere.
Come folgorato, Ryan la respinse nuovamente ma quella rimase
abbracciata a lui.
- Questo sapore...- fece schioccare la lingua sul palato.- Io lo
conosco.-
- Alleluja. Pensavo te ne fossi dimenticato.-
- E' lo stesso che ho avvertito quando ho baciato Ichigo, quel giorno
sulla strada per i caffè.- rifletté a voce alta
senza accorgersene. La
soluzione era così vicina, lo sapeva, che gli sarebbe
bastato
allungare un po' il braccio per afferrarla. - Quando lei era...- le
parole quasi gli morirono in gola.- Un gatto.-
Strawberry ghignò soddisfatta. - Miao!-
- Schifosa gatta in calore!- Imprecò a voce alta.
Con il viso soffocato dal cuscino, Lory si lasciò andare ad
un
pianto liberatorio. In breve il sapore salato delle lacrime le
riempì la bocca e le appannò gli occhiali.
I capelli, ancora sciolti, le si attaccarono alle guance
bagnate.
Le bruciavano gli occhi, ma il dolore più grande lo
avvertiva
all'altezza del petto.
Se solo avesse potuto cancellare gli avvenimenti di quel giorno,
azzerare completamente i suoi ricordi...
Ma l'immagine di Ichigo che si spogliava di fronte a Ryan continuava a
perseguitarla, così come l'espressione meravigliata di
quest'ultimo.
Chissà da quanto andava avanti quella storia.
Chissà da
quanto quei due si frequentavano di nascosto.
Non aveva mai confidato a
nessuno la natura dei sentimenti che provava per l'avvenente
proprietario del caffè, ma era certa che le sue amiche se ne
fossero accorte. A Pam e a Mina non sfuggivano certe cose, e persino
Paddy sembrava aver capito quale fosse la situazione, poiché
più di una volta Lory era stata costretta a tapparle la
bocca
per evitare che la bambina si lasciasse sfuggire qualcosa.
Considerato quanto aveva visto, che Ichigo ne fosse all'oscuro o no,
ormai poco importava.
Sua madre la chiamò avvisandola che era pronto in tavola ma
Lory
non dette cenno di voler scendere. Non aveva appetito e ad ogni modo
era certa che con il groppo che aveva in gola non sarebbe riuscita a
mandar giù un solo boccone.
- Ryan, Ryan...- sospirò. Perché l'unico ragazzo
che
avesse mai amato doveva innamorarsi proprio della sua migliore amica?
E Ichigo, oh Ichigo... perché se era tanto innamorata di
Mark doveva scegliere di tradirlo proprio con Ryan?
Guardò il cielo scurirsi al di là del vetro
dell'unica finestra della camera.
La pietra che teneva tra le mani non risplendeva ma non se ne sorprese.
"Luccica solo se ami veramente la persona a cui ne fai dono."
pensò.
Addormentandosi, inconsciamente, se la portò al petto. Ora
anche il suo cuore piangeva.
Bla bla bla...
Prima di tutto chiedo scusa a tutte per non aver rispettato la scadenza
che mi ero prefissata.
Ho ancora intenzione di continuare la storia, ma devo ammettere che sto
riscontrando molte difficoltà nello scriverla. Spero di aver
chiarito alcuni dei vostri dubbi con questo capitolo e, se avete
supposizioni in merito al seguito sarò lieta di leggerle.
Anche questa volta ci sono delle precisazioni:
- "Ti ho detto di chiamarmi Strawberry". "Che differenza vuoi che
faccia?". Ichigo e Strawberry sono infatti due modi diversi per dire la
stessa parola: "fragola". Ecco perché Ryan, americano di
nascita, non coglie alcuna stranezza nel nome di questo nuovo
personaggio.
- Quando si trasforma in Mew Ichigo, Ichigo cambia il colore dei
capelli e degli occhi, che diventano rosa. Esattamente come quelli di
Strawberry.
- Ryan ha già baciato Ichigo nella puntata 36 dell'anime e
ben due volte: la prima in forma felina e la seconda in forma umana,
nel suo laboratorio.
- Nell'anime Lory non ha mai detto esplicitamente alle sue amiche di
essere innamorata di Ryan ma ho presunto che Mina e Pam se ne fossero
accorte da sole. Inoltre in una puntata (non ricordo
esattamente quale) Lory è costretta a tappare la bocca di
Paddy quando quest'ultima cerca, con uno strumento elettronico non bene
identificato, di calcolare l'affinità che c'è tra
lei e Ryan.
Mi rendo conto che il finale lascia aperti altri interrogativi, ma il
mio scopo resta quello di districare questa ragnatela di misteri volta
per volta.
Spero, nonostante i miei ritardi, che vogliate continuare a seguirmi.
Come sempre, mi trovate a questa pagina Cincillà
.
Grazie sempre a chi legge, commenta e aggiunge questa storia alle
preferite.
Alla prossima, Clow.
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