United States of Ichigo

di Cincilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Campanello d'allarme ***
Capitolo 2: *** Il momento migliore, il momento peggiore. ***
Capitolo 3: *** Il dottor Faustus ***
Capitolo 4: *** Strawberry ***
Capitolo 5: *** Sapore di gatto. ***



Capitolo 1
*** Campanello d'allarme ***


L'ossimoro del gatto

United States of Ichigo







Prologo:



Campanello d'allarme.




Era un classico temporale autunnale.
La pioggia batteva costante come un martello sui tetti di tegole mentre il vento, impetuoso, scuoteva le fronde degli alberi e si infrangeva sulle finestre con assordante frastuono. In lontananza si udivano gli antifurto delle auto e i latrati insistenti degli animali randagi e, di tanto in tanto, qualche fulmine abbagliava il grigiore notturno dando l'impressione che fosse già giorno inoltrato.
Alla luce del sole nessuno avrebbe fatto caso ad un simile baccano ma i rumori, di notte, sono sempre più intensi e sinistri.

Nel momento esatto in cui si infilò sotto le coperte, Ichigo capì che non sarebbe riuscita ad addormentarsi.
I suoi "sensi felini" percepivano quegli schiamazzi molto più distintamente di quanto avrebbe potuto un orecchio normale e a nulla serviva coprirsi la testa con un cuscino. Anche il suo letto le parve improvvisamente più scomodo : le coperte, benché di leggero cotone, ora sembravano tremendamente soffocanti e il materasso, quasi fosse cosparso di lame acuminate, le pizzicava la pelle liscia della schiena.
Se chiudeva gli occhi e prestava attenzione riusciva a sentire, oltre al caos esterno, un fastidioso tittinio di campane che si acuiva ad ogni suo anche impercettibile movimento.

Din-din

All'ombra della fioca luce lunare distingueva a malapena i contorni degli oggetti: se si sforzava poteva scorgere i bordi della scrivania, la lampada da lettura e persino le copertine colorate di alcuni libri.
Poi, al centro della camera, un ombra più grande delle altre oscurava quasi completamente il letto. Assottigliando lo sguardo, Ichigo cercò di mettere a fuoco quella figura estranea all'arredamento della camera, ma,allo stesso tempo, così familiare nella sua memoria.
Strofinandosi un po' gli occhi, si accorse che i lineamenti di quell'ombra ricalcavano alla perfezione quelli di un uomo, alto abbastanza, con le spalle molto larghe e gli occhi di un castano dorato che sembravano fari nel buio.
<< Ichigo.>>


 Il cuore cessò un battito al suono di quella voce, che riecheggiava come un eco nella sua testa. L'uomo fece un passo avanti e il suo volto divenne più chiaro alla luce della luna.
"Mark." Pensò, tirandosi su con la schiena. Il trillo si fece più forte.

Din-din.


 "Perché sei qui? Come sei entrato?"Avrebbe voluto chiedergli. Ma ogni parola, ogni suono emesso dalle sue labbra veniva coperto dall'incessante scapanellio.
Più Mark le si avvicinava, più una strana sensazione di malessere le pizzicava la schiena, attraversandole la spina dorsale come una scarica elettrica.
Ichigo rabbrividì.  Quello non era il suo fidanzato, anche se apparentemente con le stesse fattezze. Il suo sguardo era freddo e vacuo come quello di un vecchio guardiano dimenticato dal mondo.
<< Ti amerò per sempre.>> disse atono.
La sua voce, al pari delle sue movenze, era diversa e raccapricciante.

Din-din
.

<< Ma non posso più stare con te.>>
No, quello non era decisamente Mark. Lui non sarebbe mai entrato in camera sua nel cuore della notte per lasciarla senza motivo.


"E allora perché sto piangendo?"si chiese, quando si accorse delle lacrime che le bruciavano sugli occhi e che le rigavano il volto.
Voleva alzarsi, mandarlo via, urlargli che non gli credeva, ma il suo corpo, così come le sue labbra restarono immobili.
Un lampo squarciò il cielo e grazie a quel breve momento di luce, Ichigo notò una piccola pozzanghera sul pavimento. "Sono state le mie lacrime a farla?" si domandò, dandosi della stupida un attimo dopo anche solo per aver pensato ad una assurdità del genere. Un gocciolone proveniente dal soffitto si infranse sulla sua fronte nello stesso istante in cui un altro fulmine, più intenso degli altri,illuminò a giorno la stanza.
In un attimo Mark era sparito e ciò che Ichigo vide riflesso in quello specchio d'acqua non era più il suo volto, ma il muso di un gatto con un campanellino al collo.




Si svegliò di soprassalto con il battito accelerato e la fronte imperlata di sudore. Si guardò attorno turbata e si tastò il viso con le mani.
-Era solo un sogno.- si disse, felice di aver ritrovato finalmente la voce. Ma il sollievo non durò che pochi secondi.
Si sarebbe voltata e avrebbe ripreso a dormire tranquilla, ma appena ebbe richiuso gli occhi, si accorse con orrore che qualcosa non andava.
Sentiva ancora le campane.

Din-din.








Bla bla bla...




Chi come me quest'anno ha affrontato il "mostro sacro", noto sulla carta come "esame di stato", sa bene che la fine del liceo/istituto ricorda un po' l'ultimo dell'anno. Ci si lascia entusiasmare dall'idea di una vita nuova, dall'opportunità di ricominciare da capo, incontrare nuove persone, diventare adulti e i buoni propositi germogliano come funghi nelle foreste conifere. Ma, come spesso accade, l'anno nuovo si rivela deludente e i buoni propositi vengono gettati nello sciacquone del water, così riponiamo le nostre speranze in quello successivo e in quello dopo ancora.
Analizzando il problema alla radice, sono giunta alla conclusione che è meglio liberarci delle aspettative che si annidano nel cervello come insetti parassiti e iniziare finalmente a pensare a quello che possiamo fare "oggi" invece di rincorrere le illusioni del domani.
Il nuovo è sopravvalutato a spese del confortevole e rassicurante vecchio. "Vecchio" non è sempre sinonimo di "peggiore".

In mezzo a tutto questo "futuro" ho sentito il bisogno di fare un bel tuffo nel "passato" e, devo ammetterlo, mi pento solo di non averlo fatto prima.
Le fanfiction hanno rappresentato il mio "passato", ora saranno il mio "presente" e (mi concedo un ultimo proposito) spero siano anche il mio "futuro".


Stappate il vino più vecchio che avete : Clow è tornata.

Halleluja, Halleluja.

Nota : Sebbene il mio inserto filosofico vuole essere un encomio al "passato" , il presente non sarebbe presente se non apportassi qualche cambiamento. Ecco perché ho deciso di cambiare il mio nick (dal prossimo capitolo) in "cincillà" e di cancellare alcune storie che ormai non sento più mie o che semplicemente non ho più l'ispirazione per continuare.

Inoltre, ho deciso di sfruttare il potere pubblicizzante del web creando una pagina facebook dove troverete spoiler, immagini e gongolamenti vari dell'autrice : http://www.facebook.com/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111?sk=page_getting_started#!/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111?sk=wall

Ma devo avvisarvi che sono una frana con le nuove tecnologie =)

Alla prossima.

Cincillà



 

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Capitolo 2
*** Il momento migliore, il momento peggiore. ***


Il momento migliore, il momento peggiore


United States of Ichigo


1





Il momento migliore, il momento peggiore.






Si svegliò di buon umore, illuminata dal sole di una domenica mattina. Sbadigliò, tirandosi su con la schiena e sorrise ingenuamente mentre con le mani si stropicciava gli occhi ancora gonfi.
Aveva sognato Ryan tutta la notte e a momenti lo avrebbe rivisto al caffè.
Voleva arrivare per prima, Lory, così da approfittarne per restare sola con lui per un po' di tempo. E magari intrattenerlo con banali discorsi sul tempo, sull'estate trascorsa, sui libri interessanti che aveva appena letto. Non si sarebbe annoiato, lui. Perché a lui piaceva parlare del clima, delle stagioni e dei libri.
Avrebbe annuito alle sue affermazioni, magari aggiungendo qualcosa che lei non sapeva- perché lui ne sapeva sempre di più- e poi le avrebbe offerto una fetta di torta da mangiare assieme, in attesa delle altre. E lei avrebbe detto di sì, arrossendo, come faceva sempre, quando lui faceva il gentile.
Proprio come nel suo sogno.


Quando, di comune accordo, le sue amiche avevano deciso, nonostante la guerra fosse finita, di continuare a lavorare per Ryan e Kyle, Lory tirò un sospiro di sollievo. Tremava alla sola idea che il ragazzo di cui si era follemente innamorata potesse ripartire per l'America e lasciarla per sempre senza sapere dei sentimenti che provava per lui. Non glie lo aveva mai confessato in effetti, che lo amava, sebbene fossero passati ormai cinque mesi dal giorno in cui gli alieni avevano abbandonato per sempre l'ipotesi di impossessarsi del pianeta Terra.
Cinque mesi fatti di sguardi furtivi, batticuori improvvisi e tentativi di approccio falliti.
"E' che non mi sembra mai il momento giusto" disse a se stessa, mentre il getto di acqua fredda lavava via gli ultimi residui di sonno.
Ogni volta che gli si avvicinava, le gambe le tremavano e la voce faticava ad uscire e allora finiva per desistere e, invece di buttarsi tra le sue braccia finiva per buttarsi a capofitto sul lavoro, con effetti disastrosi per il servizio di piatti di Kyle.
Ancora bagnata, indossò gli occhiali e si guardò allo specchio. Guardò il suo riflesso allo specchio e si odiò. Avrebbe dato qualunque cosa pur di essere meno insicura, meno goffa, meno Lory.
Così - come faceva sempre per darsi coraggio- richiuse gli occhi e ripensò alle parole che Ryan aveva pronunciato il giorno della loro gita al mare. Il giorno in cui per la prima volta aveva capito di esserne infatuata.
- Il problema è che non hai abbastanza fiducia in te stessa.- mugolò al suo riflesso.
- Pensa positivo. Non affrontare le sfide come se le avessi già perse.- Il suo sguardo brillava di una luce nuova. Si. Poteva farcela. Non sarebbe più indietreggiata di fronte a Ryan. Avrebbe raccolto tutto il suo coraggio e si sarebbe finalmente dichiarata.
Non poteva lasciare che il suo carattere compromettesse la sua felicità. Non poteva permettere che la sua scarsa determinazione la costringesse in una gabbia di solitudine, così come quelle anonime trecce costringevano i suoi capelli.
-Ti sentirai più sicura.- sentenziò, sciogliendo la sua chioma e, con essa, tutti i nodi che da sempre l'avevano tenuta legata.



Varcò la soglia del caffè speranzosa e sorridente. Era in anticipo di ben mezz'ora. Ryan era seduto ad un tavolino intento a leggere un volume spesso quanto il suo braccio- e il suo braccio era molto spesso- . Tutto sembrava perfetto, se non per il fatto che anche Ichigo era già arrivata.
Stano, pensò. Solitamente ritardava di almeno due ore.
Decise di non badarci molto. Non era un gran problema in fondo.
Kyle la salutò, cordiale come sempre.
- Ben arrivata Lory, hai cambiato pettinatura?-
- Già.- ammise, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
- Stai molto bene, sai?-
Lory chinò la testa imbarazzata. Chissà se anche Ryan l'avrebbe pensato.
Si cambiò velocemente. La divisa le aveva sempre donato molto, ma adesso, se possibile, sembrava calzarle anche meglio, o forse era solo la consapevolezza di quello che sarebbe accaduto di li a poco a renderla più bella.
Gli si avvicinò lentamente. Una parte di lei non voleva disturbarlo. Era così affascinante, assorto in quella lettura impegnata, che la rammaricava quasi doverlo interrompere. Gli sfiorò piano la spalla, godendosi per un attimo la sensazione del calore della sua pelle. Quando lui alzò lo sguardo verso di lei ebbe quasi paura che il cuore potesse scoppiarle nel petto.
I suoi occhi, che cambiavano colore a seconda dell'angolazione della luce, bastavano a mandarle lo stomaco in subbuglio. Avrebbe potuto guardarli ogni giorno tutti i giorni e non sarebbe bastato per coglierne tutte le sfumature.
- Libro interessante?- sciocchezze. Il solo fatto che lui lo stesse leggendo bastava a renderlo molto più che interessante.
- Un saggio filosofico.- rispose distrattamente.
- Oh.-
Si mise a sedere di fronte a lui, così da stargli nè troppo vicino nè troppo lontano.
- "Die Traumdeutung"- lesse sulla copertina.- Cosa vuol dire?-
- E' tedesco, significa : "L'interpretazione dei sogni."-
Ryan si voltò. Ichigo aveva appena fatto cadere in terra la scopa, e se ne stava immobile a fissarli.
- Scusate io...sono un po' distratta oggi.- blaterò con poca convinzione.

Quando Ryan tornò a guardarla, non seppe più cosa dire. Temeva che se fosse rimasta in silenzio lui sarebbe riuscito ad udire i battiti accelerati del suo cuore.
- Non...non hai notato nulla di diverso?- chiese, sporgendosi leggermente verso di lui, così che potesse notare più facilmente il cambiamento.
- Te ne sei accorta anche tu?-
- Eh?-
-Ichigo.-
Lory tolse immediatamente i gomiti dal tavolo e si rimise composta.- Ichigo?-
- Già. Si comporta in modo strano non trovi? Arriva in orario, svolge tutte le mansioni senza lamentarsi e poi...-
Una fitta dolorosa la costrinse a comprimersi l'addome.-Poi?-
- Il campanellino, quello strano ciondolo che mette sempre al collo, oggi non lo indossa. Curioso, vero?-

Senza rispondergli si alzò e non gli rivolse più parola per il resto della giornata.


"Curioso, vero Lory?" aveva chiesto. Si. Curioso come lui non abbia prestato alcuna attenzione alla sua acconciatura ma non si sia fatto sfuggire il particolare della collanina di Ichigo.
Del resto che si aspettava? Che fosse corso da lei con le braccia spalancate, estasiato dal suo nuovo aspetto. No, era surreale. Non era quel tipo di ragazzo.
Forse stava solo ingigantendo l'accaduto. Proprio come Pam, Ryan aveva un sesto senso innato nel capire quando qualcosa non andava. E, non poteva negarlo, quel giorno Ichigo sembrava veramente turbata. Si, la sua era stata senza dubbio una reazione esagerata. Che motivo aveva di sospettare della sua migliore amica? Era fidanzata con un ragazzo meraviglioso di cui non si stancava mai di tessere continuamente le lodi, non avrebbe mai potuto rappresentare una minaccia.
Era sempre stata una sua prerogativa, fasciarsi la testa prima di rompersela e farsi buttare giù da dettagli così insignificanti. Forse voleva solo trovare una scusa per tirarsi indietro. Ma ormai era troppo tardi, lo doveva a se stessa. Se voleva mutare veramente, non bastava semplicemente sciogliersi i capelli. Doveva fare qualcosa in più per rendere la trasformazione completa.
Doveva dire a Ryan quello che provava. E doveva farlo quella sera stessa, prima che il suo turno di lavoro finisse. E prima di ripensarci.
Il momento giusto non sarebbe mai arrivato. Semplicemente perché non esiste un momento giusto per dire ad una persona che ne sei innamorato.
Esiste però il momento in cui scegli. Scegli di lasciare da parte la timidezza e decidi di essere sincera con l'altro.
Che scelta farai, Lory?


Quando arrivò l'orario di chiusura, Lory si accorse- con dispiacere- che ancora una volta Ichigo aveva intralciato i suoi piani, rivolgendosi a Ryan per prima, usando esattamente le stesse parole che lei aveva intenzione di pronunciare, come se potesse leggerle nel pensiero.
Che brutti tiri che tirava a volte il destino.
- Ho bisogno di parlarti.- aveva annunciato, come fosse la cosa più naturale del mondo.- In privato.- aveva aggiunto, sollevando le spalle come se la cosa non le importasse davvero.-
Ma Lory sapeva che doveva essere veramente importante se l'amica, così reticente, aveva deciso di confidarsi proprio lui.
Era solo un immotivato dubbio quello che adesso le martellava nella testa, o piuttosto un'amara consapevolezza?
Forse non l'avrebbe mai scoperto. O forse si.

Inconsapevole di ciò che l'aspettava dall'altra parte, spinse molto delicatamente, facendo attenzione a non fare rumore, la porta del laboratorio, dove si erano rintanati.
Il piccolo spiraglio che aveva aperto bastava a permetterle di spiarli. Nello spazio di un momento, nell'istante in cui accostò l'occhio destro a quella fenditura, si pentì amaramente di quanto aveva appena fatto.
Non poteva scegliere momento migliore- anzi, peggiore- per sbirciare.
Gli occhi di Ryan- oh quegli occhi- che l'avevano incantata fino a poco prima, ora fissavano deliziati l'orlo di pizzo della gonnellina che Ichigo aveva sollevato fin sopra le cosce.
- Avvicinati e guardami.- disse la ragazza, e lui non se lo fece ripetere due volte.
Lory, al contrario avrebbe voluto non doverli vedere mai più. Distolse subito lo sguardo, allontanandosi come fosse stata scottata. Era troppo per il suo povero cuore, strappato dal suo petto e calpestato come fosse carta sporca dalle due persone di cui si fidava di più al mondo.
Non stava accadendo davvero. Ichigo non aveva appena mostrato le sue grazie a Ryan, no.
Era troppo sorpresa persino per piangere.
Perché? Perché le avevano fatto un simile torto?
Perché quei due, che stavano causando tanta distruzione, potevano lasciarsi andare, senza rimorsi, ad atti di pura carnalità- perché non c'era un'altra ragione per cui Ichigo avrebbe dovuto far dono a Ryan della vista della sua biancheria- mentre lei, che aveva solo ed incessantemente amato, come risultato aveva il cuore in pezzi?
Che sciocca era stata. 
Avrebbe dovuto fidarsi di più delle sue intuizioni.


- Lory, che ci fai ancora qui?-
- Mina...-
- Come sei pallida. Sembra che tu abbia appena visto un fantasma.-
Oh, magari. Lo avrebbe preferito di gran lunga.
- No, io...ma dove stai andando?-
- Da Ichigo. E' in laboratorio con Ryan, giusto?-
Lory l'afferrò per un braccio.- No! Cioè sì ma... non penso sia il caso di entrare.-
- Ma io devo farlo. Oggi Ichigo sembrava così giù. Vedrai, salterà dalla gioia quando saprà che...-
E fu allora che, colta da un'improvvisa rivelazione, Lory capì.
- Lascia stare, ci penso io.- esclamò, ostentando una sicurezza che non le apparteneva.
Raggiunse di corsa l'ingresso del cafè.

Si, capì che non sarebbe stata l'unica a soffrire.
 

Bla bla bla...


- "Era il momento migliore, era il momento peggiore", è una citazione di  Charles Dickens dal famoso romanzo "Tale of two cities", anche se letteralmente andrebbe tradotto " Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi".

- ll discorso di Lory allo specchio è tratto dall'episodio 19 dell'anime, in cui Ryan incoraggia la ragazza ad essere più sicura di sè.
"Die Traumdeutung" è il titolo tedesco del celebre saggio di Sigmund Freud, "L'interpretazione dei sogni", che penso conosciate tutte. In caso contrario, Wikipedia docet.
- "Perché quei due, che stavano causando tanta distruzione..." è la mia rivisitazione di una frase di Milly Johnson, contenuta nel libro "Veri amori, falsi amanti" di cui vi ho già parlato in passato.

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e se si, che vogliate farmelo sapere con le vostre recensioni.
Ricordo che la storia sarà aggiornata ogni 10 giorni circa- salvo casi particolari- e che ogni 5 troverete uno spoiler sulla mia pagina facebook: http://www.facebook.com/pages/Cincill%C3%A0/172314486167111

Ps : viste le poche letture dl prologo ho deciso di attendere ancora prima di cambiare nick (da clow a "cincillà") in modo che tutti possano venire a conoscenza del cambiamento.

Cincillà.



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Capitolo 3
*** Il dottor Faustus ***


Doctor Faustus

United States of Ichigo



2




Dottor Faustus.





Ryan Shirogane aveva una personale routine giornaliera che seguiva con esasperante meticolosità. Di rado e solo se costretto da cause di forze maggiori si concedeva qualche strappo.
Quando quella mattina, al posto della solita colazione a base di latte, caffè e matematica, aveva deciso di impiegarla nello studio di un saggio filosofico, non sapeva ancora quanto quella scelta, a dispetto delle aspettative, si sarebbe rivelata proficua.
Non che lui ci credesse poi molto, nella psicanalisi, ma Ichigo aveva insistito a tal punto, che persino per lui sarebbe stato arduo ignorala. E, poiché quando voleva la ragazza sapeva essere tediosa e petulante fino all'esasperazione, Ryan pensò bene che sarebbe stato meglio per lui- e per la sue preziose membra- accontentarla piuttosto che essere costretto, dopo, a subirne le lamentele.
- Non c'è un significato preciso. Un sogno è soggetto a numerose interpretazioni.-
Il cipiglio severo che assunse suggerì a Ryan che la sua risposta non doveva averla soddisfatta. - Sognare di essere mollati dal proprio fidanzato è piuttosto comune.- continuò, inasprendo involontariamente la voce quando pronunciò la parola "fidanzato".- Se fossi in te non mi preoccuperei troppo. Magari avevi solo mangiato pesante.-
- La mia dieta non c'entra.- esclamò incrociando le braccia al petto.- E neanche Mark.-
- Ne sei proprio certa? Forse il sogno era solo un monito. Forse il tuo inconscio cerca di avvertirti che qualcosa tra voi non funziona come dovrebbe e questo ti spaventa.-
Ichigo lo guardò come se fosse una suora e lui avesse appena bestemmiato in chiesa.- Per tua informazione tra di noi va tutto a gonfie vele. L'idea che lui possa lasciarmi non mi sfiora neppure.-
Ryan non poté fare a meno di increspare le labbra in un ghigno leggero.- La tua sicurezza rasenta l'ipocrisia Ichigo. Stai deliberatamente mentendo e ce l'hai scritto su tutta la faccia, anzi, sul collo.- il ghigno si allargò assumendo la parvenza di un lieve sorriso, quando Ichigo si tastò la gola con mano tremante.- O devo forse essere io a rammentarti che non indossi più il tuo preziosissimo collare.-
- Non è un collare, è una collana.- ribatté, sempre più accigliata.
- Fa lo stesso. Fatto sta che questa mattina hai pensato bene di lasciarla a casa.-
- L'ho fatto per il campanello.-
- Si, in effetti era molto fastidioso e tu sei già abbastanza chiassosa.-
- Non mi riferisco al ciondolo, idiota.- urlò quasi, quando la rabbia divampò senza che lei potesse controllarla.- Parlo del suono che udivo costantemente nel mio sogno.- aggiunse più calma, inspirando ed espirando forte.
Ryan tornò serio, notando la preoccupazione che aleggiava nella mente di Ichigo come una nuvola che oscura il cielo a ferragosto.
- La campana è un oggetto carico di significati simbolici.- iniziò con tono solenne.- Il suo suono mette il sognatore all’erta, affina i sensi, lo predispone all’attesa di qualcosa che sta per accadere. E' un'immagine legata ad una funzione di annuncio, di rivelazione, di...- si fermò, ponderando con estrema attenzione le parole da usare.
- Di pericolo.- concluse Ichigo per lui che annuì un attimo dopo.
- Non è il caso di pensare subito al peggio. Si è trattato solo di un sogno e non è detto che l'interpretazione che gli stiamo dando sia quella esatta.-
- E la mia tramutazione in gatto? Di questo cosa puoi dirmi?-
- Non è tanto insolito se ci pensi. E' una mutazione di cui sei stata vittima, diverse volte.- socchiuse gli occhi al ricordo che anche lui, una volta, si era reso responsabile di quella trasformazione.-  Hai sempre temuto che essere una Mew Mew potesse minare il vostro rapporto. Mantenere il segreto, tradire la sua fiducia...non è mai stato facile per te e ora che è tutto finito pensi che lui possa fartene una colpa. Senza contare poi che Mark era Deep Blue e tu la combattente designata per distruggerlo. Magari hai paura che questa consapevolezza possa averlo, destabilizzato in un certo senso. Datti un po' di tempo per metabolizzare la cosa. E' rimasto con te quando ha saputo chi eri. Perché dovrebbe venir meno adesso che non lo sei più?-
Sperava di averle dato conforto con le sue parole ma, se possibile, Ichigo sembrò intristirsi ulteriormente.
- Non lo sono più...- mormorò perplessa.
- Ichigo, va tutto bene?- domandò, seriamente preoccupato.
- C'è...c'è un'altra cosa che devi sapere.- disse, torturandosi il grembiulino con fare nervoso.
 
Ryan sgranò gli occhi a tal punto che questi minacciarono di uscirgli dalle orbite. E sarebbe stato un vero peccato, vista la loro bellezza. Eppure non poté fare a meno di stupirsi nell'osservare l'eleganza e la semplicità con cui la ragazza che gli stava di fronte aveva preso piano ad alzarsi l'orlo della gonna.
- Ma...- tentò di dire qualcosa, ma le parole gli morirono in gola quando quella spostò lo sguardo verso di lui, guardandolo con l'innocenza di una bambina.
- Avvicinati e guardami.- aveva detto, modulando la voce che assunse un tono più basso e delicato.
Pensò di essere impazzito. Era come se tutte le certezze a cui si era sempre saldamente aggrappato fossero crollate con quel semplice gesto. Gli sembrò, per un momento, che la porta del laboratorio fosse sbattuta alle loro spalle, o forse era quel nuovo e inopportuno mal di testa che gli faceva udire i suoni più distintamente del normale.
Fatto stava che, senza ribattere, la raggiunse in poche falcate.
Ichigo aprì piano le gambe. Le mani, incerte, reggevano la divisa al di sopra delle sue cosce.
Quando, senza che potesse impedirselo, posò lo sguardo sulla porzione di pelle appena scoperta, rimase sconcertato nel constatare che lì, ad intaccare la perfetta superficie liscia, intenso come il bagliore della prima stella notturna, vi era il marchio mew.




Nel corso della sua breve ma brillante carriera scolastica non vi era mai stato quesito alcuno o problema di qualsivoglia tipo che Ryan non fosse stato in grado di risolvere con dimestichezza. Le sue innate capacità avevano sempre rappresentato, per la sua famiglia, motivo di grande orgoglio ma, per lui, incarnavano invece la sua più tremenda condanna. La sua abilità nelle scienze non si rifletteva purtroppo nei rappporti umani e l'invidia dei suoi compagni aveva leso ulteriormente alla sua persona, costringendolo a trovare conforto solo in se stesso. "E' il prezzo che il genio deve pagare" diceva sempre suo padre. Prestigioso architetto, appassionato di matematica, filosofia e letteratura, possedeva una libreria fornitissima di cui andava molto fiero. Dall'incendio che colpì la sua casa cinque anni prima solo un libro si salvò. Narrava il dramma di un certo dottor Fuastus il quale, pur di avere potere e sapienza, anche delle arti proibite, aveva venduto l'anima al diavolo, Mefisofele. Ironia della sorte, pensò Ryan quando lo trovò tra le macerie. Lo conservava ancora gelosamente benché quel libro rispecchiasse fedelmente ciò che lui più odiava di sé.


Non seppe dirsi perché, ma quel ricordo gli tornò alla mente, mentre Ichigo lo fissò speranzosa, confidando in una risposta che Ryan, per la prima volta, non possedeva.
- Non capisco.-
- Che significa "non capisco".-
- Significa quello che ho detto.-
- Perché è ancora qui?- domandò, allarmata dalla mancata risposta.
- Doveva scomparire una volta sconfitti gli alieni. Le altre ragazze...-
- No.- lo interruppe.- Le ho guardate oggi, nello spogliatoio. Sui loro corpi non è apparso niente. Ti prego non dire loro nulla. Si preoccuperebbero e non voglio.-
- Hai provato a trasformarti?- chiese, colto da quell'improvviso dubbio.
- Si, ma non ci riesco.-
- Da quanto tempo sta lì? Giorni, settimane, mesi?-
- L'ho notato solo questa mattina, dopo il sogno. Ma sinceramente non so dirti da quanto tempo è tornato. O se sia mai andato via.-
La testa gli doleva ancora di più.
Voleva riflettere, meditare ma non poteva farlo se Ichigo avesse continuato a scrutarlo con la frustrazione di una cane che era appena stato abbandonato.

- Vai via.- non si era accorto di averlo quasi sussurrato.
- Ma Ryan io...-
- Farò delle ricerche, te lo prometto ma adesso lasciami solo ti prego.-

Ichigo uscì di corsa, quasi, dal laboratorio tremando come se fuori impervessasse un gelido vento invernale.
Ryan si portò le mani a massaggiarsi le tempie e con solerzia iniziò ad analizzare i dati contenuti nel database del computer.
E' tremendo. Inspiegabile. Assurdo.
Non c'era nessuna logica, e l'unica spiegazione che riusciva a darsi era la più terribile.
Un nuovo nemico, pensò. Ma le altre non avevano più il simbolo. Possibile che la minaccia riguardasse solo Ichigo? Perché allora non riusciva più a trasformarsi?
Le dita sferzavano veloci sui tasti, ma per Ryan non c'era ancora alcuna soluzione a quell'enorme problema che portava il nome di Ichigo.




Due ore dopo spalancò la porta del laboratorio con gli occhi fissi nel vuoto e le gambe che minacciavano di non reggerla più.
Ryan distolse per un attimo l'attenzione dal suo computer per rivolgerla a lei, così pallida che il suo volto sembrava quasi trasparente illuminato dalla luce del neon.
Stava per chiedergli bruscamente di lasciarlo lavorare in pace ma l'apatia del suo viso fermò le sue parole sul nascere.

- E' colpa tua.- la voce, fredda e atona come mai lo era stata lo spaventarono ancora di più. - Cosa mi hai fatto Ryan?-

Alzandosi fece involontariamente stridere la sedia sul pavimento. In un secondo, quando fu in piedi, si rese conto con orrore che Ichigo era appena riuscita in una impresa apparentemente impossibile: porlo, nello stesso giorno, di fronte a due problemi che nemmeno lui fosse in grado di risolvere.


In nome della conoscenza, Eva aveva tradito il proprio Dio e condannato il genere umano ad una esistenza mortale. 
Frankenstein aveva pagato il prezzo del suo genio con la vita. Prometeo si era giocato il fegato.
Idioti. Così li aveva definiti.
Lui, che del sapere avrebbe volentieri fatto a meno, non poteva tollerare chi, in nome di quest'ultimo aveva persino venduto la propria anima.
Eppure, adesso dovette ricredersi e ammettere a se stesso di essere stato alquanto frettoloso nel giudicarli.
Che compenso avrebbe preteso Mefistofele in cambio di una spiegazione al fenomeno che stava avvenendo lì, proprio davanti ai suoi occhi?

- Ichigo?-



Bla bla bla...


Complimenti a tutte. A quanto pare avete intuito subito ciò che Ichigo in realtà stava mostrando a Ryan. Inizio a preoccuparmi. Che sia diventata prevedibile?
Questo capitolo si è concluso con un punto di domanda...avete suggerimenti per la risposta?
Ho pubblicato l'avviso della ormai prossima cancellazione di "veri amori...falsi amanti", credetemi, è stata una decisione sofferta visti i consensi che ha ottenuto la fiction ma è stata ideata molto tempo fa e francamente non penso di avere più l'ispirazione per continuarla. Per quanto riguarda il cambio del Nick ho di recente inviato la richiesta, quindi a breve dovrebbe avvenire il cambiamento.

- "E' il prezzo che il genio deve pagare", sono le parole pronunciate dal padre di Ryan nell'episodio 36 dell'anime.
- Il Dottor faustus è il protagonista dell'opera di Marlowe "
The Tragical History of Doctor Faustus" la trama è sostanzialmente quella che ho descritto. Il ritrovamento del libro dopo l'incendio avvenuto a casa di Ryan è opera mia invece.
- Mefistefole è l'altro nome di Satana.
- Eva ha violato la legge di Dio cibandosi del frutto dell'albero della conoscenza. Frankenstein ha usurpato il ruolo del creatore, violando le leggi naturali a sfruttando la sua scienza al fine di creare un essere vivente. Prometeo ha tradito Zeus facendo dono agli uomini del fuoco, anche esso simbolo della conoscenza, e a quanto ne so io un aquila gli sta ancora mangiando il fegato. Per info, ribadisco, Wikipedia docet.

Bene, io dovrei aver finito. Se volete insultarmi/coccolarmi/gongolare con me mi trovate  QUI

Poiché tra 10 giorni dovrei trovarmi esattamente spaparanzata al sole non so dirvi con precisione di quanto ritarderà il prossimo aggiornamento. Penso però di non sforare oltre i primi di settembre.

Che Agosto vi doni tanta pace amore e fantasia!

Cincillà <3

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Capitolo 4
*** Strawberry ***


Strawberry

United States of Ichigo



3




Strawberry



Passeggiò per circa un miglio, avanti e indietro per il parco, fino a farsi dolere i piedi. Teneva rigorosamente il capo chino ad osservare il movimento rapido delle foglie trasportate dal vento e, seguendone il cammino, urtò contro quella che doveva essere un schiena. Quando alzò gli occhi, capì che non sarebbe stato necessario scusarsi.
Mark si voltò lentamente, come se non avesse avvertito lo scontro.
Ichigo seppe che qualcosa non andava non appena incontrò il suo sguardo, triste e spento come l'albero ormai spoglio alle sue spalle.
- Dobbiamo parlare.- disse. E Ichigo non potè fermare il tremito di paura che le attraversò la schina. Non riusciva a spiegarselo ma qualcosa dentro di lei le diceva che quella poteva essere l'ultima volta che sentiva la sua voce.


 "L'idea che lui possa lasciarmi non mi sfiora neppure" Aveva detto a Ryan neanche un'ora prima. Ma ora, seduta ad un panchina con le mani giunte e i piedi a penzoloni si rese conto di essere stata spavalda e che quella idea non solo la sfiorava ma la prendeva a pugni dritto nello stomaco.
Il vento le scuoteva i capelli e più volte fu costretta a sistemarseli dietro le orecchie. Stava spostandosi di lato la frangetta quando lui finalmente aprì bocca.
- Lo ricordi?- cominciò indicandole un punto qualsiasi dietro ad un cespuglio.- E' lì che mi hai salvato la vita per la prima volta.-
Ichigo trasalì mentre la sua mente tornò indietro a qul giorno. Si era imbattuta in un chimero e l'aveva sconfitto con i suoi nuovi poteri. Le sembrava quasi di poter vedere il corpo di Mark steso sull'asfalto, proprio nel punto in cui lui le aveva indicato, e al solo pensiero sentiva un nodo alla gola.
Tentò di rispondere ma dalle sue labbra non uscì alcun suono così si limitò ad annuire leggermente, come fa un bambino dopo un rimporvero della mamma.
- Quel chimero mi ha colpito al petto e ho perso i sensi. Quando mi sono risvegliato ho visto Kyle e mi ha riaccompagnato a casa.-
Ichigo strinse le dita ad artigliarsi la gonna. La sensazione di soffocare continava ad affligerla.- Non sentivo la tua voce e non ti ho neanche vista combattere ma in cuor mio sapevo che c'entravi qualcosa e che se potevo ancora reggermi sulle mie gambe lo dovevo solo a te.-
Mark respirò a fondo e si lasciò accarezzare dalla leggera brezza autunnale. Le sembrava di stare seduta lì da secoli ma non dovevano essere passati che pochi minuti e altri ancora, interminabili, trascorsero prima che lui riprendesse con voce più dura e astiosa - E' qui che è iniziato tutto?- chiese. Ma quella domanda aveva l'insolito suono di un'accusa. Lo fissò intensamente negli occhi. "E' diverso dall'uomo che ho visto in sogno", pensò. Non era freddo e distaccato ma al contrario arrabbiato e angosciato allo stesso tempo. Eppure, come nel sogno, anche questa volta lei non riusciva a parlare.
- Capisci cosa ti ho chiesto?- le scosse leggermente le spalle, come a volerla risvegliare dal trans. - Hai capito cosa ti sto chiedendo?- continuò con tono disperato.
Si, certo che aveva capito. Quel giorno lei aveva smesso di essere una ragazza normale per vestire i panni della paladina della giustizia. Ed erano iniziate le lotte, le trasformazioni ma anche i segreti e le bugie. Tutto. "E' qui che è iniziata la mia fine." 
Come se l'avesse sentita, Mark si alzò dandole le spalle.
- Tu eri cambiata e io, non me ne sono mai accorto.-
Si mise in piedi anche lei, seppur con difficoltà perchè le gambe sembravano non poterla sostenere. - Mi hai mentito per così tanto tempo.-
- Ho dovuto farlo. Non potevo dirtelo. Non potevo.- colpita da quella affermazione ingiusta, ritrovò finalmente la voce. Sentiva le guance bagnate e gli occhi bruciare. Stava piangendo e non se ne era neanche accorta.
- Perché? Perché non hai provato ad affrontare la cosa con me?-
- Io...non sapevo come fare, da che parte incominciare e Ryan mi aveva detto di tenerlo segreto.-
Il volto di Mark si oscurò ancora di più. Doveva aver detto qualcosa di sbagliato perché ora sentiva la tensione attanagliarle le viscere.
- Ryan.- ripetè con voce blanda. - Se solo...- si prese un momento per respirare. A Ichigo sembrò di vedere la tensione attraversargli le vene fino alle punta delle dita, tenute chiuse in un pungo.- Se solo non fossi stata tu la prescelta.-
- Cosa...- le parole le morirono in gola- Cosa vuoi dire?-
- Se tu non fossi mai stata una mew mew se tu non avessi avuto il dna adatto...- si fermò ancora. Tutto quel tentennare la stava esasperando.- Le cose tra noi sarebbero potute andare diversamente.-
- Se non mi fossi trasofrmata in Mew Berry a quest' ora tu...- non seppe continuare la frase. Il solo pensarlo le aveva fatto sentire una morsa al cuore, come se d'improvviso avesse smesso di battere.
- Avrei preferito finire tra le fauci di quel chimero, piuttosto che innamorarmi di te.-


Quando se ne andò, non cercò nemmeno di fermarlo. Ciò che le aveva detto, le parole che le aveva rivolto...Sapeva di non meritarsele. Lei era stata scelta per salvare la Terra e aveva combattuto ogni giorno per assicurarsi che le piante, gli animali e tutto ciò che Mark amava potesse sopravvivere. E ora lui le rinfacciava il fatto di avergli mentito, di non essere stata sincera, di non essersi fidata di lui fino in fondo. "Ed ora lui non si fiderà più di me." pensò asciugandosi una lacrima. Ormai non aveva neanche più la forza di piangere.
"E' rimasto con te quando ha saputo chi eri. Perché dovrebbe venir meno adesso che non lo sei più?" aveva detto Ryan. E si era sbagliato.
Le venne quasi da ridere al pensiero che anche il grande Ryan Shirogane potesse commettere un errore di valutazione. Evidentemente Mark aveva tentato di superare la cosa perché la amava ma a lungo andare doveva essersi reso conto che non valeva la pena di lottare per una relazione nata nella menzogna.
"Se solo non fossi stata una Mew Mew, non avrei mai avuto bisogno di mentirgli. Avrei potuto essere sincera, sin dall'inizio e amarlo senza riserve." osservò con rammarico, mentre con lo sguardo vagò sulle sue gambe alla ricerca del marchio mew. Alla luce del sole sembrava quasi più intenso e brillante. Senza accorgersene, con le unghie aveva preso ad incidere su quella piccola porzione di pelle.
Sapeva bene che era inutile. Quel simbolo non le era stato tatuato sulla pelle ma nell'anima. Era una maledizione che, chissà per quale motivo, lei e lei sola continuava a portarsi addosso, come un enorme macigno sulla testa. Non era stata lei a chiederlo, non le piaceva combattere e avrebbe di gran lunga preferito assistere agli scontri come spettatrice piuttosto che viverli in prima persona. Ma a lei non era stato concesso di scegliere. Il destino l'aveva trascinata per i capelli nell'arena e aveva lasciato che i leoni la sbranassero lentamente.
Sentiva una rabbia incontrollata divamparle dentro come un parassita che divora la sua preda dall'interno. Lei non aveva colpa. Era stato Ryan a coinvolgerla senza chiederle il permesso e adesso stava pagando per un errore che non aveva commesso. Il cuore le faceva ancora male dopo il litigio con Mark e vi poggiò la mano destra come se temesse da un momento all'altro di non udirne più i battiti.
Loro si amavano ma non potevano stare insieme. Era così ingiusto che sentì l'impulso di gridare fino a perdere fiato. Poi tutto si fece nero e non sentì più niente.



Ryan osservò il tutto senza essere in grado di proferire parola. La ragazza che poco prima era entrata in laboratorio sbattendo la porta e urlando frasi senza senso, adesso pareva essersi placata. Il silenzio era così fitto che poteva udire il sibilio del vento che si infrangeva sulle pareti del cafè e persino il respiro calmo e regolare di Ichigo. L'espressione rilassata contrastava con il pallore innaturale del suo viso e gli occhi, semichiusi, erano fissi sul pavimento. Se non fosse stato per il lieve tremore delle mani, Ryan avrebbe temuto che si fosse trasformata in una statua di sale.
- Ichigo?- tentò. Ma quella non dava cenni di averlo udito. - Ichigo.- provò ancora, questa volta con tono più deciso.
- Ichigo!- urlò quasi e lei sussultò. Ma fu un sussulto diverso da quello di chi si risveglia da un torpore. Era, più che altro, un piccolo spasmo accompagnato da una lieve torsione della testa, come se si stesse sgranchendo il collo.
Quando aprì totalmente gli occhi, Ryan vide un bagliore rosa attraversarle la pupilla e diffondersi sull'iride come una goccia di pittura sulla tela.
Forse si stava impressionando ma ebbe come la sensazione di sentire un lieve brusio proveniente dalle labbra di Ichigo, come se stesse tentando di dirgli qualcosa.
Il mormorio divenne a poco a poco più chiaro fino a che Ryan non fu ingrado di distinguere un suono familiare.
Dalla testa della ragazza, proprio come era avvenuto un istante prima per gli occhi, partirono scintille di colore più chiare che trasformarono il rosso carminio della sua chioma in una tonalità più chiara e luminosa.
La rapidità di quei cambiamenti stavano mettendo a dura prova il suo sangue freddo. Non sapere cosa stesse accadendo era troppo per lui, abituato ad analizzare i problemi con calma e ad estriparli alla radice.
L'improvviso manifestarsi di quegli inspiegabili eventi lo travolse come un fiume in piena. Si accorse di respirare a fatica come se il suo corpo avesse intuito prima della sua mente, la gravità del pericolo in cui si trovava. Quando incontrò il suo sguardo realizzò con certezza che chi aveva davanti non era più Ichigo e il sussurro intraducibile che aveva percepito fino ad un istante prima assunse finalmente la parvenza di una voce dal tono sottile melodioso  che enfatizzava ancora di più l'armonia di quel nuovo nome.
- Strawberry.-                
 Ryan le si avvicinò barcollando. La ragazza aveva finalmente ripreso colorito e cinse con impeto le braccia attorno al suo collo. Sentì il suo fiato sulla guancia.
- Strawberry.- ripetè e le ultime sillabe le pronunciò direttamente sulle sue labbra.


Bla bla bla...


Della serie "Chi non muore si rivede."
Ebbene mie care settembre è in fine arrivato e ha portato con sè questo nuovo capitolo. Chiedo sin da subito scusa per non avere ancora risposto alle vostre recensioni. Non volevo  anticiparvi troppo quindi ho aspettato di pubblicare prima l'aggiornamento. Prometto che entro domani rimedierò alla mia mancanza.
Qesta volta le note sono poche.
- Ci sono nel corso del capitolo chiari riferimenti al primo episodio dell'anime.
- Per la trasformazione di Ichigo mi sono ispirata alla serie televisiva "United States of Tara"(da cui la fiction prende anche il nome) in cui la protagonista, Tara, è affetta da un disturbo della personalità, e subisce delle transizioni con cui prendono vita i suoi alterego.
- Nella storia ho dato a Ichigo ( e a lei solo) il nome originale. Nelle battute finali non ho preso una svista. Chi è Strawberry allora? Sbizzarritevi pure con le ipotesi, la risposta la troverete nel prossimo capitolo.

Appuntamento tra 10 giorni.
Ps : se avete voglia mi trovate QUI

Grazie inifinite per il vostro sostegno. Commenti (positivi/negativi/neutri) saranno sempre bene accetti.

Cincillà.

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Capitolo 5
*** Sapore di gatto. ***


Sapore di gatto
United States of Ichigo


4




Sapore di gatto.




Le labbra di Ichigo erano morbide e bagnate. Ryan l'aveva già baciata una volta, in quello stesso laboratorio, ma non era stato che un tocco lieve e fugace prima che la ragazza si tramutasse in un gatto.  Ichigo non subiva più trasformazioni dal giorno della disfatta di Deep Blue quindi adesso, poteva permettersi di indugiare su quella bocca senza il timore di ritrovarsela in forma felina tra le braccia. Ripensò con una punta di rammarico ai giorni in cui, quando litigavano, si adirava tanto che le spuntavano le orecchie e le coda. Anche se non voleva darlo a vedere si divertiva molto ad osservare la sua espressione imbarazzata quando si copriva la testa con entrambe le braccia.
E anche adesso, ricordando quei momenti, non poté fare a meno di sorridere sulle sue labbra. Ichigo gli accarezzò i denti con la lingua, per poi toccargli intimamente il palato.
Fu in quell'istante che Ryan si accorse che qualcosa non andava e la allontanò con entrambe le braccia. Gli occhi, di un innaturale color rosa lo guardavano perplesso.
- Ichigo ma cosa...-
- Strawberry.-
- Come?-
- Il mio nome è Strawberry.- ripeté.
Ryan si grattò la testa. Più ci pensava e meno capiva cosa stava succedendo.
- I tuoi capelli, i tuoi occhi...cosa ti è successo?- domandò più a se stesso che a lei.
Ichigo, o meglio, Strawberry, fece spallucce.- Cos'hanno che non va?-
- E me lo chiedi?- Ryan le girò attorno come fosse pezzo da museo.- Sono rosa!- esclamò.- Per l'amor del cielo, rosa!-
- Tu invece hai gli occhi azzurri e i capelli biondi. Ma non è per questo che pensava fossi tu.-
Ryan si massaggiò le tempie.- Che cosa vuoi dire?-
- Quello che ho detto.-
- Ma non ha senso!- urlò agitando le braccia.
- Solo perché tu non puoi comprenderlo, non significa che non ce l'abbia.-
Ryan gemette esasperato. - Ascoltami Ichigo...-
- Strawberry.-
- Cosa?-
- Ti ho detto di chiamarmi Strawberry.-
- Che differenza vuoi che faccia?-
- Tutta la differenza del mondo.-
Strawberry gli si avvicinò di nuovo. Gli cinse entrambe le braccia intorno al collo e respirò sulle sue guance. -Adesso smettila di urlare.- sussurrò al suo orecchio.-
Ryan si voltò, incapace di calmarsi. Sentire il suo fiato sul collo non gli permetteva di ragionare.
Le afferrò entrambi i polsi costringendola ad arretrare. - Smetterò di urlare quando tu mi darai delle risposte.-
- Cosa vuoi sapere?-
- Chi sei?- la zittì con un cenno della mano.- E non mi riferisco al tuo nome.-
L'altra inclinò leggermente il capo.- Ma come. Non lo capisci da solo?-
- Io non capisco la metà delle cose che dici.-
Strawberry iniziò a ridere.- Ah, uomini!-esclamò.- Sanno costruire il motore di un jet ma quando si tratta di donne...- con le mani sui fianchi piegò in avanti il busto.- Cosa c'è di complicato? E' un clitoride, non la sfinge!-
La mandibola gli si aprì a tal punto che rischiò di sfondare il pavimento. Ichigo non avrebbe mai detto niente del genere. Allora chi aveva davanti a se?
A passò svelto si diresse verso il computer.
- Non troverai niente lì.- lo anticipò.- La risposta che cerchi ce la proprio davanti agli occhi.-
Ryan si fermò. A persuaderlo non erano state le parole della ragazza ma un'improvvisa rivelazione. Quei capelli, quegli occhi...lui li aveva già visti.
Aprì la bocca esterrefatto.- Mew Ichigo.- sussurrò. Strawberry cominciò a ridere di nuovo.



- Cosa ci trovi di così divertente?-
- La tua faccia. Mentre lo dicevi sembrava quasi avessi visto un fantasma.-
Ryan le afferrò rabbiosamente le spalle.- Perché sei ancora qui?- la scosse leggermente.-E' per un attacco alieno? Rispondimi! E' per gli alieni?-
- Calmati adesso. Non è il caso di farne una tragedia.-
Rabbrividendo mollò la presa su di lei e iniziò a fare avanti e indietro per il laboratorio.- I nostri nemici sono tornati ed io dovrei stare calmo?- 
- Lo hai detto tu, non io.-
- Cosa?-
- Che gli alieni sono tornati. Io non lo sapevo.-
La notizia che non ci fosse nessun attacco extraterrestre imminente non servì a calmarlo. In due falcate le si fece di nuovo vicino.
- Se non è per combattere, allora perché sei ancora qui, Mew Ichigo?-
- Anche questo lo hai detto tu. Io non ho mai confermato di essere Mew Ichigo.-
Ryan sentì le ginocchia tremare e faticò a tenersi in piedi. Capì che doveva usare tutto il suo acume per venire a capo di quella faccenda.- Ma non lo hai neanche negato.- osservò con una punta di risentimento.
- Ineffetti, devo ammettere che non è del tutto sbagliato.- affermò vaga.
- Smettila di giocare una buona volta.-
- Non posso.- Un lieve bagliore le attraversò gli occhi - Giocare è nella mia natura.-
Lentamente, Strawberry gli strinse le braccia dietro la schiena e aderì completamente al suo petto. Schiacciandogli contro il seno, lo guardò dritto negli occhi. - Non allontanarmi stavolta.- gli disse.- E smettila di trattenere il fiato.-
Non si era neanche accorto di aver trattenuto il respiro ma, quando, seguendo il suo consiglio inspirò profondamente si accorse subito di aver commesso un grave errore. Erano così vicini che quando la gabbia toracica si espanse per inglobare quanta più aria possibile nei polmoni, avvertì distintamente la carezza sensuale dei capezzoli della ragazza.
- Cosa devo fare con te?- le domandò. La sua mano si mosse contro la sua volontà e le artigliò i fianchi.
- Ma come, non ci sei ancora arrivato?- mormorò con finta delusione.- Forse dovresti baciarmi di nuovo. Del resto, non sarebbe la prima volta.- gli disse soave, passandogli la lingua sulla guancia.- E nemmeno la seconda.- aggiunse sulle sue labbra.
Ryan sentì di nuovo quella sensazione di morbidezza e di bagnato. La assecondò con gusto in quel bacio, deliziato, ammirato quasi da tanta intraprendenza.

- E neanche la terza.- continuò Strawberry, mordendogli le labbra così da fargliele dischiudere.
Come folgorato, Ryan la respinse nuovamente ma quella rimase abbracciata a lui.
- Questo sapore...- fece schioccare la lingua sul palato.- Io lo conosco.-
- Alleluja. Pensavo te ne fossi dimenticato.-
- E' lo stesso che ho avvertito quando ho baciato Ichigo, quel giorno sulla strada per i caffè.- rifletté a voce alta senza accorgersene. La soluzione era così vicina, lo sapeva, che gli sarebbe bastato allungare un po' il braccio per afferrarla. - Quando lei era...- le parole quasi gli morirono in gola.- Un gatto.-
Strawberry ghignò soddisfatta. - Miao!-



- Schifosa gatta in calore!- Imprecò a voce alta.
Con il viso soffocato dal cuscino, Lory si lasciò andare ad un pianto liberatorio. In breve il sapore salato delle lacrime le riempì la bocca e le appannò gli occhiali.
 I capelli, ancora sciolti, le si attaccarono alle guance bagnate. Le bruciavano gli occhi, ma il dolore più grande lo avvertiva all'altezza del petto.
Se solo avesse potuto cancellare gli avvenimenti di quel giorno, azzerare completamente i suoi ricordi...
Ma l'immagine di Ichigo che si spogliava di fronte a Ryan continuava a perseguitarla, così come l'espressione meravigliata di quest'ultimo.
Chissà da quanto andava avanti quella storia. Chissà da quanto quei due si frequentavano di nascosto.
Non aveva mai confidato a nessuno la natura dei sentimenti che provava per l'avvenente proprietario del caffè, ma era certa che le sue amiche se ne fossero accorte. A Pam e a Mina non sfuggivano certe cose, e persino Paddy sembrava aver capito quale fosse la situazione, poiché più di una volta Lory era stata costretta a tapparle la bocca per evitare che la bambina si lasciasse sfuggire qualcosa.
Considerato quanto aveva visto, che Ichigo ne fosse all'oscuro o no, ormai poco importava.
Sua madre la chiamò avvisandola che era pronto in tavola ma Lory non dette cenno di voler scendere. Non aveva appetito e ad ogni modo era certa che con il groppo che aveva in gola non sarebbe riuscita a mandar giù un solo boccone.
- Ryan, Ryan...- sospirò. Perché l'unico ragazzo che avesse mai amato doveva innamorarsi proprio della sua migliore amica?
E Ichigo, oh Ichigo... perché se era tanto innamorata di Mark doveva scegliere di tradirlo proprio con Ryan?
Guardò il cielo scurirsi al di là del vetro dell'unica finestra della camera.
La pietra che teneva tra le mani non risplendeva ma non se ne sorprese.
"Luccica solo se ami veramente la persona a cui ne fai dono." pensò.
Addormentandosi, inconsciamente, se la portò al petto. Ora anche il suo cuore piangeva.


Bla bla bla...


Prima di tutto chiedo scusa a tutte per non aver rispettato la scadenza che mi ero prefissata.
Ho ancora intenzione di continuare la storia, ma devo ammettere che sto riscontrando molte difficoltà nello scriverla. Spero di aver chiarito alcuni dei vostri dubbi con questo capitolo e, se avete supposizioni in merito al seguito sarò lieta di leggerle.
Anche questa volta ci sono delle precisazioni:
- "Ti ho detto di chiamarmi Strawberry". "Che differenza vuoi che faccia?". Ichigo e Strawberry sono infatti due modi diversi per dire la stessa parola: "fragola". Ecco perché Ryan, americano di nascita, non coglie alcuna stranezza nel nome di questo nuovo personaggio.
- Quando si trasforma in Mew Ichigo, Ichigo cambia il colore dei capelli e degli occhi, che diventano rosa. Esattamente come quelli di Strawberry.
- Ryan ha già baciato Ichigo nella puntata 36 dell'anime e ben due volte: la prima in forma felina e la seconda in forma umana, nel suo laboratorio.
- Nell'anime Lory non ha mai detto esplicitamente alle sue amiche di essere innamorata di Ryan ma ho presunto che Mina e Pam se ne fossero accorte da sole. Inoltre in una puntata  (non ricordo esattamente quale) Lory è costretta a tappare la bocca di Paddy quando quest'ultima cerca, con uno strumento elettronico non bene identificato, di calcolare l'affinità che c'è tra lei e Ryan.

Mi rendo conto che il finale lascia aperti altri interrogativi, ma il mio scopo resta quello di districare questa ragnatela di misteri volta per volta.

Spero, nonostante i miei ritardi, che vogliate continuare a seguirmi.

Come sempre, mi trovate a questa pagina Cincillà .

Grazie sempre a chi legge, commenta e aggiunge questa storia alle preferite.

Alla prossima, Clow.

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