Our Love is like a Song

di icanalwaysdream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I CAPITOLO ***
Capitolo 2: *** II CAPITOLO ***
Capitolo 3: *** III CAPITOLO ***
Capitolo 4: *** IV CAPITOLO ***
Capitolo 5: *** V CAPITOLO ***
Capitolo 6: *** VI CAPITOLO ***
Capitolo 7: *** VII CAPITOLO ***
Capitolo 8: *** VIII CAPITOLO ***
Capitolo 9: *** IX CAPITOLO ***
Capitolo 10: *** X CAPITOLO ***
Capitolo 11: *** XI CAPITOLO ***
Capitolo 12: *** XII CAPITOLO ***
Capitolo 13: *** XIII CAPITOLO ***
Capitolo 14: *** XIV CAPITOLO ***
Capitolo 15: *** XV CAPITOLO ***
Capitolo 16: *** XVI CAPITOLO ***
Capitolo 17: *** XVII CAPITOLO ***
Capitolo 18: *** XVIII CAPITOLO ***
Capitolo 19: *** XIX CAPITOLO ***
Capitolo 20: *** XX CAPITOLO ***
Capitolo 21: *** XXI CAPITOLO ***
Capitolo 22: *** XXII CAPITOLO ***
Capitolo 23: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** I CAPITOLO ***


Ed eccomi con una nuova storia... La protagonista si chiama Alyssa, ha vent'anni e non mi soffermo tanto su di lei, tanto la imparerete a conoscere nel corso della storia...
Devo dire la verità: ho tante idee per questa ff e questo primo capitolo mi piace davvero tanto...
Spero piaccia tanto anche a voi, o almeno un po' di quanto piace a me...
Un abbraccio e buona lettura




I   CAPITOLO

 

Una ragazza normale, dovrebbe avere degli amici e divertirsi, ma per Alyssa non è così: lavora ed ha una (e ripeto una) sola grande amica: Elenoir! La sua vita è cambiata dal giorno di quel dannato incidente.

L’ultimo vero ricordo che aveva di quegli attimi orribili, era la luce accecante dei fari della macchina sulla corsia opposta su una strada di Phoenix, la città dove era cresciuta. Tornava da una scampagnata felice con i genitori se non ricordava male.

Fatto sta, che il nero che venne dopo lo scontro era silenzioso e freddo, avrebbe messo paura a chiunque, anche a se stesso.

Furono attimi di panico quelli che seguirono: immobilizzata dalla paura e dalle lesioni che riportò in seguito all’incidente, la ragazza perse i sensi. Il tunnel nel quale venne catapultata, sembrava non avere vie d’uscita, né tanto meno campanelli di allarme a cui ricorrere per chiedere aiuto, per lei e per i suoi genitori che erano intrappolati in quell’inferno con lei.

Eppure, quando anche le minime speranze sul quale aveva fatto affidamento fino a quel momento sembravano svanire del tutto, il viso di un angelo a lei apparentemente sconosciuto, le si avvicinò e le sussurrò qualcosa all’orecchio: -Ci sarò io con te-

Alyssa non riuscì a dare una giusta interpretazione a quelle parole, forse non ce l’avevano neanche, o addirittura non voleva trovarne, o forse ancora stava impazzendo, in fin dei conti perché parlare al futuro se non si è neppure certi di averlo: il suo unico desiderio in quel momento era quello di farla finita con tutta quella sofferenza, anche se quello voleva dire mettere fine alla sua vita.

Ma il futuro invece Alyssa ce l’aveva avuto: si era risvegliata dal coma dopo 3 mesi, senza nessun danno grave, se non il dolore atroce, insopportabile e troppo profondo per la morte di entrambi i genitori.

Decise allora di trasferirsi in un altro posto, a Casa Grande più precisamente; non si spostò di tanto visto che Casa Grande si trova approssimativamente a metà strada tra Phoenix e Tucson, ma che ci volete fare, l’unica casa disponibile che trovò in vendita e che poteva permettersi con i soldi che aveva ereditato dai genitori defunti erano quelli che erano. E poi la speranza era sempre e solo quella: poter dimenticare più in fretta, smettere di soffrire e riniziare a vivere; il suo obiettivo era solo quello, il resto non le importava gran che.

Ed ora eccola lì, a vent’anni si trova sola, in una casa dai muri bianchi perché qualcuno una volta gli aveva detto che “rallegrano le giornate più buie”, ma la verità era che le ricordavano tremendamente le pareti di un ospedale e lei non aveva per niente un bel ricordo degli ospedali… Dai parliamoci chiaramente, a chi è che piacciono gli ospedali? Non scomodatevi a rispondere, già si sa: nessuno!

Proprio per questo motivo si trovava con una tuta bianca stile CSI e un secchio di vernice grigia: “Che razza di colore è il grigio?” continuava a chiedersi tra sé e sé; però l’aveva visto in un film, le era piaciuto e aveva avuto l’idea di prendersi qualche giorno dal lavoro per pensare a sé e a cambiare quel colore così… così… Non sapeva classificare il bianco fra i colori, non riusciva neanche ad immaginare che il bianco fosse un colore. 

Comunque quando stava per intingere il pennello nella vernice, qualcuno suonò alla porta; solo lei suonava in quel modo e solo lei, unicamente lei suonava alla sua porta: Elenoir!

-E’ qui la festa?- chiese l’amica dando una spallata a Alyssa per spostarla ed entrare -Accomodati pure- le rispose lei scherzosamente, ma l’amica incurante della battuta ricevuta ci ripensò, la prese per un braccio e la trascinò fuori casa, -Aiutami a portare dentro i secchi di vernice- disse l’amica aprendo il portabagagli della sua macchina -Ma l’ho comprata già io la vernice- cercò di ricordarle lei, ma subito quella ragazza dai capelli rossicci l’ammutolì -E’ grigia, me l’hai detto, e proprio per questo ho comprato altra vernice: sei colori, tutti diversi… un colore per ogni stanza. Alla faccia di chiunque di abbia detto che il bianco rallegri le  giornate più buie-

Alyssa cercò di fermare l’amica, ma le fu impossibile: sui secchi di vernice lesse rosso, arancione, viola, celeste, giallo e verde, -Beh, almeno i colori sono decenti- pensò ad alta voce.

Elenoir le sorrise.

-E le sorprese non sono finite qui- parlò ancora -Ho chiesto dei giorni di ferie a lavoro, sarò con te 24 ore su 24, mangeremo, dormiremo, rideremo, faremo esattamente tutto ciò che un giorno noi racconteremo ai nostri figli e poi ai nipoti e poi ai pronipoti…-

-Ok, ok, ho afferrato l’idea grazie- la fermò Alyssa.

Ci misero un po’ a decidere come spartire i colori nelle varie camere, e ce ne misero altrettanto per pitturarle (tre giorni precisamente) ma la casa, una volta finita, beh…… meritava!

-Ottimo lavoro socia- ruppe il silenzio Elenoir dandole il cinque con la mano, -Grazie- rispose di rimando Alyssa, buttandosi fra le braccia dell’amica.

-I tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te- le sussurò l’amica nell’orecchio, mentre l’abbraccio continuava ancora, e ancora, e ancora… In fondo, che motivo c’era di interrompere quel momento.

-Ora una bella doccia però!- disse Alyssa, per rompere quella situazione un po’ troppo malinconica per i suoi gusti.

Che portento di ragazza, aveva trovato il modo di interromperlo!

Non fece in tempo a mettere piede fuori dalla doccia che il suo iphone iniziò a squillare

-Chi diamine è che mi chiama?- disse la ragazza mentre a piedi scalzi e naturalmente come suo solito, ancora bagnati, corse verso il tavolo dove era poggiato l’aggeggio che continuava a “cantare” la sua canzone preferita: “Iris” dei Goo Goo Dolls.

-Pronto?- chiese Alyssa con tono interrogativo portando il telefono all’orecchio -Ciao Aly, sono Liza. Lo so che ti sei presa dei giorni di permesso, ma dobbiamo assolutamente vederci. Ti devo parlare- concluse la donna dall’altro capo del telefono, -Ok, dammi il tempo di vestirmi e sono da te- chiuse la telefonata la ragazza ancora in accappatoio e senza avere la minima idea di cosa indossare.

Spostò il telo impolverato che aveva messo sull’armadio per proteggerlo dalla vernice, riuscì ad aprire leggermente l’anta per tirarne fuori a mosca ceca, un jeans stretto, una maglietta “total white” e il giacchetto di pelle che tanto amava. Ai tacchi di certo non riusciva a resistergli.

Tornò in bagno per vestirsi in fretta e furia, senza smettere però di maledire il giorno in cui aveva avuto l’idea di voler pitturare casa.

Uscì di casa con i capelli ancora umidi, “Finiranno di asciugarsi da soli” si riprometteva sempre lei quando doveva compiere quell’azione che odiava tanto, ma che purtroppo le era indispensabile compiere se non voleva sentirsi ronzare le mosche sulla testa; “Dio che schifo” pensò ancora nella sua testa cercando di cancellare l’immagine che si era appena fatta di sé.

Per fortuna casa sua non era tanto distante da quel palazzo in cui sorgeva l’ufficio della direttrice della sua agenzia, così tempo un quarto d’ora e fu lì, pronta a chiamare l’ascensore premendo il pulsante rosso sul muro color avorio.

-Salve signor Finchel- salutò Alyssa l’uomo con i capelli brizzolati che uscì dall’ascensore per fare spazio a lei.

Stranamente quel giorno nessuno chiamò l’ascensore mentre lei vi era dentro, “Strano” pensò la sua testa, “Miracolo” precisò lei.

Le porte dell’ascensore si aprirono, lei si stampò un sorriso in faccia ed iniziò a percorrere il corridoio di parquet lucido, fino ad arrivare alla porta con la targhetta oro che recitava “Mrs Liza Chole - Direttrice” per bussarci sopra e aspettare quella voce al suo interno che diceva –Avanti-

La situazione che trovò lì dentro era la solita: scrivania coperta di fogli in disordine con dietro una donna con le sue mani nei capelli color cenere, disperata e….senza speranze! O almeno era quello che pensava sempre Alyssa

-Liza…- attirò la sua attenzione la ragazza

-Siediti! Ho un lavoro per te…-


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Capitolo 2
*** II CAPITOLO ***


Eccomi qui con il secondo capitolo di questa fanfiction.
All'altro capitolo vi avevo confessato che ero particolarmente contenta di quello che avevo scritto e come l'avevo scritto...Anche questo di capitolo non mi dispiace per niente...
Inizio a pensare seriamente che questa storia mi ispiri parecchio...Meglio così!
Comunque volevo ringraziare colore che l'hanno letta; chi l'ha messa tra le preferite: miry jonas, ryry_ , Sophiaa e _MoonLightLover_ ; chi l'ha inserita tra le ricordate: LadyJonas4ever e Sophiaa; e chi l'ha messa tra le seguite: JustALittleLie.
Spero che con questo capitolo aumentiate ancora e che aumentino anche le recensioni.
Ok basta, mi dileguo e vi lascio al capitolo... "Buona Lettura!"
Ops, quasi dimenticavo di dirvi che, tutto ciò che leggerete tra virgolette ed in corsivo, sono i pensieri che fa Alyssa.
Ora ho finito veramente.





II CAPITOLO

 

-Allora, mia cara Aly- parlò la direttrice Chole -se ti dico Los Angeles cosa ti viene in mente?- terminò la frase la donna con tono interrogativo e facendo diventare due fessure i suoi occhi grigi (quel colore stava diventando una persecuzione), come se volesse trasmettere il suo pensiero alla ragazza seduta di fronte a lei.

-In realtà- iniziò a parlare –a niente!- concluse Alyssa con un’esclamazione, scuotendo lievemente la testa.

-Ma mia cara, è la città delle star- disse infine la donna con un sospiro ed alzando le braccia al cielo come se quella frase fosse stata per lei una liberazione.

Ma quale liberazione e liberazione, Alyssa pensò seriamente che il suo capo fosse più entusiasta di lei e che, se solo avesse potuto e non fosse incastrata dietro quella scrivania, ci sarebbe andata volentieri lei al suo posto, a fare che cosa poi non si sa visto che ancora non le era stato riferito.

-Compreso! Ma………..io cosa dovrei fare?- si interrogò la ragazza

-Il tuo lavoro, che domande- le rispose Liza quasi scocciata

–Avrei ancora un paio di giorni di ferie nel caso te lo fossi scordata- ribatté prontamente Alyssa forse con tono ancora più scocciato del suo capo –e una casa da sistemare- blaterò con un filo di voce che quasi sicuramente Liza non udì.

-Lo so, mia cara, ma sei il miglior elemento che possediamo e…- prese fiato la donna che ancora non sembrava aver abbandonato l’immagine di sé stessa a Los Angeles al posto di Alyssa –il cliente in questione non possiamo non affidarlo a te!- la donna si stampò un sorriso sulla faccia convinta che con quello sarebbe riuscita a convincerla, ma agli occhi di lei sembrava quasi che la sua direttrice avesse avuto una paresi facciale.

Altro che arma segreta! Quello era l’arma di un delitto!

Brutta immagine. Meglio cancellarla subito dalla testa.

-E chi sarebbe il cliente in questione tanto importante?- parlò la ragazza con un tono quasi di sfida

-Mai sentito parlare dei Jonas Brothers?- farneticò la donna.

Ed eccolo di nuovo lì quel sorriso agghiacciante che aveva sfoderato anche qualche minuto prima

-No! Mai! Chi sono?- cercò di trovare una risposta lei, ma a quanto pare Liza quel giorno andava per le lunghe.

Inizio a pensare che forse quei fogli in disordine sulla scrivania ce li ha messi apposta lei per far sembrare che fosse piena di lavoro e senza tempo per respirare”, pensò Alyssa che trattenne un ghigno per non far notare che la sua testa quando ci si metteva sapeva essere davvero tremenda.

-Tre fratelli musicisti famosissimi in tutto il mondo! Ma….- Liza lasciò incompleta la frase alzando l’indice della mano destra, come se volesse attirare l’attenzione di Alyssa che, per non perdere la pazienza ma anzi farsi vedere curiosa, iniziò a toccarsi i capelli, forse in modo convulsivo, ma Alyssa non era solita fare queste farse, quindi non era capace di fingere, voleva solo sapere quello che doveva sapere.

Niente di più. Niente di meno.

-Joe Jonas!- urlò la donna quasi per l’entusiasmo.

-Oh Mio Dio! Davvero? Non posso crederci! Insomma non pensavo che avrei mai raggiunto questi livelli durante la mia carriera di organizzatrice di eventi!- iniziò a blaterare Alyssa senza rendersi conto di quello che stava dicendo e del modo in cui lo stava facendo: iniziò a gesticolare e a camminare per lo studio del suo capo che quasi non la riconosceva più; ma la verità era che la vocina nella sua testa in quel momento sembrava sapesse dire solo un’unica frase: “Chi-diamine-è-ora-questo-Joe-Jonas?

-Alyssa! Alyssa! Bene, sono contenta che tu sia entusiasta! Ti manderò tutto il materiale sull’e-mail; potrai tranquillamente lavorare a casa!- concluse la donna che per attirare l’attenzione della ragazza, uscì da dietro quella scrivania per piazzarsi di fronte a lei e fermarle le mani che sembravano essere pilotate da fili simili a quelle delle marionette.

-Ah, bene allora! Quindi posso andare? Ma certo che posso andare! Aspetto con ansia la tua e-mail per poter così iniziare a lavorare! Bene! Benissimo! Ciao Liza, grazie per aver pensato a me per questo importante incarico! Te ne sarò eternamente grata!-

Sono più finte le mie parole o il sorriso che mi sono stampata in faccia? Dettagli…

Mentre Alyssa continuava a parlare praticamente a vanvera, strinse la mano a Liza e si diresse verso la porta per aprirla e poi chiudersela alle spalle.

Tirò un sospiro di sollievo e iniziò a camminare verso l’uscita.

Perché sono sollevata? Ho una casa da sistemare e pulire. A quanto pare una valigia da preparare e oltretutto per una meta che non è ai miei livelli.

Una tipa come me a Los Angeles. Ma mi ci vedete? Parliamoci chiaro: non ho un soldo, mi muovo sempre  e solo con i mezzi perché il mio lavoro non frutta abbastanza soldi da potermi permettere nemmeno una macchina, non ho una e dico una maglietta firmata, vesto solo con capi che trovo al mercato e che pago una miseria.

E questo perche? Perché sono sola, sola come un cane.

Ho vent’anni, sono orfana perché non ho più i genitori, ho una sola amica alla quale devo ancora i soldi con i quali mi ha pagato gli studi…

Insomma, che razza di vita è la mia? Sempre se la mia si può definire vita!

E poi, sinceramente? Non ho la minima idea di chi sia questo benedetto Joe Jonas!

Alyssa si asciugò la lacrima che aveva rigato il suo viso e che si era fermata giusto sull’angolo della sua bocca quando si era inarcata un po’ prendendo una vaga forma di un sorriso alla vista della sua amica fuori dalla porta di casa sua.

-Perché piangi?- le chiese Elenoir con voce gentile, ma Alyssa si limitò a scuotere leggermente la testa per dire alla sua amica che il “suo momento no” era finito.

-Uno dei tuoi momenti un po’ così, capito…- le rispose l’amica donandole un sorriso di conforto –Allora dove sei stata?-

-In ufficio. Mi ha chiamata il lavoro- le spiegò la ragazza che si mise a sedere sui scalini fuori la porta di casa sua invece di rientrare. Fece cenno anche all’amica di mettersi a sedere vicino a lei.

-E che volevano?- le chiese l’amica

-Farmi lavorare- le rispose lei con voce rassegnata. A quel punto Elenoir si scostò di poco dall’amica perché aveva visto nei suoi occhi una luce strana e conoscendo l’amica, si preparò al peggio

-Ely, tu lo conosci Joe Jonas?- nel formulare quella domanda, Alyssa inclinò la testa per studiare bene l’espressione che avrebbe assunto il viso dell’amica

-Più o meno! Sai com’è, con mia sorella nei paragi della mia camera….-

Quella frase non ebbe mai una conclusione perché da quel momento in poi le due amiche scoppiarono in una grassa risata, che le ridusse in lacrime per lo sforzo.

Ogni muscolo del corpo di Alyssa era contratto in quella risata, ma la sua testa no! La sua testa era troppo impegnata a pensare a come avrebbe formulato il discorso da fare alla sua amica,quando sarebbe arrivato il giorno di dirle che a breve sarebbe dovuta partire, e che l’avrebbe dovuta lasciare per quello che per lei era un perfetto sconosciuto.

Alyssa, quello non è uno sconosciuto. E’ solo il tuo lavoro” continuava a ripetersi “E’ solo il tuo lavoro”.

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Capitolo 3
*** III CAPITOLO ***


Ed eccomi qui, dopo una scommessa persa con Sophiaa -.-
Questo è una sorta di capitolo di passaggio, anche se la pazzia di Alyssa non manca mai :D
Un grazie a tutti...Chi mi segue,chi commenta, chi mi ha messo tra i preferiti, chi legge solo...A tutti insomma!
Vi lascio alla vostra lettura con la speranza che vi piaccia...
"Buona Lettura" e a presto....




III CAPITOLO

 

L’ultima volta che Alyssa aveva fatto una valigia, era stato per il trasferimento nella sua attuale casa. Da quel giorno erano passati due anni.

In quei due anni si era resa conto di averne fatta parecchia di strada: era rimasta da sola, si era trasferita, rimboccata le maniche e trovata un lavoro, un lavoro che oltretutto le piaceva veramente. Ma ora, era proprio quello che la stava portando di nuovo lontana di casa. Ma lei non voleva cambiare di nuovo la sua vita. “Questa mi piace! Davvero!

-Dannazione!- pensò ad alta voce.

Con la casa ancora in un completo caos, aprì l’armadio e per qualche minuto restò a contemplarlo impassibile.

Cosa dovrei portarmi di preciso? Non so neanche che tempo faccia di solito a Los Angeles”.

Stava per gettare la spugna, per una frazione di secondo pensò addirittura di chiamare il suo capo e dirle che rinunciava a quell’incarico.

-Portati capi estivi, di solito lì fa caldo- la voce di Elenoir la strappò dai suoi pensieri;

Assurdo come la mia amica riesca sempre a dire la cosa giusta al momento giusto, vero?

-Mi leggi nel pensiero?- disse Alyssa dando fiato ai suoi pensieri. L’amica le sorrise ed avvicinandosi a lei, iniziò a piegare le magliette che prendeva dall’armadio per metterle poi nella valigia aperta.

Quando Alyssa si era resa conto di dover dire alla sua amica della sua partenza, si era immaginata tutt’altra scena da quella che invece poi si era presentata davanti i suoi occhi: Elenoir l’aveva confortata quando l’aveva vista perplessa e distrutta all’idea di dover partire, incoraggiata a vivere la sua vita e ad accettare quel lavoro che avrebbe dato finalmente una svolta definitiva alla sua vita strampalata; e lei, dopo tutto, se lo meritava davvero per quello che aveva passato e che sembrava stesse riuscendo a superare. Elenoir l’aveva addirittura portata a casa sua per farle dare una lezione veloce da Rebecca, la sua sorellina, sul suo futuro cliente che sembrava quasi conoscesse di persona per tutte le informazioni che riuscì a darle: era stato divertente vedere quella bambina dai boccoli d’oro, parlare senza mai prendere fiato, anche se per un attimo, dopo che le aveva rivelato che avrebbe lavorato con Joe Jonas, aveva pensato di perderla; all’udire il nome del suo idolo, a quella bambina si era accesa una luce negli occhi.

Forse è davvero un tipo importante questo Joe Jonas!” pensò rassegnandosi all’idea.

Ad Alyssa non erano mai piaciuti gli addii, neanche quelli che vedeva nei film. Lei nella sua vita non ne aveva dati tanti: ne aveva dato uno definitivo ai suoi genitori il giorno del loro funerale dopo che si era risvegliata dal coma; ma a quella ragazza tanto fragile quanto forte, le era bastato e forse anche avanzato.

Proprio per questo motivo preferisco non raccontare questo “Arrivederci”, perché Alyssa probabilmente non vorrebbe.

Quindi, eccola lì, seduta sul sedile blu e quasi comodo di un aereo diretto verso quella che è la sua nuova meta: Los Angeles.

Non ho mai preso un aereo in vita mia e la prima volta che lo faccio sono anche da sola? Mio Dio! Questa si che si chiama sfortuna!

I pensieri di Alyssa erano continui, a volte carini, a volte meno, ma lei era così: semplice, schietta e vera!

Non aveva la minima idea riguardo quello che l’aspettava, “Forse mi sentirò subito a casa, o forse mi sentirò un pesce fuor d’acqua, ma quello che mi stupisce della mia testa, è che sembra sicura che io starò bene, perché avrò talmente tanto di quel lavoro, che non avrò neanche tempo di respirare! Altro che Liza e i suoi finti fogli sparsi sulla scrivania!”. Questo è un classico esempio di un pensiero poco carino, di cui  parlavo  prima.

Comunque, pensieri a parte, la verità era che pensava quelle cose per cercare di non far notare agli altri che ancora soffriva, mentre in quello specifico caso, stava pensando perché non doveva far notare che era troppo concentrata ad analizzare ogni singolo avvicendamento riguardante quella signora seduta di fianco a lei che sembrava essere appena uscita da un film anni ’40, con i capelli raccolti, qualche ciocca argentea che si intravedeva qua e là. Non l’aveva mai degnata di uno sguardo. Era sempre stata immobile.

Quasi quasi le metto un dito sotto il naso per sentire se respira e se mai mi chiederà spiegazioni, le dirò la verità! Le dirò che ero preoccupata per la sua incolumità e che la davo per morta!

Ok, forse è meglio se sto buona al mio posto!” si arrese ai suoi pensieri al quanto bizzarri.

L’attesa ormai la stava snervando, Alyssa non era di certo la tipa che amava non aver nulla da fare il giorno, e quando le capitava, beh, trovava qualcosa da fare.

Seduta, continuava a girarsi i pollici, in attesa di qualche sua idea geniale. Ma niente lampadina!

-Stiamo per atterrare. Prego allacciare le cinture di sicurezza.-

La voce automatica e metallica si insinuò nei suoi pensieri, strappandola dalla dimensione in cui si era immersa, per catapultarsi di nuovo alla realtà: alla sua nuova realtà!

Una volta scesa dall’aereo, guardandosi intorno si sentì totalmente spaesata, non sapeva come orientarsi: di certo tutte quelle persone che le passavano vicino e che per di più non aveva la minima idea chi fossero, non l’aiutavano un gran che. Iniziò a camminare senza avere la minima idea di dove andare.

Dove-diamine-è-l’uscita?” pensava mentre continuava a camminare stile ubriacona.

Passò vicino a bar, edicole, tabelloni con orari di aerei, e la stessa voce metallica di poco prima, continuava ad annunciare aerei in arrivo e in partenza. C’era decisamente troppo caos ed Alyssa di certo non ci era abituata.

Forse aveva semplicemente ragione a pensare che si sarebbe sentita un pesce fuor d’acqua!

Invece, fu sicuramente più semplice trovare la sua valigia “Almeno questa…” e le porte scorrevoli che le aprivano un nuovo orizzonte, un orizzonte che a quanto pare era fatto di altrettanto caos: non male come inizio!

Un vero schifo!

 Anche trovare un taxi le rimase facile: vi salì a bordo e schiarendosi la voce, chiese al tassista di portarla all’hotel dove avrebbe alloggiato.

Si sistemò sul sedile posteriore, si voltò verso il finestrino poggiandovi la testa. In pochi minuti fu davanti l’hotel; scese dal taxi, entrò nella hall e fece tutte le procedure di rito.

Stanza 503! Aprì la porta e accese la luce.

Alyssa strabuzzò gli occhi: la moquette bordeaux sul pavimento era morbidissima, la stanza era grande, il letto comodo, lo specchio grande, e le pareti erano…. bianche! Di nuovo!

E’ incredibile! Sono un caso disperato!

 

-Pronto?- chiese Elenoir entusiasta dall’altra parte del telefono –Ehi…- rispose Alyssa con voce un po’ meno… molto meno entusiasta dell’amica, ma fu brava a farlo sembrare allegro

-Allora come ti sembra Los Angeles?- le domandò di nuovo l’amica che continuava a sprizzare gioia da tutti i pori –Bellissima! Sono rimasta impressionata da quello che hanno visto i miei occhi: grattacieli, grattacieli e…Grattacieli! - rispose la ragazza sdraiata sul letto, disegnandosi un sorriso sulla faccia.

Elenoir dall’altra parte dell’apparecchio sospirò, pensando che la sua amica fosse davvero una causa persa; ma Alyssa, che sapeva leggere nella testa di Elenoir un quarto di quanto sapeva fare l’amica con lei, scoppiò a ridere. Stemperare la situazione era la cosa giusta da fare.

-Ehi, ora devo andare. Ci sentiamo più tardi. Un bacio- salutò Alyssa.

Si mise a sedere sul letto, imbracciò il suo computer portatile ed abbassò la testa pronta ad immergersi nel lavoro.

In fin dei conti sono venuta qui per questo!” pensò.



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Capitolo 4
*** IV CAPITOLO ***


Saaaaaaaalveeeeee!
Credo sia tempo di postare! :D non so definire il capitolo, ma ci sarà un nuovo arrivo ** e ciò che leggerete scritto sottolineato sarà ciò che il nuovo arrivato penserà.
Non so cos'altro dire oggi... Un grazie a colo che mi sopportano, mi seguono e bla bla bla...
Un abbraccio e "Buona Lettura!"
P.S. Se mi piace il mio modo di scrivere, vi piace questa storia, beh seguitemi anche sulla mia pagina di fb http://www.facebook.com/pages/-icanalwaysdream-/225000957546791




IV CAPITOLO

 

 

La sveglia la mattina seguente non fu tanto scioccante. Gli occhi semi-aperti riuscirono a captare fuori dalla finestra, cielo limpido e raggi solari.

Quasi quasi inizia a piacermi questa Los Angeles” scherzò Alyssa, quasi sicura che a Casa Grande stesse piovendo.

L’unico movimento che riuscì a compiere in quel momento fu allungare la mano per cercare la cornetta del telefono, ed ordinare la colazione in camera

Figata!

Poi, dopo essere rimasta per ancora qualche minuto, sdraiata su quell’immenso e comodo letto matrimoniale con il quale aveva passato una romantica nottata, decise di alzarsi per farsi una bella doccia.

Se apro al servizio in camera in queste condizioni, credo chiameranno la sicurezza per buttarmi fuori dall’hotel” disse francamente a sé stessa guardandosi allo specchio “Forse ci scapperebbe anche una chiamata alla polizia per un ordine restrittivo nei miei confronti” sorrise infine.

L’acqua l’aiutò senz’altro a svegliarsi e, perché no, a ricaricarsi pronta per una nuova giornata di lavoro.

 

Listen,
To the song here in my heart
A melody I’ve start
But can’t complete

La sua voce, intonò quelle note come le capitava spesso di fare mentre era sotto la doccia. Lì era al riparo da tutto, non poteva succederle niente, ne avrebbe mai capito se stava piangendo visto che l’acqua, le rigava il viso come avrebbero fatto le lacrime, quindi non si sarebbe mai sentita debole o fragile.

Cazzate!

Oh, the time has come
for my dreams to be heard
They will not be pushed aside and turned
Into your own
all cause you won’t
Listen….

Alyssa continuava a cantare, lasciandosi trasportare da quelle parole. Uscì dalla doccia senza interrompere quella melodia che prendeva vita dalla sua forse-soave-voce. O almeno così l’aveva sempre definita Elenoir.

Contemporaneamente, un ragazzo imboccò il corridoio del piano di Alyssa. Quella voce per lui fu un richiamo, l’attirava come fosse una calamita, ma poi si interruppe e lui smise di sentirla. Purtroppo.

Continuò a camminare verso quella che era la sua meta: la stanza 503!

Quando Alyssa sentì bussare alla porta, nonostante fosse ancora in accappatoio, andò ad aprire convinta che  fosse il servizio in camera. Girò la chiave per aprire la porta che era ancora chiusa dalla sera prima, poi tirò giù la maniglia e quello che vide, non era esattamente il servizio in camera che si era immaginata.

Non ha la divisa perciò non può essere il servizio in camera! Stupida testolina di una stupida ragazza!

-Disturbo?- chiese il ragazzo poco più alto di lei, fermo sulla soglia della porta della sua camera d’albergo,

-E tu chi sei?- rispose lei aggrottando la fronte.

Disturbo? Ma non lo vede che sono ancora in accappatoio? Che razza di domanda idiota fa!

Moro. Occhi scuri. Profondi. “Belle labbra” pensò. Muscoloso. Alto…. “No! Non direi!

-Piacere Joe Jonas…- parlò il ragazzo -Danger per gli amici…- continuò

-Noi non siamo amici…- puntualizzò lei.

 -Tu devi essere Alyssa, giusto?- le chiese lui cordialmente

-Ehm…Si! Sono Alyssa…-si fermò pensando se continuare aggiungendo il cognome o meno,                              -Alyssa e… basta!- gli rispose lei porgendogli la mano.

Lui la strinse senza fare forza. “E’ pur sempre una ragazza!” pensò.

-Mi vado a vestire- e Alyssa si chiuse la porta del bagno alle spalle, lasciando Joe solo nella sua camera.

Che tipo!” pensò lei.

Che tipa!” pensò lui.

Dopo pochi minuti, Alyssa uscì dal bagno con il pantalone nero della tuta e una maglietta bianca. I capelli ancora umidi, ma ugualmente liscissimi.

Il “colloquio” che ebbero non fu dei più simpatici, parlarono solo ed esclusivamente di lavoro

E di cos’altro dovremmo parlare?

Finché Joe,  in un momento di silenzio tombale, non se ne uscì con un -Di dove sei tu?-

Alyssa sbarrò gli occhi, ancora incredula che Joe le avesse posto una domanda personale -Sono nata e cresciuta a Phoenix. Due anni fa mi sono trasferita a Casa Grande- si confidò lei, ancora più incredula di quanto lo era prima, visto che ci era confidata con un perfetto sconosciuto senza dargli contro

Dove è andata la ragazza dal cuore di pietra che era dentro di me? Diamine!

-Casa Grande? Io ci sono nato!- esclamò Joe euforico “Piccolo il mondo!

-Piccolo il mondo!- gli rispose lei, con la speranza che lui avrebbe mollato, ridotto la pressione nei suoi confronti.

Mi legge nel pensiero? Questa non la mollo…” continuava a pensare lui, non consapevole che la vita con lei non sarebbe stata tanto semplice.

Alyssa non era di certo la ragazza che sarebbe caduta ai suoi piedi, che si sarebbe strappata i capelli per lui, e glielo stava già dimostrando, ma lui sembrava avesse i paraocchi.

Alyssa lo avrebbe definito sicuramente un povero illuso. Ma chissà che Joe con il tempo non riesca a tirar fuori l’Alyssa nascosta, quella con tanto cuore e tanto amore da dare, ma soprattutto da ricevere.

Si, Elenoir era un’ottima amica, non le si poteva biasimare nulla, le aveva donato un amore incondizionato da quando ad Alyssa era successo quello che era successo, ma in fin dei conti, i miracoli ancora non li sapeva fare.

-E come mai ti sei trasferita?- gli chiese lui, che era all’oscuro di tutto, sperando di fare una cosa buona

Ma chi diavolo si crede di essere questo? Me ne fotto, sbatto e stras batto che un Jonas! Non sa niente di me, ci conosciamo da un’ora appena e già si comporta come se fossimo amici d’infanzia! Non gli sbavo dietro, e non lo farò mai! Non sono una ragazzina urlatrice che gli va dietro come un orso fa con il miele, e non farò mai neanche questo! Ora mi sente questo qui!

Il monologo nella testa di Alyssa durò molto di più. E i pensieri che le frullarono nella testa furono molti di più. E alcuni anche molto più cattivi di quelli.

-Motivi di lavoro- mentì lei

Perché mai mi ero auto-convinta che gli avrei fatto la ramanzina? Ora mento anche a me stessa. Sono messa davvero male!

Ora sono anche la causa del suo trasferimento. Cavolo Danger! Sei un vero caso disperato! Sono messo davvero male!

-E’ tardi! Io devo andare! Ci sentiamo poi per continuare a parlare del tour per la promozione, ok?- iniziò a parlare a macchinetta Joe, come se avesse messo il turbo, come se volesse fuggire da qualcosa.

Dal silenzio imbarazzante probabilmente.

-E magari domani ti avviso prima che sto arrivando, così ti trovo già vestita- scherzò lui

Non che mi sia dispiaciuto trovarla in accappatoio. Gran bella ragazza.” sospirò “A cuccia Danger!”.

Alyssa gentilmente gli sorrise, sperando che il ragazzo potesse captare da quel minimo gesto un pizzico di gentilezza “E’ solo per non perdere il cliente…

Si salutarono con un cenno di mano. Ma non si poteva negare che già il fatto che Joe fosse uscito da quella camera d’albergo sano e salvo, era un vero e proprio miracolo.

Quando la porta fu chiusa, Alyssa si mise a sedere sul letto, prese il suo IPhone fra le mani e in pochi secondi si ritrovò a scrivere un messaggio alla sua unica ancora di salvezza: “Ehi amica mia! Già mi manchi da impazzire. Qui tutto regolare. Ho appena conosciuto Jonas e sono sicura che lavoreremo bene insieme. Ci sentiamo più tardi. Bacio.”

Odio dover mentire alla mia amica!” pensò cliccando su Invia Messaggio.

Fuori dalla finestra regnava la calma. Nella sua testa un po’ meno.

E’ solo un cliente. Un po’ odioso, ma tanto, tanto importante. Forse potrebbe davvero dare una svolta alla mia vita. Ovviamente sempre a livello lavorativo si intende.

Poi cambiò i pantaloni della tuta, con un jeans. Indossò delle scarpe nere con il tacco alto. Le amava. Aveva una sorta di collezione.

Agguantò la sua borsa e si riversò in strada con l’intento di conoscere un po’ meglio “La città degli angeli” e, perché no, scacciare qualche brutto pensiero dalla sua testolina.

 

 




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Capitolo 5
*** V CAPITOLO ***


Ma ciiiiiaaaaaooooo!!
Come procede questa estate? La mia è monotona, xò quando non so che fare, mi metto a scrivere *-*
Insomma, come mi sembra questa Fan Fiction? Vedo sempre le stesse persone che commentano e non so a coloro che leggono solo come sembra...
Comunque, questo capitolo lascerà trasparire una parte di Alyssa che non si è vista prima... Una parte che a me piace, ma che purtroppo non posso far uscire sempre...
Vabbè basta, posto e vi lascio leggere in tranquillità... Un grazie a coloro che mi hanno tra i preferiti, a chi mi segue, a chi commenta a chi legge solamente...Insomma GRAZIE! *-*
Un abbraccio e "Buona Lettura!"




V CAPITOLO



L’aveva sempre rilassata passeggiare senza una meta; e poi perdersi a guardare la gente che le passava vicino o le macchine che sfrecciavano sulle enormi strade di Los Angeles.

Per non parlare poi delle infinite vetrine che “Sembrano dire: entra! Comprami tutta!”. Borse, scarpe, vestiti di ogni tipo e di ogni colore. Ma lei non mise piede in nessuno di quei negozi.

Altro pensiero da dover scacciare dalla sua testa: il non potersi permettere niente di quei negozi. Odiava il non poter essere una ragazza normale, e se ne fregava altamente di Elenoir o chiunque al posto suo, che le diceva “non preoccuparti, tu sei bella così come sei”

Al diavolo tutti!” ansimò Alyssa fissando il manichino bianco latte, della vetrina davanti a lei: un vestito, corto, color panna, con dei ricami in pizzo nero; semplice, non pacchiano, ma così tremendamente “Magnifico!”.

Il vento scompigliava i capelli della ragazza, ma lei senza mollare il contatto visivo con quel vestito, se li toglieva dal viso, posandoli dietro l’orecchio.

Solo degli schiamazzi alle sue spalle, attirarono la sua attenzione: un folto gruppo di paparazzi accerchiavano qualcuno, “Sicuramente un personaggio famoso” pensò Alyssa.

Sul suo viso, prese forma una sorta di smorfia dispiaciuta per quella persona accerchiata.

Ma ce la fa a camminare con quelli intorno?” continuava a domandarsi lei, prendendo atto di ciò che i suoi occhi vedevano. Flash, flash e altri flash ancora. E il fastidiosissimo rumore che facevano quelle dannatissime macchine fotografiche quando scattavano le foto.

Scosse la testa e riprese  a camminare.

Involontariamente, tornò a voltarsi dall’altra parte della strada.

Quegli occhi scuri e così profondi. “Joe?!?

Lui  la notò e le fece un cenno, o forse più di uno, con la mano per salutarla

Perché Jonas si ostina a salutarmi?

I paparazzi prontamente, si voltarono verso Alyssa che, imbambolata, si ritrovò nell’obiettivo di quelle macchine fotografiche.

Merda! Ora si che lo odio questo cavolo di Joe!

Alyssa non sapendo esattamente cosa fare, iniziò di nuovo a camminare, non curante del cenno di mano di Joe e delle dita dei fotografi che continuavano a premere pulsanti, senza neanche vedere cosa stessero fotografando.

Dovranno operarsi alle mani se continuano così!

-Alyssa! Aspetta!- la voce di Joe giunse alle sue orecchie. In realtà era l’ultima cosa che voleva e di cui aveva bisogno lei in quel momento.

-Alyssa!- insisteva.

Dannazione! Perché diamine non si ferma?

L’afferrò per la spalla.

-Alyssa!Fermati!-

-Cosa vuoi?- gli parlò Alyssa, afferrandogli la mano ancora ferma sulla sua spalla, e lasciandola cadere mollando la presa.

-Ti ho salutato ma tu hai fatto finta di non vedermi…di non conoscermi- sputò fuori Joe tutto d’un fiato.

Era impossibile non leggere sul suo volto la tensione di quel momento.

-Infatti non ci conosciamo! Ci siamo visti solo una volta!- parlò lei di rimando.

Si crede forse che per avermi parlato una volta, mi conosce?” scosse la testa.

Ho due fratelli poco sani di mente, ma lei, li batte alla grande entrambi!

-Ti offro un caffè, così facciamo diventare quell’uno…un due!- provò a convincerla Joe, ma lei come era solita fare, non aveva nessuna intenzione di mollare

-Ed essere seguiti da quella carovana di pazzi esauriti dei paparazzi? Ma non ci penso proprio! Tu sei pazzo!- lasciando intendere tra le righe che era quello il motivo per cui non si era fermata

Quindi è per questo che ha fatto finta di non conoscermi!” tirò un sospiro di sollievo Joe.

-Ehi signorina! Come ti chiami?- una voce si alzò da quel gruppo di fotografi. Alyssa si voltò e li fulminò tutti con uno sguardo. Uno ad uno. Non ne risparmiò nessuno.

-Io non mi chiamo! Mi chiamano gli altri!- ribatté Alyssa con una frecciatina e disegnandosi un ghigno malefico sul viso.

-Così ti farai odiare!- intervenne il ragazzo al suo fianco, cercando di metterla in guardia dai paparazzi.

-E chi ha mai detto che voglio farmi amare?- precisò Alyssa alzando le spalle.

Joe fece lo stesso in segno di resa. Poi si mise a ridere. E poco dopo lei face lo stesso.

-Quindi che si fa?- chiese Joe, riprendendo il discorso lasciato in sospeso precedentemente, -Ho sete!- gli rispose Alyssa, quasi dimenticandosi con chi avesse a che fare. Tra paparazzi e un Jonas, precisamente il più pericoloso, non sapeva a chi doveva stare più attenta.

-Caffè?- l’interrogò il ragazzo, -Vada per l’acqua- gli diede il “contentino lei”

Mi sembra brutto dover fare la dura con lui ancora, di nuovo. Infondo, che io voglia o no, ci devo lavorare. Meglio mettermi l’anima in pace!” si rassegnò lei.

Si incamminarono verso non si sa cosa: forse, il primo locale in cui avrebbero trovato dell’acqua.

Non una parola. Non un fiato. Niente degno di nota successe tra quei due ragazzi.

Si, ogni tanto, ai paparazzi alle loro spalle cadeva il dito sulla macchinetta e scattavano qualche foto, ma niente di più.

-Allora, come ti sembra Los Angeles?- si insinuò la voce di Joe nel silenzio dei due, -Niente male! Gran belle vetrine!- scherzò Alyssa, rivolgendo uno sguardo fugace a Joe e regalandogli uno dei suoi più bei sorrisi.

Joe ne rimase alquanto affascinato, quasi incredulo, ma non lo diede a vedere “Sono forse morto e salito in paradiso?

-Gran bella città! E’ la classica città in cui tutto è apposto e niente è in ordine! Dove tutti, sanno tutto di tutti! Ma infondo siete tutti famosi qui! Però, bella gente…- parlò ancora Alyssa, -Bei ragazzi!- esclamò alzando un sopracciglio. Si riferiva ad un ragazzo che era passato dall’altra parte della strada: alto, moro, occhi chiari, carnagione scura, sicuramente raro da trovare e, secondo Alyssa “Sicuramente impossibile da conquistare! Ma anche solo farmi notare!

Al di là dei pensieri che affollavano la mente di Alyssa, lei era divertita all’idea di scherzare un po’ con il ragazzo al suo fianco. Sapeva che poteva essere un ottimo compagno di pazzie. Glielo leggeva in faccia.

Bei ragazzi?! Ha detto: bei ragazzi?! Mie adorate orecchie vi prego, non mi state tradendo, vero? Ma certo che no!

-Grazie!- ammiccò Joe, riferendosi alla frase che l’aveva tanto colpito

-Di cosa?- chiese Alyssa, del tutto spaesata dal ringraziamento di Joe. In fin dei conti, ci aveva messo un paio di minuti per connettere il ragazzo.

-Hai detto “Bei ragazzi”! Giusto?!- blaterò lui, balbettando un po’. Si stava agitando. Si vedeva. Probabilmente l’idea che le sue orecchie avessero tradito la sua fiducia, si stava facendo di nuovo strada nei suoi pensieri.

-Si, l’ho detto!-

Joe tirò un sospiro di sollievo

-Ma tu non sei un bel ragazzo…tu sei solo…Danger! Giusto?- gli tirò una frecciatina lei, rivolgendogli anche uno sguardo ammiccante.

Joe non parlò. Di nuovo. Stava cercando di inviare le informazioni che le sue orecchie avevano captato, al suo cervello.

Ora, il suo cervello le stava analizzando attentamente.

Furba la ragazza!

-Diciamo che…….sono un bel, gran bel Danger!- si salvò in calcio d’angolo lui.

Che portento di ragazzo!

Scoppiarono a ridere. Facevano una bella coppia di pazzi amici. Pazzi sicuro. Amici si vedrà.

Alyssa si era praticamente dimenticata di dover prendere l’acqua, stava bene, si stava divertendo.

Forse è la prima volta che, in un’intera giornata, non trovo e non penso a niente di negativo.

Continuavano a camminare, a guardare le vetrine. Si erano anche dimenticati di essere seguiti dai paparazzi, anche se ora, si erano dimezzati. Forse si erano resi conto che quei due non avrebbero combinato un bel niente. E se non combinavano niente, niente scoop! Il che è una gran noia per i paparazzi sempre in cerca di qualcosa da schiaffare in prima pagina, e da rinfacciare alla star sorpresa dal flash.

Un passo dietro l’altro, e poi un altro e un altro ancora.

E poi, la mano di Joe involontariamente sfiorò quella di Alyssa. Lei sussultò.

-Joe! Cos’hai intenzione di fare?- gli urlò contro lei. Lui in cambio la guardò accigliato, non capendo cosa le fosse successo.

-Ora ho capito tutto! Volevi lo scoop! Ma certo! Che ragazza stupida, e cretina, e folle che sono! E io che pensavo seriamente che fossi davvero un ragazzo come un altro! Certo, come no! Che sciocca che sono, dimenticavo che tu sei la star!- buttò fuori tutta la sua rabbia Alyssa, -Ma per stavolta passo…- concluse rassegnata.

La faccia di Joe, era davanti la sua, sbalordita ed incredula. “E’ pazza! Ma che le è preso?

-Alyssa, io non capisco, cosa è successo?- chiese spiegazioni Joe con voce tremante. In tutti i suoi anni da rockstar, ne aveva viste tante di fans un po’ fuori di testa, aveva due fratelli che lui continuava a pensare non fossero da meno, ma Alyssa…. Beh, Alyssa non la capiva davvero!

-Niente! Non è successo niente! Sono io che sono sbagliata! Sono io che strana! Sono io che sono storta! Sono io che non sono giusta!- farneticò la ragazza in preda al panico, marcando bene e con forza l’ultimo aggettivo.

-Sbagliata?! Alyssa, sei sbagliata per cosa?- parlò Joe con voce calma, infondendo tranquillità a lei, immobile come una statua davanti a lui.

-Per questo mondo…- si lasciò andare lei -Scusami…- disse infine, correndo via a testa bassa.

Sono una buona a nulla! Sono solo capace a rovinare tutto! Sono solo una semplice, inutile e dimenticata nullità in questo mondo!

Ormai affannata, smise di correre e si asciugò le lacrime. Le tante lacrime versate. Troppe per una ragazza di vent’anni.

Poi riprese a camminare. L’albergo non era tanto lontano da lei.


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Capitolo 6
*** VI CAPITOLO ***


Sono passati solo cinque giorni da quando ho postato, ed eccomi qui di nuooovoooo *-*
Carramba che sorpresa! Anzi sorprese, visto che c'è anche il logo nuovo!
Ho visto che con l'altro capitolo sono aumentate le letture, chi mi segue, chi recensisce, chi tutto insomma, quindi GRAZIE! *-*
Mmmm che dire, l'atro capitolo era terminato con una fuga di Alyssa; qui scopriremo dove è andata e cosa le sia passato per la testa...
Probabilmente questo è il capitolo meno divertente che ho scritto fino ad ora, ma non potevo di certo fargli fare due risate proprio in questo capitolo...
Spero vi piaccia e che continuiate ad aumentare ancora, e ancora, e ancora...
Ok, vi saluto. Un abbraccio e "Buona Lettura!"
Ah quasi dimenticavo di dirvi, che se cliccate sul logo, andrete alla mia pagina facebook dedicata alle storie che scrivo...


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VI CAPITOLO



Quando era arrivata a Los Angeles due giorni prima, era convinta che avrebbe resistito, ma a quanto pare si sbagliava.

E Liza ha sbagliato a puntare su di me…

Alyssa era di nuovo all’aeroporto, sempre da sola. Ma questa volta il suo stato d’animo era ben diverso dall’ultima volta.

Era in preda al panico, nervosa e smaniosa di tornare a casa. Già, tornare a casa. Era proprio quello che stava facendo. Valigie alla mano, come se non fosse mai partita. Senza rimpianti.

Non mi frega di ciò che mi dirà Liza, Elenoir e quel Jonas” continuava a ripetersi, cercando di auto convincersi che non avrebbe ricevuto ramanzine da nessuno.

Il tempo del volo fu lo stesso dell’andata, e questa volta per lei, toccare terra voleva dire tornare a casa.

Ancora sporca, impolverata, ma pur sempre casa mia.

E furono effettivamente quelle le condizioni che trovò aprendo la porta di casa; teli impolverati, in alcune stanze ancora i secchi della vernice.

Eppure era tremendamente felice di trovarsi lì, in quelle condizioni.

Decise di non disfare neanche la valigia: si recò in camera sua, prese una maglietta che la vestiva comodamente, un paio di pantaloncini rosa con cui di solito faceva ginnastica a scuola, si raccolse i capelli in una coda e, eccola lì la Alyssa che si piaceva tanto. Ora quella ragazza riusciva a riconoscere il suo riflesso nello specchio. La cara, vecchia e solita Alyssa.

Non pensò neanche di chiamare l’amica, “Lo farò dopo

Tolse i teli, prese spazzolone e straccio, lavò per terra, insomma cercò di dare una sistemata per quanto le fu possibile fare quel giorno. Poi come si era ripromessa di fare, prese l’IPhone e compose il numero della sua migliore amica. “Unica amica!” constatò lei precisina come era.

-Pronto!- la voce di Elenoir era entusiasta -Ciao!- ribatté altrettanto felice Alyssa -Allora come va la vita da quelle parti?- continuò a domandarle l’amica inconsapevole di quale era effettivamente la realtà -Non sono a Los Angeles- cercò di non mentire lei -Sono tornata a casa!- confidò infine.

-Come? Perchè?-  cercò di trovare una qualche risposta l’amica, ma non appena udì Alyssa sospirare e tossire per schiarirsi la voce, Elenoir capì che qualcosa in lei non andava, -Dieci minuti e sono da te!- e riattaccò.

Fu effettivamente così, tempo un paio di minuti e il campanello di casa suonò.

Trascinando i piedi Alyssa raggiunse l’ingresso ed aprì la porta; l’amica le si fiondò letteralmente addosso.

Un abbraccio pieno di amore era un buon modo per riniziare.

-Quando sei arrivata?- parlò Elenoir, ancora scossa, -Sei  ore fa circa; forse qualcosa in più…- blaterò Alyssa con un tono di voce quasi impercettibile

-E come mai sei tornata?- continuò ad indagare la ragazza dai capelli rossicci, seduta sul letto di fianco all’amica, -Perché…Non lo so perché…Forse ho paura di ricominciare una nuova vita!- si lasciò andare.

Alyssa raccontò tutto ad Elenoir, “Forse lei riuscirà a capirti” cercò di consolarla la sua testa.

Dire che riuscì a farlo, era un eufemismo, ma ci si avvicinava a quell’idea.

-Alyssa ma ti rendi conto che non puoi comportati così? Avresti almeno potuto avvisare, o Liza, o Joe- cercò di farla ragionare la rossa

-E dirgli cosa? Sono una buona a nulla, mi faccio pietà, sto scappando per l’ennesima volta dalla mia realtà?!- alzò la voce Alyssa. Lei fece lo stesso alzandosi in piedi.

Elenoir rimase a guardarla per qualche minuto. Poi disse quello che Alyssa non si sarebbe mai aspettata di sentire, ma che in realtà voleva sentirsi dire.

Una sola parola. Un ordine quasi.

-Canta!-

Quanto amo la mia amica? Sa che quando sono in crisi, l’unica cosa che mi fa ragionare è la musica. Lei mi ha sempre assecondato in questo. In un certo senso, da quando sono morti i miei, mi ha quasi costretta.

Gli occhi di Alyssa si fecero lucidi. Stava per piangere. Allora chiuse gli occhi.

L’amica accese lo stereo, che fu la prima cosa che Alyssa aveva spolverato quando iniziò le pulizie, e le note di una canzone arrivarono alle sue orecchie; contemporaneamente aprì la bocca e iniziò a “volare”.

 

Just gonna stand there
And watch me burn
But that’s alright
Because I like
The way it hurts

Me ne starò li a guardami bruciare, ma va tutto bene, perché mi piace il modo in cui fa male…

Just gonna stand there
And hear me cry
But that’s alright
Because I love
The way you lie
I love the way you lie
I love the way you lie

Me ne starò li e mi sentirò piangere, ma va tutto bene perché amo il tuo modo di mentire…


Sembrava che il destino, al contrario di quello che pensava Alyssa da dopo l’incidente, esistesse davvero. E ce n’era uno anche per lei. “Love the way you lie” di Eminem e Rihanna: quella canzone parlava di lei, più di qualunque altra canzone in quel momento.

Amo il tuo modo di mentire?! Dio, a me non mente nessuno! Sono io che mento a me stessa! Il che è molto peggio…

-Elenoir! Spegni!- le ordinò.

-Cosa succede? Eri strepitosa!- blaterò l’amica in un sussurro, a dimostrare che non stava capendo la sua reazione.

-Non posso andare avanti così! Elenoir, non posso continuare a mentire a me stessa!- disse Alyssa con voce strozzata dalle lacrime.

L’aveva detto. Finalmente. Aveva detto la verità. Non solo alla sua amica. Ma a se stessa.

-Quando mai l’hai fatto?! Aly, ti conosco, sei la persona più schietta che esista sulla faccia di questa terra- cercò di schiarisi le idee la ragazza, ancora incredula per quello che stava succedendo sotto i suoi occhi.

Alyssa stava gettando la spugna? Non era da lei!

-Dal quel maledetto 16 Luglio! Elenoir, io da quel giorno, non ho fatto altro che mentire. A tutti. Te compresa, e mi dispiace. Ma ancora di più, mi dispiace rendermi conto dopo due anni, che non c’è stato giorno da quel 16 Luglio, in cui io non abbia mentito a me stessa. Mi dicevo: ce la farai! Starai bene! Mentivo! Non lo sono mai più stata!- finì la frase, lasciandosi cadere in ginocchio sul pavimento.

L’amica si abbassò verso di lei e si mise a sedere al suo fianco. Le tolse le mani dal viso e, si mise quasi paura quando vide quegli occhi color topazio, completamente rossi e pieni di lacrime come non li aveva mai visti. Doveva essere stata davvero dura per Alyssa dire quelle cose all’amica, ma ancor di più, ammetterle a sé stessa.

Alyssa, fra i singhiozzi, si sdraiò poggiando la testa sulle ginocchia dell’amica, che prese ad accarezzarle i capelli lisci.

-Aly, non mentivi a te stessa…Puoi sempre stare bene domani- le parlò sottovoce Elenoir. Fece fatica a non far capire alla sua migliore amica stesa sulle sue gambe, che aveva un macigno in gola e che stava per piangere. Era straziante vedere la propria migliore amica ridotta così, in un vero e proprio straccio. Tirò in dietro la testa. Strizzò gli occhi. E ordinò alle lacrime di non scendere per nessuna ragione al mondo.

Doveva essere forte. Doveva farlo per Alyssa.

Non appena si rese conto che la ragazza si era addormentata, la prese in braccio e la adagiò sul suo letto. Poi si diresse verso la porta di casa e se la chiuse alle spalle.


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Capitolo 7
*** VII CAPITOLO ***


Questo capitolo era scritto da parecchio, ma ho aspettato a postarlo per vedere se qualche anima nobile avrebbe mai commentanto il mio VI capitolo, che ha ricevuto una sola misera recensione, per di più della mia migliore amica...
Comunque, a questo capitolo si torna a ridere! E' un po lunghetto, ma non credo annoi... Vabbè non so cos'altro dire...
Anzi si, volevo ricordarvi che, se cliccate sul logo della storia,verrete "catapultati" sulla mia pagina facebook dove, se solo riuscissi a raggiungere un pò più di fans, parlerei volentieri delle mie storie, approfondendole.
Ok, ora me ne vado davvero... GRAZIE A TUTTI!
Un abbraccio e "Buona Lettura"
Al prossimo capitolo, spero con qualche recensione in più... ;-)


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VII CAPITOLO

 

 

-Pronto?- chiese Alyssa prendendo automaticamente il suo IPhone dal comodino, senza degnare di uno sguardo il display che indicava chi la stesse chiamando a quell’ora del mattino

-Alyssa!- urlò l’interlocutore, o meglio l’interlocutrice  dall’altro capo del telefono

Merda Liza!

-Buongiorno Liza- parlò ancora assonnata Alyssa. Si tirò su, mettendosi a sedere sul letto.

Intravide il suo riflesso nello specchio sull’anta dell’armadio. “O Santi Lumi!” esclamò nella sua testa.

Si era spaventata: i capelli arruffati, le occhiaie sotto gli occhi. Era un mostro. Per il resto nulla di tanto grave. Più che altro la gravità del momento si poteva percepire dalla voce del suo capo.

-Si può sapere dove diavolo sei?- continuò a chiedere con voce al quanto irritata il suo boss                             -Mi ha chiamato Jonas da Los Angeles…- lasciò incompleta la frase.

Alyssa strabuzzò gli occhi. Era nei casini. Quelli veri.

Ormai dovrei esserci abituata, no? Ora cosa mi invento? Momento…momento…momento…

-Avanti- sentì dire Alyssa dall’altra parte dell’aggeggio. Probabilmente qualcuno aveva bussato alla porta del boss, dando qualche minuto in più ad Alyssa per pensare a qualche scusa plausibile.

Chiunque sia, che sia sempre lodato!” sorrise al pensiero. Un sorriso. Di prima mattina. Che avesse ragione Elenoir la sera prima? C’era davvero ancora tempo forse.

-Salve Liza, potrei parlarti?- chiese al suo capo una voce dolce. Inconfondibile alle orecchie di Alyssa.

Elenoir? Cosa ci faceva lei in quell’ufficio?

-Alyssa, ora devo andare. Ci risentiamo più tardi- concluse quella telefonata il suo capo.

Più tardi avrebbe dovuto chiamare la sua amica. Doveva chiedergli un paio di cosette a quanto pare.

Nell’attesa, non sapendo cosa fare, e ripensando alla sua immagine riflessa nello specchio, decise di andarsi a fare una bella doccia rilassante.

“Più che rilassante…Rigenerante direi!

L’acqua calda scivolò su ogni centimetro quadrato di pelle del suo corpo. Il bagnoschiuma odorava di muschio bianco. Il suo preferito.

Quando ebbe finito, allungò una mano per prendere l’accappatoio; lo indossò e uscì dal bagno.

Mentre stava entrando in camera, sentì il campanello della porta.

Chi è adesso? Elenoir forse sarà uscita dall’ufficio di Liza? Deve essere per forza lei! Chi è senno?” il monologo nella sua testa continuò per tutto il tragitto fino alla porta.

La aprì non curante del fatto che fosse ancora in accappatoio.

-Ma allora è un vizio il tuo!-

E lui che diamine ci fa qui?

-Jonas! Che ci fai tu qui?- chiese Alyssa piuttosto scioccata.

Con la testa fece segno di farsi più in là per farlo entrare; lei si scansò e lui entrò sussurrando un -Grazie-

Grazie di che? Sta facendo tutto da solo…” scosse impercettibilmente la testa lei.

-So due cose di te. Una: che vivi a Casa Grande e quindi è stato semplice trovarti; due: apri la porta sempre in accappatoio e questo vuol dire che potrò starti vicino quanto mi pare, tanto non puzzerai mai viste quante docce ti fai!- scherzò Joe tenendo gli occhi bene fissi in quelli della ragazza.

-Sono tre cose allora!- ribatté lei che a quanto pare, stava allo scherzo.

Potevo morire, invece sono ancora vivo. Inizio a pensare che io sia molto fortunato!

Joe fece finta di togliersi il cappello ed inchinarsi davanti a lei, come a dire “hai vinto te”.

Aveva vinto lei. E aveva vinto il buon umore. Con Joe vinceva sempre il buon umore.

-A parte gli scherzi, perché sei qui?- chiese Alyssa che si fece improvvisamente seria, -Ti sono venuto a cercare. In albergo mi hanno detto che eri andata via, allora ho chiamato la tua agenzia e hanno detto che ci avrebbero pensato loro a rintracciarti, ma non si sono fatti sentire. Allora ho pensato che l’unico posto dove potevi essere andata fosse casa tua. Ed eccoti qui!- concluse il suo monologo un Danger tutto soddisfatto. Effettivamente il suo discorso non faceva una piega.

-Si, ma…perché? Avresti potuto trovare qualcun altro; invece sei partito e sei venuto fin qui. Il che mi sorprende. Insomma, lo ammetto, non me l’aspettavo. Non da uno come te. Non da te.-

Alyssa cercò di scrutare l’espressione di Joe, ma da quello che poteva vedere, il ragazzo non aveva capito bene ciò che gli stava chiedendo lei, ancora, sempre e solo in accappatoio.

-Insomma, dannazione, perché io?- parlò di getto lei.

Ho urlato forse? Me ne frego… E’ casa mia, faccio quello che voglio, compreso urlare contro una star

-Sei la mia mente! Ho un progetto importante in cantiere. Ho paura che sia più grande di me. E, conoscendomi, so che se non avessi una scellerata intelligente, pazza ma seria, al mio fianco, non ce la potrei fare- ammise lui, abbassando il suo sguardo preoccupato dalla reazione della ragazza.

Sembrava tanto una dichiarazione… Danger hai mandato a monte tutto. Sentite condoglianze a me!

-Joe, non potrò mai sostituire i tuoi fratelli!- disse francamente lei che, al contrario del ragazzo precedentemente, capì subito dove volle andare a parare lui.

-E non ti sto chiedendo di farlo. Ti sto solo chiedendo di starmi vicino, di aiutarmi a fare il serio e, quando servirà, e credo sarà molto spesso, di farmi fare qualche pazzia per svagarmi un po’- confidò lui che questa volta fermò i suoi occhi scuri in quelli fermi ed inermi di Alyssa.

Sono stato convincente. Complimenti Joe!

Ci sa fare il ragazzo!

-Mi aiuti a pulire casa allora?- scherzò lei. Vide subito dall’espressione di Joe, che aveva capito; aveva acconsentito alla sua richiesta e gli stava chiedendo di fare la prima “probabile pazzia” insieme.

-Si! Ma prima vatti a vestire però…-

Alyssa sorrise. Fece dietro front e si diresse verso la sua camera, lasciando lì il suo nuovo amico.

Posso sopravvivere. Lo so. Me lo sento.

Sorrise di nuovo ai suoi pensieri. Alyssa iniziava a stare bene.

 


-Però non è niente male- parlò ad un certo punto Joe.

Alyssa che era intenta a graffiare il pavimento per cercare di staccare le ultime gocce di vernice rimaste a terra, si girò a guardarlo accigliata

Ma ha la programmazione il suo cervello? Parla a momenti… E’ inquietante a volte… Tipo adesso per esempio!

-Casa tutta colorata intendo!- si spiegò lui rendendosi conto da solo che non era stato chiaro prima

-Pensa che prima era tutta bianca- sbuffò la ragazza al solo ricordo

-Si dice che il bianco rallegri le giornate più buie- parlò con voce ferma Joe

Eccone un altro!” esclamò nella sua testa, senza dare fiato ai suoi pensieri.

E pensare che Joe aveva immaginato che lei avrebbe potuto pensare che lui possedesse una parte di saggezza da qualche parte dentro di lui.

-E io invece dico che fa troppo ospedale!- contrattaccò lei, tirandogli la pezza e colpendolo in pieno petto  E io di ospedali non ne voglio più sentir parlare…” cambiarono espressione gli occhi di Alyssa

-E perché hai deciso di rinnovare casa?- chiese a quel punto Joe curioso. Giustamente prima, durante la chiacchierata sincera che avevano avuto, si erano promessi di provare almeno ad essere amici.

La promessa riguardava più che altro Alyssa; Joe non aveva mai avuto problemi ad aprirsi, era sempre stato molto estroverso. E lo era anche Alyssa, ma con chi voleva lei, e inizialmente Joe non era l’ideale di persona con cui esserlo. Per lo meno secondo l’idea che si era fatta su di lui.

E come è giusto che sia, gli amici vanno conosciuti, sennò non possono essere definiti tali.

-Sei entrato in casa mia vantandoti di sapere due cose di me; se continui a farmi tutte queste domande, ne uscirai che saprai tutto sul mio conto- disse Alyssa aggiungendo nella sua testa un “Mai!

-E io, di te, niente! Non è giusto!- concluse poi, mettendo da parte i suoi pensieri

-Vai su Google e scrivi Joe Jonas- la sfidò lui -Lì troverai sicuramente qualcosa-

-Qualcosa?- domandò divertita Alyssa. Non poté ripensare alla piccola Rebecca che le aveva raccontato l’intera vita di quel ragazzo, che in quel momento con il sole alle sue spalle, agli occhi di Alyssa appariva  decisamente troppo bello, con quella maglietta bianca che gli calzava perfettamente, mettendo in mostra tutti i muscoli che possedeva.

Volevo dire decisamente troppo famoso per essere così giovane! E’ complimento anche questo…

-Anche troppo per i miei gusti…- ammise in fine Joe.

Alyssa non poté non leggere su quel volto un velo di dispiacere e distacco. In fondo le era bastata una passeggiata con lui a Los Angeles prima di partire, per capire cosa intendeva con quel “anche troppo”.

Povero Danger… Mi fa tenerezza! Alyssa basta così per oggi, torna te stessa!

-Troppa fatica! E poi devo finire di pulire casa, quindi non ho tempo da perdere con te- scherzò la ragazza cercando di tirare su il morale a Joe, che si stampò sul viso un bel sorriso.

-Per quale motivo poi, ancora non l’ho capito. Stasera dobbiamo ripartire per tornare a Los Angeles! Che senso ha fare tutto questo lavoraccio?- la punzecchiò Joe, nascondendo però un filo di serietà.

-Perché così, se tra un paio di giorni dovessi svegliarmi e decidere di scappare di nuovo…-

-Mi avviserai!- la interruppe Joe

Dove è stato nascosto fino ad adesso quest’essere?

-Veramente volevo dire, che avrei trovato casa pulita!- esclamò lei, facendogli una smorfia di sfida.

Questa ragazza è una pazza scatenata!

-Ehi Girl, vuoi la guerra?- farfugliò Joe accennando una risata

-Ehi Man, che guerra sia! Sappi che vincerò io…- gli diede la stoccata finale Alyssa

 




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Capitolo 8
*** VIII CAPITOLO ***


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VIII CAPITOLO



A quanto pare, ad Alyssa era tornato il buon umore. In fondo perché non doveva esserlo: la sua migliore amica l’aveva salvata dall’ira del suo capo, inventandosi che era stata in ospedale ed aveva chiamato Alyssa che era corsa da lei; le aveva presentato Joe e lei era rimasta sbalordita da quanto fosse un ragazzo normale, e non un montato come alcuni dei suoi “simili”. E poi, da manuale era stato anche l’incontro che sempre Alyssa aveva organizzato tra Joe e la piccola Rebecca: quando la sorella di Elenoir si era trovata davanti il suo idolo, gli si era avvicinata a passi incerti e dopo averlo squadrato da capo a piedi per un paio di volte, con il suo piccolo indice, gli aveva toccato la mano; a quel punto disse: “O Mio Dio! Ma è vero!” e aveva iniziato ad abbracciarselo. Ma quello che più l’aveva stupita, era stata la reazione di Joe: era stato così dolce e carino con quella bambina.

 

 

-Ehi, prendi questi!- parlò Joe, fin troppo serio, porgendole un paio di occhiali scuri e richiamandola alla realtà.

-E a che mi servono? E’ buio fuori!- cercò di farsi spazio Alyssa nei pensieri di quel ragazzo che era rimasto impassibile a quella battuta, sempre con la mano tesa verso di lei.

Quando sto bene io, il suo umore fa sempre schifo. Perfetto…” fece il punto della situazione la sua testa.

La ragazza prese gli occhiali, non capacitandosi ancora del comportamento che Joe stava avendo.

Perché non capisce! Non appena usciremo da quella porta, si pentirà di essere tornata. Di nuovo.

La porta in questione, era quella scorrevole che avrebbero attraversato fra pochi minuti, uscendo dall’aeroporto. Il bodyguard seguiva Joe passo passo, come fosse la sua ombra. E il fatto che Alyssa fosse al fianco di Joe, le faceva pensare che stesse seguendo anche lei.

E’ un po’ inquietante come situazione!

Joe stava per girare l’angolo e quindi per uscire dalla tanto famigerata porta scorrevole. Si girò giusto in tempo verso Alyssa, per guardarla e dirle -Tieni sempre la testa bassa!-

-Cosa hai detto?- gli chiese la ragazza che non aveva capito bene ciò che le era stato detto; sgranò gli occhi, ma Joe era già scomparso dietro l’angolo, e lei fece lo stesso qualche istante dopo.

-Oh-Santissimo-Dio- esclamò a gran voce Alyssa.

Un numeroso gruppo di paparazzi incombeva al di fuori dell’aeroporto. Iniziarono a scattare foto non appena intravidero la sagoma di Joe. Impazzirono letteralmente quando videro che era seguito da una ragazza. Alyssa per la precisione. Era già la seconda volta che si “facevano vedere” insieme.

-Joe!- urlò Alyssa per cercare di attirare l’attenzione del ragazzo che continuava a camminare a testa bassa  -Joe-Jonas!- urlò di nuovo.

A quel punto, il ragazzo si voltò a guardarla. Lei mimò un qualche gesto che stava a significare “Fermati!Ora!” e lui a quanto pare, sembrava averlo capito.

-Alyssa rimani qui, ti prego. Prendi un taxi non appena la situazione sarà più tranquilla-farfugliò con voce flebile Joe, mentre continuava a ripetere fra sé e sé “Li odio!”.

Doveva odiarli davvero tanto per essersi ridotto nello stato attuale in cui si trovava. E doveva tenerci davvero tanto a quella ragazza se le parlava in quel modo.

-Non ci penso proprio! Non ti mando lì fuori da solo!- cercò di essere convincente Alyssa. Impostò anche il suo tono di voce per essere più realistica possibile.

Joe la guardò con occhi supplichevoli, come a voler dire “Ti prego, fa quello che ti ho appena chiesto…

Alyssa continuò a mantenere fermo il suo sguardo fisso sul ragazzo in piedi di fronte a lei; ogni tanto buttava qualche occhiata fuori dalla porta per controllare la situazione e per appurare se i paparazzi continuassero a fare foto all’impazzata.

Sono assolutamente fuori di testa! Se fanno foto senza avere niente di interessante da fotografare, vuol dire che hanno un neurone circa spartito tra tutti. Sono stata anche troppo gentile!

-Hanno un tic al dito per caso?- domandò Alyssa indicando la bolgia alle spalle di Joe.

Il ragazzo di rimando, alzò un angolo della bocca per cercare di formare un sorriso.

-Non ti sforzare più di tanto! Ho capito che ce la stavi mettendo tutta!- lo prese in giro la ragazza sorridendo di gusto. 

Questa volta Joe non poté trattenersi e sorrise. “Gran bel sorriso” farneticò nella sua testa Alyssa.

 -Tieni!- gli disse, iniziando a rovistare freneticamente nella sua borsa

Diamine! Sono sicura di avercelo messo! Non viaggio mai senza!

-Infatti eccolo qui!- esclamò poi, porgendo al ragazzo il suo I-pod; -Spero mi perdonerai se non ci sono canzoni di te con i tuoi fratelli- parlò arrossendo Alyssa

Come se mi dispiacesse! Voglio dire, amo cantare con i miei fratelli, ma non posso negare che sia bello sapere che esista qualcuno al mondo che non sappia chi sia e non sia interessato alla mia fama!

Ma cosa sto facendo? Non posso diventare rossa…non ora per lo meno!

-Grazie!- disse con voce sincera Joe, prendendo l’oggetto dalla mano della ragazza, -Così non sentirò tutte le cavolate che diranno…- si incupì di nuovo.

-E io mi metterò gli occhiali! Così siamo pari…- lasciò in sospesa la frase, -Anche se fuori continua ad essere buio!- sbottò infine Alyssa, facendo ridere Joe e perfino il bodyguard.

Cosa sta facendo?” pensò lei, corrugando involontariamente la fronte.

Joe, porse il suo braccio ad Alyssa, facendole segno con la testa di afferrarlo. La ragazza obbedì e strinse nella sua mano il braccio possente di Joe.

Iniziarono a camminare, entrambi a testa bassa. Questa volta però il bodyguard era davanti a loro, per cercare di fargli strada, scansando i fotografi sempre impazziti.

Non appena la porta scorrevole si aprì e loro misero piede fuori dall’aeroporto, furono presi d’assalto da quei pazzi con le macchinette fotografiche che ancora non si erano impallate. Incredibile!

Solo in quel momento Alyssa capì il perché del gesto di Joe: era impossibile camminare in mezzo a quella bolgia.

La ragazza alzò un attimo lo sguardo verso la figura prestante di Joe al suo fianco. Lui fece lo stesso cercando lo sguardo di Alyssa.

Probabilmente i paparazzi non avrebbero perso l’occasione di immortalare quel momento per poi montarci su una storia.

Una di quelle storie, della serie: “Fuga d’amore per il Jonas-dannato-rubacuori e la ragazza-senza-un-nome”

E’ decisamente più inquietante questa di situazione, che il bodyguard che ci seguiva passo passo in aeroporto. Santo bodyguard!

Non fu semplice, ma riuscirono nella loro impresa di mettersi in salvo e salire in macchina.

Non era il rientro che Alyssa si era immaginata, ma se c’era una cosa che aveva capito da quando aveva accettato quell’incarico, e messo piede in quella città era che: Los Angeles non era Casa Grande.

Era la città delle star!

Veramente pensavo che le star fanno una vita da schifo! Due volte sono uscita a piedi per questa città e due volte sono stata accerchiata da paparazzi perché ero con Joe Jonas! Se questa si chiama vita, beh, io sono una riccona e sto per sfondare nel mondo della musica e cancellare qualsiasi ricordo possa mai esistere di Madonna e le sue simili! Si salvi chi può!







**********************



Ma ciaaaaaaaaooooooo!
Incredibile, sono già all'ottavo capitolo... Mi meraviglio di me stessa! XD
*la mia autostima è sempre stata pari a zero*
Ho postato stasera, perchè domenica parto e non ci sarò per una settimana, quindi spero di non avervi deluso con questo capitolo...
Che altro dire? E' sempre valida la storia del logo e della pagina di facebook...
Poi devo dire GRAZIE a tutti coloro che mi seguono, che hanno recensito e via dicendo...
Beh, ora vi "lascio"... Mi raccomando recensite in tantissimi...
Baci e abbracci! S.

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Capitolo 9
*** IX CAPITOLO ***


Ma ciaaaaaooooo a tuuuuuttiiiiii!!
Come state? Io sono tornata ieri dopo una settimana di "relax"...
A questo capitolo si ride...Almeno io ho riso anche mentro lo scrivevo!
E' praticamente il continuo del precedente, infatti inizialmente erano insieme.
Spero vi piaccia e che lo leggiate con piacere...
Passate sulla mia pagina facebook se vi va, cliccando sul logo della storia!
Grazie a tutti! Un abbraccio e "Buona Lettura"


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IX CAPITOLO

 

 

Joe si lasciò scivolare sul sedile, poi chinò la testa di lato e chiuse gli occhi.

Cosa non darei per sapere cosa gli passa per quella testa!

Alyssa prese a fissarlo. Era impressionante quanto quei lineamenti fossero perfetti e armoniosi nel loro insieme. Ogni curva sembrava essere fatta apposta per essere seguita da quella successiva: fronte, naso, labbra, mento...

Non parlarono per tutto il viaggio in macchina, però quando arrivarono davanti l’entrata dell’hotel, Joe fece il gentiluomo e l’aiutò a scendere dall’auto e a prendere i suoi bagagli.

Oddio la porta girevole automatica! Guarda te se non devo fare la figura dell’idiota proprio stasera! E se rimango incastrata? Tutti si metteranno a ridere e mi prenderanno in giro per  il resto dei miei giorni! Che qualcuno mi assista…

Il tempo di pensare tutto ciò, che Alyssa era già passata e aveva superato con successo la porta girevole in vetro.

E andiamo! Ho vinto io! Sono fiera di me!

-Salve e benvenuti- salutò la bionda ragazza alla reception, che per una frazione di secondo, rimase imbambolata a fissare Joe. Forse più di una frazione di secondo.

Non è un alieno! E’ un essere umano!” esclamò Alyssa nella sua testa, ben consapevole di quali pensieri stessero prendendo forma nella testa di quella ragazza.

-Salve- per poco Alyssa non le sventolò la sua mano davanti per attirare la sua attenzione -Ci dovrebbe essere una camera prenotata con il mio cognome-

-E qual è il suo cognome?- chiese la bionda con un tono di sfida

-Keine- ribatté Alyssa, non dando importanza alla situazione

-Non c’è nessuna stanza a suo nome, mi dispiace-

Dall’espressione che la ragazza al di là del balcone assunse, c’era da aspettarsi che sarebbe saltata sul balcone da un momento all’altro per fare il ballo dalla felicità.

Proprio per questo, qualcuno si intromise in quella conversazione, -Controlli meglio per favore!-

Joe!

-Ehi Man! Ma non eri Danger? Ora sei diventato anche il paladino della giustizia?- gli domandò Alyssa, allungandosi verso di lui e sussurrandoglielo all’orecchio per non farsi sentire dagli altri. Joe diede una gomitata ad Alyssa al suo fianco, e, parliamoci chiaro, per gli altri naturalmente, si intendeva sempre la barbie bionda.

La ragazza si mise subito all’opera dopo la richiesta di Joe!

Dovevo conoscerlo prima! Mi sarei risparmiata un bel po’ di problemi!

Ne seguì comunque una risposta negativa. Nessuna camera prenotata. Conclusione: nessun posto per dormire. “Era troppo bello per essere vero, che le cose andassero per il verso giusto per una volta!

-Verrai a dormire da me!- parlò Joe senza pensarci due volte.

Tutti si girarono a guardalo: Alyssa e “il manico di scopa” dietro al bancone incluse.

Ma: se il bodyguard era stupito; Alyssa era stupita e riconoscente… “Shock!”, cercare di descrivere l’espressione di Barbie Raperonzolo, era decisamente più ardua come impresa: era un misto tra, “Oddio ora la uccido!” e un “Oddio, a Joe Jonas gli ha dato di matto il cervello!”.

Ma credo che vincesse alla grande “l’oddio ora la uccido”. Se solo avesse potuto sapere quanto la cosa fosse ricambiata, ma non solo da Alyssa, anche dallo stesso Joe.

Diamine ora devo ripassare la porta scorrevole! Chiunque tu sia stato prima, stammi vicino di nuovo!

 

 

-Ehi Man, grazie!- disse con un filo di voce e al quanto imbarazzata Alyssa, attraversando la porta d’ingresso.

Joe ricambiò sorridendole -Non potevo fare altrimenti. Abbiamo bisogno di riposare. Domani mi servi bella fresca e riposata perché si inizia a lavorare seriamente-

Alyssa assunse un’espressione interrogativa -Lavorare seriamente?- puntualizzò lei.

-Lavorare e basta!- si corresse lui. “Il seriamente con lei non credo esista!

Risero di gusto per un po’, bevendoci su qualcosa.

-Dormirò sul divano!- parlò Alyssa. Joe la guardò, studiando la sua espressione. Lei fece lo stesso con Joe, ed aggiunse subito -E non si discute!-

Joe infatti stava  per aprire bocca e dirle “non se ne parla proprio! Ci dormirò io sul divano!” e tutti i bla-bla-bla che sarebbero venuti in seguito.

-Giuro che domani chiamerò l’agenzia e chiederò di trovarmi qualche monolocale in affitto- blaterò lei          -Aly, nessun problema. Davvero.- la rassicurò il ragazzo che nel frattempo si era tolto la maglietta a righe blu e bianca che portava precedentemente, e aveva indossato una canottiera nera, decisamente attillata.

Possibile che sia così, così…. insomma da non essermi accorta che si è cambiato la maglietta! Barbie-receptionist  probabilmente se ne sarebbe accorta e gli sarebbe saltata addosso! Ok! Resetto il mio cervello e cancello l’immagine che mi si è appena formata in testa!

-Mi fa piacere sapere che non mi consideri un impiccio; però, non per fare la guastafeste, ma credo che i paparazzi siano un problema più che bello grosso però!- disse Alyssa, ripensando alla scena dell’aeroporto

-Giusto…- si rassegnò Joe

L’ho già detto che li odio? Beh, lo ripeto: li odio!

-Anzi dovremmo iniziare a pensare a qualche scusa per le foto che usciranno nei prossimi giorni- ne approfittò Joe per chiarire la situazione e cercare di fare chiarezza su quello che sarebbero stati gli avvicendamenti futuri.

Lui ormai ci conviveva, si era anche quasi abituato all’idea. Ribadisco il quasi.

Ma lei, per quel poco che la conosceva, non era per niente il tipo da prime pagine con bufale inventate di sana pianta.

-Tu sei la star, io la tua assistente, nonché organizzatrice del tour per l’uscita del tuo album solista. Semplice no?- constatò Alyssa in modo semplice. Infondo era quella la realtà.

O almeno quella era la loro realtà, ma non quella dei giornali di gossip.

-Se fosse così semplice, probabilmente avrei vissuto la mia vita con più serenità. E qualche mia relazione sarebbe durata anche di più- confidò lui in tutta sincerità.

Cosa vorrà dire: qualche mia relazione sarebbe durata di più? A chi si riferisce? Non che sia gelosa…è che non so niente di lui. Non che mi interessi… Lo ammetto: mi sto incartando da sola! Ci rinuncio…

Ma come diamine mi è saltato in mente di dire quella frase infelice. Quel periodo era felice. E’ la frase che è infelice. Devo recuperare la situazione! Devo ragionare…ragionare…ragionare… Mi serve una battuta!

-E comunque, giusto per precisare, tu non sei la mia organizzatrice del tour. Cioè si! Però, voglio dire, credo sarai più un’organizzatrice della mia vita- tornò a parlare Joe

Che razza di battuta è? Lo so io: la più penosa che abbia mai fatto in tutta la mia vita…

-Cioè, fammi capire bene! Mi stai affidando la tua vita?- sorrise Alyssa, anche se più che un sorriso, fece un ghigno simpaticamente malefico, -Potresti pentirtene, ne sei consapevole?- lo sfidò come suo solito la ragazza, sfoderando il suo miglior sguardo di sfida

-Credo dovrò correre il rischio…- ammise lui -E poi, non saresti mai capace di farmi del male!- la stuzzicò Joe

-Ricordati che è guerra aperta la nostra- gli rispose Alyssa, alzando l’indice della mano e puntandolo verso la figura del ragazzo, come fosse una spada. Joe acconsentì con un cenno della testa.

-Bene, iniziamo! A letto! Ora! Muoviti!- gli ordinò Alyssa, indicando il suo letto.

Ma come mi è venuto in mente di dirgli di andare a letto? Però sono stata brava e convincente! E poi domani dobbiamo lavorare…quindi ho fatto una cosa buona e giusta…” continuava a farneticare Alyssa nella sua testa mentre, si stendeva sul divano e assaporava quella voce che, non molto lontano da lei, le stava  augurando una “buona notte”.  

Ora bisognava solo far passare la notte e svegliarsi la mattina dopo, cercando di capire se Alyssa avesse ordinato a Joe di andare a letto perché davvero lo voleva o perché, era consapevole che, qualsiasi argomento sarebbe uscito fuori tra loro due, lei non sarebbe stata in grado di portarlo avanti.

Il caro Joe, ci sa fare! E come se ci sa fare!




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Capitolo 10
*** X CAPITOLO ***


Ed eccoci qui... Ma ci pensate che sono già arrivata al decimo capitolo?!? O.o WOW!
Il capitolo è il più lungo che abbia mai scritto, ma credo che si sia mooooolto soddisfazione nel leggerlo...
Devo ammettere però che è stato un vero e proprio parto....
Come sempre, GRAZIE a chi recensisce (anche se sono sempre le mie solite tre amichette), a chi legge solamente, a chi ride e a chi mi tira gli accidenti perchè non gli piace come scrivo...conclusione: GRAZIE A TUTTI!
A coloro che invece piace come scrivo, beh cliccate sul logo della storia e venite a trovarmi sulla mia pagina facebook.
Un abbraccio virtuale a tutti e "Buona Lettura"


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X CAPITOLO

 

 

Alyssa si svegliò di soprassalto, ma al contrario delle altre volte, questa volta non era stato per un incubo.

Il divano era comodissimo ed era assolutamente favoloso dormire lì sopra, quindi non fu nemmeno il mal di schiena a farla svegliare.

Ma c’era qualcosa nella sua testa che fremeva per uscire. Probabilmente un’idea, ma difficile da collegare a qualcosa di cui Alyssa era a conoscenza e di cui in quel momento, non ricordava minimamente l’esistenza.

Facendo attenzione a non fare rumori bruschi, si alzò dal divano. Non appena fu in piedi, la prima cosa che vide, fu Joe che dormiva sul suo letto a pancia in sotto.

Un sorriso si formò sulle labbra di Alyssa, “Anche io adoro dormire a pancia in sotto…

Era senza canottiera, “Se la deve essere tolta stanotte, visto che ci siamo dati la buonanotte che la indossava…”; le sue spalle erano muscolose, e anche a distanza di qualche metro, agli occhi di Alyssa infondevano sicurezza.

Alyssa basta farneticare! Ti sei alzata per prendere il computer, non per fantasticare su…un tuo amico! Perciò prendi il computer…Si, giusto, il computer! Ma dove ho messo il computer? Nella mia borsa ovviamente!

E così fece, trovò la sua borsa e ne estrasse il suo portatile. Incredibile credere come quell’aggeggio nel suo lavoro fosse tutto! Era una sorta di registro, un grande registro dal quale dipendeva la sua carriera!

Era tutto salvato lì sopra, e su una pennetta USB di cui solo lei era a conoscenza: lei la chiamava la “pennetta salva-gente”, anche se….. “Più che la gente, salva me!

Sul suo schermo, regnava imponente, la foto di lei quando era ancora una neonata. Diceva che le serviva per ricordarsi da dove proveniva.

Vedere la foto intera era un’impresa quasi sempre impossibile: il desktop del suo portatile era sempre pieno di icone, di cartelle dei lavori che aveva portato a termine. Nessun grande nome nella lista, ma anche quelle diceva che le teneva per ricordare il sudore versato.

Per ultima, ma non per importanza, vi era una cartella nominata “Joe Jonas”; vi cliccò sopra e si aprì un mondo parallelo. Era il suo attuale incarico: era ancora all’inizio, si può dire che non aveva ancora neanche iniziato, eppure era la cartella che conteneva il più alto numero di file.

Iniziò a leggere le date che Joe fino a quel momento le aveva confermato e iniziò a stilare la prima bozza del calendario di eventi.

Non è un ragazzo questo, è un alieno! Non può riuscire a sopportare tutta questa pressione! Dovrò parlare con il suo manager e cercare di fargli spostare qualche data! In fondo ci tengo all’incolumità dei miei clienti!

Provò a stilare altri calendari, variando alcune date, “In questo modo avrà almeno un giorno ogni tanto per rifiatare un po’, e continuare a avere una vita sociale, andare a trovare la sua famiglia quando vorrà…

Già, perché se c’era una cosa che Alyssa aveva capito di Joe, era il legame indissolubile che aveva con la sua famiglia. Si era rafforzato ogni giorno durante i loro tour in giro per il mondo, o almeno così aveva ipotizzato lei. Internet sapeva tanto, ma non tutto. Ma per il tutto c’era tempo. Il lavoro da fare insieme era ancora tanto.

I numeri dell’orologio nell’angolo basso dello scherzo, continuavano a cambiare minuto dopo minuto, ma Alyssa era troppo presa da quell’infinità di fogli sul tavolo per rendersene conto e dargli retta.

Il silenzio “regnava” ancora incontrastato in quell’appartamento, almeno finché lo stomaco di Alyssa non iniziò a brontolare per la fame, “Dovrà pur aver qualcosa da qualche parte in questi sportelli!

Iniziò ad aprirli uno ad uno, finché non trovò dei biscotti; ne mangiò uno, forse due, poi li riposò dove li aveva presi e si diresse verso il frigorifero per prendere quello di cui aveva bisogno per preparare una colazione come si doveva.

Neanche Alyssa che cucinava le omelette, svegliò Joe.

Deve avere il sonno davvero pesante il ragazzo…” constatò lei.

Non appena ebbe apparecchiato accuratamente la metà tavolo ancora libera da i fogli, si rimise a lavoro, immergendosi di nuovo in quel mondo che, a detta della sua cara e unica amica Elenoir, le portava via troppo tempo.

E così, anche i numeri dell’orologio continuarono a scorrere inesorabili.

Chicago, New York, Berlino, Messico, Milano; sembrava che ogni città esistente sulla faccia della terra, stesse per ospitare Joe Jonas. Sembrava uno di quei supereroi onnipresenti. O così lo vedono tutti. Ma non sanno invece che è solo una ragazzo fortunato, che è riuscito con sacrifici e tanto talento, a realizzare il suo sogno: fare musica. All’inizio con i fratelli, e ora da solo.

-Buongiorno. Già sveglia a quest’ora?- parlò un Joe decisamente ancora assonnato e decisamente senza maglietta.

-E’ giorno da parecchio per me- ammise lei, tenendo gli occhi bene fissi sullo schermo. Li spostava di tanto in tanto per assicurarsi che quel ragazzo avesse tutti gli addominali al posto giusto.

E ci sono alla grande!” si decise ad ammettere la ragazza dal cuore di pietra.

-Mi hai preparato anche la colazione! Credo che non ti lascerò trovare casa facilmente- scherzò lui, rimanendo serio. Quindi, conclusione, era serio e non scherzava.

Se tutte le mattine fosse questa la mia sveglia, sarei disposto ad alzarmi anche all’alba!

-Quindi, sentiamo un po’: da quant’è che sei sveglia?- continuò il ragazzo poggiando le sue grandi mani sulle spalle di Alyssa che non poté fare a meno di irrigidirsi di colpo.

Così capirà tutto! Tutto cosa? Non c’è niente da capire Alyssa!

-Non lo so di preciso. Mi sono svegliata nel bel mezzo della notte; non riuscivo a dormire- parlò velocemente lei non dando a vedere che era ancora un po’ “sotto shock” per quel contatto, se così si poteva definire; -Ma il divano era, cioè è comodissimo! Giuro! Ottima scelta!- si affrettò a continuare poi la ragazza.

-E che hai fatto di bello in mia assenza?- sentenziò Joe mettendosi a sedere e iniziando a mangiare la sua colazione ormai divenuta fredda.

Affari suoi! Poteva svegliarsi prima!

-Non eri assente, eri solo…troppo concentrato a dormire! Comunque ho provato a fare una prima bozza del  calendario con gli impegni che mi hai già confermato. Ora: se decidiamo di lasciarlo così, non avresti tempo neanche di respirare, ma… essendo io troppo intelligente e troppo efficiente per una ragazza ventenne normale, ho provato a compilare un’altra tabella di marcia, variando qualche data, che poi contratterò con il tuo manager…- parlò velocemente Alyssa.

-Conclusione?- la interruppe Joe, con la bocca piena ed un dito alzato.

Alyssa gli rivolse una linguaccia -Conclusione della favola: se accettano le mie proposte, avrai qualche giorno di svago ogni due o tre giorni, e riuscirai a sopravvivere!-

Joe sorrise e fece un segno di assenso con la testa. “Dovrò farla santa!

-Senza che mi dici le modifiche, io opto per il tuo calendario modificato! Amo i miei fans, ma vorrei continuare a respirare nel frattempo- parlò il ragazzo sempre impegnato a consumare la colazione.

-Tu non dovresti optare per un bel niente! Sei tu l’artista, sei tu il capo, sei tu che detti le regole! Gli altri dovrebbero stare a quello che dici senza discutere più di tanto! E non lo dico perché sei un Jonas. Sono le semplici regole del “mercato nero” degli artisti dalla fama estrema- sentenziò alla fine Alyssa, tirando fuori tutto ciò che le passò per la testa, senza preoccuparsi più di tanto di trovare termini più eleganti di altri.

Che caratterino…

-Con questo non voglio assolutamente dire che tu non meriti il tuo successo. Ho sentito alcune canzoni di te con i tuoi fratelli ed hai una voce assolutamente strabiliante- cercò subito di rimediare Alyssa, alla valanga di parole che prima aveva detto senza pensare

-Ehi girl, non mi hai mica offeso, anzi…mi ha difeso, più di quanto non abbia mai fatto nessun altro essere umano! Escluso il mio cane ovviamente…e i miei genitori…e i miei fratelli…-

-Montato!- lo punzecchiò Alyssa.

-Sei stanca?- le chiese Joe, notando negli occhi della ragazza la stanchezza per non aver dormito

-Un po’…- ammise lei sospirando

-Ti va di andare al mare?- propose infine il ragazzo che smise di fare il prezioso. Alyssa con la voce di una ragazzina entusiasta per la proposta ricevuta, acconsentì senza pensarci due volte, -Ti serviranno i miei occhiali però!- constatò poi Joe, porgendo la sua mano ad Alyssa, che era intenta a spegnere il computer,    -Ora c’è il sole! Giusto! Ottima osservazione…- ribatté la ragazza

-Grazie! Ma io lo dicevo per le tue occhiaie- la prese in giro il ragazzo, scoppiando a ridere poco dopo.

 

 

 Una giornata al mare. Era da tanto che gli occhi di Alyssa non vedevano quell’immensa distesa blu.

L’ultima volta ci era andata quando i suoi genitori erano ancora vivi.

Troppo doloroso ritornarci da sola. Ma con Joe sarebbe stato più semplice: sapeva che non si sarebbe mai annoiata con lui. Per quello aveva accettato.

Salì in macchina, dal lato del passeggero. Joe non fece in tempo a salire in macchina, che accese immediatamente lo stereo.

Un punto a favore per lui!

Il viaggio fu veloce e “indolore”: niente domande scomode, qualche risata qua e là. Inutile dirlo, l’argomento “lavoro” era stato severamente proibito da Joe, che aveva promesso ad Alyssa un pomeriggio di svago.

Non una persona era presente sul tratto di spiaggia dove si era fermato Joe. Ad Alyssa, per un momento, sembrò di essere stata catapultata in mezzo ad un deserto, in un’oasi sperduta nel nulla che più nulla non si poteva immaginare.

-Qui siamo al sicuro. Niente paparazzi!- esclamò un Joe entusiasta e orgoglioso di se stesso, -Di solito, di questi tempi, quando voglio rilassarmi vengo sempre qui!- continuò a parlare il ragazzo, sfilandosi la maglietta e rimanendo a dorso nudo. Di nuovo.

-Da sempre, o da un anno e mezzo a questa parte?!- chiese con voce incalzante Alyssa. La sua voce nascondeva qualcosa, che fu chiarita poco dopo: -Qui è dove hai girato il video di “Make a Wave” con Demi Lovato. Che tu ci creda o no, ho un po’ di cervello, ho visto il video e adoro quella canzone!-

Il viso di Joe cambiò improvvisamente espressione. Alyssa aveva decisamente toccato un tasto dolente per Joe. Anzi aveva toccato “Il tasto dolente” di Joe!

Ho fatto un macello. Sono una cretina! Riesco sempre a rovinare tutto! Dannazione Alyssa, chiudi quella boccaccia!

-E’ il mio passato! Ora sono un solista ricordi?- finse di star bene e di non essersi accorto di nulla Joe.

Joe stai bene! Si, sto bene…infondo hai sempre detto che ami recitare…perciò inizia a farlo da ora!

-E’ decisamente giunta l’ora del bagno in mare! Ti conviene spogliarti, o ti butterò in mare vestita!- esclamò Joe avvicinandosi pericolosamente ad Alyssa, che prontamente fece un passo indietro.

-Vada per il bagno vestita…- si arrese la ragazza che arrossì leggermente.

Preferisco arrossire e passare per la ragazza imbarazzata e vergognosa, piuttosto che far vedere per l’ennesima volta la mia faccia triste!

-Non dovresti vergognarti…- parlò Joe, avvicinandosi di nuovo ad Alyssa che questa volta rimase ferma al suo posto, -…sei bellissima!- concluse, allungando la mano per accarezzarle il viso e spostarle la ciocca di capelli dal viso ancora più colorito di prima.

Joe non è questo il momento di provarci…Torna in te!

-Grazie…ma non mi nascondo perché mi vergogno- ammise francamente lei. Non le andava di mentire ancora. Ma non le andava nemmeno di parlare più di tanto dell’argomento.

-E allora…- provò ad alimentare la frase Joe.

-E allora non mi va di parlare!- parlò Alyssa con voce ferma, -Ma se vuoi buttarmi in mare, sono pronta a sacrificarmi da vestita- si arrese infine lei, stando al gioco.

Joe non se lo fece ripetere due volte. Con uno scatto repentino prese fra le sue braccia Alyssa e la sollevò la terra.

Non poteva rifiutarsi di fare il bagno, ma c’era un modo per incastrare Joe e portarlo a fondo con lei.

Alyssa gli circondò le spalle con il suo braccio, mentre l’altra mano la poggiò sul petto di Joe.

Rabbrividì. Un brivido. E poi un altro ancora. Cosa le stava succedendo?

 

Quando andavo a scuola e dovetti studiare il Big Bang, passai un intero pomeriggio a cercare di comprendere quelli che sarebbero dovuti essere i meccanismi che portarono alla creazione del mondo. Non li ho mai compresi realmente. O almeno non l’ho fatto fino a questo momento. Carissima me, credo di aver appena capito cosa sia successo quel giorno di non so quanti miliardi di anni fa; ho appena assistito ad un’esplosione. La mia!


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Capitolo 11
*** XI CAPITOLO ***


Ma saaalveeeeee!!
Capitolo appena appena finito...e ho deciso di postarlo subito.
E' stato un vero e proprio parto e oltretutto, non è che ne si entusiasta...
Spero che voi mi diciate il contrario...
Grazie a tutti e "Buona Lettura"

P.S. Da notare il logo nuovo *-* ma la storia del cliccarci sopra ed essere catapultati sulla mia pagina facebook è sempre quello... *-*


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XI CAPITOLO



Erano passate circa due settimane, forse di più, da quando Alyssa era tornata insieme a Joe a Los Angeles dopo la sua fuga. Per circa due giorni rimase a casa di Joe, poi nell’attesa che l’agenzia per la quale lavorava le trovasse una casa, decise di andare a dormire in albergo.

Le era stato accreditato lo stipendio, quindi aveva i soldi per potersi pagare il pernottamento.

Joe non era molto d’accordo con la decisione di Alyssa; provò a farle un po’ di moine, ma la ragazza fu inflessibile. Neanche i discorsi sulla colazione o sulla vicinanza per il lavoro funzionarono nell’opera di convincimento attuata da Joe.

Non sono mai stata così decisa in vita mia…Non mi va di essere un peso! Per non parlare poi di quegli incalliti dei paparazzi…

Già, proprio loro che li avevano assaliti all’aeroporto e il giorno dopo, avevano letteralmente schiaffato le loro foto su tutti i giornali. Si parlava di fughe d’amore, avventure, qualcuno aveva addirittura scritto di “un’incapacità da parte della bruna di resistere al fascino del Jonas più pericoloso” convinti di richiamare il soprannome che era stato dato a Joe dai suoi fratelli.

Ma a nessuno era passata per la testa l’idea che potessero essere solo amici.

Che poi non si trattava nemmeno di quello! Lavoriamo solo insieme!

Nonostante le cose a Los Angeles si stessero sistemando e lei stesse prendendo il suo ritmo col lavoro, non poteva fare a meno di sentire la mancanza della sua migliore amica.

Questa volta, senza fare colpi di testa, chiese a Joe qualche giorno di pausa che glieli concesse senza fare storie, ma non prima di essersi fatto promettere solennemente che sarebbe tornata e non l’avrebbe lasciato da solo. Lei ovviamente, senza pensarci due volte, accettò il compromesso con un -Parola di scout!- che suscitò una risata divertita di Joe.  

Alyssa decise così di andare a trovare Elenoir per un paio di giorni, mentre Joe continuava a ricordarle che   -Una promessa è una promessa!- e che quindi l’avrebbe aspettata per continuare il lavoro.

Fosse solo quello…” pensò Joe vedendo Alyssa andare verso il taxi che l’avrebbe portata all’aeroporto.

 


Altra differenza dalla fuga precedente: Alyssa aveva avvisato Elenoir del suo ritorno a casa, perciò l’amica si fece trovare al gate degli arrivi per darle un bentornata in grande stile.

Il viso di Elenoir che per anni era stato l’unica immagine nitida agli occhi di Alyssa, quella volta sembrava essere una novità: quel viso che per lei era stato ossigeno per un lungo tempo della sua vita, stava quasi svanendo a forza di vedere quello di Joe.

Al solo pensiero di ciò, Alyssa sorrise e alla vista di Elenoir in piedi con lo sguardo perso sul liscio pavimento, accelerò il passo verso l’amica, per poi raggiungerla e bloccarla in un abbraccio stritolatorio.

Dio quanto mi è mancata!

 -Amica del mio cuore…quanto mi sei mancata!- provò a parlare Alyssa che però, aprendo la bocca, rischiò di mangiarsi i capelli dell’amica che cadevano morbidi sulle sue spalle, -Già, anche tu mi sei mancata tanto!- le rispose un Elenoir con voce emozionata

Non vorrà mica mettersi a piangere…non ora che sono tornata!

-Che mi hai portato di bello?- scherzò Alyssa con un tono di voce abbastanza alto da fare girare un paio di passanti. Strappò dalle mani dell’amica un giornale. Una rivista più precisamente.

Io direi una rivista con me e Joe in prima pagina, più precisamente!

-Dannazione! Fino a qui sono arrivati!- si trovò a pensare a voce alta, attirando l’attenzione dell’amica che si voltò a guardarla, -Non è come sembra Els! Te lo giuro!- si preoccupò subito di chiarire Alyssa.

-Lo so, Aly. Lo so…- la confortò l’amica mettendole un braccio sulle spalle e scortandola alla macchina.

Eppure Elenoir ha qualcosa che non va…ma non so cosa…

Lo scoprì prima di quanto si era immaginata: erano pochi rispetto alle masse che ormai si era abituata a superare con Joe, ma i paparazzi erano anche lì.

-Come diamine facevano a sapere del mio arrivo?- chiese a bassa voce all’amica

-Come diamine fate a sapere qualunque cosa io faccia? O che faccia Joe! O che faccia chiunque altro! Dannazione!- ripeté poco dopo con un tono di voce decisamente più alto. Lo fece apposta, voleva farsi sentire dai fotografi appostati lì fuori, pronti ad immortalare qualsiasi suo movimento.

Sbatté la portiera dell’auto, si allacciò la cintura, accese lo stereo e poi prese il suo I-phone dalla borsa per scrive un messaggio che mai si sarebbe aspettata di scrivere.

 

Vorrei tanto che tu fossi qui…

 

Stava per premere “invia”, ma qualcosa la fermò.

-Allora come va con Joe?- le chiese Elenoir attirando la sua attenzione.

Come va con Joe? Bene…ma non abbastanza bene da potermi permettere un messaggio del genere. Stavo per rovinare tutto.

-Bene! Se ti può interessare saperlo è ancora vivo, respirante e mangiante!- scherzò Alyssa fingendo di prestare attenzione alla conversazione , quando invece con la testa era ancora al messaggio che non aveva inviato al destinatario.

-Diciamo che non mi dispiace che la mia migliore amica non sia diventata un’assassina- le rispose divertita Elenoir.

Scoppiarono in una grassa risata. A quel suono, ad Alyssa rivennero in mente tutti i bei momenti passanti con la sua migliore amica prima che partisse, ma era altrettanto sicura che ce ne sarebbero stati tanti altri anche in futuro.

Il tempo del viaggio dall’aeroporto a casa non fu tanto lungo come si era immaginata; forse era stata talmente tanto impegnata nel raccontare tutto all’amica, che il tempo le volò.

Non appena Elenoir fermò la macchina, ad Alyssa venne spontaneo prendere il suo I-phone ed avvisare Joe che fosse ancora viva: gli scrisse un messaggio “Home Sweet Home”, e questa volta lo inviò.

Neanche il tempo di portare i bagagli in casa che Joe rispose al messaggio.

 

Già mi manchi! Torna presto…

 

Il cuore di Alyssa fece un tonfo, molto simile a quello che aveva avuto il giorno che erano andati al mare.

Maledetto di un Jonas! Non può farmi questo… Io non posso farmi questo!

Neanche lei sapeva se quelle parole che girovagavano per la sua testa avessero senso, eppure continuavano a farsi giri e giri in tutta tranquillità, non pensando che potessero essere la causa di una qualche uscita di testa della ragazza alla quale apparteneva il cervello.

Decise di non rispondere al messaggio. “Cosa diamine avrei dovuto scrivergli?.......Nulla, appunto!

-Passeggiata?- chiese Alyssa all’amica seduta sul bracciolo del divano in salotto. Chissà per quale strano motivo era convinta che quella camminata, come ai vecchi tempi, l’avrebbe fatta svagare un po’ e avrebbe scacciato via quei pensieri martellanti che avevano preso il via da quando aveva letto il messaggio.

-Che domande fai? Ovvio che si!- le rispose allegramente Elenoir. Si poteva leggere nei suoi occhi, la felicità per aver riabbracciato la sua migliore amica. Le era davvero mancata.

Passo dopo passo, arrivarono al parco dove erano solite andare a mangiarsi il gelato. Il chiosco era sempre lì, e anche la loro panchina non si era spostata.

Si misero sedute, in silenzio, tenendosi sotto braccio. In fondo quando l’amicizia è pura, reale e sentita, non c’è per forza bisogno di parlare per stare bene e passare il tempo. E a loro non serviva di sicuro.

Alyssa respirava a pieni polmoni l’aria di casa. Doveva fare rifornimento: i giorni di pausa non erano poi tanti. Tra nemmeno tre giorni doveva tornare alla “centrale operativa Jonas”.

Pensata e  detta così è assolutamente inquietante!” rabbrividì a quel pensiero.

 


-Che possiamo farci una foto insieme?-

-Come scusa?- chiese Alyssa scuotendo impercettibilmente la testa e tornando alla realtà.

-Posso avere una foto con te?- la ragazzina di dodici anni circa dal viso rosato e i capelli neri come la pece, ripeté la domanda che aveva posto poco prima.

Nel rendersi conto che le sue orecchie già precedentemente avevano capito bene, Alyssa strabuzzò gli occhi incredula.

-Ti ho visto sui giornali! Tu sei l’amica di Joe Jonas giusto?- parlò ancora la ragazzina.

Alyssa ancora al quanto sbalordita, si limitò ad annuire.

Amica è la parola giusta! Direi che si merita sicuramente la foto! Anche se non so  che senso abbia  farsi la foto con me…   

-Si certo- rispose a quel punto Alyssa alzandosi in piedi.

La ragazzina le mise il suo braccio intorno alla vita; Alyssa fece lo stesso, posando la sua mano sulla spalla della ragazzina che a tatto sembrava stesse tremando. Poi si abbassò leggermente per mettersi più o meno alla sua altezza e sorrise.

-Grazie!- disse la ragazzina alzando gli occhi dalla macchinetta fotografica e regalando ad Alyssa un grande sorriso pieno di gratitudine.

-Ma figurati…- le rispose Alyssa facendole un gesto con la mano per salutarla e regalandole a sua volta un sorriso. Il suo però era di stupore.

Perché mai una ragazzina deve essere contenta per essersi fatta una foto con me? Io non sono nessuno!

-E così ora sei “l’amica di Joe Jonas”?- le tirò una frecciatina Elenoir che era rimasta seduta sulla panchina a godersi la scena

-Els, sono sempre io! Sono la tua amica! E poi quella di Joe Jonas…forse…credo…non lo so!- sbottò infine Alyssa.

Elenoir continuava a guardare l’amica con sguardo divertito, -Stavo giocando scema!- la tranquillizzò poi.

 


I giorni seguenti trascorsero tutti così più o meno, tra passeggiate, casa di Alyssa, casa di Elenoir e la sua sorellina che incombeva per sapere quante più cose possibili su Joe.

Una volta, Alyssa l’aveva addirittura fatta parlare al telefono con Joe ed era stato esilarante vedere come la piccola Rebecca  iniziò a saltare per tutta casa non appena si rese conto che Joe si ricordava di lei.

Due giorni prima della partenza, Alyssa tornado a casa sua, trovò fuori dalla porta una busta contenente qualcosa. La raccolse tastandola e capì che il contenuto era di forma quadrata e non tanto grande.

Non c’era scritto il mittente, ma solo il destinatario: ovvero lei!

Chi è che mi scrive? E soprattutto cosa vuole?

Quella era l’idea base che regnava sovrana nella sua testa, nel mentre che apriva la porta e si dirigeva verso il divano per mettersi seduta.

Dovesse essere un pacco bomba, almeno morirò comoda…

Infilò la mano nella busta e quello che ne estrasse la lasciò di stucco. Senza fiato.

Era un cd. Anzi era il CD!

Il primo progetto da solista di Joe Jonas era nelle sue mani…o almeno il demo!

Non se lo aspettava, l’aveva stupita. Di nuovo. Come sempre. Ormai ci aveva quasi fatto l’abitudine.

Automaticamente si alzò dal divano e inserì il cd nello stereo: le prime note della prima canzone riempirono casa di Alyssa.

Mi piace…” si limitò a pensare, mentre con la testa e con la mano continuava a tenere il tempo.

E’ vero, non era mai stata una fan dei Jonas Brothers, ma da quando aveva saputo che avrebbe lavorato per Joe, aveva fatto qualche ricerca e di conseguenza le era capitato di sentire qualche loro canzone.

Ora, ascoltare la voce di Joe da sola, la fece riflettere: era cresciuto! La sua voce era cambiata e, impossibile negarlo, anche lo stile di musica era completamente nuovo. Inizialmente poteva apparire come un azzardo, ma sentire quella voce insinuarsi e sovrastare la musica, non sarebbe dispiaciuto a nessuno; ad Alyssa non dispiaceva affatto, anzi iniziava a piacergli davvero.

La musica ovviamente!

Era lo stile di musica adatto a lui: Joe è un mostro da palcoscenico, sa coinvolgere e far divertire la folla, sa cosa vogliono le fans…e glielo darà. Non appena uscirà l’album e inizierà a fare i primi concerti.

Tolse il cd dallo stereo rimettendolo al sicuro nella sua custodia e nascondendolo nella borsa.

Poi andò in camera sua a recuperare le valigie. Chiamò un taxi e subito dopo mandò un messaggio ad Elenoir: “Ehi Els, scusami ma Joe mi ha chiamato che c’è stato un imprevisto. Devo partire subito quindi non posso neanche passare per salutarti. Ti chiamo appena arrivo. Grazie di tutto. Ti voglio bene.”

Era un bel mix tra finzione e realtà quel messaggio. Non c’era nessun imprevisto, solo l’idea di fare per una volta lei una sorpresa a Joe.

 


Il taxi in strada suonò il clacson. Alyssa recuperò tutti i bagagli e si precipitò in strada, pronta per tornare a Los Angeles.

Non aveva il solito spirito, stava vivendo quel viaggio in modo diverso. Qualcosa era cambiato in lei e non era un cambiamento di poco conto.

Joe aveva smosso qualcosa in Alyssa e lei se ne stava accorgendo ogni giorno di più. Tutto di lei se ne stava rendendo conto, la paura compresa che a quanto pare stava scomparendo, facendo spazio alla voglia di vivere.

 

Ottimo lavoro Jonas!

 

Si limitò a scrivergli questa misera frase nel messaggio. Doveva solo dare l’impressione di aver sentito il demo e che non stesse saltando sul primo aereo per tornare da lui e fargli una sorpresa.

Poi spense il cellulare e si allacciò la cintura, pronta a decollare.


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Capitolo 12
*** XII CAPITOLO ***


Ma ciiiiiaaaaooooo!!
Sono due settimane che non posto!! Qualcuno si è accorto della mia assenza??
Bene bene, questo capitolo è bello lunghetto e, a dire la verità, è stato un vero e proprio parto........a un certo punto ho pensato di farmi fare un epidurale!!! :D
Bagianate a parte, questo è il XII capitolo!!
Un abbraccio e "Buona Lettura"
P.S. Naturalmente grazie a tutti coloro che mi sopportano, chi mi ha tra i preferiti, chi mi segue, chi mi legge solo e chi mi recensisce e tutti quelli che mi sono scordata... Bye bye!!


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XII CAPITOLO

 

 

Devo essere davvero impazzita per fare quello che sto facendo!

Quella che pensava in questo modo, era un’Alyssa con ancora la valigia ben stretta nella mano, immobile davanti la porta della casa di Joe.

Non era passata neanche per casa sua per lasciare la sua roba, al taxi aveva dato direttamente l’indirizzo nel quale si trovava in quel preciso istante.

-Alyssa?!- disse Joe con un tono di voce tra lo stupito e il confuso aprendo la porta di casa sua

-Credo di si…- le rispose prontamente lei, sperando di apparire il più naturale e giocosa possibile

-Che ci fai tu qui?- farfugliò Joe mangiandosi qualche sillaba; Alyssa sorrise.

-Una sorpresa a te credo…di nuovo…- si districò da quella scomoda situazione lei, -Dove vai tu invece vestito di tutto punto? Chi è la preda stavolta?-

Nessuna gelosia, è solo curiosità!

-Nessuno! Solo una cena con il resto della famiglia! E……….- si entusiasmò a raccontare Joe, lasciando in sospeso la frase come se stesse pensando a qualcosa -Tu sarai la mia preda stasera! E non esistono no!- incalzò lui, lasciando senza parole la ragazza ancora in piedi davanti a lui.

-Ma io…Io dovrei…No, non mi…No Joe ti prego…Forse dovrei…-

Joe la fulminò con un occhiata.

-Possiamo almeno passare per casa mia? Vorrei posare la valigia e darmi una ristrutturata qua e là dopo il lungo ed estenuante viaggio…- parlò Alyssa causando una risata divertita di Joe, che annuì e le tolse la valigia dalle mani per avviarsi poi verso l’auto.

 

 

-Hai mezz’ora di tempo; non un secondo in più!- disse Joe, non appena Alyssa aprì la porta di casa per fiondarsi in bagno per una doccia super veloce.

Questa è probabilmente la doccia più veloce che mi sia mai fatta in vita mia! E c’è sempre lui di mezzo!

Uscì dal bagno in accappatoio: Joe era in piedi, come se fosse in procinto di dirle qualcosa

-Non dire niente! Ormai dovresti esserti abituato a vedermi in queste condizioni- lo anticipò Alyssa che dirigendosi verso il letto in camera sua capì il perché Joe poco prima avesse quell’espressione

-E questo?- chiese incredula Alyssa, indicando il letto e spostando lo sguardo in modo quasi compulsivo da Joe al letto, -Ti ho preparato qualcosa da metterti stasera per non farti perdere tempo inutilmente- provò a giustificarsi.

Neanche è rientrata e già creo problemi!

Effettivamente l’espressione di Alyssa non prometteva niente di buono. Difficile capire anche cosa le passasse per la testa. “Espressione enigmatica” era forse il modo più esatto per descrivere la ragazza in quel momento, che invece si protese a prendere i vestiti dal letto.

-Premuroso da parte tua…- lo ringraziò Alyssa, posando una mano sul  petto di Joe. Il cuore del ragazzo perse un colpo.

Poi entrò in bagno; quella che ne uscì fu un Alyssa più che rinnovata: indossava un abito corto color sabbia con inserti di pizzo e un gilet ricamato dello stesso colore, immancabili scarpe con tacco vertiginoso e un po’ più trucco del solito, per far risaltare i suoi occhi.

O. Mio. Dio.

-Wow…- sospirò Joe totalmente imbambolato davanti ad Alyssa. Quello che seguì dopo fu un silenzio davvero imbarazzante. I due giovani continuavano a guardarsi e a sorridere come ebeti.

-Se non andiamo faremo tardi- irruppe in quel silenzio la voce di Alyssa

-Si, si, hai assolutamente ragione. Prego.- si risvegliò dal mondo delle emozioni Joe, indicando con la mano ad Alyssa di precederlo.

Come aveva fatto anche quel giorno per andare al mare, la prima cosa che fece Joe salendo in macchina fu accendere lo stereo: una dolce melodia riempì la macchina.

Sin dalle prima note, Alyssa riconobbe quella canzone: Turn Right dei Jonas Brothers.

I could pick up all your tears/throw em in your backseat/leave without a second glance/somehow i'm to blame for this never-ending racetrack you call life

Iniziò a cantare, sussurrando quelle parole, una dopo l’altra. Stava facendo la cosa giusta?

Joe si unì a lei. Le loro voci si fusero divenendo una cosa sola. Si scambiarono uno sguardo di intesa e continuarono. Quella era senza ombra di dubbio la cosa più bella, più giusta e più pura che avessero mai fatto insieme.

Non appena la canzone terminò, i due ragazzi tornarono alla realtà.

-Wow! La tua voce…..- cercò di spiegare Joe che però si arrese non trovando le parole

Alyssa si limitò a sorridergli di rimando

-Ti manca vero? Cantare con i tuoi fratelli intendo- gli chiese Alyssa avendo avvertito nello sguardo e nella  voce di Joe un filo di malinconia

-Sono i miei fratelli. Quello che c’è stato e c’è con loro, non ci sarà mai con nessun altro…se non con loro- cercò di spiegarle Joe.

-Ok!- iniziò a parlare Alyssa, sistemandosi sul sedile, voltandosi verso il ragazzo al suo fianco -Ho sentito il demo del tuo album ed è davvero eccezionale! Hai già dimostrato quanto vali e questa sarà la conferma. Tu sei Joe Jonas, non uno qualsiasi. Io credo in te!- scandì bene le parole dell’ultima affermazione.

-Grazie- sussurrò lui -E credo che tu dovresti provare a sfondare nel mondo della musica. La tua voce è favolosa!-

Alyssa non poté fare a meno di pensare ad Elenoir: aveva sempre creduto in lei e le aveva sempre suggerito di provare a realizzare il suo sogno, ma Alyssa si era sempre accontentata del suo lavoro e, quando tornava a casa, di una spazzola o di una penna o di qualsiasi altra cosa che le ricordasse vagamente un microfono.

-Io non sono Joe Jonas…- si limitò a rispondergli lei.

Ma si sa, Joe non era uno che si arrendeva facilmente -Hai ragione, non sei Joe Jonas…Ma potresti diventare più di un Joe Jonas!- Alyssa lo guardò negli occhi

Grande errore!

Le labbra di Alyssa si schiusero leggermente, voleva rispondergli, dirgli qualcosa, ma tutto svanì.

-Perché siamo fermi?- gli chiese poi lei, dando fiato alla prima cosa che le venne in mente

-Perché siamo arrivati da circa cinque minuti…- farfugliò Joe che ancora non si era ripreso del tutto da quell’attimo di paradiso.

Scese per primo Joe, face il giro della macchina per andare ad aprire la portiera ad Alyssa ed aiutarla a scendere. Poi si avviarono insieme verso casa.

Lì dentro trovò tutto ciò che lei aveva sempre desiderato ma che il destino le aveva malamente strappato.

C’erano persone. Tante persone che si amavano l’un l’altro, senza eccezioni.

Joe presentò senza problemi ad Alyssa suo padre, sua madre, Frankie il più piccolo dei fratelli Jonas, e sua cognata Danielle; quando fu il turno di presentare Kevin e Nick, le cose si fecero un po’ più complesse per il ragazzo. Loro per Joe significano tutto, ed Alyssa questo lo sapeva bene, quindi decise di semplificargli il lavoro e di andarsi a presentare da sola ai due ragazzi intenti a parlare tra di loro.

Piacere Alyssa dovrebbe andare bene no?

Si avviò cautamente verso i due, mentre Joe rimase occupato a dare spiegazione a mamma Denise sul perché il giorno prima non si fosse fatto sentire.

-Tu devi essere la famosa Alyssa- parlò per primo Nick

Lei si limitò ad annuire e porgere la mano, ma entrambi i ragazzi si allungarono per abbracciarla come fosse  una di famiglia.

-Vedo che avete già conosciuto Alyssa- li interruppe Joe, abbracciando la vita della ragazza con il suo braccio

-Joe non le hai reso giustizia quando ci hai raccontato di lei- lo prese in giro Kevin

Giuro che lo uccido!

 

Quella sera Alyssa non fece altro che sorridere. Fu tutto perfetto e fu altrettanto divertente vedere le varie scenette che i “Jonas Brothers” riuscirono a creare per prendersi in giro. Mamma Denise e Danielle furono carinissime con lei, non facendola sentire mai sola o fuori luogo, la resero partecipe dei loro discorsi e anche loro si divertirono a raccontarle avvicendamenti riguardanti gli uomini della famiglia Jonas, nessuno escluso.

In ogni attimo di quella serata, Joe si dimostrò per quello che Alyssa stava conoscendo giorno dopo giorno: un ragazzo modello, dai sani principi, saldamente legato alla famiglia e con i piedi ben piantati a terra.

L’eterno Peter Pan, il “Pericolo” come l’avevano soprannominato in famiglia, è la persona più famosa con cui Alyssa aveva mai avuto a che fare nel suo lavoro, ma anche la persona più umana che  avesse mai conosciuto.

 

Quando la serata ormai giungeva al termine, Joe si offrì di accompagnarla a casa e lei non rifiutò.

In qualche modo a casa ci devo pur tornare…

Il ritorno in macchina con Joe fu silenzioso, nessun duetto improvvisato; solo qualche frecciatina di Alyssa nei suoi confronti per prenderlo in giro di alcuni segreti di cui era venuta a conoscenza dalle confidenze fatte con Denise e Danielle quella sera.

La macchina di Joe si fermò davanti al vialetto di casa di Alyssa, e Joe come era solito fare, andò ad aprirle la portiera e la “scortò” fino davanti la porta.

L’atmosfera imbarazzante che fino a quel momento era stata in agguato, calò di nuovo sui due ragazzi.

Qualcuno dove pur parlare…

-Grazie per la bella serata- prese l’iniziativa Alyssa

-Grazie a te per aver assecondato la mia richiesta- farfugliò Joe

Ma che razza di risposta è??

-Mi dispiace se Kevin ti ha messo in imbarazzo, si stava solo divertendo a prendermi in giro- cercò di riprendersi dall’affermazione di prima.

-Nessun problema…e nessun imbarazzo. Sono tutti così simpatici!- lo rassicurò Alyssa, posando i suoi occhi in quelli scuri e profondi di lui

-No, davvero dico! Cioè…Voglio dire…Tu sei…Tu sei così…-

Joe ti prego…

-Sono così…?- lo fermò Alyssa, guardandolo ancora più intensamente negli occhi

Bomba in arrivo…

-Sei così… carina con me, e dolce, e disponibile che forse aveva ragione a dire che non ti avevo reso giustizia a parole. Le persone come te vanno conosciute di persona per essere apprezzate. E quando poi le si conosce e ci si affeziona, è difficile lasciarle andare o dimenticarle…- cercò di spiaccicare qualche parola Joe, totalmente perso nello sguardo della ragazza

-Ma io non ho intenzione di andare da nessuna parte- lo confortò Alyssa, sfiorandogli leggermente la mano.

Il Joe che tutti si immaginavano e che i giornalisti descrivevano nei loro articoli, probabilmente avrebbe preso fra le sue mani il viso della ragazza che aveva davanti e si sarebbe impossessato di quelle labbra così attraenti.

Anche una parte del vero Joe aveva voglia di farlo. Ma non lo fece.

Sorrise e si protese verso Alyssa per abbracciarla. Lei non arretrò e rispose al suo abbraccio.

Non ce la faccio così…

-Allora buonanotte-  disse Alyssa mentre ancora la sua guancia era poggiata alla spalla di Joe.

Joe sentì il suo respirò sul suo collo; ciò gli provocò un brivido lungo la schiena.

Non può essere vera questa ragazza

-Buonanotte- sospirò lui allentando la presa sulla vita della ragazza che prima di allontanarsi da lui, gli stampò un dolce bacio sulla guancia.

Altro brivido.

Alyssa entrò in casa e dopo qualche secondo di indecisione, Joe si avviò verso la sua macchina. Montò a bordo e accese lo stereo; Turn right continuava a suonare. Di nuovo. E poi ancora e ancora finchè Joe non arrivò a casa sua.

Posò le chiavi sul mobiletto, poi alzò gli occhi e vide il suo riflesso nello specchio.

Chi era quel ragazzo? Chi è veramente Joe?

Un cretino che ha detto ad una ragazza che è carina, dolce e disponibile con lui…quando in realtà l’unica cosa che voleva dirle era che è bella da togliere il fiato





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Capitolo 13
*** XIII CAPITOLO ***


Ma saaaaaalveeeeeeeeee!!
Chi è contenta che sono tornata così presto??
Avevo deciso di postare domani, ma un pò per il tempo deprimente e un po perchè sono troppo soddisfatta di questo capitolo, ho deciso di postare oggi!!
Questo capitolo mi piace parecchio devo ammetterlo... Ma ho paura che qualcuno di mia conoscenza possa uccidermi...
(leggendo capirete il perchè)
Comunque bando alle ciance...E' ORA DI POSTARE!
Grazie a tutti di tutto!!! (scusate il gioco di parole :D)
Un abbraccio virtuale a tutte e "Buona Lettura"


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XIII CAPITOLO



-Ti ho portato la colazione- gli sventolò la busta di Starbucks davanti agli occhi

-Alyssa! Ma hai visto che ore sono?- parlò Joe ancora decisamente assonnato.

“Ma sta ancora dormendo in piedi

-E’ l’ora che ti vai a fare una doccia che sei in ritardo per il photoshoot!- ribatté Alyssa puntando il dito verso il bagno. Joe guardò l’orologio appeso al muro

-Dio! E’ vero!- quasi urlò -Come farei io senza di te eh?- aggiunse poi prendendo il viso di Alyssa tra le mani e schioccandole un bacio sulla guancia liscia.

Iniziamo bene

-Ancora qui?- rincarò la dose Alyssa indicando di nuovo il bagno al ragazzo che ci si precipitò subito dopo.

Venti minuti dopo Joe era pronto per uscire

-Ehi bell’addormentato nella metropoli, puoi rallentare la corsa alla ricerca delle chiavi della macchina. Mentre eri sotto la doccia li ho chiamati per avvisarli che avresti fatto tardi!-

-Tu. Tu sei un genio. Te l’ho già detto che sarei perso senza di te?- farfugliò Joe ancora alla ricerca delle chiavi perdute

-Si! E potresti aggiungerci anche che saresti a piedi senza di me- gli rispose Alyssa indicandogli il mazzo di chiavi dietro il vaso sul tavolo.

Joe le regalò una delle sue espressioni da dove-sono-uscito-io-non-sono-per-niente-normale e Alyssa scoppiò a ridere.

Quando Joe uscì di casa, aveva ancora fissi dentro i suoi quei due occhi color topazio che lo mandavano in tilt ogni volta, poteva ancora sentire nella sua testa la cadenza allegra della risata di Alyssa.

Quella ragazza…lei è…troppo per te Joe! Ti ha detto bene una volta con Demi……

 


 

Mentre Joe scendeva dalla sua macchina, di ritorno dal servizio fotografico, si ricordò che Alyssa era ancora a casa sua intenta a lavorare.

A Joe venne la felice idea di farle uno scherzo. Tutti sulla faccia del pianeta Terra, particelle d’ossigeno e acari di polvere compresi, sono a conoscenza dell’amore che Joe prova nel fare scherzi alle persone.

Non aveva la minima idea di cosa avrebbe fatto però.

Improvviserò al momento! Sono un mostro in quello…

Aprì la porta e se la richiuse alle spalle con fare silenzioso; camminò di soppiatto fino alla porta della stanza nella quale Alyssa era solita mettersi a lavorare. Allungò il collo quel tanto da poter vedere ciò che Alyssa stesse facendo.

Non può essere vera…

Alyssa agli occhi di Joe apparve perfetta: era seduta sulla sedia girevole, aveva i capelli raccolti e bloccati da una matita, gli occhiali da vista per al fine di non far stancare i suoi occhi; il tavolo davanti a lei era ricoperto dai soliti innumerevoli fogli, eppure mentre era intenta a massacrare il tappetto della penna, i suoi occhi erano fissi sul monitor del computer.

 



Non era la prima volta che Joe trovava Alyssa a guardare video su internet che riguardassero lui e le sue precedenti fiamme, in particolare la sua storia con Demi Lovato; per Alyssa erano indiscutibilmente perfetti insieme, e lei l’aveva sempre ammesso senza farsi più di tanti problemi.

Ciò non toglieva però il fatto che lei fosse stanca di vivere la sua “storia” con Joe e allo stesso tempo dover combattere con i fantasmi di Demi che i giornalisti non smettevano di accostare a quello che ormai secondo loro era il “suo” ragazzo.

-Ancora video?- domandò Joe facendo il suo ingresso nella stanza con indosso ancora il suo giacchetto di pelle nera, -Già…- rispose lei con voce afflitta.

Più di una volta aveva provato a spiegargli il perché lo continuasse a fare, ma lui non riusciva a capire: ci provava, ma poi finiva sempre con il metterle le mani sulle spalle e ad accarezzarle il braccio e di conseguenza ad ottenere la resa di Alyssa.

-A volte mi chiedo se sia giusto che noi “stiamo insieme”- parlò lei senza voltarsi per guardare il viso di lui e rimanendo quindi con lo sguardo fisso al computer. Sapeva che se avesse anche solo per una frazione di secondo posato i suoi occhi in quelli di Joe, sarebbe crollata ogni cosa, ogni insicurezza, ogni dubbio, ogni…tutto!

-Sai quanto odio dovermi ripetere, però finisco sempre per fare un eccezione con te- ribatté lui, mettendosi a sedere vicino a lei e dandole un bacio sulla spalla scoperta.

Amo l’odore e il sapore della sua pelle

-Mi ricordo esattamente quando e come ci siamo conosciuti. Mi ricordo i tuoi occhi dentro i miei. Solo in quel momento ho capito per quale santissimo motivo mia madre mi abbia messo al mondo oltre a dover sopportare i miei fratelli e dover girare il mondo con loro-.

-Joe, non è questo che voglio sentirmi dire…- ammise lei con voce ferma.

Joe sospirò sapendo dove sarebbe andato a finire il suo discorso se non l’avesse fermata in tempo

-Per molte, sei la ragazza più fortunata della terra, ne sei consapevole vero?- provò a convincerla lui, sussurrandogli queste parole all’orecchio, provocandole  un brivido

-Ne sono consapevole tanto quanto tu sai che per me, non sono né i soldi, né il successo, né la bella casa, né la macchina costosa, né tanto meno essere “la ragazza” di Joe Jonas a fare la mia fortuna!- parlò veloce Alyssa senza prendere fiato e scandendo bene il nome del ragazzo che si trovava al suo fianco

-Ma………- continuò incalzante lui

-Lo sai……- sospirò lei

-Ma io voglio sentirtelo dire- concluse Joe con il suo solito sorriso assassino.

-Se sarò mai la ragazza più fortunata dell’intero pianeta- e disse queste parole virgolettandole con le dita,           -E’ perché il ragazzo che amo, deciderà di ricambiare i miei sentimenti con il suo amore- disse con voce convincente la ragazza, non dimostrando affatto i suoi vent’anni, ma dimostrandosi come sempre più matura.

Quanto vorrei poter esternare i miei sentimenti

-E tu sei fortunata?- le domandò Kevin Jonas facendo la sua entrata trionfale per mano con Danielle,

-Voi lo siete di sicuro!- disse la ragazza sorridendo alla coppia che per lei rappresentava l’apoteosi dell’amore.

Insomma, santo cielo e santi lumi, sono oggettivamente perfetti insieme, ti incantano qualunque cosa facciano e da qualunque angolazione li si guardi!

-Non lo so. Prova a chiederlo a tuo fratello…- affermò la ragazza con voce quasi rassegnata.

Oddio! Ma cosa ho fatto? Sono impazzita?

A quell’affermazione di Alyssa, seguì il silenzio. Si sentiva osservata. Era consapevole che tutti gli occhi delle persone presenti in quella stanza, erano puntati su di lei.

Più di tutti, poteva avvertire lo sguardo di Joe, ma ciò non le impedì comunque di rimanere con la testa china.

-Ciò vuol dire che mi ami?- le chiese Joe prendendole il viso fra le mani ed avvicinandolo pericolosamente al suo; la ragazza alzò le spalle in segno di resa e in un certo senso, ammettendo di amarlo senza però proferire parola.

A quel punto Kevin e Danielle, si resero conto di essere fuori luogo, o più semplicemente di essere arrivati nel posto sbagliato al momento sbagliato; perciò con movimenti impercettibili per le due sagome ancora vicine l’una all’altra tanto da poter sentire una il respiro dell’altro confondersi con il proprio, presero a camminare verso la porta.

-Dani, Kev! Aspettate…- li fermò Joe attirando la loro attenzione e facendoli voltare di nuovo verso di lui.

-Ehi fratellino, non mi sembra certo carino rimanere qui a……..- iniziò a parlare Kevin cercando di giustificare il perché se ne stessero andando senza salutare

Ma cosa sta blaterando?!

-Infatti non dovrete rimanere- gli rispose Joe, staccando per un nano-secondo i suoi occhi da quelli color topazio della ragazza, per poi tornarci e continuare a parlare

-Volevo solo farvi sapere che, la mia ragazza è la ragazza più fortunata dell’intero pianeta!-

Un sorriso si formò sui visi di Kevin e Danielle, che si girarono incamminandosi di nuovo verso la porta per concludere quello che avevano iniziato a fare prima che Joe li fermasse.

Non appena Joe sentì la porta chiudersi, si avvicinò al viso di Alyssa colmando quella distanza che a parer suo li aveva tenuti distanti per troppo tempo.

Le loro labbra finalmente dopo tanto desiderio si trovarono una sull’altra dando vita ad un dolce bacio

-Ti amo- sussurrò Joe non mollando la presa sulle labbra della ragazza che all’udire di quelle parole prese a baciarlo con più passione e trasporto.

Joe aspettava quel momento da troppo tempo e voleva che fosse tutto perfetto.

Lui voleva essere perfetto per lei!

Alyssa gli buttò le braccia al collo. Non oppose nessuna resistenza quando sentì la mano di lui prenderle le gambe per sollevarla dalla sedia avvicinandola al suo petto.

Non smise di baciarla per tutto il tragitto che li portò in camera; l’adagiò sul letto continuando a baciare quelle labbra desiderose di amore. Joe si allontanò da Alyssa giusto il tempo di sfilarsi la maglietta, poi fece di nuovo aderire il suo petto al corpo sinuoso di lei, rimpossessandosi delle sue labbra che sembrava gli fossero mancate come l’aria.

 



-Joe? Joe?-

Alyssa era in piedi e sventolava la sua mano davanti gli occhi di Joe che era appoggiato allo stipite della porta da quando era rientrato

-Ehi Joe!!- continuò ad insistere lei non ottenendo dei grandi risultati.

Decise allora di passare “alle maniere forti” e di cercare di farlo rinvenire da qualsiasi mondo lui si trovasse in quel momento.

Alyssa posò la sua mano calda sul viso di Joe, ripetendo di nuovo il suo nome.

A quel contatto, Joe rinvenne e scosse leggermente la testa.

Vide Alyssa come appariva realmente: con gli occhiali, la matita tra i capelli…… ma in piedi davanti a lui, e decisamente vestita rispetto a quella che stava immaginando lui.

-Tutto bene?- chiese premurosa la ragazza

-Si si, il servizio è andato alla grande- ribatté Joe speranzoso che il discorso si andasse ad affievolire sul nascere

-Sono contenta… però io intendevo se tu stai bene- rincarò la dose Alyssa

-Si…- mentì spudoratamente lui

Non direi! A quanto pare stavo solo sognando ad occhi aperti…

-Novità sul fronte lavorativo?- provò a domandare Joe. In qualche modo doveva pur dimostrare quello che aveva appena affermato. Doveva trovare una via di fuga. E il lavoro era un’ottima idea.

-Domani partiamo!- disse entusiasta Alyssa

-Ah si? E dove andiamo?- domandò il ragazzo con una finta voce incuriosita

-Mio caro, NEW YORK CITY ci aspetta!-

 

 

 


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Capitolo 14
*** XIV CAPITOLO ***


Buona Domenica a tuuuuttiiii!!
L'unica cosa che farò questa volta è ringraziarvi tutti, anche se continuano a recensire solo le mie adorate tre amichette...Però io vi ringrazio comunque!! -.-
Sarò stretta e concisa perchè il capitolo è un po tanto lunghetto, spero non vi annoiate!
Se invece vi piace recensite e venite a trovarmi sulla mia pagina di Facebook cliccando sul logo...
Un abbraccio e "Buona Lettura"


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XIV CAPITOLO

                                                                                          

 

Con un gesto che le venne automatico, Alyssa chiuse il libro che stava leggendo prima di addormentarsi e lo poggiò sul tavolino al centro del tappeto; poi si alzò dal divano non curante dell’orario che indicavano le lancette dell’orologio a pendolo.

Convinta che la luce le avrebbe dato fastidio agli occhi, si fece spazio a tastoni per il resto della casa fino alla porta della sua camera; si chiuse la porta alle spalle e si abbandonò sul letto, cadendo di nuovo nel sonno dal quale si era svegliata pochi minuti prima.

Il giorno seguente per lei sarebbe stato “il giorno”: quello che le sarebbe rimasto impresso per tutta la vita, quello senza iniziali maiuscole ma scritto tutto maiuscolo.

Si addormentò così: con un grande sorriso sul viso.

Quando si risvegliò all’alba del giorno seguente, il sorriso era sempre lì.

-New York…- sospirò  con la bocca ancora impastata. Si diresse in bagno, passando accanto alla valigia che aveva preparato il giorno prima, nonostante fosse stata quasi tutto il giorno a casa di Joe.

Proprio il giorno precedente, Joe era apparso così terribilmente strano, ed Alyssa non riusciva a capirne le ragioni.

Chi l’avrebbe mai detto che Alyssa la ragazza dal cuore di pietra, si potesse di nuovo preoccupare per qualcuno? Ma soprattutto nessuno, me stessa compresa, avrebbe mai potuto pensare che quel qualcuno potesse essere un ragazzo. Ah i misteri della vita…

 

 

-Benvenuti a New York City- parlò l’hostess non appena Alyssa e Joe misero piede nell’albergo più lussuoso che gli occhi di Alyssa avessero mai potuto immaginare di vedere un giorno

-Benvenuta in paradiso sarebbe suonato meglio alle mie orecchie- sussurrò Alyssa voltandosi verso Joe con il quale si scambiò uno sguardo di complicità.

 

La Grande Mela! Dio mio! Suona molto come una città di business, economia e soldi, ma…..

-Pianeta Terra chiama Alyssa!- borbottò Joe con le braccia conserte

-Si? Mi stavi dicendo qualcosa?- farfugliò la ragazza con gli occhi che le brillavano puntati verso l’orizzonte fatto di persone e tanto caos

-Più o meno…Si può sapere a cosa stavi pensando di così tanto importante?- parlò Joe con una voce che era un misto tra il curioso, il simpatico e il seriamente preoccupato.

-Se si sta ad ascoltarla si riescono a sentire i romantici stili di vita, il profumo della vita frenetica, vivace, arrivista, rumorosa e ottimista…- sospirò la ragazza, dando ritmo a questa frase ciondolando la testa da una parte all’altra e prendendo a braccetto Joe al suo fianco

-Chi? Cosa? Che stai dicendo Aly?- ribatté prontamente lui non riuscendo seriamente a seguire il discorso dell’amica

-New York! Joe possibile che non lo vedi? Qui ogni cosa è enorme, imponente e perfetta! I grattacieli sono infiniti, i locali, i negozi, i ristoranti, i club, i loft, i magazzini, i centri commerciali: qui tutto è immensamente perfetto!-

Posso dirle -Proprio come te-? Ok no!

-Già, qui ci si sente come si sente un bambino in un negozio di giocattoli a Natale: ci si rende conto ogni volta di essere in un posto speciale- si limitò a rispondere

-Hai detto una cosa estremamente giusta, ma ora ti prego ritorna il vecchio pazzo Joe! Quello che ha detto questa frase così seria mi inquieta…- rispose Alyssa dandogli una spallata.

Lui di rimando invece la prese sotto l’ala delle sue braccia; per un attimo lei sembrò stare alla situazione poi con facilità e forse un pizzico di dispiacere, si liberò di quell’amorevole braccio sulle spalle

-I paparazzi Joe..i paparazzi…- sussurrò Alyssa

-Giusto, i paparazzi. Come farei io senza di te?- mentì lui, non nascondendo comunque il dispiacere per quell’allontanamento.

La loro meta era vicina. Per quella mattina c’era in programma una semplice intervista in una radio locale.

-A volte mi domando come sarebbe la mia vita se non fossi famoso…- pensò ad alta voce Joe

-Beh probabilmente non avresti molte cose che invece oggi possiedi- rispose francamente Alyssa

-Si, ma forse sarei riuscito ad ottenerne altre che desidero ma che invece non posso avere…- sospirò lui, della serie “a buon intenditor poche parole”

 

Cosa avrà voluto dire con quella frase?!

Questo era il pensiero ricorrente nella testa di Alyssa mentre percorreva la strada per andare a trovare una sua collega che lavorava lì a New York. Era ormai inutile continuare a sostenere che Alyssa non fosse interessata a Joe, aveva tutto ciò che la faceva star bene e con questo non si intendono i soldi ma ben altro.

Entrò nell’edificio in cui lavorava la sua amica con quella consapevolezza sulle spalle.

Consapevolezza che durò finché non vide in una stanza ciò che la sua testa non aveva non aveva assolutamente messo in preventivo

La mia amica Hope e… ma è davvero lei?

-Posso?- chiese con voce tremante Alyssa non sapendo se stesse disturbando qualcosa di serio

-Alyssa! Ma che sorpresa!- l’abbracciò Hope in un sincero abbraccio. Era davvero sorpresa di rivederla.

-Lei è…- iniziò a parlare di nuovo l’amica, ma Alyssa l’anticipò -So chi è…chi non lo sa?!- parlò imbarazzata.

-Piacere Demi!- sorrise dolcemente la ragazza dall’imbarazzante bellezza davanti a lei.

-Alyssa…-

Demi. Demi-Lovato. Lei è qui. Lui è lì. E io? Beh, la mia amica si chiamerà anche Hope, ma io la mia di speranza l’ho appena persa. Io in confronto a lei sono una barzelletta riuscita male

Le tre ragazze iniziarono a parlare, come se si conoscessero da sempre: Demi si dimostrò disponibilissima e molto alla mano. Alyssa naturalmente non tirò assolutamente in ballo il fatto che lavorasse per Joe, anche perché avrebbe alzato solo un grande ed inutile polverone.

-Dobbiamo andare- la voce del bodyguard di Demi si insinuò fra quello delle tre ragazze troppo prese a parlare per pensare agli impegni. Demi salutò Hope ed Alyssa con un caloroso abbraccio e promise a quest’ultima che si sarebbero sentite presto e, perché no anche andate a fare un giro insieme. Alyssa allo stesso tempo, era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto dirle che lavorava per il suo ex migliore amico, ma cosa più ostica, per il suo ex fidanzato Joe Jonas.

Lo farò….

-Allora, qualche news che potrebbe interessarmi?- chiese Alyssa alla ragazza rimasta al suo fianco

-Dipende per chi stai lavorando…- constatò Hope

-Un pezzo grosso…- tagliò corto

-Grosso quanto……-

-Grosso quanto un Joe Jonas!- confessò alla fine Alyssa.

Vorrei tanto girarmi e trovare una vanga per iniziare a scavarmi la fossa nella quale buttarmi

Hope sbarrò gli occhi -E Demi era qui e tu non le hai detto niente!-

Questa volta gli occhi li sgranò Alyssa “Cosa devo dirgli? -Non le ho detto niente perché ho la sensazione che provi qualcosa di più per il suo ex ragazzo- neanche sotto tortura! Starò anche riacquistando la capacità di provare dei sentimenti, ma c’è un limite a tutto! Ma cosa mi prende?

-E’ solo che non mi sembrava il caso di tirarlo in ballo per poi magari crearle qualche imbarazzo- si giustificò infine Alyssa

-Comunque, gira voce che la “Principessa del Pop”  voglia fare un tour per il suo prossimo album in uscita- sputò il rospo la sua collega

-E…….?- la esortò a continuare Alyssa

-Arriva alla conclusione da sola- concluse il discorso Hope

Si formò un sorriso furbo sul viso di Alyssa che fece capire alla ragazza con lei che avesse capito in pieno  cosa stesse insinuando precedentemente riguardo il suo lavoro.

L’iphone di Alyssa vibrò. Lo estrasse dalla borsa e lesse il messaggio che le era arrivato.

 

Dove sei? Ti sto aspettando!

 

Era Joe.

Doveva trovare una scusa per giustificare il suo ritardo. Decise allora furbamente di nascondersi dietro un semplice e diretto messaggio.

 

Lavori in corso. Ci vediamo in albergo dopo.

 

Ora: Alyssa sapeva bene che dietro quella faccia da sbruffone Joe fosse intelligente, ma da lì ad arrivare a pensare che potesse capire cosa volesse dire quel messaggio, ce ne passava  di acqua sotto i ponti.

-Joe ha finito l’intervista. Devo andare. Spero di tornare a trovarti presto. E grazie per l’aiuto- Alyssa si congedò da Hope stringendola in un sincero abbraccio amichevole.

 

 

Non appena Alyssa mise piede fuori da quell’edificio, si avviò verso l’albergo; nel frattempo iniziò a lavorare come aveva progettato di fare nei minuti precedenti.

Chiamò immediatamente la sua agenzia a Casa Grande e chiese di trovare il numero per poter contattare il manager di Britney. Come sempre furono efficientissimi e in una decina di minuti, il numero che aveva richiesto era nelle sue mani.

Non perse tempo e lo chiamò subito. La voce dall’altra parte del telefono era profonda, poteva incutere paura tanto quanto poteva infondere sicurezza e tranquillità come nel suo caso.

Alyssa gli spiegò ciò che aveva saputo e gli fece la sua proposta.

-Ti richiamo io non appena so qualcosa!- fu la risposta del manager.

Insomma perché mai non dovrebbe accettare? So fare il mio lavoro, so quanto vale lui e so che funzionerà

 

 

-Dove sei stata?- chiese Joe curioso non appena vide apparire la figura di Alyssa da dietro la porta

-No, la domanda è un’altra: cosa ci fai tu in camera mia?- constatò Alyssa

-Ti stavo aspettando! Ora torniamo alla mia domanda: dove sei stata?- domandò di nuovo il ragazzo sdraiandosi comodamente sul letto.

Si, prego Joe, fai come se stessi in camera tua… infondo questa non è mica camera mia. Figurati…

Lo sguardo di Alyssa era un mix tra quello di un serial killer dei film più paurosi e quello di una ragazza che per la prima volta rivede dopo tanto tempo il ragazzo che le piace.

Poco importa se quel tanto tempo infondo sono solo poche ore.

-A trovare una collega- raccontò Alyssa mettendosi anche lei sul letto.

-Stai saltando la parte dei “lavori in corso”- farfugliò di nuovo lui.

-Se si chiamano “in corso” ci sarà un motivo… fattene una ragione mio caro- lo prese in giro lei.

Mi sta nascondendo qualcosa! Come si dice? Ah si, gli occhi sono lo specchio dell’anima

Ormai fra quei due ragazzi si era instaurata un’ottima complicità e, per il lavoro che dovevano fare insieme visto che questo richiede molta convivenza,  è un’ottima cosa.

-A te l’intervista come è andata?- si interessò poi Alyssa

-Semaforo giallo…rallentare…pericolo!- la voce di Joe non fece in tempo a finire quella frase che un cuscino arrivò in piena faccia ad Alyssa.

Lei fulminò Joe con uno sguardo, -Questo non dovevi farlo!-

Iniziarono una lotta tra cuscinate e solletico. Era da una vita che Alyssa non si divertiva così.

E per divertirsi non intendeva uscire con Elenoir e farsi un bicchierino di troppo convinta che l’avrebbe aiutata ad alleviare il dolore per la mancanza dei suoi genitori.

Come ormai era solito fare, l’Iphone di Alyssa prese  a squillare nei momenti meno opportuni.

-Pronto?- rispose lei con il fiatone, mettendosi in ginocchio sul bordo del letto.

Questa giuro che gliela faccio pagare!

-Abbiamo sentito i file che ci hai inviato…- continuava a parlare la voce dall’altra parte

Alyssa si limitava ad annuire e sorridere, mentre Joe si mise comodo con le braccia sotto la nuca. Vederlo così faceva molto “ma-che-bello-crogiolarsi-al-sole-mentre-tu-lavori-per-me”.

 

-Ciao…- sospirò Alyssa sentendo cambiare la voce dall’altra parte del telefono e riconoscendola all’istante

Visto come ha detto il ciao, sta parlando con un ragazzo….ed anche molto bello…

Vista l’espressione che si formò sul viso di Alyssa, qualcosa cambiò in quella telefonata che sembrava non volesse terminare più

“Abbiamo comunque un conto in sospeso: se non è oggi, è domani, ma tanto lo massacro lo stesso”

-Davvero?! Grazie! Grazie mille! Non so davvero cosa dire, sono senza parole! Per me è un sogno e sono sicura che anche per lui lo sarà. Certo per qualsiasi cosa contattate me. Vi ringrazio ancora! Ciao…ciao…-

Alyssa posò l’Iphone  e si voltò a guardare Joe e l’espressione contorta che aveva tatuata in faccia.

-Come si chiama?- domandò Joe

Come se mi interessasse davvero! Io voglio solo sapere cosa vuole da lei…

-Jason…- rispose seriamente lei non lasciando trapelare nulla dal suo viso

-E quando l’hai conosciuto?- rincarò la dose Joe

Credo sia geloso…voglio proprio vedere fino a dove arriva

-Prima…- blaterò lei cercando di non scoppiare a ridere

-Quindi la collega era un collega- pronunciò quella frase Joe accentuando il finale

A quel punto Alyssa non riuscì più a trattenersi e cominciò a ridere di gusto. Joe non tolse in alcun modo il muso che aveva messo su durante quel discorso.

-No! Sei fuori strada, anzi sei completamente fuori di testa! La collega esiste e si chiama Hope! Lui l’ho conosciuto dopo, mentre tornavo qui-

Voglio divertirmi ancora un po’

-E  tu dai il tuo numero di telefono al primo che capita!- borbottò Joe alzandosi in piedi.

Il nervoso iniziava ad avere il sopravvento su Joe, allora Alyssa decise di tagliare corto.

-Sai quel’è una delle cose che mi piace di più fare nella vita? Fare dei favori a delle persone per poi sapere che mi sono grate!- cercò di spiegare Alyssa

-E quindi? Questo cosa centra con me?- chiese Joe stizzito

-E quindi ora tu vieni qui, mi abbracci e mi dici minimo grazie, perché il Jason al telefono era Jason Trawick. Sentirai molto parlare di lui e soprattutto avrai molto a che fare con lui visto che è il manager di Britney Spears e che tu aprirai i suoi  concerti per il suo prossimo tour!-

Joe all’udire ciò decise di non proferire parola ma di limitarsi ad agire: saltò sul letto ed abbracciò Alyssa.

 

D'improvviso in determinate situazioni, le parole non servono più.

Quello era il loro momento: quei due dolci ragazzi, si ritrovarono timidi e imbarazzati uno nelle braccia dell’altra , innocenti e consapevolmente inconsapevoli di cosa provavo l’uno per l’altro.

Inizialmente provarono una strana sensazione, poi tutto divenne il Paradiso!


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Capitolo 15
*** XV CAPITOLO ***


Salveeeeeee!!
Eccomi qui pronta a postare il XV capitolo!! Non avrei mai pensato di arrivare fino a questo punto... ;-)
Non so quanto manchi alla fine dell'ff, ma so che questo capitolo non mi entusiasmi più di tanto...ma sono stata comunque costretta a scriverlo! Ero obbligata a farlo...Leggete e capirete il perchè :D
Quindi un abbraccio e "Buona Lettura"


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XV CAPITOLO

 

 

Alyssa nel giorno del suo compleanno si svegliò con la luna storta: odiava quel giorno perché non era solo il giorno del suo compleanno, ma anche l’anniversario della morte dei suoi genitori.

Era ormai il terzo compleanno senza di loro e di conseguenza sarebbe stato il terzo compleanno che non avrebbe festeggiato.

Afferrò il cellulare da sotto il cuscino e vi posò sopra i suoi occhi.

Due messaggi.

Non c’è neanche bisogno di leggerli per sapere che sono di Elenoir e Joe

E così era: un messaggio di auguri di Elenoir che scriveva anche che le sarebbe piaciuto essere lì con lei in quel giorno, e un messaggio da Joe che oltre ad augurarle “buon compleanno” l’avvisava anche che sarebbe arrivato da un momento all’altro.

Fu quello l’unico motivo per cui si alzò dal letto. Joe stava arrivando e lei era ancora in pigiama.

Non fece comunque in tempo a farsi la doccia e vestirsi.

Joe suonò il campanello di casa e quando Alyssa andò ad aprire, i suoi occhi videro solo un grosso mazzo di orchidee.

Posso odiarlo comunque nonostante in questo momento sia terribilmente dolce?

-Buon compleanno!- urlò entusiasta il ragazzo facendosi spazio per entrare.

-Grazie…ma non urlare- lo fermò subito lei.

-Qui qualcuno si è svegliato male…- constatò a quel punto il ragazzo, che subito si preoccupò di continuare a parlare -ma ora  ci penso io a tirarti su di morale!-

Dalla busta con il quale era entrato,  tirò fuori un muffin con sopra una candelina. L’accese e invitò Alyssa ad esprimere un desiderio.

Cosa dovrei mai esprimere? Cavolate!

Soffiò sulla candelina e sorrise bluffando di essere contenta.

-Grazie- spiaccicò lei aprendo impercettibilmente le labbra

-Prego. E stasera si va a cena fuori- farfugliò lui.

L’espressione sul viso di Alyssa non lasciava trasparire nulla di buono.

-Io……- provò a trovare una scusa

-Per favore…- parlò ancora Joe facendo gli occhi più dolci che riuscì a fare.

-E va bene…..- accettò alla fine.

Glielo devo……

-Ti passo a prendere stasera- tagliò corto Joe, stampando un bacio sulla guancia ad Alyssa e chiudendosi la porta alle spalle.

Alyssa rimase in piedi impalata per qualche istante, poi rinsavì e tornò a fare quello che stava facendo prima che arrivasse Joe.

Un po’ di sano relax…

Si infilò sotto la doccia e lasciò che l’acqua calda le scivolasse su ogni suo lembo di pelle.

Non poté fare altrimenti neanche con le lacrime che impetuose, una dietro l’altra le rigarono il viso.

Mamma, papà… Dio quanto mi mancate!

 

 

Leggings neri, una lunga canottiera dorata e scarpe dello stesso colore.

Per una cena tra amici sarebbe andata più che bene.

E se mi dovesse portare in un posto elegante?

Alyssa ignorò i suoi pensieri e si vestì. Il risultato non fu malvagio, ma si sa: non è l’abito che fa il monaco.

Joe suonò il clacson. Prima di uscire di casa, Alyssa si guardò un’ultima volta allo specchio e poi uscì di casa.

-Spero non sia una serata elegante- esordì Alyssa entrando nell’auto

-Niente serata elegante promesso- parlò Joe convinto.

Mise in moto la macchina e partì. Di tanto in tanto le lanciava delle occhiate per vedere che espressione assumesse il suo viso. Era rilassato all’apparenza.

A quanto pare sono un genio del bluff!

 

 

-Siamo arrivati- fermò la macchina Joe.

Fece il giro della macchina e le aprì la portiera aiutandola a scendere. Con sorpresa di Alyssa, la bendò.

La prese per mano e l’accompagnò verso il luogo a lei ignoto.

-Dove stiamo andando?- chiese Alyssa curiosa e più che altro preoccupata.

Joe non proferì parola.

Alyssa riconobbe le mani che le accarezzarono le spalle per sbendarla. Provò un brivido a quel contatto.

Quando finalmente i suoi occhi si riappropriarono della luce, Alyssa poté scorgere fra le figure in piedi di fronte a lei la sua migliore amica Elenoir.

Si catapultò fra le sue braccia.

Le sussurrò qualcosa senza senso dell’orecchio mentre continuava a stringerla più forte che poteva. Probabilmente solo loro due potevano comprendere il significato e il valore di quell’abbraccio.

-Dovresti andare ad abbracciare Joe: è lui che ha organizzato tutto-

Alyssa mosse impercettibilmente la testa su e giù in segno di assenso.

Poi come le era stato suggerito dall’amica tornò da Joe e affondò il viso nel suo collo. Respirò il profumo della tua pelle, rimanendone inebriata. Se non fosse stato per la situazione e per il fatto che in quella stanza ci fossero altre persone, probabilmente sarebbe rimasta volentieri così per altro tempo.

-Grazie- sospirò Alyssa facendo perdere un battito a Joe.

-Ho provato a cercare i tuoi genitori, ma non sono riuscito a rintracciarli- aggiunse lui

La voce di Joe raggiunse Alyssa che rimase impietrita.

La bocca rimase serrata e gli occhi sbarrati. Da quel momento in poi ci misero poco a riempirsi di lacrime.

Gli attimi successivi per Alyssa diventarono una corsa; lasciò così Joe in piedi al centro della sala che aveva affittato e addobbato da solo per quell’occasione.

 

 

La figura seduta di Alyssa era ben riconoscibile sotto la luce del lampione. Joe la raggiunse silenziosamente; l’ultima cosa che voleva in quel momento era farla scappare di nuovo.

-Posso?- chiese il ragazzo con voce dolce. Alyssa si limitò di nuovo ad annuire con la testa.

Joe si mise vicino a lei e prese fra le sue mani quelle di Alyssa che non si tirò indietro a quel contatto, se pur minimo.

-Mi dispiace, è tutta colpa mia- esordì la ragazza con a testa china e la voce tremante. Probabilmente stava ancora piangendo.

-No, è colpa mia, avrei dovuto avvisarti della festa- ribatté invece Joe.

Alyssa alzò il viso rigato dalle lacrime. Liberò una sua mano dalla stretta di Joe e posò il suo indice sulle labbra del ragazzo di fianco a lei.

-Ora non interrompermi e fammi parlare- parlò la ragazza.

Joe con delicatezza le asciugò le lacrime e poi si riappropriò delle mani di Alyssa, pronto a lasciarla parlare come gli aveva gentilmente chiesto.

-C’è una cosa che non ti ho mai detto- prese fiato, e poi continuò -C’è un motivo se all’inizio ero dura con te e ti trattavo male. I miei genitori sono morti in un incidente stradale proprio nel giorno del mio compleanno di tre anni fa. Da quel giorno ho sempre fatto fatica a rapportarmi con qualcuno che non fosse Elenoir-

Da lì divenne tutto un racconto di quel giorno, di quella maledetta notte, finché la voce non le morì in gola ed Alyssa riprese a singhiozzare.

Si era liberata di un grosso peso, ma ora non sapeva se era pronta a rispondere a qualsiasi domanda Joe le avesse posto.

A quel punto Joe non sapendo bene cosa dire, decise di abbracciarla forte e aspettare che smettesse di piangere. In silenzio. Voleva aspettare che si calmasse. Voleva farle capire che lui era lì con lei e che non l’avrebbe lasciata. I minuti passarono ed Alyssa si calmò. Alzò gli occhi posandoli sul viso di Joe che al chiaro di luna gli parve perfetto. O forse lo era realmente ma si era sempre imposta di guardarlo con occhi diversi.

-Ti riaccompagno a casa ok?- fu l’unica cosa che uscì dalla bocca di Joe.

Durante tutto il viaggio di ritorno a casa non uscì un fiato. Il silenzio regnò sovrano fin sotto il portico di casa di Alyssa.

-Grazie- esordì la ragazza. Era sincera e provata, e questo Joe lo percepiva.

-Grazie a te per avermi detto la verità- rispose sincero lui.

Questa volta furono gli occhi di Joe a diventare lucidi.

Alyssa gli sorrise -Tu meritavi di sapere la verità-

-Perché io si e gli altri no?- gli chiese a quel punto Joe in tutta franchezza.

Alyssa consapevole che quella chiacchierata sarebbe andata per le lunghe, lo invitò ad entrare in casa.

-C’è un giorno nella vita di tutti gli esseri umani che viene una volta l’anno: il giorno del proprio compleanno! Sin da quando siamo piccoli, sappiamo che quello è il giorno in cui tutto può succedere. Il giorno in cui si vuole che tutto accada. Ogni anno si esprimono desideri e ci si augura che prima o poi si avverino.

La gente, anche chi ti ha visto una sola volta, ti augura tutto il bene del mondo e tanta felicità.

Ma cos’è davvero la felicità, Joe? Per me è sempre stata una vera e propria utopia, un’aspettativa, la speranza di essere pienamente appagata un giorno, il potermi sentire realizzata; ma il potermi sentire realizzata, come anche la felicità, l’ho sempre ritenuta un stato morale soggettivo. Nella vita di tutti, e nella mia probabilmente più di chiunque altro, regna l’insicurezza che è la nemica più assoluta della felicità. Si vuole sempre il massimo nella vita e non si apprezza ciò che si ha nella realtà. Magari quella che noi chiamiamo felicità e che cerchiamo nelle grandi cose, la potremmo trovare nelle piccole cose di tutti i giorni; ma c’è anche gente che fa il contrario e che si accontenta di quello che ha.

Essere felici è senza alcun dubbio per tutti, uno degli obiettivi che ci si prefissa nella vita, ma che ci piaccia o no, è anche una delle cose più difficili da ottenere. Quella che in un determinato momento chiamiamo felicità, in realtà non lo è: è una serenità che abbiamo ottenuto o che ci è stata concessa in merito ad uno dei nostri desideri esauditi. La felicità dura giusto il tempo di vantarsi con gli altri per quello che si è ottenuto, poi allo svanire di quella magia svanisce anche la felicità, trasformandosi in un bel ricordo.

Joe, io tre anni fa ho insistito affinché i miei mi portassero a festeggiare fuori casa, volevo di più di quello che mi avevano sempre dato nei compleanni. Se mi fossi accontentata e fossi rimasta a casa ora sarebbero vivi e potrei avere ciò che oggi purtroppo non ho più: dei bei ricordi e dei genitori ancora in vita…-

-Aly non è stata colpa tua- parlò Joe impressionato dalle parole che la ragazza aveva pronunciato

-Joe, sarà anche come dici tu, ma io da quel giorno non ho più saputo che forma avesse la felicità. Almeno finché non sei arrivato tu e mi hai fatto sorridere di nuovo. Per questo meriti di sapere la verità: sento di potermi fidare di te!-

Quando Alyssa vide i suoi occhi riflessi negli occhi di Joe, capì che qualcosa in lei era cambiato: lei stessa! E la sua vita con lei…





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Allooooooora?? Vi è piaciuto?? Ha senso, non ha senso, avete avuto voglia di andare al bagno invece di continuare a leggere??
Fatemi sapere che ne pensate...
Ringrazio comunque tutti quelli che recensiscono, che leggono e non recensiscono, che mi seguono, chi mi ha tra i preferiti, tutti insomma...
Ah ne approfitto per invitarvi a venirmi a trovare sulla mia pagina facebook... basta cliccare sul logo all'inizio della pagina! ;)

E poi volevo augurare buon viaggio al mio macaco del cuore che parte per due settimane e mi mancherà tantissimo!! *________*

Ok ora vado. Ciao. Vi adoro.




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Capitolo 16
*** XVI CAPITOLO ***


Sono viva, sono viva....
Ho avuto solo una crisi, il così detto "blocco dello scrittore" (?)
Cavolate a parte, ecco il capitolo più lungo che abbia mai scritto...
Le mie amiche è dal primo capitolo circa che mi chiedono il bisbocciamento...io sono andata un po oltre...tanto oltre!!
ahahahahah mi sono divertita a scriverlo...la mia fantasia ha volato parecchio e non vi nego che vorrei essere al posto di Alyssa!
Ok vi lascio...spero di farmi venire in fretta qualche idea per il prossimo capitolo...
Buon Natale fatto e Buon Anno nuovo che verrà!!
Bacioni e passate dalla mia pagina facebook cliccando sul solito logo!!
Ora me ne vado davvero...
Un abbraccio e "Buona Lettura"

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Questo capitolo è dedicato alle mie tre amiche
Eleonora, Daniela e Soriana
che hanno sempre creduto in me,
incoraggiandomi a scrivere ancora.
Vi Amo!!


XVI CAPITOLO

 

 

Era la prima volta che Alyssa metteva piede a Chicago e tra qualche ora sarebbe stata la prima volta che Joe si sarebbe esibito da solo da quando aveva intrapreso la carriera di cantante con i suoi fratelli.

Entrambi i ragazzi stavano vivendo in un certo senso la loro prima volta per qualcosa.

-Cinque minuti di pausa- sentì pronunciare quelle parole in lontananza Alyssa.

Fra le prime volte da sottoscrivere vi era anche la prima volta di Alyssa su un palcoscenico, che fosse anche solo per le prove di Joe.

-E’ enorme qui- esclamò Alyssa mettendo piede sul palco

-E quando c’è la gente sembra ancora più grande….e mette paura- ammise un Joe leggermente sudato.

-Non a te, è il tuo lavoro…- ribatté Alyssa facendo un altro passo verso di Joe, come se lo stesse sfidando.

-Come a te mettono paura gli aerei?- l’atterrò alla fine Joe.

Questo è un colpo basso!

-Questo è un colpo bassissimo!- precisò Alyssa dando fiato ai suoi pensieri.

-Siamo amici…e fra amici si fa la guerra!- l’attirò a sé Joe, bloccandola in un abbraccio.

Già, amici…” si rassegnò a quell’idea Alyssa sentendo le parole di Joe.

Ma quali amci e amici…dovrei iniziare a dire meno frottole!

I loro corpi erano tutto un brivido, due campi magnetici viventi. Se solo loro ne fossero stati a conoscenza.

-Ma potresti sempre lasciare il tuo lavoro pieno di aerei e iniziare a cantare- suggerì Joe, porgendo il microfono ad Alyssa inerme davanti a lui.

Come se fare concerti non comportasse prendere gli aerei

-Scusa tu non ti sposti prendendo gli aerei? Ah, no giusto, tu cambi città strisciando sui gomiti…- lo prese in giro Alyssa.

-Joe, riprendiamo?- chiese un ragazzo muscoloso tornando sul palco con un asciugamano intorno al collo.

Joe annuì scuotendo la testa. Poi si allungò verso Alyssa e le lasciò un bacio sulla sua guancia rosata.

 

 

-Questa è la tua notte!- esordì Alyssa facendo il suo ingresso sul retro del palco.

-La notte è giovane!- ribatté Joe agitato. Continuava a camminare avanti e indietro. Alyssa rimase perplessa da quella frase. Le si poteva chiaramente vedere un punto interrogativo sul viso.

-Non so perché l’ho detto…E’ stata la prima cosa che mi è venuta in mente- continuò a farfugliare Joe           -Come inizia la canzone?- domandò, girandosi di scatto verso il corista poco distante da lui.

-Ma che ne dici di calmarti?- chiese con un filo di voce Alyssa, ma niente da fare, Joe non aveva intenzione di fermarsi, sembrava non aver afferrato il concetto del doversi calmare.

Poi d'un tratto Alyssa si sentì afferrare per il polso: Joe la tirò verso di sé, si sistemò meglio sul bracciolo del divano e la fece appoggiare al suo corpo. Passò un braccio attorno ai fianchi della ragazza stringendola, con la mano libera le spostò i capelli che le ricadevano sul viso portandoli dietro l'orecchio; sfiorò ancora una volta il suo viso, e senza pensarci più di tanto, Alyssa lo nascose sulla sua spalla, all’incavo del collo. Non smise di carezzarle i capelli. Sembrava fosse il suo antistress preferito al momento.

Che strana sensazione...Eppure, mi sento così al sicuro fra queste braccia.

L'adrenalina era padrona di loro: erano circondati da persone che si muovevano senza mai stancarsi, e l'euforia aumentava sempre di più.

-Joe! E’ ora!- disse l’uomo con indosso il più alto numero di auricolari mai esistito sulla terra.

Joe guardò inerme Alyssa che gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise. Poi abbassò la testa e salì le scale che lo separavano da quella bolgia di fans che aspettavano da fin troppo tempo quel momento.

Alyssa staccò quasi il cervello abbandonandosi alla musica.

 

 

In quel momento Joe stava cantando “See No More”: era il suo singolo d'esordio, eppure in scaletta era l’ultima canzone.

Ciò vuol dire che ha finito e sta per tornare da me!

Neanche il tempo di finire di formulare quel pensiero, che un Joe sudato ed entusiasta stava scendendo le scale. Aveva un sorriso stampato in faccia che avrebbe potuto illuminare l’intero palco in cui si era appena esibito. Folla compresa.

Quegli occhi scuri mi inchiodano, come fa? Mi chiedo come faccia a capire sempre quale sia la cosa giusta da fare con me. Mi perdo a pensare a tutte le volte in cui da quando lo conosco ho tentato di stargli lontana, finiva sempre allo stesso modo: di nuovo insieme; come amici, ma pur sempre insieme. Ora che le cose procedono per il meglio senza alzate di testa da parte mia, non è cambiato nulla, abbiamo entrambi bisogno l’uno dell’altro. Eppure di solito, i problemi tra di noi si sono sempre risolti in un modo o nell’altro, e spesso io ho fatto ben poco…

Senza dir nulla Alyssa si avvicinò a lui appoggiandosi alla sua spalla, ed un secondo dopo il braccio di Joe le stava circondando le spalle stringendola forte.

Restarono per un po’ così, lasciandosi cullare da quell’abbraccio che li avvolgeva dolcemente.

Continuarono a guardarsi per un po’ perdendosi nei tratti l’uno dell’altra.

Non posso, devo reprimere quest'istinto di attirarlo a me e baciarlo davanti a tutti!

-Dovresti andare dagli altri, vorranno complimentarsi con te: sei stato davvero grande!- cercò di allontanarlo Alyssa.

Lui a quanto pare, sembrò darle retta: la lasciò lì ai piedi della scala di ferro immersa nei suoi pensieri.

Lo vide girare la stanza, stringere mani e abbracciare persone che lei non conosceva ma che lui sembrava conoscesse. Con alcuni si fermò addirittura a parlare per qualche minuto.

L’Iphone di Alyssa vibrò: lo prese dalla tasca del jeans e i suoi occhi catturarono immediatamente la scritta “un messaggio non letto” sul display.

Lo aprì curiosa di sapere chi fosse. Rimase sorpresa e a bocca aperta: Demi le aveva appena mandato un messaggio. Rispose velocemente per paura che Joe potesse accorgersi di qualcosa.

Avrebbe dovuto dirglielo ma, la verità era che aveva una tremenda paura di perdere Joe una volta per tutte.

-Tutto bene?-

Alyssa sentì il viso di Joe poggiarsi sulla sua spalla, sobbalzò voltandosi verso di lui, trovandosi a pochi centimetri dal suo viso. Fissò i suoi occhi per pochi secondi che sembrarono un'eternità, poi tornò a guardare la gente andare via e il palco ormai spento, ma la sua mano la costrinse a tornare nella posizione appena lasciata.

In un secondo le labbra di Joe furono su quelle di Alyssa. Si lasciarono totalmente andare a quel contatto, dando vita ad una danza dolcissima, desiderata, cercata.

Le mani di Joe circondarono il suo viso, le sue labbra morbide non abbandonano quelle di Alyssa che aveva il cuore che le stava per scoppiare. Cinse il collo di Joe con le sue braccia. Joe le cinse i fianchi con le sue mani, avvicinò ancora di più il suo corpo a quello della ragazza e in un nanosecondo tutto accade.

Le sue labbra morbide sfiorano quelle di Alyssa. Un contatto leggero, dolce, breve. Allontanarono i loro visi ma rimasero vicini al punto tale da poter sentire il respiro dell’altro morire sulle proprie labbra.

Alyssa non sapeva cosa fare. O forse si. Si avvicinò e iniziò di nuovo a baciarlo: un bacio, un sol boccone di quelle fantastiche labbra. Un bacio estremo, quasi eterno. Lei morse il suo labbro, come a voler cercare un appiglio d'amore. Aprì gli occhi come a voler cercare qualcosa da amare. Ma a quanto pare lo stava già facendo.

Cosa può mai lasciarmi senza fiato, e farmi tremare le gambe? Una passione che non ho mai conosciuto. Ecco cos’è! E non so quanto tempo durerà, ma non mi interessa. Vedo i miei occhi nei suoi occhi, e  ammetto di essere imbarazzata come non lo sono mai stata, ma non riesco a non perdermi in quello sguardo così magnetico…C'è da dire qualcosa?Quali parole dovrei usare adesso?

Cominciarono a formarsi mille pensieri nella testa di Alyssa: e se fosse tutto un errore? Se si fosse solo lasciato prendere dalla situazione?

Non sapeva come dare vita ai suoi pensieri. Non riusciva a parlare. Le mani e le gambe le tremavano.

Joe sembrava avesse capito tutto dato che strinse Alyssa ancora di più a sé. La guardò negli occhi: quegli occhi sinceri, puliti, limpidi.

-Non è un sogno questa volta...- sospirò Joe.

Non ho la minima idea di cosa stia parlando...

Non posso crederci di averlo fatto sul serio! Non riesco a fare altro se non appropriarmi di quelle labbra calde che per troppo tempo ho desiderato e troppo a lungo ho dovuto resistere. Adesso basta, sono mie...e saranno mie…

 

 

Strane sensazioni pervadevano Alyssa, le sembrava di poter toccare il cielo con un dito. Essere lì insieme a Joe, mano nella mano, la faceva stare bene.

Un secondo dopo ripresero a camminare e il ragazzo le avvolse le spalle con il suo braccio attirandola ancora di più a sé. Corpo a corpo, fianco a fianco ed i loro cuori di nuovo fecero una capriola.

Il concerto finito, Alyssa e Joe, così abbracciati, stretti come non mai, ritornarono in macchina pronti a raggiungere l'albergo per passare la notte.

 

 

Quando aprì gli occhi, Joe capì che tutto ciò che aveva fatto la sera prima non era sbagliato.

-Hai dormito bene?- domandò lui con un filo di voce impercettibile per chiunque, ma non per quella ragazza dai capelli lisci come la seta sdraiata sul suo petto, -Ammetto che ho preferito restare a guardarti- le rispose lei con un sorriso dolce; sentì le sue guance prendere colore, così con la scusa di volersi togliere i capelli dal viso, lo coprì un po’ per quanto le fu possibile.

-Riguardo a ieri sera…..- iniziò a parlare lei, ma lui prontamente la fermò poggiandole un dito sulle labbra morbide.

Già, la sera trascorsa con lui, la notte più bella della mia vita probabilmente.

Erano saliti in camera che erano stanchi ma contenti. Alyssa si era buttata sul letto di peso e in un secondo Joe le fu sopra. La sua intenzione era chiara tanto quanto lo era quella di Alyssa. E proprio lei sapeva perfettamente quello che voleva, ma sapeva anche che prima doveva dire qualcosa a lui.

Alyssa si schiarii la voce alzandosi e scansando il suo corpo da quello di Joe.

 -Io....- cominciò a pensare un modo per dire quello che doveva. -Alyssa che succede? Già ci hai ripensato?- le domandò Joe decisamente preoccupato avvicinando il suo viso a quello della ragazza.

Ha sparato i suoi occhioni nocciola nei miei e ha fatto crollare tutte le mie difese!

-Io...c'è qualcosa che devo dirti...- concluse imbarazzata. Joe le prese il viso tra le mani, baciandola dolcemente. Fu un bacio intriso di dolcezza e desiderio

-Possiamo aspettare?- le chiese Joe maliziosamente poggiando di nuovo le sue labbra su quelle della ragazza come se non riuscisse a saziarsi di quel sapore.

Alyssa lo guardò in silenzio, in preda al panico.

Sarebbe un passo importante dirgli di Demi; forse troppo. Ma so anche che ho desiderato questo per troppo tempo.

Stava succedendo tutto così velocemente, se Alyssa dovesse aspettare a dirglielo non succederebbe niente. “Ma io non voglio aspettare!E poi in fondo so perfettamente qual è il mio unico problema: non essere alla sua altezza, deluderlo. Non saprei davvero cosa fare, cosa dirgli, già solo a pensarci mi sento impacciata. Eppure, non mi sono sentita sempre a mio agio con lui? Perché non dovrebbe essere lo stesso anche per questo?

Continuò a guardarlo combattuta. -Alyssa- la sua voce fu un sussurro, -Tranquilla, abbiamo tutto il tempo del mondo...L'unica cosa di cui mi importa ora è stare con te, nient'altro!-

La sua estrema dolcezza, fece sciogliere ogni minimo dubbio.

-Ti voglio Joe…Ti voglio! Solo….." abbassò lo sguardo presa dalla vergogna -non so cosa fare...-

Joe con la sua mano calda alzò il mento di Alyssa costringendola a non sfuggire dal suo sguardo.

-Ti fidi di me?-

Alyssa gli sorrise in segno di assenso

-Allora lasciati andare!-

Joe la fece stendere sul letto poggiandosi poi dolcemente sul suo corpo. Cominciò a baciarla con passione e le labbra di Alyssa non sfuggirono a quel contatto. Joe cominciò a sbottonare la camicetta di Alyssa: la sua mano calda e morbida entrò in contatto con la sua pelle, e questo le provocò un brivido.

Incerta su cosa fare, Alyssa poggiò le sue mani sul petto di Joe indugiando un momento. Poi prese coraggio e gli sfilò la maglietta scoprendo quel petto che la faceva sentire così sicura.

Alyssa lasciò che le mani di Joe vagassero sul suo corpo.

Chiuse gli occhi abbandonandosi a quelle intense sensazioni che si impossessarono di lei.

Non c'è da ragionare, c'è da seguire l'istinto, c'è da giocare, scoprire, provare….

Le mani di Joe non avevano nessuna intenzione di lasciare il corpo sinuoso di Alyssa nemmeno per un istante. Allora Alyssa, con un gesto deciso lo allontano un po’ da sé; Joe la guardò preoccupato ma cambiò espressione non appena capì le intenzioni della ragazza. Il sorriso di Joe diede fiducia ad Alyssa: si mise su di lui e gli si avvicinò cominciando a baciare le sue labbra con piccoli tocchi, lasciò qualche bacio sulle sue guance, scendendo poi sul collo, e ancora lentamente sul suo petto. Strinse le sue mani bloccando ogni suo movimento, continuando a baciarlo senza stancarsi.

Il ragazzo alzò il viso di Alyssa prendendolo fra le sue mani.

Quello sguardo, non cambia, è sempre dolcissimo, e mi infonde una calma incredibile.

-Dio, sei bellissima Alyssa…sei stupenda!" la baciò lasciandola ancora una volta senza fiato. Lei di rimando gli passò una mano fra i suoi capelli avvicinandolo ancora di più a sé.

In un momento di audacia, Joe alzò la ragazza e la fece stendere di nuovo sotto il suo corpo ed un istante dopo la sua bocca si appropriò nuovamente di quella di Alyssa.

Gli ultimi indumenti volarono sul pavimento, ed i loro corpi nudi finalmente si assaporano profondamente. “Non posso più sfuggire e nemmeno voglio farlo!

Le loro labbra erano continuamente in contatto: sembrava davvero che volessero recuperare tutto il tempo perduto fino a quel momento. Volevano solo quello adesso.

I loro corpi si muovevano lentamente, ad un tempo di una musica che solo loro potevano sentire.

Non posso pensare che tutto sia successo così velocemente eppure...è successo! Abbiamo fatto l'amore...”

Joe sospirò a quel pensiero. Passò le sue mani tra i morbidi capelli di Alyssa, con dolcezza le sfiorò il viso; le  spostò i capelli dietro l'orecchio lasciandole un dolce bacio sulle labbra.

Alyssa lo guardò intensamente, poi si strinse al suo corpo poggiando la testa sul petto di Joe steso al suo fianco, e mentre lui continuava ad accarezzarle i capelli, si addormentò.




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Capitolo 17
*** XVII CAPITOLO ***


Chi si ricorda ancora di me?! LOL
Lo so, sono una disgraziata, ma vi posso assicurare che non mi sono dimenticata di voi o della storia, stavo solo cercando la giusta ispirazione e questa mattina non so come, nè perchè, nè tanto meno da dove mi sia venuta, ma eccomi qui a postarvi il nuovo capitolo fresco fresco!!
Vorrei suggerirvi di andarvi a rileggere al volo l'inizio del primo capitolo visto che, involontariamente, è avvenuto un collegamento che a me ha stupito, ma ha fatto anche piacere ed è piaciuto particolarmente!
Comunque, al di là di tutto ciò, scusate ancora del ritardo ed ecco a voi il capitolo!
Un abbraccio e "Buona Lettura"

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XVII CAPITOLO

Alyssa era sotto la doccia, l'acqua calda le accarezzava ogni lembo del corpo, quello stesso corpo che la notte precendentemente era appartenuto solo ed esclusivamente a Joe. Sulle sue labbra poteva sentire ancora il sapore della sua pelle. 
Al solo pensiero della notte appena trascorsa, ad Alyssa vennero i brividi e il suo cuore fece una capriola.
"Cosa ha Joe che gli altri non hanno? Non riesco a capire perchè lui e non qualcun altro..."
Qualcuno bussò alla porta del bagno -Aly!! Aly!!-
Rinsavì dai suoi pensieri e si schiarì la voce -Chi è?- 
-Sono Joe...chi vuoi chi è!! Ti volevo dire che sto scendendo in piscina...- rispose il ragazzo 
"Che mi passa per la testa a me??"
-Si, ok!! Ti raggiungo non appena ho finito di farmi la doccia...- taglio cortò Alyssa tornando ad insaponarsi.
Ora era di nuovo da sola. Erano di nuovo lei e la sua doccia rilassante.
"E un'infinità di problemi che mi frullano nella testa"
Si ricordò che avrebbe dovuto parlargli di Demi e a quel punto l'acqua le sembrò fosse diventata gelata tutta di un colpo.


La porta a vetri scorrevole si aprì davanti a lei e la ventina di persone che erano presenti in piscina in quel momento si girarono a fissarla. Tutti. Nessuno escluso. 
Abbassò la testa e prese a camminare verso quello che era il suo lettino.
-Dannazione! Perchè tutti mi stanno fissando? Ho forse pupazzi in faccia o bambole assassine al guinzaglio?- parlò senza preoccuparsi di abbassare la voce; eppure la vicinanza a Joe era tale da poter parlare senza il bisogno di urlare come lei aveva appena fatto.
-E te lo domandi anche? Ma ti sei vista prima di uscire dalla camera? Ti avevo detto che scendevo in piscina, non che andavo in Siberia a vedere le tigri!- rispose Joe in tono sarcastico.
L'espressione sul viso di Alyssa in quel preciso istante non era di buon augurio per quello che sarebbe uscito dalla sua bocca di lì a poco.
-Ennesima battuta triste Jonas!- ribattè con tono minaccioso Alyssa che si girò pronta a tornarsene in camera, ma la mano di Joe le afferrò il polso giusto in tempo.
-Scusa...- blaterò lui, avvicinandosi sfiorando la sua guancia con le sue labbra.
-Non ti scuso! Stavo tornando dentro per andare a chiedere il regolamento dell'hotel al direttore e leggere se ci fosse una qualche regola che dicesse che non si può venire in piscina vestiti come si vuole, o si deve essere per forza approvati dagli stilisti qui presenti!- urlò di nuovo Alyssa, voltandosi a guardare una ad una le facce delle persone che erano lì.
I presenti abbassarono lo sguardo e ripresero a fare quello che stavano facendo in precedenza; Alyssa invece si liberò dalla presa di Joe e riprese a camminare verso la porta.
-Alyssa! Aspetta!- le urlò Joe che iniziò a seguirla. Accellerò il passo sperando di raggiungerla.
"Perchè non capisce mai quando deve lasciarmi stare?"
-Cosa vuoi?- gli domandò Alyssa con aria di sfida
-Capire cosa ti passa per la testa forse?!- cercò di parlare in tono dolce Joe
"Se c'è una cosa che ho capito di lei, è che ha bisogno di essere amata e che  va presa con le buone" iniziò a ripetersi il ragazzo nella sua testa, consapevole che avrebbe potuto perdere il controllo da un momento all'altro
"Quando sei innamorato, diventi paranoico e rompipalle" gli aveva detto una volta suo fratello maggiore Kevin. Una volta, perchè era quello il numero esatto in cui era avvenuto il miracolo. Quella sola volta aveva un nome, ed era Demi Lovato.
"Devo essere davvero innamorato se la sto seguendo....di nuovo!"
-Jonas io e te non stiamo insieme! Perciò non sono affari tuoi cosa mi passa o meno per la  testa!- rispose in modo duro Alyssa.
"Ecco di nuovo il muro...fanculo anche a lui!"
-E ieri sera? Vuoi fare finta di niente? Vuoi fare finta che non sia successo nulla?- alzò a quel punto il tono di voce lui.
-Avrei evitato volentieri di dirtelo, ma visto che ci tieni tanto, eccoti servita la verità: è' stato uno grossissimo errore l'altra sera! Mi sono lasciata prendere dal momento! Contento ora?-
gli spiattellò in faccia il discorsetto la ragazza.
La faccia di Joe cambiò espressione. Alyssa non aveva mai visto quell'espressione su quel viso, nemmeno quando quel giorno al mare aveva pronunciato il nome di Demi.
"Cosa cavolo sto dicendo? Io lo amo! Sono innamorata! Ma forse è meglio così....forse per una volta la parte inconscia di me sta facendo qualcosa di giusto e sensato..."
-Non è vero! Non credo ad una sola parola di ciò che hai detto!- cercò di farla ragionare Joe.
Nel frattempo, a forza di camminare, erano arrivati in camera.
-Ah si?! E cosa te lo fa credere? Cosa ti dà tutta questa cazzo di sicurezza a te, Joe?- continuò ad attaccarlo la ragazza. Dava fiato a qualsiasi cosa le passasse per la testa in quel momento, sapeva che era brava a far allontanare le persone, lo era sempre stata.
"E di questo passo continuerò ad esserlo!"
-I tuoi occhi!- sospirò Joe puntando il suo sguardo in quello di Alyssa.
-Sono maschio, tu sei stupenda e non ti nascondo che è impossibile non essere attratti da te. Ma ieri sera, non appena ti ho baciata, ho capito quanto io abbia bisogno di te, quanto tu mi faccia stare bene. E i tuoi occhi dicevano la stessa cosa di me!-
-Ancora con la storia de "gli occhi sono lo specchio dell'anima"...- farfugliò a bassa voce Alyssa
-Io ci credo- le rispose Joe
-Allora vuol dire che non hai capito nulla di me Joe! Io non ho un'anima!-
-Si che l'hai invece, e in tutto questo tempo hai fatto in modo e maniera che io la vedessi- ammise il ragazzo con uno sguardo languido da far venire il diabete.
-Credo tu ti riferisca al pezzettino di cuore che mi è rimasto! Ma ti posso assicurare che l'anima non ce l'ho più da un pò!-
"Lo odio! Non può essere riuscito a farmi calmare per l'ennesima volta"
-Ora che ti sei calmata...- iniziò a parlare Joe
-Ti sembro una persona calma forse?- l'aggredì di nuovo lei
-Si! Stai giocando con le unghie e quando lo fai vuol dire che sei tranquilla ma che non sai cosa fare o cosa dire- parlò Joe sicuro di se
-Ma come fai? Sembra tu mi abbia studiata fino ad oggi! E' inquitante!- disse Alyssa, lasciando che un sorriso si disegnasse sulle sue labbra.
Gli occhi di Joe si illuminarono a quella visione. 
Ce l'aveva fatta di nuovo!
-Non direi proprio studiata...più che altro direi capita. Anche se c'è qualcosa che ancora devo perfezionare- il tono di voce di Joe si fece accattivante.
La ragazza capì dove voleva arrivare e decise di lasciarlo fare.
-Ah si? E, per curiosità, cosa non ti è ancora chiaro?- la voce di Alyssa fu altrettanto accattivante, tanto quanto provocatorio fu il modo in cui si mise a sedere su di lui.
-Beh...- Joe divenne impacciato. Si vedeva lontanto un miglio che era davvero interessato a lei.
"Non stava mentendo, gli piaccio davvero! Che io ci creda o no, anche io ho capito qualcosa di lui e questa è l'ennesima dimostrazione che lui mi piace davvero!"
-Allora? Me lo vuoi dire o no cosa non hai ancora capito di....- non fece in tempo a terminare la frase che sentì le labbra di Joe premere sulle sue. 
Fu un bacio dolce.
Quando Joe si staccò da lei, si leccò le labbra come se volesse assaporare che gusto avesse avuto il bacio appena dato.
-Che maleducato! Ti ho interroto! Scusami, ma stavo solo cercando di approfondire i miei studi sulle tue labbra!- 
Alyssa rise di gusto e le orecchie di Joe furono piene della cadenza allegra della risata della ragazza.
Poggiò la testa all'incavo del collo di Joe ed entrambi lasciarono che i minuti scorressero silenziosi. Lui si accorse ben presto che i loro respiri erano sincronizzati.
-Scusami per prima...- parlò lei con un filo di voce -Non pensavo nulla di ciò che ti ho detto; è solo che non ho mai provato nulla che si avvicini minimamente al mio stato emotivo attuale e, non ti nascondo che ho paura che sia tutto frutto della mia immaginazione! E comunque...- prese un respiro e poi riprese a parlare per dire finalmente quelle quattro parole che Joe meritava di sentirsi dire -Mi piaci anche tu!-
Joe le baciò dolcemente in naso, come se lei fosse una bambola di porcellana e avesse paura di romperla.
-Comunque ti volevo anche dire che non sono proprio totalmente pazza e che c'era un motivo se mi sono presentata in piscina vestita ed ho reagito come ho purtroppo reagito-
-E posso sapere quele è?- chiese con dolcezza Joe
-Non puoi...devi!-
Alyssa spostò il braccio di Joe dal suo fianco e si alzò in piedi di fronte a lui. Poi prese un respiro profondo e fece ciò che non si sarebbe mai aspettata di fare: alzò la sua maglietta e fece un giro di 180°, arrivando a dare le spalle a Joe che la fissava impietrito.
Una cicatrice correva lungo tutta la sua spina dorsale.
-O mio Dio! Mi dispiace tanto Aly! Ieri mentre...beh lo sai...ehm...non me ne sono reso conto. E' stato a causa dell'incidente dei tuoi?- 
-SI. Uno dei tanti motivi per cui sono stata in coma è stata anche l'operazione andata male. I dottori dicono sia stato un miracolo che io mi sia risvegliata ricordando tutto e con ancora  la capacità di camminare- gli spiegò tutto Alyssa con voce flebile.
-Beh potresti sempre farci un tatuaggio sopra per coprirlo- disse Joe per sdrammatizzare
-Oh, come Demi giusto?!- 
Gli occhi di Joe furono presi d'assalto da un velo di tristezza; poi cercò di cambiare discorso 
-L'importante ora è che tu stia bene. Ci sono io con te!-
Alyssa sbarrò gli occhi. Sembrava avesse visto un fantasma. 
-Alyssa stai bene? Ho detto qualcosa che non va?- chiese Joe con voce preoccupata.
Annuì in modo convulsivo con la testa -Vado in bagno!- 
Alyssa lasciò Joe seduto sul letto da solo, con mille e mille pensieri che cercavano di farsi largo.


Alyssa si chiuse la porta del bagno alle spalle. Girò la chiave e vi sbattè la testa contro.
Lasciò la sua schiena scivolare lungo tutta la porta, fino a trovarsi seduta per terra. 
Cercò di respirare profondamente. 
"Non può essere vero!
Le sembrava di poter sentire di nuovo le stesse identiche sensazioni che provò il giorno dell'incidente quando perse i sensi. Chiuse gli occhi e si lasciò andare. Fu allora che si ricordò del viso di quello che lei aveva sempre definito "un'angelo" e della sua voce che nel momento più disperato le aveva sussurrato in un'orecchio -Ci sarò io con te!-

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Capitolo 18
*** XVIII CAPITOLO ***


Eccomiiiiiiii...sono tornata!!
Oggi è 8 marzo e quindi colgo l'occasione per fare gli auguri a tutte le donne!! E per ricordarvi di ricordare (LOL) il vero motivo di questa festa...
Okay, riflessioni a parte, questo capitolo lo dedico a voi donne, che possa riuscire a farvi sognare un pò! Ce lo meritiamo tutte!! 
Basta ora vi lascio perchè non so cos'altro scrivere se non GRAZIE a tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo e che hanno commentato!
Un abbraccio e "Buona Lettura"


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XVIII CAPITOLO


I giorni passavano e la vita di Alyssa stava tornando alla normalità, normalità della quale ormai faceva parte anche Joe.
Non erano i tipi da essere ossessionati l'uno dall'altra, di quelli che dovevano stare insieme determinate ore tutti i giorni.
Se avevano la possibilità si vedevano, altrimenti si sentivano per telefono.
-Non voglio che ci vedano insieme...- gli aveva detto francamente Alyssa.
-La distanza aumenta il desiderio, giusto?- le aveva risposto Joe per non far vedere che un pochino c'era rimasto male.
-Joe, la verità è che le relazioni amorose si hanno in due, non in comitiva con decine e decine di paparazzi! Dobbiamo essere Io e Te! Il resto del mondo vivrà anche senza questo scoop!- aveva infine detto la verità la ragazza.
-Io e Te, eh?- disse con fare ammiccante il ragazzo, -Mia cara dovresti essere più wild!- la prese in braccio lasciando che la ragazza gli cingesse i fianchi con le sue gambe; poi la mise a sedere sul tavolo cominciando a baciarle ininterrottamente il collo.
-Joe! L'intervista! Dobbiamo andare! Basta smancerie! Tu sei di nuovo il famoso Joe Jonas e io la tua "non-ho-ancora-capito-cosa-sono-ai-fini-del-tuo-lavoro" Alyssa!-
Dopo aver sbuffato, Joe si convinse e aiutò la ragazza a scendere dal tavolo che per farsi perdonare per aver interrotto quel momento, gli diede un bacio che lasciava intendere qualcosa di bello e "wild" come l'aveva definito lui per il dopo intervista.



-Ehy amore, ti volevo dire che dobbiamo annullare la cena di questa sera. Prima mi ha chiamato mio fratello Kevin e mi ha detto che lo devo aiutare a fare non ho ben capito cosa. Mi dispiace così tanto! Ci vediamo domani?-parlò Joe non appena fermò la sua macchina davanti casa di Alyssa
-Ci sei rimasto male per la storia del "non voglio che ci vedano insieme" vero?- chiese a qual punto senza esitazione la ragazza. I suoi occhi erano misti di paura e insicurezza
"Se mi dicesse di si, probabilmente mi sentirei in colpa a vita..."
"Se continua a farmi quegli occhietti dolci, cedo e le dico tutta la verità..."
-Ti giuro di no!- le disse lui in tutta sincerità
-Ok! Faccio finta di crederti e scendo dalla macchina. Almeno mi chiamerai più tardi?- parlò ancora lei convinta che Joe ce l'avesse con lei
-Ti chiamerò più tardi...come sempre!- disse lui che si avvicinò per sfiorare le labbra morbide di Alyssa con le sue. Avrebbe volentieri fatto di quello pseudo-bacio, un vero e proprio bacio, ma si limitò a rispettare la volontà di Alyssa.
Alyssa scese dalla macchina e chiuse la portiera. Attraversò la strada e arrivò davanti la porta di casa. Diede un'ultima occhiata a Joe al di là del vetro della macchina e poi aprì la porta.
Percorse quei pochi passi che la dividevano dal tavolino dove era solita poggiare le chiavi di casa. Non potè fare a meno di notare un piccola busta bianca. Curiosa di sapere cosa ci fosse, la aprì senza esitare. Ne estresse un bigliettino, bianco anch'esso, con su scritta una frase: 

"Smetti di sperare...inizia a credere!"

Fu inevitabile per lei pensare che glielo avesse mandato Joe: lui era l'unico che era solito parlarle di non sperare di essere migliore e di credere in sè stessa.
Alyssa gli aveva sempre detto che ci avrebbe provato, ma non avrebbe mai pensato che il suo ragazzo sarebbe arrivato a tanto per farglielo capire.
"E' totalmente fuori di testa!" pensò per una frazione di secondo, ma poi tornò a guardare quelle sei parole stampate in nero sul biglietto, e a sorridere come un ebete.
"Lui mi dice di iniziare a credere, ma io non riesco a credere che qualcuno stia facendo questo per me! Okay, lo ammetto, ho una mente contorta...Eppure lui riesce sempre, e dico sempre, a decifrarla!"
Guardò il suo riflesso nello specchio che si trovava proprio lì vicino all'entrata -Eppure non sono tanto diversa dagli altri esseri umani- parlò ad alta voce.
Il suo stomaco borbottò -Credo proprio di avere un disperato bisogno di mangiare qualcosa-.
Le era sempre piaciuto parlare da sola, l'aveva sempre rilassata. Dopo l'incidente dei genitori lo aveva fatto spesso, era sempre stata convinta che in quel modo loro riuscissero a sentirla meglio. 
"Infondo i miei genitori non erano come Edward Cullen il vampiro di Twilight che sa leggere nella mente delle persone"
Arrivò davanti al frigorifero, ma anche lì qualcosa catturò la sua attenzione. Un'altra bustina, questa volta di un altro colore, ma il carattere di scrittura era lo stesso: 

"Perché nella vita c’è molto di più che vivere e basta"

"E stesso mittente..." sorrise a quell'idea Alyssa.
Era talmente scombussolata da quello che le steva succedendo che inizialmente si scordò anche il motivo per cui fosse in piedi davanti al frigorifero. Ma lo stomaco brontolò di nuovo ed Alyssa tornò alla realà.
"E se questa non fosse la realtà? Se fosse tutto un sogno frutto della mia immaginazione?"
Si diede un pizzicotto. E poi sorrise.
Era tutto vero. Joe era vero. Esisteva davvero e ci teneva davvero a lei. Non aveva il cavallo bianco, ne tantomeno aveva capelli biondi ed occhi azzurri, eppure in quel momento ad Alyssa, sembrava che Joe fosse la persona più vicina ad avere le sembianze di un principe azzurro delle favole.
Prese dell'insalata dal cassetto del frigorifero, la condì  come tanto piaceva a lei e poi si accomodò a tavola. Non era ora di cena, ma Alyssa non era come tutte le altre ragazze di Los Angeles che guardavano e pesavano tutto ciò che mangiavano, nè badava più di tanto all'orario in cui le veniva fame.

Non appena Alyssa mangiò l'ultimo boccone di insalata, il cellulare vibrò.
Una e-mail.
La copertina dell'album di Joe era pronta.
Alyssa cadde in uno stato di trans alla vista di quella foto. Si rese conto solo dopo che Joe aveva scelto la foto che le aveva suggerito proprio lei.
Sorrise a quel pensiero.
Poi prese il suo iphone e inoltrò l'e-mail a Joe.
Buttò l'insalatiera nel lavandino -La laverò dopo!- disse, e si andò a buttare sul divano con l'intento di guardare un pò di tv.
"Non è possibile! Non ci credo!"
Si ritrovò di nuovo con un biglietto tra le mani. Anche questo di colore diverso.
Di nuovo a sorridere come se avesse appena visto Jhonny Depp uscire dal suo bagno con solo l'accapatoio addosso.

"Voglio solo darti amore e cercare di mettere un sorriso sul tuo viso"

Rimase a contemplare anche quel biglietto per un po', proprio come aveva fatto con i biglietti precedenti e la copertina dell'album poco prima. 
Poi si alzò dal divano per inserire il dvd con su scritto "Guardami!" che aveva trovato proprio vicino la televisione.
Si mise comoda sul divano e schiacciò il pulsante Play con il suo dito .
Ed eccole lì le immagini che Alyssa aveva sempre sognato di vedere un giorno, in futuro.
Le immagini di Joe dall'infanzia fino ad oggi che scorrevano davanti ai suoi occhi una dopo l'altra, proprio come il suo cuore perdeva battiti uno dopo l'altro.
Joe a Chicago le aveva detto che gli aveva permesso di vedere la sua anima, e lui ora stava ricambiando il favore facendogli conoscere il Joe più segreto, quello che in pochi conoscevano. E da quel momento, lei era entrata a far parte di quei "pochi", e ne era così dannatamente contenta.
Finalmente poteva dire di stare bene. E stava davvero bene. Talmente bene che l'incidente e  la morte dei geniori le sembravano lontani, abbastanza da non farle più tanto male.
Decise di scrivere un messaggio a Joe. Glielo doveva dopo questa sorpresa.

"Sei la luce che fa scomparire la mia oscurità…Devo un favore troppo grande al destino!"

Alyssa si stava pian piano aprendo sempre di più con Joe. Il muro a quanto pare sembrava essere crollato , i paletti sembravano essere stati sradicati da terra, e lei...
"E io che volevo andarci con i piedi di piombo...credo di essere caduta nel pozzo dell'amore con tutte le scarpe che per di più non sono nemmeno antinortunistica!"
I suoi pensieri furono interrotti dalla chiamata di Joe. 
La sua voce era dolce. Ogni tanto Alyssa riusciva a sentire anche i suoi sospiri dall'altro capo del telefono. 
Se solo avessero potuto vedere che occhi avevano in quel momento mentre parlavano al telefono, probabilmente avrebbero capito una volta per tutte che la loro felicità dipendeva l'uno dall'altra.
L'uno era l'asse terrestre dell'altra. Se solo si fossero spostati di qualche centimetro, le stagioni sarebbero cambiate e i fusi orari dei paesi con loro.
In matematica il termine esatto è: direttamente proporzionali.
Nella vita reale il termine esatto è: anime gemelle.
Eppure nella testa di Alyssa frullava sempre l'idea che Joe fosse ancora innamorato di Demi:  nel momento in cui gli avrebbe detto che la conosceva e se anche il destino si fosse messo in mezzo e li avrebbe fatti rincontrare anche solo una volta, lei era convinta che sarebbe rinato in lui quel sentimento che li aveva legati già in passato.
Ma Alyssa non aveva paura di questo, anzi, ogni giorno di più si rendeva conto che l'unica cosa che davvero le interessava, era che Joe fosse felice, che fosse con lei o meno.
Il non riuscire a trovare un'altro ragazzo che riuscisse a capirla ed apprezzarza come aveva fatto Joe fino a quel momento, questa era l'unica preoccupazione di Alyssa.

-Dai, vai a letto che è tardi- le disse Joe dall'altro capo del telefono.
Effettivamente la ragazza non si era resa conto che il tempo era passato velocemente e che mancavano pochi minuti allo scoccare della mezzanotte.
-Ok, a domani. Buonanotte!- lo salutò Alyssa 
-Sogni d'oro, amore mio!- 
Joe riattaccò. Non diede neanche il tempo ad Alyssa di rendersi conto di ciò che aveva appena sentito.
"Mi ha chiamata...mi ha chiamata amore mio!
Nessuno l'aveva più chiamata così da quando sua madre era venuta a mancare. Lei era l'unica che l'avesse fatto ed Alyssa era convinta che sarebbe stato così fino alla fine.
E invece si sbagliava. Di nuovo.
Si alzò dal divano continuando a sognare ad occhi aperti. Strusciò i piedi fino in camera sua.
Si avvicinò a quello che fino a qualche settimana fa era il suo unico grande amore: il suo letto.
Ma questa volta, al contrario delle altre sere, il suo letto non era vuoto: una rossa rossa e un biglietto la stavano aspettando.
Si infilò sotto le coperte e poi aprì il bigliettino:

"Aspetto la luce della luna, per poterti trovare in questo sogno perfetto"

Alyssa sospirò. 
Strinse il bigliettino al petto e poi si girò a spegnere la luce.
Solo in quel momento capì appieno il significato di quel biglietto.
"Non posso crederci che sta scegliendo me..."
Con la luce della luna che filtrava dalla finestra, proprio sopra i suoi occhi, apparve una scritta fatta di stelline adesive fosforescenti.
La scritta diceva: TI AMO!

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Capitolo 19
*** XIX CAPITOLO ***


Salve genteeeee!!
Volete sapere la verità?? Si?? No?? Io ve la dico lo stesso :D
Questo è il capitolo più figo e dcbsdhjcbkdjhvbkzbvhs che abbia mai scritto!!
Sono moooolto soddisfatta, orgogliosa e contenta e mi faccio i complimenti e un applauso da sola!!!
Se non vi piace questo capitolo e non riesco a far aumentare le recensioni così, giuro che ci rinuncio!!
Quiiiiindi, che ne dite di farmi contenta?! *O*
Recensite in tantissimerrimi e passate sulla mia pagina facebook cliccando sul logo della storia, nuovissimo anche lui!!
Okay, ora basta cretinate, e tutti a leggere questo lungo capitolo!!
Un abbraccio e a presto!!
Buona Lettura!!
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XIX CAPITOLO


Non appena un raggio di sole illuminò il viso di Alyssa, i suoi occhi divennero due fessure tali da far entrare un po di quella luce. 
Allungò la mano alla ricerca di quello che era stato il suo "peluche" per tutta la notte appena trascorsa. Lo trovò non tanto lontano dal suo cuscino. Le parole erano ancora incise su quel pezzo di carta. 
Un sorriso di stampò sul suo viso.
Poi, come se avesse avuto un'illuminazione, si alzò di scatto per andare a chiudere la finestra e far si che la camera fosse assalita di  nuovo dal buio.
Chiuse gli occhi e a tastoni tornò ad infilarsi sotto le coperte. Quando li riaprì sorrise ancora.
La scritta era lì sul soffitto, esattamente nello stesso punto dove l'aveva lasciata.
-Allora era tutto vero....non stavo sognando!-
La voce di Alyssa fu un sospiro.
-Cosa non stavi sognando?- 
Joe fu in pochi secondi seduto vicino a lei.
-Te!- rispose lei afferrando la maglietta di Joe strattonandolo. In pochi secondi Joe si ritrovò sopra Alyssa: la distanza che li divideva a quel punto era davvero minima. 
Alyssa si dovè sforzare ben poco per raggiungere ed impossessarsi avidamente di quelle labbra. 
-Se questo è il ringraziamento per le sorprese, te le farò più spesso- 
Sorrisero entrambi a quell'idea.
-Anzi, sai che ti dico? Non prendere impegni per stasera!-


Joe era uscito di casa lasciando Alyssa con la curiosità di sapere che sorpresa le avrebbe fatto quella stessa sera.
Ma non aveva comunque tempo da perdere. Si alzò dal letto e corse sotto l'acqua calda per una doccia velocissima. Indossò la tuta e andò in cucina per fare colazione, sempre se bere un bicchiere di succo di frutta si poteva definire colazione.
Non appena alzò il bicchiere per portarlo alle labbra, qualcuno suonò alla porta di casa
-Arrivo!- urlò lei rinunciano a bere il succo dal bicchiere ed andando ad aprire alla porta.
La aprì e una figura a lei famigliare la salutò con un -Disturdo?-
Demi era lì, proprio di fronte a lei.
-No...No, assolutamente! Vieni, entra!-
Alyssa rimasta senza parole, con voce un pò tremolante la invitò ad entrare.
-Scusami se mi sono presentata senza preavviso, ma non sapevo davvero a chi rivolgermi-
-Non ci sono problemi. Oggi ho la mattianata libera...- le confidò Alyssa, invitando Demi con un segno della mano ad accomodarsi in cucina. Le riempì un bicchiere di succo di frutta e glielo offrì.
-Allora...dimmi tutto- ruppe il ghiaccio Alyssa interessandosi al motivo che aveva spinto Demi a bussare proprio alla sua porta.
-Non sei a Los Angeles per una vacanza, lo so, ma ti volevo chiedere se potevi aiutarmi ad organizzare...- spiegò Demi con voce incerta
-Passami le date!- la interruppe Alyssa. 
"In fondo siamo amiche. Jonas a parte, fra amiche ci si fanno i favori..."
Già, il fantasma di Joe aleggiava in quella casa. In cucina più di qualsiasi altra stanza in quel momento.
-Ti ho rovinato la mattinata libera, scusami...- cercò ancora di scusarsi Demi. Le si poteva vedere in faccia il dispiacere.
-Ma figurati...stilare la tabella di marcia è una delle cose più semplici e veloci da fare nel mio lavoro- la tranquillizzò Alyssa, tornando a concentrarsi sul lavoro che stava facendo.
-Anche tu ad impegni stai messa bene eh...- farfugliò la ragazza 
"Ma cosa sto dicendo? Se mi chiede chi è l'altra persona voglio vedere cosa mi invento...dannazione!"
Demi sorrise all'affermazione di Alyssa. La ragazza che continuava a muovere le dita sui tasti del portatile davanti a lei alzò lo sguardo. 
"Forse era meglio che non alzavo gli occhi! Come farò ad arrabiarmi con Joe il giorno che sceglierà Demi a me?! Cioè, come si fa a non innamorarsi di lei?! Meglio che inizio a mettermi l'anima in pace!"
Un'ondata di pensieri sovrastarono la testa di Alyssa. 
-Finito! Ecco a te!- esclamò Alyssa mettendo da parte i suoi pensieri e porgendo la chiavetta USB a Demi.
-Grazie mille! Ti devo un favore!- l'abbracciò entusiasta Demi -Allora, dopo la pseudo mattinata libera rovinata dalla sottoscritta che farai stasera di bello?- 
-Ho un appuntamento...- si lasciò sfuggire Alyssa, senza pensare prima di parlare
"Mannaggia alla mia boccaccia! Se mi becca, mi faccio un applauso da sola per la furbizia che ho..."
-Appuntamento eh?! Con Joe immagino...-
"Appunto..."
-J..Joe?- ripetè balbettando e sbarrando gli occhi.
Rimase per degli interminabili minuti a fissare Demi. Alyssa non sapeva davvero cosa dire. Non aveva neanche la minima idea di come Demi fosse venuta a conoscenza della sua relazione con Joe.
Poi come un fulmice a ciel sereno capì tutto -I paparazzi....immagino sia uscita qualche foto-
Demi annuì a quelle parole, ma subito dopo si preoccupò di tranquillizzare Alyssa che lei non aveva nessuno problema a riguardo. 
-Riguardo la vostra storia intendo...- precisò
Alyssa l'abbracciò per ringraziarla di aver capito. Ma ora rimaneva comunque il fatto che doveva dire tutto a Joe. 

 

-Amore sei pronta?- urlò Joe dalla cucina, in attesa che Alyssa finisse di prepararsi.
-Perchè urli se sono qui dietro l'angolo?!- fece capolino lei da dietro la porta.
-Perchè sono venti minuti che ti sto aspettando e ogni volta mi davi il contentino dicendo che ti mancava poco...- iniziò a parlare Joe, ma smise non appena Alyssa mise piede in cucina
-Ma Dio se ne è valsa la pena!- concluse lui in un sospiro.
Alyssa sorrise uccidendo così anche l'ultima parte ancora viva del ragazzo di fronte a lei.
Si avvicinò per baciarlo dolcemente e così anche il fantasma di Joe si ritirò da questo mondo.
-Allora andiamo o no?- chiese impaziente la ragazza
-Stai parlando con Joe o con il suo fantasma?- 
-Muoviti cretino!- gli diede una spintarella lei ridacchiando.
-Ehy genio della lampada di Aladino, non me la dai la mano?- chiese Alyssa che si era fermata con le mani sui fianchi
-E il "non voglio che ci vedano insieme perchè non voglio una relazione in comitiva con i paparazzi" che fine ha fatto?- ribattè lui stando al gioco
-Ho 12 cm di tacco solo per riuscire a risultare quasi uguale a te che oltretutto non sei un vatusso...direi che la scusa che mi stavi facendo da salva-caviglie andrà più che bene!- gli fece la linguaccia lei.
Alyssa aprì il palmo della sua mano e quando Joe incrociò le sue dita alle sue, Alyssa capì all'istante cosa volesse dire "trovare la propria metà".
"Tutti parlano di trovare la metà della mela, ma io non sono un'amante della frutta quindi lascio le mele a Biancaneve in attesa che trovi quella buona con la quale rifarsi la bocca dopo essersi avvelenata, mentre io mi tengo stretto l'esempio delle mani che combaciano..."
Già, perchè alla sola visione delle sua mano intrecciata a quella di Joe, ad Alyssa sembrò che fossero state fatte per stare insieme, intrecciate, legate da qualcosa di trasparente ma forte ed indissolubile.
Salirono in macchina, ma Joe rimase a guardare Alyssa.
-Che c'è?- domandò la ragazza non riuscendo a decifrare l'espressione che aveva assunto in viso il ragazzo
-Devo fare una cosa...-  disse poi con voce flebile.
Si allungò verso i sedili posteriori e ne estrasse una benda -Non vorrai...- provò a parlare Alyssa ma Joe le fermò le labbra con il dito.
Era caldo e ad Alyssa sembrò che a quel contatto tremava.
-Posso almeno sapere dove stiamo andando?- chiese lei con voce dolce cercando di intenerire Joe.
-Se l'avresti potuto sapere non ti avrei bendato- tagliò corto Joe che sentì Alyssa sul sedile accanto al suo sbuffare.
Joe sorrise divertito.
Il viaggio non durò tanto, ma ad Alyssa che era bendata, non potendo vedere nulla di ciò che le era sfrecciato accanto, le era sembrato un'eternità.
L'eternità più dolce del mondo visto che Joe non le aveva fatto mancare per un solo secondo il suo affetto. La sua mano era stata perennemente in contatto con la sua coscia, la ritraeva solo quando doveva cambiare marcia, ma poi tornava subito a rimetterla dove l'aveva tolta.
Tanto era stato l'affetto di Joe nei suoi confronti, tanti erano stati i sbuffi e le imprecazioni di Alyssa nei confronti della benda.
-Siamo arrivati!- disse Joe scendendo dalla macchina. Pochi secondi dopo era dalla parte opposta ad aprire la portiera ad Alyssa per aiutarla a scendere.
-Ehy Joe?!- 
-Si?!-
-Più che preoccuparti di coprirmi gli occhi, dovevi preoccuparti di mettermi dei paraorecchie per non farmi sentire le onde del mare!- lo prese in giro Alyssa scoppiando a ridere poco dopo.
-Allora visto che sei così intelligente, avrai capito che ti devi togliere le scarpe!- continuò la guerra Joe
-E la benda?-
-Resta sugli occhi finchè lo dico io!- 
-Joseph Adam Jonas stasera sei davvero crudele...- disse Alyssa piegandosi poi a slacciare il cinturino delle scarpe che gli circondava le sottili caviglie.
Con le scarpe nella mano destra e la sua mano sinistra intrecciata a quella di Joe, Alyssa camminava sulla spiaggia diretta verso non sapeva quale meta.
-Ok fermati qua...-
-Ho i neuroni del mio cervello che cantano in coro "Joe toglile la benda" come fossero allo stadio. Ti muovi o no?- disse impaziente Alyssa
Alyssa sentì la benda scivolarle e sfiorarle il viso, ed istintivamente strizzò gli occhi. 
Era buio. 
La luna si rifletteva sull'oceano e l'unica cosa visibile era un puntino di luce non definita non tanto lontano da dove si erano fermati. Ripresero a camminare, lasciando che la sabbia morbida scivolasse sotto i loro piedi.
Finalmente gli occhi di Alyssa riuscirono a decifrare meglio quello a cui andava incontro: Joe le aveva preparato un romantico falò. Pochi passi dopo riuscì a vedere anche due cuscini e un asciugamano rosso.
-Wow- esclamò stupita Alyssa -Non avevo mai visto un falò in vita mia, se non in qualche film- ammise.
-C'è sempre una prima volta per tutto...- parlò Joe mettendosi a sedere sull'asciugamano
-Si, ma non per rovinare tutto, però se mai un giorno ci dovessimo lasciare, ti posso assicurare che questa sarà la mia prima e ultima volta. Non troverò mai nessuno che farà una cosa del genere per me...- confessò Alyssa accomodandosi vicino a Joe
-E allora non farti scappare chi ti fa queste sorprese!-
-Stasera sei più modesto del solito Jonas!- tornò a prenderlo in giro lei che nel frattempo si  sdraiò a guardare il cielo stellato.
Lui fece lo stesso. Passò il suo braccio dietro le spalle di Alyssa e lasciò che lei poggiase la sua testa sul suo petto.
Alyssa poteva sentire il battito del cuore di Joe. Era decisamente accellerato.
Dal canto suo Joe poteva avvertire che effetto aveva sulla sua ragazza. 
-Grazie...- gli sussurrò all'orecchio Alyssa. Glielo doveva dopo tutto quello che stava facendo per lei. Sorpresa a parte, le stava facendo riscoprire una parte di lei che lei stessa aveva creduto si fosse estinta.
Joe di voltò quel tanto che gli bastò per poggiare la sua bocca sulla testa di Alyssa per darle un bacio, e lasciare come sempre, che l'odore dei suoi capelli lo mandasse in estasi.
-Ti amo!- 
La voce flebile e dolce di Alyssa sussurrò quelle due piccolissime parole nell'orecchio di Joe.
Lui non ci pensò due volte: fece pressione sulle sue braccia muscolose per mettersi a sdraiare sopra di lei, il suo corpo quasi la sfiorava.
Sotto il palmo delle sue mani, Alyssa poteva sentire i muscoli contratti delle braccia di Joe.
Al chiaro di luna e con il solo fuoco del falò a fargli luce, lei lo guardava con occhi adoranti, sapeva che fra poco l'avrebbe baciata, entrambi lo sapevano, ma prolungavano volutamente quell’attimo meraviglioso. 
Si trovò di nuovo sotto il corpo muscoloso di Joe, sembrava stesse rivivendo un flashback di quella mattina, ma stavolta era qualcosa di più serio.
Alyssa provò un gemito di piacere al sentire le labbra di Joe baciarle il collo; con desiderio cercò e trovò la sua coscia, l’accarezzava delicatamente, poi piano piano iniziò a salire.
L’altra mano di Joe invece era sulla sabbia, intrecciata a quella di Alyssa. 
La ragazza, ormai totalmente persa nel piacere, cercò le labbra del ragazzo di fronte a lei e quando finalmente le trovò, le fece sue: Alyssa fu inondata di calore, sembrava stesse prendendo fuoco. 
A quel contatto, un brivido le attraversò la schiena. 
Mentre le loro labbra ancora si muovevano passionali una sull’altra, Alyssa posò la sua mano sul petto del ragazzo: poteva sentire il suo cuore battere. Questo le diede sicurezza e gli sfilò la maglietta lasciandolo a dorso nudo. 
Allo stesso tempo lasciò che Joe giocasse con i suoi capelli, lasciando che morbidi si legassero alle mani del ragazzo. Erano uno sopra l’altro, e potevano sentire le loro pelli sfiorarsi, toccarsi, premere uno sul corpo dell’altro.
-Joe, fermati...non posso! Scusami...-
Alyssa interruppe quel momento facendo calare il gelo fra i due.
-Non possiamo parlarne dopo?- parlò Joe, tornando a baciarle il collo. Alyssa accarezzava e premeva le sue dita sulla schiena di Joe, come a voler cercare un appiglio per frenare quella voglia e quel bisogno di dire la verità. Ma i suoi sforzi furoni vani.
-No! Scusami...è colpa mia!-
Joe sospirò all'udire quelle parole. Poi si scansò e si mise a sedere sulla sabbia aiutando Alyssa a tirarsi su.
-Che succede piccola?- la voce di Joe si insinuò tra il rumore delle onde.
"Alyssa fatti coraggio...Tra un attimo dovrai risorgere per l'ennesima volta dalle tue ceneri, perchè stai per distruggere tutto...di nuovo..."
L'agitazione si impossessò di Alyssa e con uno scatto si mise in piedi, iniziando a passeggiare avanti e dietro sotto gli occhi vigili di Joe.
-Amore se continui così finirai per ipnotizzarmi- farfugliò Joe portandosi le gambe al petto.
-Okay! La verità è che potrei partire dall'inizio ma sarebbe più che inutile visto che tanto il succo del discorso sarebbe sempre quello...-  
-Ovvero?- chiese il ragazzo curioso di sapere che cosa passasse per la testa di Alyssa che non accennava neanche minimamente a fermarsi
-Conosco Demi!-
Ecco ora si che si era fermata.
Più che altro sembrava fosse entrata in trans, mentre Joe sembrava fosse caduto in stato di shock.  
-Wow...-
Quella fu l'unica parola che in un sospiro uscì dalla bocca di Joe.
-Wow cioè "che figata la mia ex e la mia attuale ragazza si conoscono", o wow cioè "bella merda"?- chiese Alyssa del tutto spiazzata dalla reazione del ragazzo.
-Wow cioè me lo dovevo aspettare!!- prese fiato lui -Infondo siamo a Los Angeles...-
-E..?-
-E non ci sono problemi, perchè Demi è solo un'amica, mentre tu sei la mia ragazza!- concluse lui cercando di schiarire le idee ad Alyssa, e a sè stesso.
-Quindi tu mi vorresti far credere che non ce l'hai con me per aver taciuto e tenuto il segreto da quando siamo stati a New York, per tutto questo tempo...- fece il punto del discorso Alyssa disegnando nell'aria forme indefinite con il suo dito.
Joe allungò la sua mano verso Alyssa affinchè l'afferrasse e tornasse a mettersi seduta vicino a lui.
E così fece. E non appena furono di nuovo uno accanto all'altra, Joe afferrò il viso di Alyssa fra le sue mani e puntò i suoi occhi scuri, in quelli topazio di lei.
-No, non ce l'ho con te-  
Poi tornarono ad abbracciarsi ed a guardare le stelle.


Una ragazza qualsiasi se la sarebbe bevuta quella balla...ma non Alyssa.
Una ragazza qualsiasi probabilmente non avrebbe neanche mai avuto tutta la paura che aveva avuto Alyssa ad ammettere di conoscere Demi, perchè non sarebbe mai stata così terrorizzata dall'idea di poter perdere tutto di nuovo.
Una ragazza qualsiasi avrebbe fatto finta di niente e avrebbe continuato ad andare avanti per la sua strada, solo per avere la soddisfazione di potersi vantare con tutti di essere "la fidanzata di Joe Jonas".
Ma non Alyssa. Non Lei. 
Non quella organizzatrice di eventi che aveva imparato a vedere oltre la corazza di quel cliente famosissimo, e a conoscere il vero ragazzo che vi si celava dietro.
Non quella ragazza che prima di incontrare quel ragazzo aveva paura di dire ti voglio bene anche alla sua sola ed unica migliore amica.
Non quella ragazza che si era trovata a combattere contro la forza della natura per non far  vedere a quel ragazzo che non era forte come voleva far vedere, ma che era fin troppo fragile.
Non quella ragazza che veniva da Casa Grande e che aveva imparato con il tempo che a Los Angeles faceva sempre un caldo pazzesco, e che sarebbe stato praticamente impossibile contro ogni legge della natura avere le mani fredde nello stesso modo in cui le aveva avute Joe non appena aveva saputo che la sua fidanzata conosceva la sua ex fiamma.
Mani ghiacciate che erano state bollenti a quel contatto sul viso di Alyssa, e che ancora adesso che era di nuovo sdraiata fra le braccia di quel ragazzo di cui si era perdutamente  innamorata, poteva sentir ardere come se l'avessero marchiata a fuoco.

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Capitolo 20
*** XX CAPITOLO ***


Ci vediamo a fine capitoloooooooo... 
"Buona lettura!"


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XX CAPITOLO


L'ultima cosa che Alyssa si sarebbe immaginata di fare dopo il falò sulla spiaggia con Joe, ma soprattutto dopo aver detto a Joe tutta la verità ed aver visto la sua reazione, era quello che stava facendo in quell'esatto momento: mettersi seduta in macchina vicino a Joe.
Direzione? Casa Jonas!
-Allora ti sei vista con Demi stamattina?- si schiarì la voce Joe rompendo il silenzio
-Joe, non dobbiamo parlarne per forza...-
-Ma io voglio! E' giusto parlare della nostra vita- mise in chiaro il ragazzo
Alyssa guardò Joe con la coda dell'occhio, -Si...cioè, siamo andate a fare colazione insieme-
Joe annuì a quella frase e staccò la mano dal volante per grattarsi la fronte.
"Questo non è per niente un buon segno! Quando si gratta la fronte vuol dire che si sta agitando"
-Tu invece che hai fatto di bello?- cercò di alleviare il momento Alyssa
-Quello che mi hai programmato di fare tu...- ribattè lui tenendo lo sguardo fisso sulla strada.
Alyssa sospirò in silenzio.
Ebbene al di là di quello che Joe andava raccontando in giro, ad Alyssa compresa, a lui la situazione non era per nulla indifferente e la ragazza l'aveva capito dalla sera del falò.
Joe si accostò e tirò il freno a mano. Scese dalla macchina ed andò ad aprire lo portiera ad Alyssa come era sempre solito fare.
-Grazie- farfugliò Alyssa non ricevendo risposta. 
Si diressero verso l'entrata ed inaspettatamente Joe le afferrò la mano.
Alyssa sobbalzò a quel contatto e il suo cuore fece un tonfo.
-Ehy mamma!- esclamò Joe alla vista di quella magnifica donna dai capelli corvini che aprì la porta.
-Alyssa!-
-Salve signora Denise!- l'abbracciò carinamente lei.
Dalla prima impressione che l'intera famiglia Jonas diede ad Alyssa, potè capire che nessuno sapeva nulla di ciò che stava succedendo tra lei e Joe.
"Già! Che sta succedendo tra noi due?"
-Ancora durate eh?!- la voce di Nick si insinuò tra le figure in piedi di Joe ed Alyssa
"Questa si che è pesante!"
-Nick il tuo ottimismo è sempre ai massimi livelli...- l'anticipò nella risposta Joe
Alyssa sorrise poggiando la sua mano sulla schiena di Joe che non ebbe nessuna reazione a riguardo
-Allora che stavi facendo?- rincarò la dose la ragazza rivolgendo la sua attenzione a Nick che abbracciò la sua chitarra prima di mettersi seduto sul divano.
-Strimpellavo...-
-Con me!- fece il suo ingresso a sorpresa Kevin abbracciandola prima di prendere anche lui una chitarra.
Ci misero ben poco a riempiere quella stanza: le loro dita presero a sfiorare quelle corde dando vita ad un'inconfondibile melodia.
Alyssa la riconobbe all'istante. Avrebbe voluto dire al suo cervello di comandare alla bocca di rimanere chiusa, ma i suoi sforzi furono inutili.

I heard there was a secret chord 
That David played and it pleased the lord 
But you don't really care for music, do you 
Well it goes like this the fourth, the fifth 
The minor fall and the major lift 
The baffled king composing hallelujah 

Le voci di Nick e Kevin l'accompagnarono per tutta la durata di quella meravigliosa canzone.
-Davvero niente male- esclamò Kevin non appena l'ultima nota svanì dell'aria.
-Grazie!- rispose Alyssa. Le guance ci misero poco a diventare rosse dall'imbarazzo.
-Hai capito la nostra Alyssa? E brava lei!- rincarò la dose Nick mettendole un braccio sulle spalle, -Sai a cosa stavo pensando?- riprese a parlare lui
-Nick, quante volte ti ho detto che non devi pensare tu?!- 
Joe fece quella battuta e i tre fratelli che in quel momento sembravano non aver mai perso il loro affiatamento, scoppiarono a ridere all'unisono seguiti poi da tutti gli altri presenti.



L'Iphone sul tavolo e Alyssa che passaggiava avanti e indietro con lo sguardo fisso su di esso.
Questa era l'esatta fotografia della mattina seguente alla cena in famiglia andata "magnificamente!", o almeno quella era stata la parola con cui l'aveva descritta Joe.
"Se avesse detto "E anche questa rogna ce la siamo tolta di torno" sarebbe stata la stessa cosa..." pensò Alyssa quando sentì pronunciare in quel modo quell'aggettivo dal suo ragazzo. 
"E se continuiamo così, mi domando per quanto tempo ancora dureremo..." aggiunse subito dopo. 
-Chi non muore si rivede...anzi si risente- disse la voce calma e in un certo senso sorpresa, dall'altra parte del telefono
-Liza è un piacere risentirti anche per me!- rispose alla battuta Alyssa.
-Cara, come mai mi hai chiamato?- chiese curiosa la donna dall'altro capo
-Mi chiedevo se avessi un altro lavoro per me...- ammise con voce sconfortata Alyssa che continuava a camminare per la casa -voglio dire, ormai il mio lavoro con Jonas è finito. Il cd sta andando bene, il suo tour altrettanto e non credo che abbia ancora bisogno di me. Se la sa cavare bene te lo posso assicurare.- continuò lei cercando di mettere convinzione nella sua voce.
Liza dall'altra parte sospirò rumorosamente. Poco dopo sentì il classico rumore che le dita facevano quando premevano i tasti di una tastiera. 
Alyssa sorrise. Incrociò le dita. Una parte di lei si mise addirittura a pregare non si sa bene cosa.
-Stavo dando uno sguardo al calendario...nessun lavoro per te- concluse la donna.
Alyssa alzò gli occhi al cielo.
-Qualcosa non va con Joe?- provò a chiedere a quel punto Liza non ricevendo nessun tipo di risposta dalla ragazza.
-Nulla degno di nota se non quello che già sai e sanno tutti viste le foto su tutti i giornali. A proposito, ti volevo dire che mi dispiace di essermi fatta sopraffare così da tutta questa...non so neanche cosa sia!- cercò di chiarire la situazione Alyssa
-Alyssa, cara, non devi rendere conto a me della tua vita privata. Ti ho mandato lì per lavoro, e da quello che mi dicono le mie fonti, l'hai fatto alla grande. Per il resto, beh, credo tu debba fare chiarezza nella tua testa...e soprattutto nel tuo cuore!- 
Liza riattaccò il telefono senza dare il tempo ad Alyssa di salutarla o ringraziarla per il consiglio.
Alyssa avrebbe voluto volentieri capire le parole di Liza, ma le risultò difficile. Ma era impossibile negare che il suo capo era riuscita a metterle la pulce nell'orecchio.
Non le importò più di tanto di come fosse vestita, prese il suo Iphone e uscì di casa.
"Devo assolutamente trovare Joe...non posso andare avanti così..."


Capire quante ore fossero passate da quando Alyssa aveva messo piede fuori casa, sarebbe stata impresa impossibile per chiunque.
L'unica cosa di cui si rese davvero conto, fu che era uscita di casa con il sole, e ora invece stava iniziando a calare.
Probabilemente erano passate un paio di ore. Forse tre.
Ma al di là di questo, vi era la preoccupazione di Alyssa che non riusciva a capire dove fosse Joe.
Il primo posto dove aveva provato ad andare a cercarlo, era stata casa sua ma non aveva ottenuto dei buoni risultati. 
Quando invece poi aveva finito tutti i posti in cui cercare, provò a tornarci.
Suonò al campanello. Sentì dei passi avvicinarsi al di là della porta. Sorrise aspettando che Joe arrivasse, ma il sorriso scomparve dietro una smorfia di stupore. E rabbia.
-Si?!- chiese una ragazza aprendo la porta
-Mmm...c'è Joe?- chiese con voce tremolante Alyssa
-Tesoro è per te!- urlò a quel punto la ragazza sconosciuta.
"Sconosciuta a me...a Joe non direi proprio..."
-Conosci Joe?- chiese la ragazza guardando Alyssa che continuava impaziente a guardarsi intorno.
-Si, lavoriamo insieme!- parlò Joe uscendo dalla stanza adiacente a quella
-In realtà, io stavo per dire che sono la sua fidanzata- ribattè a quel punto con aria di sfida Alyssa
-Oh, io non ne sapevo nulla- disse la voce femminile
-Immagino- fece una smorfia Alyssa nei confronti della ragazza, -Joe, possiamo parlare un attimo?- chiese lei in direzione di Joe, indicando la stanza con il suo pollice.
-Certo!- gli rispose Joe che la seguì nell'altra stanza.
Alyssa rimase vicino alla porta, e non appena Joe la varcò, lei chiuse la porta a chiave.
-Non dovevi andare a fare un servizio fotografico?- 
Ormai la rabbia stava prendendo il sopravvento sui buoni propositi con i quali Alyssa era andata per parlare e chiarire con Joe.
"Mettiamo in chiaro una cosa: non credo minimamente che mi abbia tradito con quella sventurata di là!"
-Me ne sono dimenticato- si giustificò lui
-Dimenticato? Te l'ho ricordato io questa mattina per telefono Joe!- alzò di una tacca il tono di voce Alyssa
-E allora non avrò capito bene...-
-Joe, per la cronaca, non ho due anni! Comunque chi è quella?- indicò verso la porta Alyssa
-Un'amica...-
-Un'amica scalza, in minigonna e con tre chili di trucco in faccia...Certo, come no...Hai amiche che escono fuori come funghi...tesoro!- marcò l'ultima parola per fargli notare che aveva notato come l'aveva chiamato quando la ragazza-senza-nome era andata ad aprirle la porta.
-Joe, parliamoci chiaro, se vuoi farmela pagare per la storia di Demi va bene, ma ti prego, almeno fai in modo che non ci vada di mezzo la tua carriera!-
Si girò di scatto ed aprì la porta.
Con passo deciso e a testa bassa si avvicinò alla porta pronta a tornarsene da dove era arrivata.
Sentiva i passi di Joe non tanto lontani dietro di lei.
Avrebbe voluto girarsi, corrergli incontro, prendere il suo viso e dirgli una volta per tutte che gli aveva mentito solo per paura. Ma non lo fece.
Anzi, fece tutt'altro.
Stava per aprire la porta di casa, ma ci ripensò: si voltò verso Joe in piedi vicino al divano e si inventò la balla che avrebbe dovuto inventarsi prima di dire la verità 
-Ero passata per dirti che ho ottenuto un nuovo incarico. Parto stasera.-
Poi fece pressione sulla maniglia sotto al sua mano. Aprì la porta e la richiuse poco dopo dietro di sè.
Gli aveva mentito: non c'era nessun incarico. Nessuna partenza in vista. 
Almeno fino a quel momento: prese il suo telefono e chiamò per prenotare il primo volo disponibile per Casa Grande.
Poi tornò a casa pronta a preparare le sue valigie: casa sua a Casa Grande la stava aspettando.




Buona domenica a tuttiiiiii!!
Sarà il tempo che non è dei migliori (confessione: ho vent'anni ma ho ancora paura del temporale), ma più leggo questo capitolo e più penso che sia caccoso!!
Ora, voi che l'avete letto, vi prego ditemi che mi stavo sbagliando!
In caso contrario in cui mi darete ragione, e non schiferete ancora la mia storia e che quindi continuerete a leggerla comunque, vi prometto che mi rifarò con il prossimo capitolo!
Con questo vi faccio una domanda che vi anticipa il prossimo capitolo e a cui mi piacerebbe se mi rispondeste: secondo voi cosa voleva dire Nick con la sua frase "Sai a cosa stavo pensando" nei confronti di Alyssa?
Cosa starà mai tramando quel bel giovanotto di Nick Jonas?
Lo scoprirete nella prossima puntataaaaa...
Ciaaaaaaaooooooooooo

P.S. Se qualcuno volesse saperlo ed aggiungermi, questo è il mio account su Twitter: @icanalwaysdream

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Capitolo 21
*** XXI CAPITOLO ***


Ciao genteeeeee!!
A volte mi domando a chi continuo a dirlo visto che le letture vanno a calare... :-(
Anyway, alla fine dell'altro capitolo vi avevo lasciato con una domanda, ma naturalmente avendo ricevuto una sola recensione (Eleonora ti amo) nessuno a risposto...fatto sta che io vi rinfresco comunque la memoria: la domanda era "secondo voi cosa voleva dire Nick con la sua frase "Sai a cosa stavo pensando" nei confronti di Alyssa? Cosa starà mai tramando quel bel giovanotto di Nick Jonas?"
Guai a chi osa dirmi che sono due domande -.-"  oh no, nessun problema, non legge nessuno!!
Vaaaabbè, in questo capitolo avrete la vostra risposta!! 
Evviiiivaaaaaaaa!! *esulto da sola*
Inoltre volevo dirvi che non manca tanto, forse un capitolo o due, quindi presto non vi scasserò più!
Ora me ne vado...ciao!! E Buona Lettura!!
*sempre per chi legge ovvio*




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XXI CAPITOLO


Valigie alla mano, Alyssa si diresse senza degnare di uno sguardo la casa che si lasciava alle spalle, verso il taxi che l'aspettava dall'altra parte della strada.
La sua destinazione senza ripensamenti era l'aeroporto. Stava per tornare a casa, la sua vera casa. Ma la cosa curiosa che lei provava ma che non voleva ammettere nemmeno a sè stessa, era che era eccitata all'idea di salire su quell'aereo e di lasciarsi tutto questo alle spalle.
Ma poi, inevitabilmente, Joe piombò nei suoi pensieri.
Era impossibile non pensarci adesso, figurarsi quando sarebbe stata di nuovo da sola a Casa Grande.
Gli sarebbe mancanto come l'aria, come a un bambino manca il suo peluche preferito durante una notte di temporale. Non poteva negarlo: Joe era stata la sua salvezza!
"Ma questa è la cosa giusta da fare...è meglio per tutti se io me ne vado!" continuava a ripetersi Alyssa.
L'Iphone che improvvisamente vibrò nella sua borsa, la fece rinsavire dai suoi pensieri.

Dove sei? Ti devo parlare!

Mittente: Joe.
Alyssa sospirò; poi chiuse il messaggio e riposò il cellulare nella borsa senza rispondere.
Ed eccola lì: la porta di vetro scorrevole era di nuovo davanti a lei. 
Si aprì automaticamente non appena lei si avvicinò. Come sempre la gente correva freneticamente a destra e sinistra, senza preoccuparsi più di tanto di spostarsi o di schivare la gente che invece era immobile aspettando che gli chiamassero il volo. 
Anche Alyssa era immobile, esattamente come quelle persone, ma non perchè aspettasse che l'imbarco del suo volo fosse annunciato, ma bensì perchè i ricordi rinchiusi fra quelle mura la travolsero come uno tzunami: quando mise per la prima volta piede a Los Angeles; la sua prima fuga; il suo ritorno dopo che Joe l'era andata a riprendere; il loro viaggio a New York con il rispettivo ritorno, "Ok forse la Grande Mela non è totalmente un bel ricordo..."
E poi Chicago: da lì era cominciato tutto. Da lì avevano iniziato a pensare come un "noi".
Qualcuno le diede una spallata, scosse la testa come a voler scacciare quello che il suo cervello stava pensando; poi alzò la testa, ma ormai era troppo tardi. 
Agli occhi di chiunque, le persone sarebbero apparse esattamente come erano in quel momento: tutte uguali!
"Basta pensare!"
Riprese a camminare tenendo sempre la sua valigia bel stretta nella sua mano.
-Ferma!-
Tutti si fermarono, ma non Alyssa.
-Ferma! Ti prego...- questa volta più che un urlò, ad Alyssa sembrò una supplica.
"Cosa devo fare adesso?"
Si voltò lentamente tenendo i suoi occhi sempre ben fissi a terra.
Vide l'altro paio di piedi a pochi centimetri dei suoi, poi sentì una mano sul suo viso e in un attimo si ritrovo due occhi nocciola che la fissavano e la riflettevano alla perfezione.
-Che ci fai tu qui?- chiese Alyssa con fare scontroso. Sembrava quasi che la vecchia Alyssa fosse tornata.
-Ti ho mandato un messaggio e non ho ricevuto risposta- 
-Joe, non ti è mai passato per la testa che avrei potuto leggerlo ma non ti avrei voluto rispondere perchè non era mio interesse farlo?- continuò ad attacarlo lei.
-Colpito e affondato-disse lui con un filo di voce
-Ti rifaccio la domanda: cosa ci fai tu qui?-
-Cerco di rimediare ai miei errori- disse Joe con voce ferma ma allo stesso tempo dolce.
Alyssa alzò gli occhi al cielo e ricacciò indietro le lacrime che spingevano per venir fuori.
-Joe, sai quale è la cosa curiosa?! E' che non sei tu ad aver sbagliato, ma io! Sarei io quella che dovrebbe rimediare! Sarei io quella che dovrebbe scusarsI! E sarei sempre io quella che dovrebbe sentirsi in colpa! E lo faccio, Dio se lo faccio...lo faccio dal giorno in cui siamo stati a New York, l'ho fatto sulla spiaggia e lo farò probabilmente per il resto della mia vita. Ma non posso farci nulla se sono nata per rovinare le cose belle!-
Una lacrima le rigò la guancia e Joe si preoccupò di asciugargliela con il pollice.
-Tempo fa, ho conosciuto una persona stupenda al di là del suo aspetto fisico, ma lei non sapeva di esserlo. Poi con il tempo ho iniziato a conoscerla e a capire chi fosse veramente. Mi sono reso conto che quella ragazza non poteva, e non doveva stare così male: perché se lei lo era, lo ero anche io. Allora giorno dopo giorno, mi sono sempre più avvicinato a lei, le ho fatto capire che non era sola, e che era più forte di quanto lei credesse, gli sono stato accanto fino a farla tornare quella che era: dolce, sensibile, altruista e difficile da non amare! L’ho aiutata a tornare ad essere sè stessa. Ti ho aiutata a tornare ad essere te!- si giocò il tutto per tutto Joe.
-Joe…io…- cercò di parlare Alyssa che era rimasta senza parole 
-Non puoi farlo, non puoi tornare a Casa Grande...non è quello il tuo posto!>> disse Joe cercando di farle cambiare idea.
Alyssa non stava bene. Si sentiva come se doveva difendersi da qualcosa o da qualcuno che la facesse tornare indietro nel tempo; ma lei non poteva e non voleva, perché sapeva che sarebbe stato troppo doloroso. 
Voleva restare come era, anche se in quel momento stava male. 
Anche se in quel momento sapeva, che la sua unica ancora di salvezza era proprio lì, di fronte a lei.
Muovendo il viso, Alyssa si trovò involontariamente a pochi centimetri da quello di Joe: in silenzio, occhi dentro occhi, e pochi secondi dopo bocca contro bocca. 
Alyssa avvertì che Joe aveva cercato quel contatto, che lo aveva voluto e che lo desiderava con tutto sé stesso. Lei lo lasciò fare. Si lasciò trasportare. 
Finalmente tutto era come avrebbe dovuto essere, o almeno finché gli altoparlanti non chiamarono il volo di Alyssa rompendo l'incantesimo del momento.
-Devo andare...-
-O potresti rimanere qui con me...- sospirò Joe 
-Non posso Joe...-
-Ma non c'è nessun nuovo lavoro vero?- chiese insistente Joe
Alyssa si limitò a scuotere la testa.
-E allora perchè te ne vai?-
-Perchè amare una persona è una cosa strana; a volte è stupenda, ma pur sempre strana! Tutto quello che vuoi è lui! Ma ci sono anche i momenti brutti, in cui tutto ti cade addosso:  tutte le speranze, tutte le fantasie...e dentro di te stai male, perché sai che lui non è più con te, e probabilmente non lo sarà più! Ma l'amore è così. La mia vita adesso è così!- concluse il discorso Alyssa scandendo bene le ultime parole.
-E il lui di cui parli sono io giusto?- chiese Joe che non riusciva a capire dove volesse arrivare.
Alyssa annuì.
-Con la sola differenza che io sono qui...con te!- si agitò a quel punto Joe
-No...non lo sei...non da quando ti ho detto di Demi!- sospirò -Joe, come tu hai imparato a conoscere me io ho imparato a conoscere te, ma ho conosciuto anche lei ed è a dir poco fantastica. Non ti biasimo se il giorno che la rincontrerai, il tuo cuore tornerà a battere per lei...-
-E se non dovesse succedere? Se io dovessi realmente accorgermi di non provare più nulla per Demi?-  chiese Joe rimasto ormai senza speranze
-Sai dove trovarmi...- sospirò Alyssa.
Annunciarono di nuovo il volo di Alyssa.
-Ora devo veramente andare...- si fece coraggio lei, avvicinandosi a Joe per regalargli un ultimo dolce bacio.
-Promettimi almeno di non devi fermarti mai, nemmeno davanti al più grande ostacolo che ti faccia pensare quanto siano stupide e banali le cose che pensi o che provi.. perché non lo sono! Sono i tuoi sogni...i tuoi desideri...i tuoi pensieri...e già per quello non sono stupidi e vale la pena di viverli e combattere per loro- parlò Joe tenendo ancora la mano di Alyssa nelle sue.
-Promesso!- lo salutò lei.
Un piede dopo l'altro, passo dopo passo, si lasciò Joe alle spalle. 
"Devo avvisare Eleonoir che sto tornando a casa!"
Afferrò il suo Iphone dalla tasca dei jeans e alla vista della foto di lei abbracciata a Joe, il suo cuore perse un colpo.
Mosse velocemente il suo pollice e scrisse un messaggio: 

Joe lo sai che Ti amo vero?
  
Due lacrime le rigarono il viso, morendo agli angoli della sua bocca che aveva disegnato un sorriso sul suo viso non appena arrivò  la risposta. 

Ti amo anche io, amore mio!



*                   *                  *                  *



Tre tocchi. Tre semplici tocchi sulla porta di casa sua.
Questo fu l'unico rumore che le orecchie di Alyssa riuscirono a sentire oltre alle parole della conversazione che stavano avendo Oliver e Jennifer, i due protagonisti del film.
Erano circa due settimane che Alyssa restava rinchiusa a casa sua, a commiserarsi e sentirsi in colpa per tutto il macello che si era venuto a creare con Joe.
Non era passato giorno in cui non avesse visto film strappalacrime, e quel giorno era il turno di "Love Story".
Oliver il ragazzo ricco, Jennifer la ragazza povera, si innamorano, decidono di mettere su famiglia ma qualcosa non va, e allora fanno le analisi ed è lì che c'è la fregatura: lei è malata di leucemia e le resta poco da vivere. Finale: lei muore!
Il film strappalacrime per eccellenza, giusto per intenderci.
Altre tre tocchi.
Alyssa sbuffò,mise in pausa il film ed andò ad aprire la porta con tanto di fazzoletto a seguito.
Aprì la porta e un ragazzo sorridente...perse il sorriso.
-Ho forse sbagliato indirizzo?-
-Nicholas Jerry Jonas, cosa ci fai tu a casa mia?- chiese Alyssa totalmente spiazzata tirando su con il naso.
-Sei davvero ridotta così male?- chiese il ragazzo entrando in casa e dandosi uno sguardo intorno.
-Con questo cosa vorresti insinuare?- chiese lei con fare investigativo
-Che io e Joe siamo fratelli e ci diciamo tutto- rispose lui sorridendo timidamente
-Dannazione! Me lo sarei dovuto immaginare. Fatto sta che, se sei venuto qui a fare da piccione viaggiatore-paladino della giustizia, mi dispiace deluderti ma non cambio idea...- 
-Ti puoi anche fermare qui Alyssa, non sono qui per questo. Cioè, intendiamoci, mi fa piacere che tu sia ancora viva, parlante, mangiante e decisamente tanto piangente, ma a parte questo e un film deprimente in pausa alla tv, vedo che stai bene- la prese un pò in giro lui.
-Sai che se io non ti conoscessi, adesso come adesso penserei addirittura che tu sia simpatico?!- ribattè con eleganza alla sua battuta.
-Sarò contento di far sapere al mio fratellone che la vecchia Alyssa è ancora da qualche parte dentro di te...-
-Nick, prova a fare un solo fiato su di me e io farò disperare milioni di ragazze per la tua scomparsa!- lo minacciò Alyssa con il suo dito indice fino a toccargli io dorso.
"Non l'avrei mai detto che Nick avesse tutti questi muscoli!"
-Allora ho un compromesso...- prese a parlare NIck.
Alyssa si accigliò curiosa di sapere cosa aveva in mente Nick. 
-OK, parla- parlò Alyssa impaziente
-Io non dirò nulla a Joe, se tu tornerai a Los Angeles per...-
-Ti prego non dirmi che vuoi unirti anche tu alla mia lista di clienti super famosi dopo tuo fratello e la sua ex...- lo interruppe lei
-No grazie! Ti stavo dicendo che non dirò nulla a Joe se tu tornerai a Los Angeles per registrare un paio di canzoni con me...- sputò il rospo Nick.
Alyssa era incredula. Senza parole.
-Alyssa credimi, hai davvero una bellissima voce e sono sicuro che potrai fare grandi cose-
-Posso pensarci?- chiese lei con la voce che le tremava.
-Si...giusto il tempo di farmi tornare a Los Angeles e dire a mio fratello che quando mi hai aperto la porta ti stavi disperando guardandoti "Love Story"- parlò lui 
-No no no no no va bene! Ci sto! A patto che oltre a non dirgli tutto il resto, non gli dirai nemmeno che sono a Los Angeles e che sto registrando delle canzoni con te...- lo supplicò lei
-Mi stai chiedendo di mentire a mio fratello?-
-No...ti sto solo chiedendo un favore da amica...- sospirò lei 

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Capitolo 22
*** XXII CAPITOLO ***


Saaaaalve!!
Sono vivaaaaaa... ma non interessa a molti!! Vabbè!! Sono qui ancora per poco...il prossimo sarà l'epilogo! Poi se avrò qualche illuminazione potrei tornare, chissà....
Ora a "grande" richiesta posto il capitolo!! 
Ci sentiamo poi per l'epilogo!!
Un abbraccio e "Buona Lettura!"


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XXII CAPITOLO


Una giovane ragazzina, dai capelli lisci e gli occhi grandi e pieni di sogni e speranza.
Una spazzola tra le piccole mani come fosse un microfono.
Lo stereo suonava "My heart will go on" di Celine Dion, e la bambina l'accompagnava cantando.
Nel giro di un attimo, la porta della camera si spalancò -Piccola cosa stai facendo?- chiese l'uomo che si era fermato sulla porta, 
-Niente!- rispose prontamente la bambina affrettandosi a nascondere il "microfono" dietro la sua schiena.
-Se non stai facendo nulla potresti mettere apposto la tua cameretta allora- spiegò ancora l'uomo indicando l'angolo opposto della stanza. La ragazzina annuì innocentemente e sorrise timidamente.
-Comunque gran bella voce!!- concluse poi lui facendole l'occhiolino e chiudendosi la porta dietro le sue spalle.
La bambina sorrise contenta. 
Quello era esattamente ciò che era successo sedici anni prima, quando il signor Colin aveva "beccato" per la prima volta sua figlia Alyssa che fingeva di cantare con la spazzola per i capelli al posto del microfono.


Ed ora eccola lì! 
Nessuno, a parte la sua migliore amica, aveva mai creduto nel suo amore per la musica.
"Chi l'avrebbe mai detto che sarei riuscita ad entrare in una sala registrazioni e che avrei avuto la possibilità di registrare le canzoni per il mio cd. Eh già gente, fa strano anche a me dirlo, ma sto per fare un album! Il mio album! O almeno così dovrebbe essere...manca ancora la conferma! Ma Nick mi ha convinto che è solo un dettaglio e andrà tutto bene..."
Ebbene si, Nick l'aveva fatta tornare a Los Angeles per registrare qualche canzone, poi aveva fatto sentire alcuni dei demo ad un suo amico discografico, lui li ha trovati grandiosi "Testuali parole!
Seduta a terra con la schiena al muro, Alyssa era intenta a mettere nero su bianco tutto quello che le passava per la testa. Ansie. Preoccupazioni. Nostalgie. Ricordi.
Joe.
Non sapeva bene ancora come classificarlo, o meglio in quale categoria metterlo, ma lo pensava e questo per lei voleva pur dire qualcosa.
-Hai seriamente intenzione di continuare a vivere qui dentro?- si chiuse la porta alle spalle Nick
-Devo ammettere che non è il massimo della comodità, ma se questo vuol dire evitare di farmi vedere da Joe, beh allora la mia risposta è si, continuerò a vivere qui dentro!- parlò chiara Alyssa.
-Mio fratello non è un demone a cui hai venduto l'anima, non sarebbe la fine del mondo, sopravviveresti facilmente!- cercò di convincerla Nick porgendole una tazza di caffè ancora caldo.
-Forse hai ragione- tagliò corto lei
-Davvero?- chiese al quanto stupito Nick dalla risposta ottenuta
-No, Nick! No! Mi dici tu che gli direi per spiegargli tutto questo?! Perchè sono stata nascosta tutto questo tempo senza dirgli che sono sempre stata più vicino di quanto il suo cervello possa mai arrivare ad immaginare?- urlò tutta d'un fiato Alyssa.
-Gli potresti sempre dire che avevi paura...-
-Ah si? E di cosa?- domandò accusatoria Alyssa
-Di ammettere di aver sbagliato ad andartene.....oppure potresti dirgli la verità!- parlò Nick
-Cioè?-
-Cioè che non hai mai smesso di amarlo!- sospirò Nick
Alyssa sgranò gli occhi incredula che il fratello del suo ex avesse pronunciato quelle parole.
-Questo è un colpo basso...-
Colpo basso o no, Nick su una cosa aveva ragione. Anzi due.
La prima: non aveva mai smesso di amarlo.
La seconda: non poteva rimanere rinchiusa lì dentro per sempre.
Pochi secondi per digitare il messaggio ed inviarlo. Qualche minuto per ricevere una risposta positiva ed in poco tempo fu fuori.
Non che fosse passata un'eternità, ma Los Angeles era esattamente come se la ricordava.
Starbucks non era lontano dallo studio, ma questo non le impedì di fermarsi ad osservare ogni vetrina che aveva al suo fianco. 
Sembrava quasi fosse la prima volta che camminava per le strade della città, e invece era proprio per quelle strade che la sua vita aveva ripreso a girare.
Si chiuse la porta di Starbucks alle spalle e lasciò scorrere i suoi occhi su tutti i visi all'interno della sala in quel momento, fino a trovare quello che interessava a lei.
-Ciao Dem!-
-Ed ecco qui la mia futura concorrenza!- l'abbracciò affettuosamente Demi.


Il tempo con Demi quella mattina era volato, e adesso era ora di tornare in studio a cercare di combinare qualcosa di buono per quella che doveva essere la sua futura carriera da cantante.
Demi le aveva promesso che avrebbe sbrigato alcune commissioni, e poi sapebbe andata a trovarla per ascoltare qualche canzone in anteprima. Inutile dice che Alyssa aveva accettato. Non che non si fidasse di Nick, ma un parere femminile e per di più di una amica, non fa mai male.
-Sono tornata!- urlò Alyssa mettendo piede in studio.
-Nick?- chiamò di nuovo lei non ottenendo risposta.
-Sono qui!- rispose il ragazzo che continuava a dondolarsi sulla sedia girevole.
-Oh Nick...posso farti una domanda?- chiese con un tono di voce da serial killer. Nick annuì.
-Da quando in qua hai le dita delle tue mani in vacanza?- sganciò la bomba la ragazza puntando il suo pollice verso il divano alle sue spalle.
-Ah, quello....beh...io.....-
-Ciao Aly!- quella voce fu una pugnalata. Una marchiatura a fuoco senza anestesia sarebbe stata più piacevole del sentire il suo cuore perdere un numero indefinito di battiti.
-Vi lascio un pò da soli?- Nick cercò di liberarsi dallo sguardo inceneritorio di Alyssa
-Oh no, rimani pure comodo! Ormai ci sei dentro fino al collo!- lo accusò lei
-Suonava molto accusatoria questa frase....-
-Nick fidati che lo era!- lo colpì di nuovo lei.
-Alyssa lui non centra nulla! Sono stato io: sono venuto a trovarlo e ho visto la tua sciarpa sul tavolo e l'ho implorato di non avvisarti- cercò di chiarire la situazione Joe con voce tramante.
-E a quanto pare ti ha dato retta...- sputò la ragazza in piedi con gli occhi fissi su Nick
-Ma ho sbagliato alla grande- farfugliò con un sospiro Nick sperando che nessuno lo sentisse
-Ottima osservazione Giuda!- 
-Alyssa, ti prego, dimmi qualcosa!- disse con un filo di voce Joe. 
Agli occhi di Nick, il fratello stava letteralmente supplicando, implorando Alyssa affinchè gli parlasse e lo guardasse di nuovo.
Un respiro. Un altro. E poi un altro ancora.
Alyssa si voltò lentamente e puntò i suoi occhi color topazio in quelli nocciola di lui.
-Eri davvero bello ai Video Music Awards....con Demi!- gli sputò allora la verità in faccia Alyssa. 
-Me ne ero andata da questa cavolo di città, mi sono rinchiusa dentro casa, non compravo giornali e non vedevo televisione, se non film strappalacrime per soffocare ancora di più il mio dolore, eppure la tua faccia sorridente a pochi centimentri da quella di Demi è stata impossibile da nascondere anche per Elenoir-
-Alyssa non è come vogliono far i giornalisti! Fra me e Demi non c'è nulla! Io non provo niente! Possibile che con tutto il tempo passato con me tu non abbia capito nulla di me?- le urlò in faccia Joe
-Più di quanto tu possa immaginare...è proprio per questo che me ne sono andata! Ti conosco troppo bene e non riesci ad ingannarmi. La tua bocca diceva cose che tu non riuscivi a dimostrare. Quella maledetta sera sulla spiaggia quando ti ho detto di Demi la tua bocca disse che non c'era nessun problema, ma le tue mani dicevano tutt'altro: era ghiacciate! Tremavi Joe! Ed io con te perchè avevo appena visto sfumare davanti i miei occhi la cosa più bella che fossi riuscita ad avere dopo l'incidente- sospirò Alyssa
-Adesso è diverso- cercò di convincerla lui
-Io non direi: mi hai appena detto che non provi niente per Demi....Dio se solo potessi vedere i tuoi occhi quando pronunci il suo nome! Forse riusciresti a capire perchè mi sono messa da parte. Con questo non voglio dire che tu non mi abbia mai amato e che lo stia facendo anche adesso-. Alyssa si avvicinò a Joe, cercò le sue mani e le strinse forte. 
-Ti ricordi che ti ho detto all'aeroporto quando stavo partendo?- gli chiese Alyssa.
Joe non capì a cosa si stesse riferendo, allora lei riprese a parlare 
-Ti avevo detto che non ti avrei biasimato se il giorno che l'avessi rivista, il tuo cuore sarebbe tornato a battere per lei...-
-E io l'ho rivista, ma non ho provato niente! Te lo giuro!- 
Alyssa sorrise. 
-Prova a convincermi ripetendo la stessa cosa guardandola negli occhi...- poi gli fece cenno con la testa di guardare dietro di lui. 
Demi era in piedi a pochi passi da Joe. 
Lui lasciò le mani di Alyssa e si diresse a passo deciso verso Demi. I suoi occhi disegnarono ogni morbida curva del suo viso. Aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma poi la richiuse e tornò a respirare profondamente.
Poi finalmente prese coraggio per parlare, -Demi io...io non.....- 
Alyssa posò una mano sulla spalla di Joe. Con uno scappo Joe si girò e l'abbracciò forte come non aveva fatto mai.
-Scusami ma non ce la faccio!- disse liberandola dalla sua stretta e afferrando la giacca sul divano per poi correre via.
Alyssa chinò il capo e sospirò. 
-Nick sappi che ce l'ho ancora a morte con te, ma non incolpo te per tutto questo...- sputò fuori la ragazza con la sola speranza di buttarsi tutto alle spalle il più presto possibile.
-Sono in torto marcio! Ho tradito mio fratello e un'amica nello stesso giorno, ma almeno l'amica credo di poterla recuperare...- 
-Nick, tuo fratello ti adora! Piuttosto vedi di stargli vicino. E poi chi te l'ha detto che almeno l'amica la puoi recuperare?- scherzò Alyssa per sdrammatizzare
-Il produttore che ha accettato di fare il cd?!- 
Alyssa spalancò la bocca incredula. Ma quanto poteva essere contenta una ragazza che aveva appena perso l'amore della sua vita? Avrebbe rinunciato anche al cd, purchè in cambio avesse ricevuto il potere di tornare indietro nel tempo per modificare il casino che aveva fatto e riprendersi Joe.






"La mia bocca è a pochi centimetri dal microfono. Sento le note che dalle cuffie arrivano alle orecchie e piano piano si fanno spazio per arrivare alle mie corde vocali. Faccio un respiro. Poi chiudo gli occhi ed è tutto come ho sempre sognato: sto cantando!"

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Capitolo 23
*** EPILOGO ***


Ciao a tutti!! 
Eccomi qui con l'Epilogo!! 
Grazie a chi ha seguito o solo letto questa ff!! 
Spero possa esserci un seguito per questa Fan Fiction a cui mi sono affezionata!!
Un abbraccio e "Buona Lettura"



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EPILOGO



"Avete mai provato quella sensazione di panico più totale misto ad eccitazione? Io la sto provando in questo preciso istante. E il brutto è che non ho la mia idea se sia un bene o un male! Sento ancora rimbombare nella mia testa le urla che acclamano il mio nome, ma credo che sia normale la prima volta...lo spero almeno o inizierò a credere che io sia una psicopatica.. Eppure mi sono immaginata questa scena un’infinità di volte, ma a quanto pare pensarla e vivarla non è esattamente la stessa cosa.".


Persa a guardare il vuoto, seduta sul divano del suo camerino: questa era l’immagine di Alyssa in quel momento. Tamburellava con il piede come se stesse aspettando un segno, una manna dal cielo. 
Prima di pranzo, praticamente quando ancora i fans erano a casa e non urlanti e scalpitanti sotto il palco, era arrivata per fare il soundcheck, e salire su quell'impalcatura le aveva dato una scarica incredibile. Allora la voce di Joe che le diceva che il palco quando c’è gente sembra ancora più grande e mette ancora più paura, la travolse e l'atterrò definitivamente.
Ogni qualvolta le succedeva qualcosa, bella o brutta che fosse, le veniva sempre in mente lui, e si domandava che cosa le avrebbe suggerito di fare...e la faceva.
-Alyssa Keine! Allora...cosa si prova?- la voce di Joe ruppe il silenzio 
La presenza di Joe non l’avevo proprio calcolata
-Se panico vale come risposta, ti do volentieri quella– gli rispose lei in tutta sincerità.
Joe le posò una mano sulla spalla e si mise a sedere vicino a lei.
Perché è qui?” si chiese francamente lei fra sé e sé.
Scrutò ogni curva, ogni centimetro quadrato del suo viso alla ricerca di un segno, una smorfia che rispondesse alla sua domanda.
Poi sputò il rospo senza pensarci due volte e diede fiato ai suoi pensieri -Perchè sei qui?-
-Beh, non mi potevo perdere il tuo primo concerto! Sono entrato passando da  fuori e c’è una vera e propria bolgia- le confidò lui 
-Joe non sei per niente di aiuto così!- gli rispose un po’ stranita Alyssa -E poi tu sei Joe Jonas, li dovresti fare i concerti, non vederli...-
-Forse una volta...ora sono cambiato, la mia vita sta cambiando...- si confidò Joe in un sospiro. 
Sembrava si fosse tolto un macigno dallo stomaco per il modo in cui lo fece. 
Era passato si parecchio tempo dall'ultima volta che lo aveva visto, ma di certo non aveva smesso di conoscerlo neanche per un attimo da quel giorno allo studio.
Lei gli si avvicinò sponstandosi sul divano più verso di lui e colmando quella poca distanza che li divideva.
-Joe, anche da solo ti sei dimostrato un grandissimo artista, non puoi negarlo. Nè tuoi fans, nè la tua famiglia e neanche i tuoi fratelli l'hanno mai fatto- disse con voce più che convincete Alyssa
-Lo so...o almeno credo. Ma il fatto è che a volte mi sento perso, un pesce fuor d'acqua. Vorrei tanto essere come te. Hai coraggio da vendere, ti sei buttata in questo mondo e sembra che tu ci sia sempre stata!- farfugliò lui continuando a scuotere la testa.
-In un certo senso si può dire che ci sono sempre stata:  da un anno a questa parte l'ho vissuto, stando accanto a te ma l'ho pur sempre vissuto!-
Poi Alyssa scoppiò in una grossa risata.
-Ora che ci ripenso, hai appena detto di voler essere come me?! Joe, ho sempre pensato che tu non fossi normale, ma se parli così inizio seriamente a preoccuparmi! Ti svelo un segreto, con la speranza che tu guarisca almeno un po: quando incontro fans, o rilascio interviste, non c’è persona che non mi chieda come sia stato lavorare con te!- fece un respiro.
-E tu cosa rispondi?- la sfidò sfacciatamente.
-Che mi hai cambiato la vita!- rispose lei senza mezzi termini.
Restarono per qualche istante in silenzio, lasciando che le urla dei fans sotto il palco riempissero quella stanza.


-NO! NO! Non posso farlo....non ce la faccio!!- 
-Panico da palcoscenico amica mia?- la colse sul fatto Nick
-Così disse il ragazzo che ancora prima di nascere cantava a Brodway!!- lo punzecchiò lei.
Era raro vedere Nick ridere, ma quando lo faceva, capivi quanto fosse valsa la pena aspettare quel raro momento.
-Ah, prima che mi dimentichi Joe di là c'è una tua amica che  ti sta aspettando...- aggiunse Nick che veloce come un fulmine corse di nuovo fuori dalla stanza per finire di sistemare chissà che cosa.
Alyssa sbarrò gli occhi all'udire la frase di Nick. 
"Possibile che si sia già trovato un'altra?! Ok ci penso io...."
-E bravo il nostro Playboy che continua a fare conquiste!!- fiatò Alyssa con un ghigno negli occhi. 
Joe scoppiò in una fragorosa risata.
-Credo fermamente che sia stupenda, ma credo con altrettanta convinzione che Rebecca sia un po troppo piccola per me!- sputò fuori lui continuando a ridere.
-Rebecca?! Rebecca è qui?! -
Joe annuì con la testa.
-Quindi mi stai praticamente dicendo con molta tranquillità e nonchalance che Elenoir, la mia migliore amica e la sua sorellina, sono qui  e tu non avevi intenzione di dirmi nulla fino alla fine del concerto?!- lo accusò lei puntandogli l'indice contro.
Joe annuì di nuovo. Sempre se avesse mai smesso di farlo.
-Ma allora sei intelligente!! In fondo credo che tu sia un po saggio. Ma sai, conosco bene due Jonas nella mia vita, e se non mi combina qualcosa uno, ci pensa l'altro.- l'abbracciò forte Alyssa.
-Signorina Keine mi abbraccia perchè è in cerca di una conferma, vero??- chiese con dolcezza Joe facendo segno ad Alyssa di mettersi a sedere.
-Ecco la tua risposta......si!-
-Si cosa Joe??-
-Si, ce la farai stasera! E andrai alla grande per quanto mi riguarda! E no, non sto con nessun'altra!- confidò lui.
-Grazie per la prima parte! E comunque non sono gelosa, non devi mica confidarmi la tua vita privata...- farfugliò Alyssa spostando il suo sguardo verso le composizioni di fiori che le erano state fatte recapitare.
Joe rise. Di nuovo.
"Ho forse dei disegnini in faccia e non me ne sono accorta?"
Alyssa si alzo alla ricerca di qualcosa. Sembrava le avesse morso una tarantola.
-Si può sapere cosa stai facendo?- chiese curiosamente con tono scherzoso Joe.
-Cerco uno specchio, una forchetta, un cucchiao o qualsiasi cosa esistente in questa stanza in cui possa specchiarmi- urlò quasi isterica lei.
-Mio fratello ti ha forse drogata? Che cosa ci devi fare con uno specchio?- chiese Joe ancora più divertito dalla scena.
-Controllare che non abbia pupazzetti disegnati in faccia! Ogni volta che qualcuno mi parla, finisce per mettersi a ridere oggi!- allargò le braccia in segno di resa.
Joe le afferrò il braccio e la strattonò sul divano. La guardò fissa negli occhi che per quell'occasione aveva truccato di nero, cercando di farli risaltare ancora di più di quanto non  facessero già da soli. O almeno lo facevano per lui.
-Ridevo perchè ti sei data della gelosa da sola! Sei stata dolce...- sospirò
-Quindi non c'è nessun altra?- 
-In realtà al momento sono parecchio confuso...- 
La faccia di Alyssa si trasformò in un punto interrogativo. Joe allora si affrettò a continuare a parlare -...confuso su quello che voglio in realtà! Mi manchi Alyssa! Mi manchi come mi mancava Demi dopo che abbiamo rotto. E sono più che consapevole che ero innamorato di Lei. E ciò vuol dire che ero innamorato di te. E non voglio rovinare tutto come ho fatto con Demi.....ma non posso neanche rovinare la tua carriera non mandandoti in tour!- sputò fuori tutto d'un fiato Joe. 
-E allora cerchiamo di fare un po di ordine in tutto questo casino...- 
Neanche il tempo di finire la frase che Alyssa poggiò le sue labbra su quelle di Joe che non ci pensò più di tanto a rispondere al bacio. 
Bacio chiarificatore o no, quello era comunque un gran bacio. Uno di quelli che di solito nei film era seguito dai fuochi d'artifico o smancerie del genere.
-Allora?- chiese Alyssa mordendosi il labbro inferiore.
-No! Credo che la mia cotta sia passata!-
-Meglio così allora...- rispose prontamente Alyssa che si alzò e si lisciò la gonna facendo su e giù con le sue mani.
"O forse sto fuggendo dalla realtà? Se c'è una cosa che so fare bene nella mia vita, è leggere gli occhi di quel ragazzo: e sta mentendo! Ma come ho detto, forse è meglio così. Forse ora che partirò per il tour ci dimenticheremo di tutta questa storia, le nostre vite andranno avanti e quando sarò di ritorno a Los Angeles, torneremo ad essere i grandi amici che eravamo agli inizi! Sempre se lo siamo mai stati.....!"



-Ehy Aly! E' ora!- si intrufolò Nick
-E' la mia ora vorrai dire! Sto per morire vero? Me lo sento...- parlò Alyssa ansiosa. 
-No, stai solo per fare quello che hai sempre sognato di fare; ma soprattutto, stai per rendere felici migliaia di persone lì fuori che sono venute qui solo per te!- cercò di tranquillizzarla Nick indicando il palcoscenico dietro la tenda in cima alle scale
-Vai lì fuori e facci neri!! In fin dei conti siamo la concorrenza...- la caricò ancora Joe.
-A me ricordami anche come amico per favore!- farfugliò Nick origliando nel suo orecchio. 
La mano che l'amico aveva poggiato sulla sua schiena per accompagnarla verso le scalette tremava, quindi il fatto che lei tremasse la faceva sentire piuttosto normale.
E incredibile come una ragazza come Alyssa che amava le scarpe con i tacchi, in quel momento potesse odiarle.
"Mi tremano le gambe e ho una fottutissima paura di cadere!"

La voce e le immagini di Alyssa iniziarono a scorrere sul maxi schermo sopra il palco.
-Ciao Los Angeles! Qui è Alyssa Keine che parla, ma se siete qui saprete già chi sono. Ho iniziato a cantare chiusa in camera mia con una spazzola al posto del microfono e crescendo c'è stata una sola persona che mi ha sempre incoraggiato a fare quello che sto per fare. Sapete, una volta un mio amico mi ha fatto promettere di non fermarmi mai, nemmeno davanti al più grande ostacolo che mi farà pensare a quanto possano essere stupide e banali le cose che penso o che provo...perché non lo sono! Perchè sono i miei sogni...i miei desideri...i miei pensieri...e già per quello non sono stupidi e vale la pena di viverli e combattere per loro! Ammetto che la strada per arrivare qui è stata lunga, tortuosa, piena di ostacoli, di gioie e di dolori, e nonostante io sia diventata grande e ce l'abbia fatta, ho ancora paura di ammettere a me stessa di avercela fatta! Ma ora voi siete qui per me e io sono qui con voi e non ho più paura di ammettere a me stessa che IO CE L'HO FATTA! - 

 Alyssa uscì sul palco con il microfono ben stretto nelle mani, mentre le note della prima canzone iniziarono ad aleggiare nell'atmosfera. Prese fiato e aprì la bocca pronta a lasciar fare quello che le sue corde vocali sapevano fare meglio: cantare!

Listen,
To the song here in my heart
A melody I’ve start
But can’t complete...





In quell'esatto momento Joe che era rimasto nel backstage, sgranò gli occhi e con un filo di voce farfugliò qualcosa fra sè e sè.
-Era lei all'albergo! E' lei! E' sempre stata lei!-. Sospirò.

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