Deep shiver

di Leaena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. Solo Bells e Jake. ***
Capitolo 2: *** I - Sete m’incalza. ***
Capitolo 3: *** II - Decisione. ***
Capitolo 4: *** III - Arrendersi all'amore. ***



Capitolo 1
*** Prologo. Solo Bells e Jake. ***


Deep shiver


 
“ Le sue labbra premettero sulle mie e soffocarono la protesta. Mi baciò con rabbia, brusco, mentre con la mano mi teneva stretta la nuca, rendendo inutile ogni tentativo di fuga. Provai a spingerlo via con tutte le mie forze, ma quasi non se ne accorse. Le sue labbra erano morbide e malgrado la rabbia si adattarono subito alla forma delle mie, calde e sconosciute. “
Capitolo 15: “ Scommessa. “ - Eclipse. 

Jacob mi sta baciando, un bacio rabbioso. Sento le sue labbra morbide premere con forza sulle mie.
Cerco di allontanarlo, ma i miei sforzi sono inutili. È troppo forte.
Così decido di stare ferma e apro gli occhi, magari la smette. Ma non lo fa, anzi. Aumenta la sua passione.
Sento il suo respiro caldo in bocca e la sua lingua lambire i contorni delle mie labbra. Quando la sua lingua trova la mia, vado in orbita. Non riesco a capire più niente. Il cervello si è completamente scollegato dal resto del corpo. E mi ritrovo a baciare Jacob Black. Un mio bacio volontario e consapevole. Lo sto facendo con tutta me stessa.
Sto baciando il mio migliore amico.
Sicura che sia ancora solo un amico?
Scaccio via quella voce fastidiosa. A ciò ci penso dopo, ora voglio solo godermi questo bacio.
Mi dimentico di Edward e del nostro futuro matrimonio. Mi isolo da tutto e da tutti.
Solo io e lui.
Solo Bells e Jake.

Voglio ringraziare Ellie, perché lei c'è sempre. Grazie, bagascia!
E poi anche mia sorella, che coi suoi dubbi mi ha fatto partorire questa fan fiction. 
Questo è solo un piccolo prologo.
L. 


 

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Capitolo 2
*** I - Sete m’incalza. ***


Sete di te m'incalza nelle notti affamate.
Tremula mano rossa che si leva fino alla tua vita.
Ebbra di sete, pazza di sete, sete di selva riarsa.
Sete di metallo ardente, sete di radici avide.
Verso dove, nelle sere in cui i tuoi occhi non vadano
in viaggio verso i miei occhi, attendendoti allora.
Sete di te m'incalza, Pablo Neruda.
 

Continuiamo a baciarci, senza sosta.
Non ho più timore né preoccupazione. Mi sento… me. Nient’altro che me stessa.
Lo bacio con avidità; sembro una persona che non respira da mesi. Sono affamata, ma sopratutto insaziabile. Non so da quanto tempo siamo qui - fermi sulla spiaggia, io con le mani nei suoi capelli e lui con le mani ben salde sui miei fianchi, come se avesse paura che scappassi da un momento all’altro - e non m’importa. M’importa solo di lui e delle nostra labbra che s’incontrano con ingordigia. 
Ansimo e mi allontano leggermente. «Aspetta »prendo fiato. «Ho bisogno di respirare io. »
Sorride e posa velocemente le labbra sulle mie. «Anche io devo respirare. »
Corruccio la fronte. «Sembrava che non avessi bisogno. »
«Sono solo più resistente di te »mi spiega atteggiandosi leggermente.
Sorrido, perché è lui. È Jacob Black, il ragazzo beffardo e sorridente.
Io amo il suo sorriso. Appena lo vedi, t’illumina talmente è smagliante. Poi è magnifico il contrasto che fanno i suoi denti bianchissimi con la pelle bronzea.
Lascio stare la piccola provocazione e riprendo a baciarlo. È più importante, in questo momento. Sento le sue labbra stendersi sulle mie e di riflesso lo faccio anche io. Ho ancora una voglia matta di assaggiarlo. Le nostro bocche continuano il gioco che stavano facendo fino a qualche minuto prima. Mi sembra di baciarlo per la prima volta, sempre quelle stesse e intense emozioni che mi attraversano tutta.
Ogni nostro bacio è diverso. Qualcuno è dolce e lento, altri sono passionali.
Un colpo di tosse, fin troppo forzato, ci costringe a staccarci. Quando Jake si mette al mio fianco riesco a vedere chi sia. Seth Clearwater.
«Mi d-dispiace disturbarvi, ma Sam ha bisogno di parlarti urgentemente Jacob »ci dice imbarazzato, mentre si guarda i piedi.
Trattengo a stento una risata, perché è molto buffo. Un licantropo impacciato; praticamente un miracolo, visto che sono tutti abbastanza sbruffoni e senza peli sulla lingua.
Jake alza gli occhi al cielo e sbuffa borbottando qualcosa. Mi sembra di aver capito: «Che palle, ma non si può mai stare in santa pace! »
Gli accarezzo un braccio. «Doveri son doveri. Tu va’, io ti aspetto a casa »mi mordo la lingua.
Io ti aspetto a casa…
Mi rendo conto di aver appena detto una cavolata, perché se viene a casa mia l’illudo solo.
Io… io amo Edward, perché l’ho baciato?
Sul suo volto si apre un sorriso smagliante ed io mi do mentalmente della stupida. Ormai non posso più tirarmi indietro.
«Davvero? Quando finisco vengo a casa tua? »nella sua voce c’è solo felicità.
Annuisco stringendomi leggermente nelle spalle e dandomi ancora della stupida.
Si volta e raggiunge Seth, che si è già incamminato, ma fatti pochi passi si ferma e mi guarda. Con due grandi falcate è di nuovo vicino a me, si china leggermente e cattura le mie labbra in un bacio, poi sparisce nel bosco dopo di Seth.
Mi passo una mano sulla faccia. Che sta succedendo?
 
Arrivata a casa, mi butto sul letto.
Alzo la maglia portandomela al naso. È impregnata dell’odore di Jake.
Jake.
Il mio migliore amico… è ancora solo un amico?
Qualcosa di più, mi dice la mia coscienza.
No, non è niente!, ribatto. Solo un amico.
Solo un amico… sì solo questo. Perché io amo Edward, lui è la persona della mia vita non Jake. Non Jake.
Inspiro ancora il suo buonissimo odore. Non Jake.
 
Mi sveglio a causa di un rumore proveniente dalla finestra. Sobbalzo per la paura, mettendomi subito seduta.
«Jake! »lo sgrido. «Mi hai fatto prendere un colpo! Esistono le porte sai? »domando sarcastica.
«A me non servono »mi risponde beffardo.
Passo una mano fra i capelli. Il solito sbruffone.  «Va tutto bene? »domando alludendo al richiamo di Sam.
«Sì, tutto ok »si avvicina sedendosi di fronte a me. Il suo sguardo mi penetra, mettendomi i brividi addosso. Nessuno mi ha mai guardata così intensamente.
«Jake »mi scosto quando cerca di baciarmi. Non posso illuderlo ancora. Non è giusto, sarei solo un’egoista. Come se non lo fossi già stata.  
Lui soffriva ed io ero felice assieme a Edward. Non l’ho fatto apposta.
Però l’hai fatto.
Sul suo volto compare una smorfia di delusione ed io mi sento uno schifo.
«Non posso »mi allontano da lui appoggiandomi con le spalle alla testiera del letto.
«Perché? Cos’è cambiato da due ore fa ad adesso? »chiede confuso e arrabbiato.
«Sono fidanzata »affermo.
Ride amaro. «So che sei fidanzata, non c’è bisogno di dirmelo; anche se prima, quando ci baciavamo, non sembrava che fosse così »mi sibila.
Abbasso lo sguardo e mi torturo le mani. Ha perfettamente ragione, devo ammetterlo.
Sulla spiaggia mi sono dimenticata di tutto e di tutti. Anche di Edward. In quel momento mi importava solo di Jacob.
E dei suoi baci, che mi hanno fatto perdere la testa.
«È stato solo uno sbaglio »mento senza guardarlo. Non ne ho il coraggio. E poi sono più che sicura che cederei a quei occhi scuri e così espressivi.
Con la mano alza il mio viso in modo che i nostri sguardi s’incatenino. «Ripetimelo »mi ordina.
Non faccio ciò che mi ha chiesto e mi limito a lasciar il mio nocciola nel suo marrone scuro.
“ É  stato bellissimo “, vorrei dirgli la verità, però non posso. Non voglio illuderlo ancora, non si merita un trattamento simile.
«È stato solo uno sbaglio »cerco di mantenere il mio tono fermo, anche se ho un gran groppo in gola che non riesco a mandar giù.
Sobbalza leggermente e toglie le mani da me come scottato. «Non è vero »deglutisce.
«Io amo Edward, non te »faccio la convinta, però io non lo sono. Dentro di me regna il caos e la confusione. Perché non ho respinto Jake?
Era più forte di me, non riuscivo a non baciarlo, a non toccargli quei capelli setosi.
«Bene »mi dice. «Me ne vado; è quello che vuoi giusto? »
Il mio cuore fa un balzo nel petto. Non può andarsene, io lo voglio accanto a me.
Voglio ancora il suo odore sulla mia pelle, il suo sapore nella mia bocca.
E allora diglielo!
«No, aspetta! »gli urlo, quando sta per saltare giù.
Mi viene incontro. «Vedi Bella, vedi come fai? Perché non ti decidi, eh? Io non sono un tuo burattino, chiaro? »
Singhiozzo ferita. Non dovrei piangere, Jacob mi sta solo dicendo la pura verità. Non lo voglio ammettere, ma sono proprio una stupida egoista, che fa solo soffrire le persone che le stanno accanto.
I suoi muscoli si rilassano e mi guarda dolce, poi si passa una mano sul volto. «Scusa, non volevo. »
«N-no, hai ragione »mi lascio abbracciare.
«Scusa »mi sussurra stringendomi.
«Non ti devi scusare, non tu »inspiro il suo odore, che mi manda sempre in orbita. Non smetterò mai di farlo.
Mi prende in braccio e mi porta sul letto, dove si stende accanto a me. M’accarezza i capelli, quasi come se fossi sua figlia. Appoggio la testa sul suo petto per farmi cullare dai battiti del suo cuore.
«Mi dispiace »sta per parlare, ma io lo zittisco appoggiando una mano sulla sua bocca. «So di essere egoista, so di farti soffrire, ma non riesco a farne a meno. Ho un bisogno tremendo di averti accanto. »
« Hai bisogno di tempo? »smette di accarezzarmi e si mette seduto, dopo avermi fatto alzare delicatamente da sé.
Annuisco. Sì, ho bisogno di tempo per riflettere bene di ciò che voglio, di ciò che voglio fare nella vita, di ciò che voglio essere.
«Il mio cuore ti apparterrà per sempre, Bells »posa un bacio sulla mia fronte e sparisce dalla finestra. Rimango lì a fissarla, poi scuoto la testa per riprendermi e vado a chiuderla.
Devo prendere una decisione, quella giusta.
E definitiva.
 
Dopo essermi fatta una doccia, scendo in cucina a preparare la cena. Charlie sarà qui a momenti.
Cucino della semplice pasta asciutta; questa sera non ho voglia di fare qualcosa di complicato. Devo pensare ad altro.
«Ciao, Bells! »mi abbraccia velocemente, poi posa la pistola nel cassetto.
«Ciao, papà »ricambio mettendo a tavola l’acqua.
«Com’è andata la giornata? »seduto sul divano, si toglie le scarpe.
Subito ripenso alle labbra carnose di Jake e mi rendo conto che ho una gran voglia di toccarle.
«Bene »deglutisco e prendo le posate. Rischio di impazzire se continuo a pensarci. «A te? »ho bisogno di distrarmi e conversare credo sia una cosa utile.
«Bene, anche se un po’ noiosa. »A Charlie piace l’azione, cosa ovvia essendo un poliziotto, e,  quando non succede niente di movimentato, mi dice sempre che la sua giornata è stata noiosa.
«Dopo passo da Edward »porto i piatti a tavola.
Annuisce sedendosi a tavola.
Ho bisogno di parlargli, perché per il momento ho preso una decisione. Ho bisogno di stare da sola e con lui al mio fianco non riuscirei a capire bene ciò che voglio.
 
Quando parcheggio il Pick Up di fronte a casa Cullen, Alice è già sulla soglia della porta ad aspettarmi. Maledette doti vampiriche. 
«Ciao Alice »le sue braccia fredde mi stringono.
«Ciao Bella! »trilla, come sempre, e mi trascina dentro.
«Edward ti aspetta in camera sua »mi dice la signora Esme, dopo avermi salutata calorosamente. È così giovane, eppure mi sembra proprio una mamma. Si sente da lontano un miglio il suo calore materno.
Edward sta guardando fuori dalla finestra. «Ciao Bella »non stacca gli occhi dalla luna altra nel cielo.
«Ciao »sussurro. Non c’è bisogno che parli forte, lui mi sente comunque.
«So che c’è qualcosa che non va, quando sei scesa dalla macchina l’ho capito dal tuo sguardo. L’importante è che tu sia felice »è cauto e delicato. Nella sua voce non c’è né rabbia né delusione. Lo amo per questo, perché desidera sempre la mia felicità. È capace di capirmi al volo molte volte, nonostante non riesca a leggermi nel pensiero.
«Grazie »sono sincera.
Non lo vedo avvicinarsi, perché ha usato la velocità vampirica. Mi prende delicato fra le braccia e mi sfiora appena le labbra con le sue gelide.
Devo smetterla di far soffrire le persone con il mio comportamento immaturo.
Prenderò una seria decisione, una di quelle da cui non si torna più indietro.

Grazie alle quattro persone che hanno commentato il prologo e a quelle che hanno messo la storia nelle seguite. 
 
 

 
 

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Capitolo 3
*** II - Decisione. ***


I giorni proseguono lenti e monotoni.
Mi sembra di essere tornata a quel periodo. Casa-scuola, scuola-casa. La differenza è che i Cullen non hanno lasciato la città; a parte, ovviamente, che ho rotto con Edward e mi sono allontanata da Jacob.
Charlie sospetta qualcosa e mi sa che presto, molto presto, dovrò dirgli tutta la verità omettendo i particolari “sovrannaturali”. Gli verrebbe un infarto se sapesse che un esercito di vampiri neonati e una pazza dai capelli rosso fuoco mi danno la caccia.
Edward e Alice li vedo tutti i giorni a scuola. Ci salutiamo; niente di freddo, ma nemmeno qualcosa di troppo caloroso. No, neanche con Alice, la mia migliore amica. Mi vergogno troppo con lei e la sua famiglia per come mi sono comportata con lui. So che non devo, non hanno rancori nei miei confronti, ma mi sento in colpa lo stesso.
Mi sto comportando schifosamente con tutti. Evito, evito, evito.
Voglio stare da sola, non voglio avere l’influenza di nessuno. È una cosa mia, devo capire da sola ciò che voglio.
Questo è il problema: cosa voglio io?
Non cosa, ma chi?
Edward o Jacob?
La mia droga o il mio sole?
Decidere per me è sempre stata la cosa più complicata del mondo. Sono un’emerita indecisa, ma soprattutto egoista. È ovvio che non posso averli tutt’e due, ma è quello che vorrei. Sarebbe tutto più semplice così. Certo, per me è una cosa che andrebbe bene, ma per loro? Uno mi rimarrebbe sempre e solo amico.
Chiudo gli occhi e fremo quando m’immagino le labbra di Jake sulle mie. Quel contatto è stato… non ci sono parole. Mi ha completamente mandato in orbita, mi è sembrato di essere sulla luna.
Per quel tempo ― secondi, minuti o ore… non ricordo quanto tempo è stato ― mi è parso di essere in Paradiso. No, non sono esagerata. Nemmeno con Edward mi sono mai sentita così. Con lui solo semplici farfalle nello stomaco, lievi giramenti di testa e brividi. Semplici?
Sono emozioni semplici?
Queste non sono semplici emozioni. Nell’amore tutto è forte; però, in confronto a quello che ho provato con Jake, mi sembrano delle cavolate.
Magari è perché è stato il nostro primo bacio.
Stupida Bella! Non vedi che così non convinci neanche te stessa?
Sbuffo passandomi una mano in faccia.
Sobbalzo al toc toc contro al vetro della mia auto. Apro la portiera perché non sono capace al leggere il labiale di Angela.
«Andiamo a lezione d’inglese insieme? Ti va?».Non mi dice neanche “buongiorno”. Non l’ha fatto con cattiveria, lo so.
Annuisco, prendendo il mio zainetto rosso e poggiandomelo in spalla.
All’entrata incontriamo Edward e Alice. Li saluto con la mano. Alice ricambia con uno splendido sorriso, mentre Edward me ne fa mezzo.
Con grande forza di volontà, tolgo i miei occhi dai suoi e mi costringo mentalmente a seguire la mia compagnia di corso. Sento ancora il suo sguardo addosso e inevitabilmente arrossisco.
Angela ridacchia. «Ti fa sempre un certo effetto, eh?».
«Già»,confermo. Cerco di rilassarmi, tornando al mio pallido naturale.
 
Alla fine della giornata scolastica ho un gran mal di testa. Non per il ciarlare dei prof., ma piuttosto per i miei monologhi interiori. Nemmeno l’Ulisse di James Joyce* si faceva dei monologhi assurdi come i miei.
«Bella!».Angela mi ferma prima che io possa salire in macchina.
Poso lo zaino sul sedile del passeggero, vuoto ovviamente, poi chiudo la portiera appoggiandoci la schiena contro.
«Senti, oggi pomeriggio lavori?»,indaga.
Quando scuoto la testa, le spunta un sorrisino. Che ha in mente?
«Ti va di accompagnarmi a fare shopping?».Alla parola shopping quasi mi viene un conato di vomito. Io odio lo shopping, però so che Angela non è pazza come Alice. Quest’ultima non si sa proprio contenere, mentre Angie ha il senso del controllo.
«Va bene. Ma niente sfreni, okay?».
Annuisce, poi mi abbraccia leggermente. «Sai, questo sabato Ben mi porta fuori per festeggiare il nostro anniversario e vorrei essere… ecco, più carina»,arrossisce leggermente.
Ridacchio. «Ti passo a prendere io?».
«Sì, perfetto. Verso le cinque?».
«Perfetto.»
 
Quando arrivo a casa mangio qualcosa d’improvvisato, poi salgo in camera mia e preparo le cose per farmi un bagno rilassante.Ne ho proprio bisogno… la testa mi scoppierà sul serio se continuo così.
Impalata sulla soglia della porta e con la mano ancora appoggiata sulla maniglia, fisso intensamente il mio letto. O meglio, chi sta sul mio letto.
Stringo la mano libera a pugno, arrabbiata.
«E tu che ci fai qui?»,sibilo.
Lui sorride, beffardo come sempre. Che faccia da schiaffi! Dio, gliele darei veramente in questo momento.  Gli avevo chiesto gentilmente di non venire  a cercarmi; l’avrei fatto io non appena mi sarei decisa. E non è una cosa da prendere alla leggera, devo farlo seriamente.
«Il gatto ti ha mangiato la lingua?»,domando sarcastica.
«Ah-ah, davvero spiritosa, Bells»,ride sotto i baffi.
Sbuffo e incrocio le braccia sotto al seno. «Ti ho dato solo una semplice regola, Jake. Perché non l’hai rispettata? Non mi sembrava fosse così difficile».
Mi prende fra le sue braccia ed io, per non rischiare di scontrarmi con lui, poggio le mani sul suo petto.
Dentro di me sembra essersi scatenato l’inferno. Mille emozioni prendono il sopravvento su di me, sul mio corpo, sul mio cuore. Scosse elettriche mi percuotono, abbastanza violentemente.
Non ho mai provato niente di simile, nemmeno con Edward. Sarà colpa del suo calore? Dei suoi quarantadue gradi? È colpa della sua presa così salda… forte?
«Invece ti sbagli. È molto, molto difficile rispettarla»,sussurra roco al mio orecchio.
Sto andando in fibrillazione, poi, quando lascia un bacio poco sotto al mio orecchio, il mio cuore perde battiti.
«J-jake»,balbetto, allontanandolo con tutte le mie forze, quelle poche che ancora riesco a comandare.
Con le mani, appoggiate saldamente alle mia braccia per fermarle dai miei sforzi di allontanarlo, mi tira ancora una volta verso di sé. Le nostre fronti si toccano, i nostri nasi si sfiorano, i nostri occhi sono incatenati. Ho il respiro corto. La sua vicinanza mi manda in un altro mondo. Mi dimentico di tutti, ancora una volta. Il volto di Edward si sbiadisce fino quasi a sparire dalla mia testa.
Si avvicina, man mano sempre di più. So già quali sono le sue intenzioni.
Gli poggio una mano sulla bocca, a fare da muro fra le mie e le sue labbra.
«No, Jake. Avevo chiesto di non essere influenzata. Perché non mi ascolti mai?»,sussurro, cercando di non guardare le sue labbra, al momento una forte tentazione.
«E dai! Chiedo troppo per un bacino?»,fa lo sbruffone.
Con un gesto secco mi allontano, andando, decisa, verso la porta. La apro e con la mano lo invito ad andarsene.
Sorride divertito, mentre scuote la testa. Sembra ascoltarmi e, lento, va verso la porta, ma quando è di fianco a me si ferma.
«A presto, Bells».Non riesco a capire i suoi movimenti, troppo veloci, ma quando sento le sue labbra sulle mie capisco. Brutto idiota! Ha usato la velocità lupesca per rubarmi un bacio… al quale non riesco a resistere. Mi lascio baciare, nuovamente a stampo. Solo quando se ne va, mi addosso alla porta e mi accascio per terra.
Cosa devo fare?
«Dannazione!».Sbatto i pugni a terra, lasciando cadere le lacrime copiose sul mio volto.
 
Mi preparo al volo dieci minuti prima di passare a prendere Angela. Mi sono quasi dimenticata che avevo un appuntamento con lei.
Dopo aver chiuso la porta a chiave ed essere entrata in macchina, sospiro rumorosamente.
Passerà anche questo pomeriggio di shopping… almeno mi aiuterà a distrarmi.
Dal bacio di Jacob.
Scuoto la testa per scacciare quella vocina fastidiosa e mi appresto a fare la retromarcia.
Non mi fermo nemmeno davanti a casa Weber che Angela già esce dalla porta di casa. Cos’è, ha i superpoteri pure lei?
«Ciao, Bella!»,trilla salendo in macchina e poggiando la borsa per terra fra i suoi piedi.
«Ciao»,ricambio con meno entusiasmo.
Durante tutto il tragitto non smette un attimo di parlare. Cambiasse argomento… lei no! Parla solo di Ben e del loro anniversario; sta ripetendo le stesse cose da quindici minuti, ormai. Non faccio niente che lei possa capire che io mi sto annoiando, ma guardo la strada e annuisco sillabando qualche volta delle parole.
«Che genere di abito vorresti?», le domando. La mia non è curiosità, la mia è trovare l’abito al più presto e tornarmene a casa. L’incontro con Jake mi ha scombussolato completamente.
Chiedo troppo per un bacino?
Il cuore, come la prima volta che ho sentito questa frase e il cervello l’ha capita realmente, batte furioso nel petto, come se volesse uscire e… raggiungere lui.
«Niente di troppo, ma neanche niente di poco, capisci?».
Annuisco. «Qualcosa di semplice».
«Sì, esatto», sfoggia il suo splendido sorriso. Il mio in confronto al suo non è niente.
Ricambio molto forzatamente.
«Quello?», indico un negozio apparentemente carino. Io non ci capisco niente di moda, figuriamoci capire se un negozio ha cose buone o meno. Ho scelto quello che mi ha dato una buona impressione e ho usato anche l’intuito, sperando di non aver fatto una gaffe.
 
Dopo solo un’ora, che, ammetto, mi è sembrata un’eternità, usciamo dal negozio. Angela è molto soddisfatta. È felice ed emozionata, glielo si legge negli occhi.
«Devi fare qualche commissione?», mi domanda, sorridendo per l’ennesima volta.
«No, veramente sono un po’ stanca. Vorrei tornare a casa, ti dispiace?»
«Certo che no, Bella! Anzi, così ho più tempo per preparami».
Il Pick-up sfreccia, per modo di dire, sulle strade di Forks. Lascio Angela a casa sua, poi vado alla mia.
Devo preparare la cena per Charlie; io ho lo stomaco chiuso.
Dannato Jacob Black!
Deve sempre scompigliarmi tutto.
«Ehi, Bells!». Papà poggia leggermente le sue labbra sulla mia fronte.
«Ti andrebbe di cucinare per qualche persona in più?», domanda gentilmente.
«Ma certo, nessun problema. Chi viene a cena?», sudo freddo.
Fa che non siano i Black, fa che non siano i Black, continuo a ripetere nella mia testa.
«I Black». E ti pareva! La solita sfiga.
«O-ok», balbetto.
Idiota! Che cavolo ho da balbettare adesso?
Charlie sospira, appoggiandosi al lavello di fianco a me.
«Bells…», inizia. Ecco, è arrivato il momento del discorso. Ma non potevo starmene zitta, al posto di balbettare come una deficiente?
«Cosa ti succede? Cosa succede fra te e Jacob?».
«Niente, papà. Cosa dovrebbe mai succedere?», cerco di rassicurarlo sorridendogli leggermente.
«Non prendermi in giro. Starò anche invecchiando, ma al momento il mio cervello funziona ancora molto bene», borbotta.
«Sono confusa, papà», ammetto poggiando il coltello. È pur sempre mio padre, si preoccupa per me ed è giusto che io gli dica la verità.
«Bells, io non posso darti tanti consigli in amore. Sai com’è andata fra me e tua madre; è durata pochissimo. Però c’è una cosa che voglio dirti: se ami due persone nello stesso momento, scegli la seconda, perché se amassi veramente la prima non ti saresti innamorata della seconda».
Se amassi veramente la prima, non ti saresti innamorata della seconda.
Se amassi veramente Edward, non ti saresti mai innamorata di Jacob.
Questo è quello che ha cercato di dirmi Charlie. Io amo Jacob, non Edward. Non più.
Il mio amore verso Jake è più forte, molto più forte avendo superato quello verso Edward, che ho sempre pensato fosse illimitato.
Amo Jacob.
Ioamo Jacob. Il mio Jake, il mio migliore amico, il mio sole personale.
Jake, Jake, Jake, Jake.
Il suo volto, il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra. Tutto di lui mi ronza in testa.
Chiudo gli occhi e sorrido. E poi, accade tutto in un attimo: mi ritrovo a correre verso il vialetto, dove la mia macchina è parcheggiata.
«Grazie, papà!». Sono quasi euforica.
La sua risata si affievolisce man mano che raggiungo il Pick-up e quando ci salgo sopra l’unica cosa a cui penso è la mia meta. La Push.

N.d.A.: 
Per prima cosa: capitolo betato da Hilary.
(Sul serio, ragazza. La mia proposta di matrimonio è ancora valida xD)
Seconda cosa: se ami due persone nello stesso momento, scegli la seconda, perché se amassi veramente la prima non ti saresti innamorata della seconda. Questa frase è una citazione di J. Deep. L'ho letta per caso e  non ho potuto fare a meno di pensare a loro. 
Probabilmente avrei dovuto far pensare Bella ancora un po', oppure no. Comunque ho preferito fare così, non aspettare ancora; anche perché, oltre ad uscire pazza lei, sarei uscita pazza pure io.
Credo di avervi detto tutto. Un'ultima cosa: non so se riesco a tornare con un nuovo capitolo prima di settembre, credo proprio di no.
A presto. 
L.
 
 
 

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Capitolo 4
*** III - Arrendersi all'amore. ***


Gli alberi scorrevano veloce, così come la strada che stava attraversando Bella Swan.
Cercava di tenere le mani salde al volante, ma era piuttosto difficile perché tremavano. L’ansia che la stava assalendo era una tortura e non vedeva l’ora che l’abbandonasse. Il tempo le sembrava non scorrere mai e la strada le pareva infinita. Mai quanto quel momento aveva odiato il suo Pick up così lento.
In prossimità nei confini con la riserva, c’era ferma una Volvo. Bella la riconobbe subito, come non farlo? D’altronde fino a poco tempo fa era la prima cosa che cercava quando andava a scuola; la Volvo grigia di Edward Cullen. Accostò accanto a lui. Sicuramente era successo qualcosa, altrimenti perché stare ai confini della riserva Quileute?
«Ciao, Bella» la voce di Edward le arrivò alle orecchie; era sempre perfetta, come qualsiasi cosa appartenesse a un vampiro.
«Ciao» mormorò, preoccupata.
Edward notò subito il suo tono di voce e, conoscendola, già se lo aspettava.
Sorrise, sghembo, chiudendo per pochi attimi gli occhi. «Puoi stare tranquilla, non è successo niente. Volevo solo scambiare due parole con te.»
Bella riprese a respirare regolarmente, stringendosi nel cappotto; faceva molto freddo. Non gli disse niente, attese che lui cominciasse a parlare.
«So che hai preso una decisione» iniziò Edward.
Il cuore di Bella tremò per pochi attimi; fargli del male era l’ultima cosa che volesse fare. Ma era inevitabile che qualcuno in quella storia soffrisse; Bella avrebbe sofferto qualsiasi fosse stata la sua decisione, perché se qualcuno a cui voleva bene stava male, stava anche lei così.
«E so anche quale, la sapevo fin dall’inizio.»
Bella alzò le ciglia, perplessa. Come sapeva tutto?
«Alice e le sue visioni. Non ha più visto il tuo futuro, Bella, e sai questo cosa vuol dire?»
Bella lo sapeva perfettamente; la sua scelta sarebbe stata Jacob.
«Mi dispiace» Bella fece scendere il groppo in gola, guardando Edward.
Le sorrise, cercando di rassicurarla. «Non dispiacerti, Bella. È anche colpa mia, avrei dovuto lasciarti andare già qualche tempo fa.»
Prima di sparire assieme alla sua Volvo, Edward poggiò un’ultima volta le sue labbra gelide sulla fronte di Bella.
Ciao, Edward.
Quello non era un addio; Edward avrebbe fatto per sempre parte della sua vita, così come tutta la famiglia Cullen, anche se accanto a lei ci fosse stato Jacob Black. Avevano fatto tanto per lei, era impossibile che li cancellasse dal suo cuore.
Guardò un’ultima volta il punto in cui se n’era andato, poi salì in macchina e ripartì.
Doveva parlare con il suo Jake.
 
Quando arrivò alla casetta rossa, come si aspettava, non trovò nessuno. Non era mai in casa quel ragazzo; ma sapeva perfettamente dove si trovava: casa Uley. Era sicura che l’avrebbe trovato lì.
Aveva una gran voglia di fare marcia indietro, ma sarebbe stata una codarda. E poi l’aveva sicuramente sentita arrivare.
Dannati licantropi.
Sgattaiolò dall’abitacolo; a passo insicuro arrivò alla porta, risparmiandosi la fatica di bussare. Jacob, con il miglior sorriso che gli avesse mai visto addosso, era appoggiato alla stipite della porta e aveva gli occhi puntati su Bella.
Bella sentì le sue gambe farsi più molli di quanto già non fossero e tutto intorno a lei cominciò a girare. Le famose farfalle allo stomaco cominciarono a svolazzare allegramente.
Il sorriso di Jake è un pericoloso esplosivo.
«Ehi, Jake» le costò tanto non balbettare.
«Bells. Come mai qui?»
Bella avrebbe tanto voluto prenderlo a schiaffi, perché aveva capito perfettamente perché lei fosse lì.
«Passeggiamo?» cercò di non dare troppo corda al suo tono da sbruffone.
Jacob chiuse la porta e raggiunse subito Bella, che si era già avviata.
La loro meta era il loro tronco sulla spiaggia; quello era un posto molto significativo per Bella e Jacob.
«E così hai preso una decisione» affermò Jacob.
Bella annuì, senza dire nulla. Le parole le morivano in gola; probabilmente avrebbe balbettato. Sperava di non essere arrivata troppo tardi, che Jacob non si fosse stancato di aspettarla.
«E quindi?» Jacob la incalzò, quasi morendo dalla voglia di sapere tutto.
«E quindi» Bella cercò di farsi coraggio. Meglio buttare tutto fuori e farla finita subito. «E quindi… ho scelto te, Jacob Black. Ti ho scelto; voglio che tu stia al mio fianco per il resto della mia vita. Ti voglio, Jake… sempre, sempre se tu vuoi» la sua voce tremò.
Jacob scoppiò a ridere. «Se io voglio? Non dovresti neanche dirlo, Bells! Sei incredibile… dovresti saperlo benissimo che ti voglio con tutto me stesso.»
Il sorriso sul volto di Bella non tardò ad arrivare. Jacob se la prese fra le braccia, stringendola a sé. Finalmente poteva sentire il suo profumo, poteva toccarla, poteva… baciarla. Aveva aspettato quel bacio come il giorno di Natale.
Avevano sprecato molto tempo, ne avevano perso tanto. Ma alla fine, alla fine erano lì, l’uno stretto all’altro, col fiato corto per i baci, con i brividi che attraversavano i loro corpi.
Dopo ogni notte, arriva sempre una nuova alba.*
Al potente vincolo dell’amore non ci si può fare nulla, solo arrendersi.
 
*Nicholas Sparks. 


N.d.A.: 
Torno, chissà dopo quanti mesi. Meglio se non mi metto a contarli! 
Ecco... questo è l'ultimo capitolo. 
Purtroppo, per vari motivi che non vi sto ad elencare, ho perso la vena su Twilight. Mi piace tantissimo leggere storie su questa saga, ma scrivere non più. 
Mi dispiaceva non finire questa fan fiction, che mi stava piacendo tanto. Così, dopo vari tentativi, sono riuscita a scrivere questo piccolo capitolo, appunto l'ultimo. Lo so, probabilmente vi ho deluso, perchè mi sono anche delusa da sola. Ho provato tantissime volte a mandare avanti la storia, ma non ci sono riuscita. 
Ringrazio moltissimo a chi ha letto, ma sopratutto a chi ha perso tempo per recensire. 
Grazie dal profondo del cuore!
Ah, vorrei dedicare questo capitolo a: Hila, Ania, e Vi :) Grazie di tutto ragazze!
Con affetto,
Leaena. 

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