Sei una donna, sai cosa intendo.

di oceanodiviolini
(/viewuser.php?uid=63630)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Granella di Nocciole ***
Capitolo 2: *** Marmellata di Mirtilli ***
Capitolo 3: *** Voglia di Stravincere ***



Capitolo 1
*** Granella di Nocciole ***


Granella di Nocciole

 

 

 

 

E poi, diamine, le nocciole sono estremamente scivolose.

 

Meglio pestarle, ridurle in polvere e spargerle al vento.

 

Probabilmente la granella sarebbe rimasta fra le sue unghia. Poco male, adorava mangiucchiarsi le dita, indugiare con le labbra in quel gesto involontario.

 

Se la fortuna l’avesse reso possibile, un po’ di polvere chiara avrebbe raggiunto la sua lingua.

Egregia sostituta di quella di lui, impegnata come sempre a giocare con le labbra di un’altra, un’altra e un’altra ancora.

E’ dolce aggrapparsi al disprezzo per non scivolare in un amore che sa di plastica e di sconce mutandine di pizzo.

 

 

 

 

Un angolo di Oceano

 

Si, lo so cosa state pensando.

Qualcosa tipo, questa è impazzita, o giù di lì.

Lily Evans che sbriciola NOCCIOLE per poi ritrovarsi a fare questi strani pensieri?

 

Posso solo dirvi che si parla tanto della maturazione di James, ma non si parla mai abbastanza dei sentimenti di Lily prima della tanto agognata maturazione.

Lo odiava?

Non lo odiava?

 

Io ho dato la mia versione. Illuminante è stata un’intervista che ho riletto a distanza di decenni.

 

M: Perché l’ha sposato alla fine? Lo odiava!

 

Jk.Rowlin : L’odiava sul serio? Sei una donna, sai cosa intendo!

 

A buon intenditor…

 

Ah, e credo anche che James si sia fatto mezza Hogwartz prima di mettere la testa apposto e che.. .beh… non l’abbia fatto per disperazione, ripicca o chissà per che cosa.

 

Tutta sta utopia mi sta dando alla testa, per non dire che mi fa girare le… scatole.

 

Non snaturiamoli, cavolo. Ci sono storie in cui James sembra essere un individuo asessuato e con complessi grandi quanto i magazzini Harrods.

Lo adoro, sia ben chiaro.

Ma lo adoro quando è IC,  perché è malandrino ma innamorato, così innamorato da fare un figlio a vent’anni, nascondersi e smettere di fare la bella vita e lottare fino all’ultimo, così innamorato da andare da Voldemort senza bacchetta ma col coraggio di chi ha un’arma più potente dell’Anatema che Uccide .

Ma semplicemente non lo è ancora a sedici anni.

Non lo è.

 

Un bacio a tutti!


Recensione ???

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Marmellata di Mirtilli ***


Detestavo mangiare davanti agli altri.

Lo so, era una fisima alquanto infantile, ma non potevo fare a meno di avvertire una chiusura lampo alla bocca dello stomaco in situazioni del genere.

Con gli anni avevo imparato che l’unica soluzione era recarmi in Sala Grande con netto anticipo rispetto agli altri, in modo da  mangiare in santa pace e da brava eremita quello che mi capitava sotto gli occhi.

Perfino abbuffarmi, soprattutto in giornate che si prevedevano essere particolarmente stressanti.

 Anche quella mattina l’orologio segnava le sette meno venti quando mi sedetti nella panca assolutamente vuota, pregustando già il sapore amarognolo della mia marmellata preferita.

Adoravo sfogare il mio stress nei mirtilli, erano la mia unica via di salvezza, ciò che mi permetteva andare avanti quando all’orizzonte si stagliava una doppia ora di Storia della Magia o un’ interrogazione con risvolti particolarmente stressanti da parte della McGrannit.

Presi una fetta tostata dal portapane e cominciai a spalmare quella delizia in lungo e in largo, stando attenta a non farla cadere dai bordi, cosa altamente probabile dal momento che non mi sarei mai limitata ad una sola passata.

Addentai con desiderio e cominciai a masticare, mentre il mio stomaco approvava fin troppo compiaciuto.

Andava tutto bene, ero riuscita perfino a non bruciarmi col caffè bollente, cosa che succedeva costantemente tutte le mattine.

Ma improvvisamente ebbi la chiara percezione che qualcuno stesse entrando nella Sala e istintivamente distolsi i miei occhi dal cibo.

Altrettanto istintivamente, un nanosecondo dopo, sentii che il mio cervello stava svolazzando fuori dalla finestra, sorretto da una miriade di palloncini dorati in cui campeggiava chiaramente la scritta : Lily, stiamo portando il tuo cervello in giro. Appena Potter scompare dalla tua visuale te lo riportiamo tutto intero.

E lui si avvicinava, la disinvoltura palese in ogni movimento del suo corpo.

Baldanzoso e compiaciuto come non mai, nonostante le occhiaie violacee che risaltavano da sotto le lenti.

Per quanto fossi paralizzata, mi chiesi che cosa ci facesse a quell’ora in Sala Grande.

“Buongiorno, Evans”

Non mi presi la briga di rispondere, mentre ogni fibra del mio corpo si ritrovava scissa tra la voglia di scappare e quella di rimanere qualche secondo ancora. Forse anche un minuto, se non un’ora, oppure …

Come se fosse una cosa ovvia, prese posto proprio di fronte a me e cominciò ad armeggiare anche lui con il caffè.

Dopo tutto era abituato a gestire un soliloquio in mia presenza.

“Si lo so, sei sorpresa nel trovarmi qui a quest’ora, ma tranquilla non mi sono svegliato presto. In realtà non sono nemmeno andato a letto...”

“Ti sbagli. Non sono sorpresa, quindi risparmia fiato”

Mi ignorò bellamente.

“O almeno non sono andato a letto nel senso in cui ciò implica il dormire. Diciamo che questa è stata una serata … impegnativa. Osso duro la Winchester”

Era strano, profondamente strano. Ma ogni volta che raccontava una delle sue goliardiche imprese, una parte del mio stomaco sembrava abbandonarmi per sempre, corroso dall’acido.

Eppure ogni volta lo cercavo, con disperazione.

Mi voltavo a cercarlo, se non lo vedevo nei corridoi.

Mi chiedevo dove fosse, dove fosse la sua arroganza, la sua insistenza, la sua sicurezza.

Inutile chiedermi perché fosse cominciata questa logorante follia, questa continua ricerca infruttuosa. Non c’era stato un sogno, un incontro di labbra agrodolce, una risata complice.

Era la sua presenza e tanto bastava per farmi perdere il filo, per desiderare di non essere caduta proprio dentro di lui.

“Dimmi, ti ho chiuso lo stomaco?”

“Cosa te lo fa pensare?”

Pregai perché la mia voce risultasse il più indifferente possibile.

“Il fatto che stai fissando il vuoto da quando sono arrivato, Evans. Quel pane tostato non merita un simile trattamento”

“Ma che…”

Senza una parola di più prese il pane tostato che avevo abbandonato qualche minuto prima e con tanto di coltello finì di spalmare la marmellata dopo qualche rapido gesto.

Poi me lo porse.

“Mangia, Evans” non capii se si trattava di un invito o di un ordine, la cosa in ogni caso non mi piaceva.

“Ma non se ne parla nemmeno”

“Allora è vero che ti chiudo lo stoma…”

Non permisi di fargli finire quella stupida frase e addentai il pane.

Sembrava cartapesta nella mia bocca asciutta e finirlo fu un’impresa particolarmente ardua, e lo fu ancora di più l’ostentare disinvoltura.

Lo vidi sorridere.

Distolsi lo sguardo per principio di autodifesa, quando improvvisamente si alzò.

E per qualche motivo cominciai a sentire che si stava avvicinando, nonostante guardassi con ostinazione il soffitto di nuvole sopra le nostre teste.

“Hai tutta la bocca sporca di marmellata” constatò.

Il mio cuore perse qualche battito.

Tutto era fermo.

Tutto tranne lui.

Il contatto arrivò presto, anche prima di quanto me lo aspettassi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Voglia di Stravincere ***




James' POV


Solito siparietto delle ultime due ore del mercoledì pomeriggio. La sonnolenza post-pranzo dilagava fra i banchi e gli sguardi impastati di sonno dei miei compagni di Casa e dei Tassorosso non erano certamente concilianti per riuscire a seguire con successo la lezione. Ma poco importava.

E per la verità ancora meno del solito.

Però stranamente il mio compagno di banco era, per così dire, più concentrato del solito. E ovviamente non sulla lezione di Storia della Magia, bensì sembrava trovare estremamente interessante qualche cosa insita nella mia faccia, o forse direttamente la mia faccia.

O insomma, non so.

Sta di fatto che a un certo punto non potei farei a meno che dargli una boffa, sapete non è esattamente piacevole essere squadrati per una buona mezz'ora senza sapere la reale motivazione.

Lui ricambiò con estremo piacere e mi ritrovai nel giro di tre secondi una bella chiazza rossa sul petto. O almeno l'avrei trovata se mi fossi tolto seduta stante qualche strato di lana e cotone.

"Amico, oggi sei più suscettibile di una donnetta"

"Ha parlato! Hai la faccia di uno che ha appena fatto cilecca con la Winchester..."

"Beh, in realtà no. Con la Winchester è andata benissimo, se posso dirti"

Il professore cominciò a guardare verso la nostra direzione, ma subito distolse lo sguardo. Avremmo potuto inscenare un'antica danza maori e lui avrebbe continuato tranquillamente con la sua lezione.

"E allora?"

"Allora possiamo dire che in questo momento mi sento addosso un bel po' di senso di onnipotenza"

"Vorrai dire più del solito _ ghignò di rimando _ E ciò a cosa è dovuto, di grazia?"

Esitai prima di rispondere.

In fondo poteva essere un residuo delle mie trapassate smanie adolescenziali da sedicenne ignaro ma anche allora piuttosto figo.

Abbozzai una smorfia e comiciai a parlare con l'aria di uno che sta solo facendo congetture, nonostante fossi abbastanza convinto di ciò a cui avevo assistito.

"Allora hai presente... Evans..."

"Ramoso, ti prego. Ricominciamo? Credevo che la questione con quella suora impenitente fosse chiusa da un pezzo"

"Ma no, questa volta è diverso!"

"Devo ricordati di quando l'anno scorso sei tornato scodinzolando a pranzo perché ti aveva mandato a quel paese solo dopo cinque secondi invece dei soliti tre? Sei patetico. Patetico."

"Sai che sono cambiato"

"Lo vedo! E' bruttina, acerba, lentigginosa con una seconda scarsa ... se ci arriva e stai ancora blaterando discorsi che la riguardano"

"Ho capito durante l'estate che non è niente di che. Su questo siamo d'accordo"

"E allora la questione è chiusa!"

"Non capisci, Sirius. Stamattina l'ho trovata sola in Sala Grande mentre faceva colazione e non ha fatto che comportarsi per tutto il tempo in modo stranissimo. E non hai visto la sua faccia quando le ho detto cosa ho combinato ieri notte"

"Bravo il cervide! Vai a raccontare i tuoi atti goliardici come un moccioso che si vanta con i suoi amichetti di aver finito l'album di figurine delle cioccorane! Vuoi farla ingelosire? Spiattellarle tutta la tua lascivia a colazione non ti sarà d'aiuto"

"Il sesto anno finisce tra qualche mese e io non l'ho ancora umiliata come si deve per i suoi rifiuti pubblici di questi anni! Sai che devo farlo ... ne va della mia reputazione"

"La tua reputazione se perdi tempo con lei se ne andrà a puttane. Anzi, dovresti andarci anche tu ogni volta che parli di Evans. Non ti vuole. Non ti vorrà mai perchè teme di perdere la sua virtù prima dei quarant'anni."

"Per tua informazione oggi è rimasta ferma come una scema perchè era convinta che la stessi per baciare. Capisci? Non è scappata. Non mi ha tolto punti. Non mi ha fatturato. Niente di niente. Aspettava indifesa, forse un pò sorpresa si, ma assolutamente consenziente"

"Stavi facendo finta di baciarla? Ma sei impazzito?"

"E' successo per puro caso. Volevo un pò stuzzicarla ... era tutta sporca di marmellata, le ho solo posato un tovagliolo sulle labbra"

Ricordo bene come Sirius schioccò le labbra e assunse improvvisamente tutt'altro cipiglio.

"Sicuro di non aver bevuto? Una botta di sonno?"

"Assolutamente si"

"Allora potevi anche dirmelo prima. Questo cambia decisamente la questione vendetta"

"Lo credo anche io. E non sai che ..."

"Non so cosa?"

"James Potter ha sempre un asso nella manica. E in questo caso un fermaglio in tasca"





***



La storia del fermaglio era cominciata qualche settimana prima di questa amichevole discussione. E devo dire che inizialmente non mi sarei mai nemmeno sognato il potenziale di questo ritrovamento.

Succese per caso, come d'altronde quasi tutto ciò che di determinante può accadere nella vita di un mago.

La Sala Comune era abbastanza affollata ed io mi stavo rilassando sulla poltrona vicino al fuoco, niente poteva turbarmi.

Nemmeno la Evans che gironzolava con le sue amiche ignara del mio sguardo fisso.

Mi sentivo come un superstite da una tempesta marittima particolarmente violenta e con piacere notavo che la mia zattera non era andata distrutta.

Per cinque lunghi anni mi ero dedicato ad amministrare vividi viaggi mentali su quella ragazza dalle indiscutibili capacità pozionistiche ed adesso tutto mi sembrava così indiscutibilmente stupido!

Durante l'estate era sopraggiunto l'orgoglio a portarmi sulla retta via e a considerare il tutto con la giusta nozione di causa.

Potevo averne a milioni di ragazze, Merlino.

Non avevo ancora compiuto diciassette anni e finalmente mi sembrava di vestire sul serio i panni di un ragazzo della mia età, la bella vita con Sirius sarebbe cominciata subito dopo.

Non che non mi fossi divertito con qualcuna prima di allora, ma l'avevo fatto sempre e constantemente con l'idea che sarebbe andata centomila volte meglio se ci fosse stata la Evans al posto della donzella di turno.

Era un'ossessione o meglio, un'umiliazione continua.

Brillante con tutte, un emerito cretino con lei che con orgoglio si definiva Potter-immune.

Era stata dura, ma me l'ero tolta dalla testa, sarà stato Sirius con i suoi continui sfottò o il fatto che con l'avanzare dei mesi avessi sempre più presa con le altre.

Che cosa me ne facevo dei suoi continui rifiuti, se potevo godere di ben altri piaceri altrove?

Ragazze, ragazze, ragazze ogni sera.

Non si studiava quasi mai, le lezioni erano un continuo resoconto delle notti con la fortunata di turno. I pomeriggi dedicati ad inventare mille modi per mollarle senza troppi problemi.

Respiravo, finalmente.

Quello che era rimasto semmai era il desiderio di vendetta. I suoi rifiuti erano stati smaltiti, ma i miei sedici anni mi indicavano una via ben precisa.

Ero riuscito a vincere me stesso, non mi restava che stravincere contro di lei.





___________________





Cari ragazzi ( Miei potenziali lettori O.O )


Sono tornata e sono MATURATA ahahahha Parlo degli esami di Stato ovviamente. Sono fusa, sono impazzita, stavo per buttarmi dal balcone ma alla fine mi sono liberata.


Quindi perdonatami l'aggiornamento così tardivo, vi prometto che d'ora in poi tutto andrà per il meglio.


Capitoletto che mi serviva per introdurre bene il punto di vista Jamesiano della situazione, spero che abbiate gradito :)


Ovviamente, a presto.


Oceanodiviolini :)




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=696913