Elucubrazioni di un cielo notturno

di NevanMcRevolver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Anima ***
Capitolo 2: *** Sguardi ***
Capitolo 3: *** Fiducia ***
Capitolo 4: *** Dov'è il nostro Dio? ***
Capitolo 5: *** Scelte ***
Capitolo 6: *** Sorridono ***
Capitolo 7: *** Salvami ***
Capitolo 8: *** Uomini ***
Capitolo 9: *** Sentimento morente ***
Capitolo 10: *** Istruzioni per l'illuso ***
Capitolo 11: *** Caramella ***
Capitolo 12: *** Tentazioni ***
Capitolo 13: *** Labbra ***
Capitolo 14: *** Lontano ***
Capitolo 15: *** Esplodere ***
Capitolo 16: *** Aria ***
Capitolo 17: *** Morire vivendo ***
Capitolo 18: *** Acquerelli ***
Capitolo 19: *** Proiettile ***
Capitolo 20: *** Io amo ***
Capitolo 21: *** Dolore ***
Capitolo 22: *** Vertigine ***
Capitolo 23: *** Il mio amore per te ***
Capitolo 24: *** I rumori del silenzio ***
Capitolo 25: *** Per te ***
Capitolo 26: *** Sesso ***
Capitolo 27: *** Pensiero sfuggente ***
Capitolo 28: *** Addio ***



Capitolo 1
*** Anima ***


- Anima .

 

 

Una sola azione, un semplice movimento può annichilire opere durate anni ed anni.

Brutale.

Fra mantelli di fragili foglie si intravedono le prime pecche di un semplice gesto.

Irreversibili.

E’ strisciando fra i resti della propria pelle che si ritrova la propria essenza.

Ignota.

Leccando le proprie ferite ci si conosce e si capiscono le proprie paure.

Serpeggiano.

Sudando freddo e sangue si comprende la nostra precarietà.

Miserabile.

Dissacrando le schegge del proprio corpo ci si avverte.

Autolesionismo.

Urlando e graffiando si respira, si vive.

Sofferenza.

Respirando e toccando si muore.

Oblio.

Morendo ci si acquieta.

Tranquillità.

Requiem.

Riposo.





Buio.

 

 

 

 

 

Note dell’autore

Non so cosa mi abbia spinto, in particolare, a scrivere una cosa del genere, e cosa mi spronerà nel continuare questa raccolta. Un semplice gioco letterario? Niente di tutto ciò. Uno sfogo? Molto probabile.

Non so quanto durerà questo progetto, ma so che andrà avanti.

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Capitolo 2
*** Sguardi ***


-Sguardi.

 

 

-Dietro una morbida coperta di oscurità, tutto tace. Sotto la scura coltre non c’è movimento: semplicemente la sicurezza dell’immobilità. Un’unica grande pennellata di nero che copre tutto, che pietrifica la vita. Lacrime, solo quelle: umide e strazianti urla di dolore. Mute parole di rassegnata rassegnazione-.

Fedor lo fissa, con sguardo vuoto, spaventato: -Perché dici questo, Ermil?-

-Perché? Ti sembra che in questo mondo assurdo ci sia qualcosa di più certo dell’immobilità? Tutto è fermo, tutto è pietra, tutto è stasi!-

I capelli scuri gli coprono gran parte del niveo viso, triste, anch’esso immoto.

Fedor abbassa lo sguardo d’onice: “Hai ragione!”

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi!

Bene. Non avevo intenzione di dare protagonisti a questa raccolta, ma il mio animo da romanzo mi ha spinto a fare l’esatto contrario.

Chi sono Fedor ed Ermil? Due tizi russi, due anime che si devono conoscere, o forse due idee, due concetti con forma vagamente umana.

Sarà dura, ma la storia sarà costituita esclusivamente da drabble: dovrò condensare sentimenti, dialoghi e pensieri in sole cento parole, ma ce la farò!

Alla prossima elucubrazione!

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Capitolo 3
*** Fiducia ***


-Fiducia.

 

 

Col rossore del tramonto negli occhi, Fedor se ne sta in piedi disegnando una croce perfetta.

Con la tenebra dell’ombra di Fedor, Ermil se ne sta dietro, in attesa.

-E’ solo questione di fiducia, caro! La vita che ci è concessa è troppo breve per aver paura degli altri. Eppure ne abbiamo, molta, di sfiducia!-

-Ma io di te mi fido…- mormora Fedor, sognante.

-E perché non ti lasci cadere?- continua Ermil.

-Ho paura. Del mondo, di me stesso…-

-Il mondo è solo pietra crudele, ma va vinto. Ti fidi, almeno di me?-

-Nemmeno un po’- risponde Fedor, lasciandosi cadere.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Non ho davvero tanto da dire. Se non il fatto che l’umore di Fedor ed Ermil, quando parlerò di loro, sarà altalenante, ora gioioso ora funereo. Lettori avvisati, mezzi salvati!

Allora, che ve ne pare? Mi farebbe piacere avere una vostra impressione, perché, insieme a pochi altri miei scritti, questa raccolta mi è davvero vicina (non che gli altri mi siano estranei, ma questa volta è diverso)!

A presto!

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Capitolo 4
*** Dov'è il nostro Dio? ***


- Dov’è il nostro Dio? .

 

 

La guerra chiama altra guerra.

Il sangue chiama altro sangue.

Lo schiaffo cede il passo al pugno.

Le lacrime tirano altre lacrime, le urla portano il silenzio.

La luce è fredda, il buio è caldo. Una è ostile, l’altro amico.

Con il tempo è passato il tempo, le emozioni sono sempre le stesse, ma la loro voce è sempre diversa.

Sempre più flebile, sempre più silenziosa: nient’altro che mute parole nell’aria, assordanti sussurri che sovrastano la tempesta.

Voci su voci, oscurità su luce, sangue sulle bombe, carezze nella pietra.

E nient’altro che dolore.

Saremo mai felici?

Dov’è il nostro Dio?

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Volevo solo dirvi che con l'ultima frase non ho intenzione di offendere, anche perché anch'io sono credente.

Non cattolico, non ortodosso, non quello, non quell'altro, ma in ogni caso credente. Diciamo che è una provocazione, per voi ma anche per me stesso!

Fatemi sapere cosa ne pensate!

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Capitolo 5
*** Scelte ***


-Scelte.

 

 

Con delicata fermezza, Fedor accarezza con la lingua un’ultima volta le labbra di Ermil.

Con tutto l’amore possibile si stacca da quel maledettamente marmoreo viso, parlandogli.

-Non pensi che abbia ragione in fondo, Ermil? Tutti viviamo di scelte subite. La volontà non esiste, l’ego nemmeno. Si agisce per compiacere gli altri, si è vittima delle proprie azioni. Niente è per noi stessi. La nostra volontà è succube di quella degli altri. In realtà, nessuno può dirsi veramente libero…-

Ermil, da sotto la scura chioma, fissa gli occhi d’onice, le iridi di Fedor.

Perché sa, che in fondo, non ha torto.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buonasera, people!

Come va? E’ un periodo piuttosto pieno, questo. Gli aggiornamenti vanno a rilento un po’ per tutte le storie, ma vanno. E questo è l’importante!

Bene. Le elucubrazioni continuano. Nel loro essere pesantemente dark e malinconiche, ma continuano.

Scrivere cose del genere in cento parole, per un essere logorroico come il sottoscritto, non è facile, ma ce la devo fare. Una drabble ben concentrata, se vale è alla stessa altezza di storie lunghe capitoli e capitoli (senza nulla togliere a queste ultime, eh!).

Beh, che dire? Nient’altro.

Fatevi sentire e alla prossima!

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Capitolo 6
*** Sorridono ***


-Sorridono.

 

 

-Non ho fatto altro che cercare e ricercare. Ho pianto lacrime e sangue, per trovare qualcosa…- mormora delicatamente Ermil, le mani fra le mani, le iridi nelle iridi.

La neve imbianca Mosca: è più Bianca che Rossa, la piazza.

Fedor freme. Non è il freddo. Non è il gelo del Nord a farlo tremare. Non sono le sferzate di gelo a farlo ammutolire.

-…senza sapere- riprende Ermil –che tutto quello che volevo era qui davanti a me!-

Anima nell’anima. Quando cade la neve si alza il volume del silenzio.

-Io ti amo. Tu?-

Fedor si china, e lo bacia. Sorridono.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve, ragazzi!

Scusate il ritardo, ma è un periodo molto pieno questo. Mio malgrado i vari aggiornamenti vanno a rilento, ma non temete: non per questo si bloccheranno. Mai!

Vi posto questa drabble, nella speranza vi abbia trasmesso qualcosa, perché in questa drabble, ma, in genere, in questa raccolta, c’è passione, sentimento…e anche un po’ di me, dei miei pensieri. Credo che gli altri scrittori possano capirmi: il transfert, nella scrittura, diventa una cosa spontanea, quasi vitale!

E’, per certi versi, più ermetica delle altre, ma nemmeno più di tanto.

Fatemi sapere, per piacere!

A presto!

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Capitolo 7
*** Salvami ***


-Salvami.

 

 

-Sai che tu puoi salvarmi, Fedor?- dice Ermil.

-E come?-

Le lenzuola disegnano perfettamente le linee dei loro corpi, sotto quella morbida coltre di cotone.

Mano nella mano, i due si avvicinano, si fissano, si baciano, si amano, sorridono.

 

***

 

-Poteva salvarmi. E non l’ha fatto...- mormora Ermil, sul bordo del precipizio.

Fedor se n’era andato. L’aveva lasciato.

Una lacrima cade nel vuoto: “Devo seguirla” pensa Ermil, fissando la profondità sotto di sé.

A braccia aperte e cuore morto, inizia ad ondeggiare mortalmente.

Sempre più avanti, e poco indietro.

Sta cadendo; una mano lo afferra.

-Ti ho salvato- sussurra Fedor.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi!

Quella che vi propongo oggi è una drabble piuttosto dark, triste ma luminosa, a modo suo.

Questa volta mi è stato fondamentale l’ascolto di una canzone: “Whataya want from me” di Adam Lambert.

Spero che vi sia piaciuta, nonostante i toni melanconici.

A presto!

 

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Capitolo 8
*** Uomini ***


-Uomini.

 

 

Perché in fondo è così. Dobbiamo rassegnarci. Non siamo altro che corpi, null’altro che atomi, materia insignificante dinnanzi alla magnificenza e allo splendore del cosmo.

Cerchiamo di arrivare sempre oltre, di trovare un oltre. Ma senza che ce ne accorgiamo giriamo in tondo, sempre su noi stessi. Ci allontaniamo dalle nostre origini senza approdare ad alcun porto sicuro.

C’è un evoluzione senza scopo; c’è un regredire fatale.

Siamo uomini, siamo esseri fragili nella nostra resistenza, deboli nella nostra forza.

Solo cellule pulsanti, umide, ferocemente attaccate alla vita.

Siamo instabili, nati urlando e scalciando.

Di noi, soltanto polvere e cenere in ricordo.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buongiorno popolo di EFP.

Molto rapidamente, perché dovrei andare a studiare – eh sì, quest’anno ho la maturità!

Piccola considerazione sul genere umano. In realtà ho scritto già qualcosa di simile, però questa drabble è decisamente diversa.

Anche se la fine riprende il titolo della serie “Polvere e cenere” di appartenenza, la raccolta non è finita!

Infine, cosa ne pensate voi degli uomini? Fatemi sapere!

A presto!

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Capitolo 9
*** Sentimento morente ***


-Sentimento morente.

 

 

E non puoi fare altro che startene lì, a fissare con invidia e desiderio ciò che non potrai avere mai.

E non puoi fare altro che fantasticarci su, teneramente, perversamente.

Solo fantasia. E il suo fondato sogno.

Solo fantasia, e la sua reale irrealtà.

Gocce salate che rigano il viso, urla strozzate che graffiano in gola, assordanti silenzi.

E mancanza, incompletezza, instabilità, disorientamento, fragilità, e il fardello sulle spalle che vorresti scaricare su qualcuno, ma che non puoi.

E dentro bruci, soffri, agonizzi, sanguini morente.

“Lo faccio? Non lo faccio?”

No. Niente da fare.

Quando un sentimento muore sul nascere…

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Non ho, davvero, assolutamente niente da dire, solo che mi sento una pezza…

Scusatemi.

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Capitolo 10
*** Istruzioni per l'illuso ***


-Istruzioni per l'illuso.

 

 

A cosa serve illudersi se poi fa male?

In fondo siamo tutti felicemente autolesionisti. Ci piace rotolarci nel nostro dolore perché così ci sentiamo più vivi. O no, forse?

Viviamo per vivere? Mah… E chi lo sa!

Viviamo per soffrire? Vedi sopra.

Viviamo per amare? Allora? E’ per questo che viviamo?

E’ tutto una miscela alchemica di amore, odio, passione, solitudine, lussuria, perversione, sentimento, vuoto e rumore. Forse è come nei film: bisogna aspettare che il senso ci caschi addosso, ammesso che ci sia…

No dai, il senso c’è… O forse no?

Sì, no, forse, boh, non lo so, ca**o!

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi! Quella di oggi è una drabble che mi è spuntata oggi mentre ripetevo il programma di Chimica.

Quindi abbiate pietà, la mia mente era già seriamente compromessa ^^’

A presto!

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Capitolo 11
*** Caramella ***


-Caramella.

 

 

Fedor mastica lentamente la caramella. Ermil fissa bramoso le sue labbra.

-Dammene una!-

Fedor sorride: -Vieni a prendertela- risponde, mettendo la caramella fra i denti.

-Non credere che non lo faccia, caro!- risponde Ermil, avvicinandolo per il collo, deciso.

Pochi istanti di trepidante passione, pochi fuggevoli attimi di tenerezza e labbra zuccherine: un momento di niente che indescrivibile e romantico nulla.

Ermil sogghigna, serafico, succhiando la caramella rubata, preda di quell’estasi di zucchero e saliva.

Fissa Fedor con sguardo infuocato, si lecca le labbra, e gli strizza l’occhio.

-Rivoglio la mia caramella!- sbotta Fedor.

-Vieni a riprenderla, allora!- sussura Ermil.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi, le ultime volte vi ho lasciati con uno scritto molto non-sense, molto strano. Ma che ci possiamo fare? Sono i deliri della maturità che ancora deve finire – disgrazia ha voluto.

Spero che con questa drabble riesca a farmi riscattare, data l’atmosfera molto leggera e tranquilla, e dall’aria perversamente innocente XD

Spero che vi sia piaciuta!

A presto!

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Capitolo 12
*** Tentazioni ***


-Tentazioni.

 

 

“Vivo di tentazioni, di quei labili sussurri morti nel vento, ruggenti nel sangue” scrive Fedor su un pezzo di carta, fissando Ermil, steso su uno sterile prato, accanto al capannone abbandonato.

I cieli sono plumbei, Fedor è plumbeo, Ermil dorme.

Sull’erba ci sono alcuni frammenti di vetro.

Lo sguardo coperto dai capelli, Fedor si alza e ne afferra uno, stringendolo nella mano, con forza, strappando tessuti, cellule e carni.

La pelle nivea gronda subito di rosso: un soffocato gemito di dolore.

“Sono vivo…”

Apre la mano, ed è tutto un miscuglio di sangue e vetro.

“La vita è uno schifo!”

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi!

Come va? Spero bene!

Vi posto questa drabble e torno ai miei freddi studi di chimica.

Qui c’è vita, c’è morte, c’è tranquillità e anche tormento. Mi è stata di ispirazione la parola “tentazione”, leggendo alcune note di una pagina di Facebook. E ho scritto, di getto, senza pensare: spero vi piaccia!

A presto!

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Capitolo 13
*** Labbra ***


-Labbra.

 

 

I miei occhi cercano il suo sguardo.

Le mie narici inseguono il suo odore.

Le mie mani vogliono la sua pelle, liscia.

Le mie labbra, bramose, cercano le sue, morbide.

La mia bocca cerca la sua, che non mi appartiene, purtroppo.

E’ la sua delicatezza che cerco, desidero, immagino, agonizzo. Anelante.

E’ il sapore delle fiamme a mancarmi, del sentire la bocca come brace ardente sulle sue.

Ma mi illudo: lui non m’ appartiene, è lontano, oltre dal poter essere mio.

E non posso che accontentarmi di due rapidi attimi rubati alla casualità, godermi il ricordo dei momenti figli dell’istinto.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buonasera ragazzi!

Avevo bisogno. E ho scritto. Ecco a voi, alle 2.07, una nuova elucubrazione!

D’ispirazione sono state due canzoni: “Phantom of the opera” dei Nightwish e “Army of love” di Kerli.

E la malinconia della prima è quella che ha inciso maggiormente, aiutandomi ad esprimere al meglio quel senso di malinconia e confusione che al momento provo.

Spero di non avervi annoiato con questo mio componimento.

A presto!

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Capitolo 14
*** Lontano ***


-Lontano.

 

 

Ti guardo, da lontano. Con sospetto ed indifferenza.

Mi hai dato da pensare, e sono arrivato alla conclusione che forse, in fondo, non ne vali la pena.

Troppi “se” e troppi “ma” nella mia testa. E non voglio dare loro ascolto.

Se qualcosa deve succedere, lo farà. E io, allora, aspetterò.

Disilluso, fuori dal mondo, ad osservarlo.

Ad osservarti.

Perché in fondo mi affascini, mi fai mancare il respiro, a volte.

Ma voglio vivere la mia anima, il mio presente, senza illusioni, senza maschere e frammenti di vetro che distorcono la realtà.

Io sono qui. E tu?

Che cosa farai?

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Hello you, people!

Come va? Dopo qualche giorno di mare, finalmente la calma di casa, le cuffie nelle orecchie e il ronzio sommesso del PC mi aiutano a scrivere quest’altra drabble, che è, per certi versi, un ampliamento e continuum della precedente.

Vorrei precisare una cosa: qui sembra che voglia rimangiare quello che ho scritto prima, ma ci tengo a precisare che non è così. Prima ho voluto descrivere quello che provavo. Ora quello che penso.

Prima era istinto, ora è razionalità.

Prima era vita, ora è…morte?

Mi sento strano, mi sento vuoto.

Non so definire bene nemmeno io tutto questo. Mi dispiace.

Spero che vi sia piaciuta!

A presto!

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Capitolo 15
*** Esplodere ***


-Esplodere.

 

 

Erutterò con la violenza di una supernova: sarà un’esplosione di luce bianca, pura e bella. Esploderò con violenza, con forza, senza esitazioni. Sarà rumoroso,  tremendo, doloroso.

Si sentiranno le urla rincorrersi nei battiti del silenzio.

Saranno frammenti di carne, ossa e tendini.

Il sangue toccherà le nuvole più bianche, macchierà i tramonti più splendidi.

Il rosso non sarà mai così rosso, così vivo, così lucido, terso, umido.

Non avrà mai quest’odore metallico.

Non lo senti ruggire nelle vene? Non lo senti muoversi, sincopato?

Non senti come tutto vibra, come tutto sfugge al controllo?

Non avverti la vecchia pelle andare via?

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Molto rapidamente poso questa drabble scritta di getto, senza pensare.

Moto rapidamente perché ho sonno, ma non potevo scriverla domattina o avrei perso l’ispirazione – e anche perché per domani ho altri piani.

Non so perché l’abbia scritta. So solo che mi andava di farlo, di lasciare che la stella dentro di me si prepari al collasso, e che il sangue tocchi davvero le nuvole più bianche e i tramonti più splendidi.

Spero vi sia piaciuta :)

A presto!

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Capitolo 16
*** Aria ***


-Aria.

 

 

-Forse è solo voglia di cambiare aria, perché quella che respiro è fin troppo satura. Forse ho solo bisogno di uscire…- dice Fedor.

-Non capisco- risponde Ermil.

Iridi nelle iridi, Fedor gli sorride.

-Il mondo, questo mondo, mi sta piuttosto stretto. Ogni sguardo è come una pugnalata, ogni parola è una coltellata. Fa male. Non senti l’odore dello zolfo inacidire l’aria?- risponde, gesticolando e annusando.

Ermil lo prende per mano, ed è ancora una volta come la prima: la sente, rovente, e qualcosa in petto a smuoverlo, rendendolo dinamico, vivo contro la dura pietra del mondo.

-Voglio ossigeno…- sussurra Fedor.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve ragazzi!

La notte porta consiglio, come vuole anche il titolo dell’opera, d’altronde. Ragion per cui eccomi qui a battere le ennesime cento parole prima di andare a dormire. Fra mille pensieri che credevo esser capace di domare, e invece…

Non dico molto, perché Fedor ed Ermil parlano per me, e di me. Non dico molto perché gli altri capitoli sono la mia immagine virtuale. Immagini fin troppo veritiere.

Scusate se vi intristisco, ma a volte non riesco a non trattenermi – e questo è uno dei pochi sfoghi che ho.

A presto!

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Capitolo 17
*** Morire vivendo ***


-Morire vivendo.

 

 

-Ti è mai capitato di morire vivendo?- chiede Ermil.

-Non ha molto senso, sai?- risponde Fedor.

-No, dico. Ti è mai capitato di respirare, parlare, toccare, vedere ma come se tutto non fosse abbastanza? Sentire il cuore pulsare con forza, e sentirlo graffiato da lame ad ogni battito? Non ti è mai capitato di percepire grigio ogni colore, di pensare che tutto sia privo di significato e importanza, che non facciamo altro che ballare su una melodia frenetica senza alcuno scopo? Ti è mai capitato di morire vivendo?- insiste Ermil.

Fedor lo fissa veemente. Serafico. Pallido, niveo: -Sto morendo, Ermil-

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buongiorno a tutti!

Come state? Come sono andate queste vacanze?

Vi avviso che l’aggiornamento di “Elucubrazioni” e di tutte le altre mie storie dalla settimana prossima riprenderà una certa velocità: il periodo dei test di ammissione per l’università sta volgendo al termine, e posso tirare un respiro di sollievo.

La drabble che vi propongo oggi mi tormenta da quando ho postato “Anima”, il primo capitolo di questa raccolta.

Ma non riuscivo a trovare le parole adatte per esprimermi, o la canzone che potesse aiutarmi, quando stamattina ho ascoltato di nuovo la mia canzone preferita: Hurricane dei 30 Seconds To Mars (la versione senza Kanye West, per essere precisi).

Ora, a voi è mai capitato di morire vivendo? A me quasi costantemente. A volte ci sono momenti in cui mi sento completamente morto, altri dove invece sono esclusivamente vita. Penso vi sia capitata un’esperienza del genere, no?

Concludo ringraziando calorosamente chi segue le mie “Elucubrazioni”: Dhialya, Kiryu e sTar__

E chi le preferisce: Insulsa bibliofila e Rodrick.

E chi recensice, o legge e basta.

Grazie di cuore *C*

A presto!

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Capitolo 18
*** Acquerelli ***


-Acquerelli.

 

 

-Ti voglio bene, comunque. Anche se la vita fa schifo- mormora Fedor.

-La vita è il più grande macello che ci possa essere capitato- risponde Ermil -Ma è una fase che dobbiamo attraversare. Comunque sappi che ti voglio davvero bene, molto più di quanto tu possa immaginare-

Una lacrima ridisegna il profilo di Fedor, il glaciale vento del nord torna a ferire e cicatrizzare i graffi.

Torna per bloccare le lacrime, per congelarle.

Torna per bloccare quell’accenno di serenità, il fantasma di un vago sorriso appena accennato sulle labbra di Fedor. Sembrano degli acquerelli: così rapidi, emotivamente carichi, eppure eterei.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Penso che gli acquerelli del testo parlino da sé. Non c’è bisogno che aggiunga altro.

Anzi. Devo ringraziare una mia amica, a cui vanno i diritti della frase di apertura. Grazie mille, G.

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Capitolo 19
*** Proiettile ***


-Proiettile.

 

 

-Perché mi vuoi?- urla Ariel contro Léandre che cela lo sguardo chiaro color cielo dietro la pelle appena bruciata dal sole.

-Per torturarmi, per amarmi? Vuoi la mia sofferenza, il mio sangue, la mia sporca anima?- continua Ariel, gli occhi verdi grondanti di lacrime, affondando le mani nella bionda chioma.

-Tu mi detesti, ammettilo…- bisbiglia.

-Dimmi: uccideresti per dimostrare di aver ragione? Non sai niente di me, di cosa provo. Niente!- gli soffia contro Léandre,  la canna della pistola vibrante.

Lentamente se la porta alla tempia, caricandola.

-Ti prego, non farlo!- urla Ariel.

Un rombo, un proiettile, e macchie di sangue.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve a tutti voi, miei cari e amati lettori!

Tutto bene?

Quella di questa notte forse è la drabble più dark dell’intera raccolta assieme a “Tentazioni”.

Due nuovi personaggi, Ariel e Léandre, che avranno voce solo in questo pezzo. Chi sono? No, non ci è dato saperlo. Vi basti avere notizia che non detronizzeranno mai Fedor ed Ermil. Una cosa è certa: i due ragazzi russi sono la nostra emotività e razionalità. Ariel e Léandre (i nomi sono francesi, per chi non lo sappia e sono entrambi uomini, per dovere di cronaca), sono la metafora della nostra disperazione più profonda. Non so. Non mi andava di mettere queste parole nella bocca di Fedor o di Ermil. Ecco tutto, in ogni caso.

Spero vi sia piaciuta, perché questa drabble l’ho scritta con particolare sentimento!

A presto!

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Capitolo 20
*** Io amo ***


-Io amo.

 

 

Le lame salgono in gola.

Le parole restano mute, sedimentate sul fondo.

Gli occhi si gonfiano, diventano sempre più umidi. Il viso è paonazzo, le vene si ingrossano.

Le parole restano mute, calcificate nell’antro più profondo della coscienza.

Il marchio del pregiudizio brucia sulla pelle, nella mente, lacera l’orgoglio.

Il crimine di amare qualcuno è il peggiore che un uomo possa compiere, specie se ama qualcuno del proprio sesso.

Le parole restano mute, rigettate nello stomaco con un sorso di bile e spine.

Io amo qualcuno del mio stesso sesso.

Io amo.

Per altri sono soltanto un mostro da abbattere.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve miei cari lettori!

Mi scuso per il ritardo, ma l’università è iniziata e fra treni e bus da prendere, pagine da studiare e appunti da interpretare il tempo che ho a disposizione per scrivere è sempre meno, ma non per questo rinuncio.

Gli aggiornamenti saranno, per tutte le mie storie in corso, più sincopati.

La drabble parla fin troppo. E’ la più limpida dell’intera raccolta, candida, senza giri di parole, e forse proprio per questo la più dolorosa, almeno per me.

Io non ce la faccio più.

E con questo commiato molto dark, vi saluto!

A presto.

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Capitolo 21
*** Dolore ***


-Dolore.

 

 

Ermil fissa l’occhio di Fedor. Pulsante, violaceo.

Il labbro inferiore sanguina, così come i graffi sulla guancia.

-Cosa ti hanno fatto?- dice Ermil prendendo quel viso maltrattato fra le mani, delicatamente, come se fosse di cristallo, scheggiato, ma pur sempre fragile e sottile.

Le lacrime gli bagnano il viso, i singhiozzi spezzano la traballante neutralità della sua espressione da geisha.

Fedor, lentamente, con i polpastrelli asciuga quelle gocce di sale e tristezza, acido e sofferenza.

Si toccano le fronti, stanchi, distrutti.

Si sfiorano le guance, bagnate di lacrime e sangue.

Si guardano negli occhi, gonfi e segnati.

Si abbracciano forte.

Calore.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buonasera, nottambuli :)

Nel giro di poco eccomi qui ad aggiornare le mie “Elucubrazioni”.

E Fedor ed Ermil sono ritornati fra noi (devo ammettere che mi sono mancati!).

E anche questa volta il tono non è di certo dei più vivaci – d’altronde è una raccolta ‘Dark’, quindi…

Boh… Se avete qualcosa da dire non nascondetevi: anche se critica – io non mangio nessuno, a meno ché ve ne venite fuori con cose che non stanno né in cielo né in terra o comunque illogiche sotto ogni profilo.

Alla prossima!

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Capitolo 22
*** Vertigine ***


-Vertigine.

 

 

Un uccello volteggia solitario in aria per poi nascondersi fra le fronde di un albero, lasciando il vuoto solo a se stesso.

Il cielo è grigio, pesante come può esserlo solo l’acciaio o il senso di vertigine che ti assale apparentemente senza motivi.

Strappi allo stomaco, al petto, al cuore, all’inguine, all’anima, alla testa.

E cosa fare? Urlare per affermare la propria esistenza.

Piangere per lavare la propria carnalità.

Toccarsi per capirsi.

Amare, sedurre, sfiorare, ghermire, ignorare, odiare per non morire nell’inerzia dell’abitudine.

Graffiare per uscire da un sogno troppo perfetto, irreale.

Perché vivere deve essere per forza così faticoso?

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Pubblico questa drabble prima di mettermi a studiare, ispirato dal cielo plumbeo e dall’uccello che hanno aperto il componimento. E forse anche da quel senso di vuoto, di caduta che sto affrontando ultimamente.

Ci tengo a precisare che non ha nulla a che fare con la mia intimità, perché ormai conosco benissimo tutto ciò che gli (MI) riguarda. Forse ho solo bisogno di legarmi con qualcuno…

Non lo so. Scusate se sono inopportuno.

A presto!

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Capitolo 23
*** Il mio amore per te ***


-Il mio amore per te.

 

 

Cade la neve.

Il sentimento mio

Dentro te vive.

 

-Cos’è?- chiede Fedor ad Ermil, indicando e leggendo.

-La mia anima. Il mio sangue. La mia ferita. Il mio amore per te-

Fedor prende il foglio e la penna dalle mani di Ermil. Qualche istante di riflessione, e altre macchie di inchiostro.

 

Prendimi con te                                    

Il mio cuore vibra

Sotto la Luna.

 

Gli porge il foglio, ed Ermil legge. Una volta, due, tre. La penna scrive ancora.

 

Sei aria per me

Senza di te morrei

Fiamma di vita.

 

La carta è sempre meno bianca. La notte è lunga. Un sentimento evolve.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve a tutti voi, miei cari lettori!

Come va?

La drabble di oggi è la più difficile che abbia mai scritto, non per i contenuti quanto per la forma.

I pezzi in corsivo sono degli haiku scritti di mio pugno, e sono stati loro a rendere tutto più complicato!

Un haiku, per chi non lo sapesse, è un componimento poetico giapponese di tre versi, di cui il primo e l’ultimo contano 5 sillabe, il secondo 7. Per il terzo haiku ho sfruttato a mio vantaggio le regole della poetica, facendo confluire in un’unica sillaba più suoni con la sinalefe. I tre componimenti li ho concepiti come separati, ma possono essere letti anche come un unico pezzo. Fate un po’ come volete voi, quindi!

Spero che vi piaccia!

A presto!

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Capitolo 24
*** I rumori del silenzio ***


-I rumori del silenzio.

 

 

Hai mai visto una foglia accartocciarsi e bruciare?

Un cuore battere sempre più freneticamente per poi arrestarsi, collassato, fiaccato, stanco di battere per battere e non per trasmettere?

Un botto. Un rumore sordo, umido.

Un tonfo che ricorda uno strappo, un urlo affogato da un cuscino premuto sulla faccia, uno stramazzo che ricorda il rumore della penna che gratta la carta, delle dita che scivolano sulle corde di un basso, sui tasti di un pianoforte?

Hai mai avuto l’impressione che la vita scorra come un pentagramma, fra pause e note, fra silenzi e suoni?

Melodie che fuggono.

Nell’abisso del silenzio.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

No. A questo giro le note le scrivo solo per abitudine, perché non ho intenzione di dare alcuna spiegazione su queste parole. Mi dispiace se questo vi sia d’impiccio, ma non mi va di parlarne.

A presto!

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Capitolo 25
*** Per te ***


-Per te.

 

 

Le note del violino si rincorrono fra i tessuti del silenzio.

L’aria è secca, calda. La melodia è accompagnata dal crepitio del fuoco nel camino.

La neve, fuori, danza silenziosa la sua frenetica e folle danza.

Le dita si rincorrono sulla tastiera, schiacciando le corde, pizzicandole, graffiandole.

Gli occhi chiusi, le sopracciglia che si muovono irrequiete, la bocca serrata e le apnee sempre più lunghe.

Le gambe incrociate sul tappeto, i pensieri a rincorrere le note, i sentimenti a volare nell’aria.

E il silenzio rincorre la melodia.

Con l’archetto, Ermil alza il viso sognante di Fedor.

-Per te- gli sussurra.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Salve, miei cari lettori!

Tutto bene?

Non so perché l’abbia scritta, veramente. Stavo ascoltando “Juliet” di Emilie Autumn, ed è uscita questa roba qui…

Qui, in ogni caso, ho cercato di far trasparire gli stati d’animo attraverso le note, i gesti, la neve. Ermil e Fedor si rivelano soltanto alla fine, come se fossero un tutt’uno con gli elementi precedenti.

Spero vi sia piaciuta!

Un’ultima cosa prima di salutarvi: qualche giorno fa ho scritto l’ultima Elucubrazione. Non so quando la raccolta finirà, ma se ho scritto quella che sarà l’ultima drabble, significa che non dovrebbe mancare molto. Almeno in teoria, perché non so nemmeno io come evolverà l’intera faccenda ^^’

Ok, ho finito :)

A presto!

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Capitolo 26
*** Sesso ***


-Sesso.

 

 

-Vieni qui…- sussurra Fedor ad Ermil.

Si avvicinano sul letto, a gattoni.

Lo prende e lo fa voltare: -Che cosa vuoi fare?- chiede.

Fedor gli chiude gli occhi con una mano, afferra il pizzo nero e fitto di una giarrettiera e glieli copre.

Ermil posa la testa sulla sua spalla, e gli sorride, vedendolo come nessuno lo ha mai visto.

Con delicatezza Fedor lo fa stendere.

Dentro.

I gemiti assecondano i gemiti, le spinte danzano con le controspinte, le mani si intrecciano.

Fedor passa una mano sulle labbra di Ermil, che apre la bocca e lecca.

Un gemito, due.

Sesso.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buongiorno a voi EFP people!

La drabble di oggi, beh… Eccola qui. Forse è la più insolita dell’intera raccolta, per scriverla ho dovuto usare molti “veli”.

Alzerò, in ogni caso, il rating ad Arancione, onde evitare polemiche o similia! Ma questo credo non vi interessi.

Per scriverla mi è stata d’aiuto “For Your Entretainment” di Adam Lambert – ancora lui, sì.

Ma la domanda ora sorge spontanea: perché Ermil e Fedor hanno una giarrettiera? Non lo so, chiedetelo a loro!

Oddio, queste note fanno davvero cagare!

Ok, la smetto.

A presto!

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Capitolo 27
*** Pensiero sfuggente ***


-Pensiero sfuggente.

 

 

Nei tuoi occhi c’è la bellezza del peccato.

Il fascino dell’inferno, della dannazione, della passione.

Nella tua voce c’è il fascino dell’urlo.

La grazia della sofferenza, del malessere, della vita.

Nei tuoi respiri c’è l’orrore di un’esistenza.

L’affanno dell’ennesima guerra inutile, della stanchezza.

Nelle tue lacrime c’è la gioia del sollievo.

Lo sfogo per il troppo sopportato, da sopportare.

Forse c’è così tanto bisogno di amare, in te, in me.

 

Forse è il così tanto bisogno di dare e ricevere amore a renderci instabili, a far vibrare le nostre corde, le nostre dita.

O forse dobbiamo solo evadere, fuggire.

Stacco.

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Ascoltate “Weapon” di Matthew Good mentre la leggete. Solo questa raccomandazione.

Ecco il link: http://www.youtube.com/watch?v=eo1hY2qNd3Y

A presto!

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Capitolo 28
*** Addio ***


-Addio.

 

 

Fedor pizzica con mano tremante le corde del violino bianco di Ermil.

Le note si perdono incerte nell’aria del cielo notturno: le stelle del Grande Carro brillano, beffarde e indifferenti a tanta sofferenza.

La brezza accarezza il viso segnato di Fedor, gli asciuga le lacrime ma non il dolore.

Una timida luna evanescente stenta e brillare: sembra più pallida del solito, come se fosse stanca.

Si inginocchia davanti la lapide, Fedor.

Il terreno è oscuro, freddo, duro come le amarezze della vita.

Altri singhiozzi, altre lacrime.

Un bacio sulla pietra, e vi posa davanti il violino.

“Addio, Ermil, amore mio!”

 

 

 

 

 

Note dell’autore:

Buongiorno raga!

Ricordate che nella drabble 25 “Per te” dissi di aver già composto l’ultima drabble? Bene. Eccola qui. Ve la presento, nuda e cruda come solo le parole sanno esserlo.

In conclusione di tutto ciò, cosa posso dirvi?

Per quel che mi riguarda è stato un cammino, un’evoluzione, anche doloroso. Mi sono esposto come non ho mai fatto. Come ha detto un mio amico, anzi, il mio fratellino, in queste parole sono arrivato a strapparmi addirittura la pelle.

Ringrazio tutti, chi ha seguito, chi ha preferito, chi ha recensito, chi ha semplicemente letto e basta. Non starò qui a fare i nomi un po’ per pigrizia, e poi anche perché ognuno sa che ruolo ha ricoperto in questa situazione.

Grazie di cuore, per tutto!

A presto :)

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