Tra Me e Te un Bacio rubato ...

di MissCherie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


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Tra me e te un bacio rubato 

 

Prologo 


Il passato era diverso dal presente. Le azioni che commettevamo erano differenti, le parole diventavano solamente un lontanissimo ricordo di giorni felici e caldi. Un ti voglio bene diventava un ti odio, un ti amo diventava un disprezzo … Eppure il passato , si diceva, ci faceva capire molte cose del futuro e dei nostri sbagli. Io avevo sbagliato ad andarmene, io avevo rotto tutti i ponti con quello che rimaneva di un’amicizia speciale di due bambini. Eppure lui mi aveva promesso che quando sarei tornata, tutto si sarebbe sistemato e di nuovo amici per la pelle saremmo stati . Ma a quel tempo, nessuno dei due aveva fatto i conti con il futuro e con che  cosa ci poteva riservare. Eravamo diventati grandi, non ci sentivamo più ed io non sapevo nemmeno che aspetto avesse ora. Era come un lontanissimo ricordo di una mente ancora bambina . Quando ero ritornata a casa quel fatidico giorno d’inizio settembre , alla sola età di 15 anni, lo avevo rivisto . Sulle mie labbra un sorriso entusiasta era dipinto mentre i miei occhi quasi lacrimavano per la gioia di rivedere quel bambino, ora adolescente , che mi aveva donato tutto, persino il suo cuore distrutto da una vita complicata. Ma appena le mie labbra avevano emesso un ciao, lui con disprezzo si era girato verso di me quasi non riconoscendomi, e con lo stesso sguardo arrogante mi aveva presa in giro davanti a tutti i suoi amici , come se ero un misero pezzo di legno da buttare via. E allora avevo capito. Avevo capito che il passato era passato, che la gente cambiava, che i volti non erano più gli stessi … ma il cuore si . Il cuore era sempre lo stesso, forse oscurato da quell’arroganza e superiorità. Da quel giorno lui non era più mio amico, da quel giorno nemmeno sapevo cosa voleva dire un ti voglio bene se non era affiancato dall’odio. Il disprezzo che aveva provato rivedendomi mai lo dimenticherò ed ora, a soli diciotto anni, il nostro comportamento non era cambiato. Ci odiavamo , ci insultavamo come cani e gatti. Il mio bene ora era odio, il suo odio poi sarebbe diventato bene con il passare dei giorni. Ma io non ci sarò quando ciò avverrà , io non ci sarò quando lui mi vorrà … Alcuni dicevano “ Dall’odio nasce sempre l’amore” io dicevo che dall’odio nasceva il rispetto , ormai l’amore per me era tabù . Non poteva esistere se ogni giorno vedevo famiglie disintegrarsi e mariti con amanti. Eppure , in quell’estate, avevo imparato ad amare proprio lui, il ragazzo che odiavo con tutto il cuore, ma che era diventato il centro di ogni mio pensiero … 

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Angolo Autrice!

Ed eccomi con una nuova storia, scritta di getto una sera e che ho voluto condividere con voi lettrici proprio come la mia primissima FF Amore .. che stupida parola! Questo è solamente un piccolo prologo incentrato sui pensieri della nostra protagonista che si innamorerà per la prima volta , in un Estate piena di sorprese! Non vi sto a scrivere nulla della trama, ma spero che apprezziate questa storia :) Ho voluto pubblicare questo capitolo oggi, ma la storia dovrò riprenderla purtroppo verso fine Agosto visto che parto in vacanza :( Spero comunque che vi piaccia questo piccolo assaggio e al prossimo capitolo , che sto già scrivendo e spero di pubblicare prima della mia partenza ;D 
Baci! 
SoFunny 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1




Quella mattina, stranamente, tutto sembrava così tranquillo. Perfino i bambini più ribelli e capricciosi se ne stavano buoni sui teli a leggersi i propri fumetti. Il perché? Era semplice. Quasi una o due volte a settimana , sulla spiaggia, venivano degli animatori che prendevano con sé i bambini portandoli a giocare e a divertirsi. Per questo le piccole pesti se ne stavano buone e zitte ad obbedire ad ogni comando che  le loro madri gli davano , così che i genitori ,alla fine, li accontentavano mandandoceli . Quelli erano i giorni che più adoravo per stare in spiaggia a rilassarmi sotto il sole di un Luglio ormai inoltrato. Una pace rilassante senza i soliti granellini di sabbia che inevitabilmente finivano nelle bocche altrui provocando attacchi di tosse e sguardi omicida verso i bambini che giocavano allegramente per la spiaggia con quel dannato pallone da calcio. E così decisi che quella era la mia giornata , senza amiche rompiballe e ragazzi stronzi che disturbavano il mio sonnellino mattutino.  Me ne stavo in silenzio, mentre le note di una dolce canzone mi scorrevano lente e delicate nelle orecchie come un soffio di vento in una giornata calda e afosa. Guardavo il cielo così limpido contornato da qualche spruzzo di nuvola bianca , non minacciosa, dove tantissimi uccelli vi erano sfrecciati insieme che poi gentilmente si andavano a depositare sulle boe che si muovevano lentamente per le onde lievi. Giornata senza bambini e senza vento uguale una giornata all’insegna del divertimento. Oh si! Ovviamente dopo il mio riposino era chiaro! Sospirai e chiusi gli occhi beandomi del tepore che quel sole trasmetteva sulla mia pelle ormai abbronzata e calda. Mi sentivo bene in quel momento, come se nulla poteva disturbarmi se non il chiacchierare frenetico di due ragazze alla mia sinistra , nonché Alessia e Giulia , le solite due che si mettevano a cinguettare come delle detective su ogni ragazzo che passava per la spiaggia. Non c’era mai un santo giorno dove non facevano altro che fare la stessa cosa e mi dava un po’ fastidio. Tutte e due in cerca del ragazzo perfetto, in cerca di un vero amore come quello nei film. Feci una smorfia al pensiero. Al contrario io non credevo nell’amore, non credevo in quel ragazzo che non tradiva, che aveva occhi solo per la sua fidanzata. Erano tutte balle. Cavolo , oggi giorno c’era chi si sposava per soldi , chi se lo faceva divorziava un mese dopo, chi si fidanzava per noia, chi lo faceva per sentirsi grande. Eppure ancora continuavano a dire che esisteva l’amore vero e le solite storielle da favola. Quando ero bambina vedevo tutto rosa e fiori senza peccato, senza oltraggi , ma quando ero cresciuta il mio modo di pensare era cambiato. Se allora credevo in un principe azzurro ora credevo in uno sfigato nerd al suo posto,perché tutti quei ragazzi bellissimi e impossibili non erano raggiungibili nemmeno se mi vestivo firmata o quant’altro. Dopotutto chi aveva successo erano le solite bionde piene di soldi che con uno schiocco di dita avevano tutto ai loro piedi. Io non ero come loro, non ero bionda , ma avevo dei lunghi e mossi capelli neri , non avevo gli occhi verdi o di quel bellissimo azzurro, li avevo color del ghiaccio , non avevo un naso perfetto alla francese , avevo una piccola gobbetta e un nasino cosparso di lentiggini. E le mie labbra? Oddio, non erano a cuore , ma piccole e carnose sempre screpolate a causa del sale marino. Non ero perfetta e nemmeno bellissima , ma mi piacevo perché ero semplice, perché non mi mettevo chili di trucco . Soprattutto perché , come dicevano le mie amiche, ero diversa . Che c’era di male se qualcuno non amava i tacchi o le gonne inguinali? Beh loro non la pensavano in questo modo e a causa del loro aspetto avevano avuto molti più ragazzi di me e ci sapevano fare. Al contrario però io con i ragazzi parlavo di tutto e non pensavo solo a filtrare e a fare domandine provocanti come era loro solito. Mi piaceva il calcio, le giocatine a carte e soprattutto il biliardino. Ero una campionessa indiscussa di esso! Ma ritornando a noi , io ero cambiata da quando ero bambina. Si diceva che con il tempo cresceva il modo di pensare e di agire, ma in me era cambiato anche il modo di vedere le cose attraverso gli  occhi di una  ragazza adulta. Se da bambina odiavo le collanine, ora le adoravo perché tutti i piccoli ciondoli che avevo al collo rappresentavano qualcosa di tutta la mia adolescenza , quegli anni difficili ma bellissimi. Avevo anche capito che con il passare degli anni , si perdevano le amicizie , i contatti e le persone cambiavano radicalmente. Se prima erano dolci e timide , in futuro diventavano arroganti e senza pregiudizi. E alcune volte faceva male vedere questi tuoi amici con i quali ero cresciuta insieme, guardarti in un altro modo quasi disprezzandoti. E a me  era successo … All’età di otto anni avevo già il mio migliore amico sul quale contare in tutto per tutto. Noi due eravamo i soliti ragazzini che nessuno calcolava , ma non ci importava di quello che potevano pensare gli altri. Avevamo il nostro luogo di ritrovo, che era una piccola casetta  sull’albero proprio vicino alla mia casa e lì ci raccontavamo di tutto. Eravamo come fratello e sorella, più uniti che  mai ed io , mi ricordavo ancora, che ritornavo la sera a casa felice e arrossata per la corsa che avevo fatto pur di non farmi scoprire dai miei genitori. Noi ci chiamavano Liberty , ovvero come libertà, perché era quello che eravamo. Due bambini liberi con la voglia di opporsi al modo di pensare brutto e cattivo di altre persone. Facevamo dispetti, rubavano la cioccolata alle vecchia signora Cassandra e costruivamo catapulte in grado di rompere vetri e quant’altro. Due tornado insperabili. Con lui avevo vissuto il mio primo bacio alla sola età di dieci anni, ma mi aveva fatto così schifo che per due volte mi ero lavata le labbra. Era umido e caldo e avevo provato ribrezzo ,proprio come lui. Un piccolo bacio a stampo che mai più ci eravamo dati visto che ,crescendo, le aspettative in un bacio erano ben altre. Peccato che poco dopo avevo ricevuto una brutta notizia da parte dei miei genitori. Dovevamo trasferirci a Roma per qualche anno visto che mia nonna stava male e aveva bisogno di sostegno da parte della figlia, nonché mia madre. Così lasciai il mio amico che mi promise che quando sarei ritornata a casa , io e lui non ci saremmo mai più separati per nulla al mondo. Con il sorriso sulle labbra ero arrivata a Roma e con il sorriso sulle labbra ero tornata a Capri dopo cinque lunghi anni. Mi ero aspettata di trovarlo a casa mia come sempre e invece quella volta non c’era. Avevo subito pensato che si era dimenticato o che aveva altro in quel momento da fare e aspettai tutta la sera in piedi davanti alla finestra, aspettando che comparisse da dietro essa e invece niente. Mi ero detta che forse non potevo aspettarmi nulla, lui era più grande di me di almeno due anni e forse già andava in discoteca ed era fidanzato. Ero andata a letto distrutta e il mattino dopo avevo deciso di andare in spiaggia e rilassarmi come sempre. E fatto volle che proprio lì lo vidi assieme ad altri ragazzi intento a giocare a calcetto. Era cambiato, oh se era cambiato. Era più alto , aveva le spalle belle larghe e si vedevano gli addominali appena pronunciati . I capelli sempre mori e sbarazzini erano un po’ più lunghi , ma gli occhi erano rimasti  sempre gli stessi. Di un nocciola intenso con sfumature dorate. Avevo sorriso entusiasta e mi ero avvicinata alla rete seguendolo nei movimenti. Un ragazzo gli aveva detto che lo stavo fissando e quando mi aveva vista  il suo volto non aveva tramutato di una virgola e capì che non era affatto felice di vedermi lì. Aveva incominciato a parlare male di me con i suoi amici prendendomi in giro e facendomi sentire una specie di estranea ai suoi occhi furbi e ridenti . Da quel giorno furono fuoco e fiamme tra noi e non c’era mai stato il modo o il motivo per discutere di quello che era successo. Ero ritornata a Roma , ma tre anni dopo ero ritornata a Capri straziata a causa della morte di mia nonna . Niente era cambiato al mio ritorno. Ora ero una diciottenne con esperienze alle spalle e una voglia di vivere , ma niente era cambiato tra me e lui. Odio e odio aleggiava e nulla avrebbe cambiato questo. Ma dopotutto dovevo sopportarlo, ero nella sua stessa comitiva e mi ci trovavo bene anche se avere mille ragazze che scodinzolavano verso di lui non era una bella cosa. Era cambiato. Era più stronzo, più menefreghista e arrogante . L’unica cosa che gli importava? Il sesso ovviamente e questo mi faceva schifo per il fatto che lui lo trovava come un passatempo . Io no, se volevo farlo dovevo farlo con la persona giusta non con un playboy o Don Giovanni che se ne faceva una a sera!  

<< Charlie , tesoro, non è che mi spalmeresti la crema sulla schiena? >> mi disse con la solita voce stridula Alessia mettendo in bella mostra la sua schiena bianca come il latte . Sbuffai sonoramente e mi misi in ginocchio sul telo arancione, prendendo in mano il tubetto della crema e spalmandola sulle spalle della ragazza che intanto continuava a chiacchierare con Giulia. Ma dico io .. un po’ zitte non ci sapevano stare?

<< Ma sai che ti dico? Secondo me dovresti chiederlo a Fede, lui lo conosce e forse te lo presenta! >> squittì Giulia battendo le mani e io feci una smorfia quando sentì il nome di quel babbuino. Oh già! Il mio ex migliore amico si chiamava Federico Molinari e aveva venti anni compiuti lo scorso mese.

<< Tesoro, quando la smetterai di odiare il mio Fede? >> disse Alessia ridacchiando vedendo la mia faccia sconvolta a quella richiesta. “ Quando ti cacherà in faccia gli vorrò bene … “ pensai tra me e me e scoppiai a ridere. Giulia e Alessia mi guardarono stralunate come se stavano pensando che ero pazza o peggio.

<< Che bello vedere la mia Charlie ridere! >> sbottò una voce ridacchiando lì vicino e alzando lo sguardo incontrai quello di Riccardo, il mio migliore amico. Lui si che era un vero orsacchiotto! Ci eravamo conosciuti due anni fa grazie a mio fratello, Filippo, e da quel giorno non ci eravamo più separati. C’era chi pensava che stavamo insieme e chi che facevamo finta di essere amici. Tutte scommesse perse. Al contrario di qualcun altro lui mi aveva fatta di nuovo sorridere e la cosa bella era che mi proteggeva quando Mister- son-figo- solo- io mi prendeva in giro, facendolo ribollire di rabbia. Riccardo era una specie di fratello maggiore e mi aveva incantata con quei grandi occhi color cioccolata e un sorriso da bambino. E poi adoravo in suoi capelli, una massa indistinta di ricci ribelli corti che gli donavano un aria sbarazzina e libera proprio come piacevano a me.

<< La tua Charlie? >> sbottò Giulia arcuando un sopracciglio. Tipico di lei. Invidiosa al cento per cento del mio rapporto con Riccardo, visto che gli andava dietro da secoli ormai.

<< Qualche problema , Giuls? >> disse lui ammiccando verso di lei che arrossì vistosamente. Un punto a favore del mio amico? L’odio indiscusso verso quelle due vipere. Vi chiederete perché io trascorrevo il tempo con loro. Ebbene perché Alessia era mia cugina e mia madre mi aveva espressamente detto che doveva stare con lei, visto che in principio mi ero rifiutata di passare il mio tempo con Federico visto il nostro rapporto burrascoso.

<< No , no! Solo che sembra tanto che tu ne sia innamorato … >> disse lei arrossendo ancora per la constatazione che aveva fatto. Al contrario Riccardo cercò di trattenere una risata proprio come me e si limitò a scrollare le spalle indifferente.

<< La mia Charlie è unica, perfetta e bellissima … >> disse guardandomi e io gli sorrisi mimandogli un grazie con le labbra screpolate dal sole. Lui fece spallucce e cercò di rispondermi, ma un’altra voce lo interruppe.

<< Bellissima a chi? Charlie è una bambina ! >> , ok , lo avrei strozzato! Mi alzai furiosa
mettendomi le mani sui fianchi mentre sbattevo freneticamente il piede a terra come se lui era sotto e lo stessi calpestando a dovere.  Magari …

<< Idiota! Non sono una bambina! >> sbottai gonfiando le guance e stringendo i pugni per cercare di calmarmi. L’idiota in questione se ne stava tutto bello in piedi,  con un pallone da calcio in mano a guardarmi con quel sorrisetto ironico dipinto sulle labbra fini e sensuali.

<< Strano , questa mattina ti ho vista da  Cassandra >> disse lui sghignazzando malefico ed io arrossì. Cavolacci amari! Mi aveva vista? Certo lui abitava proprio davanti a lei. Perché non ci avevo pensato subito? Detto ciò Federico prese a camminare verso Alessia che gli sorrise maliziosa . Lei aveva sempre avuto un debole per lui peccato che non la ricambiasse affatto. Il ragazzo alla fine deviò e si mise a sedere proprio sotto di me , prendendomi per i fianchi e facendomi mettere seduta sulle sue gambe muscolose . Gli diedi una gomitata mentre sentivo il suo petto caldo toccare la mia schiena leggermente e mi dimenai come un’anguilla sotto le risate di Riccardo. Sbruffone …

<< Bambina , stai ferma sennò non ti do la cioccolata >> mi sussurrò all’orecchio e in quel momento sentì una serie di brividi caldi e intensi scuotermi la schiena e mi schiarì la voce cercando di risultare il più normale possibile.

<< Levami i tuoi tentacoli di dosso! >> sbottai io digrignando i denti quando vidi le sue braccia circondarmi la vita sottile e lo sentì sghignazzare piano contro la mia spalla. Appoggiò il mento su di essa e sentì la barbetta ispida graffiarmi la pelle. Peccato che su di lui , essa, lo rendeva ancora più sexy di quanto non era già. Ok, ragazze , stronzo era stronzo , ma non si poteva certo dire che non era bello!

<< Fede? Perché vuoi stare sempre con lei se non ti vuole? >> domandò Alessia risentita di tutta quell’attenzione che il ragazzo mi stava rivolgendo. Dopotutto anche se ci odiavamo, io e lui, alcune volte andavamo d’accordo e ci ritrovavamo a fare anche degli scherzi insieme come una volta . Federico mi strinse di più contro il suo corpo ed io sbuffai facendolo ridacchiare.

<< Perché mi piace stuzzicarla >> rispose semplicemente e poi sentì le sue labbra sfiorarmi l’orecchio soffiandoci sopra facendomi gelare in un istante anche se fuori facevano quaranta gradi .

<< E poi lei mi vorrà >> sussurrò roco sorridendo e poi si staccò completamente,alzandosi ,visto che erano arrivati i suoi compagni di gioco, ovvero tutto il resto della comitiva che incominciò a salutarmi caldamente. Io ero rimasta immobile con lo sguardo perso nel vuoto a meditare sulle sue parole. Lo avevo voluto in passato e lui mi aveva detto che eravamo solo amici, perché adesso dovevo volerlo? Mi ritrovai a guardarlo inconsapevolmente. Guardavo le sue spalle larghe, la schiena muscolosa e abbronzata e ok, cavolo, aveva un didietro da favola .. non era da buttare, certo, ma a me non piaceva e mai mi sarebbe piaciuto. Dopotutto era stato il mio migliore amico e .. nah, non potevo fare certi pensieri su di lui anche perché io avevo un debole per Alessio. Vi domanderete chi era . Beh lui era il ragazzo più simpatico e gentile di quella comitiva, oltre il mio Riccardo. Era così solare che attirava l’attenzione di tutte oltre al fatto che era proprio un bel ragazzo. Occhi nocciola, capelli castani scompigliati e rasati ai lati, labbra fini e sempre sorridenti. Lui mi chiamava sempre “ La piccola peste “ perché combinavo sempre guai e soprattutto perché rovinavo le relazioni a Giulia e Alessia mentendo ai loro ragazzi. Una pestifera lo sapevo, ma i ragazzi mi volevano bene soprattutto perché ero io ad aiutarli con le ragazze. Ovviamente quelle che piacevano a me , era chiaro. Eppure non ero mai riuscita a trovarne una per Alessio , forse perché la cosa mi dava fastidio o forse perché lui mi diceva che in quel momento voleva solamente divertirsi visto che era Estate. Stranamente quella mattina non c’era e sospirai afflitta. Vederlo giocare a calcio era qualcosa di realmente affascinante. A torso nudo, i capelli bagnati, le guance accaldate e le labbra tenute in un broncio di stanchezza. Peccato però che lui non era affatto così bello come quel cavernicolo di Federico, che oltre ad avere un bel fisico , aveva anche un bel viso da bimbo dispettoso. E lo odiavo soprattutto quando faceva quei ghigni irritanti . Sospirai e mi alzai andando verso Riccardo  che parlava allegramente con Marco , il fratello maggiore del babbuino. Oh Marco si che era bellissimo. Moro, occhi chiari , forse non palestrato o quant’altro, ma era affascinante. Aveva 25 anni e passava il suo tempo con noi visto che i suoi amici erano sempre al lavoro, mentre lui ancora continuava gli studi di giurisprudenza per l’Università. Un bello studioso. Peccato che anche lui era fidanzato con una ragazza, nonché mia migliore amica, Veronica . Lei al contrario aveva un anno più di me e aveva conosciuto Marco 2 anni fa ad una festa e subito si erano piaciuti. Lei era una ragazza semplice , con dei corti capelli castani, occhi nocciola e un nasino alla francese che ,ahimè, volevo anche io. Mi avvicinai ai due ragazzi e abbracciai da dietro Marco che sobbalzò sorpreso , ma quando mi vide ridacchiò.

<< Lo sai che dovresti andare a fare palestra? Questa trippa cresce a dismisura! >> sbottai io toccandogli la pancia ancora un pochino piatta. Mi piaceva prenderlo in giro visto che lui credeva sempre  a quello che dicevo e infatti i suoi occhi si spalancarono impauriti e , preoccupato, si  toccò la pancia come a vedere le sue reali dimensioni.

<< Oh cavolo! Hai ragione. Veronica non mi vorrà più se divento un grasso avvocato >> disse imbronciandosi e io lo strinsi più forte a me alzandomi in punta di piedi per poggiare la testa  sulla sua spalla forte. Un difetto? Io ero troppo bassa e lui era troppo alto.

<< Ma che dici! E poi sai che bello avere un papà orso tutto da mordere >> dissi maliziosa e lo vidi sorridere alzando gli occhi al cielo come se si stava immaginando la scena e lo sentì rabbrividire. Pervertito proprio come il fratello, è.

<< Ehi, bellissima, andiamo a fare il bagno? >> sbottò d’un tratto Riccardo sorridendomi smagliante ed io annuì incominciando a camminare verso l’acqua. Peccato però che non avevo previsto un agguato da quei due .Infatti mi presero uno per le gambe e uno per le braccia mentre mi dimenavo e loro ridevano come matti sotto le mie urla di perdono. Avanzavamo velocemente sull’acqua fino ad arrivare a quella alta dove, i due , si scambiarono uno sguardo di intesa e dopo aver gridato un tre , mi buttarono nell’acqua gelida e fresca di quella mattina di Luglio. Rabbrividì al contatto e appena emersi mi ritrovai con tutti i capelli appiccicati sulla faccia mentre stringevo i pugni. Perché il mio sonnellino doveva sempre essere disturbato? I due in questione avevano incominciato ad indietreggiare mentre continuavano a ridere incuranti delle mie occhiate assassine. E proprio mentre stavo per raggiungerli sentì degli urli sovrastarmi e subito dopo l’acqua fresca mi invase , di nuovo, completamente. Appena riemersi sbuffai e vidi chi aveva commesso tale ingiustizia. Scoppiai a ridere vedendo Filippo, il mio fratellino minore , con la muta  e le guance gonfie segno che si stava trattenendo dall’arrabbiarsi con quei due bambini che continuavano ad urlare e a dimenarsi accanto a noi . Come sempre, il mio caro fratellino, ogni mattina andava a fare escursioni sotto l’acqua e che dire .. quasi sempre veniva disturbato da quelle piccole pesti, nonché Mattia e Antonio i nipoti di Cassandra che ormai ci conoscevano e ci facevano i dispetti a go go .

<< Ma non mi dire .. hanno colpito anche te, è? >> sbottò sbuffando e togliendosi la maschera rivelando i suoi occhi verdi cerchiati di rosso . Cercai di trattenermi dal scoppiargli a ridere in faccia vedendogli il naso a strisce .

<< Oh, si >> dissi io e lui mi guardò accigliato forse per la mia faccia rossa e le mie labbra dritte e tremolanti. Però la mia attenzione venne rivolta ad un Antonio con un polipo gigantesco in mano che mi faceva segno di stare zitta mentre avanzava lento dietro Filippo che continuava a raccontarmi di cosa aveva visto . E poi un urlo , anzi mille urli uscirono dalle sue labbra ed io non riuscì a trattenermi dal ridere tenendomi la pancia per le scosse che mi percuotevano. Mio fratello rincorse per quasi tutta la spiaggia i due ragazzini, che più giovani, erano molto agili. Uscì anche io dall’acqua e tornai all’ombrellone dove vidi tutta la comitiva seduta a chiacchierare e a giocare a carte , mentre altri se ne stavano a fare qualche tiro di pallavolo sulla sabbia che scottava. Pazzi. Riccardo invece era bellamente steso sul telo a prendere il sole con Giulia appollaiata lì vicino che gli stava raccontando qualcosa, Alessia  dormiva beatamente sul lettino con ancora i sandali ai piedi e le labbra aperte. Questa era da immortalare. Ma prima che potessi prendere il telefono, un urlo mi sopraggiunse e sobbalzai spaventata . Quando vidi chi era stata , scoppiai a ridere e corsi ad abbracciare Veronica che , con la sua borsa di paglia, sorrideva smagliante con gli occhi in cerca di qualcuno oltre a me. Alzai gli occhi al cielo e quando vide la mia espressione sbuffò arricciando il nasino, cosa che faceva molto spesso.

<< Quando troverai il ragazzo giusto, bella mia, capirai! >> sbottò sapiente ed io scossi la testa ridacchiando. Io ? Che mi innamoravo? Neanche se tra pochi anni veniva  la fine del Mondo! Diciamolo, non mi sentivo ancora così pronta per avere una vera relazione seria con un ragazzo figuriamoci innamorarmi! L’amore era una cosa lontana dal mio animo. Mi sentivo una specie di bambina che ancora doveva crescere , che ancora doveva aprire gli occhi e scoprire che si, la vita non finiva lì. Avevo tantissime cose da imparare, tantissime cose dove mettere un punto . Innamorarsi voleva dire rompere tutte quelle barriere e crogiolarsi nel suo mondo, crogiolarsi nel suo profumo, sulle sue labbra … Non riuscivo ancora a capire come una persona poteva provare così tanto sentimento verso un’altra tanto da voler rischiare tutto pur di stare con lui. Non avevo mai provato nulla di simile, mai provata l’ebbrezza di sentire un “Ti Amo “ uscire da labbra maschili, mai provato il piacere di sentirmi di qualcuno e dire che eri solamente sua e basta. Sapevo che lì fuori da qualche parte c’era il ragazzo che mi avrebbe fatta imparare tutte queste cose, lo sentivo. Speravo solamente non in quell’estate …

<< Veronica! Sempre a farmi questi discorsi te,è! >> sbottai lagnosa come una bambina alla quale avevano rubato una caramella. Lei ridacchiò prendendomi , tra la mano, le guance e stropicciandomele proprio come le piaceva fare visto che diceva che erano “ morbidose “ .

<< Ovvio! Già ti vedo bella e innamorata di Alessio >> sbottò con gli occhi a cuoricino . Come sempre, Veronica diceva che il ragazzo in questione aveva sempre avuto un debole per me , cosa altamente non vera! Per quanto mi sforzavo di parlarci , riderci e scherzarci lui era come se non mi vedesse realmente per quella che ero. Odiavo questo. Mi vedeva come la sua piccola bambina alla quale bisognava imparare le buone maniere e su ciò ci scherzava anche con i suoi amici! Non mi vedevo così bella da poter attirare la sua attenzione, non mi sentivo sicura di me stessa e ciò era un mio difetto. Più vedevo i miei amici fidanzarsi e fare le loro prime esperienze più il mio umore scendeva in basso sconvolgendomi malamente.

<< Buongiorno bella signorina! >> sbottò tutto d’un tratto una voce dietro di me e dovetti sforzarmi a dovere pur di non girare i tacchi e andarmene velocemente. Veronica cambiò totalmente espressione. Passò da quella romantica a quella in stile malizioso . Come dire , anche se era pazzamente innamorata di Marco , non riusciva a fare a meno del fascino di suo fratello. Rettifico , nessuna riusciva a farne a meno tranne me ovviamente.

<< Fede! >> cinguettò Veronica dandogli un buffetto sulla spalla in segno affettuoso . Il ragazzo ridacchiò facendo mostrare due fossette ai lati delle labbra cosa che lo rendevano adorabile, se non era per il fatto che quando apriva bocca non vedevi l’ora di chiudergliela per le cavolate che diceva.

<< Mio fratello è al campetto , se vuoi andare da lui >> disse Federico con un’alzata di spalle e Veronica , dopo averci salutato, si fiondò dal suo ragazzo con un sorriso smagliante sulle labbra . E solo in quel momento mi resi conto che ero rimasta da sola con lui che mi guardava con le sopracciglia distese e le labbra tirate in un sorrisetto ironico che mi fece venire i nervi a fior di pelle.

<< Non mi fissare >> sibilai incrociando le braccia sbuffando come una bambina capricciosa . Fede ridacchiò e mi passò il braccio attorno alle spalle tirandomi verso il suo petto caldo e asciutto. Trattenni il respiro non appena il suo profumo mi invase totalmente stordendomi un momento.  Da quando ero una bambina, avevo sempre avuto una cotta per Federico. Da quando mi aveva difesa , all’età di nove anni dai suoi amichetti , avevo incominciato a guardarlo in modo diverso. Più crescevo e più mi ero resa conto che mi piaceva . Era affettuoso, dolce e speravo con tutto il mio cuore che lui provava i miei stessi sentimenti. Ma quando decisi di confessarglieli tutto era cambiato. Stupida io ad averglieli detto il giorno prima di partire, stupida ad aver creduto veramente che lui potesse ricambiare. Ancora mi ricordavo la sua espressione. Così seria e incredula che ancora mi tormentava e quel semplice “ Per me sei solo un’amica “ che da quel giorno mi aveva completamente destabilizzata. Da quel punto, da quella secca decisione avevo capito che per me l’amore era tabù. Il giorno dopo mi aveva detto che quando sarei tornata tutto sarebbe rimasto  come prima e di nuovo amici e fratelli saremmo stati. Ma si sapeva che le promesse non si mantenevano, ed io dovevo rendermene conto. Ancora mi chiedevo il perché del suo odio nei miei confronti, il perché delle sue parole … Eppure una risposta non la riuscivo a trovare, eppure ancora il mio cuore batteva lentamente per lui … 

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Angolo Autrice !!

Siii!! Finalmente ho postato il primissimissimo capitolo di "Tra Me e Te un Bacio Rubato" ! Che dire , il mio carissimo computer è tornato bello e a posto a casetta e subito ho deciso di postare per non fare ulteriori ritardi come mio solito -.-" Allora .. che dire? Spero che come primo capitolo vi piaccia anche se non succede nulla di che. Ho solo introdotto la nostra protagonista ovvero Charlie ( Charlotte ) con la quale intraprenderemo un viaggio per scoprire cosa vuol dire amare per la prima volta. Il fortunato ? Beh .. Non si sa! xD Abbiamo diversti pretendenti ù_ù Comunque spero che  continuerete a seguire anche questa mia Fanfiction e che non vi scorderete di " Amore .. che stupida parola! " . Un grazie speciale a tutte quelle che continuano a seguirmi! Fatemi sapere cosa ne pensate di questo primo capitolo :D Un grandissimo bacione e al prossimo capitolo! 
SoFunny <3 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


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Capitolo 2
 


 Vivo con la speranza che il mio cuore possa curarsi dal passato ... 



Con la faccia appoggiata teneramente sul cuscino , gli occhi chiusi e leggiadri mentre guardavano un film chiamato “sogno” , le labbra dischiuse senza emettere nessun tipo di suono e i capelli sbarazzini scompigliati … Beh , Riccardo era il ragazzo più tenero che io avevo mai visto. A volte rimanevo lì, in camera sua, a guardarlo per ore a disegnare i tratti del suo viso angelico seppur così buffo e amorevole . Eravamo vicini di casa dalla nascita però , chissà come, quando Fede era il mio migliore amico, a lui non lo avevo mai visto. Forse per il fatto che la mia vita, a quel tempo, girava completamente attorno a quel ragazzo sfrontato o forse perché non avevo mai voluto vedere con i miei occhi quello che realmente mi circondava. Mio fratello Filippo era un suo conoscente e , grazie a lui, eravamo diventati ottimi amici. Che dire! A volte i fratelli o le sorelle servivano a qualcosa. Riccardo era sempre stato un mio punto di riferimento dopo che io ero ritornata qui a Capri con la mia famiglia, sempre stato la mia piccola ancora di salvezza dalla quale rifugiarmi anche le notti nelle quali non riuscivo a dormire. Scavalcavo il davanzale e Puff … entravo nella sua camera come se niente fosse. Ormai il ragazzo aveva capito che la sua stanza era come una casa per me e così mi lasciava sempre aperta la finestra, aspettando un mio possibile agguato. In quel momento tenevo tra le mani ,stretta, la matita mentre continuavo a guardare il suo viso coperto da una bellissima smorfia . Chissà cosa stava sognando. Sospirai e guardai la piccola bozza che avevo tirato giù dopo una prima “ analisi” del suo volto e sorrisi. Avevo una passione sfrenata per il disegno. Quando prendevo un pennello in mano, sentivo che mi si apriva un mondo fatto dei miei sogni, delle mie paure e delle mie incertezze le quali potevo dipingere su un telo e vederle realmente per poi fermarmi a pensare al perché di quel disegno . La mia mente era come un vortice, pieno di parole, pieno di immagini senza un vero significato .. ma che se le guardavo bene, sapevano trasmettermi una grande emozione . Tutto ciò lo avevo ripreso da mia madre Anna, alla quale volevo un grande bene. Lei ,per me, non era mia madre. Era la mia migliore amica , quella che non mi avrebbe mai giudicata male, quella che mi poteva dare veri e amorevoli consigli, quella che non mi avrebbe mai detto una bugia per il mio bene. A volte mi ritrovavo a pensare a Veronica, alle sue supposizioni, ai suoi scherzi … Eh si, lei era la mia migliore amica eppure non riuscivo a dirle del tutto la verità per paura che poteva prendermi in giro o tutt’al più non dirmi nulla e fregarsene come era suo solito. Benché le volessi bene, Vero, aveva anche moltissimi difetti. Uno? Beh pensava sempre a sé stessa . Alcune volte, quando le chiedevo dei consigli, lei mi rispondeva che non aveva tempo di pensare o che doveva pensarci. Comunque sia io le volevo bene per quella che era, non per una sua fotocopia o quant’altro. L’ammiravo per il suo carattere forte e aggressivo, ammiravo il suo modo grazioso di porsi ai ragazzi affascinandoli. Cose che io non ero capace né di fare né di volere. Ero una ragazza troppo buona, troppo … normale . Per alcuni avevo tantissimi difetti, per altri troppi pregi che non vedevo. Eppure io mi sentivo come la solita ragazzina sfigata che nessuno si calcolava minimamente. Sbuffai sonoramente mentre , con il capo chino e gli occhi ridotti a due fessure , cercavo di disegnare i capelli sbarazzini di quello stupido. Ma proprio quando , concentrata, stavo quasi per finire il mio disegno un lamento mi fece sobbalzare spaventata portandomi le mani sul cuore e cercando di respirare  normalmente. Riccardo si stava strofinando con una mano l’occhio sinistro, mentre il destro mi stava scrutando birichino in attesa che io parlavo.

<< Finalmente ti sei svegliato, dormiglione! >> sbottai lanciandomi su di lui ridendo e Riccardo soffocò un gemito di dolore visto che con il gomito gli ero andata a premere sullo stomaco.

<< In effetti era meglio se rimanevo a dormire … >> borbottò offeso ed io gli lasciai un bacio sulla guancia con affetto , prima di alzarmi e prendere il disegno. Glielo misi davanti alla faccia e lui socchiuse gli occhi, ancora un po’assonnato.

<< Wow .. devo dire che , piccola, mi stupisco sempre di più. Ma sono davvero così figo? >> sbottò arcuando le sopracciglia malizioso ed io gli tirai addosso la matita cercando di non colpirlo negli occhi .

<< Sei un cretino! Ma non per questo ti sono venuta a chiedere di uscire >> dissi sorridendogli sorniona. Riccardo sbuffò e si buttò , letteralmente, con la schiena sul letto . Sbuffai. Sempre il solito al quale non andava di fare nulla!

<< Non mi va . E poi , scusa, che devi fare? >> .

<< Mah .. sai … solite cose, noie >> dissi vaga gesticolando con le mani. Unico mio pensiero in quel momento? Alessio . Un solo nome e un solo tormento. Quel pomeriggio il ragazzo aveva la partita di calcetto ed io non volevo assolutamente perdermela visto che mi aveva invitata! Che dire, mi ero ritrovata un suo messaggio su Facebook che mi domandava con una faccina sorridente ( Troppo sorridente ) , se avevo voglia di andarlo a vedere. Ed io come potevo rifiutare? Ovviamente mi serviva il mio amico Riccardo per farmi da supporto , cosa che a lui non piaceva affatto. Infatti lo vidi guardarmi con gli occhi sbarrati e annoiati, mentre cercava di dirmi qualsiasi plausibile scusa per non venire.

<< Ecco , vedi, mi piacerebbe davvero venire … ma sai , mia madre mi ha detto che devo aiutarla a fare … >> .

<< Ok, ok! Non c’è bisogno di inventare scuse >> dissi assottigliando gli occhi mentre interrompevo il suo monologo di “ scuse” . Odiavo che non mi dicesse semplicemente che non aveva voglia o che non voleva subirsi i miei “ Oh , ma quanto è bello? “ e cose varie? Certo, ormai io mi ero abituata al suo stile di sviare le cose e forse era questa una delle cose  che caratterizzava il mio Riccardo.

<< Brava e ora smamma pulce che devo cambiarmi >> mi disse alzandosi mentre si stiracchiava lasciando intravedere una buon parte di addominali. Se non era il mio migliore amico un pensierino ce lo avrei fatto … Gli sorrisi grata visto che alla fine, dopo i miei vari sbuffi, aveva accettato di accompagnarmi. Santo ragazzo! Riccardo , prima di scomparire in bagno, mi fece un’attenta radiografia prima di alzare gli occhi e aggrottare le sopracciglia perplesso.

<< Ma come siamo belle , pulce! Vuoi fare colpo su Rasat- Man ? >> disse lui ghignando malefico .Odiavo che lo chiamava in quel modo visto che aveva i capelli , in parte, rasati. Alzai lentamente il dito medio in sua direzione e poi gli sorrisi sbattendo le ciglia teatralmente e Riccardo scompari dietro la porta ridacchiando lievemente. Beh .. che c’era di male se per una volta avevo deciso di mettermi qualcosa di carino? Mi guardai allo specchio a muro e mi morsi le labbra mentre mi scrutavo per tutta la mia lunghezza. Un paio di shorts di jeans , eccessivamente corti , dei sandali bianchi carini con qualche paillettes e una maglietta viola che lasciava scoperta una spalla con un motivo floreale. I capelli avevo deciso di tirarli in una coda accurata e senza bozze mentre , invece, per la prima volta mi ero messa la matita sugli occhi . Beh io non amavo molto truccarmi. I miei amici mi dicevano spesso che io ero più bella senza tutto quel trucco ad appesantirmi gli occhi. Nel complesso ero vestita comodamente e con un tocco femminile , avrebbe detto mia madre. Non volevo apparire come la solita ragazzetta che si agghindava tutta perfetta per un ragazzo. Volevo solamente, per un giorno, sentirmi bella davvero. Avete presenti quelle bellezze che non potete fare a meno di guardare ammirandone il colore dei capelli, le labbra piene e solari, gli occhi splendenti? Ecco! Per una giornata volevo sentirmi in quel modo e non avrei permesso a nessun Federico di intralciarmi inutilmente visto che lui era nella stessa piccola squadra di Ale . Speravo solo, in cuor mio, che quel babbuino non se ne uscisse con le sue solite frasi idiote …
 
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Sbuffai annoiata mentre tenevo la testa appoggiata sul palmo della mano, seduta sulle gradinate gremite di ragazzine starnazzanti, mentre aspettavo che i miei amici entrassero in campo . Continuavo a torturarmi inutilmente il braccialetto che mi aveva regalato Riccardo un mese fa e capì che ero parecchio nervosa. Guardai il mio amico che , stupidamente, stava flirtando  con una ragazza forse della sua stessa età . Ovviamente la classica bionda tutta tette e niente cervello. Ma potevo quell’idiota scegliersene una migliore no? Sentivo intorno a me solo le urla e gli schiamazzi di bambini che giocavano con un pallone trovato lì per caso o altri che si tiravano i popcorn come se erano delle cerbottane. In teoria un campo di sterminio . Al mio ennesimo sbuffo sentì il fischio, finalmente, dell’arbitro . Un uomo sulla cinquantina vestito con un orrendo ,devo dire , abito giallo canarino e con una tozza pancetta che faceva capolinea da essa. Per poco non feci una smorfia se un ragazzo non mi aveva , improvvisamente, catturato l’attenzione. Sorrisi e mi alzai dalla gradinata cercando di farmi vedere da lui che in quel momento scrutava la tribuna. Quando i suoi bellissimi occhi si posarono su di me lo vidi aprirsi in un grande sorriso e farmi un cenno con la mano . Dire che ero diventata rossa era un eufemismo! Il mio sorriso si destabilizzò non appena Federico incominciò a mandarmi bacetti e stupidate varie come era suo solito fare per prendermi in giro visto che sapeva che avevo una  cotta per Alessio. Lo guardai torvo e mi trattenni dal fare possibili gestacci vari in presenza di vecchietti che mi stavano intimando di mettermi seduta  per poter vedere meglio . Alla fine , sbuffando, mi misi a sedere e continuai a guardare Alessio. Guardavo i suoi capelli castani e corti , i suoi occhi nocciola in quel momento così seri in attesa che l’arbitro fischiasse la partita , le sue forti e grandi mani poggiate sulle ginocchia mentre la maglietta larga faceva intravedere il suo petto abbronzato che troppe volte al mare avevo visto. Alessio era così perfetto , così bello che sentivo ogni volta il cuore battermi furioso sotto la pelle, che sentivo le labbra tirarsi sempre in un sorriso e le guance imporporarsi di un leggero rossore. Peccato che a lui non piacessi, peccato che mi vedesse soltanto come un’amica con la quale scherzare . Peccato che tutte queste cose per me non erano così …

<< Oh, quanto è carino quello con il numero 19 ! >> squittì una ragazza seduta vicino a me e subito i miei occhi individuarono il ragazzo del quale parlavano . Feci una smorfia e trattenni a stento una risatina. Quel cavernicolo attirava poli di ragazze anche a distanza di 1000 km ! Però … non potevo dargli torto. Con quel capelli mori lisci e perennemente scompigliati tanto che ti veniva voglia di passarci una mano dentro e sentirne la morbidezza, con quegli occhi nocciola caldi e fusi tanto da sembrare cioccolata con qualche pagliuzza dorata , con quelle labbra fini e piene che ti intimavano a baciarlo … Con tutto questo era veramente bello e dovevo ammetterlo. Con la sua bellezza , ma anche il suo carattere, il vecchio bambino che era dentro di lui mi aveva conquistata portandomi ad innamorarmene inconsapevolmente. Sentivo ancora quel grande affetto che mi legava a lui e non ero del tutto indifferente alle sue mani, al suo profumo, al suo calore. Ogni qual volta le sue braccia mi circondavano scherzosamente mi sentivo bene , a casa. Dopotutto lui era stato il primo ragazzo al quale avevo voluto veramente bene, il primo al quale avevo dato tutta me stessa, del quale mi ero fidata ciecamente. Eppure mi ero dovuta ricredere in futuro su ciò. Federico era il classico ragazzo che nascondeva i suoi problemi sotto quel carattere strafottente , ma io sapevo in realtà che non era così. Nessuno, nemmeno Veronica, sapeva che lui era stato il mio primo vero amore. Il primo del quale potevo veramente dire di essermi innamorata . E mentre continuavo a guardarlo io lo vedevo per quello che era stato, per quello che mi aveva dato. E anche se ora non eravamo più legati come una volta non potevo disperdere tutto quello che avevamo passato insieme, tutti i nostri guai, tutti i nostri ti voglio bene. Erano menzogne? Non lo sapevo , ma quello del quale ero certa era che io in cuor mio gli avevo voluto  più che bene e che forse ancora oggi non ero del tutto indifferente a lui , ancora oggi il mio cuore non si era curato …

<< Oddio … >> sussurrò Riccardo  e mi girai di scatto trovandolo che mi fissava sconvolto e con una punta di ironia su quelle labbra che cercavano di non sorridere.

<< Cosa? >> .

<< Perché stai guardando Federico? >> mi chiese accigliato ed io dischiusi le labbra presa in contropiede. Oh , cavolo … Ecco vedete, a lui non avevo mai parlato del fatto che il ragazzo non mi era affatto indifferente. Anzi diciamo che non lo avevo detto a nessuno se non a mia madre.

<< Non sto guardando Federico! >> dissi stizzita e riportai la mia attenzione su Alessio che in quel momento correva sulla fascia e urlava contro un suo compagno di squadra aspettando che gli passasse la palla . Mi accovacciai tenendo stretta tra le braccia le mie gambe e giocherellando con il braccialetto che portavo al polso mentre i miei occhi continuavano a seguire la partita incurante che altre due paia di occhi mi stavano guardando …
 
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<< Allora? Come sono andato? >> . Alessio era completamente stravaccato accanto a me sul prato sintetico del campo dal calcio , dopo finita la partita che avevamo vinto . Gli sorrisi . Non avevo distolto lo sguardo da lui nemmeno un secondo . Avevo avuto solamente voglia di entrare dentro il campo e abbracciarlo, baciarlo senza che mi importasse di quello che in quel momento potevano pensare gli altri. Ovviamente ero troppo codarda per fare una simile cosa.

<< Diciamo bene , dai! >> dissi dandogli una leggera spallata e un ciuffo di capelli mi cadde sopra gli occhi coprendomi per un attimo la vista. Trattenni il respiro quando sentì una mano calda e grande carezzarmi dolcemente una guancia mandandola completamente a fuoco per poi portare il ciuffo di capelli dietro il mio orecchio in un gesto affettuoso. Sorrisi imbarazzata notando che Alessio non aveva tolto la mano dalla mia guancia e in quel momento arrossì veramente tanto che pensavo di poter diventare un peperone ardente.

<< Diciamo bene? Sicura di aver guardato la partita e non altro? >> mi chiese ridacchiando ed io gonfiai le guance cercando di trovare una possibilissima scusa. Cavolo, ero stata tutto il tempo a farmi filmini mentali e a guardarlo che proprio la partita mi era passata completamente di mente. Alessio mi si avvicinò appoggiando il suo braccio attorno alla mia spalla per poi attirarmi contro il suo petto coperto solamente da una leggera maglietta bianca a maniche corte che faceva intravedere i suoi muscoli. Mayday! Qui serve ossigeno!

<< Sicurissima! Ma bisogna proprio parlare di te? >> dissi alzando gli occhi al cielo mentre un sorrisino furbo mi appariva sulle labbra increspate di burro cacao. Alessio mi prese completamente in braccio facendomi scappare un urletto di divertimento , ma in quel momento , quando mi trovai i suoi occhi vicini capì che ero finita a sedere proprio sopra di lui. Un tumulto di emozioni e strane sensazioni che mai avevo provato prima mi pervasero completamente portandomi su un altro mondo fatto solo dei suoi occhi che in quel momento si specchiavano nei miei,delle sue mani che mi tenevano stretta dolcemente, delle sue labbra che quasi sfioravano le mie in un casto bacio. Mi sembrava di essere in un sogno o almeno in una bolla e diamine non volevo svegliarmi affatto. Peccato che tutto ciò doveva avere una fine e per mano di chi?

<< Charlie! >> mi urlò completamente nell’orecchio Federico trapassandomi un timpano quasi. Mi alzai di scatto da Alessio frastornata e lo fronteggiai con tutta la possibile ira che avevo negli occhi. Ma proprio adesso doveva venirmi a rompere?

<< Fede! >> dissi congiungendo le mani in un muto applauso e gli sorrisi falsamente prima di socchiudere gli occhi e con il tono più minaccioso possibile sibilargli un bel :

<< Levati dai piedi >>. Fede ridacchiò facendo mostrare una fila di denti bianchi perfetti e poi mi abbracciò zittendo i miei pensieri con il solo suo calore, con il solo suo profumo che ancora mi faceva vedere le stelle. Per un momento chiusi gli occhi e una marea di ricordi mi trapassarono la mente . Mi faceva male non averlo più vicino, mi faceva male ogni singolo giorno dover mettere su una maschera e far finta di odiarlo mentre invece tutto quello che provavo era altro. Sentivo le sue mani poggiate dolcemente sulla mia schiena dove un calore innato si stava espandendo per tutta la mia colonna vertebrale provocandomi brividi. Sentivo il suo respiro sui miei capelli leggermente affannato e il suo profumo di menta mi pervadeva come in una dolce culla. No , ancora non ero riuscita a dimenticarlo . Ancora non ero riuscita a dimenticare tutto quello che avevo provato per lui e forse mai me n’ero dimenticata. Ma io non volevo lui, io volevo Alessio che in quel momento rimaneva zitto mentre mi fissava risentito . Sospirando mi districai dalle braccia di Federico che sembrava imbambolato da chissà quale pensiero contorto.

<< A cosa lo devo questo ? >> dissi sospirando e lui alzò i suoi occhi color cioccolata puntandoli nei miei e per un attimo mi sentì disorientata dall’intensità che mi stavano trasmettendo.

Perché? Perché ancora mi facevi questo effetto?

<< Non posso abbracciare una mia amica? >> mi rispose sfrontato arricciando le labbra in modo ovvio. Non c’era nulla di ovvio in quello che aveva detto. Non eravamo amici , anzi era lui che aveva voluto rompere quel legame che ancora sentivo mi legava a lui in modo strano. Forse non in un’amicizia …

<< Non sono tua amica >> dissi incrociando le braccia mentre speravo con tutta me stessa che quel discorso finisse perché sentivo che stava per prendere una brutta piega. Perché mi guardava così intensamente tanto che sentivo le ginocchia molli, le guance che per poco non si ustionavano dall’imbarazzo che stavo provando …? Fede fece una smorfia leggera e poi con un cenno di saluto se ne andò , senza nemmeno rispondermi. Rimasi così , immobile in mezzo a quel prato con la mente che vagava a mille pur di capire che cosa passava nella mente di quel ragazzo.

<< E’ solo confuso , gli passerà vedrai >> mi sentì dire dietro da una voce calda e rassicurante. Sospirai e voltai il capo, fronteggiando i suoi occhi nocciola caldi e profondi. Perché in quel momento tutto … mi sembrava così perfetto? Noi due insieme , da soli, con gli occhi specchi gli uni negli altri, le mani che leggermente si toccavano in un muto abbraccio e le parole che mute mi sembravano perfino troppo chiare per capirle. In quel momento sentivo soltanto il battito accelerato del mio cuore e una strana consapevolezza mi pervase . La consapevolezza che forse poteva nascere qualcosa, la consapevolezza che dopotutto quell’Estate mi avrebbe portato ad innamorarmi per la prima volta …
 
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Mi buttai completamente sul letto sbuffando , mentre sentivo la pesantezza di tutto quel trucco che mi ero messa pesarmi sugli occhi lucidi e caldi. Mi tolsi in un attimo i saldali buttandoli per terra mentre un giramento di testa mi sopraggiunse. Certo, rimanere per tre ore sotto il sole delle quattro non era stata una bella idea. Ma questo e altro per rimanere un po’ a parlare con Alessio. Ripensai a quello che era successo, alle cose che mi aveva detto facendomi sorridere e provare strane emozioni . Chiusi gli occhi mentre sentivo ancora il suo profumo dolce e intenso avvolgermi dolcemente in quella veglia, sentivo ancora le sue mani sulla mia pelle e mille brividi mi percossero. Un suono dal telefono mi fece ridestare , per un momento , dai miei pensieri. Lo presi tra le mani e vi lessi “ Veronica :D “ . Con controvoglia aprì il messaggio e feci scorrere i miei occhi celesti lungo tutta la scritta per poi emettere un grandissimo si , esclamato ad alta voce.

Guai a te se domani non vieni in piscina con me , stupida! :D Ci sarà anche Alessio e mi ha detto che non vede l’ora di rivederti :) Ma che è successo oggi???? O.O “

Il mio povero cervellino era rimasto impallato solamente alla seconda frase e un enorme sorriso irradiava sulle mie labbra increspate di burro cacao alla ciliegia. Cosa era successo quel pomeriggio per poter far dire al ragazzo che non vedeva l’ora di rivedermi? Ovviamente ero così felice da non riuscire più a capire nulla, tanto che mi dimenticai persino di rispondere a Veronica. Era sicurissimo che ci sarei stata domani in piscina. Me lo sentivo con tutta me stessa che in quell’Estate qualcosa di buono, per una volta, per me sarebbe successa . Mi piaceva! Eccome se mi piaceva Alessio! Sospirai e chiusi gli occhi beandomi del tepore che la brezza fresca di quella sera mi stava lasciando sulla pelle nuda e abbronzata. Mi addormentai così, con la speranza che qualcosa poteva succedere, con la speranza che il mio cuore si sarebbe curato dal passato …
 

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Angolo Autrice !

Scusatemi enormemente per il ritardo! Davvero! In queste settimane sono stata piena di interrogazioni e verifiche e non sono riuscita ad aggiornare in tempo breve LPassando al capitolo .. che ne pensate? Scopriamo qualcosa in più dell’amicizia tra lei e Riccardo e vediamo che Alessio incomincia a provare qualcosa per lei , ma chissà? Vi chiederete come mai del comportamento di Federico. Beh .. si scoprirà molto più avanti in cosa passa per la testa a quel “babbuino” xD Cosa dire? Spero che questo capphy vi sia piaciuto anche se con un pochino di ritardo ( mi scuso di nuovo ) e ringrazio quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite , le seguite e le ricordate e un GRAZIE speciale alle ragazze che commentano facendomi sorridere! Fatemi sapere cosa ne pensate e un grande bacio ragazze!

SoFunny :) 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Angolo Autrice! 
Un po' di ritardo lo so, scusatemi >.< Voglio rifarmi con questo capitolo che spero vivamente vi piaccia anche se io ho seri dubbi visto che in queste settimane non trovo l'ispirazione :( Sarà per tutte le verifiche che sto avendo e che spero finiscano presto! >.< Comunque, passando al capphy, qui introduco una parte della storia che sarà molto rilevante per ciò che accadrà in futuro :) Spero che vi piaccia e semmai mi piacerebbe che lasciaste qualche commentino :) Un grazie alle ragazze che recensiscono, che hanno messo la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate! Al prossimo capitolo! Un bacio P.S! Ho già scritto il prologo di un'altra storia ma la posterò più avanti! :)



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Capitolo 3

 
 
Se c’era qualcosa che odiavo di più di Veronica, erano i suoi continui ritardi d’orario. Continuavo a starmene seduta sul divano di casa, con la borsa munita di un telo e varie creme solari, mentre aspettavo con ansia che il campanello suonasse per dirmi del suo arrivo. Anzi diciamo del loro. Sì, perché quella mattina la mia migliore amica mi aveva chiamata per dirmi che sarebbero venuti anche Marco e Federico . Cosa peggiore non mi poteva accadere, ma dopotutto dovevo stare in contatto con lui per tutta l’Estate e forse non era il momento per incriminare le cose. Mi ero svegliata con un grandissimo sorriso sulle labbra poiché avrei passato la maggior parte del mio tempo assieme ad Alessio, ma il solo sapere di avere vicino Federico e fingere di non volere le sue attenzioni mi provocava un grande sforzo. Non potevo certo dire che la nostra amicizia era finita perché dentro di me sentivo che non era così, sentivo che ancora lui  ci teneva a me. Forse erano sole le supposizioni di una ragazzina con il cuore ancora innamorato, che ancora a ogni suo sorriso si scioglieva … Ma ormai non avevo più nulla dal quale giustificarmi, non potevo sentirmi giù solo per il fatto che lui anni fa mi aveva rifiutata facendomi scappare e capire che forse quell’amore fraterno  non poteva più continuare come amicizia ,visto che quello che avevo provato era tutt’altro. Chi ero stata io per dire una simile frase? Nessuno, ma il fato aveva avuto ciò in riserbo per me e dovevo farmene una ragione. Improvvisamente il campanello di casa suonò interrompendo il flusso dei miei pensieri. Mi alzai e, dopo aver preso le chiavi di casa e aver lasciato un biglietto a mia madre con su scritto che ero andata in piscina, uscì dall’abitazione e sorrisi quando vidi Veronica che sbatteva ripetutamente il piede a terra nervosamente. Chissà perché faceva così … Le diedi un bacio sulla guancia liscia dopo averla salutata senza ricevere una risposta, ma al suo posto ricevetti indietro un grugnito. Qualche volta capire la mia amica era veramente difficile ma quel giorno dovetti dargli pienamente ragione. Quando aprì lo sportello della macchina con un abbagliante sorriso impresso sulle labbra per salutare Marco, esso morì quando vidi l’idiota e … una rossa? Sbattei le palpebre sorpresa e vidi la ragazza sorridermi mostrando una fila di denti bianchi e perfetti . Oddio, ma da dove era uscita?

<< Lei è Sofia, l’” amica “ di Fede >> mi disse Veronica guardando la ragazza di traverso . Ora capì il suo nervosismo. Le sorrisi sghignazzando e la mia amica sbuffò spazientita dandomi una botta e facendomi finire completamente addosso a Federico che prontamente mi cinse la vita con le braccia per non farmi cadere e … Il respiro mi si bloccò in gola mentre sentivo le sue mani sulla pelle nuda della mia schiena visto che la canottiera si era alzata di poco . Erano calde e, cavolo, mi stavano infuocando completamente da capo a piedi. Tra le mie mani avevo stretto la sua maglietta bianca per reggermi e potevo sentire veramente i suoi muscoli tendersi nervosi, verso di esse mentre il suo profumo mi stava inebriando. Eppure … cavolo era Federico! Mi schiarì la voce e mi scansai di scatto da lui guardandolo con uno strano cipiglio, mentre le sue labbra, come sempre dopotutto, erano tirate su in un sorrisino. Vidi distrattamente i suoi occhi spostarsi per un millesimo di secondo dai miei occhi alla mia bocca, ma forse mi ero immaginata tutto.

<< Stammi alla larga ... >> sibilai appoggiandomi completamente contro il finestrino e cercando di non guardare quegli occhi così intensi che sicuramente mi stavano deridendo per il mio stupido comportamento. Fingere e fingere ... questo era all’ordine del giorno da quando ero ritornata. Fingere di odiarlo, mentre gli volevo bene; fingere di non sopportare i suoi abbracci mentre invece non potevo farne a meno, fingere di odiare i suoi sorrisini mentre invece volevo solamente sentire le sue labbra morbide sulle mie per vedere se erano come sempre, se il loro sapore era quello di una volta.

<< Mamma mia quanto sei acida! >> sbottò lui indurendo la mascella in un chiaro invito a starmene zitta e a non replicare. Ormai conoscevo cosa volevano dire i suoi sorrisini, i suoi occhi … tutto , ma non ero in grado di capire se ancora lui ci teneva a me.

<< Lo sai che ti odio, vero? >> dissi sbuffando. Bugia … Federico ridacchiò per poi lasciarmi da sola a rimuginare nei miei pensieri mentre lui aveva preso a parlare con la rossa, che si chiamava Sofia. Oh ma chi se ne importava del suo nome! Guardai avanti e vidi Marco scrutarmi dallo specchietto con un sopracciglio alzato e uno strano sorriso ad increspargli le labbra. Distolsi lo sguardo e cercai di non soffermarmi sul fatto che, dietro, eravamo tutti completamente appiccicati . Sentivo il braccio muscoloso di Federico a contatto con il mio e da quel punto un innato calore si espandeva per tutto il mio corpo. Arrivai ad un’amara ragione … Le cose del passato non si potevano dimenticare, né tantomeno cancellare … Con riluttanza, viste le risate stupide che quei due si stavano facendo, presi il mio Ipod infilandomi le cuffie arancioni che mi aveva regalato Veronica e poi feci partire una canzone a ritmo lento e caldo … IT Will Rain … Pioverà … Avrebbe piovuto anche su di me? Ci sarebbero state le tenebre e l’oscurità ad avvolgere me e il mio povero cuore? Non sapevo e non volevo sapere cosa poteva avere in riserbo per me il futuro né tantomeno che cosa mi sarei dovuta aspettare in quel giorno di piscina. Volsi per un attimo lo sguardo verso di lui e un nodo allo stomaco mi attanagliò. Vederlo sorridere e sapere che io non potevo più essere quella ragazza che una volta lo faceva morire dalle risate, mi provocava uno strano dolore . Dopotutto non ero stata io a chiudere i rapporti. Sospirai e decisi, definitivamente,  di smettere di pensare a tutte quelle cose perché nulla sarebbe cambiato. Peccato però che il destino, quel giorno, aveva deciso di riservarmi una sorpresa che mi avrebbe completamente cambiato l’Estate e i miei sentimenti …
 
*********** 

Me ne stavo sdraiata su quel telo ad assaporare il tocco caldo che i raggi solari trasmettevano sulla mia pelle bronzea. Le mie mani carezzavano dolcemente la superficie liscia del prato mentre i miei occhi continuavano a seguire la figura slanciata di Alessio che giocava a pallavolo sul prato con gli altri. Era qualcosa di assolutamente … perfetto … come i suoi muscoli che si tendevano , i suoi occhi concentrati e caldi che volevo sentire nei miei, le sue labbra che erano imbronciate per la stanchezza e i capelli umidi dove alcune goccioline di acqua scendevano lungo il collo e il torace toccando quella pelle che avrei voluto sentire sotto il mio tatto solo per sapere se era morbida e profumata, come mi immaginavo da lontano. In cuor mio sapevo che era solamente uno dei miei tantissimi sogni. Come poteva uno come lui, bello e acclamato da così tante ragazze, volere me? Una ragazza che non aveva nulla di speciale, che era normale. Alcune volte mi ritrovavo a sognare di essere così bella da poter attirare l’attenzione su di me come faceva Veronica, mi ritrovavo a sperare che un giorno o l’altro finalmente mi sarei innamorata veramente. Credevo nell’amore, credevo in quel sentimento che vedevo folgorare diverse mie amiche. Eppure ... perché , mi domandavo, l’amore faceva così male se invece l’unica cosa che ci poteva rendere realmente umani era proprio quello? Ero arrivata alla reale conclusione che non era lui che ci faceva del male, ma noi stessi. Noi così pieni di bugie che non riuscivamo a tenere a bada ciò cui tenevamo veramente, noi che invece di riflettere agivamo d’impulso. Non sapevo se era sbagliato o meno questo comportamento. Non avevo mai potuto dire di essere ricambiata dall’amore fino a sentirmi dire quelle due paroline magiche che tanto aspettavo, che tanto agognavo voler vedere uscire da labbra altrui. E in quell’Estate, speravo che succedesse, speravo di potermi innamorare di nuovo, ma soprattutto di essere ricambiata in questo amore. L’unica cosa della quale avevo paura, era di rimanerne scottata. Cosa c’era di più brutto nell’innamorarsi e poi capire che era tutta una completa bugia? Una ferita faceva meno male, un brutto voto di meno … Allora perché certe volte noi davamo più valore alle cose con meno valore invece di darle a quelle che ne avevano di più? A causa di questo noi uomini eravamo fragili. Fragili perché volevamo le cose futili e prive di sentimento. Chi ero io per dire una simile frase? Ero soltanto una ragazzina che voleva amare ed essere ricambiata e poi seguire i suoi sogni. Eppure in cuor mio speravo in tutto. Desideravo che tutto, il mondo, poteva cambiare. Sapevo che ciò non era possibile. I miei occhi ricaddero verso il campo e si soffermarono su Federico che rideva allegramente con i ragazzi.

Spero che tu possa tornare da me … spero che un giorno possa sentire dalle tue labbra uscire di nuovo un “ Ti voglio bene “ che in quei giorni mi stavano mancando tremendamente …

Esteticamente era cambiato, lui. Aveva un non so che , che attirava terribilmente le ragazze oltre al fatto di essere veramente bellissimo. Fede era uno di quei ragazzi che avevano una bellezza adulta, con la mascella squadrata, il naso dritto e le labbra piene fini . Eppure i suoi modi te lo facevano sembrare un eterno bambino che aveva sempre voglia di scherzare e far ridere gli altri. Se non lo conoscevo da quasi una decina di anni potevo sicuramente dire che me ne sarei innamorata a prima vista. Per un attimo vidi i suoi occhi nocciola cercarmi per il prato e alla fine mi trovarono e potei chiaramente vedere un sorriso aleggiare su quelle labbra. Era un sorriso dolce, carico di un significato che a me sembrava sconosciuto.

Rimarrai sempre il mio migliore amico, l’unico al quale abbia mai  voluto bene e il primo ragazzo che mi ha fatto innamorare realmente …

Gridai improvvisamente sentendo su di me l’acqua gelida della piscina ricoprirmi  facendomi annaspare mentre , di scatto, mi ero alzata tenendomi una mano sul cuore per calmare i battiti accelerati del mio cuore che sembrava impazzito. Ma dico … volevano farmi morire giovane?

<< Fatto il bagnetto, piccola? >>. Mi girai verso la voce e mi ritrovai due occhi ridenti che mi fissavano in attesa di una mia possibile mossa che non tardò ad arrivare . Corsi verso Riccardo e lo spinsi all’indietro facendolo cadere in meno di secondo in piscina sotto le risate delle mie amiche che malefiche avevano contribuito allo scherzo.

<< Piaciuto il bagnetto, idiota? >> dissi puntigliosa sorridendo mentre vedevo il mio amico ridacchiare dal bordo vasca . Volevo bene al mio Richy, ma qualche volta era veramente uno stupido che molto volentieri lo avrei preso a sberle. Evidentemente aveva capito che non mi stavo divertendo molto visto che tutto ciò che avevo pensato, ovvero che Alessio sarebbe stato con me, alla fine si era rivelato solo un mio patetico desiderio. Quando ero arrivata in piscina mi aveva salutata con un bacio sulla guancia per poi congedarsi e andare a divertirsi a giocare a pallone con un suo amico . Alla fine si erano uniti tutti e i maschietti avevano lasciato sole solette noi ragazze. Ed io che pensavo che quello che era successo ieri poteva significare qualcosa e invece … niente!

<< Ho fame, Cha , andiamo a prenderci una bella Crepes? >> mi disse il mio amico dopo essere uscito dall’acqua e avermi abbracciata facendomi rabbrividire contro la sua pelle fresca. Quanto mi piaceva quando mi chiamava Cha . Mi ricordavo la prima volta che lo aveva fatto, ovvero quando mi aveva visto improvvisare un balletto Cha Cha Cha che ovviamente lo aveva fatto morire dalle risate. Da quel giorno continuava a chiamarmi in quel modo e anche se qualche volta lo riprendevo ,perché ricordarmi della mia pessima figura non mi faceva onore , mi piaceva quel diminutivo semplice che oltremodo caratterizzava me e lui.

<< Ma tu pensi sempre a mangiare? >> dissi io stringendomi a lui mentre camminavamo dondolandoci verso il bar attirando l’attenzione di qualche ragazzetta che si soffermava a guardare più del dovuto il mio Riccardo. Quando sentì le sue braccia lasciare la presa per mettersi a sedere sugli sgabelli , io feci lo stesso e lui ordinò due Crepes alla nutella che subito mi fecero venire l’acquolina in bocca non appena la cameriera mi mise il piatto davanti al naso. Dire che mi ci buttai letteralmente addosso era un eufemismo! Anzi me la divorai completamente in un batter d’occhio e quando finì vidi Riccardo guardarmi stralunato.

<< E poi dici a me che ho sempre fame! >> sbottò lui facendomi una linguaccia ed io risi dandogli una leggera pacca sulla spalla in modo affettuoso. Quando vidi improvvisamente i suoi occhi diventare seri e le sue mani appoggiare delicatamente il pezzetto di Crepes sul piatto capì che doveva dirmi qualcosa di importante. Per un attimo temei il peggio ma quando mi prese la mano intrecciandola con la sua mi rilassai. Il contatto con il suo corpo mi faceva rilassare più del dovuto.

<< Gli vuoi ancora bene , vero? >> mi chiese lentamente come se per lui quelle parole gli costassero dirle. Sbattei le palpebre confusa e improvvisamente un groppo in gola mi pervase . Che si stesse riferendo a Federico?

<< Non so di cosa stai parlando … >> sussurrai flebile e mi sentì come se ero messa sotto indagine , sotto i suoi occhi fin troppo inquisitori. Ma di cosa si preoccupava il mio Riccardo? Lo vidi alzare gli occhi al cielo esasperato per poi riportarli nei miei facendo zittire tutti i  complessi mentali che mi stavo facendo.

<< Oh andiamo, Cha! Vedo come lo guardi e so che sotto sotto vorresti riappacificare i rapporti. Non voglio dirti vai da lui e parlagli perché … >> .

<< Credi che non abbia cercato di farlo?! >> sbottai improvvisamente  facendolo zittire. Ricordarmi di quello che era successo, quella sera, mentre stavo cercando le più che lecite spiegazioni per il suo comportamento, non mi faceva bene ….
 

“ << Spiegami perché mi tratti come se fossi una sconosciuta! >> gli urlai irata mentre sentivo le lacrime pervadere le mie guance. Non riuscivo a pensare di perdere lui, il mio migliore amico, per qualcosa che nemmeno Federico sapeva spiegarmi. Perché mi trattava come se ero una specie di .. insetto? Avevamo passato tutto insieme, dai momenti più brutti a quelli più belli e gli volevo bene, un mondo di bene. Lo vidi guardarmi con un sorrisetto ironico sulle labbra , che avrei voluto toglierglielo a morsi. Più il sorriso si allargava più la rabbia cresceva in me e le lacrime continuavano a sgorgare.
<< Sei patetica … Non c’è un perché! Mi sono stufato delle tue lamentele continue, sei solo una bambina! Cresci e lasciami in pace . Non cercare risposte su di me, perché non le troverai mai … Per me è finita la nostra amicizia … >> …. “

Quando mi ricordai di ciò che in passato mi aveva detto, uno strano senso di perdita mi pervase. Da quel giorno, da quella sera, tutto era finito . Un’amicizia che durava da molti anni era finita per un qualcosa che non sapevo, o che almeno lui sapeva e non voleva dirmelo. Alcune volte , in passato, mi ero ritrovata a pensare che era per il fatto che gli avevo confessato di essermi innamorata di lui. Ma se questa era la causa allora … era solo un codardo. Un bambino codardo che non era riuscito ad affrontare quella situazione. Ok, mi aveva detto che eravamo soltanto amici e avevo capito questa cosa anche se in passato ci ero rimasta male per il fatto che non ero ricambiata . Perché dirmi delle menzogne?

<< Cha, scusa … Non volevo … >> mi sussurrò Riccardo abbracciandomi ed io sospirai contro la sua spalla mentre una piccola
lacrima era riuscita a valicare i miei occhi.

Non piango da anni … perché ora Fede sto piangendo per te?

Chiusi gli occhi beandomi di quella sensazione che le sue braccia potevano darmi. Un senso di protezione e amore che da troppo tempo mi mancavano terribilmente.

Grazie Riccardo …

Un solo pensiero e una sola frase per esprimere quanto quel ragazzo mi stava facendo rinascere
 

********
 
<< Ehi, ragazzi! Vogliamo giocare ad obbligo e verità? >> se ne uscì tutto d’un tratto Alessia facendoci sobbalzare tutti prima di volgere il capo verso di lei e guardarla come se era un aliena scesa in Terra.

<< E’ un gioco da bambini! >> se ne uscì fiero Marco facendo sghignazzare Veronica che stava al suo fianco. Dal canto mio potevamo tranquillamente giocare visto che non stavamo facendo nulla di che, sopra i teli dopo pranzo. Vidi Alessio che continuava a giocare a carte contro Federico mentre, quest’ultimo, sghignazzava malefico perché stava vincendo. Ormai tutti sapevano che Fede era un campione indiscusso di Briscola e solo gli stupidi scommettevano un panino contro di lui. Si perché chi dei due perdeva, pagava un “prezioso” panino con la cotoletta al vincente. Distolsi lo sguardo e lo portai verso Alessia che stava dicendo le regole del gioco per chi se lo era dimenticato. Sospirai e mi spostai vicino a Riccardo, al quale presi la mano stringendola tra la mia e mi sentì bene. Mi sorrise dolcemente prima di darmi un bacio sulla guancia facendomi imbarazzare viste le occhiate che Veronica mi stava lanciando. Lei aveva sempre sostenuto che tra me e Riccardo ci fosse più di un’amicizia, ma io ciò non lo vedevo. Per me lui era il mio migliore amico e basta, avevo una fottuta paura che me ne potessi innamorare e rifare guardarmi.

<< Obbligo o verità? >> mi chiese con i suoi grandi occhi che in quel momento mi trafiggevano. Mi mordicchiai le labbra indicesa sulla mia risposta e alla fine, sospirando, diedi il mio verdetto.

<< Obbligo … >> sussurrai mentre sentivo la saliva in gola e un grosso peso allo stomaco pervadermi. Alessia mi guardò maliziosamente, per poi far scorrere i suoi occhi sui ragazzi che in quel momento rimanevano in silenzio in attesa di un possibile obbligo che aveva da impormi.

<< Bacia Alessio per dieci secondi, con la lingua, cuginetta >> mi disse ridacchiando ed io sbiancai. Che?! Guardai verso il ragazzo che mi fissava con il sopracciglio alzato per poi, sbuffare e alzarsi, mettendosi davanti a me. Oh cavolo! Cavolacci amari! Mi stava per baciare! Quando sentì le sue mani calde e grandi posarsi delicatamente ai lati del mio viso, trattenni il respiro e sentì il mio cuore incominciare a battere furiosamente. I miei occhi erano come ipnotizzati dalle sue labbra che piano piano si stavano avvicinando alle mie come per darmi il tempo di ritirarsi, ma io non volevo ritirarmi affatto. Anzi, avrei fatto di tutto pur di sentire le sue labbra sulle mie, pur di bearmi del suo respiro,del suo sapore per la prima volta … Chiusi gli occhi quando la sua bocca sfiorò la mia in un casto bacio, leggero come le ali di un usignolo. Erano morbide, calde, fatte per baciare. Quando sentì una leggera pressione, dischiusi le labbra pronta ad accoglierlo realmente e sentire veramente lui e il suo sapore. Fremetti quando la sua lingua, lenta, si insinuò tra le mie labbra, ma prima che potesse sfiorare la mia, Alessio si staccò improvvisamente mugugnando ed io aprì gli occhi infastidita. Guardai Federico fiammeggiante e non potei che desiderare che sparisse in due secondi. Cavolo, stavo baciando Alessio e lui, cretino, lo scansava?

<< Propongo un patto! >> disse lui sorridendomi e facendo alterare di più la mia ira. Sentivo ancora le guance bruciarmi e le labbra fremere ancora impazienti. Guardai Riccardo e sbuffai mentre lui alzò le spalle indifferente. E adesso perché anche lui ce l’aveva con me? Lo capivo dalla sua espressione seria, dai suoi occhi bassi e dal suo continuo mordicchiarsi le labbra. Che cosa gli passava per la mente a quel ragazzo? Sospirando, riportai la mia attenzione a quel cavernicolo che ridacchiava piuttosto malignamente, ma io vedevo bene nei suoi occhi che c’era qualcosa che lo turbava veramente. Ma cosa?

<< Sentiamo, cretino! >> sbottai alzando gli occhi al cielo e subendomi la risata lieve di Alessio che ancora era vicino a me. Federico lo guardò torvo, per poi riportare l’attenzione su di me. Quando i suoi occhi si posarono su di me, mille brividi mi percossero completamente. Era uno sguardo carico di intesa e di qualcos’altro che non riuscivo a percepire ancora. Brulicavo e ardevo dentro quel mare di cioccolato fuso che non distoglieva gli occhi dal mio corpo, sfiorando ogni mia curva, ogni mia linea facendomi fremere. Deglutì rumorosamente.

<< Se Alessio vincerà contro di me a Briscola, dovrai passare un’intera settimana con lui. Se invece vincerò io, beh, sarà il contrario >> mi disse riprendendosi dalla trance in un sussurro lieve che mi fece fremere. Ma … Federico era un campione di Briscola! Alessio avrebbe sicuramente perso!

<< Ma … ? >> incominciai a dire, ma la voce ridente e scherzosa di Federico mi fermò.

<< Niente “ ma “, Charlie. Alessio ha accettato e tu devi soltanto aspettare >> mi disse facendomi l’occhiolino per poi alzarsi e dirigersi verso dei tavolini con Alessio al suo seguito. Non mi ero minimamente resa conto che tutti mi stavano fissando con un certo punto interrogativo stampato in fronte. Beh, nemmeno io capivo tutto quell’interessamento da parte loro … Bisognava solo aspettare cosa sarebbe successo … quale sarebbe stato il verdetto finale
 
********

<< Smettila di mangiarti le unghie! >> mi rimproverò Veronica dandomi un leggero buffetto sulla guancia. Come potevo rimanere calma se da quella stupidissima partita di Briscola, sapevo perfettamente che tutto sarebbe cambiato? Una settimana … un’insulsa settimana a stretto contatto con uno dei due come … fidanzati. Poteva capitarmi una cosa peggiore? In cuor mio speravo che Alessio vincesse così da poter avere la mia possibilità, ma sapevo che il vincitore non era lui. Sentivo qualcosa che mi turbava enormemente, come un grande macigno al petto che non vedeva l’ora di aprirsi ed esplodere. Sapevo perfettamente che quella settimana avrebbe cambiato tutto, sapevo che mi avrebbe fatta riflettere sui miei sentimenti passati che forse non erano scemati. Eppure avevo paura … paura di un confronto con lui. Come potevo stare con lui se ogni volta che mi sorrideva sentivo il cuore battermi, come potevo stare con lui se ogni volta che mi abbracciava mi mancava il respiro, come potevo stare con lui se ogni volta che mi prendeva per mano sentivo il mio cuore scoppiare dalla gioia? Quando vidi Alessio e Federico venire verso di noi chiusi gli occhi per un momento e sperai con tutta me stessa che ciò che stavo pensando non sarebbe divenuta realtà. Ma quando la sua voce mi chiamò, capì che le mie speranze erano vane.

<< Sei contenta di passare una settimana con me? >> e lì sentì il mondo crollarmi addosso. Come potevo fingere in quella settimana di non provare nulla per lui se non odio? Come potevo dire di stare zitti e fermi ai miei sentimenti? Non potevo … In cuor mio speravo che in quei giorni tutto sarebbe rimasto uguale, ma sapevo che il destino aveva altro in riserbo per me. Sapevo che quella settimana avrebbe completamente cambiato la mia vita … 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Angolo Autrice!
Finalmente sono tornata, con un enorme ritardo scusatemi, ad aggiornare questa storia! Davvero mi scuso enormemente se vi ho fatto aspettare, ma l'ispirazione era andata a farsi benedire per un bel po' di giorni :( Spero che abbiate passato un Buon Natale e una bellissima Vigilia e un buon augurio per l'anno che verrà :D Il mio povero stomaco ormai sta chiedendo pietà Ehehe :) Passando al capitolo, vi auguro una buona lettura sperando che anche questo possa piacervi =) Ancora scusatemi per il ritardo e ancora Auguri! Oh, dimenticavo! Ho postato il primo capitolo di una nuova storia che si chiama " All'Ultimo respiro", spero che anche in questa mi seguirete! Un caloroso abbraccio e al prossimo, spero presto, capitolo! :D 

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Capitolo 4 
 
 
Una rosa. Una bellissima rosa rosso sangue che piano piano perdeva i petali appassendo e diventando non bella come appariva quando era nel punto  della sua fioritura. Prima tutti la guardavano ammirati e poi essa veniva scartata quando il suo stelo si afflosciava, quando i suoi germogli appassivano richiudendosi letteralmente. Mia nonna mi diceva sempre che quando una rosa moriva, era come se morisse qualcos’altro di più profondo. Mi raccontava spesso che questo fiore rappresentava prima l’amore di un uomo e poi il suo abbandono che la faceva appassire diventando brutta agli occhi altrui. Eppure essa era così bella che tutti volevano averla nel loro giardino almeno per un mese, giusto il tempo per far vedere agli altri la bellezza di quella rosa così rossa e viva che nessuno osava toccarla. Mi ero ritrovata a paragonare una rosa ad una ragazza. Sembrava strano eppure tutto ciò coincideva. Una bellissima donna, viva, ammirata da tutti veniva accudita dal suo innamorato che la usava solo per il piacere di averla tra le braccia e nient’altro, solo per il gusto di poter far vedere ai suoi amici che tipa era riuscito ad accalappiare. Piano, piano l’uomo si stufava e non calcolava minimamente la propria donna tanto che essa giorno per giorno appassiva, si chiudeva in sé stessa e stava male. Male nel cuore … Tanto da non curarsi più e diventare cupa e brutta agli occhi degli altri. Quando il ragazzo la lasciava la donna moriva non nel senso fisico,ma nel senso sentimentale e quella era una delle cose più brutte che potevano capitare. Rendersi conto che tutto ciò per il quale avevi creduto era tutto una totale stronzata portava noi ragazze ad issare un muro davanti al cuore che con il passare del tempo ci faceva rinascere e vivere quando l’amicizia alimentava le nostre giornate. Come per la rosa l’essenza vitale era l’acqua, per gli uomini erano gli amici. Le persone non riuscivano a rendersi conto che noi ragazze eravamo come dei fiori. Dovevamo essere curate, ammirate, amate e protette per farci stare bene eppure, oggigiorno, non avveniva nulla del genere. Davanti ai miei occhi vedevo ragazzi che volevano vivere secondo le loro regole senza importarsene dei sentimenti altrui. Vedevo ragazzine che venivano sfruttate e poi lasciate a piangere nei loro letti e in certi casi mi domandavo se ancora il rispetto per noi donne esisteva, se ancora i sentimenti potevano contare qualcosa in questo mondo. Anche io, come una rosa, mi ero sentita viva in passato. Ero appassita quando sapevo di dovermene andare di casa e lasciarmi tutto alle spalle, ma ero morta quando ritornando tutto era totalmente cambiato. Sapere che da una forte amicizia era nato, per me, l’amore e poi per lui un sentimento vicino all’odio che non ne sapevo il motivo, mi aveva fatto morire nel cuore. Lo aveva spupazzato a suo piacimento, rigirandolo tra le dita e ridendoci quando in passato gli avevo confessato i miei sentimenti. Non c’era cosa che mi aveva fatto più male e sapere che oggi, per una settimana, dovevo riuscire a combattere contro tutto ciò mi faceva venire una strana angoscia. Negare e negare che ancora provavo qualcosa per lui era veramente difficile, ma dovevo farlo. Valeva per me stessa, per i miei diritti e per il mio cuore. Andare avanti senza guardare il passato era la cosa giusta da fare, ma come potevo?  Federico era pur sempre stato il mio primo amore, il primo che mi aveva donato un piccolo bacio, il primo che mi aveva protetta da tutti facendomi sentire al sicuro come non lo ero mai stata in vita mia. Con Riccardo non era successo tutto ciò, eppure con lui avevo ricominciato a sperare in qualcosa, avevo ricominciato a voler bene davvero …  

Sbuffai sonoramente mentre con estrema delicatezza cercavo di allacciare in modo che non mi si sciogliesse, il laccio del costume. Ovviamente facevo due nodi visto che, certe volte, i maschi avevano le mani un po’ troppo lunghe per i miei gusti soprattutto quello stupido di Riccardo. Una volta, mi ero ritrovata completamente nuda in mezzo all’acqua per colpa sua e dire che ero diventata rossa dalla vergogna era poco! Quindi meglio non rischiare, mi stavo ripetendo continuamente in testa. Pochi giorni fa avevo comprato questo nuovo costume a fantasia colorata veramente carino soprattutto perché , con i suoi colori caldi, si intonava perfettamente alla mia carnagione abbastanza scura a causa dell’abbronzatura. Non ero una di quelle ragazze con un fisico da fare invidia, anzi. Avevo le curve al posto giusto, il ventre piatto dove all’ombelico era posato un piercing, le gambe magre e toniche … unica pecca? Il seno troppo piccolo. Lo odiavo. Vedevo tutte le mie amiche con una terza abbondante che le sfoggiavano nei migliori dei modi e miriadi di maschi che gli sbavavano dietro come cagnolini. Eppure, anche se io volevo essere come loro, bella e affascinante, mi piacevo per quella che ero. Perché essere qualcun’altra? Ogni persona aveva un suo pregio e un suo difetto, ognuna era diversa e forse ciò era la cosa più bella che ci caratterizzava. La diversità.  Per alcuni poteva essere una parola strana, brutta. L’adolescenza infatti caratterizzava questo. Tutte volevamo essere come le bellissime ragazze del Liceo, perfette e piene di ragazzi. Eppure loro non avevano una cosa che in molte potevano disprezzare. Il cervello o almeno la ragione per fare qualcosa. Quindi ragazze, meglio essere sé stesse e farci amare per ciò che eravamo invece che farci odiare per ciò che non eravamo. In molte potevano domandarsi “ E io chi sono?”, non c’era una risposta a questa domanda. Bisognava solo scoprirlo mano a mano nel tempo. Ancora io non sapevo che cosa volevo farmene del mio futuro, della mia vita privata, delle mie parole, dei miei gesti. Avevo incominciato a capire che niente girava attorno alle cose prestabilite la sera prima, tutto era improvviso, tutto era … calcolato nello stesso istante. 

Quindi, mai dire mai … 

<< Pronta? Fammi vedere come ti sta! >> urlò una voce da dietro la porta del bagno e alzai gli occhi al cielo giusto il tempo di imprecare silenziosamente contro Veronica. Li riportai sullo specchio e mi guardai. Guardai una ragazza con i capelli neri, con gli occhi così azzurri da far paura, con quelle labbra screpolate, con quelle lentiggini che la facevano ancora sembrare una bambina. Dopotutto io ero così. Avevo ancora un animo da giocherellona, non mi piacevano le persone troppo serie, troppo prese da sé stessi. Volevo attorno a me persone solari, allegre con le quali parlare di scemenze. 

<< Charlie? Vogliamo andare? I ragazzi ci stanno aspettando! >> sbottò di nuovo Veronica e alla fine decisi di uscire da quel bagno, dopo aver spento la luce e aver messo i pantaloncini ed una canottiera semplice. Quando  la vidi tutta bella pronta, con gli occhiali da sole posati sulla nuca e la borsa firmata appoggiata sul braccio non potei che sorridere.

<< Andiamo, stupida! Un’ora senza Marco e già ti manca >> sbottai mentre iniziavamo a scendere le scale, mentre le nostre ciabattine si posavano rumorosamente sulle scalinate di parquet riempiendo quel silenzio di una mattina inoltrata.

<< Cha, lo capirai quando troverai il ragazzo giusto per te >> mi rispose senza tanti preamboli, prima di superarmi e uscire dal portone di casa per andare direttamente dal suo fidanzato che la aspettava a braccia aperte, con un sorriso che avrebbe fatto invidia a qualsiasi coppia. Lui la guardava come se era la cosa più bella che poteva capitargli, come se il resto attorno a lui non contasse nulla se non averla tra le braccia e potersi inebriare del suo profumo. Io rimanevo li a guardarli, sentendo un grande peso prorompere nel petto. Mi domandavo perché io non potessi avere quella felicità, perché tutto doveva essere così difficile e sbagliato … Sospirai e con un leggero sorriso mi avvicinai ai ragazzi che aspettavano con i loro motorini davanti al marciapiede di casa mia. Aggrottai per un momento le sopracciglia. Motorini? 

<< Tesoro, io vado con Marco te vai con Alessio >> mi disse Veronica ridendo mentre montava in sella dietro il suo ragazzo che intanto aveva acceso il veicolo che rombava scalpitante contro l’asfalto caldo di quella mattina. Annuì e mi diressi verso Alessio, ma prima che potessi dire uno stupido “ciao”, una mano mi prese delicatamente il polso facendomi fermare e voltare il capo verso il ragazzo. Gli occhi cioccolata di Federico si persero nei miei ed io sussultai finché un’amara verità non mi apparve davanti agli occhi. La scommessa … 

<< Vieni con me >> mi sussurrò trascinandomi verso il suo motorino color nero e verde, mentre io vedevo Alessio aggrottare per un momento le sopracciglia per poi sorridermi rassicurante. Sospirai e, dopo aver preso il casco che gentilmente mi aveva dato, salì dietro Federico il quale con una sola mossa accese il motorino facendolo poi partire e sfrecciare lungo le vie del Paese. Lanciai un urletto e mi strinsi a lui, imprimendo le mie mani sul suo stomaco che si contrasse al mio contatto. Sentivo la sua schiena a contatto con il mio petto, era così calda. L’aria mi scompigliava i capelli che fuoriuscivano dal casco, mentre si infrangeva anche lungo le mie gambe nude e strette contro i fianchi del ragazzo, che incolume, continuava a correre come un pazzo lungo la strada. Sentivo il profumo di salsedine arrivarmi dritto alle narici e inspirai mentre un senso di beatitudine mi pervadeva facendomi per un attimo chiudere gli occhi e assaporare il vento che mi sferzava contro, la libertà. Eppure io stavo godendo di tutto ciò assieme a Federico, al mio vecchio migliore amico, con colui che mi aveva dato tutto tranne il suo cuore. Appoggiai la testa contro il suo torace, all’altezza del cuore e lo sentì. Caldo e lento che batteva a ritmo sostenuto. Cosa poteva succedere in quella settimana? Cosa sarebbe successo? Chiusi gli occhi e pensai a tante cose. Non volevo sentire di nuovo il mio piccolo cuore ribattere per lui e soffrire, non volevo perdermi nei suoi occhi perché troppe volte era successo, non volevo averlo come amico perché sapevo che non sarebbe stato possibile. E allora perché in quel momento non mi sentivo così male da voler scendere da quel motorino e sbraitargli contro? Perché il mio finto odio in quel momento non riusciva a prendere il sopravvento? Tutto le mie preoccupazioni, tutte le mie stupide domande, erano dovute al fatto di quella scommessa, di quel patto che avevamo stretto. Speravo soltanto che niente sarebbe cambiato … 
Improvvisamente sentì il rumore frastornante del veicolo cessare e aprì gli occhi, trovandomi davanti la distesa immensa del mare azzurro velato da piccole onde dove vi ci si buttavano allegri bambini. Mi riscossi e porsi il casco a Federico che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Lo guardai assottigliando gli occhi cercando di scovare qualcosa e subito il ragazzo mi colse in fragrante.

<< Perché mi stai fissando? >> disse con gli occhi sbarrati e un leggero sorrisetto ironico aleggiare su quelle labbra. No, era sempre il solito. 

<< Te l’hanno mai detto che hai il naso storto? >> scherzai mordendomi il labbro. Storto? Tutt’altro. Era perfettamente dritto. Lo vidi socchiudere le labbra sorpreso della mia risposta, ma quando mi vide sorridere mi scompigliò i capelli facendomi indignare e dargli una pacca sulla testa.

<< Davvero divertente, Cha >> mi rispose ridacchiando per poi lasciarmi sola e andare verso la spiaggia mentre il suo sguardo era ancora rivolto verso di me, uno sguardo ridente che mi fece alzare il dito medio in sua direzione facendogli provocare una leggera risata. Presi la mia borsa di paglia e, con i ragazzi al seguito, mi incamminai verso la spiaggia calda. Appena i miei piedi nudi toccarono la superficie bollente, feci un salto scottata e vidi i miei amici ridacchiare divertiti mentre, come degli idioti, camminavano sulla sabbia zampettando. 

<< Dai Cha! Muoviti! >> urlò Alessio mentre continuava a ridere a pochi metri da me. Scossi il capo divertita, ma prima che potessi dire qualsiasi cosa le mie gambe si alzarono dal suolo provocandomi un urlo idiota finché la mia faccia non andò a sbattere contro il sedere di un ragazzo che improvvisamente incominciò a correre sulla spiaggia ridendo e provocando a me degli spasmi mentre con le mie urla gli intimavo di smettere. 

<< Andiamo a fare il bagnetto? >> urlò ridendo ed io scalciai con tutta le forza che avevo in corpo,  cercando di scendere dalle spalle di quel babbuino. Sentivo sotto le mie mani, mentre cercavo di fare leva sulla sua schiena, la sua pelle calda e profumata che mi inondava le narici. I miei palmi sentivano sotto di essi i suoi muscoli contorcersi ad ogni movimento e arrossì quando un pensiero poco casto mi appari in mente. Le sue mani mi tenevano ferme le gambe nude ed erano così forti e autorevoli che … No,no! Charlie che cavolo di pensieri andavi a fare? Mi riscossi improvvisamente quando l’acqua fredda del mare mi inondò completamente portandomi a chiudere gli occhi quando essa mi avvolse. Sentivo la canottiera ondeggiare intorno al mio corpo, mentre i miei capelli volavano sparpagliati sulla superficie come una nube nera. Riemersi sentendo le goccioline di acqua scivolare lungo il mio corpo. Federico se ne stava immobile davanti a me, con il torace scoperto, le braccia conserte e un sorriso in grado di abbagliare le ragazze lì intorno che lo stavano guardando con desiderio.

Ma non me … non mi abbaglierai più … 

<< Lo sai quanto ti odio, idiota? >> sbottai parandomi di fronte a lui mentre vedevo i suoi occhi così vicini ai miei tanto da poterci annegare e galleggiare per sempre. Federico sbuffò alzando gli occhi al cielo.

<< Lo sai che mi dovrai sopportare, bambina? Ti conviene quindi di fare la brava >> disse con un sorrisetto malizioso alla fine che gli fece guadagnare una manata in testa. Non sarebbe successo nulla in quella stupida settimana , niente che poteva cambiare il venire dei giorni. E allora perché mi sentivo così tanto preoccupata? Perché in quel momento, mentre i suoi occhi vagavano nei miei, il mio cuore batteva così forte? Non era normale, no, no. 

Sii forte, non essere debole

Mi avvicinai a lui sorridendogli, trovandomi ad un soffio dal toccare il suo corpo caldo e leggermente bagnato, forse dai miei precedenti schizzi. Lo vidi deglutire lentamente mentre le sue sopracciglia si aggrottavano pensierose.

<< Ma io non sono una brava bambina … >> gli sussurrai guardandolo così intensamente tanto da fargli spalancare gli occhi e boccheggiare un  momento preso in contropiede. Ma io, persona sadica, lo lasciai lì, immobile e fermo mentre  raggiunsi i miei amici che non si erano resi conto di nulla.
Ma non sapevo che da quella semplice mia frase, sarebbe scaturito qualcosa.
 
*****************

<< Cha! Passami la palla! >> urlò Riccardo al lato opposto del mio, sul campo di Beach volley. Quando vidi la palla arrivarmi dritta in faccia, protesi le mani e con un movimento del bacino e delle spalle, la spinsi con forza verso Riccardo che con maestria la prese al volo segnando un punto. Vidi Veronica farmi la linguaccia dall’altro lato del campo, segno che il vantaggio della mia squadra non le stava andando a genio. Le sorrisi e quando sentì Fede urlare per tirare la battuta, i miei occhi corsero verso di lui assaporando con lenti movimenti dell’occhio i suoi movimenti. Vedevo il suo viso concentrato completamente verso la palla, le labbra dischiuse per lo sforzo, le braccia protese per schiacciare, il torace atletico, imperlato da goccioline d’acqua, che si distendeva all’indietro e poi … la palla volò con maestria oltre la rete, con una potenza innata che mi aveva fatto seguire quel movimento rapita. Subito Veronica la prese con un Baker e la palla si protese verso il centro del campo dove in quel momento non vi era nessuno. Con uno scatto, corsi verso di esso e prima che la palla potesse toccare terra, inciampai su un paio di gambe che mi avevano preceduta e caddi, con un piccolo tonfo, a terra seguita da Federico che mi era caduto addosso con tutta la sua altezza. Incominciai a imprecare in tutte le lingue del mondo e mossi la gamba cercando di alzarmi, ma incontrai la pelle calda e sudata del ragazzo che in quel momento continuava a fissarmi tutto rosso in viso e con il torace completamente spiaccicato sul mio petto. Trattenni il fiato mentre piano piano mi rendevo conto di cosa stava succedendo in quel momento, anzi. Di come eravamo messi. Sentivo il suo respiro infrangersi contro la pelle sensibile del mio collo e trattenni l’impulso irrefrenabile di immergere una mano nei suoi capelli morbidi e attirare quel viso più vicino. Così vicino da sentirne il sapore, così vicino da poterne assaporare l’essenza e le sue imperfezioni. In quel momento mi resi conto che non c’era niente di più bello dei suoi occhi. Due pozzi cioccolata e qualche pagliuzza dorata ad incorniciare l’iride che in quel momento mi stava fissando così intensamente tanto che sentivo i brividi percuotermi la pelle. Le sue gambe erano intrecciate alle mie in un abbraccio sensuale, le sue braccia erano poggiate ai lati del mio volto per non pesarmi, ma in quel momento nulla mi importava. Vedevo soltanto lui, i suoi occhi, le sue labbra a pochi passi dalle mie, il calore del suo corpo attaccato al mio, il suo profumo avvolgente da maschio e …

<< Volete rimanere lì fermi, ancora per molto? >> sbottò Riccardo improvvisamente comparendo al lato della mia testa con un espressione irritata. Rossa come un pomodoro spostai di peso Federico che si grattò la nuca in evidente imbarazzo, mentre sentiva il ridacchiare dei nostri amici. Mi ricomposi, togliendomi la sabbia e facendo di tutto pur di non guardarlo negli occhi. Ma che diamine mi stava succedendo? Era una reazione normale, no? Altre volte ero caduta sopra a Riccardo e ci eravamo alzati completamente imbarazzati e rossi dalla testa fino alla punta dei piedi, ma in quella circostanza … non so … era diverso. Eppure non sapevo a cosa associare quella parola, o almeno non ancora.
 
***********************

Riposi il telo da mare dentro la borsa e sospirai constatando che anche quella giornata era finita così velocemente tanto da non rendermi conto del passare veloce dei minuti e delle ore. Ormai la sabbia si era rinfrescata, la spiaggia si era un pochino svuotata e il mare era limpido e calmo ai miei occhi. Dopo la partita di Beach Volley, Federico aveva continuato a punzecchiarmi come sempre e capì che quello che era successo poco prima, era stato solamente uno stupido incidente normale che avveniva quasi tutti i giorni. Ma diamine perché mi stavo facendo così tanti problemi mentali? Scossi la testa e mi incamminai verso il parcheggio dove quel babbuino mi stava aspettando scocciato. Quando mi vide arrivare alzò gli occhi al cielo, sospirando.

<< Finalmente! >> sbottò porgendomi il casco mentre con l’altra mano metteva in moto il veicolo. 

<< Potevi anche lasciarmi andare a piedi invece che scocciarmi con le tue prediche >> dissi mentre cercavo di agganciare i lacci del casco con scarsi risultati. Fede ridacchiò leggermente e dallo specchietto, vidi i suoi occhi incontrare i miei per una frazione di secondo, per poi spostarli sulla strada. Ma era bastato solo quel secondo a farmi fremere di brividi. Brividi che ancora non avevano una spiegazione logica. Mi strinsi a lui quando il motorino incominciò a sfrecciare lungo le strade del Paesino e capì. Non potevo ricaderci di nuovo, o almeno non con lui. Con colui che mi aveva fatta innamorare e poi mi aveva spezzato il cuore, con colui che mi punzecchiava sempre, con colui che ancora mi faceva provare strani brividi, che ancora mi faceva battere lentamente il cuore. E sapevo che dovevo stare attenta a questo. Poteva bastare un tocco o un bacio a farmi crollare di nuovo e da quel momento sapevo che non potevo più scappare. Troppo persa nei miei pensieri non mi accorsi minimamente di essere arrivata a casa, fin quando il ragazzo non spense il motorino, aspettando che io scendessi. Gli porsi il casco e dopo un flebile “ciao” feci per andare verso il portone, ma la sua voce mi fece fermare e voltare, incontrando così i suoi occhi. 

<< Stasera sei libera? >> mi chiese sorridendomi leggermente. Sbattei le palpebre sorpresa e ,irrimediabilmente, diventai rossa come un pomodoro. 
Andiamo Cha, che diamine ti succede? 
Niente, non mi succedeva un bel niente! Mi morsi nervosa il labbro inferiore e cercai di escogitare qualcosa per scampare alla possibile “uscita”, ma lui mi colse sul tempo.

<< Non puoi rifiutare, Cha. Sei mia  in questa settimana. Alle nove passo a prenderti >> mi disse ridacchiando ed io strinsi i pugni gonfiando le guance come una bambina. Odiavo essere sotto le sue grinfie, odiavo che si prendeva gioco di me, odiavo che ancora oggi sapeva manipolarmi a suo piacimento. Io, uscire con lui? Per poco non gli scoppiai a ridere  in faccia da tale assurdità, ma mi trattenni per orgoglio e dignità. 

<< Affare fatto >> risposi sorridendogli malefica. Gli avrei fatto passare una delle più brutte serate della sua vita così da lasciarmi in pace e andare sui miei passi. Oh si, lo avrei fatto! Federico mi sorrise e poi dopo avermi fatto l’occhiolino , ripartì lungo le strade ormai al tramonto di quel pomeriggio d’Estate. Sarebbe stata una lunghissima serata, ma almeno mi sarei tolta di torno quel babbuino … 

O almeno speravo … 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


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Capitolo 5

 

 

Propositi per la serata?

Un appuntamento. Detta così, agli occhi degli altri, poteva sembrare strano. La timida Charlotte Fusti che usciva per un appuntamento non era una cosa da tutti i giorni. Soprattutto se il cosiddetto ragazzo che l’aveva invitata era il bel Federico, il solito donnaiolo al quale tutte sbavavano dietro. Eppure, dietro a tutto questo scetticismo, c’era una verità. Vi era una scommessa. Cosa stupida, vero? Beh, tutto era iniziato in piscina e dal quel giorno, il ragazzo non faceva che tormentarmi con i suoi punzecchiamenti peggio di un bambino di due anni. Peccato però che dietro la mia timidezza, oltre i miei occhi di ghiaccio, c’era un’amara e cruda verità che sempre era custodita gelosamente dentro il mio piccolo cuore. Federico non era soltanto l’odioso ragazzo che dovevo sopportare per rimanere nella comitiva, tutt’altro. Era colui che mi aveva conquistato il cuore, colui che una volta aveva avuto il privilegio di essere mio amico. Suonava strano, vero? Per quanto quell’appuntamento poteva essere soltanto, da parte sua, un’uscita tra amici dovuta alla “bellissima” scommessa, per me era diventata un’altra cosa. Avevo incominciato a tormentarmi su cosa poteva succedere, su cosa poteva uscire dalle sue labbra che, in passato, avevo agognato di toccare con le mie. Ancora Federico non mi era del tutto indifferente e lo sentivo. Lo sentivo perché il mio cuore ogni qual volta i suoi occhi si posavano sui miei, accelerava i battiti. Beh si poteva pensare alla rabbia o ad un attacco cardiaco imminente, ma ero venuta alla dura verità solo quella mattina quando, casualmente, eravamo cascati l’uno sopra l’altro in un intreccio che mi aveva fatta sprofondare dall’imbarazzo. Da quel preciso istante avevo capito che ancora quel pizzico d’amore che viveva nel mio cuore, non era sparito del tutto. Peccato che la mia mente non andava d’amore e accordo con il mio piccolo cuore. Sentivo dentro tutte le fibre del corpo l’attrazione e il piacere palpabile che provavo per Alessio. D’altronde se il cuore e la mente non andavano d’accordo, non si poteva trattare d’amore, giusto? L’unica cosa che speravo con tutta me stessa era che in quella settimana non sarebbe accaduto nulla da potermi portare a provare di nuovo quegli intensi sentimenti che per tempo mi avevano tormentata facendomi morire come una piccola rosa, a causa del suo rifiuto …

Non volevo ricadere nei suoi occhi, non volevo ricadere nel suo tocco, nelle sue parole … Cosa sarebbe successo quella sera? Quella settimana?

*******************

 

Troppo corto. Troppo scollato. Troppo scuro … Ah! Che cosa diavolo mi mettevo quella sera? Mi presi la testa tra le mani mentre mi mettevo a sedere sul bordo del letto affranta e completamente sfinita. Non riuscivo a trovare un punto d’incontro con ciò che volevo mettere e ciò che avevo nel mio spazioso armadio. Non volevo essere eccessiva, tutt’altro! Era una stupida uscita tra amici, dettata da un’insulsa scommessa. Quindi … perché mi stavo facendo tutti quei problemi?

Forse perché il cosiddetto ragazzo si chiama Federico?

Inconsapevolmente, appena la mia mente elaborò quel pensiero, il mio cuore incominciò a battere veloce come una piccola locomotiva. Eppure a me non piaceva più, lui. Perché ancora mi faceva tutto quell’effetto? Che diamine aveva di così bello e speciale tanto da sentirmi in soggezione quando ero con lui?

I suoi occhi, le sue labbra, la sua risata …

Basta! Mi alzai di scatto dal letto e presi ad osservare l’interno del mio armadio, mentre il piede batteva ripetutamente sul pavimento liscio della camera. Improvvisamente, i miei occhi individuarono una semplice canottiera bianca, sfumata con il colore grigio e con una simpatica stampa di Minnie. Semplice e adatta alla serata calda e movimentata che si sarebbe verificata quella stessa sera. La indossai con un movimento fulmineo e decisi di abbinarci degli shorts di Jeans, un po’ strappati e degli stivaletti estivi. Mi rimirai allo specchio e decisi, una volta per tutte, che quell’abbigliamento era dettato per quella serata. Per quell’appuntamento. Sospirando, mi legai i capelli in un’alta coda di cavallo lasciando libera la frangia sfilata che scendeva lungo la mia fronte coprendo appena l’occhio sinistro. Mi guardai allo specchio e in quel preciso istante capì che non dovevo essere così preoccupata dell’esito della serata. Niente ritornava, nulla era prestabilito. Il passato rimaneva passato, il presente veniva vissuto e il futuro era solamente un foglio bianco, scritto dalle nostre azioni. Federico non sarebbe ritornato da me come il mio migliore amico perché sapevo che tutto era cambiato, sapevo che gli anni potevano portare ad un cambiamento caratteriale e mentale di una persona o al raggiungimento di una verità che da troppo tempo era stata offuscata. Volevo mettere in chiaro, quella sera, che la vecchia “amica” Charlie non sarebbe ritornata mai più, o almeno non più per un’amicizia …

 

Sentì il campanello suonare e, dopo aver preso borsa e chiavi di casa, uscì di casa vedendo il ragazzo aspettarmi appoggiato al suo motorino. Mi sorrise vedendomi. Un sorriso vero, se non era per il fatto che era sempre e costantemente accompagnato da uno sguardo divertito che, ahimè, offuscava i suoi bellissimi occhi caldi. Lo guardai e mi sembrava di vederlo per la prima volta. Con dei bermuda di jeans a vita bassa che gli fasciavano in modo impeccabile le gambe muscolose e una t-shirt grigia con una stampa colorata che lo faceva sembrare un adolescente, sebbene i suoi venti anni. Eppure il suo fisico mascolino, i lineamenti duri e scolpiti del suo volto, lo facevano sembrare un uomo adulto nelle vesti di un ragazzino. Forse era questo che attirava in un modo strano tutte le ragazze che incontrava al suo passaggio. Delle irritanti api che venivano attirate dal miele, così buono che le faceva sognare almeno per una volta. Non potevo di certo biasimarle, perché oltre ad avere un fisico che veniva ammirato, aveva un volto veramente bello. Venni risvegliata dai miei pensieri quando, la sua mano, apparve nel mio campo visivo tendendomi il casco.

<< Neanche un bacino? >> mi disse arcuando un sopracciglio e cercando di fare la parte del dispiaciuto mentre il suo labbro inferiore sporgeva di pochi centimetri nella classica posa del cucciolo bastonato. Lo guardai come se era un alieno e ridacchiai divertita. Era veramente impossibile! Credeva davvero ,che quella sera, sarei stata ai suoi giochetti? No, quella sera gli avrei fatto rimangiare quella stupida scommessa …

<< Non bacio le scimmie >> dissi altezzosa e lo vidi dischiudere sorpreso le labbra mentre imboccava le mie parole. Bene, almeno quella sera avrebbe smesso di fare le sue solite battutine idiote.

Mai dire mai, con un essere del genere!

Le sue labbra si aprirono in un sorriso che mostrava i suoi perfetti e dritti denti bianchi mentre, stando a ciò che faceva di solito, il suo cervellino bacato stava elaborando qualche risposta o azione. Non feci in tempo nemmeno a chiedergli che cosa stava pensando, che me lo ritrovai a pochissimi centimetri dal volto e tutto improvvisamente scomparve intorno a me lasciandomi in balia dei suoi occhi che mi stavano perforando l’anima … La sua mano, dapprima lungo il suo fianco, incominciò a scorrere lungo il mio braccio provocandomi una serie di brividi che mi fecero deglutire in attesa della sua reale mossa. Non riuscivo a muovermi, non riuscivo a distaccare quel contatto visivo che mi stava facendo trattenere il respiro. Una morsa al petto quando la sua mano si fermò sul mio collo scoperto mentre il suo viso si era fatto ancora più vicino, più desiderabile. Era un errore sentirsi così presi da quell’istante, così prede di quegli occhi che non facevano altro che continuare a guardare i miei tentando di leggere le mie emozioni? In quel momento nulla poteva sembrare così diverso da ciò che avevo provato quando Alessio era ad una sola spanna dal mio viso. Ma … Fede era diverso. I suoi gesti erano diversi e registrati in un’altra maniera dal mio stupido corpo che rispondeva troppo prontamente alle sue carezze e al suo tocco che mi provocava un ustione in corrispondenza della pelle toccata. Tutto ciò che stavo sentendo dentro di me non poteva essere paragonato a ciò che avevo sentito con Alessio, quel pomeriggio. E di ciò avevo paura. Quando i suoi occhi deviarono sulle mie labbra, venni catapultata nel passato e ripensai alla prima volta che le sue labbra si erano posate sulle mie per un istante. Un istante che però mi aveva completamente segnata. Un tocco caldo, un tocco che mi aveva fatta fremere sotto le sue mani che gentilmente si erano posate sui miei fianchi stretti e deboli a quel tempo. Un istante che era parso durare un’ora o forse più, un istante che sapevo mi avrebbe cambiata in futuro facendomi cadere nella morsa dell’amore. Feci scorrere anche io i miei occhi sulle sue labbra e mai mi ero sentita così pronta a sentirle mie per una sera. Così rosse, così carnose che continuavano ad avvicinarsi lentamente alle mie, spezzando la tensione di quel momento e aumentando la voglia di immergersi nella passione. Perché lui era ciò di più passionale che una ragazza poteva desiderare. Chiusi gli occhi aspettandomi di cadere come una pera cotta nelle sue braccia nel momento che le sue labbra si sarebbero posate sulle mie leggere, ma … quel momento non arrivò. All’ultimo centimetro che le divideva dalle mie, le sue deviarono il percorso posandosi vicino all’angolo delle mie labbra indugiando su quel punto e facendomi perdere inevitabilmente un battito. Le sue mani si staccarono dal mio corpo e provai un senso di vertigine pervadermi, e la voglia di prenderle e farle avvolgere attorno al mio minuto corpo era tanta. Aprì gli occhi e sentì la tensione alleggerirsi quando capì che, diamine, mi aveva “battuta” in quello scontro. Trovai i suoi occhi che mi stavano scrutando e per la prima volta, vidi le sue labbra stese in una linea dritta. Tossicchiai in evidente imbarazzo e lui sembrò ridestarsi dai suoi pensieri. Difatti vidi un sorrisetto emergere sulle sue labbra che poco prima mi stavano facendo sognare cose poco … Beh … meglio non dirlo.

<< Come hai visto, io le bacio le scimmie >> disse poi facendomi l’occhiolino. Salì sul motorino mentre si allacciava il casco.

Come hai visto, io le bacio le scimmie …

Era stata una reazione logica alla mia provocazione? Sentì un nodo inondarmi lo stomaco e non capì in principio a cosa era dovuto, ma quando ripensai a quello che mi ero prestabilita di fare quel pomeriggio stesso capì che, seppure volevo fare di tutto pur di fargli passare una serata da dimenticare, alla fine mi ripagava con le mie stesse mani senza sapere però che alcuni suoi comportamenti mi scaturivano qualcosa dentro.

 

Era da circa un’ora che passeggiavamo per le vie del Paese e tutto mi sembrava veramente strano. Io e lui, a camminare e a insultarci come dei ragazzini, proprio come una volta. Forse era per questo che in quei precisi istanti mentre continuavo a guardarlo, mentre continuava a parlare e a gesticolare raccontandomi della sua ultima ragazza, non potevo che pensare che era bello riavere quel rapporto. Ovviamente tutto ciò era reso oscuro dal vero motivo del nostro allontanamento che, però, quella sera volevo fare a meno di pensare. Incontravamo spesso sguardi curiosi di amici che non potevano credere ai loro occhi, sguardi assassini di ragazze che mi avrebbero fulminata se era nelle loro “doti”. Eppure stavo bene. Certo avevo un’insana voglia di strangolarlo ogni cinque secondi, ma mi divertivo e anche tanto.

<< Ti andrebbe un gelato? >> mi chiese improvvisamente il ragazzo interrompendo il suo lungo monologo sull'ultima partita di calcio della sera scorsa. Era strano parlare come una volta. Era strano sentirsi raccontare, come in passato, una normale partita di calcio. Da bambini le guardavano sempre insieme, abbuffandoci con tutti tipi di schifezze e urlando come dei tifosi accaniti. Per noi quella era un'amicizia. Stare bene insieme e divertirsi con le cose più stupide.

<< Solo se me lo paghi tu >> risposi prontamente attendendo, forse, una sua risposta negativa che mi avrebbe portata all' agognata vittoria. Federico mi guardò come se ero una pazza pronta a strepitare pur di avere il suo gelato, ma ciò che mi rispose mi fece letteralmente spalancare gli occhi dallo stupore.

<< Va bene … Sempre pistacchio e cioccolata,no? >> mi disse mentre intanto tirava fuori dalla tasca posteriore dei jeans il portafoglio di velluto nero. Non potevo credere che dopo tanti anni si ricordava ancora i miei gusti preferiti. D'altronde ero sempre stata io quella che andava a comprare i gelati per noi due, ero sempre io quella che si imparava a memoria i suoi gusti pur di non sbagliare e sopportare i lamenti del ragazzo. Sentì le mie guance surriscaldarsi più del dovuto quando realizzai che Federico doveva essere stato molto attento a ciò che facevo o dicevo. Lui era sempre stato una totale sorpresa e sentirsi dire quelle cose mi aveva scombussolata più del dovuto. Come poteva ricordarsi, dopo tanti anni, una cosa così banale?

<< Ehm … si >> risposi mentre cercavo di guardare tutto, ma non lui. Non quando mi aveva completamente destabilizzata con quelle parole, non quando mi sentivo così vulnerabile e in preda al passato tanto da ricadere nei suoi occhi e colmare quella fottutissima distanza una volta per tutte, toccando le sue labbra. Non aveva dimenticato una cosa così banale. Allora perché aveva dimenticato la nostra amicizia? Quando lo vidi voltarmi le spalle e entrare nella gelateria tirai un sospiro di sollievo e mi misi a sedere vicino al muretto che delimitava il negozietto, aspettandolo. Secondi, forse cinque minuti e ancora il ragazzo non si faceva vedere ai miei occhi facendomi aspettare il peggio. Avevo voglia di sentirmi dire dalle sue labbra che no, non si era dimenticato e che si, mi voleva ancora bene. Eppure sapevo che nulla di tutto ciò sarebbe successo, sapevo che il passato non si poteva riprendere né tantomeno rivivere. Sennò che cosa potevamo imparare dagli errori del passato? Peccato però che io non avevo imparato nulla, anzi. Mi ero chiusa in me stessa, mi ero spessa domandata che cazzo potevo aver fatto per averlo fatto scappare dalla mia vita facendomi completamente sentire vuota in tutto per tutto. La colpa non era la mia, non era di nessuno se non del tempo. Se non del destino, se non delle mie parole … Perché sentivo fin dentro di me che lui era scappato dal mio amore.

<< Et voilà! Scusami, c'era una fila lunghissima e ci ho messo un po' di tempo … >> sentì dirmi e appena alzai lo sguardo incontra gli occhi caldi di Federico e le sue labbra sorridenti che mi fecero perdere un battito. Distolsi subitolo sguardo e sibilai un leggero “grazie”, nel momento stesso in cui sentì la sedia spostarsi e il ragazzo mettersi a sedere.

<< Tutto bene? >> mi chiese vedendo il mio apparente mutismo. No, che non andava bene!

<< Perché ti sei ricordato dei miei gusti preferiti? >> chiesi sussurrando, mentre i miei occhi si alzavano andando ad annegare nei suoi. Federico aggrottò la fronte in evidente confusione e ciò mi fece raggelare portandomi a dire una cosa che mai, in quel momento, avrei voluto dire. Ero troppo scossa, troppo presa dal pensare al passato, ai rancori, agli sbagli tanto da non rendermi conto di aver detto delle parole che da troppo tempo scavavano dal mio cuore per poter trovare uno spiraglio di luce per uscire, per svelarsi.

<< Perché ti sei ricordato dei miei gusti preferiti e non ti sei ricordato di avere un'amica? >> dissi fredda, gelida come non lo ero mai stata. Il ragazzo dischiuse le labbra preso in contropiede e fece per ribattere quando la mia voce lo sopraggiunse, stordendolo.

<< Non ero importante? Non lo sono mai stata? Cazzo, erano tutte bugie i tuoi ti voglio bene, i tuoi per sempre? Dimmelo, diamine, perché io non ho mai trovato risposta! >> quasi urlai e me ne accorsi perché alcuni ragazzi si girarono a guardarsi incuriositi e altrettanto scioccati. Federico abbassò lo sguardo e sospirò. Un sospiro pieno di significati vari, un sospiro che forse valeva più delle sue stupide parole. Non voleva parlare? Bene, me ne sarei altamente fregata dei suoi modi di discolparsi. Mi alzai di scatto, prendendo con me la coppetta gelato e facendo per andarmene, quando la sua voce mi fece fermare improvvisamente.

<< Sei stata la persona più importante della mia vita e mi dispiace che tutto sia finito per una cazzata … >> e a quel punto non ce la feci più. Per lui i miei sentimenti erano stati una … cazzata? Per lui i miei ti voglio bene erano soltanto delle insulse parole che non avevo sentito minimamente? Allora non mi aveva nemmeno capito, non sapeva chi ero, cosa provavo, cosa avevo passato per lui! Mi voltai verso di lui che in quel momento mi teneva ancora le spalle. Curve, rigide … come se stavano tenendo un peso troppo opprimente.

<< Amarti era una cazzata, Federico? >> sussurrai con la voce incrinata e le mani che mi tremavano leggermente.

Volerti era una stupida voglia?

Non sentì risposta o almeno non la volevo sentire perché sapevo che era positiva. Per lui il mio amore non aveva contato nulla. Gli era servita soltanto un' ingenua amica con la quale scherzare, con la quale passare il tempo pur di non fare nulla. Mi voltai e me ne andai. Mi voltai dal mio passato, mi voltai dalle sua parole, mi voltai da lui arrivando all'amara conclusione che i miei perché non potevano avere risposta …

*************************

Suonai ripetutamente al campanello, ma nessuna risposta. Avevo bisogno della mia amica, avevo bisogno di una spalla su chi piangere, sulla quale sfogarmi … Poggiai la fronte lungo la superficie ruvida del portone e sospirai. Solo in quel momento mi rendevo conto dell'enorme sbaglio che avevo commesso. Andarmene non era stata una buona cosa, ero troppo codarda per affrontare la verità forse perché avevo paura di essa, forse perché ciò che volevo sentirmi dire non poteva avvenire mai. Quando persi le speranze e feci per andarmene da lì, senti la porta aprirsi e una testolina bionda che faceva capolinea da essa.

<< Cha? Che ci fai qui? >> mi chiese tenendosi stretta la vestaglia sottile mentre un leggero rossore le imporporava le guance. Feci per aprire bocca quando Marco, con solo un paio di boxer indosso, si fermò dietro di lei tossicchiando imbarazzato.

<< Ho interrotto qualcosa? >> chiesi con tutta la naturalezza del mondo perché in quel momento non era quella la cosa a preoccuparmi. Veronica scosse la testa e mi fece cenno di entrare e dopo aver chiuso la porta sospirò, pronta ad un mio monologo. Rimasi in silenzio, forse per il fatto che non avevo nulla da dire, o forse perché mi stavo rendendo conto di essermi comportata da bambina senza affrontare ciò che più temevo. Lei lo capì e si mise a sedere sul divano vicino a Marco, che prontamente le cinse le spalle con un braccio mentre continuava a guardare un film.

<< Vuoi dirmi che è successo? >> mi chiese spazientita dal mio silenzio ed io alzai gli occhi rendendomi conto che il momento di buttare tutto fuori era arrivato. Lei non sapeva che ero stata innamorata di Federico. Certo, era venuta a conoscenza che mi ero innamorata, ma non sapeva che era lui quello che mi aveva fatto battere il cuore.

<< Ho litigato con Federico >> sbottai non andando subito al nocciolo della questione. Avevo paura di poter scoppiare a piangere, di urlare e dimenarmi come una bambina, ma io ora ero adulta. Dovevo stare calma e affrontare le cose.

Ma lui non lo hai affrontato.

<< Come se è una cosa nuova, Cha! >> rispose alterando un po' la voce Veronica. Dovevo darle ragione. Piombare in casa sua mentre era con il suo ragazzo e non dirle nulla mi sembrava alquanto stupido come comportamento.

<< Quello che sto per dirti è una cosa nuova >> sbottai guardandola mentre dentro di me cercavo, invano, le parole giuste. Vidi Marco spostare lo sguardo dal televisore nel mio e capì che lui sapeva. Come potevo essere stata così stupida da non capire che ovviamente suo fratello poteva avergli detto tutto?

<< In passato non ero innamorata di un semplice sconosciuto, ma … >> iniziai mentre mi torturavo le mani e vedevo Veronica guardarmi con un cipiglio strano.

<< … di Federico >> buttai tutto d'un fiato fuori e la mia amica rimase letteralmente a bocca aperta mentre Marco sospirò. Fece per aprire bocca, ma io le feci cenno di rimanere zitta. Dovevo sfogarmi, dovevo dirle la verità, tutta la verità.

<< Era, come sai, il mio migliore amico,ma con il tempo ero arrivata a capire che stava diventando qualcosa di più. Ogni volta che lo vedevo mi sentivo così … impacciata. Avevo le classiche farfalle allo stomaco, la classica voglia di abbracciarlo e di sentirlo mio. Però avevo paura di porre fine alla nostra amicizia, così rimasi in silenzio fino a quando non capì che dovevo andarmene da casa e trasferirmi a Roma. Ero emozionata, confusa e sentivo il cuore battermi all'impazzata. Non potevo credere che tra pochi minuti lui avrebbe saputo la verità. Nulla però era andato come lo avevo previsto io. Per lui ero soltanto un'amica e nient'altro … >> dissi e vidi Veronica rimanere stupita mano a mano che le mie parole continuavano a scorrere dalle mie labbra.

<< … Come sai, la nostra amicizia è finita quando sono ritornata a Capri. Eppure non ho mai avuto il privilegio di sapere il perché. Sento di non esserne più innamorata, ma sento che quell'amore che una volta mi logorava è ancora presente >> dissi e capì che ammetterlo era davvero così difficile. Ammettere che ancora lui era vivo nella mia vita, ammettere che i miei sentimenti erano scemati,ma non se n'erano andati via.

<< Questa sera ha detto una cosa che mi ha lasciata basita. Ancora si ricorda i miei gusti preferiti di gelato e allora mi sono domandata che ,diamine, si ricorda una cosa così banale e non si è ricordato della nostra amicizia? Ho sbottato e … ho toccato quel tasto. Mi sono sentita ferita perché mi ha detto che il motivo per il quale tutto era finito era soltanto una cazzata .. Capisci? Amarlo era una cazzata! >> sbottai e improvvisamente sentì qualcosa pungere all'estremità dei miei occhi e capì che erano lacrime. Lacrime amare, lacrime di un presente che stava andando a puttane. Veronica subito venne verso di me e mi abbracciò soffocando i miei singhiozzi, soffocando dopo tanto tempo i miei rancori passati. La abbracciai di slancio e piansi, piansi dopo tanti anni, piansi di nuovo per lui.

Un ragazzo che non si meritava minimamente il mio amore e il mio affetto ….

 

 

Angolo Autrice.

Finalmente dopo tantissimi giorni sono riuscita a postare! Scusatemi enormemente per questo ritardo, ma sono stata invasa da verifiche e interrogazioni a causa della fine del primo quadrimestre >.< Spero vivamente che questo capitolo abbia colmato tutti i giorni nei quali non ho postato anche se ho qualche vaga incertezza. Come vedete, beh, alla fine è successo proprio quello che Charlie non voleva, ovvero parlare del passato. Ancora le sue ferite non si sono rimarginate, ma … perché il nostro bel Federico si comporta così?Vi anticipo che sotto questo suo carattere si cela una verità che scopriremo più avanti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e mi farebbe piacere avere qualche recensione così la mia voglia di scrivere aumenta un pochino xD Un bacio e grazie a tutte che continuate a seguirmi nonostante i miei ritardi :)

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


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Capitolo 6

 

Svegliarsi quella mattina era una delle cose che non avevo proprio voglia di fare. Continuavo a rigirarmi tra le lenzuola affranta mentre sentivo sotto la pelle sensibile della mia  guancia, delle lacrime che ormai si erano depositate sul cuscino imprimendolo di quella delusione che in quella notte non mi aveva fatto dormire. Ripensavo alle sue parole, ai suoi occhi. Ripensavo al passato, alle nostre risate, ai nostri segreti mentre cercavo di capire se tutto  ciò per il quale avevo creduto era in verità una totale falsità. Eppure non riuscivo a trovare una piccola e insignificante crepa che poteva essersi instaurata facendomi credere che tutto ciò che mi aveva detto erano bugie. O era un abilissimo e bravo attore od ero io che continuavo a farmi domande su domande senza chiedere direttamente all’interessato. Non volevo continuare a rovinare i passi in avanti che avevamo fatto dal giorno scorso, da quando era incominciata quella scommessa perché, d’altronde, con lui mi sentivo a mio agio e sapevo che l’unica cosa per ristabilire quel rapporto era la verità. Peccato che tutto aveva un tempo e ieri, in quelle piccole frasi e parole, avevo trovato abbastanza. Avevo intenzione di andare da lui e scusarmi per il mio comportamento, ma in realtà speravo che lui poteva darmi qualche spiegazione in più. Ormai quell’amicizia era stata rovinata, ma io non volevo buttare di nuovo tutto all’aria per un capriccio. Gli avevo sempre voluto del bene a Federico e quello strano odio che si era formato tra di noi  si doveva dissolvere, scomparendo dai miei sentimenti. Anche se non avevo mai provato ciò per lui, se non un sentimento in grado di coprire ciò che io sentivo per lui. Così decisi di alzarmi da quel letto e andai a vestirmi. Scesi in cucina e come sempre non trovai nessuno seduto su quel tavolo a bere, come una normale famiglia felice, una tazza di caffè. I miei genitori non erano quasi mai presenti nella mia vita e ciò mi rattristava moltissimo. Io e mio fratello dovevamo cucinare da soli e passare dei giorni senza avere una presenza materna o paterna in casa. Loro avevano moltissimo lavoro da svolgere e quindi rimanevano fuori anche una settimana se non di più, da casa. Non ero sorpresa affatto di trovarmi una casa silenziosa senza l’odore mattutino di latte e caffè, senza il profumo spruzzato di mamma e le finestre aperte. Non avevo mai provato e sentito quelle cose se non quando stavo da mia nonna, visto che mia madre non lavorava molto in quel periodo. Tornare a casa equivaleva ad una vita di tutti i giorni e quindi, per me, totale assenza di genitori. Sospirai e aprì il frigo, prendendo una merendina fresca e mangiandomela subito. Dopo aver inviato un messaggio a Filippo dicendogli che ero uscita di casa, mi avviai  verso quella di Federico. Il mio cuore continuava a battere furiosamente e sentivo come uno strano magone dentro il petto. Volevo dirgli tutto quello che mi tenevo dentro, ma non potevo uscirne, dopo tutti quegli anni, con un “ Ehi, io ti amavo … sei scappato per questo?”. Quando, poco distante, vidi la casa della vecchia signora Cassandra capì di essere arrivata e sospirai indecisa sul da farsi. Non sapevo nemmeno io perché ero lì, ma sentivo dentro me stessa che ciò che avevo detto o fatto ieri non era stata una cosa da persona matura. Non dovevo andarmene in quel modo e lasciare che nemmeno replicasse alle mie parole. Ero stata scorretta, ma questo non voleva dire che lui non era stato  da meno. Aveva fatto la stessa identica cosa, scombussolando i miei pensieri e il mio cuore con quella rivelazione. Sentirsi dire che tutto ciò che io avevo provato per lui era una cazzata, beh … non era affatto ciò che mi sarei aspettata di sentire uscire dalle sue labbra carnose. Mi risvegliai dai miei pensieri quando senti il mio dito premere su una superficie liscia e capì che stavo suonando. Continuavo a battere ripetutamente il piede per terra, piena di angoscia e trepidazione, finché non sentì la sua voce maschile fare capolinea alla cornetta.

“ Marco se sei tu non venirmi a rompere le balle proprio ora “

Sentivo la gola che raschiava in cerca delle parole da dire, sentivo le labbra tremare come se erano sigillate e avevano paura di far uscire la mia voce flebile. Dovevo essere forte e affrontarlo. Affrontare quella paura che da tempo mi opprimeva.

<< Sono Charlotte >> sussurrai e mi sentì una perfetta idiota quando mi accorsi di avere gli occhi lucidi e le mani che mi tremavano, impazienti. Un silenzio strano e poi la serratura del portone era scattata, facendo in modo che io potevo entrare nel condominio.

“Sali”

Un ordine e una sola parola che mi fecero fremere nell’attesa, fremere negli istanti in cui salivo le scale e impazienti di poterlo rivedere. Quando lo vidi appoggiato allo stipite della porta con una maglietta semplice e i pantaloncini da calcio, per poco non mi veniva la bava alla bocca. Notavo che si era appena svegliato dai suoi capelli completamente scompigliati, dai suoi occhi cerchiati un po’ di rosso e dalla sua maglietta completamente sgualcita. Eppure era bello ugualmente, non c’era nulla da fare. Quando incontrai i suoi occhi per poco non cedetti, cadendo lì per terra. Erano … dispiaciuti. Senza che me lo feci ripetere due volte, corsi verso di lui e lo abbracciai fortemente imprimendo sul palmo della mia mano, la sensazione di sentire il suo calore sul mio corpo. Federico rimase per un momento sorpreso della mia reazione, ma dopo non meno di due secondi, mi abbracciò a sua volta appoggiando il volto sulla mia testa e cullandomi dolcemente nelle sue muscolose braccia. Sentivo il suo dolce e lento respiro infrangersi sui miei capelli, mentre io continuavo a stringerlo, mentre il mio capo era poggiato sulla sua spalla e il mio naso inspirava il suo dolce profumo.

<< Scusami … >> una parola, un sussurro era appena uscito da quelle labbra ed io non potei che stringerlo più forte a me, facendogli capire che quelle scuse erano più che gradite. Federico sciolse l’abbraccio e mi prese la mano portandomi dentro il suo appartamento mentre continuava a guardarmi con uno strano sguardo. Non era cambiata di una virgola casa sua. Sempre perfettamente in ordine, visto che sua madre non voleva il disordine, e veramente accogliente nel complesso-

<< Devo dirti delle cose … >> mi disse mettendosi a sedere sul divano e trascinandomi giù con lui a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro. Mi sentivo totalmente in imbarazzo a stare da sola con lui in casa, visto anche che i miei ormoni in quel momento continuavano a ballare la samba.

<< Mi dispiace per le cose che ieri sera ho detto, ma il riferimento alla cazzata non riguardava i tuoi vecchi sentimenti … bensì al mio comportamento nei tuoi confronti >> mi disse sospirando mentre continuava a guardare il palmo della mia mano che carezzava dolcemente con il pollice facendomi rilassare mentre ascoltavo le sue parole rimanendone stupita.

<< La nostra amicizia è finita per una mia cavolata, per il mio comportamento … Avevo paura di questo tuo sentimento, ma ciò non vuol dire che tutto è finito per questa causa. Per me eri la mia migliore amica e ti volevo un mondo di bene. Sentirsi dire quelle cose, da te, mi aveva fatto spaventare e mi ero allontanato … forse troppo. Pensavo di poter mettere a posto le cose, pensavo di riuscire a guardarti in volto … ma non ce l’avevo fatta. Perché mi ero reso conto di una cosa e ancora non se n’è andata via >> spiegò lui e io aggrottai le sopracciglia in evidente confusione.

<< Cosa stai dicendo? >>

<< Avevo paura di questo tuo sentimento perché sentivo che la nostra amicizia stava per finire e io non provavo i tuoi stessi sentimenti a quel tempo. Quando sei partita hai lasciato un vuoto in me e a mano a mano nei giorni cominciavi a mancarmi sempre di più, continuavo a pensarti e mi domandavo se era giusto chiamarti o meno per sapere come stavi. Quando ti ho rivista, ho capito una cosa che ancora continua a logorarmi dentro, ma … non posso dirti nulla. Voglio solo che in questa settimana provassimo ad essere quello che eravamo un tempo. Solo questo ti chiedo, Cha … >> mi disse e in quel momento i suoi occhi si rifletterono nei miei e persi ogni cognizione con ciò che mi circondava. In quel momento soltanto quelle due pozze cioccolato mi importavano, soltanto ciò che sentivo mi faceva realmente capire che la nostra amicizia non era una bugia. Quello era un passo verso la verità, un passo per capire realmente cosa aveva fatto allontanare il mio ex migliore amico dalla mia vita … ed io non volevo assolutamente perdere quel treno. Sbaglio o i treni passavano soltanto una volta nella vita? Beh, meglio approfittare di questo vagone subito che aspettare anni.

<< E’ quello che ho cercato di fare in tutti questi anni, ma il tuo comportamento non me lo hanno mai permesso. Ho incominciato a provare odio e rancore verso di te, ma mai è stato odio il sentimento che ho provato. Ho voluto soltanto mettere una maschera per non farti vedere quanto tu mi hai fatto del male in passato e quanto ancora continuo a voler trovare risposte … Ma per adesso mi basta questo >> risposi e gli sorrisi, felice di poter aver finalmente detto ciò che continuava a tormentarmi per anni. Rivelargli che il mio odio non era mai stato odio poteva essere un passo avanti? Non si sapeva, bisognava soltanto scoprirlo!

 

*************
 

<< Non è possibile che sei stato fidanzato con Francesca Uppoli! Ti ricordi quanto la odiavamo? >> dissi io ridendo sdraiata sul letto del babbuino più stupido che esisteva, a ridere come ai vecchi tempi. Federico era messo supino e continuava a guardarmi ridendo come un cretino dopo quella rivelazione. Francesca Uppoli, denominata da noi in passato Miss Pefettina, era la ragazza che in passato aveva sempre preso in giro il ragazzo davanti a tutti, mentre lui ahimè aveva sempre avuto una cotta per quella ragazza lì.

<< Non mi sono mai dimenticato quando, in classe, mi ha messo della  vernice che usavamo per arte sulla sedia facendomi sporcare i pantaloni e andare in giro come un clown! Ridicolo! >> sbottò passandosi poi una mano sul viso, asciugandosi una lacrima che gli era sfuggita per il troppo ridere. Era così bello poter parlare nuovamente con lui di quelle cose, mi sentivo perfettamente a mio agio proprio come in passato e questo non poteva che risollevarmi il morale interiormente.

<< Perché ci eri uscito? >> chiesi interessata mentre il sorriso non riusciva a levarsi dalle mie labbra. Cominciava davvero a farmi male la mascella … Federico sospirò pesantemente e volse lo sguardo al soffitto mentre si perdeva nei suoi pensieri.

<< Perché era sempre stata la mia cotta segreta, Cha. Non poteva scapparmi un occasione del genere e come un degno maschio, ho accalappiato la preda. Non mi ero di certo dimenticato di tutto quello che ci aveva fatto da bambini e mi ero vendicato. Avevo scopato con una sua amica e lei lo era venuto a sapere … Ah, vendetta dolce vendetta >> disse sospirando all’ultima frase, mentre i miei occhi erano più che spalancati dalla sorpresa. Vedendomi in quello stato, Federico scoppiò a ridere avvicinandosi lentamente a me che continuavo a guardarlo come se era un alieno. Mi abbracciò teneramente, appoggiando la testa sulla mia spalla e respirando sulla pelle sensibile del mio collo. Avvolsi le mie braccia attorno al suo collo, appoggiando la guancia sui suoi soffici capelli e chiusi gli occhi, cullata dal suo respiro regolare e dal suo profumo che mi avvolgeva lentamente.

<< Vorrei poterti tenere stretta sempre … >> mi sussurrò ed io fremetti quando sentì le sue labbra poggiarsi sul mio collo in un tenero bacio. Strinsi i suoi capelli tra le dita e, in risposta, ricevetti un piccolo morso che mi fece ridacchiare.

<< Non penso che il mio futuro ragazzo potrà approvare questa tua scelta,sai? >> dissi io continuando  a ridere divertita e di scatto, la testa del moro, si alzò venendo a contatto con i miei occhi mentre sentivo il suo respiro troppo vicino alle mie labbra.

<< Stai uscendo con qualcuno? >> mi chiese aggrottando le sopracciglia in lieve confusione ed io mi mordicchiai le labbra. Lui notò il mio gesto e mi strinse ancora di più verso il suo corpo facendo in modo che i centimetri che ci separavano erano soltanto miseri millimetri.

<< Non mi dire che ti piace Alessio! >> sbottò ridacchiando leggermente mentre io mi sentivo sempre di più andare in iperventilazione. Ma come cacchio faceva a rimanere impassibile quel ragazzo? Io mi sentivo andare a fuoco!

<< Ehm … si >> sussurrai lievemente imbarazzata e Federico allentò sorpreso la stretta, facendo in modo che io sgusciassi fuori dalle sue braccia. Mi allontanai un poco e continuai a guardarlo. Si era innervosito? Gli diedi un lieve pugno sulla spalla facendolo ridestare e mi sorrise. Un sorriso strano, nervoso, che mi fece aggrottare le sopracciglia in confusione. Prima, però, che potessi dirgli qualcosa,  il ragazzo mi precedette.

<< Dormiamo un po’? Sono stanco … >> mi sussurrò mentre si avvicinava per poi prendermi tra le braccia e darmi un lieve bacio sulla fronte. Soltanto quel minimo contatto con le sue labbra mi aveva fatta arrossire. Appoggiai affranta e stanca anche io, la testa sul suo petto e mi addormentai, ascoltando il suo cuore battere sotto il mio orecchio, cullata dal ritmo del suo respiro …

 

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Angolo Autrice!

Eccomi tornata con un nuovo capitolo di questa storia che spero incominci a piacervi :) Non è un capitolo molto lungo come potete vedere, ma ho voluto dare spazio a questi due nostri protagonisti per chiarirsi e forse avvicinarsi un pochino di più ;) Beh, che ne dite di quello che ha detto Fede alla nostra Charlie? Ci siete arrivate un pochino alla verità? xD Beh, se è si, bisogna soltanto aspettare che si a svelarglielo :D Fatemi pensare cosa ne pensate di questo capitolo e ci vediamo alla prossima! Grazie a tutt quelli che hanno messo la mia storia fra le preferite, le ricordate e le seguite e un grazie immenso per le lettrici che mi lasciano sempre una bellissima recensione e, beh, alla prossima!
SoFunny <3 P.S = Andate a leggere anche l'altra mia storia " ... All'Ultimo Respiro ..." :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


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Capitolo 7

 

 
Un profumo. Un dolce e intenso, alquanto inebriante, profumo mi avvolgeva in quella specie di limbo nel quale ero immersa nel mondo dei sogni. Le mie palpebre erano ancora chiuse e appesantite, le mie labbra dolcemente dischiuse e secche. Tutto ciò che sentivo, tutto ciò che provavo in quel momento, era dettato dal ritmo delle carezze lievi e invitanti che un’ affusolata mano stava dando alla mia schiena. Non volevo svegliarmi e ritrovarmi con la consapevolezza che tutto quello che stavo provando era solo mia immaginazione, non volevo aprire gli occhi e vedere che lui non c’era. Lui. Quel ragazzo che in quella sera mi aveva rivelato cose che mai avevo immaginato, quel ragazzo che aveva avuto paura del mio amore, paura che poteva finire la nostra amicizia e che mi avrebbe persa … eppure non capivo. Tutto era finito ugualmente, gli abbracci che ci davamo erano tentennati come se lui aveva una specie di blocco, il suo sguardo era così diverso che ancora non riuscivo a capire da cosa era dovuto. Federico era cambiato, il linguaggio del suo corpo non era più lo stesso ed io non sapevo se credere alle sue parole o a ciò che mi stava mostrando nel corso dei giorni.  Mi strinsi di più, contro il suo torace caldo, e subito le sue braccia mi avvolsero abbracciandomi teneramente. Era così bello e nello stesso tempo alquanto strano, trovarsi amichevolmente insieme come ai vecchi tempi. Eppure mancava sentire il profumo di biscotti al cioccolato che sua madre preparava solamente quando venivo io, mancava non avere tutta quella affinità che una volta ci legava profondamente. Sentivo ancora profondamente la voglia di dormire e chiudere tutti i nodi con il mondo esterno, volevo ancora poter chiudere gli occhi con la sua presenza accanto. Mi abbandonai completamente in quella specie di dolce e cullante limbo e non capì se le parole che Federico stava sussurrando in quel momento era solamente il frutto di una mia immaginazione o la realtà. Fatto stava era che il mio piccolo cuore aveva incominciato a battere veloce, le mie mani avevano stretto inconsapevolmente la sua maglietta leggera e le mie labbra si erano incurvate in un dolce sorriso. Si, quello era soltanto un sogno … un bellissimo sogno.

<< Non riesco più a vederti come un’amica. Qualcosa di più … >>.
 

 

 

 

*********************

Il giorno dopo.
 
Camminavo quasi correndo, lungo le stradine del paese mentre cercavo di stare dietro a Veronica che continuava a scorrazzare come una pazza in cerca di un vestitino da sfoggiare quella sera, in occasione del compleanno di Marco. Le persone ci guardavano sorridendo, i bambini ci indicavano impauriti e i ragazzi ammiccavano soprattutto in direzione di Veronica che continuava a chiedermi consigli su ciò che poteva mettere. E io? Beh, ovviamente, tenevo in mano tutte le sue buste e camminavo come una specie di traballante signora su tacchi a spillo. Continuavo a ripetermi che mai più avrei fatto una cosa del genere, ma si sapeva. Non riuscivo a dire no alla mia migliore amica e, peccato, questo giovava sul mio fisico ormai dolorante. L’aria era calda e afosa quella mattina, la gente in strada non faceva che urlare o ridacchiare. Quanto volevo essere al loro posto.

<< Oh, tesoro bisogna anche trovare qualcosa per te! >> squittì improvvisamente Veronica ed io mi ridestai guardandola come se era una pazza.

<< I miei jeans e le mie Converse vanno più che bene! >> sbottai assottigliando lo sguardo mentre lei ridacchiava. Ovviamente si aspettava quella mia risposta. Senza che me ne accorgevo, Veronica mi aveva presa per mano e mi aveva trascinata in un negozio giovanile, pieno di tacchi e vestitini. Oh per l’amore del cielo! Ne prese uno, all’apparenza semplice, ma tremendamente stretto e corto! Un tubino color panna  senza spalline che faceva risaltare le mie curve e accentuare la mia già che evidente abbronzatura.

<< Ehm … no, troppo bianco >> sbottai guardandola malamente mentre mi sistemavo il cappellino sopra la testa. Veronica alzò gli occhi al cielo e mi portò in un’altra parte del negozio, ma improvvisamente i miei occhi individuarono un vestitino e me ne innamorai immediatamente. Color celeste e stresso al seno con un fiocco del medesimo colore. Veramente carino. Fermai Veronica  e le feci vedere ciò che avevo visto e lei mi prese subito in parola. Per una volta il mio occhio aveva individuato qualcosa che non era sportivo né troppo sobrio per una serata come quella in discoteca. Lo provai e capì immediatamente che avevo fatto una scelta più che azzeccata. Il vestito mi cadeva morbido lungo il corpo arrivando a metà coscia e mi valorizzava il colore degli occhi. Sorrisi alla mia immagine riflessa e per un istante mi ero sentita bella, bella davvero.

<< Ti sta d’incanto, Cha >> mi disse Veronica sorridendomi lieve attraverso lo specchio e non potevo che essere d’accordo con le sue parole. Alla fine quel vestito lo avevo comprato, assieme a dei sandali bianchi con delle perline azzurre che si intonavano perfettamente. Avevo sorvolato l’opzione tacchi proposta da Veronica, volevo ballare comodamente e sentirmi a proprio agio. Appena ero uscita  dal negozio, più che soddisfatta del mio acquisto, i miei occhi avevano individuato una persona e sorrisi, già pronta a salutarlo, ma quando lo vidi abbracciare una ragazza calorosamente, i propositi si dissolsero immediatamente. Ero rimasta immobile, davanti alla porta del negozio, con una specie di smorfia dipinta sulle labbra. Eppure non dovevo sentirmi in quel modo a vedere Federico con una sconosciuta ragazza, mentre ridevano tenendosi per mano. Non dovevo sentire il mio stomaco protestare e contorcersi, non dovevo sentire il mio cuore rallentare i battiti fino  a non sentirli più … Non feci in tempo a fare un passo per andarmene che la sua voce mi chiamò dall’altra parte della strada e mi sentì venire meno quando lo vidi camminare verso di me assieme a quella ragazza. Alzai gli occhi pronta a fronteggiare i suoi, senza fargli vedere quanto quella vista mi aveva destabilizzata. Ovviamente il mio corpo non era d’accordo con la mia mente e per questo, quando vidi quel cioccolato fuso specchiarsi nel mio ghiaccio, sentivo che da un momento all’altro sarei caduta lì per terra per quanto le mie ginocchia tremavano. Solamente per un misero sguardo ... Rivolsi la mia attenzione a quella ragazza che continiava a sorridermi cordiale. Era carina, molto carina. Castana non mora come me, occhi verdi non celesti come i miei, magra e aggraziata, non in carne e goffa come me … Era il mio contrario, totalmente.

<< Piacere Melissa! >> mi disse mentre continuava a sfoggiare impertinente la sua dentatura perfetta e bianca.

<< Charlotte … >> dissi annoiata e il mio sguardo, senza volerlo, scese sulle loro mani perfettamente intrecciate e un’improvvisa ondata di freddo mi avvolse facendomi dischiudere le labbra sorpresa e amareggiata.

<< Sei andata  a fare shopping, Cha? Eppure non sei quel tipo di ragazza … >> mi disse schernendomi Federico con un sorrisetto impertinente sulle labbra. Voleva
sembrare simpatico? Beh a me mi stavano venendo i nervi a fior di pelle! Alzai lo sguardo e lo fronteggiai, ma l’unica cosa che volevo in quel momento era baciarlo. Perché con quell’espressione corrucciata e derisoria era terribilmente dolce, perché con quelle labbra carnose e invitanti era veramente irresistibile, perché quegli occhi sapevano completamente mandarmi in tilt. Ma non potevo, non era il mio ragazzo, non era il mio amore segreto … era solamente un amico, per giunta fidanzato adesso.

<< Sono cambiata >> risposi solamente e per un attimo volevo che dietro quelle due parole leggeva il vero significato. Ero cambiata da quando mi aveva lasciata, cambiata da quando mi aveva ferita profondamente … E Federico sembrava aver compreso le mie parole, tant’è che mi guardava con occhi dispiaciuti. Con quell’ultimo sguardo, presi Veronica per mano e camminai lontana da lui, lontana dal male che mi stava facendo, lontana dalla voglia che avevo di lui …

**************


Mi avvolsi dentro l’asciugamano umido, mentre la mia pelle si riscaldava al contatto. Continuavo a guardarmi allo specchio, incurante dei minuti che passavano. Volevo solamente sapere che cosa c’era di sbagliato in me, tanto da non riuscire ad  avere una persona al mio fianco. Tutto ciò che volevo il quel momento era Alessio, sentirmi sua totalmente e vederlo stare bene con me. Eppure c’era quel qualcosa che era tornato a bussarmi alle porte del cuore, il quale ancora non ero pronta ad affrontare. Il passato continuava a darmi lievi pacche sulle spalle come a dirmi che si, era tornato prepotente ad assillare i miei sentimenti senza il mio consenso. Io non avevo voglia di ripetere quegli anni di assoluto buio nell’attesa che quel ragazzo del quale ero innamorata si accorgeva di me, della mia persona. Purtroppo sembrava che tutto ciò al quale in passato avevo cercato di scappare, si stava riversando di nuovo su di me. E quel pomeriggio ne era stata la prova. Non potevo assolutamente sentirmi, come dire, gelosa di quella ragazza, gelosa che lei poteva abbracciarlo, baciarlo ed io no. Non avevo mai potuto … Eravamo ritornati amici, stavamo facendo piccoli passi io e Federico, e rovinare tutto di nuovo con ciò che avevo paura di temere, ma che sapevo stava tornando, non mi andava affatto. Lui era il mio passato e doveva, diamine, rimanere il mio passato, nel bene e nel male. Certo ero felicissima che ci eravamo un po’ chiariti, ieri sera, ma non doveva essere nulla di più. Soltanto un misero riavvicinamento, soltanto quello … Uscì dal bagno, ancora avvolta nell’asciugamano e dai miei mille pensieri, e cominciai a cambiarmi. Quella sera volevo divertirmi, al diavolo tutto e tutti! Lentamente mi misi il vestitino che avevo comprato quel pomeriggio e mi rimirai allo specchio, sentendomi ancora più soddisfatta. Perché in quel momento avevo la consapevolezza di voler osare di più, di voler dare spazio alla Charlie libera, alla Charlie che aveva voglia di urlare e vivere davvero. Continuai a vestirmi, indossando anche i sandali bianchi con le perline celesti che avevo comprato e dei piccoli e maneggevoli orecchini argentei. I capelli mi ricadevano morbidi e con perfette onde sulle spalle, così scuri da sembrare un cielo di notte. Mi stesi un leggero filo di matita e un lucidalabbra leggermente rosato. Mi rimirai allo specchio e capì che si, quella sera non ero soltanto carina … ero la vera Charlie, quella che non era mai uscita dal suo guscio, quella che aveva deciso di lasciar stare il passato e mirare al futuro …
 

*******************


La musica aleggiava rumorosamente intorno a me. Non sentivo nulla se non il rimbombare forte e basso che continuava a percuotermi, facendomi venire la voglia di scatenarmi in quella pista da ballo. La gente ballava e beveva in mezzo alla pista, i colori erano sfuocati, un argento brillante faceva capolinea e, a ritmo di musica,  illuminava i volti delle persone. Camminai in mezzo a quella calca di gente cercando di scovare un volto amico e, appena individuai i divanetti prenotati da Marco per l’occasione, sorrisi. Si, sorrisi … Non c’era niente di così bello nel sentirsi libere, senza pensieri. Io quella sera ero un’altra e non volevo farmela scappare quella ragazza … Mi avvicinai lentamente e intravidi Veronica scrutare la folla, come se stava cercando qualcuno, e quando i suoi occhi si posarono sul mio corpo, un sorriso entusiasta le si dipingeva in volto. L’abbracciai di slancio ridendo e lei fece altrettanto.


<< Pensavo che ti avevano rubato o chissà cosa! >> sbottò improvvisamente ridacchiando ed io scrollai le spalle indifferente.
 

<< Sennò perché avrei fatto kick boxing ? >> dissi alzando il tono di voce in modo che poteva sentirmi. Lei sorrise e poi mi prese la mano, intenzionata a portarmi da Marco che in quel momento stava parlando con alcuni amici. Subito i miei occhi individuarono Federico di profilo, seduto che parlava con la stessa ragazza con la quale quella mattina stava mano nella mano. Per un momento rimasi a guardarlo, incantata dalla sua bellezza semplice, ma altrettanto attraente. I lunghi jeans chiari gli fasciavano perfettamente le gambe muscolose dove, ai piedi, calzavano delle scarpe sportive bianche e rosse. Il suo torace muscoloso che tanto volte avevo visto in spiaggia, era coperto da una camicia blu scuro, che lasciava intravedere la sua pelle muscolosa e abbronzata. I capelli erano lasciati ribelli e liberi sul capo, cosa che attirava in particolar modo molte ragazze. Era così perfetto eppure così lontano da me. Non avevo mai potuto averlo, mai avuto il privilegio di toccare con le mie quelle labbra carnose, mai avuto il privilegio di sentirlo mio, di sentir uscire dalla sua bocca quelle due paroline magiche. No, niente era mai successo e mai poteva succedere una cosa del genere. Sospirai e distolsi lo sguardo per non vedere lui e quella ragazza toccarsi reciprocamente le mani. Un leggero fastidio continuava pervadermi, ma decisi di non dargli ascolto. Almeno non quella sera. Così, con quella convinzione, andai verso Marco e subito cinque teste maschili si voltarono dalla mia parte scrutandomi dall’alto in basso. Sorrisi, intenerita da quelle particolari attenzioni, e diedi un bacio fugace sulla guancia di Marco mentre dalle mie labbra usciva un ridacchiato “Auguri!”.

<< Charlie! Come siamo belle questa sera! Vuoi, per caso, far perdere la testa a qualcuno? >> mi disse schernendomi e indicando, con un piccolo cenno di testa, il ragazzo dietro di me che ancora stava parlando con quella ragazza.

Quella ragazza che non era me, che era il mio opposto …

Socchiusi gli occhi sospirando e scossi il capo, mentre formulavo un sorriso che pareva più una smorfia di disapprovazione. Nemmeno se mi spogliavo davanti a Federico, potevo avere per un millesimo di secondo la sua attenzione, i suoi occhi su di me. Eppure improvvisamente sentì la schiena bruciare totalmente facendomi irrigidire, come se due paglia di occhi mi stavano trafiggendo lentamente provocandomi brividi in tutto il corpo. Mi voltai come scottata e due pozze scure si posarono nei miei occhi e trattenni il respiro a quel contatto improvviso, ma completamente pieno di aspettative. Mi sentivo evaporare sotto quello sguardo bruciante, sotto quegli occhi liquidi che continuavano a scrutarmi come se stavano mangiando con gli occhi un gustoso gelato. Avevo soltanto voglia di sentire il calore delle sue mani, per sentire se la sua temperatura era paragonabile al fuoco che continuava  a divampare dentro di me, volevo soltanto sentirle per provare il brivido intenso dell’eccitazione. Ma quando lo vidi farmi un cenno con il capo in segno di saluto, quel fuoco incominciò a dissolversi e un sorriso rassegnato si dipinse sulle mie labbra prima che venissi trascinata in pista da Veronica, prima che lo avevo visto nell’intento di alzarsi per venire da me … Forse non era destino, forse non lo sarebbe mai stato … Al diavolo Federico, io nel presente volevo Alessio e quella sera dovevo averlo …
In quegli istanti non c’erano pensieri nella mia testa, sentivo scorrermi nelle vene la bruciante vodka che avevo bevuto prima, che continuava a scuotermi e a farmi sembrare tutto ciò che avevo intorno veramente bellissimo. Cominciavano a farmi male i piedi per il troppo ballare, ma non ne avevo avuto ancora abbastanza. Tutto ciò che avevo intorno  era scandito da quella musica assordante , tutto era scandito da quei passi sensuali ed eccitanti che noi uomini stavamo commettendo in quella pista. In quella pista dove potevi essere te stesso, dove potevi essere pazza e divertente perché nessuno ti avrebbe giudicata. Offuscati nella penombra ritmica della sala, nessuno aveva un solo pensiero, solo la voglia di ballare, solo la voglia di sentire la libertà scorrere nelle vene, solo sentire il sudore pervadere la pelle accaldata. Sentivo i corpi strusciarsi l’ uno accanto all’altro, l’eccitazione era palpabile nell’aria … Continuavo a muovermi a ritmo contro Veronica che urlava come una pazza divertita dei suoi stessi urli mentre io ero impegnata a ballare contro un ragazzo a me sconosciuto che continuava a tenermi per i fianchi da dietro. Non avevo nulla a cui pensare, non avevo un ragazzo che poteva farmi la predica … Niente … Anche se con tutta me stessa continuavo a  pensare di voler sentire quelle mani sulla mia pelle, quel calore dietro di me … soltanto questo. E come se qualcuno mi aveva ascoltato dall’alto, quella stessa persona mi stava trascinando via in una parte del locale più appartata mentre continuava a tenermi per il polso. Voglia di sentirlo, voglia di provare quel brivido erano all’ordine del giorno. Sentivo come se tutto ciò per il quale avevo lottato con maestria in quegli anni stava venendo a capo e, quando sentì la mia schiena aderire al suo petto, sospirai chiudendo gli occhi mentre quelle stesse mani mi carezzavano i fianchi e il ventre possessivamente, mentre il suo bacino continuava a strusciarsi contro il mio sinuosamente. Eccitazione, brividi incessanti continuavano a percuotermi la pelle e gemetti possessivamente quando un sospiro troppo alto uscì dalle sue labbra dovuto al mio strusciamento sul suo bacino. Forse era l’alcool che mi faceva sentire così disinibita, forse era la voglia di provare cosa mi ero persa in tutti quegli anni e nulla di ciò che stavo provando era paragonabile a quello che mi aspettavo. Volevo bruciarmi con lui, ardere nelle sue mani perfette che in quel momento mi carezzavano il corpo lasciando scie bollenti al suo passaggio. Mi voltai lentamente verso di lui e un brivido mi aveva offuscata in quel momento dovuto alla visione di quegli occhi liquidi e brillanti, così carichi di eccitazione che mi avevano lasciata senza respiro, ma soltanto con la voglia di provare tutto ciò che mi ero persa. Le mie mani corsero ad “ assaggiare” la pelle muscolosa e calda del suo torace lasciato scoperto da quei bottoni aperti, le mie labbra continuavano ad avvicinarsi a quelle di Federico che mi spingeva sempre di più contro il suo corpo come se voleva plasmarsi contro il mio. Mi resi effettivamente conto di quanto stavamo andando oltre con quei silenzi carichi di significato, anche perché sentivo fortemente qualcosa premere contro il mio bacino. Pochi millimetri ci dividevano, pochi secondi per colmare quell’impazienza che avevo nel sentire le sue labbra per la prima volta.  Il suo respiro batteva contro la mia bocca leggermente dischiusa, le mie mani erano corse velocemente ad intrecciarsi lungo il suo collo attirando quel viso così perfetto vicino al mio tant’è che sentì le sue labbra sfiorare impercettibilmente le mie. Minuti e secondi, non sapevo quanto tempo stava passando, l’unica cosa alla quale pensavo era che volevo sentirlo veramente. L’alcool mi aveva dato alla testa quella sera, ma diamine, stavo per baciare il ragazzo del quale ero stata innamorata per anni e non potevo che voler far avverare quel bellissimo sogno …

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Angolo Autrice!

Muahmuhmuha! Si, sono altamente sadica a lasciarvi con l'amaro in bocca :D Alcune di voi si staranno mettendo d'accordo per uccidermi, lo so xD Bacio o non bacio? Chissà! Vediamo però una Charlie alquanto su di giri, chissà se il cervello l'avrà vinta oppure l'istinto! A voi l'intuizione! Diciamo che non sono altamente contenta di questo capitolo, ma ho voluto pubblicare senza farvi aspettare altri giorni :)
Una piccola recensione? :) Fatemi sapere cosa ne pensate e al prossimo capitolo!
P.S: Per chi vuole andare a leggere anche l'altra mia storia ecco il link :
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=884676

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


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Capitolo 8

 

 

 

 

Sentire il bisogno di volere qualcosa in ogni senso, in ogni minima cellula del nostro subconscio, ci portava ad odiare la parte razionale di noi stessi. I sensi di colpa incominciavano ad affiorare, il passato tornava prepotente a bussare alle porte del nostro destino ed, inevitabilmente, niente poteva fermare il cuore che pompava smanioso nel petto. Eppure ogni singolo brivido che stavo sentendo era sbagliato, ogni singolo attimo di debolezza era ingiusto … Mi ripetevo dentro me stessa che si, lo desideravo, ma non era ciò che il mio presente voleva. Era ciò che il mio passato non era riuscito a prendersi e che in quel momento, con tutti i costi, cercava di accalappiare. L’ultima cosa che volevo era soffrire per un ragazzo che non avrebbe mai provato amore o almeno qualcosa che si avvicinasse ad esso, tanto da farmi sperare in un futuro. Dentro di me sapevo che non era così. I sogni non potevano manifestarsi in realtà né i nostri pensieri arrivavano diretti e concepiti nella mente altrui. Nessuno poteva prendersi la briga di desiderare qualcosa intensamente e poi … lasciarla andare. Ma quello non era stato il mio caso. Anni fa non avevo lasciato andare il mio amore, anni fa lui era scappato dal mio cuore ed io non avevo potuto farci nulla se non piangere lacrime amare.  Ora, però, il presente è totalmente diverso dal passato. Non potevo riprendermi una rivincita nei suoi confronti per un bacio che, a tredici anni, non aveva voluto darmi. Non potevo baciarlo e poi dire che si, il passato se n’era andato perché non sarebbe stata la verità. Il solo compiere quel gesto mi avrebbe portata a rivivere ciò che più temevo, ciò che in cos’ tanti anni avevo evitato. Innamorarmi dell’unica persona che per me provava soltanto una stupida amicizia. Era ingiusto, fottutamente ingiusto! In tutti quegli anni non c’era stato un singolo giorno in cui aspettavo suonare il campanello e vedere dei bellissimi occhi nocciola mostrarsi davanti a me. Eppure ora, nel presente, non è più così. Sentivo ancora quell’attrazione palpabile persino nell’aria, avvolgermi. Ma più che attrazione era la tentazione di avere ciò che in passato non mi era stato concesso. Non volevo dare a Federico una brutta immagine di me stessa, né dargli speranze nulle. Sentivo l’alcool scorrermi nelle vene, ma niente poteva farmi desistere da quella scelta. Nemmeno quel desiderio lampante di baciarlo, per quanto lo volessi. Erano attimi e minuti, forse, che continuavamo a guardarci negli occhi come se stessimo aspettando un minimo accenno di consenso da parte di entrambi. Eppure non riuscivo a muovere un solo muscolo, la parte razionale di me stessa mi aveva fatta desistere, l’attrazione era stata sconfitta e se lui avrebbe provato a baciarmi, i sensi di colpa si sarebbero esposti. Era sbagliato e alquanto ingiusto, ma altrettanto eccitante tanto che sentivo bruciare la pelle al minimo passaggio della sua forte e affusolata mano. Il suo respiro era come un frutto peccaminoso per le mie labbra, così fresco e avvolgente tanto che sembrava volermi dire come era il suo reale sapore, quel sapore che aveva fatto impazzire tantissime ragazze, ma che a me non era mai stato concesso. Quegli occhi, Dio quegli occhi! Intensi e avvolgenti, scuri e proibiti. Avevano un potere magico. Quello di farti desiderare di essere guardata sempre e in ogni istante perché ti facevano sentire come la ragazza più bella del mondo. E quelle labbra che tentavano il mio corpo a fare un peccato contro ciò che il mio presente desiderava. Rosee e piene come un bocciolo di rosa, ma per me erano solcate da sottili spine, non ero in grado di baciarlo senza pungermi. Senza pungere i miei sentimenti. Continuavo a domandarmi cosa stava pensando lui in quel momento, ma decisi alla fine di posare i palmi delle mani sul suo torace forte e caldo facendo una leggera pressione. Non potevo, non dovevo … Federico sembrò risvegliarsi da una specie di trans e mi guardò con quegli occhi che, Dio, mi avrebbero spinta a baciarlo senza limiti e distrazioni se non avessi imparato a conoscerlo e a capire che per lui quello era soltanto uno stupido ed innocuo bacio. Lui era Federico, il ragazzo più desiderato dall’intera popolazione femminile, quello stronzo, quello con un sorriso capace di stregare chiunque … Non era fatto per me, non era fatto per amare o per essere amato. Abbassai gli occhi e mi scansai dalle sue braccia che in quel momento sembravano inermi contro di me. Lo avevo respinto. Il suo comportamento mi aveva portata alla conclusione che per lui essere rifiutato era come non portare a casa il premio della serata. Per lui ero la sua amica, la sua ex migliore amica e niente poteva cambiare il corso delle cose, né dei sentimenti. Lui non provava nulla per me e mai avrebbe ricambiato il mio affetto …

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Ero appena uscita dalla pista da ballo. Mai in vita mia, mi ero sentita così spossata da quella decisione. Però sapevo che avevo fatto la cosa giusta e non me ne sarei pentita in futuro, almeno speravo. Raggiunsi i divanetti dove tutti i miei amici erano seduti allegramente e bevevano drink. Non si erano accorti di nulla. L’aria aveva incominciato ad essere afosa, l’odore di fumo e alcool incominciava a darmi alla testa. Avevo bisogno di un po’ d’aria, così presi la leggera giacca che mi ero portata e feci per andarmene se una mano non mi aveva bloccata improvvisamente. Due occhi nocciola continuavano a fissarmi inesorabilmente e non potei che sciogliermi sotto quello sguardo. Dopotutto era la mia cotta segreta da almeno un anno. Sentivo la sua mano stringermi leggera il polso fino e mi domandai che cosa poteva volere. Non mi aveva minimamente calcolata quella sera, se non per qualche sfuggente sguardo. Alessio era bello. Così bello che ogni volta che lo vedevo, non potevo che dire di non essere affatto alla sua altezza. Aveva sempre avuto bellissime ragazze ed io non riuscivo a ritenermi tale anche se c’era sempre qualcuno a rassicurarmi su ciò. Era stato, per un anno, il mio sogno proibito. Il ragazzo che mi aveva fatto dimenticare i sentimenti che provavo per Federico, quello che volevo nel mio presente. Gli sorrisi leggermente sentendomi imbarazzata dalla potenza e intensità che quegli occhi sapevano trasmettere.

<< Usciamo un po’? >> mi chiese alzando la voce, cercando di farsi sentire vista la musica alta. Annuì, presa in contropiede da quella domanda, ma non esitai e, insieme a lui, uscì dalla discoteca. Quando aprì la porta, una leggera brezza di mare mi avvolse facendomi sospirare. I miei capelli continuavano a muoversi come delle sensuali onde nere sulle mie spalle, scosse dal leggero vento. Mi avvicinai a passo strascicato alla ringhiera che dava sul mare, e mi ci appoggiai guardando in alto a rimirare la bellezza delle stelle. Piccoli puntini che illuminavano un cielo nero e pauroso che ci avvolgeva. Sfere magiche che ci guardavano dall’alto, commentando i nostri errori e ridacchiando delle nostre buffonate. Un braccio muscoloso toccò, con un leggero sfioramento, il mio e mi voltai. Alessio sembrava essere assorto nei suoi pensieri mentre continuava a guardare il mare scuro di quella sera. Doveva dirmi qualcosa? Mentre aspettavo di sentire la sua voce echeggiare in quel silenzio, l’osservai. Osservai le sue braccia muscolose e abbronzate, il suo corpo slanciato ricoperto soltanto da una camicia bianca che metteva in risalto il colore caramellato della sua pelle, i jeans scuri a vita bassa che lasciavano ben poco all’immaginazione. Era bello, ma non quanto Federico. Era simpatico e allegro, ma non quanto Federico. Potevo paragonarli in tantissime cose, ma non sarebbero mai stati uguali. E ciò mi spaventava. Ero stata innamorata di un ragazzo diverso da Alessio, il suo opposto. Questo voleva portarmi a capire che avevo cercato un ragazzo con il quale dimenticare Federico? No, non ero così meschina. Volevo Alessio perché era diverso da lui, lo volevo perché non mi avrebbe fatta sentire succube dei suoi occhi, delle sue labbra … Con lui, si, c’era desiderio fisico, ma il cuore pavoneggiava su questo. Mentre con Federico … sembravano prevalere ambedue le parti. Dio … perché ero così confusa?

<< Mi piace guardare le stelle. Riesco a riflettere su ciò che mi circonda >> sbottò improvvisamente il ragazzo e mi voltai a  guardarlo. Continuava a scrutare l’orizzonte, torcendosi indaffarato o forse imbarazzato le dita.

<< Una sera mi sono sdraiato sulla spiaggia e le ho guardate.  Ho pensato a ciò che volevo, a ciò che sto facendo e poi … ho pensato a te >> e si girò guardandomi con quegli occhi color cioccolata, così uguali ai suoi, ma senza la stessa intensità. Scossi la testa cercando di scacciare il pensiero di Federico. Non dovevo pensare a lui mentre Alessio cercava di esporsi.

<< Spero niente di brutto >> dissi ridacchiando, cercando di calmare la tensione che aleggiava intorno a noi due. Alessio sorrise, un sorriso imbarazzato che improvvisamente portò il mio cuore a battere più veloce del solito mentre cercavo di ragionare su cosa poteva dirmi.

<< No, anzi … Ho pensato a quanto mi diverto con te,  a quanto tu sia bella seppure così semplice. A quando ci siamo baciati per uno stupido gioco, ma non sai quanto ho voluto prolungare quel momento >> continuò guardandomi, ora, serio in volto. Sentivo di trovarmi in un bivio. Un bivio fatto di logica e cuore, un bivio nel quale non riuscivo a capire qual’ era la strada giusta da prendere per essere felice. Ma mai in quel momento quel bivio poteva essere più chiaro. Avrei seguito il mio cuore, non il desiderio, non qualcun altro.

<< Mi piaci. Mi piaci perché … non sei la solita ragazza che ama mettersi in tiro, perché sei bella così come sei. E l’ho capito quando ti ho baciata che non potevo mettere da parte ciò che ho incominciato a sentire >> e in quel momento il mio cuore, i miei occhi, le mie labbra sorrisero insieme. Un anno, diamine, un anno in cui correvo dietro  a quel ragazzo e finalmente potevo dire che le mie speranze non erano state vane per nulla. Avevo soltanto voglia di urlare e dire che si!, ce l’avevo fatta. Avevo conquistato ciò che il mio presente voleva e non potevo che non esserne felice. Gli sorrisi entusiasta mentre continuava a guardarmi come se non poteva credere di avermi confessato quelle cose. Lo vidi avvicinarsi lentamente e poggiare una mano sul mio braccio. Deglutì quando vidi il suo volto avvicinarsi serio al mio, tanto che sentì le gambe cedermi sotto quel peso. Eppure quando la sua mano si era posizionata sul mio fianco non avevo provato quei brividi, eppure quando avevo sentito il suo respiro infrangersi contro il mio non avevo sentito quella smaniosa voglia di averlo, eppure quando le sue labbra morbide toccarono le mie, il mio cuore pensò ad un altro ragazzo che in quel momento ci stava guardando. Un ragazzo che aveva capito di essere arrivato troppo tardi …

Ero in un sogno?

No.

E allora perché mi sentivo come su una specie di nuvola bianca, con il sorriso sulle labbra?

Perché hai avuto ciò che volevi.

Oh! Allora ciò che stavo provando non era un sogno. Le sue labbra che si muovevano sulle mie, le sue mani che mi circondavano la vita, le mie ad accarezzare i suoi capelli erano reali. Stavo baciando Alessio, il desiderio del mio presente. Il ragazzo che mi aveva portata a provare sentimenti per un altro ragazzo che non era lui … Non volevo aprire gli occhi e rendermi conto che tutto era soltanto una stupida finzione. Non quando il bacio era diventato così travolgente, non quando sentivo la sua lingua circondare la mia in una danza senza fine. Ero felice. Così felice da poter toccare il cielo con un dito. Quando il respiro di entrambi cominciò a mancare, le sue labbra si chiusero sulle mie lasciandomi un leggero morso. I suoi occhi avvolsero i miei in una specie di limbo dal quale non volevo uscire.

<< Questo è un si? >> mi chiese leggermente affannato con un sorriso in grado di risplendere il mondo.

<< Si. Questo è un si >> risposi arrossendo mentre ancora non potevo rendermi conto di essermi fidanzata con lui, Alessio, il ragazzo impossibile, quello che mi chiamava la sua piccola peste, quello che mi aveva fatto rinascere … Si, il mio sarebbe stato sempre un si. E con questi pensieri, le mie labbra ritoccarono le sue, di nuovo, e capì che una nuova partenza per una nuova vita aveva inizio.

*********

 

Rientrare nella discoteca, mano nella mano con il mio ragazzo, era qualcosa che mai avevo ritenuto possibile. Mi ero lasciata travolgere da quella travolgente passione e ne ero uscita  completamente assuefatta. Eravamo rientrati nella speranza di riuscire a trovare qualche nostro amico, o almeno Veronica. Pensavamo che si erano un po’ preoccupati della nostra assenza e così, ci incamminammo verso i divanetti e una calca di gente si stanziò davanti ai nostri occhi. Aggrottai le sopracciglia leggermente confusa da quel disordine e guardai Alessio che scrollò le spalle. Evidentemente era sorpreso pure lui.

<< Riesci a vedere qualcuno dei nostri? >> mi chiese avvicinandosi inevitabilmente al mio orecchio per farsi sentire e scossi il capo. In realtà non riuscivo nemmeno ad orientarmi con tutta quella gente. Dissi ad Alessio di aspettarmi lì un momento e mi inoltrai in quella calca di persone. Non sapevo nemmeno io quante gomitate avevo ricevuto per arrivare al centro dell’attenzione, ma quando sorpassai l’ultimo ragazzo che mi guardò malamente per avergli rubato il posto, capì che non avrei mai voluto ritrovarmi davanti una scena del genere. Dischiusi le labbra sorpresa mentre vedevo Veronica urlare contro dei ragazzi che continuavano a guardare ridacchiando o scuotendo la testa. Mentre io non potevo credere a ciò che vedevo. Federico era completamente disteso sul divanetto e continuava a scolarsi una bottiglia di Vodka senza curarsi minimamente di suo fratello che cercava di togliergliela di mano senza arrivare ad una conclusione. Era completamente ubriaco. Lo avevo notato dai suoi occhi lucidi, dai suoi capelli completamente in disordine, dal suo sorriso troppo accentuato e … mi portai una mano alle labbra per non arrossire dalla vergogna. Aveva i pantaloni calati fin sotto le ginocchia, la camicia aperta e ricoperta di alcuni segni di rossetto e capì cosa era successo, quando alla sua sinistra vidi una ragazza. La stessa ragazza che quella mattina era con lui, la stessa che era il mio opposto. Lei continuava a tenersi la testa tra le mani mentre vedevo delle lacrime aleggiare su quel bel viso, rovinandogli tutto il trucco. Federico nemmeno la calcolava troppo intento a scolarsi la bottiglia e a ridacchiare indifferente. Cosa diamine era successo? Veronica si voltò verso di me e sospirò alzando gli occhi al cielo, come per ringraziare ogni santo per essere lì. Mi avvicinai a lei.

<< Mi spieghi che cosa è successo? E’ completamente ubriaco! >> sbottai allargando le braccia mentre sentivo la rabbia montarmi dentro. Come aveva potuto bere così tanto e mettersi in ridicolo davanti a tutti? Sconfitta, mi portai una mano tra i capelli mentre continuavo a mordicchiarmi le labbra confusa e con uno strano senso di colpa nel corpo. Se non lo avessi lasciato solo in pista, tutto questo non sarebbe successo. Ma perché dovevo darmi una colpa?

<< Non dirlo a me, sono arrivata che la sua amica stava piangendo e lui rideva. Assurdo! Non l’ho mai visto in questo stato … >> urlò completamente sorpresa delle sue stesse parole. Scossi la testa.

<< E’ tutta colpa mia, cazzo. Non dovevo lasciarlo da solo, sono … >>

<< Ma che vai blaterando, Charlotte? Lui ha bevuto, lui si è preso le sue responsabilità! L’unica cosa per la quale dobbiamo tutti sentirci in colpa è di avere un amico che non sa tenere le mani a posto! Quella ragazza sta piangendo da più di venti minuti perché lui l’ha toccata senza il suo volere! >> sbottò arrabbiandosi ed io sbiancai alle sue parole. Mi voltai verso Federico che cercava di alzarsi inutilmente mentre rideva felice, come mai lo era stato. Lui non era un ragazzo che toccava le ragazze senza il loro consenso, non era un tipo violento, non lo era mai stato. Le rispettava, le amava, le criticava … ma mai si sarebbe permesso di toccarle senza il loro permesso.

<< Spiegami il rossetto sul suo petto, Veronica. La colpa non è soltanto sua, quella ragazza lo ha istigato. Lui non è in se, diamine! Lo vedi com’è ridotto? E gli dai anche la colpa! >> urlai accecata dalla rabbia e da ciò che dentro di me batteva furioso. Il mio cuore. Lui non si sarebbe mai messo contro di Federico, perché ancora lo amava segretamente … Le voltai le spalle e mi incamminai verso il ragazzo che continuava a ridere come un pazzo con accanto quella ragazza e Marco che scuoteva la testa sconfitto. Doveva essere stata una brutta cosa trovarsi suo fratello fuori di sé. Mi inginocchiai davanti alla ragazza e le presi le mani costringendola a guardarmi negli occhi. I suoi erano completamente cerchiati di nero, le sue lacrime avevano lasciato scie dello stesso colore sulle sua pelle e le sue labbra erano ridotte in una smorfia.

<< Che è successo? >> le chiesi cercando di rimanere il più corretta possibile con lei anche se in quel momento avrei soltanto avuto voglia di prendere Federico e andarmene da lì. Era mio amico e non potevano trattarlo così.

<< Abbiamo incominciato a baciarci, ma sentivo che lui aveva bevuto. Questo mi aveva reso il compito più facile perché lui non l’avrebbe mai fatto … >> iniziò a raccontarmi mentre mi guardava negli occhi dispiaciuta. Mi passai la lingua tra le labbra e la esortai a continuare.

<< … ci siamo spinti più in là e alla fine … lui ha incominciato a toccarmi ed io cercavo di scansarmi, ma lui non mi lasciava e … ho urlato .. Io non volevo provocarlo, affatto >> mi spiegò ed io annuì convinta. Quella ragazza non si era mai trovata in una situazione del genere con un ragazzo ubriaco. Non poteva saperne le conseguenze, eppure ancora non riuscivo a capire come mai Federico aveva bevuto. Che cosa l’aveva angosciato a tal punto di ridursi in uno straccio?

<< E’ arrivata la mia Charlie! >> esclamò tutto d’un tratto la sua voce ed io mi voltai leggermente giusto il tempo di vederlo alzarsi in piedi, barcollando su se stesso. Mi raddrizzai anche io e lo guardai in attesa. Era veramente messo male. Finalmente si era alzato i pantaloni e abbottonato la camicia, però lui sembrò individuare il mio sguardo inquisitore e sorrise provocante.

<< Volevi che rimanevo nudo, piccola? >> disse continuando a ridere mentre si avvicinava sempre di più a me. Indietreggiai e guardai verso di Marco, pronto a prendere il fratello nel caso mi avrebbe toccata anche solo con un dito. Deglutì spiazzata da quella domanda e scossi la testa.

<< Fede sei ubriaco, smettila e andiamo a casa >> dissi perentoria senza nessun tono di accusa, ma soltanto di amicizia. Non volevo che il mattino dopo si trovasse con un brutto mal di testa, da solo.

<< Non vado a casa finché non mi spieghi perché cazzo ti sei lasciata invaghire da quella mezza testa di minchia … Non ero abbastanza per te? Non mi vuoi più? >> urlò e sobbalzai sorpresa di quelle parole. Ora il suo tono era serio, quasi accusatorio, ma non mi lasciai intimorire.

<< Sei mio amico, ti prego  smettila e andiamo a casa >> dissi guardandolo e lui scoppiò a ridere. Prese un’altra bottiglia di Vodka da un tavolino lì vicino e se la portò alle labbra. Continuava a berla mentre mi guardava come se mi stava sfidando, come se lui non aveva paura delle conseguenze che quella bottiglia gli avrebbe dato. Con un gesto di stizza la lasciò cadere sul pavimento rompendosi in mille pezzi di vetro e sobbalzai spaventata. Il ragazzo si avvicinò di un altro passo fino a trovarsi ad una spanna dal mio corpo.

<<  Perché mi hai inflitto questa punizione? Volevi vendicarti di quello che ti avevo fatto? Vendicarti di non averti amata? Beh ci sei riuscita e  direi anche bene! Peccato che adesso ti fai fottere da quella sottospecie di insetto! Mentre a me rimane soltanto pietà e dolore! >> urlò e si avvicinò ancora di più tant’è che cercai di scansarmi quando mi arrivò ad una spanna dal viso. Ma che diamine gli avevo fatto? Lo sapevo, per colpa mia si era ubriacato e tutto ciò non me lo sarei mai perdonato. Sentì, improvvisamente, le sue mani prendere le mie stringendole fortemente, tant’è che un lamento fuoriuscì dalle mie labbra dischiuse.

<< Ti piace proprio uccidere il mio cuore, vero? Ti fa piacere sapere che mi sono innamorato di te, cazzo?! >> continuò e tutto ciò che mi circondava improvvisamente, scompari. Le voci, la musica … tutto. Sentivo solamente il mio cuore battere furioso contro la gabbia toracica, pompava e pompava e non voleva smettere. Non quando, finalmente, aveva sentito quelle parole uscire dalle sue labbra vellutate. I miei occhi si chiusero, incapaci di reggere il peso di quella rivelazione che aspettavo da troppo tempo. Li riaprì e trovai i suoi, sorpresi, dispiaciuti … non sapevo, un mix pieno di colori, un mix che mi fece capire che quello che aveva detto lo pensava davvero. Ma prima che potevo dire qualcosa, il suo viso sbiancò improvvisamente e poco dopo mi ritrovai a tenere i capelli del ragazzo mentre tutto ciò che aveva ingerito veniva riversato fuori dalla sua anima. Continuavo a domandarmi se ciò che aveva rivelato era la verità o soltanto le parole di un ragazzo ubriaco che non pensava a quello che diceva. Eppure mi sentivo ancora così scossa al pensiero che lui, si, lui il ragazzo del quale ero stata innamorata … mi amava. Ormai però era troppo tardi, non potevo tornare indietro, non potevo cancellare ciò che era successo con Alessio. Non ero meschina … Decisi di convincermi che quelle parole erano false, perché tutto sarebbe stato più facile per me. Lo amavo Federico, ancora? Non lo sapevo, ma dentro di  me, in quel momento, continuava a svolgersi una battaglia interiore tra il mio cuore e la parte razionale di me stessa. Ero felice, ma al contempo in colpa … Cosa volevo? Cosa voleva Charlotte Fusti? Il passato o il presente? Questo bisognava soltanto scoprirlo con il tempo …

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Lo strinsi forte a me, in quel letto pieno di ricordi passati. Lo strinsi a me per imprimere dentro la mia testa il suo profumo dolce. Lo strinsi a me per non lasciarlo solo, per non abbandonarlo perché gli volevo bene. Un mondo di bene. Era così bello con il viso rilassato, le labbra dischiuse, i capelli scompigliati dolcemente. Dio … Dopo quello che mi aveva rivelato non riuscivo che a pensare a lui, non riuscivo a non guardarlo. Gli sfiorai dolcemente con le dita la guancia soffice e lo sentì mugolare contro la mia mano. Sembrava un bambino che aveva soltanto bisogno di coccole, soltanto bisogno di un po’ d’affetto. In discoteca, avevo deciso di portarlo a casa sua, ma lui mi aveva chiesto di rimanergli accanto quella notte ed io non me lo ero fatta ripetere due volte. Lo avevo abbracciato dolcemente e lui si era addormentato così tra le mie braccia. Ero soltanto una stupida se in quel momento non riuscivo ad addormentarmi per le troppe sensazioni che continuavo a sentire. Chiusi gli occhi contro il suo torace e mi rilassai. Non lo avrei mai lasciato solo, non quando aveva bisogno di me, non quando io avevo bisogno di lui …

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Angolo autrice!

Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Ebbene si, come potete vedere nessun bacio L Almeno non ancora. Spero che avete capito perché Charlie non lo ha baciato … e beh alla fine ha vinto Alessio. Vedete non volevo far sparire subito la cotta che Charlie ha per lui, ma con questa nuova relazione come avete visto, ci saranno gelosie. Ovviamente il comportamento di Federico come ben capite è dovuto al fatto di aver visto Charlie baciare Alessio e preso dalla gelosia, ha incominciato a bere. Come vediamo e come si sa, da ubriachi spesso si dice la verità ;) Ma si ricorderà tutto Federico e negherà o non si ricorderà nulla e Charlie non gli rivela quello che è accaduto? Lo scopriremo nel prossimo capitolo! Beh, adesso vi lascio e spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Fatemi sapere cosa ne pensate! :D
SoFunny
P.S : come sempre questa è un'altra mia storia che sto scrivendo ;) :
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Capitolo 8
 

Brividi lenti, calore diffuso sul mio corpo, labbra calde a contatto con la pelle della mia fronte. Stavo sentendo tutto questo. La mia mano era posata docile sul suo petto, all’altezza del cuore. Potevo sentirlo battere lentamente contro le mie dita. Alzai gli occhi e guardai le sue palpebre chiuse beatamente. Era così bello. Guardavo le sue labbra leggermente dischiuse, i folti e morbidi capelli che gli scendevano birichini sulla fronte. La sua mano forte era poggiata leggermente sul mio fianco, sulla mia pelle che stava prendendo fuoco al tocco. Mi sentivo così bene tra le sue braccia, così bene mentre sentivo il suo profumo avvolgermi come in una specie di limbo profumato e inebriante. Avevo una voglia matta di fargli aprire gli occhi e vederli rivolti nei miei intensamente. Proprio come la scorsa sera. Quando mi stava per baciare … mi ero lasciata sopraffare dalla razionalità e dentro di me avevo sentito il mio cuore spegnersi sconfitto da quella decisione. Eppure sapevo di aver fatto la cosa giusta, sapevo che non me ne sarei pentita in futuro. Ma di una cosa si. Di non amarlo adesso, di non amarlo quando lui mi aveva confessato i suoi sentimenti. Le sue parole mi avevano colpita fin dentro l’anima, togliendomi il respiro. Non potevo crederci. Anzi,ancora pensavo che era stato un bellissimo sogno. Ma ricordavo il mio cuore che si era fermato, il mio respiro che si era spezzato sorpreso, le mie labbra che si erano dischiuse, i miei occhi che si erano velati di lacrime. Perché finalmente lui mi amava, perché purtroppo io non lo amavo più … Mi ritrovai a pensare che il mio odio si era tramutato in amicizia, il suo odio invece si era tramutato in amore. Io ero tornata, ma non per amarlo. Lui,invece,  era tornato per amarmi. Mi sentivo così  incoerente con me stessa. Dentro di me sapevo che c’era ancora il passato, ma io non volevo vivere lì di nuovo. Ormai nel mio presente c’era Alessio e non me lo sarei lasciato scappare. Certo, bisognava vedere come sarebbero andate le cose in quegli ultimi due giorni. Eppure in quei cinque giorni era successo di tutto e di più. Avevo ritrovato un amico, avevo scoperto una piccola parte di quella verità che ostacolava il mio cammino e il mio odio, avevo capito che Federico non mi era ancora indifferente, avevo trovato l’amore e avevo ritrovato il ragazzo del quale ero stata innamorata ricambiare i miei sentimenti passati. Non avevo mai pensato che per una scommessa, il mio presente e il mio futuro, erano cambiati. Ora però mancavano soltanto due giorni e sapevo con tutta me stessa che di lì a poco sarebbe successo qualcosa che mi avrebbe segnato la vita …

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Continuavo a muovere il cucchiaio dentro la tazza colma di latte e caffè, con mille pensieri all’avanguardia. Federico ancora dormiva profondamente ed io non volevo affatto svegliarlo. La scorsa sera aveva bevuto così tanto che non riusciva a ricordarsi nemmeno il suo nome. Si ricordava solamente di me e questo era il fatto che più mi aveva lasciata sorpresa. Sospirai e decisi di dar sollievo al mio stomaco che brontolava impaziente di ingurgitare qualcosa da mangiare. Non lo avevo fatto attendere un minuto di più. E proprio mentre continuavo a gustarmi i buonissimi biscotti al cioccolato della mamma di Federico, lo vidi comparire sullo stipite della porta con un sorriso strano. Aveva sempre saputo la mia passione per i dolciumi di sua madre e ancora oggi continuava a prendermi in giro per la mia mania.

<< Sei un cane da tartufo! >> sbottò tutto d’un tratto ridacchiando, mentre prendeva posto davanti a me. Mangiai un altro biscotto e scrollai le spalle indifferente. Era tutto stranamente normale e questa cosa mi faceva imbarazzare più del dovuto. Lui che era seduto davanti a me, lui che parlava e rideva tranquillamente, lui che … non si ricordava nulla.

<< I biscotti di tua madre mi chiamano! Non sono io a chiamare loro >> dissi semplicemente, per poi alzarmi e mettere la tazza dentro il lavandino. Ero felicemente sazia. Federico continuava a guardarmi divertito e solo in quel momento notai una cosa. Si era appena fatto al doccia. Indossava solamente un misero asciugamano allacciato alla vita. Addio ai miei ormoni. Arrossì immediatamente e distolsi lo sguardo, ma ormai avevo visto ogni linea che delineava i suoi muscoli. Ma diamine, lo avevo visto ogni giorno al mare in costume, come potevo arrossire così? Sicuramente, Federico, aveva capito il mio noto e “ lieve” rossore sulle guance e scoppiò a ridere, non prima di essersi passato lascivamente la mano dal petto al collo in un gesto totalmente sensuale, quanto istintivo, che mi aveva fatta sprofondare ancora di più in imbarazzo. Mi appoggiai al bancone da cucina e non lo avessi mai fatto … Federico si alzò, mostrandosi in tutta la sua semplice bellezza, e in pochi passi me lo ero ritrovata davanti. Il suo profumo, cocco o cioccolato, mi inebriò in pochi secondi e inspirai con il naso per imprimere dentro la mia testa quell’aroma che sapevo non mi avrebbe lasciata dormire per notti. Il suo corpo, così esposto, così eccitante, a pochi passi mi stava mandando in pappa il cervello, ma diamine, non riuscivo a staccare gli occhi da lui . Dalle sue linee perfette e delineate, dalle sue braccia muscolose e abbronzate, dalla linea sensuale del collo, dal Pomo di Adamo apparentemente tranquillo, dalla sua vita stretta … Riuscivo a sentire, sulle mie gambe nude, la superficie ruvida e bagnata dell’asciugamano mentre sulla mia pelle tutto ciò che sentivo era un calore così inatteso, ma altrettanto eccitante. Alzai lo sguardo e il mio respiro si smorzò vedendo i suoi occhi così belli, così accesi, che provocarono in me brividi copiosi. Mi sentivo in trappola in quello che desideravo e in quello che era il passato. Ma ora, in quel momento, non avevo voglia di pensare … Per quanto era sbagliato, per quanto era provocatorio, per quanto era eccitante, mi ero dimenticata di Alessio, mi ero dimenticata di cosa volevo. Era così sbagliato, ma Dio era lo sbaglio che stavo desiderando da troppo tempo di fare. Le mie mani, come dotate di volontà propria toccarono i suoi fianchi e lo vidi sussultare per quel contatto. Assaporai con il tatto la pelle liscia e muscolosa del suo torace, toccai leggiadra come una piuma le linee definite dei suoi pronunciati addominali e lo sentì sospirare sulla pelle sensibile della mia guancia. Chiusi gli occhi e, forse perché in quel momento non ero in me o forse perché il suo profumo era come una droga, che lasciai le mie mani solcare quel pezzo inutile di stoffa e inoltrarsi al di sotto facendomi strepitare dall’attesa. Federico si irrigidì contro il mio corpo e lo sentì trattenere il respiro quando mi ritrovai a pochi centimetri da lui. Chiusi gli occhi assaporando il suo respiro fresco solleticare la pelle del mio collo, chiusi gli occhi quando le sue mani mi strinsero in modo possessivo i fianchi, ma aprì gli occhi quando, quelle stesse mani, presero le mie e le allontanarono. E in quei precisi istanti, ricordai esattamente quello che stavo per fare e un moto di imbarazzo mi aveva prevalsa. Abbassai lo sguardo incapace di reggere quello di Federico, completamente acceso di desiderio. Ma  che diamine stavo facendo? Io … toccarlo come ero arrivata a pensarci o almeno a provarci? Vidi le labbra del ragazzo dischiudersi, pronte a dirmi qualcosa, ma io sgusciai via dalle sue braccia rifugiandomi al piano superiore, rifugiandomi tra le coperte calde del suo letto troppo imbarazzata per quello che era successo. Mi ero completamente lasciata sopraffare da lui, dal suo corpo vicino al mio, dal desiderio che in passato avevo di lui … Era come se la vecchia me era ritornata a prevalere sulla nuova me, come se la ragazza che avevo cercato di sconfiggere in passato era ritornata ed io avevo paura. Paura di poter ridiventare ciò che avevo odiato per anni …

Flashback : Maggio 2008, Roma.
 
“ Se c’era qualcosa che mi faceva stare bene era l’alcool e  il fumo … tutto ciò che mi facevano dimenticare lui, era il mio divertimento. Quindici anni buttati all’aria, quindici anni in cui non riuscivo a dimenticarlo. Lo avevo perso, mi mancava … E per colpa di questo ero diventata ciò che non mi sarei mai aspettata, ciò dalla quale ero scampata più di una volta. Buttavo la mia vita in bicchieri di Vodka, in inutili sigarette. Come potevo dipendere da una cosa così piccola e insignificante ? Eppure era successo e tutto per dimenticarlo. Non potevo sapere che innamorarsi voleva dire soffrire, non potevo scoprire che il mio primo amore in realtà mi reputava soltanto come un’amica. Eppure ero cambiata, ora. Volevo fargli vedere che ero andata avanti, che non mi interessava … ma  in realtà l’unica cosa che volevo era rivederlo, l’unica cosa che volevo era stare con lui.

<< Charlie! Muoviti c’è un ragazzo che ti vuole conoscere! >> mi urlò all’orecchio Alessandra, la mia migliore amica ed io sorridendole annuì. Mi lasciai trascinare fuori da quel trambusto, fuori da quell’ammasso di ragazzi e ragazze che ballavano appiccicati e sudati. Uscita fuori vidi un ragazzo, un bellissimo ragazzo. E la prima cosa che mi era saltata all’occhio era il suo aspetto. Così uguale a quello di Federico. Mi ero presentata e subito avevamo parlato. Mi ero lasciata incantare dai suoi occhi cioccolata come i suoi, mi ero lasciata incantare da quel sorriso come il suo. Si chiamava Marco e frequentava il mio stesso Liceo, soltanto che era due anni più grande di me. Ero rimasta sbalordita da quanto Marco e il mio ex migliore amico erano uguali. Dopo dei bicchierini di troppo, mi ero lasciata travolgere da lui, da quel bacio al sapore di alcool e desiderio. Il mattino dopo non mi ricordavo nulla di ciò che era successo,l’unica cosa che sapevo era che il mio interno coscia era sporco di sangue e, realizzando  il tutto, ero scoppiata a piangere tra le braccia di Alessandra. Ero diventata una donna per mano di un ragazzo che avevo conosciuto da poche ore, ero diventata donna di un ragazzo che era totalmente uguale a lui … Da quel momento in poi, la mia vita era cambiata. Il mio divertimento non erano più l’alcool e il fumo, bensì i ragazzi. Non c’era cosa più sbagliata nel vedere me stessa sporcarsi di mani altrui … “
 
Chiusi gli occhi e strinsi forte a me il cuscino, ispirando il suo dolce profumo mentre quei ricordi mi assalivano prepotenti. In quegli anni  non mi riconoscevo più. La separazione dei miei genitori, la perdita di un migliore amico, la morte di mia nonna … Era tutto mischiato in un dolore così grande tanto che non ero riuscita a sopportarlo. Chiusa dentro me stessa, con un guscio a coprire i miei sentimenti, mi ero trasformata in una ragazza senza pregiudizi. L’alcool mi faceva dimenticare la sofferenza ed io mi sentivo felice e libera. Mia madre non c’era, mio padre nemmeno … Nessuno era lì a prendersi cura di me. Avevo gestito una vita solitaria, una vita dove mi ero venduta, e soltanto quando avevo rivisto Federico avevo capito che tutto ciò che avevo fatto era stato uno sbaglio. Sobbalzai sentendo una mano carezzarmi il braccio, mentre sentivo le lacrime lottare per uscire dai miei occhi.

<< Cha .. non è successo niente >> mi sussurrò dolcemente lui baciando leggermente la mia tempia con fare protettivo. Lui non aveva mai saputo cosa mi era successo, perché in quel frangente lui non era al mio fianco. E vedere che, prima, stavo per fare una cosa che in passato facevo anche a decine di ragazzi che non conoscevo, mi aveva fatto del male. Mi abbracciò dolcemente, premendo leggiadre le sue labbra sul mio collo come a dirmi che lui era lì con me, che non era per nulla risentito da quello che era successo prima.

<< Ho perso la verginità con un ragazzo che nemmeno conoscevo … >> sussurrai mentre continuavo a guardare la parete indifferente. Lo sentì irrigidirsi contro la mia schiena e sospirare.

<< Perché mi dici questo? >>.

<< Perché quel ragazzo era identico a te e per un momento, mi ero sentita lusingata di … di avere le tue attenzioni. Eri tu, non Marco in quel momento con me. E … ciò che ho fatto dopo non .. >> dissi singhiozzando contro il cuscino e la sua stretta aumentò.

<< Ehi, ehi … Charlie … non voglio sapere gli errori del tuo passato. Il presente è diverso, io sono di nuovo con te e ti voglio bene. Qualunque errore tu abbia fatto, non dartene una colpa. A volte i sensi di colpa e il dolore ci portano a fare cose che, in realtà, ci fanno sentire felici mentre invece … ci portano a soffrire ancora di più >> mi disse dolcemente e per un attimo mi rilassai, cullata dal suo dolce respiro.

<< Per quello che è successo prima, non dartene una colpa. So che dentro di te, il passato è ancora presente. I ricordi non se ne vanno con uno schiocco di dita. Anche io ho fatto un errore. Quello di essermi lasciato coinvolgere e ti giuro che se mi avessi baciato, non mi sarei tirato indietro. Non adesso, non in questo presente che è totalmente diverso dal passato >> continuò prima di immergere il viso nei miei capelli cullandomi con le braccia. Stavo così bene, così serena. Le sue parole mi avevano confortata più del dovuto, anche se la questione del bacio era un po’ enigmatica. Non le diedi peso, in quel momento. Mi voltai verso di lui, e poggiai il capo sul suo petto mentre i battiti del suo cuore mi cullavano dolcemente.

<< Comunque, ho fatto o detto qualcosa ieri  che ti hanno messa in imbarazzo? >> mi chiese ed io alzai lo sguardo aggrottando le sopracciglia. Che si ricordasse di quello che mi aveva detto? Decisi di rimanere zitta e non dire nulla. Se quello che aveva detto era la verità, beh le volevo sentire uscire dalle sue labbra.

<< Tu che ti ricordi? >> chiesi appoggiando il gomito sul materasso e il viso sulla mano così da guardarlo bene in volto.

Un volto così bello …

Federico mi guardò corrugando le sopracciglia e poi scoppiò a ridere, portandomi a ridere con lui visto quanto la sua risata era contagiosa in certi casi.

<< Che ho detto tante cazzate >> disse ridacchiando ed io gli sorrisi. Dentro di me però avevo sentito una strana stretta allo stomaco che mi aveva lasciata senza fiato per pochi secondi. Lo vidi sporgersi verso di me e darmi un leggero bacio sulla guancia, la quale aveva subito preso fuoco al passaggio, prima di alzarsi e chiudersi dietro le spalle la porta del bagno. mi ero lasciata cadere all’indietro sul letto e avevo chiuso gli occhi scossa dalle sue parole. Avevo dannatamente ragione. Quello che aveva detto ieri erano soltanto le parole di un ragazzo ubriaco, parole di un ragazzo che voleva farmi un favore. Ovvero quello di farmi battere di nuovo il cuore …  Lui non mi amava, non mi aveva mai amata e mai mi avrebbe amata. Una smorfia si era dipinta sulle mie labbra a quel pensiero. Non potevo rimanerci male un’altra volta, non adesso, non nel presente. Avevo Alessio e questo mi bastava …

O almeno credevo …

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Nel pomeriggio.
 
Stesa sdraiata sul telo color del mare, gli occhi chiusi, una dolce musica a cullare il mio giornaliero riposino in spiaggia era ciò di cui avevo bisogno. Tutti i miei amici
erano andati a fare una divertente partita di pallavolo nell’acqua, mentre io avevo deciso di abbronzarmi un po’ e di godermi quella pace che solo le onde fresche e avvolgenti del mare sapevano darmi. Le note di Adele risuonavano pulite e forti nella mia mente mentre sentivo la mia pelle bruciare sotto il sole. Avevo deciso di lasciarmi alle spalle quello che era successo quella stessa mattina e di guardare avanti. Ero stata una stupida  a pensare di essere diventata di nuovo, per un momento, quella che ero stata da ragazzina. No. Mi ero resa conto che in quel preciso istante avevo  agognato più di qualsiasi altra cosa sentirlo vicino a me, anche se forse avevo allungato un po’ troppo la mano. Federico era stato così comprensivo con me, così dolce tanto che mi ero sentita serena, come se quello che avevo fatto era sinonimo di un gesto affettuoso e nient’altro. Più di ogni altra cosa, le sue parole mi avevano fatto stare bene. Come una tisana di tè in un freddo pomeriggio d’inverno. Quello era stato il mio migliore amico, quello era stato il ragazzo che mi aveva fatto battere il cuore. Il suo prendersi cura di me, il suo sdrammatizzare tutto mi avevano resa schiava del suo cuore in attesa di poterlo prendere. Improvvisamente venni risvegliata dai miei pensieri, da un corpo caldo e massiccio – e relativamente bagnato – completamente disteso sopra il mio. Sorrisi e aprì gli occhi trovando quelli nocciola di Alessio. Il mio ragazzo. Gli circondai il collo con le braccia sorridendogli lievemente.

<< Come mai questa bella bambina non viene a farsi un bagno? >> mi sussurrò carezzando con il suo naso il mio in un gesto affettuoso. Ridacchiai leggermente quando me lo mordicchiò.

<< Perché non voglio stare con te >> e così dicendo gli feci una linguaccia. Mi sorrise felice e poi sentì le sue labbra venire a contatto con le mie in un piccolo bacio a fior
di labbra. E in quel momento sentì due paia di occhi fissarmi intensamente, trafiggendomi completamente. Rabbrividì sotto quello sguardo e i miei occhi  si voltarono alla mia destra dove un Federico stava seduto, distante da noi, a guardarci con le labbra dischiuse, i pugni stretti e uno sguardo capace di uccidere chiunque. Era geloso di me? Ma prima che potessi dare una risposta a quella domanda, le mie labbra si ritrovarono impegnate a baciare e a mordere quelle di Alessio in una dolce tortura. E quando la sua lingua avvolse la mia, dimenticai tutto … dimenticai quello che era successo la stessa mattina, dimenticai il passato. Ma quello che non dimenticai era di voler sentire altre labbra e un altro sapore sulla mia bocca, nella mia bocca … E capì che ormai una piccola parte del mio cuore, che da troppo tempo era stata sopita, si stava risvegliando e che forse non sarei più scappata dal passato ….

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Angolo Autrice!

I'm Back! :D Buona seraaa e intanto vi auguro una felice Pasqua a tutti! :) Grazie per le bellissime recensioni che avete lasciato nello scorso capitolo! :) Beh, passiamo a questo, adesso. Come vedete scopriamo un passato tormentato di Charlie e voglio precisare una cosa. So che questo suo vecchio comportamente può portarvi a pensare ad una parola che inizia per P e finisce per A, ma alcune volte quando una persona ha dietro alle spalle una grande sofferenza fa di tutto per scacciare via quei pensieri e divertirsi. Ho visto e sentito anche sulla mia pelle quelle bruttissime sensazioni e non consiglierei a nessuno di provarle, ma volevo solamente specificare nel caso di Charlie che è soltanto una normale ragazza che ne ha passate delle brutte ;) Vediamo un Federico dolce e comprensivo nei suoi confronti, ma verso la fine non tanto. Nel prossimo capitolo succederà qualcosa di ... Ehehhe ;) Movimentiamo la storia! E per questo vi lascio un piccolo spoiler :

 

“  << Stai con lui per dimenticarti di me? >> sussurrò roco contro il mio collo ormai bollente,
ormai sazio delle sue labbra che volevo sentire sulle mie per placare quel languore che sentivo al bassoventre … “

Al prossimo capitolo! E fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo! :D P.S: Ho interrotto la storia "... All'Ultimo Respiro ..." che riprenderò più avanti :) Mi scuso con le lettrici!
SoFunny.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


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Tornata dopo un lungo periodo di assenza >.< I’m sorry! Quindi non mi resta che augurarvi una buona lettura e spero che questa volta mi lasciate un po’ di recensioni, per sapere un vostro parere! JTengo a ricordarvi che l’altra mia storia “ … All’Ultimo Respiro … ” è momentaneamente  sospesa, ma riprenderà più avanti! Buona lettura e al prossimo capitolo! :D
 

Capitolo 10
 

 
Continuavo a dormire accoccolata accanto a Alessio. Sentivo il suo dolce respiro infrangersi contro i miei capelli, mentre le sue braccia mi circondavano la vita teneramente. Eppure, anche se continuavo a carezzargli i capelli, i miei pensieri erano rivolti verso un’altra persona. Alzai lo sguardo e lo vidi.  Era disteso sul telo da mare con la pancia in giù. Gli occhiali da sole Ray-Ban gli coprivano gli occhi e non mi facevano vedere i suoi bellissimi occhi che ero sicura in quel momento mi stavano fissando. Il leggero vento faceva muovere i suoi capelli sbarazzini bagnati dalla salsedine mentre il sole sbatteva contro la pelle abbronzata della schiena e delle gambe muscolose. Ricordavo ancora i suoi occhi guardarmi mentre le mie labbra toccavano peccatrici quelle  screpolate di Alessio. Ricordavo le sue mani stringersi in forti pugni lungo i fianchi. Ricordavo le sue labbra leggermente dischiuse e sorprese per quell’avventato bacio. Non se n’era andato. Era rimasto lì a guardarmi come se quello che stavo facendo era un errore, uno stupido sbaglio. Insensato, ridicolo, da bambina … Eppure non era così. Avevo baciato Alessio perché lo volevo non perché volevo infastidire Federico. D’altro canto la sua gelosia nei miei confronti era insensata. Non ero la sua ragazza, non mi amava, non mi voleva e non mi aveva voluta in passato. Quindi … perché? Cosa stavo facendo di sbagliato tanto da non rendermi conto di ciò che mi circondava? Sospirai e proprio in quel preciso istante, vidi Federico alzarsi velocemente dal telo e, con un cenno della testa, invitarmi a seguirlo. Non me lo feci ripetere due volte. Se dovevamo chiarire, beh, meglio farlo a quattr’occhi. Così mi alzai anche io, attenta a non svegliare Alessio,  e lo seguì. Svoltò verso i bagni e, prima che potessi dire qualsiasi cosa, con uno scatto repentino afferrò il mio polso e mi trascinò in uno sgabuzzino malconcio. Appena entrati soltanto la luce fioca e ormai consumata della piccola lampadina che penzolava al centro di quella stanza illuminava i nostri volti. Mi resi conto di trovarmi in uno sgabuzzino di tavole da surf e sdraie, così piccolo e ingombrante tanto che sentivo il fiato mancarmi. Ma non era in se per se a causa del magazzino, bensì del corpo di Federico così caldo e invitante a pochi millimetri dal mio petto. Alzai imbarazzata lo sguardo e incontrai il suo, liquido e peccaminoso nel mio. Ci si domandava spesso cosa voleva dire parlare con lo sguardo e Dio in quel momento, il suo, lo leggevo perfettamente. Così desideroso, così sicuro di sé … Come se quello che stava per fare non avrebbe avuto nessuna respinta. E aveva ragione. Si. Perché in quel preciso momento se soltanto mi avrebbe sfiorata, sapevo che mi sarei sciolta tra le sue braccia forti e muscolose. Chiusi gli occhi deglutendo per darmi una calmata. Troppe emozioni, troppi pensieri mi assillavano e solamente perché lui continuava a guardarmi trasmettendomi le sue parole con lo sguardo.

<< Qual è lo scopo di questo incontro? >> chiesi flebilmente e alzai lo sguardo pronta a ricevere qualsiasi risposta bella o meno che sarebbe uscita dalle sue labbra che in quel momento mi attiravano come il miele attirava le api. Dischiuse, carnose, rosse e sensuali da morire. Desideravo da anni baciarlo e non ne avevo mai avuto il privilegio. Quella sera in discoteca avrei potuto, ma la mia parte razionale mi aveva frenata. Ora in quello sgabuzzino malconcio e stretto sapevo che non mi sarei tirata indietro perché c’ero dentro fino al collo, perché dopo la mezzanotte la scommessa sarà finita e tutto ritornerà come prima. Una monotona vita. Sussultai quando la sua mano calda sfiorò il mio fianco nudo e sentì la pelle d’oca formarsi al passaggio delle sue carezze lascive e provocanti. Sentì il suo ginocchio insinuarsi in mezzo alle mie gambe e trattenni il respiro quando la sua pelle leggermente bagnata venne a contatto con la mia sensibile e fragile. Sentivo le palpebre pesanti e avrei voluto soltanto poggiare le mie labbra sulle sue per placare quel cavolo di desiderio nascosto che da tempo mi logorava. Vidi il suo viso perfetto avvicinarsi al mio e trattenni il respiro mentre le mie labbra si dischiudevano pronte ad un contatto. Subito i suoi occhi si persero a guardarle e ansimai sul suo mento vedendo quegli occhi così liquidi soltanto per me mentre la sua gamba si strusciava tra le mie. E le sentì … per la prima volta sentì le sue labbra sulla pelle del mio collo. Non labbra dolci e premurose, bensì labbra voraci e passionali che in un solo secondo mi stavano facendo vedere le stelle. Baciava, succhiava, leccava e mordicchiava ogni singolo centimetro della mia pelle mentre io mi sentivo morire dentro, mentre un languore al basso ventre incominciava a farsi sentire. Le sue mani con lascive carezze, risalivano il mio corpo soffermandosi sotto il mio seno e fremetti aspettando un contatto che invece non arrivò perché quando le sue labbra incominciarono a lasciare baci più passionali sulla mia pelle, le sue mani mi artigliarono fortemente e mi lasciai travolgere da quell’abbraccio passionale e sensuale che mi lasciò scappare un sospiro estasiato mischiato ad un gemito roco. Il suo bacino si scontrò contro il mio e sentii perfettamente quanto in quel momento mi stava desiderando . Le mie mani, da prima inermi lungo i fianchi, si risvegliarono e andarono a circondargli il collo stringendo tra le dita i suoi soffici capelli. Volevo di più, cercavo di più … La sua pelle calda contro la mia, il suo respiro che si spegneva contro il mio collo bollente dai suoi baci, le sue mani che non lasciavano in pace il mio corpo con le proprie carezze sensuali che lasciavano una scia di calore al loro passaggio. No, volevo di più. Non sapevo quanto, ma di più … Ero insoddisfatta, ma altrettanto eccitata, ero incapace di intendere, ma totalmente capace di agire. Mi alzai in punta di piedi e strinsi con forza le braccia attorno al suo collo cercando di fargli capire cosa volevo e mi assecondò. Le sue mani si chiusero attorno alle mie cosce e mi sollevarono mentre le mie gambe, dotate di vita propria, gli circondarono la vita. Sentivo il suo corpo a pochi centimetri dal mio, ma osai . Lo spinsi contro il mio corpo e lo sentii completamente, tant’è che un gemito roco sfuggì ad entrambi. Era una voglia peccaminosa, una voglia sbagliata ma che entrambi cercavamo di raggiungere perché la volevamo enormemente.

<< Stai con lui per dimenticarti di me? >> sussurrò roco contro il mio collo ormai bollente,ormai sazio delle sue labbra che volevo sentire sulle mie per placare quel languore che sentivo al bassoventre … Era una di quelle domande dalle quali cercavo di scappare da tempo.

Si, cazzo. Sto con lui perché non voglio toccare la tua pelle così perfetta e desiderosa di attenzioni, sto con lui perché mi fa male sentire i tuoi occhi nei miei e non poterti avere, sto con lui perché sei il mio passato e devi rimanere ciò anche se il mio cuore non vuole, anche se il mio corpo non vuole …        

Presi tra le mani il suo viso  costringendolo a guardarmi negli occhi e un’altra fitta allo stomaco si impadronì di me. Lo volevo, lo volevo da impazzire … Sentivo prepotente e provocante il suo respiro battere contro le mie labbra leggermente dischiuse. La sua pelle che bruciava contro la mia.

 Il respiro nel respiro rendeva il momento magico,
pelle contro pelle rendeva quel momento un peccato sfuggevole, ma che entrambi cercavamo di raggiungere …

<< Sto con lui per dimenticare quanto la tua presenza mi fa male, ancora … >> sussurrai mentre il mio sguardo continuava  a vagare dai suoi occhi alle sue labbra. E fu un momento. Un lunghissimo momento interminabile e deciso, che sentii le sue labbra sfiorare le mie in un casto bacio. Il mio cuore non poteva reggere tutti quei battiti frenetici eppure lo fece. Forse per il fatto di non volersi perdere quel bacio o forse perché anche lui aspettava di poterlo provare.

<< Non dimenticarti di me … non sfuggirmi tu questa volta >> mi sussurrò contro le labbra e automaticamente le dischiusi. Era la cosa più sbagliata, illogica e desiderata che stavo per fare. Primo perché era irrispettoso nei confronti di Alessio e secondo … perché sapevo che dopo quel bacio non lo avrei dimenticato. Avrei capito che il mio cuore aveva continuato ad aspettarlo per anni e che finalmente lo aveva avuto. Non me lo  sarei lasciata scappare per nulla al mondo in quel momento. Soli, uno sgabuzzino era partecipe del nostro atto sbagliato, il suo respiro contro il mio, la sua pelle calda contro la mia, il suo bacino che sfregava lentamente contro il mio in una specie di leggera danza che dava sollievo ad entrambi. Entrambi che aspettavamo frementi di un contatto più intimo … e finalmente le sue labbra si posarono sulle mie decise e possessive. Piccoli e casti baci continuava a lasciare la sua bocca ed io, eccitata e piena di desiderio, gli morsi il labbro inferiore dischiudendoglielo e lasciando che la mia lingua lo assaporasse pienamente. Chiusi gli occhi quando percepì che il bacio si stava per fare serio, ma …

<< Charlie? Charlotte? >> … sentii la voce di Alessio chiamarmi e imprecare debolmente. La bolla di passione che fino  a pochi minuti fa si era creata, si dissolse velocemente ed io arrossì. Federico continuava a sbattere le palpebre leggermente confuso, come se si era appena svegliato da un sogno e ,arrabbiato per quell’interruzione, mi lasciò scendere dal suo corpo lentamente. Appena le mie gambe toccarono terra, le sentii molli e pesanti. Feci per uscire da quello sgabuzzino intenta a dimenticare tutto, intenta a sprofondare dalla vergogna, ma la sua mano mi bloccò il polso costringendomi a girarmi. I suoi occhi trattenevano ancora dentro quel liquido che mi aveva fatto perdere il lume della ragione e la sua mano … Dio, non osavo immaginare  nemmeno quello che mi stava provocando dentro, perché lo sentivo bene. Sospirai.

<< Non ti lascio andare ancora una volta Charlie … non dopo quello che è successo. Promettimi … >> iniziò e lo vidi mordicchiarsi le labbra indeciso o meno se dirmi quella cosa.

<< Cosa? >>.

<< Promettimi che in questo presente, mi darai una chance. Perché, Dio, il solo vederti … mi fa venire voglia di baciarti, di averti … >> mi sussurrò e constatai che si era avvicinato. Quelle parole mi colpirono duramente. Lui … voleva avere una chance con me, con il mio squallido corpo. Strattonai il braccio furente e vidi i suoi occhi sgranare.

<< Tu vuoi soltanto il mio corpo, soltanto una sana scopata! Sei sempre il solito, diamine! >> urlai furente e vidi delle ragazze girarsi incuriosite verso di noi. Federico scosse la testa addolorato.

<< Ma perché rigiri sempre le parole, cazzo? >> sbottò lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi sbigottito. Ridacchiai mentre sentivo dentro di me un fuoco accendersi, mentre sentivo il mio stomaco contorcersi e le farfalle che svolazzavano lì, formare un uragano.

<< Perché non mi fido più di te! >> urlai e Federico si immobilizzò guardandomi sorpreso e allo stesso tempo … deluso.  Sentivo le lacrime cercare di uscire dai miei occhi, ma le ricacciai indietro. Decisa a non fargli vedere quanto mi faceva stare male.

<< Non dopo che mi hai rifiutata, non dopo che hai senza motivo chiuso la nostra amicizia, non dopo che avevo bisogno di te e tu te ne sei fregato! Non dopo che … che hai incominciato a provare odio verso di me … Non .. posso … >> sussurrai mentre le mie parole venivano spezzate da rari singhiozzi e lo vidi abbassare lo sguardo affranto. Sembrava che le mie parole lo avevano colpito, ma sentirsi dire da lui che adesso mi voleva mi aveva fatta stare male. Non dopo che se n’era andato, non dopo che mi aveva disprezzata, presa in giro e fatta innamorare. Che sciocca che ero stata! Così, senza dire nulla, girai i tacchi e con le lacrime agli occhi tornai dai miei amici cercando di dimenticare le emozioni che avevo provato e che sapevo non mi avrebbero lasciata respirare in futuro … Vidi Alessio guardarsi intorno e, quando i suoi occhi nocciola incontrarono i miei, lo vidi sorridere. Mi raggiunse febbricitante e pronto a baciarmi, ma si fermò quando individuò calde lacrime sulle mie guance abbronzate. Mi prese il viso tra le mani e mi guardò preoccupato. Asciugava dolcemente con il pollice quelle piccole lacrime amare che avevano solcato inconsapevolmente il mio viso. Lacrime dovute ad un ragazzo che non si meritava la mia sofferenza. Abbassai gli occhi colpevole di quel gesto che poco prima mi aveva resa partecipe di un tradimento e arrossì ripensando alle sue labbra sulla mia pelle, alle sue mani sul mio corpo … a lui che senza baciarmi mi aveva fatto desiderare di volere di più. Quel più che era totalmente sbagliato e insensato, quel più che dentro di me desideravo da quando ero un adolescente.

<< Cosa è successo? >> mi chiese teneramente il mio ragazzo ed io scossi il capo sospirando. Alzai gli occhi e lo vidi. Indifferente rideva con i suoi amici, indifferente stringeva a se un altro corpo femminile e una fitta allo stomaco mi pervase.

Succede che il mio cuore si sta risvegliando dal suo tepore iniziale, succede che mi sto innamorando di nuovo del mio migliore amico …

Come potevo essere stata così imprudente da far commettere una cosa del genere un’altra fottutissima volta?

Perché d’altronde è lui quello che ho sempre voluto, è lui quello che mi fa stare bene e non è corretto nei tuoi confronti, Alessio …

E fu un momento. Un millesimo di secondo nel quale vidi il mio ragazzo intercettare il mio sguardo e girarsi, scoprendo la causa delle mie lacrime. E non riuscì a fermarlo, non riuscì a placare la sua ira perché non ne avevo la forza. Urlavo il suo nome, ma le mie braccia lo toccavano vanamente. E poi un pugno. Un pugno che aveva lasciato basito Federico, il quale si toccava dolorante e incredulo la guancia prima di spostare lo sguardo su di me. Quei bellissimi occhi velati ormai da delusione e rammarico …

<< Perché diamine lo hai fatto? >> urlò alzandosi contro il mio ragazzo e lo sovrastò con la sua altezza, avvicinandosi pericolosamente al suo viso. Alessio rimase fermo a guardarlo e un sorrisino gli si formò sulle labbra.

<< Tu prova a toccare la mia ragazza e lo rifarò di nuovo,Molinari >> sussurrò digrignando i denti Alessio. Federico subito spostò lo sguardo verso di me e mi guardò incredulo. Non poteva credere che io avevo detto ad Alessio di quello che era successo nello sgabuzzino ed effettivamente non era uscita una parola dalle mie labbra. Ma il mio ragazzo lo aveva capito dal mio sguardo e su questo non potevo farci nulla. Alcune volte gli occhi dicevano la verità mentre le parole dicevano sempre false bugie. Lo guardai e scossi la testa.

<< La tua ragazza l’ho già toccata e a lei non è dispiaciuto … >> disse ghignando ed io spalancai la bocca incredula. Incredula che quelle parole erano uscite dalle sue labbra. Così cattive, così … non da lui. Alessio sgranò gli occhi stupito da quella confessione e si girò verso di me scrutandomi con gli occhi. Cercava di scovare la verità, ma Dio, quello che aveva detto era reale. Perché si, le sue carezze, i suoi baci mi erano piaciuti più del dovuto e tutto  era stato totalmente sbagliato.

<< Che cazzo sta dicendo, Charlotte?! >> disse sconfitto prendendomi le mani tra le sue ed io scoppiai a piangere abbracciandolo calorosamente cercando di farmi perdonare tramite quell’abbraccio. Ma sapevo di non avere poteri … Non avevo nulla in mano, nemmeno l’amore. Mi sfuggiva sempre, sembrava che mi odiava. Non riuscivo a prenderlo. Forse ero vaccinata, forse per me l’amore non sarebbe mai stato perfetto. Aprì gli occhi e vidi quelli di Federico riversarsi nei miei. Dal suo volto capì che quello che aveva detto prima era stata una cazzata. Alessio non sapeva nulla e lui gliel’aveva rivelato semplicemente su due piedi. Ma subito il mio ragazzo si staccò da me e girandosi colpì di nuovo con un pugno Federico che questa volta contraccambiò colpendolo a sua volta. Urlai cercando di fermarli mettendomi in mezzo, ma Veronica mi aveva presa per un braccio portandomi contro di lei. Marco cercava di allontanarli, ma nulla. Continuavano ad insultarsi, a prendersi a pugni davanti a tante persone che cercavano di accorrere per fermare quella specie di rissa. Io li guardavo e un strizza al cuore mi aveva pervasa. Tutto per causa mia. Io che non riuscivo a frenare il desiderio di avere Federico, io che volevo bene ad Alessio, io che … non sapevo più cosa volevo. E quando si staccarono ansanti l’uno dall’altro, vidi Federico voltarsi e andarsene  mentre le sue mani erano chiuse a pugno. Quei pugni insanguinati e vittime della gelosia sfrenata verso di lui. Feci per andare verso di lui, ma Veronica mi trattenne imponendomi con gli occhi di rimanere lì e di lasciargli sbollire la rabbia. Aveva ragione. Io non potevo fare nulla perché la vittima di tutto questo ero io, non Alessio o Federico. IO. E a causa di questo cominciavo a sentirmi una persona orribile … Una persona che faceva soffrire la gente perché non sapeva cosa voleva. Era ora di mettere un punto a quello che io desideravo e dovevo capirlo. Forse con il tempo … forse parlando con Alessio. Forse … forse aprendo un po’ del mio cuore e accorgermi dell’evidenza …

*****************


<< Ahio! Charlie, piano! >> sbottò Alessio al mio secondo tamponamento sul suo sopracciglio. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai scocciata dai suoi modi bambini.

<< Vuoi stare fermo? >> dissi alzando la voce e cercai di avvicinare l’ovatta bagnata al punto dolente, ma lui mi fermò mettendo una mano sul mio polso e costringendomi a guardarlo in volto. Un volto violaceo, un volto segnato da cicatrici che forse gli sarebbero rimaste per sempre. A quella visione sentii una lacrime scivolare lungo la mia guancia, ma venne catturata dalle dita di Alessio che, sorridendomi teneramente, mi carezzò il volto cercando di farmi stare bene.

<< Mi ha pestato bene, è? >> disse lui ridacchiando ed io lo colpì sul braccio duramente. Diamine! Non poteva scherzare su queste cose!

<< Smettila, ti prego … >> sussurrai sfinita e amareggiata. Quella giornata non voleva concludersi ed io avevo voglia soltanto di dormire e lasciare alle spalle quello che era successo. Eppure sapevo che ormai io e lui dovevamo parlare di quello che era accaduto e non potevo scampare a quel discorso.

<< Stiamo insieme da … 24 ore? E già un ragazzo geloso mi ha rotto al faccia >> disse ed io scossi la testa alzandomi da lui arrabbiata e delusa dai suoi atteggiamenti. Ma prima che potessi uscire dalla cucina di casa mia, lui prese il mio polso costringendomi a voltarmi e a sedermi di nuovo sulla sedia davanti a lui.

<< Ascoltami. La colpa non è tua, ok? Tu … sei ancora innamorata di lui e lo capisco. Conosco la storia, me l’ha raccontata Marco … >> disse ed io feci per aprire bocca, ma lui mi bloccò sul nascere << … non interrompermi! Sapevo dall’inizio che con quella stupida scommessa sarebbe successo un vero macello. Ne ero consapevole, ma ho voluto provarci e … ora l’unica cosa che voglio è che tu capisca cosa vuoi e anche io devo capire ciò. Possiamo continuare a stare insieme e vedere come va … >> mi disse mentre le sue mani carezzavano le mie delicatamente. Alzai lo sguardo e lo guardai rendendomi conto della  bella persona che avevo davanti. Sorrisi e sporgendomi in avanti, gli lasciai un tenero bacio sulla guancia in segno di gratitudine per avermi compresa e capita. Per aver perdonato il mio errore … E eravamo rimasti così, stretti in un caldo abbraccio a sussurrarci i nostri errori e le nostre paure rendendoci conto che molte cose ci accumunavano. Forse era proprio questo che ci rendeva forti da andare avanti, forse era la passione per la vita a farci sorridere liberamente. Ormai la scommessa era finita, il periodo di convivenza forzata non c’era più … ed ora il mio cuore era solamente in mano al destino …

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Piccolo Spoiler Capitolo 11!

"E lo vidi sorridere dopo due settimane nelle quali mi aveva ignorata, ma …
non sorrideva a caso, sorrideva tenendo per mano una ragazza.
E in quel preciso momento sentì il mio cuore sgretolarsi  un’altra volta … "

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


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 Capitolo 11



Alcune volte le persone si ritrovavano a voler annegare nei propri pensieri, con le proprie espressioni e i ricordi che aleggiavano come aloni intorno ad essi. In quel momento mi ritrovavo così. Stesa sul mio telo da mare a guardare l’orizzonte. Forse in attesa che cambiasse qualcosa o forse … in attesa di un dannato miracolo. Tutta quella situazione mi stava struggendo sia dentro che fuori ed io non potevo continuare più così. Erano passate due settimane e da quel fatidico giorno, lui,  non mi aveva rivolto più la parola se non uno strascicato “ ciao” dettato ovviamente dal galateo. Le cose tra di noi erano cambiate notevolmente in quanto avevo voluto precedentemente mandare avanti il mio rapporto con Alessio e sopire invece quello che stava per nascere con Federico. La mia non era stata una decisione presa per ripicca contro il ragazzo del quale ero stata innamorata in passato, bensì era dettata da ciò che io avevo provato in quegli anni ormai lontani. Rabbia, delusione, sgomento ed un cuore spezzato e gettato in chissà quale sacco della spazzatura. Invece, davanti a quell’immensa distesa di mare aperto, mi ritrovavo a pensare se ciò che avevo fatto qualche settimana fa, era stata una decisione logica e presa con intelligenza. Vederlo ridere e scherzare normalmente, era come un forte pugno allo stomaco. Era come se le mie parole, il mio rifiuto, non gli avessero provocato nulla se non una scopata in meno. In cuor mio sapevo che avevo fatto la cosa giusta in nome del mio povero cuore che sapevo si stava risvegliando dai suoi sentimenti passati. Federico non mi era più indifferente come un anno fa, anzi. Mi mancava il suo spavaldo sorriso, i suoi occhi, le sue mani e il suo dolce profumo maschile che mi aveva inebriata in quel piccolo stanzino dove per la prima volta, tra di noi, era esplosa una bolla d’aria chiamata passione. Per quanto potevo essere masochista in quel momento, desideravo baciarlo, toccarlo, sentirlo mio almeno per una maledettissima volta facendo vedere al mio cuore che non ero innamorata di lui, ma soltanto del suo lontano ricordo.

Invece non era vero niente.

Perché se lo avessi baciato, avrei voluto altri baci ancora. Se lo avessi avuto, avrei voluto sentirlo ancora mio. Dopotutto però, in quelle settimane o giorni, il suo totale disinteresse nei miei confronti non poteva farmi che bene. Volevo soltanto capire che cosa avrei voluto dalla mia vita sentimentale e stare lontana da lui mi portava a ragionare su questo aspetto. Dovevo decidere in fretta, lasciarmi alle spalle i vecchi pregiudizi e pensare soltanto con il cuore perché dopotutto lui era l’unico organo che sapeva dirmi la verità anche se in realtà non riuscivo ad ammetterla nemmeno a me stessa. Era illogica, sconsiderata, fottutamente sbagliata e ingiusta. Ma diamine, mi stavo innamorando di nuovo del mio migliore amico …

*****************

 

Dormivo beatamente lungo il telo steso sulla sabbia bollente di quel pomeriggio ancora afoso, quando una mano non tanto cordiale continuava a scuotermi il corpo e a chiamare il mio nome ripetutamente. Mugolai in protesta, ma in cambio ricevetti una pacca sulla testa e di scatto aprì gli occhi assottigliandoli in modo da vedere bene la persona che avevo davanti. Veronica. Roteai gli occhi sbuffando e mi rigettai con il capo sulla mia borsa.

<< Ah! Sempre la solita dormigliona! Comunque volevo informarti che stasera, baby, devi prepararti le valigie! >> sbottò squittendo peggio di una gallina ed io aprii un occhio guardandola come se era una pazza isterica uscita appena da una telenovela. Valigie? Partire? Mi ero persa, forse, qualcosa?

<< Cosa farfugli Vero? >> sussurrai sbadigliando. La ragazza roteò gli occhi e poi mi sorrise.

<< Se ti dico Paradise cosa ti viene in mente? >> mi disse sorniona ed in un attimo mille immagini di anni passati mi ritornarono in mente. Mi ritrovai catapultata negli anni del primo fidanzato, del primo bacio, della prima volta e un sorriso nacque spontaneo sulle mie labbra screpolate. La Paradise era una barca a vela, proprietà del padre di Marco. Quasi ogni anno passavamo una settimana lì. Giravamo tutta l’isola di Capri ed era una cosa bellissima. Mi ricordavo ancora il profumo di salsedine la notte, la luna piena ad illuminare il mare ormai nero e calmo … Una settimana all’insegna del divertimento ed io in quel caso, in quei giorni, avrei cercato di divertirmi e di passare più tempo possibile con il mio ragazzo.

<< Ma è fantastico! >> esclamai << Chi saremo? >> chiesi poi continuando a parlare. Veronica alzò gli occhi al cielo in un gesto pensieroso prima di sorridermi.

<< Tutta la comitiva! >> esclamò battendo le mani ed io la seguii a ruota ritrovandomi a ridere come una bambina. Con lei passare le giornate era come bere un bicchiere fresco di acqua. Scivolava giù in fretta e ti ritrovavi a volerne ancora e ancora. Veronica sapeva tirarmi su il morale, sapeva farmi ridere fino allo sfinimento, sapeva dirmi no come un’affettuosa sorella maggiore. Ed io le volevo bene per questo. Era stata lei che mi aveva aiutata a superare il dolore di quegli anni passati, anche se non aveva saputo chi era il ragazzo del quale ero stata innamorata. Ero stata una codarda e una  stupida, avrei dovuto fidarmi di lei, ma invece non lo avevo fatto. Comunque, la mattinata e metà pomeriggio passarono velocemente e mi ritrovai a camminare lungo il marciapiede intenta a tornare a casa e farmi una veloce doccia fredda. Ormai era un Luglio inoltrato e il caldo incominciava a farsi sentire sempre di più. Camminavo con mille pensieri in testa, con mille domande e punti interrogativi mentre strisciavo i piedi nudi sull’erba di quel piccolo parchetto dove da bambina avevo giocato spesse volte. Il sole aveva incominciato a calare e all’orizzonte si intravedeva quel bellissimo arancione sfumato che tante di quelle volte avrei voluto dipingere su una tela. Mi ritrovai ferma, seduta su una panchina a guardare il tramonto, mentre abbracciavo le gambe come a tenermi salda e difesa da chiunque si trovava nei paraggi. Non avevo voglia di tornare a casa, di trovarla vuota e silenziosa, senza una figura materna e paterna a intrattenermi. Mio fratello ormai dormiva quasi sempre da un suo amico ed io spesse volte mi ritrovavo a dormire sola in quella casa enorme. Mia madre ancora era in viaggio di lavoro e non sapevo quando sarebbe tornata. Ormai però mi ero abituata a quella solita routine quotidiana, mi ero abituata a non avere un genitore o un fratello girarmi intorno come delle mosche fastidiose. Eppure mi mancavano terribilmente. Avrei tanto voluto raccontare a mia madre quello che mi stava succedendo, quello che stavo provando … lei non sapeva nulla di me, non aveva mai voluto  provare a capire i miei stati d’animo. Era sempre stata troppo indaffarata a lavorare. Così, in quel momento, mi ritrovavo a guardare l’orizzonte chiusa nel mio guscio interiore a riflettere su cosa realmente volevo nel mio presente. Ero così maledettamente confusa …

<< Sapevo di trovarti qui … >> disse improvvisamente una voce mascolina dietro di me ed io sobbalzai spaventata. Mi voltai e trovai Alessio sorridermi dolcemente. Si mise a sedere accanto a me e prese anche lui a guardare l’orizzonte.

<< Sono passato a casa tua, ma non c’era nessuno. Così ho fatto due più due e mi sono ricordato che tu adori venire qui quando sei da sola o pensierosa >> continuò ed io non potei che sorridergli grata che si fosse ricordato di quella mia piccola pecca. Appoggiai la testa sulla sua spalla e sospirai.

<< Cosa ho fatto di sbagliato per non meritarmi l’affetto di una madre? >> sussurrai carezzevole e lo sentii irrigidirsi. Era uno di quegli argomenti che Alessio aveva sempre avuto paura di affrontare con me per il fatto di non sapere come confortarmi. Ma a me bastava soltanto che mi abbracciasse  e mi ascoltasse. Era questo l’importante, l’essenziale di cui avevo bisogno.

<< Alcune volte, Dio, sto bene con voi e di queste cose mi dimentico, ma quando torno a casa … odio trovarla così vuota. Odio non avere una madre che mi ascolti, che mi consoli >> gli confessai e, improvvisamente, sentì le sue grandi braccia muscolose circondarmi inaspettatamente e sorrisi sorpresa di quel gesto affettuoso che aveva appena avuto nei miei confronti. Era come se mi stava dicendo che c’era per me, che mi stava ascoltando e questa cosa non poteva che farmi stringere il cuore dall’emozione. Averlo accanto mi faceva stare bene, sentirlo ridere mi faceva rendere conto che le mie parole non erano così azzardate o noiose. Stare con lui era come stare in  una bolla di tranquillità ed io ero felice di questo.

<< E’ per questo che ci siamo noi, Charlie. Per non farti pesare ciò che a te manca … per colmare quelle piccole crepe che hai e che con tutto il cuore vorresti chiudere per andare avanti. Ma sono proprio loro che ci fanno continuare a vivere lottando per ciò che desideriamo e tu non devi farti scappare nulla perché sei una ragazza fantastica … >> mi sussurrò dolcemente ed io alzai il viso incontrando i suoi occhi nocciola. Gli sorrisi e sussurrai un debole “ Grazie” prima di appoggiare teneramente le mie labbra sulle sue in un dolce bacio. Lo sentii stringermi contro di sé e in quel momento desiderai con tutta me stessa che quel magico momento non finisse, che quell’intimità rimanesse per sempre chiusa nei nostri cuori, nella nostra bolla personale che in quel primo mese ci eravamo costruiti. Lo baciai con tutta me stessa perché avevo bisogno di sentirlo, lo baciai con speranza perché le sue parole mi avevano confortata, lo baciai con affetto perché in realtà il mio cuore in quel momento stava battendo impazzito felice di tutto ciò. Sentivo il suo sapore dolce inondarmi il palato, le sue calde e morbide labbra sfiorare le mie, le sue mani stringermi i fianchi in un gesto possessivo, la sua lingua scaldare la mia … Avrei voluto che quel momento magico non finisse mai, ma una debole e conosciuta risata mi fece riportare alla realtà e di nuovo quel senso di confusione prese ad aleggiare nella mia mente, ma soprattutto nel mio piccolo cuore. Proprio quando i miei occhi si spostarono curiosi oltre la spalla di Alessio vidi proprio quello che non avrei mai voluto vedere. I miei occhi incontrarono un’altra figura, non tanto lontana, ma potevo distinguerla chiaramente. Ovunque lo avrei riconosciuto. Era Federico. Spiccava inconsapevolmente in quello spiazzo del parco illuminato dai tenui e caldi raggi del sole. Una semplice canottiera a coprire quel torace perfetto, dei bermuda di jeans a vita bassa ed un sorriso che poteva illuminare anche le giornate più buie. Lo vidi sorridere dopo due settimane nelle quali mi aveva ignorata non sorrideva a caso, sorrideva tenendo per mano una ragazza.
E in quel preciso momento sentì il mio cuore sgretolarsi  un’altra volta … I miei occhi non volevano staccarsi da quel soggetto mentre il mio ragazzo continuava a chiamarmi, ma io non lo sentivo troppo concentrata a guardarlo e a sentire il mio cuore sbriciolarsi
. No. Non poteva succedere di nuovo, non ancora, non dopo tutto quello che era successo in passato! Ma quando i suoi occhi si versarono nei miei capii che non potevo più scappare dal loro magnetismo, dal potere che avevano sul mio corpo, sul mio cuore sensibile e innocuo. Tutte le certezze che avevo acquistato in quegli anni si sgretolarono al suolo e si, non potevo scappare … Il mio cuore ormai aveva deciso a chi appartenere e con questo non potevo andare incontro a ciò che avevo scelto. Perché per quanto mi aveva fatto male Federico, il mio stupido cuore aveva scelto ancora lui.

Mi ero innamorata di lui ancora una volta …

E lo avevo capito così su due piedi. In quelle settimane avevo sentito la sua mancanza, avevo sentito il peso delle sue parole, avevo riprovato quei brividi nei miei sogni e me ne ero vergognata come una ladra perché non era corretto nei confronti di Alessio. Ma in quel momento, vederlo con un’altra, mi aveva fatto stringere lo stomaco in una strana morsa. Gelosia. Si, lei era ritornata ed ora non potevo scappare da ciò. Non potevo scappare da quell’amore che da troppo tempo continuava a corrodermi aspettando di uscire e manifestarsi di nuovo. Guardai Alessio negli occhi e li vidi spalancarsi sorpresi. I miei erano liquidi di lacrime calde, liquidi di nuovo d’amore non corrisposto ed io non potevo sopportare una tale delusione ancora una volta.

<< Scusami … >> sussurrai tra le lacrime e mi alzai, camminando velocemente verso casa mentre Alessio continuava ad urlare il mio nome cercando di fermarmi. Ma non lo ascoltavo troppo presa dal sentire ancora quella sensazione opprimente che in passato mi aveva fatto provare così tanto dolore. Volevo scappare, ma sapevo che non era possibile, volevo evitarlo l’indomani ma sapevo che dovevo dargli risposta. Mi ritrovai a casa in meno di cinque minuti. Non mi feci la doccia, non mi addormentai sul letto, bensì ripresi a scrivere il mio vecchio diario segreto. L’unico che sapeva tutto di me e l’unico che in quale momento era in grado di sentire scorrere sulle sue pagine le mie frustrazioni e la consapevolezza che Federico non lo avevo dimenticato …

**************

Mi svegliai l’indomani ancora vestita e con il viso appesantito dalla salsedine. Vicino al mio corpo era appoggiato il mio vecchio diario e mi resi conto che ero rimasta tutta la notte a scrivere sulle sue pagine ormai logore e piene di polvere. Mi alzai dal letto decisa a farmi una doccia veloce, ma il suonare del campanello mi fece fermare appena in tempo dall’entrarvi dentro. Sbuffando presi l’accappatoio e scesi. Aprii la porta non aspettandomi certo di trovarmi davanti Alessio vestito e scuro in volto. Non mi guardò, bensì entrò dentro casa respirando profondamente come se doveva dirmi qualcosa di veramente importante. Chiusi la porta e mi ritrovai in una specie di gabbia. Da sola, con il mio ragazzo che in quel momento sembrava davvero risoluto a fare o a dire qualcosa di sconvolgente.

<< Dimmi la verità, sei ancora innamorata di lui, vero? >> mi chiese semplicemente ed io in quel momento ricordai tutto della scorsa sera. Ricordai la profonda gelosia, le lacrime che bagnavano il mio viso, la consapevolezza di amare quel ragazzo ancora … forse più di prima. Abbassai il volto, imbarazzata e profondamente in colpa per quei fottuti sentimenti. Tutta colpa di quella stupida e malsana scommessa …

<< Si … E mi dispiace io non pensavo di … >>.

<< Dispiace a me, invece, di averti costretta a stare con me quando sapevo perfettamente che eri ancora innamorata di lui … Dio sono stato uno stupido >> disse passandosi nervoso una mano tra i capelli, prima di sedersi e prendersi il volto tra le mani. Appoggiai delicatamente una mano sulla sua spalla e chiusi gli occhi. Il silenzio aleggiava intorno a noi, ma io non sapevo cosa dire.

<< E sono stato anche un perfetto stupido perché … beh, mi sono messo con te perché mi piacevi, ma anche per capire una cosa che mi logorava da mesi ormai … >> continuò ancora e poi alzò il viso incontrando i miei occhi curiosi.

<< Sono gay, Charlie … e mi piace Riccardo >> disse tutto d’un fiato ed io spalancai sorpresa sia gli occhi che le labbra. Cosa? Dio ora capivo tutto! Ecco perché quel giorno in piscina, quando stavo baciando Alessio, il mio migliore amico mi aveva guardata male. Ora capivo tutto, ma … perché Riccardo non me lo aveva confessato?

<< Oh! Beh … >> mormorai imbarazzata. Non avevo la più pallida idea di cosa dire in quel momento.

<< Charlie scusami se ti ho soltanto usata, io … Dio … >> disse sbuffando tutto rosso in viso ed io mi lasciai scappare un sorriso divertito.

<< Sai credo che tu piaccia a Richy. D’altra parte stare insieme, io e te, ci ha fatto capire molte cose … >> rivelai alzando le spalle e sospirando.  Alessio mi sorrise e di scatto mi abbracciò soffocando un risolino sulla pelle della spalla. Lo strinsi forte a me e mi beai del calore del suo abbraccio confortante.

<< Promettimi Cha che non ti farai scappare Federico. Hai questa settimana in barca a vela, non fartelo scappare … Lo ami e credo che lui non sia del tutto indifferente a te >> mi disse dolcemente ed io annuì convinta. Si, in quella settimana non mi sarei lasciata  scappare nulla e con tutto il cuore speravo che il destino finalmente mi avrebbe lasciata  vivere felice e innamorata insieme a Federico. Ma sapevo che avrei dovuto superare molti ostacoli eppure, mentre abbracciavo Alessio ancora, dentro di me sentivo la determinazione di conquistarlo e speravo di sentirlo finalmente mio …

 ************


Angolo Autrice!
Ok, forse mi ucciderete o verrete a cercarmi per sgridarmi, ma la mia luuuunga assenza credo che sia giunta al termine poiché ho recuperato tutte le materie nelle quali era quasi sicuro che avrei avuto il debito. Quindi ... il prossimo capitolo lo posterò sicuramente prima del previsto! :D Certo, scriverei più volontieri se mi scriveste qualche recensione ( sia positive che critiche ovviamente ). Beh come vedete Charlie finalmente ha capito che si è innamorata ancora una volta del bel Federico, ma vi chiederete ... chi è la misteriosa ragazza che era in sua compagnia? Beh, vi dico soltanto che porterà un bel po' di scompiglio nella vita di Charlotte! Beh che dire! Grazie a tutte che pur i miei ritardi, continuate a seguirmi :) Grazie anche alle ragazze che recensiscono con delle bellissime parole :) Al prossimo capitolo!
Un Bacio.
SoFunny.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


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Capitolo 12

 
Avevo, ormai, preparato la valigia che era stracolma di vestiti e creme solari. Dopotutto sapevo che avremmo passato maggior parte del tempo in spiaggia a divertirci. Negli anni passati e ancora oggi, quella barca rappresentava per noi tutti un ricordo indelebile delle estati passate, degli amori, delle risate, delle litigate … Per me, però, rappresentava in quell’anno un nuovo inizio nel quale non mi sarei lasciata scappare nulla, nemmeno ciò che il mio cuore voleva tenere per sé. Mi sarei divertita, avrei riso e avrei cercato di prendere ciò che in passato mi ero lasciata scappare per colpa forse della paura o di quell’amicizia che mi aveva legata profondamente a lui. Dopotutto, in quei giorni, avevo scoperto così tante cose da non riuscire  a capire più nulla. Alessio era, diciamo, innamorato di Riccardo che dopotutto sembrava ricambiare i suoi sentimenti anche se a me non aveva mai detto nulla; il mio cuore  e  la mia testa bacata finalmente avevano capito qual’era il ragazzo che amavo … E quest’ultima questione era quella che mi aveva leggermente scombussolata di più. Capire davvero che in realtà il mio odio non era servito a un cazzo, ma mi aveva portata a comprendere che in realtà non lo avevo mai dimenticato. D’altra parte come potevo? Vederlo tutti i giorni, specchiarsi sempre nei suoi occhi caldi e intensi, perdersi in quel sorriso speciale e bellissimo … forse mi aveva portata alla pazzia. Ma quando ad una ragazza piaceva  un ragazzo non c’era nulla da fare. Anche i più piccoli e insignificanti difetti, quando lo vedevi, si vaporizzavano nel nulla. Le labbra si aprivano in un sorriso idiota e la testa incominciava a macchinare sempre qualche pervertito o romantico filmino  mentale. In quella settimana dovuta alla scommessa, mi ricordavo quanto tempo passavamo a scriverci per messaggio o a chiamarci per raccontarci anche le cose più stupide. E mi mancava … Tanto e vederlo con quella ragazza mi aveva portata a perdere tutte le speranze. Si, perché lei era bella con quei boccoli biondi, con quegli occhi verdi e le labbra a bocciolo .. mentre io? Io ero soltanto una bambina con i capelli anonimi, gli occhi vitrei e le labbra sempre screpolate. In pratica nessuno. Non mi piaceva vestirmi alla moda, odiavo i tacchi, odiavo farmi vedere per quella che non ero agli occhi altrui. Sbuffai sonoramente quando sentii il campanello suonare e capii che Veronica e tutti gli altri erano arrivati. Presi la valigia e feci per scendere quando una mano sul polso mi fermò.

<< Ehi, Sister … Non fare cavolate ok? >> mi sussurrò dolcemente mio fratello Filippo ed io gli sorrisi, grata del fatto che si era preoccupato per me. Gli carezzai la mano.

<< Non preoccuparti, Bro. Tu vedi di non fare troppi festini in mia assenza, intesi? >> dissi scherzando e lui roteò gli occhi fintamente scocciato. Mi sorrise ancora prima di fare una cose che mi sconvolse visto che Filippo non era un ragazzo che si esponeva così liberamente. Semplicemente mi abbracciò ed io avevo ricambiato chiudendo gli occhi e assaporando quell’attimo. Dopotutto volevo bene a mio fratello e tenevo a lui e alla sua vita. Prima di scendere le scale e uscire fuori da quella specie di prigione chiamata da me  casa, gli diedi un bacio sulla guancia e lo salutai rammentando sempre di non mettere in disordine casa. Appena uscì fuori dal portone Veronica mi venne incontro insieme a Marco che, gentilmente, prese la mia valigia caricandola in macchina. La ragazza mi passò un braccio magro attorno alle spalle strattonandomi contro il suo corpo affusolato. Ridacchiai.

<< Pronta per divertiti, stupida? >> mi disse sorridendomi calorosamente ed io annuì entusiasta prima di entrare in macchina e sospirare. Marco si mise alla guida  e subito la macchina partii seguita poi da un’altra dove sicuramente erano presenti gli altri ragazzi. Improvvisamente un dubbio mi salii. Federico di solito veniva in macchina con noi, dov’era? Mi sporsi in avanti, tra i due sedili, e guardai Marco.

<< Ma … Federico? >> chiesi fingendo finto interesse. Il ragazzo fece saettare subito i suoi occhi dallo specchietto ai miei sospirando.

<< Viene con la sua macchina >> rispose semplicemente. Aggrottai le sopracciglia confusa. Di solito a quel ragazzo non andava mai di fare chilometri con la sua “speciale” Ford Fiesta per non sprecare – detto da lui- la benzina.

<< Ah … Ok >> risposi prima di ributtarmi tra i sedili anteriori, decidendo di guardare il panorama che si mostrava ai miei occhi fuori dal finestrino.

<< E’ con una ragazza … >> mi disse poi << Una certa  Rebecca. Ci esce da una settimana >>. Boom. Il mio cuore si era improvvisamente fermato. Il respiro si era accumulato sulla mia gola così da farmi incominciare a tossire ininterrottamente. Grazie a Veronica, che aveva incominciato a darmi delle pacche sulla spalla, raggiunsi un colorito di nuovo naturale. Il mio stomaco aveva incominciato a contorcersi. Ero così maledettamente gelosa … così tanto che … diamine avevo voglia di urlare e spaccare tutto. Come potevo trascorrere una settimana con lui se lo avrei visto stare sempre insieme a quella tipa, baciarsi con lei, ridere con lei? Il mio cuore sembrava essersi aperto a metà. Una parte mi diceva di urlare, di piangere, di odiarlo per avermi fatto ancora una volta soffrire. L’altra parte invece continuava a dirmi di stare calma, di non far trasparire la mia debolezza interna, ma … Non ci riuscivo. Mi faceva così male, così tanto da sentirmi fiacca, debole e priva di qualsiasi forza. Ancora una volta, in quel piccolo gesto forse fatto con incoscienza, mi aveva ferita. Ma dovevo pensare che in realtà lui non sapeva nulla di quello che provavo, non era nella mia testa, non era nel mio cuore … non aveva mai provato cosa voleva dire innamorarsi e poi ricevere una dolorosa risposta. No, perché lui poteva avere tutto e alla fine era riuscito a riprendersi il mio cuore, ma non lo stava maneggiando con sicurezza, anzi. Lo stava distruggendo con le sue azioni. Come dargli torto. Non era al corrente che mi ero innamorata di lui ancora una volta. Mi ritrovai seduta su quella macchina a piangere lacrime di amore e odio. Non mi vergognavo di quel gesto, anzi. Mi sentivo libera di poter esprimere, con delle gocce d’acqua, il mio dolore. Non mi importava che adesso Veronica e Marco mi guardavano confusi e preoccupati per quella strana sensazione. In quel momento mi importava del mio cuore che era rimasto deluso ancora una volta. Quelle piccole goccioline salate non facevano che scendere e scendere come se a loro non importasse di Marco e Veronica che mi  guardavano sorpresi e forse anche un po’ dispiaciuti . No, loro mi stavano rigando il viso in mille piccole cicatrici , le cicatrici di qualcosa che c’era stato , ma che con orrenda verità erano sparite lasciando però un enorme spazio nel mio piccolo cuore che sembrava scoppiare da un momento all’altro non reggendo più quel peso . Le mie spalle tremavano ai miei singhiozzi e le mie unghie erano conficcate nella mia pelle . Quel dolore atroce che stavo provando era qualcosa di inspiegabile , come se qualcosa si fosse rotto di nuovo mentre io speravo ardentemente che quel qualcosa si fosse risistemato da solo ,in qualche modo . E poi , non so come , mi ritrovai a piangere tra delle braccia femminili e forti che io conoscevo fin troppo bene e l’unica cosa che riuscì ad articolare in quel momento era : << Non ci sono riuscita, Vero … lo amo ancora >> e subito nuove lacrime scesero sulle mie guance ormai rosse e calde. Non mi ero accorta che ci eravamo fermati e che la portiera vicino a me era aperta in modo tale che Veronica potesse abbracciarmi dopo essere scesa. Non mi ero accorta che tutti i miei amici, persino lui e quella ragazza, mi stavano guardando accigliati. Avevo bisogno di Riccardo … tanto. Decisi di uscire dalla macchina per prendere un po’ d’aria e asciugarmi quelle maledette lacrime, ma lui, si proprio lui, mi prese il polso strattonandomi non poco delicatamente verso il suo corpo muscoloso e profumato. Ero tanto debole che non mi resi minimamente conto che la sua mano aveva asciugato una mia nuova lacrima.

<< Cha, guardami >> mi sussurrò dolcemente, ma io non obbedì. Lo odiavo in quel momento. Cazzo mi aveva ignorata per giorni e giorni e adesso pretendeva anche che gli davo una spiegazione logica per il mio “ sconsiderato” comportamento? Poverino .. gli stavo rovinando la vacanza!

<< Cazzo, guardami! >> disse duramente ed io li alzai fronteggiandolo e sperando di non scottarmi con la loro intensità che mi lasciava sempre disorientata. Li guardai mentre cercavo di zittire il mio cuore che mi diceva di perdermi dentro i suoi occhi. No, non ero debole.

<< Perché piangi? >> mi sussurrò con una tale intensità che sentii le gambe cedermi improvvisamente, ma riuscii a tenermi su. Perché non ero debole, ero forte.

<< Sei  proprio l’ultimo al quale lo direi >> disse sprezzante facendogli spalancare gli occhi dalla sorpresa << E ora lasciami … >> e subito la sua mano lasciò il mio polso. Vedevo quella ragazza, Rebecca, guardarmi preoccupata, ma non me ne curai. Feci per girarmi e andarmene da lì, ma presa da un moto di rabbia lo fronteggiai.

<< Sai che c’è? Non ti devo rendere conto più di un cazzo, Federico … Non sei nessuno, non lo sei più da .. Quanto? Anni? Beh, si! Non fingere di preoccuparti per me perché so che le tue parole sono soltanto dettate da uno stupido copione! Smettila di toccarmi, smettila di guardarmi cercando di scovare un segno di pentimento dovuto al non  parlarti più da una settimana perché no, non sono pentita affatto! >> dissi risoluta << Ah e sai che c’è? Ancora una volta mi hai delusa profondamente … >> e con questa ultima frase mi voltai e andai verso Veronica che mi sorrise contenta che finalmente quelle maledette parole erano uscite dalle mie labbra che da troppo tempo erano rimaste sigillate. Ritornai in macchina e appoggiai il capo al finestrino chiudendo gli occhi e cercando di togliermi di torno tutti i pensieri che mi affollavano ininterrottamente.

<< Hai voglia di raccontarmi meglio? >> mi disse Veronica da davanti dopo che la macchina aveva ripreso il suo cammino. Scossi il capo e sospirai mentre un’altra, e forse l’ultima, lacrima era scesa sulla mia guancia. Il passato era ritornato, il futuro se n’era andato a farsi fottere con tutti i propositi per una vita sentimentale migliore, ma … beh forse non ero così fortunata …

 
 
**********************

 
Marco aveva appena parcheggiato la macchina vicino al porto, in un parcheggio comune. Ero scesa dalla macchina e avevo preso la valigia assieme a Veronica che era rinchiusa nel proprio religioso silenzio da almeno venti minuti. Non aveva parlato nemmeno a Marco durante il tragitto, ma il ragazzo sembrava assorto anche lui nei suoi pensieri. Quello che era successo prima, forse, li aveva sufficientemente sconvolti o fatti preoccupare, ma ormai le lacrime si erano calmate, il dolore ancora c’era ma lieve. Avevo soltanto bisogno di una doccia confortante e di un letto caldo e fresco. Sospirai mentre continuavo a trascinare la valigia lungo il marciapiede. Sentivo gli schiamazzi e le risate dei miei amici confusamente visto che io ero un po’ più avanti di loro, ma riuscii comunque a sentire la voce perentoria di Federico che chiedeva a Veronica che cosa avevo fatto. Strinsi le mani a pugno e feci un respiro profondo. Non riuscivo a capire proprio che cosa diamine voleva lui dalla mia vita! Non gli bastava avermi ridotto il cuore in una specie di campo di battaglia dove l’amore e l’odio continuavano a combattere forsennatamente?

<< Charlie! >> sentii urlare, ma non mi girai troppo presa dai miei pensieri.

<< Charlotte! >> una voce più vicina e mi voltai ritrovandomi davanti Alessio che aveva un volto preoccupato. Lo abbracciai fortemente contro di me, di slancio e inspirai il suo profumo che sapeva calmarmi come le onde di un mare calmo.

<< Andiamo che mi devi raccontare … >> mi sussurrò ed io annuì sorridendogli lievemente prima di incamminarmi verso il grande Yacht, la Paradise, che ci stava aspettando …
 


POV Federico.

Quando l’avevo vista uscire dall’auto con gli occhi gonfi di lacrime e le guance arrossate, l’unica cosa che mi era venuta in mente di fare era stata toccarla per darle quella sicurezza che in passato le avevo fatto mancare. Volevo abbracciarla, tenerla stretta contro il mio corpo per farle capire che io c’ero e che ci sarei sempre stato per lei, ma … quelle parole, dettate con così tanto disprezzo, mi avevano frenato dall’impulso di rivelargli quanto in realtà io volessi essere partecipe di quel suo presente. Da quando se n’era andata a Roma, ogni giorno che passava, sentivo un assillante magone al petto. L’avevo lasciata andare così, con quelle sporche parole dettate da quel cazzo di orgoglio da adolescente che, forse, ancora mi ritrovavo. Ma in realtà, Charlie, in quei anni mi era mancata così tanto. La sua risata brillante, i suoi occhi azzurri come il cielo, il suo profumo inebriante, le sue mani che mi tenevano sempre strette contro di sé. Quando era ritornata a Capri, non potevo credere che quella bellissima ragazza era lei. Avevo capito immediatamente che ero felice di vederla, che avevo bisogno di lei … nemmeno una scopata poteva rendermi più felice nel vedere la mia Charlie sorridermi. E da quel momento avevo capito che per me lei era qualcosa di più, che non la vedevo più come un’amica speciale perché diamine, chi credeva alla storia che i due sessi potevano essere amici? Ma non avevo mai avuto il coraggio di dirle cosa provavo e nemmeno adesso, mentre la guardavo camminare avanti nei suoi pensieri, avevo le palle per confessarle quello che provavo. Dopo quel suo rifiuto, dopo che si era fidanzata con Alessio, sapevo di non avere speranze. Lei non mi voleva più e lo avevo capito, anche se mi faceva maledettamente male … Camminavo silenziosamente accanto a Rebecca che parlava e parlava, ma io non l’ascoltavo. Beh, avevo deciso di uscire con lei per dimenticarmi di Charlie. Che cazzata! Ogni volta che la vedevo mi sentivo un’idiota con la pelle d’oca e il cuore che pompava furioso contro il torace. Sospirai e in quel momento vidi Alessio correrle incontro gridando il suo nome e lei che, girandosi, lo aveva abbracciato felice. Deglutì e strinsi il pugno. Quel ragazzo che fino a poco tempo fa era stato mio amico, ora non lo era più. Cazzo, sapeva quello che provavo e aveva anche avuto il coraggio di baciarla e toccarla? Dio .. era così bella eppure lei ne era così ingenua. In passato non l’avevo voluta per paura di perderla, ma in realtà era successo esattamente lo stesso. Ora nel presente la volevo perché avevo bisogno di lei, ma adesso era lei che non mi voleva ed io ormai avevo lasciato perdere … Soltanto il destino poteva darmi una risposta ed io speravo che era quella giusta, quella che volevo …

 

*************************


Angolo Autrice!

Ciao a tutte! Oggi come vedete ho aggiornato presto :D Che dire? Finalmente ho postato il POV di Federico per farvi vedere come in realtà lui si sente. Dopotutto il ragazzo non è il solito st****o o quant'altro, tiene davvero alla nostra Charlie e forse anche più. Beh che dire? Per quanto riguarda le immagine riferite ai personaggi di questa storia, le pubblicherò il prossimo capitolo visto che devo riuscire a trovare con calma delle persone che più o meno assomiglino ai protagonisti :) Grazie a tutte quelle che continuano a seguirmi, a quelle che recensiscono e a quelle che hanno messo la mia storia tra le preferite e le ricordate! Un bacio!
Alla Prossima!
SoFunny.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


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Capitolo 13



Era ormai mattina inoltrata. Sdraiata sul letto, con una misera coperta a coprire il corpo, continuavo a tenere gli occhi chiusi cercando di riaddormentarmi, però, senza speranza. Non volevo alzarmi e ricominciare un’altra giornata sapendo che avrei dovuto fingere di stare bene, di sorridere e  che non fosse successo niente.  Soprattutto quando realmente il mio cuore non riusciva a battere più come una volta. Sommersi il viso contro il cuscino, mugugnando. Sentivo la luce fioca del sole sfiorarmi la guancia destra in una dolce carezza mattutina, mentre il vento  continuava a far muovere lentamente le tende bianche che poggiavano sulla serranda del piccolo oblò.   Decisi di alzarmi, vestendomi con i miei soliti shorts di Jeans e una canottiera semplice di colore blu. Presi il cellulare e dopo aver controllato se vi erano o no dei messaggi, uscì dalla cabina e mi diressi verso il ponte della barca, dove di solito tutti noi ci riunivamo per fare colazione. Presi un respiro profondo quando sentii le risate cristalline dei miei amici. Dovevo farmi coraggio se volevo ricominciare a  vivere o almeno a sorridere, perché avere un cuore in eterno conflitto non era affatto una bella cosa.  Mi avvicinai ai ragazzi e subito lo vidi, sdraiato supino in costume mentre era intento a prendere un po’ di sole.    Sembrava essere assorto in chissà quale pensiero mentre ascoltava la musica tramite le cuffie. Aveva gli  occhi chiusi e il respiro regolare, sembrava stesse dormendo. Invece, quando i miei amici urlarono un sonoro “ Buongiorno Charlie! “, Federico fece saettare velocemente i suoi occhi nei miei fissandomi intensamente con quelle due pozze color cioccolata. E subito  sentii il mio cuore incominciare a battere veloce come una martello pneumatico, i brividi piacevoli sulla pelle e le gambe che volevano soltanto dirigersi verso di lui. Eppure la mia mente frenò tutto questo improvviso impulso. Lui era in compagnia di un’altra ragazza, il pomeriggio scorso lui mi aveva spezzato il cuore in mille pezzi e sempre lui mi aveva fatto capire che non potevo scappargli, che sarei stata sempre innamorata di lui e del suo ricordo indelebile.   
<< Come ti senti, piccola? >> mi chiede premuroso Alessio mentre mi stavo sedendo accanto a lui. Alzai le spalle. In realtà nemmeno io sapevo  cosa provavo. Tutto era così confuso. Un turbine di emozioni senza fine, senza un reale scopo, continuavano a battere contro il mio cuore seppellendolo mano a mano nel dolore e in quell’ amore non corrisposto.  Alessio in quel momento era l’unico a conoscere veramente i miei reali sentimenti, l’unico che in quel momento di debolezza volevo al mio fianco. Veronica, dopo quel fatto successo in macchina, non mi aveva rivolto la parola e ancora seduta davanti a me, continuava a tenere lo sguardo basso e afflitto.  
 << In realtà non saprei … E’ tutto così confuso, Ale >> sussurrai guardandolo negli occhi e lui mi sorrise dolcemente come a dire che ci sarebbe stato per qualunque mio sfogo o debolezza. Tra varie chiacchiere e battute idiote dei miei amici, decisi di fare colazione con un buonissimo cornetto alla nutella e  un po’ di latte macchiato con caffè. Niente di meglio per incominciare una nuova giornata. Sentivo gli occhi di Federico addosso, ma decisi con tutta me stessa di non dare peso a quell’enorme tentazione di girarmi e urlargli contro quanto in realtà la sua indifferenza poteva farmi male. D’altronde era stato lui a ignorarmi in quelle settimane, a riferirmi un misero ciao e a non guardarmi minimamente. Così continuai a mangiare e a parlare con gli altri miei amici che non sembravano essersi accorti di nulla.

<< Ragazzi, questa sera c’è una festa in maschera nel Pub sulla spiaggia … Che dite, andiamo? >> proferii Marco sorridendo leggermente e subito un coro di “ Si “ si levò per aria e scoppiai a ridere rendendomi conto di quanto i miei amici potessero essere stupidi.

<< Charlie, tesoro, oggi pomeriggio andiamo a fare compere. Non voglio sentire un no uscire dalla tua boccuccia >>. Ah, si. Mi ero dimenticata di dirvi che alla nostra vacanza annuale, si erano aggiunte anche Alessia e Giulia. Niente di meglio, no? Guardai mia cugina sorpresa per quella proposta. Di solito non mi portava da nessuna parte, anzi! Non uscivamo mai insieme, se non per fare la spesa. Questo, però, era un giorno da segnare sul calendario per la sua stranezza.

<< Anche se ti dico no, mi ci porti con la forza quindi …. >> dissi alzando le spalle finendo di mangiare il mio dolce cornetto alla Nutella. Guardai verso Veronica, ma la ragazza continuava a guardare avanti, senza degnarmi di uno sguardo. Non capivo cosa poteva esserle successo.

<< Vero, vieni anche tu? >> chiesi io guardandola, e la ragazza alzò subito gli occhi nei miei, illuminandosi. Annui sorridendomi di sbieco.  Improvvisamente il mio corpo si irrigidii e il mio fiato si bloccò in mezzo alla gola. Una lasciva carezza sulla schiena scoperta dettata da una mano che conoscevo bene. Una mano che un giorno mi aveva stretta con possessione e passione in quel logoro sgabuzzino. Una mano che avrei voluto sentire ancora una volta sul mio corpo, giusto per ricoprirmi di brividi freschi che mi avevano lasciata senza fiato, ma con il piacere velato che ogni uomo era in grado di far provare alla propria donna. Voltai il capo in direzione di Federico e lo vidi, più avanti, farmi cenno di seguirlo e poi scomparve al piano inferiore.  Sentivo ogni cellula del mio corpo che mi intimava di andare lì, di parlargli, di dirgli tutto quello che mi ero tenuta dentro da troppo tempo. Ma non ci riuscivo. Non riuscivo ad alzarmi da quella maledetta sedia per la paura di qualcosa. Qualcosa che, però, in quel momento continuava a farmi battere il cuore all’impazzata mentre le mie gambe erano molli e inermi lungo la sedia.   

Codarda.

Si, diamine. Ero soltanto una fottuta codarda se non riuscivo ad affrontarlo ancora una volta, eppure la paura che lui potesse rifiutarmi ancora una volta mi sopprimeva l’anima, mi soffocava il cuore … No. La verità sarebbe rimasta sopita nel mio corpo, ma la curiosità di sapere che cosa voleva da me, prese il sopravvento. Mi alzai dalla sedia dicendo ai miei amici che andavo un attimo in bagno e,  con il cuore che mi batteva a mille, scesi quelle scale che mi avrebbero portata al “ patibolo”. Appena arrivai all’ultimo scalino, mi guardai intorno stringendo gli occhi per vedere meglio. Anche se era giorno, in quella parte della barca era buio e tutto maledettamente eccitante sapendo che lui era lì, da qualche parte e forse mi stava guardando aspettando di prendermi.

<< Fede? >> sussurrai guardandomi ancora attorno, ma il buio era la parte predominante di quella scena e sapevo che non sarei riuscita ad uscirne facilmente. Sobbalzai sentendo delle mani forti e calde appoggiarsi sui miei fianchi esili. Sospirai abbandonandomi al suo tocco gentile, alle sue carezze sottili e delicate. Il suo respiro fresco si abbatteva sul mio collo sensibile, il suo torace poggiava completamente contro la mia schiena ed io mi sentivo in trappola. Nella tela del mio ragno. Di un ragno bellissimo, raro, eccitante e pericoloso come la notte. Sentii qualcosa di caldo premere contro il mio collo e mi resi conto che erano le sue labbra. Quelle labbra che avrei voluto sulle mie, che avrei voluto assaggiare come una delle migliore degustatrici. Baci lascivi e delicati continuava a lasciare sul mio collo ed io non potevo che abbandonarmi completamente contro il suo petto. Inclinai il capo all’indietro, lasciandogli più spazio e permettendo al mio corpo di ricoprirsi di brividi caldi e roventi. Federico mi strinse di più contro di sé e avvertii la punta della sua lingua umida sfiorare impercettibilmente il mio collo facendomi scappare dalle labbra un ansito leggero. Non capivo più nulla, non sentivo più niente … Il suo calore si fondeva contro il mio, la sua pelle bruciava contro la mia e le sue labbra erano un frutto proibito che ancora non mi era concesso. Perché appartenevano ad un’ altra … Rebecca. Aprii gli occhi, accorgendomi solo in quel momento di quello che stava succedendo. Non potevo farlo, non potevo toccarlo sapendo che era di un’altra, non potevo baciarlo sapendo che quelle labbra erano posate poco prima su altre … No. Presi le sue mani che ancora erano ancorate ai miei fianchi e le tolsi da lì. Federico si spostò, forse intuendo il mio disagio, ma intrecciò le sue dita con le mie ed io sprofondai nel più completo imbarazzo.

<< Perché? >> una sola domanda che aveva voglia di sentire una sola risposta. Non potevo vederlo, il buio me lo impediva. Non sapevo com’era il suo volto, non sapevo quali erano i suoi sentimenti in quel momento.  Sentivo soltanto il suo respiro lento e regolare contro il mio viso e le sue mani poco distanti dal mio corpo ancora accaldato per quelle carezze non profonde.

<< Perché questo? Mi hai ignorata per settimane e adesso mi prendi, mi tocchi e fai finta che non sia successo nulla? >> sussurrai ancora io mentre sentivo l’angoscia e quelle maledette lacrime salire lungo i miei occhi azzurri per poi scrosciare lungo le mie guancie. Un sospiro uscì dalle sue labbra oscure in quel buio. Nessuna parola e a me questo silenzio non poteva che farmi male. Perché non mi diceva la verità? Cosa c’era che ostacolava le sue parole?

<< Cosa è successo tempo fa, Charlie? >>mi disse ad un passo dal mio viso, sussurrando direttamente quelle parole sulle mie labbra. Spalancai sorpresa gli occhi e boccheggiai incredula. Come … come poteva far finta di nulla? Credeva davvero che quello che era successo in quello sgabuzzino era niente oppure cercava soltanto un modo per farmi sentire in colpa?   Feci per aprire bocca, ma le mie parole vennero stroncate dalle sue labbra che, fameliche come le fauci di un falco, si erano posate con irruenza sulle mie facendomi spalancare gli occhi dalla sorpresa e … dall’eccitazione. Labbra morbide, labbra calde, labbra che da troppo tempo desideravo e in quel momento erano sulle mie, muovendosi lentamente assaporandole come un dolce frutto maturo. Gemetti sulla sua bocca rendendomi conto di quello che stava succedendo e, presa dalla pazzia, feci scorrere le mie mani dalle sue braccia al suo collo stringendo in una presa folle e peccaminosa i suoi capelli, facendo uscire da quelle labbra proibite un ansito leggero che mi scosse il corpo in mille brividi. Le sue mani affusolate corsero lungo il mio corpo in una dolce e eccitante carezza lasciva, il suo petto muscoloso comprimeva contro il mio e sentivo chiaramente quanto sia il suo cuore che il suo respiro erano affannati dal desiderio increscioso che stava nascendo in quelle piccole mura buie. Non sapevo cosa stavo facendo, ma sapevo soltanto che era quello che desideravo, che volevo … Anche se era una delle cose più folli, più stupide, più cretine che stavo facendo, in quel momento me ne fottevo altamente. Non mi importava di quella Rebecca, non mi importava del dolore che Federico mi aveva fatto provare lo scorso giorno perché da troppo tempo aspettavo di poter assaporare quel frutto proibito.  Lasciai che le mie labbra si schiudessero, lasciai che le sue mani si posassero sui miei fianchi attirandomi contro il suo corpo bollente, lasciai che la sua lingua calda entrasse nella mia bocca assaporando la mia in un vortice di passione. Caldo, sentivo tremendamente caldo. La sua pelle era a contatto con la mia, il suo respiro fresco si mischiava contro  il mio, il suo cuore batteva all’impazzata come il mio … Baci languidi, lingue che si cercavano, si battevano, si amavano in quella follia … Quel bacio era passione ardente, così intenso da farmi perdere il fiato, ma che mi faceva rituffare su quelle labbra non volendomi più staccare dal suo sapore. Sentii la mia schiena venire a contatto con il muro fresco della barca e mi resi conto di essere intrappolata tra di esso e il suo corpo, il quale  si addossò completamente contro il mio facendomi sospirare dal piacere sulle sue labbra che scesero a baciare il mio collo. Lo leccava, lo succhiava, lo mordicchiava e Dio … il mio fiato sembrava essere disperso in quel piccolo spazio, in quel buio che rendeva tutte le sue azioni più eccitanti. Strinsi i suoi capelli tra le dita volendo di più, pretendendo di più. Le sue mani scesero lungo la mia schiena provocandomi brividi copiosi e poi, birichine, si infiltrarono sotto la canotta leggera raggiungendo la mia pelle calda che si cosparse di fremiti eccitanti. Un sospiro, un corpo che pretendeva di più, dei respiri affannosi e delle labbra che dopo poco tempo si ritrovarono, dando di nuovo inizio ad un bacio che mi mandò letteralmente sulle stelle. Le mie mani corsero ad assaporare con il tatto il suo petto muscoloso e caldo e scesero fino ad arrivare al bordo del costume che presi tra le dita e tirai verso di me, per averlo più vicino, per sentire se lui era veramente qui o  era soltanto un sogno. Ma, improvvisamente, un rumore di passi ci fece ridestare e Federico si scostò bruscamente da me. Un vuoto si fece spazio nel mio cuore, perché per nulla al mondo avrei voluto lasciar andare le sue braccia che poco prima mi avevano circondata tenendomi stretta contro il suo corpo e le sue labbra che finalmente avevo potuto assaporare. Posai una mano sul mio cuore e avvertii quanto esso corresse veloce contro il mio palmo.

<< Fede, io … dobbiamo parlare >> sussurrai io e sentii il ragazzo sospirare.

<< Non … dimentica Charlie quello che è successo adesso … io non posso >> mi disse e  fece per andarsene, ma io lo presi per il polso, fermandolo. No, io volevo sapere la verità. Non poteva scapparmi anche se le sue parole mi avevano sconfitto ancora una volta. Pretendevo delle risposte perché Dio solo sa quanto quella situazione mi faceva stare male.

<< Dimmi la verità, cazzo! Sono stufa di questa situazione! Caccia fuori le palle e parla! >> urlai contro il suo volto, ma ancora nulla. Il suo silenzio aleggiava intorno a me e non potevo sopportarlo. Presa forse dalla pazzia, o dalla rabbia che incombente cresceva in me, sentii la mia mano scattare veloce contro la sua guancia in un sonoro schiaffo che aveva mille significati dentro. Ero stufa di essere la sua bambina, stufa di quella maledetta situazione!

<< Vuoi sentirti dire che più ti sto intorno, più sto male? Vuoi sentirti dire che non ho speranze con te perché mi hai dimenticato? E’ questo che vuoi? Bene! Sono arrivato troppo tardi e me ne sto facendo una ragione! Ma non sei l’unica a soffrire, Charlie … >> mi disse e se ne andò, strattonando con forza il polso e lasciandomi lì, in balia di quel buio partecipe di quella conversazione e del mio cuore che forse aveva acquistato un po’ di speranze … Scivolai lungo il muro fino a sedermi per terra e sprofondai il viso tra le ginocchia soffocando quei singhiozzi che percuotevano ritmicamente le mie spalle. Cosa voleva dire con quelle parole? Che … si era reso conto di provare qualcosa per me? Dio .. avevo così paura. Paura che in realtà quella frase era uscita dalle sue labbra solo per farmi un piacere … No. Quella sera avrei chiarito con lui. Quella sera avrei riscattato il mio passato e mi sarei presa ciò che da sempre avevo voluto.

 

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Angolo Autrice!

Buongiorno a tutte! Forse ho fatto un po' di ritardo, ma lo ammetto ... ho voluto godere di questa prima settimana di vacanza >.< Passando al capitolo ... finalmente si sono BACIATI!  :D Eppure alla fine Federico è sempre il solito che si tira indietro al primo ostacolo che incontra. Come potete capire, nel prossimo capitolo si svolgerà la prima parte della festa e nel prossimo ancora l'ultima parte che avrà dei risvolti inaspettati :) Vi lascio con le immagini dei due protagonisti principali, sperando che vi piacciano :P Ovviamente non sono come me li sono immaginati in partenza, sopratutto Federico, ma ci si avvicinano. Un grazie a tutte quelle che con pazienza aspettano un mio aggiornamento, a tutte quelle che recensiscono e a quelle che seguono questa storia :) Spero che mi lasciate anche qui qualche bella recensione :) Un bacio!
MissCherie.

Image and video hosting by TinyPic Questo è Federico :) Image and video hosting by TinyPic Questa è Charlie :)

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14

 
Ogni persona soffriva, ogni persona desiderava nel dolore avere accanto a sé il calore che tanto ci rilassava nei momenti tristi. Ogni persona aveva bisogno d’amore … Quell’amore travolgente, passionale, che ti lasciava con il respiro in gola, le mani che tremavano e il sorriso che aleggiava sulle labbra. Perché l’amore era l’unica arma vincente in questo mondo di falsità. Ognuna lo cercava, ognuno agognava di provarlo sulla propria pelle, ognuno si innamorava e poi soffriva. Perché crescere non comporta solo felicità, comporta anche il dolore. Noi eravamo essenze difficili da gestire, essenze che non riuscivano a capire il reale valore del dispiacere. Ma nella sofferenza si cresceva, si vedeva il mondo con occhi diversi eppure nel cuore c’era sempre quella piccola parte immacolata che ognuno di noi teneva custodita segretamente. Una parte che racchiudeva il passato, una parte che era stata difficile da gestire, ma che con il passare dei giorni ci aveva fatto crescere. Forse per questo, noi uomini, tendevamo a rimuginare sul passato. Per capire gli errori, per comprendere il nostro carattere superficiale che, ahimè, spesse volte ci portava ad essere ciò che non eravamo. Io ero cresciuta e con me anche il mio cuore. Eppure non ero riuscita a scappare, di nuovo, da quella piccola parte del mio cuore che prepotente era stata scassinata, e il passato era fuoriuscito un’altra volta. Forse per punirmi o forse per darmi un’altra possibilità. Fatto stava che ancora non capivo cosa realmente volevo, cosa voleva il passato visto che era tornato prepotente nel mio presente a sconvolgere i miei piani.  Eppure sembrava avermi fatto un favore. Ricordavo ancora le parole di Federico, quella stessa mattina. Mi avevano sconvolto terribilmente e in più mi avevano dato una speranza.

“Vuoi sentirti dire che più ti sto intorno, più sto male? Vuoi sentirti dire che non ho speranze con te perché mi hai dimenticato? E’ questo che vuoi? Bene! Sono arrivato troppo tardi e me ne sto facendo una ragione! Ma non sei l’unica a soffrire, Charlie …”
 
 Cosa voleva dire con la frase “ Ma non sei l’unica a soffrire, Charlie”?, aveva voluto intendere che anche lui stava soffrendo a causa di quella situazione?. Sospirai appoggiando la fronte contro il muro della cabina. Tutto mi pareva così … confuso. Non sapevo più a chi dare ragione. Alla mia mente? Al mio cuore? O a Federico? Non lo sapevo, ma quella sera avrei fatto di tutto per scoprire la verità. Per capire cosa era successo in quegli anni al ragazzo del quale ero stata innamorata. E non mi sarei data per vinta finché quelle dannate parole non sarebbero uscite dalle sue perfette labbra.
 

****************

 
Quel pomeriggio faceva veramente caldo e ne erano la prova quelle fastidiose goccioline di sudore che, sia io che Veronica, sentivamo scendere lungo il nostro volto affaticato. Come avevamo detto, Alessia e Giulia, ci avevano “buttato” letteralmente addosso tutte le loro prestigiose buste piene di vestiti e scarpe. L’unica cosa positiva? Ci avevano  comprato un vestito e scarpe per la serata che tra poche ore si sarebbe verificata. Avevano deciso, però, di non farci vedere i loro acquisti fino a quando non sarebbe stata l’ora di cambiarsi. Ero molto riluttante e preoccupata da cosa mi potevo aspettare appena tornata a casa, ma dopotutto avevo deciso che quella sera avrei messo da parte la Charlie timida e avrei dato vita ad una Charlie intraprendente.

<< Ragazze? Che ne dite di fermarci un momento a quel bar laggiù? >> disse stremata Veronica fermandosi un momento mentre continuava a massaggiarsi i polsi dove erano evidenti dei segni rossi dovuti alla pressione delle buste sulla sua pelle. Ridacchiai guardando la sua espressione addolorata e stanca.

<< Va bene! Avete fatto abbastanza per oggi >> disse Alessia mentre Giulia annuiva come un cagnolino alle sue parole. Così, finalmente, ci dirigemmo verso il Bar propense a prenderci qualcosa da bere. Lasciai le buste vicino al tavolo, che avevamo occupato, e entrai dentro al piccolo locale cercando immediatamente una bottiglia d’acqua. Dopo aver pagato uscii di nuovo e mi misi a sedere accanto a Veronica che sembrava pronta ad addormentarsi sulla sedia se le chiacchiere di quelle due si fossero placate. Cercavano in tutti i modi di attirare l’attenzione della gente su di loro. Muovendo i capelli, ammiccando in direzione di qualche ragazzetto stupido o facendo gridolini e occhiolini. Come poteva una persona essere così tanto propensa a farsi vedere? Io odiavo mettermi in mostra e soprattutto subire le critiche e le risatine di altri ragazzi, ma sembrava che a quelle due non importava notevolmente. Dopotutto vestirsi con una minigonna di jeans inguinale, un top scollato … beh, diciamo che attirava l’attenzione!

<< Che succede tra te e Federico? >> mi chiese improvvisamente mia cugina Alessia ed io quasi non mi strozzai con l’acqua. Come sapeva che era successo qualcosa? Guardai verso Giulia che sembrava essere dello stesso parere dell’amica. Sospirai.

<< Non so di cosa stai parlando, Ale … >> sussurrai guardandola negli occhi e cercando di essere il più convincente possibile. Non volevo ripensare a quella mattina, non volevo ritrovarmi a sognare le sue labbra, le sue mani e il suo dolce profumo maschile. Era troppo da poter sopportare soprattutto se in quel momento la situazione sembrava essere appesa ad un filo.

<< Vi ho visti Charlie. Non sono così stupida come credi >> ribatté Alessia duramente e per un momento rimasi interdetta dalle sue parole. Per la prima volta mia cugina si interessava a qualcosa, ma forse le sue parole erano dettate dalla gelosia del momento. Dopotutto lei era sempre stata cotta di Federico.

<< E allora? Cosa aspetti che ti dica? >> dissi sorridendo nervosamente. La ragazza fece per aprire bocca, ma la interruppi : << Che ci siamo baciati? Che sono innamorata di lui? >> continuai. Alessia scosse il capo sospirando.

<< No. Voglio soltanto che per una volta in vita tua mi dici cosa succede. Sei mia cugina e anche se non lo do a vedere ti voglio bene >> mi disse leggermente e con una serietà che mi destabilizzò. Giulia annuì convinta alle sue parole ed io scossi la testa ridacchiando.

<< Dopo che mi hai trattata come un cagnolino in tutti questi anni, ti aspetti che venga a dire a te cosa succede nella mia vita privata? >> ribattei decisa passandomi nervosamente la mano nei capelli. Era vero. Alessia non era mai stata una cugina disponibile o gentile nei miei confronti, fin da quando eravamo delle bambine. Aveva sempre avuto la passione di deridermi davanti ai suoi amici grandi. Era sempre stata gelosa del rapporto che avevo con Federico e mi sfotteva dicendomi che lui non mi avrebbe mai voluta, che mi prendeva solamente in giro. Io non le avevo creduto, volevo bene al mio migliore amico … Me ne ero innamorata e poi? Poi mi aveva delusa e Alessia era rimasta così soddisfatta che non aveva fatto altro che parlare male alle mie spalle sul quanto ero patetica nelle mie lacrime da innamorata. Non avevo mai capito il suo odio nei miei confronti, ma mano a mano che crescevo me ne ero fatta una ragione. Alessia era sempre stata una di quelle ragazze che otteneva tutto, che aveva successo, ma l’unica cosa per la quale soffriva era che i ragazzi non avevano mai avuto delle buone intenzioni con lei. La trovavano bella, aggraziata e facile da gestire. Una bambola di pezza che in realtà soffriva nel cuore a causa della morte dei suoi genitori. Mi ricordo che avevo letto il suo diario segreto – Dio, che sgridata che mi ero beccata poi! – e avevo letto le parole di una ragazza che in realtà cercava di essere accettata e  che come tutte noi cercava l’amore.

<< Non mi aspetto che dopo tanti anni facciamo pace, ma mi aspetto almeno che mi permetti di aiutarti, di starti accanto … di provare ad essere la cugina che non hai mai avuto >> mi disse sorridendomi lievemente, dolcemente. Quella era l’Alessia che avevo conosciuto io, quella era la ragazza che era stata sepolta da una maschera di superficialità che da sempre oscurava i suoi veri sentimenti. Le sorrisi anche io e, allungando la mano delicata sul tavolo, strinsi la sua in un gesto affettuoso come a dirle che si, per me quella tregua andava più che bene.

<< Beh, quindi … Questa sera ti affidi nelle mie mani? >> mi disse ridacchiando sapendo già quale sarebbe stata la mia faccia. Le solite sopracciglia aggrottate, le labbra strette e le guancie gonfie in un espressione nervosa. Alessia amava mettersi in mostra e con questo amava anche mettere in mostra le persone …

 

******************

 
Continuavo a guardarmi allo specchio della piccola cabina che ospitava il letto di Giulia e Alessia, mentre un sorriso entusiasta si dipingeva sulle mie labbra ora truccate di un rosa tenue e brillante. Le mie mani lisciavano con cura la stoffa morbida e setosa del vestito che avevo indosso come a rendersi conto se ciò che stavo toccando e che stava coprendo la mia pelle, era vero. Un rosa pallido, con uno spacco sul davanti in modo da far intravedere le mie lunghe gambe, un corpetto a strati ricoperto in alcune parti di brillantini  e delle bellissime scarpe con il tacco che non facevano altro che slanciare la mia figura. Non mi ero mai sentita così bella e aggraziata con un corpo snello e longilineo stretto in quel vestito veramente favoloso. Mi toccai i capelli lasciati sciolti e poco mossi lungo le mie spalle. Mi toccai il volto sentendolo liscio al tatto. Mi toccai gli occhi truccati alla perfezione con soltanto eyeliner, mascara e una matita nera. Mi toccai le labbra così rosse e perfette e desiderai con tutto il cuore che quella sera le sue di labbra l’avrebbero toccate. Mi portai una mano sul petto e constatai che i battiti, a quel ricordo peccaminoso, erano aumentati. Mi sentivo fremere dalla testa ai piedi perché lo volevo da matti, perché lo desideravo, perché avevo bisogno di lui in un modo così travolgente e passionale che avevo paura delle mie reali intenzioni. Ma lo amavo, lo avevo sempre amato e questa era la pozione giusta che mi faceva andare avanti. Per questo quella stessa sera gli avrei rivelato ogni cosa ed ero pronta. Si. Maledettamente pronta.

<< Ah! Ecco l’ho trova … >> mi voltai verso quella voce maschile e, improvvisamente, le mie labbra si aprirono in un sorriso entusiasta prima che le mie braccia corressero ad allacciarsi al suo collo muscoloso. Riccardo era qui. Riccardo era tornato per me, era venuto in vacanza con noi sebbene sua nonna aveva un cattivo cancro al seno. Era partito in quegli ultimi giorni e mi era mancato terribilmente.

<< Oddio, mi sei mancato così tanto! >> sbottai stringendolo ancora di più contro il mio petto e lo sentii ridacchiare piano avvolgendomi tra le sue braccia forti.

<< Anche tu, piccola peste. Non mi aspettavo, però, un’accoglienza simile! >> disse maliziosamente ed io gli tirai uno scappellotto in testa ridacchiando. Era sempre il solito stupido. Prima che potessi aprire bocca per rispondergli in rima, sentii gli urli felici delle mie amiche e poco dopo Riccardo venne preso d’assalto da esse ed io scoppiai a ridere vedendolo in evidente difficoltà.

<< Oh mio Dio! Richy! Sei tornato! >> squittii Giulia ed io alzai gli occhi al cielo. Avrei dovuto dirle di smettere di provarci con il mio migliore amico visto che ero più che sicura che lui provasse qualcosa per Alessio. Ma a quello avrei indagato più tardi … Poi otto paia d’occhi si posarono su di me ed arrossi in evidente imbarazzo di fronte a quegli sguardi meravigliati. Alessia venne verso di me e mi abbracciò ridendo dalla gioia.

<< Avevo sempre saputo che dietro un maschiaccio si nascondeva una gnocca! >> sbottò tranquillamente ed io feci una finta smorfia indignata prima di lasciarmi andare ad una risata liberatoria. Ero contenta che finalmente tutto era tornato per il verso giusto, anche se sapevo che mancava un unico tassello in quel puzzle.

L’amore …

 

*****************

<< Ho sempre pensato che a lui piacevi. Ti guarda in una maniera che, Dio, è vietato ai minori di 18 anni! >> sbottò Alessia mentre si truccava davanti allo specchio. Erano le otto di sera e mancavano soltanto due ore all’inizio della festa in maschera, in spiaggia. Ognuna di noi non vedeva l’ora di potersi buttare a ballare, a bere, a ridere, a scherzare e soprattutto … a rimorchiare!

<< L’ho sempre pensato anche io … ma la vedevo così presa da Alessio che non ho voluto manomettere nulla. Poi quando se n’era uscita con la frase “ Mi ero innamorata di Federico in passato “, beh quasi non mi veniva un infarto! >> disse invece Veronica speculando su quello che le avevo detto. Io facevo finta di non ascoltare e continuavo a leggere la rivista incurante dei loro commenti. Non volevo assillarmi di pensieri quella sera, soprattutto se avevo intenzione di rivelare i miei sentimenti a Federico. Una cosa alquanto difficile da fare, poiché la paura prendeva sempre il sopravvento sul mio cuore e sulla mia testa. Avevo soltanto il terrore che mi rifiutasse anche questa volta ed io non volevo che il mio cuore si sgretolasse di nuovo. No, non l’avrei permesso …
Dopo un’ora di trucco e piastra, tutte quante eravamo belle e pronte. Veronica aveva indosso un vestito, anche questo lungo come il mio, di un color verde smeraldo che lasciava scoperte le gambe davanti e coperte dietro. Veramente bellissimo. Invece Alessia aveva indosso un vestito color perla corto fino a metà coscia molto semplice, ma indosso a lei aveva un fascino e un eleganza che non riuscivi a non guardarla. Giulia, invece, aveva indossato un vestito rosso lungo con un corpetto a cuore. Anche lei molto bella. Avevo una mezza intuizione che si fosse vestita così per una persona in particolare … Alla fine ognuna di noi aveva indossato una maschera, tutte dello tesso colore. Un bianco adornato con perline argentate.  Una foto tutte insieme, un sorriso entusiasta e la voglia di divertirsi era nei nostri piani. Qualunque cosa sarebbe successa di lì a poco, non lo sapevamo. Ma l’unica cosa che sapevamo con certezza era che avremmo passato una bellissima ed eccitante serata …

***************

 
Angolo Autrice!
 
Buonasera! Lo so, ho fatto un po’ di ritardo ( normale per me ormai xD ), ma alla fine sono riuscita a postare questo capitolo di passaggio prima della festa. Non ne sono molto soddisfatta, ma alla fine ho voluto postare per non farvi aspettare oltre J. Come vedete Alessia si è rivelata una buona cugina, intenzionata ad aiutarla con Federico. Sembra che per la nostra Charlie tutto vada per il meglio, ma … beh non tutto è facile e questo lo vedrete nei prossimi capitoli. Adesso vi lascio e spero che mi lasciate qualche recensione JUn grazie a tutte quelle che mi seguono, a quelle che hanno messo la mia storia tra le ricordate e le preferite e a quelle che leggono in silenzio :D Alla prossima!
MissCherie.
P.S : Ecco un piccolo
spoiler!
 

<< Questo è il bacio che ti avrei voluto dare in passato … >> mi disse sussurrando
quelle parole direttamente sulle mie labbra schiuse.

 

Per chi vuole questo è il contatto dove metterò foto e spoiler per le mie storie :D http://www.facebook.com/misscherie.efp.9

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


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Capitolo 15
 

Ognuna di noi, fin da quando era bambina, aveva sempre avuto il sogno di essere una principessa. Ci guardavamo attorno e ci sentivamo bellissime, soprattutto quando pensavamo di incontrare il nostro principe azzurro. Biondo, occhi azzurri, un sorriso dolce e rassicurante e soprattutto bellissimo. Mi ricordavo ancora quando mia nonna mi regalava dei bellissimi vestiti e mi ripeteva che ero la sua principessa, la sua bellissima principessa. Mettevo la coroncina di plastica e correvo per casa sentendomi libera di poter assaporare per una volta il sogno di essere qualcuno, sognavo che il mio principe mi avrebbe fermata e offerto un tè freddo. Ma erano soltanto i sogni di una piccola bambina. Eppure il mio principe lo avevo trovato, in passato. Mi aveva salvata dalle critiche dei miei burberi compagnetti di classe, mi aveva curato le ferite con dolci baci, mi aveva offerto un Estathè al limone e mi aveva fatta ballare sotto le stelle di una notte calda. Da quel preciso momento, avevo capito di aver trovato il mio principe anche se non aveva i capelli biondi ma castani, anche se non aveva gli occhi azzurri come il cielo, ma color cioccolata. Ero arrivata alla conclusione che ognuna di noi aveva un proprio principe, forse diverso o con gli occhiali, ma comunque un principe che ci faceva stare bene, innamorare, ci cullava , leniva le nostre ferite e ci amava come se eravamo le uniche per loro. E in quel momento, entrata dentro il pub dalle mille luci, sorrisi sentendo quella bellissima e romantica canzone. Kiss the Rain. Vedevo coppie che ballavano sorridendosi, ragazze che sembravano principesse con quegli abiti lunghi e le maschere a coprire i loro volti. I ragazzi le tenevano strette a loro con gli smoking neri e un tenero papillon. Camminavo in mezzo a quelle persone e sorridevo perché mi sentivo, come da bambina, una principessa avvolta in quel bellissimo abito rosa pallido, una principessa mascherata che non aspettava altro che il suo bellissimo principe azzurro. Camminavo e sentivo gli sguardi dei ragazzi sfiorarmi il corpo, le labbra, ma soltanto di uno sguardo mi importava. E in quel momento non c’era … Mi sedetti su una delle tante poltroncine rosse e aspettai il suo arrivo. 2 minuti … 4 minuti … 8 minuti … Nulla. Sospirai affranta, ma improvvisamente una mano maschile e affusolata comparve nel mio campo visivo e, alzando gli occhi, vidi un ragazzo che mi sorrideva. Biondo, occhi verdi e un bellissimo sorriso che gli compariva da sotto la maschera nera.

<< Mi permetti un ballo, principessa? >> mi disse con una voce calda e tremendamente sensuale. Gli sorrisi annuendo e mi alzai, tenendo stretta nella mano la sua. Ci inoltrammo nella calca di gente e poco dopo sentii le sue mani poggiarsi sui miei fianchi  stretti da quel vestito. I suoi occhi mi perforavano l’anima, cercando di leggervi dentro, di capire chi ero. Gli sorrisi ancora e avvolsi il suo collo con le mie braccia avvicinando ancora di più il suo volto coperto al mio.

<< Sei bellissima … >> mi sussurrò dolcemente all’orecchio ed arrossii come una scolaretta. Ci muovevamo lentamente, dondolandoci su quelle note lente e sensuali che mi provocavano sinuosi brividi caldi. Chiusi gli occhi per un attimo pensando al suo calore, al suo respiro sul mio collo, alle sue mani che mi stringevano … ma quando li riaprii lo vidi. Il mio principe era arrivato e continuava a guardarsi intorno con la sua solita aria da superiore e le labbra sensualmente imbronciate. Non portava una maschera, la teneva tra le mani stringendola delicatamente. Era così bello … sentivo le guance scaldarsi a mano a mano che i miei occhi squadravano il suo corpo avvolto da uno smoking grigio perlato. Il mio cuore batteva velocemente al pensiero che lui stesse cercando me, la sua principessa. Ma i miei propositi si sgretolarono non appena al suo fianco apparve Rebecca in tutta la sua bellezza. Portava un vestito verde acqua che si stringeva al seno e scendeva come seta sulle sue gambe lunghe. Era bellissima così come lo era lui mentre le sorrideva, era radiosa così come lo era lui mentre la stringeva a sé, era felice così come lo era lui mentre la baciava dolcemente.

<< Tutto bene? >> mi chiese il mio cavaliere guardandomi con i suoi bellissimi occhi color del cielo. Se star bene voleva dire sentirsi morire dentro, sentire il cuore rompersi in mille pezzi, sentire tutti i desideri dissolversi … allora si, stavo bene. Annuì riportando la mia attenzione su quel bel ragazzo, ma la mia mente era da tutta altra parte, la mia mente stava ancora rivivendo quel momento e sembrava non lasciarlo andare …

<< Come mai, un ragazzo come te, ha deciso di ballare con la sottoscritta? >> chiesi cercando di fare conversazione.

<< Un ragazzo come me? >> mi chiese ingenuamente sorridendomi di sbieco. Ridacchiai.

<< Beh, si … Bello e gentile. Io non sono così. Gentile forse si >> dissi sorridendogli lievemente e il ragazzo scosse la testa stringendomi più contro il suo corpo massiccio.

<< Sei bella, principessa sconosciuta, anzi bellissima … >> mi sussurrò e sentii il suo alito fresco sulle mie labbra chiuse. Arrossii delicatamente e sussurrai un debole “grazie” al mio cavaliere sconosciuto. Lo guardai attentamente e mi diedi della perfetta stupida. Avrei voluto conoscerlo, sentirlo ridere e magari baciarlo … però in un’altra vita, non in questo presente. Era un bellissimo ragazzo e forse sarebbe stato perfetto per me, ma nessuno cercava la perfezione. Io neppure, se mi ero innamorata di un perfetto bambino, babbuino e stronzo di un ragazzo. Ognuna di noi ragazze veniva sempre attirata dal ragazzo misterioso, quello arrogante e bastardo e alla fine finivamo per innamorarcene. Io non ero mai stata interessata ai soliti ragazzi dolci che ti portavano rose e cioccolatini, no. Io preferivo un ragazzo che era un migliore amico, un confidente, un principe ladro che però mi faceva sentire la più bella e irrimediabilmente sua con la sua possessiva gelosia. Dopotutto, però, continuai a ballare con quel ragazzo conoscendolo nel profondo e ridendo quando adoperava qualche stupida battutina. Si chiamava Luca e aveva diciannove anni. Lavorava come meccanico nell’officina di suo padre e aveva appena comprato una macchina tutta per sé con i suoi risparmi. Avevo capito che Luca era uno di quei ragazzi che cercava in tutti i modi di far avverare i suoi sogni, anche se si sforzava per farli avvenire. Era dolce, bello, gentile, premuroso e anche molto simpatico. In pratica un ragazzo da sposare, a detta di mio padre.

<< Vieni, ti faccio conoscere i miei amici >> dissi sorridendogli e prendendo la sua mano nella mia mentre lo conducevo verso le poltroncine dove i miei amici sedevano ridendo. Deglutì rendendomi conto che Federico non era lì e una strana sensazione si insinuò nella mia testa, ma la scacciai quando sentii la voce di Veronica perforarmi i timpani.

<< Oh – oh! Charlie non ci presenti il tuo amico? >> disse marcando sull’ultima parola ed io la trafissi con lo sguardo.

<< Certo, lui è Luca. Luca lei è Veronica, e le altre due sono Alessia e Giulia >> dissi io sospirando e il ragazzo si presentò cordialmente alle mie amiche. Vidi Luca indugiare parecchio a guardare mia cugina e sorrisi immaginando subito quanto quei due potevano andare d’amore e d’accordo. Lei schietta e  altezzosa  e lui dolce e gentile come un gattino. Oh si. Sentii, improvvisamente, Veronica prendermi per mano e portarmi verso il bagno delle donne. Forse si doveva rifare il trucco … Ma appena la porta si chiuse dietro di noi ed io mi ritrovai catapultata in una stanzetta bianca e con le luci simili a quelle dell’ospedale, capii che ero in trappola.

<< Hai parlato con Federico? Gli hai detto che sei innamorata di lui? Avete scop … >>.

<< Veronica! >> urlai quasi interrompendola di botto.

<< Che c’è? >> mi chiese ingenuamente mentre si metteva a sedere sul lavandino e continuava a guardarmi aspettando una mia risposta. Scossi la testa ridacchiando nervosamente mentre continuava a guardarla incredula.

<< Non abbiamo fatto nulla, Dio! Non ci ho parlato e no, non abbiamo … copulato! >> sbottai arrossendo di botto mentre immaginavo me e Federico in quella situazione. Io che ansimavo sotto di lui, lui che mi stringeva, mi baciava e si muoveva ansante sopra il mio corpo … Sudati … accaldati … eccitati … NO! Basta Charlotte!

<< Oh, tesoro! Quanto sei all’antica! >> disse alzando gli occhi al cielo la mia migliore amica ed io sbuffai.

<< Comunque, cosa hai intenzione di fare? >>.

<< Non ne ho la più pallida idea … >> dissi sospirando mentre mi accasciavo al suolo con la schiena a contatto del muro. Mi presi la testa tra le mani e chiusi gli occhi.

<< Lo hai visto, vero? Ti è presa la paura e … >>.

<< Non c’entra niente la paura, cazzo! E’ venuto con lei! L’ha baciata davanti ai miei occhi! Come posso dirgli che sono innamorata di lui se … >> sospirai << … sta con un’altra? >> dissi con la voce incrinata mentre sentivo un’altra lacrima solitaria scendere sulla mia guancia accaldata. Veronica scese dal lavandino e mi abbracciò, piegandosi sulle sue stesse ginocchia. Affondai la testa sul suo collo mentre le mie braccia la stringevano forte contro di me. Ero stufa di quella situazione, stufa di esser messa da parte, stufa di essere una codarda che non riusciva a prendersi quello che voleva, che amava …

<< Ti ha vista lui? >> mi chiese d’un tratto Veronica ed io scossi la testa asciugandomi con il dorso della mano un’altra lacrima fuggitiva.

<< Allora, tesoro, ho un piano >> mi disse sorridendomi e sapevo che quando diceva così, c’era da avere paura ….

 

****************

 
Ok. Ce la posso fare. Ok. Si. Guardati, Charlie. Sei bellissima e con quella maschera non ti riconoscerà.

Chiusi gli occhi sospirando lievemente davanti allo specchio del bagno. Quella sarebbe stata la mia ultima occasione e dovevo essere pronta ad affrontarla, a correre il rischio. Se mi avrebbe rifiutata almeno avrei avuto il piacere di dire che si, ci avevo provato!, alla fine almeno mi sarei sentita  più libera e avrei potuto incominciare una nuova vita, forse con un altro ragazzo al mio fianco e avrei ricordato Federico come un passato bellissimo.

Ok, adesso esci di lì e ci parli.

Fosse una cosa facile! Sentivo le gambe che tremavano al solo pensiero dei suoi occhi che mi guardavano stupiti e poi le sue labbra che si aprivano in una fragorosa risata. Come in passato … Dio, che situazione.

Vai e non voltarti indietro, Charlie!

Strinsi la maniglia del bagno tra le mani e dopo un ultimo respiro, uscì fuori sentendo subito la musica invadermi e il calore dei corpi sudati sfiorarmi la pelle. Camminavo tra la folla disinvolta, ma con il cuore che batteva all’impazzata. Camminavo leggera, ma con il respiro pesante. E lo vidi e questa volta indossava la maschera. Ma lo avrei riconosciuto anche da lontano. Con quel sorriso, con quei capelli scompigliati, le spalle grandi e i fianchi stretti in quel abito grigio perlato. Ballava con lei stringendola tra le braccia muscolose mentre parlavano di chissà cosa. Feci un grosso respiro e mi avvicinai lentamente tanto che quando arrivai ad una spanna dalla sua spalla, sentii il suo profumo invadermi le narici. Così uomo, così fresco e inebriante che per ore e ore avrei voluto sentire sulla mia pelle, dopo aver fatto l’amore. Rebecca mi aveva guardata infastidita, ma io guardavo lui che contraccambiava lo sguardo sorridendomi lievemente. Si abbassò a dire una cosa alla sua ragazza e poco dopo sentii le sue braccia avvolgermi la vita stretta e mi sentii a casa. Dannatamente bene. Alzai lo sguardo e incontrai il suo, così fuso e che mi guardava intensamente. Temetti che mi aveva riconosciuta, eppure speravo di no o il piano di Veronica sarebbe andato in fumo, in un brodo di giuggiole. Sentivo i suoi muscoli sotto le mie mani e avrei tanto voluto sentire il suo calore, carezzarlo dolcemente e baciarlo lì dove batteva il suo cuore. Ma ancora non potevo …

<< Come mai, una bella ragazza come te, ha voluto ballare con me? >> mi chiese sussurrando quelle parole sulla pelle sensibile del mio collo e trattenni nella gola un ansito. Il suo respiro era come un toccasana per me, una dolce melodia che mi cullava in quella specie di limbo dove eravamo soltanto io e lui. Non sapevo cosa rispondergli. Volevo ballare con lui per stringerlo un’ultima volta prima della mia confessione, un’ultima volta prima che mi rifiutasse e non mi guardasse più come in passato.

<< Lei è la tua ragazza? >> chiesi io chiudendo gli occhi quando la sua mano carezzò dolcemente la mia schiena. Sembrava come se conoscesse i miei punti deboli.

<< Uhm … si e no >> mi rispose sorridendo sulla pelle del mio collo ed io fremetti nelle sue mani. In quel preciso momento partii una canzone, una bellissima canzone.
Favola.

“ Ora vi racconto una storia che
Farete fatica a credere
Perché parla di una principessa
E di un cavaliere che
In sella al suo cavallo bianco entrò nel bosco
Alla ricerca di un sentimento che tutti
Chiamavano AMORE “

<< Cosa vuol dire? >> chiesi ingenuamente carezzando delicatamente la base del suo collo e lo sentii sospirare.

<< Lei crede di essere la mia ragazza, ma in realtà io penso ad un’altra … >> sussurrò e si spostò dal mio collo arrivando a guardarmi dritto negli occhi, di nuovo. Erano
così … intensi.

Prese un sentiero che portava
Alla cascata dove l’aria era pura
Come il cuore di quella fanciulla
Che cantava e se ne stava tra i conigli
I pappagalli verdi e gialli come i petali
Di quei fiori che portava tra i capelli … “

<< Lei è bellissima. Una principessa. Quando la guardo, vedo tutto quello che voglio avere. L’ho baciata e sogno che quel momento possa ripetersi di nuovo. Eppure ho paura che lei mi abbia dimenticato, ma io mi sono innamorato adesso e non voglio lasciarla scappare … >> disse dolcemente e mi sfiorò la guancia con il dorso della mano. Sentivo il cuore che batteva all’impazzata, correva, era impazzito!, un cavallo che guaiva eccitato da quella rivelazione. Gli occhi cominciavano ad  inumidirsi, le guance ad imporporarsi e le gambe a tremare debolmente.

<< Mi lascerai entrare nel tuo cuore, Charlotte? >> e si avvicinò di più al mio volto soffiandomi quelle parole direttamente sulle labbra leggermente dischiuse per la sorpresa. Lui … aveva capito che ero io e aveva continuato con quella messa in scena. Feci scorrere decisa le mie mani dalle sue spalle fino a intrecciarsi dietro il suo collo. Il mio piccolo naso sfiorò il suo dolcemente e sorrisi sulla sua guancia sentendolo ridacchiare.

<< Sempre … >> dissi decisa e vidi i suoi occhi perdersi nei miei prima che le sue labbra si posassero sulle mie debolmente, come se si aspettasse un rifiuto da un momento all’altro, ma no … non glielo avrei dato. Non più. Succhiò il mio labbro inferiore e si staccò, guardandomi negli occhi.

<< Questo è il bacio che ti avrei voluto dare in passato … >> mi disse sussurrando  quelle parole direttamente sulle mie labbra schiuse. Gli sorrisi dolcemente, con amore prima che colmasse le distanze e posasse le sue labbra sulle mie. Era felicità, voglia di aversi, desiderio, amore. Dischiusi le labbra accogliendo la sua lingua e mi persi in quel limbo di passione che solo lui riusciva a darmi. Ci baciavamo, ci volevamo, ci amavano in quel bacio rubato dal passato. Si, perché quello era un bacio rubato dal passato,un bacio privato dei ricordi perché troppo perfetto, un bacio rubato perché aveva completamente ammaliato il mio cuore, un’altra volta …

“ Vorrei essere il raggio di sole che
Ogni giorno ti viene a svegliare per
Farti respirare e farti vivere di me
Vorrei essere la prima stella che
Ogni sera vedi brillare perché
Così i tuoi occhi sanno
Che ti guardo
E che sono sempre con te
Vorrei essere lo specchio che ti parla
E che a ogni tua domanda
Ti risponda che al mondo
Tu sei sempre la più bella”

 
Nessuna di noi riusciva a trovare un ragazzo perfetto, no. Ma nelle imperfezioni riuscivamo ad amare anche i ragazzi più bastardi, perché il bello dell’amore era che non c’erano limiti … Era infinito e strano, maledettamente strano … Io quel ragazzo lo avevo trovato e in quella notte lo avrei amato con tutta me stessa, gli avrei donato il mio cuore e il mio corpo.

<< Andiamo via >> un sussurro che ci aveva fatto scappare a gambe levate da quella festa, ma che ci avrebbe portati ad amarci completamente …

 

****************

Angolo Autrice!

Buonasera a tutte lettrici! Ecco la dichiarazione, per poco non mi commuovevo anche io >.<  Ho forse concluso il capitolo sulla parte più bella? Nah! :P Tutto verrà scritto nel prossimo capitolo che spero di scrivere in fretta.  Vi ricordo che per chi volesse tenersi aggiornato con gli spoiler o gli aggiornamenti ho creato un profilo Facebook dove a mano a mano inserirò foto e quant’altro :http://www.facebook.com/misscherie.efp.9
Un bacione e alla prossima!

P.S : una minuscola recensione per sapere cosa ne sapete? : )
MissCherie.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


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Capitolo 16

" Non è quello che dici: è quello che non dici.
Non un'ombra di trasalimento, un bisbiglio di eccitazione.
Questo rapporto ha la stessa passione di nibbi reali.
Voglio che qualcuno ti travolga, voglio che tu leviti,
voglio che tu canti con rapimento e danzi come un derviscio.
Abbi una felicità delirante o almeno non respingerla.
Lo so che ti suona smielato, ma l'amore è passione,
ossessione, qualcuno senza cui non vivi,
io ti dico: buttati a capofitto,
trova qualcuno da amare alla follia
e che ti ami alla stessa maniera. Come trovarlo?
Beh, dimentica il cervello e ascolta il tuo cuore.
Io non sento il tuo cuore.
Perché la verità, tesoro, è che non ha senso vivere se manca questo.
Fare il viaggio e non innamorarsi profondamente,
beh, equivale a non vivere.
Ma devi tentare, perché se non hai tentato,
non hai mai vissuto. Non respingere,
chissà, esiste il colpo di fulmine!".
Vi presento JoeBlack
 


POV. Riccardo
 

Me ne stavo sdraiato sulla spiaggia a guardare l’orizzonte. A guardare il mare buio e calmo che si riversava davanti ai miei occhi. Il cielo era ricoperto di un velo nero dove si potevano vedere le piccole stelle brillare in tutta la loro intensità. La luna rifletteva la sua luce abbagliante sul mare calmo e ricco di misteri. Sentivo il dolce vento carezzarmi i capelli corti e sbarazzini mentre i granellini di sabbia sfiorarmi dolcemente le labbra screpolate e carnose. Strinsi le braccia attorno al mio corpo slanciato e pensai a tutto quello che volevo, a tutto quello che in quel momento desideravo. Erano passate diverse settimane da quando ero partito, diverse settimane da quando avevo capito la mia reale natura. All’inizio ne ero stato spaventato perché era una cosa nuova per me. Avevo paura di essere giudicato, che nessuno mi avrebbe capito. Eppure sapevo che potevo contare sulla mia migliore amica Charlie, o meglio Charlotte. Ancora non le avevo rivelato nulla poiché era troppo presa dai suoi problemi sentimentali e non volevo pesare sulla sua coscienza con le mie paure e le mie constatazioni. Quella sera, alla festa, l’avevo vista parlare con Federico e rivelargli i suoi sentimenti. Avevo visto le sue gote tingersi di rosso, le sue labbra aprirsi in un tenero sorriso, le quali poi si erano posate su quelle del ragazzo in un dolce e intenso bacio che aveva proclamato l’inizio di una bellissima storia. Ero tornato per poter mettere a posto tutti i miei problemi, ero tornato per capire se tutto ciò che stavo provando era quello che volevo davvero nella mia vita. Ma avevo così paura … Paura di un rifiuto e di non essere all’altezza del mio innamorato. Eppure Alessio e Charlie si erano lasciati per un valido motivo e non per una ragione  qualsiasi. Charlie al telefono mi aveva accennato che si erano lasciati proprio perché lei si era resa conto di amare ancora Federico mentre ad Alessio piaceva un’altra persona. Avevo sentito, in quel momento, una morsa di gelosia pervadermi lo stomaco, ma non avevo fatto trapelare i miei sentimenti. Diversi giorni fa, avevo detto la verità ai miei genitori. All’inizio non l’avevano presa bene, ma dopotutto ero sempre il solito Riccardo, dolce, bello e con quei capelli ricci sbarazzini. Mia madre, dopo un momento di confusione, mi aveva abbracciato dicendomi che era una cosa normale, che non ero diverso dagli altri e che mi voleva bene per quello che ero. Mio padre, al contrario, non l’aveva presa bene, ma dopo avergli spiegato come stavano le cose, aveva ceduto e mi aveva abbracciato come solo un padre poteva fare, trasmettendomi un amore che andava aldilà delle parole.  Quella sera, però, avevo deciso di rivelare tutto all’unico ragazzo che mi aveva fatto innamorare, all’unico ragazzo che mi aveva fatto capire la mia reale natura. Ero convinto di quello che stavo per fare, dovevo svelare i miei sentimenti ad Alessio e beh, se non mi avesse ricambiato, avrei cercato in tutti i modi di poter andare avanti, di riuscire ancora a sorridere, ma in cuor mio speravo che anche lui ricambiasse i miei sentimenti. Ero così immerso nei miei pensieri che non avevo sentito dei passi avvicinarsi sempre di più al mio telo e la voce di Alessio che mi chiamava, ma quando la sua mano toccò  la mia spalla leggermente, mi voltai e vidi i suoi bellissimi occhi nocciola riversarsi nei miei e improvvisamente mi sentii bene, dannatamente bene. Lui era venuto a cercarmi, forse per dirmi qualcosa o forse perché il destino aveva voluto farlo venire da me così da darmi una chance per rivelargli i miei reali sentimenti.

<< Che cosa ci fai qui? La festa è nel pub, non in spiaggia >> mi disse Alessio ridacchiando  ed io alzai le spalle incurante. Ero in leggero imbarazzo e menomale che era buio perché sennò avrebbe visto le mie gote leggermente rosse. Il ragazzo si mise a sedere vicino a me e anche lui incominciò a guardare il mare. Lo guardai e  mi resi conto, soltanto in quel momento, di quanto era bello. Con quei capelli sbarazzini, il naso dritto, la linea della mascella forte, le labbra fini ma tremendamente sensuali e le sue mani forti e affusolate che stringevano le ginocchia. Improvvisamente capii che quello era il momento giusto. Dovevo farmi coraggio o non avrei portato niente a termine con la mia timidezza.

<< Alessio … devo dirti una cosa >> incominciai e sentii la mia voce tremare leggermente. Alessio mi guardò alzando il sopracciglio evidentemente interessato all’argomento. Aprii la bocca per rivelargli tutto, ma sembrava come se le parole non volessero uscire dalle mie labbra. Il ragazzo mi sorrise incoraggiandomi ed io mi lasciai travolgere completamente da quel sorriso.  Mi guardava come se mi vedeva per la primissima volta, mi guardava ed io non riuscendo a spiccicare parola feci l’unica cosa in grado di fargli capire tutto. Lo baciai posando leggermente le mie labbra sulle sue in un dolce sfioramento di bocche. Mi irrigidii pensando subito che mi avrebbe respinto per il mio gesto avventato nei suoi confronti, ma al contrario Alessio dopo pochi secondi di smarrimento, ricambiò con foga il mio bacio, con passione delirante ed io mi lasciai travolgere da quel turbinio di emozioni. Mi lasciai sconvolgere dal suo sapore, dalle sue mani che si posavano leggermente sui miei fianchi stretti, dai suoi capelli sotto le mie dita, così soffici e profumati. Mi lasciai sconvolgere dalla morbidezza delle sue labbra, dal movimento sensuale della sua lingua sulla mia e inconsapevolmente sorrisi perché ero felice, dannatamente felice. Sentivo che Alessio provava le mie stesse emozioni, sentivo il battito del suo cuore sotto il palmo della mia mano che batteva forsennato e sentivo i suoi brividi che copiosi solleticavano la pelle delle mie braccia muscolose. Dopo minuti che sembravano ore, ci staccammo leggermente l’uno dalle labbra dell’altro e ci guardammo negli occhi, specchiandoci l’un l’altro e facendoci “mangiare” dall’intensità che sapevano emanare. Mi guardava sorridendomi, mi guardava con un tale desiderio che per poco non mi mettevo ad urlare in mezzo alla spiaggia deserta. Alessio ricambiava i miei sentimenti ed io ero così felice  che lo ribaciai con tutto l’amore che provavo, con tutta l’intensità che ero in grado di dargli e con la consapevolezza che per una volta le mie paure erano state battute … Le avevo calpestate lasciando spazio al mio cuore che correva come un forsennato contro la gabbia toracica.

<< Finalmente … >> mi sussurrò sulle labbra Alessio ed io sentii i brividi impossessarsi della mia pelle.

<< Tu … non hai paura di quello che ci dirà la gente? >> chiesi appoggiando dolcemente la fronte contro la sua mentre giocavo con la sua  mano rigirandomela tra le dita lunghe.

<< No, combatteremo  insieme … è questo che mi dà la carica per continuare >> mi disse sorridendomi ed io non potei che ricambiare, vista la felicità che continuava a scorrermi nelle vene. Finalmente le cose andavano per il verso giusto, finalmente ero riuscito ad avere quello che più desideravo e speravo soltanto che in futuro quell’amore non sarebbe finito …
 

************************

 
Angolo Autrice!

Ed eccoci con il 16° capitolo! Questo, come avete visto, è un POV di Riccardo dove racconto le sue paure e il coraggio di confessare ad Alessio i suoi reali sentimenti. Che dire? Sono felicissima che questa storia piaccia e soprattutto delle bellissime recensioni :D Un bacione grande e grazie veramente a tutte le mie lettrici!
Il profilo Facebook dove metterò spoiler e immagini :
http://www.facebook.com/misscherie.efp.9
La nuovissima storia che ho incominciato a scrivere “ Stravolgimi “ :http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1186687&i=1
Alla prossima! E intanto ecco un piccolo spoiler:
 

<< Abbiamo tutto il tempo per parlare ... questa sera voglio sentirti mia >> mi sussurrò roco contro il collo surriscaldato per i baci languidi che mi aveva lasciato poco prima ..

 

MissCherie. <3

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17

“I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore”

Jaques Prevert

 
 
 
Soddisfazione. Questo era l’aggettivo che descriveva al meglio come mi sentivo. Ero soddisfatta, felice, strafelice che le cose alla fine erano andate per il meglio. Avevo avuto quello che volevo, quello che pretendevo fin da quando ero una bambina. E sentirlo mio, toccarlo, baciarlo era stato uno dei regali più grandi che questa Estate mi aveva portato. Avevo ritrovato il mio principe, avevo ritrovato quella felicità che da tempo mi era stata negata. Il cuore, finalmente, si era ricompattato. Il puzzle della mia vita si era completato e speravo che tutto andasse per il meglio.
Mi ero innamorata di lui al primo sguardo, ma non me ne ero accorta. Mi ero innamorata di lui al primo sfioramento di labbra, mi ero innamorata del suo carattere, del suo sorriso e non ne potevo fare a meno. E in quel momento, stretta tra le sue braccia, amata dalle sue labbra, mi sentivo la ragazza più bella del mondo. Lui mi voleva, mi amava, mi pretendeva e io gli avevo lasciato prendere il mio cuore perché era la cosa giusta da fare. Ansiti, parole sconnesse, labbra bollenti, mani che si cercavano e pretendevano di più … Chiusi la porta della cabina con un tonfo e mi voltai tra le sue braccia trovando i suoi occhi intensi e carichi di desiderio. Liquidi di un amore che quella sera avremmo consumato. Feci scorrere la mia mano dal suo collo al suo viso, sfiorando la sua guancia, il suo naso, i suoi occhi e le sue labbra morbide e peccaminose. Una tentazione. Mi morse dolcemente il dito volendo di più ed io non lo feci attendere. In un'unica mossa feci combaciare le nostre labbra in un incastro perfetto che mi fece perdere un battito. Il suo sapore mi stordiva, mi mandava in un altro mondo, ma soprattutto mi faceva innamorare ancora di più di lui. Ormai il mio cuore era partito per la tangente e sapevo che non l’avrei più ripreso con tanta facilità. Federico dischiuse le labbra e con lentezza fece scorrere la sua lingua dapprima sulle mie labbra leggermente dischiuse e poi dentro la mia bocca cercando la mia e avvolgendola in una danza senza fine. Strinsi i suoi capelli tra le mani e ansimai quando mi morse il labbro inferiore per poi tornare a baciarmi con sempre più passione, andando più a fondo lasciandomi senza respiro e con la voglia di abbandonarmi a lui, alle sue mani, alle sue labbra. Passo dopo passo, baci dopo baci, sentii la mia schiena venire a contatto con la parete fredda del muro, ma mi riscaldai subito quando le sue labbra lasciarono una scia bollente lungo il mio collo facendomi venire brividi copiosi per la pelle. Le sue mani si arpionarono ai miei fianchi e le sentii risalire lentamente lungo la schiena in un estenuante carezza che mi fece desiderare di più. Presa dalla pazzia o forse dalla voglia che avevo di lui, portai le mie mani sui bottoni  della sua camicia e li slacciai mano a mano con l’intento di togliergliela. Non appena il suo torace nudo, così forte  e muscoloso, venne a contatto con il mio petto ancora coperto dal tessuto del vestito, chiusi gli occhi sentendo il suo calore propagarsi e riscaldarmi in quel piccolo spazio che ci divideva l’uno dal corpo dell’altro. Lasciai vagare le mie mani sul suo petto, seguendo la linea dei suoi pettorali e scendendo sempre più giù mentre i miei occhi non si staccavano dai suoi, mentre gli stavo dicendo quanto lo volevo. Accarezzai i suoi addominali pronunciati ma non troppo, con la punta delle dita e sospirai sentendo la sua pelle propagarsi di brividi. Ero eccitata al solo pensiero che ero io a fargli provare piacere, a preoccuparmi di lui … Ma sapevo che Federico non era il solito ragazzo che passava inattivo in quelle situazioni. Gemetti fortemente contro il suo orecchio quando la sua mano strinse con forza il mio seno tra le sue dita. Affondai le unghie contro la sua carne per sentirlo di più e lo sentii ansimare. Gli baciai le spalle forti, il petto, il collo e infine arrivai alle sue labbra che subito si dischiusero approfondendo il bacio. Mi lasciai travolgere dalle emozioni che solo lui sapeva darmi, mi lasciai travolgere da quel bacio al sapore di menta, fumo e amore. Mani che si cercavano e si arpionavano al corpo dell’altro, baci languidi e profondi, sfioramenti impercettibili che non facevano altro che eccitarmi. Sentii le sue mani risalire la mia schiena alla ricerca della cerniera del vestito e non appena la trovarono, desiderai con tutto il cuore che la strappasse. Non mi importava di quanto era costato quel benedetto abito, volevo sentire il suo calore, le sue mani darmi piacere. Improvvisamente un pensiero mi balenò in mente. Rebecca.
<< Dobbiamo ... Parlare di Rebecca e ... >> dissi ansimando sul suo collo mentre il ragazzo continuava a trafficare con la cerniera del vestito sulla schiena. Le sue labbra mi mordicchiavano sensualmente il lobo dell'orecchio, passandoci poi la sua morbida lingua calda che mi faceva perdere inevitabilmente un battito.
<< ... Di tutta la situazione ... Fede!>> quasi urlai il suo nome quando sentii la sua mano calda e affusolata stringere provocante una mia natica, facendomi inarcare contro il suo bacino e sentire quanto in realtà lui mi volesse ...


<< Abbiamo tutto il tempo per parlare ... questa sera voglio sentirti mia >> mi sussurrò roco contro il collo surriscaldato per i baci languidi che mi aveva lasciato poco prima. Quel mia, sussurrato con quella voce calda e roca, mi aveva offuscato la mente e lasciato che mille brividi si impossessassero della mia pelle. Finalmente il vestito cadde a terra lasciandomi soltanto in intimo davanti ai suoi occhi avidi di piacere. Il suo sguardo peccaminoso sfiorò il mio corpo, esaminandolo come un pittore faceva con una donna da ritrarre. Attento, sensuale e desideroso.
 
<< Sei bellissima … >> sussurrò roco e sentii immediatamente le sue braccia avvolgermi la schiena e le sue labbra avvolgere le mie in un altro bacio che ,sapevo, segnava l’inizio di qualcosa. La mia schiena venne a contatto con il materasso morbido e sentii freddo non sentendo più il suo corpo sul mio, ma pochi secondi dopo ritornò sopra di me avvolgendomi con il suo calore, avvolgendomi con i suoi baci e stregandomi con i movimenti decisi della sua lingua sulla mia. Allargai le gambe facendogli spazio e non appena il suo bacino si scontrò contro il mio un gemito mi uscì dalle labbra contro le sue  e sentii Federico ansimare leggermente. Le sue labbra scesero dalle mie labbra al mio collo, proseguendo sempre più giù e arrivando ai miei seni coperti ancora dal reggiseno. Con un movimento di polso, sganciò il tessuto e lo lanciò alle sue spalle per poi “tuffarsi” con le labbra ad assaporare il mio petto e mi lasciai travolgere dai suoi baci, dai miei gemiti e dalle sue mani che intanto avevano raggiunto lo slip, sorpassandolo e avventurandosi nel centro del mio piacere. Gemiti disconnessi, labbra che bollenti baciavano il mio corpo, mani che stringevano il corpo dell’altro, gambe che si strinsero in quel gioco peccaminoso. Inclinai la testa all’indietro rilasciando un lungo gemito quando il piacere mi inondò. Federico subito mi abbracciò dolcemente regalandomi un altro bacio e facendo scontrare i nostri corpi desiderosi di fondersi.
 
<< Sei sicura? Dimmelo adesso perché poi non riuscirò a fermarmi … >> mi sussurrò roco sulle labbra mentre mi stregava con  i suoi occhi ed io annuì. Lo volevo, lo volevo da matti. Avevo bisogno di sentirlo, di stringerlo, di amarlo completamente e di baciarlo come solo le mie labbra sapevano fare. Lasciai che la mia mano vagasse lungo il suo corpo, dalle spalle, ai pettorali, agli addominali e infine alla cerniera dei suoi pantaloni. La feci scorrere verso il basso e sfiorai intenzionalmente il suo desiderio sentendolo irrigidirsi mano a mano che lo sfioravo. Vedevo i suoi occhi chiudersi, le sue labbra aprirsi in ansiti e poi gemiti. Mi lasciai travolgere da quella passione e continuai finché Federico non mi prese il polso e in un colpo secco si levò sia pantaloni che boxer. Si lasciò ammirare in tutta la sua mascolinità ed io mi persi ad osservarlo, mi persi ad ammirare quel corpo che era mio. Sorrisi e mi alzai verso di lui prendendogli il viso tra le mani e lasciando scontrare le nostre labbra in un bacio dolce e leggero. Strinse le mie mani tra le sue, mi guardò negli occhi e finalmente lo sentii. Calore, completezza e piacere si univano in quell’amplesso che speravo non finisse mai. Labbra contro labbra, respiro nel respiro, mani strette, corpi che si sfregavano, gambe che si attorcigliavano e due cuori che si amavano in quella notte stellata di un Estate che aveva portato due giovani a scoprire un amore che andava oltre le sole parole ….
 
 

*******************

 
 
POV Federico.

La guardavo e più capivo di aver trovato tutto quello che cercavo. I suoi capelli morbidi e setosi, le sue lunghe ciglia e quelle labbra che, Dio, amavo più di ogni altra cosa al mondo. Carnose e screpolate come una tenera bambina. La mia bambina. Le sfiorai la guancia con le dita e la sentii sorridere affettuosamente contro il palmo della mia mano. Quella notte, quella magnifica notte, sentirla contro di me era stato qualcosa … di bellissimo. Poterla stringere, poterla baciare, poterla accarezzare era il modo per dirmi che finalmente lei era mia. Le sfiorai i capelli e attorcigliai una ciocca tra  le dita giocandoci dolcemente. Due pozze color ghiaccio si riversarono improvvisamente nei miei occhi e affogai dentro quel mare di tempesta. Come potevo essermela lasciata scappare in passato? Come potevo non aver visto quanto quella ragazza mi completava in tutto? Quanto l’essere uniti ci rendeva forti? Ora però io ero qua, accanto a lei, volendole rimanere accanto. Le sorrisi dolcemente.

<< Ciao … >> sussurrai guardandola intensamente negli occhi. Si strinse più contro il mio petto ed io la lasciai fare.

<< Ciao >> mi rispose birichina con quel sorrisetto provocatorio che adoravo. Mi avvicinai piano al suo volto e sfiorai le sue labbra con le mie in un tenero bacio.

<< Sei rimasto … >> mi disse avvolgendo le sue mani dietro il mio collo. Ero tornato per restare e sarei rimasto con lei finché quell’amore non sarebbe finito. E speravo per tanto tempo …

<< Credevi che me ne sarei andato? >>.

<< Si, ma al contempo speravo di no >> mi disse e sentii le sue mani carezzarmi la guancia ricoperta da un leggero strato di barba.

<< Dobbiamo parlare >> disse poi fermando la sua mano e incrociando i miei occhi seriamente. Sospirai e mi accoccolai contro di lei chiudendo gli occhi facendo finta di dormire volendo scappare da quella situazione.

<< Fede … Non puoi far finta di dormire, cretino. Guarda che non attacca con me. E poi … >> incominciò perentoria passando intanto la mano tra i miei capelli << … se non risolviamo andrai in bianco per il resto del mese, caro mio >> ed io a quella frase scattai a sedere sorridendole ammiccante. Col cavolo che sarei rimasto in astinenza per tutto quel tempo! La sentii ridere ed io aggrottai le sopracciglia confuso.

<< Che t’è preso adesso, Charlie? >> dissi scuotendola leggermente con la mano per farla riprendere, ma lei continuava a ridere come una cretina.

<< Ti corrompo con così poco, scemo! >> mi disse e poi riattaccò a ridere facendomi inevitabilmente spuntare un piccolo sorrisetto sadico. Mi avvicinai cauto, stendendomi sopra di lei e incominciando a baciarle il collo lentamente. Sospirai sentendo il suo profumo stordirmi e le sue manine birichine scendere lungo la mia schiena nuda. Ero completamente assuefatto da lei e desideravo stringerla e farmi stringere per sempre dal suo minuto corpo. Feci scorrere una mano lungo la sua gamba, portandola poi ad avvolgere la mia vita, mentre continuavo ad accarezzarla. Le mie labbra scesero sul suo seno e alzai gli occhi. Deglutì vedendola con il capo inclinato all’indietro, le palpebre chiuse e i suoi piccoli denti che mordevano il labbro inferiore. Mi irrigidì inconsapevolmente davanti a quella vista e subito il mio amichetto si portò all’attenti. Ridacchiai maligno e feci scorrere lentamente il mio bacino sul suo e strinsi gli occhi sentendola pronta. Ansimò Charlie contro il mio orecchio e proprio in quel preciso momento sussurrai quelle parole : << Nemmeno tu riesci a fare a meno di me, piccola >> e proprio mentre stavo per scansarmi dal suo corpo, la porta della cabina si aprì e vidi Alessio e Riccardo parlare. Il respiro mi si bloccò in gola quando i due si accorsero di me e Charlie. Oh cazzo …
 

POV Charlie.

Non mi ero minimamente resa conto che la porta della cabina si era aperta, rivelando due figure che conoscevo molto bene. Ero troppo concentrata a sentire il corpo muscoloso e pieno di virilità di Federico sul mio, così caldo e perfetto che volevo ancora assaporarlo per far capire al mio cuore che era vero, che quella situazione era reale. Aprii gli occhi e vidi Fede guardare la porta con la mascella rigida e gli occhi sorpresi. Uno strano presentimento mi pervase e voltai il capo trovando quattro paia d’occhi guardarci divertiti.

<< Oh cazzo >> disse Federico coprendomi alla svelta dagli occhi indiscreti dei miei amici. Ridacchiai vedendolo così protettivo nei miei confronti, anche se era lui quello che doveva essere preoccupato a farsi vedere non io.

<< Finalmente! >> urlò Riccardo dando una pacca sulla spalla ad Alessio che rideva scuotendo leggermente la testa. Federico sospirò e appoggiò la testa sulla mia spalla spalmandosi completamente contro il mio corpo in evidente imbarazzo. Gli carezzai i capelli dolcemente e, mimando con le labbra, intimai ai due ragazzi di uscire e loro ridendo e facendo apprezzamenti sul sedere del mio ragazzo, uscirono lasciandomi basita. Dio, che situazione. Aspettate … come faceva Riccardo a sapere che Alessio era gay? Sospirai e decisi che quella situazione l’avrei lasciata a più tardi.

<< Se ne sono andati >> dissi sorridendo mentre vedevo Federico accasciato completamente contro di me. Sentii il suo corpo tremare leggermente e poi sempre più forte finché il ragazzo non scoppiò a ridere liberamente buttandosi di schiena sul materasso. Sbarrai gli occhi confusa mentre lo vedevo quasi piangere dal ridere. Era così buffo con le labbra imbronciate, gli occhi stretti in due fessure, i muscoli contratti dalle risate e la sua voce roca e divertente che si espandeva per tutta la stanza.

<< Tu sei completamente matto! >> sbottai e gli diedi un fugace bacio sulla guancia prima di alzarmi stringendo il lenzuolo tra le mani e andando alla ricerca dei miei vestiti.

<< Avevano delle facce che, ti giuro, erano comiche! >> disse continuando a ridere ed io alzai gli occhi al cielo. Volevo proprio vedere, quando gli avrei detto che loro, diciamo, amavano di più l’altro sesso, se avrebbe ancora riso visto che avevano intravisto tutto il suo armamentario. Mi rivestii velocemente dandomi poi una sistemata ai capelli e legandoli in una crocchia scomposta. Ritornai in camera e trovai Federico che si stava allacciando i pantaloni e, Dio, in quel momento sarei voluta correre da lui e fare l’amore ancora una volta. Ma gli altri ci stavano aspettando per fare colazione ed io avevo soprattutto fame visto le calorie che mi aveva fatto perdere nella notte quel cretino. Dopo aver messo una maglietta bianca, Fede si avvicinò a me e mi diede un bacio a fior di labbra che mi fece sorridere. Cavolo, era il mio ragazzo. Finalmente potevo urlare che sì, l’amore era stato coronato ed io volevo vivermi quei giorni come se fossero stati gli ultimi, come se quell’amore non sarebbe mai finito ….
 

**********************

 
Angolo Autrice!

Eccomi tornata con un altro capitolo! Qui vediamo come Charlie e Fede si danno, per dire, alla pazza gioia xD Comunque spero di riuscire davvero a pubblicare più capitoli possibili perché questa storia sta giungendo al termine : ( Eh già … Sembrano passati pochi giorni dal suo inizio. Volevo ringraziare tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguire, le preferite e le ricordate. E un GRAZIE soprattutto a quelle che recensiscono con bellissime parole! Un bacione e al prossimo capitolo!
MissCherie. <3
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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


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Capitolo 19

Una settimana dopo …
 
Lentamente e con grande svogliatezza, aprii i miei occhi azzurri ritrovando davanti a me il volto rilassato e dormiente del mio ragazzo. Era passata soltanto una settimana da quando tutto era cambiato, ma era stata una delle settimane più belle della mia vita. Trovare il piacere di averlo finalmente tra le braccia era stato qualcosa di unico e inspiegabile, tant’è che sentivo i brividi accarezzarmi la pelle abbronzata. Ero felice, si. Come non lo ero mai stata in tutta la mia vita. Avevo ritrovato il mio amore, il suo calore, le sue labbra, il suo affetto, le sue stupide risate e il suo dolce e inebriante profumo. Non mi sarei mai e poi mai pentita di nulla, perché tutto quello che avevo fatto mi aveva portato tra le sue braccia. Ed ora eravamo lì, su quel letto dove una settimana prima avevamo coronato il nostro amore. Più lo guardavo e più mi innamoravo di lui, di ogni sua piccola imperfezione che per me diventava perfetta. Era bello e perfetto il mio amore. Sentivo dentro di me quanto tutto questo poteva unirci, quanto in realtà ci eravamo sempre voluti bene. Lo guardavo e mi sembrava di vedere un angelo. Con le palpebre socchiuse, le labbra piene piegate in una dolce smorfia, i capelli mori dolcemente spettinati e buffi e quelle braccia calde che mi stringevano dicendomi che ero sua e basta. Oh e lo sarei stata! Dolcemente, gli carezzai la guancia ispida e sorrisi pensando che lui non voleva tagliarsi la barba perché diceva che era inspiegabilmente sexy. Ahimè, ragazze, era sempre rimasto il solito babbuino scemo del quale ero sempre stata innamorata, anche se dovevo ammetterlo … Era diventato magicamente dolce e adoravo questo suo lato. In quella settimana, il cosiddetto babbuino, mi aveva dimostrato più di quanto mi sarei mai aspettata. Mi dava attenzioni, mi portava fuori a cena, mi consolava quando ero triste e abbattuta, mi faceva piccoli regalini che mi riempivano il cuore di gioia … Mi stava dimostrando quanto in realtà tenesse a me, quanto mi amava. Era come se voleva darmi quelle certezze che in passato non avevo mai avuto, come se aveva paura di perdermi, ma al tempo stesso era felice di fare tutto ciò. Come se farmi sentire così, era la sua priorità principale. In quella settimana avevamo chiarito ogni piccolo dubbio che mi assillava prepotentemente dal passato. Mi aveva detto che quando mi aveva rivista dopo due lunghi anni di permanenza a Roma, si era reso conto che qualcosa  in lui era cambiato e la consapevolezza che ormai i miei sentimenti potevano essere stati assopiti dalla sofferenza e dal tempo, lo aveva portato a rinchiudersi nel suo mondo di strafottenza provando a dimenticarmi, ma aveva  sempre provato a trovare un piccolo pretesto per parlarmi o punzecchiarmi. Gli ero sempre mancata come lui era mancato a me, aveva sempre avuto bisogno del mio affetto, ma purtroppo il passato burrascoso aveva messo dei limiti a quell’amicizia che sembrava ormai essere perduta. Era stato intimorito dai miei sentimenti, anni fa, ma ne era stato sopraffatto lui stesso accorgendosi poi che forse c’era sempre stato qualcosa in più. La nostra non era mai stata una semplice amicizia, era stata più un cercarsi, un bisogno reciproco l’uno dell’altro e dopo anni ancora quella voglia di stare insieme era tanta come se il passato non avesse scalfito nulla dei nostri sentimenti, come se il nostro volerci bene era rimasto assopito in un piccolo angolo del cuore pronto ad uscire per poi sbocciare in qualcosa di molto più grande. L’amore. Oh, com’era bello innamorarsi, com’era bello sentire il ragazzo che amavi completamente tuo. Non avrei mai rimpianto quell’Estate e nemmeno quella scommessa che ci aveva fatto riavvicinare  ancora un’ultima volta. Non rimpiangerò mai il mio cuore per averlo aspettato inconsapevolmente, invece di appartenere ad un altro ragazzo. No, non rimpiangerò mai nulla di tutto questo perché ogni passo che avevo fatto era sempre stato un passo verso di lui, il mio dolce e buffo babbuino …
**************
<< Charlie? Muoviti che sennò facciamo tardi come sempre! >> urlò dal piano inferiore il mio “ adorabile” ragazzo. Sbuffai mentre guardavo, allo specchio, il mio volto in cerca di qualche piccolo difetto provocato dall’abbondante nutrimento di Nutella la serata scorsa.
<< Arrivo! >> urlai ridacchiando mentre mi immaginavo Federico imprecare silenziosamente. Ah, ma non lo sapeva che noi ragazze eravamo sempre quelle che ci facevamo attendere? Quel pomeriggio volevo sorprenderlo visto che saremmo andati ad una cena con i nostri amici e, diciamo, volevo rendermi bella almeno una volta per lui. Mi guardai ancora un’ultima volta e sorrisi di fronte al riflesso di una ragazza … felice. Troppo felice. Ero sempre la solita Charlie maschiaccio, ma negli occhi potevo scorgere una strana luce che sapevo che soltanto Federico riusciva a darmi. Ah, ero proprio cotta di quel babbuino! Feci un piccolo giretto su me stessa facendo volteggiare delicatamente il vestito estivo che avevo comprato pochi giorni fa al mercato di paese. Era bianco con una gonna leggera variopinta di fiorellini colorati. Mi era piaciuto subito appena lo avevo visto. Era semplice, ma allo stesso tempo mi dava un tocco di femminilità che poche volte mi ero vista addosso. Sorrisi inconsapevolmente e poi uscii dal bagno dirigendomi al piano inferiore dove, un ansioso Federico, mi stava aspettando con la sua solita aria sfaticata. Era sempre il solito casinista, sbruffone e quant’altro, ma questo mi aveva fatto innamorare di lui. Il suo essere … diverso, il suo non essere perfetto. Ma quando lo guardavo in quei bellissimi occhi color del cioccolato, vedevo quanto per me il solo averlo accanto poteva essere giusto. Lo era sempre stato anche quando litigavamo o ci punzecchiavamo come dei ragazzini. Lui era il mio migliore amico, il mio confidente, il mio sfidante nelle partite a biliardino … in pratica era il mio tutto e sapevo che senza di lui mi sarei sentita una nullità, un qualcosa di vuoto. Mi ridestai dai miei pensieri quando sentii il suo sguardo bruciare sulla mia pelle e ghignai malefica vedendo perfettamente che mi stava mangiando con gli occhi.
<< Vuoi far colpo su qualcuno? >> mi chiese schietto serrando la mascella e trafiggendomi con quegli occhi scuri e penetranti che mi perseguitavano anche nei sogni più profondi. Gli sorrisi magnanima e mi avvicinai lentamente a lui arrivando a sfiorargli il petto con il mio. Sentii il suo corpo irrigidirsi a causa della mia vicinanza, ma non lo diede a vedere, anzi fece l’indifferente. Con delicatezza sfiorai i suoi pettorali, coperti soltanto da una maglietta a maniche corte fina, con la punta delle dita beandomi del calore che la sua pelle trasmetteva. Alzai lo sguardo incatenandolo con il suo e lo vidi rapito dai miei movimenti. Vidi i suoi occhi persi nei miei, sentii le sue mani stringersi sui miei fianchi e mi sciolsi completamente mentre lo baciavo dolcemente sulle labbra carnose e perfette che mi erano state negate in passato, ma dalle quali non riuscivo a staccarmene in questo presente.
<< Solo su di te >> sussurrai sfiorandogli la guancia con la mano in una dolce carezza e lo vidi sciogliersi e sorridermi calorosamente.
<< Non ce n’è bisogno perché il mio cuore è già tuo, piccola mia >> mi sussurrò dolcemente e sorrisi. Si, ero felice. Si, ero innamorata della persona giusta … Eh si in quel momento sapevo che lui mi avrebbe amata in tutte le mie sfaccettature, in tutti i miei piccoli difetti e non c’era cosa più bella di amare una persona così diversa da te, ma altrettanto simile per amarti. Lo baciai per assaporare ancora appieno le sue labbra che mi trasmettevano il suo tutto, lo guardai per trasmettergli con uno sguardo tutto l’amore che provavo verso di lui e lo strinsi forte a me per imprimere sulla mia pelle il suo calore che mi avrebbe stretta tutte quelle volte che lui non era con me …
******
<< Finalmente siete arrivati! Che fine avevate fatto? >> chiese con la sua solita grazia Veronica alzando gli occhi al cielo come a dire “ Grazie Dio per averci reso partecipi della loro presenza!”. Ridacchiai debolmente guardando il mio ragazzo che mi guardò a sua volta.
<< Charlie è una ritardataria, lo sai >> rispose tranquillamente mentre mi teneva per mano conducendomi al tavolo del ristorante dove erano seduti tutti i nostri amici. Riccardo, Alessio, Alessia, Marco, Giulia e Luca. Beh vi ricordate del mio prode cavaliere al ballo in maschera? Bene diciamo che lui e la mia cara cuginetta si stavano frequentando e direi proprio che le cose andavano a gonfie vele visto che in quel momento erano abbracciati a ridere e a scherzare come due fidanzatini. Ero felice per lei perché Luca era davvero un bravo e ,diciamo, anche un  bel ragazzo! Alessia era entusiasta di come la situazione tra loro due stava prendendo una piega decisamente più intensa e tutti quanti noi aspettavamo che quei due facessero un passo in più in quella relazione che da più di una settimana stavano portando avanti. Per quanto riguardava Alessio e Riccardo, alla fine si erano trovati e avevano coronato il loro sogno di stare finalmente insieme. Il mio migliore amico era davvero felice, non lo avevo mai visto così preso da qualcuno. Tutti gli altri avevano preso bene la loro relazione trovandosi entusiasti, mentre Federico dopo averlo saputo, era arrossito come un peperone ricordandosi che lo avevano visto in atteggiamenti poco consoni e con il  bel sederino scoperto. Ma aveva sdrammatizzato la situazione con una bella risata imbarazzata e si era trovato contento anche lui per loro due.
Salutai gentilmente tutti i miei amici che subito mi attaccarono con battutine allusive e ammiccamenti espliciti verso il mio ragazzo. Erano dei veri stupidi, ma erano anche le persone più belle che avevo mai avuto accanto a me. Eravamo come una grande famiglia che si supportava sempre, in ogni piccola difficoltà. Ed ora che io e Fede eravamo ufficialmente una coppia, quel legame si era ancora di più assodato e potevo quasi pensare che si, eravamo una famiglia davvero speciale. C’era Veronica, l’anima della giornata e quella che faceva battute ilari su ogni cosa. C’era Alessia, la ragazza che adorava cucinare abbondanti pasti e ti stava accanto quando avevi bisogno di un consiglio. C’era Marco, il fratellone buffo del mio ragazzo e quello che faceva i discorsi più seri e strambi che avevo mai sentito. C’era Riccardo il mio migliore amico, colui che organizzava le serate e qualche partitella a calcetto. C’era Alessio il suo attuale ragazzo ormai, il simpaticone del gruppo e Giulia che gli faceva da spalla. E infine c’eravamo io e Fede che venivamo etichettati come i piccioncini della combriccola, una sorta di mamma e papà. Loro erano la mia famiglia, loro erano diventati il mio tutto e speravo che saremmo rimasti insieme ancora per molto tempo. Guardai Federico imprimendo dentro la mia testa il suo sorriso, la sua calda voce che adoravo soprattutto quando facevamo l’amore, i suoi capelli spettinati e morbidi, i suoi occhi fusi di cioccolata e quelle mani perfette che in quel momento mi stringevano delicatamente. Lo avrei ricordato sempre, lo avrei amato sempre perché le emozioni che sentivo per lui andavano al di là di ogni piccola imperfezione che c’era in questa vita complicata. Avrei vissuto questa storia appieno, assaporandone i giorni, baciandone le sfaccettature e facendomi cullare dal suo calore che mi riempiva il cuore. Gli strinsi la mano e lo vidi girarsi verso di me sorridendomi teneramente.
Ti amo.
Sperai con tutto il cuore che in quel momento i miei occhi trasmettevano quello, sperai che lui capisse quanto per me era il mio tutto ormai. Mi avvicinai al suo volto e lo baciai mentre su quelle labbra peccaminose sussurravo quelle due paroline che non erano mai state più vere.
<< Ti amo, amore mio >>.
Vidi i suoi occhi spalancarsi dalla sorpresa e temetti di aver sbagliato qualcosa, ma quando li vidi riempirsi di gioia e un sorrisone aprirsi su quelle labbra che poco dopo raggiungessero le mie capii che non dovevo mai temere nulla di quello che lui avrebbe pensato o detto. Lo baciai imprimendogli nel cuore quelle due parole mentre le nostre labbra si rincorrevano e le nostre lingue si sfioravano dolcemente. Strinsi la sua mano come se avevo paura che scappasse, ma sapevo che non l’avrebbe fatto. Mi guardò. Mi sorrise. Mi carezzò una guancia e poi mi sussurrò :
<< Il mio cuore è tuo, solo tuo … Non ci sono parole, nemmeno una, per descrivere cosa provo per te. Ma ti amo e non lo rinnegherò mai, amore, mai >> e sentii una dolce lacrima scendere sulla mia guancia mentre le mie braccia si strinsero a lui, abbracciandolo. No, quello che provavamo non si poteva esprimere a parole perché andava oltre tutto e non c’era cosa più bella di essere QUEL TUTTO …
 

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Angolo Autrice!

 
Sono davvero imperdonabile per tutto questo tempo di attesa, scusatemi davvero tanto.  Ho avuto problemi sia con la scuola che con questioni private e mi scuso davvero tanto per aver trascurato questa storia per cosi tanto tempo. Lo so che sicuramente questo capitolo non era nelle vostre aspettative forse perché è l’ultimo o forse perché non ho scritto nella mia solita maniera, ma spero che vi sia piaciuto. Come avete visto la storia tra Charlie e Fede si è conclusa con un bel lieto fine e tutto nella vita della protagonista sembra andare per il verso giusto. Spero vivamente che non mi uccidiate per aver concluso la storia così, ma credo di avere in programma un continuo che già la mia testolina sta macchinando(xD). Mi scuso ancora tantissimo per il ritardo a dir poco mostruoso LAvrei voluto pubblicare prima, ma non ero sicura abbastanza di quello che scrivevo e alla fine sono riuscita a strutturare questo capitolo che spero vi sia piaciuto. Devo soltanto dirvi un enorme GRAZIE a tutte voi che mi avete seguita, avete letto questa storia che grazie alle vostre bellissime recensioni è riuscita ad andare avanti, un grazie a tutte quelle che hanno letto in silenzio e un enorme grazie a tutte coloro che ancora seguono le mie storie anche se faccio enormi ritardi nel pubblicare! Spero che mi seguirete nelle mie prossime storie e spero che vi entusiasmino come le altre! Un grandissimo bacio a tutte voi e direi anche un in bocca al lupo per tutte colore che dovranno affrontare l’esame quest’anno.
GRAZIEEE!!! :D 

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