Sono solo un pesce da rete, non un pesce da lenza.

di Pundamilla
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio del nulla. ***
Capitolo 2: *** L'oblio ***
Capitolo 3: *** Uno stupidissimo ***
Capitolo 4: *** Mi fai allergia. ***
Capitolo 5: *** La pelle bruciava, di te. ***
Capitolo 6: *** Fu il mio sbaglio più grande. ***
Capitolo 7: *** Avevo bisogno di qualcuno che mi portasse via da lui. ***
Capitolo 8: *** Ero una principessa, ma mancavi tu. ***
Capitolo 9: *** Cominciavi a fare effetto. ***
Capitolo 10: *** Non sono un pesce da lenza. ***
Capitolo 11: *** Sei sordo, si. ***
Capitolo 12: *** Voglio ubriacarmi del tuo sorriso. ***
Capitolo 13: *** Il mio nome nella tua voce. ***
Capitolo 14: *** Sei guarito. ***



Capitolo 1
*** L'inizio del nulla. ***


Ero distesa sul divano, musica a palla, nessuno poteva darmi fastidio ora.

Ho sempre odiato le persone che mi interrompono quando ascolto la musica, perciò quando mia mamma mi chiamò feci finta di dormire. Modo molto saggio per evitare scocciature.

Le gocce di pioggia batevano sulla serranda e anche se non le sentivo riuscivo a percepirle; domani sarei andata a scuola. Nuova.

L'indomani lo incontrai, lo odiai sin dal primo momento:era circondato da una folla di ragazze che lo guardavano o fissavano per dir meglio.

Mi guardò con un sorrisetto Malizioso e mi venne dietro.

Quando fui nella mia classe sperai che non arrivasse. Non fu così e un po' mi dispiacque dico la verità, solo un po'.

All'uscita mi fermò:-Sei tu la Nuova-?

-Beh', la Nuova ha un nome, comunque si, sono io.-

-Bene, mi fa sempre piacere incontrare delle belle ragazze-

-A me invece non fa piacere trovare degli sbruffoni gasati-

Tornai a casa con un po' di curiosità, cominciai a rivalutare le sue parole, mi aveva in qualche modo detto che ero una bella ragazza. Ma che me ne importava, tanto non avrebbe mai seguito una come me. Un essere perfetto come lui.

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Capitolo 2
*** L'oblio ***


Pensai tutto il pomeriggio a lui. Non volevo pensarci, non era mia intenzione, ma non resistevo. Ripensavo alle sue parole, al suo tono di voce mielato, dolce ma profondo; ricordavo come era vestito ed il suo odore:perfetto, una continua distrazione per i miei pensieri già annebbiati di loro. -Resisti- Continuavo a ripetermi questa parola tipo una preghiera. Avete idea cosa significhi cercare qualcosa dentro il tuo cuore e non trovarlo, una minima presenza di lui, anche solo un sorriso. Cercare qualcosa che ti faccia ricordare i suoi lineamenti. Beh io non ne avevo bisogno. Era tutto stampato nella mia mente. Cedetti. Si, non resistetti alla tentazione di immaginarlo vicino a me. Mi incuriosiva, tutto qui, volevo capire cosa pensasse davvero, cosa ci fosse nella sua perfetta mente contorta. Mi addormentai con il suo profumo nel naso e il suo corpo invisibile su di me. La mattina dopo arrivata a scuola lo cercai. Cercavo il suo sguardo per poterlo velocemente incontrare, ma non c'era. Mi sentii troppo male, un giorno di instancabili fantasie per poi cadere nell'oblio. A scuola cominciarono le presentazioni dei professori, tutti che mi sorridevano e mi salutavano. Io non c'ero, Nanè era morta, non pensavo che sarei diventata dipendente da lui così presto, avevo bisogno del suo profumo. di LUI. Ma lo avrei mai rivisto?!

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Capitolo 3
*** Uno stupidissimo ***


Non pensavo ad altro che a lui. Pensavo a dove potesse essere finito, dove poteva essere scappato.

Non trovavo risposte.Chiesi alla mia amica di chiamarlo e di sentire dove era.

Feci mettere il vivavoce perchè volevo sentire la sua voce; il telefono squillava.

Rispose, la sua voce, inconfondibile, dolce, profonda bassa...preoccupata?!

Come preoccupata?! Mi scappò un gemito e chiese:

-chi c'è li con te?-

-La Nuova come la chiami te-

Odiai la mia amica, gli feci uno shhhh ma non capì lo stesso. Ora ero eccitata, volevo sapere la sua reazione, non sentivo nulla, nemmeno un respiro, ancora un gemito.

-Ah-

Ah, un semplice, stupidissimo "ah"; come per dire, si, ma preferivo qualcun'altro al suo posto.

Cadetti in lacrime, non so perchè, non piango quasi mai, non mi piace piangere, mi si sbafa il trucco ed è come sudare, a me non piace sudare dagli occhi. Lo odio, soprattutto se sudo per un ragazzo.

La mia amica riattaccò, di colpo e mi abbracciò.

Mi fece ricordare il suo calore, di quando mi era stato vicino il giorno prima.

Piangevo, "sudavo" sempre più forte accompagnata da singhiozzi. Non sapevo nemmeno di preciso il perchè, ma quella sua indifferenza, bruciante e dolorosa indifferenza.

Fantastico, grande Nanè, ci sei cascata ancora una volta, ma sai che c'è, c'è che ora sarà tutto più difficile, già, Nanè si è innamorata, innamorata davvero.

E ora come faccio a dimenticarlo, voglio morire. 

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Capitolo 4
*** Mi fai allergia. ***


L'ho osservato tutto il giorno oggi.

E me ne vergogno pazzamente, non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.

Avete presente quando la mattina vi svegliate e il sole vi acceca così tanto che dovete chiudere gli occhi?!

Più o meno guardarlo mi fa quell'effetto, ma continuavo a guardarlo perchè era un sole così bello e anche se accecante molto affascinante.

Improvvisamente mi guardò.

Incredibile a dirsi ma mi guardò e si avvicinò verso di me, non sapevo per quale motivo lo stesse facendo, ma anzichè essere contenta provavo ribrezzo.

Come se il suo profumo mi facesse allergia, forse a forza di guardarlo ero diventata intollerante alla sua presenza.

Lo speravo, lo speravo veramente.

Invece quando mi si avvicinò non sentii più nessun ribrezzo, anzi ero quasi in coma vegetale dalla tanta bellezza che mi trovavo a pochi centimetri dalla bocca.

Volevo saltargli addosso e mangiarmelo vivo di baci.

Non potevo, stringevo i pugni per resistere alla sensazione di mangiarlo con gli occhi, guardavo per terra e le mie labbra erano serrate, se le avessi aperte non so cosa sarebbe successo.

Non mi sarei controllata, credo.

Fù lui il primo a parlare:

-Ecco la mia Nuova-.

Annuii con la testa, continuavo a non aprire la bocca.

O almeno ci stavo provando.

-Che c'è non mi slauti nemmeno-

Fui costretta a parlare.

-No è...che non...cioè... Ciao-

Ecco, perfetta polla, mi ero impappinata prevedevo la sua risata.

Invece non rise, tutt'altro. 

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Capitolo 5
*** La pelle bruciava, di te. ***


Mi guardò con gli occhi bassi.

Io da quanto mi vergognavo ormai ero più un macabro corpo inanimato che un essere umano; feci per andarmene.

Sentii di colpo una mano, ferrea e solida che mi afferrava il polso, inconfondibilmente era lui.

Sentii la pelle bruciare come un tizzone ardente di fuoco, una scarica elettrica mi attraversò il corpo con un brivido finale.

-Non andare-

-Cosa vuoi?-

-Osservarti, solo questo-

-A me non va che tu mi osserci, non mi piace-

Ero nel panico, non volevo veramente che mi guardasse, ma allo stesso tempo desideravo con tutta me stessa che mi prendesse in considerazione.

Andai via liberandomi, anche se a malincuore, dalla sua morza.

Girato l'angolo mi accasciai per terra e mi rannicchiai su me stessa.

Sudavo dagli occhi di nuovo; lo odiavo, sudavo sempre dopo averlo visto o avergli parlato.

Sentivo el lacrime salate che mi sfioravano le labbra e che mi entravano sotto la maglietta, strofinandosi al mio corpo.

La gente passava, ma tanto non avevo di che preoccuparmi, nessuno badava a me, chi del resto aveva ami badato a me, se non il mio piccolo cuore che ormai era in penzione direi.

Chi, del resto, non aveva dubitato della mia esistenza.

Dell'esistenza di Nanè.

Sentii dei passi, ebbi come l'impressione che quei passi però avessero qualcosa di diverso.

Qualcosa che mi apparteneva. 

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Capitolo 6
*** Fu il mio sbaglio più grande. ***


Sentii i passi avvicinarsi sempre di più a me.

Il mio corpo era coperto da un'ombra, alta, sicura. Non c'era dubbio: era Lui.

Si sedette accanto a me, cercai di togliere l'aria da panda maltrattato e di asciugarmi le lacrime, ma lo fece Lui al posto mio.

Mi chiese perchè paingessi e io gli risposi:

-Così, mi piace-

Mentivo, uno, perchè piangevo per lui, due, perchè odiavo piangere, sudare dagli occhi.

Era evidente che non ci aveva creduto.

Purtroppo era anche maledettamente intelligente; sentii il suo respiro accanto alle mie orecchie, che bruciavano dal calore che mi invadeva.

Sentii il suo sospiro e rabbrividii, il suo respiro era la cosa più bella e allo stesso tempo sconvolgente che avessi mai scoperto.

Lo guardai, per la prima volta ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi e scoprii ancora di più la loro lucentezza e perfezione, ma continuavo a ripetermi che era uno sbaglio guardarlo, perchè sarebbe stato molto più difficile dimenticarlo, dimenticare la mia Lurida Voglia.

Abbassai subito lo sguardo per non arrossire, ma non feci in tempo, lui se ne accorse e si alsciò sfuggire un sorrisino.

Fu il mio sbaglio più grande.

Ora sapeva che mi avrebbe avuto anche contro la mai vogl.

Speva che potevo essere sua. 

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Capitolo 7
*** Avevo bisogno di qualcuno che mi portasse via da lui. ***


Odiavo come mi guardava, era come se riuscisse a leggermi nella mente, era come se sapesse che lo desideravo più di ogni altra cosa al mondo.

Effettivamente era ciò che pensavo veramente.

Dovevo disintossicarmi, ormai erano passati mesi dalla prima volta che lo sognai la notte, che lo vedevo con le altre.

Erano passati mesi dall'ultima volta che mi ero sentita veramente felice.

Stavo cominciando a respingerlo, ogni volta che si avvicinava a me cercavo di non respirare, come se il suo respiro e la sua presenza se respirata mi avrebbe ucciso, ma era difficile resistere a lungo.

Quando il suo sguardo si avvicinava sentivo il cuore battere a mille ed ero costretta a respirare o sarei veramente morta.

Ogni suo battito cardiaco era uno schiaffo in faccia, non resistevo e così dovevo andarmene, ma mi faceva male, andare via dalla mia vita.

Era dura. Più dura del previsto.

Cominciavo a sentirmi meglio però, capivo che se mi fossi impegnata sarei riuscita a buttarlo fuori dal mio cuore.

Ma fino al momento in cui non fosse arrivato nessuno al suo posto sarei rimasta così, in agonia, quasi morta.

Con il vento che mi spostava senza che io potessi accorgermene, con un coltello che si rigirava dentro il mio cuore in continuazione e che sprofondava sempre di più ad ogni suo sguardo, ad ogni suo respiro o parola.

Ormai ne ero sicura.

Avevo bisogno di qualcuno che mi portasse via da lui.

Ma ciò era impossibile.

Forse. 

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Capitolo 8
*** Ero una principessa, ma mancavi tu. ***


Non potevo dimenticarmi di lui se prima non trovavo qualcuno altrettanto mozza fiato e che mi facesse provare le stesse emozioni che lui mi faceva provare.

Ero ormai disperata, ma dal nulla, in un semplice pomeriggio parlai con un mio amico, che mi fece conoscere suo fratello, certo era un ragazzo davvero bello, ma non ci tenevo a conoscerlo, c'era un'amicizia più importante dietro, perciò non ne valeva la pena; quindi per giorni e giorni restai sempre pronta con una scusa appena lo vedevo entrare in chat.

Lo so, non c'è bisogno che me lo ridicano altre persone, è stato un cattivo gesto, lo so. Ma non volevo conoscerlo.

tutto qui.

O forse no, forse era perchè sapevo che lui mi avrebbe fatto dimenticare tutto e io, diciamolo, non volevo dimenticare tutto, capii che dovevo conoscerlo, dovevo farlo, o non sarei riuscita a superare questo ostacolo.

Il primo giorno che gli parlai fu come se non esistesse nessuno tranne me e lui in quel momento, non ero innamorata, ma ero felice di parlare con qualcuno che mi capisse, ero sollevata.

Passarono un po' di giorni, giorni in cui io mi sentivo una principessa, come avevo sempre desiderato fin da piccola, ero come in un bellissimo sogno, ma per lui non provavo niente di speciale, solo che quando stavo con lui mi sentivo bene, coccolata.

Alla fine un giorno mi chiese di mettermi con lui, non avevo previsto di piacerli, non volevo piacerli, ma dopo un attimo di riflessione capii che magari una volta nella vita mi avrebbe fatto bene avere qualcuno accanto a me.

Era fantastico da come mi parlava, c'era solo un problema: lui era al mare lontano da me, ero sicura che di certo avrebbe fatto qualcosa con alcune ragazze, è normale, è un ragazzo.

Così decisi che sarebbe stato meglio non affezionarmi a lui, ma fare come se fossimo sepre amici.

Ciò che io voglio a dirla tutta.

Così anche quando mi disse: "dobbiamo parlare" non mi sentii male, nient'affato. 

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Capitolo 9
*** Cominciavi a fare effetto. ***


Era ovvio di ciò che mi aspettava, la frase tipica: forse per ora è meglio restare amici.

Certo, lo pensavo anche io, nonostante provassi qualcosa per lui, continuavo a pensare al mio VERO unico pensiero:lui.

Non c'era notte che non lo sognassi, giorno che non lo pensassi e momento in cui desiderassi vederlo.

La droga aveva ricominciato a fare il suo effetto.

Era una droga diversa, tagliata peggio, perchè faceva ancora più male.

La sentivo scorrere sulle vene ogni secondo che passava; ma c'era una cosa, affascinante:era diventato geloso.

Quando le sue mani mi sfioravano sentivo una cosa impossibile da spiegare e da ignorare.

Quando il suo corpo si avvicinava al mio anche per un semplice abbraccio, morivo.

Cercavo di non illudermi, cercavo di non fare caso alle scosse che il mio corpo sentiva ogni volta che le sue mani mi sfioravano o mi sollevavano per aria.

Sapevo che non dovevo farci caso, perchè e per caso mi sarei innamorata nuovamente, sarebbe stato impossibile disintossicarmi.

Dovevo resistere.

Ma come potevo fare a non fare caso ai suoi sorrisi, alle sue labbra che mi sfioravano le orecchie ed il collo.

Come potevo fare a non pensare che se solo fossi stata più convinta poteva essere MIO.

Esatto, se avessi avuto più coraggio sarei stata sua, anche solo per un attimo, che però mi sarei fatta bastare.

Il tempo di un bacio, semplice, unico.

Ma non potevo e questo era ovvio. 

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Capitolo 10
*** Non sono un pesce da lenza. ***


Immagina il mondo senza aria, senza ossigeno.

Sarebbe impossibile vivere senza, per questo io quando ci sei tu muoio, perchè sei il mio ossigeno.

Ho cercato di passare all'anidride carbonica,ma non era lo stesso per me, io avevo bisogno di ossigeno.

Di TE.

Ho cercato in tutti i modi di dimenticarti, di dimenticarmi del tuo dolce profumo e del tuo sguardo ipnotico.

Ho cercato di ignorare il tuo sorriso che mi avvolgeva come una coperta di lana calda nella sera d'inverno più fredda.

Ho cercato pure di convincermi che per te non provavo più nulla.

Ma quando mi guardavi era impossibile non ricambiare e lo stesso vale per quando mi sorridevi.

Ho provato di tutto per dimenticarti, ma tutto ciò che ho ottenuto è stata la certezza che ti amo.

Oh cazzo se ti amo.

Per questo sono fottuta, perchè ti amo.

Mi sono innamorata del più lurido essere, del più perfetto essere.

Sono intrappolata nella tua rete di pesci, siamo in tanti qua giù, spero che mi noterai.

Ma so che tanto non lo farai, tu non guardi ami nella rete, tu prendi solo i pesci migliori.

Quelli che peschi tu stesso con calma e pazienza, strategie.

Io sono solo un pesce da rete, non un pesce da lenza. 

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Capitolo 11
*** Sei sordo, si. ***


Non ne so il perchè, ma sta di fatto che sono scappata, forse da te, da lei, da tutti.

L'amore mi fa male, vedere le persone innamorate di qualcuno,qualcosa.

Io sono innamorata di te, del nulla, sei come l'aria fresca la mattina:mi rimani dentro tutto il giorno ma non riesco mai a sentirti, a vederti.

Sei sempre stato un cacciatore ed hai fatto tue molte prede, dolci, succose, da un buon profumo.

Le hai cucinate ben bene come piaceva a te, per poi mangiarle e dissanguarle in poco tempo, lasciandole senza vita.

Nanè, sciocca Nanè.

Ma del resto è inutile negarlo, chiunque vorrebbe essere la tua preda, anche solo per un secondo, averti e sentirsi tua per un attimo.

Ma io so che per te non sono nemmeno lo scontrino in un bar che svolazza dimenticato perchè troppo inutile.

Per te sono come l'eco.

Un lungo e leggero eco che non riesci mai ad afferrare, a capire.

Quindi non mi rimane che sperare che un venicello ospiti il mio sussurro per poi portarlo alle tue orecchie.

Ormai sorde. 

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Capitolo 12
*** Voglio ubriacarmi del tuo sorriso. ***


Sono passati giorni, settimane, mesi.

Me li ricordo, uno a uno, quei giorni in cui le lacrime sgorgavano libere daglio occhi e nemmeno una diga le avrebbe potute fermare, perchè troppo pesanti, potenti.

Mi ricordo quei sorrisi magici di cui volevo ubriacarmi, ma ho preso solo una piccola sbornia, che mi ha fatto cadere per terra, sotto i tuoi piedi, ad implorartene altri, per fare il pieno.

Mi ricordo i tuoi occhi, azzurri, pieni di tutto e contemporaneamente di niente.

Quel mare che sono i tuoi occhi, i miei occhi; quel mare dove vorrei nuotare libera, ma non mi è permesso nemmeno entrare, solo scioccolare l'acqua stanca e riposata del tuo mare.

Scioccolare l'acqua che mi fa venire i brividi.Che mi fa scioccolare il cuore.

Mi ricordo i tuoi sfuggenti abbracci, che mi convincevano che mi avresti voluto, prima o poi, in un mondo, anche l'ultimo, fosse stato il momento prima di morire, mi facevano intuire che tu ci saresti stato.

Mi ricordo le tue parole, usate da maiale:Amore.

Quella parola così corta, così perfetta e così dolorosa.

Mi ricordo perfino il tuo profumo, quel soffio di rugiada che mi svegliava la mattina quando ti sentivo arrivare e sapevo che sarei stata un'altra giornata male, a piangere la notte; ma andava bene così, bastava ricevere quel tuo sorriso.Anche uno, ma era sufficiente.

No, non lo era, io volevo tutto di te.

Voglio tutto.

Vorrò per sempre tutto.

Ma io sono un puntino nel tuo universo, forse un punto, magari anche importante.

Ma mai abbastanza.

Lei è l'universo per te.

E io l'ho aiutata a fare in modo che sia così, vi ho aiutati ad essere perfetti.

Perchè?! Non lo so nemmeno io, ti prego non chiedermelo.

Volevo vedere il tuo sorriso che tanto amo, volevo vederti felice come ogni giorno.

Per questo continuo a piangere le notti, ma quando ti vedo potresti chiedermi pure il mondo, io te lo andrei a rubare, tutto pur di vedere quel sorriso;

Che sono sicura prima o poi avrò, con il tempo, amgari quando sarà troppo tardi, ma lo accetterò.

Quel sorriso, il mio universo.

Fammi ubriacare del tuo sorriso. 

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Capitolo 13
*** Il mio nome nella tua voce. ***


Sono tornata.

Non pensavo che l'havrei mai fatto, non pensavo che sarebbe successo davvero, ma succede tutto prima o poi, me lo diceva sempre mia nonna.

Succede tutto almeno una volta nella vita, basta che tu lo desideri veramente.

Non desideravo il tuo amore, o meglio lo desideravo, am prima del tuo amore vero dovevo essere certa che tu cambiassi, che tu diventassi ragazzo e non bambino.

Ho sognato ogni notte che tu cambiassi, ma era come chiedere alla luna di battermi il cinque.

Beh'. La luna ha una grande mano e sa battere il cinque molto bene.

Sei cambiato, mia nonna aveva ragione, i miei sogni avevano ragione.

All'inizio pensavo che ti avessero scambiato e pensando anche solo per un attimo che tu non ci fossi più ho desiderato riaverti come prima, scaltro, stronzo e sordo, ma pur sempre te stesso.

Poi riconoscevo ogni tuo movimento, uno di quelli che fai sempre quando sei arrabbiato, o quando ti imbarazzi.

Ho riconosciuto il tuo sguardo, nuovo, ma pur sempre mio, anche se tu non lo sai.

Fra gli abbracci della gente sentii le tue braccia, il tuo corpo che si stringeva al mio potentemente, quasi a volerlo rubare e il mio cuore urlava:" Prendimi, ti prego portami via".

Le tue mani che scendevano sullla schiena formando dei cerchi che mi riscaldavano e poi quelle tre semplici parole:

Mi sei mancata.

Questo, il nulla per qualcuno, il tutto per me.

Lo strinzi a me più forte, forse non dovevo, forse non mi era concesso, ma lo feci.

Riuscii a sentire il tuo cuore sopra il mio, due battiti completamente diversi che formavano un souno dolce, piacevole da sentire.

Ma ero sicura che le tue orechhie fossero ancora sorde, come quando ti avevo lasciato l'ultima volta.

Passò un giorno prima di capire che non eri più sordo, che eri guarito.

Me lo dicesti tu, mentre parlavo, mi chiamasti.

Era bello sentire il mio nome dentro la tua voce, per la prima volta.

Sperai non fosse l'ultima. 

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Capitolo 14
*** Sei guarito. ***


Sentivo la tua voce calda che mi avvolgeva.

Allora non era la mia immaginazione, mi stavi chiamando veramente.

Mi avvicinai, quasi con timore, come se pensassi che la tua naturalezza fosse solo una trappola; sentii il tuo braccio che mi avvolgeva le spalle.Tremavo.

Mi parlavi di lei, non mi piaceva molto questa cosa, quando mi parlavi di lei eri felice, entusiasmato, ma pur sempre avevi scelto me per parlarmi di lei. Lo consideravo un passo avanti.

Mi sussurravi il suo nome seguito da parole dolci, ma ad un certo punto capii che veramente eri guarito, che non eri più sordo.

Mi dicesti Grazie.

Un grazie vero, sincero, mi venne spontaneo chiederti perchè, e tu mi dicesti che era perchè per gli amici c'ero sempre, davvero.

Sentivo il cuore gonfio, gonfio sempre di più e istintivamente mi misi una mano sul cuore quasi a cercare di comprimerlo.

Non so perchè, ma visto che tu sei la mia vita credo che ora lei fosse importante quanto te, per questo feci di tutto per farvi essere perfetti, per farvi essere la coppia più affascinante, per farvi essere felici.

Forse anche solo fingendo che al di là delle tue labbra ci potessero essere le mie.

Passarono giorni, nei quali ci avvicinavamo sempre di più, nei quali mi gustavo la tua guarigione completa.

Nei quali i miei occhi brillavano nel vederti sorridere e parlare e i tuoi brillavano, parlando di lei.

Poco dopo quegli occhi lucenti si spensero, all'improvviso.

Non capivo perchè, io avevo fatto di tutto per renderti felice, ma forse non era bastato.

O forse tu non volevi che io vi aiutassi.

Cominciasti a parlare di lasciarti, parole grosse come tradimento.

E poi quelle brutte parole: Ora parto e di certo non sto fermo a guardare le ragazze.

Ora parti. Già, vai via, di nuovo, da me.

Ma perchè non volevi colei che fino a qualche ora prima consideravi tutto?

Perchè da quando eravamo diventati importanti l'uno per l'altro avevi cambiato idea per tutto riguardo a lei?

Sperai che per una volta fossi io al causa del tuo cambiamento.

Ma per ora sapevo soltanto che saresti partito e che altre ragazze ti avrebbero avuto.

Morivo.

Muoio. 

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