You are the song inside of me.

di stayherelou
(/viewuser.php?uid=118295)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** some things will never change. ***
Capitolo 2: *** purple letter. ***
Capitolo 3: *** good luck, bro. ***
Capitolo 4: *** give up. ***
Capitolo 5: *** goodbye bieber. ***
Capitolo 6: *** hug. ***
Capitolo 7: *** oh, no. ***
Capitolo 8: *** J.E.L.A.O.U.S ***
Capitolo 9: *** kiss me, baby. ***
Capitolo 10: *** kiss 1$. ***
Capitolo 11: *** don't call me bro. ***
Capitolo 12: *** how are you? ***
Capitolo 13: *** you are not alone. ***
Capitolo 14: *** I need somebody to love (me). ***
Capitolo 15: *** waiting tonight. ***
Capitolo 16: *** let it be. ***
Capitolo 17: *** speak now. ***
Capitolo 18: *** happy ending. ***



Capitolo 1
*** some things will never change. ***


Some things never change.





-chi metti nel letto delle rose? – una bambina bionda poggiava il suo ditino sopra la mia mano. Sorrisi imbarazzata, poi mi avvicinai al suo orecchio e le dissi a voce bassa –Jake- la bimba fece un sorrisetto e poi girò la testa verso un bambino che giocava poco più in la con la sua macchinina blu.
-chi metti nel letto delle spine?-  questa volta mi girai verso un altro bambino, con gli occhi color miele e i capelli castano chiaro. –Justin- risposi seria. La bimba bionda, Jasmine, si girò verso di me sconsolata, poi continuò la sua filastrocca.
-e quindi se il destino vorrà farti felice, un giorno sarai la fidanzata di…- continuò a scorrere il suo ditino sulle mie mani –Justin!-
Benchè avessi solo 7 anni, scostai la mia mano da quella di Jasmine e mi alzai in piedi, infastidita. –Su  Destiny, era solo un gioco!- intanto che Jasmine mi parlava, camminavo sempre più velocemente verso la cesta delle bambole. –Sì Jasmine, era solo un gioco, ma lo sai che lo odio.-  La biondina alzò le spalle e prese anche lei una barbie.










Nove anni dopo.








-Destiny…sveglia!- la ragazza bionda vicino a me mi spintonò. Aprii gli occhi giusto in tempo per vedere quelli del professor Hock spostarsi su di me. –Signorina Hope, il suo compito. Complimenti, una bella ‘b’- mi alzai dal posto e arrivai alla cattedra, prendendo il foglio in mano. Noncurante lo lanciai sul banco, tornando alla posizione precedente, ovvero distendendo la testa sul tavolo. –Mc Kenzie, una c, molto bene.- continuava il professore-Louder, una b! Larrys, una d, studia di più.-poi prese l’unico compito rimasto sulla cattedra e sconsolato lo diede al proprietario:-Bieber una f, un’altra f.- un ragazzo biondo in penultima fila sbuffò sconsolato.
Bieber- riprese il professore-non capisco come possa avere tutte ‘a’ e ‘b’ nelle altre materie, e una ‘f’ in biologia. E’ contro ogni legge!-l’uomo sembrava più demoralizzato che arrabiato. –Professore- prese a parlare il ragazzo –io penso che la sua sia una materia molto…interessante. Ma proprio non riesco a capirla- continuò prendendo in mano il suo disastroso compito.
–Bene, allora…- il professore ci pensò un po’ su, poi si rivolse alla classe-ci sarà un cambiamento da oggi in poi, sia didattico che strutturale.-
Indicò il ragazzo biondo vicino a Bieber,-Somers, vicino alla signorina Conwell- Jasmine vicino a me strabuzzò gli occhi, poi guardò il suo nuovo vicino che, controvoglia, si avvicinava al banco.

Poi mi indicò.-e tu, signorina Hope, vicino a Bieber. E non solo! Da oggi in poi lo aiuterai tutti i giorni a studiare la mia materia, finchè una bella ‘b’ brillerà anche sul compito del signorino a lei adiacente- continuò frizzante.
Io e Justin avevamo entrambi gli occhi super attenti alle parole del professore, ma entrambi non avevamo voglia di eseguire i suoi ‘cambiamenti’. –non se ne parla!- intervenni io –professore no! Perché poi dovrei aiutarlo?-
Il professor Hock ci guardò con un sorrisetto malizioso, rivolgendolo successivamente a tutta la classe.–perché da oggi in poi adotterò un’altra politica scolastica. I voti che prenderete ai compiti li sommerò con quelli del vosto compagno di banco, poi li dividerò per due e…poof! Ve li riconsegnerò.-

Questo era un incubo in piena regola: avrei avuto Bieber come vicino di banco, avrei dovuto studiare con lui e i suoi voti avrebbero abbassato la mia media.
Ricordai quel giorno di tanti anni prima, quando avevo classificato Justin come 'bambino più odioso della scuola'; erano passati nove anni, ma certe cose non erano cambiate.















































































That's me!
Okay, potete uccidermi e.e
Scusate ma per 'make it right' 
non ho ispirazione çwç
Però questo inizio per questa #ff
sembra buono *-*
Che ne pensate? 
-Domi.


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** purple letter. ***


Purple letter.











-con Bieber ti rendi conto? Con Bieber!- urlavo come una matta alla bionda che camminava vicino a me.
-bhe, io con Somers ; non mi è andata tanto meglio- rispose lei cercando di sdrammatizzare.
-oh certo, ma tu almeno non devi fare lezione al pupo biondo!-
-non sono un poppante- Justin sbucò da dietro l’armadietto.
-oh sì che lo sei. E mi tocca anche farti da baby sitter.
Jasmine mi disse qualcosa, per poi scomparire dietro una colonna, ma non l’ascoltai.
Bieber aveva iniziato a camminare vicino a me, mentre mi dirigevo verso l’uscita della scuola.
-senti- iniziò mettendosi davanti a me, impedendomi così di continuare a camminare –te lo chiedo per favore, mi serve solo qualche lezione per imparare le nozioni base. Devo sapere più di 0. Non è un lavoro difficile, no?- parlava tranquillo, con un tono di voce umile, finendo la frase con un sorriso.
-Solo perché non ho altra scelta- continuai superandolo e ricominciando a camminare.
-Grazie.- accennò un piccolo sorrisetto riconoscente.
-Facciamo a casa mia alle 16, domani?
-Per me andrebbe bene, se non fosse per il fatto che non so dov’è casa tua.
-So io dov’è la casa di questo bamboccio- Jake, il mio ragazzo, mi aveva messo un braccio intorno al collo, e aveva stampato in faccia un sorrisetto strafottente.
Vidi gli occhi di Justin ridursi a fessure, e sentii la stretta di Jake sempre più forte.
-come fai a sapere dove abita?- chiesi incuriosita.
-oh nulla, vecchia storia. Piuttosto perché tu devi andare da lui?
-il prof di biologia mi ha costretto a fargli ripetizioni.- risposi scrollando le spalle.
-uhm, capisco. Ma non mischiarti troppo con certa gente, ed evita di frequentare persone come…lui- terminò la frase guardando con ribrezzo Justin.
 

Justin’s pov.


Alla fine non ci eravamo messi d’accordo su nulla, quel Jake era venuto e aveva rovinato tutto, anche uno stupido appuntamento di studio.
Ricordo tutto, in ogni minimo dettaglio, e i ricordi di quella sera riaffiorarono alla mia mente, lenti quanto nitidi.
Tante risate provenivano da quell’aula, ormai piena soltanto di ragazzi intenti a chiacchierare. Nella settimana di autogestione stavamo facendo tutto tranne che ‘gestirci’ e studiare: solo cazzeggio e tanto far nulla.Mi allontanai un attimo dal gruppo (composto da Jason, Taylor, Mike, Tom, Jake, Ryan, Chaz e me) per prendere da parte i miei due migliori amici. Tirai fuori dallo zaino una lettera viola, accuratamente chiusa e ordinata. –Okay ragazzi, l’ho fatto. Le ho scritto una piccola lettera, con queste cose ci so fare. Spero solo che si renda conto del tipo che sono, e faccia finire quest’antipatia che porta avanti da anni.-
I miei amici sorrisero soddisfatti, ed io con loro.
-Questa volta ce la farò.- dissi più a me che a loro.
-E guarda il Biebs! Così si esce con le ragazze, bravo.- Ryan mi diede una pacca sulla spalla.
Uscii dalla stanza il più silenziosamente possibile, mentre i miei due idioti mi coprivano le spalle.
Arrivai al suo armadietto e le misi la mia busta incastrata nello sportello, aspettando una risposta il prima possibile.
Il giorno dopo cercai di conciarmi il meglio possibile, misi dei jeans stretti e delle converse nere, con una maglia viola ed un cappello dello stesso colore.
Entrai a scuola con un sorrisetto idiota stampato sulla faccia, e camminavo lungo il corridoio noncurante di tutto.
Ad un certo punto sentii qualcuno strattonarmi lo zaino che avevo sulle spalle, per poi girarmi e prendermi per il collo della t-shirt fino a farmi staccare i piedi da terra.
Riconobbi il viso, molto arrabbiato, di Jake.
-non provare a farlo di nuovo, non pensarci neanche moccioso- mi battè sul petto la mia lettera viola.- Lei è mia-
Dopo ciò mi lasciò cadere a terra, e lasciai su quel pavimento tutte le speranze che nutrivo fino a poco tempo fa; quelle di uscire con Destiny.
Pochi giorni dopo li vidi mano nella mano, scambiarsi abbracci e baci, ma io, Justin Bieber, sono ancora innamorato di lei.



















-my space-
sì, oggi ero ispirata quindi ho continuato.
Che ve ne pare?
Recensite, vi prego.
-Domi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** good luck, bro. ***


Good luck, bro.






Erano passati esattamente due anni.
Due anni da quando avevo scritto quella lettera viola, due anni da quando l’avevo infilata nell’armadietto di Destiny, due anni da quando Jake mi aveva sbattuto al muro, due anni da quando mi ero praticamente arreso.
Mi alzai quel giorno con una strana voglia di andare a scuola, benché era il 14 febbraio e benché sapessi che avrei trovato Destiny e Jake tutto il giorno appiccicati a fare i piccioncini.
Sbuffai uscendo dal letto, ormai erano due anni che li sopportavo, valeva la pena far passare un altro giorno.
Mi lavai il viso e poi tornai in camera per vestirmi.
Presi una maglietta viola e, appena la alzai, cadde da una delle sue due maniche una busta del medesimo colore.
La riconobbi subito: incarto color porpora, chiusa accuratamente ma allo stesso tempo stropicciata.
La aprii e lessi le parole che avevo scritto io stesso soltanto due anni fa: i sentimenti che provavo per Destiny erano gli stessi, con l’unica differenza che si erano triplicati.
Ricordai le speranze che avevo quando scrissi quella lettera, il sorrisetto idiota che mi portai avanti quella mattinata e il pensiero fisso di non mollare mai: tutte ideologie ormai sparite dalla mia mente.
Ci pensai un po’ su trovai un’idea folle, ma allo stesso tempo geniale.
‘Ricordi, Bieber? Se nutrivi tante speranze per una stupida lettera, perché non provarci ancora?’ questa volta la parte più pazza del mio cervello ebbe il sopravvento.
Guardai l’orologio, che mi ricordò che l’inizio delle lezioni sarebbe cominciato tra meno di venti minuti.
‘non importa’ pensai ‘entrerò in seconda ora’.
Ripresi dall’angolo della mia camera la mia vecchia chitarra acustica, abbandonata anche quella due anni prima.
La lettera, infatti, era accompagnata da alcuni versi di una canzone scritta da me.
L’avevo chiamata ‘una ragazza sola in meno’, benché lei non fosse più sola, attualmente.
‘…lasciami entrare nel tuo mondo’ gli scrivevo solo un paio di anni prima; ma nulla, aveva chiuso con una chiave enorme il cancello del suo mondo, e aveva messo me ad una distanza kilometrica.
Adesso dovevo cercare di avvicinarmi, piano piano , quasi lei non se ne accorgesse.
Finii la canzone e la infilai frettolosamente in una busta ci carta, prendendo lo zaino e fiondandomi a scuola giusto in tempo per la seconda ora.
Passai velocemente nel corridoio deserto e infilai la lettera nell’armadietto di Destiny, sperando con tutto il cuore che questa volta mia andasse bene.
Vidi Chaz e Ryan esser sbattuti fuori dall’aula poco davanti agli armadietti, seguiti da un urlo della professoressa di storia.
Sbuffarono entrambi, mentre io feci una piccola risatina: -Fuori in prima ora, eh?-
I due idioti si accorsero di me, intuendo subito che qualcosa andava decisamente meglio.
-Allora, il piccolo Justin sorride ed è vicinissimo all’armadietto di Destiny..- iniziò Chaz prendendomi in giro.
- e ha la sua maglietta viola, quella che indossava due anni fa. Uhm, strano- continuò Ryan.
-Okay, okay. Le ho scritto un’altra lettera- risposi fiero.
-Bingo!- gridarono i miei amici, dandosi il cinque.
-Abbassate la voce, idioti. Se Jake lo scopre mi fa a fettine.-
-Capito amico. Buona fortuna-








































































-that's mine!-
hola :3 
In realtà avevo già postato
ieri sera sul forum di bieber, ma solo
stamattina l'ho fatto anche qua çç
ODIATEMI.
Fa schifo, lo so çç
Le idee erano buone, ma mentre lo
scrivevo avevo una mia amica che
mi ha fatto due scatole giganti con
MJ perchè crede sia vivo.
Mi sono scemita (?)
anyway, scusate davvero çç
vi voglio bene <3
-domy.
  

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** give up. ***


Give up.



And if you let me inside your world, there's gonna be a one less lonely girl.




Sfumò la sua voce, toccando anche l’ultima corda della sua chitarra acustica. Spalancai la bocca, incredulo. Ryan e Chaz avevano la mia stessa espressione, mentre Destiny lo guardava con degli occhi sognanti.
-e questo ovviamente è per la mia bellissima ragazza, Destiny- e lei si sciolse ancora di più.
La mia canzone. Lui le aveva cantato una canzone che io avevo scritto per lei.
Avrei voluto alzarmi in piedi nel bel mezzo della stanza del laboratorio musicale, ma Ryan mi trattenne seduto strattonandomi per un braccio.
-E’ la mia canzone cazzo!-sbottai ai miei due amici una volta usciti in corridoio.
-Bro, sai che è sempre stato uno stronzo-
-avrei preferito che mi sbattesse di nuovo al muro, piuttosto che cantarle le mia canzone. E poi da quando sa cantare?- sbattei l’anta del mio armadietto rosso, nervoso.
-lurido, lurido verme-ripetevo camminando per il corridoio, avviandomi nella stanza di biologia, l’ultima ora di lezione.
-sai, poppante? Avrei potuto sbatterti al muro, ma usare le tue parole smielate per Destiny è stata un’idea del tutto migliore- Sentii la fastidiosa voce di Jake trapassarmi l’orecchio sinistro.
-quella era la mia canzone!- sbottai esasperato.
-e quella è la mia ragazza.- ribattè lui. –quindi, moccioso, non provarci di nuovo.-
Finii anche l’ultima ora di lezione e poi tornai a casa, buttandomi a peso morto sul letto.
Era successo di nuovo.
Erano passati due anni, ma non era cambiato nulla. Il solito Justin coglione, il solito Jake e la solita innamorata Destiny. Avrei voluto far cambiare qualcosa, ma non avevo nessun ‘arma’ da poter usare, nessuna qualità da mostrarle, nessuna canzone da dedicarle, nessun modo per poter stare con lei.
Avrei iniziato a buttarmi a capofitto sui libri, magari quelli che leggono sempre le ragazze, quelle dove alla fine i due protagonisti vivevano sempre felici e contenti.
O magari avrei dovuto iniziare a studiare per soddisfare almeno mia mamma, l’unica donna che non mi avrebbe mai fatto soffrire. Tanto la scuola era l’unica cosa che mi teneva legato a lei, soltanto perché era obbligata a frequentarla con me.
Poi mi ricordai: biologia.
Sapevo benissimo dov’era casa sua, perché allungavo sempre la strada del ritorno da scuola per passarci davanti.
Uscii di casa e mollai i miei libri lì sulla scrivania, per correre fuori ed andare da lei.
Mi trovai davanti la sua piccola villetta, una carinissima abitazione di un color corallo.
Attraversai il vialetto che separava la piccola porticina del giardino, dalla vera e propria via di casa.
-Mr and Mrs Hope.- diceva la dicitura del campanello: suonai una volta.
 Il rumore dei passi si faceva sempre più vicino, mentre la porta di legno davanti a me si aprì.
Mi scappò un sorrisetto nel vederla.
Era una delle pochissime e rarissime volte che la vedevo fuori dall’ambito scolastico.
-Bieber- mi salutò, parecchio imbarazzata e sorpresa, aprendo totalmente la porta.
-Destiny- ricambiai il saluto con un piccolo sorriso, facendo un piccolo passo verso l’interno della casa. Lei parve bloccarmi, poi mi fece entrare, ma sempre tenendo d'occhio i miei movimenti e cercando di controllarmi.
-che ci fai qui?-domandò quasi allarmata.
-il professore Hock mi ha detto di copiarmi gli appunti della scorsa settimana, in più dovevamo metterci d’accordo per studiare, ricordi?-
-oh..ehm..-iniziò balbettando, poi si corresse.-certo. Tu aspettami qui, vado a prenderti il quaderno.-
Proprio mentre era quasi a metà della rampa di scale che dal salone portava alla sua camera, un ragazzo le andò in contro. Jake.
-Amore chi..-spostò il suo sguardo da Destiny al sottoscritto.
-che ci fai qui, moccioso?- diventò rosso di rabbia, e stava per scendere e scale, quando Destiny lo prese per la maglia tirandolo a se e baciandolo.
Deglutii, trattenendo a stento le lacrime.
Sì, sono un ragazzo eppure piango.
Piango perché la amo, ma lei non lo sa, e anche se ne fosse al corrente non ricambierebbe, anzi mi eviterebbe ancora di più.
-non sta facendo nulla, amore. Devo dargli degli appunti di biologia, poi se ne andrà- sussurrò la ragazza a Jake, continuando a salire le scale.
Lui, in sua risposta, mi guardò con un sorrisetto strafottente.
rinunciaci, poppante.- disse mentre risaliva le scale.
Già, avrei dovuto rinunciarci, una volta per tutte, come chiunque ragazzo dotato di un cervello avrebbe fatto.
Ma io non ero chiunque.
Io ero Justin, innamorato di Destiny.
 




















-thats mine!-
due capitoli in un giorno.uau.
Però voglio più recensioni çç
Mi fate felice? :)
Love, Domy.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** goodbye bieber. ***


Goodbye Bieber.



Scese  le scale velocemente, e mi diede il suo quaderno degli appunti, liquidandomi con un ‘ciao Bieber’.
Mentre stavo per varcare la soglia della porta di legno, la sua voce mi bloccò –Domani alle 16, comunque. Facciamo a casa mia, tanto sai dov’è.-
Mi voltai e abbozzai un piccolo sorriso che, stranamente, ricambiò.
Presi con cura il fascicolo celeste, e lo strinsi forte a me per tutto il tragitto fino a casa mia, quasi ebbi timore di rovinarlo o di schiacciarlo.
Passai la serata a copiare formule chimiche e definizioni, sfogliando ogni pagina con cura, cercando quasi di scoprire qualcosa in più di lei.
Mi addormentai con la testa sulla scrivania, una penna in mano e tanti libri vicino; poco dopo la mezzanotte sentii una coperta avvolgermi le spalle.
-hai studiato molto ieri sera-mi accolse mia mamma mentre entravo in cucina per la colazione.
-già-risposi ancora assonnato e stropicciandomi gli occhi.
-ah, oggi non torno per pranzo. Esco da scuola alle 15.30 e dopo vado a casa di Destiny, deve darmi una mano in biologia-
Mia madre sembrò svegliarsi.
Lei e Juliet, la mamma di Destiny, si conoscevano da parecchio tempo ed erano grandi amiche, tanto che non capivano l’antipatia che nutrivamo l’uno per l’altra dai tempi dell’asilo. O meglio, che lei tutt’ora aveva per me.
Penso che mamma avesse capito che le volevo molto bene, e che a volte soffrivo nel vederla così distaccata da me.
-oh ma è fantastico!-esclamò infatti tutta felice. –quindi avete fatto pace? siete amici? uscite insieme?-
-mamma calmati. E’ fidanzata, mi odia comunque e non siamo amici. Il prof.  l’ha costretta a farmi ripetizioni-dissi sconsolato.
-ah.-disse lei delusa –bhe magari iniziate dallo studio e poi…-
-mamma no!-quasi urlai –lei mi odia, il suo ragazzo mi odia, io la amo e non posso farci nulla. Mi serve solo una ‘b’ in biologia. Adesso vado o farò tardi-
Presi lo zaino ed uscii di casa, ma proprio mentre percorrevo il vialetto che portava alla strada principale, mi resi conto di aver ammesso che la amavo.
Stupido.
Arrivai davanti al grande edificio color cemento ed entrai, tenendo ancora in mano in quaderno di Destiny.
-oh amico no.-Ryan mi sbucò da una spalla.
-soltanto perché non piaci a Destiny non vuol dire che tu debba passare all’altra sponda..-continuò Chaz alludendo al fascicolo azzurro e pieno di cuoricini che tenevo in mano.
-cretini. Non sono gay e questo non è il mio quaderno. E’ di Destiny.- chiusi l’armadietto, avviandomi verso l’aula di storia.
-bingo!-urlarono di nuovo i miei amici, dandosi una strana stretta di mano.
-vado a ridarglielo.-
Aumentai il passo verso la stanza quando mi accorsi che Jake stava per entrare prima di me.
Misi velocemente il piede destro oltre la soglia, e superai il bamboccio, che, sicuramente, aveva un’espressione odiosa.
-Destiny!- la chiamai mentre mi avvicinai al suo banco.
Alzò la testa dal libro, per poi guardarmi con i suoi meravigliosi occhi color smeraldo.
-il tuo quaderno- dissi porgendoglielo –grazie.-
Lo prese dalle mie mani, e quando vidi le sue così vicine pensai se un giorno quelle stesse dita sarebbero state intrecciate alle mie.
Stupido, ancora.
-Amore!-Jake mi buttò sul pavimento, fiondandosi sulle labbra di Destiny.
-moccioso-disse poi riferendosi a me.
Justin sta’ calmo. Non farti irritare dalla sua presenza, anzi, giocala a tuo favore.
-Vabbene-dissi poi, sorridente –io me ne torno al mio banco. Oggi alle 16, no? Sarò puntuale- poi guardai beffardo Jake.
 



























Space.
So che non vi piace, ma continuo a postarla.
Qualche recensione mi farebbe felice però.
-domy.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** hug. ***


Hug.


 

Mancavano ancora due ore al mio ‘incontro di studio’ con Destiny ed io ero in mensa, per poi avere l’ultima lezione della giornata dalle 14.30 alle 15.30
-amico, se continui così non arriverai neanche a casa in piedi-disse Ryan infilandomi un hot-dog in bocca.
-per quanto io ami mangiare…-continuò Chaz mettendomi sotto il naso delle patatine fritte con la salsa rosa –queste mangiale tu.-
-sono nervoso, okay?- dissi mettendo, finalmente, qualcosa sotto i denti.
-non sarebbe carino svenire in braccio ad una ragazza- Ryan riusciva sempre a convincermi, e a volte odiavo questa cosa.
-e va bene, mangio qualcosa-
-bravo Justin bibo bibo-disse Chaz facendo la voce da mammina premurosa.
-ma finitela- diedi una botta alle braccia di entrambi e uscimmo ridendo dalla mensa.
Erano passate due ore da quando i miei amici mi avevano costretto a mangiare qualcosa, ed ora erano le 16.
Mi trovai di nuovo davanti alla porta di legno di casa Hope, quella volta, però, le mie gambe tremavano più del solito.
Justin, cazzo, sei un uomo, controllati!
Presi un bel respiro e schiacciai il mio dito contro il campanello dell’abitazione.
-Ciao- salutai Destiny una volta aperta la porta.
-Ciao Bieber- mi sorrise lievemente, per poi prendere i libri dalle mie braccia.
-non mi odi più?- le chiesi mentre salivamo le scale verso la sua camera. In fondo mi aveva sempre disprezzato, e una domanda così era naturale.
Si fermo nel bel mezzo della scala nera, poi si girò verso di me, restando ferma.
-pensi che ti odi davvero?-
-il tuo comportamento nei miei confronti lascia trasparire che…sì mi odi-
-non..non è così.-
-e allora perché non mi rivolgi la parola a scuola? Perché volevi quasi suicidarti quando il prof ti ha detto di sedermi a fianco a me? Perché mi disprezzi?-
-questi non sono affari tuoi. Visto? Sei invadente, è una delle questione per cui non ti sopporto.- capii di aver detto troppo, che aveva delle ragioni più profonde, cose di cui non voleva parlarmi.
-okay scusami.-
Parlava, parlava, parlava da almeno due ore, ma era sempre un piacere starla a sentire.
-hai capito, quindi?- disse chiudendo il terzo volume di ‘scienze e biologia’.
-penso di sì, mettimi alla prova.-
-uhm..-ci pensò su, poi parlò –gli studi di Mendel divennero importanti prima o dopo la sua morte?-
-dopo!-
Lei diventò seria, ridusse i suoi occhi in fessure e mi scrutò per bene.
-Giusto!- urlò alzandosi in piedi, come farebbe un conduttore di un quiz televisivo nella domanda corretta, quella da un milione di dollari.
-sono un geniooo!- mi alzai di scatto e corsi giù per le scale, roteando su me stesso in salone.
Destiny mi guardò come fossi un alieno, poi la vidi sorridere compiaciuta.
-devo dire che te lo meriti. Insomma, così la mia media non si abbasserà!
Voleva farmi credere che era felice solo per i voti, ma io ormai avevo imparato a leggerla, e avevo capito che era troppo orgogliosa per ammettere certe cose.
-ti andrebbe di prendere una cioccolata calda?- azzardai una proposta.
-non sei come pensavo. Non sei così arrogante, ne’ antipatico, e non capisco come mai..-poi si fermò, quasi rendendosi conto che aveva detto troppo –quindi sì, accetto.-
Mentre prendeva il suo giacchetto color panna, un sorriso a 46383 denti era comparso sul mio viso. Che idiota.
-andiamo da Jokes’?-le chiesi, una volta incamminatoci sulla strada.
-non è chiuso di venerdì?-
-non ricordo. Vado a controllare.-
-uhm, okay. Ti aspetto al parchetto-disse facendo cenno con la testa alla distesa di erba ormai ghiacciata, sull’altro ciglio della via.
La vidi mentre attraversava sulle strisce pedonali, poi girai l’angolo in cerca della caffetteria.
Camminai una ventina di metri, e l’insegna illuminata ‘Jokes’’ dondolava ad un paio di metri sopra la mia testa.
Guardai oltre il vetro appannato, e vidi dei signori sorseggiare del caffè in tazza, mentre discutevano di affari, suppongo.
Era aperto.
Tornai indietro per avvertire Destiny, ma non appena misi piede sull’altro marciapiede, una volta attraversate le strisce, vidi che qualcosa non andava.
La ragazza mi si buttò sul petto, e mise le sue braccia attorno al mio collo.
All’inizio rimasi come pietrificato, ma dopo non esitai ad abbracciarla calorosamente, stringendola forte a me.
Poi mi chiesi…perché?
La sentii singhiozzare, e il mio giaccone nero fu bagnato dalle sue lacrime che correvano veloci e le solcavano il viso.
Alzai lo sguardo verso una panchina poco distante da noi.
Jake e una tipa, che si stavano baciando.











































my space.
5 recensioni, vi amo.
ringrazio le 18 recensioni, in particolare
Giulietta_The_Bestitsvalolajustinshake_ e liils
che mi hanno messa tra gli autori preferiti, grazie.
E un grazie enorme anche alle 12 persone che l'hanno messa
tra le preferite, 2 nelle ricordate e 15 nelle seguite.
Vi amo tanto (:
-domy. 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** oh, no. ***


Oh no!
-hospital.









Le accarezzavo i lunghi capelli, cercando di consolarla, ma le sue lacrime continuavano a scorrere.
La strinsi ancora più forte e guardai Jake con odio, mentre continuava a limonare con quella tizia: come si poteva far del male ad un angelo come Destiny?
La sentii tirare su col naso, e poi asciugarsi le lacrime.
-sei un buon amico, Bieber- mi disse tra i singhiozzi. –passare un pomeriggio con te è stato meglio che buttare nel cesso due anni con quello.
Ebbi un colpo al cuore, e, nonostante il gelo, stavo per sudare.
Preferiva me a lui.
Sorrisi dolcemente, e lei, quasi mi avesse visto, fece lo stesso.
Sciogliemmo quell’abbraccio che per me era durato ore, e ci incamminammo verso la caffetteria.
-è aperta, vero?- fu l’unica frase che disse, per tutto il percorso.
Camminammo una decina di minuti, fino ad arrivare davanti all’insegna illuminata, vista poco prima.
-due cioccolate calde, grazie-
Benchè con la coda dell’occhio mi accorsi che la cameriera era davvero carina, preferii restar a fissare Destiny, mentre beveva quel cioccolato.
vorrei anche sapere chi è quella.- esclamò ad un certo punto, rompendo il silenzio che si era creato.
-se è l’unica, se stava con altre mentre ero la sua rag…- le lacrime riaffiorarono e gli occhi di Destiny furono di nuovo pieni di lacrime.
-è uno stronzo.- gli dissi mentre pagavo, per poi uscire dal locale.
-lo so.
-non piangere, perché non merita le tue lacrime.
Justin, vuoi rimanere a casa con me, stasera? Magari ordiniamo una pizza, vediamo un film…e ti farò delle domande a sorpresa sulla biologia.
Risi divertito, anche se in realtà ero molto più che felice. Ero al settimo cielo, con tanto di angeli che ballavano e cantavano.
-certo Destiny.
Mi sorrise dolcemente, poi prese la mia mano, ricoperta da un guanto nero, ed entrammo in casa.
-Poggia il cappotto lì- disse indicandomi una piccola poltroncina.
Le sorrisi, e lei fece lo stesso.
Ordinammo una pizza, poi ci buttammo sul divano nel vedere qualche programma stupido, poi iniziarono i quiz televisivi.
-è la risposta ‘A’!- urlva Destiny al televisore, incitando il concorrente.
‘quindi Josh, scegli la risposta C?- chiese il conduttore.
‘sì Jimmy- rispose l’altro.
Ci fu un attimo di pausa e le luci si abbassarono.
‘e la risposta esatta è…la A! Mi dispiace Josh’
Destiny saltò sul divano, iniziando con una lunga serie di –te l’avevo detto, caro mio!- rivolti al povero concorrente che abbandonava lo studio.
-Justin, vado a farmi una doccia. Tu aspetta qui, e se arriva il tizio della pizza rispondi tu. I soldi solo…-
-nelle mie tasche- continuai con un sorriso.
-no Justin! Hai già pagato la cioccolata- si oppose lei.
-sono il ragazzo qui, no? È un piacere davvero, e poi devo ringraziarti per le ripetizioni.
-grazie.- disse arrendendosi.
Salì le scale per arrivare al piano superiore, poi si girò verso di me e mi chiamò: -ah bieber, scusa. Avevo un’opinione sbagliata su di te.
-e vorrei sapere anche perché, Destiny.-
Senza rispondere sparì dietro la colonna, e poco dopo sentii l’acqua scorrere sotto la doccia.
Passarono dieci minuti, e io ero ancora sul divano a guardare quel quiz a premi.
Il tizio che stava cercando disperatamente la risposta corretta era un vero idiota, come quello stupido gioco, d’altronde.
Sbuffai annoiato, e poco dopo sentii il campanello suonare.
-Justin vai tu, deve essere il tipo della pizza!- mi urlò Destiny dal piano di sopra.
-Certo Des..- il mio sorriso scomparve quando aprii la porta.
-moccioso, che ci fai qui, eh? – Jake mi prese per il collo della maglia, e dopo poco mi sbattè sul bracciolo del divano.
La mia spalla ed il mio blaccio sinistro colpirono in pieno il legno che incorniciava il sofa, e la mia maglia bianca iniziò a colorarsi di rosso.
-allora Justin al piz…- Destiny scese le scale velocemente non appena si accorse della scena.
-tu, cosa vuoi?- urlò arrabbiata a Jake.
-hey amore, ma per…-
-non chiamarmi amore, schifoso verme.
-come scusa?
-pensi che questi non mi funzionino bene, eh?- disse la ragazza indicando i suoi occhi. –magari la prossima volta evita di sbaciucchiarti le tue ragazze nel parco davanti casa mia, stronzo.
Gli chiuse violentemente la porta in faccia, sbattendolo fuori.
Poi si accorse del mio sangue e si inginocchiò accanto a me
-è stato quel coglione, vero?-
-sì, ma sto bene.-
-Bieber, hai un taglio sul braccio e non puoi muoverlo, come fai a stare bene?-
Perché sto con te. –Perché..sono sicuro che non è nulla.
Neanche un’ora dopo eravamo al pronto soccorso, visto che mia mamma si era precipitata a casa di Destiny dopo la sua chiamata.
-giovanotto, hai per caso combattuto contro un campione di pugilato?- mi chiese il medico mentre mi fasciava il braccio.
-quasi…- risposi io, alludendo al fisico palestrato di Jake.
-bhe, ti sei rotto il braccio. Gesso per due mesi, poi ne riparleremo.-
-CHE COSA?- urlai in preda al panico.
-ha capito bene, giovanotto. E ora fuori, su su.
Fuori dalla sala di primo intervento c’erano mamma e Destiny con una faccia preoccupata.
-E’ rotto. Gesso, per due mesi.
Entrambe accentuarono ancora di più la loro preoccupazione, malgrado le avessi convinte in tutti i modi di stare tranquille.
-Ma, cavolo, domani c’è il compito di Biologia, come faccio a scrivere?- chiesi in preda al panico. Avevo studiato tanto, e non potevo saltare quella verifica.
-non preoccuparti, ti aiuterò io.- Destiny mi rassicurò, poggiando la sua testa sulla mia spalla, quella intera.




















-my space.
vi amo, stupende otto recensioni.
Siete meravigliose, davvero.
Grazie <3
I hope you like this!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** J.E.L.A.O.U.S ***


J.E.L.A.O.U.S.










 

La mattina successiva sembravo uno spaventa passeri, con tanto di stecca di legno.
Trovai una grandissima impresa mettermi la maglia, e dovetti chiamare mamma per farmi indossare pantaloni e scarpe. Sembravo un bambino di quattro anni, incapace di abbottonarsi il grembiulino da solo.
Mia madre dovette accompagnarmi a scuola con la macchina, perché secondo lei ‘l’autobus e qualche sbandata potevano aggravare la tua ferita’; fortunatamente le dissi di parcheggiare qualche decina di metri prima, per evitare di essere preso in giro per tutti gli anni seguenti.
Mentre attraversavo il corridoio avevo un muso stampato sulla faccia, e cercavo di ignorare le prese in giro che i miei compagni mi rivolgevano.

-oh amico, ma che ti sei fatto?- mi chiese Ryan una volta arrivato al mio armadietto.
-Jake.- risposi secco.
-ooh, questa volta ci è andato pesante.-disse Chaz facendo una smorfia.
-lo so. Ma non è tutto.-
I miei amici spalancarono gli occhi e si preparavano a ricevere una grande notizia, quando la campanella ci interruppe.
Entrammo in classe, e li trovammo Jake e i suoi amici che sghignazzavano.
-hey Bieber!-gridò spavaldo il ragazzo moro –ti sei fatto la bua giocando con i lego?- esclamò battendosi il cinque con qualche amico del suo gruppo.
-no, un emerito coglione gli ha rotto il braccio.-  Destiny sbucò dalla porta dell’aula, e mi prese la mano.
In classe si sollevò un ‘oooh’ mentre tutti seguivano interessati la scena.
-Su ragazzi, su! Tutti ai propri banchi, oggi verifica!-
Il professor Hock interruppe la nostra conversazione, facendoci sedere ai nostri banchi, in fondo all’aula.
Destiny mi sorrise, mentre avevamo ancora le mani intrecciate e camminavamo verso le nostre sedie.
Ero pronto a sedermi accanto a Ryan, quando la ragazza mi tirò a se, e mi fece sedere accanto a lei.
Diventai rosso come la maglia di Chaz (raffigurante una grande mela) e girai la testa verso i miei amici, che mimarono con la bocca la parola ‘bingo’ dandosi una silenziosa stretta di mano. Sorrisi, per poi tornare a guardare Destiny.
-Allora ragazzi, il compito è un test a scelta multipla, dovrete inserire una ‘x’ sulla risposta che ritenete corretta. Avete 50 minuti, a partire da…adesso-
Ero nel panico, perché non potevo scrivere e Destiny mi aveva abbassato la mano quando volevo chiedere al prof un aiuto su come svolgere il compito.
-Ragazzi, avete ancora 10 minuti, io devo fotocopiare alcune cose, torno subito. E non voglio sentir volare una mosca-disse il professor Hock prima di sparire dietro la porta dell’aula.
Un brusio si alzò in classe, e tutti, ignorando le parole del professore, iniziarono a passarsi fogli e suggerimenti.
Io rimasi fermo a guardare il mio foglio bianco, fino a quando Destiny non mi mise un braccio intorno al collo.
-che…che vuoi fare?-le chiesi mentre il mio cuore iniziava ad uscire dal petto.
-vuoi che ti aiuti?-detto questo, appoggiò la sua gamba sulla mia, e dopo pochi secondi me la ritrovai in braccio, seduta sopra di me.
Prese la penna e iniziò a spuntare le risposte, comportandosi come se fosse la cosa più normale di questo mondo.
-fatto.-esclamò dopo pochi minuti.
Scese della mie gambe e tornò a sedersi al suo posto, mentre le mia guance andavano completamente a fuoco.
Appurai il fatto che era strana quando, dopo la lezione, uscì dalla stanza senza neanche salutarmi, mentre pochi minuti prima era seduta sopra di me.
Ero al tavolo della mensa, con Chaz e Ryan che volevano sapere ogni minimo dettaglio.
-ero a casa sua, abbiamo studiato biologia, poi siamo usciti per prendere una cioccolata calda, ma abbiamo trovato Jake che limonava con una tizia, così lei si è buttata tra le braccia del sottoscritto…-
- e tu avevi un sorriso da ebete in faccia, vero?-
-ci stavi spiando?-
-no, ma ti conosco. Poi?-
- Una volta tornati a casa ha insultato Jake davanti a me, io le ho detto che era uno stronzo e poi abbiamo ordinato una pizza. Quando però sono andato ad aprire la porta mi sono trovato davanti Jake che mi ha sbattuto sul divano in legno. Pronto soccorso e gesso per due mesi.- finii di raccontare addentando una patatina fritta.
Chaz stava per aprire bocca, quando una ragazza bionda mi chiamò da dietro.
Mi girai e vidi Charlie davanti a me.
Charlie ed io frequentavamo insieme il corso di spagnolo, ma non avevamo mai avuto tanta confidenza.
-ciao Justin.-
-hey Charlie.-
-come stai? Ti fa male?-disse indicando la fasciatura.
Scrollai le spalle.
-non molto.-
-oh, mi dispiace comunque. Senti, mi chiedevo se oggi alle 16…-
-no bella, non può, quindi smamma.-Destiny guardava la ragazza con i suoi occhi verdissimi, ormai ridotte a piccole fessure.
-davvero non posso?-chiesi io, ignaro di tutto.
-c-c-erto che non puoi. Dobbiamo studiare, ricordi? Il prof può fare un compito a sorpresa da un momento all’altro, e sai che non voglio che abbassi la mia media.-spiegò la ragazza, guardandomi.
Poi spostò lo sguardo su Charlie.
-mi dispiace, bella. Ciao ciao.- disse spingendola verso il suo tavolo.
La bionda si girò ancora e provò a parlare –magari domani…-
-no, non può neanche domani!- urlò minacciosa Destiny, trascinando l’altra verso l’uscita della mensa.















my space.
Non oso immaginare come sarà
venuta fuori questa schifezza.
Mi hanno interrotta 394732875
volte mentre scrivevo çç
siete meravigliose, tutte.

Grazie.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** kiss me, baby. ***


Kiss me, baby.









 

Io rimasi in piedi davanti al mio tavolo, mentre avevo gli occhi di tutta la scuola puntati contro. Mi girai verso Chaz e Ryan, che scrollarono le spalle, quindi mi avviai anche io verso l’uscita della mensa.
-senti carina, non provarci più, è chiaro?-riuscii ad origliare la conversazione tra le due ragazze, pochi metri a destra della porta.
-ma cosa vuoi, Destiny? Tu ce l’hai un ragazzo, quindi se a me piace Justin posso chiedergli di uscire e tu non puoi farci nulla.-
-non sono affari tuoi, e comunque ho mollato Jake, quindi taci.-
-non capisco comunque, tanto Bieber l’hai sempre odiato.-
-che ne sai, eh? Le cose cambiano nella vita.-
-a me non interessa, chiederò a Justin di uscire un altro giorno.-
-provaci e ti spezzo quelle gambine storte.-
Seguivo senza farmi vedere, la conversazione tra le due, e sentii che il clima era molto teso.
Non avevo mai visto Destiny così arrabbiata, e mi preoccupavo per cosa le potesse passare per la testa.
-come scusa? Senti Justin a te non piace, quindi…-
-e tu che ne sai che non mi piace?-
Strabuzzai gli occhi, e riuscii a vedere la faccia di Destiny rossa come un peperone, con Charlie che la guardava sorpresa.
Deglutii, mentre il mio cuore stava per sfondare la mia cassa toracica, per poi uscire dal petto.
 Destiny rimase lì in piedi, fissando Charlie.
-e comunque hai ragione, non mi piace. Scusami.-
Prese i suoi libri e si fiondò sul corridoio, diretta all’armadietto.
Tutta la gioia e la felicità che il mio cuore aveva raccolto pochi istanti prima, adesso era scomparsa. Mi ero illuso, ancora una volta, che le cose potessero cambiare.
Dovevo smetterla, erano due anni che ero innamorato di lei e due anni che soffrivo a vederla con Jake, ed ora che ci stavamo ‘avvicinando’ era tutta un’illusione.
Dovevo togliermela dalla testa, uscire con altre ragazze, divertirmi e pensare ad altro.
La campanella mi ricordò l’inizio della lezione di educazione sociale, così mi avviai sbuffando verso l’aula.
-ragazzi, devo parlarvi di un progetto-esordì il professore entrando in classe.
-ci sarà una raccolta fondi, la prossima settimana, e nel grande piazzale della scuola saranno allestite delle tende, da voi gestite. Alcuni dovranno vendere dolci, altri potranno preparare delle pizze e…-il prof si accorse del mio braccio rotto.–e tu bieber non potrai fare nessuna delle due cose. Fortunatamente, il preside ha ritenuto opportuno, nei limiti della decenza, mettere anche un ‘free kiss’.-
In classe si alzò un ‘oooh’ e alcuni fischi dei ragazzi, rivolti ad alcune bionde sedute poco più in la.
-ad ogni modo-continuò il professore fulminandoli–visto che l’unico che non può utilizzare entrambe le braccia è il signorino Bieber, vuol dire che si occuperà lui dello stand delle smancerie.-
-ovvero? Mi pagano per baciare le ragazze?-
-i soldi andranno per il fondo scolastico, ma sì, il concetto è quello.-
Girai la testa e vidi che un gruppo di more mi stava fissando, agitando le loro mani, mentre Chaz e Ryan mi davano del mito.
Destiny, invece, teneva le braccia incrociate e voleva incenerire quelle ragazze in pochi istanti, semplicemente guardandole con disprezzo.
Ma Destiny mi aveva fatto soffrire molto, e quello stand era la mia occasione per togliermela definitivamente dalla testa.
Mi rivolsi quindi alle more, strizzandogli l’occhio.
















































my space.
lalala *u*
non volevo neanche postare, visto
che ho avuto solo
quattro recensioni ç_ç
se a questo capitolo non ho almeno 10
recensioni non posto più..

Chi rimane è comunque meraviglioso,  grazie.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** kiss 1$. ***


Kiss 1 $.



 

Era un lunedì mattina, ed io ero pronto per mettermi dietro un cartellone ed aspettare che tante ragazze facessero la fila per me.
Se amavo ancora Destiny? Sì.
Ma chiodo schiaccia chiodo, quindi decisi di ‘impegnarmi’ in quella faccenda.
Mi pettinai i capelli color grano, poi mi spruzzai un po’ di profumo, e scelsi i miei vestiti migliori, pronto a far colpo su qualche bella bionda.
Il grandissimo cortile della scuola era pieno di tende, stand, banchi e tavoli; qualche gruppo di ragazzi era già intento nel sistemare i dolci, o tagliare le pizze, e vidi Destiny poco più in la, intenta a parlare con Jasmine.
-eccolo il nostro dongiovanni-
-hey Chaz.-ricambiai il saluto.
-stai attento, perché Destiny questa mattina non è di buon umore.-
-perché?-
-non lo so, ma da come cercava di bruciare con lo sguardo Charlie, Rose, Violet, Kristine, Vanessa, Abbie, Macy, Valentine e Bailey…-
-è strana.- conclusi posizionandomi dietro il cartellone ‘Kiss, 1 $’.
-bhe, buona fortuna amico.-
Il preside diede il via alla raccolta fondi, e tutti gli studenti si prepararono a vendere le proprie ‘specialità’.
Io mi limitai ad appoggiarmi al tavolino, aspettando qualcuno.
Una ragazza mora, alta e dagli occhi color nocciola si presentò davanti a me, sorridendomi; era Kristine, e frequentavamo insieme il corso di educazione sociale.
Mi alzai in piedi, e lei mi porse il suo dollaro, che riposi nella scatoletta per la raccolta fondi.
Mi avvicinai a lei, allungando il mio braccio destro, e proprio quando le nostre fronti si toccavano, un muffin di cioccolata prese in pieno Kris, facendola scostare da me con una faccia indignata.
Nessuno si era accorto della scena, perché tutti erano intenti nel vendere la propria roba.
Cercai di uscire da dietro il cartellone, per vedere chi aveva tirato quel muffin, ma il preside Larry mi bloccò. – su su giovanotto, non essere timido!-
Mi riposizionai dietro la scritta, tenendo sempre gli occhi ben aperti, fino a quando Abbie mi spuntò davanti: era una bella ragazza, alta, dai capelli rossi e gli occhi verdi, belli, ma non tanto come quelli di Destiny.
Scacciai il pensiero dalla testa e le rivolsi un sorrisino, proprio quando le sue labbra erano ad un centimetro dalle sue, sentii il suo alito fortemente odorante di aglio, e mi spostai immediatamente.
-qualcosa non va?-chiese la ragazza.
-ehm, no certo che no. Hai…hai mangiato qualcosa prima di venire qui?-  le chiesi riprendendo fiato.
-oh giusto! Oh Justin scusa è che quel panino era così invitante..- Lei si battè una mano sulla fronte, poi scappò via.
Le altre ragazze non erano da meno, e  c’era sempre qualcosa che andava storto.
Rose aveva un ragnetto sul naso, e tutti sanno che io odio i ragni, Violet mi passò davanti, senza fermarsi, con una grande chiazza di nutella sulla maglia, Vanessa inciampò poco prima di arrivare davanti allo stand, e quando fu il turno di baciare Macy lei si ricordò di avere un importantissimo impegno.
Appoggiai le testa sul tavolo davanti a me, ormai sconsolato.
-hey…ehm, come vanno gli affari?-
Alzai gli occhi e trovai quelli smeraldo di Destiny.
-male…ogni volta che dovevo baciare una ragazza c’era sempre qualcosa che me lo impediv…-notai che abbassò lo sguardo, come per scusarsi di qualcosa. –sei stata tu!-
-okay ma non arrabbiarti!-si giustificò lei.
-dimmi solo perché! Prima non vuoi che esca con Charlie, poi fai di tutto per sabotare il mio stand…insomma perché lo fai?-
-perché…volevo essere io a farlo.-
-a fare cosa?-urlai.
Neanche il tempo di rispondermi che mi cinse il collo con un braccio, e appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.
 












































my space
ho aggiornato solo stamattina, ma visto che mi
avete costretto, eccomi qua.
aaaaaah, finalmente sto bacio uù
qua voglio davvero 10 recensioni.
domy.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** don't call me bro. ***


Don't call me bro.





 

Quando ci staccammo avevo impressa sulla faccia l’espressione più idiota che avessi mai fatto in tutta la mia vita.
Le si allontanò dalle mie labbra e, facendo un sorrisetto, inserì due dollari nella scatoletta rossa.
-ehm…io…eh…cioè…voglio dire…-balbettai come un cretino.
-sì?-fece lei sorridente.
-hai...messo due dollari. Invece la..il..qui dice uno solo…un solo dollaro-mettevo insieme parole senza senso, facendo la parte dell’idiota.
-oh giusto.-fece lei. -bhe quindi me ne spettano due?-
-ehm..- neanche il tempo di articolare una frase di senso compiuto che già mi aveva baciato di nuovo.
-visto che non ho un terzo dollaro…facciamo che oggi vieni  a casa mia, okay? Per studiare, ovvio-detto questo se ne andò verso il suo bancone.
Dire che ero felice era poco, discretamente riduttivo.
Saltellavo dillà e di qua tanto che gli altri studenti avrebbero pensato ad uno scambio di cervelli tra me e un bambino di quattro anni.
-ti ha baciato eh?-
-puoi dirlo forte amico, ben due volte-
-ooooh.-Chaz e Ryan sollevarono un coretto.
-e in più oggi pomeriggio vado a casa sua…per studiare, certo-dissi con una risatina.
-ben fatto bro, sono contento per te.-
-anche io, bro.-
-grazie ragazzi, ora vado.-  e mi avviai con un sorrisone verso casa.




Destiny e Jasmine camminavano per il corridoio quasi vuoto, certe di non essere viste.
-secondo me hai esagerato un po’, insomma poverino.- la bionda guardava Destiny, che invece camminava tranquilla avviandosi verso gli armadietti.
-Jasmine, ma che dici. Insomma, Jake mi ha fatto star male, Jake odia Justin e Justin odia Jake. Se faccio vedere al moro che sto con Bieber lui impazzirà.-
-sì ma non pensi che Justin possa starci male?.-
La mora ci penso un po’ su, poi rispose, chiudendo i libri nell’armadietto rosso fuoco.
-No, Jas. In fondo a lui piaccio, ma io lo detesto e Jake anche. La cosa è perfetta.-
-Des, sai che sono sempre stata dalla tua parte, ma sicura di detestarlo?-
-sì Jas, sì. Non finiremo come quei film dove alla fine lei si innamora di lui. Non saremo mai così. Almeno non io.-
-ma l’altro giorno mi hai detto di averlo abbracciato, poi lo hai difeso davanti a Jake, ti sei seduta sopra di lui, l’hai baciato prima, l’hai invitato a casa tua…-
-Jasmine, lo so! Ho frequentato parecchi corsi di teatro, sono brava a mentire.-
Detto questo la mora sorrise all’amica e si avviò anche lei verso casa sua.




Avevo le lacrime agli occhi, e tremavo quasi.
-no bro, non ti credo.-
-Justin te lo giuro! Ryan era con me!-disse Chaz guardando Ryan, che annui convinto.
-ragazzi non ci credo!-
-o non vuoi crederci.-
-mi dite che siete venuti a fare? Eh? Sono felice per una volta, dopo due anni, e voi venite qua a rovinarmi tutto? Sapete cosa? Siete solo invidiosi, e non siete neanche miei amici, perché non riuscite ad essere felice per me. Addio!-urlai contro i due ragazzi, sbattendoli fuori da casa mia.
Me ne sarei fregato di tutto e di tutti, avrei pensato solo a me e Destiny, che a loro sarebbe piaciuto a no.
Mi buttai sul letto, quando sentii qualcosa vibrare sopra il comodino.
-Hey bellissima.-
-Hey Justin.-
-come và?-
-ehm…tutto bene, però ehm...mia mamma mi ha chiesto di fare alcune faccende, quindi non possiamo vederci oggi.-
-oh. Allora ci vedremo mercoledì.-
-perché? Domani non verrai a scuola?-
-veramente penso di avere gli allenamenti di hockey, quindi penso di no.
-oh mi dispiace. Bhe ora vado, ciao Justin.-
Chiusi la chiamata, e mi buttai sotto la doccia.
La mattina dopo mi alzai e mi preparai per andare a scuola, perché la sera prima il mio allenatore mi aveva avvisato che gli allenamenti erano stati rimandati al pomeriggio.
Sarebbe stato troppo bello poter saltare un giorno di lezione, ma mi rallegrai un po’ sapendo che avrei rivisto Destiny.
Varcai la soglia della scuola e vidi Chaz e Ryan che guardavano disgustati in direzione dell’armadietto di Jake; neanche il tempo di voltarmi che già li avevo davanti ad oscurarmi la visuale.
-hey bro, non girarti.-
-non chiamarmi bro, e sposati.-
-Justin, no.-ripetè Ryan.
-ma che volete, insomma? Lasciatemi passare.-
-l’hai voluto tu.-
 Si spostarono e io girai la mia testa verso l’armadietto blu e aperto di Jake.
Dietro di esso c’erano Jake e Destiny, lui le teneva la guancia e lei gli accarezzava i capelli.
Si stavano baciando.













































my space.
IO VI AMO TROPPO.
Quattordici recensioni...cioè quattordici!
Siete meravigliose, potrei morire çç
Preferita da 20, ricordata da 7 e seguita da 22,
con 69 recensioni positive e 0 negative.

Vi amo, siete le migliori lettrici al mondo.
Passando al capitolo...Destiny è stronza, ma stronza forte.
Purtroppo çç
aah, devo avvisarvi di alcune cose.
Sono sheshope, ho cambiato nick in crazyforkrasic e rimarrà questo.
Ho aggiornato il mio profilo di efp
dove potrete leggere più cose su di me.

Parto il 9 agosto e torno il 27 agosto, quindi non potrò aggiornare.

Mi mancherete çç
with much love, domy.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** how are you? ***


How are you?
(really)



























Una pugnalata al cuore, una lama che percorreva il mio petto, una coltellata nel mio punto più debole. Deglutii e girai la testa verso i miei amici.
-mi dispiace, amico.  Mi disse Chaz mettendomi una mano sulla spalla.
-già anche  a me. Gli fece eco Ryan.
-sono solo un deficiente, voi avete cercato di aiutarmi e io vi ho trattato come dei bugiardi. Scusate.-
Presi i miei libri e me ne tornai a casa, giustificandomi con un forte mal di testa.
Mamma sembrò capire e mi lasciò riposare sul letto, tanto che dopo una ventina di minuti riuscii ad addormentarmi.
Il mio letto affondò leggermente alla mia sinistra, e quando aprii gli occhi mia madre era seduta accanto a me, e mi stava accarezzando i capelli.
-qualcosa non va, tesoro?- mi chiese dolcemente.
-nulla, sto bene.-
Sapevo di non esser stato convincente, ma lei fece finta di crederci, continuando.–ora vestiti che dobbiamo andare all’ospedale, devi controllare il gesso.-
Mi alzai di malavoglia e mi trascinai fino alla macchina di mamma, sprofondando sul sedile del passeggero.
Passeggiai nervosamente per il corridoio, davanti ad una porta socchiusa con una targhetta rossa e bianca –ortopedia.-
Impaziente, spinsi col piede la porta, che si aprì silenziosamente, permettendomi di sentire la conversazione che stava avendo il medico con un ragazzo.
Dietro la tenda bianca si scorgevano appena le due sagome, così mi avvicinai per capire meglio.
-ma si tratta di medicina, figliolo!-  disse l’uomo al moro.
-non me ne frega nulla, papà! Tienigli quel maledetto gesso per un altro mese!- rispose il ragazzo, arrogantemente.
-Jake andiamo! Il lavoro è lavoro, non posso mischiarlo con i tuoi affari…-
Mi bloccai.
Jake.
Era quel Jake, ne ero certo, anche perché avevo riconosciuto vagamente la voce.
Capii anche che stava parlando di me, così mi avvicinai ancora.
-Papà, fallo e basta!-
-oh, andiamo.-bofonchiò il vecchio, poi cedette. –e va bene, ma solo per sta volta.-
-grazie grazie grazie, vecchio mio!-disse Jake dando una pacca sulla spalla del padre.
-così per il ballo scolastico non avrò nessun problema.-continuò, più a se stesso che a lui.
Uscii silenziosamente dalla stanza, afferrando mamma per un braccio e trascinandola verso l’uscita.
-il dottore ha detto che per oggi non può, ma ha visto la lastra e secondo lui posso togliermi il gesso, anche ora.-spiegai velocemente a mia mamma, scendendo al piano di sotto.
-oh ma è fantastico! E dove dobbiamo andare?-
-qua-le dissi indicando una saletta blu.
Ne uscimmo venti minuti dopo, e ringraziai sorridente la gentilissima infermiera che mi aveva liberato da quel –coso.
-finalmente, eh?-mi disse mia mamma una volta usciti dall’ospedale.
-eh già. Ora sono più libero.-le risposi mettendo i moto la macchina.
Mangiammo davanti alla tv che trasmetteva qualche stupido programma di quiz a premi, dove i concorrenti erano più stupidi delle domande che gli rivolgevano.
Appena salii in camera mia mi ricordai della lezione di biologia che avrei avuto l’indomani, e di conseguenza del quaderno che avrei dovuto portare.
Avrei, perché mi ricordai di averlo dimenticato.
A casa di Destiny.
Il prof. Hock mi avrebbe mangiato vivo, quindi decisi di andarlo a riprendere.
-saluto-quaderno-addio.
Ripetevo il mio piano, camminando verso la villetta di Destiny.
Era buio, e la stradina era illuminata solo da un lampione, che emanava una debole luce giallastra.
Stavo per poggiare il mio indice sul campanello, quando la porta si aprì nello stesso istante.
Una ragazza usciva a testa bassa e, senza guardare, andò a sbattere contro di me.
Alzò gli occhi, fino ad incontrare i miei.
Destiny.
Le sue iridi color smeraldo erano coperte da tantissime lacrime, le guance rigate e un grande graffio sotto l’occhio, col sangue che ancora scorreva.
Mi guardava spaventata, mentre tremava come un cucciolo indifeso.
L’abbracciai, stringendola forte a me.
Mi prese la mano ed entrammo in casa, mentre continuava a singhiozzare e a piangere.
Allungai il dito verso l’interruttore della luce, ma mi bloccò prima.
-non accenderlo.-mi disse, con la voce strozzata.
-Destiny, cosa hai fatto? Che ti è successo? Accendi questa luce—
Il lampadario attaccato al soffitto illuminò tutta la stanza, permettendomi di vederla per bene.
Era febbraio, ed indossava soltanto un reggiseno nero, coperto da un copri spalle a rete del medesimo colore, e dei pantaloncini che bastavano a malapena a coprirle il sedere.
-ma che..?- provai a dirle.
-sono uno schifo, Justin, uno schifo.-disse scoppiando in lacrime e buttandosi sul divano.
-no, non è vero.- mi avvicinai.
-non venire, non toccarmi!-mi urlò dal divano.
-perché?-urlai anche io.
-perché non meriti di stare con me. Io-io-io sono uno schifo, la persona peggiore sulla faccia della terra. Tu, invece sei bello, dolce, simpatico, intelligente.-
 Rimasi shoccato, con un’espressione da grandissimo ebete stampata sulla faccia.
-n-n-non è vero.-
-invece sì.-
-Destiny, dimmi cos’hai.-




































































-my space
SONO TORNATAAAAAAAAAA!
Vi sono mancata? *no*
hahaha
okay e.e
9 recensioni, siete stupende.
VI AMO, LO SAPETE?
Ho già in mente tutta la storia, in questi giorni scriverò molto.
GRAZIE.

{tra gli autori preferiti di 9 persone, 78 recensioni positive, preferita da 26, ricordata da 8 e seguita da 28}

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** you are not alone. ***


You are not alone.



 

Tirò su col naso, e mi fece spazio nel divano, accanto a lei.
Mi sedetti, prendendole le mani e incitandola a parlare.
-quando ti ho visto l’ultima volta, prima del liceo, avevamo sei anni. Ieri un bambino antipatico, avevi rotto la mia bambola, e io ti odiavo.-
Feci per dire qualcosa, ma mi bloccai.
-roba da bambini, sai. Poi abbiamo cambiato scuola, per elementari o medie, e quando ti ho rivisto al liceo non credevo quasi che fossi tu. Eri estroverso, solare, bello, simpatico. Avevo deciso di guardarti per un po’ da lontano, per vedere se davvero eri cambiato. Poi conobbi Jake. Si dimostrò subito gentile e disponibile con me, quasi un buon amico.-
I suoi occhi si gonfiarono ancora di lacrime, ma io gliele asciugai prima che potessero tracciarle il contorno dell’intera guancia.
-il giorno di S. valentino, quando eravamo al primo anno, trovai una busta viola nel mio armadietto: era tua. Quando la lessi mi sentii felice, e da quelle parole potevo intuire che eri davvero un bravo ragazzo. Chiesi a Jake se sapeva di te, e quando gli dissi della lettera, mi parlò di ciò che facevi…tu.-
Aveva la mia lettera, ma Jake gli aveva parlato di me.
Avevo un brutto, bruttissimo presentimento, su quello che avesse potuto dirle.
-mi disse che facevi così con tutte, e che il tuo unico scopo era portarmi al letto. Mi disse che avevi già avuto qualche ragazza, ma nulla di serio, visto che  ogni sera andavi in discoteca e ti facevi una ragazza diversa. Poi mi disse che, a casa tua e con degli amici, costringevi le ragazze…-
-ma non è vero!-gli urlai guardandola negli occhi.
Jake mi aveva fatto sembrare un mostro, una schifezza, una persona non umana.
Ci credevo che mi odiava, con tutte quelle sciocchezze che le erano state messe in testa.
-so che non è vero, Justin.-
-non capisco comunque…-
-quando ho visto Jake baciare quella ragazza, al parco, ho capito che in realtà stava parlando di lui. Jake va tutte le sere ad ubriacarsi. Jake mi ha tradito con non so quante tipe. Jake e i suoi schifosi amici costringevano le ragazze a farlo con lui. Jake, non tu! Quando sono andata da lui, per mollarlo, non l’ho potuto fare. Mi ha detto che se l’avessi lasciato, avrei passato brutti guai. Poi quando ti ha visto a casa mia ha perso la testa. Ha iniziato a picchiarmi, come oggi pomeriggio.-
Ormai aveva ricominciato a piangere, ma io mi sentivo in colpa.
Quel pomeriggio dovevamo vederci, mentre io avevo preferito non andarci.
L’avevo lasciata sola, nel peggiore dei momenti.
Poi sentii rabbia, tanta rabbia.
Mi venne voglia di prendere a calci qualsiasi cosa, di far del male a Jake almeno il triplo di quello che si meritava.
-mi ha detto che se stasera non sarei andata con lui, avrebbe continuato a picchiarmi. E io sono debole, fisicamente, non ho potuto dirgli di no.-
-Oddio, Destiny, NO!-gridai abbracciandola forte.
-così è lì che stavi andando, ora? A casa sua?-
Annuì con la testa, stringendosi ancora di più a me.
-ho paura.- sussurrò.
-avevi paura. Ora non devi, ci sono io con te.-
-Justin, no. Ti farà…-
-non mi importa, Des. Guardami negli occhi.-
Le alzai il mento, all’altezza del mio, per poi perdermi nei suoi occhi color smeraldo.
-aspetta.-mi disse lei, scansandosi da me e salendo le scale.
Scese dopo una decina di minuti, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Si era anche cambiata, il che rese l’atmosfera meno testa.
Una maglia più grande di lei, nera, con la scritta ‘The beatles’ e dei pantaloncini dello stesso colore.
Si buttò sul divano accanto a me, mettendomi le braccia dietro il collo.
-ecco, ora posso.-
Sorrise, prima di baciarmi.

























my space.
lo so, lo so.
è corto.
però, insomma, spiega un pò la situazione.
voi che avevate dato della stronza a Destiny, VERGOGNATEVI uù
hahaha
anyway.
Voglio più recensioni çç
non ha senso continuare
se nessuno commenta çç

ps: adesso sono vestita come Destiny quando scende dalle scale, con la maglia dei Beatles *-*
hahahaha okay, non ve ne frega nulla çwç
love ya <3
domy.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** I need somebody to love (me). ***


I need somebody
to love (me).












 










Rimasi un po’ sorpreso, ma sapendo come stavano le cose, mi sentivo un po’ in dovere di proteggerla, di farla sentire amata.
Ci staccammo, e lei appoggiò sul mio petto la sua testa.
-grazie.-mi disse sorridendomi, dopo un po’.
-di nulla, piccola.-le risposi accarezzandole i capelli.
-hey!-si tirò su, ridendo.–tecnicamente, abbiamo la stessa età, quindi non puoi chiamarmi ‘piccola’.-
La guardai allibito, ma comunque sorridendo.
Un’altra ragazza si sarebbe sciolta,davanti a quel soprannome così dolce.
Poi mi ricordai che lei non era una ragazza qualsiasi.
Lei era Destiny, ed era speciale.
-tu sei strana.-
-forse.-
-intanto, io tra due giorni sarò un diciassettenne.-risposi fiero.
-bhe, ma fra due giorni.-
Ci fu un poco di silenzio, prima che Destiny disse qualcosa.
-oh cavolo, quindi il tuo compleanno è il primo marzo?-
-sì, perché?.-
-non sai nulla? Del ballo?.-
Jake all’ospedale aveva accennato qualcosa, ma scossi comunque la testa.
Il preside doveva averlo comunicato quando non ero a scuola.
-il 28 febbraio, ovvero domani, ci sarà il ballo studentesco che, per grazia ricevuta, quest’anno finirà a mezzanotte passata.-
-oh wow.-
Si accorse del mio braccio, ormai non più ingessato.
-ma il tuo gesso?.-
-lunga storia.-
-Jake?-chiese con un filo di voce.
-suo padre è un medico, e lui voleva tenermi ko per il ballo, facendomi restare fasciato per un altro mese.-
-solo perché ha paura di te.-
-non capisco.-
-hey, sveglia! Ha paura che tu possa venire al ballo con me!-
Jake aveva come obbiettivo Destiny, ecco spiegato tutto.
La guardai con un sorrisino, avvicinandomi.
-e c’è questa paura?-
-f-f-orse.-s-s-e tu..s-s-e vuoi…-le sue guance diventarono rosse fuoco.
-mi stai chiedendo di farti da cavaliere?- chiesi speranzoso.
-se vuoi. Se nessun’altra te lo ha chiesto.-continuò fissandosi i fantasmini bianchi che portava ai piedi.
Schizzai dalla felicità.
Le presi il viso tra le mani, guardandola negli occhi.
-stai scherzando? Certo che voglio! Non me lo ha chiesto nessuno, ed anche se fosse, avrei rifiutato immediatamente, e sai perché?-
-perché?-
-perché io voglio te, solo e unicamente te.-
Mi abbraccio stringendomi forte, così tanto da farmi cadere disteso sul divano.
Lei era sopra di me.
-mi sento apprezzata e amata, per una volta in vita mia.-sussurrò mentre ci mettevamo seduti.
Le cinsi le spalle con un braccio, e lei si strinse a me.
-guardiamo la tv?-
-certo.-
ed ecco l’ultimo singolo di Chris Brown, with you!
With you, with you, with you, girl’
-with you, with you, with youuu-canticchiai io, guardandola.
-canti?-mi chiese.
-eh? No. Cioè sì, posto qualcosa su youtube, ma nulla di che.
-un giorno voglio ascoltarti.-
-certo. Magari ti canto ciò che ho scritto.-
-scrivi anche?-
Annuii.
-sono curiosa.
-oh ma tu hai già ascoltato ciò che io ho scritto.-
-cosa? No, non ti ho mai sentito…-
Presi un bel respiro, alzandomi e mettendomi davanti a Destiny.


-I saw so many pretty faces, before I saw you, you.
Now all I see is you.
Don't need these other pretty faces  like I need you.
And when your mine in the world 
 There's gonna be one less lonely girl-



-ma questa canzone…-
-no, non è di Jake. E’ mia, Destiny. L’ho scritta io, per te.-
-tu?-t-t-u hai scritto…per me?-sembrava sorpresa.
-questa e molte altre.
-tu sei pazzo.-mi disse alzandosi e soffocando una risatina.
-forse.-la abbracciai.
Ci staccammo dopo un po’.
-Destiny, io dovrei andare a casa, è tardi.-le dissi facendo una smorfia.
-no!-urlò lei guardandomi negli occhi. –ti prego, ho paura.-
-sai che se dipendesse da me non ti lascerei mai, vero? Ma mia mamma…-
-Justin, ho paura.- ripetè lei.
Ci ripensai.
La casa di Jake era a qualche decina di metri dalla sua, avrebbe potuto accaderle qualcosa.
-chiamo mia mamma.-la rassicurai.
-mamma?-
-oh tesoro, dove sei?-
-da Chaz.-
-ho capito, devi rimanere da lui?.-
-ehm, sì. Sai com’è, noi ragazzi.-
-ok, va bene.-
-grazie mamma.-
Guardai Destiny, che sorrideva, questa volta più tranquilla.
Feci per riattaccare, ma sentii di nuovo la voce di mia madre uscire dal telefono.
-oh tesoro.-
-sì mamma?-
-fai il bravo con Destiny.
-mamma!-
-che c’è? Conosco il mio pollo-
La sentii ridacchiare.
-ti voglio bene, grazie.
-anche io tesoro, notte.-
Chiusi la chiamata e guardai la mora, rimasta a fissarmi.
-quella donna sa sempre tutto, troppo.- le dissi ridacchiando.
-quindi rimani?-
-per te, tutto.-
Mi venne incontro e mi abbracciò, stampandomi un bacio sulla guancia.
-ragazzo più dolce sulla faccia della terra, dove sei stato fino ad adesso?-
-ragazza che mi ha fatto perdere la testa dalla prima volta che l’ho vista, io ero qui, sono sempre stato qui.-
-è vero, scusa.
-nulla.-dissi accarezzandole la guancia.
-senti, Justin, io…non ho un altro pigiama.
-per il pigiama non preoccuparti, posso dormire con questi e la mia maglia.-dissi indicando la tuta che portavo.
-perfetto. Io dormirò nella camera dei miei, mentre tu puoi stare nel mio letto.-
-oh, come vuoi. Ma i tuoi…dico…non li vedo da molto.-
-sono separati-si affrettò a rispondere –e mia mamma costruisce immobili a NYC, ora è fuori per lavoro.-
-oh, capisco. Mi dispiace.
-già. Ora andiamo.
Quando fu il momento di coricarci, ebbi quasi l’istinto di baciarla, ma quando le sue labbra si poggiarono sulla mia guancia, capii che sarebbe stato meglio così.
Mi infilai sotto il piumone, restando a pensare un po’.
Ero a casa di Destiny.
Il giorno dopo l’avrei portata al ballo.
Mi aveva baciato.
Non mi odiava più.
Pensai che, dopotutto, potevo considerarmi il ragazzo più felice al mondo.
Il soffitto color panna fu l’ultima cosa che vidi, prima di addormentarmi.






my space.
ciao.
sono fredda?
forse.
in realtà sono delusa.
ricevo 14 recensioni ad un capitolo e penso che forse
sto facendo un buon lavoro.
Poi torno e vedo soltanto 3 recensioni.
cosa dovrei pensare?
che non vi piace.
mi sono affezionata ai personaggi, non voglio mollarli così.
vorrei arrivare ad avere 100 recensioni totali.
siamo a 89, quindi ne mancano 11.
Voglio 11 recensioni a questo capitolo, chiedo troppo?
forse.
Ma se sono pochissime,
non ne vale la pena continuare.

domy.
ps: grazie a quelle 3 che hanno recensito (:

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** waiting tonight. ***


Waiting tonight.










Mi stropicciai gli occhi,  cercando di stiracchiarmi, ma qualcosa impedì alle mie braccia di allargarsi.
Nel mio stesso letto, ad una sola, strettissima piazza, vidi Destiny che dormiva beata.
Sulle prime mi chiesi cosa ci faceva li, ma poi preferii accarezzarle i capelli fino a quando anche lei non si svegliò.
-buongiorno.- le dissi dandole un soffice bacio sulla guancia.
-buongiorno anche a te, Justin.-rispose lei aprendo definitivamente gli occhi.
-oggi non c’è scuola, lo sai?-
-fortunatamente sì. Oggi andiamo a comprare i vestiti per il ballo.-
Cercai di prepararle la colazione, ma il toast che avevo preparato si bruciò, facendomi cadere l’ultima bottiglia di latte per terra.
Optammo per il bar più vicino, così da evitare ulteriori danni.
Lei si vestì in bagno, e ne uscì con un paio di jeans scuri ed una tshirt con una stampa; semplice quanto bella.
Lasciai a casa la felpa del giorno prima, e mi infilai la maglietta e i pantaloni, cercando il mio immancabile cappello viola.
-ti aspetto fuori.-mi gridò lei dal piano di sotto.
Mi rassegnai a cercare il cappello e scesi giù di corsa, perché non volevo lasciarla sola.
-scusa è che non trovavo…- indicai la sua testa –hey! Il mio cappello!-
Lei parve accorgersene solo ora, con un’aria del tutto innocente e due occhi che dicevano il contrario.
-Mi piace, quindi lo tengo. Ok?ok.-
-se lo dici tu.-gliela diedi vinta, preparandomi una vendetta.
Dolce, ovviamente.
Avevamo pensato di prendere i nostri vestiti viola, il colore preferito di entrambi.
Passammo prima al reparto femminile, così lei entrò nel camerino, col sottoscritto a fare da giudice.
Uscì.
Un vestito di raso viola, che le fasciava bene tutto il corpo.
Canotta a spalla larga, corto una decina di centimetri sopra il ginocchio.
Deglutii con difficoltà.
-ehm.-
Presi un respiro profondo.
-è carino.-carino? Era meraviglioso, e le stava da Dio, ma era troppo, troppo corto.
-solo?-disse guardandosi meglio allo specchio. Poi incrociò il mio sguardo.
-capito. Se era per te allora era perfetto, ma visto che ci saranno altri cento ragazzi è troppo corto. Vado a cambiarmi.-
Wow.
Mi aveva letto nel pensiero.
Sollevato mi sistemai meglio sulla poltroncina.
Spostò di nuovo la tenda del camerino.
Un vestito, viola chiaro, che arrivava fino a terra.
Lungo e morbido.
L’unica pecca? La scollatura.
Era strettissimo sul petto, stroppo stretto.
Mi guardò e sbuffò.
-capito, troppo stretto.-
Ne uscì l’ultima volta.
Indossava un vestitino morbido, viola chiaro.
Aveva una fasciatura nera sotto il seno, con un fiocco dietro la schiena.
Le arrivava poco prima del ginocchio mentre le sue spalle erano scoperte.
Vide i miei occhi fissi su di lei, così pensò che qualcosa non andasse.
-questo cos’ha? Troppo corto? Troppo stretto? Troppo…-
-no.-la interruppi–è perfetto. Tu sei perfetta.-
Arrossì e lo notò anche la commessa.
-già cara, il tuo ragazzo ha ragione.-
-no, non stiamo insieme.-le risposi con un pizzico di malinconia.
-già-mi fece eco Destiny –non ancora.- sorrise ed entrò nel camerino, per ricambiarsi.
-non ancora.-
-non ancora.-
-non ancora.-
Al ballo sarebbe successo qualcosa, me lo sentivo.
Quando uscì, indossava di nuovo i suoi jeans scuri.
-ed ora tocca al suo quasi-ragazzo.-disse la commessa tutta pimpante, trascinandomi verso il reparto maschile.
-quasi ragazzo.-
Wow.
Mi faceva piacere quell’appellativo.
Decisamente, sì.
Io fui più veloce.
Pantaloni neri, giacca dello stesso colore, con un fazzoletto di raso viola nel taschino.
-assolutamente perfetto.- disse la commessa soddisfatta.
-già, perfetto.-le fece eco Destiny.
Le sorrisi e tornai a cambiarmi.
Uscimmo dal negozio soddisfatti, mentre si teneva stretta al mio braccio, per il vento che si era alzato.
La accompagnai fino a casa, raccomandandole di non uscire, ne di aprire la porta agli sconosciuti.
-sì mamma.-  rispose lei ridacchiando.
-dai. Sono serio, ho paura per te.- le dissi, una volta arrivati sull’uscio di casa sua.
-stai tranquillo. A stasera.-
-vengo a prenderti io alle 9 p.m. A stasera.-
Le baciai la guancia, tornandomene a casa.
Ero sfinito, così decisi di farmi una doccia e di finire qualche compito, in attesa di quella che si sarebbe prospettata una delle serate più belle della mia vita.












my space
potete odiarmi? :'D
sì.
Okay.
questo capitolo fa piuttosto schifo, ma non volevo unirlo a quello del ballo.
Il prossimo spero di farlo bene, e di elaborare bene le idee.
Ci tengo a Justin e Destiny.
In modo particolare questo capitolo va a Martina (@xbieberspancake) e
Virgi, che mi hanno puntato una pistola alla tempia minacciandomi D:
no, non è vero ahahha
ah, dimenticavo.
Ho scritto parecchie one shot, e mi farebbe piacere se le leggeste.
OS su NickJ.

OS su TaylorS.
OS su NickJ.
OS su Justin.
-domy.


Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** let it be. ***


Let it be.
 






Ero a sistemarmi la cravatta allo specchio, quando il mio telefono squillò.
Neanche il tempo di prenderlo in mano, che mia mamma era entrata in camera mia, iniziando uno di quei monologhi infiniti.
-ma guarda il mio bambino! Sei così cresciuto, adesso porti anche una ragazza al ballo! E questa cravattina ti sta così bene, tesoro.-disse stringendomela ancora.
-sì mamma, ma così soffoco.-risi allentandomela.
-oh scusa tesoro, ma sono un po’ nervosa.-
-già, a dir la verità anche io.-le dissi sistemandomi i capelli.
Mi accorsi dell’orario e scesi giù, salutando mia mamma con un abbraccio.

Nuovo messaggio: Destiny.
Hey Justin.
Cattive notizie.
Jasmine si è fiondata a casa mia e vuole che andiamo al ballo insieme, come coppia di migliori amiche.
Vado con la sua macchina, anche perché lei non sa che sarei andata al ballo con te.
Ci vediamo in palestra, e poi stiamo insieme per il resto della serata.
Non vedo l’ora

Non vedeva l’ora di passare il resto della serata con me.
Wow.
Certo, avrei voluto andarla a prendere sotto casa, e vederla scendere dalle scale con un’aria principesca, ma quelle sono le favole.
Arrivai a scuola, e posteggiai la mia auto –ovvero un gran catorcio- nel parcheggio.
Scesi e feci un bel respiro.
La palestra era stata addobbata per l’occasione, quindi c’era un piccolo tavolo con delle bibite, uno stereo ed un dj –alias uno studente del primo anno- e qualche palloncino rosa e celeste.
Jasmine e Destiny non erano ancora arrivate –donne, pff- quindi mi fiondai verso Chaz e Ryan.
Le luci erano abbassate, quindi riconobbi a stento le due ragazze al fianco dei miei amici.
-Bro!- mi salutarono in coro.
-hey ragazzi.-
-lei è Marianne.-disse Chaz aprendosi verso la rossa.
-piacere, Justin.-le strinsi la mano.
-e tu, Ryan?-
-uhm? Ehm, sto aspettando…la mia ragazza.-
Io e il mio amico biondo facemmo volare un –uh uh-
-chi è?-
-ehm…Jasmine.-
Doppio wow.
Ryan usciva con Jasmine, la migliore amica di Destiny?
Mi scappò una risata.
-bhe, che hai da ridere?-mi punzecchio –piuttosto, la tua ragazza?.-
Neanche il tempo di rispondere che Ryan aveva trovato Jasmine.
Mi girai anche io, e la vidi.
Dio, era meravigliosa.
Più di quanto, poche ore prima, si era provata lo stesso vestito.
Jasmine indicava qualche gruppetto di ragazzi, ma la mora scuoteva la testa.
Nessuno si sarebbe immaginato che io l’avrei portata al ballo.
Mi fermai ad un metro dietro le ragazze.
-no, Jasmine. Non è McKenzie.-sentii ammonire Destiny.
-come no? Des, mi stai facendo impazzire. Con chi starai…?- replicò l’amica.
Le afferrai i fianchi, restando ancora dietro di lei.
Sorrisi, ma lei restò immobile.
-sei perfetta.- le sussurrai.
Chaz e Marianne ci avevo raggiunti, intanto.
Quando si accorsero di me, anche Ryan e Jasmine si girarono stupiti.
-oh mamma, tu sei bellissimo.-
Mi abbracciò forte, così da sentire bene il suo calore.
Mi baciò una guancia, mentre io tenevo le mie mani dietro la sua schiena.
-non ci credo!-Jasmine fu l’unica a –quasi- urlare, facendo girare mezzo corpo studentesco.
Gli altri tre si limitarono ad un –oooh- di gruppo.
-quindi tu sei il principe azzurro di cui è…-mi indicava –aaah!- urlò dal dolore.
-Destiny, un po’ di grazia.-
-Jasmine, un po’ di riservatezza.-
Dopo il botta e risposta con l’amica, intrecciò le sue dita con le mie trascinandomi verso due sedie libere.
-sei meravigliosa.- le dissi sorridendole.
-tu sei perfetto, davvero.-
La serata più che romantica, sembrava un club di matti.
Chaz e Ryan non facevano che sparare battute idiote, ma Destiny sembrava divertirsi.
Poi l’orologio segnò le 23.55
-ed io tra cinque minuti sono diciassettenne, perdenti.-dissi ridendo.
-di già? Oh vieni.-Destiny mi prese la mano, e ci alzammo insieme.
La pista da ballo era affollata, ma ci ritagliammo comunque uno spazietto.
Il dj avvisò l’inizio di un’altra canzone, parlando al microfono.
-ed ora, ragazzi, ecco un grande classico della musica. Spero apprezziate i Beatles, con Let it be.-
La voce di John Lennon risuonò nella palestra.
Io e Destiny ballavamo lentamente, trasportati dalle note della canzone.
Mise le sue braccia nude attorno al mio collo, mentre io le tenevo saldamente la schiena, coperta dal vestito viola.
-è tutto meraviglioso stasera, non sono mai stata così bene in vita mia.-mi sussurrò all’orecchio.
Volevo risponderle, ma il campanile della chiesa vicina, risuonò la mezzanotte.
Le campane potevano vedersi dalla finestra alla nostra sinistra, quindi rimasi qualche secondo a fissarle.
Girai nuovamente il mio viso verso quello di Destiny.
Un bacio.
All’inizio pensavo fosse a stampo, come quelli che mi aveva già dato in precedenza, ma poi socchiuse le labbra, e il bacio divenne vero.
Si staccò dolcemente da me.
-Buon compleanno, Justin.-
Sorrisi.
-sarà il miglior compleanno della mia vita, piccola.-
Fece per dire qualcosa, ma la zitii.
-eh no, ora ho diciassette anni e posso chiamarti piccola.-le risposi sorridendo.
-e va bene, Justin.-
Temevo di rovinare quel momento così perfetto, ma dovetti parlare.
-ma ora? Cosa faremo?-
Lei mi sorrise dolcemente.
-non hai sentito la canzone? Lascia che sia.-
Rispose, prima di baciarmi di nuovo.













my space
haola :3
scusate se vi ho fatto aspettare troppo ç_ç
volevo farlo bellissimo sto capitolo, ma non è come me lo aspettavo.
Il problema è che l'ho scritto in due giorni diversi çç
anyway.
la canzone è 'let it be'.
dire che la amo è troppo çç
in fondo, io amo i Beatles *-*
e quindi invece della solita canzoncina, ecco quella del ballo uù
ah, per chi non sapesse l'inglese (cosa stana ma vabbè hahah)
quando Destiny alla fine dice 'lascia che sia' è proprio
perchè 'let it be' vuol dire 'lascia che sia'.
okay lol
hahaha
spero vi piaccia.
-domy.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** speak now. ***


Speak now.


 

-Perché Jasmine e gli altri erano così sorpresi di noi due, insieme?-chiesi a Destiny mentre camminavamo, mano nella mano, per arrivare alla mia macchina.
-perché lo sono anche io.-mi rispose sorridendo.
Ci fermammo davanti alla portiera della mia macchina.
Il cielo era limpido e le stelle brillavano.
Justin, puoi farcela.
-Destiny.-la chiamai.
La ragazza distolse lo sguardo dal cielo notturno, per vedere me.
-sì?-
-questa sera è stato fantastico. Non sono bravo con i giri di parole, ma cercherò di fare del mio meglio.-presi un respiro –Destiny Hope, vuoi essere la mia ragazza?-
Rimase a fissarmi per pochi attimi, che sembravano ore, per me.
-Justin Drew, se qualcuno, un mese fa, mi avesse predetto cosa sto per risponderti ora, probabilmente l’avrei preso per pazzo...ma-
Ma?
C’era un ma?
Il battito del mio cuore accellerò, fino a far diventare l’attesa straziante.
-sì, voglio essere la tua ragazza.-
Oh.
Un fuoco d’artificio stava esplodendo nel mio cuore.
Ero completo.
Lei era mia, io ero suo.
Ci baciammo, sotto quel tappeto di stelle lucenti, la notte del mio compleanno.

**

Avevo una ragazza.
Avevo una ragazza.
Avevo una ragazza.
La mattina dopo mi alzai, pronto ad uscire con Destiny.
Passai a prenderla sotto casa, verso le 10 a.m
-Justin!- mi salutò lei uscendo dal vialetto di casa sua.
Ci abbracciammo, così da sentire il suo corpo che combaciava con il mio.
-Piccola, entriamo in macchina.-
Mi girai per mettermi la cintura, e quando tornai a guardare il volante, Destiny mi baciò.
-così va moolto meglio.-mi disse sistemandosi, e allungando sulla ‘o’.
-dove andiamo?-mi chiese, mentre guidavo.
-a fare una cosa che avresti dovuto fare da tempo.-gli risposi, serio.
Scendemmo dalla macchina, e lei alzò in naso all’insù.
Un palazzo blu enorme, con la scritta ‘polizia’.
La sentii deglutire.
-No Justin, io...-
-Destiny, sì. Devi parlare.-
-ma...-
-niente ma, andiamo.-
Doveva parlare.
Doveva dire ciò che aveva subito, ciò di cui erano vittime anche le altre ragazze.
Non poteva tenersi tutto dentro.
Aspettai fuori, mentre sentii un ‘può bastare, grazie’.
-denunciato?-le chiesi quando uscì dalla stanza.
Annuii con la testa, e vidi che stava piangendo.
-No Des, non piangere.-
La abbracciai forte.
-è stato difficile, ma ce l’ho fatta- mi disse, una volta rientrati in macchina.
Intanto, la stavo portando a fare un pic nic, in un prato.
Benchè fosse pieno marzo, quella giornata era pienamente soleggiata.
-è stato tutto grazie a te. Se quella sera non fossi venuto, se non mi avresti costretto a denunciarlo, io...- stava singhiozzando.
-io nulla, Des. Lo faccio perché...-
‘bum bum bum’
Il mio cuore iniziò a battere forte.
L’amavo, ne ero certo.
Ma se per lei non fosse stato lo stesso?
Stavo iniziando a sudare.
-quando Jasmine è venuta da noi, ieri sera- iniziò lei. Aveva capito il mio momento di disagio–io le ho dato una botta, perché stava per dire qualcosa che avrei dovuto dirti io.-
Abbassò lo sguardo.
Scesi dalla macchina, facendo uscire anche lei.
Il prato era meraviglioso.
Tirava un leggero venticello, e qualche petalo di rosa volava libero.
Eravamo entrambi incantati a guardare il panorama, quando la voce di Destiny spezzò il silenzio.
-Justin, io ti amo.



























#notes

ma che merda '-'
questo è il capitolo che mi è piaciuto di meno.
Però ha un messaggio ben chiaro.
Qualsiasi cosa stiate subendo, anche personale, parlatene, sempre!
Volevo anche dirvi che ho iniziato
una serie di os con le canzoni di Taylor Swift.
Se vi piacciono, o se siete curiose 

http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=3167&i=1

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** happy ending. ***


Happy ending.





 

E chi lo avrebbe mai detto?
Quel ‘ti amo’ pronunciato a sedici anni, davanti ad un campo di fiori, detto otto anni dopo, davanti ad un sacerdote e tante persone?
Ci eravamo sposati, a 25 anni appena.
La nostra piccola Ashley, di appena due anni, batteva le manine dalla prima fila della chiesa.
Erano successe tante cose, da quella mattinata.
Justin aveva addirittura ricevuto un’importante proposta.
Un tizio, chiamato Scooter, l’aveva cercato insistentemente.
Voleva farlo diventare famoso.
Gli lasciai libera scelta, ma lui attaccò subito il telefono, ignorando quelle chiamate.
Ogni tanto ci chiedevamo cosa fosse successo se Justin avesse accettato.
Sarebbe stato famoso?
Magari con migliaia di fan?
Lui diceva sempre che niente poteva sostituire il mio amore.
Ci eravamo conosciuti a scuola.
Lui era innamorato di me, io lo odiavo.
Poi il destino, e quel benedetto professore di Biologia ci hanno unito.
E ora sono qui, a 87 anni, raccontando la nostra storia ai nostri nipotini, e mi sento riempire il cuore di gioia, quando Nicole esclama –Ma allora le favole esistono!-
Questo è la fine della mia storia, anche se con Justin ogni giorno è una novità.
Il lieto fine non esiste, perché non posso negare che ci siano stati problemi e piccoli litigi, ma quando c’è l’amore, è l’unica cosa che conta.




















#notes
è l'ultimo capitolo.
non ci credo *piange*
Ringrazio tutte quelle che hanno letto questa fan fiction, vi amo, davvero.
Per vostra (s)fortuna ne ho iniziata un altra.
Ovvero 'you've got to hide your love away' sempre su Justin.
Siete meravigliose, grazie.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=770813