Tutto è finito.. Forse

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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hermione-Harry ***
Capitolo 2: *** Fleur ***
Capitolo 3: *** Ginny ***
Capitolo 4: *** S. Mugo ***



Capitolo 1
*** Hermione-Harry ***


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Hermione

 

Saluta il collega con la mano mentre quella libera porta un cracker in bocca. Con la piuma sul foglio scarabocchia qualche altra frase e torna a guardarsi attorno.

Il cielo è grigiastro oggi. La finestra simula il tempo burrascoso che imperversa su tutta Londra. Si sente stanca e scombussolata. Tutto è cambiato ma lavorare dietro ad una scrivania e pensare a cosa preparare per cena quando tornerà a casa.. Beh questo vuol dire che ora è proprio cresciuta. Ormai è adulta e autosufficiente.

Fa volteggiare qualche pratica e poi si raccoglie i capelli arruffati in una coda di cavallo non troppo resistente. Un post-it le svolazza attorno e lo prende prima che possa posarsi a lato del tavolo.

Quando le note esplodono dalle bocche-auto parlanti sobbalza quasi. È l’ora di pranzo ed il tempo è letteralmente volato.

Si dirige verso l’ascensore e riaffiora nella aula magna adibita a refettorio. Esibisce la collana in argento su cui placca c’è scritto il cognome e la professione nel ministero ed  il bancone della cucina fa vaporizzare il vetro protettivo. Difronte a lei ogni specialità culinaria e cibo di ogni dove le si presenta davanti. Per pranzo non ha l’abitudine di mangiare molto, di fatti questi sono tutti avanzi della colazione che propone il Ministero alle 8. Lei non fa quasi mai colazione a lavoro, preferisce mangiare comodamente nella sua piccola cucina.

Prende un po’ d’insalata e cerca con gli occhi la grande tavolata dove siede sempre Harry. Gli si avvicina e si siede di fronte all’amico.

-Salve.-

Harry alza la testa dal piatto ancora perso nei suoi pensieri. Le sorride educatamente e poi si passa una mano fra i capelli neri e folti.

-Tutto bene?-

Harry allora torna a fissarla per poco sorridendole. Mormora un “benissimo” con la bocca ancora piena del boccone di cibo.

-Che cespuglio che hai.. Non volevi tagliarli i capelli?-

Harry acconsente con la testa, se ne dimentica ogni volta. Una piccola mano curata laccata di azzurro accarezza le spalle al Salvatore del mondo che sobbalza.

-Oh ciao Grace.-

La ragazzina dai capelli rossi accesi ridacchia divertita. Inclina il capo lievemente verso il lato destro. Sorride educatamente ad Hermione.

-Noi non ci conosciamo.. Tu sei?-

Hermione ricambia lo sguardo cordiale e le porge la mano con diffidenza.

-Hermione Granger.-

La ragazza tentenna per un po’ poi, esaltata e come illuminata, ricambia il saluto con effervescenza.

-Jordan Grace. Sono assolutamente estasiata di conoscerti. Harry mi ha parlato più volte di te.-

Hermione, seppur sorpresa, scambia qualche frase di cortesia e poi la ragazza si dilegua con un lieve cenno del capo ad Harry.

-Non ricordo nessuna Grace fra i tuoi colleghi di cui mi parli.-

Harry allora indica la porta e i due si avviano verso i cuscinetti a lato della stanza.

-Lavora Ufficio Brevetti Ridicoli, al settimo. Qualche volta passa a salutare. Suo marito lavora con me.-

Accavallando le gambe Hermione cerca con lo sguardo la ragazza. Minuta, elegante e apparentemente docile. Sta scherzando con un gruppo di uomini quarantenni poco lontano da loro.

-Ma è giovanissima.-

Harry annuisce.

-Ha la stessa età di Luna.-

Immobile, senza guardare l’amico negli occhi, sussurra tentennante.

-Come Ginny anche..-

Un rumore sordo fa voltare non solo Hermione ma un paio di colleghi vicini a loro. Harrysi alza addirittura in piedi.

Il rumore proviene dal corridoio. Incuriositi i due amici spuntano nel corridoio dove una donna in carne sta aiutando un ragazzino spaurito a raccogliere alcuni fascicoli.

Rialzandosi la donna, Mrs Fleuman, si avvicina ai due e sorride.

-Piccolo, lavora qui da due giorni, il segretario di Parcy. Non lo invidio di certo.-

Sorridendo Hermione torna a guardare l’amico che, con gesto divincolante, fa la mimica del ritardo.

-Corro in ufficio!-

Hermione sbuffa e torna lentamente verso la sua scrivania  al quarto livello. Alcuni sono già seduti a lavorare, altri parlottano fra di loro.

La seria Hermione porta dietro all’orecchio una ciocca di capelli ribelli e pensa a Grace. Si accomoda sulla sedia. Molti erano i matrimoni sorti prima della guerra. Il pensiero si inceppò nel viso timido di Ron. Sorrise addolcita e gli occhi corsero alla foto che teneva incorniciata poco lontano da lì.

Ron ed Harry fanno le facce buffe alla macchina fotografica.

“Meglio non pensarci, Hermione. Lavora e non pensare a distrazioni.. Anche se considerare Ronald una distrazione..”

Sbuffa ad alta voce e il collega tedesco se ne accorge, complice le sussurra.

-Io anche odiare il mercoledì..-

-Oh no io non odio, io stavo.. Vabbè lasciamo perdere, mi crederesti pazza.-

Ridacchia ma il collega non deve aver capito nulla. Sorride poco convinto a Hermione e se ne distanzia leggermente, preoccupato.


 

 

Harry

 

Si passa una mano sulla faccia. Stanco, assonnato e preoccupato allo stesso tempo.

Il Ministro ha lasciato nel suo ufficio l’odore delicato del suo dopobarba. Nella stanza tutto è provvisorio. Gli scatoloni a terra, fascicoli un po’ ovunque. Passa una mano sulla scrivania di mogano scurissimo, molto bello. Fatto personalmente dalle mani dai folletti.

Sulla parete ha appeso solo una fotografia del primo anno. Sono lui, Hermione e Ron che gli sorridono divertiti. L’anno era appena finito e qual luogo accogliente gli stava dando l’arrivederci.

Tornando alla finestra l’ansia lo pervase con ferocia.

Prese un foglio a caso e passo gli occhi fra le righe evidenziate.

Il suono delicato invase la stanza. Posò tutto in un cassetto e si avviò verso la mensa chiudendo a chiave. Un altro Auror gli passo vicino mentre saliva nell’ascensore.

-Come vanno i lavori?-

Harry sogghigna.

-Divinamente!-

L’uomo complice asseconda la risata e parlano per un po’ della moltitudine di lavoro da compiere.

Si siede al solito posto vicino ad un uomo sempre serio e pieno di cicatrici che molti dicono abbia combattuto al fianco di Silente nella prima guerra.

Hermione lo raggiunge e parlano di questo o quello. Non se la sente di parlare dell’accaduto. Magari quella sera, quando li raggiungerà Ron.

Grace si presenta all’amica ma pare di fretta e Harry non ha certo intenzione di fermarla, vuole distrarsi per un paio di minuti ma come una coltellata in pieno petto arriva il nome di Ginny. L’immagine della fulva e splendida ragazza lo percuote, si sente triste, arrabbiato anche un po’ sconsolato.

Nell’ufficio tamburella con le mani percorso da mille paure. La segretaria bussa titubante. C’è una visita per lui, può farlo entrare?.

Harry muove le mani facendo segno di accomodarsi, con la bacchetta scosta lo scatolone dalla sedia destinata agli ospiti.

Alto e magrolino fa il suo ingresso Neville con il capo chino, tutta quella formalità lo infastidisce.

-Neville!-

Con grandi gesti Harry saluta l’amico, un abbraccio veramente caloroso. I due si scambiano qualche frase di circostanza. Si accomodano con un’allegria ancora impressa sul viso.

-Cosa ti porta da me? Potevamo vederci una sera di questa settimana.-

Neville si fa serio e schiarisce la voce.

-Non posso proprio, mi hanno assunto come professore ad una scuola di York e devo partire a breve. Sono passato per salutare e soprattutto per portarti questo.-

Con la bacchetta fece apparire un fascicolo di fogli azzurri e li posò poco distante dalle mani dell’amico.

Harry diventa improvvisamente bianco in viso, impaurito. Non sfiora le carte.

-Immaginavo che Kingsley fosse già passato ad avvisarti.-

-N, non pensavo che anche tu ne fossi informato.-

-Oh sì. Certo. Ho aiutato personalmente gli studiosi, ho lasciato Luna per questo. Anche Ron e George lo sanno. Entrambi sono collaboratori.-

Come sollevato Harry sfiora le carte.

-Avevo paura di non poterlo dire nemmeno a Ron ed Hermione..-

Neville si spinge verso l’amico con preoccupazione.

-Hermione non sa nulla! Quando è venuto alla conoscenza Ron ha obbligato Kingsley al silenzio verso Hermione.-

Questo certo complicava le cose anche se, paradossalmente, le spiegava allo stesso tempo.

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Capitolo 2
*** Fleur ***


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Fleur

 

Vestita elegantemente Fleur sorride al giornalista di fronte a lei. Incrocia le braccia e cerca di ironizzare sulla sua ansia di parlare a un giornalista.

-Non si preoccupi, è come un cerotto: cinque minuti e la lascio tornare alle sue faccende.-

Fleur, seria, annuisce e si sistema la collana di perle regalatole dalla madre qualche anno prima.

-Allora: com’è vivere con uno dei massimi esponenti della Gringott?-

-Mio marito lavora a tempo pieno. La Gringott..-

 

Quando il giornalista se ne è andato Fleur raccoglie i bicchieri e sposta rapidamente la bacchetta verso il lavabo.

 Si appoggia al mobile di cucina e guarda la stanza ordinata, le tendine a quadri, i fiori del giardino nel vaso. Posa una mano sul tavolo di legno chiaro e immagina un piccolo bambino con il viso indefinito. Si siede e fa colazione, una bambina invece sta facendo i compiti, cari inchiostri colorati sparsi sul tavolo.

Vorrebbe tanto un piccolo bambino da far crescere con suo marito. Ripensa alla sera prima, Bill furente. Lei che sciacqua i piatti e trattiene la voglia di urlare.

-NON, non salire.-

Bill scende i pochi scalini che stava oltrepassando e affiora in cucina, il viso torvo.

-Perché?-

Chiusa l’acqua Fleur si volta con rabbia e gli butta addosso un asciugamano con ferocia.

-Non dormi nel MIO letto. Maintenant, vous prenez les couvertures et dormir sur le canapé. Come on!-

Il ragazzo non fiata. Non conviene protestare con la consorte quando fa così.

A colazione non l’ha nemmeno visto. Maledizione.

Torna nello studiolo e avvicinando le gambe al busto cerca di leggere un po’ ma la distrazione la perseguita.

 

La spiaggia deserta, il mare che si avvicina lentamente ai suoi piedi e le basterebbe un leggero passo in dietro per non farsi prendere dalla spuma. Basterebbe ma non lo fa di certo.

Pochi attimi di tranquillità, pace e spensierato nulla. Una specie di Nirvana che in realtà non riesce mai a raggiungere. Il matrimonio è difficile. Sono compromessi, litigi. Frasi spezzate. Lei odia quelle frasi lasciate al vento. Finisci la frase, Bill. Litighiamo  anche per giorni e giorni ma poi forse avremo finito di stare sospesi.

Piove, si sente fiacca e snervata. Alza gli occhi al cielo. Piange a ritmo della calma melodia del tempo. Quando torna a casa è zuppa di pioggia ma è l’aria fresca che la invade, si sente finalmente un po’ meglio.

Sotto la doccia guada la fede d’oro, se la toglie. Il nome di Bill è inciso sopra e poi scompare per far posto alla scritta “Ti amo”. Tra qualche mese festeggeranno l’anniversario. Un anno prima Bill aveva ancora suo fratello e non si sentiva oppresso dal ricordo. Fleur ha provato ogni cosa ma pare proprio che nulla possa scuotere. Solamente un freddo stakanovista.

Si scalda in un accappatoio immacolato e bianco. Le piastrelle sono calde e un po’ di tepore la invade con dolcezza.

Si mette dei pantaloni larghi e una maglia a maniche lunghe verdognola. Nel prenderla scosta una pila di maglioni che scivolano a terra. Il regalo di Molly. La “B” di William a terra.

Senza sapere perché porta la maglia al viso per sentire il buon profumo del marito sfiorarla. Piange ma non se ne accorge subito. Non può dire per quanto tempo rimane così. È Bill ad allontanarla da lì. La fa sedere sul letto basso della camera e le prende il viso fra le mani. Il volto sorride, gli occhi sono tristi. Porta la faccia della compagna contro il suo petto e la culla leggermente.

-Scusami. So che dev’essere dura per te.-

Fleur si allontana per sistemarsi il viso perlaceo. Si volta dopo un po’ di tempo, gli occhi rossi esaltano l’azzurro tremante dei chiari occhi celesti.

-Ti amo.- lo sussurra piano all’orecchio della donna. Lei chiude gli occhi per trattenere le lacrime.

Stanca esausta.

-Moi ossì.-

Si baciano con candore, come due bambini al loro primo bacio.

La cena la cucina Bill e dopo Fleur lo obbliga a non far più cibo simile. Scherzano mentre riordinano. A letto si sfiorano e accarezzano, nient’altro. Non se la sentono nemmeno un po’ di fare altro.

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Capitolo 3
*** Ginny ***


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Ginny

-Quando l’abbiamo scoperto?-

Ginny scuote la chioma folta e ramata e si volta sorridendo ad Audrey, Fleur e Angelina.

Angelina fa spallucce sorridendo.

-Ma dire da subito non è completamente scorretto..-

Fleur annuisce seria e le sfiora la mano.

-Certo non sapevamo ancora cosa fosse.-

Angelina allora si corregge.

-Oh certo! Non sapevamo assolutamente di che si trattasse. Anche perché, diciamolo pure, l’hanno affrontato nel modo peggiore.. Tutti quanti.-

Ginny sogghigna passando una mano sul jeans blu scuro.

-Nessuno ha fatto eccezione direi.-

Molly sbuca nella stanza con un vassoio di biscotti fra le mani. La figlia le racconta della domanda e lei, dopo aver posato il vassoio sul tavolo traballante, sbotta.

-In tanti anni mai, prima di allora, avrei voluto prendere un bastone e romperlo contro la testa di Arthur. Non che prima non avesse mai fatto nulla di male. Una volta è tornato a casa con due sconosciuti che ci hanno cercato di derubare..-

 

Ginny

 

Con lentezza apro il libro e rileggo l’ultima frase. Il lettino è comodo, l’aria abbastanza afosa. L’Italia le piace molto. Guarda la distesa bianca e l’azzurro cristallino del mare.

-Prendi la tintarella Weasley?-

Riaffiorando dai suoi pensieri la ragazza si guarda attorno. Angelina in costume a due pezzi lilla le si siede a fianco. Guarda la distesa azzurra senza fiatare.

-Certo tu sei avvantaggiata..-

Ginny e l’amica ridacchiano. La squadra sta facendo il bagno poco lontano da dove sono distese loro.

-Bel posto la Toscana, non trovi?-

Ginny annuisce sorridendole. Passa la crema sulle braccia mentre Angelina traffica con la bacchetta.

-Quasi mi dimenticavo. Hai ricevuto un gufo poco fa ma eri già in spiaggia e l’ho presa io per te..-

Fra le mani della ragazza appare una busta giallastra e la porge alla snella figura fulva.

-Oh, grazie..-

 

Agosto, 1999

Cara Ginny,

ti scrivo poche righe ma spero possano essere sufficienti. So che con la squadra sei tanto impegnata ma temo che tuo fratello Ronald, Harry e forse altri nostri amici siano in seri, serissimi problemi.

Ti prego di farti sentire appena tornata a Londra.

A presto,

 

Hermione G.


 

-Okey, okey io direi che abbiamo parlato già a sufficienza di cosa è successo prima. Ora magari iniziamo a parlare della nostra partecipazione attiva al “Progetto Yoga”?-

Molly sbatte con forza le mani e sorride.

-Inizio io. Allora ero preoccupatissima, disperata. Harry in fin di vita, Luna dispersa..-

Le altre ragazze urlano all’unisolo frasi alla rinfusa.

-No! Non ancora..-

-Mamma, mica stavamo già parlando di quello!-

Angelina scuote la testa e Fleur si sporge un po’ dal divano.

-Io inizierei dalla nostra prima riunione ufficiale, no?-

Ginny scuote la testa ma è Audrey a parlare per prima.

-Ma io direi di iniziare dal S.Mugo, reparto gravidanze.. Che dite?-

 

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Capitolo 4
*** S. Mugo ***


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S. Mugo. Quarto piano.

 

Controlla l’orologio e ingoia una caramella multi gusto rubata a Teddy qualche sera prima. Sorride ad un’infermiera che passa nel corridoio.

Senza pensarci due volte Hermione scatta in piedi e raggiunge la donna che sta per svoltare l’angolo.

-Scusi, avevo un appuntamento con il Dottor German dieci minuti fa..-

L a donna fa spallucce.

-Tanto lavoro in questi giorni, aspetti ancora un po’.-

Irritata Hermione torna a sedersi, si mordicchia il labbro con impazienza. Tamburella con il piede destro e passa sovente le mani per controllare i capelli.

-Hermione?-

La ragazza si accorge solo ora di avere davanti a se Luna e Ginny. Si salutano velocemente e tornano a sedersi. Si erano sentite di rado dopo il ritorno della campionessa Weasley in Inghilterra.

-Cosa, cosa fate qua?-

Con un groppo in gola Ginny tentenna. Luna siede di fianco a Hermione.

-Analisi.-

Hermione annuisce.

-Pure io..-

Si scambiano qualche convenevole finché Ginny non riesce più a trattenersi.

-Non è vero- Sbotta.

-Non sono semplici analisi queste! Io..-

In quell’istante affiora dall’angolo dell’ascensore la figura slanciata e chiara di Fleur. Si accorge all’ultimo della presenza delle altre tre ragazza e pare quasi in procinto di svenire.

-Salut. Pourquoi.. Perché voi siete ici?-

-A,analisi di routine..- Sussurra Hermione cercando di non guardare negli occhi nessun’altro.

Fleur fa “sì” con la testa e si siede difronte alle altre tre. Sorridono in vistoso imbarazzo.

Questa volta è Luna però che interrompe il silenzio.

-Ho sentito che alcuni nargilli hanno invaso le case dei vicini, qualche tempo fa. Ci sono anche alla Tana?-

-N, no.. Non credo almeno..-

Ginny si stringe fra le braccia.

-Sinceramente credo che siamo qui per le stesse visite tutte e quattro..-

La voce di Hermione è flebile, gli occhi sono a fissare il pavimento ma per le altre ragazze sono come pugnalate ripetute su tutto il corpo.

Ginny annuisce e chiude gli occhi.

-Lo penso anch’io, sai?-

Fleur porta una mano sulla bocca per qualche istante poi si alza di scatto con le mani sui fianchi.

- Mais c'est impossible! Combien de fois il arrive que les quatre amis peuvent devenir enceintes dans les mêmes giorni. Per vous est-ce normal?-

Nessuna delle tre fiata, non perché impressionate ma perché ignare di ciò che stava dicendo Fleur. Resasi conto di aver parlato in francese Fleur traduce lentamente.

-Non è strano che quattro amiche facciano queste “analisi” nello stesso periodo? Soprattutto considerando quanto sono amici i nostri compagni..-

Luna muove il capo con armonia e poi improvvisamente il busto s’irrigidisce e lo sguardo passa da una all’altra ragazza.

-Avete sentito quel mago morto pochi giorni fa a Bath, nel villaggio babbano?-

Le altre annuiscono spaesate.

-Con lui c’erano alcuni babbani, morti anche loro. Come si chiamava? Il mago, intendo..-

-Non ricordo..- Le ragazze sono confuse, tutte tranne Hermione.

-O’Felling, sulla Gazzetta mi pare lo chiamassero Gustav O’Felling.-

-Quello! Ecco il nome, Neville ha ricevuto un gufo da questo tizio prima di sparire nuovamente.-

Le altre ragazze si guardano complici e terrorizzate allo stesso tempo.

-Anche, anche Ron è andato via dopo aver ricevuto un gufo..-

Fleur e Ginny annuiscono sconvolte.

-Oh mon dieu!-

Ginny si volta verso Hermione un po’ incuriosita.

-Quando, quando sei passata dalla Tana?-

Hermione non fiata, arrossisce porta una ciocca di capelli dietro al viso.

-No. È passato lui a casa mia.-

-Ah ecco..-

-Ginny?-

La voce calda e famigliare fa sobbalzare tutte le ragazze lì riunite.

La fulva ragazza diventa improvvisamente pallida e tremula.

-C, ciao mamma..-

-Ma cosa ci fate tutte qui?-

Ginny, in maniera estremamente infantile, fa spallucce.

-Analisi!-

-Già.. Analisi di ruota, routine. Semplici analisi.-

Molly è confusa.

-M a quali analisi, qui si fanno visite per la gravidanza.. Sai bene quante volte ci sono venuta.-

Ginny sobbalza, sul viso una smorfia inorridita.

-Mamma non sarai.. Perché sei qui?-

La Signora Weasley sogghigna divertita.

-Ma figurati, ho portato zio Gideon.-

La figura magra e bruna apparve soffiando e tenendo le braccia sulla schiena. Saluta i presenti e si siede poco lontano dalla nipote.

-Zio?-

Molly fa segno di star zitta di non dargli fastidio.

-Ho portato zio dal dottore e ora voleva andare dal Dottor German, perché.. Perché è incinto.-

Ginny sorride spaventata allo zio.

-Ah..-

Lo zio stringe la mano a Luna e gli sorride.

-Quinto mese!-

-Oh e come va con le voglie?-

Eccetto Luna e Gideon le altre sono un po’ spaesate.

-Io e te poi ne riparliamo, Ginevra.- La signora Weasley prende il braccio di Gideon e lo trascina nel corridoio.

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