Naruto Shippuden:Renegade.

di dubious3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1. Ritorno alla Luce. Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Cap. 2. Ritorno alla luce. Parte seconda ***
Capitolo 3: *** Cap. 3. Nuovi soccorsi. ***
Capitolo 4: *** Cap. 4. Storie e luoghi di una nuova terra. ***
Capitolo 5: *** Cap. 5. Missione N. 1: la Città Morta ***
Capitolo 6: *** Cap. 6. Missione n.2: un problema idrico. ***
Capitolo 7: *** Cap. 7. Nuovi incontri ***
Capitolo 8: *** Cap. 8. Missione N. 3: Humbaba. Parte prima. ***
Capitolo 9: *** Cap. 9. Missione N. 3: Humbaba. Parte seconda. ***
Capitolo 10: *** Cap. 10. Discussioni varie. ***
Capitolo 11: *** Cap. 11. Missione n. 4: uno sporco affare. ***
Capitolo 12: *** Cap. 12. Missione n. 4: uno scontro acquatico. ***
Capitolo 13: *** Cap. 13. Armi. ***
Capitolo 14: *** Cap 14. Il Ritorno del Team 8. Parte prima. ***
Capitolo 15: *** Cap. 15. Il ritorno del Team 8. Parte Seconda ***
Capitolo 16: *** Cap. 16. Il ritorno del Team 8. Parte terza. ***
Capitolo 17: *** Cap. 17. Missione n. 5: caccia grossa nel fango. ***
Capitolo 18: *** Cap. 18. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte prima. ***
Capitolo 19: *** Cap. 19. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte Seconda. ***
Capitolo 20: *** Cap. 20. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte terza ***
Capitolo 21: *** Cap. 21. Un altro frammento di passato ***
Capitolo 22: *** Cap. 22. L'angelo delle corse. ***
Capitolo 23: *** Cap. 23 L'angelo della battaglia ***
Capitolo 24: *** Cap. 24. Un'Ombra dal mondo dei morti ***
Capitolo 25: *** Cap. 25. Un nuovo tassello. Parte prima. ***
Capitolo 26: *** Cap. 26. Un nuovo tassello. Parte seconda. ***
Capitolo 27: *** Cap. 27. Intrusione al Cremlino. ***
Capitolo 28: *** Cap. 28. Ricordi ed emozioni. Parte prima. ***
Capitolo 29: *** Cap. 29. Ricordi ed emozioni. Parte seconda. ***
Capitolo 30: *** Cap. 30. Ancora fango. ***
Capitolo 31: *** Cap. 31. Doppio gioco. ***
Capitolo 32: *** Cap. 32. Avventura nella città defunta. Parte Prima. ***
Capitolo 33: *** Cap. 33. Avventura nella città defunta. Parte seconda: il lamento del soldato ***
Capitolo 34: *** Cap. 34. Avventura nella città defunta. Parte terza: il dolore del falco. ***



Capitolo 1
*** Cap.1. Ritorno alla Luce. Parte Prima ***


Cap.1. Ritorno alla Luce. Parte Prima.

(Nota: tutti i personaggi e gli elementi presi dal mondo di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto, mentre quelli di Jak alla Naughty Dog, quindi non ho alcun diritto su di essi).

 

 

 

 

Inferi.

Situata nel mezzo del deserto fuori da Haven City, giaceva la roccaforte nera come la notte e ostile ed oscura come il deserto che la circondava.

Una fortezza dall'aria impenetrabile, il cui massiccio tamburo principale era circondato da quattro torri aguzze che fendevano il cielo come dei pugnali di giaietto

Persino predoni delle sabbie, che effettuavano scorribande e razzie in lungo e largo e non temevano né le violentissime tempeste né i branchi di Teste di Metallo, si tenevano bene alla larga da quel posto.

Pochissimi infatti uscivano dall'Inferis, e ancora meno quelli a cui non era permesso farlo.

Tale era la fama di quel monumento terribile, simbolo della potenza e della gloria del Barone.

E, sopratutto, della sua malvagità.

Dentro la roccaforte, un prigioniero tra tanti aveva il dubbioso onore di essere esaminato dal Barone Praxis in persona.

Il condottiero era calvo, dalla corporatura massiccia e dai baffi spioventi, e portava una specie di grossa benda metallica sull'occhio, che dimostrava i segni di battaglie e ferite passate.

Il barone era accanto ad un altro uomo, anch'esso calvo e ben piazzato. Entrambi stavano davanti ad un tavolo dove era legata supina la sventurata vittima.

Il prigioniero era molto giovane, forse appena maggiorenne, ed aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri.

Da un tubo sopra il ragazzo fuoriuscì un raggio di energia estremamente caldo, che attraversò il petto del ragazzo. Il giovane prigioniero si contorse dal dolore,ma non emise un gemito.

L'uomo girò una specie di manopola ed il raggio si fece molto più intenso,e il giovane quindi non riuscì più a trattenersi ed iniziò ad urlare.

I due uomini però non erano soddisfatti, quindi interruppero il raggio, quindi fecero uscire una siringa da sotto il tavolo.

Con essa punsero il ragazzo e gli iniettarono un liquido violaceo, che lo fece subito addormentare.

Il Barone sputò a terra e parlò al suo compare Monzaemon rabbioso.

"Si può sapere cosa stiamo aspettando qui? Sono due anni che usiamo ogni metodo possibile per estrarre questa specie di...volpe dal corpo di questo tipo, e non abbiamo ottenuto alcun risultato! Avremmo potuto fargli il lavaggio del cervello come gli altri e guadagnare un'ulteriore arma, invece dobbiamo perdere tempo con questa estrazione!"

Quindi il Barone guardò fisso l'uomo davanti a se.

"Avremmo potuto usare tutti i....mostri che hai raccolto per schiacciare quei dannati ribelli una volta per tutte già da un pezzo! Un sei all'altezza della tua fama, dottor Monzaemon, né come stratega, né come scienziato".

L'uomo mantenne sempre la stessa espressione pacata, incurante dal tono e dallo sguardo di sfida, quindi rispose con voce calma ma ferma.

"Non ti agitare. Sappi che i ninja che abbiamo raccolto ci sono serviti a condurre un'altra guerra contro i villaggi del Cipango*, mentre altri sono impegnati nella guerra contro le Teste di Metallo, te ne sei dimenticato?"

Praxis abbassò la testa.

"Comunque, stai calmo. Ora che abbiamo perso il controllo del Visore Astrale, dobbiamo agire con molta più prudenza". Continuò Monzaemon. "E, a proposito del ragazzo, sappi che ho intenzione di usarlo da vivo. Ordina di mandarlo alla fortezza Hellhound, ove testerà le sue capacità. Adesso vai".

Il Barone grugnì lievemente, ma nemmeno lui poteva opporsi agli ordini di Monzaemon, contraddittori e astrusi che fossero.

Dato che era anche grazie lui che era giunto al potere.

Il Barone quindi si girò e si ritirò dietro una delle due porte della stanza, lasciando il dottore a giocare con la sua vittima.
 

************* 
 

Dietro ad una finestra poco sopra la stanza, due uomini stavano ammirando tutta la scena.

Il primo aveva occhi celesti e capelli biondi, mentre l'altro era rivestito di una strana armatura bianca.

I due stavano contemplando l'orribile spettacolo, che sembrava colpire però maggiormente l'uomo con i capelli biondi, il quali stava appiccicato alla balaustra con uno sguardo estremamente sofferente.

"Naruto, cosa ti stanno facendo?" Biascicò il biondo.

"Mi dispiace sinceramente, Minato". Disse l'uomo da dietro con fare severo. "Ma solo per il ragazzo, non per te. Tu non hai il diritto di essere arrabbiato per quello che sta accadendo".

Minato si voltò dietro di lui e squadrò il suo interlocutore con rabbia.

"Cosa diavolo vuoi dire, Shrieker?" Intimò lo Yodaime Hokage.

"Dico soltanto che gran parte delle sofferenze che sta passando tuo figlio è colpa tua. Tu gli hai sigillato il demone dentro. Il demone per cui Monzaemon l'ha rapito e adesso lo sta torturando per estrarlo". Rispose Shrieker sempre serio.

Minato digrignò i denti dalla rabbia e si gettò addosso a Shrieker afferrandolo per il collo dell'armatura e ruggendogli.

"Tu, cosa ne sai! Cosa ne puoi sapere! Io....non....ho......avuto .......altra scelta". Continuò con un tono più mesto.

Shrieker non fu per nulla scosso, e parlò sempre con la sua voce calma, ma dura.

"Non cercare di ingannarmi più di quanto tu non faccia con te stesso. Da quanto mi ha raccontato il dottore, Kushina ti aveva dato la possibilità di salvare il villaggio sigillandosi il demone dentro. Quindi tu avevi un'altra scelta. Una scelta che avrebbe impedito al ragazzo di soffrire così tanto. E inutilmente, poi".

Minato mollò la presa e abbasso la testa, scosso da questa parole. Shrieker quindi continuò a parlare.

"Minato, ciò che hai dimostrato infine una cosa: come Kage sei stato capace, ma come una padre una merda totale".

Lo Yodaime si accasciò, come se fosse stato trafitto da una moltitudine di pugnali.

Shrieker aveva ragione su tutto.

Aveva sacrificato suo figlio per salvare il villaggio e il mondo ninja, ma questo suo atto aveva condannato ogni cosa.

Se non si fosse sigillato con lo Shinigami, Monzaemon non avrebbe mai potuto usare l'Occhio di Mar su di lui, trascinandolo da un incubo ad un altro infinitamente peggiore.

Certo, aveva sigillato il demone dentro suo figlio anche per adempiere alla profezia di Ogama, ma il fatto che il dottore stesse torturando suo figlio apparentemente anche per questa ragione lo faceva stare persino più male.

"Quanti anni ha già compiuto Naruto?" Si domandò Minato.

Diciotto.

A quell'età, se lui non gli avesse sigillato un demone dentro, sarebbe vissuto sereno in un villaggio ancora in piedi.

Quindi sarebbe stato con i suoi amici e forse con la sua fidanzata a passeggiare per Konoha, invece di restare bloccato in quest'orrore.

E, qualora quel bastardo di Monzaemon avesse mostrato fuori i suoi artigli, ci sarebbe stato un padre a proteggerlo.

Un padre che però si era dimostrato indegno.

Un padre che aveva visto ogni giorno suo figlio venire torturato per due anni, e che non aveva potuto fare nulla.

Nessuno avrebbe potuto biasimare Naruto se quest'ultimo avesse deciso di odiare il proprio genitore, di maledirlo durante le amare notti passate in quest'inferno.

L'ex Hokage ormai era giunto al culmine della disperazione.

"Naruto, figlio mio! Cosa...ti...ho...fatto?" Singhiozzò

Shrieker si avvicinò a lui e gli diede una pacca sulla spalla.

"Mi rendo di esserci andato davvero pesante". Disse il maggiore. "Ma non riesco a vedere qui altro che schifo. Già il fatto di essere ninja ci rende bastardi per default, figuriamoci poi a lavorare per questo demonio. Il più pulito di noi ha la rogna. Siamo tutti sporchi, immersi nella merda e carichi del peso di innumerevoli morti e sofferenze. Guardami Minato".

Lo Yodaime si girò e vide Shrieker togliersi l'elmo, rivelando un volto stanco di trentenne avanzato, i cui occhi erano grigi e i capelli scoloriti.

"La vedi questa faccia, Minato? é la faccia di un assassino codardo, di un fottuto pavido. Da quando ho visto quello che accade nell'Inferis, ho perso ogni fiducia in Monzaemon e in Praxis. Io non combatto a fianco del dottore per soldi, gloria, o per un ideale distorto: ma per paura e disperazione". Disse Shrieker con voce un poco più alterato.

"Paura e...disperazione?" Domandò l'Hokage, stranito da questa confessione del suo di solito imperturbabile compagno.

"Si. Hai visto ciò che Monzaemon fa a chi disobbedisce? Se tutto va bene, il ribelle finisce ucciso in maniera estremamente dolorosa, se invece finisce male, viene trasformato in un mostro assassino senz'anima. Il suo potere è immenso e la sua furia è terribile".

"Lo so bene". Parlò sommessamente Minato.

"Ho obbedito agli ordini del dottore perché avevo paura di ciò che mi avrebbe fatto. Ho versato tanto sangue perché credevo che sfidare la sua potenza fosse del tutto inutile. Sono stronzo quanto te, almeno". Finì il maggiore ben più vigorosamente di prima.

L'ex-Hokage guardò il suo interlocutore negli occhi, quindi si voltò.

"Quindi per te,per noi,non..c'é..speranza, vero?"

Shrieker alzò lo sguardo, quindi riprese ad usare il classico tono di voce grave.

"No, non c'è speranza. Non solo per buttare giù Monzaemon, ma anche per la nostra anima. Siamo intrappolati in quest'orrore come nella tela di un ragno, costretti a cadere sempre più in basso. Non vedremo mai più la luce".

Minato allora posò il suo sguardo di nuovo sul figlio, e gli strinse il cuore ancora di più,sempre se ciò fosse possibile.

Due guardie uscirono dalle porte sul retro e portarono un Naruto in un stato catatonico fuori dalla sala.

"Figlio mio". Sussurrò il padre. "Ti auguro che questa tua sofferenza abbia fine, e sopratutto che tu non perda mai l'innocenza che per me è ormai un'utopia".

E i due uscirono dalla soprelevata.

 

****************

 

 

Sull'attico di un edificio poco distante dalla fortezza Hellound, due persone stava parlando.

L'una era una donna alta e dai capelli di un rosa molto particolare, l'altro invece aveva i capelli neri.

Entrambi indossavano due mantelli di colore bluastro ed un maschera raffigurante una specie di testa metallica spaccata in due.

Il primo iniziò a parlare alla ragazza.

"La fortezza Hellhound è un luogo piuttosto pericoloso. Sei sicura di poterti infiltrare da sola?"

"Nessun problema". Rispose la donna. "Sarà facile. E comunque mi servi tu qui, a darmi le informazioni necessarie".

"Bene". Disse l'uomo. "Ti ricordo la missione principale. Abbiamo saputo che nella fortezza verrà portato un prigioniero proveniente dall'Inferis. Devi fare in modo che loro non possano usarlo come arma, chiaro?"

"Chiarissimo". Rispose la donna.

"E già che ci sei, cerca di combinare qualche casino. Sabota qualche arma, ruba qualche informazione, fai insomma quello che vuoi per danneggiare il Barone. Basta che tu neutralizzi il prigioniero. Se lo portassi con noi, sarebbe grandioso".

"Capito, ora vado". Rispose ancora la rosa che sparì dal cornicione in una nuvola di fumo.

"Questi ninja hanno proprio il pallino per la teatralità". Commentò l'uomo con la maschera.

Quindi egli prese una specie di dischetto-tastiera e digitò per un poco alcune combinazioni.

Da un foro sul dischetto apparve l'ologramma di una mappa, e l'uomo parlò tra se e se trionfante.

"Bucare questo sistema difensivo è stato più facile del previsto. Ora posso dare a Sakura tutte le informazioni che le servono per la riuscita del piano".

 

**************** 

 

Naruto si risvegliò non molto tempo dopo.

La droga che gli avevano rifilato continuava ad avere effetti su di lui.

All'inizio si sentiva molto frastornato, ma presto si sarebbe ripreso e questo lo sapeva.

Non era certo la prima volta, che in due interminabile anni di prigionie e torture continue gli rifilassero quella sostanza.

Il torpore del ragazzo venne però bruscamente scosso da una brusca botta da dietro.

"Alzati, ora!" Udì un'esortazione, e il ragazzo cercò a fatica di rimettersi in piedi.

Naruto strabuzzò gli occhi e si voltò, e vide due guardie di Krimzi dietro di lui.

Era probabilmente di alto rango, data la loro uniforme gialla.

"Senti un po',pidocchio". Disse uno che sembrava il capo. " D'ora in poi starai qui, nella fortezza Hellhound".

L'Uzumaki allora si girò intorno, e vide che effettivamente si trovava dentro una grossa sala, simile a quelle del posto in cui si trovava prima.

"La fortezza....Hellhound?" Si domandò il ragazzo, che venne però colpito da un bastone da guerra di uno dei soldati.

"Non sei qui per fare domande, coglione!" Gridò il soldato che aveva colpito il ragazzo. "Tu devi pararci le chiappe. Il nostro capo ti ha mandato qui per combattere al nostro fianco".

Finito di parlare, l'omone afferrò Naruto per la collottola e lo gettò a terra, quindi gli puntò la sua arma contro, tenendo un dito sul grilletto.

"Forza, vediamo quello che sai fare".

 

*****************

 

Angolo dell'autore: Eccomi qua, tornato con il cap. principale della mia nuova fiction!

Sappiate che non aggiornerò comunque spesso come la volta precedente, in quanto devo fare chiarezza su alcuni dettagli e forse fare altri progetti.

Inoltre io ho  messo nella mia precedente fic, alcuni riferimenti alla serie di Jak, che alla fine della storia renderò espliciti.

Per il siparietto comico dovreste aspettare che io abbia nuove idee, dato che non viene in mente nulla.

Tutti: evvvvvaaaaiiii!

Me:cattivi che siete. Chuck, vieni qui....

Tutti: scappiamooo!

Ringrazio come sempre chi segue la mia storia. Chiedo a tutti di segnalarmi eventuali errori. A presto!

Per il personaggio di Shrieker mi sono inspirato, come aspetto fisico, ad uno minore di Batman-Beyond.

Inferi è un nome latino, per questo lo trovate declinato (è una trovata crack, ma non ho saputo resistere, anche se probabilmente è solo una fra la moltitudine presente nella fic).

* Il Cipango è il nome che ho dato al continente dove abita Naruto. Era il nome con cui gli antichi Europei chiamavano il Giappone.

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Capitolo 2
*** Cap. 2. Ritorno alla luce. Parte seconda ***


Cap.2. Ritorno alla luce. Parte seconda.

 

  

"Coraggio, vediamo un po' quello che sai fare".

Naruto si trovava in un grossissimo guaio. Uno dei suoi carcerieri infatti gli stava puntando un'arma addosso e stava minacciando di sparargli.

"Fermati Nahj! Così contravverrai agli ordini!" Cercò di dire una delle guardie.

"Mm, se questo pezzaccio di merda ha bisogno di una balia". Continuò arrogante l'altro soldato. "E non riesce nemmeno a proteggersi da un colpo di un'arma da fuoco, allora non vale un'emerita minchia. Abbiamo già un sacco di problemi, e l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno sono delle palle al piede. Al diavolo i superiori! Concordi con me?"

Alla fine l'altro uomo cedette, conscio del fatto che Nahj,quando voleva divertirsi un poco con i nuovi arrivati, era difficile da fermare.

Naruto era abbastanza spaventato, in quanto si sentiva assolutamente privo di forze e la sua vita era in pericolo.

Provò a richiamare il potere della Volpe per aiutarsi, entrando nel suo subconscio.

Ma nel cercare di prelevare il chakra, notò che su di esso erano stata poste delle specie di catene che lo tenevano bloccato.

Il giovane Uzumaki si infuriò per questa brutta sorpresa.

"Quel bastardo del dottore deve avermi sigillato il chakra in un qualche modo. Dannazione! Ma adesso devo tornare su. Mi deve venire in mente qualcosa".

Naruto tornò e cercò di pensare a qualcosa.

"Prova ad evitare questo!" Gridò Nahj, e infine premette il grilletto.

Naruto chiuse gli occhi, ma sia accorse che non era successo nulla.

A lui, almeno.

Infatti udì un botto tremendo, e vide che il proprio assalitore era stato afferrato per la collottola da qualcuno.

il giovane Uzumaki osservò basito il suo salvatore, notando che era una donna e che aveva i capelli rosa.

Naruto iniziò a trasecolare e ad avere le vertigini, pensando che tutto ciò fosse solo frutto della sua immaginazione della sua mente danneggiata.

Pregò con tutto il cuore che tutto quello che stesso accadendo non fosse falso.

Perché forse, aveva ritrovato una speranza.

"Ehi, sappiate che non è bello sparare ai vostri potenziali alleati. Non è affatto bello".

Disse la donna stando ritta e afferrando il nemico per la collottola.

"Diavolo, è quella dannatissima comandante dei ribelli. Devo dare l'allarme!" Pensò l'altra guardia Krimizi.

Sakura quindi scaraventò Nahj dall'altra parte della stanza come se fosse una pallina di carta, quindi si avvicinò all'altro uomo gli diede una schicchera sul petto.

Il colpo fece volare via il nemico e lo sbattè al muro con una violenza disumana, facendolo svenire.

"Siete fortunati che mi sono limitata, altrimenti sareste morti. In quanto a te..."

La ribelle quindi si girò verso l'obbiettivo della sua missione, e sbiancò dalla sorpresa

"Naruto!" Urlò di gioia la ragazza togliendosi la maschera, quindi corse ad abbracciare il compagno.

"Sakura-chan". Sussurrò il ragazzo mentre veniva abbracciato. "Non credevo che ti avrei più rivista. Avevo perso ormai le speranze in quel posto orribile....."

Allora il giovane Uzumaki appoggiò il capo sulle spalle dell'amica e si mise a piangere, a piangere come non aveva mai fatto in tutti questi due anni d'inferno.

Sakura si sentì invadere da una tristezza profondissima, ma capì che non poteva abbandonarsi ad essa.

Con quello che il suo amico aveva passato negli Inferi, non sarebbe stato né il luogo né il momento di aggiungere altre lacrime a quelle che lui stava già versando.

Ora era il turno di Sakura essere la spalla su cui piangere.

"Va tutto bene, amico mio. Lo so che hai passato dei momenti terribili, ma adesso sono passati. Il tuo incubo sta per finire". Disse la ragazza con voce calma.

"Grazie, grazie infinite". Rispose Naruto, che si levò dall'abbraccio e si asciugò le lacrime. "Non avrei mai immaginato, neanche per un istante, che tu fossi ancora viva. E che tu mi salvassi, poi! Sono...sbalordito. E poi Sakura, devo dire che sei cambiata tantissimo".

Era vero. Oltre al fatto che il fisico della ragazza era cresciuto e irrobustito molto, la pelle di Sakura aveva assunto persino un colorito verde chiaro.

"E noto anche che sei ritornata ad essere più alta di me!" Disse ancora il ragazzo, facendo una misurazione ad occhio.

"Tu invece sei rimasto molto simile a due anni fa, Naruto". Rispose Sakura.

Infatti, tralasciando il fatto che il ragazzo era diventato più alto ed emaciato, non c'era molto che fosse cambiato in lui.

"Senti, Sakura, come mai la tua pelle è cosi......." Iniziò a domandare L'Uzumaki un poco imbarazzato.

"Verde pisello? Oh non ti preoccupare". rispose la ragazza. "Te lo spiegherò dopo. Ci sono tante cose che ti dovrei raccontare, ma non ora".

Quindi Sakura iniziò ad attivare l'auricolare e a parlare.

"Qui Sakura a Kriad, mi senti? Ho recuperato il prigioniero".

"Ti sento forte e chiaro". Si udì una voce dall'auricolare ." Ho controllato il database, e devo dirti che il numero di guardie nei corridoi è aumentato. Asp... un....attimo....".

La comunicazione si interruppe bruscamente, quindi si sentì un rumore strano, di moltissime sirene che suonavano all'unisono.

"Kriad, cosa diavolo è successo? Pronto?" Chiese Sakura.

"Ascolta Sakura, c'è un grosso, enorme problema. Hanno scoperto la mia posizione, e nella foga gli allarmi si sono riattivati. Esci immediatamente dalla fortezza assieme al prigioniero! Poi ti spiegherò cosa fare". Ritornò a parlare Kriad.

"Ricevuto. Passo e chiudo". Finì Sakura, che quindi si rivolse all'amico.

"Vedo che sei davvero ridotto male. Sei sicuro di riuscire a muoverti in fretta?"

"Ci proverò". Rispose Naruto. "Ma non posso assicurarti nulla. Mi hanno somministrato un sacco di roba tossica, nel postaccio in cui ero prima, e mi sento ancora davvero pezzi. E c'è un'altra cosa........."

L'Uzumaki venne interrotto da una mano di Sakura.

"Stanno arrivando! Sento i passi delle guardie". Sussurrò lei. "dobbiamo nasconderci. Mi è venuta un'idea".

Naruto annuì con la testa.

 

**************

 

 

Due guardie Krimzi di armature diverse stavano correndo lungo i corridoi.

"Andiamo dobbiamo controllare la sala Ovest". Disse quello con l'armatura gialla.

"Si, entriamo". Rispose l'altro, con l'armatura rossa.

I due si avvicinarono all'ingresso, e videro che la porta blindata era stata divelta e lanciata nella stanza.

"O merdaccia!" Esclamò il giallo. "Deve trattarsi di quella specie di demonio verde che hanno i ribelli. Solo lei può aver ridotto quella porta così".

Il rosso deglutì "Cavoli, quella fa una paura tremenda. Anche se, da quanto si dice, si tratta davvero di una gran..."

Si udì un altro botto.

"Allora avevamo ragione, si trova qui!" Disse di nuovo la guardia gialla, quindi esortò il compagno.

I due giunsero nella sala, e osservarono che gran parte del muro accanto alla porta divelta era stato distrutto.

"Mammina! Come possiamo catturare una furia simile da soli? Ci ridurrebbe peggio di questo muro. Io non voglio morire adesso. Devo pure guardare il campionato regionale di Zoomer questo sabato allo stadio. I posti sono limitatissimi e...". Disse il rosso agitatissimo.

"Smettila di agitarti Mryalec, Cazzo!" Rispose l'altro dandogli uno schiaffo e sbraitando.

"Ho incontrato donnicciole molto meno isteriche di te. Specie quella che dobbiamo catturare..." Continuò con un tono nervoso. "Comunque, non dobbiamo mica farlo da soli. Chiamiamo i rinforzi".

L'uomo giallo allora attivò l'auricolare.

"Qui tenente Gyt a rapporto. L'intruso è fuggito assieme al prigioniero nel corridoio Nord-Ovest in direzione nord. Si richiedono rinforzi immediati per bloccare il criminale. Ripeto: si richiedono rinforzi immediati".

La guardia Krimzi dall'armatura rossa notò però degli strani e bassi suoni dietro la parete

"Tenente, ascolti. Sento dei rumori provenire da un lato della stanza, proprio da uno sgabuzzino nascosto.

I due quindi si avvicinarono davanti ad una porta di legno dello sgabuzzino, e il giallo si mise davanti ad essa con il proprio bastone puntato.

"Per ordine del Barone Praxis, sono autorizzato a sparare. Chiunque sia dentro quella porta, la apra entro cinque secondi, o farò fuoco". Parlò così Gyt con voce dura.

Dalla porta di legno però si udirono sempre dei mugoli, solo più forti.

"Aspetti,tenente!" Esclamò Mryalec. "Sembra che ci siano dei prigionieri lì dentro. Dovremmo aprire la porta".

Gyt allora si mise davanti alla porta e la sfondò con alcuni colpi. Nella stanzetta non vide due guardie svenute.

"Cosa è accaduto, allora?" Si chiese l'uomo.

Il tenente non ebbe il tempo materiale per riflettere che venne colpito dietro alla nuca da due aggressori e steso a terra svenuto.

"Tenente Gyt!" Gridò Mryalec, sparando agli aggressori.

Il colpo mancò un nemico, il quale però con un balzo si mise dietro alla guardia Krimzi e lo colpì da dietro come il compagno.

E, sempre come Gyt, finì svenuto

 

*****************

  

Naruto e Sakura uscirono dalla fortezza facilmente, avendo depistato le guardie, ed andarono sul tetto di un palazzo.

"Naruto, tieni socchiusi gli occhi per un po' ". Consigliò Sakura. "Sei rimasto dentro ad un luogo chiuso e poco illuminato per tanto tempo,e potresti aver bisogno di un poco di tempo per rivedere la luce del sole".

Il ragazzo seguì il consiglio dell'amica,dato che gli occhi gli stavo facendo male.

Dopo due anni in quella malefica prigionia, Naruto Uzumaki era di nuovo libero.

Mai come ora sentì caldo e bello il sole sulla sua pelle,e mai come ora inspirò l'aria così avidamente e con così tanto gusto.

Ormai era fuggito da quell'inferno, e poteva ricominciare a vivere.

Sakura intanto stava riattivando l'auricolare.

"Qui Sakura a Kriad. Kriad, mi ricevi? Siamo usciti dalla fortezza Hellhound". Parlò la ragazza nell'auricolare. "Cosa dobbiamo fare?"

"Qui Kriad a Sakura". Si udì una voce di risposta. "In questo momento sono riuscito a depistare i miei inseguitori. Mi troverai a Via Samos 5, intesi. Vieni li il più presto possibile, e porta con te l'ex detenuto. Passo e chiudo".

Sakura chiuse le comunicazioni e sentì un gemito. Si voltò, e vide che Naruto stava mettendo le mani sugli occhi.

"Non devi aprire gli occhi troppo presto, Naruto! La luce è ancora troppo abbagliante per..." Disse la ragazza avvicinandosi a lui per aiutarlo.

L'Uzumaki però le fece un cenno con la mano di allontanarsi.

"Mi...sto..già...abituando. Tra...poco..potrò aprire del tutto gli occhi". Disse Naruto, il quale si stava togliendo le mani dagli occhi.

Il giovane ninja allora alzò lo sguardo e poté finalmente vedere bene.

Lo spettacolo che vide davanti a lui era qualcosa che non avrebbe mai immaginato.

C'era davanti a lui una città sconfinata, ove palazzi altissimi si perdevano a perdita d'occhio.

L'Uzumaki quindi posò il suo sguardo in basso e notò che c'erano degli stranissimi velivoli che fluttuavano nell'aria qualche metro più in alto degli uomini.

"Uao". Disse Naruto estasiato. "Dove..siamo?"

"Questa, Naruto, è Haven City ". Rispose Sakura. "Ma ti spiegherò tutto più tardi. Andiamo".

"Io non credo di poter venire". Disse ancora Naruto. "Sarei per te solo un peso inutile". Disse ancora Naruto.

"Ah, Naruto, non dire così". Rispose Sakura. "Anche se ora ti senti debole, questo non significa che....".

"No, tu non capisci". Rispose ancora Naruto. "Mentre ero là, mi hanno fatto qualcosa di strano. Non riesco più ad usare il chakra".
 

********************* 

 

Angolo dell'autore: Naruto:finalmente libero! Ora basta con le torture!

Sakura: ed io sembro essere più forte! Speriamo non sia solo un'impressione....

Kabuto: comunque penso che questa fiction non regga!

Me: come scusa, spiegati meglio..

Kabuto: innanzitutto, Monzaemon e Kenpachi sono delle Mary Sue con i fiocchi e con i controfiocchi, poi ci sono alcuni errori riguardanti alcuni fatti.

Me:tipo?

Kabuto:(assume tono di voce da bimba petulante) hai presente quando Monzaemon ha attivato il rilascio di Eco Blu? Perché non lo ha fatto quando doveva catturare Sasuke? Perché Naruto non ha rivelato di avere il controllo del chakra del demone prima? Sasuke non ti sembra essersi stancato troppo presto nell'usare lo Sharingan Ipnotico Eterno? Come ha fatto Madara a sopravvivere ad un Rasenshuriken? Se si è stradetto nella storia che Naruto non vuole la vendetta, perché allora voleva uccidere Madara per quello che ha fatto hai genitori? Come mai hai cambiato nel capitolo 13 alcuni contenuti del Capitolo 12? Perché.......

Tutti:(Dormono).

Me: (occhi semi chiusi dal sonno) tutte le critiche sono sempre bene accette. Le tue obiezioni mi sembrano molto sop...volevo dire, superbe ed acute.

Ma questo non è il momento di parlarne.

Kabuto: e quando, allora? Io posso esprimermi solo nel tuo angolo, e ho tante altre critiche per annientare la tua fic che è crack che più crack non si può....

Me:(suda freddo) Emmm, Chuuuck...

Chuck:(tira un calcio volante a Kabuto) stai zitto.

Tutti: (applaudono, fanno festa)

Scherzi a parte, le vostre eventuali critiche sono sempre bene accette,anzi, richieste se possibile. E, tranquilli, non chiamerò Chuck.

Ringrazio chi segue la mia storia.

Nella sezione Preferiti ho:

Ansem6 

Nei Seguiti ho:

markus89

Più un ringraziamento a Vaius, Ekiyo e sakura 2480, che sono alcuni dei miei più accaniti recensori.

Voglio avvertire infine che questa storia è il seguito di Naruto Shippuden:Renegade. Il Preludio.

A tutti coloro che hanno messo la mia storia precedente tra i preferiti e i seguiti (a parte quelli menzionati poco sopra), sappiate che non li avvertirò ancora di questi nuovi capitoli. (nel caso in cui volessero il contrario, me lo dicessero per posta, oppure si segnassero).

Ciao e recensite numerosi.

Samos è il nome di un personaggio di Jak.

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Capitolo 3
*** Cap. 3. Nuovi soccorsi. ***


Cap. 3. Nuovi soccorsi.

 

 

"Cosa stai dicendo, Naruto?" Domandò Sakura leggermente stordita dalla risposta.

"Sembrerebbe così. Lì mi hanno...sigillato il chakra della volpe. Ho già provato ad accedere ad esso, ma non ci sono mai riuscito". Rispose Naruto.

"E il chakra normale?" Chiese ancora la ragazza.

"Non riesco ad usare neanche quello. Cioè...in realtà riesco ad usarlo, ma non come vorrei né quanto dovrei. Non riesco ad esempio a formare un Rasengan, sebbene riesca ad accumulare il chakra nelle mie mani, e sopratutto sento che si esaurisce in fretta. Non riesco davvero a capire cosa lui mi abbia fatto..." Continuò ancora Naruto.

Sakura aggrottò la fronte per un attimo, quindi afferrò il braccio di Naruto.

"Non importa, davvero. Risolveremo questa faccenda, ma non ora. Adesso dobbiamo andare da Kriad. Dai su".

Naruto però cercò di divincolarsi.

"Davvero, non credo di poter venire. Da quanto ho capito, questa missione è parecchio delicata, ed io ti sarei solo di intralcio. Lasciami qui per il momento. Non ti preoccupare, me la saprò cavare da solo". Disse Naruto con voce calma.

"Senti, mettiamo bene le cose in chiaro". Rispose la ragazza con un tono alterato. "Mi hanno ordinato di portarti da Kriad, ed è quello che ho intenzione di fare. E se anche così non fosse, non ti posso lasciare da solo in queste condizioni. Senza offesa, verresti beccato subito, senza forze come sei. E comunque, tu non sarai mai un peso. Non accadrà nulla né a te né alla missione."

La ragazza quindi sorrise ed alzò il pollice in su.

Sakura quindi guardò bene negli occhi azzurri del suo compagno di team,e quest'ultimo capì che non era il momento di abbattersi, ma di seguire l'amica e ritrovare un po' del vecchio temperamento.

"Se è così". Finì il ragazzo con rinnovata allegria. "Non posso rifiutare. Fammi strada".

 

******************

 

 

"Quanto diavolo ci stanno mettendo ad arrivare?" Pensò tra se e se con rabbia l'agente ribelle di nome Kriad.

Si era nascosto, poco dopo aver lasciato Sakura, dietro ad una baracca disabitata per poterle dare le giuste direttive.

Tutto era sembrato andare per il verso giusto, almeno all'inizio.

Purtroppo gli imprevisti, quando si fa questo genere di lavoro, sono dietro l'angolo, e giustappunto dietro l'angolo dell'edificio stesso avvenne un disastroso incidente di zoomer.

Tale carambola, nata chissà per qualche distrazione o litigio, aveva attirato le guardie Krimzi come il miele attira le api.

Oltretutto, gli zoomer erano esplosi ed avevano lasciato una scia di fiamme che era entrata nel suddetto nascondiglio.

Un nascondiglio che, guarda caso, era proprio in gran parte di legno.

il membro della resistenaza aveva quindi dovuto scappare in fretta e furia, e le guardie lo hanno quindi pizzicato ed inseguito sia a piedi che con gli Hellcat.

Kriad aveva dovuto correre come un pazzo per anticipare i vari posti di blocco ed evitare di venire falciato dagli innumerevoli che gli sparavano dietro, ma rera riuscito infine a creare un diversivo usando delle bombe fumogene e ad entrare dentro un altro edificio abbandonato a Via Samos 5.

Il ribelle era in questo momento al terzo piano, seduto sul pavimento con al schiena appoggiato ad un muro fatiscente e con il Blaster bene in vista.

"Facciamo il conto della situazione". Pensò Kriad, che da poco avvertiva una fitta molto forte che gli andava dalla costola fino alla schiena.

Il ribelle allora prese un coltello, strappò parte della veste e si applicò un'incisione nel punto in cui faceva male, quindi tra gli spasmi si levò una specie di piccolo proiettile giallo.

Egli, sempre a fatica, usò il pezzo della veste strappata per tamponare la ferita, che era grave e molto sanguinante.

"Bene, sono braccato come un cane, i rinforzi non si degnano ancora ad arrivare e ho probabilmente un'emorragia nella zona delle costole! Se questa non è sfortuna...."

Il ribelle era assorto nei suoi pensieri, quando sentì una porta sbattere con forza e numerosi passi salire per le scale.

"Mi correggo, questa non è sfortuna: è fottuta sfiga nera". Sussurrò con rabbia. "Cosa cazzo faccio, adesso? Mi devo inventare qualcosa, e alla svelta! Che sia giunto il momento di..."

Kriad avvertì i rumori farsi sempre più insistenti, quindi imbracciò il fucile e cercò di alzarsi.

"No, non posso ancora farlo. Ma non mi avranno comunque così facilmente!" Disse con forza.

Ormai le guardie Krimzi era giunte al suo piano e avevano sfondato la sua porta.

Il soldato che per primo aveva sfondato la porta cadde a terra morto, con un proiettile piantato nella fronte.

Anche l'altro che lo seguì fece la stessa sorte, ma il terzo usò il suo sfortunato compagno per riuscire ad evitare il tiro e sparò un colpo con il suo fucile bastone.

Il proiettile colpì il braccio di Kriad, che dovette lasciare la presa, ed in breve tempo il ribelle venne buttato a terra da un colpo in fronte.

La guardia Krimzi lo teneva bloccato con la sua arma al terreno, e gli ordinò con voce imperiosa.

"Per ordine del Barone Praxis, ti dichiaro in arresto".

Kriad provò a muoversi, ma le due ferite glielo impedirono.

La guardia quindi continuò. "Preparati ad essere portato a..."

Kriad allora chiuse gli occhi, ma sentì che la stretta che prima lo teneva a terra adesso non c'era più.

Il ribelle venne tirato su da una mano, e vide davanti a se Sakura insieme ad un ragazzo biondo, ed il suo nemico steso a terra.

"Era ora che arrivassi! Argg...." Iniziò a dire Kriad, ma il dolore lo bloccò e lo fece accasciare.

"Grazie a Dio sono arrivata giusto in tempo". Disse la ragazza che apprensivamente si chinò sul suo compagno. "Mi spiace aver fatto così tardi. Ad ogni modo i due colpi di Blaster ti hanno colpito superficialmente, e anche il tuo rischiosissimo intento di rimuoverti il proiettile ha peggiorato la ferita molto meno del previsto".

Detto questo, Sakura mise il palmo di una sua mano sui fianchi del compagno, ed esso venne circondato da un bagliore verde simile a quello del Palmo Curativo, solo molto più grande e luminoso.

"Voi ninja siete davvero strani, ma anche formidabili". Commentò Kriad. "é una fortuna averti dalla nostra, comandante Sakura Haruno".

"Comandante Sakura Haruno?" Chiese Naruto da dietro.

"Sì. Presto ti spiegherò ogni cos....".

La giovane non finì di parlare che si sentirono altri rumori provenienti da sotto, e tutti si accorsero che c'erano varie guardie Krimzi, di cui uno era molto strano.

Era un omone enorme, con due grossi palchi di corna che gli spuntavano dalla testa, ed indossava un uniforma nera senza maschera, che rivelava un volto feroce e un nugolo di zanne affilate come rasoi.

"Un membro dell'Unità Orco!" Esclamò Sakura, che quindi si rivolse ai compagni.

"Naruto, aiuta Kriad a rimettersi in piedi. Io vado a sistemare questo nuovo avversario".

"Ok, stai attenta". Disse il ragazzo dai capelli biondi, che andò vicino a Kriad.

Sakura quindi si lanciò da palazzo, pronta a lottare ancora.

***************

In quel momento la squadra di guardie posta di sotto stava aspettando un ordine per sfondare tutto e catturare i ribelli.

Il Membro dell'Unità Orco,grugnendo dal desiderio di sangue, alzò la mano per dare il segnale.

Prima che egli potesse abbassarla però, venne attaccato da un calcio che egli riuscì a malapena a schivare.

Il colpo fu talmente forte spaccò gran parte del cemento nella zona circostante e sbalzò a terra con forza le guardie Krimzi a terra.

"è la comandante dei ribelli!" Esclamò una delle guardie Krimzi che stava al volante di un Hellcat. "Dobbiamo prenderla a tutti i costi".

Il membro dell'Unità Orco non reagiva, limitandosi a guardare il suo nemico con aria di sfida, e ciò accendeva il suo desiderio di una lotta che fosse il più brutale possibile.

Sakura, da canto suo, stava ritta davanti l'avversario, conscia del fatto che il nemico lavrebbe ingaggiato una lotta spietatissima.

Ma ella non poteva tirarsi indietro.

La ragazza fece la prima mossa: si piegò sulle gambe e saltò su un incrociatore Hellcat, buttando via la guardia che stava di lì con un calcio al mento.

I membri ancora in piedi della Guardia allora iniziarono a tirargli di dosso tutti i colpi che potevano.

La ribelle però non saltò da un'altra parte, usando invece una gamba per ruotare su se stesso l'Hellcat volante.

Il velivolo in rotazione parò tutti i proittili e la giovane rimase illesa, ma il motore antigravitazionale era comunque danneggiato ed il veicolo non poteva volare.

La ragazza allora saltò dal velivolo, lo afferrò per un'ala e lo lanciò come fosse una piuma contro l'altro, facendolo esplodere, quindi ella si gettò in avanti e finì altri guardie Krimzi con alcune combinazioni di pugni e calci molto rapide, senza che il nemico riuscisse a sfiorarla con un solo proiettile.

Naruto, che intanto stava aiutando Kriad a rialzarsi, osservava ammirato la performance di lotta della sua vecchia compagna di team.

"U...ao!". Commentò ammirato. "Sakura ha fatto dei progressi immensi dall'ultima volta in cui ci siamo visti".

"La tua amica è davvero forte". Disse anche Kriad, che si tolse l'elmo scoprendo un volto giovane dagli occhi marroni e incorniciato da capelli ricci castani. "E non sta nemmeno lottando al massimo, altrimenti a quest'ora questo palazzo sarebbe solo un cumolo di briciole. é certamente una dei nostri uomini migliori".

"Vuol dire che avete a disposizione combattenti forti quanto lei?" Chiese un Naruto stupito.

"Si, e non solo. L'Ombra, ad esempio, è quasi invincibile". Rispose Kriad

"I vostri guerrieri allora devono essere assolutamente letali". Disse Naruto pensoso. "E adesso vorrei davvero sapere chi è quest'Ombra. Ma non prendete sottogamba le forze del Barone Praxis. Sono davvero letali".

Kriad fece una smorfia preoccupata. "Infatti nessuno potrebbe negare il contrario. E quello che mi dà un brutto presentimento, è che il nemico non sta tentando nemmeno un reale di opposizione. Il che fa presupporre guai, grossi guai".

Il membro dell'Orco intanto era rimasto lì impalato a guardare la capitana dei ribelli che sconfiggeva i suoi soldati uno per uno, leccandosi le labbra con fare sadico.

Non appena l'ultimo membro delle guardie Krimzi fu sconfitto, il membro dell'Orco decise di agire e si circondò di un alone rosso rubino.

Sakura si accorse di questa situazione, ed ebbe un moto di paura, capendo che il nemico aveva altre carte da giocare.

Tale moto di paura venne avvertito dal guerriero rivale, che ruggendo incrociò le braccia a guisa di croce, e da esse fuoriuscì una lama incrociata diretta verso la ragazza.

La giovane schivò il colpo, ma questo era solo l'inizio, poiché l'avversario iniziò a ruotare su se stesso e a lanciare lame rosse all'impazzata.

Sakura sapeva di doverle schivare tutte, ma ella doveva sopratutto proteggere i propri compagni, il che rendeva ancora più difficili le cose.

"Allontanatevi di lì!" Urlò la ragazza, a nascondendosi quindi dietro i vari e fragile ripari che riusciva a trovare e lanciando tutto quello che trovava in giro per diminuire la potenza di vari colpi diretti al nascondiglio.

"Così non va bene per nulla". Pensò Sakura tra se e se, mentre si nascondeva dietro ad un palazzo con un muro più spesso. "Quest'avversario è talmente consumato dalla sete di sangue che non smetterebbe di......"

Nel pensare ciò, riuscì a formulare un piano da usare.

Era rischioso, ma doveva comunque tentare.

Il membro dell'Orco da canto suo non acceva a smettere di girare, lanciando fendenti a destra e manca e sbraitando come un folle.

"Allora!" Sghignazzò lui con voce rauca e animalesca. "Hai deciso di nasconderti, mia deliziosa preda? Tanto riuscirò ad abbattere il tuo nascondiglio prima o poi, verme!"

Quasi in risposta a tale provocazione, egli si trovò davanti il suo trastullo e rivale, che lo stava caricando con un pugno fortissimo.

In quel momento la sete di sangue del nemico crebbe ancora di più ed smise di ruotare,poi si gettò sulla ragazza con una barriera rossa a mo' di ariete.

Il colpo fu di una grande rapidità, e l'impatto fu tanto devastante che Sakura attraversò distruggendo un intero palazzo e la schiantò ad un'altro.

"Sakura!" Urlò Naruto cercando di muoversi, ma venne fermato da Kriad.

"Le saremo solo di intralcio". Parlò il rinnegato con voce ferma. "E lei non è il tipo da lanciarsi così allo sbaraglio, senza avere prima un piano. Stiamo a vedere".

In mezzo a quel polverone, il membro dell'Orco stava afferrando la testa di Sakura e la sottoponeva alla morsa della sua mano.

"Quella tua testolina verde-rosa".Ghignò lui sadicamente. "Mi viene una gran voglia di spappolarla e di mangiarne il cervello!"

La ragazza però non rispose, ma afferrò la mano stritolatrice del nemico che ed effettuò anch'ella una presa.

La morsa della giovane fù così forte da far urlare l'avversario dal doloree mollò la stretta, quindi venne colpito da un pugno in viso che lo schiantò a terra e distrusse una grossa porzione di terreno.

"Ed io dico che tu sei davvero disgustoso!" Urlò la ribelle.

Nemmeno il membro dell'Orco però sembrava essere messo al tappeto da un colpo bloccante, sebbene sputasse sangue e respirasse a fatica.

Infatti, egli all'improvviso si circondò di un bagliore rosso molto più intenso del precedente, ed anche la sua pelle sembrava sfrigolare per il calore dell'aura.

"Dannazione!" Urlò quindi la ragazza, che inspiegabilmente prese il nemico per un braccio e lo lanciò con tutta la forza che aveva verso l'alto.

Il membro dell'Orco venne scagliato troppo lontano per essere scorto da occhio umano, ma nel cielo si vide con chiarezza un lampo rosso e si sentì una debole esplosione.

"Anche questa è finita!" Affermò stanca Sakura, che tornò quindi da i suoi amici.

*********************

 

 

"Sei stata grandiosa, Sakura-chan. Davvero. Ma hai rischiato grosso".

I tre rinnegati erano stavano in un altro palazzo diroccato, per riposare un poco dopo tutto il trambusto.

Naruto intanto osservava la condizione della ragazza, notando che era piena di ferite e lividi dappertutto, di cui uno molto grosso nell'addome.

"Farti colpire da quell'avversario è stato una mossa molto azzardata. Avresti potuto rimetterci la pelle". Disse l'Uzumaki in tono apprensivo.

L'Uzumaki però notava anche con stupore che le ferite superficiali si stavano rimarginando a vista d'occhio, e che anche i lividi si stavano ritirando da soli.

"Da quando in qua sei diventato così ansioso e riflessivo, Naruto? Mi fa solo un po' male la pancia. Tutto qua. Ma non siamo qui per me. Dobbiamo vedere il tuo sigillo". Rispose la ragazza con voce tranquilla, che quindi si rivolse al suo altro compagno.

"Ti spiacerebbe se ti lasciassimo solo per un momento? Dobbiamo fare una cosa. Ormai tutte le tue ferite sono guarite, e le guardie Krimzi che ti inseguivano sono state neutralizzate". Chiese Sakura.

"Fai pure con comodo". Rispose un Kriad stanco ma guarito. "Ma non metterci troppo,OK?"

I due ninja entrarono in un'altra stanza e Sakura iniziò ad esaminare la situazione.

"Innanzitutto spogliati". Disse Sakura a Naruto.

Naruto si tolse la maglietta da carcerato che aveva e scoprì il suo magro torace. Nel suo addome c'era il sigillo della Volpe a nove code, ma esso era molto diverso dal solito: sul cerchio del Villaggio del Vortice, infatti era comparsa la stessa testa che era sulle maschere dei ribelli, solo integra.

"Ahi". Parlò la ragazza con un preoccupazione. "Questo è il simbolo del Barone".

"E questo cosa vuol dire?" Chiese un Naruto davvero sorpreso e vagamente preoccupato "Questo simbolo mi impedisce di usare il chakra?"

"Si" Rispose la rosa. "Ho già visto questo sigillo di contenimento su alcuni........prototipi". e qui la voce di Sakura assunse una nota di disgusto."Molto instabili. Serve a ridurre notevolmente la quantità di chakra a cui si può accedere, o addirittura annullarla del tutto ".

"E quindi?" Domandò ancora Naruto. "Non potrò più usare il chakra?"

"Si è no. Il dottor Monzaemon ha modificato il sigillo della volpe, facendo il modo di annullare la tua capacità di chakra del Kyubi, ma non ha annullato del tutto la capacità di usare il tuo chakra normale: a quanto mi hai detto, sei ancora in grado di accumularlo in minima parte nelle mani". Disse la ragazza pensosa.

"Però, non riesco a formare un Rasengan, nemmeno uno piccolo". Chiese ancora Naruto, i cui dubbi non si erano certo placati.

"Probabilmente perché con l'esigua quantità di energia che hai a disposizione, non riesci ad evocarlo". Rispose ancora la ragazza. " Non dimenticarti che il tuo controllo del chakra è, senza offesa, penoso".

"Allora cosa posso fare?" Domandò per l'ennesima volta Naruto.

"Io non posso scogliere il sigillo. Ma forse l'Ombra può metterci mano". Rispose di nuovo Sakura

Naruto aggrottò la sopracciglia con fare sempre più dubbioso. "L'Ombra? Non è la prima volta che sento questo nome. Quanti misteri ha questo posto? Quando vorrai spiegarmi tutta la situazione?"

"Hai ragione Naruto. Io...". Cercò di finire la ragazza con voce calma.

Da fuori però si sentì la voce di Kriad.

"Non vorrei interrompere la conversazione!" Esclamò il ribelle alterato. "Ma non vorrei nemmeno che ci piombassero addosso delle altre guardie Krimzi, proprio ora che dobbiamo tornare alla base a fare rapporto e ci hanno quasi fatto la pelle. Vi suggerirei di muovere i vostri culi di piombo e di alzare i tacchi!"

L'Uzumaki allora fece un'espressione strana.

"Come mai si è innervosito di colpo? Fa sempre così?" Chiese.

"No, solo quando la missione è riuscita e lo hanno quasi ammazzato per più di una volta la giorno,". Rispose ancora Sakura con un tono tra il serio e il divertito. "Ma ha ragione. Dobbiamo andarcene di qui. Ti spiegherò tutto strada facendo, promesso".

"D'accordo". Terminò il jinchuriki, pesando a quante sorprese gli avesse riservato quella giornata. "Non ti arrabbiare Kriad! Adesso arriviamo".

 

************************

 

Angolo dell'autore: con tanto ritardo, pochissime idee ma un capitolo mostruosamente lungo, ecco a voi il vostro autore è tornato!

Niente siparietto comico, perché sono davvero stanco (e Chuck è in ferie).

Quindi passiamo subito ai ringraziamenti!

Nella sezione Preferiti abbiamo:

1 - Ansem6

Mentre i quella dei Seguiti abbiamo:

1 - KaienPhantomhive
2 - markus89
3 - sakura2480

Un ringraziamento speciale a Vaius e Eiko, i primi ad aver recensito la saga!

Ringrazio poi tutti gli altri lettori.

Nel caso in cui vi siate appassionati, segnate questa storia tra i seguiti e i preferiti o seguiti, perché vi avvertirò quando posto nuovi capitoli.

Ciao e recensite sempre numerosi!

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Capitolo 4
*** Cap. 4. Storie e luoghi di una nuova terra. ***


Cap. 4. Storie e luoghi di una nuova terra.

 

 

Naruto era rimasto davvero sconcertato da quello che stava accadendo.

Non immaginava nemmeno l'esistenza di una metropoli anche solo vagamente simile a quella in cui si trovava.

Un posto immenso, pieno di palazzi altissimi e macchine e velivoli più avanzati di quanto avesse mai potuto immaginare.

Ma nemmeno questa tecnologia, aveva visto, aveva eliminato la povertà e l'infelicità della gente.

Molti edifici erano disabitati e fatiscenti, tubature di acque sporca spuntavano dal terreno, e sembrava che una cappa di tristezza avesse soffocato questa città e i suoi abitanti.

I tre passeggiavano immersi quel grande distretto pieno zeppo di casupole e baracche, ed erano giunti ad una zona ancora più desolata e distrutta.

"I Bassifondi di Haven". Iniziò a parlare Kriad. "Sono un posto brutto da frequentare. La criminalità è molto diffusa qui, sebbene il Barone pretenda di far credere che sia il contrario".

Naruto abbassò la testa, quindi si rivolse a Sakura.

"Non mi hai ancora detto nulla di questo posto, Sakura?"

"O, si. Me ne stava dimenticando. Sappi che questa è una storia molto lunga". Rispose la ragazza. "Hai presente il continente dove viviamo noi?"

"Sì, quello delle grandi Terre. E questo cosa vorrebbe dire?" Chiese un Naruto stralunato.

E di nuovo Sakura."Vedi, sappi che noi ci troviamo nel continente di Sandover, separato da quello da dove vienamo noi dallo sterminato e pericolosissimo oceano del Tartaro. La distanza che intercorre tra le due terre è immensa,e l'oceano da attraversare è perigliosissimo, tanto che la tecnologia dei Paesi shinobi non permetterebbe mai di raggiungere questa città. Per questo noi ne ignoravamo persino l'esistenza".

Naruto allora domandò ancora pensoso. "Perchè allora gli abitanti di questa terra non ci hanno mai contattato? Con i loro mezzi avrebbero potuto farlo. E come mai hanno la nostra stessa lingua?".

"I motivi sono tanti, ed è difficile spiegarli tutti". Si intromise Kriad. "Innanzitutto sviluppato bene la nostra tecnologia solo da poco più di un secolo, ed usare quella Precursor avrebbe comportato rischi che nessuno poteva prevedere. Poi avevamo altri problemi a cui pensare, come le guerre con le Teste di Metallo. In quanto alla lingua, ci fu insegnata tempo addietro dal fondatore della nostra città".

"Teste..di...Metallo?" Domandò l'Uzumaki grattandosi la testa.

"Si. Si tratta creature misteriose quanto crudeli che sono ghiotte di Eco, una sostanza che si trova nel sottosuolo di questo continente e che possiede proprietà diverse a seconda del tipo". Rispose ancora Sakura. "Le Teste di Metallo hanno un covo all'interno del continente, oltre il grande deserto che circonda Haven City e tutte le città di questa nazione. Da secoli stiamo combattendo contro di loro, ma la loro forza è immensa ed esse sembrano innumerabili ". Spiegò ancora Kriad.

"Sono...davvero stupefatto". Disse Naruto a bocca aperta. "E, che connessione hanno le Teste di Metallo con il Barone e l'Ombra?"

"Questo è meglio dirlo lontano da orecchi indiscreti". Cercò di concludere la ragazza. "Specie per il fatto che siamo arrivati al covo".

******************

 

I tre erano giunti alla porta di un vecchio cantiere in disuso da ormai tanto tempo che i macchinari si stavano arrugginendo.

I tre si avvicinarono all'edificio principale e bussarono tre volte.

Uno specchietto della porta blindata quindi si aprì e comparvero gli occhi e il viso di un uomo, che canticchiò.

"Tanto va la gatta a largo..."

"Che affoga". Rispose il ribelle, iniziando quella che sembrava una tiritera strana.

"L'erba del vicino...."

"Non va fumata".

"Tanti nemici...."

"Cavoli vostri".

"E fuori dal letto?"

"Questa è facile. Nessuna pietà".

"Va bene, potete entrare". Rispose l'uomo alla porta.

Naruto intanto era rimasto con la bocca aperta da questo sistema di password, e dalla sua idiozia.

"Ma si può sapere chi ha inventato un sistema di riconoscimento così coglione?" Urlò l'Uzumaki, basito e infuriato per la sorpresa.

"Non dirlo a me...." Pronunciò la giovane ribelle imbarazzata.

"é propria questa la ragione di tutto ciò". Sentenziò Kriad. "Si tratta di qualcosa di così idiota da essere molto difficilmente individuato".

I due entrarono nell'edificio, e l'uomo che stava di guardia fece loro una domanda.

"Chi è questo qua?" Domandò quello.

"Rilassati, è un amico e non una spia. I nostri detector non hanno segnato tracce di genjutsu. Quindi è apposto". Gli rispose il ribelle.

Allora l'uomo si grattò il mento barbuto e annuì.

"Potete entrare".

La comitiva fece un cenno di positivo ed i tre si avvicinarono ad una specie di porta con sopra degli ingranaggi, e che a lato aveva dei pulsanti numerati.

Kriad si avvicinò alla porta e premette una strana combinazione di tasti molto lunga, quindi gli ingranaggi sulla porta girarono in modo tale da farla aprire.

Essa rivelò una piattaforma, e i tre ci entrarono dentro.

La piattaforma quindi si mosse, ed iniziò a scendere come un'ascensore.

"Avete persino dei detector di genjutsu. Cavoli siete veramente attrezzati". Affermò Naruto mentre scendeva. "Non mi avete però raccontato tutto".

"La tirannide è iniziata circa dieci anni fa".Iniziò a parlare il ribelle. "Nonostante lo spettro delle Teste di Metallo, la nostra città era ricca e abbastanza florida sotto la guida del nostro vecchio re Damas, e anche le nazioni che erano sotto. La situazione però precipitò quando egli ordinò un grosso assalto dritto al covo delle Teste di Metallo".

"E non si risolse bene, vero?" Chiese Naruto ironicamente, dato che ben immaginava la verità.

Kriad continuò. "Fu una sciagura completa. L'allora generale Praxis fu uno dei pochi a sopravvivere a questa compagna, ed accusò il re di essere uno sconsiderato indegno di difendere i suoi cittadini.

L'opinione pubblica poco dopo gli remò contro, probabilmente anche montata da Praxis stesso, e più la paura delle Teste di Metallo aumentava, più il re veniva osteggiato dalla gente e dal Consiglio Regale. Per soddisfare questo crescente bisogno di vittorie, Mar organizzò una spedizione per trovare un artefatto potentissimo, di cui ancora oggi non sappiamo il nome.

Il re riuscì a trovarlo, e lo condusse in un laboratorio nel deserto vicino alla città di Gabai, ma durante gli esperimenti per liberarne l'energia andò storto qualcosa, e con la tecnologia Precursor, anche il minimo errore può essere fatale.

Avvenne quindi un'esplosione che spazzò via una grandissima porzione della zona circostante al laboratorio, e anche una parte della città di Gaibai venne distrutta".

"Il seguito lo puoi immaginare". Disse stavolta Sakura. "Damas viene deposto dal consiglio, Praxis diviene re, e non appena sale al trono usa i suoi poteri per scogliere il consiglio, fondare la Guardia Krimzi ed eliminare, o comunque ridurre all'impotenza, tutti gli oppositori. Quindi è nato il movimento Mondo Sotterraneo per lottare contro questo tiranno e difenderci dalle Teste di Metallo. L'Ombra è nostro il capo".

Naruto sospirò e pronunciò triste.

"Questo è davvero una storia infelice. Ma non mi avete ancora spiegato cosa sia questa tecnologia Precursor".

E ancora Sakura"La Tecnologia Precursor é ancora in larga parte avvolta nel mistero. Si sa solo che la razza che l'ha creata fu la prima ad essere capace di usare l'Eco. L'ultima persona che sembra averla conosciuta appieno è stato Mar, il grande condottiero fondatore di Haven City, che qui insegnò anche la lingua delle Cinque Grandi Terre.

Purtroppo, se mai avesse insegnato qui ad usare anche questo antico sapere, questo non lo sappiamo, dato che il linguaggio è l'unica cosa che rimane integro di quei tempi. Solo rovine restano di quell'antica civiltà, e quei pochi artefatti possono fare cose meravigliose".

"O anche cose orribili". Continuò Kriad. "La tecnologia Precursor ci ha dato lo scudo di Eco e tanti altri mezzi per difenderci, ma in mani inesperte più può causare disastri. Pensate a Gabai. Per questo noi abbiamo cercato di sviluppare tanto una tecnologia nostra: sicuramente meno efficace, ma infinitamente più sicura".

"E adesso.....il Barone....ha usato quella tecnologia per fare ciò che fa...nell' Inferis?" Domandò ancora un Naruto molto titubante, come se avesse paura di rievocare ricordi dolorosi.

"Si...è così". Rispose l'amica, anche lei in tono mesto. "L'Unità Orco è formata dagli esperimenti fatti dagli scienziati del Barone, nell'.....Inferis. Sai...avrebbero sottoposto lo stesso trattamento se non fosse intervenuta l'Ombra. Sono comunque riusciti a modificarmi iniettandomi dell'Eco Verde nelle vene".

Il jinchuriki ebbe una fitta al petto.

Lui sapeva fin troppo cosa accadeva in quel posto orribile, aveva visto varie persone sottoposte a trattamenti assolutamente mostruosi.

Torture...lavaggi del cervello...mutilazioni....era difficile immaginare di peggio.

Le immagini di quell'orrido periodo gli tornarono in mente con una violenza disumana, tanto che non riuscì più a reggersi in piedi e dovette piegarsi per il senso di nausea.

Sakura e Kriad se ne accorsero e subito sia avvicinarono a lui per rialzarlo.

"Naruto, mio Dio, mi spiace. Non avrei dovuto dirlo....." Commentò Sakura dispiaciuta. "Dopo tutto quello che hai passato....."

"é...tutto a posto.....Sakura". Rispose l'Uzumaki, che a fatica e ansimando si stava rimettendo in piedi. "I ricordi di quel posto sono mostruosi,e sento l'orrore di quello che ho passato ancora vivo, ma è stato solo un male passeggero. Io ho comunque la fortuna di aver ancora mantenuto un aspetto umano. Riuscirò a superare anche questa, vedrai".

Naruto quindi sorrise e fece il segno dell'OK.

"Riuscirò a farlo, anche perché sono un vero ninja". Concluse.

La giovane ebbe un forte moto di commozione nel vedere tutto ciò, ma sapeva che l'incrollabile forza d'animo che aveva sempre inspirato il compagno e coloro intorno a lui non sarebbe ceduta così facilmente.

Il ribelle quindi poggiò la mano sulla spalla dell'Uzumaki

"Bene, sono contento che tu stia bene. Quello che accade in quel luogo è disumano, e non devi vergognarti di sentirti triste. Ho visto alcune persone che si sono suicidate quando hanno riavuto il controllo di se, per non vivere il resto della loro vita come mostri".

L'ascensore finì la sua corsa e gli ingranaggi della porta re iniziarono a girare.

"Siamo arrivati, questo è il quartier generale del Mondo Sotterraneo. Preparati, presto, se avrai un poco di fortuna, incontrerai l'Ombra".

***************

 

Ciò che vide Naruto non appena uscì dall'ascensore fu persino più incredibile della città stessa: Un'enorme caverna sotterranea si estendeva a perdita d'occhio, le cui numerose formazioni rocciose scintillavano come tanti gioielli preziosi di una luce blu intensa. Un enorme lago brulicante di pesci stanziava al centro di essa attraversato da numerose stradi di roccia naturale, mentre ai lati della caverna vi erano moltissime finestre, probabilmente ad indicare le case dei ribelli. Affacciato sul ponte principale e opposto all'ascensore, campeggiava un'enorme portone

Naruto ammirava tutto questo estasiato.

"Sei rimasto senza fiato, vero?. Chiese Kriad a Naruto, vedendo l'espressione del ragazzo. "E hai tutte le ragioni. Questo è un vecchissimo rifugio costruito nei sotterranei di Haven molto tempo fa. Numerose ventole Precursor costruite sul soffitto assicurano una buona aereazione, mentre l'acqua potabile è assicurata da vecchi, ma efficientissimi sistemi di depurazione.

Il cibo invece ce lo offre la fauna che vive in zone del lago apposite. Mar ha davvero pensato ad ogni cosa. Qui si sta molto meglio che in superficie......"

Detto questo, il giovane ribelle diede segno ai due compagni di seguirlo sul sentiero di rocce nel lago.

Quindi i due arrivarono ad una grossa imbarcazione, il cui sportello chiuso era munito di pulsanti.

Il ribelle quindi premette una combinazione di tasti, e lo sportello si aprì.

"Ecco a voi un giro turistico per lo straordinario Mondo Sotterraneo. Si raccomandando i signori passeggeri di tenere le mani all'interno del velivolo".

Destinazione: l'ufficio dell'Ombra. Prima le signore". Invitò Kriad.

"D'accordo". Pronunciarono i due ninja all'unisono, e subito salirono nella strana barca.

Il giovane allora premette un altro pulsante, lo sportello si richiuse ed la barca iniziò a sfrecciare a gran velocità lungo il lago naturale, schizzando d'acqua tutti i presenti.

"é divertentissimo!" Esclamò Naruto dalla gioia, facendo sorridere Sakura.

La felicità del giovane Uzumaki però venne presto interrotta: girandosi da un lato di una barca, egli notò una grossa fila di uomini e donne di tutte le età che si avvicinava a dei grossi pentoloni di minestra calda per ricevere del cibo.

"Sakura.....".Domandò il ragazzo all'amica. "Voi non vi solo di combattere il Barone e le Teste di Metallo, vero? Le persone che state aiutando sono poveri?"

"Si". Rispose la ragazza. "Il nostro lavoro non prevede solo la caduta del Barone e del suo regime corrotto, ma anche e sopratutto aiutarne la gente colpita. Purtroppo i soldi e lo spazio non bastano mai,e i perseguitati dal Barone sono sempre di più. Non so come potremo fare".

Naruto abbassò la testa e continuò estremamente tetro,rannicchiandosi inoltre sulle sue gambe.

"Sakura....sai per caso.....chi altro è sopravvissuto? Rock Lee, Tenten, baa-chan e il maestro Kakashi...sono tutti morti durante la battaglia. Io non ho visto nessuno dei nostri portati nell'Inferi, ma non ho esplorato il posto bene".

La ragazza rispose all'amico anch'ella tristissima. "Tutto quello che sapevo prima è che sia Ino che Shikamaru sono morti. Degli altri ignoro la sorte. Mi spiace".

Naruto strinse con forza le gambe fino a quasi stritolarle. La ribelle invece si girò e, senza essere vista dall'amico, versò numerose lacrime.

Kriad, che stava ascoltando tutto, preso un bel respiro e cercò di sollevare la situazione.

"Andiamo ragazzi, che sono questi musi lunghi? Oggi è un giorno da festeggiare! Voi due vi siete rincontrati dopo tanto tempo, e adesso le cose andranno sicuramente meglio! Non abbiamo ripetuto un sacco di volte che bisogna superare i momenti tristi?"

Così egli concluse il triste discorso,e nessuno parlò più di certe cose.

Poco dopo, la barca giunse ad una piccola spiaggia rocciosa,e sulla parte di essa vi era un'altra porta.

Lo sportello della barca allora si aprì, poiché la destinazione era stata raggiunta.

"Bene Naruto, questo è il quartiere generale dell'Ombra. Solo noi comandanti possiamo entrare lì. Se permetti Kriad, ti chiederei di stare insieme a Naruto. Vorrei parlare con l'Ombra da sola". Affermò la ragazza.

"Va bene". Continuarono i due. "Ti aspettiamo".

 

*****************

 

Sakura Haruno si avvicino alla porta.

Ella strappò un pezzo della sua manica, rivelando un tatuaggio sul braccio con il simbolo dei Precursor, quindi lo appoggiò su una parte bianca della porta.

Si udì quindi una voce metallica che confermava l'esattezza del codice,e la porta si aprì.

La sala era circolare e di color arancio tenue, e al centro di essa vi era posta una lunga scrivania con una sedia dove risiedeva l'Ombra.

La ragazza quindi si entrò dentro, pregustando il momento di incontro con l'Ombra.

"Chissà che faccia farà Naruto quando scoprirà chi è l'Ombra. E chissà cosa penserà l'Ombra nel rincontrare Naruto..." Pensò lei.

La porta quindi si chiuse come si era aperta, e la giovane posò il suo sguardo sulla scrivania, che le diede una leggera sorpresa.

Seduto sulla scrivania infatti vi era un uomo vestito con l'abbigliamento standard dei ribelli, solo che al posto del mantello portava numerosi strati di bende che lo rendevano non poco simile ad un cadavere mummificato.

"Comandante Torn". Disse Sakura con voce tranquilla. "Come mai ti trovo qui?"

L'uomo guardò Sakura negli occhi, quindi gli rispose.

"Dovresti saperlo. Come comandante in seconda del Mondo Sotterraneo ho il compito di presidiare l'ufficio quando l'Ombra non c'è. In questo momento il capo è in meditazione presso l'Oracolo".

"Sappi che ho un messaggio urgente per l'Ombra". Disse ancora la ragazza. "Naruto Uzumaki è giunto da noi".

Torn continuò. "Lo hai liberato dall'Inferis?"

"Si". Rispose ancora lei.

"Allora non posso esaudire la tua richiesta di mostrargli l'Ombra".

 

******************

 

 

Angolo dell'autore: Credo proprio che il mistero si sia infittendo.

Sasuke: e a me quando darai un poco di spazio? Sono un sacco di capitoli che tu non parli di me! Eppure Kishimoto a detto che io sono il......

Me: senti, io non sono Kishimoto, quindi deciderò io quando e come farti riapparire, OK? E poi nemmeno lui ti a concesso tanto spazio, ultimamente.

Non rompere. Forse, potresti anche non apparire affatto, davvero......

Sasuke: ma tu così tradisci lo spirito del man......

Me: senti brutto piccolo e insignificante pezzo di merda (scusate tutti voi lettori, ma non sono riuscito a trattenermi, davvero) li vuoi i soldi, oppure preferisci che stracci il contratto e non ti paghi nemmeno più un euro?

Poi come paghi la tinta per i capelli? EHHHHHH? Tutti sanno ormai che sei un finto nero......

Sasuke: tu, il tuo denaro del cavolo.......e per i capelli, me la pagherai!

Messo da parte Emosuke ( senza offesa per gli emo, ma lo è per davvero), passiamo ai dovuti ringraziamenti.

Per i Seguiti abbiamo:

1 - KaienPhantomhive
2 - markus89 
3 - 
sakura2480 

Nella seziona Ricordati abbiamo invece:

1 - Ezzy O

Ringrazio inoltre Vaius e Eikyo per i loro sostegno, oltre che tutti gli altri lettori  ovviamente.

Sasuke ci sarà comunque (forse......)

Sandover è un villaggio di Jak, mentre Damas è sempre un re della saga medesima.

Le frasi in corsivo sono del Teorema di Ferrarini.

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Capitolo 5
*** Cap. 5. Missione N. 1: la Città Morta ***


Cap. 5. Missione N. 1: la Città Morta.

 

"Come sarebbe a dire che non vuoi che Naruto incontri l'Ombra?"

Sakura aveva posto questa domanda basita.

Non riusciva a credere che Torn non volesse che l'amico incontrasse il leader del Mondo Sotterraneo, nonostante sapesse del loro legame.

L'uomo rispose"Senti Sakura, mi hai già parlato varie volte del ruolo che ha avuto Naruto in questa guerra. Ovviamente sono contentissimo che tu abbia ritrovato il tuo amico, ma ci sono parecchie cose che non mi quadrano: se è vero che l'attacco del dottor Monzaemon coadiuvato dall'Akastuki quando la tua patria è stata invasa era finalizzato alla cattura del jinchuriki della Volpe, e se l'estrazione del demone comporta la morte del portatore, come mai Naruto è ancora vivo e vegeto? E come mai ce lo hanno praticamente consegnato su un piatto d'argento? Le nostre conoscenze sui legami che hanno il Barone e i suoi accoliti con quell'organizzazione chiamata Akatsuki sono pressoché zero, e tutta questa faccenda mi puzza di trappola lontano un miglio".

"A quanto sembra Monzaemon non ha nemmeno estratto il demone dal corpo di Naruto" Replicò la ragazza. "Ho controllato il sigillo, e lui lo ha solo modificato in modo tale da impedirgli di usare il chakra del Kyubi e gran parte del suo. Anche io sono stupita di un tale fatto, ma non abbiamo rilevato segni di genjustu con i detector che ci ha dato l'Ombra, ed escludo persino che gli abbiano applicato un sigillo di controllo. Era sempre sincero. Forse, se noi chiamassimo l'Ombra, potremmo trovare il modo di spezzare quel sigillo e ridargli il chakra. Sarebbe un alleato formidabile".

Torn picchiettò le dita sulla scrivania per un poco, quindi estrasse un coltello continuando a parlare.

"Forse è proprio un motivo in più per non avvicinarlo all'Ombra. Perchè secondo te avrebbero mandato un ninja quasi senza uso del chakra alla fortezza Hellhound? Non certo a difenderla da noi. Sembra quasi che ce lo abbia consegnato. Non dimenticare poi che il dottore sa chi è il capo e quali sono i suoi poteri, e non possiamo essere sicuri che in questo periodo quel demonio non abbia inventato qualche congegno in grado di neutralizzare le abilità dell'Ombra. Portare un persona di cui il nostro capo si fida nel covo e usarla come spia mi sembrerebbe proprio una strategia degna di lui. A mio avviso, hai già commesso un'imprudenza a portarlo qui".

Sakura strinse i pugni ed alzò di molto il timbro della voce.

"E allora? Cosa vuoi fare con Naruto? Buttarlo fuori, per caso? No, perché lui ha sa già dove si trova il.......oppure, cosa altro vorresti fare? Ucc......No!"

E stavolta la ragazza sbatté il pugno tanto forte sulla scrivania da ridurla in un mare di schegge, e continuò con un tono di voce infuriato.

"Non credo che tu possa mai essere capace di fare una cosa simile Torn, ma nel caso in cui tu toccassi Naruto con un dito io......."

Torn stava ritto davanti al tavolo, per nulla turbato da pezzi del tavolo che erano volati da tutte le parti.

Egli aspettò che la compagna sbollisse un poco la rabbia, quindi si tolse la maschera, mostrando un viso pieno di bende, e continuò.

"Se ti ha solo sfiorato l'idea che davvero io possa uccidere una persona per delle supposizioni di, vuol dire che tu, dopo due anni che lavoriamo insieme, non mi conosci ancora affatto". Parlò egli con una voce pacata, ma severa. "Dico solo che dobbiamo essere prudenti. Acconsento che l'Uzumaki resti qui e conosca l'Ombra, ma ad una condizione".

"E quale sarebbe?" Domandò Sakura ancora alterata, anche se non più furiosa.

"Che ci sia sempre qualcuno che tenga il ragazzo sott'occhio, che sia io o tu oppure che venga usato un altro mezzo. Poi lo faremo entrare nel corpo dei ribelli e gli affideremo delle missioni per testare la sua lealtà. Una volta che saremo sicuri che il nostro uomo non è un pericolo, gli faremo conoscere l'Ombra. Diremo di lui al capo solo a tempo debito ". Disse il comandante con calma.

Sakura prese un bel respiro: Torn era un po' fissato della sicurezza, ma dopo quello che era successo con Ilnok bisognava essere più prudenti. Inoltre, sebbene lei odiasse ammetterlo, il comandante amico non aveva tutti i torti.

Avrebbe accettato queste condizioni, sperando che non si sarebbe arrabbiato troppo.

"Va bene Torn". Disse ancora le ragazza. "Farò come tu dici, e scusami per l'attacco di rabbia di prima. Ma se il capo dovesse chiedermi qualcosa del nostro nuovo aiuto, io dirò tutto".

"Siamo d'accordo Sakura" Affermò Torn." Per lo scatto dir abbia non fa nulla, tanto il tavolo era in gran parte già rovinato, ma se ci riprovi un'altra volta ti mando a lavare le latrine, i piatti e tutti gli strumenti".

"Ma io sono la comandante dell'Unità Medica, non una sguattera, dai!" Ribatté Sakura bonariamente.

"Non me ne frega nulla". Rispose Torn fintamente serio. "E poi, dicono tutti che il più grande assassino negli ospedali è la sporcizia, quindi tu le vite le salvi comunque".

"Ma vai a cagare!" Parlò Sakura ridendo.

Anche Torn rise per un poco, poi continuò a parlare "Ah, e un altra cosa. Naruto sarà assegnato sotto il mio diretto comando. Cercherò di non strapazzarlo troppo....".

Sakura fece un'espressione mista a curiosità divertita e terrore: conoscendo i caratteri dei due, metterli insieme era come avvicinare una fiamma a dell'esplosivo.

"Stai mentendo, vero?" Continuò Sakura sempre in tono scherzoso.

Lui finì. "Nel modo più assoluto".

 

***************

 

 

Naruto e il suo nuovo compagno Kriad stavano aspettando fuori da un po'.

Per ingannare l'attesa i due hanno incominciato a parlare tra di loro.

"Tu....da quando sei entrato nei ribelli?" Domandò Naruto curioso.

"Da circa un annetto, almeno ufficialmente. Mio padre è uno dei membri della resistenza con maggior periodo di servizio. Io ho dato una mano in varie attività: ho fatto principalmente l'hacker e il palo in questa organizzazione. Pensa che mi hanno appena promosso a Comandante dei servizi di Intelligence. Non credo però che abbiano fatto scelta molto oculata: come vedi sono forse troppo giovane". Disse Kriad.

"Non importa l'età quando si è davvero capaci, Kriad. Pensa che un mio amico è stato eletto capo del suo villaggio a soli quindici anni!" Rispose l'Uzumaki, che ad un tratto si fece pensoso. "Chissà adesso come sta........spero davvero che al suo villaggio non è toccato lo stesso destino del mio".

"Lo auguro di cuore". Affermò Kriad. " Adesso però smettiamola di parlare, che Sakura sta tornando".

Sakura e Torn infatti uscirono dalla porta, e quest'ultimo scrutò bene Naruto.

"Bene, bene. Dunque sei tu l'amico di Sakura, vero? Mi ha parlato molto di te". Iniziò a parlare, mostrando fuori un coltello.

"Tu..sei l'Ombra vero?" Domandò il ragazzo al comandante.

"No".Rispose lui. "Sappi che io mi chiamo Torn, e sono quello che decide chi incontra l'Ombra e chi no, nonché il tuo nuovo diretto superiore. E ti consiglio anche di stare molto attento a quale parte vuoi schierarti nella battaglia per la città....."

E allora l'uomo lanciò il coltello in alto, lo riprese, e con gesto fulmineo lo pose vicino alla gola di Naruto.

"I tempi che corrono sono molto difficili, e sbagliare partito potrebbe rivelarsi molto poco.....salutare". Continuò l'uomo guardandolo dritto negli occhi.

Naruto deglutì, non sapendo se lo spaventasse di più quel coltello o quegli occhi neri che non promettevano nulla di buono.

Il ragazzo si voltò a scatti verso Sakura e la pregò.

"Sakura -chan, questo qua fa paura!"

L'uomo allora abbassò il coltello e lo portò vicino alla zona dei gioielli di famiglia, quindi gli sussurrò all'orecchio.

"Se sei spaventato da me, allora quando una guardia Krimzi ti punterà il Blaster contro, o una Testa di Metallo vorrà dilaniarti con suoi bei artigli e mangiarti le interiora, cosa farai? Te ne starai lì a pisciarti sotto come un poppante? Eh? Vero ciccino guancino che fa la nannina?" E lì si voltò facendo il segno della strizza.

All'udire questa provocazione, il ragazzo provò a sferrare un calcio al suo schernitore, ma il suo colpo venne parato facilmente.

"Non chiamarmi più ciccino guancino, chiaro?" Sbraitò il ragazzo.

Torn sorrise sadicamente, mentre Sakura e Kriad sospirarono.

"Bene. Se allora non sei un poppante, ti assegno un compito tosto fin da subito. Recupera la bandiera del Barone sulla torre della città morta, e poi ne riparleremo. Dato che oggi hai faticato sicuramente parecchio, ti concedo del riposo e del cibo".

"Assolutamente no!" Gridò Naruto. "Non posso permettermi di farmi prendere per culo così! Andrò a prendere la bandiera sulla Città Morta adesso!"

In quel momento si sentì un gorgoglio sinistro provenire dallo stomaco del ragazzo.

Il giovane arrossì dall'imbarazzo, il vice dell'Ombra iniziò a sghignazzare con vigore e infine Sakura e Kriad si misero le mani sulla faccia e assunsero un'espressione sconsolata.

"F...forse uno spuntino potrei anche farlo....." Commentò Naruto imbarazzatissimo.

Torn intanto cercava di dire qualcosa piangendo dal ridere.

"AHHHH.....sei...assolutamente....spassoso! E ridicolo, poi!"

Sakura scosse la testa sconsolata.

Quell'episodio era solo il preludio di una guerra che tra i due ribelli sembrava imminente.

 

********************

 
 

La Città Morta era evidentemente un luogo assolutamente poco salubre.

Vecchie edifici ancora più sgangherati di quelli dei Bassifondi emergevano rovinati da un terreno ormai ridotto in una specie di acquitrino.

Naruto, Sakura e Torn avevano superato da poco la porta che collegava questo sito alla città, e il giovane si era fermato a fare degli esercizi di riscaldamento.

"Bene, ciccino...." Iniziò a dire il comandante guardando la bandiera.

"Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo!" Gridò l'Uzumaki.

"Ad ogni modo, ciccino". Continuò Torn come se nulla fosse. "La vedi quella bandiera lassù?".

Egli quindi indicò una bandiera issata su un edificio dall'aria pericolante che svettava su tutti gli altri e sembrava circondato da un enorme acquitrino.

"Dovrai prenderla e portarla qui. Hai quattro ore di tempo in totale. Il percorso? Scoprilo da solo".

"Vado subito". Disse Naruto, che aveva già finito di riscaldarsi.

Naruto quindi provò a correre, ma venne fermato da una mano di Sakura.

"Non così in fretta. Non sarai da solo in questa tua missione. Ci sono molte creature che vivono in queste rovine, alcune delle quali sono pericolose".

Il ragazzo quindi si girò, e si specchiò negli occhi smeraldo dell'amica.

"Fai attenzione". Continuò lei.

"Non ti preoccupare". Finì lui sorridendo, che quindi corse via verso il suo obbiettivo.

Sakura stette per un attimo a riflettere, poi si rivolse al suo compagno ribelle.

"Torn, credi che ci saranno rischi?"

"Non credo. Da quanto mi hai detto, Naruto rimane pur sempre un ninja, anche se fuori allenamento". Rispose l'uomo. "E se dovessero esserci problemi davvero gravi, noi interverremo. Fare il ribelle, così come fare il ninja, non è una passeggiata. Se non riesce a cavarsela con così poco, come speri che egli riesca a farlo quando arriveranno davvero le situazioni difficili?".

Sakura quindi annuì con la testa.

"Hai ragione. E poi lui è un tipo testardo come un mulo. Una volta lanciata la sfida si impegna al massimo per raccoglierla e superarla. Aspettiamo".

Detto ciò, la ribelle tirò fuori dalla tasca il suo dischetto-tastiera e premette un pulsante.

Quindi comparve un'immagine tridimensionale olografica della mappa dell'area, dove Naruto era ben visibile.

La giovane fissò bene il suo amico su tale supporto, sperando che non accadesse nulla di grave.

 

*******************

 
 

Naruto si accorse fin da subito che la città era un posto davvero enorme.

Nonostante le sua abilità da ninja, infatti il ragazzo si sforzava molto per superare rovine ed ostacoli da varia natura.

Il fatto di riuscire a camminare sull'acqua lo stava aiutando non poco, ma doveva comunque fare in conti con piccoli, ma numerosi e voraci predatori che si nascondevano negli acquitrini e che sbucavano da ogni dove.

Il giovane Uzumaki era comunque riuscito a raggiungere la base del palazzo dove si trovava la bandiera, e il tutto in un'ora.

Il giovane si fermò per qualche momento su dell'acqua, colto da una strana sensazione di stanchezza.

"Dannazione". Pensò tra se i ragazzo ansimando e tenendosi le mani sui polsi. "Sono davvero fuori forma. Se quel maledetto non mi avesse fatto quel sigillo...."

Naruto quindi alzò lo sguardo sulla sua meta, riuscendo ad intravedere la bandiera che sfavillava per la luce del sole.

Il ragazzo sorrise, pensando che la sua meta era vicina.

All'improvviso però l'Uzumaki udì uno strano rumore provenire da sotto il pantano.

Facendo uno scatto tipico di un ninja, egli si spostò dal punto in cui era prima.

In una frazione di secondo sbucò dall'acqua palustre una strana e creatura anfibia, simile ad un incrocio tra una salamandra e un geco, ma grosso come un alligatore, quindi molto di più delle bestie che egli aveva incontrato finora. Essa subito sferrò un poderoso morso con le sue mascelle, che però fu a vuoto.

Nel momento in cui la bestia emerse, Naruto subito prese dalla sua tasca un kunai e glielo tirò nell'occhio.Il mostro però si mosse, e l'arma del ninja finì conficcata lievemente nella cotenna della testa della lucertola.

L'Uzumaki deglutì e cercò di elaborare una nuova strategia.

"Così non va per nulla. Forse se io mi spostassi sulla terraferma..........".

Il ragazzo allora con un gesto repentino fece un salto e balzò fino a raggiungere la parte del basamento emersa.

La creatura però non demorse, e dopo una veloce nuotata raggiunse anche lui la terraferma.

Il giovane osservò con molta preoccupazione il fatto che la creatura fosse anfibia, ed ebbe un brivido nell'osservare gli occhi umidi brillare dal desiderio di carne fresca.

"Gambe!!!!" Non potè fare a meno di urlare, e quindi egli saltò sul muro dell'enorme edificio e iniziò a correre su di esso.

L'inseguimento che seguì di la poco fu davvero frenetico. L'essere infatti si arrampicava come il geco a cui assomigliava ed inoltre era molto veloce. L'edificio dove si trovavano, poi, era molto pericolante e pieno di punti a rischio di crollp.

Naruto dovette correre con tutte le forze che aveva, evitando i colpi della lunga lingua di quella salamandra-geco e allo stesso tempo stare attento agli appigli friabili.

Dopo un po', egli riuscì a raggiungere la sommità della edificio, dove vi era issata la bandiera della città morta.

Naruto si avvicinò per prendere il suo trofeo, ma si voltò vedendo che il tenace nemico lo stava aveva raggiunto anche lì.

Il ragazzo aveva raggiunto il suo obbiettivo, ma lì era anche dove era il nemico.

Comunque, il giovane non aveva alcuna intenzione di fuggire, specie se così vicino alla bandiera.

Avrebbe lottato di certo, e venduto cara la propria pelle.

"Sei tenace, vero?" Affermò il giovane guardando fisso l'avversario negli occhi. "Sappi che lo sono anche io. E se dovrò essere il tuo boccone, farò in modo di risultare il più indigesto possibile".

Il mostro, quasi come se avesse raccolta la sfida della preda, si lanciò in avanti nel tentativo di afferrare carne prelibata con le sue zanne.

Il ragazzo in risposta schivò e tirò un calcio proprio sul muso della creatura.

Essa per difendersi tirò fuori la lingua prensile e con essa afferrò una gamba Naruto. Repentinamente allora il ragazzo si resse afferrando la bandiera con le mani, e cercò allora di divincolarsi dalla presa della lingua, ma essa era appiccicosissima.

Quasi senza pensarci, l'Uzumaki usò le mani per alzare la bandiera. In pochissimo tempo, egli riuscì a liberarla dal terreno, e con un gesto repentino la piantò proprio nella fronte del mostro.

Il ninja premette con la sua arma impropria più forte che poté, e il nemico mollò la sua presa della lingua. Quindi la creatura iniziò ad urlare e strillare agitandosi con tutta la sua energia, ma Naruto non mollava la presa.

Ruggendo dal dolore e con il cranio sfasciato, il mostro infine esalò l'ultimo respiro.

Il giovane, scampato il pericolo, osservò trionfante il suo trofeo, e si spostò sul limitare del cornicione per tornare da Torn.

Tale felicità però fu interrotta da un scricchiolio molto sinistro.

La parte dell'edificio dove egli stava infatti iniziò a franare, ed il ragazzo non riuscì a spostarsi in tempo.

"Merda!" Urlò Naruto mentre precipitava.

Il giovane però adocchiò una specie di tenda su due pareti, e riuscì a mettersi nella posizione giusta per atterrare in piedi su di esso. Una volta giunto sul tendaggio, egli usò la capacità elastica di esso per fare un lungo salto e atterrare su una zona di terra vicino.

Torn e Sakura, che avevano visto tutta la scena, si avvicinarono all'amico che ostentava orgogliosamente la barriera.

"Amico, tu sei un vero incosciente". Commentò Torn. "Ma per ora non importa. Benvenuto nel mio club".

 

***************
 

Angolo dell'autore: ora avete capito perchè ho tolto i poteri a Naruto? Ciò contribuisce a creare molta più suspense, nonché rendergli le cose più difficili.

Lo stile comico vi potrà sembrare un poco stridente, ma dopo tutta quell'oscurità dei vecchi capitoli c'è bisogno di un po' di sollievo. Inoltre, molte delle battute di Torn sono prese dal gioco originario.

Sappiate che non farò sempre l'intermezzo comico, dato che Chuck è in affitto.

Ringrazio come sempre chi segue la mia storia.

Nei Preferiti:

1 - reds92

Seguiti:

1 - KaienPhantomhive
2 - markus89
3 - sakura2480
4 - wolf90

 

Ricordati:

1 - Ezzy O

Più un ringraziamento speciale a Eikyo e Vaius.

Ciao e recensite numerosi ( altrimenti vi mando a casa Chuck.......

Chuck:ma questo non era nel contratto....

Me: zitto!)

Ciao.

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Capitolo 6
*** Cap. 6. Missione n.2: un problema idrico. ***


Cap.6. Missione n.2: problema idrico.

 

 

Naruto Uzumaki si trovava in quel momento nel Covo della Resistenza situato nel quartiere sud dei Bassifondi di Haven City, precisamente nel salone principale assieme a Torn e Kriad.

L'arredamento della stanza era molto spartano, con muri grigi e scrostati dove erano appesi numerosi poster del Barone graffitati, mentre al centro di essa vi era un tavolo ricoperto di carte di vario genere. Un grosso lampadario era l'unica fonte di illuminazione di quella sala.

Il comandante dei ribelli, seduto davanti all'Uzumaki, discuteva con quest'ultimo della situazione.

"Allora Naruto, questa piccola dislocazione sarà il tuo ritrovo, ove potrai ricevere missioni. Entrare nel covo sotterraneo tutte le volte sarebbe complicato e uno spreco di tempo".

"Va bene". Rispose l'Uzumaki. "Comunque devo dire che questo posticino è un po'...spoglio, rispetto alla base principale".

"Questa è solo una base operativa per missioni minori, Naruto, non una reggia. Se vuoi un posto confortevole, ci sono un sacco di prigioni con tutto il lusso desiderabile".

"Ehi Torn....."

"Comandante in seconda Torn, prego". Corresse l'uomo in modo puntiglioso.

"Uff...comandante in seconda Torn". Sbuffò il ragazzo. "Non sono certo venuto qua per discutere dell'arredamento, ma per sapere quale incarico vuoi affidarmi. Sono passati alcuni giorni dal mio ingresso, e sono ansioso di fare il culo al Barone".

"Non c'è spiegazione però che prima non richieda una bella bevuta. Fare l'eroe ti mette addosso una gran sete". Si intromise Kriad, che andò a prelevare un poco di acqua con un bicchiere d'acqua in mano.

Nel momento in cui aprì la valvola del rubinetto però ,non uscì dell'acqua, ma si sentì un rumore sinistro di tubature che gorgogliavano e si muovevano. Il rubinetto stesso, poi, iniziò ad agitarsi vorticosamente.

"Ma che...."

Il ribelle assetato non fece in tempo a finire la frase che la valvola scoppiò per un'enorme pressione esercitata dal liquido delle tubature ed un fiotto di densa melma nera zampillò dalla parete.

"Oh no..." Sussurrò Kriad, che riuscì per un pelo a scansare il getto putrido.

"Oh si, purtroppo". Lo interruppe il comandante in seconda. "E' proprio come ci hanno informato i nostri esploratori. Il Barone ha dirottato l'acqua nei Bassifondi, poiché crede che questo quartiere sia il luogo della nostra base principale".

"COSA?!?" Esclamò Naruto, scioccato da una simile affermazione. "Ma così moriranno tantissimi abitanti di sete!"

Torn rise molto amaramente.

"Al Barone non frega nulla di sacrificare vite innocenti. Pur di distruggerci, sarebbe capace di uccidere l'intera città".

Il giovane Uzumaki sentì venirgli il sangue alla testa. Sapeva certo che il Barone era un uomo crudele, per via degli orribili esperimenti condotti nell'Inferi, ma non pensava che fosse determinato a distruggere il Mondo Sotterraneo tanto da sacrificare i suoi stessi sudditi.

L'uomo bendato quindi parlò ancora."So bene, Naruto, di cosa è capace il nostro Barone, o Re come si vuole anche far chiamare. Ho fatto parte della Guardia in passato, ed è proprio questo genere di porcate che mi ha spinto ad uscirne fuori".

"Tu eri nelle Guardie Krimzi, comandante Torn?" Domandò ancor più stralunato il ragazzo volpe.

Questo spiega il suo carattere...affabile e rispettoso. Pensò tra se e se Naruto.

"Ad ogni modo, il mio contatto nella Guardia mi ha avvertito che c'è un passaggio meno sorvegliato per la chiusa. Essa si trova oltre le mura della città, nella Stazione di Pompaggio".

"Fuori dalla città? Oltre le mura?" Chiese ancora l'Uzumaki.

Kriad quindi prese la parola "Si tratta di una missione davvero ad alto rischio, Torn. All'esterno delle mura cittadine si trovano le Teste di Metallo. Andare là è un buonissimo modo per rimetterci le penne".

"Per questo, Kriad, dovrai accompagnare Naruto. La vostra missione è aprire le chiuse che regolano il controllo dell'acqua. Andate al condotto di drenaggio a nord e seguitelo: vi porterà fuori dalla città, alla Stazione di Pompaggio". Ordinò infine il comandante. "Se riuscirete nel vostro intento, salverete moltissime vite. In caso contrario...mi occuperò personalmente della cerimonia in vostra memoria. Sarà un piacere scrivere qui riposa in pace ciccino guancino sulla tua tomba, Naruto".

Il ragazzo digrignò i denti dalla rabbia e rispose rabbiosamente.

"TI HO RIPETUTO UN SACCO DI VOLTE DI NON CHIAMARMI PIU' CON IL NOME CICCINO GUANCINO, CHIARO ?!? Ho anche raccolto la bandiera nella Città Morta! Merito un altro appellativo!"

Torn alzò il sopracciglio con fare pensoso.

"Dunque Naruto vuoi un altro nomigliolo meno imbarazzante e più da figo, vero?"

"SI!"

"Bene. Allora tu sarai una bambinetta isterica".

Il giovane saltò sul tavolo, e Kriad dovette sforzarsi per impedire che l'Uzumaki tentasse un'insubordinazione mettendo le mani sul collo del superiore.

"IO TI AMMAZZO!" strillò un Naruto schiumante di rabbia.

"Neanche bambinetta isterica va bene, quindi?" Schernì sempre l'uomo bendato. "Sei incontentabile come un poppante. Ah sì, ti chiamerò poppante frignone. Oppure stronzetto petulante, se preferisci".

L'Uzumaki abbassò la testa in segno di disperazione capendo di non poter controbattere con un bastardo simile. Kriad allora mollò la presa e sospirò.

"Andiamo Naruto, la nostra missione ci aspetta. Arrabbiarsi in questo modo non serve a nulla".

I due quindi si avviarono verso la porta e si prepararono ad uscire.

"Gliela farò io una cerimonia con i fiocchi!" Parlò il novello ribelle stringendo il pugno per la rabbia. "Quando tornerò......."

 

********************

 

La grossa porta del condotto di drenaggio a nord si aprì con un cigolio metallico.

Il cuore del giovane Uzumaki stava battendo stranamente forte. Era curioso di vedere con i suoi occhi cosa vi fosse in quello strano continente oltre la città di Haven e come erano fatte queste famigerate teste di Metallo.

Alla vista dei della coppia si aprì un vasto fabbricato metallico illuminato dal sole del mezzogiorno e circondato da una spiaggia rocciosa.

Lungo una delle rampe una strana creatura attirò l'attenzione dei due.

Era una specie di rettile ricoperto di squame verdi il cui torace era però marrone e liscio. la sua coda era squamata e le sue zampe avevano una conformazione simile a quelle degli esseri umani, dati i pollici apparentemente opponibili. Ma la caratteristica più strana era il cranio della belva, ricoperto di corazza naturale verde smeraldo nel cui centro spiccava una gemma di color giallo brillante.

L'essere si accorse subito dei due ribelli, e subito si mise in posizione d'attacco.

"Dimmi Kriad". Iniziò a parlare Naruto sfoderando un kunai. "Questa è una delle creature che vengono chiamate teste di Metallo?"

"Esattamente". Rispose il compagno d'armi dell'Uzumaki, sfoderando un'arma a distanza di piccole dimensioni. "Hai davanti agli occhi il terrore ancestrale della nostra gente ".

Il mostro inarcò la schiena preparandosi ad attaccare, ma prima che esso potesse fare un movimento venne centrato nell'occhio da colpo dell'arma di comandante ribelle, mentre il jinchuriki gli balzò dietro e gli infilò un kunai nella schiena.

La bestia si agitò fortemente, quindi cadde a terra morta con un ruggito.

"Te la cavi davvero bene, caro mio". Disse Kriad riguardo alla performance di Naruto. "Anche con poco chakra a disposizione, voi ninja rimanete sempre dei guerrieri formidabili".

"Dovevi vedere quello che facevo prima che il Barone mi avesse combinato questo scherzetto" Parlò il ragazzo volpe rimuovendo il kunai dal cadavere della belva. "Ma adesso sono tornato in forma, e questo lo devo a te e a Sakura-chan. Neanche tu però sei tanto male, sai? Sei riuscito a centrare quella temibile creatura a gran velocità. Quell'arma che tu porti...si chiama "pistola",vero?"

"Sì". Il comandante ribelle mise bene in vista l'arma. "Ma è anche vero che il nostro nemico era tutt'altro che veloce e pericoloso. Incontrerai Teste di Metallo ben più grosse, forti e intelligenti".

"Quanto grosse, tipo?"

"Ce ne sono alcune delle dimensioni di un grattacielo, ma non mi pare il momento di discuterne. Ora pensiamo alla Stazione".

Quindi prese il suo dischetto mappa e fece comparire una planimetria della zona.

"La chiusa principale si trova qui". Ed egli indicò un punto. "Sarà una strada lunga, incamminiamoci".

"Ti seguo a ruota!" Finì Naruto.

 

**************

 

Nella zona delle palafitte dei Bassifondi, l'area sicuramente più povera e malmessa di tutta la città, qualcosa si muoveva.

All'interno di un semplice edificio di legno, stava immobile un'antica statua raffigurante un idolo antico dagli occhi viola e le iridi concentriche, che però sembrava incompleta e frammentaria.

Dentro a tale antico artefatto però, si sentì una coscienza pulsare e pensare.

L'Ombra ha dimostrato grandissime capacità,ma forse è questo ragazzo la vera chiave del nostro futuro.

Davanti agli occhi vecchio di eoni di quello strano essere comparvero delle immagini particolari. Vi era la zona della Stazione di Pompaggio, precisamente vi erano focalizzati Naruto e Kriad.

Grazie agli artefatti recuperati dal Mondo Sotterraneo adesso sono in grado di nuovo di proiettare la mia mente fuori da questo simulacro metallico. Vediamo un po' se Naruto Uzumaki ha la stoffa di essere davvero il prescelto.

Lo sguardo di quell'essere d'un tratto si posò ancora più attentamente sul ribelle dai capelli ricci.

Percepisco qualcosa di strano quel tipo. Una sorta di...presenza familiare. Ombra, spero che tu abbia scelto con molta cura i tuoi subordinati...

 

***************

"Il viaggio si sta rivelando piuttosto noioso". Parlò Naruto con il suo compagno. "Finora non abbiamo incontrato che qualche sparuta creatura anfibia poco pericolosa e saltato alcune piattaforme. Forse però questo nuovo ostacolo potrebbe rivelarsi più complicato da superare".

Il sentiero che permetteva di raggiungere la Stazione di Pompaggio era il una piattaforma cilindrica a picco su un dirupo che roteava a ritmi alternati.

il giovane Uzumaki prese il suo compagno sulle spalle e saltò sulla piattaforma. Prima che essa ruotasse ancora, il ragazzo compì un altro balzo e giunse dall'altra parte del burrone.

"Mi correggo, tutto sembra così f...".

Il ragazzo non riuscì a finire la frase che il compagno gli mise una mano sulla bocca nel tentativo di farlo stare zitto.

"Non dire mai quella parola in missione, chiaro?!?"

"Cosa Kriad?" Chiese Naruto stupito. "Che questa missione è stata....."

"NON DIRLO !" Gridò il ribelle più anziano. "La prima cosa che ho imparato in questo lavoro è che nulla è semplice. Dire che una missione è facile è il modo migliore per attirare sulla propria testa un bel po' di guai!"

Il giovane Uzumaki si mise a ridere come un forsennato.

"Non...riesco a credere...davvero...che tu sia così superstizioso! AHAHAHAH! Ma dai, sono stupefatto! Guarda, abbiamo appena raggiunto il nostro obbiettivo".

Naruto quindi depose il ribelle più anziano e indicò un grosso complesso, ove vi era situata un'enorme valvola.

"Quella è la valvola delle chiuse". Puntualizzò il ragazzo. "Basta aprirla e il gioco è fatto. Quindi smettila di essere così pessimista!"

Kriad provò a replicare, ma egli venne interrotto da un rumore sinistro di gorgoglii e ruggiti.

In breve tempo da un enorme conduttura vicina strisciarono fuori moltissime Teste di Metallo dall'aspetto molto vorace.

I due estrassero le armi le armi repentinamente per rispondere a questa nuova minaccia e si misero l'uno di spalle all'altro.

"Hai visto?!?". Disse sarcastico il ribelle più anziano. "Non devi mai dire che una missione è finita prima che essa sia davvero finita, cioè prima che noi torniamo alla base con le ossa intere! Vorrei tanto dire te l'avevo detto, ma...."

E qui lo sguardo del giovane si pose sulla Testa di Metallo più vicina, che snudava le fauci pericolosamente affidate.

"...Ora devo pensare solo a salvarci la cotenna".

"Ti conviene pensare in fretta allora, signor scaramantico". Ribatté Naruto serio. "Il mio allenamento per controllare meglio il chakra è appena agli inizi, e non sono ancora in grado di usare cloni o Rasengan".

Kriad allora osservò bene il terreno, e notò che sopra la conduttura dove ancora erano ammassati i mostri ve ne era una talmente vecchissima e molto arrugginita che si reggeva in piedi per scommessa.

"Ti ho già capito amico mio....." Parlò il ragazzo volpe, sfoderando intanto dei kunai con carte bombe.

E l'altro continuò. "Allora lì terrò lontani con un po' di fuoco".

Il giovane Uzumaki quindi lanciò alcuni armi del suo arsenale esplosivo, mentre Kriad iniziò a sforacchiare tutti i nemici che poteva.

"Cazzo!" Esclamò il cecchino. "Sono davvero in troppi, e le munizioni stanno scarseggiando. Non riesco a abbatterne abbastanza".

La tubatura infine esplose, e i detriti del condotto caddero su quello sottostante bloccando il passaggio di quest'ultimo.

Purtroppo non tutte le Teste di Metallo erano rimaste intrappolate all'interno del condotto: ben cinque di esse erano riuscite a scappare, e adesso stavano correndo velocemente verso le loro prede, desiderose di carne fresca da divorare.

"Sembra che tutti i rettili in questo periodo ce l'abbiano con me". Affermò l'Uzumaki scocciato. "Ti rimangono ancora un poco di proiettili, Kriad?"

"Purtroppo no. Li ho esauriti e devo ricaricare". Rispose il comandante.

"Allora vuol dire che devo fare alla vecchia maniera". Concluse Naruto, che si gettò sui nemici con un kunai in mano.

Il ragazzo puntò una Testa di Metallo, e con un colpo rapidissimo gli infilzò l'arma nella nuca, quindi si voltò per dare un calcio a quella che stava vicina.

Un'altra Testa di Metallo attaccò da destra con una zampata, ma si spostò velocemente estraendo il kunai e lo infilzò nella gola di quest'ultima bestia.

Adesso sì che mi muovo bene. Teste di Metallo, siete fritte!

mentre la creatura ancora uggiolava per il dolore e la ferita, Naruto dovette anche evitare un colpo dall'alto di un'altra bestia, mentre quella che aveva colpito prima con un calcio si scagliò di nuovo contro di lui nel tentativo di mordere.

Il giovane evitò il colpo come sempre, quindi saltò in dietro e lanciò la lama proprio nelle fauci delle Testa di metallo più vorace, mentre attaccò dal basso il nemico in posizione sopraelevata.

La terza belva morì con l'arnese metallico conficcato nel profondo della gola, mentre l'altra venne afferrata per il ventre e sbattuta con violenza sulle rovine della tubatura in disuso.

Kriad intanto ammirava tale performance caricando le armi e riflettendo tra se e se.

Credo proprio che mio padre avesse ragione. Sei tu il prescelto. Peccato però per questa orribile mattanza...

L'ultima creatura ostile però aveva deciso di dedicarsi a lui invece che a Naruto, quindi si avvicinò a lui e ruggì.

Il ribelle, per nulla intimorito, sfoderò la pistole cariche, e si balzò di lato sparando alle zampe del mostro.

Due proiettili colpirono la creatura, che quindi non riuscì a muoversi bene,e Kriad ne approfittò per mirare a gli occhi ed accecare la bestia.

La Testa di Metallo si accasciò muggendo dal dolore, quindi l'uomo si mise davanti ad essa, puntò la pistola e sparò dritto al cuore, osservando la figura del rettile spegnersi di ogni barlume di vita.

Nello sguardo del giovane uomo si poteva leggere una grossa tristezza.

L'Uzumaki intanto aveva finito l'ultima bestia con un fendente nello stomaco e si era avvicinato trionfante al compagno .

"Ce l'ho fatta! Ora pensiamo alla chiusa. Ma che hai?"

"Nulla...nul...la. Stavo solo pensando". Rispose egli.

Naruto alzò le spalle riflettendo sul comportamento dell'amico.

Gli pareva leggermente bizzarro, ma non aveva ne il tempo ne la voglia di interrogarsi a fondo su ciò.

Egli quindi si diresse verso la manopola della valvola e la girò con un forza.

Uno rumore nella valvola ed un fruscio udito sempre nella stessa direzione avvertirono i due del compimento della missione.

"Fatto! Ora i Bassifondi non soffriranno più la sete!" Esclamò felice il ragazzo volpe.

"Eh già. In certi casi nulla è migliore dell'acqua fresca..."

"E forse Torn la smetterà di affibbiarmi quelli epiteti idioti..."

"Non ci contare Naruto. Sappi che il comandante in seconda adora tormentare i suoi uomini. Prima inizieranno i nomignoli imbarazzanti e il sarcasmo, poi si passerà a i lavori pesanti e faccende varie. Tutte molto, molto fastidiose".

"MA CHI LO HA ELETTO ALLORA COMANDANTE IN SECONDA? QUEST'OMBRA DEVE ESSERE MATTA!" Urlò Naruto, temendo davvero per il suo futuro prossimo.

"Non giudicare in maniera affrettata. Lo capirai con il tempo il motivo..." Concluse Kriad.

"Ora torniamo alla base".

 

*************

Non riesco più a mantenere il contatto. Non sono ancora abbastanza intero e potente....

L'essere misterioso che era nei Bassifondi stava riflettendo attentamente su ciò che aveva visto nella Stazione di Pompaggio.

I suoi poteri erano in quel momento ancora limitato, eppure molte informazioni preziose gli erano giunte allo sguardo

Il giovane Naruto ha dimostrato una grande abilità, ma deve ancora fare molti progressi per sconfiggere Monzaemon e le Teste di Metallo. Il suo compagno, però, ha qualcosa di strano che non riesco ad identificare bene. Inoltre quei due non erano soli alla Stazione.

Gli sovvenne quindi in mente l'immagine sfocata di tre figure sedute sopra la parte più alta della stazione.

Il ragazzo ha bisogno di aiuto e informazioni. Dirgli tutto subito potrebbe risultare controproducente, ma credo che egli sia pronto per un incontro preliminare con me...

 

**************

 

Angolo dell'autore: Ciao amici, dopo un lungo periodo di attesa sono riuscito a partorire questo capitolo. Vi chiedo scusa per il ritardo, ma tra la scuola e altri impegni.

"Si sentono rumori strani in lontananza.

Me:Chuck stai zitto che solo le undici e venti minuti!

Chuck: scusa...

Guy: maestro! Ma si fa trattare così?

Chuck: non bisogna usare la violenza per tutti i problemi. Certe volte è meglio essere umili e chiedere perdono per i propri errori.

Guy:(piangendo come una fontana) CHE GRANDE LEZIONE DI MORALE! DEVO IMPEGNARMI AL MASSIMO PER RAGGIUNGERE IL LIVELLO DI TALE FORZA DELLA GIOVINEZZAAAAAAA! LEE, DOBBIAMO ALLENARCI DI PIU'!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Chuck: ma che centra l'allenamento? E la forza della giovinezza?

Me: lasciati da parte questi svitati che nemmeno il circo, vi avverto di una cosa.

Avrete notato che ho cambiato alcune cose nello stile generale di questo capitolo (pensieri in corsivo e non tra le virgolette, maggior uso delle maiuscole per le esclamazioni...) vi chiedo di fare attenzione a tali cambiamenti, perchè saranno quelli che adotterò d'ora in poi nel caso in cui fossero recensiti positivamente ( e fossero corretti).

Per i soliti ringraziamenti:

Ai Preferiti: 1 - reds92

Ai Seguiti: 1 - KaienPhantomhive
2 - markus89
3 - sakura2480
4 - wolf90

Ai Ricordati: 1 - Ezzy O

Più quelli classici ad Eikyo e Vaius.

Ciao e buon Natale a tutti!

Ps: ho scoperto da poco che non devo coniugare i nomi latini quando sono usati in contesto italiano (credo...) quindi scusate per gli errori precedenti (se sono errori...).

Inoltre considerato che questa fic è presa da un videogioco, alcune battute saranno inevitabilmente prese in prestito dal gioco principale. Io non le segnerò per motivi pratici, ma tutti gli elementi di Jak e Naruto appartegono ai rispettivi possessori (Kishimoto e la Naughty Dog), quindi spero di non infrangere il copyright.

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Capitolo 7
*** Cap. 7. Nuovi incontri ***


Cap. 7. Nuovi incontri
 

 
 

"Kriad aspetta un attimo". Naruto fece cenno al compagno di fermarsi mentre i due stava camminando nei Bassifondi.

La missione era stata un successo e ora dovevano solo dirigersi al quartiere Generale a fare rapporto.

"Sento qualcosa di...strano".

"Cosa?" Chiese il superiore molto curioso

"Non lo so, è come se fosse una voce nella mia....AHHHHH!"

Il giovane Uzumaki si accasciò a terra in preda a convulsioni e fitte lancinanti al cervello.

"NARUTO! NARUTO!" Gridò il comandante ribelle apprensivamente,avvicinandosi a lui per esaminare meglio la situazione.

Intanto nella testa del ragazzo volpe rimbombava forte una voce.

"Vieni da me Naruto Uzumaki, da solo. Ti mosterò la strada".

Questo suono però sparì in fretta come era venuto, così come i dolori di testa.

Il ragazzo volpe provò a rialzarsi barcollando, e il compagno gli fece da sostegno.

"Santo cielo...ma che è successo?" Domandò Kriad ancora scosso.

"Amico...mio. Devo andare da...una parte. Lo sento in maniera impellente". Rispose Naruto ancora ansimante.

"Ti accompagno lì?"

"No, devo recarmici...da solo".

"Ma se riesci a malapena stare in piedi con le tue forze! Non posso rischiare che ti vengano altri attacchi come questo da solo".

"Fidati, non mi verrà più nulla. Tu vai a fare rapporto da Torn. Io... sento che devo andare".

Il ribelle più alto in grado aggrottò la fronte dubbioso.

"E' davvero, davvero, importante. Ti prego". Supplicò l'Uzumaki.

"Va bene". Sospirò Kraid, finalmente vinto. "Ma tieni sempre acceso il comunicatore. Al minimo segnale di pericolo, ti verrò subito a cercare".

"Grazie, sei un vero amico".

"Spera solo che Torn te la faccia passare liscia. Lui odia i ritardatari..."

"Affronterò tutto quello che lui vorrà rifilarmi. Ciao e grazie del permesso!" Esclamò il ragazzo volpe, correndo verso la meta che gli indicava il sesto senso.

"Buona fortuna!" Esclamò Kriad.

Naruto udì queste parole e pensò tra se.

Spero di non averne bisogno... 

***************

 

Il giovane Naruto era davanti alla porta di una modestissima abitazione, relativamente isolata dal resto delle palafitte.

E' qui che sento di dover entrare. Spero di non essere diventato pazzo...

Il ragazzo esaminò bene la porta d'ingresso, notando che non presentava maniglie o pulsanti di sorta.

Come faccio ad entrare? L'unica alternativa è sfondare la porta.

Il giovane prese un bel respiro, si mise in posizione di attacco e tirò un calcio alla porta con tutta la sua forza.

Il colpo però non la smosse di un millimetro, mentre fece male al piede di Naruto.

Ahia! Che dolore.

Mentre il ragazzo si massaggiava il piede dolorante, qualcosa di strano accadde.

La porta improvvisamente iniziò a cambiare colore come un camaleonte, mentre su di essa comparve il simbolo di un sigillo simile al Tao.

Cosa ci fa il simbolo del Tao in questo posto?

Tale porta quindi si divise in due e si aprì completamente.

Chissà cose nasconde questo luogo. Devo assolutamente controllare.

Egli quindi entrò nell'edificio, e lo strano ingresso si richiuse sempre da solo come si era aperto.

L'Uzumaki era entrato in una sala piccola e circolare piena di candele profumate e senza nessun mobile, il che dava alla casetta un'atmosfera davvero peculiare.

Attaccata alla parete di essa, vi era una strana statua apparentemente incompleta di qualche idolo antico.

Naruto si grattò la testa per qualche secondo, sorpreso da ciò che gli stava accadendo.

"C'è nessuno?" Domandò lui.

Sembra che questa stanza sia deserta.

Allo sguardo del giovane però balzò all'occhio un dettaglio non di poco conto: gli enormi occhi dell'idolo erano viola e avevano le iridi a forma di cerchi concentrici.

L'Uzumaki si avvicinò per ammirare meglio questa grande stranezza.

Non è possibile. Come mai gli occhi di questa statua hanno il Rin'negan?

"Dunque hai già avuto modo di conoscere il dojutsu supremo, Naruto Uzumaki".

Il ragazzo fece un balzo dallo stupore nel sentire questa frase.

"Chi, chi c'è là?" Cercò di dire spaventato. "Non ci saranno...dei fantasmi?!?"

"Si e no. Ti chiedo scusa per lo spavento e per il mal di testa, ma avevo bisogno di entrare in contatto con te al più presto".

"Non è possibile". Affermò il jinchuriki della Volpe ancora sbalordito.

"Statua...sei tu che stai parlando me?"

"Esattamente ragazzo. Qui mi conoscono come l'Oracolo. Ti ho osservato a lungo, e devo dire che ho visto in te moltissime cose degne di nota. La tua anima è gravata di molti pesi. Alcuni di essi sono naturali, altri meno".

"Hai visto il...Kyubi?"

"Si, ma è non l'unica cosa che ti turba. Hai dovuto affrontare molti lutti e sofferenze, e altri ne dovranno venire. Non permettere però mai al dolore di distruggerti, e ricorda che vale sempre la pena di andare avanti".

"Grazie davvero tanto. Ma i tuoi occhi.. come mai hanno la stessa forma del Rin'negan?"

"Questo lo scoprirai a tempo debito. Ti basti sapere che tra me e te c'è un collegamento molto particolare. Un collegamento riguardante una profezia..."

"Una profezia?"

Mà e Pà me lo avevano accennato una volta. Dicevano che ero una specie di prescelto.

"La situazione è un po' più particolare. Diciamo che in questo momento sei...un candidato papabile"

"Cosa vuol dire? Non ti seguo". Naruto si allora massaggiò la testa. "Tutta questa faccenda è davvero troppo ingarbugliata..."

"Un giorno ciò che oscuro si rivelerà ai tuoi occhi, ma non ora".

"Ah, un altra cosa". Il ragazzo volpe alzò la sua veste da ribelle, rivelando il sigillo. "Puoi fare qualcosa per questo sigillo? Mi impedisce di usare il chakra che mi serve".

"Questo no. Non sono abbastanza potente. Ho bisogno di essere più completo".

Naruto in effetti notò che la statua mancava di braccia e di alcune parti del torace.

"Devo rientrare in possesso di altri artefatti Precursor che componevano il mio corpo per poter compiere un simile gesto".

"Allora andrò a cercarli".

"Non c'è necessità, per ora. Il viaggio che tu devi fare per trovarli è irto di pericoli che non puoi ancora affrontare nelle tue attuali condizioni. Dovrai ancora rafforzarti parecchio".

"Ma allora che devo fare?"

"Continua a fortificare il corpo e la mente, ragazzo. Prendi questo periodo che stai trascorrendo con il Mondo Sotterraneo come un opportunità. Ricorda, la vera forza di un guerriero non si misura solo dai suoi poteri. Esso deve avere un corpo forte, ma anche una mente sveglia e sopratutto un cuore valoroso. Senza una di queste qualità, egli è solo una misera macchina da guerra".

"Ti piace proprio dare consigli e fare affermazioni complicate, vero?" Schernì il ragazzo.

Normalmente con una statua egli non avrebbe parlato così, ma quello strano artefatto gli inspirava molta fiducia ed una strana familiarità, quasi come se fosse un vecchio amico od un parente.

"E' tipico di noi oracoli parlare in modo criptico ed aulico, nonché dare avvertimenti. Ora và, e stai attento: molti dei nemici che incontrerai useranno modi più sottili e infidi di eliminarti che un blaster puntato sul tuo cuore. Sii sempre vigilante e accorto".

"Grazie davvero. Terrò a mente i tuoi consigli. Arrivederci".

"Arrivederci, Naruto Uzumaki. E,nel caso avessi bisogno di una mano, non esitare a chiedermi consigli. La mia esperienza e la mia conoscenza ti potranno essere utili".

Il ragazzo volpe uscì da quella stanza, rimuginando varie cose riguardanti tale surreale esperienza.

Anche l'Oracolo, però, aveva molto su cui pensare.

Il cuore del ragazzo è a posto, ma il potere può rivelarsi una tentazione davvero forte. Dovrei chiedere all'Ombra di cambiare il compagno di Naruto. Egli non mi convince molto, ma non potevo mettere il dubbio nel cuore dell'Uzumaki: in battaglia fidarsi della propria squadra è vitale.

Nella mente di quell'essere antico comparve l'immagine di Naruto.

Che gli dei ti assistano, figlio mio, perché avrai davvero bisogno di tutto l'aiuto possibile. Ora che la discendenza degli Uzumaki è scesa in campo molte cose stanno per cambiare, in un modo o nell'altro. Presto si rivelerà la Pietra, e solo il tempo ci dirà se verrà portata al mondo salvezza o distruzione.

 

**********

 

Naruto era giunto al covo dell'Ombra quando ormai il sole era tramontato.

La mente del ragazzo era in uno stato molto confuso, considerato che l'incontro con l'Oracolo non ha fornito risposte ma moltiplicato le domande.

Chissà quale legame ho con l'Oracolo. Quello che so è che comunque riguarda la profezia su di me e Nagato. Che poi tutto questa sia collegato con questi affaracci Precursor mi sconvolge ancora di più la testa...

Cavoli, mi scoppia il cervello! Quel bastardo di Torn sarebbe contento di vedermi in.....

Il solo pensiero di quella mummia sadica del comandante in secondo fece rabbrividire il povero Uzumaki.

Nella mente del ragazzo iniziarono a figurarsi infatti varie immagini di lui torturato in vari modi e fogge e dello stronzo che rideva e gongolava sadicamente.

Naruto deglutì e bussò la porta del covo con la combinazione segreta.

Essa si aprì, e vide Torn che stava assieme a Kraid più ad altri due nuovi compagni.

Uno era un uomo di media altezza, con gli occhi neri e i capelli rossi brizzolati, l'altra era una donna piccola bionda e dagli occhi azzurri.

"Ce ne hai messo di tempo, stronzetto!" Incitò il comandante bendato. "Dovrei farti pulire i gabinetti del posto con lingua per questo, ma ho intenzione di riservarti qualcos'altro".

Kriad allora provò a salvare la pellaccia all'amico. "Andiamo Torn, guarda che ha fatto un lavoro eccellente alla stazione di pompaggio e poi..."

"E poi ha finto un malore per andare a spasso. Me lo hai già detto Kriad".

"Io non ho finto un malore, chiaro?!?" Rispose un Naruto alquanto stizzito.

"Ti consiglio di stare zitto. Una recluta che risponde rende il nostro comandante molto più...motivato". Disse il rosso agli orecchi dell'Uzumaki. "Ad ogni modo, io sono Hanks, e questa nostra compagna si chiama Agaphes. Ci hanno già parlato di te, Naruto".

"Piacere di conoscerti". Si presentò la giovane.

"Il piacere è mio". Rispose Naruto.

Torn quindi mandò alcuni colpi di tosse.

"Se avete finito di fare domande, vorrei dire a voi schiavetti sotto il mio comando quale sarà questa vostra "punizione". C'è un deposito d'armi nascosto nella fortezza Humbaba. Esso è pieno di guardie Krimzi altri sistemi di difesa molto avanzati, ma il cuore dove si trovano le munizioni rimane comunque vulnerabile".

"Allora cosa vuoi che facciamo?" Chiese Naruto.

"Semplice, entrate e fatelo saltare in aria. All'Ombra farà davvero piacere".

"A proposito dell'Ombra, quando ti deciderai a farmelo incontrare?"

"Quando e come lo vorrò io".

"Si, si come no! Ti atteggi tanto da gran duro ma poi siamo noi che facciamo tutto il lavoro sporco!

Aghapes e Hanks si misero le mani tra i capelli. Il comandante in seconda si alzò e guardò fisso negli occhi azzurri il suo interlocutore.

"Naruto poppante Uzumaki, dato che ti piace così tanto fare qualcosa, ti dico che il deposito di armi può aspettare per voi. Oggi tu andrai a fare qualcos'altro..."

"Tipo cosa, farmi lavare tutte le uniformi del Mondo Sotterraneo in una solo notte?"

Torn fece un sorriso sadico.

"Ottima idea, stronzetto. Lo vedi che qualche cosa di buono riesci a pensarlo? Ora ti mando nelle lavanderie, dove troverai tutto l'occorrente. E ricordati che,si ti beccassi a farti aiutare da qualcuno o non riuscissi a lavare tutto entro la mia visita domani mattina, pulirai anche le latrine. CON LA LINGUA!".

Il giovane Naruto rimase immobile una statua di sale, i tre giovani ribelli assunsero un'espressione sconsolata e il comandante in seconda iniziò a sghignazzare come un pazzo.

 

****************

 

"Stupido, lurido, pezzo di..MERDA!"

Il ragazzo volpe era a dir poco furibondo.

Lui doveva starsene a sgobbare e lavare una quantità industriale di roba solo perchè aveva osato rispondere a quel bastardo del suo capo.

La rabbia gli dava una carica molto elevata, ma riteneva impossibile lavare a mano una montagna di vestiti a mano.

Se io avessi avuto il mio chakra intatto, avrei potuto usare la Modalità Eremitica per spaccare il culo a quello stronzo!Non riuscirò mai a finire il lavoro entro domani mattina.

"Credo che ti serva una mano".

Naruto udì delle voci e vide delle persone avvicinarsi a lui.

Erano Aghapes, Hanks e Kriad, che con guanti e sapone aiutavano il ragazzo a liberarsi di parte del proprio onere.

"Ragazzi, ma cosa ci fate qui?" Domandò l'Uzumaki sorpresissimo.

"Vogliamo aiutarti". Rispose Hanks.

"Siamo tutti sulla stessa barca". Parlò stavolta Aghapes. "Pensa che quando sono entrata mi chiamava sempre microtappo e mi ha fatto mettere in ordine l'intera mensa per aver risposto in tono poco appropriato". E qui lei strofinò la sua veste con grande vigore.

"Mi piacerebbe essere alta dieci volte tanto, cioè quindici metri, solo per schiacciarlo sotto il mio piede!"

"Io vi ringrazio con tutto il cuore di quest'aiuto, ma non posso accettarlo. Finireste puniti anche voi". Disse l'Uzumaki, che anche se era contento della sorpresa, non voleva dare a quel maledetto l'occasione di infierire su qualcun'altro.

"Non ci importa". Dissero in coro gli altri due subordinati di Torn. "Tu sei un nostro compagno, e noi abbiamo il dovere di spalleggiarci sempre".

"E comunque io non corro rischi". Parlò stavolta Kriad. "Io sono pur sempre un comandante. Nemmeno Torn può sbattermi nelle latrine. Non ti ho condotto al covo in tempo, e questo può aver inasprito i rapporti tra te e il comandante. Mi sento un po' colpevole per ciò che è accaduto, Naruto, e sento di doverti dare una mano".

Il giovane jinchuriki non riusciva a crederci: questa situazione gli ricordava tantissimo quella del primo test con i campanelli del maestro Kakashi, e come allora aveva trovato dei compagni disposti a spalleggiarlo.

La felicità era tale che gli occhi dell'Uzumaki erano diventati umidi.

"Naruto, che hai? Sei strano...." Chiese Agaphes apprensiva.

"Nulla...sniff". Rispose egli. "E adesso forza, FACCIAMO VEDERE A QUELL'ESSERE IMMONDO DEL NOSTRO CAPO COSA SAPPIAMO FARE!"

************

 

Da poco lontano, fuori dalla lavanderia, Torn vedeva i suoi uomini lavorare di buona lena per lavare tutti i piatti.

Egli ammirava la scena davvero compiaciuto.

Che il ragazzo abbia parlato con l'Oracolo? Probabile. Forse dovei fare una visita a quest'ultimo...

"Certo che tu a volte sei davvero un bastardo, Torn".

L'uomo si girò per vedere la fonte di tale voce che aveva disturbato i suoi pensieri e vide che l'interlocutore era la comandante Sakura Haruno.

"Lo so bene". Rispose lui. "Fa parte della mia tattica".

"Una tattica barbarica e ingiusta, a mio parere. Non mi stupisco che la maggior parte dei tuoi sottoposti chieda il trasferimento".

"Quelli che però rimangono sono molto uniti tra loro, come ben vedi".

Sakura osservò bene il compagno del Team 7 lavorare assieme ai suoi compagni in maniera molto affiatata e complice, e ciò non poté che non strappargli un sorriso.

"Questa scena mi ricorda il primo giorno con il maestro Kakashi...." Sussurrò lei.

"Già, amica mia". Pronunciò Torn. "La vera forza di un guerriero è il proprio compagno, e devo dire che quel poppante ha socializzato in fretta. Ne sono contento".

"Tu cosa intendi fare? Spero che non voglia punirli per la loro..."

"Insubordinazione? Io in questo momento mi trovo nel mio ufficio, quindi non so nulla Sakura. Intesi".

La ragazza sorrise in maniera complice.

Il comandante in seconda quindi mise una mano nella tasca della veste ed estrasse due guanti.

"A giudicare dalle missioni che ho affidato loro oggi". Disse egli infilandosene uno alla mano. "Crolleranno tra tre o quattro ore, un tempo di certo non sufficiente per lavare tutto quello che gli ho affibbiato . E i panni mica si puliscono da soli...."

 
 

***************

 

 

 

Angolo dell'autore: avete avuto un buon Natale? Ve lo auguro di cuore.

Spero che non accada nulla di male.

Chuck in questo momento è in ferie......quindi lui non ci sarà.

 

Per i Ringraziamenti, abbiamo:

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2 - reds92 

Nei Ricordati: 1 - Ezzy O 
2 - yondaime 

Più i classici ringraziamenti speciali a Vaius, Ekiyo, e ovviamente, a tutti coloro che leggono la mia storia.

Ciao e buone feste!

P.S.La battute segnate in corsivo non sono mie. La prima è di Valierio Massimo Manfredi, la seconda è di 300.

Ah, e per essere chiaro, i pensieri delle persone sono riportati in corsivo, mentre le frasi dell'Oracolo in grassetto.

inoltre, ho cambiato il formato da Arial a Verdana. Scrivetemi se preferite lo scritto in questa maniera.

Per questi nuovi cambiamenti di formato mi sono inspirato all'autore inglese di fanfic Kainus.

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Capitolo 8
*** Cap. 8. Missione N. 3: Humbaba. Parte prima. ***


Cap. 8. Missione N. 3:Humbaba. Parte prima.

 

 

Torn aveva appena finito di lavare tutti i panni.

Erano ormai le undici passate del giorno dopo che aveva inflitto una punizione ai suoi uomini, ed essi a parte Naruto se ne erano già andati da tempo.

L'uomo si tolse i guanti, si strofinò la fronte con il palmo della mano e riflettè osservando bene la sua recluta .

Il nostro nuovo acquisto è rimasto a lavare panni per più di sette ore. Quando sono arrivato lì era entrato in una specie di stato di trance da orsetto lavatore, tanto da non essersi nemmeno accorto del mio arrivo. Ho dovuto sdraiarlo a terra per farlo smettere. Questo tipo ha una volontà d'acciaio! Certamente ci sarà di grande aiuto, con o senza chakra della volpe e cose simili.

Egli quindi si avvicinò all'Uzumaki, che russava paurosamente.

Questo terremoto mi distrutto i timpani per troppo tempo. Credo che sia giunto il momento di svegliarlo.

Torn sussurrò all'orecchio del ragazzo.

"Naruto..."

"Chi...è? Maestro Kakashi...in questo momento non ho spicci...può pagarmi il Ramen?" Parlottò il jinchuriki della volpe nel sonno.

"SVEGLIATI!!! BELL'ADDORMENTATO DEL CAZZO!!!"

Il grido del ribelle fece svegliare di soprassalto il povero Naruto, che si girò ancora visibilmente scosso.

"AAAAAAHHHHHH!! Cosa..diavolo è successo?!?"

"E' successo che ti sei addormentato, stronzetto". Incalzò il comandante in seconda come era suo solito fare. "Ma stavolta non ti punirò per questo, dato che hai lavato tutte le uniformi".

Il giovane si pulì un poco gli occhi, e notò che effettivamente tutti i panni era stati davvero lavati, appesi e pronti per l'asciugatura.

L'Uzumaki si domandò come mai il lavoro fosse finito, dato che si ricordava che c'erano ancora vestiti da lavare, nonché gli sovvenne in mente di aver intravisto un uomo prima di essersi addormentato.

Ovviamente non fece menzione di tutto ciò al suo capo, per temere ritorsioni di sorta su di lui o i suoi compagni.

"Alzati". Continuò sempre il superiore. "Dato che l'ora della colazione è passata da un pezzo, ti ho conservato qualcosa da mangiare nel nostro ritrovo. Adesso lavati, vestiti, e mettiti l'uniforme standard".

"Tu che mi porti la colazione? Non ci credo nemmeno se lo vedo".

"Non lo faccio per te, stronzetto. La missione che ti attende sarà tutt'altro che facile, e tu dovrai essere in forma assolutamente smagliante per poterla svolgere. Avere i propri giocattoli fuori uso è una delle cose che fa più incazzare il Barone, e un Barone incazzato farebbe all'Ombra, e sopratutto a me, un piacere immenso". E qui sorrise malignamente.

"Cosa aspettiamo allora a rompere le uova nel paniere a quel bastardo?" Domandò il ragazzo alzandosi pervaso da un'improvvisa energia. "Aghapes ed Hanks mi stanno ancora aspettando?"

"Sì, dovete andare insieme. Ora muoviti!"

Detto questo, i due si diressero fuori dalle lavanderie.

 

 

************

 

 

"Dunque dunque, siamo arrivati". Parlò Hanks.

La fortezza Humbaba si stagliava di fronte ai tre sabotatori acquattati in un vicolo solitario.

A prima vista sembrava molto meno minacciosa di quella Hellound: era solo un edificio più grosso dei normali palazzi e dalla pietra leggermente più scura.

Eppure si sapeva che dietro a questo guscio tranquillo si nascondevano grandi pericoli e aggeggi letali.

Aggeggi che il gruppo ribelle aveva il compito di far saltare in aria.

"Da quanto mi ha detto Kriad". Continuò sempre Hanks. "Il main-frame di questa fortezza è completamente isolato, quindi non possiamo ottenere la mappa dell'edificio né alcuna altra informazione su di esso per via informatica".

"Quindi cosa facciamo a tal proposito?" Chiese Agaphes.

"Semplice". Rispose sempre Hanks, e nel farlo indicò una guardia lì davanti.

"Vedete quel tipo laggiù? Aghapes, tu devi attuare la classica manovra 71, quindi io e Naruto catturiamo il pollo quando casca nella trappola. Infine gli preleviamo la tessera per entrare".

"La manovra 71? Di che manovra si tratta?" Chiese l'Uzumaki curioso.

"Qualcosa di assolutamente umiliante che non farò mai e poi mai!" Rispose stizzita lei.

"Dai, sai che è l'unico modo". Pregò Hanks l'amica.

"Ho detto no! E'...davvero stupida!".

"Ma non è vero! Guarda che poi potrebbe essere un buon esercizio per diventare un'attrice. Non lo desideravi tanto?".

"Ma qui non siamo sul palcoscenico!"

"Infatti, stiamo facendo una missione seria e dobbiamo portarla a termine, quindi smettila di fare la bambina".

"Ma ci deve essere un'altra tattica...."

"Già...magari potremmo usare quella 71 bis".

Al sentire quel nome la giovane bionda ebbe un singulto e sbarrò gli occhi.

"La tattica 71 bis?!? Ma è soltanto una leggenda metropolitana...andiamo, non me lo faresti mai fare...e comunque..."

Il ribelle rosso, resosi conto di aver fatto un punto a suo favore, sogghignò sotto i baffi, mentre Naruto grattò la testa sempre più confuso.

"Ecco come stanno le cose: o provi la tattica 71 normale o quella bis". Finì Hanks.

"D'accordo, farò la tattica 71 normale, hai vinto te!". Finì imbronciata la ragazza, e subito gli altri due si nascosero dentro dei cassonetti.

Il giovane Uzumaki intanto rimuginava sempre più interessato.

Chissà che tipo di tattica useranno per la distrazione? Che sia sciocca come la password d'entrata? Possibile...

La giovane la giovane si preparò schiarendosi la gola, togliendosi la veste e facendosi uno sfregio sulla guancia con un rossetto, quindi si mise in posizione supina ed iniziò a strillare con tutta il fiato che aveva in corpo.

Tale baccano ebbe come effetto immediato quello di attirare la guardia, che subito giunse nel vicolo e vide una giovane piccola e magra rannicchiata sul pavimento, vestita di una semplice maglietta.

"Che cosa diavolo è successo?!?" Esclamò lui.

Agaphes quindi sfoderò i suoi migliori occhi dolci e fece una voce molto dolce e impaurita.

"Signore...la prego...si avvicini".

L'uomo si avvicinò alla donnetta con fare apprensivo.

"Che c'è ragazzina?"

La ribelle con rapido gesto lo disarmò del suo bastone blaster e lo spinse verso il cassonetto dove stava Naruto.

Il giovane non ci pensò due volte ad afferrare il malcapitato per la gola e sbatterlo all'interno del suo nascondiglio improvvisato.

"Un lavoro eccellente, entrambi". Commentò Hanks spogliando la guardia e cercando un pass.

"E' vero, sei stata un'ottima attrice". Disse stavolta Naruto uscendo dal cassonetto. "Cosa facciamo però della guardia? La lasciamo qua?"

"Sì". Rispose sempre il rosso."Non mi pare il caso di infierire oltre. Quel poveretto ha dimostrato di essere un brav'uomo. Certe altre guardie avrebbero provato a fare ben altre cose ad una diciannovenne apparentemente sola e indifesa...fortuna che tu non sei né sola né tantomeno indifesa, Aghapes".

"Già, quindi non chiedermi più di fare una cosa simile, oppure finirai anche tu in un cassonetto". Parlò irritata la ragazza. "Ora è meglio che andiamo".

La ribelle quindi fece un cenno di seguirla e i due compagni si misero dietro di lei.

L'Uzumaki rifletté un poco, quindi provò a formulare una domanda a Hanks.

"Senti...in cosa consiste la tattica 71 bis?"

"Be, non si tratta di una vera e propria tattica ufficiale, più che altro è una sorta di leggenda che circola tra noi ribelli...una cosa sciocca, per non dire peggio...".

"E allora? Guarda che sono comunque curioso..."

"Si tratta di...ehmm". E qui il rosso deglutì. "Di attirare le guardie facendo la danza del ventre vestita in modo succinto..."

Prima che l'Uzumaki potesse solo riflettere per un istante, Aghapes, che aveva sentito il loro discorso, sfoderò due pistole e gliele puntò contro.

"Giuro che se un solo pensiero perverso riguardante me vi dovesse sfiorare l'anticamera del cervello, vi priverei seduta stante del motivo per il quale vi mettete addosso i boxer". Minacciò lei serissima.

I due ebbero un brivido nel sentire questa frase, e Hanks cercò di sbrogliare la situazione.

"Meglio andare avanti e concentrarsi sulla missione".

 

 

**********

 

 

CRACK

Con un rumore sordo, il collo di una Guardia Krimzi di pattuglia alla fortezza Humbaba venne spezzato come se fosse uno stuzzicadenti, e il malcapitato cadde a terra morto.

L'autore di questo omicidio osservò per un attimo il cadavere della sua vittima, quindi alzò gli occhi ed iniziò a pensare.

Era un uomo molto corpulento ma muscoloso, vestito con una tuta nera e con una maschera raffigurante un bambino che sorrideva.

Certo non faccia consona al lavoro che egli aveva appena compiuto.

Dunque questi sono gli interni della fortezza Humbaba? Un posticino davvero...inquietante. Queste parete così nere incutono non poco timore agli eventuali visitatori. Ma probabilmente lo scopo è proprio quello.

Quindi egli si diresse verso la porta e la sfondò con un calcio.

Dovrebbero farle più resistenti, queste uscite. Anche le telecamere si sono rivelate facili da mettere fuori uso in modo imbarazzante. Possibile che queste Guardie non imparino mai?

Oltre la porta c'era un grande e stretto corridoio e con numerosi soldati che parlavano tra loro.

Dimostrando un'agilità assolutamente incredibile, specie per un uomo della sua stazza, l'intruso corse sulle pareti e si tenette appeso al soffitto facendo pressione alla pareti con le mani e con i piedi.

Egli poi approfittò di questa posizione per osservare attentamente i due guardiani che passeggiavano e parlottavano tra loro.

"Ehi Fluthis, sai per caso chi ha vinto il campionato di zoomer? Non ho potuto vedere la partita". Chiese una guardia ad un'altra.

"Lo ignoro anch'io Dasmep. Da quando c'è stata quell'intrusione alla fortezza Hellhound per liberare quel nostro prigioniero, hanno raddoppiato la sorveglianza e i turni di guardia".

L'intruso ebbe un strano moto nel sentire queste parole.

Il prigioniero? Deve trattarsi di quel Naruto. L'ho visto anche alla stazione di pompaggio assieme a Kriad. Quindi lo avevano riesumato da Hellound....

"Già". Continuò Dasmep. "E' davvero una grossa fatica, ma credo che sia tutto uno spreco di tempo. Quella tettona verde ribelle avrebbe potuto demolire l'intera fortezza a mani nudi se ne avesse avuto voglia. Per non parlare dell'Ombra. E fortuna che quella bestia di quella Faccia di Bimbo non si vede da un sacco di tempo in giro...brrrr. Questi comandanti ribelli fanno una paura tremenda!"

Lo credo bene, specie io. Anche se non faccio più parte del loro gruppetto. Pensò sadicamente l'uomo sul tetto.

Fluthis quindi sì grattò la testa e parlò ancora"Il deposito è fortemente a rischio, allora. Per loro non ci vorrebbe nulla a raggiungerlo. Da qui basterebbe prendere la seconda a destra..."

"Ti consiglio di stare zitto". Lo interruppe il compagno "Meglio non parlare di queste cose. Potrebbero esserci delle intrusioni, come ad Hellhound, e non voglio che delle spie origlino conversazioni riservate".

"Bravo, infatti hai ragione. C'è proprio una spia pronta farvi il culo".

In men che non si dica l'uomo misterioso uscì dal proprio nascondiglio e sia avventò sulle due guardie. Egli quindi raggiunse Damsep e gli ruppe il collo nella stessa guisa di come aveva fatto con la prima guardia.

Fluthis cercò di preme il grilletto per sparare, ma prima che potesse effettuare tale tentativo di difesa venne anche lui raggiunto.

Invece di ucciderlo però, l'intruso si limitò a disarmarlo e a sollevarlo con una mano per la gola.

La guardia prigioniera osservava gli occhi gialli dietro alla maschera da infante ed ebbe paura, notando la luce sadica che brillava negli occhi.

"Stavi parlando di me, vero?" Schernì l'uomo con la maschera, godendosi l'effetto che faceva alla guardia. "Sono contento di mettere a della feccia del vostro stampo così tanto...terrore. Ora sai che Faccia di Bimbo è tornato in azione, e vuole da te qualcosa".

"Co..cosa?" Cercò di dire Fluthis.

"Come, non lo intuisci? A quanto mi sembra, tu conosci bene dove si trova il deposito d'armi, e forse saprai dove è collocato anche il main-frame. Devo raggiungerlo ".

"Non..n...ti dirò nulla! Non...importa quello che tu possa farmi!"

Faccia di Bimbo rise satanicamente.

"Forse tu potresti avere un poco più di palle della maggior parte di quei rottinculo dei tuoi colleghi". Affermò l'intruso incuriosito. "Ma a parlare così sono buoni tutti. Vediamo se sarai capace di mantenere quelle tue briciole di coraggio dopo che io ti userò su di te..."

"Tu...cosa ?!?" Domandò il prigioniero, inorridito al pensiero di cosa potrebbe fargli quell'essere spietato.

"Questo".

Nel dire tale parola, l'aguzzino prese dalla tasca uno strano aggeggio dalla sua tasca, simile ad una grossa forcina a cui era attaccata alla parte afferrabile una sfera.

Faccia di Bimbo gliela la mise accanto ad un braccio, premette un pulsante, e da essa uscirono delle scariche elettriche che fecero urlare di dolore il povero Fluthis.

"AAAAGHHH!!! B..as..s.." Cercò di biascicare il torturato, e allora l'aguzzino spense il suo affare.

"Basta? Vuoi dire basta? Allora mostrati più accondiscendente e dimmi quello che voglio sapere, altrimenti userò il mio elettrificatore sui tuoi coglioni. Sempre che tu ce li abbia...". E qui sogghignò crudelmente.

La guardia iniziò a tremare per la paura. La punizione in caso di tradimento era davvero orribile, ma in quel momento la vista del nemico armato in procinto di torturarlo era più forte di tutto, e non poté che sospirare, vinto.

"Hai vinto, Faccia di Bimbo. Ti dirò tutto ciò che vuoi sapere. Come avrai già sentito, bisogna prendere la seconda porta a destra, quindi proseguire per un poco ed infine svoltare a sinistra. Presa quella porta, ci si troverà di fronte ad un grosso portone.

Per entrare c'è bisogno di un codice: PX-4. oltre quella porta c'è la sala di controllo".

"Grazie". Affermò serio l'intruso, mollando la presa sulla sua vittima.

"Tu comunque verrai con me. Nel caso in cui tu mi avessi mentito...be, puoi immaginarlo..."

Fluthis ebbe un tremito, e capì di non avere molta scelta in merito.

"Va bene...verrò con te".

E i due si diressero per il corridoio.

 

**********
 

Il gruppo dei tre ribelli era giunto alla fortezza senza molti intoppi.

Avevano dato la password per accedervi dentro ed erano entrati nell'atrio principale.

Il ribelle rosso mise allora in vista il proprio segnalatore e premette un pulsante su di esso.

"Bene, chiudete gli occhi". Sentenziò egli, quindi premette un pulsante e dal segnalatore stesso partì un flash.

"Che roba è?" Chiese l'Uzumaki stupito.

"Un segnale di disturbo luminoso." Rispose stavolta la ragazza. "Serve ad accecare tutte le telecamere nella zona. Ora è meglio guardarsi intorno per vedere trappole varie".

L'area era una specie di hangar con una grosso corridoio ad ovest che portava ad una zona piena di piattaforme, mentre ve ne era un altro nord molto più piccolo.

La cosa che più saltava all'occhio era, oltre alla totale assenza di guardie Krimzi nel perimetro, un grosso ed enorme cingolato color cremisi sormontato da una torretta con due canne.

Naruto notò subito il carro e si mise ad osservarlo più da vicino.

"Cosa è questa roba? Sembra piuttosto pericoloso..."

"Ti consiglio di non toccare nulla. Quel cingolato potrebbe essere attivo, ed avvicinarsi il modo migliore di finire in qualche bel pasticcio". Sentenziò Hanks. "Forse dovrei farlo saltare in aria con qualche bomba..."

"Non credo che sia la decisione migliore, Hanks". Obbiettò Aghapes giocherellando con un ricciolo dei suoi lunghi capelli. "Un'esplosione qui attirerebbe le guardie come il miele fa con le api".

"Probabilmente hai ragione tu". Affermò Hanks, che quasi per imitare l'amica mise una mano sui capelli radi. "Meglio risparmiare il fuoco per il grosso delle munizioni. Tu Naruto che ne pensi?"

L'Uzumaki picchiettò il suo mento per un poco.

"Penso, ragazzi, che questa situazione di calma è leggermente sospetta. Sarebbe meglio andarcene di qui prima che..."

In quel preciso istante suonò una sirena che echeggiò in tutta la stanza e allo stesso tempo risuonava nell'aria una voce metallica e innaturale.

"Entrata non autorizzata nel perimetro della fortezza. Attivare protocollo difensivo".

Con un rumore sinistro, anche il cingolato si attivò e la torretta del cannone iniziò a spostare e puntare con un mirino laser acceso.

Naruto fece in tempo a spostarsi per evitare di finire schiacciato da quei cingoli e subito si accorse del pericolo imminente.

"Aghapes! Hanks! TENETEVI A DISTANZA!!! Lo terrò io a bada!"

Quindi il ragazzo volpe lanciò un kunai sul cingolato, che non scalfì neanche la durissima corazza dell'arma, ma attirò l'attenzione della torretta su di se.

Da essa partirono due colpi, ma Naruto li evitò con la eccezionale agilità propria di un ninja.

"E' tutto qui quello che sai fare, muso metallico?!?" Schernì il jinchuriki, quasi pensasse che il cingolato fosse un rivale in carne ed ossa.

"Prova prendermi, se ci riesci!"

 

 

*********

 

 

Angolo dell'autore: ecco qua con un nuovo capitolo ed una new entry, Faccia di Bimbo (nome preso in prestito da un personaggio di Duck Dogers).

Probabilmente avrete notato una leggera percentuale di contenuti...non proprio castissimi. La quantità di fanservice per fortuna rimarrà sempre a livelli minimi o comunque molto bassi, e sarà l'azione a fare da padrone.

Sakura e altri lettori:...

Me: Alt, prima che te o ognuno di voi altri dica qualcosa, devo forse menzionare lo Yaoi no Jutsu? O il Paradiso della Pomiciata?

Sakura: forse è meglio tacere.

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Più i ringraziamenti speciali ad Ekyio e Vaius, nonché a tutti i miei lettori.

Ciao, buone feste e recensite in numerosi!

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Capitolo 9
*** Cap. 9. Missione N. 3: Humbaba. Parte seconda. ***


Cap. 9. Missione. N. 3: Humbaba. Parte  seconda.

 

 

 

 


"Naruto, stai attento!"

La tensione nell'area era assolutamente alle stelle.

Non solo erano scattati, ma anche il cingolato preposto alla difesa dell'atrio era stato attivato, e Naruto stava attirando la sua letale attenzione su di se per salvare i propri compagni.

Aghapes, però aveva in mente in un'altro piano

Non posso permettere a Naruto di fare da esca! Devo dare una mano...

Quindi lei estrasse dalla sua tasca una bomba adesiva C-4 e corse dietro al cingolato per piazzarglielo sopra.

La giovane era a pochi metri dal cingolato, quando anche da un vano sul retro di esso fuoriuscì una torretta più piccola di quella davanti, che subito caricò dei colpi.

Pure una difesa da dietro? O cavoli...

Naruto si accorse che effettivamente era uscita una torretta sul retro e decise di intervenire.

Con un agile balzo, egli si buttò a capofitto sull'amica e la spostò impedendo che essa venisse crivellata da una raffica del cingolato.

"Aghapes...tutto bene?" Domandò lui ansioso.

"Si..." Rispose lei con il fiatone e ancora molto scossa per aver evitato la morte per soffio. "Grazie...grazie".

Hanks, che intanto aveva visto tutta la scena , capì che non doveva rimanere con le mai in mano, quindi con grande rapidità cambiò la cartuccia del caricatore con un'altra.

Il fucile cambiò stranamente forma ed la parte terminale assunse quella di un lanciagranate.

Egli allora si mise proprio davanti il mirino laser della seconda torretta e puntò la sua arma modificata contro di essa.

"Hei, bastardo!" Gridò verso il carro armato. "Apri quelle due boccucce!"

Dalla seconda torretta, quasi in risposta alla provocazione, venne caricata una raffica di colpi.

Naruto fu tentato di intervenire, ma Aghapes con lo afferrò e cercò di spostarlo lontano.

"Hanks sa ciò che fa, e ti consiglio di allontanarti dal cingolato".

Il ribelle rosso quindi si leccò e labbra e si concentrò con tutte le forze sul bersaglio.

Mi rimane una sola possibilità ed è fatta! Devo calcolare bene i tempi...

In una frazione di secondo egli sparò un colpo dalla sua arma, che andò dritto a finire nelle canne dell'arma, quindi si allontanò con un salto laterale.

Sempre in un tempo molto breve, la seconda torretta esplose con violenza lasciando una nuvola di fumo e mostrando cavi e tubi scoperto.

La torretta più in alto del cingolato invece iniziò a ruotare con una velocità mentre i cavi sfrigolavano di scintille. Dopo poco essa fermò e l'intera macchina si spense con un rumore sordo.

L'Uzumaki nell'osservare quel veicolo distrutto fischiò di ammirazione.

"Cavoli Hanks! Come diavolo...ci sei riuscito?"

Il suo interlocutore rosso inspirava l'aria a pieni polmoni e sudava per la fatica.

"Non è stato per nulla facile. La granata di Eco Rosso esplode solamente all'impatto con qualcosa di più solido dell'aria oppure vicino a zone di energia molto intensa. Dovevo calcolare attentamente in che frazione di secondo la torretta avrebbe sparato il suo proiettili energizzati. Un colpo sparato troppo presto avrebbe solamente distrutto la torretta secondaria, mentre uno troppo in profondità avrebbe fatto saltare in aria tutta la macchina da guerra, rischiando di coinvolgerci nell'esplosione. Abbiamo avuto una fortuna davvero sfacciata".

"Comunque sei stato formidabile". Continuò il ragazzo volpe. "Non avrete la forza e la velocità di un ninja, ma vio ribelli sapete comunque davvero farvi valere".

Quindi egli si bloccò ed assunse un'espressione molto seria.

Sento qualcosa...rumori di passi! Che siano delle guardie Krimzi?

"Naruto, che hai?" Domandò la ragazza bionda preoccupata.

"Dobbiamo levare le tende". Rispose lui "Le Guardie Krimzi stanno arrivando dal corridoio più stretto e sono parecchie".

"Allora prenderemo l'altra strada. Forza, andiamo!" Esortò che intanto si diresse per i corridoio.

 

 

 

********

 

 

 

MERDA!

Faccia di Bimbo correva a perdifiato nei corridoi cercando di sfuggire alle guardie.

Egli nella sua fuga giunse ad una stanza circolare.

Quel bastardo è riuscito a fregarmi! E non ho potuto neanche fargliela pagare. Mi ha impedito di raggiungere il main-frame di prelevare tutti i dati che desideravo, nonché mi aizzato contro tutti i soldati.

"Sei spacciato, Faccia di Bimbo".

Due guardie Krimzi da parapetto superiore fermarono le sue riflessioni puntandogli il loro fucile blaster contro, mentre altre sei entravano nella zona e si disposero in cerchio attorno a lui.

Faccia di Bimbo era in trappola, bloccato da tutti i lati e senza vie di fuga.

"Faccia di Bimbo". Iniziò a parlare sempre la guardia che aveva puntato il blaster. "Ricercato per atti terroristici, stragi, e omicidio plurimo. Sono anni che aspettiamo di beccarti. Ora è davvero finita.

Il ricercato sorrise sotto la maschera.

"Si, è finita. PER VOI TESTE DI CAZZO!"

In un tempo brevissimo egli mise le mani nelle tasche e sfilò due coltelli da lancio, quindi sempre con rapidità fulminante lì tirò contro gli avversari in posizione sopraelevata trafiggendo loro le gole.

L'offensiva è appena iniziata, stronzi. Preparatevi a crepare.

Le guardie non avevano fatto in tempo reagire che la spia ne aveva già disarmata una e stesa con un colpo da mischia del bastone-fucile, quindi egli si avventò sulle altre sferrando colpi alla testa.

Il tutto fu di una velocità sconcertante, e alla fine dell'attacco ogni nemico dell'intruso giaceva a terra svenuto o ucciso senza aver sparato neanche un colpo.

Faccia di Bimbo osservava attentamente tutti i corpi svenuti delle guardie, e tale vista riempì il suo cuore di una grandissima gioia.

Questi bastardi hanno avuto ciò che meritavano. Hanno ricevuto la stessa sorte della mia gente. E devo ancora far loro pagare per lo scherzetto che quella guardia mia combinato.

Nel ricordare questo suo mezzo fallimento un senso di nera rabbia offuscò la sua euforia della vittoria.

*****

Faccia di Bimbo e il suo compagno erano giunti al main-frame, il tutto senza intoppi o ostacoli di sorta.

"Bene". Pronunciò lui. "Credo proprio che la tua vita non sia così necessaria ora, a meno che tu non conosca la password".

"Io...io..." Mugolò la guardia con terrore.

"Come sospettavo". Rispose l'intruso con fare maligno. "Sei solo una miserabile guardia. Tu puoi anche crepare per ciò che mi riguarda, e ciò che riguarda me riguarda molto anche te". E qui rise.

Fluthis iniziò a tremare e a sudare in maniera convulsa. Ormai il suo destino era segnata.

Egli leggeva dagli occhi assetati di sangue e colmi di odio del suo sequestratore che non sarebbe uscito vivo da quella stanza, e che gli rimanevano pochi secondi nel mondo dei vivi.

Quel bastardo gode nel vedermi soffrire! Non sta mollando i suoi occhi dalla mia faccia...

Nel pensare ciò ebbe un'illuminazione inaspettata.

Forse posso trovare un modo per non rendere la mia morte vana.

Quindi la guardia fissò il suo sguardo su quello del suo nemico, e pronunciò con un'inaspettata fermezza.

Di nascosto egli prese la munizione di eco rosso dal caricatore del suo fucile e la staccò.

Faccia di Bimboera troppo occupato a osservare lo sguardo del nemico per accorgersene.

"Sono pronto, fà ciò che vuoi. Io farò Questo". E nel dire ciò sbatté con forza il caricatore sul pavimento con tutta la forza che aveva.

L'intruso si accorse subito di questo problema ed uscì dalla stanza con velocità eccezionale.

La capsula delle munizione si incrinò ed esplose, uccidendo quindi la guardia Krimzi.

Un secondo prima di venire coinvolto nell'esplosione, il soldato sorrise.

Almeno non ha raggiunto il main-frame, ed io mi sono redento dalla mia vigliaccheria. Damsep...avevi ragione su tutto.

Il main-frame venne distrutto dalla detonazione e suonò l'allarme, lasciando quindi Faccia di Bimbo a leccarsi le ferite.

******

Ho commesso una grossa leggerezza nel distrami. Mi sono fatto fregare come un pivello! Ma quel bastardo doveva soffrire, come tutti coloro che seguono il Barone per ciò che ha fatto al mio popolo.

L'uomo quindi si girò e diede un'occhiata in giro.

Ora che il main-frame è stato distrutto, tutta la fortezza è piombata in stato di allerta. Credo che sarebbe meglio uscire da qui. Ma prima potrei distruggere il deposito di armi. Sì, farò proprio questo.

Finito di riflettere, Faccia di Bimbo si diresse verso il suo nuovo obbiettivo.

 

 

**********

 

 

In un altro lato della fortezza, anche il gruppo del Mondo Sotterraneo si dirigeva al proprio obbiettivo inseguito dalle guardie.

"Dunque..." Sbuffò Hanks per la corsa consultando la mappa rubata alla guardia Krimzi dell'entrata. "Secondo questa cartina per il deposito di armi bisogna prendere la seconda uscita a sinistra e proseguire fino alla fine del corridoio, dove troveremo la porta".

"Tutto chiaro dunque". Sentenziò il ninja biondo correndo anch'egli a perdifiato. "Sarebbe meglio però sistemare quei soldati dietro di noi".

Egli quindi fece un salto all'indietro e atterrò proprio davanti ad un plotone di guardie Krimzi.

"Per ordine del Barone Praxis, vi dichiaro in..."

Provò a dire un ufficiale, ma che non fece in tempo a finire di parlare che venne steso con calcio al mento.

"DAAIAAHH!" Gridò l'Uzumaki infervorato dalla battaglia, quindi colpì altre due guardie con diretti al volto, stendendole, e ne gettò a terra una quarta con una spazzata rasoterra.

Allora egli si fermò e guardò i nemici rimasti.

"Se ci tenete ad evitare una dolorosa scarica di mazzate, vi consiglio di smetterla di inseguirci".

I soldati del Barone, impauriti da una tale prova di forza, non ci pensarono due volte e fuggirono con la coda fra le gambe.

Codardi ma non sciocchi. Devo ricongiungermi con il resto del mio team al più presto.

Velocemente come se ne era andato il jinchuriki corse con tutta la sua rapidità e raggiunse gli altri due ribelli, che in quel momento erano fermi alla porta.

Naruto però notò una cosa molto strana: il portone era già stato forzato e giaceva rotto.

"Quel gruppo di guardie non ci seguirà più". Affermò l'Uzumaki.

"Già, ma non è l'unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci. Qualcuno è già entrato nel deposito,e non sappiamo cosa potrebbe aspettarci lì".

"In ogni caso rimanere qui è inutile". Parlò stavolta la ragazza del gruppo. "Anche se Naruto è riuscito a sconfiggere un plotone di guardie Krimzi, ce ne piomberanno altre addosso se restiamo qui. Suggerisco di andare avanti, anche perché il nostro obbiettivo è qui davanti a noi".

"Giusto". Finì l'Uzumaki. "Ma teniamo le armi cariche e gli occhi aperti, dato che potrebbero capitarci molte brutte sorprese. E lì parliamo a voce più bassa possibile".

Gli altri due fecero un cenno di assenso e Naruto sfondò la porta con un calcio, quindi i tre si misero spalle contro spalle e con le armi in pugno entrarono nella sala.

"E' completamente buia..." Sussurrò Aghapes. "Hanks, accendi una luce".

"Ok". Disse l'uomo anche egli a bassa voce.

Subito accese una luce e qui mostrò la presenza di moltissime munizioni, armi balistiche di vario calibro ed una grossa quantità di esplosivi.

Il rosso estrasse un esplosivo C-4 dalla sua sacca e si preparò a posizionarlo nel mucchio di armi, quando venne disturbato da un rumore.

Un muggito grottesco e ferino, che tutti gli abitanti di Haven avevano ben riconosciuto.

Anche gli altri compagni avevano sentito qualcosa,e il ninja biondo mise il suo orecchio sul pavimento da dove proveniva tale suono.

Grazie al suo fine udito da shinobi egli riuscì ad udire chiaramente la voce di un uomo al piano di sotto.

"Maledette Teste di Metallo...prendete l'Eco che il Barone vi ha accordato e andatevene".

Poco dopo si udirono altri muggiti e i passi dell'uomo allontanarsi.

"Che cosa è successo? Che hai sentito!" Chiese ansiosa Aghapes a voce però sempre fioca.

"Una cosa...incredibile". Sussurrò il ragazzo volpe sbigottito da ciò che aveva appena udito. "Se il mio orecchio non ci ha giocato un gran brutto tiro, ho sentito una guardia parlare con una Testa di Metallo!"

"Cosa?!?" Esclamò scioccata lei cercando comunque di tenre basso il tono.

"Ma è impossibile!" Replicò un Hanks scosso quanto la compagna. "Le Teste di Metallo sono nemiche giurate del Barone! Forse è perchè la stavano studiando o interrogando o..."

"No, ed è questa la cosa più incredibile!" Ribatté sempre il ninja biondo. "Il soldato e la bestia parlavano di un carico di Eco che il Barone doveva alle Teste di Metallo! Il Barone sta regalando Eco alle Teste di Metallo".

"Questa è un'informazione che valeva davvero la pena di essere sentita. Peccato per voi che tu non sia l'unico ad avere un udito fine qui, Naruto".

Tutto il gruppo si girò di scatto per vedere da dove proveniva questa voce.

In quell'istante la luce si accese e videro su una terrazza soprastante un grosso molto grosso vestito di nero, la cui caratteristica più peculiare era sicuramente la maschera raffigurante un bambino.

Alla vista di quell'uomo, il ribelle rosso Hanks impallidì come se avesse visto il demonio in persona e indietreggiò spaventato.

"No...non...lu...i". Biascicò il ribelle con terrore.

"Dunque sei tu il famigerato Ilnok, conosciuto anche come Faccia di Bimbo?" Domandò la ragazza con voce molto più ferma del suo collega. "Mi hanno parlato di te e del tuo tradimento al quartier generale".

"Quel vigliacco dell'Ombra non si è dimenticato di me, vero? Ne sono onorato". Parlò con tono molto sarcastico l'omone.

Hanks intanto balbettò qualcosa ai suoi compagni.

"Non..non..fatelo arrabbi..are, per l'amor del cielo! Voi non avete idea...due anni fa non eravate qui..."

"Dimmi Faccia di Bimbo". Parlò stavolta Naruto. "Come diavolo fai a conoscere il mio nome?"

"Be, diciamo che me lo ha detto un mio amico. Egli mi ha detto anche che tu sei una testa quadra di prima categoria, ma anche un buon combattente".

"Dunque cosa è che desideri da me?"

"Se sei davvero così forte come dice, è mio desiderio sfidarti in combattimento. Sarà molto...interessante. E sappi che non fuggirete da qui se tu non accetti di lottare da solo".

"D'accordo. FATTI SOTTO!" Ruggì l'Uzumaki saltando sulla piattaforma dove si trovava Ilnok.

Nel momento in cui si mise di fronte all'avversario, egli notò che nei suoi occhi brillava una forte eccitazione.

"Dimmi una cosa". Parlò sempre l'uomo mascherato. "Tu e la ragazza siete qui da meno di un anno, vero?"

"Sì". Rispose il jinchuriki della volpe.

"Quindi non avete paura di me, suppongo?"

"Io non temo affatto né te né la tua ridicola maschera".

"Allora ti do un consiglio: dovresti temermi molto invece, e sopratutto temere questa maschera. Il tuo amico ha tutte le ragioni per..."

"Basta parlare. Combattì!" Troncò Naruto brusco gettandosi su Faccia di Bimbo.

Negli occhi del nemico intravedeva un sorriso eccitato.

Il ragazzo iniziò gettandosi di lato e tentando un colpo basso, ma esso venne evitato con un'agilità incredibile dall'avversario.

Allora egli si avvicinò di più e sferrò una serie di diretti e calci miranti al volto, ma il nemico lì parò tutti apparentemente senza sforzo.

Naruto allora con un balzo tornò indietro e cercò di riflettere.

Questo tipo è assolutamente letale! Deve aver ricevuto un addestramento simile a quello dei ninja. Devo stare all'erta...

L'Uzumaki poi estrasse due kunai dalla tasca e lì lanciò contro il nemico. I due colpi vennero evitati con grandissima rapidità e in una frazione di secondo il ninja di Konoha venne bloccato e tirato su per la gola.

"Avanti, è tutto qui quello che mi sai mostrare?" Schernì il nemico intensificando la presa sul collo del povero Uzumaki.

Il giovane tentò di sferrare un calcio ai testicoli del nemico, ma il suo piede venne parato ed il ragazzo venne scagliato dal nemico come una fantoccio inerme.

"Naruto!" Gridò Hanks che afferrò al volo il poveretto, mentre l'altra ribelle gridò sparando due colpi con il suo blaster.

"Prendi questo, bastardo!".

Ilnok con la sua temuta rapidità estrasse un bastone di metallo e con esso parò i proiettili della ragazza.

"Straordinario...". Mugugnò Naruto che cercava di rialzarsi.

"Come tutto qui?" Schernì Ilnok. "Mi sarei aspettato un poco di più da te, ragazzo. Ciò nonostante hai comunque lottato contro di me, ed io sono sempre di parola. Vi lascerò andare senza opporre resistenza".

Il giovane Uzumaki intanto era riuscito a rimettersi in piedi.

Era ancora un poco scosso, ma si sarebbe ripreso tra poco.

"Anzi,vi voglio fare un regalo, quella davanti a voi è l'uscita". E qui l'uomo mascherato indicò una porta. "Vi basta fare una ventina di passi per raggiungerla. E per gli esplosivi ci ho già pensato io..."

Quindi egli premette un pulsante, e nel mucchio di armi e velivoli si udì il ticchettio di bombe.

"Mandate l'Ombra al diavolo da parte mia. Arrivederci".

E con questa beffarda frase, Faccia di Bimbo saltò dalla balconata ed uscì dalla porta in un lampo.

Tutti i ribelli intanto erano ancora frastornati, ma dovevano comunque sbrigarsi ad uscire da quel posto, o sarebbe diventua la loro tomba.

"FORZA!!! MUOVERSI!!!". Gridò Naruto

I tre quindi corsero con tutta la velocità che avevano e saltarono dalla porta proprio mentre il deposito saltava in aria dietro di loro.

"AAAAAGHHH!" Gridarono i ribelli accorgendosi proprio in quell'istante che l'uscita era sopraelevata e che si trovavano proprio a pochi metri da terra.

Spinti dalla forza di gravità, i tre caddero a terra con un tonfo sordo.

"Che botta..." Si lamentò Aghapes essendo caduta sul sedere. "Allora Faccia di Bimbo è davvero così pericoloso come si dice in giro. Tu come stai Naruto? Ti ha dato davvero una bella batosta..."

Il giovane Uzumaki stava con la testa bassa, però non vi erano segni di tristezza nel suo sguardo.

Al contrario, sorrideva.

"Non credevo che in questo postaccio avrei trovato avversari simili..ehehehe".

Quindi alzò gli occhi.

"Credo che accadranno un sacco di cose interessanti da ora in poi. Mi sento davvero motivato per una rivincita con Ilnok! A proposito, qualcuno sa dove è finito?"

"Quel maledetto è scappato. Ma lo riprenderemo, vedrai".

 

 

**********

 

 

Poco lontano, un uomo maschera si spostava silenzioso ma velocissimo tra i palazzi della città.

Questo stava riflettendo su molte, molte cose.

Credo che il ragazzo mi abbia lanciato una sfida. Chissà come prenderebbe tutto ciò l'Uchiha..specie per la faccenda delle Teste di Metallo.

Dopo un poco egli giunse ad un piccolo edificio e fece una strana bussata.

Al prossimo incontro Naruto Uzumaki. Al prossimo incontro.

 

 

***************

 

 

Angolo dell'autore: Tadahhhh! Con Faccia di Bimbo allo scoperto, ecco a noi un nuovo personaggio si è aggiunto e nuovi misteri infittiscono la trama.

Il look del nuovo personaggio è quasi identico a Matt Helms di No More Heroes, solo sostituite il lardo con dei muscoli d'acciaio.

Ringrazio come sempre tutti coloro che seguono e leggono la mia storia.

Buon anno nuovo e mi raccomando recensite la mia storia!

P.S. Quella parte attaccata a due file di asterischi è il flashback.

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Capitolo 10
*** Cap. 10. Discussioni varie. ***


Cap. 10. Discussioni varie.

 

 

"Allora, come è andata la missione?"

Naruto era tornato al ritrovo assieme al suo team, ove stava facendo rapporto al proprio comandante.

Qualcosa di consueto per un ribelle.

Ma non erano consuete le notizie che lì avevano portato.

"Bene, ma sono successi numerosi imprevisti durante la nostra intrusione". Parlò Hanks. "Innanzitutto, non abbiamo distrutto noi il deposito d'armi".

"Cosa?!?". Esclamò Torn sbigottito. "Ma chi altri...potrebbe averlo fatto..."

"Si tratta...". E qui il ribelle rosso ebbe un singulto. "...di Ilnok. Faccia di Bimbo è tornato in azione".

A Naruto, osservando bene il suo comandante durante il colloquio, parve di notare una cosa assolutamente insolita.

Il suo comandante sembrava per un attimo aver abbandonato il suo atteggiamento imperturbabilmente gongolante, tanto che sul volto dell'uomo ricoperto da un fitto strato di bende si poteva notare un'ombra di forte ansia e rabbia.

Ma fu solo un attimo, in quanto egli ritornò ad assumere un espressione attenta e seria.

"Sapevo che prima o poi quel verme si sarebbe fatto vedere". Continuò il comandante in seconda sospirando. "Era solo una questione di tempo".

"Comandante, vuole spiegarmi chi diavolo è questo Faccia di Bimbo?". Disse stavolta l'Uzumaki. "Ho capito che quel tipo era un ribelle che ha defezionato la nostra parte".

"Sì,è così". Rispose Torn. "Ilnok era uno dei nostri migliori agenti, finché non ci ha lasciato per una...divergenza di metodi".

"Sarà, ma quel tipo sembrava bene informato". Continuò Naruto. "Sapeva chi ero e dei miei legami con il Mondo Sotterraneo, nonché mi ha sfidato in battaglia. Quel tipo era davvero letale, e mi ha sconfitto in poco tempo".

L'ombra che forse era comparsa sul viso del comandante riapparve stavolta più vivida che mai.

"Tu..hai lottato..con Ilnok, e sei sopravvissuto?!?"

"Sì, diceva di volermi mettere alla prova o qualcosa del genere. Ma non è l'unica cosa strana che ho udito. Le Teste di Metallo...sembra che il Barone consegni loro dell'Eco. Abbiamo udito uno di questi scambi alla fortezza Humbaba".

Torn sogghignò in modo lugubre e preoccupato.

"Un sacco di misteri dunque. Sappi che comunque l'Ombra sarà davvero contento delle informazioni che tu ci hai fornito. Potete andare, e vi concedo un'ora di pausa".

I tre ribelli si alzarono dalle loro posizioni e Aghapes ed Hanks si prepararono ad uscire.

Naruto però, piuttosto stranamente, rimase nella sua posizione.

"Ho detto che potete andare". Ridisse meccanicamente il comandante.

Naruto tossì un poco e parlò a voce bassa.

"A dire il vero comandante, c'è una cosa che volevo chiederle..."

"Per l'incontro con l'Ombra, sappi che non è ancora giunto il momento..." Rispose scorbutico il comandante in seconda.

"A dire il vero si tratta di un altra cosa..." Continuò il ragazzo volpe.

I compagni di squadra del ragazzo si girarono verso gli altri due ribelli in modo nervoso, agitati per la sorte del ragazzo.

Naruto che chiede una cosa a Torn? Gli farà fare la pattuglia alla città morta per tre anni come minimo per questo...

"Volevo chiederle se potevo passare più tempo agli allenamenti con Sakura. Quelli per il controllo del chakra sono al minimo, e vorrei tentare ad imparare anche il metodo per schivare i colpi. Ilnok mi ha lanciato una sfida, e devo diventare molto più forte per batterlo".

Il comandante allora si alzò, e in quel momento il jinchuriki temette per la sua sorte, pensando che lo volesse punire.

In maniera del tutto inaspettata, Torn diede a lui una pacca sulla spalla.

"E bravo il nostro stronzetto! Vedo che sai avere delle buone idee ti tanto in tanto. Continua così e non ti chiamerò più con questo nomignolo". Si congratulò Torn.

Grazie ma ne dubito. Pensò tra se il ragazzo.

"Te lo concedo. Se Ilnok ti ha davvero sfidato dovrai usare ogni mezzo possibile per evitare che il tuo cadavere venga usato per spazzare i pavimenti. Ma se ti becco a bighellonare con la comandante Haruno, ti uso come esca per le Teste di Metallo al confine, va bene?"

"Va benissimo, comandante". Finì l'Uzumaki. "Ora posso andare. Con permesso".

I tre quindi uscirono dalla sala, parlando tra loro dell'accaduto.

"Torn che non ti punisce ma che esaudisce un tuo desiderio! Roba dell'altro mondo". Parlottò Aghapes molto sorpresa.

"Comunque ha ragione. Hai bisogno di tempo e nuove armi". Disse stavolta Hanks rivolto a Naruto. "Ogni nuovo aiuto potrebbe essere la chiave per salvarti la vita. Che ne diresti di fare anche qualche lezione di tiro? Usare le varie armi da fuoco ti risulterebbe molto utile..."

"Grazie, ma preferirei prima pensare agli allenamenti con il chakra". Rispose l'Uzumaki. "Devo dire che è stato davvero bello andare in missione assieme. Saremo una squadra fissa?"

"Credo di no". Parlò stavolta la ragazza. "Le squadre non sono in genere fisse. In genere i nostri team sono due o addirittura facciamo missioni in solitaria".

"Allora non lotteremo più fianco a fianco?" Domandò ancora il ragazzo volpe.

"Può darsi". Rispose sempre Aghapes. "Ma nulla ci impedisce di incontrarci anche oltre le missioni. Volete per caso andare a prendere un gelato? Con il caldo e il sole che fa, ci vorrebbe proprio".

Gli altri due ribelli annuirono, e si allontanarono dal ritrovo.

Il comandante in seconda stava invece sempre lì, rimuginando come al solito sugli ultimi fatti.

Un forte senso di rabbia pervadeva il suo cuore.

Pure Ilnok si è messo in mezzo adesso, e conosce già l'Uzumaki? Questo rendere le cose ancora più incasinate. Come se non avessimo abbastanza rotture di coglioni!"

Qui egli strinse i pugni ricoperti dalle bende. Un liquido viola e molto denso sembrò fuoriuscire dalla sua mano, e in breve tempo corrose parte dei bendaggi.

Non...devo...incavolarmi, o qui va tutto a ramengo. Il jinchuriki comunque sembra essere la chiave di molte cose. Dovrei chiedere consigli all'Oracolo sul da farsi. Che casino...

 

 

*************

 

 

 

 

Naruto ansima con grande vigore.

Erano ormai tre ore che si allenava senza sosta con Sakura, e questo era solo un allenamento per schivare i colpi.

I due compagni si trovavano in una grotta secondaria all'interno del covo piuttosto ampia.

Sulla parete di questa grotta e sul pavimento si trovavano munizioni in gran quantità e di vario genere, da quelle più convenzionali come proiettili di blaster o kunai, fino ad altri oggetti meno minacciosi come palloni da calcio, da basket e altri.

Ormai sentiva una stanchezza indicibile, tanto da doversi piegare sulle ginocchia, ma il jinchuriki della volpe non avrebbe mai ceduto così presto.

Sakura, da canto suo, stava eretta dall'altro lato della stanza, apparentemente senza mostrare nessun segno di affaticamento.

"Bene Naruto, direi che per oggi abbiamo terminato con la parte riguardante il potenziamento dei riflessi e la lettura del linguaggio del corpo". Iniziò a dire la ragazza. "Per essere la tua prima lezione non te la sei cavata affatto male, sai?"

"Affatto male?!? Le ultime volte, forse". Sbraitò l'Uzumaki.

In effetti il giovane era ricoperto di livido, bozzi ed aveva persino un occhio pesto.

"Sono ridotto quasi peggio di quando tu mi picchiavi apposta!"

"Lo sapevi che non sarebbe stata una passeggiata". Ribatté l'Haruno. "Mi spiace che tu ti sia fatto male, ma gli allenamenti efficaci sono quelli che ti spremono come un limone. E questo è uno dei più tosti".

"Infatti non sono arrabbiato con te Sakura, tutt'altro: sono molto contento che tu abbia dedicato tanto del tuo tempo per aiutarmi con il mio recupero. Per ricominciare a usare jutsu come si deve, ho bisogno davvero di tutto l'addestramento possibile. Grazie davvero".

La kunoichi arrossì.

"Figurati, era il minimo che potessi fare dopo tutto il sostegno che mi hai dato. Anche quando non l'ho meritato affatto..."

"Ancora con questo musone e deprecazione? Non devi buttarti giù. Quel che è successo è successo, ed è tutto acqua passata".

"Sei proprio fatto d'acciaio, Naruto? Nemmeno un Susanoo ti potrebbe buttare giù..."

I due si misero a ridere per la battuta, proprio come facevano ai vecchi tempi.

"Sai Sakura, mi mancava tanto ridere con te". Disse l'Uzumaki mentre stava ancora ridendo. "Come ai vecchi tempi. In quei due anni che sono stato nella prigioni di Inferi non ho fatto altro che percorre il percorso tra la cella, il bagno e la stanza degli esperimenti. Una noia mortale! I tuoi compagni ribelli che ho conosciuto sono tutti fantastici, a parte Torn, ma mi mancava stare con i vecchi amici".

"Anche a me mancava tutto ciò, davvero. Ma a proposito di Torn, ti consiglio di ricominciare gli allenamenti oppure ti potrebbe beccare. Adesso che abbiamo finito la parte riguardante i riflessi, inizieremo quella più teorica".

Quindi la comandante ribelle si avvicinò ad una sacca rosa, ne sfilò la zip e prese da essa alcuni grossi volumi.

"Lo studio dell'anatomia...". Disse Sakura porgendo i lavori. "...e delle tecniche di jutsu medici ti aiuterà non poco migliorare il controllo del chakra, nonché ti darà nuovi modi per salvarti la pelle in caso di necessità. Mi raccomando, studia bene questi volumi".

"Nooooooo!" Sbuffò di noia l'amico. "Sai che io con i libri ci ho fatto sempre a pugni, e non so quanto questo metodo possa essere efficace con me. Non c'è un modo più semplice?"

Sakura scosse la testa.

"No, assolutamente no. Poi questo potrebbe anche a superare il tuo blocco. Studia bene che domani mi ripeterai alcuni capitoli e passeremo alle prove sul campo..."

"Pure le interrogazioni? Uffaaaa!". Si lamentò sempre l'Uzumaki.

"Naruto, mi hai chiesto tu di allenarti e ora devi seguire i miei metodi". E qui si udì una leggera alterazione nel tono di voce della ragazza.

"Ma è una noia assurda! E poi non sarò mai capace".

"Sì che sarai capace, dai, se ti applicherai raggiungerai ottimi risultati, ne sono sicura".

"Ma è qualcosa di atroce!"

"Ti prego Naruto non fare il bambino..."

"Sakura, non farmi questo...."

"Non ti lamentare e inizia a studiare, che prima fai, prima finisci".

"Ma Sakura...."

"Per favore,cerca di comportarti da persona matura..."

"Ma è una pizza assurda! Io non voglio farlooo!"

"E BASTA ADESSO!"

La giovane kunoichi diede all'amico uno dei suoi proverbiali cazzotti e lo spedì sulla parete della sala.

"HAI UNA VAGA IDEA DI QUANTA FATICA FACCIA IO A CONDURRE UN OSPEDALE ED UNA DIVISIONE?!?" Strillò lei. "E' GIA' UN MIRACOLO CHE IO RIESCA A TROVARE CINQUE MINUTI PER POTERTI DARE UNA MANO, E DOPO CHE TI HO CONCESSO ORE TI LAMENTI PURE?!?!?"

Il giovane Uzumaki iniziò a tenersi la testa e a ridere con vigore.

"AHAHAHAHA. Quasi quasi credevo che gli attacchi di rabbia ti fossero passati, e che tu non mi avresti più picchiato".

"Mi devi..mi devi..scusare, Naruto". Cerco di scusarsi la ribelle imbarazzata. "Sto cercando di controllarmi e di imparare a gestire la collera, ma vedo che i risultati non sono ancora molto buoni. Scusa davvero...non volevo farti del male".

Naruto rise ancora più forte nel sentire questa frase.

"Farmi male, ma stai scherzando? Mi sono mancate anche le carezze dopo tutto questo tempo. Non sono nulla in confronto ai trattamenti che quel pazzo di Monzaemon riserva alle sue cavie. E ad ogni modo, sappi che sei davvero migliorata molto in questo frangente. Due anni fa mi avresti massacrato di botte per molto meno. Sei cambiata, Sakura".

La ragazza arrossì ancora.

"E non sei maturato solo nel fisico, ma anche nel corpo. Sembri una versione più alta e leggermente verde di nonna Tsunade. Specie per il paio di bocce che ti son cresciute".

In quel momento il ragazzo volpe venne colpito da un altro colpo che lo schiantò a terra.

"Visto che ti piace tanto, eccoti un altro colpo!" Esclamò lei inviperita allontanandosi da un Uzumaki che aveva il labbro gocciolante di sangue. "Ma guarda che razza di modi...non mi stupisce che sia un allievo di Jiraya".

Però pensieri bene meno furiosi occupavano la sua mente in questo momento.

Anche a me sono mancate moltissimo tutte le stupidaggini che fai, Naruto Uzumaki. Ne ho sentito davvero tanta nostalgia.

 

 

**********

 

 

 

Faccia di Bimbo si era ormai rintanato nella casetta del quartiere del mercato che aveva scelto come suo rifugio.

Era dentro una stanza quadrata di medie dimensioni, piuttosto spartana e antiquata negli arredamenti se non per la presenza di un computer al centro.

Egli stava seduto davanti al monitor con le braccia incrociate emettendo rumori sommessi ma irritati.

Quanto diavolo ci mette Sasuke a tornare? La missione al covo delle Teste di Metallo sta andando troppo per le lunghe. Che abbia incontrato un imprevisto?

Tale snervante attesa venne interrotta dal rumore apertura della porta.

Quindi nell'edificio entrò un giovane uomo sui diciotto anni di buona statura e dai capelli corvini.

La caratteristica più prominente di quest'ospite erano sicuramente gli occhi: rossi con complicati segni neri al posto delle pupille.

Gli occhi che portavano lo Sharingan, il marchio e il vanto del clan Uchiha.

Un clan di cui Sasuke era l'ultimo sopravvissuto.

Ilnok si alzò e si diresse verso il ragazzo.

"Complimenti, ce ne hai messo di tempo Sasuke. Cosa ti è cazzo ti è successo? Quelle lucertole hanno tentato di fotterti per caso?"

Sasuke sospirò e rispose a questa domando provocatoria.

"E' possibile Ilnok. Il leader delle Teste di Metallo è un personaggio estremamente ambiguo e assetato di potere. Conosco il tipo: non appena vedranno l'occasione propizia, cercheranno subito di farci pelo e contropelo. Dovresti andarci più con le molle con loro. Per ora però, nulla da segnalare. Ci offriranno le informazioni pattuite".

"Lo so molto bene che delle Teste di Metallo non c'è da fidarsi". Ribatté Faccia di Bimbo. "Quei bastardi sono più infidi e luridi dei serpenti. Ma sono i nostri migliori alleati, seppur sempre occasionali. Hai comunque ragione a dire che non ce la contano giusta. Ho sentito da una fonte abbastanza attendibile che quei maledetti si fanno dare Eco dal Barone".

"Un atteggiamento insolito. Chi sarebbe questo tuo uccellino?"

Ilnok fece una smorfia molto divertita.

"Il tuo caro,vecchio amico Naruto Uzumaki".

All'udire queste parole l'Uchiha trasecolò, quindi estrasse la katana dalla sua elsa e la puntò contro il suo compagno.

"MI STAI PRENDENDO PER IL CULO?!?!?" Gli gridò l'Uchiha contro con estrema rabbia.

Faccia di Bimbo non si scompose minimamente, mise un dito sulla spada ed iniziò a fare una forte pressione su di essa.

La lama si abbassò notevolmente e Sasuke mollò la presa.

"Che c'è, non ti basta aver saputo che Sakura si trova qui?" Schernì l'omone. "Lei e il tuo persecutore sono tornati nello stesso team, e potrebbe essere una buona occasione per una rimpatriata".

L'espressione dell'Uchiha divenne più strana e molto meno rabbuiata, quasi un abbozzo di sorriso.

"Tutto sommato potrebbe essere interessante". Parlò il ragazzo sottovoce. "Muoio dalla voglia di constatare quanto sia diventato forte quel dobe in questi due anni".

"Molto meno di quanto tu pensi, Uchiha". Disse Ilnok. "Ci siamo affrontati e l'ho sconfitto in pochissimo tempo. Non ha usato però ninjutsu di sorta".

"Come mai?"

"Hai presente la fortezza Hellhound? Era con tutta probabilità lui il prigioniero che i ribelli hanno liberato lì. Sicuramente lì gli avranno fatto un sacco di esperimenti per bloccargli l'uso del chakra".

"Già, ma perché si trova lì? E perché lo hanno liberato, poi? L'Akatsuki aveva come obbiettivo i cercoteri, e l'Uzumaki dovrebbe essere morto per l'estrazione del Kyubi. La faccenda puzza davvero di losco, e Monzaemon non si lascia sfuggire le proprie prede con facilità. Che i intendi fare poi con le Teste di Metallo, dopo quello che hai scoperto?".

"Semplice, mi attengo al piano. Come ho già detto, quei lucertoloni sono solo nostri alleati occasioni. E' comunque meglio stare sul chi vive molto più di prima. E per cambiare discorso, con i jutsu che stavi sviluppando a che punto siamo?"

Sasuke emise un sospiro per metà di stanchezza per metà di delusione.

"Il jutsu che ci permetterà di liberare le vittime dal sigillo di Monzaemon ormai è praticamente pronto. Bisogna solo sperimentarlo. Per la Tecnica di Teletrasporto, non credo che la userò più: per prepararla ci vuole molto tempo e consuma una quantità immensa di chakra. Se la utilizzassi solo poche di fila potrei addirittura rimanerci secco".

Ilnok intanto si riavvicinò al computer e digitò una password sul computer.

"Queste tecniche sono un grosso pericolo, Uchiha, ed è meglio non scherzarci sopra. Ma neanche le mie notizie sono del tutto buone:il trasferimento dei dati della fortezza Humbaba è fallito, ma almeno sono riuscito a distruggere il deposito d'armi raccattando vari C-4 che ho trovato nell'area".

"Il grande Faccia di Bimbo che fallisce un trasferimento dati? Che cosa strana e insolita!" Gongolò Sasuke.

"Vai a farti fottere, Uchiha". Rispose l'omone acido. "O se preferisci lotta con me. Ti potrei fare il culo con una mano legata dietro la schiena".

Sasuke stavolta non reagì a questa provocazione. Anche se l'affermazione del compagno era molto esagerata, Ilnok rimaneva sempre uno degli uomini più pericolosi che avesse mai conosciuto, con o senza jutsu.

"Comunque sia". Affermò Sasuke. "Si vede proprio che è destino che io mi debba confrontare con quella testa quadra tutte le volte. Che sfortuna".

Una sfortuna, già. Oppure un fortuito caso del destino? Chissà poi come quel dobe possa essere finito lì. Che Konoha sia davvero caduta?

L'Uchiha allora scrollò la testa e si rivolse di nuovo all'alleato.

"Questo gioco di piani e poteri è troppo complicato per i miei gusti. Sono più un tipo d'azione, poi sono caduto in trappola molte volte per colpa di queste serpi velenose".

"Già,anche a me certo risulta più confortevole lottare che starmene alla scrivania, e la situazione è davvero confusa. Ma quando la torta è così grossa e invitante e gli invitati sono molti, è inevitabile che ci si scanni e si complotti per prenderla tutta, o almeno la fetta più succosa. ".

Sullo schermo del display allora comparvero vari dati riguardanti Teste di Metallo, vecchie operazioni del Barone, piante, progetti e altro ancora.

Egli cercò sul desktop un'icona su cui era scritto a caratteri cubitali: MONDO SOTTERRANEO

Ilnok allora fece due click su tale icona e comparvero sullo schermo file riguardanti i suoi ex-compagni ribelli.

"Ed io adoro le torte. E sappi non intendo cedere neanche una briciola di questa a Praxis e Monzaemon. In qualunque modo e a qualunque costo".

 

 

 

**************

 

 

 

 

Angolo dell'autore: dopo tanto, tanto tempo, finalmente ho riaggiornato. La scuola è davvero dura, ma farà in modo di scrivere in fretta.

Come vedete il nostro Sasuke Uchiha è tornato in scena, e si è messo in comunella con Faccia di Bimbo. Bell'alleanza davvero.

E, tanto per essere chiaro, non ho intenzione di promuovere messaggi pseudosessisti del tipo "una donna è bella solo sei ha le tette grosse" o cose del genere.

Non ci dovrebbero essere rischi di interpretazione balorda in tal senso, ma è sempre meglio precisare tutto il precisabile.

E vi consiglierei di non fare neanche voi commenti sulla questione, o Sakura potrebbe venire a casa vostra....

Sakura: andiamo, non sono una specie di Hulk al femminile che spacca tutto alla minima provocazione! Possibile che abbiate tutti paura di me?

Me: io un po' sì...fortuna che c'è Chuck...

Sakura: (respira intensamente) ricordati di stare calma e non dare a quelli che ti credono una strega alcuna soddisfazione...

(Sakura va a fare degli esercizi di yoga in lontananza).

Ringrazio quindi tutti quelli che mi seguono e che recensiscono.

Ciao a tutti! 

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Capitolo 11
*** Cap. 11. Missione n. 4: uno sporco affare. ***


Cap. 11. Missione n. 4: uno sporco affare.

 

 

 



"Ti ho detto che non ho molti uomini ultimamente, e non posso mandarne altri ad aiutarti a fare ciò che il tuo boss vuole".
"Ma il mio capo ha bisogno che il pezzo venga consegnato entro tre giorni, e la data di scadenza è oggi".
Torn stava sempre alla sua solita postazione, e parlava con un uomo dai capelli neri e viscidi che indossava una giacca blu.
Il comandante in seconda sembrava contrariato, e scrutava il suo interlocutore nervosamente.
"Dì a quel bastardo palla di lardo di Krew che farebbe meglio a farsi fottere. Non ho certo intenzione di mandare i miei soldati per aiutarvi nei vostri sporchi traffici di contrabbando ".
L'uomo con la giacca ebbe un moto di stizza.
"Signor Torn". Cercò di dire egli pacatamente. "Sappiamo quali sono i vostri trascorsi, e quanto voi siate riluttante a fare certi affari. Ciò nonostante, il Mondo Sotterraneo gioverebbe molto ad una nostra collaborazione. Il vostro aiuto sarà lautamente ricompensato: vi daremo un a lavoro svolto milione di crediti e vi faremo un grosso sconto sulla nostra fornitura di artefatti. Vi prego di pensarci su attentamente".
Il comandante in seconda allora si ammutolì cercando di riflettere sul da farsi.
Krew è uno sporco figlio di puttana, ma si potrebbe ottenere molto da lui se lo spennassimo a dovere. Il guaio è che a farlo deve essere qualcuno adatto...qualcuno che non si faccia infinocchiare...
"Per dimostrare la nostra buona fede, inoltre...". Incalzò il messo di Krew. "...le daremo il permesso di mettere uno dei suoi uomini proprio nella nostra base, così da sviare ogni dubbio ".
Illnok rise pensando a quanto fosse ingannevole e sciocca questa proposta.
Ma questo idiota mi sta prendendo per scemo? Di sicuro c'è l'inghippo, ma non mi farò fregare così.
"Potrebbe tutto sommato essere interessante, nonostante tutto". Finì Torn. "Accetto la proposta del tuo capo".
Il messaggero non riuscì a tradire un'ansiosa e vagamente maligna espressione di trionfo, ma riprese il contegno in tempi molto brevi.
"Vi ringrazio di tutto infinitamente. Ero certo che, nella vostra grande saggezza, vo avreste preso la decisione giusta...".
"Risparmia i tuoi salamelecchi per quel ciccione del tuo boss, brutto lecchino di merda". Troncò l'uomo bendato bruscamente. "E adesso sparisci dalla mia vista e non azzardarti ad insozzare il pavimento con la tua presenza. Non sopporto i criminali qui, e nemmeno i loro tirapiedi".
Il messo pensò a quanto fosse ipocrita quest'ultima affermazione, ma non lo diede a vedere. Invece, fece un saluto di circostanza e se ne andò via.
Durante la strada del ritorno, il messo bofonchiò alcune parole di rabbia.
"Quel cafone ignorante di una...mummia vivente! Non posso credere che il signor Krew voglia negoziare con gente simile. Ma quel maledetto rimpiangerà la boria e la sua estrema cafoneria, o se la rimpiangerà!"
Camminando, egli giunse in un vicolo abbastanza stretto nella zona industriale della città e qui intravide cinque membri al soldo del suo capo, riconoscibili dal tatuaggio su un braccio con su scritto Hip Hog a caratteri cubitali.
Uno di loro, un tipo grosso vestito in tuta mimetica e dalla zazzera bionda, si avvicinò al messaggero con fare noncurante.
"Allora leccaculo". Schernì l'uomo con la zazzera. "Come è andata la missione? Il pesce è caduto nella rete?"
"NON CHIAMARMI PIU' LECCACULO, CHIARO!" Ruggì il messo livido di rabbia. "Io sono un diplomatico al servizio di Krew, e pretendo che mi venga portato rispetto!"
"Se se, BLABLABLA". Fece annoiato un altro uomo servo di Krew, più piccolo e nero di capelli. "Tu non hai ancora risposto alla nostra domanda. Il Mondo Sotterraneo ci manderà un aiuto?"
"Posso dirvi di si con certezza". Rispose sempre il messo stizzito. "Quel cafone decerebrato che fa da cane da guardia all'Ombra ha accettato la nostra proposta. Riceverete un agente tra poco ad aiutarvi a scortare il pezzo. Ora preferirei andare. Con permesso!"
Il messaggero provò ad avanzare a passo affrettato, ma venne bloccato e preso per le spalle da due uomini sul retro.
Quello grosso dalla zazzera bionda tirò fuori una pistola dalla sua cinta e la puntò contro il petto del suo nuovo prigioniero.
"Cosa volte farmi?!?" Strillò il diplomatico. "Mettetemi giù subito!"
Il grosso biondo rise, quindi il messo gridò con ancora più forza e disperazione.
"VI HO ORDINATO DI METTERMI GIU', IMBECILLI! Chissà cosa vi farà Krew..."
"Krew ci ricompenserà lautamente per averlo liberato da un idiota chiacchierone simile. Fottiti!"
Il messaggero provò a dire qualcosa e ad implorare pietà, ma due colpi diretti uno cuore uno alla gole misero fine alle sue preghiere e alla sua vita.
"Era ora che quel pezzetto di merda la smettesse di parlare, Iugel". Disse l'uomo con i capelli neri di prima al biondo. "La fase uno è completa, capo?"
"Sì, Hijka" Disse Iugel. "Ora che il testimone scomodo e stupido è stato messo a tacere per sempre, passiamo a quella due".
Egli quindi fece risata ancora più grossa e sadica di prima, seguita da una lugubre eco dei suoi uomini.


 
 

************




Naruto entrò nella sala di ritrovo, per il consueto appuntamento con Torn per la sua missione odierna.
Erano passate un paio di settimane dall'assalto alla fortezza Humbaba, e adesso il ragazzo aveva intenzione di osservare tutti i frutti del suo allenamento con Sakura.
Egli si sedette davanti a Torn e venne accolto dal solitostronzetto del notoriamente affabile comandante.
"Per quale motivo mi ha convocato, comandante Torn?" Iniziò l'Uzumaki.
"Vedi Naruto, la tua sarà una missione molto particolare". Rispose Torn. "Dovrai scortare un carico di Eco..."
"Cosa c'è di peculiare allora?" Domandò il jincuriki piuttosto curioso e forse persino eccitato alla prospettiva di una nuova missione diversa dal solito.
"...quindi ti dovrai infiltrare da chi dovrà ricevere il pacchetto. Da questo momento sarai a disposizione di Krew. Immagino che tu lo conosca per sentito dire..."
"Intendi dire quel Krew? Quel criminale?!?" La vaga sensazione di felicità che Naruto aveva provato venne rimpiazzata da rabbia,ed egli ruggì sbattendo le mani sul tavolo. "Come puoi aver fatto un patto con un criminale del genere? Da quanto mi hanno detto si tratta di uno che ne fa di cose orribili".
"Infatti. Krew ha le mani in pasta in tutti gli affare sporchi dell'intera città: contrabbando, spaccio di droga, mercato della prostituzione e tante altre merde. Egli è il signore del crimine di questa città, e ne conosce i segreti meglio di chiunque l'altro. Abbiamo bisogno delle sue informazioni".
"Allora come puoi chiedermi di lavorare assieme a lui? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?!?"
"No. Negli nostri accordi è previsto che devi lavorare per lui, ma questo non significa che devi per forza aiutarlo. Nel caso in cui tu riuscissi a mettere le uova nel paniere nei traffici di quel maledetto sarei il prima a godere come un riccio, ma ricordati di agire con molto discrezione. Lo devi lavorare a fuoco lento e farti da lui dire tutto ciò che sa. Intesi?"
Il giovane Uzumaki aggrottò la fronte e mise le braccia dietro la schiena per nulla convinto di tutto ciò.
"Si tratta di una missione estremamente delicata, e che richiede grandissima competenza e abilità. Sappi che se giudicherò il tuo operato lì degno, ti farò incontrare l'Ombra".
A quelle parole il viso di Naruto si schiarì improvvisamente.
"Davvero me lo farai incontrare? Mi dai la tua parola?" Domandò l'Uzumaki ansiosamente.
"Ti do la mai parola d'onore". Disse Torn mettendo le mani in avanti con fare solenne.
Il jinchuriki quindi fece un grosso respiro, e dalla sua faccia si capiva che era convinto.
"Accetto di svolgere questa missione. Ma sappi che farò saltare tutto se questo Krew mi chiederà di fare qualcosa di disgustoso e tremendamente immorale".
"Siamo intensi. Ah! Prima che me ne scordi, tieni questo." E qui gli porse un pass. "E' un lasciapassare per la zona industriale. Hai notato che tra alcune zone della città ci sta una barriera?"
"Ora che me lo fai notare, sì". Disse Naruto, ricordando effettivamente di aver scorto una barriera in una via della città.
"Sappi che questo ti permetterà di oltrepassare quella dei Bassifondi ed arrivare ai Quartieri Industriali. Ora vai il prima possibile. Vicino al pass c'è scritto l'indirizzo e l'ora dell'appuntamento. Lì riceverai maggiori delucidazioni sulla tua missione".
Il giovane ragazzo fece un saluto e si allontanò con la sua velocità da ninja.
"Secondo me Naruto ha ragione a dirti che ti sei bevuto il cervello. Affidare a lui una missione di una difficoltà simile non è da te".
Torn si girò per vedere da dove proveniva questa voce, e notò effettivamente che proveniva dal soffitto.
"Sakura Haruno". Affermò l'uomo bendato. "Le tue capacità di muoverti di nascosto mi stupiscono sempre di più. Non credo che sarei a notarti se tu non ti fossi rivelata. Anche se aleggiava un odore leggermente insolito nell'aria...hai usato un nuovo profumo? Una specie di acqua di colonia superleggera?"
"Non cambiare discorso, Torn". Disse seria la ragazza atterrando con agilità impressionante. "Stavolta sei tu che stai giocando con il fuoco. Mandare un tipo come Naruto in una missione di infiltrazione delicata come questa...una scelta stupida, se mi consenti dirlo.
"Stupida come lo è Naruto Uzumaki". Ribatté l'uomo sorridendo. "Ed è per questo che l'ho mandato lì".
"Tu sottovaluti il ragazzo Torn. Guarda che Naruto ha raggiunto dei risultati molto apprezzabili nelle sessioni di allenamento con me, persino in quella teorica. I primi periodi ha sbraitato come un bambino piccolo, ma alla fine si è applicato e ce l'ha fatta. Ora è in grado di eseguire un Rasengan, ed una forma molto rozza di Palmo Medico".
"Davvero? Non l'avrei mai creduto. Sta di fatto che l'Uzumaki è quello che sa meno su di noi, e quello che ha meno probabilità di farsi incastrare da quella volpe di Krew".
"Ed è proprio per questo che tu stai commettendo una cantonata assurda". Continuò la ragazza molto accigliata. "Per una missione di infiltrazione ci vogliono sangue freddo e grandissima intelligenza: qualità di cui Naruto difetta, specie la prima".
"Ma non avevi appena detto  che il ragazzo era più acuto di quanto io credessi?"Chiese Torn in maniera divertita. "Krew non certo è il tipo da farsi scappare un servitore ninja, quindi credo che lo terrà con lui anche nel caso in cui l'Uzumaki gli dovesse "rovinare" qualche piano. E poi voglio vedere se Naruto è in grado di mantenere la sua innocenza".
"Innocenza? Sei davvero paranoico. Naruto non sarebbe capace di portare a termine missioni di assassinio, taccheggio e via dicendo, ed io ne sono sicura al cento per cento". Affermò la ragazza girando attorno al tavolo.
"E voglio esserne sicuro anche io. Il ragazzo secondo l'Oracolo è pulito, ma voglio vedere quanto possa rimanere puro una volta venuto a contatto con la merda che trasuda quella palla di lardo. Se si dimostrerà capace dell'incarico che gli ho affidato, gli farò incontrare l'Ombra".
"A proposito dell'Ombra, ho parlato con lui dopo che è tornato dalla solita pattuglia alla foresta di Haven." Qui gli occhi dell'Haruno si spostarono, indicando che stava facendo riaffiorare dei ricordi. "Penso che incominci a sospettare di qualcosa. Come credi di tenergli la faccenda di Naruto segreta, adesso che sono entrati in ballo anche i traffici con Krew?"
Torn fece allora una grossa risata.
"Tu sei un geniaccio, Sakura Haruno. Ti verrà in mente qualcosa".
La giovane Haruno guardò dritto negli occhi il suo compagno con molta severità.
"E poi vai a dire a me che sono quella che corre rischi? Naruto ha ragione a dire che sei davvero un bastardo sadico".
"Questa volta sono d'accordo con lo stronzetto. Tanto che potrei deciderlo di non punirlo per averti detto che mi chiama così".
"Non provarci nemmeno, chiaro?!?" Esclamò con forza la ragazza. "Ad ogni modo, per stavolta ho deciso di fidarmi di te e di lasciarti fare. Spero davvero di non dover pentirmene".
Detto questo, la ribelle si allontanò dalla base con grandissima rapidità, lasciando Torn solo con i suoi pensieri.
L'uomo quindi osservò i vari poster, tutti raffigurante il Barone in pose gloriose, e tutti pieni di scritte e segni ingiuriosi.
Deturpare quei manifesti era un modo che il comandante in seconda usava per passare il tempo e sfogare la propria collera.
Lo sguardo di Torn si posò in particolare sul quello in cui la foto del Barone campeggiava su uno sfondo blu con la spada sguainata verso il cielo.
Sotto il dittatore era raffigurata una scritta a caratteri molto grossi:
lavorate duramente per la libertà che un giorno potrei darvi.
Sotto di essa ve ne era un'altra fatta a pennarello:
quando i Lurker voleranno a forza di scorregge, bastardo!
Torn quindi emise un sorriso strano.
Mai parole sono state più veritiere. Sogno il giorno in cui l'Ombra ti farà un culo così, Barone Praxis. Per ciò che hai fatto a me...
E qui egli assunse un espressione contrita e furiosa.
E a tanta, troppa gente. Presto la pagherai, puoi starne certo.




 

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"Ehi là, piccolo coglione, sei tu lo sguattero dell'Ombra?"
Dagli uomini tatuati che erano presenti nel vicolo e dalla loro calorosa accoglienza, Naruto aveva capito di essere arrivato a destinazione.
"Si sono proprio io, qualcosa incontrario? Sappiate che dovrò darvi una mano a scortare il carico di Eco che voi dovete portare al vostro capo".
A quelle parole, tutti quanti i tirapiedi di Krew risero, specie Iugel.
"AHAHAHAHA! Che cosa divertente!" Sghignazzò quest'ultimo in faccia all'Uzumaki. "Sei poco più di un poppante, perché non prendi un altro po' di lattuccio? Certo che il Mondo Sotterraneo deve essere davvero in crisi per mandare degli sciocchi mocciosi come te! Che patetici!"
Il volto del ragazzo si infiammò d'ira, ma non disse nulla.
Iugel invece continuò la sua sciocca provocazione soffocata da risate incontrollabili.
"Ti potrei uccidere anche seduta stante, se solo volessi!" E qui il volto dell'uomo si fece sadico "E forse un piccolo strapazzamentote lo potrei anche dare...giusto per vedere se sei all'altezza..."
"Iugel, capo, forse è meglio che ti dai una calmata..." Cercò di avvertire Hijka. "Se Krew scopre che abbiamo lottato tra noi ci..."
Iugel però non ascoltò questa provocazione: invece sferrò un cazzotto in faccia all'Uzumaki ghignando ancora di più.
Naruto riuscì a parare il colpo come se nulla fosse, e tenne la mano dell'omone biondo stretta in una morsa d'acciaio.
"Faresti meglio ad ascoltare ciò che dice il tuo compagno, Iugel". Affermò gelido l'Uzumaki fissando l'interlocutore negli occhi. "Neanche a me piacerebbe combattere, ma sarei più che pronto a farti un culo così. Meglio per te che non ti venga mai in mente la balorda idea di sfidarmi in un combattimento..."
L'uomo sbuffò e fece l'espressione più incarognita che poté, mal'unica cosa che riuscì a fare di fronte alla stretta del suo nuovo compagno fu arrendersi.
Naruto quindi mollò la presa dal braccio del criminale e distolse lo sguardo.
"Fortuna che non è successo nulla". Emise un sospiro di sollievo Hijka. "Come ho già detto, se Krew scopre che abbiamo litigato ci manda a dormire in mezzo ai pesci. Il carico è già pronto, ed io mi occuperò di portarlo a destinazione con lo zoomer. Voi dovrete scortarmi da una media distanza e neutralizzare eventuali posti di blocco e ostacoli di vario genere. Ricordatevi: dobbiamo tornare all'Hip Hog Saloon con questo pacchetto, oppure non tornare affatto".
"Intesi". Pronunciarono tutti gli altri all'unisono.
Quindi l'uomo si avvicinò ad un velivolo zoomer di grosse dimensioni su cui erano poste alcune scatole con su scritto FRAGILE.
"Si balla". Sibilò Hijka azionando i motori del suo velivolo e dirigendosi verso il luogo della propria missione.



 

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Nel cuore della zona portuale di Haven, qualcosa si celava sott'acqua come un pesce, ma non faceva parte della fauna del luogo.
Questa enigmatico essere era una specie di incrocio tra una razza ed un essere umano, della cui specie possedeva braccia e gambe, seppur palmate, mentre aveva il volto simile a quello della prima.
A dare un tocco in più di umanità alla creatura vi erano dei vestiti da sub e un auricolare.
La creatura subacquea stava a riflettere lì immobile e silente, come se stesse qualcosa o qualcuno.
Che spreco di tempo tenermi qui! Io sono il grande...
Ad un tratto le riflessioni di quest'essere vennero interrote bruscamente da una strana chiamata proveninete da una specie di auricolare.
"Raymant...". Gracchiò la voce dall'auricolare.
"Si mio signore. Raymant è in ascolto". Pronunciò quello con voce rispettosa e molto pacata.
"Bene. Sappi che passerà presto dalle tue parti un carico di Eco, tu allora dovrai acciuffarlo nel momento in cui entrerà nel Porto. Lo vedrai uscire dai Quartieri Industriali. La Famiglia Tarosc ha detto che avrebbe pagato profumatamente questo servigio, e una ricompensa non si rifiuta mai".
Raymant fece un espressione corrucciata a sentire tale notizia.
Un compito ingrato per uno come me. Perché io, il nobile Raymant, membro dell'Unità Orco, dovrei sporcarmi le mani per questi criminalucoli da due soldi? Dovrei essere assegnato a missioni di ben altro calibro!
L'uomo-manta però non diede a vedere tali pensieri, ma continuò ad usare il suo tono mellifluo e servile.
"Lord Monzaemon, come farò a sapere quale carico devo prendere? Passeranno un sacco di navi da quel punto".
"Semplice, Raymant. Quello che sarà scortato da Naruto Uzumaki".

 

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Angolo dell'Autore: ecco un nuovo capitolo pronto per voi. Anche Monzaemon è tornato in pista. Direi proprio che ci sono tutti....
Neji: tutti tranne me.
Konan: e me.
Team Kurenai: ti sei scordato di noi?
Membri dell'alleanza degli shinobi: e noi che fine abbiamo fatto?
Sai: ed io? Non mi hai nemmeno menzionato durante la battaglia...
Karin: pure io devo entrare in azione.
Kenpachi: quando è che ricomincio a spaccare il culo a qualcuno?
Me:BASTAAAAAA!!!! Statevi zitte, brutte zappe! Avete idee di quanto sia difficile gestire così tanti personaggi?!? Datemi tregua per piacere...
Scherzi a parte, ringrazio tutti coloro che leggono e receniscono le mie storie.
Ciao e alla prossima!

 

P.S. Raymant è preso dal personaggio dei videogiochi Rayman, ma anche da Devil Ray della DC Comics.      

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Capitolo 12
*** Cap. 12. Missione n. 4: uno scontro acquatico. ***


Cap. 12. Missione n. 4: uno scontro acquatico.

 

 

La zona industriale della città di Haven sorprese molto il giovane Uzumaki.

Essa era molto diversa dai fatiscenti Bassifondi: gli edifici erano in buone condizioni, vi erano strade perfettamente agibili e zone sopraelevate per il passaggio delle persone, mentre gli zoomer circolavano liberamente sotto.

Naruto se ne stava appollaiato su un grosso cavo seminascosto da due palazzi, e contemplava il panorama attorno a se vagamente contento per questa sorta di ordine.

Se non fosse per le guardie Krimzi, direi che sono finito in un'altra città. Poi queste piccole lampade rossicce danno all'atmosfera un tocco particolare...

Lo sguardo del giovane quindi si posò sul veicolo del suo compagno di squadra, che avanzava lentamente con il carico coperto da un telo nero.

Ora non devo perdermi ad ammirare il paesaggio. La missione deve essere portata a termine, anche se a me non piacerebbe.

Sotto il ninja, Hijka stava guidando a passo d'uomo lungo le vie della città.

Tutto sembrava perfettamente tranquillo, e anche gli uomini che lo scortavano si erano travestiti ed avevano assunto un basso profilo per non destare alcun sospetto.

Giunto alla fine della zona industriale, proprio sulla via che dava sul porto, una pattuglia di guardie Krimzi fece cenno allo zoomer di fermarsi.

"Cosa state trasportando?" Chiese una delle guardie, probabilmente un ufficiale data l'uniforme gialla .

"Assolutamente nulla di illegale, agenti". Rispose il criminale in maniera assolutamente imperturbata. "Solo alcune casse contenenti generi alimentari".

"Mmmmmm". Fece l'uomo dubbioso. "E' comunque mio dovere controllare. Per ordine del Barone Praxis, tutti i velivoli trasportanti un carico di qualunque genere devono essere esaminati accuratamente".

"Certamente signor agente. Proceda pure". Affermò l'uomo sempre con tranquillità serafica.

Naruto ebbe un moto di stupore nel vedere quanto fosse tranquillo Hijka nel farsi esaminare il carico, e sopratutto nel constatare che anche i suoi compagni non battevano ciglio.

Inizialmente pensò di muoversi, ma poi il suo istinto gli consigliò di rimanere fermo lì dove era.

Il criminale levò quindi il panno nero che aveva coperto le casse e le mostrò all'ufficiale.

"Delle scatole di generi alimentari che contengono la scritta FRAGILE, eh? Non sono convinto..." Disse quest'ultimo perplesso.

"Si tratta di noci rare raccolte dalla zona della foresta, onorevole guardia. Ovviamente ho anche il permesso che certifica che le ho prese in maniera legale".

Quindi il criminale aprì una borsa e mostrò un permesso di entrata e raccolta di oggetti della foresta, che la guardia giudicò autentico.

Naruto, vedendo la scena, fece una faccia strana.

Questo Krew sa bene cosa sia l'organizzazione. Non so se esserne contento oppure no...

La guardia allora aprì la cassa, e notò che effettivamente all'interno di esse vi erano delle noci imballate.

"Tutto a posto, potete andare". Finì l'ufficiale.

"No, che non è apposto, invece".

Una strana voce innaturale risuonò con forza e atterrì tutti i presenti, specie per il fatto che proveniva dall'Oceano circostante.

"Oh mio Dio..." Trasalì l'Uzumaki, che si preparò all'azione.

Dal fondo del mare si udirono dei gorgoglii ed in tempo brevissimo sbucò la fonte di questi rumori, ovvero un orribile ibrido uomo-manta dalla pelle nera e liscia che indossava una tuta da sub blu scuro.

Questa apparizione mostruosa scatenò il panico tra tutti i presenti, tanto che persino Iugel tremava dalla paura.

"Un membro del....l'.....l'....ORCOOOOO!!!!" Gridò l'omone biondo terrorizzato. "SCAPPATE PIU' IN FRETTA CHE POTETE SE VOLETE VIVERE!!!"

Gli altri uomini di Krew che scortavano Hijka non se lo fecero ripetere e fuggirono come conigli davanti ad un cacciatore feroce, disperdendosi da tutte le parti.

Pure l'uomo preposto a consegnare il pacchetto sudò freddo e tremò, ed ebbe anch'egli l'idea di correre a tutta velocità per salvarsi la pelle, solo verso la meta prefissata.

L'ibrido anfibio rivolse quindi il suo sguardo sul carico in fuga e sogghignò in modo assatanato.

"Tu dove scappi?!? Ti farò a pezzi!". Detto ciò caricò la preda ad una velocità sorprendente.

L'Uzumaki, che aveva visto tutta la scena, capì che non poteva più restare a guardare.

In poco tempo egli riuscì a formare un Rasengan e si lanciò in picchiata contro il nemico.

L'uomo manta venne intercettato, ma la creatura rimase immobile ed iniziò a far sgorgare acqua dalla bocca, quindi si trasformò in acqua stessa e si dissolse.

Moltiplicazione acquatica. Pensò il jinchuriki con grande rabbia.

"Dunque il mio istinto ci ha preso in pieno, Naruto Uzumaki!"

Naruto udì una voce e scoprì che il misterioso uomo-pesce era proprio poco lontano sul mare di Haven, in piedi sull'acqua come solo i ninja sapevano fare.

"Hai fatto male ad uscire allo scoperto, piccolo idiota!" Esclamò feroce l'essere che quindi compose alcuni sigilli. "Tecnica dei Tentacoli Abissali!*"

Dall'Oceano si udì un forte gorgoglio e si vide l'acqua, quindi da esso sbucarono alcuni tentacoli simili a quelli di una piovra, però fatti di acqua, che subito sferzarono vari colpi sul molo.

Naruto fu abbastanza veloce da evitare di essere colpito da quella sferza, ma un altra riuscì a catturare il povero Hijka che stava non molto distante, buttando in mare alcuni passanti nel colpo.

"Aiut..salvat.." Cercò di mugolare il povero tirapiedi di Krew, ma sia lui che il suo velivolo vennero presto inglobati in quella marea d'acqua.

"Hijka!adesso ti libero!". Gridò il giovane, che quindi si precipitò ad aiutare l'amico.

Non appena iniziò a correre però, la sua strada venne sbarrata da un altro di quei tentacoli acquatici.

"Io sono il grande Raymant dell'Unità Orco, ed è mio obbiettivo quello di distruggere te e catturare il carico". Ghignò crudelmente l'uomo manta mentre teneva i suoi sigilli. "E sappi che non mi farò sconfiggere dal primo venuto! Né ti permetterò di passare di lì!"

In quel momento lo sguardo della creatura di Monzaemon si rivolse verso la guardia che aveva esaminato lo zoomer, folgorando il poveretto con occhiata estremamente truce.

Raymant quindi aprì la bocca e sparò da essa un grosso proiettile sempre fatto d'acqua.

Il povero ufficiale provò a fuggire, ma venne investito dalla zaffata con una forza tale da venire sbattuto sul muro di una casa sul retro e distruggerlo all'impatto.

Naruto, che aveva osservato inorridito la scena, si gettò con tutta la velocità che aveva sul nemico.

"E sappi che io distruggerò per questo, maledetto!" Gridò questo con il kunai in pugno.

L'uomo-manta non si scompose minimamente per l'attacco, anzi evocò molti altri tentacoli per bloccare il ragazzo e afferrarlo nella loro morsa micidiale.

L'Uzumaki però dimostrò un agilità eccezionale e riuscì a schivare tutte le sferzate del nemico a mezz'aria.

Ciò fece infuriare Raymant, che decise di cambiare mezzo di offensiva.

"Schiva le mie zaffate allora,se ci riesci! Cannonata Idrica*". Gridò questi, quindi sparò una serie di colpi in rapida successione.

Per controbattere ciò, Naruto si poggiò sui piedi di un tentacolo usò quest'ultimo come piattaforma per un lancio contro il nemico dall'alto. Ciò permise all'Uzumaki di schivare ancora una volta le zaffate d'acqua, e quindi a raggiungere il nemico con l'arma sguainata.

"E tu prova schivare questo, brutto pesce marcio!".

I due quindi entrarono in uno scontro da mischia, in cui Raymant era riuscito a schivare il primo colpo di Naruto e a passare all'offensiva.

Stavolta però fu il jinchuriki ad evitar tutti i calci e pugni del nemico, che sebbene fossero rapidi, erano facili da prevedere.

Egli sorrise a questa sua nuova abilità negli scontri corpo e corpo, e capì che era tutto merito del suo nuovo allenamento.

Devo proprio ringraziare Sakura per tutto ciò. Adesso sbarazziamoci di questo maledetto! Pensò, generando quindi un Rasengan con la mano destra.

Intanto Raymant, infuriato di essere ancora riuscito a colpire il suo nemico, optò per un calcio volante con tutta la velocità che aveva.

Naruto per evitarlo si scansò e quindi approfittò della mancanza di coordinazione del nemico per attaccarlo con il Rasengan dritto al petto.

"Prendi questo!RASENGAN!!!". Urlò il giovane Uzumaki colpendo l'uomo manta con il suo jutsu e scaraventandolo con forza vari metri più in la.

L'ibrido dopo aver fatto alcuni metri di volo riatterrò sulla superficie dell'acqua in posizione di scatto e osservò il nemico rabbioso.

"Come hai osato colpire il grande Raymant, lurido verme terricolo?!?" Latrò egli con ferocia. "Ora scoprirai la mia vera furia!"

Quindi il mostro si inabissò ad una velocità pazzesca, e si vedeva dal pelo d'acqua che si stava dirigendo verso il ninja biondo.

Naruto osservò bene quanto fosse rapido il nemico e pensò subito di trovare rifugio sulla terraferma.

Un rifugio che sapeva avrebbe dovuto trovare alla svelta.

 

 

*************

 

 

"AAAAAAAHHHHH!!!"

Hijka gustò l'aria che respirava come mai prima d'ora in vita sua.

Da quando il nemico era stato colpito da Naruto, la tecnica che lo teneva prigioniero in quella stranezza acquatica era svanita e lui poteva finalmente tornare a respirare.

Giusto altri tre o quattro secondi e l'uomo di Krew sarebbe morto di asfissia.

Inspirando a pieni polmoni con molto affanno, la prima cosa che l'uomo fece fu quella di aprire il un vano sul retro dello zoomer e controllarne l'interno.

L'Eco depositato era ancora asciutto, e Hijka non poté che sospirare di sollievo.

Il velivolo è ormai inservibile, ma l'Eco e la mia pellaccia sono salvi. E tutto a grazie a quel ribelle dalla voce da ragazzino che....

Egli nel pensare ciò si girò e vide che il suo salvatore se la stava vedendo parecchio male.

La creatura anfibia stava sferrando una serie di letali e rapidissimi assalti subacquei che stavano colpendo il ragazzo in vari punti della pancia e della schiena.

"Cazzo..." Sussurrò rabbioso il tirapiedi di Krew controllando nervosamente il suo caricatore. "Pure la pistola è momentaneamente fuori uso. Dovrò aspettare un sacco prima che si asciughi e..."

"E cosa?"

Hijka si girò e vide che accanto a lui c'era un uomo bendato dalla testa ai piedi a cavallo di uno zoomer.

"Chi..chi...sei tu? Cosa vuoi da me?" Chiese Hijka piuttosto sorpreso e spaventato al suo misteriosissimo interlocutore.

Esso in risposta si mise a parlare con voce molto roca.

"Chi sono io non ti riguarda. Piuttosto ti dico di lasciar perdere di assaltare Raymant. Prendi invece il mio zoomer e porta il pacchetto a Krew. Alla manta ci penso io".

"Tu..che...mi...vuoi, aiutare?". Domandò il criminale ancora più stupito, specie del fatto che quell'essere bendato fosse a conoscenza della sua missione per conto di Krew.

Egli pensò un poco, e la conclusione logica che ottenne fu una sola.

"Tu...sei...."

L'interlocutore però lo interruppe togliendosi le bende che coprivano una sua mano, rivelando una zampa violacea, squamosa e sopratutto munita di lunghi artigli.

"Tu non devi dire nulla al tuo capo, che già mi sta sul cazzo il fatto di doverti aiutare. Intesi? Sappi che ti troverò, altrimenti,e proverai queste belle unghiette sulla tua pelle". Intimò l'uomo mettendo le grinfie bene in vista.

Hijak deglutì e fece un cenno di assenso con le testa.

"Bene". Affermò sempre quello bendato. "Ora và".

Il tirapiedi di Krew non se lo fece chiedere due volte: trasferì rapidamente il carico da un velivolo all'altro, saltò in sella a quello buono, e partì a tutta velocità verso il suo obbiettivo.

Così come l'altro, che corse verso il luogo dello scontro tra il ninja biondo e Raymant.

 

 

************

 

 

 

"Ahahahahaha! PAAM!"

L'uomo manta imitò il colpo della collisione del suo muso contro il corpo di Naruto.

Il nemico anfibio aveva adottato una tattica che ben si confaceva alla sua natura ibrida, e l'Uzumaki era davvero alle corde.

L'impatto contro il ragazzo fu così forte da far volare via il ragazzo a qualche metro di altezza.

la creatura quindi si rituffò e si preparò a sferrare un altro colpo dalle profondità dell'acqua.

"Preparati miserabile sciocco!". Gridò il nemico da sotto l'acqua, emettendo bolle e gorgoglii vari.

"Ora capirai quanto siano sciocchi i tuoi tentavi di difesa! Non puoi certo competere con il mio Super Sfondamento Silurante della Manta!*"

"Super Sfondamento Silurante della Manta? Che diavolo di nome è per una tecnica ninja?!?" Esclamò Naruto esterrefatto, ma comunque preoccupato non poco a trovare una contromossa.

Devo trovare un modo per neutralizzare tale tecnica dal nome bizzarro! Come posso fare...forse...con una...

"Sentì un po', specie di pesce puzzolente! Tu e il tuo Sfondamento del cavolo potete farvi friggere!"

Detto ciò il ragazzo estrasse due kunai con delle carte bombe attaccate e le lanciò contro la superficie del mare.

Raymant ghignò di questo tentativo di difesa e in brevissimo tempo raggiunse le profondità dell'Oceano sotto la città.

Quello sciocco pensa di mettermi nel sacco cercando di usare una carta bomba per perderlo di vista. Pensò tra se la creatura. Ma quello che non sa è che ho un olfatto più sviluppato della media, e posso seguirlo con esso.

Egli quindi notò un odore molto lieve provenire da in alto a destra, che si stava dirigendo verso uno dei piloni che regolavano l'aero-porto.

L'uomo-manta fece un sorriso perfido, quindi si preparò ad assaltare la sua vittima.

"Super Sfondamento Silurante della Manta!"

A tal grido, Raymant si gettò con tutta la sua velocità verso la sua preda, e come previsto centrò il bersaglio con una violenza inaudita.

Egli a mezz'aria però notò che Naruto non era più a contatto con il suo muso, anzi aveva visto del fumo negli occhi.

La manta non fece in tempo a realizzare nulla che venne colpita da un pugno micidiale sulla nuca piatta.

L'assaltatore era il ragazzo volpe, che adesso stava approfittando della situazione per colpire la creatura con gran forza sul muso e sulle braccia.

"Hiaiiiii! Ti eri dimenticato di me, vero?" Esclamò con forza Naruto sferrando pugni e calci come un indemoniato.

Scosso dal colpo, Raymant provò a reagire e a bloccare il braccio dell'avversario con una mano, ma questi fu come al solito più veloce e ne approfittò per afferralo da dietro con un presa e serrargli in collo.

Egli quindi lo girò e mise la sua faccia proprio in direzione del pilone.

"Il bagno è finito, e adesso preparati ad un bel tuffo di testa!"

Detto ciò, con tutta la forza che aveva Naruto si precipitò sull'isolotto schiantando la faccia del nemico contro il pavimento di esso.

Finita questa mossa, Naruto con un salto si allontanò dal nemico e giunse dall'altra parte dell'isolotto con il kunai sguainato.

"Ti sei fatto fregare da un'ombra, sciocco". Disse serio l'Uzumaki. "E adesso pagherai cara la tua enorme presunzione".

Il nemico in risposta fece qualcosa di davvero insolito: da esso sbucò la coda dell'animale al quale era ibridato che stracciò i pantaloni della tuta sub nella zona del bacino.

Questa coda sparò un paio di proiettili aguzzi che il giovane Uzumaki evitò in fretta.

"Oh merd...." Cercò di sibilare Naruto, che però non riuscì a finire la frase che il nemico si era già alzato e gli era venuto addosso.

"AHAHAHA! Sei forte, ma non puoi competere con me!" Ghignò l'uomo-manta incurante del muso che sanguinava copiosamente. "Non con la mia coda geneticamente modificata e il suo letale pungiglione! L'arma che uso solo quando voglio fare sul serio!"

In effetti il membro dell'Orco aveva deciso di usare per la prima volta la sua protesi, e Naruto faceva una grossa fatica ad evitare tutti questi attacchi combinati.

Dopo un breve corpo a corpo risoltosi in un nulla di fatto, l'uomo-manta rivolse il suo sguardo all'altro obbiettivo della missione, ovvero Hijka, che ormai aveva quasi raggiunto l'Hip Hog Saloon.

Con un ghigno sadico, egli diresse la sua coda verso questo bersaglio e sparò un pungiglione.

Merda! Realizzò Naruto. Devo proteggere il carico!

Egli quindi provò ad intercettare il proiettile, ma non fu lui a parare il colpo.

Fu invece Torn a fare ciò, e vi riuscì afferrandolo con una mano sola.

"Hai fatto un lavoro migliore di quanto credessi, stronzetto". Disse l'uomo bendato in piedi sull'acqua. "Ma ora, se permetti, vorrei occuparmi io di questo pesce marcio".

Naruto emise un sospiro di sollievo nel sentire queste parole, felice come non mai di udire il proprio comandante.

Raymant, invece, schiumò dalla rabbia e squadrò il suo nuovo nemico con grande rabbia.

"Bene incontrato, pesce marcio". Affermò il comandante in seconda ricambiando l'occhiataccia dell'uomo-manta. "Quanta gente hai ammazzato ultimamente?"

Nel sentire ciò, Raymant fece un verso tra il grugno e la risata.

"Troppi per poterne ricordare, comandante Torn. E sappi che il tuo protetto sarà proprio tra questi! Sì, mi divertirò un mondo a sbudellarlo davanti ai tuoi occhi, traditore! E poi ucciderò anche te!"

Gli occhi dell'uomo bendato si incupirono come non mai, quindi mise l'artiglio bene in vista davanti all'avversario e rispose alla provocazione.

"Ti sei dimenticato di una cosa importante di me, Raymant. Cioè che nessuno può minacciare o muovere un dito sui miei subordinati, tranne me ovviamente".

La manta schiumò dalla collera e preparò ad attaccare frontalmente, ma Torn con un movimento repentino strano mise in avanti un braccio e da esso spruzzò velocissimamente un fiotto di liquido viola.

Tale fiotto prese in pieno il braccio destro del nemico, che iniziò a corrodersi a vista d'occhio e il dolore stese a terra la manta uggiolante a terra.

Naruto osservava la scena ammirato e stupito, sia per il fatto che il proprio comandante sapeva sputare acido e sopratutto perché aveva visto per la prima volta il suo comandante evitare da comportarsi da sadico torturatore bastardo.

Il comandante in seconda quindi stava lì ritto tra l'Uzumaki e Raymant, e osservava severo quest'ultimo contorcersi e lanciare improperi e bestemmie.

"Ascolta bene ciò che ti dico, perché non ti offrirò una seconda opportunità". Si rivolse Torn alla manta. "Se ti arrenderai, ti risparmierò la vita e ti porterò alla nostra base dove potranno curarti il braccio. Se non lo farai, ti ucciderò seduta stante. E ti dico che ti conviene parecchio accettare la mia offerta: con il tuo braccio destro in quelle condizioni, non andrai comunque molto lontano. Io potrei tamponare la tua emorragia già da subito:ho un kit medico per tali emergenze".

Tale discorso fece strabuzzare gli occhi del jinchuriki dalla sorpresa, dato che non avrebbe mai immaginato il suo comandante che mostrava pietà verso qualcuno.

La gente riesce sempre a sorprenderti. Non avrei mai creduto che Torn potesse agire in questo modo. Mai fidarsi delle apparenze...

In Raymant però ciò ebbe un effetto ben diverso: egli si rialzò e ruggì al suo nemico con tutta la rabbia di cui era capace.

"Risparmia...il tuo pietismo...per...qualc..un altro". Parlò la creatura affannosamente. "Risparmia il tuo pietismo per qualcun'altro. Risparmia il tuo pietismo per qualcun'altro! RISPARMIA IL TUO FOTTUTO PIETISMO PER QUALCUN'ALTRO!!!"

Con questo grido sulle labbra il membro dell'Orco tentò un disperato attacco frontale contro l'uomo che lo aveva privato del braccio.

Torn allora rimase lì, fermo e immobile come statua di bronzo.

Sugli occhi di quell'uomo si leggeva però un tristezza molto umana.

Egli con movimento rapidissimo evitò la carica del nemico, quindi con la sua mano gli sparò sempre un getto d'acido, stavolta però diretto alla schiena.

Il liquido viola corrose in brevissimo e a fondo la carne del nemico,e Raymant cadde contorcendosi con un vistoso buco nella zona del cuore.

Il comandante con un gesto repentino afferrò il cadavere dell'ibrido prima che finisse in acqua, quindi se lo caricò in spalla.

"Torn..." Disse l'Uzumaki con voce flebile. "Grazie. Mi hai salvato la vita. Non credo che sarei stato capace di battere Raymant da solo dopo che aveva svelato la sua coda".

Torn rivolse il suo sguardo grave e pensoso agli occhi del giovane.

"Dovere, ragazzo. Io ti ho mandato in questa pazza missione, quindi la responsabilità della tua incolumità è mia. E in battaglia un comandante deve essere sempre la persona su cui fare affidamento".

Naruto abbassò quindi gli occhi, e notò per la prima volta il braccio innaturale del superiore, quindi ebbe un sussulto.

Torn si accorse della reazione del suo uomo e osservò la sua stessa mano con attenzione.

"Questa?" Chiese lui. "Non è niente. Solo un piccolo regalo del dottor Monzaemon. Lasciare la Guardia non è certo stato facile..."

L'Uzumaki provò allora a balbettare qualcosa, ma Torn gli tappò la bocca con la mano bendata.

"Ne parleremo in altra sede. Ora vai in più in fretta possibile. Prima di venire ad aiutarti ho già sistemato un bel po' di Guardie Krimzi, ma credo che si stiano già riorganizzando. Il pacchetto è già stato consegnato, quindi devi solo presentarti davanti al ciccione".

Quindi Naruto annuì con la testa e corse a tutta velocità verso l'Hip Hog Saloon, ove avrebbe già completato la sua missione.

Lungo il tragitto rifletté sulle molte cose che erano accadute in questi pochi minuti.

Sakura...Torn...Kriad...finché ci sarà gente come loro a combattere,Praxis non potrà mai dormire sonni tranquilli. Mai.

 

 

 

 

*************

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore: questo è il mio capitolo più lungo finora . Festeggiamo!

(me fa scoppiare un sacco di botti e lancia coriandoli. Tutti restano zitti).

Ok, per ravvivare la serata, Chuck ha deciso di andare a prendere qualche altro botto.

Madara: MUAHAHAHAHA! Allora sei mio!

Me: o cavolo...

Continua...

Ringrazio tutti quelli che leggono e che recensiscono,e vi prego di mandare più recensioni possibili (me fa gli occhi da cucciolo).

P.S: le tecniche con l'asterisco sono di mia invenzione. 

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Capitolo 13
*** Cap. 13. Armi. ***


Cap. 13. Armi

 

 

"Ragazzo, sei arrivato finalmente".

Il jinchuriki era finalmente entrato all'interno del Hip Hog Saloon e stava in quel momento in piedi all'ingresso.

Davanti a lui c'era Hijka, che nonostante fosse zuppo fradicio ed evidentemente stremato, era comunque vivo e in discreta salute.

Ciò fu un motivo di sollievo per il giovane Uzumaki, dato che aveva temuto che il quel suo compagno, seppure occasionale, fosse già morto annegato.

Il giovane quindi diede una pacca sulla spalla all'uomo e gli parlò con fare bonario.

"Ehi, devo dire di essere contento e sorpreso di trovarti ancora in piedi".

Il criminale nel sentire ciò stranamente ebbe un moto di rabbia e si allontanò incarognito dall'Uzumaki.

"Come sei sorpreso?!? Non sapevi che attaccando quella manta avresti sciolto quella diavoleria d'acqua?!?"

"Ehmmmm..." Mugugnò imbarazzato Naruto. "Certo, l'intento era quello di liberarti, ma non ero sicuro al cento per cento che questo sistema avrebbe funzionato. Credo che tu sia stato molto fortunato..."

Per quest'ultima affermazione Hijka si infuriò a tal punto che Naruto temette una rappresaglia, ma l'uomo di Krew non fece altro che mettersi una mano sulla testa e borbottare sommessamente.

"Non importa ragazzo. L'importante è che il carico adesso è sano e salvo, e le nostre cotenne anche. Ho parlato al capo delle tue prodezze, e si è dimostrato molto...soddisfatto. Il che è un gran complimento. Ora siediti davanti al bancone del bar, e aspetta Krew. Tra poco dovrebbe arrivare". E lì indicò una sedia di legno nero.

Capendo di dover attendere un poco, Il giovane Uzumaki si sedette sulla sedia, da dove diede un'occhiata al posto.

Si trattava di un locale piuttosto ampio, sia in altezza che in larghezza, dalle pareti verde scuro e sulle quali erano appesi numerosi trofei di varie teste imbalsamate di creature varie, alcune delle quali appartenevano sicuramente anche a Teste di Metallo.

Al centro della stanza poi vi era una specie di ring quadrato che serviva per propositi ignoti, ed infine una grossa porta posta proprio al lato nord della sala stessa collegava il salone principale alle stanze sul retro.

"Bel posticino..." Sussurrò Naruto. "Deve fare un bel po' di affari, no? Quando è aperto di solito".

"Di solito tutti i giorni dalle sette di mattina a mezzanotte di sera, ma a volte chiudiamo il locale quando dobbiamo svolgere alcuni affari di altro genere. Per quelli che riguardano prettamente il bar, direi che neanche lì siamo messi male. Ma scusa, ma a te che fotte?!?" Affermò bruscamente l'uomo. "Tu sei qui per obbedire agli ordini del capo, e chi fa tante domande non è affatto benvenuto".

Naruto, stupito da questo improvviso cambiamento di umore, cercò di calmare il suo interlocutore.

"Ehi, ehi, non agitarti! La mia era solo un'innocente curiosità. Certo che voi tirapiedi di Krew avete davvero un gran brutto carattere..."

Hinjka provò a replicare, ma in quel momento si sentirono alcuni rumori provenire dalla porta sul retro.

"Ecco che il nostro capo sta arrivando". Avvertì l'uomo a bassa voce. "Mi raccomando, testa dritta, sguardo fiero, postura composta, capelli in ordine, pancia in dentro e petto in fuori. Non parlare se non sei interpellato e dai sempre a Krew del signore. Ho parlato bene di te, e vorrei che tu facessi una buona prima impressione".

Naruto si grattò la testa per la stranezza di tali ordini.

E magari questo qua vuole che lo chiami Krew sua magnificenza e mi inchini a leccargli i piedi. Che strano...

Mentre il ragazzo faceva queste delucidazioni, la porta si aprì e da essa uscirono due uomini.

Il primo era un tipo molto alto, muscoloso e scuro di pelle, che indossava una strana armatura pesante che gli lasciava scoperta la testa e portava un bastone terminante con la testa di un drago viola.

Il secondo invece era ben più strano d'aspetto.

Calvo, di mezza età e piuttosto basso, l'uomo era talmente flaccido e obeso e aveva le gambe così rachitiche che non avrebbe potuto nemmeno camminare: infatti si muoveva a bordo di una specie di grosso velivolo antigravitazionale.

Il jinchuriki si ricordò subito di ciò che gli aveva detto il suo comandante, e capì che quest'ultimo doveva essere Krew.

"Sei tu il capo qui?" Chiese il jinchuriki all'uomo obeso, ignorando deliberatamente i consigli di Hijka. "Sappi che il carico di Eco è stato consegnato esattamente come pattuito".

"Questo è un bene per voi". Rispose Krew in maniera severa. "Sapete, quell'Eco raro vale più di dieci delle vostre misere vite! Ma naturalmente..."

E qui si avvicinò fluttuando talmente tanto a Naruto che il ragazzo poté sentire chiaramente il suo alito non propriamente profumato.

"...nessuno vuole che voi vi facciate del male. Non so se mi spiego...mi hanno detto che tu hai dimostrato una grandissima abilità. Non è certo da tutti sconfiggere un membro dell'Orco con le proprie sole forze".

Naruto fece una smorfia strana, quindi si allontanò un poco dall'invasivo interlocutore e cercò di spillargli fin da subito qualche informazione.

"Ho fatto ciò che mi hai chiesto, ora però voglio in cambio un'informazione: cosa sai dell'Eco che il Barone manda alle Teste di Metallo?"

Hijka si mise le mani fra i capelli molto preoccupato, mentre l'omone dalla pelle scura fece uno sguardo enigmatico.

"Stai attento, ragazzo". Sibilò Krew visibilmente irritato. "Qui si può venire uccisi per aver fatto domande molto meno scomode di questa".

Krew quindi osservò il volto mascherato del ragazzo con ancora più insistenza.

"Forse però potrei darti l'informazione che cerchi un giorno, ragazzo. Ma prima fammi vedere cosa c'è dietro la tua maschera. Da quello che ho capito sei un tipo piuttosto giovane e dai capelli biondi...ma io ho bisogno di conoscere bene i miei uomini. Capirai che non posso avere in casa una persona di cui non ignoro persino il nome e il volto..."

L'Uzumaki sospirò, leggermente deluso sia per il mezzo fallimento che per il fatto di doversi rivelare, ma sapeva che non c'erano vie di fuga.

Egli quindi si slacciò la maschera da dietro e rivelò il suo volto.

"Mi chiamo Naruto Uzumaki. E' tutto ciò che vi basta sapere di me".

Nell'osservare la faccia del jinchuriki, Krew ebbe un moto di sorpresa.

"Sapevo che tu eri piuttosto precoce, ma non aspettavo che lo fossi così tanto". Disse il signore del crimine. "Quanti anni avrai? Ad occhio e croce sarai appena maggiorenne. Anche se comunque hai dimostrato di essere già eccezionale sconfiggendo un membro dell'Orco in un corpo a corpo, ho bisogno che tutti i miei scagnozzi sappiano bene usare questa".

Quindi fece un cenno all'omone scuro, che si avvicinò a Naruto con fare minaccioso.

Il giovane Uzumaki d'istinto si mise in posizione di guardia, ma poi capì che non ve ne era alcun bisogno: il tipo con l'armatura gli aveva infatti porto una strana arma simile a quella che aveva Hanks.

Si trattava di un fucile piuttosto lungo, grigio e con uno strano caricatore a forma di tubo giallo-nero.

"La morph-gun è una delle armi più rare in circolazione". Spiegò il signore del crimine. "Questo gioiellino permette di trasformarsi in vari tipi di armi da fuoco differenti, una volta installato il caricatore apposito. Riceverai i vari caricatori a missioni compiuta. Ora vai ad allenarti al poligono di tiro vicino qui vicino, e divertiti. Eccoti il pass per entrare. In genere a quest'ora il poligono è chiuso, tranne che per chi paga qualcosa di...supplementare". Nel dire ciò porse nelle mani del ragazzo una scheda, che il giovane si mise in tasca.

Naruto contemplò la sua arma con un fare strano, un misto tra compiacimento e vago senso di vergogna, dato che solo il cielo sapeva come questa roba fosse finita in mano a quel criminale.

Credo che adesso mi convenga approfittarne. pensò l'Uzumaki. Sempre che non mi abbia giocato un brutto tiro...

"Dopo che avrai fatto un poco di pratica con quest'arnese". Continuò Krew. "Torna da me. Mi ha detto che lavorerai da me solo...part-time, ma ho già un'altra missione da affidarti prima che tu possa ritornare al Mondo Sotterraneo. Ti va bene?"

"Ok, sarò di ritorno il prima possibile".

 

 

************

 

 

 

Ok, finalmente sono arrivato.

Naruto era giunto davanti ad un edificio sulla cui porta di ingresso campeggiava la scritta Poligono di Tiro.

Egli tenendo l'arma legata alla schiena estrasse il pass dalla tasca della sua uniforme e lo appoggiò vicino alla serratura magnetica del posto.

La porta principale, piuttosto piccola per le dimensioni del posto stesso, si aprì come sempre da sola e lui entrò.

La stanza che gli si pose davanti agli occhi sembrava abbastanza spoglia, con poche casse per le munizioni ai lati nord-est e nord, ed una grosso portone a sinistra dell'ingresso stesso.

Ma qualcosa che certo Naruto non aspettava era lì in quella sala: i suoi compagni di missione Hanks e Aghapes.

"Ehi ragazzi, ciao!" Salutò il giovane con rinnovata allegria ed esuberanza.

"Naruto, guarda Hanks, c'è Naruto". Disse la ragazza anch'essa piacevolmente sorpresa, e smosse il suo compagno che stava ricaricando le armi, quindi si avvicinò all'amico. "Come stai? Mi hanno detto che per poco non ci rimanevi secco contro quel membro dell'Orco. Non l'avrei mai detto, ma sono contenta che Torn era lì con te".

"Anche io". Rispose l'Uzumaki. "Sarà anche un grandissimo bastardo in tutte le altre occasioni, ma quando si tratta di combattere il nostro superiore è un'affidabile e straordinaria macchina da guerra..."

Il pensiero che questa efficienza del suo superiore fosse stata causata dagli esperimenti del dottor Monzaemon, e che forse Torn avesse subito sevizie e torture anche peggiori delle sue gli incupì il volto.

"Che hai Naruto?" Parlò improvvisamente Hanks, che aveva notato l'espressione dell'amico. "Stai pensando a Torn, vero? Bé, forse dovresti chiedere direttamente a lui..." E qui fece anche egli un espressione triste. "Ma non pensiamo a queste cose! Noi ribelli in genere usiamo questo poligono di tiro ad allenarci quando è tutto chiuso, ma non credevo che tu giungessi mai qui, data la tua riluttanza ad usare le armi da fuoco. E invece ti trovo con niente popò di meno che una morph-gun!"

"Eh sì. Me l'ha data Krew. E' un pezzo pregiato, vero?"

"Molto pregiato Naruto". Parlò Aghapes. "I componenti per fabbricare una morph-gun sono davvero rari e costosi, per questo non ve ne è una produzione industriale. Il progetto di quest'arma dovrebbe essere un segreto di stato,ma alcuni ribelli sono riusciti a prenderne qualcuna, come me ed Hanks, oppure a volte qualcuna finisce nelle mani di un signore del crimine come Krew. In ogni caso, possedere uno di questi aggeggi è una vera fortuna..."

"Lo immagino..." Sussurrò il ragazzo volpe. " Uno come Krew si concede sempre i pezzi migliori, a quanto mi è sembrato".

"Già". Rispose sempre la ribelle. " Come pensi di fare ad obbedire agli ordini di una merda simile, Naruto? Io non potrei mare stare a lavorare con uno come lui. Mi verrebbe da sparargli nei testicoli al solo pensiero di una protezione ". E qui la ragazza sputò a terra dal disgusto.

"Non lo so nemmeno io, ragazzi. Proverò ad inventarmi qualcosa. Ma adesso devo allenarmi. Come si fa ad iniziare una sessione?"

Hanks senza dire nulla andò davanti alla porta più grande ed essa si aprì con un rumore stridente.

"Semplice". Affermò il rosso."Attraversata quella linea rossa sul pavimento, dovrai sparare a tutti i bersagli raffiguranti dei robot che vedrai comparire attorno a te entro un limite di tempo per ottenere un buon punteggio. Rompi le casse per ottenere munizioni, non colpire i cartoni raffiguranti dei civili, e ricorda di essere veloce e preciso: i bersagli nemici si possono muovere, sparare e dopo un po' spariscono anche.

La modalità della tua morph-gun è un blaster, quindi sarà facile iniziare: si tratta di un'arma veloce, con ottima gittata, capacità, puntatore laser, una buona potenza di fuoco data dall'Eco Giallo e come ciliegina sulla torta un rinculo molto smorzato. Cosa si può chiedere di più?".

"Sei davvero un esperto di questo tipo di armi da fuoco, davvero Hanks". Commentò il ragazzo biondo. "Mi hai già accennato che ti piacevano molto. Che mi potresti dire quali sono le possibili modalità della morph-gun e cosa c'entra tutto questo con l'Eco?"

"Ancora più semplice, amico mio". Iniziò a spiegare Hanks con un lampo di felicità negli occhi, come fosse contento di condividere il suo sapere in fatto di armi con qualcuno. "Esistono vari tipi di Eco in natura, alcuni di essi sono usati per fabbricare armi e munizioni. L'Eco Giallo che stai usando è quello in grado di incrementare la gittata dei proiettili e dargli un effetto "Incendiario"ed è usato per le munizioni del blaster. Ricordati, esse sono si trovano in un contenitore a forma di tubo con alcuni cerchi gialli ed hanno una capienza davvero notevole".

"Senti, grazie, ma non c'è bisogno di essere così prolisso..." Cercò di obbiettare Naruto, ma Aghapes gli venne dietro e gli sussurrò all'orecchio.

"Ormai hai acceso uno stereo, e non lo fermerai tanto facilmente..."

"Per continuare". Fece il ribelle rosso come se nulla fosse accaduto. "Abbiamo l'Eco Rosso, ovvero quello con maggiore potenza di detonazione a corta distanza, le cui munizioni servono per attivare il Razzo Plasmite. Ho distrutto quel sistema alla fortezza usando quest'arma, ricordi?"

"Sì". Affermò il jinchuriki, ritornando con la mente alla fortezza Humbaba e alle vicende che si sono svolte lì.

"I contenitori per i proiettili di quest'arma hanno l'aspetto di dischi con dentelli rossi. Poi c'è l'Eco Blu, legato alla velocità, che ti permette di usare il Vulcan, ovvero un fucile mitragliatore a corta gittata, e le cui munizioni si possono all'interno di un artiglio blu-celeste. E infine..." E qui l'uomo fece un breve pausa, quasi come se temesse di andare avanti. "...c'è l'Eco Oscuro, il più pericoloso tra quelli già menzionati, che può essere letale se assunto puro dagli esseri umani persino più delle altre sostanze. L'Eco Oscuro è incredibilmente ricco di energia, e le munizioni infuse con esso sono delle specie di esagoni viola. Il potenziamento della morph-gun a cui è legato è il Peace Maker, e si tratta di un'arma così potente che tu non te lo immagineresti neppure. Il bello di tutto quest'affare è che una volta inserito un caricatore e le cartucce apposite, puoi attivare e disattivarne la trasformazione con un pulsante a destra del grilletto. E' possibile avere tutti i caricatori installati allo stesso tempo, anche se si può usare una sola munizione alla volta. Per selezionare i vari tipi di caricatore, devi premere la freccia sopra il pulsante sopracitato. Poi un contatore vicino al caricatore stesso ti dirà quante munizioni ti mancano e quale è la capienza massima. Per sparare ovviamente bisogna premere il grilletto. Tutto chiaro?"

"Chiarissimo..." Sussurrò il jinchuriki.

Tutta questa spiegazione è stata davvero una maratona, ma in fondo è stato meglio capire tutto adesso che sul campo di battaglia davanti alle Teste di Metallo...

Hanks quindi cercò di finire, soddisfatto di aver fatto questa spiegazione.

"Allora Naruto, cosa ne dici di iniziare? Durante la prima sessione ti aiuterò io, se ti va bene".

"Va benissimo. Diamo il via al cecchinaggio!" Concluse il ragazzo biondo avanzando verso la linea rossa.

 

 

 

 

************

 

 

"Mio signore...Raymant ha..."

Nel cuore di Inferi, una guardia Krimzi aveva l'ingrato compito riferire al Barone Praxis il fallimento di uno dei membri dell'Unità Orco.

L'ufficiale balbettava sommessamente, poiché era ben consapevole che il Barone non era un tipo piuttosto paziente che prendeva queste notizie alla leggera.

Il fatto che poi si trovasse in un posto ove avrebbe potuto benissimo usarlo come cavia o mandarlo in pasto a qualche mostruosità certo non aiutava.

"Dimmi soldato". Affermò il re con tutta la sua severità e ansia mentre accarezzava la sua pistola. "Dimmi che Raymant ha compiuto la missione e che il nostro abominio ribelle ormai si trova nel fondale dell'Oceano a far compagnia ai pesci. Dimmelo, ti prego".

L'ufficiale iniziò quasi a tremare per la paura.

"Re...Praxis, Raymant è morto. La missione è fallita. Mi...mi..spiace".

Nel sentire ciò il Barone ruggì dalla collera e sparò un colpo in testa alla guardia, che crollò a terra.

"Scusa soldato. Non era ciò che volevo sentire. Per nulla..." Mormorò nervoso il capo di stato. "Specialmente dopo il buco nell'acqua che mi hai fatto fare, Monzaemon".

Lo scienziato stava lì dietro, ed egli aveva contemplato la scena con il suo solito sguardo crudelmente sornione.

"Cosa c'è Praxis?" Rispose l'uomo con un tono beffardo. " La figuraccia l'hai già fatta da solo, e anche bella grossa..."

"Non osare dire un'altra parola!" Strillò il Barone dalla rabbia. "Due anni di esperimenti...di attese...e tutto quanto si è risolto in un nulla di fatto! UN'INUTILE SPRECO DI TEMPO E RISORSE!"

"Parli di spreco di risorse proprio tu che hai ceduto alle Teste di Metallo gran parte dell'Eco della città. Non hai certo dimostrato molta fiducia nei risultati dimostrati dalla guerra che stiamo conducendo...del resto la tua mente è così offuscata dalla collera che ogni giudizio razionale da te è impossibile".

Il viso del capo di stato avvampò di collera.

"Non ho fiducia nei tuoi risultati, perché non ne vedo! Sembra che le Teste di Metallo siano in grado di tenere a bada anche i tuoi ninja immortali. E in questo momento quei sudici rettili si stanno facendo beffe di me, lo capisci, DI ME! Riesco quasi a sentire la risata di scherno del loro leader alle mie spalle...io non voglio essere ricordato come l'uomo che ha lasciato la città in balia di queste insulse creature, e tu invece di aiutarmi mi stai avvicinando a questo triste destino. QUINDI CERCA DI NON FALLIRE COME STAI FACENDO, NE' DI FARMI SPRECARE ALTRI UOMINI, CHIAROOO!!!"

Monzaemon, come sempre, fu totalmente incurante di questo sfogo nervoso del suo formale superiore, quindi si avvicinò ad esso.

"Lo farò come credo, e certo non sei nella posizione di obbiettare alcunché. Ma comunque penso che tu abbia qualche ragione. Voglio darti qualche aiuto. Andiamo nel mio serraglio".

I due quindi si incamminarono verso un grandissimo corridoio, sui cui lati vi erano numerosi cilindri pieni di liquido.

All'interno di questi cilindri vi erano molti esseri strani, alcuni degli incroci tra uomini e animali, altri dal colore delle pelle diverso, ma tutti avevano in comune un aspetto mutato e quasi sempre orripilante, nonché il fatto che erano in stato simile al coma.

Davanti a questi contenitori vi era una targa che indicava il numero di matricola dell'esperimento, le sue peculiarità e i risultati ai vari test.

"Vediamo un poco, credo di poterne mandare tre per combattere contro Ilnok. Quel tipo potrebbe risultare una seria minaccia se non lo eliminiamo subito. Kenpachi potrebbe svolgere tale compito eccellentemente, ma un paio di aiuti non fanno mai male".

"Posso scegliere io?" Chiese Praxis. "Vorrei toccare con mano i risultati ottenuti...".

Al cenno d'assenso dello scienziato il sovrano di Haven camminò lentamente lungo il corridoio ed osservò bene tutti gli esperimenti e i risultati ottenuti, quindi effettuò la sua scelta.

"Cosa ne dici di mandare il vecchio Team 8? Potrebbe risultare una buona idea...hanno tutti fatto ottimi risultati ai test di sopravvivenza..." Domandò il Barone al suo scienziato.

Monzaemon nel sentire quella proposta fece uno sguardo pensoso.

"Ummmm...mandare il prigioniero n. 13169415 potrebbe essere un grosso azzardo...specie perché la maggior parte dei suoi poteri è sigillata...ma sì! Risulterebbe risultare interessante e...divertente".

E con una risata degna di un demonio dell'Inferno, il ricercatore aprì i cilindri contenti le sue vittime ed iniziò la procedura del loro risveglio.

 

 

 

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Angolo dell'autore: Ringrazio come sempre tutti i miei recensori, per lo stacchetto, non posso accontentarvi. Madara mi tiene in ostaggio, e sappiate che sono riuscito a scrivere il capitolo usando una mistura di saliva e saponetta sulle coperte della mia cella e spedirle a sprezzo di ogni pericolo

Se quindi voi volete ricambiare, recensite!

Madara: devi essere davvero disperato se sei stato capace di inventarti una...una...non so neanche come definirla, per accalappiare recensioni.

A presto, e grazie per aver letto la mia fic! 

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Capitolo 14
*** Cap 14. Il Ritorno del Team 8. Parte prima. ***


Cap. 14. Il ritorno del Team 8. Parte prima.

 

 

"L'ho trovato, finalmente".

Ilnok aveva finalmente individuato il contingente di guardie che stava cercando, e con esso l'artefatto Precusor che il si portavano addietro.

L'uomo correva silenziosamente su dei vecchissimi impianti di depurazione alla stazione di Pompaggio, luogo dove il convoglio stava trasportando la merce, aspettando l'occasione propizia per attaccare il nemico e rubargli l'agognato oggetto.

Un'occasione che con grande fortuna si presentò quasi subito: la truppa infatti si fermò a riposare proprio sotto un edificio vicino a dove si era appostato Faccia di Bimbo.

Così mi facilitano davvero l'affare. Pensò il ribelle mascherato tra se e se estraendo due pistole. Vediamo un po' se queste guardie sono stupide come sembrano...

Egli quindi puntò le sue armi sulle teste due dei suoi nemici e fece fuoco.

Come era prevedibile, le due guardie morirono con il cranio spappolato e l'ufficiale di turno provò a dare un allarme.

"Ripiega..."

Ma tale grido di avvertimento morì in gola all'uomo, poiché Ilnok si era già fiondato vicino a lui e gli aveva sparato in bocca.

In un batter d'occhio Faccia di Bimbo stese a terra gli altri tre soldati e li uccise sempre con un colpo nel cervello.

Facile, troppo facile. Devo dire che queste piccole guardie offrono ben poco soddisfazione. Chissà perché c'è ancora gente così stupida e malvagia da servire ancora il Barone...

Nel pensare ciò, l'uomo sentì il suo odio verso Praxis crescere e pulsare con grandissimo vigore.

Un odio che avrebbe scaricato su tutti gli scagnozzi del suo nemico giurato.

Distogliendosi dalle sue delucidazioni, Ilnok si ricordò il motivo per cui era venuto, ovvero l'artefatto Precursor.

Egli si guardò intorno e notò una piccola cassa su cui era scritto Top Secret.

Bingo. Ora vediamo quale piccola manna Precursor hanno trafugato le guardie. Sono davvero curioso...che forma e che utilità potrà mai avere?

Con pochi gesti delicati l'uomo estrasse l'oggetto dalla cassa e lo osservò con moltissima attenzione.

Era un monile dorato di grosse dimensioni, la cui forma era identica a quella di un pettorale umano.

Su di esso poi erano incise alcune rune dal significato particolare, che Faccia di Bimbo non riuscì a decifrare al momento.

"Pazienza". Sussurrò l'uomo. "Vorrà dire che lo mostrerò a Sasuke. Dovrebbe arrivare qui fra poco."

Non appena finì si udì uno stranissimo rumore provenente dal basso.

Un rumore che nessuno con un udito nella media avrebbe mai potuto notare.

Resosi conto del pericolo, Ilnok con l'artefatto in braccio saltò su una rampa lì vicino.

Un secondo dopo sbucò dal terreno sabbioso un essere strano: una specie di grosso lincantropo dal pelo marrone simile a quello delle leggende.

Con la particolarità che aveva delle fattezze piuttosto giovanili, nonché due strani segni a forma di zanne sulla guancia.

Faccia di Bimbo notò tali zanne e fischiò piacevolmente sorpreso.

"Tu devi essere un Inuzuka, vero?" Chiese l'uomo al ragazzo-lupo, anche se sapeva di non poter essere ascoltato. "Allora cucciolotto ti porterò dal mio amico Sasuke, contento?"

La creatura in risposta ululò come un vero lupo e squadrò Ilnok con occhi voraci e animaleschi.

In un attimo l'essere si lanciò contro Ilnok ed iniziò a roteare vorticosamente su stesso fino a diventare una specie di trivella.

Tale attacco perforante però mancò il bersaglio, dato che il nemico umano era stato più veloce a schivare, ed aprì un buco nei vecchi impianti di depurazione.

Faccia di Bimbo iniziò quindi a correre sempre tenendo l'artefatto tra le mani, inseguito dal nemico trivellatore che perforava ogni cosa xhe incontrasse sul proprio cammino.

Nella sua breve fuga il guerriero vide una formazione rocciosa più robusta dei ruderi metallici ed ebbe un idea.

Egli si avvicinò il più possibile a questo nuovo ostacolo, sempre con l'uomo lupo alle calcagna, e proprio un attimo prima di raggiungere la roccia spiccò un balzo più in alto che poté.

Come Ilnok aveva previsto, la trivella vivente si infilò nella roccia ed inizio a trapanarla come gli edifici, anche se molto più lentamente data la maggiore durezza dell'ostacolo.

Approfittando di questo rallentamento, Faccia di Bimbo si gettò in picchiata sull'avversario con una gomitata.

"Prendi questo, cagnaccio!" E con questo grido atterrò sul licantropo e ne bloccò la rotazione.

L'uomo lupo ululò dal dolore e tentò di girarsi per attaccare il nemico, ma Ilnok lo aveva ormai inchiodato a terra con una presa alle gambe e alle braccia.

La stretta del guerriero fu micidiale, e i tentavi del lincantropo di liberarsi non diedero alcun risultato.

"Devo ammettere che hai una forza ed una resistenza incredibile, ma ora devo stenderti. Credimi, mi ringrazierai dopo". Affermò severo Faccia di Bimbo, che una violentissima karate-chop alla nuca fece svenire l'avversario.

Che giornata fortunata: due premi in una botta sola! Gongolò tra se il vincitore della lotta. Ma non devo distrarmi. Ho dovuto persino lasciare l'artefatto per un poco. Meglio che prenda subito il malloppo e raggiunga Sasuke in fretta.

Quindi Ilnok caricò sulle spalle il proprio nemico svenuto e si diresse a prelevare l'artefatto che era atterrato sulla sabbia vicino a lui.

Nel momento stesso in cui afferrò il pettorale, notò che su di esso vi era depositata una miriade di insetti.

Intuendo conto di un pericolo molto grande dietro a quel nugolo di creature, l'uomo lanciò via l'artefatto.

Tale oggetto però non cadde a terra, ma volò via sospeso per un po', fino raggiungere un edificio piuttosto lontano.

In cima a questo edificio vi era un uomo, anzi un ragazzo ricoperto di insetti che calzavano il suo corpo come un grosso cappotto, lasciando scoperto solo il volto giallognolo pieno di vistose cicatrici.

Un volto che, come nel caso del licantropo, rivelava una quasi totale mancanza di raziocinio ed una grande brama di uccidere.

Faccia di Bimbo nel vedere ciò ebbe un sussulto si mise di nuovo in posizione di guardia.

L'essere ricoperto d'insetti quindi fece un muggito disordinato e spalancò la sua bocca.

Da essa uscì uno sciame malefico che si diresse verso Ilnok.

"Merda ladra..." Sussurrò l'uomo estraendo la sua morph-gun. "Questa è una bella gatta da pelare, senza alcun dubbio. Credo proprio che sia il caso di usare il mio Pacemaker..."

Quindi Ilnok cliccò sulla freccia apposita e selezionò tale modalità.

L'arma da fuoco si modificò per via delle munizioni, e la parte finale di essa assunse la forma di una testa di drago violaceo.

Egli puntò l'arma contro il nugolo di insetti e premette il grilletto per un poco.

"Prendete questo, miserabili bastardi!" Gridò rilasciando il colpo.

Il proiettile di quest'arma aveva la forma di una grossa sfera elettrica che si diresse contro la schiera di piccoli nemici.

Non appena la palla raggiunse una di quelle creature, essa si divise in tantissimi e sottilissimi raggi elettrici che incenerirono tutta la prima ondata di esserini.

La fonte di questi insetti fece una smorfia di dolore, ma subito dopo si accasciò improvvisamente a terra svenuto.

Dietro di lui c'era Sasuke Uchiha, che raccolse il suo nemico da dietro e in pochi balzi raggiunse Ilnok.

"Possibile che tu venga sempre in ritardo, Uchiha?!? " Domandò lievemente alterato l'omone.

Sasuke fece uno strano sorriso, quindi rispose:

"Invece credo di essere arrivato perfettamente in orario stavolta. Ho con me questo bell'artefatto". Qui mise in bella vista il suo trofeo. "E ti ho appena evitato una clamorosa sconfitta.".

"Non esserne tanto sicuro. Avevo sempre la mia lancia, e con quella avrei potuto sgusciare quello sciame fastidioso. BAHAH!" Borbottò Faccia di Bimbo. "Non importa comunque. Ora siamo entrati in possesso sia dell'aggeggo Precursor che di nuovi potenziali alleati".

Quindi Ilnok posò a terra il nemico svenuto, e l'Uchiha fece lo stesso accanto all'uomo lupo.

Sasuke osservò per un poco le sue vittime, quindi fece un'espressione mista a sorpresa e a forte preoccupazione.

"Che c'è Sasuke? Conosci per caso questi shinobi?" Domandò il compagno.

"Sì. Sono Shino Aburame e Kiba Inuzuka. Eravamo nella stessa classe all'accademia ninja. Ancora non posso crederci...non che io con loro abbia avuto rapporti molto stretti, ma non avrei mai immaginato di trovarli qui. E questo potrebbe significare che Monzaemon ha vinto la guerra contro Konoha".

Sasuke digrignò i denti e strinse i pugni dalla rabbia.

"Possibile, Uchiha". Continuò l'omone severo. "Io ti suggerirei di liberarli comunque. Conosco i sentimenti che provi verso il tuo villaggio natale, ma se questi qua sono nemici di Monzaemon e Praxis, allora sarebbe saggio comunque provare a convincerli ad unirsi a noi".

"Cosa stai blaterando?!? Hai dimenticato ciò che Konoha mi ha fatto?!?" Urlò Sasuke puntandogli la spada vicino alla gola.

Ilnok quindi si scansò con gran velocità e riuscì a stendere a terra il proprio compagno con un calcio al mento, quindi a bloccarlo con le braccia al suolo.

"Senti un po' Uchiha". Disse serio l'ex membro del Mondo Sotterraneo. "Piantala di minacciare i tuoi compagni di morte per ogni stupidaggine, specie se questi compagni sono ancora in grado di metterti al tappeto a mani nude. Come ho appena detto, capisco ciò che provi, perché è la stessa cosa che sento io nei confronti di Praxis, ma purtroppo a volte l'eccesso di collera gioca brutti scherzi, e in quei casi bisogna darsi una calmata per evitare di finire con il culo per terra, come sei in questo momento".

Sasuke rise in maniera sarcastica.

"Una calmata?!? AHAHAHAHAH!!!Parli proprio tu di calma dopo che hai perso i dati di un'intera fortezza per compiacere il tuo sadismo contro le guardie Krimzi? Per favore, non fare l'ipocrita. E poi, non credo che questi qua acconsentirebbero ad aiutarci. Non sai che l'ultima volta che volevano incontrarmi era per farmi la pelle?"

"Tentar non nuoce, Sasuke. E nel caso in cui rifiutassero in maniera definitiva, potrai farci tutto quello che vuoi". Qui l'uomo mollò la presa e lo rialzò. "Ci stai?"

L'Uchiha borbottò e mugugnò scontroso, ma dallo sguardo si capiva che Ilnok lo aveva vinto.

"Ci sto". Sospirò il ragazzo. "E puoi considerarti fortunato che io non avessi attivato il mio Sharingan Ipnotico Eterno, oppure sarei stato io ad atterrare te".

Faccia di Bimbo esplose in una fragorosa risata.

"Neanche io, e lo sai, ho dato il massimo per buttare il tuo nobile culo su questa bella spiaggia. Ma sono contento che tu abbia accettato. Ah, devo farti vedere una cosa".

Quindi mostrò il suo spallaccio a Sasuke.

"So che tu hai una strana connessione con questi affari, e forse puoi tradurre le incisioni qui scritte".

L'Uchiha non se lo fece ripetere due volte: attivò la Sharingan Ipnotico Eterno, afferrò l'artefatto e lo scrutò bene.

"Qui c'è scritto: Quando la pietra...null'altro, mi spiace". Affermò leggermente deluso l'Uchiha.

Ilnok però non fece una piega e mise tale pettorale sotto il suo mantello.

"Ci penseremo più tardi. Ora andiamo, che devo anche somministrare loro un po' di anestetico per farli restare nel mondo dei sogni".

"Sono d'accordo. Forza, mettiamoci in cammino". Terminò il discorso Sasuke, che quindi prendendo uno dei due ninja svenuti si diresse verso il covo, seguito a ruota dal compagno.

 

 

 

 

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"Questa è fatta! MUAHAHAHA!!!"

Dall'alto della torre della fortezza Catoplepas, Kenpachi, il braccio destro del dottor Monzaemon, contemplava la città dall'alto della sua postazione.

Egli annusava intorno a se animato da una fortissima brama di dolore e morte, mentre il vento attorno a lui soffiava talmente forte da fargli quasi volare il mantello e la maschera che indossava.

Attorno a lui vi erano vari soldati quasi tutti degli ufficiali delle guardie Krimzi, tranne uno.

Ella era una diciottenne di media altezza e dai capelli che indossava una lunga mantella simile a quella del suo capo.

Questa giovane donna però aveva varie peculiarità: innanzitutto i suo occhi erano bianchi e privi di iride, la sua pelle era verde smeraldo ed aveva una grossa gemma incastonata in fronte simile a quella delle Teste di Metallo.

Kenpachi si girò verso questa ragazza e le ordinò.

"Hinata, hanno già sconfitto Aburame e Inuzuka? Dove li sta portando Faccia di Bimbo? Guarda..."

La ragazza fece una grossa smorfia di dolore e tristezza, quindi si agitò e rispose con voce strozzata.

"Io...non...ti...permetterò...di...di..."

Il servitore di Monzaemon sorrise crudelmente come era suo solito fare, quindi mise in bella vista il tatuaggio sulla sua manica ed iniziò a premere con un dito.

La povera Hinata cadde a terra attraversata da scariche elettriche urlando convulsamente tra gli sguardi attoniti delle guardie.

"Di cosa, eh? Di riportare indietro i tuoi amici? MUAHAHAHAH!!!". Schernì malvagiamente Kenpachi. "Loro appartengono a Praxis e al suo impero, e anche tu. E' inutile che cerchi di ribellarti: sei solo un giocattolo che può essere rotto e gettato via come e quando si vuole. Dunque, cosa vedi, eh?"
Con un ghigno ancora più sadico, il ninja intensificò la scarica e con essa aumentarono di volume e disperazione le urla della ragazza.

Una delle guardie Krimzi, scioccata per ciò che stava accadendo, si lasciò sfuggire un flebile sussurro.

"Bas..."

Egli però non fece in tempo ad esaurire tale misero sfogo che si ritrovò la fronte crivellata da un fulmine.

Kenpachi aveva smesso di usare il proprio tatuaggio a scopi di tortura, e aveva impiegato il suo braccio per altri scopi.

Tutti gli altri soldati, già fortemente a disagio prima, sbiancarono nel vedere ciò ancora dal terrore.

"Ciò che ho detto alla puttana vale anche per voi, miserabili teste di cazzo". Gongolò il Tuono Purpureo deliziandosi di quest'aria intrisa di terrore. "E adesso, Hinata, te lo dico un'altra volta: cosa vedi?"

La giovane senza dire nulla si era alzata dalla sua postazione ed aveva attivato il suo doojutsu.

"Byakugan attivo". Pronunciò lei con voce atona. "Bersaglio da localizzare: Faccia di Bimbo. Posizione del bersaglio: Zona del Mercato, Baazar Jhuim. Stato salute del bersaglio: attivo al 100%. Rilevata presenza di chakra estraneo appartenente al nukenin Sasuke Uchiha".

"COSAAAAAAA?!?!?!?!?!?!?" Ruggì il Tuono Purpureo con una furia indescrivibile, quindi si mise a davanti a Hinata e la guardò negli occhi spenti.

"Dimmi dove precisamente si trovano adesso!"

"Ripeto. Bersaglio da localizzare: Faccia di Bimbo. Posizione del bersaglio: Zona del Mercato, baazar Jhuim. Stato salute del bersaglio: attivo al 100%. Rilevata presenza di chakra estraneo appartenente al nukenin Sasuke Uchiha. Impossibile ottenere ulteriori informazioni".

Non appena la Hyuga finì tale frase, Kenpachi si girò verso l'area del mercato ed iniziò a ridere e sghignazzare così forte che a gran parte della città udì gli echi di un lugubre suono.

"Finalmente il momento è giunto. IL MOMENTO DELLA MIA VENDETTA!!! SASUKE UCHIHA, TREMA!!! SAPPI CHE OGNI SECONDO DEL NOSTRO INCONTRO SARA' PER TE UN'ORRIDA AGONIA!!! LA TUA PENA DIVERRA' LEGGENDARIAAA!!!"

 

 

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"Bene, bene, ce l'abbiamo fatta. E due interventi sulla stessa persona consecutivamente. Un record davvero".

I due guerrieri si trovavano nella sala medica sotterranea di Faccia di Bimbo, ove stavano effettuando le operazioni necessarie a liberare i membri schiavi dell'Unità Orco.

Il posto era una grossa sala dalle pareti bianche, molto pulito e con lettini e strumenti medici all'avanguardia.

Ilnok in quel momento stava pulendo accuratamente un paio di pinzette inzuppate di sangue, mentre Sasuke stava vicino ad un Kiba addormentato su un letto d'ospedale. Con un mano il nukenin cercava di svegliarlo con alcuni strattoni, con l'altra teneva una specie di arnese tondo dal color rosso fuoco.

"Kiba, svegliati! Diavolo...dopo tutto ciò che ho fatto per riportarti indietro, almeno voglio una soddisfazione".

Il membro del clan Inuzuka quindi strabuzzò gli occhi e li aprì, rivelando le pupille cagnesche.

"Bene, ha aperto gli occhi". Affermò l'uomo mascherato riponendo il suo arnese in una casetta. "L'intervento chirurgico che gli ho appena fatto avrebbe potuto provocargli gravi danni al sistema nervoso".

"Guarda che stai preoccupando per nulla. Ho controllato bene con lo Tsukuyomi, e la sua mente, classica stupidità a parte, non aveva alcun problema. Anche a livello motorio non sembrano esserci handicap. Ora vediamo quello che dice".

Kiba intanto si stava riprendendo dal forte senso di confusione che lo attanagliava.

Si ricordava fin troppo bene degli ultimi due anni passati al servizio di quell'essere ripugnante chiamato Monzaemon, e di tutte le torture e le mutazioni che aveva subito.

Sopratutto gli ritornò in mente il modo in cui il suo sigillo si era rotto: aveva visto all'improvviso tutto nero, poi due occhi rossi e neri con simboli strani.

Gli occhi portatori di Sharingan.

"Tu!" Ruggì Kiba a Sasuke Uchiha. "Perchè diavolo mi hai liberato?!? Cosa vuoi da me, tradi..."

Il membro del clan Inuzuka quindi provò ad alzarsi, ma sentì le forze venirgli meno e ricrollò sul materasso di schiena.

"Non fare sforzi. Sei ancora molto debole". Ordinò Sasuke. "Ti abbiamo rifilato una montagna di anestetico per farti addormentare, inoltre la mia intrusione mentale non è l'unico intervento che hai subito oggi. Guarda".

E qui l'Uchiha mostrò lo strano aggeggio all'Inuzuka.

"Questa è una bomba plasmite disinnescata a comando a distanza. Te l'hanno installata dentro il torace e collegata ai nervi dorsali. Nel caso in cui il sigillo di Monzaemon fosse stato forzato, il tuo cervello avrebbe mandato un segnale attraverso la tua colonna vertebrale che sarebbe giunto a quest'esplosivo, facendoti saltare in aria. Abbiamo qui anche un altro tuo compagno di team, ovvero Shino. Vedi la cicatrice che hai sul petto? Il frutto dell'operazione che ti abbiamo appena fatto".

Kiba alzò il busto, si toccò il torace e notò una grossa cicatrice longitudinale su di esso, ed ebbe un sussulto.

"Shino?!? Anche lui è qui? E avete per caso portato qualcun'altro? Hinata, Choji..." Chiese apprensivo il ragazzo lupo, lieto della notizia che l'amico, qualcun'altro,potesse essere di nuovo libero.

L'Uchiha fece un cenno di diniego, il che fece ripiombare Kiba nello sconforto.

"Ad ogni modo". Affermò il possessore dello Sharingan. "Sappi che non ti ho liberato per un atto di cortesia, anzi: il mio amico Ilnok, che ora si sta preparando allo stesso intervento chirurgico che hai appena subito..."

"Piacere di conoscerti, Kiba". Si intromise l'omone. "E scusa per la batosta di prima, ma era necessaria".

"...ritiene che tu possa aiutarci nella nostra lotta". Continuò Sasuke. "Tu hai dimostrato buone capacità di combattimento, e il tuo aiuto potrebbe esserci utile a..."

"A fare cosa, Sasuke?!?" Ribatté l'Inuzuka digrignando i denti dalla rabbia. "A distruggere Konoha?!? Mai e poi mai! Ringrazio Ilnok per aver rimosso quella bomba, ma non aspettarti che io ti baci i piedi. Anche con queste fattezze..." Qui osservò con tristezza le proprie mani pelose e artigliate. "...resto sempre uno shinobi della Foglia,e non scenderò a patti con traditori come te".

Aspettandosi questa risposta, Sasuke sorrise beffardamente e con un gesto repentino estrasse la katana e la puntò sulla gola dell'interlocutore.

"Ascoltami bene, idiota". Disse severo l'Uchiha scandendo bene le sue parole. "L'unico motivo per il quale non ti ho sventrato prima è stata l'idea che tu potessi mostrarti collaborativo con noi. Sappi che nel caso in cui tu rifiutassi ancora di aiutarci, non esiterei un secondo ad incenerirti con l'Amaterasu. E poi hai frainteso una cosa importante: il nemico di cui io parlo non è Konoha, bensì il mostro che ti ha trasformato nel licantropo che sei adesso: Monzaemon, ovvero l'uomo che ha guidato l'Akatsuki durante l'attacco al tuo villaggio".

L'Inuzuka trasecolò al sentire quelle parole.

"Monzaemon hai detto? Perché mai tu vorresti uccidere l'essere che ha attaccato il villaggio che tanto odi?"

"Perchè la vendetta verso la Foglia è soltanto mia, Kiba. E per un'altra ragione personale che non ti voglio spiegare. Quando il nostro scienziato sarà caduto, non ti chiederò di aiutarmi ad eliminare la tua gente: anzi, potrai tranquillamente cercare di uccidermi, ma solo dopo che noi saremo liberati dello scienziato pazzo. Ci stai?"

Intanto Faccia di Bimbo, che si era rimesso i guanti e stava aprendo un taglio nella cassa toracica con un bisturi laser, fece ancora sentire la propria voce sulla questione.

"Non credi Sasuke di essere troppo precipitoso con il ragazzo-lupo? Lascialo riprendere un poco e dagli il tempo di prendere la sua decisione con calma".

L'Uchiha nel sentire ciò si mise una mano sulla faccia e borbottò infuriato.

Giuro che quando incontriamo un soldato del Barone gli offro tè e pasticcini giusto per far incazzare quel bastardo di Ilnok...

Kiba da canto suo era molto confuso: accettare di divenire un alleato di Sasuke non era per lui il massimo, ma così avrebbe avuto la possibilità non solo di sopravvivere, ma anche di vendicarsi e di liberare suoi amici sopravvisuti.

"Io...io...devo rifletterci su". Sospirò l'Inuzuka, che quindi abbassò la nuca sul letto.

"Bene Sasuke. Lascialo un po' stare a letto". Terminò l'omone la conversazione. "Ora vi chiedo di stare zitti per un po'. Ciò che devo fare sarà lungo e piuttosto faticoso, e la concentrazione è d'obbligo".

L'omone infatti si stava accingendo a rimuovere i fili che partivano dalla bomba e che erano conficcati nella colonna vertebrale di Shino.

Tagliare un filo in modo sbagliato oppure muovere l'esplosivo in modo brusco avrebbe potuto far emettere a quella bomba impulsi elettrici, con il serio pericolo di danneggiare i nervi dorsali di Shino oppure il sistema nervoso simpatico.

O peggio, farla esplodere.

Ilnok era ben consapevole di tali rischi, quindi pregò mentalmente di avere un'altra volta la stessa fermezza che aveva avuto nel rimuovere i fili Kiba.

Con un gesto secco, tagliò un filo di colore giallo.

Non successe nulla.

Faccia di Bimbo si accinse allora a tagliare altri quattro i collegamenti, e anche li non successe nulla.

Sollevando attentamente l'ordigno con le pinzette, Ilnok mise il suo bisturi laser in posizione giusta per tagliare tutti i fili restanti.

Proprio nel momento in cui stava per effettuare il suo movimento con la mano, la bomba fece uno strano bip, quindi brillò in maniera sfavillante e anche le arterie del ragazzo Aburame divennero di un rosso sfavillante.

Kiba osservò questa scena attonito e inorridito, mentre Sasuke si mise davanti al ninja di Konoha e generò il suo Susanoo.

"Merda! L'hanno attivata!" Gridò intanto Ilnok mollando la presa e si spostò velocissimamente dietro l'Uchiha.

In pochissimi secondi l'esplosivo detonò con fragore, distruggendo gran parte dello stanzone in cui essi si trovavano.

In mezzo alle macerie stavano però illesi Kiba, Ilnok e Sasuke, protetti dall'armatura innaturale di quest'ultimo.

Lo shinbi di Konoha osservò con disperazione la gran nuvola di fumo e gridò disperato.

"Shino! SHINOOO!!!"

L'omone nel sentire questo pianto mise una spalla sul ragazzo lupo.

"Mi spiace ragazzo, non sono riuscito a salvare il tuo amico. Ma ora non c'è tempo per la disperazione. Vedete, ho installato nel perimetro esterno dell'edificio un segnalatore che impedisce il funzionamento di segnali elettrici entro una cert'area, sempre esterna all'edificio stesso..."

"...e questo significa". Proseguì Sasuke. "Che chiunque abbia attivato la bomba, perchè essa aveva recepito un segnale di innesco, si trova qui nel nostro covo".

Nell'aria si udì una risata lugubre, quindi avvenne un altro scoppio provenire dal soffitto.

Ilnok di per rispondere a questa minaccia estrasse il suo lungo bastone metallico, premette un pulsante sulla sua metà che fece comparire due lame a mo' di alabarda sulle sue punte, ed esortò Kiba ad alzarsi.

Da tale buco che dava sull'infermeria si intravidero quindi numerosi uomini, la cui vista fece trasecolare gli invasi, specialmente il membro del clan Inuzuka.

Essi erano Kenpachi, Hinata Hyuga e numerose guardie Krimzi di scorta.

Il Tuono Purpureo rise e sogghignò crudelmente rivolto all'Uchiha come era a lui congeniale.

"Hai ragione Uchiha. Che ne dici adesso di farti ammazzare come il cane che sei? PREPARATI!!!"

 


 

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Angolo dell'autore: sapete una cosa, questo è il cinquantesimo capitolo che io abbia mai pubblicato nella mia storia di scrittore di Efp. Festeggiamo!

Madara: ancora con queste feste? Mo basta! Perché sei così felice nonostante tu sia mio prigioniero?

Me: perché so che in fondo in fondo (ma mooooooolto, mooooooooooooolto, ho già detto molto in fondo?) sei un good boy!

Madara: IO NON SONO UN GOOD BOY, CHIARO?!?!?!? Io... non...sono...un...good boy...

(Madara si mette a piangere come un bambino).

Me: su dai, smettila di piangere...

Madara: non capisci? Tobi è diventata la mia persecuzione! Tutti non fanno altro che mettermi in ridicolo per colpa di questa identità! Avete presente cosa significhi avere un Lord Voldermort che mette le mani sulla testa e si agita ogni qual volta che mi vede? Oppure Sauron che posta su Facebook trecento immagini chibi di me al giorno? Per non parlare di Palpatine, o Frieza, Dio Brando, Johan, Darkseid....

Me: su su fatti coraggio...

Madara: BUAHAHAHA!!! VOGLIO LA MIA MAMMA!!!

Continua...

Ringrazio tutti coloro che recensiscono e mi aiutano con i loro consigli. Grazie di cuore. 

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Capitolo 15
*** Cap. 15. Il ritorno del Team 8. Parte Seconda ***


Cap. 15. Il ritorno del team 8. Parte seconda.

(avviso: lo so che certi miei dialoghi non sono molto educati (esigenze di

lessico) ma questa volta ci andrò ancora un po' più pesante. Scusate)

 

 

 

 

Sasuke Uchiha era davvero stranito da tutte queste sorprese.

Non solo aveva rincontrato Kiba e Shino, ma anche Hinata Hyuga e Kenpachi era tornati nella sua vita.

E anche nel suo covo,e in maniera poi molto minacciosa.

"Non posso davvero crederci..." Affermò il nukenin con aria stranamente divertita. "La dolce e innocua Hinata e il crudele e violentissimo Kenpachi nella stessa fazione e nello stesso luogo. Anche se se non certo per volontà della ragazza..."

"Dunque conosci il Toro Infernale di Haven?" Chiese Ilnok mettendo la sua alabarda bene in vista. "Quando è che vi siete incontrati?"

"Quando Monzaemon era ancora la talpa dell'Akatsuki!". Rispose violento il Tuono Purpureo. "Ma adesso la pagliacciata è finita, e per me sarà un grande, IMMENSO PIACERE UCCIDERVI! PREPARATEVI A SOFFRIRE E A MORIREEE!!!"

Tali minacce scivolarono via su Kiba, che osservava devastato il volto della vecchia compagna di team.

Un volto mutato e spento di ogni volontà.

"Hinata! Hinata! Sono io..." Implorò il giovane Inuzuka.

Kenpachi nel sentire ciò rise con ancora più sadismo.

"MUAHAHAHA! Sprechi il tuo tempo, povero sciocco. Ti sei già dimenticato dell'immenso potere del sigillo del mio maestro? Non c'è essere mortale che possa opporvisi! Posso fare a questo patetico animale tutto ciò che voglio, e lei non sarebbe in grado di reagire in nessun modo. Eccoti una dimostrazione pratica..."

Non appena il lottatore elettrico pronunciò questa frase, si avvicinò rapidissimo alla Hyuga e con un violento calcio al mento la spedì sul pavimento della clinica di Ilnok, lasciandola a terra come una marionetta disarticolata.

Kiba, infuriato per questo gesto così gratuitamente crudele, provò a gettarsi contro l'avversario, ma venne bloccato con una mano da Faccia di Bimbo, che cercò di portare il ninja alla calma.

"Non ti agitare ragazzo. Kenpachi ti ucciderebbe in meno di un secondo. Allontanati e lascia fare a noi per abbatterlo..."

"Infatti non voglio Kiba, poveri sciocchi. Io voglio voi altri due! GUARDIE! UCCIDETE L'INUZUKA!" Strillò il Tuono Purpureo, il cui ordine venne seguito da tanti puntamenti di blaster.

Una frazione di secondo dopo, però, la zona dove erano le guardie venne investita da un'esplosione di fiamme nere che disperse la truppa e che il servo di Monzaemon riuscì appena ad evitare.

Sasuke aveva utilizzato l'Amaterasu, e con la spada sguainata caricò Kenpachi sferrando un fendente di lato.

Tale colpo venne afferrato a mani nude dal Tuono Purpureo, che aveva attivato a sua volta la sua spaventosa armatura di elettricità viola.

"Ti do' un consiglio, amico". Si rivolse l'Uchiha all'avversario osservandolo tra lo sfrigolio delle scintille. "Tappa quella fogna che hai per bocca e combatti di più. Le tue grida da cornacchia mi danno il mal di testa".

"La testa sarà la parte del corpo che ti farà meno male, dopo quello che ho intenzione di farti". Rispose il guerriero elettrico rabbioso. "Sarebbe stato per me un grandissimo onore strapparti il cuore e mangiarmelo. Peccato che tu non lo abbia".

"Tu non hai idea di cosa tu stia parlando". Ribatté Sasuke rabbioso. "Dimmi, cosa diavolo sai di me? Perché mi odi così tanto?"

Kenpachi nel sentire ciò fece un'altra delle sue risate, stavolta molto più amara del solito.

"Sasuke Uchiha. Il vendicatore del proprio clan. Il traditore di Konoha. L'uccisore del proprio fratello. Così ossessionato da distruggere questo o quel bersaglio da annientare e calpestare anche le persone che un tempo gli stavano più a cuore. Così cieco da gettare al vento ogni gratitudine! Sakura...Naruto...Kakashi...non sono le uniche persone la cui vita è stata rovinata del tuo smisurato egoismo..."

Il possessore del Mangekyo Sharingan trasecolò nel sentire ciò, e in meno di un secondo smise di mettere forza nella lama.

Non è possibile...è irragionevole...non poté fare a meno di pensare...andiamo...LUI dovrebbe essere morto... e anche se fosse ancora vivo non potrebbe mai diventare un mostro simile...

Approfittando di questo momento di smarrimento dell'avversario, il Tuono Purpureo si preparò a sferrare un pugno letale al mento del ragazzo.

Egli però avvertì una minaccia da dietro, e dovette spostarsi velocemente: Ilnok gli aveva infatti sferrato da tergo un colpo di alabarda.

"Si può sapere che cazzo ti prende, Uchiha?!?" Ruggì l'omone in faccia la compagno. "Stavi quasi per farti spaccare la faccia! Cosa è successo tra voi due?"

Sasuke grazie a questa sgridata riprese del tutto la concentrazione e subito si mise in posizione di guardia.

"E' una cosa che ha bisogno di molto tempo per essere spiegata, e non è per nulla il momento adatto di chiarire la questione. L'unica cosa che bisogna fare ora è dare una lezione a questo fottutissimo bastardo!"

Dicendo ciò, egli generò una forma minore del suo Susanoo, con balestra e scudo.

"Vuoi fare sul serio, eh?" Commentò Faccia di Bimbo. "Allora è il momento anche per me di giocare qualche altra carta".

Con un gesto rapido l'uomo si tolse il mantello che si portava a presso e rivelò che il suo corpo ricoperto da un'armatura pesante.

Premendo un pulsante su uno spallaccio della protezione lui la fece aprire longitudinalmente come un bivalve e cadere ai suoi piedi.

Il tonfo sul terreno fu così forte che si formano grosse crepe nella zona della caduta.

Nel vedere ciò il Tuono Purpureo fischiò ammirato.

"Un'armatura pesante, eh? Sei sempre pieno di sorprese Ilnok. Mi piaci molto, lo sai? Tanto che vorrei farti una proposta: se ti arrendi e prometti di leccarmi il culo tutte le mattine, ti risparmierò la vita".

Faccia di Bimbo mise in avanti l'alabarda, quindi rispose con uno sguardo truce.

"Facciamo che ti stacco quell'emerita testa di cazzo che ti ritrovi e la ficco nel tuo sopracitato culo, così potrai leccartelo da solo!*"

E con tale grido, l'uomo mascherato fece uno scatto laterale, mentre Sasuke sparò alcuni dardi dalla sua armatura innaturale.

Kenpachi per conto suo non stette certo con le mai in mano, e rispose balzando in avanti alto per evitare i dardi e dirigersi contro l'Uchiha.

I colpi del Susanoo vennero evitati, ma non appena il servo di Monzaemon si avvicinò di poco verso l'armatura, vicino ad essa comparve un grosso muro di fiamme nere.

Anche Ilnok usò un offensiva da dietro, e sparò contro il nemico una raffica di proiettili dal suo Furian Vulcan.

Il proiettili però si scontrarono contro l'aura elettrica del nemico e vennero scagliati in tutte le direzioni con forza.

"Volete prendermi per il culo?!?" Strillò il nemico con tutta la sua forza. "Il riscaldamento è finito. ORA E' TEMPO DELLA DISTRUZIONE TOTALEEEE!!!!!"

Il manto di elettricità intorno a Kenpachi si intensificò fino a diventare una specie di colonna semisolida e l'enorme quantità di energia si propagò ad ondate, provocando devastazioni varie e facendo un buco nel soffitto.

"Porca puttana..." Imprecò Faccia di Bimbo, stando con i piedi ben piantanti sul terreno e coprendosi gli occhi con le braccia. "Il suo solo potere è sufficiente da solo a distruggere l'ambiente circostante. Sasuke! Devi abbatterlo subito!"

L'Uchiha, mantenendo la combinazione di difesa di Susanoo e fiamme, fece un segno assenso ed evocò proprio nel luogo in cui vedeva Kenpachi un'ulteriore attacco fiammeggiante, quindi sparò un'altra raffica di dardi contro il nemico.

Il guerriero elettrico però sparì in un battito di ciglia prima di essere colpito.

"Dove è finito..." Sasuke non fece in tempo a pensare, che venne colpito da un rapidissimo calcio volante mirato alle costole dell'armatura.

Il colpo fu talmente forte che non solo le ossa del Susanoo vennero frantumate, ma l'utilizzatore della tecnica stessa venne fatto volare via molti metri per aria.

Trascurando per una volta l'Uchiha e incurante delle fiamme di Amaterasu che ne avvolgevano la gamba, il Tuono Purpureo decise stavolta di dedicare le sue letali attenzioni a Ilnok, il quale si era spostato sul piano superiore.

Saltando in aria per molti metri, il guerriero elettrico si lanciò in una spaccata, il cui impatto sul terreno frantumò una grossa porzione di terreno.

Faccia di Bimbo però riuscì a prevedere la traiettoria di questo colpo ed evitarlo per un soffio con un balzo all'indietro.

Intanto Sasuke, ripresosi dalla violenza del colpo, approfittò di questa sua situazione per lanciare un altro assalto.

"Ilnok, spostati di lì il più in fretta possibile! Bombardamento di Amaterasu!*"

Egli prese un bel respiro e lanciò una enorme sfera di fiamme nere in aria, la quale subito si divise in numerosissime fiamme più piccole e cadde a pioggia sulla zona circostante.

Nel vedere le fiamme dirigersi verso di lui, il Tuono Purpureo concentrò parte dell'energia costantemente erogata in delle sfere elettriche che si disposero in cerchio attorno a lui, impedendo così alla pioggia di fuoco anche solo di sfiorarlo.

"E' tutto qui quello che sapete fare?!?" Schernì Kenpachi i due nemici. "Andiamo, possibile che non sappiate come superare la mia Barriera Rotante di Pacemaker*? Se è davvero così, allora è meglio che facciate a pezzi con le vostre stesse armi. Fidatevi: sarà per voi molto meno...DOLOROSO!!! MUAHAHAHAH!!!"

I due non risposero a tale provocazione, ma erano comunque coscienti dell'enorme pericolo che correvano.

"Spero solo che almeno Kiba sia ancora intero..." Sussurrò tra se Ilnok. "Qui la vedo davvero molto dura..."

 

 

 

 

***********

 

 

 

 

 

"Ahhhhrrf...ahhhrf...ahhrf...non è giusto...".

L'Inuzuka era rimasto ad un angolo ad osservare lo svolgersi della battaglia, proprio come gli aveva ordinato Ilnok.

Egli bruciava dal desiderio di lottare, ma purtroppo per via dell'anestetico che aveva ancora in corpo mancava dell'abilità necessaria, e ne era cosciente.

Questi qua sono assolutamente terrificanti. Pensò Kiba tra se e se. Se davvero Sasuke era così forte due anni fa, allora non sarei riuscito a fargli neanche un graffio. Anche il suo alleato non se la sta cavando affatto male! Kenpachi però è un vero mostro, e nulla sembra essere efficace contro di lui. Non lo avrei mai pensato, ma spero che l'Uchiha e il suo compagno riescano a vincere...

Egli quindi si scrutò attorno e vide le guardie che accompagnavano il Tuono Purpureo allontanarsi dall'epicentro dello scontro e togliersi le uniformi bruciate dell'Amaterasu.

Sono totalmente inutili in questa battaglia, proprio come me. Non poté che constatare il ragazzo lupo. Gli unici che avrebbero potuto lottare erano Kenpachi e Hinata...HINATA!!!

In quell'istante Kiba venne scagliato da un colpo violento alla faccia contro la parete dell'ospedale.

Egli si pulì il muso dal sangue, si guardò intorno e notò con grande orrore chi era l'assalitore.

Si trattava proprio della sua compagna di Team, che era in posizione di guardia e fissava Kiba con occhi vacui e spenti.

"Sono io Hinata! Son..sono Kiba!" Urlò disperatamente il ragazzo all'amica, piangendo dal dolore. "Ti prego...cerca di...di opporti!".

Apparentemente incurante di tali parole, la giovane Hyuga si fiondò a grandissima velocità sull'ex alleato e lo afferrò per la gola, quindi, senza che il ragazzo-lupo potesse reagire, lo scagliò di peso contro i lettini che rimanevo integri.

Lo schianto fu tale da distruggere tali lettini, e Kiba rimase lì immobile, cercando di far ragionare l'amica.

"Siamo amici Hinata! Lo so che è difficile, ma devi cercare di lottare! Non permettere al dottore di..."

Kiba venne colpito un altra volta al volto con grande violenza.

"Ahrhrrrrf....ti...ti prego...pensa alle nostre sezioni di allenamento..."

Egli subì quindi un pugno allo stomaco, che lo piegò in due dal dolore.

"Hinata...ti scongiuro...non farl..."

La ragazza quindi si tolse uno dei guanti, rivelando una mano munita di artigli piuttosto affilati, e riafferrò l'Inuzuka per la gola, stavolta puntandogli le grinfie al cuore.

Kenpachi, che stava intanto lottando vigorosamente contro Ilnok e Sasuke, osservò la scena e gongolò.

"Bene così, Hinata! Strappa il cuore a quel miserabile abominio lupesco, e fallo in maniera lenta e dolorosa".

"AHAHAHAHAHAH!!!"

Senza alcun preavviso e fra lo stupore generale, Kiba Inuzuka si mise a ridere in maniera sinceramente contenta, sebbene con voce roca e sputando sangue a fiotti.

"Ho sempre saputo che eri molto più forte di quello che tutti pensavano". Disse sorridendo il giovane Inuzuka. "Mi hai picchiato con una forza pazzesca! Lo so che tu hai la determinazione necessaria per vincere il controllo che Monzaemon ha su di te. Tu sei forte Hinata, troppo forte per poter soccombere ai trucchi di quei due. Hai dato troppo in questi anni di allenamento per poter mollare così, ridotta ad un misero burattino schiavo di un lurido verme. Pensa a Kurenai-sensei, a Naruto, alla tua famiglia,e...anche a me. HINATA, ASCOLTAMI!!!"

Non appena finì Kiba terminò tale discorso, successe un altro fatto difficile a credersi: la mano artigliata della giovane Hyuga iniziò tremare e non vibrò il colpo fatale, mentre una lacrima rigò il viso della giovane.

La micidiale stretta di quest'ultima poi si allentò, consentendo a Kiba di sfuggire ad essa e di ritornare in piedi.

"Hinata! Lo sapevo che ce l'avresti fatta! Stai vincendo il sigillo..."

La ragazza guardò l'amico negli occhi e pronunciò con voce ancora molto incerta.

"K...i...b...a. Ki...ba."

Il volto dell'Inuzuka si illuminò nell'udire tali parole, mentre quello di Kenpachi divenne livido di rabbia.

"Vorrà dire che vi ucciderò con le mie mani..." Affermò tetro il Tuono Purpureo sadico, facendo uno strano movimento con le braccia e gettandosi all'attacco con gli artigli in avanti.

Sasuke inizialmente pensò di sparare al Toro Infernale, poi però si accorse che le guardie che aveva disperso con l'Amaterasu erano tutt'altro che neutralizzate, anzi: si erano sparpagliate in vari punti e stavano puntando la mira sull'Inuzuka e Ilnok.

Per prima cosa egli sparò due dardi letali con il suo Susanoo, quindi disattivò l'armatura per un attimo ed affrontò i nemici a spada sguainata, abbattendoli con grandissima rapidità e precisione.

In tale breve lasso di tempo, Faccia di Bimbo era riuscito a parare l'artigliata di Kenpachi con la propria alabarda, e riusciva a tenerlo in uno stallo.

L'aura elettrica che circondava il Tuono Purpureo si riversò sotto nell'alabarda dell'uomo mascherato e facendo sfrigolare le mani di quest'ultimo, ma l'ex ribelle ne sembrò incurante.

"Allora Toro Infernale, pensavi che ti avrei lasciato linciare due miei potenziali alleati?" Schernì Ilnok con la faccia molto vicina al proprio interlocutore. "Be, puoi anche scordartelo".

"Vorrà dire che farò fuori prima te...preparati..." Rispose il Tuono Purpureo.

Faccia di Bimbo non fu per nulla spaventato, anzi: sbuffò in maniera annoiata, il che fece irritare il nemico non poco.

"Sei così ripetitivo, Tuono Purpureo. Non fai altro che strillare ai quattro venti come un invasato che ci ucciderai tutti dolorosamente..."

"Allora dirò qualcos'altro. Esplosione Tonante!*"

Con questo ruggito, l'emissione di energia di Kenpachi si impennò tutta d'un butto e le scosse elettriche si intensificarono molto.

Ilnok fu costretto a chiudere gli occhi per controbattere tale attacco, ma non mollò comunque la presa.

"Ahhhrrgg...ahhhrgg...ahrrrg...."

Kenpachi, infuriato di questo suo parziale fallimento, tirò quindi un fortissimo calcio diretto alla maschera di Faccia di Bimbo, che scagliò l'uomo con forza contro alcuni palazzi lì vicino.

Sconfitti i soldati ed osservata scena, Sasuke provò ad attaccare il Tuono Purpureo con un'Amaterasu da dietro, ma anch'essa venne evitata.

"Vuoi attaccarmi ancora con le tue fiamme dopo tutti i tuoi fallimenti?"Chiese Kenpachi in tono crudelemente sarcastico. "Patetico. Ti consiglierei di pensare invece al tuo amico. L'ho colpito proprio con la gamba intrisa delle tue fiamme nere. In questo momento corre un brutto rischio..."

Nel pensare ad un'eventualità simile, l'Uchiha si distrasse per un attimo e nella sua mente balenò l'idea di dover aiutare Ilnok.

Il tempo di riflessione del moro fu brevissimo, ma non abbastanza breve da impedire a al Toro Infernale di approfittarne nel peggiore nei modi.

"Kiba!"

 

 

 

***********

 

 

"Guarda tu che sfortuna nera. Come siete sciocchi voi di Konoha!"

Il Tuono Purpureo aveva scelto come bersaglio Hinata, ma il ragazzo lupo si era frapposto tra lui e la ragazza.

La giovane Hyuga iniziò a tremare e pronunciare il nome del compagno, mentre si accorgeva che il servo di Monzaemon aveva aperto un buco nel petto dell'Inuzuka e gli stava tenendo in mano il cuore.

"Ki...ba? Kiba?" Pronunciò lei con toni sempre più disperati.

In risposta l'altro membro del Team 8 si girò e la guardò negli occhi bianchi.

"Hinata...salva..ti al...me...no tu".

Queste furono le ultime parole del ragazzo, prima che Kenpachi gli spappolasse letteralmente il muscolo cardiaco con un gesto della mano.

"Patetico. Un essere così idiota! Anche io un tempo ero così". Commentò tra il divertito e disprezzato il Toro Infernale, lasciando cadere tra gli spasmi il cadavere del ragazzo lupo.

La ragazza iniziò a piangere e a tremare con ancora più vigore, nonché a cercare di scuotere, seppur molto timidamente, il corpo dell'amico.

"Kiba...Kiba..Kiba..."

Ciò divertì assai il guerriero elettrico, che alzò la mano per prepararsi ad un altro colpo.

"Non devi preoccuparti per il tuo amico, Hinata". Ghignò sadicamente il tirapiedi del Senju. "Lui è stato fortunato. La sua morte è stata veloce e sopratutto relativamente indolore. La vostra invece..."

Nel sentire ciò la ragazza iniziò ad ansimare paurosamente, quindi emise un urlo assolutamente straziante.

"KIIIIBAAAAAAAAAAA!!!!! WWWAHRRRRRRRGGGGG!!!!"

L'Uchiha all'inizio pensò di tentare l'ennesimo attacco da dietro, ma ciò che vide poi lo fece desistere.

Hinata iniziò a mutare ulteriormente sotto gli occhi increduli di tutti: la figura della ragazza iniziò a crescere fino a stracciare la vesta sottostante, rivelando una naturale armatura fatta di rivestimento osseo, quindi anche la sua coda si allungò notevolmente e dalla schiena della giovane spuntarono due enormi paia di ali simili a quelle della libellula.

Ma la cosa più strana fu forse che dal suo corpo iniziarono ad essere emesse onde di energia per certi versi simili a quelle di Kenpachi, solo prive dell'elettricità viola che le caratterizzava.

"Bene, bene, dunque sono questi i veri poteri che Monzaemon ha conferito alla ragazza..." Mormorò tra se l'assassino di Kiba. "Una Testa di Metallo Imperatrice alta venticinque piedi! Che roba. Probabilmente è la sua seconda opera migliore...."

"KEENPACHIIII!!!! RAHHARRRG!!!"

Il ruggito dell'essere che era diventato Hinata interruppe tali delucidazioni.

Ella squadrò il nemico sulla quale torreggiava con rabbia e odio spaventosi, quindi sferrò un pugno contro di esso.

Quest'attacco mancò il bersaglio, ma ebbe un effetto strano: attorno al pugno si formarono delle strane crepe nell'aria simili a quella di un vetro spaccato, dalle quali si dipartì un onda molto più distruttiva e potente delle altre.

Nonostante il Toro Infernale si fosse difeso anche questo colpo, la forza di tale nono ortodosso assalto lo scagliò comunque contro le abitazioni della zona circostante.

La Hyuga emise un altro ruggito di rabbia, quindi intorno a lei iniziarono a sollevarsi le macerie a lei vicino, quasi come fossero sollevate da qualche filo invisibile.

Dalle polveri degli edifici dove si era schiantato Kenpachi, la figura dell'uomo ricomparve tra le polveri, sfavillando tra macerie e squadrando Hinata con fare sadico.

"Mi vuoi uccidere, vero? Ohhhhh, riesco a sentire il tuo odio. E' talmente forte da risultare quasi palpabile. Ma se pensi che la tua rabbia possa davvero competere con la mia, che la tua forza possa davvero competere con la mia, allora ti stai sbagliando davvero di grosso. Forza, VEDIAMO CHI TRA NOI DUE E' IL PIU'INFURIATO!!!"

L'aura di Kenpachi ormai raggiunse un diametro di vari metri e divenne talmente intensa da assumere una consistenza quasi solida, quindi sferrò un altro dei suoi attacchi frontali contro la ragazza.

Ella in risposta scagliò tutti gli oggetti che aveva sollevato, ma essi si disintegrarono al solo avvicinarsi alle emissioni di energia viola.

Nel momento in cui il Tuono Purpureo usò un bisturi di chakra contro l'ibrido esso parve rallentare per qualche secondo, come se una mano invisibile lo stesse bloccando.

Telecinesi. Pensò lui. Bel tentativo. Ma non abbastanza!

Tale barriera ben poco ortodossa venne però abbattuta ben presto, e Hinata venne colpita dalla letale lama del guerriero tonante che quasi gli squarciò il petto, quindi lanciata a distanza da un calcio.

La ragazza però si fermò a mezz'aria, e fece una strana imposizione delle mani seguita da un ruggito.

Kenpachi venne quindi scagliato a terra da una specie di enorme maglio invisibile, che distrusse una porzione di città stavolta di diverse decine di metri.

In mezzo all'enorme cratere che si era formato, Kenpachi stava lì supino cercando di rialzarsi con tutta la forza che aveva.

Tra cacofonie animalesche, i due contendenti iniziarono una sfida di forza bruta, ognuno cercando di bloccare l'altro.

"Io non mi farò...SORPASSAREE!!!" Urlò infine il lottare elettrico, che con uno sforzo enorme riuscì a vincere ancora una volta il campo telepatico della ragazza e zompò in alto per sferrarle una gomitata alla faccia.

Tale devastante attacco fece sputare alla giovane sangue dalla bocca, quindi Kenpachi sferrò a lei un'altra gragnola di colpi nel possente addome e la stese a terra con un altro calcio al petto, ove lei giacque in fine svenuta.

Per terminare il proprio scontro una volta per tutte, il Toro Infernale spiccò un balzo e caricò una grossa quantità di energia nelle proprie mani.

"Pensavo di uccidervi tutti con le mie nude mani, ma adesso mi va di usare un altro tipo di attacco, dato che così svenuta non potrei torturarti. CANNONE PACEMAKERRRR!!!"

Egli quindi sparò la sua letale mossa elettrica, ma stavolta la sfera non raggiunse il bersaglio.

Un grandissimo numero di fiamme nere avevano parato la scarica di fulmini, mentre la vittima di Kenpachi era stata caricata di peso e portata in una direzione.

Il servo di Monzaemon notò che il trasportatore era Ilnok, che si stava muovendo verso Sasuke, nonché il fatto che l'Uchiha avesse creato intorno a se il cerchio teletrasportatore.

"NO, VOI NON LO FARETEEEE!!!!!!". Urlò il Tuono Purpureo con tutta la sua forza, salendo in cielo e preparandosi a gettarsi con una devastante spaccata.

Ilnok fece quindi un cenno all'Uchiha, lanciò in aria il possente corpo di Hinata proprio dove era l'amico e sparò una granata dal suo Razzo Plasmite.

Il colpo non fermò Kenpachi, però la nuvola di fumo fu sufficiente per distrarlo un secondo e fargli deviare la sua traiettoria.

"Prendi questo, psicopatico!" Disse forte Faccia di Bimbo, che caricò il nemico con la propria alabarda.

"E anche questo". Sasuke si unì all'attacco, usando le fiamme dell'Amaterasu contro il nemico come ulteriore distrazione per il nemico.

La tattica ebbe un buon esito, anche se a costi elevati:il Tuono Purpureo, con la visuale annebbiata, non riuscì ad evitare l'attacco di alabarda, che lo trafisse al costato, ma al contempo il braccio destro di Ilnok venne a contatto con le letali fiamme nere.

"Manda un saluto a quel mostro di Monzaemon da parte mia, pezzo di merda". Finì l'uomo mascherato, che, apparentemente imperturbato dalle fiamme che gli bruciavano il braccio, raggiunse il suo gruppo con un balzo all'indietro.

Il Tuono Purpureo, finito l'assalto costante, riuscì ad osservare bene la situazione.

L'Amaterasu gli stava bruciando una gamba e varie zone del torace, e la ferita che aveva nel costato sanguinava paurosamente.

Ma ciò a lui non importava, così come la devastazione che quella lotta aveva causato: ciò che contava era che la preda che stava cercando da ben quattro anni era sparita, così come Hinata e l'uomo mascherato.

"Sasuke Uchiha..." Sussurrò l'uomo con voce intrisa di rabbia. "La prossima volta che incontreremo, i giuro che distruggerò te e chiunque si metterà in mezzo. MI HAI SENTITO?!? NON FALLIRO' UNA SECONDA VOLTAAA!!!"

 

 

***********

 

 
 

Angolo dell'autore: questo capitolo è stata un'autentica maratona. Mi scuso per il ritardo pazzesco, ma per mancanza di ispirazione e in certi giorni di tutto, mi ha fatto ritardare ogni cosa. Spero davvero che sia venuto in maniera discreta.

Riguardo a Madara...

(Chuck Norris tiene l'Uchiha tra le braccia e lo culla come un neonato)

Chuck: dormi bambinoooo, dormi tesorooooo...

Madara: queste braccia muscolose e piene di peli, questa barba folta, questa voce da basso-baritono...mi ricordi tantissimo la mia mammina...ZHHHHHHHHHHHH....

Chuck: io te la faccio pagare.

Me: uno: sei già pagato per questo. Due: non ti senti felice a dare un po' di gioia ad un povero good boy disperato?

Chuck: ma io sono un campione di arti marziali! Con tutti i facts che hanno fatto su di me ho una reputazione da difendere!

Me: e allora? Tu sei Chuck Norris, e nessuno può dire cosa puoi o non puoi fare. Se tu vuoi cantare la ninna nanna ad un nukenin, fallo.

Madara: (rannicchiato, in modalità Chibi) mammina...non mandarmi a scuola...Izuna mi prende in giro perché indosso maschere di cartone...

Chuck: credo che il nostro Uchiha abbia bisogno di una bella terapia...

Me: non è il solo, credimi...

Finita tutta la parentesi, ciao a tutti e grazie per continuare a leggere.

* Le tecniche in asterisco sono mie. La frase citata è mutata da The Raise of the Argonauts. 

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Capitolo 16
*** Cap. 16. Il ritorno del Team 8. Parte terza. ***


Cap. 16. Il ritorno del Team 8. Parte terza.

 

 

 

"Ce l'abbiamo fatta..."

Sasuke Uchiha era riuscito a scappare giusto per un soffio usando la Tecnica del Teletrasporto per recarsi ad un ritrovo usato dalle Teste di Metallo.

Egli si guardò intorno e vide che anche Hinata e Ilnok erano giunti a destinazione: la prima era a terra svenuta e con le ali ritirate, il secondo invece era cosciente, ma comunque provato dalla battaglia e con il braccio intriso di Amaterasu.

Tutti e due però sembravano essere ancora vivi, e questa era la cosa più importante.

Fuggire da Monzaemon e dai suoi sgherri è davvero una grossa umiliazione. E non è nemmeno la prima volta. Pensò tra se l'Uchiha. Ma per questa volta non c'era nulla da fare. Certo però, che come ritrovo...

Il moro si guardò intorno, assicurandosi di non aver sbagliato zona di atterraggio.

Tutto però sembrava essere andato come previsto: le distese sabbiose che si estendevano a perdita d'occhio all'esterno, l'arredamento abbastanza spoglio e le pareti giallognole scrostate erano esattamente ciò che ricordava di quel posto.

"Invece di ammirare l'architettura, Uchiha..." La voce imperiosa di Ilnok ruppe tali riflessioni. "Perché non ti decidi di salvarmi il braccio? Mi serve ancora, nel caso in cui tu lo chieda..."

"Hai ragione, perdonami". Si scusò l'Uchiha, che attivando il suo occhio estinse le fiamme che avvolgevano il braccio del compagno di battaglie.

Finito il suo trattamento, Sasuke osservò con attenzione il volto di Ilnok, che finalmente era visibile data la rottura della maschera: era la faccia di un trentenne avanzato, dai capelli biondi corti egli occhi corti marroni e coperta di innumerevoli cicatrici, la cui ultima era stata inflitta proprio quel giorno dal calcio di Kenpachi.

"Incredibile, il nostro Ilnok che mostra il suo volto in pubblico". Disse sottovoce. "Posso capire che tu voglia nascondere tutte quelle cicatrici, ma indossare quella maschera così ridicola non ti da un aspetto migliore, te lo assicuro".

"Non meno incredibile del fatto che tu mi abbia chiesto scusa". Sorrise sotto i bassi l'omone biondo. "Sasuke Uchiha che ammette un proprio sbaglio come un comune mortale! Un giorno da incidere a lettere d'oro negli annali. E dovresti sapere che questa maschera non deve dare un aspetto migliore: lo sai che adesso tutte le guardie Krimzi se la fanno sotto quando vedono un bambolotto di pezza?"

Sasuke non lo diede a vedere, ma questa battuta lo aveva in un certo senso...divertito.

Faccia di Bimbo allora si diresse verso un cassetto, lo estrasse e frugò dentro di esso.

Egli prese una pomata disinfettante per le ustioni e se la spalmò sul braccio e sulla faccia.

"Comunque non c'è nulla di cui preoccuparsi, almeno per me". Continuò l'uomo mentre si medicava. "Come ben sai, il calcio di prima per una botta di culo non mi ha beccato gli occhi,così come le fiamme nere, e anche il braccio tornerà in condizioni ottimali in breve tempo. Quella messa peggio di noi mi pare Hinata".

"Eh già, stanchezza a parte il teletrasporto congiunto, direi che noi due siamo in condizioni discretamente buone. La Hyuga invece sembra molto provata. Ha un brutto taglio sull'armatura". E qui indicò lo squarcio sull'enorme addome della giovane.

"Sì, ma la ferita è stata superficiale. La corazza della ragazza è molto resistente, e da quanto ne so Kenpachi non uccide mai le sue vittime in fretta. Non avrebbe mai volutamente eliminato la ragazza prima di divertirsi a torturarla per un bel po'".

Sasuke sputò a terra non appena il compagno finì di parlare.

"Abbiamo avuto a che fare con un vero mostro psicotico. L'ultima volta che l'aveva visto non era così sadico. E poi..."

"E poi voi siete gli ultimi a poter dire dello psicopatico a qualcuno".

Dopo questa interruzione, l'enorme porta di ingresso si aprì ed entrò qualcuno nel ritrovo.

Si trattava di una grossa creatura molto strana: era pressappoco della stessa taglia di Hinata, aveva anch'essa quattro ali e fattezze vagamente umane e giovanili, specie per il torso.

Alcuni dettagli però la differenziavano dalla Hyuga, oltre al dojutsu: il fatto che avesse quattro zampe simili a quelle degli insetti e che il suo aspetto fosse maschile, nonché il colorito più tendente al bruno.

Sasuke e Ilnok all'inizio furono turbati da questa nuova presenza, ma non appena la osservarono meglio subito si placarono.

"Sei tu, il figlio di Kor?" Chiese Faccia di Bimbo leggermente sorpreso. "Scusa per l'intrusione, ma è successa un'emergenza e..."

"...dimentichi che sono in grado di leggere nella mente". Sentenziò lo strano essere con un tono per nulla innaturale o minaccioso, quasi bonario. "Avete fatto molto bene a venire qui. E avete portato anche una nuova amica..."

Egli si girò per vedere la nuova prigioniera, e quando la notò ebbe un sussulto.

Sasuke affermò serio. "Questa Testa di Metallo era un tempo..."

"...Hinata Hyuga". Continuò il figlio di Kor. "Dalle mie fonti di informazione, dovrebbe trattarsi di una dei prigionieri catturati da Monzaemon nel continente delle Cinque Terre. Povera ragazza! Chissà quali orribili torture avranno subito lei e i suoi compagni..."

"E' stata più fortunata dei suoi compagni. La ragazza è ormai l'unico membro in vita del Team 8. Gli altri sono stati uccisi sotto i nostri occhi da Kenpachi ". Disse stavolta Ilnok. "Io penso di dover preparare subito una sala operatoria. Devo..."

"No". Interruppe di nuovo l'essere con fattezze da lucertola. "Non c'è bisogno che tu rimuova il meccanismo di autodistruzione. Noi Teste di Metallo Imperatori abbiamo un sistema nervoso molto diverso da quello di voi umani. Infilare una bomba collegata al cervelletto di lei sarebbe stato impossibile. Inoltre, se gliel'avessero davvero impiantato, un eventuale esplosivo sarebbe stato fatto detonare come quello di Shino..."

Faccia di Bimbo si mostrò piuttosto scocciato a quest'affermazione.

"Il fatto che voi Teste di Metallo Imperatori abbiate l'abitudine di leggere nel cervello altrui vi rende abbastanza invadenti. Non è affatto educato..."

La Testa di Metallo rise di gusto e sinceramente a sentire questa affermazione.

"Touché, mio caro. A volte non ce ne accorgiamo nemmeno. Ad ogni modo, vorrei parlare da solo con la ragazza. Come avete pensato, ella può risultare davvero utile al nostra causa".

"Nostra causa? Tu quindi ci stai dicendo che ce lascerai usare?" Domandò stupito l'Uchiha.

"Usare è un termine davvero molto brutto, anche se in certi casi appropriato". Rispose improvvisamente cupa la Testa di Metallo. "Se intendi dire che ho intenzione di portarla dalle altre Teste di Metallo, allora ti stai sbagliando. Presto la ragazza si sveglierà, e allora si sentirà confusa, stordita e forse persino infuriata. Se permettete, vorrei parlare con lei da solo, nonché occuparmi delle sue cure.

"E come mai? Cosa vuoi dire a questa qua?" Chiese ancora Sasuke. "Dubito che vorrà parlare con un essere che senza offesa è..."

"Fisicamente repellente? E' questo che vorresti dire?"

Il moro abbassò la testa, mentre Ilnok era andato di nuovo nei cassetti e si stava fasciando il braccio disinfettato.

"Io penso che tu abbia ragione, lucertolone". Si intromise l'uomo mentre completava i medicamenti per il proprio braccio. "Certo sarebbe molto meno contenta di vedere te, Uchiha. Io non vorrei essere nei tuoi panni..."

"E perché mai?" Chiese il possessore dello Sharingan alquanto stupito.

"Punto numero uno: tu sei la persona che ha reso, senza offesa, la vita del ragazzo che ama una specie di maratona infernale". Puntualizzò Faccia di Bimbo. "Punto numero due: i poteri della ragazza quando si è liberata dal controllo di Monzaemon sono letteralmente esplosi. Hinata quando si risveglierà si troverà in uno stato fortemente confusionale, e da una donna disturbata delle dimensioni di una giraffa in grado di spappolarti senza bisogno di avere un qualche contatto fisico è meglio aspettarsi di tutto".

"Non avrei usato parole migliori per descrivere la situazione". Finì la discussione il figlio di questo fantomatico Kor. "Vi consiglio di allontanarvi in fretta. Hinata si sta per svegliare".

La giovane in effetti stava facendo alcuni strani mugulii, segno che stava per uscire dal suo sonno.

I due uomini fecero quindi un cenno con la testa e se ne andarono via con consueta velocità, mentre la grossa Testa di Metallo prese anch'egli delle bende, e iniziò le proprie cure.

 

 

 

************

 

 

 

Hinata Hyuga aprì finalmente gli occhi.

La testa le girava paurosamente e la vista era ancora molto annebbiata, nonché sentiva il sangue scorrergli sul petto, ma a parte questo non aveva altri problemi.

Passato un momento di quasi totale confusione, ella riuscì a guardarsi intorno.

"D...d...dove mi trovo?"

Osservando bene tutta la situazione, la giovane vide una grossa creatura alata e munita di coda, che stava prendendo delle bende da un piccolissimo scaffale.

"Ti sei svegliata, finalmente. La ferita che hai sul petto guarirà presto, ma una benda pulita non fa mai male".

Nel sentire quella creatura parlarle, Hinata ebbe un tuffo al cuore, quindi si allontanò terrorizzata a carponi.

"Chi se..sei tu?" Pronunciò spaventata. "Cosa vuoi da..da..me? E perchè l'arredamento in questa stanza è così piccolo?"

La Testa di Metallo si girò, rivelando un aspetto quasi umano, quindi si avvicinò lentamente e con calma.

"Stai tranquilla, non ti farò del male". Pronunciò lui con fare premuroso. "Io voglio aiutarti, davvero. Anche se dal mio aspetto non si direbbe, non ho certo intenzione di ferirti o che altro. In quanto all'armadio..." E qui piegò la Testa, quasi non avesse coraggio di andare avanti. "Non è che sia proprio piccolo...si tratta di un 2 metri x 2..."

La giovane, temendo con tutto il cuore di essere vittima di una nuova mutazione, si osservò le mani e la lunga coda.

Realizzando che esse erano diventate più verdi e più grosse, ella si mise a piangere.

"Ho subi...i...to un'altra trasformazione..." Sussurrò lei tra le lacrime. "I mie compagni di team..sono..sono...AHGGGG!!!"

In quel preciso istante accadde qualcosa di incredibile: mentre la ragazza piangeva, i mobiletti della stanza si sollevarono da terra ed iniziarono a fluttuare lungo tutta la sala.

"Cosa sta succedendo?" Farfugliò Hinata spaventata. "Mi fa un male atroce la testa..."

Le fitte alla testa si fecero più lancinanti che mai, insieme al dolore degli ultimi momenti, a tal punto che dovette tenersi le tempie e piegarsi dal dolore.

"Ti ripeto di non avere alcun timore. Lo so che in questo momento stai soffrendo terribilmente..."

La Hyuga sentì quindi una mano sulla spalla ed alzò a fatica lo sguardo.

La misteriosa creatura la stava osservando nei grandi occhi bianchi con una tenerezza che chiunque avrebbe giudicato incredibile quanto sincera.

"Se ti fa sentire meglio, raccontami tutto. Dalle mie fonti, so che tu ti chiami Hinata Hyuga e sei una ninja del Paese del Fuoco. Parlarne può aiutarti...su dimmi cosa ti è successo".

Hinata fu estremamente sorpresa di questa gentilezza e giudicò il suo interlocutore degno di fiducia.

Capito di avere avuto un assenso, l'essere iniziò anche a fasciare la giovane.

"E' accaduto tutto così in fretta..." Iniziò ella a ricordare, singhiozzando. "Fino a pochissimo tempo fa, ero solo una delle innumerevoli cavie di Mozaemon. Mi ha sottoposto a degli esperimenti orribili...mi ha costretta a fare delle cose mostruose...ma la cosa più..più terribile era che...che sapevo tutto ciò che facevo...solo che non ero capace di fermarmi".

Un'ombra di rabbia passò velocemente sul viso dell'interlocutore.

"Poi...poi..." Continuò la ragazza. "Mi hanno mandato in missione...per trovare Faccia di Bimbo e Sasuke...con...con...Kenpachi...quel...quel...MOSTRO!!!"

Qui il suo tono di voce si incrinò ancora di più, segno che i ricordi più dolorosi dovevano ancora arrivare, nonché di una fortissima rabbia.

"Te la senti di continuare..." Chiese il figlio di Kor con delicatezza.

"Sì". Sussurrò la Hyuga. "Sento di...doverlo fare. Mi ha...torturata con delle scariche elettriche...ha ucciso una delle guardie che non voleva questo trattamento...ha fatto s..a..ltare in aria Shino...mi..ha costretta a picchiare a sangue Kiba..a sbatterlo da una parte all'altra come un pupazzo...ma...ma...il mio amico ha iniziato a sorridere. Nonostante l..lo stessi massacrando..sorrideva. Mi ha detto poi che ero forte...che non dovevo farmi usare...e per un attimo ho avuto la volontà necessaria non eseguire l'ordine di ucciderlo...poi...poi..."

A quel punto la giovane si coprì la faccia con le mani, e la sua voce divenne ancora più flebile e disperata.

"Kenpachi...gli ha spappolato il cuore...davanti ai miei occhi. Io ho sentito crescere dentro di me qualcosa di fortissimo...volevo distruggerlo...farlo soffrire...vendicare il mio compagno...fargliela insomma pagare per tutto il male aveva fatto...e no..non ricordo altro".

L'ultima frase le costò una fatica immensa, tanto chela ragazza iniziò a prendere respiri ad ampi bocconi oltre che ha piangere e singhiozzare.

L'altra Testa di Metallo, che aveva finito il bendaggio, le mise quindi la mano sull'altra spalla corazzata ed iniziò ad accarezzarla dolcemente.

"Quello che hai passato...è assolutamente orribile, e io ne so qualcosa". Disse lui con serietà. "Sappi comunque che non ti accadrà più nulla di simile. Io sono qui anche per darti una mano. Sfogati pure, davvero..."

Gli oggetti che fino a quel momento erano a mezz'aria caddero a terra di colpo, e la ragazza smise di piangere.

"Grazie...grazie davvero di tutto". Pronunciò lei, rincuorata per essersi tolta questo peso dal cuore. "Ma perché gli oggetti nella sala si sono messi a levitare e poi sono caduti all'improvviso?"

"Credo che ti serva una dimostrazione pratica". Rispose il figlio di Kor. "Chiudi gli occhi. Sappi che sarà un'esperienza molto...particolare".

La giovane, seppur riluttante e non totalmente fiduciosa, decise di fidarsi ancora e chiuse i suoi occhi.

La Testa di Metallo maschio quindi mise una delle sue mani sulla gemma sfavillante di Hinata, quindi assunse un'espressione concentrata.

Dopo pochi secondi, la Hyuga aprì gli occhi e si ritirò cacciando un urlo.

"AAAAHHHH. Tu...tu...tu...eri dentro la mia testa!" Gridò lei. "Ho sentito la tua presenza nel mio cervello! Dimmi...ma co...sa...co...sa..."

"Cosa ti ho appena fatto?" Terminò la frase l'interlocutore, per nulla stupito dalla reazione della giovane. "Ti ho appena sondato il cervello per vedere i ricordi conservati nel tuo cervello riguardanti quei momenti. Ho visto che non c'erano, il che presuppone la liberazione delle tue facoltà psichiche. Devo spiegarti una cosa riguardante...noi: vedi, noi Teste di Metallo Imperatori siamo dotati di poteri psichici di calibro molto elevato".

"Poteri psichici? E di che..che tipo?"

"Telepatia, telecinesi nonché altre capacità di tracciamento del chakra di cui sono in possesso i ninja definiti da voi come "sensor". Noi fungiamo in pratica da mente alveare per le Teste di Metallo minori. Quando tu hai visto morire Kiba davanti agli occhi, lo shock che hai provato hanno attivato i poteri mentali in te latenti e hanno spezzato il sigillo di coercizione che ti aveva imposto Monzaemon".

Tutte queste nuove informazioni sulle sue nuove capacità fecero sbigottire la Hyuga dallo stupore.

"Davvero...io...potrei fare questo?"

"Sì, ma avrai bisogno di allenamento. Per questo ti faccio una proposta: ti insegnerò a controllare le tue nuove abilità..."

"Davvero lo faresti? Io.." Hinata Hyuga si mise a ponderare attentamente su questa nuova proposta, considerando tutti i possibili vantaggi e svantaggi di essa.

"Io...non credo di poter accettare. Tu...rimani pur sempre una Testa di Metallo, e temo che ci sia un inganno dietro. Inoltre ricordo bene l'identità dei miei salvatori: uno di loro è Sasuke Uchiha..."

Il viso dell'altra creatura apparve nell'ascoltare ciò particolarmente pensoso, quindi la interruppe.

"E tu non ti fideresti certo di tipi con una fama orrida come la nostra, dico bene?"

"Be...ecco..." mugugnò la giovane imbarazzata. "Non fraintendermi: sono infinitamente grata a tutti voi per avermi salvata e per tentato di aiutare Kiba e Shino, ma trovo la situazione alquanto...sospetta".

"No, hai ragione. Anche io non mi sarei fidato alla prima proposta, ma c'è una cosa che devi sapere. I tuoi poteri, come hai ben visto, possono risultare un'arma pericolosissima se non controllati. Può bastare un'emozione molto forte per scatenarli in modo improvviso e alle volte devastante. La tua forza potrebbe persino portare alla morte di qualcuno ".

"Certo...però..."

"Inoltre con i tuoi poteri potresti lottare contro quei mostri che ti hanno fatto tutto ciò. Potresti un giorno avere la forza per vendicarti di Kenpachi, e con il dovuto allenamento, addirittura usare i tuoi poteri per distruggere i sigilli di costrizione..."

Molte idee balenarono in testa alla giovane nel sentire questi ultime parole: la possibilità di vendicarsi di Monzaemon e il Tuono Purpureo e sopratutto quella di liberare moltissime persone innocenti dal giogo dei sigilli per controllo mentale certo l'allettava non poco.

Il suo pensiero corse specialmente ai suoi cari: sapeva che alcuni erano finiti vittime degli orrori degli Inferi, ma tremava al pensiero di vedere amici e parenti come Nejii, Hanabi e Sakura tramutati in orridi mostri senza volontà come lei.

Specialmente il suo caro Naruto...

Non era da sottovalutare poi il fatto che, a dispetto della gentilezza di quella creatura, forse non l'avrebbero lasciata andare se non avesse collaborato, il che la rendeva sempre più propensa ad accettare tale proposta.

Il figlio di Kor fu molto compiaciuto di aver colto nel segno, e decise quindi di andare avanti.

"Arrivata ad un certo livello di pratica, poi, potrai persino tornare ad avere un aspetto umano...non ti sto ingannando, credimi".

Nell'udire quella notizia così inaspettata e piena di speranza, per quanto forse flebile e probabilmente illusoria, i dubbi della Hyuga si dissolsero.

"Accetto...ma io non userò mai i miei i poteri per attaccare la città...o cose simili".

"Tranquilla. Non ti chiederò certo una cosa del genere. Ora vieni con me, ho portato qualcosa da mangiare là fuori. Il cibo delle Teste di Metallo non è proprio una squisitezza...ma..."

"Fa niente. Accetterò ogni cosa con molto piacere, sensei". Concluse lei il discorso, quindi si alzò in piedi con poca fatica.

La Testa di Metallo maschio sorrise trionfante sotto i baffi, ed aprì la porta dell'ingresso.

 

 

 

**********

 

 

 

L'attesa per Sasuke Uchiha e si stava facendo molto snervante.

Le condizioni climatiche poi non erano delle migliori: anche se erano riparati sotto un gazebo poco lontano dall'edificio principale, la calura e la sabbia gli davano un fastidio incredibile.

Per sgranchirsi stava camminando in cerchio attorno al grosso tavolo bianco sotto la tenda dove erano poste delle casse pine di strani animali morti, ma ciò sembrava inefficace per placare la sua ansia.

"Quanto diavolo ci stanno mettendo quegli stupidi?!?" Imprecò rabbioso l'Uchiha. "Sfortuna che non posso usare lo Sharingan per sapere cosa dicono, altrimenti l'accordo salterebbe. Vorrei proprio sapere in che modo stanno concludendo le loro trattative..."

Ilnok da parte sua stava seduto vicino al tavolo stesso e si guardava attorno placidamente.

"Non scaldarti troppo, Uchiha". Commentò l'uomo tranquillissimo. "Sai che certe cose richiedono del tempo. Il nostro caro lucertolone dovrà usare tutta la sua proverbiale affabilità per convincere Hinata ad unirsi al nostro gruppo".

"Non so se esserne felice o preoccupato, Ilnok". Rispose il moro visibilmente seccato. "Considerato il tipo, non credo che combineremo niente di buono. Anche se adesso possiede un potere enorme, la personalità della Hyuga rimane sempre quella di una debole e fragile mocciosa. Scommetto che organizzerebbe delle sedute di tè assieme alle guardie Krimzi..."

All'udire il nome dell'Unità che tanto odiava, il guerriero biondo cambiò drasticamente d'umore e sbatté forte uno dei pugni sul proprio tavolo.

"Non dire così neanche per scherzo! Sappi che non permetterò ad uno solo di quei putridi soldati di merda che dovessi incontrare di consumare prezioso ossigeno a spese d'altri, pacifista o non pacifista nel nostro gruppo".

"Tu sei un tipo molto determinato, vero?" Chiese Sasuke in tono scherzoso.

"Quanto te Uchiha. Per questo motivo ci troviamo nella stessa squadra. Guarda, la ragazza sta per tornare e dalla faccia di quel volpone di una Testa di Metallo, direi che ha accettato..."

La Hyuga e il suo nuovo maestro uscirono in effetti dalla stanza e salutarono gli altri due.

"Non per essere sgarbato, ma credo che sia meglio interrompere i convenevoli". Affermò Ilnok brusco. "Ah, Sasuke, mostragli l'artefatto".

Il moro infilò la mano nel vestito e rivelò il torace Precursor, che per miracolo era rimasto integro dalla battaglia con Kenpachi, e lo diede al figlio di Kor.

"Interessante, molto interessante..." Sorrise la Testa di Metallo compiaciuta scrutando l'oggetto. "Credo proprio che ci sarà davvero utile. Avete fatto un ottimo lavoro, bravi. L'eco e i crediti che vi ho promesso stanno sullo veicolo al lato destro del ritrovo. Lo potete usare per tornare ad Heaven".

"Assolutamente perfetto". Affermò stavolta l'Uchiha. "E con Hinata...cosa vogliamo..."

"Io...credo di rimanere qui per...un poco". Disse l'interessata piuttosto timidamente. "Devo...ancora allenarmi molto per poter controllare i miei poteri..."

"Bene, allora ce ne andiamo via. La strada verso il nostro secondo ritrovo e ancora piuttosto lunga Con permesso..."

Faccia di Bimbo troncò la discussione una volta per tutte,e si allontanò assieme all'Uchiha.

La Hyuga, mentre osservava i suoi due nuovi alleati andare via, ebbe una strana sensazione.

Naruto...Sakura...voi tutti di Konoha, vi prego perdonatemi, ma non credo purtroppo di poter tornare indietro...ormai è iniziato un nuovo capitolo della mia vita. Quando tornerò, giuro che userò questi nuovi poteri per aiutarvi.

 

 

 

*************

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore: possibile che in questo periodo non mi venga mai una buona inspirazione? Che sfiga che ho...

Comunque, so cosa state pensando...

Hinata in versione Testa di Metallo tipo Jean Grey degli X-Men=MARYYY SUEEEEEEEEEE!!!

Ma non temete, cercherò di evitare di cadere nella trappola e darvi i vostri soliti capiti di fiction di altissima qualità che voi meritate.

Personaggi canonici: AHAHAHAHAHAHA!!!!

Me: Chuuuck...

Chuck: sto in bagno.

Me: dannatissimo...

Parentesi comica a parte, ringrazio come sempre tutti coloro che leggono e seguono la mia fic. Grazie a tutti! 

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Capitolo 17
*** Cap. 17. Missione n. 5: caccia grossa nel fango. ***


Cap. 17. Missione n.5: caccia grossa nel fango.

 

 

 

"Bene, bene, bene. Vedo che il tuo addestramento è finito..."

Krew osservava compiaciuto Naruto dall'alto della sua sedia volante, sogghignando tra se e se e volteggiando nell'aria dell'Hip Hog Saloon.

L'Uzumaki, da canto suo, ricambiava gli sguardi avidi del suo temporaneo superiore in maniera alquanto stizzita.

"Da quanto mi risulta...vedo che sei riuscito ad ottenere un ottimo punteggio. Ti ci sono voluti alcuni tentavi e un giorno, ma alla fine il tempo ha premiato i risultati...tu cosa ne dici, Sig?" Chiese il corpulento signore del crimine all'omone scuro che Naruto aveva incontrato la volta scorsa, il quale stava con la schiena poggiata su una parete.

"Dico che potrebbe essere un novellino interessante". Affermò il tirapiedi. "Ma una cosa è totalizzare un buon punteggio al poligono, un'altra è quella di sparare nel cuore di una Testa di Metallo prima che questa metta le sue mascelle su di te".

Il boss allora fece una strana risata simile ad un grugnito, che il ninja biondo trovò persino più inquietante degli sguardi.

"Suvvia, Sig, non essere troppo severo. Ma comunque hai ragione: una dimostrazione pratica è esattamente ciò che ci vuole. Vedi Naruto...le fogne un tempo erano una zona perfetta per commerciare..."

Probabilmente intendeva contrabbandare. Rifletté l'Uzumaki lasciandosi scappare una strana smorfia.

"...ma adesso le cose sono cambiate. Le guardie Krimzi inizialmente hanno provato a prendere il controllo di quella zona edificando qualche torretta difensiva, ma i loro tentativi sono stati vanificati da...qualcosa di ancora più pericoloso e ostile".

"E cosa sarebbe questa cosa?" Prese parola per la prima volta l'Uzumaki.

"Una Testa di Metallo, e molto più grossa di quelle che di solito bazzicano nella zona". Si intromise Sig. "E il nostro compito sarà quello di eliminarla. Proprio da veri Cacciatori del Deserto..."

"Cacciatori del Deserto? Chi sono questi Cacciatori del Deserto?" Domandò il ragazzo-volpe alquanto stupito.

"Semplice, si tratta appunto, di cacciatori, che operano spesso al di fuori delle mura cittadine. Essi si occupano di eliminare quante più Teste di Metallo possibili, nonché mi procurano artefatti di vario genere. Tutti i gingilli più rari e preziosi passano per le mie mani. E certo non voglio che la cosa cambi. Inoltre, muoio dalla voglia di avere un nuovo e succulento trofeo". Rispose Krew, e dalla faccia si poteva leggere quanto assaporasse l'idea di un pezzo per la sua collezione.

Naruto invece fece un'espressione molto meno contenta, specie perché avrebbe dovuto fare il lavoro sporco per ampliare tale collezione.

"Quindi devo recarmi in quel posto putrido e disgustoso e farmi inseguire da quelle brutte creature feroci?!?"

"Non avere paura novellino. Ci sono io qui". Disse sempre l'omone stavolta meno serio, e mostrando l'arma al ragazzo. "Con questo Peace Maker faremo una bella frittura di rettili lì nelle fogne. Io intanto andrò là con il mio zoomer. Non fatemi aspettare troppo però: quel posto non è sicuro". Detto ciò, egli uscì dalla salone e prese uno zoomer.

Vedendo il cacciatore dileguarsi verso la meta predefinita, l'Uzumaki si mise la mano sul mento pensoso.

"Certo che i vostri gingilli sono davvero interessanti. Mi piacerebbe proprio un giorno avere uno di quei cosi..."

"Lo avrai se dimostrerai la tua abilità. Ora va'". Finì la discussione il signore del crimine. "E fai presto: il tempo è denaro, e io adoro il denaro. Poi, quello spazio vuoto è così deprimente senza una qualcosa di appeso. Se tornerai in breve tempo, potrei anche decidere di donarti un potenziamento per la Morph Gun".

"Questo è già più allettante. Credo che accetterò". Concluse il giovane Uzumaki, che quindi uscì anche dall'edificio.

Krew quindi rimase solo nel proprio bar, incrociando le dita e rimuginando vari pensieri.

Vediamo se questo poppante saprà in grado di salvarsi il culo. Lo aspettano alcune belle sorpresine lì.

Sul volto dell'uomo si stampò quindi una ghigno malefico.

 

 

 

 

 

*********

 

 

 

Naruto Uzumaki era giunto a destinazione.

Il posto d'incontro era nella zona industriale, davanti ad un ingresso per una galleria.

Lì aveva trovato Sig, che stava in piedi vicino ad un grosso zoomer armato del suo Peacemaker.

"Credo che tu così dia un poco nell'occhio, Sig". Iniziò a parlare il ragazzo.

L'omone rispose in maniera scherzosa.

"Sappi che in questa città sopravvive a lungo solo chi si fa gli affari propri. Finché non vengono guardie Krimzi, è tutto lecito. E detto fra noi..."

E qui si avvicinò al proprio compagno a tal punto da potergli tranquillante sussurrare.

"Sappi che è meglio che segui questo mio consiglio, credimi. Ora però pensiamo alla grossa Testa di Metallo".

Finito di bisbigliare, il servo di Krew si diresse verso l'entrata delle fogne assieme al proprio compagno.

La porta si aprì come era solito, e davanti a loro comparve un ascensore molto simile a quelli usati nel covo della resistenza, solo apparentemente molto più deteriorato.

I due entrarono dentro e premettero il pulsante d'accensione, quindi il mezzo iniziò lentamente la sua discesa.

"Senti un po' Sig? Ma cosa sai tu di queste Teste di Metallo? Hai fatto il cacciatore da molto tempo, immagino. Cosa conosci della loro organizzazione e del loro comportamento?" Domandò Naruto durante la discesa, un po' per raccogliere informazioni per l'Ombra e un po' per soddisfare la propria curiosità.

"Pochissimo ragazzo. In genere sbraitano, urlano e sbavano come animali idrofobi e cercano di azzannarti, schiacciarti, sbudellarti o usarti come bersaglio per la loro a volte putrida e corrosiva bava, ma non ho visto in loro altro genere di atteggiamento né una precisa gerarchia. Ho visto alcuni tipi che erano in grado di usare armi o roba simile, ma non so quanto si possano definire intelligenti..." Rispose l'uomo dopo aver preso un sospiro.

Nelle mente del jinchuriki iniziarono allora a farsi strada strani pensieri.

"Quindi c'è una... remota possibilità che non siano tutti simili a degli animali, è così? Certo, altrimenti come mai sarebbero un pericolo così grande... e nemmeno come potrebbero fare patti con il Barone".

"Questo non te lo saprei dire, Naruto. Confesso di non essermi mai posto il problema: considerati i nostri incontri così poco...pacifici, ho sempre sparato prima e discusso poi".

Il ragazzo volpe abbassò la testa sempre più pensoso.

"Ma allora Sig, forse possiamo usare della...diplomazia con loro. Magari per evitare..."

L'omone nero nel sentire queste parole si mise a ridere, il che fece irritare l'Uzumaki non poco.

"Ragazzo mio, lo so che effettivamente le Teste di Metallo sembrano avere delle capacità da essere senziente, ma ti dico comunque una cosa: togliti dalla testa questo pensiero. Noi non sappiamo neanche quanto possano capire del nostro linguaggio, e sinceramente non vorrei trovarmi ad essere digerito per aver tentato un incontro diplomatico. Esistono però, ora che ci penso, teorie riguardanti delle menti alveari o simili".

"Menti alveari di che genere?"

"Non lo so davvero. Si vocifera che ci sia una specie di leader che le controlla, oppure che abbiano una sorta di mente collettiva. In ogni caso, sembra inutile farsi troppe domande. Questo diavolo di trabiccolo è giunto finalmente a destinazione".

Naruto Uzumaki notò effettivamente che la sua corsa era finita, e che l'ingresso che portava alle fogne si stava aprendo.

"Non importa, andiamo" Finì il giovane ninja biondo imbracciando il fucile.

Le fogne era stranamente molto larghe e spaziose, e anche piuttosto bene illuminate, sebbene le pareti metalliche piene di melma e incrostature rivelassero comunque molta incuria.

I due uomini avanzarono lungo il grande corridoio davanti a loro, fino a giungere davanti ad uno spiazzo di medie dimensioni ricoperto d'acqua melmosa, sul cui lato vi era riposta una grata fittissima.

"Coraggio, dobbiamo camminare in questa merdaccia". Esortò l'omone entrando nell'acqua che gli arrivava fino alle ginocchia.

"Che schifo..." Sussurrò tra se Naruto, che prese un bel respiro e si addentrò nel pantano anch'egli.

"Occhi aperti, ragazzo. Qui il nemico può arrivare da qualunque posto in qualunque momento..."

Come fosse una risposta a questa affermazione, si udì un rumore estremamente sinistro e grottesco provenire dalla grata.

"Arriva...qualcosa! Sig, tieniti pronto!" Esortò l'Uzumaki, mettendosi in posizione di guardia.

Nel giro di qualche secondo, l'inferriata venne letteralmente scagliata contro i due cacciatori, che dovettero saltare ai lati del pantano per evitare questo non ortodosso proiettile.

"Diavolo, ma è persino più brutto di quanto immaginassi, e fidati, ne ho viste di Teste di Metallo brutte!" Commentò l'omone nero puntando il suo Pacemaker sull'essere che aveva divelto la grata come niente.

Naruto certo non poté che essere d'accordo con il suo compagno: si trattava di una Testa di Metallo circa il doppio più lunga e più grossa delle lucertole della città morta, dal corpo simile a quello di un viscido e albino tritone, che aveva però al posto delle zampe otto forti, enormi e robusti tentacoli.

L'essere si avvicinò strisciando e ruggì contro i due, mugugnando qualche cosa di strano, quindi improvvisamente sferrò una letale sferza contro i due, evitata da un altro balzo.

La creatura quindi continuò l'assalto con un altro colpo di tentacolo diretto verso Sig, che stavolta però ebbe successo e riuscì ad ingabbiare l'omone in una morsa pericolosissima.

Dannazione. Imprecò mentalmente il ragazzo-volpe. Sig è piuttosto veloce, ma non così tanto. Dovrei aiutarlo...

Accadde però, prima che Naruto potesse intervenire, qualcosa di strano: la creatura iniziò a muggire dal dolore e il tentacolo che teneva prigioniero il cacciatore si aprì di botto.

"Ti ucciderò, preparati!" Urlò Sig, ormai non più imprigionato, che con si lanciò contro la creatura nemica armato del suo coltello sporco di sangue.

Il giovane Uzumaki osservò la scena sorridendo, ammirato del fatto che ad Haven, un posto senza le arti ninja, tanta gente sapesse difendersi così bene.

La creatura ruggendo sferrò un'altra delle sue sferzate micidiali, che colpì ancora il Cacciatore del Deserto e lo scagliò lontano.

Stavolta però Naruto fu più veloce e raccolse l'amico in tempo.

"Ci penso io, adesso!" Affermò con forza l'Uzumaki depositando il suo compagno a terra e imbracciando il fucile.

La Testa di Metallo fece un altro dei suoi animaleschi ringhi e sferrò un altra raffica di attacchi tentacolari contro i due.

"Ne ho abbastanza di tentacoli per tutta la vita!". Gridò con forza il ragazzo volpe, memore della battaglia con Raymant, intanto saltando e sparando colpi molto precisi proprio nelle ventose delle appendici dell'essere anfibio.

Gli attacchi riuscirono ad avere l'effetto desiderato, e la creatura muggì dal dolore ritirando le sue letali appendici sanguinanti.

Capendo che questa era un'occasione da non perdere, il jinchuriki prese la mira stavolta sugli occhi del mostro e sparò due proiettili.

L'essere però riuscì a difendersi usando due tentacoli come scudo, i quali vennero ancora più crivellati, quindi strisciando sul ventre nel pantano si rintanò dal buco da dove era venuto.

Nell'osservare ciò il cacciatore fece un lungo fischio di ammirazione.

"Sei in gamba ragazzo, dico davvero. Ma ora non possiamo perderci in chiacchiere. La bestia va uccisa fintanto che è ferita. Andiamo avanti e stiamo attenti".

I due si addentrarono nell'apertura aperta dalla loro preda con ancora più cautela e ciò che trovarono all'interno non fu certo meno pericoloso di quello che avevano lasciato all'uscita: la creatura stava rintanata in una rientranza lungo la parte più alta della parete opposta alla grata e si leccava le ferite, ma tra i cacciatori e la loro vittima vi erano due torrette da guerra che puntavano velocemente i laser in varie direzioni.

A rendere la situazione ancora più complicata vi fu l'entrata in scena di altri nemici: si trattava di tre Teste di Metallo che caddero dal soffitto atterrando sul pantano a quattro zampe.

L'Uzumaki notò in questi nuovi nemici una grossa particolarità: la parte superiore del loro torso aveva un aspetto quasi da essere umano, sebbene mantenesse ancora la pelle e la corazza tipiche di queste creature rettiliformi.

Tali nemici iniziarono a saltare intorno al pantano e ad evitare i puntatori laser.

"Sembra che queste creature si siano talmente adattate a questo posto da saper prevedere la traiettoria di questi laser..." Sussurrò Sig al compagno. "A questo punto anche io ho qualche dubbio sul fatto che queste creature siano intelligenti o meno...ma non c'è comunque l'occasione di discuterne. Tu raggiungi la Testa di Metallo ferita sul soffitto, mentre io mi occupo di alcuni nemici".

"Va bene". Asserì Naruto. "Ma lasciami comunque attirare il fuoco dei cannoni su di me. Fidati: sono qualificato per evitare questo genere di cose".

L'omone si grattò il mento dubbioso, ma vedendo i nemici che si avvicinavano con degli sguardi assatanati, pensò che era meglio non avere altri grattacapi.

"Va bene, ragazzo, ma fa attenzione. In quanto a voi, brutte lucertole ballerine, preparatevi a ballare l'ultima conga della vostra vita!" Gridò Sig, lanciandosi contro le Teste di Metallo, mentre il jinchuriki della volpe con alcuni balzi si fece inquadrare proprio dai mirini dei due cannoni laser.

I rettili nemici si lanciarono velocemente contro il grosso cacciatore scuro e una riuscì a placcargli le gambe e a buttarlo a terra, quindi le altre due si gettarono su di lui con balzo altissimo e feroce.

"Grarrggg, Kraooaooaaolk!!" Ruggirono gli assalitore in maniera molto intimidente,ma non abbastanza, almeno apparentemente, per impensierire Sig: egli caricò un colpo di Peacemaker e sparò contro i nemici, lasciandoli a terra folgorati.

La lucertola rimasta allora tentò di azzannare la carne della sua vittima, ma il morso dell'essere venne bloccato dall'armatura del Cacciatore del Deserto.

Prendendo sempre un bel respiro, l'omone scalciò con le sue gambe con una forza tale da gettar via il suo nemico, quindi sparò un altra sfera di Eco Oscuro.

Anche questo attacco ebbe successo e l'ultima Testa di Metallo cadde a terra carbonizzata.

Anche questa è uccisa. Rifletté tra se l'omone. Ma non vedo più Naruto. Non sta più attirando su di se i laser. Che sia successo qualcosa...

Egli quindi udì un terrificante ruggito, molto più rumoroso di quello della bestia di prima.

"Naruto!" Gridò l'omone. "Devo dargli una mano..."

Egli quindi corse verso la parete dove si era diretto il ninja biondo evitando con agilità i mirini dei cannoni ed estraendo allo stesso tempo due uncini estremamente affilati.

Usando tali arnesi come rampini, l'uomo si arrampicò con agilità sull'acciaio e riuscì a raggiungere la rientranza che fungeva da tana improvvisata alla bestia.

Ciò che si offrì alla sua vista, fu certo uno spettacolo davvero particolare.

 

 

 

********

 

 

 

 

Naruto era in quel momento davvero basito.

Dopo aver evitato l'assalto dei laser, era riuscito a raggiungere il nascondiglio del suo nemico.

La creatura intanto però era strisciata addentrandosi ancora di più nelle fogne, costringendo l'Uzumaki a seguire la traccia di sangue che esso aveva lasciato.

Il giovane percorse un poco di strada e alla sua vista si aprì uno stanzone sempre molto largo e con il pavimento sommerso dalla fanghiglia.

E sopratutto il suo sguardo si posò sulla sua preda, che non era affatto sola: una Testa di Metallo molto più grossa di quella che stava cacciando, dalle fattezze simili a quelle di un ragno ma dalle zampe uncinate, aveva infilzato l'altra creatura e la stava divorando stando con le altre sei zampe ben ancorate alla parete.

O diavolo... Ponderò il ragazzo-volpe la situazione. Qui il tutto si fa ancora più difficile....

Finito il proprio pasto, l'essere notò la presenza dell'altro essere nella sala ed emise un forte ruggito.

L'Uzumaki osservò il proprio nuovo nemico negli occhi, quindi, sempre con il blaster carico, sparò numerosi colpi sulla faccia ora ben visibile della bestia.

I colpi andarono tutti a segno, ma la Testa di Metallo ne uscì apparentemente illesa, quindi con un balzo il colossale aracnide saltò sul jinchuriki spalancando l'enorme bocca munita di zanne esterne.

Naruto fu costretto ad evitare il colpo con l'ennesimo balzo, ma la creatura non demorse: rivolgendo il suo addome verso il bersaglio, egli sparò delle raffiche di ragnatela.

La maggior parte dei colpi vennero schivati dal neo-cacciatore con facilità, ma purtroppo non il giovane riuscì a focalizzare bene quello diretto alla gamba destra, che lo centrò bene e lo scagliò sul muro appiccicandolo ad esso.

Ringhiando di cupa soddisfazione, il ragno mostruoso si gettò sul nemico ora in trappola sempre con un balzo e si preparò ad infilzarlo con un uncino letale.

L'essere però non vibrò il colpo fatale: con somma sorpresa del ninja biondo, la Testa di Metallo venne avvolta da un forte corrente elettrica e muggì spasmodicamente dal dolore.

"Ti aiuto io Naruto! Devi buttarlo in acqua, ma senza bagnarti!"

Il giovane Uzumaki riprese tutte le sue speranze nell'udire quella voce: Sig era giunto in suo soccorso.

Con uno sforzo incredibile, il giovane riuscì a liberare la gamba dalla ragnatela, quindi colpì il nemico con un calcio negli occhi per stordirlo maggiormente.

Approfittando di questa ulteriore distrazione, il guerriero biondo sferrò repentinamente una raffica di calci e pugni diretti alla faccia e al cefalotorace* della bestia, facendole perdere lentamente la presa.

Allo scopo di farlo cadere definitivamente, egli mise un piede sul muso del ragno, proprio vicino alla zanna esterna e provò di estrarre la protrusione ossea a mani nude.

Naruto riuscì infine nel suo compito, sempre con uno sforzo immane nel suo compito e divelse il dente della Testa di Metallo.

"DAIAAHHHH!" Ruggì il jinchuriki vittoriosamente, infilzando poi la bestia nella gola con il dente appena strappato.

Singhiozzando e sputando liquido nero, l'essere mollo la presa e Naruto lo usò come trampolino di lancio per ritornare da Sig prima che la belva precipitasse nel pantano con un tonfo sordo.

L'omone si congratulò con il compagno dandogli della grosse pacche sulla schiena e guardandolo benevolmente negli occhi.

"I miei complimenti, ragazzo. Sono pochissimi quelli forti abbastanza da strappare una zanna di Testa di Metallo a mani nude. Ora però devo assicurarmi che la nostra nuova preda sia davvero morta..."

Detto ciò, il cacciatore sparò un colpo di Peace Maker nell'acquitrino sottostante ed esso emise un bagliore violaceo estremamente forte per l'elettricità.

"Fatto. Naruto, forse sarebbe meglio che uno di noi vada a riprendere quel dente. Krew vuole un trofeo...ma non possiamo recuperare la gemma. E' troppo ingombrante, e le guardie Krimzi sono di pattuglia durante quest'ora".

L'Uzumaki ascoltato ciò velocemente si precipitò nel pantano e osservò i resti completamente carbonizzati del nemico sconfitto, quindi estrasse il dente da tali spoglie e tornò sempre con rapidità dal cacciatore più anziano.

"Ora Krew ci aspetta". Concluse Sig. " E non voglio avere trai piedi una Testa di Metallo ancora più grossa di quelle che abbiamo già affrontato".

 

 

 

 

**********

 

 

 

"Siamo arrivati Krew, e abbiamo portato anche il tuo trofeo".

I due cacciatori erano giunti all'Hip Hog Saloon, ove il loro capo li attendeva con impazienza.

L'obeso signore del crimine, non appena vide i due, si mise ad annusare stranamente l'aria.

"Cosa è questa puzza? Vedo che le fogne non vi hanno fatto per nulla bene..."

Anche Naruto avvertì uno strano odore, e ne parlò.

"E' vero c'è un olezzo micidiale! Ma non siamo noi. O meglio non solo noi..."

Sig avvicinò con molta cautela all'orecchio del compagno e gli sussurrò una frase con cautela.

"Infatti è il pranzo del nostro capo..."

"EHM, EHM. Se avete finito di confabulare..." Esortò Krew interrompendo i due con dei colpi di tosse. "Vorrei vedere che bel premio avete portato..."

L'Uzumaki mise in avanti la zanna in avanti in segno di vittoria, che venne subito analizzata acutamente dal committente.

"Bah! Dovevate prelevare la Testa, idioti!" Affermò il corpulento boss criminale stizzito e deluso. "E' la gemma craniale la parte più preziosa di una Testa di Metallo, ed io volevo quella! Mi avete deluso, ragazzi... e tu Naruto, per ora puoi scordarti le informazioni!"

Sig fece per obbiettare timidamente, ma venne interrotto dall'Uzumaki, che con un gesto repentino si avvicinò al suo capo fremendo dalla rabbia.

"Apri bene le orecchie, brutto rospo flaccido e ingrato". Disse gelido il ragazzo guardando ardito Krew fisso negli occhi. "Mentre tu ne stavi qui ad ingrassare peggio di un maiale, noi abbiamo affrontato ben tre tipi diversi e incavolati di Teste di Metallo, uno dei quali era l'enorme ragno gigante che abbiamo affrontato, dei cannoni laser e il putrido tanfo di una fogna schifosa..."

"Naruto..." Provò ad interrompere Sig, ma il suo compagno era deciso ad andare fino in fondo, dato che non poteva sopportare che tutti i loro sforzi andassero in fumo per uno stupido capriccio.

"Un tanfo che è peggiore persino del tuo alito, e fidati che ce ne vuole, e che viene battuto solo dalle tue flatulenze, scorreggione del cazzo..."

Il volto del cacciatore impallidì, mente quello del signore del crimine divenne livido di rabbia.

"Tu non sai con chi stai parlando, ragazzo. Faresti meglio a..."

"A fare cosa? A star zitto? No, io non voglio andarmene via di qui a mani vuote, intesi? Sappi che non ho alcuna intenzione né di impallinare, picchiare o fare esplodere nessun'altro essere vivente fintato che non mi dirai quale diavolo di accordo hanno stipulato le Teste di Metallo con il Barone, bastardo". Concluse la sua inventiva il ragazzo-volpe, allontanandosi un poco dall'interlocutore.

Nell'udire quell'ultima parola, il cacciatore temeva che il suo capo stesse per scatenare il finimondo, invece egli si arrabbiò e grugnì molto, ma dallo sguardo si capiva che era vinto.

"Avrei dovuto avvertirti prima...so solo che il Barone ha stretto un accordo disperato con il leader delle Teste di Metallo..."

Dunque esiste davvero. Balenò tale pensiero nella testa del jinchuriki.

"...in cui il egli si offre di dare periodicamente una fornitura di Eco a queste creature in cambio di sferrare alcuni attacchi periodici contro le città più importanti. Uno dei motivi per il quale il nostro Praxis è riuscito a rimanere sul piedistallo tanto a lungo è lo spettro della guerra che incombe sulla nostra gente. Senza di essa, con tutti i casini che sta scatenando scoppierebbe una rivolta senza precedenti, ma nemmeno lui può permettersi che le Teste di Metallo sferrino un attacco con tutte le loro forze. Le cose però stanno prendendo una brutta piega: il Barone ormai è corto dell'Eco disponibile per l'accordo, e le Teste di Metallo non sono note per la loro pazienza".

"Questa notizia è davvero interessante. Grazie davvero, Krew". Parlò il ragazzo-volpe in maniera molto più educata. "E sappi che non ho dimenticato il potenziamento arma che mi hai promesso. Goditi la tua zanna di Testa di Metallo..."

Krew bofonchiò qualcos'altro, sempre con umore estremamente irritato.

"Il caricatore per il Razzo Plasmite si trova nascosto in qualche cassa al poligono di tiro. Il pass ce l'hai già. Adesso vi prego di andarvene, specie te, poppante di una sanguisuga..."

I due uomini salutarono il loro capo e uscirono dal bar, dirigendosi quindi fino al poligono.

Il giovane Uzumaki lungo il tragitto rimase pensieroso e taciturno a lungo.

"Su cosa stai riflettendo?" Chiese l'omone al ragazzo biondo. "Al leader delle Teste di Metallo? Allora le voci che avevo sentito in giro erano esatte..."

"Infatti è così. E ora che so la verità, non ho più intenzione di farmi fermare da nulla". Rispose glacialmente serio il compagno più giovane. "Compirò il mio dovere ed eliminerò ogni Testa di Metallo sul mio cammino. Senza esitazione".

 

 

 

********

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore: in questo periodo sono davvero fuso, scusate ma niente intermezzo comico.

Questo capitolo mi è venuto un po' "fiacco", ma ho ritenuto opportuno farlo per spiegare meglio l'accordo tra le Teste di Metallo e il Barone.

Ciao e ringrazio tutti coloro che seguono e recensiscono la mia fic.

Cefalotorace: una delle tre parti che compongono il corpo dei ragni. 

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Capitolo 18
*** Cap. 18. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte prima. ***


Cap. 18. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte prima.

 

 

"Comandante Torn, ho una notizia importante da comunicarti. Riguarda le Teste di Metallo e il loro accordo con il Barone".

L'Uzumaki e il suo comandante si trovavano in quel momento al ritrovo, dove il giovane ninja biondo stava facendo come sempre rapporto.

"Cosa hai scoperto sulle quelle creature di così interessante?" Domandò il superiore seduto in piedi dietro al tavolo fremendo dalla curiosità.

"Le Teste di Metallo hanno fatto una specie di accordo con il Barone. Egli dà loro dell'Eco, e in cambio loro sferrano deboli attacchi a tutte le città più importanti". Rispose Naruto. "Questo è almeno ciò che ho sentito da Krew".

Nell'ascoltare ciò l'uomo bendato abbozzò un sorriso molto amaro, dal quale il jinchuriki riuscì bene a comprendere lo stato d'animo del superiore.

"Praxis sta davvero giocando con il fuoco, ragazzo. Temo che questo accordo si risolverà in un disastro per tutti. Vedi, la nostra città è protetta da uno scudo alimentato da Eco che tiene il grosso delle Teste di Metallo fuori dalle mura. Senza di esso, noi non saremmo qui a parlarne. Ed è per questa ragione che ti devo affidare una missione di vitale importanza..."

La porta d'un tratto si aprì, ed entrarono nella stanza Sakura e Kriad vestiti con le uniformi della Resistenza.

"Puntuali come il Barone quando deve assistere ad un' esecuzione di massa, dico davvero". Affermò il comandante in seconda. "Tutti pronti per questa missione che, ripeto, è di importanza assolutamente vitale".

"Ti pareva, mai una volta che tu ci risparmi qualche fatica immonda. Cosa dobbiamo fare?" Chiese il ribelle castano sbuffando dalla noia.

Torn andò allora dall'altra parte del tavolino e guardò il gruppo con aria molto seria.

"Non parleresti più così se tu sapessi cosati aspetta lì. Alcune Teste di Metallo hanno attaccato una delle miniere del Barone, il cui caposquadra è un vecchio amico tuo e di tuo padre".

"Vin è stato catturato?!?" Chiese Kriad incredulo, senza più una traccia della svogliatezza di prima. "Dobbiamo andare subito a salvarlo! Quell'uomo è uno dei pochissimi con le conoscenze e le competenze necessarie per tenere attivo lo scudo di Eco!"

"Ecco perché voi dovete recarvi subito alla miniera, ragazzi. Dovete salvare la patetica pellaccia di Vin, e sopratutto evitare che questa patetica pellaccia finisca nelle mani sbagliate, mi sono spiegato bene?" Esortò sempre il comandante.

"Perché, quali sono gli eventuali rischi? Mi sembra strano che tu abbia chiamato una comandante come Sakura per una missione così apparentemente semplice...c'è sotto qualcosa, non è vero?" Domandò Kriad tenendosi il mento con fare pensoso.

Anche Naruto in effetti, riflettendoci meglio, trovava molto strano che una combattente del calibro dell'amica venisse impiegata per uno scopo così facile.

Sicuramente c'è sotto qualcosa. Magari un membro dell'Orco, o che ne so. Rimuginò il jinchuriki tra se e se.

L'espressione di Torn mutò allora di colpo, diventando ben più tetra e quasi timorosa.

"Infatti...ho la forte sensazione che voi non sarete soli là alla stazione mineraria. Credo che Ilnok si sia messo già in azione. Sembra che i nostri contatti lo abbiano avvistato assieme alle Teste di Metallo. Nulla è certo...ma..."

I volti di tutti sbiancarono dalla notizia, specie quello di Sakura, che riacquistò perfettamente il suo vecchio colorito pallido.

"Sappiate una cosa: questa missione va portata a termine a tutti i costi. Ormai il Barone è a corto di Eco e di tempo, e senza qualcuno che si occupi di mantenere attivo lo scudo, potrebbe non esserci più una città da salvare. Quindi, stronzetto, assicurati di non fallire".

L'Uzumaki rise nel sentirsi affibbiare quell'ormai famoso epiteto.

"Mi stavo davvero preoccupando. Erano secoli dall'ultimo stronzetto, comandante Torn. Pensavo che tu stessi iniziando a perdere colpi..."

L'uomo bendato rispose anch'egli con la sua risata tipicamente roca.

"Fidati, non è così. E sappi che ti potrei anche punire, se non svolgerai questa missione in fretta...le Teste di Metallo al confine sono piuttosto affamate di recente..."

Intanto in cuor suo, la comandante ribelle si sentiva felice: anche se si prendevano ad insulti, sapeva che Torn e Naruto stavano iniziando a diventare amici.

Il rapporto tra quei due...Pensò lei. Per certi versi è simile a quello che Naruto aveva all'inizio con Sasuke...

Nel ricordarsi del suo compagno traditore, la giovane scosse impercettibilmente la testa, sforzandosi di scacciare tali pensieri.

"Ok, tutti voi potete andare...tranne te, Sakura. Devo prima dirti una cosa importante". Concluse Torn il discorso.

I due maschi di questo nuovo team, senza fare troppe domande, uscirono dalla sala, mentre il medico rimase lì a parlare con il comandante in seconda.

"Allora Torn, di cosa devi parlarmi?"

L'uomo rispose con un lungo sospiro di stanchezza.

"Non ci sto capendo più una beata mazza. Di tutta questa storia, voglio dire. Le risposte dell'Oracolo sono contraddittorie, confuse...non so più di chi è possibile fidarsi oppure di chi no. In ogni caso, tieni d'occhio Kriad. Ormai tutti qui sembrano tradire tutti..."

"Non essere così paranoico, Torn!" Cercò di alzare il morale la giovane. "Tu hai la tendenza ad agire sempre di nascosto, tenendo segreto ogni tuo pensiero persino alle persone a te più care. Sai già la mia opinione a riguardo: avresti dovuto essere sincero con tutti fin dall'inizio. Chissà che lavata di capo ti avrà fatto l'Ombra..."

"Già, non dirlo nemmeno. Mi ha criticato molto per aver intrapreso quell'accordo con Krew senza interpellarlo, ma ha comunque riconosciuto che non si poteva tornare indietro, e che la mia idea non era in fondo poi così male. Solo che adesso vuole conoscere l'infiltrato e vedere di persona se non è compromesso..."

"E allora digli tutta la verità, che cavolo!" Il tono della voce della ragazza si fece visibilmente più alterato. "Ormai sai che di Naruto ci si può fidare, e non vedo alcun motivo per non fargli incontrare il nostro capo..."

Torn stavolta non rispose. Egli si mise a camminare in circolo a grandi passi, lasciando trapelare come i dubbi sull'agire lo stessero divorando.

"Già, ci si poteva fidare di lui...come ci si poteva fidare di Ilnok..."

Nel sentire quel nome, il cuore della comandante ribelle ebbe un sussulto.

Ella con rapido scatto si mise davanti al suo superiore e lo fissò con molta severità e durezza.

"Torn, credevo che tu avessi chiuso con tutta questa faccenda...lo sai meglio di tutti noi: nessuno avrebbe potuto prevedere un tradimento di così larga portata da parte di Ilnok..."

"Sì, che potevamo prevederlo!" Gridò l'uomo ancora più duramente dell'amica. "Faccia di Bimbo è sempre stata la voce fuori dal coro. Ti ricordi che dovevamo legarlo per evitargli di spaccare il collo a tutte la guardie Krimzi che incontrava?!? Dio solo sa quanto io e l'Ombra abbiamo discusso e litigato con lui. Mi ricordo poi che ci siamo quasi ammazzati perché voleva piazzare una bomba sotto una caserma. E ricordo anche quella volta che ha quasi castrato un ostaggio sparandogli nei coglioni. NEI COGLIONI! Sapevi poi anche tu meglio di me che lui non era mai stato convinto degli ordini in quella famosa missione.. Io conoscevo il suo temperamento, e l'incidente accaduto alla Rok è colpa del fatto che, per un istante, ho abbassato la guardia..."

Gli occhi dell'interlocutrice nel sentire ciò si riempirono ancora più di rabbia, quindi lei sbatté il proprio piede con una forza tale da rompere parte del pavimento e far sobbalzare il tavolo di diversi centimetri.

"Ascoltami bene, comandante dei miei stivali. E' vero, Ilnok è sempre stato un tipo estremamente violento e problematico con cui trattare, ma posso dirti da sua compagna di reparto che non sembrava il mostro assetato di sangue che adesso tu credi. Nessuno era in grado di prevedere che egli avrebbe potuto fare una cosa simile: dal non accettare il distruggere un'arma sperimentale a usarla apertamente contro una città c'è una differenza abissale. Tu devi smettere di vivere sempre portandoti il peso del mondo addosso! Ci sono cose che non si possono cambiare, ed è ormai giunto il tempo di andare avanti e di cancellare questi stupidi sensi di colpa! Io...non...voglio...non voglio..."

Torn sentì dell'umido sulle sue bende: Sakura infatti aveva smesso di essere arrabbiata ed aveva iniziato a piangere.

"Io...io mi sono sentita inutile da ormai troppi anni, Torn. So che cosa si prova: sono sempre stata la zavorra del mio Team. Ero quella debole, quella che passava più tempo a lavarsi i capelli che ad allenarsi, quella che ha costretto il suo migliore amico ad una caccia assurda e quella che stava sempre e solo a PIANGERE!!!" Qui iniziarono i singhiozzi. "E quando mi sono decisa una volta per tutte a liberare Naruto dalla sua promessa e ad uccidere Sasuke con le mie mani io...non ce l'ho fatta. Era lì, mi stava per uccidere, ma non riuscivo nemmeno a difendermi. Nemmeno a sfiorare quello s..stronzo di un Uchiha che aveva abbandonato tutto per la sua sete di vendetta e che non aveva esitato nemmeno un secondo a sacrificare uno dei suoi compagni di Team alla prima occasione...non ho fatto altro che piangere...piangere come un neonato. E anche adesso, con tutti le lotte, gli allenamenti e le esperienze che ho fatto, non riesco, quando penso a queste cose, a smettere di piangere. Lo so fin troppo bene che non c'era nulla che tu potessi fare: Ilnok ti aveva preso di sorpresa. Il tuo atteggiamento...ti porterà solo ad un enorme sconforto...n..non...voglio che tu finisca come me...sempre a disperarsi...a vivere ancorata al passato...non DEVI ESSERE UN FRIGNONE COME ME!!!"

Un ceffone violentissimo partì dalle mani artigliate di Torn e colpì la guancia delle ribelle verdognola.

"TU NON AZZARDARTI PIU' A DARTI DELLA FRIGNONA, E' CHIARO?!? Fidati, chiunque sarebbe scosso nell'aver provato ciò che hai provato tu: hai continuato a piangere è vero, ma non ti sei mai comunque tirata indietro, e non hai mai smesso di aiutare la gente, e me basta. Tu non sai all'ospedale quante persone ti sono grate per aver salvato loro la vita...quanti bambini ti considerano il loro angelo custode. Tutto ciò che in questi anni hai fatto per tantissima gente...è meraviglioso, Sakura. QUINDI EVITA DI AUTOCOMMISERARTI, PERCHE' IO NON VEDO NIENTE CHE NON VADA NE' IN TE NE' IN CIO' CHE STAI FACENDO!"

Finito questo sfogo, Torn si allontanò ansimando dal volto dell'amica.

La giovane invece smise di piangere e il suo sguardo divenne molto più sereno.

"Sappi che io penso la stessa cosa di te, Torn. Nonostante il tuo carattere di merda, sei forse la persona che io abbia stimato di più in assoluto. Il tuo coraggio, la tua abnegazione...mi hanno fatto anche loro da guida in questi due anni. Grazie..."

L'espressione di Ilnok si fece ancora più tetra, come se stesse per controbattere, ma non ebbe il tempo di dire nulla che la sua interlocutrice si era messo di nuovo a pochi centimetri dal suo sguardo con il pugno bene alzato.

"Prova ad obbiettare e scaccerò tutti i tuoi fantasmi a forza di cazzotti sul muso. Chiaro?"

Torn a poco a poco iniziò ad alzare gli angoli della bocca, quindi anche il suo sguardo divenne gradualmente meno cupo e infine scoppiò in una fragorosa e rauca risata.

"AHAHAHAHA! Provaci, dai, e ti prometto che non sarà per te piacevole. Sei davvero fortunata che io non abbia la stessa tua totale mancanza di autocontrollo, altrimenti ora avresti neppure quel tuo bel faccino".

La giovane si allontanò un poco, felicissima di essere riuscita ad aiutare il suo amico, tirando un sospiro di sollievo.

"Ma non restare qui a cincischiare: hai una missione da compiere. Adesso vai. Naruto e Kriad staranno facendo le radici in questo momento. E grazie anche a te...avevi ragione. Organizzerò un incontro tra lo stronzetto e l'Ombra".

"Figurati, è sempre un piacere aiutare un amico. Ma non azzardarti mai più a chiamare Naruto in questa maniera, va bene? Ciao, e a presto".

Finita questa conversazione, la comandante ribelle se ne andò via, lasciando ancora una volta Torn solo con i propri pensieri.

Cosa farei senza gente che mi sostiene come te, Sakura? Sono fiero che qualcuno abbia una così alta considerazione di me e del mio operato. Ti prometto che non ti deluderò. Né te, né nessun altro.

 

 

 

**************

 

 

 

 

Sakura Haruno era giunta in fretta a destinazione, che era ovvero una sala di comando posto nella zona industriale.

Ella incontrò lì due compagni che stavano all'ingresso del grosso edificio cilindrico.

"Era ora, Sakura". Disse impaziente Naruto. "Ma di cosa avete parlato tu e Torn per tutto questo tempo?"

Kriad, stranamente ansioso, lo ammonì da dietro con qualche impercettibile bisbiglio.

"Fidati, ciò che fa il nostro comandate in seconda alle nostre spalle, è meglio che rimanga alle nostre spalle. Torn ce la farà pagare davvero cara nel caso in cui noi ficcassimo il naso in affari che non ci riguardino".

"In effetti il nostro comandante è un vero paranoico". Affermò la ninja medico allegra. "Ma comunque non credo che la cosa vi possa interessare più di tanto, tranne che per una cosa importante: Naruto, credo che a fine di questa missione incontrerai l'Ombra".

Il giovane Uzumaki alzò le braccia al cielo ed urlò dalla gioia.

"Finalmenteeeee! Era ora che io potessi vedere il nostro capo! Vorrei solo sapere che cosa egli faccia tutto il giorno..."

"Lo scoprirai alla fine di ogni cosa. Credo che ora abbiamo ritardato anche troppo. Adesso apro la porta". Interruppe il ribelle castano, che si avvicinò all'ingresso dell'edificio e premette una combinazione di tasti su un display vicino ad esso.

La porta quindi si aprì, e il gruppetto entrò nel palazzo cilindrico.

Per il jinchuriki della volpe la stanza fu una visione leggermente innaturale. Essa aveva una forma circolare simile all'edificio esterno, ed era circondata da un anello di computer e da altri macchinari sospesi, se non per una piccolo sentiero che conduceva ad uno strano anello rosso di dimensioni molto grosse e fissato sul terreno a mo' di portale.

A rendere il tutto ancora più strano vi era una specie di sfera olografica sospesa al centro ed una tenue luce azzurrina dava un aspetto alla sala ancora più virtuale.

"Che posticino strano..." Commentò il ragazzo-volpe leggermente stranito. "E non capisco ancora come mai siamo venuti qui. Come possiamo arrivare alla miniere da questo posto?"

"Semplicissimo, amico mio". Rispose Kriad illuminandosi. "Con la tecnologia Precursor".

Egli estrasse un piccolo palmare dalla veste, lo puntò sull'anello e cliccò un pulsante.

La reazione a quest'azione fu totalmente sorprendente per Naruto: all'interno dell'anello iniziarono a formarsi alcuni cerchi concentrici di energia che degeneravano ciclicamente.

"I Cancelli Warp sono una meraviglia assoluta". Iniziò il ribelle castano la sua spiegazione. "Costruiti due di questi anelli, collegati ed infine attivati, è possibile teletrasportare qualunque oggetto che passi per uno di tali costrutti proprio davanti l'altro. Sappiamo come attivarli, ma il modo in cui gli Antichi siano riusciti a creare qualcosa di simile per noi è ancora ignoto. Questo passaggio, secondo la leggenda, si dice che sia stato edificato da Mar per poter raggiungere in fretta la stazione mineraria".

"Questo posto non finisce davvero mai di sorprendermi, dico davvero. Tutto ciò per uno abituato a kunai e a cartebombe è pura fantascienza..." Commentò Naruto sorridendo.

"Bene ragazzi, direi che ora inizia la parte più faticosa di tutte. Una volta entrati nell'area mineraria, non si tornerà più indietro, se non con Vin. Prima di dare il via a tutto però, vorrei dirvi qualcosa di molto importante..."

"Cosa?" Chiesero i due quasi in simultanea.

"Dovete promettermi, che, nel caso in cui incontrassimo Ilnok, lo lasciaste a me. E' troppo pericoloso per voi due da affrontare. Proverò a sconfiggerlo...da sola".

A quelle parole i visi dei due interlocutore si rabbuiarono.

"Stai correndo un rischio davvero molto, molto, grosso, Sakura". Iniziò a dire serio Kriad. "Sai meglio di noi che Faccia di Bimbo è un tipo pericolosissimo, e confesso di non sentirmi a mio agio al pensiero di vederti lottare con un matto del genere".

"Sakura, io mi sono addestrato a lungo anche per questa ragione. Se incontreremo Faccia di Bimbo, lo affronteremo insieme".

La giovane ninja medico allora prese un bel respiro, si avvicinò al suo compagno biondo ed abbassò i suoi occhi guardando quelli azzurri di Naruto.

"Ascoltami, Naruto. In questo periodo hai fatto dei progressi notevoli, e io stessa non avrei mai creduto di vedere accrescere le tue abilità così tanto in poco tempo e con così pochi mezzi. Ma credimi: non sei ancora pronto ad affrontare avversari del calibro di Ilnok, specie negli scontri corpo a corpo. Lo hai già provato sulla tua pelle, ma credimi se ti dico che quell'uomo è davvero un mostro".

"Ma è appunto per questo che non devi affrontarlo da sola, Sakura!" Obbiettò il compagno, alzando lo sguardo per incrociare quello dell'amica. "Senti, noi facciamo parte del Team 7, e come tale siamo una squadra. Dobbiamo affrontare questi problemi assieme, ricordi?"

Il volto dell'Haruno si velò leggermente di malinconia.

"Naruto, io ti ringrazio infinitamente del tuo sostegno, ma stavolta solo l'unica che può fare qualcosa a proposito. Non voglio essere ingiusta, ma... mi saresti d'intralcio. Ti prego Naruto: promettimi che, se incontreremo Ilnok, me lo lascerai affrontare da sola".

"Ma Sakura..."

"Ti prego, promettimelo".

Il giovane jinchuriki abbassò lo sguardo e fece un lungo sospiro carico di insicurezza.

"Ok, te lo prometto. Ma solo nel caso in cui tu non sia in pericolo di vita: altrimenti giuro che mi metterò in mezzo e prenderò Ilnok a calci nel culo!"

Sakura sorrise e si allontanò felice, riflettendo.

Grazie, Naruto. Stavolta sono io l'unica in grado di risolvere la situazione. Non avercela con me...

"Non posso più tenere attivo il portale senza usarlo, quindi dobbiamo entrare subito". Esortò il ribelle castano, che subito entrò nel cerchio con un balzo, scomparendo in un lampo di luce.

"Arrivo". Disse la comandante ribelle tranquilla saltando anch'ella nel cerchio trasportatore.

"Va bene, direi che è arrivato il mio turno". Finì l'Uzumaki, che per ultimo entrò nell'anello.

L'esperienza che il ninja biondo subì fu tra le più peculiari in vita sua: egli si sentì il corpo bruciare come un sole e spaccarsi in migliaia di pezzi, come se il suo corpo venisse trasformato in pura energia e quindi frantumato.

Tale viaggio durò meno di un istante: egli dopo poco si trovò infatti fuori dall'anello teletrasportatore, con Sakura e Kriad vicino a lui.

"E' stata un'esperienza... indefinibile". Commentò il ninja biondo ansimando e asciugandosi la fronte imperlata di sudore. "Era come se il mio corpo si..."

"...smolecolizzasse". Puntualizzò il ribelle castano. "Il portale scompone la tua struttura subatomica per poi ricomporla all'uscita. Nel caso in cui ci fosse stato un guasto o un interruzione del trasferimento, le tue particelle elementari sarebbero state divise irreversibilmente e sparate da tutte le parti come i proiettili di un Furian Vulcan".

Naruto inorridì nel sentire ciò, facendo una smorfia terrorizzata nell'immaginare se stesso completamente disintegrato.

"Non aver paura, comunque". Aggiunse Sakura, mettendo unaa mano sulla spalla del compagno. "I cancelli Warp in secoli di funzionamento non hanno avuto finora nessun guasto. Sono tra i costrutti Precursor più affidabili".

"Me..no...male..." Affermò balbettando l'Uzumaki, cercando di scuotersi. "No..n pensiamo più a queste cose. Dove si trova Vin?"

"E' da quella parte". Indico Kriad.

Naruto poté quindi avere una piccola panoramica della stazione mineraria: egli notò che i due si trovavano in una conca, mentre davanti a loro c'erano delle imponenti costruzioni di trivellazione e prelevamento dell'Eco a cielo aperto.

Sopra, sull'alto di una collina circondata da tali macchinari e da altri di vario genere, egli notò una casetta bianca, che era proprio il posto indicato dal compagno.

"Ok, la strada sembra davvero lunga. Incamminiamoci, ma con prudenza". Finì il ragazzo volpe caricando il blaster, e gli altri due membri annuirono.

Il viaggio inizialmente fu del tutto tranquillo: in venti minuti di percorso non c'era l'ombra di un nemico.

E' tutto troppo, troppo calmo. Pensò Naruto, scrutandosi sospettoso attorno. Queste Teste di Metallo hanno però il vizio di sbucare da dove meno te lo aspetti. E' meglio stare sempre in guardia.

Il gruppo giunse infine ad un grosso ponte sospeso che conduce alla parte superiore delle colline.

"Fin qui tutto facile, niente Teste di Metallo in vista". Commentò Kriad la situazione. "Occhi aperti comunque: il nemico potrebbe essere ovunque".

"Infatti, c'è molto peggio di una lucertola da affrontare per voi. AHAHAHAHAH!!!"

Nel sentire quella lugubre risata, un brivido percorse tutti e tre i membri del Mondo Sotterraneo.

I tre meccanicamente voltarono il viso verso la direzione di quella voce, e videro con orrore che il loro dubbi erano assolutamente fondati: sopra un grosso deposito di stoccaggio, stava infatti in piedi con il famigerato Faccia di Bimbo, che ricambiava i loro sguardi attoniti incrociando le braccia e sghignazzando.

"Ilnok..." Sussurrò rabbiosamente l'Haruno. "Naruto, Kriad, fate come vi ho detto e andate a recuperare Vin immediatamente!"

I due fecero un cenno di assenso e corsero verso il ponte sospeso.

L'uomo mascherato quindi con un agile balzo atterrò proprio pochi metri di fronte a Sakura.

"Dalla tua espressione, comandante Haruno, direi che tu abbia intenzione combattere contro di me. E così, vero?" Pronunciò Ilnok leggermente eccitato.

La giovane alzò il pugno e i suoi occhi verdi divennero duri e gelidi come dei veri smeraldi.

"Verissimo".

L'omone ghignò ulteriormente sotto i baffi, quindi estrasse la sua alabarda e si mise in posizione di guardia.

"Bene, sono davvero curioso di vedere quanti progressi tu abbia fatto. In guardia, e mostrami se sei degna di succedermi!"

 

 

 

********************

 

 

 

Angolo dell'autore: Eccomi con un nuovo capitolo fresco fresco!

Vorrei fare una proposta a tutti coloro che leggono: cosa ne direste se io ogni tanto mettessi delle schede tecniche sui personaggi principali, dove ne riassumo le caratteristiche con tanto di analisi, oltre che al siparietto?

Personaggi: mmmmm...

Me: Chuck...

Tutti: tiranno...

Chuck: non credo che possa interessare...

Personaggi: AHAHAHAHA!!!

Me: bene, bene. Lo vedremo il verdetto del pubblico! Il loro giudizio affonderà la vostra boria in un mare di fallimento, fino a farle raggiungere lo sconfinato e abissale inferno della PIU' NERA DISPERAZIONE!!!!!

Madara: questo più è persino più schizzato di me. Assecondatelo...

Scherzi a parte, per le schede tecniche (e le analisi) fatemelo sapere. Ciao e grazie mille di tutto il sostegno che mi date! 

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Capitolo 19
*** Cap. 19. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte Seconda. ***


Cap. 19. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte seconda.

 

 

 

Questa battaglia sarà tra le più dure che tu abbia mai combattuto in vita tua, Sakura Haruno.

Erano questi i pensieri della ninja medico nel momento in cui si trovò faccia a faccia con il suo ex-compagno d'arme, ovvero il famigerato Faccia di Bimbo.

Quest'ultimo aveva l'alabarda sguainata e osservava il suo nuovo nemico con un occhio scrutatore degno di un rapace.

"Allora Sakura, perché te ne stai lì immobile come uno spaventapasseri? Non eri ansiosa di combattere contro di me? Sappi che io lo sono di sicuro". Schernì l'uomo leccandosi le labbra.

"E allora prendi questo!" Gridò la ribelle, che balzò in direzione del nemico e ricadendo diede una violentissima tallonata sul terreno.

Ilnok fece appena in tempo a saltare prima che tutta la porzione di terreno nel raggio di alcune decine di metri venisse completamente frantumata, quindi sfoderò due pistole ad una velocità impressionante e sparò numerosi proiettili d'Eco.

La giovane riuscì ad evitare tutti i colpi da arma da fuoco, prese immediatamente dopo alcuni detriti e li lanciò altrettanto rapidamente contro il nemico.

Anche Ilnok però non si fece colpire nemmeno una volta, ed effettuando numerose acrobazie aree atterrò con i piedi sull'edificio di stoccaggio e mise di nuovo in avanti la sua lancia a due punte.

La giovane realizzò preoccupatissima le intenzioni del nemico e, non appena vide l'omone biondo balzare verso di lei, eseguì uno scatto laterale un istante prima che di venire impalata da quella sua letale arma da mischia.

"Sei veloce, ragazza". Pronunciò lui rinserrando di nuovo l'alabarda. "Ti ho insegnato bene..."

La comandante ribelle dal canto suo si gettò contro l'avversario con un pugno caricato.

Tale diretto venne schivato da Ilnok con facilità, e di due iniziarono a sferrarsi una sequela di attacchi ravvicinati ad altissima velocità e potenza, senza che però nessuno riuscisse a colpire l'altro.

"Te la cavi anche molto meglio nella mischia ravvicinata, vedo". Lodò ancora Faccia di Bimbo l'abilità dell'avversaria. "Devo dire che questo scontro potrebbe risultare molto divertente. Dico davvero".

"Non c'è davvero nulla da ridere, invece". Ribatté l'Haruno. "Non dopo tutto quello che è successo".

Nell'ascoltare ciò, l'omone biondo fece una specie di grugnito, sferrando allo stesso tempo una ginocchiata dal basso che Sakura riuscì a parare.

"Intendi dire ciò che è accaduto alla Rok, vero Sakura?"

"Esattamente". Pronunciò la ragazza gelida."Non ti rendi minimamente conto di ciò che hai fatto?!?" Iniziò ella ad urlare. "Tutta quella gente...tutte quelle persone innocenti...seppellite sotto una trentina di megatoni...non te ne frega assolutamente nulla?!? Possibile che tu non provi un minimo di rimorso...o di vergogna...perciò che hai fatto?"

Faccia di Bimbo finita questa breve invettiva iniziò a sghignazzare senza ritegno, il che fece avvampare Sakura dalla collera.

"Innocenti, dici? AHAHAHAHAHAHA!!! Sappi che gran parte di quegli innocenti lavorava alle fabbriche da guerra del Barone, rifornendolo di tonnellate di giocattoli pericolosi che non avrebbe esitato ad usare per sterminarci meglio, come tra l'altro ha già fatto in passato e sta ancora facendo usando altri impianti. Quella gente non era affatto innocente a mio parere. O forse esistono più definizioni di innocenza? Accidenti, è un vero peccato che io non mi sia portato un vocabolario..."

La giovane comandante ribelle nel sentire quel discorso scellerato rimase assolutamente basita, quindi le accadde qualcosa di molto strano: il suo corpo iniziò ad emanare una strana aura verde smeraldo, che dapprima brillò debolmente, poi si intensificò a tal punto che i capelli della ragazza si sollevarono a causa dell'energia emessa.

Ilnok si accorse subito di questo cambiamento, e con un salto carpiato all'indietro si allontanò dalla sua avversaria.

"Come osi. Come puoi osare ridere di tutti i morti che hai alle spalle?!? Sei disgustoso, Ilnok. MI FAI SCHIFO!!!" Ruggì infine la giovane che si lanciò contro il nemico caricando un altro pugno dei suoi.

Faccia di Bimbo riuscì a schivare il colpo ancora una volta spostandosi a destra, ma ciò fu per lui molto più difficile che in precedenza.

Vedo che la ragazza sta giocando le sue carte migliori. Rifletté lui. Ora so di non dovermi assolutamente distrarre. Credo che se non mi toglierò l'armatura, Sakura mi spezzerà come uno stuzzicadenti....

Sotto la sua maschera, l'ex membro del Mondo Sotterraneo fece un altro dei suoi sorrisi, stavolta però molto meno minaccioso del solito.

Devo dire che questa lotta si rivelerà persino più interessante delle aspettative iniziali....

Non fece in tempo però l'uomo concludere tale pensiero che l'Haruno gli si avvicinò di nuovo ed iniziò ad ingaggiarlo in un altro corpo a corpo.

"Non intenzione di lasciarti in piedi stavolta". Disse lei sferrando una combo di calci, diretti e ginocchiate. "Non voglio essere superba, ma credo che stavolta tu debba impegnarti sul serio".

In effetti lo scontro adesso propendeva molto di più per Sakura: Ilnok si stava evidentemente impegnando molto di più ad evitare tutti gli assalti dell'avversaria, e l'Haruno ne era cosciente.

Bingo, Ilnok. Stavolta non mi scappi! Pensò la ragazza, che quindi eseguì una power move sferrando un calcio dritto sulla faccia del nemico.

Ilnok però si abbassò eseguendo anch'egli una mossa di breakdance e tirò una spazzata dal basso, che però venne evitata da un salto in alto del ninja medico.

Approfittando della sua posizione sopraelevata, la ragazza si lanciò in avanti e riuscì a colpire Ilnok con una letale gomitata in alto.

Faccia di Bimbo fece appena in tempo a mettere gli avambracci in posizione adatta a difendersi e a direzionarsi con le gambe in modo tale da evitare di restare inchiodato a terra, ma la potenza del colpo fu comunque tale da scagliarlo lontano ad altissima velocità.

Ad ogni modo ciò non fece scomporre l'omone biondo minimamente, il quale si fermò facendo forza con le gambe stracciandosi allo stesso tempo la mantella, il che rivelò la sua armatura nera piena di tasche e spuntoni, e fece poi gesto di rimuovere la sua protezione.

Qualcosa però non andò come lui aveva previsto: prima che egli riuscisse a toccare il pulsante, Sakura gli si era già posta dietro caricando un calcio volante, e fu per un soffio che Ilnok riuscì ad abbassarsi.

"Sei davvero uno sciocco!" Pronunciò la ragazza sferrando numerosi diretti. "La tua armatura ti condurrà alla rovina. Ti riduce la velocità e la flessibilità in maniera davvero drastica. E' un miracolo che tu riesca a muoverti ancora così agilmente..."

"Ehehehehehe". Sogghignò Faccia di Bimbo evitando ogni pugno. "Tu mi sottovaluti Sakura. Non per niente sono stato io ad addestrarti nel Break-dancing, come ad insegnarti quell'elbow".

"E' vero, ma ti vedo in difficoltà. Ormai hai capito di non riuscire a tenermi testa finché hai quell'ammasso di metallo addosso. Cosa speri di fare a tal proposito?"

Ilnok iniziò a ridere malignamente, di nuovo.

"Questo".

In quell'istante con un rapidissimo movimento del gomito si diede un colpetto al fianco destro e fece riestrarre l'alabarda velocemente.

Questa mossa fece allontanare l'Haruno per un poco, e quei pochi attimi bastarono all'uomo per rimuovere l'armatura come la vecchia pelle di un serpente e zompare acrobaticamente all'indietro con l'alabarda in pugno.

Egli si mise poco lontano, voltando lo sguardo in direzione diversa dalla ragazza.

"Come ti ho già detto, Sakura, non sottovalutarmi. Ora si inizia a fare veramente sul serio. Devo dire che in questo scontro ho avuto la prova che sei un mio degno successore. Hai raccolto bene la mia eredità...anche se non del tutto, purtroppo". E qui girò di nuovo la testa in direzione dell'interlocutore. "Mi duole vedere che quell'ipocrita fanfarone dell'Ombra ti ha plagiato irrimediabilmente...ti ha ormai portato ad abbracciare i suoi sciocchi e contraddittori ideali".

Il viso della ragazza in risposta divenne ormai una maschera di collera, e l'aura si intensificò notevolmente brillando anche con maggior vigore.

"NON OSARE MAI PIU' DIRE UNA COSA DEL GENERE, ILNOK!!!! Sappi che farò di tutto stavolta per sconfiggerti. NON TI PERMETTERO' PIU' DI ALZARE UN DITO SU NESSUN'ALTRO, TE LO GIURO!"

Faccia di Bimbo rispose leccandosi le labbra dall'eccitazione e mettendo i pugni in avanti in gesto di sfida.

"Se è così, tenta pure tutto ciò che puoi. Sei la benvenuta".

 

 

********************************

 

 

 

 

Mentre Sakura e Faccia Bimbo combattevano aspramente più in basso, Naruto e Kriad stavano proseguendo la loro impervia scalata, correndo il più velocemente che potevano e senza mai voltarsi in dietro.

Speriamo che Sakura stia bene...non mi piace comunque per nulla tutta questa situazione. Pensò il jinchuriki preoccupato.

"Naruto, la casa di Vin si trova oltre quella percorso di rampe mobili. Dobbiamo sbrigarci. E non preoccuparti per Sakura". Asserì il ribelle castano con fare tranquillo, nonostante stesse correndo. "Come ti ho già detto, la ragazza sa quello che fa".

Finito di parlare, si udirono dei rumori molto strani provenire dalle cavità rocciose circostanti, e i due ribelli si misero spalla contro spalla, con i blaster carichi e i grilletti puntati.

"Direi invece che dobbiamo preoccuparci più per noi stessi, invece. Sta arrivando una marea di Teste di Metallo!" Affermò Kriad molto agitato.

Una preoccupazione che si rivelò molto fondata: dalle rientranze rocciose balzarono ruggendo molte Teste di Metallo simili a quelle che Naruto aveva incontrato alle fogne, ed erano evidentemente desiderose di lottare e farsi uno spuntino.

"Fuoco a volontà!" Urlò il ragazzo-volpe, che assieme il compagno impallinarono più di dieci di quelle creature prima che toccassero terreno.

I nemici però non davano accenni di diminuire di numero, anzi sbucavano dalle grotte sempre più implacabili.

"Cosa facciamo, Kriad? Sono in troppi, e ci stanno intrappolando! Non possiamo sparare così in eterno".

Prima che il castano potesse rispondere a questa domanda dell'amico, dal terreno davanti all'Uzumaki si videro degli strani smottamenti e si sentì il rumore di zampette che scavavano.

All'improvviso sbucarono dal terreno delle altre Teste di Metallo, molto più piccole però di quelle che stavano attaccando dall'altro e simili ad un tozzo e verdastro scorpione, specie per il lungo pungiglione dall'aspetto micidiale.

Nel vedere queste strani esseri dirigersi verso di lui, Naruto ebbe un sussulto e cambiò la modalità della Morph Gun in Razzo Plasmite.

"Teste di Metallo dal basso! E pure dall'aspetto di insetti!" Esclamò il ragazzo sparando un colpo di granata che polverizzò le creature all'istante.

"Naruto, non appena la polvere del colpo si dirada, devi avanzare il più in fretta che puoi e sparare allo stesso tempo a tutto ciò che vedi". Esortò Kriad facendo respiri lunghi e affannosi. "Io ti coprirò sempre le spalle. Se non ci muoviamo subito, qui siamo del tutto spacciati".

"Va benissimo". Rispose il jinchuriki. "Al mio tre corriamo come lepri. Uno, due, e tre!!!"

Con quest'ultimo grido, i due ribelli ricominciarono ad avanzare il più velocemente possibile, sparando a qualunque nemico capitasse loro sotto tiro.

Nonostante il grandissimo numero di creature nemiche, tale tattica riuscì ebbe successo e i due riuscirono ad arrivare tra innumerevoli Teste di Metallo crivellate alla vetta dell'avamposto.

Sparando alle ultime Teste di Metallo scorpione davanti a se, l'Uzumaki riuscì ad individuare il proprio obbiettivo: il rifugio di Vin era posto oltre una serie di quattro grossi container che potevano benissimo fungere da piattaforme.

"Ok, ci siamo quasi, dobbiamo superare quelle piattaforme improvvisate ed è fatta! Forza, saltiamo!"

I due quindi fece alcuni rapidi balzi e giunsero fino alla casa bianca senza ulteriori intoppi.

"Ce l'abbiamo...arrf...fatta..." Ansimò esausto Kriad, asciugandosi con la mano la fronte imperlata di sudore. "Bisogna...solo...premere l'interruttore rosso sulla parete...per aprire...le porte".

"Va benissimo". Disse stavolta Naruto, visibilmente meno stanco del compagno.

Egli quindi si avvicinò al grosso pulsante indicato e lo premette.

Nel momento l'ingresso si schiuse si udirono visibilmente strilli molto acuti e si videro partire alcuni spari dall'interno dell'edificio.

Con i riflessi da ninja che aveva sviluppato, il jinchuriki evitò tali colpi da arma da fuoco in una frazione di secondo e si nascose assieme a Kriad, acquattandosi dietro la parte della casa bianca.

"Non mi prenderete mai, brutte bestiacce!" Urlò la stessa voce stridula oltre le pareti. "ASSAGGIATE QUESTA SCARICA DI PROIETTILI ALL'ECOOO!!!!"
Il ribelle castano prese allora un grosso sospiro ed iniziò a parlare.

"Vin, sono io, Kriad! Torn ci ha mandato a salvarti! Non ci sono nemici di fronte a te, te lo assicuro!"

Nell'udire ciò, gli spari cessarono e una figura minuta avanzò molto riluttante fuori dalla casa.

Si trattava di un vecchio con degli occhiali molto spessi e dai capelli bianchi ritti, che indossava una camicia bianca con delle bretelle e dei pantaloni marroni.

"Kriad, ragazzo mio! Tu non puoi immaginare quanta gioia mi dia il rivederti!" Esultò l'ometto. "Vedo che hai portato compagnia! Chi è questo giovane che è venuto con te?"

L'Uzumaki, che aveva smesso di acquattarsi assieme al compagno, si mise in avanti e si presentò.

"Il mio nome è Naruto Uzumaki, e sono un nuovo membro del Mondo Sotterraneo. Io e Kriad siamo venuti qui a salvarti..."

"Cosa? Solo voi due?" Esclamò sbalordito il vecchietto. "Ma quanto credono che io valga quelli là? Ma non si rendono conto dei pericoli che tutti noi correremmo se lo scudo di Eco avesse anche solo un piccolo malfunzionamento?"

Detto ciò egli osservò con attenzione ciò che c'era dopo i container, e vedendo una numerose Teste di Metallo inferocite egli impallidì e retrocedette tremando come una foglia.

"Cosa vo...volete che io faccia? Vo...le..te che io attraversi tutta la stazione mineraria fino a giungere al cancello Warp?!?"

Kriad si mise la mano dietro la Testa e se la grattò, pensando a come rispondere nella maniera più tranquillizzante possibile.

"In effetti...credo che non ci siano alternative. Lo so che è pericolo, ma..."

"VI SIETE BEVUTI IL CERVELLO?!?!?!?" Strillò il capo della stazione mineraria. "E poi...no, è troppo pericoloso per tutti. Andatevene via, prima che ritornino".

"Ritornino chi?" Chiese il ninja biondo al capo della stazione mineraria con moltissima impazienza e preoccupazione.

"Loro...Ilnok e il suo nuovo compagno. Sono giunti assieme alle Teste di Metallo...mi hanno intrappolato qui. I minatori sono riusciti tutti a fuggire, così come il resto del personale. Io invece...volevano me. Mi hanno fatto delle domande...uno di loro mi ha fatto qualcosa di strano...mi ha scrutato...NO!" Qui l'ometto scosse la testa ancor più terrorizzato. "Non posso dirvi altro. Andatevene via, altrimenti ci rimetteremo tutti la pelle, ve lo assicuro".

Naruto allora mise la mano sulla spalla di Vin e gli parlò in maniera molto calma.

"Ascoltami Vin. Noi non siamo da soli qui. La comandante Sakura Haruno è proprio qui con noi, e sta tenendo a bada in questo momento Faccia di Bimbo. Per il suo alleato, sappi che bastiamo e avanziamo noi due. Non so se Sakura te ne ha già parlato, ma anche io ho capacità che voi non esitereste a definire sovraumane. Possiamo salvarti, dico davvero".

Il vecchio tremò un poco meno forte, ma rimase tutta via estremamente titubante e impaurito.

"Voi non capite! Il compagno di Faccia di Bimbo...non è un tipo normale neanche lui. Forse è persino il più pericoloso tra i due...ci rimetteremo le penne tutti quanti se voi restate qui! E poi ci sono anche miriadi di Teste di Metallo ancora in circolazione! E' troppo rischioso!"

L'Uzumaki si morse il labbro: la notizia che nella loro stessa zona c'era un tipo ancora più letale di Ilnok certo non lo rassicurava, ma certo non poteva demordere adesso.

"Fidati di noi, ti salveremo. Ad ogni modo, ora dobbiamo pensare alle Teste di Metallo posizionate oltre ai container".

"Ad...dire...il...v...ve..r...o...ci...hanno...hanno già pensato...guar...d...a...te..."

Kriad balbettò questo poche frase incomprensibili, quindi si accasciò a terra preso da un terrore indicibile.

Naruto e Vin si voltarono e tutti e due rimasero basiti per lo spettacolo che si era appena posto davanti ai loro occhi: le creature che prima stavano inseguendo i due con così tanta tenacia e che si erano fermate prima dei carichi stavano bruciando di stranissime fiamme nere e si contorcevano ruggendo dal dolore.

"E' qui, è qui, E'QUIIIII!!!!!!" Strillò con tutte le sue forze lo scienziato correndo all'impazzata. "Siamo morti! MORTI! Bye bye, adios, ciao ciao, FINE DEI GIOCHIII!!!!!"

Seppur non manifestando platealmente la sua ansia come il vecchio uomo che doveva scortare, certo Naruto non rimase meno scioccato nel vedere quelle fiamme così innaturali e allo stesso tempo per lui così familiari.

Fiamme che lo facevano tornare a ricordi antichi e dolorosi.

Non è possibile, non è assolutamente possibile...che sia arrivato qui? E come? Ma forse...è incredibile, incredibile, incredibile, assolutamente, totalmente incredibile.

Mentre pensava a queste cose, egli udì un impercettibile rumore di passi dietro la sua schiena e si voltò velocissimamente sferrando un calcio in alto.

Tra lo stupore del trio, dietro di loro era appena comparse una figura vestita con un cappuccio lacero che gli ricopriva in buona parte la faccia.

L'intruso misterioso con un gesto rapissimo afferrò Vin per un braccio e spiccò un balzo assieme al vecchio.

"AIUTATEMIIIIII!!!!!!!!" Urlò il caposquadra della miniera piangendo dallo spavento.

Il ragazzo-volpe provò allora ad inseguire questo misterioso assalitore saltando anch'egli.

Nell'accorgersi di essere seguito, l'incappucciato fece uno strano sorriso ed estrasse dal suo mantello lacero una katana.

"Arte del Fulmine: Lama dei Mille Falchi". Sussurrò, quindi dalla sua arma partì un fascio di energia elettrica che mirò al ninja biondo.

Naruto lo evitò a mezz'aria, quindi successe qualcos'altro di strano: dalla lama partirono altri fasci di energia elettrica che si mossero molto rapidamente percorrendo traiettorie rettilinee.

L'Uzumaki però fu abbastanza agile da schivare anche questo attacco, ed i due si ritrovarono dall'altro lato delle piattaforme.

"Devo dire che sei ancora più agile di quello che io ricordavo, Naruto Uzumaki. E Ilnok che diceva che tu eri fuori forma...va bene, lo so che sono in pochi quelli abbastanza in forma per uno come lui..."

Il jinchuriki rimase tetro e silenzioso, mentre Vin iniziò a pregare singhiozzando.

"Immagino che tu abbia ormai capito chi sono io, vero? Allora credo che sia inutile nascondere il mio volto, baka".

Egli quindi si tolse il cappuccio, rivelando dei capelli corvini e degli occhi rossi.

Occhi che portavano lo Sharingan Ipnotico Eterno.

Gli occhi di Sasuke Uchiha.

 

 

 

***************************

 

 

Vicino al ponte sospeso, molto più in basso in altitudine, Sakura e Ilnok continuavano intanto la loro battaglia.

I due continuavano a scambiarsi colpi senza sosta, senza che però nessuno avesse la meglio sull'altro.

Gli assalti dell'Haruno erano talmente forti che ad ogni pugno o calcio si generava un grosso spostamento d'aria verde, ma Faccia di Bimbo non sembrava aver perso minimamente il suo atteggiamento giocoso e leggermente sornione.

"Non ti basterà l'Eco Verde per battermi, anche se devo dire che stai facendo dei progressi immensi". Commentò l'uomo evitando un pugno tirato alla testa. "Sono compiaciuto, e compiacermi non è un'impresa facile. Se continui così potresti persino superarmi...sempre che io ti lasci vivere abbastanza a lungo...l'Eco Verde non ti salverà, comunque."

"Forse non mi basterà, ma certo mi darà una grossissima mano. In guardia!" Rispose severamente Sakura, che quindi interruppe la mischia brutale e si allontanò con un elegante salto carpiato all'indietro.

Ilnok in risposta la inseguì con rapidità e le sferrò un calcio circolare in volto, che la ragazza evitò abbassandosi.

Eh no, Sakura. Non lascerò che tu ti allontani da me. Credo che sia ora di usare sul serio l'alabarda... Pensò l'uomo sfoderando la sua arma da mischia e sferrando fendenti rapidissimi roteandola in tutte le direzioni.

Questa volta sembrò che tali assalti avessero avuto effetto: Sakura faceva molta fatica a parare tutti gli assalti, e venne ferita leggermente più e più volte alle braccia e al torace.

"Prendi questo se ci riesci!" Esortò l'omone biondo che fece un movimento circolare mirando al costato della giovane.

Il colpo ebbe effetto, ma Faccia di Bimbo non poté esultarne minimamente, dato che la sua avversaria stava volontariamente bloccando l'arma e l'avambraccio del nemico con la propria mano.

Ilnok nel vedere ciò fece una strana risata, più di curiosità che di malignità stavolta.

"Cosa speri di ottenere da tutto ciò, eh? In questo momento hai sì e no una trentina di centimetri di metallo infilati nel corpo".

"Non preoccuparti per me. Pensa a te, piuttosto".

L'Haruno prese allora un respiro profondissimo, quindi, apparentemente incurante della ferita sanguinante al costato, mise in vista il palmo della mano e piegò il braccio all'indietro.

Il palmo stesso poi iniziò a brillare con molta più intensità del resto del corpo.

"Tu sei pazza ragazza mia..." Affermò l'omone biondo capendo le intenzioni del nemico. "Quella tecnica potrebbe mettere seriamente in pericolo la vita dei tuoi amici ".

"A quest'ora loro saranno già arrivati alla destinazione". Replicò Sakura fissando il nemico con degli occhi di ghiaccio. "L'unico che qui ci rimette la pelle sei tu. Ascoltami Ilnok: posso evitare di usare il Palmo se tu mi dici tutto ciò che sai. Cosa sei venuto a fare qui? Quale è il tuo rapporto con le Teste di Metallo?"

"Domande interessanti, molto, molto interessanti. Perché non trovi da sola le risposte?" Rispose Ilnok per nulla spaventato da quella specie di minaccia. "Usa pure tutte le tecniche che vuoi, ma non riuscirai comunque a buttarmi giù così facilmente".

Gli occhi della ragazza si velarono allora di tristezza.

"E' questa la tua ultima risposta?"

"Sì, è questa".

"Allora preparati!" Affermò duramente lei. "Palmo del Ciclone di Smeraldo!*"

La luminescenza della mano di Sakura raggiunse livelli accecanti, quindi lei la mise in avanti con velocità.

L'assalto generò un'esplosione di color smeraldo di dimensioni enormi, che devastò tutto ciò che c'era nell'arco di moltissimi metri, devastando anche alcuni edifici di estrazione ed abbattendo un ponte.

Concluso il terribile assalto, la ragazza si guardò intorno e notò con orrore che non aveva più né Ilnok tra le mani né la sua alabarda.

Prima che lei potesse reagire, l'ex membro del Mondo Sotterraneo  le diede una gomitata da dietro e la stese a terra bloccandola con una presa al braccio.

"Mi hai ridotto davvero male, non c'è che...dire" Disse Faccia di Bimbo stranamente appagato. "Sei davvero forte..."

"Allora ti mostrerò questa mia forza..." Sussurrò lei respirano spasmodicamente, quindi inarcò la schiena e con un movimento rapido si liberò dalla morsa.

Ilnok si spostò quindi all'indietro, e la comandante ribelle si rialzò e squadrò bene il nemico.

Faccia di Bimbo certo non mentiva: gran parte del suo torace era ricoperto di lividi, i suoi pantaloni erano mezzi stracciati e anche la parte destra della maschera era stata distrutta.

"Sei davvero fortunata di essere in grado rigenerarti, Sakura". Disse l'uomo indicando le ferite che si stavano rimarginando a vista d'occhio. "E non riduce nemmeno la durata della tua vita! Che gran culo che hai! "

La giovane da canto suo stava accusando forti segni di stanchezza, che si rilevava anche dal grande affievolimento dell'aura verde.

"Perché Ilnok...perché...una volta tu salvavi le altre persone, invece di accopparle. Cosa ti ha spinto a tradirci? E perché, nonostante tutto, non ti decidi a dare il massimo? Dimmi Ilnok...perché? Sei...sei una delusione immensa".

La parte visibile del volto di Ilnok si deturpò in un ghigno malefico.

"Sakura...dovresti imparare a conoscere meglio le altre persone. Non è la prima volta che compi un errore di valutazione simile. In quanto ai tuoi amici...loro se la stanno spassando già con il mio nuovo alleato".

Gli occhi del ninja medico si sgranarono dalla sorpresa.

"Un nuovo...alleato? E chi sarebbe?"

"Fidati, scoprirlo sarà qualcosa per te di eccezionale. Devo dire che questa battaglia è stata davvero soddisfacente, per me. Ho fatto uno splendido lavoro con te, davvero, e mi sono anche divertito parecchio, ma credo di dover chiudere lo scontro qui. Ci si vede, Sakura Haruno".

Effettuando pochi e rapidissimi gesti con la mano, l'uomo estrasse una sfera dal color violetto dalla tasca destra dei suoi pantaloni, quindi la gettò per terra prima che l'avversaria potesse reagire in qualche maniera.

Tale piccola palla generò una nuvola di fumo poco densa che si disperse in breve.

"No...no..." Mugugnò Sakura, cercando di afferrare il nemico nel fumo, ma poi capì che Ilnok si era definitivamente dileguato, lasciandola sola e in ginocchio tra le macerie dello scontro.

Molte domande e molti dilemmi assillavano la mente della ragazza, ma uno sopra tutti.

Chi sarà mai questo misterioso alleato di Faccia di Bimbo?

 

 

 

*********************************

 

 

 

 

Angolo dell'autore: chiedo scusa per il breve ritardo, ma questi capitoli mi vengono sempre più difficili da gestire in poco tempo.

Per le schede e tutto il resto dovrete aspettare il prossimo capitolo.

Si inizierà con quella della nostra manta, ovvero Raymant.

Tutte le altre saranno messe in punti tali da evitare spoiler indesiderati.

Ad ogni modo, ciao e grazie a tutti per il vostro grande sostegno!

*: tecnica di mia invenzione. 

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Capitolo 20
*** Cap. 20. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte terza ***


Cap. 20. Missione n. 6: rivelazioni alle miniere. Parte terza

 

 

 

"Ne è passato di tempo dall'ultimo nostro incontro".

Dopo ben due anni, i due ex membri del Team 7 si erano ritrovati, e come due anni fa facevano parte di due fazioni opposte.

Il giovane Uzumaki squadrò per un poco l'Uchiha con degli occhi stralunati, quindi si comportò in un modo che sorprese tutti quanti: iniziò a ridere talmente forte che dovette tenersi la pancia.

"AHAHAHAHAHAH! Non ci...ci credo!"

"PERCHE' DIAVOLO STAI RIDENDO?!?" Pianse Vin. "Io qui rischio di morire..."

"Stai zitto, patetico omuncolo". Lo ammonì severo l'Uchiha, che tirò bruscamente su lo scienziato.

Anche lui, però, era rimasto molto sorpreso da questa reazione, seppur non lo dava a vedere.

"O cavoli..." Iniziò a parlare Naruto cercando di darsi un contegno. "Sono proprio un baka! Avrei dovuto capirlo da quando Ilnok mi aveva dato della testa quadra! Non avrei mai creduto, mai immaginato..."

Qui le sue risate terminarono e l'espressione del ninja biondo divenne molto più seria.

"...che mi chiamassi ancora con quel nomignolo, Sasuke Uchiha. E nemmeno di trovarti qui, in questo continente sperduto. E sopratutto, vedo che tu non sei nemmeno più un servo di Monzaemon".

Gli occhi di Vin brillarono dalla gioia nel sentire ciò, credendo egli di aver trovato un'ancora di salvezza.

"Allora voi due vi conoscete, vero? Dì allora a questo Sosuke Uschoka o che ne so io di risparmiarmi! Ti prego...aiutamiii!"

"Smettila di blaterale, brutta cornacchia!" Zittì ancora Sasuke lo scienziato con un'occhiata truce. "E sopratutto azzardati a pronunciare ancora il nome del mio clan in maniera così ignobile e sarà per me un piacere sventrarti con la katana e incenerirti le budella".

"Vedo che sei cambiato, Sasuke. Due anni fa avresti trucidato lo stupido che avesse osato infangare il nome del tuo clan senza nemmeno dargli una seconda chance". Commentò Naruto divertito tra gli sguardi straniti dei due interlocutori.

"Tu invece non sei cambiato affatto". Affermò l'Uchiha senza più un accenno di collera. "Nonostante abbia tentato di farti fuori più e più volte e dopo tutti i miei propositi di vendetta e i rifiuti delle occasioni che mi hai dato, tu mi parli ancora come se fossimo due amiconi. Sei incorreggibile".

"Beh, credo che in fondo tu abbia ragione. Ma non è detto che sia necessariamente un male".

L'Uchiha sbuffò e fece un'espressione davvero bizzarra, che nessuno avrebbe potuto identificare né come un segno di disprezzo né di approvazione per la frase dell'amico.

"Bene, immagino che quindi tu voglia ancora cercare di salvarmi da me stesso o cose simili. Ma, come è successo nella Valle della Fine, ucciderti non è nel mio interesse. Abbiamo un nemico comune: Monzaemon, e Praxis di rimando. Tu e i tuoi compagni del Mondo Sotterraneo, nonostante i vostri mezzucci così idioti e ipocriti, rimanete comunque una grossissima spina nel fianco del nostro caro scienziato pazzo. Specie quando recupererai i tuoi poteri".

Naruto si grattò il mento e alzò gli occhi.

"Te lo ha detto Ilnok della mia momentanea...menomazione?"

"Vedo che tu sei un po' più perspicace del solito. Non sei rimasto proprio uguale al nostro ultimo incontro, lo sai? Hai ragione, me lo ha riferito Ilnok. Il nostro Faccia di Bimbo ti studiato bene all'Humbaba".

"A proposito di Ilnok, come vi siete conosciuti? O meglio, come sei arrivato fin qui dal Paese del Fuoco?"

"Ci tieni dunque a saperlo, Naruto?" L'espressione di Sasuke divenne un misto di curiosità e sottile piacere. "Ma sì, perché non dovrei dirtelo? Durante la battaglia di Konoha, mi sono intrufolato nella radura dove erano parcheggiate le navette e ne ho trafugata una, quindi volai dove erano impostate le coordinate. Per molti mesi sono rimasto a vagabondare da solo in varie città, a cercare informazioni sul nostro nemico, finché..."

"Non hai incontrato Ilnok, non è vero?"

"Precisamente. Come forse ti avranno già detto, io e lui abbiamo molto in comune. Condividiamo lo stesso...sentimento verso i nostri nemici".

L'Uzumaki fece allora uno strano sorrisetto.

"Bene. Devo dire che questa conversazione mi ha fatto molto piacere, davvero. Mi mancavano davvero tanto occasioni del genere. Ma adesso ho una missione da compiere: lo scienziato che hai in pugno, Vin, è di fondamentale importanza per tutti noi e devo riportarlo vivo ad Haven City ad ogni costo".

Lo sguardo dell'Uchiha si fece ancora più divertito e inquisitivo.

"E come penseresti di togliermelo dalle mani? L'hai detto tu stesso che non puoi eseguire alcun ninjutsu, mentre io ho uno Sharingan in grado di incenerirti o farti vivere i tuoi incubi peggiori seduta stante..."

"Lascialo stare, Uchiha!"

Una voce imperiosa interruppe questa conversazione: Kriad si era unito al gruppetto superando i container, ed ora stava a pochi metri di distanza da Naruto minacciando il moro puntandogli contro due pistole.

"Libera Vin immediatamente, oppure riempirò la tua testa di piombo e di Eco fumante, e non scherzo".

"F...f...a come dice". Sussurrò tremebondo il vecchietto al suo imprigionatore. "Kriad è uno dei tiratori scelti migliori del Mondo Sotterraneo, e non scherza quasi mai".

Il jinchuriki allora agì in un modo che sorprese ancora una volta tutti: egli si spostò al lato del compagno castano e gli bloccò un braccio.

"Kriad, ti prego, non ce ne è bisogno. Lascia fare a me ".

"Cosa?!?!?" Trasecolò il ribelle castano. "Ma sei impazzito?!? So benissimo quale è stato il tuo rapporto tra te e Sasuke, e ti dico che non riusciresti mai a fermalo da solo".

"Il tuo amico ha ragione, Naruto". Si intromise l'Uchiha sogghignando. "Anche se non potreste vincermi comunque, in due riuscireste a resistere qualche secondo di più. Tornando alla domanda di prima, cosa ti fa credere che io adesso non usi il mio dojutsu su di te e sul tuo compagno? Cosa ti fa credere che io adesso non decida di uccidervi tutti?"

Vin nel sentire queste parole si agitò e strillo con tutta la forza possibile, mentre il volto di Kriad sbiancò dalla preoccupazione.

Solo Naruto manteneva imperterrita la sua espressione tranquilla e serena.

"Nulla, anche se il fatto che tu non abbia inserito in un discorso le parole vendicherò il mio clan o Itachi e distruggerò Konoha lascia ben sperare a mio avviso. Oltretutto, se pensi che uccidermi adesso sia qualcosa di controproducente, non vedo perché tu debba farlo solo perché è coinvolto Vin. Hai già preso da lui tutte le informazioni necessarie con lo Sharingan, dico bene?"

Contro ogni previsione e tra lo sbigottimento dei due uomini di Haven, il giovane Uchiha iniziò a ridere proprio come Naruto all'inizio di questo strano dialogo.

"Questa permanenza ad Haven ti ha fatto un grandissimo bene al cervello. Non ti avrei mai creduto capace di deduzioni simili..."

Detto ciò, con un gesto brusco buttò via l'ometto come un sacco di stracci, il quale strisciò tremando verso i suoi due salvatori.

"Non non mi interessa più il vostro codardo scienziato. Potete anche tenervelo. E potete anche andarvene via di qui senza che io cerchi di fermarvi".

Nell'udire le parole di Sasuke il ribelle castano si stupì ancora di più, mentre l'ometto sempre inginocchiato iniziò a cantare lodi per lo scampato pericolo.

"Grazie, Sasuke". Disse Naruto, l'unico che manteneva una sorta di compostezza.

"Non devi ringraziarmi, sul serio. Infatti..."

Prima che l'Uchiha terminasse la frase, si udì un ronzio stranissimo provenire da sotto i container.

Pochissimo tempo dopo da sotto le pseudo-piattaforme sbucarono fuori delle altre Teste di Metallo, diverse però da tutti i tipi incontrati dall'Uzumaki in precedenza: avevano la forma di enormi calabroni dal corpo affusolato, che però stranamente erano prive di pungiglione, come se glielo avessero rimosso.

"....infatti non ho mai detto che sarebbe stato per voi facile. Sbrigatevela da soli. Arrivederci, Naruto Uzumaki".

Il moro concluse qui la conversazione e si dileguò saltando sulle varie conformazioni rocciose.

Il ragazzo-volpe invece rimase immobile e assorto nei suoi pensieri, e certo questo incontro gli dava non poco su cui riflettere.

Anche io noto che l'aria di Haven ti ha fatto benissimo al cervello. Sei cambiato in meglio, Sasuke. E forse questa situazione potrebbe essere l'occasione buona per...

"UCCIDETE QUELLE CREATURE, PRESTO!!!" Strillò Vin rialzandosi, interrompendo quindi i pensieri dell'Uzumaki.

"Benissimo. Credo che ora si debba tornare ad impallinare Teste di Metallo". Affermò stavolta Kriad, ripresosi perfettamente da tutto lo stupore di prima. "Vin, mettiti dietro di me. Naruto, sei davvero una potenza. Ci hai salvato tutti con Sasuke. Sarai in grado di compiere il miracolo una seconda volta?"

"Assolutamente sì. Si balla!" Rispose il ragazzo biondo puntando il blaster sui suoi nuovi nemici.

 

 

 

***************************

 

 

Devo...raggiungere Naruto in fretta.

Sakura Haruno si stava dirigendo con tutta la velocità possibile verso il luogo dove si era rifugiato Vin.

Il cuore della ragazza batteva fortissimo per l'adrenalina e la paura che fosse successo ai suoi amici qualcosa di orribile

I suoi tetri dubbi vennero rafforzati da un'orrida visione: una Testa di Metallo simile ad un geco e di dimensioni dieci volte maggiori del normale stava appiccata su una parete posta sul suo percorso, e guardava intensamente la giovane con occhi ingordi.

Non ci voleva proprio, ma devo andare avanti. Pensò la ragazza proseguendo per la sua strada.

La belva quasi sembrò studiare il percorso con attenzione, e si staccò dalla parete con un balzo per tentare di divorare la sua nuova preda.

Per nulla intimorita, la kunoichi si abbassò piegando la gambe e, anticipando il nemico, gli sferrò un letale montante in pieno torace.

"Via dalla mia strada, bestiaccia!" Ruggì il ninja medico, mentre l'essere venne letteralmente aperto in due dalla forza del corpo, rigettando sulla ragazza strani fluidi corporei.

Che schifo...ma mi pulirò più tardi. Ora devo pensare a raggiungere i miei amici.

Avanzando sempre un po', purtroppo vide che quelle creature non erano finite: tre Teste di Metallo a forma di insetto si intravidero vicino a lei, e le puntavano le loro strambe code prive di pungiglione.

All'inizio Sakura pensò ad un modo per sbarazzarsi in fretta dei suoi nemici, ma poi con somma gioia vide che non ce ne era bisogno.

I tre esseri insettiformi vennero infatti subito abbattuti da una raffica di proiettili da dietro, e coloro che avevano sparato erano proprio i suoi amici Kriad e Naruto.

Quest'ultimo poi portava in braccio un Vin tremolante come sempre, segno che la loro missione stava andando in porto.

"Sakura, grazie ai Precursor sei salva!" Esclamò il ribelle castano esultando.

"Sì, anche se sono un po' malridotta e molto maleodorante e sporca". Rispose l'Haruno altrettanto felice. "Ero comunque davvero preoccupata per voi. Avete già incontrato l'alleato di Ilnok?"

Il volto dell'Uzumaki divenne cupo per la notizia che doveva dare.

"Sakura..."

"Naruto, che hai?" Chiese la ragazza apprensiva.

"Vedi...Sakura...l'alleato di Ilnok è..."

Il jinchuriki venne interrotto da ulteriore ronzio, molto più assordante però del precedente, e presto si rivelò agli occhi esterrefatti del gruppo la fonte di questo rumore: uno sciame di Teste di Metallo insettiformi volò in cerchio attorno alla loro postazione, circondandoli.

In particolare sembrava che stavolta questo sciame avesse una specie di leader: si trattava di una Testa di Metallo grande circa il triplo delle altre, leggermente più snella e "umana" nella forma e munita di quattro paia di braccia, due delle quali terminavano con delle strane appendici a forma di canne d'arma da fuoco.

"Mammina..." Vin mugolò e si accasciò svenuto sulle spalle di Naruto.

"Ce ne saranno almeno un centinaio, cosa possiamo fare?" Chiese l'Uzumaki nervosissimo per questa nuova invasione.

"Da quanto ho studiato sulle Teste di Metallo Calabrone". Cercò di dare una risposta Kriad. "Loro si comportano come uno sciame di insetti, e quella Testa di Metallo più grossa sembra esserne il leader. Quindi, se la uccidiamo..."

"L'intero sciame andrà in crisi e sarà incapace di porre qualunque minaccia". Continuò il ninja medico. "Credo che qui ci voglia una tattica di copertura. Qualcuno deve fare da esca...e considerato che io sono la migliore ad incassare i colpi..."

Naruto ebbe un sussulto dalla preoccupazione e replicò veementemente.

"Puoi scordartelo, Sakura! Hai già corso un gravissimo pericolo combattendo contro Faccia di Bimbo da sola, e non permetterò che tu corra lo stesso rischio di nuovo!"

Pochi istanti dopo che il ragazzo-volpe ebbe finito di parlare, Kriad iniziò a fare fuoco con le sue due pistole contro il mucchi di creature.

Il leader dello sciame, accorgendosi dell'attacco, diede uno strano segnale e le Teste di Metallo spararono dalle loro code dei grossi proiettili color viola dall'aspetto niente affatto innocuo.

"Uccidete il capo dello sciame, adesso!" Gridò il ribelle castano schivando le sfere purpuree e sparando a più non posso.

Naruto e Sakura non erano certo a loro agio all'idea che il loro amico, tra l'altro non un ninja, facesse da tiro al bersaglio, ma non c'erano alternative.

I due quindi fecero un cenno con la testa, quindi il ninja biondo mollò dolcemente Vin a terra.

L'Haruno subito con un balzo superò tutte le difese dello sciame e provò a mettersi contro il loro leader.

L'essere metallico puntò le sue due armi non ortodosse contro il nuovo nemico e fece fuoco, quindi Sakura in risposta si difese incrociando le proprie braccia davanti al volto.

Gli attacchi andarono tutti a segno, ma ciò non smosse minimamente la kunoichi,la quale, nonostante l'avversario la stesse colpendo in pieno, sorrideva sotto i suoi baffi.

"Adesso Naruto!"

Usando la propria amica come trampolino di lancio, il giovane fece un salto altissimo ed atterrò sul nemico con un Rasengan nel palmo destro.

"Prendi questo, Rasengaaannn!" Gridò il ragazzo a squarciagola, assaltando il nemico e colpendolo in petto con la letale sfera di energia.

L'essere ruggì dalla rabbia e dal dolore mentre venne travolto dell'impeto dell'attacco e perse quota precipitando.

Naruto però notò che il nemico non si era affatto arreso: usando le sue due braccia munite di appendici prensili, esso riuscì con un gesto rapidissimo staccare il giovane Uzumaki dal suo ventre e a lanciarlo a maggior distanza possibile.

Separatosi dal bersaglio, il mostro sparò quindi una raffica di proiettili energetici simili per certi versi a quelli dei suoi sottoposti.

Devo riuscire a rimettermi in piedi. Sarà durissima...Rifletté il ninja biondo a mezz'aria, pensando ad una strategia da usare in questi casi.

Usando tutta la sua abilità egli roteò su se stesso ad una velocità pazzesca e riuscì a direzionare bene la sua caduta, il che gli permise non solo di atterrare su una parete rocciosa, ma anche ad evitare tutte le sferette violacee.

"Per un soffio..." Commentò ansimando il ragazzo la sua stessa performance. "Ora tocca a me contrattaccare!"

Sforzando le sue gambe al massimo, il jinchuriki fece un altro balzo in alto il più rapido possibile, superando la bestia e disorientandola.

Egli quindi mirò con un suo blaster alle braccia del nemico e sparò pochi colpi precisi e letali.

La creatura riuscì a girarsi e ad evitare il pericolo, ma due spari andarono a segno ferendogli uno pseudo-cannoncino ed un braccio prensile.

Folle dalla rabbia per le ferite, il mostro volò velocemente e con rapido gesto delle appendici cercò di afferrare una gamba dell'avversario.

Tale tentativo fu inutile, poiché Naruto schivò il colpo, anzi permise a quest'ultimo di rimanere più tempo a mezz'aria usando il braccio stesso della Testa di Metallo come trampolino di lancio.

"Forse sei più intelligente di quanto credessi". Sussurrò l'Uzumaki pensando alla tattica di prima, e sfruttando l'ulteriore stordimento del mostro sparò altri colpi alle sue ali.

I proiettili di eco Giallo questa volta ferirono anche tali ali da insetto, stracciandole, costringendo la creatura sanguinante a scendere notevolmente di altitudine.

Il ragazzo-volpe continuò ad incalzare il nemico e si gettò un'altra volta di fronte ad esso, stavolta estraendo un kunai come arma da mischia.

Con grande rapidità egli troncò le appendici dell'essere, quindi si mise davanti al volto del mostro con la lama piantata alla sua gola.

"Dimmi..." Chiese lentamente l'Uzumaki osservando il nemico negli occhi serpentiformi. "Capisci ciò che dico?"

Egli non ottenne in risposta nulla se non un ruggito grottesco di rabbia ferina ed una zaffata di alito marcio.

"Meglio così. Ora posso ucciderti". Concluse freddo Naruto, che con un gesto secco tagliò la gola del leader dello sciame ed atterrò vicino ai suoi amici.

La battaglia contro il gruppo di Teste di Metallo era finita: attorno a Sakura e Kriad e in vari punti del terreno inferiore vi erano i cadaveri di decine di quelle creature impallinate o smembrate, mentre le poche sopravvissute battevano in ritirata.

"Ce l'abbiamo fatta!" Esultò Sakura. "Abbiamo vinto la battaglia, e Vin è ancora steso per terra che dorme della grossa".

Quasi come in risposta alla sua nomina, lo scienziato si svegliò di soprassalto agitandosi.

"CHI?!? COSA?!? DOVE MI TROVO?!? La via è sicura? Avete sconfitto le Teste di Metallo?"

"Ci siamo riusciti, Vin. Ma è meglio alzare i tacchi prima che ne arrivino altre". Rispose il ribelle castano tirando su Vin con un braccio.

Quest'ultimo si pulì i pantaloni dalla polvere, si sistemò la montatura degli occhiali e fece un lungo sospiro di sollievo.

"Meno male...erano quasi più spaventosi di quello Sharingan o come si chiama".

Nell'udire ciò l'Haruno ebbe un tuffo al cuore, quindi si girò verso Naruto e gli chiese preoccupatissima.

"Sha...ringan? V...vuol dire che..."

"Sì". Rispose l'Uzumaki serio come non mai, avvicinandosi a lei e mettendole una mano sulla spalla. "L'alleato di Ilnok...è proprio Sasuke".

 

 

 

 

 

 

***************************************

 

 

 

 

Abbastanza distante dalla postazione del gruppetto del Mondo Sotterraneo, Sasuke Uchiha osservava compiaciuto lo scontro con le Teste di Metallo Calabrone seduto su una grossa roccia grigia.

Devo dire che quegli sgangherati si sono rivelati una vera sorpresa. Dopo tutto, potranno esserci ancora molto, molto utili alla nostra causa.

"Stai ammirando il panorama, vero? Non mi sembra...a quanto pare direi che hanno tutti quanti delle ottime potenzialità. A parte Vin ovviamente".

Sasuke si girò per vedere che gli stava rivolgendo la parola e notò che la voce apparteneva al compagno Faccia di Bimbo.

"Ehi, vedo che sei ridotto proprio male!" Commentò l'Uchiha la condizione dell'omone. "Chi ti ha conciato così?"

Ilnok scrollo le spalle e rispose pacato.

"Non è nulla, dico davvero. E non ci crederesti mai se te lo dicessi. Solo un consiglio: se Sakura si accorge di te, puoi tranquillamente dire le tue preghiere e fare testamento".

Sasuke si sganasciò dalle risate nell'udire tale affermazione.

"AHAHAH....no, aspetta un attimo. Vuoi forse farmi credere che è stata Sakura Haruno a ridurti in questo stato? La Sakura Haruno che conoscevo io? Non ci credo..."

"Dovresti invece. Dopo tutto l'ho addestrata bene nell'anno in cui eravamo entrambi nel Mondo Sotterraneo, e ha fatto anche ulteriori progressi dal nostro ultimi incontro. Ti consiglierei vivamente di stare molto, molto attento. E non è certo l'unica notizia incredibile in tutta questa faccenda: tu che risparmi Naruto Uzumaki e la sua cricca...che cosa strana!"

"Loro due devono ringraziare te, non me. Non so ancora perché ti abbia ascoltato quando mi hai chiesto di lasciarli andare..."

Anche Faccia di Bimbo scoppiò in una risata, molto più fragorosa però stavolta di quella compagno.

"Non sei per niente bravo a prendermi per il culo Uchiha. A giudicare tal tuo sorrisetto, li avresti lasciati andare senza opporre resistenza comunque. Quello che mi chiedo è perché...."

"A te che cosa importa?" Sasuke rispose improvvisamente accigliato. "Il rapporto tra Naruto e me è affar mio, e non ti riguarda".

Ilnok allora prese un bel respiro e si mise davanti all'Uchiha.

"Sasuke, te l'ho già detto: siamo in una guerra, e siamo un team. Siamo solo in due contro tutti: dobbiamo imparare a fidarci l'uno dell'altro, perché è l'unico modo che abbiamo per salvarci il culo in battaglia. E fidarci significa anche aprirci tra noi, almeno fino a un certo. E' da un anno che lottiamo insieme, cazzo! Dunque, perché hai risparmiato Naruto?"

Sasuke sbruffò e girò lo sguardo, ma Ilnok l'aveva avuta vinta anche questa volta.

"Direi perché Naruto mi ha...sorpreso". Qui il viso dell'Uchiha si fece più pensoso. "Non mi sarei mai aspettato da lui un comportamento simile...mi parlava come se non fosse accaduto niente, né tutto il dolore che gli ho causato, né tutte le volte che ho cercato di ammazzarlo, né la delusione per il mio abbandono del Team 7. Non ha neanche iniziato il suo classico patema alla ti riporterò indietro e simili. E, cosa più incredibile di tutte, non si comportava nemmeno più da baka! Qualcosa di impensabile...cosa diavolo è successo in questi due anni, non lo so".

"Due anni negli Inferi ti cambiano sempre, sia in meglio che in peggio". Ilnok rispose più cupo. "Forse tutta questa esperienza lo ha fatto maturare e tornare sulla via della ragione, ovvero non romperti più le palle. Oppure sta provando un'altra tattica più sottile per farti cambiare idea su Konoha e i tuoi propositi di vendetta".

"Chi lo sa...non saprei dirlo. Ma credo che tu abbia ragione su almeno una cosa: Naruto potrebbe rivelarsi la carta vincente contro Monzaemon. Ho un'altra questione che però dovrei porti: cosa dirai alle Teste di Metallo quando scopriranno che hai lasciato scappare Vin?"

L'omone allora sguainò l'arma a due punte e la osservò con fare divertito.

"Beh, la mia alabarda è sempre pronta per un po' di sangue nemico. A me non importa che cosa possano credere o pensare quelle fecce di animali. Quale è la tua opinione a riguardo?"

"Nemmeno a me importa, Ilnok. Quel gruppo di sgangherati del Mondo Sotterraneo non ha più bisogno del nostro aiuto. Possiamo andarcene tranquillamente".

"Lo credo anche io. Ti pongo però prima un'ultima domanda: tu hai per caso detto a Naruto di Hinata e dei suoi cambiamenti?"

Sasuke sorrise di nuovo sotto i baffi.

"Credo che Naruto debba scoprirlo da solo. E tu mi hai menzionato davanti a Sakura?"

"No di certo, Sasuke".

"Benissimo così. Lasciamogli scoprire le nostre carte il meno e il più tardi possibile. Non siamo ufficialmente alleati con il Mondo Sotterraneo, del resto".

Qui l'Uchiha si alzò e sgranchì le spalle e le braccia.

"Non divaghiamo ulteriormente. Dobbiamo mettere in ordine la roba nel nostro nuovo covo".

Faccia di Bimbo rispose con un cenno di assenso del capo e due corsero verso il loro rifugio senza voltarsi indietro.

 

 

 

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Angolo dell'autore: Ok, ok, a tutti coloro che volessero linciarmi per aver dipinto l'incontro tra Sasuke e Naruto in questa maniera ( e saranno in molti, credo), sappiano una cosa: io ho un Chuck Norris carico, e non ho paura di usarlo.

Chuck: senti, se tu non sei in grado di scrivere come si deve, è un tuo problema.

Sasuke: ti ucciderò per avermi fatto così OOC!

Me: io ti ho pagato per PROTEGGERMI, CHUCKKKKK!!!!

Ok, schede tecniche vi ho promesso, schede tecniche vi darò.

Ecco a voi il nostro Raymant!

*****

Nome: Rym (da qui il soprannome di Raymant)

Età: 29 anni (deceduto)

Altezza: 1.80 cm.

Peso: 75 kg.

Città Natale: Haven City.

Comparse: Cap. 12.

Tecniche e Abilità: Tentacoli Acquatici.*

Cannonata Idrica.*

Moltiplicazione acquatica.

Super Sfondamento Silurante della Manta.

Capacità di respirazione subacquea.

Pungiglione velenoso retrattile.

Grado: capitano delle Guardie Krimzi, Membro dell'Unità Orco

Background: si tratta di un soldato un tempo facente parte delle Guardie Krimzi, precisamente un capitano delle Guardie Krimzi, che si è sottoposto volontariamente ad un trattamento di mutazione, nonché ha appreso i rudimenti dei jutsu sempre nell'Inferi.

Personalità e concezione: Raymant è un personaggio di "riempimento", nato principalmente per il suo scontro con Naruto.

Da quel poco che l'ho fatto apparire, è possibile notare in lui alcuni tratti tipicamente da "cattivo", come un'elevata dose di crudeltà, mancanza pressoché totale di pietà e sopratutto uno smisurato orgoglio: egli infatti tende a sopravvalutarsi e adora chiamare le sue tecniche con nomi altisonanti, nonché a disprezzare la pietà quando gli viene offerta, il che determina poi la sua fine.

(Le tecniche in asterisco appartengono alla categoria dei jutsu acquatici, ma il nostro Raymant, per dimenticanza e mancanza di attrazione verso il mondo ninja).

*****

Finita questa scheduccia, direi che sia ora dei saluti. Ringrazio come sempre tutti coloro che seguono e recensiscono le mie storie! 

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Capitolo 21
*** Cap. 21. Un altro frammento di passato ***


Cap. 21. Un altro frammento di passato

 


 




La missione alla stazione mineraria si era risolta per il meglio e lo scienziato era tornato sano e salvo a monitorare lo scudo della città.
Questo successo però non dissolse l'atmosfera di pesantezza che si era creata tra Sakura e Naruto.
Cercando di evitare tutte le domande a riguardo, i due non avevano più parlato dell'entrata in scena di Sasuke fino al ritorno al covo, ma sapevano entrambi di non poter rimandare la questione in eterno.
Dopo essersi puliti e sistemati bene, i due si ritrovarono nella grotta sotterranea dove di solito conducevano gli allenamenti.
Lì presero due tendine e le stesero sul pavimento roccioso, si sdraiarono su di essi e contemplarono per un poco il soffitto luccicante color zaffiro.
"Questa grotta è meravigliosa. Quando ho un poco di tempo libero, in genere vengo qui ad ammirarla. Mi dà un senso di pace e tranquillità...cose che mancano molto nella nostra vita". Iniziò a parlare Sakura placidamente.
"Anche io trovo che tutto questo sia bellissimo, e soprattutto davvero tranquillo". Affermò Naruto. "Un rifugio incapsulato nella roccia ove è possibile trovare momentaneo sollievo dalla dittatura e dalla guerra che ci opprime".
Sakura fischiò a lungo, molto sorpresa.
"Naruto, non avrei mai creduto di vederti esprimere in modo simile".
"Eh già. In questi due anni credo di essere cambiato. Lo ha notato anche Sasuke".
Mentre pronunciò queste parole sapeva che ciò avrebbe incupito Sakura, ma dovevano comunque arrivare al punto, e forse questo era il modo più indolore e veloce per farlo.
"Ah..." Il volto della ragazza si fece molto malinconico. "E cosa vi siete detti nel vostro incontro?"
"Non ci crederesti mai!" Cercò di sdrammatizzare l'Uzumaki. "Anche lui è cambiato molto...sembrava più socievole del solito, e non mi ha parlato di vendetta. Mi ha detto che mi avrebbe risparmiato, perché potevo essere utile alla causa. Poi si è pure messo a ridere...io sapevo a malapena come rispondere..."
La ragazza strinse i pugni e pronunciò severa.
"Non farti ingannare:è tipico di persone come Sasuke e Ilnok trattare gli altri come strumenti. Noi siamo solo pedine nelle loro mani, utili solo finché sappiamo soddisfare la loro sete di vendetta".
"Forse questa è una fortuna invece, Sakura. A giudicare da quanto mi ha detto e dal vostro scontro con Ilnok, direi che i vostri rapporti siano più di una semplice inimicizia. Dimmi: come vi ha traditi Faccia di Bimbo?"
La ninja medico prese alcuni respiri e, sebbene conscia della durezza di quei ricordi, si decise a raccontare tutto.
"Fino a circa un anno fa, Ilnok era il Capo dell'Unita Medica del Mondo Sotterraneo. E' stato lui ad istruirmi sia nella medicina di questo continente che nel corpo a corpo. All'inizio pensavo di aver trovato una seconda Tsunade..."
Qui prese un respiro ancora più profondo.
"...ma il nostro uomo era molto diverso dalla Godaime Hokage. Nonostante fosse un ottimo medico e nemmeno malvagia come persona fino a quando la battaglia non lo chiamava, non appena lottava contro i servi del Barone diveniva crudele fino al sadismo. Dovevi vedere i suoi occhi quando lui aveva in pugno il nemico: occhi feroci e assetati di sangue e sofferenza".
"Come mai tutta questo odio nei confronti di Praxis?" Chiese l'Uzumaki curioso.
"Ilnok era un abitante di Spargus, una regione che aveva sempre goduto di statuti di indipendenza, ma che era sempre rimasta legatissima per motivi dinastici alla casata di Mar da cui discende il re di Haven. Quando Praxis salì al potere, subito vennero i primi attriti, i più gravi sembra che riguardassero operazioni di collettivizzazione forzata, che presto sfociarono in una guerra".
"Una guerra che Spargus non poteva certo vincere, non è così Sakura?"
"Hai purtroppo centrato il punto Naruto. Il Barone fu estremamente brutale con la popolazione di Spargus. E' incerto ancora oggi il numero di persone deportate o uccise, ma di sicuro di si tratta di milioni. Non conosco bene il passato di Ilnok, ma credo che il suo odio provenga dalle stragi perpetrate da Praxis alla sua gente..."
Lo stomaco del ragazzo-volpe ebbe una strana stretta, ricordandosi delle parole di Sasuke.
Allora è vero che quei due hanno molto in comune.
"...certo, i metodi di Ilnok era molto brutali, ma a parte la spietatezza verso il nemico, non era poi così perfido". Continuò la ragazza ancora più cupa. "E poi, bada bene che c'erano molti ribelli che credevano che i suoi metodi erano perfettamente corretti e leciti e che Faccia di Bimbo stesse agendo nel modo giusto. Almeno fino alla fortezza Rok..."
"E poi Sakura? E lì che cosa è successo?"
Non appena l'Uzumaki pronunciò tale frase, una lacrima scese sul viso della kunoichi, segno che la parte peggiore del racconto doveva ancora arrivare.
"Sakura..." Cercò di rincuorarla un Naruto imbarazzato. "Mi spiace...forse non avrei dovuto farti una domanda simile..."
"No hai ragione, Naruto". Rispose la comandante ribelle scuotendo la testa. "Ora che siamo avanti, non ha senso fermare il mio racconto. Devi sapere che un anno fa Torn e Ilnok erano compagni in una missione di vitale importanza. Vicino alla città di Kran, una dei più importanti centri industriali della nostra nazione, il Barone aveva ordinato la costruzione di un'imponente fortezza volante da combattimento: la Rok. Si trattò di un progetto monumentale, che avrebbe permesso a Praxis di annientare intere città. La loro missione era appunto quella di distruggere questa nuova arma. I due durante la notte riuscirono ad intrufolarsi nel loro obbiettivo".
"Scommetto che a Ilnok questa missione non era andata proprio a genio".
"Per niente, Naruto. Non so bene cosa accadde lì...Torn non mi ha mai raccontato i dettagli. Quello che so è che lui venne preso di sorpresa da Ilnok e cadde a terra privo di sensi. Quando si risvegliò...notò che le fabbriche sotto di lui erano state rase al suolo". In questo punto la voce della ninja medico si fece flebile e tremante. "Ma assieme ad esse anche gran parte...del resto della città. Ilnok invece era sparito nel nulla".
La ragazza si alzò e il suo viso avvampò dalla collera.
"Quel bastardo...era fiero del fatto di aver ucciso tantissima gente in nome della sua vendetta. Credo che sarebbe capace di bruciare il mondo intero pur di eliminare il Barone. Quell'essere...non si merita niente!"
Quindi mise il pugno in vista e lo strinse con vigore.
"Io lo catturerò, vedrai! La pagherà per tutto..."
Naruto, finito l'amica di parlare, sospirò flebilmente e abbassò gli occhi, quindi si alzò e parlò con voce triste.
"Mi spiace...immagino quanto sia dura per te...e credo che sia dura anche per Torn..."
"Non sai quanto, Naruto". Lo interruppe Sakura anch'ella molto più malinconica. "Torn in qualche modo si sente responsabile di questa orrida tragedia. Si odia profondamente per il fatto di non essere riuscito ad impedire ad Ilnok di far fuoco su Kran".
"Credo che voi vi facciate troppi problemi qui, al Mondo Sotterraneo. Convivere con il fallimento è dura, ma ad un certo punto credo che bisogni andare avanti e cercare di non vivere nel passato..."
Gli occhi della kunoichi si illuminarono nel sentire ciò, quindi lo interruppe a sua volta speranzosamente.
"Vuol dire...che hai rinunciato a portare indietro a casa Sasuke?"
L'Uzumaki fece un altro dei suoi sospiri, solo molto più lungo e apparentemente carico di dubbio dei precedenti, prima di rispondere.
"Non ne sono più sicuro. In questi due anni di torture ho riflettuto molto sul rapporto che avevo con Sasuke e devo confessare una cosa: stavo sul punto darti ragione. Ero stanco di soffrire, stanco di altri fallimenti. Poi questa mia nuova occupazione tra i ribelli...mi ha aiutato a distrarmi. Confesso di star quasi per cedere, poi però...ho rivisto in Sasuke qualcosa che si era riacceso. Qualcosa di piccolo, certamente, ma lo avevo visto comunque. Sembrava di essere tornati ai tempi del vecchio Team 7..."
Qui gli occhi dei due si fecero lucidi e l'Haruno, basita per ciò che gli era stato riferito, provò a replicare balbettando.
"Naruto...ti...ti...prego, rinuncia. Lo sai quanto abbiamo provato a far tornare Sasuke in se, e che tutti i nostri tentativi sono falliti...io...ti prego...Naruto...non dannarti più l'anima. Hai sofferto pene così grandi per tutti questi anni..."
"...lo so Sakura...lo so. E comunque sappi che non ho cercato di riportarlo indietro. Non avrei avuto la forza di batterlo nelle mie condizioni, e poi dovevo scortare Vin alla nostra base. La nostra missione aveva la priorità assoluta..."
"Sì, Naruto...questa esperienza tra i ribelli ci ha fatto maturare entrambi. Gettarmi in questa situazione mi ha aiutato a darmi un nuovo scopo per la mia esistenza. A non sentirmi sempre così debole e inutile..."
"E quale è lo scopo che hai trovato della tua esistenza?" Chiese il ragazzo-volpe sommessamente, estremamente incuriosito da questa frase.
"Aiutare questa gente come posso...e salvare i miei compagni di Konoha dagli orrori di Praxis. Sopratutto tu...a parte forse i miei genitori, mi sei mancato più di tutti".
Quest'ultima frase riempì il cuore del jinchuriki di enorme piacere.
"Sakura...io...grazie...grazie infinite. Grazie di aver pensato a me...in tutti questi anni..."
"Te lo dovevo Naruto...ti devo fin troppe cose...mi spiace davvero tanto...di non averti amato...abbastanza...come meritavi..."
Naruto, sentendo qualcosa di strano agitarsi dentro nell'udire tutto ciò, abbassò lo sguardo e pronunciò balbettando.
"Cosa vuoi...dire, Sakura?"
"Lo sai benissimo, Naruto. Lo so che me lo hai ripetuto tantissime volte, ma devo dirtelo comunque: sono stata davvero sciocca per tutti questi anni, a differenza di Hinata, a dare il mio amore a chi non se lo meritava: per troppo tempo ha inseguito l'ombra di un Sasuke-kun, invece di dedicarmi a coloro che mi erano davvero vicini...che mi volevano veramente bene..."
"Sakura..."
"No". Lo interruppe la ragazza. "Come ti ho già detto, questi due anni mi hanno cambiata moltissimo. Non posso più passare la mia vita a cercare qualcuno che ormai non può più tornare indietro. Ho visto tantissima gente soffrire e morire in tutti questi anni...basta cercare di soddisfare il proprio egoismo..."
Per l'Uzumaki non furono tanto sorprendenti le parole in bocca all'amica, quanto il tono in cui le pronunciava: freddo, distaccato e privo di quella patina di menzogna che caratterizzava il loro discorso al Paese del Ferro.
"Per questo, te lo ripeto un'ultima volta, Naruto Uzumaki: non cercare più di salvare Sasuke. Ti giuro che sono sincera ormai: non lo amo più. Dopo tutto quello che ha fatto, e in particolar modo dopo tutto quello che ti ha fatto, i miei sentimenti per lui si sono spenti. Se lo incontrassi di nuovo, lo affronterei come un nemico qualsiasi, e stavolta lo farei fuori davvero."
Naruto ormai non aveva più alcun dubbio a riguardo.
Sakura ormai è completamente sincera riguardo le sue intenzioni di uccidere Sasuke...ma non posso comunque permetterglielo. Devo dirglielo...
"Sakura...ora sento in te della sincerità, ma devi comunque ascoltarmi: ti ricordi quando ti ho detto la sera prima dell'invasione di Konoha? Ti ricordi che ti avrei detto il motivo per il quale volevo ancora risparmiare Sasuke?"
I ricordi della ragazza volarono fino a quell'ultimo giorno di pace, al momento prima che Tsunade li interrompesse.
"Volevo risparmiarlo per vari motivi..." Qui la voce dell'Uzumaki si fece molto più triste e carica quasi di rimorso e colpevolezza. "Sia perché lui è sempre stato per me come un fratello, ma soprattutto per un'altra ragione: io non sono così diverso da lui, nemmeno nella mia sete di vendetta".
Il ninja medico trasalì nell'ascoltare ciò e cercò di replicare stralunata.
"Come Naruto...come..."
"Ti ricordi il nostro incontro con Madara? Lì mi sono fatto dominare dalla mia rabbia. Volevo farla pagare a quel bastardo per l'Akatuski, le manipolazioni, la morte dei miei genitori...la mia era sete di vendetta..."
"Madara era un mostro, Naruto! E la sua morte era necessaria per salvare la vita e la mente di migliaia di persone, se non di milioni! Nessuno può biasimarti per ciò che hai tentato di fare".
"Ma i motivi non erano quelli giusti, Sakura..." La voce si caricò di sofferenza. "Ho capito adesso che la giustizia era solo un alibi per soddisfare il mio odio. Come vedi, non mi sono rivelato migliore di Sasuke, posto nella stessa situazione".
Senza alcun preavviso, la kunoichi tirò un schiaffo molto violento al viso del compagno, il quale si girò vedendo i suoi occhi di smeraldo arrossarsi per le lacrime.
"NON DIRE ASSURDITA'! Tu non devi nemmeno paragonarti a Sasuke! Tu non hai mai tradito il tuo villaggio per allearti con un folle scienziato! Tu non ti sei mai infiltrato nel Paese del Ferro per causare un colpo di stato! Tu non hai mai cercato di aiutare un'organizzazione criminale a catturare dei ninja portatori di demoni per condannarli a morte e conquistare il mondo! Tu non hai..non hai...MAI FATTO NIENTE DI MALE!" Qui iniziarono dei singhiozzi amari. "Tu...sei una persona meravigliosa, invece! Una persona...così solare...così portatrice di vita...di luce...tu sei il mio angelo..."
Sakura non riuscì a finire il proprio sfogo che il ninja biondo le si avvicinò le strinse al petto.
La ragazza provò una piacevole sensazione di calore, e sentì il battito del cuore del ragazzo-volpe uniformarsi al suo, e le sue lacrime smisero di sgorgare.
"Sakura...davvero..sono...felicissimo di tutto ciò...e pensare che sono solo il baka che conosci da sempre..."
"Un baka meraviglioso, Naruto. Io non ti cambierei per niente al mondo...sei straordinario così come sei. E ci ho messo tanto, troppo tempo per capirlo. Sarò d'ora poi sempre il tuo sostegno, il tuo pilastro".
Naruto sorrise a questa frase, avendo in mente un parallelismo tra la sua situazione e quella di Konan.
Ma sicuramente c'era qualcosa di più che un semplice rapporto di fedeltà.
"Sakura, anche io cercherò di sostenerti sempre, come ho sempre cercato di fare. Sono passati due anni, ma i miei sentimenti verso di te non sono cambiati. Io ti..."
Inaspettatamente Sakura mise un dito sulla bocca dell'amico, guardandolo con fare triste e materno e si allontanò un poco da lui, senza però interrompere del tutto il contatto fisico.
"Ascolta Naruto, credo di sapere ciò che stai per dire, ma prima ascoltami: c'è un altra persona che prova per te il sentimento amoroso, e che merita che tu lo ricambi molto più di me: Hinata. Lei non ha esitato a dare la vita per te, e non mi sembrerebbe giusto che tu la rifiutassi così. Ti prego...non commettere il mio stesso errore..."
Naruto si ritrasse per un poco anche egli, con la fronte corrugata dai dubbi e gli occhi bassi.
"Sakura...io..."
Tutto vene interrotto da qualcosa di totalmente inaspettato: nella tasca del ragazzo si accese il segnale di uno strano ricevitore.
"Naruto...ragazzo..." La voce roca di Krew si udì dall'altra parte dell'auricolare. "Devi venire...subito da me..."
Il ragazzo si girò stordito e paonazzo in viso, ma la ninja medico le pose una mano dolcemente sulla spalla.
"Non devi scusarmi, Naruto. Lo so che Krew da a tutti i suoi sgherri un ricevitore da lui modificato che è in grado di attivare a distanza. Credo che tu debba andare".
L'Uzumaki, ancora più stordito, girò il volto e provò a balbettare qualcosa.
"Sakura...io..."
"Ti ho detto che non mi importa, dico davvero. Anzi, approfitta della missione che quel tipo ti ha dato per riflettere meglio. Và..."
"Si...sicura?"
"Assolutamente. Non aspettare oltre..."
"Allora...ciao".
Ancora incerto e persino piuttosto sudato, il jinchuriki si diresse verso l'ascensore, lasciando l'amica sola.
Quest'ultima si sedette sul tappetino e abbassò la testa e giunse le mani.
Ti prego Naruto...stai attento...non fare niente di male e soprattutto non farti fare del male...se ti accadesse qualcosa...io non potrei sopportarlo...

 

****************************


 

"Avanti, muovetevi!"
Di pomeriggio nei Quartieri dei Canali, la zona senza dubbio più prospera dell'intera città, qualcosa stava rovinando la tranquillità e la pace che di solito regnava su quel luogo.
Al centro di una grossa piazza circolare infatti una decina di uomini di ambo i sessi e di varie età stavano incatenati davanti ad una grossa fontana.
Questo gruppetto era sorvegliato a vista dalle guardie Krimzi e attorniato di gente che osservava la scena ammutolita e stanca.
"Oggi, il 27 Marzo, siamo qui per giustiziare questi traditori!" Declamò un ufficiale. "I seguenti prigionieri: Zark Horma, Bleto Poenolus, Goro Amphitrio, Mara Aldebar, Turo Simmillius, Nixe Quares, Jinco Sonto ,Clamp Haarpin, Zanti Mbogng e Clur Platehr; sono rei di tradimento di aver offerto asilo ed aiuto a dei ribelli..."
"E' una bugia!" Strillò un vecchio tremante dal panico. "Ve lo giuro! Io non sono colpevole, mi hanno incastrato..."
Infuriato per questa interruzione, uno dei soldati sbatté con violenza il suo bastone contro la faccia del vecchio, sbattendolo a terra con il volto sanguinante.
"Silenzio verme!" Sbraitò di nuovo la guardia con l'uniforme gialla. "Le prove che abbiamo raccolto sul vostro conto sono inconfutabili! Osate ancora oltraggiare il Barone con la vostra menzogna?!? CANAGLIE! VERMI SCHIFOSI!"
Quindi l'uomo alzò la mano e tutti i presenti mormorarono sapendo bene cosa significasse quel gesto.
"Uomini. Fate fuoc..."
La frase del comandante morì strozzata nelle sue labbra prima di pronunciare la fatali parole poiché una figura con addosso un'uniforme del Mondo Sotterraneo, apparentemente comparsa dal nulla, lo sollevò con una mano per la gola e si rivolse a lui con parole dure.
"Il vero verme della situazione qui sei tu. Questa gente è innocente, e tu lo sai benissimo".
In quell'istante un ulteriore mormorio, stavolta di stupore, si diffuse tra la folla, mentre i soldati puntarono i blaster su loro nuovo nemico.
"Mettimi giù.." Ordinò l'ufficiale con voce strozzata. "Chiunque..tu sia...sei finito se non mi metti giù..."
Apparentemente con noncuranza, la figura mascherata scaraventò via l'uomo come un bambolotto.
Quest'ultimo strisciò convulsamente nella polvere squadrando l'intruso con odio e rabbia.
"UCCIDETE QUELL'INFAME!"
I soldati non se lo fecero ripetere che sparano numerosi colpi di blaster, i quali con enorme sorpresa generale non sono mancarono il bersaglio, ma non lo raggiunsero nemmeno: nell'arco di meno di un secondo erano infatti stati tutti riflettuti e sparati in varie direzioni, mentre la figura rimase con una mano alzata in avanti a squadrare i soldati con fare imperioso.
"Non è possibile..." Mugolò uno di loro tremando come una foglia. "E' lui...lui...il...ribelle...più..."
"Se sai chi sono io, allora ti do un consiglio..." Troncò l'interessato questo discorso. "Liberate i prigionieri subito, e non vi succederà niente, ve lo giuro..."
La guardia annuì deglutendo e cercò spasmodicamente la chiave delle manette.
"Cosa stai facendo?" Lo ammonì un compagno. "Se il Barone scopre che noi abbiamo obbedito agli ordini di un ribelle ci ucciderà..."
"Non capisci?!?" Replicò lui cercando di aprire la serratura delle manette di un prigioniero. "Lui non è un semplice ribelle...lui è il pezzo più grosso di tutti..."
Il suo cercare la chiave venne interrotta da uno sparo da dietro: il comandante si era rialzato e stava puntando il blaster sui suoi stessi uomini.
"Idiota! Vuoi forse farci ammazzare tutti?!? Ombra, o non Ombra, quei condannati devono essere uccisi!"
"Non finché ci sono io". Pronunciò tremendamente serio il ribelle mascherato, il quale con una velocità straordinario si fiondò sull'uomo e lo stese a terra con un pugno ben assestato.
Prima che le guardie riuscissero a reagire, l'uomo fece un salto all'indietro e ne stese una con diretto al mento, quindi ne scaraventò lontano altri due con un calcio volante.
Dopo pochi secondi, tutti i soldati del Barone erano a terra, e il misterioso intruso fece scivolare dalla tasca della manica due sfere di colore nero.
"A tutta la cittadinanza qui presente. Vi chiedo scusa per lo spavento, ma per ora vi lascerò alle vostre vite tranquille. Vi consiglio però ora di andarvene via di qui. Buona sera!"
Terminata questa asserzione in maniera stranamente gioviale, il liberatore si inchinò come un attore a fine spettacolo, quindi fece cadere tali palline davanti ad un pubblico troppo stupito anche solo per reagire, producendo un fumo denso e grigiastro.
"Cosa state aspettando?!? ACCIUFFATELO!!!" Gridò la guardia più in alto in grado, ma ormai anche lui sapeva che era troppo tardi.
La nube ormai si era propagata velocemente, azzerando ogni visibilità nella zona e vanificando ogni tentativo di cattura.

 

 

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CLANG!
Con questo secco rumore, anche le ultime manette che legavano i prigionieri ai polsi caddero con un tonfo sordo.
Terminata questa operazione, l'Ombra diede una lieve pacca sulla spalla dell'ultimo prigioniero, una giovane donna dai capelli scuri e gli occhi marroni.
"Ecco fatto, siete tutti liberi ora".
L'ex prigioniera si girò e ricambiò il suo sguardo benevolo.
"Grazie, grazie infinite. Credo a nome di tutti..."
Dal gruppetto partirono poi altre voci di ringraziamento da tutti i membri tranne uno: un uomo grassoccio, scuro e di circa trent'anni si grattò il mento con il fare nervoso di chi non ha la minima idea di ciò che gli sta accadendo, né di cosa gli accadrà dopo.
"Dove andremo adesso? Perché hai detto che le guardie sapevano che noi eravamo innocenti?"
Il ribelle si girò verso l'interlocutore e rispose improvvisamente intristito.
"Vedete...in questo periodo la paranoia del Barone cresce sempre di più, e i processi alle vittime si fanno sempre più sommari e ingiusti...abbiamo ragione di credere che egli mandi al patibolo della gente innocente solo per darci una lezione, oppure per stanarci..."
Un fremito d'orrore percorse la banda di scampati al patibolo, il che fece capire all'Ombra di dover dare delle buone notizie al fine di evitare di far loro prendere dal panico.
"In quanto a voi...lo so, adesso siete dei fuorilegge. Potete però vivere nel nostro covo. Le nostre condizioni non sono in questo periodo agevolissime...ma c'è posto per tutti".
I dieci uomini, tranquillizzati, fecero ancora per ringraziare, ma il capo dei ribelli li fermò alzando davanti a loro il palmo della mano.
"Non dovete ringraziarmi, dico davvero...infondo è anche colpa mia se vi trovate in questo pasticcio". Il tono si fece di nuovo malinconico. "Salvare almeno quei pochi che possiamo è un nostro dovere. Ora dobbiamo affrettarci: potrebbero arrivare altre guardie..."
Subito l'uomo si diresse verso uno dei due rifugi e i salvati dall'esecuzione non se lo fecero ripetere due volte a seguirlo.
Lungo il tragitto apparentemente sgombro da nemici, alcuni pensieri assillavano la mente del fantomatico leader dei ribelli.
Torn mi aveva accennato di avere qualcosa di importante da dirmi...che abbia finalmente deciso di farmi conoscere quel membro infiltrato da Krew? Spero davvero che sia degno di fiducia...moltissimo dipende da ciò.

 

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Angolo dell'autore: Ok, mea culpa, mea culpa. Il capitolo è partito con un ritardo disumano, ma ciò è dovuto anche al fatto di dover finalmente affrontare la faccenda amorosa...fosse per me, la lascerei stare (non sono mai stato bravo a scrivere certe cose), ma con tutto il casino che Kishimoto ha causato, ormai c'è una questione da risolvere: Naruto si metterà con Hinata, o noooo?

Ora...
(me si chiude dentro alla tomba di Balin protetta da una porta blindata in mithril (Chuck Norris è in ferie), con un'orda pagata di goblin a fare da guardia e persino un Barlog da difesa...)
E' possibile, anzi probabile, dire molto...molto probabilmente...ma non del tutto impossibilmente...no...
(si ode uno schianto tremendo. La porta viene divelta come da un tifone e si odono strilli di goblin e pure guaiti del Maiar corrotto. L'autore si salva per un pelo. Sparito il polverone, compare la figura di Hinata versione Testa di Metallo con gli occhi visibilmente assetati di sangue...)
Me: ehmm...ciao Hinata...come te la passi...
Hinata: COME ME LA PASSO?!? COME ME LA PASSOOOOOOO?!?!? Senti, piccolo insignificante stronzetto...
Me:(gli saltano gli occhi dalle orbite) Cosa...cosa hai appena detto?
Hinata: ho detto stronzetto e ripeto stronzetto! Prima mi illudi con una quasi Naruhina, poi mi ammazzi il padre, mi distruggi il paese, mi fai morire un sacco di amici, mi fai rapire da uno scienziato pazzo che mi trasforma in questa
mostruosa creatura lucertolesca, e infine dopo avermi reso la protagonista di una delle scene più orribilmente toccanti della tua fic. di merda NON MI FARAI METTERE CON NARUTOOOO?!?!?
Me: (trema tutto) piano...con...le parolacce...non è da te...
Hinata: MI SONO STUFATA INVECE DI FARE SEMPRE LA SANTA PRESA A CALCI IN CULO DA TUTTI! La frusta del Barlog non mi prese, le orde di goblin non mi sconfissero, la tua porta blindata non mi fermò e tu non vedrai l'alba di domani! OGGI IO AVRO' LA MIA VENDETTAAAAAA!!!!!!!!!!
Me: (improvvisamente più sicuro, di se, prende una boccetta e la ingoia).Ti sei dimenticata di una cosa...importante...
Hinata: COSA?!?
Me: (con uno sguardo altrettanto assatanato). NON CITARE MAI LE FRASI DEL FANTASMA DI SPARTA CONTRO IL FANTASMA DI SPARTA IN PERSONA SENZA AVER PAGATO IL COPYRIGHT! Potere della Kratina, vieni a me!
Me: (mi si formano dei tatuaggi rossi sulla faccia e spuntano due lame del Caos dalla schiena). ORA, VIENI A PRENDERLE! E sappi che io non fatto morire tuo padre...SONO IO TUO PADREE!!!!!
(etichetta sulla Kratina: 98% Spartagodofwarite, 2% Starwarsenio).

Se esco vivo da questa epica battaglia, prometto che aggiornerò più in fretta...
Ringrazio come sempre chi segue le mie storie e chi recensisce
Ciao e tante buone cose a tutti!

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Cap. 22. L'angelo delle corse. ***


Cap. 22. L'angelo delle corse.

 

 

 

Sebbene scontroso e tremendamente infastidito per l'interruzione del suo incontro con Sakura, Naruto si era comunque diretto da Krew senza fare tante storie.

Giunto a destinazione, il ragazzo notò il proprio flaccido superiore svolazzare nel salone contemplando una coppa dorata.

"Eeeemmm". Attirò l'attenzione del boss della malavita qualche colpo di tosse. "Per quale diavolo di ragione mi hai chiamato, Krew? Mi hai interrotto in un momento importante..."

"Nessun momento è così importante da impedirmi di farti fare qualche lavoretto. Sei un mio lacchè, dovresti ricordarlo..." Rispose Krew acido. "Ma non divaghiamo. Sai...lo corse degli zoomer sono lo sport più famoso in città, e di molto, e il Distruttore Metallico è il campione indiscusso da più di un anno..."

"Il Distruttore Metallico?" Chiese l'Uzumaki incuriosito. "E chi diavolo sarebbe questo pagliaccio?"

Il signore del crimine sorrise in maniera ben poco rassicurante, quindi si avvicinò al suo sottoposto con la consueta invadenza.

"Un tirapiedi del Barone. E' abile, pericoloso e spietato e competitivo fino al sadismo. Secondo alcune voci potrebbe persino non essere del tutto umano. Proprio il mio tipo...ehehehehe..."

Lo credo bene... pensò il ninja biondo tra se e se, riflettendo al contempo sulla prossima cosa da dire.

"Vuoi per caso che gli...rovini la serie di vittorie?"

"Vedo che incominci a pensarla come me, ragazzo. Ma no, non sarebbe salutare attentare alla vita di un affiliato a Praxis".

"Allora vuoi che io ti trovi un corridore abbastanza capace da tenergli testa?"

Il signore del crimine rise grugnendo nel sentire ciò, quindi guardò divertito il ragazzo volpe negli occhi.

"No, sciocchino. Solo un pazzo oserebbe gareggiare contro di lui. Inoltre, io sto scommettendo molto sulle sue vittorie".

"Tu che scommetti su un servo del Barone...che fulgido esempio di fedeltà al Mondo Sotterraneo!" Commentò sarcastico il jinchuriki, non privo di una punta di amarezza.

Una punta di amarezza che il boss del crimine notò bene e che lo convinse a cercare di rabbonire il ribelle.

"Non metterla sul personale, ragazzo: l'affare delle corse è troppo grande per non investirci su e sarebbe un suicidio finanziario scommettere su altri concorrenti. Davvero, sono solo affari. Il tuo compito è...dissuadere altri pazzi nel gareggiare contro di lui".

Seppur in una frazione di secondo, finita della frase di Krew gli occhi dell'Uzumaki si sbarrano: il momento che Naruto tanto temeva sembrava purtroppo essere arrivato.

"Vuoi forse dire Krew...che io dovrei...insomma..."

"Esatto, ragazzo. Vedi...c'è una scuderia che sforna corridori in grado secondo alcuni di essere dei potenziali rivali per il nostro Distruttore affamato di gloria. Ed io voglio che la sua fame di gloria, così come la mia di soldi, vengano entrambe soddisfatte. Tu devi andare da questo rivale e...dissuaderlo dal gareggiare. Con ogni mezzo necessario. Mi sono spiegato bene?"

Fin troppo, ciccione bastardo. Fin troppo. Ripeté il ninja biondo mentalmente.

"Benissimo. Prendi innanzitutto questo pass". L'omone obeso mise nella mano dell'interlocutore il piccolo aggeggio. "Ti permetterà di accedere sia al Quartiere dei Canali che al Roboris Stadium. Mi raccomando vivamente: la prossima gara inizierà tra qualche settimana, e non voglio fallimenti. Rendimi orgoglioso, eh?"

"Lo farò...lo farò...vado subito capo. Chi ha tempo non aspetti tempo..."

Senza riuscire a dissimulare del tutto la propria rabbia e amarezza, il giovane di Konoha uscì dall'Hip Hog Sallon bofonchiando, quindi, non appena ebbe richiuso la porta del bar alle sue spalle, scaricò tutta la tensione accumulata in un affannoso mormorio.

"Dei...come cavolo faccio, adesso?"

 

 

************************************************

 

 

Il tragitto per Naruto fu molto, molto spiacevole, nonostante il Quartiere dei Canali fosse molto meglio tenuto e più bello del resto della città da lui visitata in precedenza.

Muovendosi lungo le strade con fare tra il riflessivo e il circospetto, l'Uzumaki non riusciva a pensare che a un'unica cosa: come avrebbe potuto svolgere il proprio ingrato compito.

Sapeva fin dall'inizio che lavorare con gente come Krew gli avrebbe richiesto di svolgere, prima o poi, incarichi eticamente davvero discutibili, se non del tutto disgustosi.

Però tra il pensare di dover agire e l'agire vero e proprio c'era comunque una differenza abissale e ciò non gli dava pace.

Come devo comportarmi in questa situazione? Non posso semplicemente non fare niente. Se anche io fallissi, Krew sicuramente ci riproverebbe di nuovo, e ne andrebbe pure del mio incarico. Certo, mica posso andare lì e minacciare quel povero corridore! Agh...mi scoppia la testa! Perché non ci sono Sakura o Sasuke o il maestro Kakashi quando servono...

Già, perché non c'erano anche loro?

Purtroppo Sasuke lo aveva abbandonato, Sakura era lontana e il maestro Kakashi ormai aveva lasciato il mondo dei vivi.

Vi era solo lui a svolgere un simile incarico.

Lui, e questo lo sapeva, che non era mai stato bravo con lavori che richiedessero particolare sottigliezza o acume.

Aveva quasi sempre agito impulsivamente e l'istinto lo aveva guidato in quasi tutte le sue azioni.

Imprecò mentalmente e maledisse il momento in cui aveva accettato questo incarico, chiedendosi anche cosa diavolo stesse passando nel cervello del suo superiore, l'amabile Torn, nel momento in cui gli aveva affidato un lavoraccio simile.

Ormai però era troppo tardi per tornare indietro: era finito in un brutto vespaio e doveva tirarsene fuori con le sue sole forze.

Mi deve venire in mente una buona idea. Forse potrei provare a chiedere loro di farsi ospitare dai ribelli...ad ogni modo, devo fare davvero in fretta: pensando e ripensando, sono già arrivato allo stadio.

Davanti a lui era comparso un'enorme anfiteatro costruito in marmo arabescato e rivestito di drappi con sopra il simbolo del Barone.

Prima di entrare nella costruzione, il giovane si tolse la maschera da ribelle e si coprì il volto con un normale cappuccio molto abbassato sugli occhi, in modo tale da nascondere comunque il proprio volto.

Consultando la mappa che Krew gli aveva fornito per questa missione, il ninja biondo camminò per un poco lungo il perimetro fino a raggiungere l'accesso più veloce alle scuderie interessate.

Qualcosa però attirò la sua attenzione: da lontano notò una truppa di Guardie Krimzi dirigersi verso il suo stesso obbiettivo.

Nascondendosi dalla loro vista pedinò con cautela il plotone a breve distanza e lo seguì mentre entrò in un piccolo percorso introdotto da due segnalatori luminosi.

Ad un certo punto il una delle guardie, probabilmente un ufficiale, fece uno segnale con la mano e il gruppo pedinato si fermò davanti ad una porticina.

"Ecco la tana delle Scuderie dell'Angelo". Indicò il suddetto ufficiale il logo sopra la porta, che appunto raffigurava delle ali d'angelo. "Dobbiamo fare loro una piccola visitina. Vedremo in che modo possiamo dare a Sulegnav e al suo pilota una bella...scrollatina".

Questo tono per nulla rassicurante, così come gli sguardi altrettanto minacciosi dei colleghi, non fecero presagire al ninja biondo nulla di buono.

Questo non è affatto un bene. Possibile che questo Distruttore Metallico sia così ossessionato dalla vittoria da mandare ben due gruppi di scagnozzi a far desistere un corridore? O forse c'è qualcos'altro sotto. Forse dovrei intervenire...o forse...

Qualcosa in quell'istante balenò nella sua mente.

Qualcosa che forse avrebbe avuto il coraggio di definire un'illuminazione.

Pregando che nessuno lo notasse, il ninja biondo si avvicinò di soppiatto alla guardia più vicina, e, sempre provando ad essere il più silenzioso possibile, le diede un violento colpo alla nuca facendola svenire.

Meglio di come l'Uzumaki aveva sperato, la squadra non si accorse di nulla, anzi quello che apparentemente era il comandante del plotone bussò molto veementemente con il proprio bastone-fucile.

Naruto approfittò di questo caos per mettersi l'uniforme del nemico svenuto, mentre dall'altra parte della porta rispose a questa serie di colpi una voce roca ed evidentemente affaticata.

"Chi siete? Fate piano...così la porta me la sfondate".

L'ufficiale che aveva bussato abbassò lo sguardo e sorrise malignamente, quindi diede un altra botta con il suo bastone, tanto forte stavolta quasi da sfondare la porta.

"Cosa dici vecchio? Allora forse dovrei buttare quel catorcio del tuo ingresso giù sul serio".

Dalla porta si udirono allora dei borbotti sfiatati, segno che il proprietario del posto aveva capito bene il messaggio, e l'ingresso si aprì con un cigolio.

La guardia più in avanti si avventò allora irruentemente sul malcapitato che aveva aperto la porta e lo spinse con forza.

Il ninja biondo, che si era ormai perfettamente integrato con il resto del plotone, assistette alla scena pervaso dalla rabbia: colui che aveva aperto la porta era infatti un povero anziano meccanico quasi del tutto calvo e rattrappito dagli anni.

"Che diavolo di modi sono questi?" Domandò il poveretto ancora visibilmente scosso. "Abbiamo già dato tutto ciò che dovevamo al Barone...dico davvero...controllate le mie dichiarazioni...Coofff..."

Tale tentativo difesa venne interrotto da alcuni violenti colpi di tosse.

"....vi prego...cosa volete..."

Al sentire ciò la guardia diede uno schiaffo al povero uomo, facendolo barcollare ancora di più.

"Lo so, Sulegnav. Ma so anche che spessissimo te e quelli come te usano un sacco di trucchi per nascondere denaro. E' giusto qualche volta fare qualche accertamento per vedere se uno ha davvero dichiarato tutto il dichiarabile. Dico bene, uomini?"

Dal gruppetto partì una risatina generale che fece impallidire il vecchio, il quale provò a chiedere spiegazioni ragionevolmente spaventato.

"Cosa volete fare? Ve lo ripeto: io sono sempre stato un onesto e sempre pronto pagatore! Non mi risulta di aver mancato ad una sola bolletta! O forse..."

La guardia più in alto in grado passò dal sogghignare sotto i baffi a sghignazzare in faccia all'interlocutore, quindi lo buttò giù a terra con un gancio al volto.

Nel vedere una scena simile il sangue alla testa dell'Uzumaki pulsò violentemente, ma sapeva che per il momento doveva controllarsi, perché uno scontro contro tutti quei soldati in uno spazio così ristretto avrebbe potuto risolversi in un disastro.

"Osservate bene questo posto, uomini!" Incitò sempre il capo del plotone roteando il suo blaster. "Cosa vedete intorno a voi?"

Seguendo stranamente questo consiglio, notò si accorse solo ora di essere affettivamente in un'officina bene attrezzata e persino abbastanza spaziosa, con al centro zoomer da riparare, vari attrezzi, monitor di media grandezza ed alcune porte che conducevano probabilmente a stanze sia interne che esterne.

"Questa è la tana perfetta per un evasore! Frugate dappertutto!"

Ruggì, quindi iniziò a spaccare cassetti sia ai lati che al centro dell'edificio tra gli sguardi attoniti dell'anziano proprietario.

Come un solo uomo, gli altri membri del plotone cominciarono anche loro la perquisizione scoperchiando mattonelle e arredamento e portando caos e confusione in tutta l'officina.

La rabbia nell'Uzumaki aumentò stavolta talmente tanto da farlo tremare, ma riuscì anche questa volta a tenersi a freno e, seppur con estrema riluttanza, ad unirsi a questa barbarica operazione di controllo.

"Smettetela, per favore".

Una voce calma, quasi del tutto atona, si udì all'improvviso nell'aria.

Senza che nessuno se ne accorgesse, era entrata nella stanza una donna che stava con la schiena sullo stipite interno.

Riconoscendo un tono familiare in questa voce, Naruto si girò di scatto e rimase quasi fulminato per la scoperta che fece.

Konan...

Era proprio come vedeva: l'ex angelo guardiano di Pain, dopo ben due anni, era di nuovo comparso nella sua vita.

Stordito, il ragazzo sbatté le palpebre un paio di volte per assicurarsi di non essersi sbagliato, ma i dubbi si dissolsero prestissimo: nonostante la donna davanti indossasse una tuta aderente nera da corridore invece del mantello dell'Akatsuki e portasse capelli corti e rossi, le sue fattezze erano identiche a quelle della leader di Amegakure.

"Vi ho chiesto cortesemente di andarvene. Abbiamo già pagato ciò che dobbiamo al Barone. Non vi è alcun motivo per voi di rimanere qui".

Mirato con grande agitazione ed ansia sia dal jinchuriki che dal vecchio, il soldato in capo si avvicinò alla donna con fare strafottente e la fissò negli occhi con aria di sfida.

"Dunque sei tu la nipote di questo pezzente di Sulegnav, vero? E scommetterei tutti i soldi che quel miserabile corridore fallito del tuo parente ci deve ancora che tu corri anche per la sua patetica scuderia. O mi sbaglio?"

Il vecchio meccanico iniziò a tremare come fosse preda di un morbo e provò a mormorare qualcosa a Konan, ma la giovane donna rimase a ricambiare lo sguardo della guardia in maniera totalmente apatica.

"Ripeto: mio zio è un onesto lavoratore e ha già dichiarato tutto il necessario. In quanto alla mia partecipazione alle corse, è irrilevante ai fini della questione che avete posto".

"Forse hai ragione..." L'uomo iniziò a girare intorno alla kunoichi con il viso fastidiosamente vicino alle spalle e al volto di lei. "O forse no..." Affermò quando fece un giro completo.

"Tutto dipende da come ti comporterai. So che tu parteciperai nel prossimo torneo. Vedi, ci sono buone probabilità che tu potresti gareggiare anche contro il campione del Re Praxis, il Distruttore Metallico. Magari...se tu decidessi di giocare in maniera un tantinello meno agguerrita..."

Qui le si avvicinò a tal punto da sfiorarle il volto.

"...potrei mettere una buona parola sulle evasioni di quel furfante di tuo zio. Oppure...potrebbe spuntare inaspettatamente qualche mazzo di crediti ...non so se mi spiego..."

La risposta dell'ex-membro, sia per le parole che per il tono completamente privo di emozione con il quale le pronunciava, scioccò tutti.

"Azzardati a dare del furfante a mio zio un altra volta e ti ritroverai senza quei pochissimi attributi che possiedi. Sei tu il vero criminale qui. In quanto a quel codardo del Distruttore, digli che se non si sente in grado di competere con me può sempre ritirarsi e cedere il titolo a concorrenti più meritevoli, invece di chiamare una muta di mastini a spaventare quelli in grado di tenergli testa. Se si comporta così, allora vuol dire che mi teme".

Inferocito quanto stupito da tanta audacia, l'ufficiale si tolse la maschera anti gas e sputò con rabbia sulla fronte dell'ex membro dell'Akatsuki.

Il ninja biondo fu quasi tentato di intervenire, ma qualcuno lo stava già precedendo: Sulegnav si era alzato a fatica, e, seppur paonazzo in volto per la rabbia e per lo sforzo, stava brandendo una chiave inglese molto minacciosamente.

"Vergognati, stronzo!" Insultò l'ufficiale agitando l'arnese. "Prendertela così con una signorina...fai subito le tue scuse a mia nipote, oppure assaggerai sulla tua testa di cazzo il sapore di una chiave combinata in titanio!"

Finita l'invettiva dell'anziano meccanico, la guardia sghignazzò sempre in maniera inquietante, quindi puntò il suo fucile contro l'uomo.

Inorridito per ciò che il soldato stava per fare, Naruto finalmente si decise ad intervenire, ma venne sempre anticipato da qualcun'altro.

Solo in maniera ben più spettacolare stavolta.

Konan infatti aveva afferrato il Blaster della guardia da dietro e, sotto gli occhi atterriti della guardia, lo spezzò come fosse uno stuzzicadenti applicando una pressione sul manico con la mano destra.

In una frazione di secondi dopo, la giovane donna sferrò una letale manata al ventre del nemico sparandolo verso la parte opposta della stanza.

L'intero plotone si girò basito verso il suo comandante che, disteso in maniera disarticolata sul terreno, sputava sangue e lanciava ingiurie.

Il panico iniziò allora a serpeggiare tra i soldati del Barone ed essi si giravano in tutte le direzioni nervosamente e privi del tutto della spavalderia di prima.

"Non dovevate venire qui". Affermò sempre la kunoichi con il suo timbro incolore. "Questo non era neanche il massimo che sono in grado di fare. Credo che adesso..."

Il capo però all'improvviso la interruppe smettendo di rantolare e sfoggiò di nuovo la sua classica risata spaccona.

"Ahahahahaha! Sei...caugh...una sciocca...questo incontro...ormai sanno già tutto!"

Fece quindi un segnale con un braccio e le guardie puntarono i loro blaster contro la donna.

"Aspettate, vuol dire che la mascherata è finita? Bene, anzi BENISSIMO!"

Questa terza interruzione distrasse ulteriormente le Guardie Krimzi, le quali si rivolsero sempre più attonite ad un loro compare isolato dal resto del gruppo.

Naruto Uzumaki era al settimo cielo: adesso poteva finalmente smetterla nel fingere di essere una guardia e soprattutto smetterla di sopportare i soprusi dei soldati di Praxis.

Con un gesto repentino, il giovane iniziò le danze stendendo la guardia a lui più vicino con il manico del blaster quindi ne atterrò altre due con due karate-chop al volto.

"E' meglio che voi seguiate il consiglio che questa signorina vi ha dato prima: andatevene via, se non volete farvi davvero male". Ordinò cercando di fare la voce più perentoria e minacciosa possibile. "E fidatevi, dopo quello che ho visto, sono molto molto MOLTO INCAZZATO!!!"

Capendo che ormai la situazione era in svantaggio per loro, i soldati rimasti in piedi raccolsero i loro compagni svenuti e batterono in ritirata con la coda tra le gambe.

"Ben fatto...grazie giovanotto...aaaaaaahhhh...."

Sulegnav biascicò queste parole con grande difficoltà, quindi si accasciò come se fosse preda di uno strano malore.

Konan, con in volto un'espressione di apprensione totalmente opposta alla maschera di imperturbabilità che aveva esibito durante il colloquio con le guardie, si precipitò dal vecchio e lo sostenne amorevolmente.

"Cosa diavolo ti è preso, me lo vuoi dire?" Lo sgridò infuriata e preoccupatissima allo stesso tempo. "Con il cuore a pezzi che ti ritrovi, è già un miracolo che tu sia riuscito a reggerti in piedi durante tutto questo incontro. Sfidare così un ufficiale delle Guardie Krimzi...Precursor...che disastro hanno combinato..."

"Non...importa...davvero..." Cercò di replicare Sulegnav con quel filo di voce che gli rimaneva. "L'officina...si può riparare...ma quando ti hanno sputato in faccia...mi è ribollito il sangue nelle vene...non ci si comporta così con una donna!"

"Tu e la tua galanteria da strapazzo..." Mormorò lei rialzando senza fatica e trascinandolo verso la stanza. "Devi prendere le tue medicine..."

"Non c'è tempo...Konan...prendi invece le tue cose e scappa subito via!" Replicò l'uomo con tutta la poca forza di cui era capace. "Se è vero...se è vero che sanno di te...verranno qui a momenti...non pensare a me..."

Tale accorata richiesta venne interrotta da uno squillo inaspettato: Naruto Uzumaki aveva mandato un segnale con il suo comunicatore, ed ora stava parlando con qualcuno usando lo stesso arnese.

"Pronto Comandante in Seconda, mi ricevi?"

"Ti ricevo forte e chiaro, Stronzetto. Per quale ragione mi hai chiamato?" Rispose apparentemente scocciata la voce oltre l'apparecchio, facendo voltare stupiti i due membri della Scuderia dell'Angelo.

"Si richiedono rinforzi urgentemente. Non ho tempo di spiegare...mi servono degli uomini molto capaci in fretta".

Mentre la donna ascoltava queste parole, posò dolcemente l'anziano e si fiondò con uno scatto fulmineo sul ribelle cercando colpirlo con un diretto al volto.

Seppur molto stupito da questo assalto improvviso, il ninja biondo riuscì ad evitare repentinamente il colpo e si scansò di alcuni metri.

"Cosa è successo, Stronzetto? Rispondi subito! Ripeto: cosa è successo?" Proseguì la voce dall'altra parte del ricevitore.

"Cosa è successo dovrei dirlo io! Chi diavolo sei?!? Cosa vuoi da noi?!?" Quasi urlò Konan. "Per quale ragione hai messo al tappeto quelle guardie?!?"

"Non è successo niente, comandante". Proseguì l'Uzumaki la conversazione come nulla fosse. "Richiedo tuttavia rinforzi immediati alla mia postazione. Devono essere posti davanti al Roboris Stadium. Non c'è molto tempo, capo!"

"Ok, le forze del Barone sono piuttosto numerose in quella zona, ma vedrò cosa posso fare. Mandami subito un messaggio in caso di pericolo. Passo e chiudo".

Il comandante Torn interruppe quindi la conversazione e Naruto chiuse in comunicatore premendo un pulsante, quindi si rivolse a Sulegnav e Konan sospirando.

"So che tutto questo vi sembrerà incredibile, ma io sono qui per aiutarvi. Faccio parte del Mondo Sotterraneo e ho appena richiesto degli uomini per proteggervi. So bene quali siano i tuoi poteri, Konan, e so anche che il Barone non si farà sfuggire l'occasione di eliminare uno dei suoi potenziali rivali più pericolosi nonché di fornire ai suoi scienziati una nuova cavia. Quello che mi chiedo è perché tu sia qui..."

La donna indietreggiò confusa e spaventata nel sentire queste parole e farfugliò numerose domande.

"Chi...chi sei tu? Come fai a conoscere il mio nome? E i miei poteri poi?"

Lo shinobi abbassò la testa ancora coperta dall'elmo delle guardie.

"Credo che se mi togliessi questo travestimento capiresti tutto...forse se questa uniforme non deformasse un poco la voce mi avresti riconosciuto anche prima..."

Detto ciò si levò l'uniforme, mostrando di nuovo all'ex membro dell'Akatsuki i suoi capelli biondo grano e suoi occhi azzurri.

La reazione di Konan fu sconvolgente: prima iniziò a gemere e a tenersi la testa come fosse preda di una fortissima emicrania e poi si accasciò sulle ginocchia respirando con estremo affanno.

"N...Naruto..."

Finito di biascicare queste parole, l'ex leader di Amegakure svenne, ma grazie ad un intervento del vecchio non cadde di botto sul suolo.

Naruto apprensivamente si precipitò verso i due e aiutò Sulegnav a distenderla sul pavimento.

L'espressione del vecchio era molto particolare: si trattava di un misto di tristezza, gioia e tanta preoccupazione.

"Non preoccuparti Naruto, se è questo il tuo nome. Il fatto che sia svenuta vuol dire che i suoi ricordi stanno per tornare. E ti ringrazio ancora infinitamente per averci aiutato con le guardie Krimzi. Peccato solo che Konan abbia dovuto usare i suoi poteri per salvarmi...questo complica tutto..."

Il volto dell'Uzumaki corrugò dalla sorpresa e dalla curiosità e si rivolse al vecchio con molti dubbi.

"Per l'intervento, scusa invece che non ho agito prima. In quanto a Konan...in che senso deve recuperare la memoria?"

L'anziano meccanico rispose alzandosi molto faticosamente sulle ginocchia.

"Aaagghhh...prima però devi prendere dell'acqua e io le mie medicine. La tua azione ci ha dato più tempo...spero sufficiente per raccontare tutto e soprattutto per salvarci tutti..."

 

 

 

**************************************

 

 

Ogni cosa sta andando come programmato...le mie guardie hanno dato la conferma ai miei sospetti. Quello sciocco di Zimoi si rimangerà i suoi commenti sul mio continuo spiare i concorrenti delle gare di zoomer.

Poco lontano dal Roboris Stadium, su un enorme alloggio esterno, stava seduto sul cornicione il famigerato campione di zoomer di Haven, ovvero il Distruttore Metallico.

Il suo aspetto certamente rendeva giustizia al suo nome: le sue fattezze infatti erano proprio quelle di un robot di color rosso acceso, con piedi larghi e palmati e negli spropositati bracciali rossi erano posti due mirini laser che emettevano un bagliore rossastro.

A rendere la sua apparenza ancora più inquietante vi era il pesante casco da corridore che ne nascondeva il volto e aveva contribuito molte volte a creare misteri e storie sul conto del corridore.

Scrutando attentamente la zona intorno a se, il tirapiedi del Barone posò il suo sguardo con maggiore attenzione su alcune persone, le quali sembravano avvicinarsi ad un punto del grande stadio marmoreo.

Sono vestiti in borghese, questi ribelli. Credono davvero di poter ingannarci? No...forse degli occhi normali, ma non il mio...

Con questi tetri pensieri in mente si toccò il mirino con la mano, il che fece cambiare la luminescenza da rosso a verde.

In quell'istante la grossa porta del garage dell'edificio si sollevò e da essa provennero dei rumori ferini e grotteschi.

Il Distruttore Metallico quindi scese dal tetto con un balzo sfoggiando una metallica risata diabolica e mettendo una mano verso lo stadio in segno di sfida.

Adesso vedremo se la nostra Lenga, o meglio, Konan è brava davvero a lottare quanto a pilotare...

 

 

 

 

Angolo dell'autore: molto bene, ho aggiornato in tempo, nonostante la mia letale battaglia contro Hinata.

In questo momento sto lottando contro Hinata sul ponte di Khazad-dum, quindi non posso dire altro...

Ad ogni modo, forse ho il tempo di mandarvi una scheduccia...vediamo un poco... quella di Guon.

Nome: Guon

Età: 32 anni (deceduto)

Altezza: 182 cm

Peso: 98 kg (anche per via delle parti di Testa di Metallo)

Comparse: Capitoli 16 e 20 del Preludio.

Abilità: Tecnica della Mitraglia di Eco.

forza e velocità amplificate dal DNa di Testa di Metallo.

Background: capitano delle Teste di Metallo, anche lui è un membro dell'Orco ( sebbene il nome dell'organizzazione non sia stata ancora menzionata a quel punto della storia).

Personalità: anche Guon non ha una caratterizzazione molto approfondita, data la sua poca permanenza, ma possiamo dire infondo un paio di cose su di lui: mantiene alcuni tratti da "cattivo" come un punta di sadismo, ma comunque in maniera minore di altri.

La sua paura più prominente è sicuramente quella di Monzaemon: egli è talmente terrorizzato (e a ragione) dal suo padrone, che preferisce morire piuttosto che essere vittima del Fantomatico Processo di Conversione.

Detto ciò, ringrazio tutti coloro che seguono la mia storia, in particolare Kaienphantomhive, che mi ha dato buoni consigli anche per lo stile.

Ciao a tutti! 

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Capitolo 23
*** Cap. 23 L'angelo della battaglia ***


Cap. 23. L'angelo della battaglia.

 

 

"Siediti, ragazzo, è meglio che ti spieghi tutto"

Naruto e Sulegnav stavano seduti davanti ad un tavolino apparecchiato all'interno della piccola cucina della casa del meccanico.

L'uomo aveva messo due piccole pasticche verdi dentro a un bicchiere di vetro, quindi versò un po' d'acqua ed agitò con il suo cucchiaino.

"Questa dannata malattia cardiaca...devo prendere queste pasticche due volte al giorno per evitare di rimanerci secco. Ma ciò non toglie che abbiano un sapore assolutamente disgustoso". Dichiarò il vecchio osservando inizialmente il bicchiere, poi spostando lo sguardo su Naruto.

"Ma non sono i miei problemi di salute l'argomento più urgente di un'eventuale conversazione. E' di Konan che dobbiamo parlare".

L'Uzumaki si girò guardando il corpo addormentato della sua protettrice oltre la porta aperta: i due le avevano posto un cuscino sotto la testa e in quel momento dormiva in maniera alquanto agitata facendo rumori e mugolii.

"Cosa ha Konan? Hai detto per caso che aveva perso la memoria?" Chiese leggermente confuso all'anziano interlocutore.

Quest'ultimo abbassò il capo e trangugiò la sua medicina tutta d'un fiato, quindi iniziò il suo racconto con una strana smorfia.

"E' iniziato tutto circa due anni fa, mese più mese meno. Ho trovato la ragazza su un molo di Kras City, svenuta, bagnata fradicia e febbricitante. L'ho portata a casa e le ho dato tutte le cure di cui ero capace. Quando si è risvegliato non ricordava più nulla tranne che il suo paese di origine, Amegakure. Decisi allora di prenderla con me di farla lavorare come mia assistente meccanico alle scuderie. In breve tempo scoprì anche una passione per le corse e mi pregò di farla diventare una pilota della mia piccola scuderia. Confesso che all'inizio avevo rifiutato..."

"Come mai?" Chiese Naruto. "Dalla conversazione con le guardie, mi sembra che il nostro angelo degli origami se la stia cavando più che bene..."

"Molto più che bene, ragazzo. I suoi riflessi e la sua coordinazione mano occhio mi hanno lasciato semplicemente di stucco. Ma le corse degli zoomer sono uno degli sport più pericolosi in circolazione, specie adesso che Praxis ha legalizzato molti comportamenti e atteggiamenti scorretti, per non dire proprio brutali. Ai miei tempi non era così..."

L'Uzumaki si accorse che gli occhi dell'anziano erano diventati lucidi, facendogli intuire che forse c'era dietro questo iniziale rifiuto qualcos'altro.

Egli però preferì non fare domande, per evitare di aprire ferite non ancora rimarginate e di sprecare altro tempo prezioso.

"Non divaghiamo ragazzo". Continuò il vecchio dopo aver scosso la testa. "Non credo che abbia il tempo né la voglia di ascoltare le storie di questo catorcio nostalgico. Come stavo dicendo, inizialmente avevo rifiutato, dicendo che era troppo pericoloso. Un anno e mezzo fa però accadde qualcosa di assolutamente fuori dalla norma: mentre osservava un origami Konan ebbe una crisi simile a quella che tu hai visto pochi minuti fa. All'inizio mi preoccupai moltissimo, ma al risveglio mi confidò di aver ricordato molti particolari riguardo il proprio passato: mi rivelò il suo nome, poi che era una specie di ninja o che altro e che sapeva trasformarsi in carta. Subito avevo pensato che fosse una bufala, ma per dimostrarmelo si scompose in vari fogli addirittura si fece spuntare delle ali di carta dietro la schiena. Fortuna che il mio cuore non era così malandato come ora, altrimenti sarei morto di infarto..."

Il ninja biondo ebbe come reazione uno strano sorriso: trovava peculiare che una come Konan si fosse fidata a tal punto di qualcuno da rivelargli i suoi veri poteri.

Questo Sulegnav deve essere un tipo davvero eccezionale...certo non tutti sarebbero capaci di mettersi contro un capitano delle Guardie Krimzi armato solo di bastone e di coraggio...

Come gli avevano mostrato il suo amico Rock Lee e molti altri, la determinazione può portare a fare delle cose incredibili.

"...come stavo dicendo, quel giorno discutemmo a lungo." Qui la sua voce rauca si fece carica di rimorso. "Mi aveva detto che non le sue abilità non avrebbe corso alcun rischio...mi aveva promesso che non le sarebbe capitato niente. Io acconsentii a farla correre, sotto il giuramento di non mostrare mai i suoi poteri tranne che in caso di assoluta emergenza. Per questi due anni Konan è stata letteralmente il mio angelo custode: senza la sua bravura sia come meccanico che come corridore, la mia piccola scuderia sarebbe fallita già da un pezzo. Purtroppo ciò che più temevo si è avverato: ormai il Barone e le guardie sanno tutto, e non ci vorrà molto prima ci trovino e spediscano la mia ragazza in qualche laboratorio a sezionarla..."

L'anziano signore iniziò allora a tremare e a piangere, pertanto Naruto per consolarlo tenne la sua mano rugosa tra le proprie.

"Ti prometto che non accadrà nulla, né a te né a Konan". Pronunciò fissando l'interlocutore dritto negli occhi.

Il vecchio distolse lo sguardo e si alzò dalla sedia facendo forza sui braccioli. Il suo sguardo era carico di una pesantezza indicibile.

"No Naruto. Hai già fatto tanto, e non posso chiederti di aiutarmi di più. Ma, se proprio devi, ti scongiuro di pensare solo a Konan. Io sarei solo un intralcio per una vostra eventuale fuga..."

Inorridito il jinchuriki si alzò di scatto e rispose con veemenza a questa richiesta per lui davvero assurda.

"Cosa stai dicendo? Konan è una persona a me cara, ma non per questo ho intenzione di lasciarti morire qui nel peggiore dei casi. Vi salverò tutti, lo prometto".

Il vecchio si girò e osservò il giovane con fare paterno, quindi gli diede una carezza sul viso.

"Grazie, ma ormai so che questa sarà la mia ultima corsa. Sono troppo vecchio e malandato per scappare e la mia carriera da meccanico e da direttore di squadra-corse è sicuramente finita. Qualunque cosa accada, è certo che Praxis mi farà comunque chiudere bottega, senza più la possibilità di lavorare nel mondo delle corse. Nonostante tutto...le corse degli zoomer sono tutto ciò che mi rimane. A parte Konan ovviamente".

Naruto fece per rispondere, ma qualcosa lo interruppe:l'ex braccio destro di Pain si era risvegliato e stava accasciata sullo stipite della porta, visibilmente in preda ad un forte mal di testa.

"Konan!" Si avvicinò a lei il vecchio emozionato. "Vuol dire che hai recuperato la memoria?"

"Sì...credo che i miei ultimi vuoti si siano riempiti..." Rispose la donna ancora debolmente. "Naruto...non avrei mai pensato di trovarti qui...ti ci ha portato l'Akatsuki per caso?"

"Hai indovinato. Ma non ti preoccupare". Rispose il ragazzo nella maniera più tranquilla possibile. "Sto benissimo. Quello che mi chiedo è come tu sia arrivata qui..."

"Io..." Iniziò il suo racconto massaggiandosi la testa. "Vedi, tempo fa avevo ricevuto ben due messaggi riguardanti gli ultimi eventi della Quarta Guerra Mondiale Ninja: uno dal capo dell'alleanza A-sama, in cui mi affidò l'incarico di venirti a cercare, dato che avevano perso ogni contatto con te dopo l'assedio di Konoha. L'altro...da Sasuke Uchiha. In esso, nascoste tramite un codice cifrato conosciuto solo dai membri dell'Akatsuki, vi erano delle coordinate misteriose che portavano addirittura oltre la mappa delle terre conosciute. In tale messaggio era riportato anche che mi avrebbe condotto alla tana dei responsabili di tutto ciò...alla tana della nuova Akatsuki..."

Konan interruppe il discorso mettendosi una mano sul viso: anche se non lo dava a vedere, il pensiero di come era caduta in basso l'organizzazione nata ad Ame e soprattutto di come era caduta in basso lei la faceva soffrire come poche cose.

Anche Naruto non stava meglio nel sentire ciò, specie ricordando dove effettivamente avrebbe dovuto cercarlo l'amica.

"...certo il rischio era grandissimo, ma se era vero che ti avevano rapito, allora avrei dovuto almeno tentare qualcosa. Accettai la richiesta del Raikage, a condizione che permettesse agli abitanti di Amegakure di rifugiarsi in un luogo sicuro. Evacuato il villaggio, mi incamminai anche io. Fu di gran lunga il viaggio più difficile e lungo della mia vita: ho dovuto volare per chissà quante centinaia di chilometri, e affrontai violente tempeste e aeronavi di pattuglia del Barone. Non riesco quasi a credere di essere riuscita ad arrivare fin qui. Quando giunsi sulle coste di Kras City caddi stremata dallo sforzo e credo di aver battuto la testa. Lì venni trovata da Sulegnav. Il resto già lo sai".

La donna quindi si avvicinò al vecchio e gli parlò con durezza inaspettata.

"Dimmi una cosa, perché diavolo ti stai mettendo a fare discorsi del genere? Naruto ha perfettamente ragione. E smettila di pensare sempre alle corse! Sei una persona in gamba: non ti ci vorrà molto per trovare un nuovo lavoro. E poi..." Qui il tono si addolcì "...hai sempre me, ad aiutarti..."

Sulegnav, con gli occhi pieni di lacrime, si avvicinò alla kunoichi e l'abbracciò dolcemente, mettendo la sua testa sopra la spalla di lei.

"Tu...riempi...questo povero vecchio sciocco di gioia immensa...non sai quanto io sia fiero di te. Ma ti prego, non sprecare la tua vita ad aiutare questa cariatide ".

Quindi si spostò e mise dolcemente il volto della donna tra le sue mani.

"Ho già perso un figlio...il mio cuore non ne reggerebbe la scomparsa di un altro..."

Profondamente commossa, la ninja si riavvicinò e ricambiò l'abbraccio del vecchio che l'aveva accolta con gli occhi pieni di lacrime.

Dopo moltissimo, troppo tempo, Konan stava piangendo come credeva di avere ormai dimenticato di fare.

Piangendo come la bambina che era molti anni fa, prima che la vita la catapultasse nell'orrore che per un soffio non l'aveva gettata nelle braccia della dannazione.

Piangendo come quando morì Yahiko...

Lo stesso ragazzo-volpe, che non aveva mai visto Konan versare lacrime per qualcuno se non qualche accenno sulle rovine di Ame, fu anche lui talmente toccato che i suoi occhi a stento non si bagnarono.

"Grazie, Konan, grazie di tutto". Ricomincio a parlare il vecchio smettendo di versare lacrime. "Ma, se non ti è disturbo, vorrei che tu mi facessi un ultimo grande favore..."

Annuendo incuriosita, ella si allontanò un poco.

Il volto dell'uomo si illuminò in un sorrsio.

"Prendi le Teste di Metallo e il Barone a calci nel culo anche da parte mia, piccola..."

Esattamente un istante dopo, quasi fosse un tetro segno del destino, la zona venne soffusa da un sinistro bagliore rossastro.

I tre fecero appena in tempo ad inquietarsi che quel bagliore divenne un lampo accecante di enorme intensità.

Naruto si sentì travolgere da un'ondata di energia, quindi venne sbattuto con violenza su una parete.

L'ultima cosa che vide fu un mare di fumo ed udì una ghignata metallica.

Poi chiuse gli occhi, dominato da una stanchezza annichilente, e perse conoscenza.

 

 

****************************************

 

 

 

"Guarda un poco chi c'è! Bene alzato, piccolo impiastro!"

L'Uzumaki si risvegliò di soprassalto con un male tremendo al capo.

Riacquisendo dopo pochi secondi perfettamente conoscenza, si accorse di essere stato legato ad una colonna da collo ai piedi come un salame.

Devo riuscire a liberarmi. Fu il suo primo pensiero. Chissà come stanno Konan e Sulegnav...

Si guardò quindi un poco attorno, e lo spettacolo che si offrì ai suoi occhi fu dei più terribili.

Davanti a lui c'erano caos e macerie ovunque, e numerosi corpi mutilati di giacevano sul terreno, molti dei quali erano i ribelli mandati ad aiutarlo.

Con particolare sgomento notò che anche Sulegnav si era aggiunto all'elenco dei massacrati: il poveretto stava in posizione supina maciullato e ricoperto di detriti, con l'unica cosa intatta che gli rimaneva il suo ultimo, radioso sorriso.

"No..." Non poté fare altro che biascicare, ma venne interrotto dallo stesso ghigno metallico che aveva udito prima di svenire.

"Uzumaki Naruto!" Esclamò l'essere che aveva riso. "E' un piacere rincontrarti di nuovo. Finalmente, dopo quattro lunghissimi anni, ho l'occasione di vendicarmi!"

"Il Distruttore Metallico, suppongo..." Scandì il jinchuriki queste poche parole fremente d'ira. "Animale! Cosa hai fatto a tutta questa gente...e a Konan..."

Il Distruttore indicò senza dire la sua vecchia tenuta, dove anche la ragazza stava legata in maniera molto stretta sulla parete apparentemente del tutto priva di coscienza.

Naruto certo fu scosso nel vedere la sua amica ridotta così, ma ciò che lo preoccupava di più in quel momento era la compagnia di lei: si trattava di quattro creature mostruose e prive di raziocinio, certo degli esperimenti provenienti da Inferi.

Il primo aveva la forma estremamente tarchiata, quasi del tutto circolare, e per certi versi simile a quella di un abnorme armadillo nero, specie per la lucida corazza.

Gli altri due invece erano stranamente identici ai gemelli Vento e Fulmine, solo all'apparenza persino più stupidi, grossi e sanguinari del solito.

L'ultima invece era un'enorme creatura la cui massa era più del doppio della ragazza, con il corpo marrone simile a quelli affetti dal Segno Maledetto del Secondo Livello e la parte inferiore quella di un serpente, la cui caratteristica più impressionante erano le fattezze quasi identiche a quelle della jonin Anko, se non per le evidenti mutazioni.

I quattro si aggiravano attorno all'angelo guardiano come un branco di animali famelici, aspettando solo l'ordine del loro leader per saziare la loro innaturale ingordigia.

"Carini, vero?" Commentò sarcasticamente il corridore di Praxis. "Le mutazioni del mio padrone hanno dato loro moltissimi benefici. Non provano rimorso, pietà o paura. Sono obbedienti come cani addestrati e allo stesso tempo brutali e selvaggi come Teste di Metallo affamate. Sono il seguito perfetto per un guerriero perfetto!"

Quindi si rivolse ad un Naruto ancora più inferocito avvicinandosi un poco a lui.

"Come stavo dicendo, questi quattro anni di ignominiosa debolezza per me sono stati finalizzati verso un unico obbiettivo: fartela pagare. E adesso sono in grado di farlo! Ti ucciderò, stavolta! E sarà molto lentamente!"

Quest'affermazione frastornò l'Uzumaki ancora di più: sebbene all'inizio pensasse di non conoscere quel misterioso combattente e pilota, riascoltando mentalmente la sua voce ferrosa trovava quest'ultima sinistramente familiare.

Ad un tratto gli venne l'illuminazione, e ciò lo fece impallidire.

"Mi...zu...ki? Sei tu? Figlio di put..."

Questa invettiva venne interrotta da un calcio ai testicoli di quest'ultimo, il quale gongolò vedendo il suo nemico piegarsi dal dolore.

"Sono sorpreso che tu ti ricordi di me dopotutto questo tempo, sai mostriciattolo? E sono sorpreso anche che tu conosca così bene un membro dell'Akatsuki".

Quindi si tolse l'elmo, rivelando il proprio viso devastato dall'intruglio di Orochimaru che Naruto si ricordava, con l'aggiunta però di varie parti del collo e persino un occhio sostituiti da protesi robotiche.

"Vedi Naruto...adesso sono io ad essere superiore". Schernì sempre l'uomo crudelmente. "Guardami! Monzaemon mi ha dato dei poteri immensi! E i tuoi invece, dove sono? Ah già...te li ha sigillati! MUAHAHAHAH!!!"

Qui sghignazzò fragorosamente.

"Non hai più nulla, stupido bamboccio. Non c'è nessuna Volpe a fornirti il chakra, né un maestro Iruka a prendersi un kunai al posto tuo. Sei indifeso, debole e inutile come un neonato! Totalmente incapace di proteggere te stesso e gli altri!

E adesso guarda, guarda la tua amichetta che viene sbranata dalle mie bestie da combattimento! Sarà un gran bello spettacolo..."

Il Distruttore si girò e fece una specie di fischio. I quattro esperimenti risposero all'unisono con dei cupidi grugniti e si prepararono a fiondarsi sulla loro preda e a divorarne le carni.

Ben diversa fu invece l'espressione di Naruto: vedere impotente la propria amica svenuta e alla mercé di quei mostri famelici fu per lui davvero devastante.

Egli istintivamente chiuse gli occhi, aspettando di udire un rumore di carne sbrindellata e di ossa frantumate, ma non sentì niente di tutto questo.

Ciò che giunse alle sue orecchie fu invece una cacofonia di strilli belluini e una feroce imprecazione di Mizuki.

Aprendo di nuovi gli occhi per vedere la scena, il ragazzo notò i suo nemici confusi e feriti in vari punti dalla carta, mentre la donna dai capelli rossi era sparita.

"Non è vero che Naruto è solo, Mizuki..."

La voce dell'angelo guardiano si udì da sopra il soffitto dell'alloggio: ella stava in piedi sopra il tetto dell'edificio con le sue ali di carta spalancate in solenne.

"...lui avrà sempre me. Ricordatelo".

Ansimando dalla collera, il Distruttore Metallico mise davanti il proprio braccio meccanico, il quale si trasformò come una morph gun in un Razzo Plasmite, quindi sparò due colpi.

Konan rispose usando come scudo vari pezzi di carta, mentre ne spedì molti altri contro il servo del Barone.

Nemmeno quest'ultimo però venne colto impreparato: da dietro la sua schiena infatti fuoriuscirono quattro tubi non molto diversi da quelli usati di solito da Monzaemon, i quali vomitarono un getto di olio continuato.

Mizuki sorrise malvagiamente mentre la carta dell'ex membro dell'Akatsuki veniva resa molle e inutile, quindi ritrasformò la sua mano e compose alcuni sigilli.

"Mare di Olio Bollente!*" Urlò, e la portata del getto aumentò a tal punto che Konan dovette ritirarsi per evitare di finire colpita.

Dunque hanno scoperto il punto debole della mia tecnica? Pensò la donna. Allora cambierò tattica.

Detto ciò si toccò il piercing che aveva sotto il labbro e prese un grosso respiro.

"Tecnica del Titano Origami!*"

Il giovane Uzumaki si sbalordì a ciò che vide: il corpo di Konan iniziò ad espandersi in modo similare a quello della tecnica del Gigantismo degli Akimichi, e non si fermò finché non raggiunse il Roboris Stadium in altezza.

"Allora, disgustoso microbo..." Affermò impassibile e maestosa la donna dall'alto della sua nuova stazza, osservando il suo nemico come una pulce insignificante e scrutando il terreno di scontro.

Inevitabilmente lo sguardo dell'angelo guardiano si posò sul cadavere del vecchio Sulegnav, devastato oltre ogni possibilità di recupero.

In una frazione di secondo ella perse la sua espressione stoica e il suo volto si dipinse di dolore, ma ciò durò solo un attimo.

"...pagherai anche per questo. Finirai nel fango".

Pronunciata questa frase con la solita calma serafica, sollevò uno dei suoi piedi e provò a schiacciare Mizuki, ma il nemico evitò il colpo con un agile balzo di lato.

"Credi di farmi paura...solo perché adesso sei più grossa, eh? Più...sono grandi e più piangono forte dalla mammina quando finiscono con il culo per terra!" Lanciò una provocazione il servo di Praxis non più ridendo sguaiatamente, ma boccheggiando.

Si vedeva infatti che l'atteggiamento irriverente e scomparso, sostituito da un'agitazione quasi isterica.

La donna prese un grosso respiro e si spostò da dietro Mizuki con un'agilità sconcertante per una della sua stazza, quindi tentò di afferrare l'uomo robotico per i tentacoli.

Il chunin provò ancora ad evitare il colpo, ma il nemico si mostrò ancora una volta più rapido del previsto e lo catturò come un pescatore fa con una piccola seppia.

Prima che però Konan potesse fare qualunque cosa dovette mollare la presa poiché venne colpita con una forza spaventosa sulla guancia da una grossa palla rotante.

Il misterioso assalitore le sferrò contro altri tre attacchi diretti al volto e uno al ventre ad una rapidità tale che Naruto stesso faceva fatica a vederlo, costringendola ad indietreggiare.

"Basder, distruggila!" Urlò Mizuki rivolgendosi alla creatura.

L'essere, che era l'armadillo ibrido di prima, si fermò per un istante ringhiando rabbiosamente contro il suo padrone.

Quel momento gli fu fatale, dato che Konan ne approfittò per congiungere le mani e schiacciarlo a terra con un enorme doppio pugno a martello.

Nemmeno la donna però poté ancora tirare un sospiro di sollievo: gli altri tre mostri di Monzaemon si erano ripresi perfettamente e stavano caricando sbavando e ululando.

I primi a lanciarsi contro di lei furono i gemelli Vento e Fulmine, che però vennero subito sparati lontano da due calci in alto, mentre Anko si avvinghiò alla gamba dell'enorme donna ed iniziò a stringere con tutta la forza che aveva addentandola con delle fauci affilatissime.

"Aghh". Si lamentò l'ex membro dell'Akatsuki perdendo l'equilibro mentre cercava disperatamente di allontanarsi da Naruto.

Le ganasce di questa qua riescono persino a triturare l'acciaio...devo finire questo scontro al più presto. Nelle mie attuali dimensioni, potrei fare del male a Naruto anche senza volerlo...

Mentre pensava ciò afferrò la testa dell'ex-jonin di Konoha cercando di separarla dalla sua vigorosa morsa.

"Molla!" Gridò mentre strappava via dalla sua gamba il nemico come un'erbaccia, gettandolo via lontano tra i palazzi.

"Cerca di non far loro troppo male!" Si intromise ad un tratto l'Uzumaki urlando a squarciagola per farsi sentire. "Non sono coscienti! Possiamo anche sperare di liberarli!"

La donna, speranzosa che l'amico fosse riuscito a liberarsi, si girò per un attimo abbassando la guardia.

"Mai distrarsi! Mare di Olio Bollente".

Con queste parole sogghignate in bocca, Mizuki accecò la donna sparandogli in volto un'enorme quantità di olio, quindi provvide a ricoprirla tutta di quel liquido.

Ancora incapace di vedere per colpa dell'olio, la kunoichi venne buttata a terra da una nuova carica dei due Stupidi Gemelli alla schiena.

"Lo vedi, sciocca?" Insultò ancora l'ex ninja di Konoha. "Non puoi batterci. Noi siamo invincibili. E adesso l'intera Haven City assisterà alla più grande grigliata della sua STORIA! Arte del Fuoco: Lanciafiamme Multiplo!*"

 

**********************************

 

 

Konan...

Il ninja biondo stava assistendo alla scena con immenso turbamento e agitazione.

La sua amica infatti stava a terra incendiata dai multipli getti infuocati sparati da Mizuki, e si rotolava nel disperato tentativo di spegnere le fiamme.

Che stupido che sono stato a distrarla...adesso più che mai devo riuscire a liberarmi. Anche se Konan non è più fatta di carta, questo non vuol dire che riuscirà a resistere per molto! Come posso fare...questi legacci sono resistentissimi! Ho provato in tutti i modi! O forse...

L'occhio dell'Uzumaki balzò in quel momento su uno shuriken di carta abbastanza vicino per essere preso da lui con i piedi.

Usando tutta la sua abilità, riuscì ad afferrare questo strumento e a tagliare i nodi che gli legavano i piedi alle caviglie.

Devo ringraziare Konan, ma così è ancora troppo lento...Mizuki potrebbe accorgersene. Forse dovrei tentare un azzardo....

Pregando di avere una buona mira e tanta fortuna, lanciò l'arnese di carta indurita proprio sulle sue mani.

La traiettoria era calcolata bene e usando le dite libere riuscì ad afferrarlo, quindi lo usò per falciare le corde che lo legavano.

Il chunin traditore da canto suo non sembrava essersi accorto di nulla, anzi continuava a ridere sguaiatamente e sadicamente sputando fuoco sulla povera ninja di Ame.

Il ninja biondo, credendo di avere un'occasione propizia, tentò un attacco a sorpresa da dietro con un Rasengan, ma si accorse che uno dei tentacoli si era mosso e lo stava attaccando.

"Vai da qualche parte?" Schernì Mizuki girandosi verso la sua preda ora libera. "Adesso credo di no. Sono lieto che tu sia riuscito a liberarti: sarà un piacere maggiore per me farti fuori in un uno scontro alla pari."

Quindi usò anche gli altri tre tentacoli per attaccare il suo nemico, il quale, superata l'iniziale sorpresa, evitò tutti gli attacchi.

Il chunin decise allora di entrare nel corpo a corpo, gettandosi contro l'avversario in una presa.

Naruto purtroppo non fu abbastanza veloce stavolta e venne afferrato per un braccio e sbattuto al suolo sul capo.

"Gahhh..." Ansimò dal dolore, mentre Mizuki gli torceva il braccio con una forza inumana.

"Senza il chakra della volpe non vali niente! Sei solo una patetica nullità..." Continuò Mizuki la sua ingiuria.

"Una patetica nullità che ti ha sconfitto per ben due volte, Mizuki". Replicò il jinchuriki con rabbia e sofferenza. "E non ti lascerò vincere nemmeno questa volta...GAHHAHHH!"

Mizuki rispose stringendo ancora più forte e caricando una seconda vampata dai suoi tentacoli, ma qualcosa lo bloccò prima che potesse effettuare un'ulteriore tecnica.

Il chunin infatti venne scagliato via lontano da un enorme pungo in fiamme ed andò a sbattere contro alcuni palazzi.

Questo salvataggio fece voltare Naruto di lato, il quale notò con orrore che la sua amica era completamente avvolta dalle fiamme e stava in ginocchio tossendo e respirando a fatica.

"Prima di toccare...Naruto...con...una sola delle tue sporche dita..." si rivolse la donna a Mizuki affannosissimamente. "Dovrai...passare...sul mio cadavere!"

Dalle macerie di quel palazzo apparentemente disabitato, il chunin riemerse inquadrando Konan bruciando d'odio.

La ninja di Ame non solo aveva osato sfidarlo e colpirlo, ma gli aveva anche impedito di finire l'odiato Naruto una volta per tutte. Il suo ego certo non poteva sopportare un affronto simile e lui non avrebbe permesso al proprio orgoglio di rimanere così ferito.

"E allora..." Il servo di Praxis caricò degli altri laser. "...il tuo desiderio di morire SARA' ACCONTENTATO, PUTTANAAAA!!!"

"No invece. Ciò non accadrà".

Dall'alto del Roboris Stadium, una voce calma ma potente risuonò nell'aria.

Tutti i presenti, persino le belve impegnate a leccarsi le ferite, si girarono per vedere questo misterioso intruso.

L'Ombra stessa era scesa sul campo di battaglia.

Alla sua presenza persino la natura sembrò reagire: dei cumulonembi apparsi dal nulla si addensarono nel cielo, facendo subito piovere in maniera torrenziale.

"Dunque...sei venuto a mostrare la tua sporca faccia, vero...Ombra?" Domandò Mizuki, la cui ira era stata sostituita ancora una volta da un panico micidiale quanto malcelato.

Naruto non riuscì quasi a credere ai suoi occhi: il fantomatico leader dei ribelli che aveva tanto cercato si era presentato al loro cospetto. Ed era lì per aiutarli, poi.

Anche la situazione di Konan era notevolemente migliorata: le fiamme che avviluppavano il suo enorme corpo si stavano spegnendo per via dell'incessante pioggia.

"Dico davvero ragazzi, non mi sarei aspettato di trovare tutte e due qui, dico davvero". Si rivolse il capo dei ribelli al ninja biondo e all'ex membro dell'Akatsuki con insolita allegria.

Quasi come stesse ritrovando dei vecchi cari amici.

"E neanche loro..." Si intromise il traditore di Konoha tremando. "... si aspetteranno certo di trovarti qui. Vero...Nagato Uzumaki?"

Gli occhi dei due shinobi a cui era rivolto il discorso si sbarrarono e le loro facce divennero bianche come cenci, quindi spostarono i loro sguardi sul ribelle in piedi sullo stadio.

Quest'ultimo con un gesto flemmatico si tolse la maschera raffigurante il simbolo del Barone deturpato.

"Sì, hai ragione".

 

*********************************************

 

 

 

Angolo dell'autore: il capitolo forse più pieno di innovazioni della mia intera fic. Tra entrate di scena e uscite (un minuto di silenzio per Sulegnav) Mizuki robotici, kunoichi giganti e ninja di distruzione di massa risorti ce ne da confondere davvero chiunque.

Non ve lo aspettavate, vero?

Bene, ora però debbo tornare al mio scontro con Hinata e alla sua epica conclusione.

(due giorni fa, sul picco dello Zirak-Zigil me e Hinata ci riposiamo stanchi per alcuni secondi)

Me: senti Hinata...forse stiamo esagerando. Abbiamo lottato per due settimane di fila e abbiamo percorso tutto il tragitto di Gandalf. Ci anche siamo sfidati in ventisette sfide diverse, dalla morra cinese alla maratona...e siamo pari. Non credi che sarebbe meglio smetterla?

Hinata: (meno incazzata di prima). Forse...hai...ragione. Sono stufa di combattere. Credo di essere stata un po' precipitosa...

Me: e forse io sono stato un po' troppo bastardo...ma sai come è, e deformazione professionale!

Hinata: vero...la fiction è tua del resto e mi spiace aver detto che era di merda...era accecata dalla rabbia...immagino anche di dover chiedere scusa ...

Me: scuse accettate. Scendiamo giù.

Hinata: Ok. Amici come prima?

Me: forse non proprio ma...si può iniziare.

(I due scendono dallo Zirak-Zigil)

Ok, vi starete chiedendo: dove è il sangue, la vis comica e tutto il resto? Semplice, sono tornato da un viaggio, e non voglio altre grane, quindi vi consiglio di non lamentarvi se non volete trovare me o Hinata alla vostra porta con cattive intenzioni.

Scherzi a parte ringrazio tutti coloro che mi seguono e in particolare i miei recensori.

Ciao a tutti e Buona Pasqua!

*: le tecniche in asterisco sono di mia invenzione. 

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Capitolo 24
*** Cap. 24. Un'Ombra dal mondo dei morti ***


Cap. 24. Un' Ombra dal mondo dei morti

 

 

"Nagato...sei tu?"

Tra tutte le sorprese con cui si era relazionato Naruto in quest' ultimo periodo, tra tutte le scoperte che aveva fatto in queste settimane ad Haven, quest'ultima andava oltre tutte le sue previsioni, per non dire i suoi sogni.

Nagato, ovvero l'ex capo dell'Akatsuki, che lui stesso aveva visto morire davanti ai suoi occhi, era lì, ritto sul cornicione dello stadio, vivo e apparentemente in ottima salute.

Per un attimo pensò di trovarsi vittima di un'illusione, quindi congiunse le mani e tentò un Kai.

Ma non successe nulla.

"Non si tratta di un'illusione, amici miei". Si rivolse il comandante dei ribelli a Konan e all'Uzumaki. "Lo so che effettivamente sembra impossibile, ma sono davvero tornato ".

Quindi con un balzo scese dal Roboris Stadium, tra gli sguardi attoniti dei suoi amici.

"E sono dalla vostra parte".

Il guerriero metallico, che intanto schiumava e tremava come fosse affetto da rabbia, digrignò i denti e sbarrò il suo occhio umano. L'Ombra infatti lo stava squadrando gelido con i suoi letali occhi.

"Cosa intendi fare ora, Mizuki? Siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico. E non vedo nessun altro nella zona disposto ad aiutarti".

"Non ho...bisogno di NESSUNO!" Replicò questi inviperito. "Non mi servono altri aiuti a distruggere te e tutti i tuoi pari!"

In quel mentre le spie luminose rosse sul suo corpo si accesero, e subito l'esperimento chiamato Basder si rialzò incurante del sangue che scorreva copioso dalla sua bocca e si aggomitolò nella sua forma sferica.

L'essere iniziò quindi a girare attorno al gruppo ad una velocità elevatissima, tale che fu impossibile per i due shinobi dotati di vista normale seguire la sua corsa.

Ma ciò non si poteva certo dire per Nagato, che facendo un gesto imperioso della mano usò uno Shinra Tensei contro il nemico, interrompendo il suo giro e scagliandolo contro un palazzo poco distante.

"Questo farà male più a me che a te, Basder. Ma mi ringrazierete tutti più tardi..."

Il capo dei ribelli disse ciò sfoderando le sue vecchie lame nascoste nella sua uniforme del Mondo Sotterraneo, quindi si voltò repentino.

Dietro di lui infatti erano comparsi gli altri tre schiavi di Monzaemon, i quali lo avevano attaccato da tutte le parti.

Saltando all'indietro il letale ninja evitò la carica saltando su Vento, quindi lo impalò alla spalla con la sua lama destra, poi con un altro balzo atterrò davanti al suo fratello Fulmine.

Lo Stupido Gemello provò ancora, così come Anko, a catturarlo, ma questi si rivelò anche questa volta troppo veloce e i due esperimenti si colpirono l'un l'altro con pugni e grinfie, neutralizzandosi a vicenda.

"Maledetto!" Urlò il chunin traditore vedendo il suo seguito così miseramente sconfitto, talmente inferocito da superare il terrore che lo aveva attanagliato fino a qualche secondo prima. "Ti rispedirò al laboratorio dove eri raccolto! E risparmierò loro anche la fatica di sezionart..."

"Stai zitto".

Con queste parole cariche di fastidio e disgusto, Konan schiacciò il ninja metallico sotto il proprio tallone come fosse un insetto, addirittura facendo pressione per un poco.

"E' finita Mizuki". Asserì sollevando il suo immenso piede. "Finita in modo consono per uno come te: schiacciato come una misera pulce".

Il ninja traditore, sdraiato a terra sul ventre, alzò lo sguardo bruciante d'odio.

Il suo corpo robotico era stato danneggiato a tal punto che gli cadevano pezzi di lamiera dall'armatura, rendendo visibili cavi interni e circuiti, ma la parte che gli doleva di più era sempre il suo amor proprio, che dopo quest'ennesimo smacco era oltraggiato oltre ogni dire.

"Cagna...cagna che non sei altro..." Mugolò. "Non ti permetterò di umiliarmi così...BASDER!"

Le spie luminose si accesero ancora e l'ibrido uomo-armadillo si arrotolò e si scagliò ancora contro la gigantesca kunoichi.

Il suo attacco però non venne a buon fine come gli altri: Konan riuscì a bloccarlo con una mano sola e a serrarlo nel suo gigantesco palmo.

Questo povero dannato si regge in piedi per puro miracolo. Pensò intanto l'Ombra. E' naturale che non abbia più la forza di fare un attacco decente. Spero solo che Mizuki non abbia in mente di...

In quell'istante catturò la sua attenzione un ennesimo bagliore dell'uomo robotico, solamente di colore rosso più intenso.

Inorridito, capì subito cosa il nemico avesse in mente di fare.

"Konan, lancialo via!" Gridò all'amica. "Sta per detonare!"

Effettivamente le creature trasformate negli Inferi iniziarono  ad essere circonfusi da un alone scarlatto acceso e persino le loro vene brillavano come luci festive.

Anko e i due Stupidi Gemelli poi si erano ripresi un'ennesima volta e si lanciarono sempre in una carica disordinata.

Dimostrando un' eccezionale prontezza di riflessi, la kunoichi di Amegakure scagliò il più in alto possibile l'uomo armadillo, quindi si scompose in tanti fogli di carta tornando al contempo alle sue vere dimensioni e li usò per formare uno scudo attorno a lei e a suoi amici.

Come Nagato aveva previsto, le quattro bestie esplosero fragorosamente, accecando il gruppo con un vigoroso lampo rosso per alcuni secondi.

Ritornata la visibilità nella zona, ciò che rimaneva dello scudo di carta si disperse e si osservò che il corpo di Mizuki era sparito.

"Quel verme di un mezzo robot è scappato". Sentenziò amaramente il vecchio leader di Amegakure. "E purtroppo da ciò che vedo, sembra che si stia ricongiungendo con dei rinforzi. Ho paura che non riusciremo a catturarlo".

Quindi si girò verso i suoi amici e parlò loro molto addolorato.

"Mi dispiace non essere arrivato prima. Avrei potuto evitare moltissimi morti. Questi bastardi purtroppo hanno preso l'abitudine di fare a pezzi le loro vittime, oppure di farle esplodere, in modo tale da impedirmi di resuscitarle. Come vedete...non c'è più nulla da fare. Mi spiace".

La reazione di Konan a ciò fu qualcosa per l'Ombra di totalmente inaspettato: ella quasi gli saltò addosso ed iniziò a stringergli l'uniforme da ribelle all'altezza delle spalle.

"Nagato..." Pronunciò lei appoggiando il suo viso bagnato di lacrime sul petto dell'amico. "Non ci posso ancora...credere...sei tornato...è un miracolo...un vero miracolo..."

L'Ombra rispose ricambiando questo accorato abbraccio e accarezzò i capelli dell'amica sorridendo.

"Anche io non riesco ancora a crederci, Nagato". Si intromise Naruto, sorridendo anche egli. "Ne ho visto di tutti i colori in questa città, ma questo incontro batte davvero ogni cosa. Come sei tornato nel mondo dei vivi?"

"A questo domanda dovremmo rispondere in un'altra sede". Rispose. "Ora temo che non ci sia tempo. Abbiamo combinato un enorme macello..."

Qui squadrò brevemente l'intera zona: oltre alle numerosi morti e alla parte crollata del Roboris Stadium per colpa di Mizuki, anche alcuni palazzi e consistenti porzioni del terreno della piazza erano stati distrutti nel corso della battaglia avvenuta pochi minuti fa.

"Fortuna che Praxis è sano di mente quel poco che basta da ordinare l'evacuazione degli abitanti delle zone circostanti i combattimenti. A parte quando gli sono più utili da morti...ma non divaghiamo. Dobbiamo andare".

La kunoichi sciolse il dolce contatto con il possessore del Rin'negan e si allontanò un poco, quindi, smettendo di piangere, evocò vari fogli di carta che avvolsero tutti i cadaveri presenti nella zona.

"Hai ragione. Ma ti prego, consentimi di portare con me questi morti. Hanno diritto ad una sepoltura. Di uno in particolare vorrei fare le esequie funebri".

I due uomini annuirono, e il gruppo lasciò la zona assieme al suo triste seguito

 

 

 

********************************************

 

 

"Ecco qui, adesso non dovrebbero più bruciare. Aspetta qualche giorno e tornerai come nuova".

Konan stava seduta su un lettino di ospedale a farsi ricoverare da Sakura, la quale le stava medicando le numerose bruciature che aveva contratto nello scontro contro Mizuki applicandogli sopra un unguento.

Seduti su dei tavoli vi erano Naruto e Nagato, i quali erano per osservare il proseguire delle cure e al contempo risolvere importanti questioni.

"Sakura, perché?". Chiese severo il capo Mondo Sotterraneo alzandosi e posizionandosi davanti a lei. "Perchè non mi hai riferito fin dall'inizio che il nostro uomo infiltrato da Krew era Naruto?"

La ninja medico abbassò la testa con aria colpevole.

"Non è colpa sua, Nagato. Glielo avevo ordinato io: temevo in una trappola da parte di Praxis".

Una voce risuonò vicino all'entrata della stanza: il comandante in seconda Torn si era unito alla conversazione.

L'Ombra quindi sospirò sommessamente e si avvicinò al suo braccio destro.

"Torn, forse sei un po' troppo circospetto. Dovresti fidarti di più degli altri. Dico davvero, in caso di un tranello, io avrei saputo fin troppo come difendermi da solo. Lo so che le precauzioni non sono mai troppe, ma..."

"Hai ragione, Nagato..." Rispose quello sinceramente pentito. "Solo che prima volevo esserne del tutto sicuro. Ora so che dello stronzetto lì seduto ci si può fidare".

Konan ebbe un sussulto e fece un'espressione di sgomento nell'udire l'epiteto con il quale era nominato Naruto, ma quest'ultimo le diede una pacca sulla spalla non ustionata per rasserenarla.

"Non farci caso, Konan. A volte Torn si comporta da cazzone, ma in fondo in fondo, molto molto molto molto molto..."

"Emmmm, vuoi continuare con i molto? Sappi che le latrine sono molto molto sporche!" Si intromise il comandante in seconda fintamente scocciato.

"Volevo dire che infondo eri una brava persona, non ti agitare come al solito!" Replicò il ninja biondo trattenendo a stento le risate.

L'atmosfera in effetti si era distesa non poco e persino a Sakura e a Nagato scappò qualche risatina.

"Comunque, credo che adesso si possano iniziare le presentazioni ufficiali. Io sono Torn, e in questi due anni ho retto la tua fiaccola, ovvero quella di parare le morbide chiappette del nostro Nagato, o l'Ombra come lo conoscono meglio qui. Piacere di conoscerti". Si introdusse l'uomo bendato porgendo la mano alla donna di Ame.

"Il piacere è mio, Torn". Rispose lei cordialmente. "Come hai già sentito, mi chiamo Konan. Ma vorrei farvi una domanda: hai menzionato poco tempo fa il fatto che Naruto era un infiltrato di quel fetente di Krew, dico bene?"

Il volto del comandante si incupì, quindi soddisfò tale curiosità dopo qualche attimo.

"Sì: Naruto era stato mandato da noi da Krew in cambio di Eco...e per raccogliere informazioni per conto nostro. Immagino che quel ciccione ti abbia mandato da Konan per..."

"Farla desistere dal correre". Continuò l'Uzumaki anch'egli rabbuiato. "Con ogni mezzo necessario, tra l'altro. Ovviamente non avrei mai cercato di minacciarti o ferirti, Konan, nemmeno se non fossi stata tu. Ora però devo vedere come riuscirò a cavarmela con il mio putrido pollo..."

"Non credo che ci saranno problemi in tal senso, Naruto. Adesso che purtroppo Praxis ha scoperto l'identità di Konan, lei non potrà più gareggiare". Parlò stavolta l'Ombra  amareggiato. "Così il nostro panzone potrà scommettere fior di quattrini su quell'assassino di latta di Mizuki in tutta sicurezza. Proprio un bel finale..."

Finito il capo dei ribelli di parlare, la kunoichi di Ame provò a balbettare una cosa.

"Io...io...vorrei farvi una...proposta".

Tutti i presenti posarono i loro sguardi su di lei, ascoltando con molta attenzione.

"Sapete, come premio per il campionato di zoomer di quest'anno c'è una fornitura di Eco per un anno intero e un pass d'accesso al palazzo del Barone, consegnato da lui stesso. Perciò...io vorrei correre ancora per voi. Vi prego: se mi aiuterete, potrei darvi un'occasione irripetibile di avvicinarci al Barone".

"Ciò sarebbe grandioso, davvero. Ma dubito che sia possibile". Replicò Sakura sconsolata. "Praxis ti ha già scoperto, oltretutto non si farebbe ingannare da una normale Tecnica di Trasformazione...a meno che..."

Qui il volto della ragazza divenne raggiante, e gli altri due comandanti afferrarono la sua espressione al volo.

"A meno che non sia possibile usare la mia Tecnica di Camuffamento della Forma, non è così?" Interpretò il possessore del Rin'negan. "E' un idea geniale!"

Konan rimase nel sentire ciò un attimo perplessa: sebbene ella conoscesse fin troppo bene tutti i reconditi segreti e le tecniche più micidiali dell'amico, non aveva sentito parlare di quest'ultima.

Che sia qualcosa che ha sviluppato in tempo recenti? Si chiese mentalmente. Nagato adorava sperimentare nuove tecniche.

Tale realizzazione la riempì di immensa felicità, seppur espressa discretamente, poiché voleva dire che l'amico era tornato a vivere anche sotto quel punto di vista.

"Di che cosa si tratta?" Domandò lei.

"Te lo mostrerò tra poco. Mi serve solo un qualcuno che possa accondiscendere e potrai gareggiare sotto il naso del Barone senza che lui noti assolutamente nulla". Rispose sempre il possessore del dojutsu supremo.

L'angelo guardiano allora strinse i pugni fremendo dalla rabbia e dall'eccitazione e abbassò lo sguardo.

"Benissimo...muoio dalla voglia di far mangiare la polvere a quel bastardo di Mizuki..."

"Aspettate un momento". Replicò l'uomo bendato, l'unico a non essere entusiasta dell'idea. "Per quanto mi stuzzichi il pensiero di vedere il campione del Barone con il culo sulla fredda pista di gara, rimane sempre il problema palla di lardo: Krew ha scommesso troppo su Mizuki, e certo che non si farà scrupoli a fermare un altro concorrente pericoloso usando ancora la violenza. Se poi facessimo prendere a Konan le apparenze di un ribelle, il ciccione bastardo potrebbe insospettirsi e i nostri accordi con lui potrebbero saltare".

"Anche questo è vero...Konan, potrebbe essere rischiosissimo per te. Oltre a Krew, c'è anche Mizuki da mettere in conto. Potrebbe anche lui tentare di eliminarti, specie durante una gara, dove avrebbe tutti i mezzi per farlo". Chiese l'Ombra alla sua amica, non poco preoccupato per i possibili risvolti della vicenda.

Konan alzò i suo occhi ambrati quasi feroci.

"Me la caverò, statene certi. Qualunque cosa i due abbiano intenzione di escogitare, sarò pronta. Adesso non potranno più usare poveri vecchi come bersagli delle loro angherie..."

Tutti i presenti notarono una forte sfumatura di rabbia e rancore nella voce di Konan, ma il comandante in seconda fu il primo a parlarle.

"Ascoltami, Konan. Io ho provato sulla mia pelle più di tutti in questa sala, a parte di Naruto forse, le crudeltà e gli abomini di Praxis e dei suoi tirapiedi. E so che sei tremendamente infuriata con Mizuki per la morte di una persona a te cara, è così?"

L'angelo di Ame spostò lo sguardo e fece un cenno con il capo in segno di risposta affermativa.

"Bene, non posso biasimarti per nulla, ma ti prego: non permettere alla tua sete di vendetta di offuscare il tuo giudizio. Potrebbe farti commettere degli errori di cui poi ti pentiresti per sempre. Me lo prometti?"

La donna riallineò i suoi occhi con quelli dell'uomo bendato e pronunciò il suo giuramento.

"Sì, te lo prometto. La gara per le qualifiche inizierà tra due settimane. Finito questo breve periodo di convalescenza, avrò bisogno di allenarmi con lo zoomer. Conoscete un luogo dove io possa esercitarmi in pace?"

"All'estrema periferia della città c'è un percorso di guida abbandonato". Rispose il ninja medico. "Lì le guardie non vengono quasi mai. Credo che sia un posto perfetto dove allenarsi".

"Mi sembra tutto perfetto, tranne che per un particolare ". Concluse la kunoichi di Amegakure. "I morti che ho portato qui...immagino di doverli seppellire adesso. Vorrei farlo io stessa per uno in particolare".

Quindi si provò si alzò dal suo letto, per poi essere fermata da Sakura.

"Aspetta un attimo Konan! Devo fasciarti le ustioni, prima. Potrebbero infettarsi altrimenti".

"Benissimo, allora credo che possiamo anche separarci. Tra due ore, ci incontreremo per dare ai nostri caduti una cerimonia funebre". Sentenziò l'Ombra.

"Ok, ci vediamo alla sala delle riunioni". Concluse il vice-comandante, il quale si voltò e uscì rapido dalla saletta.

 

 

**********************************************

 

 

 

 

 

Il discorso funebre dell'Ombra si era concluso da poco, nell'enorme salone di roccia nella caverna, e quasi tutti i ribelli presenti alla commemorazione stavano lasciando la sala per tornare ai loro consueti incarichi.

Tutte le vittime, ad eccezion fatta di Sulegnav, erano state cremate, e le loro ceneri erano state seppellite in fondo al lago d'acqua sotto ad una grossa lapide di granito.

Naruto, che durante la cerimonia era rimasto abbastanza indietro, si avvicinò al monumento commemorativo per vedere meglio cosa ci era inciso sopra.

Esso riportava la seguente scritta:

In memoria dei nostri caduti,

che i loro sogni e il loro sacrificio

possano farci da guida e darci la forza

di non arrenderci mai.

 

Seguita quindi dai nomi di tutti i morti del Mondo Sotterraneo.

"Lo so Naruto, forse come tomba è un po' poco". Gli parlò l'Ombra alle spalle molto mestamente. "Ma non c'è spazio per seppellire tutti, e con il terreno roccioso che abbiamo, la cremazione mi sembra l'unica soluzione adeguata. Chi può, dà sepoltura ai propri defunti privatamente".

"Già". Asserì Naruto altrettanto tristemente, sospirando. "A proposito, dove è finita Konan? Non l'ho vista seppellire Sulegnav".

"Konan ha preferito evitare la cremazione. Mi ha detto che voleva sotterrare il suo salvatore nel campo abbandonato degli zoomer. Diceva che era il posto perfetto, dato che Sulegnav ha vissuto tutta la vita per le corse". Rispose quello.

L'Uzumaki osservò ancora una volta la lapide, quindi alzò i suoi stanchi occhi cerulei al soffitto di pietra.

"Quello l'uomo è stato per Konan come un padre, Nagato. Mi è sembrato per un attimo che la tua amica fosse ritornata bambina, nel senso buono del termine, ovviamente. L'ho vista persino piangere dall'affetto".

"Già. Questa città...è magica, Naruto". Rispose lentamente il possessore del Rinnegan camminando attorno alla lapide. "Infondo sono contento, nonostante mi dispiaccia immensamente del dolore che Konan stava provando, di averla vista piangere. E' come se il fiore della sua anima, che credevo appassito da tempo, fosse sbocciato una seconda volta.
Questa città, tra tutto il suo squallore, le sue ingiustizie e le sue brutture, ci ha resuscitati dentro. Ci ha cambiato, ci reso persone migliori".

L'uomo quindi si avvicinò all'amico e il suo sguardo divenne ancora più gravido di stanchezza.

Era come se antichi rimorsi mai sopiti riaffiorassero nel suo volto incorniciato da capelli rossi.

"Naruto, ti chiedo perdono. Mi rendo conto che niente potrà mai cambiare ciò che sono stato e ciò che ho fatto, ma sento comunque di doverti chiedere scusa dal profondo del mio cuore. Perciò che ho fatto...al nostro povero maestro". La sua voce qui si fece ancora più carica di senso di colpa, era quasi balbettante. "E al tuo villaggio. Sappi che sono mortificato per le atrocità da me compiute. E' troppo poco lo so, forse persino idiota, chiedere un paio di scuse quando hai le mani lorde del sangue di tantissimi innocenti, ma..."

"Ma..." In quel punto lo interruppe il ninja biondo.

La sua voce era calma e serena, senza un cenno di rancore o astio, tanto che sul suo volto era persino abbozzato un sorriso.

"...sei cambiato. Stai dando un futuro a tantissima gente, con il Mondo Sotterraneo. Senza il tuo aiuto, forse non ci sarebbe più nemmeno una città da difendere. Il passato non si può cambiare, ma ciò che vedo nel presente è un uomo buono e coraggioso. Se Jiraiya fosse ancora vivo, sarebbe fiero del suo pupillo. Il possessore del Rin'negan che continua il suo sogno..."

Il rosso nel sentire ciò sentì un immenso senso di libertà che da troppo tempo non provava: era come se Naruto avesse rimosso un macigno dal suo cuore.

"Grazie, grazie davvero infinite". Parlò lui riconoscente con gli occhi violacei lucidi. "Ma il merito è sopratutto tuo. Dico davvero: sembra che tu abbia il potere di convincere le persone a cambiare vita".

"Tutte meno che una". Il ragazzo si fece improvvisamente sconsolato. "Per quanto io ci provi, non riesco a farla desistere dai suoi propositi. Forse per persuaderla dovrei prima dargliele di santa ragione..."

"Purtroppo gli unici rimedi per problemi mentali nelle Cinque Grandi Terre sono i cazzotti, Naruto. Possibile che noi che siamo capaci di resuscitare i morti e fare ricrescere arti non abbiamo ancora un posto dove la gente disturbata possa andare in terapia? Ridicolo".

Il ninja biondo sorrise e si strofinò il naso per la battuta, che aveva alleggerito notevolmente l'atmosfera della conversazione.

"Amico mio, questa non era male. Ma tornando a cose più serie, vorrei sapere un paio di cose: come hai fatto a ritornare in vita e così bello pimpante poi?"

"Questa domanda richiederà un lungo raccolto, meglio che ti prepari, amico mio: dunque, è iniziato tutto due anni fa. Dopo la mia morte, all'improvviso mi svegliai in un avamposto-laboratorio degli Inferi, nudo all'interno di una capsula rotta. Nonostante fossi deceduto in condizione pietose, al mio risveglio notai che il mio corpo era in condizioni parecchio migliori di quando mi avevi visto, come se lo avessero rimesso a nuovo. La cosa più strana che però vidi fu un cadavere davanti a me che, incredibile a dirsi, era quello Madara Uchiha".

"Madara Uchiha?!?" Chiese Naruto talmente stupefatto da sgranare gli occhi. "Ci siamo liberati definitivamente di quel bastardo?"

"Di quello là, sì. Come stavo dicendo, all'inizio mi mossi estremamente disorientato ed esplorai un poco la zona, finché non udii un boato spaventoso ed il rumore di pietra in liquefazione. Mi vestii con il meglio che trovai e corsi subito al luogo dell'irruzione: si trattava di Torn, il quale era sottoposto al sigillo di controllo di Monzaemon".

Lo sguardo del jinchuriki si abbassò ancora impregnato dal dolore: ora gli erano fin troppo chiare le parole del suo comandante riguardo alla sua sofferenza per mano del Barone.

"All'inizio mi attaccò e dovetti difendermi, ma notai che nello scontro agiva in uno strano modo. Si stava limitando e tentava disperatamente di dirmi, o ruggirmi, qualcosa. Quando lo colpii con uno Shinra Tensei sembrò quasi mugolare un aiutami. Capii allora che non erano in possesso della sua volontà, quindi riuscii ad intrappolarlo in un genjutsu e a liberarlo dal giogo di Monzaemon. Una volta riacquistato il libero arbitrio, Torn si presentò e mi parlò del Mondo Sotterraneo, quindi unendo le forze riuscimmo a scappare da quella fortezza degli orrori. Camminammo per molte ore sotto il sole cocente del deserto, finché un gruppo di predoni non ci trovò e ci prese come prigionieri. ll giorno dopo scappammo e Torn mi introdusse all'organizzazione di Haven, che mi accolse subito tra le loro fila. Sempre il giorno seguente, ricevetti il mio primo incarico, ovvero intercettare ed abbattere una nave cargo diretta ad Inferi e liberarne i prigionieri. In quell'occasione trovai anche la tua amica Sakura. Il resto, credo che non sia necessario raccontarlo".

"Sono accadute così tante cose in così pochi giorni. Tutto ciò è davvero incredibile. Ma c'è un'altra cosa che vorrei da te, prima che me ne dimentichi ancora". Dicendo ciò si levò prima la tuta da ribelle, poi la sua maglietta mostrando il torace nudo. "Dovresti già sapere che mi hanno applicato un sigillo di contenimento per ridurre le mia riserve di chakra al minimo. Credi di poterci mettere mano?"

Il possessore del dojutsu supremo si grattò il mento ed inarcò le sopracciglia pensoso, quindi rispose dopo un paio di secondi.

"Mmmm...lasciamelo toccare".

Pose quindi la sua mano esperta sull'addome dell'amico e la ritrasse poco dopo estremamente sorpreso, quasi scioccato.

"E' sorprendente...non avevo mai visto un sigillo di contenimento così in tutta la mia vita! E' qualcosa di talmente formidabile che mi sembra impossibile che sia stato creato da mano umana. Esso è in grado di rendere inutilizzabili quantità di energia oltre ogni immaginazione. Ha sigillato il tuo chakra, quello del Kyubi e molto di più...Naruto, hai provato a prelevare chakra della Volpe mentalmente?"

"Sì". Rispose il giovane vagamente preoccupato di non riuscire ad avere indietro più il tutto il suo potere.

"E hai notato qualcosa di diverso, per caso?"

Naruto si grattò la testa e tornò mentalmente all'ultima volta che aveva cercato di evocare il chakra del Kyubi.

Inizialmente non aveva notato nulla di anormale, ma poi si ricordò di un particolare importante: ce ne era in quantità notevolmente maggiori, ed era grigio.

"Adesso ricordo! Ne ho visto molto di più, ed era grigio, poi..."

"Ahia". Rispose l'altro irrigidendo la mascella. "Sembra che Monzaemon ti abbia infilato all'interno del corpo altra energia pericolosa . Ascoltami, potrei provare a liberarla, ma sarebbe un'operazione rischiosissima: tutto quel chakra che hai in corpo è potentissimo e fortemente instabile, e a rilasciarlo potresti rimetterci la vita. Inoltre temo di non avere l'abilità necessaria ad indebolire il sigillo al punto giusto da per permetterti di usare solo quello normale. Per gli dei...non ho mai visto tanta energia tutta assieme...sei sicuro di volere rischiare?"

Il ninja biondo ci rifletté su per un poco: all'inizio fu tentato di rispondere affermativamente, ma ricordandosi che l'Oracolo si era già offerto di fare una cosa simile, pensò che forse era meglio non tentare inutilmente la sorte.

"No, grazie. Si è già offerto di farlo l'Oracolo..."

Pronunciando quel nome ad alta voce, una strana associazione di ricordi piombò nella testa del ragazzo come un fulmine a ciel sereno.

"La profezia, Nagato!" Esclamò improvvisamente. "Noi due siamo collegati...l'Oracolo aveva menzionato la profezia del vecchio saggio rospo...e abbiamo anche lo stesso cognome...Uzumaki..."

"Ora che mi ci fai pensare, Naruto, credo che tu abbia ragione". L'Ombra ricominciò a camminare in tondo per schiarire meglio i pensieri. "L'Oracolo ha parlato anche a me di una cosa simile. Ed effettivamente siamo parenti alla lontana: mia madre faceva parte del clan Uzumaki. Queste cose sono di sicuro in correlazione. E sospetto che pure Monzaemon sia al corrente di questo collegamento. Perchè altrimenti ti avrebbe lasciato andare da noi? E perché avrebbe permesso a Madara di venire da me?"

"Qui..ndi è possibile che tutto ciò sia una trappola? Proprio come aveva detto il tuo braccio destro Torn?"

L'Uzumaki più anziano si voltò verso quello più giovane.

I suoi occhi erano gravidi di preoccupazione.

"E' possibile".

Ciò fece trasalire il ninja biondo, che indietreggiò di un passo.

"Ma dobbiamo comunque andare avanti come se nulla fosse, solo molto più circospetti e cauti. Qui trappole e sgambetti sono all'ordine del giorno, e ora più che mai un passo falso può rivelarsi fatale. Per il tuo sigillo, dovremmo aspettare la chiamata dell'Oracolo". Continuò il capo del Mondo Sotterraneo. "E' l'unica cosa che mi pare giusto fare. E' stato molto bello rincontrarti e parlare con te, ma ora devo ritornare alle mie mansione da leader. Ciao, e se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi".

"Ciao amico mio". Terminò il discorso l'Uzumaki più giovane.

Con un lieve sorriso sulle labbra, l'Ombra sparì in una nuvola di fumo.

Naruto si allontanò dalla zona cimiteriale fischiettando.

Seppur alcune notizie ricevute in questo incontro non erano buone, il fatto di aver trovato due potenti alleati e amici lo faceva sentire comunque più leggero e felice.

Inoltre, era un po' più vicino a scoprire tutta la verità sull'oscura faccenda riguardante lui e la sua stirpe.

Incamminandosi verso l'uscita del salone alzò ancora gli occhi sul soffitto blu sfavillante.

Chissà cosa mi riserverà il futuro?

 

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Angolo dell'autore: Ecco a voi un nuovo capitolo! Null'altro da dire.

Ringrazio come sempre i miei recensori e tutti coloro che seguono la mia storia.

(parentesi, nonostante gli epiteti poco lusinghieri sulla corpatura di Krew, io non discrimino i grassi. Diciamo che è più per la sua brutta fama da signore del crimine e la sua bastardaggine...)

Ciao. 

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Capitolo 25
*** Cap. 25. Un nuovo tassello. Parte prima. ***


Cap. 25. Un nuovo tassello. Parte prima.

 
 
 
 
"Benissimo Hinata, continua così".
 
Le due Teste di Metallo si stavano allenando sotto il sole pomeridiano del deserto, all'interno di un sito circolare delimitato da colonne di granito.
 
La giovane Hyuga stava faticando notevolmente per eseguire l'esercizio che il proprio maestro le stava dando, ovvero creare delle figure con gli enormi blocchi di pietra lì presenti.
 
Sebbene avesse già imparato a spostarli in varie direzioni e distanze senza molta fatica, deformare con precisione del duro granito non era impresa facile.
 
Ciò nonostante, usando tutta la concentrazione di cui era capace, stava riuscendo a modellare il materiale.
 
"Coraggio Hinata. Ricorda: è come il controllo del chakra. Focalizza tutta la tua energia. Con degli occhi e del cervello come il tuo, non dovrebbe essere tanto difficile..."
 
La giovane annuì ansimando e facendo un ultimo grande,ma finemente controllato, sforzo, impresse i ritocchi finali alla sua scultura poco ortodossa.
 
"Ci sono riuscita..." Sussurrò lei tenendosi le enormi ginocchia corazzate per lo sforzo. "Sensei, come le sembra?"
 
Il figlio di Kor osservò questa scultura estremamente incuriosito:
 
Si trattava di uno strano simbolo simile ad un vortice, inscritto più o meno precisamente in una foglia.
 
"Mmmm...è il simbolo del tuo villaggio, vero?" Domandò grattandosi l'enorme mento.
 
La giovane si asciugò la fronte imperlata di sudore violaceo, quindi annuì.
 
"Deve significare molto per te, non è vero?" Chiese ancora amichevole.
 
La giovane sentì una stretta al petto: le sua alleanza le sembrava quasi un tradimento nei confronti della patria che stava ricordando.
 
Ciononostante si decise a rispondere con un balbettio.
 
"Sì..sì...sensei. Mo..ol...to..."
 
"Bene, allora ti auguro di cuore di riuscire a ricongiungerti presto con i tuoi cari. Sicuramente una volta che Praxis e il dottore saranno finalmente sconfitti. Sai, credo che adesso sia giunto il momento di fare anche tu la tua parte. Abbiamo individuato nella città di Areik un convoglio che tu devi intercettare. Esso trasporta un artefatto analogo a quello che ci avevano mostrato Sasuke e Ilnok. Tu devi andare con loro e aiutarli a recuperarlo. Sarà un ottimo banco di prova per ciò che hai imparato in questi giorni. Sono sicuro che tu farai un ottimo lavoro. E senza sporcarti troppo".
 
Il tono della voce della Testa di Metallo era molto affabile e rilassato, forse persino più del necessario, quasi stesse cercando di rassicurare l'allieva in vista del suo compito.
 
"Vado subito...sensei..." La giovane rispose inchinandosi educatamente. "Ho già recepito la presenza di Sasuke, e mi recherò da lui e Ilnok immediatamente. La saluto".
 
"Va bene Hinata. Ricordati solo una cosa: è molto più difficile usare i tuoi poteri su creature viventi. Quelle più forti sia fisicamente che mentalmente sono in grado di opporre resistenza. Ora puoi andare".
 
Effettuato un altro inchino, la giovane fece spuntare le sue ali vitree e apparentemente fragili e volò a gran velocità verso i suoi nuovi compagni di squadra.
 
Lasciato solo sul campo, il figlio di Kor strabuzzò i suoi occhi gialli da rettile osservando di nuovo il simbolo di Konoha.
 
Spero davvero che la povera ragazza non faccia pazzie...sarà davvero dura per lei lavorare con quegli psicotici.
 
La scultura iniziò a levitare e si depositò davanti allo sguardo assorto della Testa di Metallo Imperatore.
 
Il suo cuore apparterrà sempre alla Foglia...lei non sarà mai come l'Uchiha o Faccia di Bimbo. E ciò è un gran bene. Spero solo che la sua natura così buona non metta in pericolo sia lei che la nostra missione. Molto dipende da ciò. Molto più di quanto lei stessa immagini.
 
Lasciò quindi cadere la pietra nella sabbia e si incamminò nello sconfinato deserto rovente.
 
 
 
 
 
 
 
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Era notte fonda quando la giovane Hyuga aveva iniziato la sua missione assieme ai suoi compagni.
 
Nascosto nei vicoli della fatiscente e assonnata periferia di Areik, il gruppo si stava organizzando sul da farsi.
 
L'Uchiha era acquattato sul tetto disteso sul tetto di una casupola a due piani, mentre Hinata e Ilnok si erano occultati in un capannone lì vicino abbastanza grande per contenere l'enorme mole della fanciulla.
 
Ricapitoliamo. Chiese la giovane mentalmente a Sasuke. Tra qualche minuto dovrebbe passare per di qua il convoglio, giusto?
 
"Sì Hyuga". Rispose freddo il moro. "Dobbiamo stare all'erta. Credo che stiano per arrivare".
 
Ok...Ilnok, riesco a sentire le loro presenze. Ilnok?
 
Stranamente, la mente dell'omone mascherato risultò impenetrabile alla telepatia della Hyuga.
 
Come il suo cervello fosse stato schermato da qualcosa...
 
Per attirarne l'attenzione ella provò quindi a picchiettare sulla sua spalla con la sua nocca.
 
"Non usare la telepatia contro di me, ragazza". Sbraitò l'omone girandosi verso di lei, seppur sempre a bassa voce. "Questi trucchetti non funzionano con me. Ho capito dove voi arrivare, comunque: il pollo sta per cadere nella trappola".
 
Si udirono quindi nel vicolo notturno alcuni passi strascicati.
 
Erano i passi di un gruppo molto numeroso di persone, e nel casolare entrambi fecero un silenzio tombale.
 
Dalla sua posizione invece l'Uchiha notò il suo bersaglio, ovvero un plotone di guardie Krimzi che si stavano aggirando nella zona.
 
Essi portavano con loro una strana cassetta coperta da un telo.
 
Ecco, sono arrivati a ore tre! Tra quattro-cinque secondi saranno in posizione! Io mi nascondo come era nel piano e interverrò solo in caso di emergenza. Pensò forte il giovane uomo, sapendo che Hinata era in ascolto,o meglio in lettura, quindi si nascose ancora più lontano, assicurandosi di non essere notato.
 
Il gruppetto di nemici intanto marciava attento nel vicolo muovendosi cautamente e tenendo occhi e orecchie bene aperti.
 
Devono essere loro...realizzò la giovane. Ora!
 
Esattamente al secondo prefissato, la parte posta davanti ai nemici del suo nascondiglio saltò in aria in un mare minuscoli pezzi e calcinacci che andarono ad accecare il plotone.
 
"Ma che..." Pronunciarono molti di loro atterriti coprendosi gli occhi.
 
Un istante dopo tutti i dieci uomini vennero scaraventati da una mano invisibile contro l'edificio sul loro retro.
 
Provarono a liberarsi, ma la mano misteriosa che li aveva sollevati li stava trattenendo con forza.
 
"Cosa sta accadendo?" Biascicò uno confuso e spaventato. "Cosa diavolo sta succedendo?!?"
 
Nel momento in cui la polvere si diradò un poco, le guardie scorsero dall'edificio distrutto l'enorme capo di Hinata.
 
"Una Testa di Metallo! Precur.." Quasi urlarono quelli ancor più in preda al panico, per poi essere interrotti da una risata proveniente da sotto la Testa di Metallo.
 
"Non preoccupatevi per lei. Sono io quello che dovete temere".
 
Dalle polveri emerse la figura di Faccia di Bimbo, il quale squadrava i suoi nemici avido del loro sangue puntandogli contro due pistole di Eco.
 
Se prima i soldati del Barone erano molto spaventati, alla vista di quel famigerato e ben noto carnefice tremarono assolutamente terrorizzati e piansero per le loro vite.
 
"Ahahahaha! Non piangete adesso...il fiato per urlare vi servirà dopo...ohh se vi servirà..." Minacciò sinistramente l'uomo sghignazzando.
 
Questa risata sadica quasi fino alla perversione provocò un sussulto nella kunoichi di Konoha, anche se non lo diede a vedere.
 
"Benissimo. Ecco ciò dobbiamo recuperare". Continuò il terrorista avvicinandosi all'oggetto ora scoperto dal telo per via dell'impatto.
 
Si trattava di una specie di scrigno trapezoidale rosso bordò, chiuso da alcuni lucchetti collegati ad una centralina informatica sul suo retro.
 
Dopo averlo esaminato, si girò verso i suoi nuovi prigionieri con in volto un'espressione ancora più sadica, se possibile.
 
"Benissimo...sono sicuro che voi sapete bene quale siano i codici per aprirla, vero?"
 
Si avvicinò quindi ancora di più ad uno dei soldati, tanto da quasi appiccicare la sua maschera raffigurante un bebè al volto del poveretto.
 
"Ditemi chi è...su...tanto sapete meglio di me che morirete tutti quanti...la vostra collaborazione inciderà però su quanto la vostra morte sarà lenta e...dolorosa!"
 
Detto ciò ghignò ancora in faccia alla guardia a lui vicino, la quale riuscì a stento a trattenere le lacrime dal terrore.
 
Poco meno preoccupata era Hinata che, nonostante tutto il suo astio nei confronti del Barone e dei suoi sgherri, era ancora genuinamente disgustata all'idea di vedere un uomo indifeso ucciso, per non dire barbaramente trucidato.
 
Respirò quindi un poco e usò i suoi poteri psichici sulle guardie, decisa a fare almeno un tentativo per scongiurare l'imminente carneficina.
 
"Ilnok...san, senti..." Disse cercando di mantenere il sangue freddo il più possibile, per evitare di peggiorare la situazione. "...ho frugato nelle loro menti. Non posso però vedere nello scrigno. Il codice per aprire il lucchetto è 0145629837. In quanto alle guardie...mi basterebbe poco per cancellare loro la memoria..."
 
Il soldato di prima annuì speranzoso, leggermente incredulo di aver trovato una salvatrice nei ranghi del nemico e che oltretutto era una Testa di Metallo, ma comunque deciso a non sprecare quella che poteva essere la loro ultima chance di salvezza.
 
"Mi sembra una buona idea..." Provò a dire incerto. "D...a...l...le ascolt...o".
 
L'uomo mascherato si voltò e fece qualche passo, quindi si girò, puntò la pistola verso la guardia e provò a sparare un colpo.
 
L'arma si inceppò e sembrò surriscaldarsi, quindi Faccia di Bimbo la gettò sul suo bersaglio inviperito,colpendolo in fronte.
 
Hinata allora ebbe un singulto, poiché l'omone si mise sotto di lei ed iniziò a squadrarla con rabbia quasi ferina.
 
"Dimmi perchè cazzo mi hai impedito di aprire un buco nella fronte di quello stronzo figlio di una troia marcia! Rispondimi!"
 
La Testa di Metallo si ritrasse indietro per qualche metro, sforzandosi di mantenere una parvenza di calma.
 
Provò ad improvvisare quindi un'argomentazione.
 
"Dico che...non sarebbe meglio cancellare loro la memoria e basta? Magari una volta aperto il contenuto potremmo manomettere i loro ricordi...magari dare loro la scatola vuota e lasciarli andare dal Barone...così che lui ci rimanga con un palmo di naso e noi con un grosso premio! Minimo sforzo e massimo guadagno!"
 
Quasi si stupì del'acume delle parole che le erano uscite dalla bocca, e pregò che ciò fosse abbastanza.
 
Le sue speranze però non sopravvissero a lungo: andarono in fumo nell'istante in cui Faccia di Bimbo le rise in faccia.
 
"Che bella...bella...idea...ma NO!!" Ritornò serio in maniera così repentina da risultare quasi agghiacciante. "Adesso che il Barone sa che tu sei con noi, credi davvero che non abbia preso le sue precauzioni contro eventuali manipolazioni mentali? Non credo che ciò sarebbe utile. NON LO CREDO AFFATTO!!! E poi a te forse dell'utilità neanche importa...vuoi solo salvare questi rifiuti umani per pietà...dico bene?"
 
Nonostante quell'uomo non fosse nemmeno un terzo della sua  attuale mole, la volontà di sangue e il suo odio erano così veementi che Hinata non era meno terrorizzata delle guardie sue prigioniere, a tal punto che la gabbia che stava applicando su di loro si stava indebolendo per lo stress.
 
"Mantieni il contatto PORCA TROIA!!!" Le urlò ancora con tutta la sua ferocia. "Sappi che io non lascerò questi stronzi impuniti, CHIARO!?!? Proprio tu che sei stata loro prigioniera per così tanto tempo..proprio tu vuoi essere misericordiosa con loro?"
 
"Sì".
 
La risposta della Hyuga era stata pronunciata con tale calma da sembrarle innaturale.
 
L'adrenalina che fino a poco tempo fa la teneva in pugno stava diminuendo di livello: sapeva che avrebbe passato molti problemi e che forse avrebbe dovuto lottare con il suo stesso compagno, ma non sarebbe riuscita tenersi un rospo simile un secondo di più.
 
Aveva parlato come lei si sentiva e non avrebbe rinunciato ai suoi principi, anche a costo di una lotta spietata.
 
"Se è così..." Rispose l'uomo anche egli calmo di colpo. "Vedrò di ucciderli dopo aver esaminato il contenuto della scatola. Lascerò loro qualche minuto in più di vita. Contenta?"
 
Ilnok quindi depose lo scrigno che aveva in mano e compose il codice di accesso, quindi i lucchetti si sbloccarono con un rumore secco, aprendo automaticamente la copertura.
 
La Hyuga intanto provò a pensare a qualcos'altro, ma il contenuto dello scrigno distolse la sua attenzione: era una bomba al plasmite in procinto di detonare.
 
Hanno infilato una bomba in quello scrigno! Sasuke, ti prego, vieni ad aiutarci! Pensò atterrita la ragazza.
 
Dimentico per qualche secondo della collera che lo attanagliava, Ilnok lanciò in aria l'esplosivo, quindi incitò con forza il membro della sua squadra.
 
"Usa i tuoi poteri psichici! ORA!"
 
 
 
 
 
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"Ohohohoho...penso che adesso daremo loro una lezione con i fiocchi..."
 
In cima ad uno dei palazzi sul limitare della periferia di Haven, due uomini ed una donna osservavano la situazione attentamente.
 
Il primo era il cecchino Gyro dalla carnagione giallastra, il quale, quasi del tutto uguale al tempo dell'invasione di Konoha se non per una vistosa benda nera sull'occhio destro, stava mirando ai aspiranti ladri dell'artefatto in modo degno di un rapace mentre osserva la preda.
 
Il secondo era anch'egli un veterano dell'attacco di Konoha: Vulcan, colui che si autoproclamava il Rapido, anche egli quasi del tutto identico nell'aspetto a due anni prima, se non per una diversa e più pratica uniforme, più simile ad una tenuta da corridore azzurra.
 
Quest'ultimo stava seduto su una cassa assieme ad una donna alta, dai capelli rossi raccolti in varie piccole trecce e dalle curve generose messe in rilievo dai vestiti in pelle blu scuro, i cui occhi verdi erano attenti quanto quelli di Gyro.
 
"Ok, sembra che la nostra trappola non abbia funzionato". Pronunciò il tiratore scelto.
 
L'esplosione che avrebbe dovuto infatti distruggere i tre cacciatori infatti era in quel momento avvolta da una specie di bolla di energia estremamente diafana, che a suo parere era controllata, seppur a fatica, dalla grossa Testa di Metallo del gruppo.
 
Solo le guardie prigioniere erano stati uccise.
 
"Direi che il nostro esperimento fuggito è tornato alla carica". Osservò lui. "E pure il nostro Uchiha è qui presente. Vulcan, prendi il vero artefatto e dirigiti verso il luogo della navetta. Sei tu quello che chiamano Rapido, no? Sarà per te uno scherzo".
 
"Ma è una noia mortale!" Rispose quello imbronciato come un bambino capriccioso. "Perchè non lo lasciamo fare ad Ashelin? E' l'unico membro del nostro team che non faccia parte dell'Orco. Sarebbe solo una palla al piede".
 
La donna rispose sbuffando disgustata, quindi si chinò e raccolse dal terreno lì accanto una sciabola infoderata in un'elsa di ossidiana rivestita da varie intarsiature madreperlate.
 
La raccolse e la sfilò dal suo fodero, quindi si avvicinò all'uomo ceruleo e gliela puntò alla gola con aria altera.
 
"Guarda che sono comunque in grado di difendermi molto bene. Non per niente mio padre mi ha addestrato alla scherma quasi prima che io imparassi a camminare.  Tu non hai l'autorità per dirmi ciò che devo fare. In secondo punto, dovevamo già separarci".
 
 Qui indicò una seconda cassa più piccola, simile a quella della trappola.
 
"Potremmo non avere più una possibilità: il nemico potrebbe attaccarci anche in questo preciso istante".
 
Come fosse un segno del destino, ella udì un fruscio provenire da dietro e, fiutando subito un pericolo imminente, si voltò tergo e sferrò un fendente dal basso.
 
La sua lama come aveva intuito si incrociò con un'altra, una katana per la precisione.
 
Era la spada di Sasuke Uchiha, il quale osservava la donna stranamente compiaciuto.
 
"Mmmm...direi che il tuo paparino ha fatto un buon lavoro con te". Parlò lui. "Vediamo se riesci a resistere allo Sharin..."
Sasuke non riuscì a terminare la frase che venne colpito alla schiena da un calcio volante con forza tale da farlo volare fuori dall'edificio.
 
L'Uchiha però non cadde al suolo ma, sollevato da una mano telecinetica, venne rialzato sul palazzo, subito per dover fare un salto allo scopo di evitare un'esplosione apparsa dal nulla.
 
Il moro riatterrò dall'altra parte dell'attico, attivando al contempo la sua abilità oculare.
 
La donna fece allora un cenno complice con il cecchino, il quale dopo un secondo lanciò tre kunai imbevuti di chakra esplosivo giallo verso il nemico, mentre lei si gettò verso la scatola che doveva recuperare.
 
Poco prima che riuscisse ad afferrarlo lo scrigno si mosse da solo velocemente, come fosse tirato da una corda immateriale, e cadde da sotto il palazzo.
 
La donna si appoggiò sul parapetto  e vide che la scatola era finita nelle mani della Testa di Metallo.
 
"Ho preso l'artefatto!" Urlò quella ai suoi compagni scappando dalla zona dello scontro. "Io mi dirigo alla navetta..."
 
La ritirata della Hyuga venne interrotta da una detonazione proprio davanti a lei.
 
"Guarda, guarda, una Hyuga. Tu devi essere la sorella di quello che ho quasi mandato all'altro mondo a Konoha..."
Hinata si girò e, riconoscendo la voce e le fattezze del nemico, il suo cuore si riempì di rabbia.
 
"Sei tu...il maledetto che ha ucciso Tenten...e ha quasi eliminato Neji". Mormorò carica di collera, tenendo gli occhi bassi.
 
L'energia psichica in lei latente iniziò a risvegliarsi a causa del rancore provato, tanto che vari sassi sterrati e persino oggetti di medio peso come gli zoomer iniziarono a levitare attorno a lei.
 
"Io non ti perdonerò mai per ciò che hai fatto...per ciò che hai fatto ai miei amici..."
 
D'altra parte, Sasuke osservava la sua compatriota in maniera estremamente compiaciuta.
 
Gli aveva infatti appena dato una soddisfazione insperata.
 
Dunque anche la piccola, dolce Hinata è in grado di provare odio e rabbia...Ilnok potrebbe non aver visto così sbagliato, quando l'aveva salvata.
 
"Perchè diavolo ti stai distraendo? Io sono qui, pronto a farti il culo!"
 
Vulcan si posizionò davanti all'Uchiha e tirò una serie diretti letali in rapida successione.
 
Nonostante l'assalto avesse interrotto la sua breve meditazione, ciò non fece trovare Sasuke impreparato: grazie allo Sharingan attivato riuscì a prevedere i colpi e ad evitarne molti, seppur non senza fatica.
 
"Il tuo misero Sharingan non riuscirà mai a tenere testa alla mia velocità!" Inveì il guerriero blu, inferocito del fatto che qualcuno fosse riuscito ad anticipare i suoi rapidi diretti di cui andava tanto fiero. "Ti ucciderò seduta stante! Rilascio di Eco Blu!*"
 
Le braccia del membro dell'Orco si infusero a quella formula di un strano bagliore blu, simile ad una nuvola elettrica, quindi sferrò un'altra serie di pugni contro il fronte dell'Uchiha.
 
La situazione in effetti era cambiata sensibilmente: nonostante Sasuke riuscisse ancora a prevedere bene i cazzotti del nemico, la velocità degli stessi era aumentata a tal punto che risultava per lui quasi impossibile evitare tutti i colpi.
 
Dopo alcuni secondi Vulcan riuscì a trovare un margine nella difesa di Sasuke e a sferrargli un gancio destro al viso.
 
"Preso!" Esultò. "Ormai ti ho in pugno!"
 
La sua felicità si commutò in terrore in brevissimo tempo: il viso dell'avversario infatti si era trasformato in una specie di massa dalla consistenza fangosa che stava letteralmente crescendo sul suo braccio.
 
Il lottatore dell'Eco provò a scuotersi per liberarsi, ma i suoi tentavi si conclusero vanamente in breve tempo: egli sentì all'improvviso un forte dolore al petto, poi la sua vista si azzerò.
 
Per sempre.
 
Il corpo di Vulcan cadde sul terreno senza vita, trapassato al torace da parte a parte da un'alabarda.
 
Dietro di lui stava Faccia di Bimbo, che estrasse la sua arma sporca di sangue bluastro.
 
"Certa gente non impara proprio mai". Commentò l'omone scocciato.
 
"Ma non credo che ci sia tempo per questo, Sasuke. Guarda".
 
I due compagni d'armi si voltarono attirati da grida provenienti tutte attorno.
 
La loro copertura poteva dirsi ormai completamente fottuta.
 
 
 
 
 
***********************************
 
 
 
La lotta tra la Hyuga e il tiratore proseguiva senza che nessuno dei due avesse avuto la meglio sull'altro.
 
La giovane attaccava lanciando degli oggetti telepaticamente, mentre il cecchino dava sfoggio dei suoi poteri generando sfere di Eco Giallo attorno a se e facendole detonare per difendersi.
 
Credo che siamo esattamente alla pari. Osservò quest'ultimo. Ci vorrebbe qualcosa che interrompa la situazione di stallo. Un diversivo...
 
L'occasione che stava cercando si presentò in modo inaspettato: da tutte le parte persone svegliate da quel loro scontro stavano fuggendo dalle loro abitazioni per poter evitare di finire coinvolti nella titanica lotta che si stava svolgendo.
 
Sorridendo maliziosamente, il servo di Praxis salì su un tetto e individuò subito un flusso di persone più denso degli altri.
 
"Vediamo cosa farai con questo!" Minacciò imperioso mirando alla folla in fuga. "Mina Immateriale!*"
 
La ragazza realizzò immediatamente che il bersaglio del colpo non era lei, ma le persone attorno a lei.
 
Mostro...ma non ti permetterò di toccare queste persone con un dito!
 
Quasi immediatamente ella usò i propri poteri psichici per creare un campo di forza al fine di bloccare l'assalto nemico.
 
La gente in fuga non si accorse nemmeno di tale gesto, essendo troppo impegnata a scappare, ma l'azione di salvataggio di Hinata le lasciò un fianco scoperto.
 
Gyro subito si decise di approfittare di questa occasione per evocare due kunai da sotto la manica e infonderne in essi la sua letale carica esplosiva, quindi a scagliarli con violenza contro il nemico.
 
Hinata purtroppo non riuscì ad eludere questi assalti in alcun modo, e venne centrata sia in pieno volto che al ventre, accasciandosi per il dolore.
 
Continuando a battere il ferro finché era caldo, il nemico circondò la fanciulla di innumerevoli sfere esplosive.
 
"Sbarramento Immateriale*". Pronunciò freddo prima attivare le sue mine gialle.
 
La detonazione attorno alla ragazza fu devastante, tanto da radere al suolo quasi il quartiere, ciò nonostante Gyro sembrò voler rincarare incoccando un'altra freccia e puntandola contro la nube formata dagli esplosivi.
 
Ilnok fu allora tentato di intervenire, ma Sasuke gli fece cenno con la katana davanti di fermarsi.
 
"Questa è la sua battaglia. Non c'è bisogno di aiutarla. E poi, sono curioso di vedere fino a quanto il suo odio arriverebbe a spingersi..."
 
L'omone grugnì, molto intrigato da questo piano del compagno.
 
In effetti le condizioni di salute della giovane non erano poi eccessivamente preoccupanti: seppur ferita in vari punti, era riuscita a schermarsi dal grosso delle esplosioni generate del tiratore e ora stava usando i suoi poteri per sospendere la freccia esplosiva a pochi centimetri dal suo viso.
 
"Ora che non c'è nessun'altro a cui tu possa fare del male, ti affronterò al massimo delle mie forze!" Minacciò lei piantando i piedi sul terreno, quindi la freccia di Eco Giallo si girò e venne rispedita al mittente con la stessa velocità con cui lui gliela aveva tirata contro.
 
Questo tiro però venne eluso in fretta da un balzo del nemico su un palazzo a destra, il quale acrobaticamente fece un secondo salto mortale atterrando velocemente alle spalle di Hinata.
 
Presa di sorpresa, la Hyuga provò a girarsi per contrastare il nemico, ma questi dimostrò ancora una volta la sua rapidità generando una grande quantità di energia eco nei palmi.
 
Hinata ebbe un sussulto nel vedere che questi palmi avevano una forma incredibilmente familiare: quella di teste di leone.
 
Ancora confusa per questa rivelazione, ella venne colpita al ventre a piena forza e la detonazione fu tale da piegarla in due da dolore.
 
"Aaargghhh...come...fai a conoscere quella tecnica?"
 
Realizzò poco dopo l'amara verità, che la lasciò di sasso.
 
"Tu...hai rubato un Byakugan!".
 
Gyro si spostò un poco e sfoderò ancora il suo micidiale arco, preparandosi al contempo a incoccare un'altra freccia.
 
"Non vedo perchè dovrei negarlo. Ho strappato quest'arte ad uno Hyuga quando era ancora vivo . Ora che ricordo bene era una donna sulla quarantina. Forse un pezzo grosso del clan...forse la moglie del defunto Hiashi..."
 
Il tono della voce del nemico, così totalmente disinteressato e menefreghista nonostante le stesse raccontando dell'assassinio di sua madre, fece montare nella Hyuga una collera che non aveva mai provato in vita sua.
 
Cercando di incanalare questo suo bruciore in energie utili, ella respirò profondamente e fece un movimento con le dita nella direzione di Gyro.
 
L'uomo sentì, con suo terribile stupore, che la ragazza lo stava attirando a se con i suoi poteri.
 
Devo...resistere...
 
Cercò di opporre una qualche opposizione, ma tutti i suoi tentativi vennero quasi immediatamente vanificati e presto si trovò intrappolato per le gambe tra le grinfie della Testa di Metallo.
 
"Questo è per mia madre, MALEDETTO!" Ruggì lei posseduta dalla furia, quindi lo scagliò più volte con una forza disumana contro la  strada tale che l'asfalto si crepò gravemente e saltò in aria in più punti della zona.
 
Dopo averlo sbattuto con vigore per circa tre volte, la giovane lo lasciò a terra ferito molto gravemente e con varie ossa fratturate dalla sua furia.
 
Finito l'impeto, osservò il nemico respirando ad ampi bocconi: l'ira, sentimento a cui le non era per nulla avvezza, l'aveva stancata ancora di più.
 
"Coraggio...Hinata..." Provò a dire questi con un filo di voce e la bocca piena di sangue. "Che cosa ti costerebbe finire il tuo lavoro? Uccidimi...avanti...uccidimi...tanto..."
 
Nell'udire questa frase, a metà strada da una vera richiesta e una provocazione, Hinata si ritirò portandosi la mano alla bocca.
 
Per quanto lei odiasse il suo nemico, non aveva mai avuto fino a questo momento il pensiero di porre fine alla vita di un uomo inerme.
 
Le era sempre sembrato inconcepibile uccidere a sangue freddo.
 
Dentro di lei l'indole buona e pacifica e il suo rancore stavano cozzando violentemente, lasciandola tremante e incapace di fare nulla.
 
Il tiratore ridacchiò sputando fiotti di liquido cremisi, quindi il suo corpo iniziò a brillare di fortissima luce arancione.
 
Una luce che, come quella di una candela al vento, si spense immediatamente, dato che il suo corpo venne avviluppato dalle fiamme nere dello Sharingan, che consumarono in quasi un attimo ciò che restava della sua vita.
 
"Sei stata molto imprudente, ragazza". Sgridò severo l'Uchiha.
 
I due maschi lì presenti erano quasi delusi dalla prestazione di Hinata, quasi come se aspettassero che lei avesse sferrato il colpo di grazia a Gyro.
 
Specialmente Ilnok sembrava deluso, dato che aveva sperato di aver trovato un modo efficace di farle superare l'eccessiva  compassione.
 
"Restare lì a cincischiare con un nemico a terra è il modo migliore per venire uccisi in battaglia ". Continuò l'ammonizione Ilnok. "Dico davvero, contro i membri dell'Orco non c'è da scherzare per nulla. Quel tipo lì stava per esplodere".
 
"Io..io..." Provò a replicare Hinata, ritornando alla sua abituale timidezza tanto da picchiettare gli indici l'uno contro l'altro.
 
"Forse è meglio parlarne dopo". Cercò di troncare la discussione sempre Faccia di Bimbo. "A proposito, dove hai messo l'artefatto?"
 
La giovane si ricordò solo adesso di aver lasciato la scatola temporaneamente per combattere meglio contro Gyro.
 
Avvicinandosi alla casetta dove l'aveva deposta, notò con piacere che era rimasta ancora quasi intatta dopo l'esplosione.
 
"Eccola qui!" La mostrò trionfante all'uomo di Spargus.
 
Quest'ultimo ne osservò bene il lucchetto, notando che esso era rimasto danneggiato dalle numerose esplosioni avvenute nella zona.
 
Lo divelse senza fatica e aprì lo scrigno.
 
"Che c'è? Contiene qualcosa di utile".
 
Ilnok mostrò lo scrigno aperto all'Uchiha, il quale divenne livido di rabbia nel vederne il contenuto, o meglio, la sua assenza.
 
"E' vuoto! Vuoto! Tutta questa fatica per nulla! Deve essere stata...quella donna di nome Ashelin!" Realizzò, e mise la katana in avanti.
 
"Forse riusciamo ancora a prenderla..."
 
"Non ce ne è bisogno". Replicò Ilnok con voce a dispetto della situazione totalmente pacata.
 
Hinata, pulendosi la faccia dal sudore dalle ferite con la sua enorme mano, balbettò stranita.
 
"Cosa vuol..dire..che n...non ce ne è bisogno?"
 
"Semplice, miei cari..."
 
L'omone però venne interrotto da un rumore strano di frana e da un gridolino poco lontano.
 
"Devo andare a controllare...sembra un bambino!" Esclamò Hinata con il cuore gonfio di apprensione, precipitandosi subito sul luogo dell'accaduto.
 
Purtroppo le sue peggiori ipotesi vennero confermate, e anche peggio: sotto le macerie di un palazzo distrutto da Gyro, vi era mezzo sepolto un bimbo di quattro-cinque anni.
 
Senza perdere nemmeno un istante, la ragazza usò la sua enorme forza per liberare il ragazzino dai massi, quindi lo sollevò dolcemente da terra.
 
Le condizioni del piccolo erano disastrose: aveva un braccio e una gamba rotti, nonché fratture ed ematomi molto gravi in varie parti del corpo.
 
Ma quel che era peggio, sputava violentemente fiotti di sangue.
 
"Dei...dei..." Pianse quasi la Hyuga, cercando disperatamente di trovare una soluzione il più in fretta possibile, specie perchè il respiri del piccolo si facevano sempre più affannosi e radi.
 
I suoi due compagni di squadra intanto erano giunti da lei a vedere ciò che era successo.
 
La ragazza, pur tra mille riserve, volle allora tentare un azzardo disperato per salvare la vita a quel bimbo.
 
"Ilnok!" Si girò mostrando il corpo martoriato del ragazzino. "Io so che tu sei un medico...ti...ti...prego, salvalo! Non lasciare che muoia..."
Si inginocchiò quindi davanti a lui e abbassò il volto bagnato da calde lacrime.
 
Come ho potuto chiedere a un folle sadico come lui di poter salvare una vita umana? Ma dovevo tentare qualcosa...povero piccolo...
 
Si disperò così profondamente da singhiozzare.
 
Eppure, ciò che accadde dopo fu per lei una sorpresa immensa, ed una gioia persino maggiore: Faccia di Bimbo infatti aveva preso tra le sue braccia il bambino e stava effettuando una diagnosi veloce.
 
"Mmmm ...fratture multiple agli arti e alle scapole, più un'emorragia interna". Sentenziò apatico, quindi si tolse il mantello e su di esso depose il piccolo con insolita delicatezza.
 
"Sasuke, mi servirà il tuo aiuto...non ho tempo per disinfettare tutte le ferite, e con tutti i germi e l'eco con cui sono state contaminate mi serve una pulizia veloce". Disse somministrando dell'anestetico al ragazzino, facendolo così addormentare.
 
"Ascoltami bene: devi usare il fuoco della tua Amaterasu su quelle superficiali, va bene? Questo dovrebbe disinfettarle e cauterizzarle".
 
L'Uchih ascoltava queste parole totalmente basito: non aveva mia visto Ilnok in quella vesta di salvatore per scopi apparentemente del tutto altruistici.
 
"Io...io...ma perchè devo usare la mia Amaterasu per..."
 
Ilnok gli lanciò un'occhiataccia torva e nera di rabbia.
 
"La vuoi smettere di blaterale e invece di darti una MOSSA?!?!? Non voglio che questo piccolo debba perdere un braccio o la gamba per la cancrena, CHIARO?!?"
 
Capendo che questa sfuriata non ammetteva repliche di sorta, il moro acconsentì, bruciando le ferite del bambino e disinfettandole.
 
Da canto suo Hinata Hyuga era totalmente sbalordita da rimanere senza parole.
 
Chi poteva immaginare che il crudele e spietato Faccia di Bimbo, temuto per il suo sadismo, avesse in fondo anche lui un lato nobile?
 
Che avesse acconsentito alla sua accorata supplica?
 
Una domanda assillava i suoi pensieri, così come quelli del moro.
 
Chi era davvero Faccia di Bimbo?
 
 
 
 
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Angolo dell'autore: ditemi la verità, vi aspettavate una Hinata in versione vendicatrice psicotica...spiacente di avervi delusi.
In quanto a Faccia di Bimbo...vedrete tra voi. 
Il capitolo non mi è venuto molto bene, ma ero davvero stanco.
Ciao, e grazie a tutti per il sostegno che mi date, che mi serve tanto!
*: tecniche di mia invenzione.

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Capitolo 26
*** Cap. 26. Un nuovo tassello. Parte seconda. ***


Cap. 26. Un nuovo tassello. Parte seconda.
 
 
Naruto si trovava in quel momento seduto davanti all'Ombra, esattamente all'interno della sala da cui aveva visto uscire Torn la prima volta.
Il leader indiscusso dei ribelli stava seduto dietro ad una nuova scrivania, sostituita a quella rotta da Sakura.
Accanto al ragazzo vi era il luogotenente bendato, il quale stava squadrando il proprio capo con aria inquisitoria.
"Allora capo, per quale ragione hai chiamato sia me che Naruto?" Domandò facendo uno sbuffo. "Sicuramente qualcosa di molto grosso bolle in pentola..."
"Molto, molto grosso, infatti". Rispose l'Ombra leggermente cupo. "Abbiamo ricevuto un S.O.S.  dal ricevitore da uno dei nostri informatori migliori. Sembra che si sia bloccato alla Stazione di Pompaggio, dove è completamente isolato da ogni rifornimento. Il vostro compito sarà quello di recuperarlo e dargli assistenza se necessario".
Naruto fischiò brevemente e incrociò le dita, scricchiolandole. 
Le richieste dei suoi superiori lo incuriosivano quasi sempre, dato che spesso c'era molto che non affiorava da esse di primo acchito.
"Devo tornare ancora in quel covo di Teste di Metallo, dunque. Non capisco comunque molte cose. Come mai serve anche l'assistenza di Torn? In genere, quando i comandanti sono involti in missioni simili, vuol dire che la faccenda è molto seria...e non mi pare ancora il caso di..."
"Vedi". Rispose ancora il possessore del dojutsu supremo. "Non abbiamo informazioni su quella zona dalla tua ultima missione svolta lì. Inoltre, da quel poco che siamo riusciti a recepire dall' S.O.S. del nostro uomo, direi che ha con se qualcosa di molto importante. Ho paura che la nostra amica abbia bisogno di molto aiuto..."
Naruto fece uno strano pensiero, che venne subito brutalmente interrotto nel momento in cui il suo sguardo si posò su Torn.
Il volto dell'uomo era divorato dall'ansia e dalla preoccupazione, per non dire dal dolore.
"PERCHE' NON MI HAI DETTO SUBITO CHE ASHELIN SI TROVA LI' IN PERICOLO?!?!?" Sbraitò l'uomo bendato così forte da far sobbalzare gli altri due presenti, quindi diede un pugno sulla scrivania, spaccandolo in due per lungo.
"Torn ti prego, non ti agitare così tanto. Ti stai preoccupando troppo. Non c'è nulla di certo per ora sulla condizione di Ashelin".
Cercò di tranquillizzare Nagato il suo vice in comando, mettendo in avanti i palmi delle mani.
Il comandante in seconda fece alcuni ampi respiri chiuse gli occhi per sbollire l'agitazione.
Tornò quindi a parlare con maggiore tranquillità.
"Scusa, hai ragione. Questa volta mi sono comportato da vero idiota. Ciononostante, vorrei partire immediatamente. Dammi le coordinate senza perdere un altro secondo".
L'Uzumaki più anziano si alzò dalla sedia, quindi diede a Torn una specie di ricevitore.
"Tutto ciò che vi serve sapere lo troverete qui. Solo una cosa: cercate tu e Sakura di controllarvi un poco. Mi state facendo spendere un capitale in mobilio".
Il comandante in seconda fece un gesto di saluto militare, quindi da canto suo il giovane Naruto si alzò e si scricchiolò il collo.
"Molto bene. Si ritorna alla Stazione!"
I due guerrieri, con la loro consueta velocità, uscirono dall'ufficio principale del Mondo Sotterraneo.
Rimasto solo, Nagato osservò ancora il tavolo distrutto con una punta di amarezza, quindi prese il suo comunicatore e compose un numero.
"Pronto Cervellotico, mi ricevi?" Parlò quello pacatamente.
Rispose una voce maschile dall'altra parte della linea.
"Certamente, Ombra. Per quale motivo mi hai chiamato?"
"Mi serve una scrivania nuova". Rispose il capo dei ribelli portandosi le mani tra i capelli rossi accesi. "E' stato quasi distrutta dopo l'ultima sfuriata di Torn..."
"Credevo che fosse stata Sakura di nuovo..." Rispose in tono scherzoso la voce oltre l'apparecchio "...ok. Devo prendere l'ordinazione. Ma non credo di poter fare molto. I nostro fondi sono agli sgoccioli".
"Non ce ne è bisogno. Prendi pure un paio di assi robuste. Tanto i chiodi ce li abbiamo. Oh, Precursor..."
"Che c'è, qualcosa non va capo?" Domandò Cervellotico lievemente preoccupato.
"Nulla. Solo che spero davvero che Torn non faccia una grossa sciocchezza. Certe volte noi ci facciamo sempre prendere troppo dalle emozioni. E' buffo, sai? Una delle regole ninja più importanti prescrive di non mostrare sentimenti ed emozioni...ma credo che sia, scusa la parola, un'emerita cazzata, un po' come tutto quel sistema. Siamo pur sempre esseri umani in fondo...mica delle macchine assassine senz'anima. Anche se credo che un bel po' di quei signori degli shinobi desidererebbe moltissimo che lo fossimo..."
"Già, esseri umani..." Il timbro di voce di Cervellotico si fece improvvisamente triste e cupo.
In esso si poteva scorgere persino un misto di nostalgia e rimorso.
Nagato notò bene questo cambiamento di tono e provò a dire qualcosa, ma la sua comunicazione venne interrotta bruscamente.
"Cervellotico? Cervellotico, mi ricevi? K...Kriad?"
 
 
 
***********************
 
 
Peculiari pensieri in quell'istante frullavano vorticosamente nella mente del giovane Uzumaki.
Sicuramente c'era qualcosa tra Torn e la spia che dovevano recuperare molto di più di un semplice rapporto di collaborazione.
Il suo comandante infatti stava avanzando in prima linea in assoluto silenzio, senza proferire alcuno dei suoi famosi insulti oppure fare battute e commenti sarcastici.
Il viaggio comunque stava procedendo in maniera molto tranquilla, con solo deboli gruppi di Teste di Metallo sconfitti con estrema facilità e piccole piattaforme come ostacoli incontrati fino a quel momento.
Arrivato vicino ad uno scoglio raggiungibile attraverso alcuni pistoni mobili, il giovane notò sulla sommità di esso un velivolo delle guardie Krimzi distrutto.
Trasalì quando non notò nessuno lì intorno.
"Comandante...stiamo per arrivare...ma non noto la nostra informatrice..."
"L'ho visto anche io che non c'è nessuno su quella grossa piattaforma mobile. NON DISTURBARMI PET QUESTE OVVIETA', E MUOVI IL CULO!!!". Ruggì il comandante in seconda.
Nel tono di quell'omone il ninja biondo notò tanta rabbia, ma sopratutto ansietà e paura.
Non è che forse il nostro Torn...nahhh, meglio concentrarci sulla nostra missione...
I due superarono le piattaforme con facilità imbarazzante, quindi giunsero al velivolo semi distrutto atterrato uno spiazzo circondato da fittissimi palmeti.
"Non c'è nessuno...davvero..." Ripeté l'uomo bendato quasi catatonico.
Per un attimo sembrò quasi che fosse mancata a Torn la forza di reggersi in piedi, ma un fruscio tra le piante distrasse i due.
Un rumore impercettibile per un uomo normale, ma non per guerrieri addestrati come loro.
Naruto estrasse quindi il kunai velocemente e corse verso la fonte del rumore.
"Ti ho beccato!" Esclamò lui.
L'intruso decise quindi di rivelarsi e sferrò un letale fendente con la sua sciabola, che l'Uzumaki riuscì a malapena a parare con kunai.
Naruto osservò bene il suo aggressore: era una donna sulla ventina dai capelli rossi e gli occhi verdi, vestita in maniera leggermente succinta.
"Ascoltami, sei tu Ashelin?" Domandò. "Io e Torn siamo venuti qui per salvarti..."
"Ashelin!" Esclamò l'altro ribelle pervaso da gioia immensa. "Grazie agli dei sei viva..."
La donna si girò e provò a dire qualcosa, ma in un baleno ella venne cinta dal vigoroso, ma stranamente tenero, abbraccio del comandante in seconda.
"Torn, anche tu qui...mi sei mancato tanto..." Rispose la rossa dolcemente, appoggiando la sua testa sulle spalle fasciate di Torn.
"Cavolo Ashelin...per un attimo ho pensato di averti perduta per sempre...quando ho visto il tuo velivolo distrutto...ho temuto il peggio..."
I due quindi avvicinarono i loro volti e le loro bocche si unirono in un lungo, appassionato bacio.
Naruto intanto si era allontanato un poco dai due piccioncini molto lentamente.
La scena lo aveva scioccato a tal punto da fargli chiudere e aprire gli occhi più volte per assicurarsi di non essere in un sogno.
Cavoli...avevo sospettato qualcosa...ma non avrei mai immaginato che il Signor Comandante in Seconda avesse pure una fidanzata...
Provò in quel momento un poco di invidia: quanto avrebbe desiderato poter scambiare l'affetto che aveva nel cuore con la persona amata tramite queste adorabili tenerezze...
"Torn...grazie per essere venuto qui". Mormorò Ashelin teneramente. "Solo i Precursor sanno quanto ho desiderato rivederti. Però..."
"Però cosa?" Chiese il comandante in seconda con gli occhi lucidi.
"Però...tu ti preoccupi davvero troppo. Dico davvero: sono tutt'altro che inerme. Ho mandato un S.O.S, è vero, ma per fortuna sono riuscita recuperare un kit di emergenza. Non è successo nulla..."
"Il tuo velivolo è in avaria completa...qualcosa deve essere accaduto per forza".
L'omone si allontanò dall'abbraccio dell'amata, quindi osservò la nave ridotta in rottami.
"Chi ha ridotto la tua nave così?"
"E' stata una gigantesca Testa di Metallo volante, amore mio. Mi ha attaccato mentre mi stavo dirigendo da voi".
Nell'udire ciò Torn trasalì quasi, tanto che Ashelin si sentì in dovere di calmarlo.
"Non ti preoccupare. Sono riuscita a seminarlo. Credimi, datti una calmata: sei un ufficiale di alto rango dei ribelli! Alla tua posizione attuale, dovresti imparare a mantenere un poco di più il sangue freddo. Capita che certe volte ci siano degli incidenti sul lavoro".
Il viso dell'omone si rabbuiò d'improvviso.
"Beh, scusa tanto se mi preoccupo per te, dato che sono costretto a vedere tutti i giorni la persona che amo vivere assieme ad un branco di psicotici che non esiterebbero a farla a pezzi...o peggio".
"Non ricominciare..." Anche il tono di voce di Ashelin si era alterato non poco. "Smettila di trattarmi come se fossi una bambina indifesa! Sono adulta e vaccinata, e so fin dall'inizio quali fossero i rischi di un lavoro simile di spionaggio. Avete bisogno di più contatti possibili alla cerchia del Barone, e con la posizione attuale che ricopro credo che il mio compito sia di vitale importanza".
Il comandante in seconda si massaggiò le tempie per il mal di testa, il che fece ridere sotto i baffi Naruto.
Per lui sembrava il preludio di una scenetta interessante.
"Non sto dicendo questo, Ashelin. Credi che io sottovaluti l'importanza delle tue mansioni? No di certo. Il lavoro che stai svolgendo l'ho fatto anche io, per vari anni. E i pericoli che stai correndo sono immensi...per questo sono preoccupato!"
"Lo so bene! Ma ti dico comunque che stai esagerando! Qui intorno non ci sono specie di Teste di Metallo così pericolose da costituire per me una minaccia. A questo punto sarei potuta tornare benissimo da voi anche piedi".
"Allora vuoi dire che non avevi bisogno di noi, e che potevamo risparmiarci la fatica di andarti a cercare?!?" 
Il tono della conversazione si stava alzando ormai ai livelli di urla.
"IO NON HO DETTO QUESTO! Volevo solo dire che tu dovevi darti una calmata! E' così difficile da comprendere?!? Hai la capoccia più dura di quella di una Testa di Metallo!"
"Pure tu non è che scherzi, cara mia...voglio solo dirti che invece sto prendendo la situazione nel modo e nella gravità giusta, dati gli enormi pericoli che tu devi affrontare ogni volta...quella troppo cocciuta sei tu..."
"COCCIUTA?!? Senti chi parla! Il bue che dà del cornuto all'asino! Ma, aspetta un attimo: stai forse affermando che per la mia incolumità dovrei lasciar perdere tutto? Che dovrei permettere al Barone ai suoi sgherri di continuare la loro merda impuniti?!?"
"NON HO ACCENNATO NULLA DI TUTTO CIO'! Ashelin, stavolta sei tu che travisi le mia parole. Precursor...chi me lo ha fatto fare a mettermi con una testarda bisbetica simile..."
La donna, inviperita per l'insulto, si avvicinò ancora al fidanzato e minacciò di dargli uno schiaffo.
"Bisbetica io?!? Brutto maleducato cafone!"
"Vipera!"
"Prepotente bifolco!"
"Principessina viziatella!"
"Ingrato idiota!"
"Brutta vacca!"
Capendo dove stava svolgendo la discussione, la rossa sfoderò quella che per lei era la carta vincente.
"Ah...si, è? Bene...allora vuoi per caso che io riveli al tuo subordinato che fino a sedici anni dormivi ancora con l'orsacchiotto di peluche?"
Torn divenne paonazzo in volto per la bruciante ferita all'orgoglio virile, e provò a bofonchiare qualche scusa, senza però riuscire a proferire nulla.
Da canto suo il giovane Uzumaki dovette tenersi la mano sulla bocca per evitare che quei due sentissero il suo sganasciarsi dalle risate.
Ahahahahah...che ridere...sembra di stare una specie di commedia...il comandante cazzone che dormiva con l'orsacchiotto...Dio li fà e poi li accoppia...
Le narici del comandante iniziarono a fumare come quelle di un toro imbizzarrito, quindi si rivolse al suo sottoposto una truce occhiata omicida.
"Rivela questa cosa ad anima viva o morta e ti faccio salire la voce di tre ottave. In quanto a te, Ashelin, come CAZZO HAI POTUTO RIVELARE UNA COSA SIMILE?!? Io ti dovrei..."
Non terminò però la frase: dei rumori molto forti provenienti dai palmeti circostanti lo interruppero.
"Non ho mai desiderato tanto sbagliarmi, Ashelin, ma credo di aver avuto ragione quando ho detto che tu avevi bisogno del mio aiuto..."
Dalla foresta infatti sbucò tagliando alcuni alberi una grossa Testa di Metallo lucertolesca, la quale si avventò sulla spia delle Guardie Krimzi con le bavose fauci spalancate.
I due uomini furono tentati di intervenire, ma non ce ne fu bisogno: con gesto fulmineo la donna sguainò di nuovo la spada e tagliò di netto il capo della bestia con grande facilità.
"Sei brava davvero..." Commentò Naruto. "Ma ne stanno arrivando altre".
Sullo scoglio davanti loro infatti si era avvicinate molte altre Teste di Metallo, differenti però da quelle che Naruto aveva visto prima.
Erano delle creature tetrapodi molto gonfie e pallide di colore, quasi dei centauri corazzati con le zampe di insetto, la cui arma naturale era un'appendice destra a forma di cannoncino.
Il luogotenente dell'Ombra, visti i nuovi nemici, fece cenno ai suoi due compagni di restare indietro.
"A questi ci penso io..."
Detto ciò si stracciò violentemente sia l'uniforme da ribelle che le bende sottostanti, rivelando due braccia violacee e rugose ricoperte di vesciche.
Le puntò quindi sulle Teste di Metallo e si ricoprirono in grande quantità di liquido anch'esso di colore viola intenso.
La sostanza acida iniziò ad agglomerarsi fino ad assumere l'aspetto di due grossi draghi famelici.
"Rilascio dell'Acido: Idra Gemelli!*"
I due flussi corrosivi si diressero quindi contro i nemici molto velocemente, liquefacendoli a velocità sconcertante tra grugniti di dolore e con essi persino rocce e alberi sulla loro strada.
L'Uzumaki fece allora un lungo fischio d'ammirazione.
"Alla fine non era nulla di che. Non sarebbe stata necessaria nemmeno la mia presenza, a quanto vedo. Avevi ragione tu, Ashelin, a dire che Torn si preoccupava troppo".
"Lo so, il mio Torn a volte è troppo premuroso". Rispose la donna sorridendo, dimentica della sfuriata di prima. "Io comunque sono Ashelin. Piacere di conoscerti e scusa tantissimo per prima".
I due si tesero la mano educatamente, e Naruto si presentò anch'egli.
"Fa nulla. Io mi chiamo Naruto Uzumaki".
"Ah...Torn mi ha parlato di te...dice che sei un piantagrane immenso, ma anche un bravo agente...in fondo".
Il ninja biondo arricciò lo sguardo con curiosità.
Francamente, mi aspettavo che Torn mi avesse ricoperto di insulti. Mi è andata di lusso...
"Ho desiderato molto conoscerti e parlare con te...so del tuo apporto con l'Oracolo...perciò voglio consegnarti questo".
La giovane donna afferrò dunque l'impugnatura della sua spada e la svitò, rivelando come essa fosse cava all'interno, quindi con una mano prelevò un piccolo sigillo raffigurante un tao bronzeo.
"Ho dovuto faticare molto per portarlo da voi. Vedi Naruto...io e due membri dell'Unità Orco siamo stati attaccati da alcune tue vecchie conoscenze: si trattava di Ilnok e Sasuke assieme all'ultimo prigioniero scappato all'Orco: una Testa di Metallo Imperatore, che un tempo era una ninja di Konoha. Si chiama Hinata, credo..."
Gli occhi dell'Uzumaki si dilatarono violentemente a tale notizia.
Sapeva che Sasuke e Faccia di Bimbo si sarebbero rifatti vivi prima o poi, ma non avrebbe mai immaginato che anche Hinata fosse con loro.
Una vortice di immagini turbinò nella sua mente: la persona che gli aveva salvato la vita e che gli aveva confessato il suo amore rapita, torturata e trasformata in una bestia feroce, nonché quella di lei che lottava assieme a quei due criminali di Sasuke e Ilnok.
Ciò lo colpì così forte da farlo quasi accasciare.
"Naruto che ti succede?" Domandò Ashelin estremamente apprensiva, intuendo il disagio del ribelle biondo. "Era tua amica? Mi spiace...di cuore davvero. Non so però come sia andata a finire. Credo che sia sopravvissuta: i contatti con Gyro e Vulcan sono stati interrotti da tempo".
"Grazie...grazie..." Mormorò quello con gli occhi lucidi e rossi per le lacrime.
"Comunque, ora devo pensare solo all'artefatto".
La rossa pose nelle mani del ragazzo il simbolo della casata, il quale brillò di luce marrone non appena venne in contatto con quest'ultimo.
Naruto, in preda ad un forte mal di testa, crollò ancora, udendo la voce dell'Oracolo nella sua testa.
"Il momento di tornare da me è giunto, figlio mio. Ora è tempo di riacquisire parte della tua antica forza".
I due fidanzati provarono ad avvicinarsi a Naruto per accertarsi sulle sue condizioni di salute, ma quello fece cenno loro che stava di nuovo bene.
"E' arrivato il momento per me di tornare dall'Oracolo. Torn, credo che adesso potrò svolgere compiti ben più pesanti..."
 
 
******************
 
 
 
Ecco piccolino. E' questa la tua casa.
Era di nuovo notte quando la Hinata ritornò alla città di Areik.
Si era infatti offerta di riportare a casa il piccolo che aveva salvato il giorno prima.
Portando il bambino in braccio, ancora dormiente per l'anestesia, la giovane era arrivata alla porta della casetta.
Usando i propri poteri telepatici, scoprì con sollievo che i genitori del bambino non solo stavano bene, ma erano tornati a casa e stavano dormendo, seppur di sonno agitato per la scomparsa del figliuolo.
Non vi preoccupate. Pensò tra se la fanciulla. Adesso l'incubo per voi è finito.
Detto ciò pose delicatamente il piccolo a terra, non prima però di avergli dato un grosso bacio sulla fronte.
Dormi bene piccolino. Domani mattina, ritroverai i tuoi genitori sani e salvi...sarà per te solo un brutto sogno...
Pensato ciò, si allontanò con un'elusività maggiore di quanto un essere di quella stazza sarebbe teoricamente in grado di fare, dirigendosi verso un vicolo vicino.
Ad aspettarla c'era Sasuke Uchiha, il quale aveva osservato la scena abbastanza indifferente.
"Non ho capito una cosa Hinata". Chiese l'Uchiha alla compatriota. "Perchè hai richiesto che fossi io ad accompagnarti? Avresti dovuto proporre ciò ad Ilnok, invece: è lui che ha insistito tanto per salvare la vita a quel marmocchio".
La ragazza rispose timidamente.
Non era molto sicura di se, ma avrebbe confessato i suoi dubbi comunque.
"E'...appunto di questo che volevo parlarti. Quando ho visto Ilnok trattare con le guardie Krimzi, era crudele al limite della depravazione. Sembrava un mostro, più che un uomo. Con quel bambino invece si è comportato in maniera del tutto diversa. Io...vorrei sapere davvero chi è Faccia di Bimbo".
Un lampo di curiosità si accese nello sguardo del moro.
Anche per lui l'umanità del compagno era una grossa rivelzione.
"In effetti...da quando l'ho conosciuto, Ilnok si è sempre mostrato spietatamente efficiente, a parte nei momenti in cui era divorato dalla collera. Certo...mi ha chiesto di riportare lo scienziato alle miniere, Vin, a Haven City. Ma...lo avrà fatto per intenti egoistici: i ribelli di Haven sono una spina del fianco nel Barone quanto le Teste di Metallo, e sarebbe stato controproducente lasciar morire tutti quei nemici di Praxis...io gli ho chiesto oggi per quale motivo aveva agito così...non mi spiego...Ilnok è sempre stato così determinato, così forte, così...adamantino nei suoi propositi di giustizia..."
Così mostruosamente spietato...pensò la Hyuga e, sebbene non avesse detto nulla, Sasuke riuscì ad avvertire il disprezzo e il disgusto negli occhi della ragazza.
Rispose di conseguenza accigliato.
"Senti Hinata...tu non immagini neanche cosa abbiano fatto Monzaemon e gente del suo stampo a me e a Ilnok..."
Sentendo la collera poco a poco affiorare in lei, Hinata avvicinò il suo volto mutato al moro.
"La vedi la mia faccia? Hai presente la morte di mia madre? Certo che lo so! Credi davvero che io non sia infuriata con Praxis? Che non voglia fargliela pagare? Certo che lo voglio. Ma altrettanto non voglio finire come te: un brutale assassino pronto a passare sopra tutto e tutti per di soddisfare la sua sete di vendetta. Almeno Ilnok ha mostrato un poco di umanità..."
Sasuke, irato da questa invettiva, provò per un attimo ad attaccarla, ma lo fermò il pensiero che lottare in quel momento sarebbe stato più dannoso che non.
Sasuke...ti prego evitare di lottare, per ora. Darai a quella mocciosa diota una lezione quando sarà tutto finito...non adesso...
Cercando di controllarsi il più possibile, ricominciò il suo discorso.
"Oggi gli ho chiesto sulle motivazione che lo avevano spinto ad un gesto simile...mi ha risposto in malo modo, dicendomi che devo farmi gli affari miei. Il nostro bestione di Spargus nasconde qualcosa, e su questo sono d'accordo con te. Anzi, voglio anche io scoprire un po' più su di lui. Credo che sarà fondamentale il tuo aiuto per rivelare un po' dei suoi scheletri nell'armadio. Con i tuoi poteri psichici, potresti..."
"Io...ci ho già provato. Non funziona con lui".
"E' per via della maschera, Hyuga. Essa è in grado di isolare il suo sistema nervoso centrale da qualunque interferenza esterna, specialmente quella elettrica. Ascoltami: quando arriverà il nostro turno di guardia domani notte, lui andrà a dormire e se la toglierà. Potrai tranquillamente procedere quindi con la tua telepatia".
Hinata rifletté su questo piano per un poco.
Certo, non era molto corretto frugare senza permesso nella mente di uno che, crudele che fosse, era sempre un compagno di squadra, ma la sua curiosità ebbe il sopravvento su di lei.
E sopratutto, il desiderio di far leva su quel poco di cuore che fosse rimasto all'omone di Spargus per renderlo un poco meno sanguinario...
"Ok...mi hai convinto. Ora credo che dobbiamo andare. Abbiamo già fatto troppo rumore. Fortuna che le guardie di pattuglia extra non si sono accorte di nulla".
I due ninja si incamminarono verso la loro base, strisciando silenziosi e invisibili come serpenti.
 
 
****************
 
 
"E' arrivato per te il momento ad un ritorno a parte del tuo antico potere".
All'interno della casa dell'Oracolo, Naruto stava davanti alla statua senziente, eccitatissimo di riavere parte della sua forza indietro.
Il sigillo che il ragazzo aveva ricevuto da Ashelin si era infatti mosso da solo, e stava volteggiando verso il torace in parte cavo della statua, fino a restare sollevato all'altezza del cuore.
"Grazie Naruto. Adesso, con questo pezzo potrò finalmente effettuare l'operazione che mi compete. Non libererò il mostruoso chakra alieno che il tuo corpo ospita. Credimi, sarebbe troppo rischioso". 
Non importa, mi va benissimo lo stesso. Rispose l'Uzumaki con il pensiero. Però, vorrei chiederti una cosa. Perché proprio adesso? Io non ho recuperato alcun pezzo. E a quanto mi sembra...
Qui l'attenzione di Naruto si pose sul pettorale istallato sulla statua.
...qualcun altro ha già istallato un altro artefatto. Cosa ho fatto per meritare ciò?
Nella mente del giovane echeggiò quindi una risata bonaria, piena di calore.
"Ragazzo mio, in questi ultimi giorni ti ho osservato parecchio, e devo dire che sei andato oltre le mie più rosee aspettative. Hai dimostrato grande determinazione, abilità e sopratutto buon cuore. Ma ricorda Naruto: nel cammino della nostra vita noi siamo sempre aiutati da qualcuno. Ogni nostro passo è sostenuto da innumerevoli legami, di cui a volte non siamo neppure a conoscenza. E' vero, certe prove vanno affrontate da soli, ma non si può risolvere tutto nella propria vita contando solo su se stessi. In gruppo si possono compiere le più grandi malvagità, ma anche le più grandi meraviglie".
Il jinchuriki era un forse un tantino annoiato dal discorso dell'Oracolo, ma capiva anche che c'era saggezza in queste parole, e che forse valeva la pena almeno rifletterci su.
"Ora basta sproloquiare. Si dia inizio alla modifica del sigillo!"
Gli occhi della statua iniziarono a brillare vigorosamente, quindi ad emettere un raggio elettrico di colore violaceo.
Nel momento in cui tale lampo andò a colpire il ninja biondo, egli si sentì pervaso da un torrente di energia, specie al ventre, e il suo corpo venne sollevato da terra per qualche metro.
In quel momento ogni centimetro cubo della sua carne bruciava come se incendiata, ma sapeva di dover resistere, quindi strinse i denti più che poté.
Dopo qualche secondo il trattamento terminò e il giovane ritornò a terra in piedi.
Si sentiva potente, come non lo era da più di due anni.
Sebbene affaticato ancora per il trattamento, Naruto chiuse gli occhi e cominciò a meditare, sperando che i cambiamenti che gli aveva promesso l'Oracolo fossero avvenuti davvero.
Quando li riaprì, erano simili a quelli di un rospo, con tanto di pigmentazione arancione attorno ad essi.
"WAHUUUUHHH!!!!" Esultò Naruto alzando il braccio in segno di vittoria. "Ora sì che si ragiona!"
 
 
*****************
 
"A giudicare dall'urlo di gioia di Naruto, direi che tutto è andato alla perfezione".
Ashelin stava davanti alla capanna dell'Oracolo, appoggiata alla parete lignea ai lati dell'ingresso.
Assieme a lei si trovava anche il ninja medico Sakura Haruno, che aveva insistito a venire per poter curare Naruto nell'eventualità in cui le cose andassero male.
Quando udì l'amico urlare dalla gioia, la kunoichi tirò un grosso sospiro di sollievo.
"Meno male...temevo il peggio..."
"Tu devi tenere molto a quel ragazzo, vero Sakura?" Gli parlò la spia delle Guardie Krimzi. "Mi ricordi tanto il mio adorato Torn...anche se hai un carattere molto migliore. Sei davvero molto protettiva nei confronti di Naruto. Forse anche troppo. Certe volte il mio Torn è così apprensivo...lo so che siamo fidanzati e tutto il resto, ma infondo io sono in grado di difendermi da sola! Inoltre ho molti appoggi lì..."
"Torn ci tiene a molto a te, Ashelin". Rispose la ragazza all'amica. "Teme, e a ragione, che ti possa accadere qualcosa di orribile, come è successo a lui. Il lavoro che tu svolgi ogni giorno per noi è pericolosissimo. In quanto a Naruto...io glielo devo. Naruto mi ha sempre protetta, sostenuta...amata...e non mi perdonerei mai se gli fosse successo di brutto. Non lo voglio più lasciare da solo, come in questi due orribili anni trascorsi ad Inferi. Io non lo abbandonerò mai più...mai più sarò per lui una palla al piede. Ho giurato a me stessa di dedicarmi a lui in ogni momento della mia vita".
La rossa sorrise, avendo intuito cosa c'era tra i due ninja della Foglia.
Provò quindi a fare la parte di un Cupido improvvisato.
"Credo che forse tu e Torn siate ancora più simili in questo di quanto io avessi creduto prima. Dico bene?"
La kunoichi afferrò benissimo l'allusione dell'amica.
Il suo volto verdognolo si dipinse di rossore ed abbassò la testa con vergogna, come fosse in preda ad un forte senso di colpa.
"Io...io...non credo che tra noi due...possa mai funzionare. Io...non credo di essere all'altezza di ciò. Naruto è meraviglioso, mentre io...beh...inoltre, adesso è tornata anche Hinata. Lei ha amato Naruto molto prima e meglio di me...ha dato la vita per proteggerlo...sarei un verme se cercassi di rubare a una mia amica la persona che ama da una vita...sicuramente sarebbe una fidanzata migliore per Naruto..."
La rossa si alzò e camminando lentamente si mise davanti all'amica.
Il suo compito da Cupido adesso le sembrava quanto mai necessario.
"Sakura...ascolta". Alzò il suo sguardo materno verso i gli occhi della kunoichi. "Prima o poi voi tre dovrete chiarire questa vicenda. Se davvero Naruto ti ama ancora, allora dovrai essere sincera con lui: un rapporto così difficilmente può essere duraturo se non è fondato sulla sincerità reciproca. Naruto ha il diritto di sapere ciò che provi per lui..."
La giovane, ancora oppressa da innumerevoli dubbi, provò a replicare, ma venne interrotta da qualcosa paragonabile ad un tifone in miniatura.
Naruto era uscito all'improvviso dalla sala e sprizzava una vitalità incontenibile.
"Ah, Sakura! Tutto è andato per il meglio! Posso di nuovo usare la Modalità Eremitica!" Trillò l'Uzumaki, afferrando la per il bacino e volteggiando con lei per qualche metro da terra.
Il fatto che Naruto avesse recuperato i propri poteri e che fosse in condizioni di piena salute, ma anche quello di trovarsi in così stretto contatto con l'adorato baka la rendeva felice come non mai.
Il ninja biondo la riportò poco dopo con i piedi sulla palafitta.
"Naruto...sono così contenta per te. Come ti senti adesso?"
"Meravigliosamente, Sakura".
Il ninja biondo era ritornato, quasi interamente, il ninja di un tempo.
Era arrivato per lui il momento di rientrare sul serio in scena.
Il momento poter contribuire davvero alla causa.
 
      
******************      
 
Angolo dell'autore: Naruto ha recuperato i suoi poteri, ed è ora finalmente per lui di tornare alla carica una volta!
Chuck: pure io sono tornato!
Tutti: Yehhhhhhh!!!!!!
Me: dovrei toglierti le ferie un giorno di questi. Ho rischiato quasi di farmi ammazzare da Hinata...
Chuck: va bene, tutto si è risolto per il meglio, no? Il sudore del mio allievo Kratos ti è servito, no?
Me: sì molto.
Chuck: sfortuna che l'effetto è svanito appena prima di impedirti di rifilarci due pallosi monologhi moraleggianti. Nonché le scene romantiche, che tu non sai scrivere. DATTI ALL'IPPICCA!!!!
Me: (inferocito) Cosaaaaa? Ma io ti...
(censura. Il vostro autore non potrà più camminare per un bel pezzo).
Ciao, e grazie come sempre a tutti coloro che leggono e che recensirono le mie storie!
*: tecnica di mia invenzione.

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Capitolo 27
*** Cap. 27. Intrusione al Cremlino. ***


 

Cap. 27. Intrusione al Cremlino.
"Eccovi qua ragazzi ".
Naruto, sotto richiesta del suo amico Kriad, era tornato assieme al comandante alla sala di controllo dell'Area Industriale.
Oltre al tremebondo Vin, che smanettava sulla tastiera come al suo solito, era presente lì un altro anziano signore.
Era un vecchio da lunghi capelli bianchi, tranne che per la testa completamente calva, che indossava un'elaborata tunica color turchese ed uno strano monile a forma di collana sulla testa.
Il ribelle castano non appena lo vide lo salutò calorosamente.
"Ciao papà, cosa ci fai qui?"
Naruto da parte sua chiese incuriosito.
"Dunque è questo il padre di cui mi parlavi, vero? Io sono Naruto, piacere".
"E io mi chiamo Me Kor Tal". Ricambiò cortesemente il saluto l'uomo. "E' un grande piacere per me conoscerti. Tutti parlano molto bene di te, ragazzo, specie mio figlio".
Detto ciò strizzò la guancia del suo ragazzo con tutta la forza di cui le magre braccia rugose sembravano essere capaci.
"E' sì, sono proprio fiero del mio ragazzo. Così giovane e sta già facendo un ottimo lavoro al comando del Mondo Sotterraneo".
Kriad rispose scacciando la mano del padre in malo modo di colpo.
"Papà, quante volte te l'ho detto?!? Non devi trattarmi come un bambino davanti agli amici!"
"Su non è bello comportarsi così con tuo padre!" Sgridò l'Uzumaki alterato l'amico.
In fondo al cuore, anche lui avrebbe desiderato moltissimo avere un parente che gli dava i pizzicotti...
"Naruto ha ragione, Kriad. Non si tratta così il proprio vecchio. E pensare che io ero venuto qui da Vin a fare un paio di visite ai miei vecchi compagni del Mondo Sotterraneo. Ho lasciato il mio lavoro alla resistenza, ormai, ma questo non significa che io non possa salutare dei vecchi amici di tanto intanto".
"Vero, vero papà". Parlò di nuovo il figlio di nuovo con la consueta affabilità. "Ciononostante, io e Naruto non siamo venuti qui per una visita di cortesia. Vin, dobbiamo trovare i codici di accesso del palazzo del Barone. Sembra che Praxis abbia organizzato un incontro segreto con il generale della nona divisione, Zimoi. Dobbiamo assolutamente scoprire come arrivare lì senza fare tanto casino. Ci serve un ascensore attivo in una delle torri di supporto collegate al palazzo".
Il vecchio scienziato, che prima sembrava assorto nelle sue attività informatiche, si girò e rispose bruscamente.
"State scherzando spero?!? mai che voi veniate a fare una visita di piacere...comunque non è possibile. L'unico ascensore utilizzabile fa parte della griglia energetica della vecchia zona B, che non funziona da anni!"
Il ribelle castano, per nulla scoraggiato da questo diniego, strinse l'occhiolino al suo compagno biondo e si voltò con aria fintamente delusa.
"Certo lavorare con l'energia deve essere molto complicato...molto più di quanto tu possa fare Vin...vero Naruto?"
L'Uzumaki, capita la strategia, sorrise sotto i baffi e stette al gioco.
"O certo...io pensavo che tu fossi un grande scienziato, Vin. Uno che è in grado di far funzionare un complesso sistema di scudi non è capace di attivare un piccolo ascensore!" Qui il suo tono si fece ancora più smaccatamente punzecchiante . "Un piccolo ascensore ha bloccato l'ingegno del grande Vin! Sempre che tu sia il cervellone che ci hai sempre fatto credere di essere..."
La strategia ebbe un effetto completo: il piccolo ricercatore, ferito al proprio orgoglio di uomo di scienza, strabuzzò gli occhi e pestò i piedi.
"Non ci riuscirei è così?!? Bazzecole, invece! Posso deviare le conduttore della zona B attraverso la griglia di bypass".
Iniziò la sua operazione freneticamente come il personaggio di una commedia, premendo dei pulsanti rossi su uno schermo rosso a lui vicino.
"Adesso evito gli anelli di Eco e collego i tubi di giunzione in serie".
L'ometto raggiunse la piattaforma volante per arrivare agli schermi superiori.
"Poi torno indietro fino alla Spirale di Isolamento 2 e giù fino alla rete numero 5! Se infine circuiti del GX-75b riescono a gestire il flusso, collego l'anello di fase al quadro elettrico di manovra ed ecco la corrente per l'ascensore".
Come un vero teatrante, Vin concluse il suo numero scendendo trionfale dal suo palcoscenico mobile, quasi facendo un inchino.
"Vin, ritiro ogni cosa. Sei un genio". Asserì Naruto tra il divertito e l'ammirato.
"Beh, a dire il vero Mar era il vero genio". Rispose il caposquadra della miniera con nuova umiltà. "Secondo la gente, è lui che ha costruito lo scudo e la città e gran parte di questa roba. Ad ogni modo, io vi consiglio caldissimamente di non mettere piede lì. Le difese del Palazzo sono formidabili. Tra rilevatori di chakra e quant'altro, finireste trinciati in men che non si dica. Per non parlare poi delle guardie del corpo del Barone. Sono quasi tutti membri dell'Orco...sono spaventosi quelli..." Finì con un tremito, quindi tornò alle sue mansioni.
L'Uzumaki sapeva che il Barone non l'avrebbe accolto con tè e pasticcini, ma con i suoi rinnovati poteri si sentiva pronto a tutto.
"Fidati, ho affrontato di peggio. Non ci sarà nessun pericolo. Ascoltami Kriad, ti va bene se svolgo tutti i compiti da solo? Mi spiace, ma se davvero dovremmo affrontare l'Orco, allora non dovrò avere rallentamenti di alcun genere".
Il ribelle castano abbassò la testa, quasi vergognandosi della sua impotenza.
"Vorrei poter replicare Naruto, ma so che hai ragione. Sarei solo di intralcio per un eventuale scontro con l'Orco. Ti dico di andare, ma ti prego comunque di non abbassare la guardia in nessun caso. Sakura mi lincerebbe se scoprisse che ti ho lasciato da solo nel caso in cui ti facessi male o peggio".
il ninja biondo strinse la mano dell'amico con forza, quindi gli diede una pacca sulla spalla.
"Tranquillo amico". Affermò con sicurezza. "Non mi succederà niente vedrai. E comunque, dì a Sakura che mi promettesse di non farti a pezzi anche nel peggiore dei casi". 
Il suo tono era scherzoso e ciò rassicurò il castano un poco.
"Ok, buona fortuna..."
Kriad vide il proprio amico allontanarsi verso la porta d'uscita. 
In preda ad un ripensamento, provò a fermarlo e a dirgli qualcos'altro, ma suo padre si interpose tra i due.
"Perchè figlio mio ti preoccupi tanto per lui?"
Lo sguardo del vecchio era molto meno benevolo di quanto ci aspetterebbe dalla domanda posta e dal suo tono.
Kriad strinse i pugni e abbassò gli occhi per evitare di incrociarli con quelli del padre, quindi ripose sommessamente.
"Nulla, padre. Torniamo al lavoro".
************************
Eccomi qui. E' ora di rivedere quello stronzo del Barone Praxis.
Fu questa frase ciò che pensò Naruto nel momento in cui stava salendo nella torre di controllo usando l'ascensore.
Osservando le luci intermittenti blu che lampeggiavano nell'abitacolo, il ragazzo rifletteva su vari argomenti.
Mmmmm...chissà che strategia potrei usare...forse dovrei attivare la Modalità Eremita fin da subito...magari per superare le difese del Barone...oppure sarebbe meglio aspettare...comunque, non è tempo di combinare idiozie di alcun genere. Qui troppo dipende dalla mia missione. Accidenti, queste luci così soffuse sono stranamente rilassanti. L'ascensore sembra davvero veloce. Meraviglie della tecnologia Precursor!
Associando un pensiero all'altro gli sovvenne di quanto questo antico sapere avrebbe potuto cambiare in meglio la vita degli abitanti della città di Haven.
E soprattutto lo fece quasi in montare in collera il fatto che tutto questa scienza così avanzata e potenzialmente utile venisse usata per scopi così orridi da crudeli signori della guerra come Praxis.
Barone...presto arriverà la resa dei conti...molto presto. Ti puoi considerare davvero fortunato che...
Il suo flusso di pensieri si concluse con un rumore metallico: l'ascensore era arrivato a destinazione.
Facendo alcuni passi in avanti, il ninja biondo poté ammirare davanti a se una vista assolutamente inusuale, se non mozzafiato.
Il palazzo del Barone giganteggiava davanti a lui in mezzo ad un cielo nuvolo e tempestoso.
Esso aveva la forma di una minacciosa cittadella costruita in metallo e quarzo, al cui centro di essa si stagliava aguzza la torre più alta, come emblema della ricchezza e del potere del Barone.
L'edificio sembrava collegato alle varie torri di controllo da numerosi ed enormi ponti sospesi metallici, uno dei quali si trovava proprio davanti all'Uzumaki.
Devo dire che tutto ciò è molto teatrale...al Barone piace intimidire i suoi nemici...e pure il panorama non è affatto male...
Sporgendosi dalla pedana esterna all'ascensore, Naruto ebbe la possibilità di godere di una vista molto ampia di tutta la città.
Alla sua altezza tutti gli edifici gli sembravano più piccoli di casette per bambole e le persone erano pressoché invisibili.
Come è piccolo il mondo da quassù...ma non devo distrarmi. il mio obbiettivo è il palazzo. La mia sfida inizia adesso.
Apparentemente non notò nessuna guardia o difesa di sorta a sul ponte sospeso, quindi decise di proseguire.
Dopo aver fatto pochi passi però, udì dei rumori strani provenire da sotto il passaggio.
Di lì a poco sbucò da sotto il ponte una grossa sentinella robotica simile ad una versione di Mizuki più tozza, priva però di testa e dotata in compenso di un jet-pack, due cannoni di piccolo calibro e due vani posteriori armati di siluri di Eco e laser.
Svolazzando a poca distanza da Naruto, il robot puntò sul ragazzo il rosso occhio robotico che aveva posto sul torace.
Da esso partì una specie di laser color blu che scansionò il giovane.
"Mancata identificazione del Pass RED. Attivare protocollo difensiv..."
L'androide non terminò la frase, dato che venne prima trapassato da parte a parte da un pugno nell'occhio ed esplose poco dopo in mille pezzi.
Naruto infatti aveva iniziato a meditare non appena aveva visto al guardia, ed era entrato in Modalità Eremitica esattamente un istante dopo che la macchina avesse terminato l'analisi.
Bene, adesso che sono al massimo della mia forza... Realizzò...tanto vale che ne approfitto.
Pensato ciò corse il più velocemente che poté sulla sua strada.
Con la Modalità Eremitica la sua velocità era aumentata a tal punto che non solo fu in grado di attraversare il ponte sospeso in brevissimo tempo, ma anche di superare due torrette di guardia ed una seconda sentinella senza essere scoperto.
Giunto alla cittadella principale, il giovane disattivò il suo Senjutsu e decise di proseguire normalmente.
Dunque, secondo questa mappa... Controllò il suo trasmettitore. La sala di incontro del Barone dovrebbe trovarsi esattamente sotto di me quindici a metri a destra partire da questo punto.
Avanzando, ebbe la conferma che le informazioni che aveva raccolto erano giuste: davanti a lui comparve un grosso soffitto in vetro rialzato, bagnato dalla pioggia battente.
Al di sotto di esso, Naruto vide quella che sembrava la sala del trono, ovvero una lunga stanza bluastra alla cui parete campeggiava un grosso trono dorato.
L'attenzione dell'Uzumaki si spostò subito sulle persone all'interno della sala: il Barone Praxis si trovava in piedi a pochi passi al trono.
Inginocchiato accanto a lui vi era un uomo dal fisico statuario, vestito con un'uniforme delle guardie Krimzi bianco neve, munita di una maschera antigas ben più appariscente del normale e orlata di una pelliccia simile a quella di un lupo bianco.
Il re era rivolto ad uno strano ologramma generato da un trasmettitore, raffigurante la testa di un essere ripugnante.
Naruto subito realizzò che doveva trattarsi di una Testa di Metallo, poiché aveva l'aspetto una corpulenta lucertola verde con la tipica gemma incastonata nel cranio ed il capo ornato da barbigli pallidi.
"Avrò l'eco disponibile entro questo fine settimana. Come promesso, sarà trasportato direttamente al vostro covo". Disse il Re alla Testa di Metallo in tono servile.
Molto più servile di quanto Naruto si fosse aspettato.
La creatura rispose tra l'inferocito il disgustato, come se si rivolgesse ad un servo o ad verme patetico, e non ad un sovrano.
"Quello scambio non ha alcun valore se non puoi effettuare la consegna, caro Barone".
Il capo di stato, vedendosi umiliato così da quello che giudicava un abominio disgustoso, non riuscì a non digrignare i denti per la rabbia, ma non replicò.
"I tuoi atteggiamenti puerili mi rendono molto irritato, e ancora di più i tuoi patetici attacchi portati da quei cadaveri ambulanti. Se non mi consegni l'Eco come pattuito l'affare salterà e le rovine della tua preziosa capitale serviranno da monito per coloro che si azzarderanno a formulare patti con me senza poterli onorare!"
L'ologramma scomparve e la guardia di alto rango, rimasta in silenzio per tutto il colloquio, decise di parlare con il Barone.
"Mio signore...non vorrei amareggiarvi ulteriormente, ma...la nostra situazione al fronte contro le Teste di Metallo è molto precaria..." Parlò con voce nella quale si poteva scorgere un tono sinceramente accorato, seppur reso più minaccioso e inquietante dalla maschera antigas. 
"Il loro leader sta giocando con noi. Le nostre ai confini stanno ottenendo risultati molto altalenanti, e questo continuo donare Eco alle Teste di Metallo finirà per privare le nostre forze e la città delle sue più importanti difese. Vi prego, lasciatemi guidare una spedizione all'interno del covo. Con l'aiuto dei guerrieri più potenti dell'Orco, potrei..."
"Pazienza, generale Zimoi". Rispose il dittatore affacciandosi alla finestra davanti a lui, sfiorandola quindi con il palmo della mano destra. "Nessuno è mai riuscito a tentare una sortita efficace al covo delle Teste di Metallo. Io so quali sono i risultati di azioni del genere".
Si toccò dicendo questo la benda metallica sull'occhio, come prova della veridicità delle sue parole.
"No, comandante. La forza è la loro debolezza. Lasceremo che si nutrano dalle nostre mani: quando saranno satolli e abbasseranno la guardia, allora potremmo infliggere loro un colpo mortale. Generale della nona divisione Zimoi!"  Si girò verso il sottoposto, e il suo tono di voce divenne perentorio. "Come primo incarico qui ad Haven City da comandante, ti ordino di mobilitare tutte le truppe libere per intensificare le ricerche della Tomba di Mar e della pietra del Precursor. Dobbiamo trovarla il prima possibile".
Naruto dalla sua postazione stava ascoltando questo discorso con estrema concentrazione.
Tomba di Mar? Pietra del Precursor? Cosa sta nascondendo il Barone?
"Più specificamente, assegna ad Ashelin il comando di queste squadre di spedizione".
"Mio signore". Rispose il soldato molto umilmente. "Con tutto il rispetto per voi e per il valore che ha dimostrato più la maggiore, vostra figlia non si è dimostrata molto...accondiscendente".
"Dannazione...risolveremo il problema. In un modo o nell'altro".
Questa seconda rivelazione stupì l'Uzumaki ancora di più di prima.
Dunque Ashelin è la figlia del Barone...incredibile...sembra che la mela sia caduta lontana dall'albero, per fortuna...
Il signore di Haven da canto suo camminò per un poco in circolo.
Il suo unico occhio integro rivelava una forte sete di violenza e di battaglia.
"Ma adesso, mio caro Zimoi, ti voglio affidare un'altra missione".
"Quale mio signore?"
"Attivare protocollo difensivo GH2!"
A quello strano segnale il generale fece un altro inchino di rispetto, quindi la sua figura svanì in una nuvola di fumo.
Prima che Naruto potesse realizzare qualunque cosa, l'intera zona venne invasa da una foschia pesantissima, che azzerò quasi del tutto i contorni della zona.
L'aria sopratutto divenne sempre più fredda, fino trasformare in neve la pioggia e a congelare l'acqua già presente nella zona, ricoprendo di ghiaccio quindi il pavimento e i tetti.
Mi stanno congelando vivo...realizzò lo shinobi tremando, ormai quasi assiderato.
Da lontano scorse appena un raggio di color turchese intenso, che lo colpì in pieno petto.
Preso ancora alla sprovvista, il giovane venne congelato quasi completamente, tranne che per la testa.
Se continua così...ci lascio le penne...
**************
La mia missione sembra essere in procinto di compiersi. Il Generale Inverno ha colpito ancora...
Il generale Zimoi notò che la sua trappola aveva avuto successo.
Rintanato nella pesantissima foschia, si preparò a sferrare il colpo di grazia a Naruto.
Mise quindi in avanti la sua arma, una specie di lancia cerulea con la punta a forma di una mazza da hockey, e da essa generò alcuni brevi lampi che immediatamente si cristallizzarono in dischi glaciali.
Dischi glaciali molto affilati nell'aspetto.
Il soldato senza perdere nemmeno un secondo scagliò quattro o cinque di quei proiettili di ghiaccio nella foschia usando la parte piatta della sua arma, mirando al capo dell'avversario con precisione elevata nonostante la scarsa visibilità.
L'ho ucciso? Si chiese. No, si sono schiantati contro il muro...
Fiutando il pericolo imminente, colpì il terreno congelato dietro di lui con la punta piatta della lancia, facendo emergere dalla zona colpita una specie di iceberg.
Questa barriera di difesa venne disintegrata immediatamente e Zimoi dovette saltare indietro per evitare l'attacco.
Naruto Uzumaki era riuscito a scappare e, a giudicare dai suoi occhi da rospo, stava incominciando a lottare sul serio.
"E' questo dunque il potere del senjustu?" Chiese il generale al ragazzo. "Impressionante, te ne devo rendere atto. Sei riuscito a rompere la mia barriera glaciale in un tempo da record".
"Anche la tua tattica è stata molto astuta, generale Zimoi". Rispose l'Uzumaki. "Dato che conosci così bene la Modalità Eremita, dovresti sapere che la situazione per te si fa parecchio difficile".
Il bianco soldato sorrise sotto la sua maschera nera.
"Può darsi, ma io ho il vantaggio del terreno..."
Detto ciò schioccò le dita e fece spuntare sotto i suoi stivali color latte dei pattini da ghiaccio, quindi iniziò si allontanò dall'avversario saltando e pattinando sugli edifici congelati.
Naruto provò a raggiungerlo con un balzo, ma Zimoi incredibilmente riuscì a sfuggirgli con un'artistica piroetta.
Anche con la Modalità Eremitica, il freddo incredibilmente pungente della zona si stava facendo notevolmente sentire, rallentando i suoi riflessi.
Non ci sarebbe voluto molto per lui prima di entrare in ipotermia.
Approfittando di questo abbassamento di guardia, il generale mise in avanti l'arma e, roteandosi sempre su se stesso, generò da essa una lama di ghiaccio circolare.
"Arte del Ghiaccio: Tecnica della Lama Glaciale!*"
Esclamò e lanciò la lama di ghiaccio che il nemico evitò per un pelo.
Cavoli...Praxis ha assegnato i suoi posti di comando ai migliori...poi ha lo stesso Kekkei Genkai di Haku. Devo usare tutta la mia forza se voglio batterlo.
Pensato ciò il giovane utilizzò una Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo, evocando due cloni.
Le due copie subito evocarono due enormi Rasengan e si lanciarono da due lati contro il nemico.
Quest'ultimo però non si fece cogliere impreparato, ma indietreggiò sfruttando la viscosità del ghiaccio e compose rapidissimo dei sigilli.
"Arte del Ghiaccio: Tempesta Segreta del Cristallo Mortale*".
Tutti fiocchi di neve nella zona si bloccarono a mezz'aria e si trasformarono in sottili spiedi di ghiaccio, i quali dopo qualche secondo precipitarono verso i due cloni a gran velocità.
Il primo venne colpito  fatto sparire, l'altro invece, che era più vicino, riuscì a raggiungere il soldato.
"Rasengan!" Urlò colpendo il nemico in pieno, devastando anche una grossa porzione di terreno ghiacciato.
Quest'ultimo non emise nessun gemito, nonostante l'impeto della sfera.
Dopo pochi secondi infatti la copia di Naruto venne colpita violentemente da dietro e sparì in una nuvola di fumo.
Il vero generale Zimoi era apparso da dietro, armato di un pilastro di ghiaccio cilindrico alto e grosso almeno quanto lui.
Il soldato però aspettò a trionfare: sapeva che il Naruto reale si sarebbe fatto rivedere presto.
Come da copione, il ninja biondo lo assaltò sorgendo da dietro, con due Rasengan per mano.
"Prova ad evitare questi! Raseengan!"
Il guerriero gelido provò ad usare il suo pilastro come difesa, ma la potenza delle sfere di chakra fu molto superiore alle sue aspettative ed esse attraversarono il pilastro con facilità.
Ancora stupito per l'improvvisa velocità di questo assalto, anch'egli venne colpito dalle sfere di energia sulla piastra pettorale, facendolo rompere in più punti, e il suo corpo venne lanciato a moltissimi metri di distanza.
Per evitare di schiantarsi contro un edificio, rivolse la punta della sua alabarda dietro di lui e generò con essa uno scivolo di ghiaccio, che prontamente usò per rimettersi in equilibrio.
"Però Naruto: hai superato ogni mia aspettativa". Si rivolse affabilmente al giovane shinobi. "La mia armatura è composta di un materiale più duro dell'acciaio e romperla è un'impresa anche per una Testa di Metallo. Confesso di essere stanco delle solite lotte con loro. Non fanno altro che sbavare, urlare e cercare di morderti...era da tempo che non combattevo un guerriero di un simile calibro. Mi sto divertendo molto, devo dirlo".
Il ninja biondo rispose con un enigmatico sorriso, anche se sapeva che a causa della foschia Zimoi non lo avrebbe notato.
In un certo senso, anche lui era molto compiaciuto di una lotta simile.
"Ascoltami Zimoi, devo dire che questa battaglia è molto soddisfacente anche per me. Sei un ottimo avversario, e mi dispiacerebbe finirti anche per questa ragione. Il mio obbiettivo era quello di ascoltare la conversazione tra te e il Barone. Ora che l'ho concluso, lasciami andare per la mia strada. Non mi interessa prendere la tua vita. Almeno finché servirà a impedirti di prendere quella degli altri..."
il vecchio soldato saltò dal suo scivolo ed atterrò sul pavimento congelato davanti a Naruto.
Tale parole lo avevano evidentemente toccato, infatti aveva abbassato lo sguardo e l'arma, e il suo tono aveva assunto una sfumatura molto più malinconica.
"Sciocco ragazzo: Siamo in guerra, e uccidere è il nostro compito e destino. Se non mi elimini adesso, sicuramente un giorno dovrò far fuori te o i tuoi amici. La pietà e l'onore fra guerrieri tra loro pari vanno molto bene nei manga o nei film, ma essere misericordiosi in battaglia significa nella vita trovarsi pochi secondi dopo stecchito a terra con un proiettile nel ventre o nel cranio. No ragazzo, non è così che funziona. In ogni caso, non posso permetterti di spifferare ad anima viva il contenuto del patto tra noi e le Teste di Metallo. Il mio dovere presso il Barone mi impone di trasformare questo palazzo di ghiaccio nella tua tomba. Ad ogni costo".
Naruto rispose con un sospiro di delusione: se stavano così le cose, allora non avrebbe potuto tirarsi indietro.
Caricò quindi un Rasenshuriken in una mano di medie dimensioni, e si preparò a lanciarlo.
"Se così stanno le cose, generale. Allora seguirò questo tuo consiglio. Rasenshurikeen!"
L'uomo sorrise sotto i baffi e infilò l'alabarda nel terreno congelato per la punta.
"Questo soldato conosce qualche altra mossa. Arte del Ghiaccio: Rompicalotta!*"
Al suono di quest'ordine numerose crepe si dilatarono ad una velocità impressionate nel suolo congelato, fino a spaccarlo quasi tutto in breve tempo.
Nel momento in cui il jinchuriki scagliò la sua sfera volante, le lastre così ottenuto saltarono in aria come sotto l'effetto di una detonazione.
Ciò fece perdere l'equilibrio e la mira al giovane, che spedì la sfera contro un edificio e dovette usare una parte del proprio chakra per attaccarsi alla lastra gelida dove si trovava ed evitare di finire sbalzato via.
Merda, merda, merda...qui lo scontro si fa sempre più duro...non posso perdere ulteriore tempo a lottare, o la mia Modalità Eremita si esaurirà presto...devo sconfiggere Zimoi in fretta.
Naruto inavvertitamente sentì improvvisamente una forte quanto piacevole sensazione di calore invadergli il corpo.
Capì che era uscito dalla zona fredda posta dal Generale Inverno, anche dal fatto che sulla sua pelle sentì di nuovo la pioggia invece che la neve.
Il suo nemico però non demorse comunque e, saltando da piattaforma in piattaforma, si avvicinò a Naruto e gli sparò dalla lancia l'ennesimo raggio congelante.
Il giovane Uzumaki stavolta non era più indebolito dal freddo pungente e, con tutta la sua velocità, schivò il colpo e raggiunse il suo avversario.
Quest'uomo ha lottato bene...è persino riuscito a resistere ad un Rasengan...mi spiace che debba finire così.
Riflettuto ciò, ma sempre tenendo la guardia alta, Naruto tirò un rapidissimo calco volante all'altezza delle costole di Zimoi Quest'ultimo fu abbastanza rapido da parare il colpo con il gomito, ma il nemico si girò velocemente e lo colpì in pieno volto con un pugno letale.
La potenza del diretto fu devastante, tanto che non solo il colpo frantumò la maschera antigas del soldato, ma lo scagliò come una palla di cannone contro la cittadella, facendo crollare persino alcuni edifici più piccoli nell'impatto.
Capendo ormai che lo scontro era arrivato al termine, il ninja biondo saltò dalla piattaforma congelata e riatterrò sulla base del ponte sospeso da cui era salito.
Usando i propri poteri sensoriali, notò con uno strano piacere che Zimoi era ancora vivo, seppur estremamente debole.
Sospirò stranamente per il sollievo e controllò il suo comunicatore.
Seppur esso era stato quasi distrutto per il gelo, l'unità di memoria sembrava intatta.
Bene...è ora di tornare a casa. Nagato sarà molto contento di quanto ho scoperto.
Fischiettando alacremente, premette il pulsante dell'ascensore.
***************
"Caugghhh...caugghh...."
Il Generale Inverno era riuscito, seppur con estrema difficoltà, a sopravvivere al terribile pugno del nemico.
L'aura gelida che aveva invaso il palazzo si era dissolta e il ghiaccio stava incominciando a sciogliersi nonché la neve a ritornare pioggia.
La potenza del pugno gli aveva frantumato sia la maschera antigas che il naso, la sua spalla sinistra era trapassata da una stalattite di ghiaccio e sentiva bene che anche le ossa del braccio sinistro e un femore si fossero rotti.
Era però ancora vivo, nonostante tutto.
Rantolando e sputando fiotti di sangue, provò a farsi strada tra i calcinacci e il ghiaccio che lo seppellivano.
Dopo alcuni faticosi metri, vide che davanti a lui c'era il Barone Praxis.
"Vostra altezza..." Si rivolse al suo signore. "Ho fallito nella mia missione...sono stato indegno della fiducia che mi avete dato...me ne vergogno profondamente..."
Il capo di Haven City guardò dall'alto il suo sottoposto con aria enigmatica.
Dopo qualche secondo estrasse la sua lama dal fodero, ovvero un gladio dall'aspetto argenteo scanalato a mo' di radici di albero, e la puntò contro il suo servitore.
Gli occhi marroni del Generale Inverno, ora visibili, si abbassarono lentamente.
"Sai, dovresti sapere fin troppo bene che non c'é nulla al mondo che io disprezzi più del fallimento e della debolezza. Dovrei eliminarti per questo..."
Il soldato chiuse gli occhi senza emettere un fiato: era pronto ad accettare la sua punizione e il suo destino con la dignità che lo aveva sempre contraddistinto.
Il Barone però inaspettatamente non vibrò il colpo fatale, ma afferrò il suo generale per la collottola e lo sollevò davanti a se.
"Sappi questo, Zimoi. Per i tuoi meriti in campo militare per questa volta ti risparmierò la vita. Ma ricorda: io non concedo seconde possibilità".
Il Generale Inverno venne lasciato dal suo padrone e si rimise in piedi, seppur a fatica.
"Vi ringrazio, mio signore". Pronunciò inchinandosi con rispetto. "Prometto di non deludervi ancora. O di morire in caso contrario".
In quel momento arrivarono delle guardie dalle torri della cittadella.
"Uomini, accompagnate il generale Zimoi in infermeria. Ha bisogno di cure urgenti".
I soldati eseguirono un ossequioso saluto militare, quindi caricarono il ferito sulle loro spalle.
Rimasto solo, il tiranno diede una breve occhiata ai danni provocati dalla scontro appena concluso, quindi pose il suo sguardo sulla città.
Naruto Uzumaki...pensò....rimpiangerai di non essere morto in prigione...solo perché sei momentaneamente al sicuro, questo non significa che non stia per prenderti.
Mentre era assorto in tali tetre riflessioni, un'aura di color violetta melanzana iniziò a circonfondere il suo corpo.
Ti catturerò un giorno, è una promessa. Io ti avevo tolto i poteri un tempo, ma adesso ho intenzione di toglierti anche la vita, checché ne dica Monzaemon. La fine tua e dei tuoi patetici amici sta per giungere.
Presto...molto, molto presto...
L'aura iniziò ad espandersi e ad assumere una connotazione quasi solida.
Una forma i cui occhi luminosi sembravano lampeggiare sinistramente di fame di morte.
***************
Angolo dell'autore: eccomi qui, devo dire che ho scritto come un fiume in piena.
Allora, piaciuto lo scontro in stile vecchia scuola?
Forse Naruto l'ho reso troppo debole, ma c'era anche da considerare che lo scontro era avvenuto ad una temperatura più che polare, il che lo ha limitato.
Adesso, ho una chicca per voi:
Ecco l'immagine del Barone:
 
Bene, ora devo andare a farmi ricostruire le gambe dopo che ho fatto arrabbiare Chuck.
Ciao e grazie a tutti coloro che mi seguono!
*: tecniche di mia invenzione.

 

Cap. 27. Intrusione al Cremlino.

 

 

"Eccovi qua ragazzi ".

Naruto, sotto richiesta del suo amico Kriad, era tornato assieme al comandante alla sala di controllo dell'Area Industriale.

Oltre al tremebondo Vin, che smanettava sulla tastiera come al suo solito, era presente lì un altro anziano signore.

Era un vecchio da lunghi capelli bianchi, tranne che per la testa completamente calva, che indossava un'elaborata tunica color turchese ed uno strano monile a forma di collana sulla testa.

Il ribelle castano non appena lo vide lo salutò calorosamente.

"Ciao papà, cosa ci fai qui?"

Naruto da parte sua chiese incuriosito.

"Dunque è questo il padre di cui mi parlavi, vero? Io sono Naruto, piacere".

"E io mi chiamo Me Kor Tal". Ricambiò cortesemente il saluto l'uomo. "E' un grande piacere per me conoscerti. Tutti parlano molto bene di te, ragazzo, specie mio figlio".

Detto ciò strizzò la guancia del suo ragazzo con tutta la forza di cui le magre braccia rugose sembravano essere capaci.

"E' sì, sono proprio fiero del mio ragazzo. Così giovane e sta già facendo un ottimo lavoro al comando del Mondo Sotterraneo".

Kriad rispose scacciando di colpo la mano del padre in malo modo.

"Papà, quante volte te l'ho detto?!? Non devi trattarmi come un bambino davanti agli amici!"

"Su non è bello comportarsi così con tuo padre!" Sgridò l'Uzumaki alterato l'amico.

In fondo al cuore, anche lui avrebbe desiderato moltissimo avere un parente che gli dava i pizzicotti...

"Naruto ha ragione, Kriad. Non si tratta così il proprio vecchio. E pensare che io ero venuto qui da Vin a fare un paio di visite ai miei vecchi compagni del Mondo Sotterraneo. Ho lasciato il mio lavoro alla resistenza, ormai, ma questo non significa che io non possa salutare dei vecchi amici di tanto intanto".

"Vero, vero papà". Parlò di nuovo il figlio di nuovo con la consueta affabilità. "Ciononostante, io e Naruto non siamo venuti qui per una visita di cortesia. Vin, dobbiamo trovare i codici di accesso del palazzo del Barone. Sembra che Praxis abbia organizzato un incontro segreto con il generale della nona divisione, Zimoi. Dobbiamo assolutamente scoprire come arrivare lì senza fare tanto casino. Ci serve un ascensore attivo in una delle torri di supporto collegate al palazzo".

Il vecchio scienziato, che prima sembrava assorto nelle sue attività informatiche, si girò e rispose bruscamente.

"State scherzando spero?!? mai che voi veniate a fare una visita di piacere...comunque non è possibile. L'unico ascensore utilizzabile fa parte della griglia energetica della vecchia zona B, che non funziona da anni!"

Il ribelle castano, per nulla scoraggiato da questo diniego, strinse l'occhiolino al suo compagno biondo e si voltò con aria fintamente delusa.

"Certo lavorare con l'energia deve essere molto complicato...molto più di quanto tu possa fare Vin...vero Naruto?"

L'Uzumaki, capita la strategia, sorrise sotto i baffi e stette al gioco.

"O certo...io pensavo che tu fossi un grande scienziato, Vin. Uno che è in grado di far funzionare un complesso sistema di scudi non è capace di attivare un piccolo ascensore!" Qui il suo tono si fece ancora più smaccatamente punzecchiante . "Un piccolo ascensore ha bloccato l'ingegno del grande Vin! Sempre che tu sia il cervellone che ci hai sempre fatto credere di essere..."

La strategia ebbe un effetto completo: il piccolo ricercatore, ferito al proprio orgoglio di uomo di scienza, strabuzzò gli occhi e pestò i piedi.

"Non ci riuscirei è così?!? Bazzecole, invece! Posso deviare le conduttore della zona B attraverso la griglia di bypass".

Iniziò la sua operazione freneticamente come il personaggio di una commedia, premendo dei pulsanti rossi su uno schermo rosso a lui vicino.

"Adesso evito gli anelli di Eco e collego i tubi di giunzione in serie".

L'ometto raggiunse la piattaforma volante per arrivare agli schermi superiori.

"Poi torno indietro fino alla Spirale di Isolamento 2 e giù fino alla rete numero 5! Se infine circuiti del GX-75b riescono a gestire il flusso, collego l'anello di fase al quadro elettrico di manovra ed ecco la corrente per l'ascensore".

Come un vero teatrante, Vin concluse il suo numero scendendo trionfale dal suo palcoscenico mobile, quasi facendo un inchino.

"Vin, ritiro ogni cosa. Sei un genio". Asserì Naruto tra il divertito e l'ammirato.

"Beh, a dire il vero Mar era il vero genio". Rispose il caposquadra della miniera con nuova umiltà. "Secondo la gente, è lui che ha costruito lo scudo e la città e gran parte di questa roba. Ad ogni modo, io vi consiglio caldissimamente di non mettere piede lì. Le difese del Palazzo sono formidabili. Tra rilevatori di chakra e quant'altro, finireste trinciati in men che non si dica. Per non parlare poi delle guardie del corpo del Barone. Sono quasi tutti membri dell'Orco...sono spaventosi quelli..." Finì con un tremito, quindi tornò alle sue mansioni.

L'Uzumaki sapeva che il Barone non l'avrebbe accolto con tè e pasticcini, ma con i suoi rinnovati poteri si sentiva pronto a tutto.

"Fidatevi, ho affrontato di peggio. Non ci sarà nessun pericolo. Ascoltami Kriad, ti va bene se svolgo tutti i compiti da solo? Mi spiace, ma se davvero dovremmo affrontare l'Orco, allora non dovrò avere rallentamenti di alcun genere".

Il ribelle castano abbassò la testa, quasi vergognandosi della sua impotenza.

"Vorrei poter replicare Naruto, ma so che hai ragione. Sarei solo di intralcio per un eventuale scontro con l'Orco. Ti dico di andare, ma ti prego comunque di non abbassare la guardia in nessun caso. Sakura mi lincerebbe se scoprisse che ti ho lasciato da solo nel caso in cui ti facessi male o peggio".

Il ninja biondo strinse la mano dell'amico con forza, quindi gli diede una pacca sulla spalla.

"Tranquillo amico". Affermò con sicurezza. "Non mi succederà niente vedrai. E comunque, dì a Sakura che mi promettesse di non farti a pezzi anche nel peggiore dei casi".

Il suo tono era scherzoso e ciò rassicurò il castano un poco.

"Ok, buona fortuna..."

Kriad vide il proprio amico allontanarsi verso la porta d'uscita.

In preda ad un ripensamento, provò a fermarlo e a dirgli qualcos'altro, ma suo padre si interpose tra i due.

"Perchè figlio mio ti preoccupi tanto per lui?"

Lo sguardo del vecchio era molto meno benevolo di quanto ci aspetterebbe dalla domanda posta e dal suo tono.

Kriad strinse i pugni e abbassò gli occhi per evitare di incrociarli con quelli del padre, quindi ripose sommessamente.

"Nulla, padre. Torniamo al lavoro".

 

 

 

************************

 

 

Eccomi qui. E' ora di rivedere quello stronzo del Barone Praxis.

Fu questa frase ciò che pensò Naruto nel momento in cui stava salendo nella torre di controllo usando l'ascensore.

Osservando le luci intermittenti blu che lampeggiavano nell'abitacolo, il ragazzo rifletteva su vari argomenti.

Mmmmm...chissà che strategia potrei usare...forse dovrei attivare la Modalità Eremita fin da subito...magari per superare le difese del Barone...oppure sarebbe meglio aspettare...comunque, non è tempo di combinare idiozie di alcun genere. Qui troppo dipende dalla mia missione. Accidenti, queste luci così soffuse sono stranamente rilassanti. L'ascensore sembra davvero veloce. Meraviglie della tecnologia!

Associando un pensiero all'altro gli sovvenne di quanto questo sapere avrebbe potuto cambiare in meglio la vita degli abitanti della città di Haven.

E soprattutto lo fece quasi in montare in collera il fatto che tutto questa scienza così avanzata e potenzialmente utile venisse usata per scopi così orridi da crudeli signori della guerra come Praxis.

Barone...presto arriverà la resa dei conti...molto presto. Ti puoi considerare davvero fortunato che...

Il suo flusso di pensieri si concluse con un rumore metallico: l'ascensore era arrivato a destinazione.

Facendo alcuni passi in avanti, il ninja biondo poté ammirare davanti a se una vista assolutamente inusuale, se non mozzafiato.

Il palazzo del Barone giganteggiava davanti a lui in mezzo ad un cielo nuvolo e tempestoso.

Esso aveva la forma di una minacciosa cittadella costruita in metallo e quarzo, al cui centro di essa si stagliava aguzza la torre più alta, come emblema della ricchezza e del potere del Barone.

L'edificio sembrava collegato alle varie torri di controllo da numerosi ed enormi ponti sospesi metallici, uno dei quali si trovava proprio davanti all'Uzumaki.

Devo dire che tutto ciò è molto teatrale...al Barone piace intimidire i suoi nemici...e pure il panorama non è affatto male...

Sporgendosi dalla pedana esterna all'ascensore, Naruto ebbe la possibilità di godere di una vista molto ampia di tutta la città.

Alla sua altezza tutti gli edifici gli sembravano più piccoli di casette per bambole e le persone erano pressoché invisibili.

Come è piccolo il mondo da quassù...ma non devo distarmi. il mio obbiettivo è il palazzo. La mia sfida inizia adesso.

Apparentemente non notò nessuna guardia o difesa di sorta a sul ponte sospeso, quindi decise di proseguire.

Dopo aver fatto pochi passi però, udì dei rumori strani provenire da sotto il passaggio.

In pochi secondi di lì a poco sbucò da sotto il ponte una grossa sentinella robotica simile ad una versione di Mizuki più tozza, priva però di testa e dotata in compenso di un jet-pack, due cannoncini e due vani posteriori armati di siluri di Eco e laser.

Svolazzando a poca distanza da Naruto, il robot puntò sul ragazzo il suo rosso occhio robotico che aveva posto sul torace.

Da esso partì una specie di laser color blu che scansionò il giovane.

"Mancata identificazione del Pass RED. Attivare protocollo difensiv..."

L'androide non terminò la frase, dato che venne prima trapassato da parte a parte da un pugno nell'occhio ed esplose poco dopo in mille pezzi.

Naruto infatti aveva iniziato a meditare non appena aveva visto al guardia, ed era entrato in Modalità Eremitica esattamente un istante dopo che la macchina avesse terminato l'analisi.

Bene, adesso che sono al massimo della mia forza... Realizzò...tanto vale che ne approfitto.

Pensato ciò corse il più velocemente che poté sulla sua strada.

Con la Modalità Eremitica la sua velocità era aumentata a tal punto che non solo fu in grado di attraversare il ponte sospeso in brevissimo tempo, ma anche di superare due torrette di guardia ed una seconda sentinella senza essere scoperto.

Giunto alla cittadella principale, il giovane disattivò il suo Senjutsu e decise di proseguire normalmente.

Dunque, secondo questa mappa... Controllò il suo trasmettitore. La sala di incontro del Barone dovrebbe trovarsi esattamente sotto di me quindici a metri a destra partire da questo punto.

Avanzando, ebbe la conferma che le informazioni che aveva raccolto erano giuste: davanti a lui comparve una grossa cupola di vetro e ferro, bagnato dalla pioggia battente.

Al di sotto di esso, Naruto vide quella che sembrava la sala del trono, ovvero una lunga stanza bluastra alla cui parete campeggiava un grosso trono dorato.

L'attenzione dell'Uzumaki si spostò subito sulle persone all'interno della sala: il Barone Praxis si trovava in piedi a pochi passi al trono.

Inginocchiato accanto a lui vi era un uomo dal fisico statuario, vestito con un'uniforme delle guardie Krimzi bianco neve, munita di una maschera antigas ben più appariscente del normale e orlata di una pelliccia simile a quella di un lupo bianco.

Il re era rivolto ad uno strano ologramma generato da un trasmettitore, raffigurante la testa di un essere ripugnante.

Naruto subito realizzò che doveva trattarsi di una Testa di Metallo, poiché aveva l'aspetto una corpulenta lucertola verde con la tipica gemma incastonata nel cranio ed il capo ornato da barbigli pallidi.

"Avrò l'Eco disponibile entro questo fine settimana. Come promesso, sarà trasportato direttamente al vostro covo". Disse il Re alla Testa di Metallo in tono servile.

Molto più servile di quanto Naruto si fosse aspettato.

La creatura rispose tra l'inferocito il disgustato, come se si rivolgesse ad un servo o ad verme patetico, e non ad un sovrano.

"Quello scambio non ha alcun valore se non puoi effettuare la consegna, caro Barone".

Il capo di stato, vedendosi umiliato così da quello che giudicava un abominio disgustoso, non riuscì a non digrignare i denti per la rabbia, ma non replicò.

"I tuoi atteggiamenti puerili mi rendono molto irritato, e ancora di più i tuoi patetici attacchi portati da quei cadaveri ambulanti. Se non mi consegni l'Eco come pattuito l'affare salterà e le rovine della tua preziosa capitale serviranno da monito per coloro che si azzarderanno a formulare patti con me senza poterli onorare!"

L'ologramma scomparve e la guardia di alto rango, rimasta in silenzio per tutto il colloquio, decise di parlare con il Barone.

"Mio signore...non vorrei amareggiarvi ulteriormente, ma...la nostra situazione al fronte contro le Teste di Metallo è molto precaria..." Parlò con voce nella quale si poteva scorgere un tono sinceramente accorato, seppur reso più minaccioso e inquietante dalla maschera antigas.

"Il loro leader sta giocando con noi. Le nostre ai confini stanno ottenendo risultati molto altalenanti, e questo continuo donare Eco alle Teste di Metallo finirà per privare le nostre forze e la città delle sue più importanti difese. Vi prego, lasciatemi guidare una spedizione all'interno del covo. Con l'aiuto dei guerrieri più potenti dell'Orco, potrei..."

"Pazienza, generale Zimoi". Rispose il dittatore affacciandosi alla finestra davanti a lui, sfiorandola quindi con il palmo della mano destra. "Nessuno è mai riuscito a tentare una sortita efficace al covo delle Teste di Metallo. Io so quali sono i risultati di azioni del genere".

Si toccò dicendo questo la benda metallica sull'occhio, come prova della veridicità delle sue parole.

"No, comandante. La forza è la loro debolezza. Lasceremo che si nutrano dalle nostre mani: quando saranno satolli e abbasseranno la guardia, allora potremmo infliggere loro un colpo mortale. Generale della nona divisione Zimoi!"  Si girò verso il sottoposto, e il suo tono di voce divenne perentorio. "Come primo incarico qui ad Haven City da comandante, ti ordino di mobilitare tutte le truppe libere per intensificare le ricerche della Tomba di Mar e della pietra del Precursor. Dobbiamo trovarla il prima possibile".

Naruto dalla sua postazione stava ascoltando questo discorso con estrema concentrazione.

Tomba di Mar? Pietra del Precursor? Cosa sta nascondendo il Barone?

"Più specificamente, assegna ad Ashelin il comando di queste squadre di spedizione".

"Mio signore". Rispose il soldato molto umilmente. "Con tutto il rispetto per voi e per il valore che ha dimostrato più la maggiore, vostra figlia non si è dimostrata molto...accondiscendente".

"Dannazione...risolveremo il problema. In un modo o nell'altro".

Questa seconda rivelazione stupì l'Uzumaki ancora di più di prima.

Dunque Ashelin è la figlia del Barone...incredibile...sembra che la mela sia caduta lontana dall'albero, per fortuna...

Il signore di Haven da canto suo camminò per un poco in circolo.

Il suo unico occhio integro rivelava una forte sete di violenza e di battaglia.

"Ma adesso, mio caro Zimoi, ti voglio affidare un'altra missione".

"Quale mio signore?"

"Attivare protocollo difensivo GH2!"

A quello strano segnale il generale fece un altro inchino di rispetto, quindi la sua figura svanì in una nuvola di fumo.

Prima che Naruto potesse realizzare qualunque cosa, l'intera zona venne invasa da una foschia pesantissima, che azzerò quasi del tutto i contorni della zona.

L'aria sopratutto divenne sempre più fredda, fino trasformare in neve la pioggia e a congelare l'acqua già presente nella zona, ricoprendo di ghiaccio quindi il pavimento e i tetti.

Mi stanno congelando vivo...realizzò lo shinobi tremando, ormai quasi assiderato.

Da lontano scorse appena un raggio di color turchese intenso, che lo colpì in pieno petto.

Preso ancora alla sprovvista, il giovane venne congelato quasi completamente, tranne che per la testa.

Se continua così...ci lascio le penne...

 

 

**************

 

 

La mia missione sembra essere in procinto di compiersi. Il Generale Inverno ha colpito ancora...

Il generale Zimoi notò che la sua trappola aveva avuto successo.

Rintanato nella pesantissima foschia, si preparò a sferrare il colpo di grazia a Naruto.

Mise quindi in avanti la sua arma, una specie di lancia cerulea con la punta a forma di una mazza da hockey, e da essa generò alcuni brevi lampi che immediatamente si cristallizzarono in dischi glaciali.

Dischi glaciali molto affilati nell'aspetto.

Il soldato senza perdere nemmeno un secondo scagliò quattro o cinque di quei proiettili di ghiaccio nella foschia usando la parte piatta della sua arma, mirando al capo dell'avversario con precisione elevata nonostante la scarsa visibilità.

L'ho ucciso? Si chiese. No, si sono schiantati contro il muro...

Fiutando il pericolo imminente, colpì il terreno congelato dietro di lui con la punta piatta della lancia, facendo emergere dalla zona colpita una specie di iceberg in miniatura.

Questa barriera di difesa venne disintegrata immediatamente e Zimoi dovette saltare indietro per evitare l'attacco.

Naruto Uzumaki era riuscito a scappare e, a giudicare dai suoi occhi da rospo, stava incominciando a lottare sul serio.

"E' questo dunque il potere del senjustu?" Chiese il generale al ragazzo. "Impressionante, te ne devo rendere atto. Sei riuscito a rompere la mia barriera glaciale in un tempo da record".

"Anche la tua tattica è stata molto astuta, generale Zimoi". Rispose l'Uzumaki. "Dato che conosci così bene la Modalità Eremita, dovresti sapere che la situazione per te si fa parecchio difficile".

Il bianco soldato sorrise sotto la sua maschera protettiva nera.

"Può darsi, ma io ho il vantaggio del terreno..."

Detto ciò schioccò le dita e fece spuntare sotto i suoi stivali color latte dei pattini da ghiaccio, quindi iniziò si allontanò dall'avversario saltando e pattinando sugli edifici congelati.

Naruto provò a raggiungerlo con un balzo, ma Zimoi incredibilmente riuscì a sfuggirgli con un'artistica piroetta.

Anche con la Modalità Eremitica, il freddo incredibilmente pungente della zona si stava facendo notevolmente sentire, rallentando i suoi riflessi.

Non ci sarebbe voluto molto per lui prima di entrare in ipotermia.

Approfittando di questo abbassamento di guardia, il generale mise in avanti l'arma e, roteando sempre su se stesso, generò da essa una lama di ghiaccio circolare.

"Arte del Ghiaccio: Tecnica della Lama Glaciale!*"

Esclamò e lanciò la lama di ghiaccio che il nemico evitò per un pelo.

Cavoli...Praxis ha assegnato i suoi posti di comando ai migliori...poi ha lo stesso Kekkei Genkai di Haku. Devo usare tutta la mia forza se voglio batterlo.

Pensato ciò il giovane utilizzò una Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo, evocando due cloni.

Le due copie subito evocarono due enormi Rasengan e si lanciarono da due lati contro il nemico.

Quest'ultimo però non si fece cogliere impreparato, ma indietreggiò sfruttando la viscosità del ghiaccio e compose rapidissimo dei sigilli.

"Arte del Ghiaccio: Tempesta Segreta del Cristallo Mortale*".

Tutti fiocchi di neve nella zona si bloccarono a mezz'aria e si trasformarono in sottili spiedi di ghiaccio, i quali dopo qualche secondo precipitarono verso i due cloni a gran velocità.

Il primo venne colpito  fatto sparire, l'altro invece, che era più vicino, riuscì a raggiungere il soldato.

"Rasengan!" Urlò colpendo il nemico in pieno, devastando anche una grossa porzione di terreno ghiacciato.

Quest'ultimo non emise nessun gemito, nonostante l'impeto della sfera.

Dopo pochi secondi infatti la copia di Naruto venne colpita violentemente da dietro e sparì in una nuvola di fumo.

Il vero generale Zimoi era apparso da dietro, armato di un pilastro di ghiaccio cilindrico alto e grosso almeno quanto lui.

Il soldato però aspettò a trionfare: sapeva che il Naruto reale si sarebbe fatto rivedere presto.

Come da copione, il ninja biondo lo assaltò sorgendo da dietro, con due Rasengan per mano.

"Prova ad evitare questi! Raseengan!"

Il guerriero gelido provò ad usare il suo pilastro come difesa, ma la potenza delle sfere di chakra fu molto superiore alle sue aspettative ed esse attraversarono il pilastro con facilità.

Ancora stupito per l'improvvisa velocità di questo assalto, anch'egli venne colpito dalle sfere di energia sulla piastra pettorale, facendolo rompere in più punti, e il suo corpo venne lanciato a moltissimi metri di distanza.

Per evitare di schiantarsi contro un edificio, rivolse la punta della sua alabarda dietro di lui e generò con essa uno scivolo di ghiaccio, che prontamente usò per rimettersi in equilibrio.

"Però Naruto: hai superato ogni mia aspettativa". Si rivolse affabilmente al giovane shinobi. "La mia armatura è composta di un materiale più duro dell'acciaio e romperla è un'impresa anche per una Testa di Metallo. Confesso di essere stanco delle solite lotte con loro. Non fanno altro che sbavare, urlare e cercare di morderti...era da tempo che non combattevo un guerriero di un simile calibro. Mi sto divertendo molto, devo dirlo".

Il ninja biondo rispose con un enigmatico sorriso, anche se sapeva che a causa della foschia Zimoi non lo avrebbe notato.

In un certo senso, anche lui era molto compiaciuto di una lotta simile.

"Ascoltami Zimoi, devo dire che questa battaglia è molto soddisfacente anche per me. Sei un ottimo avversario, e mi dispiacerebbe finirti anche per questa ragione. Il mio obbiettivo era quello di ascoltare la conversazione tra te e il Barone. Ora che l'ho concluso, lasciami andare per la mia strada. Non mi interessa prendere la tua vita. Almeno finché servirà a impedirti di prendere quella degli altri..."

il vecchio soldato saltò dal suo scivolo ed atterrò sul pavimento congelato davanti a Naruto.

Tale parole lo avevano evidentemente toccato, infatti aveva abbassato lo sguardo e l'arma, e il suo tono aveva assunto una sfumatura molto più malinconica.

"Sciocco ragazzo: Siamo in guerra, e uccidere è il nostro compito e destino. Se non mi elimini adesso, sicuramente un giorno dovrò far fuori te o i tuoi amici. La pietà e l'onore fra guerrieri tra loro pari vanno molto bene nei libri o nei film, ma essere misericordiosi in battaglia significa nella vita reale trovarsi pochi secondi dopo stecchito a terra con un proiettile nel ventre o nel cranio. No ragazzo, non è così che funziona. In ogni caso, non posso permetterti di spifferare ad anima viva il contenuto del patto tra noi e le Teste di Metallo. Il mio dovere presso il Barone mi impone di trasformare questo palazzo di ghiaccio nella tua tomba. Ad ogni costo".

Naruto rispose con un sospiro di delusione: se stavano così le cose, allora non avrebbe potuto tirarsi indietro.

Caricò quindi un Rasenshuriken in una mano di medie dimensioni, e si preparò a lanciarlo.

"Se così stanno le cose, generale. Allora seguirò questo tuo consiglio. Rasenshurikeen!"

L'uomo sorrise sotto i baffi e infilò l'alabarda nel terreno congelato per la punta.

"Questo soldato conosce qualche altra mossa. Arte del Ghiaccio: Rompicalotta!*"

Al suono di quest'ordine numerose crepe si dilatarono ad una velocità impressionate nel suolo congelato, fino a spaccarlo quasi tutto in breve tempo.

Nel momento in cui il jinchuriki scagliò la sua sfera volante, le lastre così ottenuto saltarono in aria come sotto l'effetto di una detonazione.

Ciò fece perdere l'equilibrio e la mira al giovane, che spedì la sfera contro un edificio e dovette usare una parte del proprio chakra per attaccarsi alla lastra gelida dove si trovava ed evitare di finire sbalzato via.

Merda, merda, merda...qui lo scontro si fa sempre più duro...non posso perdere ulteriore tempo a lottare, o la mia Modalità Eremita si esaurirà presto...devo sconfiggere Zimoi in fretta.

Naruto inavvertitamente sentì improvvisamente una forte quanto piacevole sensazione di calore invadergli il corpo.

Capì che era uscito dalla zona fredda posta dal Generale Inverno, anche dal fatto che sulla sua pelle sentì di nuovo la pioggia invece che la neve.

Il suo nemico però non demorse comunque e, saltando da piattaforma in piattaforma, si avvicinò a Naruto e gli sparò dalla lancia l'ennesimo raggio congelante.

Il giovane Uzumaki stavolta non era più indebolito dal freddo pungente e, con tutta la sua velocità, schivò il colpo e raggiunse il suo avversario.

Quest'uomo ha lottato bene...è persino riuscito a resistere ad un Rasengan...mi spiace che debba finire così.

Riflettuto ciò, ma sempre tenendo la guardia alta, Naruto tirò un rapidissimo calco volante all'altezza delle costole di Zimoi.

Quest'ultimo fu abbastanza rapido da parare il colpo con il gomito, ma il nemico si girò velocemente e lo colpì in pieno volto con un pugno letale.

La potenza del diretto fu devastante, tanto che non solo il colpo frantumò la maschera antigas del soldato, ma lo scagliò come una palla di cannone contro la cittadella, facendo crollare persino alcuni edifici più piccoli nell'impatto.

Capendo ormai che lo scontro era arrivato al termine, il ninja biondo saltò dalla piattaforma congelata e riatterrò sulla base del ponte sospeso da cui era salito.

Usando i propri poteri sensoriali, notò con uno strano piacere che Zimoi era ancora vivo, seppur estremamente debole.

Sospirò stranamente per il sollievo e controllò il suo comunicatore.

Seppur esso era stato quasi distrutto per il gelo, l'unità di memoria sembrava intatta.

Bene...è ora di tornare a casa. Nagato sarà molto contento di quanto ho scoperto.

Fischiettando alacremente, premette il pulsante dell'ascensore.

 

 

 

***************

 

 

"Caugghhh...caugghh...."

Il Generale Inverno era riuscito, seppur con estrema difficoltà, a sopravvivere al terribile pugno del nemico.

L'aura gelida che aveva invaso il palazzo si era dissolta e il ghiaccio stava incominciando a sciogliersi nonché la neve a ritornare pioggia.

La potenza del pugno gli aveva frantumato sia la maschera antigas che il naso, la sua spalla sinistra era trapassata da una stalattite di ghiaccio e sentiva bene che anche le ossa del braccio sinistro e un femore si erano fratturati.

Era però ancora vivo, nonostante tutto.

Rantolando e sputando fiotti di sangue, provò a farsi strada tra i calcinacci e il ghiaccio che lo seppellivano.

Dopo alcuni faticosi metri, vide che davanti a lui c'era il Barone Praxis.

"Vostra altezza..." Si rivolse al suo signore. "Ho fallito nella mia missione...sono stato indegno della fiducia che mi avete dato...me ne vergogno profondamente..."

Il capo di Haven City guardò dall'alto il suo sottoposto con aria enigmatica.

Dopo qualche secondo estrasse la sua lama dal fodero, ovvero un gladio dall'aspetto argenteo scanalato in forma di radici di albero, e la puntò contro il suo servitore.

Gli occhi marroni del Generale Inverno, ora visibili, si abbassarono lentamente.

"Sai, dovresti sapere fin troppo bene che non c'é nulla al mondo che io disprezzi più del fallimento e della debolezza. Dovrei eliminarti per questo..."

Il soldato chiuse gli occhi senza emettere un fiato: era pronto ad accettare la sua punizione e il suo destino con la dignità che lo aveva sempre contraddistinto.

Il Barone però inaspettatamente non vibrò il colpo fatale, ma afferrò il suo generale per la collottola e lo sollevò davanti a se.

"Sappi questo, Zimoi. Per i tuoi meriti in campo militare per questa volta ti risparmierò la vita. Ma ricorda: io non concedo seconde possibilità".

Il Generale Inverno venne lasciato dal suo padrone e si rimise in piedi, seppur a fatica.

"Vi ringrazio, mio signore". Pronunciò inchinandosi con rispetto. "Prometto di non deludervi ancora. O di morire in caso contrario".

In quel momento arrivarono delle guardie dalle torri della cittadella.

"Uomini, accompagnate il generale Zimoi in infermeria. Ha bisogno di cure urgenti".

I soldati eseguirono un ossequioso saluto militare, quindi caricarono il ferito sulle loro spalle.

Rimasto solo, il tiranno diede una breve occhiata ai danni provocati dalla scontro appena concluso, quindi pose il suo sguardo sulla città.

Naruto Uzumaki...pensò....rimpiangerai di non essere morto in prigione...solo perché sei momentaneamente al sicuro, questo non significa che non stia per prenderti.

Mentre era assorto in tali tetre riflessioni, un'aura di color violetta melanzana iniziò a circonfondere il suo corpo.

Ti catturerò un giorno, è una promessa. Io ti avevo tolto i poteri un tempo, ma adesso ho intenzione di toglierti anche la vita, checché ne dica Monzaemon. La fine tua e dei tuoi patetici amici sta per giungere.

Presto...molto, molto presto...

L'aura iniziò ad espandersi e ad assumere una connotazione quasi solida.

Una forma i cui occhi luminosi sembravano lampeggiare sinistramente di fame di morte.

 

***************

 

Angolo dell'autore: eccomi qui, devo dire che ho scritto come un fiume in piena.

Allora, piaciuto lo scontro in stile vecchia scuola?

Forse Naruto l'ho reso troppo debole, ma c'era anche da considerare che lo scontro era avvenuto ad una temperatura più che polare, il che lo ha limitato.

Bene, ora devo andare a farmi ricostruire le gambe dopo che ho fatto arrabbiare Chuck.

Ciao e grazie a tutti coloro che mi seguono!

*: tecniche di mia invenzione.


 

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Capitolo 28
*** Cap. 28. Ricordi ed emozioni. Parte prima. ***


Cap. 28. Ricordi ed emozioni. Parte prima.

 
 
Naruto Uzumaki stava morendo dalla curiosità.
Mancava così poco alla prima gara di qualifica, e non vedeva l’ora di osservare la tecnica che Nagato aveva apportato su Konan.
A fare da spettatori vi erano anche i tre comandanti che il ninja biondo conosceva bene, oltre ad Aghapes ed Hanks.
Anche loro erano venuti per curiosità.
Il gruppetto aspettava davanti alla porta dell'ufficio del loro leader, ognuno dedicandosi a varie attività per passare il tempo.
Il comandante in seconda era assorto nella lettura di un libro sul modellismo, Kriad mozzicava una mela sbucciata, Sakura effettuava alcune flessioni sul terreno con seduti sopra di lei i due ribelli di rango più basso e infine il jinchuriki camminava nervosamente per la sala.
"Spero che la mia amica Ayal stia bene..." Mormorò la piccola ribelle bionda. "E' nuova di qui, e spero che non succeda né a lei né a Konan nulla di male".
Il ninja medico cercò di rassicurarla tra una respirazione un altra.
"Non...preoccuparti per la tua amica...Nagato non ha mai...sbagliato un colpo. O una tecnica...andrà tutto benissimo".
"Lo spero davvero...voi ninja siete così strani a volte...se non avessimo già avuto a che fare con la tecnologia Precursor, diremmo che siete una specie di stregoni". Rispose la ragazza consolata. "Siete così potenti...così enormemente potenti...quasi quasi mi piacerebbe avere la tua forza, Sakura...così potrei dare ai servi del Barone una bella lezione".
La ninja dalla pelle verde sorrise, contenta che qualcuno apprezzasse la sua capacità.
Il comandante più in alto in grado distolse il suo sguardo dalla lettura e poggiò il libro aperto sul pavimento roccioso, avendo deciso di unirsi alla conversazione.
"Dato che la mia posizione e la mia anzianità di servizio me lo permettono, ho intenzione di sparare un paio di perle di saggezza della serie morali sempre buone per l'uso: non è sempre male essere deboli, sai? Le persone forti spesso sono anche le più sole. Il potere poi quasi sempre si paga con prezzi alti, molto alti. Non rimpiangere questa tua impotenza...spero che un giorno non verrai mai a pentirtene..."
La giovane donna non condivideva pienamente quello che Torn diceva, ma, considerato il passato del comandante, trovò inopportuno replicare.
"E tu Naruto? Perché stai lì a girare in torno senza far nulla?" Domandò stavolta il ribelle castano.
Mozzicò quindi ancora la sua mela e la sua faccia assunse un espressione quasi estatica.
"Squisita...mangiare mele così è davvero cosa rara...me ne avanza giusto una. Chi di voi la vuole?"
Il rosso alzò la sua mano affermativamente, e Kriad estrasse un altro frutto lucido e rosso dalla sua tasca, per poi lanciarlo al suo compagno d'arme.
Quest'ultimo addentò la mela con grande piacere e assaporò il suo succo lentamente.
"Cavoli comandante Kriad...è davvero ottima..."
"Ragazzi, come potete pensare alle mele?!?" Domandò il ninja biondo ancora più in uno stato di eccitazione.
"Tra poco l'Ombra ci mostrerà una tecnica davvero strabiliante, e voi ve ne state qui a pensare solo a rimpinzarvi di frutta?!? Dico davvero, io certe volte non vi capisco..."
"Mica possiamo essere tutti degli esagitati iperattivi con passione quasi morbosa per i jutsu, no?" Rispose l'uomo bendato con il suo naturale tono canzonatorio. "Davvero, sembra che tu stia per andare a passeggiare con la donna amata fianco a fianco sulla riva del mare...anzi, no: è più simile alla prima volta in un bordello..."
L'altra comandante redarguì violentemente il suo superiore.
"Torn! Ti sentisse Ashelin...ad ogni modo, è vero Naruto che la stai prendendo con un po' troppa agitazione. Non credo che accadrà nulla di così..."
Pochi secondi dopo la porta dell'ufficio si sbloccò e si aprì subito.
Da essa fece il suo ingresso il possessore del Rin'negan, il quale indicò qualcosa, o qualcuno, all'interno della stanza come il presentatore di un concorso.
"Ho il piacere di presentarvi...le gemelle Ayal!"
Subito uscirono assieme due donne quasi identiche l'una all'altra.
Avevano in comune pressoché tutto: erano entrambi giovani, piccole di statura, brune e corte di capelli e avevano piccoli occhi color nocciola.
L'unica differenza che intercorreva tra loro era che quella di destra aveva un piercing sotto le labbra.
Vedendo gli stupefacenti risultati di questa sua tecnica, l'Uzumaki più giovane sgranò gli occhi dallo stupore.
"Waooo! Hai davvero superato te stesso...come ci sei riuscito, Nagato?"
Quest'ultimo mise la mano dietro la nuca in segno di lieve imbarazzo.
"Una cosetta da nulla...la Tecnica del Camuffamento della Forma è una versione alternativa di quella Conversione della Forma. Invece di usare un sacrificio umano, sono in grado trasferire una parte più piccola del chakra di una persona all'altra senza rischi per nessuno. Essa assume comunque l'aspetto e l'impronta di chakra del donatore, permettendo così di eludere Kekkei Genkai come il Byakugan. Il Barone non scoprirà mai la differenza".
L'angelo di Amegakure intanto si toccò un poco le guancie piuttosto lisce e scure di carnagione.
"Devo dire che questo nuovo aspetto mi sta benone. Non vedo l'ora di andare e far mangiare la polvere a tutti quei maledetti!"
"Vacci piano Konan..." Cercò di calmare il capo dei ribelli l'amica. "Nel momento in cui tu userai del chakra che non è quello del donatore, la tecnica svanirà immediatamente e ritornerai al tuo aspetto originario. Il che significa che lì sarai particolarmente esposta ad eventuali pericoli".
La donna con le sembianze di Ayal alzò una mano sulla spalla del suo compagno e gli rivolse un sorriso.
Un sorriso così sinceramente benevolo e radioso che Nagato trovò scioccante, dato l'atteggiamento stoico e apparentemente freddo che l'amica era solita mantenere.
"So già quali sono tutti i rischi Nagato...è da tempo che gareggio ormai. Lo sport delle corse è violento e brutale quasi quanto una battaglia vera, ma credimi se ti dico che sono una dei migliori. In questo torneo, modestia a parte, non ho visto nessuno ad eccezione di Mizuki che sia alla mia altezza. E comunque..."
La donna cinse inaspettatamente la vita di Nagato con un tenero abbraccio.
"Non mi importa più nulla...Sulegnav mi manca da morire, ma adesso che ci sei tu non ho più niente di cui preoccuparmi. Finalmente possiamo ricominciare...nel modo giusto".
L'uomo non disse nulla, ma si concesse completamente alla stretta della donna.
In fondo al cuore sapeva che Sakura non era la sola che aveva aspettato ardentemente per due anni il ritorno di una persona cara...
La scena tenera fu contemplata da tutti i membri del gruppetto con attenzione, specialmente da Naruto.
Tra quei due sicuramente c'è qualcosa di più di un semplice rapporto di amicizia...chi lo sa...potrebbe sbocciare in qualcosa di maggiore.
Pensato ciò il suo sguardo si posò su Sakura.
La fanciulla aveva finito i suoi esercizi e stava seduta su una sedia contemplando l'abbraccio.
Naruto si deliziò nel fissare la sua figura imponente ed atletica, ma comunque ben tornita, messa in rilievo dai pantaloni da ginnastica blu e della T-shirt bianca.
Poi il suo sguardo venne attratto da suoi morbidi e lucidi capelli color fiori di ciliegio e quindi si immerse nei suoi profondi occhi smeraldo
In quella contemplazione al ninja biondo Sakura gli sembrava uno degli esseri più belli del creato.
L'incanto che però aveva pervaso la scena si era infranto da un fischio del comandante in seconda.
"Che bella coppietta che siete! Bravi, bravi! Quando pensate di tromb..."
L'omone bendato venne castigato ancora dalla kunoichi verde, solo molto più severamente: esso venne steso a terra da un pugno dei suoi.
"Torn, hai il romanticismo di uno scaricatore di porto! Ma come ti salta in mente di fare commenti del genere?!? Nagato dovrebbe punirti per il tuo continuo comportamento da stronzo, un giorno di questi".
L'omone, ce non si era fatto nulla dalla piccola punizione di Sakura, si rialzò come se nulla fosse.
"Andiamo, Sakura: lo vedi anche tu che sono fatti l'uno per l'altra, no? Se se ne stanno lì a pomiciare, è naturale che a uno vengano in mente certe cose, dai!"
I due ninja di Ame, così interrotti, sciolsero la loro morbida stretta e allontanarono l'uno dall'altro i loro visi divenuti rossi come il fuoco.
"Torn..." Balbettò il possessore del Rin'negan. "Sappi che ti manderò a lavare tutti i piatti del Mondo Sotterraneo un giorno di questi...ma ora non è tempo". Qui l'imbarazzo sembrò scomparire. "Per evitare ogni rischio, alcuni di noi devono andare a fare da scorta a Konan. Ho deciso che andrò io. Qualcun altro vuole venire a vedere la gara di Zoomer?"
Naruto alzò la mano per candidarsi.
"Io, per favore. Ho iniziato questa storia delle corse e voglio vederne il seguito. E poi, sono curioso di vedere se la nostra Konan è brava come tutti dicono".
"Questo lo potrai osservare tu stesso. Forza, dobbiamo sbrigarci. La gara inizia tra poco". Incitò l' Angelo di Amegakure.
Il trio così organizzato si accinse quindi a tornare alla piattaforma.
L'Uzumaki però venne fermato dalla compagna del Team .
"Naruto..." Mormorò lei.
Dai Sakura...prendi il coraggio a due mani e digli ciò che provi, cavolo!
"Che c'è..." Rispose il ragazzo leggermente imbarazzato. "Cosa vorresti dirmi..."
Avanti Sakura...fatti coraggio! Non devi mollare. Devi riuscire a farti forza come in passato.
La rosa riuscì a biascicare solo qualche trita parola.
"Fa...attenzione....ok?"
Anche il ninja biondo sembrava molto imbarazzato dalla situazione tanto che la sua risposta non fu meno stentata.
"Ok...grazie e ciao..."
I due gruppetti si separarono quindi, con l'Haruno che rimase a guardare immobile la navetta che si allontanava immergendosi nei cunicoli rocciosi.
Sakura...possibile che tu...tu...non riesca ad andare avanti?
 
 
 
****************
 
Ok...Hinata, dire che il momento per attuare il nostro piano sia finalmente arrivato.
Era il turno di Sasuke fare la guardia al perimetro esterno del nuovo covo suo e di Faccia di Bimbo, ovvero un edificio fatiscente nella città morta.
I due erano sul tetto della baracca, con Ilnok che si era concesso qualche ora di sonno ristoratore.
Osservando bene il suo compagno che dormiva accovacciato all'entrata dell'attico con l'alabarda stretta in pugno, l'Uchiha si assicurò che fosse entrato nel mondo dei sogni.
 Il moro usò tutta la sua cautela per avvicinarsi all'uomo mascherato e, sempre con estrema perizia, gli abbassò la nuca e gli sfilò la maschera da dietro.
Sasuke si allontanò un poco e sussurrò impercettibilmente dal sollievo: Ilnok non si era svegliato.
Devi venire immediatamente. Il nostro Ilnok non è noto per il sonno pesante.
In quel momento si udì un gorgoglio dalla palude circostante, dove l'acqua era più profonda.
Dalla melma emerse quindi la testa di Hinata Hyuga, che nuotò placidamente circondata da sonnacchiose creature anfibie fino a raggiungere il palazzo del compagno.
Arrivata a destinazione, scrollò il suo corpo dal fango e mise in vista le sottili ali da libellula.
Volò quindi fino al testo della catapecchia e si posò davanti all'uomo di Spargus.
Ok Hinata...mi raccomando: non combinare stupidaggini. La ammonì mentalmente l'Uchiha. Cerca sopratutto di non scendere sull'edificio: è così marcio che crollerebbe non appena tu ci poggeresti piede sopra.
La ragazza annuì e mise le mani in forma di sigillo.
Subito dal diadema sul suo cranio iniziarono a dipanarsi degli strani fasci di energia, invisibili a chiunque tranne che a lei, che raggiunsero il cervello di Illnok.
Un ulteriore fascio invisibile partì ancora dal suo cervello, facendo entrare nella visione anche Sasuke.
Ho ottenuto la connessione! Adesso devo esaminare i suoi ricordi...
Nella mente dei due giovani subito comparve l'immagine di qualche salone dall'aspetto psichedelico.
Questa immagine offuscata subito venne sostituita da un'altra più nitida.
I ricordi di Ilnok...eccoli qui.
***
Hinata e Sasuke si ritrovarono in un ampio cortile soleggiato.
Poco lontano da loro, seduta sotto una piccola palma, osservarono una piccola bambina dai capelli biondo grano che giocava con una bambola.
Vedere di quel frugoletto divertirsi e ridere di cuore mentre trastullava il suo giocattolo scaldò il cuore della ragazza profondamente.
L’attenzione della bambina e dei due intrusi improvvisamente venne interrotta da una voce.
Una voce così amorevole che quasi i due non riuscirono a credere quando scoprirono chi apparteneva.
Faccia di Bimbo, o meglio Ilnok dato che non indossava la maschera, era in piedi davanti all'ingresso di una modesta casetta, con le braccia aperte ed un volto pieno di calore.
Accanto a lui c’era una donna alta e dai capelli mori che teneva in braccio un neonato
“Ecco la mia bambina!” Esclamò l’omone.
Subito la piccoletta si alzò e corse ad abbracciare il padre.
Quest’ultimo le diede molti baci sulla guancia e le accarezzò i boccoli biondi con tenerezza.
“Eccoti qua. Dimmi ti sei divertita con Chammy?” Parlò indicando la bambola di pezza, che rappresentava in forma una bambina quasi del tutto identica alla figlia.
“Sì, Chammy è molto contenta. Per questo vuole ringraziarti per averla cucita”.
Avvicinò quindi il volto della figura di pezza alla guancia del padre, e mosse il volto della bambola come se desse un bacio.
“Oh Chammy!” Esclamò l‘omone felicissimo. “Grazie per questo bel bacino!”
La donna accanto a Ilnok sorrise cullando il suo bebè, mentre Hinata non riuscì ad evitare di lacrimare.
“Sasuke…è toccante, non vero?” Chiese la ragazza a Sasuke senza preoccuparsi del rumore.
Quello che stavano vivendo infondo era solo una proiezione dei ricordi di Ilnok, e che quindi tecnicamente non esistevano lì.
Per una volta, persino il solitamente freddo Uchiha non poté che concordare con lei.
“Sì Hinata. Devo dire che stavolta hai ragione…”
L'uomo di Spargus quindi depose la figlioletta a terra e le diede un altro tenero bacio sulla fronte.
“Adesso io e la mamma dobbiamo parlare. Tu gioca ancora con Chammy, va bene?”
La piccola annuì e tornò a trastullarsi con la sua bambola, quindi Ilnok si avvicinò alla donna e le cinse i fianchi delicatamente.
I due entrarono nell’abitazione, quindi Sasuke fece cenno a Hinata di seguirli.
La coppia si sedette davanti ad un piccolo tavolo circolare, l’uno davanti all’altra.
Il bambino era appoggiato invece su una culla vicino loro e dormiva placidamente.
I due viaggiatori nella memoria si avvicinò alla finestra e furono pronti ad ascoltare la conversazione in atto.
“Allora Ilnok…” Iniziò la mora. “La piccola Kirah ti assomiglia molto. Ha i tuoi stessi capelli biondi”.
“Invece penso che assomigli più a te, Maya”. Replicò l’omone, sempre però con estrema dolcezza. “Ha gli stessi tuoi lineamenti morbidi e tuoi occhi azzurri come il paradiso…”
Quindi si alzò e provò ad avvicinarsi alla donna per darle un bacio passionale, ma quella lo scostò con malinconia.
“Non credo che ci sia tempo per questo, Ilnok. Purtroppo ho brutte notizie. C’è stata una terribile esplosione a Gabai, e sono morte migliaia di persone”.
La notizia sembrò colpire molto Ilnok, il quale si sedette visibilmente incupito.
“E’ terribile…”
“Sì amore mio. Ma c’è ancora peggio. Il re Damas è tra i dispersi. Il Consiglio Regale di Haven…sta provvedendo all’elezione di un nuovo sovrano”.
L’uomo sobbalzò animato da una forte collera, quindi sbatté il suo pugno sul tavolo.
“Cosaaa?!? Ma non pensano nemmeno di fare qualche ricerca? Lì devono essere matti…”
“Amore mio…” Cercò la donna di tranquillizzare l’amato mettendo la grossa mano callosa dell’omone tra le sue ben più piccole e lisce. “Era solo un questione di tempo, purtroppo. Dopo gli ultimi fallimenti nella campagna contro le Teste di Metallo, re Damas aveva perso la fiducia della gente. Lo avrebbero deposto comunque. Il problema è che il candidato più papabile per ora è il Barone Praxis. Quel demagogo sta manipolando i membri del Consiglio come tanti burattini…c’è molto da preoccuparsi”.
“Hai ragione amore mio. Certo…in tempo di crisi è necessario che l’esecutivo abbia molti poteri…ma è di Praxis che stiamo parlando, non dimentichiamocelo. Una volta che lui si prenderà il potere, non lo restituirà così facilmente. Il problema che arriva a porsi è un altro. Re Damas proviene dalla nostra regione e ed è membro di quella discendenza che secondo la leggenda proviene da Mar in persona. Noi spargani siamo gente orgogliosa e difficilmente piegheremo il capo di fronte ad un potenziale dittatore”.
“E’ di questo che volevo parlarti, Ilnok. Io so che tu sei il migliore guerriero della nostra regione, nonché generale medico dell’esercito di Spargus. Ilnok…io ti chiedo di rinunciare a quel titolo. In caso di guerra tutto ciò sarebbe troppo pericolo per noi. Sei mio marito: fallo per me e per i nostri figli”.
Provò quindi ad avvicinare i suoi occhi celesti a quelli del marito.
Quest’ultimo si commosse profondamente e si alzò dal tavolo per l’ennesima volta.
“Maya…io ti amo con tutto me stesso, ed amo altrettanto i nostri bambini. Ma non posso accettare una richiesta simile: ho un dovere nei confronti della gente di Spargus, ed è quello che mi aspetta al fronte”.
Incupita, la mora cercò di balbettare un argomento che lo dissuadesse.
“Ma io? E Kirah e Ryahn? Non pensi a noi?”
“Ogni istante della mia vita, amore mio”.
Detto ciò si avvicinò alla culla del bambino più piccolo, che ancora era immerso nella pace del sonno.
“Per questa ragione io devo restare a lottare. Per assicurare un futuro dove i nostri figli, e tanti altri bambini, possano vivere e crescere in pace”.
Quindi prese il suo bebè con delicatezza e, assicurandosi di non svegliarlo, gli diede un grosso bacio sulla fronte.
“Dormi piccolo mio…ci penserà il tuo papà a proteggerti. Ricordalo sempre”.
Avendo visto ciò, la Testa di Metallo fu pervasa da un forte senso di vertigine.
“Cosa può aver trasformato quell’uomo un tempo così compassionevole e generoso nel mostro di crudeltà che è ora?” Domandò spaesata la fanciulla al moro.
La risposta di quest’ultimo fu carica di un amarezza tremenda.
“Basta poco Hinata. Basta così poco per trasformare una persona buona in un vendicatore. Anche io amavo moltissimo la mia famiglia…e Konoha me l’ha portata via. Mi ha portato via tutto”.
La ragazza abbassò il capo ornato dalla gemma con il cuore gonfio di tristezza.
Era terribile per lei relazionarsi con così tanto dolore…
La fanciulla voleva approfondire la questione di Konoha, ma il loro colloquio venne però interrotto da qualcosa di estremamente singolare: la scena iniziò a distorcersi fino a scomparire in un turbine di lampi iridescenti.
I due capirono che stavano passando in un altro ricordo.
****
“Precursor… ritirata!”
I due si trovavano in mezzo ad una lunga strada, con Ilnok al centro di essa.
Era notte fonda e il posto in cui sembrava trovarsi era un campo di battaglia.
Le guardie Krimzi stava attaccando da tutte le parti, dando fuoco ad abitazioni e sparando sui civili in fuga.
L’omone si stava battendo come un leone contro i soldati suoi nemici, tagliando i loro proiettili con la sua alabarda e facendoli a pezzi a gruppi come bambini.
“Maya! Kirah! Dove siete?!?” Urlò il soldato facendosi strada tra la folla che correva e la moltitudine di nemici.
I due seguirono Ilnok passando attraverso il flusso di persone come spettri.
“Devono esseri i ricordi di Ilnok…legati alla perdita della sua famiglia…” Mormorò Sasuke.
“Già…tutto questo è davvero orribile”. Rispose la Hyuga. “Mi ricorda tanto l’assalto di Monzaemon a Konoha. Purtroppo non possiamo fare nulla per impedirlo…”
I due videro Ilnok correre per la via fino a raggiungere un palazzo in fiamme.
Dalla finestra del secondo piano l’omone notò con orrore che si stava sporgendo sua moglie, con in braccio i suoi figli svenuti.
“Ilnok!” Urlò la donna con voce strozzata per le inalazioni di fumo. “Devo…gettarti…i bambini…”
Senza farselo ripetere due volte, il guerriero di Spargus si mise sotto la finestra dove si trovava la moglie, in attesa di ricevere l’amato carico.
La donna fece cadere prima il neonato dalla finestra, poi la bambina di tre anni, ed entrambi vennero raccolti con prontezza dal padre.
“Va bene, buttati tu adesso!” Incitò dopo aver liberato le mani.
“D’accordo!”
La donna quindi salì sul cornicione della sua finestra, ma la sua fuga venne interrotta nel più orrendo dei modi.
Dietro di lei apparve veloce come un lampo un uomo il cui volto era nascosto da un cappuccio e che in mano teneva una strana arma affilata a tre punte.
In preda all’angoscia, Ilnok provò ad urlare qualcosa, ma il suo avvertimento fu inutile.
Con una velocità incredibile, l’uomo trafisse la donna nella spalla, quindi la fece cadere giù dalla finestra.
Ancora tremendamente scosso per ciò che era accaduto, l’omone riuscì appena ad afferrare la moglie morente.
“Precursor…” Non poté che a biascicare, posando la consorte sulla strada. 
La donna sanguinava copiosamente dalla schiena e il corpo aveva già i segni del pallore della morte. 
“Non temere…ti salverò io…ti salverò”. Disse l'uomo aprendo spasmodicamente la borsa dei medicinali.
Quest’ultima alzò con le ultime forze il suo volto, fino a congiungere i suoi occhi con quelli dell’amato.
“Ti prego Ilnok…proteg-gi…almeno i bambini…”
Detto questo spirò per il dissanguamento.
L’urlo che uscì dalla gola di Ilnok fu di un dolore e di una rabbia che Hinata non aveva mai visto in tutta la sua vita.
Completamente accecato dalla collera, l’omone gettò a terra la borsa delle medicine e con alcuni balzi veloci saltò sul piano dove si trovava l’assassino della moglie.
Senza dire una parola, ma entrambi comunque intristiti per ciò che era accaduto, i due intrusi approfittarono della mancanza di corporeità per raggiungere Ilnok e il suo aggressore.
Il generale stava puntando la sua alabarda bipunte verso il petto dell’aggressore.
“Io ti ucciderò. Lo giuro su tutti i Precursor che ti strapperò il cuore!” Minacciò e caricò il nemico come un rinoceronte ferito.
L’avversario, senza dire nulla, si spostò di lato ed evitò l’assalto con una rapidità strabiliante e sferrò un fendente di lato con la sua insolita arma.
Ilnok però riuscì a mettere la arma in avanti e a parare i colpo.
Non avevo mai visto una persona così veloce…Si visualizzarono i pensieri del gigante ai due intrusi. Ma non mi farò sconfiggere, a nessun costo!
I guerrieri iniziarono quindi uno scontro di mischia assolutamente brutale.
Hinata notò nervosamente che l’omone stava lentamente avendo la peggio: nonostante la maggiore forza di Ilnok, l’avversario si stava rivelando più veloce e lo stava mettendo alle strette con i suoi rapidi e letali fendenti.
Sasuke invece sembrava incuriosito dallo scontro, specialmente dalle armi e dallo stile da combattimento dell’avversario.
“Quelle armi…Hinata, credo di aver già visto strumenti simili…” Disse alla compagna. “Su un libro…credo di storia…sono kunai”.
La loro attenzione però venne distolta da un urlo belluino: Ilnok era riuscito incredibilmente ad anticipare il suo nemico e gli teneva stretto il braccio con una presa torcente.
“Mai sfidare un medico nel corpo a corpo!” Ruggì. “Conosce molto bene il linguaggio del corpo!”
I misterioso assalitore non disse nulla, ma lanciò il suo kunai con il braccio libero sul muro dirimpetto.
Inspiegabilmente scomparve dal nulla, per poi riapparire sul muro dove aveva lanciato l’arma.
“Che diavolo di streg…” Il lottatore di Spargus non ebbe nemmeno il tempo di capacitarsi del fatto che l‘avversario fosse riuscito a sfuggire alla presa.
Il nemico aveva infatti evocato una strana sfera luminescente nella mano destra e si era gettato contro di lui.
L’assalto sferico colpì Ilnok al torace e scagliò entrambi fuori dalla finestra, facendolo schiantare a terra.
Nonostante la forza del colpo fosse talmente elevato da fargli sputare un fiotto di liquido rosso, quest’ultimo non demorse e riuscì a sferrare dalla sua scomoda posizione un pugno nel volto del nemico.
Il gancio fece sanguinare un poco il naso del nemico e rese ben visibile il volto nascosto da un pesante cappuccio.
Sasuke impallidì dallo stupore nel vedere il volto dell’aggressore, capendo che tutte le sue supposizioni erano fondate.
“Hinata quell’uomo…”
“…è lo Yodaime Hokage…” Continuò la frase del moro biascicando.
Era impossibile che loro due si fossero sbagliati: ad eccezion fatta della sclera nera, il volto del nemico che Ilnok stava combattendo era identico a quello del defunto capo di stato.
Immediatamente la piccola ferita al viso dell’Hokage si rigenerò e quest’ultimo osservò il suo nemico in maniera fredda e impassibile.
Meccanicamente lo Yodaime estrasse altre due delle sue lame con esse infilzò gli avambracci di Ilnok, facendolo muggire dal dolore.
Lasciato il difensore a terra si diresse quindi verso i piccoli figli di quell’uomo.
Ilnok inorridito provò a rialzarsi, ma venne bloccato da varie canne di blaster sulla schiena. 
Un plotone di guardie Krimzi lo teneva immobilizzato a terra.
“Lasciamo che si goda la scena…” Suggerì sadicamente una di loro.
La bambina di tre anni intanto si era svegliata da poco, e stava ritraendosi dal suo aggressore abbracciata al fratellino minore.
Era talmente terrorizzata da non riuscire nemmeno a parlare.
Lo Yodaime stava avanzando lentamente e con fatica verso i due piccoli, con il kunai impugnato per trafiggere.
A i due viaggiatori del pensiero sembrò quasi che qualcosa lo stesse costringendo ad andare avanti.
Osservando impotente quest’orrida camminata, l’omone con le lacrime agli occhi provò ad implorare l’aggressore.
“Ti scongiuro…non fare del male ai miei figli…farò tutto ciò che vuoi…sarò il tuo schiavo…” 
La guardia di prima rise a sentire questa supplica e diede al guerriero un colpo violento alla nuca con il fucile.
“Spiacente, bello stronzo, ma non si fanno prigionieri!”
Anche se nessuno poteva vederlo, Minato invece desiderava in cuor suo più di ogni altra cosa non dover compiere un simile gesto.
Monzaemon… non puoi farmi fare questo…non puoi…
Purtroppo dal suo signore il defunto Hokage non udì nulla in risposta, se non un impulso di andare avanti ancora più forte.
“Ti supplico per tutto ciò che è caro al mondo!” Continuò la sua implorazione Ilnok. “Se sei un padre…pensa a cosa faresti se accadesse a te! Se qualcuno cercasse di uccidere i tuoi figli! Risparmia i bambini…sono tutto per me! Se li risparmierai…io…farò ogni cosa che vorrai! Sì, sarò disposto a passar sopra alla morte di mia moglie! A.. P..PERDONARTI!!!” 
Capendo le eventuali conclusioni di una storia simile, Hinata per un attimo dimenticò di trovarsi in un ricordo e provò a proteggere quei piccoli, ma Sasuke la fermò.
“Non possiamo fare nulla, Hinata. Non possiamo fare davvero nulla”.
L’ammonì, e per la prima volta la sua voce mostrava dolore.
Intanto Minato udì accorati riferimenti alla famiglia e per un attimo provò a chiudere gli occhi e a lacrimare, ma il terribile impulso che governava il suo corpo lo costrinse a restare con gli occhi aperti e aridi.
Perché vuoi fermarti, Minato? Udì l’Hokage una voce nella sua testa. Goditi lo spettacolo, invece! E uccidi, uccidi e uccidi ancora!
Con questi ordini mostruosi e implacabili nel cervello l’uomo posò giù il fatale kunai sul bambino più piccolo.
La piccola Kirah, mostrando tutto il coraggio che le era rimasto, provò a fare da scudo al fratellino.
Purtroppo lo Yondaime fu veloce, troppo veloce, e trapassò l’infante con l’arma.
Sempre in un lampo, l’uomo afferrò la bambina per la gola e fece pressione.
Dopo alcuni secondi la lasciò a terra, morta.
In quel momento Minato udì un altro tonfo, da dietro stavolta.
Ilnok si era rialzato in piedi, e le guardie attorno a lui erano distese a terra con il collo spezzato.
Sul suo volto non si trovavano più lacrime, ma furore e odio. Odio puro.
Senza proferire parola, provò quindi a sferrare un ultimo, disperato attacco frontale allo Yodaime, ma quest’ultimo con la sua leggendaria rapidità lo anticipò e lo infilzò con un kunai nel ventre.
Senza riuscire a sostenere il suo sguardo, con un calcio spedì il guerriero di Spargus contro l’edificio in fiamme.
La forza del colpo e le pessime condizione del muro fecero in modo che il muro si ruppe e che Ilnok venne spedito all’interno della casa.
Dopo alcuni secondi il palazzo franò in un mare di detriti.
Hinata vedendo tutto ciò non poté fare altro che singhiozzare, ma qualcosa di strano accadde di nuovo.
La distorsione della zona significava che i due stavano per essere catapultati in un altro ricordo.
Quale sarebbe stato, però?
***
I due si ritrovarono all’interno di una grossa stanza metallica che si trovava a quota altissima sul terreno, data l’aria fredda e la differenza di pressione.
“Questa è la Rok…” Mormorò l’Uchiha. “Ilnok mi aveva detto che l’assalto avvenuto lì lo aveva portato a lasciare i ribelli…”
Capendo che non era tempo di fare domande, la giovane si guardò intorno.
Ilnok si trovava davanti ad una grossa console di comandi digitale e vicino a lui si trovava disteso a terra uno strano essere violaceo simile ad grosso goblin calvo dalla pelle squamosa.
La creatura non era però morta, dato che sia Hinata che Sasuke potevano chiaramente avvertirne il respiro.
Il guerriero di Spargus, che indossava la sua famigerata maschera, digitò qualcosa sullo schermo.
“Ok…” Pronunciò l’omone a bassa voce. “Ho mirato attentamente alle fabbriche…sì! A quest’ora se le rado al suolo ci dovrebbero essere un massimo di quattro-cinque vittime…”
Quindi posò il suo sguardo sul suo compagno di missione.
“Scusami Torn…ma non potevo rischiare…lo so che sei un fissato con gli ordini…ma devo fare ciò che devo fare…”
Detto ciò mise il dito su un grosso bottone rosso alla sua destra.
In quell’istante però lo scena si distorse sempre di più come un schermo virtuale mal funzionante.
“Cosa sta succedendo?” Chiese Sasuke a Hinata.
Senza dire una parola, la giovane fece un gesto con la mano davanti al compagno, la cui figura si dissolse nel nulla.
Quindi tutto intorno a lei sparì.
***
 
“Auucch!”
Hinata si risvegliò di soprassalto: qualcosa aveva interrotto la sua connessione.
Ancora stordita per quest’interruzione, la giovane si trovò il collo cinto dalle gambe di qualcuno.
Davanti a lei realizzò di trovare Faccia di Bimbo, il quale le stava puntando alla gola la temuta alabarda.
“Adesso Hinata…dimmi…” Pronunciò lui con occhi spiritati. “Dimmi come CAZZO HAI POTUTO FARMI QUESTO?!? E soprattutto…dammi una buona ragione per non sgusciarti come una vongola, ora. RISPONDIMI!!!”
A parlare però non fu la Hyuga, bensì l’Uchiha, il quale affermò ciò che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato da lui.
“Ci dispiace tanto per te, Ilnok”.
 
****************************
 
Angolo dell’autore: Ok…qui ho davvero superato me stesso (spero…).
Niente scenetta comica, in quanto rovinerebbe tutto il pathos.
O forse no…molti di voi probabilmente si lamenteranno della sviolinata fatta nella descrizione di Sakura.
Mi difenderò quotando il Simposio: “bello deve essere l’oggetto dell’amore, non chi ama”.
Sakura: un momento…vuol dire che in fondo pensi che io sia una racchia?
Me: emmm…prenditela con Platone!
Platone: maledetto peripatetico…
Aristotele: mo’ che centro io? Te la prendi sempre con me per tutto? Tu e il tuo iperuranio dei miei stivali!
Platone: sempre meglio della tua fisica…ormai sei acqua passata.
Aristotele: sofista!
Platone: sofista lo dici a quel leccaculo di tuo padre! Che si è venduto al sovrano macedone…
Aristotele: almeno lui faceva qualcosa, invece di te, aristocratico di merda! Hai creato una società ideale per mettere al potere i barbagianni odiosi come te.
Platone: io ti ammazzo!
Socrate: e io ammazzo te e la tua idea. E non mi importa nulla se è eterna e incorruttibile!
(i due litigano furiosamente…)
Sakura: ma non dovrei essere io quella che crocchia Platone? Intendiamoci…non è bello fare del male a un vecchio filosofo.
Me: cosa vuoi che ti dica…
Chiedo scusa a tutti gli amanti della filosofia che leggono questo Omake, ma era da un anno che desideravo farlo.
Ovviamente Aristotele e Platone sono OCC (certo due sapienti come loro non litigherebbero mai come dei bambini capricciosi…credo).
Ringrazio come sempre tutti color che leggono.
E mi raccomando…sono affetto da pesante una fame di recensioni!
E non vi piacerà vedermi affamato…
Ciao! 

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Capitolo 29
*** Cap. 29. Ricordi ed emozioni. Parte seconda. ***


Cap 29. Ricordi ed emozioni. Parte seconda.

 

 

"Ci dispiace tanto per te Ilnok".

Questa frase uscita dalla bocca di Sasuke fu un vero shock per entrambi i suoi compagni.

Fu incredibile specialmente per l'omone, il quale stava tremando per la forte emozione.

"Ti...ti dispiace? A te dispiace?"

"Si, Ilnok. Mi dispiace". Rispose il moro mesto. "Anche io so perfettamente cosa si prova a vedere davanti ai tuoi occhi perdere ciò che hai più caro al mondo e non poter fare assolutamente nulla per impedirlo. E' qualcosa di mostruosamente doloroso..."

"Sì...Ilnok..." Pigolò Hinata con le lacrime agli occhi. "I tuoi figli...è stato assolutamente orribile...mi dispiace...io...mi aveva incuriosita il fatto che tu avessi deciso di salvare quel bimbo...vedendoti così crudele...non mi sarei mai aspettata tutto questo".

L'enorme uomo per un attimo tremò ancora più forte, quindi con un agile salto carpiato riatterrò sull'edificio.

Giunto di nuovo sul tetto, prese la maschera che era sul terreno e la indossò una seconda volta.

"Quando siete entrati nei miei ricordi...per me è stato come riviverli una seconda volta". Disse, e sotto il suo volto bianco da bambino si poteva intravedere il luccichio di una lacrima dall'occhio destro.

La Hyuga ebbe un nodo alla gola nel sentire ciò, e i suoi sensi di colpa aumentarono all'inverosimile.

Ilnok lo notò e le parlò con voce molto più calma di prima, quasi affannata.

"Sorpresa piccola? Anche in me...c'è un lato umano dopo tutto. Un tempo, prima che accadesse tutta questa merda, ero molto simile a Torn.

Pensa che io sono diventato medico proprio per poter curare la mia gente...è stata il dolore, Hinata, il dolore per la perdita così violenta: ti entra dentro peggio di un morbo...ti si infila nelle viscere fino a raggiungere il tuo midollo...e lì, lì diventi simile al nemico che combatti. Un assassino trucidatore di innocenti....un mostro di sadismo".

Con tono più emotivamente distaccato, Sasuke pose a Ilnok un'altra domanda.

"Dimmi la verità: cosa è successo veramente alla Rok? Da quanto ho capito, hai mirato solo ad un paio di fabbriche. Come mai si è arrivati lì alla distruzione di un'intera città?"

L'omone biondo esplose in una risata, molto diversa però da quelle crudeli o sarcastiche che era solito fare.

Era amara e piena di dolore.

"Giusto...tanto vale che vi racconti il resto. Vedete, nel momento in cui ho armato le testate poste per il lancio, la fortezza subì un assalto aereo dalle forze del Barone. Me ne sbarazzai in fretta, ma nello scontro il sistema di puntamento venne pesantemente danneggiato. Purtroppo non fui in grado di fermare il conto alla rovescia in alcun modo e la città subì un bombardamento a tappeto. Quando vidi l'orrore che avevo combinato, decisi di andarmene via. Presi una navetta e lasciai Torn lì che era ancora svenuto".

Hinata, senza più lacrime che le rigavano il volto, provò a balbettare qualcosa.

"Ma...allora...perché te ne sei andato dal Mondo Sotterraneo?"

Da Ilnok proruppe un riso persino più funebre del precedente.

"Hinata...hai vissuto per tutta la vita in un clan di schiavisti nobili, e non sai ancora il significato della parola alto tradimento? Io ho messo al tappeto uno dei miei compagni e ho usato la fortezza volante contro i precisi ordini del comando centrale. Si può venire condannati a morte dalla corte marziale per molto meno. E poi, cosa avrei detto hai miei compagni ribelli? - Oooopss, per puro caso ho attivato un'arma di distruzione di massa che ha raso al suolo un'intera città, ucciso migliaia di poveri addormentati e lasciato i sopravvissuti solo con gli occhi per piangere?- Con rispetto parlando, ma che cazzo di idea sarebbe stata? No...io non sono come gli altri ribelli...abbiamo preso strade diverse. Quindicimila morti...sono una cifra imperdonabile. Io non perdonerò mai me stesso per ciò che ho fatto, così come non perdonerò mai né il Barone né i suoi sgherri. E sapete una cosa..."

Qui mise l'alabarda in avanti, ritornando all'espressione feroce di un tempo.

"Non ho mai incontrato il maledetto che ha ucciso la mia famiglia, ma vi posso giurare una cosa: ciò che ho fatto alle altre guardie Krimzi sarà nulla, NULLA in confronto a ciò che gli farò io quando ricapiterà sulla mia strada...bramerà l'Inferno con tutte le sue forze".

Sasuke in quel momento ebbe un guizzo di ciò che lui avrebbe definito genialità.

Un’idea brillante e persino perfida in un certo senso.

"Ilnok, conosco le tecniche di combattimento di quel ninja...era molto famoso e tremendamente potente alcuni anni fa".

Gli occhi del guerriero di Spargus si illuminarono, quindi si diresse velocemente verso il compagno e lo scosse con violenza.

"Dimmi allora...cosa sai di lui? Cosa sai della sua tecnica? Parla!"

Il moro rispose dopo essersi ripreso da quei violenti strattoni.

"Si chiama Minato Namizake...la tecnica che ha usato è quella della Dislocazione Istantanea: da quanto ho visto, permette all'utilizzatore di teletrasportarsi in un luogo in cui è posto un particolare sigillo. La notte del vostro scontro Minato aveva il sigillo applicato sul kunai a tre punte, il che gli ha permesso di teletrasportarsi dove lo aveva lanciato e di sgusciare via dalla tua presa".

Questa descrizione fece frullare nella mente Faccia di Bimbo mille nuove idee e strategie.

Le informazioni che Sasuke gli aveva fornito erano estremamente preziose, e certo lui le avrebbe sfruttate per poter compiere la sua vendetta.

"Grazie tante Sasuke". Disse allontanandosi un poco. "Ti assicuro che quello che mi hai detto mi servirà molto, davvero molto per poter raggiungere il mio scopo".

"Ti auguro di arrivare alla tua vendetta, Ilnok". Affermò Sasuke cupo. "Così come io un giorno possa arrivare alla mia".

Sul volto di Ilnok si dipinse per un istante il lampo di un dubbio: forse il suo compagno non gli raccontava tutto ciò che sapeva.

"Bene, sapete cosa io vi dico?" Affermò quest'ultimo improvvisamente sollevato. "In fondo non è stato un male la vostra intrusione. Dopotutto, io mi sento più libero. Non avevo mai confessato a nessuno, nemmeno ai membri del Mondo Sotterraneo, il mio passato e il motivo preciso del mio odio per il Barone. Del resto, l'ho detto io stesso: siamo compagni di squadra, dobbiamo essere sinceri tra noi".

"Giustissimo..." Hinata parlò con voce molto flebile, quasi sussurrò. "A proposito...Sasuke...io...vorrei chiederti una cosa..."

Il possessore del dojutsu fece un cenno d'assenso che esprimeva molta curiosità.

Hinata deglutì un poco e schiarì la gola, quindi si decise a chiedere tutto.

"Senti...Sasuke...io mi sono sempre chiesta una cosa: perché Naruto ha sempre cercato per tanti anni di salvarti? Mi…sono sempre chiesta che tipo di rapporto ci fosse tra voi due...eravate così affiatati...eri uno dei pochissimi che era a lui vicino...poi...però ci hai traditi: io ho sempre saputo che lo avevi fatto per vendicare l'assassinio del tuo clan....ma quando avevi raggiunto il tuo scopo e ucciso Itachi...non sei più tornato.

Io insomma...volevo solo sapere perché non sei tornato. Perché, Sasuke, perché non sei tornato da Sakura che ti amava o da Naruto che ha sempre creduto in te? Perché poi vuoi distruggere Konoha? Prima ritenevo le tue azioni inconcepibili...ma dopo che ho visto la mente di Ilnok, non ne sono più sicura. Dimmi Sasuke: perché ci odi così tanto? Cosa ti ha fatto il Villaggio della Foglia di così mostruoso? Perché mi hai detto che Konoha ti aveva privato di ogni cosa? Io...vorrei capire".

Sasuke aveva ascoltato le parole di Hinata con un senso di collera crescente, tanto che nel momento in cui ella finì di parlare venne circondato dall'aura innaturale del suo Susano'o.

"Perché odio Konoha, dici?" Pronunciò queste parole con un tono di voce assetato di sangue. "Perché voglio vederla distrutta assieme a tutti i suoi abitanti, mi stai chiedendo?

Te lo spiego subito: lo sterminio della mia famiglia non è stata un'iniziativa di Itachi: glielo avevano ordinato i quadri dirigenti della Foglia!"

Hinata tremò dallo stupore e dall'orrore nell'udire ciò che stava uscendo dalla bocca dell'Uchiha: sembrava che gran parte del suo mondo stesse crollando attorno a lei.

Che la sua visione del mondo stesse attraversando la prova del fuoco.

"SI' HINATA!!!" Continuò l'Uchiha con enfasi che rasentava la pazzia. "Il villaggio della Foglia aveva trasformato il mio clan nel suo branco di cani da guardia, invece di concedere la posizione e il prestigio che spettavano ad esso di diritto. Quando ha cercato di riprenderla...quando ha organizzato un colpo di stato...il Consiglio ha chiesto a Itachi di compiere l'opera.

E' stata la notte più orrida della mia intera vita: mio fratello, colui che veneravo come un dio, aveva ucciso tutti i miei cari uno ad uno! E non gli era bastato, NO! Mi ha anche fatto rivedere l'uccisione di ognuno di loro per centinaia di volte. Ho visto mio padre sventrato con la katana per i Kami sanno quanto! Ho passato anni e anni e anni a progettare un modo per vendicarmi. E quando ci sono riuscito...quando finalmente ho ucciso mio fratello...sai cosa ho scoperto? SAI CHE HO SCOPERTO?!?"

Qui la sua armatura divenne uno scheletro, e l'aura di odio che era da essa emanata divenne così forte che quasi la Testa di Metallo iniziò a temere uno scontro.

"Ho scoperto che era un martire, Hinata. UN VOSTRO MARTIRE! Ha sacrificato tutto: la sua famiglia, il suo onore, la sua stessa umanità per COLPA VOSTRA! Ha sacrificato tutto...eccetto me. Mi ha risparmiato...con l'odio che mi ha instillato dentro mi ha permesso di andare avanti e trovare uno scopo per la mia esistenza. E voi pagherete per ciò che mi avete fatto. PER CIO' CHE GLI AVETE FATTO! Mi assicurerò che l'immonda esistenza del vostro villaggio, che si perpetua grazie al sacrificio di mio fratello, non INFANGHI PIU' QUESTA TERRA!"

In quel preciso istante il Susano'o di Itachi assunse la sua grottesca forma completa, ovvero quella di un balestriere infernale.

L' armatura puntò la arma contro la ragazza, come se volesse colpirla.

Hinata si mise in posizione di guardia, pronta a difendersi, ma inspiegabilmente Ilnok si interpose tra lei e l'armatura.

"Sasuke, smettila. Non ci provare, o ti spezzo le ossa una ad una".

Minacciò con durezza.

A quelle parole il Susano'o inspiegabilmente abbassò l'arma e si ritirò lentamente dentro al moro.

"Ma adesso non è ancora il momento di combattere contro di te, né contro Konoha". Finì la sua declamazione. "Non ancora. Adesso c'è un nemico più pericoloso da combattere".

Hinata sospirò dal sollievo: seppure quei due avessero un mare di demoni e di rabbia e di odio nel cuore, per fortuna entrambi erano ancora capaci di autocontrollo.

E, soprattutto, di un po' di umanità.

La rivelazione di Sasuke le aveva fatto venire molte nuove domande e riconsiderare varie cose con punti di vista differenti, ma per lei era tardi per pensarci.

Tutte quelle forti emozioni le avevano fatto venire una stanchezza addosso incredibile, a tal punto che emise un enorme sbadiglio.

"Vedo che siamo tutti molto stanchi qui..." commentò l'omone. "Beh, credo che ora sia giunto il momento di dormire. Hinata, tu cercati un altro nascondiglio. Quello che abbiamo trovato è così fatiscente e piccolo che dubito che ci staresti comoda".

La Hyuga fece un cenno di assenso, quindi aprì le ali vitree.

"Sasuke, Ilnok...senpai, buona notte".

"Buona notte, Hinata. E scusa per l'attacco di oggi. Ero ancora più inferocito del solito". Rispose Faccia di Bimbo.

Anche se per via della maschera non si poteva vedere normalmente, il guerriero di Spargus sorrideva.

La fanciulla contraccambiò il sorriso, quindi agitò le ali e volò via verso un riparo dove passare la notte.

L'omone rimase per cinque secondi con lo sguardo perso nel vuoto, quindi si girò verso Sasuke.

"Sasuke, devo dire che noi due dovremmo davvero imparare a darci una calmata. Qualche volta siamo davvero esagitati".

L'Uchiha rispose con uno sbuffo di noia, mentre il suo compagno si accovacciò di nuovo all'entrata dell'attico.

"Bene, io torno all'attività che voi avete interrotto. In quanto a te Sasuke, ho un piano per sbarazzarci di Minato, ma avrò bisogno del tuo aiuto".

Queste parole ravvivarono l'attenzione del moro non poco.

"Cosa vuoi da me?"

"Mi serve una tecnica ninja in particolare...non dovrebbe essere troppo difficile per uno come te..."

 

**************************************

 

Per Konan iniziare la sua gara era un'emozione nuova.

Certo, si era trovata già varie volte ai blocchi di partenza, ma adesso c'era molto di più di una semplice competizione in ballo.

Dal suo pesante casco si mise ad osservare lentamente la platea marmorea e con gli occhi cercò i suoi compagni.

Con gli occhi trovò Naruto e Nagato sul cornicione dello stadio, relativamente isolati dal resto dello stadio e protetti grazie un illusione di quest'ultimo da sguardi indiscreti.

La vista delle persone a lei più care che facevano il tifo per lei la riempiva di gioia immensa.

Nagato...Naruto, vi prometto che non vi deluderò. Non questa volta.

Tornando però con lo sguardo alla pista di gara, notò qualcosa di strano e malefico: anche Mizuki stava osservando l'incontro.

Per quanto temesse i suoi occhi bionici, l'Angelo di Ame non riuscì a resistere alla tentazione di rivolgergli una truce espressione di sfida.

Guarda attentamente questa sfida, e soprattutto guarda bene me, perché sarò quella che ti farà mangiare la polvere una volta per tutte! Anche per Sulegnav...

Una voce metallica interruppe la sua riflessione facendole ritornare l'attenzione sul percorso di gara.

La gracchiante voce di un alto parlante metallico.

"Ecco a voi signori e signori il primo incontro di qualificazione per la Coppa Eco! Il vincitore di questa gara dovrà affrontare il percorso che ora apparirà all'angolo dei loro caschi".

In quell'istante apparve una piccola mappa in alto al lato destro del vetro del casco di ciascun concorrente, come aveva detto il conduttore.

Bazzecole...pensò Konan. le curve non sono nulla di ché, e pure queste chicane sono di una semplicità elevata. Nulla di così problematico.

"Il vincitore di questo incontro avrà il diritto di avanzare alle semifinali. Che vinca il migliore, e morite coraggiosamente!"

In un istante comparve davanti alla linea di partenza uno strano schermo robotico volante.

La macchina stava segnando il conto alla rovescia.

La kunoichi prese un ultimo respiro, quindi sgommò con lo zoomer e accese l'acceleratore alla massima potenza.

Immediatamente venne seguita dai rombi dei motori delle macchine di tutti gli altri concorrenti.

La prima gara del torneo più importante della sua vita era appena cominciata.

 

 

*******************************************

 

"E' stata una vittoria incredibile, dico davvero!"

I due Uzumaki si stavano complimentando con l'amica seduti all'interno della sua scuderia, che i ribelli erano riusciti a riprendere e a rimettere a nuovo in tempo di record.

Non solo la donna aveva vinto, ma ci era riuscita con un margine di vantaggio stratosferico.

La sua performance era stata talmente fenomenale che il pubblico ancora esultava e si esprimeva in cori rumorosi.

"Konan non avevo mai immaginato che tu avessi un talento così grande anche per le corse!" Chiese il possessore del Rin'negan estremamente compiaciuto.

La kunoichi di Ame si grattò la testa, quindi rispose con modestia.

"Grazie...in realtà non è che io ami così tanto correre. Solo che Sulegnav aveva bisogno urgente di un corridore...quindi mi sono improvvisata come uno".

"Beh...i risultati sono stati ottimi, a quanto ho potuto vedere...deve essere perché sei una kunoichi. Per poter correre al meglio ci vogliono riflessi felini e eccellente coordinazione mano-occhio, qualità che tu mi pare possegga alla grande".

A parlare però non erano stato né Naruto né Kriad, bensì una donna: Ashelin era entrata nella scuderia.

"Ciao Ashelin". La salutarono calorosamente i due Uzumaki, quindi Nagato si occupò delle presentazioni. "Konan...questa è Ashelin. E' la figlia del Barone..."

"Tutti sanno chi è lei". Lo interruppe la donna di Ame

Il suo tono di voce era divenuto inspiegabilmente freddo e distaccato.

Ciò non sfuggì certo a nessuno dei presenti, specialmente a Nagato.

"Konan, come mai parli così? Ashelin è uno dei nostri migliori alleati. Avanti, sei hai qualche riserva, sai che a me puoi dirlo".

La donna degli origami deglutì un poco, quindi rispose.

"Il fatto è perché non riesco a capire una cosa. Perché sei dalla nostra parte? Insomma, tu sei la figlia del Barone. Stai andando contro il tuo stesso genitore. Dovresti sapere inoltre che con questa guerra potrebbe anche essere necessaria la sua morte. Dunque, quale è il motivo che ti spinge a combattere per noi?"

La rossa sorrise amaramente e scosse un poco la testa.

"Mio padre...è sempre stato un folle. Un folle ossessionato da sogni di gloria e di forza. Sarebbe disposto a fare qualunque cosa per di preservare il suo dominio, incluse le azioni più ignobili".

Detto ciò camminò verso la finestra della scuderia che dava sulla città e si affacciò ad essa.

Il suo sguardo passò velocemente su tutta la città, quindi si pose sull'enorme palazzo che si stagliava al centro di essa.

"Io non sono come mio padre, Konan. Quando ero più giovane e guardavo la città da quel...ridicolo e orribile palazzo, sognavo un futuro migliore per la mia gente. So che mio padre va fermato per il bene della nostra nazione".

Quindi si voltò di nuovo verso la moretta e la guardò in maniera più serena.

"Spero che quindi che adesso tu possa riporre totalmente la tua fiducia in me. Un solo consiglio: guardati bene da Mizuki. Stava osservando la gara con aria strana...più specificatamente stava osservando te in modo molto...invadente. Nemmeno io posso proteggerti da lui".

Queste parole fecero distendere il volto dell'angelo di Amegakure: sembrava infatti che i suoi dubbi riguardanti la fedeltà della figlia del Barone si fossero finalmente dissolti.

"Grazie dell'avvertimento. E scusa se ho dubitato di te".

"Fa nulla". Rispose la rossa senza serbare alcun rancore. "Ad ogni modo, ora devo andare. Ciao, e vi auguro buona fortuna per la prossima gara".

Aprì la porta della scuderia e uscì con circospezione, lasciando i ribelli soli.

"Sono contento che tu abbia acquistato la fiducia di Ashelin". Parlò il possessore del dojutsu supremo. "Lavora con noi già da alcuni anni, e fino ad adesso non ci ha mai deluso. Io confido molto in lei, e se persino Torn, che è più sospettoso di un cane di guardia, ha riposto in lei la più totale fiducia, allora credo di non aver sbagliato scelta. Pensa che si fida talmente tanto che i due...si sono fidanzati".

Al menzionare la parola fidanzamento, nella mente della kunoichi tornarono in mente le allusioni del comandante in seconda, il che la fece arrossire violentemente.

"N...Nagato...io ho bisogno di parlarti". Balbettò "E' qualcosa riguardante...l'abbraccio di oggi..."

Anche il rosso arrossì notevolmente a questa richiesta, intuendo l'argomento sui cui dovevano discutere.

La reazione di Naruto fu invece un sorrisetto di felicità.

"Bene, credo che sia meglio per voi che vi lascio un poco da soli. Godetevi questa serata, piccioncini!"

Finito di parlare il giovane sparì dalla vista dei due in un battibaleno, lasciandoli soli con le loro faccende.

La tensione nell'aria era davvero elevata.

Certo Nagato e Konan si conoscevano da moltissimi anni ed erano entrambi adulti, ma in quell'occasione sembravano essere tornati al tempo dell'adolescenza.

O forse perché, per colpa di tutti i traumi e le violenze che avevano subito, a livello emotivo il tempo dell'adolescenza non lo avevano mai lasciato.

Prendendo un respiro, fu Konan la prima a rompere il ghiaccio.

"Ascoltami...Nagato...quando ti avevo abbracciato...io...insomma...volevo dirti che...ecco..."

Cercando di riordinare i suoi pensieri provò a fare dei respiri profondi, ma venne interrotta nel più eclatante dei modi.

Senza preavviso infatti la tecnica che occultava il suo vero aspetto svanì di colpo, e Konan trovò le sue morbide labbra fuse a quelle di Nagato.

Quest'ultimo ritrasse le sue labbra per un istante e i suoi occhi mistici si specchiarono in quelli ambrati di lei.

"Non c'è bisogno di dirmi nulla...ti amo anch'io".

La felicità della donna raggiunse quello che lei definiva l'apice, tanto quasi da farla piangere.

I due quindi si unirono in un altro bacio pieno di passione, quindi l'Uzumaki le massaggiò a lungo delicatamente le spalle ancora coperte dal mantello e i seni.

Dopo alcuni minuti di questa beatitudine, la ragazza di Ame interruppe ancora il contatto per un poco.

"Che c'è?" Domandò Nagato.

"E' che...tutto questo mi ricorda tanto che non ho mai avuto in fondo una relazione vera...a parte quella con Yahiko.."

Il ricordo del loro vecchio amico gettò un'ombra che offuscò l'atmosfera così solare.

"Così tu eri...insomma innamorata di lui?" Domandò il possessore del Rin'negan.

In realtà intuiva da sempre che tipo di relazione intercorreva tra i suoi due amici più cari, ma lo chiese comunque per avere conferma.

"Sì...mi aveva detto che presto avrebbe reso pubblica la nostra relazione...ma prima...sai che cosa è successo..."

Ciò fece abbassare il capo alla donna dal peso dei ricordi e dal rimorso mai del tutto sopito.

Fortunatamente l'abbraccio di Nagato fu lì a sostenerla ancora una volta.

"Ascoltami Konan...tu e Yahiko...eravate perfetti insieme. Mi spiace davvero tanto che tu lo abbia perso...e soprattutto, mi spiace che tu lo abbia ritrovato...in quella maniera orribile".

L'angelo di Ame alzò il suo sguardo dubbioso verso quello di Nagato, che era molto grave e anche quello appesantito da un forte rimorso.

"Pensa...deve essere stato orribile per te. Diventare un'assassina contro la tua volontà…io so che tu non volevi quella vita…so che Yahiko sarebbe stato disgustato dell’uso che volevo fare del suo corpo…è solo che ero inebriato dai miei folli sogni. Devo ringraziare Naruto se sono rinsavito…e cosa più importante, devo chiederti scusa…scusa per averti costretta a quella vita d’Inferno…per averti costretta a seguire i miei deliri. Ma io…io voglio ricominciare a vivere, senza più macchine di sostentamento, sogni di dominio e folli psicopatici come compagni. Una vita normale come quella che può avere un leader di un organizzazione ribelle con dei poteri incredibili...ok...forse non è proprio la vita che uno definirebbe come normale".

Questo momento di sollievo fece ridere entrambi di cuore davvero.

"Vedi Konan?" Continuò Nagato guardando ancora l’amore della sua vita negli occhi. "Sei bellissima quando ridi. Ricominciando il mio discorso, adesso possiamo iniziare una vita forse non proprio normale, ma comunque più retta e giusta. Una vita che non vorrei condividere con nessun’altra donna al mondo se non con te…sempre che tu lo voglia…"

Il bacio struggente di Konan voleva più di mille parole.

I due si dedicarono ad altre tenerezze per altro tempo, se non ché Konan interruppe il contatto di nuovo con delicatezza.

La donna con una serie di gesti molto intriganti, se non proprio sensuali, si slacciò il mantello e lo depose sullo zoomer, rivelando una maglietta blu senza maniche.

"Fa molto caldo, sai?" Incalzò non senza una punta di malizia.

Il ninja del Rin'negan afferrò subito l'allusione dell'amica, e ciò lo stupì non poco.

Le sembrò troppo repentino il salto dal rossore tipico degli adolescenti innamorati, e ciò lo rese di nuovo insicuro.

"Be…Konan…ci siamo appena messi insieme…" Balbettò. "Non sarà un po’…prematuro?"

La donna cinse le spalle dell’amato con le sue candide braccia e si strofinò un poco su di lui ammiccando.

"Sappi che ti desidero più di ogni altra cosa…che ti desidero da molti anni in realtà…solo che non ero mai riuscito a dirtelo…per le tue condizioni fisiche…ma mentali soprattutto. Anche io non ricomincerei con nessun altro. Ora sono stanca di aspettare. Voglio recuperare il tempo perduto con te…anche in tal senso. Voglio cominciare ad amarti completamente".

Tutte le resistenze dell’uomo in quel momento si vinsero: era deciso di unirsi completamente a lei.

Si alzò quindi ed aprì la porta della camera da letto lentamente, quindi iniziò a slacciarsi il mantello dell’Ombra.

"Se è così..." Pronunciò con soddisfazione. "Anche io inizio ad aver molto, molto caldo..."

Al settimo cielo per il fatto che il suo amato Nagato avesse deciso di accettare, la donna quasi gli saltò addosso.

Fusi in un abbraccio candido e sensuale allo stesso tempo, i due indietreggiarono fino a stendersi sul letto.

Pronti a consumare la prima notte del loro amore.

 

****************************

 

Chissà cosa stanno facendo quei, eh? Tante belle cose, credo...è già da più di due ore che li ho lasciati.

Naruto si trovava in cima ad un attico poco fuori dallo stadio, ammirando la città.

Era notte fonda, e le luci dei palazzi che delimitavano la piazza dello stadio si stavano spegnendo come tante lucciole che andavano a dormire.

Solo quelle dello stadio brillavano nel buio, tanto da renderlo simile ad un vero e proprio faro.

Contemplando questo meraviglioso panorama, il ninja biondo chiuse gli occhi per attimo allo scopo di permettere anche agli altri sensi di contemplare meglio la piazza.

Ai suoi orecchi allenati giunse però un suono anomalo: il suono di due superfici metalliche che sbattevano l'una contro l'altra.

Era quasi una specie di ironico applauso metallico...

Si girò quindi di scatto, e in men che non si dica si trovò cinto da alcuni tentacoli innaturali.

Con orrore constatò che quel viscido di Mizuki era ancora in circolazione.

"Sai...Naruto..." Pronunciò quest'ultimo con tono sadico. "...erano così arrabbiati con me al quartier generale che quasi non volevano ricostruirmi...per fortuna che credono che io gli possa essere ancora utile. Amico mio...la tua amichetta è davvero brava come dicono".

L'Uzumaki non si fece intimidire, ma aprì le palpebre e mostrò i suoi occhi da batrace più determinati che mai.

"E io invece farò loro ricredere grandemente: darò loro la conferma che tu non sei altro che un catorcio".

Si liberò quindi dalla stretta tentacolare di Mizuki stendendo le braccia e con gesto rapido afferrò il collo di quest'ultimo.

"Adesso tocca a me restituirti il favore..." Minacciò alzando il pugno.

"Ma ti prima ti chiedo una cosa: come hai fatto a scoprire la vera identità di Konan? Quale aggeggio o diavoleria hai usato? Parla, o ti faccio a pezzi giuntura per giuntura".

Nemmeno il chunin robotico però sembrava intimidito dalla minaccia di Naruto, anzi era tranquillo al punto di mettersi a ridere.

"Solo il mio cervello Naruto Uzumaki. Per quanto devo ammetterlo, la tecnica che aveva usato Nagato era assolutamente perfetta. Nemmeno il mio occhio robotico era riuscito a penetrarla. Però...ho in memoria tutti i risultati delle gare di tutti i concorrenti, il che mi ha permesso di notare che c'era una forte somiglianza tra lo stile di guida di questa nuova concorrente e quello di Konan. Poi ho visto la pulzella allontanarsi con due tizi vestiti in modo insolitamente pesante...e il resto è solo il frutto di una semplice intuizione. Un'intuizione che si è rivelata molto azzeccata, a quanto mi pare".

Naruto, per quanto odiava ammetterlo, era rimasto sorpreso dall'acume dell'ex ninja di Konoha.

Evidentemente non era divenuto solo più forte, ma anche più astuto.

"Sei furbo...molto furbo...ma non abbastanza. Perché diavolo sei ritornato a farti vivo? Con la Modalità Eremita, potrei farti a pezzi in meno di un istante..."

L'espressione di Mizuki si contorse ancora di più in una ghignata piena di crudeltà.

"Perché voglio instillare nel cuore della tua amica il terrore più puro. Dille che l'ho scoperta. Dille che deve avere paura. Dille che io sarò la sua ombra, e che posso ucciderla come e quando voglio. Dille..."

"Dille un cazzo, Mizuki. Tu non te ne rendi nemmeno conto, ma sei solo un essere patetico. Konan ha più forza e coraggio in un suo tallone che tu in tutto il corpo. O forse dovrei menzionare il fatto che ti ha letteralmente schiacciato come un pidocchio?".

La fronte del ninja robotico si corrugò, segno che a questi ricordi era risorta in lui la rabbia e l'umiliazione per la sconfitta.

"Perciò, se credi davvero di riuscire a spaventarla con le tue stupide minacce, sei solo un illuso. E adesso, cosa ti fa credere che io non decida di distruggerti una volta per tutte, adesso che sono in grado di farlo?"

Mizuki esplose in un altra risata diabolica.

"Due cose: in primo luogo perché so che tu non avresti mai le palle di uccidere qualcuno a sangue freddo. In secondo luogo, perché se dovessi morire il Barone annullerebbe la gara e tu e i tuoi amici finireste...come si dice...ve la prendereste nel culo?"

Per un attimo la rabbia che aveva animato il jinchuriki durante il suo colloquio era divenuta così forte che stava per sferrare un micidiale diretto dei suoi contro il suo nemico, ma quest'ultima affermazione lo fece desistere.

"Ok..." Disse mettendo a terra il robot. "Io ti risparmierò la vita, ma sappi una cosa: adesso sono in grado di sentire il tuo chakra e anche io ho una buona memoria per le impronte, perciò, se dovessi scoprire che tu hai spifferato qualche cosa riguardante Konan e la sua partecipazione al torneo..."

Qui alzò ancora il pugno destro in segno di minaccia.

"Ti darei la caccia...e puoi star sicuro che ti troverei. E quando ti avrò trovato...ti ridurrò un mucchio di rottami".

Mizuki indietreggiò un poco, apparentemente imperturbato dalla minaccia.

"Tu hai frainteso le mie parole Naruto. Pensavi che se avessi voluto davvero fare la spia al Barone riguardante tutta la storia sarei comparso davanti a te? No...io voglio che il pubblico veda morire le sue speranze contro il dominio del mio signore. Voglio uccidere Konan sulla pista di gara".

"Perché? Non sarebbe più comodo farsi avanti e cercare di farmi fuori in uno scontro leale, adesso?"

il guerriero robotico udì il rumore della carta materializzarsi, quindi si girò farneticamente.

Dietro di lui era comparsa Konan che guardava il suo avversario dall'alto al basso in modo severo.

Sicuramente doveva aver usato la sua tecnica di crescita tramite la carta: pur non essendo enorme come nello scontro precedente con Mizuki, era comunque divenuta abbastanza alta che il ninja traditore le arrivava a mala pena alla vita.

Ancora sorpreso per quest'intrusione, Mizuki provò a sfoderare il suo assalto oleoso, ma stavolta la kunoichi di Ame fu più veloce con gesto veloce gli afferrò i tubi metallici e li strizzò con forza.

"Confermo ciò che ho detto prima: sei sempre un piccolo, insignificante insetto. O meglio un mollusco. Una specie di seppiolina molle e senza dignità".
Quindi lo sollevò come fosse una piuma e lo fece roteare in aria come fosse un lazo.

"Mettimi giù!" Sbraitò quest'ultimo con una schiuma verdastra alla bocca.

"Con piacere". Sentenziò apatica.

Roteò quindi per un poco Mizuki e lo lanciò contro il pavimento nella piazza.

Quest'ultimo però riuscì all'ultimo secondo ad evitare lo schianto e a rimettersi in piedi.

"Tu...tu...tu..." Muggì il robot rivolto alla donna. "LA PAGHERAI MOLTO CARA!! Giuro che quando sarò finito il torneo la tua testa sarà il mio trofeo!"

Espressa questa invettiva, se ne andò con la coda tra le gambe.

"Sei sempre il solito perdente, Mizuki...non cambierai mai". Sussurrò la donna con aria trionfante, quindi il suo corpo statuario si scompose in numerosi fogli di carta e tornò alle dimensioni normali.

"Bene…credo che il nostro Mizuki dovrà tornare a casa a leccarsi le ferite…di nuovo". Sorrise rivolgendosi a Naruto.

Sul suo volto era dipinta una gioia che l’Uzumaki non aveva mai visto in lei.

"Naruto Uzumaki, ti comunico che mi sono appena fidanzata con Nagato. E credo che presto ci sposeremo anche".

Il ninja biondo fischiò di ammirazione, quindi rispose con una risata disattivando la Modalità Eremita.

"Però, state correndo come degli zoomer…va bene che siete amici da una vita e vi conoscete da molti anni…"

"E’ appunto di questo che dovevo parlarti". Rispose Konan più seria. "Tutto ciò che è successo in questi due anni mi ha fatto capire che la vita può cambiare in un lampo. Credo di essermi trascinata nella mia relazione con Nagato per tanti, troppi anni. Voglio godermi ogni momento con lui".

Queste, parole giudicate da lui molto saggie, fecero riflettere il ninja biondo non poco.

"Konan…sei davvero fortunata. Hai trovato una persona che ami e che ti ricambia dicendotelo apertamente. Invece con Sakura le cose non vanno così bene".

Konan capì bene il disagio dell’amico.

Era certo che tra lui e la ninja medico ci fosse qualcosa, ma trovava strano che il loro rapporto si stesse trascinando in maniera così stentata.

"Ascolta Naruto…se tu sei innamorato di lei e lei di te…beh, io non vedo che problema ci sia".

"Non lo so nemmeno io. Il fatto è che io le ho confessato i miei sentimenti…il problema è che ho paura che lei non voglia iniziare nulla. Poi è tornata anche Hinata…io non so più che cosa pensare! Sono così confuso".

Si grattò la testa cercando di mettere in ordini pensieri ed emozioni.

La donna si avvicinò all’amico e lo guardò con fare materno.

"Amico mio, se così stanno le cose, allora non posso dirti null’altro. A questo punto ti consiglierei di andare a fare una bella dormita. E’ molto tardi, e la notte di solito porta consiglio".

Naruto in effetti cominciava a sentire addosso una forte stanchezza, acuita dal fatto che aveva usato la Modalità Eremitica.

"Hai ragione…awww!" Rispose sbadigliando. "Torniamo al covo".

"D’accordo. Andiamo".

Senza dire più nessuna parola, i due si diressero ancora verso la tana del Mondo Sotterraneo.

E’ solito che la notte porti consigli…pensò l’Uzumaki. Forse con una sana dormita potrei capire meglio come fare. Speriamo che domani sia una giornata tranquilla.

Purtroppo in questo si sbagliava.

 

***************************************

 

Angolo dell’autore: mi dispiace, ma qui niente lemon!

Anche se molti di voi ci speravano un sacco, vero?

Abbiamo lasciato i nostri due colombi alla loro intimità, quindi concentriamoci su trend della mia storia.

Avete in effetti notato che mi sono dedicato particolarmente a personaggi che non fanno parte dei due gruppi principali.

Certo, gestire tanti personaggi tutti assieme è un’impresa, ma credo che saprò gestire la situazione (almeno spero).

Credo comunque che mi dedicherò magari alla nostra kunoichi verde un po’ più di spazio…

Bene, ho paura che la qualità dello script possa peggiorare, dato che ci sarà un po’ più di romanticismo.

Ad ogni modo ci si vede, state bene, e grazie ancora! 

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Capitolo 30
*** Cap. 30. Ancora fango. ***


Cap. 30. Ancora fango.
 
 
"Che rottura Sig..."
Naruto stava facendo colazione assieme allo scuro sgherro di Krew all'Hip Hog Saloon.
Il signore del crimine infatti lo aveva convocato per una missione speciale molto presto di mattina, quasi all'alba.
"Già, non dirlo a me". Rispose insonnolito l'omone, stendendo su del pane tostato uno strato di marmellata alla ciliegia.
"Purtroppo il nostro capo esige da noi la disponibilità più assoluta, indipendentemente da quanto i turni possano essere duri".
"E' ingiusto però...awww...è davvero ingiusto…aww…" Si lamentò il giovane tra uno sbadiglio e l’altro, quindi versò nella tazza del caffè rovente, che lo avrebbe aiutato a rimanere sveglio dopo il ritardo dell'altra notte.
"Questo Krew è uno schiavista! E ne so qualcosa di schiavisti... va bene che è il nostro capo e tutto il resto, ma non può pretendere di tenerci al guinzaglio come cagnolini". Disse trangugiando la bevanda tutta d'un colpo, incurante dell’elevata temperatura.
Nel sentire ciò il cacciatore divenne improvvisamente più cupo, quindi si avvicinò al collega e gli parlò a voce molto bassa.
"Ascoltami amico. Te lo dico perché sei giovane e sei capace e simpatico. Sono anni che lavoro con Krew, e ho fatto molte cose di cui non vado per nulla fiero. Ma questa volta... temo che stia architettando qualcosa di molto grosso".
L'attenzione dell'Uzumaki venne attirata non poco da questo discorso.
Era un'occasione di scoprire un po' degli affari di Krew che non poteva in alcun modo farsi sfuggire.
"Grosso di che tipo?" Sussurrò anch'egli.
"Non ne ho idea, e anche se ne avessi qualcuna non potrei dirti nulla: quelli che ficcano il naso negli affari di Krew in genere non vivono abbastanza a lungo per vantarsene. Ho solo il brutto, bruttissimo presentimento che il nostro capo si sia andato a cacciare, e noi con lui, in un pericoloso vespaio".
Quindi guardò il ninja biondo in maniera così apprensiva da farlo davvero preoccupare.
Gli si leggeva in faccia l'ombra di un pericolo imminente.
"Ti do' un consiglio d'amico: vattene finché sei in tempo. Tu hai comunque l'Ombra a proteggerti..."
Naruto deglutì e quasi sudava per l'ansia.
Chissà cosa sta tramando quella mostruosa palla di lardo alle mie spalle. Pensò. Ma non posso comunque mollare adesso, anche se vorrei davvero non continuare questo schifo di lavoro. Però ciò non toglie che adesso io debba scoprire cosa bolle in pentola...
Rifletté quindi ad un'altra tattica da usare per poter ottenere più informazioni su tutta la faccenda, ma venne distratto da un rantolio.
Un rantolio che apparteneva al suo flaccido capo.
"Spero che la colazione sia di vostro gradimento". Affermò Krew con melliflua cortesia. "Quando, Naruto, avrai finito di rifocillarti, dovrai andare in missione per me".
"E cosa dovrei fare per te stavolta?" Chiese l'interessato.
"Semplice". Rispose il signore del crimine svolazzando e girandosi verso le bottiglie del bancone.
"Circa quindici anni fa, quando io ero un importante e appassionato collezionista d'arte, presi in prestito una statua di Mar dal museo di Haven City. Uno dei pezzi migliori del museo. Specie perché teneva fa le mani le Chiavi di Rubino della città. Un artefatto fantastico, di rara bellezza...di peculiari poteri…"
Si girò e si avvicinò con invadenza al jinchuriki, declamando enfaticamente.
"...e di incommensurabile valore! Mentre stavo facendo sparire la statua attraverso fogne, accadde però il più tragico degli imprevisti. Un violento temporale allagò e devastò tutto quanto, e la statua e cinque dei miei uomini migliori vennero spazzati via".
"Ma è terribile". Disse lo shinobi, dispiaciuto.
"Già..." Continuò Krew mesto, allontanandosi dall'Uzumaki "...una tragedia immane. Non immagini nemmeno quanto mi manchi quella statua! Il problema è che le fogne sono talmente piene d'acqua e di Teste di Metallo, che non posso mandare nessuno a recuperarla. Eccetto te, mio buon Naruto".
Si riavvicinò talmente tanto al suo sottopesto che i suoi occhietti grigi e acquosi si trovarono a pochi centimetri di distanza da quelli cerulei dell’Uzumaki.
"Tu sei un ragazzo speciale. Tu puoi farcela, lo so. Trova la Chiave di Rubino nelle fogne, e potremmo aprire le porte di tutti i nostri sogni più segreti e gloriosi!" Quindi si girò e indicò trionfante i suoi trofei.
Naruto invece era molto meno entusiasta: dover nuotare ancora nelle fogne non era certo per lui un'esperienza piacevole.
"Un'altra gita nel fango...bell'affare". Commentò.
"Veramente la roba marrone che si trova nelle fogne non è mica solo fango, sai?" Si intromise l'omone con questa battuta, apparentemente rinfrancato nello spirito. "Va bene, Naruto, ti auguro buona fortuna!"
Dal suo tono Naruto intuì che voleva dire ne avrebbe avuto bisogno.
"Grazie, ciao!" Salutò, quindi sparì un lampo.
L'omone, piuttosto angustiato, provò a fare qualcosa che non era abituato per nulla fare, ovvero porre al capo una domanda.
"Capo...credi che a Naruto accadrà qualcosa di male?"
"Beh...spero di no per la mia statua!" Rispose il corpulento signore del crimine con il suo ben noto menefreghismo. "Ma non preoccuparti... Naruto è molto in gamba... per lui sarà un vero e proprio scherzo... "
Dopo molti anni che serviva Krew, Sig aveva imparato un po' a comprendere il suo capo.
Riusciva persino a volte a capire se dicesse il vero oppure no.
E qui sicuramente mentiva.
 
**************
 
 
Erano passati svariati minuti da quando Naruto si era avventurato nelle fogne.
La puzza di fango e escrementi e lordure varie era assolutamente nauseante, tanto che più volte i suoi occhi lacrimarono per l'odore disgustoso.
Kami! Pensò addentrandosi nei cunicoli sotterranei. Non posso credere che la fogna puzzi ancora di più che nella mia precedente visita! Forse tutta la città di Haven ha avuto un attacco di diarrea? E' disgustoso...speriamo che riesca a giungere presto a destinazione.
Alla fine del lungo cunicolo che si dipartiva dal luogo dello scontro contro la Testa di Metallo, Naruto si ritrovò davanti ad un’altra piscina.
Aprì quindi sulla sua mappa e controllò la locazione del suo obbiettivo.
Mmmmm... da qui dovrei entrare in un corridoio alla mia destra. Il problema è che sembra...
Perlustrò con lo sguardo la sala, e purtroppo notò che non si sbagliava.
... sott'acqua. Mmmmm... come posso nuotare per tutto il tragitto che mi condurrà alla statua di Mar? Dovrei essere anfibio...
La parola anfibio fece scattare in lui una soluzione al problema come una molla.
Celermente, estrasse il rotolo delle evocazioni da sotto il mantello, si morse il pollice per farlo sanguinare un poco e lo poggiò su di esso.
Si generò quindi la tipica grossa nuvola di fumo, alla cui dispersione Naruto poté vedere l'enorme corpo rosso di un rospo.
Quest'ultimo guardò il ninja biondo con i suoi occhi pieni di muco ed esultò grandemente.
"Naruto! Non ci credo! Mamma mia...non sai quanto i Rospi Eremiti erano in pensiero per te! Hanno litigato per più di un anno come pazzi.. .avevamo quasi perso tutte le speranze.. .ti vedo piuttosto in forma comunque, vecchio mio".
Il jinchuriki, contento anch'egli di rivedere un vecchio amico, appoggiò la mano destra sul muso verrucoso del rospo e sorrise.
"E' bello rivederti anche per me. Gamakichi. Senti, io vorrei tanto chiederti come stanno tutti al Myōboku, ma ora non credo che ci sia tempo. Come hai notato, siamo in un posto davvero schifoso, e vorrei lasciarlo il prima possibile".
"Hai ragione...bleahh!" Si lamentò il grosso rospo per l'orribile tanfo che appestava il luogo. "Perché sei venuto in questa fogna?"
"Perché devo recuperare un artefatto di importanza vitale. E devo farlo sott'acqua, quindi ho bisogno di un bravo nuotatore. Credi di potermi aiutare?"
"Nuotare in questa merda ti costerà un sacco di snack, lo sai?" Rispose sbuffando. "Ma lo farò comunque".
Naruto annuì e, concluso l'accordo, il rospo aprì la sua grande bocca.
Il ninja biondo ci entrò dentro e Gamakichi la richiuse, assicurandosi di non ingoiarlo.
"E ora..." Pronunciò la creatura a bassa voce. "Andiamo!"
Si tuffò quindi in acqua ed iniziò la sua esplorazione nelle profondità del condotto.
Nessuno dei due però si era accorto di un dettaglio molto importante: non erano soli nella sala.
Appeso al soffitto della sala e protetto da occhi indiscreti dall'Ombra di cavi e travi varie, si trovava un animale certo non appartenente alla solita fauna del luogo.
Era pipistrello nero come l'ossidiana, il quale aveva osservato il colloquio tra Naruto e il rospo in maniera decisamente sospetta per un animale.
La creatura emise dalla bocca degli ultrasuoni, che si propagarono nell'acqua.
Un segnale acustico molto particolare, che subito ricevette una risposta.
 
*****************
 
"Gamakichi, il viaggio come procede?"
Non era passato molto tempo da quando Naruto aveva iniziato la traversata protetto dalla bocca del rospo, e voleva vedere come procedeva il viaggio nel condotto fognario.
"Molto bene". Echeggiò la risposta del rospo nella sua gola. "Il cunicolo è pieno di strane creature anfibie, Teste di Metallo, mi hai detto che si chiamano, ma sono tutte addormentate. Con un po' di fortuna dovremmo attraversarlo senza alcun intoppo".
Il ninja biondo fu tentato di prendere un sospiro di sollievo, ma l'esperienza gli aveva insegnato che nulla andava per il verso giusto senza qualche difficoltà.
Purtroppo, come al solito, le sue previsioni pessimistiche vennero esaudite: si udì infatti uno schianto tremendo fuori da Gamakichi, e tutta la gola della creatura si agitò violentemente.
"Cosa sta succedendo là fuori, Gamakichi?!?" Chiese Naruto aggrappato alla lingua dell'amico per evitare di venire sbalzato via nella faringe.
La lingua si stava muovendo con più vigore di un toro imbizzarrito, a tal punto da attaccare la schiena di Naruto al colloso palato e staccargli di dosso lo zaino.
Non udì nulla in risposta, se non altri schianti in rapida successione e il suono di vari sibili.
Pochi secondi più tardi, il rospo aprì violentemente la gola, lasciandola inondare d'acqua putrida.
Istintivamente Naruto prese un grosso respiro per assimilare l'ossigeno rimanente e poggiò la mano sulla lingua del rospo allo scopo di rimandarlo indietro.
Al posto della cavità orale della creatura, si ritrovò immerso in un mare d'acqua putrida di scarico.
Riuscendo a fatica a tenere gli occhi aperti, scoprì il motivo di quegli urti tremendi: le creature di cui parlava Gamabunta si erano svegliate.
Le Teste di Metallo avevano l'aspetto simile a quello di un lamantino, dal muso però molto affilato, quasi a forma di tubo, e dalle fattezze piuttosto rettiliformi. 
Esse nuotavano in cerchio con grazia attorno a Naruto scrutandolo con i loro piccoli occhi gialli ai lati del volto peculiare, contenti di aver trovato una nuova preda.
Ormai circondato da tutti i lati da queste belve danzanti, il jinchuriki chiuse gli occhi e decise di giocare il tutto per tutto per evitare il soffocamento.
Riaprendoli ed attivando la Modalità Eremita prese tutta la forza che gli rimaneva ed effettuò uno scatto in avanti.
Anche i mostri nel tentativo di catturarlo nuotarono velocemente verso di lui, ma Naruto si mostrò più rapido e riuscì ad anticipare il gruppo e superarlo.
Senza un attimo di esitazione nuotò con tutta le velocità di cui era capace verso la fine del tunnel allagato.
I tre esseri erano però tutt'altro che sul punto di rinunciare alla loro preda e si fiondarono in un inseguimento spietato.
Nonostante la velocità extra fornita dalla Modalità Eremitica, le  creature acquatiche erano comunque nuotatori formidabili e lo tallonavano costantemente.
Ma non era certo ciò che era dietro l'Uzumaki a preoccuparlo, bensì ciò che stava trovando davanti: altre Teste di Metallo, come se animate da un forza misteriosa, si stavano svegliando una ad una e lo stavano assaltando con le strane mascelle spalancate.
Assediato da tutte le parti da questo pericolosissimo banco, Naruto si decise a farsi strada con pugni, calci e Rasengan vari.
Le creature acquatiche non potevano competere, nonostante l'agilità e l'eleganza nel nuoto, con la forza sovraumana dell'Uzumaki, e vennero tutte quante facilmente sconfitte e scagliate con violenza contro le pareti del cunicolo.
Molte sembravano persino avere il cranio e varie ossa fratturate.
Naruto avanzò ancora, con l'arai nei polmoni che gli stava arrivando agli sgoccioli, ma l'assalto era tutt'altro che concluso.
Un nuovo gruppo di Teste di Metallo si era fiondato alla carica, e stavolta sembrava coadiuvato da molte altre che il ninja biondo aveva precedentemente sconfitto, le quali si stavano lanciando in assalti disperati a dispetto delle ferite ricevute.
E' un peccato che io debba limitarmi per non distruggere i cunicoli e venire trascinato via dalla corrente, cazzo! Imprecò dentro di se l'Uzumaki. Quanto riuscirò a resistere?
Con i polmoni e la gola in fiamme, Naruto avanzò ancora tra le creature subacquee sferrando attacchi come un invasato ed evitando i loro sempre più frequenti morsi.
La strada però sembrava non finire mai, e le creature non cessavano un istante i loro rapidi assalti.
Il gruppo di Teste di Metallo era divenuto talmente fitto quasi da ostruire il passaggio, e Naruto non riuscì più ad schivare i loro colpi come prima.
Venne morso varie volte sulle braccia e sul torace, e per un pelo le fauci di uno di quei mostri non toccarono il suo collo.
Ormai il ninja biondo pensò di essere spacciato, in balia degli attacchi dei mostri come era, ma qualcosa interruppe lo sfiancante accerchiamento.
Si trattava di un rumore stranissimo, una specie di stridio tremendamente assordante e disarmonico. Quasi il rumore di migliaio di lavagne che graffiano un'enorme lavagna.
Per Naruto fu sì un aiuto, ma anche un ulteriore problema: il rumore era così tremendo da immobilizzare anche lui oltre alle Teste di Metallo.
In quel momento maledì il suo udito finissimo, dato che amplificava notevolmente la percezione di quel terrificante stridio lasciandolo completamente impotente.
Cercò di trovare una soluzione, ma stavolta nulla gli venne in mente.
Il poco ossigeno che lo aveva sostenuto ormai si era del tutto esaurito.
Stavolta la sua proverbiale determinazione fu vana: violentemente aprì la bocca per respirare, ma quello che entrò nella sua gola fu solo la disgustosa acqua del canale.
Senza più forze, si abbandonò completamente all'annegamento.
Come è buffo... pensò prima di perdere definitivamente conoscenza. Ho sconfitto e annientato guerrieri incredibilmente potenti, e adesso sono messo al tappeto da dell’acqua sporca e un paio di lucertole... che fine ingloriosa... mi spiace, amici miei, Sakura... non posso farcela sempre a sopravvivere.
Il suo corpo appesantito dall'acqua precipitò quindi sul fondale del canale e la sua testa sbatté sul pavimento metallico.
Le Teste di Metallo, ripresosi dall'assedio sonico, videro la loro preda ormai sfinita e si avventarono su di essa nel tentativo di divorarla.
La loro ingordigia però rimase ancora una volta insoddisfatta: i mostri vennero spazzati via da un'improvvisa onda d'urto dall'enorme potenza.
Il corpo inerte del ninja quindi venne raccolto e sollevato da una strana figura vestita da una muta da sub nera.
Dalle fattezze, la si poteva identificare come una donna.
 
******************
 
Dove…mi trovo…sono ancora vivo?
Contro ogni probabilità, sembrava che Naruto fosse scampato alla morte un’ulteriore volta.
Lentamente ma inesorabilmente stava ritornando al suo stato di coscienza, e la sua vista appannata diveniva progressivamente più chiara.
Ai suoi occhi si mostrò quindi una figura femminile in muta da sub con maggiore nitidezza ad ogni secondo che passava.
“Naruto…” Pronunciò quella. “Grazie agli dei ti sei risvegliato”.
All’udire quella voce l’Uzumaki riconobbe subito quella figura: era Sakura, la sua Sakura.
“Dove…come mai ti trovo qui?” Disse quello debolmente, cercando di alzarsi.
“Non alzarti Naruto”. Lo fermò dolcemente la ninja medico. “Sei ancora molto debole. In quanto a me…noi ribelli abbiamo molti canali d’informazione. Ora però non importa…dobbiamo andare via il prima possibile. Ti hanno teso un’imboscata”.
“No Sakura. C’è una missione che devo compiere per conto di Krew”.
“Ma cosa ti importa di Krew? Sarà per un’altra volta…dai…”
Gli diede quindi la mano e Sakura aiutò il suo Naruto a rialzarsi.
“Sakura, vedi… c’è molto più di questo. Io ero in missione per recuperare un artefatto, la Chiave di Rubino, e ho motivo di credere che il nostro stia organizzando qualcosa di grosso. Forse quell’artefatto potrebbe per lui significare di più di un pezzo da collezione. Devo tornare a recuperarlo”.
Provò a fare un passo, ma la kunoichi lo bloccò con una mano sulla spalla.
“Se è vero che questo artefatto è così importante…” Gli disse guardandolo negli occhi. “… allora vuol dire che sono molti i guerrieri ad intralciarti. Nelle tue attuali condizioni, non saresti in grado di fare nulla”.
Naruto abbassò la testa sconsolato: purtroppo sapeva che lei aveva ragione.
Balbettò quindi una richiesta.
“Sakura… allora ti prego di andare a recuperarlo. Probabilmente è più importante di ciò che pensiamo”.
La ninja medico rimase un attimo perplessa da una richiesta simile e tentò una replica.
“Ma Naruto…in questo momento la tua salute è la priorità. Potrebbero esserci altri pericoli ad aspettarti… e non voglio che tu ti faccia ancora del male…”
La risposta che Naruto le diede fu certo molto sorprendente, persino per lui stesso.
“Sakura…siamo in una guerra. A quest’ora gli uomini del Barone o chi altro avranno già recuperato l’artefatto. Il nostro compito è quello di fermarli ad ogni costo. Non c’è tempo per nessuna replica. La missione deve avere la priorità, non la mia salute”.
Le perplessità di Sakura aumentarono notevolmente, assieme allo sbigottimento, ma in fondo al cuore sapeva che ciò che Naruto diceva era giusto.
C’erano moltissime cose che avrebbe voluto dirgli, ma non era quello il tempo delle emozioni.
Il suo dovere era quello di fermare il Barone, ed era lì per adempierlo.
“Va bene…vado subito. A presto”.
Velocemente quindi si rimise la maschera per la respirazione subacquea si rituffò in acqua.
Il ninja biondo da canto suo era rimasto lì a contemplare la ragazza che si immergeva nell’acqua.
Mi spiace amore… ma non è il momento giusto. In questo momento dobbiamo essere solo dei ninja.
Sì fermò quindi per un momento e rimase con lo sguardo perso nel vuoto.
Non notò quindi che le ombre della sala, senza un cambiamento apparente di luminosità, lo stavano circondando lentamente.
 
***********
 
“Direi che la nostra trappola ci sta mettendo più tempo del previsto, vero Shrieker?"
Il maggiore non rispose a quella provocazione, ma rimase a contemplare la statua di Mar davanti a se.
La scultura giganteggiava nel casolare, e gli aspetti più sconcertanti di esso erano il fatto che rappresentava un uomo completamente avviluppato in un mantello cerimoniale, mancante quindi di ogni fattezza precisa.
Nella sua mano destra teneva una grande chiave metallica con un rubino incastonato in essa, che brillava innaturalmente.
"Andiamo! Mi hai fatto prendere il controllo di una marea di Teste di Metallo, e adesso non mi fai sapere come è andata? A che ti servirebbe il sonar, altrimenti?"
Il maggiore si rivolse quindi al suo partner con un'aria fredda e quasi sprezzante.
Quest'ultimo, o meglio quest'ultima, era una donna sulla ventina dai capelli lunghi e neri e dalla carnagione scura.
Il suo corpo prosperoso era ben poco coperto, se non per il foulard che gli avvolgeva il collo, e il suo capo era cinto da uno strano diadema.
"Non c'è il nemico in vita". Rispose il guerriero bianco. "Non avverto più il ragazzo respirare. La missione sembra essere ormai compiuta. Non ci resto che prelevare la Chiave di Rubino e portarla al quartier generale".
La donna aggrottò le sottili sopracciglia e sbuffò dalla noia.
"Peccato davvero...sai, mi hanno detto più volte che Naruto era davvero un gran bel giovane...mi sarebbe piaciuto giocare un po' con lui prima di eliminarlo. Qualche ora di sano divertimento non fa mai male...non trovi?"
Si accarezzò quindi i seni, mezzi nudi per gli abiti succinti, e la sua noia si commutò in desiderio e eccitazione.
Shrieker la guardò disgustato, sapendo cosa intendesse lei per divertimento.
"Dovresti andare da Kenpachi... capitano Succubus... sai perfettamente che non tollero che tu sprechi del tempo con i tuoi disgustosi e perversi passatempi". Ammonì severo l'uomo.
"Sono il tuo superiore, e devi eseguire tutti i miei ordini, d'accordo? Quindi, togli dal tuo cervello l'idea che puoi andare a stuprare chi ti pare e piace, nemici inclusi".
Il capitano delle guardie si grattò la testa con fare molto sorpreso.
Shrieker era sempre stato un tipo strano, la voce fuori dal coro.
Lei detestava averlo come comandante, benché come lottatore fosse formidabile, proprio per il fatto che era uno dei pochi a non permettere a suoi subordinati di trastullarsi con le loro vittime in santa pace.
"Tu hai un cuore di pastafrolla, lo sai?" Gracchiò la donna. "Sempre con questa faccenda della pietà...diavolo...perché non sei come Kenpachi? Lui sì che è un vero bestione..."
Il maggiore venne parecchio irretito da questa risposta così irriverente, e vi fu in lui forte la tentazione di rispondere, ma qualcosa lo bloccò.
Dall'acqua intorno ai due infatti si udì il rumore di qualcosa, o forse qualcuno, che risaliva velocemente verso la riva.
Con una rapidità di movimenti fulminea, il maggiore spintonò la sua subordinata verso destra e si lanciò assieme ad essa.
Qualche istante più tardi la statua raffigurante le fattezze di Mar, seppur molto approssimativamente, venne sbriciolata in migliaia di frammenti rocciosi e pietrisco.
Davanti alle macerie della statua era emersa Sakura, i cui occhi avvampavano dalla collera.
"COSA AVRESTI AVUTO INTENZIONE DI FARE A NARUTO?!?" Gridò rivolto al capitano con il pugno alzato in segno di minaccia.
La donna si ritrasse spaventata dietro al suo superiore, terrorizzata da questa dimostrazione di forza bruta, e squittì una richiesta di aiuto.
"Maggiore Shrieker, ci salvi! E' lei l'ufficiale più in alto in grado... inoltre l'ha già sconfitta una volta!"
L'omone non disse una parola, ma puntò i palmi delle mani verso la nemica e pronunciò atono.
"Grande Onda Decapitante".
La letale zaffata d'aria che sparò però venne evitata dalla ninja medico, la quale dopo aver schivato contrattaccò con gancio destro.
Shrieker riuscì ad evitare il colpo per un soffio, ma dovette subito impegnarsi a saltare per evitare una spazzata dal basso.
I due quindi ingaggiarono un letale scontro corpo a corpo, con il guerriero bianco sulla difensiva.
Dopo alcuni rapidi attacchi la ragazza riuscì a trovare un varco nella difesa del nemico e gli sferrò un diretto in volto.
"Prendi quest..." Disse, ma il suo braccio stranamente non si era mosso di un millimetro.
Tutti il corpo della ragazza in fatti venne bloccato come se una forza invisibile la stesse governando e le stesse ordinando di fermarsi.
Mentre la ninja medico cercava con tutte le forze di liberarsi dal controllo che l'attanagliava, udì una crudele risatina femminea  dietro di lei.
"Ahhhhh...sei finita...con la mia tecnica del Controllo..."
Succubus gongolava nel vedere la sua vittima dibattersi nel tentativo di liberarsi dal suo potere.
Facendo ondeggiare le mani unite a mo' di triangolo, la donna lasciva ordinò alla braccia di Sakura di alzarsi.
I due arti, senza che la loro proprietaria potesse fare nulla, le cinsero il collo e incominciarono a stringere con forza.
"Ahahahahah....troietta! Mi sarebbe tanto piaciuto usare la mia tecnica sul tuo amico...peccato che quel codardo abbia mandato il suo bulldozer in gonnella a sistemarci. Peccato... un vero peccato..."
Il volto del ninja medico era divenuto paonazzo per la mancanza d'aria e la forza nelle gambe la stava abbandonando, facendola accasciare su di esse.
"Già... la mia tecnica del Controllo Spirituale è formidabile... puoi costringere gli avversari a fare di tutto. DI TUTTO!"
"La tua tecnica... dici?"
In quel momento accadde qualcosa che per l'orgogliosa Succubus sembrava fino a quel momento impensabile: la vittima del suo assalto mentale stava smettendo di strangolarsi da sola e si era girata verso di lei.
Lo sguardo della ragazza esprimeva ancora più furia di prima e il suo corpo sfavillava di luce verde smeraldo.
"Quella non è la tua tecnica... era la TECNICA DI INO!!!"
Ciò che accadde dopo fu ancora più sconcertante di per la donna vestita da odalisca.
O meglio, lo sarebbe stato se avesse avuto anche solo il tempo di pensare: Sakura infatti si era lanciata contro di lei con un Lariat e l'aveva colpita al collo ricoperto dal velo.
La violenza dell'assalto l'aveva spedito verso il muro delle fognature e l'aveva in parte distrutto nell'impatto.
La battaglia certo però non era ancora conclusa: Shrieker aveva composto alcuni particolari sigilli e si stava ferendo le dita con le unghie dell'armatura.
"Tecnica del Richiamo: Dracul e Tepes!" 
In una nuvola di fumo apparvero dal nulla due enormi pipistrelli vampiro, uno nero e uno blu scuro, la cui apertura alare era almeno tre volte l'altezza di un essere umano.
Le due bestie aprirono immediatamente la loro bocca.
"Tecnica dello Stridio Triplo!" Urlò il maggiore mettendo in avanti le braccia, e da esse partì uno stridio terrificante così come dalle gole dei pipistrelli.
Restando in silenzio, la ragazza compose il sigillo della scimmia.
L'assalto sonico che l'attaccò fu abbastanza forte da spedirla quasi oltre il muro che aveva distrutto, ma per il resto sembrava non aver avuto conseguenze sulla ninja medico.
"L'attacco è stato inefficace, Shrieker". Squittirono i due pipistrelli all'unisono. "Il nostro assalto sonico è stato completamente inefficace, Shrieker. Totalmente, assolutamente inefficace, Shrieker. E' la prima volta che ciò accade, Shrieker. Cosa facciamo, Shrieker?".
Il soldato non rispose a parole, ma incrociò le braccia in alto, generando un'altro stridio.
L'assalto sonico non scosse Sakura nemmeno di un millimetro, ma ebbe il paradossale effetto da farla voltare dietro.
Giusto in tempo per accorgersi dell'avversaria che prima aveva steso attaccarla alle spalle con un diretto.
Schivò l'attacco facilmente e saltò per qualche metro indietro, componendo allo stesso tempo il sigillo della scimmia. 
La ninja medico all'inizio non si capacitò di come la nemica fosse sopravvissuta, ma osservando il suo collo, ora non più protetto dal mantello, ebbe l'orrida risposta.
In corrispondenza delle vene del collo vi erano dei sottili tubi metallici color carne che si immergevano di nuovo nel corpo poco più in alto della fossetta del giugulo.
"Hai scoperto il mio volto! Hai osato mettere a nudo questi!" Strillò il capitano indicando i tubi. "Sono orribili! Ma molto utili. Grazie ad essi sono in caso di riattaccare le ossa rotte e di rimettere in funzione le fibre muscolari mal funzionanti, dandomi la possibilità di recuperare dopo aver subito colpi percussivi. Inoltre... migliorano anche... il controllo del chakra".
Qui la bruna saltò in avanti e sferrò una tallonata sul terreno, che però venne evitata con prontezza dalla rosa.
Una buona porzione di terreno colpito dalla tallonata si spaccò, se pur non certo con la potenza degli attacchi usati da Sakura e Tsunade.
"Hai copiato pure la mia tecnica?" Chiese l'Haruno.
Non era più stupita ormai: dopo ciò che aveva visto si aspettava che Monzaemon avesse frugato anche nel suo cervello.
"Esattamente". Rispose quella accarezzandosi i seni. "Una donna deve pur sapere come difendersi, no? E poi, lasciamelo dire: la piccola sgualdrina dell'Ombra non merita una forza simile. Solo la mia bellezza può unirsi a tanta forza e leggiadria! In me, dove si incarnano l'erotismo più sfrenato e la prodezza marziale più dirompente! Io sono la Succube!"
"Le tue parole sono totalmente prive di senso". L'ammonì severamente Sakura. "Sei solo una puttana che ha venduto il suo corpo ad una canaglia di scienziato. Che c'è, forse in realtà non hai mai trovato nessuno e ora cerchi di unire le persone a te con la forza, dato che non ci riusciresti altrimenti? Una persona così avvenente come credi non avrebbe bisogno di un justu per il controllo della mente per adescare gli uomini, non credi? Una ladra di tecniche e di uomini, ecco cosa sei".
Questo discorso fece ribollire in Succubus il sangue nelle vene.
Non sopportava l'idea che una che considerava una puttanella osasse mettere in dubbio la sua avvenenza
"SCHIFOSA BALDRACCA! IO TI UCCIDO!" Urlò gettandosi sull'avversaria con un montante.
Shrieker provò a gridarle di fermarsi, ma era troppo tardi: Sakura aveva afferrato la mano dell'avversaria apparentemente senza alcuna difficoltà.
Guardandola con severità, strinse il palmo con forza inumana, a tal punto da spappolare il pugno della donna.
"Ahgh...ahg...aghh...ahgh..." Sussultò freneticamente la capitano osservando impotente un copioso getto di sangue venire spruzzato dal suo moncherino.
“Qualcuno…mi aiuti!”
"Capitano Succubus, conosce le regole: coloro che non riescono più a combattere né sono di qualche utilità devo essere lasciati indietro".
La voce che aveva parlato non era però quella del maggiore Shrieker, bensì una più incolore: dove il muro era rotto era comparso un uomo di mezza età dal viso cinereo e i capelli corvini, coperto da uno strano mantello nero ricamato da alcune piume.
La caratteristica più peculiare dell'uomo fu però la sua ombra, che sembrava assumere quasi una consistenza solida.
Seguendo con gli occhi il verso di questa strana ombra, Sakura notò che teneva avvolto all'interno di essa una persona umana.
La ninja medico osservò la bocca spalancata e appuntita del loro prigioniero, l'unica parte in quel momento non coperta dall'ombra solida, e la trovò orribilmente familiare.
"Naruto!" Quasi gridò.
"La missione è sul punto di essere compiuta, maggiore Shrieker. Ora possiamo prelevare l’artefatto e tornare alla base per fare rapporto. Abbiamo anche un prigioniero con noi..."
Il maggiore fece un cenno d'assenso, quindi uno dei pipistrelli che lo accompagnava si richiuse nelle sue ali.
In meno di qualche secondo uno dei pipistrelli si scompose in una moltitudine di cloni più piccoli, i quali volteggiarono verso la Chiave di Rubino.
"Non vi permetterò di prendere la chiave". Affermò la ninja medico correndo a più non posso per poter prendere la chiave.
Avrebbe preferito fiondarsi a salvare Naruto, ma ci sarebbe stato il rischio di finire catturata dall’ombra con un attacco diretto.
"Devo dissentire". Replicò il guerriero corvino.
In quell'istante parte della sua ombra strusciò lontano da essa per dirigersi verso Sakura.
Come un serpente si alzò e sferrò un attacco contro la ninja, la quale lo evitò prontamente.
"I tuoi parametri di agilità e riflessi sono paragonabili a quelli di una mangusta". Commentò il soldato nero. "Ma non ti basterà per scappare. Shrieker, usi il suo attacco più potente".
"Ma...ma...io maggiore Nerav?" Uggiolò Succubus, che distesa sul pavimento metallico sul fianco stava cercando di bloccare l'emorragia. "Io... NON PUO'LASCIARMI COSI'!"
Lo sguardo che ricevette del suo superiore fu esattamente l'opposto di una rassicurazione e di un tentativo di rasserenamento.
Era gelidamente privo di qualunque emozione.
"No..." Pronunciò in maniera spenta. "Infatti il fallimento va punito con la morte".
In quell'istante l'Ombra serpentina si ritrasse per un istante, quindi si lanciò in alto e trafisse la gola della capitano come se    un cobra.
La donna vomitò sangue e provò a dire qualcosa, ma con la gola squarciata tutto ciò che uscì da lei furono alcuni rantolii sommessi.
La Succube cadde a terra, e il corpo di cui andava tanto fiera perse uno segno di vita.
Sakura era assolutamente disgustata da questo trattamento.
"Sapevo che voi eravate dei bastardi...ma uccidere uno dei propri compagni a sangue freddo è qualcosa degno solo dei criminali più efferati. Ora sono ancora più determinata a prenderti a calci nel cul..."
“Tecnica dello Shock Sonico!”
Con quest’affermazione in bocca, il guerriero bianco concentrò nei palmi delle due mani una grossa quantità di aria e chakra, in maniera non molto dissimile da un Rasengan.
La sfera così formata, delle dimensioni di un cocomero, volò dai palmi del nemico e si andò a depositare vicino alla ninja medico.
Merda… pensò Sakura tirando fuori dal mantello dei ribelli una specie di piccola maschera per le respirazione.
Temo che sarà dura resistere all’assalto di Shrieker… devo prepararmi a fare un altro bel bagno.
Dopo pochi secondi la sfera così formata si espanse a velocità incredibile, formando una mostruosa onda d’urto.
Il colpo per forza di cose colpì la kunoichi verde e la sbalzò via sul fondo della sala, ma non ebbe solo quell’effetto.
Gran parte delle pareti del condotto fognario vennero distrutte e l’acqua iniziò ad invadere la sala a velocità sorprendente.
Il guerriero osservò la sua nemica venire inghiottita dalle acque, quindi saltò sul pipistrello rimasto nella forma normale.
“Tutti i nemici sono stati terminati, maggiore Shrieker”. Affermò sempre con il suo tono monotono Nerav. “Ho aperto un passaggio che ci porterà fuori dalle fogne. Se non lo attraversiamo immediatamente, rischiamo di venire sommersi dalle acque”.
L’uomo non disse nulla, ma fece un altro cenno con le mani e lo stormo di pipistrelli gli poggiò l’artefatto Precursor in mano.
Il nugolo quindi si ricompose nell’altro pipistrello.
“Ora possiamo davvero andare”.
 
 
*************
 
 
Diavolo…che botta….
Sakura si rialzò dalla violenza del colpo.
L’intera zona era completamente allagata dall’acqua, ma per fortuna era riuscita ad infilarsi la maschera per la respirazione subacquea ed ad attivarla prima di finire sbalzata dall’onda d’urto.
Fortuna che Shrieker si è limitato… altrimenti sarei finita chissà dove…la presenza di quel Nerav lì complica le cose.
Ripresosi completamente dal colpo, la ragazza fece mente locale per intuire dove i due lottatori del Barone fossero scappati.
Dovrebbero essere fuggiti di là...devo raggiungerli immediatamente.
Nuotando a rana in mezzo alla lordura, la giovane superò velocemente il cadavere di Succubus che galleggiava ancora sanguinante.
Come diavolo ho potuto lasciare Naruto da solo… sono sempre la solita idiota! Dovevo aspettarmi che ci fosse un altro guerriero in quella zona. Perché ho avuto questo vezzo? La mia testa bacata… e meno male che ero quella più brava all’Accademia!
Le pensiero di Naruto ancora in mano a Monzaemon e in procinto di ritornarne nell’inferno dove aveva passato due anni non le dava pace.
Circondandosi ancora della sua aura verde, la ninja medico aumentò la sua velocità di nuoto di innumerevoli volte.
Naruto… amore… non ti torceranno un solo capello. Non più. Te lo posso giurare…
 
 
*****************
 
 
Angolo dell’autore: inspirazione, inspirazione, ti vo’ cercando ogni dove, ma proprio non ti trovo.
I prossimi capitoli mi verranno davvero a fatica…sarà molto, molto dura.
Ma non mi fermerò, e proverò a scrivere sempre meglio!
Grande Chuck, dammi la tua FORZAAAA!!!!!
Chuck: mi spiace, ora sono in bagno.
Madara: è vecchia come battuta.
Me: stai zitto. (spara un colpo di bazooka).
Con Chuck non ci annoia davvero mai.
Ciao e grazie a tutti coloro che leggono e recensiscono.
Ciao!
E tanto per essere chiari...NON CI SONO MESSAGGI O SLOGAN CONTRO LE DONNE MEDIORENTALI!

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Capitolo 31
*** Cap. 31. Doppio gioco. ***


Cap. 31. Doppio gioco.
 
 
Usciti dalla lordura delle fogne, i due servi del Barone si erano rintanati su una rampa desolata della Zona Industriale.
"La prego Maggiore Shrieker, mi consegni la chiave. Sono gli ordini". Ordinò il guerriero corvino al suo pari di grado mettendo il palmo della mano in avanti.
Il lottatore sonico, in genere laconico e imperturbabile, accennò dello stupore a questa richiesta.
"Maggiore Nerav, posso farti una domanda? Solo per curiosità... ma come mai hanno mandato anche te per questa missione? A me pare un poco peculiare... e per quale ragione poi hanno ordinato a te di occuparti della consegna?"
L'espressione semplicemente apatica dell'uomo si commutò in un freddo sguardo di monito.
"Maggiore Shrieker... gli ordini che mi hanno dato sono questi, null'altro. Il nostro compito è solo quello di eseguirli, e ogni nostra attività celebrale deve essere utilizzata unicamente per poter raggiungere questo fine nella maniera più efficiente ed efficace possibile. Porre domande è un'attività pericolosa, poiché stimola il pensiero al di fuori di quest'area. Niente pensieri ed emozioni: solo gli ordini".
L'altro soldato mosse il capo sconsolato osservando la Chiave: purtroppo non tutti quelli che subivano esperimenti dal dottor Monzaemon tornavano con la loro salute mentale integra.
Specie se quel qualcuno aveva già delle tendenze all'obbedienza cieca e fanatica come Nerav.
Non sapeva se essere grato di essere scampato a quella sorte, dato che nella sua mente spesso strisciava il pensiero che in fondo quei folli dei suoi compagni fossero in realtà molto più felici di lui.
Ohimè, che cosa brutta avere una coscienza quando ti è utile come la carta straccia. Rifletté amaramente il lottatore dagli occhi grigi. Un ninja alla fine è uno che è supposto a farne a meno, no?
"Guarda, non prenderla in maniera così terribile. La mia era una domanda innocente. Ma non ho voglia di discutere con te. Una sola cosa comunque devo chiederti: quali ordini ti hanno dato riguardanti eventuali prigionier..."
Un boato terrificante interruppe il soldato, seguito dal rumore di cemento e metallo che saltavano in aria.
"La missione non è terminata al 100%. Il nemico chiamato Sakura Haruno sembra essere ancora in grado di porre una seria minaccia. E' imperativo liberarcene, maggiore Shrieker".
Le interruzioni non erano ancora concluse: la prigione d'ombra che il guerriero corvino aveva posto sull'Uzumaki iniziò a sfaldarsi e a venire stracciata come una camicia troppo stretta.
Senza lasciar trapelare la benché minima emozione, sempre se ne provasse qualcuna, il maestro delle ombre la dissolse la sua proiezione in numerosissime schegge molto affilate, che subito circondarono Naruto.
"Tecnica del Turbine di Frammenti Oscuri*". Sentenziò, e i frammenti si avventarono sul ninja biondo.
Le schegge morsero la carne, ma non giunsero lontanamente in profondità come il maggiore si era aspettato.
Da canto suo il jinchuriki puntò i due suoi occhi da batrace in maniera estremamente minacciosa.
"Ora si fa' sul serio! Questa volta non mi farò mettere al tappeto!"
Sferrò quindi un gancio contro Nerav, ma quest'ultimo componendo il sigillo del cervo eresse un muro a sua difesa composto dalla sua Ombra.
"La tua astuzia è molto più elevata di quanto i rapporti avevano riferito". Affermò quest'ultimo sempre mantenendo la sua aura di impassibilità. "Ti sei fatto catturare senza opporre resistenza appositamente per recuperare le forze e sferrare un assalto a sorpresa? La definirei una strategia passabile almeno. Ma i tuoi attacchi fisici sono totalmente inefficaci contro il mio Scudo d'Ombra*".
Si concentrò e preparò un ulteriore assalto, ma, rapida come un fulmine, Sakura si interpose trai due con una piccola quantità di energia concentrata nel palmo destro.
"Vediamo se la tua invulnerabilità si estende anche a questo! Palmo del Vento di Smeraldo!*"
L'onda d'urto che generò era dello stipo di quella del Ciclone, solo di varie volte più debole.
Ciononostante lo scudo d'ombra generato da Nerav questa volta sembrò insufficiente e l'ufficiale venne scagliato a numerosi metri in dietro, fino a schiantarsi sulla strada inferiore.
"Sakura, sei semplicemente straordinaria!". Si congratulò il ninja biondo con la compagna di team.
Per un attimo ebbe il desiderio di correre ad abbracciarla, ma un rumore gli fece capire che la battaglia era lungi da essere conclusa.
Dalle strada inferiore si levarono infatti numerose grida di gente che scappava e urlava da tutte le parti.
Il motivo di questa isteria non era solo l'impatto del nemico, bensì  qualcosa di ben più terrificante.
Nerav stava infatti in piedi sorretto da sottili legamenti provenienti dalla sua stessa ombra, come un burattino del teatro dei pupi. Con la differenza però il guerriero corvino era sia il marionetta che il marionettista.
"La battaglia non è ancora terminata... caugh... non ancora... grazie al Marionettismo dell'Ombra*" . Sussurrò quest'ultimo, per la prima volta mostrando una sensazione davanti a loro, ovvero del dolore.
"Non importa quanto forti possiate essere: un burattino si rialzerà sempre finché ha dei fili che lo manovrano".
"Allora noi li taglieremo". Ribatté Naruto, che scese per affrontare il nemico.
Intanto il guerriero bianco, che era rimasto in disparte per il resto della sfida, si avvicinò a Sakura e gli sferrò un gancio destro.
Quest'ultima lo schivò senza molti problemi e contrattaccò con una gomitata, anche questa evitata senza particolari difficoltà.
"Ora sono in grado di schivare i tuoi colpi con facilità. Non è come due anni fa. Mi allenata molto per questo". Sussurrò Sakura a bassa voce.
"E si vede molto. Ma in parte è anche merito mio". Rispose Shrieker anche lui molto flebilmente.
I due inspiegabilmente smisero di combattere e posero lo sguardo sullo scontro che si stava svolgendo in basso.
Nerav stava fuggendo da Naruto e contemporaneamente stava usando la sua ombra serpentina per sferrare sferzate contro il nemico.
Il jinchuriki da canto suo non avrebbe avuto molti problemi a raggiungerlo in condizioni normali, sebbene la velocità del nemico fosse aumentata notevolmente.
Ma Nerav stava astutamente usando come scudi temporanei tutti i passanti che trovava, rendendo l'inseguimento molto più difficile per l'Uzumaki.
Dall'alto della sua posizione, la kunoichi montò in collera ancora di più nel vedere la gente urlare e scappare e venire intrappolata.
Quel maledetto non ha scrupolo nemmeno di usare degli innocenti come carne da macello... ma io gli rovinerò la festa, fosse l'ultima cosa che faccio!
Con balzo agilissimo atterrò al lato del nemico e concentrò del chakra verde nel palmo della sua mano.
"Bisturi di Eco Verde*". Sentenziò laconica, e tagliò vari cavi che tenevano assieme il corpo del nemico.
Senza bisogno che la ninja medico gli dicesse una parola, Naruto approfittò di quest' attacco per sferrare un diretto al volto al guerriero corvino.
Quest'ultimo provò ad usare la sua ombra per difendersi, ma questa volta il ninja biondo si era dimostrato più veloce e, pur avendo schermato il colpo del nemico, non poté evitare di venire travolto dall'onda d'urto del Senjutsu.
"Bel colpo anche tu, Naruto!" Disse la ninja medico. "Questo criminale non ha alcuna speranza, adesso..."
I due quindi si prepararono ad uno scatto finale, ma Nerav dimostrò di avere un'ulteriore carta da giocare.
Usando i suoi tentacoli nerastri, il guerriero corvino afferrò il passante che scappava più vicino per la gola e lo mise davanti a se.
"Fate un altro passo e lo uccido seduta stante. Se poi l'entità dell'ostaggio non dovesse essere sufficiente a farvi desistere..."
Qui altri filamenti della sua ombra si allungarono fino a rompere varie finestre di un edificio.
"In questo momento ho raggiunto circa altre tre vittime. Usando poi le altre ombre presenti della sola, potrei uccidere ogni persona presente in quei piani nel tempo di un minuto. Siete dunque disposti a lasciar morire circa una trentina di persone pur di sconfiggermi?"
I due membri del Team 7 a questa minaccia digrignarono i denti dalla rabbia, ma rimasero entrambi immobili.
Diavolo Naruto...non puoi lasciarti fregare da uno stronzo così...pensa a come sbloccare questa situazione...
Contro ogni previsione ragionevole, la soluzione giunse loro da chi meno se lo aspettava.
L'altro maggiore del Barone aveva preso il suo pari di grado di sorpresa e l'aveva steso a terra con un' Onda Decapitante da dietro.
Già indebolito gravemente a causa dei colpi precedenti, il guerriero corvino si accasciò a terra sputando sangue e spirò con un rantolo.
Naruto rimase davvero esterrefatto da ciò che Shrieker aveva appena compiuto, tanto da esprimersi in un balbettio convulso.
"Ma... ma... ma... perchè?"
"Sorpreso Naruto Uzumaki?" Gli rivolse la parola l'uomo sollevando il suo compagno da terra e caricandoselo in spalla.
"Noi ninja per forza di cose siamo dei porci assassini, ma questo non significa che qualcuno di noi non abbia dei limiti. Io non sono un mostro, anche se sono circondato da mostri. Ma tu questo lo sai meglio di me, non è vero? Sei tornato in libertà dopo due anni... tuo padre non lo può dire , ma aveva fatto dentro di se i salti di gioia quando sei fuggito".
Nel sentire nominare suo padre, il ninja biondo sussultò.
"Tu... conosci mio padre?!? Dove si trova? Sta... bene?"
Per attimo fu persino tentato di avvicinarsi e implorare a Shrieker di raccontargli la sorte del genitore, ma si ricordò che era sempre con un nemico che stava parlando.
Il guerriero sonico non aveva motivo di rivelargli nulla.
Eppure lo fece comunque.
"Tuo padre... come vuoi che stia? Da merda. Ma davvero da merda. Non fa altro che piangere e disperarsi per ciò che è diventato e prega ogni giorno per te. Un atteggiamento poco consono ad uno dei più grandi e temuti ninja della storia, ma che altro può fare? Non può opporsi in alcun modo al controllo di Monzaemon. E' la sua marionetta preferita, quella con cui si accanisce con più crudeltà. Ma in fondo devo dire che si è cercato questo suo destino. Se non gli fosse venuta quella cazzo di idea di sigillarti il chakra dentro... non sarebbe successa molta della merda odierna. Dico davvero, se avessi avuto un padre così, sarei quasi contento di essere rimasto orfano".
La collera che aveva animato Naruto nello scontro con Nerav riaffiorò in tutta la sua potenza.
Con la velocità incredibile che le stava dando la Modalità Eremitica, si avventò di scatto contro il nemico e lo bloccò contro palazzo.
"TU..." Quasi ringhiò in faccia la maggiore. "...NON SAI NULLA DI MIO PADRE!!! Lui... l'ha fatto perché aveva creduto in me... perché aveva creduto in me..."
"Ti prego Naruto, calmati adesso".
La voce piuttosto severa di Sakura distolse l'attenzione del ninja biondo dal maggiore.
"Mi rendo conto del rapporto che tu hai avuto con Minato... ma non puoi reagire in questo modo. Il nemico con tutta probabilità sta usando questo sistema apposta per farti infuriare e farti perdere il controllo".
"Ma Sakura..." Balbettò l'Uzumaki rivolgendosi verso la ninja verde.
"Dai ascolto alla tua amica, ragazzo". Parlò l'omone senza il minimo accenno d'ansia, nonostante la minaccia del ninja biondo. "Come fai a sapere che io non ti abbia appena raccontato un mucchio di balle nel tentativo di ingannarti? E magari potresti anche obbiettare che sto usando adesso lo stesso trucco per farmi passare come un tuo amico. Ti dirò comunque una cosa che reputo sacrosantamente vera: tu sei un ragazzo buono come il pane, ma piuttosto scemo. Ma mi sto ripetendo".
Stranito da questo ragionamento tortuoso, il ninja biondo mollò la presa.
"Ad ogni modo". Continuò il guerriero bianco. "So di non avere alcuno scampo adesso. Eccovi quindi la Chiave di Rubino e facciamola finita".
Mostrò quindi l'artefatto luccicante che teneva nel palmo della mano e lo lanciò alla ninja medico.
Quest'ultima lo raccolse prontamente ed ammirò la chiave per un poco, studiandone ogni particolare.
"La battaglia è finita dunque". Disse la kunoichi.
"Già". Concordò Naruto, che disattivò il suo Senjustu.
Tutta l'enorme stanchezza che l'Uzumaki aveva accumulato in questo periodo si rifece più prepotentemente viva.
Si accasciò sulle gambe e sentì un senso di sonnolenza invincibile, acuito poi da uno strano suono.
Era una melodia dolce e piena di calore, quasi una versione strumentale di una ninna nanna.
"Sakura... cosa mi sta accadendo..." Mugolò, quindi si gettò a corpo morto sulla persona che amava, ripiombando per la seconda volta nel mondo dei sogni.
 
***********
 
 
Il covo delle Teste di Metallo è considerato il posto più pericoloso del continente di Sandover, secondo forse solo ad Inferi.
Si trattava di una specie di deserto nel deserto, una sterminata distesa cinerea costellata di favi e sentieri rocciosi, dove i terribili nemici della civiltà si nutrivano, crescevano e si riproducevano.
All'interno della montagna più alta della ragione, ovvero il Cornohadras, il mostruoso capo delle Teste di Metallo aveva fatto la sua tana.
Ed ora, fatto quanto mai insolito, stava concedendo un'udienza a qualcuno, seppur della sua stessa stirpe.
"Allora figlio mio, come vanno gli allenamenti con la tua allieva?" Chiese l'essere terrificante dall'alto alla progenie.
Non era assiso in un trono, bensì era appeso e collegato all'organico soffitto della cavità dove si trovava per mezzo di strani appendici simili a dei cavi.
"Benissimo, mio padre e signore". Rispose umilmente l'altra Testa di Metallo Imperatore a tessa bassa. "L'addestramento procede più velocemente del previsto. La ragazza ha già imparato a riassumere il suo precedente aspetto umano. Quella giovane possiede una determinazione di ferro, nonostante non si veda a prima vista. Sarà un'ottima guerriera ed una degna prosecutrice della nostra stirpe".
La creatura più anziano congiunse i palmi delle mani in segno di apprezzamento.
"Perfetto, figliuolo. Abbiamo bisogno di tutti i lottatori possibili, specialmente adesso che l'ora dell'attacco finale è vicina. Il Barone sta esaurendo l'Eco, e quando lo terminerà le difese della città di Haven crolleranno come un castello di carte dinnanzi ad una tempesta. Ma la loro caduta non sarà mai rovinosa come quella della città stessa... sarà mostruosamente divertente... e finalmente anche la Pietra del Precursor finirà nelle mie mani!"
"Voleva dire nostre, padre, non è vero?" Puntualizzò Kriad senza nemmeno una punta di sarcasmo.
In realtà sapeva perfettamente che il suo genitore una volta avuto il potere interamente per se, difficilmente l'avrebbe condiviso con chiunque, persino con la sua stessa progenie.
"Certo, certo, nostre, figlio mio..." Si corresse il leader delle Teste di Metallo. "Il potere supremo finalmente sarà tutto nostro. Il potere più grande dell'intero universo..."
"Non crede comunque che avremmo bisogno di Naruto? Mar ha lasciato degli eredi legittimi per la Pietra del Precursor, e certo le difese che ha posto su di essa sono formidabili. A mio avviso, credo che Naruto sia la chiave di tutto..."
Il padre nell'udire ciò scrutò suo figlio con occhi indagatori.
"Mmmm... figlio mio, potresti aver ragione. Quella volpe di Mar non era uno che si certo che si faceva lasciare impreparato... pensi davvero che sia l'Uzumaki più giovane sia il candidato più idoneo? E di quello più anziano che dici? In fondo è lui quello che possiede la Visione..."
"Ho osservato il ragazzo a lungo e ho visto in lui le qualità necessarie per poter ricevere il Marchio, per questo ritengo che sia il candidato più idoneo". Sostenne sempre il figlio con umiltà, anche se non senza fermezza.
Senza alcun preavviso, la Testa di Metallo più anziana si mise a ridere scuotendo il suo enorme corpo da tetrapode blu scuro.
"Forse parli così perché ti sei affezionato a lui, vero? Ma dai... è solo un patetico umano che verrà schiacciato inevitabilmente come tutti gli altri".
Anche se il padre non lo notò, l'altra Testa di Metallo Imperatore ebbe un moto di amarezza dentro di se.
Il discorso comunque continuò ancora senza alcun intoppo.
"Non importa comunque... in effetti sarebbe la scelta migliore... un tipo così sciocco non avrebbe il cervello necessario per abusare di un potere simile. Una scelta saggia... ma non abbastanza! Figlio mio, convoca subito Kaeden! Che inizi le sue ricerche sul sito della città morta. Stando ai dati raccolti, lì potrebbe trovarsi il primo tassello del puzzle che, risolto, ci porterà alla gloria suprema!"
"Lo farò immediatamente, mio signore e genitore". Disse il figlio con voce incolore.
Si alzò di fronte al padre e si girò, quindi si diresse verso l'uscita della sala.
"Sei molto in gamba, figlio mio". Parlò il padre un'ultima volta. "Sei sveglio, un attore eccellente... sei davvero mio figlio. L'unico appunto che io avrei da farti è che vorrei che tu mi portassi più umani. Le bestie native di questo luogo hanno una carne così stoppacciosa..."
Si leccò le ruvidissime labbra nel pronunciare ciò, il che provocò nel figlio un altro sentimento sempre cautamente dissimulato.
Era disgusto.
Senza dire una parola la creatura più giovane proseguì la sua uscita addentransi nei cunicoli del Cornohadras.
Quella più anziana invece ritornò nella sua consueta solitudine.
Esso rimase fermo a meditare per molte ore, ma non era una pausa di pigrizia, bensì un'attesa.
Un'attesa che desiderava con impazienza che terminasse il prima possibile.
Un'attesa che si concluse in un modo quanto mai brusco e improvviso: rapido come un fulmine era apparso aggrappato sul soffitto un uomo avvolto in un mantello mimetico.
Quest'ultimo serrava nel braccio sinistro una bruna completamente nuda e ferita in varie parti che tremava e si copriva gli occhi con le mani.
L'uomo saltò dal suo appoggio e atterrò davanti alla Testa di Metallo mollando la sua presa dalla donna.
Quest'ultima cercò di scappare a gattoni, ma subito venne sollevata da una forza invisibile e trasportata davanti al mostro.
Invano cercò di dibattersi e di sfuggire a quella presa innaturale: la morsa psichica di Kor vanificò ogni suo tentativo.
"Era ora che tu arrivassi, Kenpachi". Affermò il bestione severo. "Tu hai idea di quante energie mi siano servite per proteggerti dalle capacità sensoriali di mio figlio? Molte, davvero molte ".
"Beh, Kor, non è così facile come credi. Intrufolarsi nel secondo luogo più inespugnabile al mondo richiede anche questo un bel po' di tempo". Replicò il Tuono Purpureo. "Comunque, abbiamo mantenuto il patto: una fornitura ben abbondante di ben tre tipi di Eco diversi, nonché un numeroso e succulento equipaggio. Più un regalino che ti ho portato come ciliegina sulla torta".
Lo sguardo della creatura si rivolse quindi sulla vittima, innaturalmente sospesa davanti a lui.
Vedendola tremare come una foglia e piangere sommessamente provocò in lui un senso di piacere particolare, a tal punto che da leccarsi le labbra squamose.
"Un ottimo bocconcino... dico davvero, sei un intenditore. Solo, avrei preferito averlo integro e perfettamente sano. Invece noto che l'hai strapazzata un bel po' ".
"Cosa vuoi che ti dica... tutti hanno i loro hobby no? E io sono un modellista con i fiocchi..."
Entrambi risero satanicamente a questa battuta oscena, mentre la donna iniziò a strillare in maniera isterica.
"AGHHHHH!!!!! Aiut...aiut...aiut..."
Improvvisamente però la sua bocca venne serrata mentre urlava la sua disperata richiesta dalla stessa forza che la teneva sollevata in aria.
"Generalmente io adoro vedere gli umani che strillano come dei maiali davanti al coltello del macellaio, ma tutto questo urlare mi impedisce di ascoltarti al meglio". Continuò a parlare la grottesca Testa di Metallo.
"Mi trovi davvero d'accordo. Ma non sono venuto qui solo per una visita di cortesia. Ho alcune notizie da darti e alcune richieste da farti. La prima è che il pezzo che si trova nelle fogne è stato consegnato al diretto interessato, esattamente come avevamo pianificato".
Un lampo di trionfo si accese negli occhi giallognoli della belva.
"Perfetto. Chissà che faccia farà il Barone Praxis quando scoprirà che mi avete consegnato la sua capitale su un piatto d'argento... che in realtà Monzaemon sta facendo il doppio gioco".
"Quello che conta è avere la Pietra del Precursor. Se gli abitanti di Haven sono così deboli da non riuscire a sopravvivere ad un'invasione di massa, cazzi loro. A proposito, hai qualche idea su chi dei due Uzumaki sia il candidato più papabile per diventare l'erede designato di Mar?"
"A giudicare da quanto ho sentito, Kenpachi, credo che sia il piccolo biondino".
"Bene..." Sogghignò sadicamente il Tuono Purpureo sotto i baffi.
"Questa potrebbe essere una buona occasione per un incontro. Sembra essere ieri che lo vedevo giocare e fare la rissa con Sasuke... che ricordi struggenti... anche se un po' del cazzo, devo dirlo... ma non divaghiamo. Ritornando al favore che mi devi, hai presente l'alleato di Faccia di Bimbo, Sasuke Uchiha?"
il bestione annuì.
"Bene, il ragazzo conosce una tecnica di teletrasporto particolare. Il nostro capo gli aveva dato la possibilità di impararla per sfuggire ad alcuni shinobi molto potenti, ma credo che adesso che si trovi qui non ne abbia più bisogno. Devi... fargliela dimenticare. Ma senza ucciderlo. Il piacere deve essere mio".
"Mmmmm... potrei sempre chiamare mio figlio e dirgli di fare all'Uchiha un lavaggio del cervello in piena regola".
"Non mi sembra una buona idea. Certi lavori per farli bene bisogna farli personalmente".
Il volto della lucertola, che era sempre rimasto crudelmente gioviale per tutta la durata del colloquio, si incupì di colpo.
"Dunque...tu stai dicendo a me di sporcarmi le mani con un pidocchio della quella discendenza bastarda? A me che sono il possente signore della più grande forza animale e militare al mondo? A me che sono circondato da orde di Teste di Metallo che ad un solo pensiero giungerebbero qui per aprirti in due e divorarti il midollo mentre sei ancora in vita?!? Io non tollero che qualcuno mi parli così, specie uno che tecnicamente è solo un lacchè!"
Meno di un secondo dopo che il leader delle Teste di Metallo finì di parlare, Kenpachi scomparve dalla sua vista e riapparve aggrappato al suo volto gargantuesco con la mano sinistra che puntava il corrispettivo occhio.
"Ascoltami bene, grosso, lurido, decrepito ammasso di cicca, squame e nervi". Minacciò sfavillante della sua temuta aura violacea. "Vedi... anche noi abbiamo le nostre forze e i nostri mezzi, cosa credi? Davvero pensi che solo perché sei riuscito ad imprigionare un paio dei guerrieri di Monzaemon noi dobbiamo essere trattati come cagnolini che mendicano la tua pietà? In realtà il nostro capo ha lasciato per se stesso i ninja migliori. E per ninja migliori intendo dire juggernaut in grado di ridurre te e il tuo covo in cenere senza nemmeno scomporsi un capello".
I barbagli dell'orgogliosa creatura si gonfiarono dallo sdegno.
"Io comunque non vedo alcun ninja che possa giungere a salvarti il culo in tempo utile..."
Kenpachi rispose con un riso e stracciò parte del mantello attorno all'addome, mostrando un sigillo inciso sulla carne violacea.
Nel vedere quello la creatura impallidì.
"Quello... quello... è il sigillo del Quarto Hokage!"
"Bingo!" Gongolò Kenpachi. "Come vedi sono in grado di richiamare il nostro amato Yodaime come e quando voglio, e mica solo lui, ma anche Monzaemon. Potresti riuscire a sconfiggere me (e di questo ne dubito molto) ma cosa faresti contro tre ninja immortali? O quattro? Oppure dieci? Vedi caro il mio cazzone... per quanto entrambi adoriamo una carneficina in pieno stile, combatterci l'un l'altro sarebbe controproducente alquanto, e ad ogni modo non avresti scampo. Diciamo che possiamo trucidare molta più gente da alleati che da nemici".
"Veramente stiamo già combattendo". Replicò il mostro più rilassato. "Il vostro patetico baroncino ha mandato ben quattro divisioni per cercare di arginare i miei attacchi esterni. Non rinuncerà al piedistallo così facilmente".
Kenpachi ancora una volta scoppiò in una ghignata abominevole.
"Chi? Quel piccolo fetente ipocrita di Praxis? Si adatterà al cambiamento... oppure lo aprirò come una vongola assieme alla figlia. Basta che entrambi ci atteniamo al piano e tutto filerà liscio come l'olio".
Detto ciò con un balzò indietro e atterrò alcuni metri davanti all'orripilante bestia.
"Presto ogni nostro nemico sarà schiacciato, e tutti i nostri sogni di vendetta si REALIZZERANNO!!! E IL SANGUE CHE VERSEREMO SARA' TALMENTE COPIOSO DA ALLAGARE L'INTERO DESERTO!!!".
La vetusta creatura contemplò la follia che quel messo emetteva da ogni poro, quasi come se fosse rappresentata da quei lampi scintillanti.
Quell'essere pazzo e depravato fino all'inverosimile divertiva la Testa di Metallo Imperatore non poco.
"Caro il mio Tuono Purpureo... sei degno del tuo crudele epiteto. Quasi quasi vorrei che fossi tu mio figlio... in un certo senso tu sei molto più mostro di quanto lui possa mai diventare..."
"Beh, se lo accoppo magari potresti anche adottarmi... la sua testa sarebbe un trofeo perfetto per me, papino".
All'unisono quindi i due mostri iniziarono a sghignazzare con ancora più forza a sadismo.
Da canto suo la donnetta bruna, che era rimasta ammutolita per tutta la durata del discorso, a quel punto iniziò a pigolare.
Quei due esseri erano già spaventosi per poteri e abilità, ma il loro scellerato dialogo era terrificante oltre ogni dire.
Il suo pianto sommesso per suo sfortuna però non venne ignorato: la Testa di Metallo e il servo di Monzaemon si girarono verso di lei all'unisono ed iniziarono a rivolgerle le loro letali attenzioni.
Dalle loro espressioni facciali capì che ciò che le stava per accadere sarebbe stata l'esperienza più orrida della sua vita, e con tutta probabilità anche l'ultima.
"Abbiamo parlato abbastanza, Kenpachi... non ti dispiace se faccio pausa pranzo, vero?" Parlò per primo il signore della montagna.
"Assolutamente no, anzi: posso avere anche io un assaggino? L'antropofagia è un'esperienza che vorrei provare. Mi piacerebbe però il primo morso. Non avrebbe senso divorare la mia vittima se questa non soffrisse intensamente..." Propose inumanamente il Tuono Purpureo.
"Accomodati. Ma solo un pezzettino, d'accordo?" Gli diede il permesso l'antica bestia.
Vedendo attentamente la mano del guerriero elettrico brillare di una lama oscura, la donna provò ad urlare con tutte le sue forze.
"No... no... no... NOOOOOOOOO!!!!!"
Ma tutto fu inutile.
Nulla di ciò che fece gli evitò di diventare la portata principale di quest'orrendo pasto.
 
 
**************
 
 
Angolo dell'autore:
Madara: in questo momento il nostro è in crisi da astinenza da recensioni. 
E' un povero drogato, compatitelo. Anzi no.
Dunque..dunque...il dialogo tra il capo delle Teste di Metallo e Kenpachi è malvagità allo stato puro.
Sembra quasi che l'abbia scritto io (infatti è vero).
Il capitolo mi sembra pure venuto piuttosto corto.
Ricordatevi comunque di recensire...oppure vi Sharing...
Chuck: (lo stende con un calcio volante) non si usa lo coercizione sui fan!
 Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia e recensiscono.
Ciao!
*: tecniche di mia invenzione.

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Capitolo 32
*** Cap. 32. Avventura nella città defunta. Parte Prima. ***


Cap. 32. Avventura nella città defunta. Parte prima
 
 
 
Era ormai notte fonda nella città defunta, ma non tutti gli abitanti innaturali di quel luogo stavano dormendo.
Hinata infatti, nascosta in un desolato capannone nella sua forma di Testa di Metallo, non riusciva a prendere sonno.
Non era certo per la scomodità del luogo, essendo una creatura bestiale e prima ancora una ninja era del tutto indifferente della mancanza di lusso, ma più che altro per via di pensieri dolorosi e torbidi.
E' incredibile... non avrei mai immaginato che dietro al massacro degli Uchiha ci fossero le alte sfere di Konoha... in condizioni normali non avrei mai creduto a quello che è uscito dalla bocca di Sasuke....
L'intera faccenda del massacro degli Uchiha per lei fu uno shock immenso.
Per tutta la vita infatti aveva sempre avuto una grande fiducia nelle istituzioni della Foglia e nei suoi abitanti, sebbene alcuni atteggiamenti  riguardanti la politica del suo clan non la trovavano affatto concorde.
Questa scoperta però minò questa convinzione: Hinata si stava sentendo dolorosamente delusa, se non proprio tradita.
Nella mente della ragazza strisciò il pensiero che in fondo né Sasuke né Ilnok avessero tutti i torti.
Loro hanno perso tutto... sono anche loro delle vittime della crudeltà altrui... forse stanno affrontando la cosa nel modo giusto... perché dovrei dare pietà a qualcuno che vuole solo distruggermi?
Eppure, in quell'istante ricordò qualcosa che pose fine alla sua lotta interiore.
Nella sua mente vi era l'immagine della guardia che, disgustata dal trattamento che le stava riservando Kenpachi, aveva azzardato un tentativo di fermarlo che gli era costato la vita.
Era poco, molto poco, ma per Hinata quel gesto significava davvero molto.
Si diede una forte pacca sulla testa per rimproverarsi della propria stupidità.
Come ho potuto anche solo pensare una cosa simile? No... non è comunque giusto ciò che Sasuke e Ilnok stanno facendo... comprendo le loro ragioni, ma non posso accettare come stanno conducendo le cose... non posso... come potrei altrimenti guardarmi allo specchio? E come potrei rincontrarmi con Naruto e i miei amici e la mia gente? Non lo so...
Anche se si era decisa su come continuare la sua battaglia, la confusione tornò presto in lei più viva che mai.
Con la mente infatti ritornò ai suoi compagni di squadra.
Vedere quelle due anime tormentate e sofferenti faceva alla ragazza molto male.
Ilnok-san... Sasuke... sono tremendamente infelici, quei due. Dietro la loro apparenza di assassini, si nascondono in realtà dei poveri uomini devastati. La notte scorsa... hanno mostrato dei tratti che non avrei mai creduto che possedessero. Forse... posso cercare di ricondurli alla ragione... magari se ci provassi... no... non è possibile. Già molti hanno tentato varie volte a far loro cambiare idea: Naruto, Sakura, i ribelli... perché dovrei riuscirci io? Cosa mi fa credere che... arghhh!!! Che male....
Tutto questo mare di pensieri e associazioni di idee le fece venire una forte emicrania.
Capendo di dover sgomberare la mente, si alzò dal suo giaciglio, quindi, sedendosi con le gambe incrociate, iniziò alcuni esercizi di meditazione che le aveva insegnato il maestro.
Respira... respira... bene... ti stai sentendo già meglio, vero?
Ora per distrarsi potrebbe essere una buona idea dare una controllata al perimetro... chissà che non mi stanchi abbastanza da addormentarmi...
Usando quindi la vista interiore, la ragazza mentalmente controllò la presenza di esseri viventi nel raggio di qualche kilometro.
A parte Ilnok, che montava a quell'ora di pattuglia, tutti gli altri stavano dormendo placidamente.
Tutto sembra essere tranquillo... pensò sorridendo. E' così placido e sonnacchioso e...
In quell'istante si accorse che non era tutto così tranquillo come aveva visto di prima "occhiata".
La traccia psichica di Sasuke era infatti violentemente alterata, anzi proprio inquinata da qualche intrusione.
Mentalmente la ragazza ripercorse questo collegamento e giunse con la propria vista interiore alla fonte.
La scoperta che lì fece fu molto più sconvolgente e terribile della precedente: un'altra Testa di Metallo si trovava nella zona e stava frugando nella mente dell'Uchiha.
Capendo che non c'era un solo istante da perdere, la giovane si ritrasformò nella forma umana e sgusciò velocemente dalla porta del suo rifugio.
Saltando velocemente da un palazzo all'altro, giunse dietro all'intruso.
Attivò i suoi Leoni Gemelli e, facendo il possibile attenzione nascondere tutte le sue tracce sia fisiche che psichiche, si avvicinò sempre di più dietro il suo bersaglio con.
Cosa starà facendo una Testa di Metallo Imperatore qui intorno... dovrei cercare di neutralizzarla per interrogarla.
Con un agile balzo salto e puntò il suo juken alla spalla destra della bestia.
Esattamente un attimo prima di colpire il suo bersaglio però venne fermata a mezz'aria, sospesa da una mano invisibile.
Prima ancora di poter rendersi conto di ciò che stesse accadendo, la ragazza venne spedita con forza contro un edificio dietro di lei.
La bestia che si era intrufolata si degnò di girarsi verso la sua simile, e rispose agitando gli orgogliosi barbigli.
"Mio figlio ti ha insegnato bene... ma io ci sento e annuso ancora molto, molto bene. E quello che ho odorato è una Testa di Metallo... che puzza però degli inferiori esseri umani! Dovrei ucciderti per la tua insubordinazione... ma non importa... hai comunque dimostrato una grande perizia nel tuo attacco a sorpresa. Ora fai la brava e lasciami svolgere il mio lavoro. Se ti comporterai bene, potrei anche renderti parte del mio seguito".
Dalle macerie dell'edificio, Hinata si rialzò nella sua forma più potente, con i suoi artigli messi bene in vista.
"Non ho la benché minima idea di cosa tu stia parlando. Io non so chi sei". Rispose severa e determinata. "So solo che tu non devi azzardarti a giocare con la mente dei miei compagni oppure sarò io a farti molto male".
Kor era rimasto davvero basito: come aveva osato quella miserabile mocciosa ibrida rivolgersi al suo naturale padrone in questo modo?
"Figlio del cazzo che mi ritrovo..." Sussurrò feroce, quindi gridò rabbiosamente. "Ti insegnerò il rispetto e la devozione che mi devi con la forza, BRUTTA CAGNA IMPURA!"
Detto questo la terra attorno alla vetusta creatura venne agitata da un terremoto, di cui il mostro era l'epicentro, progressivamente sempre con maggiore violenza.
Inspirando quanto più aria possibile con le sue piccole narici, il mostro si lanciò contro la nemica mettendo i pugni in avanti.
"Doppia Vibrazione Frantumante!*" Ruggì, e dalle sue mani si dipanarono delle crepe innaturali simili a quelle che Hinata aveva generato contro Monzaemon.
La violenza del colpo fu inusitata: moltissimi palazzi dietro alla Hyuga vennero spazzati via dall'onda d'urto come dei castelli di carta davanti ad un forte soffio.
Mentre l'essere antico effettuava il suo attacco devastante, si accorse però che il bersaglio dell'attacco si era dissolto in una nuvola di fumo.
Fece appena in tempo a realizzare di essere finito in una trappola che Hinata tentò un nuovo attacco alle sue spalle, stavolta due artigliate.
Kor riuscì comunque a colpire la ragazza con uno schianto psichico e scagliarla via per l'ennesima volta, ma non prima che i suoi aguzzi artigli gli ferissero ambo le spalle.
La belva più antica muggì dall'umiliazione più che dal dolore, mentre quella più giovane si riprese in fretta dal colpo.
I due contendenti psionici si squadrarono entrambi determinati più che mai.
E' terrificante... pensò Hinata non riuscendo a non ansimare dalla fatica. Cercare di occultarmi da quel mostro mi sta costando uno sforzo enorme in energie mentali... mi sento già stremata. Non ho scelta però: devo riuscire a vincerlo nel corpo a corpo; la mia forma a tal proposito è più adatta e aerodinamica di quella della creatura...
Dal'altra parte Kor stava meditando sul da farsi e immaginava tutti i modi più possibili e umilianti per poter distruggere quell'essere miserabile che aveva osato attaccare il suo superiore di natura.
"I tuoi poteri psichici sono ancora in erba in confronto ai miei, mocciosa!" Ruggì. "Ora... io ti mostrerò il vero e immenso potere che solo le Teste di Metallo Imperatori più impotenti ed esperte sanno utilizzare. Trema e crolla dinnanzi alla Visione dell'Inferno Interiore!*"
Detto ciò i fili che solo esseri come loro potevano vedere si dipartirono dal cranio del mostro per tentare di congiungersi con quello della Hyuga.
Disperatamente, la ragazza provò ad usare tutte le energie che le rimanevano per tentare di contrastarlo e generò degli altri fili invisibili che andarono a cozzare con quelli già esistenti.
Purtroppo per Hinata, la lucertola più antica sembrava essere non solo più esperta, ma anche molto più potente e ad ogni secondo che passava i legamenti mentali si avvicinavano sempre di più al cranio della ragazza.
Vedendo quest'ultima affaticarsi sempre di più e soccombere dinnanzi alla sua furia mentale, Kor ruggì dalla soddisfazione.
Ma il suo trionfo venne interrotto proprio nel momento cruciale da un intervento inaspettato: Faccia di Bimbo gli aveva cinto il collo gommoso con le sue gambe muscolose, e teneva punta della sua temuta alabarda poggiata proprio sotto la mandibola di quest'ultimo.
"Hai millenni di vita e sei sempre uno sciocco borioso idiota, Kor". Pronunciò severo l'omone mascherato. "Credevi davvero di poter sgattaiolare sotto il mio naso e studiare il cervello del mio compagno di team senza che io me ne accorgessi e minacciassi di staccare la brutta faccia che ti ritrovi dal collo?"
Tutta l'arrogante gioia che il mostro stava provando priva si era trasformata in uno sdegno bruciante nell'udire una questa minaccia.
Il fatto di aver avuto per due volte una lama puntato addosso per ben due volte dopo secoli, e nello stesso giorno dopotutto, era per lui un affronto immane.
Ma sapeva che era meglio non tentare rappresaglie: quell'uomo mascherato era una delle persone più veloci che avesse mai conosciuto e non ci avrebbe messo un decimo di secondo ad infilargli la sua lama nel collo.
Avrebbe potuto usare i suoi poteri psichici, ma probabilmente il nemico si sarebbe aggrappato ai suoi barbigli e lo avrebbe freddato comunque senza scompigliarsi un capello.
"Hai...avete vinto..." Ammise amaramente l'arcaica creatura. "Ma non... ti illudere Faccia di Bimbo... sappi che l'accordo che avevamo stabilito... è terminato. La prossima volta che ci incontreremo... pasteggerò con il tuo sangue e la tua disgustosa carcassa".
L'omone premette sulla mandibola del mostro con ancora più forza.
"Allora perché diavolo non dovrei ucciderti, allora? Ti servirà adesso un'ottima ragione".
L'antica belva rise crudelmente nell'udire ciò.
"Io posso richiamare un'orda di Teste di Metallo qui solo con un pensiero. Nemmeno tu sei così veloce da potermi uccidere prima che io possa mandare un messaggio telepatico. Ti sembra un ragionamento abbastanza assennato?"
L'omone si leccò le labbra dal disappunto: purtroppo la battaglia si stava trasformando in una negoziazione, e lui odiava negoziare con un essere in grado di compiere così tanti trucchi con il solo pensiero.
Anche Hinata capì che lo stallo avrebbe potuto risolversi a loro svantaggio: bastava infatti un attimo di distrazione da parte di Ilnok e Kor avrebbe usato le sue facoltà telecinetiche al massimo del proprio potere.
Tentò quindi di intromettersi nella negoziazione.
"Ascoltatemi tutti voi. Kor, così come ti chiami, ho bisogno di sapere da te una cosa: perché hai usato i tuoi poteri mentali su Sasuke? Quale è il tuo scopo?"
"Non ho alcuna intenzione di dirvelo". Rispose beffardo il mostro ancestrale "E anche se ve lo dicessi, dubito che mi credereste. Potresti catturarmi e interrogarmi, ma... come vi ho già detto, dati i miei poteri, ve lo sconsiglio vivamente. Magari ti è venuta l'idea di usare la tua telecinesi per bloccarmi, vero? E' una trovata piuttosto brillante, ma inefficace: un abisso divide la mia forza dalla tua. Allora creature miserabili, mi lasciate andare si o no?"
Purtroppo entrambi i guerrieri capirono che era l'unica scelta: Kor era una creatura antichissima e molto potente, e qualunque sistema o trucco che avrebbero potuto usare sarebbe stato capace di rivoltarlo contro di loro.
"Per questa ti rispiarmo, pezzo di merda". Concluse amaramente Faccia di Bimbo che saltò dal collo della vetusta creatura. "Ma sappi una cosa. Facci un solo scherzo, e non vivrai abbastanza a lungo per vantartene, chiaro?"
Nonostante la serietà della minaccia, resa ancora più temibile dall'alabarda dell'uomo messa in avanti, Kor non sembrava per nulla scosso.
Anzi sogghignava.
"Addio. E' stato bello essere un vostro alleato, finché non avete riportato quel sudicio topo patito d'informatica ad Haven. O meglio, sarebbe più consono alla situazione un arrivederci".
Sogghignando sommessamente, aprì le enorme ed antichissime ali vitree e con esse volò via dalla Città Morta.
I due guerrieri intanto rimasero per alcuni attimi in silenzio, cercando di mettere assieme i pezzi di una situazione che sembrava terribilmente caotica.
Hinata fu la prima a rompere il gelo con un timido balbettio.
"Kor... chi è? Cosa vuole da noi? Ilnok-san..."
"Kor è il signore supremo delle Teste di Metallo, ovvero colui che da millenni insanguina questa guerra con una guerra spietata. Cosa abbia voluto da noi, non ne ho idea, ma sicuramente qualcosa che ha a che fare con Sasuke. E temo che si trattasse di qualcosa di importante, dato che è venuto personalmente a sporcarsi le mani..."
Hinata si schiarì un poco la gola prima di parlare.
"Ha usato i suoi poteri mentali su Sasuke... l'ho individuato così... di preciso non so a che tipo di processo lo abbia sottoposto..."
"Sei riuscita ad individuare la traccia mentale di Kor?" Domandò Ilnok ammirato. "Devi farti i miei complimenti. Non sono un esperto di queste cose psichiche, ma mi sembra che tu abbia raggiunto un grande traguardo".
Questo complimento fece molto piacere alla Hyuga, specie perché proveniva da un uomo non solito a queste genere di apprezzamenti.
"Grazie...Ilnok-san. Ma... adesso come facciamo con Sasuke?"
"Dobbiamo andare a controllare, Hinata. Devi usare i tuoi poteri per vedere in che modo Kor ha alterato la sua mente".
"D'accordo, Ilnok-san. Preferirei però farlo tra un po'. Sono piuttosto stanca, e potrebbe essere pericoloso tentare una scansione mentale adesso".
"Mi sembra giusto. Riposati, poi inizieremo il trattamento. Io intanto torno alla mia ronda. E' possibile che Kor ci abbia tirato un brutto tiro..."
Hinata e Ilnok si congedarono e tornarono ognuno ai luoghi che avevano lasciato prima dell'attacco.
Nella mente di Faccia di Bimbo si fecero strada molte congetture.
Sapevo che quel bastardo di Kor avrebbe prima o poi tentato un attacco, ma adesso non importa... è tempo allora di iniziare questo mio nuovo piano.
Guardingo come sempre, il lottatore di Spargus estrasse dalla sua tasca un processore olografico tascabile.
Assicurandosi di non essere visto da nessuno, premette alcuni pulsanti e fece comparire su un fascio di luce una selezione di varie mappe a forma di quadrati raccolti in una struttura circolare.
Come se fossero oggetti solidi, e in un certo senso lo era davvero, l'uomo toccò il quadrato immateriale su cui era scritto Pietra della Discendenza.
L'immagine dei quadrati scomparve per essere sostituita da quella di una strana statua.
Una statua dall'aspetto vetusto, con alcune parti mancanti.
Bene, direi che questo vecchio soldato ha ancora qualche carta da giocare... le informazioni che il figlio di Kor mi ha dato mi serviranno non poco... oh se mi serviranno...
 
 
***************
 
"Naruto Uzumaki... l'ora è vicina..."
Naruto sentiva di poggiare su una superficie fredda, molto fredda.
Ancora intontito per il sonno, strabuzzò gli occhi stanchi e tastò il suolo dove era poggiato.
Era effettivamente uno stranissimo pavimento violaceo dalla consistenza simile alla perla.
"Dove... dove mi trovo?" Chiese ancora tremendamente sorpreso.
"Alzati Naruto... una nuova sfida ti è proposta".
La possente voce dell'Oracolo rimbombò nell'aria e nelle orecchie dell'Uzumaki.
Quest'ultimo si alzò dunque per avere una panoramica della zona.
Il posto in cui si trovava era totalmente diverso da ogni cosa mai vista prima, se non forse all'interno del tempio della Tartaruga di Kumo: il ragazzo era immerso in una sconfinata landa lastricata del pavimento che aveva avvertito prima immersa nella notte più nera.
L'unica fonte di luce era la statua dell'Oracolo, che brillava come il sole immerso nelle tenebre dello spazio siderale.
"Non c'è tempo Naruto..." La voce dell'Oracolo si risuonò ancora dall'amuleto che aveva nel petto. "Il leader degli esseri che voi chiamate Teste di Metallo sta preparando una spedizione per recuperare un artefatto dal potere immenso".
"E'... per caso un altro dei tuoi frammenti, vero?" Chiese il ninja biondo con timidezza.
Anche se la presenza dell'Oracolo era molto benevola e persino solare, non poteva che non restare in soggezione di fronte alla magnificenza che la statua irradiava come luce.
"Molto di più, figlio mio. Si tratta di un tassello fondamentale per aprire la Tomba di Mar, il fondatore della città di Haven".
"La Tomba di Mar..." Ripeté meccanicamente, ricordando. "In effetti... ho già sentito nominare questo luogo... da Praxis..."
"La Tomba di Mar non contiene in realtà le spoglie del guerriero, Naruto, ma molto di più: nei meandri di essa è custodita la fonte di energia più grande che un mortale potrebbe mai possedere, un potere dinnanzi al quale persino i demoni più forti impallidiscono: La Pietra del Precursor".
"La Pietra del Precursor... il potere più grande che si possa immaginare..." Mormorò Naruto a bassa voce.
In un istante, molti dei suoi dubbi riguardanti la profezia che da tempo assillava i suoi pensieri si risolsero.
"Allora... è questo che sono chiamato a fare! Devo in qualche modo aprire la tomba e recuperare la pietra..."
"Sì, figlio mio. Il potere della Pietra è immenso e superiore ad ogni immaginazione. Un suo potenziale uso scorretto potrebbe provocare disastri incalcolabili, se non addirittura la fine della vita stessa. Sono anni che Praxis e Monzaemon stanno cercando quella pietra... e non solo loro... moltissime forze si sono messe in movimento per prelevarla e con essa la sua enorme energia".
"Ma allora cosa dovrei fare io? Sei sicuro che io sia la scelta giusta? Cioè..." Avanzò un dubbio l'Uzumaki.
Certo, Naruto aveva sempre avuto il sogno di diventare Kage e poi di riportare la pace nelle Terre Ninja, ma dato che le forze in gioco era così immense, non era certo per nulla sicuro di essere il candidato migliore per un potere simile.
La faccenda della fine della vita stessa stava poi amplificando le sue perplessità.
La risposta dell'Oracolo fu enigmatica, ma in un certo senso rassicurante.
"No, affatto. Nonostante mi chiamino l'Oracolo ci sono molte nebbie dinnanzi alle quali persino i miei occhi e la mia saggezza devono arrestarsi. La tenebra che circonda i nostri passi ed è ben lungi dal diradarsi.  Molti sono i pericoli che ci attendono nell'oscurità, ma ci saranno anche delle mani tese ad aiutarti nel tuo cammino. Mani che appartengono a persone da cui tu non ti aspetteresti alcun aiuto".
"Ma... ma chi? Chi? Oracolo, dammi una risposta!"
"Non c'è più tempo, ormai. Vai alla città defunta, e lì ti indicherò la strada. Ricorda di prepararti il meglio che puoi... sarà un'impresa di una difficoltà impervia...a presto..."
"Aspetta... aspetta..."
Naruto provò a biascicare qualcosa, ma il bagliore che circonfondeva Ilnok era diventato così forte da accecarlo.
Si coprì quindi gli occhi per qualche istante per evitare di venire abbagliato.
Quando li riaprì si ritrovò nel letto della camera dove viveva vestito con il suo pigiama, ovvero un piccolo monolocale dall'area rettangolare con le pareti in pietra irregolare.
 "Era solo... un sogno?" Domandò a bassa voce strofinandosi i capelli sudati con la mano destra.
"No, non lo era affatto, invece".
La voce scorbutica del suo diretto superiore attirò lo sguardo del ninja biondo verso lo stipite della porta, dove si era appoggiato.
"Immagino che l'Oracolo ti abbia parlato, vero? Chi capisce quel tipo è bravo..." Affermò scherzosamente avvicinandosi al letto.
"Comunque, ci giocherei la testa nel dire che ti ha chiesto di entrare nella Città Morta. I nostri esploratori recentemente ci hanno riportato movimenti molto frequenti in quella zona... come un tempo..."
"Un tempo? Cosa è successo?" Domandò Naruto.
Il comandante schiarì la gola un poco, quindi si sedette vicino al suo inferiore di grado sul letto.
Dal suo viso bendato si intravedeva che i ricordi che stava per rievocare fossero dolorosi.
"Non ti piacerà saperlo, tanto per cambiare. Per nulla. Circa due anni fa, ci fu un malfunzionamento nella barriera, che venne disattivata per alcuni giorni. Le Teste di Metallo ne approfittarono per attaccare; ci siamo difesi con tutto ciò che avevamo, ma non era abbastanza. Quando la barriera fu di nuovo disponibile, il Barone ordinò a Monzaemon di modificarne il raggio, in modo che la parte della città attaccata dalle Teste di Metallo ne restasse scoperta. Quella zona di Haven adesso è conosciuta come Città Morta e tutti coloro che non furono abbastanza veloci da ritirarsi divennero cibo per rettili. L'unico sopravvissuto a quel massacro fu l'Ombra, il quale impedì alle Teste di Metallo di invadere il Santuario Ligneo, ovvero il posto dove riposa il Sigillo della Tomba di Mar".
"Cavoli, sei davvero informato sulla questione..." Affermò Naruto leggermente sorpreso. "Immagino che siano stati o l'Oracolo o Nagato a parlartene".
"Certamente... un tale aveva detto che la conoscenza era potere, no? E ci servirà molto potere per uscire vivi da quel posto terrificante".
"Ci servirà?"
"Certo, perchè vengo in missione con te, stronzetto!"
Il jinchuriki non sapeva se essere contento o infelice di questa notizia: Torn era un combattente formidabile, indubbiamente, ma non era proprio la più piacevole compagnia che uno potesse avere.
"Emmm... Torn... non per fare lo sbruffone e tutto il resto, ma io sono il prescelto, quindi tecnicamente dovrei fare certe cose da solo..."
Non appena ebbe udito questo tentativo di evitare di andare in missione con lui, l'omone bendato scoppiò in una fragorosa risata.
"Ahahahaha... mi che te l'ha detta questa cazzata?!? Guarda che sia Nagato che l'Oracolo si sono raccomandati affinché tu non affrontassi questa missione da solo. A prima vista uno ti potrebbe fare un sermone enorme sul fatto che non devi sempre prendere il peso dell'universo addosso..."
Qui si avvicinò al volto dell'inferiore e i gli occhi azzurri di entrambi si incrociarono in maniera per quest'ultimo molto inquietante.
"... ma in realtà lo so che tu non vuoi solo avere il tuo comandante cazzone tra i piedi, vero? Dillo avanti..."
Naruto deglutì e ricominciò a sudare copiosamente.
"Emmm..."
"Se non lo ammetti subito ti spedisco alla Città Morta legato, cosparso di salsa barbecue e con addosso un cartello con su scritto MANGIATEMI..."
"Ok... ok, mi hai... beccato, d'accordo?"
L'invadente superiore si allontanò un poco.
I suoi occhi luccicavano dalla soddisfazione di aver messo sulle corde la sua vittima preferita.
"Lo sapevo, stronzetto. Ma conosco il modo di farti tornare il sorriso: la tua amichetta ti riaccompagnerà in missione come ai vecchi tempi. Solo una raccomandazione: non azzardatevi a fare i piccioncini, o vi trasformo tutti e due in esca come ho detto prima. Ho la glicemia piuttosto alta, e non vorrei pigliarmi il diabete..."
L'Uzumaki capì che era meglio non discutere, quindi si tolse di dosso le leggere coperte e scese dal letto.
Anche se in realtà, dopo aver visto come lui ed Ashelin stavano pomiciando, la minaccia del capo gli sembrava un po' ipocrita.
"Scendo, scendo. Ah, e un'altra cosa: che fine ha fatto la Chiave di Rubino?"
Chiese il ragazzo alzatosi dal letto e cercando dei vestiti adatti per la missione.
Aprì quindi il primo cassetto del comodino adiacente al letto
"L'abbiamo consegnata a quel ciccione di Krew. Quel bastardo ha minacciato di chiudere l'affare in caso di mancata consegna dell'artefatto". Rispose Torn molto scocciato.
Evidentemente il comandante si era schierato apertamente contro questa consegna e, dopo ciò che aveva visto, Naruto non poteva dargli alcun torto.
"Ascoltami comandante". Disse serio mentre estrasse una t-shirt beige. "Ho motivo di credere che il nostro trippone abbia dei progetti segreti che riguardano l'artefatto che gli abbiamo fornito."
"Io non lo credo invece".
La voce dell'uomo bendato fu così tagliente che quasi il jinchuriki rabbrividì.
"Ne sono certo. Ma ne parleremo a missione finita. Per ora è meglio non distrarsi troppo per la faccenda di Krew".
Naruto mentre il suo comandante stava parlando si era già cambiato la parte superiore dei suoi vestiti.
Le ultime affermazioni del suo superiore lo avevano un poco sgomentato.
La situazione si stava facendo sempre più ingarbugliata, e i piani e gli schemi in azione sempre più complessi e difficili da interpretare.
Pregò solo che, come gli aveva predetto l'Oracolo, qualcuno di questi fosse a suo favore...
 
******************
 
"Hai aperto gli occhi... finalmente...."
Il lungo sonno di Sasuke Uchiha ebbe finalmente fine.
Per sua fortuna, tra l'altro, dato che un terribile incubo lo aveva assillato, dal quale il moro sembrava incapace di svegliarsi.
Sbatté un poco le palpebre per riabituare gli occhi alla luce mattutina e alzò il suo busto dal suo scomodo giaciglio di pietra.
Accanto a lui si trovavano i suoi due compagni di squadra.
"Grazie ai Kami ti sei svegliato... Sasuke..." mormorò la ragazza sospirando dal sollievo. "La scansione mentale che ti ho fatto non sembra aver causato danni nel tuo cervello".
La vista della Hyuga fu però per Sasuke un fatto molto strano: infatti quella che vedeva era una ragazza umana coperta da un mantello nero, e non la creatura enorme e verde che ricordava.
"Hinata... sei tornata normale...ma mi vuoi dire cosa diavolo è successo? Ho fatto un sogno stranissimo... ho sognato una belva spaventosa... era simile a te, però era allo stesso tempo diversa... mi scrutava nella mente... era tutto così confuso..."
"Ragazzo mio, hai appena avuto un incontro ravvicinato del quarto tipo con il capo delle Teste di Metallo, ovvero Kor, il Lord di Tutti i Viscidi". Gli rispose l'omone. "Quel tipo, per motivi ancora sconosciuti, è entrato nella tua testa e ti fatto una specie di lavaggio del cervello. Hinata poco tempo fa ti ha fatto una diagnosi dello stato celebrare".
Questa notizia sembrò preoccupare leggermente il moro, cosa alquanto insolita.
"E... cosa dice".
"Io... io..." Parlò timidamente la ragazza. "Non ho notato nulla di anomalo nella tua salute mentale... però sembra che quel mostro ti abbia manomesso alcuni ricordi... non saprei dirti quali... il danno per fortuna è minimo, ma è irreparabile per me... mi spiace".
L'Uchiha al ricevere questa notizia fece una strana occhiata
"Allora vuol dire che non ti sei allenato abbastanza, Hinata. Già è dura averti come palla al piede con tutte queste tue manie di pacifismo, se non sai nemmeno ricucire i danni che fanno le bestie della tua stirpe..."
Queste parole dure però attirarono su di se l'ammonizione di Ilnok, che non fu meno severa.
"Uchiha, guarda che se Hinata non avesse individuato Kor mentre ti stava frugando nella mente quel mostro avrebbe potuto friggerti quei pochi tuoi neuroni rimasti. Dovresti ringraziare la Hyuga, invece di trattarla come una merdaccia".
La predica sembrò avere inaspettatamente un effetto sull'Uchiha.
"Dunque... mi hai salvato la mente, vero Hinata?"
"In un certo senso... sì, ti ho salvato la pelle e il cervello". Rispose la giovane più sicura.
"Allora... scu... scu... scu..."
Sotto gli occhi di Faccia di Bimbo e della Hyuga stava avvenendo uno spettacolo assolutamente esilarante.
Vedere Sasuke Uchiha, orgoglioso più di ogni altro, balbettare e arrossire nel tentativo di chiedere scusa era un divertimento puro.
"Cosa hai detto? Guarda che non ho sentito bene! Hai detto scu... scu...scudo?" Scherzò l'uomo mascherato in tono sornione.
"Mi pare che abbia detto proprio scudo". Gli fece eco la ragazza, anche lei piuttosto divertita nel vedere Sasuke tremare mentre tentatava di fare qualcosa che andava così contro la sua personalità.
"SCUSA, D'ACCORDO!!!! VOLEVO SOLO SCUSARMI PER AVERTI QUASI AGGREDITO DUE NOTTI FA'!!! MI DISPIACE, CONTENTA?!?!? Ma adesso voi due andate a farvi fottere..."
Lo sforzo che fece Sasuke nell'esprimere il suo pentimento era persino superiore a quello che aveva fatto nello scontro con Orochimaru, ma non avrebbe tollerato oltre uno stillicidio simile.
Ritornò quindi supino a terra con un tonfo.
"Scuse accettate, Sasuke".
Hinata sorrise sotto i baffi: quella piccola tortura le aveva dato un piacere molto particolare e insolito per una come lei.
"Immagino di non dover infierire..." Parlò Ilnok anch'egli gongolando. "Ad ogni modo, vi consiglio di fare scorta di buon umore: vi servirà, credetemi. Sasuke, il nostro accordo con le Teste di Metallo è ufficialmente annullato, e saranno anche loro nostri nemici d'ora in poi".
Questo ritorno alla realtà fu brutale per tutti i guerrieri, i quali subito ritornarono più seri e più cupi.
"Benissimo... come se non avessimo abbastanza gente che vuole farci la pelle, ultimamente..." Borbottò l'Uchiha. "Ora cosa facciamo?"
Un lampo malefico illuminò gli occhi di Ilkon, e quest'ultimo subito estrasse dalla sua tasca un piccolo proiettore.
Lo attivò e mostrò quindi ai sui compagni l'immagine di un simbolo a forma di tao dal colore marrone.
"Semplice, amici miei, li precediamo! Questo simbolo secondo varie leggende è la chiave per la leggendaria Tomba di Mar, il sito archeologico più leggendario di questo continente".
"A cosa importa ciò?" Replicò l'Uchiha perplesso. "Una scampagnata tra i ruderi non ci è di alcuna utilità..."
"Sì, se questi ruderi sono la chiave per un potere al di sopra di ogni immaginazione. Ho motivo di credere che nella Tomba si trovi una fonte di energia misteriosa, detta la Pietra del Precursor, di cui le Teste di Metallo si vogliono impadronire. L'unico modo per entrare, a quanto sembra, è recuperare questo sigillo. Una parte di esso, guarda caso, si trova proprio nella Città Morta, sigillata perfino alle Teste di Metallo. Non sarebbe bello se noi glielo fregassimo da sotto il naso ?"
Sasuke fu più convinto da questi argomenti, anche se non del tutto.
"L'idea è stuzzicante, Ilnok, ma se è sigillato alle Teste di Metallo, non vedo come faremo a recuperarlo".
"Per la liberazione non ce ne occuperemo noi, bensì la nostra cara Ombra. E' un tipo che tu conosci già, e sappi che un combattente terrificante. Noi dobbiamo solo dargli una mano e aprirgli la strada accoppando un po' di lucertole"
I due ragazzi del Villaggio della Foglia si guardarono l'un l'altro basiti, quindi rivolsero i loro sguardi perplessi al compagno più anziano.
"Perché mai dovremo consegnarlo al capo del Mondo Sotterraneo?" Chiese il moro.
"Fidatemi di me, ho le mie buone ragioni per farlo. Quel tipo ha qualcosa di speciale... ma basta parlare".
Estrasse quindi l'alabarda dal suo fodero e la contemplò leccandosi le labbra.
"Che la caccia e il massacro abbiano inizio!"
 
 
**************************
 
Angolo dell'autore: Lo so , lo so che sono in ritardo.
Credo che adesso starò per entrare nel ventre della belva...
che la forza della giovinezza sia con me!
Gai e Lee: sì, giovinezza POWAAAAAAAA!!!!!!!
Ringrazio tutte le anime pie che, nonostante il torrido caldo estivo, riescono ancora a seguire la mia storia.
Ciao e alla prossima.
*: mosse usate da me.

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Capitolo 33
*** Cap. 33. Avventura nella città defunta. Parte seconda: il lamento del soldato ***


Cap. 33. Avventura nella città defunta. Parte seconda: il lamento del soldato.


 

 

“Argghh… arggh… Precursor, salvatemi…”

Il soldato semplice delle guardie Krimzi immatricolato 023-X ansimava ormai senza forze, riparato dietro una colonna ormai mezza marcia e coperta in gran parte dal muschio.

Da quante ore avesse corso come un folle in quell’orribile Città Morta, da quante ore fosse stato gettato in quell’orrido inferno paludoso, nemmeno lui sapeva dirlo.

Tutto ciò che la sua mente riusciva a concepire era il fatto di essere l’ultimo sopravvissuto del suo plotone; tutti gli altri infatti erano stati trucidati e divorati come animali dagli odiosi invasori di quel luogo.

Invasori che ora lo braccavano come cani da caccia affamati braccano una volpe ferita.

Spargendosi il corpo della gelida fanghiglia che gli arrivava ormai alle ginocchia, il soldato cercava di respirare il più piano possibile e di non fare un benché minimo rumore, sapendo che un sussurro avrebbe potuto costargli la vita stessa.

Non riuscì però ad evitare di tremare, a tal punto che la sua arma più volte fu sul punto di scivolargli dai guanti e di cadere.

Merda… merda… merda! Pensò soffiando impercettibilmente. Perché sono finito qui? Perché mi hanno portato in questo posto orrendo a morire squartato e sbranato da quei mostri? Possibile che capiti tutto a me? Io… non credo di meritarmi tutto questo… cosa ho fatto di male per stare così con la merda fino al collo? Cosa? COSA?

Il suoi dubbi si sciolsero nel momento in cui osservò il soffitto dell’edificio in cui si trovava, mezzo distrutto e ormai quasi del tutto marcito.

La risposta alla sua domanda fu però desolante: era lì perché l’avevano costretto, perché non aveva altra scelta.

023-X non aveva mai voluto arruolarsi, né tantomeno finire sotto il comando del terribile Tuono Purpureo, che in mostruosità rivaleggiava con le Teste di Metallo stesso, e certo non aveva mai desiderato partecipare ad una missione suicida per recuperare quello strano frammento antico.

Nulla di tutto ciò che lo aveva portato in quest’orrore era dipeso da lui: era solo un misero pedone, sballottato e schiacciato da forze infinitamente più grandi e potenti di lui.

Mentre era perso in queste riflessioni, la ferita che i nemici gli avevano inferto al costato si riaprì con violenza e lo fece uggiolare.

Ovviamente questa cosa non sfuggì ai suoi cacciatori, i quali risposero con muggiti e ululati belluini.

“Mi hanno scoperto…” Sussurrò disperato il soldato semplice. “Mi hanno scoperto ormai… la mia vita è finita… è finita”.

Cercando di raccogliere gli ultimi brandelli di calma e lucidità che gli erano rimasti, provò ad improvvisare un piano, ma qualcosa glielo impedì. Qualcosa di mostruoso.

Una stretta invisibile cinse 023-X al collo e, quasi facendo soffocare, lo sollevò in aria e lo portò oltre la colonna.

Lì osservò il suo terribile cacciatore, ovvero una Testa di Metallo che per dimensioni e per fattezze era simile ad un uomo, ma nel suo sguardo si leggeva la fame e il ferocia tipiche dei mostri.

“Credo che mi sia rimasto giusto un po’ di languorino…” Pronunciò sadicamente la creatura leccandosi le labbra screpolate e grattandosi il grinzoso mento marrone.

“Uno spuntino è quello che ci vuole per poter cacciare ed uccidere meglio tutti gli intrusi, no?”

Il gruppo di creature attorno all’essere telecinetico, lo stesso grottesco serraglio che aveva ucciso ed adesso stava pasteggiando con i compagni della guardia, si esibì di nuovo in una cacofonia di strilli e muggiti vogliosi di carne tenera.

Il soldato vedendo quelle belve che si stavano cibando dei suoi compagni ebbe un moto di rabbia e provò a liberarsi dalla stretta telecinetica che lo avvolgeva, ma tutti i suoi sforzi sembravano vani.

L’altro essere senziente rise malignamente di questi patetici tentavi di fuga.

“Rassegnati, sciocco! Più tenterai di scappare, più lunga e crudele sarà la tua agonia! E’ inutile che provi a fuggire: voi guardie siete solo della misera carne da cannone, che esiste all’unico scopo di farsi ammazzare in nome del Barone. Perché continuare questa patetica esistenza? Non sarebbe meglio abbandonarsi ad una morte veloce e indolore? Accetta il tuo destino in maniera onorevole contro creature a te superiori!”

Quest’argomentazione, per quanto pronunciata in tono così disumanamente sarcastico, stranamente convinse il soldato.

A che scopo doveva continuare ad esistere, infatti? Per continuare a vivere nel terrore di una prossima guerra o di finire vittima della crudeltà di Kenpachi? Non aveva più senso per lui.

023-X sapeva che quest’esistenza così misera, iniziata con l’arruolamento coatto, sarebbe finita solo con la morte.

“Hai ragione stronzo…” Pronunciò a bassa voce lasciando cadere l’arma. “Non ce la faccio più con questa vita. Facciamola finita in modo indolore”.

Chiuse gli occhi ed aspettò il suo fato, ma un imprevisto eccezionale ritardò il suo imminente incontro con la morte.

La morsa che infatti lo aveva attanagliato fino a qualche secondo fa si disattivò nel giro di un istante ed uno schianto tremendo si udì nello stesso istante.

Riscoprendo dentro di se un barlume di voglia di vivere, 023-X aprì gli occhi e restò meravigliato.

Nello stesso punto in cui poco prima si trovava il mostro alato ora si trovava la figura di una ribelle molto alta.

Deve essere quel comandante ribelle…mi avevano detto che erano stati individuati nel perimetro… pensò … non so se esserne sollevato o no. Comunque non credo di avere molte possibilità.

Il gruppo variopinto di Teste di Metallo che faceva da seguito a quello più intelligente intanto circondò la donna camminandole intorno snudando le zanne bavose.

Un’altra intrusione non meno repentina si fece quindi avanti: un ribelle maschio, più basso della comandante, saltò sulla scena in un lampo e mostrò la sua arma davanti al gruppo, ovvero una mitragliatrice Vulcan dal tipico colore turchese.

Anticipando ogni possibile reazione, il guerriero fece fuoco con la sua nuova arma e freddò il gruppo di nemici sul posto con una raffica di proiettili bluastri.

Dopo la carneficina, osservò con evidente interesse la sua stessa arma che ancora fumava per l’intenso volume di fuoco appena scaricato.

“Quest’aggeggio che mi ha regalato Torn è fenomenale! Con questo non avrò più bisogno della Modalità Eremitica per un bel po’, credo”.

L’attenzione degli umani fu però interrotta dallo strillo proveniente dalle macerie causate dalla comandante, seguito immediatamente da tre massi scagliati contro i due in rapida successione.

I due guerrieri non ebbero problemi ad evitare l’assalto con un balzo, e saltarono su ciò rimaneva in piedi del tetto.

Alzando di nuovo lo sguardo, il soldato semplice vide i due ribelli che stavano in piedi sulle macerie. Dal ronzio di ali di libellula, notò poi che anche la Testa di Metallo senziente era tornata in azione.

“Voi miserabili creature inferiori…” Rantolò il mostro sputando sangue e tenendosi il torace corazzato con una mano.

“Non vi… permetterò di intromettermi nei piani del mio onnipossente padrone… io sono Kaeden, il signore degli Insetti di Metallo! Sono il più fidato servo del Sommo…”

I due ribelli si guardarono dubbiosi, quindi quello più basso si rivolse a Kaeden in maniera estremamente stupita.

“Dunque… esistono Teste di Metallo… in grado di parlare?”

“E’ una Testa di Metallo Imperatore, o comunque una sua sottospecie, Naruto”. Gli spiegò l’altra ribelle. “Credevo che fossero solo una leggenda… una favola… allora la teoria della mente alveare era corretta”.

La creatura nel sentire ciò rise con fatica tremenda, vomitando un piccolo flusso di liquido violaceo.

“Una leggenda? UNA FAVOLA?!? No, noi siamo vivi e reali. Noi controlliamo le altre Teste di Metallo e governiamo su di esse. E presto governeremo sotto la guida del Sommo anche tutto il mondo e voi patetici umani ci servirete o sarete distrutti!”

“Ascoltami bene: non ho la benché minima idea di chi sia questo Sommo o comunque si chiami, ma non permetterò né a te né a lui né a qualunque altro membro della tua razza di attuare questo folle progetto”. Ribatté severamente il jinchuriki puntando il dito contro Kaeden.

“Sappi che farò tutto ciò che è necessario per fermarvi, anche a costo della mia vita”.

Si preparò quindi a saltare e ad attaccare, ma Sakura lo fermò mettendogli una mano sulla spalla.

“Naruto, lascia fare a me questa volta. Il nostro nemico possiede poteri telecinetici che renderebbe l’uso di armi balistiche inutile, inoltre che credo che la Modalità Eremitica ti stanchi troppo. Devi essere in forma no? Per questo pagliaccio basto io”.

La Testa di Metallo, furibonda per essere stato nominato con un tale ignominioso aggettivo da creature che considerava alla stregua di vermi come gli umani, urlò schiumando dalla collera.

“PAGLIACCIO?!? Voi umani non siete… NULLA PER CHIAMARCI COSI’! NULLA! Nulla dinnanzi a noi! E dato che non volete servirci da vivi, ci sfamerete da MORTI!”

Le poche rocce che sostenevano il gruppo iniziarono alla fine di quest’ imprecazione a sollevarsi per via dei fili invisibili, mossa a cui i ribelli risposero saltando sul terreno sottostante.

I detriti così sollevati schiantarono su terreno acquitrinoso, ma i due ninja riuscirono a neutralizzare anche questa mossa con la loro elevata agilità.

“Sei hai finito, ora tocca a me attaccare!” Urlò Sakura su un detrito caricando un montante.

Improvvisamente però si bloccò di colpo e il suo corpo venne scosso da varie convulsioni.

“Arghhh… argghhh… cosa mi sta accadendo… no… non ancora…”

“SAKURAAA!!!” Urlò il ninja biondo divorato dalla preoccupazione, saltando subito vicino alla ninja medico che era rannicchiata in posizione fetale tenendosi le tempie.

Nel momento in cui il ragazzo si trovò vicino all’Haruno quest’ultima contro ogni previsione gli sferrò contro una goffa manata, che venne evitata prontamente dal ninja biondo.

“Naruto… STAMMI LONTANO!” Implorò la ragazza evidentemente combattendo contro una forza che cercava di controllarla.

“Lo vedete?” Rise il mostro con crudeltà. “Noi Teste di Metallo Imperatori siamo vostri padroni naturali, siamo una specie superiore sia fisicamente che mentalmente. E adesso ti dovrai sottomettere a me e pagarla per l’insolenza di prima!”

“Mai.. mai… MAI!!!”

Con quest’urlo disperato Sakura aprì le braccia come se stesse rompendo una camicia di forza mentre la Testa di Metallo chiuse gli occhi stordita.

“Come… come… “ sibilò. “Come è possibile che un patetico umano sia tanto forte…”

Non ebbe il tempo di parlare che la ninja medica era saltata su di lui e lo aveva immobilizzato con una presa al collo.

“Forse noi umani non avremo le vostre incredibili facoltà sia fisiche che mentali, ma la volontà di alcuni di noi è forte e indomabile, e non bastano né basteranno mai i vostri poteri a sottometterci. Sappi che non riuscirai mai a piegarci, maledetto, non importa quanto tu o il tuo superiore ci proviate. Sei finito, Kaeden: arrenditi, se vuoi salva la vita”. Parlò la kunoichi con voce atona.

Per l’orgogliosa Testa di Metallo, così invasata nella sua arroganza e nella sua idea di superiorità, era inconcepibile chiedere o anche solo accettare la pietà degli umani.

Fece quindi brillare la gemma sul cranio come un esplosivo e inveì sputando ancora sangue.

“Io mendicare il vostro pietismo? GIAMMAI! Meglio la morte e se dovrò morire io, allora porterò con me anche voi! Il vostro destino, così come quello della città, è segnato comunque: voi stessi avete firmato la sua condanna e non l’avete ancora realizzato. E anche se riusciste a sventare il piano che il mio padrone ha in serbo, alla fine capitolerete comunque. Perché il Sommo è invincibile, e niente al mondo riuscirà a fermarlo dall’ottenere il potere che solo un essere superiore come lui è degno di possedere! Gloria al Sommo! Gloria al Sommo! GLORIA AL SOMM…”

Ma non concluse mai questa frase: prima che la gemma-bomba detonasse Sakura gli aveva infatti letteralmente divelto la testa con la sola forza bruta.

“Non finché ci saremo noi a combattere”. Pronunciò con voce incolore la ragazza vedendo la gemma del mostro decapitato perdere velocemente la sua eccessiva luminescenza e tornare alla sua naturale brillantezza.

Cadde quindi a terra a ginocchioni sul cadavere dell’essere e saltò davanti al compagno.

Quest’ultimo corse verso di lei e l’abbracciò con molto trasporto.

“Sakura… Kami… ho temuto davvero il peggio per un attimo… ho temuto che quella bestia avesse la meglio su di te…”

La kunoichi, leggermente imbarazzato, provò a dire qualcosa, ma un altro rantolo la interruppe.

“Aiutatemi… aiutatemi..”

023-X si trovava di nuovo sul punto di morire: uno dei massi che Kaeden aveva sollevato prima l’aveva colpito e gli stava maciullando le gambe.

“Vi prego… lo che siamo nemici… ma sono ferito credo a morte… non riuscirò a sopravvivere a lungo senza un’assistenza medica.  Tutti i miei compagni sono stati uccisi o sono lontani… non lasciatemi morire, non lasciatemi morire… non lasciat… CAUGGHHH!”

Questa sua preghiera venne interrotta da un colpo di tosse in cui sputò catarro e sangue, segno che la sua vita stava finendo.

Una vita della quale la recluta, contro ogni logica, aveva riscoperto il valore e che non desiderava più abbandonare.

Sapeva che ciò stava chiedendo non sarebbe stato probabilmente esaudito (in fondo quelli a cui stava chiedendo di salvargli la vita erano pur sempre suoi mortali nemici), ma doveva comunque provarci, doveva afferrare l’ultimo filo che lo legava ancora al mondo dei vivi e sperare che colei che lo tirava dall’altra parte lo sollevasse dal baratro.

I due, sentendo le preghiere accorate della guardia, subito interruppero il loro abbraccio e gli andarono vicino.

La ragazza sollevò il masso che bloccava le gambe dell’uomo come una piuma e osservò per un attimo la condizione dell’uomo. Effettivamente era davvero critica, e probabilmente sarebbe deceduto senza un intervento immediato.

Per un attimo ebbe la tentazione di lasciarlo lì a morire, ma la sua coscienza di medico e di essere umano, in lei sempre molto forti e vive, la convinsero subito a prestare il soccorso necessario.

Fece quindi scorrere il suo chakra color smeraldo nelle mani e le pose sulle gambe del ferito.

Le ferite che devastavano gli arti inferiori si rimarginarono a vista d’occhio e i femori rotti si rinsaldarono.

Il soldato stesso non si capacitava di ciò che gli stava accadendo: una ribelle, una sua nemica, gli stava salvando la vita.

“Grazie…” mormorò con un filo di voce, ma il dolore della ferita al costato lo interruppe.

“Non sforzarti troppo”. Lo fermò Naruto.

La voce del ninja biondo aveva un tono per nulla minaccioso, anzi molto amichevole, che agli occhi di 023-X rese la situazione ancora più strana.

“Le tue gambe si rimetteranno in sesto tra poco, quindi ci occuperemo della tua ferita”.

L’affermazione del jinchuriki si rivelò totalmente esatta: gli arti inferiori del soldato, che fino a pochissimo tempo fa erano quasi sfracellati, adesso erano in condizioni pressoché perfette.

Sorridendo sotto la maschera per la riuscita della sua operazione, la giovane ninja mise la mano intrisa di chakra verde sulla ferita al costato della guardia, facendola rimarginare nel giro di qualche istante.

Ancora basito per la sua miracolosa guarigione, quest’ultima fece cenno ai due ninja di allontanarsi e provò a rialzarsi.

Le gambe erano ancora stanche per tutti gli sforzi a cui erano state sottoposte, ma ressero il suo peso.

“Sono ancora vivo… sono ancora vivo… grazie a voi…” Mormorò  pieno di stupore 023-X con sguardo assente.

“Non ringraziarci. Restare vivo sarà per te la parte più difficile”. Disse Sakura in modo grave.

Si avvicinò quindi al cadavere di una guardia maciullata e prese dal suo cadavere un blaster sporco di fango, ma all’apparenza ancora integro e funzionante.

Lo lanciò quindi all’unico sopravvissuto di quel plotone massacrato, il quale l’afferrò al volo.

“Prendi quest’arma e ricongiungiti agli altri tuoi compagni. Immagino che vi state dirigendo al Santuario Ligneo no? Prima di lasciarti ancora mi devi dire dove di preciso i vari plotoni sono stati dislocati e se hanno portato armi o elementi particolari. Non posso lasciarti libero senza prima queste informazioni”.

Quest’ultimo inspirò lentamente quindi rispose con una rinnovata calma.

“Hai scelto la persona sbagliata per ottenere informazioni. I sono solo un soldato semplice, talmente in basso nella gerarchia da essere chiamato solo con una sigla: 023-X. Noi animali da macello abbiamo un nome solo se i superiori decidono di usarlo… e io non ho mai incontrato nessuno che mi abbia mai chiamato con il mio vero nome”.

Nessuno avrebbe potuto conoscere il motivo per cui guardia si sfogata con un nemico, nemmeno la guardia stessa.

Non meno insolita fu la reazione della fanciulla.

“Mi spiace molto per te. Deve essere orribile non avere nemmeno un nome… essere ridotto ad una sigla senza dignità…”

Anche l’altro ribelle agì in modo tremendamente inusuale: gli mise una mano sulla spalla e si tolse la maschera rivelando il suo giovane volto.

“Per noi due mantenere un’identità segreta è inutile, dato che Monzaemon conosce già i nostri poteri e ci schedati, nonché anche le guardie di questa spedizione ci hanno individuato precedentemente. Tu conosci i nostri nomi: quale è il tuo invece?”

Il livello di sorpresa della guardia, già molto elevato, salì ad un punto tale che quasi le mancò la forza di rispondere.

“Perché… perché… state facendo una domanda simile? Io… non capisco…”

Sorridendo in maniera così bonaria da risultare disarmante, il ragazzo guardò diede una seconda pacca sulla spalla destra della guardia Krimzi e camminò davanti a lui.

“Che domande fai? Ci hai implorato tu di aiutarti, no?”

023-X nell’udire ciò scoppio in una risata fragorosa, una risata carica di libertà e quasi di commozione.

“Grazie… grazie… di cuore. Io mi chiamo Nhayr. Non so bene dove siano dislocati tutti i plotoni, anche se quello più vicino dovrebbe trovarsi a qualche isolato sud-est da qui. C’è una cosa che però vi sarà molto utile sapere: la nostra spedizione è guidata dal più letale ed efferato servitore di Praxis, ovvero Kenpachi il Tuono Purpureo. Pregate di riuscire ad arrivare al Santuario Ligneo prima di lui e soprattutto di non incontrarlo mai”.

Finito di parlare, Nhayr imbracciò bene il suo fucile e si diresse verso la sua posizione a passo di corsa.

Anche se i due ribelli non potevano vederlo, due lacrime rigavano il volto coperto dell’uomo.

Da parte sua invece Naruto perse all’istante ogni traccia della gioia che lo animava prima, divenendo terribilmente cupo.

“Kenpachi… ho già incontrato quell’uomo… è stato lui quello che ha sconfitto e catturato Bee. Sarà davvero durissima sconfiggere un guerriero simile: il suo chakra è qualcosa che aveva mai visto prima d’ora… sembrava oscurità allo stato puro”.

“Ho sentito molto parlare anche io di questa… bestia”. Disse la giovane non meno tetra del compagno. “Ho udito cose assolutamente mostruose… si dice che abbia trucidato un’intera città con le sue stesse mani… avere la meglio su di lui sarà un’impresa davvero titanica, Naruto”.

“Hai ragione Sakura. Ma perché diavolo Torn è voluto andare da solo?!? Cosa gli è preso?”

Con questa sfuriata Naruto buttò a terra la sua maschera da ribelle.

Forse la sua reazione era eccessiva, ma il fatto che il suo compagno si trovasse da solo contro orde di Teste di Metallo e che forse avrebbe persino dovuto incontrare un sociopatico di quel calibro non gli dava tregua.

“Torn è dotato di capacità olfattive molto particolari, simili a quelle di Kiba. Probabilmente ha fiutato un pericolo nelle vicinanze”.

Si rivolse quindi al suo compagno e si tolse la maschera.

I suoi occhi smeraldo si specchiarono in quelli color cielo del ninja biondo.

“Tu devi compiere il tuo destino e noi ribelli siamo qui per aiutarti e sostenerti, a qualunque prezzo. Tu devi riuscire nella tua missione e vivere per la salvezza del mondo, per Haven City, per il Mondo Sotterraneo, per noi… per me…”

Sentendo queste parole accorate, l’Uzumaki abbassò lo sguardo e mormorò.

“Sakura… non se quello che l’Oracolo abbia detto sia vero o no, ma quello che ho capito che non sarò certo io da solo che sconfiggerò Monzaemon e libererò queste terre. Una sola persona da sola non riuscirebbe mai a tale scopo, profezia o non profezia. Non credo che la mia vita sia più necessaria di quella tua o di Torn. Credo invece che solo con il lavoro di squadra riusciremo a vincere questa guerra. Comunque… sono molto contento che tu ti preoccupi così per me”.

A quelle parole la ninja medico non riuscì in alcun modo a rispondere a parole.

Tutto quello che infatti comunicò fu un forte rossore ed un voltarsi quasi repentino.

“Naruto… come ti ho detto alle Fogne… pensiamo solo alla missione. Comunque… grazie anche a te…”

Il sorriso tornò ad illuminare il volto del ninja biondo.

“Figurati. Comunque andiamo. Riesco a sentire dove si trova il Santuario…”

 

 

************

“Signori e signori, questo è il Santuario Ligneo”.

L’altro gruppo di cacciatori di artefatti era arrivato a destinazione.

A Ilnok, Sasuke e Hinata il luogo non sembrava nulla di speciale, e certamente nulla che potesse sembrare imponente o mistico: quella che vedeva era solo una grossa palafitta a più piani ricoperta da un tetto di piglia sgualcito e marcia a tal punto che la muffa e i funghi erano ben visibili data la forte luce di mezzogiorno.

“Questo posto sembra solo una vecchia catapecchia sul punto di crollare da un momento all’altro”. Commentò l’Uchiha scocciato.

“Ilnok, sei sicuro che questo sia il posto giusto?”

“Assolutamente”. Rispose l’omone sicuro di se. “Probabilmente non ci crederete, ma fino a non molto tempo fa il Santuario Ligneo era uno dei luoghi più incredibili di tutta Haven: sono secoli, se non millenni che questa costruzione si ergeva al di sopra della palude, e il suo legno non è mai marcito. Nessuno tutt’oggi conosce il motivo”.

“Palude, Ilnok?” Chiese la ragazza con molta curiosità.

“Ah sì, non ve l’ho ancora detto? Questa parte della città è una delle più recenti, costruita sopra in una palude mai del tutto bonificata. Avrebbero dovuto finire le bonifiche giusto qualche mese fa... ma con l'invasione delle Teste di Metallo la civiltà ha abbandonato questo luogo e la palude è tornata ad avanzare, anche il legno millenario di questo santuario ha iniziato a deteriorarsi. Probabilmente era protetto da qualche sigillo o artefatto che è stato rimosso durante l’attacco. Ad ogni modo non è importante ciò che vediamo qua fuori, ma ciò che il santuario cela, ovvero uno dei pezzi del sigillo della Tomba di Mar”.

Dopo quest’esauriente spiegazione, Sasuke fischiò sorpreso.

“Non ti facevo così appassionato di archeologia, Faccia di Bimbo”.

“Si fa quel che si può per trovare il modo di rompere le uova nel paniere al Barone il più possibile, ragazzi. Credo che adesso non sia più tempo di cincischiare, ma di entrare nel santuario e aspettare”.

“Aspettare cosa, Ilnok?”

La domanda però non fu posta né dalla Hyuga o da Sasuke, bensì da una voce proveniente da un palazzo vicino.

Subito da una finestra di quel palazzo fuoriuscì un drago fatto di liquido violaceo dall’aspetto molto pericoloso che si avventò su Ilnok con fare vorace.

Il tre cacciatori saltarono per evitare l’attacco e i conseguenti schizzi di acido e ricaddero lontano illesi.

“Bene, bene, bene…” Disse Ilnok con un tono stranamente pieno di soddisfazione.

“Direi che il nostro Torn ha deciso finalmente di uscire allo scoperto”.

In quel mentre il comandante in seconda salto dalla finestra aperta e ricadde davanti al suo ex compagno con tutti e quattro gli arti poggiati sul terreno.

Dalla suo volto simile a quello di una orchetto, visibile finalmente dopo molto tempo, si poteva leggere tutta la rabbia e il disprezzo che provava in quel momento.

Riconoscendo in quella devastata figura il goblin che il guerriero di Spargus aveva steso alla Rok, i due ragazzi di Konoha ebbero un fremito.

“Io invece non so come tu abbia ancora il coraggio di mostrare la tua disgustosa maschera in giro, Ilnok “. Parlò il membro del Mondo Sotterraneo carico di rabbia.

“Sei riuscito a sfuggire alla tua allieva, ma io mi assicurerò di finire il suo lavoro. Per tutte le vittime della Rok, io cancellerò quel brutto ghigno dalla tua maschera una volta per tutte”.

I due ragazzi provarono a dire qualcosa, dato che quell’uomo non conosceva certo cosa era accaduto al drammatico incidente alla fortezza volante, ma Ilnok li fermò mettendogli le mani davanti ai volti.

“Ragazzi, non dovete dire nulla. Il caro vecchio Torn è venuto qui per regolare i conti, anche se la sua missione gli imporrebbe di dedicarsi a cercare il sigillo verso la tomba, non è vero?” Lo incalzò, tornando alla maschera di assassino senz’anima che era solito portare.

Lui non voleva che i ribelli conoscessero il suo lato umano e anche se i suoi compagni non capivano questo atteggiamento rispettarono questa sua volontà in silenzio.

Dall’altra parte Lo sguardo di Torn, già estremamente teso, divenne simile a quello di un cane rabbioso.

“Il mio obbiettivo è proteggere il sigillo dai criminali come te! E dato che tu qualifichi in pieno, preparati a LOTTARE!”

Urlato ciò il suo corpo coperto da un lacero saio iniziò a secernere una grossa quantità di acido, la quale però si raccolse attorno alla sua stessa figura.

Nel giro di pochi secondi Torn assunse la figura di una minacciosa creatura antropomorfa dalla testa di drago.

Il gigante estrasse quindi la sua alabarda e si preparò al combattimento, ma stavolta fu Sasuke a fermarlo.

“Questo qui è ricoperto di acido. Tu più sei un lottatore da mischia e ciò potrebbe esserti di grande svantaggio. Voglio provare io a combattere, e vedere finalmente se questi membri del Mondo Sotterraneo non sono solo un branco di codardi fissati con le soluzioni pacifiche”.

“Sasuke Uchiha… immagino… “ Il grottesco sguardo di Torn si rivolse al moro.

“Ho sentito molte cose sul tuo conto, la metà delle quali mi renderebbe più che giustificato a staccare la tua testa di cazzo dal collo. L’unica cosa che mi fermerebbe dall’eliminarti è il tuo caro amico, probabilmente l’unica persona al mondo che tenga ancora a te… ma vedi, io non credo che ci siano reali possibilità per te di cambiare bandiera. Comunque, per rendermi le cose più semplici, prima ti gonfio come una zampogna e poi mentre sei lì in fin di vita decido se darti il colpo di grazia, facile no?”

Il possessore dello Sharingan attivò la sua arte oculare ed estrasse la katana con in volto un’espressione desiderosa di lotta.

“Se sei così sciocco da volerci anche solo provare, ti do il benvenuto”.

Abbozzando un sarcastico inchino, il guerriero mutato si lanciò contro l’avversario come un animale, quindi sferrò vari calci e pugni muovendosi in maniera simile allo stile animale degli Inuzuka.

Il moro intrise la sua katana di chakra e parò tutti i colpi, ma la velocità e l’acido del nemico si stavano facendo sentire e riusciva a difendersi a fatica.

Questo qui sa usare un’arte simile a quella dell’Acido… gli esperimenti di Monzaemon sono terrificanti, anche quando non sono degli psicopatici. Pensò l’Uchiha. Ma non riuscirà a battermi comunque.

Fece uno strano movimento circolare con la Katana e riuscì a superare l’assalto continuato del comandante, ma quest’ultimo anticipò quest’attacco ed afferrò la lama con i suoi durissimi artigli.

La sostanza acida presto ne corrose la parte toccata lasciando il possessore dello Sharingan con un moncherino di katana.

“Vediamo se riesci ora ad evitare questo”. Minacciò il soldato sferrando un calcio contro le gambe dell’Uchiha, ma qualcosa interruppe il suo attacco.

Sasuke infatti aveva evocato repentinamente le ossa di un Susano’ o in suo protezione, e la sua corazza divenne un ripugnante scheletro sotto gli occhi attoniti del membro del Mondo Sotterraneo.

“Incredibile Uchiha… mi avevano parlato della tua abilità innata, ma pensavo che le voci fossero esagerate”. Commentò ammirato il guerriero allontanandosi un poco.

“E questo non è nulla!” Esclamò il ragazzo tremando dall’ansia di usare il suo potere. “Amaterasu!”

Usando i suoi letali occhi sul nemico, il moro evocò delle fiamme nere sul braccio del nemico, ma nemmeno quest’ultimo si dimostrò impreparato.

Il liquido che infatti lo ricopriva infatti impedì all’Amaterasu di raggiungere i suo braccio e di bruciargli la carne rugosa, quindi raccolse la parte di liquido infiammato in una sfera sul suo braccio.

“Bel trucchetto, ma nemmeno io ne sono del tutto privo. Bomba Acida!*”

Con questa frase lanciò quindi la palla di liquido viola misto a fiamme nere contro lo scheletro del moro, il quale iniziò a liquefarsi a discreta velocità.

“Sei riuscito a sciogliere il mio Susano’ o… solo un Kage ci era riuscito prima. Non so essere ammirato o disgustato del fatto che uno che non è nemmeno uno shinobi sia riuscito a sconfiggere una delle tecniche più temute e rare del clan Uchiha”.

Le parole di Sasuke vennero seguite dalla tagliente risposta del comandante in seconda.

“Voi Uchiha vi date troppe arie a quanto pare. Siete sempre così presi dal vostro ego… questo per voi ha segnato la rovina. Chi si fida troppo di se stesso presto o tardi finisce che glielo mettono nel culo, e credimi, io sono la dimostrazione vivente di ciò”.

Mentre Hinata assisteva a questo combattimento, un dubbio iniziò a farsi strada nella sua mente sempre con maggiore forza e persistenza.

Quel Torn sapeva molte cose, forse persino troppo, ed erano informazioni che avrebbe potuto ottenere solo da una fonte…

Pensò quindi che doveva intervenire e farsi dire da lui ciò che sapeva.

Approfittando che era nella sua forma di Testa di Metallo, la ragazza saltò dietro al comandante mentre si allontanava con una capriola all’indietro e usò i suoi poteri psichici per scagliarlo contro le pareti del Santuario Ligneo.

Saltò quindi velocemente dentro l’edificio sfruttando la forza delle sue ali sparendo nel polverone causato.

Sasuke osservò la scena non capacitandosi minimante del motivo per cui Hinata si fosse intromessa nello scontro che stava conducendo.

Cercò quindi di entrare anche lui nel grande santuario, ma inspiegabilmente venne preso per un braccio da Faccia di Bimbo e fermato con violenza.

“Sasuke, ascoltami”. Gli parlò l’omone. “Sapevi che questo momento sarebbe giunto. Sapevi che prima o poi non avremmo più potuto nascondere alla ragazza il fatto che sia Sakura che Naruto si trovino qui ad Haven. Credo che ormai sia arrivata l’ora che lei ritorni dai suoi amici”.

“COSA?!? Ma perché lo stai facendo Ilnok? Io non ti capisco a volte… Hinata avrà anche un cuore di burro, ma persino io devo ammettere che è tutt’altro che debole in battaglia. Perché ci vuoi privare di questo appoggio?” Chiese l’Uchiha sempre più confuso riguardante sia i piani che la vera natura del suo compagno.

Quest’ultimo abbassò la maschera e parlò con un tono di voce molto grave, in un certo senso persino velatamente accorato.

“Ascoltami: il maestro di quella ragazza, il figlio di Kor, ha un forte ascendente su di lei e la conosce bene così come la sua traccia psichica; potrebbe individuarla facilmente e anche ingannarla. Di noi tre lei è quella in pericolo maggiore e non voglio né che questo possa compromettere la nostra missione, né che lei… si faccia del male inutilmente”.

Questa dimostrazione d’affetto nei confronti la Hyuga fu per Sasuke un autentico colpo, tanto da farlo indietreggiare con un volto dipinto dallo stupore e forse in un certo senso dall’orrore.

Gli sembrava quasi che il proprio compagno si fosse trasformato in un’altra persona.

“Tu… che ti preoccupi per lei? Io non credo… non ci credo… non ti riconosco più Ilnok. Dove è finito il lottatore implacabile che conoscevo? Dove è finito il possente guerriero che non si fermava davanti a nulla pur di fare giustizia? Dove è finito il vero Ilnok?”

La risposta del lottatore di Spargus fu per l’Uchiha una completa riconsiderazione dell’uomo.

“Il vero Ilnok… forse è questo. Non saprei dirlo con esattezza nemmeno io chi sia. Mi sento così… combattuto. Credimi, anche io odio il Barone con tutte le mie forze ma… credo che nel mio animo si sia fatto strada un altro sentimento oltre all’odio, oltre al risentimento, oltre alla sete di vendetta… tu e la ragazza… direi che per me siete… dei degni compagni, e mi dispiacerebbe che vi accadesse qualcosa di male. Ascoltami Sasuke: non si può vivere provando solo rancore e desiderio di vendetta, per quanto tu ti sforzi a sopprimere ogni altro sentimento. Tutti hanno bisogno di qualcuno a cui volere bene in qualunque maniera, a cui riversare il proprio affetto e che ti ricambi, persino io…”

Qui i suoi occhi marroni si incontrarono con quelli color pece dell’Uchiha.

La calma che quest’ultimo lesse in quegli specchi color nocciola fu totalmente disarmante.

“… persino tu, amico mio”.

Completamente stordito, il moro provò a mugugnare qualcosa, ma un intenso gorgoglio dalla palude soffocò il suo stentato balbettio.

Non erano certo soli in quella piazzola, e dovevano lottare ancora per le loro vite.

 

 **************


Angolo dell’autore: (modalità superbia) direi che questo è uno dei capitoli che mi è venuto meglio dal punto di vista dei contenuti, ma giudicate voi.

Forze c’è un po’ troppa melassa nel capitolo (a volte tendo a esagerare), ma sappiate che la storia del sodato è un modo per poter toccare anche corde nella fiction più mature, oltre che ad avere una funzione importante all’economia dei prossimi capitoli.

Cosa volete che vi dica? Se non che spero che vi sia piaciuto.

Lo so la mia vena comica in questo periodo manca davvero di pressione.

Come sempre, ringrazio tutti coloro che recensiscono o anche solo che leggono la mia storia.

Alla prossima

*: tecniche di mia invenzione.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 34
*** Cap. 34. Avventura nella città defunta. Parte terza: il dolore del falco. ***


Cap. 34. Avventura nella città defunta. Parte terza: il dolore del falco.
 
 
 
Diradatosi il polverone, il luogotenente dell'Ombra aprì gli occhi.
Era ancora piuttosto scosso dalla forza del colpo, ma a parte il forte capogiro si sentiva tutto quanto intero.
Lo sguardo dell'uomo mutato si pose sulla sua simile Hinata, che torreggiava sulle macerie del corridoio seduta sulle ginocchia, data la sua enorme stazza.
Quest'ultima ricambiò il curioso sguardo del comandante con un inchino imbarazzato.
"Io.. io.. ti chiedo scusa... spero di non averti fatto del male... volevo solo avere l'occasione di parlarti".
Queste parole vennero recepite dall'ex soldato del Barone con una gioia immensa: la ragazza si stava comportando meglio di quanto egli stesso avesse sperato.
"Anche io, Hinata Hyuga". Affermò con pacatezza alzandosi dalla parete da dove era franato e ripulendosi dalla polvere che ricopriva la sua rozza figura al posto dell'acido.
"Sai, volevo giusto avere un'occasione per parlarti. Il tuo piano devo dire che capita a fagiolo. Hai corso però il rischio che la mia Armatura del Dragone Violaceo * liquefacesse parte del santuario. Fortuna che l'ho disattivata un istante prima dello schianto... e comunque non c'è motivo di preoccuparsi per me: questa carcassa ha la pellaccia più dura del cuoio di uno scarpone".
Sebbene quest'ultima frase non fosse stata pronunciata con la benché minima amarezza, la ragazza non poté fare a meno di notare quanto purtroppo quest'affermazione fosse vera nel senso letterale del termine.
Anche lui deve essere un esperimento di Monzaemon... pensò ....chissà quanto deve avere sofferto... forse questa fantomatica Ombra ne ha salvati anche...
Riflettendo su ciò, le balenò in testa il fatto che Torn l'avesse chiamata per nome.
Tutte le sue congetture ora venivano supportate da un'ulteriore indizio.
"Aspetta Torn-san... come sai il mio nome?"
Lo sguardo del comandante in seconda si illuminò come quello di un giocatore d'azzardo in momento in cui si accorge di aver pescato le carte giuste, e con fare molto amichevole si preparò a giocare la sua mano vincente.
"Semplice... Sakura me ne ha parlato, così come Naruto... loro due mi parlano spesso di te, in verità. Sono anche loro membri del Mondo Sotterraneo".
La splendente gemma che incorniciava il capo di Hinata brillò dalla felicità mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia.
"Sakura e Naruto... dunque almeno loro sono vivi, vivi e liberi! Grazie ai Kami... hanno esaudito le mie preghiere almeno in parte..." Sussurrò alzando uno sguardo grato al cielo.
Anche Torn non rimase impassibile a tutto ciò e ,sebbene non lo diede a vedere per mantenere la sua reputazione di duro comandante spesso persino sadico, si commosse.
"Forza ragazza, se reagisci così, chissà che faccia farai quando scoprirai che loro due sono qui alla Città Morta? Ora però non c'è tempo di piangere; potrai allagare tutto il covo del Mondo Sotterraneo con le tue lacrime se torneremo a casa con il nostro obbiettivo, ma adesso ci vuole la massima abilità e discrezione".
La gioia della giovane aumentò fino all'inverosimile, ma capì che il suo nuovo alleato aveva perfettamente ragione. Asciugò le lacrime e si preparò ad ascoltare il piano.
"Sì... hai ragione... ti ascolto..."
"Molto bene... allora seguimi mentre vado a prelevare il nostro pacchetto".
"Vuoi dire l'artefatto che permette l'accesso alla Tomba di Mar?"
Torn accennò dello stupore misto a curiosità nel sentire ciò, quindi squadrò in maniera parecchio inquisitiva la ragazza.
"Come sai... che..."
Venne però interrotto da uno scricchiolio sinistro proveniente da sotto le ginocchia della ragazza.
"Va bene... me lo spiegherai mentre andremo a prendere il Sigillo... temo che questa capanna in rovina sia troppo marcia per sostenere il tuo peso. Muoviti a quattro zampe e usa i tuoi poteri telecinetici quando senti il pavimento sotto di te cedere... d'accordo?"
"D'accordo". Concluse la Hyuga affermativamente, quindi i due iniziarono a camminare il corridoio tenendo la destra.
Il pavimento  costruito con motivi piuttosto strani era effettivamente in condizione davvero pessime, tanto che la giovane dovette usare i suoi poteri più volte per evitare che esso franasse sotto il suo enorme peso.
"Davvero questo posto è davvero marcito in fretta come mi ha detto Ilnok..." Disse la ragazza poggiando inavvertitamente la coscia su un trave più fragile, spezzandola e facendola cadere e franare sui piani inferiori, anch'essi dall'aspetto poco sicuro.
"Ilnok quindi ti ha parlato della storia di questo posto?" Ritornò alla questione il comandante.
"Sì, mi ha detto tante cose..." rispose la ragazza mentre continuava ad avanzare a carponi "mi ha detto ad esempio che questo luogo era protetto da forze mistiche... che le Teste di Metallo volevano impossessarsi dell'artefatto contenuto qui, ma che un uomo chiamato Ombra li ha fermati ed ha sigillato questo posto".
"E' tutto vero dall'inizio alla fine. Quel tipo è informato... troppo informato... Chissà che fonti di informazioni ha quel tipo... immagino che sappia anche del fatto che solo l'Ombra e i suoi più fidi subordinati sono in grado di liberare il sigillo?"
"Sì... per questo eravamo venuti... per spianarvi la strada..."
Le ultime frasi della fanciulla vennero detto con un riluttanza indicibile: certo rivedere i suoi amici era per lei qualcosa di così bello che andava oltre i suoi sogni, eppure in certo senso si era affezionata hai suoi nuovi compagni di squadra e dare altre informazioni a Torn la stava avvicinando sempre di più ad un vero e proprio tradimento nei loro confronti.
Per non parlare adesso che stavano lottando....
"... ha detto che dovevamo consegnare l'artefatto nelle mani dell'Ombra... che era un uomo straordinario... non so dire altro..."
"Probabilmente questa è l'unica cosa giusta che è uscita dalla bocca di quel tipo da almeno un anno. Non mi fiderei del fatto che voglia consegnare all'Ombra l'artefatto però, per niente. Quell'uomo è capace di pugnalarti alle spalle come pochi, sia in senso figurato che letterale. Argghhh!"
Un pezzo di trave ormai in decomposizione avanzata e corroso ulteriormente da tarli e vermi era caduto sulla testa del comandante.
"Come diavolo ha fatto questo posto a marcire così in fretta solo i Precursor lo sanno... forse sono stati gli anni arretrati. Speriamo solo che non crolli proprio mentre noi ci stiamo addentrando a recuperare l'artefatto. Fortuna che questo lungo corridoio è finito: ecco la porta".
Come aveva detto Torn il lunghissimo passaggio, che a giudicare dal tragitto dai due percorso dai due doveva attraversare quasi la costruzione, era terminato davanti ad una parete dove, coperta dal muschio, era celata una porta dall'aspetto antico.
Una porta che aveva inciso su di esso il simbolo del tao, che nel continente di Sandover indicava la connessione con la discendenza reale di Mar.
L'uomo diede una veloce pulita al portone rimuovendo il muschio con le sua mano artigliata, quindi compose un gran numero di sigilli.
"Topo... Bue... Tigre... Lepre..."
Dopo aver effettuato una combinazione che includeva ogni segno dello zodiaco del continente delle Cinque Grandi Terre, l'uomo infilò l'indice e il pollici ossuti nei due buchi più piccoli del tao.
Come aveva previsto, questo marchio incominciò a brillare, quindi ruotò sotto i precisi movimenti del comandante in seconda facendo un giro di centottanta gradi verso destra ed un giro completo.
Compiuto il giro Torn rimosse le dita, quindi la porta stessa, mandando un segnale luminoso, si abbassò lentamente rivelando un angusto naos ligneo.
All'interno della cella c'era un piedistallo in marmo ove era posto il tanto agognato oggetto della loro ricerca, ovvero il sigillo della casata di Mar.
Hinata, come Faccia di Bimbo gli aveva detto, notò che il sigillo era completo solo a metà, precisamente quella dello yin.
Il comandante in seconda rimosse quindi accuratamente il sigillo e lo mise nella tasca del suo saio lacero.
"Fatto... la combinazione per aprire la porta è nota solo a pochi, e certo non alle Teste di Metallo. Ricordati, qualunque cosa accada, la metà del Sigillo Regale ha la priorità assoluta". Parlò.
Si girò quindi e squadrò Hinata con una severità insolita.
"Ora però dimmi la verità: Inok per caso è a conoscenza dell'esistenza dell'altro frammento?"
La ragazza ebbe per un attimo di riluttanza, che per un attimo tradì le sue insicurezze nel suo cambiare fazione.
Insicurezze che certo non sfuggirono al braccio destro di Nagato, il quale cercò di capire bene ogni cosa che passasse nella testa del nuovo compagno di squadra.
"Hinata... non ho i tuoi poteri mentali, ma certe cose le capisco bene senza che nessuno mi dica nulla. Perché esiti? Non vuoi rivedere Naruto e Sakura? Cosa puoi aver trovato in... loro? Sono solo due sociopatici cazzoni la cui sete di vendetta ha distrutto il cervello e l'umanità".
Lo sguardo della ragazza si fece ancora più turbato e pensoso, presa come era dalla sua indecisione.
Per un attimo ebbe la tentazione di rivelare il lato più nobile del così tristemente famoso Faccia di Bimbo, ma qualcosa la fece cedere.
Un ricordo, per la precisione...
***
"Che la caccia e il massacro abbiano inizio... ah e un'altra cosa molto importante per tutti voi..."
I due ragazzi di Konoha ascoltavano il loro compagno più anziano con estrema attenzione.
"Nel caso in cui dovessimo incontrare dei ribelli, qualunque cosa accada, non dovete mai raccontare cosa è successo alla veramente sulla Rok, chiaro? Anche se mi dovessero uccidere".
"Ma perché..." chiese Hinata perplessa "... in fondo che male c'è se i membri del Mondo Sotterraneo vengano a conoscenza della verità? Forse i vostri rapporti potranno rimarginarsi..."
La risposta del guerriero di Spargus fu quanto di più triste e serio possibile.
"Il perché te l'ho già dato io due notti fa: io non ho ancora perdonato me stesso, quindi non voglio che lo facciano gli altri. Ora andiamo..."
***
 
La volontà del suo compagno le era sempre oscura, ma avrebbe rispettato anche questo suo desiderio sebbene lo trovasse davvero strano e privo di senso.
"Hai ragione, scusami... quello che conta è ora tornare alla base, con Sakura e Naruto". Si scrollò il capo ornato dalla gemma luminosa simulando sicurezza.
In quel preciso istante, un oggetto brillò nell'altra tasca del saio del braccio destro dell'Ombra.
"Il comunicatore... era ora che quei due si decidessero a chiamarmi..."
Aprì quindi il congegno premendo un pulsante e fece apparire lo schermo olografico.
L'immagine però, con sorpresa e persino con una punta di paura dei due, era così sfocata che non si riusciva a vedere a chi appartenesse.
"Mi ricevete? MI RICEVETE, CAZZO?!?" Gridò Torn nei supporti audio per farsi sentire.
"Devi venire sub... Kenpa... Ken... Kenpachi..."
Fu tutto ciò che la voce oltre il comunicatore riuscì a dire prima che la connessione si interrompesse bruscamente.
"Merda.. merda merda merda MERDA!" Imprecò il lottatore venefico.
"Ho paura che sia successo qualcosa di davvero molto, molto grave... il Tuono Purpureo è un vero e proprio mostro... ci mancava solo questa..."
"Già... un vero e proprio mostro..." Ripeté la ragazza meccanicamente la frase del compagno.
"Un mostro... un vero e proprio mostro..."
Accadde quindi qualcosa di inusuale quanto tenebroso: per un attimo il terreno attorno alla ragazza iniziò a venire scosso da un forte vento innaturale.
Ma subito esso venne soffocato dinnanzi al boato terrificante che si udì di lì a poco.
"Cosa sta accadendo?" Chiese la giovane risvegliatosi dallo stato di semi tranche in cui si trovava.
Il volto del luogotenente del Mondo Sotterraneo per la prima volta divenne di un lilla pallido.
"Sono qui... dobbiamo scappare immediatamente, forza! Oppure c'è il rischio di finire circondati!"
Detto ciò concentrò nel palmo della sua mano una grossa quantità di liquido corrosivo e la sparò contro i muri della catapecchia, aprendo un varco tra più pareti poste in fila.
"Dobbiamo fuggire immediatamente! Forza!" Esortò mettendosi in posizione a quattro zampe per poter correre meglio.
Per un attimo ebbe la sensazione che la sua nuova compagna avesse l'intenzione di rimanere lì ad affrontare Kenpachi.
Nei suoi bianchi occhi si leggevano infatti molto furore e rabbia.
Ma questa sensazione durò solo un istante: la Hyuga infatti dischiuse le ali da libellula e disse senza lasciar trapelare alcuna emozione.
"Giustissimo Torn-san. Andiamo".
I due fecero quindi appena in tempo ad uscire dalla catapecchia prima che questa franasse per colpa degli strapazzi del tempo e degli invasori. Corsero quindi a perdifiato in mezzo ai vicoli paludosi senza mai voltarsi indietro.
Silenziosamente, entrambi pregavano che il dispiegamento di forze del nemico non avesse già iniziato a mietere le sue vittime prestabilite.
 
 
************
 
 
 
Mentre i due sperimenti fuggiaschi di Praxis stavano perlustrando il Santuario Ligneo, Faccia di Bimbo e l'Uchiha erano impegnati in situazioni ben più pericolose.
Qualcosa infatti era emerso dal pantano che circondava l'intera città Morta, ed era qualcosa di semplicemente innaturale persino per un posto così mutato: tre grossi tentacoli simili a quelli di una piovra, ma ognuno terminante con una corazza dentata come un trilobite si scagliarono contro i nemici ad una velocità impressionante.
"Questo colpo non riuscirà a prenderci". Sentenziò per nulla intimidito l'Uchiha, che evitò il colpo con un salto carpiato all'indietro effettuato all'unisono con il compagno di team.
I tentacoli quindi si sciolsero come neve al sole e dalla putrida pozza circostante gorgogliò quindi una voce che il moro trovò terribilmente familiare.
"Certo che non mi aspettavo che il mio attacco andasse a segno... sei troppo veloce per un mezzuccio simile. Ma credimi se ti dico che il bello deve ancora arrivare..."
Una grossa quantità di acqua putrida si accumulò in un solo punto come sotto l'effetto di un sifone, quindi assunse velocemente una forma simile a quella di un essere umano.
Una forma che Sasuke, con estrema meraviglia, riconobbe subito.
"Suigetsu?"
La forma umana passò dalla colorazione della fanghiglia a quella originale del ninja di Kiri che Sasuke ricordava.
"Esattamente. Sorpreso vero? E come vedi non è nemmeno tutto... come vedi il vecchio Monzaemon mi dato anche alcuni power-up".
Lo sguardo assatanato del giovane assassino si incrociò con quello di Ilnok, il quale ricambiò non meno violentemente.
"Tu devi essere quello tipo con la faccia da bebè che Sasuke si porta sempre appresso... sai, ho sentito varie cose sul tuo conto e devo dire che il tuo stile mi piace parecchio nonostante tutto, perciò ti do un consiglio da collega: lascia questo infido doppiogiochista. Ha già tradito i suoi compagni una volta, e scommetterei la mia Taglia Teste che non appena si presenterà l'occasione pugnalerà alle spalle anche te. Ti risparmio anche la fatica di ammazzarlo se te ne vai adesso".
Per quanto il tono del ragazzo fosse sempre sarcastico e arrogante come Sasuke lo ricordava, il moro notò in esso una punta di amarezza e rancore, certo per il tradimento subito. Ripercorrendo il momento in cui aveva abbandonato il suo nuovo avversario e Juugo al Paese del Ferro, provò una sensazione molto strana: una specie di disagio, forse persino rimorso.
In fondo al cuore sapeva che non gli era dispiaciuta la compagnia di quei tre.
Scacciò però questa sensazione: ormai ciò che era fatto era fatto, e non si poteva più tornare indietro.
Si preparò quindi ad attaccare, ma il suo compagno più anziano lo precedette estraendo l'alabarda bipunte. L'arma, come Sasuke non aveva mai visto fare, iniziò a circondarsi di uno strano bagliore bluastro.
La puntò quindi contro il giovane dai denti di squalo e lo squadrò in maniera notevolmente minacciosa.
"Immagino che questo significa no, vero? La loquacità non mi pare il tuo forte..." Commentò con una risatina l'Hozuki. "Allora vorrà dire che ti estrarrò le parole di bocca usando la mia arm..."
Le parole dell'assassino vennero sostitute da un rantolio strozzato. In meno di secondo Ilnok si era precipitato contro di lui e aveva trinciato la sua figura fangosa orizzontalmente per l'addome.
"Io non conosco la tua storia e quella del tuo team, ma se eravate davvero così scarsi, sfido che Sasuke vi abbia mollato". Pronunciò beffardo l'omone.
Il corpo del ragazzo però si sciolse in spruzzi di fanghiglia e si ricompose rigenerando completamente la ferita.
"Credevi di avermi battuto così facilmente? Spiacente di aver deluso le tua aspettative, Faccia di Bimbo. Il team Taka non era affatto debole come credi!" Urlò l'uomo dai capelli blu affannato.
L'omone rimase di spalle rispetto sia all'Uchiha che all'Hozuki con i piedi sospesi sulle acque grazie al suo chakra senza proferire parola.
Dentro di se però sogghignava.
Le lezioni che ho preso recentemente da Sasuke sulle tecniche base dei ninja stanno dando i suoi frutti a quanto pare... specialmente quella della trasmissione di chakra nelle armi. Ricapitolando: questo ragazzo deve avere capacità idrocinetiche avanzate e il suo stesso copro sembra essere composto da acqua o comunque da soluzioni che hanno come base l'acqua... la mia lama di chakra però sembra avere qualche effetto su di lui... credo che se continuo ad affettarlo come un salame, allora prima o poi capitolerà.
"Perché continui a voltarmi le spalle allora?" Sbraitò di nuovo il nemico del guerriero di Spargus. "La mamma non ti ha insegnato che è maleducazione dare di spalle agli avversari, nonché piuttosto stupido? Poco male comunque".
Detto ciò compose alcuni sigilli e immerse la sua stessa mano nel suo corpo liquido.
"Vediamo se fai tanto lo spaccone adesso che devi affrontare questa!"
Estrasse quindi la temutissima lama che aveva imparato a usare, ovvero la letale Taglia Teste e l'afferrò con una mano sola.
Fece fondere i suoi stessi piedi nella fanghiglia e si mosse trasportato da un'innaturale corrente acquatica.
"Danza dello Squalo Macellaio!*" Gridò lanciandosi contro Ilnok come una motonave.
Sasuke notò che la velocità del colpo era di gran lunga superiore a quella dei normali attacchi del ninja di Kirikagure.
Per un istante Sasuke quasi ebbe il timore che Ilnok non avrebbe evitare questo nuovo colpo, ma le sue ansie rimasero comunque infondate: Faccia di Bimbo aveva evitato il nuovo assalto del ragazzo-squalo con un salto all'indietro e gli aveva tranciato il braccio senza subire il colpo.
Il ninja squalo, uggiolante dal dolore, provò a ricomporre il suo braccio tagliato, ma l'attacco non si fermò qui.
Con un calcio ben assestato l'omone lo disarmò dalla Taglia Teste, quindi diede un altro calcio sulla parte piatta della lama per scagliarla lontano da chi la impugnava.
"Sasuke, prendila!" Esortò mentre la grossa lama da macellaio volava verso l'Uchiha.
Quest'ultimo, ancora leggermente confuso, la prese al volo per il manico.
"Questa ti servirà come sostituzione alla tua katana". Spiegò il suo gesto l'omone.
L'Hozuki intanto guardava allibito l'arma che era tanto fiero di usare finire nelle mani del moro.
Quando quest'ultimo provò a sollevare l'arma con una mano sola, un terribile furore si impadronì di lui a tal punto che tutto il suo corpo sembrò bollire dalla collera.
"Dunque tu osi impugnare quella spada? L'arma del Demone di Kirikagure? Tu... mettila subito giù, è chiaro?!?"
Sasuke guardò negli occhi il suo vecchio amico e quasi indietreggiò vedendo in essi così grande rabbia e odio.
"La Taglia Teste appartiene solo a guerrieri che sanno cosa sia l'onore Sasuke. Non è certo un'arma per te! Non te che prima esortavi gli altri a non ammazzare ma poi accoppavi gli altri senza pensarci due volte! Non tu che hai osato trapassare il collo di Karin dopo che questi ti ha salvato la vita! Non tu che hai abbandonato i tuoi compagni..."
Abbassò quindi gli occhi, perché l'Uchiha non vedesse che stesse piangendo. 
Sasuke però notò questo atteggiamento del vecchio amico e rimase ancora più confuso, per non dire davvero intristito dal rimorso.
"Suigetsu... io..."
"No... lascia perdere. La colpa è sopratutto nostra". Lo interruppe il ragazzo squalo senza più piangere. "Siamo stati noi gli stupidi. Come abbiamo potuto pensare che tu provassi un sentimento di amicizia nei nostri confronti? Avevi già tradito i tuoi vecchi compagni e poi Orochimaru. Che eravamo noi per te se non dei miserabili strumenti da gettare non appena avremmo concluso la nostra utilità ai tuoi scopi? Ecco cosa sei: una serpe. Credi di essere diventato un falco, ma sei sempre solo un viscido serpente e così resterai per il resto dei tuoi giorni! In quanto a te bestione..." il suo sguardo si rivolse a quello di Ilnok "ti ripeto ancora di lasciare questa.. merda umana. Per lui tu non sarai ma nulla più che un mezzo per la sua vendetta, e mai un amico o un compagno".
Lo sguardo di Sasuke si riempì di sgomento, e ancora di più quando vide di nuovo gli occhi del generale di Spargus. Erano enigmatici al punto da essere inquietanti e sopratutto li trovava tremendamente intrusivi.
Suigetsu aveva notato una certa aura di dubbio attorno all'omone e provò a convincerlo a lasciarlo.
"Dunque Faccia di Bimbo, cosa vuoi fare eh? Vuoi passare il tuo tempo ancora con un essere così miserabile? Avere dei bravi compagni è davvero difficile... una scelta sbagliata e il tuo caro amico con cui hai condiviso tanti bei momenti ti lascia a marcire in galera in attesa che un samurai ti faccia da boia. Quale è la tua risposta?"
La risposta di Ilnok fu un ritorno alla sua fredda e implacabile maschera di mostro.
"Stai parlando con la persona sbagliata, Suigetsu. Io so benissimo che non devo fidarmi del moro, ma sappi che è lui che si deve guardare le spalle da me. Lo so che io non conto niente per lui, che sono il suo strumento di vendetta; così è anche per me. Sappi che non esiterei ad aprirlo in due in un solo istante se questo mi aiutasse nel mio scopo. Se credi che il ragazzo è un figlio di puttana, allora ti avverto che hai davanti uno che è sia figlio che nipote".
La voce dell'uomo era colorato di innumerevoli tratti diversi, che Sasuke dopo qualche secondo riuscì a cogliere: delusione, amarezza, tristezza.. persino una punta di rimpianto.
Anche Suigetsu in un primo momento ebbe il sentore che il nemico non fosse del tutto sincero, ma scacciò questo pensiero.
"Ho dato l'avvertimento giusto alla persona sbagliata allora. Del resto le menti simili spesso si trovano assieme. Sarà quindi un piacere maggiore uccidervi entrambi. Vediamo se riuscite a tenere testa a questo! Arte dell'Acqua: Onda Anomala dello Squalo Bianco!*"
Componendo alcuni sigilli, una quantità enorme del pantano acquitrinoso che circondava l'intero quartiere si alzò formando un'onda dalle fattezze di una testa di squalo bianco poco dietro Suigetsu, la quale si lanciò velocemente su Sasuke e Ilnok travolgendo tutto ciò che c'era davanti al suo cammino.
"Vediamo se riuscite a evitare questa!" Ruggì il ragazzo di Kiri vedendo i suoi nemici alzare lo sguardo verso il vorace tsunami che minacciava di inghiottirli.
Sasuke però non si scompose minimamente, anzi formò la sua classica Lama dei Mille Falchi e la puntò contro l'onda a forma di pescecane.
"Ferma la tua creatura oppure ti folgoro usando la mia lama".
L'erede di Zabuza rise di questa minaccia e contrattaccò spavaldamente.
"Per quale ragione mi stai minacciando con la tua arma elettrica? L'unico effetto che avresti sarebbe quello di prendere una bella scossa. Forse vuoi provare a vedere che odore fa il serpente arrosto?"
"Io preferirei scoprire il gusto dello squalo arrosto, Suigetsu". Rispose l'Uchiha in maniera non meno tagliente. "Anche tu sei collegato alla tua onda. Se uso la mia tecnica, finiamo tutto quanti carbonizzati. Cosa scegli?"
Quest'intimidazione fece ridere sguaiatamente l'assassino un'altra volta, quindi quest'ultimo compose dei sigilli.
Il suo gesto fece condensare l'acqua dello squalo in un'enorme sfera d'acqua pressurizzata, la quale si formò sopra la testa dell'utilizzatore.
"Beh, se non posso usare una tecnica, me ne basta un'altra. Arte dell'Acqua: Super Sfera Pressurizzat...*"
Un nuovo colpo di lama interruppe ancora una volta l'utilizzo di questa tecnica da parte dell'uomo squalo, facendo cadere giù a pioggia tutta l'acqua della sfera.
Stavolta però erano stati due fendenti congiunti di entrambi i suoi avversari, i quali lo aveva squarciato l'uno con la Taglia Teste e l'altro con la sua alabarda entrambe intrise di chakra.
Mugolando dal dolore, il giovane imprecò con estrema amarezza.
"Hai persino usato la tua arma rubata contro il suo possessore di diritto... pure questo hai avuto il coraggio di fare! Bastardo..."
Nel sentirsi affibbiare quest'epiteto, per la prima volta l'Uchiha decise di reagire agli insulti del suo vecchio amico.
"Ascoltami Suigetsu. Finiamola qui. Non importa ciò che pensi o che altro: quello che so è che tu non puoi ancora batterci. Il tuo è un suicidio in piena regola. Lo so che non è nel tuo stile, ma... questa volta rinuncia alla lotta. Ti prego..."
L'erede del Demone stentò a credere a ciò che era uscito dalla bocca del suo vecchio compagno, ma sopratutto al tono con cui queste parole erano state pronunciate.
Possibile che in fondo al cuore dell'Uchiha si annidasse un briciolo se non di affetto, almeno di nostalgia verso i legami passati?
Diversa fu la reazione di Faccia di Bimbo, anche se aveva intuito le stesse cose del ninja con i capelli blu: dentro di se infatti sorrideva.
"Sasuke... ma cosa cazzo ti prende?"
In quel momento una voce sarcasticamente efferata si udì nell'aria.
Una voce di cui purtroppo tutti e tre i guerrieri conoscevano bene il proprietario.
"Sasuke... Sasuke... Sasuke, così mi deludi! Dopo tutto ciò che ho passato per eliminare la tua sporca persona dalla faccia della terra adesso mostri un po' di umanità? E che cazzo! Ma forse tutto ciò potrebbe risultare molto interessante..."
Il Tuono Purpureo mostrò la sua presenza avvolta da lampi violacei ai presenti su di un tetto di una catapecchia poco distante, sogghignando efferatamente come era solito fare.
Dei tre, il più scosso sembrava Suigetsu, il quale soffiò dal terrore.
"Kenpachi... cosa diavolo ci fai qui? Ilnok era la mia preda!"
Il più crudele dei servitori di Praxis saltò dal cornicione ghignando ancora più forte, quindi si rivolse al ragazzo squalo trafiggendolo con il suo sguardo assatanato.
"Io che ci faccio qui? Potrei porti la stessa domanda. Tu sei a conoscenza del fatto che io ed io solamente posso uccidere la merda Uchiha, e che chiunque si metterà tra me e il mio obbiettivo verrà ucciso senza alcuna pietà, e tu volevi comunque fregarmi il bersaglio da sotto gli occhi? Mi meraviglio di te Suigetsu. Dovresti imparare cosa sia la totale devozione ai superiori... così come hanno fatto Juugo e Karin".
Nel sentire menzionati i suoi amici in questo tono così immondo, l'uomo squalo passò da uno stato di panico quasi paralizzante ad uno folle rabbia.
"Animale... se scopro che hai alzato un solo dito su uno di loro, io ti..."
"Ho alzato molto più che un dito contro di loro, vecchio mio. Specie sulla ragazza..."
Vedendo quel sorriso così perverso dipingersi sul volto seppur mascherato del Tuono Purpureo, Suigetsu non ci vide più dalla collera e provò ad accumulare acqua per attaccare.
"Io ti farò strillare come un maiale per ciò che hai fatto! per ciò che le HAI FATTO!"
Ma le sue imprecazioni furono vani per l'ennesima volta. Il crudele aguzzino di Monzaemon infatti lo anticipò e gli strinse la gola con la sua mano elettrica.
Da essa partì un getto di lampi che elettrificò il ninja biondo facendolo scintillare con dell'acciaio sotto la fiamma ossidrica.
"Mostro...ARGHRGRGHRGH!!!!"
Vedendo la sua vittima contorcersi e urlare, il crudele guerriero si leccò le labbra sempre più voglioso di dolore e sofferenza.
"Sì, per ben quattro volte hai tentato un attacco, e tutte le volte sei stato anticipato da combattenti ben al di sopra della tua portata. PAZZO! Ricorda: sei solo un animale da caccia che vive unicamente per soddisfare i desideri dei tuoi superiori, tra i quali ci sono anche io. Quando ti dico di abbaiare, abbaia, chiaro? E ADESSO ABBAIA SE NON VUOI FINIRE FRITTO! ABBAIAAA!!!"
La folle richiesta di Kenpachi venne interrotta proprio sul momento culminante e da qualcosa che nessuno dei presenti si sarebbe mai aspettato, forse nemmeno colui che aveva compiuto un gesto simile.
Tutto il corpo del Tuono Purpureo, a cominciare dal volto vennero ricoperti dalle terribili fiamme nere dell'Amaterasu.
"Abbaierai tu dal dolore se non molli subito Suigetsu, cane".
Quest'intimazione di Sasuke sorprese il ragazzo squalo tanto da fargli dimenticare di essere elettrificato e egli rivolse i suoi occhi stralunati verso quelli dell'ex compagno.
"Sasuke... sei tornato in te stesso dopo due anni? Grazie ai Kami... arff..."
Vedendo il suo corpo andare in fiamme, il servitore di Monzaemon aprì la sua presa e lasciò andare Suigetsu, quindi lo spinse a terra uggiolante e paralizzato con un calcio elettrico.
"Dolore... tu credi di potermi sconfiggere usando il dolore? Muahahahaha..."
Kenpachi non sembrava minimamente affetto dalle fiamme che bruciavano la sua carne, anzi, sembrava che la sua situazione lo divertisse.
"Io sono immune al dolore. Io vivo per il dolore. IO SONO IL DOLORE! Tutti questi quattro anni a covare rancore nei tuoi confronti... mi hanno mutato dentro. Non è un'esagerazione dire che ogni singola cellula del mio corpo vive, cresce e si riproduce solo per il dolore. L'unico scopo che ho nell'esistenza è infliggere dolore... specialmente a te! E mi sarà facile, dato che ti conosco meglio di chiunque altro".
I dubbi che per anni avevano animato Sasuke riguardante l'identità del mostruoso Tuono Purpureo stavano giungendo alla fine.
E si trattava di qualcosa che per il ragazzo era più che incredibile: era totalmente inconcepibile.
"No... non puoi essere lui... lui era completamente l'opposto di ciò che sei tu ora..."
"Lui? LUI? Quel debole e patetico omuncolo non era nulla. In un certo senso hai ragione a dire che non solo colui che credi. L'uomo che conoscevi è morto ormai da tempo, distrutto dal dolore e dal suo stesso patetismo. Ora al suo posto ci sono io, il Tuono Purpureo! Dato che non voglio aspettare che la maschera si bruci del tutto per sciogliere ogni tua incertezza..."
Nel dire ciò si tolse lo spesso cappuccio che le fiamme stavano ancora divorando, rivelando così il suo volto al mondo dopo tanti anni. Era il volto di un uomo giovane dagli occhi marroni, circa venticinquenne, completamente glabro per via di varie cicatrici e viola a causa dei suoi poteri nefasti.
Un volto che Sasuke conosceva sin troppo bene, ma che nonostante tutto non riusciva a connetterlo con il suo possessore.
Devastato mentalmente come mai in vita sua, se non quando conobbe la verità su Itachi, Sasuke crollò a ginocchioni sulla fanghiglia alzando gli occhi increduli quanto disperati al cielo.
"Sì... lo senti il dolore adesso?" Schernì crudelmente l'uomo. "Guarda ciò che rimane di Tanaka Saito! Guarda ciò che resta di quell'essere miserabile che ha sprecato la sua vita aiutandoti a crescere e a sopravvivere, piccolo orfano, al mondo crudele che ti aspettava, e che tu hai ripagato distruggendo i suoi affetti più cari! Guardalo e trema e crolla e SOFFRI! COME NON SOFFRI PIU' DA ANNI!!"
Detto ciò accumulò nelle sue mani una grossa sfera di energia oscura, il terrificante colpo simile al cannone del Peace Maker di Ilnok.
"E ora... dopo aver distrutto il tuo spirito, completerò la mia opera devastando il tuo corpo. E' SARA MOSTRUOSAMENTE DOLOROSO! CANNONE PACEMAKERRRRR!!!!"
 
*************
 
 
Angolo dell'autore. questo non ve lo aspettavate vero? bene, allora c'è dell'altro. Con tutta probabilità partirà uno spin-off della serie principale per scopre la storia di questo misterioso OC e di come abbia influenzato la vita di Sasuke.
Per il resto, spero che il capitolo sia piaciuto.
Ringrazio tutti coloro che seguono ancora la mia storia dopo tante rotture di capitoli.
Ciao e a presto!
*: tecniche di mia invenzione

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