Just The Way You Are

di jede
(/viewuser.php?uid=138687)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** You're Beautiful ***
Capitolo 2: *** Keep Holding On ***
Capitolo 3: *** Dammi Solo Un Minuto ***
Capitolo 4: *** Only One part I ***
Capitolo 5: *** Only One part II ***
Capitolo 6: *** Family Portrait ***



Capitolo 1
*** You're Beautiful ***


Per mia sorella,la mia Dede,

spero che ti riesca a strappare un paio di sorrisi

e che non ti faccia troppo schifo;

 

YOU’RE BEAUTIFUL

 

Silenzio.

Un leggero brontolio di sottofondo,un rumore cosi fine e delicato che non riusciva a competere con tutto il silenzio che ricopriva ogni angolo,ogni corridoio ogni piccolo tovagliolo di terra dove fino a pochi momenti fa c’era stato tutt’altro che silenzio.

Un susseguirsi di botti,urla,pianti e grida che riuscivano a spezzare ogni tipo di animo;feriva come nient’altro.Perchè dove c’è una guerra c’è sempre del dolore e dove c’è dolore ci sono sempre delle ferite,visibili e non,tue o di un tuo amico e se possiedi un’anima non credo sia possibile fingere che tutto vada bene,che sei vivo e va tutto bene;Che te stai bene e tutto va bene.

Ma poi era finito.I Mangiamorte si erano ritirati,quei pochi che erano sopravvisuti,e il resto era fuggito molto prima,quando Harry si era rialzato sulle sue gambe da solo,lui che doveva essere morto,e aveva fatto scappare molti dei seguaci di Colui Che Non Deve Essere Nominato.Voldemort.Ora si poteva dire il suo nome;ora che piu nessuno avrebbe dovuto aver timore di pronunciare il suo nome,ora che era finito tutto e regnava il silenzio.

Oh,ed Hermione non aveva mai amato piu di quel momento il silenzio;non esisteva cosa al mondo migliore del silenzio.

Anzi,forse c’era qualcosa e quel qualcosa si stava avvicinando pian piano a lei,con lo sguardo basso e le mani infilate in un vecchio paio di jeans scoloriti;con il volto pieno di ferite e polvere,una felpa raccattata da madama Chips che stava distribuendo abiti puliti e cibarie.Con i capelli arruffati.Con passo strisciato.

Un sorriso le nacque spontaneo appena lo vide puntare dritto sul posto in cui era seduta lei;

Con un sospiro Ron si lasciò cadere accanto a lei;aveva trovato un pezzetto di scala sgombo dai massi e,era sicuro fosse stata lei,pulito dalla polvere;Si vedeva da un miglio che era stanco e aveva bisogno di una bella dormita ma,lui come tutti quanti del resto,non sentiva tutto questo bisogno di dormire.Per paura;paura di dormire e scoprire che Voldemort è vivo,paura che tutto quello che si era passato e subito era solo un sogno e anche paura di risvegliarsi e scoprire che alcuni dei tuoi amici,parenti o professori a te cari erano morti per sconfiggere una persona crudele e che non ne valeva nemmeno una delle anime che erano decedute e che te amavi.Forse il sonno aiuta,aiuta a ragionare,il sonno porta consiglio,dice un vecchio detto babbano,ma in quel momento,con ancora l’aderenalina,la paura e l’angoscia del combattimento l’unica cosa che si poteva desiderare era sedersi accanto alla propria famiglia e abbracciare i propri cari.

Hermione si sentì in dovere di parlare per prima;-Come stà tua madre?-.

Ron scosse la testa abozzando appena un sorriso,che non raggiunse gli occhi però.-Pazza: Ginny ha ipotizzato che soffra di disturbi della personalità multipla:un momento è felice e l’attimo dopo sembra a pezzi,distrutta in tanti piccoli pezzi.E piange,in continuazione-.

-Mi dispiace;Tua madre vi ama moltissimo e deve essere bruttissimo perdere un figlio.Dovresti stare con lei ora-,cercò di trovare le parole giuste,senza però riuscirci.

Lui però la guardò per la prima volta e abozzò un sorrisetto:era un’inizio.-No,non ci tengo ad uscire fuori di zucca pure io-.

Rise,lei,scostando un ciuffo che continuava a scivolarle da dietro l’orecchio;Un sottile velo d’imbarazzo le fece abbassare lo sguardo sulle sue scarpe,un vecchio paio che non usava mai a casa sua perché troppo vecchio,ma abbastanza usato nel mondo babbano,e per lei,una nata e vissuta in mezzo a loro era normale conoscere e a volte seguire quelle piccole mode.

Scrollò le spalle;-Se vuoi andare da Harry è andato nello studio di Silente:credeva fosse meglio riportare il cappello parlante al suo posto,sai ristabilire un po’ l’ordine-,sorrise sapendo che una frase del genere era nel suo gene,piu che in quello di Harry.

Non si accorse della sguardo di Ron,puntato su di lei,sul labbro intrappolato tra i denti e sul boccolo che,ribelle,le copriva parte dell’occhio sinstro;-No,lui se la caverà,voglio stare un po’ con te-.

Lei alzò lo sguardo,sorpresa e cercò di non arrossire quando si rese conto di quello che aveva detto e che non aveva solo pensato,al sicuro nella sua mente;ma non c’era nulla di cui imbarazzarsi,no?

Non era forse la sua ragazza che gli sedeva accanto?ed era bellissima.Con i capelli impazziti,i boccoli che scendevano morbidi e ribelli,la magliettina sporca e il giubbetto strappato in piu punti,gli occhi arrossati,-aveva pianto?-,e la punta del nasino rossa,come una piccola cigliegina.Ed era bellissima.

E lui poteva dirglielo.

Senza rendersene conto,prima di formulare il pensiero aveva gia alzato  la mano e la fece scivolare piano su tutta la superficie della sua guancia,liscia e morbida,che sprigionava tutto il calore di cui lui aveva bisogno in quel momento.Cercò di essere il piu leggero possibile per non fargli male sui piccoli graffietti che le tagliavano la pelle candida e tracciò il profilo di essa,passando vicino al suo occhio,circondato da folte ciglia scure e perfette,fino a stopparsi sulla punta del boccolo che raccolse e portò dietro all’orecchio assieme ai suoi fratelli.

-Sei bellissima-,sorrise.E sorrise ancora di piu vedendo i suoi occhi luccicare e le sue guance prendere colore e arrossarsi.

Quante volte aveva visto suo padre dare una carezza simile a sua moglie,come fosse il gesto piu classico del mondo?Ma mai avrebbe mai potuto pensare che sfiorare una guancia gli avrebbe mai dato cosi tanto subbuglio ed emozioni.E dire che l’aveva anche baciata.

Durante una guerra.Nel mezzo del disastro,non aveva potuto trattenersi dal baciarla,perché vederla in pericolo,per la millesima volta,e rischiare di perderla,per la millesima volta gli aveva dato quell’incentivo che da una vita si sognava di trovare e per finalmente poterla baciare.Hermione.La secchiona,sotutto,bachettona Hermione Granger;La stessa coraggiosa,testarda e orgogliosa Hermione Granger che gli aveva tolto il respiro,non si ricordava neppure da quanto tempo ormai.

L’unica persona che riusciva a fargli fare di tutto e a cui avrebbe dato di tutto.Perchè solo lei gli poteva far venire un infarto dalla paura per poi fargliene venire un altro dalla felicità;

E lui non voleva di meglio.

Hermione capì di non star sognando quando si rese conto delle voci che gli circondavano,e si rese conto,con un battito di ciglia che la mano di Ronald era ancora appoggiata sulla sua guancia e che lui le stava ancora fissando le labbra con un sorriso stampato in faccia.

Baciami stupido,sembrava sul punto di urlare,ma si trattene,aspettando di vedere che cosa aveva in mente di fare.

E poi lo vide,avvicinarsi sempre di piu spostando lo sguardo sul suo come una muta richiesta:vuoi che lo faccia?

Hermione sorrise,la prima volta dopo tanto,e si voltò maggiormente col busto per godersi quel tanto agognato bacio,e benchè lo avesse gia provato,le emozioni non erano sciupate per nulla,ma erano le stesse della prima volta.

Un leggero sfioramento di labbra,un leggero gustarsi,prima di approfondire il bacio,lo fece lei sicura che a lui servissero altri sette anni prima di decidersi e intrecciò le loro lingue,i loro sapori,i loro respiri.

Respira con me,pensò lei,respira per me.

E lui lo fece.La baciò come fosse il primo bacio,come se non avesse mai potuto rifarlo di nuovo se si fosse staccato da quelle labbra,morbide piu di quanto i suoi sogni lo avrebbero mai potuto far sperare;

Si accorse appena del brusio attorno a loro.Si accorse appena della gente che li camminava vicino.Si accorse appena che aveva intrecciato la mano con la sua,sul suo grembo e che aveva l’altra mano immersa tra i suoi boccoli morbidi.

La baciò.Ancora e ancora.Senza aver il coraggio di interrompersi,ma dovette farlo per mancanza di ossigeno,ma non le diede il tempo di ridere,come la prima volta,felice e imbarazzata ,che tornò sulle sue labbra e le saggiò un’altra volta ancora.E ancora.

Sorrise sulle sue labbra,Hermione,non sapendo quello che gli passava per la mente ma comprendendolo alla perfezione;

No,le emozioni erano le stesse,nulla di sciupato o diverso.Forse serviva del tempo per abituarsi o sentire un cambiamento in quel bacio,e lei non vedeva l’ora di vivere tutto il tempo necessario,aspettare un cambiamento che per quel che poteva importare a lei poteva metterci tutto il tempo del mondo;

Si separarono,piu calmi,piu liberi e piu felici di prima,sorridendosi a vicenda col fiato corto e gli occhi lucidi di gioia.

In quel momento non c’era nulla di migliore,nulla che poteva rovinare quel momento,non li,non ora,non dopo tutto quello che avevano passato e quell’invisibile bolla che si era posta attorno a loro li proteggeva abbastanza dai scocciatori.

Hermione lo guardò negli occhi non riuscendo a trattenere un sorrisino che Ron comprese subito:ti c’è voluta una guerra per convincerti a baciarmi…

Ma a volte,non c’è cosa migliore di un pezzo di felicità,in mezzo al silenzio.

 

 

-Ciao ragazzi-,la voce di Harry li colse alle spalle,ma loro non se ne curarono;sapevano che lui sapeva e non dovevano né nascondersi né vergognarsi di nulla.Si alzarono tranquilli dal gradino dove erano rimasti seduti per una mezz’ora buona e tutti e tre si avviarono all’esterno del castello,per rilassarsi ancora un po’,loro tre solamente,insieme,come dall’inizio di tutto.

Ancora mano nella mano,Ron ed Hermione affiancavano Harry,lanciandosi un’ultimo sguardo complice prima di sciogliere la presa delle dita e uscire all’aria aperta per godersi un po’ di aria fresca sul viso;in fondo era mattino,molto molto presto,ma era mattino.

Ron la guardò scavalcare una colonna che era stesa a terra,distrutta in mille pezzi,e pensò che se non l’aveva persa in quella battaglia,per tutte le mutande di Merlino!,che l’avrebbe mai piu lasciata andare;ma gli mancava ancora una cosa per essere davvero felice.

Le si avvicinò da dietro,sfruttando un momento in cui Harry sembrò preso da altro,e la acciuffò per la vita, accarezzando appena un lembo di pelle scoperta e avvicinò la bocca all’orecchio ricoperto di riccioli mori.Sorrise.

-Ti amo-.

 

CORRETTI ERRORI.

NdA:)

Humm…è la prima One-Short che scrivo e la prima FF su Harry Potter…quindi non lo so!Lascio commentare voi,credo sia meglio cosi!Fatemi sapere perché ne avrei altre due in mente…se riesco a metterle su carta le posterò subito:)!!Fatevi sentire...

X tutti i fan di Ron ed Hermione penso che il film vi sia piaciuto moltissimo,ma tutti gli altri?Chi come me ama lily da giovane?non è dolcissima??!*-*

Grazie a chi legge…

Je:)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Keep Holding On ***


 

Per la mia Dede:)

 

KEEP HOLDING ON

-Tieni Duro-

 

Non sei solo, siamo insieme,

 sarò al tuo fianco

sai che prenderò la tua mano

 quando si raffredderà

continua a tenere duro

perché sai che ce la faremo

che sono qui per te

 

Lisciai per la terza volta la stoffa dell’abito nervosa; Fuori dalla finestra il cielo era limpido e nessuna nuvola all’orizzonte sembrava voler rovinare quello specchio cristallino che si stendeva sopra a tutte le nostre teste. Eppure era tutto fuorchè un giorno limpido e sereno.

Era una di quelle giornate in cui senti l’impulso d stare a casa, accoccolata sul divano, una tazza di tè e una coperta calda attorno alle spalle.

Ma quell’immagine oggi non sarebbe potuta avverarsi.

Oggi dovevo uscire di casa, scendere uno ad uno quei trenta scalini, uscire in giardino e smetterla di nascondermi.

Non è cominciato ancora, posso stare ancora un po’ qui…calma e al caldo.

Non ero codarda, ma non era semplice come molti lo immaginano un momento simile, non era per nulla facile come molti me l’avevano raccontato, era dura, e non era facile.

Mi guardai un po’ attorno in quella camera spoglia, ma comunque piena di calore materno; questa era una delle caratteristiche per la quale restavo spesso e volentieri a casa Weasley, il calore che ogni piu piccolo ed insignificante oggetto ti inspirava.

Era una casa col profumo di pane appena sfornato e freschezza. Avevo sempre voluto una casa cosi, semplice, anche in legno non era brutta, ma era difficile pensare a cosa ci fosse di bello in quella casa negli ultimi giorni.

Troppi pensieri, troppe decisioni da prendere, troppi se e troppi ma. avevo il cervello che faceva scintille,messo a lavoro giorno dopo giorno, ogni minuto ed ogni secondo della giornata.

No,non era per nulla un momento buono questo.

Un bussare alla porta mi fece ridestare;-Hermione? Si comincia, è ora che scendi-,Ginny si affacciò sull’uscio facendo entrare un’altra folata di profumo e mi alzai,sentendo tutti i muscoli delle gambe indolenziti e lisciai la stoffa del vestito scuro;Un semplice vestitino fino al ginocchio nero a maniche lunghe con delle calze spesse a coprire la pelle e non rischiare di gelare.

Anche se ormai non eravamo piu inverno,le temperature si erano un po’ abbassate,ma nulla di grave,cosi dicevano.

Scesi le scale,con lo sguardo rivolto alle assi di legno e mi avviai con un gruppo di persone ancora riunite in cucina verso l’esterno della Tana.Il cortile era stato bellamente sistemato con un paio di sedie,che però nessuno utilizzava,per il freddo e in fondo,dove era radunata la maggioranza della gente c’era un prete,posto di fronte ad una lapide lucida,brillante,di marmo grigio.

La lapide.

Mi avviai scorgendo subito Ron in mezzo al mucchio;era posto a fianco della madre,che in lacrime era stretta tra le braccia del marito e mi feci spazio per essergli accanto.Poco piu in là,c’era il resto della famiglia tutti riuniti,i capelli rossi che spiccavano tra tutto quel nero e Harry,che teneva Ginny stretta al suo petto,col viso premuto conto la camicia bianca.Ci scambiammo un sorriso fugace,in cui era rimasta solo un’amarezza sorda.

Ron non si accorse della mia presenza o fece finta di non accorgersene,perché continuò a guardare la lapide di Fred con sguardo vaquo,pieno di tristezza,dispiacere e rassegnazione.E amarezza.

Era un po’ tutto amaro quello che ci circondava,in effetti.Amaro era il silenzio disturbato solo da singhiozzi e lamenti flebili,amaro era il posto in cui tutti ci trovavamo,amaro era il sapere chi stava sotto a quel luogo,amara era la sensazione di gelo che non c’entrava nulla col freddo e amaro era il sapore che non si riusciva a sciacquare via.

E faceva male.

Il prete iniziò a parlare:le classiche preghiere che venivano fatte scorrere ad ogni funerale,ma non ci badai.Guardavo Ron.

Ma lui non guardava me.Da ormai cinque giorni,oggi compresto.

Era ancora troppo presto,dicevano in molti.Deve riprendersi dalla perdita che ha appena vissuto e poi ritornerà,piu forte che mai.

Lo sapevo quando avevamo lasciato la scuola quel giorno,che doveva ancora capire quello che era accaduto e mandare giu il bicchiere amaro,ma mai come in quel momento rimpiango quando ancora non si rendeva conto e riusciva ancora a sorridere.Aveva sorriso una volta,solo una,quando avevo scherzato su Luna e una delle sue nuove scoperte,richiamando alla memoria quando eravamo ancora al quinto anno e quello che ci disse la prima volta che la incontrammo,ma era durato cosi poco che non mi sorprenderei se me lo fossi solo sognato.

Ma poi non aveva piu sorriso.Nè riso.Nè parlato molto.

Era triste la maggior parte del tempo e nel restante voleva star solo;non voleva parlarne,si lasciava coccolare poche volte,come un cucciolo spaurito.Un bambino che ha visto un clown;No,peggio…qualcuno che ha visto la morte e che ha perso chi amava.

Non ero riuscita a consolarlo,non ne ero state capace e dopo un po’ avevo capito che dovevo dargli un po’ di spazio;Era una sua lotta quella che doveva vincere ed ero sicura che c’è l’avrebbe fatta,ma era troppo spaventato per ammetterlo.O forse no…

Mi persi nel guardarlo,come gia molte volte mi era accaduto e capii che aveva solo bisogno di tempo;

Poi vidi Harry fare un passo avanti,mentre il prete si dileguava nella folla e prendere la parola.Anche lui era triste.Sentiva l’amaro.

Si schiarì la voce per darle un tono.

-Non c’è molto da dire su Fred,molti di voi lo conoscono e sanno benissimo com’era a Hogwarts,cosa faceva e quanta energia e passione metteva in tutto ciò che faceva.Forse non dovrei essere io a parlare,ma lui e tutta la sua famiglia mi hanno sempre aiutato nei momenti peggiori e davvero non so cosa avrei fatto senza di loro;Non sarei qui,per fare un’esempio,e questo lo devo alla famiglia Weasley e a Fred.

Molti di voi si saranno detti che lui è morto per una buona causa e che morire per il modo magico va bene,è un buono scambio;non è vero.Morire non è mai una buona cosa,ne per un motivo né per un altro.Nulla vale come una vita.

Fred era una delle persone migliori al mondo e ora dovrebbe essere qui con noi a festeggiare-,prese un respiro,attorno a lui il silenzio,-E’ brutto dirlo ma è la verità.Essere tristi per lui,piangere per lui,soffrire per lui è cosa giusta perché era amato,ma c’è un momento in cui il dolore si metterà da parte,non scomparirà mai,ma si sposterà abbastanza da far rivedere le cose con la loro vera luce e in quel momento forse le cose andranno bene.Ma noi dobbiamo far che quel momento accada,perché è quello che Fred vorrebbe.Lui vi vorrebbe veder sempre sorridere,perché vi amava e non c’è nulla di piu grande al mondo dell’amore-.

Fece un passo indietro, avvicinandosi a Ginny,che gli tese la mano e si strinse a lui;Molly fù la seconda che si strinse ad Harry e pianse altre lacrime sulla sua spalla.Lacrime amare.

Mi voltai verso Ron,che teneva ancora lo sguardo sulla sua lapide e intrecciai le dita con le sue,sentendo per la prima volta quanto fosse ghiacciato;Scrutai la semplice giacca che indossava sopra ad una maglietta a maniche lunghe e realizzai che stava di sicuro gelando.

-Vieni,andiamo dentro al caldo-,sussurrai tirando la sua mano verso l’entrata e lui mi seguì senza protestare,docile.Invece di andare in cucina,però,tirai dritta verso le scale e mi fermai solo raggiunta la mia camera,o meglio mia e di Ginny, e chiusa la porta.

Senza lasciare la presa con la sua mano,mi sedetti sul letto,tascinando anche lui vicino a le,che si sistemò a testa bassa e respiro veloce;

Stava male e capii il motivo per cui avevo cercato di sfuggirgli per tutto il giorno;Mi faceva troppo male guardarlo cosi.

Mi spezzava il cuore.

Cosa avrei potuto dire in quel momento?Nulla,potevo solo stargli accanto e sarebbe stato quello che avrei fatto,fino alla fine,perché lo amavo,perché era troppo brutto il pensiero di dividermi da lui.

Sciolsi la presa delle sue mani per potermi alzare sulle ginocchia e stringerlo a me da dietro,immergendo il viso tra la sua spalla e il suo collo,respirando il suo profumo di cannella e rabbrividendo al contatto con la sua pelle fredda.

Incrociai le braccia sul suo petto e sfregai il palmo della mano sulla stoffa della maglietta che indossava.Troppo leggera.

Mi sistemai meglio sulle gambe pronta a stare in quella posizione anche l’intera giornata se sarebbe servito a fargli capire che non era solo e che io ero lì,accanto a lui pronta a condividere con lui il suo dolore,che solo lui capiva.

Sono qui,pensai con forza serrando gli occhi e sentendo il suo corpo riacquistare un po’ di calore.Non ti lascio,amore.

Non ti lascio piu,lo so cosa provi,lo so quanto fa male,ma starò con te Ron,non ti lascerò ora,non dovrei affrontare tutto da solo,non piu,perché hai me e con me non devi temere di essere fragile.Perchè ti amo e a volte questo basta.

-Tieni duro-,sussurrai contro la sua pelle,-Io sono qui per te-.

L’amaro sarebbe ben presto sparito,lo sapevo e poi ci saremmo tornati piu forti di prima e piu uniti che mai.Lo sapevo.

Devi solo tener duro…

 

 

non c'è alcun posto dove possiamo andare

tu sai che non mi arrenderò

 

c'è qualcosa che puoi dire ma

niente che puoi fare

non c'è un altro modo

quando si arriva alla verità

quindi, continua a tenere duro perché

sai che ce la faremo

 

 

 

NdA :)

 

 

Okay,è la prima One-short che scrivo che sia cosi depressa e triste e non mi piace per niente come mi è uscita,ma…vabbè…

Poi il discorso di Harry…si,hem, non è che mi sia uscito un granchè bene ma il concetto era quello,che una morte,seppur per un buono motivo,è morta e lui si sente un po’ colpevole.

Il fattore “amaro” salta fuori un bel po’ di volte ma scrivendola lo sentivo davvero un certo amaro in bocca,soprattutto perché io sono una tenerona e tutto riesce a strapparmi una lacrima…ù_ù No comment

E…stop!Basta cosi,credo.La canzone se qualcuno non la conosce se la prenda che è stupenda ed è Keep Holding On di Avril Lavigne,moooolto bella.

 

Ora davvero basta…fatemi sapere

Je:)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dammi Solo Un Minuto ***


 

Sempre per quella pazzoide di mia sorella Dede ù_ù ti voglio bene anche se vuoi leggere tutto in anteprima ù_ù

Dammi Solo Un Minuto

 

*\\Se ami qualcuno, lascialo libero

di realizzare i propri sogni\\*

 

King Cross era nel pieno del sue fermento e la gente si faceva pian piano sempre piu frequente, cosi come tutti quei ragazzini con carrelli colmi di bauli e veloci come fulmini ,tutti diretti verso la stessa meta: Hogwarts.

Mai come in quell’anno la gente era stata cosi curiosa di arrivare al binario 9 3/4  per scoprire se Harry Potter sarebbe davvero stato alla stazione; Il primo anno di pace ,la lunga pace si sperava nel profondo.

C’era elettricità nell’aria ovunque si voltasse lo sguardo le la cosa che saltava all’occhio ovunque tu fossi erano gli studenti più piccoli: in quell’anno le lettere che erano state inviate nelle case erano raddoppiate, cosi come i giovani maghetti, che accompagnati dai genitori facevano su e giu dal treno a vapore che a volte lanciava qualche fischio, ad incitare i genitori troppo teneroni a mollare i piccolo e lasciarli partire.

Un nuovo anno e sembrava l’esatto opposto del precedente.

La gente non vedeva l’ora di essere nella famosa scuola di magia e stregoneria dove si era svolta la guerra piu forte, distruttiva e decisiva dell’intero secolo ,la guerra che da moltissimi anni aspettava di essere svolta e che si era risolta nel miglior modo possibile.

Tutti volevano salire su quel treno, tutti volevano partire, tutti volevano vedere la cara e vecchia Hogwarts curata e risistemata per il ritorno degli studenti dell’ultimo anno, tra i quali ci dovevano essere dirittura il famoso Harry e i suoi due inseparabili amici, la coppietta Weasley-Granger.

Coppia, la quale stava giusto in quel momento varcando il passaggio per arrivare al binario 9 ¾ mano nella mano, facendo voltare molte testoline dalla loro parte.

Con l’inizio di settembre erano arrivate a casa Weasley, Granger e Potter una lettera d’iscrizione all’ultimo anno di Hogwarts con una rispettiva lettera scritta a mano dalla McGranitt che gli comunicava che tutti gli studenti che avevano perso un anno di scuola per la Grande Guerra era il benvenuto per frequentare i corsi normalmente come tutti gli altri e recuperare il tempo perso, partecipando anche ai MAGO.

Harry e Ron avevano deciso che la scuola per loro sarebbe rimasta solo un bel ricordo e che anche senza lo studio e il diploma dei MAGO, la loro carriera di Auror poteva iniziare gia da quel momento, mentre per Hermione era tutta un’altra storia; Le era stato permesso di realizzare uno dei suoi desideri :le era molto dispiaciuto lasciare la scuola quando ormai era arrivata alla fine. Ed ora le era stata offerta l’occasione giusta per riprendere in mano il suo futuro.

Ma ora era diverso. Ora c’era Ron e lui aveva bisogno di lei;

Il funerale di Fred ormai era stato svolto da piu di due mesi e Ron si era ripreso poco dopo, in modo veloce che a malapena riusciva a ricordarne tutti i passaggi: il giorno prima lui era triste e chiuso, poi c’era stata la prima svolta in cui aveva pianto sulla sua spalla, dimostrandosi per la prima volta davvero fragile ai suoi occhi, cosa che la rese orgogliosa di lui e della sua forza nel non provare vergogna. Ed infine il cedimento del muro che aveva posto attorno a sé :se lo ricordava benissimo quel giorno. Era mattino presto, molto molto presto, e fù proprio questo a stupirla, oltre al fatto che il petto caldo di Ronald era appoggiato sulla sua schiena che però si sarebbe dovuto trovare in tutt’altra stanza, e non di sicuro in quella di sua sorella. Le era alle spalle e le carezzava teneramente un braccio da sotto alla coperta di flanella, che la proteggeva dai spifferi d’aria, e quando aveva avvertito che fosse sveglia gli si era avvicinato, posando un bacetto tra i capelli, e l’aveva abbracciata, restando con lei fino a che la stanza non fù completamente illuminata dalla luce del mattino e lui improvvisò una goffa e imbarazzata fuga verso la camera sua e di Harry.Era stata l’ultima notte che avevano passato tutti e tre assieme, ma era una delle migliori notti che aveva mai passato in quei lunghi mesi, e non rimpiangeva neppure le occhiaie che si era ritrovata il giorno dopo.

-No, non ci vado-.

Ron, al suo fianco alzò gli occhi al cielo senza riuscire a trattenere un sorriso, allenn’esimo ripensamento della sua riccia;

-Invece salirai su quel treno,Hermione-.

La ragazza scosse il capo, bloccandosi sul posto e trattenendo cosi anche Ron che si girò esasperato verso di lei, ma sempre con un sorriso sulle labbra: quanto era testarda la sua riccia. Riccia, la quale, non sembrava aver la minima intenzione di guardarlo, ma che invece fissava cocciuta il carrello al suo fianco.

Le appoggiò le mani sulle spalle, deciso piu che mai a farla partire, anche con la forza se sarebbe stato necessario; -Hermione, ragiona quante altre occasioni avrai di poter svolgere i MAGO se ora non salirai su quel treno? Parliamo del tuo futuro, sii ragionevole-.

-Potrei sempre frequentare con te ed Harry i corsi per diventare un’Auror-, continuò testarda, con un’alzata di spalle.

Ron le sorrise gia sapendo dove sarebbe finito il discorso;- Si, ma non sarebbe quello che vuoi, non è cosi?-.

-Mi andrebbe bene-.

-A me no-.

Hermione alzò finalmente lo sguardo cercando di mascherare il dispiacere e cercare di leggere negli occhi del rosso il significato delle sue parole. –Che intendi?-, si arrese.

Un sospiro provenne dalla sua parte e cercò di non arrossire, per lo sguardo indagatore della sua ragazza addosso, come gli accedeva troppo spesso; -Lo so che hai sempre immaginato di rendere il CREPA un’associazione vera e propria e per far si che si avveri devi prendere il diploma dei MAGO ed entrare nel Ministero, far carriera e rendere la gente partecipe alle tue idee-, concluse con un sospiro.

Non era mai stato bravo con i discorsi seri, Ronald.

Lo sguardo della ragazza tornò a terra, imbronciando teneramente il labbro inferiore e scacciando  un riccio dalla fronte; Era dalla stessa parte del rosso, in questo campo, e non sapeva piu che pesci prendere per ribattere alle sue parole, nulla che valesse la pena di essere esposto a parole, anche se avrebbe voluto non volerci davvero andare ad Hogwarts, ma non era cosi.

Non ne avevano ancora parlato però, pensò con dispiacere.

Sentiva lo sguardo del suo ragazzo fisso sul suo e non sapeva come iniziare quel discorso che ormai da molte ore non la lasciava libera di respirare senza sentire un nodo in gola;

Con un sospiro si decise a parlare;- Nove mesi sono lunghi-.

Ron sorrise vedendo il musetto corrucciato della sua ragazza, chino; -Si, ma non cosi tanto come immagini-.

Infastidita da quel tono cosi calmo, Hermione alzò lo sguardo su di lui; -Nove mesi, Ron-, sbottò ma anche solo il fatto che pronunciasse il suo nome non era un presagio positivo, e lui lo sapeva;-Nove mesi solo lunghi e non credere che mi beva quelle storie sul fatto che passeranno piu in fretta di come credo o frasi simili, perché non passeranno affatto veloci-.

Aveva lo sguardo furente, non tanto per le parole che aveva pronunciato Ron, ma soprattutto per il tono, come se non li facesse ne caldo ne freddo il fatto che lei sarebbe stata via per quasi un anno e che si sarebbero visti solo alle festività, che avrebbero dovuto dividere anche con i propri parenti.Se gli interessava almeno.

Calò il silenzio tra di loro e lui restò ancora un attimo appoggiato sulle sue spalle prima di mollare la presa e prendendola per mano la condusse vicino al muro, dove avrebbero potuto parlare con calma senza avere troppo pubblico;

Sapevano entrambi che quel momento gli stava aspettando da sin troppo tempo e che il discorso andava affrontato prima che creasse troppi problemi; Non voleva separarsi da lei, era brutto pensare di passare cosi tanto tempo lontano da lei, con cui aveva passato troppo poco tempo al suo fianco, senza essere riuscito a metapolizzare il fatto che fosse sua, davvero e per la prima volta.

Non voleva che si salutassero cosi, voleva che le cose fossero apposto quando si sarebbero separati e lei sarebbe salita su quel treno, ma non sapeva come convincerla.

Un po’ goffo la strinse a sé, sentendo subito una sensazione di benessere quando il suo corpo entrò in contatto con quello di lei, cosi piccolino in confronto che le sembrava piu giovane di come lo fosse davvero.

-Io non passerò nove mesi senza vederti e non credo proprio che qualche festività mi basterà per non farmi sentire la tua mancanza senza scoppiare, quindi aspettai qualche sorpresa ad Hogsmade nei prossimi week-end o direttamente ogni fine settimana, okay?-, sorrise sentendo la posa rigida della sua riccia sciogliersi e ricambiare l’abbraccio.

-Giuralo-.

-Lo giuro-.

Restarono immobili per ancora un altro paio di minuti prima che Hermione decise che era ora di tornare a scuola, ed all’ennesimo fischio del treno afferrò la mano di Ron tirandolo verso il suo bagaglio

 

 

 

-IN CARROZZA-, il grido d’avvertimento del capo stazione colse Hermione impreparata, nel mezzo della sua ramanzina.

Lanciò uno sguardo alla porta dietro di sé, per poi tornare al rosso che le sorrideva di fronte a lei; un sorriso teso, però, che la obbligò a sporgersi verso di lui, allungandosi sulle punte dei piedi per raggiungere le sue labbra e scocciargli un bacio a stampo, allacciando le braccia attorno al suo collo.

Gli sorrise prima di tornare sulle sue labbra e stavolta posargli un bacio piu profondo e significativo: un’incisione che gli sussurrò aspettami che lui comprese subito e ricambiò stringendola per la vita sottile, coperta da un paio di jeans e tirarla a se, facendo combaciare i loro petti; Sorrise, ad occhi aperti, nel veder le sue guance arrossarsi.

Non gli diede torto, dato che erano ancora immersi nella gente del binario, soprattutto famiglie che salutavano con le lacrime agli occhi i loro figli, cresciuti troppo in fretta ed ora gia in partenza per un lungo viaggio, il primo di un’intera vita.

Aumentò la stretta sentendo il secondo dei tre fischi che precedevano la parenza del treno e con uno sforzo piu mentale che fisico la sollevò da terra per posarla, pochi passi piu  avanti, sullo scalino del treno; Hermione si staccò per un attimo dalle sue labbra  per guardarlo intristita, ma ad occhi aperti, stavolta, ritornò a imprimere le sue labbra su quelle del suo ragazzo.

Il suo ragazzo.

Cosi dolce e tenero, ma l’unico che riuscisse a sapere esattamente come si sentiva e l’unico che l’avrebbe voluta sopportare a vita;

Un contatto fra labbra, senza muoversi, semplice, solo per far scorta del suo sapore per quei cinque giorni; Sorrise sulle sue labbra Ron, sentendo la stretta della sua riccia rafforzarsi invece del contrario e con uno sbuffo scherzoso si separò quel tanto che bastava da lei per guardarla in viso, percorrendo con lo sguardo il suo profilo di donna;

-Dai sali-, le sorrise prima di baciargli la fronte, affianco a quel riccio che non voleva sentir ragioni a stare dietro all’orecchio. Piccolo ribelle, pensò con tenerezza.

Lei gli gettò un ultimo  sguardo, storcendo la bocca per non ribattere con un “no, non vado” che l’avrebbe fatta assomigliare piu ad una bambina che ad una studentessa dell’ultimo anno e si voltò per trovare posto, prima di dover scoprire che gli toccava stare in piedi tutto il viaggio di andata.

Ron la guardò dirigersi verso la porta delle cabine con un groppo in gola e una sensazione di disagio mai sentita addosso. Forse anche lui sarebbe dovuto essere in quel treno, e saper che lei sarebbe stata sola, senza nessuno a badarle gli metteva una strana agitazione in corpo.

Con la coda dell’occhio vide un bambino correre verso la sua direzione e aggirarlo per salire in treno, ma prima di soffermarsi a pensare a cosa stava facendo lo acciuffò per la manica del maglioncino e gli sorrise, allo sguardo impaurito del piccolino.

-Hai visto quella ragazza che è appena salita?-, gli chiese senza giri, col tempo alle strette e col timore che Hermione lo potesse vedere o peggio sentire.

Il bambino annuii, e lui scorse una luce d’eccitazione nello sguardo, sicuro che fosse perché l’avesse riconosciuta e aveva riconosciuto anche lui: aveva incontrato due del trio che aveva combattuto anima e corpo contro Voldemort.

Chissà quanta gente era intenzionata a conoscere dal vivo uno dei tre.

Sorrise, Ron, piu intenzionato di prima a compiere il suo piano. –E hai molti amichetti, no?-,ricevendo un’altra risposta affermativa, si inginocchiò di fronte a lui per parlare alla sua stessa altezza; –Bene, perché devi farmi un favore molto grande: controllala e chiunque provi solo ad infastidirla o solo avvicinarsi troppo a lei, fagli sapere che Ron Weasley ed Harry Potter lo tengono d’occhio-.

Il piccolo annuì serio e dopo un ultimo accenno di Ron si voltò e rapido seguì i passi fatti poco prima dalla sua riccia. Orgoglioso del suo lavoro fece un paio di passi indietro aspettando che il treno iniziasse a muoversi.

Hermione stava aspettando che il treno partisse e per la prima volta in tutta quella giornata sorrise, un sorriso vero e si senti piu sollevata, benchè lei e Ron si fossero detto poche cose, nessun Ti Amo, nessuna lacrima, nessuna crisi isterica ma solo dolcezza quello di cui lei aveva bisogno in quel momento, ma lui l’avrebbe aspettata.

Si sarebbero incontrati, non sarebbe stato facile, ma lui l’avrebbe aspettata e lei sarebbe tornata da lui molto presto, perché era al suo fianco che lei si riusciva a vedere tra un paio di anni; Con lui e con quello che sarebbe arrivato col tempo.

Sorrise a Ginny, che al suo fianco stava a malapena trattenendo le lacrime e si rilassò contro lo schienale del treno.

Si, era quello il suo futuro, era il futuro che lei voleva e che avrebbe avuto, lo sapeva.

 

 

 

NdA:)

 

Terzo capitolo:la partenza di Hermione per il suo ultimo anno di scuola!Penso che parli da sé questo capitolo…li ho sempre pensati così loro due,un po’ teneroni e un po’ goffi, ma perfetti assieme.Non volevo assolutamente che risultasse da diabete perché come ho fatto capire tra le righe lui l’avrebbe sempre raggiunta e non sarebbero stati troppo ontani l’uno dall’altra…e poi diamine,hanno aspettao 7 libri e altrettanti film per poter stare assime…vabbè mi fermo qui!!

Penso farò ancora due capitoli e poi basta;)

Al prossimo che arriverà presto presto e vi lascio solo il titolo cosi potrete ipotizzare da soli su cosa potrebbe parlare:)

 

Capitolo 4 ---- >  Only One –L’Unica per Me-

 

Baci Je:)

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Only One part I ***


Scusate x il ritardo

ù_ù sempre x la mia dede…

a voi il capitolo…

 

Only One

-Sei L’unica per Me-

 

 

 

 

Ancora prima di svegliarsi, Hermione, sentiva che c’era qualcosa che non andava. Come se sentisse che quella giornata non sarebbe stata uguale a tutte le altre che aveva vissuto; Apriì gli occhi, richiudendoli pochi secondi dopo per colpa di una raggio che puntava dritto verso il suo viso. Si voltò supina e si stiracchiò allungandosi fino ad incontrare con le nocchie della mano la tastiera di legno del letto e sentì contro la pelle la forma di una rosa.

Sorrise, ricordando come di nascosto Ron, Harry e George avevano trasportato quel letto, con tanto di decorazioni rifinite a mano fin al primo piano, nella sua camera da letto. Aveva insistito tanto, doveva ammetterlo, ma sin da piccola aveva immaginato nella sua casa un bel letto, morbido, bianco e in legno con decorazioni.

Tentò di aprire un’altra volta gli occhi e quando capì di essere fuori portata dai fastidiosi raggi del sole si tirò su, stringendo contro al petto la coperta che nello spostamento stava scendendo, rivelando molto piu di quanto fosse abituata mostrare.

Arrossì involontariamente notando che al di sotto del sottile tessuto non portava nulla, non che si stupisse, ma una gioia irrazionale le impedì di essere a disagio in quel luogo, in quella camera

La mia camera, pensò con una certa nota d’orgoglio.

Perchè per la prima volta in vita sua poteva davvero affermare che si trovasse nel suo letto, nella sua camera, nella sua casa e che fosse felice di essere lì.

Voltò il capo verso destra e un sorriso si allargò sul suo volto notando che un rosso, il suo rosso, era ancora beatamente addormentato, con il viso rilassato e sognante rivolto verso di lei, la bocca leggermente aperta e il petto che, coperto per metà dal lenzuolo che lei stringeva ancora, si alzava ed abbassava seguendo il ritmo del suo respiro. Sembrava proprio un bambino, con il visetto tutto rilassato e una mano allungata verso la sua metà del letto, come per avere un appiglio con lei anche nel mondo dei sogni. Era cosi tenero.

Allungò la mano e li lasciò una carezza sulla guancia: era proprio una persona speciale.

Al contatto con la sua pelle però Ron increspò la fronte brontolando qualcosa di sconnesso e assumendo un’espressione cosi buffa che Hermione non riuscì a trattenersi dal ridacchiare, addolcita da quel musetto dolce; Per paura di svegliarlo, però, la ragazza si decise a scendere dal letto, anche se in quel bozzolo caldo sarebbe anche potuta rimanere per un bel po’ di giorni, anche solo ad osservare le strambe espressioni che Ron assumeva senza saperlo nel sonno.

Prima di levare completamente il lenzuolo si accorse, non senza un certo imbarazzo, che indossava ancora le calze che le aveva comprato Ginny, bianche bucherellate, che arrivavano fino a metà coscia, fasciando tutta la gamba dal piede in su, rendendo la sua pelle lattea piu candida di come fosse naturalmente. Velocemente le sfilò, facendo attenzione a non sfilacciarle e le ripose sulla sedia posta accanto alla scrivania e, agguantata una camicia di Ron dalla stessa sedia, sgusciò verso il bagno.

Seduta sul bordo della vasca, con lo sguardo fisso sul suo stesso riflesso la sua mente ripercorse la sera precedente e senza rendersene conto sorrise, riuscendo ad addolcire tutto il suo volto e chiudendo gli occhi si immerse nel ricordo piu bello e significativo che avrebbe tenuto con sé per tutta la vita.

 

 

 

Ginny posta dietro di lei, stava cercando da un’ora di sistemare quella massa di capelli castani che la ragazza si ritrovava benchè avessero deciso che anche lasciandoli sciolti, al naturale sarebbero risultati perfetti; Però la rossa si era intestardita dopo aver letto qualche rivista babbana che lei stessa le aveva portato e oramai erano lì, una impalata su di una sedia e l’altra posta alle sue spalle da quasi quaranta minuti mentre la rossa continuava a ripetere che ad opera finita sarebbe incantevole; infatti aveva ben pensato che rendendogli i boccoli piu morbidi e setosi avrebbero potuto alzarne alcune ciocche e tirare indietro quei ciuffetti che le coprivano alcune porzioni del viso, lasciandogli il volto completamente scoperto cosi da dargli piu illuminazione.

-Non ti devi preoccupare-, sbottò Ginny per la ventesima volta, con un tono concentrato, di chi stava rassicurando una persona che avrebbe solamente lasciarle finire il lavoro; cosa anche vera. -Ho quasi finito e…voilà-, sgusciò fuori dalla sua postazione lasciando libero accesso alla riccia di rimirare il lavoro svolto e sorrise, battendo le mani soddisfatta del suo lavoro.

La scrutò per vedere la sua reazione con mani sui fianchi, che la faceva assomigliare tremendamente alla madre e un sorriso a trentadue denti stampato in volto.

Hermione, dal canto suo pensava che la rossa aveva impiegato molto tempo e che i risultati di quel lavoro si vedevano ed erano anche molto buoni; Alcuni ciuffi erano stati raccolti in un champignon mentre altri erano liberi, scendevano morbidi fino alle spalle, divisi in ciocche ordinate e lucenti. Era proprio un bel lavoro, soprattutto il viso che ora era piu rischiarato e coperto solo da un sottile strato di trucco, che Ginny diceva essere obbligatorio in una giornata speciale come quella.

Vedendo che la rossa stava ancora aspettando una risposta, Hermione si decise a tirare fuori qualche parola; -Sei stata bravissima Ginny, davvero. Grazie-, le sorrise.

La ragazza declinò con un cenno del capo e si lisciò la ginna del suo abito lilla, che era stato confezionato unicamente per lei; -Allora,-, le lanciò uno sguardo divertito,- ancora non ci hai ripensato? Se vuoi posso distrarre per un po’ tutti cosi che tu possa smaterializzarti da qualche altra arte, in fondo ti capirei-, alzò un sopracciglio fissandola invitante.

Rise, Hermione, leggermente tesa; -No, penso che scenderò ed andrò fino in fondo, sai?-.

Si unì anche la rossa alla sua risata prima di prendere posto accanto a lei sul letto e diventando seria di colpo; Hermione capì che era arrivato il momento di affrontare i discorsi seri, e lei era piu che pronta, come mai lo era mai stata neppure ad Hogwarts o al Ministero, perché era della sua vita che si stava parlando e si sentiva pronta ad affrontare anche quel passo.

Ginny le appoggiò una mano sulle sue, raccolte in grembo; -Sicura? Ron ti ama, era innamorato di te dal primo anno mi viene ormai da pensare e non l’ho mai visto piu deciso in vita sua-, si sciolse in un sorriso ,-e neppure tanto nervoso-, le si avvicinò cospiratoria, -.Sai, pensa che lo abbandonerai all’altare-.

L’altare. Eh, si era davvero vicina ormai al gran momento, Hermione e sebbene ne fosse sicurissima, aveva un tremolio alle gambe che non la voleva lasciare;

E’ normale, si diceva, tutti sono un po’ preoccupate ai matrimoni, ma è di Ron che stiamo parlando; il ragazzo che l’aveva aspettata un anno intero per poter stare davvero insieme e che l’aveva spronata a mettersi in gioco, ogni momento. Che l’aveva amata e che era pronto a farlo ancora, davanti a tutti i loro amici piu cari.

-Non la voglio tirare alle lunghe, anche perché il tempo stringe, ma sappi che Ron non poteva avere persona migliore al suo fianco e che tutti siamo molto felici che vi sposiate-, si sporse, con un sorriso stampato in faccia e l’abbraccio, senza rovinare l’acconciatura.

Quando si staccò, Hermione notò che aveva gia gli occhi lucidi e sapendo la sua indole tenera per i matrimoni, si decise che era ora di tirar fuori la voce.

Con un sospiro si alzò, lanciando un’occhiata indecisa alla lunga stoffa che indossava e che arrivava fino a terra e le sorrise; -Meglio non farlo aspettare, allora-.

Ginny uscì per prima, strillando un “arriva” che, ne era sicura si sarebbe udito anche al piano di sotto, dove la stava aspettando il suo futuro marito.

 

Al piano di sotto, vicino alla staccionata, con viso rivolto verso l’orizzonte, Ron stava scrutando il paesaggio, con la mente molto piu lontano di quello che si vedeva;

Pensava.

Si accorse di Harry solo quando gli poggiò una mano sul braccio. Sussultò colto alla sprovvista e gli lanciò uno sguardo che gli fece capire quanto in realtà il rosso fosse teso ed emozionato; e come dargli torto, pensò Harry, scrutando per un attimo tutto quello che mamma Molly aveva sistemato per l’occasione e che ora faceva bella mostra di sé, pieno di persone.

Quattro file erano state posizionate sotto al capanno, decorato con fiori, nastri e fiocchi, con una grande navata al centro, dove era stato steso un lungo tappeto bianco e dorato, che si dirigeva dritto verso un piccolo altare, montato per l’occasione sotto cui stava un signore con una barba bianca e una lunga tonaca abbinata: il prete.

Era tutto pronto, la gente si stava man mano accomodando al proprio posto e dal piano di sopra era arrivata nitida la voce di Ginny che annunciava l’arrivo della sposa. Mancava solo lo sposo.

Sposo il quale non aveva staccato gli occhi da Harry, con stampata in faccia un’espressione che non nascondeva nulla: era preoccupato. Ed emozionato.

Harry non sapeva che cosa si poteva dire in quell’occasione; lui non era mai stato ad un matrimonio come testimone e di sicuro non credeva che oltre al discorso che si sarebbe tenuto dopo la cerimonia, dovesse anche trovare parole incoraggianti per il suo amico.

Era già abbastanza strano il fatto che i suoi due migliori amici si sarebbero sposati a momenti, anche se negli ultimi tre anni era diventato scontato vederli sempre uno alla ricerca dell’altro, anche solo con lo sguardo, per scambiarsi un sorrisino complice che la maggior parte lo spingeva a lasciare la stanza con una scusa per non dover assistere a qualunque tipo di effusione tra i due.

Si schiarì la voce, prendendo tempo; -Ron, devi stare calmo. Non hai sentito Ginny? Hermione sta arrivando e non credo che tu voglia farti trovare cosi da lei, vero?-.

Farlo ragionare poteva essere un inizio, pensò.

Il rosso abbassò solo per un attimo lo sguardo, scuotendo il capo. –No, sarà nervosa gia di suo, immagino-, borbottò piu a se stesso che ad Harry.

-Quindi perché ora non andiamo al nostro posto? E’ la sposa che di solito si fa desiderare, non lo sposo-, gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla per infondergli un po’ di coraggio e farlo allontanare dalla staccionata.

Riluttante, il rosso si staccò dal legno e si incamminò con l’amico verso l’altare dove avrebbe aspettato la sua ragazza, pronta a diventare sua moglie. Preso da un altro dubbio bloccò Harry trattenendolo per la giacca.

-Dici che verrà, vero?-.

Il moro capì che quello di cui aveva bisogno il suo migliore amico era solo una certezza su cui basarsi e sapeva benissimo cosa dire quella volta; -Ti ama, sarebbe pazza se facesse il contrario-.

Ron annuii e si decise a prendere posto primo dell’arrivo di Hermione.

 

La semplice melodia che in quel momento scorreva si interruppe e prese posto la classica marcia nunziale, che diede il segnale alla gente di alzarsi, a Ron di smettere di mordersi il labbro inferiore e ad Hermione di afferrare il braccio teso di Harry e fare la sua entrata.

Era incantevole, pensò Ron appena alzato lo sguardo sulla sua figura.

Una morbida gonna si allargava dal bacino in giu, ammorbidendo tutta la sua immagine e un corpetto le fasciava, mettendo in risalto la curva del seno e lasciando scoperte le spalle, interrotte solo da due sottili bretelle, e la pelle candida messa in risalto dal colore dell’abito: bianco con rifiniture argentate.

Un piccolo velo era stato posizionato tra i boccoli che le scendevano dietro alle spalle e le lasciavano scoperto tutto il viso e il collo; Era innocente e bellissima in quell’abito che sembrava essere stato creato pensando a lei e al suo corpicino.

Si avvicinava a passo lento, stretta ad Harry e non scostava lo sguardo dal suo, ma c’era un luccichio nei suoi occhi che smascherava il suo reale nervosismo; Era felice, era pronta ed era nervosa, forse sentendosi troppo giovane per sposarsi, ma ne avevano parlato, insieme dopo un paio di giorni dalla proposta di Ron. Una proposta  che lo aveva portato a raggiungere una gamma di rosso che non gli aveva mai visto addosso, ma lo aveva trovato comunque tenerissimo.

Secondo Ronald tutti quelli del mondo magico si sposavano molto giovani perché finita Hogwarts era scontato immaginarsi immersi nella vita reale, con le sue responsabilità e doveri e diversamente dalle scuole babbane non c’erano altri istituti dove poter studiare ancora. Finito Hogwarts si doveva crescere.

Ed ora, quando finalmente raggiunse Ron all’altare, che la guardava con gioia non sentì l’obbligo di cui avevano parlato, né il dovere o altro, ma solo felicità; Era felice di sposare Ron, quel buffo ed imbranato rosso che non riusciva a sopportare nei primi anni, ma di cui si era innamorata, era felice di diventare la signora Weasley.

Era elettrizzata.

Gli sorrise, Ron, per rassicurarla e cercare una conferma nel suo sguardo; per vedere se era ancora sicura di quello che voleva fare: in fondo lui non era un granchè come partito. Era goffo e pigrone, adorava passare una giornata a fissare il soffitto che a studiare incantesimi o

allenarsi. Non era una cima negli studi e non aveva neanche un diploma di MAGO con cui vantarsi, non aveva certezze e non poteva offrirle grandi somme di denaro o anche solo un bel gioiello.

Ma lei aveva detto si, di fronte alla sua proposta un po’ strana che aveva organizzato, ma a lei non era importato che erano in una stanza, o che le finestre erano chiuse per colpa della pioggia improvvisa o che avesse addosso vestiti bagnati, aveva solo ridacchiato per la faccia imbarazzata che aveva e annuito.

Le aveva detto si e sperava lo facesse ancora.

La cerimonia si svolse veloce, piu di quanto Hermione credesse, e molto presto si trovarono a dover pronunciare le loro promesse.

La parola passò a Ron che arrossendo si schiarì la voce, alzando lo sguardo sulla sua ragazza e le prese le mani tra le sue; -Non sono molto brava con i discorsi, ma ho pensato che potevo fare un’eccezione per questa occasione; Mi sono dimenticato quando esattamente ho iniziato a guardarti in modo differente dalla semplice amicizia, ma mai dimenticherò il tuo viso, quel primo giorno sul vagone diretto ad Hogwarts-, la prima volta che aveva incontrato i suoi occhi e anche se era piccola era comunque la ragazza piu intelligente che avesse mai incontrato,- o quando mi facesti posto accanto a te, subito dopo lo smistamento e mi hai sorriso, per la prima volta;- un sorriso meraviglioso che anche a distanza di anni ricordava, con ancora l’accenno di una fossetta al lato sinistro del labbro,- Quando ti ho fatto piangere per una mia frase poco…gentile, anche se non ho mai posseduto molto tatto,- non l’aveva mai ammesso, neppure con Harry, ma vederla piangere era stato brutto, anche se non capiva come due lacrime potessero toccarlo cosi tanto,- quando sei stata male, e ti ho tenuto la mano per tutta la notte in infermeria aspettando che tu riapristi gli occhi-, ringraziava ogni giorno che avesse con sé uno specchietto e che non fosse davvero morta per colpa di quel basilisco; -E tutte quelle piccole cose, anno dopo anno, che sarebbe impossibile rinchiuderle in pochi minuti, ma che ricordo una per una, dai momenti piu belli a quelli piu difficili, ricordi che però resteranno, lo so, con me per sempre, come vorrei restassi tu con me-, sorrise prendendo un respiro profondo,- Non mi ricordo quando esattamente ho iniziato a guardarti in modo differente dalla semplice amicizia, ma a distanza di anni mi chiedo se ti ho mai guardato solo come amica, perché te sei l’unica ragazza che ho mai amato. Sei l’unica che vedrei al mio fianco tra cent’anni, sei l’unica per me, Hermione-, concluse con una mezza risatina che andò scempando quando vide gli occhi della sua riccia luccicare.

Non voleva tirarla alle lunghe, né sembrare sgarbata ma voleva, anzi ormai pretendeva, che il prete le desse il permesso di baciare suo marito, quindi lanciò uno sguardo d’intesa col prete che con un cennò incrociò le mani sopra alla piccola copia della Bibbia e le fece ripetere…

-Io, Hermone Jean Granger prendo te Ronald Bilius Weasley come mio marito, per amarti e onorarti, in salute e in malattia, nel bene e nel male, in ricchezza e povertà, finchè morte non ci separi-.

-Io, Ronald Bilius Weasley, prendo te Hermione Jean Granger, come mio legittimo sposo, per amarti e onorarti, in salute e in malattia, nel bene e nel male, in ricchezza e povertà, finchè morte non ci separi-.

Si sorrisero prima di ricevere il tanto agognato permesso; Ron le prese il viso tra le mani, scacciando col pollice quelle lacrime salate che le rigavano dispettose il viso candido e avvicinò il suo volto fino a posare le sue labbra su quelle della ragazza. Su quelle di sua moglie e con un pizzico di orgoglio pensò che quello era solo il primo bacio di una lunga serie, e gli sarebbe bastato. Avrebbe potuto vivere una vita intera accarezzando le sue labbra e lo avrebbe fatto perché ora ne aveva tutto il diritto.

La baciò.

Il loro primo bacio da marito e moglie.

 

Continue…

 

 

NdA:)

 

Allora..dire che questo capitolo l’ho partorito è dire poco e davvero…non mi piace per nulla!penso sia il peggiore,ma davvero ero arrivata a metà e cancellare tutto mi sembrava brutto cosi…ho cercato di far del mio meglio;

Allora penso si sia notato poi che Le scene di Ron/Hermione sono minori o piu piccole a quelle di Ginny o Harry, ma solo per il solito motivo…non volevo farvi venire un  colpo di diabete.

E per la stessa ragione hermione non ha un suo discorso come ha fatto Ron,ma dopo quello di lui ero davvero in allarme sovraccarico di zuccheri e quindi mi sono bloccata per quel pezzo e ho scelto di saltarlo.

Altro??? Ah, si la seconda parte (si,non vi siete ancora liberate di me) sarà il 5 capitolo quindi è molto probabile che ci sia il 6.

Poi poi poi poi….hummm basta credo…per altri dubbi o domande lasciatemi un commentino che non mi dispiace x niente XD… ok sono pessima!! -.- ma davvero …lasciatemi un commentino oh voi veloci viandanti che leggete e poi scappate veloci veloci…

 

p.s.:siate clementi con me:( ho finito di scrivere qst capitolo alle 2 di notte ed ero cotta…:(

A presto e fatemi sapere se fa cosi schifo come lo vedo io…:(

Baci Je:)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Only One part II ***


 

Per la mia fastidiosa dede e stavolta anche per tutte quelle che mi lasciano quelle bellissime recensioni:)

grazie...è per voi...

Only One

-Sei L’unica per Me-

Part II

 

 

 

Gli uomini saggi dicono che solo gli stupidi

fanno le cose senza pensare

Ma non riesco a non innamorarmi di te

Dovrei dire che è un peccato?

 

 

 

Si riscuotè, Hermione, quando notò che l’aria della stanza si stava facendo gelida e si apprestò ad uscire e dirigersi verso le scale; Gli avrebbe potuto cucinare qualcosa, anche se non sapeva cosa preferiva il rosso per colazione, ma visto che a scuola non si faceva problemi a mangiare un po’ di ogni cosa avrebbe puntato su qualcosa di semplice e che non richiedeva troppo tempo; Infondo ,notò lanciando un sguardo all’orologio sul mobile, erano già le due passate del pomeriggio e sinceramente anche lei stava morendo di fame, anche se la sera prima al ricevimento non si era sentita di rifiutare le portate che erano state fatte apposta per le, e ricordò con un sorriso che Ron non aveva avuto troppi problemi a mangiare tutto incluso il pezzo di torta e i piccoli biscottini che gli aveva portato direttamente la madre dicendo che era tradizione spezzarlo e farne metà con la sposa;

Un delle tradizioni.

Scosse la testa Hermione, chiedendosi dove mai lo metteva tutto quel cibo e avere una pancia piatta.

Arrivata in cucina iniziò a frugare tra gli scatoloni con dentro tutta la loro roba e trovò una padella, dei piatti e anche delle posate che posò sopra al ripiano della cucina e che prima o poi avrebbe dovuto mettere a posto come tutto il resto e tutta la casa; Ma per ora si limitò a tirar fuori tutto l’occorrente per preparare dei pan cake e un po’ di frittata.

Nel posare la ciotola sul ripiano i suoi occhi vennero attirati dal luccichio che la sua fede provocava e sorrise, perdendosi ancora nella sera precedente e pensando che forse tutte quelle paure che aveva avuto fossero completamente infondate.

 

 

Era stata sistemata per l’occasione una piccola pista da ballo, di legno chiaro abbastanza grande per ospitare la coppietta e altre persone accerchiato tutt’attorno da tavoli tutti abbinati per la giornata speciale.

Uscirono tutti da sotto il telone per accomodarsi al proprio tavolo e mettere qualcosa sotto si denti; All’inizio avevano pensato di chiamare qualcuno per la cucina, ma Molly si era quasi scandalizzata quando Ron ebbe detto l’idea e aveva puntato i pedi dicendo che lei era perfettamente in grado di organizzare almeno quello, dato che per tutto il resto l’avevano avuta vinta Ginny e Hermione. Quindi erano dovuti capitolare sotto allo sguardo severo della donna di casa ed era con orgoglio che ora mamma Molly indicava a suoi aiutanti dove portare e sistemare ogni portata, cercando mi mascherare le lacrime che le scendevano sulle guance.

Nel frattempo i novelli sposi, cosi ribattezzati da Fred che sin dal bacio scambiato davanti al prete cercava ogni scusa per avvicinarsi a loro e scoccare qualche battutina, si erano accomodati al loro tavolo assieme a tutti i loro amici piu cari e che erano rimasti con loro e avevano visto crescere il loro amore e finalmente erano stati presenti al matrimonio tanto atteso; certo non mancavano i commenti su tutte le cose che avevano combinato prima di mettersi assieme ma ad Hermione non dava fastidio, anzi si divertiva a riportare alla memorie tutte quelle cose che non avrebbe mai avuto il coraggio di pensare anni addietro e finalmente ridere di tutte quelle incomprensioni che erano passate tra lei e Ron.

Suo marito.

Le venne spontaneo sorridere, anche se ormai non faceva altro da quando lui le aveva detto si davanti a tutti e finalmente era riuscita a respirare normalmente; Voltò lo sguardo verso di lui e vide che stava parlando con Harry, fitto fitto, e d’istinto spostò l’attenzione sulla sua mano dove era messo in mostra una fede d’orata.

La gemella della sua;

Allungò una mano fino ad appoggiarla sopra alla sua e lo sentì sobbalzare sorpreso prima di voltarsi verso di lei; Imbarazzata gli sorrise per poi sostare lo sguardo su Luna che stava mostrando uno strano oggettino a Ginny, che diversamente da chiunque altro la stava ad ascoltare; osservò un po’ tutto il giardino, soffermandosi soprattutto sulla famiglia di Ron e i suoi compagni di Hogwarts.

Avevano discusso lei e il suo ragazzo perché Ron era deciso a far partecipare anche i genitori di Hermione alla cerimonia, ma lei era contraria; Dopo la sua partenza per l’Australia, non molto tempo dopo la caduta di Voldemort non aveva mai voluta parlare apertamente di quello che aveva trovato laggiù, soprattutto perché aveva volto andarci da sola e Ron doveva occuparsi di cosi tante cose che aveva utilizzato la settimana libera che le restava prima di dover tornare a scuola per raggiungere e riportare a casa la sua famiglia; Aveva sorvolato sui particolari quando aveva dato spiegazioni sulla sua decisione e aveva liquidato la faccenda con un “sono felici e mi basta questo” che era reale.

All’inizio lui aveva insistito e cercato di estorcergli qualche particolare con l’inganno, ma non c’era riuscito cosi brillantemente, pensò ridendo tra sé, e dopo un po’ aveva lasciato perdere dicendosi che quando avrebbe avuto bisogno sarebbe venuta lei a parlargli; La verità è che loro erano davvero felici lì in Australia.

Li aveva subito visti, in riva al mare, sua madre era seduta sullo sdraio che si spargeva la crema solare sulle braccia e prima che avesse solo il tempo di far un passo in avanti notò il resto; Suo padre si stava avvicinando a lei con un piccolo bebè tra le braccia che scalciava forte, mentre lui rideva.

Era rimasta immobile, ghiacciata. I suoi avevano avuto un altro figlio e lei non ne sapeva nulla; sin da piccola aveva voluto avere qualcuno con cui giocare, anche solo durante i giorni di pioggia in cui era obbligata a restare chiusa in casa, e nel suo profondo sperava che prima o poi potesse realizzarsi il suo piccolo desiderio ed ora che era realtà si sentiva abbandonata. Perchè lo era davvero.

I suoi genitori non si ricordavano di lei ed era stata lei stessa a volerlo per il loro bene e vederli ora cosi affiatati e contenti, non si sentiva di riportargli alla mente tutti problemi e le paure del mondo in cui viveva lei; In fondo il mondo magico era salvo, ma non era una certezza sicura questa.

Quindi si era voltata, dopo un ultimo sguardo alla sua famiglia ed era tornata da Ron ed Harry, sapendo che da loro avrebbe sempre avuto un posto in cui stare; Ci aveva messo poco poi a capire che la sua madre e suo padre erano la usa famiglia, ma che poteva aver la sua ora, lì, con Ronald e quando lui aveva cercato di farle capire che non serviva che tornasse a vivere in quella casa, grande e vuota, ma che c’era una bella casetta non molto lontana dalla Tana e molto bella in vendita aveva capito che lui anche lui la voleva con sé.

E con la proposta di andare a vivere assieme era arrivata anche la proposta e mai come in quel periodo aveva capito dove fosse davvero il suo posto.

Tornò al banchetto quando Ron, suo marito, le carezzò un braccio cercando di richiamare la sua attenzione; lo guardò abbozzando un sorriso di scuse.

-Dov’eri?-, le sussurrò per non farsi notare da Harry e Naville che erano al suo fianco.

Ron la guardò scuotere le spalle con noncuranza; -In Australia ma ora sono qui-.

-Mi dispiace; Sarebbe piaciuto anche a me che i tuoi ci fossero-, in realtà aveva preferito che non ci fossero, soprattutto il padre dato che era tradizione che il padre della sposa avrebbe dovuto far un discorso al consorte, con tanto di minacce se proprio serviva e a lui non sarebbe certo stato di aiuto un uomo grande e grosso che sottolineava l’importanza che andava data alla sua figlioletta, soprattutto perché aveva solo lei da difendere.

Aveva però imparato a nascondere questo timore, soprattutto quando aveva avuto la notizia che Hermione sarebbe partita per andare a riprendere i suoi.

Lei gli lanciò uno sguardo di ringraziamento; -Va bene anche cosi! Questo giorno è perfetto-, sussurrò appoggiando il capo sulla sua spalla e rilassandosi.

 

 

Un leggero tintinnio interruppe il brusio di sottofondo e tutti si voltarono verso la direzione del rumore; Hermione sorrise notando che era proprio Harry che si stava alzando in piedi e posava il bicchiere sotto lo sguardo felice della sua ragazza; Ormai era diventata un’abitudine per lui tenere discorsi.

-Hum bè buonasera a tutti-, salutò rivolgendo lo sguardo a Ron ed Hermione che gli sorrisero; -Penso che tutti sappiate perché siamo qui ma soprattutto chiunque abbia affrontato quel giorno ad Hogwarts dovrebbe sapere che cosa può significare questo giorno per i miei due migliori amici; Non nascondo che è ancora strano pensare che adesso Ron, il mio migliore amico ed Hermione, la mia quasi sorella si sono sposati, ma ora è fatta e sinceramente era da cinque anni che aspettavo questo momento, da quando precisamente litigaste come una coppietta al Ballo del Ceppo e finalmente vi siete decisi-, ci fù un ridacchiare generico con anche alcuni “si è vero” che provenirono dal tavolo dei Weasley precisamente da  George che rise quando alcune teste si voltarono verso di lui.

-Bè ne avete passate tante assieme e spero ne passiate ancora moltissime perché non immaginerei nessuno che possa addolcire cosi tanto Hermione o far imbronciare altrettanto Ron, e siete perfetti assieme-, si schiarì la voce, un po’ a disagio per il discorso cosi sdolcinato e per tutta la gente che lo stava guardando.

Hermione non riuscì nemmeno a trattenersi e una lacrima scese dai suoi occhi: quel discorso poteva anche essere un po’ improvvisato o scontato, ma detto dal suo migliore amico, anzi da Harry, era una cosa dolcissima; Ron si limitò a stringerle un po’ di piu la mano che teneva allacciata alla sua per farle capire che anche lui era emozionato, ma che non avrebbe pianto;

-Quello che volevo dire era questo a sommi capi; Ragazzi sono davvero felice per voi e non vedo l’ora di vedere un piccolo Weasley chiamarmi zio-, Hermione arrossì fino alla punta dei capelli e non osò nemmeno immaginare come fosse messo Ron.

Peccato che il loro silenzio scatenò un altro ammasso di risa e altri commenti da parte degli invitati;

Ron si alzò, quando Harry si avvicinò a loro e si stinsero in un abbraccio prima di essere sostituito da Hermione che commossa gli allacciò le braccia attorno al collo per poter arrivare alla sua altezza e piazzargli un bacio sulla guancia; -Anche per me sei come un fratello-, disse prima di sciogliere l’abbraccio.

Molly battè un colpetto sula schiena ad Hermione e con un sorriso le annunciò che era ora del ballo; Imbarazzata raggiunse Ron che le tese una mano, per intrecciare le dita alle sue e stringendola per la vita con l’altro braccio si avviò verso la pista;

Una leggera melodia di sottofondo invase il giardino e loro furono i soli ad avviarsi per ballare, anche se ad essere sinceri era la tradizione. Ron la prese per la vita sottile e lei scostò l’abito da davanti i piedi e si strinse a lui regalandogli l’ennesimo sorriso, ma che lo fece sentir bene, piu di quanto non lo fosse gia e le posò un bacio sulla fronte iniziando a ondeggiare sul posto seguendo i movimenti della sua riccia, che si lasciò cullare con la testa poggiata sul suo petto.

-Sei felice?-,le chiese lasciando una leggera carezza con la guancia sulla sua fronte scoperta da ciuffi.

Lei annuì, sentendosi gli occhi chiudersi di riflesso e il profumo di Ron avvolgerla.

-Il discorso di Harry era…carino-, lo sentì sussurrare.

Hermione soffocò un risata; -Oh si, ma ormai sta prendendo la mano a far i discorsi imbarazzanti-.

-Immagino-, sorrise.

Calò il silenzio ma non uno di quelli tesi e imbarazzanti, ma solo uno di quelli che ti avvolge prima di dormire, un silenzio calmo e rilassante che sembra quasi di percepirlo nell’aria e in quel momento nulla avrebbe potuto infrangerlo; Ma Hermione si ritrovò a dover interrompere la sua quiete quando sentì il petto di suo marito, si ancora si emozionava a pensarlo, tremare sotto alla sua guancia e alzò lo sguardo giusto per controllare: si, il suo rosso stava sogghignando mordendo forte il labbro inferiore e lo sguardo puntato su un punto dietro di lei.

-Che c’è?-, sorrise di riflesso a vederlo cosi rilassato.

Lui abbassò lo sguardo e posò il mento sul suo capo; -Non l’hai notato?-.

Lei negò incuriosita e anche confusa perché non poteva vederlo inviso.

-Dopo il brillante discorso di Harry e la sua frecciatina su di un futuro Weasley quasi tutti hanno guardato noi, forse per leggere una traccia di verità e quando ti sei alzata…bè diciamo che la tua pancia è stata analizzata da ogni ospite che si trova qui-, ridacchiò facendo passare un braccio dalla schiena alla sua pancia, lasciando una fugace carezza per poi riprendere il posto di poco prima.

Lei rise per un momento prima di tornare seria e mordicchiarsi il labbro tutto d’un tratto innervosita; -Ci hai mai pensato?-.

Lo prese alla sprovvista, mentre lui era ancora impegnato a ricordare tutte le espressioni curiose e sospette che erano puntate su di loro poco prima; -Co...cosa?-.

Avvampò Hermione e fù felice che lui non la stesse guardando in viso.

-Hem..si la storia del bam…il piccolo Weasley-, balbettò.

-Si-.

La risposta secca del rosso la sorprese tanto che fù lei stessa ad alzare lo sguardo su di lei; Lui in tutta risposta ricambiò lo sguardo scostandosi di poco e senza smettere di muoversi, anche se adesso non erano piu gli unici a ballare, ma molte coppiette li aveva imitati e stavano abbracciati sulla pista;

-Che intendi? Cioè quando ci hai pensato?-, chiese lei-

Lui annuì con sguardo assorto; -Non ti nascondo che forse è presto, ma sarebbe bello, non trovi?-, chiese un po’ piu insicuro. Chi gli diceva che invece lei non voleva ora un figlio?

Quando la vide corrucciare la fronte cercò di sdrammatizzare; -E poi saremo sicuri che erediterebbe la tua intelligenza, no?-.

Ci riuscì e le strappò una risata allegra, ma ormai la mente della riccia era da un’altra parte ben lontana dal giardino del matrimonio, lontano da qualche parte con un’immagine di un bambino di al massimo tre anni, con folti capelli rossi, indomabili, due occhietti scuri e un sorriso vivace e furbo con due fossette sulle guance come il nonno.; Si emozionò solo ad immaginarlo e sentì qualcosa nel petto, come un palloncino che si stava gonfiando, che le riempiva il petto e le impediva di respirare normalmente: era felice.

Gli sorrise, un sorriso piu vero e luminoso di tutti quelli che aveva visto fin’ora  Ron e si chiese cosa potesse mai frullare in quel cervellino per renderla tanto contenta;

Lei gli risolse tutte le domande; -Anch’io. Lo vorrei moltissimo, forse non ora, ma lo voglio anch’io-.

E lui sorrise annuendo. Si, ci avrebbero pensato in futuro ed era sicuro che sarebbero stati contenti.

 

 

Arrivati sulla soglia di casa Hermione si sciolse finalmente l’acconciatura con un gemito di soddisfazione: stava per avere un’emicranea per colpa di quelle forcine diaboliche che le tiravano i capelli; gettò a terra il velo prima di sentirsi sollevare da terra di colpo e involontariamente si lasciò scappare un’urletto impaurito prima di rendersi conto che fosse stato Ron ad alzarla da terra per farla varcare la soglia di casa.

Gli strinse le braccia attorno al collo e lo guardò sorpresa, scoprendolo a ridere; Le lanciò uno sguardo divertito; -Affronti la battaglia piu pericolosa del secolo e ti spaventi per cosi poco?-.

Lei spalancò la bocca e gli diede una pacca sul braccio, imbronciata; -Scemo-.

Ron rise piu forte vedendo la sua reazione e la strinse contro il petto incamminandosi verso le scale e lasciandola solo quando raggiunse la camera da letto, arredata sotto lo sguardo critico e severo della sua mogliettina; la fece sedere sul letto, accomodandosi accanto a lei e liberarsi delle scarpe e allentando la cravatta.

Era distrutto; ma era anche tanto ma tanto felice e non aveva mai pensato che un giorno si sarebbe trovato sposato con la perfettina Hermione Granger. Le sorrise quasi scusandosi per quei pensieri e si avvicinò per posarle un bacio sulle labbra, con tanto di schiocco.

Ripensò al lungo anno in cui erano stati separati e si sentì un macigno sullo stomaco al solo ricordo di quanto duri erano stati quei giorni, settimane, mesi separato da lei e senza poter sentire la sua voce e il suo sapore; e invece ora lei era lì, tra le sue braccia, con ancora addosso il vestito da sposa e un’espressione in viso specchio della sua: gioia.

-Sei stanco-, gli sussurrò lei quando passò una mano tra i suoi ciuffi rossi e lo vide chiudere gli occhi coccolato dalle sue carezze.

Lo vide negare e non ci credette molto, ma ben presto fù distratta dalle sue labbra e le sue mani che pian piano la aiutavano a liberarsi del bellissimo quanto ingombrante vestito e le massaggiavano la pelle scoperta; si sentì per un secondo come fosse la sua prima volta, che aveva passato sempre assieme a lui e capì che come al bacio che si erano scambiati all’altare fosse sembrato il primo, anche fare l’amore con lui sarebbe stato diverso.

Perché non baciava e si faceva coccolare da Ron, ma da suo marito e aveva tutto un altro aspetto, tanto da farle triplicare le farfalle nello stomaco e aumentare i battiti del suo cuore; Perché ora era suo marito e la differenza ci sarebbe stata quando si sarebbe svegliata al suo fianco, e avrebbe potuto star con lui senza timore di essere scoperti, ma solo quella calma che si prova dopo aver dormito tra le braccia forti del proprio ragazzo.

E lei amava il suo rosso.

 

 

 

 

Il suono del microonde le ricordò della ciotola di latte che aveva messo all’interno, ormai al limite della fame e si precipitò a prenderla senza far cadere nulla dalla tavolo piena di farina e pasta; Bevve pochi sorsi sorridendo felice di essere riuscita a far entrare in casa un aggeggio babbano come quello che dopo le deboli proteste di Ron che si era poi scoperto come un bambino di fronte ad una novità appena aveva capito come funzionasse.

Appoggiò la tazza sul ripiano prima di tornare a finire di pulire e a posare gli ultimi pan cakes sul piatto e metterci sopra un tovagliolo; Guardando il disastro dietro di sé si maledì di non aver portato la bacchetta con lei per poter finire prima, ma si accontentò di straccio e cestino per finire il tutto.

Era di spalle al tavolo quando due braccia la circondarono da dietro e le venne posato un bacio sul collo; sorrise lasciandosi andare contro quel petto caldo.

-Che buon profumino-, commentò Ron.

Lei alzò un piatto con sopra un paio delle sue opere e gliele mise sotto il naso voltando il capo per vederlo in viso; Assonnato ma attento Ron afferrò il piatto prima che lei lo ritirasse e si sedette a tavolo, trascinandola con lei e facendola sedere sulle sue ginocchia.

Il suo sguardo percorse il corpo di sua moglie e si asprì in un sorriso; -E’ la mia camicia?-.

-Si-.

-Hum devo comprarti un pigiama mi sa-, commentò chinandosi e baciandola.

Le ricambiò il bacio prima di prenderlo per le guance e spostarlo; Rise alla sua espressione imbambolata e si alzò facendogli la linguaccia. –Muoviti Harry arriverà a minuti-.

Sporse il labbro in fuori mettendo su l’espressione piu abbattuta che avesse; -Non possiamo far finta di non essere in casa?-.

Scuotè la testa divertita; -No, non credo e se non vuoi farti trovare in mutande è meglio che vieni a vestirti-.

Sentì alcuni lamenti dalla cucina ma gli ignorò dirigendosi ridendo verso le scale e si chiese se sarebbe rimasto per sempre cosi tra loro, perché in tal caso avrebbe passato un’intera vita con la persona che piu la rendeva felice ed erano solo all’inizio;

Allo specchio lavò il suo viso osservando con sguardo cinico il suo abbigliamento e si chiese se l’idea di Ron fosse davvero da buttare.

 

 

 

NdA:)

 

E con questo abbiamo chiuso!!ahhh finalmente ho finito di scrivere anche questo cappy che mi ha un po’ distrutta,lo ammetto ù_ù In realtà ho chiuso solo con Only One dato che manca ancora un capitolo ufficiale x la raccolta e penso che forse si possa capire quale sia!!;)

Per il resto…non ho tirato troppo alle lunghe con il matrimonio e il discorso ma sono davvero senza idee x i discorsi e pure harry è stufetto:)

La scena del sesso tra i due non l’ho fatta perché sarebbe una cosa troppo…campata x aria se qualcuno lo capisce…Ognuno dovrebbe immaginarla come vuole e dovrei o farla perfetta o orrenda ed è meglio non rovinare tutto!!

Sono teneri…un po’ piu del solito,ma mi sembra ovvio visto il momento…baaaasta penso!!x altre domande o dubbi una recensione non guasta mai e rispondo sempre con piacere;);)

Alla prossima…

Baci Je:)

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Family Portrait ***


FAMILY PORTRAIT

 

Perché noi ci apparteniamo ora

Per sempre uniti qui in qualche modo

Hai preso un pezzo di me

E onestamente

La mia vita senza te farebbe schifo

 

 

Erano molto trafficate le strade delle vie di Hogsmade quella sera e c’era un via via di gente in continuo movimento, che percorrevano la lunghezza della via principale in cerca di regali; Alcuni correvano, indaffarati e con un’espressione preoccupata addosso, forse temendo di non riuscire a trovar nulla, altri camminavano con lo sguardo puntato sulle vetrine che scorrevano sotto al loro sguardo, mentre altri stavano solo passeggiando, con calma, con gia le spese fatte a casa e senza essersi presi in ritardo con i regali.

In mezzo alla gente si scorgeva anche una coppietta molto buffa: un uomo dai capelli rossi che era facilmente classificabile nella seconda categoria di visitatori e un batuffolo di stoffa che gli trotterellava accanto, imbaccucato dalla testa ai piedi; in realtà si riusciva a scorgere un nasino piccolo e rosso da sotto tutta quella stoffa e alcune ciocche bordeaux identiche a quelle dell’uomo che lo teneva per mano.

Ron non era realmente uno di quelli della seconda categoria perché si era ripromesso di non far come tutti gli altri e ritrovarsi l’ultimo giorno con una lista infinita di regali da comprare; e ci era riuscito se non si contava quello per sua figlia maggiore. C’era andato talmente vicino stavolta che quando aveva notato che sul mucchio mancava il suo gli erano quasi cascate le braccia e per un secondo si chiese se si sarebbe accorta se lui avesse riciclato qualcosa di vecchio, ma quella piccola ragazzina era identica a sua madre e fregarla, lo sapeva, era impossibile.

Per questo ora si ritrovava all’ultimo a correre in giro per negozietti solo per trovare qualcosa al fatto suo anche se rallentato dalle gambette del suo piccolo gnomo accanto a sé, che si bloccava ad ogni vetrina se scorgeva qualunque cosa di luccicante o colorato che vedeva: e accadeva ogni tre passi.

Abbassò lo sguardo su suo figlio e gli fù impossibile non sorridere vedendolo tutto impacchettato che si guardava attorno tirando in su il naso, col cappellino che gli copriva metà visuale; Allungò la mano e glielo tirò un po’ piu su, così che potesse star comodo. Due occhietti vispi e brillanti ricambiarono il suo sguardo, abbozzando un sorriso da cui mancavano un po’ di dentini e delle fossette sulle guance paffute: era bellissimo il suo Hugo. Ed era anche terribilmente vivace. Lo dimostrò infatti quando lo strattonò verso una vetrina, l’ennesima e gridò a gran voce “Guadda!!” che fece voltare verso di loro due signore lì accanto che gli sorrisero addolcite.

Lo acchiappò da sotto le ascelle e se lo mise in braccio, seguendo la direzione del suo ditino; -Oh, bello Hugo, ma non c’è tempo ora-, disse scrutando il castello gigante in cui i genitori lasciavano i bambini per far compere in santa paca.

-Nooo-, piagnuccolò il piccolo scalciando. –Giocco!!-.

Il padre scuotè il capo guardandolo con severità, uno di quegli sguardi che gli aveva insegnato sua moglie per dir di no, dato che se fosse stato per Ronald le due piccole pesti di casa Weasley l’avrebbero sempre avuta vinta su tutto.

Il piccolo guardò lui e poi il gioco, lui e il gioco e alla fine ancora lui prima di ribattere; -Giocco-.

-No Hugo-.

Lo guardò ancora cercando di fargli capire che neppure lui avrebbe voluto girar per ore su quelle stradine gelide, ma gli toccava, e se la madre fosse venuta a conoscenza oltre alla sua dimenticanza anche che aveva lasciato il piccolo da solo l’avrebbe come minimo ucciso con qualche Maledizione; Il piccolo forse capì perché lanciò un ultimo sguardo intristito al gioco e annuì.

E per stavolta funzionò, anche se il padre sapeva sarebbero bastati altri cinque minuti e un nuovo giocattolo per distrarlo ancora.

Si incamminò veloce e finalmente vide quello che gli serviva: un negozio di animali; Con un sorriso di gioia entrò mettendo giu il figlio e lascandolo andar a curiosare tra le gabbie che erano poste un po’ ovunque sempre tenendolo sotto controllo con la coda dell’occhio.

Il commesso gli si avvicinò sorridente; -Le serve aiuto?-.

Lui annuì; -SI avrebbe dei gatti? Per un regalo, sa-.

-Certo signore: ne abbiamo venduti molti per le feste e forse abbiamo anche dei cuccioli-.

-Oh sarebbe perfetto-, sorrise e mentre il ragazzo si dirigeva verso il retro del negozio vide un mucchietto di capelli rossi dirigersi dalla sua parte e prima di perderlo di vista acciuffò il figlio.

Lo guardò da capo a piedi; -Dov’è il cappellino?-.

Il piccolo rise per un motivo che solo lui conosceva e strinse le manine al petto e assunse un’espressione furba; -Boh-.

Ron si guardò intorno per vedere se lo scorgeva, ma nulla; con un sospiro si abbassò sulle ginocchia e guardò negli occhi quella peste. –Hugo-, disse con calma, -Dove hai lasciato il cappellino?-.

Ricevette solo un’altra risatina prima che riuscisse a scappare dalla sua presa e sgattaiolare via; Ron non seppe se piangere o ridere a quella scena: se non avesse avuto il cappellino al ritorno altro che lumache, la madre gli avrebbe fatto vomitare anche l’anima.

Venne interrotto dalla voce del commesso che riapparve da dietro la tendina e la sua espressione non era delle piu rassicuranti. Di ben in meglio, pensò il rosso.

Abbozzò un sorriso rassegnato; -Non ne ha piu, vero?-.

-No, no è che abbiamo solo gatti egiziani, ma non sono piccoli; tutti i cuccioli sono gua stati prenotati con un anticipo, mi dispiace molto-, spiegò con calma.

Trattenne l’ennesimo sospiro e si limitò a ringraziare; -non si preoccupi, sono io ad essere venuto troppo tardi; Devo solo trovare mio figlio e poi vi vado-, sorrise.

-Oh, non si preoccupi; gia che c’è perché non guarda gli altri animali?-.

-Si, certo ha ragione-.

Si immerse nella corsia di gabbie e cercò il piccolo aguzzando l’udito per provar a sentire i suoi passi, ma nulla; dopo un paio di giri in torno vide il giubbottino azzurro del piccolo e si affrettò a raggiungerlo, ma lui era fermo e immobile a fissare una gabbietta con dei cuccioli di criceto molto piccoli e che si arrampicavano l’uno su gli altri. Gli si affiancò e gli mise una mano sulla spalla attirando la sua attenzione.

-Dobbiamo andare, piccolo-.

Stavolta si fece trascinare senza nessuno problema dal negozio, ma quando si ritrovò fuori davanti alla vetrina, Ron accucciato davanti al figlio per allacciargli il cappottino che era riuscito a sbottonarsi, si accorse di una cosa che era sicuro poco prima non ci fosse: in un acquario di pesci magici c’era un pezzo di stoffa che galleggiava con gli animaletti. Con una smorfia indolore Ron guardò il piccolo che stava giocherellando con un laccio del guanto e si chiese se non avesse il tempo di comprargli un altro cappello prima di tornare a casa, perché era sicuro che Hermione si sarebbe accorta se il cappellino odorasse da cibo per pesci.

Senza altri commenti si rimisero in marcia e Ron ormai si era quasi fatto prendere dallo sconforto piu totale quando…

 

 

-Rose stai attenta con quella stella-.

La voce di Hermione si sentì forte e chiara dalla cucina ma la bambina preferì ignorare il richiamo e continuò a giocare con le sue bambole e la stellina argentata che avrebbe piu tardi appeso con le altre all’albero che il papà e lo zio Harry avevano portato quella mattina presto;

Dalla cucina spuntò una testa che scrutò con sospetto la figlia non del tutto sicura se richiamarla un’altra volta o lasciar perdere, ma preferì per la seconda quando si rese conto che doveva ancora iniziare a cucinare tutto quanto; Si strinse la coda di cavallo pronta ad un’altra prova con quel dannato ciambellone che tutte riuscivano a fare ma che per lei sembrava quasi una vera lotta. Molly le aveva gentilmente dato la ricetta, dicendole che di solito lei lo faceva sempre per i suoi figli la vigilia di Natale con i canditi, che piacevano molto, e aveva accettato tentando con un’altra delle sue lotte in cucina. Non era granchè brava in cucina, ma almeno alla sua famiglia sapeva sempre preparare da mangiare ogni giorno ma i dolci…quelli erano proprio un altro discorso! Erano una vera e propria battaglia ogni volta, che dannazione non riusciva mai ad imparare bene come farli, o la temperatura o il piu delle volte dimenticava il lievito e gli restava nel forno una poltiglia non conosciuta i nessun mondo.

Era davvero dura, ma guai a chi diceva che Hermione Granger si arrendeva!!

Lanciò uno sguardo all’orologio appeso sul muro, con le mani immerse nell’impasto, forse troppo liquido e si chiese quanto ancora Ron avesse intenzione di star fuori, soprattutto con Hugo assieme a lui; era certa che con il padre il piccolo si sarebbe divertito un mondo assieme ed era proprio questo che la faceva preoccupare: Ron non riusciva proprio a resistere alle lacrime del piccolo e il piu delle volte gli aveva trovati a far la lotta sul letto come fossero tutti e due dell’età inferiore ai tre anni.

Con un sospiro aggiunse un po’ di farina e burro, sperando almeno che i negozi di giocatoli fossero gia chiusi.

 

 

 

Ron afferrò in tempo il figlio prima che venisse trascinato via da una scopa a cui si era impigliato per la sciarpa; Ripreso dallo spavento iniziale si scrutò un po’ attorno chiedendosi se non fosse ormai inutile continuare a girare in tondo in cerca di non sapeva neppure lui cosa. Li sarebbe bastato anche qualcosa di semplice, piccolo e colorato o aveva pensato anche ad un nuovo libro che piaceva tanto a Rose leggere, ma era tutto chiuso e quegli ultimi negozi ancora aperti stavano mettendo via tutta la roba con fretta; Era anche logico vista l’ora, ma almeno si consolava vedendo che non era l’unico ad aver perso la speranza.

Con la mano stretta a quella di Hugo si rincamminò verso le vie laterali seguendo un po’ la fila di gente che si era formata davanti alle vetrine; Alzò lo sguardo per leggere le insegne e trovò solo altri negozi di alimentari e anche uno con dei giocattoli, ma si chiese se avesse voluto davvero comprarle l’ennesimo giochino che guardava e poi buttava via: Rose amava leggere benchè avesse solo quattro anni, una passione ereditata dalla madre e anche le costruzioni le erano andate a genio, un regalo di Harry dal mondo babbano, ma non sapeva proprio dove trovarlo un libro ormai.

La sua prima idea era stato comprarle gatto ma non era andata a buon fine la cosa.

-Papi-.

La vocina eccitata di suo figlio lo distrasse dal suo malumore e si preparò a dovergli ripetere per la ventesima volta che no, non avrebbero potuto fermarsi a giocare o comprare un gioco, ma si dovette però bloccare quando sentì la presa sulla sua mano scivolar via; Il piccolo infatti era corso verso un punto ben preciso senza pensar troppo alle lamentele del padre e si arrestò solo di fronte alla sua meta.

Ron si precipitò a recuperarlo subito impaurito e si abbassò alla sua altezza: -Hugo! Non devi mai fuggire cosi, chiaro?-, alzò il tono senza rendersene conto e per un’istante vide gli occhi del figlio inumidirsi.

-Mi hai fatto spaventare-, spiegò al piccolo prima che le cose precipitassero.

Hugo allacciò le braccine intorno al suo collo nascondendosi nell’incavo del collo del padre e gli tirò alcune ciocche quando si alzò in piedi stringendolo al petto; La vocina del piccolo gli arrivò alle orecchie come un balsamo per quel nodo che aveva sullo stomaco ogni volta che si spaventava per uno dei suoi bambini, cosa che accadeva spesso. –‘cusa-.

Gli massaggiò la schiena; -Nulla piccolo. Cos’è che volevi mostrarmi?-, cercò di distrarlo e ci riuscì dato l’entusiasmo con cui Hugo si rianimò e con un ditino indicò in basso dove uno scatolone faceva bella mostra di sé affianco ad un uomo seduto comodamente su di una sedia che sorseggiava qualcosa di caldo: era un vecchietto, in realtà con capelli bianchi e una barba che spariva sotto ad una sciarpa. Ma quello che aveva attirato il figlio era stato il contenuto di quello scatolone: quattro o cinque cuccioli di cane che si muovevano dentro allo spazio ristretto e che giocavano tra loro attirando i clienti con i loro ugulii dolci e abbaiando.

-Oh Hugo io non so proprio se…-, Ron guardò dispiaciuto il figlio, ma una voce lo bloccò: il signore.

-Ciao piccolo, vuoi vedere?-, si sporse verso Hugo che un po’ impaurito si ritrasse tra le braccia forti del papà, ma si vede che il vecchio ci sapeva fare perché afferrò un cagnolino da dentro la scatola e se lo mise in grembo, attirando cosi l’attenzione del bambino.

Ron lo guardò ammirare l’animaletto che mordeva e tirava la sciarpa del signore e abbaiava allegro quando gliela sfilava via dai denti e capì di aver perso quando Hugo scalciare un po’ per essere messo a terra e dirigersi piano verso l’uomo; Se doveva essere sincero anche lui era un po’ attratto da quel cucciolo e non si vedevano molti esemplari di cane nel mondo magico, che a lui sin da piccolo gli erano piaciuti. Peccato che aveva sempre e solo incontrato cani enormi durante la sua adolescenza e che lo avevano talmente impaurito da fargli passar la voglia di comprarne uno.

Ma quelli lì erano proprio carini; -Quanto crescono?-, si ritrovò a domandare.

-Oh, non molto, questo tipo di razza resta molto piccola. Di solito crescono ancora per un paio di mesi e poi basta-, spiegò gentile mentre Hugo era ormai totalmente rapito dal cucciolo che ora atava puntando ai puoi lacci delle scarpe.

Hugo rise quando il cane cercò di afferrargli la scarpa e corse a nascondersi dietro alle gambe di Ron, voltandosi solo per vedere se il cucciolo lo inseguiva.

Guardandolo Ron si ritrovò molto tentato per comprarlo, ma si chiese se Hermione sarebbe stata d’accordo con la sua scelta; Non avevano mai parlato di avere un cucciolo ma avrebbe potuto giocare la carta dei figli per averne finalmente uno.

-Hugo-, il piccolo alzò lo sguardo senza perdere il sorriso, -lo vuoi un cucciolo?-, non servì neppure che se lo domandasse perché gia conosceva la risposta ma l’aggiunta del –SII!!-, eccitato del piccolo non ebbe coraggio di ritirare l’offerta e si rivolse all’uomo.

-Sono in vendita?-, chiese.

Il signore scosse la testa con una risata; -No, mia moglie mi ha ordinato di sbarazzarmene perché ne abbiamo gia troppi a casa e un’altra cucciolata era troppo, ma mi rifiuto di venderli come fossero oggetti-.

-Quindi..?-, confuso Ron non seppe che fare.

-Oh, li regalo non si preoccupi: scelga pure-, indicò la scatola con un cenno del capo e acciuffò il cucciolo ancora in libertà per posarselo sulle gambe bloccandolo prima che saltasse giu;

Ron guardò Hugo che a sua volta guardava l’uomo che teneva il cucciolo; -Hugo quale vuoi?-.

Il piccolo allungò la mano verso il signore; -Mio!-.

-Quello?-, chiese guardando il cagnolino in braccio al padrone; -Sicuro? Hai guardato gli altri?-.

-Mio!-, ripetè solo;

Allo sguardo indeciso del padre il signore allungò il cucciolo verso il piccolo; -Oh, non si preoccupi lui va benissimo anche se è un po’ piu scatenato degli altri-, spiegò.

-Di bene in meglio-, borbottò Ron.

-Vuole una scatola?-.

-No grazie comunque. E’ stato gentilissimo tenga-, gli allungò un paio di monete;

-Oh no non serve-, negò ma all’insistenza del rosso si arrese ringraziando e salutando con la mano Hugo che era però totalmente rapito dal cucciolo che stritolava tra le braccine.

-Non devi dir nulla Hugo?-, lo riprese il padre-

Il bambino alzò lo sguardo incuriosito sul padre prima di venir illuminato e si avvicinò al signore; -Glazie. Augulli-, sorrise allungando una manina nel gesto che aveva visto fare molte volte alla sua mamma dopo qualche visita in quei giorni e tornò dal padre.

-Buon Natale anche a voi-, ricambiò l’uomo prima che si allontanassero troppo;

Si diressero verso casa e Ron pensò che forse non era stato cosi male uscire quella sera, per un giro padre e figlio, anche se non era stato molto facile tenerlo a bada il suo piccolo gnomo; Prima di svoltare, però un pensiero lo fece gelare sul posto e preso da un’improvvisa ansia si caricò il figlio facendo dietrofront: aveva poco tempo e una figlia da accontentare.

 

 

 

La porta di casa sbatté e con un sorriso Hermione mise in forno la teglia con il dolce; Finalmente i suoi uomini erano tornati anche se si erano fatti attendere molto.

Quando arrivò in salotto però non era preparata a quello che vide e per un minuto buono restò immobile sull’uscio prima di fissare Ron con uno sguardo che non prometteva nulla di buono; -Ron che ci fanno quei cani nel mio salotto-. Chiese diretta al marito che con un sorrisino di scuse si tolse la sciarpa prima di avvicinarsi a lei e stamparle un bacio sulle labbra.

-Mi sei mancata-, le sussurrò stringendola per la vita coperta dal grembiule.

-Non cambiare discorso-, l’ammonì lei.

-Mama!!-, l’urletto del piccolo la distrasse e se lo ritrovò a due passi di distanza che le allungava un cucciolo di cane che però cercava di mordere le ditina del bambino che lo stringevano; Gli scappò un sorriso a vederlo cosi felice e le fù impossibile essere arrabbiata con loro.

Soprattutto con quel mostriciattolo che ancora imbaccucato cercava di scappare dal cane che gli mordeva i lacci delle scarpe;

Guardò il marito che ne frattempo si era liberato del giubbotto; -Ma che diavolo avete combinato voi due?-, chiese mordendosi il labbro per non ridere.

-Una lunga storia-, sviò il rosso sedendosi sul divano vicino al fuoco e trascinandola con sé; Dalle scale arrivò anche la piccola di casa Weasley che appena vide i cagnolini sul tappeto col fratello si lanciò su di loro.

I due genitori li guardavano per un po’ litigare sui cuccioli e alla fine mettersi d’accordo su quello che spettava ad ognuno; in fondo due cagnolini erano facilmente dividibili, pensò il papà.

Si voltò verso Hermione che sorrideva e le baciò una guancia prima che lei gli si accoccolasse sul suo petto; -Voi che avete fatto?-, chiese.

-Rose ha disegnato e giocato un po’ con le decorazioni dell’albero e io ho tentato di far il ciambellone-, spiegò aspettandosi una risata da parte del marito che non si fece attendere; -Non ti arrendi, vero?-.

-No!-, si irritò incrociando le braccia al petto e sbuffando.

-Fai bene-.

Sorrise; -Lo so-.

Non c’era altro da dire e si lasciarono trascinare da quella atmosfera di felicità che c’era nell’aria quel giorno, una vigilia di natale speciale, non c’era che dire e Ron si ripromise che l’anno successivo non si sarebbe preso in ritardo con i regali come gli accadeva sempre; Ma forse non era un brutto giorno quello passato si disse, guardando i piccoli giocare sul tappeto con i cuccioli.

-Ron-, lo richiamò la moglie, -Dov’è il cappellino di Hugo?-.

 

 

NdA:)

 

E anche oggi non ho sforato con l’aggiornare, eh? Ed ecco a voi l’ultimo capitolo…una giornata tra padre e figlio tra i negozi e una mamma e figlia a casa al calduccio, la vigilia di natale! Chi se lo aspettava? Nessuno? Ohhh bè diciamo che c’è l’avevo in mente da subito e non è cambiata da come la immaginavo…forse è tutto un po’ veloce, ma…l’avevo pensata cosi e l’ho scritta cosi…lascio a voi giudicare! Grazie x le bellissime recensioni…

Poi avevo un’idea che avevo gia preannunicato: dato che le mie idee x questa raccolta si fermavano qui e cioè 1.post battaglia 2.funerale 3.Hogwarts 4.matrimonio 5.natale!! la mia intenzione era questa… mi chiedevo: voi avete un momento preciso che vorreste che scrivessi?

Vi interessa come idea? Bè pensavo se alcune di voi avessero un’idea x un cappy preciso potrei farci un pensierino e regalarvi un capitolo a chi lo desidera!! Bè fatemi sapere…..non mi sono spiegata bene eh?

Vabbè aspetto i vostri commenti x questo capitolo…baci Je:)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=765363