The shark and lab rat's drabbles

di xadhoom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il demone verde ***
Capitolo 2: *** Il ruolo di Charles nell'allegra famigliola degli X-men ***
Capitolo 3: *** "Non posso lasciarti andare..." ***



Capitolo 1
*** Il demone verde ***


Il lieve tepore dei raggi del sole solleticarono il viso di un giovane ancora ospite di Orfeo, calore che costrinse il soggetto sopraddetto a riprendere contatto con la realtà di tutti i giorni.
Un sostanziale cambiamento era tuttavia avvenuto nella malinconica e dolorosa routine che il castano si ostinava a definire vita.
E tale trasformazione aveva le sembianze di un uomo chiamato Erik Lensherr, meglio noto alla popolazione mondiale col nome di Magneto.
Un mutante, uno dei più potenti mai esistiti. E anche uno fra i più crudeli, anche se pochi avrebbero potuto supporlo vedendolo in quel momento pacificamente disteso fra turchesi lenzuola.
Certamente non avrebbe mai potuto definirlo malvagio l'uomo disteso al suo fianco, intento a fissare quel volto sereno con uno sguardo carico di profonda e palese adorazione.
Per il professor X Erik non aveva mai rappresentato un concreto pericolo. Certo, i suoi studenti si erano ritrovati a scontrarsi con la squadra capitanata dal signore del magnetismo in numerose occasioni e spesso l'esito non era stato dei più rosei, per entrambe le parti. Eppure Xavier non era mai riuscito a condannare il tedesco. Forse perché prima di essere un rivale, Erik era innanzitutto il suo amante.
Il suo compagno, la metà della sua mela, l'unico vero amore della sua vita.
Durante gli anni di separazione il telepate aveva instaurato varie relazioni sentimentali, ma mai il castano era riuscito a far esiliare Erik dal suo cuore.
Con un affettuoso sorriso impresso sulle labbra, il mutante cominciò ad accarezzare dolcemente i capelli dell'amato, quei setosi fili d'un castano scuro fra i quali si poteva scorgere qualche bianco, contrasto che non faceva altro che incrementare il fascino della sua persona. Xavier era profondamente consapevole di non essere obiettivo, lui si era perdutamente infatuato del compagno mutante fin dalla prima volta che l'aveva incontrato sott'acqua, nel tentativo di salvarlo da un possibile annegamento.
A confermare l'avvenenza del signore del magnetismo bastavano, tuttavia, le lunghe occhiate esplicite che vari soggetti rivolgevano al suo amante, primi fra tutti i suoi stessi studenti.
Il telepate sapeva che il potente mutante non prestava la minima cura a quelle attenzioni a cui era soggetto, eppure...eppure non poteva evitare di avvertire la morsa della gelosia ogni qualvolta scovava i famelici sguardi di altri individui sul suo Erik.
Il dono di poter leggere la mente altrui non sempre risultava vantaggioso, in particolar modo nei momenti in cui Charles coglieva certi lussuriosi pensieri che gli facevano riconsiderare in maniera drastica i suoi propositi pacifisti.
I suoi istinti omicidi venivano placati soltanto dalla divertita risata di Lensherr, il cui abbraccio e le cui dolci rassicurazioni riuscivano a cancellare l'espressione imbronciata che la gelosia disegnava sul suo volto.
Esattamente com'era avvenuto la sera precedente, quando aveva scorto un'audace Jean cercare di catturare l'interesse del suo, e non si sarebbe mai stancato di sottolineare SUO, amante con atteggiamenti e pensieri licenziosi...quella piccola sciagurata...
“Non starai ancora rimuginando sulla giovane Grey, mia adorabile topo da laboratorio?”
Con uno scatto il castano riportò lo sguardo sulla figura sdraiata accanto alla sua persona, incontrando un paio di vividi occhi color verde acqua che lo fissavano ilari, accompagnati dal consueto sogghigno che sempre aveva caratterizzato il mutante.
Distendendo le labbra in un sorriso, il giovane salutò il compagno con un lieve bacio sulla bocca, prima di accoccolarsi contro la sua persona, beandosi del calore del corpo dell'amato.
“Penserai che sono uno stupido sciocco geloso...”mugugnò con voce flebile, il volto contratto in una smorfia estasiata nel momento in cui l'altro proclamò il proprio dissenso
“No...credo che tu sia un dolcissimo sciocco geloso...” e Magneto ebbe la prontezza di catturare la mano pronta a colpire il suo braccio, esplodendo contemporaneamente in un'allegra risata Sbuffando sonoramente, Charles si sdraiò completamente sul corpo dell'altro, nascondendo il volto nel suo muscoloso petto
“Sei decisamente il signore del magnetismo...” mormorò con falsa rassegnazione “non avrei mai dovuto fidanzarmi con te...”
Lensherr si limitò a fare spallucce “Se ti sei pentito della scelta, posso sempre chiedere alla tua prediletta Jean di diventare la mia compagna” dichiarò, incapace di dominare il ghigno divertito che sentiva crescergli sulle labbra, nell'incontrare il volto irato del telepate, i cui occhi erano ora intenti a fissare stizzito il compagno
“Non ci pensare neppure!” ringhiò, catturando le labbra dell'altro in un bacio possessivo e focoso “dopo tutto il penare che ho dovuto subire per riaverti al mio fianco...”
In un attimo Charles si rese conto della pericolosità delle sue parole e il suo timore venne raddoppiato quando avvertì il corpo del tedesco irrigidirsi sotto la sua persona
Affranto, il castano tentò disperatamente di catturare lo sguardo del compagno “Amore...perdonami, non intendevo...”
Un dito si posò inaspettatamente sulle sue labbra, interrompendo il discorso.
“Abbiamo discusso ampiamente in merito, non serve spendere altre parole al riguardo”
Il direttore dello Xavier institute rilasciò il fiato che inconsciamente aveva trattenuto, annuendo lievemente al discorso dell'amante
“Inoltre...” continuò il signore del magnetismo sogghignando “credo che ora dovrei preoccuparmi maggiormente di dissipare la gelosia del mio adorabile topo da laboratorio”
Le labbra di Charles si lasciarono sfuggire un gemito, sia nell'udire quelle parole pronunciate con voce suadente sia nell'avvertire le mani del compagno scendere lungo il suo corpo, destando immediatamente in lui il desiderio di un contatto più profondo, di assaporare nuovamente quelle labbra in grado di ammaliarlo con il loro tocco.
Lo sguardo gli cadde casualmente sulla sveglia poggiata sul comodino, la quale sembrava avvisare il tepelate dell'approssimarsi dell'ora in cui solitamente gli inquilini dell'istituto si risvegliavano.
Decise di non preoccuparsi in merito: in fondo, poteva sempre persuadere ogni ospite dell'istituto a prolungare il proprio sonno ancora per qualche oretta...

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Capitolo 2
*** Il ruolo di Charles nell'allegra famigliola degli X-men ***


Durante la sua vita Charles Xavier si era visto affibbiare numerosi soprannomi: cervellone, secchione, Mr. Snob, Mr.Sotuttoio, ..e in ultimo, professore. Quest ultimo, il telepate non aveva potuto evitare di pensarlo, si era rivelato un nomignolo azzeccato e, seppure il mutante non avrebbe mai avuto l'ardire di dichiararlo pubblicamente, di suo gradimento.
“Mami, mi prepareresti un panino?”
“Ehi, ma', visto che abitiamo in questa abnorme villa dotata di mille stanze, per quale motivo devo dividere la mia con l'irlandese?”
...apprezzamento annullato dal nuovo soprannome scelto dai ragazzi.
D'accordo, la sua calma e paziente indole, la sua tendenza (difetto, avrebbe dichiarato Erik), a preoccuparsi costantemente per il prossimo, l'ansia con cui assisteva agli allenamenti dei futuri x-men erano tutti elementi che, in un certo senso, potevano giustificare la tendenza degli ospiti dell'istituto a identificare il giovane professore con un'ipotetica futura materna...
“Ma', dì a Sean di smetterla di fissarmi le tette!”
“Non le stava affatto guardando, sono loro che sono entrate nella mia traiettoria! Lo giuro, mami!”
...ma a tutto c'era un limite, dannazione!
L'aurea funesta che aveva cominciato a circondare la figura del mutante, ma soprattutto il secco richiamo indirizzato alla mente di tutti i presenti, ebbe il merito di catturare l'attenzione dei giovani riuniti nel salone
“Ragazzi” e il tagliente suono di quella voce fece scendere brividi freddi lungo la schiena di ognuno degli astanti “comprendo che possiate aver nostalgia della vostra famiglia e che il mio atteggiamento a volte premuroso nei vostri confronti vi possano ricordare la figura di una madre...ma io, nel caso non l'aveste notato, appartengo alla categoria caratterizzata dal cromosoma XY e francamente non è molto allettante essere chiamati !”
“Sentito, Sean? Te l'avevo detto che esageravi” borbottò il biondo del gruppo, mentre Banshee chinava il volto coperto da un leggero rossore “ è più idoneo e non risulta troppo femminile...”
Charles sbatté le palpebre ripetutamente per alcuni secondi “Forse sono stato frainteso...per me non vi è alcuna differenza tra o ...”
Un sorriso di trionfo si impossessò del volto del rosso, il quale rivolse uno sguardo beffardo al compagno di squadra “Ah! Avevi torto! Mami non è permalosa come te, Alex!”
“Veramente non sarebbe questo il...” cominciò il telepate, ma venne interrotto da uno stizzito Havok
“Chi definiresti ?!”
“Tu, caro...” dichiarò Angel, rivolgendo al soggetto in questione un sorriso di scherno “quando Raven ha osservato le ridotte dimensioni dei tuoi piedi, ti sei rifiutato di rivolgerle la parola per una settimana...”
Alex sbuffò incrociando le braccia “Aveva offeso la mia virilità! Chiunque si sarebbe risentito!”
“Certo, ma la colpa era interamente tua, considerato il tuo sarcastico commento nei riguardi di Hank” gli ricordò Mystica, il mento appoggiato alla spalla del fidanzato “e poi non avevo fatto altro che constatare la realtà dei fatti...”
Prima che la situazione potesse degenerare, il proprietario della villa decise di intervenire “Adesso non ricominciate, per favore! Il problema in questione non sono i piedi di Alex -zitta Raven!-” minacciò col pensiero alla rossa, la quale sbuffò indispettita per la mancata possibilità di divertirsi nuovamente alle spalle del biondo “ma la mia contrarietà nell'essere da voi identificato come una madre!”
Il timido McCoy si schiarì la voce, quasi cercasse con quel gesto di acquisire un poco di coraggio “Mi perdoni professore, io sono il primo ad evitare di appellarla in tale modo...” un grato sorriso si disegnò sul volto del castano, sostituito poco dopo da una smorfia infastidita “ma deve ammettere che è abbastanza comprensibile che noi tutti la vediamo nel ruolo di una genitrice... E creda che non vi è alcuna intenzione canzonatoria in questo, da parte nostra. E' un nostro modo per ringraziarla dell'attenzione che ci presta”
E nelle menti degli altri presenti Charles poté cogliere le stesse convinzioni del mutante chiamato Bestia. Nonostante il concetto apparisse toccante sotto certi punti di vista, l'irritazione del telepate non riuscì a scemare
“Non per sembrarvi un ingrato, però vi sarei eternamente riconoscente se evitaste di usare quel soprannome!”
“E allora come dovremmo chiamarla? appare così formale...Capisco che la definiscano in questo modo Azazel e Riptide, ma il nostro rapporto nei suoi confronti è diverso...Inoltre la fa sembrare maggiormente vecchio di quanto non sia...” osservò Sean e con somma preoccupazione il mutante lesse nelle menti degli astanti il tentativo di trovare un soprannome maggiormente adatto alla sua persona.
E conoscendoli Charles non poteva che temere di ottenere un risultato peggiore...
Prima che potesse intervenire, tuttavia, un penetrante odore di zolfo distrasse il gruppo dalle proprie meditazioni e in un secondo i presenti si trovarono a fissare i restanti membri della squadra appena comparsi.
“Perdonate il ritardo, abbiamo incontrato un imprevisto durante l'ultima missione...” annunciò il rosso teleporta lasciandosi contemporaneamente cadere su una poltrona
A quelle parole Xavier scattò verso il gruppo “Quale imprevisto?” chiese, lo sguardo trepidante fisso sull'aitante figura al centro della sala
Un risolino divertito sfuggì alle labbra della bionda telepate “Rilassati, Charles: il tuo adorato maritino non ha riportato alcun graffio. Abbiamo semplicemente incrociato accidentalmente alcuni agenti della CIA, nulla di preoccupante. Anche perché mi sono premunita di cancellare ogni loro ricordo riguardo al nostro imprevisto incontro...Grazie, cara” dichiarò con un sorriso, ringraziando Angel per il bicchiere di limonata che la ragazza le stava porgendo.
Nonostante le rassicurazioni dell'avvenente donna, Charles seguitò ad esaminare con attenzione la figura dell'amato finché questi non lo catturò fra le sue braccia, emettendo al tempo stesso un sospiro rassegnato e divertito.
“Sto bene, mammina, non ti preoccupare” mormorò il tedesco, depositando un bacio sulla fronte dell'individuo di fronte alla sua persona “non crederai che sia così facile ferire il sottoscritto, spero!”
Xavier si lasciò sfuggire una risatina, la fronte poggiata contro il collo del mutante, sul quale cominciò a depositare una serie di baci
“No di certo...” mormorò, confortato dal calore di quell'uomo di cui aveva sentito disperatamente la lontananza, nonostante i due fossero stati separati soltanto per mezza giornata “sono perfettamente a conoscenza della tua resistenza, in tutti i sensi...”
Le ultima parole furono udibili soltanto dalla mente di Erik e la maliziosa replica di quest'ultimo fu compresa unicamente dal telepate, seppure gli astanti poterono ipotizzare su quali argomenti i due capi stessero conversando grazie al leggero rossore che stava colorando le guance del ragazzo più basso.
La scenetta che si stava svolgendo davanti al centro della sala scatenò diverse reazioni divertite: ormai gli ospiti dell'istituto erano avvezzi alle pubbliche manifestazioni d'affetto dei loro mentori...Tuttavia la rossa mutaforma si accorse di un'ombra scura sul volto di Havok
“Alex? Cosa c'è che non va?” domandò la mutante, osservando di sottecchi la coda di Azazel circondare la vita di Riptide e trascinare questi sulle ginocchia del teleporta, atteggiamento che lasciava presumere che il rosso mutante si sentisse ispirato dalla scenetta che si stava svolgendo davanti ai loro occhi
Il giovane biondo incrociò lo sguardo della mutaforma, una profonda stizza evidente sul suo viso “Fino a pochi secondi fa Xavier non faceva altro che lamentarsi del ruolo di che gli abbiamo riconosciuto e ora non muove un lamento nel sentirsi appellare , che è persino peggiore e maggiormente canzonatorio di , da Erik! E' una contraddizione vivente, quell'uomo!”
Una lieve risata richiamò l'attenzione del gruppo sulla bionda telepate, con la dovuta eccezione delle due coppie intente a scambiarsi effusioni.
“Cari i miei bambini...” dichiarò la mutante con un sogghigno “ormai dovreste sapere che la si lascia fare e dire di tutto dal vostro ...”

E la seconda drabble è conclusa! Passiamo ai ringraziamenti:
x Fralara76-
Grazie mille per la tua gentile recensione! Per rispondere alle tue domande, si, nell'universo in cui è ambientata la mia fic io ipotizzo che Charles sia guarito dalla sua paralisi (come spesso è accaduto nell'universo Marvel) e che Erik e il suo gruppo siano in seguito ritornati allo Xavier institute. In definitiva la storia descrive un futuro che si richiama sia ai fumetti che al finale del film, futuro che verrà delineato di volta in volta nelle varie drabbles, le quali non seguiranno un lineare percorso cronologico. La motivazione che mi ha spinto a scrivere questo ipotetico futuro è l'amarezza provata nella ormai celeberrima scena del “divorzio”. Y_Y Sigh, quei due erano perfetti insieme, miseriaccia, io pretendo che ritornino a rivestire i loro ruoli di mamma e papà nel sequel (che DOVRA' realizzarsi é_é). Ad ogni modo, spero tu abbia gradito anche questo capitolo^_-

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Capitolo 3
*** "Non posso lasciarti andare..." ***


La straordinaria padronanza del proprio potere aveva consentito ad Erik di fermare tempestivamente i missili a loro rivolti.
Ciononostante Xavier continuava a provare una forte inquietudine, non riguardo ai poteri di Lensherr, quanto alla sue intenzioni.
A causa di quel dannato elmo il telepate non riusciva a cogliere i pensieri dell'amico, ma in una simile occasione i suoi poteri sarebbero stati superflui: Charles poteva facilmente intuire i propositi del signore del magnetismo.
“Erik...”
Un richiamo, una supplica, un appello...ma soprattutto il nome di colui che era divenuto la persona più importante della sua vita, una presenza di fondamentale necessità per il suo equilibrio psico-fisico.
Charles ne era certo: se il tedesco lo avesse lasciato, avrebbe portato via con sé una parte del telepate, poiché questi sentiva ormai di appartenere completamente all'altro, anima e corpo.
Per questo...non poteva permettergli di seguire i suoi istinti, per quanto in parte giustificata fosse la sua sete di vendetta.
“Erik, ti prego, non farlo...siamo uomini migliori, lo hai detto tu stesso...”
Non una parola fu pronunciata dall'interpellato. L'unico effetto che il discorso del castano ottenne fu di modificare la direzione dei missili, ora puntati contro coloro che li avevano lanciati “Ti prego, Erik, no! Non farlo!” lo scongiurò nuovamente, avvicinandoglisi, frenando il forte impulso di togliere quel maledetto elmo dal capo di Lensherr.
“Dimmi un solo motivo per cui non dovrei...” mormorò Magneto, non distogliendo per un attimo lo sguardo fisso sulle navi nemiche.
Xavier serrò le palpebre con forza,i pugni chiusi in una morsa ferrea.
Un sospiro affranto, il corpo scosso da tremori. Infine, la sentenza, pronunciata con tono deciso
“Aspetto un bambino”
Un silenzio sovrumano seguì quelle parole, prima che un rumore assordante squarciasse quell'irreale assenza di suono.
Lo sguardo di Erik era ancora concentrato sulla distesa azzurra di fronte alla sua persona, ora sgombra da quelle incombenti minacce che avevano fatto vivere istanti di puro terrore agli occupanti della spiaggia.
Lentamente il capo del potente mutante si voltò verso la figura accanto a sé, incrociando due pupille cerulee che lo fissavano con inquietudine mista ad apprensione.
In seguito si unì un tonfo, accompagnato dal nome di Erik urlato da un Charles terrorizzato. Erik Lensherr era svenuto.

“Questo è giocare sporco...”
Una risatina imbarazzata aleggiò nella stanza. Dopo aver servito l'ultima tazza di tè, il professor X si avvicinò alla cupa figura sprofondata sulla poltrona accanto alla finestra. Gli altri soggetti presenti nel salone avrebbero giurato di vedere una funerea nube circondare quella figura isolata dal resto del gruppo...
“Ti chiedo ancora scusa, amore...” mormorò con un sorriso Charles, sorriso che si spense non appena il tedesco si rifiutò di accogliere sulle proprie ginocchia il castano “tesoro...dai, Erik!, ti prego...amore! Non fare così!”
Gli altri ospiti del salotto si scambiarono occhiate divertite nell'osservare i disperati tentativi di Xavier nel catturare l'attenzione di Lensherr. Questi seguitava a negare all'amico ogni tipo di contatto fisico, mandando quest ultimo nella disperazione più totale.
“Charles, Charles...” scosse il capo Raven con gesto teatrale, lasciando trapelare nel tono della propria voce tutta l'ilarità che quel siparietto le stava suscitando “il tuo metodo per distogliere Erik dal suo tentativo di omicidio è stato eccellente, anche se decisamente eccessivo...”
“Concordo...” mormorò Alex, sgranocchiando nel frattempo un biscotto “sfido che Erik sia svenuto...Ho avuto maggiormente paura nell'osservare il colore che la sua pelle aveva assunto dopo l'annuncio del prof che nell'avere quei missili puntati sulla mia testa”
Al suo fianco Sean annuì, le labbra corrucciate in una smorfia apprensiva “Per un attimo ho creduto davvero che l'avessimo perso...”
La futura regina bianca, da poco giunta nella lussuosa casa e già perfettamente a suo agio nel sorseggiare un tè con coloro che fino a pochi giorni antecedenti erano stati suoi nemici, si lasciò sfuggire uno sbuffo “Certo che è anche colpa di Erik...credere veramente che il telepate potesse rimanere...come si potrebbe dire?...-incinto-?”
“Credo che Erik sia giustificato in questo...” accennò Hank, pensieroso “considerata la nostra condizione di mutanti, non mi stupirei se anche i soggetti maschili potessero portare in grembo degli embrioni...”
Le congetture dello scienziato furono interrotte, ad ogni modo, dalle suppliche di Charles, ancora intento a cercare di ottenere un minimo contatto con il signore del magnetismo
“Amore, ti prego!” mugolò con voce strozzata il castano, lasciando cadere ai propri fianchi le braccia che pochi secondi or sono stavano ancora cercando di circondare il collo dell'amato “non estraniarti da me...non potrei sopportarlo una seconda volta...”
Non era difficile comprendere quale fosse la prima volta a cui Xavier si riferiva: la perdita del legame telepatico con Erik si era rivelata traumatica per il mutante dagli occhi celesti...
Non percepire i suoi pensieri, il solo semplice e caldo contatto che sempre cercava per rassicurarsi della presenza dell'altro, avevano rappresentato quasi la morte stessa del tedesco per Charles. Una sensazione che aveva suscitato in lui un dolore persino maggiore del sentire la morte di Shaw nella propria testa.
Un gemito sorpreso sfuggì alle labbra del padrone di casa, quando questi si trovò brutalmente trascinato sul grembo dell'aitante mutante, morbide labbra poggiate sulla sua fronte
“Dannato lab-rat...Sempre deciso a stravolgere la mia esistenza...non lo sai che a chi dice le bugie cresce il naso?” e in seguito a quella questione morsicò il naso del soggetto in questione, facendo indietreggiare questi con un grido sorpreso.
Nonostante il dolore che provava (Lensherr era dotato di denti particolarmente aguzzi), il telepate si accoccolò maggiormente all'altro, sfregando il volto in quel petto muscoloso, un caldo e rasserenato sorriso impresso sul suo volto
“Perdonami...” mormorò, il timore completamente svanito dalla sua voce “è stata un'azione avventata, ma almeno è servita a farti rimanere con me...”
Il rosso teleporta roteò gli occhi, poggiando al contempo la testa sulle ginocchia di Riptide, le cui dita andarono subito ad accarezzare i neri capelli del compagno “E riecco i piccioncini...”
Angel si morse le labbra con atteggiamento pensoso “Riuscite ad immaginare come sarebbero i loro figli?”
“Considerati gli ipotetici genitori” mormorò Emma corrugando la fronte “non si otterrebbero altro che delle pesti sempre pronte a commettere guai come Erik e perennemente attratti da soggetti pericolosi sullo stampo di Xavier...”
Un brivido freddo corse lungo le schiene dei presenti.
Ma che meravigliose, ed esteticamente appaganti, pesti sarebbero, considerati i loro genitori! Dunque, è giunto il momento di salutare:

-fralara76: Si si, Charles ed Erik sono perfetti (d'altra parte sono interpretati da due signori attori, di fascino non indifferente, per giunta^_-). Grazie mille per le tue gentili parole
-yaya92: sigh, si, amarezza e rabbia, anche. Non mi sarei stupita di udire qualcuno nella sala urlare “E Baciatevi, cretini!” durante la scena finale^^. Lieta che la fic sia di tuo gusto^_-
-unapigna: miao, si, ho sempre immaginato Charles geloso, anche perché Erik sembra avvezzo ai corteggiamenti (vedere la sua pacata reazione di fronte a Raven). Sei stata gentilissima, spero gradirai anche questa drabble!

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