Scacco Matto di Morea (/viewuser.php?uid=92264)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tre anni dopo ***
Capitolo 2: *** Tre anni e due ore dopo ***
Capitolo 3: *** Sotto la torre ***
Capitolo 1 *** Tre anni dopo ***
Tre anni dopo
Scacco Matto
Allora la
vita non è che un vuoto senza fine!...
Ingmar Bergman - Il Settimo Sigillo
*Senza Rea
non esisterebbe questa storia e non esisterebbe il suo titolo.
Questa storia è per te, mia Slyth cucciola di Foca.
~
Hogwarts, tre anni dopo.
« Ricordami perché siamo qui. »
Rumore di passi, di foglie secche e stropicciate.
« Perché la pazienza richiede molta pratica.
»
Sommessi fruscii, il respiro di un gufo.
«
Ricordami perché siamo qui. »
Un tuono lontano, barlume di luce.
«
Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto,
probabilmente anche loro si sentono così. »
Un ringhio soffocato - e nessuna strana creatura ad emetterlo.
«
Ricordami perché siamo qui, Granger. »
Lei si asciugò una lacrima, in piedi di fronte al marmo
ghiacciato.
«
Per questo » e sollevò la bacchetta.
Il Lago Nero li fissava, fingendo indifferenza: non brillava nessuna
luna e la pietra era grigio topo, più che bianco splendente.
E
Draco Malfoy sbuffava.
«
Ho sempre pensato che non dessi tregua neanche ai morti, Granger.
»
«
Taci e illumina. »
L'unica luce che vide fu un lampo riflesso nelle mani vuote.
«
Mai concedere a un
Malfoy il privilegio di avere l'unica bacchetta in uno scontro,
Mudblood » sibilò l'altro, giocherellando con il
bottino
appena guadagnato.
«
Questo non è uno scontro, Malfoy. Rendimi la bacchetta,
idiota. »
«
Mai sottovalutare un Expelliarmus.
Credevo che Potter ti avesse insegnato qualcosa, finché ha
avuto il tempo di farlo. »
Dieci secondi dopo Hermione
Granger, tornata in possesso chissà come della sua
bacchetta, violava un sepolcro.
Dieci
secondi dopo, Draco Malfoy disquisiva amabilmente con un rospo dei pro
e dei contro della ceretta all'inguine.
«
Devi strappare in questo
senso
» spiegò pacatamente Draco al rospo, allargando
una gamba
e fingendo di tirare qualcosa di non meglio definito verso l'alto.
Il rospo lo guardò colmo di compassione, scuotendo la testa.
«
Ti assicuro che è così! »
replicò impermalosito.
Una linea di luce e tornò in sè, per scoprire il
sorriso tirato di Hermione.
«
Come hai fatto a riprenderti la bacchetta? »
«
Babbanerie, Malfoy. »
«
E perché l'occhio mi fa male? »
«
Babbanerie, Malfoy. »
«
Hai già fatto? » chiese poi, fissando disgustato
il volto imbalsamato di Albus Silente.
«
Non ti ho disincantato
per niente, Malfoy. Mi servi tu. Prendila. »
«
Cosa mi hai fatto dire, questa volta? »
«
Vaneggiavi sui peli incarniti. Posso vedere il tuo inguine? »
«
Non dovresti vincere la mia repulsione, farmi capire a gesti che sei
una donna, farmi vedere le tette e poi
chiedermi di vedere il mio inguine? »
«
Prendila e basta. »
E Malfoy sfiorò la barba cristallizzata dell'uomo
che avrebbe dovuto uccidere.
«
Perché io? » domandò, interrompendo per
la quarta volta i sortilegi di Hermione.
«
Piantala di farmi perdere il filo! »
«
E tu non mi ascoltare! »
Si mise a giocherellare con la Bacchetta di Sambuco, finendo per
appiccare un incendio... sull'acqua.
«
Esattamente per questo.
Questa bacchetta
è stata tua, di certo non meritatamente, ed è per
questo che
puoi farle fare cose stupide come questa.
»
«
Se ridici un'altra volta 'questo' con quell'aria da so-tutto-io
pretendi un premio, Granger? »
Si ritrovò senza pantaloni.
«
Devi tuttavia ricordarti che non sei il suo legittimo proprietario,
Malfoy, e che una semplice bacchetta come la mia ubbidisce
più volentieri ai miei
ordini e infonde più forza nei miei incantesimi.
»
«
Se ridici un'altra volta 'mio'... »
I suoi boxer divennero slip.
«
Un inguine perfetto, Malfoy. »
«
Dove hai spedito i miei vestiti, Mudblood? Qui si gela. »
«
Notavo una pericolosa assenza di gonfiore sotto quella poca stoffa che
ti ho lasciato, in effetti. »
«
Vorresti dirmi che sai
cosa si cela sotto un paio di brache, Granger? Weasley te l'ha
spiegato? »
«
Volendo, potrei
vederlo anche adesso » mormorò, precedendo per la
seconda
volta la Bacchetta più potente di tutti i tempi.
E mentre la Bacchetta di Sambuco cercava nel suo archivio un
incantesimo per Evocare capi d'abbigliamento fatti Evanescere da
qualcun altro, a Draco non restò che interpretare un novello
Adamo, le mani di fronte ai gioielli e la prima foglia capitata a tiro
sulle pudenda.
La Bacchetta di Sambuco trovò tutto questo talmente
divertente
che si rifiutò di rivestire chi un giorno l'aveva
ammaestrata.
~
Se Harry James Potter - pace all'anima sua - fosse stato presente, si
sarebbe disteso a pelle di leopardo sulla Tomba Bianca, magari
rimanendoci anche attaccato per il ghiaccio ad adesione permanente.
Avrebbe difeso il cadavere del suo mentore fino allo stremo,
si
sarebbe rifiutato di ragionare com'era nel suo stile e avrebbe pestato
i piedi finché i due Auror non si fossero allontanati
sufficientemente da permettergli di decantare le lodi di chi l'aveva
voluto morto fin dal giorno della sua nascita.
Tutto questo se a
Harry James
Potter il Destino avesse concesso il privilegio di accoppiarsi con
Ginevra Weasley e di sfornare - chi può saperlo? - uno
(troppo
poco?), due (non c'è due senza...), facciamo tre (ora
sì
che si ragiona!) pargoli a cui appioppare nomi improbabili e
forieri di disgrazie - a questo proposito, Luna Lovegood toccava
(sempre ipoteticamente)
ferro in un punto imprecisato della Patagonia.
E invece, la Morte si era presa Potter con la stessa nonchalance con
cui giocava a scacchi.
Del resto, aveva iniziato a divorare le pedine di Potter in una lontana
sera di Halloween, eppure distruggere cavalli, alfieri e pedoni non era
mai bastato: il Sopravvissuto aveva sempre trovato il modo di
arroccarsi, di chiudersi in difesa e resistere a ogni attacco, persino
quando lo scontro appariva talmente schiacciante da far sorridere i
suoi detrattori. Poi, la torre cadde.
O meglio, Harry Potter cadde dalla torre.
Ronald Weasley sparì dall'Inghilterra subito dopo il
funerale.
Si vociferava che l'avessero avvistato in Tibet, barba incolta e
vestiti laceri, al Polo Sud, pericolosamente integrato in una colonia
di pinguini, o tra Mosca e Vladivostok, tra cento fermate
impronunciabili e in un tempo immobile e incomprensibile.
La verità è che Ronald Weasley viveva col
ghiaccio
nell'anima, e non sarebbe tornato mai più a farsi scaldare.
Ginevra la prese meglio.
Chi le fu vicino, la vide versare dieci lacrime - una per ogni anno in
cui l'aveva amato - e asciugarsi il viso per guardare avanti. Contava
in cuor suo di ritrovarlo in qualche diario scolorito, prima o poi, di
parlare con la sua anima e di farla rivivere attraverso di lei.
La verità è che la mente di Ginny Weasley era
caduta dalla torre, insieme al suo unico pensiero.
Hermione Granger si era presa cura degli altri, come le toccava sempre
fare.
Aveva
asciugato le dieci
lacrime di Ginevra, fingendo che l'ultima stilla ricordasse ancora il
motivo di quel pianto. Fu quando non vide più alcun riflesso
nelle pupille ormai asciutte, che capì che non si poteva
recuperare la ragione dopo un volo di cinquanta metri.
Aveva trascorso due
mesi a cercare
Ron, finché non aveva ritrovato il Deluminatore in un
cassonetto
canadese e aveva capito di non poter perseguitare chi non voleva essere
rintracciato.
Si era lasciata in disparte, rimandata a quando avrebbe avuto tempo,
perché tutto veniva prima di lei.
Come quella missione incredibilmente delicata e segreta che le era
toccata quella notte.
E che aveva spogliato Draco Malfoy.
«
Potter è caduto da solo. »
«
Fino a prova contraria. »
«
Chi mai poteva volerlo morto, Granger? »
«
Chi mai poteva volerti Auror, Malfoy? »
«
Vestimi. »
Con un ghirigoro di una bacchetta, Draco Malfoy si ritrovò
addosso un kilt.
«
Le sottane sono da donne, Mudblood. »
«
Anche la ceretta all'inguine, Malfoy. »
«
Spiegami di nuovo come funziona la Bacchetta di Sambuco, Granger.
»
«
Come ti ho già ripetuto almeno quindici volte e mezzo.
»
«
Questa bacchetta ha appena incendiato l'acqua. »
«
Quella bacchetta ha appena incendiato l'acqua. »
«
Questa bacchetta non si è lasciata prendere da te.
»
«
Quella bacchetta si è lasciata toccare solo da te.
»
«
Ma questa bacchetta non funziona bene in mano mia! »
«
Immagino si chiami incapacità, Malfoy, ma arriva al punto.
»
«
Io non ho ucciso Potter. »
«
Forse. »
«
Ma che... »
«
Expelliarmus!
»
Con la Morte in mano, Hermione Granger decise di giocare a scacchi.
«
Avada Kedavra.
»
La pazienza richiede
molta pratica e Mettiti
sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche
loro si sentono così sono due citazioni di Paulo
Coelho.
L'Incantesimo con cui Hermione manda Draco fuori di testa è
una
mia invenzione, che si ripresenterà anche nei prossimi
capitoli.
La Morte e gli Scacchi sono una citazione - immagino un po'
prevedibile, ormai - de Il
Settimo Sigillo.
Tra Mosca e Vladivostok e
tutto ciò che segue queste parole, fino al punto,
è un
riferimento alla ferrovia transiberiana, che si snoda appunto tra
quelle due città, comprende circa cento fermate e attraversa
sette fusi orari, impiegando una settimana per fare tutto
ciò.
Non pretendo di convincervi del fatto che questa storia abbia un senso,
perché non ce l'ha. E' uscita dalla mia mente tra ieri sera
e stamani, completa nei suoi tre capitoli - non uno di più!
- che mi ero imposta di scrivere.
Capirete più avanti cosa c'entra la Bacchetta di Sambuco,
perché diamine Hermione e Draco siano insieme.
Sono spaventosamente OOC, e lo so. Farò finta di
giustificarmi dicendo che la storia è ambientata tre anni
dopo la fine di Voldemort e che nel frattempo sono successe tante,
tante cose.
E, a chi voglio darla a bere, ho scritto questa storia solo per
pubblicizzarne un'altra, che mi ha rapito il cuore. Medusa,
di Atopika.
Quindi, se questa storia vi farà particolarmente schifo,
consideratela uno spot.
Rea,
di nuovo mille volte grazie.
♥
Aggiornerò mercoledì (è la prima volta
che posso fare promesse *_____*), e se nel frattempo avete voglia di
insultarmi pesantemente, mi trovate
qui.
|
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Capitolo 2 *** Tre anni e due ore dopo ***
Tre anni e due ore dopo
Scacco Matto
Nessuno
può vivere sapendo di dover morire un giorno...
Ingmar Bergman - Il Settimo Sigillo
~
Hogwarts, tre anni e due ore
dopo.
« Sono vivo. »
Non mosse un dito, per paura di non vederlo più.
«
Prevedibile » replicò Hermione, rigirandosi la
Bacchetta fra le mani.
«
Nessuna luce verde. »
«
Sei vivo, Malfoy. »
«
Nessun dolore. »
«
Sei vivo, Malfoy. »
«
Sto respirando. »
«
Sei vivo, Malfoy. »
«
Forse è così che si muore? »
«
Evita
la morte a piccole dosi e ricordati sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
»
«
Cosa vai farneticando? »
«
Che se non taci ti ammazzerò davvero. Lentamente.
»
«
Potevi morire. »
«
Potevo. »
«
Ti sei fidata di me? »
Hermione si
Smaterializzò a due metri dal cancello d'ingresso,
lasciandolo senza una risposta.
~
Tre giorni dopo, Draco Malfoy la ritrovò sulla torre
più alta di Hogwarts, intenta a guardare di sotto.
«
Credo che il cadavere sia stato rimosso più o meno due mesi
fa. »
«
Credo che andrebbe sostituito, è così vuoto,
laggiù. »
«
Come sapevi che non sono stato io? »
Lei si
strinse nelle spalle.
« Forse ho pensato che ti sarebbe servito un po' di coraggio.
»
«
Il tuo, Mudblood? »
«
Più o meno. »
Si concesse un sorriso, mentre lui la affiancava.
«
Hai mai pianto, Granger? »
«
E' ovvio. »
«
Per Potter. »
«
Immagino di no. »
«
C'è più gelo qui che da Weasley. »
«
Basta cambiar d'animo, non di cielo. »
«
Di chi è la Bacchetta? »
«
Al momento, è nostra. »
«
Nostra? »
«
Affidamento congiunto. Magari non ci darà alla testa,
così. »
«
Parli come se fossimo genitori di quel pezzo di legno. »
«
Il solo pensarmi accoppiata a te mi dà la nausea. Non siamo
genitori, siamo consoli.
Ci controlliamo a vicenda. »
«
La devi smetter di parlare oscuro. »
Hermione si strinse nelle spalle, trovando tutto stranamente divertente.
«
Se mai ci sposassimo
per prenderci cura della Bacchetta, potrei essere io quella che si
depila e tu quello che porta i pantaloni? »
«
Tu non sai proprio toglierli, i pantaloni. »
«
E allora li porteremo entrambi. »
«
Preferirei se ce li togliessimo, entrambi.
»
«
Malfoy, da quanto non giaci
con Pansy Parkinson? »
Draco sbuffò, reprimendo una rispostaccia.
«
Di chi è la
Bacchetta, Mudblood? » le chiese il martedì
successivo,
affacciandosi dalla porta del suo ufficio.
«
Di Merlino, Malfoy. »
«
Di chi è la Bacchetta, Mudblood? » le chiese
mentre gennaio diventava febbraio, in una notte gelida.
«
Di Nostradamus, Malfoy. »
«
Il mercoledì pomeriggio tocca a me tenerla. »
«
Cantale la ninna nanna, Malfoy. »
~
Quando
la primavera si portò via l'ultimo sorriso di Hermione
Granger,
Draco Malfoy si ritrovò a bramare i suoi insulti.
C'era un che di molle nel modo in cui si sottoponeva quasi docilmente
agli ordini del suo Capo, evoluzione necessaria della sua vigliaccheria
innata.
Era diventato Auror per una sicurezza sua e di nessun altro, per essere
finalmente dalla parte
dei buoni
e non temere più le sue stesse azioni: non aveva mai pensato
di
riscattare il suo passato, semplicemente voleva evitare che si
ripetesse. E lo sapeva, che non si sarebbe ripetuto, perché
Mudblood era diventato un nome vuoto.
«
Granger, oggi la Bacchetta non funziona. »
«
Prevedibile » ripeté lei, di nuovo.
«
Mi spiegherai mai il perché di questo? Questa storia mi sta
mandando fuori di testa! Giuro su quest... »
«
Se ridici un'altra volta 'questo' pretendi un premio, Malfoy?
»
A Hermione sparirono i pantaloni.
«
Prevedibile. »
E ne indossò un paio di riserva.
« Granger, la
Bacchetta non funziona. »
Lei alzò appena gli occhi. « Chi? »
«
Granger, sei più idiota del solito oggi? La Bacchetta!
»
Scosse la
testa. « Chi poteva volerlo giù? »
Draco scosse le spalle. « Mio padre,
è probabile. »
«
Qualcuno in libertà, intendo. »
«
Qualcuno che non voleva la Bacchetta, di certo. »
Hermione non rispose, e Draco capì che la discussione si era
appena conclusa.
«
Malfoy? »
Era comparsa sorridendo sull'uscio, le labbra indecise e gli occhi
incerti.
La vide muovere la bacchetta, e neanche provò a
contrattaccare con il legno di sambuco.
Una mosca che passava di lì per caso lo trovò a
discutere
di Scope da corsa con un portapiume: quando se ne andò,
Draco
Malfoy stava ancora ribattendo quanto fossero superate le Firebolt II
dei Cannoni di Chudley, che dopotutto erano una squadra da pezzenti.
Quando l'Incantesimo si infranse, il portapiume
tirò un sospiro di sollievo.
E Malfoy corse fuori.
E fu prevedibile quello
che non trovò,
perché alla fine di aprile Hermione Granger sparì.
Evita
la morte a piccole dosi e ricordati sempre che essere vivo richiede uno
sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare è
un adattamento quasi letterale di 'Lentamente Muore' di Martha Medeiros (corretto dopo la segnalazione del mio errore ad opera di Broara Stinson), a
cui fa riferimento anche il Lentamente
della battuta successiva.
Cambiar d'animo, non di
cielo è una citazione da Seneca,
dalle Epistulae ad Lucilium, che a sua volta riprende un pensiero già espresso da Orazio (come mi fa giustamente notare Erika - e se queste cose non le sa lei, non le sa nessuno!).
Dopo aver toppato o quasi due citazioni su due, giuro che non citerò mai mai più. (Se mi passate le sei, sette, otto, forse dodici?, citazioni del prossimo capitolo.)
Capitolo centrale, breve, ma con almeno una frase fondamentale per
capire quel che sarà, o per cominciare a fare qualche
ipotesi sulla sparizione di Hermione.
Nel prossimo capitolo - l'ultimo - tutto sembrerà risolversi
(ma io vi ho avvertito che questa è una storia strana, e che
non tutto deve avere per forza una risposta adeguata :D).
Grazie per l'accoglienza meravigliosa, davvero.
A venerdì!
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Capitolo 3 *** Sotto la torre ***
Sotto la torre
Scacco Matto
...come
cadendo in un nulla senza speranza!
Ingmar Bergman - Il Settimo Sigillo
~
Sotto la torre.
Draco Malfoy la ritrovò a luglio. Tra Mosca e Vladivostok.
«
Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
Appoggiò la testa contro il finestrino, senza rispondere.
«
Weasley non è qui. »
« Prevedibile
» mormorò piano, con una gran fatica.
«
E tu, perché ci sei? »
Hermione lo guardò solo per un istante. « Per capire se
è abbastanza freddo anche per me. »
«
Su un treno Babbano? »
«
Ovunque. »
« Mi hanno
mandato a cercarti. »
«
Credevo ti avessero insegnato a mentire. »
«
Sono venuto a cercarti » sputò controvoglia.
«
Siediti, Malfoy. »
«
Di chi è la bacchetta, Mudblood? »
«
Di nessuno, Malfoy. »
«
Neanche nostra? »
«
Neanche nostra. »
«
Torniamo a casa, Mudblood? »
«
Non ne ho più una. »
«
Potresti piacere a mia madre. »
«
Potrebbe anche Cruciarmi, chissà. »
«
La Bacchetta non funziona, Granger. E' prevedibile, lo so. »
«
La Bacchetta è impazzita, Malfoy. »
«
Come te? »
«
Come Ginevra. »
Malfoy strabuzzò gli occhi. « ...E' stata lei?!
»
Hermione sbuffò. « Sempre la strada
più facile, per voi Malfoy. Sempre la strada più
facile. »
Le prese la mano, e la portò via.
Una stretta allo stomaco, e Hogsmeade fu lì.
~
« Non mi pare di
aver mai detto che volevo tornare qui. »
«
Non mi pare di aver mai lasciato intendere che io prendo sul serio le
tue opinioni. »
La trascinò fino ai cancelli di Hogwarts, prima che
riuscisse a Smaterializzarsi.
«
Posso Incantarti, Malfoy. »
«
L'hai già fatto, Mudblood. E preferisco avere conversazioni
almeno serie con te. »
«
Stiamo perdendo tempo. »
«
Potrei esser d'accordo, dipende in che senso. »
«
Malfoy, ho freddo. »
«
Ne aveva tanto anche lui. »
Solo una corona di fiori, ai piedi della torre. Qualche schizzo
scarlatto incrostato nella pietra, un solco nell'erba che pareva non
voler ricrescere.
«
Vuoi salire? »
«
Non so in che modo vorrò scendere. »
«
Dandomi il braccio. »
«
Almeno un milione di scale. »
«
Saranno troppe, Granger. »
«
Non sono mai abbastanza. »
«
Abbiamo salvato la Bacchetta per niente, Malfoy. »
«
Non potevi saperlo. »
«
No, non potevo, infatti. Dovevo.
»
«
Era Potter, Merlino, come potevi prevedere che...? »
«
Ron l'aveva previsto.
Non sarebbe fuggito se fosse riuscito ad evitarlo. Ginny l'aveva
previsto. Non si starebbe logorando se solo l'avesse fermato.
»
«
Ce ne siamo tolti dai piedi tre in un colpo solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere dei capelli di Lucius
con un piccione.
Trovò Hermione seduta tra un merlo e l'altro, quando
riaprì gli occhi.
I piedi sospesi nel vuoto, lo sguardo parecchio più in
là, la mente cinquanta metri più in basso.
«
Se dovessi sopravvivere, mi presteresti il balsamo di tuo padre?
»
«
Lo sai che non mi immolerò per salvarti la vita, vero?
»
«
Non potresti, Malfoy. Sei Disarmato e Pietrificato. »
Lui realizzò tutto questo in poco più di cinque
secondi di imbarazzato silenzio.
«
Sono vuota anch'io, adesso? »
«
Lo sarai se ti ridurrai a un mucchietto d'ossa, Granger. »
«
Per cosa viviamo? »
«
Io ho ciò che resta del patrimonio di famiglia da
dilapidare. Tu? »
«
Mi restano un lavoro e il C.R.E.P.A., immagino. »
«
Mi stai augurando la morte, Granger? Non sono io quello in bilico su
una torre. »
Hermione lo ignorò.
«
Harry viveva per Voldemort. Nessuno
può vivere, se l'altro sopravvive. »
«
Ogni persona sana di
mente, dopo averlo ucciso, si sarebbe ritirata a una vita tranquilla,
in una casa in campagna, a godersi l'età che avanza.
»
Quello di lei fu un sorriso amaro.
«
Non Harry. Lui è nato per gli altri. »
«
Come carne da macello, vorrai dire. E infatti si è macellato
da solo. »
Malfoy si ritrovò presto a discutere di quanto fosse bella
la mamma. Con lo stesso piccione di prima.
«
Ho sempre sospettato che tua madre ti rimboccasse le coperte.
»
Malfoy arrossì. « Stupida
Mudblood. »
«
Che ci fai quassù con me? »
«
Immagino che dovrei darti mille e uno motivi per non buttarti di sotto.
»
«
Sarebbe utile, in effetti. »
«
Allora, primo motivo: devi aiutarmi a distruggere la Bacchetta di
Sambuco. »
Hermione mosse il capo lentamente. Un pezzo di legno stroncato a
metà stava ardendo in un angolo.
«
Come...? »
«
Il potere della Bacchetta si sarebbe annullato in seguito alla morte
naturale del legittimo proprietario. »
« Ma Potter... »
«
Si è suicidato,
e la Bacchetta è impazzita. Non ha perso tutto il suo
potere, ma
non poteva certo conservarlo per intero. E' diventata una Bacchetta
normale, perfino scarsa, oserei dire. »
«
Non si è ammazzato per questo,
vero? »
«
Quando non si ha niente per cui vivere, si cerca un motivo per cui
morire. »
«
E voi? »
Hermione sospirò. «
Noi non eravamo il mondo, Malfoy. E la Bacchetta era un'attrattiva
troppo forte per chiunque sapesse della sua esistenza. Toglierla di
mezzo era l'unico modo per garantire la pace. »
«
O per vivere in
pace. Credi che Potter si sentisse perseguitato? »
«
Conoscendolo, direi di sì. » Si lasciò
sfuggire un sorriso.
«
E tu... sei sicura di tutto questo? »
«
La Bacchetta non mente. Chiudi gli occhi, Malfoy. »
«
Non ti interessa più il mio inguine? »
Hermione scosse la testa e si alzò in piedi.
Poi, fece un passo in avanti e sparì.
«
Prevedibile » commentò Draco, quando Hermione
perse i sensi e il Petrificus
si sciolse.
~
« Prevedibile,
Granger, prevedibile. »
Il nebuloso mondo che distinse tra le palpebre le parve più
chiaro di quando l'aveva lasciato.
«
Vi fa così schifo vivere? »
«
Non abbiamo nessuno per cui farlo. »
«
La verità
è che siete degli egoisti. Weasley aveva la sua famiglia di
pezzenti, Potter aveva la pezzente, tu hai... »
Hermione si distese di nuovo a terra, nell'aria calda di luglio che le
solleticava il naso.
«
Continua, Malfoy. »
«
Non ha senso che tu ti lasci morire, Granger. »
«
Non so se sarei stata
abbastanza coraggiosa per morire. Mi sarei potuta uccidere in qualunque
momento, finché sono stata via, e ho avuto la bacchetta a
portata di
mano, per tutti i cinquanta metri. Forse sarei fuggita anch'io, per
cercarmi
senza sosta e ritrovarmi, che so, in una tempesta di sabbia nel Sahara.
»
«
Al caldo? »
«
Mi piacciono le mie lentiggini. »
«
Te ne andrai? »
Lei scrollò le spalle.
«
Non ha senso che tu te ne vada, Granger. »
«
Ora lo so. »
Chiuse gli occhi, inspirando quell'erba riarsa che le parve colma di
vita.
«
Complimenti per l'Incanto, Malfoy. L'impatto col suolo è
stato talmente morbido che mi ha conciliato il sonno. »
«
Mi devi un favore. »
«
Hai già qualcosa in mente? »
«
Dobbiamo ritrovare il
rospo del Lago a cui ho insegnato come depilarsi. Non vorrei si fosse
fatto una strana idea della virilità di un Malfoy.
»
«
Troverò Ron e lo riporterò a casa. »
«
Ti aspetterò qui. »
«
Sotto la torre? »
«
No, c'è puzzo di Potter. »
Malfoy si ritrovò a parlare di danza classica con una
cavalletta.
« Il rospo
non è l'unico a nutrire qualche dubbio. »
«
Promettimi che tornerai. Anche senza pezzente, di lui possiamo farne a
meno. »
« Perché dovrei? »
«
Perché sai che mi depilo. Immagino di dover tenere sotto
controllo i miei segreti. »
«
Che mese è? »
«
Luglio. »
«
E come siamo entrati a Hogwarts? »
«
Siamo Auror, possiamo tutto. »
«
E' per questo che sei diventato Auror? »
«
Una specie. »
«
Menti. »
«
Sono poche le ragioni per dire la verità. Mentre quelle per
mentire sono infinite. »
«
Malfoy, per caso mi ami? »
«
Neanche per sogno » rispose tranquillo.
«
Non avevo bisogno di essere salvata da un principe azzurro, spero tu lo
sappia. »
«
Menti. »
«
Nel paese della bugia, la verità è una malattia.
»
«
Hermione, Potter
era un cretino. »
«
La coscienza ci rende tutti egocentrici. »
«
O stupidi. »
«
L'ingratitudine è sempre una forma di debolezza. »
«
Andiamo a casa? » fece lui, alzandosi.
«
Quale casa? »
«
La mia. C'è su
un cartello con scritto 'Attenti ai Crucio', ma per il resto
è
piuttosto accogliente. »
«
Posso vedere la tua collezione di rasoi? »
~
Se Harry James Potter - pace all'anima sua - fosse stato presente, si
sarebbe avvolto intorno a Hermione come l'edera più
ostinata:
l'avrebbe supplicata di ripensarci, di rendersi conto che stava facendo
una stupidaggine, che tutto quello non aveva senso, l'avrebbe implorata
di fermarsi e tornare indietro, da lui, da lui e da Ron, che erano gli
unici a volerle davvero bene.
Perché la verità è che a Harry James
Potter non era importato proprio niente di far l'eroe, quando era scivolato dalla
torre, perdipiù senza una bacchetta a proteggerlo.
La Morte ancora pestava i piedi in terra, per come quella disgrazia era
stata travisata, reinterpretata, idolatrata: aveva dato a Potter la
fine più insensata, casuale, beffarda e lui l'aveva spuntata
di
nuovo, nascendo, vivendo e perfino morendo da eroe.
Come se non bastasse, uno dei suoi stessi Doni era andato distrutto per
sempre. Che diamine, come avrebbe potuto immaginare che un possessore
della Bacchetta di Sambuco sarebbe morto per sbaglio,
sporgendosi troppo dai merli di una torre? Quel Potter era tanto
stupido quanto fortunato.
Ma non si sarebbe scoraggiata, no: aveva già due scacchiere
pronte, e tutte le pedine coi capelli rossi.
~
In ottobre, da qualche parte intorno a Reykjavik, Ronald Weasley diede
scacco matto alla falce - certe capacità non si perdono nel
tempo.
Hermione lo trovò nell'esatto momento in cui
riaprì
davvero gli occhi per la prima volta: lo schiaffeggiò, gli
dette
dello stronzo - ancora - per averla abbandonata e lo prese per un
orecchio, Smaterializzandolo a casa e lasciandogli di proposito un
sopracciglio in Islanda.
Per risvegliare Ginevra dalla trance in cui era caduta,
bastò molto meno.
« Ginny, mi sono
trasferita da Malfoy. »
I suoi occhi da torbidi divennero torvi. « Dove cazzo hai
sbattuto la testa? »
«
Ai piedi della torre » rispose Hermione, abbracciandola.
Da qualche parte nel mondo, la Morte tirò un pugno contro
qualcosa.
«
Te l'avevo detto che si sarebbero ripresi »
ridacchiò qualcuno dietro di lei.
«
Sei... stato... TU! » e si trattenne dall'ammazzarlo un'altra
volta.
«
Albus mi ha insegnato
come apparire in sogno a chi è più di
là che di
qua. » Dette una gomitata al suo vicino, sghignazzando. « Com'era la frase a
effetto? In fin dei
conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una
nuova, grande avventura. »
«
Certo che sta succedendo
dentro la tua testa. Ma
perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?
»
Dandomi il braccio,
almeno un milione di scale viene da una
celeberrima poesia di Eugenio Montale.
A godersi
l'età che avanza è una
citazione di 'Cuore a Metà' della mia adorata
Bandabardò.
Sono poche le ragioni
per dire la verità. Mentre quelle per mentire sono infinite
è una citazione da 'L'ombra del
vento' di Carlos Ruiz Zafòn.
Nel paese della bugia,
la verità è una malattia è
una frase di Gianni Rodari.
La coscienza ci rende
tutti egocentrici è una massima di
Oscar Wilde.
L'ingratitudine
è sempre una forma di debolezza è
invece di Johann Wolfgang von Goethe.
Le frasi già in corsivo nella storia vengono chiaramente
dalla
Saga di J.K. Rowling, quindi immagino di non dover dare ulteriori
spiegazioni.
Quale era la frase 'chiave' dello scorso capitolo? Questa! «
Qualcuno che non voleva la Bacchetta, di certo. »
Chi altri
poteva essere
così buono, meraviglioso, brillante, eccellente, altruista,
santo, martire (sì, J.K.R., abbiamo capito!) se non lo
stesso
Potter? Certo, Hermione aveva già qualche sospetto sul
presunto
suicidio dell'amico, ma la frase di Draco le ha dato l'input
fondamentale per convincersi definitivamente delle modalità
della fine di Potter. Che poi la
vera storia sia
andata in tutt'altro modo è un altro discorso - e spero che
nessuno si offenda per la mia scelta di far schiattare Potter in un
modo così insulso (ma si sa, a Hogwarts le scale si
spostano,
gli Elfi domestici ti scagliano i bolidi, metti caso che i merli delle
torri spariscano a turno, così per fare...), dopotutto la
gente
crederà forevah&evah che si è ammazzato
per
l'umanità, quindi non sono stata neanche troppo sadica, no?
Poi. Draco e Hermione manco si baciano. Parlano talmente tanto che
hanno le lingue aride e le bocche asciutte, quindi anche a volere...
No, a parte gli scherzi, non le so scrivere le scene romantiche.
Cioè, c'è una parte di me che vorrebbe raccontare
dei 'Ti
amo...' 'No... io ti amo di più!', 'Sposami' 'Sarai sempre
mio!'... ma credo si aggiri attorno allo 0,01% del mio essere e no, non
ce la faccio proprio. A chi vuole risposte definitive su come siano
finiti insieme posso suggerire di leggere tra le righe. Nel senso di
inventarsi ciò che sta fra gli spazi bianchi,
perché io
ho fatto dei salti temporali e geografici da non poco, di mese in mese,
di stato in stato, quindi lascio a voi lo struggimento di Draco per
l'assenza della pulzella, la crisi di Hermione per la morte
dell'amico... ecco, quelli son sentimenti talmente grandi che non
c'è proprio niente, niente al mondo che sia migliore di uno
spazio bianco per descriverli davvero.
Poi. Il finale. Okay, ammetto che il finale è talmente
nonsense
che mi sono detta 'Giulia, ma sei sicura di pubblicarlo davvero? No,
guarda che poi ti linciano!'. Poi ho inserito Albus Silente nella scena
finale, e lì mi son detta: se c'è lui di mezzo,
torna
tutto. Si Smaterializza dentro i confini di Hogwarts come cazzo gli
pare, sopporta Potter, parla con le Fenici, sopporta Potter, sa tutto
quello che succede in ogni istante, sopporta Potter, appare ai mezzi
morti che di fronte al Mago più potente del mondo si
difendono
con un 'Expelliarmus' (e chiaramente hanno un culo grosso come una
mongolfiera e si salvano anche in quel caso), sopporta Potter e
sopporta Potter: perché non può far rinsavire
Ron, Ginny,
Hermione, Harry e la Morte stessa? Certo che può! Ed ecco il
nonsense che tocca le sue vette maggiori.
Ah già, devo spiegare la cazzata della Bacchetta di Sambuco
che
si taglia con un grissino. Ebbene... J.K.R., i tre fratelli, Voldemort,
il Wizengamot, la Umbridge, Pix (c'è sempre Pix di mezzo,
sempre), Hagrid o Alfonso Papa (sì, anche lui c'è
sempre
di mezzo) non hanno mai specificato cosa sarebbe successo se il
proprietario della Bacchetta non
avesse avuto la peggio in un duello o fosse deceduto di morte naturale.
Ed è qui che spunto io con le mie idee bislacche. Hermione
non
ha torto nell'ipotizzare che la Bacchetta abbia perso una parte del suo
potere in quanto il suo legittimo proprietario è morto
suicida,
così come non è da escludere che la stessa cosa
si sia
verificata in quando Potty non è morto per mano di nessuno
ed ha
fatto la figura dell'imbecille facendo una piroetta in bilico su un
merlo. In poche parole, per me,
tutto ciò non fa una piega, e sia io che Hermione abbiamo
ragione. Poi io ho più ragione, ma questi son dettagli.
Okay, la storia vera sta nelle note, questo mi pare chiaro.
Ora attendo che Broara Stinson mi dica che la prima citazione non
è di Montale ma di Pico de Paperis (o di Brobin Scherbatsky).
Attendo il buon vecchio Charlie Brown perplesso per ciò che
posso combinare con una tastiera davanti, e soprattutto convinto di non
scrivere più delle Lucy-Schroeder se questi sono gli effetti
allucinogeni che mi danno.
E attendo gli insulti, le lamentele, il Comitato per la Difesa di Harry
Potter, l'Associazione 'I merli non scompaiono mai' e tutto
ciò
che vorrete tirarmi per la storia più assurda di EFP.
Vi ho voluto bene. ♥
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