LET'S BE FURIOUS!

di Garth Herzog
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una folle idea... ***
Capitolo 2: *** Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate... ***



Capitolo 1
*** Una folle idea... ***


Let's Be Furious!!!

Let's be furious!

-1-

Una folle idea...

"VEDI UN PO' DOVE VAI, PEZZO DI DEFICIENTE!"

Con un ultima sterzata, la biondina alla guida dell'auto riuscì a far stridere le gomme con tale intensità da sembrare il fischio di un arbitro all'inizio di una partita di calcio. Poi i suoi urli dal linguaggio poco forbito avevano completato l'opera. Il ragazzo accanto a lei si teneva stretto alla maniglia dello sportello, con la schiena attaccata al sedile e la nuca premuta completamente sul poggiatesta. Fissava con sguardo sconvolto la strada, mentre dalla sua fronte cominciò a sgorgare sudore freddo.

"U-Usako... quando ho accettato di farti fare pratica non... non pensavo che dovessi anche stilare una polizza d'assicurazione..."

"Perché, Mamo-chan? Non hai l'auto assicurata?" chiese la biondina, mentre tentava di schivare un passante sulle striscie pedonali.

"Io... io intendevo una polizza sulla vita..." balbettò, prendendo un fazzoletto dalla tasca e asciugandosi il sudore dalla fronte.

"Avresti dovuto farla la prima volta che hai messo i panni di Tuxedo Kamen..." replicò Usagi, voltandosi verso di lui.

"Oh sì certo... scusate, mi sono rotto le gambe perchè, mentre saltellavo da un palazzo all'altro, nei panni del supereroe Tuxedo Kamen, per andare a salvare la mia ragazza, che non è altri che la famosa Sailor Moon, sono inciampato su un cornicione e ho fatto un volo di trenta piani fino al suolo..."

"Ok, taglia corto, Tuxie..." replicò truce la ragazza.

"Tuxie? Simpatico, dovrò annotarmelo..."

"Non l'ho inventato io... diciamo che si trova in tutti i tuoi fan-site, completi di fanfictions sulla vita del bel tenebroso... talvolta mi ingelosisco..." spiegò lei, fermandosi poi con una brusca frenata davanti al semaforo rosso, facendo sbalzare in avanti il povero Mamoru.

"Ingelosire? E perchè?" chiese, tentando di riprendersi.

"Delle teen-ager ormonate scrivono addirittura storie in cui loro hanno incontri con il famoso Tuxie... e non parlo di appuntamenti... sognano di avere rapporti focosi con te, narrano di cose che... che io non immaginerei neanche pensare!"

"Oh... non pensavo di essere un tale sex-symbol..." disse Mamoru con noncuranza.

"Ma per favore! Sono solo delle ragazzine piene di strane fantasie dettate dai loro ormoni!" esclamò Usagi, stringendo il volante tra le dita.

"Beh... anche tu quando mi hai conosciuto eri una ragazzina ormonata..." spiegò pacatamente il ragazzo.

"Sì ma io non ho mai pensato di... non ho mai pensato di... oh, insomma! Il sesso era l'ultima cosa che mi passava per la mente!" esclamò arrossendo in volto.

"Beh invece io ho dovuto spesso calmare Mamoru jr. con del sano self service..." mormorò lui, con una tale naturalezza che sembrava avesse detto che doveva fare due uova al tegamino...

"HENTAI!" esclamò Usagi, mentre la sua faccia cambiava in varie tonalità dal rosso al viola.

"Scusa ma la tua figurina era invitante, e io fantasticavo. Avevo 19 anni! Sfido chiunque ragazzo a non nutrire quel tipo di..." si giustificò Mamoru con naturalezza.

"Più che altro agivi con il pensiero di un PEDOFILO! Io avevo solo 14 anni! Non ti vergognavi neanche un po' a pensare di fantasticare su una ragazzina di 14 anni?"

"Prima di tutto non sapevo che Sailor Moon avesse 14 anni, e poi abbiamo solo cinque anni di differenza!" si giustificò lui.

"Ma tu eri maggiorenne e poi..."

TUC! TUC!

"...e poi a me non piaceva neanche quell'abitino da pervertiti..."

TUC! TUC!

"...scommetto che chi l'ha progettato doveva essere un maniaco sessuale al servizio di Queen Serenity..."

TUC! TUC!

"...E TU CHE CAZZO VUOI? NON HO CRACKERS IN AUTO!" (AN: più che altro potevi trovare un po' di crack...)

L'uomo che ticchettava sul finestrino fece un balzo all'indietro, scioccato dall'espressione ferina e decisamente irritata della ragazza. Usagi abbassò di più il finestrino e lo affrontò direttamente.

"Che diavolo ci facevi dietro allo sportello della macchina?"

"Volevo... volevo dirvi che il verde è scattato da un pezzo e... e che da dietro stanno suonando i clacson..." cercò di giustificarsi l'uomo, tremante e sudaticcio.

"Beh che li suonino! NON VENISSERO A ROMPERE I COGLIONI ORA, STO DISCUTENDO DI UNA COSA SERIA CON IL MIO RAGAZZO SE NON VI DISPIACE!"

Fu questione di pochi attimi: l'uomo del finestrino si dileguò infilandosi nella sua autovettura, cercando di nascondersi dallo sguardo furioso della ragazza, facendosi il segno della croce e ringraziando Dio di averlo risparmiato dall'ira di quella strana creatura.

"Sai Usako? C'è una piccola parola... ma che significa molto per una pacifica convivenza con il mondo..." mormorò pacatamente Mamoru, posando il mento sul dorso della mano.

"Cosa?" chiese lei confusa.

"Mai sentito parlare di self control?" mormorò lui, cercando di far comprendere alla ragazza il senso delle sue parole.

"Cos'è? Un self service con le precauzioni? Sei il solito pervertito, Mamo-chan!" sbottò lei indignata.

"Baka! Io intendevo il potere dell'autocontrollo" sospirò lui.

"Perchè? Con questo metodo non devi venire?" chiese lei innocentemente.

"Usako... non sto parlando di sesso..." rispose lui pacato "...io parlo del fatto che bisogna avere pazienza... ti sembra normale il modo con il quale sei sbottata? Guidi imprecando come uno scaricatore di porto o peggio, urli contro chiunque ti dia fastidio, arrossisci ancora come una scolaretta... possibile che non riesci a tenere a bada le tue emozioni?"

"Avanti Mamo-chan... tutti si irritano almeno una volta al giorno..." esclamò lei cercando di giustificare i propri comportamenti.

"Beh, io no."

"...cosa?" esclamò lei, spalancando gli occhi come se avesse visto un alieno.

"Hai sentito bene... io non ho mai perso la padronanza di me stesso." disse lui orgoglioso (AN: stacchetto... musichetta di Orgoglio 3... NOOOOO pure qui!).

"Vuoi dire che ti consideri un uomo paziente e che riesce a controllarsi?"

"La considero la mia migliore virtù." continuò lui.

"Perchè ne hai altre?" sbottò lei, cercando di offenderlo.

Lui in tutta risposta sorrise. "Penso di averti già dimostrato di avere ben altre virtù... che a te non dispiacciono..." mormorò, facendo scivolare la mano sulla coscia di lei.

"Mamo-chan!" esclamò, spostando la mano di lui dalla gamba e ingranando la marcia "Sarà meglio chiudere questo discorso e andarcene prima che qualcuno da dietro perda DAVVERO la pazienza!"

"Mai quanto te, tesoro." disse incrociando le braccia sul petto, mentre Usagi alzava gli occhi al cielo, esasperata.

***

"NON LO SOPPORTOOOOOOO!" esclamò la ragazza bionda entrando nel locale e dirigendosi al tavolo dove erano già sedute le sue amiche.

"Fammi indovinare... hai litigato con Mamoru..." asserì Makoto ammiccante, mentre le altre ragazze la fissavano con aria di assenso.

"È diventata una cosa usuale da quando Mamoru le da lezioni di guida..." mormorò Minako, mentre succhiava l'ultima goccia di bibita dal fondo del bicchiere.

"Non ho ancora capito come faccia a sopportarla... e come facciate voi due ad essere ancora vivi..." la provocò Rei.

"Vuoi dire che guido da cani?" esclamò la testa bionda, rispondendo alla provocazione della mora.

"Se ordinassero al commissario Rex di guidare, sarebbe sicuramente più competente di te!" ribattè Rei.

"Baka!"

"Tardona!"

"Suvvia Rei, non esagerare!" sbottò improvvisamente Ami, che fino a quel momento non aveva proferito parola, tanto era immersa nella sua lettura sui 'Principi dell'ingegneria genetica applicata agli organismi vegetali'.

"Ami-chan!" esclamò Usagi, con le lacrime agli occhi e un sorriso di conforto "Meno male che ci sei tu!"

"Il commissario Rex non potrebbe mai guidare anche se fosse competente, perchè gli manca il pollice opponibile, indispensabile per una corretta guida..." spiegò lei con calma assoluta.

...silenzio...

Dopo il primo momento di stupore iniziale tutte le ragazze, Usagi e Ami escluse, scoppiarono a ridere.

"Molto divertente, Ami-chan..." asserì Usagi con un gocciolone sulla fronte.

"Ma io non stavo scherzando..." si giustificò la ragazza (AN: azzurrina? beh diciamo mora... anche se non mi convince tanto...)

"Il guaio è che prendi le cose sempre troppo sul serio... per esempio siamo ad agosto e tu che fai? Studi!" esclamò Usagi tirandogli via il libro dalle mani.

"Ma io non stavo studiando! Quella è una lettura di piacere!"

"Ami-chan... quando qualcuno legge per piacere, legge un manga o un romanzo, non di certo questo... questo... Principi dell'ignoranza... dell'ignoranza gemente applicata agli organuli verdurali!" esclamò Usagi mentre cercava di leggere (con sua grande fatica) il titolo sulla copertina.

"È vero Ami-chan! Dovresti leggere che so... che so... ecco! I romanzi hard che tua madre nasconde nell'armadio tra le pile di scartoffie!" esclamò raggiante Minako.

Tutti la fissarono stupite... "M-Minako-chan...?"

"Le scartoffel le hai tu nel cervello, Minako-chan..." asserì Rei portandosi un dito alla tempia.

"Scartoffel?" mormorò Usagi confusa.

"Quello che sei tu, mia cara Usagi, soprattutto quando guidi..." le rispose Rei.

"Sono una scartoffen quando guido... EHI! Vuoi ricominciare per caso?"

"Possibile che me ne vado e torno e voi due dovete sempre stare a litigare?" esclamò una voce dietro di loro.

La nuova arrivata era una ragazza sui sedici anni, con un paio di codini buffi e i capelli di un improbabile, anzi impossibile, colore rosa.

"CHIBIUSA!" esclamarono le cinque in coro.

In men che non si dica tutte le ragazze le erano addosso, abbracciandola fino a quando Chibiusa credette di morire soffocata.

"Ragazze va bene, lo so che siete contente... ora mi fate respirare per favore?" esclamò Chibiusa, tentando di riprendere aria.

"Ma che sorpresa! Da quanto sei qui?" chiese Rei.

"Da ieri mattina... ho affittato un appartamento non molto lontano da qui..." spiegò Chibiusa.

"Perchè un appartamento? Non potevi dormire da me come fai sempre ogni volta che vieni a trovarci?" chiese Usagi.

"Ehm... stavolta non sono sola Usagi... non posso mica invaderti casa..." disse la ragazza abbassando il capo.

"Non sei sola? E chi è venuto con te?" chiese Minako "Hai portato dei ragazzi carini dal futuro?"

"Minako-chan..." esclamarono le altre con un gocciolone sulla fronte.

"Solo uno..." cominciò, per poi arrossire "ma è già prenotato..."

"Scommetto che è albino, ha gli occhi dorati e può trasformarsi in un cavallo alato..." ammiccò Usagi.

"Emmmmmhhhh... possiamo cambiare argomento?" esclamò Chibiusa rossa come un peperone.

"Ma dai! Davvero Helios è qui?" esclamarono in coro le altre.

"Possiamo cambiare argomento?" mormorò Chibiusa, mal sopportando l'invadenza delle ragazze.

"Davvero? Da quanto tempo... mi piacerebbe salutarlo!" esclamò Makoto.

"Possiamo..."

"Chissà com'è cresciuto dall'ultima volta che l'abbiamo visto!" asserì Ami.

"...cambiare..."

"Sarà un ometto adesso!" disse Rei.

"...argomento?"

"E chissà come sarà diventato cariiiiiino!!!" ammiccò Minako.

"HO DETTO: VOGLIAMO SMETTERLA DI PARLARE DI HELIOOOOOOOOOS?"

***

Appartamento a pochi chilometri dal locale di Motoki.

"Che è questo urlo?" esclamò una ragazza dai capelli rosso fuoco.

"Un nuovo nemico?" disse un'altra dai capelli verdi, scattando in piedi.

"Oh no! Io ho paura dei mostri!" disse un'altra dai capelli azzurrini.

"Uff... proprio ora che mi stavo limando le unghie..." esclamò una quarta dai capelli rosa.

"Ves, Jun, Para, Cere... state tranquille... questa è la voce di Chibiusa..." le tranquillizzò un ragazzo dai capelli bianchi.

"Chibiusa?" esclamarono le quattro in coro.

"Si imbarazza quando gli altri insistono a parlare di me... e alla fine si arrabbia. Tutto il carattere di sua madre... quanto lo adoro!" esclamò infine con aria sognante.

Le quattro lo fissarono con aria del tipo 'ma questo ci è o ci fa?' per poi dire all'unisono "Sì Helios... abbiamo capito..." pur non avendo capito un fischiolo di niente.

***

"Uao! Che bel caratterino!" esclamò Minako, ancora piegata all'indietro per la forza d'urto causata dalle onde sonore di Chibiusa.

"Mi solleva vedere che prenderai da me e non da tuo padre..." sospirò Usagi.

"Che c'entra papà adesso?" chiese Chibiusa, curiosa.

"Niente... si da il caso che il tuo caro paparino stia dando lezioni di guida alla tua mammina..." spiegò Rei "...anche se sarebbe riuscito più facilmente ad insegnare a guidare ad una scimmia!"

"Baka!" esclamò Usagi, facendole una linguaccia.

"Povero Mamo-chan... sicuramente gli si sarà fuso il cervello..." esclamò Chibiusa.

"Non preoccuparti, tuo padre ha il cervello in perfette condizioni! Sono io che mi sono fusa!" asserì Usagi, con i pugni stretti.

Chibiusa la squadrò per alcuni secondi, mentre le altre osservavano curiose la sua esplorazione.

"Effettivamente i tuoi lineamenti si sono un po' distorti... non è che il caldo ti sta squagliando?" asserì Chibiusa, seria in volto.

Tutte la fissarono con gli occhi spalancati.

"Mio dio, più passa il tempo e più somiglia a sua madre!" esclamò Rei, terrorizzata al pensiero.

"La madre è uguale alla figlia, dice il detto!" esclamò Minako.

"Semmai il detto è: tale madre, tale figlia..." la corresse Ami.

"Preferirei essere 'tale padre, tale figlia' se non vi dispiace..." esclamò Chibiusa, spaventata anche lei all'idea di essere come sua madre.

"Cosa? Non riuscirei a reggere due insopportabili sotto lo stesso tetto di casa mia!" esclamò Usagi, ripensando agli eventi di quella mattina.

"Insopportabile? Perchè Mamo-chan sarebbe insopportabile?" chiese curiosa Chibiusa.

"Semplicemente perchè si arrabbia quando Usagi non sa nemmeno ingranare la marcia..." ammiccò Rei.

"Magari si arrabbiasse! Sarei la ragazza più felice della Terra!" sbottò Usagi.

...silenzio...

"Vuoi dire che Mamoru non si è mai arrabbiato con te per le tue scarse capacità di guida?" chiese Rei stupita.

"No! Lui dice che ha SELF CONDOM!" esclamò Usagi, calcando sull'ultima parola.

Tutti i presenti nel locale si voltarono verso di lei... mentre si sentirono molti colpi di tosse (dovuti a liquidi di varia natura andati di traverso), tazze che si rovesciavano e l'inconfondibile rumore delle sedie quando strepitano sul pavimento.

"È una nuova marca di preservativi per caso?" chiese Chibiusa.

"Ma quale marca di preservativi! Lui dice che il self condom è l'espressione della sua miglior virtù..."

Altri colpi di tosse, mentre qualche tazza si infrangeva al suolo.

"Lo hai constatato?" continuò a chiedere Chibiusa, mentre le altre fissavano Usagi scioccate.

"Altrochè se l'ho constatato! Non perde mai il controllo di se stesso quello lì! È capace di starci sotto anche per ore, ma non emette un solo gemito!"

Ora tutti si erano girati scioccati verso la ragazza, con le bocce sufficientemente aperte da permettere ad un nido di mosche di insediarsi.

"F-forse volevi dire self control, Usagi..." spiegò Ami, che finalmente era riuscita a seguire il filo logico delle parole di Usagi.

"Control, condom... è la stessa cosa!" esclamò Usagi, con il viso imbronciato.

Nel locale tutti finalmente sospirarono, riprendendo fiato.

"Che strano, improvvisamente ho sentito un colpo di freddo dietro alla nuca..." mormorò Usagi.

"Te lo daremo noi un colpo dietro alla nuca se sbagli ancora a parlare! Assicurati di quello che dici prima di sparare cazzate!" esclamò Rei, rossa in volto.

"Ma che ho detto di male?" chiese innocentemente la ragazza.

"Ok, time out... forse ho trovato una cosa su un giornale che potrebbe interessare ad Usagi..." disse Minako, per poi buttarsi a capofitto nella sua borsa per cercare l'oggetto citato, mandando all'aria parecchi oggetti, alcuni dei quali abbastanza pesanti (come un buddha in finto avorio) che le altre dovettero evitare con la maestria di vere Sailor Senshi.

"Oh eccolo!" esclamò trionfante mentre le altre ragazze erano sommerse da un quintale di cianfrusaglie.

"Non capisco come un giornale dovrebbe risolvere il mio problema, ammesso che ne abbia uno..." asserì Usagi, confusa.

"Tu vuoi fargliela pagare a 'Mr. io-non-perdo-mai-il-controllo-delle-mie-azioni', vero?" ammiccò Minako con uno sguardo malizioso.

"Magari! Non lo sopporto più quando fa il perfettino!" esclamò Usagi.

"Bene! Puoi andare a questo programma e organizzargli una bella lezione!" disse lei aprendo il giornale e mostrandolo alle altre.

"'Camera Candita - Volete organizzare uno scherzo ad un vostro amico/parente/fidanzato? Allora presentatevi negli studios dell'ex Istituto Mugen, al quindicesimo piano. Insieme a voi organizzeremo la burla personalizzata per lui/lei, a tal punto che se la ricorderà per tutta la vita!'." lesse Usagi.

"Puoi organizzare uno scherzo al tuo ragazzo, magari tentando di fargli perdere la pazienza almeno una volta nella vita!" esclamò trionfante Minako.

Usagi fissò il volto sorridente di Minako per alcuni secondi. Sicuramente era un'idea folle, ma ora si trattava della cosa più idonea per la rivincita di Usagi...

A noi due, Mr. SELF CONDOM!!!

***

FINE PRIMO CAPITOLO

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Capitolo 2
*** Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate... ***


Let's Be Furious!!!

-2-

Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate...

I vetri delle finestre luccicavano alla luce mattutina, rendendo l'alto edificio come un gigantesco specchio. Sembrava un fuoco incandescente pronto a bruciare tutto ciò che vi era attorno al grattacielo...

"AAAAHHHHH! I MIEI OCCHI! NON CI VEDO PIÙ! MI HANNO BRUCIATO LE PUPILLE!"

"Baka! Ti ci è finito il cappello, ecco perchè non ci vedi!" esclamò la brunetta accanto alla ragazza che poco prima aveva urlato, attirando l'attenzione di tutti verso di lei.

"Come al solito... le nostre figuracce..." mormorò una ragazza castana portandosi un dito alla tempia.

"Quando usciamo con Usagi abbiamo l'85% delle probabilità di fare una figuraccia..." disse un'altra ragazza (azzurrina?), mentre esaminava i dati sullo schermino del suo minicomputer.

"A-Ami-chan... ora stai esagerando... non trovi anche tu, Minako-chan?" disse la ragazza castana, voltandosi verso dove avrebbe dovuto trovarsi la biondina. "Minako-chan?"

Cercandola intorno con lo sguardo, la ritrovarono davanti ad un paio di ragazzi, e dall'espressione di lei (abbastanza civettuola) era più che chiaro che stesse chiedendo loro un appuntamento a tre.

"La probabilità che Minako, nelle nostre uscite, trovi ragazzi da rimorchiare è del 72%" continuò seria Ami.

"Oh Ami! Non mi dire che fra un po' saprai dirmi quante volte litiga Rei con Usagi ogni volta che usciamo!" esclamò la ragazza castana, esasperata.

"La probabilità che Rei perda le staffe con Usagi ogni volta che stanno insieme è del 94%" continuò, mentre batteva i tasti del suo microcomputer.

"Possibile che qui l'unica persona normale sia io???" esclamò la ragazza castana, ormai al limite della sopportazione "Meno male che riesco a salvare le vostre situazioni imbarazzanti da ulteriori peggioramenti e... e..."

"Mako-chan?" chiese preoccupata Ami vedendo l'espressione, persa nel vuoto, di Makoto.

"Quel tipo... somiglia incredibilmente al ragazzo con il quale stavo insieme..." mormorò, mentre arrossiva copiosamente.

"Mako-chan?" ripetè Ami.

"Alla faccia della persona normale... sarà meglio allontanarci da qui, prima di dare ulteriore spettacolo!" esclamò Rei.

"Senza contare che neanche ci pagano... però... non sarebbe una malvagia idea!" asserì Usagi, con l'aria di chi ha una lampadina accesa in testa.

"Diventerò IO malvagia, se non entriamo immediatamente in quel grattacielo del cazzo!" esclamò Rei, alquanto irritata.

Chibiusa, che era lì da tempo ma che non aveva ancora proferito parola, cominciò ad osservare in lungo e in largo tutta l'altezza del grattacielo. Le altre ragazze non si spiegavano il motivo della sua attenzione, quasi volesse scrutare qualche insignificante dettaglio nell'edificio inondato dalla luce del forte sole estivo.

"Chibiusa... che stai guardando?" chiese Usagi, dopo un momento di smarrimento.

"Non ricordavo che l'Istituto Mugen avesse una forma a... beh, sapete cosa..." disse lei con naturalezza.

...silenzio...

"Da quando in qua sai com'è fatto un..." cominciò Usagi, per poi venir bruscamente interrotta dalle altre.

"NON VOGLIAMO SAPERLO!" esclamarono in coro, prendendo le due ragazze per la collottola e trascinandole verso l'edificio in vetro e acciaio.

"Muoviamoci, non ho alcuna intenzione di fare altre figuracce!" disse Rei, mentre prendeva per orecchio Usagi.

"Ahia... il solo camminare in mezzo alla strada con te, Rei-chan, è una figuraccia... brutta e zitellona come sei..." replicò Usagi.

"COSA?" urlò Rei nell'orecchio di Usagi, con un'intensità tale che sicuramente, dopo tale trattamento, la nostra eroina (e pure maria, qua si fumano di tutto) avrebbe avuto bisogno di un apparecchietto Amplifon.

"Suvvia, ora non litigate!" esclamò Makoto, cercando di staccare le dita di Rei dall'orecchio della biondina, ormai diventato come una pizza napoletana con tanta di quella salsa da far nausea (considerazioni personali dell'autrice...).

"Le probabilità che Rei e Usagi smettano di litigare sono dello 0,0000000000006%" disse Ami, consultando il suo microcomputer.

"Ma in questa situazione o in questa vita?" chiese Chibiusa, che intanto aveva smesso di fissare l'edificio.

"Veramente la probabilità è riferita a questa vita e a tutte le cento possibili successive..." rispose seria Ami.

"Che dato rincuorante..." disse Makoto sarcastica.

"Vogliamo smetterla ed entrare nell'Istituto Mugen?" esclamò Rei, ormai al limite della pazienza.

"Sì ma prima dobbiamo staccare Minako da quei tizi... non sarà impresa semplice..." asserì Usagi, puntando il dito verso l'altra biondina.

"La probabilità che Minako telefoni a quei ragazzi dopo questo incontro è dello 0,000000000000001%"

***

Finalmente entrati (senza poche difficoltà) nell'ex Istituto Mugen, le sei ragazze si guardarono intorno per cercare un guardiano o comunque qualcuno che potesse indirizzarli. Usagi scorse una guardia vicino al bancone del bar della hall principale e si accostò all'uomo, che intanto stava sorseggiando una tazza di caffé.

"Buongiorno!" esclamò Usagi spuntando all'improvviso, facendo andare di traverso il caffé all'uomo, che ora sputacchiava come un cammello impazzito per riprendere fiato.

"Ma cosa... chi diavolo è lei?" esclamò l'uomo, mentre fissava Usagi con sguardo truce. Era un ammasso di 115 Kg di muscoli e per nulla amichevole... Usagi lo squadrò a lungo, ma non sembrava spaventata dagli atteggiamenti della montagna umana...

"Sei per caso un lottatore di wrestling in incognito?" chiese poi a bruciapelo.

L'uomo la fissò stupito per alcuni secondi, per poi riprendere la sua espressione truce e urlare: "NO! CHE CAZZO VUOI?"

"Ma come siamo gentili... di questo passo non troverai mai una ragazza!" esclamò Usagi, provocando ancora di più, senza saperlo, le ire del pover uomo, che a causa del suo lavoro notturno aveva perso la ragazza, interessata a ben altri tipi di attività notturne...

"NON SONO AFFARI TUOI!" esclamò l'uomo ormai al limite dell'irritazione.

"Ehi! Io non mi chiamo Pupo, anche se abbiamo la stessa altezza!" esclamò Usagi, puntando un dito verso l'uomo.

L'uomo vedeva sempre di più l'immagine della ragazza sfocare, per fare posto ad un sacco da boxe.

"Cosa... vuoi..." mormorò, mentre stringeva i pugni.

"Volevo solo sapere come si fa ad arrivare agli studios al quattordicesimo piano..." chiese Usagi.

"Lì... c'è... l'ascensore..." disse, puntando il dito verso una cabina al centro della sala, con un grande cartello luminoso affisso sopra: 'AI PIANI SUPERIORI'.

"Ah... allora grazie... e si ricordi di essere più gentile con le persone!" disse infine, allontanandosi. L'uomo ebbe il suo scatto d'ira finale, prese uno sgabello del bar e cominciò a fare a pezzi il locale, frantumando tutto ciò che trovava mentre altra gente provava a fermarlo. Quando riuscirono a fermarlo lo portarono su un'autoambulanza con una camicia di forza...

"I casi sono due: o Mamoru è un santo, oppure ha fatto un corso di meditazione zen!" esclamò Makoto, dopo aver contemplato insieme alle altre la scena profilatasi (AN: che è, l'enzima che produce preservativi? Scusate, piccole pazzie dovute all'esame di biochimica imminente...).

"Secondo me si è fatto asportare chirurgicamente la parte più selvaggia e ancestrale del suo cervello..." mormorò Ami.

"Noooo... se così fosse, Mamoru sarebbe un pezzo di ghiaccio, mentre invece, da quanto mi racconta Usagi, è capace di creare veri e propri fuochi artificiali..." esclamò Minako, con una leggera punta d'invidia...

...silenzio...

"COSA?" esclamarono tutte in coro tranne Minako e Usagi.

"Mina-chan! Ti avevo detto di non parlare alle altre delle nostre prodezze notturne!" esclamò Usagi, prendendo Minako per un braccio.

"Ma non c'è nulla di strano!" esclamò Minako, mentre Usagi tentava di zittirla.

"Però... quando stavo insieme a Mamoru era tutto tranne che una fabbrica di fuochi artificiali..." asserì Rei.

"Forse perchè la miccia non era ancora ben intrecciata..." ridacchio Minako, mentre ad Usagi cominciò ad uscire vapore dalle orecchie.

"VOGLIAMO SMETTERLA DI FARE QUESTE BATTUTE? Che peraltro sono anche volgari e che, nota cara Mina-chan, NON FANNO RIDERE!" esclamò d'un fiato Usagi.

"Non fanno ridere te, ma a me sì!"

"Comicità volgare e ridicola!"

"Ma senti chi parla! Quella del self condom!"

"Volete smetterla per favore...?" sospirarono le altre esasperate, mentre cercavano di coprirsi la faccia per non rendersi partecipi alla grandissima figura di merda alla quale erano (ovviamente) condannate...

***

"Siamo sicuri che questo è il piano degli studios?"

"Quattordicesimo piano, se ho digitato bene il tasto..."

"Ecco, è di questo che mi preoccupo, mia cara Usagi..."

"Vuoi dire che non so contare?" esclamò la biondina affrontando con lo sguardo la mora.

"È già tanto se sai fare 2+2!" replicò Rei.

"La volete finire?" esclamò disperata Makoto, mentre divideva le due "Ora dobbiamo trovare l'ufficio del programma Camera Candita!"

"Chiediamo a qualcuno?" propose Usagi.

"NO!" fu la secca risposta delle altre cinque.

"E come facciamo allora?"

"Ci dividiamo e cerchiamo!" propose Rei "Allora, facciamo Minako e Makoto, io con Ami e Chibiusa con Usagi. D'accordo?"

"D'accordo!" dissero le altre in coro, Usagi esclusa.

"Ehi! Io non voglio andare con la poppante!" esclamò, indicando Chibiusa.

"NON SONO UNA POPPANTE!" esclamò Chibiusa, con il volto che trapelava irritazione e offesa.

"Cosa? Scommetto che dormi ancora con il peluche!" esclamò Usagi.

"Se consideri un ragazzo che è un gran bel figazzo come un peluche, allora sì!"

...silenzio...

"Le generazioni odierne sono davvero diverse dalle nostre... io a sedici anni dormivo ancora con il peluche..." asserì Minako.

"Del tipo di Chibiusa?" chiese Rei.

"No, del tipo Teddy Bear..." asserì Minako.

"Ma chi, quel Winnie the Pooh del terzo anno di superiori?" azzardò Makoto.

"Mako-chan... stiamo parlando di peluche veri, non di persone..." disse Minako.

"Perché, era una persona?" cominciò Makoto, perplessa.

"Ok, lasciamo perdere... dividiamoci e cerchiamo questo cavolo di ufficio!" esclamò Usagi, che voleva assolutamente veder chiuso questo argomento... non è da tutti scoprire che tua figlia a sedici anni avrà un ragazzo ancor prima che nasca...

***

"Usagi, sei sicura che non ci siamo perse?" cominciò a protestare Chibiusa, mentre camminavano nei lunghi e intricati corridoi del piano.

"Ma no... ho un ottimo senso dell'orientamento!" esclamò Usagi alzando due dita in segno di trionfo.

"Sarà... ma io sono convinta che stiamo girando in tondo..." disse Chibiusa.

"AH-AH!" esclamò improvvisamente la biondina puntando un dito verso una porta "Eccolo qui! 'Canditi'. Sarà sicuramente questo!"

"Ma non era 'Camera Candita?'" domandò perplessa la ragazza dai capelli rosa.

"Sottigliezze!" protestò Usagi, con aria noncurante.

"Sì... come self control e self condom... sottigliezze..." commentò sarcastica Chibiusa.

"Appunto... sottigliezze..." asserì Usagi, mentre si avviava verso lo studio.

***

"Bene care telespettatrici, dopo aver aggiunto un albume d'uovo montato a neve al nostro impasto..." disse il conduttore del programma mentre versava il contenuto di una ciotola in un'altra, per poi fermarsi e fissare un punto non precisato dello studio, decisamente incredulo.

"Ma sei proprio sicura che questo è lo studio?"

"Ma sì, fidati! Andiamo lì, quel tipo deve essere l'organizzatore!"

Il cuoco fissò stralunato le due ragazze con i codini che si avvicinavano a lui con naturalezza e disinvoltura.

"Buon giorno, mister! Siamo qui per partecipare al suo programma!" esclamò Usagi, con un sorriso stampato sul volto.

"Ah... siete per caso due fuori programma?" chiese sempre più stupito l'uomo che poco prima armeggiava con gli attrezzi da cucina.

***

In un punto imprecisato del piano 14...

"MA QUELLE CHI DIAVOLO SONO?"

"Ma che ne sappiamo, sono entrate nello studio senza preavviso... eppure c'era l'ON AIR illuminato sopra la porta d'ingresso!"

"Qualcuno le levi da lì, siamo in diretta e ci stanno ROVINANDO IL PROGRAMMA!"

***

"Fuori programma? No! Stiamo chiedendo di partecipare al vostro show..." disse Usagi.

"Come? Ma il nostro programma non prevede ospiti..." affermò l'uomo, sempre più stupito.

"Ma chi sta parlando di ospiti! Io devo partecipare attivamente a questa cosa!" esclamò la ragazza, piuttosto irritata.

"Attivamente? Ma che sta dicendo signorina? Noi non facciamo partecipare attivamente i nostri telespettatori!" asserì l'uomo, confuso.

"COSA? Allora voi mentite sulla pubblicità che fate sui giornali! Siete degli imbroglioni!"

"Ma noi non facciamo pubblicità al nostro programma sui giornali!" esclamò l'uomo, ancora più esasperato.

"Come no! Volete farmi credere che fate gli scherzi all'insaputa dei telespettatori?"

"Cosa?"

"Ma sì! Ora ho capito! Producete queste torte da dare in faccia ai telespettatori che vengono qui a chiedere di partecipare al vostro programma, vero?" esclamò la ragazza con veemenza.

"Ma quali torte in faccia! Questo è un programma di cucina d'alto livello!" esclamò il cuoco.

"Ah ah, ma tanto non ci casco!" urlò Usagi, prendendo la ciotola con l'impasto "completerò questa torta prima che lei possa spalmarmela in faccia!"

"U-Usagi... forse abbiamo sbagliato studio..." balbettò Chibiusa, mentre tentava di tirare indietro la biondina.

"Sta zitta poppante! Ora ti insegno io come si fa una torta da sbattere in faccia, Mr. Imbroglione!"

***

Da un pianeta lontanissimo sperduto nell'universo (che sappiamo essere Kimnoku)...

"Seiya, che stai facendo davanti alla TV?" domandò un ragazzo dai capelli bianchi e un codino così lungo che l'avevano proclamato primo spazzino reale di Kimnoku.

"Stavo vedendo un programma di cucina trasmesso sulla Terra... ad un certo punto è piombata Odango... ma che ci fa lì?"

"Già! È la principessa! Ma che ci fa lì in quel programma di cucina proprio lei che non sa fare neanche un uovo al tegamino? (AN: come mia sorella...)" esclamò il secondo spazzino reale, dai capelli castani e incredibilmente alto.

Il terzo spazzino reale, un po' meno effeminato degli altri due, dai capelli neri sempre estremamente lunghi, cercò invano di dare una risposta agli altri.

"Boh, forse c'è qualche nemico..."

"Ehi, ma non vi ricorda qualcosa?" asserì Taiki.

"Già, è come quella volta che... come quella volta che..." balbettò Yaten, per poi fissarsi l'un l'altro con gli occhi spalancati.

"TUTTI AL RIFUGIO ANTIATOMICO!"

***

"Pedro, perchè mi hai tradito?"

"Carmencita, non facciamo più l'una per l'altra!"

"Ma Pedro, siamo sempre stati così uniti, legati, appiccicati... come una cozza attaccata allo scoglio!"

"Finalmente ammetti di essere una cozza..."

Makoto e Minako erano rimaste imbambolate seguendo l'anteprima della loro telenovelas preferita, 'Cuori in ammollo', dimenticandosi completamente della loro... ehm... 'missione', se così possiamo dire...

"Oh no Pedro... non puoi farle questo..." mormorò Minako mentre si asciugava le lacrime con un fazzoletto.

"Perchè la offendi così? Potevi almeno dirle che è un'ostrica!" singhiozzò Makoto, asciugandosi anche lei le guance.

"Volete smetterla di commentare? Stiamo girando!" esclamò sottovoce un cameraman.

"Non rompere!" esclamarono le due con sguardo assatanato, rimettendo il cameraman al proprio posto.

***

"Ami-chan... sono due ore che stai armeggiando con il tuo microcomputer... si può sapere dove mi stai portando?"

"Sto valutando tutte le possibili variabili, Rei-chan... quando finirò riusciremo con precisione assoluta a giungere allo studio!"

"Con precisione assoluta ci credo... è il quando che mi preoccupa..."

***

Un punto imprecisato del piano 14...

"Dannazione... non riusciamo a trovare qualcuno che sappia proporci uno scherzo decente!"

"Lo sappiamo Higuchi-san... abbiamo cercato di selezionare le persone più interessanti... ma..."

"Lo so ragazzi... lo so che il vostro staff lavora duro... ma qui dobbiamo trovare qualcosa di interessante, altrimenti il nostro programma Camera Candita andrà a farsi friggere! (AN: se non frigge prima il piano 14...)"

"E questo significa che non avremo la tredicesima?" esclamarono i ragazzi dello staff.

"Andrete in cassa integrazione e io con voi, se non ci diamo da fare!" esclamò l'uomo che chiamavano Higuchi.

"Ma come facciamo? Come si fa a trovare qualcosa di davvero adatto? Che canoni dovremmo usare? (AN: o cannoni, vista la situazione...)" esclamò uno dei ragazzi.

"Accidenti! Abbiamo bisogno di qualcuno di... sì, di qualcuno di davvero ESPLOSIVO!"

KAA-BLAAAAAMMMMMM!

***

Pianeta Kimnoku...

"Siamo tutti salvi?"

"A quanto pare siamo riusciti ad evacuare tutta la popolazione prima che giungesse il cataclisma, Seiya!"

"Ah, perché, il Berlusca ha vinto di nuovo le elezioni?" disse Yaten con naturalezza.

"No stupido! Usagi ha combinato uno dei suoi soliti disastri!" esclamò Taiki esasperato.

"Accidenti... si ammazza quasi per salvare l'intero universo da Galaxia e poi in pochi secondi è capace di radere al suolo un intero pianeta..." contemplò Seiya, osservando le (ormai) rovine del suo mondo.

***

"Cosa è stata questa esplosione?" esclamò Rei, mettendosi sull'attenti.

"Rei-chan! Non farti distrarre dai rumori. Ricordati che dobbiamo essere concentrate al massimo per adempire alla nostra missione!"

"Ma... quella era... era un'esplosione..." asserì Rei stupita dall'atteggiamento dell'amica.

"In questo momento non è la nostra priorità! Dobbiamo trovare lo studio!" esclamò Ami.

"Accidenti... ma prendi sempre tutto così sul serio?"

"È importante avere degli obiettivi fissi!"

"Vuoi dire che se il mondo dovesse crollare da un giorno all'altro tu faresti comunque i compiti il pomeriggio?"

"Esattamente!"

"..."

***

Studio dove giravano 'Cuori in ammollo'...

"Pedro, non puoi lasciarmi così dopo tutto quello che abbiamo passato... e poi, ricordati... c'è ancora Pablo, nostro figlio! E poveraccio, lo sai che è cieco, zoppo, sordo, muto, cerebroleso, ed ha anche perso la memoria! Non puoi mollarlo così!!!"

"Carmencita... Pablo non è nostro figlio... è mio nonno!"

"Ooooooooh!" esclamarono Makoto e Minako con un sospiro, ovviamente inconsapevoli... ehm... dell'esplosione...

***

"CAPO! COSA È SUCCESSO?"

Una parete tra due studios era crollata, rivelando a Higuchi-san e al suo staff quello che DOVEVA essere lo studio di registrazione del programma 'Canditi'...

"Ops... cos'è successo al forno?" esclamò una testa bionda, facendosi strada tra quintali di una strana massa biancastra e appiccicosa.

Il cuoco della trasmissione, la cui faccia ormai somigliava più ad una torta bruciata, era letteralmente incazzato nero.

"MA IO... IO TI STROZZOOOOO!" esclamò, pronto a fiondarsi sul collo della biondina.

"Non lo faccia!"

Il cuoco, Usagi, lo staff di Camera Candita e Chibiusa, che nel frattempo era riuscita a liberarsi dal malefico impasto grazie al potere dei Piccoli Cuori Rosa, si voltarono verso Higuchi-san.

"Tu biondina! Sei perfetta! Sei la persona che cercavamo! Vuoi entrare a far parte del mio programma?" chiese, speranzoso.

"Come? Io?" balbettò Usagi, puntandosi.

"Sì tu! Sei davvero perfetta!" esclamò l'uomo, congiungendo le mani a mò di preghiera.

"Mi dispiace... ma io devo partecipare a questo programma..." cercò di spiegare lei.

"MA CHI TI HA INVITATA?" esclamò furente il cuoco, che, poveraccio, aveva le coronarie messe a dura prova.

"Questo è il programma degli scherzi, e a me serve parteciparvi!" esclamò Usagi puntando il cuoco.

"NOOOOO! QUESTO È UN PROGRAMMA DI CUCINA DI ALTO LIVELLO! AAAARGGGHHHH!" urlò infine con voce strozzata, portandosi le mani al collo e stramazzando al suolo.

"Secondo me questo qui era parente alla guardia del piano terra..." contemplò Usagi.

"Sì, sì perfetto! Sei davvero fantastica, biondina! Saresti capace di far perdere la pazienza anche a Gandhi! Sei davvero indicata per il mio programma!" asserì eccitato Higuchi, mentre si strofinava le mani.

"Tranne al suo ragazzo..." asserì Chibiusa mentre arrancava nell'impasto.

"Come?" chiese Higuchi.

"Beh, non riesce a far perdere la pazienza al suo ragazzo..." asserì Chibiusa.

"Questo perchè lui dice di possedere self condom!"

"Ehm... si dice self control, Usagi..."

"Sottigliezze! Comunque ben presto non si vanterà più di possedere self condom, dopo lo scherzo che quelli di Camera Candita mi organizzeranno!" esclamò Usagi trionfante, puntando un dito verso il cielo.

"Tu... tu hai intenzione di fare uno scherzo... uno scherzo al tuo ragazzo?" esclamò Higuchi-san, mentre gli brillavano gli occhi dall'eccitazione.

"Ehm... sì..."

Higuchi gli tese la mano verso Usagi. "Sono Higuchi-san, direttore del programma Camera Candita! Sento che questo sarà l'inizio di un lungo sodalizio tra noi due, mia cara!"

***

Ex Istituto Mugen... qualche piano sottoterra...

"Cosa diamine era questa esplosione? È... è forse il ritorno del grande signore Pharaon 90? Ohhh! Devo prepararmi a riceverlo!" disse la creatura con un sorrisetto malvagio, per poi assumere un espressione più pensosa. "Mmh... solo che non so... che colore va di moda quest'anno? NON HO INTENZIONE DI FARE FIGURACCE!"

***

FINE SECONDO CAPITOLO

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