Da un caso... di Miss Trent (/viewuser.php?uid=11020)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutta colpa di un incubo ***
Capitolo 2: *** Qualcosa sta cambiando... ***
Capitolo 3: *** Scherzi del destino ***
Capitolo 4: *** Solo undici giorni ***
Capitolo 5: *** I miss you ***
Capitolo 6: *** Abitudine ***
Capitolo 1 *** Tutta colpa di un incubo ***
Da un caso...
salve a tutti, mi chiamo Miss Trent e questa è la
mia prima fic. è su una coppia che personalmente adoro. spero vi piaccia ma
soprattutto che siate clementi nel giudicarla! ^__^
colgo l'occasione per salutare Daja88, la tua fic
"cambiamenti" è bellissima, spero che la vorrai aggiornare al più presto!
ma ora bando alle ciance...cominciamo!
01. tutta colpa di un incubo
Nina
si svegliò all’ improvviso, con il fiato che le mancava. Faceva caldo ed era
tutta sudata, se ne accorse dal fatto che il baby-doll le si era appiccicato
addosso. Aveva appena avuto un incubo, ma non riusciva a ricordarlo. “Maledetto”
sibilò rigirandosi su un lato. Ma non riuscì ad addormentarsi. Quell’ incubo
ormai l’aveva svegliata. Senza pensarci troppo su, si alzò ed entrò in bagno.
Accese la luce e si diresse verso il lavandino. Si stava sciacquando la faccia
quando si bloccò per guardarsi allo specchio… I capelli biondissimi scendevano
ancora arruffati sul viso e nascondevano lievemente due splendidi occhi azzurro
intenso, che la carnagione pallida metteva in risalto insieme alla bocca rossa e
delicata. Anche con i segni della stanchezza era sempre bellissima. Il rumore
dell’acqua che scorreva la scosse da quel torpore in cui era caduta contemplando
la sua immagine…Odiava perdere tempo. Chiuse l’acqua e si asciugò. Guardò l’ora
sulla sveglia: le 4:21. Neanche troppo tardi…Fece una doccia e si vestì
indossando dei jeans e una maglietta nera con il cappuccio. Aveva deciso che
sarebbe uscita per prendere un caffè al bar, se mai ne avrebbe trovato uno
aperto a quell’ora. Prese il coltello (la città non è sicura di notte,
specialmente se sei una donna), lo nascose nello stivale e uscì. Dovette
camminare parecchio, accompagnata solo dal rumore dei suoi tacchi, prima di
trovare un locale aperto. Entrò e si sedette al banco. Il bar era vuoto, solo un
uomo sedeva ad un tavolino non lontano. Nina lo guardò… l’aveva già visto…quel
modo di appoggiarsi…eppure era nell’ombra, quindi non poté scorgerlo in viso. Il
barista le si avvicinò.
-Desidera?-
-Un
caffè doppio, grazie- fece lei, asciutta.
Il
profumo del caffè fumante parve tirarla su, mentre era assorta nei suoi
pensieri…
Solo
una settimana prima aveva quasi compiuto un altro dei suoi mortali incarichi al
soldo della Mafia, ma l’organizzazione era stata scoperta e lei era stata
costretta a scappare. Ora aveva trovato un appartamento in un quartiere
abbastanza tranquillo, e poteva anche non preoccuparsi troppo della polizia.
Senza
accorgersene, tornò a fissare lo sconosciuto, e sentì di nuovo la sensazione che
l’aveva pervasa poco prima…una curiosità rodente, crescente…voleva scoprire chi
si celava dietro quell’ombra. Per la seconda volta in quella sera si scosse dai
pensieri. Non era mai stata così curiosa in maniera esagerata o molto emotiva.
Neanche la scoperta del figlio avuto a sua stessa insaputa durante il sonno
crio-indotto l’aveva toccata più di tanto…non sentiva neanche il bisogno di
cercarlo o di parlargli, conoscerlo. Eppure c’era qualcosa in quell’uomo…Non
appena questo si alzò, Nina portò istintivamente la mano vicino al coltello. La
cosa le piaceva sempre meno. Eccolo, stava uscendo dall’ombra: era molto alto, e
aveva il fisico di chi passa molte ore in palestra. Purtroppo il cappuccio della
felpa era alzato e quindi il viso era indistinguibile. Nina lo vide avvicinarsi
al bancone e potè sentirlo dire al barista:
-Quant’ è?”-
Una
voce profonda, che lei aveva già sentito.
“Non
è possibile!” pensò. Era stupita…dunque era vero ciò che si diceva, era in
città!
-Jin…- disse quasi in un bisbiglio. L’uomo si fermò con la mano sulla porta.
-Ma
chi diavolo..- iniziò lui girandosi, ma le parole si fermarono. –Nina Williams?-
L’espressione rude che lo aveva accompagnato fino a quel momento si distese,
lasciando il posto ad uno sguardo...gentile?.
-Mia
cara Nina!- (mia cara?) –Che piacere vederti! (piacere?) Spero che non sia qui
per tentare di uccidermi un’altra volta!-
-No
Kazama, dovresti saperlo che ora…- ma non finì la frase perché si alzò e andò a
pagare. (non si può parlare di cose segretissime in un bar qualsiasi no?
NdAutrice ^__^)
Quando uscì, Jin l’aveva aspettata.
-Dovrei sapere cosa, di preciso?-domandò in tono professionale.
-Che
non sei più tu il mio obiettivo. Non ho più obiettivi. Punto.- rispose lei.
Ora
il ragazzo aveva abbassato il cappuccio, lasciando vedere il viso. Era molto
cambiato. I lineamenti si erano induriti, gli occhi erano stanchi il volto era
smagrito. Lontano dal Jin di un anno prima, con l’espressione fiera e lo sguardo
orgoglioso. Nonostante tutto era davvero bellissimo, con i capelli corvini che
cadevano spettinati sugli occhi. Anche Nina se ne accorse. Non era un suo
obiettivo da uccidere ora. Per fortuna.
-Cosa
ci fai in giro alle cinque del mattino?- disse, un po’ incespicando nelle
parole. Che stava succedendo?
-Non
c’è più pace per me, non c’è più pace…- rispose lui enigmatico.
-Vorresti parlarne?- (parlare? da quando Nina ascoltava la gente?)
-Mah…ti accompagno a casa- fece Jin – ma devi promettermi che non mi uccidi.-
concluse.
-Te
l’ho già detto. Basta con questa storia. Andiamo allora, è di là- Nina era
sempre più stupita del comportamento del ragazzo.
Iniziarono a passeggiare verso casa di lei. Parlavano come due normali amici che
si ritrovano dopo tempo. Arrivati, Jin le chiese: -Allora, impegni per la
giornata?-
“Mah…solo pensare al mio futuro, che probabilmente sarà in qualche prigione o in
una fossa…” pensava Nina.
–Nessuno.-
“Massì, chi se ne frega, questo periodo devo viverlo come le persone normali…”
–Pensavo di andare un po’ al dojo per allenarmi, sai il prossimo torneo non è
poi così lontano e io vorrei essere pronta per allora. Magari vincerlo, anche…-
concluse con una nota di amarezza nella voce.
-Il
mio nonnino ha organizzato un’altra di queste buffonate…comunque io parteciperò
lo stesso, solo perché devo batterlo. Voglio vendetta!- e sferrò un pugno alla
vicina cassetta della posta, che si ammaccò non poco.
-Ti
auguro di riuscirci, allora.- disse lei –Ora vado, vorrei arrivare al dojo il
più presto possibile e…-
-Perché andare fino al dojo a prendertela con dei sacchi quando puoi lottare con
un avversario in carne e ossa? disse Jin sorridendo ironico.
-Scusa?- Nina non capiva.
-Avanti. Vince chi tocca terra con le spalle per più di cinque secondi.-
continuò lui.
-Si,
certo!-
-Guarda che dico seriamente.- disse lui con uno sguardo obliquo.
-Appunto. Io anche. Ho proprio bisogno di sfogarmi, ma vedi di non sfigurarmi la
faccia con lividi o altro, ok?- Nina era serissima.
-Vedrò quello che posso fare…al tre. Uno, due..- il tempo di un rapido sguardo-
e tre!-
Si
scagliarono l’una contro l’altro e iniziarono a darsele di santa ragione, tutto
però in un silenzio sorprendente. Ad un certo punto Nina eseguì una presa
particolarmente complicata, a giudicare dalla faccia dell’altro molto dolorosa,
ma qualcosa andò storto e la ragazza cadde a terra tirandosi sopra Jin. Eccoli
ora nella classica situazione da film, con le rispettive facce ad una distanza
di pochi centimetri. (Ed ora che succede? Si baciano? Noooo…non sono mica così
scontati! NdAutrice)
-Nina…perché
non usciamo insieme, stasera? –
(Totale assenza di
pensieri per Nina)
-EEEEH? Ma che dici?- disse lei sgusciando da sotto il ragazzo e mettendosi in
piedi. -Tu non stavi con quella, come si chiama…ah, non stavi con Xiaoyu?-
-Oh,
pensavo lo sapessi…tra me e Xiaoyu non va più…ci siamo lasciati tre mesi fa. Lei
si è messa con Panda- fece lui trattenendo un sorriso.
Nina:
o__O???
Vedendo la sua faccia, Jin si affrettò ad aggiungere: -Nel senso che sembrava
voler più bene a quell’animale che a me…non ti preoccupare, stavo scherzando!-
-Non
sembrava…e comunque puoi aspettarti di tutto da una come Xiaoyu ^__^!- disse
Nina con un sorriso. –Anch’io scherzavo, eh?– aggiunse poi.
Ma
Jin pensava :“Anche se io la amavo tanto Xiaoyu…come ho fatto a disinnamorarmene…Vuoi
vedere che…”
--------------------INTERVALLO-----------------------
Jin:-AUTRICEEEE!!!!!-
Autrice: Siiiiiiiiii
J: Perché Xiaoyu non
mi piace più? (scusa il gioco di parole)
A : Ci serviva un
personaggio maschile da accostare a Nina, senò la storia come va avanti?
J: Ho capito ma
perché proprio io?
A: Perché tu eri
l’unico che rimaneva dopo una dura selezione! Vediamo…Steve no, perché è suo
figlio. Lee Chaolan non si capisce da quale sponda sta…Paul no perché è troppo
vecchio per Nina e poi inizia a menare le mani…Hwoarang non è adatto…visto che
sei tu l’unico?
J: Ma Xiaoyu…a me
piacev…
A: Senti, qua
comando io va bene? Facciamo che lei ora è felicissima in un Luna park a Beijing,
e di te non si ricorda quasi più. Anche se…lasciatelo dire…io Xiaoyu non ce la
vedevo accanto a uno come te…tu meriti di meglio, non so…me ad esempio!
J: O___O???
A: AH AH AH! Ci sei
cascato! Comunque tu adesso vuoi assolutamente uscire con Nina capito???
J: Perché???
A: Uffa ma sei
proprio cretino!! Quando siete caduti uno sull’altra l’hai guardata bene in
faccia e ti sei reso conto di quanto fosse... come si dice...bona!!! Ma siccome
NON sei un animale e hai anche un cuore (VEROOO??) le chiedi di uscire per
poterla conoscere. Senti che nel tuo cuore (e non solo…;-) si sta smuovendo
qualcosa. Così ti va bene? Ora però TORNA A LAVORAREEE!!! Ma soprattutto non mi
interpellare MAI PIÙ MI SONO SPIEGATA???
--------------FINE INTERVALLO--------------
Scusate l’interruzione (tanto mi avete presa per pazza lo so ^___^)
Restarono pochi secondi in silenzio, poi Jin disse: –Guarda che non abbiamo
ancora finito!-
-Ah,
già!- mormorò tra sé la ragazza, e subito fece per tirargli un pugno. Ma Jin fu
più veloce e la bloccò spalle al muro con entrambe le mani.
–E tu
non mi hai ancora risposto…- le sussurrò malizioso.
–Io
esco solo con uomini morti- rispose Nina.
Con
un movimento veloce allora Jin afferrò il coltello nascosto nello stivale della
ragazza.
–Sempre uguale…- disse osservandola divertito, poi fece per portarsi l’arma alla
gola, come per tagliarsi.
-MA
CHE CAZZO FAI!!!- gridò Nina lanciandosi a recuperare il pugnale.
-Hai
detto che esci solo con uomini morti! Ridammelo!- disse lui sorridendo.
-Tu
hai qualche rotella fuori posto, amico mio…- mormorò Nina riponendo il coltello
nello stivale. –Va bene, accetto, ma è solo per evitare che tu ti faccia del
male inutilmente!- "Cosa??? Accetto??"
-Benissimo!- esclamò Jin raggiante. –Decidi tu dove e quando!-
-Si,
così magari mi pago pure il conto da sola! Se sei tu che mi hai chiesto di
uscire!- fece lei fingendosi risentita.
-Oh,
giusto…allora…stasera alle nove, ti passo a prendere io. Va bene così?- disse il
ragazzo in tono pratico.
-Uhm…- inizio Nina.
-Ormai l’hai detto!- esclamò Jin.
-Sembri un bimbo piccolo…va bene, va bene. Ma dove?-
-Non
credo che il buon vecchio Law avrà problemi a trovarci un tavolo tranquillo nel
suo ristorante…- rispose lui con un’espressione speranzosa.
-Oh,
ok. Hai fatto bene a scegliere il ristorante di Law. Almeno non darai troppo
nell’occhio.- disse Nina incoraggiante. “E io non dovrò preoccuparmi di quel
poliziotto che mi sta sempre alle calcagna…”(Lei Wulong, NdAutrice) pensò poi.
-Molto bene, allora, mia dama. La passerò a prendere alle nove in punto, con il
mio destriero- proferì pomposo Jin mentre accennava ironicamente un inchino.
–Non mi ucciderai, vero?- aggiunse rialzandosi.
-Ti
ho detto di finirla altrimenti ti uccido davvero!- disse Nina ridendo -e vedi di
essere puntuale, a me non piace aspettare.-
-Ogni
suo desiderio è un ordine. Non è detto che non mi troverai al dojo, se mi va.-
rispose il ragazzo.
-Ok,
ma ora devo proprio andare. Allora a stasera.- fece lei prendendo le chiavi
dalla tasca.
-A
stasera!- fu il saluto allegro di Jin, che si tirò su il cappuccio della felpa e
si incamminò fischiettando.
“Strano, molto strano” pensava Nina rientrando in casa e dirigendosi verso il
frigorifero. “Come mai mi ha chiesto di uscire, così, di punto in bianco? Che
sia una manovra del vecchio Mishima? No, non è possibile, si odiano…” “Ma perché
devi essere sempre così sospettosa, Nina?” chiedeva una vocina dal profondo
della coscienza. “Se non fossi così sospettosa a quest’ora sarei già bell’ e
morta” rispondeva un’altra parte del suo ego, da qualche punto imprecisato del
suo cervello. –Basta! Mi ha chiesto di uscire solo perché gli interesso- disse a
voce alta alla fine come per convincersi. La sua diffidenza verso altri esseri
umani a volte diventava davvero pesante…Persino il pensiero di essere oggetto
d’interesse per qualcuno la turbava. Certo, aveva sedotto molti uomini, ma tutti
poi erano finiti ammazzati con due o tre proiettili piantati qua e là o con la
carotide ridotta in pappa…In questo campo la vera esperta era sua sorella Anna.
Nina si chiedeva spesso come cavolo facesse ad “andare d’accordo” con il primo
che passa. Una capacità innata, forse.
Si
preparò una colazione a base di latte e cereali e dopo andò a mettersi qualcosa
per il dojo. Scelse una maglietta bianca molto aderente e dei pantaloni neri che
le arrivavano al ginocchio, e mise le solite scarpe da ginnastica.
________________________________________________________________________________________________________
Beh...com'era? spero di pubblicare il
prox cap al più presto. Ma non vi preoccupate, la storia dura "solo"
4 capitoli! grazie per aver letto ^__^...commentino?please
Miss Trent
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Capitolo 2 *** Qualcosa sta cambiando... ***
02
ecco il secondo capitolo...
è un po' corto rispetto agli altri...enjoy guys!
02. qualcosa sta cambiando...
Quando uscì di casa
il sole era appena sorto e l’aria era tiepida. Si sentiva più tranquilla ora che
non aveva incarichi da portare a termine. Non sarebbe stata ingaggiata per
qualche tempo, ed in qualche modo questo pensiero la sollevava.
“E’ tutto così
strano…sto facendo cose che prima non avrei mai pensato di fare…Noo, vuoi vedere
che…”
--------------2°
INTERVALLO--------------
Nina: EHI AUTRICE!
A: ANCORA?? MA CHE VOLETE ADESSO???
Avevo detto di non tirarmi più in mezzo!!!
N: Ehi, scusa ok? Volevo solo
dirti, ma che mi fai fare mai?
A: Allora, Topa Gigia l’ho già
detto a quel ritardato del tuo amico e te lo ripeto PER L’ULTIMA VOLTA CAPITOOOO!!!!
QUESTA E’ UNA FIC OOC dove i personaggi non sono quello che sono!!!
N: o__O??? Come sarebbe “non sono
quello che sono”?
A: Nel senso che il carattere dei
personaggi si discosta da quello originale! Ma perché ho scelto proprio te per
questa fic…sarei andata più comoda con Anna, lei non si fa tanti problemi!
N: Beh, grazie, lo sanno tutti che
è una troia !!!
A: Non esulare dal
discorso!!!(esulare???) Non si parla di questo! Io intendevo nel senso che Anna
è più facile da inserire in una fic rispetto a te!
N: E perché????
A: Oh, Nina, io ti voglio tanto
bene, sei la mia preferita tra tutti i personaggi di Tekken, ma, detto
sinceramente, hai una storia dietro che sembra scritta da un allucinato! Prima
ti congelano come una scatola di piselli, poi un mostro che dice di essere il
dio della lotta ti risveglia e ti possiede, perdi la memoria, poi la riacquisti,
scopri di avere un figlio che ha la tua stessa età, e per giunta uccidi gente
dietro compenso…viene da chiedere se mangi e vai in bagno come tutti gli esseri
umani!
N: Quindi tu hai deciso di rendermi
più umana??? ^__^
A: Non più umana, più donna! Te l’ho
detto, è una fic OOC! Non per forza devi essere l’assassina fredda crudele e
solitaria di sempre, puoi provare sentimenti, se vuoi! Comunque, mi stai facendo
perdere tempo, e la storia è ancora ferma. Tu tornatene dove stavi e non
preoccuparti, faccio tutto io. Basta che LA SMETTETE DI CHIAMARMI PER LA MINIMA
COSA! E’ CHIARO??? >__<
-------------FINE DEL 2° (E SPERIAMO
ULTIMO) INTERVALLO--------------
Dicevamo, Nina si
sentiva davvero in pace con il mondo. Pensava tutta queste cose mentre si
metteva in macchina e andava al dojo. Ma era successo tutto così in fretta…Anche
Jin era difficile da scacciare dalla mente. Il modo in cui l’aveva guardata poco
prima di andarsene...era indecifrabile…
Arrivata
all’ingresso della palestra si fermò.
“Non è detto che non
mi troverai al dojo, se mi va”. Si ricordò delle parole di Jin. E se ci fosse
venuto davvero? Che cosa avrebbe fatto? Di che cosa avrebbero parlato?
Entrò e pagò. “Non
avrei mai dovuto vedere ‘Il tempo delle mele’, porca vacca” pensava. La
situazione stava sfuggendo di mano…stava ad arrovellarsi il cervello come una
ragazzina.
-Ehi Nina! NINA!-
Si voltò con una
stretta al cuore. Era solo Paul, che le sorrideva con una faccia secondo lui
attraente.
-Cavoli, Phoenix, mi
hai fatto prendere un colpo.-
-Da quando i colpi
li prendi? Li hai sempre dati…E forti pure…- accompagnò queste ultime parole con
una smorfia del viso e massaggiandosi un braccio.
-Non ti è ancora
passato? Oh povero piccolo…immagino che dovrai aspettare altro tempo prima che
la bua ti passi…- commentò lei ironica.
-Veramente volevo
chiederti la rivincita.- spiegò Paul.
-Non ti è ancora
andata giù che ti abbia battuto l’altra settimana, e quella prima, e quella
ancora prima, e quella ancora prima...-
-Uhm, vediamo-
iniziò fingendo di pensare intensamente. -No, direi proprio di no- concluse con
un sorriso stupido.
-Non avevo in
programma combattimenti corpo a corpo oggi…- cominciò a dire lei.
-Corpo a corpo con
te io non voglio combattimenti…- disse l’uomo con un’espressione eloquente.
-Ti avrei già
spaccato la faccia se fossi stata in vena, oggi- rispose Nina con aria scocciata
“e poi è pieno di puttane là fuori, se proprio non ce la fai da solo.” (Brava!!! NdAutrice)
Paul aprì la bocca
per rispondere, ma non ne uscì alcun suono. (Ah ah ah!)
-Bene, se non hai
niente da dirmi, vado ad allenarmi. E non fare quella faccia, tanto lo sapevi!-
disse la ragazza.
Ci mancava anche
Paul Phoenix. Non che non fosse simpatico, ma non perdeva occasione per
provarci. Puntualmente rifiutato.
Raggiunse lo
spogliatoio, lasciò il borsone e dirigendosi verso il sacco da boxe si passò le
bende intorno alle mani. Iniziò a picchiare duro, per scaricare tutta la
tensione, ma anche per cercare di non pensare a Jin. Stava decidendo cosa
avrebbe dovuto mettersi quella sera, ma senza arrivare ad una conclusione.(Nina
Williams che decide cosa indossare?) Pantaloni? Li metteva sempre. La giacca di Armani? Non doveva mica andare ad una sfilata di moda... Abito lungo? Era solo
un’uscita così…
“Sembro mia sorella”
pensava. “Anche se…con la minigonna di jeans, un top e scarpe alte non dovrei
sbagliare. Si, così va bene.” Almeno il problema abiti l’aveva risolto. Ma
rimaneva qualcosa...non sapeva spiegarlo...non si era mai sentita così strana.
Passò tutto il
giorno ad allenarsi, e tornò a casa per prepararsi ad uscire. Fece prima una
lunga doccia, insaponandosi con il bagnoschiuma al caprifoglio che le piaceva
tanto, poi uscì e avvolta nell'asciugamano aprì il grande armadio. Ci vollero
dieci minuti per trovare i vestiti, nascosti nei meandri più impensabili del
mobile. Dopo aver estratto trionfante il top nero e la minigonna che doveva
indossare, si vestì e ritornò in bagno per truccarsi. Niente di particolare, un
tocco di matita in tinta con il colore degli occhi, un gloss brillante e
l'immancabile fondotinta pallido. Così era anche più bella di quando aveva il
trucco più marcato.
Stava per mettersi
le scarpe quando sentì un rombo in fondo alla strada. Non ci fece molto caso,
poi quando sentì suonare il campanello collegò le due cose e capì che era Jin.
Infatti era proprio
lui, e quel rombo era della sua moto.
-Ciao! Allora sei
pronta?- la salutò lui tutto allegro.
-Quasi...mi mancano
le scarpe e sono da te. Ma entra, non restare sulla porta.- rispose lei con il
sorriso che le si allargava sulla faccia. Poteva essere davvero una bella
serata, quella.
-Siediti qui, io
faccio in un attimo- disse indicando il divano e dirigendosi verso il corridoio
dove c'era la scarpiera.
-Bella la tua casa!-
commentò Jin. “Cosa? Bella la tua casa? Non potevo trovare una frase più banale!
Che cretino che sono” pensò poi mordendosi il labbro.
-Sono contenta che
ti piaccia- rispose lei mentre entrava di nuovo nella stanza. Jin non potè fare
a meno di notare tutta la sbalorditiva e innata sensualità di quella splendida
donna.
-Allora andiamo-
disse la bionda prendendo la borsa. Aprì la porta e fece per far passare Jin, ma
lui si ritrasse.
-Prima le signore-
fu la spiegazione, alla faccia un po' sorpresa di Nina.
-Grazie- mormorò
sorridendo la ragazza.
Scesero le scale in
silenzio, poi arrivati in strada Jin montò sulla moto e le fece segno di salire.
Nina, con un gesto che avrebbe potuto risvegliare i sensi anche a un morto, si
accomodò dietro di lui e indossò il casco. Forse la minigonna era davvero troppo
mini…
-Tieniti, se non
vuoi volare via. Leggera come sei…- fece lui ironico.
Con uno sbuffo lei
gli cinse la vita, quindi la moto partì con una sgommata.
“Ora vedi che fa
tutto il necessario per spiaccicarsi contro un muro” pensò un tantino
preoccupata.
Ma Jin non era il
tipo da “guida spericolata”. Era prudente...per lo meno sulla strada!
-Ti credevo più
gagliardo sulla moto…- disse Nina maliziosa attraverso il casco mentre
aspettavano ad un semaforo.
-Infatti lo sono,
sulle piste o fuori città. Credi davvero che vorrei rompermi qualche osso o
spaccarmi la testa?- rispose lui in tutta tranquillità.
- E anche questo è
giusto…- concluse lei.
_____________________________________________________________________________________________________
il
3 capitolo dovrebbe arrivare a breve...per adesso tanti baci! :-*
Miss
Trent
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Capitolo 3 *** Scherzi del destino ***
03
rieccomi! il 3 capitolo è
"di passaggio". serve a sviluppare la storia fino al prossimo, che
sarà forse quello "chiave", e che in origine doveva essere quello
finale. ma non voglio svelarvi troppo...che dire, spero che anche questo sia di
vostro gradimento, e se ci lasciate un commentino...è meglio! baci! ^^
p.s. in fondo alla pagina
ci sono alcuni (doverosi) ringraziamenti...
03. scherzi del destino
Il ristorante era
lontano dalla casa di Nina, e si trovava nel quartiere cinese della città. Qui
si vedevano ovunque lanterne rosse e dragoni, disegnati sui muri o sulle
vetrine. C’erano una miriade di piccoli negozi di tatuaggi, erboristerie,
bancarelle…e ovviamente ristoranti. Nella via dove si trovava quello di Law ce
ne erano minimo altri tre.
Jin parcheggiò la
moto lì vicino, quindi entrambi si diressero verso la porta del locale. Quando
entrarono era pieno di gente, ma Law venne subito loro incontro.
-Benvenuti al mio
ristorante, ‘colleghi’- li salutò.
-Ciao Law…senti è
pronto quel tavolo che…- iniziò il ragazzo.
-Ma certo,
seguitemi. Non è stato facile tenerlo libero, con tutti questa clienti, ma
abbiamo saputo cavarcela. Certa gente non capisce proprio il concetto di
‘prenotazione’ qui. Ma, comunque sia, alla fine l’abbiamo “convinto”.- disse
massaggiandosi il pugno - Anche se non credo che tornerà più qui, se si
rimetterà…- concluse poi con uno sguardo eloquente. Nina e Jin risero, mentre
l’uomo li faceva accomodare ad un tavolo dietro un paravento.
-Se non sono troppo
indiscreto, è curioso vedervi insieme. Voglio dire, tu lo volevi uccidere e…-
iniziò Law rivolgendosi alla ragazza.
-Penso che siano
solo ed esclusivamente fatti miei, Law, grazie. Puoi portarci i menù per favore?
E vedi di non sbandierare troppo che siamo qui, sai che potremmo avere problemi
sia noi che tu.- disse Nina tranquilla.
-Certo, scusami.
Torno subito, allora- rispose Law girandosi e andando verso le cucine.
-Si può essere
così…logorroici?- sibilò Nina un po’ stizzita.
-Su, sai com’è fatto
Law, ma se deve stare zitto è una tomba. Tranquilla, non lo dirà a nessuno-
disse Jin incoraggiante.
-Sarà…-
-Ecco i menù!
Scegliete e buon appetito!- disse Law sbucando all’improvviso da dietro al
paravento e porgendo loro i menù.
-Che prendi?- chiese
Jin.
-Boh…credo…del riso
yangzhou e gli involtini primavera. E per dolce…- iniziò Nina
-Ci sono i biscotti
della fortuna- disse meccanicamente Jin.
-Si, lo so. Io però
prendo anche queste mele caramellate. E tu?- disse la ragazza.
-Io? Oh…- Jin era
distratto, e se ne stava imbambolato appoggiato sui gomiti a fissare un punto
imprecisato dietro i capelli di Nina. –Penso che prenderò…si, riso al vapore e
pollo alle mandorle...-
-Sei sicuro di stare
bene?- domandò Nina
-Si, si, è tutto
ok…solo che…-
-Allora? Avete
scelto?- Law si era nuovamente avvicinato al tavolo.
-Si dunque…- iniziò
Nina, ma venne interrotta da un grido proveniente dalle cucine.
-Oh no…sono di nuovo
qui maledetti!- sibilò Law mentre sentiva la rabbia montargli in corpo.
-Chi?- chiese Jin
allarmato.
-Mafia…NON HANNO
ANCORA CAPITO CHE NON HANNO NIENTE DA SPARTIRE CON QUESTO RISTORANTE!!! – gridò
l’uomo scagliando il taccuino e lanciandosi verso e cucine.
I clienti, che
avevano capito cosa stava succedendo, iniziarono subito ad abbandonare i loro
tavoli in tutta fretta. Dalla cucina proveniva un gran baccano di pentole e
piatti rotti.
Tra la confusione,
Nina guardò Jin. Lui la lesse nel pensiero perché entrambi scattarono in piedi e
si avvicinarono alla porta della cucina. La ragazza fece scattare la lama del
coltellino che teneva in tasca ed entrarono.
Cinque uomini
vestiti di nero stavano mettendo a soqquadro le cucine, e un sesto minacciava i
cuochi con un katana dall’aria letale. Law stava lottando strenuamente cercando
di cacciarli via. Jin prese subito di mira uno dei mafiosi e iniziò a picchiarlo
a sangue, e Nina ingaggiò una rapida lotta per disarmare l’uomo con il katana.
Riuscendo a schivare la lunga lama lo stese con due calci ben assestati, per poi
passare ad aiutare Law, che era un po' in difficoltà combattendo
contemporaneamente altri due mafiosi. La lotta continuò per alcuni minuti, e
alla fine tutti i malviventi erano stati messi al tappeto. Anche Nina e Law
portavano i segni, seppure lievi, di quel combattimento.
-Grazie, ragazzi,
non so se ce l'avrei fatta senza di voi oggi. E' la terza volta questo mese.
Vengono, fanno casino e hanno pure il coraggio di chiederti il pizzo. Non hanno
capito che da me non avranno mai niente.- disse Law.
-Beh, la mafia a
volte è...ehi, ma Jin dov'è?- chiese Nina -Jin! Jin! eppure era qui...-
-Eccolo! è qui
dietro!- esclamò Law indicando il corpo del ragazzo a terra. -Voi andate via!-
intimò poi ai cuochi che erano rimasti nella stanza.
Nina lo vide e
subito si avvicinò. Aveva una ferita profonda che attraversava tutto il torace e
un rivolo di sangue che scendeva da un angolo della bocca. Ma...c'era anche
qualcosa di strano...sulla pelle erano comparse strane macchie, simili a
tatuaggi. Sulla fronte, una zona rossa, che però sembrava solo un accenno di ciò
che avrebbe dovuto essere realmente.
-Si stava
trasformando. La sua natura demoniaca stava prendendo il sopravvento.- mormorò
la ragazza prendendo un fazzoletto e asciugando il sangue sul viso.
-Dobbiamo portarlo
all'ospedale- sentenziò Law.
-No. Vuoi che lo
vedano in queste condizioni? Inizierebbero a fare delle domande e allora tutti
verrebbero a sapere del suo segreto. E i Mishima non lo devono venire a sapere.
Loro non aspettano altro che un'occasione come questa...- rispose Nina. - E poi,
il suo sangue di demone lo salverà. Basta curare bene questa brutta ferita.
-Rimane il fatto che
non può rimanere qui.- fece notare Law. -Insomma, ha bisogno di tranquillità no?
e io...non credo di potergliela garantire. Sicuramente quelli torneranno.-
Rimasero in
silenzio, quindi Nina disse quasi a fatica:
-Verrà a casa mia.
Si, lo curerò io. Dopotutto, se tu non puoi...-
Law era stupito, ma
capiva la difficoltà con cui la ragazza pronunciava quelle parole.
-Il problema è come
arrivarci- continuò lei sforzandosi di avere un tono distaccato. -Siamo venuti
in moto, e non saprei proprio come fare a portarlo...-
-Tu prendi il mio
furgoncino, e io vengo dietro con la sua moto.- concluse Law con semplicità.
-Bene. Aiutami a
tirarlo su allora...- disse la ragazza.
Con grande sforzo
riuscirono a prenderlo e portarlo fino al furgone, dove lo sistemarono come
meglio poterono cercando di tamponare la ferita.
-Ecco le chiavi-
disse Law porgendole a Nina. -Dove sono quelle della moto?
-Dovrebbe averle in
tasca...eccole!- rispose lei estraendo un piccolo mazzo di chiavi dalla tasca di
Jin.
-Andiamo allora.
Stai attenta però.-
Nina percorse il
tragitto che la separava da casa guidando veloce, senza quasi credere che tutto
quello stesse accadendo veramente. Aveva fatto di nuovo qualcosa che altrimenti
non avrebbe mai fatto. (Perché mi guardate? NdAutrice ^__^) In altre circostanze
avrebbe lasciato chiunque steso a terra mezzo morto. Ora, guardando quel corpo
straziato, aveva provato una sensazione completamente nuova. Aveva sentito il
bisogno di aiutarlo, il dovere di aiutarlo. Non capiva se fosse perché il
ragazzo era ferito o perché era Jin, e questo la spaventava.
La vista della sua
casa la distrasse da questi pensieri. Parcheggiò proprio davanti alla porta e
sentì dietro Law spegnere la moto. Insieme riuscirono a far uscire dal furgone
il ragazzo svenuto, e sempre a fatica a portarlo su per le scale, tenendolo per
le braccia dietro la nuca.
-Speriamo che non ci
abbia visto nessuno...senò sai i casini che potrebbero succedere?- sussurrò
Nina.
-No, non credo. Dai
che siamo quasi arrivati Jin, tieni duro!- fece incoraggiante Law.
-Ecco, la porta è
questa.- disse Nina tirando fuori le chiavi. Aprì la porta e prese di nuovo Jin
per il braccio. Entrarono e subito si diressero verso la camera di Nina, dove si
trovava un grande letto a due piazze.
-Pensavo vivessi
sola!- esclamò Law con il fiato corto per lo sforzo.
-Ma ti sembra il
momento questo?- rispose Nina stizzita. -Aiutami a stenderlo, dai. E stai zitto
quando non hai niente di intelligente da dire.-
Dopo che Jin fu
sistemato, Law disse:
-Questa ferita va
disinfettata subito. Hai il disinfettante e delle garze?-
-Piuttosto ci vorrebbero dei
punti lì, non vedi com'è profonda? Inizia a togliergli la maglia. Fortuna che mi
hanno insegnato a fare anche la crocerossina...- rispose Nina scomparendo nel
bagno.
"Dici niente..."
pensò Law accingendosi a sollevare la maglietta di Jin e stando attento a non
toccare la ferita.
Nina tornò con tutto
l'occorrente per curare il ragazzo. Iniziò a disinfettare la ferita e quindi,
con un ago sterile, ad applicare dei punti. Aveva proprio l'aria di una che sa
esattamente quello che fa. Quando ebbe finito, fasciò tutto il torace e asciugò
il sudore che imperlava la fronte di Jin. Intanto Law la osservava immobile.
-Mi dispiace per
quello che è successo, davvero, io...- esordì.
-Non è colpa tua
Law. Non è di nessuno di noi la colpa.- lo interruppe Nina.
-Ecco, io...devo
tornare lì ora...- Law era un po' in imbarazzo.
-Capisco
perfettamente. Vai, non ti preoccupare. Me ne occupo io di lui.- rispose gentile
la ragazza mentre lo accompagnava alla porta. -Ah, tieni le chiavi del
furgoncino. Grazie di tutto, Law.-
-Ciao. E mi
raccomando, se hai bisogno...- disse l'uomo.
-Ti chiamo. Si, non
ti preoccupare. Ciao.-
-Ci vediamo.- salutò
l'uomo scendendo le scale.
-Ci vediamo.-
rispose Nina chiudendo la porta.
Rimase appoggiata
alla porta, travolta da nuovi pensieri.
La serata ha preso una piega
completamente diversa. Jin è stato ferito. E' svenuto mentre si stava
trasformando in demone. Ora è steso incosciente nel mio letto. Io l'ho curato.
Mi sono sentita male a guardarlo ferito. Mi sono sentita male a guardarlo
ferito?
Quest'ultima frase
si ripeteva nella sua mente facendola sentire diversa.
Quando si scosse dai
pensieri si accorse di essere stanchissima. Decise quindi di sistemarsi sul
divano, per quella notte. Andò silenziosamente in camera per cambiarsi, senza
disturbare Jin che ora sembrava dormire. Prese tutto quello che le serviva e si
avvicinò al ragazzo. I segni sulla fronte e i tatuaggi erano spariti e ora Jin
respirava tranquillo.
-Dormi, dormi...-
sussurrò Nina. Quella scena le ricordò qualcosa...aveva qualcosa a che fare con
una poesia, forse. Si, una poesia che l'aveva colpita, che aveva sciolto per un
attimo il suo cuore altrimenti gelido. Ma non ricordava qual' era...e se ne
rammaricava. (indovina qual'e?)
Si stese sul divano
e tentò di addormentarsi. Cadde in un sonno tormentato, e si svegliò pochissime
ore dopo, sentendo un colpo proveniente dalla stanza accanto. Era ancora buio.
Si alzò e andò a controllare. Jin aveva solo urtato nel sonno la spalliera del
letto. Falso allarme.
Come le succedeva
spesso, non riuscì a riaddormentarsi. Rimase seduta immobile sulla poltrona in
camera sua ad osservare il ragazzo che dormiva, ascoltando il flebile suono del
suo respiro.
Solo ora si rendeva
pienamente conto della maestosità di quel corpo. Certo aveva combattuto contro
di lui molte volte, l'aveva guardato molte volte, ma aveva preso sempre le
spalle larghe, i lineamenti forti e le braccia possenti come un dato di fatto.
Adesso lo vedeva sotto una luce diversa. Era...come dire...attraente?
Un nuovo rumore la
mise di nuovo in guardia. Ora Jin si era svegliato. Cercava di tirarsi su, ma
senza risultati.
-Come pretendi di
alzarti in quelle condizioni?- disse Nina dalla poltrona.
-Ma che...ahi! La
mia testa...e tu... che ci fai qui?- fece Jin dolorante.
-Veramente qui
l'ospite sei proprio tu...ma non ti ricordi proprio niente?-
-No...che è
successo? E perché sono tutto bendato?- rispose il ragazzo a fatica.
-Andiamo bene..-
mormorò tra sé la ragazza. -Hai una ferita abbastanza profonda sul tuo bel
pancino. Non ti ricordi nemmeno dei mafiosi che abbiamo combattuto nel
ristorante di Law? quelli che hanno irrotto all'improvviso, così?-
-Aspetta...c'era
anche uno col katana, forse...si ora mi ricordo, mi ha ferito prima che tu lo
stendessi, se non sbaglio.-
-Esatto. Sono
contenta che ti stia tornando la memoria ma ora devi stare giù e non fare sforzi
ok?- disse lei alzandosi dalla poltrona e aprendo la finestra -Se va bene ne
avrai per non più di una settimana o due. A te ci penso io.-
-E io che faccio in
questa settimana o due?- domandò lui.
-Mediti sulla
condizione dell'uomo nell'universo. Conti i granelli di polvere per aria.
Elabori una tesi sulle tipologie di piastrelle per il bagno. Ma che domande
cretine fai?- disse Nina voltandosi a guardarlo.
-Tipologie di
piastrelle per il bagno...sembra interessante!- fece Jin con un grande sorriso
che si allargava sulla faccia.
Nina non poté fare a
meno di sorridere anche lei. Quello era solo l'inizio.
_____________________________________________________________________________
(perdonate
il mio umorismo da patata nelle ultime battute...non sapevo proprio che
inventarmi ^.^)
comunque, ora
voglio ringraziare uno per uno tutti quelli che mi hanno lasciato un commento...
Daja88: grazie
per la recensione^^, non so se hai ricevuto il messaggio che ti ho mandato con
la funzione [contatta]...
_chan_: ho
letto le tue fic, le ho anche recensite..."L' ultimo ballo" mi
è piaciuta davvero tanto!
Setsuna: non
ti ho ringraziato prima, lo faccio ora...sono contenta che ti piaccia!
Marina: anche
se l'ho fatto di persona, ti ringrazio anche virtualmente...
ma soprattutto
takip: a te non devo dire solo grazie per i complimenti, ma anche per le
idee...ci vediamo al 5 capitolo! ;-)
...e
grazie anche a chi legge "senza lasciar traccia"!!!(ma se recensite
anche voi non dispiace affatto, anzi!) vvtb
Miss
Trent
|
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Capitolo 4 *** Solo undici giorni ***
04
e così...siamo arrivati
anche al 4° cap..
Prima di cominciare devo
assolutamente fare un ringraziamento, anche se in ritardo: a
gordo.87, che ha letto questa storia in anteprima e che mi ha aiutato a farla
diventare come l'avete letta ora (senza cambiarla troppo). tv1kdb!!!
comunque ecco il capitolo,
spero vi piaccia anche questo! ^__^
04. solo undici giorni
Undici giorni. Undici giorni di
convalescenza, per Jin. Undici giorni in cui la gelida assassina di sempre si
era presa cura di lui e aveva scoperto cosa vuol dire ridere, gioire, avere
qualcuno accanto, un amico. Undici giorni passati a parlare, ricordando i tanti
incontri durante i tornei che a volte finivano alla pari, data l'estrema bravura
come lottatori di entrambi, raccontandosi le proprie vite con le cose belle e le
cose brutte. Undici giorni passati a ridere, grazie ad un inedita vena comica di
Nina, che forse fino a quel momento non aveva mai avuto modo di venire allo
scoperto. Undici giorni dopo i quali nessuno dei due era più lo stesso, almeno
non del tutto. Dunque era accaduto. Lei era cambiata. Il suo cuore si era
finalmente sciolto. Anche Jin se ne era accorto ed era contento per lei.
Ormai era completamente guarito ma
le bende avevano lasciato il posto ad una cicatrice ben visibile. Era ora di
tornare a casa. -Non posso mica mettere radici, approfitterei della tua
ospitalità- aveva detto lui. Nina non aveva potuto fare a meno di assentire.
Anche lui aveva la sua vita, una casa. Jin aveva appena finito di sistemare le
sue cose (che Law si era preoccupato di portargli), quando Nina si affacciò
sulla porta appoggiandosi allo stipite.
-Ci teniamo in contatto fino al
prossimo torneo, ammesso che ce ne sia uno- esordì.
-Anche se Heiachi è morto, quel
gran bastardo di mio padre non potrà certo fare a meno di non organizzarlo. Ci
sarà, ci sarà.- disse Jin quasi con rabbia. -Comunque si, ci teniamo in
contatto.- aggiunse poi cambiando subito tono e sorridendole. -Chissà se poi
riusciremo a uscire senza che qualcuno o qualcosa mi mandi in coma o mi amputi
un arto...-
Nina scoppiò a ridere. -Che
scemo...-
-Comunque, bellissima, io adesso
devo andare- fece lui avvicinandosi alla porta e fermandosi vicino alla bionda.
-E mi sembra che tu sappia abbastanza cose di me da conoscere anche l' indirizzo
e il numero di telefono, vero?-
-Ovvio...-
-Non esitare a usarli, allora!
esclamò allegro.
Nina rise di nuovo.
-Basta che poi ti fai trovare,
però!- disse.
-Per te ci sono sempre. Ora che ho
scoperto che sei cosi...simpatica!!! - ti credevo diversa, lo sai?-
-Anch'io...e neanche tu sei il
musone asociale che dicevano tutti.-"anzi..."
-Che bello scoprire che a volte le
nostre convinzioni sono sbagliate...-
-Già..-
Ora si trovavano molto vicini, ma
Nina fece un passo indietro. Si sentiva stranamente a disagio. Si diressero
entrambi verso la porta e Jin uscì sul pianerottolo. Era bellissimo. -Nina io...non
ti ho ancora ringraziato...Grazie davvero di tutto, tutto quello che hai fatto
per me in questi giorni...- mormorò fissandola negli occhi. Nina istintivamente
distolse lo sguardo da quegli occhi così penetranti. -Io...non mi devi
ringraziare Jin, l'ho fatto e basta.-
"ma perché l'ho fatto?" chiedeva
incessante una voce
dentro di sé.
Rimasero per alcuni secondi in
silenzio, poi Jin si mosse ad abbracciarla. Un abbraccio rapido, ma fatto col
cuore.
-Ciao...e grazie ancora di
tutto-
disse lui strizzandole l'occhio e voltandosi a scendere le scale.
Nina era rimasta imbambolata sulla
porta, e guardava Jin che si allontanava. Una lotta furiosa aveva luogo in quel
momento nella sua mente...la Nina di prima, che sarebbe rimasta piantata sulla
porta. La Nina di adesso, che...
Uno scatto felino e lei correva già
dietro il ragazzo. Lo raggiunse, lo bloccò e lo guardò intensamente negli occhi.
Avrebbe fatto una cosa di cui si sarebbe pentita, forse. Si sporse appena e lo
sfiorò delicatamente sulla guancia, ma poi lo abbracciò e lo trascinò con
sé in un appassionato bacio che vide le loro labbra a lungo unite. Jin non
credeva a ciò che stava succedendo, ma abbracciò anche lui la
ragazza. Quando si staccarono sorridevano entrambi. Un nuovo silenzio calò tra
di loro. Jin fece per mettersi il casco, ma Nina lo fermò. Ora si sarebbe
pentita per davvero... Prese il ragazzo per mano e lo guidò verso la porta
aperta di casa. Jin aveva capito, ma non fiatò. Nina chiuse la porta e bloccò
Jin spalle al muro, rivolgendogli uno sguardo inequivocabile. Si baciarono di nuovo, ancora più appassionatamente, mentre
la ragazza portava entrambi verso la camera da letto. Jin iniziò ad esplorarle
rapido il collo, ma non riuscì a finire perché Nina l'aveva fatto stendere. Ora
saliva su di lui sinuosa come una gatta e passava lentamente le mani gelide sui
suoi addominali
perfetti e palpitanti, provocandogli un brivido. Tolse la maglietta e sentì
questa volta sulla sua schiena due mani che la accarezzavano per poi sfilare il
piccolo top, lasciato immobile ai piedi del letto. Quanto lo desiderava...non voleva
nient'altro che lui...Si protese in avanti per baciarlo di nuovo e nel frattempo
aprire la cintura, l' ultimo ostacolo da superare. Poi lui la prese e
la girò finché non fu lei a trovarsi distesa e inerme. Jin guardò quel corpo
bellissimo con un nuovo brivido. Non poteva aspettare, ora. Sfilò velocemente la gonna per poi salire verso il gancio che teneva il reggiseno. Lo
aprì e a questo punto il suo istinto prese il sopravvento. Le mutandine nere della
ragazza finirono a terra seguite dai boxer scuri di lui. Jin baciava
bramosamente ogni punto
scoperto del corpo di Nina, e lei lo ricambiava muovendosi complice per rendergli più
facile il compito. Poi i movimenti cambiarono, e si fecero più regolari. Nina
sentì Jin dentro di sé, e allora venne pervasa da una sensazione bellissima, di
gioia innocente mista a puro piacere. Piegò la testa di lato, e chiuse gli occhi abbandonando
per la prima volta ogni difesa...La luce del tramonto che filtrava dalle
persiane semiaperte disegnava strisce dorate sulle spalle
possenti di Jin, dove ogni muscolo era teso e volto al solo obiettivo di unirsi
e fondersi con quel corpo. I respiri erano sincronizzati allo stesso ritmo, e i
sospiri languidi della ragazza lo spronavano ad andare avanti, sempre di più.
Continuarono per un tempo indeterminato, poi Nina volle salire su di lui. Non
era stanca. Lo guardò bene, senza la paura che l'aveva presa poco prima: così
maledettamente bello, i capelli ormai spettinati che cadevano sugli occhi. Si
tese in avanti e raggiunse il collo caldo. Iniziò a baciarlo avidamente mentre Jin la
cingeva con le braccia annullando ogni rimanente distanza tra loro. La voleva sentire più vicina. Le loro labbra si incontrarono di nuovo, complici di quell'
incontro. Per la seconda volta Nina riprovò la stessa sensazione di poco prima,
e fu costretta ad aggrapparsi a lui lasciandogli i segni sanguinanti delle
unghie. Pensava
che certamente si sarebbe pentita, ma ora voleva solo Jin, e non le importava
niente di dopo. Per quasi tutta la sera erano stati uniti l'uno all'altra. Quando si stesero fianco a fianco, sfiniti, sorridevano. Ma Nina si girò quasi all'improvviso per non
guardarlo. Lacrime, non di felicità, ora scendevano bagnando il cuscino già
umido. Jin non capiva quella reazione, quindi rimase fermo per qualche
secondo a guardarla prima di muoversi e abbracciarla teneramente.
-Nina...- le sussurrò piano.
-Chiudi gli occhi,
Jin, e dimentica- disse Nina mentre lacrime silenziose le rigavano le guance. -io voglio solo dormire
adesso...dimenticare
quello che è successo ora...-
-Ma perché?- chiese lui.
-Chiudi gli occhi, chiudi gli
occhi...- sussurrò liberandosi dall'abbraccio.
Si addormentarono entrambi. La
mattina dopo Nina si svegliò e si sorprese vedendo Jin accanto a lei. Pensava
che tutto quello fosse solo un sogno...invece no, Jin era davanti a lei, e
dormiva beato.
Accarezzò per un momento i
suoi capelli,
poi si alzò per vestirsi. Lo sapeva che si sarebbe pentita. O forse no? Jin si
stava svegliando. Non aveva il coraggio di guardarlo.
-Ehi...vieni qui...- disse lui
dopo averla vista, tendendole la mano.
La radiosveglia si era accesa, e lo
speaker aveva annunciato un dolce risveglio, con una canzone speciale. Le note
di "It's been a while" degli Staind risuonarono nella camera e accompagnarono un
lungo sguardo tra i due. "Pure la canzone, adesso..." Nina andò verso la porta e si
fermò.
-Preparo la colazione- disse
meccanica, e uscì.
Jin lasciò cadere
stancamente il braccio sul cuscino. -Perché?- disse a denti stretti.
Anche lui si vestì e seguì Nina in
cucina. Era pronto un caffè fumante.
-Scusami. Davvero.- esordì la
ragazza.
-Di cosa?- fece lui bevendo il suo
caffè.
-Del mio comportamento. Dei cambi
d'umore repentini...non sono belli, lo so.- rispose evitando il suo sguardo.
-Più che altro mi chiedo
perché.
Voglio dire, mi sembrava che...insomma perché vuoi dimenticare?-
-Non so se voglio
dimenticare...tu...mi
hai fatto cambiare dentro, Jin.- concluse.
Lui aprì bocca per rispondere, ma
lo squillo del suo telefono lo fermò.
-Scusa- disse prendendolo -ci metto
un secondo.-
Ma ebbe un tuffo al cuore leggendo
sul display. "Xiaoyu". Forse ci avrebbe messo più di un secondo.
Si allontanò sul balcone e rispose.
***
Quando tornò era serio in volto.
-Problemi?- chiese subito Nina.
-No...era Xiaoyu.- disse Jin.
-E' successo qualcosa di grave?-
-Ma no, no. E' qui in città. Dice
che vuole vedermi. Si tratta di lei e di me...- concluse lui con gli occhi fissi a
terra, senza quasi voler far intendere le ultime parole.
-Tu NON gli hai detto che eri qui,
vero?- disse Nina guardandolo un po' allarmata.
-Mica sono così scemo.-
rispose Jin sempre guardando a terra.
-E allora? Cosa farai? Ci vai?-
domandò lei con un'impercettibile nota di apprensione nella voce, girandosi e guardando
fuori dalla grande porta-finestra.
-Io... penso di si. Dice che è
importante e io...- il tono del ragazzo era talmente basso quasi da non farsi
sentire.
-Non ti devi giustificare con me.
Se devi andare, vai.- rispose lei tranquilla.
-Vedi, Nina, è lo stesso discorso
di prima. Io..non so se ci voglio andare, ecco.- iniziò Jin.
-Ah, no.- Nina ora sapeva esattamente
cosa fare. -Non lo permetterò. Tu devi andare. E sbrigati.- si girò e lo guardò
severa.
-E tu?- chiese lui
un po' stupito.
-Io cosa?- domandò
di rimando Nina.
-Si, insomma...- Jin
era visibilmente imbarazzato. Voleva dire qualcosa, ma non trovava le parole per
non ferirla o magari essere troppo brusco.
-Jin, sto ufficialmente per tirarti
un pugno, e allora sì che avresti un buon motivo per non incontrarla. Vai. Non
puoi buttare all'aria tutto quel tempo in cui siete stati insieme. Io...ma te lo
devo proprio dire? Credo che tu e Xiaoyu siate una bella coppia, in fondo. Io sono
stata...un incidente sul percorso. Ora rimarremo buoni amici, e credimi, sarà
meglio così per entrambi.- Nina era serissima.
-Ma io...- iniziò
Jin.
-Tu ora ci vai, Jin-
disse in un tono che non ammetteva repliche. -Ma fatti almeno una doccia, prima.
O vuoi andarci con il mio odore ancora addosso?- aggiunse girandosi nuovamente e
sforzandosi di sembrare indifferente, per nascondere un lieve imbarazzo nelle
sue ultime parole.
-Oh...giusto.- lunga
pausa di silenzio. Nina gliel'aveva quasi ordinato, doveva andare. Tutto il
ragionamento che aveva fatto era tremendamente coerente. Ma lei? Come ci sarebbe
rimasta? Anche questo era importante. Non voleva ferirla...eppure era stata
decisissima quando gli aveva detto di andare...Alla fine si convinse che tutto
quello non era stato nient'altro che un momento di debolezza, per entrambi. Non
si poteva rovinare così un'amicizia.
-Allora, io...userei il tuo
bagno.- fece lui alzandosi.
-Si, non c'è problema.
Ah, non dirle di
noi due, non so se se la prenderebbe.- disse ad alta voce per farsi sentire da
Jin che era scomparso nel bagno. -Anche perché sono stata io a spingerti
di nuovo fra le sue braccia...- mormorò poi tra sé.
Si, in fondo era
meglio così. Dopotutto erano amici, e non sarebbe stata all'altezza della
situazione, probabilmente. Rimase seduta
immobile con la tazza di caffè vuota in mano, ad ascoltare i rumori provenienti
dal bagno. Quando Jin uscì, era di nuovo in ordine, come prima che Nina lo
fermasse, alcune ore indietro. Era
passata solo una notte...
Ma la vita è fatta di imprevisti.
Anche di ragazze che tornano improvvisamente quando stai per
scoprire qualcos'altro.
Jin prese le chiavi della moto e il
casco, caduto a terra durante quelle ore. Si girò verso Nina, e le rivolse uno
sguardo ancora una volta indecifrabile. Lei si alzò dal divano e lo guidò verso la porta.
Un altro abbraccio, ma ora Nina era immobile e non si sforzava nemmeno di
partecipare. Se l'avesse ricambiato, ne era certa,
non sarebbe stato solo un abbraccio. Jin uscì sul pianerottolo.
-Ci teniamo in contatto.-
il suo viso
era disteso in un sorriso.
-Si, Jin, ci teniamo in contatto.-
ma il sorriso su di lei non era del tutto sincero.
Jin si voltò e scese
le scale.
You're moving on
Te ne stai andando
we'll never be apart
Non saremo mai da parte
Just drain my tears
Solo asciuga le mie lacrime
I cry aloud
Io piango ad alta voce
You're moving on
Te ne stai andando
you'll never be apart
Non sarai mai da parte
Of all my tears
Di tutte le mie lacrime
I cry aloud
Io piango ad alta voce
(The ghost woman and the hunter
- Lacuna Coil
da "Comalies"[2002])
Nina si rialzò da terra dopo molto tempo. Aveva
pianto, pianto come non aveva mai fatto. Ancora non riusciva a comprendere
appieno la ragione, ma non provava rancore. Lei non credeva di provare mai rancore o rimorso. Lei era Nina Williams.
Le
settimane successive passarono all'apparenza lisce come l'olio. Jin era tornato
insieme a Xiaoyu, e sembravano contenti. Xiaoyu non sapeva di loro due, ma aveva
fatto intendere di aver capito qualcosa. Comunque sia, non sembrò preoccuparsi
più di tanto. Il torneo era vicino, e si preannunciava più grande del solito.
Nina passava molto tempo ad allenarsi. Voleva davvero vincere, ma
trovava lo stesso il tempo parlare al telefono con Jin, il
suo nuovo amico. Forse l'unico.
Il torneo arrivò.
Nella grande arena due lottatori erano pronti a combattere per contendersi il
premio finale. Loro erano stati i migliori, e ora si confrontavano per capire
chi lo fosse tra i due. Due sguardi. Due sorrisi. Un grido. -Fight!-
-Perché andare fino al dojo a
prendertela con dei sacchi quando puoi lottare con un avversario in carne e
ossa?- domandò il primo.
-Cercherò di non farti troppo male,
cocco.- rispose lei.
Un'altro incontro del quinto Iron
Fist Tournament.
[to be continued...]
forse!
_____________________________________________________________________________________________________
com'era? ce l'ho messa davvero tutta per scrivere qualcosa di...pubblicabile!
(ma soprattutto che potesse rientrare nel rating R...almeno spero!^^ ) in particolare questo è il capitolo di cui sono più soddisfatta, tra tutti. Lo so che
il 5° torneo lo organizza Jinpachi, ma io quel vecchiaccio non lo sopporto
proprio, perciò ho cambiato alcuni dettagli^^... e scusate per la penosa
traduzione della canzone dei mitici Lacuna Coil..."rende" meglio in
inglese!
thanks
to: Setsuna, _chan_(la tua fic mi piace di più ogni cap che passa...),
daja88 (sono strafelice che tu mi abbia risposto alla 1° mail!^^), Haruko, happyfroggy e tutti gli
altri che hanno letto!
ora però...un commentino? vi
ringrazio tutti per essere arrivati fino a questo punto!
Tanti baci ;-*
Miss Trent
|
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Capitolo 5 *** I miss you ***
05. I
miss you
ecco un nuovo capitolo
"a sorpresa" che non era previsto nell'idea originale. è nato dopo che
la mia migliore amica mi ha chiesto "e dopo che succede?". Spero di non
aver fatto male ad accontentarla^^
Un boato dalla folla.
Grida. Applausi. Nina era stesa a terra.
"Cercherò di
non farti troppo male" aveva detto.
La verità era che
non se l'era sentita di picchiare (anche se solo per il torneo) colui che aveva
curato, l'uomo a cui si era abbandonata per la prima volta senza
difese...l'aveva davvero cambiata dentro, lui.
L'aveva lasciato
vincere dopo pochi minuti, senza però permettergli di farle del male. Ma era
certa che neanche lui avesse avuto l'intenzione di danneggiarla.
Di nuovo due sguardi,
poi poche parole.
–Per la seconda
volta mi hai steso.– disse Nina con il sorriso sulle labbra.
–Anche tu sei stata
bravissima.– rispose Jin mentre si stringevano la mano e si scambiavano i baci
sulle guance di circostanza. Poi lui venne raggiunto da una raggiante Xiaoyu che
gli saltò al collo. Lui oppose poca resistenza e la abbracciò, non prima però
di aver risposto al cenno di saluto di Nina. Quindi strinse forte la fidanzata,
che sembrava impaziente di dimostrargli quanto era felice per lui.–
Nina li guardava,
sempre sorridendo. Era passato del tempo, da quella notte, e ormai si era
convinta di aver fatto la cosa giusta lasciandolo andare dalla sua Xiaoyu. Ma
una fitta improvvisa invase il suo cuore. Ora, vedendo quei due stretti insieme,
felici, provò per un attimo una sensazione che certamente non corrispondeva al
sorriso che l'aveva accompagnata fino a quel momento.Tuttavia pensava che non
poteva sopportare oltre quell'ambiente, forse...si girò dopo un ultimo cenno
della mano, e se ne andò.
Jin ricambiò
nuovamente il saluto, mentre la guardava allontanarsi. La figura elegante e gli
ondeggianti capelli biondi rimasero impressi nella sua mente...
***
Era passato un mese
da quel torneo. Aveva vinto. Era diventato il proprietario della Mishima
Zaibatsu. Ma non era stata una vittoria del tutto guadagnata, quella. Sapeva che
lei si era lasciata battere. Si era lasciata battere. Perché?
Questi erano i
pensieri di Jin, steso insonne a letto, che fissava il soffitto con gli occhi
sbarrati. Sentiva Xiaoyu muoversi nel sonno, accanto a lui, il suo respiro.
Sentiva la pioggia che scrosciava incessante, là fuori.
C'era un senso di
incertezza che si insinuava infido nei suoi pensieri. Spesso si era ritrovato a
pensare a Nina, senza un perché. Spesso rimaneva come assopito dopo l'ennesima
telefonata che si erano fatti, magari ridendo delle cose che erano accadute a
uno dei due. Ma la cosa che più lo spaventava, che minava veramente le sue
certezze, era il fatto che molte volte, abbracciando o baciando Xiaoyu, aveva
d'istinto pensato a lei. Con le luci spente, facendo l'amore con la sua
fidanzata di sempre, gli era sembrato di vedere ancora quei capelli biondi,
quella pelle bianca...e si era sempre fermato, in preda ad un tormento
indescrivibile. Ma non ne aveva mai parlato con nessuno. Si era sempre convinto
che era un errore, che non era vero, che gli sarebbe passato, che era solo
un'illusione...non lo voleva ammettere...
Si alzò di scatto, e
andò alla finestra per cercare di distrarsi. Come pioveva...l'acqua veniva giù
a secchiate e doveva fare anche un freddo cane...Le luci fredde dei neon dei
negozi contrastavano con quelle arancioni e calde dei lampioni, e riflettevano
il contrasto dei pensieri di Jin.
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
"Where are you...
and I'm so sorry
I cannot sleep I
cannot dream tonight..."
[I miss you –
Blink 182]
da “blink–182 (2003)”
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
Ormai la situazione
era insostenibile.
Lasciò vagare gli
occhi per quella strada vuota, poi il suo sguardo si fermò su qualcosa...una
donna, di spalle, che aspettava l'autobus sotto la pioggia. Una figura elegante,
vestita di nero, ormai completamente fradicia. Ma un particolare colpì
l'attenzione di Jin, che sentì una stretta fortissima allo stomaco. Quella
donna aveva lunghi capelli biondi, raccolti in una coda. Rimase a guardarla
trattenendo il respiro...e se fosse stata lei?
Istintivamente si
girò e corse verso l'armadio. Si vestì più in fretta che poté, afferrò il
cappotto e uscì senza neanche chiudere la porta.
Quando scese in
strada era ancora lì. Jin non osava sperare che fosse lei...questo pensiero
faceva male, e per quanto lo scacciasse quello si ripresentava puntualmente,
aumentando il tormento.
Si avvicinò, quella
ragazza sembrava non essersi accorta di nulla. Quando le posò la mano sulla
spalla lei ebbe un sobbalzo, e si girò si scatto per vedere chi fosse. Jin la
fissava immobile, e dopo qualche secondo trovò il coraggio di mormorare: –Scusa.
Pensavo fossi un'altra persona... – Quindi si voltò e tornò verso casa.
Ovviamente quella sconosciuta non poteva capire...vedeva quel ragazzo
allontanarsi con un'aria arrabbiata, e rientrare in casa sbattendo la porta.
–Cretino...sono un
cretino, non capisco niente!– sibilava Jin tra sé sfilandosi il cappotto e
lanciandolo violentemente sul divano. Poi si fermò, per sentire se Xiaoyu si
era svegliata. No, per fortuna. Tolse di nuovo i vestiti e tornò a stendersi.
Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, mentre veniva vinto da tutte le
emozioni di quegli ultimi minuti.
Una domanda si
plasmava incessantemente dentro lui, come una nuvola di fumo che si sparpagliava
e poi tornava a prendere forma.
"Cos'è che
voglio veramente?"
Xiaoyu si mosse nel
sonno e si girò verso di lui, cingendolo blandamente con il braccio. Jin passò
piano la mano fra i suoi capelli, per non svegliarla.
"La mia piccola
Xiao..."
Era così dolce
quando dormiva...Per un attimo si sentì confortato da quella visione.
Ma quella serenità
durò poco. Il pensiero di ciò che era successo tornò a riaffacciarsi
spietato, facendolo riflettere a lungo.
Si alzò per la
seconda volta, stando attento a Xiaoyu. Si cambiò e si lavò la faccia, poi
prese le chiavi della moto e il casco e recuperò il cappotto dal divano. Quindi
uscì in silenzio. Non era del tutto sicuro di ciò che stava facendo, ma...
Una familiare
sensazione di smarrimento, come se stesse guardando ciò che faceva da
spettatore esterno, era tornata a pervaderlo. Ormai faceva tutto in automatico,
senza quasi pensare. Così percorse quella strada che conosceva bene, che
l'avrebbe portato forse a una svolta nella sua vita. La pioggia sembrava volerlo
ostacolare, aveva cominciato a venire giù ancora più forte.
Quando Jin si fermò
davanti alla porta di Nina, non aveva respiro. Bussò prima piano, poi più
forte, poi con foga. Iniziò a gridare.
–Nina! Nina! Aprimi
ti prego!–
Non gli importava
niente del fatto che fossero le tre di notte, e che così facendo stava
svegliando mezzo palazzo. Infatti poco dopo si accesero alcune luci e si
potevano sentire i vicini che esprimevano tutto il loro disappunto.
Ma Nina non c'era, o
non voleva aprire. Una parte di Jin si sentì sollevata, l'altra si disperava.
Così il problema non si risolveva. Decise di tornare a casa, deluso.
Probabilmente l'avrebbe chiamata l'indomani, se mai ne avesse trovato il
coraggio.
Montò in sella e
ripartì. Ormai la pioggia non smetteva di cadere. Ma arrivato vicino casa non
si fermò, tirando dritto. continuò a vagare senza una meta precisa, finché
non vide un'insegna al neon. Il bar...era quel bar dove si erano incontrati per
la prima volta.
Decise di fermarsi.
Voleva entrare lì, dove il destino aveva deciso di cambiare la sua vita. (non
ti sembra di essere troppo…sentimentale? é_è NdJin)(Jin! è_é
Ricordati queste tre lettere: OOC ... e poi dai che sei carinissimo così! ^.^
NdAutrice)
Smontò dalla moto (una
bellissima Ducati 999 nera, per la cronaca^^) e guardando a terra di
diresse verso la porta. Si sentì tintinnare il campanello, segno che qualcuno
era appena uscito da lì. Jin urtò
leggermente la spalla
contro lo sconosciuto e d'istinto alzò gli occhi, per vedere chi era.
L'ultima persona al
mondo che si sarebbe aspettato di incontrare. Nina.
Si scambiarono un
intenso sguardo, entrambi immobili sotto la pioggia che batteva senza pietà.
Quella stessa pioggia che ora si confondeva con la lacrima, l'unica, che rigò
per un istante il viso di Nina.
Jin non voleva
crederci...era contento di vederla lì, davanti a sé, o no, voleva solo
scappare più lontano possibile...il destino aveva giocato un altro dei suoi
scherzi crudeli. Ma questa volta non si sarebbe fatto cogliere in debolezza,
questa volta l'avrebbe presa a testa alta.
–Di nuovo una notte
in bianco?– iniziò sorridendo.
–Si...– rispose
lei facendo per andarsene. Jin la prese per il braccio.
–Perchè sei qui?–
le disse fissandola negli occhi.
–Te l'ho detto, non
riuscivo a dormire...– ora Nina evitava il suo sguardo.
–Non ti credo.–
Jin strinse ancora più forte il suo braccio esangue.
–Ma che vuoi? Io
potrei farti la stessa domanda. Tu piuttosto che ci fai qui?– disse Nina
liberandosi dalla stretta con un gesto brusco.
Un lungo silenzio,
poi lui sussurrò:
–Ti stavo
cercando...–
Nina si sentì
morire...era successo proprio quello che temeva da quando l'aveva lasciato
andare, dopo quella notte, convinta di aver fatto la cosa giusta. Arrivò anche
per lei il momento di capire. Non era "l'insofferenza all'ambiente
chiassoso", come aveva pensato da ipocrita, ciò che l'aveva spinta ad
allontanarsi dal ring, quando Jin l'aveva battuta alla fine del
torneo...soffriva vedendo Jin e Xiaoyu insieme! Tutti gli sforzi per cancellare
ciò che era successo erano stati dunque inutili. Il ricordo di quella notte a
volte tornava ad affacciarsi a tradimento, quando credeva di averlo quanto meno
sotto controllo.
Si accorse delle
lacrime che avevano iniziato a scendere silenziose, e si girò per non farsi
vedere da Jin. Tutte quelle nuove certezze l'avevano travolta all'improvviso,
lasciandola senza difesa alcuna.
Lui rimase a
guardarla. Dopo pochissimo lei si voltò di nuovo.
–Devo...devo andare
a casa– disse con la voce rotta dal pianto.
Jin non disse niente,
ma le asciugò le lacrime passando la mano sulla guancia. Nina si scostò per
non farsi toccare, ma lui le prese il viso tra le mani e costrinse a guardarla
negli occhi.
–Perché scappare?
A cosa ti serve?– sussurrò intenerito dal suo pianto.
–E' tutta la vita
che scappo, da tutto e da tutti. Lasciami, ti prego...così ti fai solo
male...quelle come me non possono...non possono...– rispose lei singhiozzando
tra le lacrime.
–No. Non ti posso lasciare. Non ora
che finalmente ho capito...– Jin era molto serio, e il tono della sua voce era
tremendamente sincero.
There is something in your eyes
c'è qualcosa nei tuoi
occhi
flowing them over
che ricade dolcemente su di loro
stealing all the
harmony
rubando tutta l'armonia
which lives in me
che vive in me
your hands
le tue mani
are covering
coprono
my tears
le mie lacrime
oh, why
oh, perché
There's a sort of inner
dance
C'è una sorta di
danza segreta
trying to seduce me
che prova a sedurmi
feeling this anomaly
sentendo quest'anomalia
which takes me
che mi prende
Your touch
il tuo tocco
You're here
Sei qui
Your heart
Il tuo cuore
Aeon, Lacuna Coil
da Comalies
[2002]
|
"Ti prego, non
lo dire, non lo dire..." Nina pregava perché tutto quello non accadesse.
Non era pronta.
Ma Jin non finì la
frase, perché la trasse delicatamente a sé e la baciò, dolcissimo eppure
deciso a non farla scappare un'altra volta.
[a volte un bacio vale più di mille
parole]
[1]
anonimo (nonché
scritto sulla metà dei diari di scuola italiani e non^^)
E Nina...Nina stava
cedendo, lasciandosi avvelenare lentamente l'anima da quel bacio, tanto fuggito
eppure tanto a lungo inconsapevolmente cercato. Le emozioni provate un mese
prima durante quella dannata notte tornavano a pervaderla, insinuandosi nelle
vene come arsenico, che inquina il sangue e fa il suo letale effetto senza
lasciare neanche il tempo di chiedere perdono per i propri peccati.
Era la morte quella
che stava assaggiando nelle labbra di quel ragazzo tanto amato, tanto odiato,
causa di tanta sofferenza?
Le tornarono in mente
tutte le volte in cui lo aveva desiderato ancora una volta. Erano momenti dove
voleva quasi punirsi di quel pensiero...a volte era stata sul punto di
rivelargli i suoi veri sentimenti, ma si era sempre trattenuta, consapevole che
così facendo avrebbe dovuto ammetterlo a se stessa. E lei non lo voleva
riconoscere, almeno non fino a quel momento.
Ma la pioggia
continuava a cadere imperterrita, e lavava via tutti gli ostacoli, le
convenzioni sociali e le reticenze che li avevano separati così a lungo.
Esistevano solo loro
due, e un' unica certezza che ora si stagliava sicura nel cielo, con le
sembianze della luna piena che brillava dopo essere uscita da dietro le nuvole
dense e cariche di tempesta.
Il bacio più lungo
che ciascuno di loro avesse mai provato.
Si staccarono con le
labbra ancora brucianti di desiderio per l'altro. Si guardarono, e si accorsero
di essere completamente fradici. Inaspettatamente entrambi scoppiarono a ridere.
–E' solo una mia
impressione o piove?– Nina aveva ritrovato il sorriso dopo molto tempo. Ora il
suo cuore era leggero, ogni spina che lo aveva ferito si era bruciata con quel
bacio.
–Forse...comunque
è meglio andare al coperto, non trova, signorina Williams?– anche Jin aveva
trovato scampo dai terribili dubbi e le incertezze che lo avevano tormentato
tanto a lungo.
Si sedettero sotto la
tettoia di una fermata d’autobus lì vicino. Incuranti del fatto che fossero
zuppi fino all’osso e che erano le quattro del mattino iniziarono a parlare,
raccontandosi ciò che avevano fatto durante l’ultimo mese e confessandosi i
reciproci turbamenti.
–Mi sembra tutto
così strano…voglio dire, non avrei mai pensato di farcela a dirti tutto. Non
volevo nemmeno convincermi di avere ragione…– disse alla fine Nina
guardandolo e non riuscendo a trattenere un sorriso.
–Per tutto questo
tempo…anch’io ti cercavo, senza saperlo.– rispose lui fissando verso
terra.
–Beh, l’importante
è che siamo qui ora, no?– fece lei allegra mentre si stendeva pancia in sù
sulla panca e appoggiava la testa sulle gambe di Jin. Sembravano due
adolescenti.
–Già, questo è l’importante…–
mormorò lui.
Ora Nina
giocherellava con un bottone del giubbotto di Jin, e aveva un’espressione
distesa.
Jin conosceva bene
quel modo di appoggiarsi…ma certo, Xiaoyu!
–Ehm…Nina?–
iniziò il ragazzo un po’ titubante.
–Dimmi– rispose
lei tranquilla.
–Stavo pensando…–
nuova pausa.
–Si?– fece Nina
sempre serena.
–…come facciamo a
dirlo a Xiaoyu?– disse Jin in un soffio.
Nina smise di
gingillarsi e cambiò espressione, facendosi seria e pensosa.
–Beh, io non la
conosco come la conosci tu. Non so come reagirebbe– concluse con semplicità.
Ma immagino non bisognerebbe essere troppo bruschi–
Jin assentì
silenziosamente con la testa.
–La cosa migliore
è essere onesti, credo. Cerca di prepararla, magari…aspetti il momento giusto
e glielo dici. Anzi, glielo diciamo. Non voglio fare la parte dell’amante
sgualdrina– continuò.
–E io non voglio
ferirla.– sentenziò lui lapidario.
–Potrebbe essere
necessario. Spero di no.–
Jin aprì la bocca
per dire qualcosa, ma si trattenne.
–Buffo, vero? Prima
tutto questo tempo per capire quello che vuoi –se lo vuoi ovviamente– e poi
gli ostacoli non sono ancora finiti– Nina sembrava più che parlasse tra sé.
–Portami a casa, dai…– disse poi alzandosi –prima di prendermi una
polmonite…–
Jin la riaccompagno a
casa. Mentre stava per chiudere la porta lei si fermò come se avesse voluto
dire qualcosa, ma poi sembrò ripensarci e lo salutò con un semplice
"buonanotte".
Il suo sguardo però
era preoccupato. Jin capì che stava pensando a Xiaoyu.
Quando rientrò
non aveva più sonno, perciò si sedette sul divano e accese la TV a volume
bassissimo. Cercava di non pensare a niente, perché sapeva che affrontare
Xiaoyu non sarebbe stata cosa facile o indolore per entrambe le parti.
–Eccoti!– sentì
gridare improvvisamente dall'altra parte della stanza, e senza che se ne
rendesse conto sentì qualcosa sprofondare sul divano. D'istinto scattò in
piedi, mentre cercava di capire cos'era successo. Era un po' scosso.
Xiaoyu era atterrata
sul sofà, e ora lo guardava perplessa con grandi occhi da cerbiatta.
–Xiao! Da dove
spunti? Come mai sei sveglia a quest'ora?– domandò Jin dopo essersi ripreso.
–E tu? Perché sei
tutto bagnato? Che hai fatto? Non ti ho trovato più...– ribattè lei.
–Io...non riuscivo
a dormire, sono uscito a fare un giro. Hai visto, piove, perciò mi sono bagnato
tutto.– rispose Jin togliendosi la maglietta fradicia e andando in bagno.
–Ho fatto un sogno,
sai?– riprese Xiaoyu saltellando dietro di lui. –Eravamo insieme al luna
park, poi c'era anche un grosso gatto, sembrava quasi una pantera, che ci
seguiva e poi tutt' un tratto zac! iniziava a graffiarmi e a graffiarti...–
"Una pantera
bionda e con gli occhi azzurri" pensò Jin.
–...e così mi sono
svegliata di colpo ma non ti ho trovato. Jin mi ascolti?–
–Eh? Si, si...–
fece lui distratto strizzando la maglietta nel lavandino.
–Non mi sembra. Ma
che hai? mi sembri strano– domandò la ragazza avvicinandosi a lui e
prendendogli la mano.
–Niente, niente...–
ribatté lui fermandosi a guardarla.
–Ah, stasera
andiamo in discoteca, non te lo dimenticare! Al PinkFlavour, quella dove ho
festeggiato il mio compleanno, l'anno scorso!– disse poi lei, subito allegra.
–Discoteca...?oh...sai
quanto io ami le discoteche...– Jin assunse un'espressione rassegnata. Già,
la discoteca. Se ne era completamente dimenticato.
–E dài Ice Man [2], me l'avevi promesso!– disse Xiaoyu con tono
Ancora non aveva
capito come aveva fatto a essersi lasciato convincere ad accompagnarla, dato che
non si era mai sentito attratto da luoghi del genere. Non si confacevano al suo
carattere, proverbialmente di ghiaccio. Per questo Xiaoyu lo chiamava Ice
Man, a volte.
–D'accordo, te
l'avevo promesso.– rispose lui spogliandosi ed entrando sotto la doccia.
Lasciò che l'acqua calda lo ricoprisse, poi si rivolse alla cinesina che si
stava guardando allo specchio.
–Xiao, però...ora esci,
dai.–
–Uff, e va bene–
la sentì sbuffare mentre chiudeva la porta.
Jin rimase solo. Si
sentiva un peso sul cuore, sapendo ciò che prima o poi avrebbe dovuto fare per
non vivere continuando a mentire a Xiaoyu.
La doccia comunque lo
fece rilassare e pensare, e quando ne uscì aveva deciso che era meglio
risolvere tutto il prima possibile. Sì, quella sera stessa. Gliel'avrebbe detto
in discoteca.
Entrò in cucina,
dopo essersi vestito, e trovò Xiaoyu intenta a preparare la colazione. Non
poté fare a meno di provare tenerezza per lei, subito soppiantata però da un
senso di oppressione. Un bugiardo, ecco cosa si sentiva. Sapeva che sarebbe
stato solo fino a quella sera, se fosse andato tutto bene, ma comunque non gli
piaceva mentire.
"Cerca di
prepararla, magari…aspetti il momento giusto e glielo dici. Anzi, glielo
diciamo. Non voglio fare la parte dell’amante sgualdrina"
Si ricordò delle
parole di Nina. Decise che l'avrebbe chiamata più tardi, per dirle di trovarsi
quella sera in quella discoteca.
–Al PinkFlavour? e
dov'è?– chiese Nina perplessa. Jin parlava talmente piano al telefono che
aveva dovuto farsi ripetere il nome di quel locale tre volte prima di capirlo.
–Non ho molto tempo
per spiegarti– fece lui frettoloso –comunque è l'unico locale in questo
quartiere ad avere il portone principale rosa fucsia. Con grandi caramelle in
tinta che sovrastano l'ingresso.–
A Jin sembrò di
vedere l'espressione disgustata che si dipingeva sul volto di Nina, e sorrise al
pensiero.
–Solo Xiaoyu poteva
scegliere posti del genere...va bene, ci sarò.– disse lei rassegnata –Sei
sicuro che glielo vuoi dire proprio stasera?– chiese poi esitante.
–Si, si. Ho capito
che non posso mentirgli. Non ce la faccio– rispose serio.
–Quanto sei carino
quando dici così...ci vediamo stasera.– tagliò Nina.
–Va bene, a
stasera.– e chiuse il telefono. –
[1]
perdonate la mia inusitata e sconfinata originalità^^
[2]
questo soprannome è presente nella fic "Kill Heiachi" di Yuna,
pubblicata sempre in questa sezione. Mi sembrave carino e così l'ho
inserito...non me ne voglia l'autrice^^
ovviamente dopo questo ci sarà una degna conclusione...
almeno spero! grazie a Pandora, Prince Mezzosangue 90(quando continui la tua fic? è troppo divertente!),
Setsuna, Haruko, Ire, ma soprattutto Junpei (Ich will dir viel Gute mein teurer Freund!)
per ora vi saluto visto che tra poco parto per l'Inghilterra (un sogno che si realizza^^) ma qualcosa mi dice
che tornerò presto tra le pagine di EFP! e non scordatevi di lasciarmi una recensione^^! Kisses :-*
Miss Trent |
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Capitolo 6 *** Abitudine ***
06. abitudine
06.
abitudine
Ed ecco che la fine è arrivata.
Stavolta per davvero. Non so cos’altro scrivere, quindi vi lascio alla storia.
Kisses :-*
…Abitudine tra noi…
…è un soggetto da evitare…
Subsonica, Abitudine
Il PinkFlavour era il locale tra i più "in" della città, nonché
il preferito di Xiaoyu.
Il nome non ingannava. Tutto, ma proprio tutto al suo interno, dal pavimento di
moquette ai capelli delle bariste, era rosa. Tutte le tonalità possibili e
immaginabili di rosa: confetto, fragola, fino ad un fucsia psichedelico. Anche i
nomi dei cocktail, esclusi quelli classici, avevano un riferimento più o meno
indiretto al colore.
A dispetto di ciò che si potrebbe pensare era molto frequentato anche dai
ragazzi, quindi la compagnia che si poteva trovare lì dentro era quanto mai
varia.
Una prerogativa esclusiva del locale era il suo privée. Leggendario tra i
giovanissimi frequentatori, nessuno sapeva cosa accadesse esattamente lì dentro,
dato che pochissimi potevano entrarci (ovviamente solo maggiori di anni
diciotto). Si poteva intuire, forse…
Raccontare di essere stato nel privée del PinkFlavour era il sogno di metà della
gioventù che frequentava abitualmente i locali della zona. Molti però non
avevano capito com'è che si faceva ad entrare. Tutto lo staff (DJ, bariste,
buttafuori e via dicendo) assumeva un atteggiamento di riserbo assoluto al
riguardo e non si lasciava scappare tanto facilmente informazioni sul modo di
entrare. C'era chi diceva che bisognava piacere al buttafuori che sorvegliava
l'ingresso della zona riservata, chi sosteneva che si doveva essere abbastanza
sbronzi, chi invece perfettamente sobri, e altre congetture più o meno
verosimili...
Jin aveva imparato tutte queste cose sul tratto di strada da casa sua alla
discoteca. Xiaoyu aveva attaccato a parlare non appena erano saliti sull'auto e
si era messa a spiegargli come funziona il meraviglioso mondo delle discoteche e
dei locali notturni.
–Ovviamente anche a me piacerebbe entrare lì– disse la cinesina ad un certo
punto –ma non ne faccio il mio obiettivo principale. Comunque il locale è così
carino! Non fare quella faccia, vedrai che ti piacerà!– aggiunse poi vedendo
l'espressione crucciata di Jin.
–Quale faccia? oh, non è mica per quello!– disse lui continuando a guardare la
strada.
–È da quando siamo usciti che ti vedo preoccupato.– fece Xiaoyu scrutandolo.
Jin avrebbe tanto voluto dire la verità, ma sapeva che non era ancora il momento
giusto. Si limitò a fare spallucce e mormorare qualcosa come "non è niente",
mentre cercava uno spazio dove parcheggiare.
Tutti i posti intorno al locale erano occupati, quindi lasciarono l'auto in un
viale parallelo. Camminarono in silenzio, Xiaoyu che teneva Jin per mano. Dopo
poco sbucarono davanti all' entrata principale. Un enorme portone color fucsia
sovrastato da un' insegna al neon (colore...rosa^^) con la scritta "PinkFlavour"
a caratteri cubitali contornata da riccioli e spirali varie. Jin cercò di
sopprimere l'espressione di profonda costernazione che si stava dipingendo in
quel momento sul suo volto. Fortuna che Xiaoyu era troppo occupata a salutare a
destra e a sinistra per accorgersene.
Passarono davanti al buttafuori, un omone grosso e imponente, che salutò Xiaoyu
con un sorriso e guardò Jin lanciandogli uno sguardo di avvertimento della serie
"Qui non voglio casini". Forse, data la stazza, lo credeva un tipo rissoso.
Finalmente oltrepassarono la seconda porta che li portò all'interno del locale.
In un angolo c'era il bancone del bar, illuminato da luci soffuse come il
labirinto di divanetti e tavolini che si snodava intorno alla grande pista da
ballo. Qui una luce stroboscopica e vari faretti colorati creavano giochi di
luce accendendosi e spegnendosi a tempo di musica. Una musica tecno ritmata ma
non invadente*, diversa dai soliti pezzi da
discoteca, pensò Jin.
Xiaoyu lo guidò verso un divanetto libero posto davanti a un paravento che si
rivelò nascondere una porta, quella del famoso privée, sorvegliata da un
omaccione del tutto simile a quello che avevano trovato all'ingresso. Questo
stava parlando con il collega con il classico trasmettitore degli addetti alla
sicurezza.
–Vedi quello? Si chiama Nate. È lui che sorveglia il privée.– disse Xiaoyu
mentre si toglieva il cappotto e lo appendeva sui ganci lì vicino.
–Sembra un tipo amichevole– commentò ironicamente Jin osservando l'espressione
minacciosa dell'uomo.
–Oh, è che deve essere così. Non a caso lo chiamiamo tutti 'Terminator', qui.
Non fa entrare nessuno non autorizzato e non esita ad accompagnarti gentilmente
alla porta se fai casino– disse lei sedendosi.
–Sarà...– Jin si voltò a guardare la pista da ballo. Un po' di gente si era
alzata e la pista cominciava lentamente a riempirsi. I pensieri tornarono a
Nina. Sarebbe venuta? Come avrebbero fatto a dirglielo?
Con la spiacevole sensazione di vuoto nello stomaco, Jin si alzò.
–Vado a prendere da bere– disse a Xiaoyu, e si diresse al bancone.
La barista, una ragazza molto carina con i capelli raccolti in due trecce scure
striate di fucsia, lo accolse con un sorriso.
–Dimmi!–
–Allora...un Martini Dry e...accidenti non ho chiesto a Xiaoyu quale prendeva!–
disse Jin.
–Xiaoyu? Quella seduta lì in fondo?– domandò la ragazza indicandola con un cenno
della testa.
–Sì, lei.– disse Jin facendo per voltarsi e tornare a chiedere.
–Prende sempre il Bloody Mary– fece la ragazza da dietro di lui.
Jin si girò di nuovo, con un'espressione sorpresa dipinta in faccia.
–Bloody Mary? Sicura?– chiese sorridendo. Da Xiaoyu si sarebbe aspettato qualche
drink dal nome tutto frou frou, e invece…
–Un Martini Dry e un Bloody Mary, arrivano.– disse la ragazza iniziando ad
armeggiare con bottiglie e shaker.
Jin la osservò per un po', poi decise di chiedere qualcosa sul privée. Era
incuriosito.
–Senti...è la prima volta che vengo qui. Cos'è che sorveglia quello?– disse a
bassa voce sporgendosi un poco sul bancone.
–Chi, Terminator?– rispose la barista fermandosi un attimo e riprendendo a
preparare i cocktail –Lì c'è il privée del locale– concluse poggiando il primo
bicchiere, già decorato con il classico ombrellino.
Jin assunse un'espressione perplessa e finse di non capire.
–Il privée, una parte riservata del locale– spiegò lei.
–Riservata a chi?– domandò il ragazzo sforzandosi di sembrare indifferente.
–Bè, questo potrei fare anche a meno di dirtelo...– iniziò la barista servendo
anche l'altro drink.
–Perché no?– la interruppe lui guardandola con uno sguardo accattivante. Troppo
accattivante.
–Dillo che ci vuoi entrare e finiamola qui!– disse lei sorridendo mentre sentiva
le guance diventare rosse. Quel ragazzo aveva fascino, eccome se ne aveva!
–Ebbene sì, sono molto curioso– rispose Jin con un tono di voce più caldo del
solito e continuando a fissarla.
–Lì ci vanno i
VIP e chi “ha bisogno di spazio”. Del tipo, coppiette e gente che
ha ‘affari’ da concludere. Ma è una selezione molto ristretta– affermò in tono
serio senza guardarlo mentre continuava a preparare i drink.
–Credi che il presidente della Mishima Zaibatsu sia abbastanza “VIP”?– chiese
lui ironicamente.
–Mishima Zaibatsu…tu?– chiese la barista, colta evidentemente di sorpresa.
–Sì, proprio io. Mi faresti questo favore? Come ti chiami?– Jin ormai stava
andando alla grande. Si stupiva di se stesso.
–Io…sono Helen. Ascoltami, niente di personale, ma chiunque potrebbe venire qui
e dire “Io sono”. Potrei parlare con Nate –è il buttafuori, Terminator– e vedere
che ne dice. Ma tu sei davvero il presidente di un'azienda come la Mishima? Non
hai più di vent'anni...– proferì queste ultime parole cercando evidentemente di
non essere troppo aggressiva.
–Che mondo diffidente...– iniziò Jin ironicamente rassegnato –tieni, ecco chi
sono io– aggiunse facendo scivolare sul bancone la tessera di riconoscimento
dell’azienda e due banconote da 200.
–Una per te, l’altra a Nate, con i saluti del signor Jin Kazama– disse poi
alzandosi con i drink in mano e strizzandole l’occhio.
Non male come prima uscita, pensò Jin. Non si spiegava neanche lui tutta quella
baldanza, quell’essere così sicuro di sé, soprattutto nello stato d’animo in cui
si trovava.
Helen rimase un attimo interdetta. Le guance dovevano essere diventate color
pomodoro. Poi si mosse verso la porta del privée. Passando vicino al divanetto
dov’era seduto Jin scambiò un rapido sguardo d’intesa.
Lui la vide mentre parlava con il buttafuori e gli passava la banconota. L’uomo
la guardò, poi fece un lieve cenno di assenso con il capo e riferì qualcosa
attraverso il trasmettitore.
“E’ fatta” pensò ritornando al suo Martini.
Intanto Xiaoyu sorseggiava il suo drink muovendo la testa a tempo di musica. Era
proprio strano Jin, quella sera. Quanti pensieri le vennero in mente…tuttavia
cercò di ricacciarli via. Era lì per divertirsi, in fondo.
–Signor Kazama? Mi segua, la prego.–
Jin sentì posarsi sulla spalla una grossa mano. Si voltò e vide un uomo alto e
imponente che faceva cenno di alzarsi. Era Nate, il buttafuori.
Il ragazzo si alzò in tutta la sua altezza, dimostrando così di non essere da
meno. Si limitò a guardarlo, in attesa che l’altro parlasse.
–Da questa parte. Anche la signorina, per favore.–
Xiaoyu non capiva. Lo seguirono per pochi passi, poi quello aprì la porta dove
campeggiava la scritta “RISERVATO”
Fu come entrare in un altro mondo.
Una musica soffusa attraversava una stanza volutamente poco illuminata, ma dove
si potevano distinguere i divani e i tavolini dalle forme eccentriche. Un
ambiente certamente molto elegante, i cui colori dominanti erano rosso, bianco e
nero.
Sui sofà sedevano alcune persone, che la luce non permise a Xiaoyu e Jin di
riconoscere, ma che avevano l’aria di essere importanti. O ricchi sfondati.
Ai lati della stanza c’erano due porte, chiuse a quanto pare a chiave. Jin notò
che una aveva appeso fuori un cartellino “non disturbare”.
La cinesina si rese conto che quello era davvero il privée del PinkFlavour. Un
sorriso si allargò sulle sue labbra, mentre vagava con lo sguardo cercando di
carpire ogni dettaglio di quel luogo.
–Vai a sederti, vengo tra un attimo.– le disse Jin.
Lei non se lo fece ripetere due volte.
Aspettò che si fosse accomodata, quindi si rivolse al buttafuori, parlando
sottovoce.
–Avrei un favore da chiederti…sto aspettando una persona a cui devo parlare. Si
chiama Nina Williams. E’ una che non passa inosservata, è bionda e ha i capelli
raccolti in una coda, di solito. Quando arriva falla entrare qui, chiaro?–
Jin fece scivolare un’altra banconota nelle sue tasche. L’uomo fece un cenno
d’assenso e disse qualcosa attraverso il trasmettitore, quindi si voltò per
uscire.
La porta si richiuse sommessamente, e l’atmosfera si fece più intensa.
Xiaoyu era al settimo cielo, e ancora non capiva come avesse fatto ad essere lì.
Quando Jin si sedette lei notò che aveva un’ aria grave.
–E’ successo qualcosa? Che ti ha detto quell’omone?– chiese avvicinandosi.
–Oh, l’ ho solo ringraziato.– fece Jin evitando il suo sguardo.
Passò poco più di mezz’ora e la porta del privée si aprì. Jin ebbe un sobbalzo.
Era lei? Si volse a guardare. Un uomo sui trent’anni accompagnato da due ragazze
molto appariscenti fece la sua entrata, salutando i presenti e dirigendosi verso
una di quelle porte al lato. Jin lo osservò bene. Aveva i capelli tirati
all’indietro e dal suo viso traspariva sicurezza e arroganza. Non certo un tipo
con cui valga la pena di parlare, pensò.
Ma Nina dov’era finita? Forse all’ultimo momento si era tirata indietro,
lasciandolo lì in un senso di inquietudine crescente. Proprio non se la sentiva
di mentire a Xiaoyu. Fino a quel momento aveva evitato da lei ogni carezza, ogni
bacio. Si era fatto meno loquace di quanto già non lo fosse. Le voleva proprio
bene, ma non l’amava più. Punto.
Si fermò un attimo a riflettere su questo fatto. Dopo tanto tempo, non l’amava
più. Suonava strano. Ma forse quella storia era già finita mesi prima, quando
aveva incontrato, per caso, Nina. All’epoca Xiaoyu l’aveva già lasciato. Poi,
con un tempismo quasi paradossale, dopo una notte che avrebbe fatto capire molte
cose lei lo aveva richiamato, chiedendogli, quasi implorandolo di raggiungerla.
Quella volta una legge invisibile ebbe la meglio, una legge che non sta scritta
da nessuna parte. Nina, forse per paura, lo aveva rimandato tra braccia che già
lo conoscevano, e lui, spinto dal ricordo, era tornato da loro. Ma l’amore, si
sa, è imprevedibile e del tutto irrazionale.
***
Nina scese dall’auto e guardò l’entrata di quel locale. I pensieri si bloccarono
mentre un’espressione di sorpresa faceva la sua comparsa alla vista di tutti
quei fronzoli rosa.
Ad ogni modo, ‘prese coraggio’ ed entrò. Venne accolta da un uomo di grossa
stazza che la guidò verso la parte riservata del locale. Quando furono davanti
alla porta lei lo ringraziò e gli diede un compenso adeguato. Entrò nel privée e
rimase per un attimo colpita dall’eleganza di quel posto. Non durò molto,
infatti tornò alla vita reale e si mise subito a cercare con lo sguardo chi la
stava aspettando.
***
La porta si aprì di nuovo. Jin vide entrare prima il buttafuori Nate, che faceva
strada ad una ragazza vestita con un corpino viola scuro e una corta gonna nera
tutta rifinita, sotto un lungo soprabito scuro con i bordi di pelliccia. In
quanto a stile, Nina non si smentiva mai.
Jin la osservò dirigersi verso di lui e sorridergli. Sorprendente la leggerezza
con cui si adagiò sul divano, tanto che Xiaoyu nemmeno se ne accorse. Solo dopo
aver sentito un “Ciao, Xiaoyu” si girò, rimanendo sorpresa da quella comparsa
improvvisa.
–Oh, ciao! Come stai? Curioso che ci troviamo tutti qui…– fu la risposta della
cinesina mentre poggiava il bicchiere ormai vuoto.
Nina si limitò a fare un sorriso tirato, lanciando a Jin una rapida occhiata.
Lui fece un cenno di assenso e si girò verso Xiaoyu per poter parlare più
comodamente.
–Xiao…se Nina si trova qui non proprio un caso.–
–Ah, no?– fece lei in risposta.
–No. Vedi…c’è qualcosa che dovrei dirti. Ti prego di ascoltarmi, e di credermi
se ti dico che ti sto informando dopo un tempo veramente limitato,
principalmente perché non sono un bugiardo, e poi perché mentire a te, in quanto
Ling Xiaoyu, mi è molto difficile.–
Xiaoyu alzò le sopracciglia. Di solito Jin non parlava così (le rare volte che
parlava).
–Cos’è successo? Hai ingoiato un vocabolario¬?– disse in tono canzonatorio.
–No, niente vocabolario– ‘in che situazione mi sono infilato?’ pensava con un
filino di panico. Pochi secondi di silenzio, poi riprese:
–Vedi… è successo tutto nei tre mesi in cui non ci siamo visti. Te l’avrei detto
prima, ma ho passato le pene dell’inferno prima di averne la certezza. Io…– Jin
cominciava a sentire la pressione e l’imbarazzo, e faceva di tutto per rimanere
a sangue freddo. Lanciò uno sguardo di aiuto a Nina. Lei colse il segnale e
continuò al posto suo.
–Forse hai già capito, forse bisogna raccontare tutto dall’inizio, per evitare
malintesi. Qualche mese fa ci siamo incontrati per caso. Voi vi eravate lasciati
all’epoca, fatto sta che una sera siamo andati a cenare nel ristorante di Law.
Non era niente di equivoco, solo a livello di cena tra amici, o meglio, tra ‘colleghi’,
giusto per conoscersi un po’– Nina cercava di essere quanto più misurata
possibile. –Un incidente in quel ristorante ha provocato a Jin una ferita non da
poco, così, non potendo andare in un ospedale per i motivi che ben sai, l’ho
portato a casa mia e l’ho curato. Ho dovuto farlo o non sarebbe qui oggi.– a
questo punto si interruppe cercando gli occhi di Jin. Lui continuò.
–Nel periodo della mia convalescenza siamo diventati molto amici. E tali
credevamo di essere fino a due giorni fa.–
Xiaoyu aveva assunto un’espressione seria ed era rimasta silenziosa.
–Due giorni fa, però…è successo qualcosa che mi ha fatto capire. Non riesco a
trovare le parole…–
–Fammi indovinare. Siete andati a letto.– disse la ragazza corrucciata e con le
braccia incrociate.
–Cos..? no, no, non è successo questo. Semplicemente, ci siamo ritrovati per
caso. Parlando è venuta fuori la verità.– rispose Jin.
Xiaoyu stava malissimo, tuttavia le sembrava di averla già vissuta quella scena,
forse in sogno. Era per questo che si sentiva più distaccata?
–Dimmela, questa verità. Voglio sentirla da te, allora.– ribatté fissandolo.
Un minuto di silenzio.
Poi, guardandola, Jin disse: –Io la amo, credo.–
Silenzio di tomba. Sembrava che una bolla li avesse circondati, lasciando fuori
la musica soffusa e le chiacchiere spensierate e maliziose dei clienti vicini.
Xiaoyu squadrò con aria perplessa Jin, poi dopo un respiro profondo, parlò.
–Credi di amarla? Quel credi non è una cosa carina da aggiungere, soprattutto in
sua presenza.– disse la cinesina con semplicità.
Sia Nina che Jin la guardarono e si guardarono, molto sorpresi. Lei si rivolse a
Nina con aria inquisitoria.
–¬E tu?–
–Beh…non sarei qui altrimenti…– rispose, rimanendo perplessa dal suo modo di
fare. Non l’ aveva mai vista così.
–Dunque ‘credete’ di amarvi, giusto? Sembra abbastanza definitivo. Jin– si
rivolse a guardarlo –ora capisco tutto. È per questo che mi hai respinto per
tutta la sera. È anche per questo che sei stato distante per tutto il mese che è
passato. Non avevi più lo slancio di prima, è vero. Apprezzo la sollecitudine
con cui mi hai avvertito, che forse è l’unica cosa buona nonostante sia stata
così repentina. Voglio dire, era l’ultima cosa che mi aspettavo, oggi, anche se
le avvisaglie c’erano da tempo. Sai che non posso fare a meno di starci male,
come tutte le persone normali, ovviamente, ma non posso nemmeno costringerti con
me, sarebbe da vera idiota.– aveva la voce incrinata dopo questo lungo
ragionamento, ma stava dimostrando di essere cresciuta e matura. Una lunga
pausa, poi riprese: – Il combattere mi ha insegnato molte cose. La prima,
perdere. Così come se qualcuno ti frega il posto del parcheggio, o ti soffia il
ragazzo, non si cambieranno certo le cose facendosi schiave della rabbia o della
gelosia. Io ti voglio bene. Nulla mi impedisce adesso di andare a casa -la mia
casa- è passare la notte a piangere e deprimermi, eppure proprio perché ti
voglio bene non ci riesco. Sei davvero sicuro di quello che provi?– domandò di
nuovo a bruciapelo.
¬–Io…certo che si! Perché dirti una cosa del genere allora?– rispose Jin sempre
più spiazzato.
Xiaoyu rimase silenziosa, poi mormorò come parlando a se stessa: –Pensavo avrei
reagito peggio, e invece…spero solo questo non sia un addio per sempre. Mi
dispiacerebbe molto se perdessimo ogni contatto.–
–Ma Xiao, come fai a dire una cosa del genere? Perdere ogni contatto, che vuoi
dire?– ribatté Jin.
–Va bene, va bene, ho un po’ esagerato.– si alzò dal divano –Ora posso uscire un
po’ fuori? Tutte queste notizie mi hanno un po’ scombussolato– fece con tono
quasi noncurante.
Senza aspettare risposta prese la borsetta e uscì sul piazzale retrostante il
locale.
Quella era una realtà certamente difficile da accettare. Se l’aspettava, in
qualche modo, ma si stupiva di essere riuscita a prenderla così…quasi alla
leggera. Anche per lei arrivò il momento di capire: i suoi veri sentimenti erano
cambiati. Era l’ abitudine che li aveva nascosti sotto quello che credeva di
provare.
Si guardò intorno e si accorse di un’uscita sulla strada sulla destra. Senza
pensarci, si incamminò e sparì nelle luci della città.
Nina e Jin rimasero seduti. Si guardarono: erano entrambi sconvolti e
imbarazzati dalla naturalezza con cui Xiaoyu aveva incassato il colpo.
–Dobbiamo crederle?– Nina fu la prima a parlare.
–Non so cosa pensare…mi sembrava sincera, comunque. Xiaoyu è incapace di
fingere.– disse Jin.
–Mi sento quasi in colpa, adesso. Avrei preferito una bella scenata. Quella non
è Xiaoyu!– ribatté lei lasciandosi cadere sullo schienale del divano. –E
adesso?–
–Penso dovremmo abituarci ad una vita leggermente…diversa.– rispose Jin
¬–Non pensavo fosse così difficile essere innamorati….– mormorò tra sé lei.
–Ti amo.– bisbigliò poi. Solo due semplici parole che non aveva mai detto a
nessuno e che mai avrebbe pensato di pronunciare se il destino, quel giorno, non
avesse voluto farli incrociare.
Jin le udì e la abbracciò forte, pensando anche lui al loro primo incontro, e
alla nuova vita che li aspettava.
Quando tornò a casa, solo, Jin trovò un biglietto abbandonato sul tavolo.
Jin, anch’io ho
capito i miei veri sentimenti. Era come se ormai mi fossi ‘abituata’ all’idea di
amarti.
Ti voglio bene e te ne vorrò sempre. Non mi dimenticherò facilmente di te, ma è
giusto che tu viva la tua vita nel miglior modo possibile, perciò parto, come ho
fatto quattro mesi fa.
Sii felice
Xiaoyu
Jin guardò fuori dalla finestra. Neanche lui l’avrebbe dimenticata facilmente,
ma ora era pronto per vivere il suo nuovo destino.
* il brano è "Emerge" (Junkie
XL remix) di Fischerspooner (dall'album"#1")
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Che strano. Ho finito di scrivere
questo capitolo quasi quattro mesi fa, e avevo deciso di pubblicarlo proprio in
questi giorni quando i casi della vita mi hanno messo in una situazione uguale
(in negativo, of course). Vabé…
Grazie a tutti i miei recensori, ma soprattutto ai miei due migliori amici per i
loro consigli preziosi.
я люблю вас, мои лучшие друзья.
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